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la VETERINARIA
PROFESSIONE
A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
15 2013
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 10, numero 15 dal 29 aprile al 5 maggio 2013
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona
LA SALUTE ANIMALE NELL’EXPORT
GLI USA RIAPRONO AGLI “ITALIAN SALAMI”
GESTIRE IL CARRY OVER NEI MANGIMI
È TRUFFA LA LIBERA PROFESSIONE NON DICHIARATA
NEONATOLOGIA DEL CANE E DEL GATTO
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VETERINARY FARM VISIT
BREVI PROFESSIONI Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha dichiarato l'intenzione di valorizzare le libere professioni, “che in una società postindustriale rappresentano la spina dorsale della nostra economia”. Le liberalizzazioni, ha aggiunto, “ormai sono state adottate. Ora bisogna lavorare per dare opportunità ai giovani, innalzare la qualità, servire al meglio i clienti".
STP La Fnovi ha diffuso una circolare agli Ordini con le prime istruzioni per la registrazione delle società tra professionisti nell’elenco speciale previsto dal regolamento ministeriale. Fac-simile e modulistica.
DIPARTIMENTI Prima convention e primo documento unitario dei direttori dei dipartimenti di prevenzione. Dal documento emerge la preoccupazione per i "tentavi di smontarne le varie componenti facendole afferire ad altri livelli statali", ad esempio spostare "i veterinari al Ministero delle politiche agricole".
ENC La commissione tecnica istituita dall'Ente Nazionale Circhi e formata da veterinari, giuristi e ammaestratori, ha ultimato la stesura del Regolamento per l'educazione e l'esibizione degli animali nei circhi. Ne dà l'annuncio il sito ufficiale dell'Ente.
FISE Gianluigi Giovagnoli è il Responsabile del Dipartimento Tutela del Cavallo della Fise. La nomina è del Consiglio federale e attiene alle attività incentrate sul benessere del cavallo e sui progetti che riguardano i cavalli a riposo e le ricerche sperimentali avviate con l’Università di Milano e con l’Arma dei Carabinieri.
ENCI Il Consiglio Direttivo dell'Enci, costituito dopo l'assemblea del 6 aprile scorso, ha confermato Francesco Balducci alla Presidenza. Balducci è stato eletto per la prima volta all'Enci nel 2010. Vicepresidente Dino Muto. Il Comitato Esecutivo è composto dai consiglieri Barbati, Biondolillo e Grosso.
Salute risparmio
e
Fondo Sanitario A.N.M.V.I.
SANITÀ ANIMALE
Autocontrollo in allevamento La sicurezza alimentare comincia in azienda. La produzione primaria punta sul binomio OSA-Veterinario. A PAGINA 3
Nella sua ultima newsletter la FVE plaude alla "veterinary farm visit". Secondo le anticipazioni della Federazione dei Veterinari Europei, la Commissione Europea sta per presentare, per la prima volta in via ufficiale, la nuova Animal Health Law. Si tratta di una legge di riordino delle norme europee di sanità veterinaria e dei controlli veterinari ufficiali, destinata a riformare profondamente il quadro normativo attuale. L’obiettivo è un testo unico, che enfatizzerà il concetto di One Health e - è sempre la FVE a dirlo - evidenzierà l’importanza delle prestazioni veterinarie come "bene pubblico". La nuova Animal Health Law definirà le responsabilità e i compiti della professione veterinaria e la FVE ha suggerito di includervi la definizione di Medico Veterinario adottata durante la General Assembly del 2011. In particolare, la FVE apprezza la previsione che gli allevatori europei siano regolarmente assistiti in allevamento dai medici veterinari, perché una regolare assistenza veterinaria è una "pietra angolare della prevenzione". La salute degli allevamenti, attraverso un sistema di "herd health visits", andrà oltre l’approccio alla biosicurezza,
per coprire anche le consulenze sulla prevenzione delle malattie che possono impattare sulla salute animale, sul benessere animale e sulla sanità pubblica. Nella nuova legge, si leggerà il binomio sussidiarietà e responsabilità Pubblico e Privato, anche con finalità di controllo della spesa che, nella prevenzione e nella lotta alle patologie, dovrà continuare ad essere ripartita, trovando un equilibrio di mezzi e di modi per dividere i costi finanziari delle malattie animali e della loro prevenzione e bilanciando gli ambiti di responsabilità a livello europeo e nazionale. La Commissione esplora tutte le possibilità di risparmio, riducendo il carico delle incombenze amministrative e i relativi costi, con proposte di revisione delle certificazioni ufficiali, attualmente richieste dalla legislazione europea sulla macellazione. In questo ambito, la semplificazione potrebbe portare fino a 80 milioni di euro di risparmio annuale senza compromettere i livelli più elevati di sicurezza dei cittadini europei. Più che in passato - si sostiene a Bruxelles - il settore della salute animale deve dimostrare quanto vale, la sua importanza nella società e giustificare gli investimenti pubblici che richiede.
SEMPRE PIÙ ONLINE IL 10° RAPPORTO CENSIS/UCSI SULLA COMUNICAZIONE PRESENTATO ALL’INIZIO DELL’ANNO EVIDENZIA UN DATO MOLTO IMPORTANTE, gli italiani sono sempre più online. Secondo lo studio, infatti, tra i nuovi media Internet è il mezzo di comunicazione che registra il tasso di incremento più elevato evidenziando nel 2012 una crescita del 9%. A fine anno gli italiani che utilizzano Internet hanno raggiunto la percentuale del 62,1%, ancora lontana rispetto a paesi come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna ma comunque certamente significativa ed in costante crescita. Dieci anni fa era il 27,8%. Sempre secondo i dati della ricerca a navigare in Internet sono soprattutto i giovani, 90,8%, le persone più istruite, diplomate o laureate, 84,1% ( i Medici Veterinari superano l’86%) e i residenti delle grandi città con più di 500mila abitanti, 74,4%. Fra i Medici Veterinari è ormai abituale utilizzare Internet per la propria informazione e formazione. Basta pensare che Vetpedia ( enciclopedia scientifica veterinaria online) ha superato in un solo anno e mezzo i 10mila iscritti o che la newsletter del quotidiano online @nmviOggi viene inviata ogni giorno a circa 21mila indirizzi email e che quasi l’80% dei Medici Veterinari dichiara di leggerlo regolarmente mentre Vetjournal, il periodico online scientifico, si ferma poco sotto con circa il 75%. Questo per quanto riguarda l’informazione ma anche i dati riferiti alla formazione online sono estremamente importanti e significativi. Gli eventi FAD sono seguiti sempre da migliaia di iscritti, con una punta massima di poco superiore agli 8000, e le videoconferenze sono viste in diretta da una media di 7/800 fruitori. Il futuro è certamente sempre più online, ma a condizione che sia gratis.
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Veterinario di fiducia Attualità
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Management aziendale in allevamento L’evoluzione della sanità animale punta sul binomio veterinario-allevatore INSIEME NEL CICLO DI SOMMINISTRAZIONE ’uso razionale dei farmaci veterinari ed in particolare degli antimicrobici riguarda tutti i soggetti che intervengono, in modalità differenti, nel ciclo di somministrazione. È responsabilità dei medici veterinari conoscere bene le molecole per prescrivere i medicinali più appropriati e controllare il loro uso in sicurezza. È infatti compito dell’allevatore prevenire la malattia e garantire un uso corretto dei medicinali prescritti. L’allevatore deve monitorare regolarmente la salute ed il benessere dei propri animali; prendere nota di qualsiasi modifica del loro stato di salute è essenziale per una precoce diagnosi da parte del veterinario. Il veterinario, assumendosi la responsabilità di formulare un giudizio medico e di garantire le condizioni ottimali di sicurezza sanitaria, svolge un ruolo rilevante a cui deve far riscontro una adeguata corrispondenza da parte dell’allevatore. L’allevatore, a sua volta, essendo il soggetto più vicino ai bisogni emergenti rappresenta colui che più di ogni altro può evidenziare con chiarezza le problematiche più pregnanti. Entrambi devono essere consapevoli che l’uso dell’antibiotico deve rappresentare la parte finale di un processo che si avvia con le opportune attività di prevenzione e biosicurezza.
L e autorità sanitarie europee e internazionali stanno chiedendo ad ogni Paese di diffondere il concetto che “l’utilizzo dell’antibiotico esige un valido rapporto veterinario-allevatore”. Lo leggiamo nel Manuale del Ministero della Salute “Biosicurezza e uso corretto e razionale degli antibiotici in zootecnia” (www.veterianriodifiducia.it) dove si delinea la collaborazione fra l’allevatore-OSA (Operatore del settore alimentare) e il medico veterinario d’azienda zootecnica. Il controllo dell’antibiotico-resistenza è il paradigma dell’evoluzione della produzione primaria che sempre più sarà improntata a logiche di prevenzione e autocontrollo. Si legge infatti nel Manuale che, per quanto riguarda il controllo da parte delle autorità competenti, “questo non può esser l’unico mezzo di prevenzione, ma è necessaria una corretta valutazione e gestione dei rischi da parete dei veterinari e degli allevatori”. Il Ministero della Salute ha più volte sottolineato che i principi dell’autocontrollo valgono per la sicurezza degli alimenti come per le produzioni primarie. Il salto culturale che il nostro Paese si prepara a compiere richiede un veterinario in grado di accompagnare le produzioni sui mercati mondiali. La questione delle resistenze è particolarmente avvertita in campo zootecnico. Infatti, le autorità europee, Commissione e Parlamento, incoraggiano l’adozione di provvedimenti da parte degli Stati Membri, sulla base di spinte provenienti dalla sanità umana che guardano con preoccupazione all’impiego di antibiotici negli animali produttori di alimenti destinati al consumo umano. Con una risoluzione, il Parlamento Europeo sottolinea "l’esigenza di farsi un’idea precisa di quando, dove, come e in quali animali vengano effettivamente utilizzati oggi gli antimicrobici, e ritiene che la Commissione debba raccogliere, analizzare e rendere pubblici tali dati sen-
L
za indugio". La risoluzione riprende quella del 12 maggio 2011 dedicata alla resistenza antimicrobica. Un parere del 30 agosto scorso della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo suggerisce che "entro il 2018 il ricorso ad antimicrobici per uso veterinario sia dimezzato nell’Unione europea rispetto ai dati del 2012". Il veterinario d’azienda riveste dunque un ruolo cruciale, secondo quell’approccio "olistico" suggerito dal Legislatore Europeo che si basa "su un utilizzo prudente e adeguato degli antimicrobici nonché sul miglioramento dei sistemi di allevamento", attraverso nuove modalità gestionali in grado conciliare l’esigenza di presidi terapeutici con interventi di prevenzione e di biosicurezza in grado di abbattere l’incidenza delle patologie in allevamento.
IL VETERINARIO È sempre il Ministero della Salute a dirci che il ruolo del veterinario è fondamentale per la garanzia di un utilizzo razionale del medicinale veterinario, nel rispetto del consumatore, della salute e benessere degli animali e dell’ambiente. Il veterinario ha un ruolo attivo nella gestione delle modalità di utilizzazione del farmaco, di verifica dell’efficacia dello stesso e nel controllo di effetti indesiderati. Il ruolo del veterinario deve essere rafforzato nella gestione del farmaco mediante specifica formazione relativa ai complessi aspetti gestionali dell’allevamento in modo da poter dare risposte sui vari problemi che non si risolvono con la semplice firma sulla prescrizione medicoveterinaria. Inoltre è auspicabile maggiore sinergia tra il veterinario aziendale e quello pubblico nel segnalare all’allevatore azioni correttive che possano portare ad un miglioramento delle situazioni microclimatiche ambientali, delle misure di biosicurezza con la riduzione dell’incidenza delle malattie e quindi dell’impiego del farmaco.
L’ALLEVATORE L’allevatore - è scritto nel Manuale - è un anello fondamentale della “filiera”, in quanto dalla sua competenza e capacità dipendono, oltre che gran parte del risultato economico dell’attività, anche le caratteristiche qualitative del prodotto che consegna al mercato: egli è a tutti gli effetti un Operatore del Settore Alimentare (OSA) e come tale ha importanti obblighi di legge e precise responsabilità. L’allevatore deve attenersi alle indicazioni del veterinario rispettando le posologie e il tempo di attesa indicato e curando attentamente tutti gli aspetti non farmacologici della prevenzione delle patologie. Il miglioramento della gestione dell’allevamento passa attraverso una puntuale registrazione della mortalità e dell’identificazione dei gruppi in allevamento in modo da rendere chiare le condizioni di utilizzo del farmaco, applicando il manuale di buona prassi igienica. Devono essere implementate le attività formative (corsi di formazione, giornate di apprendimento), previste tra l’altro dalla 193/06, tenute in collaborazio-
ne con le autorità di controllo a favore degli allevatori, favorendo il senso di responsabilità e creando una maggiore interazione con il veterinario dell’allevamento.
IL MANAGEMENT La modernizzazione dell’ispezione delle carni come la lotta all’antibiotico-resistenza sono i banchi di prova del veterinario di fiducia. Ogni veterinario chiamato in azienda deve avere una buona conoscenza dei sistemi di produzione e gestione aziendale. Basti pensare che al primo posto per gli accorgimenti specifici relativi all’uso degli antibiotici negli animali da reddito, il Ministero della Salute suggerisce che i veterinari “dovrebbero concentrare i propri sforzi sulla fornitura di assistenza ai clienti attraverso adeguati programmi di management aziendale, immunizzazione, gestione delle poste, selezione genetica e programmi nutrizionali in grado di consentire la riduzione dell’incidenza delle malattie e la conseguente necessità di utilizzare antibiotici”. D’altra parte gli allevatori devono considerare gli agenti terapeutici antimicrobici come “un complemento della buona gestione, vaccinazione e igiene del sito”. Per questo, oltre ad avviare terapie farmacologiche solo sotto stretto controllo di un veterinario, gli allevatori devono “assicurarsi che vengano fornite al veterinario notizie precise (consumo di alimento/acqua, peso corporeo, numero di animali per gruppo di trattamento) in modo da poter calcolare la corretta posologia per gli animali e garantire che siano ottenute chiare istruzioni per il dosaggio e la somministrazione da trasmettere, se necessario, al personale incaricato”. I veterinari dovrebbero formare il personale che fa uso di antimicrobici in azienda sulle indicazioni, dosi, tempi di attesa, via di somministrazione, magazzinaggio, manipolazione, conservazione dei documenti nonché sui principi di diagnostica delle malattie comuni.
