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la VETERINARIA
PROFESSIONE
Anno 15, numero 39 Dal 3 al 9 dicembre 2018 SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
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POSTE ITALIANE SPA Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
SUGLI ANTIBIOTICI RIGORE CON REALISMO
ESONERI DALLA FATTURA ELETTRONICA
DIDATTICA VETERINARIA SU MISURA
LA RINITE CRONICA NEL GATTO
IL PUNTO DI VISTA DEL TECNICO VETERINARIO
A PAGINA 3
A PAGINA 6
A PAGINA 8
ALLE PAGINE 12-15
A PAGINA 17
BREVI EUROBAROMETRO
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Secondo le ultime rilevazioni di Eurobarometro, il 56% degli europei è favorevole ad usare gli antibiotici quando serve a guarire un animale. Una percentuale che sale fino al 77% nel Regno Unito, al 75% in Irlanda e in Portogallo, ma che scende al 41% in Slovenia e addirittura al 39% in Italia.
NUMERO ‘CHIUSO’ Dopo le pdl apripista degli On Francesco D’Uva (M5S) e Paolo Tiramani (Lega), in Commissione Cultura è stato depositato un nuovo testo a firma dell’On Vincenza Bruno Bossio (PD). Le proposte contengono ricette molto diverse, ma sono accomunate dall’obiettivo di superare l’attuale sistema di accesso ai corsi universitari a numero programmato, disciplinato dalla Legge 264/1999.
CCNL FVM e Sivemp Veneto esprimono "forte contrarietà" all’ipotesi di modifica del Contratto contenuta nel Piano sanitario della Regione Veneto. Secco no alla alla decisione - sostenuta dalla maggioranza regionale - di introdurre nel Pssr del Veneto la modifica unilaterale del contratto della dirigenza veterinaria e, in particolare, l’orario di servizio dei Veterinari delle Ulss: sette giorni su sette, nell’arco delle 24 ore, festivi e notturni compresi.
CITES Con Decreto del Ministero dell’Ambiente, è stata ridefinita la composizione della Commissione scientifica CITES. A supporto tecnico della Commissione è prevista la creazione di un Comitato operativo, che agirà in base ad un regolamento interno adottato dalla Commissione. Il DM è pubblicato sulla GU del 26 novembre.
ANIMAL WELFARE Con la relazione 31/2018, dal titolo "Il benessere degli animali nell’UE: colmare il divario tra obiettivi ambiziosi e attuazione pratica", la Corte dei conti europea ha valutato l’impatto politico e di bilancio di questo settore. Il documento, presentato il 14 novembre dalla Corte, è una lettura molto critica delle azioni intraprese sia da parte della Commissione che degli Stati Membri. Insufficiente raccordo fra le ispezioni sul benessere e le misure di finanziamento previste dalla condizionalità.
SISTEMA REVET
La ricetta nel 2019 Partenza complicata ma si parte. Quale scenario all’alba della ricetta veterinaria elettronica? A PAG. 3
SI PARTA CONSAPEVOLI nche se "ci sono criticità", anche se "sul filo di lana", il Sistema della Ricetta Veterinaria Elettronica partirà, come previsto dal Milleproroghe, il 1 gennaio 2019. Su queste basi, la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari (DGSAF) ha annunciato delle circolari, nella consapevolezza che la partenza sarà complessa, ma che solo l’utilizzo pratico del Sistema permetterà di portarlo a regime, con assestamenti in corso d’opera. "Difficoltà iniziali ce ne saranno, ce ne rendiamo conto" - ha dichiarato il Direttore dell’Ufficio 4 Angelica Maggio. In effetti, credenziali in ritardo (anche nel farne richiesta e non solo nel rilascio), disfunzionalità e complessità non solo di ordine infor-
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matico e telematico rendono irrealistica una partenza a pieno regime. Formalizzando quindi l’intervento svolto alla 12a edizione dell’Info Day, il Presidente Marco Melosi ha fatto presente alla DGSAF che le difficoltà potranno essere superate solo misurandosi con il concreto utilizzo della REVet, ma richiederanno tempo e rodaggio a tutti i soggetti coinvolti. Considerando poi che l’implementazione del modello informatizzato della ricetta è stata possibile grazie agli input essenziali provenienti dalla concreta pratica professionale, ANMVI ha chiesto di continuare ad essere consultata anche durante il monitoraggio del Sistema REVet da parte del Gruppo di Osservazione previsto dal Manuale Operativo. CONTINUA A PAG. 4
SI PUÒ EVITARE IL NUMERO CHIUSO IL TANTO CONTESTATO NUMERO CHIUSO O PROGRAMMATO, INTRODOTTO SOPRATTUTTO PER EQUILIBRARE IL NUMERO DEI LAUREATI DI ALCUNI CORSI DI LAUREA SPECIALISTICI alle esigenze del paese, è oggi sempre più messo sotto accusa per gli evidenti limiti che esprime. Pensiamo ad esempio al fatto che negli anni ha creato carenza di professionisti, che non è in grado di valutare gli aspetti attitudinali basandosi su un sistema di selezione da “gratta e vinci”, che si è mostrato molto fragile di fronte ai numerosi ricorsi ai tribunali amministrativi che sembrano accogliere sempre più spesso le contestazioni degli studenti rimasti esclusi. Le sentenze hanno già più volte bocciato l’introduzione di un numero chiuso “motivando la sua introduzione in base al rapporto docenti/studenti”. Secondo i giudici amministrativi: “l’Università deve fare il massimo sforzo organizzativo per adeguare le proprie strutture alla domanda di formazione. Quindi non può porre limiti all’accesso all’istruzione universitaria in ragione dell’inadeguatezza delle proprie strutture”. Ma la sentenza che mette decisamente in crisi tutto il sistema del numero programmato è quella che arriva dal tribunale amministrativo di Catania in riferimento alla richiesta di studenti di veterinaria che volevano passare a medicina senza rifare il test di ammissione come richiesto dall’università. Infatti, secondo il tribunale, “uno studente che provenga da un corso diverso ma affine ha acquisito un percorso formativo pregresso tale da rientrare in una parte anche significativa del percorso di studi al quale intende accedere. La pretesa dell’università di imporre un nuovo test di ammissione risulta quindi illogica ed eccessiva rispetto al fine previsto dalla legge”. Quindi uno studente che non ha superato il test per accedere a veterinaria potrebbe iscriversi ad un corso di laurea affine senza numero chiuso (biologia?) per chiedere poi il passaggio a veterinaria il secondo anno. Facile, no?
A.N.M.V.I
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La DgSante in Italia Osservatorio Farmaco
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Sugli antibiotici rigore sì, ma con realismo Assolto il ruolo che la Commissione ci attribuisce, ma approcci punitivi disincentivano cultura AMR
IL PAZIENTE ANIMALE, L’AMR E IL DIRITTO NAZIONALE ispetto ai fattori potenzialmente “deprimenti” delle strategie sull’uso prudente, sia ANMVI che SIVAR hanno evidenziato l’esigenza di disporre di evidenze scientifiche sull’AMR e di politiche che non impediscano ai medici veterinari di curare adeguatamente gli animali sotto la loro responsabilità. Le due sigle hanno spiegato ai funzionari della DgSante cosa hanno fatto alla luce delle Linee guida del 2015, che attribuiscono alle organizzazioni veterinarie il preciso compito di fare cultura: formazione e informazione. Il dispiegamento di attività svolte da ANMVI e dalle sue società scientifiche, illustrato durante la visita in Italia, è stato incontrovertibile e riconosciuto. Ma non ci si è potuti nascondere che il nuovo Regolamento
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e attività dei veterinari italiani sono state al centro di una fact finding mission della DgSante: la Direzione Generale della Commissione Europea ha visitato l’Italia, dall’8 al 16 novembre, per una ricognizione conoscitiva sulle iniziative messe in campo per favorire l’uso responsabile degli antimicrobici sia negli animali da compagnia che in quelli da produzione alimentare rispetto a quanto dicono le Linee guida sull’uso prudente dei medicinali antibiotici in veterinaria, pubblicate nel 2015 dalla Commissione UE. La missione dei funzionari europei si è concretizzata in incontri con le autorità competenti, con le principali organizzazioni e associazioni di professionisti e di categoria, ma anche in visite sul campo, per valutare l’attività di veterinari liberi professionisti. Non si è trattato di un audit ispettivo e l’Italia non è stata né il primo né l’unico Paese visitato. Analoghe missioni conoscitive sono già state condotte in 9 Stati Membri (Danimarca, Slovenia, Germania, Finlandia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Cipro, Spagna e Romania) dei quali sono stati pubblicati i report conclusivi. Attendiamo di leggere quello che ci riguarda. Sarà infatti nel report finale della Commissione che si avrà modo di conoscere l’interpretazione che i funzionari europei hanno dato della situazione italiana e dei progressi effettivamente compiuti dall’emanazione delle linee guida europee del 2015 ad oggi.
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europeo sui medicinali veterinari contiene le premesse per una stretta sull’accesso agli antibiotici per curare il paziente animale. Se da un lato gli orientamenti della DgSante non possono che attestarsi su un alto livello di rigore contro l’antibiotico-resistenza, il fact finding ha anche permesso di mettere in luce l’importanza di misurarsi con le esigenze concrete di cura, che escludono obiettivi di eliminazione tout court dell’antibiotico. Sì invece alla riduzione attraverso un uso prudente, ma “senza trascurare la cornice giuridica nazionale - ha fatto presente il presidente Melosi - perché non si può esporre il medico veterinario a conseguenze penali o di responsabilità civile professionale, precludendogli alcune classi di antibiotici”.
sentato i risultati dei lavori realizzati insieme a SCIVAC per sviluppare la cosiddetta antimicrobial stewardship: un questionario conoscitivo condotto fra i liberi professionisti nel 2016 e le Linee Guida sull’uso prudente degli antibiotici nel cane e nel gatto pubblicate nel 2017, a cura del Gruppo di Lavoro ANMVISCIVAC. I lavori del Gruppo, nel corso di un anno di indagini, anche fra i laboratori nazionali, hanno messo in luce i punti deboli e di forza nella prassi clinica e chirurgica per incentivare la prevenzione delle infezioni e scelte terapeutiche mirate. Nonostante un 34% dei rispondenti abbia giudicato non rilevante o scarsamente rilevante l’AMR (Anti Microbial Resistance), la percezione del problema è cresciuta così come è stato apprezzato l’ausilio di linee guida di taglio pratico. Il Presidente della SIVAR, Daniele Gallo, ha invece presentato i risultati del DDD SIVAR, il software per l’automonitoraggio dell’uso di antibiotici negli allevamenti, una best practice strettamente collegata ai compiti assegnati al Veterinario Aziendale, riconosciuta anche dalla DgSante come figura determinante per l’uso razionale delle terapie antibiotiche. I dati del DDD SIVAR, per quanto tendenziali e prodotti su base volontaria, dimostrano che l’autovalutazione in azienda favorisce un indirizzo prudente anche in sinergia con l’allevatore. Il Presidente Gallo ha evidenziato inoltre la partecipazione dei veterinari liberi professionisti a
tutte le fasi di sperimentazione della ricetta veterinaria elettronica che, dal 1 gennaio 2019, potrà contrapporre ai dati di ESVAC, disomogenei ed esclusivamente basati sulle vendite di antibiotici, quelli di effettivo impiego nazionale.
