PROFESSIONE
la VETERINARIA A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
19 2008
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 5, numero 19, dal 19 al 25 maggio 2008 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona
NUOVA STRUTTURA ALL’ISS
VETERINARY PRACTICE MANAGEMENT
AGGRESSIVITÀ LINEA DURA IN FRANCIA
ECOGRAFIA DELL’APPARATO GASTRO-ENTERICO
LEISHMANIOSI CANINA NEL NORD ITALIA
A PAGINA 10
A PAGINA 12
A PAGINA 20
A PAGINA 27
A PAGINA 30
BREVI
TUTTO A POSTO NIENTE IN ORDINE
ORDINI FNOVI, FOFI e FNOMCEO avviano un tavolo comune. Per la prima volta i Comitati Centrali delle principali professioni sanitarie si riuniranno per analizzare temi e problemi comuni. Un primo momento di confronto è fissato per il 22 maggio. L’unione, ha dichiarato il Presidente della FNOVI “potenzierà le capacità di incidere nei processi decisionali della politica e delle istituzioni”.
ENPAV L'ENPAV ha autorizzato la sospensione temporanea dei contributi minimi 2008 per i veterinari che, per espressa dichiarazione delle Amministrazioni datrici di lavoro, nel corso dell'anno 2008, abbiano intrapreso o intraprendano un rapporto di lavoro convenzionato ai sensi dell'ACN del 23 marzo 2005.
CONFPROFESSIONI Sarà firmato il 6 giugno il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti dei professionisti. Confprofessioni ha trovato l'intesa per il rinnovo della parte economica e normativa. Aumentato anche il contributo a Previprof per la previdenza complementare dei professionisti.
BLUE TONGUE Il Ministero della Salute ha invitato i Servizi Veterinari preposti ai controlli a verificare la conformità delle partite di animali vivi spedite dalla Francia alle condizioni fissate dal recente accordo con il nostro Paese. Gli animali viaggiano con una dichiarazione suppletiva proposta dalle autorità sanitarie d’oltralpe, attestante il secondo intervento vaccinale.
AVIARIA La Commissione Europea ha autorizzato GlaxoSmithKline alla commercializzazione in tutti i 27 stati membri del vaccino prepandemico adiuvato contro il virus H5N1 dell'influenza aviaria. Il vaccino è attualmente indicato per persone di età compresa tra i 18 e i 60 anni.
BSE Sbloccati gli indennizzi che per carenza di fondi non vennero pagati agli allevatori per l'emergenza BSE del 2001. Dopo sette anni arriva il saldo degli aiuti promessi per superare una crisi senza precedenti. Nel 2004, a causa della carenza della disponibilità di fondi, l'AGEA aveva provveduto all'erogazione solo del 70% dell'aiuto spettante, per un totale di 27.833.976,92 euro.
laPROFESSIONE VETERINARIA
UN'INDAGINE ANMVI
Disoccupati? Sottoccupati e sfruttati. Mille veterinari dichiarano la loro condizione di lavoro A PAGINA 3
PARLAMENTO: RESTANO DUE I VETERINARI LA COMPOSIZIONE DEL PARLAMENTO DOVREBBE ORMAI ESSERE DEFINITIVA. Può darsi che ci sia ancora qualche rinuncia da parte di eletti che si aspettavano ruoli di Governo e di fronte a questa impossibilità preferiscano tornare agli incarichi precedenti in Regione. Dopo la scelta di Formigoni altri della Lombardia stanno tornando sui loro passi. Saranno comunque modifiche minime che non cambieranno nella sostanza la composizione di Camera e Senato. Rispetto alle elezioni del 2006 il mondo professionale è maggiormente rappresentato. Le categorie più rappresentate sono gli Avvocati che esprimono il 14% alla Camera ed il 14,3% al Senato, con un buon incremento rispetto alle elezioni precedenti, rispettivamente 12,5% e 11,7%, i Giornalisti che restano più o meno stabili con il 10,5% ed il 7,3% ed i Medici che restano fermi alla Camera, 5,6% (5,1%) e crescono bene al Senato 7,6% (3,1%). Le altre professioni, secondo i dati de Il Sole-24 Ore, sono raggruppate in un valore unico che vede comunque un forte incremento: 12,9% rispetto al precedente 5,7% alla Camera e 16,2% al senato contro l'11,7% del 2006. Ovviamente, altre categorie a fronte di questi incrementi hanno visto ridursi il numero dei loro rappresentanti, in particolare: operai, impiegati e docenti. Negli Altri professionisti ci sono anche i Medici Veterinari, 2 alla Camera: Gianni Mancuso e Rodolfo Viola, gli stessi della passata legislatura, due colleghi seri e sempre impegnati per la categoria, nessuno al Senato. La nostra rappresentanza non si è rafforzata ed anche questo è il segno della nostra debolezza rispetto ad altre categorie professionali.
59° Congresso Internazionale SCIVAC
I nuovi Livelli Essenziali di Assistenza preoccupano la FNOVI e lasciano indifferente il sindacato della dirigenza medicoveterinaria. Per la FNOVI “risulta palese che le attività veterinarie sono aggregate in maniera diversa da quella tradizionale” e quindi “a fronte di questa nuova strutturazione esiste il rischio non secondario di una diversa articolazione e strutturazione dei servizi veterinari. Nel precedente assetto l’area di sanità pubblica veterinaria era articolata in tre settori corrispondenti alle tre aree funzionali di sanità animale, igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche e tutela igienico sanitaria degli alimenti di origine animale. Nell’attuale strutturazione si parla invece di otto aree di intervento, delle quali solo due (la D Salute animale e igiene urbana veterinaria e la E Sicurezza alimentare - Tutela della salute dei consumatori) fanno riferimento alle attività medico veterinarie ricomprendendo tutte le attività delle tre precedenti aree funzionali. La FNOVI “auspica che l’attuale impianto organizzativo della sanità pubblica veterinaria non venga destrutturato”. Il sindacato invece produce un contro parere che vuole essere rassicurante, ma che a ben guardare non lo è: la conclusione dei legali è infatti la seguente: “Risulta, a parere dello
scrivente, opportuna una ulteriore verifica che valuti, in riferimento alle tecniche veterinarie specificatamente richiamate, quali possano essere le applicazioni della disciplina così come riformulata nel trattato schema, riportato al livello pratico e organizzativo”. In queste settimane è poi tornata alla ribalta la proposta, cara alle Regioni, che chiede una sorta di revisione federalista della contrattazione pubblica che consenta di snellire i tempi e le procedure, per chiudere i contratti e garantire alle Regioni di poter esercitare la loro potestà. Il riferimento in particolare è al Servizio Sanitario Nazionale, ma la proposta non esclude di estendere il meccanismo a tutte le situazioni regionali e al sistema degli enti collegati. Si tratterebbe di creare una ARAN delle Regioni sul modello della SISAC, la Struttura Interregionale dei Sanitari Convenzionati. La riforma contiene le premesse per una modifica del testo unico sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni e la riorganizzazione delle aree della dirigenza del SSN con l’inserimento della dirigenza sanitaria non medica nell’area della dirigenza medica e veterinaria. Si vuole essere ottimisti, ma di certo c’è aria di cambiamento e non è chiaro se la veterinaria avrà da perderci o da guadagnarci. ■
laPROFESSIONE
Analisi della professione Anmvi Informa
VETERINARIA 19 | 2008
3
Più che disoccupati, sottoccupati! Un'indagine dell'ANMVI sulla situazione occupazionale dei veterinari italiani di ANTONIO MANFREDI ià da tempo il Centro Studi dell'ANMVI aveva in progetto un'indagine sulla situazione occupazionale dei veterinari italiani per avere dati precisi da poter portare al mondo istituzionale e politico a sostegno delle nostre richieste. La mancanza di uno studio preciso ci ha sempre reso fragili di fronte alle contestazioni che spesso ci vengono portate in riferimento a nostre affermazioni che sono la base su cui sosteniamo le richieste del mondo veterinario. L'urgenza di questa indagine è nata dagli ultimi confronti, in qualche caso anche scontri, sviluppatisi con il mondo universitario in alcuni recenti convegni, in particolare quello organizzato in autunno 2007 a Roma dalla Fnovi e questa primavera dall'Università di Pisa. Nello stesso tempo i dati che ogni anno vengono pubblicati dal Consorzio Alma Laurea, Consorzio che riunisce la maggior parte delle Università Italiane, e che noi abbiamo sempre contestato ritenendo questo sistema di rilevazione dei dati incapace di rappresentare la realtà della situazione del nostro settore, ha bisogno di altri dati per poter essere invalidato, altrimenti rischiamo di parlare di aria fritta. Noi possiamo continuare a dire che non è vero che dopo un anno dalla Laurea (2006) il 37,2% dei giovani veterinari ha un'occupazione, ma dobbiamo anche dimostrarlo. Poi, ovviamente, ci sono anche aspetti interpretativi di questi dati che noi non condividiamo, come abbiamo sempre contestato l'ISTAT che ritiene occupati tutti quelli che sono iscritti all'Ordine, non siamo neppure d'accordo sulla logica che sia "occupato" un professionista che svolge qualsiasi attività ed a qualsiasi prezzo. Non è neppure facile trovarsi in sintonia sul significato da dare ai dati. Se dopo 5 anni dalla Laurea l'11% dei veterinari è ancora senza lavoro, noi pensiamo che sia pazzesco, altri potrebbero, come fanno, sostenere che è una percentuale molto positiva. Prima comunque di entrare in queste discussioni dobbiamo avere dei dati nostri che ci permettano ragionamenti e confronti. Sulla base di queste esigenze è derivata quindi l'urgenza di fare un'indagine conoscitiva sulla situazione occupazionale, indagine che abbiamo realizzato, come Centro Studi ANMVI, in collaborazione con la FNOVI, che si è resa subito di-
G
sponibile a sostenerci nel progetto, e con il supporto professionale del Dr. Luca Sanlorenzo, ricercatore e cultore della materia di economia industriale, Università degli Studi di Torino, e dell’ing. Luigi De Giovanni, ricercatore e docente di ricerca operativa, Università degli Studi di Padova. Mi fa piacere ricordare che questa indagine darà l'avvio anche alla realizzazione di un Osservatorio permanente del nostro settore, progetto che sarà sviluppato sempre con la collaborazione della FNOVI e degli stessi professionisti che ci hanno seguito. Colgo l'occasione, prima di entrare nel merito dell'indagine, di ringraziare Marco Viotti, Presidente del Gruppo di Practice Management dell'ANMVI per il supporto che ci ha dato nello sviluppo del progetto. L'indagine, sviluppata con il metodo dell'intervista telefonica, si poneva l'obiettivo di documentare la reale situazione occupazionale del settore veterinario e, per arrivare a questo avevamo pensato di limitarci agli ultimi 5 anni di laureati in Medicina Veterinaria per avere dati anche direttamente confrontabili con quelli pubblicati da Alma Laurea che fa riferimento ai laureati dello stesso periodo. Con la FNOVI abbiamo quindi selezionato casualmente un campione di nominativi di iscritti agli Ordini dal 2003 al 2007 prendendone circa 200 per ogni anno, più o meno il 20%. Il primo problema che abbiamo incontrato è stato quello che l'anno di Laurea non corrispondeva spesso all'anno di iscrizione e che all'interno del nostro elenco vi erano anche nominativi, sia pure pochi, che per vari motivi (trasferimento, cambio di sede, iscrizione tardiva, riiscrizione, ecc.) risultavano iscritti negli ultimi 5 anni ma che in realtà si erano iscritti anni prima. A questo punto avremmo potuto tranquillamente escludere tutti questi nominativi che non rientravano nel nostro obiettivo iniziale, ma considerato che queste condizioni venivano da noi recepite solo al momento del contatto telefonico, abbiamo ritenuto di raccogliere anche queste interviste che comunque ci permettevano di avere maggiori informazioni sia pure riferite a laureati di altri anni. Abbiamo così deciso di sviluppare due diverse indagini e di proporle entrambe. La prima, quella che trovate di seguito, è quella completa con tutti i dati raccolti, mentre prossimamente pubblicheremo quella limitata agli ultimi 5 anni di Laurea con il confronto con i dati di Alma Laurea e tutti i ragionamenti e le riflessioni che ne possono derivare. ■
La situazione occupazionale: il campione e le risposte Su un campione di 1100 nominativi presenti nel database sono stati attivati 907 contatti. Come considerazione preliminare, se da un lato risulta particolarmente lusinghiero il tasso di risposte valide, che è piuttosto elevato in raffronto alla media riscontrata nelle indagini effettuate con metodo CATI su settori professionali equivalenti, dall’altro si riscontra una notevole difficoltà ad attivare il contatto, che ha generato un forte rallentamento nello sviluppo dell’indagine. Si è ottenuto un grado di attenzione dei professionisti soddisfacente esclusivamente nella fascia oraria che va dalle 18 alle 19:30 e parzialmente soddisfacente nella fascia dalle 13 alle 14:30. I contatti attivati in altre fasce orarie, nel tentativo di acce-
lerare il processo di raccolta delle informazioni, hanno evidenziato una drastica riduzione del tasso di risposta. In considerazione del numero limitato di nominativi disponibili in relazione alla popolazione complessiva e della presenza di una percentuale significativa di nominativi non validi (17,5%), verificati in corso d’opera, si è ritenuto di procedere con una raccolta lenta ma che garantisse il maggior numero possibile di risposte valide. Allo stato dell’arte, su 1100 nominativi, ha risposto il 67,0% del campione originario, ma la percentuale sale al 81,3% se si considerano solo i contatti possibili e si escludono i contatti non raggiunti per “Numero errato/inesistente”, “non raggiungibile” e le “anomalie” dei soggetti
Tabella 1 ESITO
n°
%
INTERVISTA VALIDA
737
67,0%
NON RAGGIUNGIBILE
99
9,0%
NUMERO ERRATO/INESISTENTE
94
8,5%
RIFIUTO
149
13,5%
ESTERO
21
1,9%
TOTALE
1100
100,0%
Tabella 2 Anno Laurea
N°
%
prima del 1990
21
2,8%
Dal 1990 al 1999
50
6,8%
2000
18
2,4%
2001
36
4,9%
2002
109
14,8%
2003
143
19,4%
2004
72
9,8%
2005
66
9,0%
2006
184
25,0%
2007
38
5,2%
Totale
737
100,0%
n°
%
fino a 30
264
35,8%
31-35
327
44,3%
36-40
85
11,5%
41-50
51
6,9%
51-60
9
1,2%
oltre 60
1
0,1%
737
100,0%
Tabella 3 Cl-età
Totale complessivo
che, per varie motivazioni che verranno analizzate nel dettaglio in seguito, non possono essere considerati congruenti all’indagine. Il presente lavoro costituisce una prima “survey pilota” e ha pertanto richiesto un profondo lavoro di pulizia della banca dati. Rappresenta dunque non tanto un punto di arrivo quanto un punto di partenza per la costituzione di un osservatorio permanente sulla situazione occupazionale nella professione veterinaria e dal quale cogliere gli spunti per ulteriori indagini di approfondimento emerse nel corso della ricerca. Il monitoraggio sistematico delle diverse problematiche e criticità della professione rappresenta uno strumento indispensabile per un’associazione per farsi portavoce sui tavoli istituzionali delle istanze degli associati. L’elevato tasso di partecipazione testimonia il
fortissimo interesse verso le tematiche trattate dalla presente indagine e assume ancora maggiore rilevanza se si considera che il target non è costituito da soggetti ad elevata reperibilità quali gli studenti, ma da giovani professionisti che da pochi anni si sono affacciati al mondo del lavoro.
LA DESCRIZIONE DEL CAMPIONE Sono state dunque validate 737 interviste pur rilevando una eccessiva eterogeneità rispetto al focus dell’indagine dal punto di vista dell’età anagrafica e dell’anzianità professionale: da un lato sono stati rilevati professionisti di età anagrafica superiore ai trent’anni ma laureati da meno di cinque anni, dall’altro il 5,6% del campione è risultato laureato da più di dieci anni.
laPROFESSIONE
4 Anmvi Informa Analisi della professione Tabella 4
Tabella 7 Età di laurea
Età anagrafica
VETERINARIA 19 | 2008
Attualmente occupato SI
664
90,1%
no
73
9,9%
737
100,0%
127
137
31-35
42
240
45
36-40
2
27
50
6
85
41-50
7
18
11
15
51
51-60
2
4
1
2
9
Tabella 8
1
Settore d’occupazione
oltre 60 Totale
oltre 35
%
26-30
fino a 30
30-35
N°
fino a 25
1 180
427
107
23
Totale 264 327
Totale
737
N°
%
555
83,6%
Pubblico
98
14,8%
Pubblico e privato
11
1,7%
664
100,0%
Privato
Tabella 5
Totale Età di laurea
Ripartizione geografica
fino a 25
26-30
30-35
oltre 35
Totale
NORD-OCCIDENTALE
49
113
22
3
187
NORD-ORIENTALE
51
83
20
CENTRALE
26
70
18
3
117
MERIDIONALE
43
135
43
16
237
INSULARE
11
26
4
1
42
180
427
107
23
737
Totale
Tabella 9 Figura 1
154
Tabella 5bis Età di laurea Ripartizione geografica
fino a 25
26-30
30-35
oltre 35
Totale
NORD-OCCIDENTALE
26%
60%
12%
2%
100%
NORD-ORIENTALE
33%
54%
13%
0%
100%
CENTRALE
22%
60%
15%
3%
100%
MERIDIONALE
18%
57%
18%
7%
100%
INSULARE
26%
62%
10%
2%
100%
Totale
24%
58%
15%
3%
100%
Tuttavia, a parziale revisione delle impostazioni iniziali della ricerca, si è ritenuto utile includere nell’indagine tali soggetti come cluster parametrico di confronto. Due dunque sono le motivazioni che si intrecciano nello sviluppo di tale approccio metodologico: la prima, strumentale alla seconda, risiede nella volontà di determinare in modo puntuale il trend evolutivo della professione, cogliendone le diversità in termini di posizionamento sul mercato e di evoluzione del percorso retributivo; la seconda ragione di monitorare percorsi professionali a più ampio spettro temporale consiste nella volontà di ricercare percorsi di “eccellenza” che possono essere oggetto di approfondimento in ulteriori indagini. La tabella 2 mostra la stratificazione del campione per anno di laurea, da cui si evince che il 90,4% del campione si è laureato nel nuovo millennio, con la maggior frequenza nell’anno 2006 che rappresenta un quarto del campione complessivo. L’analisi per anzianità anagrafica, indica che solo il 35,8% del campione ha meno di 30 anni mentre la classe più rappresentativa è quella da 30 a 35 anni (44,3%) (tabella 3). Se incrociamo l’età del professionista con gli anni della laurea scopriamo che più del 17% del campione si è laureato oltre i 30 anni di età (tabella 4). L’incrocio a livello territoriale, (tabelle 5 e 5bis) mostra che i “laureati ritardatari” sono prevalentemente al centro e al sud, dove rispettivamente il 18% e il 25% degli intervistati si è laureato con più di trent’anni, mentre la percentuale più elevata di laureati giovani è al nord: nell’Italia nord-orientale un terzo degli intervistati si è laureato entro i 25 anni contro il 24% medio mentre solo il 13% ha conseguito la laurea oltre i 30 anni di età e nessuno oltre i 35. Dopo aver fornito una prima analisi statistica del campione individuato, osserviamo il cam-
pione rispetto alla sua distribuzione spaziale. A seconda del livello di dettaglio dell’analisi, utilizzeremo come unità territoriale d’indagine le regioni di residenza o macro-aree, e come variabili esplicative le informazioni relative al numero dei veterinari presenti, il numero degli occupati e la densità della distribuzione del reddito. Verificheremo poi in una matrice di origine-destinazione se esistono flussi migratori dal comune di iscrizione all’ordine e il comune in cui si esercita la professione. La scelta di utilizzare le rappresentazioni cartografiche è secondo noi funzionale a una migliore comprensione dei comportamenti territoriali
Tabella 6 Denominazione regione
N°
%
LOMBARDIA
150
20,3%
VENETO
115
15,6%
CAMPANIA
92
12,5%
PUGLIA
92
12,5%
TOSCANA
42
5,7%
SICILIA
32
4,3%
MARCHE
31
4,2%
UMBRIA
28
3,8%
CALABRIA
26
3,5%
EMILIA-ROMAGNA
24
3,2%
ABRUZZO
21
2,8%
LAZIO
16
2,2%
PIEMONTE
15
2,0%
LIGURIA
13
1,7%
SARDEGNA
10
1,3%
VALLE D’AOSTA
9
1,2%
FRIULI-VENEZIA GIULIA
9
1,2%
TRENTINO-ALTO ADIGE
6
0,8%
MOLISE
5
0,7%
BASILICATA Totale complessivo
1
0,1%
737
100,0%
dei fenomeni oggetto di osservazione. Attraverso una mappa tematica, infatti, è possibile evidenziare graficamente le modalità di distribuzione di un fenomeno costruendo così graduatorie di eccellenza o di disagio. Anche se l’unidimensionalità della rappresentazione non consente di evidenziare la complessità di fenomeni economici di natura intrinsecamente multivariata, permette tuttavia di evidenziare regolarità nei fenomeni oggetto d’analisi e di offrire una prima stima delle relazioni economico spaziali tra le sub-aree (aggregati regionali) dell’unità territoriale oggetto dell’analisi (Italia). L’interazione tra informazioni cartografiche e tematiche, infatti, consente l’utilizzo di nuovi modelli descrittivi e simbolici e permette di collegare dati di varia natura, ma con proprietà spaziali comuni. La tabella 6, e la sua trasposizione cartografica in figura 1, mostra la distribuzione di frequenza del campione per regione di residenza, dalla quale si rileva in particolare una sovra campionatura di Lombardia e Veneto e delle regioni del sud e una bassa rappresentatività di Piemonte e Lazio.
I RISULTATI DELL’INDAGINE Attualmente dichiara di essere occupato il 90,1% del campione intervistato, mentre solo il 9,9% risulta in cerca di occupazione. Com’era ampiamente previsto, è di gran lunga preponderante l’occupazione nel settore privato (83,6%) rispetto al pubblico (14,8%), mentre è esigua, ma tuttavia da rimarcare, la presenza di soggetti che operano in entrambi i comparti (1,7%). Tra gli ambiti d’occupazione osservati nel settore pubblico (tabella 9), l’Università (37,8%) precede di poco l’ASL (34,7%), mentre segue distanziato l’IZS (11,2%). All’interno del settore privato prevale nettamente la libera professione con l’84,5% mentre il lavoro subordinato è pari al 14,4% così ripartito: l’8,8% con contratto da dipendente a tempo indeterminato e il 5,6% con forme contrattuali flessibili e temporanee, quali apprendistato, tirocinio o stage. Sei intervistati non hanno dichiarato la forma contrattuale (tab. 10). Sempre restando all’analisi del settore privato, l’ambito a maggiore frequenza è risultato quello degli animali da compagnia (75,1%) seguito a grande distanza dall’ambito degli animali da reddito (12,6%) e degli equini (6,5%). L’incrocio delle due variabili appena considerate mostra che la tendenza a sfruttare forme di collaborazione a titolo gratuito prevale nettamente negli studi che operano nel settore degli animali da compagnia e negli equini, mentre risulta sotto la media nel settore degli
Ambito nel settore pubblico
N°
%
ASL
34
34,7%
IZS
11
11,2%
università
37
37,8%
Centro di ricerca
4
4,1%
ministero/Regione
6
6,1%
Borsa Regionale
1
1,0%
Associazione Regionale Allevatori
1
1,0%
acquario di Milano
1
1,0%
n.d.
3
3,1%
totale
98 100,0%
Tabella 10 Settore d’occupazione libero professionista
N°
%
469
84,5%
dipendente
49
8,8%
apprendista/tirocinante/stagista
31
5,6%
6
1,1%
(vuoto) Totale
555 100,0%
Tabella 11 Dati Animali da compagnia
Totale
%
417
75,1%
Animali da reddito
70
12,6%
Equini
36
6,5%
Animali esotici
15
2,7%
Industria
7
1,3%
Ricerca
1
0,2%
Associazione allevatori
7
1,3%
Convenzionato struttura pubblica 25
4,5%
Totale
555 100,0%
Tabella 12 Ambito
reddito medio
Animali da compagnia
€
735
Animali da reddito
€
964
Equini
€
831
Animali esotici
€
589
Industria
€ 1.400
Ricerca
€ 1.750
Associazione allevatori
€ 1.143
Convenzionato struttura pubblica
€ 1.391
Totale
€
810
animali da reddito e assente nel settore degli animali esotici e nelle associazioni di allevatori (grafico 1). Analoga tendenza si ritrova nella distribuzione del reddito per ambito da cui si potrebbe evincere una fotografia dei più richiesti: i redditi medi più elevati sono infatti negli ambiti in cui si fa meno ricorso ad apprendistato/stage (tabella 12).
