Professione Veterinaria, Anno 2011, Nr 18

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la VETERINARIA

PROFESSIONE

A.N.M.V.I.

ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

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SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 8, numero 18 dal 16 al 22 maggio 2011

Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona

ANTIBIOTICI USO PRUDENTE ANCHE NEI PET

CORRISPONDENZA CONFUSA AL MINAMBIENTE

NUOVA ORDINANZA SUI CANI

DEDUCIBILI I COSTI DI AGGIORNAMENTO

VADEMECUM DELLA SICUREZZA SUL LAVORO

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I DIPENDENTI SSN DICHIARINO SE FANNO LIBERA PROFESSIONE

BREVI LEA

famiglie pet owner

Il Ministero della Salute ha pubblicato i risultati sull'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. La metodologia di valutazione si basa sull'impiego di specifici indicatori che, per il 2009, hanno dato risultati insufficienti in sei Regioni. Tra gli indicatori i controlli in allevamento per tbc bovina, brucellosi, anagrafe ovicaprina e campionamenti secondo il Piano nazionale residui.

famiglie italiane 28,1% 28,9%27,3%

8,4%

MEDIAZIONE Anche i medici veterinari possono aspirare al ruolo di mediatori riconosciuti. La FNOVI organizza un corso e annuncia la creazione di un organismo di conciliazione regolarmente iscritto nel registro del Ministero della Giustizia. Dal 20 marzo l'istituto della mediazione è in vigore e rappresenta un obbligo per la soluzione di alcune controversie, fra cui quelle riguardanti la responsabilità medica.

TESSILE Dal Parlamento Europeo nuove regole sull’etichettatura dei prodotti tessili. “Parti non-tessili di origine animale”: sarà la denominazione adottata per indicare l'uso di pellicce e pellame nei prodotti tessili. Qualunque utilizzo di materiali derivati da parti animali dovrà essere chiaramente indicato sulle etichette.

ERBE MEDICINALI I medicinali vegetali tradizionali necessitano dal primo maggio scorso di un'autorizzazione per essere immessi sul mercato. Dal primo maggio è entrata in vigore la Direttiva 2004/24/CE che disciplina l'utilizzo, la produzione, e la commercializzazione delle medicine vegetali tradizionali.

CONFPROFESSIONI Confprofessioni scommette sul Mezzogiorno. La Confederazione italiana libere professioni ha inaugurato a Napoli la sede Sud, che sarà il punto di riferimento per tutti i liberi professionisti del Meridione. All'incontro hanno partecipato il ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, e il presidente della delegazione campana, Giuseppe Della Rocca.

Salute risparmio

e

Fondo Sanitario A.N.M.V.I.

www.anmvioggi.it

INDAGINE ANMVI

Il 40% delle famiglie ha un cane o un gatto Aumentano cani e gatti nelle famiglie italiane più numerose e di livello culturale superiore A PAGINA 3

A distanza di quattro anni e mezzo, il Codice Deontologico del Medico Veterinario viene aggiornato. Le consultazioni, aperte dalla FNOVI il 16 maggio, si chiuderanno il 29 di questo mese. Il testo rivela significative e apprezzabili novità. Già la vigente stesura appariva coraggiosamente innovativa quando venne adottata, il 17 dicembre 2006, accogliendo le richieste dell’Antitrust. Ancor prima che lo facesse il Trattato di Lisbona, la deontologia veterinaria introduceva il concetto di animale “senziente” e nel conferire uno status elevato all’animale innalzava anche la professione veterinaria ad un maggior grado di considerazione pubblica e di responsabilità. Questo indirizzo si mantiene nella revisione sottoposta al parere della Categoria. Al medico veterinario vengono attribuite nuove prerogative attraverso altrettanti nuovi articoli dedicati alle seguenti situazioni: ambiente di lavoro, tutela dell'ambiente, adempimenti verso gli organi medico veterinari, previdenza e fiscalità, comparaggio, acquisizione del consenso informato in forma scritta in alcune circostanze, abuso di professione e coinvolgimento del

medico veterinario che vi concorre, eutanasia, giuramento professionale, obbligo di farmacovigilanza, ecc. Apprezzabile la norma sul conflitto di interessi che, oltre a ricordare che anche il dipendente pubblico “è soggetto alla potestà disciplinare dell’Ordine di appartenenza”, stabilisce che “il Medico Veterinario dipendente o convenzionato deve assicurare preventivamente l’assenza di possibili conflitti d’interesse e non deve adottare comportamenti che possano favorire la propria attività libero professionale ove prevista. I predetti professionisti, prima di dare inizio all’attività privata, devono informarne i competenti Ordini provinciali”. Importante anche che diventi deontologico, quindi passibile di responsabilità disciplinare, l’essere in regola con gli obblighi fiscali e previdenziali. In sostanza, il nuovo Codice Deontologico accoglie principi consolidati dal Code of Conduct della FVE e ampiamente dibattuti dalla Categoria. È positivo quindi che le migliori intenzioni che i medici veterinari si attribuiscono siano scritte nero su bianco e siano assunte da tutti come un impegno vincolante di condotta professionale. ■

8300, SON POCHI? ENTRO CINQUE ANNI SARANNO 8300 GLI STUDENTI ISCRITTI AL CORSO DI LAUREA IN MEDICINA VETERINARIA che chiuderanno il ciclo di studi e si presenteranno all’Esame di Stato per l’iscrizione all’Ordine dei Medici Veterinari. Nonostante il numero programmato per l’iscrizione al Corso di Laurea, per l’impegno della FNOVI e dell’ANMVI, sia stato ridotto negli ultimi anni in modo significativo passando dai 1460 ai 1006 del 2010/2011 con un calo del 30%, restano veramente troppi gli studenti che nei prossimi anni arriveranno alla Laurea. Se gli 8300 attualmente iscritti dovessero chiudere il Corso di Laurea nei cinque anni previsti avremmo una media di nuovi Medici Veterinari di circa 1660 all’anno, un numero veramente spaventoso. Fra l’altro, non dimentichiamo che l’Esame di Stato, sia pure con qualche miglioramento selettivo, resta più o meno una semplice prassi burocratica visto che il 99% dei laureati lo supera al primo tentativo, spesso pochi giorni dopo la Laurea e senza alcun svolgimento di tirocinio pratico come avviene per quasi tutte le professioni ordinistiche. Alcune Facoltà di Medicina Veterinaria, rendendosi conto della situazione veramente insostenibile per gli aspetti occupazionali dei giovani Medici Veterinari, hanno già preso decisioni in merito intervenendo spontaneamente sulla riduzione del numero di iscritti, anche per rientrare nei parametri richiesti dalla EAEVE per il riconoscimento europeo, altre, al contrario, sembrano non capire la situazione di forte e reale crisi del settore veterinario e non si preoccupano assolutamente del problema. Ci dispiace doverlo ribadire ancora ma la soluzione del problema resta sempre e solo una: la riduzione del numero dei corsi di Laurea in Medicina Veterinaria.

@nmvi Oggi - L’informazione Veterinaria On Line


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Indagine 2011 Anmvi Informa

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Più cani e gatti in famiglia Dall’ultima indagine sui proprietari di animali da compagnia realizzata dall’ANMVI, in collaborazione con Assalco, si evidenzia una maggior presenza di animali nelle famiglie italiane

Marco Viotti (Presidente SIMV) e Antonio Manfredi (Direttore ANMVI) alla presentazione dell’Indagine “I Veterinari e gli Animali da Compagnia in Italia” a Zoomark International 2011. "Non bisogna dimenticare - ha dichiarato Marco Viotti, Presidente SIMV - che il legame con il proprio pet per molti è un legame sociale e i medici veterinari, oltre al loro lavoro clinico ricoprono anche il ruolo di osservatori delle umane vicissitudini. Ecco perché questa indagine è un potente strumento di guida per noi attraverso la lettura di questi dati potremo essere più efficaci nel consigliare i nostri clienti in merito alla gestione di un animale da compagnia."

di ANTONIO MANFREDI ’ANMVI, a distanza di quattro anni, ha deciso di riproporre un’ampia indagine suo proprietari di animali da compagnia per poter valutare con dati aggiornati l’evoluzione del settore. La prima indagine del 2007 aveva evidenziato aspetti molto interessanti, forse anche imprevedibili, e riportava i dati di un periodo certamente positivo per il settore veterinario, quella realizzata ora propone, al contrario, indicazioni derivanti da tre anni di crisi generale e possono essere quindi significative per capire come questo periodo di difficoltà economica che stiamo attraversando possa avere influenzato le abitudini dei clienti del veterinario. Vedremo in questo articolo l’analisi di molti dati utili a capire tanti aspetti del settore veterinario, aspetti sui quali è importante ragionare, ma crediamo che sia giusto iniziare ri-

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badendo alcuni punti generali che si evidenziano da tutti i dati: • il settore veterinario degli animali da compagnia, nonostante la crisi degli ultimi anni, è in continua crescita e le difficoltà, anche pesanti, che sta incontrando non derivano da una riduzione del volume d’affari settoriale ma esclusivamente da un numero di operatori professionali (circa 15mila) che risulta enorme rispetto alle necessità del mercato occupazionale. 6700 strutture veterinarie per animali da compagnia è veramente un numero che non ha alcuna giustificazione settoriale e territoriale. • il volume d’affari di un ambulatorio veterinario è in media troppo basso per giustificare il mantenimento o lo sviluppo della struttura anche, se non soprattutto, perché in Italia, unico paese in Europa, il veterinario non può vendere il farmaco veterinario o altri prodotti per la salute ed il benessere degli animali. Quest’ultima potrebbe essere una soluzione importante più

volte sollecitata dall’ANMVI e di grande interesse per gli stessi clienti come vedremo in questa indagine. • la fiducia dei clienti verso il Medico Veterinario continua ad essere elevata ed in crescita. Le tariffe praticate possono essere per il cliente un elemento di scelta della struttura a cui riferirsi, ma non sono determinanti, anzi, vedremo che sono altre le caratteristiche che i proprietari di animali ricercano nel fare la loro scelta. L’indagine: “I veterinari e gli animali da compagnia in Italia” è stata realizzata per conto dell’ANMVI, della SIMV (Società Italiana Menagement Veterinario) e dell’Assalco che ha contribuito a questo nostro progetto, dal Centro studi e ricerche dell’ANMVI in collaborazione con Antonella Cassinari Research&Consulting, che ha seguito negli anni tutte le nostre indagini, e Kronos Ricerche di mercato. Per quelli più interessati agli aspetti tecnici aggiungiamo anche che il campione di mille famiglie è stato individuato casualmente fra quelle che ospitano almeno un animale domestico diverso da pesci ed invertebrati, e quindi rappresenta uno spaccato significativo della clientela dei veterinari italiani per animali da compagnia. L’indagine è stata realizzata tramite interviste telefoniche effettuate

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con sistema CATI (Computer Aided Telphone Interview) su questionario strutturato, nel periodo 16-24 febbraio 2011. Il margine massimo di variabilità dei dati è: da +/- 0,2 a +/- 3,1% (al 95% di probabilità) per i dati riferiti al campione. Il sondaggio è conforme alle norme contenute nel codice ESOMAR.

IL CAMPIONE Vediamo ora qualche dato riferito al campione. Il 94% delle famiglie che ospita un animale da compagnia (esclusi pesci ed invertebrati) ha in casa un cane o un gatto. Di queste 942 il 68,5% ha almeno un cane, il 47,2% almeno un gatto, solo cani 49%, solo gatti, 30%, solo sia cani che gatti 13,8%, oltre a cani e gatti anche altri small pet 7,1%. Evidentemente, nonostante il numero della popolazione canina (7milioni) rispetto a quello della felina (7,5 milioni) non sia molto diverso, anzi quello della felina sia maggiore, una gran parte di gatti vive ancora una condizione di randagismo o semilibertà e non rientra quindi fra gli animali presenti in famiglia, di conseguenza fra questi il cane continua ad essere dominante. È importante però vedere come, rispetto all’indagine del 2007, questi valori riferiti all’intero campione si siano modificati anche in modo significativo. Il dato riferito a solo cani ora del 46,2% era del 43,9% ed è cresciuto in modo importante mentre quello solo gatto era del 28,3% ed è rimasto più o meno stabile. Tenendo conto che anche la percentuale delle famiglie che ospitano solo cani e gatti è passata dal 12,5% all’attuale 13,% possiamo certamente dire che in questi quattro anni la presenza di animali da compagnia, soprattutto cane, nelle famiglie italiane è decisamente aumentata anche in modo significativo. Se pensiamo che questa evoluzione è avvenuta durante un periodo di forte crisi econo-


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4 Anmvi Informa Indagine 2011 mica che ha certamente ridotto il potere di acquisto delle famiglie italiane ci sarebbe da chiedersi quali possano essere stati gli aspetti che hanno inciso su questa crescita. Mi verrebbe da pensare sostanzialmente a due ma credo che possano essercene anche altri sia pure meno importanti: • La nostra cultura “animalista” è in forte crescita in tutte le regioni italiane e presso tutti i diversi strati sociali. Questo porta quindi ad una maggior attenzione verso gli animali e più interesse ad una loro presenza in famiglia. • Nei momenti di crisi economica si tende a rivolgersi maggiormente a rapporti affettivi legati alla famiglia ed alla casa diventando quindi più disponibili ad ospitare un animale. Questo aspetto qualche anno fa era stato rilevato da una indagine inglese negli anni di fortissima crisi economica che aveva colpito la Gran Bretagna. Dall’indagine era infatti emerso che il settore degli animali da compagnia, e di conseguenza quello veterinario, continuavano ad essere in crescita pur di fronte ad una generale difficoltà economica di molte famiglie. Del resto, come abbiamo già detto all’inizio, il fatto che il settore veterinario italiano in questi anni abbia continuato a svilupparsi nonostante la crisi, dimostrerebbe la correttezza di questa analisi.

PROFILO DEMOGRAFICO È interessante ora ragionare sul profilo demografico delle famiglie che ospitano animali da compagnia per capire le loro caratteristiche e quindi quelle dei clienti dei veterinari.

LA STRUTTURA FAMILIARE La famiglia pet owner è composta in media

da 3,1 componenti e quindi è in genere una famiglia numerosa se confrontata con la media nazionale che indica la famiglia italiana a 2,4 componenti. Rispetto ai dati nazionali quindi abbiamo pochi single con animali (8,4% rispetto al 28,1%), una buona percentuale di due componenti, il 28,9% con una crescita rispetto al 2007 del 5,6%, un 26,5% a tre componenti, un 24,9% a quattro (decisamente più elevato rispetto al 17,9% nazionale) ed un 11,3% a cinque e più componenti che è il doppio del 5,9% nazionale. Con questi dati dovremmo sfatare l’ipotesi che i single siano i più appassionati di animali da compagnia. Anche un’altra teoria molto diffusa, vedendo i prossimi dati, possiamo dire che non ha alcun fondamento: la presenza di bambini in famiglia porta anche quella di animali da compagnia. Infatti solo il 13,3% delle famiglie con animali ha bambini sotto i 13 anni, dato in diminuzione rispetto al 2007 quando era arrivato al 15,9%. Se poi consideriamo che le famiglie italiane con bambini sotto i 13 anni sono più del 25% è evidente che il 13,3% risultato dalla nostra indagine sia un valore veramente molto basso.

LE CARATTERISTICHE SOCIO-ANAGRAFICHE Altri dati che definiscono al meglio le famiglie con animali da compagnia: • per quanto riguarda il genere il 73,3% sono donne e questo dato conferma sensazioni sempre avute, di conseguenza gli uomini sono al 26,7%, valori decisamente molto diversi da quelli nazionali che vedono la popolazione maschile e femminile più o meno al 50%. • in riferimento al grado di istruzione sono in netta crescita le famiglie con livelli di i-

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struzione più elevata: diploma superiore e laurea anche se il 47,3% resta al di sotto del diploma sia pure con una tendenza al ribasso molto elevata, -10,7% rispetto al 2007. • l’età media è di 51 anni e la componente più forte va dai 35 ai 74 anni con il 75%. È interessante vedere come oltre i 74 anni rispetto al 12% di popolazione corrisponda solo il 7,5% di famiglie con animali quando al contrario questa fascia di età è forse quella che potrebbe sentire maggiormente l’esigenza di un animale da compagnia. Probabilmente le difficoltà economiche e quelle che possono derivare dalla gestione di un animale ne frenano la diffusione.