LA BIOSICUREZZA Un altro aspetto che richiede particolare attenzione per mantenere gli animali sani è la biosicurezza. Il compito della biosicurezza è quello di ridurre il potenziale rischio causato dall’introduzione di organismi patogeni all’interno dell’azienda, come ad esempio, animali acquistati di recente, persone, veicoli ed animali domestici. Accorgimenti semplici possono essere veramente efficaci e di aiuto per garantire la salute degli animali. Anche quando una misura non sembra essere completamente efficace, ciò non vuol dire che sia inutile è meglio una riduzione, anche se limitata, del rischio di introduzione di germi piuttosto che nessun intervento. ■
L’ISPEZIONE DEGLI ALIMENTI STA CAMBIANDO “Siamo di fronte ad una ulteriore revisione delle norme dell’ispezione degli alimenti: è chiaro che il sanitario, anche nella funzione di colui che accompagna il produttore, deve essere soprattutto una figura in grado di gestire situazioni complesse”. Così Romano Marabelli durante l’ultima edizione di Sanit, aggiungendo che “bisogna superare l’idea che il veterinario sia nello stabilimento di macellazione a fare i tagli e forse anche evitare la battaglia nei confronti di un operatore tecnico che sta alla catena. Bisogna invece valorizzare il sanitario - ha aggiunto - come colui che è in grado di favorire e accompagnare globalmente il sistema produttivo ad un elevato standard di sicurezza alimentare. Altrimenti non si spiega come mai - con un sistema di autocontrollo e un sistema di controllo ufficiale come quelli che vantiamo - nel momento della verifica il nostro Paese scopre di avere una serie di défaiance non gestite. Se dal mercato escono l’impianto, il produttore e il prodotto uscirà anche colui che fornisce il servizio: siamo legati alla salvaguardia trasparente ed obiettiva delle produzioni come elemento di vitalità del nostro sistema”. Lo stesso vale per le produzioni zootecniche, “perché le regole dell’autocontrollo sono state portate anche sulla produzione primaria, nonostante abbia delle speci-
ficità che richiedono di adattare un sistema valido su scala industriale alle peculiarità del settore agrozootecnico”. Il Ministero della Salute sta conducendo una sperimentazione che si concluderà a settembre, per analizzare il rischio sanitario legato alla modernizzazione. Si parte dai suini, ma tutte le specie da macello saranno interessate dal passaggio dall’ispezione tradizionale a quella modernizzata.Tra i punti di debolezza del tradizionale sistema ispettivo, Efsa riconosce che le Ica (Informazioni sulla Catena Alimentare) correntemente in uso non includono tutti gli indicatori utili a classificare i lotti di suini in relazione ai rischi per la salute pubblica, così come le informazioni sulla salute e benessere degli animali sono attualmente sottoutilizzate. Si propone l’adozione di un sistema integrato di garanzia della sicurezza della carcassa suina, che trova tra i suoi elementi fondamentali la sistematica raccolta delle informazioni sulla catena alimentare (Ica) per i rischi maggiori, a livello di allevamento e di macello. Nei suini, le Ica dovrebbero consentire di differenziare i lotti di suini nei confronti dei rischi maggiori (basandosi sullo stato sanitario del gruppo attraverso campionamenti in allevamento o al macello).
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4 Attualità Veterinaria Internazionale
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Il ruolo della salute animale nell’export Siamo importatori-esportatori di prodotti di origine animale tra i più forti al mondo to della nostra situazione zoo-sanitaria da parte dell’OIE. In proposito, nel corso del 2012, è stata presentata all’OIE la richiesta di rivedere la classificazione dell’Italia in materia di BSE con il passaggio dalla categoria 2 (Paese a rischio controllato) alla categoria 1 (Paese a rischio trascurabile). Se il processo di valutazione, che si dovrebbe concludere nel maggio 2013, avrà l’auspicata conclusione positiva il settore dell’esportazione delle carni e dei prodotti a base di carne bovina ne trarrà un consistente beneficio. Ai fini di facilitare la redazione e firma dei certificati sanitari da parte dei veterinari delle Aziende Unità Sanitarie Locali, il Dipartimento produce e distribuisce mensilmente un notiziario sulla situazione epidemiologica internazionale delle malattie infettive degli animali.
COREA DEL SUD
nimali e prodotti di origine animale senza problemi di ordine igienico-sanitario. Questa la condizione, di estrema importanza strategica per il nostro Paese, da presentare ai negoziati internazionali. Il Rapporto 2012 sull'attività internazionale - pubblicato in queste settimane sul sito del Ministero della Salute - evidenzia il ruolo del Dipartimento della sanità pubblica veterinaria del Ministero della Salute nella negoziazione con i Paesi terzi importatori per il raggiungimento di accordi di cooperazione tecnica e certificati sanitari. In particolare il Dipartimento interviene per risolvere le problematiche all’export relative a questioni di carattere igienico-sanitario. Il 2012 è stato un anno intenso da questo punto di vista con la firma di 2 Accordi di cooperazione nel settore veterinario (Libano e Mongolia), la definizione di 29 nuovi certificati sanitari e la modifica/aggiornamento di 21 certificati sanitari già esistenti.
duttori italiani si trovano a dover fornire adeguate garanzie igienico-sanitarie alle autorità dei Paesi importatori e qui entra in gioco il Dipartimento che, su sollecitazione delle Associazioni di categoria interessate o di Confindustria-Federalimentare e con l’ausilio delle nostre Ambasciate, negozia con le Autorità dei Paesi interessati appositi Accordi tecnici. Si tratta nella maggior parte dei casi di negoziazioni dal taglio tecnico che vengono stipulate al fine di garantire l’implementazione dei requisiti veterinari e sanitari lungo l’intera catena produttiva dalle materie prime ai prodotti finali. In alcuni casi invece si tratta di Accordi che nascono dalla volontà di cooperazione tecnico-scientifica in uno o più settori della sanità pubblica e della sanità animale al fine di prevenire il rischio connesso alla diffusione delle malattie infettive ed infestive degli animali (ivi comprese le zoonosi) e delle malattie derivanti dai prodotti di origine animale (tossinfezioni alimentari).
NEGOZIAZIONI
Altro intervento finalizzato a favorire il nostro export è quello relativo al corretto riconoscimen-
A
Nel 2012 si è raggiunto l’importante obiettivo del pre-listing per gli impianti interessati ad esportare prodotti a base di carne suina in questo
OBIETTIVI PER IL 2013 Ottenere la revoca del divieto all’importazione in Cina di seme bovino (Bluetongue); Calendarizzare una seconda visita autorizzativa in Italia da parte cinese; Ottenere la regionalizzazione per peste suina africana ai fini dell’export verso Taiwan; Organizzare una visita ispettiva in Italia da parte filippina per l’esportazione di prodotti suini. Paese. L’Italia è fra i pochi Paesi ai quali la Corea del Sud ha concesso tale possibilità a cui si aggiunge la possibilità di poter utilizzare non solo suini nati ed allevati in Italia, ma anche quelli allevati in Italia da 3 mesi. La buona collaborazione fra i due Paesi, seppur con alcune problematiche di rilievo (divieto export di prodotti suini diversi dagli stagionati e cotti), è confer-
Dopo 15 anni gli Usa riaprono ai nostri salumi Sconfitta la vescicolare, rimosso il blocco al Made in Italy
L’OIE E L’EXPORT Per poter esportare le merci sopra indicate i pro-
uone notizie per le Regioni chiave della nostra suinicoltura: l'apertura delle frontiere statunitensi ai salami, alle pancette e coppe e ai salumi a breve stagionatura. Il 26 aprile Aphis (Animal and plant health inspection service) ha deciso che i nostri prodotti possono sbarcare negli Usa. Bisognerà attendere il 28 maggio, così come rispettare precisi vincoli. Gli stabilimenti di origine dovranno preventivamente essere autorizzati dalle autorità statunitensi e le produzioni dovranno essere accompagnate da un'apposita certificazione veterinaria. Soddisfatta Lisa Ferrarini di Assica, l'associazione delle industrie delle carni e dei salumi, che da tempo si era adoperata per avviare l'esportazione negli Stati Uniti di importanti prodotti della salumeria italiana. È una svolta che si attendeva da molti anni, dopo la decisione delle autorità sanitarie statunitensi di vietare le importazioni di questi prodotti. Il blocco statunitense era legato ai timori per la malattia vescicolare dei suini. Da tempo però i piani di eradicazione della malattia vescicolare hanno sor-
B
tito risultati apprezzabili, tanto che Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, oltre alle province di Trento e Bolzano, sono indenni dalla “vescicolare”. Spesso le barriere sanitarie vengono utilizzate a fini commerciali, vincoli che, secondo Assica, comportano per il settore una perdita di circa 250 milioni di euro di mancate esportazioni. Il Rapporto sull’attività internazionale del Ministero della Salute dà conto dei negoziati per aprire l’esportazione dal nostro Paese dei prodotti a base di carne suina a breve stagionatura e per il riconoscimento della regionalizzazione della malattia vescicolare (macroregione del nord che comprende 9 regioni situate nel nord Italia). Questo riconoscimento ha previsto una modifica della legislazione statunitense e tempi lunghi. Il solo processo di risk assessment ha richiesto un anno e mezzo, e nel corso del 2012 i contatti si sono intensificati per cercare di trovare un accordo a più breve termine. A fine 2012, le Autorità dell’Aphis avevano comunicato l’adozione di un provvedimento chiamato “federal notice” o “federal act” in vigore nella prima metà del 2013. ■
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6 Attualità Veterinaria Internazionale mata dal fatto che anche quest’anno una delegazione coreana ha voluto visitare questo Ministero per studiare, per una eventuale trasposizione nella normativa coreana, il sistema di controlli veterinari applicati in Italia.
INDIA Permane una posizione di forte contrasto, attraverso l’imposizione di requisiti del tutto contrari a quelli previsti dalle Organizzazioni mondiali di riferimento, all’importazione in questo Paese di prodotti a base di carne suina stagionati. A seguito di un incontro bilaterale avvenuto con l’FSSAI si è comunque instaurato un canale di comunicazione diretto, finora negatoci.
l’esportazione in questo Paese di bufali.
USA Oltre allo sblocco dei salumi, sul fronte multilaterale, è di grande interesse la modifica dei certificati per l’esportazione del seme e materiale genetico, che ha subito delle modifiche a causa della presenza del virus di Schmalleberg in Italia nel 2012, modifiche che permetterebbero di far riprendere un flusso di esportazione costante.
CANADA Proseguono le negoziazioni con le Autorità del CFIA per esportare prodotti composti, bufali e prodotti a base di carne come la “carne salada”.
HONG - KONG BRASILE
A seguito della prevista visita ispettiva in Italia da parte di una delegazione di Hong-Kong, sono state definite le condizioni di polizia sanitaria e di certificazione veterinaria ai fini dell’esportazione di carni bovine e preparazioni di carni bovine. La procedura, durata diversi anni, ha riammesso all’esportazione prodotti la cui esportazione era vietata per motivi legati alla BSE nel nostro Paese. Si segnala che questo è il primo mercato asiatico in cui sia possibile, almeno a condizioni concordate, esportare prodotti bovini.
Gli esiti della missione condotta nel 2011 sono stati comunicati nel corso del 2012, ma non hanno chiarito la possibilità di ampliare la gamma di prodotti esportabili. Sembra che gli ispettori brasiliani vogliano condurre un’altra visita in Italia. Nel corso del 2013 comunicheremo che l’Italia ha richiesto il riconoscimento dell’indennità da malattia vescicolare all’OIE (assenza della malattia dall’aprile 2011) e richiederemo l’ampliamento della gamma dei prodotti esportabili, stagionatura inferiore ai 400 giorni.
CINA
PANAMA
A distanza di ormai 6 anni dalla missione di AQSIQ/CNCA, sono stati autorizzati all’esportazione di prodotti a base di carne suina cotti i 4 impianti in una prima fase esclusi dalle Autorità cinesi. Questo evento porta il numero totale di tali impianti a 6 i quali potranno esportare una volta definito il pertinente certificato veterinario, oggetto di revisione da parte cinese seppur già concordato in passato. A seguito dell’interesse degli operatori economici al riguardo, si sono create le condizioni per l’esportazione di prodotti della pesca e lana sucida.
Durante il 2012 è stato concordato il certificato per l’esportazione, nel 2013 si intende cercare di ampliare la gamma di prodotti esportabili.
TAIWAN Si evidenzia la ripresa comunicazione con Taiwan su quegli argomenti che penalizzano le esportazioni italiane di prodotti suini (mancata regionalizzazione per peste suina africana) e bovini (BSE).
FILIPPINE A seguito di un progetto governativo filippino, è stato praticamente definito un certificato per
AUSTRALIA Nel 2012 è stato concordato un nuovo certificato per l’esportazione della “culaccia”, prodotto a base di carne suina, verso l’Australia.
RUSSIA Nel 2012, la fervida attività di negoziazione tra gli esperti della Commissione europea con l’ausilio degli Stati membri e gli esperti dei Paesi dell’Unione doganale - Federazione russa (RU), il Kazakistan (KZ) e la Bielorussia (BY) - , ha portato alla definizione di 5 nuovi modelli di certificazione unificata UE-CU per l’export. In particolare sono stati concordati i modelli per l’esportazione di gelatine, di pulcini di un giorno, tacchinotti, anatroccoli, paperi, pulcini di struzzo e uova da cova, di carni di pollame, di carni equine, di carni ovine e caprine. Per quanto riguarda l’esportazione degli altri prodotti di
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origine animale verso i Paesi dell’Unione doganale è stato consentito l’utilizzo dei modelli veterinari già approvati per la Federazione russa. Sono stati aggiornati anche i corrispettivi certificati pre-export. Nel maggio del 2012 è stata condotta una visita ispettiva in Italia da parte degli ispettori russi al fine di verificare lo standard sanitario degli stabilimenti, la conoscenza nonché conformità alla normativa russa in tali stabilimenti abilitati all’esportazione nei paesi dell’Unione doganale. Preliminarmente a tale ispezione era stata condotta dal Ministero una ricognizione degli impianti al fine di ridurne il numero ed individuare quelli effettivamente attivi sul mercato russo. Purtroppo l’esito di tale missione non è stato favorevole, perché essa ha portato alla definitiva cancellazione della lista dei budellifici italiani, avvenuta inizialmente per errore, al blocco delle esportazioni da parte di alcuni stabilimenti italiani visitati dagli ispettori russi per il riscontro di alcune non conformità nonché all’inattualità del ripristino della procedura del pre-listing tanto auspicata dal nostro Dipartimento. È stato messo in piedi un piano d’azione per riavviare l’attività di esportazione verso la Federazione russa associato ad un’intensa attività di training condotta su tutto il territorio italiano in presenza delle autorità locali veterinarie e le associazioni di categoria al fine di implementare la conoscenza della normativa russa. Allo stato attuale e a seguito di tale ispezione l’esportazione delle budella dall’Italia verso la Russia non è consentita e l’esportazione di prodotti a base di carne è resa possibile solo se gli involucri che li rivestono sono di origine e lavorazione esclusivamente comunitaria.
CROAZIA È stato aggiornato il certificato per l’esportazione dei prodotti a base di carne e negoziato quello per l’esportazione di paglia e fieno.
ALBANIA Sono stati concordati 5 nuovi certificati per l’esportazione dei bovini da macello e da allevamento, di ovi caprini da macello e da allevamento e per l’esportazione di lumache.
