PROFESSIONE
la VETERINARIA A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
24 2008
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 5, numero 24, dal 23 al 29 giugno 2008 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona
GRAZIE AD ANMVI E FNOVI MA NON BASTA
COMPENSI: CANCELLATA LA TRACCIABILITÀ
FOCUS: LA PIODERMITE NEL CANE
BTV8 ARRIVA IL VACCINO SPENTO
FSA 2008: NUOVE TENDENZE
A PAGINA 10
A PAGINA 12
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A PAGINA 24
A PAGINA 27
BREVI
A VOI LA DECISIONE
TESTO UNICO
di CARLO SCOTTI Presidente ANMVI
Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha annunciato la presentazione in tempi brevi di un testo unico sulla sicurezza alimentare. Il Governo - ha dichiarato la Martini - è fortemente impegnato sul fronte della sicurezza alimentare anche nell'ottica di una maggiore salvaguardia dell'export Made in Italy.
IGIENE La manovra economica 2009-2011 dice addio al libretto sanitario fino ad oggi richiesto al personale che si occupa di alimenti, dalla preparazione alla distribuzione. A questi lavoratori bisognerà garantire un'adeguata preparazione igienico sanitaria prima dell'avvio dell'attività e aggiornamenti periodici.
FACOLTÀ Con Decreto 18 giugno 2008, il Ministero dell'Università ha stabilito le prove di ammissione per l'accesso al corso di laurea in medicina veterinaria per l'anno accademico 2008-2009: la prova di ammissione a medicina veterinaria è fissata al 5 settembre.
LAV Il nuovo Consiglio Direttivo nazionale LAV ha confermato all'unanimità Gianluca Felicetti presidente e Roberto Bennati vicepresidente dell'associazione. "Il rapporto con la medicina veterinaria ha dichiarato Felicetti - dovrà essere più stretto: la grande novità del Codice Deontologico e le iniziative legislative ci vedono uniti nel coniugare sviluppo della professione e tutela degli animali”.
AVIARIA È stata ritirata la richiesta di autorizzazione all'immissione in commercio con procedura centralizzata per il vaccino Aflunov di Novartis Vaccines, studiato per l'immunizzazione preventiva nei confronti del virus dell'influenza aviaria, l'H5N1. Lo rende noto un comunicato dell'Agenzia europea del farmaco (EMEA). Le richieste avanzate dal CHMP per ottenere dati clinici in più sul prodotto, non possono essere soddisfatte in tempo per la conclusione della procedura di via libera centralizzata.
INDAGINE ANMVI
Meglio disoccupato che sfruttato Sempre più preoccupante la prospettiva occupazionale per i neolaureati A PAGINA 4
L'accordo di ANMVI con Federazione Medici UIL FPL (v. Professione Veterinaria n. 23/2008, ndr) è strettamente legato al progetto Leavet, progetto che ha destato interesse e non per nulla è stato già copiato da altre forze per togliere questo spazio di diritto della veterinaria privata. Alcuni spingono per consegnarlo nelle mani di una certa sanità pubblica veterinaria e in quello delle associazioni animaliste. Ribadisco che questo scippo non nuocerebbe tanto ai grandi ospedali veterinari privati, ma alle strutture medio piccole che rappresentano il cuore della medicina veterinaria italiana e che fanno molta parte del loro fatturato attraverso una buona e sana medicina e chirurgia di base. Per difendere il loro lavoro è necessario che i titolari di strutture veterinarie private ed i soci delle stesse si iscrivano alla Federazione medici UIL Fpl SIVA per consentire loro di diventare una forza contrattuale che si contrapponga ai progetti "ammazza professione priva-
ta" già in essere. ANMVI sta lavorando sodo in questo senso. Ha fatto un accordo dove il ruolo della concertazione è riservato alla nostra Associazione e ha affidato il ruolo forte sindacale di tutela del diritto alla sopravivenza della attività ambulatoriale privata alla Federazione medici UIL Fpl SIVA, ruolo che potrà svolgere solo con una forte adesione dei singoli. Vedete voi Colleghi, non è più ora di ascoltare sirenetti o teorici da strapazzo è ora di agire compatti per tutelare noi stessi. In sinergia con ANMVI, Federazione Medici ha già contattato l’ANCI per presentare il progetto Leavet. Un Accordo quadro con l’Associazione dei Comuni sul coinvolgimento dei medici veterinari sarebbe già un grosso risultato. Il ruolo dei Comuni nelle attività di gestione del randagismo rischia in alcuni casi di travalicare i compiti propri della veterinaria, anche in conseguenza di leggi finanziarie che andavano scritte meglio. A voi la decisione, noi quello che dovevamo fare per la professione privata e la sua sopravvivenza lo abbiamo fatto. A voi la decisione sul vostro ■ futuro!
VETTORI I focolai di malattie infettive trasmesse da vettori diventeranno più frequenti. Lo sostiene l'ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control). La globalizzazione e i cambiamenti climatici e ambientali, sotto forma di temperature e umidità elevate, favoriscono il diffondersi di vettori o ospiti intermedi e, in ultima analisi, delle infezioni stesse. Zsuzsanna Jakab, direttore dell'ECDC: “assisteremo molto probabilmente al diffondersi di malattie infettive, ad esempio l'encefalite da zecche o la febbre Chikungunya, in aree in cui non erano mai state presenti prima”.
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SANTA RITA: PENSACI TU! NON È UN CASO CHE LA CLINICA MILANESE DIVENTATA IN QUESTI GIORNI SIMBOLO DEGLI SCANDALI DELLA SANITÀ PUBBLICA, anche se in verità in questo caso si tratta di una clinica privata in convenzione, si chiami Santa Rita, sia perché è forse la Santa più amata dagli italiani, ma anche perché, o soprattutto perché, "la sua intercessione è così potente che il popolo devoto la chiama: la Santa dei casi impossibili, avvocata dei casi disperati". Chi si rivolgeva a questa clinica vi arrivava quindi sereno e tranquillo pensando alla "Santa dei casi impossibili" anche se forse sarebbe stato meglio rivolgersi subito all'"avvocata dei casi disperati". Al di là della tragedia per tanti pazienti e l'incredibile cinismo che emerge nei comportamenti della classe medica, resta il problema di sempre. Possibile che nonostante negli anni ci fossero già state varie segnalazioni, che esprimevano dubbi e lamentele sulla gestione della clinica, i controlli non venissero fatti o fossero effettuati in modo assolutamente superficiale, e gli interventi delle autorità preposte siano arrivati ancora una volta, come quasi sempre, soltanto "dopo"? Giusto quindi indignarsi di fronte a simili situazioni e doveroso evidenziare e denunciare l'assenza o la distrazione di chi i controlli doveva farli, ma noi, Medici Veterinari, siamo così esenti da colpe, in grado di dimostrare sempre la nostra innocenza o buona fede? Rispetto ai chirurghi del Santa Rita, che sembra si inventassero interventi del tutto inutili, se non dannosi, solo per ottenere maggiori guadagni personali, possiamo sostenere di avere la coscienza a posto o ci va bene solo perché operiamo su "animali"?
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Analisi della professione Anmvi Informa
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Giovane laureato? Disoccupato o sfruttato Seconda parte dell’indagine ANMVI sulla situazione occupazionale nel settore veterinario a prima parte di questa indagine sulla situazione occupazionale dei giovani veterinari, quella riferita agli aspetti generali, è stata pubblicata sul n. 19 di questa rivista. In quell'occasione avevo annunciato la pubblicazione successiva di una seconda parte, quella più importante per noi perché riferita solo agli iscritti all'Ordine degli ultimi 5 anni, dal 2003 al 2007, dati confrontabili con l'Indagine Alma Laurea, sistema gestito da un consorzio di Università, e rivolto ai laureati degli stessi anni. Come sapete, più volte abbiamo contestato i dati pubblicati da Alma Laurea e criticato il loro sistema di indagine, ma per sostenere la correttezza delle nostre posizioni avevamo bisogno di dati indiscutibili e confrontabili. Confrontabili? Diciamo subito che il campione, in verità non è esattamente lo stesso. Noi ci basiamo sugli iscritti all'Ordine, Alma Laurea, per lo stesso periodo, sui laureati. Se in apparenza i due campioni possono sembrare diversi, partendo da due universi differenziati, in verità, le differenze fra i due sono talmente minime da essere insignificanti. Questo perché l'esame di Stato per l'iscrizione all'Ordine dei Medici Veterinari è in effetti soltanto un proforma che non prevede alcuna reale selezione, visto che lo passa subito il 99.9% dei laureati, ed il tempo che intercorre dal momento della Laurea a quello dell'esame di Stato è in genere veramente minimo. Può anche capitare che si ritardi l'iscrizione all'Ordine per motivi puramente economici: costo dell'iscrizione, Enpav, (l'Onaosi non è più obbligatoria), ecc. Tutti questi elementi potrebbero forse avere un minimo di significato se considerassimo un solo anno, ma operando sull'arco di 5 anni, questi aspetti alla fine si compensano perdendo nel confronto ogni valore statistico. Permettetemi un commento prima di entrare nell'analisi dei dati risultanti dall'indagine.
L
Tabella 1 - Tasso di risposta ESITO n° Intervista valida 503 Fuori target 234 (laureato prima del 2003) Non raggiungibile 99 Numero errato/inesistente 94 Rifiuto 149 Estero 21 Totale 1100
% 45,7% 21,3% 9,0% 8,5% 13,5% 1,9% 100,0%
Tabella 1bis - Tasso di risposta effettivo ESITO INTERVISTA VALIDA RIFIUTO TOTALE RAGGIUNGIBILI
n° 503 149 652
% 77,1% 13,5% 100,0%
Tabella 1tris Anno Laurea 2003 2004 2005 2006 2007 Totale complessivo
Totale 143 72 66 184 38 503
Perc. 28,4% 14,3% 13,1% 36,6% 7,6% 100,0%
11% disoccupati
10% lavorano gratis
79%
Tabella 2 Età anagrafica 2003 fino a 30 28,0% 31-35 55,2% 36-40 14,0% 41-50 2,8% Totale 100,0%
2004 31,9% 55,6% 8,3% 4,2% 100,0%
retribuzione media “Meglio disoccupato che sfruttato" non è un titolo di mia invenzione ma è la riflessione di un giovane veterinario che dopo tre anni di lavoro gratuito, non vedendo sbocchi occupazionali sicuri e retribuiti in modo dignitoso, stava pensando di cambiar lavoro. In effetti, dal suo punto di vista, di fronte all'impossibilità immediata di trovare un lavoro come veterinario, sia pure a titolo gratuito, si sarebbe orientato subito verso altri settori senza sprecare tre anni di tempo e soldi dei genitori. In fondo non aveva tutti i torti, soprattutto se a questi tre anni aggiungiamo i sei impiegati per la laurea, l'iscrizione all'Ordine e tutti i costi relativi. Un bello spreco anche per il Paese.
2006 73,4% 22,3% 3,3% 1,1% 100,0%
2007 68,4% 28,9% 2,6% 0,0% 100,0%
Totale 50,7% 40,4% 7,2% 1,8% 100,0%
2006 21,2% 63,0% 13,6% 2,2% 100,0% 15,8%
2007 34,2% 42,1% 21,1% 2,6% 100,0% 23,7%
Totale 23,5% 58,6% 14,9% 3,0% 100,0%
Tabella 3 Età di laurea fino a 25 26-30 30-35 oltre 35 Totale
2003 28,0% 55,2% 14,0% 2,8% 100,0% 16,8%
2004 19,4% 61,1% 13,9% 5,6% 100,0% 19,4%
occupati retribuiti
693 €
2005 47,0% 48,5% 4,5% 0,0% 100,0%
2005 18,2% 60,6% 18,2% 3,0% 100,0% 21,2%
Tabella 4 Ripartizione geografica
fino a 25 26-30 30-35 oltre 35 Totale
Nordoccidentale
Nordorientale
Centrale
Meridionale
Insulare
Totale
24,5% 62,6% 11,6% 1,4% 100,0%
34,3% 50,0% 15,7% 0,0% 100,0%
23,3% 58,9% 15,1% 2,7% 100,0%
16,0% 58,3% 19,2% 6,4% 100,0%
20,0% 72,0% 4,0% 4,0% 100,0%
23,5% 58,6% 14,9% 3,0% 100,0%
ti gli anni a cui abbiamo riferito l'indagine sono comunque risultati rappresentati correttamente anche se, forse, il 2007 è stato leggermente penalizzato. (Tabelle 1, 1bis, 1tris ) La tabella 2, riferita all'anzianità anagrafica evidenzia che solo il 50,7% del campione ha meno di 30 anni mentre è ancora fortemente rappresentata la classe da 30 a 35 anni
(40,4%). Incrociando l'età del professionista con gli anni di laurea vediamo che tende ad aumentare negli anni il numero di laureati ritardatari, dal 16,8% del 2003 al 23,7% del 2007 (Tabella 3).
LAUREATI PIÙ GIOVANI AL NORD L'incrocio a livello territoriale (Tabella 4) mo-
Tabella 5 Attualmente occupato sì no Totale
2003
2004
2005
2006
2007
Totale
95,8% 4,2% 100,0%
84,7% 15,3% 100,0%
86,4% 13,6% 100,0%
86,4% 13,6% 100,0%
86,8% 13,2% 100,0%
88,9% 11,1% 100,0%
2006 89,9% 8,8% 1,3% 100,0%
2007 97,0% 3,0% 100,0%
Totale 87,0% 10,7% 2,2% 100,0%
2006
2007
Totale 20,8% 14,6% 50,0% 6,3% 2,1% 2,1% 4,2% 100,0%
L’INDAGINE Torniamo alla nostra indagine e ribaltando la logica del racconto arriviamo subito alla conclusione svelando la fine, del resto, riflettendoci un po', abbastanza scontata. La percentuale degli iscritti all'Ordine degli ultimi 5 anni (dal 2003 al 2007) che non ha ancora un'occupazione è risultata dell'11,1%, dato già di per sé preoccupante ed al quale dobbiamo aggiungere il 10,1% che lavora a titolo gratuito. In sostanza il 21,2% è fuori gioco, più di uno su cinque. C'è un altro dato però importante e che viene troppo spesso sottovalutato: la retribuzione del 78,7% di veterinari che hanno un lavoro retribuito. La retribuzione media degli iscritti all'Ordine negli ultimi 5 anni, quelli che sono retribuiti, arriva a ben 693 euro mensili! Adesso che con tre dati abbiamo evidenziato la situazione disastrosa del settore veterinario, riprendiamo dall'inizio il nostro racconto per chi vuole capire perché e come si arriva a questi valori. Come avevamo già detto nell'articolo precedente, per la nostra indagine, siamo partiti da un campione di iscritti all'Ordine negli ultimi 5 anni di 1.100 veterinari. Dalle telefonate effettuate, però, siamo stati costretti ad escluderne molti: non raggiungibili, hanno rifiutato l'intervista, fuori target, numero errato, ecc. Il campione valido si è quindi ridotto a 503. Tut-
Tabella 6 Settore d’occupazione 2003 Privato 84,7% Pubblico 11,7% Pubblico e privato 3,6% Totale 100,0%
2004 86,9% 9,8% 3,3% 100,0%
2005 78,9% 21,1% 100,0%
Tabella 7 Ambito 2003 ASL Totale 37,5% IZS Totale 6,3% Università 43,8% Ministero 6,3% Borsa Regionale 6,3% Acquario di Milano n.d. Totale 100,0%
2004 33,3% 16,7% 16,7% 33,3%
100,0%
2005 16,7% 25,0% 58,3%
14,3% 64,3%
100,0%
7,1% 14,3% 100,0%
Tabella 8 Qualifica 2003 lib. professionista 89,7% dipendente 7,8% apprendista/ 0,9% tirocinante/stagista (vuoto) 1,7% Totale 100,0%
2004 94,3% 3,8%
2005 82,2% 13,3% 2,2%
2006 72,7% 9,1% 17,5%
2007 81,3% 6,3% 12,5%
Totale 82,5% 8,2% 8,0%
1,9% 100,0%
2,2% 100,0%
0,7% 100,0%
100,0%
1,3% 100,0%
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4 Anmvi Informa Analisi della professione stra che i laureati ritardatari sono prevalentemente al sud: se infatti in media si laurea oltre i 30 anni il 17,9% degli intervistati, al sud tale percentuale sale al 25,6%, mentre la percentuale più elevata di laureati giovani è al nord: nell'Italia nord-orientale un terzo degli intervistati si è laureato entro i 25 anni contro il 23,5% medio mentre solo il 15,7% ha conseguito la laurea oltre i 30 anni di età e nessuno oltre i 35. Per quanto riguarda gli aspetti occupazionali l'11,1% (Tabella 5) degli intervistati ha dichiarato di essere disoccupato. Questo valore medio varia però nei diversi anni. Gli iscritti all'Ordine del 2003 esprimono una percentuale di solo il 4,2%, quelli del 2004 del 15,3% mentre per gli altri tre anni il valore si stabilizza su circa il 13%. Com'era ampiamente previsto l'indagine sviluppata sui veterinari occupati, 447 (505- 56 disoccupati) ha evidenziato che è di granlunga preponderante (Tabella 6) l'occupazione nel settore privato (87%) rispetto al pubblico (10,7%), mentre è esigua, ma comunque da rimarcare, la presenza di soggetti che operano in entrambi i comparti (2,2%). La percentuale di occupati nel privato tende a crescere negli anni sia perché è estremamente difficile entrare nel settore pubblico in breve tempo sia perché i posti disponibili sono sempre meno. Si passa così dall'84,7% del settore privato riferito al 2003 sino al 97% del 2007. Se analizziamo gli ambiti occupazionali del settore pubblico (Tabella 7), quello che ha il più elevato numero di occupati è l'Università con il 50% seguito dalla Asl con il 20,8% e l'IZS 14,6%. E giusto però ricordare che spesso l'occupazione universitaria non significa un lavoro stabile e regolarmente retribuito, ma frequentemente collaborazioni occasionali e più o meno gratuite.