LA CONDIZIONE PROFESSIONALE Per quanto riguarda la condizione professionale il 40,5% sono occupati, il 25,5% pensionati, il 22,7% casalinghe ed il 10,8% pre-

cari o situazioni simili. È interessante vedere che rispetto al 2007 gli occupati dipendenti sono passati dal 25,9 al 30,3% mentre sono in forte calo le casalinghe passate dal 27,9% al 22,7%.

IL RAPPORTO CON IL MONDO PET LA SCELTA DEL PET Su mille famiglie quelle che hanno almeno un cane sono 645, il 64,5%, quelle che hanno almeno un gatto 445, il 44,5%. Queste percentuali per quanto riguarda i cani sono più elevate nei piccoli comuni arrivando a circa il 70%, mentre per i gatti sono decisamente maggiori nel Nord Est 52,1%, in Emilia Romagna 59,1%, fra i laureati 54,9%, i single 54,8% e gli over 65, il 53%. Il gatto è invece meno presente, anche se in crescita continua, nel Sud e nelle Isole dove non arriva al 40%. Tutti questi dati seguono una logica precisa: il gatto è più autonomo e richiede


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molto meno per la sua gestione e per questo quindi va bene ai laureati, ai single ed agli anziani. Per gli stessi motivi è un animale più diffuso nelle famiglie del Nord Italia. Le famiglie che hanno dichiarato di avere altri animali sono 125 (12,5%). Di queste il 46,4% ha volatili, il 37,6% roditori, il 18,4% rettili e anfibi ed il 16% pesci, presenza in concomitanza con altri animali da compagnia altrimenti non sarebbe stato rilevato dalla nostra indagine.

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IL NUMERO DI PET CHE VIVONO IN FAMIGLIA

L’ANZIANITÀ DI RAPPORTO CON I PET

Quanti sono gli animali ospiti in famiglia? Quasi il 60% ha un solo animale, circa il 20% due. È interessante vedere che fra chi ha solo cani il 75,1% ne ha uno soltanto e quindi il 24,9% ne ha più di uno mentre parlando di gatti questa ultima percentuale arriva al 37,7%, più o meno come per chi ha solo altri animali da compagnia (37,9%).

Le famiglie che hanno in casa un animale da compagnia per quasi il 50% lo o li ospitano da uno a dieci anni. Il 25,5% da oltre 20. Sono famiglie che in genere hanno sempre avuto animali da compagnia e spesso più di uno. La presenza di cani e gatti è molto più consolidata in famiglia rispetto a quella di altri small pet che si sono diffusi in Italia solo negli ultimi anni. Le presenze più lunghe si e-

videnziano nel Triveneto, tra le donne, nelle fasce di età tra i 56-65 anni (39,5%) ed over 65 (35,3%) e tra i pensionati (36,9%).

IL CANALE DI INGRESSO IN FAMIGLIA Come è arrivato in casa l’animale o gli animali presenti in famiglia? Questa parte dell’indagine è particolarmente interessante perché evidenzia i diversi canali attraverso i quali gli animali da compagnia arrivano in famiglia. Il 43,5% è stato regalato e quindi è difficile su questo dato saperne di più sulla provenienza degli animali. Possiamo però ritenere che abbiano la stessa provenienza degli altri animali arrivati in famiglia: adottati o acquistati, ma certamente con percentuali diverse rispetto a quelle rilevate dall’indagine. Il 40,7% è stato adottato, il 29,4% acquistato ed infine un 1,5% è nato in casa. Come e dove gli animali sono stati adottati? Il 74% dichiara di averlo trovato vagante, un dato sempre molto importante ma in netta diminuzione rispetto all’indagine del 2007 (7,4%), il 26,3% è stato preso presso un canile/gattile con una crescita del 7,2% rispetto all’ultima indagine, ed il 3,9% da associazioni, anche questo dato in crescita. Si ha l’impressione che l’impegno delle associazioni e dei gestori di canili/gattili per sviluppare il sistema delle adozioni stia dando qualche risultato positivo. E gli acquisti dove sono avvenuti? Il mercato si divede sostanzialmente in tre parti uguali: privati 33,7%, pet shop 32,3% e allevamenti 31,6%. Rispetto ai dati del 2007 il canale dell’allevamento è in calo di un 5%. Certamente la concorrenza del canale di importazione dai paesi dell’est Europa di cani di razza a prezzi spesso molto bassi incomincia a farsi sentire in modo significativo sul mercato dell’allevamento italiano. Su questo tema si potrebbe parlare a lungo ma non è certamente questa l’occasione. ■


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8 Osservatorio farmaco Terapie

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Antibioticoresistenza: strategici anche gli animali da compagnia Il Parlamento Europeo approva una risoluzione che chiama in causa tutta la veterinaria

a Risoluzione del Parlamento europeo del 12 maggio 2011 chiama in causa la veterinaria a tutti i livelli e tutti gli animali, "anche gli animali non destinati alla produzione di alimenti, come gli animali da compagnia" perché, "possono fungere da serbatoi e favorire la diffusione della resistenza antimicrobica, data la possibilità dell'impiego non indicato sull'etichetta di farmaci antimicrobici per uso umano". E dato che non sono "sufficientemente chiari il ruolo che gli animali, gli alimenti di origine animale e i batteri resistenti presenti negli allevamenti svolgono nel trasferimento della resistenza antimicrobica agli esseri umani", il Parlamento Europeo considera fondamenta-

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le la ricerca per "sviluppare buoni metodi di allevamento che consentano di ridurre la prescrizione di antimicrobici". Il Parlamento europeo chiede pertanto che le risorse della ricerca nell’ambito della medicina umana e veterinaria siano meglio coordinate attraverso la creazione di una rete degli istituti di ricerca esistenti. Chiede inoltre che siano compiute ricerche sul ruolo degli animali e degli alimenti di origine animale, sui sistemi di produzione sostenibile che includano aspetti come la robustezza delle razze, la longevità degli animali, una migliore gestione delle mandrie, una tempestiva prevenzione delle malattie, l’esercizio e l’accesso a spazi liberi, una minore densità del bestiame e altre condizioni che garantiscano il soddisfacimento dei bisogni biologici degli animali, nonché sul ruolo che i

batteri resistenti presenti nella zootecnia hanno nel trasferimento della resistenza antimicrobica agli esseri umani e sui potenziali pericoli che ne derivano. Per l'Europarlamento "non sembra fattibile una zootecnia moderna che escluda completamente l'uso di qualsiasi antimicrobico per trattamenti veterinari", ma ritiene che una corretta raccolta ed analisi di dati relativi alla vendita di agenti antimicrobici per uso veterinario e al successivo uso di tali prodotti negli animali costituisce un primo passo importante. Pertanto il Parlamento Europeo sottolinea "l'esigenza di farsi un'idea precisa di quando, dove, come e in quali animali vengano effettivamente utilizzati gli antimicrobici, senza creare ulteriori oneri finanziari o amministrativi a carico degli agricoltori o di altri proprietari di animali". Fa inoltre presente che non basta raccogliere i dati ma è necessario anche analizzarli correttamente, mettere in pratica i relativi risultati e adottare le azioni necessarie a livello di UE e di Stato membro, anche prendendo in considerazione le differenze tra specie animali e forme di Zootecnia.

MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA Il Parlamento europeo chiede a tutti gli Stati membri di attuare un monitoraggio e una sorveglianza regolari e sistematici della resistenza antimicrobica sia negli animali destinati alla produzione di alimenti che in quelli da compagnia, senza creare ulteriori oneri finanziari o amministrativi a carico degli agricoltori, di altri proprietari di animali o dei veterinari. Ribadisce inoltre la necessità che dati armonizzati, tra cui anche le informazioni sui fattori di rischio, siano facilmente accessibili da un singolo punto d’accesso e sottolinea la ne-

cessità di relazioni annuali da parte degli Stati membri, contenenti dati che consentano un ampio confronto a livello europeo. Nell’invitare tutte le parti interessate a riconoscere la loro responsabilità nel prevenire lo sviluppo e la diffusione della resistenza antimicrobica, ciascuna nel proprio settore d’attività, ad esempio nella medicina veterinaria e nell’allevamento di animali, propone che il monitoraggio armonizzato della resistenza antimicrobica in batteri indicatori (come l’E. coli e gli enterococchi) sia stabilito sulla base di pareri scientifici.

EFFICACIA DEGLI ANTIMICROBICI Per preservare l’efficacia degli antimicrobici, il Parlamento Europeo: - fa presente che l’obiettivo finale è quello di assicurare che gli antimicrobici rimangano uno strumento efficace per combattere le malattie, sia negli animali che nell’uomo, mantenendone nel contempo l’uso nei limiti dello stretto necessario; - raccomanda un uso prudente e responsabile degli antimicrobici negli animali e una migliore informazione dei veterinari e degli agricoltori, al fine di ridurre al minimo lo sviluppo di resistenze antimicrobiche; chiede lo scambio delle pratiche migliori, come l’adozione di orientamenti sull’uso prudente degli antimicrobici, quali strumenti importanti per la lotta contro lo sviluppo dell’AMR; - chiede di instaurare buone pratiche di zootecnia che riducano al minimo il rischio dell’AMR; - sottolinea che queste pratiche devono riguardare soprattutto animali giovani raggruppati in provenienza da allevatori diversi, il che aumenta il rischio di malattie trasmissibili; - invita gli Stati membri e l’UAV a garantire un controllo migliore dell’attuazione del divieto (del 2006) di utilizzare gli antimicrobici come fattore di crescita; - invita la Commissione ad adoperarsi per un divieto internazionale dell’utilizzazione degli antimicrobici come fattore di crescita negli alimenti per animali e a sollevare tale questione nei negoziati bilaterali con paesi terzi come gli Stati Uniti; - invita la Commissione a valutare e controllare l’attuazione e l’applicazione da parte degli Stati membri della pertinente legislazione europea sugli antimicrobici; - chiede alla Commissione di mettere a punto un ampio piano d'azione pluriennale contro la resistenza antimicrobica nell'ambito della strategia dell'UE sulla salute degli animali; ritiene che un siffatto piano dovrebbe riguardare tutti gli animali contemplati dalla strategia UE sul benessere degli animali, compresi quelli da compagnia, ed evidenzia il nesso logico tra salute degli animali e uso degli antimicrobici, come pure la correlazione tra salute degli animali e salute umana; - ritiene che questo piano d’azione dovrebbe includere un’analisi dettagliata dei diversi modi in cui gli antimicrobici sono utilizzati come profilassi, al fine di risolvere la controversia concernente le nozioni di profilattico di routine e di profilattico accettabile; - poiché le proteine animali trasformate provenienti da non ruminanti comportano un’intrinseca salute dell’animale e benefici nutrizionali, il che potrebbe contribuire in modo rilevante a regimi bilanciati per animali monogastrici, incluso il pesce d’allevamento, come pure ad un ridotto uso di antimicrobici, chiede alla Commissione europea di abolire le attuali restrizioni, nel rispetto di condizioni che garantiscano un livello massimo di sicurezza alimentare. ■


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Chi tiene la corrispondenza del Ministro Prestigiacomo? La risposta all’ANMVI sulla Cites è assurda. Al Ministero dell’Ambiente devono riordinare le carte nAmbiente confonde pratiche e destinatari e per giunta ignora la corrispondenza del Ministero della Salute. L'ANMVI - che continua a ritenere necessario un percorso di modifica normativa relativamente alla composizione della Commissione Cites - ha invitato il Signor Ministro Stefania Prestigiacomo a riordinare le carte e ad aggiornare la corrispondenza alle intercorse comunicazioni del sottosegretario Martini.

UNA NON RISPOSTA

rriva con un ritardo imbarazzante l'incomprensibile risposta del Ministero dell'Ambiente alla richiesta dell'ANMVI (luglio 2010) di modificare i criteri normativi di composizione della Commissione Cites e di integrare quest'ultima con profili veterinari coerenti con la sua missione scientifica. Il 3 maggio, il Vice Capo di Gabinetto, Paola Lucarelli, ha firmato una lettera nella quale "non ritiene necessaria l'adozione delle modifiche normative proposte", allegando pareri tecnici datati, indirizzati anche a "rappresentanti del mondo commerciale" con i quali non abbiamo nulla da spartire. In buona sostanza, a distanza di dieci mesi dalla lettera dell'ANMVI, il Mi-

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Risalgono a settembre e ottobre del 2010 gli allegati pareri tecnici della Direzione Generale per la Protezione della Natura e del Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell'Ambiente, dei quali si fa forte il Vice Capo di Gabinetto. Vi si leggono informazioni ovvie e notorie, che non fanno che esaltare l’assurdità dell’atteggiamento del MinAmbiente. Nei pareri si conferma la natura scientifica della Commissione Cites, che “istituita in applicazione della Convenzione di Washington sul commercio internazionale di specie animali e vegetali in via di estinzione, ha il ruolo, prettamente scientifico, di garante della conservazione delle specie, ovvero ha il compito di verificare la sostenibilità dei prelievi di specie animali e vegetali effettuati per fini commerciali”. È proprio per la sua valenza di “autorità scientifica” che l’ANMVI ha chiesto una diversa qualificazione dell’attuale composizione. Non c’era nemmeno bisogno che i pareri ci ricordassero che il decreto 12 gennaio 1993 non prevede l’ANMVI tra i soggetti che hanno titolo a designare un proprio rappresentante nell’attuale Commissione. È per questo che ANMVI ha richiesto una modifica normativa: non è infatti coerente con la missione della Cites il fatto che suoi componenti siano designati, ad esempio, dall’Associazione Italiana degli

insegnanti di Geografia e non da una associazione veterinaria.

UN VETERINARIO PER CASO Il Capo della Segreteria Tecnica scrive che “a seguito di una verifica presso la Direzione Generale per la Protezione della Natura, si è accertato che, nell’attuale Commissione, la competenza di un medico veterinario è assicurata dal prof. Oliviero Olivieri, designato dall’Unione italiana giardini zoologici ed acquari”. Una coincidenza. Fortunata, indubbiamente, ma appunto una coincidenza. L’ANMVI infatti chiede che la Commissione sia integrata da profili professionali “coerenti”, vale a dire designati da organizzazioni veterinarie di rilevanza nazionale impegnate in iniziative di carattere scientificoculturale nel settore degli animali cosiddetti "esotici". A conferma della casuale presenza veterinaria, il Direttore Generale per la Protezione della Natura scrive che “le competenze medico-veterinarie sono state comunque presenti nelle Commissioni passate, compresa quella recentemente decaduta, non già attraverso diretti rappresentanti dell’Associazione nazionale di Categoria, ma comunque attraverso figure designate da alcuni degli Enti rappresentanti che erano appunto medici-veterinari”.

E LA NOTA DEL MINSAL? La corrispondenza del 3 maggio ignora il Ministero della Salute. Il 12 dicembre del 2010, il Sottosegretario Francesca Martini comunicava all'ANMVI di avere indirizzato una nota al responsabile del Dicastero dell'Ambiente, segnalando una "lacuna normativa" e proponendo "una collaborazione più incisiva in seno alla Commissione Cites" e per inserirvi "tra gli esperti esterni, specialisti individuati dalle organizzazioni veterinarie di rilevanza nazionale impegnate in iniziative di carattere scientifico-culturale nel settore degli animali appartenenti alle specie selvatiche". Il Ministero dell’Ambiente deve aver perso la lettera. Il Sottosegretario Martini auspicava anche “una significativa opera di sensibilizzazione da parte delle associazioni di categoria e della stessa Federazione degli Ordini presso il Ministero dell’Ambiente in merito all’indispensabile apporto dei Medici veterinari”. Puntualmente, la FNOVI inviava una lettera a Stefania Prestigiacomo per individuare il percorso da intraprendere per giungere alla modifica della composizione della Commissione Scientifica CITES. Anche questa lettera si sarà persa tra i faldoni romani… ■


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Incidenza degli infortuni negli animali domestici. Quale polizza? Le rilevazioni dell’ANMVI sono state presentate ad una primaria compagnia assicurativa categoria, dei proprietari di animali e delle stesse assicurazioni. Ne sono scaturiti dati interessanti che ANMVI ha già messo nella disponibilità di una primaria compagnia assicurativa che a breve ufficializzerà il lancio di un prodotto mirato al settore.

