La Professione Veterinaria 9-2016

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la VETERINARIA

PROFESSIONE

Anno 13, numero 9 dal 14 al 20 marzo 2016 SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

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POSTE ITALIANE SPA Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

ABUSO DI PROFESSIONE NELLE MNC

LA STAGIONE DI MONTA EQUINA

LEASING PER L’ABITAZIONE PRINCIPALE

CITOLOGIA E ISTOLOGIA A CONFRONTO

L’INFORMATORE DI VETERINARIA E ZOOTECNIA

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NELLO STATO DI FAMIGLIA

BREVI DDL LORENZIN Per effetto di un emendamento in Commissione Sanità, escono dal DDL Lorenzin il Capo IV (Della Sicurezza Alimentare) e il Capo V (Della Sicurezza Veterinaria). Stralciati gli articoli da 11 a 24 dell’articolato che delegavano il MinSal a legiferare su numerose questioni di sanità veterinaria, pubblica e animale.

BENESSERE ANIMALE Al Ministero della salute la prima edizione degli “Stati generali del Benessere Animale”. Tre giornate a tutto campo dal 13 al 15 aprile dedicate a tutti i settori e a tutti le specie animali. L’evento, organizzato con il supporto del Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale, si terrà all’Auditorium del Ministero della salute.

SPERIMENTAZIONE Ripartito tra le regioni lo stanziamento annuale da 500 mila euro dei fondi per lo sviluppo di alternative all’uso di animali e per la formazione degli operatori. Per questi obiettivi, il decreto nazionale di recepimento della Direttiva 2010/63/UE prevede un finanziamento annuale di 1milione di euro per ogni anno del triennio 2014-2016, di cui la metà deve essere ripartita fra le Regioni.

CINGHIALI Sono in vigore le nuove norme per il contenimento della diffusione del cinghiale nelle aree protette. Le ha introdotte l’articolo 7 della Legge 221/2015 (cd Green Economy), in vigore dal 2 febbraio: vietata l’immissione di cinghiali su tutto il territorio nazionale, ad eccezione delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agri-turistico-venatorie adeguatamente recintate. Vietato anche il foraggiamento, ad esclusione di quello finalizzato alle attività di controllo.

NUTRIE Con la Green Economy escono dal novero della fauna selvatica tutelata - oltre alle talpe, ai ratti, ai topi propriamente detti e alle arvicole - anche le nutrie. Per le specie alloctone, la gestione è finalizzata all’eradicazione o comunque al controllo delle popolazioni; gli interventi sono realizzabili per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agroforestali ed ittiche.

ANTICORRUZIONE In audizione in Senato, il presidente dell’ANAC Raffaele Cantone assicura l’impegno "a ridurre le rigidità burocratiche" che gravano sugli ordini professionali. Nel complesso degli enti pubblici sottoposti alle norme di prevenzione della corruzione, le ASL "hanno conseguito risultati importanti".

STUDIO BOREST

Macellazione fra rituali e benessere Halal e Kosher: religione, mercato e sicurezza alimentare per una veterinaria globale A PAG. 3

Merita qualche riflessione - ma non solo di taglio critico - la proposta di legge per inserire gli animali d’affezione nello stato di famiglia. La pdl - primo firmatario l’On Paolo Russo (Pdl) - è stata assegnata alla Commissione Affari Sociali per iniziare il suo iter. A rilanciarla è stata l’associazione Fare Ambiente, mossa da precisi obiettivi di miglioramento delle anagrafi canine: aggiornamento più rapido dei dati e migliore pianificazione e verifica della gestione del randagismo. Ulteriori obiettivi dichiarati sono: la semplificazione delle procedure di adozione e l’individuazione del proprietario in caso di responsabilità. L’iniziativa legislativa punta esplicitamente a superare le attuali criticità informatiche, ma affida alle Regioni e ai Comuni (cioè ai principali responsabili del fallimento delle anagrafi) il compito di creare un collegamento telematico diretto tra l’Anagrafe Canina e lo Stato di Famiglia. Nelle premesse è scritto che "proprio perché è di gestione regionale, l’anagrafe canina è di difficile consultazione quando si rendono necessari da parte delle autorità controlli al di fuori della regione di indagine. La stessa anagrafe canina spesso risulta aggiornata lentamente, soprattutto in occasione di un passaggio di proprietà (o di adozione)". Come fare in pratica? Questo la pdl non lo dice e rimanda ad un succes-

sivo decreto del Ministro della salute, che “stabilirà le modalità di istituzione delle piattaforme informatiche da parte dei Comuni”. Il tutto però si baserà sull’Accordo Stato-Regioni del 24 gennaio 2013 che già richiede l’interoperabilità tra le anagrafi regionali e quella nazionale. Si raffrontino i dati riversati al Ministero dalle Regioni con le stime della popolazione canina reale diffuse da società di ricerca e analisi di mercato: le anagrafi non dovrebbero fornire numeri certi anche in ragione dei connessi finanziamenti pubblici? Alla base di costose, farraginose e inefficaci procedure informatiche ci sono alcuni dati di fatto: la scarsissima compliance dei proprietari all’obbligo di chippatura e registrazione anagrafica del loro cane, gli inesistenti controlli sul rispetto di questo obbligo, la marginalizzazione dei liberi professionisti nei sistemi informativi regionali. Mentre in Europa si pensa ad una anagrafe comunitaria, il nostro Paese - non pago di frazionare in 20 database quella potrebbe essere una sola Anagrafe - immagina (è questa la nostra Agenda digitale?) che migliaia di Comuni italiani facciano quello che potrebbe fare un solo sistema informativo nazionale, dotato di una autentica usability e di una maggiore trasparenza di accesso da parte di chi ne ha titolo, diritto e dovere. Marco Melosi, Presidente ANMVI

TUTTI CONTRO TUTTI DA TEMPO SI PARLA DELLA CRISI DELL’ASSOCIAZIONISMO, DEI PARTITI, DEI CLUB, ECC. E DI TUTTI QUEGLI ORGANISMI che per anni sono stati momenti di aggregazione e anche di lobby, fondati sull’appartenenza a categorie professionali o sulla condivisione di ideologie o religioni. Essere iscritto a uno di questi organismi era un segno distintivo importante e anche di interesse per se stessi e per la comunità di appartenenza che trovava nei propri iscritti la forza per sostenere e difendere gli specifici interessi. Negli ultimi anni lo sviluppo di Internet, delle comunità digitali e dei social media ha creato nuovi spazi di aggregazione virtuale riducendo l’interesse nei confronti delle aggregazioni tradizionali; in queste ultime ci si identifica con sempre maggiore difficoltà con conseguente significativa riduzione degli iscritti e sviluppo di contrasti interni che portano alla frammentazione e alla perdita delle attività di lobby. In molti casi accade che i confronti esterni con altre categorie si spostino all’interno portando a lotte fratricide sostenute o sviluppate sui social network che diventano il luogo elettivo per potersi esprimere liberamente, per quanto privi di regole di corretto comportamento; tali confronti portano il più delle volte a nessuna conclusione e quindi a nessun risultato pratico. La politica italiana di questi ultimi anni è un esempio evidente di questa evoluzione dei rapporti sociali. Basti ricordare le spaccature nel partito di maggioranza che esprime Il Governo, sostenuto da minoranze di altre ideologie politiche mentre viene spesso messo in difficoltà da frange di parlamentari al suo interno. Altro esempio a riguardo è la nascita continua di nuovi gruppi politici e il continuo cambio di “casacca” da parte di molti parlamentari. Qualche cosa di simile sta avvenendo anche nel nostro settore dove si sta perdendo l’identità di categoria a favore di conflitti sui social network con prese di posizione che spesso non sono nell’interesse della categoria ma solo espressioni di contrasti personali o di semplice ricerca di visibilità. Questo certamente ci indebolisce rendendo più difficile un’attività di lobby nell’interesse di tutta la veterinaria.

A.N.M.V.I


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Protezione al macello Sicurezza alimentare

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Macellazione rituale e benessere Giugulazione solo in posizione eretta? Studio europeo apre a modifiche al Reg. 1099/2009 è stata oggetto di interrogazione al Commissario alla Salute (v. box). La relazione della Commissione Europea si basa sui risultati di uno studio scientifico (Study restraining systems for bovine animals slaughtered without stunning, welfare and socio-economic implications - Titolo breve Borest) di comparazione di questi sistemi con i sistemi che mantengono i bovini in posizione eretta e tiene conto degli aspetti legati al benessere degli animali nonché delle implicazioni socio-economiche, inclusa l’accettabilità da parte delle comunità religiose e la sicurezza degli operatori. Alla relazione potranno seguire modifiche legislative al regolamento 1099/2009, per quanto riguarda i sistemi di immobilizzazione dei bovini che prevedano il capovolgimento o qualsiasi altra posizione innaturale.

MACELLAZIONE RITUALE

‘HALAL’ IN ETICHETTA? NESSUNO L’HA CHIESTO er le informazioni sulle etichette delle carni vale quanto prescritto dal Regolamento 1169/2011 e ad oggi la Commissione non sta valutando nessuna richiesta dagli Stati Membri di etichettare il prodotto come “carne Halal”. Lo precisava a dicembre del 2015 il Commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis in risposta all’interrogazione parlamentare di Hilde Vautmans (Belgio), aggiungendo che “etichettare il prodotto come ‘carne Halal’ non sarebbe comunque di per sé sufficiente ad informare il consumatore su tutti gli aspetti della macellazione” . Senza contare che in alcuni Stati membri, la macellazione Halal prevede lo stordimento dell’animale. La parlamentare belga poneva la questione di informare il consumatore sul processo di macellazione delle carni acquistate. Il Regolamento richiamato dal Commissario alla Salute prevede che se uno Stato membro desidera integrare le etichette con ulteriori indicazioni obbligatorie, deve notificare alla Commissione la misura proposta e le giustificazioni addotte, che devono rientrare

in uno dei motivi ammessi ed elencati dall’articolo 39 del Reg. 1169/2011: a) protezione della salute pubblica; b) protezione dei consumatori; c) prevenzione delle frodi; d) protezione dei diritti di proprietà industriale e commerciale, delle indicazioni di provenienza, delle denominazioni d’origine controllata e repressione della concorrenza sleale. A dicembre 2015, la Commissione non ha ricevuto richieste nazionali in tal senso: "la Commissione non ha alcuna evidenza di richieste volte a rendere obbligatorio in etichetta l’informazione sulla macellazione senza stordimento" dichiarava Andriukaitis. La questione riguardante il possibile impiego di etichette specifiche per le carni halal è stata affrontata dallo studio Borest, uno studio già concluso all’epoca dell’interrogazione della Vautman, ma divenuto disponibile ai primi di febbraio di quest’anno. Le conclusioni dello studio non hanno modificato i termini della risposta del Commissario Andriukaitis.

a Commissione Europea ha approvato una relazione sui sistemi di immobilizzazione dei bovini con capovolgimento o qualsiasi altra posizione innaturale. Il documento, destinato al Parlamento e al Consiglio, si basa sullo studio «Borest».

A causa della specificità e della complessità di questo studio (in particolare della raccolta di dati tecnici e scientifici presso macelli), la sua preparazione e realizzazione hanno richiesto molto più tempo del previsto, il che ha comportato un ritardo nell’adozione della relazione. La versione finale è stata adottata il 6 febbraio scorso, dopo un’attesa più lunga del previsto e che

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Nei macelli, i bovini vengono immobilizzati in posizione eretta in un recinto prima di essere storditi, generalmente utilizzando un proiettile captivo penetrante. Il regolamento (CE) n. 1099/2009 prevede che le disposizioni in materia di stordimento (articolo 4, paragrafo 1, e all’allegato I) non si applichino agli animali sottoposti a particolari metodi di macellazione prescritti da riti religiosi, a condizione che la macellazione abbia luogo in un macello. A tali condizioni la normativa UE autorizza in via eccezionale metodi di macellazione senza stordimento, quali il dissanguamento degli animali senza stordimento preliminare, che comprendono la macellazione rituale dei riti islamici o ebraici; a tal fine sono stati concepiti sistemi di immobilizzazione specifici per capovolgere il bovino completamente o collocarlo su un fianco (trappola di abbattimento rotante) per facilitare la giugulazione. Questi sistemi di immobilizzazione possono essere utilizzati soltanto se gli animali sono macellati senza stordimento.

IL PARERE EFSA È SUPERATO In una relazione del 2004 gli esperti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) si erano espressi a favore dell’immobilizzazione degli animali in posizione eretta in caso di macellazione senza stordimento. Il loro parere si basava su una pubblicazione del 1990 che metteva a confronto due tipi di trappole di abbattimento (verticale e rotante). Tuttavia nel corso del processo di adozione del regolamento (CE) n. 1099/2009 è stato sostenuto che le trappole di abbattimento rotanti utilizzate in Europa sono adesso sostanzialmente diverse dal modello descritto nella pubblicazione del 1990. Inoltre alcune comunità religiose hanno espresso il timore che la posizione eretta possa non

essere compatibile con i loro riti religiosi.