TUTTI LIBERI PROFESSIONISTI Per quanto riguarda gli occupati del settore privato (Tabella 8) la percentuale maggiore si dichiara libero professionista. Dietro questo termine si nascondono le situazioni più varie e spesso il professionista è talmente libero da non portare a casa alcun guadagno. I dipendenti sono solo l'8,2% e lo sono normalmente di aziende, APA, centri di ricerca, ecc. Molto difficile che lo siano di ambulatori privati che preferiscono proporre contratti di collaborazione professionale. Un altro 8% si dichiara in condizione di apprendistato, tirocinio o stage. Questo dato esprime negli anni una forte variabile delle forme di precarietà contrattuale, e si presta, tuttavia, ad una duplice interpretazione: se da un lato si evidenzia un trend crescente, dall'altro questo potrebbe testimoniare che queste forme di contratto, normalmente a titolo gratuito, sono molto diffuse come veicoli di accesso al mercato del lavoro ma che tendono, a due/tre anni dalla laurea, alla ricerca di una attività retribuita, a trasformarsi in contratti stabili o ad aprire, molto più probabile, la strada della libera professione.
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Tabella 9 Ambito Animali da compagnia Animali da reddito Equini Animali esotici Industria Ricerca Associazione allevatori Convenzionato struttura pubblica
2003 72,4% 13,8% 6,9% 5,2% 0,9% 0,9% 0,9% 6,9%
Anno Laurea 2004 2005 2006 81,1% 84,4% 79,7% 15,1% 6,7% 8,4% 1,9% 2,2% 9,1% 1,9% 6,7% 1,4% 4,4% 0,7% 2,2% 11,3%
1,4% 0,7%
2007 68,8% 15,6% 12,5%
Totale 77,4% 11,3% 6,9% 3,1% 1,0% 0,3% 1,0% 4,1%
3,1%
Tabella 10 Somma di Reddito medio Dati 2 2003 Animali da € 835,37 compagnia Animali da € 946,43 reddito Animali esotici € 416,67 Associazione allevatori € 750,00 Convenzionato struttura pubbl. € 1.416,67 Equini € 1.214,29 Industria € 1.250,00 Ricerca € 1.750,00 Totale € 915,91
Anno Laurea 2004 € 690,48
2005 € 628,57
2006 € 524,34
2007 € 363,64
Totale € 635,20
€ 1.125,00
€ 1.000,00
€ 645,83
€ 850,00
€ 884,15
€ 250,00
€ 1.166,67
€ 750,00
–
€ 636,36
–
€ 250,00
€ 1.000,00
–
€ 750,00
€ 1.625,00 € 750,00 – – € 831,73
– € 250,00 € 750,00 – € 658,54
€ 1.750,00 € 346,15 € 2.500,00 – € 533,45
692,97 EURO AL MESE
€ 250,00 € 1.446,43 € 500,00 € 615,38 – € 1.500,00 – € 1.750,00 € 692,97 € 453,13
Tabella 11 Anni per trovare lavoro Senza occupazione Prima della laurea Nell’anno di laurea A un anno dalla laurea A due anni dalla laurea A tre anni dalla laurea A quattro anni dalla laurea A cinque anni dalla laurea Totale complessivo
2003 2004 2005 2006 2007 4,2% 15,3% 13,6% 13,6% 13,2% 0,0% 1,4% 0,0% 1,1% 0,0% 18,2% 16,7% 4,5% 20,7% 63,2% 45,5% 37,5% 39,4% 48,4% 23,7% 17,5% 15,3% 36,4% 16,3% 0,0% 5,6% 9,7% 6,1% 0,0% 0,0% 8,4% 4,2% 0,0% 0,0% 0,0% 0,7% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Totale 11,1% 0,6% 20,5% 42,9% 17,9% 3,8% 3,0% 0,2% 100,0%
Tabella 12 Anno laurea 2003 2004 2005 2006 2007
maggior parte degli studenti, soprattutto donne, si iscrivono al corso di studi in Medicina Veterinaria. Poi abbiamo gli Animali da reddito con l'11,3%, settore che trova sempre meno interesse sia per le caratteristiche molto impegnative sia perché è un settore abbastanza in crisi. L'ambito degli Equini risulta al terzo posto con il 6,9% ed evidenzia che anche fra i cavalli di spazi per i veterinari ce ne sono sempre meno. Di seguito Animali esotici con il 3,1%, in netta crescita, visto l'interesse sempre maggiore del pubblico verso questi animali. Alla fine troviamo Industria con l'1%, Associazioni allevatori con la stessa percentuale e Ricerca con lo 0,3%. Abbiamo lasciato per ultimi i Convenzionati con una struttura pubblica perché pur rappresentando il 4,1%, oggi, con i nuovi contratti, sono forse ormai quasi più professionisti pubblici che privati.
A un anno dalla laurea 63,6% 55,6% 43,9% 70,1% 86,8%
Libera professione non significa reddito o garanzia occupazionale, condizione che è attribuita spesso ai liberi professionisti nelle statistiche nazionali. Libera professione significa anzi fare la fame per anni, lavorare in condizioni di estrema precarietà, fare investimenti che probabilmente non saranno mai recuperati, vivere fra mille problemi normativi e fiscali. Se vent'anni fa questa scelta di lavoro nel settore veterinario offriva ottime prospettive e bastava la laurea per avviare un'attività remunerativa nel breve periodo,
A tre anni dalla laurea 86,7% 80,6% 86,4%
A cinque anni dalla laurea 95,1%
oggi i tempi sono molto cambiati e sono sempre più numerosi i veterinari che dopo qualche anno devono rinunciare ai loro progetti perché si rendono conto di non avere davanti una prospettiva accettabile.
3 SU 4 PER ANIMALI DA COMPAGNIA Ma quali sono gli ambiti della veterinaria privata (Tabella 9) nei quali i giovani veterinari trovano sbocco occupazionale? Animali da compagnia, soprattutto, con il 77,4%. Tre veterinari su quattro si orientano verso questo settore che è anche quello per cui la
La tabella successiva (Tabella 10) riporta i redditi medi dei diversi ambiti occupazionali del settore privato complessivamente per i 5 anni e specifici per ogni anno. Il settore dove risulta il reddito medio più basso è quello degli equini con 615 euro mensili a dimostrazione che è un settore ormai saturo. I veterinari che operano nel settore degli animali da compagnia o esotici con rispettivamente 635 e 636 euro al mese, non stanno molto meglio. Sono redditi da fame e non sono quelli dichiarati al Fisco, sui quali qualcuno potrebbe esprimere dubbi, ma, quelli dichiarati in modo del tutto anonimo, ad operatori del Centro Studi dell'ANMVI, e quindi attendibili. Il settore animali da reddito offre qualche condizione migliore con 884 euro. Quelli che guadagnano di più sono i veterinari che operano nel settore della Ricerca (1.750 euro), dato però poco significativo perché riferito ad un solo veterinario del 2003, quelli dell'Industria (1.500 euro) ed i Convenzionati con 1.446. Ovviamente se guardiamo l'andamento negli anni del valore medio di reddito vediamo un decrescendo partendo dai 915 del 2003 ai 453 del 2007. La prossima tabella (11) è particolarmente interessante perché evidenzia, indipendentemente dal fatto che l'occupazione sia a titolo gratuito o retribuita, il tempo trascorso dal momento dell'iscrizione all'Ordine al primo lavoro. Escludendo quindi l'11,1% che un'occupazione non l'ha ancora, vediamo che lo 0,6% lavorava già prima della Laurea, il 20,5% ha iniziato nello stesso anno, il 42,9% dopo un anno ed il 17,9% dopo due anni. Di seguito le percentuali si riducono notevolmente con scarso significato. In sostanza quasi l'82%, ed escludendo quelli che l'occupazione non l'hanno ancora, potremmo dire la quasi totalità, ha trovato un impiego nel giro di meno di tre anni. La stessa tabella evidenzia anche la percentuale di veterinari in cerca di lavoro ad un anno dall'iscrizione all'Ordine. Questa percentuale nei vari anni, se escludiamo il 2003, è più o meno costante, con tendenza alla diminuzione, e si mantine in un range del 2% andando dal 15,3% del 2004 al 13,2% del
Tabella 13 Anni per trovare lavoro Senza occupazione Prima della laurea Nell’anno di laurea A un anno dalla laurea A due anni dalla laurea A tre anni dalla laurea A quattro anni dalla laurea A cinque anni dalla laurea Totale
A titolo gratuito
Retribuita
100,0% 21,4% 8,8% 6,7% 5,3% 20,0% 11,1%
10,1%
100,0% 78,6% 91,2% 93,3% 94,7% 80,0% 100,0% 78,7%
Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
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6 Anmvi Informa Analisi della professione
VETERINARIA 24 | 2008
Tabella 14 Da quanto lavora 0 1 2 3 4 5 6 22 Totale
2003 1 12 8 25 65 26
2004 3 7 11 27 12
Tabella 16
2005 4 24 26 3
2006 30 89 38 1
2007 9 24
1 137
1 61
57
159
33
Totale 47 156 83 56 77 26 1 1 447
Come ritiene la sua attuale condizione occupazionale? 2003 2004 Precaria 2 0 Pessima 13 3 Insufficiente 24 18 Sufficiente 45 18 Discreta 21 11 Buona 25 9 Ottima 4 0 non sa/ non risponde 9 13 Totale 143 72
Tabella 15 Da quanto 2003 lavora 0 € 750,00 1 € 500,00 2 € 750,00 3 € 869,57 4 € 1.072,58 5 € 1.076,09 6 22
2004
2005
2006
2007
€ 583,33 € 785,71 € 795,45 € 861,11 € 977,27
€ 562,50 € 663,04 € 608,70 € 500,00
€ 491,38 € 575,84 € 546,05 € 250,00
€ 583,33 € 458,33
€ 750,00 € 1.750,00
2007. Ricordiamoci che stiamo parlando di veterinari che non stanno facendo ancora assolutamente nulla, neppure a titolo gratuito come pratica o semplice apprendimento. Può avere un significato questa stabilizzazione del dato? In assoluto poco, ma dovrà essere rapportato alla percentuale di quanti negli anni hanno occupazioni gratuite che vedremo più avanti. Ovviamente, anche la tabella seguente (12) che evidenzia la percentuale di occupati per ogni anno di laurea a diverse scadenze, ci permette di sviluppare e confermare i ragionamenti già espressi.
11,1% SENZA LAVORO, 10,1% LAVORA GRATIS Nella tabella seguente (13) viene evidenziato per i diversi anni trascorsi dal momento della laurea (iscrizione all'ordine) la situazione occupazionale, se a titolo gratuito o retribuita. Escluso l'11,1% dei veterinari che non hanno occupazione, la percentuale di coloro che lavorano gratuitamente è il 10,1%. Resta poi il 78,7 che ha un'occupazione retribuita, poco o tanto, ma comunque retribuita. Nell'anno di laurea la percentuale di co-
Retribuzione media € 527,17 € 574,68 € 617,09 € 839,62 € 1.058,22 € 1.076,09 € 750,00 € 1.750,00
loro che lavorano gratis è molto elevata, il 21,4%. Con il passare degli anni tende, ovviamente, a diminuire perché dopo aver acquisito esperienza o si incomincia ad essere retribuiti, o si cambia lavoro per un'occupazione che dia anche un riconoscimento economico, o si passa a fare il libero professionista. Questa ultima scelta non sempre è proprio voluta ma è l'unica condizione possibile che resta per non continuare a lavorare senza stipendio. Si arriva così all'8,8% dopo un anno, al 6,7% dopo due anni, al 5,3 dopo tre anni. Stranamente e quasi inspiegabilmente dopo 4 anni si torna al 20%. Abbiamo riflettuto molto su questo dato e potrebbe derivare da varie condizioni: dopo anni pagati molto poco si preferisce fare una scelta di approfondimento o di specializzazione che non offre alcuna retribuzione, o si passa ad un'altra struttura che può offrire migliori prospettive professionali e si ricomincia da zero, o forse si fa la scelta della libera professione che all'inizio, probabilmente, è in perdita. In alcuni casi vi è anche la scelta di andare a fare esperienza all'estero e spesso anche questa non è retribuita.