I RISULTATI DEL QUESTIONARIO Area geografica Centro Italia Isole Nord Italia Sud Italia

% 24,48 4,38 61,60 9,54

QUESTIONARIO

di MARCO MELOSI Vice Presidente ANMVI Settore Animali da Compagnia a rilevazione dell’incidenza di alcune prestazioni medico-veterinarie, riconducibili ad episodi di infortunio negli animali da compagnia, è una informazione necessaria ai fini di una valutazione dello stato di rischio assicurativo. Le compagnie, anche di primaria grandezza, che manifestano interesse a proporsi sul mercato delle polizze per le cure veterinarie, richiedono questo dato per essere competitive e al tempo stesso offrire piani di copertura basati su garanzie di rimborsabilità. Per questo, l’ANMVI, che da molti anni è impegnata nella valutazione di prodotti specifici per animali da compagnia, ha pensato di condurre un monitoraggio fra tutti i colleghi per raccogliere dati di orientamento, che pur non avendo finalità statistica, fossero utili alla definizione di prodotti assicurativi in grado di rispondere alle sollecitazioni della

L

All’inizio di marzo l’ANMVI ha quindi avviato una ricognizione, tramite questionario on line, per la rilevazione della frequenza di alcune prestazioni riconducibili ad episodi di infortunio negli animali da compagnia. Il questionario era rivolto ai medici veterinari. Le prestazioni proposte nel questionario sono state selezionate da alcuni colleghi che le hanno ritenute le più interessanti da un punto di vista assicurativo considerando che questi dati potessero essere la base per la definizione di una polizza che in termini di proposta ai clienti risultasse essere innovativa per semplicità di utilizzo, tipo di copertura e prezzo estremamente conveniente. Hanno aderito alla consultazione online 482 colleghi. Nell’analisi delle risposte non sono state considerate le schede giunte per fax a seguito della pubblicazione del questionario su Professione Veterinaria per due ragioni: la consultazione è stata nel frattempo chiusa avendo presto superato la quota di adesioni giudicata dagli analisti del settore assicurativo orientativamente utile (era atteso un minimo di 300 compilazioni e si è raggiunto circa il 6% del totale delle strutture veterinarie); inoltre le schede cartacee hanno confermato la tendenza espressa dalle compilazioni on line. Unico neo è stata la limitata risposta da parte dei colleghi del Sud Italia e delle Isole. Presentiamo dunque risultati interessanti, utile base di valutazione per progetti assicurativi che ci auguriamo incontrino il favore e la convenienza dei nostri clienti-proprietari. ■

Eserciti nella seguente tipologia di struttura% Ambulatorio 72,42 Clinica 18,30 Ospedale 2,32 Pronto Soccorso 2,32 Studio 4,64

Eserciti nella seguente zona area rurale centro urbano

% 28,61 71,39

AMPUTAZIONE ARTO 1 volta al mese 1 volta alla settimana 1 volta all’anno 1 volta ogni 15 gg 1 volta ogni 3 mesi 1 volta ogni 6 mesi mai meno di una volta all’anno NESSUNA RISPOSTA

% 2,32 0,26 20,36 0,26 7,73 21,13 11,60 35,82 0,52

AMPUTAZIONE CODA TRAUMATICA 1 volta al mese 1 volta all’anno 1 volta ogni 15 gg 1 volta ogni 3 mesi 1 volta ogni 6 mesi mai meno di una volta all’anno NESSUNA RISPOSTA

% 1,29 24,48 0,77 16,24 27,58 8,51 20,36 0,77

LUSSAZIONI TRAUMATICHE (escluso lussazione conseguente a displasia dell’anca nel cane)(che necessitano di trattamento chirurgico) % 1 volta al mese 9,28 1 volta alla settimana 0,77 1 volta all’anno 19,33 1 volta ogni 15 gg 2,83 1 volta ogni 3 mesi 24,22 1 volta ogni 6 mesi 23,20 mai 3,61 meno di una volta all’anno 16,24 NESSUNA RISPOSTA 0,52 FRATTURE SCHELETRICHE (che necessitano di trattamento chirurgico) % 1 volta al mese 22,68 1 volta alla settimana 8,25 1 volta all’anno 4,64 1 volta ogni 15 gg 14,18 1 volta ogni 3 mesi 30,16 1 volta ogni 6 mesi 15,46 mai 1,80 meno di una volta all’anno 1,80 NESSUNA RISPOSTA 1,03 ERNIA DEL DISCO (che necessita di trattamento chirurgico) 1 volta al mese 1 volta alla settimana 1 volta all’anno 1 volta ogni 15 gg 1 volta ogni 3 mesi 1 volta ogni 6 mesi mai meno di una volta all’anno NESSUNA RISPOSTA

% 10,57 1,03 15,98 3,09 18,81 23,97 8,50 17,53 0,52

ENUCLEAZIONE / RIPOSIZIONAMENTO GLOBO OCULARE % 1 volta al mese 5,67 1 volta all’anno 25,26 1 volta ogni 15 gg 0,52 1 volta ogni 3 mesi 18,56 1 volta ogni 6 mesi 20,87 mai 6,44 meno di una volta all’anno 22,16 NESSUNA RISPOSTA 0,52

TORSIONE DELLO STOMACO 1 volta al mese 1 volta alla settimana 1 volta all’anno 1 volta ogni 15 gg 1 volta ogni 3 mesi 1 volta ogni 6 mesi mai meno di una volta all’anno NESSUNA RISPOSTA

% 5,15 0,52 20,62 3,35 17,78 25,77 8,51 18,04 0,26

ROTTURE LEGAMENTOSE (che necessitano di trattamento chirurgico) (Escluso rottura del Leg. Crociato Anteriore nel cane) 1 volta al mese 1 volta alla settimana 1 volta all’anno 1 volta ogni 15 gg 1 volta ogni 3 mesi 1 volta ogni 6 mesi mai meno di una volta all’anno NESSUNA RISPOSTA

% 9,79 1,29 18,30 2,83 18,04 19,07 8,25 21,91 0,52

TAGLIO CESAREO 1 volta al mese 1 volta alla settimana 1 volta all’anno 1 volta ogni 15 gg 1 volta ogni 3 mesi 1 volta ogni 6 mesi mai meno di una volta all’anno NESSUNA RISPOSTA

% 9,28 0,52 12,11 4,64 27,06 28,86 6,19 10,31 1,03

CORPO ESTRANEO GASTRICO O INTESTINALE (che necessita di trattamento chirurgico) 1 volta al mese 1 volta alla settimana 1 volta all’anno 1 volta ogni 15 gg 1 volta ogni 3 mesi 1 volta ogni 6 mesi mai meno di una volta all’anno

% 13,14 1,55 13,66 4,38 27,32 25,77 3,61 10,57

TRAUMI INTERNI ESTERNI DA INCIDENTE AUTOMOBILISTICO 1 volta al mese 1 volta alla settimana 1 volta all’anno 1 volta ogni 15 gg 1 volta ogni 3 mesi 1 volta ogni 6 mesi mai meno di una volta all’anno

% 27,06 11,85 3,87 17,53 22,94 13,14 0,52 3,09


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14 Gazzetta Ufficiale Incolumità pubblica

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Nuova Ordinanza sui cani aggressivi Le novità riguardano principalmente i percorsi formativi e gli interventi chirurgici vietati zare sia le disposizioni cautelari sia il sistema di prevenzione del rischio di aggressione da parte di cani basato sulla formazione dei proprietari e detentori di cani”- e vi apporta alcune modificazioni. Le novità riguardano essenzialmente le modalità organizzative dei percorsi formativi per i detentori/proprietari e i divieti di mutilazione, aggiornati alla Legge 201/2010 di ratifica della Convenzione di Strasburgo per la protezione degli animali da compagnia. Il testo completo dell’Ordinanza 3 marzo 2009, aggiornato alla nuova, è pubblicato su @nmvi Oggi (per il download ricerca la notizia con le parole “cani aggressivi”, “ordinanza”).

IL PATENTINO in vigore dal 13 maggio 2011, l’Ordinanza 22 marzo 2011 Differimento del termine di efficacia e modificazioni, dell’ordinanza del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali 3 marzo 2009, concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani. L’Ordinanza mantiene in vigore per ventiquattro mesi le previgenti disposizioni - poiché “continua a sussistere la necessità di mantenere e raffor-

È

Per i percorsi formativi facoltativi, finalizzati al rilascio del “patentino”, la collaborazione con gli Ordini, le Facoltà e le Associazioni Veterinarie diventa una eventualità: i percorsi formativi sono infatti “organizzati da parte dei comuni congiuntamente con le aziende sanitarie locali”. I Comuni, è scritto nel nuovo testo, “possono” avvalersi della collaborazione dei seguenti soggetti: gli ordini professionali dei medici veterinari, le facoltà di medicina veterinaria, le associazioni veterinarie e le associazioni di protezione degli animali.

PATENTINO Vecchia Ordinanza:

Nuova Ordinanza (in grassetto la modifica):

Vengono istituiti percorsi formativi per i proprietari di cani con rilascio di specifica attestazione denominata patentino. Detti percorsi sono organizzati da parte dei comuni congiuntamente con le aziende sanitarie locali, in collaborazione con gli ordini professionali dei medici veterinari, le facoltà di medicina veterinaria, le associazioni veterinarie e le associazioni di protezione degli animali.

Vengono istituiti percorsi formativi per i proprietari di cani con rilascio di specifica attestazione denominata patentino. Detti percorsi sono organizzati da parte dei comuni congiuntamente con le aziende sanitarie locali e a tal fine questi possono avvalersi della collaborazione dei seguenti soggetti: gli ordini professionali dei medici veterinari, le facoltà di medicina veterinaria, le associazioni veterinarie e le associazioni di protezione degli animali. Il comune, sentito il servizio veterinario ufficiale, individua il responsabile scientifico del percorso formativo tra i medici veterinari esperti in comportamento animale o appositamente formati dal Centro di referenza nazionale per la formazione in sanità pubblica veterinaria istituito presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna.

I comuni in collaborazione con i servizi veterinari, sulla base dell’anagrafe canina regionale decidono, nell’ambito del loro compito di tutela dell’incolumità pubblica, quali proprietari di cani hanno l’obbligo di svolgere i percorsi formativi. Le spese riguardanti i percorsi formativi sono a carico del proprietario del cane.

I comuni, su indicazione dei servizi veterinari a seguito di episodi di morsicatura, di aggressione o sulla base di criteri di rischio, decidono, nell’ambito del loro compito di tutela dell’incolumità pubblica, quali proprietari di cani hanno l’obbligo di svolgere i percorsi formativi. Le spese riguardanti i percorsi formativi sono a carico del proprietario del cane.

I Servizi veterinari, nel caso di rilevazione di rischio potenziale elevato, in base alla gravità delle eventuali lesioni provocate a persone, animali o cose, stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di un intervento terapeutico comportamentale da parte di medici veterinari esperti in comportamento animale.

I servizi veterinari, oltre a quanto stabilito dall’art. 1, comma 6 (percorsi formativi obbligatori, ndr), in caso di rilevazione di rischio elevato stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di una valutazione comportamentale e di un eventuale intervento terapeutico da parte di medici veterinari esperti in comportamento animale.

IL RESPONSABILE SCIENTIFICO Un’altra novità è che per migliorare il sistema di prevenzione a tutela dell’incolumità pubblica, la nuova Ordinanza introduce la figura del “responsabile scientifico” a “garanzia della corretta modalità di organizzazione e espletamento dei percorsi formativi” rivolti ai detentori e ai proprietari di cani per migliorare la loro capacità di gestione degli animali e ridurre i rischi di aggressione e morsicatura. Il “responsabile scientifico” è individuato dal Comune, sentito il servizio veterinario ufficiale, “ tra i medici veterinari esperti in comportamento animale o appositamente formati dal Centro di referenza nazionale per la formazione in sanità pubblica veterinaria istituito presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna”.

I CORSI OBBLIGATORI I proprietari obbligati alla frequenza, a pagamento, dei percorsi formativi sono individuati dai Comuni, non più sulla base dei dati in anagrafe canina, ma “su indicazione dei servizi veterinari a seguito di episodi di morsicatura, di aggressione o sulla base di criteri di rischio”. E sono sempre i servizi veterinari, in caso di rilevazione di rischio elevato a stabilire le misure di prevenzione e la necessità di una valutazione comportamentale e di un eventuale intervento terapeutico da parte di medici veterinari esperti in comportamento animale.

INTERVENTI CHIRURGICI Per quanto riguarda gli interventi chirurgici, l’Ordinanza 22 marzo 2011 aggiorna i divieti alla Legge 201/2010 di ratifica della Convenzione Europea di Strasburgo: spariscono le eccezioni alla caudotomia per motivi di standard-FCI (Federazione Cinologica Internazionale) e tutte le mutilazioni sono disciplinate come da articolo 10 della Convenzione. Altra novità il fatto che anche le esposizioni, oltre la vendita e la commercializzazione, sono espressamente indicate fra le situazioni vietate agli animali sottoposti ad interventi chirurgici eseguiti in violazione della Convenzione Europea. In base all’articolo 10 (Interventi chirurgici) della Convenzione, gli interventi

chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi debbono essere vietati, in particolare: a) il taglio della coda; b) il taglio delle orecchie; c) la recisione delle corde vocali; d) l’asportazione delle unghie e dei denti. Lo stesso articolo 10 autorizza solo alcune eccezioni: a) se un veterinario considera un intervento non curativo necessario sia per ra gioni di medicina veterinaria, sia nell’interesse di un determinato animale; b) per impedire la riproduzione.

IL MINISTRO Resta ora da chiarire la portata della nota del Ministro Ferruccio Fazio che alcune settimane fa dava una serie di “indicazioni tecniche” su come intendere le eccezioni ammesse dalla Convenzione in fatto di caudotomia. Il Ministro, mantenendo fermo il divieto per scopi finalizzati a modificare l’aspetto, indicava la “possibilità di eseguire, in via eccezionale, interventi chirurgici non curativi ritenuti necessari sia per ragioni di medicina veterinaria sia nell’interesse dell’animale, beninteso qualora tali ragioni siano rilevate dal medico veterinario che se ne assume la responsabilità”. La fattispecie in questione è riferibile, in particolare, all’intervento di caudotomia, “effettuabile sui cani impegnati in talune attività di lavoro, nonché in quelle di natura sportivo-venatoria spesso espletate in condizioni ambientali particolari, quali in zone di fitta vegetazione che, comportando un elevato impegno motorio, espongono notoriamente l’animale al rischio di fratture, ferite e lacerazioni della coda, con ripercussioni sulla salute e sul benessere dello stesso”. Secondo le indicazioni del Ministro, qualora l’intervento di amputazione della coda fosse praticato in età adulta a fini terapeutici, “non sarebbe esente da maggiori rischi a causa della più intensa invasività e impatto sul benessere psico-fisico dell’animale”. Pertanto, “nell’interesse dell’animale, il medico veterinario potrà effettuare gli interventi di caudotomia a scopo preventivo sui cani impiegati nelle citate attività, attenendosi alle buone pratiche veterinarie, previa anestesia ed entro la prima settimana di vita dell’animale, rilasciando una certificazione dalla quale si evincano le ragioni che hanno, motivato l’intervento stesso”. In seguito a questo intervento, l’ANMVI ha scritto al Ministro prospettando la necessità di un approfondimento della materia con la Categoria. L’Associazione ravvisa infatti nelle indicazioni del Ministro possibili incompatibilità con le norme penali sul maltrattamento animale, alle quali potrebbero essere esposti i medici veterinari se non sorretti da ulteriori, necessari chiarimenti. ■

INTERVENTI CHIRURGICI VIETATI Vecchia Ordinanza:

Nuova Ordinanza (in grassetto la modifica):

Sono vietati: (…) d) gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi curativi, con particolare riferimento a: 1) recisione delle corde vocali; 2) taglio delle orecchie; 3) taglio della coda, fatta eccezione per i cani appartenenti alle razze canine riconosciute alla F.C.I. con caudotomia prevista dallo standard, sino all’emanazione di una legge di divieto generale specifica in materia. Il taglio della coda, ove consentito, deve essere eseguito e certificato da un medico veterinario, entro la prima settimana di vita dell’animale.