6 Anmvi Informa Analisi della professione
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VETERINARIA 19 | 2008
Tabella 13 anni per trovare lavoro
N°
%
Prima della laurea
6
0,8%
Senza occupazione
73
9,9%
Nell’anno di laurea
144
19,5%
A un anno dalla laurea
291
39,5%
A due anni dalla laurea
127
17,2%
A tre anni dalla laurea
44
6,0%
A quattro anni dalla laurea
22
3,0%
A cinque anni dalla laurea
18
2,4%
Oltre cinque anni
12
1,6%
Totale
737
100,0% Grafico 1
Tabella 14 anni per trovare lavoro
fino a 25
26-30
30-35
oltre 35
Totale
Prima della laurea
0,6%
0,7%
0,0%
8,7%
0,8%
Senza occupazione
6,1%
10,3%
15,0%
8,7%
9,9%
Nell’anno di laurea
20,6%
19,4%
15,9%
30,4%
19,5%
A un anno dalla laurea
37,2%
39,8%
43,9%
30,4%
39,5%
A due anni dalla laurea
21,1%
16,2%
15,9%
13,0%
17,2%
A tre anni dalla laurea
7,8%
5,9%
3,7%
4,3%
6,0%
A quattro anni dalla laurea
3,3%
2,8%
3,7%
0,0%
3,0%
A cinque anni dalla laurea
1,7%
3,3%
0,0%
4,3%
2,4%
Oltre cinque anni Totale
1,7%
1,6%
1,9%
0,0%
1,6%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0% Grafico 2
Tabella 15 - Le difficoltà maggiori incontrate nel trovare un’occupazione professionale Difficoltà
Totale
%
Mancanza di preparazione
334
45,3%
Scarsità di spazi occupazionali
392
53,2%
Offerte rivolte solo a chi ha già esperienza
23
3,1%
Offerte solo di pratica gratuita
157
21,3%
stipendi bassi
31
4,2%
precariato
9
1,2%
concorrenza / mercato saturo
27
3,7%
poca pratica
104
14,1%
essere donna
4
0,5%
limiti dell’università / troppe facoltà
60
8,1%
Totale
737
100,0% Grafico 3
Tabella 16 - I motivi che hanno portato alle difficoltà del settore Motivazioni
Totale
%
Troppi neolaureati
388
52,6%
Troppi veterinari
494
67,0%
Crisi del settore
148
20,1%
Blocco assunzioni nel settore pubblico
62
8,4%
Totale
737
100,0%
Totale
%
161
21,8%
4
0,5%
Tabella 17 - Le aspettative per il futuro Aspettative Aprire una mia struttura Lavorare nel campo degli animali da reddito Impiego part time presso clinica\ambulatorio
7
0,9%
Impiego full time presso clinica\ambulatorio
79
10,7%
Ottenere una borsa di studio in università
17
2,3%
Ottenere un impiego nel settore pubblico
147
19,9%
Ottenere un impiego in azienda privata
36
4,9%
Totale
737
100,0%
La tabella 13 rappresenta una delle variabili fondamentali dell’indagine: gli anni che intercorrono dalla laurea al primo impiego. Il 19,5% del campione ha dichiarato di aver trovato lavoro nell’anno di laurea, e il 39,5% a un anno dalla laurea, mentre poco meno dell’1% lavorava già prima del completamento del percorso di studio. Appare curioso e per certi versi preoccupante la quasi totale incorrelazione tra l’età di laurea e il tempo trascorso dalla laurea al primo
impiego, ad eccezione dei laureati “precoci”, ovvero la fascia entro i 25 anni d’età, che sembrano avere una maggior facilità a trovare impiego entro il primo anno dalla laurea (20,2% contro il 19,4% dei laureati tra 26 e 30 anni e il 15,9% di quelli tra i 30 e i 35 anni, in tabella 14). Non desta sorpresa che la quasi totalità dei soggetti occupati prima della laurea sia compresa nella classe di chi ha conseguito la laurea oltre i 35 anni d’età. Si evidenzia invece una correlazione abba-
Grafico 4
stanza significativa tra il tempo necessario per trovare un impiego (Purgatorio) e la retribuzione. Se sul totale degli occupati solo l’8,6% dichiara di lavorare a titolo gratuito, tale percentuale è più che doppia per chi trova impiego entro l’anno di laurea (17,4%) e decresce in maniera lineare con l’aumentare degli anni trascorsi dalla laurea, salvo riesplodere dopo il quarto: ovvero per trovare impiego appena laureato il giovane deve prestarsi a lavorare gratuitamente altrimenti rischia di restare di-
soccupato per due o tre anni. Se dopo due o tre anni di “purgatorio” non è ancora riuscito a trovare un impiego retribuito, si rassegna suo malgrado ad un impiego a titolo gratuito (grafico 2). È altrettanto significativo il legame tra la retribuzione e l’anzianità professionale: interpolando i punti, la retta di regressione evidenzia chiaramente la tendenza a crescere della retribuzione al crescere dell’anzianità (grafico 3).
8 Anmvi Informa Analisi della professione
Grafico 5
Grafico 6
Si individuano tuttavia due raggruppamenti abbastanza distinti: in media, nei primi dieci anni di esercizio della professione, i redditi restano sostanzialmente ancorati entro i 1500 euro mensili, con un valore che supera di poco i 500 euro per i neolaureati, mentre tendono ad aumentare anche significativamente oltre la soglia dei dieci anni. Il trend è piuttosto definito ma la natura non rappresentativa del campione impone prudenza nell’interpretazione del dato. Come si evince dal grafico 4, la quasi totalità del
campione si addensa nella classe fino a cinque anni di attività lavorativa.
LE DOMANDE Dopo aver disegnato l’identikit del giovane veterinario attraverso l’analisi delle variabili quantitative della survey, passiamo a esplorare le domande poste per cogliere le percezioni soggettive. Alla domanda su come ritenesse la sua attuale condizione occupazionale (grafico 5), il 27,8% ha dato un giudizio negativo (8,3%
pessima e 19,5% insufficiente), il 25% sufficiente e il 16% discreta. Malgrado solo il 2,4% giudichi ottima la propria situazione, la fotografia appare abbastanza ottimistica se si considera che i giudizi positivi sono circa doppi rispetto ai negativi. Se il presente dei giovani veterinari non genera gravissime preoccupazioni, le prospettive future, pur rimanendo nell’insieme sulle stesse proporzioni, hanno evidenziato una tendenza dicotomica: da un lato si è osservato un lieve incremento del pessimismo, con il giudizio “pessimo” che passa dall’8,3% all’11,1%, dall’altra cresce sensibilimente la percentuale delle prospettive “discrete” e “buone” che passano rispettivamente dal 16,1% a 21,6% e dal 17,6% al 26,9% (grafico 6) Alla domanda sulle difficoltà maggiori incontrate nel trovare uno sbocco professionale (tabella 15), emerge significativamente la percezione di un eccesso di offerta che genera la compressione degli spazi occupazionali (53,2%), che a catena comporta una pressione verso il basso degli stipendi (4,2%) o spesso l’offerta di pratica a titolo gratuito (21,3%). Le motivazioni che hanno portato a queste difficoltà sono in ordine di frequenza di risposte (tabella 16): per il 67% del campione l’eccessivo numero di veterinari, per il 52,6% il crescente numero di neolaureati mentre solo a distanza si trovano il blocco delle assunzioni nel settore pubblico (8,4%) e la crisi del settore (20,1%). In conclusione, le aspettative dei giovani veterinari sono ripartite in maniera paritetica tra la libera professione, con l’apertura di una struttura privata (21,8%) e ottenere un impiego nel settore pubblico (19,9%). La scelta di lavorare come dipendente presso una clinica ambulatorio (10,7%) o in una azienda privata (4,9%) riscuotono un gradimento decisamente più contenuto. In linea con le attese la percentuale di intervistati che ambisce alla carriera accademica (2,3%).
CONCLUSIONI La fotografia che emerge dall’osservazione della situazione occupazionale dei giovani veterinari non presenta una chiara chiave di lettura. Emergono elementi variegati di luci
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VETERINARIA 19 | 2008
e di ombre che sono difficilmente riconducibili ad un’unica direttrice. In generale lo sbocco professionale dei laureati in veterinaria non sembra presentare difficoltà sensibilmente superiori ad altri settori professionali, tenuto conto della generale rigidità del mercato del lavoro in Italia. Tuttavia la fase di consolidamento del percorso di specializzazione, avviene attraverso un percorso accidentato che prevede nei primi anni basse retribuzioni e forme di precariato diffuso, che richiederebbero ulteriori approfondimenti per poter definire con chiarezza se sono riconducibili ad un eccesso di offerta o a una scarsità di domanda per effetto di una saturazione del mercato. Dal punto di vita settoriale, emerge in maniera evidente la scarsità di opportunità offerte dal settore pubblico che rende quasi obbligatoria la scelta della libera professione. Tale scelta tuttavia trova nella difficile fase congiunturale generale dell’economia italiana un sicuro elemento di compressione della domanda, a cui si associa la cronica assenza di strumenti di supporto o di finanza agevolata o di sgravi fiscali che possano favorire l’avvio di un’attività imprenditoriale autonoma. Sul fronte formativo emergono elementi di forte criticità sull’attuale organizzazione del sistema universitario: il numero delle facoltà è in genere giudicato eccessivo, il percorso formativo è ritenuto poco qualificante e troppo improntato alla teoria a discapito della pratica. Tutto ciò, unitamente ad un esame di iscrizione all’ordine professionale giudicato spesso eccessivamente agevole, sortisce il risultato di presentare sul mondo del lavoro un numero di giovani laureati superiore alla potenzialità di assorbimento del mercato e spesse volte non sufficientemente formati per affrontarlo con serenità. Tuttavia, a differenza di altri ambiti professionali che si impattano con un mercato in fisiologica compressione per effetto dell’impoverimento del sistema industriale italiano, la professione veterinaria sembra afflitta da una crisi organizzativa tipica di un mercato in evoluzione, che richiederebbe un’attenta analisi per favorire i policy maker nella pianificazione degli strumenti correttivi. ■
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10 Intervista Sanità e Ricerca
VETERINARIA 19 | 2008
L’ISS si riorganizza e crea una nuova struttura Il Direttore Agostino Macrì spiega il funzionamento del Dipartimento di Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare, fra razionalizzazione delle strutture esistenti e nuovi compiti ’ stato pubblicato in Gazzetta ufficiale (GU n. 296 del 21-12-2007) il Decreto Modifiche ed integrazioni al decreto 24 gennaio 2003, recante norme per l’organizzazione strutturale e la disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti dell’Istituto superiore di sanità. Il decreto formalizza un atto del luglio del 2007, approvato dal Ministro della Salute, con cui l’Istituto ha deliberato, fra l’altro, la costituzione di una nuova struttura dipartimentale denominata Dipartimento di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare. Per conoscere da vicino la nuova struttura abbiamo intervistato il suo Direttore, il dott. Agostino Macrì. L’occasione di questo colloquio è nata al convegno “Alimentazione e Salute: un Approccio Multidisciplinare” che, il 9 maggio scorso, a Roma, ha tenuto a battesimo la nuova struttura. Organizzato insieme alla FIMMG, l’incontro ha visto veterinari, medici e nutrizionisti approfondire il rapporto tra nutrizione e qualità della vita.
E
La nuova struttura dell’ISS, Il Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare ricomprende alcune funzioni già proprie dell’Istituto.
In che cosa consiste questa riorganizzazione e quali sono le attività di nuovo corso? Il Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e di Sicurezza Alimentare (SPVSA), nasce dalla fusione di due strutture già esistenti nell’interno dell’ISS (Dipartimento di Sanità Alimentare ed Animale e Centro per la Qualità degli alimenti e Rischi Alimentari), che pur lavorando nello stesso settore, utilizzavano comunque laboratori, strumentazioni, personale, ecc. diversi e con “politiche” di intervento e di ricerca che alle volte si diversificavano. Considerando che in Italia esiste una grande frammentazione delle strutture scientifiche che si occupano di questa vasta tematica, è stato deciso di avviare, almeno nell’interno dell’ISS, un processo di razionalizzazione nella utilizzazione delle risorse disponibili. Si deve anche considerare che l’ISS è la struttura tecnico scientifica di riferimento del Servizio Sanitario Nazionale che opera in stretta collaborazione con il Ministero della Salute e le strutture Regionali (ASL e IIZZSS in particolare), per cui è divenuto fondamentale unificare le competenze e porsi come interlocutore unico. Nella nuova organizzazione sono state individuate le tre grandi aree che riguardano gli alimenti e l’alimentazione e che sono: Sanità Pubblica Veterinaria, Si-
curezza Alimentare intesa come contaminazione chimica e microbiologica degli alimenti, Patologie Nutrizionali. Il Dipartimento SPVSA è quindi caratterizzato da un’ampia interdisciplinarietà e nella stessa struttura lavorano medici, veterinari, biologi, chimici, farmacisti; in pratica tutte le professioni sanitarie sono rappresentate ed hanno come finalità comune quella di sviluppare conoscenze da utilizzare per la prevenzione e la tutela della salute pubblica nei settori della Sicurezza Alimentare e della Sanità Pubblica Veterinaria. Il Convegno organizzato il 9 maggio in collaborazione con la FIMMG è stato una sorta di battesimo del nuovo dipartimento. Come si evolverà d’ora in poi l’attività e quali ripercussioni avrà per la sanità Pubblica Veterinaria e sui cittadini? L’attività del Dipartimento sarà indirizzata allo sviluppo delle conoscenze scientifiche nei settori della Sanità Pubblica di propria competenza al fine di poter fornire la propria collaborazione nelle diverse situazioni di intervento che richiedono la presenza di esperti qualificati dell’ISS. Tali obiettivi potranno essere raggiunti definendo e sviluppando dei progetti di ricerca su argomenti prioritari e di reale interesse per il Servizio Sanitario Nazionale. Al momento le zoonosi emergenti, alcuni contaminanti chimici e microbiologici degli alimenti ed alcune patologie nutrizionali (quali la celiachia e l’obesità), risultano essere i problemi più importanti da affrontare. Sarà necessario focalizzare meglio gli obiettivi su cui indirizzare le risorse umane e finanziarie disponibili ed anche attivare delle collaborazioni con altre strutture scientifiche nazionali ed internazionali. Questo lavoro già avviato nell’interno dell’ISS nelle strutture preesistenti, ha portato alla assegnazione degli incarichi di Laboratori di Riferimento Comunitari e Nazionali su argomenti di interesse prioritario (Coli O157, TSE, micotossine, botulismo, latte, residui farmaci veterinari, ecc.). L’esperienza acquisita dai ricercatori del Dipartimento continuerà ad essere messa a disposizione degli organismi scientifici internazionali che si occupano di valutazione dei rischi (EMEA, EFSA, OMS, FAO, OIE, Codex Alimentarius) e nazionali (CSS e le varie commissioni tecniche e scientifiche). Particolare attenzione sarà dedicata anche ai rapporti con le strutture sanitarie centrali e territoriali italiane sia per la collaborazione tecnico scientifica per lo sviluppo di procedure di controllo, che nella formazione del personale sanitario. Per quanto riguarda le ripercussioni del nostro lavoro sulla Sanità Pubblica Veterinaria, esse dipenderanno in gran parte dalla nostra capacità di inserirci nella “rete” delle strutture tecnico scientifiche nazionali, cercando di evitare duplicazioni di attività sperimentali e mettendo in comune i risultati ottenuti. All’Agenzia AdnKros lei ha dichiarato che la sicurezza alimentare è un problema da affrontare anche dopo che la spesa è entrata nelle case degli italiani.
Ci sono cioè comportamenti individuali che possono compromettere la salubrità di prodotti perfettamente sicuri all’acquisto. Da questo momento in poi che ruolo possono avere le istituzioni veterinarie e i medici veterinari. Nel corso degli ultimi decenni sono stati compiuti degli sforzi formidabili per migliorare la sicurezza degli alimenti sia nella fase della produzione primaria che in quella della trasformazione. I dati disponibili, ottenuti dalle intense attività di controllo pubblico e di autocontrollo, dimostrano ampiamente che i casi di alimenti potenzialmente pericolosi all’origine sono veramente pochi. Il raggiungimento di questo obiettivo è stato il frutto di un lavoro che ha visto impegnate le strutture pubbliche responsabili della gestione dei rischi, quelle sanitarie in particolare, ed anche quelle private. Ovviamente in tale contesto un ruolo fondamentale, almeno per quanto riguarda gli alimenti di origine animale, è stato svolto delle strutture veterinarie del Servizio Sanitario Nazionale e dai Liberi Professionisti che forniscono la loro assistenza agli allevatori ed anche nelle aziende di trasformazione. Il lavoro svolto per immettere sul mercato prodotti sicuri viene alle volte vanificato da una pessima gestione degli alimenti da parte dei consumatori che può riguardare modi di conservazione inadeguati in grado di favorire lo sviluppo di microrganismi responsabili di tossinfezioni alimentari, sistemi di cottura che producono sostanze potenzialmente pericolose (es. cottura alla “brace”) ed infine gli abusi alimentari. Le istituzioni veterinarie ovviamente non possono intervenire sui comportamenti dei singoli cittadini, ma in collaborazione con i medici possono svolgere un ruolo fondamentale nella educazione collettiva ad una corretta utilizzazione degli alimenti sia con interventi diretti che attraverso i “media”. Si tratta di una nuova e forse imprevista attività che deve essere affrontata con determinazione anche per la probabile scarsa recettività dei consumatori all’ascolto di argomenti sgradevoli quali mangiare poco e mangiare sano in un periodo di tempo dove imperano la gastronomia ed il gusto. Tra i compiti del nuovo Dipartimento dell’ISS c’è anche quello di studiare il problema della “gestione” del cibo da parte dei consumatori relativamente ai pericoli microbiologici, chimici ed abusi alimentari con il fine di rendere disponibili i risultati ottenuti sia agli operatori sanitari che, più in generale, alla collettività. ■
12 Practice Management Introduzione
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VETERINARIA 19 | 2008
La gestione manageriale della professione veterinaria ltimamente gli incontri offerti da ANMVI e SCIVAC di Practice Management stanno raccogliendo notevole interesse soprattutto in chi si ritrova a gestire una struttura veterinaria. Proprio in virtù di questa aumentata attenzione si è pensato di ospitare, nella rivista, la pubblicazione di alcuni capitoli del testo "Management a Veterinary Practice" di Caroline Jevring Back autrice (già relatrice in Italia) che unisce la conoscenza teorica all'esperienza
U
veterinaria, e per questo in grado di affrontare le diverse tematiche in maniera pratica. La scelta dei capitoli, infatti, si è orientata ad argomenti che avessero un risvolto utile per la realtà Italiana, cercando di abbracciare gli aspetti, come il finanziario o il rapporto con i clienti, su cui la professione ha la possibilità di lavorare per migliorare qualitativamente il servizio offerto. Nella speranza che questa rubrica possa offrire un valido contributo vogliamo ringraziare l'azienda Hill's Pet Nutrition che ha reso possibile la realizzazione del progetto.
PRESENTAZIONE
CAROLINE JEVRING-BACK BVetMeds, MRCVS, Nordic Veterinary Affairs Manager, Hill's Pet Nutrition, Glostrup, Denmark Caroline Bäck, BvetMed, MRCVS si è laureata in medicina veterinaria presso il Royal Veterinary College di Londra nel 1983 e da allora in poi ha lavorato nel campo della professione, della ricerca e dell’industria nel Regno Unito, in Kenya e nelle regioni nordiche. Attraverso il proprio studio di consulenza di gestione aziendale veterinaria, Nordic Connection Consulting, e ora nel suo ruolo attuale di Nordic Veterinary Affairs Manager della Hill’s Pet Nutrition, ha tenuto lezioni e condotto workshop di successo sulla gestione di impresa applicata alla medicina veterinaria in tutta Europa, USA ed Australia sia a livello di singole strutture professionali che presso molti congressi veterinari di primaria importanza. È anche stata il Managing Director di due dei più grandi ospedali per animali da compagnia di Stoccolma, in Svezia, che impiegano circa 120 persone e hanno un giro d’affari annuo di oltre 7 milioni di euro. Caroline ha pubblicato molti lavori sugli argomenti della gestione aziendale veterinaria, con articoli su riviste di management come Veterinary Economics (USA) e Veterinary Business Journal (UK), con le quali collabora facendo parte dell’Advisory Board, ed ha scritto parecchi libri correlati al management. Contatti: Caroline Bäck, BvetMed, MRCVS Nordic Veterinary Affairs Manager, Hill’s Pet Nutrition, Parallelvej 16, 2800 Kgs Lyngby, Denmark Tel: 0045.4068.9488 Email: caroline_back@hillspet.com
Una persona una volta ha detto: Non confondete mai la conoscenza con la saggezza. Una vi aiuta a procurarvi di che vivere; l’altra vi aiuta a farvi una vita. Nel corso delle loro esistenze professionali, i veterinari accumulano una conoscenza vasta e profonda sul modo di gestire e trattare con successo le malattie degli animali. Con il tempo, imparano metodi chirurgici più complessi, si tengono aggiornati sui progressi della medicina, apprendono nuove tecniche diagnostiche non invasive, sviluppano procedure che consentono di risparmiare tempo e spesso si specializzano sempre di più nello studio di una specie animale o persino di un apparato. Naturalmente, imparano anche che ogni animale ha un proprietario e che per riuscire a trattare con il primo devono essere in grado di instaurare un’autentica relazione con il secondo. Ciò richiede lo sviluppo di un rapporto empatico con le esigenze del proprietario, l’acquisizio-
ne delle tecniche di comunicazione e la capacità di riuscire a lavorare come parte di un team. Queste sono competenze “di sopravvivenza”, senza le quali un veterinario non può andare avanti nella professione. Tuttavia, esiste un’area della conoscenza che sembra ancora sfuggire ai veterinari ed è la disponibilità a comprendere la relazione fra l’uso delle proprie nozioni scientifiche e delle proprie capacità di comunicazione con il cliente e l’espressione di queste nozioni in termini di impresa. Questo legame mancante è ciò che trasformerebbe la conoscenza veterinaria in saggezza; la sua assenza determina un vago senso di rassegnazione e di risentimento nei confronti di ciò che la vita è diventata, mentre la sua presenza converte questo sentimento nella profonda soddisfazione di vivere una vita che sia davvero come la volete. Nel corso di un anno, io visito molte, molte strutture veterinarie. Scalda il cuore incontrare i clinici e lo staff che operano al loro interno e sperimentare di prima mano la dedizione e l’impegno genuino nel loro lavoro per curare gli animali malati e favorire il legame uomo-animale. Spezza il cuore vedere come i veterinari di alcune aree siano continuamente in difficoltà per mantenere uno standard ed una qualità della vita che riflettano le loro conoscenze, le loro capacità ed i servizi di cura che offrono. Vi sono an-
cora molte strutture che si oppongono a lavorare sistematicamente secondo i principi della gestione di impresa o ritengono di essere troppo piccole per impiegare un direttore. Queste strutture generano tipicamente delle entrate che sono ben al di sotto del loro potenziale, sono travolte da problemi relativi allo staff, non osano farsi pagare adeguatamente i propri servizi e si affannano a fornire il livello di cura per il quale si sono impegnati. Nell’arco dei prossimi mesi, l’ANMVI pubblicherà una selezione di capitoli tratti dal libro, Managing a Veterinary Practice. Ci auguriamo che troverete queste informazioni una utile guida per comprendere meglio l’importanza di condurre la vostra struttura come un’impresa e di arrivare alla qualità della vita che vi meritate. Caroline ed Erik Bäck
ERIK BACK MSc, Frodo Consulting, Saltsjo-Duvnas, Sweden Erik Bäck, si è laureato in Business Administration and Economics presso la Stockholm School of Economics di Stoccolma nel 1985. Da allora ha operato principalmente come consulente e come line manager nell’ambito del business development e dell’IT in finance. È coautore di Managing a Veterinary Practice, second edtion (2006) Elsevier Ltd Contatti: Erick Bäck Frodo Konsult. Ola Brorssong väg, 39, 218 36 Bunkeflostrand, Sveden Tel: 0046-703-199 122 Email: erik_back@telia.com
www.anmvioggi.itAGGIORNAMENTO
PROFESSIONALE A CURA DI HILL'S PET NUTRITIONVeterinaria On Line
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14 Attualità Educazione
VETERINARIA 19 | 2008
No all’uso di animali per le lezioni di scienze Lo ha deciso il Ministero dell’Istruzione che ha inviato una nota ufficiale agli Uffici Scolastici di elementari, medie e superiori l 29 aprile la Direzione Generale per lo Studente del Ministero della Pubblica Istruzione ha firmato una nota sull’impiego di animali nelle scuole primarie e secondarie sul divieto di uso di animali e obbligo di utilizzo di metodi alternativi. In indirizzo figurano i direttori generali degli Uffici Scolastici regionali e i dirigenti degli uffici scolastici provinciali, ai quali si rivolge l’invito a diffondere la nota presso le istituzioni scolastiche “sostenendo al contempo iniziative di sensibilizzazione al rispetto nei confronti della natura e del mondo animale”.