2005 2 5 13 14 13 10 0 9 66
2006 2 19 45 42 23 25 3 25 184
2007 0 2 6 10 9 6 0 5 38
Totale 6 42 106 129 77 75 7 61 503
% 1,19 8,3 21,2 25,6 15,3 14,9 1,39 12,12 100
2006 14 32 41 33 58 3 3 184
2007 4 2 6 13 12 1 0 38
Totale 55 98 97 103 135 6 9 503
% 10,9 19,42 19,41 20,47 26,83 1,19 1,78 100
Tabella 17 Come vede le prospettive future del suo lavoro? 2003 Pessime 21 Insufficienti 31 Sufficienti 24 Discrete 27 Buone 36 Ottime 1 non sa/non risponde 3 Totale 143
2004 8 18 13 14 16 0 3 72
2005 8 15 13 16 13 1 0 66
Tabella 18 Dati Troppi neolaureati Troppi veterinari Crisi del settore Blocco assunzioni nel settore pubblico 1 2 3 4 5 6 Totale
2003 58,0% 61,5% 22,4%
2004 58,3% 83,3% 15,3%
2005 57,6% 69,7% 16,7%
2006 61,4% 78,3% 12,0%
2007 50,0% 71,1% 23,7%
Totale 58,6% 72,6% 16,9%
10,5%
4,2%
3,0%
7,1%
2,6%
6,8%
0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0%
0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0%
0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0%
0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0%
0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0%
0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 100,0%
PRIMA RETRIBUZIONE 500 EURO I dati riportati nelle due tabelle seguenti (Tabelle 14 e 15) sono importanti e permettono di sapere, da un lato per ogni anno di iscrizione all'Ordine da quanti anni stanno lavorando, dall'altro quale è la retribuzione media per i diversi anni. Ovviamente il campione è limitato ai veterinari che svolgono un'attività retribuita. La prima tabella non richiede particolari commenti pur evidenziando la difficoltà che un veterinario ha nel trovare un'occupazione minimamente retribuita. La seconda invece suggerisce alcune riflessioni. Chi ha la fortuna di trovare subito un lavoro retribuito nello stesso anno dell'iscrizione all'Ordine deve accontentarsi di emolumenti molto bassi, 527 euro. Questa somma tende a crescere con gli anni di esperienza sino ad arrivare a 1050/1070 euro se si lavora da quattro o cinque anni. I dati riferiti
Figura 1
a 6 anni ed a 22 pur rientrando nel campione, essendosi iscritti all'Ordine nel periodo di nostro interesse, hanno per noi scarso significato essendo persone che lavoravano già prima di essere veterinari e probabilmente anche già prima della laurea.
IL 57% È SODDISFATTO Come vede il veterinario la sua attuale condizione lavorativa? La tabella 16 e la figura 1 che seguono, rispondono a questa domanda. Ottima è solo per l'1,39%, ma nel complesso se consideriamo dal Sufficiente in su la percentaule totale è di circa il 57%, mentre quelli che la ritengono negativa (Insufficiente, Pessima e Precaria) non arrivano al
Figura 2
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Tabella 19 Dati 2003 Aprire una mia struttura 17,5% Lavorare nel campo 0,7% degli animali da reddito Impiego part time presso 1,4% clinica/ambulatorio Impiego full time presso 2,8% clinica/ambulatorio Ottenere una borsa 1,4% di studio in università Ottenere un impiego 27,3% nel settore pubblico Ottenere un impiego 6,3% in azienda privata Andare all’estero 2,10% Totale 100,00%
2004 27,8%
2005 27,3%
2006 29,9%
1,5%
0,5%
2007 28,9%
Totale 25,6% 0,6%
2,8%
3,0%
6,9%
13,6%
26,6%
23,7%
15,1%
7,6%
3,3%
2,6%
2,8%
19,4%
27,3%
19,6%
13,2%
22,3%
5,6%
4,5%
2,7%
7,9%
4,8%
5,56% 100,00%
7,58% 100,00%
3,80% 100,00%
5,26% 100,00%
4,17% 100,00%
31%. Sinceramente mi aspettavo questa ultima percentuale molto più alta, viste le reali e notevoli difficoltà che un giovane veterinario incontra per trovare un'occupazione dignitosa per la sua professione. Grande ottimismo, quindi, dei giovani? Difficile commentare questi dati. Certamente la maggior parte di questi deve avere alle spalle una famiglia che continua ad essere disponibile, spesso con molti sacrifici, a sostenerli nella loro carriera professionale. Se non fosse così per molti sarebbe veramente impossibile o impensabile poter continuare per anni a lavorare gratis o con retribuizioni che non permettono neppure di mangiare tutti i giorni.
IL 68% VEDE UNA PROSPETTIVA “ROSEA” (Tabella 17 e figura 2) Come vede le prospettive future del suo lavoro? Anche a questa
1,2%
domanda, contro ogni mia previsione, del resto in sintonia con quella precedente, non manca l'ottimismo. Chi vede una prospettiva futura del proprio lavoro in modo negativo (Insufficiente o Pessima) corrisponde solo a poco più del 30% del campione. Al contrario, chi vede un futuro da minimamente roseo a Ottimo è circa il 68%. Confrontando questi dati con quelli della tabella precedente possiamo notare che mentre la percentuale che vede negativamente il presente corrisponde sostanzialmente alla stessa che vede male anche il futuro (30%) quelli che hanno una visione rosea per i prossimi anni sono decisamente di più di quelli che vivono il presente in modo positivo, 68% contro il 57%. Questa ampia differenza deriva sostanzialmente dal fatto che quasi tutti quelli che non si sono espressi sul loro presente, dichiarando che non sa-
pevano cosa rispondere, si sono poi trasferiti in massa, per convinzione o solo per scaramanzia, fra quelli che credono nel futuro della loro occupazione professionale.
TROPPI VETERINARI (Tabella 18) Quali sono i motivi che hanno portato alle difficoltà del settore? Siamo quasi alla fine e questa è la penultima domanda. Si chiede al veterinario intervistato di valutare fra quattro possibili cause di difficoltà del settore quella che ritiene direttamente responsabile. Era prevista la possibilità di risposta multipla e quindi la somma delle percentuali supera il 100%. "Troppi veterinari" lo sostiene il 72,6%, seguita da "Troppi neolaureati", risposta ovviamente direttamente correlata alla prima, con il 58,6%. Sostanzialmente il 100% dei veterinari sostiene che c'è troppa domanda occupazionale sul mercato del settore. Le altre due possibili risposte sono molto distanti rispetto a queste percentuali. "Crisi del settore" si ferma al 16,9% e "Blocco delle assunzioni nel settore pubblico" soltanto a un 6,8%. Sembra quindi che i veterinari abbiano le idee molto chiare sull'origine dei loro problemi. Altre motivazioni sono state espresse in aggiunta a quelle previste e quelle più gettonate sono ancora correlate al numero dei veterinari: troppa concorrenza, troppe facoltà, troppi ambulatori, troppi iscritti alle facoltà, concorrenza delle università.
IMPIEGO PUBBLICO O STRUTTURA DI PROPRIETÀ Siamo arrivati alla fine. Ultima domanda: le aspettative per il futuro (Tabella 19). Non tutti hanno risposto a questa domanda e molti lo hanno fatto dando indicazioni diverse da quelle previste. Il 25,6% degli intervistati ha dichiarato che il suo sogno futuro è quello di aprire una propria struttura, quasi alla pari (22,3%) con la speranza di ottenere un impiego nel settore pubblico. Due prospettive molto diverse, in concorrenza fra di loro. Potremmo dire, visto che oggi entrare nel settore pubblico è quasi impossibile, che circa un veterinario su quattro svolge oggi un'attività privata ma con il grande desiderio di diventare un dipendente pubblico. Sono quindi veterinari insoddisfatti o soddisfatti a metà. "Impiego full time presso clinica/ambulatorio" è l'altra prospettiva che trova un discreto interesse, il 15,1% Tutte le altre esprimono percentuali minime e di scarso significato. Fra le altre risposte alcune hanno trovato un forte consenso. Circa il 22% ha dichiarato che vorrebbe continuare con quello che sta facendo esprimendo buona soddisfazione per la sua condizione attuale, un 5% desidera andare a lavorare all'estero ritenendo di non avere spazio in Italia per la saturazione del mercato, un 3% vorrebbe
semplicemente cambiare lavoro ed un 4,5% non sa cosa rispondere. In cinque hanno semplicemente detto: "qualsiasi cosa purché lavorare", ed in questa frase, espressa da veterinari già iscritti all'Ordine da anni si trova tutta la difficoltà del settore e la drammaticità di molte situazioni.
CONCLUSIONI La conclusione l'avevamo già espressa all'inizio di questa lunga analisi di dati. In apparenza il settore veterinario non esprime situazioni di disoccupazione peggiori di altri settori professionali, dico in apparenza, perché se poi consideriamo che il 10,1% lavora gratuitamente nella speranza di avere prospettive che spesso non arrivano o si limitano ad una libera professione in un mercato ormai saturo, con un reddito che nel settore degli animali da compagnia, dove finisce la stragrande maggioranza dei giovani, dopo 5 anni dall'iscrizione all'Ordine è ancora di poco superiore ai 600 euro, ci rendiamo conto che siamo veramente alla frutta. Uno studente che si iscrive oggi al Corso di Laurea in Medicina Veterinaria o è veramente votato al sacrificio o deve poter contare su una famiglia che possa mantenerlo certamente sino oltre i 32/33 anni. Vi assicuro che in questi ultimi anni ho ricevuto, come ANMVI, varie telefonate di genitori sul disperato che chiedevano un aiuto per trovare un'occupazione al figlio/a perché dopo averli sostenuti all'università per anni ora non ce la facevano più. Non credo che tutto questo abbia molto senso e rischi di diventare solo un enorme spreco di illusioni per tanti giovani ed economico per le famiglie e per il paese. Le soluzioni possibili sono le solite: contenere il numero dei veterinari, difendere e, meglio ancora, ampliare le competenze e gli spazi occupazionali riservati a questa categoria professionale, ed infine dare la possibilità di svolgere attività correlate che possono essere un'importante fonte di reddito. In tutta Europa gli ambulatori per animali da compagnia vendono di tutto, qualsiasi prodotto inerente alla salute ed al benessere dell'animale. Più del 50% del ricavato degli ambulatori deriva da questo settore (commerciale). Per noi, in Italia, significherebbe raddoppiare il volume d'affari degli ambulatori, e non è poco. Forse è il caso di incominciare a pensarci seriamente superando logiche conservatrici o puramente concettuali. Non possiamo più permetterci il lusso di essere più realisti del Re. ■
La prima parte dell’indagine è stata pubblicata su Professione Veterinaria n. 19/2008)
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10 Attualità Laboratori di analisi
VETERINARIA 24 | 2008
Grazie Anmvi e Fnovi... ma ancora non basta Nelle aziende commerciali laboratori di analisi abusivi
di MASSIMO CONSONNI ualche anno fa alcuni veterinari liberi professionisti operanti nel settore degli animali da reddito iniziarono a fornire, per primi in Italia, a loro clienti allevatori un servizio rivolto agli allevamenti di vitelli da carne e basato su prelievi, analisi di laboratorio e consulenze. Il servizio fu bene accolto e presto anche allevatori non loro clienti iniziarono a richiederlo. Il servizio venne quindi sempre più dedicato ai veterinari aziendali disposti a gestire i prelievi e le consulenze ai loro clienti. L’interesse degli allevatori non poteva sfuggire alle imprese commerciali del settore che inizialmente si offrirono di pagare il servizio di cui gli allevatori loro clienti usufruivano (e purtroppo non è sfuggito neppure all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di una delle Regioni più ricche di allevamenti di vitelli da carne). Si creò così anche una buona collaborazione fra veterinario aziendale e dipendente
Q
laico dell’impresa commerciale. Questa collaborazione (venuta dal basso) fra diverse persone che partecipavano, ognuno con le sue competenze, ad un servizio che aveva creato lavoro senza toglierne a nessuno ben presto si incrinò per scelte calate dai vertici delle imprese commerciali. Quest’ultime realizzarono laboratori veterinari abusivi (privi cioè dell’autorizzazione sanitaria) all’interno dei loro impianti produttivocommerciali ponendo fra i laboratori e l’allevatore esclusivamente i loro dipendenti laici (anche l’IZS di cui sopra si rivolge direttamente agli allevatori bypassando i veterinari). La motivazione di questa scelta non è economica in senso stretto (anzi in questo modo il costo totale del servizio aumenta ma tale maggiore costo viene nascosto tutto o in parte agli occhi dell’allevatore nel prezzo dei mezzi tecnici che vende) bensì è da ricercare nel tentativo di rendere l’allevatore sempre più dipendente e legato all’impresa commerciale (insomma l’impresa è soddisfatta solo quando in stalla entrano solo suoi uomini, quindi se le ricette il veterinario le scrive fuori
dall’allevamento ancora meglio!). Oltre all’evidente danno diretto per i veterinari aziendali c’è anche un danno indiretto; i laici in laboratorio e fuori possono trasmettere informazioni agli allevatori prive di ogni base scientifica e così ci si trova a volte a dover fornire prestazioni assurde (perché altrimenti sembra che tu non sai o puoi fornirle) richieste da allevatori abituati a riceverle. Non penso di scandalizzare nessuno nel dire che ciò che accade a valle del laboratorio (che invece emette un referto che rimane come documento) è coperto da nomi che all’occorrenza vengono utilizzati per indicare chi ha gestito prelievi e consulenza. Quindi è molto difficile intervenire a valle del laboratorio, ecco perché è fondamentale avere laboratori che lavorino realmente con e per i veterinari. I laboratori abusivi furono segnalati all’ASL, alla Regione, alla FNOVI e all’ANMVI. Quando la FNOVI capì che l’ASL non li avrebbe mai trovati (anche se le analisi dei laboratori abusivi vengono teoricamente visionate per verificare la conformità alla normativa sul benessere dei vitelli e i veterinari del settore sanno che sono quasi sempre appese in bella vista in stalla insieme alle tabelle alimentari) passò tutte le informazioni ai NAS che fecero i sopralluoghi e li trovarono. Purtroppo nei due laboratori veterinari che ancora oggi eseguono la stragrande maggioranza delle analisi i NAS giunsero poco dopo la concessione, da parte dei Distretti dell’ASL, dell’autorizzazione sanitaria (cioè non erano più abusivi). Le autorizzazioni concesse furono segnalate alla Regione e al Ministero della Salute poiché sembrano non rispettare la normativa regionale sulle strutture veterinarie in quanto i laboratori si trovano all’interno degli impianti di produzione e vendita di mezzi tecnici per la zootecnia. La Regione non rispose mentre il Ministero chiese conferme e chiarimenti alla FNOVI. In considerazione del delicato lavoro svolto da questi laboratori a tutela del benessere dei vitelli e quindi a tutela del consumatore il Ministero decise di emettere dei Chiarimenti per evitare che il conflitto di interesse derivante dal doppio ruolo svolto dalle imprese commerciali potesse minare alla base la tutela della salute del consumatore e senza mezzi termini definì tali laboratori non idonei al compito che svolgevano. Pur essendo chiaro l’intento del Ministero, i suoi Chiarimenti rimangono tutt’oggi disapplicati senza motivazione da parte dell’ASL (o meglio da parte dei Distretti dell’ASL). Il silenzio della Regione e la disapplicazione delle indicazioni ministeriali da parte dei Distretti Veterinari possono far pensare a una diversa visione fra Ministero e Regione. In realtà una dopo l’altra le Regioni (compresa quella direttamente interessata) nel definire i requisiti dei soggetti idonei all’erogazione di servizi di consulenza aziendale escludono chi partecipa a qualsiasi titolo ad attività di produzione e vendita di mezzi tecnici nei settori agricolo e forestale (farmaci, mangimi, eccetera). Per cui le Regioni confermano ed amplificano i concetti già espressi dal Ministero relativamente ad un caso specifico. Si potrebbe ancora pensare che la consulenza è cosa diversa dal lavoro svolto dal laboratorio, ma proprio la Regione interessata fa rientrare fra i re-
quisiti dei soggetti consulenti la disponibilità di apparecchiature per analisi e in ogni caso anche gli eventuali partner tecnici del consulente devono rispettare le stesse incompatibilità del consulente. D’altronde, nel caso particolare, la consulenza si basa necessariamente su analisi di laboratorio per cui garantire l’imparzialità del consulente e non del laboratorio è paradossale (analisi “aggiustate” portano a consulenze sbagliate... e le analisi possono venir aggiustate per non dover rispondere all’allevatore di risultati negativi causati dal loro mezzo tecnico che, oltre a svalutare il valore dell’animale o a ridurne la resa, può far perdere i premi comunitari per il mancato rispetto della condizionalità). Le analisi dei laboratori definiti non idonei dal Ministero si trovano come uniche analisi in moltissimi allevamenti di diverse regioni ma in nessun caso la conformità al benessere è stata negata anche solo temporaneamente in seguito ai controlli della sanità pubblica veterinaria locale. Dobbiamo anche in questa circostanza aspettare che altri facciano il nostro lavoro-dovere? In questo caso non potremmo neanche sostenere di avere controllato senza aver trovato nulla di irregolare perché la conformità data implica anche l’esistenza e il controllo delle analisi (soggetto erogatore, metodica, strumentazione e giudizio sintetico sui risultati) secondo le uniche indicazioni esistenti (quelle ministeriali) se non abbiamo fornito una valida motivazione scritta per disapplicarle. Quindi la conformità in assenza di referti riconosciuti validi dalle indicazioni ministeriali è già di per sé la dimostrazione di non avere svolto il nostro compito. Pensate come si arrabbierebbe con noi un allevatore che perde i premi perché non lo abbiamo informato adeguatamente. Se altri ancora una volta scopriranno quello che noi non vediamo pensate quanti generalizzando si chiederanno a cosa serviamo. Non lascia ben sperare la risposta, ad una richiesta di chiarimento, di una delle ASL più popolate di allevamenti di vitelli. Nonostante le Note ministeriali l’ASL, scrive che l’allevatore è libero di scegliere nell’ambito delle procedure di autocontrollo le metodiche che ritiene più opportune (mi piacerebbe sapere in base a quali conoscenze scientifiche l’allevatore è in grado di operare autonomamente questa scelta). Sono d’accordo con l’ASL che non si può obbligare con la forza l’allevatore a seguire certe indicazioni, ma in tal caso nulla del materiale documentale che fornisce ai controlli può essere usato come base per valutare la conformità (perché privo di affidabilità) e il controllore dovrà valutarla effettuando sue analisi (che rispettino le indicazioni ministeriali e quindi siano affidabili). E invece ancora una volta in assenza di analisi in allevamento riconoscibili e in assenza di analisi fatte dal controllore c’è la conformità. Ogni informazione relativa ai laboratori di cui ho scritto è documentabile. ■
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12 Fisco Redditi e compensi
VETERINARIA 24 | 2008
Compensi: cancellati i limiti all’uso del contante Stop alla tracciabilità e all’obbligo del conto corrente per l’attività professionale. Cadono i limiti ai pagamenti in contanti degli onorari a “manovra d’estate” ha cancellato l’obbligo in capo ai professionisti di incassare i compensi mediante strumenti finanziari “tracciabili” come assegni non trasferibili, bonifici, e sistemi di pagamento elettronico (commi 12 e 12 bis dell’articolo 35 del decreto legge 223/2006). Dal 1 luglio di quest’anno non scatterà quindi i limite dei 500 euro per l’uso di denaro contante. In alcuni casi, osserva i Sole 24 Ore, la tracciabilità ha provocato un aumento dei pagamenti in contanti che non essendo passati dalla banca non sono nemmeno transitati dalla contabilità, con conseguente evasione di compenso e di reddito. Dal 12 agosto 2006 fino al 30 giugno il limite al di sotto del quale il compenso può essere incassato in contante rimane di 1000 euro. Il Sole 24 Ore avverte però che “la semplificazione prevista per i professionisti sulla tracciabilità dei compensi è ininfluente ai fini delle indagini finanziarie, nella versione in vigore dal 1 gennaio 2005. Alle proteste delle categorie professionali il Fisco aveva risposto concedendo una proroga al tetto massimo di utilizzo del contante (l’entrata in vigore doveva essere il mese di giugno del 2007, con una progressione che avrebbe portato al limite dei 100 euro) e con l’esonero solo per alcune categorie di contribuenti (es. i non residenti, gli indigenti e i disabili), impossibilitate o in difficoltà a dotarsi di metodi di pagamento tracciabili.
