La Professione Veterinaria 21-2013

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Salute risparmio

e

Fondo Sanitario A.N.M.V.I.

10-06-2013

16:08

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la VETERINARIA

PROFESSIONE

A.N.M.V.I.

ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

21 2013

SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Salute risparmio

e

Fondo Sanitario A.N.M.V.I.

Anno 10, numero 21 dal 10 al 16 giugno 2013

Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona

A RIMINI 2537 PARTECIPANTI

SUCCESSO PER TUTTE LE SESSIONI SCIENTIFICHE

BAYER CELEBRA I 150 ANNI

LA VERIFICA NON È OBBLIGATORIA PER TUTTI

IN ITALIA LA BSE È UN NEGLIGIBLE RISK

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BREVI

L’ANAGRAFE COME CONTROLLO CONTABILE DELLA SPESA

FONDO SANITARIO Riaperte le iscrizioni. I medici veterinari che aderiscono per la prima volta al Fondo Sanitario ANMVI, possono sottoscrivere un’opzione “finestra”, versando il 65% del premio annuale. La decorrenza delle coperture va dal 1 luglio fino al 31 dicembre 2013.

ELENCO PEC Saranno gli Ordini provinciali a trasmettere le caselle di posta elettronica certificata degli iscritti al registro INI-PEC del Ministero dello Sviluppo Economico. Le istruzioni sono state trasmesse dalla Fnovi agli Ordini provinciali. Il 19 giugno sarà lanciato il portale telematico per accedere all’elenco pubblico degli indirizzi PEC dei professionisti.

MUTTLEY L’operazione denominata "Muttley" ha portato al sequestro di oltre 17.100 confezioni di farmaci veterinari per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro. Sessantacinque gli indagati tra farmacisti, allevatori, grossisti e (12) veterinari.

IPPICA Il Ministero delle Politiche Agricole ha annunciato di avere ottenuto dall’Economia la somma di 32,18 milioni di euro per pagare i debiti accumulati per il 2012 dall’ex ASSI, grazie all’attuazione del decreto legge 35/13 sui debiti della Pubblica Amministrazione.

78° CONGRESSO INTERNAZIONALE SCIVAC

La crisi non ferma Rimini Nonostante la situazione di difficoltà del settore aumentano gli iscritti al congresso

SPERIMENTAZIONE È ripartito l’iter di recepimento della Direttiva 63/2010. L’Italia è sotto infrazione comunitaria per il ritardo legislativo accumulato a causa dei controversi criteri di attuazione della delega comunitaria: misure più restrittive non sono più ammesse dalla Commissione Europea.

CODICE DELLA PA È in vigore dal 19 giugno il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Il Codice completa la normativa “anticorruzione” per dirigenti e personale di tutte le amministrazioni pubbliche.

ONLINE

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Ogni tanto esce dal coro demagogico-animalista una voce che invoca il ripensamento della scala dei valori: prima le persone e poi gli animali. Ci ricordiamo le dichiarazioni di Maurizio Lupi (Pdl), oggi Ministro, che voleva le detrazioni fiscali per gli asili togliendole alle cure veterinarie, e ci ricorderemo di quelle di Fabio Filippi (Pdl) consigliere regionale in Emilia Romagna, che pochi giorni fa se l’è presa per i costi elevati dell’anagrafe canina suggerendo di convogliare quelle risorse “alle famiglie in difficoltà”. Ha anche aggiunto: “La persona umana resta comunque la nostra priorità assoluta". Non si può essere d’accordo con queste affermazioni perché non sono equilibrate, eppure vanno prese in grande considerazione, perché portano all’attenzione dell’opinione pubblica una questione trascurata dalle attualissime politiche di contenimento della spesa pubblica. Se la mettiamo sul piano economico, l’anagrafe canina (costosa ovunque e inefficiente in alcune Regioni) è fondamentale. È inconfutabile che, quando è efficiente, l’anagrafe va nell’interesse economico, sociale e sanitario di tutti i cittadini-contribuenti. Censire puntualmente i cani - specie i randagi - serve proprio a tenere sotto controllo la spesa pubblica. Bisogna sapere che dal 1991 ad oggi, ogni

anno, le casse del Tesoro nazionale, hanno stanziato somme ingenti per il controllo della popolazione animale. Dal 2008, il 40% di queste risorse viene ripartito tra le Regioni proprio "sulla base dell’attivazione della banca dati regionale dell’anagrafe canina in riferimento alla consultabilità per via telematica". Nonostante la spesa, ad oggi, non è nota una contabilità precisa e trasparente di quanto costino ai cittadini le anagrafi canine telematiche, con la conseguenza che il Paese non dispone di dati certi e verificabili circa la reale consistenza dei cani - randagi o di proprietà sul territorio nazionale. Quali soluzioni? Due: utilizzare e finanziare una sola anagrafe nazionale e svuotare i canili attraverso una medicina veterinaria convenzionata di base che attui, in via prioritaria e urgente, un piano nazionale di sterilizzazione e di riduzione del randagismo. In questo modo, non solo si libererebbero risorse finanziarie, ma i cittadini potrebbero godere di un diritto non meno importante di altri: quello di convivere con una popolazione animale sotto stretto controllo anagrafico, contabile e sanitario, essendo rilevantissime, in termini di sanità pubblica, la prevenzione delle malattie trasmissibili e la prevenzione dell’abbandono ovvero del cosiddetto “randagismo di ritorno”.

DAL VETERINARIO MENO DI 100 EURO IL 55,3% DELLE FAMIGLIE ITALIANE OSPITA UN ANIMALE DA COMPAGNIA. Il 55% di quelle che non ha animali esprime il desiderio e l’interesse di adottarne uno ed il 20% di queste dichiara di volerlo fare nei prossimi mesi. Questo significa, se le dichiarazioni fossero vere, che nel giro di un anno le famiglie con un animale arriverebbero ad oltre il 60% con un forte incremento del numero degli animali da compagnia nel nostro paese. Questo settore quindi, il nostro settore, ha ancora forti possibilità di crescita evidenziate già dai dati del 2012 riferiti al petfood ed ai farmaci veterinari che nonostante la crisi economica esprimono circa un 2% di crescita. E il settore veterinario? Globalmente il fatturato della veterinaria per animali da compagnia sembra essere ancora in crescita anche se questa è percepita in modo diverso a seconda delle tipologie di strutture che comunque continuano ad aprire ed aumentare di numero: crescono di più, anche con valori a due cifre, gli ospedali e le cliniche in grado di offrire una vasta gamma di servizi specialistici di buona qualità, soffrono certamente invece gli ambulatori o gli studi con un solo titolare (il 65% del totale) che subiscono maggiormente la concorrenza spietata della svendita delle prestazioni da parte di alcuni colleghi o di ambulatori gestiti dalla veterinaria pubblica o dal mondo del volontariato animalista. Il 63,8% dei proprietari dichiara di spendere meno di 100 euro all’anno per la salute (veterinario e farmaci) del proprio animale, il 24,3% da 100 a 200 euro, il 7,7% da 200 a 300 e solo il 4,25 oltre i 300. D’altra parte non si può neppure dimenticare, se i dati sono esatti, che la percentuale dei proprietari che non va mai dal veterinario è purtroppo in crescita ed ha superato il 14%.

A.N.M.V.I


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