La Professione veterinaria 3-2019

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la VETERINARIA

PROFESSIONE

Anno 16, numero 3 Dal 4 al 10 febbraio 2019 SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

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POSTE ITALIANE SPA Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

L’ANTITRUST SUL BENESSERE ANIMALE

INTERVISTA AL PROF. GIACOMO GNUDI

ALLEVATORE CONDANNATO PER DISPLASIA

L’ALIMENTAZIONE DEI RAPACI

ALLA SCOPERTA DELLA ELICICOLTURA

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A PAGINA 9

ALLE PAGINE 12-13

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BREVI ACCESSO Con la pdl dell'On Anna Ascani (PD) salgono a otto le proposte di riforma della Legge 264/199. La pdl mantiene il numero programmato, prevede una soglia del 10% per l’aumento massimo dei posti definiti annualmente. Corsi obbligatori: alle superiori per l’orientamento universitario e negli atenei per preparare alla prova selettiva per entrare a medicina veterinaria.

E-FATTURA È attiva la convenzione Fnovi-Aruba. I medici veterinari possono acquistare il servizio di fatturazione elettronica a costo agevolato. Accesso dal portale Aruba, nella sezione appositamente dedicata, digitando il Codice Convenzione FNOVIFE19. In merito, la Fnovi ha inviato una circolare agli Ordini provinciali.

CAMPANIA Creata la Federazione Regionale degli Ordini dei Medici Veterinari della Campania. Nello Statuto, l’obiettivo di realizzare una voce unitaria nei rapporti con gli interlocutori regionali. Presidenza affidata al Collega Vincenzo D’Amato, che resterà in carica fino al termine del suo contestuale mandato al vertice dell’Ordine di Avellino.

ACARICIDI Sul sito fnovi.it è disponibile la tabella degli acaricidi consentiti in Italia per il controllo della varroatosi delle api, aggiornata al 21 gennaio 2019.

BREXIT Il 1° marzo 2019 la sede dell'Ema (Agenzia europea per i medicinali) si trasferisce nei Paesi Bassi. Il 9 gennaio le autorità olandesi hanno ufficialmente messo a disposizione di Guido Rasi, direttore esecutivo dell'Agenzia, una sede temporanea, il palazzo Spark di Amsterdam Sloterdijk.

OIE Il 20% della produzione mondiale agrozootecnica diminuisce per colpa delle malattie animali. All’11° Forum mondiale per l'alimentazione di Berlino, 74 Ministri si sono impegnati a sostenere la struttura OIE - WAHIS per lo scambio internazionale di informazioni epidemiologiche e sanitarie delle popolazioni animali.

D.LVO 193/2006

La legge e la sanzione Dal problema dell’AMR all’esigenza di “controlli accurati”. Riepilogo sull’uso corretto del farmaco A PAG. 3

DOCENZE VETERINARIE IN 200 SCUOLE ssegnati i progetti didattici, le lezioni possono iniziare! Da questo mese, fino al termine dell'anno scolastico, più di 200 Medici Veterinari entreranno nelle scuole primarie con "Una Zampa in Famiglia". L'iniziativa è dell'ANMVI che, per l'ottavo anno consecutivo, porta i Medici Veterinari nelle classi per educare alla corretta convivenza con gli animali. Quest'anno, la didattica veterinaria è sostenuta dal contributo non condizionante di Msd Animal Health che ha realizzato i materiali didattici in collaborazione con Silvia Macelloni, Coordinatrice del Gruppo di Studio di Metodologia Didattica dell'ANMVI. "Zampa" è il cane protagonista delle lezioni - articolate in tre ore di interazione con gli alunni - per educare attraverso il racconto diretto dei bambini, delle loro e-

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sperienze e della loro percezione affettiva e relazionale. La didattica veterinaria e i materiali si basano su metodologie ed esperienze sviluppate dal Gruppo. Le lezioni, a cura di Silvia Macelloni, sono fornite ai Medici Veterinari assegnatari di progetto. Ulteriori materiali a supporto delle attività in classe (quaderni didattici, giochi, gadget, ecc.) sono stati appositamente creati da Msd Animal Health per questa edizione. Quest'anno, ai 165 progetti didattici finanziati, si sono aggiunte ulteriori libere adesioni, extra progetto, per un totale di oltre 200 Medici Veterinari docenti, in altrettante città italiane. Scuole e insegnanti aderiscono su proposta dei Medici Veterinari, dando vita ad una offerta formativa extra curricolare sempre più apprezzata dalle direzioni scolastiche e dagli alunni.

NUMERO CHIUSO TROPPO CHIUSO LA DISCUSSIONE SUL NUMERO CHIUSO PER L’ACCESSO AI CORSI DI LAUREA DELL’AREA SANITARIA È SEMPRE PIÙ VIVACE ED È ORMAI DIVENTATA UN CONFRONTO (FORSE SCONTRO) POLITICO. Da un lato c’è chi sostiene che la carenza di medici ed infermieri (secondo noi anche di veterinari) che si sentirà fortemente nei prossimi anni giustifica una maggiore apertura o eliminando il sistema del numero programmato o aumentando lo stesso in modo significativo (questa posizione deriva anche dal fatto che in Italia abbiamo una percentuale molto bassa di laureati rispetto ad altri paesi europei) d’altra parte si è invece convinti che senza un limite forte all’iscrizione si perderebbe la qualità del corso laureando anche troppi operatori che sarebbero disoccupati. Marco Abate del CUN, in audizione in Commissione cultura della Camera, ha sostenuto il numero chiuso contro la proposta di passare al sistema francese per il quale è prevista un’ammissione aperta a tutti il primo anno con una selezione basata su una prova o valutazione degli esami superati per passare al secondo anno. “Eliminare il numero chiuso - ha dichiarato Abate - nelle università del settore sanitario aumenterebbe di otto volte il numero degli studenti che si iscriverebbe. Per poterli accogliere servirebbero nuove ed ampie strutture ed un aumento notevole del personale con investimenti economici oggi insostenibili. Vanno comunque fatti interventi certamente necessari aumentando, nel limite del possibile in termini gestionali, il numero programmato perché servono più laureati. È inoltre evidente che si debba intervenire sull’orientamento ed una revisione delle prove d’accesso. Bisognerebbe anche fare una migliore regolazione del meccanismo degli scorrimenti”. Come andrà a finire? Noi riteniamo necessario per veterinaria un numero programmato ma superiore a quello attuale per poter soddisfare le richieste dei prossimi anni. Quello che a nostro avviso è molto urgente è una revisione del sistema delle prove d’accesso, oggi troppo sbilanciate verso un solo settore.

A.N.M.V.I


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VETERINARIA 3| 2019

Decreto legislativo 193/2006 Osservatorio farmaco

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Uso di farmaci e antimicrobici: norme cogenti e sanzioni Controlli accurati e sanzioni in caso di inadempienze. Circolare del Ministero glietti illustrativi contengono indicazioni contro lo stesso”. Pertanto, il medico veterinario “può prescrivere apposito prodotto soltanto in base ai risultati dell’antibiogramma”. Sanzioni - L’inosservanza degli articoli 10 e 11 del decreto 193/2006 comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.549 euro a 9.296 euro.

FARMACOVIGILANZA

UTILIZZO DI CIA (CRITICALLY IMPORTANT ANTIMICROBIALS) li antimicrobici estremamente importanti, anche detti CIA, “dovrebbero essere utilizzati dai medici veterinari soltanto in situazioni in cui un Veterinario ha valutato - sulla base dei test di sensibilità antimicrobica e di pertinenti dati epidemiologici - che non sono disponibili antimicrobici efficaci diversi da quelli estremamente importanti” (CIA). Il Ministero della Salute si attiene all’indicazione data, sin dal 2015, dalla Commissione Europea nelle sue linee guida sull’uso prudente di antimicrobici in medicina veterinaria. “In casi eccezionali, in cui l’uso in deroga di questi antimicrobici è consentito (articoli 10 e 11 del decreto 193/2006), la prescrizione e l’utilizzo finale devono essere sufficientemente giustificati” - scri-

ve la DGSAF. “Tale utilizzo deve essere basato su motivi clinici, ovvero il veterinario che prescrive il medicinale ritiene che l’uso di un particolare antimicrobico estremamente importante sia necessario per evitare la sofferenza di animali malati e deve tenere conto anche di questioni etiche e di sanità pubblica. L’uso di antimicrobici molto importanti deve essere limitato ai casi in cui non vi sono alternative disponibili”. Il Ministero ribadisce che “pur ricorrendo le condizioni previste dall’articolo 10 del decreto 193/2006, alle strutture autorizzate all’esercizio dell’attività professionale veterinaria non possono essere ceduti medicinali ad uso umano cedibili solo ad ospedali e case di cura contenenti antibatterici”.

’urgenza di azioni di prevenzione e di controllo dell’antibiotico-resistenza (AMR Anti Microbial Resistance) è la premessa della nota ministeriale firmata il 21 gennaio dal Direttore Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari, Silvio Borrello. La nota - indirizzata agli Assessorati regionali, al CRAB (Centro di Referenza per l’Antibioticoresistenza, IZS Lazio e Toscana), a FNOVI e ANMVI - evidenzia le indicazioni “cogenti”

dettate in proposito dal decreto legislativo 193/2006.

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ANTIMICROBICI E CASCATA L’uso in deroga di medicinali veterinari contenenti antimicrobici è regolato dagli articoli 10 e 11 del decreto 193/2006. Il Ministero della Salute conferma (v. circolare del 29 marzo 2011) che il ricorso alla cosiddetta cascata è ammesso “quando i test microbiologici dimostrano che un particolare ceppo batterico ha sviluppato resistenza a tutti i prodotti i cui fo-

UN EMENDAMENTO CHE NON SEMPLIFICAVA ’emendamento 9.0.600 sulla deroga cartacea all’obbligo di prescrizione veterinaria elettronica è stato bocciato dal Senato. Lunedì 28 gennaio, l’emendamento, a firma dei Senatori Daisy Pirovano (Lega) e Mauro Coltorti (M5S), non ha superato l’esame dell’Assemblea del Senato. Nessuna deroga quindi alla modalità elettronica per le prescrizioni di farmaci destinati agli animali non produttori di alimenti. L’emendamento - inizialmente approvato dalle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori Pubblici - avrebbe consentito la prescrizione in forma cartacea - anziché in formato elettronico "in casi di compro-

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vata impossibilità" e solo per le ricette destinate ai trattamenti di "animali non produttori di alimenti". Salta di conseguenza anche la previsione secondo la quale, in caso di prescrizione di farmaci contenenti antimicrobici, i Medici Veterinari avrebbero dovuto inviare la predetta ricetta cartacea via pec ai Servizi Veterinari e al Centro Nazionale Servizi di Teramo. L’emendamento è stato dichiarato "improponibile" dalla Presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati in quanto non coerente con la ratio complessiva del DL Semplificazione, bensì recante "disposizioni che non si traducono in misure di semplificazione".

È obbligatorio segnalare la diminuzione di efficacia. La circolare ministeriale precisa che la circostanza “non giustifica il ricorso all’uso in deroga”: la diminuzione di efficacia di qualsiasi medicinale veterinario, compresi i medicinali veterinari contenenti antibiotici, “deve essere obbligatoriamente segnalata”, così come indicato dall’articolo 91 del decreto 193/2006. Sanzioni - In difetto, il Veterinario (e così pure il Farmacista, il Titolare della AIC e chiunque altro sia tenuto a rispettare gli obblighi di comunicazione e di segnalazione previsti dagli articoli 91 e 96) può incorrere in una sanzione amministrativa pecuniaria da 2.600 a 15.500 euro.

€ LE SANZIONI Antimicrobici in deroga (artt. 10 e 11) da 1.549 a 9.296

SCORTE IN ALLEVAMENTO Nel caso di impianti di allevamento e custodia di animali destinati alla produzione di alimenti, autorizzati alla detenzione di scorte di medicinali veterinari, il medico veterinario responsabile della custodia e dell’utilizzazione delle stesse ed i suoi sostituti, “non possono svolgere altresì incarichi di dipendenza o collaborazione presso enti o strutture pubbliche, aziende farmaceutiche, grossisti e mangimifici” La nota ministeriale precisa che “la somministrazione agli animali dei medicinali veterinari costituenti le scorte deve avvenire nel rispetto degli obblighi di registrazione previsti dall’articolo 15 del decreto 158/2006” (divieto di utilizzazione di talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze beta-agoniste nelle produzioni animali). “Non possono formare oggetto delle scorte i medicinali veterinari contenenti antibatterici e chemioterapici da somministrarsi attraverso gli alimenti liquidi o solidi, fatta salva la detenzione di quantitativi ridotti di tali medicinali, commisurati alla necessità dell’allevamento, sufficiente per un periodo non superiore a sette giorni, da utilizzare in situazioni che richiedano un pronto intervento terapeutico”. Sanzioni - I veterinari responsabili che non osservano gli obblighi di tenuta del registro stabiliti dall’articolo 80 e dagli articoli 81 e 82 del decreto 193/2006 sono soggetti al pagamento di una sanzione da 2.600 a 15.500 euro.