L
LIMITI ANTICOSTITUZIONALI Queste normative, che secondo l’ex Viceministro Visco avrebbero portato buoni ri-
sultati nella lotta all’evasione, erano state fortemente contestate da tutte le categorie professionali. L’ANMVI, in particolare, anche attraverso Confprofessioni, aveva evidenziato come nel settore veterinario fosse impossibile l’applicazione della tracciabilità dei pagamenti con un limite di 100 euro, visto che molti proprietari, soprattutto anziani, non avevano altri mezzi di pagamento alternativi ed aveva, quindi, richiesto più volte che questo limite fosse mantenuto almeno superiore ai 500 euro. Per Confprofessioni inoltre, le limitazioni alle transazioni di denaro contante contenevano profili di anticostituzionalità.
ELENCHI CLIENTI E FORNITORI L’altra semplificazione riguarda la soppressione degli elenchi clienti e fornitori. L’obbligo introdotto dal 2007, dopo che l’adempimento era stato soppresso nel 1994 perché considerato inutile, viene cancellato e con esso anche le eventuali inadempienze. Per il solo anno 2006, gli esercenti arti e professioni - anche nel caso di opzione per il regime di contabilità ordinaria - erano stati esonerati dall’obbligo di presentazione dell’elenco dei clienti e dei fornitori previsto dalla Legge 4 agosto 2006, n. 248. L’esercizio 2007 è dunque il primo anno per il quale i professionisti sono chiamati a predisporre e trasmettere l’elenco dei clienti e fornitori. Gli elementi informativi, le modalità tecniche ed i termini relativi alla trasmissione degli elenchi dei clienti e dei fornitori sono stati individuati con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 25 maggio 2007. Per l’anno 2007 l’elenco dei clienti riguardava solamente i titolari di partita IVA (non dovranno essere inclusi quindi i clienti
LE REGOLE CHE NON CI SONO PIU’ ’art. 35, comma 12 della Legge Bersani imponeva ai professionisti la tenuta di uno o più conti correnti bancari o postali utilizzati per la gestione dell’attività professionale. I conti dovevano essere utilizzati per compiere prelevamenti per il pagamento delle spese sostenute e per far affluire obbligatoriamente i compensi riscossi nell’esercizio della funzione professionale. I conti correnti bancari o postali, da tenere obbligatoriamente sia per il prelievo di somme finalizzate al pagamento delle spese sostenute sia per il versamento dei compensi riscossi, non necessariamente dovevano essere “dedicati” esclusivamente all’attività professionale, ma eventualmente utilizzati anche per operazioni non afferenti l’esercizio dell’arte o della professione. In ogni caso i “prelevamenti” dai predetti conti erano presi a base della rettifica come “compensi” qualora il contribuente non dimostrasse che gli stessi non avevano rilevanza ai fini della determinazione del reddito. Il comma 12-bis, riferito alla tracciabilità dei compensi professionali in denaro, prevedeva che oltre una determinata somma questi dovessero essere riscossi esclusivamente mediante assegni non trasferibili o bonifici, o altre modalità di pagamento bancario o postale nonché mediante sistemi di pagamento elettronico, salvo per importi unitari inferiori a 100 euro. Questo limite era previsto che si raggiungesse a scaglioni entrando definitivamente in vigore dal 1 luglio 2009. Invece, dal 1 luglio di quest’anno non scatterà alcun limite per l’uso di denaro contante.
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soggetti privati privi di partita IVA). Per l’anno 2007 è inoltre consentito indicare solamente la partita IVA (e non anche quindi il codice fiscale). Mentre per le regole della tracciabilità, il
pregresso rileva ancora ai fini delle indagini finanziarie, l’eventuale inadempienza per questi elenchi non rileva e anche eventuali sanzioni non possono più essere applicate. ■
DEDUCIBILE ANCHE LA RICARICA DEL CELLULARE e spese per l’acquisito di ricariche telefoniche o schede prepagate connesse all’uso dei telefoni cellulari utilizzati nello svolgimento dell’attività professionale sono deducibili nel limite dell’80% dal reddito del professionista. Il chiarimento è contenuto nella circolare n. 47/2008 dell’Agenzia delle Entrate. La circolare, pubblicata ieri, contiene una serie di chiarimenti forniti alla stampa specializzata sulla Finanziaria 2008, dalle norme sui rimborsi spese dei professionisti, al regime dei minimi, fino alla deducibilità delle spese di telefonia (art. 1, comma 402, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 - Legge finanziaria 2007 - attraverso la modifica dell’art. 54, comma 3-bis, del TUIR). L’Agenzia precisa che il limite dell’80% per la deducibilità dal reddito di lavoro professionale vale anche per le
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spese sostenute per l’acquisto delle ricariche telefoniche ovvero delle schede prepagate sono deducibili trattandosi di costi relativi all’impiego dei servizi telefonici. Ai fini del riconoscimento della deducibilità, devono risultare la relazione con l’attività professionale, la tracciabilità della spesa a dimostrazione che sia stata effettivamente sostenuta dal contribuente e che siano note le modalità di pagamento utilizzate. Il limite dell’80% si applica sia alle spese per la telefonia fissa che per quella mobile, e vale anche per i beni (materiali ed immateriali, ivi compreso il software) utilizzati per la connessione telefonica operata nell’ambito dell’attività artistica o professionale, limitatamente a quelli indispensabili per il collegamento alle suddette linee telefoniche.
14 Riflessioni Veterinari e informatica
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VETERINARIA 24 | 2008
A portata di mouse Internet non ha cambiato la veterinaria di ANTONIO MANFREDI i ricordate dieci anni fa? Lo sviluppo di Internet doveva cambiare il mondo ed anche la veterinaria italiana. Secondo le previsioni, in pochi anni, i mezzi di informazione tradizionali dovano essere completamente stravolti e per questo tutte le associazioni che fanno riferimento all'ANMVI, e sono gestite da EVsrl, società che si occupa di tutti gli aspetti ammnistrativi ed operativi, hanno investito molto, tempo e soldi, per essere pronte a questa imminente rivoluzione. A distanza di anni che cosa è effettivamente cambiato? Quanti sono veramente i veterinari che hanno saputo cogliere le opportunità di Internet trasformando completamente il loro approccio verso il mondo dell'informazione? Quanto le aziende del settore hanno saputo cogliere le nuove opportunità offerte da Internet? Vi faccio qualche esempio che credo sia molto significativo dell'incapacità che spesso abbiamo nel rapportarci ai nuovi mezzi di informazione, io mi ci metto fra i primi ed ammetto tutte le mie resistenze mentali, ma anche dei limiti che a volte Internet esprime. In questi giorni il nostro settore editoriale sta definendo i testi del nuovo Prontuario Terapeutico Veterinario - Medicina Animali da Reddito. Anche questa edizione rivista ed
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aggiornata risulta essere un volume di centinaia di pagine ed avrà quindi un costo enorme di tipografia e di spedizione. Nel 2009 la SCIVAC regalerà a tutti i suoi soci, in occasione del 25° della sua fondazione, la nuova edizione del Prontuario Terapeutico Veterinario per Animali da Compagnia. Saranno altre migliaia di copie da stampare e da spedire con costi spaventosi. Abbiamo quindi valutato la possibilità di produrlo su CD o, semplicemente, renderlo disponibile su un sito a disposizione dei soci, con costi enormemente ridotti. Un sondaggio svolto fra gli
iscritti ha mostrato una contrarietà assoluta a questa possibilità fra quelli della SIVAR e quasi totale anche fra quelli SCIVAC. La motivazione espressa da tutti è che la consultazione di un prontuario cartaceo è estremamente più veloce rispetto ad un CD o ad una ricerca su un sito. Come dargli torto. La SIVAE, come forse tutti sapete, pubblica una rivista scientifica, Exotic File, molto apprezzata ed inviata gratuitamente a tutti i circa 500 iscritti. Fino ad un paio di anni fa la pubblicazione era cartacea, ma i costi di stampa, vista la limitata tiratura, erano veramente molto pesanti e, quindi, il Consiglio, giustamente, ha proposto in assemblea di trasferire la rivista su CD con costi decisamente ridotti. L'idea è stata approvata, nonostante qualche resistenza, ma purtroppo le previsioni economiche di contenimento dei costi non si sono del tutto avverate. Perché? Secondo norme assurde una rivista su carta non è soggetta al bollino SIAE ma la stessa su CD deve pagare questi diritti, e non è solo un problema economico ma anche di tempo. Ci vuole quasi un mese per avere questa certificazione. Inoltre quasi tutte le aziende che sostenevano la pubblicazione con la loro pubblicità hanno tolto la loro presenza dal CD valutandolo uno strumento non efficace. Quasi tutte le aziende del nostro settore ritengono ancora valida soltanto la pagina pubblicitaria su carta, rifiutando altri strumenti, probabilmente meno costosi ed a volte, anche, più efficaci. Avete presente Vetexchange? È una newsletter online che riporta offerte o ricerche di atrezzature. Ogni edizione viene inviata a quasi 14000 indirizzi email. Chi la guarda o la legge è, ovviamente, interessato all'acquisto di attrezzature per l'ambulatorio. Dai nostri dati sta funzionando ottimamente. Se io fossi titolare di un'azienda che opera nel settore delle atrezzature farei subito un banner per promuovere le mie proposte o le mie offerte sapendo che arrivo ad un pubblico molto interessato. Abbiamo proposto questa possibilità a chi opera nel settore senza trovare l'attenzione che forse l'iniziativa meritava. Questo per dire che i freni e le resistenze non arrivano solo dai veterinari ma anche da parte delle aziende che dovrebbero credere in questi progetti e sostenerli. Veniamo alla FAD. Ad oggi il Ministero della Salute continua a non riconoscere i crediti ECM per la FAD nel settore veterinario, mentre Medici e Farmacisti la utilizzano da anni. Per la Veterinaria è ancora tutto fermo. Vie-
ne quasi da pensare che al Ministero, oltre a dimenticarsi spesso che esistono anche i veterinari, forse pensano che questa categoria non abbia ancora il livello culturale per utilizzare un computer. Contrariamente a quanto possano pensare a Roma dei veterinari, tutte le proposte FAD lanciate da noi hanno avuto un riscontro sempre elevato, con migliaia di accessi. Il problema caso mai è un altro. Sino a che tutto è gratis arrivano in migliaia, appena si chiede una quota di iscrizione, pur minima e doverosa per riconoscere agli autori il loro impegno, il numero di accessi si riduce a centinaia. La logica radicata è che tutto ciò che è online o si trova in Internet deve essere gratuito. Anche questo atteggiamento dovrà essere rivisto se vogliamo veramente far sviluppare il sistema. Fra i tanti servizi online, da noi proposti, alcuni hanno riscontrato un grande interesse ed hanno visto nel tempo incrementi veramente inaspettati di accessi. Partiamo dal primo, quello storico: @nmviOggi, il quotidiano online dell'ANMVI, riconosciuto da tutti come riferimento più importante, per diffusione e per autorevolezza, dell'informazione veterinaria. Ogni giorno il sommario delle notizie viene inviato a circa 14000 indirizzi. I lettori sono circa 2000 al giorno ed arrivano ad oltre 15000 al mese. I 15000 sono veterinari che nel mese hanno letto @nmviOggi almeno una volta. Decisamente non male. Vetjournal, sempre online e scientifico, viene proposto tre volte alla settimana. I numeri di invio del sommario sono simili a quelli di @nmviOggi. Per quanto riguarda i lettori mensili sono circa 14000. Anche questo è un bellissimo strumento di informazione molto apprezzato. Per ultimo, partito solo da pochi mesi ma subito con grande successo, è il servizio di vendita di libri online con un'offerta di oltre 800 titoli. I veterinari oltre a ricevere informazioni sulle novità librarie possono ordinarle online con pagamento supersicuro con carta di credito. Nonostante le diffidenze che contraddistinguono gli italiani verso questo sistema commerciale, soprattutto per il pagamento con carta di credito, i riscontri sono positivi ed il numero di veterinari che utilizza il servizio è in veloce crescita. Possiamo quindi concludere che i grandi sforzi fatti in questi anni per sfruttare al massimo tutte le opportinità che Internet permetteva, offrendo ai veterinari servizi comodi e vantaggiosi per la loro crescita culturale e professionale, non sempre hanno trovato il riscontro che meritavano. Molte sono ancora le resistenze mentali e culturali, sia dei veterinari che delle aziende, che frenano questo sviluppo al quale, comunque, dovremo adeguarci per non restare al palo. La possibilità di usufruire di strumenti che permettono una crescita professionale in tutti suoi aspetti, con costi sino a pochi anni fa impensabili, non può essere rifiutata e la rivoluzione del sistema, forse più lentamente del previsto, continua a svilupparsi. Io, da parte mia, continuo a sognare il momento in cui i prontuari, i manuali, le riviste, ecc. non dovranno più essere stampate, con evidente riduzione di costi, ma soprattutto non dovranno più essere spedite per non essere più sfruttati dalle Poste che continuano ad aumentare le tariffe fornendo un servizio sempre peggiore. ■
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16 Practice Management Budget
VETERINARIA 24 | 2008
La gestione economica a della vostra clinica veterinaria (5 parte) Gestione degli aspetti economici di una clinica veterinaria di CAROLINE JEVRING-BACK
Margine lordo di contribuzione = vendite costi diretti • Margine di profitto effettivo/margine di profitto di budget Margine di profitto = vendite - costi totali
DIFFERENZE FRA RISULTATO E LIQUIDITÀ Non sottolineerò mai abbastanza l’importanza di avere una chiara comprensione della differenza fra risultato e liquidità. A seconda del vostro livello di preparazione in campo economico, questi due concetti possono essere motivo di molta confusione. • Il risultato è il profitto o la perdita della vostra clinica - la differenza fra il reddito totale e i costi totali in un periodo considerato. • La liquidità è il flusso di cassa effettivo nella vostra clinica. Senza i conti esigibili (parcelle ai clienti che non sono ancora state pagate) e il deprezzamento (costo annuale per l’impiego di apparecchiature e macchine) nell’attività di impresa della vostra clinica, in condizioni normali non ci dovrebbe essere troppa differenza fra liquidità e risultato. Se, tuttavia, avete notevoli quantità di conti esigibili e deprezzamenti, si può avere una differenza sostanziale fra liquidità e risultato. Sfortunatamente, ciò significa che potete finire per rientrare in uno di questi due estremi: • Il risultato è positivo ma non avete nulla in cassa • Avete cassa, ma il vostro risultato è negativo Dovete sempre sforzarvi di evitare di ricadere in una di queste posizioni. Ovviamente, non avere cassa significa che non potete pagare al vostro staff i loro salari, né pagare le vostre fatture. Se, al contrario, avete cassa, ma il risultato è negativo, potreste essere erroneamente spinti a credere che tutto stia andando bene ed utilizzare la cassa, rendendo così il risultato ancor più negativo. Quindi, io raccomando di preparare anche un budget per la liquidità della vostra clinica e seguirlo. In caso contrario, dovete essere con-
L’IMPORTANZA DI COMUNICARE I RISULTATI ECONOMICI importante comunicare i risultati economici al vostro staff. La comunicazione deve iniziare durante la fase di realizzazione del budget: dovete preferibilmente coinvolgere tutto il personale in questo processo, aumentando così la loro responsabilità per il risultato. È anche importante che comunichiate i risultati correnti su base mensile, sia quando va bene che quando non va. Dovete sempre cercare di trovare le ragioni del successo e presentarle, così come i motivi per cui il risultato non è quello che dovrebbe. Ciò indica che avete il controllo della vostra attività di impresa e la consapevolezza dei fattori che potrebbero influire sui risultati. Bisogna ricordare che, misurando il vostro rendimento economico, vi trovate in una posizione migliore per gestirlo.