IL BENESSERE ANIMALE Nello studio Borest sono state esaminate questioni relative al benessere degli animali in 1113 bovini, ricorrendo a diversi campioni di categorie di animali, di dispositivi di immobilizzazione o di pratiche, raccogliendo i dati in 18 macelli di sei Stati membri da luglio a dicembre 2013. Sono stati osservati vari parametri relativi al benessere degli animali, concernenti la durata dell’immobilizzazione, le procedure di giugulazione e dissanguamento nonché la perdita di coscienza. Per la maggior parte delle variabili, le gamme dei valori medi ottenuti nelle tre posizioni (capovolta, rotata lateralmente, eretta) erano simili. I risultati hanno mostrato alcune differenze, ma la maggior parte di esse potrebbe dipendere da alcune particolarità della progettazione del dispositivo, dalla qualità del dispositivo di blocco della testa e dalla competenza degli operatori. Data la grande variabilità delle configurazioni dei macelli (disposizione del corridoio, della zona di immobilizzazione e di dissanguamento, modello del dispositivo di immobilizzazione, ecc.) e delle competenze e capacità dei macellai osservati nel corso dello studio, non è stato possibile prendere in considerazione e analizzare tutti i fattori. Lo studio non ha portato a conclusioni definitive in merito all’esistenza di differenze significative tra i due sistemi di immobilizzazione in termini di benessere degli animali.

ASPETTI ECONOMICI Secondo lo studio Borest, i sistemi di immobilizzazione verticale sono meno costosi di quelli rotanti in tutti i loro aspetti economici: investimento complessivo, manutenzione e durata. Va tuttavia ricordato che i costi della zona di immobilizzazione sono solo una piccola parte (meno del 10%) dei costi totali di macellazione. La velocità della linea di macellazione è uno dei fattori più importanti per i costi di macellazione. Lo studio ha concluso a tale proposito che sistemi verticali e a rotazione non comportano velocità diverse della linea. In entrambi i casi sono macellati in media da 28 a 30 animali adulti all’ora. Per quanto riguarda i costi, i dirigenti dei macelli hanno dichiarato che elementi quali la sicurezza del personale, il benessere degli animali e l’accettabilità religiosa hanno un ruolo altrettanto importante per la scelta del sistema di immobilizzazione.

LE COMUNITÀ RELIGIOSE Per i rappresentanti della comunità ebraica la posizione capovolta è risultata sempre l’opzione

IL COMMERCIO DI CARNI HALAL E KOSHER a Commissione Europea non ha a disposizione dati ufficiali sul commercio di carne halal (in arabo: “lecito”) e kosher (in ebraico “conforme alla Torah”) nell’Unione. Sulla scorta di dati Eurostat del periodo 2009-2013, le esportazioni di carni bovine dall’UE nei paesi musulmani del Mediterraneo e in Israele sono state molto modeste (meno di 15 000 tonnellate di equivalente peso carcassa) rispetto al totale delle esportazioni verso paesi terzi (fino a 400 000 tonnellate all’anno). Esse variano inoltre in misura considerevole da un anno all’altro. Le esportazioni dell’UE nel Medio Oriente sono notevolmente aumentate negli ultimi anni, ma rimangono ad un livello basso. In Italia la cucina halal e quella kosher stanno conquistando sempre più consumatori, anche non osservanti, una tendenza che non poteva sfuggire all’industria alimentare impegnata a

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conquistare la fiducia di nuovi, potenziali clienti: da Agnesi a Barilla, da Buitoni a De Cecco: queste aziende sono tutte certificate kosher. Il ‘fenomeno’ del cibo halal e kosher cresce a ritmo costante. Il suo volume d’affari supera i 3,6 miliardi di euro per una crescita del 12% all’anno. Il comparto si è impegnato a garantire una certificazione uniforme e affidabile, grazie alla costituzione di organi ed enti di certificazione. Citiamo ad esempio, Halal Italy, l’unico organismo italiano aderente all’Ihi (International halal integrity alliance), l’Orthodox Union, l’organizzazione mondiale maggiormente rappresentativa in termini di certificazione Kosher, e l’Italy Kosher Union. Uno scenario che, anche dopo EXPO, mantiene la sua attualità e un potenziale professionale di tutta rilevanza anche per la professione veterinaria che cambia.


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4 Sicurezza alimentare Cibo etnico

La sicurezza alimentare nel contesto sociologico

preferita. Per i rappresentanti delle comunità musulmane, l’uso di dispositivi rotanti è spesso preferito, ma la posizione eretta è considerata accettabile se correttamente adattata e se il personale che gestisce il sistema dispone di esperienza. A giudizio di entrambe le comunità il dispositivo di blocco della testa, quale che sia la posizione dei bovini, costituisce un motivo di preoccupazione in termini di benessere, efficienza e modalità del dissanguamento.

LA SICUREZZA Per quanto riguarda le condizioni di lavoro non si è potuto effettuare alcun confronto tra i due sistemi di immobilizzazione a causa del numero limitato di risposte da parte del personale che lavora con sistemi di immobilizzazione verticale. I principali rischi in termini di sicurezza del lavoro riguardano eventuali movimenti imprevisti degli animali dopo il disinserimento del dispositivo di immobilizzazione e durante il sollevamento.

Cibo etnico in tavola anche dopo EXPO

VIETARE LA MACELLAZIONE RITUALE?

CONCLUSIONI Entrambi i sistemi presentano vantaggi e svantaggi. Il sistema verticale è stato in passato ritenuto più idoneo in termini di benessere degli animali in quanto esso non colloca l’animale in una posizione innaturale. I dati raccolti su più di un migliaio di animali nell’UE dimostrano che, dal punto di vista del benessere degli animali, non si possono trarre conclusioni definitive da cui risulti che un sistema sia migliore rispetto all’altro. Data la varietà delle situazioni riscontrate nei macelli, i risultati in termini di benessere degli animali dipendono in maggior misura dal modo in cui i dispositivi sono progettati e utilizzati che dalla posizione degli animali (eretta o capovolta). Lo stesso vale per la sicurezza degli operatori o la produttività della linea di macellazione. Gli investimenti e le spese di esercizio sono nettamente più elevati per i sistemi di immobilizzazione rotanti che per quelli verticali. I primi sono tuttavia ampiamente utilizzati nell’UE (80% dei bovini macellati senza stordimento). La grande maggioranza dei sistemi di immobilizzazione rotanti utilizzati nell’UE è di progettazione recente. Le informazioni sulle migliori pratiche e la formazione al corretto utilizzo di tali sistemi di immobilizzazione contribuiscono a migliorare il benessere degli animali, indipendentemente dal sistema di immobilizzazione uti-

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a richiesta, non infrequente, di vietare la macellazione rituale è già stata respinta dal Governo italiano e bocciata dall’Aula di Montecitorio. Sugli aspetti bioetici si è pronunciato anche il Comitato di Bioetica della Presidenza del Consiglio dei Ministri con un documento sui rapporti fra religione e benessere animale, escludendo l’opzione del divieto. Infine lo scenario europeo: l’articolo 13 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea prescrive che si tenga pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali nel contesto di certe politiche unionali, rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale. “Tale disposizione si applica all’UE e agli Stati membri, ma di per sé non conferisce diritti specifici agli animali". Parola della Commissione Europea.

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lizzato. Lo studio Borest fornisce una panoramica al riguardo. ■

l consumatore di cibo etnico in Italia è soprattutto donna, lavoratrice, sopra i 35 anni, con figli, residente al nord, con un livello di istruzione medio-alto. Sono infatti le donne (52,5%) ad amare l’etnico più degli uomini (47,5%). Lo rivela uno studio realizzato dall’Osservatorio dell’IZS delle Venezie nell’ambito del progetto di ricerca “Ristorazione etnica e sicurezza alimentare: problematiche microbiologiche, reazioni avverse, frodi e percezione del rischio da parte del consumatore finale” finanziato dal Ministero della Salute. Conoscere queste dinamiche è importante non solo per fotografare un fenomeno sociale ma soprattutto per collocare il tema della sicurezza alimentare in una cornice sociologica. L’indagine, infatti, è parte di una ricerca più ampia che ha l’obiettivo di conoscere la percezione del rischio da parte dei consumatori e di verificare i requisiti igienico-sanitari nel settore della ristorazione etnica. I dati, raccolti da un campione di 1.317 intervistati, mostrano che il consumo di cibo etnico è piuttosto diffuso. L’etnico piace e la tendenza è in crescita; gli italiani preferiscono soprattutto la cucina araba, cinese e giapponese. L’imprenditoria straniera della ristorazione conta in Italia quasi 50.000 ristoranti etnici (dati Fondazione Leone Moressa, 2012) e il numero sembra destinato a crescere.

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PERCHÉ Con un costo relativamente contenuto, il piatto etnico è anche un valido diversivo “anti-crisi” alla portata di tutti, considerando che più della metà del campione arriva a fine mese con qualche difficoltà (51,4%). Le motivazioni per cui si mangia etnico sono infatti diverse: sicuramente per mangiare qualcosa di diverso (51,4%), ma anche per ragioni culturali (31,1%) ed economiche (7,4%). Come si viene invece a contatto con la cucina etnica?

Principalmente tramite famigliari e amici (50,4%) o da viaggi in paesi stranieri (24,5%). In conclusione, la fotografia mostra che l’accettazione e la diffusione di nuove abitudini alimentari fra la popolazione italiana dipende da una crescente disponibilità di ristoranti e negozi etnici. Esistono tuttavia altri fattori che richiedono opportuni approfondimenti che possono influenzare le scelte alimentari, come gli scambi turistici con paesi stranieri, le richieste di consumatori sempre più esigenti in fatto di varietà degli alimenti, l’atteggiamento esplorativo e ludico nei confronti del cibo, in particolare per alcune fasce di popolazione come i più giovani.

QUANTO L’84,7% degli intervistati ha dichiarato di aver mangiato cibo etnico almeno una volta, contro il 15,3% che non lo ha mai provato. L’etnico piace e la tendenza è in crescita. Il 57,5% ha aumentato il consumo negli ultimi cinque anni, mentre per il 31,7% è rimasto lo stesso e per il 10,8% è diminuito. Circa uno su tre mangia etnico qualche volta al mese (29,5%), la maggior parte qualche volta all’anno (45,1%).

DOVE E COSA L’etnico non si mangia solo fuori casa, una delle ultime tendenze è di prepararlo direttamente fra le mura domestiche. Il 75% dichiara di acquistare prodotti alimentari etnici, e lo fa soprattutto in supermercati della grande distribuzione (48,3%) o in piccoli negozi alimentari gestiti da stranieri (17,2%). Quali prodotti si comprano di più? Quelli della cucina cinese o giapponese (38,8%), seguiti dalla messicana/latino-americana (25,7%), araba/mediorientale (14,2%), del sud-est asiatico (10,6%) e infine africana (5,4%). A casa si cucinano soprattutto cous cous, riso cantonese e sushi. ■


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In collaborazione con:

AIVEMP Associazione Italiana Veterinaria di Medicina Pubblica

Con il patrocinio di:

FNOVI Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani

FEDERAZIONE REGIONALE DEGLI ORDINI DEI MEDICI VETERINARI DELLA LOMBARDIA

ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DELLA PROVINCIA DI CREMONA

RESPONSABILE CONGRESSUALE SIVAR - PAOLA ORIOLI - Tel. 0372 40.35.39 - Email: info@sivarnet.it www.sivarnet.it - www.sivarcongress.it


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6 Legale Sentenze

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Abuso di professione in medicina non convenzionale

Corretta la radiazione per un reato già punito

Per accertare il reato non si guarda al metodo scientifico ma alla natura dell’attività svolta

Giusto il doppio giudizio: professionista sanzionabile dalla Legge e dall’Ordine

è il metodo scientifico adoperato, ma la natura dell’attività svolta».

nale ma il ricorso era stato respinto. Con l’appello, però, proponeva una questione nuova lamentando che il provvedimento disciplinare violava il suo diritto a non essere giudicato o punito due volte.

L’ATTIVITÀ MEDICA

ondannato in appello per esercizio abusivo della professione ai sensi dell’articolo 348 del Codice penale: il naturopata pagherà 300 euro di multa. La Cassazione ha respinto il ricorso e confermato la pena con la sentenza n. 8885/2016, depositata il 3 marzo dalla sesta sezione penale. Non ci sono ragioni che tengano: il naturopata che effettua diagnosi, prescrive medicinali e cure senza essere in possesso della laurea in medicina commette esercizio abusivo della professione. La sentenza è particolarmente rilevante in quanto smonta la tesi della difesa (basata sul riconoscimento legale del naturopata e sulla relativa disciplina) per spostare il focus giuridico dalla scienza medica su chi la esercita. Non c’è dunque distinguo fra medicina tradizionale e non convenzionale: ai fini dell’accertamento del reato conta il possesso dell’abilitazione di Stato. Una sostanziale vittoria delle professioni sanitarie ordinistiche nei confronti delle “non regolamentate”.

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I FATTI Secondo l’accusa, l’imputato in un centro di omeopatia, di cui era socio, esercitava abusivamente la professione medica, vistando i pazienti, effettuando diagnosi e suggerendo loro le cure, tramite farmaci omeopatici che, a volte, vendeva direttamente. L’imputato si difendeva sostenendo di aver esercitato lecitamente l’attività di naturopata riconosciuta dalla legge, ma, ad avviso del collegio, l’approccio è del tutto errato. Ciò che rileva ai fini dell’accertamento del reato di esercizio abusivo della professione medica «non

Ciò che caratterizza l’attività medica, per la quale è necessaria una specifica laurea e una specifica abilitazione, «è la diagnosi, cioè l’individuazione di un’alterazione organica o di un disturbo funzionale, la profilassi, ossia la prevenzione della malattia, e la cura, l’indicazione dei rimedi diretti ad eliminare le patologie riscontrate ovvero a ridurne gli effetti».

