Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 21

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PROFESSIONE

la VETERINARIA A.N.M.V.I.

ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

21 2009

SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 6, numero 21 dal 8 al 14 giugno 2009 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona

LA VETERINARIA AL CENTRO DELL’EUROPA

TK22U EVOLUZIONE DA LUGLIO

IL CUSHING SPIEGATO DA FELDMAN

STOP AL MERCURIO IN VETERINARIA

RICERCA FINALIZZATA DIAGNOVA

A PAGINA 5

ALLE PAGG. 6-9

A PAGINA 14

A PAGINA 18

A PAGINA 20

BREVI

IN PENSIONE A 68 ANNI

A/H1N1 Uno dei rischi "è che il virus possa essere ritrasmesso ai maiali, riassortirsi con ceppi dell'aviaria H5N1 e dare vita a una nuova forma di influenza aviaria trasmissibile all'uomo e aggressiva. Evitare epidemie in zone a elevata promiscuità fra uomini e allevamenti animali". Lo afferma il Vice Ministro Ferruccio Fazio dopo la dichiarazione dell'Oms dello stato di pandemia.

ETICHETTATURA Fra i primi impegni del nuovo Europarlamento c'è l'approvazione di una proposta di regolamento per attualizzare e migliorare le norme relative all'etichettatura dei prodotti alimentari. Prima lettura del PE nella nuova legislatura. Dal 2010 etichetta obbligatoria per tutti i prodotti venduti come "biologici" nell'UE.

ENCI

Il TAR si esprimerà il 26 ottobre prossimo sul ricorso presentato dall'ENCI contro il commissariamento. La richiesta di tutela cautelare (sospensiva) avanzata dall'Ente è infatti stata respinta dal Tribunale Regionale Amministrativo del Lazio con sentenza del 25 maggio scorso. Restano ferme tutte le eccezioni proposte dall'Ente e che dovranno quindi essere esaminate ed approfondite nei dettagli il 26 ottobre prossimo.

ANTITRUST Il Garante Catricalà ha accolto la richiesta della Fnovi ad intervenire pubblicamente per un'informazione veritiera e corretta. A Ballarò l'istruttoria dell'Antitrust nei confronti della Fnovi e dell'Ordine di Torino era stata strumentalmente presentata ai telespettatori come se fosse ancora in corso, con danno d'immagine per la categoria.

AGGRESSIVITÀ Nessuna razza vietata nella nuova legge svizzera sui cani pericolosi, approvata dal Consiglio nazionale elvetico.Il progetto, che passa ora agli Stati, contiene l'obbligo di segnalare le aggressioni dei cani. Prevede poi corsi di formazione e di aggiornamento per i proprietari, che vengono responsabilizzati maggiormente e obbligati a stipulare un'assicurazione di responsabilità civile.

FVE E UEVP A Stoccolma, la veterinaria europea ha rinnovato i propri vertici. Cambio di presidenza alla Uevp che ha eletto l'ungherese Pinter Zsolt. La Fve conferma l'austriaco Walter Winding.

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ANMVI 1999

CONSULTAZIONE

La prestazione veterinaria domiciliare Questionario conoscitivo in vista di una Linea guida nel settore degli animali da compagnia A PAGINA 3

Sabato 13 giugno l’Assemblea dei Delegati Enpav ha approvato a Roma la riforma del sistema previdenziale. La riforma è passata a larghissima maggioranza: su 95 votanti 1 contrario e 3 astenuti. “La necessità della riforma - dichiara il Presidente dell’Enpav Gianni Mancuso - parte dalla Finanziaria 2007. Con questo intervento, l’Enpav raggiunge gli obiettivi imposti dalla Legge con bilanci in equilibrio almeno fino al 2043. Nello stesso tempo cerchiamo di non comprimere le prestazioni”. Con la riforma aumenta gradualmente la percentuale contributiva soggettiva di mezzo punto l’anno per passare, in sedici anni, dal 10 al 18 per cento. Resta ferma al 2% l’aliquota del contributo integrativo. La riforma prevede il superamento della distinzione tra pensione di anzianità e di vecchiaia. Nasce la “pensione di vecchiaia anticipata”, una pensione unica e flessibile che consente di andare in pensione ad una età compresa fra i 60 e i 68 anni con almeno 35 anni di contributi. Sono introdotti coefficienti di “neutralizzazione” dell’importo della pensione per coloro che scelgano di accedere al trattamento in via anticipata, con una età inferiore ai 68 anni. Nessuna riduzione viene applicata con 40 anni di iscrizione e almeno 60 anni di età.

Viene poi ridotto da quattro a tre il numero degli scaglioni di reddito utili al calcolo dell’emolumento pensionistico, vengono rimodulate le percentuali di rendimento e il reddito annuo pensionabile viene portato dagli attuali euro 36.700,00 a euro 60.600,00 da rivalutare annualmente in base all’inflazione. Con tali correttivi il sistema di calcolo della prestazione risulta essere più coerente ed adeguato anche in presenza di redditi di una certa entità. Altri interventi di modifica riguardano le agevolazioni per i giovani che si iscrivono per la prima volta all’Ente prima del compimento dei 32 anni di età. Ad essi non verrà richiesto alcun versamento contributivo nel loro primo anno di iscrizione. Per il secondo anno verseranno il 33% del dovuto, il 50% nel terzo e quarto anno. Per quanto riguarda la pensione di invalidità, l’importo della prestazione, attualmente pari al 70%, sale all’80%. Sotto il profilo degli obblighi contributivi in capo a tale categoria di pensionati, è inoltre previsto che il contributo soggettivo minimo sia dovuto nella misura del 50% e non più per la misura intera. Le modifiche approvate dall’Assemblea Nazionale dei Delegati avranno decorrenza dal 1 gennaio 2010, anche se l’efficacia è subordinata all’approvazione da parte dei Ministeri vigilanti. ■

ERANO 11, ERANO... ERANO 11, ERANO GIOVANI E FORTI, E, PER FORTUNA, SONO ANCORA TUTTI IN FORMA. CHI SONO? I SOCI FONDATORI DELLA SCIVAC che in occasione dei 25 anni di fondazione ci sembra giusto ricordare: Maurizio Cornelli, Luciano Costigliolo, Ernesto Fiore, Gian Enrico Odazzi, Claudio Peruccio, Stefano Pizzirani, Mauro Ricagno, Donella Tristi, Aldo Vezzoni, Edoardo Vitali, Mario Zunino. A Rimini, per i festeggiamenti del compleanno della SCIVAC, alcuni di loro erano assenti. 25 anni sono passati per tutti e molte cose sono cambiate. Qualcuno è più o meno in pensione, altri hanno preso strade diverse ed hanno anche rinunciato a svolgere attività professionale veterinaria. Solo pochi hanno ancora ruoli significativi all'interno della Società: Claudio Peruccio, sempre attivo nella Sovi e direttore editoriale della rivista Veterinaria, Stefano Pizzirani, rientrato per l'occasione dagli USA collabora sempre con la Sovi, ed Aldo Vezzoni, attualmente Presidente della Siovet e della FSA. Era presente anche Donella Tristi. Ci è dispiaciuto, in particolare, non rivedere nell'occasione Costigliolo e Fiore, i primi due Presidenti della SCIVAC, ma anche gli altri che comunque hanno offerto per anni la loro disponibilità e collaborazione per la crescita della Società. Doveroso ricordarli tutti perché senza il loro impegno e, soprattutto, il desiderio di trasformare e far crescere la veterinaria italiana per gli animali da compagnia, oggi non ci sarebbe la SCIVAC e saremmo, probabilmente, molto indietro nell'evoluzione di questo settore veterinario. Grazie ancora a questi 11, giovani e forti nel 1984.

DIECI ANNI AL SERVIZIO DEI MEDICI VETERINARI

2009 ANMVI



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Consultazioni Anmvi Informa

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Un questionario sulla prestazione veterinaria domiciliare L’Anmvi avvia una indagine/consultazione in vista di una Linea guida pratica inoltre far luce sui risvolti normativi della prestazione a domicilio in un’ottica di maggior consapevolezza e tutela professionale. Non si tratterebbe certo di delineare un improbabile profilo del “medico veterinario domiciliare”, ma di analizzare la “prestazione”, connotandola di buone prassi e individuando il campo degli interventi erogabili al di fuori di

una struttura veterinaria autorizzata (di norma a casa del proprietario). Prima di procedere ad una stesura della Linea guida, l’Anmvi ritiene opportuno coinvolgere i Colleghi che si occupano di animali da compagnia in un’ampia consultazione. La compilazione del presente questionario sarà pertanto utile a conoscere il punto di vista

della Categoria e la consistenza di questo tipo di attività. Il questionario è riservato ai medici veterinari ed è rivolto ai colleghi che esercitano nel settore degli animali da compagnia. Sono certo della vostra collaborazione e fin da ora vi ringrazio per l’attenzione e per tutti i suggerimenti che vorrete inviarci. ■

di MARCO MELOSI Vice Presidente Anmvi (Settore Animali da Compagnia) el solco delle proprie iniziative statutarie per la qualificazione della professione, l’Anmvi vorrebbe realizzare una Linea guida pratica per l’erogazione della “prestazione veterinaria domiciliare”. La prestazione veterinaria domiciliare sugli animali da compagnia, infatti, non ha una regolamentazione specifica. Dal punto di vista legislativo, essa trova piena legittimazione nell’assenza di un esplicito divieto al suo esercizio, mentre dal punto di vista deontologico, la sua erogazione è subordinata a disposizioni vincolanti, ma tuttavia generali. Una linea guida potrebbe quindi rappresentare un valido ausilio pratico per il medico veterinario nell’espletamento della sua prestazione e contribuire a qualificare ulteriormente la sua professionalità tanto nei confronti del paziente che del proprietario. L’obiettivo è innanzitutto quello di proseguire nella qualificazione della prestazione medicoveterinaria e al tempo stesso di contrastare gli abusi e gli illeciti. Una linea guida potrebbe

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EV DIVENTA UNA "SOC. CONS." SENZA SCOPO DI LUCRO al 15 maggio EV ha cambiato forma societaria e da Srl è stata trasformata in EV. Soc. Cons. a r.l. (EV Società Consortile a responsabilità limitata). I due soci di EV, la Scivac e l'Anmvi, hanno infatti deciso unanimemente di cambiare la forma societaria di EV per renderla più consona alle esigenze delle associazioni che delegano a questa società la gestione di tutte le loro attività per gli aspetti organizzativi ed amministrativi. Nella tipologia della società consortile a responsabilità limitata è stata individuata dai consulenti della Scivac e dell'Anmvi la forma migliore per soddisfare le esigenze espresse con anche la possibilità di trasformare EV in una società senza scopo di lucro, una finalità che Scivac e Anmvi, che sono nate con questa caratteristica, ritenevano particolarmente importante. Tutti i dati (indirizzo e recapiti) sono rimasti invariati. Anche il Codice Fiscale/Partita IVA di EV è rimasto invariato:01032200196

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Il presente questionario, compilato in ogni sua parte, dovrà pervenire alla segreteria Anmvi entro il 31 luglio 2009. Fax 0372/40.35.26. È possibile l’invio in busta chiusa all’indirizzo ANMVI - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona. Per commenti e osservazioni è possibile allegare un nota a parte. 1. Sei titolare di una struttura veterinaria o eserciti in una struttura veterinaria? ❑ No

❑ Sì

2. Esegui prestazioni veterinarie al domicilio del proprietario? ❑ No ❑ Saltuariamente

❑ Sì

3. Se hai risposto “no”, indica le motivazioni:

❑ Non mi sono mai state richieste ❑ Ho deciso di non esercitare a domicilio del proprietario ❑ Altro ❑ Specificare ……………………………….………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………......……………………… 4. Se hai risposto “sì” o “saltuariamente”, quali prestazioni hai effettuato? Visite di controllo del paziente convalescente Primo soccorso per chiamate urgenti Interventi di profilassi e/o richiami vaccinali Chirurgia ❑ Specificare ………………………….....…………………………………………………………………… Altro ❑ Specificare ………………….....…………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………......…………………………………………………… 5. Hai prevalentemente effettuato la prestazione domiciliare nella seguente area geografica: ❑ Nord Italia ❑ Centro Italia ❑ Sud Italia ❑ Isole e nel seguente contesto: ❑ Urbano ❑ Extraurbano-rurale

❑ ❑ ❑ ❑ ❑

6. Le tariffe che applichi a domicilio sono:

❑ Maggiorate ❑ Uguali a quelle applicate in ambulatorio ❑ Gratuite, come servizio aggiuntivo al cliente/paziente 7. In base alla tua esperienza, quale fattore incide sulla domanda di prestazione domiciliare? ❑ Le condizioni del paziente (es. non deambulante) ❑ Specificare ………………………………………………………….......….. ………………………………………………………………………………………………………………………........................…………… ❑ Le condizioni del proprietario (es. cliente anziano) ❑ Specificare ………………………………………………………….........… ………………………………………………………………………………………..…………………………………………………………… ❑ altro ❑ Specificare ………………………….....…………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………......…………………………………………… 8. Ritieni che la prestazione veterinaria domiciliare sia: Necessaria e complementare all’attività principale Necessaria per chi non possiede una struttura Marginale e da eseguire solo in circostanze eccezionali Non remunerativa Non professionalizzante

❑ ❑ ❑ ❑ ❑

9. Sei favorevole ad una Linea guida di buona pratica per la prestazione veterinaria domiciliare: ❑ Sì ❑ No 10. Ritieni che la Linea guida dovrebbe: Circoscrivere le prestazioni erogabili a domicilio dal medico veterinario Definire la corretta prassi di ciascuna di esse Definire gli aspetti medico-legali della prestazione (es. responsabilità del medico e del proprietario) Definire la pubblicità sanitaria della prestazione domiciliare Altro ❑ Specificare ………………….....…………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………......…………………

❑ ❑ ❑ ❑ ❑

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PROFESSIONE la VETERINARIA

INDAGINE/CONSULTAZIONE SULLA PRESTAZIONE VETERINARIA DOMICILIARE



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International Anmvi Informa

VETERINARIA 21 | 2009

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Con ANMVI International portiamo la veterinaria al centro dell’Europa Sandro Barbacini, presidente Anmvi, spiega l’importanza di iniziative internazionali per la nostra professione di PAOLA GHERARDI Che ruolo ha Anmvi International nelle attività dell’Associazione? Anmvi, oltre al rappresentare la categoria dei medici veterinari, assume l’autorevole ruolo di essere un tavolo di lavoro e di discussione in cui si possano affrontare problematiche di ampio respiro. Sul fronte internazionale, invece, Anmvi International si propone in ambito medico veterinario con il fine di promuovere la formazione veterinaria attraverso le filiere produttive lombarde come esempi di sviluppo in materia di sicurezza alimentare e sanità animale. Altro motivo di impegno da parte di ANMVI International è quello di favorire il diretto contatto con altre realtà dell’UE per un confronto immediato e una concreta e veloce comunicazione tra colleghi di altri stati. In questo modo la veterinaria italiana intende fornire il contributo all’armonizzazione dei vari paesi UE con lo scambio ed il confronto di esperienze nel campo del Controllo Ufficiale destinato al monitoraggio della Sicurezza Alimentare nei 27 Paesi dell’Unione ed oltre

Da Cremona in Europa, quali sono i punti di forza della sede cremonese dell’Anmvi? Anmvi è da sempre una sede di importanti eventi scientifico-professionali, di rilievo anche internazionale. Il Centro Studi si è sviluppato anche sotto il profilo tecnologico per assicurare una didattica al passo con gli standard internazionali. Cremona è un punto di riferimento per le personalità ospitate per le sue caratteristiche storico-culturali, oltre che gastronomiche che garantiscono un’ospitalità cordiale, piacevole e che sono un bel biglietto da visita per l’Italia e per la veterinaria italiana. Solitamente gli stranieri rientrano dalla permanenza a Cremona entusiasti e con le valige ricolme di torrone e mostarda… certo siamo in un territorio che si sa presentare molto bene da solo e chiaramente avere questa bella cornice aiuta anche le relazioni internazionali.

tenzione e la volontà di acquisire strumenti di confronto applicabili ai differenti scenari per saper raffrontare situazioni economicamente ed epidemiologicamente diverse.