È
I dati chiave economicamente più comuni sono il turnover di capitale, la solidità, la liquidità di cassa e la redditività. Nel complesso sono un po’ più complicati da calcolare, ma ciò nonostante risultano utili. Tuttavia, una loro descrizione dettagliata esula dagli scopi di questo lavoro. Calcolando questi dati chiave economici per un singolo mese ed accumulandoli per un anno contabile, otterrete rapidamente una buona comprensione del modo in cui l’attività della clinica si sta sviluppando da un punto di vista economico. Se uno o più dei dati chiave non sta evolvendo in linea con il budget, è necessario condurre un’indagine per stabilire perché, il che può significare dover esaminare più a fondo la contabilità.
sapevoli delle differenti implicazioni di questi due concetti, come li ho descritti nel paragrafo precedente. Una delle vostre principali responsabilità come manager è quella di assicurarvi che il risultato sia positivo mentre, al tempo stesso, potete contare sulla disponibilità di cassa nella vostra clinica.
DATI CHIAVE PER LA GESTIONE DELLA VOSTRA CLINICA VETERINARIA Per il manager che non si sente a proprio agio con i dati del conto del reddito mensile, esistono altri metodi efficienti per monitorare l’economia della struttura. Un modo per seguire l’attività è quello di utilizzare dati chiave. Tuttavia, occorre notare che questi non sono un sostituto del follow-up della contabilità, ma un importante complemento. Il vantaggio generale con i dati chiave è che è possibile misurare vari aspetti dell’operazione in una o più aree dettagliate. È importante scegliere accuratamente i dati chiave che vi apprestate ad utilizzare per seguire la vostra attività di impresa. I dati chiave possono venire utilizzati in due modi. Nel contesto più semplice, scegliete quelli che meglio descrivono e rappresentano l’attività nella vostra clinica e la direzione in cui volete che questa attività si sviluppi. Potete utilizzare i dati chiave per fissare le mete e poi seguirne l’andamento su base mensile, ottenendo così una buona comprensione del modo in cui si sviluppa l’attività di impresa. Potete anche utilizzare i dati chiave per rapportarvi al rendimento finanziario di altre cliniche. Ciò può fornire utili informazioni - ma dovete fare attenzione a non sommare “le mele” con “le pere” e che i dati chiave che state utilizzando siano formulati ed espressi nello stesso modo. Ci sono due gruppi principali di dati chiave che risultano utili:
www.anmvioggi.itAGGIORNAMENTO
• dati chiave economici • dati chiave che misurano attività operative Dati chiave economici Esiste una serie di dati chiave economici che si possono utilizzare, per cui vi suggerisco di iniziare ad impiegare quelli più comuni e, di conseguenza, di solito più efficienti. • Vendite effettive/vendite di budget • Costi effettivi/costi di budget • Margine lordo di contribuzione effettivo/margine lordo di contribuzione di budget
Dati chiave che misurano attività operative I dati chiave economici sono utili dal momento che misurano il rendimento dell’attività da un punto di vista economico. Il loro svantaggio è che misurano soltanto la conseguenza dell’effettivo lavoro in termini economici. In altre parole, sarà difficile per i singoli lavoratori apprezzare come ciò che fanno ogni giorno influisce sul rendimento economico della clinica. Di conseguenza, è molto utile servirsi di dati chiave che misurino le attività operative della clinica. Alcuni esempi di dati di questo tipo sono rappresentati da: • numero di visite prenotate al mese • numero di visite effettive al mese • addebitamento medio per visita al mese (valore medio degli onorari) • numero di visite per veterinario • numero di operatori non veterinari per veterinario. ■
ESONERO DI RESPONSABILITÀ: I L'editore dell'opera originale inglese e l'editore italiano non garantiscono la qualità dei prodotti o servizi presunti o dichiarati descritti nella pubblicità eventualmente presente in questa pagina, né li approvano o sostengono in alcun modo. II L'editore dell'opera originale inglese e l'editore italiano non si assumono, in base alle vigenti norme, alcuna responsabilità per danni e/o lesioni a cose o persone come risultato di qualsiasi affermazione diffamatoria vera o presunta, violazione dei diritti di proprietà intellettuale o di privacy, durata di prodotti, se derivanti da negligenza o altro, o da ogni altro uso di idee, istruzioni procedure, prodotti e metodi contenuti nell'articolo. © Elsevier, Ltd 2008 Jevring-Back Managing a veterinary practice, 2 ed., W.B. Saunders. All rights reserved. Traduzione di Maurizio Garetto
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Eventi Veterinari
VETERINARIA 24 | 2008
SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
SEMINARIO ECOGRAFIA ADDOMINALE E TORACICA NEL CAVALLO ADULTO Cremona, 20 Settembre 2008
CORSO BASE WETLAB ON ABDOMINAL AND THORACIC ULTRASOUND IN THE ADULT HORSE Crema, 21 Settembre 2008
RELATORE
TRADUZIONE
JOANN SLACK DVM, MS, DACVIM, Assistant Professor Large Animal Cardiology and Ultrasound University of Pennsylvania - New Bolton Center (USA)
È prevista la traduzione simultanea
SCADENZA ISCRIZIONI 6 Settembre 2008
SEDE PROGRAMMA
Palazzo Trecchi, via Trecchi 20 - Cremona
8.30 9.00 9.15 9.45
PER INFORMAZIONI E PER RICEVERE LA SCHEDA D’ISCRIZIONE
11.15 11.45 12.45 13.00 14.30 15.30 16.00 17.30
Registrazione Introduzione del Presidente SIVE Tecniche base di ecografia Ecografia del cavallo adulto con dolore addominale Pausa Ecografia del rene e delle vie urinarie Discussione Pausa pranzo Ecografia del fegato e della milza Pausa Ecografia toracica: pleurite, masse mediastiniche ecc. Discussione, test di valutazione e termine del seminario
RELATORE
QUOTA ISCRIZIONI
JOANN SLACK DVM, MS, DACVIM, Assistant Professor Large Animal Cardiology and Ultrasound University of Pennsylvania - New Bolton Center (USA)
SCADENZA ISCRIZIONI
17
Socio SIVE € 510,00 (€ 425,00 + IVA 20%) Veterinario Non Socio € 630,00 (€ 525,00 + IVA 20%)
30 Agosto 2008
Segreteria SIVE (Elena Piccioni) Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Tel. 0372 403502 - Fax 0372 457091 info@sive.it www.sive.it
PROGRAMMA Transcutaneous and transrectal examination of the abdomen using the 5 mgHz transrectal transducter and the lower frequency transducers for greater depth penetration.
SEDE
MORNING 8.30 1st Wetlab: Introduction to the ultrasound equipment 10.30 Coffee break 11.00 2nd Wetlab: Approach to complete examination of the equine abdomen 13.00 Lunch break
PER INFORMAZIONI E PER RICEVERE LA SCHEDA D’ISCRIZIONE
Centro Regionale Incremento Ippico della Lombardia, Via Verdi, 16 - 26013 Crema Tel. 0373 256040
Segreteria SIVE (Elena Piccioni) Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Tel. 0372 403502 - Fax 0372 457091 info@sive.it www.sive.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
Per tutte le iniziative organizzate da AIVEMP, ANMVI, FSA, SCIVAC, SIVAE, SIVAL, SIVAR e SIVE viene richiesto l’accreditamento presso il Ministero della Salute ai fini del programma ECM (Educazione Continua in Medicina). Per la normativa prevista consultare il sito del Ministero della Sanità all’indirizzo http://ecm.sanita.it/.
AFTERNOON 14.30 3rd Wetlab: Transrectal examination of the abdomen 16.30 Coffee break 17.00 4th Wetlab: Thorax examination
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
TRADUZIONE Non è prevista traduzione
organizzato da
certificata ISO 9001:2000
Edizioni Veterinarie E.V. srl
SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
PROSSIMI AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI SCIVAC Per informazioni: Segreteria SCIVAC - Paola Gambarotti - Tel. 0372/403508 - Fax 0372/403512 - E-mail: info@scivac.it - www.scivac.it
CORSI PRATICI MEDICINA FELINA (I Parte)
APPROCCIO DIAGNOSTICO AI PROBLEMI DERMATOLOGICI (2a Parte)
Cremona, 11/13 Settembre 2008 Centro Studi SCIVAC
(2a Parte del 2° Itinerario didattico di Dermatologia) Cremona, 25/27 Settembre 2008 Centro Studi SCIVAC
ECM: In fase di accreditamento
ECM: In fase di accreditamento
DIRETTORE Stefano Bo, Med Vet, Torino
DIRETTORE Rosario Cerundolo, Med Vet, Dipl ECVD, Pennsylvania (USA)
RELATORI Sarah M. Caney, BVSc, PhD, Dipl SAM (Feline), MRCVS, RCVS Spec in Feline, Emsworth (UK) Danielle Gunn Moore, BSc, BVM&S, PhD, ILTM, MACVSc, MRCVS, Edinburgh (UK) ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC/SIMEF: € 600,00 + IVA 20% Non soci: € 750,00 + IVA 20%
CHIRURGIA PLASTICA RICOSTRUTTIVA (6a Parte dell’Itinerario didattico di Chirurgia) Cremona, 18/20 Settembre 2008 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Giorgio Romanelli, Med Vet, Dipl ECVS, Cusano Milanino (MI) RELATORI Paolo Buracco, Med Vet, Dipl ECVS, Torino Margherita Gracis, Med Vet, Dipl AVDC, Dipl EVDC, Milano Giorgio Romanelli, Med Vet, Dipl ECVS, Cusano Milanino (MI) ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 650,00 + IVA 20% Non soci: € 800,00 + IVA 20%
RELATORI Rosario Cerundolo, Med Vet, Dipl ECVD, Pennsylvania (USA) Federico Leone, Med Vet, Senigallia (AN) Fabia Scarampella, Med Vet, Dipl ECVD, Milano ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 650,00 + IVA 20% Non soci: € 800,00 + IVA 20%
18 Eventi Veterinari
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VETERINARIA 24 | 2008
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20 Focus Dermatologia
VETERINARIA 24 | 2008
Aspetti clinici e diagnostici della piodermite nel cane di ERIC GUAGUÈRE Dott. Vet., Dipl ECVD, DESV DV di RALF S. MUELLER Professore, Dott. Med. Vet., Dipl ACVD, FACVSc, Dipl ECVD e malattie batteriche della cute, chiamate “piodermiti”, rappresentano la causa più frequente delle patologie cutanee del cane. Sono caratterizzate da un’estrema variabilità clinica e dalla difficoltà nel raggiungere la diagnosi e nell’eseguire un trattamento. La loro classificazione, basata sulla profondità e sulla distribuzione delle lesioni, unisce caratteristiche cliniche e istopatologiche ed è necessaria per stabilire la prognosi e per scegliere un trattamento appropriato (Tabella 1). Questa classificazione consente di distinguere le piodermiti superficiali dalle piodermiti profonde. In generale le pseudopiodermiti, che sono dermatosi non di origine infettiva con infezione secondaria ad insorgenza rapida, vengono incluse nella categoria delle piodermiti profonde. In questo articolo le pseudopiodermiti non verranno descritte ulteriormente.
