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la VETERINARIA
PROFESSIONE
A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
25 2010
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 7 numero 25 dal 5 all’11 luglio 2010
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona
LIBERI PERCHÉ SENZA ALTERNATIVA
LESIONI ALL’INTEGRITÀ FISICA DELL’ANIMALE
ALLEVAMENTO: REDDITO AGRARIO O D’IMPRESA?
PM: UN GRUPPO CHE VALE UNA SOCIETÀ
TRAGUARDO EAEVE PER PADOVA A PISA
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BREVI
LO VOGLIAMO DAVVERO IL FEDERALISMO?
BIOLOGICO È entrato in vigore il 1 luglio il nuovo logo europeo per i prodotti biologici. Il logo è obbligatorio per tutti gli alimenti biologici preconfezionati prodotti nell'Unione europea, mentre sarà opzionale per i prodotti importati. La conformità agli standard stabiliti dalla Regolamentazione in materia biologica è supervisionata da ogni Stato Membro, il quale è responsabile nell'istituzione di un sistema di ispezione.
OSSIGENO Dal 1° gennaio 2010 l'ossigeno terapeutico può essere commercializzato solo se dotato di Aic. Le scorte dei medicinali autorizzati con i provvedimenti precedenti possono essere mantenute in commercio fino al 30 giugno 2010. Il farmacista, prima di dare in carico la bombola ai fini del riempimento, è tenuto a verificare che l'azienda abbia ottenuto il provvedimento di Aic.
COMUNITARIA 2009 Tra le novità che il governo si impegna a recepire con la Comunitaria 2009, figurano disposizioni sulla protezione delle foche. Chiunque produce, commercializza, esporta o introduce nel territorio nazionale qualunque prodotto derivato dalla foca, in violazione dell’articolo 3 del regolamento (CE) n. 1007/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 settembre 2009, sarà punito con l’arresto da tre mesi a un anno o con l’ammenda da 5.000 a 100.000 euro.
FARMACIE ON LINE Di fronte a garanzie precise l'Italia potrebbe dare il suo assenso alle farmacie online per i medicinali per cui non è necessaria la ricetta medica. È quanto ha affermato il ministro per la sanità Ferruccio Fazio al suo arrivo a Bruxelles per il Consiglio informale dei ministri della sanità, il primo sotto il semestre di presidenza belga dell'Ue. «Non escludo un via libera dell'Italia a fronte di precise garanzie alle farmacie online per la vendita di farmaci senza ricetta», ha dichiarato Fazio.
CIBO AI RANDAGI Botta e risposta a suon di comunicati fra il Sottosegretario Francesca Martini e il primo cittadino di Castellamare di Stabia (Napoli) sull'ordinanza che dispone il divieto “di imbrattare il suolo pubblico con alimenti destinati alla nutrizione dei cani randagi”. La replica del Primo Cittadino, Luigi Bobbio, è stata: "È da tutelare innanzitutto la salute e il decoro dei cittadini".
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www.anmvioggi.it
LETTERA AL MINISTRO
Crisi: fermate l’ECM Urgenti gli sgravi fiscali per i liberi professionisti. L’Anmvi sollecita il Ministro Ferruccio Fazio. Allo studio un intervento nella manovra finanziaria A PAGINA 3
I virtuosi obiettivi delle Pubbliche Amministrazioni, oggi tutti in risalto a causa di una situazione congiunturale molto critica, "rischiano di diventare di fatto non esigibili". L’ha detto la Corte dei Conti, nel presentare alle più alte cariche istituzionali il giudizio sul Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2009. Nella sua durissima requisitoria, il Procuratore generale Mario Ristuccia, parla di un rischio che "si innalza nella prospettiva dell'incremento del decentramento istituzionale e amministrativo che va comunemente sotto il nome di federalismo e che, per sua intrinseca natura, non esclude inevitabili divaricazioni tra aree geografiche". Gli obiettivi che tutte le Amministrazioni devono perseguire (armonizzazione, semplificazione, trasparenza, circolarità elettronica e la conoscibilità dei flussi di informazioni), rischiano il fallimento "se persistono, molto forti, le troppe diversificazioni che oggi caratterizzano i modelli di organizzazione sulla cui base operano i soggetti che svolgono le attività amministrative e gestionali pubbliche". E ancora: "le diversità dei modelli di organizzazione e le diversità territo-