Qual è il target di Anmvi International? Ci rivolgiamo ai medici veterinari interessati alle produzioni animali e all’area agro-alimentare, ma soprattutto a colleghi motivati e propensi alla formazione internazionale con l’in-

Quali sono i progetti internazionali futuri? I progetti internazionali, finora, promossi da Regione Lombardia hanno riguardato l’est dell’Eurapa toccando paesi quali Estonia, Bielorussia, Russia, Romania, Ungheria, Po-

Premiati dalla Polonia Riconoscimento a Belluzzi per il collegamento con l’Italia i è svolto il 22 maggio a Lomza, a nord di Varsavia, nel cuore agricolo della Polonia, il Congresso Internazionale per festeggiare il novantesimo dell’ispezione veterinaria polacca. ANMVI è stata invitata per un premio ed il riconoscimento di quanto efficace e fruttuosa stia diventando la collaborazione nei Paesi dell’Est EU, nell’ambito del Progetto Lombardia. La giornata internazionale si è aperta con lo scoprimento di una lapide in ricordo di Jan Stypula. Il collega Jan, carismatico capo veterinario regionale tra il ’75 ed il ’90, nato nel ’31 e morto nel 2001, è stato promotore e conduttore di numerose iniziative in campo veterinario e non, lasciando un segno indelebile tra i colleghi di quel Paese. Fondatore di un laboratorio regionale e di un museo di veterinaria, pubblicista di ben 327 lavori, nel 1993, appena dopo il passato ex-comunista del Pese, divenne senatore della Repubblica; questo ruolo lo vide impegnato in numerose iniziative di carattere pubblico, moltissime rivolte al sostegno della sua popolazione negli anni difficili della ricostruzione. Dopo la presentazione del Sistema Veterinario italiano, Giancarlo Belluzzi ha ritirato il riconoscimento di merito che gli è stato assegnato come responsabile della branca internazionale dell’ANMVI “per i meriti di collega-

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mento tra i due Paesi”. Il congresso internazionale si è snodato poi, per l’intero arco della giornata, attraverso numerose relazioni, che hanno spaziato tra temi umanistici ed il loro collegamento con quelli molto più tecnici del settore. Partendo dalla storia della Medicina Veterinaria polacca, i relatori hanno illustrato i progressi dei loro Paesi nei diversi campi dell’attività medico veterinaria, dalla buiatria, all’ippiatria, fino alle nuove sfide interne ed europee della professione nei vari Paesi invitati, chiudendo con un bilancio dei primi 90 anni, polacchi in questo caso, della disciplina ispettiva veterinaria. ANMVI International è stata al centro di numerose domande, per capire e presentare idee progettuali da portare a termine quando il progetto sarà rifinanziato dalla Regione per i prossimi 3 anni. ■

Perché le realtà lombarde? Per fornire gli strumenti all’acquisizione di competenze professionali utili è indispensabile avere punti di riferimento qualificati. La realtà produttiva lombarda, soprattutto per quanto riguarda la filiera produttiva agro-alimentare, è senza dubbio una realtà d’eccellenza. Le iniziative formative di Anmvi forniscono ai medici veterinari ospiti nel nostro territorio gli elementi per individuare e riconoscere produzioni orientate alla qualità e rispondenti ai requisiti e agli standard igienico-sanitari condivisi a livello europeo e sistemi di allevamento rispettosi dei criteri necessari per il benessere animale.

Il presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani sostiene l’importanza di progetti internazionali capaci di dare strumenti di crescita professionali ed elementi cultuali di ampio respiro come Anmvi International che per il secondo anno ha ospitato, in collaborazione con Regione Lombardia, 21 medici veterinari provenienti da Russia, Bielorussia, Estonia, Polonia, Romania e Ungheria. Barbacini, a sua volta, ha un curriculum professionale che lo porta fuori dai confini nazionali: il suo centro di riproduzione equina fa parte di un network internazionale presente in U.S.A., Canada, Europa e Australia.

lonia Repubblica Slovacca e lo scorso anno anno anche l’Africa con il Sudan, ma ANMVI International prosegue il suo cammino con l’intenzione di attuare altre iniziative comprendendo anche i paesi del nord-Africa. ■

MARIO MAURO, UN ALLEATO NEL PE onfermato nell’Europarlamento con un altissimo numero di preferenze, l’On. Mario Mauro commenta la rielezione come “la testimonianza di fiducia da parte dei cittadini di un lungo cammino che mi vede impegnato in Europa da dieci anni”. In una nota inviata all’Anmvi, l’europarlamentare Mauro si augura di “ poter contare ancora sulla collaborazione di ANMVI”. Il 27 maggio scorso, nella sua veste di Vice Presidente del Parlamento Europeo, l’On. Mauro ha incontrato il Vice Presidente Vicario dell’Anmvi Giancarlo Belluzzi per fare il punto sui progetti di formazione dell’Associazione. "Abbiamo riferito all'On. Mauro che stiamo infondendo non trascurabili energie sul piano della formazione professionale e del tavolo aperto con l'Università per la riforma dei criteri di ingresso nelle Facoltà di Medicina Veterinaria. Sono progetti impegnativi sui quali non intendiamo risparmiarci - ha dichiarato Belluzzi - convinti che una formazione corretta ed un aggiornamento costante siano pilastri fondamen-

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tali per noi ma anche per i cittadini che fruiscono dei nostri servizi". Il Presidente Senior dell'Anmvi, Carlo Scotti, ha espresso viva soddisfazione per l’incontro con l'On. Mauro, da più parti accreditato come possibile futuro Presidente dell'Europarlamento.


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6 Fisco TK22U

VETERINARIA 21 | 2009

La tentazione dell’accertamento nuoce agli studi di settore In attesa di Studi più adeguati alla crisi, il Fisco recupera gli strumenti accertativi tradizionali

a crisi ha messo in crisi anche lo Studio di settore. Per questo, nutriamo più di una perplessià sull'adeguamento del nostro studio di settore. A luglio, il TK22U evolverà in un nuovo modello, più adeguato, in li-

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nea teorica, alla crisi economica. Ma secondo l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani - che ha diffuso un comunicato stampa - il Fisco, sembra più impegnato sul fronte dell'accertamento piuttosto che ad una vera messa a punto dell'approccio presuntivo che caratterizza lo Studio di Settore.

"La crisi - commenta il Presidente Senior Carlo Scotti - non si è ancora rivelata nella sua portata complessiva nel settore veterinario e non consente ancora di scattare una fotografia precisa del calo della domanda, delle insolvenze e quindi del reddito. Questo mette in crisi senza dubbio anche lo Studio di Settore, ma non è una buona ragione per non insistere sulla correzione dei parametri presuntivi e degli indicatori, conducendo una analisi più approfondita e corretta della nostra realtà professionale. La cluster analysis del settore veterinario, ad esempio, contiene più di una imprecisione. L'impressione - prosegue l'Associazione - è che il Fisco sia sempre più tentato dal recupero di strumenti di accertamento tradizionali, dal redditometro all'analisi dello stile di vita familiare o comunque extraprofessionale. Così si rischia di tornare ad un approccio investigativo nei confronti del contribuente e per giunta non collegato al reddito professionale". Sono queste alcune osservazioni che l'Anmvi ha trasferito all'Ufficio degli Studi di Settore tramite il rappresentate all'Agenzia delle Entrate, Giuliano Lazzarini, nominato dalla Fnovi componente della Commissione della Sose. Una nota tecnica di correttivi agli Studi è in via di inoltro all'Agenzia delle Entrate a cura del Collega Lazzarini per evidenziare le correzioni da apportare alla "cluster analysis". L'Anmvi suggerisce anche di semplificare le modalità di consultazione con il contribuente. "Crediamo - conclude Scotti - che non ci sia stata una consultazione sufficientemente efficace con le categorie professionali, a causa dei sistemi di interazione informatica dell'Agenzia delle Entrate, troppo farraginosi e complessi. I questionari proposti nei mesi scorsi come gli attuali fac simile di esempi richiesti in questi giorni, non rappresentano un reale momento consultivo, in grado di portare un significativo contributo all'Agenzia delle Entrate. È necessario che la consultazione sia semplificata se si vuole davvero ascoltare la voce dei contribuenti".

I CORRETTIVI Sulla cluster analysis condotta dall’Agenzia delle Entrate, il rappresentate della veterinaria, il Collega Giuliano Lazzarini, presenterà un documento di osservazioni e di correzioni tecniche, di cui riportiamo in sintesi le più significative. La lettura dei cluster di seguito pubblicati potrà aiutare a comprendere le osservazioni del nostro rappresentante e al tempo stesso darci una maggiore familiarità con la documentazione in via di esame alla Sose. Innanzitutto, dall’analisi è stato inspiegabilmente eliminato il cluster degli ambulatori di medie dimensioni (per cui da strutture con un massimo di 37 metri quadrati si passa a quelle da 65 metri quadrati ed oltre). Il cluster in oggetto era occupato da oltre 1600 professionisti che l’Agenzia non dice come ha ripartito. Inoltre i professionisti appartenenti ai clusters 4, 5, 6, 8, non sono, almeno nella maggior parte dei casi, “specializzati” ma “si occupano prevalentemente di”. Sarebbe poi interessante sapere quanti sono i professionisti che fanno parte delle 1096 so-

DAL TK22U ALL’ UK22U: EVOLUZIONE DA LUGLIO 'Ufficio Studi di Settore dell'Agenzia delle Entrate ha comunicato i risultati derivanti dalla "cluster analysis" relativa allo Studio di settore UK22U (evoluzione dello studio TK22U). L'Ufficio chiede osservazioni sui gruppi omogenei individuati entro dieci giorni, in vista degli incontri alla Sose programmati a luglio. La documentazione recapitata all'Anmvi descrive nell'Allegato 1 gli 11 cluster in cui è stato suddiviso lo Studio di Settore-Servizi Veterinari, sulla base dei modelli per la comunicazione dei dati rilevanti per il periodo di imposta 2007. I contribuenti interessati sono risultati 11.744. I cluster sono stati individuati sulla base di alcuni modelli di "business": modalità di espletamento dell'attività, le aree di intervento, la tipologia della clientela, la dimensione e struttura dell'ambulatorio o dello studio professionale. La prima riunione relativa all'esame e valutazione del prototipo dello Studio UK22U è prevista l'8 luglio, quando verranno esaminati gli esempi trasmessi dalle singole associazioni, per poter meglio analizzare il prototipo dello studio in oggetto. Il secondo incontro è previsto il 22 luglio.

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cietà di persone. Per i professionisti che espletano la loro attività prevalentemente in maniera itinerante andrebbe considerato il parametro del percorso chilometrico, che rappresenta una spesa notevole stante il continuo variare del prezzo del carburante. Inoltre, per i professionisti che si dedicano al settore zootecnico è importante sottolineare come negli ultimi anni si stia assistendo ad un calo delle contribuzioni regionali e provinciali per le aziende produttrici di animali destinati al consumo alimentare con conseguente diminuzione delle convenzioni ARA ed APA. Le osservazioni che saranno consegnate per conto di Fnovi e di Anmvi potranno consentire all’Ufficio degli Studi di Settore di valutare meglio la realtà che stiamo vivendo per potere mettere a punto quei correttivi di cui il nostro settore necessita per non rientrare in un meccanismo recessivo. “Questo è il motivo osserva Lazzarini - che sprona la nostra categoria a non fare a meno del potenziale umano presente nelle strutture ambulatoriali, a mantenere alta la qualità delle prestazioni, a continuare ad investire sulle proprie potenzialità culturali ed umane per rimanere una categoria intellettuale all’avanguardia in Italia ed in Europa”. ■


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TK22U Fisco

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La cluster analysis dell’Agenzia delle Entrate Il campione ha analizzato 11.152 contribuenti veterinari ’evoluzione dello Studio di Settore TK22U - Servizi Veterinari- è stata condotta analizzando i modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore per il periodo di imposta 2007. I contribuenti interessati sono risultati pari a 11.744. Nella prima fase di analisi 502 contribuenti sono stati scartati, in quanto, pur tenuti alla compilazione dei modelli, non risultano utilizzabili nelle successive fasi di elaborazione dello studio di settore (cessazione di attività, situazioni di non normale svolgimento dell’attività, contribuenti forfettari, ecc.). Sui modelli studi di settore della restante platea sono state condotte analisi statistiche per rilevare la completezza, la correttezza e la coerenza delle informazioni in essi contenute. Tali analisi hanno comportato, ai fini della definizione del campione dello studio, lo scarto di ulteriori 90 posizioni. A seguito degli scarti effettuati, il numero dei contribuenti oggetto delle successive analisi è stato pari a 11.152.