Segnalazione minor efficacia (artt. 91 e 96) da 2.600 a 15.500

Scorte in allevamento (artt. 80, 81 e 82) da 2.600 a 15.500

FOGLIETTO ILLUSTRATIVO I contenuti del foglietto illustrativo e il riassunto delle caratteristiche di un medicinale veterinario contenente anche antimicrobici “non possono essere modificati per nessun motivo, salvo autorizzazione del Ministero della Salute”. La nota del 21 gennaio ribadisce il divieto di utilizzare un medicinale veterinario in modo non conforme. Sanzioni - I contenuti dei foglietti illustrativi e il riassunto delle caratteristiche del prodotto sono autorizzati dal Ministero della Salute ai fini dell’immissione in commercio. La non osservanza di quanto imposto con le autorizzazioni rilasciate comporta sanzioni da 2.582 a 15.493 euro. ■

Foglietto RCP antimicrobici (AIC) da 2.582 a 15.493


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4 Attualità Caso Gesco-Amadori

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Benessere animale senza falsare gli acquisti L’Antitrust: evitare claim generici o scarsamente significativi rispetto ai requisiti minimi di legge si traduceva infatti “nella mera osservanza del limite di densità massima (33 kg/mq, ai sensi dell’art. 3, comma 2, del Decreto Legislativo 27 settembre 2010, n. 181 che stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne).

ia l’Antitrust che il Garante delle Comunicazioni hanno convenuto: la comunicazione commerciale di Gesco (la cooperativa che pubblicizza i prodotti a marchio Amadori) non era conforme al Codice del Consumo. Una “particolare enfasi” sull’impegno della cooperativa nel garantire le migliori condizioni di benessere animale in ogni fase della filiera, appariva - si legge nell’ultimo Bollettino del Garante della concorrenza - “potenzialmente idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio”. L’istruttoria - aperta su segnalazione dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) - si è conclusa con la correzione dei messaggi, che erano stati diffusi attraverso il sito aziendale di Amadori, con riguardo a due linee di prodotto di nicchia: il pollo campese e il pollo +10. E proprio il web, secondo il Garante delle Comunicazioni, è “idoneo” a influenzare la pratica commerciale e “il consumatore potrebbe essere stato condizionato all’acquisto per le caratteristiche pubblicizzate nelle comunicazioni”.

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LE OBIEZIONI La comunicazione di Gesco-Amadori presentava due ordini di criticità: in primo luogo

LE CORREZIONI La cooperativa si è giustificata chiamando in causa il “Disciplinare Unaitalia” (approvato dal Mipaaf) e la certificazione CSQA sui requisiti dichiarati, incluso l’allevamento senza antibiotici; ha quindi presentato una riformulazione della comunicazione via web riguardo agli impegni aziendali verso il benessere animale. I correttivi proposti sono stati accolti dall’Antitrust, in quanto “idonei” a sanare i possibili profili di illegittimità.

ALLEVAMENTI CONVENZIONALI E LINEE DI ECCELLENZA

“appariva ascrivere a tutta la produzione un vanto di tutela del benessere degli animali che, invece, risulta circoscritto a due linee di prodotto di nicchia (pollo campese e pollo

10+)”; in secondo luogo, con specifico riferimento al pollo 10+, il claim impiegato (“maggiore spazio in allevamento rispetto ai limiti di legge”) appariva “non rispondente alla realtà”:

Il Garante della Concorrenza scrive che la riformulazione proposta da Gesco è “idonea a consentire una corretta percezione delle differenze esistenti tra gli allevamenti convenzionali e le linee di eccellenza: nei primi il benessere animale viene tutelato attraverso il mero rispetto delle norme di legge sul benessere animale stesso; nei secondi, invece, si riscontra un impegno superiore a favore del benessere animale, attraverso la mancata somministrazione di antibiotici, il razzolamento all’aperto per almeno metà del ciclo di vita, un maggior spazio in allevamento, arricchimenti ambientali.

LA DENSITÀ Gli impegni rendono il consumatore edotto della conformità del pollo 10+ al disciplinare Unaitalia “il quale consente la spendita del claim qualora sia assicurata, durante tutto il ciclo, una densità pari o inferiore a 33 kg/mq, condizione che - come emerso dall’attività istruttoria - ricorre negli allevamenti delle linee di eccellenza Amadori e risulta certificata da un ente terzo. In conclusione, nell’attuale contesto normativo - che incoraggia l’adozione di strumenti volontari per migliorare la trasparenza dell’informazione per i consumatori - gli impegni di Gesco-Amadori sono proporzionati all’obiettivo dell’Antitrust di “evitare che i claim di tutela del benessere degli animali siano utilizzati in modo generico o per designare iniziative scarsamente significative rispetto ai requisiti minimi di legge”.

“NESSUNA INFRAZIONE” A proposito del procedimento della AGCM, Amadori ha precisato che “nessuna infrazione è stata accertata dall’Autorità Garante”. Anzi, “la stessa istruttoria ha confermato che i livelli di qualità che caratterizzano le linee di eccellenza degli allevamenti Amadori (Pollo Qualità 10 + e Il Campese Pollo) sono conformi ai parametri fissati da Unaitalia e certificati da un ente terzo” - ha puntualizzato l’azienda, confermando di avere “avviato un confronto costruttivo con le istituzioni, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la chiarezza dei messaggi del proprio sito internet aziendale sul benessere animale e, pur ritenendo di aver già adempiuto ad ogni dovere di chiarezza di informazioni verso il consumatore, ha accolto le indicazioni di AGCM e fatto integrazioni alla pubblicazione online”. ■


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6 Fisco Tessera Sanitaria

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Fatture veterinarie al Sistema TS I Veterinari hanno un mese di tempo in più: dati fiscali entro il 28 febbraio - tipologia della spesa; - importo della spesa o del rimborso; - data del rimborso.

DETRAIBILI Con il Modello 730 sono detraibili fiscalmente le spese veterinarie sostenute da persone fisiche nei confronti di animali da compagnia detenuti per scopi non commerciali. Va ricordato che non rientrano fra le spese considerate ‘veterinarie’ quelle sostenute per i farmaci veterinari: questa tipologia di spesa, che è detraibile (v. box), non rientra fra i dati trasmessi dal Medico Veterinario al Sistema TS.

NON DETRAIBILI

DATI INVIATI DAL 24% DEI VETERINARI metà gennaio solo il 24% dei Veterinari ha inviato le fatture al Sistema TS. Il dato è della Ragioneria dello Stato (Ispettorato Generale per la Spesa Sociale) che ha sollecitato le professioni sanitarie a rispettare la scadenza per l’invio delle fatture al Sistema TS. Basse, anche fra le altre professioni sanitarie, le percentuali degli adempienti. La Ragioneria si è quindi rivolta alle Federazioni degli Ordini sanitari, Fnovi compresa, per sollecitare gli iscritti tenuti all’invio dei dati a

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nche quest’anno, i proprietari di animali da compagnia ritroveranno nel 730 precompilato le spese veterinarie detraibili. Le inserirà l’Agenzia delle Entrate, basandosi sui dati trasmessi al Sistema Tessera Sanitaria, entro il 28 febbraio 2019, dai Medici Veterinari. Per consentire la detrazione fiscale delle spese veterinarie sostenute nel 2018 attraverso il “730 precompilato”, i Medici Veterinari sono tenuti a trasmettere i dati fiscali delle loro fatture. Una volta caricati nel Sistema Tessera Sanitaria (TS), è l’Agenzia delle Entrate a trasferire i dati fiscali nel Modello 730 telematico. Dal 15 aprile di quest’anno, il contribuente, oltre a prendere visione delle proprie spese veterinarie nel suo 730 precompilato, potrà anche rettificarle, accettando o modificando la propria dichiarazione, attraverso l’area autenticata sul sito dell’Agenzia delle entrate.

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rispettare la scadenza. Per effetto di un emendamento presentato dall’ANMVI nel primo anno di applicazione dell’obbligo, i Medici Veterinari hanno un mese di tempo in più (28 febbraio), rispetto alla scadenza del 31 gennaio valevole per gli altri operatori sanitari. Dal Sistema Tessera Sanitaria, le fatture saranno trasferite dall’Agenzia delle Entrate nel 730 precompilato dei contribuenti per le conseguenti detrazioni fiscali d’imposta (riduzione dell’Irpef dovuta dalle persone fisiche).

CHI È OBBLIGATO Dal 2016, tutti i Medici Veterinari sono tenuti ad inviare al Sistema TS i dati delle fatture emesse nei confronti di persone fisiche per prestazioni che danno diritto alla detrazione fiscale (uno sconto sulle imposte dovute all’Erario) attraverso il Modello 730 (Dichiarazione dei redditi delle persone fisiche). Non sono invece obbligate a trasmettere le fatture veterinarie al Sistema TS le strutture veterinarie organizzate in forma giuridica di società (srl, stp ecc.), ma è tuttavia riconosciuta loro la facoltà di trasmissione quando il legale rappresentante della struttura è Medico veterinario.

I DATI FISCALI I dati forniti dal Sistema TS riferiti alle fatture per spese veterinarie sono: - codice fiscale del contribuente cui si riferisce la spesa o il rimborso; - codice fiscale o partita IVA e cognome e nome o denominazione del Veterinario; - data del documento fiscale che attesta la spesa;

FARMACI E MANGIMI e spese relative all’acquisto di medicinali veterinari, sono detraibili a condizione che siano certificate da scontrino "parlante". Lo scontrino dovrà riportare, oltre al codice fiscale dell’acquirente, anche la natura e la quantità dei medicinali acquistati. La natura di "farmaco" è attestata dal codice di autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) del farmaco stesso. Per detrarre le spese sostenute per l’acquisto di farmaci veterinari non è necessaria la prescrizione medica ma solamente lo scontrino parlante. Irrilevante, invece, il luogo d’acquisto,

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infatti, i farmaci certificati da scontrino parlante sono detraibili anche se venduti da punti vendita diversi dalle farmacie (purché autorizzati dal Ministero della Salute). Le spese sostenute per i mangimi speciali per animali da compagnia prescritti dal veterinario, non sono detraibili poiché non sono farmaci, ma prodotti appartenenti all’area alimentare. Se viene emesso uno scontrino parlante per un prodotto che non è un farmaco tale spesa non è detraibile, in quanto la detrazione spetta esclusivamente per le spese relative ai farmaci veterinari così come definiti dal Dlgs n. 193 del 2006.

Il beneficio fiscale non spetta per gli animali destinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare, per gli animali allevati o detenuti nell’esercizio di attività agricole o commerciali, per quelli utilizzati per attività illecite o detenuti illegalmente.

LA DETRAZIONE I contribuenti/proprietari possono detrarre dall’Irpef il 19% delle spese veterinarie sostenute fino all’importo di 387,34 euro e limitatamente alla somma che eccede i 129,11 euro, per gli animali detenuti legalmente a scopo di compagnia o per la pratica sportiva (quindi cani, gatti, volatili in gabbia e cavalli da corsa).

In pratica, la detrazione può consentire al massimo un risparmio d’imposta di 49,06 euro, cioè il 19% di 258,23 euro (importo massimo al netto della franchigia di 129,11 euro). Il beneficio fiscale è rimasto invariato, nonostante le proposte di innalzamento presentate durante i lavori parlamentari sulla manovra. Con la Legge di Bilancio 2019 sono state raddoppiate le agevolazioni sui cani guida per ciechi.

OPPOSIZIONE NON ESERCITABILE Non è riconosciuta al contribuente/proprietario di animali da compagnia la facoltà di opporsi all’invio delle spese veterinarie al Sistema TS. La decisione è stata assunta dal Garante della Privacy, in assenza di dati personali del contribuente suscettibili di particolare protezione.