SERBIA Sono stati pubblicati i nuovi certificati veterinari per l’esportazione di sperma di animali della specie equina, equidi registrati per l’allevamento e riproduzione, di carne fresche bovine, di collagene destinato al consumo umano ed è sta-
to aggiornato due volte durante il corso dell’anno il certificato per l’esportazione di carni di pollame e di carni separate meccanicamente di pollame.
TURCHIA Con molte difficoltà è stato negoziato, ma non ancor ufficializzato, il certificato per l’esportazione di bovini vivi da macello. Tali complicazioni sono state legate alle pretese da parte delle competenti Autorità turche di importare bovini di esclusiva nazionalità italiana sin dalla nascita. La mancata ufficializzazione è stata causata dalla richiesta pervenuta dalle Autorità turche di autorizzare, previa visita ispettiva, gli allevamenti abilitati a tale esportazione. Sono stati proposti ai Turchi anche i modelli di certificati per l’esportazione di bovini da allevamento e da riproduzione. Il certificato per l’esportazione dei prodotti a base di latte è stato inviato dalle compenti Autorità turche alle quali è stata richiesta una modifica di tale certificato per consentire l’esportazione anche dei prodotti italiani lattiero caseari ottenuti da latte crudo. Sono stati richiesti anche diversi modelli di certificati per consentire l’esportazione di pelli di coniglio, prodotti della pesca, di pesce vivo dall’Italia verso la Turchia.
SUD-AFRICA Non è ancora stato aperto il mercato per l’esportazione di proteine animali trasformate, sono ancora al vaglio le documentazioni relative alla lavorazione di tali prodotti inviate da altre 3 aziende italiane, oltre alle 2 già inviate nel 2011. Inoltre il certificato per l’esportazione di prodotti a base di latte è tutt’ora in fase di negoziazione così come il modello per l’esportazione del petfood. È stato richiesto alle Autorità del Sud-Africa di negoziare il modello di certificato veterinario per l’esportazione di embrioni di bovini. Non è stato invece possibile accettare il modello di certificato per l’esportazione di proteine d’uovo per la richiesta di un processo produttivo ad una temperatura talmente elevata da non essere osservato nei nostri impianti di produzione. Motivo per il quale tale modello di certificato è stato bocciato.
TUNISIA È stato pubblicato sul portale del Ministero il certificato per l’esportazione dei bovini vivi già negoziato alla fine del 2011, su iniziativa di questo Dipartimento. Durante tutto il corso dell’anno non è pervenuta la risposta sul quesito inviato nel 2011 concernente la richiesta di deroga per le vaccinazioni contro l’IBR e la FCO richieste nel certificato per gli animali spediti in Tunisia dalla Regione Bolzano in quanto ufficialmente indenne da queste ultime due malattie infettive.
ALGERIA È stato redatto dalle competenti Autorità algerine e pubblicato sul sito del Ministero il modello di certificato sanitario per l’esportazione di petfood. Allo stato attuale sono ancora in fase di negoziazione il certificato per l’esportazione dei prodotti a base di latte e quello per l’esportazione di bovini vivi sul modello di quello già negoziato con le Autorità tunisine.
MAROCCO Il certificato per l’esportazione dei prodotti a base di latte è stato modificato su richiesta di questo Ministero dalle competenti Autorità marocchine. Inoltre è stato richiesto ai Marocchini di poter negoziare anche un certificato per consentire l’esportazione di prodotti lattierocaseari ottenuti da latte crudo. Sono ancora in fase di discussione i modelli di certificati veterinari per l’esportazione di bovini vivi, di carne suina fresca e di prodotti a base di carne bovina. ■
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Cunicoltura Osservatorio farmaco
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Sensibilizzare all’uso prudente nei conigli Adesione volontaria, ma raccomandata al Piano nazionale
pronto e approvato il Piano Nazionale per l’uso responsabile del farmaco veterinario e per la lotta all’antibiotico-resistenza in coniglicoltura. L’Università di Milano, l’IZS della Lombardia ed Emilia Romagna e l’Associazione UNA ITALIA hanno predisposto il Piano nazionale per l’uso responsabile del farmaco veterinario e per la lotta all’antibiotico-resistenza in coniglicoltura. Il Piano è stato sottoposto alla valutazione della Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario, che ne ha condiviso l’impostazione e le finalità. La versione definitiva e consolidata del documento è stata trasmessa alle Regioni e per conoscenza al Centro di referenza nazionale per l’antibiotico-resistenza presso l’IZS Lazio e Toscana. L’obiettivo - scrive la direzione ministeriale nella nota di accompagnamento - è di diffondere il principio di un uso più razionale degli antibiotici in un settore "sensibile" quale quello della coniglicoltura e, conseguentemente, di limitare quanto più possibile fenomeni dì resistenza ai medesimi. In proposito, l’Unione Europea ha fornito cifre e formulato un piano di azione per il quale è stata richiesta la collaborazione dei Paesi membri nei prossimi 5 anni. Il Ministero della Salute ha quindi invitato le Regioni e Province autonome a sensibilizzare gli allevatori ed i medici veterinari del proprio territorio rispetto all’adesione al Piano in argomento al fine di coinvolgere il maggior numero di operatori nel progetto. Il Piano sarà adottato dall’Associazione proponente e sarà realizzato sulla base di un’adesione volontaria da parte degli allevatori.
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OBIETTIVI L’uso razionale degli antibiotici nella coniglicoltura industriale è il primo obiettivo del Piano, allo scopo di limitare l’insorgenza di fenomeni di antibioticoresistenza e per tutelare la salute pubblica. Ma altrettanto prioritario è salvaguardare l’efficacia della terapia in allevamento. Si tratta di conservare in maniera duratura l’arsenale terapeutico attualmente disponibi-
le in medicina veterinaria, viste le scarse prospettive di avere nell’immediato futuro nuove molecole ad azione antimicrobica. Altro obiettivo è di eliminare o comunque limitare l’uso terapeutico di quelle classi di antibiotici di particolare interesse in medicina umana quali le cefalosporine e monitorare l’antibiotico resistenza nei conigli. L’implementazione di pratiche di profilassi diretta e indiretta e le misure di biosicurezza rientrano fra gli obiettivi del Piano per migliorare la sanità e il benessere degli animali allevati e limitare così l’uso di antimicrobici.
STRUMENTI Gli strumenti necessari al raggiungimento delle finalità prospettate si fondano essenzialmente sui seguenti punti: promuovere buone pratiche di allevamento; sviluppare sistemi alternativi che consentano una diminuzione all’uso di antimicrobici; monitorare il consumo e l’efficacia degli antimicrobici; diffondere in maniera capillare ed annualmente i dati raccolti; promuovere lo scambio di informazioni con altre realtà europee; coinvolgere, educare e formare tutti gli operatori della filiera.
COME VUOLE LA UE I contenuti strategici individuati per la coniglicoltura sono coerenti con le indicazioni europee e corrispondono al Piano d’azione dell’Unione europea (Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio "Piano d’azione di lotta ai crescenti rischi di resistenza antimicrobica" AMR/ COM/2011/0748 definitivo), nel quale sono raccolti i dati numerici ed è richiesta la collaborazione degli Stati Membri nei prossimi 5 anni. Il Piano è coerente anche con le indicazioni del "Manuale sulla biosicurezza e uso corretto e razionale degli antibiotici in zootecnia" e con la "Linea guida per la predisposizione, effettuazione e gestione dei controlli sulla distribuzione e l’impiego dei medicinali veterinari", documenti emanati dalla DGSFV, al fine di fornire indicazioni sia sui criteri ottimali per l’impiego della terapia, che sulle modalità di predisposizione dei controlli previsti dalla farmacosorveglianza. ■
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8 Osservatorio farmaco Contaminazione crociata
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Gestire il carry over nei mangimi Indirizzare in modo omogeneo e coerente le attività di controllo ufficiale conda della propria attività produttiva e realtà aziendale, quali misure adottare e mettere in pratica al fine di produrre mangimi conformi alla normativa”. Nello specifico, la circolare 1 del 23 gennaio 1996, fornisce alcuni suggerimenti agli operatori in merito alle procedure da adottare per gestire il carry over nei mangimi. Tra queste, ricorda il Ministero, “vengono raccomandate opportune sequenze di produzione, atte a evitare la permanenza di residui nei prodotti destinati all’alimentazione umana. In caso tali misure non siano sufficienti, sono necessarie una o più cariche di lavaggio (flushing) per la rimozione dei residui dall’impianto, che potranno essere riutilizzate per la successiva produzione dello stesso tipo di prodotto medicato”. ull’applicabilità della circolare 1 del 23 gennaio 1996 relativa alla produzione di mangimi contenenti premiscele medicate, la Direzione generale della sanità animale ha recentemente fornito chiarimenti a tutti gli assessorati regionali. Il 9 gennaio scorso, la DGSAFV scriveva loro “anche in relazione alle criticità emerse nel corso della recente missione DG(SANCO)/2012-6492”. Le criticità in questione sono dettagliate nel Report pubblicato in questi giorni dal Food Veterinary Office, dal titolo “Evaluate measures in place for the identification of hazards and management of risks along the feed chain”. La raccomandazione conclusiva degli ispettori europei all’Italia è stata di assicurare che gli operatori dei mangimi riducano la contaminazione crociata, in particolare per quanto riguarda l’uso di coccidiostatici.
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no in grado di assicurare che gli operatori dei mangimi implementino effettive misure per ridurre la contaminazione crociata, in particolare per quanto riguarda l’uso di coccidiostatici come additivi per mangimi, stante che il campionamento ufficiale non è correttamente mirato.
CARRY OVER In proposito, il Ministero della salute, già a gennaio di quest’anno ha diffuso una nota alle Regioni chiarendo l’applicabilità della circolare 1 del 23 gennaio 1996 sulla gestione dei fenomieni di carry over negli impianti che producono mangimi medicati e concludendo con la raccomandazione di garantire che i controlli ufficiali verifichino le misure messe in atto dagli operatori per gestire il carry over inevitabile e le contaminazioni crociate, anche tramite campionamenti dei mangimi prodotti in seguito alle produzioni medicate o con coccidiostatici.
PRODOTTI NON CONFORMI I suggerimenti forniti dalla Circolare, non possono prescindere dalle disposizioni normative vincolanti, siano esse nazionali e comunitarie. Nello specifico, essendo stati definiti dalla norma (Direttiva 2002/32) i livelli massimi ammessi per il carry over da coccidiostatici, i mangimi che non rispettano tali limiti “sono chiaramente non conformi alla normativa sui mangimi”. Pertanto il produttore dei mangimi, che ha la responsabilità primaria di non immettere sul mercato prodotti non conformi, po-
trà garantire ciò adottando la o le misure che ritiene opportune in relazione alla propria tipologia produttiva e di impianto (ad esempio linee separate, eliminazione del mangime contaminato, sequenze di produzione, validazione dell’impianto con prove analitiche che dimostrano un carry over a livelli accettabili, flushíng etc.). Della bontà di dette procedure, “dovrà essere data sempre evidenza all’autorità competente, ad esempio tramite opportune metodiche di validazione, in grado di dimostrare che la misura adottata è capace di raggiungere lo scopo”.
VALORE DELLA CIRCOLARE Il Ministero della salute conclude che la Circolare 1 del 23 gennaio, 1996 “è applicabile nella misura in cui lo è un atto nazionale normativo d’indirizzo nei confronti di regolamenti comunitari cogenti per tutti gli operatori del settore dei mangimi e direttamente applicabili”. Il Ministero della Salute chiede pertanto di garantire che durante le attività di controllo ufficiale vengano verificate le misure messe in atto dagli operatori al fine di gestire i fenomeni di carry over inevitabile e le contaminazioni crociate, anche tramite campionamenti dei mangimi prodotti in seguito alle produzioni medicate o con coccidiostatici. ■
GLI OPERATORI IL REPORT FVO Il documento descrive le risultanze dell’audit condotto in Italia dal 20 al 30 novembre dell’anno scorso. Lo scopo generale della verifica ispettiva era di valutare il grado di implementazione delle disposizioni previste dal Regolamento europeo 183/2005 sull’igiene dei mangimi. L’audit è stato condotto in particolare su quelle situazioni che, alla luce dell’esperienza acquisita durante le crisi del passato, sono considerate più a rischio di altre. L’audit ha anche valutato le contromisure adottate in risposta alle raccomandazioni formulate durante l’ultimo audit sulla sicurezza dei mangimi. Nel complesso, il Report conclude che le autorità competenti gestiscono un buon livello di comunicazione e di coordinamento e dispongono di misure ampiamente adeguate per verificare l’efficacia dei controlli ufficiali, come pure per disporre azioni correttive in caso di non conformità. Le autorità italiane possono anche contare su informazioni esaustive sugli operatori che agiscono lungo la catena dei mangimi. Il report FVO conclude con una serie di raccomandazioni alle autorità nazionali per correggere le risultanze riscontrare e migliorare i controlli in essere. Il Ministero della Salute ha riscontrato il Report con una serie di proposte di intervento sotto forma di Addendum 2013 al PNAA Piano Nazionale di Controllo Ufficiale sull’alimentazione degli Animali 2012-2014.
Nella nota alle Regioni del 9 gennaio 2013, il Ministero della Salute fa presente che “tutti gli operatori del settore dei mangimi sono soggetti in primis all’applicazione dei requisiti previsti dal Reg.(CE) 183/2005. nonché dell’ulteriore normativa pertinente per il settore mangimistico. Il regolamento attribuisce all’operatore del settore dei mangimi la responsabilità di assicurare la conformità dei propri prodotti alla normativa e la relativa sicurezza d’uso. Due i passaggi del Regolamento 183, citati dal Ministero, sugli obblighi a carico degli operatori: il primo recita: “Gli operatori del settore dei mangimi assicurano che tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione che ricadono sotto il loro controllo siano condotte conformemente alla normativa comunitaria, alla legislazione nazionale con essa compatibile nonché ai dettami della corretta prassi. Essi assicurano in particolare che soddisfino i pertinenti requisiti in materia di igiene stabiliti nel presente regolamento”. Il secondo passaggio dice che gli stessi operatori “devono assicurare che le diverse fasi della produzione siano svolte secondo procedure e istruzioni scritte prestabilite volte a definire, convalidare e assicurare la padronanza dei punti critici nel processo di fabbricazione”; e che “vanno adottate misure tecniche o organizzative per evitare o ridurre al minimo, a seconda delle necessità, le contaminazioni incrociate e gli errori”.