TRADIZIONALI O MENO Non ha nemmeno rilievo la circostanza che «queste tre componenti della professione medica siano effettuate in base a tecniche o metodi non tradizionali, come quelli omeopatici o naturopati, in quanto ciò che rileva è che siano poste in essere da soggetti che non hanno conseguito la prescritta abilitazione medica». Il punto - secondo le indicazioni della sesta sezione - è che va riconosciuta la possibilità del libero svolgimento di un’attività come quella del naturopata, tuttavia, «tali attività non possono mai sostanziarsi in atti tipici della professione medica». In buona sostanza, il soggetto privo dell’abilitazione medica può svolgere queste attività, «purché non esegua diagnosi di malattie, non prescriva rimedi terapeutici e non somministri farmaci, perché in questo caso la sola circostanza che si tratti di metodiche alternative, pur se riconosciute dalla legge, non consente di ritenere lecito l’esercizio di un’attività corrispondente a quella medica da parte di chi non ha le competenze tecnico-scientifiche formalmente asseverate a seguito del conseguimento dell’abilitazione».

L’avvenuta prestazione professionale non genera automaticamente il diritto al pagamento della parcella

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a radiazione dall’albo per un reato già punito in sede penale non viola il «ne bis in idem». L’ha stabilito la Corte d’Appello di Napoli. La sanzione disciplinare della radiazione dall’albo, comminata ad un professionista già condannato dal giudice penale, non viola il divieto del doppio giudizio e della doppia punizione per lo stesso fatto, sancito dall’articolo 4 del protocollo 7 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Lo ha stabilito la Corte di appello di Napoli con la sentenza del 18 gennaio scorso. La sentenza mette un punto fermo sul significato del provvedimento disciplinare proprio dell’Ordine professionale, che è del tutto diverso da quello di una condanna penale.

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IL CASO Uno psicologo aveva patteggiato una pena per il reato di violenza sessuale in danno di una sua paziente e sulla base di questa sentenza il suo ordine professionale aveva avviato un procedimento disciplinare conclusosi con la decisione di radiarlo dall’albo. Lo psicologo aveva allora impugnato la delibera di irrogazione della sanzione disciplinare dinanzi al Tribu-

INTERESSI SPECIFICI Secondo i giudici napoletani, la radiazione disposta da un Ordine professionale tutela interessi specifici di una formazione sociale ristretta, quale quella dei pazienti degli psicologi appartenenti all’Ordine, e non tutela beni della collettività. Quindi, prima di invocare la Corte europea, bisogna tenere conto della natura sostanziale dell’illecito commesso e in particolare se la condotta viola una norma che protegge il funzionamento di una determinata formazione sociale. È il caso del professionista legittimamente radiato dall’Ordine: la sanzione disciplinare non ha funzione repressiva ma inibitoria, di protezione dei clienti del professionista e del prestigio della professione. Pertanto, la radiazione non va considerata come una doppia sanzione penale per lo stesso illecito. ■

LA MASSIMA “Il naturopata che effettua diagnosi, prescrive medicinali e cure senza essere in possesso della laurea in medicina commette esercizio abusivo della professione. Ciò che rileva ai fini dell’accertamento del reato di esercizio abusivo della professione medica non è il metodo scientifico adoperato, ma la natura dell’attività svolta”. ■

Per vantare un compenso bisogna dimostrare l’incarico del cliente l libero professionista ha l’onere di provare di aver ricevuto l’incarico da parte di un cliente perché altrimenti non può rivendicare alcun compenso. A confermarlo è la sentenza 9200/15 del Tribunale di Napoli, con oggetto compensi professionali. A proporre il ricorso era stato un ingegnere che aveva lavorato nel campo degli appalti pubblici. Al termine del periodo di collaborazione, definito da un contratto scritto, il professionista sosteneva di

I DIRITTI DELL’UOMO Il professionista richiamava in suo favore una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 4 marzo 2014, riguardante il divieto di un secondo giudizio sui medesimi fatti: in quanto già destinatario della sanzione di due anni di reclusione, il professionista lamentava che la radiazione, fondata sulla stessa vicenda, non potesse essere irrogata. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo permette infatti agli Stati di mantenere e stabilire una distinzione tra diritto penale e diritto disciplinare.

aver continuato a prestare consulenza per l’azienda che aveva ottenuto l’appalto, allo scopo di aggiudicarsene altri, nel contesto di un rapporto tacito e dunque non scritto, e per questo rivendicava il pagamento della parcella. L’azienda però negava l’esistenza di qualsiasi tipo di rapporto contrattuale: il professionista prestava la propria consulenza di propria iniziativa e per suoi interessi. Il giudice ha ricordato che per la giurisprudenza consolidata «il rapporto di

prestazione d’opera professionale, ex articolo 2222 Cc e seguenti, la cui esecuzione sia dedotta dal professionista come titolo del diritto al compenso, postula l’avvenuto conferimento del relativo incarico in qualsiasi forma idonea a manifestare inequivocabilmente la volontà di avvalersi della sua attività e della sua opera da parte del cliente convenuto per il pagamento di detto compenso». Cosa che nella fattispecie non è avvenuta, anzi a precisa domanda lo stesso professionista negava l’esistenza di un incarico formale. Il giudice riprende poi un principio indicato dalla Suprema corte, secondo il quale è sul professionista che grava la prova dell’avvenuto conferimento dell’incarico, dell’esistenza e dell’entità del credito, quando il diritto al compenso è contestato dal convenuto. Prova che, nel caso in questione, non è stata ritenuta sufficiente dal tribunale. Decisivo, poi, è considerato l’elemento del contratto scritto, terminato per mezzo di una revoca formale, intercorso in precedenza tra le parti. Tale circostanza, secondo l’orientamento della Suprema corte, rende «difficilmente configurabile la conclusione in forma orale di un successivo contratto tra le stesse parti». Per questi motivi il giudice ha rigettato le istan-

ze dell’ingegnere.

LA MASSIMA “Presupposto essenziale ed imprescindibile dell'esistenza di un rapporto di prestazione d'opera professionale, la cui esecuzione sia dedotta dal professionista come titolo del suo diritto al compenso, è l'avvenuto conferimento del relativo incarico, in qualsiasi forma idonea a manifestare, chiaramente ed inequivocabilmente, la volontà di avvalersi della sua attività e della sua opera, da parte del cliente convenuto per il pagamento di detto compenso; la prova dell'avvenuto conferimento dell'incarico, quando il diritto al compenso sia dal convenuto contestato sotto il profilo della mancata instaurazione di un simile rapporto, grava sull'attore”. ■


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8 Dalle Associazioni SIVE

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È iniziata la stagione di monta equina Il rispetto dei regolamenti e degli obblighi è una forma di tutela degli ippiatri di VIVIANA CARACCIOLO DI BRIENZA Consigliere SIVE a stagione di monta equina per il 2016 è da poco incominciata, è quindi utile ricordare a tutti i medici veterinari occupati nel settore che l’attività connessa alla fecondazione è regolamentata dal Decreto n. 403 del 19 luglio 2000 adottato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali in concerto con il Ministro della Sanità come nuovo regolamento di esecuzione della legge del 15 gennaio 1991 n. 30 concernente la disciplina della riproduzione animale. Il suddetto decreto definisce nei dettagli le tipologie di autorizzazioni, i requisiti e gli obblighi che gli operatori del settore devono rispettare per la monta naturale privata e pubblica, per l’inseminazione artificiale, per l’embrio-transfer e per la produzione di embrioni. In particolare si ricorda che, chiunque intenda gestire una pubblica stazione d’inseminazione artificiale equina con materiale refrigerato o congelato prodotto da centri autorizzati, deve munirsi di apposita autorizzazione rilasciata dalla regione competente per territorio. I requisiti richiesti ai fini dell’autorizzazione come pubblica stazione d’inseminazione sono equivalenti nel caso si faccia uso di materiale refrigerato e/o congelato. Gli impianti adibiti alla produzione e distribuzione di materiale seminale per l’inseminazione artificiale si distinguono in: • centri di produzione dello sperma che provvedono alla raccolta, preparazione, controllo, confezione, conservazione e distribuzione del materiale seminale. Anche in questo caso i requisiti richiesti per l’autorizzazione sono gli stessi sia in caso di materiale refrigerato sia congelato; • recapiti che provvedono alla conservazione e ridistribuzione del materiale seminale e degli embrioni congelati forniti dai rispettivi centri di produzione, ai quali sono collegati anche ai fini della responsabilità circa l’impiego del seme e degli embrioni. Tra gli obblighi dei centri di produzione dello sperma, definiti dall’art. 13 del suddetto decreto, sussiste quello di rilasciare per ciascuna partita di materiale seminale PRODOTTO O IMPORTATO, a richiesta degli acquirenti, un certificato attestante, oltre ai dati identificativi della partita medesima, le caratteristiche qualitative rilevate secondo quanto previsto dall’art. 37 comma 1: I centri di produzione dello sperma provvedono ad effettuare analisi di qualità per ogni partita di materiale seminale prodotto, introdotto o importato, con riferimento, dopo scongelamento, almeno ai seguenti parametri: concentrazione totale, percentuale di motilità progressiva degli spermatozoi e numero di spermatozoi progressivamente mobili. Gli esiti di dette analisi sono mantenuti in appositi archivi per dieci anni. Tra gli obblighi dei recapiti vi è quello di detenere e distribuire materiale seminale ed embrioni provenienti esclusivamente dai centri nazionali di produzione dello sperma con cui sono collegati. Il passaggio di materiale seminale o di embrioni tra recapiti è consentito solo se entrambi i recapiti risultano formalmente collegati con il centro di produzione nazionale di origine del materiale riproduttivo scambiato.

della preparazione • inseminazione entro le 12 ore dal prelievo • mantenimento delle condizioni di conservazione • spermatozoi dotati di motilità progressiva al momento dell’inseminazione non inferiore al 35%.

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Diluito/trasportato Dose di seme: minimo 600 milioni di spermatozoi dotati di motilità progressiva al momento della preparazione • volume massimo 40 cc (diluizione 1:2) • inseminazione 24-36 dopo il prelievo • mantenimento delle condizioni di conservazione • spermatozoi dotati di motilità progressiva al momento dell’inseminazione non inferiore al 35%.

SEME CONGELATO Volume della dose: dipende dal metodo di congelamento. Dose di seme: minimo 35% di spermatozoi con motilità progressiva post scongelamento. Minimo 250 milioni di spermatozoi con motilità progressiva per dose inseminante valutata post scongelamento. La WBFSH raccomanda, infine, la spedizione di almeno tre dosi inseminanti per fattrice. ■

HERPES VIRUS (EHV1) a SIVE ricorda che alcuni problemi nella produzione dell’antigene nei laboratori europei stanno rendendo difficile per tutti gli ippiatri l’approvvigionamento del vaccino contro la rinopolmonite equina e per la prevenzione dell’aborto nella cavalla. Le difficoltà di reperimento del prodotto (immunologico/vaccino virale inattivato) si protraggono ormai da mesi e travalicano i confini nazionali. Le scorte si stanno esaurendo in tutta Europa e l’industria farmaceutica, contattata da ANMVI al riguardo, fa sapere di essere impegnata ad assicurare il ripristino della regolare disponibilità a partire da aprilemaggio, a procedura produttiva e di validazione ultimata. La Rinopolmonite equina, malattia infettiva da Herpes virus (EHV1), rappresenta un problema rilevante sotto il profilo sanitario e della tutela del patrimonio equino. Quanto all’approvvigionamento all’estero - tenuto conto che la disponibilità del prodotto è un problema di scala internazionale - l’acquisto è consentito al Medico Veterinario prescrittore, senza che sia richiesta alcuna autorizzazione ministeriale. Una nota del Ministero della Salute - a suo tempo diffusa per un problema analogo sollevato da SIVE - aveva precisato che, nei casi che rivestano l’eccezionalità prevista dagli articoli 10 e 11 del DLgs 193/06, acquistando da canali esteri autorizzati alla vendita del farmaco veterinario e mantenendo traccia della documentazione relativa all’acquisto, il Veterinario può acquistare personalmente il farmaco, senza chiedere alcuna autorizzazione. Al di fuori dei canali tracciati l’approvvigionamento è illecito e il medicinale non può ritenersi garantito sotto il profilo della sicurezza e dell’efficacia.