E-FATTURA E TS Solo per quest’anno, le fatture veterinarie che vanno al Sistema TS non potranno essere emesse in modalità elettronica tramite il sistema in interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate. Una deroga che però non si applica a tutte le prestazioni veterinarie: la fatturazione per prestazioni che non danno diritto alla detrazione fiscale nel 730 precompilato dovrà infatti essere elettronica, con invio allo Sdi. Al riguardo, l’ANMVI ha presentato un interpello all’Agenzia delle Entrate. ■

E-fattura, il cliente deve riceverla via Pec? Se il cliente non ha Partita IVA e non ha una Pec può evitare di ricevere copia della e-fattura? l quesito ha risposto l’Agenzia delle Entrate con la nuova FAQ n. 55: “Se il consumatore finale chiede la fattura non è obbligato a riceverla elettronicamente e, quindi, non è obbligato ad avere e a fornire un indirizzo PEC all’esercente o al professionista da cui acquista il bene o il servizio”. La risposta vale solo nei confronti di un privato cittadino (persona fisica non giuridica) e non titolare di Partita IVA. Qualora lo fosse, la ricezione e la gestione elettronica della fattura tramite Sistema di Interscambio (SdI) è obbligatoria. L’Agenzia delle Entrate ha inoltre riferito che dal secondo semestre di quest’anno, come previsto dall’ultima legge di Bilancio, sarà possibile anche per i clienti-privati consultare le e-fatture emesse nei loro confronti ed inviate al Sistema SdI dal 1 gennaio 2019. Quanto al professionista, questi “è obbligato ad emetterla elettronicamente verso il Sistema di Interscambio e anche a fornirne copia su carta (o, ad esempio, pdf per email) al cliente: quest’ultima è perfettamente valida e non c’è alcun obbligo ad acquisire e gestire la fattura elettronica da parte del cliente”. Ma solo se si tratta di un professionista che non esercita una professione sanitaria e che non invia al Sistema TS le fatture dei suoi clienti privati-persone fisiche. Infatti, dal 1 gennaio di quest’anno - e solo per il 2019 - i

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Medici Veterinari non devono emettere una efattura per le prestazioni veterinarie i cui dati fiscali vanno al Sistema Tessera Sanitaria (TS) per consentire al cliente la detrazione fiscale delle spese sostenute per curare l’animale da compagnia. In tutti gli altri casi, cioè quando le prestazioni veterinarie non danno diritto alla detrazione fiscale (e quindi non vanno al Sistema TS) e quando sono emesse nei confronti di clienti titolari di Partita IVA o di Pubbliche Amministrazioni, la fatturazione dovrà essere elettronica. Nei casi in cui il professionista volesse usare la propria PEC per inviare le e-fatture elettroniche ai suoi clienti, l’Agenzia delle Entrate ha puntualizzato (FAQ n. 44) che per inviare la fattura elettronica ai propri clienti occorre sempre utilizzare il sistema di interscambio: “La fattura elettronica che viene inviata direttamente alla casella PEC del cliente, non passando per il SdI, si ha per non emessa”. ■


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SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA ASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI

CONGRESSI REGIONALI 2019 GRATUITI PER TUTTI I SOCI SCIVAC

23/24 FEBBRAIO MILANO Lombardia

9/10 MARZO ROMA Lazio

11/12 MAGGIO CATANIA Sicilia

22/23 GIUGNO BARI Puglia

Radiologia che passione!

Principi di Emergenza e terapia intensiva

Malattie respiratorie: dal corretto approccio clinico alle più moderne terapie

La chirurgia dei tessuti molli nella pratica ambulatoriale di tutti i giorni: i trucchi del mestiere!

Federica Rossi Giliola Spattini

Giacomo Stanzani Alessio Vigani

Enrico Bottero Davide De lorenzi

7/8 SETTEMBRE PERUGIA Umbria

12/13 OTTOBRE NAPOLI Campania

I problemi internistici di tutti i giorni: affrontiamoli con metodo

La neurologia entra negli ambulatori

Filippo Ferri Federico Fracassi

Cristian Falzone Gualtiero Gandini

30 NOV. 1 DIC. TORINO Piemonte

I segreti di un’anestesia ben riuscita Paolo Franci Luca Zilberstein

Filippo Cinti Federico Massari

30 NOV. 1 DIC. BOLOGNA Emilia Romagna Cardiomiopatie del cane e del gatto: dal sintomo alla terapia Serena Crosara Manuela Perego

I congressi regionali SCIVAC sono gratuiti per tutti i soci SCIVAC in regola con la quota d’iscrizione del 2019. Per i Non soci le quote di iscrizione sono: Medici Veterinari € 130,00 - Neolaureati (2016-2018) € 80,00 - Studenti € 35,00 È richiesta la preiscrizione on-line entro i termini stabiliti per ciascun congresso Informazioni: Segreteria SCIVAC (Delegazioni Regionali) - Tel. 0372/40.35.06 - E-mail: delregionali@scivac.it


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8 Intervista Giacomo Gnudi

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Sviluppare la valenza pubblica del Veterinario Ha una funzione sanitaria. La laurea? Generalista ma più pratica. Il SSN riconosca gli ospedali controllo dell’antibiotico-resistenza. Il medico veterinario è importante per la sanità globale come servizio rivolto ai cittadini, un aspetto culturale questo, nuovo e che non deve assolutamente essere trascurato. La stessa importanza deve essere estesa a quelle figure che si occupano del benessere animale, delle tecnologie alimentari, dell’autocontrollo delle filiere alimentari che non devono andare perdute. Tutti questi aspetti vanno a rafforzare il concetto di “One Health” che riconosce la salute degli esseri umani strettamente legata alla salute degli animali in un contesto ambientale. Questo può avvenire soltanto attraverso un approccio multiculturale nel quale la sanità animale si intrecci con la sanità pubblica. Già in fase di orientamento agli studenti delle scuole superiori di II°, si inizia a parlare del medico veterinario non solo per il suo ruolo di clinico (cura degli animali da compagnia) ma anche per la sua fondamentale “funzione sanitaria”.

priamo con questo numero un ciclo di interviste ai Direttori dei Dipartimenti di Medicina Veterinaria. Raccogliendo il nostro invito, il Professor Giacomo Gnudi rompe il ghiaccio con le sue tempestive risposte. Lo ringraziamo. Negli ultimi mesi, gli Atenei hanno dato corso ad avvicendamenti nell’incarico di ex Preside, una ri-partenza che ci offre il destro per ascoltare i vertici della formazione accademica veterinaria sull’attualità e sulle prospettive non solo di un diploma di laurea ma di una intera Professione.

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Professor Gnudi, quali sono i punti di forza che la formazione accademica in Medicina Veterinaria può ancora rivendicare? L’Università italiana è in grado di rilasciare una laurea competitiva in Italia e in Europa? Penso che la formazione accademica in Medicina Veterinaria oggi sia di ottimo livello da un punto di vista teorico, ma che vada sviluppato maggiormente l’aspetto pratico tramite anche sessioni in cui lo studente sia stimolato a risolvere problemi pratici, utilizzando le nozioni teoriche già acquisite. Non c’è dubbio che, in questo senso, un forte stimolo possa nascere da un confronto costruttivo e dinamico con quanto messo in atto nelle scuole di Medicina Veterinaria del Nord Europa e così pure con le realtà produttive e quelle impegnate nella tutela della sanità pubblica (consorzi che rappresentano i prodotti tipici dell’area geografica di afferenza ed enti quali AUSL ed IZS). Infatti, sono convinto che il progresso qualitativo di un percorso formativo non possa prescindere da un confronto continuo e propositivo con gli stakeholder accettando di rimodulare i propri contenuti sulle esigenze e le dinamiche culturali, sociali ed economiche. E quali sono invece gli aggiornamenti di cui avrebbe bisogno il piano di studi, anche alla luce delle direttive europee che espressamente li prevedono? Quello che oggi ci viene richiesto è meno teoria e più spazio alle attività pratiche. Credo che un atteggiamento virtuoso stia nel mezzo. Questo per non disperdere quanto acquisito, in questi anni, come realtà accademica di qualità che ci è riconosciuto a livello europeo. Si fa sempre più strada l’idea che si debba dare una connotazione di indirizzo alla laurea in Medicina Veterinaria, in chiave settoriale o disciplinare, superando il cosiddetto laureato “totipotente”. Cosa ne pensa? La laurea in medicina veterinaria è una Laurea generalista, e ritengo che tale debba rimanere. Se si vuole superare la figura del cosiddetto laureato “totipotente” dovremmo iniziare a parlare seriamente di scuole di specializzazione e ad investire in questo senso anche prevedendo eventuali finanziamenti che garantiscano borse di studio chiamando in causa, appunto stakeholder e la stessa Regione Emilia Romagna. Per quanto riguarda la clinica ci dovremmo confrontare con quello che avviene per i corsi di specializzazione a cui si accede dopo la laurea in medicina e chirurgia. Questo implicherebbe un confronto con il Sistema Sanitario Nazionale e riuscire, contestualmente, a reperire, appunto, fondi ad esso finalizzati. La strada è,

Il Professor Giacomo Gnudi è Direttore del Dipartimento di Scienze Medico Veterinarie, all’Università degli Studi di Parma, carica che ricoprirà fino a tutto il 2019. Il suo predecessore è stato il dimissionario Professor Attilio Corradi. Gnudi si è laureato in Medicina Veterinaria a Parma nel 1988. La sua attività scientifica - che ha all’attivo oltre 60 pubblicazioni su riviste internazionali - è volta allo studio delle applicazioni dei mezzi di contrasto ecografici nello studio delle lesioni focali degli organi parenchimatosi; allo studio della conformazione delle pelvi del cane in corso di displasia dell’anca; allo studio dello sviluppo scheletrico di razze canine brachicefale. A Parma, è titolare di tre insegnamenti: Diagnostica Tac; Radiologia e Diagnostica per Immagini; Semeiotica Chirurgica.

certamente lunga e tortuosa, basti pensare che gli ospedali veterinari universitari didattici, non sono riconosciuti dal nostro sistema sanitario. La strada, quindi, è lunga ma sono convinto che valga la pena impegnarsi in questa direzione. Per quanto riguarda il settore sanitario, Area A e B, le cose vanno molto meglio. Fa discutere, e non solo in Italia, la preponderanza della Medicina Veterinaria rivolta agli animali da compagnia. Come si spiega a suo parere questa tendenza? Con l’offerta formativa accademica, con la domanda di accesso degli studenti? Oppure giocano anche altri fattori? Il 99% degli studenti si iscrive al Corso di Medicina Veterinaria per gli aspetti clinici e chirurgici, in particolare rivolti agli animali da compagnia. Anche la nascita degli Ospedali universitari veterinari didattici in seno ad ogni Dipartimento di Medicina Veterinaria, requisito indispensabile per l’accreditamento EAEVE, ha certamente spostato lo sviluppo dei corsi di Laurea in Medicina Veterinaria verso una didattica più attenta alla clinica degli animali. È invece necessario sviluppare maggiormente le competenze di Sanità Pubblica (e relative responsabilità). Occorre, certamente, stimolare nello studente la consapevolezza della valenza pubblica del medico veterinario, un esempio tra tutti, il suo ruolo strategico nella sorveglianza delle malattie infettive e nel

Ritiene che concentrandosi sugli animali da compagnia, la formazione accademica veterinaria sia andata a detrimento di altri settori, per esempio la sanità pubblica e degli animali allevati? Ne hanno risentito a suo parere la ricerca, la produzione scientifica, la stessa formazione dei docenti e delle strutture didattiche? In parte ho già risposto precedentemente a questa domanda, certo è che le cose stanno cambiando: il baricentro si sta progressivamente spostando dalla formazione di una cultura prevalentemente clinica a una cultura di sanità pubblica, che il medico veterinario non può e non deve ripudiare. Non si può negare che per certi versi l’essersi focalizzati sulla clinica degli animali, con particolare riguardo a quelli da compagnia, abbia portato detrimento ad altri settori della Medicina Veterinaria. Il vero cambio di paradigma sta proprio nell’approccio di tipo “One Health”, che significa, come già detto, considerare come un insieme unico le problematiche sanitarie legate all’uomo, agli animali ed all’ambiente: è importante stabilire una sistematica interazione tra diversi professionisti, in particolare tra Medici e Veterinari impegnati nella sanità pubblica. Il valore sociale della Sanità pubblica Veterinaria è cruciale, ma qui mi fermo, andrei fuori tema. È una sfida entusiasmante. In Parlamento si stanno discutendo 8 proposte di legge per la riforma dell’accesso alle lauree a numero programma-

to. Le ipotesi sono le più diverse e contradditorie, ma è molto probabile che quando si arriverà ad un testo base-unificato si cercherà di conciliare il diritto universale allo studio con l’esigenza di dare una connotazione specificamente orientata agli studi e alla laurea. Che idea si è fatto di queste iniziative? Penso che si stia lavorando per il meglio, seppur con oggettive difficoltà; gli interlocutori sono nuovi, per cui non è sempre facile individuare una soluzione univoca. Quello che ho colto è l’intento di rendere lo studente della scuola superiore di II° sempre più consapevole offrendogli gli strumenti necessari per operare una scelta coerente con le proprie inclinazioni e che rispetti i suoi sogni professionali. Se ieri ci si iscriveva al corso di Medicina Veterinaria pensando al cane e al gatto, domani lo studente si iscriverà ben conscio anche e soprattutto della responsabilità di sanità pubblica che il Veterinario deve avere, dal benessere animale fino alle filiere alimentari. La mobilità intra-comunitaria registra tendenze nuove, spesso contradditorie. Ci sono laureati italiani disposti ad esercitare all’estero in settori (per esempio nelle ispezioni ai macelli) che in Italia non assorbono veterinari o sono addirittura diventati negletti. E ci sono laureati in Medicina Veterinaria di altri Stati UE (es. Spagna, Romania) di pronta disponibilità per il mercato del lavoro in altri Paesi UE, Italia compresa, che occupano posizioni lasciate libere dai laureati del posto. C’è chi punta il dito contro un titolo di studio non adeguatamente orientato e programmato e chi invece mette sotto accusa gli assetti occupazionali, sia pubblici che privati sul libero mercato del lavoro autonomo. Qual è la sua riflessione in proposito? Penso che la competizione tra professionisti sia ai massimi livelli. Le competenze che un medico veterinario deve avere per essere competitivo sul mercato sono tali che un percorso di specializzazione è, direi, quasi necessario, ben venga se a livello europeo. Se un professionista è capace ed all’altezza del suo ruolo (soprattutto se dotato di una duttilità culturale e di un approccio multisettoriale), i riscontri positivi occupazionali prima o poi arrivano. Sinceramente non mi preoccuperei delle tendenze relative alla mobilità intra-comunitaria, quanto più alla qualità professionale dell’individuo. ■