I
tualmente in corso indagini preliminari anche a seguito di denunce da parte dell’Associazione stessa. La nota cita la normativa vigente sulla tutela giuridica degli animali e i risvolti penalmente rilevanti (Legge 189/2004), nonché il decreto legislativo 116/92 in base al quale l’impiego di animali va evitato quando esistono metodi alternativi e che “in ambito didattico è molto vasta e variegata la disponibilità sul mercato di supporti didattici alternativi utilizzabili per lo studio dell’anatomia, la fisiologia, la biochimica e discipline affini, riconosciuti come metodi scientificamente e pedagogicamente più validi dell’uso degli animali stessi”.
LE NORME Ricorda la nota ministeriale che proprio la Lega Antivivisezione ha segnalato il verificarsi di episodi non isolati e diffusi su tutto il territorio nazionale di impiego di animali o loro parti per esercitazioni didattiche in scuole primarie e secondarie, relativamente alle quali sono at-
L’INTESA CON LA LAV Il Ministero dell’Istruzione informa inoltre i dirigenti scolastici di aver rinnovato il 1 febbraio 2007 un protocollo d’intesa con la LAV con lo scopo di “promuovere la diffusione e l’approfondimento dei temi dell’educazione al ri-
LE ALTERNATIVE er prevenire “episodi penalmente rilevanti che avrebbero ricadute negative anche in termini pedagogici, la Direzione suggerisce supporti alternativi all’impiego di animali, o parti di animali, per l’insegnamento delle discipline scientifiche, supporti indicati al sito www.interniche.org (modelli, video). Inoltre, “gli insegnanti interessati a diffondere nei propri alunni una conoscenza più profonda del mondo animale e a creare un consapevole e corretto approccio con gli animali potranno contattare il settore educazione della LAV”.
P
spetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado”. In particolare, il protocollo d’intesa riconosce la promozione della educazione al rispetto degli animali nelle scuole come un “importante passaggio della formazione dei giovani” e impegna a prevenire forme di maltrattamento e ad informare gli insegnanti sul legame tra violenza sugli ani-
mali e violenza sugli esseri umani. “Siamo soddisfatti che il Ministero abbia accolto positivamente le nostre istanze, facendole proprie - dichiara Roberta Bartocci del Settore Vivisezione della LAV - L’applicazione della nota consentirà di risparmiare la vita di centinaia di animali, selvatici e da allevamento”. L’impiego di animali nelle esercitazioni didattiche, infatti, può prevedere la loro cattura in natura (in particolare nel caso di invertebrati quali lumache e lombrichi, o piccoli vertebrati come gechi e rane); l’acquisto di animali morti o di parti di essi presso mercati o macellerie (pesci, conigli, parti di altri animali), o ancora, in rari casi, l’uccisione apposita nella stessa scuola. ■
UN FFO DA 7,5 MLD i è concluso l'iter del decreto per l'assegnazione per l'anno 2008 del Fondo di Finanziamento Ordinario dell'Università pari a circa 7,5 miliardi di euro. Il decreto prevede un fondo straordinario di 550 milioni di euro, di cui 200 distribuiti su criteri qualitativi stabiliti dai Comitati di Valutazione. È prevista anche l'assegnazione di 40 milioni di euro aggiuntivi per la rivalutazione nel 2008 delle borse di dottorato di ricerca. L’assegnazione del FFO porta ancora la firma del Ministro Mussi. Per la XVI legislatura è l’onorevole Mariastella Gelmini (foto) il nuovo Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Con il Berlusconi quater Istruzione e Università tornano ad essere un unico Dicastero. Bresciana, Mariastella Gelmini è avvocato ed è stata eletta nella circoscrizione Lombardia 2.
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16 Anmvi Informa Formazione specialistica
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VETERINARIA 19 | 2008
ANMVI International sempre più vicina all'Est Europa Docenti e studenti dei Paesi dell'Est in visita a Cremona per il progetto finanziato dalla Regione Lombardia. Ospite di ANMVI anche una delegazione di veterinari sudanesi di PAOLA GHERARDI NMVI INTERNATIONAL ha mosso un ulteriore passo in avanti verso l’Europa con il progetto “studenti”. L’iniziativa promossa da Regione Lombardia e ANMVI si è svolta a Cremona dal 5 all’11 di maggio con la collaborazione e la disponibilità di aziende ed istituti lombardi che hanno aperto le porte a studenti di medicina veterinaria provenienti rispettivamente dalle facoltà di Varsavia (Polonia), Bucharest (Romania), Kosice (Repubblica Slovacca) e Budapest (Ungheria). Per ogni paese è stata prevista la partecipazione di 5 studenti più un professore accompagnatore. Ospiti eccezionali, inoltre, due medici veterinari provenienti dal Sudan arrivati a palazzo Trecchi in veste di presidente e vicepresidente dell’associazione dei medici veterinari sudanesi e del Governo di quel Paese, in rappresentanza dell’area nord africana. Gli studenti, frequentanti l’ultimo anno del corso di studi e spiccatamente interessati all’ambito zootecnico e alla filiera agro-alimentare, sono stati preventivamente selezionati, informati e preparati all’iniziativa.
A
LA SETTIMANA EUROPEA La “settimana europea” è stata caratterizzata da una serie di incontri, approfondimenti teorici e visite didattiche che hanno permesso agli studenti di avere una visione delle produzioni tipiche, delle tecnologie di trasformazione, dei metodi di controllo sanitario, degli interventi clinici e chirurgici e dei quadri patologici più frequentemente riscontrati nel nostro territo-
rio. Non ultima, la partecipazione al congresso internazionale SIVAR che ha permesso di incontrare colleghi e affrontare diverse tematiche di interesse europeo. La settimana è iniziata in sede ANMVI, con la presentazione e l’accoglienza del Dr. Giancarlo Belluzzi (vicepresidente ANMVI) responsabile di ANMVI International che ha focalizzato l’attenzione sugli obiettivi e gli scopi del progetto. Gli ospiti stranieri, inoltre, hanno avuto modo di acquisire informazioni sul sistema veterinario italiano e sull’organizzazione universitaria delle facoltà di medicina veterinaria italiane e sulle prospettive lavorative. Ad aprire le visite, il primo appuntamento al centro di essiccazione del consorzio Agrario di Cremona Cà d’Andrea per una dimostrazione della metodologia di essiccazione e stoccaggio dei fieni di qualità. Grazie alla disponibilità del Dr. Galli e del Dr. Berti che hanno concesso l’entrata nello stabilimento e condotto la visita è stato possibile fornire nozioni di notevole interesse sull’alimentazione bovina e sulle relative particolarità alimentari richieste dai protocolli alimentari che variano in base alla produzione. A seguire, la visita presso il mangimificio del stesso consorzio, ha permesso una visione della produzione e della gestione degli alimenti, del controllo qualità e della distribuzione degli stessi presso gli acquirenti. Una visione sull’organizzazione, il ruolo e le competenze degli Istituti zooprofilattici è stata data nella mattina successiva grazie alla disponibilità del Dr. Cordioli (direttore sanitario IZS BS). Infatti, gli studenti, sono stati accompagnati in visita all’Istituto zooprofilattico “Ubertini” di Brescia dove hanno assistito a diversi interventi teorici sulle metodiche diagno-
In prima fila da sinistra: Paola Gherardi -Tutor del progetto, Hashim Mohamed Elhadi - Presidente Sudan Veterinary Association insieme ai professori Bogdan Debski - Polonia e Zita Faixova - Repubblica Slovacca. In seconda fila a partire da sinistra: Yassir Yousif Alian - Segretario Esecutivo Sudan Veterinary Association, i professori Horia Elefterescu - Romania e Erdosi Orsoly - Ungheria insieme al Vice Presidente ANMVI, Giancarlo Belluzzi.
ANMVI International si identifica in un ente di formazione e divulgazione in ambito me-
dico veterinario universitario con il fine principe di promuovere la formazione veterinaria attraverso l’esempio delle filiere produttive lombarde, come modelli di sviluppo in materia di sicurezza alimentare e sanità animale e nel contempo promuovere le università tramite la costituzione di una associazione di medici veterinari interessati alla formazione internazionale di laureandi in modo da fornire loro strumenti di confronto per meglio affrontare differenti scenari e raffrontare situazioni economicamente ed epidemiologicamente diverse. ANMVI INTERNATIONAL prosegue il suo cammino. Per la parte che riguarda il progetto con la Regione Lombardia, intende attuare altre iniziative internazionali al fine di contribuire attivamente a fornire gli strumenti per l’acquisizione di competenze professionali utili ai laureandi di veterinaria interessati alle produzioni animali e all’area alimentare, affinché siano in grado di stabilire e riconoscere produzioni orientate alla qualità e rispondenti ai requisiti e agli standard igienico-sanitari condivisi a livello europeo ed inoltre, attivare, sostenere e dirigere sistemi di allevamento rispettosi dei criteri necessari per il benessere animale, migliorare la redditività ottimizzando cure mediche, produzioni ecc. Altro motivo di impegno da parte di ANMVI International è quello di favorire il diretto contatto con altre realtà dell’UE per un confronto immediato e una concreta e veloce comunicazione tra colleghi di altri stati membro. In questo modo ANMVI intende fornire il contributo all’armonizzazione dei vari paesi UE con lo scambio ed il confronto di esperienze nel campo del Controllo Ufficiale destinato al monitoraggio della Sicurezza Alimentare nei 27 Paesi dell’Unione ed oltre; è in progetto, infatti, un altro passo in avanti, aprendo la collaborazione alla Russia, il Paese col quale l’Italia e la Lombardia hanno scambi di derrate. ■
Il gruppo di studenti durante la visita al Caseificio Cà de Stefani.
Gli studenti accompagnati dal dr. Varisco in visita all'IZS di Brescia
stiche, sui diversi problemi epidemiologici e sull’organizzazione dei vari settori seguiti dalle visite nei rispettivi laboratori. Nel pomeriggio, una lezione teorico-pratica del Dr. Tolasi ha coinvolto studenti e professori che hanno avuto modo di partecipare attivamente alla presentazione di quadri clinici particolarmente frequenti nelle bovine del nostro territorio. Nella giornata di mercoledì mattina hanno fatto la parte dei protagonisti Grana padano e provolone, che ancora una volta hanno attratto con la loro tipicità non solo l’interesse degli ospiti stranieri, ma anche il loro palato. Il Dr. Stradiotti, ha condotto la visita presso il caseificio Cà de Stefani e risposto alle numerose domande riguardanti le tecnologie di trasformazione del latte per la produzione dei formaggi. Nel pomeriggio, ha contribuito a dare un’ulteriore fotografia sul panorama produttivo lombardo il Dr. Fioni, medico veterinario suiatra, che ha mostrato le caratteristiche gestionali, le profilassi sanitarie e le peculiarità di un allevamento suino a ciclo chiuso. Giovedì, presso la facoltà di medicina veterinaria di Milano (Lodi) grazie alla partecipazione di alcuni docenti tra i quali il prof. Savoini, è stato possibile un momento di confronto accademico, di scambio e di incontro tra le varie università, oltre, naturalmente, alla visita presso le diverse strutture dell’ospedale veterinario. A conclusione una visita guidata nel centro storico di Cremona ha interessato e affascinato studenti e professori che non hanno mancato ad acquistare le leccornie tipiche della città. Ultimo appuntamento, il congresso internazionale Sivar, in cui ognuno ha potuto incontrare e approfondire argomenti di interesse europeo con relatori di fama internazionale.
IN FUTURO
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18 Legale Sentenze e circolari
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VETERINARIA 19 | 2008
Il cattivo odore degli animali può diventare un reato
Trasferimento di iscrizione all’Albo con autocertificazione
I proprietari degli animali debbono adoperarsi per contenere gli “odori nauseabondi”
a FNOVI ha emanato una circolare di chiarimenti sulla modalità di iscrizione all’Albo per trasferimento ad altra provincia. È infatti nella facoltà dell’iscritto in un Albo provinciale di chiedere il trasferimento dell’iscrizione nell’Albo della provincia dove ha trasferito o intende trasferire la propria residenza o la propria attività. Nell’ipotesi di iscrizione per trasferimento da altro Ordine dei medici veterinari italiano la legge prevede che a corredo della domanda debba essere prodotto un certificato (cosiddetto “nullaosta” - in bollo), rilasciato all’instante dal Presidente dell’Ordine nel cui Albo l’interessato si trova iscritto. Le vigenti disposizioni consentono tuttavia sostituire il certificato di “nullaosta” avvalendosi dell’istituto delle dichiarazioni sostitutive.
a incontro a una condanna chi non si cura del fastidio che l’odore dei propri animali può causare ai vicini. Secondo la Corte di Cassazione (Cass. III sez. pen. sentenza n. 19206/2008) i proprietari degli animali debbono adoperarsi per contenere gli “odori nauseabondi” dei loro amici a quattro zampe. Il reato previsto dall’art. 674 c.p. non punisce soltanto “le emissioni di gas, vapori o fumo idonei a imbrattare o cagionare molestie alle persone provenienti da attività produttive nei casi non consentiti dalla legge, ma anche tutte quelle esalazioni maleodoranti comunque imputabili all’attività umana, quali ad esempio quelle provenienti dalla presenza nel proprio giardino di numerosi animali senza l’adozione di cautele idonee ad evitare disturbo o molestie ai vicini”. È stata così confermata dalla Corte una multa di 105 euro nei confronti di una signora “per avere, mediante la detenzione nel proprio giardino di 30 gatti e 4 cani, provocato emissioni di gas nauseabondi proveniente da escrementi e urine degli animali”. Per quelle molestie la donna è stata anche condannata a risarcire il dan-
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no alla sua vicina. I giudici ritengono che nel caso preso in esame la padrona degli animali è responsabile di avere creato “molestie ai vicini”. I fatti risalgono al 2003 quando sulla base delle dichiarazioni della Polizia municipale, che aveva rilevato che dal giardino della proprietaria degli animali “provenivano odori nauseabondi” la donna era stata condannata dal Tribunale di Messina. Il caso è finito in Cassazione ma i Giudici della Corte hanno dichiarato inammissibile il ricorso, ricordando che il reato previsto dall’art. 674 c.p. non punisce soltanto “le emissioni di gas, vapori o fumo idonei a imbrattare o cagionare molestie alle persone provenienti da attività produttive nei casi non consentiti dalla legge, ma anche tutte quelle esalazioni maleodoranti comunque imputabili all’attività umana, quali ad esempio quelle provenienti dalla presenza nel proprio giardino di numerosi animali senza l’adozione di cautele idonee ad evitare disturbo o molestie ai vicini”. Legittimamente, rileva piazza Cavour, il Tribunale ha fatto scattare la multa dando atto che poco importa se “gli animali, dal punto di vista sanitario, erano tenuti bene”. La colpa della padrona è quella di avere evitato “specialmente nei mesi estivi il propagarsi di odori nauseabondi”. ■
IL CODICE PENALE l reato previsto dall’art. 674 c.p. non punisce soltanto “le emissioni di gas, vapori o fumo idonei a imbrattare o cagionare molestie alle persone provenienti da attività produttive nei casi non consentiti dalla legge, ma anche tutte quelle esalazioni maleodoranti comunque imputabili all’attività umana, quali ad esempio quelle provenienti dalla presenza nel proprio giardino di numerosi animali senza l’adozione di cautele idonee ad evitare disturbo o molestie ai vicini” (Cass. III sez. pen. sentenza n. 19206/2008).
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L’AUTOCERTIFICAZIONE L’autocertificazione consiste nella facoltà riconosciuta ai cittadini di presentare, in sostituzione delle tradizionali certificazioni richieste, propri stati e requisiti personali, mediante apposite dichiarazioni sottoscritte (firmate) dall’interessato. L’autocertificazione sostituisce i certificati senza che ci sia necessità di presentare successivamente il certificato vero e proprio. La pubblica amministrazione ha l’obbligo di accettare le dichiarazioni sostitutive riservandosi la possibilità di controllo e verifica in caso di sussistenza di ragionevoli dubbi sulla veridicità del loro contenuto. L’Ordine che riceve la comunicazione di avvenuta iscrizione con ricorso alla “autocertificazione” non deve in alcun caso deliberare il “nullaosta” ma soltanto deliberare la cancellazione dall’Albo.
L’ORDINE CHE CANCELLA L’Ordine in sede di cancellazione, dovrà verificare: che il soggetto non sia, da parte dello stesso Ordine, sottoposto a procedimento disciplinare o sospeso dall’esercizio della professione; che sia in regola con il pagamento dei contributi dovuti al medesimo Ordine. Ove non si rilevino irregolarità, l’Ordine dovrà deliberare la cancellazione dell’interessato dal proprio Albo per avvenuto trasferimento di iscrizione; in caso contrario non potrà procedere alla cancellazione e ne dovrà tempestivamente informare l’Ordine presso il quale l’interessato ha richiesto e ottenuto l’iscrizione per trasferimento, il quale Ordine dovrà immediatamente denunciare il caso alla competente autorità giudiziaria - essendo il rilascio di dichiarazioni non veritiere punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia - e annullare la già deliberata iscrizione con effetto dalla data della stessa.
L’ORDINE CHE ISCRIVE Dovranno, invece, essere effettuati esclusivamente da parte dell’Ordine di nuova iscrizione, e nell’ambito di normali controlli, anche a campione, gli accertamenti relativi a quanto dichiarato in “autocertificazione” in merito a: eventuali procedimenti penali, o per l’applicazione di misure di sicurezza, pendenti a carico dell’interessato, regolarità dei versamenti dei contributi all’ENPAV; eventuali procedimenti disciplinari avviati o eventuale sospensione dall’esercizio della professione disposta, a carico dell’interessato, dalla Federazione Nazionale degli Ordini o dalla Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (CCEPS). (per la consultazione integrale della circolare: www.fnovi.it) ■
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20 Europa Tutela pubblica
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VETERINARIA 19 | 2008
Linea dura in Francia contro i cani pericolosi Rafforzati i divieti e la prevenzione. Attestato attitudinale per i proprietari e divieto di riproduzione per i pitbull. Il Sindaco può decidere l’eutanasia l 15 maggio il Parlamento francese ha approvato, dopo dodici letture, il progetto di legge sui cani pericolosi proposto dal Ministero dell’Interno. Il testo rafforza le misure di prevenzione e di protezione delle persone, risalenti al 1999, contro i “cani pericolosi”. Voluto dal Ministro Michèle AlliotMarie, questo testo mira a rafforzare l’arsenale legislativa esistente in Francia come era stato promesso a settembre dell’anno scorso dal Presidente Nicolas Sarkozy a seguito dell’emotività suscitata nell’opinione pubblica dal susseguirsi di casi di aggressione canina. La Francia conta una trentina di decessi nell’arco degli ultimi 20 anni. Il testo prevede fino a 10 anni di reclusione per i proprietari di cani responsabili di aggressioni mortali.
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IL PROPRIETARIO La nuova legge è incentrata sulla responsabilità del proprietario/detentore e prevede che vengano obbligatoriamente formati al possesso di cani d’attacco e da difesa con rilascio di un attestato attitudinale alla detenzione. L’obbligo vale per i nuovi proprietari e riconosce da sei mesi a un anno a chi è già detentore di cane pericoloso per conseguire il “patentino”. Il rilascio dell’attestazione prevede che i cani siano comunque sottoposti a periodica valutazione comportamentale. I proprietari di cani morsicatori, indipendentemente dalla razza, dovranno seguire analoghi percorsi formativi e sottoporre gli animali a visita comportamentale. La nuova legge interviene anche sugli incroci e stabilisce il divieto di riproduzione per i cani pericolosi di prima categoria colmando una precedente lacuna normativa. È inoltre pre-
visto l’intervento del veterinario ogni volta che i cani vengono ceduti, a titolo oneroso o gratuito, per informare i riceventi sulle modalità di sicurezza da adottare.
L’AUTORITÀ L’autorità amministrativa e quella giudiziaria avranno la possibilità di intervenire in maniera più rapida ed efficace in particolare sui casi di detenzione illecita dei cani pericolosi, di mancata identificazione e di omessa denuncia in caso di morsicatura. Il sindaco, per responsa-
bilizzare i proprietari, potrà prescrivere la frequenza di corsi di formazione a tutti i possessori di cani per far conoscere principi di educazione del cane e di sicurezza, da applicare nei luoghi pubblici e privati. Sarà inoltre il Sindaco a valutare la soppressione eutanasica in caso di “pericolo grave ed immediato”, una fattispecie rilevabile quando il proprietario non ha rispettato le disposizioni di legge per la detenzione di un cane pericoloso. In questo caso viene richiesto il parere di un medico veterinario appositamente nominato. ■
DUE CATEGORIE DI PERICOLOSITÀ
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a legge francese distingue fra due gradi di pericolosità: primario (cani d’attacco) e secondario (cani da guardia e da difesa). Queste due categorie sono state individuate dai Ministeri dell’Interno e dell’Agricoltura. Nel primo caso si tratta di Pit bull, Tosa inu e Boer bulls; nel secondo gruppo rientrano i cani da guardia e da difesa iscritti al LOF (Livre des Origines Français). Il Rottweiler rientra in questa seconda categoria anche se non iscritto nel LOF. Secondo il rapporto parlamentare preliminare al dibattito, in Francia ci sono oggi 600.000 cani pericolosi: 270.000 cani da attacco e 410.000 cani da guardia e da difesa. Nella foto il Ministro dell’Interno francese Michelle Alliot-Marie.
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22 Attualità Sicurezza alimentare
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Il latte di cavallo non è un alimento per l’uomo Il latte prodotto da equidi DPA non può essere destinato al consumo umano. Il veterinario dovrà indicare il divieto in ricetta n considerazione dell’aumento di produzione e commercializzazione del latte di equidi ed al fine di garantire un costante ed elevato livello di tutela della salute pubblica, la Direzione Generale di Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha anticipato alle organizzazioni di settore un comunicato sul divieto di destinazione al consumo umano del latte di equidi. Il comunicato sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e le disposizioni che lo stesso contiene entreranno in vigore. Le aziende titolari di AIC di medicinali per uso veterinario da somministrare alla famiglia degli equidi destinati al consumo umano (DPA) devono inserire in modo chiaro ed inequivocabile negli stampati (foglietto illustrativo, sommario delle caratteristiche del prodotto ed etichette esterna ed interna) dei medicinali prodotti a far data dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del comunicato di pari oggetto, il divieto di destinare il latte degli equidi stessi al consumo umano, poiché il regolamento 2377/90/CE (Regolamento (CEE) n. 2377/90 del Consiglio, del 26 giugno 1990, che definisce una procedura comunitaria per la determinazione dei limiti massimi di resi-
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TACCHINI ALLA SALMONELLA?