I CONTROLLI ITALIANI Punto debole sono i controlli ufficiali che, pur tenendo ampiamente in considerazione i rischi derivanti dall’operatività della filiera, non sono in grado di valutare le procedure HACCP con particolare riferimento ai rischi connessi agli ingredienti utilizzati. I controlli non sono nemme-
Gli obblighi e le responsabilità citate dal Regolamento 183/2005, si applicano anche alla gestione della presenza di residui di farmaci o coccidiostatici nei mangimi a causa di fenomeni di carry over inevitabile. L’operatore, chiarisce infatti la Direzioni ministeriale, “dovrà valutare a se-
COCCIDIOSTATICI
PREDNISOLONE: LMR PER GLI EQUIDI odificata la voce relativa alla sostanza prednisolone nel regolamento (UE) n. 37/2010: nella tabella 1 dell’Allegato viene inserito il LMR per gli equidi. Lo prevede il Regolamento di esecuzione (UE) n. 406/2013 della Commissione Europea del 2 maggio 2013. Il provvedimento modifica, per quanto riguarda la sostanza prednisolone, l’allegato del regolamento (UE) n. 37/2010 concernente le sostanze farmacologicamente attive e la loro classificazione per quanto riguarda i limiti massimi di residui negli alimenti di origine animale. L’opportunità di stabilire il limite massimo di residui (LMR) viene adottata in conformità al regolamento (CE) n. 470/2009, per le sostanze farmacologicamente attive impiegate nell’Unione europea in medicinali veterinari destinati a es-
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sere somministrati ad animali da produzione alimentare o in biocidi impiegati nel settore zootecnico. La sostanza prednisolone figura attualmente nella tabella 1 dell’allegato del regolamento (UE) n. 37/2010 tra le sostanze consentite per i bovini, per i seguenti tessuti: muscolo, grasso, fegato, rene e latte. Ma l’Agenzia europea per i medicinali ha ricevuto la richiesta di includere gli equidi nella voce relativa al prednisolone e il Comitato per i medicinali veterinari ha raccomandato di fissare un LMR per la sostanza prednisolone per gli equidi, per muscolo, grasso, fegato e rene. È opportuno prevedere un periodo di tempo ragionevole per consentire alle parti interessate di adottare i provvedimenti necessari per conformarsi al nuovo LMR. Di conseguenza il Regolamento si applica dal 3 luglio 2013.
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Sentenze Legale
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Il Giudice di fronte al sapere scientifico In tema di responsabilità medica, protocolli e linee guida sono strumenti di orientamento
mportante pronuncia della IV sezione penale della Cassazione, relativa all’impatto della Legge Balduzzi (art. 3 della legge n. 189/2012) sui processi. Il 9 aprile la Suprema Corte ha depositato una sentenza non la prima in assoluto - che interviene sulle linee guida, il sapere scientifico e la responsabilità del medico e che per la prima volta impegna i giudici in una analisi approfondita della nuova norma, e del suo significato nel sistema complessivo della responsabilità penale del medico (Cass., sez. IV pen., 29 gennaio 2013 - dep. 9 aprile 2013 - n. 162379). Pur non aggiungendo nuovi elementi sul versante soggettivo della colpa, la nuova norma è innovativa nella parte in cui prevede la valorizzazione delle linee guida e delle affidabili pratiche terapeutiche, quando esse siano confortate dal consenso della comunità scientifica: «le linee guida costituiscono sapere scientifico e tecnologico codificato, metabolizzato, reso disponibile in forma condensata, in modo che possa costituire un’utile guida per orientare agevolmente, in modo efficiente ed appropriato, le decisioni terapeutiche. Si tenta di oggettivare, uniformare le valutazioni e le determinazioni; e di sottrarle all’incontrollato soggettivismo del terapeuta». Nel diritto penale, la disciplina della colpa necessita di essere integrata non solo dalla legge, ma anche da atti di rango inferiore (con riferimento alle cautele e alle prescrizioni e in relazione agli aspetti tecnici); dato questo contesto, nell’ambito della responsabilità medica tali integrazioni sono fortemente orientate dal sapere scientifico e dalle consolidate strategie tecniche, «che svolgono un importante ruolo nel conferire oggettività e determinatezza ai doveri del professionista e possono al contempo orientare le pur difficili valutazioni cui il giudice di merito è chiamato». È necessario pertanto valutare il modo in cui il sapere scientifico debba essere preso in considerazione dai giudici: «per valutare l’attendibilità di una tesi occorre esaminare gli studi che la sorreggono; l’ampiezza, la rigorosità, l’oggettività delle ricerche; il grado di consenso che l’elaborazione teorica raccoglie nella comunità scientifica […]». Il giudice di merito non dispone da solo delle conoscenze per esperire una completa indagine sul grado di attendibilità dei dati scientifici che entrano nel
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giudizio; questi saranno veicolati nel processo dagli esperti, che dovranno perciò saper delineare un completo scenario scientifico per fornire al giudice gli elementi di giudizio. Il giudice di merito sarà poi chiamato a dar conto di tutto ciò nelle motivazioni, esplicitando in particolare le informazioni scientifiche disponibili e illustrando l’apprezzamento compiuto; al giudice di legittimità spetterà eventualmente una valutazione sulla razionalità e sulla rigorosità dell’apprezzamento compiuto. Le linee guida non diventano regole cautelari, ma restano strumenti di indirizzo e orientamento. «La legge propone un modello di terapeuta attento al sapere scientifico, rispettoso delle direttive formatesi alla stregua di solide prove di affidabilità diagnostica e di efficacia terapeutica, immune da tentazioni personalistiche». Dall’interpretazione che la Cassazione fornisce alla novella legislativa risulta che nel caso in cui il professionista si orienti correttamente in ambito diagnostico e terapeutico, basandosi su di un sapere scientifico consolidato e, tuttavia, nell’agire commetta qualche errore pertinente all’adattamento delle direttive alle evenienze del caso specifico, la sua condotta sarà soggettivamente rimproverabile penalmente solo quando l’errore non sia lieve. «Alla stregua della nuova legge, le linee guida accreditate operano come direttiva scientifica per l’esercente le professioni sanitarie; e la loro osservanza costituisce uno scudo protettivo contro istanze punitive che non trovino la loro giustificazione nella necessità di sanzionare penalmente errori gravi commessi nel processo di adeguamento del sapere codificato alle peculiarità contingenti». Sulla distinzione tra colpa lieve e colpa grave: il giudice sarà chiamato a valutare tutti gli elementi rilevanti del caso specifico (la complessità del quadro patologico, l’urgenza, l’atipicità della situazione, ecc.). Quanto più la vicenda risulti problematica, tanto maggiore dovrà essere la propensione a considerare lieve l’addebito nei confronti del medico che - pur seguendo le linee guida e il sapere scientifico - non sia stato in grado di produrre un trattamento adeguato. La materia è oggetto di una questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale di Milano. Si attende il parere della Corte di Costituzionale.(fonte:biodiritto.org) ■
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10 Legale Sentenze
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È truffa la libera professione non dichiarata Esercitava in studio privato all’insaputa della Asl catta la truffa per il medico impegnato nel servizio «intramoenia» che svolge anche l’attività libero-professionale senza autorizzazione dell’Asl. È quanto emerge dalla sentenza 19156/13, pubblicata il 3 maggio dalla seconda sezione penale della Cassazione. La dichiarazione in cui il professionista attesta di non aver svolto altra attività retributiva nel quinquennio precedente rappresenta un illecito. Anche se non compie il reato ex articolo 640 del Codice Penale. Il medico che affiancava all’attività intramoenia nel servizio nazionale quella del suo studio privato all’insaputa dell’azienda sanitaria locale si limita a percepire i compensi senza porre in essere alcuna attività fraudolenta. La truffa sta nella dichiarazione rilasciata dal professionista che afferma di aver svolto soltanto prestazioni occasionali negli ultimi cinque anni. Il ricorso dell’imputato è stato accolto soltanto avuto riguardo alle somme confiscate come profitto del reato.
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Il reato di truffa, infatti, non si consuma al momento del raggiro ma all’atto del conseguimento del profitto: è da allora che comincia a decorrere la prescrizione. Il giudice che dichiara estinto il reato per intervenuta prescrizione può ordinare la confisca soltanto quando la relativa applicazione non presuppone comunque la condanna e può avere luogo anche in seguito a una declaratoria di proscioglimento. Una parte delle condotte è coperta dalla prescrizione: la parola passa al giudice del rinvio. Il dottore paga le spese di giudizio all’Asl, costituitasi parte civile.
LA MASSIMA Integra il reato di truffa, aggravata e continuata, la condotta del medico impegnato nell’attività «intra moenia» presso il servizio sanitario nazionale e svolge contestualmente attività libero-professionale senza l’autorizzazione dell’Asl, configurandosi il raggiro nella dichiarazione sottoscritta dal professionista che attesta la mancata prestazione di attività retribuita nel quinquennio precedente. (fonte: cassazione.net) ■
L’origine in etichetta e la frode in commercio Una sentenza chiarisce la relazione fra equivoco e illecito
n’indicazione geografica troppo ampia che impedisce di verificare a colpo d’occhio la reale provenienza dell’alimento è una frode in commercio. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 19093 del 3 maggio 2013, ha confermato e reso definitiva la condanna a carico di un produttore di pistacchi provenienti dalla Tunisia ma che sull’etichetta riportavano la dizione vaga di prodotti nel Mediterraneo sotto quella di «sfiziosità siciliane». Il reato sussiste se l’etichetta induce in errore il consumatore circa la reale origine del prodotto. Non sussiste, anche successivamente alle modifiche normative introdotte dal D.Lgs. n. 181 del 2003, alcun rapporto di specialità tra la previsione di cui all’art. 2 del D.Lgs n.109 dei 1992 (Disposizioni in tema di etichettatura e presentazione dei prodotti alimentari) e l’art. 515 del Codice Penale, che tutela il corretto svolgimento dell’attività commerciale. Il nesso non c’è, dato il diverso ambito di operatività delle due disposizioni. E dunque anche nella vigenza della disciplina del DLgs n. 109/92, è fatta comunque salva la possibilità di configurare la violazione dell’art. 515 del codice penale. La massima è semplice e chiara: commette una frode in commercio chi appone sui prodotti un’indicazione geografica troppo ampia che impedisce di verificare a colpo d’occhio la reale provenienza dell’alimento. (fonte: cassazione.net) ■
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«INDECOROSA» LA FINTA INTERVISTA PUBBLICITARIA on contano né il diritto alla comunicazione né le liberalizzazioni: è l’Ordine che decide quali sono le condotte che ledono il decoro della professione. Così la sentenza 10304/13, pubblicata il 3 maggio dalle Sezioni unite civili della Cassazione: “Deve essere sanzionato con l’avvertimento l’avvocato all’esito del procedimento disciplinare, laddove l’incolpato si è reso responsabile di una condotta lesiva della dignità e del decoro della professione forense rilasciando a un mensile che esce in allegato con un noto quotidiano nazionale un’intervista che, lungi dall’affrontare i temi giuridici annunciati dal titolo dell’articolo, si risolve in un mero messaggio promozionale dell’attività dello studio professionale, non risultando controvertibile il diritto dell’avvocato alla comunicazione del proprio operato ma unicamente censurabile la pubblicità informativa «sotto altre spoglie» effettuata e, dunque, le modalità con cui il messaggio è veicolato”.
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Eventi Veterinari
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ASSOCIAZIONE ITALIANA VETERINARIA MEDICINA PUBBLICA ASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI
SEMINARIO NAZIONALE AIVEMP MATERIALI A CONTATTO E ADDITIVI Cremona - Centro Studi EV, 7 Giugno 2013 OBIETTIVI EVENTO FORMATIVI Fornire ai partecipanti le conoscenze relative alla normativa che regola il settore dei MOCA e degli additivi alimentari, nonché le nozioni pratiche di come condurre un controllo ufficiale sugli OSA MODERATORE Aldo Benevelli - Servizio Veterinario Ispezione Alimenti ASL RM/C RELATORI Tiziana Civera - Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino Francesca Mostardini - Pack Co Srl, Prato Ambrogio Pagani - Azienda USL 2 Lucca PROGRAMMA SCIENTIFICO 08.30 Registrazione partecipanti 08.45 Saluto ai partecipanti, presentazione del corso 09.00 Materiali a contatto con gli alimenti: panoramica legislativa Francesca Mostardini 11.00 Pausa caffè 11.30 Come organizzare e condurre i controlli sui MOCA - Ambrogio Pagani 12.30 Discussione 13.00 Pausa pranzo 14.00 Gli additivi negli alimenti; legislazione e controllo ufficiale Tiziana Civera 17.00 Discussione
SERVIZI INCLUSI NELL’ISCRIZIONE • Accreditamento ECM • Attestato di frequenza • Light lunch • Pausa caffè SEDE Centro Studi EV - Palazzo Trecchi Via S. Trecchi, 20 26100 Cremona
ASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI
ASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI
C O R S I P R AT I C I
FORMAZIONE PER L’ISPEZIONE ACCREDITATA Il progetto ha la finalità di diffondere la cultura della ispezione accreditata e di fornire elementi di formazione e qualifica per professionisti che hanno l’intenzione di operare in questo settore. Al fine di fornire gli strumenti di valutazione più efficaci, il percorso formativo affronta temi generali legati ad aspetti di tipo regolamentare, legislativo e tecnico sempre con l’obiettivo di calarli nella realtà applicativa della ispezione. Il percorso contiene un elevato livello di innovazione affrontando il tema della ispezione accreditata, differenziandola dalle attuali forme di audit di certificazione, con l’obiettivo di fornire agli ispettori strumenti tecnico - applicativi molto specifici in modo tale da renderla rispondente alle richieste del Regolamento 882/04 e del Regolamento 765/08. Si tratta quindi di un percorso che apre una nuova opportunità professionale e di qualifica per i professionisti oparenti a diverso livello, pubblico e privato, nel settore della garanzia della qualità e della sicurezza alimentare.
Gli organizzatori dell’evento si impegnano a rispettare il programma pubblicato che rimane suscettibile di variazioni per cause di forza maggiore. È proibito filmare o fotografare le presentazioni dei relatori.
PARTECIPAZIONE Iniziativa riservata ai laureati in Medicina Veterinaria.