RIFORMA DELL’ACCESSO on la pdl C. 1414 dell’On Anna Ascani (PD) salgono a otto le proposte di legge all’esame della VII Commissione Cultura per la riforma della Legge 264/199. La pdl Ascani - presentata in Commissione dal relatore On Manuel Tuzi (M5S) - mantiene il numero programmato per "assicurare un’elevata qualità della formazione e dei servizi offerti dall’università" e "l’adeguamento del numero dei laureati alle effettive esigenze del SSN". Un accesso libero “determinerebbe la presenza di un numero di immatricolati impossibile da gestire per il sistema universitario italiano in ter-

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mini di spazi fisici, docenti, lavoratori e formazione professionale" - spiega l’On Ascani. Annualmente, le Università potranno aumentare i posti disponibili "nel limite del 10 per cento". Inoltre, la pdl prevede la frequenza obbligatoria di corsi di orientamento nelle scuole superiori e di corsi annuali, organizzati dagli atenei, per preparare i candidati alle prove selettive nazionali per tutti i corsi di laurea a numero programmato. La proposta Ascani prevede finanziamenti, dal 2019, per l’adeguamento dell’edilizia universitaria al maggior numero di studenti iscritti.


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Sentenze Legale

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Displasia: allevatore condannato per malafede Rimborserà le spese veterinarie dei prossimi dieci anni per curare il Pastore Tedesco LA QUESTIONE DEGLI 8 GIORNI E DELLA GARANZIA

l proprietario l’aveva pagato 1,400 euro, come cane da guardia e anche con l’intento di farlo riprodurre. Ma a pochi mesi dall’acquisto l’esemplare, una femmina di due mesi, presentava una "displasia bilaterale dell’anca e alle articolazioni coxo-femorali". Il Medico Veterinario diagnosticava la patologia, prescrivendo cicli di terapie farmacologiche, "dando inizio ad una lunga serie di spese mediche". La Corte d’Appello di Bologna ha confermato per l’allevatore la condanna al risarcimento già pronunciata dal Tribunale.

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LA DIFESA Denunciato, l’allevatore obiettava che erano ormai trascorsi più di otto giorni dall’acquisto e che non era stata garantita l’immunità del cucciolo (il pedigree venne consegnato a distanza di qualche mese dall’acquisto); sarebbe stata una "obbligazione impossibile - a suo dire - dal momento che nemmeno un cucciolo che abbia un albero genealogico fatto di animali tutti sani può essere considerato esente". Il contratto di compravendita si perfeziona fra le parti senza garanzia di esenzione dalla patologia. Troppo giovane, inoltre, il cane per poter diagnosticare una malattia che - a detta dell’allevatore (che si è richiamato al Disciplinare per il controllo ufficiale della displasia dell’anca e del gomito dei cani iscritti all’albero genealogico) - si manifesta solo a partire da un anno di età dell’animale. Il Tribunale "avventurandosi in deduzioni cinofile" non avrebbe invece considerato - è sempre la tesi difensiva a sostenerlo - che "la trasmissione per via ereditaria sarebbe responsabile per il 40% dei casi, mentre le cause esterne (ambientali, alimentari e traumatiche) interesserebbero il restante 60% dei cani". E se l’acquirente avesse detto di volere un cane da guardia, gli sarebbe stato consigliato un maschio di almeno un anno, addestrato e con esenzione da displasia certificabile. Sui certificati veterinari, infine, il cane non risultava certamente identificabile con quello sottoposto a cure. Nessuna tesi difensiva è stata accolta in Appello.

"Per giurisprudenza consolidata" la decadenza degli otto giorni dalla scoperta del vizio occulto decorre dal momento in cui il compratore ne ha acquisito certezza obiettiva e completa, "sicché ove la scoperta del vizio avvenga gradatamente e in tempi diversi e successivi, in modo da riverberarsi sulla consapevolezza della sua identità, occorre far riferimento al momento in cui si sia completata la relativa scoperta". Quanto alla garanzia, il venditore che taccia in malafede i vizi della cosa è sempre contestabile e, nel caso in questione, dal pedigree "sarebbe indiscutibilmente emerso che i suoi ascendenti erano affetti da displasia" con la conseguenza che l’acquirente avrebbe potuto ripensare la decisione sull’acquisto. Ma il pedigree è stato consegnato ad acquisto avvenuto. Quel 40% di probabilità ereditaria per il Tribunale è più che sufficiente ("Il fattore traumatico è escluso perché non provato dal venditore e tantomeno emerge dalla documentazione veterinaria agli atti") tanto più che l’allevatore non ha saputo dimostrare di avere ignorato, senza colpa, l’esistenza dei vizi.

LE SPESE VETERINARIE All’atto della denuncia, il proprietario aveva già sostenuto 3.300 euro di spesa veterinaria e chiedeva un rimborso comprensivo di quelle che avrebbe dovuto sostenere per almeno altri 10 anni (162 euro per 10 anni nella misura di due visite l’anno). In Appello, la Corte non ha concesso nessuna riduzione del calcolo, anzi considerandolo "errato in difetto", perché "la displasia, una volta diagnosticata, non può che comportare la necessità di una costante attenzione veterinaria". Il proprietario può andare incontro a "spese necessarie all’eventuale intervento chirurgico, alla necessità di numerosissimi farmaci anti infiammatori e di eventuali integratori alimentari, volti a rallentare la progressione della malattia, all’eventuale acquisizione di prodotti ortopedici ed eventuali materassi speciali, e per i casi più gravi, all’acquisto di carrelli". Non risarcita invece la spesa dell’acquisto. Il proprietario ha preferito trattenere l’animale "perché vi era ormai affezionato".

LA MASSIMA “L’allevatore che vende un cucciolo di cane affetto da malattia ereditaria deve essere condannato a pagare all’acquirente una somma che comprende la riduzione del prezzo e il rimborso delle spese veterinarie specialistiche, laddove la mancata consegna del pedigree al momento dell’acquisto unitamente alla non manifestata esistenza della patologia di un ascendente ad altro non può far pensare se non alla volontà di sottacere al compratore la realtà dei fatti con inserimento, in maniera anomala, nella ricevuta di pagamento di una univoca e pertanto inefficace declaratoria di autoesonero di garanzia”. (Corte d’Appello di Bologna, sentenza n. 1554, del 7 giugno 2018) ■

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10 Eventi Veterinari

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DIVULGAZIONE VETERINARIA L’ARTE DI SCRIVERE E RACCONTARE LA MEDICINA VETERINARIA: PERCHÉ LA DIDATTICA NON È FATTA DI SOLE LEZIONI Domenica 24 Febbraio 2019 - h. 9:00-17:30 - Centro Studi Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - Cremona (CR) Animal Health. PROGRAMMA 08:30 Arrivo partecipanti e apertura iscrizioni 09:00 Saluto ai partecipanti e presentazione della giornata 09:15 Vetgiornalisti nascono: come e dove scrivere un argomento veterinario in modo comprensibile - Luisa Quattrina 10:00 Vetgiornalisti crescono: le basi della comunicazione efficace applicate al giornalismo - Luisa Quattrina 11:00 Pausa OBIETTIVI DELLA GIORNATA “Scrivere in modo ‘intelligente’ significa: dire quanto basta, quando serve, e dirlo bene.” Beppe Severgnini Per la maggior parte di noi scrivere è un ostacolo. Riempire uno o più fogli di parole con lo scopo di essere letti è faticoso e ancora più articolato è il lavoro quando dobbiamo mettere in forma discorsiva concetti scientifici complessi. L’intervista, ancor più della scrittura, porta con sé un disagio spesso incompatibile con una comunicazione efficace. Eppure, per quanto difficile sia un tema, è sempre possibile renderlo accessibile a tutti. Il buon scrittore gioca e si diverte e ha regole semplici volte a creare piacevolezza. Ma soprattutto è onesto e documentato. Un buon scrittore anche nello sdegno ha classe e umiltà. Un buon scrittore scrive e riesce a comunicare. Anche l’intervista, con pochi accorgimenti, può essere gestita in modo semplice e dimostrarsi un ottimo mezzo divulgativo. Dedicarsi alla “disciplina” dello scrivere e del parlare in pubblico è importante sia dal punto di vista lavorativo, nel proprio ambulatorio, sia per crearsi nuove opportunità occupazionali nel campo editoriale e della comunicazione. La giornata sarà impostata in forma interattiva, con momenti teorici alternati a lavori pratici ed esercizi. L’obiettivo è offrire indicazioni e spunti per migliorare le tecniche di divulgazione in veterinaria: è dunque aperta a tutti e utile per tutti i colleghi, non soltanto per chi si occupa di didattica. Chi di noi non deve, oggi, comunicare via mail, social network, articoli, o media?

COORDINAMENTO: Silvia Macelloni Medico Veterinario, è la coordinatrice del Gruppo di Studio di Metodologia Didattica e del Gruppo Benessere Veterinario. RELATORI LUISA QUATTRINA è un veterinario laureatosi a Milano. Ha svolto tutte le professioni immaginabili con i pet: dalla libera professione al veterinario pubblico, dall’apertura di petshop e garden center reparto animali. Nel frattempo ha coltivato l’hobby che è diventato il suo lavoro: giornalista pubblicista. Ama la fotografia e si diletta in scatti agli animali in natura. Birdwatcher da sempre. Per formarsi ha seguito molti corsi, alcuni utili, come il Marketing l’uso del pacchetto Adobe, altri inutili, tutti quelli di specializzazione veterinaria perché avendo poi svolto la libera professione per pochissimo tempo non li ha mai utilizzati: i pet la ringraziano tutti. Le testate ove ha scritto sono molte, alcune dedicate al grande pubblico altre rivolte ai colleghi veterinari e ai petshopper. Attualmente coordina gli autori che collaborano al progetto editoriale PETTREND testata mensile di dieci numeri l’anno edita da Edizioni Veterinarie rivista ufficiale di Zoomark International di BolognaFiere: la fiera degli animali da compagnia che si svolge a Bologna negli anni dispari. Ha tenuto numerosi seminari e covegni. ALESSANDRO SCHIANCHI si è laureato in medicina veterinaria presso l’Università degli Studi di Parma nel 1995, ha conseguito poi un Master in buiatria. È stato specialista di bovini da latte per Purina Italia e Direttore Sanitario del centro di recupero rapaci Lipu di Sala Baganza (PR). Ha collaborato con il Dipartimento di Biologia Evolutiva e l’American Museum of Natural History di New York. Ha acquisito nel 2001 una formazione specialistica in tecnica dell’allevamento avicolo e patologia aviare, nel 2010 la laurea in Scienze del Comportamento e delle Relazioni Interpersonali, nel 2013 la laurea magistrale in Psicologia. È stato funzionario tecnico commerciale per la Novartis Animal Health e consulente tecnico per la MSD

11:30 Vetgiornalista provetto: mettiamoci alla prova 13:00 Pausa Pranzo 14:00 Crea un tuo stile: come si sviluppa un testo - Luisa Quattrina 15:00 Non facciamo gli asini (curiamoli soltanto): le regole dell’editing - Luisa Quattrina 16:00 VetStar per un giorno: intervistare ed essere intervistati - Alessandro Schianchi 17:00 Discussione e chiusura dei lavori N.B. I partecipanti sono pregati di portare il pro-

prio pc portatile. Si avvisa che gli orari di inizio e termine delle relazioni sono indicativi in quanto verranno svolti lavori interattivi. PER INFORMAZIONI ANMVI - Palazzo Trecchi Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Tel. 0372/403547 (36) (41) Fax 0372/403526 info@anmvi.it - www.anmvi.it www.facebook.com/anmvi


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Eventi Veterinari

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GESTIONE DEL CONFLITTO NELLE RELAZIONI SUL LAVORO IL CONFLITTO: PROBLEMA O OPPORTUNITÀ? 2 Marzo 2019 - Cremona - Palazzo Trecchi RELATORE Alberto Camuri Laurea in Economia e Commercio, Laurea Magistrale in Scienze per il Lavoro Sociale e le Politiche di Welfare. Ha consolidato diversificate esperienze in posizioni Senior Executive a livello nazionale ed internazionale in multinazionali quali AT&T GIS, NCR Corporation (di cui è stato Vice President Retail Europe Middle East Africa South Asia Pacific, Presidente di NCR Italia, membro del Worldwide Business Leader Council). Successivamente è stato Senior Partner di SCOA (The School of Coaching). È Certified Master Business Coach™ (CMBC™), membro WABC (Worldwide Association Business Coaches) e EMCC (European Mentoring Coaching Council). È docente nella Academy SCOA per i Master in Business Coaching. Responsabile Scientifico della “Management & Business School for Vets” del Gruppocvit. Collabora con il Centro Studi Erickson. È tra i soci fondatori dell’Associazione Eumenidi per i Disturbi di Comportamento Alimentare, è membro del Tavolo di Coordinamento del sistema “Cascina Biblioteca” di Milano nell’ambito di un programma di inclusione sociale per persone con disabilità mentale, fragilità relazionale. Coautore di “Prendi in Mano la tua vita” Ediz. Il Sole 24 ore, Autore di “Il Manager di Buona Vita” Ediz. Centro Studi Erickson.