Sono vietati: (…) «d) gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi curativi in conformità all’art. 10 della Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia, ratificata con la legge 4 novembre 2010, n. 201.

e) la vendita e la commercializzazione di cani sottoposti agli interventi chirurgici di cui alla lettera d).

e) la vendita, l’esposizione e la commercializzazione di cani sottoposti agli interventi chirurgici di cui alla lettera d).


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Il professionista in affitto non paga l’IRAP Buone notizie dalla Cassazione ai piccoli professionisti che chiedono il rimborso catta la restituzione dell'imposta quando lo studio è in locazione e comunque non è di proprietà. Lo hanno stabilito due sentenze della Corte di Cassazione depositate il 10 maggio 2011, e con le quali è stato respinto il ricorso dell'ammini-

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strazione finanziaria che aveva rifiutato il rimborso dell'Irap a due medici convenzionati che, oltre a non possedere un'autonoma organizzazione, avevano affittato lo studio. Come sempre avviene dalla maxi udienza del 2007 la sezione tributaria del Palazzaccio ha aggiunto pochissimo al principio enunciato sull'Irap centinaia di volte e che va a coprire

un evidente vuoto legislativo. Ma spesso in queste circostanze, la casistica può dare una grossa mano al professionista. Sapere dunque, che anche la mancata proprietà dello studio aiuta il piccolo ad ottenere il rimborso diventa importante. La prima parte delle due motivazioni è quasi una fotocopia: "a norma del combinato disposto degli artt. 2,

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comma 1, primo periodo, e 3, coma 1, lettera c), del d.lgs. 15 dicembre 1997, n. 446, si legge in sentenza - l'esercizio delle attività di lavoro autonomo di cui all'art. 49, comma primo, del d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, è escluso dall'applicazione dell'imposta soltanto qualora sí tratti di attività non autonomamente organizzata: il requisito della "autonoma organizzazione", il cui accertamento spetta al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se congruamente motivato, ricorre quando il contribuente: a) sia, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell'organizzazione, e non sia quindi inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse". E ancora, "gli impieghi di beni strumentali eccedenti, secondo l'id quod plerunque accidit, il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attività in assenza di organizzazione, oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui; costituisce poi onere del contribuente che richieda il rimborso fornire la prova dell'assenza delle condizioni anzidette". Le pronunce hanno un interessante comune denominatore. In entrambi i casi il professionista lavorava in uno studio in affitto, con mezzi contenuti. Insomma un elemento in più per chiedere il rimborso. (fonte: cassazione.net) ■

Una truffa al SSN uscire a pranzo senza timbrare ischia una condanna per truffa il dipendente pubblico che esce per la pausa pranzo senza timbrare. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che, con una sentenza del 3 maggio 2011, ha confermato la condanna nei confronti di un sanitario che, oltre ad arrivare in ritardo e anticipare l'uscita, andava a pranzo senza timbrare. Il fatto che i colleghi fossero a conoscenza dell'abitudine del medico non funge da scriminante. Rischia una condanna per truffa e per interruzione di pubblico servizio il dipendente pubblico, in questo caso un medico, che esce per la pausa pranzo senza timbrare il cartellino. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con una sentenza del 3 maggio 2011, ha confermato la condanna nei confronti di un sanitario che, oltre ad arrivare in ritardo e anticipare l'uscita, andava a pranzo senza timbrare. La seconda sezione penale ha condiviso le motivazioni della Corte d'Appello di Trieste. In particolare, i giudici di merito hanno evidenziato che il medico non ha provato di aver lavorato oltre l'orario stabilito e per un numero di ore esattamente pari a quelle in cui si e indebitamente assentato senza timbrare il cartellino; peraltro, se pure i diretti superiori ed i colleghi del ricorrente erano a conoscenza del fatto che egli usciva dall'ospedale per la pausa-pranzo, non nascondendo il fatto di non timbrare il cartellino in uscita e al rientro, non poteva escludersi la sussistenza degli artifici e raggiri, oltreché dell'ingiusto profitto con altrui danno, tenuto conto che "l'ente pubblico e spersonalizzato, che la frode era diretta contro l'ente pubblico e che il pagamento delle retribuzioni avveniva in forma automatica, da parte della direzione amministrativa, con la lettura dei cartellini orari da parte di un elaboratore". Ne consegue che, correttamente, la mancata timbratura del cartellino è stata ritenuta un espediente idoneo ad evitare che l'azienda ospedaliera, attraverso i sistemi automatizzati di calcolo delle retribuzioni, si accorgesse delle anomalia e continuasse a pagare al medico l'intera retribuzione, come in concreto avvenuto. ■

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18 Legale / Fiscale Norme e sentenze

Interamente deducibili i costi di aggiornamento La deducibilità si applica anche ai contribuenti “minimi” n professionista, contribuente minimo, come deducete spese sostenute per un corso di aggiornamento professionale: al 50 o al 100 per cento? La questione può sembrare opinabile. Vero è che, in ordine alla deduzione dei beni con ri-

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ferimento ai quali il Tuir suppone un utilizzo promiscuo (autoveicoli e telefonini), si è affermato che anche per i contribuenti minimi (di cui all'articolo 1, commi da 96 a 117, della legge 244/2007, Finanziaria 2008) non è concessa una deducibilità integrale, bensì parziale e forfettizzata al 50 per cento. Altresì vero, però, è che il regime speciale della de-

ducibilità delle spese di rappresentanza si applica anche ai minimi (si veda la circolare 34/E del 13 luglio 2009). Ma, al di là dei due casi citati, si deve ritenere che il costo inerente viene dedotto per l'intero importo nell'esercizio in cui avviene il pagamento. Così recita, al riguardo, la circolare 7/E del 28 gennaio 2008: «Tenendo conto della

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particolarità del regime dei minimi che prevede una modalità semplificata di determinazione del reddito ai sensi del comma 104 si ritiene che non possano trovare applicazione le norme del Tuir che prevedono una specifica limitazione nella deducibilità dei costi». Da questa tesi non può che emergere che la deducibilità deí costi per aggiornamento viene fruita dal professionista minimo al 100% dell'importo pagato. ■

L’obbligo di dichiarazione scatta dal pagamento della parcella rrilevante per il calcolo del volume d'affari il momento della prestazione. Il volume d'affari dal quale scatta per il professionista l'obbligo della dichiarazione non scatta da quando inizia l'attività ma da quando percepisce la parcella. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con una sentenza del 20 aprile 2011. In particolare la sezione tributaria ha ricordato che "in tema di I.V.A., il terzo comma dell'art. 6 del d.P.R. 26 ottobre 1972 n. 633, disponendo che le prestazioni di servizi si considerano effettuate all'atto del pagamento del corrispettivo, pone una presunzione assoluta di corrispondenza tra la data della sua percezione e la data di esecuzione della prestazione cui il corrispettivo si riferisce, per cui, ogni qual volta si debba individuare quando una determinata prestazione di servizi è stata effettuata, non rileva accertare la data nella quale storicamente la medesima sia stata eseguita, bensì (salvo il caso di precedente emissione di fattura) quella di percezione del relativo corrispettivo". Pertanto, anche al fine di stabilire se sia stato o meno raggiunto dal contribuente (in questo caso un medico), in un determinato arco di tempo, un certo volume d'affari da cui derivi l'obbligo di presentazione della dichiarazione annuale per l'assoggettamento ad I.V.A., "il volume d'affari deve essere calcolato in relazione alla data di pagamento dei corrispettivi e non già a quella di effettiva esecuzione delle prestazioni professionali svolte". ■

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L’AMMINISTRATORE PUÒ FAR RIMUOVERE LA TARGA on configura una turbativa del diritto del professionista la lettera dell'amministratore del condominio con la quale si intima la rimozione della targa affissa senza autorizzazione. È quanto affermato dalla Suprema corte che, con la sentenza numero 10347 dell'11 maggio 2011, ha accolto il ricorso presentato da una amministratrice di condominio contro la sentenza della Corte d'Appello di Genova che aveva bollato una lettera da questa scritta per la rimozione di una targa di un avvocato come turbativa del diritto. In particolare la seconda sezione civile ha sottolineato che "qualora l'amministratore di condominio si rivolga a uno dei condomini sollecitandogli il rispetto delle leggi o del regolamento vigenti, non è configurabile atto di turbativa del diritto qualora egli abbia agito, secondo ragionevole interpretazione, nell'ambito dei poteri-doveri di cui agli artt. 1130 e 1133 c.c.".

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Sicurezza sul lavoro Anmvi Servizi

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Vademecum della sicurezza per il medico veterinario libero professionista Applicazione del DLGS 81/08

di CARLO PIZZIRANI far data dal 15 maggio 2008 il DLgs 9 aprile 2008 n. 81 ha sostituito il DLgs 626 che dal 1994 era il testo di riferimento per quello che concerneva la salute e la sicurezza sul lavoro. Il nuovo decreto legislativo, definito Testo Unico, apporta una novità importantissima nel fatto che adesso tutti gli ambienti di lavoro vengono coinvolti anche se a diverso titolo, e non esistono più situazioni, come invece si verificava in regime 626, nelle quali era possibile lavorare ignorando completamente le norme e rimanere nella legalità. Questa grande novità è riportata nel comma 4 dell’art. 3 “Campo di applicazione” che dice: il decreto si applica a tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati e autonomi, nonché ai soggetti ad essi equiparati… (ricordiamo che in precedenza vigeva la circolare ministeriale n. 126 del dicembre 1996, esplicativa in riferimento agli studi professionali: il decreto legislativo 626/94 si applica agli studi professionali associati esclusivamente nel caso che siano presenti lavoratori subordinati, indipendentemente dal numero degli associati). Sempre nell’art. 3 si legge il comma 11 che limita al rispetto degli articoli 21 e 26 i doveri dei lavoratori autonomi. Prima di procedere nel chiarire quali siano i doveri di un medico veterinario titolare o contitolare di una struttura veterinaria è bene chiarire il concetto di “lavoratore” inteso dalla legislazione attualmente vigente in merito alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. L’art. 2 del DLgs 81/08 definisce lavoratore la persona che svolge una attività lavorativa per conto di un datore di lavoro indipendentemente dal tipo di contratto, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione. Per quanto concerne il settore veterinario si possono inquadrare sotto questa prima definizione i dipendenti veri e propri e i praticanti (laureati o non). Al lavoratore così definito vengono equiparati i soci lavoratori di società che gestiscono la struttura (ad esempio se l’organizzazione dell’attività è una srl, i soci dell’srl che prestano la loro opera all’interno della società stessa vengono considerati alla stregua di lavoratori). So-

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no altresì considerati lavoratori i beneficiari delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento promossi da leggi regionali al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro e di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro. Sono infine lavoratori i volontari (ad esempio membri di associazioni animaliste che potrebbero frequentare la struttura sanitaria veterinaria al fine di aiutare nello svolgimento dell’attività anche solo in riferimento agli animali in cura di interesse dell’associazione stessa). Come si intuisce chiaramente non sono considerati lavoratori i collaboratori che come tali effettuano prestazioni occasionali nelle strutture quando sia necessaria una consulenza o una prestazione specialistica. Ai fini della determinazione del numero dei lavoratori dal quale il DLgs 81/08 fa discendere particolari obblighi si prendono in considerazione i soli lavoratori dipendenti, quelli a busta paga, e gli eventuali soci lavoratori. Per spiegare quali siano gli obblighi e chi sia il

destinatario di questi, è necessario identificare le varie tipologie di struttura veterinaria, soprattutto come sia organizzato il lavoro e quali siano le figure presenti e a quale titolo. 1) La forma più semplice ipotizzabile è lo studio individuale o lo studio professionale associato nel quale opera il solo titolare o i titolari associati tra loro. In questo caso non esistono obblighi formativi per il medico veterinario titolare o per gli associati e non esistono obblighi documentali. Si devono comunque rispettare le prescrizioni dell’art. 21 che riporta tre obblighi: a) utilizzare attrezzatura di lavoro in conformità alle disposizioni del titolo III, titolo che definisce attrezzature di lavoro le macchine utilizzate, gli apparecchi, gli utensili e gli impianti; b) munirsi di dispositivi di protezione individuale e utilizzarli; c) munirsi di apposita tessera di riconoscimento corredata di foto e contenente le generalità, qualora le prestazioni vengano effettuate in luoghi di lavoro che non siano i propri (come quando ci si reca presso una

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struttura esterna chiamati per offrire una prestazione occasionale). 2) Nel caso in cui nell’organizzazione di lavoro ipotizzata al punto 1 si decidesse di avvalersi di uno o più colleghi interpellati occasionalmente quando le circostanze lo richiedano allora si deve rispettare anche quanto previsto nell’art. 26 che obbliga il titolare a verificare l’idoneità tecnico-professionale del lavoratore a cui affida il lavoro e quindi sarà necessario chiedere al collega che collaborerà, una autocertificazione di iscrizione all’Ordine professionale. Il titolare dovrà inoltre fornire agli stessi soggetti, una dettagliata informazione sui rischi specifici esistenti nell’ambiente di lavoro e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione all’attività svolta. Il titolare ed il collaboratore dovranno così collaborare all’attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi inerenti all’attività lavorativa oggetto della collaborazione. Il titolare dovrà infine elaborare un documento di valutazione dei rischi (DVR) che indichi le misure adottate. Nasce così un primo obbligo documentale; il documento di valutazione dei rischi può comunque essere sostituito da una autocertificazione e questo è valido per attività che occupano fino a 10 lavoratori e comunque fino al 30 giugno 2012. Dal 1 luglio 2012 sarà infatti obbligatoria la redazione del DVR per tutti e non sarà più accettata l’autocertificazione di avvenuta valutazione dei rischi. Come si vede non è ancora obbligatoria la partecipazione a corsi di formazione specifici in materia di salute e sicurezza nei luoghi


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20 Anmvi Servizi Sicurezza sul lavoro di lavoro anche se risulterà difficile capire come si possa elaborare una corretta valutazione dei rischi senza essere in possesso di conoscenze attinenti a meno che non ci si affidi a professionalità esterne. 3) Il terzo gruppo di strutture veterinarie comprende tutte le altre, quelle organizzate in società e iscritte alla camera di commercio, oppure quelle dove sono presenti dipendenti e/o tirocinanti e/o volontari. In questi ambienti di lavoro, essendo presenti figure definite “lavoratori” viene automaticamente prevista anche la figura del “datore di lavoro” e questi ha l’obbligo di rispettare tutta la legislazione esistente in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e così applicare nella sua completezza il DLgs 81/08 e successivi. Per chiarire ulteriormente si definisce datore di lavoro il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o comunque il soggetto che ha la responsabilità dell’organizzazione stessa in quanto esercita il potere decisionale e di spesa. Nel caso di omessa individuazione, il datore di lavoro coincide con l’organo di vertice medesimo (questo è molto importante in caso di sanzione amministrativa che vedrà punito il datore di lavoro se individuato o individualmente tutti gli eventuali titolari se al loro interno non sarà stato scelto e nominato un responsabile).

OBBLIGHI DEL MEDICO VETERINARIO/DATORE DI LAVORO Il medico veterinario titolare dell’attività che per organizzazione e strutturazione deve osservare le prescrizioni del DLgs 81/08 ha diversi obblighi e due di questi sono non delegabili: a) deve procedere alla valutazione dei rischi con la conseguente elaborazione del DVR; b) deve designare il RSPP (responsabile del servizio di prevenzione e protezione). Gli altri obblighi che di seguito elencheremo sono, a differenza dei primi due, delegabili qualora esistano documenti di attribuzione di competenze; c) deve essere nominato il medico competente per l’effettuazione del servizio di sorveglianza sanitaria nei casi previsti; d) devono essere nominati i responsabili del servizio prevenzione incendi, lotta antincendio e responsabile dell’evacuazione e del servizio di primo soccorso aziendale; e) ai lavoratori devono essere forniti i DPI (dispositivi di protezione individuale); f) deve essere nominato il RLS (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza); g) deve essere effettuata la formazione e l’informazione di tutti i lavoratori; h) devono essere adottate le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione dai luoghi di lavoro; i) devono essere rispettati gli obblighi per l’installazione e la manutenzione degli impianti per assicurare la sicurezza dei locali utilizzati; l) se ci sono lavoratori regolarmente assunti e quindi a busta paga deve essere presente all’interno della struttura il registro degli infortuni.