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INQUADRAMENTO GENERALE Lo studio in questione analizza il settore dei “Servizi veterinari”. I fattori principali che hanno contribuito alla definizione dei modelli di business sono i seguenti: • modalità di espletamento dell’attività; • aree di intervento; • tipologia della clientela; • dimensione e struttura dell’ambulatorio o dello studio professionale. La suddivisione secondo la modalità di espletamento dell’attività ha portato all’evidenziazione di veterinari che effettuano prevalentemente visite domiciliari o presso allevamenti (cluster 11), inseminazione artificiale o assistenza al parto/ostetricia (cluster 6) ed esami diagnostici (cluster 5). La suddivisione secondo le aree di intervento ha portato all’individuazione di veterinari specializzati nella cura di cavalli da equitazione (cluster 4) o specializzati in zootecnia, facente riferimento ad allevamenti e grandi animali in genere (cluster 6 e 8). La suddivisione secondo la tipologia della clientela ha portato all’evidenziazione di veterinari che prestano la propria attività prevalentemente per strutture sanitarie private come studi, ambulatori, cliniche, ospedali e laboratori di analisi (cluster 7), strutture sanitarie pubbliche (cluster 3) ed imprese industriali (cluster 1). La suddivisione secondo la dimensione e la struttura dell’ambulatorio o dello studio professionale ha portato alla distinzione tra ambulatori e studi veterinari di piccole dimensioni (cluster 10) ed ambulatori di più grandi dimensioni (cluster 2). Sono state poi individuate le cliniche veterinarie (cluster 9). Nelle successive descrizioni dei cluster emersi dall’analisi, salvo segnalazione contraria,

l’indicazione di valori numerici riguarda valori medi.

DISTRIBUZIONE PER FORMA GIURIDICA

NUMERO

% SUGLI ELABORATI

Persone fisiche

9.919

88,9

Società di persone

1.096

11,1


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8 Fisco TK22U

CLUSTER 1 Professionisti che operano prevalentemente per imprese industriali Numerosità: 328 I veterinari di questo cluster si differenziano dagli altri per la clientela di riferimento: la parte preponderante dei compensi deriva da prestazioni erogate nei confronti di imprese industriali come aziende di produzione di mangimi per animali (oltre la metà dei compensi), aziende farmaceutiche (76% dei compensi per il 34% dei soggetti) e aziende di lavorazione di prodotti animali (78% per il 14%). Sempre con riferimento alla clientela, si segnala anche che l’83% dei soggetti riceve il 68% dei compensi dal committente principale. Le attività in cui risultano principalmente impegnati i componenti il cluster sono consulenze, perizie e collaborazioni (57% dei compensi), e gli interventi si concentrano sul comparto zootecnico, comprendente allevamenti e grandi animali in genere (44% dei compensi). La professione viene svolta quasi sempre senza l’ausilio di dipendenti o collaboratori ed utilizzando talvolta (49% dei casi) 20 mq di spazi adibiti a studio o ambulatorio veterinario. Si segnala che il 17% degli appartenenti al cluster affianca all’attività libero professionale di veterinario anche altre attività professionali o di impresa.

CLUSTER 2 Ambulatori veterinari di grandi dimensioni Numerosità: 2.900 Il cluster in esame raggruppa ambulatori veterinari di grandi dimensioni (65 metri quadrati) che, nel 15% dei casi, possono ospitare 15 animali. L’attività professionale, incentrata principalmente sugli animali da compagnia (96% dei compensi) di proprietà di soggetti privati, si sostanzia nell’effettuazione di visite ambulatoriali (54% dei compensi), di interventi chirurgici (19%) e di esami diagnostici (11%) (in particolare il 44% dei soggetti ottiene l’8% dei compen-

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si da esami diagnostici per immagine). Coerentemente con l’aspetto strutturale, il numero di vaccini somministrati (468) dai componenti il cluster risulta essere elevato. L’anzianità professionale (12 anni) è tra le più elevate del settore. La dotazione di beni strumentali è ampia e comprende: un tavolo operatorio ed una lampada scialitica, un carrello, una sterilizzatrice, un dispositivo per la fusione centrifuga, un apparecchio per ematologia, liquidi organici, sierologia e batteriologia, un microscopio elettronico, un’apparecchiatura per l’effettuazione di raggi X, un’apparecchiatura per l’anestesia gassosa ed un oto/oftalmoscopio. Inoltre, la metà circa dei soggetti dichiara un elettrobisturi ed un aspiratore, il 32% un ecografo, il 31% un elettrocardiografo, il 41% un autoclave ed infine un quarto dei soggetti dispone di un pulsossimetro.

CLUSTER 3 Professionisti che operano prevalentemente per strutture sanitarie pubbliche Numerosità: 804 Questo cluster riunisce i veterinari che hanno quale clientela prevalente le strutture sanitarie pubbliche, fonte del 91% dei compensi. I tre quarti dei soggetti dipendono in modo quasi esclusivo (90% dei compensi) dal committente principale; oltre la metà dei veterinari del cluster svolge attività in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, ottenendone il 90% dei compensi. Per quanto riguarda la modalità di svolgimento della professione, eccettuate le consulenze, le perizie e le collaborazioni (l’82% dei compensi per il 39% dei soggetti), non si segnala un peso significativo sui compensi di nessuna attività particolare. Le aree di intervento sono principalmente la zootecnia, comprendente allevamenti e grandi animali in genere (53% dei compensi) e la cura degli animali da compagnia (33% dei compensi per il 37% dei soggetti). La professione viene svolta quasi sempre senza l’ausilio di dipendenti o collaboratori avvalendosi di spazi adibiti a studio (il 44% dei soggetti per un’estensione di 20 metri quadrati) o, più raramente, ad ambulatorio veterinario (il 17% dei soggetti per un’estensione di 34 metri quadrati). Si segnala che il 12% degli appartenenti al cluster affianca all’attività libero professionale di veterinario anche altre attività professionali o di impresa.

CLUSTER 4 Professionisti specializzati nella cura di cavalli da equitazione Numerosità: 441 I professionisti che fanno parte di questo cluster sono specializzati nella cura dei cavalli da equitazione (86% dei compensi) di proprietà di soggetti privati (33%), di scuderie o maneggi (31% dei compensi) e di aziende agricole ed allevamenti (19%). Coerentemente con la specializzazione, le visite avvengono in larga parte a domicilio (61% dei compensi); a volte il veterinario viene anche interpellato per consigli o pareri (un quarto dei soggetti svolge attività di consulenza, perizia o collaborazione ottenendo il 36% dei compensi). In linea con il tipo di attività svolta, una larga parte dei soggetti non dispone di spazi adibiti a studio o ambulatorio veterinario né si avvale di dipendenti o collaboratori. Si segnala che il 12% degli appartenenti al cluster affianca all’attività libero-professionale di veterinario anche altre attività professionali o di impresa. La dotazione di beni strumentali comprende un ecografo per il 44% dei soggetti, un apparecchio per l’effettuazione di raggi X per il 34% e, entrambi per il 17% dei soggetti, un endoscopio ed un oto/oftalmoscopio.

magine. Le principali aree di intervento sono quella degli animali da compagnia (80% dei compensi) e quella del comparto zootecnico, comprendente allevamenti e grandi animali in genere (67% dei compensi per il 13% dei soggetti). Gli esami vengono richiesti principalmente da soggetti privati (54% dei compensi) ma anche da strutture sanitarie private (studi, ambulatori, cliniche, ospedali, laboratori di analisi), dalle quali la metà dei soggetti origina il 57% dei compensi. Da segnalare che un terzo circa dei soggetti svolge la professione soprattutto per il committente principale, ottenendone l’82% dei compensi. Si tratta di professionisti che raramente si avvalgono di dipendenti o collaboratori e che, quando sono dotati di una struttura dove svolgere la professione, lavorano all’interno di laboratori veterinari di analisi (19 metri quadrati per il 47% dei soggetti), di ambulatori (42 metri quadrati per il 37%) o di studi veterinari (25 metri quadrati per il 29%). Tra i beni strumentali si segnala la presenza di un ecografo per il 41% dei soggetti, un dispositivo per la fusione centrifuga per il 27%, 1-2 apparecchi per ematologia, liquidi organici, sierologia e batteriologia per il 25% ed, infine, un elettrocardiografo per il 13%.

CLUSTER 5 Professionisti specializzati nell’effettuazione di esami diagnostici Numerosità: 134 I veterinari di questo cluster effettuano in via prevalente esami diagnostici (65% dei compensi). In particolare, un terzo dei soggetti ottiene il 72% dei compensi da esami diagnostici per im-

CLUSTER 6 Professionisti specializzati in zootecnia con attività prevalente di prestazioni di inseminazione artificiale ed assistenza al parto/ostetricia Numerosità: 469 I veterinari di questo cluster sono specializzati in zootecnia (allevamenti e grandi animali in genere) e nell’ambito di questo comparto ottengono il 90% dei compensi, ma si differenziano dai professionisti annoverati nel cluster 8 in quanto presentano quali attività prevalenti le prestazioni di inseminazione artificiale (56% dei compensi) e l’assistenza al parto/ostetricia (6%). Inoltre, il 44% dei soggetti somministra un elevato numero di vaccini (750). Concordemente alla specializzazione dichiarata, la clientela è formata principalmente da aziende agricole ed allevamenti (76% dei compensi). Da segnalare che il 13% dei soggetti ottiene il 39% dei compensi da attività di assistenza igienico-sanitaria presso aziende zootecniche o allevamenti, svolte in convenzione con associazioni allevatoriali (APA e AIA). La professione, che nel 12% dei casi è affiancata da altre attività professionali o di impresa, viene svolta quasi sempre senza l’ausilio di dipendenti o collaboratori e solo in alcuni casi avvalendosi di spazi adibiti a studio o ambulatorio veterinario. L’anzianità professionale dei veterinari del cluster (17 anni) è la più elevata del settore.


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TK22U Fisco

VETERINARIA 21 | 2009

CLUSTER 7 Professionisti che operano prevalentemente per strutture sanitarie private Numerosità: 1.380 Questo cluster riunisce veterinari che hanno quale clientela prevalente le strutture sanitarie private (studi, ambulatori, cliniche, ospedali, laboratori di analisi), fonte del 91% dei compensi. Da segnalare che il committente principale è origine del 74% dei compensi totali. Le prestazioni professionali sono rappresentate principalmente da consulenze, perizie o collaborazioni, dalle quali i veterinari del cluster derivano circa la metà dei compensi, e da visite ambulatoriali (66% dei compensi per il 35% dei soggetti). In termini di area di intervento, l’incidenza prevalente riguarda gli animali da compagnia (90% dei compensi). La professione viene svolta quasi sempre senza l’ausillio di dipendenti o collaboratori e solo in rari casi avvalendosi di spazi adibiti a studio o ambulatorio veterinario.

CLUSTER 8 Professionisti specializzati in zootecnia Numerosità: 1.323 I veterinari di questo cluster si occupano prevalentemente del comparto zootecnico, comprendente allevamenti e grandi animali in genere, e nell’ambito di questo comparto ottengono il 93% dei compensi. Le attività svolte in via prevalente sono le prestazioni domiciliari (63% dei compensi) e le consulenze, perizie o collaborazioni (metà dei compensi per il 30% dei soggetti). Il 37% dei professionisti somministra un elevato numero di vaccini (circa 1.420). La clientela è formata soprattutto da aziende agricole e allevamenti (61% dei compensi), seguiti da strutture sanitarie pubbliche (dalle quali approssimativamente un quinto dei soggetti ottiene il 57% dei compensi) e da soggetti privati (27% dei compensi per il 35% dei soggetti). Da segnalare che il 37% dei soggetti dipende in modo rilevante (82% dei compensi) dal committente principale e che nel 15% dei casi il 65% dei compensi deriva da attività di assistenza igienico-sanitaria presso aziende zootecniche o allevamenti, svolte in convenzione con associazioni allevatoriali (APA e ARA). Tali professionisti, il 13% dei quali affianca all’attività libero professionale di veterinario altre attività professionali o di impresa, quasi sempre svolgono l’attività senza l’ausilio di dipendenti o collaboratori. L’attività è svolta utilizzando spazi adibiti a studio (il 41% dei soggetti per un’estensione di 18 metri quadrati) o, più raramente, ad ambulatorio veterinario (il 14% dei soggetti per un’estensione di 34 metri quadrati). L’anzianità professionale (13 anni) è tra le più elevate del settore.

CLUSTER 9 Cliniche veterinarie Numerosità: 194 Questo cluster è formato da cliniche veterinarie

che possono ospitare 25 animali su una superficie di 139 metri quadrati. Le prestazioni sono erogate su animali da compagnia (94% dei compensi) di proprietà di soggetti privati e constano principalmente in visite ambulatoriali (45% dei compensi), interventi chirurgici (18%) ed esami diagnostici (16%). Con riferimento a tale ultima tipologia di prestazione, oltre la metà dei soggetti ottiene il 10% dei compensi da esami diagnostici per immagine. Il numero di vaccini somministrato è elevato (834). Tali cliniche si avvalgono di un addetto, dipendente nel 20% dei casi. La dotazione di beni strumentali è ampia e comprende un tavolo operatorio ed una lampada scialitica, un carrello, una sterilizzatrice, un dispositivo per la fusione centrifuga, un apparecchio per ematologia, liquidi organici, sierologia e batteriologia, un microscopio elettronico, un’apparecchiatura per l’effettuazione di raggi X, un apparecchiatura per l’anestesia gassosa, un elettrobisturi, un ecografo, un aspiratore, un autoclave ed un oto/oftalmoscopio. Inoltre, il 56% dei soggetti dispone di un elettrocardiografo, la metà di un pulsossimetro ed, infine, approssimativamente un quarto dei soggetti di un endoscopio.

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CLUSTER 10 Ambulatori e studi veterinari di piccole dimensioni Numerosità: 2.648 Questo cluster raggruppa i veterinari titolari di ambulatori o di studi di piccole dimensioni (37 metri quadrati di ambulatorio per la metà dei soggetti e 27 metri quadrati di studio per il 37%) all’interno dei quali opera quasi sempre il solo titolare senza avvalersi di dipendenti o collaboratori. Le visite ambulatoriali (dalle quali deriva il 57% dei compensi) riguardano prevalentemente animali da compagnia (82% dei compensi) di proprietà di clienti privati (75% dei compensi). Nel 45% dei casi i soggetti del cluster effettuano anche interventi chirurgici ottenendone l’11% dei compensi. Da segnalare, infine, che i vaccini somministrati sono circa 134. Tra la dotazione di beni strumentali si segnala la presenza di un microscopio elettronico per il 46% dei soggetti, di un oto/oftalmoscopio per il 42%, di un tavolo operatorio per il 34%, di una sterilizzatrice per il 35% e di un apparecchio per l’effettuazione di raggi X per il 25%.