INFORMAZIONI GENERALI OBIETTIVI: La giornata approfondirà le tematiche legate alla gestione del conflitto e sarà improntata su una metodologia interattiva. L’obiettivo del focus è stimolare una riflessione su come relazionarsi e saper gestire costruttivamente situazioni di conflitto in ambito professionale.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA (H. 9:00-17:00) Durante l’incontro verranno approfonditi i seguenti temi: • Il conflitto nelle dinamiche organizzative, la definizione di conflitto e la sua valenza, le diverse tipologie di conflitto • Le ricadute sul clima, sulla motivazione, sulla innovazione, sulle performances • Relazione vs Contenuto, riconoscere, comprendere e gestire questi due diversi aspetti di una situazione conflittuale • Affrontarlo o evitarlo? Saper prevenire, quando e perché? Riconoscere i segnali di un conflitto negativo e saper facilitare l’elaborazione costruttiva del conflitto • Le competenze comportamentali richieste dalla capacità di “conflict management” • Saper creare una cultura di team positiva verso il conflitto. Il Capo Coach, il conflitto e l’apprendimento esperienziale • Self assessment: la mia relazione con le dinamiche conflittuali, come reagisco al conflitto…

LA GIORNATA DA DIRITTO A: • Atti • Attestato di partecipazione • Pausa pranzo (h. 13:00)

SEDE EVENTO: ANMVI Palazzo Trecchi Via Trecchi, 20 26100 Cremona

CONTATTI CON LA SEGRETERIA: Tel. 0372/40.35.36 Fax 0372/40.35.58 E-mail: management@anmvi.it Sito web: www.anmvi.it

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12 Focus SIVAE

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L’alimentazione dei rapaci La dieta deve essere ben bilanciata per garantire benessere e buone performance venire patologie, al falco dovrebbe essere consentito solamente di spiumare la preda dopo la cattura, che sarà prontamente sostituita dal falconiere con altro alimento. È quindi consigliabile l’utilizzo di alimenti commerciali.

di grosse dimensioni, hanno inoltre un contenuto di grassi piuttosto controllato. L’utilizzo per l’alimentazione di falconi ed aquile presuppone una preparazione accurata: le ossa lunghe e la colonna vertebrale vanno divise in parti per evitare impaccamento intestinale.

PULCINI DI UN GIORNO

TOMMASO COLLARILE DVM, Centro Veterinario Specialistico, Clinica per Animali Esotici, Roma - Italy n’alimentazione bilanciata è fondamentale per il benessere e per il conseguimento di buone performance nei rapaci. Quindi la dieta deve essere bilanciata in termini di qualità, quantità e accessibilità. La dieta deve sopperire al fabbisogno di acqua, carboidrati, proteine e microelementi (vitamine e minerali). Dire che i rapaci “mangiano carne” è semplicistico. La somministrazione di carne non è assolutamente sufficiente. I rapaci sono animali che si nutrono dell’intera carcassa della preda. Se non viene somministrata una dieta a base di prede delle giuste dimensioni si tenderà ad una dieta selettiva, comune causa di squilibrio nutrizionale. La dieta ideale è la più simile a quella che il rapace troverebbe in natura; questo presupposto va tenuto presente quando si parla di nutrizione. È evidente che nelle condizioni di

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Pulcini di 1 giorno, fortemente usati ed abusati in falconeria. Non sono un cibo completo e richiedono integrazioni.

cattività non è possibile riprodurre perfettamente la dieta naturale a causa dell’indisponibilità di determinati alimenti. Sono quindi necessari alcuni compromessi. In passato, in Europa, sono state proposte delle diete formulate per rapaci che non hanno però avuto riscontro; l’utilizzo di carcasse fresche o congelate rimane la principale forma di alimentazione.

ALIMENTI DISPONIBILI PER I RAPACI: PREDE DI CATTURA Offrire prede selvatiche come alimentazione sembrerebbe la cosa più ovvia. In realtà questa pratica è sconsigliata a prescindere dal metodo di cattura della preda (cattura da parte del rapace o con arma da fuoco). I pericoli nel somministrare questo tipo di alimento sono di natura: • Tossica: prede selvatiche possono contenere sostanze potenzialmente tossiche come alfacloralosio, dicumarolo e soprattutto piombo. I proiettili di piombo possono frammentarsi nell’impatto con la preda, quindi anche uccelli colpiti alla testa sono potenzialmente fonte di tossico; • Infettiva: tra gli agenti infettivi ed infestivi che possono essere contratti da prede selvatiche ci sono i Trichomonas, alcuni batteri tra cui Salmonella, E. coli, micobatteri, Campylobacter. Abbiamo poi le infezioni da Clamidia, ed infezioni virali come paramyxovirus, orthomyxovirus (Influenza), herpesvirus. Inoltre una serie di parassiti intestinali. Molti degli agenti citati possono essere trasmessi da piccioni selvatici. Alcuni falconieri utilizzano i piccioni previo mantenimento in congelatore per diverse settimane. Questa pratica è utile per l’eliminazione del rischio di trasmissione di Trichomonas ma non è d’aiuto per la prevenzione delle malattie virali. Allo scopo di pre-

I pulcini di gallina neonati sono tra gli alimenti più economici e più facilmente reperibili. Generalmente sono ottenuti dallo scarto dei pulcini maschi delle galline ovaiole. L’utilizzo di pulcini è stato messo in discussione per la trasmissione di Salmonella e per il basso contenuto di calcio. In realtà pulcini di buona qualità contengono un buon livello di proteine, non contengono troppi grassi, hanno un discreto livello di vitamine liposolubili ed hanno un buon rapporto calcio:fosforo se non vengono privati del sacco vitellino. Erroneamente molti falconieri tolgono il sacco vitellino perché considerato possibile causa di infezione. Questa pratica è da evitare e, se l’aspetto del sacco vitellino non è normale, è bene scartare il pulcino nel suo insieme. La carcassa del pulcino privata del sacco vitellino non è assolutamente un alimento bilanciato. I pulcini devono essere ben conservati e non devono subire l’interruzione della catena del freddo durante il trasporto; dopo scongelamento e ricongelamento si possono riconoscere alterazioni del colore delle zampe (rossastre). I pulcini utilizzati come alimento, per la loro consistenza, tendono a “sporcare” il piede del falco che, se non curato, può essere predisposto a dermatiti erosive.

CARNE L’utilizzo di carne come alimento per soggetti convalescenti o per soggetti particolarmente importanti è un errore comunemente commesso dai proprietari ed è conseguenza di un atteggiamento antropomorfico. L’utilizzo di solo muscolo può essere utile in sede di spettacoli durante i quali l’uso di carcasse è esteticamente sconveniente. Bisogna ridurre al minimo questo tipo di alimentazione per evitare di sbilanciare la dieta. Ad avvoltoi ed aquile di grandi dimensioni si possono offrire articolazioni di bovino, cavallo o pecora. In questi casi è bene lavorare la parte con delle intaccature per migliorare il rapporto calcio:fosforo.

PESCE I rapaci che in natura si alimentano di pesce (falco pescatore, ed aquile pescatrici) possono essere allevati con alimentazione a base di mammiferi. È bene però che almeno parte della dieta sia costituita da pesce. Trote fresche sono un ottimo alimento anche se purtroppo i pesci d’allevamento hanno un contenuto di grasso molto elevato. Il pesce congelato va scongelato in acqua calda ed integrato con vitamine del gruppo B.

QUAGLIE, RATTI E TOPI

ENERGIA

Sono prevalentemente utilizzati come alternativa ai pulcini. È importante il tipo di quaglia che viene impiegato: quelle allevate come animali da pasto per rapaci hanno un migliore valore nutrizionale. I ratti sono ottimi come riserva di calcio, proteine e vitamine liposolubili. Molto ricchi di grassi, risultano però spesso poco appetibili. Sono inoltre relativamente costosi. Anche i topi, come i ratti, sono ottima riserva di calcio e proteine. Possono risultare molto ricchi di grassi e sono costosi anche se prodotti “in casa”.

Elemento fondamentale della dieta è l’apporto energetico. È proprio il raggiungimento del fabbisogno calorico giornaliero lo scopo primo dell’alimentazione dei rapaci. L’energia è ottenuta da grassi, carboidrati e proteine. Di questi sono i lipidi la fonte primaria, infatti la così detta “densità energetica” espressa in Kj/g è doppia rispetto a quella di proteine e carboidrati. Questi ultimi hanno poca importanza nella dieta degli uccelli da preda in quanto le riserve glucidiche dell’organismo sono ottenute a partire dagli altri componenti. Quando si considerano i fabbisogni dei rapaci bisogna distinguere le necessità basali (quelle per “stare in vita”) da tutti gli elementi che necessitano un apporto superiore ovvero la crescita, le performance, la riproduzione e la termoregolazione. Brevi fasi di mancato apporto energetico con la dieta vengono bilanciate dall’utilizzo delle scorte dell’organismo. Queste sono costituite in gran parte da lipidi accumulati durante fasi di eccessivo apporto dietetico. Durante i mesi freddi un soggetto inattivo utilizza le riserve di proteine dell’organismo (muscolo). Quindi, durante l’inverno, non bisogna incrementare il solo apporto di grassi ma anche quello proteico. I rapaci cacciano quando hanno fame. Questo concetto è alla base della falconeria. Un falconiere esperto conosce bene il rapporto tra performance di un individuo in rapporto al prorpio stato di nutrizione, e per ogni falco deve conoscere il “peso ideale di volo”. Il falconiere esperto deve essere in grado di ottenere le giuste variazioni di peso dell’animale in relazione ai cambiamenti dell’apporto di cibo. Inoltre deve essere sotto con-

ALTRI RODITORI, CONIGLI E LEPRI Gli hamsters hanno più o meno le stesse caratteristiche dei topi. Anche i porcellini d’india sono talvolta disponibili come animali da pasto e, da un punto di vista nutrizionale, sono migliori di ratti e topi. La grande quantità di pelo può causare problemi di impaccamento del gozzo o intestinale. Ottima risorsa di calcio e proteine per rapaci

Topi e ratti sono alimenti commerciali per rapaci.


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SIVAE Focus

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trollo il rapporto tra peso corporeo e stato di nutrizione. Un animale con uno stato di nutrizione non sufficiente non potrà garantire delle buone prestazioni di caccia e mostrerà atteggiamento di svogliatezza o affaticamento. In sintesi il giudizio nutrizionale di un soggetto è in relazione a: Peso < > Stato di Nutrizione < > Performance Da un punto di vista clinico consideriamo due sindromi legate ad eccesso e carenza di apporto energetico. L’eccesso energetico è molto improbabile durante la stagione di volo mentre è una condizione frequente negli animali in voliera che vengono spesso alimentati in eccesso in relazione allo scarso esercizio svolto. Infatti condizioni di lipidosi epatica non sono insolite soprattutto in animali mantenuti costantemente in voliera nelle collezioni zoologiche. In alcune specie di piccole dimensioni come lo smeriglio (Falco columbarius) è descritta la sindrome da lipidosi epato-renale come conseguenza della dieta a base di pulcini in specie che in natura si cibano in gran parte di invertebrati. Questa sindrome è dovuta non solo all’alto rapporto grassi:proteine ma anche alla presenza di avidina che, con l’azione chelante sulla biotina, inibisce la gluconeogenesi epatica. Nelle collezioni zoologiche sarebbe buona norma catturare e pesare i soggetti durante l’anno per valutare lo stato di nutrizione ed aggiustare la dieta. La carenza energetica è invece osservata frequentemente nei rapaci in attività. La manifestazione più comune è quella di un soggetto che va incontro a collasso durante o subito dopo il volo. La diagnosi si basa sull’anamnesi e sul rilevamento di ipoglicemia che solitamente è un referto raro a differenza di iperglicemia da stress. È opportuno ovviamente escludere altre affezioni sottostanti (parassitosi, malassorbimento, affezioni epatiche). Questa condizione si osserva soprattutto nelle specie di piccole dimensioni.