RLS (RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA) Questa persona è eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro. Questo rappresentante è eletto all’interno dei lavoratori per attività che occupano fino a 15 lavoratori e comunque è un solo rappresentante fino a 200 unità lavorative anche nel caso che, eccedendo il numero di 15, venga designato nell’ambito delle rappresentanze sindacali in azienda. Qualora nessun lavoratore voglia assumersi l’onere di rappresentanza verrà designato un rappresentante esterno, definito RLST (territoriale) che, eletto dalle associazioni sindacali, rappresenterà più attività

o aziende o ditte produttive che non abbiano designato il rappresentante al loro interno.

RSPP (RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE) Questa figura è un “consulente” del datore di lavoro e collabora nella valutazione dei rischi e nella decisione dell’attuazione delle misure da adottare. Non ha mai particolari obblighi e non è quasi mai assoggettato a sanzioni, ricadendo tutti gli obblighi sul datore di lavoro. Può essere una figura esterna che abbia le capacità e i titoli per assumere questo incarico e può essere il datore di lavoro stesso nelle attività che non superano le 200 unità lavorative. Se il datore di lavoro decide di rivestire questo ruolo ha la facilitazione di poter ottenere l’attestato specifico frequentando un corso semplificato di 16 ore i cui contenuti sono previsti per decreto ministeriale. Nel caso che l’incarico sia conferito ad una persona esterna e nel caso che sia uno dei titolari ad assumersi questo ruolo, sarà necessario che agli atti sia presente una lettera di conferimento redatta su carta intestata e firmata dal datore di lavoro e una lettera di accettazione da parte della persona prescelta. Il RSPP ha l’obbligo di aggiornamento previsto dal DLgs 81/08 e da quanto verrà stabilito dalla Conferenza Stato Regioni e Province Autonome. A tutt’oggi si prevede che l’aggiornamento debba essere quinquennale.

VALUTAZIONE DEI RISCHI Il datore di lavoro in collaborazione con l’RSPP (o da solo nel caso che la stessa persona rivesta entrambi i ruoli) deve procedere alla valutazione di tutti i rischi che sono presenti nell’ambiente di lavoro soprattutto allo scopo di poter capire quando un rischio diventi un pericolo e pertanto necessiti di particolari accorgimenti e atteggiamenti e l’adozione di dispositivi di protezione individuale (DPI). I rischi che devono essere valutati all’interno di un luogo di lavoro dove si eserciti la professione veterinaria e dove si praticano tutte le attività a essa accessorie, sono molteplici e verranno ora di seguito presi in esame: • RISCHIO INFORTUNI - È intuibile che qualsiasi attività si pratichi possano verificarsi fenomeni imprevedibili che potrebbero portare a lesioni più o meno gravi a carico dell’operatore. Gli urti contro spigoli, lo scivolare su un pavimento umido, l’autotraumatismo per l’uso disattento o scorretto di uno strumento, e nel nostro caso il morso e il graffio da parte di un paziente sono sicuramente da non trascurare. Per tutte queste evenienze dovremo adottare procedure idonee ed utilizzare DPI adeguati, come ad esempio far indossare una museruola ad un cane o utilizzare degli specifici guanti di cuoio di un adeguato spessore nel caso si debba trattare un cane o un gatto … poco disponibile a collaborare. Al fine di poter portare un primo aiuto all’operatore che ha subito un infortunio è fatto obbligo che all’interno dell’unità sia presente un responsabile del primo soccorso, cioè una persona designata che abbia frequentato un apposito corso di 12 ore e che sia stata designata e abbia accettato l’incarico. Può essere il datore di lavoro stesso, sempre che sia in possesso di un attestato conseguito, o uno qualsiasi dei componenti lo staff. È il DM n.388/03 che individua le caratteristiche minime delle attrezzature di primo soccorso, i requisiti del personale e la formazione. Prevede tra l’altro che si debba disporre di una cassetta di pronto soccorso con un contenuto ben descritto dal DM stesso e che l’addetto al primo soccorso aggiorni la sua preparazione con cadenza triennale. • RISCHIO MOVIMENTAZIONE MANUA-

LE DEI CARICHI - Non è certo questo un rischio specifico per la nostra attività se non nel momento in cui decidiamo di visitare un cane di peso considerevole sul tavolo di visita o nel momento in cui dobbiamo spostare un cane in anestesia dal tavolo chirurgico o dal radiologico. Dobbiamo ricordare che ci sono dei limiti massimi relativamente al peso che può sollevare un operatore adulto di sesso maschile o di sesso femminile e in ogni caso sarà sufficiente cooperare tra più persone oppure decidere di eseguire le manualità possibili, a terra. • RISCHIO DA VIDEOTERMINALI - Si intende lavoratore da videoterminale quella persona che rimane almeno 4 ore giornaliere davanti al video e 20 ore nel computo settimanale. Le ore considerate devono essere di permanenza continuativa e in questo caso ogni 2 ore è obbligatorio disporre di 15 minuti di intervallo. Capita sicuramente nella professione veterinaria di trascorrere del tempo davanti al monitor dell’ecografo, del computer, davanti al monitor del controllo dei parametri vitali durante un’anestesia, ma non sono mai attività continuative come potrebbero essere quelle di un operatore di computer o di un programmatore. In ogni caso se si dovessero raggiungere o superare i tempi previsti dalla normativa, sarà obbligo del datore di lavoro nominare il medico competente che valuterà il rischio e appronterà un piano sanitario nel quale verrà stabilito il tipo e la frequenza delle visite e delle valutazioni medico/analitiche a cui dovrà essere sottoposto il lavoratore. In ogni caso nel momento in cui sarà nominato il medico competente si dovrà verificare un controllo da parte sua almeno una volta l’anno. • RISCHIO INCENDIO - La natura dell’attività svolta. La conformazione dei locali, la facilità nel potersi allontanare, la quantità e la natura dei materiali stoccati, fanno appartenere le attività veterinarie alla classe di “rischio incendio basso” o “A” e per questo sarà sufficiente la nomina di un addetto alla prevenzione incendi, lotta antincendio e responsabile dell’evacuazione, addetto che per essere tale dovrà essere in possesso di un documento che attesti la frequenza ad un corso specifico di 4 ore. Questa figura potrà essere uno qualsiasi degli operatori e potrà essere il datore di lavoro stesso nei luoghi di lavoro nei quali siano presenti al massimo 5 dipendenti. Al momento attuale non è previsto obbligo di aggiornamento. Sarà necessario un documento di nomina ed un documento di accettazione dell’incarico. Affinché l’addetto possa espletare le sue funzioni sarà cura, anzi obbligo, del datore di lavoro l’adozione di presidi idonei alla prevenzione e lotta antincendio, quindi dovranno essere presenti estintori portatili in numero e di natura idonei per l’ambiente di lavoro per il quale sono previsti (in genere è necessario un estintore per piano se la struttura è su più piani, e almeno uno ogni 30 metri lineari). In genere gli estintori che utilizzano come sostanza estinguente la polvere chimica sono i più efficaci contro tutti i tipi di incendio, che il combustibile sia un solido, un liquido o un gas, anche se sarebbe consigliabile l’adozione di un estintore a CO2 dedicato al quadro elettrico. Non sono necessari presidi complessi come gli idranti o i naspi o sistemi ambientali automatizzati come gli sprinkler. Nell’ottica di garantire una corretta evacuazione in caso di pericolo devono essere presenti nei vari ambienti appositi cartelli di colore rosso che indichino chiaramente l’ubicazione degli estintori, e di colore verde che segnalino la direzione della via d’emergenza necessaria a raggiungere l’uscita. Conviene apporre questa cartellonistica di sicurezza in vicinanza delle lampade di emergenza in modo da renderli ben visibili anche in caso di interruzione della fornitura elettrica. • RISCHIO FISICO - Per rischio fisico s’in-

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tende il rischio derivante da fonti di rumore, da apparecchiature che potrebbero produrre vibrazioni, da apparecchiature che producono campi elettromagnetici e da strumenti che producono radiazioni ottiche artificiali. Nelle strutture veterinarie non esistono normalmente situazioni o macchinari che sottopongano gli operatori a rumori che eccedano quelli consentiti (un lavoratore non deve essere sottoposto a un valore superiore a 87 decibel nell’unità di tempo). Per fare un esempio, un compressore bicilindrico da 5 litri produce 64 DBA, le apparecchiature che producono ossigeno terapeutico non superano i 40 DBA. Pertanto non sarà necessaria una valutazione utilizzando un fonometro, ma sarà sufficiente una autocertificazione nella quale il datore di lavoro certifica la palese assenza di fonti di rumore che costituiscano pericolo per gli operatori. La stessa soluzione può sicuramente essere adottata per le vibrazioni e così anche in questo caso sarà sufficiente la redazione di una autocertificazione attestante l’assenza di macchinari o procedure che producano vibrazioni trasmissibili agli operatori. Per quanto riguarda gli strumenti che producono radiazioni ottiche artificiali manca al momento una norma tecnica di riferimento e pertanto quando si utilizza un apparecchio laser saremo obbligati ad applicare quanto è previsto nel manuale d’uso dell’apparecchio stesso. Infine in riferimento alle apparecchiature per la risonanza magnetica manca al momento attuale una normativa specifica per la medicina veterinaria. Stando alle norme generali attualmente vigenti si potrebbe ipotizzare il divieto di utilizzo per il medico veterinario visto che un decreto ministeriale impone la presenza come responsabile di un medico con specializzazione in radiologia e anche le linee guida dell’ISPESL parlano di medico responsabile e di tecnico responsabile. Per adesso, in attesa di una norma specifica per le strutture veterinarie, la responsabilità di tutto quanto concerne la risonanza magnetica non è a carico del datore di lavoro ma del medico veterinario qualificato come direttore sanitario. • RISCHIO DA RADIAZIONI IONIZZANTI È forse questo l’unico rischio nei confronti del quale il datore di lavoro è responsabile ma la presenza del fisico qualificato rende questa responsabilità praticamente nulla. Ogni struttura che utilizza un apparecchio radiologico ha l’obbligo di nominare un fisico qualificato che ne esegue il controllo periodico con le modalità e la frequenza che esso stesso stabilisce. Il verbale/registro delle verifiche periodiche deve far parte della documentazione relativa alla sicurezza ed è quindi il fisico qualificato che è responsabile di quanto riportato. Certo, sarà cura del datore di lavoro che tutte le prescrizioni e le indicazioni vengano rispettate. • RISCHIO BIOLOGICO - Per il tipo di attività che viene svolta in una struttura veterinaria è indubbio che si possa correre un rischio legato alla presenza di agenti biologici che potrebbero costituire un pericolo per gli operatori essendo agenti eziologici di malattie trasmissibili dall’animale all’uomo. Nella stesura del DLgs 81/08 il legislatore ha però fatto una netta differenza tra le attività che fanno “uso” di agenti biologici pericolosi (e quindi i laboratori di analisi o di ricerca) e quelle nelle quali pur non utilizzando deliberatamente agenti biologici, durante l’espletamento delle attività, potrebbero comportare la presenza di agenti biologici (l’allegato XLIV del decreto riporta un elenco esemplificativo di attività lavorative che possono comportare la presenza di agenti biologici e tra le altre cita al punto 3 “attività nelle quali vi è contatto con gli animali e/o con prodotti di origine animale” e al punto 5 “attività nei laboratori clinici, veterinari e diagnostici, esclusi i laboratori di diagnosi microbiologica”). Questo significa che l’operatore all’interno di una strut-


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22 Anmvi Servizi Sicurezza sul lavoro tura veterinaria dovrà osservare le norme di igiene e di attenzione microbilogica corretta utilizzando i dispositivi di protezione individuale adeguati qualora sospetti che l’animale con cui si trova a interagire possa avere una zoonosi. • RISCHIO CHIMICO - Questo rischio fa parte di tutte le attività lavorative o produttive e a maggior ragione si possono correre dei pericoli durante l’attività nell’ambiente veterinario. I prodotti per la pulizia e la sanificazione degli ambienti, alcuni disinfettanti, i reagenti per le analisi di laboratorio sia di chimica liquida che secca, i prodotti utilizzati in radiologia durante lo sviluppo delle pellicole e molte altre situazioni sono a rischio chimico. Durante la valutazione del rischio il datore di lavoro dovrà valutare la composizione chimica delle sostanze e le loro proprietà pericolose, il livello, il tipo e la durata dell’esposizione, la frequenza di utilizzo, la quantità di utilizzo, la circostanza in cui viene utilizzata, la possibilità che l’uso corretto dei DPI riduca considerevolmente il rischio, e, molto importante, le informazioni sulla salute comunicate dal responsabile dell’immissione sul mercato tramite la relativa “scheda di sicurezza” predisposta ai sensi dei DLgs 52/97 e 65/03. Questa scheda di sicurezza deve accompagnare i prodotti al momento dell’acquisto se questo avviene in confezioni multiple e direttamente dal fornitore, oppure è rappresentata dall’etichetta apposta sul contenitore nel caso che l’acquisto avvenga tramite negozio (come nel caso dei prodotti per la pulizia). Questa valutazione potrà portare alla conclu-

sione che il rischio chimico è basso per la sicurezza e irrilevante per la salute dei lavoratori e che le misure sono sufficienti a ridurre il rischio; in questo caso si potrà evitare la nomina del medico competente e l’attuazione della sorveglianza sanitaria. • RISCHIO CANCEROGENI E MUTAGENI - Anche per la valutazione di questo rischio, come per il rischio chimico, assume notevole importanza la scheda di sicurezza della sostanza o delle sostanze che andremo a utilizzare. Nella scheda viene dettagliatamente riportato il livello di pericolosità della sostanza, alla quale vengono attribuiti dei codici alfa numerici che ne caratterizzano appunto la pericolosità; questi codici, detti “frasi di rischio” riportano la lettera R seguita da un numero. Sono le sostanze con frasi di rischio R 39 (pericolo di effetti irreversibili molto gravi), R 40 (possibilità di effetti cancerogeni - prove insufficienti), R 45 (può provocare il cancro), R 46 (può provocare alterazioni genetiche ereditarie), R 49 (può provocare il cancro per inalazione), R 61 (può danneggiare i bambini non ancora nati), R 63 (possibile rischio di danno ai bambini non ancora nati), R 64 (possibile rischio per i bambini allattati al seno), R 68 (possibilità di effetti irreversibili), che vengono classificate come cancerogene e/o mutagene e richiedono una attenzione particolare da parte del datore di lavoro; questi dovrà sostituirle con altre sostanze meno pericolose laddove sia possibile, dovrà applicare misure tecniche adeguate (servizi igienici adeguati, indumenti

protettivi adeguati, DPI adeguati e mantenuti in efficienza, spogliatoi idonei e separati da quelli dove si lasceranno gli abiti civili, imporre il divieto di assumere cibi o bevande, applicare cosmetici, utilizzare pipette a bocca, fumare in tutti gli ambienti dove si utilizzano queste sostanze), dovrà sovrintendere affinché la raccolta e l’immagazzinamento ai fini dello smaltimento degli scarti e dei residui avvenga in condizioni di sicurezza, dovrà informare e formare i lavoratori esposti. I lavoratori per i quali la valutazione dei rischi ha evidenziato un rischio per la salute dovranno essere sottoposti a sorveglianza sanitaria. • RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATO - Dal 31 dicembre 2010 è scattato l’obbligo, sempre a carico del datore di lavoro, della valutazione del rischio che un lavoratore possa subire stress per circostanze legate direttamente al lavoro. È questa una valutazione notevolmente complessa da eseguire laddove il numero degli operatori sia elevato e dove esiste una struttura piramidale delle competenze. Sembrerebbe difficile da collegare all’attività che si svolge in una struttura veterinaria ma ci sono aspetti della vita del medico veterinario che non devono essere trascurati, basterebbe pensare a quante volte siamo chiamati a decidere della vita di un paziente terminale quando si inizi a considerare la possibilità dell’eutanasia. La valutazione del rischio stress lavoro-correlato dovrebbe verificarsi o essere aggiornata quando si ipotizzino situazioni di mobbing o stalking nel luogo di lavoro, quando si intuiscono situazioni di acredine o rivalità tra lavoratori, quando ci si accorge che problemi familiari o domestici arrivano ad interferire con il lavoro, infine dovremmo valutare lo stress qualora ci sia eccessiva ripetitività nell’attività che un lavoratore svolge. Sono frasi ricorrenti nelle discussioni tra medici veterinari l’impossibilità di avere un orario, le ferie non godute, il cellulare che squilla ininterrottamente… (allo scopo di aiutare in questa valutazione, E.BI.PRO., ente bilaterale per gli studi professionali, ha pubblicato un manuale “Studi professionali: stress da lavoro correlato - guida informativa” che potrebbe risultare molto utile a capire come si debba procedere). Dopo aver proceduto alla valutazione dei rischi, come già anticipato, dovrà essere prodotto un documento, il DVR, che per attività produttive meno complesse può avere una veste semplificata e la valutazione può avvenire dividendo il luogo di lavoro in aree omogenee (nel nostro caso si potrebbe procedere alla valutazione dei rischi nella radiologia, nelle sale visita, nella chirurgia, nei locali di ricovero ecc.ecc.) senza dover analizzare nel particolare ogni procedura svolta. La redazione di questo documento sarà obbligatoria dal 1 luglio 2012. Una domanda che spesso viene rivolta durante i corsi per addetto alla prevenzione incendi o responsabile del primo soccorso è come può questa figura essere sempre presente. Quando il rischio è importante il legislatore non parla di addetto o responsabile ma parla di “servizio” quindi attività svolta da più incaricati. Immaginiamo il servizio antincendio svolto all’interno di un deposito di gas o di combustibili liquidi magari dove operano centinaia di persone. Nel nostro caso è chiaro che se rivestiamo questo incarico in una struttura che opera 24 ore su 24 non dobbiamo vivere il resto della nostra vita all’interno dell’ambulatorio o della clinica, ma riveste grande importanza il tema della formazione e dell’informazione di tutti i lavoratori. L’addetto dovrà essere responsabile in prima persona quando è presente, quando invece sarà assente potranno agire in sua vece i lavoratori che lui stesso avrà provveduto a formare e a informare su tutte le procedure da