CLUSTER 11 Veterinari che effettuano prevalentemente visite domiciliari o presso allevamenti Numerosità: 500 Per i professionisti che fanno parte di questo cluster lo svolgimento dell’attività si espleta prevalentemente nell’effettuazione di visite domiciliari o presso allevamenti (88% dei compensi). Gli interventi sono rivolti quasi esclusivamente ad animali da compagnia (95% dei compensi), facendo riferimento prevalentemente ad una clientela composta da soggetti privati (80% dei compensi). Si tratta di veterinari che quasi sempre lavorano senza avvalersi di dipendenti o collaboratori e che, coerentemente con l’attività svolta, solo in alcuni casi dichiarano di utilizzare spazi destinati a studi o ambulatori veterinari. Da segnalare infine che il 10% dei soggetti affianca all’attività libero professionale di veterinario anche altre attività professionali o di impresa. ■


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10 Parlamento

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“Discriminazioni” nel contratto della dirigenza medico-veterinaria Il Ministro Brunetta interesserà il Comitato di Settore sul computo degli incarichi a tempo determinato

l Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta si è impegnato a portare all'attenzione del comitato di settore la richiesta dell'On. Benedetto Fucci che ha presentato una interrogazione parlamentare su alcune disposizioni "discriminatorie" contenute nel Contratto collettivo nazionale di lavoro della dirigenza medica e veterinaria. L'On. Fucci si riferisce, in particolare alla norma sul computo dei 5 anni di servizio utili per il passaggio al secondo scaglione dell'inden-

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nità di esclusività di rapporto e per l'attribuzione dell'Incarico Professionale; per il CCNL nel calcolo non possono essere utilizzati gli incarichi a tempo determinato se non consecutivi. "Questa disposizione crea una discriminazione oggettiva", sostiene l'interrogante, "per due ragioni: il medico a tempo determinato svolge esattamente almeno il medesimo lavoro dello strutturato di ruolo, se non di più, perché oberato di maggiori turni di guardia e reperibilità"; inoltre, " in molte regioni, per esempio la Puglia, alcune AUSL pretendono che fra un incarico e l'altro ci sia l'interruzione di 20 giorni proprio per timore di rivendicazioni presso il Giudice dei lavoro in caso di continuità, mentre altre non applicano tale interruzione dando così continuità di incarico al professionista che ha quindi la possibilità di essere immesso in ruolo". Infine, questa situazione, sostiene l'On Fucci, "pare ancor più incomprensibile considerato che invece, su un altro versante, a fini

previdenziali gli incarichi a tempo determinato vengono interamente valutati anche in presenza di interruzione". Con l'avvicinarsi della scadenza del CCNL e dell'avvio delle trattative in vista del rinnovo per il periodo 2010-2014, Fucci ha chiesto al Ministro della Funzione Pubblica di "assumere iniziative in linea con le posizioni espresse dall'interrogante". Renato Brunetta ha risposto che " in relazione alle proprie generali competenze in materia di personale pubblico, il Dipartimento della funzione pubblica avrà cura di trasmettere al comitato di settore competente, per il tramite del componente designato dal Ministero del lavoro - Dipartimento della salute, le richieste sollecitate dall'interrogante, ciò ai fini di una opportuna valutazione delle stesse nell'ambito della adozione dell'atto di indirizzo per la prossima tornata contrattuale". Il testo della risposta del Ministro Brunetta è stato trasmesso ieri alla Camera dei Deputati. ■

PROFESSIONI RIFORMATE ENTRO LA LEGISLATURA e Commissioni riunite Giustizia e Attività Produttive della Camera dei Deputati hanno iniziato l'esame delle proposte di legge per la riforma delle professioni. Nella seduta di giovedì 11 giugno, le proposte, sette in tutto, sono state presentate dalle parlamentari On Monica Faenzi (Pdl) e Maria Grazia Siliquini (Pdl). L'On. Faenzi, relatrice per la Commissione Attività Produttive, si è soffermata in particolare sulle pdl riguardanti le professioni non regolamentate (C. 1934 Froner e C. 2077 Formisano), "volte all'istituzione di un sistema di regole in materia in grado di garantire un doppio livello di tutela a vantaggio sia delle professioni - che attraverso il riconoscimento statale potranno operare come soggetti giuridici e garantire standard qualitativi migliori - sia dei consumatori". Sulla consistenza delle professioni non regolamentate in Italia, l'On Faenzi ha citato il dato Censis in base al quale risultano essere 3,5 milioni i lavoratori - autonomi e dipendenti - che attualmente esercitano attività professionali, senza essere iscritti in ordini o albi professionali. L'On. Maria Grazia Siliquini, relatrice della riforma per la Commissione Giustizia ha illustrato le pdl sulle professioni regolamentate. Al Sole 24 Ore ha dichiarato che il Parlamento ha "le carte in regola per poter fare finalmente la riorganizzazione di cui si parla da anni". Sui tempi della riforma: "Non so se ci vorranno sei mesi o un anno, l'importante è raggiungere il traguardo entro la Legislatura". "Avrò modo di confrontarmi con le forze politiche di maggioranza e opposizione, facendo tutte le riflessioni tecniche e politiche che la questione richiede. È necessario - conclude l'On. Siliquini - fare un lavoro ben fatto perché sia duraturo". Le proposte di legge sono consultabili su @nmvi Oggi: C. 3 Iniziativa popolare - C. 503 Siliquini - C. 1553 Vietti - C. 1590 Vitali, C. 1934 Froner - C. 2077 Formisano - C. 2239 Mantini.

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Eventi Veterinari

VETERINARIA 21 | 2009

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Società federata ANMVI

DELEGAZIONI REGIONALI CALENDARIO INCONTRI SECONDO SEMESTRE 2009 20 Settembre

SOVEP

Anestesia per tutti. Alcuni particolari che possono cambiare la vita…e non solo a te

Alessandro Bonioli

20 Settembre

Toscana

L'esame endoscopico in gastroenterologia e pneumologia

Enrico Bottero

20 Settembre

Basilicata

La radiologia dalla A alla D (diagnosi)

Massimo Vignoli

25-27 Settembre

Ragusa

Corso Regionale di Dermatologia

Francesco Albanese-Federico Leone

27 Settembre

Emilia Romagna- Bologna

La visita clinica e la medicina comportamentale

Marzia Possenti

27 Settembre

Trentino - Trento

Diagnosi e prevenzione della FIP

Saverio Paltrinieri

27 Settembre

Umbria - Perugia

Cronic Kidney Disease e stadiazione Iris: nefropatia cronica nel cane e nel gatto

Paola Scarpa

27 Settembre

ASVAC

Chirurgia plastica e ricostruttiva

E. Morello

4 Ottobre

Campania

Il campo chirurgico come un videogame: la chirurgia miniinvasiva

Luca Formaggini

4 Ottobre

Sicilia

La radiologia dalla A alla D (diagnosi)

Massimo Vignoli

4 Ottobre

Marche

Patologie traumatiche dello scheletro appendicolare

Bruno Peirone

11 Ottobre

Lombardia

Chirurgia plastica e ricostruttiva

Emanuela Morello

25 Ottobre

Valle d'Aosta

Emergenza o non emergenza

Paolo Gaglio

8 Novembre

Calabria

Cosa c’è di nuovo nella diagnosi, prognosi e terapia dei disordini infiammatori cronici dell’apparato gastroenterico dei piccoli animali

Ugo Lotti

8 Novembre

Abruzzo

Diagnosi e prevenzione della FIP

Saverio Paltrinieri

8 Novembre

SOVEP

Aggiornamenti in neurologia

Daniele Corlazzoli

15 Novembre

Puglia

Elementi per un corretto approccio clinico e terapeutico della malattia cardiovascolare

David Chiavegato

15 Novembre

Sicilia

La visita clinica e la medicina comportamentale

Marzia Possenti

15 Novembre

Veneto

Ematologia un gioco di luci e colori

Silvia Tasca

22 Novembre

ASVAC

Cronic Kidney Disease e stadiazione Iris: nefropatia cronica nel cane e nel gatto

Paola Scarpa

22 Novembre

Liguria

Patologie traumatiche dello scheletro appendicolare

Bruno Peirone

29 Novembre

Molise

Dermatosi e dermatite atopica

Luisa Cornegliani

29 Novembre

Friuli Venezia Giulia

L'esame endoscopico in gastroenterologia e pneumologia

Enrico Bottero

13 Dicembre

Lazio

Facile come respirare? Un viaggio fra i fatti e i misfatti dell’apparato respiratorio

Davide De Lorenzi

PER TUTTI GLI INCONTRI È STATO RICHIESTO L’ACCREDITAMENTO PARTECIPAZIONE Si ricorda che la partecipazione agli incontri delle Delegazioni Regionali è riservata ai Soci scivac, indipendentemente dalla regione di appartenenza, in regola con la quota Associativa dell'anno in corso. I Soci scivac possono partecipare a qualsiasi incontro regionale organizzato da SCIVAC in qualsiasi regione e a titolo gratuito (portare con se la tessera SCIVAC). INFORMAZIONI Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani Tel. 0372/403506

delregionali@scivac.it

Società federata ANMVI

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

CORSO REGIONALE DI DERMATOLOGIA Ragusa, 25-26-27 Settembre 2009

RELATORI: FRANCESCO ALBANESE Med Vet, Napoli e FEDERICO LEONE, Med Vet Senigallia (AN) OBIETTIVI L'intento di questo corso è di fornire ai partecipanti le basi teoriche e gli strumenti pratici per affrontare correttamente le problematiche dermatologiche di frequente riscontro nell'attività professionale di ogni giorno. In tale ottica ci si prefigge che ogni partecipante al termine del corso sia in grado di: • eseguire ed interpretare correttamente le metodiche diagnostiche d'uso comune in ambulatorio, • riconoscere e trattare in modo adeguato le principali malattie di comune riscontro nella pratica dermatologica, • valutare il proprio livello di conoscenza sugli argomenti discussi, tramite casi clinici e test di valutazione dell'apprendimento.

QUOTE D’ISCRIZIONE: Soci SCIVAC: € 250.00 + IVA 20% - Non Soci SCIVAC: € 400,00 + IVA 20% Numero partecipanti: 30 - Scadenza preiscrizioni: 5 Settembre 2009 Per informazioni e per ricevere la scheda d'iscrizione contattare: Monica Borghisani Segreteria SCIVAC tel 0372/40.35.06 e-mail delregionali@scivac.it - www.scivac.it


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anniversario

63째 CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC TRAUMATOLOGIA DEI TESSUTI MOLLI AREZZO, 16-18 OTTOBRE 2009

Responsabile scientifico: LUCA FORMAGGINI Med Vet, Dormelletto (NO)

Invited Speakers: JENNIFER DEVEY DVM, Dipl ACVECC, USA DAVID SPRENG Med Vet, Dipl ECVS, Dipl ACVECC, Berna (CH)

organizzato da

certificata ISO 9001:2000

Edizioni Veterinarie E.V. srl

Per informazioni: Segreteria SCIVAC www.scivac.it - info@scivac.it


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Amitraz Focus

VETERINARIA 21 | 2009

Strategie di controllo e di prevenzione contro le zecche Attività umana e cambiamento climatico al centro delle ricerche. Analisi dei fattori di rischio e delle malattie emergenti biamento dell’habitat dell’uomo che ha fornito alle zecche delle condizioni ottimali per vivere e riprodursi (case con giardino, canili ecc). Quando si studiano le zecche è dunque importante tenere in considerazione l’attività umana e fattori come il cambiamento climatico che possono avvantaggiare alcune specie e allo stesso tempo svantaggiarne altre. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, troveremo più diversità di specie in uno stesso ambiente o i diversi gruppi di zecche preferiscono rimanere in un unico ambiente preferenziale? Penso che vedremo più varietà di specie in una stessa area. La flora e la fauna dei paesi Mediterranei sono molto più varie che in Europa centrale e settentrionale. Se questo tipo di habitat aumenta si espanderà anche la popolazione di zecche e vedremo una più grande varietà di specie su superfici più ampie e l’introduzione di nuove specie non considerate tipiche dell’area in questione.