COSA INTERESSA ALLA UE L’attenzione dei funzionari europei si è appuntata, in particolare, sull’impiego di antibiotici nei mangimi medicati e sulla loro prescrizione veterinaria; nel settore degli animali da compagnia, invece, l’accento è stato messo in particolare sull’uso dei cosiddetti CIA, gli antibiotici considerati “critici”, da riservare solo all’impiego nell’uomo per combattere le farmaco-resistenze.
CLOSING MEETING Il closing meeting del 16 novembre, convocato dalla DGSAF nella sede ministeriale di Viale Ribotta, ha tirato le somme di una settimana di ricognizioni, in tutti i settori della salute e delle produzioni animali. Convocati anche i Ministeri dell’Ambiente e delle Politiche Agricole, oltre alla Direzione della Prevenzione Sanitaria, agli Assessorati regionali alla sanità, il Centro di referenza CRAB, il Centro Nazionale Servizi (CNS) e l’Izsler. Presenti le organizzazioni delle filiere del farmaco veterinario, degli allevatori, dei mangimisti e dei medici veterinari: oltre alla FNOVI, l’ANMVI (il Presidente) e la SIVAR (il Presi-
COMPATTARSI Un incontro preliminare al fact finding è stato promosso dal Ministero della Salute alla fine di settembre per coagulare tutti gli stakeholder della filiera attorno alle finalità della visita: far conoscere lo stato dell’arte delle best practice nazionali in tutti i settori della sanità animale. Fin da questo incontro preparatorio, ANMVI (il Presidente Marco Melosi) e SIVAR (il Vicepresidente Tolasi) hanno assicurato il proprio apporto, per valorizzare agli occhi dei funzionari europei il grado di consapevolezza dei liberi professionisti. La Veterinaria italiana stava per affrontare una settimana di riunioni con la DgSante, ma anche sopralluoghi in allevamenti, strutture veterinarie per animali da compagnia, grossisti, stabilimenti alimentari e mangimifici.
LA VISITA L’8 novembre, primo giorno del fact finding, i funzionari della DgSante erano all’opening meeting con le autorità ministeriali, per proseguire nella giornata seguente con l’ascolto di tutte le organizzazioni del settore, invitate dalla Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari (DGSAF): nella sede di Viale Ribotta, in rappresentanza della professione veterinaria, sono intervenute FNOVI, ANMVI e SIVAR.
IL NOSTRO PUNTO DI VISTA Per il settore degli animali da compagnia, il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi ha pre-
LE COSE DA NON FARE a DgSante ha anche voluto sapere quali possono essere i fattori in grado di frenare o impedire la consapevolezza verso una gestione prudente dei farmaci veterinari. Fra questi, ANMVI ha rilevato la carenza di studi scientifici basati sull’evidenza, mirati alla veterinaria per animali da compagnia, sullo sviluppo e sulla trasmissione delle resistenze antimicrobiche, un knowledge gap riconosciuto dalla stessa Commissione Europea; la mancanza di ricerca e sviluppo di alternative terapeutiche; la mancanza di dati di laboratorio e di feed back da questi. Un fattore frenante è anche un atteggiamento di trascuratezza verso il ruolo dei llpp o la mancanza di coinvolgimento dei liberi professionisti in gruppi di lavoro, progetti, comita-
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ti, iniziative legislative, decisionali a tutti i livelli. Non gioverà nemmeno il non tenere in debito conto i bisogni di cura dei pazienti animali o il non tenere conto dei doveri di cura del Veterinario. Potrà inoltre pregiudicare lo sviluppo di una consapevolezza professionale e di una adesione convinta alle politiche dell’uso prudente anche il fatto di non rendere altrettanto consapevole l’opinione pubblica (spesso impreparata) e la classe medica che non sempre è allineata sulle reali responsabilità e compiti della veterinaria. Non andrà a favore di una convinta maturazione professionale una legislazione di taglio punitivo-proibitivo anziché di taglio propositivo- incentivante, sia verso i liberi professionisti sia verso i proprietari e gli allevatori.
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Nel 2019, la ricetta ‘inizierà’ ad essere elettronica In attesa del decreto operativo, sono ancora molte le difficoltà da superare per portare il sistema a regime
dente e il Vicepresidente), che hanno partecipato anche ad alcuni sopralluoghi in allevamento e in strutture veterinarie.
COM’È ANDATA? Dopo una settimana di visite, anche di campo e che sono entrate nel vivo delle attività veterinarie e produttive, i funzionari della DgSante lasciano l’Italia riconoscendo gli sforzi compiuti dalle autorità nazionali e da tutti gli stakeholder. Sulla riduzione e sull’uso prudente degli antibiotici, ci si attende ancora molto dal nostro Paese, che tuttavia, è sulla buona strada, alla luce dei resoconti ricevuti da tutti gli interlocutori. Ribadito che non si è trattato di un audit ispettivo, resta il fatto che quella della DgSante non è stata certo una ricognizione rituale, ma basata su visite particolarmente approfondite e di dettaglio, con particolare riguardo ai comportamenti pratici, nell’attività quotidiana, degli allevatori e dei medici veterinari liberi professionisti nei confronti di tutte le tipologie di animali in cura. Se un fact finding non è un’ispezione, è pur evidente che attraverso queste missioni la DgSante imprime un segnale chiaro ai Paesi visitati: sull’AMR servono consapevolezza e risultati. Gli intenti non bastano, e per quanto apprezzate tutte le best practice presentate, inclusa la tracciabilità dei medicinali veterinari, la ricetta elettronica e la novità del Veterinario Aziendale, sono di là dall’essere concretamente in atto. ANMVI e SIVAR sono soddisfatte della rappresentazione che hanno concorso a dare della libera professione italiana, coprendo sia l’ambito di esercizio professionale negli animali non dpa che dpa. Le Linee guida ANMVI-SCIVAC per l’uso prudente degli antibiotici nel cane e nel gatto e l’automonitoraggio in allevamento attraverso il DDD-SIVAR hanno consentito di dimostrare ai
funzionari europei l’attenzione di ANMVI e SIVAR per il ruolo che la Commissione Europea attribuisce alle associazioni professionali di categoria. Questi indirizzi di antimicrobial stewardship nella libera professione veterinaria hanno trovato pieno riscontro nelle visite condotte dai funzionari europei in allevamento (Azienda Agricola Ferrari Ciboldi di Casalmorano, Cremona, nella foto) e in struttura veterinaria (Clinica Veterinaria San Siro, Milano), dove sono state osservate da vicino le prassi veterinarie nel loro svolgimento quotidiano.
COSA FARE ORA All’Info Day sui medicinali veterinari organizzato dalla DGSAF il 20 novembre, il Ministero della Salute ha valutato positivamente gli incontri con i funzionari europei, indicando le direttrici da seguire in futuro. Ferma restando la bontà di tutte le iniziative messe in campo, la consapevolezza del problema e della sorveglianza dell’AMR è un traguardo culturale per il cui raggiungimento la Veterinaria italiana deve lavorare ancora molto. Anche facendo più formazione, a partire da quella universitaria. Si tratterà poi di potenziare l’esistente e di renderlo concretamente operativo in tempi rapidi, sulla base del PNCAR, il Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza, il primo emanato dal nostro Paese. Il Ministero della Salute punta molto sulla ricetta veterinaria elettronica per produrre i primi dati di consumo degli antibiotici da contrapporre a quelli di vendita, gli unici al momento rilevati da ESVAC e sulla categorizzazione del rischio degli allevamenti attraverso il sistema Classyfarm. La Veterinaria italiana ha dimostrato all’Europa di avere premuto l’acceleratore. Adesso deve produrre quei risultati che al fact finding ha promesso. ■
SEGUE DALLA COPERTINA
SI PARTA CONSAPEVOLI Va da sé la conseguente richiesta di sollevare i liberi professionisti da responsabilità e da qualsiasi misura di tipo sanzionatorio per eventuali disfunzionalità del Sistema REVet e per errori di compilazione/emissione giustificabili dalla assoluta novità della procedura. Sarà altrettanto importante sostenere i Colleghi che agiranno nel Sistema REVet, evitando che, al contrario, siano i più esposti a disagi o ad approcci non collaborativi da parte degli altri soggetti coinvolti nel sistema. Potranno anche rendersi opportune delle modalità transitorie, in cui la prescrizione cartacea non perda validità legale e le cure all’animale possano comunque essere dispensate; il Veterinario prescrittore, come già previsto dal Manuale Operativo, provvederebbe all’informatizzazione della ricetta in un successivo, purché congruo, lasso di tempo. Non da ultimo, i liberi professionisti saranno facilitati se sarà implementata la prevista integrazione con le piattaforme gestionali già diffuse presso numerose strutture veterinarie: in assenza, il prescrittore deve duplicare le operazioni a scapito della semplificazione. Ci auguriamo, infine, che le annunciate circolari contribuiscano a chiarire ruoli, competenze e responsabilità, nei diversi segmenti in cui si suddivide il flusso, dalla compilazione/emissione della ricetta fino alla consegna finale del prodotto al proprietario/detentore.
lla 12a edizione dell’Info Day sui medicinali veterinari (20-21 novembre 2018), il Direttore Generale Silvio Borrello ha aperto i lavori puntualizzando che il decreto attuativo "è già stato condiviso con le Regioni" e che andrà alla Conferenza Stato-Regioni "a giorni". È il decreto che completa il quadro normativo della ricetta elettronica [articolo 3, comma 1, lettera a) della Legge che ha introdotto l’obbligo di prescrizione digitale dei farmaci e dei medicati destinati agli animali in cura] e che definisce le modalità con le quali le informazioni riportate nella ricetta elettronica (REVet) andranno a riversarsi nella BDC, la banca dati centrale della tracciabilità dei medicinali.
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LO ‘SCOGLIO SAC’ È stata la Direttrice dell’Ufficio 4, Angelica Maggio, ad entrare nel dettaglio del decreto, fatto di 5 articoli e di un disciplinare tecnico che ricalca l’operatività del Manuale Operativo pubblicato già a luglio sul sito <ricettaveterinariaelettronica.it>. Rispetto alla prima stesura, il decreto contempla l’interfaccia fra il Sistema della REVet e il Sistema SAC del Ministero delle Finanze (Sistema di Accoglienza Centrale) già in uso per la ricetta elettronica alla persona, collegata alla Tessera Sanitaria. Questo interscambio tra REVet e SAC - finalizzato all’erogazione finale nelle farmacie del medicinale prescritto dal Medico Veterinario è stato condiviso con il Mef per allineare i due sistemi informativi "ma senza finalità fiscali", ha precisato la Direttrice Maggio, restando infatti al Ministero della Salute la titolarità sulle informazioni delle ricette veterinarie. L’interscambio consente anche al proprietario/detentore di indicare al farmacista il proprio codice fiscale, come unica informazione utlile a rintracciare la ricetta digitale del Medico Veterinario, e al farmacista di consegnare il farmaco prescritto per l’animale in cura. Nulla osta, a questo punto, a che il decreto ottenga il via libera delle Regioni, anche perché si è concluso il giro di tavolo: "Su questo decreto abbiamo ascoltato tutti" ha rimarcato la dottoressa Maggio, "sentita la FNOVI e le associazioni di categoria".