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARIA MEDICINA PUBBLICA
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO
17.30 Questionario ECM, consegna attestati e chiusura lavori
INFORMAZIONI Segreteria AIVEMP - Paola Orioli Tel. +39 0372 403541 Fax +39 0372 403540 segreteria@aivemp.it - www.aivemp.it
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INIZIATIVA RISERVATA ESCLUSIVAMENTE AI LAUREATI IN MEDICINA VETERINARIA 14/15 Ottobre 2013 - Cremona, Centro Studi EV
La valutazione della shelf-life ed il ranking di rischio degli alimenti Iniziativa a numero chiuso massimo 20 partecipanti OBIETTIVI Il corso rientra in un percorso formativo finalizzato alla attività di verifica ispettiva secondo la norma ISO 17020. L’evento in oggetto è indirizzato alla formazione sulla gestione del Risk Assessment al fine di disporre degli strumenti per la identificazione del ranking di rischio delle diverse categorie di alimento. RELATORI PIER SANDRO COCCONCELLI, GIOVANNI DI FALCO
PROGRAMMA SCIENTIFICO E SCHEDA D’ISCRIZIONE AL SITO WWW.SIVARNET.IT
SEGRETERIA SCIENTIFICA E ORGANIZZATIVA SIVAR - Paola Orioli Via Trecchi, 20 - Cremona Tel. 0372 - 40.35.39 - Fax 0372 - 40.35.54 E-mail: info@sivarnet.it Website: www.sivarnet.it
SEDE SVOLGIMENTO CORSI Centro Studi E.V. - Palazzo Tecchi Via Sigismondo Trecchi, 20 - Cremona L’ISCRIZIONE AI CORSI DÀ DIRITTO A: • Atti delle relazioni • Attestato di frequenza • Pausa pranzo
Richiesto accreditamento per 5 crediti formativi Organizzato da
E.V. Soc. Cons. a r.l. è una Società con sistema qualità certificato ISO 9001:2008
SIMIV SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA INTERNA VETERINARIA
QUANDO L’INTERNISTA DEVE CHIEDERE AIUTO ALL’ENDOSCOPISTA Sabato 28 e Domenica 29 Settembre 2013 Cremona, Palazzo Trecchi
RELATORI Enrico Bottero, Cuneo - Roberta Caccamo, Torino - Davide De Lorenzi, Forlì - Paola Gianella, Torino Ugo Lotti, Pistoia - Paola Scarpa, Milano ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIMIV in regola con l’iscrizione 2013. NON è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. QUOTE DI PARTECIPAZIONE (COMPRENSIVE DI IVA 21%) Soci SIMIV 2013: GRATUITO Soci SCIVAC: € 120,00 Non soci: € 240,00 INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 403558 E-mail: socspec@scivac.it
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12 Eventi Veterinari
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SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI
DELEGAZIONE REGIONALE SIVAE-SCIVAC SARDEGNA TARTARUGA: S’ACCOMODI IN SPIAGGIA! Domenica 23 Giugno 2013
13.30 14.30 15.30 16.00 17.00 17.30
commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) Pausa Casi clinici interattivi (traumatologia) - (G. Nardini) Pausa Casi clinici interattivi (malattie infettive) - (G. Nardini) Discussione finale Termine della giornata
OBIETTIVI RELATORI: Giordano Nardini, Andrea De Lucia (Biologo CNR, rete Regionale Sardegna) Delegato Regionale Sarah Loddo RELATORE/I Giordano Nardini, Andrea De Lucia (Biologo CNR, rete Regionale Sardegna) PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 La conservazione delle tartarughe marine in Italia (A. de Lucia) 10.30 Linee guida per i centri di recupero (A. de Lucia) 11.00 Pausa 11.30 Anatomia e fisiologia delle tartarughe marine (G. Nardini) 12.00 Primo soccorso e medicina delle tartarughe marine (G. Nardini) 13.00 Spazio per eventuale relazione
La giornata affronta un tema di grande importanza nel nostro territorio nazionale, la cura e la conservazione delle tartarughe marine sulle coste italiane. Lo scopo è quello di informare i veterinari di quelle che sono le attuali conoscenze nella medicina di questi rettili, fornire nozioni di conservazione dell’ambiente marino e costiero, individuare le criticità in cui il medico veterinario esperto in animali esotici può entrare con la sua professionalità a sostegno dei progetti di conservazione affiancando altre figure professionali come il biologo. Le relazioni metteranno in rilievo le principali patologie e le rispettive procedure di intervento necessarie in un centro di recupero. L’obiettivo finale sarà affiancare l’informazione tecnica, corredata da ampia casistica, con la situazione delle leggi vigenti in Italia, che normano i centri di recupero.
ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE e SCIVAC in regola con l’iscrizione 2013. Non è richiesta la prescrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede d’incontro presentandosi alle ore 08.30 presso la segreteria. SEGRETERIA SIVAE Elisa Tel: 0372/40.35.00 E-mail: info@sivae.it
III° CONGRESSO INTERNAZIONALE 31 Maggio - 1 Giugno 2013 - Rimini SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER EQUINI SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
In collaborazione con
SIFIRVET Società Italiana di Fisiatria e Riabilitazione Veterinaria
CORSO PRATICO AVANZATO DI ANESTESIA Lodi, 24-25 Maggio 2013 zione su cavallo della clinica) 18.00 Termine della prima giornata
RELATORI Sara Nannarone Giuliano Ravasio
FISIOTERAPIA NEL PAZIENTE ANZIANO Un paziente speciale che merita cure speciali traduzione simultanea dall’Inglese all’Italiano
In contemporanea con il 78° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC Organizzato da
Società con sistema qualità certificato ISO 9001:2008
PROGRAMMA SCIENTIFICO Venerdì 24 Maggio 2013 8.30 Registrazione dei Partecipanti 9.00 Contenimento farmacologico del cavallo: molecole impiegabili 9.45 Chirurgia in campo: TIVA vs Sedazione Profonda 10.30 Pausa caffè 11.00 Anestesia generale: tecnica inalatoria vs PIVA 11.45 Anestesia generale: monitoraggio, posizionamento… 12.15 Anestesie loco-regionali: epidurale, testa 13.00 Pausa pranzo 14.30 Esercitazione pratica - induzione in campo / anestesia inalatoria - tecniche loco-regionali: teste (almeno 4-5) / epidurale (1-2 ad estra-
Sabato 25 Maggio 2013 9:00 Anestesia per pazienti “particolari”: cavallo in colica, taglio cesareo: considerazioni perioperatorie (fluidoterapia, squilibri elettrolitici, analgesia…) 10.20 Pausa caffè 10.40 Anestesia per pazienti “particolari”: puledro, asini e muli 11.40 Complicazioni/emergenze intra-operatorie Complicazioni/emergenze post-operatorie 12.30 Termine del Corso SEDE Polo Universitario di Lodi Via dell’Università 6 - 26900 Lodi QUOTE DI ISCRIZIONE Soci SIVE: € 380 + IVA 21% = € 460.00 Non Soci SCIVAC: € 500 + IVA 21% = € 605,00 Entro il 3 Maggio 2013 Numero massimo di Partecipanti 20 COMPRESO NELLA QUOTA: Pause caffè Pausa pranzo Atti delle relazioni Attestati di partecipazione PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI Segreteria SIVE - Monica Borghisani Tel. 0372 403502 - E-mail: info@sive.it www. sive.it
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Alimentazione e gestione di grandi mandrie di vacche da latte di ALEX BACH IRTA - Department of Ruminant Production, Caldes de Montbui (Spain) costi di alimentazione incidono per circa il 40-60% dei costi di produzione totali, per questa ragione i costi di alimentazione e le performance devono essere valutati quasi continuamente, indipendentemente dall’evoluzione dei prezzi sul mercato. Negli ultimi anni i costi degli alimenti hanno subito un importante aumento, mentre il prezzo del latte non ha seguito lo stesso andamento.
I
RIDUZIONE DEI COSTI Nel tentativo di mantenere dei ritorni economici all’interno dello scenario descritto qui sopra, i produttori e i consulenti hanno tentato di ridurre i costi senza compromettere le performance. Tuttavia, è importante differenziare due tipi di spese: quelle che possono essere considerate un investimento e quelle che potrebbero effettivamente essere risparmiate ed eliminate. Per esempio, la riduzione della quantità di lettiera potrebbe di fatto far risparmiare denaro in breve tempo, ma dovrebbe invece essere considerato realmente come un credito (siccome la salute ed il confort delle vacche è messo seriamente a rischio). Se, come risultato di questo apparente risparmio, le vacche diventano zoppe o le mastiti aumentano, la prospettiva è che i costi associati a questa decisione gestionale supereranno qualunque risparmio originario. Similmente, una riduzione dei costi di alimentazione, se non attentamente collocata, potrebbe danneggiare la produzione di latte e perciò diminuire il ritorno economico. Quindi, quando si riducono le spese, una attenta valutazione delle conseguenze è obbligatoria. Una buona opportunità per ridurre i costi di alimentazione senza ostacolare la produzione o la futura salute delle vacche, implica 1) minimizzare le perdite di alimento dovute alla conservazione del foraggio (specialmente con gli insilati) e 2) rivedere l’ordine di miscelazione degli alimenti nel carro miscelatore. Per esempio si dovrebbe evitare di insilare direttamente sul suolo e una scorretta inclinazione del silo potrebbe aumentare le perdite di alimento. Inoltre la conservazione dell’insilato è cruciale ed è vantaggioso l’utilizzo di conservanti allorché questo risultasse necessario (insilato eccessivamente umido, ecc…). In termini di ordine di miscelazione, è importante evitare perdite di alimento dovute alla polvere (ad esempio la maggior parte delle proteine dell’erba medica è nelle foglie, e se si rompono quando vengono caricate nel carro la maggior parte delle foglie si separa dagli steli e viene soffiata fuori). Per minimizzare la polvere, si raccomanda di introdurre prima di tutto un alimento umido nel carro, come un insilato, e quindi i componenti più secchi (concentrati, fieno ecc…). Un’altra opportunità per diminuire i costi di alimentazione è quella di ri-valutare il risparmio o i costi associati con la somministrazione di diverse razioni in funzione della produzione di latte. Nella maggior parte dei casi le mandrie sono suddivise in due gruppi e viene somministrata una razione altamente concentrata alle vacche altamente produttive e una razione a bassa concentrazione di nutrienti alle vacche che producono poco. Questo è pensato per ridurre i costi di alimentazione, ma non è sempre così.
Quando animali altamente produttivi vengono spostati da una dieta ad alta concentrazione a un’altra a bassa concentrazione di nutrienti, si verifica una perdita di produzione. La decisione di fare due diverse razioni sarà economica solamente quando la perdita di latte (in euro) più la manodopera associata alle 2 diverse razioni non supera il potenziale guadagno determinato da una dieta a bassa concentrazione di nutrienti.
LATTE “MARGINALE” Il latte “marginale” potrebbe essere definito come la proporzione di latte che una mandria di vacche lattifere potrebbe potenzialmente produrre ma che non viene prodotta a causa di alcune limitazioni. Le limitazioni potrebbero includere il metodo di alimentazione, la formulazione della razione, la densità di soggetti, l’ambiente esterno, la salute ecc… Una volta che le limitazioni sono eliminate ed il latte prodotto è raccolto, questo è il latte marginale. Il latte marginale è estremamente proficuo in quanto non deve “pagare” i costi fissi ma solo quei costi variabili necessari per produrlo.
QUALITÀ DEL LATTE I produttori hanno poca voce in capitolo relativamente alla quantità di denaro che prendono dal latte che producono. Tuttavia per quel poco che potrebbero modificare, dovrebbero farlo. I produttori possono modificare il prezzo del latte modulando la qualità del latte che producono. Per esempio, applicando buone pratiche di mungitura e una pulizia adeguata, le cellule somatiche possono essere ridotte e questo potrebbe riflettersi sul prezzo del latte. Non solo la gestione e la routine di mungitura, ma anche l’alimentazione può aiutare a ridurre le cellule somatiche ed aumentare il valore del latte. L’integrazione con adeguati livelli di vitamina E e selenio aiuteranno a minimizzare l’incidenza di mastiti. Inoltre una corretta somministrazione di proteine permetterà al sistema immunitario di funzionare al massimo della sua capacità diminuendo il rischio di mastiti. Ancora, le proteine assunte con l’alimentazione potrebbero contribuire all’aumento della quantità di proteine nel latte, cosa che contribuirebbe ad aumentare il valore del latte.
DISTRIBUZIONE DEI COSTI DI ALIMENTAZIONE Rimonte La riduzione dell’età al primo parto non implica solamente una riduzione del numero di giorni durante i quali l’animale mangia senza produrre ma riduce anche il numero di rimonte necessarie. Per esempio, la riduzione dell’età al primo parto da 27 a 24 mesi potrebbe facilmente far risparmiare più di 10 mila euro all’anno in costi di alimentazione. Tuttavia è importante che la riduzione dell’età al primo parto non comprometta il peso corporeo al primo parto. Per ogni chilogrammo di peso corporeo al parto, le vacche possono produrre circa 14.5 kg in più di latte durante la prima lattazione (Bach e Ahedo, 2008), che corrisponde a circa 1000 litri in più nella prima lattazione per ogni 70 kg in più al primo parto. Asciutta e periodo di transizione L’alimentazione intorno al parto è cruciale per minimizzare i disordini metabolici e assicurare una buona lattazione e buone performance riproduttive. Tornando indietro agli anni ’90, si
pensava che somministrando diete ad alto contenuto energetico alle vacche prima del parto si sarebbe limitata la mobilizzazione delle riserve corporee e quindi i disturbi metabolici post-partum sarebbero stati ridotti (Minor et al., 1998). Ciononostante le nuove esperienze di campo (Drackley e Janovick-Guretzky, 2007) mostrano che razioni ad alto contenuto energetico (> 1.54 Mcal di ENl/kg) proposte pre-partum predispongono le vacche alla chetosi e compromettono l’ingestione post-partum. Perciò è raccomandabile somministrare razioni che abbiano circa 1.32 Mcal di ENl/kg. Questo tipo di razioni producono un vantaggio aggiuntivo: non sono diverse dalle razioni solitamente somministrate alle vacche asciutte e perciò non esiste più la necessità di fare due gruppi di asciutte che possono invece essere alimentate tutte con la stessa razione lungo tutto il periodo di asciutta. Ancora, durante il periodo di asciutta, è importante fornire un adeguato livello di proteine. Da un lato le proteine sono necessarie per supportare la crescita fetale e la produzione di colostro e dall’altro lato è importante che la vacca non consumi la piccola riserva di proteine che ha prima del parto in modo che queste riserve possano essere utilizzate per supportare il picco di produzione dopo il parto. È raccomandabile che le vacche siano alimentate con una razione che fornisca il 13% di proteina grezza nel caso di vacche multipare, o il 14.5% nel caso siano primipare. Lattazione Uno dei parametri più importanti per assicurare un ritorno economico da parte delle mandrie di vacche da latte è l’efficienza della produzione di latte (milk efficiency). La “milk efficiency” è il riflesso dell’efficienza con la quale i nutrienti sono convertiti in latte. Le opportunità di migliorare l’efficienza degli alimenti sono molte. Per esempio il livello di P nella dieta potrebbe essere ridotto a circa il 0.3% della sostanza secca senza compromettere la produzione o le performance riproduttive. Altre alternative includono il limitare al massimo errori di pesatura quando si inseriscono gli ingredienti nella miscelata (questo si può realizzare evitando di avere piccoli gruppi di alimentazione). Ancora, correggere la lunghezza delle particelle della dieta è importante. Una riduzione delle particelle potrebbe migliorare la digeribilità (e quindi l’efficienza di conversione) e potrebbe limitare la possibilità di selezionare. Inoltre l’efficienza dell’alimento può essere migliorata ottimizzando la somministrazione di proteine. In genere l’obiettivo di un nutrizionista che si occupa di ruminanti è quello di formulare razioni che soddisfino i fabbisogni dell’animale attraverso la fornitura di una quantità sufficiente di tutti i nutrienti. Tra i nutrienti che spesso si trovano in eccesso ci sono gli amino acidi (AA) che sono richiesti in quantità relativamente grandi dall’animale, ma sono relativamente abbondanti negli alimenti utilizzati per bilanciare le razioni, come ad esempio l’asparagina (Asp). A causa della complessità di fattori che contribuiscono a determinare l’approvvigionamento di AA per le vacche da latte, unita alla grande abilità della ghiandola mammaria di modulare il flusso sanguigno per compensare lo sbilancio di AA (Beuette et al., 2000; Weekes et al., 2006), permangono delle incertezze sull’effettivo approvvigionamento di AA in una data razione. Poi è piuttosto difficile sapere se un cambiamento
nella fornitura di proteine nella dieta ha corretto o piuttosto determinato uno sbilancio di AA. Un eccesso di certi AA potrebbe avere ripercussioni negative sulle performance o anche sulla salute della vacca, perché tutti gli AA sono potenzialmente tossici. Un eccesso di AA nella dieta stimola la sintesi di proteine nel fegato (Rogers, 1976) ed il catabolismo della maggior parte degli AA essenziali (Yuan et al., 2000) che risulta in una minor proporzione di AA essenziali rispetto a quanto aveva prima a disposizione la vacca. Questa diminuzione della proporzione di un AA essenziale determinerà un segnale da parte della corteccia cerebrale piriforme anteriore e l’ingestione sarà inibita (Gietzen, 1993). Infatti, nelle vacche da latte è stata riportata una depressione della capacità di ingestione di circa 2 kg/giorno quando la razione veniva supplementata con metionina protetta (Robinson et al., 2000). Figura 1. Correlazione tra la concentrazione di proteina grezza della dieta e la produzione di latte, e correlazione tra latte prodotto e contenuto proteico del latte
ASSE X: proteina grezza della dieta, % ASSE Y: latte prodotto, kg/giorno
ASSE X: latte, kg/giorno ASSE Y: contenuto proteico del latte,% L’NRC (2001) ha riconosciuto l’esistenza di una debole correlazione positiva tra una maggior produzione di latte e l’incremento della proteina grezza (CP) nella dieta, con circa il 12% di variazioni osservate nella produzione di latte, attribuibili proprio al contenuto di proteina grezza. Bach e colleghi (2006) hanno condotto una meta-analisi utilizzando i dati di 131 studi pubblicati su Journal of Dairy Science (principalmente tra il 2000 e il 2006) e hanno trovato similmente una debole correlazione positiva (R2 = 0.17; P < 0.001) tra questi 2 parametri (Figura 1). Una simile correlazione è stata anche trovata tra il contenuto di CP della dieta ed il contenuto proteico del latte prodotto (R2= 0.16; P < 0.001). La correlazione tra CP della dieta e latte prodotto ha probabilmente stimolato l’utilizzo di razioni ad alto contenuto proteico per migliorare la produzione di latte. Tuttavia al crescere della produzione di latte (Figura 1) il contenuto
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di proteine del latte diminuisce (r = -0.61; P < 0.001), suggerendo che al crescere della produzione di latte, la sintesi delle proteine del latte potrebbe restare indietro. Il risultato è che l’efficienza di utilizzo delle proteine (EPU) è associata negativamente (R2 = 0.81; P < 0.001) con il livello di CP nella dieta (Figura 2). Questa correlazione negativa era prevedibile, attribuibile in parte all’equazione matematica utilizzata per calcolare EPU, dove l’ingestione di CP è al denominatore. Ciononostante la valutazione di un modello “mixed-effects” (ad effetti misti) che comprendeva l’assorbimento di CP e il contenuto di proteine del latte come variabili dipendenti, per poter inserire la dipendenza matematica tra assorbimento di CP ed EPU, oltre al contenuto in CP della dieta, permetteva di osservare che il contenuto di CP nella dieta era ancora correlato negativamente con l’EPU, e contribuiva al 13% della variazione spiegata dal modello. Questa osservazione indica che al crescere del contenuto di CP nella dieta, l’efficienza di utilizzo delle proteine diminuisce. Siccome EPU è correlato positivamente con la produzione di latte (r=0.65), sembrerebbe possibile la produzione di maggiori quantità di latte in relazione ad una alta efficienza di sintesi proteica del latte. Similmente a quanto accaduto per il livello di CP nella dieta, questa correlazione positiva era prevedibile a causa del fatto che la produzione di latte compare al numeratore nell’equazione per calcolare l’efficienza di conversione della proteina grezza. Figura 2. Correlazione tra contenuto di proteina grezza della dieta (CP) ed efficienza di utilizzo delle proteine per la produzione e la sintesi proteica del latte.