Agustin Estrada-Peña è Professore di Patologia e Salute animale all’Università di Saragoza in Spagna. Negli ultimi 25 anni si è specializzato nello studio delle zecche, delle malattie da esse trasmesse e soprattutto del loro habitat. Lo scopo della sua ricerca è lo sviluppo di strategie di controllo e prevenzione più efficaci. Quali sono i progetti di ricerca sulle zecche che l’hanno coinvolta? Ho preso parte a quattro progetti europei, in due dei quali sono stato appuntato Action Leader. Il primo progetto è relativo alla Malattia di Lyme, altri due fanno parte dell’Integrated Consortium of Ticks and Tick-Borne Diseases (ICTTD) e più recentemente sono stato coinvolto in Arbo-Zoonet, un programma di ricerca a livello internazionale finanziato dall’Unione Europea sulle febbri emorragiche trasmesse da artropodi come zecche. Inoltre faccio parte di un paio di gruppi globali. Ad esempio, sono membro di una sottounità istituita dalla Food and Agriculture Organisation (FAO) per monitorare la resistenza delle zecche agli ixodicidi negli animali da reddito in Sud America e Australia, continenti nei quali questo problema sta diventando sempre più grave. Questo gruppo sta inoltre lavorando su una serie di problemi legati ai cambiamenti climatici e analizza anche le potenziali conseguenze di una possibile invasione e diffusione delle zecche. Si prevede che il cambiamento del clima avrà un impatto sulle colonie di zecche? In breve, sì. Le zecche sono molto sensibili al clima: alcune specie potrebbero aumentare e altre scomparire, specialmente quelle che vivono ad elevata altitudine. Ad esempio, negli ultimi 10-15 anni si è osservato che le zecche Ixodes ricinus vivono ora ad altitudini più elevate e che i casi di encefalite trasmessa dalle zecche agli umani stanno aumentando in alcune zone dell’Europa centrale. Questo fatto le renderà vulnerabili ai cambiamenti climatici e le potrebbe addirittura condurre all’estinzione. D’altro canto, si prenda in considerazione il caso delle Ripicephalus sanguineus, una specie di zecche comuni nei cani delle zone suburbane e aree residenziali. Vent’anni fa le aree residenziali erano meno espanse e le colonie di zecche erano in numero più limitato. Attualmente invece la popolazione di zecche nelle aree urbane sta aumentando a dismisura. Ma al momento è difficile stabilire se quest’aumento sia dovuto ai cambiamenti climatici o al cam-

Quindi lei sostiene che i cambiamenti a cui assisteremo avverranno da sud verso nord? Esattamente. Un cane tedesco che è portato in un paese del Mediterraneo potrà tornare in Germania ricoperto di larve e in questo caso la possibilità che una colonia di zecche venga introdotta e si stabilisca nel sistema locale è limitata. Tuttavia, nel caso in cui il cane tornasse trasportando esemplari di zecche femmine piene di sangue, allora quelle femmine deporranno quattro o cinquecento uova che si trasformeranno in tre o quattrocento larve che causeranno una seria e pericolosa diffusione. Quale è secondo lei la malattia più grave che colpisce i cani in Europa? E quali sono le minacce emergenti? In Europa, la Borreliosi o Malattia di Lyme è probabilmente la più importante a interessare l’uomo ma non dobbiamo dimenticare anche la gravità della TBE (Encefalite da Zecche) che può rivelarsi mortale per gli uomini. La Rickettsiosi è un’altra malattia che colpisce gli uomini: i cani sono serbatoi che la diffondono ad altri cani e all’uomo. Per quanto riguarda la salute dei cani, l’Ehrlichiosi è la malattia più preoccupante. In previsione dell’espansione della specie Ripicephalus sanguineus in nuove aree e a causa della mancanza di protezione e controllo efficienti, l’Ehrlichia canis è il parassita che ha più probabilità di beneficiare dell’effetto di “Mediterraneizzazione” dell’Europa continentale. Per combattere questo processo, è essenziale evitare i cani infettati e fare in modo che essi non entrino in contatto con altri cani, ad esempio in canili o parchi. Questa strategia, associata a una buona profilassi contro le zecche, porterà a degli ottimi risultati. Quando la zecca si attacca ad un cane e può quindi compiere i suoi pasti di sangue in modo regolare non lo lascerà più perché la sua fonte di cibo è sicura. Diversa è la situazione nel caso in cui viene “tirata via” o cade durante il pasto del cane, perché si attaccherà alla prima cosa che trova, inclusi gli esseri umani. A volte capita che i proprietari di

cani mi dicano: “Con questo prodotto vedevo comunque le zecche correre sul pelo del cane” oppure “Ho trovato delle zecche in casa mia nonostante il mio cane sia protetto da quest’altro prodotto”. Una cosa è trovare una zecca che corre sul mantello del cane perché si sente disorientata o confusa, un’altra è trovare una zecca in casa propria, c’è effettivamente il rischio che ti morda”. Ecco perché il nostro obiettivo non è di respingere, ma deve essere quello di uccidere le zecche in modo veloce ed efficace per evitare la trasmissione dei patogeni. Sarebbe eccessivo affermare che i prodotti ad effetto repellente comportano dei rischi per l’uomo? A mio parere questa affermazione non è eccessiva. Un buon repellente è un cattivo insetticida. Anche se i piretroidi uccidono, ed è vero che lo fanno, un buon repellente non espone la zecca al nucleo del prodotto dove è presente la dose letale. Le barriere, lo scudo protettivo che emana dal cane, funzionano solo fino al punto di respingere la zecca dopo che essa si è già nutrita, e questo rappresenta un problema per chi vive con un cane o nelle sue vicinanze. Il risultato ottimale si ottiene solo uccidendo la zecca. Quale composto, tra quelli attualmente in circolazione, considera essere il migliore acaricida? Indubbiamente al momento l’acaricida migliore è amitraz. Uccide più zecche in un tempo più breve. I piretroidi non sono dei composti malvagi, ma nonostante siano dei buoni repellenti, questi prodotti non dovrebbero essere usati per uccidere le zecche. Inoltre non approvo i prodotti che prevedono che la zecca compia un pasto abbondante per sintetizzare nuova chitina prima che il prodotto diventi attivo – come fanno tutti I prodotti che inibitori di crescita. Perché secondo lei amitraz è superiore agli altri composti? Perché è l’unico prodotto che prima blocca i ricettori octopaminergici delle zecche e poi scatena un’azione eccitante che le fa immediatamente allontanare dal luogo del pasto e morire. È anche risaputo che inibisce le ovaie della femmina essendo stato dimostrato che le zecche femmine che riescono a evitare l’azione diretta di amitraz e che sono in grado di deporre uova deporranno molte meno uova rispetto a una zecca “controllo” o una zecca trattata con i piretroidi. Una teoria a supporto di ciò sostiene che l’amitraz in qualche modo interferisce con le funzioni delle ovaie. Esiste inoltre un’altra teoria molto più semplice secondo cui quando una zecca ingerisce meno sangue depone meno uova. Se questa teoria si dimostra vera, avremmo buone notizie perché se il nostro scopo è proteggere l’habitat di un cane allora le zecche femmine che sopravviveranno deporranno meno uova. A quale punto del loro ciclo vitale le zecche trasmettono le malattie? Durante tutto il loro ciclo di vita. La trasmissio-

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ne transovarica permette che una zecca femmina infetta da un particolare patogeno può trasmettere questi patogeni in modo che una certa percentuale di larve nasca già infetta e quando queste larve cominceranno a nutrirsi potranno trasmettere i patogeni. Questo non avviene sempre, ma ad esempio nel caso della Rickettsiosi o della Babesiosi. Tutte le zecche si nutrono di sangue sia allo stadio larvale, ninfale o adulto. Le zecche femmine più adulte rimangono sul loro ospite 10-15 giorni prima di cadere giù, trovare rifugio nelle fessure delle gabbie dei canili e poi attaccarsi a un nuovo ospite. Come molecola, amitraz è percepito più tossico rispetto ad altri acaricidi. Qual è la sua opinione? Sicuramente non deve essere usato su animali che abbiano meno di otto settimane d’età vista la sua tossicità orale. I cani a cui l’ho somministrato non hanno mai avuto problemi. Negli esperimenti dove i cani sono controllati, non mi aspetterei di avere nessun effetto indesiderato dovuto a ingestione orale, semplicemente perché non possono ingerirlo, il che significa che non ci sono effetti indesiderati a livello cutaneo. Inoltre, ho applicato amitraz con formulazioni differenti (ad es. Collare, spot-on) a cani di amici e conoscenti e non ho mai riscontrato nessun effetto collaterale. Sì, è una molecola tossica ma se si rispettano le modalità d’uso non ci dovrebbero essere effetti negativi. Dunque, trattandosi di un composto serio e potente, secondo lei un’applicazione rigorosa è d’obbligo? È molto semplice: quando prendiamo gli antibiotici rispettiamo alcune regole, lo stesso dobbiamo fare quando applichiamo un trattamento locale a base di una molecola attiva e potente. Mettere il collare a un cane o applicare una pipetta non è così semplice come dargli una compressa contro i parassiti di Dirofilaria immitis. La compressa va fatta ingerire, un prodotto ad applicazione locale è molto più difficile da applicare, perché il prodotto va sulla pelle. Qual è la sua opinione sulla Demodicosi? La Rogna Demodettica è un problema serio. L’acaro che la determina, Demodex, vive sui follicoli dei peli e si ciba delle secrezioni. Il sistema immunitario del cane può aumentare la sua suscettibilità. Per esempio, un cane che vive in un ambiente freddo e umido avrà un sistema immunitario più a rischio di un cane che vive in appartamento. Allo stesso modo, tutte le fonti di stress per un cane, ad esempio una dieta sbagliata, un ambiente inadeguato, la coesistenza con altri parassiti, possono procurare disturbi al sistema immunitario e, di conseguenza, lo sviluppo critico della Demodicosi. Amitraz è l’unico composto efficace nel trattamento della Rogna Demodettica ma è necessario fare una seria diagnosi dei parassiti per controllare quale tipo di Demodicosi è presente nel cane. A volte viene usata l’ivermectina per curare la Demodicosi. Qual è la sua efficacia se paragonata a amitraz? L’unico prodotto efficace contro la Demodicosi è amitraz. È vero che l’ivermectina uccide i parassiti. Se la Demodicosi è circoscritta a piccole aree, le lesioni sono minime e il sistema immunitario del cane guarisce velocemente, si assiste alla cura parziale con la riduzione dei sintomi. Nei casi più seri, tra tutte le molecole disponibili, amitraz è la scelta migliore. ■

AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE A CURA DI FORT DODGE


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Il Cushing spiegato da Edward Feldman Diagnosi, caratterizzazione e terapia medica dell’iperadrenocorticismo a Rimini di MARIA GRAZIA MONZEGLIO re relazioni della sessione di Medicina Interna del 62° Congresso Internazionale SCIVAC (Rimini, 29-31 maggio 2009) sono state dedicate alla sindrome di Cushing, affidata di diritto a Edward Feldam (DVM, Dipl. ACVIM, Università della California). Il relatore ha inizialmente passato in rassegna i sintomi che la caratterizzano: PU, PD, polifagia, aumento di volume dell’addome, alopecia, polipnea, debolezza muscolare, assottigliamento della cute e letargia. Questi sintomi sono determinati da un eccesso di cortisolo, che nell’85% dei casi è dato dalla presenza di un tumore ipofisario e nel restante 15% da una neoplasia della corticale surrenalica. In alcune razze è di riscontro più frequente (Barboncini, Bassotti, Beagle, Boston Terrier, Boxer ecc.) ma può colpire tutti i cani, di ogni età, con una particolare prevalenza in soggetti di 7-8 anni. Fin dall’inizio il relatore ha voluto sottolineare che la diagnosi deve essere essenzialmente clinica ed è per ciò importante dialogare con il

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proprietario, fare una buona anamnesi e un accurato esame obiettivo generale. Il proprietario di un cane affetto da questa patologia spesso lamenta il fatto che il proprio animale beve molto, problema molto sentito e che inficia la buona convivenza tra i due, oppure può a volte riferire la perdita di pelo. Molto spesso i sintomi vengono sottovalutati e imputati all’invecchiamento dell’animale. Partendo da questa premessa e dal fatto che nessun test possiede sensibilità e specificità ideali, Feldman ha presentato i diversi test che si possono utilizzare. Dagli esami di laboratorio eseguiti abitualmente (esame emocromocitometrico, profilo biochimico, esame urine) si possono avere dei dati aspecifici, quali l’aumento della fosfatasi alcalina e del colesterolo, azotemia ai limiti inferiori della norma, peso specifico urinario inferiore a 1020. Il test di stimolazione con ACTH non aiuta molto a distinguere tra cani sani e cani affetti da Cushing, essendo poco sensibile [risultati anomali nel 40% dei soggetti con iperadrenocorticismo ipofisi-dipendente (PDH) e in meno del 35% dei soggetti con tumore surrenalico (ACT), valori border line nel 20% dei PDH e nel 15% dei ACT], ma può aiutare nel

monitoraggio della terapia. Il rapporto cortisolo/creatinina nell’urina è invece un ottimo test di screening in quanto è molto sensibile, ma è poco specifico, per cui non può essere usato da solo nella diagnosi del Cushing. Possiamo invece avere una conferma della diagnosi con il test di stimolazione con basse dosi di desametazone (LDDS) (0,01 mg/kg), grazie alla sua elevata sensibilità e specificità. Nel 90% dei casi di Cushing si ha un valore di cortisolo maggiore di 1,4 microg/ml dopo 8 ore dalla somministrazione. Quest’ultimo test può essere inoltre utilizzato nella differenziazione tra PDH e ACT semplicemente misurando il valore di cortisolo anche dopo 4 ore dalla somministrazione: se dopo 4 ore è soppresso (cioè presenta un valore minore di 1 mcg/dl oppure inferiore del 50% rispetto al valore basale) e dopo 8 ore è elevato (maggiore di 1,4 mcg/dl ma inferiore del 50% del valore basale), nel 65% dei casi si tratta di PDH; al contrario, nei casi di ACT il valore rimane sempre elevato (poiché l’ACTH è comunque soppresso dalla presenza in circolo di cortisolo prodotto dalla neoplasia). Altro test da eseguire, al fine di evitare di tra-

scurare il restante 35% dei casi di PDH che non seguono questo criterio, è l’ecografia addominale. In caso di PDH l’ecografia mostra in genere surreni bilateralmente ingrossati mentre in caso di ACT si può identificare la massa. Nella relazione riguardante la terapia della sindrome di Cushing, Feldman non si è soffermato sull’approccio chirurgico del PDH. Infatti sono ancora pochissimi i chirurghi veterinari preparati ad eseguire questo tipo di intervento, che in medicina umana rappresenta la terapia di elezione. La surrenalectomia dovrebbe essere effettuata da chirurghi specialisti e in strutture capaci di affrontarne le eventuali complicanze postoperatorie. La lezione è stata invece incentrata sulla terapia medica, in particolare con o,p’DD e trilostano. Nel cane il primo di questi determina una distruzione della corticale surrenalica e, al dosaggio adeguato, risparmia la zona glomerulare. Un protocollo prevede una somministrazione giornaliera del farmaco (50 mg/kg SID) finché il cane non beve meno di 60 ml/kg/die, ma il relatore preferisce somministrare 25 mg/kg BID. Al proprietario dell’animale viene raccomandato di somministrare in totale 2/3 della razione giornaliera di cibo e di fermarsi quando diminuisce l’appetito del cane, o se vomita o presenta diarrea. Questo si ottiene con una buona compliance del proprietario, che dovrà essere chiamato tutti i giorni per valutare la situazione. Generalmente la soppressione avviene in 5-9 giorni (nell’80% dei casi). A questo punto dovrà essere eseguito una test di stimolazione con ACTH per valutare se è stato ottenuto un buon controllo, cioè concentrazioni di cortisolo plasmatico pre- e post ACTH maggiori di 1,5 mg/dl e minori di 5,5 mg/dl. In seguito la terapia prosegue con uguali dosi di mantenimento una volta alla settimana, con controlli a 1-3-6 mesi. Se la concentrazione plasmatica di cortisolo post-ACTH è normale o elevata bisogna aumentare la dose o la frequenza di somministrazione, se al contrario è inferiore a 1,5 mg/dl è necessario diminuire la dose. Il trilostano agisce mediante blocco della sintesi del cortisolo. Il relatore stesso e i suoi collaboratori hanno compiuto diversi studi per ottimizzarne le dosi e la frequenza di somministrazione. Feldman ha consigliato di iniziare la terapia con una dose più bassa (0,5-1 mg/kg BID), rispetto a quelle utilizzate nei primi studi. Al primo controllo dopo 8-10 giorni, si effettua un test di stimolazione con ACTH dopo 2-4 ore dalla somministrazione del farmaco e si richiede un campione di urine prelevate al mattino stesso. L’intervallo desiderato per la concentrazione di cortisolo è tra 1 e 2 mcg/ml. Se il cortisolo è elevato è necessario aumentare la dose del farmaco, se è basso viene diminuita. Allo stesso tempo si controlla il peso specifico urinario o il rapporto cortisolo/creatinina che, se alterati, indicano un rapido metabolismo del farmaco e quindi la necessità di somministrarlo più volte durante la giornata. Il relatore ha concluso ricordando che, alla fine, più che dei test bisogna fidarsi del proprietario, in quanto nella gestione di questo tipo di patologia è molto importante che egli riferisca un buon controllo dei sintomi e che sia stato salvaguardato il rapporto con il suo animale da compagnia. ■