UN ANNO DI OSSERVAZIONE Il Presidente dell’ANMVI, Marco Melosi, ha preso la parola per chiedere che il 2019 sia considerato un anno di "osservazione del sistema" anche per i medici veterinari liberi professionisti, come previsto dal Manuale Operativo. Melosi ha quindi chiesto di integrare il Gruppo di monitoraggio della ricetta veterinaria elettronica (Ministero, undici Regioni, CNS e IZSLER) con dei liberi professionisti, avendo essi partecipato alle attività di sperimentazione e in quanto utilizzatori principali del sistema stesso. Il Presidente dell’ANMVI ha anche chiesto di sollevare i liberi professionisti da responsabilità per disfunzioni, anche temporanee, legate alla nuova modalità di emissione elettronica della ricetta, escludendo qualsiasi forma di sanzionabilità o di penalità per il veterinario prescrittore. La Direttrice Angelica Maggio ha accolto la proposta di allargare il Gruppo di Osservazione della REVet: pur essendo un Gruppo formato da rappresentanti istituzionali, ha spiegato, ci saranno degli step di consultazione aperti alla compartecipazione delle attività di monitoraggio funzionale del sistema. Quanto alle sanzioni, il Manuale Operativo - ha ricordato Maggio - già prevede casi in cui non sia possibile finalizzare l’emissione elettronica della ricetta. Al riguardo, è stato anche chiarito che le ‘24h’ entro le quali la prescrizione cartacea deve essere caricata nel Sistema della REVet non decorrono dall’emissione della ricetta, ma dal ripristino della regolare funzionalità del sistema stesso.
CRITICITÀ IRRISOLTE E DUBBI Altri interrogativi sono stati avanzati dalla platea dell’Info Day, formata principalmente dalle industrie del farmaco veterinario, dei mangimi e dai distributori. C’è in primo luogo da rilevare che, a 40 giorni dall’obbligo di emissione "esclusivamente" elettronica, risulta registrato solo un terzo dei Medici Veterinari iscritti all’Ordine; un’altra criticità è data dall’incompletezza di alcune anagrafi animali della filiera alimentare (un caso per tutte quella dei conigli da carne). Chiarito anche che sono ricompresi nella tracciabilità i medicinali prescritti per le cure agli animali degli stabulari. Ribadito, infine, che gli unici medicinali che resteranno prescritti su carta sono gli stupefacenti e psicotropi. ■
Nella foto i relatori dell’Info Day 2018 della DGSAF: Angelica Maggio, Silvio Borrello, Gaetano Miele, Rosanna Lento, Antonina Longo, Lisa Recchia. Nel corso dei lavori è intervenuto anche il dirigente Salvatore Macrì. Tutte le presentazioni dell’Info Day saranno pubblicate sul portale salute.gov
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6 Fisco Fatturazione elettronica
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Decreto fiscale in progress L’iter di conversione in legge lo sta già migliorando di GIOVANNI STASSI Dottore Commercialista, Torino Consulente fiscale ANMVI
IL TESTO DELL’EMENDAMENTO-FENU isposizioni di semplificazione in tema di fatturazione elettronica per gli operatori sanitari - “Per il periodo d’imposta 2019 i soggetti tenuti all’invio dei dati al Sistema tessera sanitaria, ai fini dell’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata, ai sensi dell’articolo 3, commi 3 e 4, del decreto legislativo 21 novembre 2014, n. 175, e dei relativi decreti del Ministro dell’economia e delle finanze, sono eso-
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nerati dall’obbligo di fatturazione elettronica di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 127, con riferimento alle fatture i cui dati sono inviati al Sistema tessera sanitaria”. I dati fiscali trasmessi al Sistema tessera sanitaria possono essere utilizzati dall’Agenzia delle Entrate anche per finalità diverse dall’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata.
l Decreto Legge 23.10.2018 n. 119 (c.d. “decreto fiscale”), è in corso di conversione in legge. In questo articolo ci occuperemo delle novità che riguardano l’IVA ed in particolare:
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• sanzioni più favorevoli in caso di tardiva emissione delle fatture elettroniche nel primo semestre del 2019; • modifica dei termini di emissione delle fatture e di annotazione sul registro delle fatture emesse; • abolizione dell’obbligo di numerazione progressiva delle fatture d’acquisto; • modifica del termine per l’imputazione dell’IVA detraibile nell’ambito delle liquidazioni IVA periodiche.
AMBITO SOGGETTIVO
Niente e-fattura se i dati vanno alla Tessera Sanitaria Ma solo nel 2019. Esonero esteso anche a chi passa al regime fiscale agevolato l 26 novembre è stato approvato in Senato l’emendamento, presentato dal relatore Sen Emiliano Fenu (M5S), al decreto Fiscale, in corso di conversione in legge: dal 1 gennaio 2019, i Medici Veterinari che trasmettono le loro fatture al Sistema Tessera Sanitaria non saranno obbligati alla fatturazione elettronica. L’esonero vale solo per l’anno d’imposta 2019 e solo per gli operatori sanitari - Medici Veterinari compresi - che trasmettono le loro fatture al Sistema TS ai fini della compilazione del 730 informatizzato (“con riferimento alle fatture i cui dati sono inviati al Sistema tessera sanitaria”). Il Modello 730 è la dichiarazione con cui le persone fisiche possono portare, annualmente, in detrazione le spese ammesse al beneficio fiscale; fra queste, vi sono le spese veterinarie sostenute per le cure agli animali da compagnia detenuti senza scopi commerciali.
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trate, via Sogei, per consentire la compilazione del 730 precompilato. Infatti, l’emendamento Fenu esplicita che i dati fiscali trasmessi al Sistema tessera sanitaria “possono essere utilizzati dall’Agenzia delle entrate anche per finalità diverse dall’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata”.
CONTRIBUENTI “MINIMI” Sono esentati dall’obbligo di emissione elettronica della fattura tutti coloro che aderiranno al regime agevolato (forfetario o dei “minimi”), una platea di 5 partite Iva su 10 secondo il Sole 24 Ore, che non saranno obbligate ad emettere fatture elettroniche. I contribuenti che hanno aderito al regime forfettario e i vecchi minimi sono circa 935 mila titolari di partita Iva, ma potrebbero crescere fino a 1,5 milioni, con l’innalzamento della soglia d’accesso a 65mila euro di ricavi, previsto nel disegno di legge di Bilancio per il 2019.
NON SOLO PRIVACY
E-FATTURA COMUNQUE
Il ripensamento del Legislatore sull’obbligo di efattura in capo alle professioni sanitarie è nato in seguito al parere negativo dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. La conseguente necessità di un intervento era stata formalmente annunciata dal Presidente della Commissione Finanze. Ma sull’esonero - valevole solo per il 2019 - hanno pesato anche i rilievi sulla duplicazione delle attività richieste agli operatori sanitari, in spregio ad ogni dichiarata semplificazione. Infatti, gli stessi operatori già trasmettono le loro fatture all’Agenzia delle En-
L’obbligo che - pur senza sanzioni nel primo semestre del 2019 - avrebbe dovuto scattare il 1 gennaio riguardava le fatturazioni fra privati, quelle emesse nei confronti dei clienti ‘privati’ del professionista, sia che fossero soggetti giuridici (es. società) o persone fisiche (es. proprietari). Resta inalterato l’obbligo già in vigore di emettere fattura elettronica nei confronti di un ente pubblico e della Pubblica Amministrazione. Inoltreavvertono gli analisti del Sole 24 Ore - si dovrà sempre fare i conti con le fatture elettroniche emesse dai fornitori. ■
Come ormai ben sapete, a partire dall’1.1.2019, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate da soggetti passivi IVA residenti devono essere documentate mediante fattura elettronica. L’obbligo riguarda tutti i soggetti IVA sia per le operazioni effettuate verso altri soggetti passivi IVA, sia per le operazioni effettuate nei confronti di privati consumatori. Restano escluse dall’obbligo le operazioni effettuate da o nei confronti di soggetti esteri, ossia verso soggetti non residenti, non stabiliti e non identificati ai fini IVA in Italia. Per tali operazioni si continuerà a documentare l’operazione mediante la fattura cartacea. Sono anche esclusi da tale adempimento i soggetti passivi IVA che si avvalgono: • o del regime di vantaggio ex art. 27 del DL 98/2011 8 (c.d. contribuenti minimi) • o del regime forfetario ex art. 1 co. 54-89 della L. 190/2014 (c.d. contribuenti forfetari).
DISAPPLICAZIONE/RIDUZIONE DELLE SANZIONI Il Governo ha più volte manifestato la propria intenzione di non concedere proroghe, ma sono state introdotte misure per limitare il disagio dei contribuenti. In particolare, l’articolo 1, comma 6 del D. Lgs 127/2015 (così come modificato dal D.L. 119/2018) prevede che, per le fatture da emettere nel primo semestre 2019 (si vocifera di una proroga fino al 30 settembre 2019): • non si applicheranno le sanzioni di cui all’art. 6 del D. Lgs. 471/97 (dal 90% al 180% dell’imposta) se la fattura viene emessa in formato elettronico oltre il termine previsto dall’art. 21 del DPR 633/72 (che coincide per i professionisti con il momento in cui il corrispettivo viene incassato), ma entro il termine di effettuazione della liquidazione IVA periodica (mensile o trimestrale); • si applicherà la riduzione dell’80% della sanzione di cui all’art. 6 del D. Lgs. 471/97 se la fattura viene emessa oltre il termine previsto dall’art. 21 del DPR 633/72, ma entro il termine di effettuazione della liquidazione IVA periodica del periodo successivo. La disapplicazione/riduzione delle sanzioni dovrebbe applicarsi anche ai cessionari o committenti che abbiano detratto l’imposta in assenza di una fattura elettronica, entro i termini della propria liquidazione periodica.
MODIFICA DEI TERMINI DI EMISSIONE DELLE FATTURE Per effetto della modifica apportata all’articolo 21 comma 4 del DPR 633/72, a decorrere dall’1.7.2019, la fattura (sia elettronica sia cartacea per coloro che non sono soggetti alla fatturazione elettronica) potrà essere emessa entro 10 giorni dall’effettuazione dell’operazione. Chi si avvale di questa possibilità deve indicare sul documento la data in cui è effettuata la prestazione di servizi (che come detto coincide, per i professionisti, con la data in cui è corrisposto in tutto o in parte il corrispettivo) oltre alla data di emissione del documento. La proroga del termine per l’emissione delle fatture non fa cambiare il momento di esigibilità dell’imposta e i termini per la conseguente liquidazione.
ANNOTAZIONE L’articolo 12 del DL 119 citato ha anche modificato l’art. 23 del DPR 633/72, stabilendo che “Il contribuente deve annotare in apposito registro le fatture emesse, nell’ordine della loro numerazione, entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione delle operazioni e con riferimento allo stesso mese di effettuazione delle operazioni…”. La disposizione del DL 119/2018 entra in vigore dal 24.10.2018. Potranno quindi essere annotate entro il nuovo termine sostanzialmente tutte le fatture emesse, comprese quelle relative a prestazioni di servizi rese verso soggetti UE o extra-UE.