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adottare. • REGISTRO INFORTUNI - Questo registro deve essere presente negli ambienti di lavoro dove sono presenti lavoratori a busta paga, quindi regolarmente assunti con contratto di lavoro e a cui è stato assegnato un “numero matricola”. Questo registro, ad esclusione della regione Lombardia, deve essere vidimato dall’autorità competente, ASL o Sindaco che sia, come qualsiasi altro registro. È un registro che non ha scadenza, sul quale devono essere riportati gli eventi infortunistici dei lvoratori che abbiano almeno un giorno di assenza dal lavoro oltre a quello in cui si è verificato l’evento. Devono essere riportati il numero matricola e le generalità dell’infortunato, devono essere descritti i fatti, deve essere segnalata la data dell’evento e quella di rientro al lavoro. • IMPIANTI - In conclusione, ma non ultimo per importanza, vogliamo trattare l’argomento “impianti” con particolare riferimento all’impianto elettrico. Gli impianti devono essere “a norma” anche negli ambienti di lavoro in cui opera il singolo titolare, nel nostro caso anche un semplice studio professionale in cui visita un singolo medico veterinario (art. 21 del DLgs 81/08). L’importanza che riveste la corretta installazione di un impianto elettrico per la sicurezza degli operatori è sotto l’occhio del legislatore da oltre un ventennio e le norme importanti partono dalla Legge n. 46 del 1990 la cui entrata in vigore fu differita al dicembre 1998 perché trovò impreparato la maggior parte del mondo del lavoro, legge poi sostituita dalla Legge n. 248 nel 2005 che è stata poi integrata dal DM n. 37 del 22/1/2008. Nel frattempo, il 22/10/2001 il DPR n. 462 regolamentava e semplificava il procedimento per la denuncia di installazione di dispositivi di messa a terra degli impianti elettrici. Allo stato attuale della legislazione l’impianto elettrico installato in un ambiente in cui si svolga attività medica, compreso la veterinaria, deve avere caratteristiche che si rifanno alle norme tecniche di riferimento rappresentate dalla NORMA CEI 64-56; V1 pubblicata nell’aprile 2007, deve essere verificato ogni 2 anni dall’autorità competente (ASL) o da ditte private che abbiano avuto il rilascio di un’apposita autorizzazione regionale, deve essere stato realizzato sulle indicazioni di un progetto redatto da un ingegnere iscritto all’albo professionale e il titolare della ditta realizzatrice deve rilasciare una DICO (dichiarazione di conformità) nella quale sono riportati, oltre al progetto, le caratteristiche tecniche di tutti i materiali utilizzati e il documento di iscrizione alla camera di commercio della ditta realizzatrice. La DICO deve essere comunicata alle autorità competenti entro 30 giorni dalla messa in opera dell’impianto. La grande novità che la norma tecnica 64-56 V1 ha portato a vantaggio dei veterinari è stata l’abolizione dei locali “gruppo 2” cioè quei locali che equiparati alle sale chirurgiche degli ospedali o delle cliniche per la chirurgia dell’uomo richiedevano accorgimenti molto particolari e per un certo verso, molto costosi. I locali nei quali si esercita la professione veterinaria sono attualmente divisi in locali “gruppo 0” e locali “gruppo 1”. I primi sono quelli in cui non si espletano attività mediche con l’utilizzo di apparecchi elettromedicali, quindi la sala d’attesa, il bagno, l’ufficio, ecc., i secondi sono gli ambulatori, la sala radiologica e la sala chirurgica, o comunque tutte quelle stanze nelle quali si utilizzano apparecchi elettromedicali. Ricordiamo infine che sono impianti sottoposti a norme peculiari per la loro realizzazione o a periodiche verifiche anche l’impianto di condizionamento/riscaldamento dell’aria ambientale e l’impianto di distribuzione dei gas medicali. ■


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Mastocitosi sistemica in un cane Solitamente è il risultato di una forma aggressiva cutanea primaria di MAURIZIO ANNONI1, Med Vet WALTER BERTAZZOLO1, Med Vet, DECVCP CLARA PACCHIONI1, Med Vet 1 Clinica Veterinaria Tibaldi, Milano l termine mastocitosi sistemica (MS) indica una forma viscerale, rara nel cane e molto più frequente nel gatto, caratterizzata dal coinvolgimento di midollo osseo, milza, fegato e sangue da parte di mastociti neoplastici.1,2,6,7 I sintomi che ne derivano sono ascrivibili al rilascio dei mediatori chimici in essi contenuti. I cani affetti da MS presentano, alla visita clinica, letargia, anoressia, vomito e perdita di peso, cui si associano riscontri clinici quali splenomegalia, epatomegalia e pallore delle mucose apparenti. In questi soggetti l’esame completo del sangue mette di solito in evidenza fenomeni di citopenia con o senza presenza di mastociti circolanti.2 Nel cane la MS è normalmente il risultato di una disseminazione sistemica di una forma aggressiva cutanea primaria, sebbene raramente possa essere presente in forma di sindrome indipendente,1-7 come qui di seguito riportato.

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DESCRIZIONE DEL CASO Un cane Maltese, femmina, sterilizzata, di 14 anni, veniva riferita per abbattimento, anoressia, poliuria e feci molli presenti da qualche settimana. L’esame obbiettivo generale evi-

denziava algia addominale con cifosi, T 39.4°C e sensorio depresso. Tutti i linfonodi esplorabili apparivano di piccole dimensioni, nessuna neoformazione a livello cutaneo e sottocutaneo era apprezzata alla palpazione. L’esame ematochimico evidenziava mastocitemia modesta (1-2%) (Fig. 1), mentre un esame citologico eco-guidato dimostrò un’invasione di mastociti mediamente/ben differenziati anche a livello epato-splenico (Fig. 2). Radiograficamente il torace appariva nella norma. Un aspirato midollare riportava la presenza di una discreta percentuale (8-10%) di mastociti mediamente/ben differenziati (Fig. 3). Alla luce dei riscontri clinico-patologici si emetteva diagnosi di mastocitosi sistemica, senza la presenza di evidenti mastocitomi primari in altre sedi. Si iniziava la somministrazione di prednisone ed un inibitore tirosin-chinasico (masitinib a 12,5 mg/kg/sid per os), con rapido miglioramento delle condizioni generali del cane e scomparsa di sintomi quali apatia e vomito. Ad un mese di distanza dall’inizio della terapia, nonostante il miglioramento clinico, l’esame ematochimico di controllo evidenziava una marcata anemia ed un importante incremento della fosfatasi alcalina. I mastociti circolanti apparivano notevolmente ridotti in quantità (0.2%), e l’esame ecografico riscontrava una riduzione volumetrica della milza. I puntati splenici ed epatici venivano ripetuti, evidenziando minima presenza di mastociti, quindi indicando una parziale regressione.

A tutt’oggi, dopo 2 mesi dall’inizio della terapia con masitinib e prednisone, la mastocitosi continua a mantenersi in fase stazionaria.

CONCLUSIONI Negli ultimi anni è stato dimostrato che mutazioni del protoncogene c-kit influiscono sull’eziopatogenesi dei mastocitomi canini.4 Risultati incoraggianti sono stati pubblicati sull’uso degli inibitori delle chinasi nel trattamento dei mastocitomi di II e III grado non operabili o recidivanti e non metastatici, con un accertato rallentamento della crescita tumorale.5,3 A nostra conoscenza però, non sono presenti in letteratura né pubblicazioni né altri casi clinici riportati di cani trattati con masitinib in corso di mastocitosi sistemica, così come rarissima è anche la patologia riscontrata. La scelta di un protocollo chemioterapico a base di un inibitore selettivo della tirosina-chinasi e prednisone, si è rivelata particolarmente adatta, permettendo una remissione temporanea della malattia. Il peggioramento dell’anemia durante il trattamento potrebbe essere ascrivibile a danno midollare o ipoplasia midollare conseguente all’infiltrazione mastocitaria. Alcuni autori riportano un’incidenza di anemia emolitica del 2,5% in cani in terapia con mastinib5; nel nostro caso però, l’anemia non era emolitica. L’incremento della fosfatasi alcalina invece, a nostro avviso, è riconducibile al trattamento con corticosteroidi a lungo termine. La stadiazione effettuata non ha permesso di

accertare l’origine della MS. Il dubbio che la patologia possa essere sorta primariamente a livello midollare piuttosto che splenico od epatico, lascia adito a nuovi approfondimenti ed analisi.

BIBLIOGRAFIA 1.

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EVOLUZIONE DEL CASO Fig. 4 a, b, c - TC del bacino 90 giorni dall’inizio della terapia a seguito di manifesta paraplegia del treno posteriore. Viene rinvenuta e ricostruita in 3D una neoformazione di 50x20 mm localizzata ventralmente ai corpi vertebrali sacrococcigei. All’esame istologico risulterà essere compatibile con mastocitoma di II°-III° grado.

Fig. 1

Fig. 4a

Fig. 2

Fig. 4b

Fig. 3

Poster presentato in occasione del 65° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC (Rimini, 28-30 maggio 2010).

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Un ruolo di Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis nella sclerosi multipla dell’uomo? Nuove ipotesi riportano l’attenzione sulla possibile natura zoonosica di Map, già proposta per il Morbo di Chron

di MARIA GRAZIA MONZEGLIO ycobacterium avium subsp. paratuberculosis (Map), diffuso nella popolazione bovina e ovina italiana ed europea, è stato chiamato in causa quale possibile patogeno zoonosico dapprima per il Morbo di Chron e più recentemente per la sclerosi multipla dell’uomo. Ad oggi non esistono dati definitivi in proposito, anche se le ipotesi in campo meritano attenzione. Spiega Norma Arrigoni (Centro di Referenza Nazionale per la Paratubercolosi, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna) ad anmvioggi che sono oltre vent’anni, dal primo isolamento di Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis (Map) dall’intestino di un paziente con Morbo di Crohn, che il mondo scientifico sta tentando di dare una risposta al possibile ruolo zoonosico di Map. Sembra ormai assodato che ci sia una maggiore probabilità (oltre 7 volte) per i pazienti con morbo di Crohn di albergare Map a livello intestinale rispetto ai controlli, ma sul suo ruolo nella patogenesi della malattia dell’uomo non c’è a tutt’oggi una risposta univoca. Recentemente, l’ipotesi di un nesso causale tra Map e Sclerosi multipla dell’uomo ha avuto notevole risalto sulla stampa nazionale, a seguito della pubblicazione sulla rivista scientifica PlosOne di un articolo di un gruppo di ricercatori, sotto il coordinamento del prof. Sechi dell’Università di Sassari (“Association of Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis with multiple sclerosis in Sardinian patients”). Lo studio, relativo a 50 pazienti sardi con sclerosi multipla, ipotizza che, attraverso un meccanismo di “mimetismo molecolare”, alcuni antigeni di Map siano in grado di indurre una risposta auto-immune nei confronti di cellule del sistema nervoso. In particolare, come possibile causa scatenante la reazione autoimmune, è stata descritta la proteina MAP 2964, una proteina trans-membrana conservata nella famiglia delle Mycobacteriaceae, ma non esclusiva di Map, come riportato dagli stessi autori dell’articolo. Contemporaneamente viene sottolineato come, in analogia a quanto già ipotizzato e pub-

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blicato dagli stessi autori per il Diabete mellito tipo 1 e per il morbo di Crohn, alla base della malattia ci sia una predisposizione legata a specifici polimorfismi nei geni che codificano per alcune proteine del sistema immunitario, che appaiono particolarmente rappresentati nella popolazione sarda. Gli autori riportano la presenza di Map, rilevata tramite PCR, nel sangue del 42% dei pazienti affetti da sclerosi multipla rispetto al 12,5% dei controlli; gli stessi pazienti hanno dimostrato la presenza di anticorpi diretti verso antigeni di Map nel 32% rispetto al 2% dei controlli. La scarsa correlazione tra positività ad anticorpi e alla PCR è stata spiegata dagli autori ipotizzando differenti pattern di risposta immunitaria in differenti fasi progressive dell’infezione, con possibile sviluppo di anergia nelle fasi terminali. Pur non potendosi escludere un analogo ruolo per altri agenti batterici/virali, né che la presenza di Map e anticorpi in circolo possa essere legata alla condizione di particolare permissività del sistema immunitario che soggetti geneticamente predisposti manifestano, le teorie proposte sono interessanti e meritano un approfondimento, nonché una validazione su vasta scala. Riguardo la possibile contaminazione della catena alimentare, è indiscutibile che la popolazione sia potenzialmente esposta al contatto con Map attraverso varie fonti alimentari, come il latte, le carni, l’acqua, i vegetali. La popolazione bovina e ovina del nostro territorio è infatti ampiamente colpita dall’infezione. Un recente studio epidemiologico, eseguito in collaborazione tra l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emilia Romagna e l’IZS delle Venezie, ha stimato che il 70% delle aziende bovine del territorio Lombardo e Veneto risulta infetto, in analogia con i dati di prevalenza della maggior parte dei paesi europei. In conclusione si sottolinea che un parere del Comitato Scientifico sulla Salute e sul Benessere Animale della Comunità Europea (2000), nel sospendere il giudizio sul ruolo di Map nel morbo di Crohn, auspicava comunque l’adozione di interventi volti a ridurre la diffusione dell’infezione nel patrimonio zootecnico: "Indipendentemente dal possibile ruolo di Map (nel morbo di Crohn), l’applicazione di ogni mezzo volto ad eradicare la paratubercolosi dall’allevamento animale deve costituire una priorità”. Dati gentilmente forniti da: Dott.ssa Norma Arrigoni, Centro di Referenza Nazionale per la Paratubercolosi, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna, Sezione di Piacenza. "Association of Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis with Multiple Sclerosis in Sardinian Patients" Cossu D, Cocco E, Paccagnini D, Masala S, Ahmed N, et al. (2011). PLoS ONE 6(4): e18482. ■