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È pandemia, ma il ruolo degli animali resta indimostrato Per la sanità animale permangono le raccomandazioni iniziali

’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ha dichiarato ufficialmente lo stato di pandemia globale (fase 6) per la nuova influenza umana da virus A/H1N1, ma in una dichiarazione l'OIE (Organizzazione mondiale della sanità animale) ribadisce che il ruolo degli animali nell'epidemiologia o diffusione della nuova influenza non è stato dimostrato. Per questo l’OIE mantiene le precedenti raccomandazioni per la sanità animale mondiale. Esperti internazionali di sanità pubblica e animale continueranno nel loro sforzo congiunto nella ricerca scientifica con l'obiettivo di comprendere meglio il virus e fornire raccomandazioni corrette e science-based per la prevenzione e il controllo del nuovo virus A/H1N1. Il rischio semmai, ha detto all'ANSA Ilaria Capua, direttrice del Centro di riferimento per l'Aviaria per la Fao e l'Oie presso l'Istituto

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Zooprofilattico delle Venezie, è quello di un riassortimento tra il virus pandemico e il virus dell'aviaria H5N1 che sta circolando in Egitto così come nel Sud-Est asiatico e in Asia centrale. ''La situazione va tenuta attentamente sotto controllo. La co-circolazione di un virus pandemico e di virus animali altamente virulenti per l'uomo impone di mantenere alta l'attenzione e i Paesi nei quali circola il virus H5N1 sono chiamati a collaborare con la comunità internazionale per monitorare i cambiamenti subiti dai virus influenzali''. Tra i virus tenuti sotto osservazione: l’A/H1N1, ora pandemico, colpisce l'uomo e si trasmette da uomo a uomo; H1N1 e H3N2, virus dell'influenza umana stagionale la cui diffusione è frenata dal fatto che parte della popolazione è protetta perché già vaccinata o esposta al virus in precedenza; H5N1 dell’influenza aviaria: infetta i volatili, può passare dai volatili all’uomo in particolari condizioni ma non è in grado di trasmettersi da uomo a uomo. (M.G.M.) ■

LA MELAMINA NEI MANGIMI PASSA NEL LATTE BOVINO no studio ha cercato di stabilire se esiste una via di trasmissione della melamina dal mangime al latte bovino. Sono state suddivise in due gruppi otto vacche Holstein in lattazione. Tutti gli animali ricevevano fieno di avena ad libitum e 15 kg ciascuno al giorno di concentrato in pellet. I pellet contenevano farina di glutine di mais contaminata con melamina di origine cinese (gruppo melamina) oppure farina di glutine di mais priva di melamina a produzione locale (gruppo controllo). Le vacche del gruppo melamina ingerivano 17,1 g di melamina al giorno. Gli animali venivano munti due volte al giorno e campioni di latte venivano prelevati una volta al giorno, durante la mungitura del pomeriggio, per l'analisi della melamina e dei componenti del latte. La melamina era presente nel latte entro 8 ore dalla prima ingestione dei pellet contaminati. La concentrazione di melamina raggiungeva il picco massimo di 15,7 mg/kg entro 56 ore dalla prima inge-

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stione, con un'efficienza escretoria del 2% circa. Le componenti solide e l’azoto ureico del latte non erano influenzati dal trattamento. La concentrazione di melamina si riduceva rapidamente dopo il ritorno alla somministrazione del concentrato di controllo, tuttavia la sostanza nel latte si riduceva a livelli non rintracciabili più di sei giorni (152 ore) dopo la prima ingestione. I risultati dello studio, concludono gli autori, sono importanti per l'industria mangimistica e lattiero-casearia poiché, fino ad ora, la melamina riscontrata nel latte bovino e nei prodotti derivati veniva attribuita soltanto alla deliberata aggiunta esterna, e non alla presenza di ingredienti adulterati nei mangimi animali. (M.G.M.) “Hot topic: pathway confirmed for the transmission of melamine from feed to cow's milk” Cruywagen CW, Stander MA, Adonis M, Calitz T. J Dairy Sci. 2009 May; 92(5): 2046-50.

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Infortuni e misure di sicurezza tra i veterinari Una categoria a rischio elevato. Non ottimale l'applicazione e l'efficacia della prevenzione

ra i medici veterinari si registra un'elevata prevalenza di infortuni, ma gli studi che descrivono i fattori associati a tali eventi sono limitati. Uno studio ha analizzato le caratteristiche degli infortuni gravi e l'utilizzo di misure di sicurezza al momento dell'infortunio tra i veterinari australiani.

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Sono stati valutati 2188 infortuni significativi. Questi ultimi si verificavano più frequentemente in azienda (55%) ed erano associati allo svolgimento di procedure cliniche (37%) e alla visita e movimentazione degli animali (37%). La sede più frequentemente coinvolta era la mano (33%). Le lesioni alla testa e al viso costituivano il 15% di tutti gli infortuni. Le lesioni più frequenti erano ferite aperte (36%), fratture e dislocazioni (27%) e contusioni dei tessuti molli (12%). Erano segnalate 63 lesioni intracraniche e 19 amputazioni traumatiche. I più frequenti meccanismi di infortunio erano morsi, calci o attacchi, contatto con l'animale e tagli o graffi. I principali fattori riportati in associazione gli infortuni erano bovini (22%), cavalli (21%), cani (20%) e gatti (8%). Il 55% dei veterinari riportava l'utilizzo di misure di sicurezza al momento dell'infortunio. I medici veterinari, concludono gli autori, sono una categoria a elevato rischio di infortuni significativi associati al contatto con gli ani-

mali. L'utilizzo da parte dei veterinari delle misure di sicurezza e la loro efficacia appaiono meno che ottimali. Ulteriori sforzi per la prevenzione degli infortuni dovrebbero includere lo sviluppo e l'implementazione di pratiche di manipolazione e misure di prevenzione più sicure. (M.G.M.) “Significant injuries in Australian veterinarians and use of safety precautions” Lucas M, Day L, Shirangi A, Fritschi L. Occup Med (Lond). 2009 May 25. [Epub ahead of print] ■

Vet Journal è un periodico di informazione scientifica di proprietà di E.V. srl iscritto nel Pubblico Registro della Stampa periodica presso il Tribunale di Cremona al n. 396 dal 18.12.2003. È diretto dal dottor Enrico Febbo e dalla dottoressa Maria Grazia Monzeglio. Fornisce un flusso informativo continuo sugli eventi della medicina veterinaria e sul mondo delle bioscienze, con tre edizioni alla settimana.

Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo

www.vetjournal.it/

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Paratubercolosi: il test ELISA è influenzato dalla manipolazione del campione metodi di identificazione di Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis (MAP) sono imperfetti ma cruciali per la diagnosi della paratubercolosi (malattia di Johne). Uno studio ha esaminato le alterazioni significative e biologicamente rilevanti dei risultati dei test ELISA per la paratubercolosi, associate al metodo di trasporto al laboratorio e alla preparazione e conservazione dei campioni ematici prelevati in campo, eliminando i possibili fattori confondenti legati al kit di esame e alle variabili di laboratorio. Si prelevavano campioni ematici da 21 vacche che avevano in precedenza presentato punteggi MAP-ELISA da negativi ad altamente positivi. I campioni per l'immediata processazione in laboratorio venivano sottoposti a diverse temperature di trasporto (su ghiaccio, 26°C) e metodi di preparazione (siero separato, emolizzato e siero separato, sangue intero coagulato), ma venivano analizzati utilizzando lo stesso kit ELISA nello stesso laboratorio. I campioni destinati alla processazione dopo una settimana di conservazione venivano sottoposti a diverse temperature di conservazione (4°C, 20°C) e metodi di preparazione (siero separato, emolizzato e siero separato, sangue intero coagulato), anch'essi analizzati con lo stesso kit ELISA nello stesso laboratorio. Infine, i campioni venivano valutati in base al tempo precedente la processazione (un giorno, una settimana) e alla temperatura di conservazione (4°C, -20°C). Si ottenevano punteggi significativamente più elevati di MAP-ELISA nei campioni di sangue intero ed emolizzato trasportati a 26°C, rispetto ai campioni di siero separato. La conservazione dei campioni per una settimana a -20°C era associata a punteggi MAP-ELISA significativamente inferiori, indipendentemente dal metodo di manipolazione, rispetto ai campioni conservati a 4°C per una settimana. I metodi di preparazione del campione, così come la temperatura di trasporto e la temperatura di conservazione a medio termine, concludono gli autori, influenzano i risultati dei test ELISA per l'identificazione di Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis. Tali discrepanze determinano inevitabilmente un’impropria classificazione dei bovini infetti, ostacolando sia le misure di biosicurezza delle aziende non infette sia i programmi di controllo di MAP. (M.G.M.) *“Sample handling substantially affects Johne's ELISA” Alinovi CA, Ward MP, Lin TL, Wu CC. Prev Vet Med. 2009 May 27. [Epub ahead of print] ■

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Crisi e aggiornamento Riflessioni

La cartina di tornasole è un congresso I dati di Rimini come indicatori dello stato della veterinaria italiana

di ANTONIO MANFREDI l Congresso Internazionale Multisala SCIVAC di Rimini, tenutosi dal 29 al 31 maggio, è talmente importante per numero di sale, di stand e soprattutto di partecipanti, da poter essere una precisa indicazione dello stato e delle condizioni del settore veterinario italiano. Diciamo subito che il Palacongressi di Rimini, quello attuale e che ospita ormai dal 2004 Il Congresso SCIVAC, è diventato veramente inadeguato e sta condizionando la crescita di questa iniziativa. Per avere 11 sale, infatti, si è costretti a costruirne alcune con tutti i problemi ed i limiti che questi interventi presentano sempre, soprattutto, per gli aspetti dell'isonorizzazione e del condizionamento dell'aria, al di là dell'aspetto che è sempre poco accogliente. L'anno prossimo il Congresso si dovrebbe trasferire nel nuovo Palacongressi, di fronte a quello attuale, pronto a fine anno. La nuova struttura sarà certamente molto bella, spaziosa, perfettamente attrezzata, e permetterà alla SCIVAC di fare, quindi, un salto di qualità anche per l'aspetto dell'accoglienza, soprattutto, per le aree di parcheggio che dovrebbero poter ospitare un numero decisamente maggiore di auto. Intorno al Palacongressi sono inoltre previsti ampi spazi verdi, con un lago artificiale, che potranno essere utilizzati dai congressisti nei momenti di pausa. Gli spazi della struttura attuale, quella vecchia per interderci, sono limitanti anche per l'area degli stand. Negli anni il successo del Congresso SCIVAC ed il numero sempre elevato di partecipanti ha fatto aumentare in modo considerevole il numero di aziende che desiderano essere presenti con uno stand o quelle che richiedono spazi sempre più grandi. Già lo scorso anno era stato un vero problema accontentare un po’ tutti e quest'anno, nonostante alcune aziende abbiano all'ultimo momento rinunciato agli spazi prenotati per motivi esclusivamente rapportabili alla situazione di crisi del settore, per soddisfare le richieste di tutti si è dovuto trasferire lo spazio libri. Infatti erano più di ottanta gli stand presenti, alcuni veramente molto belli, e molto più numerose le aziende rappresentate. Cosa significa questo, che la crisi nel settore veterinario non si sente? In verità non è così. Abbiamo infatti appena detto che alcune aziende hanno rinunciato agli spazi prenotati soprattutto per difficoltà economiche. Certamente la crisi generale non si sente moltissimo in questo settore, e soprattutto le aziende mangimistiche e quelle farmaceutiche se la stanno cavando abbastanza bene ed in alcuni casi hanno aumentato comunque il fatturato. Quelle che si trovano in maggiore difficoltà sono aziende piccole che non avendo alle spalle

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una struttura economica forte hanno reali problemi di fronte all'evoluzione del mercato e alla stretta creditizia effettuata da molte banche. Alcune di queste non se la sono sentita di fare un investimento, comunque significativo, in queste condizioni, anche se, abbiamo avuto modo di notare, che per tutti gli operatori del settore il Congresso di Rimini è ormai diventato un appuntamento irrinunciabile. Se i tagli vanno fatti, si taglia tutto ma non Rimini, visto che a questo Congresso si lavora molto bene. Un paio di ditte, ad essere sinceri, sono state rifiutate per insoluti non ancora regolati. Altre che chiedevano maggiori metrature non sono state accontentate per motivi di spazio. Per quanto riguarda i veterinari presenti, certamente, un congresso come questo meritava una partecipazione maggiore, almeno un centinaio più dello scorso anno. Non è andata così. Nel 2008 il numero totale dei partecipanti era stato di 2720 mentre quest'anno ci si è fermati a 2682. Una differenza minima che però esprime un'indicazione contraria rispetto a quanto sperato. Anche le presenze gionaliere sono rimaste più o meno quelle dello scorso anno: Venerdì 2001

rispetto ai 1885 del 2008, Sabato 2112 rispetto ai 2179 e Domenica 1831 contro i 1846. La maggior parte dei partecipanti è rimasta al Congresso per tre giorni. Tenendo conto che le preiscrizioni erano circa 150 più dello scorso anno ci sono stati due aspetti che hanno poi penalizzato il numero finale: circa 200 preiscritti, sia invitati che paganti, non si sono presentati al Congresso, un numero maggiore rispetto allo scorso anno, e gli iscritti giornalieri in sede congressuale per le sale gratuite sono stati meno che nel 2008. Se non ci fossero stati questi due aspetti negativi si sarebbero superate tranquillamente le tremila presenze. È veramente difficile capire perché circa 200 veterinari dopo essersi iscritti abbiano rinunciato. Problemi di lavoro? Previsioni del tempo poco raccomandabili? Ripensamento dell'ultima ora? Certamente si sono persi un grande Congresso. Altri dati possono essere utili per fare qualche ragionamento. Gli stranieri sono passati da 99 a 148, dal 3,64% dei partecipanti al 5,52%. I veterinari sotto i 30anni sono passati dal 14,41% al 21,25%.