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dui di medicinali veterinari negli alimenti di origine animale) non prevede la determinazione dei limiti massimi di residui in questo alimento di medicinali somministrati alla suddetta famiglia. I lotti di medicinali già prodotti possono rimanere in commercio. È necessario, tuttavia che dalla sopraccitata data di pubblicazione il medico veterinario in fase di prescrizione indichi chiaramente nella ricetta che il latte proveniente da equidi trattati con tali medicinali non deve essere destinato al consumo umano. Tali modifiche devono essere apportate immediatamente nel riassunto delle caratteristiche del prodotto. ■
no studio dell’EFSA pubblicato il 13 maggio (Report of the Task Force on Zoonoses Data Collection on the Analysis of the baseline survey on the prevalence of Salmonella in turkey flocks, in the EU, 2006-2007 - Part A: Salmonella prevalence estimates) ha messo in luce l’incidenza della salmonella enteritidis e della salmonella typhimurium negli allevamenti comunitari e italiani. Sul parere, che la Commissione Europea utilizzerà per fissare gli obiettivi di riduzione della contaminazione negli allevamenti, il Direttore del Dipartimento di sanità alimentare e animale dell’ISS ha dichiarato
a Italia Oggi: “che la carne di tacchino proveniente dagli allevamenti italiani, in particolare da quelli intensivi nei quali il contatto fra i volatili e l’ambiente esterno è ridotto al minimo, possa considerarsi ragionevolmente sicura. In primo luogo perché il sistema di autocontrollo attuato dagli stessi allevatori per bloccare la malattia negli animali dà la ragionevole certezza che i volatili ammalati non vengano immessi sul mercato. E, in secondo luogo, perché la carne di tacchino normalmente è consumata cotta e la cottura distrugge le salmonelle”.
NO AI DECONTAMINANTI
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l sottosegretario alla Salute Francesca Martini, partecipando ai lavori del Consiglio dei ministri Ue dell’Agricoltura svoltosi il 19 maggio a Bruxelles, ha espresso un “forte dissenso’’ sulla linea recentemente annunciata da una parte della Commissione europea circa la possibilità di modificare le attuali regole comunitarie per consentire la decontaminazione chimica delle carni di pollame prodotte ed importate sul territorio comunitario. Circa le discussioni in corso tra Unione Europea e Stati Uniti sulla possibile decontaminazione delle carni di pollame, si legge in una nota del ministero del Welfare, il sottosegretario Francesca Martini “ha espresso un forte dissenso circa la possibilità di modificare le attuali regole comunitarie al fine di consentire la decontaminazione chimica delle carni di pollame prodotte ed importate sul territorio comunitario. Tale pratica ha dichiarato il sottosegretario - ridurrebbe potenzialmente gli standard igienico sanitari e qualitativi per i quali i consumatori italiani ed europei sono già da tempo garantiti e su cui si basa la fiducia dei mercati internazionali’’. Inoltre, ha rilevato, “l’intero settore avicolo del nostro Paese, in applicazione delle regole attuali, ha investito in tecnologie avanzate che hanno consentito di evitare, al contrario di altri Paesi extracomunitari, la comparsa di emergenze igienico sanitarie. È auspicabile, quindi, da parte della Commissione, in nome di una politica sanitaria tesa alla protezione del consumatore e di sostegno ad un comparto così rilevante della zootecnia europea - ha commentato Martini - una difesa delle attuali norme sanitarie che vanno ad incidere favorevolmente anche sulla qualità delle nostre produzioni’’.
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FSA
In collaborazione con
FONDAZIONE SALUTE ANIMALE Società federata ANMVI
Corso di PREPARAZIONE AL CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO NEL CANE Palazzo Trecchi - Cremona - 14-15 Giugno 2008 RELATORI ALDO VEZZONI Med. Vet., SCMPA, Dipl. ECVS, Libero Professionista a Cremona Presidente FSA, ESVOT e SIOVET, Chairman della Commissione di Lettura FSA, Componente della CTC dell’ENCI FEDERICA ROSSI Med Vet, SRV, Dipl. ECVDI Libero Professionista a Sasso Marconi (BO) Presidente EAVDI e SVIDI, Componente della Commissione di Lettura FSA OBIETTIVI DEL CORSO Il controllo e la prevenzione delle malattie ereditarie, ed in particolare della displasia dell’anca e del gomito del cane, vengono sempre più richieste ai medici veterinari per un’aumentata consapevolezza, da parte di allevatori e proprietari di cani, dell’importanza di una selezione riproduttiva finalizzata anche alla salute ed al benessere. Il Corso, nell’ambito della Centrale di Lettura della FSA e del protocollo ENCI per il controllo della displasia dell’anca e del gomito del cane, si propone di fornire ai medici veterinari la competenza specifica per poter meglio inserirsi nel sistema di controllo di queste malattie scheletriche ereditarie e aumentare le proprie conoscenze su queste patologie per poter offrire ai propri assistiti una consulenza competente ed aggiornata. Il Corso comprende anche due sessioni pratiche interattive di interpretazione radiografica della displasia dell’anca e del gomito del cane. PROGRAMMA SABATO 14 GIUGNO 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 Saluto ai partecipanti ed obiettivi del Corso 9.15 Displasia dell’anca: sviluppo ed aspetti clinici 10.45 Displasia dell’anca: aspetti radiografici 11.30 Coffee break 12.00 Displasia dell’anca: proiezioni e posizionamento corretto per l’esame radiografico 12.30 Displasia dell’anca: classificazione internazionale 13.00 Light lunch 14.30 Esercitazione sull’interpretazione radiografica della displasia dell’anca 15.15 Displasia del gomito: sviluppo ed aspetti clinici 16.00 Coffee break 16.30 Displasia del gomito:
proiezioni ed aspetti radiografici 17.30 Displasia del gomito: classificazione internazionale 18.00 Esercitazione sull’interpretazione radiografica della displasia del gomito 18.30 Pausa
DOMENICA 15 GIUGNO 9.00 Protocollo FSA e protocollo ENCI per il controllo della displasia dell’anca e del gomito 10.15 Rapporto dei veterinari con gli allevatori e con i proprietari dei cani 11.00 Coffee break 11.30 Valutazione precoce della displasia dell’anca nel cane in accrescimento 12.15 Valutazione precoce della displasia del gomito nel cane in accrescimento 13.00 Light lunch 14.30 Possibilità terapeutiche per la displasia dell’anca 15.00 Possibilità terapeutiche per la displasia del gomito 15.30 Valutazione dell’apprendimento e discussione 16.00 Fine del corso
CORSO A NUMERO CHIUSO massimo 100 partecipanti QUOTA D’ISCRIZIONE € 100,00 + IVA 20% = € 120,00
L’ISCRIZIONE COMPRENDE • abstract delle relazioni • goniometro per la misurazione dell’angolo di Norberg • attestato di frequenza • attestato con crediti ECM • coffee break e light lunch offerti
PER INFORMAZIONI E PER RICEVERE LA SCHEDA D’ISCRIZIONE Segreteria FSA Monica Borghisani Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Tel. 0372/403511 Fax 0372/403530 info@fondazionesaluteanimale.it www.fondazionesaluteanimale.it
Richiesto accreditamento
Società federata ANMVI
e con il patrocinio di GAVeCeLT (Gruppo Accessi Venosi Centrali a Lungo Termine)
GIORNATA DI APPROFONDIMENTO ACCESSI VENOSI CENTRALI A MEDIO E LUNGO TERMINE Basi tecniche e campi di applicazione preclinici e clinici 13 Giugno 2008 - Palazzo Trecchi, Cremona COORDINATORE DEL CORSO Francesco Carù, Tesoriere SIVAL RELATORI Katia Bencardino (Milano) Medico chirurgo, specialista in Oncologia Medica, opera presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, ove svolge attività assistenziale ambulatoriale, di Day Hospital e di Reparto. Ha partecipato in qualità di co-investigator a studi clinici multicentrici per neoplasie ematologiche e tumori solidi. È autrice di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e relatore presso convegni scientifici nazionali/internazionali. Roberto Biffi (Milano) Medico Chirurgo. Direttore della nuova Divisione di Chirurgia Addomino-Pelvica dell’Istituto Europeo di Oncologia. Tra i suoi principali ambiti di ricerca l’oncologia gastroenterologica chirurgica, i sistemi di accesso venoso centrale totalmente impiantabili per chemioterapia infusionale e la nutrizione parenterale ed enterale nel paziente chirurgico critico. Ricopre l’incarico di Tutor dell’ Università degli Studi di Milano per la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale ad indirizzo d'Urgenza. È autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e relatore presso convegni scientifici nazionali/internazionali. Maurizio Buononato (Cremona) Medico Chirurgo. Dirigente Medico presso l’Azienda Ospedaliera “Istituti Ospitalieri di Cremona” nella Divisione di Chirurgia Generale. Ha contribuito alla stesura dei protocolli locali di trattamento dei pazienti affetti da carcinoma del colon-retto metastatici, di gestione dei Cateteri Venosi Centrali nonché di quello per la riduzione delle complicanze infettive. È coinvolto in corsi di formazione sugli accessi vascolari per medici ed infermieri, attualmente coordinatore scientifico del Corso avanzato di formazione per Infermieri “Il Nursing nella prevenzione delle infezioni degli accessi venosi”. È autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e relatore presso convegni scientifici nazionali/internazionali. Costantino Campisi (Roma) Medico Chirurgo. Specialista in Chirurgia Generale, Chirurgia dell’Apparato digerente e in Oncologia Medica. Lavora presso l'Ospedale "San Pietro-Fatebenefratelli" di Roma, U.O. di Chirurgia "San Raffaele". Ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto di Ingegneria Biomedica). Docente di Fisiopatologia Chirurgica presso la Scuola di Specializzazione di Chirurgia Generale presso la Facoltà di Medicina dell'Università degli Studi "D'Annunzio" di Chieti. È autore di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e relatore presso convegni scientifici nazionali/internazionali. Francesco Carù (Milano) Medico Veterinario, Specialista in Scienza e Medicina degli Animali da Laboratorio, Dottore di Ricerca in Scienze Chirurgiche e dei Trapianti. Tutor in Microchirurgia presso la Facoltà di Medicina di Milano. Opera in oncologia preclinica in qualità di responsabile del Benessere Animale, occupandosi in particolare dello sviluppo di tecniche mini-invasive, di sistemi di accesso venoso centrale totalmente impiantabili e accessi vascolari a lungo termine. Tra i suoi principali interessi scientifici il refinement/replacement in chirurgia e l’oncologia interventistica. È autore di pubblicazioni
scientifiche su riviste internazionali e relatore presso convegni scientifici nazionali/internazionali.
OBIETTIVI Lo scopo del Corso è di introdurre ai principi base per l’utilizzo di accessi venosi centrali, nello specifico di port vascolari (VAPs), per l’impiego in ambito preclinico e clinico. Durante il Corso verranno forniti gli elementi di base per la conoscenza degli accessi vascolari (classificazione, materiali, campi di applicazione in preclinica, medicina umana e veterinaria) e per attuare adeguati criteri di scelta e mantenimento degli stessi. Il corpo docente è composto da professionisti del settore (medici chirurghi e medici veterinari).
PROGRAMMA 8.45 9.15 9.30
10.15 10.30 11.15
11.50 12.30 13.30
14.15
15.00
15.45 16.15
17.00
17.45 18.15
Registrazione dei partecipanti Apertura dei lavori Classificazione degli accessi vascolari a medio e lungo termine e loro uso clinico in medicina umana R. Biffi Pausa Materiali e biocompatibilità C. Campisi Port vascolari in medicina veterinaria: allestimento e tecniche di impianto (sessione video) F. Carù Domande e discussione Pausa pranzo Port vascolari in medicina umana: prevenzione delle complicanze infettive e trombotiche R. Biffi Indicazioni e criteri di scelta dell’accesso vascolare nella chemioterapia dei tumori solidi K. Bencardino Indicazioni e criteri di scelta dell’accesso vascolare in oncoematologia M. Buononato Pausa Port vascolari in preclinica e clinica: valutazione del rapporto rischiobeneficio F. Carù Tavola rotonda conclusiva “Possibili campi di applicazione in medicina veterinaria trasposti dall’esperienza in medicina umana” Domande e discussione Test di valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura lavori
PARTECIPAZIONE E ISCRIZIONE Il Corso è rivolto principalmente a Medici Veterinari e professionisti del settore biomedico. Verranno accettate 50 iscrizioni. Nella selezione delle domande si terrà conto della data di spedizione, come riportato sulla lettera. Le domande di iscrizione spedite dopo il 1° giugno, come da data riportata sulla lettera, non saranno prese in considerazione. Il corso verrà effettuato solo al raggiungimento di un minimo di 20 partecipanti.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Soci SIVAL € 50 + IVA 20% = € 60 Soci SCIVAC € 80 + IVA al 20% = € 96 Non Soci € 120 + IVA al 20% = € 144
PER INFORMAZIONI E PER RICEVERE LA SCHEDA D’ISCRIZIONE Segreteria SIVAL Tel. 0372/403541 - Fax 0372/403540 E-mail: info@sivalnet.it Web site: www.sivalnet.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
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Diagnostica per Immagini Focus
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Argomenti di ecografia dell’apparato gastro-enterico di DOMINIQUE PENNINCK Nella giornata di domenica 20 aprile, Dominique Penninck relatrice dell'incontro SVIDI ha sviluppato in modo approfondito gli aspetti ecografici delle neoplasie dell'apparato gastro-enterico.
ECOGRAFIA DEI TUMORI GASTRICI Per individuare le anomalie morfologiche, è essenziale conoscere bene l’aspetto dello stomaco normale nelle radiografie e nelle ecografie. L’accumulo di fluidi all’interno dell’organo associato ad una scarsa motilità gastrica si osserva comunemente nei pazienti con disordini gastrici. La raccolta liquida può essere di gravità variabile, ma spesso tende a facilitare la valutazione della parete gastrica nelle ecografie dal momento che offre una migliore finestra acustica. In questa presentazione, la discussione sarà incentrata principalmente sui più comuni tumori gastrici: linfoma, (adeno-)carcinoma e tumori della muscolatura liscia. Verranno inoltre trattate le possibili diagnosi differenziali pertinenti a questi quadri di diagnostica per immagini. Le radiografie senza mezzo di contrasto di solito sono utili per valutare le dimensioni complessive, la distribuzione e la localizzazione dei differenti segmenti del tratto gastroenterico. Le radiografie servono a rilevare l’eventuale presenza di una massa o l’ispessimento della parete gastrica; tuttavia, l’identificazione di questi riscontri dipende in larga misura dalle dimensioni e dalla localizzazione della lesione, nonché dal contenuto gastrico. Ecografia: nel cane e nel gatto, il riscontro ecografico più comune nei tumori gastrici è un marcato ispessimento della parete con completa perdita della stratificazione. Il linfoma gastrico si presenta come un ispessimento transparietale associato a perdita completa della stratificazione della parete normale, riduzione della ecogenicità parietale, diminuzione della motilità e linfoadenopatia regionale. Queste caratteristiche sono simili nel cane e nel gatto. L’ispessimento della parete gastrica può variare ampiamente da 5 mm ad oltre 25 mm. Le masse gastriche possono essere parzialmente mascherate dalla presenza di gas nel lume, in particolare quando sono localizzate in corrispondenza della piccola curvatura. La linfoadenopatia regionale è un riscontro comune nel linfoma. Quando è ulcerato, quest’ultimo si può presentare come una superficie mucosa irregolare o un ampio difetto incentrato sulla porzione colpita dello stomaco. I più comuni riscontri ecografici del carcinoma gastrico sono l’ispessimento transparietale della parete associata ad alterazione della sua stratificazione. Questa alterazione si presenta sotto forma di una zona moderatamente ecogena circondata da linee esterne ed interne scarsamente ecogene di spessore variabile. Questa caratteristica, quando viene riconosciuta, è presente in molti cani colpiti. Tuttavia, altre alterazioni parietali associate come l’edema, l’infiammazione, la fibrosi o l’emorragia possono mascherare questo quadro distintivo. A causa di questo particolare aspetto dei piani infiltrati e per evitare confusione con il termine “parete stratificata” riservato alla descrizione dell’aspetto normale della parete gastroenterica, questa caratteristica viene chiamata “pseudostratificazione”. Questa con tutta probabilità è correlata alla distribuzione non uniforme del tu-
Adenocarcinoma del piccolo intestino in un gatto maschio di 13 anni. La parete intestinale, normale nel tratto destro dell’immagine ecografica, si ispessisce e perde la normale stratificazione in corrispondenza della lesione (a sinistra nell’immagine). more nei vari piani notata istopatologicamente. Si tratta di una particolare caratteristica ecografica che, quando è presente, è fortemente indicativa di carcinoma gastrico. La linfoadenopatia regionale (gastrica) si osserva molto comunemente al momento della diagnosi ecografica. Il linfonodo ingrossato è scarsamente ecogeno oppure presenta un aspetto a bersaglio. Altre strutture ed organi adiacenti devono essere valutati accuratamente alla ricerca di possibili metastasi. Parecchie caratteristiche ecografiche di tumori della muscolatura liscia dello stomaco o dei tumori stromali gastroenterici (GIST, gastrointestinal stromal tumors) sono utili per differenziare queste formazioni da altri tipi di neoplasie gastriche. I leiomiomi costituiscono tipicamente un riscontro incidentale all’interno dei pazienti in età geriatrica. I leiomiosarcomi sono spesso lesioni intraparietali grandi (oltre 3 cm) che crescono al di fuori della sierosa sotto forma di voluminose masse eccentriche/extraluminali. Quando originano dal piloro tendono ad invadere il lume dello stomaco o proiettarsi al suo interno, causando una progressiva ostruzione del deflusso. A causa delle loro grandi dimensioni, è difficile valutare l’origine anatomica della massa, ed ancor più determinare con precisione il piano di origine del tumore. I grandi leiomiosarcomi tendono ad essere eterogenei con un quadro ecogeno misto. La presenza di aree anecogene ed ipoecogene all’interno della massa è correlata alle aree di necrosi e degenerazione centrale che si riscontrano frequentemente in queste grandi masse. Sono stati segnalati anche altri tumori come carcinoidi, neurilemomi, tumori delle guaine dei nervi, sarcoma istiocitario/istiocitosi maligna, mastocitomi. Le lesioni tendono ad apparire come masse scarsamente ecogene oppure come ispessimenti focali con perdita della stratificazione. Al momento attuale, nessuna caratteristica ecografica specifica è risultata utile per differenziare fra loro queste diverse neoplasie.
DIAGNOSI DIFFERENZIALI I tumori possono presentare ulcerazioni focali o estese. I segni ecografici dell’ulcerazione ga-
strica sono solitamente costituiti da ispessimenti parietali localizzati con perdita della stratificazione e possibile cratere centrale. Quest’ultimo appare come una distruzione distinta dello strato mucoso con bolle di gas iperecogene e/o coaguli sanguigni accumulati in corrispondenza della sede dell’ulcera. Dal momento che altre modificazioni della parete gastrica possono simulare i tumori, verranno illustrate parecchie condizioni non neoplastiche come l’edema/emorragia della parete gastrica e la gastrite granulomatosa, confrontandone le caratteristiche con quelle riscontrabili nelle condizioni neoplastiche. Passo successivo? L’aspirazione con ago sottile per via percutanea e sotto guida ecografica (ago da 22-20 G) o la biopsia microcore automatizzata (ago da biopsia tru-cut da 18 G) costituisce una valida e sicura alternativa alla biopsia endoscopica o chirurgica mirata alle lesioni gastriche e/o alla linfoadenopatia adiacente. Presso il nostro istituto, la procedura si esegue sotto sedazione o anestesia (propofolo). Per garantire la sicurezza dell’intervento è essenziale un’accurata valutazione di una finestra sicura (lontano dal lume) per il tragitto dell’ago.
ECOGRAFIA DEI TUMORI INTESTINALI Lo scopo principale di questa relazione è valutare il posto occupato attualmente dall’ecografia addominale nella valutazione dei tumori intestinali. La neoplasia gastroenterica è spesso associata a disturbi della motilità che determinano frequentemente un accumulo di fluidi nel lume che consente di ottimizzare la visualizzazione della lesione. Il segno ecografico primario del tumore intestinale è un marcato ispessimento parietale associato alla completa perdita della stratificazione. I riscontri ecografici più comuni nel linfoma intestinale sono l’ispessimento transparietale associato alla perdita diffusa della normale stratificazione della parete, diminuzione della ecogenicità parietale, calo della motilità localizzata e linfoadenopatia regionale. L’ispessimento della parete intestinale può variare ampiamente da 5
mm ad oltre 25 mm. La linfoadenopatia mesenterica è un riscontro comune nel linfoma intestinale ed in alcuni casi può essere responsabile della maggior parte degli effetti di massa nella zona intermedia dell’addome. Il linfoma ulcerato si può presentare sotto forma di una superficie mucosa irregolare o come un ampio difetto incentrato sulla porzione colpita del tratto gastroenterico. Nel gatto, è stato dimostrato che il linfoma alimentare colpisce il tratto intestinale senza distruggere completamente la stratificazione della parete. Nel cane e nel gatto sono stati documentati dei carcinomi intestinali, sebbene presso la nostra struttura queste neoplasie siano state riscontrate meno frequentemente nel gatto. I più comuni rilievi ecografici sono l’ispessimento transparietale con una perdita completa di stratificazione che è spesso associata a linfoadenopatia. Nella maggior parte di questi casi, prossimamente all’ispessimento/massa intestinale vi sono segni di accumulo di fluidi associati ad un ileo localizzato. Il carcinoma intestinale condivide alcune delle caratteristiche ecografiche osservate nel linfoma intestinale, ma la lunghezza della lesione tende ad essere minore nel primo piuttosto che nel secondo e l’ileo meccanico è più comune nel carcinoma che nel linfoma. Diverse caratteristiche ecografiche dei tumori della muscolatura liscia intestinale o GIST sono utili per differenziarli da altri tipi di neoplasia gastroenterica. I leiomiosarcomi sono spesso grandi (oltre 3 cm) lesioni intraparietali che si accrescono al di fuori della sierosa sotto forma di voluminose masse eccentriche/extraluminali. Poco comunemente, invadono il lume o si proiettano al suo interno. A causa della loro co-
Linfoma del piccolo intestino in un gatto femmina di 6 anni. La parete dell’intestino è uniformemente ispessita ed ipoecogena, non è visibile la normale stratificazione. Il lume è moderatamente dilatato con contenuto misto liquido e gassoso.
Linfonodo mesenterico dello stesso gatto, che si presenta ingrossato, con perdita della normale forma e disomogeneo.
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28 Focus Diagnostica per Immagini mune distribuzione exofitica e delle loro grandi dimensioni, è difficile valutare l’origine anatomica della massa ed ancor più determinare con precisione il piano di origine tumorale. Durante la valutazione in tempo reale, è importante identificare all’interno della massa ogni eventuale presenza di gas e/o la piccola quantità di fluidi localizzata nel lume distorto. I grandi leiomiosarcomi tendono ad essere eterogenei, con un quadro ecogeno misto. La presenza di aree anecogene ed ipoecogene all’interno della massa può essere correlata alle zone di necrosi e degenerazione centrale che si riscontrano frequentemente in queste grandi lesioni. Sono stati segnalati altri tumori, come l’istiocitoma/sarcoma istiocitario, il mastocitoma e l’emangiosarcoma. Le lesioni tendono a presentarsi come masse scarsamente ecogene o ispessimenti focali con perdita della stratificazione. Non esiste alcuna specifica caratteristica ecografica utile per differenziare fra loro queste diverse neoplasie.
DIFFERENZIARE I TUMORI INTESTINALI DA ALTRI DISORDINI L’enterite può determinare aspetti ecografici differenti a seconda della localizzazione, della durata e della gravità della condizione infiammatoria. Le comuni alterazioni flogistiche come l’enterite linfoplasmocitaria possono essere individuate sulla base di un ispessimento lieve o moderato di uno o parecchi segmenti intestinali. La stratificazione della parete è spesso visibile, ma può essere alterata in vari modi. La mucosa prominente mostra un aumento non uniforme dell’ecogenicità e la demarcazione fra la mucosa e la sottomucosa può essere indistinta. La sottomucosa può apparire ispessita e non uniforme. In alcune condizioni, lo strato muscolare è moderatamente ispessito. Ciò può riflettere un’ipertrofia idiopatica dello strato della muscolatura liscia. Nelle malattie infiammatorie si incontra spesso un ingrossamento lieve o moderato dei linfonodi reattivi regionali. È stato segnalato che l’ispessimento medio della parete intestinale delle lesioni infiammatorie è di 0,7 ± 0,4 cm, mentre nei tumori intestinali questo valore è di 1,9 ± 1,3 cm. Nei casi gravi, si può avere la perdita della stratificazione della parete. L’enterite granulomatosa si può presentare sotto forma di un marcato ispessimento parietale con perdita della stratificazione. Passo successivo? L’aspirazione con ago sottile per via percutanea e sotto guida ecografica (ago da 22-20 G) o la biopsia microcore automatizzata (ago da biopsia tru-cut da 18 G) costituisce una valida e sicura alternativa alla biopsia endoscopica o chirurgica mirata alle lesioni gastriche e/o alla linfoadenopatia adiacente.