PROTEINE Le proteine costituiscono la base dell’alimentazione dei falchi. Pur essendo utilizzate per apportare energia, sono coinvolte nella crescita e nella riparazione dei tessuti. Elemento fondamentale è la qualità delle proteine. In qualità di predatori e di carnivori obbligati, gli uccelli rapaci presentano delle caratteristiche nutrizionali che risultano molto simili a quelle dei felini, in particolare per la richiesta di alcuni aminoacidi come, ad esempio, la taurina. Gli amminoacidi essenziali sono: arginina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, fenilalanina, treonina, triptofano e valina. Tirosina e Cisteina sono così detti “semiessenziali” in

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quanto possono essere sintetizzati a partire da fenilalanina e metionina. Tutti gli altri aminoacidi sono non-essenziali. In una dieta costituita da carcasse di ottima qualità non si dovrebbero osservare carenze di aminoacidi a meno che patologie sottostanti non ne causino mancato assorbimento. In questo caso, come risultato di carenze di breve durata, si possono osservare le così dette “barre da stress” nel piumaggio.

ACQUA Tutti i rapaci hanno bisogno di acqua pulita e fresca costantemente a disposizione! Questo è spesso sottovalutato ed erroneamente viene considerato che tutti gli elementi, compresi l’acqua, siano presenti nella preda. L’acqua è essenziale in cattività dove spesso si utilizzano prede congelate. Infatti il processo di congelazione e scongelamento tende a far perdere parte dell’acqua disponibile. L’acqua a disposizione non deve mai mancare durante la stagione calda e dopo l’esercizio fisico. Va considerato che i rapaci in natura bevono.

MICRONUTRIENTI Calcio-fosforo-vitamina D. Come nelle altre specie, questi tre elementi vanno considerati nel loro insieme. La vit. D, attiva sotto forma di D3, viene assunta sia in forma attiva che inattiva. Anche nei rapaci l’attivazione necessita di raggi ultravioletti. La vitamina inattiva viene eliminata attraverso la ghiandola dell’uropigio, viene quindi ingerita durante le operazioni di toelettatura del piumaggio. Il calcio ed il fosforo sono disponibili nelle carcasse intere. È importante fornire carcasse delle giuste dimensioni per evitare l’alimentazione selettiva. Il rapporto Ca:P è fondamentale e deve essere tra 1:1 e 1:2. Carenza di Ca o vit D3, oppure l’eccesso di fosforo sono causa di: • Insuccesso riproduttivo (produzione di uova non calcificate, ritenzione dell’uovo ed altri disturbi); • Iperparatiroidismo secondario nutrizionale. (rachitismo nei giovani); • Segni neurologici. L’eccesso di calcio generalmente non determina segni clinici in quanto l’eccesso di questo elemento viene facilmente eliminato dall’organismo. Diversamente un iperdosaggio di vit. D3 in forma attiva può determinare ipercalcemia e formazione di calcificazioni patologiche nei tessuti molli, in particolare nei reni.

ALTRI MINERALI ED ELETTROLITI A meno che la dieta non sia costituita da alimenti di scarsa qualità, la carenza o l’eccesso di questi elementi è molto rara. In caso di emolisi o perdita ematica è opportuna l’inte-

Durante la riproduzione e lo sviluppo dobbiamo fare estrema attenzione alla dieta che forniamo agli animali. Possono essere necessari degli integratori.

grazione di ferro. Vitamina A. La vitamina A è immagazzinata principalmente a livello epatico ed in minor misura nelle riserve di grasso. Di conseguenza è sufficientemente apportata dalle carcasse intere e stati carenziali sono possibili solo in caso di alimentazione a base di muscolo o alimenti di scarsa qualità. I sintomi di carenza di vit. A sono gli stessi riportati nelle altre specie e sono molto simili a quelli dovuti al sovradosaggio, condizione associata all’utilizzo di integratori formulati per altre specie aviarie. Vitamina E. La vitamina E possiede azione antiossidante e la sua carenza determina alterazioni neuromuscolari, scarsi risultati riproduttivi e bassa schiusa delle uova. Le riserve si trovano nei depositi lipidici dell’organismo e quindi sono presenti nelle carcasse somministrate con l’alimentazione. Nei cibi deteriorati e mal conservati è però possibile osservare carenza di questa vitamina. Non è del tutto chiarito se la presenza di vitamina E nei pulcini, nei topi e nei ratti sia adeguata mentre nelle quaglie sembra che la vitamina E sia piuttosto carente. L’eccesso di questa vitamina non è nocivo direttamente, ma, dato il meccanismo di assorbimento delle vitamine liposolubili, potrebbe causare un diminuito assorbimento delle vitamine A, K, e D. Vitamine idrosolubili. La carenza nutrizionale diretta è piuttosto rara anche se nei rapaci che in natura si cibano di pesce è frequente la carenza di tiamina (B1) per distruzione di questa ad opera della tiaminasi. Per evitare questo inconveniente sarebbe buona norma scongelare il pesce in acqua bollente o meglio utilizzare pesce fresco se possibile. I segni carenziali, se pure rari, sono gravi e per lo più neurologici (incoordinazione e crisi).

CONSIDERAZIONI SULL’INTEGRAZIONE DELLA DIETA

Rispettare la dieta naturale dei rapaci. Aquila dalla testa bianca.

È usanza di vari falconieri, oltre ad essere indicato su alcuni testi di falconeria, integrare la dieta dei rapaci somministrando integratori scelti tra i prodotti commercializzati per gli uccelli ornamentali, per i colombi o per il pollame. Nessuna di queste categorie aviarie, tuttavia, presenta le peculiari caratteristiche anatomiche e fisiologiche proprie dei rapaci ed i complessi di vitamine, aminoacidi e minerali possono non risultare ben bilanciati per i rapaci da falconeria. Gli integratori per uccelli ornamentali, oltre a non contenere taurina, possiedono un eccessivo quantitativo di vitamina A, non necessario ai rapaci che si nutrono anche del fegato delle loro “prede”, general-

mente presente nella carcassa parzialmente eviscerata, organo ricco di tale vitamina. L’eccesso di vitamina A può dar luogo a tossicità per l’organismo con sintomi che sono simili a quelli che si osservano in caso di carenza. Poiché il meccanismo di assorbimento intestinale della vitamina A è simile a quello delle altre vitamine liposolubili (D3, E, K), un eccesso di vitamina A nell’integratore o nella dieta riduce, per competizione, l’assorbimento delle altre vitamine, in particolare della vitamina E. Un eccesso di vitamina A può quindi condurre ad un deficit di vitamina E. Il criterio utilizzato per la formulazione di integratori specifici per rapaci è, in primo luogo, quello di includere taurina, calcio e bilanciare meglio il rapporto tra vitamina A e vitamina E, rispetto a quanto si usa fare negli integratori per altre specie aviarie, riducendo il livello della prima ed aumentando quello della seconda. Quando utilizzare gli integratori. La somministrazione di integratori è indicata non solo nella correzione della dieta giornaliera, ma anche in tutti i casi in cui l’organismo richiede un maggior apporto di nutrienti, sia in condizioni fisiologiche che patologiche. È possibile utilizzare, quindi, le diverse formulazioni di integratori nei seguenti casi, tenendo presente che si tratta di indicazioni di massima e che la durata d’impiego degli integratori può variare da caso a caso su consiglio veterinario: • correzione della dieta basata in gran parte su pulcini di un giorno, carne di pollo o di manzo. (Formulazione mantenimento: impiego giornaliero); • intensa attività fisica, anche in soggetti con alimentazione corretta, nella stagione venatoria, nell’impiego del rapace nel Bird Control, in allenamenti frequenti, ecc.; • muta del piumaggio. L’impiego di integratori in questo periodo permette di abbreviare i tempi di muta; • riproduzione. L’impiego dell’integratore permette di stimolare la riproduzione; • accrescimento dei pulli: impiego giornaliero durante tutto il periodo di sviluppo; • patologie cutanee e del piumaggio (impiego giornaliero durante tutto il periodo di trattamento); • convalescenza, inappetenza; • nei trattamenti antibiotici e farmacologici in genere, nelle condizioni di stress, negli stati tossici. ■ Abstract tratto dagli atti del Corso Internazionale SIVAE di Medicina e Chirurgia dei Rapaci - Cremona, 14/18 aprile 2018


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14 Vet Journal Attualità scientifica

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Decornazione Tumori testicolari nel e castrazione: coniglio domestico conseguenze sul microbiota fecale nei vitelli I tumori a cellule interstiziali rappresentano l’87% di tutti i tumori testicolari; la castrazione è il trattamento più appropriato di ELEONORA MALERBA Med Vet PhDstudent

Uno studio che chiarisce gli effetti biologici dello stress e individua potenziali punti di modulazione del microbiota al fine di migliorare la salute e la produttività degli animali

di GAIA CAROTENUTO Med Vet PhDstudent a composizione del microbiota del tratto gastrointestinale e lo stress possono influire sulla salute degli animali. In particolare, alcuni studi hanno dimostrato che le alterazioni del microbiota indotte dallo stress possono influenzare anche la produttività dell’ospite modificando la normale omeostasi, il metabolismo, l’ematopoiesi e i meccanismi coinvolti nell’infiammazione. In oltre il 90% delle aziende casearie, la decornazione e la castrazione sono procedure eseguite di routine, usando la flunixin meglumina (FLU) come agente analgesico. Il presente studio aveva l’obiettivo di valutare i possibili effetti dello stress conseguente alle procedure di decornazione e castrazione sul microbiota dei vitelli da latte. A questo scopo sono stati impiegati 24 vitelli da latte di cui è stata analizzata la composizione

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del microbiota fecale in due diversi stadi della loro vita (a 10 settimane d’età per la decornazione e a 36 settimane per la castrazione) al fine di identificare potenziali variazioni conseguenti allo stress indotto da tali interventi e al trattamento con FLU. La decornazione è stata eseguita per mezzo di un elettrocauterio applicato sul corno per 10 secondi e la castrazione è stata effettuata chirurgicamente. L’analisi dei dati ha dimostrato che l’indice di diversità di Shannon era significativamente più alto negli animali che non erano stati sottoposti a decornazione rispetto a quelli che lo erano stati. Anche la castrazione ha rappresentato un evento stressante riducendo significativamente l’indice di diversità di Shannon, specialmente nei vitelli più leggeri. Il peso corporeo e lo stress hanno modificato significativamente i profili tassonomici del microbiota. Nello specifico, è stata osservata una differenza significativa nella composizione della popolazione batterica gastrointestinale tra vitelli pesanti e leggeri al terzo giorno dopo la castrazione, ma non al giorno 0 (prima della castrazione). I risultati di questo studio dimostrano che lo stress secondario alla decornazione e alla castrazione riducono la diversità del microbiota gastrointestinale, ma solo in vitelli leggeri. “Fecal microbiota changes associated with dehorning and castration stress primarily affects light-weight dairy calves” Mir RA, et al. PLoS One. 2019 Jan 23;14(1):e0210203. doi: 10.1371/ journal.pone.0210203. eCollection 2019. ■

ASSOCIAZIONE TRA I DISTURBI ELETTROLITICI E LA MORTALITÀ NEI GATTI isturbi elettrolitici sono stati singolarmente associati con la mortalità in piccole popolazioni di gatti con condizioni specifiche, ma nessuno studio ha ancora valutato le associazioni e le interazioni tra i disturbi elettrolitici e l’outcome in un’ampia popolazione eterogenea. È stato ipotizzato che alterazioni delle concentrazioni di sodio, cloro, potassio e calcio sarebbero state indipendentemente e proporzionalmente associate alla morte per cause naturali e alla mortalità per tutte le cause nei gatti. L’associazione tra le alterazioni delle concentrazioni degli elettroliti (sodio, potassio, cloro e calcio ionizzato) e la nonsopravvivenza è stata valutata mediante una modellizzazione multivariata. Tutti e quattro gli elettroliti valutati avevano associazioni non lineari con i tassi di fatalità; nello specifico, le concentrazioni raggruppate attorno all’intervallo di riferimento avevano il più basso tasso di mortalità, mentre le concentrazioni progressivamente anormali (sia al di sotto