L
PIODERMITI DI SUPERFICIE E SUPERFICIALI Le piodermiti di superficie e superficiali sono le patologie batteriche cutanee più frequentemente riscontrate nel cane. Queste piodermiti interessano l’epidermide e/o i follicoli piliferi. La membrana basale non viene distrutta dal processo infettivo. Staphylococcus intermedius è l’organismo più frequentemente isolato (90% dei casi). Piodermite delle pieghe cutanee (intertrigine) La piodermite delle pieghe cutanee è un processo infiammatorio in cui si verifica una notevole colonizzazione batterica delle pieghe cutanee di muso, labbra, coda, vulva, mammella, tronco e arti. L’intertrigine viene spesso osservata in alcune razze predisposte (ad es. Bulldog, Basset Hound, Bassotto, Carlino, Shar pei, Cocker Spaniel) e nei cani obesi. Le pieghe cutanee rappresentano un ambiente caldo e umido con tendenza alla macerazione e che, di conseguenza, favorisce la colonizzazione batterica. I sintomi clinici sono caratterizzati inizialmente da eritema ed essudato sieroso a cui rapidamente fa seguito la comparsa di erosioni ricoperte da croste purulente e maleodoranti. Nei casi cronici le pieghe cutanee vanno incontro a lichenificazione e iperpigmentazione. Que-
Follicolite batterica causata da una dermatite atopica in un giovane maschio di Bulldog francese (follicolite superficiale). Foto di Ralf Mueller.
ste lesioni di solito sono leggermente dolenti e pruriginose. Piodermite mucocutanea La piodermite mucocutanea è un’infezione batterica poco comune delle giunzioni mucocutanee. Il Pastore Tedesco sembra essere predisposto a sviluppare questa patologia. Sono interessate le commessure delle labbra e più raramente le narici, la vulva, il prepuzio e l’ano. La sintomatologia clinica è inizialmente caratterizzata da eritema e tumefazione delle labbra, che progrediscono a erosione, fissurazioni, ulcere e croste. Le lesioni primarie coinvolgono le giunzioni mucocutanee delle labbra e non interessano le pieghe cutanee. Le lesioni sono generalmente bilaterali e simmetriche e spesso risultano dolenti. Sindrome da sovrascrescita batterica (BOG) La sindrome da sovrascrescita batterica è un disordine cutaneo frequente, descritto solo di recente. I batteri (stafilococchi) proliferano attivamente solo sulla superficie della cute e non penetrano all’interno dell’epidermide. La sindrome da sovrascrescita batterica è frequentemente associata alla dermatite atopica. Inizialmente le lesioni sono presenti nelle aree umide (aree ascellari, pieghe del collo, aree inguinali) e si diffondono rapidamente alla parte ventrale del torace, all’addome e alla regione perianale. I sintomi clinici includono erite-
Tabella 1 Classificazione delle piodermiti nel cane PROFONDITÀ Piodermiti di superficie/superficiali
Piodermiti profonde Pseudopiodermiti
TIPO Piodermite delle pieghe cutanee (intertrigine) Piodermite mucocutanea Sindrome da sovracrescita batterica Impetigine Follicolite Foruncolosi Cellulite Piodermite traumatica Cellulite giovanile Foruncolosi eosinofila Pannicolite granumolatosa sterile idiopatica
ma generalizzato, lichenificazione, scaglie, alopecia e rapida iperpigmentazione. Le lesioni cutanee sono maleodoranti e spesso estremamente pruriginose.
penetrano nelle aree con escoriazione, che possono essere considerate delle vere e proprie porte di ingresso per l’infezione. La sintomatologia clinica è caratterizzata dalla presenza di numerose papule e pustole follicolari pruriginose che si trasformano rapidamente in collaretti epidermici e da scaglie e croste distribuite sull’intera superficie del tronco. La piodermite superficiale ricorrente viene anche denominata “ipersensibilità batterica”, anche se nel cane non è mai stata dimostrata formalmente alcuna ipersensibilità verso gli stafilococchi. I sintomi clinici sono caratterizzati da eritema, pustole follicolari, lesioni a bersaglio (con iperpigmentazione centrale), placche seborroiche e olle emorragiche. La perdita multifocale di pelo dà al mantello un aspetto tarlato. Il prurito è spesso notevole. La dermatite da leccamento viene frequentemente associata ad una piodermite profonda (follicolite e foruncolosi). I sintomi clinici sono localizzati a livello di carpo e/o tarso e sono caratterizzati da una o più aree alopeciche eritematose circoscritte e ben delimitate, che si trasformano rapidamente in placche dure, erose ed essudative. Queste lesioni sono spesso dolenti. La piofollicolite traumatica rappresenta un sottogruppo clinico della piodermite traumatica. Sembra esistere una predisposizione nei cani di grossa taglia (Labrador e Golden Retriever, Leonberger, Alano, San Bernardo). I sintomi clinici sono indistinguibili da quelli della piodermite traumatica e includono la comparsa di placche edematose essudative, suppurative e dolenti circondate da papule e pustole follicolari “satelliti”.
Impetigine L’impetigine è una piodermite superficiale non follicolare caratterizzata dalla presenza di grosse pustole non follicolari. L’impetigine giovanile viene frequentemente riscontrata prima della pubertà. I sintomi clinici sono caratterizzati dalla presenza di numerose grosse pustole non follicolari a base eritematosa, confinate alla parte ventrale dell’addome, alle aree inguinali e ascellari. Le pustole contengono un pus giallastro che si secca a formare croste color miele dopo la rottura. Il prurito è spesso scarso o lieve. L’impetigine dell’adulto viene osservata raramente ed è sempre associata ad una malattia sistemica o ad una concomitante patologia cutanea. L’impetigine pustolosa compare a seguito di microtraumi ripetuti (ad es. durante la caccia). I sintomi clinici sono caratterizzati dalla presenza di piccole pustole non follicolari distribuite sull’intera superficie del corpo. L’impetigine bollosa viene osservata nei cani con iperadrenocorticismo. La sintomatologia include febbre, presenza di grosse pustole giallastre non follicolari che evolvono rapidamente in croste spesse e maleodoranti.
Piodermiti profonde Le piodermiti profonde sono caratterizzate dall’attraversamento della membrana basale da parte del processo infettivo, che raggiunge così il derma e a volte il sottocute. Queste piodermiti vengono osservate raramente ma sono allo stesso tempo più gravi delle piodermiti superficiali. I sintomi sistemici comprendono febbre e linfoadenopatia. Nei casi più gravi può svilupparsi una setticemia. Staphylococcus intermedius è il patogeno più frequentemente implicato nelle piodermiti profonde, ma solitamente è possibile isolare anche altri microrganismi come Pseudomonas spp., Proteus spp. e/o Escherischia coli da soli o in associazione a Staphylococcus intermedius. In pochi cani Pseudomonas aeruginosa può rappresentare il patogeno principale coinvolto nelle piodermiti profonde.
Follicolite La follicolite è una piodermite superficiale follicolare caratterizzata dalla presenza di pustole (concentrate sull’unità pilosebacea). La follicolite batterica si presenta con numerose forme cliniche: papule e pustole follicolari, collaretti epidermici, macule iperpigmentate, aree alopeciche circolari (a forma di moneta), scaglie, piccole croste e lesioni a bersaglio (con iperpigmentazione centrale e eritema periferico). La follicolite secondaria è comunemente associata ad un’altra condizione cutanea o ad una malattia sistemica. Queste piodermiti superficiali sono secondarie ad alterazioni strutturali frequentemente presenti nelle malattie pruriginose, come ad esempio in caso di allergie. Gli stafilococchi e altri ceppi batterici
Foruncolosi La foruncolosi è caratterizzata dalla presenza di pustole profonde (foruncoli) che si formano in corrispondenza della rottura e della necrosi dei follicoli piliferi. I detriti purulenti e la cheratina libera nei tessuti conducono alla formazione di una reazione da corpo estraneo, con marcata infiammazione e formazione di granulomi piuttosto duri. L’acne si sviluppa principalmente nei cani giovani di alcune razze predisposte (Boxer, Alano, Dobermann, Labrador Retriever). L’esatta patogenesi non è stata ancora compresa ma probabilmente è di tipo diverso da quella dell’acne nell’uomo. La foruncolosi localizzata è secondaria alla presenza di traumi ripetuti. La rottura dei follicoli piliferi causa la comparsa di una rea-
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Tabella 2 Cause scatenanti della cellulite generalizzata *Demodicosi *Iatrogena (glucocorticoidi) *Malattie endocrine: - iperadrenocorticismo, ipotiroidismo, diabete mellito *Malattie sistemiche: - leishmaniosi, ehrlichiosi, lupus eritematoso sistemico *Tumori
zione infiammatoria da corpo estraneo con l’insorgenza rapida di un’infezione batterica secondaria. La foruncolosi interdigitale è una malattia cutanea osservata frequentemente in Boxer, Shar pei e Bulldog ed è caratterizzata dalla presenza di foruncoli singoli o multipli o dalla formazione di noduli duri tra le dita. Vengono solitamente osservati leccamento, dolore e zoppia. La foruncolosi delle aree soggette a pressione definita anche “piodermite dei calli” si sviluppa a causa di un traumatismo costante a livello di un callo. Questa piodermite profonda compare principalmente in animali pesanti, e principalmente nel Pastore Tedesco, nel Labrador Retriever e nell’Alano. Le lesioni cliniche restano confinate a specifiche aree corporee (gomiti, garretti, anche, parte laterale delle dita) e includono la presenza di numerosi foruncoli dolenti che conducono rapidamente ad una cellulite. La foruncolosi generalizzata viene osservata raramente ed è frequentemente una conseguenza di una follicolite generalizzata trascurata o trattata in modo insufficiente. La sintomatologia comprende la presenza di numerose pustole eritematose o emorragiche profonde, di fistole e di croste spesse. Le lesioni possono interessare l’intera superficie cutanea. La foruncolosi post-toelettatura è stata descritta solo recentemente. Questa malattia solitamente è dovuta all’utilizzo contropelo del pettine, alla rasatura contropelo o ad un bagno con prodotti troppo aggressivi. Viene anche sospettata la possibile contaminazione dello shampoo da parte di Pseudomonas spp. I sintomi clinici sono caratterizzati dalla presenza di lesioni eritematose, essudative ed erosive, con un tipico colore verdastro. Cellulite La cellulite si sviluppa a partire da un processo infettivo diffuso e attivo, che tende a penetrare nei diversi piani tissutali e a interessare il derma e il sottocute. La cellulite è frequentemente secondaria ad una foruncolosi. I sintomi clinici spesso sono il risultato della coalescenza dei foruncoli e includono la seguente triade di lesioni: necrosi, formazione di fistole e suppurazione. In sintomi sistemici possono essere gravi e includono febbre e setticemia. La cellulite localizzata può svilupparsi come conseguenza di una foruncolosi localizzata. La cellulite delle aree soggette a pressione si
sviluppa a partire da una foruncolosi delle aree soggette a pressione. La sintomatologia è caratterizzata dalla presenza di ulcere profonde, suppurazione, fistole ed edema. La cellulite perianale è una malattia cutanea controversa. Probabilmente la cellulite perianale e la foruncolosi anale (fistole perianali) potrebbero rappresentare la stessa patologia in cui il processo batterico è secondario. La cellulite podalica viene osservata raramente. Possono essere interessate una o più zampe su cui compare alopecia, eritema, fistole, ulcere e croste sull’aspetto palmare e plantare degli spazi interdigitali. Frequentemente vengono osservati prurito (leccamento, mordicchiamento) e un moderato o intenso dolore (zoppia). La cellulite generalizzata è una grave piodermite profonda del cane e può essere associata a sintomi sistemici. Le possibili cause sono riportate nella Tabella 2. Diagnosi La diagnosi delle piodermiti nel cane si basa sull’anamnesi, su un esame clinico generale approfondito, sull’esame dermatologico e su test diagnostici. Esame citologico L’esame citologico viene eseguito facilmente in ambulatorio. È possibile impiegare diversi metodi (strisci per impressione, preparazioni con nastro adesivo, tamponi). L’esame citologico è rapido, semplice ed economico. Nelle piodermiti delle pieghe cutanee gli strisci per impressione rivelano la presenza di neutrofili, cocchi o bacilli intra ed extracellulari e cocchi fagocitati (colonizzazione batterica). Nella sindrome da sovracrescita batterica le preparazioni con nastro adesivo evidenziano la presenza di numerosi cocchi extracellulari. Frequentemente è possibile osservare la presenza del lievito Malassezia. Nella impetigine e nella follicolite l’esame citologico del contenuto delle pustole mostra la presenza di neutrofili degenerati (cellule pallide e rigonfie con nuclei ipersegmentati) e pochi cocchi intracellulari (invasione batterica). I cocchi possono essere numerosi anche in sede extracellulare. Tuttavia, la fagocitosi a livello della superficie cutanea non rappresenta un problema rispetto a quella osservata nei campioni prelevati da lesioni profonde in cui vengono riscontrati batteri intracellulari. Nella foruncolosi e nella cellulite l’esame citologico raramente rivela la presenza di batteri. Nella foruncolosi viene osservata una reazione piogranulomatosa composta da macrofagi, plasmacellule, eosinofili e neutrofili. Esame istopatologico Le biopsie cutanee sono raramente necessarie per la diagnosi delle piodermiti.
Piodermite mucocutanea del labbro inferiore in un Pastore tedesco. Foto di Ralf Mueller.
Coltura batterica e antibiogramma La coltura batterica e l’antibiogramma non devono essere eseguiti di routine per la diagnosi di piodermite. Sono indicati in caso di piodermiti profonde, quando l’esame citologico dimostra la presenza di una flora batterica mista e quando l’uso empirico di un antibiotico appropriato non conduce alla remissione clinica. ■
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Gastropessi preventiva: a chi, quando, come? Indicata nei soggetti epidemiologicamente a rischio di MARIA GRAZIA MONZEGLIO a sindrome dilatazione/torsione gastrica (GDV) è associata a un tasso di mortalità del 30-40% circa nel cane e rappresenta la principale causa di morte nei cani di grossa taglia, soprattutto nell’Alano. I tentativi di prevenzione medica della GDV (antiacidi, antimeteorici, promotori della motilità gastrica) e i tentativi di manipolare i fattori di rischio (dietetici e comportamentali) hanno sortito risultati discordanti e sono spesso di natura empirica. Per questo sempre più diffusamente si parla di prevenzione chirurgica di questa condizione, opzione di cui ha parlato estesamente Luca Formaggini Med Vet, Dormelletto (VA) al 59° Congresso SCIVAC di Rimini (30 maggio - 1 giugno 2008). La gastropessi preventiva è il trattamento d’elezione per la gestione definitiva di un paziente che ha manifestato un primo episodio acuto di GDV. La recidiva di GDV si verifica fin nell'80% dei casi in assenza di gastropessi preventiva e nel 4,3% soltanto dei casi dopo l'intervento preventivo. La gastropessi preventiva in un soggetto sano potenzialmente a rischio di GDV non è invece ancora stata valutata da studi scientifici controllati. Tuttavia, l'orientamento recente depone a favore di questa opzione. Tre sono gli aspetti fondamentali da considerare prima di effettuare una gastropessi preventiva nel cane: scelta del paziente, scelta della tecnica e aspetti etici.