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Questo dato può essere visto sotto vari aspetti. Può essere positivo perché i giovani sono quelli che si stanno impegnando maggiormente e stanno investendo di più, ma può anche essere visto come il segno che i veterinari con anni di professione ed attività alle spalle sentono meno l'esigenza dell'aggionamento e preferiscono non perdersi il ponte di vacanza. Anche questo dato è difficle da valutare. È interessante anche vedere la provenienza dei partecipanti. La distribuzione regionale nel 2009 è stata più equilibrata rispetto al 2008 anno in cui tre regioni: Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, arrivavano da sole a rappresentare il 41,7%. Questa percentuale nell'ultima edizione si è ridotta al 33,8% con una crescita. al contrario, di Piemonte e Toscana. Anche queste variazioni, pur significative, sono difficili da spiegare. Un ultimo dato positivo: la libreria, nonostante il trasferimento in spazio di minor visibilità, ha superato i 110mila euro di libri venduti con un incremento di circa il 5% rispetto allo scorsio anno. Possiamo chiudere dicendo che la crisi c'è, ed è evidente, ma nonostante questo il Congresso della SCIVAC resta un riferimento assoluto per la veterinaria italiana ed il prossimo anno, certamente, la struttrura nuova del Palacongressi di Rimini permetterà un'ulteriore crescita a livello nazionale ed internazionale, sia qualitativa che quantitativa. L'obiettivo dei tremila iscritti quest'anno lo abbiamo quasi raggiunto, ma quello che ci interessa sono le tremila presenze. Il Congresso Internazionale Multisala di Rimini le merita tutte. ■


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18 Attualità Professione e ambiente

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Il Ministero scrive ai veterinari: stop al mercurio Utilizzabili solo i termometri già acquistati. Sfigmomanometri solo agli operatori professionali llo scopo di limitare il più possibile le emissioni di mercurio nell'ambiente l'Unione Europea ha varato una direttiva, già recepita dall'Italia con decreto ministeriale del 30 luglio 2008, che introduce restrizioni alla commercializzazione di al-

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cune apparecchiature di misura contenenti mercurio. In questi giorni, la Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha diffuso una circolare di chiarimenti, precisando che il Dm di recepimento "è applicabile anche ai termometri e altre apparecchiature sanitarie di misura nel settore veterinario". Anche la cir-

colare del 15 gennaio scorso sullo smaltimento delle giacenze dei prodotti non venduti presenti nel canale distributivo "si ritiene valida anche per il settore veterinario".

TERMOMETRI Per quanto attiene i termometri per la misurazione della temperatura corporea, la nota mi-

nisteriale precisa che "questi non potranno essere più commercializzati a partire dal 3 aprile 2009. Da tale data, pertanto, il fabbricante non potrà più immettere tali termometri nel canale distributivo (grossista, distributore) né sarà consentita al fabbricante stesso ed a qualsiasi soggetto della filiera della commercializzazione (grossisti, distributori, venditori al dettaglio) vendere gli stessi". La nota precisa che il provvedimento restrittivo "non riguarda i termometri a mercurio per la misurazione della temperatura corporea già in uso o già acquistati dall'utilizzatore finale".

SFIGMOMANOMETRI Per quanto riguarda invece gli sfigmomanometri e le apparecchiature di misura contenenti mercurio, utilizzate nel settore sanitario, questi prodotti non potranno più essere vendute al grande pubblico a partire dal 3 aprile 2009. La vendita di questi strumenti di misurazione- diversi dal termometro, è consentita "solo a professionisti di settore o a strutture sanitarie". La Commissione Europea si è impegnata ad esaminare, entro il 3 ottobre 2009, la disponibilità di alternative che consentano la sostituzione di questi prodotti anche per quanto riguarda l'uso professionale. La nota conclude precisando che "le giacenze dei prodotti non venduti, presenti nel canale distributivo, dovrebbero essere restituite al fabbricante affinchè quest'ultimo provveda allo smaltimento finalizzato al recupero del metallo e al suo utilizzo in altri settori industriali". ■

IL TRASPORTO DEI CONIGLI n risposta ad un quesito dell'Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani (ANCI), la Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha precisato il campo di applicazione del Regolamento europeo n. 1/2005. "Come già chiarito per il trasporto di uccelli d'affezione, da gabbia e da voliera e di altre specie avicole, il trasporto di conigli effettuato da allevatori amatoriali direttamente verso la sede della manifestazione espositiva, non ricade nel campo di applicazione del regolamento CE n. 1/2005, ancorché nell'ambito delle stesse manifestazioni espositive possono realizzarsi compravendite occasionali di alcuni soggetti finalizzate per lo più al ricambio genetico dei riproduttori." Nel caso specifico il trasporto riguarda conigli riproduttori iscritti al registro anagrafico della specie cunicola che vengono trasportati dai singoli allevatori proprietari, con automezzo proprio, in contenitori suddivisi singolarmente direttamente verso la sede di mostre in larga parte di Registro Anagrafico, organizzate su base interprovinciale e regionale. I coniglicoltori si devono tuttavia impegnare a salvaguardare il principio generale del regolamento europeo sulla protezione del trasporto animale, in base al quale "nessuno è autorizzato a trasportare o a far trasportare animali in condizioni tali da esporli a lesioni o sofferenze inutili".

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Fatti e leggi Info Regioni

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L’Assessorato ribadisce ruoli e compiti sul randagismo in Sicilia Direttiva ai Servizi Veterinari e ai Comuni sulle responsabilità na nuova direttiva per fronteggiare l'emergenza randagismo in Sicilia è stata inviata dall'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, ai manager delle Ausl, ai servizi veterinari e ai sindaci dei Comuni. La direttiva ribadisce compiti e doveri stabiliti dalla legge regionale del luglio del 2000 e dalla normativa nazionale. Sono specificati gli obblighi e le competenze dei Comuni, dei servizi veterinari delle Ausl e dei proprietari di cani. Vengono anche evidenziati responsabilità e rimedi sostitutivi previsti dalla normativa vigente in caso di inadempimento.

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CHIAREZZA “Era necessario - spiega l'assessore Russo riaffermare il quadro complessivo delle responsabilità di ciascun attore per sollecitare la necessaria cooperazione che è l'unico modo per fronteggiare il fenomeno del randagismo che, purtroppo, in Sicilia ha assunto proporzioni preoccupanti, con inevitabili ricadute non soltanto sulla salute dell'uomo e sul benessere animale, ma anche sul turismo. Con questa direttiva ho voluto fare chiarezza, anche in riferimento a qualche dichiarazione non proprio corretta che è apparsa sui giornali: l'attività di cattura dei cani vaganti compete ai sindaci dei Comuni, la microchippatura degli animali e il loro ricovero in rifugi adeguati compete alle Ausl che hanno anche compiti di sterilizzazione. Il problema, è inutile nasconderlo, è stato fin troppo sottovalutato dalle amministrazioni locali e adesso è esploso in tutta la sua gravità. Capisco le difficoltà di chi deve amministrare una comunità con risorse esigue e siamo pronti a dare la massima collaborazione a chi avrà un approccio serio con il fenomeno. Abbiamo già predisposto la gara centralizzata per l'acquisto dei microchip necessari e, d'intesa con il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e le associazioni animaliste, stiamo valutando le soluzioni più opportune per la realizzazione di strutture adeguate”. Proprio alle prefetture, a cui la direttiva è inviata per conoscenza, l'assessore Russo dichiara la propria disponibilità ad ogni forma di collaborazione che si riterrà di dovere attivare per il più proficuo coordinamento delle attività di rispettiva competenza. Secondo gli ultimi dati sono oltre 210.000, in Sicilia, i cani identificati con regolare microchip, 20.000 dei quali “regolarizzati” negli ultimi due mesi, dopo l'esplosione del fenomeno. Diecimila circa sono i cani all'interno di rifugi pubblici e privati (numero comunque ancora esiguo) e circa 70.000 sono i cani vaganti.

I COMUNI La direttiva di Russo declina gli obblighi e le competenze dei Comuni che dovranno: • provvedere, direttamente o in convenzione con Enti, privati o Associazioni protezionistiche o animaliste iscritte all'Albo regionale, alla cattura dei cani vaganti con modalità che ne salvaguardino l'incolumità; • dotare la propria Polizia municipale di dispositivi di lettura ISO compatibili; • verificare la identità dei cani catturati o rinvenuti sul territorio a mezzo di lettori; • affidare i cani vaganti catturati, dopo identificazione e microchippatura, ai rifugi sanitari pubblici o ai rifugi sanitari convenzionati; • stipulare apposite convenzioni con le Asso-

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ciazioni animaliste o protezionistiche ovvero con rifugi per il ricovero privati per l'affidamento e il mantenimento dei cani catturati; attivare, di concerto con le Ausl, gli ambulatori veterinari dove effettuare le operazioni di anagrafe e di sterilizzazione; provvedere al risanamento dei rifugi per il ricovero, ove siano già esistenti, o costruire rifugi sanitari pubblici e provvedere alla loro gestione; preporre un responsabile amministrativo nel caso in cui il rifugio sanitario pubblico sia gestito direttamente dal Comune, o affidare la gestione dei rifugi sanitari pubblici, sotto il controllo sanitario delle Ausl, alle Associazioni protezionistiche o animaliste sulla base di apposita convenzione; provvedere al mantenimento nei rifugi degli animali confiscati o affidarli alle Associazioni protezionistiche o animaliste per il loro recupero comportamentale; individuare e delimitare aree urbane da destinare alla attività motoria dei cani d'affezione; provvedere alla stipula di una assicurazione per gli eventuali danni causati a terzi da cani vaganti sprovvisti di proprietario; provvedere alla attuazione dei piani di controllo delle nascite; irrogare le sanzioni amministrative previste (che resteranno comunque destinate al finanziamento degli interventi di settore) per l'inosservanza e le violazioni degli obblighi previsti dalla normativa vigente.

LE ASL Altri otto punti della direttiva sono rivolti alle Ausl che hanno, fra l'altro, il compito di garantire un corretto equilibrio del rapporto uomo - animale - ambiente. I servizi veterinari, in particolare, sono tenuti a: • acquistare i microchip, effettuare le operazioni di anagrafe e impianto del microchip, provvedere alla registrazione della scheda anagrafica e apportarvi ogni modifica e aggiornamento necessario; • procedere agli interventi di sterilizzazione dei cani presso gli ambulatori veterinari comunali o presso i rifugi sanitari pubblici; predisporre interventi preventivi finalizzati al controllo delle nascite delle popolazioni canine; • provvedere alla formazione del personale che partecipa ai programmi di prevenzione del randagismo e alla cattura e al recupero degli animali; collaborare con i Comuni per l'attivazione degli ambulatori veterinari comunali dove effettuare le operazioni di anagrafe e di sterilizzazione; • provvedere all’assistenza sanitaria dei cani ospitati nei rifugi sanitari; provvedere alla fornitura farmaceutica, dei vaccini e del materiale necessario al funzionamento degli ambulatori veterinari; coordinare e programmare interventi specifici sul territorio per la prevenzione del randagismo. I servizi veterinari, inoltre, d'intesa con le competenti autorità sul territorio, dovranno predisporre piani operativi straordinari di contrasto al fenomeno del randagismo. Ai proprietari o detentori di cani è fatto obbligo di registrare all'anagrafe canina l'animale, nel secondo mese di vita, mediante l'applicazione del microchip; controllare la conduzione dell'animale utilizzando sempre il guinzaglio e portando con sé una museruola. Previste sanzioni anche per i proprietari inadempienti. (Asca) ■

VENETO a ricercatrice veterinaria Antonia Ricci è l'unica italiana selezionata fra gli esperti dell'EFSA (European Food Safety Authority) per il gruppo di lavoro che si occupa dei pericoli biologici legati alla sicurezza alimentare. La scelta dei componenti dei comitati scientifici di esperti per il mandato 2009-2012 è stata comunicata dall'EFSA, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma. Antonia Ricci è ricercatrice veterinaria e direttore del Centro di Referenza nazionale e Laboratorio Oie per le salmonellosi all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Padova. Per i prossimi tre anni farà parte del gruppo Biohaz che riunisce 21 esperti provenienti dai diversi Paesi membri, chiamati a fornire consulenze scientifiche sui pericoli biologici legati alla sicurezza alimentare, alle zoonosi (malattie animali trasmissibili all'uomo) di origine alimentare, e alle encefalopatie spongiformi trasmissibili (BSE).

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EMILIA ROMAGNA a Giunta regionale dell'Emilia Romagna ha approvato il Piano di sorveglianza per l'anemia infettiva degli equidi 2009 -2010, comprensivo delle indicazioni relative alla gestione del focolaio. Dai risultati dell'attività di controllo 2008, si evince una diminuzione dell'incidenza di Anemia infettiva nella Regione e che questa risulta significativamente inferiore alla media nazionale. La frequenza dei controlli per la profilassi della malattia è di conseguenza modificata. I controlli saranno programmati dalle AUSL in modo da distribuire l'attività di controllo uniformemente nelle due annualità.

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TOSCANA ’ pubblicato sul Bollettino regionale della Toscana il Decreto 18 maggio 2009 “Indicazioni operative per l'anno 2009 per la sorveglianza della West Nile Disease”. Considerata la crescente importanza attribuita alla malattia in ambito internazionale, che induce a predisporre adeguati interventi che permettano di individuare l'eventuale circolazione del virus nelle aree ritenute a rischio, la Regione ha varato un piano dettagliato nell'Allegato A, "ritenuto di dover adottare particolari misure per concentrare le attività di controllo sulle aree considerate a maggior rischio di introduzione del virus". Informazioni aggiornate, le schede e la documentazione sulla malattia sono presenti al sito dell'Izs di Teramo.

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laPROFESSIONE

20 Info Regioni Ricerca

VETERINARIA 21 | 2009

Clostridiosi dei ruminanti Presentato a Bari il progetto di ricerca finalizzata DIAGNOVA alattie oscure e scenari apocalittici di morti e distruzione sono sempre un argomento che fa leva sull’opinione pubblica. Sars, antrace, mucca pazza, influenza aviare e, argomento più che attuale, nuova influenza colpiscono l’immaginario collettivo e fanno leva sulle paure ataviche insite nei più remoti e ancestrali meandri della nostra memoria.