ECOGRAFIA DEI TUMORI PANCREATICI La neoplasia pancreatica è un riscontro poco comune in confronto alla pancreatite. I tumori endocrini del pancreas che originano dalle cellule di Langherans, dalle cellule alfa (tumori glucagone-secernenti = glucagonomi), dalle cellule beta (tumori insulino-secernenti = insulinomi) o dalle cellule delta (gastrinomi) sono poco comuni. All’interno di questo gruppo gli insulinomi sono quelli più frequentemente riscontrati nel cane. La maggior parte dei tumori endocrini è di natura maligna e si estende ai linfonodi regionali ed al fegato. I tumori del pancreas esocrino (provenienti dalle cellule acinose o carcinoma dell’epitelio dei dotti) sono rari. Tendono a svilupparsi nella porzione centrale della ghiandola. Quando si accrescono possono comprimere il dotto biliare
Adenocarcinoma pancreatico in un cane maschio di 8 anni. Il pancreas è notevolmente aumentato di volume, con ecogenicità mista prevalentemente ipoecogena associata a piccole aree iperecogene di mineralizzazione. Il peritoneo che circonda il pancreas presenta un’aumentata ecogenicità. comune, invadere i segmenti gastrici e duodenali adiacenti e, frequentemente, dare origine a metastasi epatiche.
RADIOGRAFIE In un piccolo numero di casi, nelle radiografie senza mezzo di contrasto della regione del pancreas è possibile individuare segni radiografici come diminuzione localizzata del dettaglio delle sierose, effetto di massa, dislocazione laterale del duodeno discendente o deviazione caudale del colon trasverso. Questi riscontri sono incostanti e si osservano soltanto in presenza di significative alterazioni delle dimensioni di quest’organo.
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dimensioni delle lesioni pancreatiche variavano da 0,6 a 4,5 cm, con l’80% dei cani colpiti da formazioni di misura pari o inferiore a 2,5 cm. Il 91% delle lesioni pancreatiche era ipoecogeno. I noduli epatici e la linfoadenopatia regionale sono spesso indicativi di una diffusione metastatica. Dal momento che la maggior parte degli insulinomi, secondo quanto descritto in letteratura, è isolata, la presenza di masse o noduli multipli può suggerire quella di metastasi linfatiche. Per aiutare il chirurgo ad identificare i piccoli noduli all’interno del parenchima pancreatico o per differenziare l’iperplasia nodulare dal tumore, è possibile eseguire un esame ecografico intraoperatorio. Al momento attuale, questa tecnica non viene utilizzata di routine in medicina veterinaria. Nei tumori del pancreas esocrino, i segni clinici possono essere rappresentati da perdita di peso, vomito, distensione addominale (ascite) ed ittero. Nella nostra esperienza clinica, gli adenocarcinomi si presentano sia sotto forma di numerosi noduli ipoecogeni che come una grande massa invasiva ed eventualmente mineralizzata. La presenza di noduli pancreatici non può essere differenziata con certezza dalla linfoadenopatia regionale, che si riscontra comunemente nei carcinomi dell’organo. Per la diagnosi finale possono essere utili l’aspirazione con ago sottile o la biopsia. Nel pancreas del cane e del gatto sono stati occasionalmente riscontrati altri tumori: cistoadenoma, carcinoma metastatico e linfoma. Tuttavia, le informazioni disponibili sull’aspetto ecografico di queste lesioni rare sono scarse.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE ECOGRAFIA L’ecografia addominale è di gran lunga più affidabile delle radiografie per identificare e valutare le malattie del pancreas. L’esame ecografico nel caso di sospetti insulinomi viene effettuato nel tentativo di identificare il nodulo pancreatico e la presenza o meno di forme metastatiche. L’identificazione ecografica di noduli tumorali isolati o multipli nel pancreas può essere difficile. Oltre ai problemi intrinseci riscontrati nella diagnostica per immagini di quest’organo, i piccoli noduli pancreatici possono essere al di là dei limiti di risoluzione del sistema di diagnostica utilizzato. Per identificare i piccoli insulinomi è necessario impiegare un trasduttore ad alta frequenza (7,5-10 MHz). In uno studio retrospettivo su 42 cani con insulinomi condotti presso il nostro istituto, è stata identificata una lesione pancreatica nel 79% dei casi. Il 44% delle lesioni è stato individuato nel lobo destro del pancreas, il 26% nel lobo sinistro, il 12% nel corpo ed il resto come forme multifocali con differenti localizzazioni. Nel 76% dei cani è stato visualizzato un nodulo isolato o una massa, noduli multipli sono stati osservati nel 12% ed un’area maldefinita di ecogenicità anormale è stata descritta nel 9% dei casi. Le
Nella pancreatite, il pancreas è spesso ingrossato e diffusamente ipoecogeno mentre il grasso circostante si presenta più brillante (saponificazione). La testa dell’organo viene identificata più comunemente nei pazienti colpiti. In associazione con la pancreatite è anche possibile osservare un ispessimento della parete gastrica/duodenale ed un versamento peritoneale regionale. Occasionalmente, la pancreatite è focale e può essere associata a lesioni cavitarie quali pseudocisti o ascessi. Al contrario, un tumore pancreatico focale può essere mascherato da una concomitante pancreatite. In questi casi, è impossibile differenziare l’infiammazione/infezione del pancreas dalla neoplasia Occasionalmente, nella pancreatite cronica si possono riscontrare focolai iperecogeni mineralizzati e distribuiti a chiazze associati ad ombreggiature e focolai ipoecogeni. L’iperplasia nodulare si può presentare sotto forma di noduli singoli o multipli di dimensioni variabili, che simulano tumori primitivi o metastatici.
PROCEDURA DI INTERVENTO Un’aspirazione con ago sottile e una biopsia tissutale a core possono contribuire alla diagnosi di tumori pancreatici e delle alterazioni ad essi associate (metastasi epatiche o linfoadenopatia regionale).
ECOGRAFIA DEI TUMORI EPATICI
Insulinoma in un cane meticcio femmina di 10 anni. La lesione si presenta come un nodulo ipoecogeno rotondeggiante di circa 1 cm, localizzato dorsalmente al duodeno e circondato da tessuto pancreatico normale
La radiografia e l’ecografia sono ancora le più comuni modalità di diagnostica per immagini utilizzate per valutare le alterazioni morfologiche del fegato. Gli esami radiografici senza mezzo di contrasto possono fornire utili informazioni sulle dimensioni, la forma, la posizione e la radiopacità epatiche. In condizioni normali, l’organo è contenuto all’interno dell’arco costale. Radiograficamente si può osservare epatomegalia
Carcinoma epatocellulare in un cane femmina di 10 anni. Il lobo epatico è occupato da una lesione costituita da noduli iperecogeni di cui uno presenta contenuto cavitario. generalizzata o grandi masse focali. È anche possibile individuare un sedimento mineralizzato all’interno della cistifellea, calcoli colecistici o masse mineralizzate. L’ecografia è spesso il mezzo diagnostico d’elezione per valutare il parenchima epatico, il tratto biliare e la vascolarizzazione del fegato, nonché gli organi circostanti. Le dimensioni dell’organo vengono giudicate in modo soggettivo basandosi sulla sua posizione rispetto alla localizzazione ed all’orientamento della sonda. Le modificazioni epatiche diffuse sono più difficili da individuare rispetto alle lesioni focali. Tuttavia, alla luce di un’anamnesi clinica pertinente e dei risultati degli esami ematochimici, queste sottili variazioni devono essere accuratamente valutate e può essere giustificato il ricorso all’aspirazione/biopsia. I tumori epatici primari (adenomi/carcinomi epatocellulari, adenomi/carcinomi colangiocellulari ed altri), le neoplasie metastatiche (carcinomi o sarcomi) possono invadere il fegato in modo diffuso o focale (masse/noduli singoli o multipli). Le caratteristiche tissutali dei processi neoplastici primitivi e metastatici, come la densità tissutale, la trama vascolare, la necrosi, la liquefazione e la calcificazione, determinano la comparsa di quadri ecografici variabili. Non esiste alcuna caratteristica ecografica specifica per i singoli tipi tumorali; tuttavia, sono stati descritti alcuni quadri. Ad esempio, i linfomi tendono ad essere diffusamente o localmente ipoecogeni e la concomitante presenza di linfoadenopatia regionale può far nascere il sospetto della loro presenza. Il riscontro di una massa isolata e principalmente iperecogena nel fegato (cane) è indicativa di un carcinoma epatocellulare. Le masse focali o multifocali iperecogene o miste sono solitamente costituite da carcinomi, mentre lesioni ipoecogene focali o multifocali non sono correlate ad alcun tipo cellulare di tumore. L’ìperplasia nodulare benigna è comune in particolare nel cane e spiega molte lesioni epatiche focali identificate ecograficamente. Benché possano variare per ecogenicità e dimensioni, questi noduli rigenerativi tendono a presentarsi come formazioni ipoecogene che misurano meno di 5-15 mm di larghezza. Come per la maggior parte delle lesioni focali di altro tipo, i loro margini possono essere ben circoscritti oppure scarsamente definiti. Gli adenomi epatici benigni o epatomi possono apparire come una massa focale di dimensioni variabili, solitamente quasi isoecogeni, oppure leggermente iperecogeni, rispetto al normale parenchima epatico. Le lesioni ipoecogene focali con un centro iperecogeno, anche dette “lesioni a bersaglio”, sono più comunemente associate a metastasi, benché anche i processi benigni, come l’iperplasia nodulare, possano causare la comparsa di un quadro simile. È stato riferito che il riscontro di almeno una lesione bersaglio nel fegato o nella milza aveva un valore predittivo positivo per la malignità pari al 74% nei piccoli animali. Le neoplasie istiocitarie ed il linfoma possono presentare analoghe caratteristiche di diagno-
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Nodulo di iperplasia rigenerativa nel fegato di un cane maschio di 14 anni. Il margine epatico è arrotondato e si osserva una lesione rotondeggiante ipoecogena ben delimitata.
stica per immagini. Benché i riscontri possano variare, in particolare nel caso del linfoma, in questi processi si trovano comunemente masse o noduli multifocali, ipoecogeni o di ecogenicità mista. In presenza di queste neoplasie che originano da cellule rotonde è anche comune una significativa linfoadenopatia epatica, che spesso contribuisce a rafforzare il sospetto di questi tumori. I cistoadeomi biliari sono tumori epatici benigni che si riscontrano più spesso nei gatti anziani. Si presentano sotto forma di lesioni cistiche (similacinose) focali e multifocali e dalla parete sottile. Nel gatto sono stati descritti alcuni carcinomi biliari con dotti biliari periferici tortuosi ed irregolarmente distesi.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE Nel coinvolgimento epatico diffuso, l’epatite e la colangioepatite possono somigliare ad una diffusione neoplastica come si osserva nei tumori a cellule rotonde. Nelle lesioni focali, le cisti complicate, gli ascessi, la necrosi epatica ed il granuloma possono simulare l’aspetto dei tumori focali. La valutazione dell’intero addome può contribuire a caratterizzare ulteriormente il processo patologico.
PROCEDURE INTERVENTISTICHE E DI ALTRO TIPO La diagnosi finale può venire formulata mediante aspirazione con ago sottile oppure biopsia a core della lesione, del parenchima adiacente e di altre modificazioni addominali. Per differenziare i tumori benigni da quelli maligni possono risultare utili le ecografie Doppler (spettrale, a codice di colore e Power mode); per valutare il ruolo di queste tecniche in medicina veterinaria saranno necessari ulteriori studi. È stato riferito che i mezzi di contrasto ecografici accentuano il contrasto tissutale dei tumori e possono anche contribuire a differenziare le forme benigne da quelle maligne.
ECOGRAFIA INTERVENTISTICA APPARATO DIGERENTE La guida ecografica può risultare utile per molte procedure interventistiche come l’aspirazione con ago sottile, le biopsie a core, il drenaggio di fluidi e ascessi, l’inserimento di un catetere, le centesi delicate e le iniezioni in situ di farmaci. Guidando con precisione l’ago all’interno della lesione e di conseguenza diminuendo il numero degli errori di localizzazione, è possibile prelevare dei campioni diagnostici in modo più efficiente e sicuro che con le tecniche alla cieca. Il numero delle complicazioni successive alla biopsia quali emorragie, pneumotorace, peritonite, ascessualizzazione del parenchima, perforazione della cistifellea o del tratto ga-
Diagnostica per Immagini Focus stroenterico diminuisce in modo significativo in confronto ai metodi di biopsia alla cieca. In medicina veterinaria, l’aspirazione con ago sottile e la biopsia tissutale a core di fegato, rene e prostata sono le più comuni procedure eseguite sotto guida ecografica. Tuttavia, molti altri organi addominali come il tratto gastroenterico, il pancreas, la vescica e i linfonodi possono anche essere raggiunti con questa metodica. L’apparecchiatura necessaria per eseguire queste operazioni varia a seconda del tipo di ecografo e della tecnica scelta. Si possono utilizzare due tipi principali di tecniche di aspirazione e biopsia sotto guida diretta: quella “a mano libera” e quella “con l’aiuto di una guida” che si serve di un apposito adattatore sul trasduttore. Nella tecnica a mano libera, operatore tiene il trasduttore in una mano e l’ago nell’altra. Con l’allenamento, si può arrivare a visualizzare in modo continuo l’ago all’interno del piano del fascio ecografico. La visualizzazione dell’ago è ottimale quando la posizione dello stesso è quasi perpendicolare al fascio ecografico. La tecnica a mano libera sta acquisendo popolarità, dal momento che presenta parecchi vantaggi come la versatilità dell’approccio, la compatibilità con qualsiasi sistema ed eventualmente la riduzione della lacerazione degli organi in confronto alla metodica che prevede l’aiuto di una guida. Per acquisire esperienza nelle procedure a mano libera, è possibile fare pratica mirando a piccoli oggetti all’interno di fantocci realizzati artigianalmente o di tipo commerciale. La tecnica con l’aiuto di una guida richiede l’uso di un apposito strumento da biopsia che è specifico per ogni tipo di trasduttore. La guida
consente all’operatore di prevedere il percorso dell’ago con precisione. L’accuratezza di questa tecnica spesso la rende più facile di quella a mano libera, ma rispetto a quest’ultima l’adattatore applicato sul trasduttore può limitare l’accessibilità alla sede interessata. Il paziente deve essere preparato in modo appropriato prima di qualsiasi procedura interventistica. Bisogna effettuare come di routine il digiuno, lo screening per la valutazione dei disordini dell’emostasi e l’inserimento di un catetere endovenoso. Il livello di sedazione varia in funzione delle condizioni del paziente e del tipo di procedura da eseguire. Nei casi in cui il bersaglio è vascolarizzato, piccolo o adiacente ad organi critici, spesso è necessaria l’anestesia completa. Per il prelievo di campioni dalle lesioni è possibile utilizzare un’ampia gamma di aghi differenti per tipo (spinale, di Westcott, Tru-cut) e dimensioni (da 14 a 22 G). L’uso di una pistola automatica da biopsia può significativamente migliorare la velocità, l’efficienza, e la sicurezza della procedura rispetto alla tecnica manuale. La pistola da biopsia è dotata di un sistema costituito da una molla e un grilletto che determinano il rilascio automatico del movimento dell’ago. Questo metodo automatico richiede soltanto un singolo operatore e consente di ottenere campioni tissutali soddisfacenti per la valutazione istopatologica. Oggi si trovano in commercio ad un costo ragionevole vari tipi di aghi da biopsia a molla monouso. Se l’ago da biopsia non può essere visualizzato nel piano di scansione, l’introduzione di aria all’interno del lume dell’ago ne accentua l’identificazione determinando la comparsa di forti echi a livello
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della punta; anche muovere il mandrino avanti e indietro può aumentare l’ecogenicità del fusto e della punta dell’ago. Inoltre, si può migliorare la visualizzazione ecografica dell’ago irruvidendone la superficie esterna. Durante la presentazione, verranno fornite le specifiche linee guida per le procedure interventistiche su fegato, pancreas e tratto gastroenterico. Indipendentemente dalla tecnica usata, si raccomanda di effettuare un esame ecografico post-biopsia per valutare l’eventuale comparsa di emorragie o ematomi. Il riscontro di una emorragia recente può variare a seconda della localizzazione e della ecogenicità del tessuto circostante. Ad esempio, il sanguinamento di una biopsia epatica in un animale con ascite si presenta sotto forma di numerosi getti turbolenti ecogeni che determinano lo spostamento del fluido peritoneale. Dopo parecchi minuti, i getti di solito diminuiscono di numero e intensità. Occasionalmente, è possibile osservare una raccolta sottocapsulare di fluidi/sangue coagulato ecogena o con un’ecogenicità che si riduce progressivamente. Le complicazioni successive alla biopsia sotto guida ecografica delle strutture addominali sono state prese in esame in uno studio condotto su 195 cani e 51 gatti. Il rischio di complicazioni gravi è stato considerato basso (1,2%). Ricerche condotte nell’uomo sono giunte a conclusioni simili. Oltre all’uso della guida ecografica per il prelievo di campioni per aspirazione o bioptici dalle strutture addominali, è possibile eseguire interventi terapeutici o palliativi come la somministrazione intralesionale di farmaci come gli antibiotici in situ o l’alcool. ■
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30 Focus Zoonosi
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La diffusione della leishmaniosi canina nel nord Italia per LV sono le coste Tirreniche, le regioni meridionali della penisola e le isole, dove l’insetto Phlebotomus perniciosus funge da principale vettore e la sieroprevalenza nei cani può superare il 40%. La LV ha avuto un andamento sporadico con meno di 40 casi/anno durante gli anni ’80. A partire dall’inizio degli anni ’90 si è avuto un costante aumento dell’incidenza con nuovi casi in tutto il paese fino a raggiungere più di 200 casi/anno negli anni 2000. Oltre alla comparsa di frequenti co-infezioni di LV in pazienti affetti da HIV, evidenze scientifiche dinostrano che attualmente la parassitosi si sta espandendo in territori precedentemente non endemici dell’Italia continentale. l clima, l’ambiente, l’uomo e la diffusione della leishmaniosi canina nelle regioni continentali del nord Italia è stato il tema principale della relazione che il Dottor Michele Maroli (nella foto), Istituto Superiore di Sanità, ha tenuto il 5 maggio all’Università di Teramo in occasione della giornata di studio sulla leishmaniosi canina. La leishmaniosi viscerale umana (LV) causata da Leishmania infantum è endemica in tutti i paesi del bacino del Mediterraneo. I parassiti sono trasmessi all’uomo attraverso la puntura dei flebotomi e i cani infetti da L. infantum costituiscono il principale serbatoio domestico. L’endemia della LV è associata alla distribuzione ed abbondanza dei vettori, rappresentati da diverse specie di Ditteri ematofagi del sottogenere Phlebotomus (Larroussius).
I
Il cane è altamente suscettibile al parassita, manifestando, nell’oltre il 50% dei casi, una grave sindrome viscero-cutanea nota come leishmaniosi canina (LCan). Indagini sierologiche e molecolari hanno rivelato che i tassi di prevalenza della LCan nei focolai del Mediterraneo sono più alti di quanto non si pensasse in precedenza. In Italia, le zone classicamente endemiche
Per la loro elevata suscettibilità a L. infantum i cani infetti rappresentano gli ospiti sentinella per la diffusione della LV in un dato territorio. Da una rassegna pubblicata a metà degli anni ‘80 risulta che tutte le regioni continentali dell’Italia settentrionale, tranne alcuni territori dell’Emilia Romagna, erano apparentemente non endemiche per LCan non essendovi stato alcun caso autoctono. Negli ultimi anni l’incidenza nazionale di LCan è in costante aumento con nuovi focolai nelle aree tradizionalmente endemiche e con la comparsa di focolai per la prima volta anche in regioni settentrionali precedentemente considerate non endemiche per questa zoonosi. Per monitorare questa emergenza, nel 2003 è stato creato un network, “LeishMap”, di Facoltà di Medicina Veterinaria coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, con lo scopo di un’attiva sorveglianza nelle regioni continentali dell’Italia settentrionale. L’area interessata corrisponde a circa 1/3 del territorio nazionale con 25 milioni di abitanti. La sorveglianza comprendeva: 1) un’analisi dei casi LV registrati nel periodo 1990-2005; 2) un’analisi retrospettiva dei casi di LCan pubblicati in letteratura e della presenza di flebotomi fino al 2002; 3) un monitoraggio sierologico nei cani delle aree dove erano stati confermati casi di LCan autoctoni (20032005); 4) una indagine entomologica dei flebotomi vettori durante la stagione calda
2003-2004. Nel periodo in esame, si sono verificati quattro casi di LV in pazienti che non si erano mai spostati dall’area sotto studio. A partire dal 1990 sono stati identificati retrospettivamente sette focolai di LCan, mentre lo studio sierologico attivo ha rivelato 47 casi clinici positivi e 106 sieropositivi autoctoni tra i 5.442 cani saggiati (2,1%) provenienti da 16 focolai di 6 regioni. I parassiti isolati sono stati tipizzati come Leishmania infantum MON-1. La ricerca entomologica ha messo in evidenza la presenza di ben quattro diverse specie del sottogenere Phlebotomus (Larroussius). Dal confronto con i dati storici appare evidente come due vettori di leishmaniosi, P. perniciosus e P. neglectus, verosimilmente a causa dei cambiamenti climatici ed ambientali, hanno ampliato densità ed areali geografici nelle aree del nord Italia. I risultati del poderoso studio epidemiologico sono stati pubblicati di recente sul secondo numero 2008 della rivista Tropical Medicine & International Health1. Appare quindi evidente come le regioni continentali dell’Italia settentrionale siano diventate oramai focolai endemici di LCan e che esiste un moderato rischio per l’uomo di contrarre la LV, anche se in queste aree l’intensità di trasmissione sembra essere minore di quella dei territori tradizionalmente endemici del Mediterraneo. La valutazione del rischio di diffusione della leishmaniosi in regioni continentali del Nord Europa, quale emergenza associata a fattori climatici e ambientali ivi compreso il comportamento dell’uomo, è uno degli obiettivi del Progetto integrato EDEN (Emerging Diseases in a changing European eNvironment) che la Comunità Europea ha lanciato nel 2005. Sempre il 2005 ha visto la nascita del Gruppo di Studio sulla Leishmaniosi Canina (G.S.L.C.) con la finalità di ottenere un razionale ed omogeneo approccio al paziente leishmaniotico. L’attività del gruppo è rivolta ad ottimizzare, nell’ambito della patologia indotta da L. infantum nel cane, gli aspetti relativi alla diagnostica, terapia, gestione in assenza di crisi leishmaniotica e prevenzione. Il gruppo, presieduto dal Dott. Andrea Zatelli, è composto da 12 membri con specifiche competenze sulla patologia clinica, farmacoterapia, medicina interna, nefrologia, dermatologia, oftalmologia, ematologia, epidemiologia, istopatologia, immunologia clinica e parassitologia. Le Linee Guida sull’approccio diagnostico ai cani affetti da leishmaniosi redatte dal GSLC sono state presentate al 58° Congresso Nazionale SCIVAC 2007 e successivamente pubblicate sulla rivista Veterinaria2. Per il prossimo futuro il GSLC ha “in cantiere” la preparazione della terza parte delle Linee Guide relative al controllo preventivo della leishmaniosi nel cane. La prevenzione dall’attacco dei flebotomi vettori, di solito non considerata nell’iter gestionale del paziente leishmaniotico, dovrebbe essere inclusa nel protocollo terapeutico quale una raccomandazione prioritaria da parte del medico veterinario ai padroni di cani affetti da leishmaniosi. È noto infatti che, sebbene altre specie selvatiche di animali possano essere coinvolte nel mantenimento della leishmaniosi zoonotica dovuta a L. infantum, il cane domestico rimane il principale serbatoio di questo parassita in tutto il mondo assumendo pertanto un ruolo epidemiologico
La seconda parte delle Linee Guide sull’approccio terapeutico sarà presentata a Rimini nell’ambito del 59° Congresso Nazionale SCIVAC, in programma per Venerdì 30 Maggio, ore 15:20, Sala 1.
fondamentale ed unico. Attualmente il cane è al centro di molte ricerche sul controllo della leishmaniosi viscerale zoonotica, ed in particolare sulla possibilità di disporre quanto prima di un vaccino efficace. In attesa del vaccino, la prevenzione dalla puntura dell’insetto vettore è l’unica misura di profilassi per proteggere i cani dalla leishmaniosi e per ridurre il rischio d’infezione anche nell’uomo. Vi sono stati vari studi su principi attivi da utilizzare direttamente sul cane come misure efficaci per controllare la malattia in aree endemiche. I biocidi ad uso veterinario con efficacia provata sui vettori di leishmaniosi sono limitati ai piretroidi sintetici. Fra questi la deltametrina e la permetrina, il primo formulato in una banda protettiva ed il secondo in spot on per applicazione topica, sono stati lungamente sperimentati ed hanno ricevuto il “marketing approval” nell’ambito dei paesi della Comunità Europea. Il protocollo gestionale di prevenzione in preparazione da parte del GSLC, prevede, in accordo anche con quanto raccomandato nelle Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità3, che tutti gli animali risultati infetti e/o malati e quindi potenzialmente infettanti per il flebotomo vettore, devono essere sottoposti a misure di protezione contro la puntura dei vettori durante la stagione dei flebotomi. Tali misure devono essere intese a prevenire la re-infezione del soggetto malato e/o ad ottenere il controllo della leishmaniosi canina mediante la prevenzione di massa. ■
1
Maroli M, Rossi L, Baldelli R, Capelli G, Ferroglio E, Genchi C, Gramiccia M, Mortarino M, Pietrobelli M, Gradoni L (2008). The northward spread of leishmaniasis in Italy: evidence from retrospective and ongoing studies on the canine reservoir and phlebotomine vectors. Trop Med Int Health 13(2): 256-264.