ASSE X: CP della dieta, % sulla ss ASSE Y: efficienza dell’utilizzo delle proteine, %
di trasferimento delle proteine assorbite al latte, soprattutto all’inizio della lattazione. Van Straalen e colleghi (1994) hanno indicato che lo stato energetico dell’animale gioca un ruolo importante nel determinare la risposta alle proteine assorbite. Questi autori hanno trovato una correlazione negativa forte tra il rapporto proteine assorbite:assunzione di energia e EPU. Similmente nella nostra meta-analisi abbiamo trovato anche noi una correlazione forte tra il rapporto proteine:energia della dieta (dove le proteine rappresentano una percentuale delle CP diviso per 10 per rendere l’unità di misura simile a quella del Nel, e l’energia è espressa in Mcal/kg di Nel) e EPU (R2 = 0.85; P < 0.001). Ancora una volta questa correlazione è stata alimentata dal fatto che il contenuto di CP della dieta è matematicamente collegato a EPU. Per rimuovere questa dipendenza matematica, è stato creato un modello che includeva il consumo di CP (kg/giorno) e l’effetto lineare e quadratico del rapporto proteina:energia (Figura 3). La correlazione che è stata trovata (R2 = 0.44; P < 0.001) indicava che per massimizzare l’EPU, il rapporto tra CP/10 e la concentrazione di energia netta doveva essere il più vicino possibile a 0.8. In altre parole per una dieta con una densità energetica di 1.7 Mcal/kg, il contenuto ottimale di CP per massimizzare l’EPU dovrebbe essere circa 13.6%. Una meta-analisi condotta da Bach e colleghi (2006) ha mostrato che per massimizzare la produzione di proteine nel latte, il rapporto ideale proteina:energia dovrebbe essere circa 1.1 (Figura 3) oppure una dieta da 1.7 Mcal/kg di energia dovrebbe contenere 18.7% di CP. Tuttavia questa condizione ottimale potrebbe non coincidere con il massimo profitto. La Figura 4 mostra l’evoluzione della produzione di proteine del latte, guadagno lordo dal latte, costi della proteina associati con il livello di proteine prodotto, e profitto netto (considerando solo i costi della proteina) determinato dal rapporto proteina:energia. Da questa analisi si può concludere che il rapporto ideale proteina:energia nella dieta per massimizzare i profitti, non la produzione, dovrebbe essere circa 1.0.
Figura 3. Correlazione tra il rapporto proteina/energia assunto e l’efficienza di sintesi di proteine nel latte e proteine del latte prodotte.
ASSE X: CP della dieta, % sulla ss ASSE Y: proteine del latte, kg/giorno ASSE X: Proteina10/energia ASSE Y: Efficienza o utilizzazione delle proteine, % Un approccio comune utilizzato per soddisfare i fabbisogni di proteine della vacca in lattazione è quello di provvedere ad una grande quantità di CP nella dieta. Ma il fabbisogno di AA nei bovini da latte non dipende solamente dall’ingestione di energia, ma anche dal tipo di energia che la vacca sta ricevendo. Oke e Loerch (1992) e Tamminga (1992) insistevano sull’importanza del rapporto tra proteina assorbita ed energia netta allo scopo di massimizzare l’efficienza di utilizzo dei nutrienti per la sintesi o l’aumento delle proteine del latte. Tamminga (1992) aveva concluso che aumentando la proporzione tra proteina assorbita ed energia netta, diminuiva drasticamente l’efficienza
ASSE X: Proteina10/energia ASSE Y: proteine del latte prodotte, kg/giorno
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Figura 4. Andamento previsto della produzione di proteine, guadagno lordo, costi delle proteine associate con il livello di proteine prodotte e profitto netto (considerando solamente i costi delle proteine) determinato dal rapporto proteine/energia
ASSE X: NFC/RDP ASSE Y: produzione di proteine nel latte, kg/giorno
ASSE X: protein/energia ASSE Y (sin) : costo delle proteine, $/giorno o proteine del latte prodotte, kg/giorno ASSE Y (dx): profitto o costo delle proteine, $/giorno È molto interessante il fatto che non siano state evidenziate correlazioni tra il rapporto proteina10:energia e l’efficienza dell’energia-corretta latte/ingestione di sostanza secca (MPE) ma coerentemente con la necessità di massimizzare l’apporto di energia per ogni unità di proteina fornita, il contenuto in NFC della dieta era positivamente correlato (R2 = 0.11, P < 0.001) a EPU nonostante l’aumento fosse decisamente modesto (aumento percentuale di 0.21 per unità di EPU ad ogni cambiamento di una unità percentuale dell’NFC della dieta). La correlazione tra NFC:RDP e EPU (Figura 5) era positiva (R2 = 0.76; P < 0.001) e simile alla correlazione trovata tra EPU e il rapporto proteina10:energia. Hoover e Stokes (1991) hanno suggerito che con un basso rapporto NFC:RDP si verificava un maggior flusso microbico nei fermentatori a colture continue. Conclusero che il rapporto ottimale per massimizzare la produzione microbica sarebbe 2:1 (NFC:RDP). Mentre questo è vero per i fermentatori artificiali in coltura continua, questa scoperta non si traspone in una miglior efficienza di utilizzo delle proteine (EPU) perché somministrare razioni con un basso rapporto NFC:RDP potrebbe risultare in un eccessivo consumo di N da parte della vacca. Inoltre nella raccolta di dati che abbiamo utilizzato non c’era alcuna correlazione tra il contenuto di CP nella dieta o il rapporto NFC/RDP e la MPE. In conclusione sembra essere positivo ridurre l’ammontare di CP e aumentare il rapporto NFC:RDP nella dieta in quanto non ci si aspetta nessuna perdita di MPE globale.
Figura 5. Correlazione tra il rapporto NFC:RDP e l’efficienza di utilizzo delle proteine e la produzione di proteine nel latte
ASSE X: NFC/RDP ASSE Y: Efficienza di utilizzo delle proteine, %
Pagare per il valore e non per il costo degli ingredienti La crescita costante dei costi di alimentazione determina in maniera imperativa la necessità di valutare l’effettivo valore (non il prezzo) di ogni ingrediente. Per esempio, è comune assegnare all’insilato di mais un prezzo per volume di circa 60€/t. Ma di fatto il valore dell’insilato di mais dovrebbe dipendere dal livello di amido e dalla sua digeribilità dal momento che non tutti gli insilati sono fatti allo stesso modo. Lo stesso vale per diversi ingredienti. Per questa ragione è raccomandabile valutare gli ingredienti sulla base del nutriente principale per il quale vengono acquistati. Per esempio il fieno di erba medica è generalmente acquistato sulla base del suo contenuto di CP ma di fatto il costo unitario della proteina grezza da erba medica è molto più alto del costo unitario della proteina da farina di estrazione di soia. Inoltre l’erba medica viene messa nelle razioni come fonte di fibra e non come fonte di proteine (esistono molte alternative a minor costo) e perciò all’erba medica dovrebbe essere assegnato un prezzo sulla base del suo contenuto di fibra e non delle proteine. Per quanto riguarda gli integratori, generalmente solo quelli che possono garantire un ritorno dell’investimento di 4:1 dovrebbero essere usati (Hutchens, 2001). Quegli integratori alimentari il cui risultato non può essere misurato o annotato (anche a lungo termine) non dovrebbero essere utilizzati. Non tutti gli integratori funzionano alle stesse condizioni e nelle diverse razioni. I produttori devono essere sicuri che alle loro condizioni, l’integratore che utilizzano, effettivamente funziona. Esistono sul mercato delle “opportunità” alimentari che hanno un valore relativamente alto e sono facilmente reperibili. Un buon esempio è la glicerina, che è un sottoprodotto della produzione di biodiesel che può essere somministrato ai ruminanti ma può essere assunto solo in piccole dosi dai monogastrici. La glicerina fermenta nel rumine quasi completamente in propionato e la frazione che raggiunge l’intestino viene trasformata in glucosio dal fegato.
CONCLUSIONI Il profitto delle mandrie da latte dipende da diversi fattori. Tra i più importanti troviamo: • Diminuire il più possibile le perdite di cibo • Rivalutare se raggruppare e alimentare gli animali sulla base del livello produttivo è vantaggioso o meno • Cercare di catturare parte del latte “marginale” identificando i colli di bottiglia e risolvendoli • Massimizzare il prezzo del latte aumentandone la qualità • Ottimizzare la crescita e la rimonta • Fornire una razione a basso contenuto energetico durante tutto il periodo dell’asciutta • Massimizzare l’efficienza dell’alimento • Determinare il valore dell’alimento sulla base di un nutriente e non sulla base degli ingredienti.