REGISTRAZIONE DEGLI ACQUISTI Anche l’articolo 25 comma 1 del DPR 633/72 viene modificato disponendo che: «Il contribuente deve annotare in un apposito registro le fatture e le bollette doganali relative ai beni e ai servizi acquistati o importati nell’esercizio dell’impresa, arte o professione...”. Viene quindi eliminato l’obbligo della numerazione progressiva delle fatture (divenuto superfluo a seguito dell’introduzione della fatturazione elettronica), vista l’impossibilità di modificare il documento elettronico inviato tramite SdI.
DETRAZIONE DI IMPOSTA A seguito dell’introduzione dei nuovi termini per l’emissione delle fatture e tenendo conto dei tempi di ricezione della fattura elettronica, che potrebbe venire recapitata al cessionario/committente oltre il periodo in cui l’imposta diviene esigibile, è stato modificato l’articolo 1 comma 1 del DPR 100/98 (che stabilisce le regole per esercitare il diritto alla detrazione dell’imposta). La nuova formulazione prevede che entro il giorno 16 di ciascun mese possa essere esercitato il diritto alla detrazione dell’imposta relativa ai documenti di acquisto ricevuti e annotati entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione (la norma entra in vigore il 24 ottobre 2018). Sono esclusi dalla disposizione i documenti relativi a operazioni effettuate nell’anno precedente. In pratica se un contribuente riceve ai primi di luglio un documento emesso a fine giugno e provvede ad annotarlo entro il giorno 15 del mese di luglio, egli potrà portare in detrazione l’IVA nella liquidazione del mese di giugno e non in quelloa del mese di luglio (in cui è stata annotata la fattura). La norma è stata introdotta con la finalità di evitare che l’emittente della fattura (emessa a giugno) debba versare l’IVA entro il 16 luglio e l’acquirente, che ha ricevuto la fattura a luglio, non possa detrarla nello stesso mese di competenza (giugno) ma (come prevedeva la vecchia norma) nel mese in cui la fattura veniva registrata (luglio). ■
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8 Metodologia didattica Imparare a insegnare
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Insegnare in modo efficace e su misura Le metodologie didattiche da conoscere per rapportarsi proficuamente con la classe
n medico veterinario deve necessariamente esercitare le proprie capacità di coinvolgere, attirare l’attenzione, creare compliance: ad esempio quando accoglie un cliente o si trova a dover spiegare in modo semplice ma esaustivo una patologia. È l’esercizio quotidiano della professione che forgia le capacità comunicative. Intrattenere una classe di 25 bambini, ma anche una platea composta da decine di colleghi, richiede tuttavia competenze che non possono essere acquisite esclusivamente tramite l’esperienza. Esplorare e analizzare gli strumenti per svolgere incarichi di docenza è stato l’obiettivo del secondo incontro del Gruppo di Studio di Metodologia Didattica Veterinaria, tenutosi domenica 18 novembre a Cremona. Ne hanno parlato Silvia Macelloni, coordinatrice del gruppo, e Alessandro Schianchi, medico veterinario con alle spalle esperienze nel campo della psicologia. Insegnare è un’attività pratica che richiede una pianificazione iniziale e una verifica finale degli esiti. Il docente deve essere in grado di adattare il suo metodo e modificarlo in funzione della composizione della platea di studenti con cui dovrà confrontarsi. La lezione frontale, pur essendo di fondamentale importanza per veicolare quelle informazioni che dovranno poi essere utilizzate nell’ambito degli esercizi pratici, in pedagogia spesso viene in qualche modo osteggiata in quanto sottintende un’attività dell’insegnante rispetto alla passività dello studente. Si ritiene inoltre che sia maggiormente difficile catturare e mantenere viva l’attenzione e allo stesso tempo che si lasci meno spazio a creatività e relazioni sociali. Non solo, in quanto considera la classe nella
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sua globalità, non tiene conto della disomogeneità di chi la compone. Vengono dunque fornite le stesse informazioni a tutti, indipendentemente dalle conoscenze ed esperienze di ognuno. Per comprendere quali caratteristiche dovrebbe avere una lezione efficace, può tornare utile richiamare una famosa frase di Benjamin Franklin: “Dimmi e io mi dimentico. Mostrami e io mi ricordo. Coinvolgimi e io imparo”. Una lezione dovrebbe infatti essere coinvolgente, interattiva, sintetica, chiara, ricca di esempi e interdisciplinare. Tarata poi in base alla tipologia di alunni. Anziché spiegare verbalmente un concetto, è sempre utile innanzitutto provare l’esperienza in prima persona per poi porre delle domande di approfondimento. Ciò fa sì che le nozioni vengano interiorizzate e memorizzate a lungo termine. Sono comunque numerosi gli stili o le metodologie didattiche a cui far riferimento. Dalla recettiva alla simulativa, dalla collaborativa alla esplorativa. Ognuna con propri pregi o limiti. Di grande utilità l’ausilio di mappe, grafici, schemi, video, immagini. Giocare e divertirsi stimolano ad apprendere. Il role play o gioco di ruolo permette di sperimentare anche emotivamente situazioni normali o inconsuete. Anche i lavori di gruppo che inducano a collaborare per un fine comune possono essere un valido strumento. Un bravo docente dovrebbe essere in grado di catturare l’attenzione e di affascinare, sfruttando la propria intelligenza emotiva e mostrandosi contemporaneamente flessibile e creativo. Di grande importanza quindi che conosca i fondamenti della comunicazione e della prossemica. Per mantenere alta la concentrazione è infatti necessario che sia anche in grado di parlare correttamente in pubblico,
Un momento dell’attività pratica pomeridiana. Ai partecipanti, divisi in due gruppi, è stato chiesto di confezionare un progetto didattico composto da cinque slides. Al loro interno dovevano essere riportati tutti gli elementi presentati durante la lezione teorica.
rimanendo consapevoli di come ci si muove e rapporta con gli altri. A cominciare dallo sguardo: bisogna infatti riuscire ad abbracciare tutti con lo sguardo, compreso anche chi si mette in ombra o non ascolta. Tutti devono sentirsi coinvolti. Osservare gli occhi dei discenti è inoltre un ottimo feedback ed è importante tenerne conto anche per capire se il metodo di insegnamento utilizzato è efficace oppure è necessario modificarlo e intraprendere altre strade. Mentre si parla è essenziale essere consci della gestualità: cercare di essere più naturali possibile, senza eccedere. Attenzione agli atteggiamenti di chiusura: incrociare le gambe o le braccia induce chi osserva a fidarsi meno. Anche se la motivazione che sta dietro al gesto in sé è molto più semplice, come ad esempio non sapere dove mettere le braccia mentre si sta in piedi. Meglio piuttosto tenere in mano qualcosa, come il puntatore laser o una penna, in modo da scaricare la tensione. Basilare poi capire come vanno rispettati gli spazi e le distanze in modo da non far sentire a disagio. Nel caso dei bambini, anche l’eccessiva vicinanza dei banchi o l’avere delle sedie che non si possono spostare influenza la predisposizione all’ascolto. Il docente stesso dovrebbe muoversi in maniera corretta, facendo in modo che tutti possano vederlo senza difficoltà ed evitando di muoversi eccessivamente. Meglio inoltre stare in piedi, in modo da instaurare una relazione con la classe. Mai dimenticare di sorridere. Di grande importanza anche la voce, meglio ancora se quella naturale senza l’utilizzo di microfoni. Questi ultimi infatti impediscono di modularla in modo efficace a seconda dell’enfasi che si vuole dare ad un concetto piuttosto che ad un altro. Scegliere intenzionalmente velocità, pause e silenzi. Attenzione agli intercalari, spesso molto fastidiosi. Imparare a variare il ritmo per non cadere nella monotonia. Valido ausilio del relatore, così come dell’insegnante, le slides che tuttavia non devono in alcun modo sostituirsi a quanto comunicato a voce. Una diapositiva strutturata in modo corretto dovrà avere una bella immagine e pochissimo testo: la sua funzione è infatti di richiamare alla memoria quanto riportato dal relatore. Non deve trasformarsi in un abstract. Ogni slide infatti comporta necessariamente una perdita di attenzione: quanto più vi è stato scritto sopra, tanto più tempo si perderà per leggerla. Una presentazione deve fungere da guida. Ecco perché può essere molto utile preparare una mappa delle diapositive, costruendo un percorso che tenga conto sia degli obiettivi che ci si pone con la propria relazione, sia del pubblico. L’intento è sempre quello di catturare il più possibile l’attenzione dunque, qualora possibile, è bene inserire all’interno degli elementi che stupiscano. Nel caso dei bambini, può essere buona cosa tenere conto dello storytelling: sfruttare ove possibile le favole per produrre un impatto emotivo e invitare alla immedesimazione. Video e animazioni sono di grande impatto. A livello di stile, cercare di essere più puliti possibile. Utilizzare font senza grazie ed evitare il maiuscolo (diverso è invece se si ha a che fare con le prime classi delle scuole elementari, in questo caso meglio confrontarsi con le maestre). In merito alla dimensione del carattere, considerare la gerarchia testuale e fare in modo che il tutto sia leggibile anche da lontano.
A fronte di una prima parte dedicata alla teoria, nel pomeriggio i presenti si sono impegnati nelle esercitazioni. In particolare, è stato loro chiesto di produrre degli scheletri di progetto, riassumendo il tutto in cinque slides. All’interno, si dovevano inserire anche alcuni esercizi da proporre alla classe. Un compito che ha divertito un po’ tutti. ■
PROSSIMO INCONTRO: DIVULGAZIONE VETERINARIA e iscrizioni per l’anno 2019 al Gruppo di Studio di Metodologia Didattica sono già aperte. La quota, interamente deducibile ai fini fiscali, è di 70 euro e comprende almeno due incontri annuali. Coordinato da Silvia Macelloni, il Gruppo di studio si propone di sviluppare e maturare, attraverso iniziative di formazione ad hoc, conoscenze nelle discipline della didattica applicata e delle metodologie di insegnamento e apprendimento a discenti anche adulti. Per favorire il confronto tra colleghi, ai soci viene inoltre data la possibilità di accedere al gruppo Facebook appositamente creato. La prima giornata del prossimo anno, dal titolo “Divulgazione Veterinaria. L’arte di scrivere e raccontare la medicina veterinaria”, è stata fissata per il giorno 24 febbraio. Tema principale sarà come scrivere e intervistare efficacemente, con uno sguardo sia all’attività quotidiana ambulatoriale sia ad eventuali sbocchi professionali nel campo dell’editoria e della comunicazione. Un incontro dunque aperto a tutti, non solo ai colleghi che si dedicano ad attività di docenza: chi infatti non si trova ad aver a che fare con mail, social network, articoli o media in generale?
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GESTIONE DEL CONFLITTO NELLE RELAZIONI SUL LAVORO IL CONFLITTO: PROBLEMA OD OPPORTUNITÀ? 2 Marzo 2019 - Cremona - Palazzo Trecchi RELATORE Alberto Camuri Laurea in Economia e Commercio, Laurea Magistrale in Scienze per il Lavoro Sociale e le Politiche di Welfare. Ha consolidato diversificate esperienze in posizioni Senior Executive a livello nazionale ed internazionale in multinazionali quali AT&T GIS, NCR Corporation (di cui è stato Vice President Retail Europe Middle East Africa South Asia Pacific, Presidente di NCR Italia, membro del Worldwide Business Leader Council). Successivamente è stato Senior Partner di SCOA (The School of Coaching). È Certified Master Business Coach™ (CMBC™), membro WABC (Worldwide Association Business Coaches) e EMCC (European Mentoring Coaching Council). È docente nella Academy SCOA per i Master in Business Coaching. Responsabile Scientifico della “Management & Business School for Vets” del Gruppocvit. Collabora con il Centro Studi Erickson. È tra i soci fondatori dell’Associazione Eumenidi per i Disturbi di Comportamento Alimentare, è membro del Tavolo di Coordinamento del sistema “Cascina Biblioteca” di Milano nell’ambito di un programma di inclusione sociale per persone con disabilità mentale, fragilità relazionale. Coautore di “Prendi in Mano la tua vita” Ediz. Il Sole 24 ore, Autore di “Il Manager di Buona Vita” Ediz. Centro Studi Erickson.