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Pradofloxacina: il futuro dei fluorochinoloni Spettro d’azione più ampio, aumentata efficacia clinica e ridotto sviluppo di resistenza batterica tra le principali caratteristiche della nuova molecola presentata alla stampa internazionale

ent'anni dopo il lancio dell’enrofloxacina (il primo fluorochinolone veterinario), è stata presentata in Germania la pradofloxacina, fluorochinolone di next generation che rappresenta la più importante innovazione delle ultime due decadi in questa classe di antibiotici. La molecola è stata presentata nel corso di una conferenza stampa internazionale indetta da Bayer Animal Health lo scorso 6 maggio a Dusseldorf. Il nuovo antibiotico possiede lo spettro d'azione più ampio nella classe dei fluorochinoloni e si è dimostrato clinicamente più efficace e microbiologicamente superiore ai principali farmaci di questa classe, oltre ad essere sicuro e ben tollerato nel cane e nel gatto. Inoltre, ha dimostrato il maggiore potenziale di riduzione dello sviluppo di resistenza nei principali patogeni batterici veterinari. Sintetizzata per la prima volta a metà degli anni ’90, la pradofloxacina, ha spiegato Joy Olsen (Veterinary Services Manager, Bayer HealthCare; Germania), è stata sottoposta ai primi studi clinici nel cane e nel gatto in Europa a partire dal 2001. La necessità di un nuovo antibiotico veterinario, ha detto Ralf Mueller (DipACVD, FACVSc, DipECVD, Università di Monaco, Germania) era fortemente sentita da tempo, a causa del crescente problema dell'antibioticoresistenza e, nel contempo, dell’aumentata necessità di trattare le infezioni difficili. Era necessario un nuovo farmaco che combinasse efficacia, tollerabilità, compliance e resistenza. Peter Silley (Professore di microbiologia applicata, Università di Bradford, UK) ha spiegato il meccanismo d'azione della pradofloxacina. Questo innovativo fluorochinolone ha uno spettro d'azione che include quasi tutti i batteri Gram -, molti Gram +, micoplasmi e anaerobi. Rispetto ai precedenti fluorochinoloni di prima, seconda e terza generazione, è quindi aumentato soprattutto lo spettro verso i Gram + e verso i patogeni anaerobi. Questi risultati sono dovuti al duplice target molecolare del farmaco che agisce contemporaneamente su due enzimi essenziali per la replicazione e la sopravvivenza dei batteri: la DNA girasi e la topoisomeasi IV. La pradofloxacina ha dunque un’elevata attività relativa e intrinseca (MIC media inferiore agli altri fluorochinoloni), l'uccisione batterica è rapida ed estesa, lo spettro d'azione è aumentato verso i Gram +, Gram - e l'attività verso i patogeni anaerobi è significativa. Parlando di riduzione dell'antibioticoresistenza, problema in costante crescita in medicina veterinaria e umana, Joseph Blondeau (Professore di microbiologia clinica, Royal University Hospital, Saskatchewan, Canada) ha introdotto il

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recente concetto di MPC o minima concentrazione che previene la selezione di mutanti. Tradizionalmente, l'efficacia di un antibiotico viene giudicata mediante la concentrazione minima inibente (MIC), metodica tuttora valida ma che non riflette le dimensioni della popolazione alle quali i batteri avranno la probabilità statistica di sviluppare spontaneamente ceppi resistenti. In altre parole, i batteri uccisi nei test MIC sono quelli più sensibili al trattamento e trattare le infezioni ai livelli MIC può aumentare il rischio di sviluppo di resistenza attraverso la selezione di mutanti resistenti. La MPC descrive invece la capacità di un farmaco di inibire la crescita di popolazioni batteriche più ampie (1010 cellule), riferibili quindi a infezioni gravi e in cui ci si può aspettare che siano presenti mutanti resistenti. La MPC misura quindi la concentrazione di farmaco necessaria per uccidere i mutanti meno sensibili in una popolazione batterica. La pradofloxacina ha il potenziale unico di ridurre lo sviluppo di resistenza, come dimostrato da valori MPC favorevolmente bassi rispetto agli altri fluorochinoloni e che indicano che a dosi terapeutiche vengono eliminati sia ceppi sensibili sia ceppi meno sensibili. Descrivendo gli studi clinici effettuati nel cane e nel gatto in Europa, Ralf Mueller ha spiegato le principali indicazioni della pradofloxacina. Nel cane, l'antibiotico si è dimostrato efficace per un'ampia gamma di infezioni quali quelle delle ferite cutanee, la piodermite superficiale e profonda, le infezioni acute delle vie urinarie e come trattamento aggiuntivo delle infezioni parodontali (primo fluorochinolone con questa indicazione). Nel gatto, il farmaco è indicato per il trattamento delle infezioni delle ferite, degli ascessi e per le infezioni acute delle vie respiratorie superiori. In particolare, l'86% dei cani trattati per pioder-

mite profonda andava incontro a una rapida e impressionante remissione clinica della malattia; la pradofloxacina si dimostrava significativamente più efficace rispetto all'associazione amoxicillina-acido clavulanico per la prevenzione delle recidive di piodermite due settimane dopo la cessazione della terapia e non si osservavano recidive della malattia in seguito a trattamento con il fluorochinolone. Sia nel cane che nel gatto si dimostrava la sicurezza clinica del farmaco; il rischio di reazioni avverse (diarrea, vomito, polidipsia, salivazione) era basso e gli effetti erano lievi e reversibili. Infine, Joy Olsen ha descritto le caratteristiche del nuovo farmaco che sarà disponibile in compresse appetibili per il cane e il gatto e in sospensione per il gatto, con caratteri di convenienza e praticità in entrambe le specie. Per quanto riguarda la farmacocinetica, l'assorbimento orale è elevato, la concentrazione picco è raggiunta rapidamente (meno di 1-2 ore), l’emivita è relativamente lunga, la distribuzione tissutale è estesa e i valori MIC e MPC sono favorevoli. La sicurezza in campo è stata confermata in 700 cani e gatti. Il profilo clinico del farmaco, ha concluso la relatrice, è eccellente in quanto mostra un’aumentata efficacia clinica e una superiore cura batteriologica rispetto agli altri fluorochinoloni nelle indicazioni chiave. La MPC della pradofloxacina ne indica un'elevata efficacia terapeutica associata a una ridotta selezione di resistenza batterica. (M.G.M.) ■

SARCOMA SALIVARE IN UN CRICETO n articolo descrive un sarcoma anaplastico spontaneo di probabile origine salivare in un criceto dorato (Mesocricetus auratus). Un criceto di un anno veniva visitato per la presenza di una massa sottocutanea sulla regione ventrolaterale destra del collo che determinava un parziale prolasso della tasca guanciale destra. La massa veniva asportata chirurgicamente e il paziente guariva senza complicazioni. Circa 157 giorni più tardi, veniva nuovamente visitato per una seconda massa nella stessa sede e i proprietari decidevano per l'eutanasia. L'analisi istopatologica e immunoistochimica postmortem di entrambe le masse identificava una neoplasia altamente anaplastica di origine mesenchimale. Le masse non erano direttamente associate alla tasca guanciale e se ne ipotizzava un'origine dal tessuto salivare. (M.G.M.) “An Anaplastic Sarcoma of Probable Salivary Origin in a Teddy-bear Hamster (Mesocricetus auratus)”. Katherine A.E. Rainwater, Michelle G. Hawkins, Torrie Crabbs, Shachar Malka. Journal of Exotic Pet Medicine. Volume 20, Issue 2, April 2011, Pages 144-150

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Vet Journal è un periodico di informazione scientifica di proprietà di E.V. srl iscritto nel Pubblico Registro della Stampa periodica presso il Tribunale di Cremona al n. 396 dal 18.12.2003. È diretto dal dottor Enrico Febbo e dalla dottoressa Maria Grazia Monzeglio. Fornisce un flusso informativo continuo sugli eventi della medicina veterinaria e sul mondo delle bioscienze, con tre edizioni alla settimana.

Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo www.vetjournal.it/


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Approccio al paziente con dolore Ruolo dell’anestesista, neurologo e fisioterapista

Adriano Lachin (nella foto, a destra) accanto al nuovo Presidente SIATAV, Federico Corletto.

di FEDERICO CORLETTO Presidente SIATAV a terapia del dolore è figlia di tutte le discipline ed allo stesso tempo trascurata un po' da tutti. Negli ultimi anni è notevolmente aumentata la sensibilità dei medici veterinari nei confronti del dolore perioperatorio, con un notevole cambiamento dell'approccio, che ora valuta il tipo di dolore piuttosto che la sua intensità. Il dolore non legato a procedure chirurgiche o traumi è, invece, ancora gestito in modo empirico, introducendo progressivamente farmaci con differente meccanismo di azione e non sicura efficacia. La complessità del problema è tale da rendere necessario un approccio interdisciplinare, simile a quello delle "pain clinic" umane. Di qui la volontà di mettere a confronto specialisti appartenenti a differenti discipline, ma accomunati da un particolare interesse nei confronti della diagnosi e trattamento delle sindromi dolorose, in un incontro tenutosi a Cremona il 17 Aprile 2011, organizzato da SIATAV. Ne è emerso un quadro interessate che ha confermato l'inadeguatezza di un approccio unidisicplinare nel valutare e trattare il paziente con dolore non perioperatorio, ribadendo ancora una volta che solo osservando un problema da differenti punti di vista è possibile giungere a soluzioni originali ed efficaci, senza rischiare di invadere le com-

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petenze altrui. Lo specialista in anestesia è tradizionalmente la figura che dedica il maggior tempo al trattamento del dolore (non dimentichiamo che la specializzazione è in Anestesia ed Analgesia e che i tre obiettivi del College Europeo sono preparare uno specialista in anestesia, analgesia e terapia intensiva veterinaria), sia in medicina veterinaria che umana, tuttavia dal punto di vista epidemiologico e diagnostico, l'apporto del neurologo è necessario considerata la complessità di tali sindromi dolorose, che spesso sono accompagnate da alterazioni neurologiche. La valutazione del fisioterapista consente, infine, di apprezzare sottili alterazioni della mobilità e dell'uso di determinati segmenti muscolari, vitali per la valutazione dell'efficacia di alcune terapie, soprattutto considerando che la guarigione spesso non è possibile, e la terapia mira al miglioramento della qualità della vita. Il fisioterpista, inoltre, è l'unica figura che potenzialmente può invertire o rallentare un processo che non è influenzabile in misura significativa dai farmaci per ora disponibili: la neuroplasticità funzionale ed anatomica a livello del sistema nervoso centrale indotta dalla persistenza del dolore. Sia per l'anestesista che per il neurologo, la fisioterapia ha un ruolo fondamentale ed insostituibile nel processo rieducativo del sistema nervoso che risulta nel miglioramento della qualità della vita del paziente. La partecipazione alla giornata di medici veterinari appartenenti a tre società specialistiche ha fornito l'occasione per un interessante confronto, che si spera sia l'inizio di una duratura collaborazione tra società che hanno interessi convergenti. Durante la giornata si è inoltre tenuta l’assemblea elettiva che ha portato alla nomina del nuovo Consiglio Direttivo che per il prossimo triennio sarà dunque così composto: Presidente Federico Corletto, Past President Adriano Lachin, Vicepresidente Paolo Franci, Segretario Diego Sarotti. Il prossimo incontro SIATAV dal titolo "Ventilazione monopolmonare in anestesia veterinaria" è previsto sempre a Cremona il 4 Dicembre p.v. ■

APPROCCIO CLINICO DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO AL PRURITO DEL CANE E DEL GATTO omenica 8 Maggio si è svolta a Bari la prima giornata regionale SCIVAC che ha avuto come tema “Approccio clinico diagnostico e terapeutico al prurito del cane e del gatto”, presentata dal collega Dott. Federico Leone. È stata una buona occasione per ap-

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profondire un argomento molto frequente nella pratica clinica con buona partecipazione di tutti i colleghi, soprattutto giovani. Ottime le capacità didattiche del relatore e buona l’interazione con i colleghi. La delegazione SCIVAC Puglia desidera ringraziare le aziende presenti per il significativo contributo. Il presidente, inoltre, ha presentato il programma della Delegazione regionale e in particolare il corso di “Oncologia” che si terrà a Lecce dal 7 al 9 Ottobre e che vedrà come relatori i colleghi Giorgio Romanelli e Magda Gerou-Ferriani e il prossimo incontro regionale gratuito per tutti i soci SCIVAC è previsto il 4 dicembre p.v. con il Prof. Paolo Buracco. Vincenzo Campanale Presidente SCIVAC Puglia


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A Milano programma integrato con la veterinaria Programma elettorale pensato “per gli animali” e ora anche per i “Veterinari” iuliano Pisapia e il Comune di Milano "per gli animali" e ora anche "per i Veterinari". In seguito alla nota trasmessa dall'ANMVI che lamentava l’assenza della nostra professione in fatto di politiche di tutela e sanità animale, il Comitato elettorale ha trasmesso all'Associazione una integrazione del programma elettorale del candidato Sindaco, anche grazie all’interessamento del collega Roberto Tovini (SCIVAC) presso il Comitato elettorale. "Pisapia ha a cuore i problemi degli animali in città, dei loro proprietari e dei Medici Veterinari operanti nel territorio comunale" - precisa il Comitato. Alla parte veterinaria del programma hanno contribuito i Colleghi liberi professionisti Filippo Maraffi, Diletta Allegrini e lalli Nicoletti. 1 - Aree Cani - Verranno migliorate ed aumentate. Come da richiesta dei cittadini verranno sistemati, a partire dalle aree cani più grandi e più frequentate, gli abbeveratoi per gli animali. Verranno sistemate le recinzioni che in alcune aree sono insufficienti per altezza o pericolose per gli animali; 2 - Disinfestazione aree cani - Facendo tesoro di uno studio dell'Università degli Studi di Torino (Facoltà di Medicina Veterinaria) in accordo con AMSA, si provvederà alla disinfestazione delle aree cani dai parassiti con cadenza trisettimanale, come peraltro già suggerito dal Consiglio di Zona 1 con delibera del 2008; 3 - Aree cani e proprietari - I proprietari dei cani frequentanti le aree riservate ai loro animali potranno costituirsi in gruppi che si relazioneranno con i Consigli di Zona per esporre le problematiche inerenti e trovare le soluzioni necessarie per una adeguata manutenzione degli spazi; 4 - Educazione civica ed animali - Sarà affidato ai Consigli di Zona il compito di organizzare incontri sul tema degli animali domestici nelle scuole elementari per sensibilizzare i bambini al rispetto degli animali; 5 - Ufficio tutela dei diritti degli animali L'Ufficio Tutela dei Diritti degli Animali sarà affi-

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ANMVI BASILICATA, “CASA A CHILOMETRI ZERO” dilizia ecosostenibile e legata all'agricoltura, con la costruzione di immobili in balle di paglia che rappresentano una soluzione innovativa sul piano dei costi, del risparmio energetico e della affidabilità. L'iniziativa è stata presentata lo scorso 14 maggio a Matera, nel corso di una iniziativa promossa da Edilpaglia e dall’ANMVI, con i contributi del presidente di ANMVI Basilicata, Antonio Agostinacchio, e del vicepresidente di Legambiente Basilicata, Pio Acito, sul tema della "casa a chilometri zero". "Questa nuova tecnica costruttiva - ha spiegato il presidente nazionale di Edilpaglia, Angela Maria Pucci ha costi bassi anche di gestione. In Italia ci sono ancora pochi esempi, ma interesse e progetti sono in crescita. Per costruire si utilizzano balle di paglia compresse, rivestite da intonaci di terra cruda o calce". Un progetto sarà realizzato anche a Matera, sul colle di Timmari. (ANSA).