Abstract tratto dagli atti del Seminario SIVAR “Strategie per migliorare la sostenibilità economica dell’allevamento del bovino da latte” tenutosi a Cremona il 27 Ottobre 2011 ■
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MAP nel latte delle vacche con malattia di Johne subclinica Un rischio soltanto minore per l’uomo da latte e latticini di mandrie con paratubercolosi subclinica, secondo uno studio di MARIA GRAZIA MONZEGLIO Med Vet PhD ycobacterium avium ssp. Paratuberculosis (MAP) causa la malattia di Johne (JD) nei ruminanti e viene eliminato nel latte delle vacche affette, contribuendo alla controversa discussione circa un possibile legame tra MAP e morbo di Crohn nell’uomo. Uno studio ha indagato il rischio di ingresso di MAP nella catena alimentare attraverso il latte di allevamenti affetti da JD subclinica. Si studiava quindi la presenza di MAP nei campioni di latte individuali e di massa di una mandria da latte con bassa prevalenza di JD in un periodo di 23 mesi, confrontandola con l’eliminazione di MAP nelle feci. Si prelevavano campioni di latte, feci e sangue da tutte le vacche di età maggiore di 1,5 anni all’inizio e al termine dello studio, analizzandoli per la ricerca di MAP o anticorpi specifici. Inoltre, 63 vacche (33 MAP infette e 30 MAP non-infette) venivano scelte per control-
M
li mensili. I campioni di latte di massa crudo e pastorizzato venivano prelevati mensilmente. Nei campioni di latte si ricercava MAP me-
diante PCR quantitativa real-time (qPCR), nei campioni fecali si valutava l’eliminazione batterica mediante qPCR o coltura solida. Sulla base dei risultati delle indagini di mandria, la prevalenza di vacche che eliminavano MAP era del 5% circa. Non si osservavano casi di JD clinica nel periodo di studio. I risultati dell’ELISA mostravano una notevole variabilità, con 2,1-5,1% campioni di latte positivi e 14,9-18,8% campioni ematici ELISApositivi. Il campionamento mensile del latte rivelava bassi livelli di eliminazione di MAP nei campioni individuali delle vacche sia MAP infette sia non infette, con solo 13 vacche che eliminavano il microrganismo nel latte durante il periodo di studio. Mycobacterium avium ssp. Paratuberculosis non veniva identificato mediante qPCR in nessun campione di latte di massa crudo o pastorizzato durante lo studio. Si riscontrava un’associazione significativamente positiva tra eliminazione di MAP nel latte e nelle feci. Dai risultati dello studio si può concludere, osservano gli autori, che MAP viene eliminato nel latte da una bassa proporzione di vacche con JD subclinica per un periodo di tem-
po limitato e che è diluito al di sotto del livello di identificazione con qPCR nel latte di massa di queste mandrie. Questi risultati indicano che le mandrie da latte con infezione subclinica di JD costituiscono una fonte minore di assunzione di MAP da parte dell’uomo attraverso il latte e i latticini. “Long-term detection of Mycobacterium avium subspecies paratuberculosis in individual and bulk tank milk from a dairy herd with a low prevalence of Johne's disease.” Khol JL, Wassertheurer M, Sodoma E, RevillaFernández S, Damoser J, Osterreicher E, Dünser M, Kleb U, Baumgartner W. J Dairy Sci. 2013 Apr 19. [Epub ahead of print] ■
Vet Journal è un periodico di informazione scientifica di proprietà di E.V. srl iscritto nel Pubblico Registro della Stampa periodica presso il Tribunale di Cremona al n. 396 dal 18.12.2003. È diretto dal dottor Enrico Febbo e dalla dottoressa Maria Grazia Monzeglio. Fornisce un flusso informativo continuo sugli eventi della medicina veterinaria e sul mondo delle bioscienze, con tre edizioni alla settimana. Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all’indirizzo www.vetjournal.it/
A.N.M.V.I. Per aggiornamenti scientifici sui temi consulta le schede disponibili su www.vetpedia.it SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA Organizzato da
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Valido anche come 2a parte dell’Itinerario di Diagnostica per Immagini Cremona, 12/14 Giugno 2013 Centro Studi SCIVAC DIRETTORE: Federica Rossi, Med Vet, SVR, Dipl ECVDI, Bologna
MALATTIE INFETTIVE DEL GATTO: PRIMA PARTE Stefano Bo, Med Vet, Dr Ric, Torino MALATTIE INFETTIVE DEL GATTO: SECONDA PARTE Stefano Bo, Med Vet, Dr Ric, Torino CARDIOLOGIA FELINA Luca Ferasin, Med Vet, PhD, Cert VC, PG Cert (HE), Dipl ECVIM-CA (Cardiology), GPCert (B&PS), MRCVS, Newbury (UK)
RELATORI ED ISTRUTTORI Luca Benvenuti, Med Vet, Lucca Elvanessa Caleri, Med Vet, Prato (FI) Gian Marco Gerboni, Med Vet, Samarate (VA) Annalisa Liotta, Med Vet, Liege (B) Valentina Piola, Dr Med Vet, Dipl ECVDI, Chiari (BS) Silvia Rabba, Med Vet, Msc, Novara Federica Rossi, Med Vet, SVR, Dipl ECVDI, Bologna Giliola Spattini, Med Vet, Dr Ric, Dipl ECVDI, Castellarano (RE) ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36)
Corso Avanzato MICROCHIRURGIA
CHIRURGIA ARTICOLARE E PERIARTICOLARE
Cremona, 14/15 Giugno 2013 Centro Studi SCIVAC
Valido anche come 5a parte dell’Itinerario di Ortopedia Cremona, 18/21 Giugno 2013 Centro Studi SCIVAC
DIRETTORE Francesco Carù, Med Vet, PhD, Milano RELATORI Federico Amadei, Med Chir, Dipl di Specializzazione in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, Legnano (MI) Francesco Carù, Med Vet, PhD, Milano Stefano Gatti, Med Chir, Dr Ric Microchirurgia, Milano Davide Sozzi, Med Chir, Specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale e in Microchirurgia, Monza ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (20)
ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) LIMITE DI ISCRIZIONE: 6 Maggio 2013
LIMITE DI ISCRIZIONE: 3 Maggio 2013
LIMITE DI ISCRIZIONE: 3 Maggio 2013
QUOTE Soci SCIVAC: € 600,00 + IVA 21% Non soci: € 900,00 + IVA 21% (Supplemento alla quota di € 50,00 + IVA 21% dopo il limite di iscrizione)
QUOTE Soci SCIVAC: € 750,00 + IVA 21% Non soci: € 1.000,00 + IVA 21% (Supplemento alla quota di € 50,00 + IVA 21% dopo il limite di iscrizione)
QUOTE Soci SCIVAC: € 630,00 + IVA 21% Non soci: € 880,00 + IVA 21% (Supplemento alla quota di € 50,00 + IVA 21% dopo il limite di iscrizione)
DIRETTORE Filippo Maria Martini, Med Vet, Dr Ric, Parma RELATORI Antonio Di Meo, Med Vet, Perugia Filippo Maria Martini, Med Vet, Dr Ric, Parma Bruno Peirone, Med Vet, Dr Ric, Torino Lisa Piras, Med Vet, Torino Luca Vezzoni, Med Vet, Cremona ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) LIMITE DI ISCRIZIONE: 06 Maggio 2013 QUOTE Soci SCIVAC: € 1.000,00 + IVA 21% Non soci: € 1.200,00 + IVA 21% (Supplemento alla quota di € 50,00 + IVA 21% dopo il limite di iscrizione)
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SIODOCOV Dalle Associazioni
VETERINARIA 15| 2013
Ortodonzia veterinaria L’interesse nel settore è cresciuto negli ultimi anni in maniera esponenziale
di LORENZO TAGLIABUE Segretario SIODOCOV i è svolto a Cremona il 14 Aprile il primo incontro annuale della Società Italiana di Odontostomatologia e Chirurgia Orale Veterinaria (SIODOCOV). L’argomento della giornata è stato “Ortodonzia veterinaria e comparata: concetti di base” e, seguendo la linea del precedente incontro, si sono messe in parallelo conoscenze odontoiatriche di medicina umana e veterinaria. La partecipazione, che anche questa volta è stata molto numerosa, ha premiato gli sforzi del Consiglio Direttivo e degli organizzatori e rileva un interesse sempre più crescente in odontoiatria. È stata molto apprezzata la presenza come relatore del Dott. Antonio Darsiè, ortodonzista, che grazie a una esposizione semplice e pratica ci ha permesso di iniziare a comprendere come viene impostato il lavoro in medicina umana. Il dott. Mirko Radice e il dott. Alessandro De Simoi hanno poi introdotto quest’argomento in campo veterinario, valutando alterazioni anatomiche, indicazioni e possibilità terapeutiche. Forse più di altri argomenti, l’ortodonzia veterinaria, si presta a rendere il dibattito su tecniche, materiali e indicazioni molto acceso; i limiti deontologici vanno dibattuti e chiariti non perdendo di vista mai il fine che spinge il medico veterinario dentista a operare. Quello che “desidererebbe” il nostro paziente è sicuramente quello che deve muovere le nostre decisioni. In ortodonzia veterinaria in particolare si è soggetti a pressioni da parte di propietari e allevatori, che dimenticano il vero ruolo del veterinario e il benessere del loro amico, focalizzando la loro attenzione su interessi economici e parametri estetici. A volte è proprio il veterinario che si trova nella situazione di dover “parlare” a nome degli animali. Negli ultimi venti anni la nostra professione ha assistito alla trasformazione dell’odontoiatria veterinaria da una fase elementare di prestazione di alcuni servizi di base a un contesto molto avanzato di scienza. Poiché sia la comunità veterinaria sia la clientela hanno riconosciuto questa tendenza, la richiesta di formazione e aggiornamento professionale è cresciuta in maniera quasi esponenziale. Proprio per questo uno dei principali impegni di SIODOCOV è la costante preparazione dei medici veterinari perché possano gestire al meglio le proprie conoscenze e competenze in odontoiatria veterinaria e, contemporaneamente, cercare di coinvolgere i proprietari nel-
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la prevenzione e nella diagnosi precoce delle patologie del cavo orale. Certa dell’utilità di ogni azione volta a sensibilizzare i proprietari ad assumere un atteggiamento responsabile nei confronti della salute dei propri amici a 4 zampe, SIODOCOV ha collaborato in quest’ultimo anno con Mars Italia patrocinandone un progetto finalizzato all’educazione sull’importanza dell’igiene dentale in cani e gatti. Da anni, infatti, Mars Italia promuove iniziative in quest’ambito con l’obiettivo di comunicare al grande pubblico come sia possibile ottenere risultati significativi, in particolare nel campo della salute del cavo orale, grazie a una corretta prevenzione. Grazie alla collaborazione con SIODOCOV, Mars ha voluto e vuole sottolineare quanto il medico veterinario sia un riferimento indispensabile quando si parla di salute dell’animale, e che soltanto instaurando un rapporto di fiducia con il proprio veterinario si può garantire un’assistenza adeguata ed efficace. La survey realizzata in settembre e la videolezione d’introduzione agli argomenti di parodontologia gestita dalla dott.ssa Margherita Gracis e dal dott. Mirko Radice e tenutasi lo scorso ottobre sono state preziose per comprendere l’interesse verso l’odontoiatria veterinaria. Entrambe le iniziative sono state supportate dalla divisione Petcare di Mars Italia attraverso un concorso a premi: sono stati estratti i nomi di 100 veterinari che riceveranno a breve un kit Pedigree Dentastix contenente un dossier educational sull’igiene orale del cane, sample di prodotto e voucher di sconto per i clienti e i nomi di 2 “vincitori finali” che hanno ricevuto un Ipad proprio in occasione dell’incontro formativo. A conclusione di questa attività, Mars ha deciso di aiutare in maniera concreta i medici veterinari. Per questo, a breve, un campione di strutture veterinarie riceverà assolutamente in OMAGGIO un BOX firmato PEDIGREE DENTASTIX; Mars è decisa a proseguire questo percorso di sostegno educativo e supporto concreto anche in futuro. Questa iniziativa nasce dalla profonda convinzione che l’odontoiatria veterinaria, un settore ancora agli esordi nel nostro paese, possa rappresentare un’opportunità di lavoro e di guadagno per tutti. I numerosi studi compiuti in questo campo dimostrano come le patologie orali, oltre ad essere al secondo posto fra tutte le patologie che affliggono i pazienti, rappresentino una reale minaccia per la salute e la longevità di cani e gatti. Il Consiglio Direttivo SIODOCOV ringrazia Mars per la collaborazione e per il contributo alla realizzazione dell’incontro e tutti i partecipanti al progetto di formazione professionale. Nell’attesa di incontrarvi a Rimini in occasione del Workshop pratico “Odontostomatologia e chirurgia orale” che si terrà sabato 1 Giugno p.v. nell’ambito del Congresso SCIVAC, vi ricordiamo che il secondo incontro si terrà a Cremona il giorno 19 novembre 2013 e verterà su aspetti più pratici: “Ortodonzia veterinaria e comparata: tecniche e applicazioni pratiche. Tecniche ortodontiche in ambito veterinario”. ■
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SIRVAC Dalle Associazioni
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Neonatologia del cane e del gatto Una tavola rotonda per gettare le basi, acquisire nuove conoscenze e approfondire la materia maci, le terapie sia nel bambino che nei nostri pazienti devono essere condotte con grande attenzione e conoscendo i rischi/benefici dei vari farmaci e le dosi utili in questa fase della vita. Anche per questo aspetto è stato possibile acquisire dall’esperienza dei neonatologi umani, nozioni e piccoli trucchi importantissimi per la rianimazione farmacologica. La presenza di numerosi iscritti, le numerosissime domande e i dibattiti che si sono svi-
di MARIA CARMELA PISU Presidente SIRVAC l 20 aprile, a palazzo Trecchi si è tenuto l’incontro SIRVAC (Società italiana Riproduzione Veterinaria Animali da Compagnia). Il tema dell’incontro è stato “Da Rimini in poi: tavola rotonda sulla Neonatologia”; dopo il grande successo avuto a Rimini 2012 con la giornata dedicata alla neonatologia del cane e del gatto e con il Workshop di Neonatologia, si è cercato di “andare oltre” le conoscenze note e gettare le basi per nuove acquisizioni nella materia. Per questo motivo i relatori della giornata sono stati il dott. Claudio Martano Direttore del reparto di terapia Intensiva neonatale dell’Ospedale S. Anna di Torino, la dott.ssa Rossana Bagna neonatologa nello stesso reparto e la prof.ssa Maria Cristina Veronesi, docente di Clinica Ostetrica alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano nonché autrice del recente libro sulla neonatologia del cane e del gatto. L’incontro si è svolto seguendo le regole base delle tavole rotonde: ogni argomento è stato presentato prima del Neonatologo Umano e poi dalla Neonatologa Veterinaria così da poter comparare le conoscenze, evidenziare i punti di contatto e le possibili nuove acquisizioni utilizzabili anche in Medicina veterinaria, e alle trattazioni sono seguite le numerose domande e le considerazioni dei partecipanti. La giornata si è aperta con la trattazione della particolarissima fisiologia neonatale, sovrapponibile nel bambino e nel cane e gatto, la cui conoscenza è fondamentale per potersi approcciare al neonato. Le relazioni sono continuate trattando la valutazione della vitalità neonatale, la rianimazione di base e la rianimazione avanzata. Mentre per quanto riguarda la valutazione della vitalità e la rianimazione di base, anche in medicina degli animali da compagnia son stati fatti negli ultimi anni grandi passi avanti, per quanto riguarda la rianimazione avanzata (intubazione neonatale, uso delle maschere laringee, ventilazione a pressione positiva, rianimazione in ipotermia) la medicina del cane e del gatto deve scontrarsi con lo scoglio immenso delle ridottissime dimensioni dei nostri pazienti. Nonostante ciò alcuni degli accorgimenti che vengono adottati nei bambini molto prematuri (23-25 settimane di gestazione) e di ridottissimo peso alla nascita (inferiore agli 800 grammi) hanno dato idee molto utili e tali da poter essere provate anche sui nostri piccoli neonati. Le ultime relazioni sono state dedicate alla farmacologia e alla nutrizione parenterale neonatale. Poiché il sistema epatico ed escretorio alla nascita non sono sviluppati e quindi i neonati non sono in grado di metabolizzare ed eliminare in modo corretto i far-
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luppati hanno reso interessante e appassionante la giornata e dimostrano come l’attenzione non solo verso gli aspetti riproduttivi e ma anche verso il benessere e la salute dei neonati stia notevolmente aumentando sia nei Colleghi sia nelle aspettative di proprietari e allevatori. Nonostante la terribile giornata di pioggia, gli iscritti hanno quindi vissuto un’esperienza intensa che ha riportato a casa tutti col sorriso e tante nuove idee.