INFORMAZIONI GENERALI OBIETTIVI: La giornata approfondirà le tematiche legate alla gestione del conflitto e sarà improntata su una metodologia interattiva. L’obiettivo del focus è stimolare una riflessione su come relazionarsi e saper gestire costruttivamente situazioni di conflitto in ambito professionale.
PROGRAMMA DELLA GIORNATA (H. 9:00-17:00) Durante l’incontro verranno approfonditi i seguenti temi: • Il conflitto nelle dinamiche organizzative, la definizione di conflitto e la sua valenza, le diverse tipologie di conflitto • Le ricadute sul clima, sulla motivazione, sulla innovazione, sulle performances • Relazione vs Contenuto, riconoscere, comprendere e gestire questi due diversi aspetti di una situazione conflittuale • Affrontarlo o evitarlo? Saper prevenire, quando e perché? Riconoscere i segnali di un conflitto negativo e saper facilitare l’elaborazione costruttiva del conflitto • Le competenze comportamentali richieste dalla capacità di “conflict management” • Saper creare una cultura di team positiva verso il conflitto. Il Capo Coach, il conflitto e l’apprendimento esperienziale • Self assessment: la mia relazione con le dinamiche conflittuali, come reagisco al conflitto…
LA GIORNATA DA DIRITTO A: • Atti • Attestato di partecipazione • Pausa pranzo (h. 13:00)
SEDE EVENTO: ANMVI Palazzo Trecchi Via Trecchi, 20 26100 Cremona
CONTATTI CON LA SEGRETERIA: Tel. 0372/40.35.36 Fax 0372/40.35.58 E-mail: management@anmvi.it Sito web: www.anmvi.it
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Eventi Veterinari
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DIVULGAZIONE VETERINARIA L’ARTE DI SCRIVERE E RACCONTARE LA MEDICINA VETERINARIA: PERCHÉ LA DIDATTICA NON È FATTA DI SOLE LEZIONI Domenica 24 Febbraio 2019 - h. 9:00-17:30 - Centro Studi Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - Cremona (CR) Animal Health. PROGRAMMA 08:30 Arrivo partecipanti e apertura iscrizioni 09:00 Saluto ai partecipanti e presentazione della giornata 09:15 Vetgiornalisti nascono: come e dove scrivere un argomento veterinario in modo comprensibile - Luisa Quattrina 10:00 Vetgiornalisti crescono: le basi della comunicazione efficace applicate al giornalismo - Luisa Quattrina 11:00 Pausa OBIETTIVI DELLA GIORNATA “Scrivere in modo ‘intelligente’ significa: dire quanto basta, quando serve, e dirlo bene.” Beppe Severgnini Per la maggior parte di noi scrivere è un ostacolo. Riempire uno o più fogli di parole con lo scopo di essere letti è faticoso e ancora più articolato è il lavoro quando dobbiamo mettere in forma discorsiva concetti scientifici complessi. L’intervista, ancor più della scrittura, porta con sé un disagio spesso incompatibile con una comunicazione efficace. Eppure, per quanto difficile sia un tema, è sempre possibile renderlo accessibile a tutti. Il buon scrittore gioca e si diverte e ha regole semplici volte a creare piacevolezza. Ma soprattutto è onesto e documentato. Un buon scrittore anche nello sdegno ha classe e umiltà. Un buon scrittore scrive e riesce a comunicare. Anche l’intervista, con pochi accorgimenti, può essere gestita in modo semplice e dimostrarsi un ottimo mezzo divulgativo. Dedicarsi alla “disciplina” dello scrivere e del parlare in pubblico è importante sia dal punto di vista lavorativo, nel proprio ambulatorio, sia per crearsi nuove opportunità occupazionali nel campo editoriale e della comunicazione. La giornata sarà impostata in forma interattiva, con momenti teorici alternati a lavori pratici ed esercizi. L’obiettivo è offrire indicazioni e spunti per migliorare le tecniche di divulgazione in veterinaria: è dunque aperta a tutti e utile per tutti i colleghi, non soltanto per chi si occupa di didattica. Chi di noi non deve, oggi, comunicare via mail, social network, articoli, o media?
COORDINAMENTO: Silvia Macelloni Medico Veterinario, è la coordinatrice del Gruppo di Studio di Metodologia Didattica e del Gruppo Benessere Veterinario. RELATORI LUISA QUATTRINA è un veterinario laureatosi a Milano. Ha svolto tutte le professioni immaginabili con i pet: dalla libera professione al veterinario pubblico, dall’apertura di petshop e garden center reparto animali. Nel frattempo ha coltivato l’hobby che è diventato il suo lavoro: giornalista pubblicista. Ama la fotografia e si diletta in scatti agli animali in natura. Birdwatcher da sempre. Per formarsi ha seguito molti corsi, alcuni utili, come il Marketing l’uso del pacchetto Adobe, altri inutili, tutti quelli di specializzazione veterinaria perché avendo poi svolto la libera professione per pochissimo tempo non li ha mai utilizzati: i pet la ringraziano tutti. Le testate ove ha scritto sono molte, alcune dedicate al grande pubblico altre rivolte ai colleghi veterinari e ai petshopper. Attualmente coordina gli autori che collaborano al progetto editoriale PETTREND testata mensile di dieci numeri l’anno edita da Edizioni Veterinarie rivista ufficiale di Zoomark International di BolognaFiere: la fiera degli animali da compagnia che si svolge a Bologna negli anni dispari. Ha tenuto numerosi seminari e covegni. ALESSANDRO SCHIANCHI si è laureato in medicina veterinaria presso l’Università degli Studi di Parma nel 1995, ha conseguito poi un Master in buiatria. È stato specialista di bovini da latte per Purina Italia e Direttore Sanitario del centro di recupero rapaci Lipu di Sala Baganza (PR). Ha collaborato con il Dipartimento di Biologia Evolutiva e l’American Museum of Natural History di New York. Ha acquisito nel 2001 una formazione specialistica in tecnica dell’allevamento avicolo e patologia aviare, nel 2010 la laurea in Scienze del Comportamento e delle Relazioni Interpersonali, nel 2013 la laurea magistrale in Psicologia. È stato funzionario tecnico commerciale per la Novartis Animal Health e consulente tecnico per la MSD
11:30 Vetgiornalista provetto: mettiamoci alla prova 13:00 Pausa Pranzo 14:00 Crea un tuo stile: come si sviluppa un testo - Luisa Quattrina 15:00 Non facciamo gli asini (curiamoli soltanto): le regole dell’editing - Luisa Quattrina 16:00 VetStar per un giorno: intervistare ed essere intervistati - Alessandro Schianchi 17:00 Discussione e chiusura dei lavori N.B. I partecipanti sono pregati di portare il pro-
prio pc portatile. Si avvisa che gli orari di inizio e termine delle relazioni sono indicativi in quanto verranno svolti lavori interattivi. PER INFORMAZIONI ANMVI - Palazzo Trecchi Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Tel. 0372/403547 (36) (41) Fax 0372/403526 info@anmvi.it - www.anmvi.it www.facebook.com/anmvi
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12 Focus Medicina felina
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La rinite cronica nel gatto Una patologia frequente per la quale le terapie mediche e chirurgiche più efficaci non sono ancora chiare di ENRICO BOTTERO DVM Cuneo www.endovet.it a rinopatia infiammatoria cronica (RIC) del gatto è una condizione patologica relativamente frequente e decisamente frustrante da gestire dal punto di vista terapeutico. La rinite viene considerata cronica se i segni clinici sono presenti da o più di 4 settimane anche in modo non continuativo. In base ai diversi studi consultati, la rinite cronica è la seconda principale causa di scolo nasale nel gatto dopo le neoplasie.
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EZIOLOGIA Dal punto di vista eziologico non è ad oggi nota l’eziologia della rinite cronica, che viene infatti definita idiopatica in molte trattazioni. È piuttosto diffusa la convinzione che la rinite infettiva, soprattutto Herpesvirus-1, sia un rilevante fattore fisiopatologico predisponente all’instaurarsi della rinopatia cronica. È stato ipotizzato che in età giovanile questo virus danneggiando l’epitelio respiratorio e la struttura osteo-cartilaginea, che lo sostiene, predisponga ad infezioni batteriche ricorrenti. In alcuni studi però la ricerca di tale virus mediante PCR nella mucosa nasale di gatti con rinopatia cronica e gatti sani ha dato risultati molto simili, riducendo quindi un ruolo fisiopatologico attivo di tale virus. Altri lavori invece evidenziano uno status infiammatorio aumentato (in termini di cito e chemochine proinfiammatorie evidenziabili) nei pazienti che albergano tali virus ipotizzandone pertento un ruolo attivo per l’instaurarsi di rinopatia cronica. Nel complesso tale argomentazione non ha tuttora una interpretazione unica e condivisa. Secondo il parere dell’autore la RIC è una malattia a se stante in cui il processo flogistico non è una recidiva dell’infezione virale (Herpes/ Calicivirus), ma piuttosto è una malattia in cui tali agenti (e potenzialmente anche altri) possono avere creato in età giovanile alterazioni nasali strutturali e funzionali promuovendo così l’instaurarsi di infezioni batteriche, modificazione del microbiota ed alterazioni del sistema immunitario che insieme causano e perpetuano la RIC. Nel corso del tempo questo processo flogistico induce problemi strutturali tali (erosione dei turbinati, metaplasia squamosa...) nelle cavità nasali da essere essi stessi il motivo principale delle sovrainfezioni batteriche croniche che, a loro volta, aggravano ulteriormente le alterazioni strutturali in un circolo fisiopatologico vizioso, circolare e progressivo. Queste considerazioni eziopatogenetiche hanno un risvolto evidente nel comportamento clinico tipico della RIC che è caratterizzata da continue recidive che rispondono sempre meno adeguatamente alla terapia medica. Nonostante le infezioni batteriche siano evidenziate nel 70-90% dei casi di RIC, il loro ruolo causativo primario è considerato poco probabile. Il ruolo di Bartonella (valutata sia mediante coltura che PCR da biopsia) così come di Mycoplasma non è stato dimostrato come causativo, principalmente perché non ci sono differenze significative nel loro riscontro tra gatti sani e gatti con RIC e, soprattutto per Mycoplasma, il riscontro in numerosi gatti sani ne fa ipotizzare l’appartenenza alla normale microflora nasale. In sporadici articoli viene riportato il riscontro di Haemophilus spp e Capnocytophaga in presenza di RIC. In uno studio del 2005 (Johnson LR, Fo-
ley JE, De Cock HE, et al. Assessment of infectious organisms associated with chronic rhinosinusitis in cats. J Am Vet Med Assoc 2005;227(4):583) gli autori identificano numerosi agenti batterici associati alla RIC come: Pseudomonas aeruginosa, Escherichia coli, Streptococcus viridans, Staphylococcus pseudointermedius, Pasteurella multocida, Corynebacterium spp, Actinomyces spp, Bordetella bronchiseptica, Mycoplasma spp ed anche molti batteri anaerobi; ma considerandoli presumibilmente agenti di irruzione secondaria e concausativi di flogosi settica. Anche le infezioni da Retrovirus (+++ Felv) in uno studio furono ipotizzate avere un ruolo nella RIC, ma la riduzione della loro prevalenza negli ultimi anni non si è accompagnata ad una riduzione nella prevalenza della RIC, rendendo così il loro ruolo causativo primario poco probabile. La RIC si evidenzia in soggetti di ogni età, ma principalmente in soggetti giovani o di media età. Non è infrequente che l’anamnesi remota riporti una rinite infettiva nel periodo neonatale/giovanile, anche se spesso questo dato è difficile da stabilire con certezza.