2
Castagnaro M, Crotti A, Fondati A, Gradoni L, Lubas G, Maroli M, Oliva G, Paltrinieri S, Solano-Gallego L, Roura X, Zatelli A, Zini E (2007). Leishmaniosi canina: linee guida su diagnosi, stadiazione, terapia, monitoraggio e prevenzione. Parte I: Approccio diagnostico e classificazione del paziente leishmaniotico e gestione del paziente proteinurico. Veterinaria, 21 (3): 19-32. 3
Gradoni L, Gramiccia M, Khoury C, Maroli M (2004). Linee guida per il controllo del serbatoio canino della leishmaniosi viscerale zoonotica in Italia. Rapporti ISTISAN, 04/12: 1-20.
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Attualità scientifica Vet Journal
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Risposta immunofisiologica del cavallo a due diversi sistemi di trasporto Una pausa di dodici ore consente il ripristino delle popolazioni linfocitarie di MARIA GRAZIA MONZEGLIO no studio ha valutato la risposta immunofisiologica del cavallo a diverse modalità di trasporto su strada. Trentotto cavalli maturi venivano equamente assegnati a uno di due gruppi per valutare i seguenti due trattamenti: 1) trasporto continuo su strada per 24 ore (24T) e 2) due fasi di trasporto della durata di 12 ore, separate da 12 ore di sosta con scarico degli animali, riposo e alimentazione (12/12T). Un sottogruppo di sei cavalli di ciascun gruppo serviva come controllo per l'altro gruppo. I cavalli erano caricati su un trailer commerciale e fatti viaggiare liberi in uno dei due scomparti di dimensioni standard. Dopo il viaggio, i cavalli venivano ricoverati nei loro paddock
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DISCOPATIA LOMBOSACRALE IN SEI GATTI no studio ha analizzato gli aspetti clinici di sei gatti affetti da discopatia intervertebrale lombosacrale. I segni clinici includevano riluttanza al salto, portamento basso della coda, minzione e defecazione al di fuori della lettiera, riluttanza al movimento, paresi degli arti pelvici, incontinenza urinaria e costipazione. Tutti i gatti mostravano iperpatia lombosacrale alla palpazione. La tomografia computerizzata rivelava in quattro gatti una compressione midollare extradurale nello spazio intervertebrale L7-S1. La compressione veniva confermata mediante mielografia in tre dei quattro soggetti, mentre nel quarto gatto la conferma avveniva al momento della laminectomia decompressiva. Tutti i pazienti venivano sottoposti a laminectomia dorsale decompressiva nello spazio L7-S1. Il follow-up clinico post operatorio aveva durata di 3-35 mesi e la maggior parte dei gatti mostrava un esito eccellente. (M.G.M.)
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Vet Journal è un periodico di informazione scientifica di proprietà di E.V. srl iscritto nel Pubblico Registro della Stampa periodica presso il Tribunale di Cremona al n. 396 dal 18.12.2003. È diretto dal dottor Enrico Febbo e dalla dottoressa Maria Grazia Monzeglio. Fornisce un flusso informativo continuo sugli eventi della medicina veterinaria e sul mondo delle bioscienze, con tre edizioni alla settimana. Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo www.vetjournal.it/
per un periodo di riposo di 24 ore. Prima del carico, dopo il carico e dopo il periodo di riposo di 24 ore si effettuava un prelievo di sangue venoso. Il trasporto aumentava significativamente la concentrazione di cortisolo, il numero dei neutrofili e il rapporto neutrofili:linfociti (NL), e riduceva il numero di tutte le sottopopolazio-
ni linfocitarie. Nell’insieme, non si osservavano differenze significative tra i due gruppi nella concentrazione di cortisolo, conta leucocitaria totale, numero di neutrofili e linfociti, rapporto NL e sottopopolazioni linfocitarie CD8A+ e CD21+. Tuttavia vi erano differenze nell'entità delle sottopopolazioni linfocitarie CD3+, CD4+ e CD8B+. L'introduzione di una pausa di riposo di 12 ore interrompeva il declino delle sottopopolazioni linfocitarie correlato al trasporto e ne consentiva il ritorno ai normali ■
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32 Vet Journal Attualità scientifica
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VETERINARIA 19 | 2008
Malattie trasmesse da vettori: repellere ciò che non si può controllare Il punto della situazione europea e nel mondo al terzo CVBD Symposium ’uso dei repellenti rimane la migliore misura di profilassi per i cani contro la crescente minaccia di malattie trasmesse da parassiti. Questa affermazione del Dr. JeanPierre Dedet dell’Università di Montpellier, Francia, riassume la posizione di 36 esperti in scienze naturali, veterinaria e medicina umana di Europa, Nord America, e Asia riunitisi per il terzo Simposio Internazionale CVBD (Canine Vector Borne Diseases, malattie del cane trasmesse da vettori) che si è svolto a Wiesbaden, Germania. I membri del CVBD World Forum hanno passato due giorni discutendo gli ultimi dati scientifici e i possibili sviluppi futuri. Il termine CVBD si riferisce alle malattie infettive del cane trasmesse da vettori. Molte di queste malattie possono trasmettersi anche alle persone. Oltre ai flebotomi e alle zanzare, le zecche si sono dimostrate i parassiti più pericolosi. I cambiamenti climatici, così come la maggiore mobilità delle persone e dei loro animali d’affezione, hanno contribuito all’aumento della loro diffusione geografica. La leishmaniosi canina è stata l’argomento predominante del Simposio CVBD di quest’anno, essendo attualmente una malattia zoonosica primaria, endemica in più di 70 Paesi nel mondo (recentemente rilevata anche negli USA). Sulla base di studi di sieroprevalenza effettuati in Italia, Spagna, Francia e Portogallo, circa 2,5 milioni di cani in questi paesi hanno contratto l’infezione. Ciò nonostante molti di questi cani non manifestano sintomi clinici. Il Dr. Gad Baneth della Hebrew University di Rehovot, Israele, afferma: “Questo fa della leishmaniosi una sfida per i medici veterinari, patologi clinici e sanità pubblica dei paesi in cui la malattia è endemica ma anche per quelle regioni in cui l’arrivo dell’infezione rappresenterebbe un grande rischio”. La leishmaniosi canina, presente nei Paesi più caldi come quelli dell’area mediterranea, in futuro può diventare endemica anche in Germania? Il Dr. Torsten Naucke dell’organizzazione tedesca “Parasitus Ex”, Niederkassel ha riferito di 11 casi di leishmaniosi (umana/ canina/ felina/ equina) riscontrati in Germania dal 1991. I flebotomi della specie Phlebotomus mascittii sono stati identificati quali vettori potenziali. Nell’estate 2007, le segnalazioni più settentrionali sono state accertate lungo il fiume Moselle, vicino a Cochem. Nel Febbraio 2008 è stata riscontrata per la prima volta in Europa la presenza durante l’inverno degli adulti di P. mascittii in Corsica. Per il Dr. Naucke questi sono due indicatori di una crescente diffusione di parassiti veicolanti malattie trasmissibili e di una loro prolungata attività stagionale dovuta ai cambiamenti climatici. In un programma di sorveglianza nazionale (1977, 2004), basato sulle informazioni raccolte dalle cliniche veterinarie il Dr. Patrick Bourdeau della Ecole Nationale Vétérinaire de Nantes, Francia, ha visto un’espansione della leishmaniosi anche nel suo Paese. Nel 2004 nuove zone (dipartimenti) vennero trovate infette, specialmente nel sud-ovest del Paese. Il numero di dipartimenti enzootici in cui le cliniche avevano accertato più di 50 casi per anno è aumentato, passando dalle 6 del 1986 alle 12 del 2004. Negli ultimi studi, il Dr. Bourdeau conclude che in Francia la prevalenza nazionale complessiva della leishmaniosi canina è cresciuta da 1,3 a
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9,6 casi per mille. Nel Nord Est dell’Italia, la Dr.ssa Gioia Capelli dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Legnaro, ha provato a colmare il vuoto di informazioni sulle zecche e le malattie da queste trasmesse raccogliendo e analizzando esemplari della specie Ixodes ricinus, vettori tra l’altro della malattia di Lyme (borreliosi), dell’encefalite da zecche e dell’anaplasmosi. Il suo obiettivo principale è stato quello di accertare, prevedere e prevenire il rischio di infezione nell’uomo. I risultati preliminari mostrano un’ampia varietà e densità nella popolazione di zecche e tassi di infezione che sottolineano la necessità di stimare il rischio di malattie trasmesse da zecche su base locale. La Dottoressa Barbara Kohn della Free University di Berlino, vede nell’anaplasmosi una nuova malattia emergente per gli animali poiché la popolazione del suo vettore sembra essere in costante crescita. In Europa, la sieroprevalenza di Anaplasma phagocytophilum nei cani è in una fascia compresa tra il 7,5% (Svizzera; la ex Ehrlichia phagocytophila) e il 22% (Svezia; Ehrlichia granulocitica ssp), fino al 43-50% (in Germania; a seconda della regione) e al 56,5% (in Austria). Per quanto riguarda i segni clinici, i più frequentemente riscontrati sono stati febbre, letargia o depressione e anoressia, riscontrati nel 75% dei cani. Durante il terzo Simposio Internazionale CVBD, sono stati trattati molti altri aspetti importanti riguardanti i patogeni e i vettori di malattie infettive per il cane e per l’uomo. Per il Dr. Norbert Mencke Direttore del Global Veterinary Services di Bayer HealthCare, Animal Health Division “è stato affascinante constatare quanto la medicina veterinaria e quella umana si muovano insieme quando si parla di malattie del cane trasmesse da vettori. Il ruolo dei cani come serbatoio per alcune malattie umane e come potenziali sentinelle per altre non è ancora del tutto chiaro, ma è certamente degno di essere studiato. Quando si arriva alla diagnostica o alla epidemiologia, si possono creare sinergie interessanti”. Il CVBD World Forum è un gruppo di lavoro indipendente, composto da preminenti esperti in scienze naturali, veterinaria e medicina umana provenienti da Europa, USA, Australia e Asia. Il gruppo è stato fondato durante il 1º Simposio Internazionale sulle CVBD, tenuto in aprile 2006 a Billesley, in Gran Bretagna, come conseguenza della crescente minaccia globale costituita dalle malattie canine trasmesse da vettori (CVBD). Il principale obiettivo del CVBD World Forum è lo scambio di conoscenze e scoperte sull’interazione ectoparassita-patogeno-ospite, nonché sulla distribuzione dei patogeni e dei vettori, al fine di aumentare la consapevolezza dei rischi regionali specifici delle CVBD e di promuovere il ricorso a misure preventive. Questo lavoro è supportato dalla Divisione Sanità Animale di Bayer HealthCare. Per ulteriori informazioni www.cvbd.org. (M.G.M.) ■
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Medicina Veterinaria di base Anmvi Regione
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Randagismo, ANMVI Veneto scrive alla Federazione Regionale Proposto il progetto LeaVet come soluzione al fenomeno del randagismo Leavet come soluzione applicativa alla Dgr n. 484 del 4 marzo 2008 “Proposte integrative nella lotta al randagismo”. A proporlo è ANMVI Veneto che con una nota inviata alla Federazione Regionale Veneta degli Ordini dei Veterinari e ai Presidenti degli ordini provinciali della Regione ha sottoposto all’attenzione dei colleghi, il Progetto ANMVI sui Leavet come proposta applicativa per la lotta al randagismo e all’abbandono canino per migliorare la realtà esistente sul territorio regionale. Per ANMVI Veneto l'opportunità di una valutazione da parte della Federazione Regionale e dei Presidenti di Ordine provinciali del Progetto LEAVET sarebbe “preziosa ai fini di testare Provincia per Provincia l'applicabilità effettiva sul territorio, raccogliendo in seno agli Organi Istituzionali rappresentativi di tutte le componenti della Professione Veterinaria, i pareri e le critiche nell'ambito specifico della professione, ben prima di instaurare il dialogo con le Associazioni Animaliste e gli Assessori competenti”. “In un momento nel quale il risparmio delle pubbliche risorse nelle amministrazioni comunali limita fortemente ulteriori impegni economici per la lotta all'abbandono - randagismo canino si legge nella nota a firma del Presidente Antonio Castellucci - la soluzione rappresentata dalle convenzioni con le strutture ambulatoriali private, ai fini di quanto previsto dalla L.281/91, dalla L.R. 60/93 e nell'ottica del più recente Dgr. n. 484 del 4 marzo 2008 dell'Assessore alla Sanità Martini, consentirebbe di fruire di strutture ambulatoriali auto-
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A.N.M.V.I. ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
CONGRESSO NAZIONALE ANMVI
Sabato 18 e domenica 19 ottobre 2008 Cremona, Palazzo Trecchi
Scrivi le date in agenda!
rizzate ai sensi del DPR 447/98, DPR 440/00, distribuite capillarmente sul territorio Regionale, fornite debitamente delle attrezzature e delle competenze specifiche necessarie per erogare prestazioni clinico - chirurgiche ottimali”. “Questo - continua la nota nell'ottica di una gestione competente e ri-
spettosa del Codice Deontologico e delle linee guida delle Buone Pratiche Veterinarie approvate dalla FNOVI, strumenti altamente qualificanti ed imprescindibili tanto per gli animali da compagnia di proprietà quanto per gli animali vaganti e/o senza proprietario che spesso, proprio per i limiti economici delle risorse a disposizione, devono necessariamente fruire di prestazioni medico - chirurgiche limitate ed ovviamente limitanti il benessere degli animali stessi”. Il progetto Leavet
frutto del lavoro della componente pubblica della nostra Associazione, è stato creato nello spirito di migliorare la prevenzione sanitaria in ambito pubblico, finalizzato a due obiettivi: la prevenzione sanitaria delle zoonosi (trasmissione delle malattie animale-uomo) e l’utilizzo razionale delle pur scarse risorse istituzionali, agendo sul contenimento del fenomeno “randagismo” e, conseguentemente, sul risparmio in strutture di rifugio e ricovero per gli animali senza padrone. ■
34 Info Regioni Aviaria e brucellosi
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VETERINARIA 19 | 2008
Aviaria, dal Veneto proposte al Ministero della Salute Predisposto un progetto pilota per prevenire la diffusione dell’influenza aviaria a Regione del Veneto propone al Ministero delle Salute l'approvazione di un progetto pilota per l'utilizzo dei richiami vivi nella caccia agli uccelli acquatici e come sentinelle nel monitoraggio per prevenire la diffusione dell'influenza aviaria. È quanto deciso da un vertice - tenutosi a Venezia, negli uffici regionali - tra i responsabili degli uffici tecnici della Regione e dell' Istituto Zooprofilattico delle Venezie di Legnaro (PD), referente a livello nazionale ed internazionale per l'Influenza aviaria. Presente alla riunione l'Assessore regionale Elena Donazzan, oltre al deputato europeo Sergio Berlato (che sta seguendo la questione sia a livello nazionale che a livello europeo), Maria Cristina Caretta, presidente nazionale della Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane e componente della Task Force, appositamente costituita presso il Ministero della Salute, per affrontare le problematiche legate al pericolo di diffusione dell'influenza aviaria. All'ordine del giorno della riunione c'era la predisposizione di un progetto pilota da parte della Regione del Veneto, che sarà sottoposto nei prossimi giorni al Ministero della salute, per
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consentire l'applicazione in Italia della Decisione CEE 2006/574 in merito all'utilizzo dei richiami vivi appartenenti all'ordine degli anseriformi e dei caradriformi. Nel corso dell'incontro si è unanimemente concordato sulla necessità di predisporre una serie di iniziative per consentire l'utilizzo di questi richiami sia nell'attività venatoria ma soprattutto come sentinelle per favorire il monitoraggio sullo stato di salute dell'avifauna, consentendo alle autorità competenti di attivare immediati interventi al fine di prevenire il diffondersi dell'influenza aviaria. Nel progetto pilota sono previste delle rigide prescrizioni alle quali i possessori di questi richiami vivi si dovranno attenere per garantirne l'utilizzo nel rispetto della Decisione comunitaria. L'Assessore Donazzan, a nome della Giunta del Veneto, si renderà promotrice presso il Ministero delle Salute affinché la questione venga affrontata dalla Task Force appositamente costituita presso il Ministero e sia posta successivamente all'attenzione della Conferenza Stato - Regioni per l'approvazione del progetto pilota da applicarsi sull'intero territorio nazionale a partire dalla stagione venatoria 2008/2009. (Fonte: Regione Veneto) ■
Brucellosi, avviati gli abbattimenti in Campania Nelle prossime settimane al macello circa 250 bufale al giorno l calendario approntato dalla struttura commissariale guidata dall'assessore regionale all'agricoltura, Andrea Cozzolino, prevede che nelle prossime dieci settimane finiscano al macello più o meno 250 bufale al giorno. «Fatti salvi, ovviamente, gli imprevisti», come sottolinea il capo della task force operativa di Cozzolino, nonché direttore dell'Istituto zooprofilattico di Portici, Giuseppe Iovane. E in realtà, qualche «imprevisto» si è già verificato: perché dalle indagini promosse sulla diossina è emerso che gran parte delle aziende risultate contaminate erano le stesse nelle quali in precedenza era stata rinvenuta la presenza della brucella. Almeno per il momento, quindi, quegli abbattimenti resteranno in stand by, in attesa di trovare una soluzione idonea. Nel frattempo le organizzazioni di categoria avevano concordato con la struttura di Cozzolino anche gli ultimi dettagli relativi al ristoro economico, che sono stati inseriti con un decreto nel piano operativo. Le associazioni hanno non solo chiesto ed ottenuto certezza sui tempi (gli indennizzi dovranno arrivare al massimo entro 90 giorni), ma hanno anche rivendicato una modifica dei parametri di risarcimento: il valore dei capi, dovrà essere riferito alla tabella Ismea sui prezzi medi nazionali relativi al gennaio 2008 e non al dicembre 2007. Sei le sottoclassi comprese nel nuovo prezzario. Nella prima, i vitelli fino a tre mesi, per i quali è previsto un rimborso
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massimo di 500 euro, e quelli già svezzati, per i quali si potrà arrivare a 870 euro. Per una manza, invece, l'allevatore potrà essere risarcito con una somma variabile tra i 1050 ed i 1550 euro, per gli esemplari dai sei ai quindici mesi; di 1775, per quelle che hanno già oltrepassato la soglia dei quindici mesi ma non hanno mai partorito. Mentre per le giovenche gravide, la valutazione va da un minimo di 2200 ad un massimo di 2600 euro. Per quelle al primo parto l'indennizzo sarà di 2700 euro; per quelle che abbiano affrontato fino a tre parti il limite massimo scende a 2400 euro; oltre i cinque parti, a 2200. Risarcimenti anche per i torelli (fino a 2800 euro per quelli che abbiano superato un anno di vita) ed i tori (tetto massimo 3mila euro). Ma alle aziende verranno corrisposti contributi anche per il mancato reddito dovuto al blocco della produzione del latte, per gli obblighi di quarantena e per le difficoltà di ripopolamento. (Fonte: animalieanimali.it) (da Il Corriere del Mezzogiorno) ■
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VETERINARIA 19 | 2008
Randagismo e tutela animale Info Regioni
Lombardia, in vigore le norme per i canili I canili hanno sei mesi di tempo per presentare un progetto di adeguamento pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia di venerdì 9 maggio il Regolamento regionale 2/2008 di attuazione della legge regionale n. 16 del 20 luglio 2006 “Lotta al randagismo e tutela degli animali di affezione”. A partire dal 12 maggio sono entrate in vigore le nuove disposizioni per i canili. Sei mesi è il termine entro il quale i canili possono presentare domanda di rinnovo dell’autorizzazione al sindaco, corredata da un progetto di adeguamento. I lavori di adeguamento devono essere ultimati entro il termine massimo di due anni. Le strutture già autorizzate alla data di entrata in vigore del regolamento ed in possesso di tutti i requisiti previsti, devono richiedere al sindaco, senza alcun onere, il rinnovo dell’autorizzazione. Le strutture pubbliche e private adibite a ricovero di animali d’affezione non possono essere autorizzate al ricovero di più di duecento cani. Può essere concessa una deroga per le strutture realizzate secondo il criterio dei moduli di ricovero separati, previo parere favorevole, motivato e vincolante del dipartimento di prevenzione veterinario dell’ASL e unitamente alla valutazione della Consulta (art. 6 della l.r. 16/2006). Anche i Comuni dovranno rivedere le convenzioni siglate con i gestori delle strutture di ricovero che secondo il Regolamento dovranno essere distanti non più di 30 km dal comune appaltante. Per quanto riguarda le procedure di cattura dei cani vaganti l’ASL assicura, direttamente o tramite apposita convenzione, l’attività di accalappiamento dei cani vaganti organizzando-
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PIEMONTE, CAMPAGNA EDUCAZIONE SALUTE ANIMALE
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on la determinazione n. 199 del 15 aprile 2008, la Regione Piemonte ha approvato l’erogazione della somma di Euro 47.068,00 a favore dei Servizi Veterinari delle ASL del Piemonte per una campagna di educazione sanitaria sulle tematiche inerenti gli animali d’affezione. Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 20 del 15 maggio.
la d’intesa con i comuni. Chiunque rinvenga un cane vagante è tenuto a darne pronta comunicazione al dipartimento di prevenzione veterinario di una ASL, anche diversa da quella in cui è avvenuto il rinvenimento consegnandolo al canile sanitario o fornendo le indicazioni necessarie al suo ritiro. Il veterinario accre-
ditato al quale venga presentato un cane rinvenuto deve provvedere alla ricerca in anagrafe del proprietario e, nel rispetto della disciplina in materia di trattamento dei dati personali, attivarsi per contattarlo. Il regolamento contiene anche alcune novità riguardanti le adozioni. La cessione dei cani a favore di persone residenti fuori dalla Regione deve essere registrata utilizzando la procedura prevista nell’anagrafe. I cani potranno essere adottati solo da persone maggiorenni e non potranno essere affidati se non già sterilizzati o con l’impegno, da parte dell’affidatario, a procedere alla sterilizzazione. È vietato affidare l’animale a chi abbia riportato condanne per reati in danno agli animali. Salvo per particolari motivazioni sanitarie, non potranno essere affidati gli animali di età inferiore ai sessanta giorni. ■
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36 Info Regioni TAA
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Puglia, riconosciuta la legge sulla Pet Therapy stata approvata dal Consiglio Regionale della Puglia nella seduta del 13 maggio scorso la nuova legge regionale "Norme in materia di terapie e attività assistite dagli animali" che regolamenta la Pet Therapy. In una nota, Pina Marmo consigliere del PD, ribadisce l’importanza dell’intervento normativo che “riconosce ufficialmente la validità dell’impiego di quegli
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animali che sono specificamente addestrati per aiutare le persone a superare limiti e disabilità. Allo stesso tempo la legge promuove lo sviluppo di programmi per addestrare tali animali e assicura che la conoscenza della loro capacità sia inclusa nell'insegnamento base delle professioni sanitarie e sociali”. La consigliere Marmo sottolinea che “il rapporto uomo-animale, affettivo ed emozionale, è in grado di arrecare benefici emotivi e psicologici, dal momento che il legame
che si viene a creare tra uomo e animale può, almeno in parte, compensare la mancanza eventuale di quello interumano, e, comunque, favorire lo sviluppo di legami di attaccamento basati sulla fiducia, che potranno, in seguito, essere anche trasferiti ad altri individui”. Diversi i destinatari di questa particolare forma di terapia, i cui benefici sono stati riconosciuti anche dal Comitato Nazionale di Bioetica e dall'Istituto Superiore di Sanità: “si va dalle persone con difficoltà re-
lazionali, a quelle con disabilità psico-motorie; da coloro che hanno deprivazioni sensoriali ai malati terminali; dai pazienti affetti da patologie mentali e degenerative agli anziani e ai bambini”. La legge definisce e promuove le Terapie e Attività Assistita dagli Animali (AAT/AAA), ne sancisce gli ambiti applicativi e le modalità di intervento. Stabilisce i parametri da adottare per assicurare il benessere psico-fisico degli animali coinvolti e dei fruitori dell’intervento terapeutico al fine di regolamentare gli interventi di AAT/AAA ed evitare che siano oggetto di improvvisazione con il rischio di gravi danni a carico dei fruitori e degli animali. ■
NAPOLI, L'ORDINE SCRIVE ALLA REGIONE
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l Presidente dell'Ordine dei Medici Veterinari di Napoli, Domenico Mollica, ha scritto al dirigente del Settore Veterinario della Regione Campania che nella sua lettera del 28 aprile scorso aveva chiesto di conoscere la posizione dell'Ordine in merito alla vicenda dell'Ospedale Veterinario inaugurato alla ASL NA1. La nota del 14 maggio, a firma del Presidente Mollica, ribadisce una posizione già comunicata all'Assessorato Regionale, ovvero che "sarebbe stato e sarebbe auspicabile in futuro che nelle problematiche interessanti la categoria veterinaria venisse coinvolto anche quest'Ordine, sia per dare il proprio apporto e sia per poter dissipare (anche preventivamente) ogni equivoco, come le preoccupazioni sorte tra i liberi professionisti e conseguentemente riportate dai loro rappresentanti in seno al Consiglio, secondo i quali l'apertura dell'Ospedale veterinario da parte della ASL NA1 possa incidere negativamente sulla loro già precaria attività lavorativa". Nello stesso giorno, una nota ufficiale firmata da tutti i Consiglieri dell'Ordine di Napoli è stata inviata all'ANMVI per "esprimere a nome dei colleghi di Napoli il vivo ringraziamento a tutti i colleghi che hanno espresso la propria solidarietà circa la problematica apertura dell'Ospedale Veterinario dell'ASL NA1". All'invito dell'ANMVI di scrivere alla Regione ha aderito circa un centinaio di colleghi da tutta Italia, un dato sicuramente parziale basato solo sulle testimonianze inviate a cura degli interessati anche all'ANMVI per conoscenza. L'Associazione stima che siano molte di più considerando anche le mail e i fax di quanti hanno scritto ai soli destinatari regionali. Solidarietà è stata espressa anche dall'Ordine dei Medici Veterinari di Bologna. Nel frattempo, anche per intervento della FNOVI, sono maturate le condizioni per un incontro in Regione.