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L’uomo da sempre ha avuto la fobia delle malattie e quanto più queste si mostrano distruttive e contagiose tanto più l’interesse risulta aumentato. Eppure sono altri i reali problemi sanitari come ad esempio la malaria o la tubercolosi che ogni anno colpiscono nel mondo milioni di persone. Anche la ricerca nel settore veterinario non è immune da questo genere di influenze e talvolta appare fin troppo attenta verso problemi sanitari potenzialmente pericolosi e quasi disinteressata verso patologie che non suscitano interesse nei mass

media e opinione pubblica ma che invece sono causa di danni reali sulla già fragile economia del settore zootecnico. I clostridi rappresentano l’esempio di quanto detto perché suscitano scarso interesse nonostante siano la principale causa di morte tra gli animali al pascolo (piccoli e grandi ruminanti). Il progetto di Ricerca Finalizzata “DIAGNOVA”, finanziato dal Ministero della Salute, si articola in diversi subprogetti ed uno di questi ha come obiettivo quello di studiare dei sistemi diagnostici rapidi ed efficaci

per la diagnosi differenziale di clostridiosi. Avviato circa un anno fa, è stato fatto il punto della situazione in un convegno svoltosi a Valenzano (Bari) proprio presso la Facoltà di Medicina Veterinaria a cui hanno partecipato esperti provenienti da tutti gli Istituti Zooprofilattici d’Italia oltre che ricercatori di diverse Facoltà di Medicina Veterinaria. Nonostante la diffusione nazionale di questa patologia, che non coinvolge non soltanto ruminanti ma anche suini, equini e volatili, quello di Valenzano sembra sia stato il primo meeting italiano monotematico sulle clostridiosi. Dalle comunicazioni e dalle discussioni che le hanno seguite, è emerso che esistono due aspetti diametralmente opposti della ricerca italiana e internazionale sulle clostridiosi. Per quanto riguarda le enterotossiemie sostenute da Clostridium perfrigens lo stato dell’arte della ricerca è molto ricco di informazioni, segno di una certa vivacità ed interesse del mondo scientifico e accademico. Non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda le altre clostridiosi con particolare riferimento al carbonchio sintomatico e all’edema maligno sostenute da Cl. chauvoei e Cl. septicum rispettivamente. Esistono pochissimi dati sul genoma di questi batteri e, di conseguenza non è semplice disegnare primers specifici che permettono di standardizzare test PCR (Polymerase chain reaction) in grado di differenziarli fra loro. Il progetto DIAGNOVA, nel sub progetto Clostridi, sta cercando di realizzare una multiplex PCR in grado di differenziare i diversi tipi di clostridi. Un valido ed efficace mezzo diagnostico in grado di ampliare la capacità di indagine e contribuire ad una maggiore conoscenza della epidemiologia di queste patologie nel territorio italiano. Nel corso del meeting è anche emerso un dato molto interessante sulla diffusione e sulla ecologia del botulino negli allevamenti di animali da reddito. Gli episodi di botulino sono molto rari e i focolai tendono a coinvolgere molti animali contemporaneamente e con una evoluzione della patologia rapida e quasi sempre ad esito fatale. Non esistono rimedi attuabili e la prevenzione, intesa come corretto management aziendale, è l’unica forma di lotta efficace. Al termine dei lavori, nella sua relazione, la Dr.ssa Cristiana Patta, coordinatrice nazionale del progetto DIAGNOVA, ha sottolineato l’importanza di continuare l’impegno della ricerca sui clostridi e una maggiore attenzione allo scambio delle esperienze tra i vari ricercatori italiani impegnati in questo campo. La ricerca deve essere intesa soprattutto come risposta efficace alle esigenze e al bisogno crescente di risposte che vengono dal territorio, un interesse che merita un impegno costante da parte di chi è preposto a questa attività il cui giusto riconoscimento non deve essere solo l’attenzione dei media ma un significativo contributo alla crescita economica di settori importanti della economia del nostro Paese. ■


Dalle Aziende

VETERINARIA 21 | 2009

laPROFESSIONE

• combattere l’ipocaliemia. Renal Advanced, a base di FOS e specifici ceppi di lactobacilli, bioflavonoidi, estratto di Lespedeza capitata, vitamina C, vitamina B12, vitamina B6 e acido folico, è in grado di: • ridurre l’iperazotemia • combattere lo stress ossidativo • contrastare l’anemia cronica non rigenerativa. L’uso di Renal è indicato a partire dalle fasi più precoci di disfunzione renale cronica fino a quelle più avanzate (stadio IRIS* 2, 3 e 4), e deve essere associato a Renal Advanced nelle situazioni cliniche caratterizzate da iperazotemia. Entrambi i prodotti sono formulati sotto forma di polvere appetibile da miscelare con apposito dosatore alla consueta razione alimentare, e sono disponibili in specifiche presentazioni per gatti e per cani: Renal gatti e Renal cani, rispettivamente in barattolo da 50 e da 100 g; Renal Advanced gatti e Renal Advanced cani, rispettivamente in barattolo da 40 e da 80 g. Le confezioni di entrambi i prodotti sono studiate per un ciclo di somministrazione di circa 40 giorni per un gatto di ca. 5 kg di peso o per un cane di ca. 10 kg di peso. ■

Soluzioni innovative per l’insufficienza renale cronica Renal e Renal Advanced ’Insufficienza Renale Cronica è una sfida che ogni veterinario deve affrontare sempre più frequentemente, nel cane e in particolare nel gatto, anche per effetto dell’evidente allungamento della vita media in entrambe le specie animali. Oltre alle opzioni dietetiche e farmacologiche attualmente disponibili per il trattamento delle disfunzioni renali croniche, oggi l’Istituto Candioli mette a disposizione della classe veterinaria due nuove armi per supportare la funzionalità renale compromessa e controllare le conseguenti gravi disfunzioni metaboliche: Renal e Renal Advanced. I due prodotti sono frutto delle più recenti acquisizioni in campo nefrologico veterinario, e sono stati testati per efficacia, appetibilità e sicurezza sia nel cane sia nel gatto. Essi possono essere somministrati singolarmente o in associazione in relazione allo sta-

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dio evolutivo della disfunzione renale, e sono compatibili con qualunqe altro tipo di terapia (dietetica o farmacologica) già in atto sul soggetto nefropatico.

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Renal, a base di carbonato di calcio, chitosano e citrato di potassio, è in grado di: • ridurre l’iperfosfatemia • contrastare l’acidosi metabolica

* IRIS: International Renal Interest Society.

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PROSSIMI AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI SCIVAC Per informazioni: Segreteria SCIVAC - Paola Gambarotti - Tel. 0372/403508 - Fax 0372/403512 - E-mail: info@scivac.it - www.scivac.it

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CORSO AVANZATO INTENSIVO CHIRURGIA 1

Cremona, 9/12 Dicembre 2009 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Guido Pisani, Med Vet, Luni Mare, Ortonovo (SP)

CHIRURGIA DELL’ORECCHIO (TECALBO E BULLECTOMIA) Cremona, 30 Novembre - 1 Dicembre 2009 Centro Studi SCIVAC

RELATORI Luca Formaggini, Med Vet, Dormelletto (VA) Daniela Murgia, Med Vet, Dipl ECVS, Bologna Guido Pisani, Med Vet, Luni Mare, Ortonovo (SP) Fabio Sangion, Med Vet, Treviso ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36)

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MEDICINA D’URGENZA Cremona, 14/18 Dicembre 2009 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento RESPONSABILE SCIENTIFICO Fabio Viganò, Med Vet, Milano RELATORI Marco Bertoli, Med Vet, Roma Paolo Gaglio, Med Vet, Roma Chiara Valtolina, Med Vet, PhD, MRCVS, Hatfield (UK) Fabio Viganò, Med Vet, Milano ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 750,00 + IVA 20% Non soci: € 900,00+ IVA 20%


22 Calendario attività Dal 14 giugno all’11 ottobre Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi Edizioni Veterinarie E.V. srl

14 GIU

SEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON BOEHRINGER INGELHEIM

IL GATTO UN PAZIENTE CHE SI NASCONDE, ASPETTI CLINICI E NUOVE OPPORTUNITÀ - Hotel Melià, Milano - Via Masaccio, 19 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

18 - 20 GIU

CORSO SCIVAC Ultimi posti disponibili

CORSO DI CITOLOGIA 1 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 20 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LAZIO

ELEMENTI PER UN CORRETTO APPROCCIO CLINICO E TERAPEUTICO DELLA MALATTIA CARDIOVASCOLARE - Roma Sala ENPAV - ECM: 4 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 2° IT. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: II PARTE - ECOGRAFIA CLINICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 34 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 E-mail: info@scivac.it CORSO AVANZATO INTENSIVO - TECNICHE DI ANESTESIA TOTALMENTE INTRAVENOSA (TIVA) - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 3° IT. NEUROLOGIA VETERINARIA: IV PARTE - PRINCIPI DI NEUROTERAPIA MEDICA E CHIRURGICA Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it GASTROENTEROLOGIA DEL CANE E DEL GATTO: AGGIORNAMENTO CLINICO - BolognaFiere - PALAGREEN - Ingresso Aldo Moro Pad. 35 - Bologna - Piazza della Costituzione - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it L’ESAME ENDOSCOPICO IN GASTROENTEROLOGIA E PNEUMOLOGIA - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

21 GIU 24 - 27 GIU

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti

29 - 30 GIU

CORSO SCIVAC Ultimi posti disponibili

8 - 11 LUG

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Ultimi posti disponibili

12 SET

SEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON PROPLAN CUP NESTLÈ PURINA 2009 INCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA

20 SET 20 SET 22 - 25 SET 24 SET 25 - 27 SET 25 - 27 SET 26 - 27 SET 26 - 27 SET 26 - 27 SET 27 SET 27 SET

INCONTRO REGIONALE SCIVAC BASILICATA

LA RADIOLOGIA DALLA A ALLA D (DIAGNOSI) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

2° IT. ANESTESIA: III PARTE - ANESTESIA NELLE SPECIALITÀ - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it LE PATOLOGIE DELLA REGIONE METACARPALE PROSSIMALE NEL CAVALLO DA ENDURANCE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it SICILIA - CORSO REGIONALE DI DERMATOLOGIA - Ragusa - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

SEMINARIO SIVE IN COLLABORAZIONE CON SISTEMA EVENTI CORSO SCIVAC

SEMINARIO SIVE

NEUROLOGIA - Ozzano (BO) Facoltà di Medicina Veterinaria - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

INCONTRO SIONCOV

CHEMIOTERAPIA - Centro Studi SCIVAC - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it QUALI LIMITI PER L’ANESTESIA DI UN PAZIENTE CARDIOPATICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it CORSO INTRODUTTIVO ALLA PRATICA RADIOLOGICA - Atahotel Quark, Via Lampedusa 11/A Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - Email: info@scivac.it LA VISITA CLINICA E LA MEDICINA COMPORTAMENTALE - Jolly Hotel - Castenaso (BO) - VIA VILLANOVA 29/8 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it DIAGNOSI E PREVENZIONE DELLA FIP - Trento - Via V. Zambra, 36 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CRONIC KIDNEY DISEASE E STADIAZIONE IRIS: NEFROPATIA CRONICA NEL CANE E NEL GATTO - Perugia - Facoltà di Medicina Veterinaria - VIA SAN COSTANZO 4 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Monica Borghisani - Segr. Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO SICARV / SIARMUV

CORSO SCIVAC INCONTRO REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA INCONTRO REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE INCONTRO REGIONALE SCIVAC UMBRIA

27 SET 26 - 28 SET

CORSO SIVE

NEUROLOGIA - Ozzano Emilia (BO) - Facoltà di Medicina Veterinaria - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

30 SET 2 OTT

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

30 SET 2 OTT

CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA

2° IT. CARDIOLOGIA: I PARTE - FISIOPATOLOGIA CARDIOVASCOLARE E APPROCCIO CLINICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it FOOD SAFETY: ANIMAL FEED IMPACT ON HUMAN HEALTH. RIFLESSI DELL’ALIMENTAZIONE ANIMALE SULLA SALUTE UMANA. - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it DAY-HOSPITAL, DEGENZA E TERAPIA INTENSIVA NEL PAZIENTE FELINO: QUANDO L’OSPEDALIZZAZIONE È UNA NECESSITÀ - Crowne Plaza, Via Po 197 - Padova - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

3 - 4 OTT 4 OTT

SEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON SIMEF E SINUV INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC LIGURIA

IL CONIGLIO DA COMPAGNIA - “Sala Quadrivium” Genova - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA

IL CAMPO CHIRURGICO COME UN VIDEOGAME: LA CHIRURGIA MINIINVASIVA - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC SICILIA

LA RADIOLOGIA DALLA A ALLA D (DIAGNOSI) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC MARCHE

PATOLOGIE TRAUMATICHE DELLO SCHELETRO APPENDICOLARE - Hotel Sporting - Ancona - VIA FLAMINIA 220 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRI DI OMEOPATIA VETERINARIA. MATERIA MEDICA DEI LATTI SPERIMENTATI IN OMEOPATIA E LORO APPLICAZIONI CLINICHE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Rich. Accr. - Per info: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it

4 OTT 4 OTT 4 OTT

INCONTRO SIMVENCO

10 - 11 OTT

laPROFESSIONE

VETERINARIA 21 | 2009

PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa l’8 giugno 2009

SOLUZIONI

d raggiunge e supera i 200 bpm

QUIZ 1

bpm

Risposta corretta: e) Corso di chirurgia del dito bovino SIVAR - Cremona, novembre 2005

a raddoppia rispetto a quella di base b si riduce rispetto a quella di base c aumenta senza mai superare i 150

QUIZ 2

a rimuove rapidamente la fonte del dolore b rimuove rapidamente la fonte dell’infezione c riduce i costi dell’intervento chirurgico d richiede una minore cura post-operatoria e allunga la vita produttiva della bovina

2. Su un cavallo sottoposto ad attività fisica intensa (sforzo submassimale) la frequenza cardiaca:

Risposta corretta: d) Macroregione SIVE di Cardiologia, 2005

1. I vantaggi dell’amputazione del dito bovino rispetto alle tecniche conservative sono i seguenti tranne uno:




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