SINTOMI Dal punto di vista clinico la RIC si manifesta con sintomi simili a quelli di molte altre rinopatie; principalmente si evidenzia scolo nasale, il cui aspetto è molto variabile: sieroso, mucoide, mucopurulento ed anche ematico, seppur meno frequentemente. Lo scolo può essere mono o bilaterale e nell’anamnesi va indagata la progressione della sintomatologia. Sternuto, respiro rumoroso e stertore sono spesso presenti come conseguenza dell’accumulo di materiale purulento nelle cavità nasali e nello spazio coanale. Raramente è possible evidenziare epifora. Non è infrequente l’associazione di questi episodi ad eventi stressanti (ricovero in pensione/sterilizzazione…); ma la principale caratteristica clinica, epidemiologica ed anamnestica della RIC è la tendenza alla recidiva. In fase acuta i gatti possono manifestare disoressia, dispnea e ipertermia associate ai tipici sintomi nasali; nelle prime fasi della malattia la risposta clinica alla terapia antibatterica è adeguata ed abbastanza rapida, ma tipicamente nei pazienti con segni clinici cronici tale risposta tende ad essere sempre meno efficace. Inoltre, un altro dato anamnestico tipico è la risposta a vari antibiotici a largo spettro, anche senza il supporto dell’antibiogramma. Questo dato supporta ulteriormente l’idea che i batteri siano fattrori di irruzione secondaria e che sia la riduzione ge-
nerica della carica batterica ad intervenire nel miglioramento dei segni clinici.
VISITA CLINICA La visita clinica rappresenta un passaggio fondamentale nell’iter diagnostico; non sempre è possibile eseguire un esame obiettivo particolare delle vie aeree superiori con il gatto sveglio; secondo il parere dell’autore è legittimo ed anzi consigliabile procedere a sedazione per poter valutare con attenzione il cavo orale, compresa la dentizione e l’eventuale presenza di schisi palatale, il canale auricolare ed il canale nasolacrimale. Inoltre è possible eseguire anche un esame citologico dello scolo nasale ed un eventuale lavaggio da sottoporre ad esame colturale. Devono inoltre essere valutati i linfonodi retromandibolari e le restanti porzioni del sistema respiratorio.
ESAMI SPECIFICI In seguito alla visita clinica è necessario impostare un iter diagnostico accurato. Le analisi sierologiche per le malattie infettive non hanno un elevato significato diagnostico in quanto nei gatti sani si evidenzia una alta prevalenza di sieropositività dopo la vaccinazione. Il tampone orofaringeo e congiuntivale vengono utilizzati spesso nei pazienti con forme acute per la ricerca, tramite esame colturale, di Clamydophila felis, Bordetella bronchiseptica e Mycoplasma spp e per l’isolamento di forme virali (FHV-1 e Calicivirus). Questi esami non sono considerabili sempre sensibili e specifici in quanto la loro negatività non permette di escludere tali agenti come causativi. Ad esempio il Mycoplasma per la sua fragilità non è facilmente coltivabile seguendo le normali modalità di raccolta mentre l’Herpesvirus non viene eliminato in continuità in quanto latentizza in gangli del trigemino e paravertebrali. D’altro canto l’identificazione di tali virus non spiega sempre i segni clinici (ad esempio FHV-1 stesso pur slatentizzando potrebbe non indurre segni clinici) ed in molti gatti sani non è possible differenziare i ceppi vaccinali da quelli patogeni. L’esame colturale a partire dallo scolo è poco utile perché identifica generalmente le sovrainfezioni secondarie o la normale popolazione commensale orofaringea. L’esame citologico a partire dallo scolo identifica generalmente una flogosi neutrofilica settica, ma non è in grado di discriminare tra una infezione primaria ed una secondaria. La sua esecuzione permette di identificare, in alcuni casi, agenti lievitiformi compatibili con Criptococco. In presenza di scolo nasale
ematico è possible e consigliabile eseguire un profilo pressorio e coagulativo. Il lavaggio nasale viene spesso utilizzato per la raccolta di campioni e viene eseguito in anestesia generale tramite l’utilizzo di un catetere da 6-8 french inserito nel meato medio e ventrale e l’uso di soluzione fisiologica (2-4 ml) mantenendo il rinofaringe chiuso. In uno studio (J Feline Med Surg. 2009 Aug; 11(8): 645-9. doi: 10.1016/j.jfms.2008.12.004. Epub 2009 Feb 7.Effect of sample collection methodology on nasal culture results in cats. Johnson LR1, Kass PH.) i risultati dell’esame colturale ottenuto da lavaggio rispetto alla biopsia evidenziavano risultati discordanti nel 32%, 10% e 18% dei casi nella positività del colturale di batteri aerobi, anaerobi e Mycoplasma rispettivamente. La maggior frequenza di riscontro di esame colturale positivo in seguito al prelievo tramite lavaggio potrebbe rifletterne la capacità di individuare batteri posizionati superficialmente sulla mucosa nasale e, potenzialmente, non coinvolti nel processo patologico primario. Inoltre, l’esame colturale da biopsia potrebbe subire alterazioni nel processo di macerazione prima della semina sul terreno di coltura, mentre il lavaggio viene inserito direttamente nel terreno di coltura.
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI La diagnostica per immagini in corso di segni clinici nasali cronici comprende l’esame radiografico e l’esame tomografico. Entrambe le procedure non possono prescindere da un adeguato posizionamento e quindi da una anestesia generale per la valutazione delle cavità nasali, dei seni frontali e delle bolle timpaniche. La proiezione ventro-dorsale con bocca aperta è la posizione considerata più utile per la valutazione comparativa di entrambe le cavità; le alterazioni radiografiche compatibili con RIC sono radiopacità mono e/o bilaterale, alterazione della struttura dei turbinati ed erosione, asimmetria delle due cavità e dei seni frontali. Molte delle alterazioni radiografiche sono compatibili sia con una condizione flogistica che con una condizione neoplastica e complessivamente l’esame radiografico è spesso indicativo ma non conclusivo. L’esame tomografico è considerato superiore all’esame radiografico per identificare le alterazioni nelle cavità nasali, numerose alterazioni (osteolisi dei turbinati, deviazione del setto, opacità diffusa e coinvolgimento dei seni paranasali) riscontrabili con questa procedura sono però sovrapponibili alle condizioni di infiammazione rispetto a quelle neoplastiche. In corso di neoplasia i seguenti riscontri sono considerati suggestivi seppur non esclusivi: lisi dell’aspetto ventrale della mascella e dell’osso vomere, lisi monolaterale dei turbinati, lisi della lamina orbitale, opacità tissutale del seno frontale, del seno sfenoide e dello spazio retrobulbare. L’esame endoscopico in corso di segni clinici nasali cronici viene principalmente inserito al termine dell’iter diagnostico. Il quadro endoscopico in corso di RIC non è patognomonico ma si possono evidenziare vari gradi di flogosi con accumulo di materiale catarrale e mucoso, a volte purulento e vari gradi di alterazione strutturale della cavità nasale fino alla completa erosione dei turbinati con aumento dello spazio respiratorio ed accumulo di materiale catarrale denso. Questo riscontro endoscopico ha un valore sì diagnostico, ma soprattutto prognostico in quanto la disarchitettura macro-endoscopica della cavità nasale è un criterio prognostico negativo. Infatti, una cavità nasale al-
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terata ha le difese anatomo-funzionali completamente compromesse e questo provoca la recrudescenza del processo fisiopatologico e l’autoperpetuazione del processo flogistico. L’esame rinoscopico si completa con la raccolta di materiale bioptico da sottoporre ad esame citologico ed istologico. L’esame citologico può essere eseguito tramite squash prep o tramite brushing. Nell’unico lavoro (Michiels L. 2003) che ha confrontato la sensibilità della citologia e dell’istologia la concordanza era piuttosto bassa (25%) con una percentuale di falsi negativi in corso di neoplasia del 27%. Secondo il parere dell’autore, la metodica di allestimento dei campioni può essere un elemento rilevante in questa valutazione e la tecnica di schiacciamento è di maggior utilità per la discriminazione tra processo flogistico e neoplastico. Il prelievo bioptico può essere eseguito attraverso il canale di lavoro o tramite pinza bioptica fatta passare tangenzialmente all’ottica; il campionamento deve essere il più ampio possibile e ottenuto in entrambe le cavità nasali. Il quadro istologico descrive la componente flogistica prevalente (linfo-plasmocitaria, neutrofilica o mista). La flogosi neutrofilica è tipicamente associata ad un processo acuto, ma non è infrequente rilevarla in corso di forme croniche secondariamente alle sovrainfezioni batteriche e nei processi cronico-attivi come sono tipicamente le recidive della RIC. L’istologia è in grado di individuare anche le alterazioni strutturali della mucosa nasale; riscontro che acquista un maggior valore diagnostico e prognostico rispetto alla sola individuazione della popolazione infiammatoria. Rilevare fibrosi, distruzione e rimodellamento dei turbinati, iperplasia ghiandolare fino alla metaplasia squamosa aiuta e completa l’iter diagnostico. Infatti, certificare modificazioni anatomiche e funzionali irreversibili della cavità nasale aiuta a comprendere l’andamento clinico e a ipotizzare una prognosi attendibile.