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Aggressività Riflessioni
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E se li proibissimo? Pit Bull azzanna ed uccide la sua padrona di ANTONIO MANFREDI erdonatemi l'approccio provocatorio, ma credo che sull'argomento sia calato un silenzio ingiustificato mentre sarebbe opportuno riprendere al più presto un approfondito dibattito sul tema. Sono sempre più frequenti le notizie, che leggiamo sui giornali o sentiamo in televisione, di omicidi, spesso stragi, compiute con armi da fuoco. È stato calcolato che se negli USA venisse modificata la legge sulla vendita di armi, rendendola molto più rigida e severa, gli omicidi si ridurrebbero enormemente, almeno del 50%. Si può ammazzare anche in tanti altri modi ma è evidente che un'arma da fuoco rende tutto più semplice ed invitante. Chi è contrario alla modifica della legge sostiene che cambierebbe poco perché la colpa non è delle armi, ma di chi le detiene e le usa in modo scorretto, esagerato o folle. Dal loro punto di vista non hanno del tutto torto. Se una pistola resta nel cassetto non fa male a nessuno. In questi giorni un pit bull femmina ha aggredito ed ucciso la sua padrona, non si capisce il perché. Certamente il cane avrà avuto i suoi motivi ed il suo comportamento sarà derivato da una selezione o da un'educazione/ addestramento sbagliati da parte dell'allevatore o dei proprietari, ma se: "al posto di un Pit Bull ci fosse stato un barboncino", come commentava un articolo su un quotidiano, probabilmente non ci sarebbero stati problemi o comunque le conseguenze sarebbero state ben diverse. Qualche giorno fa, sul Corso Garibaldi, a pochi metri dai nostri uffici, ho assistito ad una scena che credo capiti spesso e non solo a Cremona. Sullo stesso marciapiede da una parte arriva un signore con un Pit Bull al giunzaglio, senza museruola, dall'altra una signora con un Cocker. La signora come ha visto in lontananza il Pit Bull ha preso in braccio il suo cane ed ha attraversato di corsa la strada. È logico questo clima di paura? Sappiamo tutti che un comportamento errato del Pit Bull non sarebbe stato colpa sua, ma derivante probabilmente dalla stupidità del padrone, ma in caso di aggressione chi lo racconta alla padrona del Cocker? Giustamente l'ANMVI ha difeso gli animali, separando nettamente le loro responsabilità da quelle dei padroni. Si è opposta ad ordinanze senza senso che volevano mettere al bando alcune razze o portare sotto accusa, ingiustamente e senza motivo, migliaia di cani, ma ho l'impressione che le decisioni prese dal Ministero siano risultate del tutto inutili, come del resto tutti gli altri interventi. Indicare alcune razze come pericolose, in una lista di "cattivi", quando poi risulta dai dati statistici che i maggiori casi di morsicature sono causati da altre razze decisamente più diffuse, è del tutto ridicolo. Pensare di fare controlli attraverso l'anagrafe canina, che continua a non funzionare per colpa di molte Regioni, è una vera illusione. D'altra parte, anche regole che possano valutare la fedina penale del proprietario, lo obblighino a fare corsi preparatori/ attitudinali o impongano precisi comportamenti, rischiano di essere difficilmente applicabili in un paese dove il menefreghismo è dilagante. Avete mai visto un vigile dare la multa ad un proprietario perché il suo cane non era al giunzaglio o non aveva la museruola? D'altra parte a cosa servono queste norme, che nessuno si preoccupa di fare applicare, se i dati statistici rilevano che la maggior parte di aggressioni da cani avviene all'interno di case o giardini privati? Possiamo pensare "fatti loro!"? Non so se il prossimo Ministro,
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o Viceministro che sia, avrà l'intelligenza e la sensibilità di affrontare seriamente il problema invece di reiterare ogni anno la stessa ordinanza, lavandosene sostanzialmente le mani, ma credo che il problema debba essere affrontato urgentemente ed il compito dei veterinari, e quindi dell'ANMVI e della SISCA, sia di riprendere subito uno sforzo di sensibilizzazione delle istituzioni affinché si arrivi al più presto a soluzioni logiche ed applicabili. Non basta difendere i diritti degli animali, ma si deve anche fare in modo che questi diritti possano essere rispet-
tati senza ledere quelli dei cittadini che devono poter passeggiare per strada o nei giardini senza paura o preoccupazioni. Dobbiamo quindi avere la capacità, e lo dico come ANMVI, di portare subito al nuovo Governo proposte che possano essere ampiamente condivise. Se non avremo questa capacità propositiva rischiamo seriamente che di fronte al prossimo caso di bambino azzannato da un cane in un parco giochi, il Ministero decida di allungare la lista dei cani pericolosi o di mettere al bando alcune razze. La nostra capacità deve essere quella di trovare soluzioni equilibrate fra la salute ed il benessere degli animali ed i diritti dei cittadini, perché una situazione di conflitto fra questi due aspetti porterà certamente a tensioni, come abbiamo già avuto modo di constatare, che allontanerranno ogni possibile e logica soluzione. ■
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38 Dalle Associazioni X Congresso Nazionale SIVAR
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10 anni non sono pochi… Con il suo Congresso Nazionale la SIVAR ha festeggiato il decennale. Per l’occasione è stato presentato il manuale “Argomenti in buiatria”
di MEDARDO CAMMI Presidente SIVAR a SIVAR compie dieci anni. 2008, sono passati dieci anni dal giorno in cui un gruppo di veterinari liberi professionisti che operano nel settore degli animali da reddito decidono di fondare una nuova società scientifica veterinaria, decisamente insoddisfatti dell’attività di aggiornamento che veniva proposta da quelle allora attive in Italia. Gli aspetti contestati dal settore veterinario privato a queste società erano diversi: scarsa attività di aggiornamento, taglio troppo universitario e possibilità di adesione anche agli allevatori. Il desiderio della SIVAR era quello di far crescere culturalmente e professionalmente i veterinari liberi professionisti per prepararli ad assumere nuovi ruoli e competenze per affrontare le grandi trasfor-
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mazioni previste nel settore zootecnico, proponendo iniziative di aggiornamento indirizzate a queste nuove esigenze. L’altra novità della SIVAR è stata quella di pensare ad un’unica società scientifica per tutti gli animali da reddito, sia per avere una maggior forza di confronto in ambito scientifico ed istituzionale, sia per sviluppare temi di interesse comune ai diversi settori. Queste scelte negli anni si sono dimostrate vincenti se pensiamo che nel 2004 la SIVAR ha superato i mille iscritti ed oggi, nonostante la crisi del settore, è ancora oltre gli ottocento, e può vantare un congresso nazionale con più di 600 presenze e la capacità di proporre iniziative di aggiornamento, pensiamo al recente convegno sulla Blue Tongue a Piacenza, con 430 veterinari intervenuti. 10 anni quindi possono essere pochi se pensiamo ad altre società scientifiche, ma non lo sono di certo se guardiamo il lavoro svolto: congressi nazionali ed internazionali,
seminari, iniziative regionali, una rivista (Large Animal Revue) in via di indicizzazione, prontuari, manuali, ecc. A tutto questo possiamo aggiungere l’impegno in ambito professionale, svolto oggi nell’ANMVI, associazione che la SIVAR ha fortemente contribuito a far nascere e continua a sostenere. Parlavamo di manuali pratici, strumenti realizzati con la collaborazione di colleghi, che hanno voluto rendere disponibile la loro esperienza a tutti i veterinari interessati, e con il sostegno della Pfizer che fin dal primo giorno ha sempre dato fiducia ai progetti della SIVAR, credendo nella nostra serietà ed impegno. Questi manuali, molto apprezzati da tutti, sono spesso esauriti ed introvabili, ed abbiamo quindi pensato di riproporli in un unico volume realizzato, anche in questa occasione, con il forte contributo della Pfizer che ci ha fatto un bel regalo di compleanno. I manuali, ora capitoli di questo volume, sono stati realizzati negli anni e potrebbero avere qualche riferimento datato, ma sinceramente, rileggendoli non ci sembra che abbiano minimamente perso del loro valore e della loro utilità pratica. Nei prossimi mesi sarà anche inviato gratuitamente a tutti gli iscritti alla SIVAR il nuovo Prontuario Terapeutico Veterinario (Medicina animali da reddito). Con l’occasione desidero ringraziare tutti i consiglieri, i relatori, gli iscritti e tutte le aziende del settore che ci hanno permesso in questi dieci anni di continuare a crescere culturalmente e professionalmente nell’interesse della veterinaria italiana, del settore zootecnico e di tutto il paese che, speriamo, possa superare le criticità che tutti noi stiamo soffrendo. Buon compleanno a tutti ed arrivederci alle prossime occasioni.
PROGRAMMA SCIENTIFICO Il programma scientifico, sviluppato su diverse sale ha permesso ai colleghi che si occupano di animali da reddito di modellare il proprio aggiornamento sulla base di una ricca offerta formativa. Sono stati infatti trattati temi riguardanti la salute e il benessere dei bovini da latte e da carne, fauna selvatica, filiera alimenti, avicoli ed infine una sessione è stata dedicata alla medicina pubblica. Di seguito ri-
portiamo in sintesi un resoconto sulle sessioni di maggior interesse per i partecipanti.
PIANI DI PROFILASSI PER IBR, BVD E PARATUBERCOLOSI Nelle aree in cui la Brucellosi, la Tubercolosi e la Leucosi sono eradicate o sotto controllo, queste malattie costituiscono la nuova frontiera delle profilassi organizzate. Con buone prospettive per gli allevatori. La Paratubercolosi, ci riferisce la dr.ssa Arrigoni è la malattia che causa il maggior danno economico calcolabile in un’azienda ad alta prevalenza in oltre 100 euro per capo allevato. Per il controllo aziendale va impostato da parte dell’allevatore e del veterinario di fiducia un piano di controllo che si basa sulla biosicurezza. Particolarmente importanti la sala parto e la gestione dei vitelli per spezzare la catena dell’infezione. In Provincia di Lodi è stato attivato un Programma Volontario di Certificazione della Paratubercolosi Bovina attivato da oltre un anno. Il dr. Luini ha illustrato il programma e ha riferito che 10 aziende sono già certificate al primo livello su un totale di 29 che hanno aderito. Il dr. Boldini e il dr. Nardelli hanno illustrato le loro esperienze sulle infezioni da IBR e BVD rispettivamente in un’area ad altissima densità di popolazione ed aziende di elevata consistenza come Cremona e in regioni a bassa densità di popolazione bovina e aziende di piccole dimensioni come l’Alto Adige, il Trentino e il Friuli Venezia Giulia. Boldini ha enfatizzato molto il problema della circolazione territoriale di queste infezioni e il fatto che l’eradicazione nelle singole aziende è possibile perché si dispone di strumenti efficaci (vaccini protettivi e test di laboratorio molto validi), ma che nel corso degli anni non vi è stata una riduzione della prevalenza nel territorio a causa di nuove infezioni. Solo un’azione territoriale e l’applicazione di norme di biosicurezza applicate con costanza e convinzione possono condurre ad un miglioramento apprezzabile e costante nel tempo. Nardelli ha parlato di una situazione molto differente, nella quale sono attivi piani di controllo obbligatori nei confronti sia dell’IBR che della BVD. I piani applicati hanno portato ad un progressivo calo degli indici di prevalenza, sia dei capi che delle aziende, che fa ritenere la possibilità di arrivare alla eradicazione dell’IBR nell’arco di un decennio. I test a disposizione sono molto efficaci, ma è fondamentale conoscere l’anamnesi di allevamento (i.e. vaccinazione) per interpretare i risultati dubbi.
PATOLOGIE E LESIONI RESPIRATORIE DEI BOVINI La sessione bovini da carne si è avvalsa, così come 10 anni orsono, della amichevole collaborazione dei colleghi Francesi i quali hanno voluto mettere a disposizione dei colleghi italiani la loro esperienza di campo. In particolare questa continuità si è espressa con la partecipazione del Prof. Cabanié già relatore al primo congresso SIVAR. Dal punto di vista tecnico le relazioni hanno fornito numerosi spunti di riflessione nell’approccio alle malattie respiratorie dei ruminanti. La sessione pomeridiana del venerdì, gestita dal dott Hervé Cassard, è stata dedicata alla interpretazione dei dati diagnostici complementari per integrare la diagnosi clinica delle principali affezioni respiratorie alle cause che ne favoriscono l’insorgenza. Sono stati indicati, oltre ai segni clinici per distinguere le varie affezioni bronco polmonari, tutti i metodi diagnostici diretti e di la-
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boratorio per poter giungere ad una diagnosi eziologica finalizzata allo sciolglimento di una prognosi ed alla impostazione dei piani di profilassi diretta, indiretta e dei protocolli terapeutici atti a contenere le problematiche respiratorie. La lezione del Prof. Cabanié ha invece indicato quale importanza possa ricoprire l’esame delle lesioni polmonari in ambito necroscopico al fine di completare il quadro diagnostico e prognostico illustrato nella sessione del giorno precedente. La partecipazione dei colleghi ha superato ogni più rosea previsione e le domande poste dai partecipanti hanno ricevuto risposte precise e circostanziate.
MASTITI BOVINE Risolvere le infezioni mammarie durante il periodo dell’asciutta: “la frontiera finale”: con questo accattivante titolo il Prof. Ynte H. Schukken della Cornell University ha iniziato la sua lunghissima giornata di venerdì 9 maggio 2008 al congresso SIVAR davanti a circa 180 veterinari. Il periodo dell’asciutta infatti sta assumendo sempre più importanza non solo per la rigenerazione dell’epitelio mammario ma soprattutto per la prevenzione delle mastiti cliniche che si possono poi manifestare nei primi 50 giorni di lattazione. È infatti stato ampiamente dimostrato negli ultimi anni da parecchi ricercatori che durante il periodo in asciutta non tutti i capezzoli sono chiusi ma soprattutto prima del parto può aumentare il rischio di infezioni da microrganismi ambientali tipo E. coli e Streptoccoccus uberis. Appare quindi fondamentale la gestione ed il management igienico di questo periodo ma sottolinea ancora Schukken anche lo stato alimentare-metabolico dell’animale deve essere controllato per una efficace risposta del sistema immunitario. La seconda parte della giornata ha evidenziato il rischio dei nuovi patogeni ambientali Gram -, Klebsiella, Serratia, che a volte si comportano come contagiosi a volte come ambientali ed il loro controllo non è di facile attuazione in quanto anche la terapia in lattazione a volte può fallire. Diventa quindi molto importante il momento della mungitura per l’identificazione dei quarti problema ma anche per la trasmissione di questi patogeni emergenti.
ZOPPIA NELLA VACCA DA LATTE La mattina dell’8 maggio, nella sessione bovini da latte, il professor Karl Nuss, della Facoltà di Medicina Veterinaria di Monaco di Baviera ha tenuto una relazione sul “Trattamento chirurgico delle infezioni delle strutture profonde del dito bovino”. Ha introdotto il tema con la classificazione generale delle malattie del piede bovino; enfasi è stata data all’origine di tali lesioni e alle cause del prevalente interessamento del dito posteriore esterno. Il professor Nuss ha riportato i dati ottenuti in un suo studio sulla deambulazione del bovino su tapirulan effettuato con riprese video (500 fotogrammi al minuto). Il filmato ha mostrato chiaramente che è il dito posteriore esterno ad avere il primo e “violento” impatto sul terreno, ricevendo tutto il peso che grava sull’arto, e che, solo successivamente, anche il dito interno riceve peso: questa maggiore sollecitazione dinamica è probabilmente uno dei fattori che predispone il dito esterno alla malattia. Casi clinici e filmati di interventi chirurgici hanno poi illustrato la diagnosi e la terapia delle sepsi profonde. Importante è la preparazione chirurgica del paziente: il professor Nuss ha riferito che esegue personalmente un lavaggio accurato e la tricotomia della parte perché questo gli consente di fare ulteriori valutazioni sulla natura della lesione.
X Congresso Nazionale SIVAR Dalle Associazioni La resezione dell’estremità del tendine flessore profondo e dell’osso navicolare infetto sono effettuate con un approccio palmare / plantare verticale; in caso di interessamento anche dell’articolazione interfalangea distale si può procedere ulteriormente con la resezione articolare e l’artrodesi delle superfici articolari: la completa rimozione di tutti i tessuti infetti ed il fissaggio del dito, sono fondamentali per la riuscita dell’anchilosi e per evitare l’iperestensione del dito operato. Queste tecniche, a causa delle difficoltà nell’attuazione e per la complessa gestione post operatoria, vanno riservate alla cura di bovine di pregio. Come alternativa, per l’artrite settica dell’articolazione interfalangea distale, ha suggerito due tecniche di amputazione del dito: l’amputazione a livello dell’estre-
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40 Dalle Associazioni X Congresso Nazionale SIVAR mità distale della prima falange, seguita dalla sutura dei flaps cutanei, e la disarticolazione tra prima e seconda falange; nel primo caso la guarigione è più rapida e per prima intenzione, a patto che, anche in condizioni di campo, venga rispettata l’asepsi e vengano rimossi tutti i tessuti infetti; nel secondo caso la guarigione avviene per seconda intenzione, quindi più lentamente, ma il drenaggio della ferita è migliore. Il professor Nuss ha anche trattato l’artrite settica del nodello, in cui consiglia l’artrotomia con l’incisione dei legamenti collaterali, in modo da poter raggiungere e curettare anche i fondi ciechi posteriori; nella tenosinovite settica dei tendini flessori del dito consiglia la resezione sino alla biforcazione sia del t. flessore superficiale che del profondo, così da poter
raggiungere in modo completo le guaine sinoviali. Per concludere ha ribadito che in caso di sepsi profonda la sola terapia risolutiva è quella chirurgica: lavaggi delle cavità sinoviali e terapia medica sono da riservare solo a quei casi in cui non vi sia presenza di pus o fibrina.
MONITORAGGIO TRANSITION COW Venerdi 9 maggio nella sessione vacche da latte il Prof. James Drakley dell’Illinois University (Urabana-Chanpain) ha trattato il tema dell’influenza dello stato metabolico della vacca in transizione sull’incidenza delle patologie post-partum e i disturbi della fertilità. Nella prima relazione il Prof. Drakley ha
puntualizzato, con particolare semplicità e chiarezza, i meccanismi che sono alla base del bilancio energetico negativo della vacca da latte subito dopo il parto e le conseguenze di questo sull’insorgenza delle malattie metaboliche e la ripresa del ciclo ovarico. Di estremo interesse è risultata l’ipotesi fatta dal relatore sul ruolo dell’accumulo del grasso periviscerale durante la gestazione sui possibili meccanismi che questo può avere sul determinismo del bilancio energetico negativo e sull’incidenza dei disturbi post-partum. Nella seconda parte della relazione il prof. Drakley ha messo in evidenza due aspetti pratici fondamentali: 1) che la valutazione del BCS non è in grado di valutare l’accumulo del grasso periviscerale nella bovina
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gravida; 2) che il tipo di alimentazione in asciutta influenza in maniera determinante l’accumulo del grasso periviscerale e la capacità di ingestione dopo il parto. Il relatore ha concluso che la sfida più importante per l’ottimizzazione della fase di transizione della vacca da latte è quella di evitare l’accumulo di grasso periviscerale durante le ultime fasi della gestazione e nel contempo favorire l’aumento di ingestione subito dopo il parto per ridurre al minimo gli effetti del bilancio energetico negativo.
RIPRODUZIONE La sessione del sabato, focalizzata sulla sfera riproduttiva, ha visto nella mattinata avvicendarsi due liberi professionisti: dott. Arturo Ruggeri e dott. Gianni Gnemmi, i quali hanno confrontato davanti ad una gremita platea il proprio metodo di lavoro. La relazione del dott. Ruggeri ha messo in evidenza l’importanza della raccolta dati e della corretta elaborazione di questi per individuare i fattori di rischio all’interno di una mandria. Mentre il dott. Gnemmi affianca alla raccolta dei dati l’ecografia per perfezionare la propria diagnosi a livello uterino ed ovarico nella visita ginecologica. L’obiettivo comune di entrambi è quello di avere un’alta percentuale di animali gravidi alla prima fecondazione. La discussione è entrata nel vivo dell’argomento grazie alle puntuali domande poste dai partecipanti. Nel pomeriggio la professoressa Silvie Chastant- Maillard ha sviluppato in maniera brillante ed esaustiva lo stato dell’arte delle metriti puerperali e delle endometriti cliniche e subcliniche. Concentrandosi in particolar modo sulle problematiche che accompagnano nel quotidiano i liberi professionisti nell’affrontare la diagnosi e la terapia di queste. ■
UN MANUALE PER IL DECENNALE
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n occasione del Congresso è stato presentato il manuale SIVAR “Argomenti di buiatria”, un’edizione di oltre 200 pagine, realizzata con la sponsorizzazione e la collaborazione della PFIZER. Il manuale sarà inviato in omaggio, nei prossimi giorni, a tutti gli iscritti alla società in ricordo dei suoi dieci anni. Il volume raccoglie tutti i manuali pratici proposti negli anni dalla SIVAR e realizzati in collaborazione con la Pfizer. Questi manuali, molto apprezzati da tutti ed ormai spesso esauriti ed introvabili, vengono ora riproposti come capitoli di un libro, mantenendo il loro valore e la loro attualità per la pratica professionale.
