La Professione Veterinaria 9-2016

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8-03-2016

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la VETERINARIA

PROFESSIONE

Anno 13, numero 9 dal 14 al 20 marzo 2016 SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

9 2016

POSTE ITALIANE SPA Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

ABUSO DI PROFESSIONE NELLE MNC

LA STAGIONE DI MONTA EQUINA

LEASING PER L’ABITAZIONE PRINCIPALE

CITOLOGIA E ISTOLOGIA A CONFRONTO

L’INFORMATORE DI VETERINARIA E ZOOTECNIA

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NELLO STATO DI FAMIGLIA

BREVI DDL LORENZIN Per effetto di un emendamento in Commissione Sanità, escono dal DDL Lorenzin il Capo IV (Della Sicurezza Alimentare) e il Capo V (Della Sicurezza Veterinaria). Stralciati gli articoli da 11 a 24 dell’articolato che delegavano il MinSal a legiferare su numerose questioni di sanità veterinaria, pubblica e animale.

BENESSERE ANIMALE Al Ministero della salute la prima edizione degli “Stati generali del Benessere Animale”. Tre giornate a tutto campo dal 13 al 15 aprile dedicate a tutti i settori e a tutti le specie animali. L’evento, organizzato con il supporto del Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale, si terrà all’Auditorium del Ministero della salute.

SPERIMENTAZIONE Ripartito tra le regioni lo stanziamento annuale da 500 mila euro dei fondi per lo sviluppo di alternative all’uso di animali e per la formazione degli operatori. Per questi obiettivi, il decreto nazionale di recepimento della Direttiva 2010/63/UE prevede un finanziamento annuale di 1milione di euro per ogni anno del triennio 2014-2016, di cui la metà deve essere ripartita fra le Regioni.

CINGHIALI Sono in vigore le nuove norme per il contenimento della diffusione del cinghiale nelle aree protette. Le ha introdotte l’articolo 7 della Legge 221/2015 (cd Green Economy), in vigore dal 2 febbraio: vietata l’immissione di cinghiali su tutto il territorio nazionale, ad eccezione delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agri-turistico-venatorie adeguatamente recintate. Vietato anche il foraggiamento, ad esclusione di quello finalizzato alle attività di controllo.

NUTRIE Con la Green Economy escono dal novero della fauna selvatica tutelata - oltre alle talpe, ai ratti, ai topi propriamente detti e alle arvicole - anche le nutrie. Per le specie alloctone, la gestione è finalizzata all’eradicazione o comunque al controllo delle popolazioni; gli interventi sono realizzabili per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agroforestali ed ittiche.

ANTICORRUZIONE In audizione in Senato, il presidente dell’ANAC Raffaele Cantone assicura l’impegno "a ridurre le rigidità burocratiche" che gravano sugli ordini professionali. Nel complesso degli enti pubblici sottoposti alle norme di prevenzione della corruzione, le ASL "hanno conseguito risultati importanti".

STUDIO BOREST

Macellazione fra rituali e benessere Halal e Kosher: religione, mercato e sicurezza alimentare per una veterinaria globale A PAG. 3

Merita qualche riflessione - ma non solo di taglio critico - la proposta di legge per inserire gli animali d’affezione nello stato di famiglia. La pdl - primo firmatario l’On Paolo Russo (Pdl) - è stata assegnata alla Commissione Affari Sociali per iniziare il suo iter. A rilanciarla è stata l’associazione Fare Ambiente, mossa da precisi obiettivi di miglioramento delle anagrafi canine: aggiornamento più rapido dei dati e migliore pianificazione e verifica della gestione del randagismo. Ulteriori obiettivi dichiarati sono: la semplificazione delle procedure di adozione e l’individuazione del proprietario in caso di responsabilità. L’iniziativa legislativa punta esplicitamente a superare le attuali criticità informatiche, ma affida alle Regioni e ai Comuni (cioè ai principali responsabili del fallimento delle anagrafi) il compito di creare un collegamento telematico diretto tra l’Anagrafe Canina e lo Stato di Famiglia. Nelle premesse è scritto che "proprio perché è di gestione regionale, l’anagrafe canina è di difficile consultazione quando si rendono necessari da parte delle autorità controlli al di fuori della regione di indagine. La stessa anagrafe canina spesso risulta aggiornata lentamente, soprattutto in occasione di un passaggio di proprietà (o di adozione)". Come fare in pratica? Questo la pdl non lo dice e rimanda ad un succes-