TERAPIA La terapia della RIC è complessa e soprattutto frustrante. Fondamentalmente è una condizio-
ne non curabile e non risolvibile, ma solo compensabile. Questo concetto dovrebbe sempre essere espresso con chiarezza ai proprietari. La terapia si propone di trattare il fenomeno acuto ma soprattutto di prevenire nel miglior modo possibile le recidive. La terapia deve essere di natura multimodale in quanto non esiste un unico farmaco miracoloso. La terapia antibiotica rappresenta il cardine della gestione della RIC in molti casi, seppur il ruolo causativo primario dei batteri sia decisamente controverso. La scelta antibiotica ideale non esiste ed anche se in teoria un antibiogramma (successivo all’esame colturale del lavaggio nasale) potrebbe essere il metodo ideale per scegliere il principio attivo, nella pratica clinica questa modalità non è percorribile in quanto la RIC è caratterizzata da numerose recidive ed il lavaggio delle cavità nasali richiede sempre una anestesia generale per essere eseguito correttamente. Il board di esperti che nel 2017 ha pubblicato le linee guida per il trattamento antibiotico delle patologie delle vie aeree consiglia di usare come farmaco di primo intervento la Doxiciclina e poi Amoxicillina-Ac. Clavulanico come seconda scelta possibile. I medesimi esperti consigliano di non usare antibiotico per almeno 10 gg se la patologia è in fase iniziale ed in forma acuta, scegliendo come procedere in base all’andamento clinico. La scelta di usare fluorochinolonici e di cefalosporine di terza generazione dovrebbe essere riservata ai casi gravi in cui è provata l’inefficacia degli antibiotici di prima scelta, sopra menzionati, ed in cui l’esame colturale ha indicato la potenziale efficacia. L’azitromicina, seppur sia stata indagata in umana come farmaco efficace anche come immunomodulatore, in corso di rinopatia non è ugualmente attiva verso la Clamydia come la doxiciclina e quindi non è ad oggi consigliabile. Quando l’esame colturale dovesse evidenziare in coltura pura o semi pura Pseudomonas aeruginosa, (evento possibile soprattutto in caso di esame colturale da lavaggio o prelievo profondo piuttosto che da esame dello scolo o del tampone superficiale) che è un batterio notoriamente multiresistente, il con-
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siglio del board è quello di non trattare con vari antibiotici ma di scegliere sulla base di un confronto tra le varie figure mediche interessate. L’uso di fluorochinolonici è accettato in medicina umana e spesso eseguito anche in veterinaria. La pradofloxacina viene inoltre proposta ed utilizzata in alcuni paesi per il trattamento di Pasteurella multocida, E. coli e Stafilococcus intermedius. La durata ideale della terapia antibiotica non è ad oggi stabilita. Il consensus propone di usare l’antibiotico almeno per 7 gg e poi, sulla base della risposta clinica, questo può essere prolungato per un periodo di altri 7 gg dopo la risoluzione clinica dei sintomi. L’ideale sarebbe non eseguire terapie ripetitive ad ogni peggioramento clinico dei sintomi e ad oggi non è chiaro se abbia senso riutilizzare l’ultimo principio attivo efficace impiegato oppure variarlo (in base all’antibiogramma o meno). Nell’essere umano un secondo trattamento con lo stesso principio attivo entro 3 mesi dal primo ha molte più possibilità di riscontrare resistenza raccomandando quindi l’uso di classi di antibiotici differenti se usati entro 3 mesi dal primo trattamento. La terapia per via locale ha come principale obiettivo quello di aumentare lo spazio respiratorio nasale che, in corso di RIC, è ridotto dall’accumulo di materiale catarrale e mucoso. Quest’ultimo, inoltre, ostacola il drenaggio dall’ostio fronto-nasale provocando sinusite. Il lavaggio viene eseguito in anestesia totale con intubazione e zaffatura del rinofaringe; si utilizzano siringhe (10-20 ml) con soluzione fisiologica sterile fino alla pulizia della cavità nasale e la conseguente fuoriuscita di soluzione limpida. Nell’esperienza dell’autore la terapia con lavaggi locali ha senso se il beneficio indotto dalla procedura ha una durata percepibile di almeno 3-4 mesi e quindi essere eseguita due o tre volte all’anno. Nelle due settimane successive al lavaggio è possibile somministrare una terapia antibiotica a largo spettro sulla base della condizione clinica del paziente al momento del lavaggio. Anche la nebulizzazione ha come scopo la diluizione del materiale mucopurulento e quindi facilitare la liberazione della cavità nasale e la funzione di clearence muco-ciliare residua. La nebulizzazione si ottiene tramite la sospensione di gocce di salina all’interno di un propellente, in generale le gocce di piccole dimensioni (0,5-5 mm) si depositano a livello delle vie aeree inferiori mentre le gocce più grandi (20 mm) si depositano nel rinofaringe. Generalmente si eseguono trattamenti della durata di 15 minuti una o due volte al giorno, alcuni operatori utilizzano la nebulizzazione anche per veicolare agenti antibatterici topici come gli aminoglicosidi o mucolitici come l’n-acetil-cisteina. Quest’ultima può causare nel gatto broncospasmo, presumibilmente per la sua ipertonicità, e quindi l’autore personalmente non la utilizza. Anche l’instillazione endonasale di gocce di fisiologica può servire allo scopo sopramenzionato, così come il mantenimento del gatto in ambienti sovrasaturi come piccoli bagni con la doccia accesa. L’utilizzo locale di mucolitici, come la bromexina, potrebbe essere una opzione che non è stata indagata in letteratura, seppur sia impiegata in maniera empirica da alcuni operatori. I decongestionanti endonasali non vengono utilizzati soprattutto per l’effetto rebound di vasodilatazione che si verifica successivamente all’uso locale; per questo motivo ne viene consigliato l’impiego per un massimo di tre giorni. L’utilizzo di anti-virali sistemici è basato sul presupposto che la recidiva da parte di infezioni virali sia alla base dei segni clinici della rinopatia cronica. Questa condizione non è dimostrata e quindi non esiste evidenza scientifica che il famciclovir o l’interferone possano avere un ruolo terapeutico in corso di RIC. La terapia antiinfiammatoria rappresenta il se-
condo cardine terapeutico in corso di RIC. I farmaci antiistaminici, seppur utilizzati da alcuni, possono indurre disidratazione delle secrezioni ed aumentarne l’ispessimento con conseguente peggioramento dei segni clinici. L’uso di antiinfiammatori è supportato da alcuni studi che hanno evidenziato nelle biopsie di soggetti con RIC un aumento dei geni che trascrivono per citochine proinfiammatorie (IL-6, IL-10, IL-12 p40, IFN-g), inoltre viene ipotizzato che la risposta infiammatoria in corso di RIC sia a prevalenza Tcell (Th-1). Gli steroidi, nonostante abbiano una efficacia clinica secondaria alla riduzione dell’edema mucosale ed all’inibizione di richiamo di cellule infiammatorie, possono comunque agevolare una recrudescenza delle infezioni virali così come agevolare le so-
vra-infezioni batteriche. Il loro uso per via locale andrebbe preceduto da una fluidificazione delle secrezioni. I fans potrebbero avere un razionale nella diminuzione del dolore associato alla RIC, ma non ci sono studi che ne abbiano indagato l’efficacia, inoltre sono controindicati in corso di insufficienza renale o in caso di disidratazione. L’inibizione leucotrienica ha mostrato efficacia nel trattamento della rinite nell’uomo ma non è stata indagata nel gatto. In uno studio è stata anche indagata l’immunomodulazione in corso di RIC in gatti trattati con iniezione intraperitoneale di liposoma-Il-2-DNA per stimolare la risposta immunitaria innata. Seppur i risultati siano stati buoni, ad oggi l’utilità clinica di questa procedura è del tutto da verificare. La terapia chirurgica, seppur indagata in al-
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cuni studi, non è abitualmente utilizzata tranne che nel coinvolgimento preferenziale dei seni frontali e conseguente empiema. Quest’ultimo viene trattato con trapanazione, lavaggio e svuotamento per permettere la risoluzione dei sintomi ed il rischio di recidiva. Complessivamente la rino-sinusite infiammatoria cronica è una patologia frequente e frustrante della quale ad oggi non è completamente chiara la fisiopatologia e neppure la terapia medica e/o chirurgica più efficace. ■ Abstract tratto dagli atti del Seminario Nazionale SCIVAC in collaborazione con SIMEF - Milano, 1/2 Dicembre 2018 - “Malattie respiratorie del gatto
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Dermatite allergica non alimentare e non da pulci nel gatto Il maropitant a 2 mg/kg PO q24h per 4 settimane sembrerebbe essere una opzione terapeutica efficace e ben tollerata di ELEONORA MALERBA Med Vet PhDstudent a dermatite allergica felina è una patologia comune in dermatologia veterinaria. Quando questa non è causata da allergeni alimentari o dalle pulci è stata definita “feline atopic-like disease” (ALD) oppure “non-flea, non-food induced hypersensitivity dermatitis” (NFNFIHD). Una volta che si è provato a trattare le pulci, attuare opportuni cambi dietetici e somministrare farmaci immunosoppressivi sistemici, le opzioni terapeutiche alternative sono limitate. Lo scopo di questo studio era quello di valutare l’efficacia del maropitant e la sua tollerabilità in 12 gatti con ALD. A ciascun soggetto sono stati somministrati 2 mg/kg di maropitant PO q24h per 4 settimane. Sono stati valutati il decorso delle lesioni cliniche, il prurito e la tollerabilità, oltre ad eventuali effetti collaterali e variazioni del peso corporeo. In 11 gatti su 12 sono stati registrati un miglioramento delle condizioni cliniche e del
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prurito; in un gatto è stato riscontrato un miglioramento esclusivamente del prurito. L’efficacia e la tollerabilità del trattamento sono state giudicate eccellenti o buone dall’83,3% dei proprietari. Non sono stati osservati effetti collaterali, ad eccezione di scialorrea autolimitante di breve durata in alcuni soggetti. Gli autori concludono che questo studio preliminare sembrerebbe dimostrare che il maropitant costituisca un’opzione terapeutica efficace e ben tollerata per controllare il prurito nei gatti con ALD, ma che sono necessari ulteriori studi per confermare tali risultati. “Use of maropitant for the control of pruritus in non-flea, non-food-induced feline hypersensitivity dermatitis: an open-label uncontrolled pilot study” Maina E e Fontaine J. J Feline Med Surg. 2018 Nov 14: 1098612X18811372. doi: 10.1177/1098612X18811372.
LINFOMA OCULARE POST-TRAUMATICO IN 3 CONIGLI uesto lavoro descrive 3 casi (2 unilaterali e 1 bilaterale) di linfoma oculare post-traumatico in 3 conigli da compagnia. La diagnosi di un’eziologia traumatica è basata su dati anamnestici che riferivano di un trauma oculare esterno unilaterale o di una facoemulsificazione bilaterale. Durante gli esami oftalmologici di questi soggetti sono stati notati gravi alterazioni corneali, presenza di una o più masse nella camera anteriore dell’occhio, basse pressioni intraoculari e altri disturbi oculari. Tutti gli occhi interessati sono stati trattati, per cicli variabili, con farmaci topici standard (antibiotici, antinfiammatori e steroidi) e antinfiammatori sistemici. Sulla base della progressione della malattia, tutti i globi oculari colpiti sono stati infine enucleati. All’esame istopatologico sono state osservate la rottura capsulo-lenticolare e una neoplasia a cellule rotonde, con indici mitotici variabili, che aveva modificato la struttura originaria. Le indagini immunoistochimiche hanno diagnosticato dei linfomi a cellule B. Un solo soggetto aveva evidenza di metastasi locali a un linfonodo regionale. Nel coniglio è già stata segnalata la pre-
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senza di sarcomi post-traumatici, tuttavia, questi 3 casi costituiscono la prima segnalazione di questa nuova variante a cellule rotonde, denominata linfoma a cellule B oculare post-traumatico. Per i clinici è importante conoscere la presentazione clinica di questi soggetti e la possibilità di metastasi regionali. “Post-traumatic ocular lymphoma in three rabbits (Oryctolagus cuniculus)” Keller KA, et al. Journal of Exotic Pet Medicine 2019; 28: 154-161.