L I veterinari che intendono esercitare l’inseminazione artificiale devono essere iscritti in appositi elenchi detenuti dalla regione competente che attribuirà a ciascun iscritto un codice univoco identificativo. I veterinari hanno l’obbligo di rifornirsi di materiale seminale esclusivamente presso le strutture autorizzate e certificare l’intervento d’inseminazione artificiale su appositi moduli forniti dalle regioni. Ciascuna dose di materiale seminale deve essere usata per una sola fattrice. È vietata la suddivisione delle singole dosi ed il conseguente utilizzo per più di una fecondazione. L’allevatore può detenere nella propria azienda materiale seminale esclusivamente per l’inseminazione delle fattrici del proprio allevamento. Detto materiale seminale deve essere accompagnato dal documento di trasporto rilasciato dal recapito. Responsabile della certificazione e della registrazione dei dati è (art. 33 comma 2 a,b,c,d) a) il veterinario o l’operatore pratico che ha eseguito l’intervento nel caso dell’inseminazione artificiale; b) il veterinario in caso di impianto embrionale; c) il gestore della stazione in caso di monta naturale pubblica; d) l’allevatore solo nel caso della monta naturale privata. Si ricorda, inoltre, che in merito all’importazione di materiale da riproduzione (capo VII art. 40) i centri di produzione nazionali devono conservare, anche per conto terzi, il materiale se-

minale congelato e gli embrioni congelati di origine o provenienza dell’Unione europea o da paesi terzi dal momento dell’arrivo in Italia e per il tempo necessario all’effettuazione degli accertamenti qualitativi di cui all’art. 37. Di tali accertamenti gli stessi centri sono responsabili. Il materiale seminale può essere importato solo da centri di produzione approvati dal Ministero come centri riconosciuti dall’Unione Europea e solo se proveniente da centri approvati dall’Unione Europea. Al fine di tutelare e migliorare la qualità del lavoro di tutte le categorie operanti nel settore ricordiamo, inoltre, che esistono degli standard riguardanti il seme equino indicati dalla World Breeding Federation of Sport Horse WBFSH, che non rappresenta un organo legislativo ma ha la finalità di essere di aiuto agli allevatori e a tutta l’industria dell’allevamento, e, pertanto, può essere d’aiuto ai veterinari per supportare e tutelare i propri clienti e la propria professionalità http://www.wbfsh.org/GB/Other%20activities/Semen%20standards.aspx WBFSH definisce gli standard minimi del seme per l’inseminazione artificiale come segue:

SEME FRESCO Minimo 300 milioni di spermatozoi dotati di motilità progressiva.

SEME REFRIGERATO Diluito/fresco. Dose di seme: minimo 300 milioni di spermatozoi dotati di motilità progressiva al momento


COMUNICARE IN MODO EFFICACE CON I SOCIAL MEDIA Domenica 17 Aprile 2016 Palazzo Trecchi (Cremona) h. 10.00 - 17.00

RELATORE: DOTT. CLAUDIO GAGLIARDINI

ANMVI ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

SEIDIGITALE•COM

CORSO TEORICO-PRATICO DI 6 ORE NUMERO CHIUSO: 40 POSTI

«I MERCATI SONO CONVERSAZIONI» COME UTILIZZARE I SOCIAL IN MODO STRATEGICO


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Leasing per l’abitazione principale La Legge di Stabilità ha introdotto nuove norme per i contratti di locazione finanziaria di GIOVANNI STASSI Dottore Commercialista, Torino Consulente fiscale ANMVI commi da 76 a 84 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2016 (L 28.12.2015 n. 208) disciplinano la locazione finanziaria di immobili da adibire ad abitazione principale.

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In particolare le nuove norme stabiliscono che con il contratto di locazione finanziaria, la società di leasing (concedente) si obbliga ad acquistare o far costruire l’immobile su scelta e indicazione del soggetto utilizzatore, e a metterlo a sua disposizione per un dato tempo a fronte di un corrispettivo che terrà conto della durata del contratto e del prezzo di acquisto (o di costruzione) e che, alla scadenza del contratto, l’utilizzatore ha la facoltà di acquistare la proprietà del bene ad un prezzo prestabilito. Le norme stabiliscono quindi particolari agevolazioni per i soggetti utilizzatori.

SOGGETTI INTERESSATI Nessun requisito particolare è richiesto per gli acquirenti al di fuori dal fatto che essi devono essere persone fisiche.

AGEVOLAZIONE FISCALE Il comma 82 modifica l’art. 15 del TUIR, introducendo una nuova detrazione per coloro che acquistano un immobile da destinare ad abitazione principale attraverso un contratto di locazione finanziaria. L’agevolazione, che consiste in una detrazione del 19% del costo che sostiene l’utilizzatore, può essere usufruita da tutti coloro che stipulano il contratto di leasing tra il 1° gennaio 2016 ed il 31 dicembre 2020. Condizioni per beneficiare dell’agevolazione Per poter beneficiare dell’agevolazione l’immobile acquisito tramite locazione finanziaria: • deve essere adibito ad abitazione principale entro un anno dalla consegna; • può riguardare anche immobili da costruire. La detrazione in ogni caso spetta alle medesime condizioni previste per la detrazione degli interessi passivi sui mutui contratti per l’acquisto dell’abitazione principale, di cui all’art. 15 co. 1 lettera b) del TUIR. Soggetti beneficiari della detrazione Possono beneficiare dell’agevolazione i soggetti IRPEF (persone fisiche) che: • hanno un reddito complessivo non superiore ad euro 55.000 al momento della stipula del contratto di locazione finanziaria; • non sono titolari di diritti di proprietà su altri immobili a destinazione abitativa. Misura dell’agevolazione La misura dell’agevolazione è diversa a seconda che gli utilizzatori al momento della stipula del contratto di leasing abbiano un’età inferiore o superiore a 35 anni.

SOGGETTI BENEFICIARI DI ETÀ UGUALE O SUPERIORE A 35 ANNI Per tali soggetti la detrazione IRPEF del 19% spetta: • per un importo non superiore a 4.000,00 euro per i canoni ed i relativi oneri accessori del leasing (nella stessa misura quindi della detrazione sugli interessi passivi dei mutui contratti per acquisto di abitazione principale);

• per un importo non superiore a 10.000,00 euro per il costo di acquisto dell’immobile a fronte dell’esercizio dell’opzione finale di acquisto.

SOGGETTI BENEFICIARI DI ETÀ INFERIORE A 35 ANNI Per i soggetti di età inferiore a 35 anni la detrazione IRPEF del 19% spetta: • per un importo non superiore a 8.000,00 euro per i canoni ed i relativi oneri accessori del leasing (in misura doppia rispetto alla detrazione sugli interessi passivi dei mutui contratti per acquisto di abitazione principale); • per un importo non superiore a 20.000,00 euro per il costo di acquisto dell’immobile a fronte dell’esercizio dell’opzione finale di acquisto.

• del prezzo pattuito per l’esercizio dell’opzione finale di acquisto. Viene anche stabilito dalla norma che l’eventuale differenza negativa deve essere corrisposta dall’utilizzatore al concedente.

CONVENIENZA DEL LEASING RISPETTO AL MUTUO Come già osservato sopra, la detrazione per leasing abitativo si calcola sui canoni corrisposti, quella sui mutui si calcola solo sugli interessi passivi. La convenienza è palese per i contratti di leasing stipulati da giovani che al momento della stipula hanno un’età inferiore ai 35 anni. Essi infatti possono, sin dal primo anno, godere di una detrazione del 19% su un importo massimo di 8.000 euro (anziché 4.000 per mu-

tui) e potranno godere anche della detrazione del 19% sull’importo del riscatto (con limite massimo di 20.000 euro). Per quanto riguarda i soggetti di età uguale o superiore a 35 anni la convenienza dipende dall’entità del mutuo. La convenienza del leasing aumenta al diminuire dell’entità del mutuo (non consideriamo la detrazione sul prezzo di riscatto al termine del leasing). Ad esempio, ipotizzando un mutuo al tasso del 5% per 20 anni con rate semestrali si avrebbe: • per un mutuo di euro 300.000 il leasing è conveniente a partire dal 18° anno; • per un mutuo di euro 200.000 il leasing è conveniente a partire dal 15° anno; • per un mutuo di euro 100.000 il leasing è conveniente a partire dal 7° anno. ■

SOSPENSIONE DAL PAGAMENTO DEI CANONI DI LEASING Viene riconosciuta all’utilizzatore la facoltà di richiedere al concedente, la sospensione del pagamento dei canoni periodici dovuti, con determinati limiti e condizioni. Il beneficio della sospensione può essere richiesto per non più di una volta e per un periodo massimo complessivo non superiore a 12 mesi nel corso dell’esecuzione del contratto di leasing. In tal caso, la durata del contratto è prorogata di un periodo eguale alla durata della sospensione. La richiesta di sospensione non comporta l’applicazione di alcuna commissione o spesa e può essere presentata senza richiesta di garanzie aggiuntive. Per poter usufruire di tale beneficio è necessario (comma 79) che ricorra almeno uno dei seguenti eventi: a) cessazione del rapporto di lavoro subordinato, ad eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di risoluzione per limiti di età con diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità, di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, di dimissioni del lavoratore non per giusta causa; b) cessazione dei rapporti di lavoro parasubordinato (collaborazioni coordinate e continuative), ad eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di recesso da parte del datore di lavoro per giusta causa, di recesso del lavoratore non per giusta causa. Al termine della sospensione, il pagamento dei corrispettivi periodici riprenderà secondo gli importi e con la periodicità originariamente prevista dal contratto. Nel caso in cui l’utilizzatore, una volta decorso il termine di sospensione, non riprenda a corrispondere i canoni, la nuova norma prevede che si applichino le disposizioni relative alla risoluzione per inadempimento dell’utilizzatore.

RISOLUZIONE PER INADEMPIMENTO DELL’UTILIZZATORE Nel caso di risoluzione del contratto per inadempimento dell’utilizzatore, il concedente ha diritto alla restituzione dell’immobile ed è, allo stesso tempo, tenuto alla corresponsione, a favore, dell’utilizzatore, di quanto ricavato dalla vendita o da altra allocazione del bene immobile, avvenute a valori di mercato, dedotta la somma: • dei canoni scaduti e non pagati fino alla data della risoluzione; • dei canoni a scadere attualizzati;

730 PRECOMPILATO, COSA È CAMBIATO? e spese per le cure veterinarie sostenute nel 2015 “non rientrano nella novità del 730 precompilato, ma continuano ad essere presentabili ai fini del rimborso fiscale”. Lo precisa Marco Melosi, Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI): “Le istituzioni preposte e i media - aggiunge Melosi - non stanno ricordando abbastanza che il Fisco riconosce un vantaggio fiscale a milioni di proprietari. Nel prendersi cura della salute dei loro animali, i proprietari compiono un gesto di sanità pubblica per il Paese: basti pensare all’importanza della prevenzione veterinaria contro le malattie trasmissibili”. “Purtroppo, il beneficio fiscale che se ne ricava è del tutto inadeguato all’importanza che gli animali da compagnia hanno per il 50% delle famiglie italiane. E c’è persino chi minaccia di levarlo del tutto. Colpa di un Fisco pesante e di politiche ‘animal friendly’ fatte più di parole che di fatti - conclude il Presidente ANMVI nel suo comunicato stampa. Le spese veterinarie non rientrano nel Sistema Tessera Sanitaria e quindi non saranno automaticamente presenti nel 730 precompilato. I contribuenti possono presentare la documentazione di spesa per detrarre dall’Irpef il 19% fino all’importo di 387,34 euro e limitatamente alla somma che eccede i 129,11 euro, per gli animali detenuti legalmente a scopo di

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compagnia o per la pratica sportiva (quindi, cani, gatti, volatili in gabbia e cavalli da corsa). In pratica, la detrazione può consentire al massimo un risparmio d’imposta di 49,06 euro. Attenzione: Il beneficio fiscale non spetta per gli animali destinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare, per gli animali allevati o detenuti nell’esercizio di attività agricole o commerciali, per quelli utilizzati per attività illecite o detenuti in casa illegalmente. I medicinali veterinari, invece, rientrano nel 730 precompilato. Sarà il Farmacista a trasmettere al Sistema Tessera Sanitaria i prodotti acquistati, l’importo versato e i dati del contribuente. In tal caso non sarà più necessario conservare lo scontrino fiscale ‘parlante’. Ma anche nel caso dei medicinali veterinari il contribuente-proprietario potrà opporsi all’inserimento automatico nel 730. Come? Non comunicando alla farmacia che emette lo scontrino il proprio codice fiscale riportato sulla tessera sanitaria. In questa eventualità, la spesa dovrà essere presentata alla detrazione dal contribuente come negli anni passati. La precisazione è contenuta in una comunicazione del Ministero delle Finanze all’Ordine dei Farmacisti e in una nota dell’Agenzia delle Entrate che forniscono dettagli sul trattamento dei farmaci veterinari ai fini del 730 precompilato.


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Eventi Veterinari

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SICIV

SOCIETÀ ITALIANA ORTOPEDIA VETERINARIA

SOCIETÀ ITALIANA DI CITOLOGIA VETERINARIA

CITOLOGIA DEI TUMORI A CELLULE ROTONDE: COSA È CAMBIATO IN 15 ANNI? Cremona, 9 Aprile 2016

DI

RICERCA E INNOVAZIONE IN ORTOPEDIA VETERINARIA Cremona, 9-10 Aprile 2016 In collaborazione con EBMVET RELATORI

13.30 Sembra tondo ma non è (o sì?): gli altri tumori “a cellule rotonde” E. Lepri 14.30 Casi clinici a cura dei relatori 15.00 Rassegna stampa 15.30 Casi clinici a cura dei soci SICIV 16.00 Consegna degli attestati di partecipazione e chiusura dei lavori SEDE DELL’EVENTO Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 26100 Cremona (CR) RELATORI Giuliano Bettini, Med Vet, Bologna Elvio Lepri, Med Vet, Dr Ric, Dipl ECVP, Perugia Carlo Masserdotti, Med Vet, Dipl ECVCP, Brescia Laura Pintore, Med Vet, Dr Ric, Bologna PROGRAMMA SCIENTIFICO 08.30 Registrazione dei partecipanti 09.00 Mastocitoma: quale ruolo per la citologia? - G. Bettini 10.00 Malattie istiocitarie - C. Masserdotti 11.00 Pausa 11.30 Linfomi: un nome solo per tante malattie - L. Pintore 12.30 Pausa pranzo

ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SICIV in regola con l’iscrizione 2016. NON è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. QUOTE DI PARTECIPAZIONE (COMPRENSIVE DI IVA 22%) • Soci SICIV 2016: GRATUITO • Soci SCIVAC: € 90,00 • Non soci: € 180,00 INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 403558 E-mail: socspec@scivac.it

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Matthew Allen, Vet MB, PhD, Professor of Small Animal Surgery, University of Cambridge (UK) Nicola Di Girolamo, Med Vet, GPCert(ExAP), MSc (Evidence-Based Health Care), Roma Antonio Pozzi, DVM, MS, Dipl ACVS, Zurigo (CH)

PROGRAMMA PRELIMINARE 1. Come condurre una ricerca clinica con la nostra casistica – ipotesi e obiettivi – progetto dello studio – analisi statistica – scrivere una pubblicazione e presentare una ricerca 2. Ricerca e innovazione: la medicina translazionale (quando i medici veterinari aiutano i medici umani) 3. Innovazione e sicurezza per i nostri pazienti: comprendere le informazioni sulla sicurezza e sull’efficacia 4. Quali sono le novità in ortopedia veterinaria - M. Allen – protesi articolari dedicate – dispositivi percutanei (ITAP) – sistemi di navigazione chirurgica – maschere guida dedicate 5. Come valutare un articolo che descrive l’efficacia di un trattamento ortopedico N. Di Girolamo Buon Compleanno SIOVET e Pausa pranzo 6. Quali sono le novità in ortopedia veterinaria - A. Pozzi

7. 8. 9. 10.