sivo decreto del Ministro della salute, che “stabilirà le modalità di istituzione delle piattaforme informatiche da parte dei Comuni”. Il tutto però si baserà sull’Accordo Stato-Regioni del 24 gennaio 2013 che già richiede l’interoperabilità tra le anagrafi regionali e quella nazionale. Si raffrontino i dati riversati al Ministero dalle Regioni con le stime della popolazione canina reale diffuse da società di ricerca e analisi di mercato: le anagrafi non dovrebbero fornire numeri certi anche in ragione dei connessi finanziamenti pubblici? Alla base di costose, farraginose e inefficaci procedure informatiche ci sono alcuni dati di fatto: la scarsissima compliance dei proprietari all’obbligo di chippatura e registrazione anagrafica del loro cane, gli inesistenti controlli sul rispetto di questo obbligo, la marginalizzazione dei liberi professionisti nei sistemi informativi regionali. Mentre in Europa si pensa ad una anagrafe comunitaria, il nostro Paese - non pago di frazionare in 20 database quella potrebbe essere una sola Anagrafe - immagina (è questa la nostra Agenda digitale?) che migliaia di Comuni italiani facciano quello che potrebbe fare un solo sistema informativo nazionale, dotato di una autentica usability e di una maggiore trasparenza di accesso da parte di chi ne ha titolo, diritto e dovere. Marco Melosi, Presidente ANMVI

TUTTI CONTRO TUTTI DA TEMPO SI PARLA DELLA CRISI DELL’ASSOCIAZIONISMO, DEI PARTITI, DEI CLUB, ECC. E DI TUTTI QUEGLI ORGANISMI che per anni sono stati momenti di aggregazione e anche di lobby, fondati sull’appartenenza a categorie professionali o sulla condivisione di ideologie o religioni. Essere iscritto a uno di questi organismi era un segno distintivo importante e anche di interesse per se stessi e per la comunità di appartenenza che trovava nei propri iscritti la forza per sostenere e difendere gli specifici interessi. Negli ultimi anni lo sviluppo di Internet, delle comunità digitali e dei social media ha creato nuovi spazi di aggregazione virtuale riducendo l’interesse nei confronti delle aggregazioni tradizionali; in queste ultime ci si identifica con sempre maggiore difficoltà con conseguente significativa riduzione degli iscritti e sviluppo di contrasti interni che portano alla frammentazione e alla perdita delle attività di lobby. In molti casi accade che i confronti esterni con altre categorie si spostino all’interno portando a lotte fratricide sostenute o sviluppate sui social network che diventano il luogo elettivo per potersi esprimere liberamente, per quanto privi di regole di corretto comportamento; tali confronti portano il più delle volte a nessuna conclusione e quindi a nessun risultato pratico. La politica italiana di questi ultimi anni è un esempio evidente di questa evoluzione dei rapporti sociali. Basti ricordare le spaccature nel partito di maggioranza che esprime Il Governo, sostenuto da minoranze di altre ideologie politiche mentre viene spesso messo in difficoltà da frange di parlamentari al suo interno. Altro esempio a riguardo è la nascita continua di nuovi gruppi politici e il continuo cambio di “casacca” da parte di molti parlamentari. Qualche cosa di simile sta avvenendo anche nel nostro settore dove si sta perdendo l’identità di categoria a favore di conflitti sui social network con prese di posizione che spesso non sono nell’interesse della categoria ma solo espressioni di contrasti personali o di semplice ricerca di visibilità. Questo certamente ci indebolisce rendendo più difficile un’attività di lobby nell’interesse di tutta la veterinaria.

A.N.M.V.I


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