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A CHI E QUANDO? L'individuazione del paziente da sottoporre a gastropessi preventiva deve considerare i fattori di rischio (razza, individuo), le variabili (proprietario) e l'etica professionale. I cani di razza hanno maggiore possibilità di sviluppare GDV rispetto ai meticci. I cani di taglia grossa e gigante sono notoriamente più esposti al rischio e tra le razze canine a maggior rischio sono annoverati Alano, Levriero irlandese, Bloodhound e San Bernardo. Ma oltre alla razza è importante anche considerare l'individuo, ovvero l'età, la conformazione, il temperamento e le patologie concomitanti del singolo animale. Il rischio di GDV aumenta con l'età (20% circa ogni anno); la sindrome si sviluppa più precocemente nei cani di grossa taglia, mentre nei soggetti di taglia medio-grande il rischio è maggiore dai 7 anni in poi. È noto poi come la malattia insorga più frequentemente nei cani a torace stretto e profondo. Il carattere "felice" è associato a una riduzione del rischio del 78%, mentre i cani paurosi o aggressivi hanno un rischio del 257% maggiore. La parentela con un cane che ha sviluppato GDV costituisce un importante fattore di rischio. La velocità con cui l'animale si nutre incide per il 15% circa. Tra le malattie concomitanti asso-
ciate a maggior rischio di GDV vi sono la torsione gastrica cronica e, secondo alcuni studi, le enteropatie (IBD) e la torsione splenica, tutte condizioni che potrebbero beneficiare di una gastropessi preventiva. Le variabili sono rappresentate dal rapporto costo/beneficio, che è ottimale se il rischio di malattia è maggiore del 39% (Alano) e dalla sensibilità del proprietario. Per concludere, secondo il relatore la gastropessi preventiva deve essere senza dubbio raccomandata nei soggetti a rischio per GDV così come identificati dagli studi epidemiologici.
COME? La gastropessi preventiva elettiva dovrebbe essere effettuata preferibilmente per via mininvasiva (gastropessi videoassistita). In alternativa, può essere effettuata per via laparotomica o nel corso di trattamento chirurgico di un’eventuale malattia concomitante (es., torsione splenica).
ETICA Per quanto concerne l'aspetto etico, l’ereditabilità di alcune caratteristiche fisiche (torace profondo e stretto) considerate come fattori di rischio per lo sviluppo di GDV è considerata colpevole della trasmissione verticale della GDV cosiddetta “familiare”. In questi casi la pessi preventiva potrebbe mascherare l’espressione della malattia favorendone la diffusione. Il relatore conclude osservando che la gastropessi preventiva sembra essere ad oggi l'unico metodo di prevenzione della GDV del cane e che è raccomandabile nei cani di grossa taglia con parenti già colpiti dalla sindrome, nei quali dovrebbe essere effettuata precocemente, ad esempio nel corso della sterilizzazione. ■
ARCHIVIO BIBLIOGRAFICO et Journal mette a disposizione un archivio bibliografico che contiene tutti i lavori scientifici pubblicati dal 1987 dalle riviste edite da SCIVAC prima e da EV srl poi, e lavori reperiti nella letteratura internazionale a partire dal 2001 in avanti. Per tutti i lavori è disponibile l'abstract, mentre per quelli italiani è disponibile anche il PDF originale (dal 1995). È messo a disposizione anche il link con il Journal Browser di Medline per risalire ai dati della rivista (richiesta articolo originale all'editore). Sono consultabili le riviste: Cinologia, Collana di Radiologia Clinica, Ippologia, Large Animals Review, Medicina Felina, Notiziario Farmaceutico, Professione Veterinaria, Quaderni di Dermatologia, SISCA Observer, Veterinaria.
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Attualità scientifica Vet Journal
Trattamento dell’emoperitoneo nel cane Quando è necessaria la chirurgia d'urgenza i definisce emoperitoneo un’emorragia libera in addome. Può avere origine traumatica e non-traumatica. Cause comuni sono la rottura atraumatica di masse intraddominali, le coagulopatie e i traumi addominali ottusi o penetranti. La diagnosi definitiva di emoperitoneo si basa sulla dimostrazione del sangue libero nella cavità addominale attraverso una paracentesi oppure un lavaggio peritoneale diagnostico. La diagnostica per immagini e altri esami quali lo studio della coagulazione possono contribuire a determinare le cause sottostanti l’emoperitoneo o la presenza di una concomitante disfunzione organica. Gli obiettivi della terapia sono il ripristino e il mantenimento di un volume circolante efficace, il ripristino e il mantenimento della capacità di trasporto dell'ossigeno e l'arresto dell’emorragia. Tali o-
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ASSOCIAZIONE TRA TOSSE, BAL E FUNZIONE POLMONARE NEL CAVALLO no studio ha valutato la relazione tra tosse cronica, funzionalità polmonare meccanica, iperresponsività bronchiale e infiammazione delle vie aeree periferiche nei cavalli adulti da competizione con malattia infiammatoria non-settica delle vie aeree (IAD). Gli autori hanno ipotizzato che nei cavalli con tosse, la percentuale di cellule infiammatorie nel lavaggio broncoalveolare (BAL) fosse superiore e l'ostruzione e l’iperresponsività delle vie aeree (AHR) fosse maggiore rispetto ai cavalli che non manifestano questo sintomo. Sono stati considerati cavalli adulti da competizione (n = 137) visitati per la valutazione dei segni di IAD, quali tosse o intolleranza all'esercizio, e campioni di BAL (n = 142) raccolti in strutture veterinarie first opinion. La prevalenza della tosse era significativamente maggiore nei cavalli di età superiore a 7 anni ed era caratterizzata da un elevato numero di neutrofili nel BAL (>5%) e scolo nasale. Nell'analisi di regressione logistica della tosse, la meccanica funzionale polmonare, i reperti auscultatori toracici e l'intolleranza all'esercizio non avevano significato statistico. Benché la iperresponsività delle vie aeree non fosse correlata all'infiammazione neutrofila (neutrofili nel BAL >5%), essa era significativamente associata alla presenza di mastociti nel BAL superiore al 2%. I dati suggeriscono, concludono gli autori, che nella IAD l’infiammazione neutrofila delle vie aeree può potenziare la tosse senza modificare ulteriormente la funzione meccanica respiratoria. Al contrario, il rilascio di mastociti aumenta la iperresponsività delle vie aeree senza influenzare l'incidenza della tosse. La tosse può essere utilizzata come un indicatore di infiammazione neutrofila delle vie aeree in presenza di malattia respiratoria non settica di basso grado. (M.G.M.)
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biettivi possono essere ottenuti mediante rianimazione fluida, somministrazione di prodotti del sangue o trasportatori dell'ossigeno a base di emoglobina così come sull'applicazione di contropressione addominale e sull'intervento chirurgico. La chirurgia è solitamente necessaria per i tumori intraddominali sanguinanti. La chirurgia d'urgenza è consigliata
per i pazienti con emorragie da traumi penetranti, sindrome dilatazione e torsione gastrica, cisti emorragiche, torsione di un lobo epatico, torsione splenica e qualsiasi altra condizione causa di ischemia d'organo. La prognosi dei pazienti con emoperitoneo dipende dalla causa sottostante e dalle lesioni concomitanti. (M.G.M.) ■
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Zulvac 8 Bovis, iniziata a Verona la vaccinazione contro la BTV8 A breve il vaccino inattivo sarà utilizzato anche a Mantova. Dal MinSal indicazioni sulle modalità di utilizzo ’ partita lo scorso 19 giugno, la vaccinazione contro il sierotipo 8 nel veronese. A renderlo noto, in un comunicato, è il Commissario Straordinario per le Emergenze Zootecniche, Ettore Ianì, che
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spiega: "il ritardo nella consegna delle dosi di vaccino spento da parte delle ditte produttrici è stato causato dalla forte richiesta dei Paesi dell'Europa del Nord colpiti dalla malattia". A breve il vaccino Zulvac 8 Bovis, prodotto dalla ditta Fort Dodge Animal Health, sarà adoperato anche nella Provincia di Man-
tova. A riguardo, lo scorso 11 giugno, la Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario aveva inviato agli assessorati alla sanità di Lombardia e Veneto una nota sull'utilizzo del vaccino inattivato Zulvac 8 Bovis, prodotto dalla Fort Dodge Animal Health. Allegando il foglietto illustrativo del
prodotto, la Direzione sottolinea la necessità di un "rigoroso rispetto di quanto riportato nel foglietto illustrativo" e delle disposizioni generali contenute nel Protocollo per la vaccinazione nei confronti della febbre catarrale degli ovini (blue tongue) del marzo scorso. La nota ministeriale fa seguito a quanto deliberato dall'Unità di crisi del 3 aprile scorso, nella quale le Regioni coinvolte dalle misure sanitarie adottate a seguito del focolaio da BTV8 riscontrato nel Comune di Isola della Scala (VR) hanno espresso la volontà di vaccinare con un vaccino inattivato. La vaccinazione nelle attuali zone di restrizione per il sierotipo 8 (Provincie di Mantova e Verona), mediante l'utilizzo di Zulvac 8 Bovis, dovrà tenere conto dei risultati delle prove di "safety" eseguite e "l'inoculo del vaccino dovrà essere praticato esclusivamente sulla muscolatura laterale del collo". ■
MARCHE, PDL PER CLOWNTERAPIA E PET THERAPY stata presentata dal capogruppo regionale Udc, Luigi Viventi, una proposta di legge che mira ad introdurre la terapia del sorriso e la pet therapy nelle strutture sanitarie regionali delle Marche, a fianco delle terapie tradizionali. La ''pet therapy'' o terapia assistita dagli animali - ricorda il capogruppo Udc - ''si pone come coterapia a fianco della medicina tradizionale per stimolare una serie di meccanismi biologici naturali che attivano il sistema immunitario e riescono così a migliorare le difese dell'organismo''. Attualmente però non è prevista dal sistema sanitario italiano e quindi non può essere praticata presso le strutture ospedaliere, ''mentre tutto resta affidato alla buona volontà del volontariato''. Per questo, secondo Viventi, sarebbe importante un riconoscimento istituzionale. (Fonte: ANSA).
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SARDEGNA, ZOOTECNIA: PROROGA DELLE DOMANDE DI AIUTO ’Assessorato dell’Agricoltura e riforma agro-pastorale informa che sono stati prorogati al 30 giugno i termini per la presentazione delle domande di aiuto per l’annualità 2008 relative a due Misure del Piano di sviluppo rurale della Sardegna: • Misura F - Azione FB “Miglioramento del benessere degli animali” • Misura 214 - Azione 4 - Intervento 2 “Razze minacciate di abbandono” Per la compilazione delle domande di aiuto è necessario rivolgersi ai Centri autorizzati di assistenza agricola (Caa) autorizzati da Argea. Eventuali informazioni potranno essere richieste presso l’Ufficio relazioni con il pubblico dell’Argea Sardegna.
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Bolzano, nuove disposizioni sull’identificazione degli animali l Direttore del Servizio Veterinario della Provincia di Bolzano, Paolo Zambotto, ha approvato con decreto del 29 maggio u.s., nuove disposizioni in materia di identificazione degli animali. Il decreto, pubblicato sul BU n. 25/I-II è in vigore dal 18 giugno 2008.
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OVI-CAPRINI Gli animali da riproduzione della specie ovina e caprina di età superiore a 12 mesi, vengono identificati tramite una marca auricolare, applicata all’orecchio sinistro, e tramite un bolo ruminale, conformemente al Reg. CE n.21/2004. Gli ovini ed i caprini, avviati alla macellazione entro i 12 mesi di età, vengono identificati solo mediante una marca auricolare di color salmone, applicata all’orecchio sinistro. Gli animali da macello, che non vengono avviati alla macellazione entro il primo anno di età, devono essere identificati mediante una marca auricolare, applicata all’orecchio sinistro, e mediante un bolo ruminante.
SUINI Per l’identificazione dei suini detenuti nella provincia di Bolzano si applicano le disposizioni nazionali e comunitarie.
EQUIDI L’articolo 2 del decreto dell’11.4.2005 n. 31.12/86.18/631 relativo all’Identificazione degli equidi in provincia di Bolzano viene integrato come segue: “l’impianto del microchip di cui ai commi 1 e 2 può essere eseguito esclusivamente da un veterinario. Prima dell’impianto del microchip il veterinario incaricato dell’identificazione deve provvedere alla verifica del certificato di fecondazione della
SAN LAZZARO, APPROVATO REGOLAMENTO TUTELA ANIMALE l Consiglio Comunale di San Lazzaro (BO) ha approvato il 10 giugno 2008, il regolamento sulla tutela animale dal titolo “Diritti degli animali e diritti/doveri dei loro proprietari”. Oltre al divieto di maltrattamento, abbandono e avvelenamento degli animali, il regolamento definisce anche misure dettagliate sulla cattura, detenzione e commercio della fauna selvatica. Fra gli aspetti innovativi del regolamento il divieto di detenzione permanente dei cani alla catena; il divieto assoluto di accattonaggio con animali e sequestro degli stessi in caso di mancato rispetto della normativa in oggetto e precise indicazioni in merito alle misure minime di gabbie, recinti e catene, al fine di preservare condizioni accettabili di benessere agli animali detenuti e di permettere precise verifiche da parte degli organi preposti. All’art. 39, il Regolamento istituisce anche un osservatorio sui diritti degli animali composto dai rappresentanti designati da tutte le Associazioni animaliste e ambientaliste presenti sul territorio e da medici veterinari dell’Azienda Sanitaria Locale.
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madre. In caso di assenza giustificata di tale certificato il proprietario deve rilasciare una relativa autodichiarazione”. Per quanto riguarda l’identificazione e l’iscrizione nella banca dati, il decreto stabilisce che “ogni proprietario o persona, che a qualsiasi titolo, detenga un equide, deve provvedere all’identificazione tramite microchip ed alla relativa iscrizione dell’animale all’anagrafe degli equidi entro sette mesi dalla nascita dell’animale e, in ogni caso, prima che lo
stesso venga separato dalla madre. Gli equidi avviati alla macellazione entro i sette mesi di età possono essere identificati mediante un sistema di identificazione semplificato, stabilito dal Servizio veterinario provinciale. Questi animali non possono però essere condotti in altri Stati della UE o nei Paesi terzi e devono essere avviati al macello scortati dal modello allegato al decreto. Le violazioni al decreto sono punite con una sanzione che va da € 305,00 a € 3.045. ■
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26 Leggi in Gazzetta Normativa
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Identificazione e movimentazione dei capi suini, in GU nuove disposizioni onsiderato che sul territorio nazionale sono in vigore piani di sorveglianza ed eradicazione di alcune malattie del suino che prevedono controlli sanitari nelle aziende suinicole e che, la regolare esecuzione dei Piani prevede l'accreditamento sanitario delle singole aziende suinicole e successivamente dell'intero territorio regionale", l'ex ministro Livia Turco ha stabilito con
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l'Ordinanza del 12 aprile 2008 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 139 del 16 giugno 2008, norme concernenti l'identificazione, la registrazione delle aziende, dei capi suini, nonché le relative movimentazioni.
REGISTRAZIONE DELLE AZIENDE E DEGLI ALLEVAMENTI Per quanto riguarda la registrazione delle aziende e degli allevamenti, il detentore di animali, in solido con il proprietario degli stessi, ha l'obbli-
go di richiederla presso il servizio veterinario dell'ASL competente per territorio, entro 20 giorni dall'inizio dell'attività. Al servizio veterinario della ASL dovrà essere comunicata ogni variazione dei dati anagrafici, compresa la cessazione dell'attività di ciascun allevamento o altra struttura in cui sono presenti animali, entro 7 giorni dal verificarsi dell'evento. Il servizio ASL competente, attribuirà a ciascuna azienda un codice d'identificazione aziendale, ad esclusione di quelle che detengono un solo suino per auto-consumo. Dovrà inoltre registrare le aziende della BDN, unitamente ai dati anagrafici, strutturali e sanitari, entro 5 giorni lavorativi a partire dall'attribuzione del codice di identificazione aziendale ed aggiornare i dati presenti in BDN entro 5 giorni lavorativi dal ricevimento delle comunicazioni di variazione ed effettuare i controlli in loco per la verifica del sistema di identificazione e registrazione dei suini.