riali potrebbero determinare effetti congiunti di ostacolo rispetto alle capacità di risposta uniforme che le pubbliche amministrazioni devono dare ai bisogni dei cittadini in base a livelli essenziali delle prestazioni nonché alla stessa possibilità di realizzare una governance unitaria, anche solo conoscitiva, dei meccanismi di spesa incidenti sul bilancio complessivo del settore pubblico allargato". "Alla varietà delle forme organizzative delle pubbliche amministrazioni si legge nella requisitoriacorrisponde l'insieme sempre più monumentale di regole normative e di principi di funzionamento generali, che dovrebbero ispirarne ed improntarne l'azione pubblica. Ma le asimmetrie delle "forme" giuridico-organizzative di cui il legislatore - statale o regionale - riveste le pubbliche amministrazioni possono diventare fattori che agevolano l'elusione di regole e garanzie pubblicistiche generali oppure favoriscono le opacità gestionali". Chi come noi ha visto la veterinaria parcellizzarsi in 20 forme regionali diverse e crede nella necessità di una forte centralità del Ministero della Salute sa bene cosa voleva dire il Procuratore Ristuccia. ■
POCO INTERESSE SUL FARMACO? NEL MOMENTO IN CUI SCRIVIAMO SONO PASSATI CIRCA 15 GIORNI DALL’INVIO DELLA NEWS LETTER ONLINE DELL’ANMVI che proponeva ai colleghi che operano nel settore degli animali da compagnia un questionario sulle diverse problematiche riferite al farmaco veterinario, una decina di domande che permetteranno all’Associazione un confronto costruttivo con il Ministero e le aziende farmaceutiche basato su dati precisi che esprimano i pareri e le richieste dei Medici Veterinari. L’esigenza di un questionario è nata dal dibattito che si è sviluppato sul tema negli ultimi mesi e da una precisa sollecitazione del Ministero che ha chiesto all’ANMVI di approfondire alcuni aspetti relativi a questo argomento. I questionari pervenutici in questi primi giorni sono poco più di 800, un numero molto elevato ma forse un po’ inferiore alle aspettative vista la partecipazione ampia alla discussione sviluppatasi sul Forum SCIVAC e sulla Vetlink. Certamente, visto che l’indagine sarà chiusa al 31 ottobre, arriveremo ad alcune migliaia di schede ma ci si aspettava probabilmente più attenzione. Si ha quasi l’impressione che i veterinari non sentano poi tanto il problema e che la situazione che si stava trascinando nel bene e nel male, ormai da 18 anni spesso nell’ignoranza totale delle norme, potesse andare bene a tutti e che solo voci non controllate di sanzioni per l’uso in deroga di farmaci umani ed un richiamo all’ordine di un’ASL della Lombardia abbiano smosso questa situazione creando un po’ di preoccupazione. È anche questa una classica storia italiana: le norme ci sono, nessuno le conosce o le rispetta, e tutti vissero felici e contenti, almeno sino ad ora.
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Educazione Continua in Medicina Anmvi Informa
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Senza reddito nessun ECM Non ci può essere alcun obbligo ECM per una categoria in forte crisi economica misma su “La professione medico veterinaria” realizzata per la FNOVI, ha chiesto che per molti veterinari, comunque, venga sospeso ogni impegno per gli ECM. Dai dati dell’ENPAV, riferiti al reddito dei veterinari dell’ultimo anno, risulta, infatti, non solo un valore medio di 15mila euro, più o meno stazionario negli ultimi anni, ma anche che circa 5000 veterinari, soprattutto quelli laureatisi negli ultimi 10 anni, sono ancora a reddito zero.