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del limite inferiore che al di sopra del limite superiore) erano associate ad un aumento proporzionale del rischio di non-sopravvivenza o morte. I risultati dell’analisi suggeriscono che questi disturbi elettrolitici, considerati indipendentemente l’uno dall’altro, erano associati alla non-sopravvivenza e alla morte per cause naturali. Il presente studio suggerisce che la misurazione delle concentrazioni di elettroliti è una componente importante della valutazione dei gatti nei reparti di pronto soccorso o nelle unità di terapia intensiva. Gli studi futuri dovrebbero concentrarsi sulla conferma di queste associazioni in un’ottica prospettica che tenga conto della gravità della patologia. “Multivariable analysis of the association between electrolyte disturbances and mortality in cats” Goggs R, et al. J Feline Med Surg. 2018 Dec; 20(12):1072-1081. doi: 10.1177/1098612X17743564. di Eleonora Malerba Med Vet PhDstudent

li obiettivi di questo studio trasversale erano: (1) determinare, nell’ambito dei tumori a cellule interstiziali (TCI), la prevalenza dei tumori testicolari a cellule granulari (TCG) usando la colorazione PAS (Periodic acid-Schiff, acido periodico reattivo di Schiff) e (2) valutare il ruolo dei criteri morfologici e l’espressione immunoistochimica di Ki-67 e p53 nel prognosticare le TCI nei conigli domestici. Trenta TCI di conigli domestici sono stati sottoposti a indagine istologica, immunoistochimica per la proteina p53 e l’antigene Ki-67, e alla colorazione PAS. La prevalenza dei TCI era dell’87% rispetto a tutti i tumori testicolari. Tutti i casi diagnosticati istologicamente come TCI sono stati riclassificati come TCG sulla base della colorazione PAS. Nessun significato prognostico è stato correlato a p53 e Ki-67. Il tempo mediano di sopravvivenza dei conigli con TCG era di 599 gior-

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ni. Nessuno dei conigli con TCI sottoposti ad asportazione chirurgica ha sviluppato metastasi dopo l’orchiectomia. Questo studio ha dimostrato che, nel coniglio, la maggior parte dei TCI sono TCG e che la colorazione PAS è necessaria per confermare la diagnosi. Ad ogni modo, la castrazione dei conigli con TCG è considerata il trattamento più appropriato per questa malattia. “Characterization of testicular granular cell tumors in domestic rabbits (oryctolagus cuniculus)” Webb JK, et al. Journal of Exotic Pet Medicine Volume 29, April 2019, Pages 159-165. ■

MANIFESTAZIONI NON CUTANEE IN CORSO DI REAZIONI AVVERSE AL CIBO n letteratura sono stati frequentemente descritti sintomi cutanei in cani e gatti con reazione avversa al cibo (AFR, adverse food reaction); al contrario, non sono state dettagliatamente documentate le manifestazioni non cutanee. L’obiettivo di questo studio di metanalisi era quello di riesaminare la letteratura al fine di individuare i sintomi non cutanei riportati in cani e gatti con AFR. Nella specie canina i sintomi che sono stati segnalati come associati ad AFR erano segni gastrointestinali, onicodistrofia lupoide simmetrica, congiuntivite, starnuti e anafilassi; nella specie felina erano sintomi gastrointestinali e respiratori, congiuntivite e iperattività. Tra questi sintomi, quelli che più frequentemente rispondevano al cambio di dieta erano la diarrea e l’aumentata frequenza di defecazione nel cane; il vomito e la diarrea nel gatto. Infine, è opportuno considerare una possibile AFR nei cani border terrier con discinesia parossistica sensibile al glutine.

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Gli autori concludono che il primo approccio a cani e gatti con vomito e diarrea cronici deve sempre prevedere il passaggio ad una dieta di eliminazione. Gli altri sintomi non cutanei sono, diversamente, poco comuni in corso di AFR. “Critically appraised topic on adverse food reactions of companion animals (6): prevalence of noncutaneous manifestations of adverse food reactions in dogs and cats” Mueller RS and Olivry T. BMC Vet Res. 2018 Nov 12;14(1):341. doi: 10.1186/s12917-018-1656-0. di Gaia Carotenuto Med Vet PhDstudent

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DL sicurezza Parlamento

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Protezioni diverse per una professione diversa Le violenze ai Veterinari si legano a interessi economici e appetiti criminali l Disegno di Legge del Ministro Giulia Grillo (Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni), porta “soluzioni poco confacenti a risolvere l’annoso problema delle intimidazioni al personale veterinario delle Asl”. L’ha detto il Sivemp che, in audizione parlamentare, ha introdotto un distinguo fra le cause delle violenze osservabili in ambito umano-ospedaliero e medico veterinario. Se nel primo ambito “sembrerebbero prevalere ragioni di disagio e di natura caratteriale”, nel secondo “le intemperanze e aggressioni sono legate ad altri fattori, ricadenti in prevalenza in quella che è considerata una diretta o indiretta interferenza negli interessi economici e commerciali degli operatori” - ha spiegato il Sindacato dei Veterinari Pubblici. “Tali comportamenti - è scritto nel testo depositato in audizione - sono più manifesti negli ambienti di forte disagio socio culturale e nei soggetti che agiscono ai margini della legalità e che mal sopportano provvedimenti correttivi di varia natura che i veterinari sono comunque obbligati ad attuare”. Gli episodi sono annosi e vanno dalle minacce verbali al tentato omicidio, dagli attentati incendiari al discredito sui social, passando per fenomeni di stalking. “Tutto questo nonostante il Veterinario del SSN, durante la sua attività istituzionale, rivesta la qualifica di pubblico ufficiale e di ufficiale di polizia giudiziaria”.

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DA ANZIO A LANUSEI li attentati incendiari, quelli più vistosi per le cronache, sono spesso anticipati da altre forme di intimidazione come il recapito, in busta, di proiettili. È capitato (maggio 2018) alla veterinaria e consigliera comunale Lina Giannino, impegnata nella riqualificazione di un Mattatoio. In Sardegna (ottobre 2018) è stata la volta dell'auto di un Collega in servizio per la Asl di Lanusei e di quella di sua moglie. I Carabinieri hanno accertato l’origine dolosa dell’incendio, il quarto atto intimidatorio al dirigente veterinario negli ultimi cinque anni. La direzione dell’Ats Sardegna ha predisposto un piano di rotazione del personale veterinario su tutto il territorio regionale. I Veterinari sono impegnati, fra l'altro, nei controlli per l’erogazione dei premi comunitari (condizionalità).

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Nonostante l’attribuzione di tali qualifiche, “spesso non vi è una presa in carico degli eventi avversi né da parte delle amministrazioni né da parte delle altre forze dell’ordine. Anche le disposizioni sull’anticorruzione prosegue il Sindacato - prevedono che i

Controlli ufficiali vengano svolti da almeno due professionisti, ma l’organizzazione dei team, in tantissimi contesti lavorativi, rimane un’utopia”. Il DL del Ministro della Salute dovrebbe quindi prevedere che le attività istituzionali svolte dai

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veterinari pubblici presso le aziende zootecniche e alimentari del territorio di competenza di ciascuna ASL si debbano svolgere in équipe formate “da almeno quattro persone: due veterinari ufficiali di polizia giudiziaria e due tecnici della prevenzione”. E laddove la situazione delle aziende sia riconosciuta come altamente critica, “i controlli dovranno avere il supporto anche delle forze dell’ordine”. Il Sivemp ha chiesto che all’interno dell’Osservatorio vi sia una rappresentanza sindacale dei Veterinari, la categoria professionale “più esposta alle intimidazioni e aggressioni”. Utile, infine, l’inserimento della circostanza aggravante per chi commette violenza o minaccia gli operatori sanitari. ■


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16 Attualità Novel food

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Chi vuole avventurarsi nel mondo dell’elicicoltura? In Italia sono attive 12 mila aziende, Sicilia in testa, con un fatturato totale di 300 milioni all’anno di LAURA FILIPPI Med. Vet. Ascoli Piceno osì piccola e apparentemente insignificante, la chiocciola, un gasteropode terrestre polmonato, più conosciuto come lumaca di terra, è spesso protagonista nelle nostre tavole, che siano in un salone da guida Gambero Rosso a 5 stelle, che siano sotto un tendone nei meandri medioevali di un piccolo paese della nostra penisola. Come siamo arrivati a questo? Facciamo un passo indietro. Nel 1973 nasce a Cherasco il Centro di Elicicoltura che diventerà poi Istituto Internazionale di Elicicoltura. Nel 1976 viene organizzato il primo convegno sull’elicicoltura a Borgo S. Dalmazzo. Nel 1978 nasce invece l’Associazione Nazionale di Elicicoltori. Da questo momento cominciano a delinearsi una serie di linee guida, sebbene incomplete, sulla gestione della raccolta delle chiocciole. Nel 1982, in Piemonte, la Legge regionale del 2 novembre delinea le norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale. Nel 1987 viene emanata la Circolare n. 30 sulla vigilanza veterinaria sulle chiocciole eduli (genere Helix) che ha caratterizzato non solo gli aspetti igienico-sanitari ispettivi più salienti, ma anche quelli relativi alla classificazione delle chiocciole, il loro ciclo biologico, il controllo ambientale, la batteriologia, la contaminazione da sostanze nocive e la radiocontaminazione; tutto questo al fine di consentire una commercializzazione più idonea. Nonostante questa ed altre normative successive, come il Pacchetto Igiene, rimanevano non poche lacune. Finalmente, nel 2014, viene redatto il Manuale di corretta prassi operativa in materia di elicicoltura, elaborato ai sensi del Reg. 852/2004 sull’Igiene dei prodotti alimentari. Il Manuale è un tassello e uno strumento operativo fondamen-

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tale per gli elicicoltori e gli OSA in quanto delinea passo per passo quali sono le operazioni che bisogna saper mettere in pratica. Detto questo, parlando più nello specifico della coltura di chiocciole che siamo riusciti a produrre, senza commettere errori grossolani in campo legislativo, potremmo cominciare a pensare alla parte pratica. Infatti la lumaca di terra si potrebbe annoverare fra i Novel Food. In un mondo in cui è previsto che nel 2050 saremo più di 9 miliardi di persone, con risorse sempre più scarse, meno terre coltivabili a disposizione, inquinamento delle acque, deforestazioni provocate dal pascolo e surriscaldamento globale, forse allargare gli orizzonti anche nell’ambito del “cibo del futuro” non sarebbe male. Gli insetti sono una delle possibili risposte che da qualche tempo circolano fra gli esperti alimentaristi e nutrizionisti di tutto il mondo. Quindi perché non si può pensare lo stesso delle lumache di terra? Un buon proposito, allora, potrebbe essere quello d’incentivare sempre di più le start up di chi vuole avventurarsi nel mondo dell’elicicoltura. Buoni sono ad oggi i risultati, calcolando che sono già 12 mila le aziende attive sul nostro territorio e che in totale fatturano circa 300 milioni di euro ogni anno. La regione con il maggior numero di allevamenti e di terreno dedicato a questa attività è la Sicilia, seguita da Toscana e Piemonte. Ma cosa serve per aprire un allevamento di lumache? Basterebbe l’iscrizione presso il Registro delle Imprese agricole nella Camera di Commercio, l’apertura di una Partita Iva, l’iscrizione a Inps e Inail, e il documento di valutazione del rischio a norma della legge 626/1994; l’autorizzazione igienico-sanitaria dell’Asl e il conseguimento dell’HACCP sono necessari solamente se la vostra attività prevede anche una parte di vendita al pubblico dei prodotti. Ovviamente servono anche un buon investimento in terra, chiocciole fattrici e coltivazioni di vegetali biologici. Da non di-

La lumaca Helix aspersa è stato oggetto della tesi laurea della Collega Laura Filippi dal titolo “Sviluppo di Angiostrongylus vasorum in Helix aspersa”, che ha vinto il Premio Luigi Falini come migliore tesi di laurea nell’anno 2015 ed è stata successivamente pubblicata sulla rivista Parasitology research.

menticare che il tempo di attesa per la vendita di questi animali è di circa 2 anni, momento in cui dalla nascita le chiocciole raggiungono la vita adulta. L’appezzamento di terra deve essere scelto con cura, tenendo conto della sua esposizione alla luce solare, della pendenza, dell’umidità e della composizione chimica. Altrettanto importanti sono le recinzioni esterne e interne che non dovranno solo impedire alle chiocciole di uscire, ma anche di proteggerle dai predatori e dai raggi UV. Bisogna ovviamente pulire e irrigare regolarmente il terreno in modo da avere un habitat ideale per lo svi-

luppo delle lumache. Una volta organizzato tutto, non dobbiamo dimenticarci che le lumache non solo si mangiano, ma sono ottime produttrici del cosiddetto caviale di terra (le loro uova), e della bava, una secrezione utile, non solo per loro, ma anche per noi, considerando il suo utilizzo nel mondo dell’estetica e della dermatologia. Questo e altro servono per intraprendere il passo in questo mondo, ma chi ben comincia è a metà dell’opera, e se si parte con buoni propositi, un pizzico d’inventiva e una buona manciata di pazienza di certo potremmo dire di essere a buon punto. ■


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Dalle Aziende

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Candioli acquisisce Vetark Products Vetark, azienda veterinaria inglese, leader nel mercato dei prodotti per animali esotici Lo spirito imprenditoriale parte da lontano nella famiglia Candioli: la prima azienda di quello che oggi è diventato il Gruppo Candioli è stata fondata nel 1882. La visione dell’azienda rimane fedele alla continua ricerca di innovazione e sviluppo di nuove tecnologie produttive. La qualità è sempre stata lo standard di riferimento: il marchio MOM, che ha accompagnato generazioni di bambini nella lotta contro la pediculosi, ne è tuttora testimone.