IDENTIFICAZIONE ANIMALI All'art. 3, l'ordinanza stabilisce che il detentore di animali ha l'obbligo di: • identificare gli animali nati in azienda, nel rispetto dei termini e con le modalità stabilite dal decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1996, n. 317 e dalla circolare n. 11 del Ministero della sanità del 14 agosto 1996; • garantire l'identificabilità degli animali e provvedere a ripristinare correttamente il codice identificativo originario presente sull'animale, qualora sia divenuto parzialmente o totalmente illeggibile. • riportare correttamente, in caso di movimentazione, gli identificativi dei capi sul modello IV di cui al decreto del Ministero della salute 16 maggio 2007.
MOVIMENTAZIONI L'ordinanza stabilisce che nei casi di movimentazioni da e verso stalle di sosta, centri di raccolta, centri genetici, mercati, fiere ed esposizioni su tutto il territorio nazionale, gli animali devono essere sottoposti a visita clinica da parte del veterinario ufficiale della ASL territorialmente competente entro le 48 ore precedenti il carico. Fermo restando che non è consentito movimentare animali in partenza da aziende non accreditate per malattia vescicolare del suino, la visita, è necessaria anche per le movimentazioni provenienti da aziende accreditate di regioni non accreditate. Tutte le movimentazioni di animali devono essere scortate dal Mod. IV (DM 16 maggio 2007), compilato in quadruplice copia. Qualora tutte le informazioni previste siano già presenti in BDN, il modello può essere stampato direttamente dall’applicativo disponibile in BDN.
CASI SPECIFICI La visita veterinaria obbligatoria non è prevista invece: a) in caso di movimentazioni dirette ai macelli situati su tutto il territorio nazionale di suini provenienti da aziende accreditate in regioni accreditate per malattia vescicolare del suino; b) in caso di movimentazioni di suini su tutto il territorio nazionale, a condizione che gli animali provengano da un'azienda accreditata per malattia vescicolare del suino e per malattia di Aujezsky e che detta azienda sia situata in una regione accreditata per malattia vescicolare del suino. In entrambi i casi, lo stato di accreditamento (qualifica sanitaria) dell'azienda dovrà essere registrato in BDN e mantenuto opportunamente aggiornato. ■
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Attività Dalle Associazioni
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Corso FSA 2008, nuove tendenze ter acquistare cuccioli più garantiti, e pertanto emerge il ruolo del medico veterinario nel diffondere questa iniziativa dell'ENCI che tutela anche la salute del cane oltre che gli aspetti di tipicità della razza. La riproduzione selezionata prevede il controllo diagnostico anche di altre malattie genetiche oltre alle displasie, in funzione delle varie razze, come le oculopatie, le cardiopatie, la sordità congenita, la lussazione della rotula e la necrosi asettica della testa del femore. Il ruolo del medico veterinario nella riproduzione selezionata diventa pertanto determinante e finalmente si potrà sperare di arrivare nel corso dei prossimi anni a far sì che il cane di razza diventi anche un cane più sano e più garantito. ■
Aldo Vezzoni
GIORNATA SIVAL SUGLI ACCESSI VENOSI: BASI TECNICHE E CAMPI DI APPLICAZIONE
di ALDO VEZZONI l Corso FSA 2008 di preparazione al controllo della displasia dell'anca e del gomito nel cane, che si è svolto a Cremona il 14 e 15 Giugno scorsi con la guida di Aldo Vezzoni e Federica Rossi, ha assunto delle caratteristiche nuove ed originali che verranno ancor più sviluppate nelle prossime edizioni del Corso. Si è dato infatti più spazio e più importanza al coinvolgimento dei partecipanti nel saper interpretare gli aspetti radiografici della displasia dell'anca e del gomito attraverso esercitazioni pratiche e nel saper eseguire con competenza una diagnosi precoce di queste malattie scheletriche, proprio nella fase in cui esse si sviluppano. La collaborazione da poco iniziata con Innovet ha dato un forte impulso per nuove iniziative, come il rinnovo del sito web, una newsletter che verrà inviata a chi ha partecipato ai Corsi FSA e manterrà vivo l'aggiornamento su
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queste tematiche, oltre a Corsi di aggiornamento e di perfezionamento. Il Corso appena svolto ha poi focalizzato l'attenzione dei partecipanti sulle nuove iniziative dell'ENCI in tema di controllo delle malattie genetiche del cane, con il lancio della riproduzione selezionata effettuato lo scorso anno; una garanzia di tipicità della razza, sia morfologica che attitudinale, oltre che di salute. Mentre nella riproduzione ordinaria il pedigree non è altro che un certificato che documenta unicamente l'albero genealogico del soggetto, senza entrare nel merito delle caratteristiche belle o brutte dei suoi ascendenti, nella riproduzione selezionata il pedigree assume anche il valore aggiunto del controllo dei riproduttori, Il pedigree differenziato con il timbro di "Riproduzione Selezionata" viene infatti dato solamente ai cuccioli nati da genitori entrambi sottoposti alle verifiche ed ai controlli previsti per ciascuna razza. Purtroppo il pubblico non è ancora stato adeguatamente informato di questa iniziativa e della possibilità di po-
SIVAE, PAOLO SELLERI NELLA COMMISSIONE TECNICA ANIMALI ESOTICI DEL LAZIO a piacere sapere che Paolo Selleri (nella foto) è stato nominato membro della Commissione Animali Esotici della regione Lazio. Paolo Selleri è professore di patologia clinica e terapia degli animali esotici I e II presso la facoltà di medicina veterinaria dell’università di Padova, è inoltre vicepresidente SIVAE. Gli ordini dei medici veterinari della regione Lazio hanno unitamente richiesto che fosse il dr. Selleri a ricoprire quel ruolo. Di recente la commissione tecnica "animali esotici" della Regione Lazio ha prodotto dei nuovi requisiti minimi per la detenzione degli animali esotici, soprattutto per questo motivo la presenza di un medico veterinario di livello internazionale nella medicina degli animali esotici porterà un contributo fondamentale ai lavori della commissione. Con riferimento ai lavori della Commissione Tecnica regionale e ai nuovi requisiti minimi per la detenzione degli animali esotici, la Società Italiana Veterinari per Animali Esotici aveva inviato a metà dicem-
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bre alcune osservazioni scientifiche. La nota, sottoscritta anche dall’ANMVI, criticava alcune modalità di regolamentazione della materia e suggerito alcuni correttivi in un dettagliato documento tecnico, che esprimeva la preoccupazione che i nuovi requisiti scoraggiassero la detenzione di alcune specie. Secondo il Dottor Selleri per migliorare le condizioni di benessere e limitare le importazioni di animali dai paesi di origine deve essere costruito un rapporto con le figure professionali coinvolte nel commercio degli animali esotici; deve inoltre essere favorito l’allevamento in cattività delle specie richieste dal commercio e particolarmente di quelle in via di estinzione. Le competenze della veterinaria italiana nel settore degli animali esotici sono oggi di livello internazionale, questo anche grazie al contributo della SIVAE che attraverso l’organizzazione di numerosi seminari e corsi, ha permesso la formazione di colleghi la cui preparazione è riconosciuta anche in paesi stranieri.
i è svolta a Cremona il 13 Giugno 2008 una giornata di approfondimento sul tema degli accessi venosi a medio e lungo termine, organizzata da SIVAL, in collaborazione con SCIVAC e con il patrocinio del Gavecelt. Hanno partecipato oltre 30 medici veterinari (provenienti da diverse regioni italiane), la maggior parte di essi clinici. Relatori erano medici specialisti in oncologia medica e chirurgica, in rappresentanza di altrettante realtà ospedaliere di eccellenza nel campo della diagnosi e cura dei tumori (Ospedale San Raffaele, Istituto Europeo di Oncologia e Ospedale di Cremona). “I partecipanti - spiega il coordinatore del corso e tesoriere SIVAL, Francesco Carù (nella foto) - hanno avuto la possibilità di conoscere materiali e tecniche consolidate e ampiamente utilizzate in ricerca e in medicina umana per realizzare e gestire accessi venosi centrali. Vi è stata la possibilità di conoscere e ap-
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profondire anche aspetti tecnici molto pratici, con quesiti posti dai colleghi veterinari. Sui temi trattati vi è stato un ampio confronto tra le esperienze proprie del mondo preclinico, clinico umano e veterinario, alcune tra le tecniche presentate potranno, probabilmente in un futuro non lontano, essere a disposizione del medico veterinario in ambiti quali il trattamento prolungato con farmaci antitumorali, la terapia del dolore o l’alimentazione parenterale. Questo con la possibilità di migliorare le opzioni terapeutiche per gli animali da compagnia e a vantaggio della professionalità del medico veterinario. Tra gli spunti della tavola rotonda - conclude Carù - e tra i commenti e suggerimenti dei partecipanti per approfondire questo tema la realizzazione futura di corsi pratici, con il coinvolgimento di tutti i colleghi che a vario titolo si occupano in modo particolare di oncologia veterinaria”.
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Numero chiuso? No, proporzionato La programmazione universitaria è ancora considerata antidemocratica di OSCAR GRAZIOLI Medico Veterinario, Reggio Emilia
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ecentemente si sono ravvivate, o forse non si sono mai sopite, le polemiche attorno al numero chiuso nelle facoltà che contemplano questa sorta di
sbarramento che, alla fine, serve a ben poco, come tutti possono constatare. C’è chi rifiuta il numero chiuso tout court, mentre la maggioranza di chi protesta se la prende, e con una notevole dose di ragione, con la qualità delle prove attitudinali che interessano oltre 200.000 giovani che chiedono l’ingresso alle poche facoltà per le quali esse sono previste. Prima della caduta del gover-
no Prodi, lo stesso ministro dell'università Mussi si era schierato a favore di una revisione del numero chiuso: “Il numero chiuso è abusato” aveva affermato “ e credo che bisogni ridurre gli sbarramenti perché è necessario aumentare il numero di studenti". L’affer-
mazione del ministro aveva raccolto le ormai diffuse proteste di studenti, famiglie e degli stessi atenei per l'allargamento a dismisura e i metodi di selezione dell'accesso alle università. Negli ultimi anni, in Italia, i corsi che prevedono un test selettivo prima dell'iscrizione sono cresciuti del 330 per cento, passando dai 242 del 2001 agli oltre 1000 del 2007. Su un totale di 3100 corsi di laurea in tutte le università italiane, quelli a numero programmato sono più di un terzo e riguardano, in massima parte facoltà scientifiche attinenti alle professioni sanitarie. Antidemocratico, fonte di diseguaglianze, quasi dittatoriale per alcuni, insufficiente, ridicolo, inadeguato a calmierare la pletora di studenti che si laureano per molti altri, il numero chiuso, per quel che vale la mia opinione, è il classico tentativo edulcorato, all’italiana, che scontenta tutti. Poco tempo prima che cominciassi a frequentare il primo anno (qualche maligno dirà sicuramente che era il devoniano) il numero chiuso per medicina e veterinaria non aveva neanche bisogno di test attitudinali, perché l’accesso a queste facoltà era consentito esclusivamente a chi si era diplomato presso un liceo classico o scientifico. Solo quelle che erano considerate le “teste d’uovo” potevano ambire a indossare il camice bianco con l’immancabile stetoscopio sul collo. Questa era veramente una discriminazione assurda, perché se è vero che fare i medici implicava anche il saper stendere una certificazione in lingua italiana corretta è parimenti vero che ho conosciuto menti geniali che avevano fatto la scuola agraria o l’istituto tecnico e mangiavano la pappa sulle “teste d’uovo”. Doverosa dunque è stata la liberalizzazione dell’accesso alle facoltà, come peraltro, in un paese dove non esiste la minima organizzazione del lavoro, doverosa era l’introduzione del numero chiuso che avrebbe dovuto essere tanto più ristretto quanto proporzionale alle richieste del mercato del lavoro. Quale sia tale proporzionalità è sotto gli occhi di tutti. ■
Grazie ad un accordo fra @nmvi Oggi e Libero, gli articoli scritti dal Collega Oscar Grazioli per il quotidiano di Vittorio Feltri sono disponibili on line. @nmvi Oggi pubblica regolarmente gli articoli dopo le ore 12.00. La rubrica LiberOscar li mantiene in archivio per la consultazione. @nmvi Oggi ringrazia Oscar Grazioli. www.anmvioggi.it
Osteoartrosi Dalle Aziende
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VETERINARIA 24 | 2008
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laPROFESSIONE
Artrovet 500 Dalla Candioli un nuovo prodotto per la prevenzione ed il rallentamento dell'osteoartrosi
a condroprotezione è basata sulla prevenzione del deterioramento cartilagineo, che si attua mediante la stimolazione dei meccanismi di riparazione naturale della cartilagine articolare. Quanto più precocemente viene messa in atto, tanto più essa risulta efficace nel prevenire e rallentare lo sviluppo di osteoartrosi. Frutto di numerosi studi scientifici e di lunga sperimentazione internazionale, ARTROVET 500 prodotto dall’Istituto Farmaceutico Candioli, rappresenta il condroprotettivo ideale per tutti i soggetti predisposti all’osteoartrosi (ad esempio cuccioli di razze predisposte) o con osteoartrosi ancora asintomatica. La Glucosamina Cloridrato, presente in elevata concentrazione (500 mg per compressa) e al massimo grado di purezza (> 99%) in ARTROVET 500, viene velocemente assorbita a livello intestinale grazie al suo basso peso molecolare (216 D), ed efficacemente utilizzata a livello articolare dove, raggiungendo e mantenendo una concentrazione particolarmente elevata, viene incorporata preferenzialmente dai condrociti. In questa sede essa stimola la sintesi endogena di proteoglicani e ne inibisce la degradazione, incrementa le proprietà lubrificanti della sinovia e protegge i condrociti inibendo l’attività dei radicali liberi, riduce le attività enzimatiche cataboliche e gli effetti nocivi indotti dai mediatori dell’infiammazione sulla cartilagine. L’efficacia della Glucosamina Cloridrato, come per tutte le altre molecole ad azione condroprotettiva, è dose-dipendente. Come dimostrato da numerosi studi scientifici, al di sotto di una certa concentrazione la sua efficacia risulta decisamente inferiore e i tempi necessari ad ottenere risultati dimostrabili si allungano notevolmente. Per questo motivo, in accordo con i risultati della letteratura scientifica internazionale, la concentrazione di Glucosamina Cloridrato presente in ciascuna compressa di ARTROVET 500 è appunto di 500 mg, dosaggio giornaliero idoneo per 5-10 kg di peso corporeo. Le caratteristiche uniche della Glucosamina Cloridrato presente in ARTROVET 500 (massima purezza, basso peso molecolare ed elevata concentrazione) sono in grado di determinare il cosiddetto “effetto carry over”, anch’esso scientificamente dimostrato, ovvero il prolungamento dell’efficacia condroprotettiva per 2-3 mesi dopo il termine del-
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COMUNICATI STAMPA Le aziende interessate alla pubblicazione dei comunicati stampa possono inviare il comunicato, possibilmente corredato da una foto, all’indirizzo e-mail: professioneveterinaria@anmvi.it
l’assunzione del prodotto; in tal modo è possibile effettuare una somministrazione a cicli invece che continuativa, consentendo un significativo risparmio economico per il proprietario. ARTROVET 500 è disponibile in confezione da 30 e 60 compresse appetibili, con prezzo al pubblico rispettivamente di € 14,00 e € 23,00. ■
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VETERINARIA 24 | 2008
PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it
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