– stabilizzazione artroscopia della spalla – TPLO – maschere guida dedicate per osteotomie Quali sono le novità in ortopedia umana … potranno esserci molte altre cose nuove il prossimo anno Comunicazioni libere Premiazione della migliore comunicazione libera “Premio Mario Modenato”

SEDE DELL’EVENTO: Palazzo Cittanova Corso Garibaldi, 120 - 26100 Cremona (CR) ISCRIZIONE: L’incontro è gratuito per tutti i soci SIOVET in regola con l’iscrizione 2015. NON è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. QUOTE DI PARTECIPAZIONE (COMPRENSIVE DI IVA 22%) • Soci SIOVET 2015: GRATUITO • Soci SCIVAC: € 120,00 • Non soci: € 240,00 INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 403558 E-mail: socspec@scivac.it

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI

SEMINARIO REGIONALE LOMBARDIA 2016 E.E.R Exotic Emergency Room Domenica, 3 Aprile 2016

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO ASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI

In collaborazione con

In collaborazione con l’Ordine dei Medici Veterinari di Varese

RELATORE Giuseppe Visigalli, Med Vet Varedo MB OBIETTIVI Durante la giornata si affronteranno le più comuni emergenze negli animali esotici allo scopo di fornire al Medico Veterinario non esperto in esotici le nozioni di base per gestire le urgenze nello spirito del “primo non nuocere” PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Le più comuni emergenze in lagomorfi e roditori

11.00 Pausa 11.30 Le più comuni emergenze nei furetti 13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale ( nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) 13.30 Pausa 14.30 Le più comuni emergenze nei rettili 15.30 Pausa 16.00 Le più comuni emergenze nei pazienti aviari 17.00 Discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE e SCIVAC in regola con l’iscrizione 2016 e per gli iscritti all’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Varese. È richiesta la prescrizione collegandosi al sito SEDE Hotel Golf Club Le Robinie, Solbiate Olona (Uscita autostrada Busto Arsizio)

ITINERARIO FORMATIVO OVICAPRINI GESTIONE RIPRODUTTIVA NELL’ALLEVAMENTO OVINO E CAPRINO: ECOGRAFIA E ALIMENTAZIONE. IL SISTEMA SEMENTUSA 6-10 Aprile 2016 - Villasalto (Cagliari)

PATOLOGIE E DISMETABOLIE OVINE E CAPRINE: DALLA DIAGNOSI ALLE STRATEGIE DI GESTIONE E CONTROLLO 8-10 Giugno 2016 - IZS Umbria e Marche, Sezione di Perugia

PARASSITOLOGIA APPLICATA NEGLI ALLEVAMENTI OVINI E CAPRINI: DALLA DIAGNOSI IN LABORATORIO E IN CAMPO ALLE STRATEGIE DI CONTROLLO 7-9 Luglio 2016 - CREMOPAR (Eboli, SA)

SEGRETERIA SIVAE Elisa Feroldi - Palazzo Trecchi Via Trecchi 20 - 26100 Cremona Tel. 0372/40.35.00 - Fax. 0372/45.70.91 E-mail: info@sivae.it

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA

Per aggiornamenti scientifici sui temi consulta le schede disponibili su www.vetpedia.it

SIVAR: Tel. 0372 - 40.35.39 - Fax 0372 - 40.35.54 info@sivarnet.it - www.sivarnet.it Per Informazioni sugli obiettivi e finalità dei corsi e come raggiungere le sedi di svolgimento degli eventi consultare il sito www.sivarnet.it - voce “Corsi 2016”. Eventi a numero chiuso con un massimo di 15 partecipanti.


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89° Congresso SCIVAC Focus

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Citologia e istologia a confronto Il perché delle discrepanze e delle incongruenze di CARLO MASSERDOTTI DVM, Dipl ECVCP, Spec Bioch Clin IAT, Brescia algrado la citologia manifesti, su base dell’evidenza, sensibilità, specificità ed accuratezza diagnostica che la rendono un metodo valido e utile nella gestione delle malattie oncologiche, talora i rilievi provenienti dall’indagine citologica sono discrepanti con il risultato finale dell’esame istologico. Le diversità di giudizio emesse da professionisti e specialisti del settore relative all’analisi di un campione patologico possono ingenerare imbarazzi nel comportamento del clinico, soprattutto in campo oncologico, causando difficoltà nell’interpretazione, ritardi nella scelta di ulteriori approfondimenti diagnostici e di strategie terapeutiche e, in ultima analisi, un peggioramento della qualità del servizio medico fornito al paziente. Lo scopo di questa relazione è di stabilire le principali cause di queste incongruenze e di spiegarne le ragioni non tanto per pretendere di migliorare la resa dei metodi diagnostici, quanto per comprenderne i limiti e le difficoltà di applicazione.

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IL GOLDEN STANDARD Anzitutto è necessario stabilire che il termine di paragone per stabilire l’accuratezza dell’esame citologico è il risultato dell’indagine istologica condotta sulla lesione da cui il campione citologico è stato prelevato: ogni studio relativo all’efficacia del metodo citologico nella formulazione di una diagnosi, esprime percentuali di sensibilità e specificità, ossia capacità del metodo di riconoscere una malattia o di escluderne la presenza, rapportandone la valenza alla diagnosi finale emessa su base istopatologica. I valori di sensibilità e specificità esprimono una capacità di performance del metodo che difficilmente raggiunge percentuali del 100% (ossia capacità di diagnosticare correttamente ogni caso in cui sia in atto il processo patologico in esame e di escluderne la presenza ogni volta che non lo sia); conseguentemente è da tenere in preventivo che più o meno frequentemente l’analisi citologica possa non assolvere alla sua funzione di metodo diagnostico facile, rapido ed efficace; tuttavia è opinione comune che non necessariamente l’indagine istopatologica rappresenti il golden standard in ogni situazione e che essa stessa sia penalizzata da limiti intrinseci od estrinseci: esistono infatti rare occasioni nelle quali essa in realtà determina l’emissione di diagnosi incomplete o scorrette e che conseguentemente anche se la discrepanza con l’indagine citologica è autentica, in realtà la diagnosi corretta viene emessa sulla base di quest’ultimo esame.

DISCREPANZE Il confronto tra diagnosi citologica ed istologica può generare almeno tre condizioni. Concordanza completa. La diagnosi citologica è in accordo con la diagnosi istologica. Questa situazione rappresenta il trionfo del metodo citologico, che con la sua rapidità di esecuzione e i suoi costi contenuti previene la diagnosi definitiva. In campo oncologico è un esempio eloquente la diagnosi citologica di mastocitoma, per la quale l’indagine istologica non rappresenta una conferma, bensì un completamento, teso a fornire il grading della lesione e la descrizione del comportamento delle cellule neoplastiche nei

Carlo Masserdotti, si è laureato col massimo dei voti presso l’Università di Milano nel 1990. Dal 1993 si occupa di patologia clinica con particolare riferimento alla citopatologia diagnostica, curando l’aggiornamento permanente in Italia e all’estero. È autore di pubblicazioni inerenti la citopatologia e l’ematologia ed è relatore a meeting nazionali ed internazionali. Dal 1998 è istruttore e relatore al corso di Citologia organizzato dalla SCIVAC. Dal 2001 al 2004 ha ricoperto la carica di presidente della SICIV (Società Italiana di Citologia Veterinaria). Nel 2005 ha conseguito il diploma presso l’European College of Veterinary Clinical Pathology. Dal 2003 al 2006 ha ricoperto la carica di vice-presidente dell’ESVCP (European Society of Veterinary Clinical Pathology). Nel 2008 ha conseguito il diploma di specializzazione in Biochimica Clinica IAT, presso l’Università degli Studi di Brescia.

confronti dei margini di escissione. Addirittura in alcuni rari casi di mastocitoma, soprattutto se le cellule presentano scarsa differenziazione morfologica, l’esame citologico è molto più sensibile nell’individuare i caratteri diagnostici (granuli sporadici citoplasmatici) di quanto non sia l’indagine istopatologica. Concordanza parziale. La diagnosi citologica individua lo stesso processo (flogistico o neoplastico) diagnosticato dall’istologia ma non ne identifica le cause (agenti eziologici) oppure non identifica il tipo neoplastico. - Una classica concordanza parziale si verifica nella descrizione dei tumori rotondocellulari, dove la citologia è generalmente superiore nell’identificarne l’origine, grazie ad una capacità più raffinata rispetto al campione istologico, nel riconoscere i caratteri specifici delle cellule. In genere questo tipo di concordanza parziale può ottenere il raggiungimento di una concordanza completa tramite l’applicazione di tecniche di immunoistochimica, che spesso rendono giustizia alla diagnosi citologica. - In altri casi la citologia individua correttamente un processo neoplastico maligno, ma la scarsità di cellule, fenomeni di rottura o abbondanza di detrito necrotico non permettono il riconoscimento del tipo neoplastico. - Altre volte la neoplasia è evidente ma non classificabile in uno dei tipi epiteliale, mesenchi-

male o rotondocellulare, per effetto di scarsa differenziazione e per la necessità di ottenere informazioni di tipo architetturale, immunologico o ultrastrutturale che solo l’istologia permette. Assenza di concordanza. La diagnosi citologica individua un processo completamente diverso dalla diagnosi istologica. A questa condizione fanno parte anche i casi in cui la diagnosi citologica non è conclusiva, mentre quella istologica individua un processo ben definito. Le cause di questa discrepanza, problematica per la gestione clinica del paziente, sono soprattutto: - Errori nella scelta del campionamento. La diagnosi citologica ha un senso se viene condotta a carico delle cellule che determinano il processo patologico e conseguentemente è cruciale la scelta del tipo di raccolta di queste cellule. Alcuni processi patologici, benché clinicamente coinvolgenti aree anatomiche ben determinate, sono ricoperti da epitelio normale (tumori nasali ghiandolari, tumori nasali mesenchimali, tumori della parete muscolare intestinale o vescicale etc.), oppure sovrastati da fenomeni ulcerativi o flogistici (carcinoma squamocellulare, alcuni tumori annessiali epiteliali, etc.); in questi casi l’applicazione di metodi quali l’apposizione, il brushing o il prelievo con pinza bioptica possono fornire campioni di cellule superficiali, detritiche, flogistiche o di copertura e non dare alcuna informazione sul processo primario neoplastico sottostante. - Campionamento di segmenti anatomici diversi con la citologia e istologia. Alcune lesioni si collocano in sedi anatomiche localizzate ma causano processi patologici generalizzati ad aree vaste dell’organo colpito; esempio è il carcinoma bronchiale con bronchite secondaria: qualora il campionamento preliminare venga eseguito con un lavaggio alveolo-bronchiale è possibile che le cellule neoplastiche vengano occultate dalla componente infiammatoria o secretoria abbondante, mentre se viene eseguito un prelievo con pinza bioptica direttamente in sede lesionale l’indagine evidenzierà il processo neoplastico. Analogamente il campionamento con brushing o cateterismo traumatico di una proliferazione dell’epitelio transizionale può fornire cellule superficiali con aspetti reattivi o degenerativi, mentre un segmento bioptico profondo può evidenziare aspetti di atipia evidenti. Un altro esempio è rappresentato dal campionamento di un linfonodo interessato da fenomeni metastatici in fase progressiva, la cui presenza è rappresentata da cellule neoplastiche localizzate nei seni subcapsulari oppure all’interno del parenchima ma in basso numero o sotto forma di piccoli aggregati: il campionamento di strutture linfonodali interessate da questo tipo di lesione potrebbe fornire come unica evidenza quella di un’iperplasia reattiva qualora l’ago non raccolga le rare cellule neoplastiche. Un esempio ulteriore è fornito dal campionamento con pinza endoscopica della mucosa gastrointestinale, dove il carattere multifocale di alcune lesioni potrebbe fornire risultati discordanti a seconda dell’area sottoposta ad esame. - Caratteri intrinseci della lesione campionata. Esistono lesioni per le quali il campionamento citologico non permette l’identificazione della loro morfologia strutturale, ma solo una componente cellulare aspecifica. Esempio eloquente è rappresentato da alcune lesioni ci-