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Attività Dalle Associazioni
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Dominique Penninck a Bologna Un successo per la SVIDI
di FEDERICA ROSSI a giornata di aggiornamento del 20 aprile 2008, organizzata dalla SVIDI (Società Italiana di Diagnostica per Immagini) in collaborazione con la Facoltà di Medicina Veterinaria di Ozzano dell’Emilia, ha visto come protagonista la Professoressa Dominque Penninck, docente di radiologia presso la Tufts University di Boston e uno dei massimi esperti di ecografia dei piccoli animali. Le aspettative del foltissimo auditorium sono state ampiamente soddisfatte: la relatrice ci ha gui-
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dati in una presentazione approfondita e completa degli aspetti ecografici delle neoplasie dell’apparato gastro-enterico (vedi Focus a pag. 27, ndr). Tutti i presenti, ecografisti più o meno esperti, hanno potuto, grazie ad una eccellente documentazione con fantastiche immagini e numerosissimi video, rinsaldare fondamentali concetti di base e portare a casa nuove informazioni e suggerimenti derivanti dalla grandissima esperienza della relatrice. La vivace discussione dopo le relazioni ed i casi clinici ha completato una giornata di grande soddisfazione, che è stata una occasione unica di aggiornamento per i più di 300 partecipanti. Ancora quindi un ringraziamento a tutti quelli che hanno contribuito alla buona riuscita di questa giornata, e soprattutto alla Dott.ssa Penninck che ha acconsentito anche di pubblicare in questa rivista gli atti delle relazioni. A tutti i soci SVIDI un particolare saluto ed arrivederci al prossimo appuntamento della società, il 5 ottobre a Cremona, in cui verrà trattata la diagnostica per immagini, e non solo, delle patologie delle ghiandole surrenali. Per informazioni consultare il sito SVIDI http://cms.scivac.it/SocietaSpecialistica.aspx?id=496 ■
QUADRANGOLARE DELLA SANITÀ, I VETERINARI VINCONO IL 6° TITOLO
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ei giorni 1/4 Maggio si è svolto a Jesolo il tradizionale quadrangolare della Sanità di calcio, giunto quest’anno all’11a edizione, che vedeva come protagonisti i 4 Ordini sanitari: Veterinari, Medici, Farmacisti e Biologi. Anche quest’anno i Veterinari hanno vinto e dominato il torneo aggiungendo un altro trofeo (il sesto!) alla sua già ricca bacheca di successi. Dopo la prima preziosa vittoria (4-0) sui Medici, l’avventura è proseguita con una scoppiettante partita contro i Farmacisti ( 5-2 il risultato finale) per poi concludersi con l’incontro più difficile, quello con i Biologi, che, dopo un primo tempo incerto, si è concluso con un netto 4-0 a nostro favore. Gli atleti sono stati i protagonisti e lo sport mescolato al piacere di rincontrare vecchi e nuovi amici e colleghi ha fatto sì che questi giorni passati insieme siano stati, semmai ce ne fosse stato bisogno, un modo per rafforzare la nostra amicizia. Vorrei ricordare inoltre che la nostra Nazionale ha vinto anche la Coppa Disciplina, essendo risultata sul campo la squadra più corretta. Ho l’onore e il piacere di menzionare la presenza al torneo di colleghi di molte regioni italiane e questo per dimostrare la voglia di vivere insieme l’impegno (non senza spese) di questo quadrangolare di calcio; ricordo Frola e Ronco fra i Piemontesi, Maggi, Abrami e Antonelli (capitano e capocannononiere del torneo) della Lombardia, Duca, Fabbro e Dri del
Triveneto, Giunti e il nostro allenatore Onofri dell’Emilia Romagna, Falcioni, Lanci e De Fanis i marchigiani, Della Torre abruzzese, Brecchia e Cesaroni dell’Umbria, Ricci, Cannella e l’indissolubile Cavallin del Lazio, Albanese della Campania e Cappai, De Nurra e Fois i nuovi 3 arrivati dalla Sardegna. La possibilità di poter avere tanti colleghi al seguito della Nazionale di molte regioni diverse lo si deve anche al Torneo regionale dei veterinari che si svolge ogni anno a giugno e che si terrà tra un mese in quel di Sirolo e Numana organizzato dai colleghi marchigiani. Un grosso in bocca al lupo a tutti per questa speciale e attesa manifestazione giunta alla 9a edizione, ed in particolare al general manager e factotum delle Marche Dr. S. Girolimini. Un grazie sentito al Circolo Veterinario Bolognese nella persona del Dr. Rubini e alla Dr.ssa Frisini, per avermi concesso di “appoggiarmi” a loro per tutta la parte burocratico/ economica, all’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Bologna per il patrocinio accordato alla manifestazione e alla Novartis Animal Health, Sponsor unico della Nazionale per il quadriennio 2008/2011, che mi ha permesso di sostenere le spese necessarie per la migliore riuscita di questo e dei futuri tornei. Arrivederci alla 12° edizione! Stefano Biondi Responsabile Nazionale Calcio Medici Veterinari
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42 L’opinione Società
Curarsi alla COOP di OSCAR GRAZIOLI on vorrei suscitare l’ira funesta dei farmacisti che infiniti lutti addusse ai veterinari già in passato, però non posso esimermi da qualche riflessione circa la liberalizzazione, voluta dal precedente governo, della vendita di specialità medicinali da banco. Proprio pochi giorni fa leggevo sul “giornalino” della Coop (così definiamo ancora familiarmente, a Reggio Emilia, l’eccellente rivista pa-
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tinata) della comparsa, nel reparto sanitario dei suoi supermarket, di una prima specialità a marchio Coop. Si tratta di un’aspirina dotata del suo bell’acido ascorbico, che, venduta a 2 euro la scatola, avrà facile vittoria sui vari Vivin C ecc. che vengono quotati attualmente attorno ai 5 euro nelle farmacie. Mentre l’“aspirina Coop” è già presente nel reparto farmaceutico del supermarket, entro un paio di mesi è già previsto un altro pezzo da 90 dei medicinali da banco, quello che milioni di persone, dai bambini agli anziani, assumono per una febbricola o un dolore muscoloscheletrico: il paracetamolo. Poi verrà il resto.
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Ricordo le roventi polemiche quando l’allora ministro Bersani si oppose, senza tanti complimenti, alle esilaranti rivendicazioni dei farmacisti, scandalizzati per la loro perdita di professionalità e per lo svilimento dei loro preziosi consigli. Figuriamoci! Vendere vitamine e aspirina di fianco al banco del pesce (peraltro con l’obbligo della presenza di un loro collega a dispensare consigli). Un vero e proprio attentato alla professionalità di quei camici bianchi che peraltro non si sentivano espropriati della loro dignità di sanitari, all’atto di intrattenersi con la cliente sulla sfumatura di colore della cremina antiaging (anallergica, sia chiaro!), mentre si formava la coda di malati, giustamente mugugnanti, che avevano bisogno di un antiepilettico o di un antitumorale. Di fronte ai piagnistei dei colleghi farmacisti che, diciamo le cose come stanno, vedevano portata via più una fettina di torta grassa e zuccherata che un pezzo di camice bianco con spilla sanitaria annessa (ed erano terrorizzati che si toccasse il possesso genealogico della “bottega”) mi sono sempre chiesto perché non si è mai levato nessun gemito, da parte loro, quando le specialità veterinarie per animali da compagnia si trovavano nei negozi accanto alle scatolette a base di tonno. O i loro preziosi consigli erano superflui per la salute animale o la briciola della torta era talmente piccola da permettere alla formichina di turno di appropiarsene, senza protestare. Fate voi. Una battaglia decisa da portare avanti uniti presso il nuovo governo è quella della dispensazione del farmaco veterinario (senza se e senza ma) che aggiungerebbe una ciliegina zuccherata a una torta ipocalorica, per diabetici e celiaci. E se i farmacisti dovessero strillare qualcuno gli chieda dov’erano quando si decideva che antiparassitari potenzialmente letali, vermifughi, polivitaminici e parasanitari, si potessero acquistare al Pet Shop Garden con i 50 bollini accumulati acquistando scatolette con polpa di granchio per gatti e concime per le ortensie. ■
Grazie ad un accordo fra @nmvi Oggi e Libero, gli articoli scritti dal Collega Oscar Grazioli per il quotidiano di Vittorio Feltri sono disponibili on line. @nmvi Oggi pubblica regolarmente gli articoli dopo le ore 12.00. La rubrica LiberOscar li mantiene in archivio per la consultazione. @nmvi Oggi ringrazia Oscar Grazioli. www.anmvioggi.it
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Novità Recensioni
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Pets & the city, una guida per i proprietari Realizzata con il patrocinio dell’ANMVI sarà distribuita in 469.000 copie ’ in arrivo per i proprietari di animali la guida Pets & the city con i consigli utili per la primavera e l'estate 2008. Pets & the city, la città dalla parte degli animali, è una guida pensata per chi possiede animali in città. Con 469.000 copie gratuite, l'editore AG Guide pubblica tutte le risposte alle domande più frequenti su norme e leggi, diritti, salute, prevenzione e viaggi. Pets & the city raccoglie in forma esaustiva ed esplicativa tutti i dati e le informazioni indispensabili ai proprietari di pet con chiarimenti di decreti, normative, regolamenti locali e nazionali che definiscono i diritti degli animali e i doveri dei loro padroni. Ampio spazio è dedicato al turismo a quattro zampe, con articoli, informazioni e curiosità. Un elenco di tutti gli ambulatori, studi, cliniche e pronto soccorso cittadini fornisce gli indirizzi, i recapiti e gli orari di apertura. A sostegno dell'iniziativa per la città di Milano - anche l'ordine dei medici veterinari della pro-
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L’INFORMATORE FARMACEUTICO DI VETERINARIA E ZOOTECNIA
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ndispens a b i l e strumento di lavoro per veterinari sia di piccoli animali sia di animali da reddito, cliniche veterinarie, allevatori, aziende agricole, consorzi e cooperative provinciali, farmacisti, produttori di mangimi medicati, ASL, centri di sperimentazione e ricerca, università. Il volume, che comprende oltre 8.000 voci di prodotti a uso veterinario, è suddiviso nelle sezioni: medicinali, omeopatici, alimenti e agenti nutrizionali e articoli vari di interesse veterinario (attrezzature e strumenti, accessori, cosmetici, disinfettanti, prodotti naturali e omeopatici). Di tutti i prodotti presenti nell’opera sono riportati, in ordine alfabetico di nome commerciale, le specie animali alle quali è destinato il prodotto, l’azienda produttrice, la composizione, le indicazioni, la posologia, gli eventuali tempi di sospensione e le avvertenze, oltre alle informazioni commerciali quali le confezioni in commercio, la modalità di dispensazione e il prezzo. Ampia e strutturata la sezione dedicata ai tempi di sospensione e alla normativa vigente. Il volume raccoglie le schede tecniche di farmaci, alimenti e articoli vari per uso animale, così come informazioni di normativa e indirizzi utili.
vincia. Nella guida, Carla Bernasconi - Presidente dell'Ordine dei Medici Veterinari di Milano ha sottolineato che tramite questa pubblicazione "che è un ottimo mezzo di comunicazione con i proprietari di animali, i Medici Veterinari desiderano ricordare che: la visita clinica è uno strumento importante di prevenzione; l'iscrizione all'anagrafe canina è un obbligo di legge; l'identificazione dei
cani combatte il randagismo e che l'abbandonare e il maltrattare gli animali è un reato". Oltre che per la città e la provincia di Milano, quest'anno la guida è stata realizzata anche per la città e la provincia di Torino, per Genova e per Firenze. La guida potrà essere ritirata in omaggio presso il proprio medico veterinario di fiducia. La guida è stata realizzata con il patrocinio dell'ANMVI. ■
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44 Lettere al Direttore Tempo fa, Professione Veterinaria aveva iniziato a pubblicare alcune lettere, arrivate in redazione o all’indirizzo dell’ANMVI, firmate da proprietari. Nella maggior parte dei casi si trattava di lettere di lamentela e, proprio per questo, la pubblicazione voleva essere un modo per capire i nostri clienti e ragionare insieme su quello che in management si chiama “gestione della lamentela”. E magari fare anche un po’ di autocritica. L’iniziativa, che ovviamente non faceva né nomi né cognomi, non piacque a molti nostri lettori e fu abbandonata, più per rispettare la volontà dei Colleghi che per convinzione. In via eccezionale, torniamo a pubblicare la lettera di una famiglia di proprietari e lo facciamo senza nessuna pretesa di analisi, ma semplicemente per compiacerci del fatto che i clien-
ti sanno capire, apprezzare e, a volte, ringraziano… Nel caso in questione siamo lieti di fare nome e cognome. Carlo Scotti
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vura ed è riuscito a salvarle la vita e per questo vogliamo ringraziarlo pubblicamente. Grazie se pubblicate la lettera Famiglia Maragno Danilo, San Pietro in Gu (PD)
A VOLTE RINGRAZIANO …
DA SISSI
Scriviamo questa lettera, che se possibile chiediamo di pubblicare, per ringraziare sentitamente il dottore veterinario Agugiaro Ugo, per ringraziarlo della sua professionalità e competenza nell’affrontare il caso molto grave della nostra cagnolina Sissi che ha contratto un’infezione al sangue che sembrava fatale. Il dottore Ugo ha dimostrato nei nostri confronti un grande senso di responsabilità e bra-
Buongiorno dott. Ugo, sono Sissi e ti scrivo su questo giornale per ringraziarTI di avermi salvato la vita! Caspita ne ho preso di paura, tutti i dottori che mi hanno vista mi hanno solo fatto le punture e io anche se avevo paura non ho mai mollato volevo ancora giocare con il mio fratellino Billi. Tu invece eri diverso e hai detto alla mia mamma che avresti tentato tutto il possibile!! Ma quel giovedì mi sentivo così male che avevo co-
"Non è più possibile avere tre milioni e mezzo di bambini viziati" Renato Brunetta Ministro della Pubblica Amministrazione
minciato quasi a piangere, tu però non hai mollato e hai detto che avevo bisogno di sangue perché il mio si era ammalato e non c’era niente da fare. Lo so che anche tu eri preoccupato ma tu credevi in me e mi hai dato un po’ sangue buono (che viene dal mio cuginetto il grande Leone), giorno per giorno sono migliorata e adesso corro e salto come prima (e poi sai, adesso mi danno l’omogeneizzato da mangiare ... che buono ...) Ti ho scritto per ringraziarti perché da quel giorno con il tuo aiuto, la tua professionalità e la tua gentilezza mi hai permesso di continuare a vivere con la mia famiglia. Ti voglio bene dottore e adesso verrò a trovarti più spesso per fare dei controlli ... ciao e a presto. P.S. per chi non lo sapesse io sono una cagnolina molto simpatica .... Più o meno!!!! Sissi
MAXI QUAD
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eonid Stadnik, il veterinario più alto del mondo, avrà un maxi quad. Lo riferisce la Collega Alessandra Rossi, in rappresentanza dell’Associazione Avemus, promotrice della colletta avviata l’anno scorso. Il quad è stato acquistato il 2 aprile 2008 presso il rivenditore Italia Quad (nella foto un modello GOES 520 max come quello acquistato per il collega ucraino). “Purtroppo spiega Rossi - non è stato facile raccogliere i fondi sufficienti in tempi brevi e ancora più difficoltosa si sta rivelando l'organizzazione della spedizione del mezzo al collega ucraino. Sono personalmente da mesi in contatto con il signor Yaroslav Moshkola, addetto alle PR del consolato ucraino a Roma, il quale parla di alcune settimane necessarie per concludere l'organizzazione della consegna del Quad. Ci auguriamo quindi che l'operazione Stadnik si possa concludere felicemente entro fine giugno. Ringrazio l'Anmvi a nome di Avemus per averci aiutato a pubblicizzare la raccolta fondi”.
Comunicati Dalle Aziende
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Concorso “Vinci l’Atlante BOA®” In occasione della presentazione ufficiale dell’Atlante BOA® al 59° congresso SCIVAC di Rimini, Innovet lancia un concorso che prevede l’estrazione di 10 Veterinari che vinceranno una copia del nuovissimo volume i chiama “Vinci l’Atlante BOA®” il concorso ad estrazione promosso da Innovet, che mette in palio dieci copie del nuovo manuale di diagnosi ortopedica edito da Innovet e scritto da Carlo Maria Mortellaro, Massimo Petazzoni e Aldo Vezzoni. Il regolamento è molto semplice: compilare in ogni sua parte la scheda di partecipazione al concorso presente nella cartellina congressuale; inserirla nell’apposita urna dello stand Innovet; presenziare all’estrazione di sabato 31 maggio alle ore 15.00, presso lo stand Innovet; sperare, infine, di essere tra i primi dieci nominativi estratti, che vinceranno una copia della pubblicazione, con dedica personale degli Autori. Il premio in palio è la novità dell’anno nel panorama dell’editoria veterinaria italiana. L’Atlante BOA® è, infatti, molto di più di un semplice testo di Ortopedia del cane. È piuttosto un vero e proprio strumento per applicare, nella pratica ambulatoriale corrente, quella diagnosi, identificata dagli autori con l’acronimo BOA® (Breed-Oriented Orthopaedic Approach), e basata sulla conoscenza della diversa distribuzione delle malattie ortopedi-
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ROYAL CANIN AL MONDADORI MULTICENTER DI MILANO
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oyal Canin, azienda produttrice di alimenti di alta gamma per cani e gatti, sarà presente da lunedì 2 a domenica 8 giugno presso il Mondadori Multicenter di via Marghera a Milano. Un’occasione speciale per chi, proprietario di un gatto o a spasso con il proprio cane, durante le fresche giornate di inizio estate, vorrà ritagliare qualche minuto per raccogliere preziosi suggerimenti sul benessere e l’alimentazione del proprio animale, soprattutto con l’avvicinarsi di un momento delicato, come quello estivo. Presso il Corner Royal Canin, situato al piano terra del Mondadori Multicenter, specialisti nutrizionisti saranno a disposizione dei pet-lovers per rispondere alle loro domande e curiosità; potranno inoltre elaborare un profilo del cane o del gatto, in base alla taglia, all’età, alla razza e allo stile di vita e indicare successivamente gli alimenti Royal Canin sviluppati su misura, adatti alle loro esigenze specifiche. Per maggiori informazioni e dettagli sui prodotti Royal Canin puoi consultare il nostro nuovo sito all’indirizzo www.royalcanin.it
che in rapporto alle specifiche razze canine. Un insostituibile aiuto diagnostico - quello fornito dall’Atlante - che, già nelle fasi iniziali della visita clinica ortopedica, può offrire importanti e tangibili vantaggi: dalla formulazio-
ne di una diagnosi precoce; allo snellimento del percorso diagnostico differenziale; alla riduzione di tempi e costi, necessari per transitare dal sospetto diagnostico alla diagnosi definitiva. Il congresso SCIVAC 2008 sarà dunque il trampolino di lancio di questa novità editoriale, con ben due appuntamenti da non perdere: presentazione ufficiale dell’opera ed incontro con gli autori (venerdì 30 maggio 2008, alle ore 16.40); concorso “Vinci l’Atlante BOA®” (sabato 31 maggio 2008, alle ore 15.00). Arrivederci a Rimini e… buona Fortuna!
Per guardare il video e la demo dell’Atlante BOA®, ed iscriversi all’evento lancio di presentazione www.innovet.it ■
46 Calendario attività Dal 13 giugno al 28 settembre Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi Edizioni Veterinarie E.V. srl
13 GIU
GIORNATA DI APPROFONDIMENTO SIVAL IN COLLABORAZIONE CON SCIVAC
13 GIU
SEMINARIO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DI CUNEO
14 - 15 GIU 17 - 20 GIU 23 - 24 GIU 26 - 28 GIU 27 - 29 GIU 29 GIU 2 - 5 LUG 9 - 12 LUG 5 - 7 SET 7 SET 11 - 13 SET 13 SET 14 SET 14 SET 14 SET 18 - 20 SET 20 SET 20 - 21 SET 21 SET 21 SET 25 - 27 SET 27 - 28 SET 27 - 28 SET 27 - 28 SET 28 SET 28 SET
CORSO FSA IN COLLABORAZIONE CON SCIVAC
ACCESSI VENOSI CENTRALI A MEDIO E LUNGO TERMINE. BASI TECNICHE E CAMPI DI APPLICAZIONE PRECLINICI E CLINICI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento GESTIONE SANITARIA DELLE ZOONOSI E SISTEMI DI PREVENZIONE - Ordine Dei Medici Veterinari, Cuneo Via Mameli, 4/bis - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it CORSO - CONTROLLO DELLA DISPLASIA DELL’ANCA E DEL GOMITO NEL CANE - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
CORSO SCIVAC
CORSO DI BIOCHIMICA CLINICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
CORSO SCIVAC
GIORNATE DI APPROFONDIMENTO IN PRACTICE MANAGEMENT AVANZATE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
CORSO SCIVAC
ADVANCED VETERINARY DIAGNOSTIC IMAGING: PRATICAL AND INTERACTIVE MRI WORKSHOP - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Crediti non previsti
CORSO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON ASVAC
SARDEGNA: CORSO REGIONALE BASE DI PRONTO SOCCORSO - Sassari - ECM: 16 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it SCRIPTA MANENT... AVES VOLANT... PER FAVORE CHIUDETE LA FINESTRA. LE BASI DELLA MEDICINA AVIARE - Marche - Jesi - Via San Francesco - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it CARDIOLOGIA: VII PARTE - DIAGNOSI E TERAPIA DELLE CARDIOPATIE ACQUISITE E MALATTIE SISTEMICHE CON EFFETTI CARDIOVASCOLARI - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 3° IT. NEUROLOGIA VETERINARIA: II PARTE - LE DIAGNOSI DIFFERENZIALI - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it SICILIA - CORSO REGIONALE DI ORTOPEDIA - Ragusa, Villa Di Pasquale - Viale delle Americhe - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it RUOLO DELLA FISIOTERAPIA NELLA CORRETTA GESTIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA ERNIE DISCALI - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC MARCHE ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC CORSO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON IZS RAGUSA INCONTRO REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA
CORSO SCIVAC
CORSO DI MEDICINA FELINA I PARTE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
INCONTRO SIMIV
EMOGASANALISI ED EQUILIBRIO ACIDO-BASE NELLA PRATICA CLINICA DEL CANE E DEL GATTO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it SIMPOSIO DI MEDICINA FELINA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it
INCONTRO SIMEF
INCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA
LE ERNIE IN CHIRURGIA GENERALE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC BASILICATA
EMATOLOGIA: UN GIOCO DI LUCI E COLORI - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
CHIRURGIA DEI TESSUTI MOLLI: VI PARTE - CHIRURGIA PLASTICA RICOSTRUTTIVA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it SEMINARIO “ECOGRAFIA TORACICA ADDOMINALE NELL’ADULTO” - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - Email: info@sive.it
SEMINARIO SIVE
CORSO SIVE
CORSO BASE DI ECOGRAFIA TORACICA ADDOMINALE NELL’ADULTO - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC VENETO
VALUTAZIONE DELL’OCCLUSIONE E TRAUMATOLOGIA DENTALE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it DIFFICOLTÀ DEAMBULATORIE: IL RUOLO DELLE MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO - UN APPROCCIO CLINICO, DIAGNOSTICO E (FISIO)TERAPEUTICO - Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 2° IT. DERMATOLOGIA: II PARTE - APPROCCIO DIAGNOSTICO AI PROBLEMI DERMATOLOGICI (2°) - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
EVENTO SIVAE
ORTOPEDIA NEGLI ANIMALI ESOTICI - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it
INCONTRO SCVI
LA CARDIO-CHIRURGIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it
CORSO SCIVAC
CORSO INTRODUTTIVO ALLA MEDICINA D’URGENZA - Roma - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
INCONTRO SIDEV
AGGIORNAMENTI IN MALATTIE FUNGINE SUPERFICIALI DEL CANE E DEL GATTO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it
INCONTRO ANMVI IN COLLABORAZIONE CON SCIVAC E GPM
INCONTRO GPM ANMVI 2° SEMESTRE - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Milena Migliavacca - - Tel. +39 0372 403536 - E-mail: management@anmvi.it
laPROFESSIONE
VETERINARIA 19 | 2008
PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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