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dato ad uno staff di Medici Veterinari e di Guardie Zoofile per poter dare una risposta tecnica ed efficace alle problematiche sollevate dai cittadini; 6 - Colonie feline - Il Comune di Milano si impegnerà a tutelare le colonie feline e a supportare, anche con convenzioni e sponsorizzazioni, le cosiddette gattare che si impegnano per

tutelare i felini liberi in città; 7 - Ambulatori veterinari - Milano ha un grande numero di ambulatori veterinari oltre ad un validissimo Istituto Universitario e numerose grandi strutture cliniche con servizio di Pronto Soccorso 24 ore su 24. È perciò pura promozione elettorale l'ipotesi del centro destra di costruire un nuovo Ospedale Veterina-

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rio in città. Il Sindaco Pisapia ha intenzione di restituire importanza ai cosiddetti Ambulatori Veterinari di Quartiere (o di vicinato) che da sempre offrono un adeguato servizio sanitario agli animali ed ai loro proprietari. 8 - Anziani ed animali - Sono molti gli anziani soli (e non) proprietari di cani e gatti. Molti di loro sono pensionati con gravi problemi economici. Perciò è intenzione dell'Amministrazione Pisapia convenzionare gli Ambulatori di Quartiere con i Consigli di Zona per ridurre le tariffe mediche agli anziani ed ai meno abbienti, con un contributo diretto dell'Amministrazione Comunale di Milano ai Medici Veterinari e agli Ambulatori che intendano aderire all'iniziativa. 9 - Canile municipale - Il Canile Municipale rimarrà in carico alla ASL. ■


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AIE, un vertice in Abruzzo Proposta l’istituzione di un tavolo di lavoro con le Regioni maggiormente colpite particolare, sulle misure di biosicurezza da adottare per limitare la diffusione dell'infezione. Gli allevatori, sensibili al problema, si sono dimostrati disponibili a collaborare con le Autorità sanitarie per il controllo e per arrivare ad una rapida eradicazione dell’infezione, chiedendo tuttavia chiarezza sulle possibilità di ottenere aiuti da parte della Regione Abruzzo e sgravi fiscali, considerato che, nella fattispecie, tale categoria di animali deve essere considerata alla stessa stregua di altre

i è svolto sabato 30 aprile nel comune abruzzese di Castellafiume (AQ) un incontro sull’anemia infettiva degli equidi. All’incontro, promosso dal Sindaco Aurelio Maurizi, hanno partecipato l'assessore regionale all'Agricoltura Mauro Febbo, l'assessore regionale ai Lavori pubblici e difesa del suolo Angelo Di Paolo, il vicepresidente del Consiglio regionale Giovanni D'Amico, il senatore Onorevole Luigi Lusi, vice presidente della Commissione Bilancio, il dr. Mario Mazzetti, dirigente Veterinario della Asl di Avezzano - Sulmona e numerosi allevatori della zona. L’evento ha riscosso ampia partecipazione in considerazione del fatto che la popolazione mulina, molto consistente nella zona per la presenza di numerose aziende che utilizzano tale ibrido per il lavoro ed il trasporto della legna in montagna, risulta particolarmente colpita dall’infezione, con prevalenze che superano di 50 volte quelle registrate nel cavallo. Le relazioni tenute dai ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, coordinati dal dr. Gian Luca Autorino, Responsabile del Centro di Referenza Nazionale per le Malattie degli Equini, hanno illustrato e chiarito gli aspetti eziologici ed epidemiologici dell'anemia infettiva, focalizzando l’attenzione sulle problematiche relative ai soggetti persistentemente infetti asintomatici, sui fattori di rischio, sulle problematiche connesse alla gestione dei focolai e, in

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PALIO DI SIENA, LA GIUNTA INCARICA I VETERINARI arco Reitano e Marco Pepe sono stati nominati dalla Giunta del Comune di Siena rispettivamente veterinario municipale e veterinario specialista. Svolgeranno le funzioni del Regolamento per il Palio per le manifestazioni del 2011. Il colonnello, dottor Marco Reitano si occuperà dell'espletamento di tutte le funzioni che, secondo quanto previsto dal vigente Regolamento per il Palio, devono essere svolte dal veterinario municipale, autorizzandolo ad avvalersi di veterinari specializzati in Ippologia. Il dottor Marco Pepe, specialista in chirurgia con particolare riferimento all'ortopedia e traumatologia, membro della Commissione ex art. 37 del Regolamento del Palio, avrà l’incarico di effettuare pre-visite ai cavalli che verranno presentati alla Tratta. Sono stati infine nominati a supporto della Commissione Veterinaria, il dottor Nicola Magnaghi e il dottor Gianluigi Giovagnoli.

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specie da reddito. Il mulo, infatti, rappresenta un vero e proprio mezzo di lavoro, indispensabile per lo svolgimento di un’attività di nicchia che ha una forte valenza sociale ed un’accezione ecologica. Molto apprezzata è stata la partecipazione delle autorità politiche che hanno mostrato attenzione e sensibilità, facendosi carico dei problemi degli allevatori e proponendo possibili approcci e soluzioni al problema.

In particolare, l’Onorevole Lusi ha sottolineato l’importanza di questi incontri formativi e ha proposto, assieme al vicepresidente del Consiglio regionale Giovanni D'Amico, l'istituzione di un tavolo di lavoro con le altre Regioni a più elevata prevalenza di infezione (Lazio, Umbria e Molise) coinvolgendo, in primis, il Ministero della Salute. A testimoniare la sensibilità della popolazione locale alla problematica, anche l'intervento della testata giornalistica regionale della RAI. ■


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Pet food, un mercato in crescita Nel 2010 raggiunti i 1536 mln di euro. I dati nel rapporto Assalco-Zoomark l mercato italiano del pet food cresce nonostante la crisi, come dimostra l'aumento del principale segmento, quello degli alimenti per cane e gatto, pari al +2,2%. Nel 2010 il mercato pet ha raggiunto i 1.536 milioni di Euro di cui, in particolare, 627 milioni di Euro di alimenti per cani e 836 milioni di Euro di alimenti per gatti sui due principali canali distributivi, Grande Distribuzione Organizzata e petshop specializzati. I dati sono contenuti nell'edizione 2011 del Rapporto Assalco Zoomark International, predisposto con il contributo di Università degli Studi di Parma - Adem Lab sulla base dei dati forniti da SymphonyIRI, società leader nelle rilevazioni di mercato. Per quanto riguarda gli alimenti per altri animali, che in totale valgono circa 21 milioni di Euro, il mercato mostra una flessione dell'1,1% secondo quanto rilevato nel solo canale GDO. Il settore non-food, ovvero i prodotti per la cura, l'igiene, la bellezza, il comfort ed il gioco fanno registrare una crescita del 4,5% nella GDO, per un valore complessivo di 59 milioni di Euro. Positivo anche l'andamento delle lettiere per gatti, il segmento più forte del nonfood del canale GDO che genera, da solo, un valore di quasi 63 milioni di Euro, con una crescita del 3,7% rispetto all'anno precedente. "Anche quest'anno la pubblicazione del Rapporto ci dà l'occasione di fare il punto sull'andamento del mercato del pet food e del pet care. La continua crescita del settore premia l'affidabilità e la qualità dei nostri prodotti e indica che sempre più proprietari si affidano agli alimenti industriali preconfezionati, studiati per garantire il corretto bilanciamento di tutti i nutrienti necessari alla salute e al benessere dei propri amici animali" commenta il presidente di Assalco, Luigi Schiappapietra. I dati confermano che in Italia esiste ancora un alto potenziale di crescita: attualmente, circa il 60% degli animali da compagnia è nutrito con alimenti industriali piuttosto che con preparazioni casalinghe o, peggio, con gli avanzi (57% per i cani e 64% per i gatti), un dato ben lontano dalla media dei Paesi dell'Europa Occidentale, intorno all'80%. La percentuale è cresciuta negli ultimi anni, poiché sempre più proprietari si affidano al pet food per garantire ai propri animali una nutrizione bilanciata e corretta, fondamentale per la loro salute e il loro benessere, ma siamo ancora lontani dalla media dei paesi più sviluppati. Il Rapporto si avvale della collaborazione di ANMVI, e riporta i risultati dell'indagine da loro realizzata in collaborazione con SIMV, che evidenzia un aumento dell'attenzione che i clienti dei veterinari dedicano alla corretta nutrizione dei propri animali: ben l'85,6% consulta il veterinario per consigli relativi all'alimentazione. A questo proposito Antonio Manfredi, Direttore generale di ANMVI, evidenzia che "il prossimo obiettivo è quello di ottenere un abbassamento dell'IVA legata alle prestazioni veterinarie ed al pet food al fine di portare l'imposta dall'attuale 20%, aliquota tipica dei prodotti di lusso, al 10%, in linea con la maggior parte dei prodotti alimentari. Infatti, va tenuto in considerazione che quasi la metà delle famiglie italiane vive con un animale da compagnia e che tale presenza non può e non deve essere conside-

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rata come un lusso". Infatti, il 41% dei nuclei familiari ospita in casa un animale: secondo le stime, in Italia ci sono 7 milioni di cani, 7 milioni e mezzo di gatti, 2 milioni di conigli, 1 milione di tartarughe e altri 40 milioni tra pesci ed uccellini. ■

Da sinistra: Sabrina Latusi - ricercatrice e docente di marketing presso l’Università di Parma, Antonio Manfredi - Direttore generale ANMVI, Luigi Schiappapietra - Presidente ASSALCO, Fabio Roversi Monaco - Presidente BolognaFiere, Adolfo Somigliana e Giuseppe Pierini - Amministratori delegati di Piesse srl.


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38 Calendario attività Dal 6 giugno al 2 ottobre Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi

6 - 7 GIU

CORSO SCIVAC Ultimi posti disponibili

6 - 8 GIU

CORSO AIVEMP Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

10 GIU

CORSO SCIVAC Ultimi posti disponibili

10 GIU

SEMINARIO NAZIONALE SIVE IN COLLABORAZIONE CON GARDA ENDURANCE LIFESTYLE

16 - 18 GIU 19 GIU

CORSO SCIVAC INCONTRO REGIONALE SCIVAC MOLISE

19 GIU

INCONTRO REGIONALE SCIVAC SARDEGNA IN COLLABORAZIONE CON ASVAC

22 - 24 GIU

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

24 - 26 GIU 29 GIU - 2 LUG 1 - 3 LUG 5 - 9 LUG 15 - 17 LUG 15 - 17 SET 16 - 17 SET 16 SET 18 SET 18 SET 19 - 21 SET 23 - 25 SET 23 - 24 SET 24 - 25 SET 24 SET 25 SET 25 SET 30 SET - 2 OTT 1 - 2 OTT 2 OTT

CORSO SCIVAC ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

APPROCCIO DIAGNOSTICO DI BASE ED AVANZATO DELLE NEOPLASIE EMATOPOIETICHE DEL CANE E DEL GATTO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 16 Crediti - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it EMERGENZE IN SICUREZZA ALIMENTARE: PROCEDURE E GESTIONE - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria ANMVI International - Tel. 0372/403509 - E-mail: erika.taravella@evsrl.it ENDOSCOPIA DELL’URINARIO INFERIORE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 9 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it SEMINARIO “PATOLOGIE DELL’OSSO SUBCONDRALE E FRATTURE DA STRESS NEL CAVALLO SPORTIVO” - Park Hotel Golf Resort Peschiera del Garda (VR) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it MEDICINA COMPORTAMENTALE 2 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 27 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it FONDAMENTI DI ANESTESIA GASSOSA - Hotel San Giorgio - Campobasso - Via Insorti D’ungheria - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it ASVAC - DALLA VISITA ORTOPEDICA ALLA DIAGNOSI DI ZOPPIA - Cagliari - Ordine dei Medici Veterinari - Via Carroz,14 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 2° IT. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: II PARTE - ECOGRAFIA CLINICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 33 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO REGIONALE DI FISIOTERAPIA CAMPANIA - Complesso Turistico Averno - Pozzuoli (NA) - Via Monte Nuovo Licola Patria, 85 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 4° IT. NEUROLOGIA VETERINARIA: II PARTE - DIAGNOSI DIFFERENZIALI, ESAMI DIAGNOSTICI E LE GRANDI SINDROMI IN NEUROLOGIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Rich. accr. per 47 Crediti - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Corsi, Congr. e Sem. - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

CORSO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON FSA

CORSO FSA - SICILIA - Ragusa - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

CORSO SCIVAC

CITOLOGIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 47 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it MEDICINA FELINA - AGGIORNAMENTI IN CLINICA PRATICA E CHIRURGIA - Hotel Torre Normanna, Altavilla Milicia (PA) - Strada Comunale Torre Normanna - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it INTERNATIONAL COURSE - ADVANCED VETERINARY DIAGNOSTIC IMAGING - PRACTICAL AND INTERACTIVE COMPUTED TOMOGRAPHY WORKSHOP - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 27 Crediti Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Corsi, Congr. e Sem. - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO PRATICO DI EMBRYO-TRANSFER - Palazzo Trecchi , Cremona e SBS San Daniele Po(CR) - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it BIOSAFETY SIMPOSIUM - 2ND IBP-SIVAL JOINT MEETING - Auditorium Siena Biotech S.p.A - Medicines Research Center - Via Petriccio e Belriguardo, 35 - ECM: Accreditamento non richiesto - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SIVAL - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: info@sivalnet.it QUANDO L’ECOGRAFIA È URGENTE: L’ECOTOMOGRAFIA NELLE SITUAZIONI DI EMERGENZA - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it SOVEP - CHIRURGIA DEL DIGERENTE - Hotel Campanile -Rivoli (TO) - C.so Allamano 153 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it TRAUMATOLOGIA FELINA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 32 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 70° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC - MEDICINA D’URGENZA - Palacongressi d’Abruzzo, Montesilvano (Pescara) - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it SEMINARIO INTERNAZIONALE - MALATTIA DEGENERATIVA MITRALICA NEL CANE: COSA C’È DI NUOVO? - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 6 Crediti - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it LE GHIANDOLE DELL’APPARATO GASTRO-ENTERICO A VOLTE DIMENTICATE. LA PANCREATITE: MEDICINA E CHIRURGIA A CONFRONTO E LE PATOLOGIE DELLE GHIANDOLE SALIVARI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 6 Crediti - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it

CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC CORSO SCIVAC

CORSO SIVE CONVEGNO SIVAL IN COLLABORAZIONE CON IBP ITALIAN BIOSAFETY PIATFORM INCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA

INCONTRO REGIONALE SCIVAC PIEMONTE IN COLLABORAZIONE CON SOVEP CORSO SCIVAC CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC SEMINARIO SICARV / SCIVAC INCONTRO SCVI

SEMINARIO NAZIONALE SIVE

SEMINARIO “OFTALMOLOGIA NEL CAVALLO” - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

INCONTRO SICARV

METODICHE ECOCARDIOGRAFICHE DI DIAGNOSI, STADIAZIONE DELLA MALATTIA VALVOLARE MITRALICA E TERAPIA: ESPERIENZE IN MEDICINA UMANA E MEDICINA VETERINARIA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 5, Crediti - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it “UNA GIORNATA NELL’AMBULATORIO DI UN VETERINARIO AVIARE” - Ordine dei Medici Veterinari di Cagliari - Via Carroz,14 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it CORSO REGIONALE SICILIA DI CITOLOGIA - Ragusa - Viale delle Americhe - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC SARDEGNA CORSO SCIVAC

CORSO SCIVAC

CORSO INTRODUTTIVO ALL’OFTALMOLOGIA - Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC CALABRIA IN COLLABORAZIONE CON LA FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA DI MESSINA

PRIMO APPROCCIO ALLA MEDICINA E CHIRURGIA DEI RETTILI - Aula Magna Università di Messina - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it

laPROFESSIONE

VETERINARIA 18 | 2011

la VETERINARIA

PROFESSIONE

La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27 -02 -2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl - Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicati come tali. Cambio di indirizzo: Le modifiche per il recapito postale vanno indirizzate a: info@evsrl.it Chiuso in stampa il 16 maggio 2011

SOLUZIONI

successiva escissione definitiva di almeno il 50% nella maggior parte dei casi

a La funzione cognitiva b L’acutezza visiva c La funzione cognitiva e l’acutezza visiva d La sensibilità uditiva (identificazione dei suoni) e La sensibilità tattile (tatto)

QUIZ 1 Risposta corretta: b) Incontro Società di Chirurgia Veterinaria Italiana: “Ricostruzione e demolizione del muso nel cane e nel gatto” – Cremona, settembre-ottobre 2006

a Di lunga durata b Di durata in genere breve, comunque variabile c Utile per limitare l’estensione della

2) Nei cuccioli, è stato dimostrato che il DHA migliora…?

QUIZ 2 Risposta corretta: c) Incontro SIRVAC (Società Italiana di Riproduzione Veterinaria): “Possibile prevenzione delle principali patologie scheletriche e scelta di un’alimentazione ottimale in pediatria” - Cremona, Aprile 2006

1) La remissione indotta dalla bleomicina nel trattamento locale del carcinoma squamoso attinico del gatto è:


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