stiche o da neoplasie epiteliali benigne di origine annessiale apocrina, caratterizzate dalla formazione di aree cistiche singole o multiple, delimitate da linea singola di cellule cuboidali o colonnari, a lume dilatato dall’accumulo di liquido citrino: la resa citologica è generalmente rappresentata solo da macrofagi schiumosi su fondo proteinaceo, mentre la componente epiteliale è presente solo sporadicamente ed in quantitativo esiguo. Altro esempio è l’emangioma e talora l’emangiosarcoma ben differenziato, dove, dalle strutture vascolari lacunari delimitate da endoteliociti, si ottiene solo materiale ematico. - Abbondanza di materiale stromale denso. Alcune lesioni neoplastiche sono caratterizzate da proliferazione cellulare nel contesto di materiale stromale abbondante, che imprigiona le cellule e ne impedisce l’esfoliazione; molti esempi sono forniti dai tumori ossei e cartilaginei benigni, da alcuni sarcomi dei tessuti molli e da tumori a componente scirrosa, dove le cellule neoplastiche possono essere talmente rare da non permettere l’emissione di una diagnosi corretta. - Presenza di aree vaste di necrosi, flogosi o emorragia. Moltissime neoplasie, soprattutto in maniera contestuale con l’aumento dimensionale, sono interessate da processi di necrosi, emorragia o flogosi secondaria intralesionale; qualora si conduca il campionamento all’interno di una di queste aree il risultato potrebbe essere erroneamente interpretato come espressione di processi non neoplastici o di condizioni flogistiche. A questo proposito vorrei precisare che il reperimento di fenomeni necrotici in un contesto lesionale nodulare o massivo non deve mai essere ignorato dal citologo, poiché le cause di questo processo a volte sono la conseguenza di ipossia dovuta ad un supporto vascolare non sufficiente a garantire l’irrorazione di un tessuto neoplastico in crescita rapida. - Vorrei ricordare in questa sede che a volte l’assenza di concordanza è dovuta al fatto che l’esame citologico fornisce un risultato vero positivo e quello istologico un risultato falso negativo. Alcuni esempi provengono dalla superiorità con cui l’esame citologico permette di individuare i caratteri specifici delle neoplasie rotondocellulari, il cui citotipo di provenienza può essere di interpretazione difficile se definito a partire dalle morfologie del preparato istopatologico e per il cui riconoscimento definitivo a volte si rendono necessarie indagini di tipo immunoistochimico. Altro esempio che individua la superiorità dell’esame citologico è rappresentato dalla valutazione di quelle neoplasie, quali l’osteosarcoma, per le quali il prelievo con ago sottile permette di campionare contemporaneamente più aree lesionali e conseguentemente aumentare la probabilità di raccogliere cellule diagnostiche, contrariamente a quanto succede con la biopsia, dove il tessuto prelevato, a volte non è rappresentativo del processo neoplastico in atto. Bibliografia a disposizione su richiesta a carlo.masserdotti@gmail.com Abstract tratto dagli atti dell’89° Congresso SCIVAC “L’oncologia veterinaria nel 2016: la gestione del paziente e della malattia oncologica dalla visita clinica alla proposta terapeutica” - Verona, 4-6 Marzo 2016. ■



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14 Vet Journal Attualità scientifica

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Cheratite da Aeromonas hydrophila in due tartarughe Non descritta nei rettili, nell’uomo è spesso associata a eventi traumatici in ambiente acquatico di MARIA GRAZIA MONZEGLIO Med Vet PhD ue tartarughe d’affezione semiacquatiche d’acqua dolce, una Tartaruga cinese dal collo striato (Ocadia sinensis) e una Tartaruga scatola cinese a bordi gialli (Cuora flavomarginata), venivano visitate per la presenza di opacità corneali unilaterali di colore biancastro riferibili a cheratite. Con i soggetti in sedazione si effettuava il debridement delle lesioni corneali e si prelevavano campioni per l’esame citologico e la coltura batterica. La citologia delle lesioni corneali era simile in entrambi i casi e mostrava una popolazione monomorfa di grossi bastoncelli Gram-negativi. La coltura batterica aerobia rivelava una crescita pura e importante di Aeromonas hydrophila in entrambe le tartarughe. Il trattamento era efficace in entrambi i casi e consisteva nel debridement corneale seguito dal trattamento topico con farmaci antimicrobici. La scelta dell’antibiotico era basata sui test di sensibilità e consentiva la risoluzione delle lesioni corneali in assenza di recidiva.

Trattamento medico delle lesioni del DDFT: prognosi di ritorno all’attività

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no studio retrospettivo ha descritto la localizzazione e la gravità delle lesioni del tendine digitale flessore profondo (DDFT) diagnosticate mediante highfield-strength MRI in 118 cavalli e ha identificato le variabili associate al ritorno all’attività dopo il trattamento. Si rivedevano le cartelle cliniche dei cavalli con lesioni del DDFT diagnosticate mediante MRI in un periodo di 10 anni e sottoposti a trattamento medico (somministrazione intrasinoviale di corticosteroidi e sodio ialuronato, riposo e riabilitazione o entrambi). Dei 97 cavalli disponibili al follow up (tempo mediano di follow up: 5 anni; intervallo, 1-12anni), 59 (61%) ritornavano all’attività per una durata media di 22,6 mesi (mediana, 18 mesi; intervallo, 3-72 mesi), con 25 (26%) ancora in buone condizioni al follow-up. Dei cavalli con lesioni lievi, moderate e gravi, ritornavano all’utilizzo rispettivamente 21 su 29 (72%), 20 su 36 (56%) e 18 su

U La cheratite primaria è stata raramente descritta nei rettili e apparentemente non vi sono pubblicazioni che identifichino A. hydrophila come patogeno primario di cheratite nei rettili. Nell’uomo, il patogeno è stato identificato in numerosi casi di cheratite, in genere a seguito di un evento traumatico in ambiente acquatico, concludono gli autori. “Aeromonas Hydrophila Keratitis in Freshwater Turtles” Kari E. Musgrave, Katie Diehl, Christoph Mans. Journal of Exotic Pet Medicine. January 2016. Volume 25, Issue 1, Pages 26-29. ■

32 (56%). I cavalli trattati con iniezione intrasinoviale di corticosteroidi e riposo e riabilitazione per 6 mesi tornavano all’utilizzo precedente per un periodo significativamente più lungo rispetto a quelli trattati senza il riposo. I cavalli da Western performance tornavano all’utilizzo per un periodo significativamente più lungo rispetto ai cavalli da English performance. I risultati suggeriscono che l’esito dei cavalli con lesioni del DDFT sottoposti a terapia medica dipendeva dalla gravità delle lesioni, dalla presenza di lesioni concomitanti di altre strutture del piede, dal tipo di attività e dalla compliance del proprietario alle raccomandazioni specifiche di trattamento. Benché alcuni cavalli tornassero con successo l’attività precedente, sono necessarie opzioni terapeutiche aggiuntive per migliorare l’esito nei cavalli con lesioni gravi e per migliorare la prognosi a lungo termine, concludono gli autori. “Medical treatment of horses with deep digital flexor tendon injuries diagnosed with high-fieldstrength magnetic resonance imaging: 118 cases (2000–2010)”John D. Lutter, et al. Journal of the American Veterinary Medical Association. December 1, 2015, Vol. 247, No. 11, Pages 1309-1318. ■

Linee guida ISFM sulla CKD felina a nefropatia cronica (CKD) è una delle patologie più comunemente diagnosticate nel gatto anziano. Nella maggior parte dei gatti, la CKD è una malattia progressiva e può essere accompagnata da un’ampia gamma di alterazioni cliniche e clinicopatologiche. Le linee guida condivise della ISFM (International Society of Feline Medicine) sono state sviluppate da un gruppo indipendente di clinici e accademici al fine di fornire consigli pratici sulla diagnosi e il trattamento di questa complessa malattia. Benché la CKD sia un problema clinico comune nel gatto, le manifestazioni della malattia variano tra gli individui. Sono necessarie valutazioni attente e ripetute dei gatti affetti e aggiustamenti della terapia in accordo alle esigenze individuali. Oltre ad affrontare i problemi causati dalla CKD e a migliorare la qualità della vita (QoL) dei pazienti, la terapia può anche cercare di rallentare la progressione della malattia e quindi prolungare la sopravvivenza. Se la preservazione della QoL è di importanza fondamentale in questi pazienti, essa può essere complessa quando sono indicate terapie multiple. In alcuni casi è necessario dare priorità alla terapia, una volta compreso ciò che è probabilmente di maggiore beneficio per il singolo paziente. Per la preparazione delle linee guida è stata attentamente rivista la letteratura esistente ed è stata classificata la qualità delle evidenze per i diversi tipi di interventi, al fine di fornire raccomandazioni pratiche sulle opzioni terapeutiche per la CKD felina, un campo della medicina veterinaria che ha ricevuto beneficio da alcune ricerche cliniche eccellenti; i risultati delle ricerche future potranno modificare le raccomandazioni attuali, concludono gli autori. “ISFM Consensus Guidelines on the Diagnosis and Management of Feline Chronic Kidney Disease” Andrew H Sparkes, et al. Journal of Feline Medicine and Surgery. March 2016 18: 219239. ■

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Corretta origine in etichetta Vale solo la definizione UE. L’Italia correggerà la normativa nazionale ’Italia dovrà attenersi alla definizione europea di "origine di un prodotto alimentare" e dovrà abrogare il concetto di "effettiva origine", introdotto nel 2012 per rafforzare la tutela del made in Italy. La non conformità sarà sanata dalla Legge europea 2015, al vaglio del Parlamento, che modifica le disposizioni non allineate al Regolamento 1169/2011 applicabile

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al nostro Paese dal 31 dicembre 2014. Si tratta della Legge Finanziaria 2004 e della Legge 2012/83 che hanno introdotto nell’ordinamento nazionale una definizione di «effettiva origine» per i prodotti alimentari trasformati che impone alle imprese di indicare sull’etichetta del prodotto non solo il luogo in cui è avvenuta la sua ultima trasformazione sostanziale, ma anche il luogo di coltivazione o allevamento della materia prima agricola prevalente.

La norma nazionale contestata recita: «Per i prodotti alimentari, per effettiva origine si intende il luogo di coltivazione o di allevamento della materia prima agricola utilizzata nella produzione e nella preparazione dei prodotti e il luogo in cui è avvenuta la trasformazione sostanziale».

TUTELA DEL MADE IN ITALY Già dieci anni prima delle vigenti norme europee, l’Italia tutelava il made in Italy anche sanzionan-

do penalmente l’importazione e l’esportazione di prodotti con false o fallaci indicazioni di provenienza, in particolare la stampigliatura «made in Italy» su prodotti e merci non originari dall’Italia e anche l’uso di segni, figure, o quant’altro possa indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana. Nel 2012 ha rafforzato la tutela. Ma, dopo il varo del Reg 1169/2011, la Commissione europea ha contestato all’Italia che il concetto di «origine di un prodotto alimentare» è già definito dall’articolo 2 del regolamento (UE) n. 1169/2011 e che pertanto gli Stati membri non sono autorizzati ad adottare definizioni di Paese d’origine diverse da quelle che individuano unicamente nel Paese in cui è avvenuta la loro ultima trasformazione sostanziale l’origine delle merci alla cui produzione hanno contribuito due o più Paesi. Per sanare la propria posizione, l’Italia abrogherà la definizione nazionale di «effettiva origine». Conseguentemente, la definizione di origine di un prodotto alimentare sara integralmente quella europea.