Le prossime iniziative di Riproduzione saranno a Rimini in occasione del 78° Congresso Internazionale SCIVAC, durante il quale potremo partecipare ad una intensa giornata sulla farmacologia ed una sessione avanzata, gratuita per i soci SIRVAC 2013, sulle recenti acquisizioni sui tumori mammari nella cagna e poi il 24 novembre a Cremona l’incontro “Cosa c'è di nuovo nel panorama della riproduzione” con relatore unico il Dott. Xavier Levy (Vienne - F). ■
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Le “pecore nere” di Ottana Manto colorato da coltre inquinante. Negative le prime analisi su campioni di latte venti giorni dal fenomeno della polvere nera che ha colpito alcune migliaia di pecore e la vegetazione su un'area calcolata in oltre trecento ettari si conosce, sia pure ufficiosamente, la natura della sostanza inquinante. Le analisi dell'Arpas, l'agenzia regionale per l'ambiente, avrebbero infatti appurato tracce di idrocarburi alifatici, non aromatici, con un numero di atomi di carbonio tra i 20 e
A
i 30. Una classificazione che consente di tirare un respiro di sollievo almeno per un aspetto: il fatto che gli idrocarburi siano "non aromatici" ne declassa la pericolosità, ed esclude che la misteriosa polvere nera sia cancerogena. Quali conseguenze sanitarie sugli allevamenti e sulla filiera agroalimentare della Piana di Ottana. I residui nel latte sono al di sotto dei limiti di legge, mentre la morte della pecora ritrovata il 27 aprile è imputabile a una polmonite batterica. Questi gli esiti degli esami necroscopici
e dei test di laboratorio eseguiti dall'Istituto Zooprofilattico della Sardegna (IZS) sui campioni prelevati all'interno delle aziende sottoposte a sequestro nel territorio tra Noragugume e Ottana a seguito del fenomeno della coltre nera che ha colorato il manto delle pecore. La pecora morta è stata prelevata dalla Asl3 nelle campagne di Noragugume ed è stata esaminata dai laboratori di Anatomia patologica del Dipartimento IZS di Nuoro. Dalle analisi sono emersi tracheite, edema polmonare e diverse altre lesioni imputabili ad una patologia respiratoria di origine batterica. Il secondo capo ovino, consegnato lunedì 29 dal Corpo Forestale, invece, era affetto da fasciola hepatica, una malattia parassitaria diffusa nella zona. Negativi anche i test su due campioni di latte prelevati all'interno dello stesso territorio e sottoposti a controllo per la ricerca di diossine e pcb, sostanze derivate dalla combustione. I valori dei residui chimici riscontrati sono «ben al di sotto dei limiti di legge - spiegano gli esperti del laboratorio di Chimica ambientale dell'Istituto Zooprofilattico -. Pertanto sono perfettamente in linea con quelli di altre aree della Sardegna». L’altro aspetto che le analisi mettono in risalto riguarda l'origine della sostanza e sarà utile sul piano delle indagini avviate dalla magistratura. La sua composizione escluderebbe infatti l'ipotesi di un incendio di sterpaglie avanzata da Ottana Energia all'indomani dell'allarme per il boato, udito distintamente da molti cittadini di Ottana la stessa notte del 14 aprile, proveniente dalla centrale termoelettrica, che dista dai pascoli colpiti in agro di Noragugume qualche chilometro in linea d'aria. Si tratterebbe (il condizionale è d'obbligo, in mancanza di conferme ufficiali) di un residuo di combustione, forse di una cattiva combustione, di provenienza industriale. Sono in corso le indagini coordinate dal sostituto procuratore Andrea Vacca con i carabinieri del Noe e del Corpo forestale. Le analisi dell'Arpas sono rassicuranti: gli esami tossicologici sulla sostanza scura che ha ricoperto diverse greggi nella zona di Noragugume hanno dato risultati negativi. Si tratterebbe di particelle di carbonio, che potrebbe risultare tossico solo per inalazione, ma non al tatto. I tecnici della Regione dovranno comunque compiere altri accertamenti. La Procura di Oristano ha sequestrato 360 ettari di terreno, a poca distanza dalla zona industriale di Ottana, dove sorgono dieci aziende. Intanto l’Istituto Zooprofilattico replica alle accuse fatte dai legali dei pastori di non aver voluto consegnare loro l’esito degli esami sul latte. «I proprietari dei rapporti di prova sono solo i committenti accreditati: in questo caso la Asl3. Pertanto non è possibile, per legge, consegnare copia dei referti ai legali di parte". L’Istituto Zooprofilattico risponde così ai legali che per conto dei pastori hanno contestato all’Istituto di non aver voluto consegnare gli esiti degli esami sul latte delle "pecore nere". L’Istituto Zooprofilattico della Sardegna ha consegnato gli esiti degli esami "alla Asl richiedente il 30 aprile, nel rispetto delle norme". Nella nota dell’Istituto - pubblicata da La Nuova Sardegna - si legge che se gli avvocati desiderano conoscere il contenuto dei documenti possono rivolgersi ai legittimi proprietari, i quali provvederanno secondo i propri regolamenti e le norme in materia». L’Istituto fa anche notare che i legali "non hanno presentato richiesta formale all’Istituto, ma si sono identificati solo verbalmente". ■
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Elanco presenta Kexxtone
Il prodotto è assolutamente innovativo per la gestione della Chetosi, costosa patologia che interessa le vacche da latte di Maggio 2013 presso le farmacie e gli ingrossi di farmaci veterinari. Per maggiori informazioni contattare: Elanco Animal Health Italia, Dr.ssa Francesca Archilei, Consulente Tecnico per i Ruminanti, e-mail: archilei_francesca@elanco.com, tel. +39 055 4257031 Bibliografia 1. 2CVMP assessment report of an applicael mese di Maggio Elanco Animal Health sarà protagonista di uno tra i più importanti lanci di prodotti per la salute animale della storia recente. Elanco Animal Health, infatti, porterà sul mercato una soluzione assolutamente innovativa - Kexxtone® - in grado di ridurre l’incidenza della chetosi nelle vacche da latte del 74% con un singolo trattamento. Kexxtone® è un prodotto mirato, destinato a manze e vacche da latte per le quali si preveda l’insorgenza della chetosi nel periparto. La somministrazione viene effettuata mediante un singolo bolo ed assicura la copertura nel periodo di maggiore rischio. Spesso la chetosi non viene individuata perché i sintomi non risultano immediatamente visibili: si tratta tuttavia di una condizione comune che interessa circa il 29% delle vacche con conseguenze negative su salute, fertilità e produzione di latte dell’animale. Questo nuovo approccio arricchisce in maniera significativa la gamma di soluzioni a disposizione dei veterinari impegnati nella gestione della salute della mandria. L’utilizzo di Kexxtone® non richiede periodo di attesa per il latte e per le carni. La formulazione del prodotto ha come principio attivo la monensina, una molecola con una lunga storia di efficacia e sicurezza d’uso. Kexxtone® rappresenta una novità sostanziale per l’intero settore lattiero-caseario: la chetosi può infatti causare perdite medie pari a circa 350-500 litri di latte ad animale per lattazione; mentre i costi diretti ed indiretti (perdita di latte e patologie conseguenti a chetosi subclinica) sono stati stimati intorno a € 250-600 per animale affetto. Kexxtone® attraverso una nuovissima tecnologia, assicura il rilascio continuo e controllato del principio attivo: grazie ad una molla interna il principio attivo entra a contatto con i fluidi ruminali, generando un gel che viene rilasciato attraverso l’orifizio presente su una delle 2 estremità del dispositivo Kexxtone®. Il principio attivo a livello ruminale genera una maggiore produzione di acido propionico, precursore epatico del glucosio, aumentando l’energia a disposizione dell’animale. Nelle vacche da latte questo processo di ottimizzazione dell’utilizzo dell’energia previene l’instaurarsi di un bilancio energetico negativo nel periodo di transizione, fattore identificato come principale causa di chetosi. La Dott.ssa Francesca Archilei, consulente tecnico Elanco, dichiara: “Kexxtone® offre un’interessante opportunità a vantaggio di veterinari ed allevatori. I veterinari potranno fornire interventi strategici per il management aziendale, acquisendo un ruolo sempre più fondamentale nella gestione della salute della mandria dei propri clienti. Al di là degli interventi di salvataggio d’emergenza, lo scopo è quello di riuscire a misurare in maniera semplice la reale prevalenza della chetosi all’interno della mandria con Keto-TestTM e, dove opportuno, adottare azioni preventive che facciano la differenza.” Kexxtone® può essere ordinato a partire dal 1°
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tion for the granting of a community marketing authorisation for Kexxtone (EMEA/V/C/002235). 2. Audit aziendale Elanco 2011, N. GN4FR110006. 3. Riassunto delle caratteristiche del prodotto Kexxtone®, <data>. 4. Ospina 2010. Association between the proportion of sampled transition cows with increased nonesterified fatty acids and ßhy-
droxybutyrate and disease incidence, pregnancy rate and milk production at the herd level. J. Dairy Sci. 93:3595-3601. 5. Adapted from Esslemont 2012. The Cost of Ketosis in Dairy Cows, World Buiatrics Congress, Lisbon, Portugal.
*Chetosi definita come livello di beta-idrossibutirrato nel sangue (BHBA) >1000µmol/l ■
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22 Calendario attività Dal 31 maggio al 20 settembre Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi
31 MAG - 2 GIU 31 MAG - 1 GIU 5 - 7 GIU
CONGRESSO INTERNAZIONALE SCIVAC CONGRESSO INTERNAZIONALE SIFIRVET / SCIVAC ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC
CORSO AIVEMP
7 GIU 12 - 14 GIU 14 - 15 GIU 16 GIU 18 - 21 GIU 19 - 22 GIU 21 - 23 GIU 21 - 23 GIU 22 GIU 23 GIU 23 GIU 24 - 25 GIU 26 - 28 GIU 28 - 30 GIU 29 GIU - 1 LUG 3 - 5 LUG 9 - 11 LUG 12 - 14 LUG 19 - 20 LUG 6 - 8 SET
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC CORSO SCIVAC INCONTRO REGIONALE SCIVAC SICILIA ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC
CORSO REGIONALE SCIVAC
CORSO DI BASE PER IL CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO, DELLA LUSSAZIONE DELLA ROTULA E DI ALTRE PATOLOGIE SCHELETRICHE EREDITARIE DEL CANE - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: No crediti - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
CORSO FSA / SCIVAC
CORSO AVANZATO PER IL CONTROLLO DELLA LUSSAZIONE DELLA ROTULA NEL CANE DI RAZZA E DI AGGIORNAMENTO SUL CONTROLLO HD/ED - Cremona, Palazzo Trecchi - ECM: No crediti - Per info: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it TARTARUGA: S’ACCOMODI IN SPIAGGIA! - Centro di educazione ambientale Laguna di Nora, Pula - Laguna di Nora - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it IL PAZIENTE ACUTO - Matera - Hilton Garden Inn - Via Germania - Borgo Venusio - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO AVANZATO - CITOLOGIA DEI VERSAMENTI CAVITARI: DALL’INTERPRETAZIONE ALLA REFERTAZIONE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 2° IT. MEDICINA COMPORTAMENTALE: II PARTE - MEDICINA COMPORTAMENTALE 2 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO PRATICO DI MASCALCIA “MANISCALCHI TRA I TRULLI” - Masseria Galeone - Martina Franca (TA) - Via Per Noci - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 E-mail: info@sive.it 12° CORSO VETERINARIO ASAMI. TEORICO E PRATICO SULLE METODICHE DI ILIZAROV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 1° IT. MEDICINA FELINA: IV PARTE - CORSO 4 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 2° IT. MEDICINA INTERNA: II PARTE - EMATOLOGIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 79° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC - MOLTO È CAMBIATO IN ONCOLOGIA VETERINARIA ... VEDIAMO DI FARE IL PUNTO - Palermo - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SIVAE/SCIVAC SARDEGNA
INCONTRO REGIONALE SCIVAC BASILICATA CORSO SCIVAC ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC CORSO SIVE IN COLLABORAZIONE CON SIPE INTERNATIONAL COURSE SCIVAC
ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC
CORSO CEFME
CORSO TEORICO PRATICO - INNESTI OSSEI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Villa - Segreteria CEFME - Tel. +39 0372 403504 - E-mail: info@cefme.org
CORSO SCIVAC
CORSO AVANZATO - LINFOMA E LEUCEMIE NEL CANE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO TEORICO - PRATICO PER ASSISTENTI ALLA POLTRONA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Villa - Segreteria CEFME - Tel. +39 0372 403504 - E-mail: info@cefme.org IL GATTO HA TROPPO SPIRITO PER NON AVERE UN CUORE: UNA GIORNATA INSIEME SULLA CARDIOLOGIA FELINA - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it ERRORI E TRAPPOLE DIAGNOSTICHE IN MEDICINA INTERNA E PATOLOGIA CLINICA - Campobasso - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 1° IT. MEDICINA FELINA: V PARTE - CORSO 5 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 3° IT. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: V PARTE - ECOGRAFIA AVANZATO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 27,9 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC VALLE D’AOSTA
8 SET 15 SET 16 - 17 SET 18 - 20 SET
MATERIALI A CONTATTO E ADDITIVI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria Scientifica AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it 3° IT. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: II PARTE - ECOGRAFIA CLINICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO AVANZATO - MICROCHIRURGIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it IPERATTIVITÀ, IPERATTACCAMENTO E DISTURBI EMOZIONALI NEL CANE: L’IMPORTANZA DEL PRIMO APPROCCIO CLINICO - Catania - ECM: Crediti non previsti - Per info: Monica Borghisani - Segreteria Del. Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 4° IT. ORTOPEDIA: V PARTE - CHIRURGIA ARTICOLARE E PERIARTICOLARE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 36,6 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 1° IT. MEDICINA INTERNA: VI PARTE - APPARATO URINARIO: COME SCOPRIRE LA GRAVITÀ E LA SEDE DELLA LESIONE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 38,2 Crediti Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Corsi, Congr. e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO REGIONALE DI CHIRURGIA - Napoli - Via Monte Nuovo Licola Patria, 85 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
CORSO FSA / SCIVAC
CORSO CEFME
7 SET
78° CONGRESSO INTERNAZIONALE MULTISALA SCIVAC - Palacongressi di Rimini, Rimini - Via della Fiera, 23 ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it VEPRA - 3RD EUROPEAN VETERINARY REHABILITATION SYMPOSIUM - Palacongressi di Rimini, Rimini - ECM: Non richiesto accreditamento ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it 1° IT. MEDICINA FELINA: III PARTE - CORSO 3 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC MOLISE ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
laPROFESSIONE
VETERINARIA 15 | 2013
la VETERINARIA
PROFESSIONE
La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it
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SOLUZIONI
Aggressivi
Sonda settoriale da 2.5-3.5 MHz Sonda settoriale da 5-7.5 MHz Sonda microconvex da 2.5-3.5 MHz Sonda microconvex da 5-7.5 MHz Sonda lineare da 5-10 MHz
QUIZ 1
Curiosi
a b c d e
Risposta corretta: b) XI CONGRESSO NAZIONALE SIVAR - Cremona, Maggio 2009
b c
Indifferenti all’ambiente circostante
QUIZ 2
a
2. Qual è la sonda più indicata per l’esecuzione di un esame ecocardiografico in un cavallo adulto?
Risposta corretta: a) XIV CONGRESSO MULTISALA SIVE/FEEVA - Palazzo del Casinò, Lido di Venezia, Gennaio 2008
1. I bovini sono animali
Professione Veterinaria 15-2013:ok
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