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ATAV Dalle Associazioni
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I problemi comportamentali del gatto e negli esotici Il punto di vista del tecnico veterinario di BRENDA INNAMORATI Vice - presidente ATAV omenica 18 novembre 2018 presso l’aula didattica ABIVET, sede di Palazzo Trecchi, si è tenuta la giornata di aggiornamento per tecnici veterinari e studenti ABIVET “il punto di vista del tecnico veterinario nei problemi comportamentali del gatto e negli esotici”. Relatore: la dottoressa Marzia Possenti, Medico Veterinario di Milano. Marzia Possenti ha introdotto nozioni pratiche sul comportamento del gatto, prima, e del coniglio, poi, illustrando le principali caratteristiche di specie, predatore/preda il primo, squisitamente preda il secondo con le relative implicazioni. Con grande competenza ed esperienza ha esposto cosa aspettarsi dai citati animali da compagnia nella pratica quotidiana ambulatoriale e di ospedalizzazione, fornendo utili e pratici consigli ad una platea attenta, molto
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interessata e partecipe. Riconoscere i “campanelli di allarme” relativi ai segnali di paura e di aggressività degli animali in questione, saperli prevenire nelle manifestazioni e quindi gestire, rappresenta un valido biglietto da visita per il clinico che potrà gettare così le basi per una reale fidelizzazione del cliente. Essere in grado di individuare punti critici nella relazione proprietario-animale già dalle primissime osservazioni posturali degli animali condotti in visita, costituisce un prezioso spunto di argomentazione con il cliente che potrà sentirsi compreso nelle proprie difficoltà gestionali, guidato e supportato. Ancora una volta viene sottolineata l’importanza della nostra figura professionale che può così cogliere, anche in questa affascinante disciplina, un’occasione di professionalità e di doti operative che la renderanno indispensabile nel panorama della veterinaria italiana. La sessione che è stata arricchita da esempi clinici e video esplicativi si è conclusa intorno alle 17. ■
Simona Prandi Medico Veterinario, Trainer e Coach Sandro Barbacini Medico Veterinario, Trainer e Coach
Step Up Free https://www.facebook.com/stepupfree/
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n uno dei nostri articoli precedenti abbiamo sottolineato quanto sia importante che ogni persona, che gestisca o meno un business, sia responsabile al 100% di tutto quello che gravita attorno alla propria vita o alla propria attività. In questo articolo ci concentreremo invece su quanto sia essenziale, per ogni attività professionale e non, raccogliere e valutare il più numeri possibile. Nello specifico, non mi riferisco ai numeri di bilancio e che servono a fare una valutazione economica e/o finanziaria di un’attività, visto che per questo ci sono già commercialisti e consulenti finanziari. Mi riferisco invece a tutti quei numeri che ci potrebbero permettere di valutare in tempo reale quali variazioni apportare alla nostra attività di Medici Veterinari e verso quale direzione dirigerla. Questi numeri non sono fondamentali solo per quelle attività dove lavora un team, ma anche per quelle gestite da un singolo Medico Veterinario. Raccogliere e valutare i numeri ci permette di sapere precisamente “dove siamo”, qual è il nostro punto di partenza e quindi di pianificare le azioni di sviluppo o le modifiche da fare all’interno del nostro business. Sto ad esempio parlando di numeri relativi a “quanti potenziali nuovi clienti mi chiamano o entrano per la prima volta nel mio ambulatorio?”, “quanti di questi diventano miei clienti?”, “quanti di questi tornano o mi
chiamano nuovamente?”, “quanti preventivi vengono accettati?”, “a quanto ammontano gli sconti che faccio?”, “quali e in che numero sono le prestazioni che faccio ad ogni mio cliente?”, etc, etc, etc. L’elenco potrebbe diventare infinito. Quanto sarebbe importante conoscere questi numeri in tempo reale? Quante indicazioni ci potrebbero dare? Quanta chiarezza farebbero all’interno della nostra attività? Quanto sarebbero utili nello stabilire le strategie di sviluppo e/o cambiamento? È ovvio che diventare responsabili nella raccolta di questi o altri numeri comporta una forte motivazione e disciplina da parte di tutto il team ed una visione molto chiara della direzione che la leadership di un business vuole prendere. Ho parlato di motivazione e disciplina da parte di tutto il team, perché ogni componente della squadra deve raccogliere i numeri che gli competono. Semplicemente perché ognuno svolge attività in momenti e luoghi diversi e a volte anche mansioni diverse da tutti gli altri colleghi.
C’è spesso reticenza da parte di collaboratori e dipendenti a raccogliere numeri; questo perché viene spesso interpretato come uno strumento di controllo. A mio avviso non c’è niente di più sbagliato che utilizzare i numeri come strumento di controllo. La raccolta dei numeri va utilizzata per poter permettere alla leadership di valutare quali sono i punti di forza e di debolezza dell’attività e dei singoli componenti il team. La derivata consapevolezza dei punti di forza e di debolezza non permette altro che apportare modifiche in tempi veloci o di insegnare alle persone a valorizzare il proprio potenziale o migliorare le proprie carenze. Sta quindi alla leadership vendere ai propri collaboratori il motivo per cui ognuno debba essere responsabile di raccogliere i numeri che gli vengono chiesti. D’altronde avere sotto controllo i numeri permette di far crescere al meglio le persone e l’attività, con conseguente miglioramento della produttività del business e benefici per tutto il team. Non credete che dirigere un business dove i numeri vengono raccolti e valutati in modo accurato sia più semplice, eviti errori inutili e permetta di stabilire gli obbiettivi con più chiarezza e oculatezza? Ma perché siamo spesso reticenti a raccogliere i numeri? Perché ci nascondiamo dietro al fatto di non aver tempo, di non essere capaci, di non averlo mai fatto, che non serve a nulla o che nessuno lo fa? Semplicemente perché i numeri parlano, ci dicono chiaramente dove facciamo bene, ma anche e soprattutto dove sbagliamo! E a nessuno piace sentirsi dire di aver sbagliato! A nostro avviso, il motivo per cui spesso abbiamo scusanti per non raccogliere i numeri è perché abbiamo paura di quello che potrebbero dirci! Al contrario, invece, quando i numeri vengono valutati con attenzione possono aiutarci a prendere decisioni consapevoli e ad avere un business di grande successo!
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NEL BUSINESS, I NUMERI CI PARLANO E CI GUIDANO
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18 Calendario attività Dal 17 dicembre al 16 marzo Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi
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CONGRESSO REGIONALE SCIVAC Nuova edizione!
RADIOLOGIA CHE PASSIONE! - Milano, Hotel Barcelo’ - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
18 - 21 Feb
CORSO E.V. IN COLLABORAZIONE CON ABIVET
SCUOLA TECNICI VET. 2° ANNO - Centro Studi - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: No ECM Per informazioni: Sofia Bassanini - Tel. 0372- 403515 - E-mail: cortecnico@evsrl.it
19 - 22 Feb
ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SIVAE / SCIVAC 7 ED. 2 PARTE - MEDICINA E CHIRURGIA DEI PICCOLI MAMMIFERI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403501 - E-mail: info@sivae.it CORSO SCIVAC LABORATORIO DI ANESTESIA EMODINAMICA - Ozzano Emilia (BO) - Università degli Studi di Bologna - Via Tolara dii Sopra, 50 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it INCONTRO SIMUTIV RESPIRATORIO: DALLA CPCR ALLA RIPRESA DELLA CIRCOLAZIONE SPONTANEA - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it
20 - 21 Feb 23 Feb 23 - 24 Feb
CONGRESSO REGIONALE SCIVAC Nuova edizione!
RADIOLOGIA CHE PASSIONE! - Milano, Hotel Barcelo’ - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
24 Feb
INCONTRO DEL GSMDV ANMVI
24 Feb
INCONTRO SICIV
24 Feb
INCONTRO SIATAV
2 - 3 Mar
INCONTRO SIOVET
2 Mar
GIORNATA DI APPROFONDIMENTO ANMVI
DIVULGAZIONE VETERINARIA. L’ARTE DI SCRIVERE E RACCONTARE LA MEDICINA VETERINARIA: PERCHÉ LA DIDATTICA NON È FATTA DI SOLE LEZIONI - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accr. non richiesto - Per info: Giada Sacchetti - Segretaria ANMVI - Tel. 0372403541 - E-mail: formazione@anmvi.it PASSI ORDINATI PER UN PERCORSO AD OSTACOLI: IL REFERTO CITOLOGICO - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it IL RISCHIO ANESTESIOLOGICO: COME PREVENIRLO PER MEGLIO DIFENDERSI - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it TRAUMATOLOGIA DELLE PELVI: FARE LA COSA GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO - Cremona, Palazzo Cittanova - Corso Garibaldi 120 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it GESTIONE DEL CONFLITTO NELLE RELAZIONI SUL LAVORO. IL CONFLITTO: PROBLEMA OD OPPORTUNITÀ? - Centro Studi Palazzo Trecchi- Cremona - ECM: Accreditamento ECM non previsto- Per informazioni: Milena Migliavacca - Segreteria ANMVI - Management - Tel. 0372/403536 - E-mail: management@anmvi.it
9 - 10 Mar
CONGRESSO REGIONALE SCIVAC
PRINCIPI DI EMERGENZA E TERAPIA INTENSIVA - Roma - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
11 - 13 Mar
ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC
3° IT. MEDICINA FELINA: IV PARTE - LE PATOLOGIE CARDIORESPIRATORIE - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
11 - 14 Mar
CORSO E.V. IN COLLABORAZIONE CON ABIVET
SCUOLA TECNICI VET. 1° ANNO - Centro Studi - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: No ECM Per informazioni: Sofia Bassanini - Tel. 0372- 403515 - E-mail: cortecnico@evsrl.it
13 - 16 Mar
ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SCIVAC
3° IT. PATOLOGIA CLINICA: VI PARTE - SISTEMA IMMUNITARIO E MALATTIE INFETTIVE - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
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VETERINARIA 39| 2018
la VETERINARIA
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La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Responsabile Antonio Manfredi Direttore Editoriale Carlo Scotti Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Rubriche Giovanni Stassi, Daria Scarciglia Segreteria di Redazione Giada Sacchetti, Erika Taravella professioneveterinaria@anmvi.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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LE VOCI CONSIGLIATE QUESTA SETTIMANA
Ematopoiesi e midollo osseo fisiologico L’ematopoiesi identifica i processi di produzione, differenziazione e maturazione delle linee cellulari ematiche a partire da un precursore comune definito cellula staminale totipotente nel midollo osseo. Durante la vita intrauterina, ad inizio gravidanza, i primi precursori sono localizzati nel sacco vitellino, successivamente l’ematopoiesi si osserva in sede epatica e splenica per poi assumere a fine gravidanza la sua sede definitiva nel midollo osseo. Il tessuto ematopoietico rappresenta in condizioni fisiologiche il 4-6% del peso corporeo. Il midollo osseo si trova nelle cavità delle ossa lunghe e di quelle assiali. È costituito da isole di tessuto ematopoietico e adiposo sorrette da seni vascolari frammisti a trabecole ossee. Da una cellula staminale totipotente origina selettivamente una cellula staminale commissionata rispettivamente in senso mieloide e linfoide. Le cellule staminali commissionate in senso mieloide vengono definite operativamente “unità formanti colonie” in base alla loro capacità, dimostrata sperimentalmente, di formare colonie ematopoietiche miste nella milza di animali da laboratorio.
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