POTERE SANZIONATORIO IN MATERIA DI MADE IN ITALY La norma nazionale, inoltre, ha definito «fallace indicazione», punibile con sanzione amministrativa pecuniaria, l’uso del marchio che induce il consumatore a ritenere che il prodotto sia di origine italiana, senza che vi siano indicazioni precise sull’effettiva origine del suo ingrediente prevalente. La Commissione ha rilevato che, ai sensi del regolamento (UE) n. 1169/2011, le sanzioni pecuniarie per «fallace indicazione» dell’origine di un prodotto possono essere comminate solo quando le informazioni inducono effettivamente in errore il consumatore e le autorità di controllo dovrebbero valutare «caso per caso» la sussistenza di questo elemento. Pertanto verrà modificata anche questa parte della norma, il cui obiettivo resta tuttavia quello di sanzionare adeguatamente le informazioni usate con modalità tali da indurre in errore il consumatore circa «il reale Paese d’origine» del prodotto. Il rischio che la norma intende evitare è che il significato evocativo e la reputazione del Paese d’origine, interagendo con informazioni risultanti dalle pratiche commerciali o dalla pubblicità, possano attrarre il prevalente interesse dei consumatori intorno a pregi e qualità attribuibili a una determinata area, pur non trattandosi di prodotti effettivamente legati a quell’area. D’altra parte, lo stesso regolamento (UE) n. 1169/2011 ha l’obiettivo di «proibire l’utilizzo di informazioni che possono indurre in errore il consumatore, in particolare circa le caratteristiche dell’alimento, i suoi effetti o le sue proprietà, o attribuire proprietà medicinali agli alimenti». Inoltre, nelle premesse dello stesso regolamento «le indicazioni relative al paese d’origine o al luogo di provenienza di un alimento dovrebbero essere fornite ogni volta che la loro assenza possa indurre in errore i consumatori per quanto riguarda il reale paese d’origine o luogo di provenienza del prodotto. In tutti i casi, l’indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza dovrebbe essere fornita in modo tale da non trarre in inganno il consumatore e sulla base di criteri chiaramente definiti in grado di garantire condizioni eque di concorrenza per l’industria e di far sì che i consumatori comprendano meglio le informazioni relative al paese d’origine e al luogo di provenienza degli alimenti». ■


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Vaccinazione obbligatoria su tutti gli ovini e bovini Emanato il decreto: in tutta l’isola è lotta contro la Blue Tongue ’assessore dell’Igiene e sanità e assistenza sociale della Regione Sardegna, Luigi Arru, ha pubblicato il decreto relativo alla campagna vaccinale 2016 contro la febbre catarrale de-

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gli ovini. Questi gli obiettivi della campagna vaccinale obbligatoria: • proteggere dalla forma clinica il patrimonio ovi-caprino isolano dai danni derivanti dal-

la circolazione del virus della blue tongue; • limitare la possibilità di circolazione virale nel territorio isolano e i danni ad essa conseguenti; • consentire la movimentazione intraregionale ed extraregionale degli animali delle specie recettive alla blue tongue. A norma del decreto, sono “soggetti alla vaccinazione obbligatoria tutti gli ovini e i bovini sulla base del programma di vaccinazione”. Per la protezione dal virus della febbre catar-

rale degli ovini viene messo a disposizione dalla Regione Sardegna un vaccino contenente il sierotipo 1 del virus inattivato (spento) della Blue Tongue. Complessivamente, per il comparto ovino saranno necessarie 4 milioni 796mila 618 dosi per vaccinare oltre 3 milioni e 526mila capi, mentre occorreranno 300mila dosi per quello bovino, dove i capi da sottoporre a profilassi sono 212mila. In particolare, andranno vaccinati, secondo ordine di priorità, “tutti gli animali di specie o-

vina che sono stati sottoposti a vaccinazione nel corso del 2015”, ben 2 milioni 256mila 478 capi e con una sola dose. In seconda fascia di priorità si trovano “Tutti gli animali di specie ovina che non sono stati sottoposti ad alcuna vaccinazione nel corso del 2015”. Si tratta di oltre 820mila animali, per i quali saranno necessarie un milione 640mila dosi poiché andranno somministrate due dosi. “Sono comunque da immunizzare entro ottobre con il sierotipo 1, con una doppia somministrazione, le rimonte”: 450mila capi stimati. In tutte le aziende zootecniche dovranno essere messe in atto, a cura degli allevatori, le misure di lotta all’insetto vettore di Blue Tongue - il Culicoides - e dovranno essere attuate tutte le azioni per migliorare la biosicurezza degli edifici e dei locali di ricovero degli animali: si tratta di tutte quelle attività di bonifica dei suoli e delle infrastrutture aziendali volte a limitare il ristagno di acqua, dove il Culicoides prolifera. Sono a carico dei Comuni le operazioni di smaltimento delle carcasse degli animali morti o abbattuti per la malattia. Le spese sostenute dagli allevatori, qualora dichiarate ammissibili dalle competenti Autorità sanitarie, possono essere rimborsate previo inoltro della documentazione prevista a corredo della richiesta di rimborso ai sensi della Legge 218/1988, recante “Misure per la lotta contro l'afta epizootica ed altre malattie epizootiche degli animali”. Gli allevatori che saranno sanzionati per il mancato abbattimento dei capi, una volta che si sarà proceduto d’ufficio, non potranno richiedere i rimborsi. Le movimentazioni degli animali delle specie sensibili alla Blue Tongue, all’interno delle aree sottoposte a vincolo per i sierotipi circolanti, sono consentite in ottemperanza dell’articolo 7 del Reg. CE n. 1266/2007. Gli animali della specie ovina e bovina che provengono da territori con infezione in atto, compresi nel raggio di 4 chilometri da un’azienda nella quale è stato individuato un caso sospetto o confermato di Blue Tongue, possono essere movimentati verso territori liberi solo se vaccinati per i sierotipi circolanti. La circolazione extraregionale dei capi bovini e ovini è consentita nel rispetto delle norme vigenti di legge. Agnelli e capretti possono essere avviati a macellazione, anche senza visita medica, solo se provenienti da aree dove non è in atto infezione. Per le violazioni alle prescrizioni del decreto si applicano le sanzioni del Regolamento di Polizia Veterinaria, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320, i cui contravventori, salvo il fatto non costituisca reato, sono soggetti a sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 258,23 euro ad un massimo di 1.291,14 euro. ■


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L’Informatore Farmaceutico di Veterinaria e Zootecnia La 26a edizione nasce sotto una buona stella: la collaborazione editoriale tra Edra ed E.V. sionisti del comparto veterinario: in seno a SCIVAC, SIVAE, SIVE e SIVAR operano infatti anche 33 Società Specialistiche, per un totale di circa 8000 associati. La nostra è una comunità scientifica presente su tutto il territorio nazionale, promotrice di eventi formativi, abituata a confronti con i più importanti opinion leader del settore nazionale e internazionale. Questo ci permette di ot-

’Informatore farmaceutico di Veterinaria e Zootecnia è l’unico prontuario farmaceutico italiano dedicato al mondo dei veterinari, sia di piccoli animali che di animali da reddito. La 26a edizione dell’opera si rivolge ai Medici Veterinari per animali da compagnia, cavallo e animali da reddito, cliniche veterinarie, allevatori, aziende farmaceutiche, aziende agricole, consorzi e cooperative provinciali, farmacisti, produttori di mangimi medicati, Asl, centri di sperimentazione e ricerca e università. Sarà distribuita in una tiratura di 9.000 copie, conterrà oltre 9.000 prodotti tra medicinali, alimenti, mangimi medicati, omeopatici e prodotti vari per animali. Schede complete e chiare, corredate di icone per un’immediata identificazione delle specie animali. La struttura editoriale riconferma la praticità del volume, l’immediatezza nel reperimento delle informazioni oltre che un aggiornamento quotidiano grazie alla versione on line e mobile, con un ulteriore dettaglio sul singolo prodotto. “La E.V. è la branca editoriale delle 4 società scientifiche italiane più importanti nel settore degli animali da compagnia, animali esotici, ippiatria e buiatria (SCIVAC, SIVAE, SIVE, SIVAR, rispettivamente), dedite all’educazione scientifico-professionale dei propri iscritti, alla salvaguardia degli interessi del Medico Veterinario e alla tutela della dignità e della considerazione pubblica della Categoria” dichiara Antonio Manfredi, Direttore generale di E.V. “Questo progetto comune, la distribuzione a tutti gli associati delle suddette 4 società de L’Informatore Farmaceutico di Veterinaria e Zootecnia 2016, risulterà l’iniziativa editoriale che avrà coinvolto il più alto numero di profes-

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Oltre 9.000 voci tra medicinali, medicati e altri prodotti in ordine alfabetico per nome commerciale. Le monografie riportano i tempi di sospensione anche in formato tabellare. www.codifa.it

tenere rinnovati impulsi che trasferiamo in percorsi di alto valore per la Professione” continua Antonio Manfredi. “Nuova collaborazione, nuove idee, nuovi stimoli editoriali per un prontuario che da oltre 25 anni rappresenta la sicurezza nella quotidianità, la certezza di praticare l’attività veterinaria affiancati da informazioni certe, tempestive, sempre aggior-

nate” spiega Giorgio Albonetti, Presidente di Edra. “La collaborazione con E.V. si era già concretizzata in passato attraverso progetti editoriali sempre più rispondenti alle esigenze del Professionista più attento e sensibile alla necessità di aggiornamento. Con E.V. condividiamo la missione di realizzare strumenti editoriali unici e di indiscussa qualità”. ■


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20 Lettere al Direttore Meno male che non siamo finiti sui giornali i chiamo Piercarlo Fabaro sono un veterinario libero professionista di Poirino (TO): in collaborazione con un giovane collega, Roberto Piovano di Chieri (TO), ho partecipato alla movimentata cattura della renna Masha in data 5 gennaio 2016 (vedi foto). Dopo aver letto alcuni articoli di stampa riguardanti l’episodio (vedi La Stampa di Cuneo del 5 e 7 gennaio 2016, vedi la Repubblica del 6 gennaio 2016, vedi il Quotidiano Piemontese del 7 gennaio 2016 ecc…), mi viene spontaneo pensare che gli interventi di “teleanestesia” da parte dei veterinari fanno notizia solamente quando falliscono: ricordo i numerosi articoli di stampa quando è morta la giraffa del circo Orfei a Imola (settembre 2012) e poi nuovamente quando è morta l’orsa Daniza in provincia di Trento (settembre 2014). Poiché “... la renna Masha cammina e sta bene...” come cita l’articolo di Isotta Carosso su La Stampa di Cuneo del 7-1-2016, non si specifica neanche che i due giovani (Pietro e Alberto) sono riusciti a immobilizzarla dopo che all’animale è stato sparato un sedativo con apposito fucile da parte del sottoscritto... e questo dopo almeno sette mezze giornate dedicate all’argomento e alcuni tentativi di sparo andati a vuoto. Per i “non addetti ai lavori” preciso che la teleanestesia o telenarcosi oltre ad essere per

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me una malattia professionale, è una tecnica che permette la sedazione di animali a distanza tramite l’utilizzo di siringhe autoiniettanti sparate con cerbottana, balestra, pistola o fucile idoneo: si tratta di un lavoro che presenta il rischio elevato di una brutta figura in quanto abbiamo davanti a noi un bersaglio mobile con la possibilità che la siringa colpisca il torace o l’addome con conseguenze a volte mortali per l’animale. In questi 37 giorni (dal 30/11/2015 al 5/01/2016) in cui siamo stati in contatto con il titolare della ditta di Monticello d’Alba, il 23/11/2015, diverse volte ho raccomandato al giovane collega “...stiamo attenti, spariamo solo se siamo certi di fare un tiro corretto nel collo o nella coscia, altrimenti rischiamo di uccidere l’animale e inoltre finire sul giornale...”. Forse qualche giornalista ha sentito... così siamo stati completamente ignorati, ma ciò che conta è che la renna dopo circa due ore dalla sedazione si è rialzata ed il mattino successivo ha ripreso a mangiare. Desidero ringraziare il collega del Servizio Veterinario ASL CN2 Alba-Bra, dottor Giovanni Ercole, che ha seguito tutta la vicenda e poi ha stilato il verbale della cattura: per questa volta la categoria dei veterinari ha evitato la figuraccia e quindi possiamo ben dire... meno male!... non siamo finiti sul giornale!! Colgo l’occasione per augurare a tutti una Buona Pasqua 2016 e lo auguro anche alla renna che forse preferiva correre libera tra i vigneti, le nocciole e i boschi del Roero in compagnia dei cinghiali e dei caprioli……. Piercarlo Fabaro - Medico Veterinario Poirino (TO

Renna Masha ancora sedata nel noccioleto.

Renna Masha in piedi 2 ore dopo la sedazione.

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Teniamo testa al burnout opo la ricerca «La dimensione del benessere nella categoria professionale dei medici veterinari» (autore: Alessandro Schianchi, in collaborazione con ANMVI e la Facoltà di Psicologia di Parma), avviamo una nuova indagine centrata sulle strategie di coping adottate dal medico veterinario per fronteggiare le situazioni di stress lavorativo. Come già successo nel passato, si tratta della prima indagine mai realizzata nella nostra professione. La natura multi-determinata del burnout porta a riflettere sul fatto che, a parità di condizioni di lavoro, individui diversi possono trovare modalità più o meno funzionali di gestire lo stress cui sono esposti. Questo dato inconfutabile apre le porte alla necessità di controllare le variabili che possono aiutare a limitare l’impatto delle situazioni stressanti sull’individuo, migliorando non solo il suo livello di benessere psicofisico, ma anche la qualità del servizio offerto all’utenza, con il conseguente aumento di soddisfazione di entrambi. Da questo punto di vista, lo studio delle strategie di coping abitualmente adottate dal personale sanitario rappresenta un’area di indagine molto promettente anche nel settore della medicina veterinaria, e può rappresentare l’ideale prosecuzione del lavoro di indagine fin qui compiuto ed una preziosa fonte di informazioni per tutelare ed in futuro poter intervenire sul benes-

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“Tocca agli animalisti (e ai politici che sposano la loro battaglia) dimostrare etica, responsabilità e coerenza: rinuncino pure alle terapie e ai farmaci ottenuti grazie alla sperimentazione animale”. Sen Elena Cattaneo

sere in ambito lavorativo dei colleghi medici veterinari. L’elaborazione dei dati verrà fatta dall’istituto di statistica della facoltà di psicologia clinica e neuroscienze dell’Università di Parma, con il contributo della professoressa Annalisa Pelosi (che curerà la parte analitica) e del dr. Alessandro Musetti (che si occuperà della rispondenza ai costrutti teorici). Il questionario validato e la pagina web per raggiungerlo e compilarlo sarà divulgato da ANMVI che ha rinnovato la partnership con il sottoscritto e la Facoltà di Psicologia di Parma. Il tutto sarà corredato di una lettera di presentazione su metodo e finalità del lavoro. Alessandro Schianchi