ANDIOLI Srl ha acquisito lo scorso 28 novembre 2018 VETARK PRODUCTS Ltd, azienda britannica con sede a Winchester, fondata nel 1988 da Peter Scott, veterinario ed opinion leader specializzato in Animali Esotici, e da sua moglie Zena. “Candioli ha iniziato un percorso di internazionalizzazione da più di dieci anni. Oggi i nostri prodotti sono apprezzati in circa cinquanta paesi. - dice Luca Cravero Candioli, Amministratore Unico di Candioli Srl - L’acquisizione di Vetark ci permette di stabilire la prima filiale estera di Candioli, per cogliere nuove opportunità commerciali in quello che è il mercato europeo più importante.” VETARK ad oggi produce e commercializza i suoi prodotti nel Regno Unito e in più di 20 paesi nel mondo, ed è specializzata nel settore degli animali esotici. CANDIOLI produce in Italia e commercializza in tutti i continenti farmaci, parafarmaci, mangimi complementari e prodotti per l’igiene e la bellezza di cani, gatti, cavalli e uccelli, ed è azienda rinomata per la qualità e l’efficacia dei suoi prodotti.

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l Gruppo Candioli si è avvalso di B&B Networking Company con il partner Enrico Bollini nel ruolo di Advisor finanziario mentre per la parte legale l'azienda è stata assistita dallo studio Legale Fletcher Day di Londra con il partner Piers Larbey e l’avv. David Gee. Vetark Product Ltd è stata assistita da BCMS Uk con il partner Scott Jones come advisor finanziario e da Continuum Corporate Lawyers con il partner Guvvy Sandhu e l'avv. Callum Giliker per la parte legale.

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ti segue. In caso di variazioni, ricordati di comunicarci il tuo nuovo indirizzo di recapito postale. Scrivi a: info@evsrl.it Fax 0372-457091

In questo momento di incertezza economica e di insicurezza circa gli esiti della Brexit, si può distinguere chi adotta la passione e l’impegno come strumenti del proprio lavoro, e continua ad investire sul futuro del Made in Italy e sulla crescita del territorio nonostante tutto. Questo è il messaggio che trasmette Candioli: la tenacia di un’azienda italiana, che prosegue attraverso una lungimirante visione imprenditoriale nel suo percorso di sviluppo sia in Italia sia al-

l’estero in un’ottica di miglioramento continuo. Le opportunità di sinergie tra CANDIOLI e VETARK sono molteplici, l’obiettivo è concretizzarle nel corso dei prossimi mesi per permettere una rapida diffusione dei prodotti Candioli in UK, e per integrare la rete distributiva internazionale delle due aziende. La loro realizzazione permetterà di far crescere ulteriormente il Gruppo Candioli, anche tramite la creazione di nuovi posti di lavoro. ■


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18 Calendario attività Dal 14 febbraio al 10 marzo Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi

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La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore

15 Feb

SEMINARIO SIVE

PRINCIPI DI RIABILITAZIONE EQUINA - Roma - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

Direttore Responsabile Antonio Manfredi

16 Feb

CORSO SIVE

WETLAB DI RIABILITAZIONE EQUINA - Roma - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

17 Feb

INCONTRO REGIONALE SCIVAC FRIULI VEN.GIULIA

IL NEUROLOGO E I CORTISONICI: COME, QUANDO E PERCHÈ. SFATIAMO I “VECCHI” E FALSI MITI Hotel Franz - Gradisca D’Isonzo (GO) - Viale Trieste 45 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

18 - 21 Feb

CORSO E.V. IN COLLABORAZIONE CON ABIVET

SCUOLA TECNICI VET. 2° ANNO - Centro Studi - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: No ECM Per informazioni: Sofia Bassanini - Tel. 0372- 403515 - E-mail: cortecnico@evsrl.it

19 - 22 Feb

ITIN. DIDATTICO (ACCREDITATO ESVPS) SIVAE / SCIVAC

20 - 21 Feb

CORSO SCIVAC Iscrizioni chiuse per esaurimento posti

23 Feb

INCONTRO SIMUTIV

7a ED. 2a PARTE - MEDICINA E CHIRURGIA DEI PICCOLI MAMMIFERI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403501 - E-mail: info@sivae.it LABORATORIO DI ANESTESIA EMODINAMICA - Ozzano Emilia (BO) - Università degli Studi di Bologna - Via Tolara di Sopra, 50 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it RESPIRATORIO: DALLA CPCR ALLA RIPRESA DELLA CIRCOLAZIONE SPONTANEA - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it

23 - 24 Feb

CONGRESSO REGIONALE SCIVAC Nuova edizione!

RADIOLOGIA CHE PASSIONE! - Milano, Hotel Barcelo’ - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segr. Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

24 Feb

INCONTRO SICIV

24 Feb

INCONTRO SIATAV

24 Feb

INCONTRO DEL GSMDV ANMVI

24 Feb

INCONTRO REGIONALE SCIVAC PIEMONTE

26 Feb

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA IN COLLABORAZIONE CON BOEHRINGER INGELHEIM

27 Feb

INCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA IN COLLABORAZIONE CON BOEHRINGER INGELHEIM

27 - 28 Feb

CORSO SIVAR

28 Feb

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LAZIO IN COLLABORAZIONE CON BOEHRINGER INGELHEIM

2 Mar

GIORNATA DI APPROFONDIMENTO ANMVI

2 - 3 Mar

INCONTRO SIOVET

3 Mar

INCONTRO SIMEF

3 Mar

INCONTRO REGIONALE SCIVAC PUGLIA

PASSI ORDINATI PER UN PERCORSO AD OSTACOLI: IL REFERTO CITOLOGICO - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it IL RISCHIO ANESTESIOLOGICO: COME PREVENIRLO PER MEGLIO DIFENDERSI - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it DIVULGAZIONE VETERINARIA. L’ARTE DI SCRIVERE E RACCONTARE LA MEDICINA VETERINARIA: PERCHÉ LA DIDATTICA NON È FATTA DI SOLE LEZIONI - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accred. non richiesto - Per info: Giada Sacchetti - Segr. ANMVI - Tel. 0372403541 - E-mail: formazione@anmvi.it FARE LA DIAGNOSI IN GASTROENTEROLOGIA: PATOLOGO E PATOLOGO CLINICO A CONFRONTO Rivoli (TO) - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it SENTO UN SOFFIO: COSA FACCIO? - Milano, Hotel Barcelo’ - Via G. Stephenson 55 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it SENTO UN SOFFIO: COSA FACCIO? - Firenze, Hotel 500 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO PER VA AI SENSI DEL DM 7 DICEMBRE 2017 - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria Organizzativa - Tel. +39 0372 403539 E-mail: info@sivarnet.it SENTO UN SOFFIO: COSA FACCIO? - Eataly, Roma - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it GESTIONE DEL CONFLITTO NELLE RELAZIONI SUL LAVORO. IL CONFLITTO: PROBLEMA O OPPORTUNITÀ? - Centro Studi Palazzo Trecchi - Cremona - ECM: Accreditamento ECM non previsto- Per informazioni: Milena Migliavacca -Segreteria ANMVI-Management - Tel. 0372/403536 - E-mail: management@anmvi.it TRAUMATOLOGIA DELLE PELVI: FARE LA COSA GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO - Cremona, Palazzo Cittanova - Corso Garibaldi 120 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it IL GATTO GIALLO. IL PUNTO SULLE ATTUALI CONOSCENZE: DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA DELL’ITTERO - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it COME RISPONDERE ALLE DOMANDE PIÙ FREQUENTI DEI PROPRIETARI DEI CANI CARDIOPATICI - Bari, Nicolaus Hotel - Via Cardinale Agostino Ciasca 27 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

4 Mar

SEMINARIO SIVE IN COLLABORAZIONE CON BOEHRINGER INGELHEIM

WEST NILE: MALATTIA ENDEMICA - Milano, Canter - Via Pegaso 14 20151 Milano (MI) - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

9 Mar

INCONTRO ALGOVET / SISCA

9 - 10 Mar

INCONTRO SIONCOV

9 - 10 Mar

CONGRESSO REGIONALE SCIVAC

9 - 10 Mar

INCONTRO REGIONALE SCIVAC SICILIA IN COLLABORAZIONE CON PALERMOVET

RELAZIONE, EMOZIONI E PERCEZIONE DEL DOLORE - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it L’OSTEOSARCOMA APPENDICOLARE: COSA È CAMBIATO? - Cremona, Palazzo Trecchi - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it PRINCIPI DI EMERGENZA E TERAPIA INTENSIVA - Roma - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it ALLA SCOPERTA DEL PAZIENTE NEUROLOGICO - Palermo, Addaura Hotel Residence Congressi - Lungo mare Cristoforo Colombo, 4452 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LA FISIATRIA INCONTRA LA MEDICINA INTERNA: ATTENZIONI SPECIALI NEL PAZIENTE AFFETTO DA ENDOCRINOPATIE - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accred. ECM non previsto - Per info: Erika Taravella - Segr. Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it IL CRANIO NON È SOLO ENCEFALO. IL CORRETTO UTILIZZO DELLA DPI PARTENDO DAI SEGNI CLINICI - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it

10 Mar

INCONTRO SIFIRVET

10 Mar

INCONTRO SVIDI

Direttore Editoriale Carlo Scotti Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Rubriche Giovanni Stassi, Daria Scarciglia Segreteria di Redazione Giada Sacchetti, Erika Taravella professioneveterinaria@anmvi.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di EDPS Srl - Via Volta 60 20090 Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d’attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all’ANMVI vengono esplicitamente indicati come tali. La rivista è inviata a tutti i Medici Veterinari e operatori di settore interessati con il versamento di € 62,00 per l’Italia (una copia € 3,00). Servizio abbonamenti Tel. 0372-403507. Ai soci delle Associazioni federate ANMVI in regola con il pagamento della quota associativa, la rivista è inviata gratuitamente in quanto la quota è comprensiva dell’abbonamento alla rivista stessa Cambio di indirizzo: Le modifiche per il recapito postale vanno indirizzate a: info@evsrl.it Chiuso in stampa il 28 gennaio 2019

LE VOCI CONSIGLIATE QUESTA SETTIMANA

Anaplasmosi canina - L’anaplasmosi è una patologia infettiva causata da batteri Gram-negativi, intracellulari obbligati appartenenti al genere Anaplasma, la cui trasmissione prevede l’utilizzo di artropodi vettori. In Europa, nel cane sono stati descritti A. phagocytophilum e A. platys. I batteri infettano i leucociti o le piastrine, determinando la formazione di tipiche morule visibili al microscopio all’interno delle cellule. Questi organismi sono in grado di infettare una grande varietà di mammiferi domestici e selvatici; il cane rappresenta una delle specie maggiormente colpite, mentre l’infezione naturale è stata descritta nel gatto solo in un numero limitato di casi. Inoltre, A. phagocytophilum è un agente zoonosico poiché è in grado di infettare l’uomo. Le prime infezioni da Anaplasma furono descritte intorno agli anni ’30-’50 nei paesi del nord Europa, dove l’organismo era ritenuto responsabile della ‘febbre della zecca’ che colpiva il bestiame. Nel 1978, venne identificata per la prima volta nel cane un’infezione da Ehrlichia spp in grado di colpire le piastrine; questa era causata da A. platys (un tempo classificata come E. platys), agente causale di una sindrome clinica conosciuta come ‘trombocitopenia ciclica infettiva’ del cane. Solo negli anni ’80, un’infezione naturale definita ‘anaplasmosi granulocitica canina’ è stata descritta nel cane in Svizzera, Svezia e Nord America; l’agente eziologico della patologia era A. phagocytophilum (un tempo Ehrlichia phagocytophila). Da allora diversi case reports hanno dimostrato come il patogeno abbia assunto una distribuzione mondiale, anche se la maggiore prevalenza si osserva nelle aree a clima temperato.

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