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Dalle Aziende

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Combattere i parassiti intestinali? Da oggi c’è ancora più gusto grazie a Drontal Multi Aroma Carne ayer presenta la nuova risposta al problema dei parassiti intestinali con Drontal Multi Aroma Carne compresse per cani fino a 10 kg. Drontal si rinnova per seguire sempre di più il gusto del cane con: • Un nuovo aroma carne a base di fegato di maiale essiccato • Un nuova compressa a forma d’osso più robusta • Un nuovo formato con confezioni da 2, 6, 24, 102 compresse. Tra le caratteristiche del prodotto ricordiamo l’ampio spettro d’azione essendo attivo contro la maggior parte dei vermi intestinali sia tondi che piatti che possono infestare il cane e la facilità della somministrazione essendone sufficiente una per eliminare i parassiti intestinali. I parassiti intestinali sono un problema sempre attuale e reale, che spesso il proprietario sottovaluta perché non è sempre visibile; a differenza di quanto succede per pulci e zecche che saltano subito all’occhio, i parassiti intestinali invece non si vedono se non quando l’infestazione diventa massiccia e può scatenare problemi di salute. Studi condotti in ambienti urbani come parchi

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e giardini pubblici evidenziano la presenza imponente di parassiti intestinali. Ad esempio uno studio condotto nei parchi di Milano ha evidenziato che nel 75% dei parchi erano presenti feci infestate. (C. Genchi “Indagine parassitologica nelle aree destinate ai cani nella città di Milano”, 20082009). Anche se cuccioli e animali anziani sono i soggetti a maggior rischio nei confronti di alcuni parassiti, bisogna considerare che le possibilità per il cane di prendere i vermi intestinali non sono in stretto rapporto con l’età e per questo motivo il controllo deve essere mantenuto per tutta la vita dell’animale. Oltre allo stato di salute generale dell’animale, i fattori che possono favorire le infestazioni parassitarie sono anche il suo stile di vita e il tipo di alimentazione. Le misure di prevenzione, oltre al trattamento dell’animale, risultano quindi fondamentali sia per l’animale che per le persone (alcuni di questi parassiti possono essere trasmessi anche all’uomo portando malattie spesso di difficile dia-

gnosi) in quanto i vermi intestinali possono causare diarrea, vomito, rallentamento della crescita, gonfiore dell’addome e, in alcuni casi, provocare anche la morte dell’animale. Il controllo dei parassiti è sia una questione di trattamenti periodici che di educazione del proprietario alla corretta rimozione delle feci del proprio cane. Per questo Drontal supporta da di-

versi anni la campagna educazionale “Io porto il sacchetto” per sensibilizzare la popolazione al problema delle deiezioni canine.

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A.N.M.V.I. Per aggiornamenti scientifici sui temi consulta le schede disponibili su www.vetpedia.it SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA Organizzato da

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CASI CLINICI INTERNISTICI: METTIAMOCI ALLA PROVA

1a parte dell’Itinerario Didattico di Medicina d’Urgenza Cremona, 4/6 Aprile 2016 Palazzo Trecchi

RUOLO DELL’ANESTESISTA, VISITA PRE-ANESTESIOLOGICA E PREMEDICAZIONE 1a parte dell’Itinerario Didattico di Anestesia Cremona, 7/9 Aprile 2016 - Palazzo Trecchi

Cremona, 1 Aprile 2016 Palazzo Trecchi RELATORI Francesco Dondi, Med Vet, PhD, Bologna Federico Fracassi, Med Vet, Dr Ric, Dipl ECVIM, Bologna ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 131,15 + IVA (160,00) Non soci: € 200,00 + IVA (244,00) (Supplemento alla quota di € 50,00 + IVA dopo il limite di iscrizione)

DIRETTORE Paolo Gaglio, Med Vet, Roma

DIRETTORE Paolo Franci, Med Vet, PhD, Dipl ECVAA, Padova

RELATORI Marco Bertoli, Med Vet, Roma Paolo Gaglio, Med Vet, Roma Fabio Viganò, Med Vet, SCMPA, Milano

RELATORI Francesco Aprea, Med Vet, CertVA, MRCVS, Dipl ACVAA, Palma di Majorca (E) Elisa Bortolami, Med Vet, Dipl ECVAA, Padova Paolo Franci, Med Vet, PhD, Dipl ECVAA, Padova Diego Sarotti, Med Vet, Cuneo

ISCRIZIONE: Partecipazione a numero chiuso (24) QUOTE PER L’INTERO ITINERARIO Soci SCIVAC: € 2.684,43 + IVA (3.275,00) Non soci: € 4.155,74 + IVA (5.070,00) QUOTE PER IL SINGOLO CORSO Soci SCIVAC: € 704,92 + IVA (860,00) Non soci: € 1.032,79 + IVA (1.260,00) (Supplemento alla quota di € 50,00 + IVA dopo il limite di iscrizione)

ISCRIZIONE: Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE PER L’INTERO ITINERARIO Soci SCIVAC: € 2.090,17 + IVA (2.550,00) Non soci: € 3.709,02 + IVA (4.525,00) QUOTE PER IL SINGOLO CORSO Soci SCIVAC: € 540,98 + IVA (660,00) Non soci: € 852,46 + IVA (1.040,00) (Supplemento alla quota di € 50,00 + IVA dopo il limite di iscrizione)


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Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi 6 - 10 Apr

CORSO SIVAR IN COLLABORAZIONE CON GRUPPO SEMENTUSA

7 - 9 Apr

ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

7 - 9 Apr

ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

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CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC / SIANA

9 - 10 Apr

INCONTRO SIOVET / EBMVET

9 Apr

INCONTRO SICIV

9 - 10 Apr

CORSO INTRODUTTIVO SIVAE / SCIVAC Nuova edizione!

10 Apr

INCONTRO SIRVAC

10 Apr

INCONTRO ATAV

14 Apr

SEMINARIO NAZIONALE SIVAR Attenzione: Evento posticipato in data da definirsi.

15 Apr

MASTER CLASS SCIVAC

16 - 17 Apr

CORSO SIACR

OTTAVO MODULO FORMATIVO CORSO ISTRUTTORI - Leon D’oro, Truccazzano - Via Monte Nero 32 - ECM: Non richiesto accreditamento ECM - Per info: Segreteria Siacr - Tel. 0372/403541 - Email: segreteria@siacr.it

16 - 17 Apr

CORSO

16 - 17 Apr

INCONTRO SINVET

16 - 17 Apr

INCONTRO SIODOCOV / SIONCOV

II MODULO - II ED. MASTER ALLEVATORE FELINO - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Segreteria Master Allevatore Felino - Tel. 0372/403541 - E-mail: masterfelino@evsrl.it PROBLEMATICHE ED ERRORI IN NEUROLOGIA CLINICA - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it NEOPLASIE DEL CAVO ORALE. TUMORI ODONTOGENICI E NON ODONTOGENICI NEL CANE E NEL GATTO. PATOLOGO E CHIRURGO ORALE A CONFRONTO - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accred. ECM non previsto - Per info: Erika Taravella - Segr. Società Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it ONCOLOGIA MEDICA CHIRURGICA: L’UNIONE FA LA FORZA! - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CARDIOLOGIA: GENESI ED INTERPRETAZIONE DELLE ONDE ELETTROCARDIOGRAFICHE - Roma - Appia Park Hotel - Via Appia Nuova 934 - ECM: Crediti non previsti - Per info: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it COMUNICARE IN MODO EFFICACE CON I SOCIAL MEDIA - Centro Studi, Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403547 - E-mail: info@anmvi.it

GESTIONE RIPRODUTTIVA NELL’ALLEVAMENTO OVINO E CAPRINO: ECOGRAFIA E ALIMENTAZIONE. IL SISTEMA SEMENTUSA - Villasalto, Cagliari - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria Organizzativa e Ufficio Marketing - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it 4° IT. MEDICINA INTERNA: II PARTE - EMATOLOGIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 4° IT. ANESTESIA: I PARTE - RUOLO DELL’ANESTESISTA, VISITA PRE-ANESTESIOLOGICA E PREMEDICAZIONE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accred. ECM non previsto - Per info: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC - QUANDO IL CLINICO INCONTRA IL NUTRIZIONISTA. LA DIETA COME STRUMENTO DI GESTIONE DELLE PRINCIPALI PATOLOGIE DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA - Crowne Plaza Milan Linate, San Donato Milanese (MI) - Via Adenauer 3 ECM: Accred. ECM non previsto - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it RICERCA E INNOVAZIONE IN ORTOPEDIA VETERINARIA - Palazzo Cittanova, Cremona - Corso Garibaldi 120 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it CITOLOGIA DEI TUMORI A CELLULE ROTONDE: COSA È CAMBIATO IN 15 ANNI? - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it MEDICINA DEI RETTILI E DEGLI UCCELLI NELLA PRATICA CLINICA QUOTIDIANA - Appia Park Hotel Roma - Via Appia Nuova 934 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it 15 ANNI DI SIRVAC! I CAVALLI DI BATTAGLIA DEI PRESIDENTI - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it GLI ALIMENTI COMMERCIALI: DISTRICARSI TRA TERMINOLOGIE, ANALISI CENTESIMALE E LEGISLAZIONE - Crowne Plaza Milano Linate, San Giuliano Milanese - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria ATAV - Tel. 0372/403509 - E-mail: segreteriaatav@evsrl.it L’ALLEVAMENTO INTENSIVO DEGLI OVICAPRINI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria Organizzativa e Ufficio Marketing - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it DI FRONTE AL PROBLEMA: CASI INTERATTIVI DI NEUROLOGIA CLINICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

17 Apr

INCONTRO REGIONALE SCIVAC CALABRIA

17 Apr

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LAZIO

17 Apr

CORSO ANMVI

18 - 21 Apr

EVENTO E.V. IN COLLABORAZIONE CON ABIVET

SCUOLA TECNICI VET. 1° ANNO - Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - Cremona - Per informazioni: Sofia Bassanini - Tel. 0372- 403515 - E-mail: cortecnico@evsrl.it

20 - 22 Apr

CORSO SCIVAC

20 - 23 Apr

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

23 - 24 Apr

INCONTRO SOVI

26 - 29 Apr

ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC Attenzione: Date evento modificate.

27 - 30 Apr

ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

30 Apr - 1 Mag

CORSO INTRODUTTIVO SCIVAC

2 - 4 Mag

INTERNATIONAL COURSE SCIVAC

DIETETICA E NUTRIZIONE CLINICA NEL CANE E NEL GATTO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 6° IT. DERMATOLOGIA: I PARTE - APPROCCIO DIAGNOSTICO AI PROBLEMI DERMATOLOGICI DEL CANE E DEL GATTO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accred. ECM non previsto - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it “UNA FINESTRA” SULLE MALATTIE CORNEALI: LIVELLO BASE E AVANZATO - Palazzo Trecchi, Cremona Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it 4° IT. CHIRURGIA: V PARTE - CORSO COMPLEMENTARE PER L’ESAME ESVPS - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 5° IT. CARDIOLOGIA: I PARTE - ANATOMIA NORMALE E PATOLOGICA, FISIOLOGIA E FISIOPATOLOGIA, CLINICA E DIAGNOSTICA STRUMENTALE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accred. ECM non previsto Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO INTRODUTTIVO ALLA CHIRURGIA - Living Place Hotel Meeting & Sports Club - Villanova di Castenaso (BO) - Via Villanova 31 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it MASTERCLASS AO: OSTEOTOMIE CORRETTIVE AVANZATE, ARTO POSTERIORE E LUSSAZIONE DELLA ROTULA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accre. ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

2 - 6 Mag

EVENTO E.V. IN COLLABORAZIONE CON ABIVET

SCUOLA TECNICI VET. 2° ANNO - Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - Cremona - Per informazioni: Sofia Bassanini - Tel. 0372- 403515 - E-mail: cortecnico@evsrl.it

5 - 7 Mag

INTERNATIONAL COURSE SCIVAC

AOVET AVANZATO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 E-mail: info@scivac.it

La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Erika Taravella professioneveterinaria@anmvi.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it

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Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di EDPS Srl - Via Volta 60 20090 Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d’attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all’ANMVI vengono esplicitamente indicati come tali. La rivista è inviata a tutti i Medici Veterinari e operatori di settore interessati con il versamento di € 62,00 per l’Italia (una copia € 3,00). Servizio abbonamenti Tel. 0372-403507. Ai soci delle Associazioni federate ANMVI in regola con il pagamento della quota associativa, la rivista è inviata gratuitamente in quanto la quota è comprensiva dell’abbonamento alla rivista stessa Cambio di indirizzo: Le modifiche per il recapito postale vanno indirizzate a: info@evsrl.it Chiuso in stampa il 7 marzo 2016

LE VOCI CONSIGLIATE QUESTA SETTIMANA

Mielopatia ischemica in un cane Un cane adulto femmina intera, di 4 anni e del peso di circa 45 kg di razza Bobtail, viene segnalato per un’improvvisa incapacità a mantenere la stazione sull’emilato sinistro. A seguito della visita neurologica e localizzazione della lesione, il soggetto viene inviato presso un centro specialistico di referenza per un’indagine diagnostica avanzata al fine di confermare il sospetto diagnostico, ovvero una patologia vascolare a carico del sistema nervoso centrale, midollo spinale tratto cervico-toracico.

Dermatologia felina (Manuale SIDEV 2015): Caso Clinico 1 Segnalamento e anamnesi: Gatto comune Europeo, femmina, di 9 anni di età. Il motivo della visita è la presenza di una massa del diametro di circa 8 centimetri sul fianco destro, di consistenza dura, adesa ai piani sottostanti, non dolente alla palpazione, insorta da qualche mese e a crescita progressiva. Il gatto vive in appartamento, viene alimentato con cibo casalingo ed è regolarmente sottoposto a profilassi vaccinale.

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