Come è possibile pretendere da dei liberi professionisti, che quasi il 10% del loro reddito, per chi ha la fortuna di averlo, debba essere investito in aggiornamento? Come è possibile poi pretenderlo da chi un reddito non lo ha ancora dopo anni dalla laurea? L’ANMVI ha chiesto un incontro al Ministro Fazio per potergli presentare una situazione che non è più sostenibile. Per favore, dopo 9 anni di sperimentazione vogliamo incominciare a ragionare seriamente? ■
Cremona, 01 Luglio 2010 All’Ill.mo Ministro della Salute On. Ferruccio Fazio
di ANTONIO MANFREDI a crisi economica la stiamo pagando tutti, anche il mondo politico ha dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti ed ora, in netto ritardo, cerca di correre ai ripari con interventi frettolosi, discutibili e forse inutili. La nostra richiesta a Tremonti di riduzione dell’IVA sulle prestazioni veterinarie, una richiesta di forte valore sociale visto che il 50% delle famiglie ospita animali da compagnia, è ovviamente rimasta inascoltata. Peccato, sarebbe costata poco allo Stato ed in compenso avrebbe potuto raggiungere obiettivi di grande valore rilanciando, magari, anche un settore in forte difficoltà. Tremonti comunque non ha mai ascoltato le nostre richieste, evidentemente per lui ospitare un animale è un lusso che va giustamente punito. In fondo che differenza c’è fra un auto di lusso ed un cane? Il settore veterinario è in crisi, in alcune zone territoriali, soprattutto cittadine, è una crisi che sta peggiorando e che sembra non vedere una fine a breve termine: cala il numero dei clienti, la loro possibilità di spesa, si riducono le tariffe per non perdere i clienti e nel frattempo il numero delle strutture continua ad aumentare. È quindi una crisi che deriva da quella nazionale ma che presenta specificità critiche settoriali che non saranno risolte neppure con la ripresa economica tanto auspicata. La situazione non è facile ma piangersi addosso serve a poco, bisogna saper reagire con l’ottimismo della volontà e dell’impegno cercando soluzioni generali e personali che permettano di superare questi anni certamente di grande difficoltà. L’ANMVI si sta impegnando molto a livello istituzionale e politico affinché vengano accolte proposte che possano almeno alleviare i gravi problemi che il settore veterinario deve affrontare, lo fa direttamente ed attraverso Confprofessioni, ottenendo ascolto, disponibilità e risultati che sino a poco tempo fa sarebbero stati impensabili per il mondo libero professionale. Una della battaglie che l’ANMVI sta combattendo con il Ministero della Salute, da tempo, da anni, è quella che riguarda l’obbligo degli ECM per i liberi professionisti. Battaglia avviata da quando all’inizio del 2002 ad un convegno a Frascati l’allora Sottosegretario Sen. Cesare Cursi ci chiese di inserire l’ECM come argomento di una rela-
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zione e ci rendemmo conto subito quale progetto di burocrazia computerizzata era stato inventato. A forza di sperimentazioni il sistema ECM continua nella sua evoluzione senza portare risultati ma costando, in compenso, milioni di euro al mondo professionale. Vorremmo condannarlo alla “damnatio memoriae” e vedere il suo nome cancellato da tutti i siti e documenti, o ci piacerebbe tanto vederlo eliminato come progetto, “ente”, inutile visto che sta sprecando ogni anno milioni di euro pubblici e privati, ma sappiamo bene che i nostri sogni sono difficilmente realizzabili. Quale Ministro avrà mai il coraggio di ammettere chiaramente che il “Re è nudo” ed interrompere anni di investimenti risultati sempre inutili? Se ci avessero ascoltato subito, se avessero seguito i nostri suggerimenti, oggi ci sarebbe un sistema ECM gestito dagli Ordini, a misura di Medico Veterinario e tutti farebbero il loro regolare aggiornamento, più per esigenza personale/professionale che per imposizione, senza dover raccogliere punti o figurine. Negli anni purtroppo non siamo stati ascoltati molto. Non ci sono armi contro la burocrazia, soprattutto quando questa si intestardisce non potendo ammettere di aver sbagliato per anni. Qualche ammissione che ha riconosciuto le nostre ragioni è stata fatta, incominciando dallo stesso Sottosegretario Cursi che circa un anno dopo l’introduzione del sistema ECM ha dichiarato che non vi era obbligo per i liberi professionisti “altrimenti dovremmo riconoscere loro il recupero fiscale dei costi sostenuti per l’aggiornamento”, o dal Ministro Livia Turco che ci confermò che per rendere obbligatorio l’ECM per i professionisti privati era doveroso rivedere gli obiettivi del sistema, ridurre il numero dei crediti previsti e considerare il recupero fiscale di tutti i costi sostenuti. Dichiarazioni importanti che però ad oggi non hanno trovato riscontro. Per questo l’ANMVI ha scritto al Ministro della Salute Ferruccio Fazio, ad altri esponenti istituzionali e politici per ricordare questi impegni mai mantenuti e senza i quali non ci può essere obbligo per i liberi professionisti. Ma l’ANMVI in questa occasione è andata oltre. Ricordando a tutti quale situazione di grave crisi stia attraversando il settore veterinario, riferendosi ai dati del Ministero delle Finanze per quanto riguarda gli Studi di settore che evidenziano una forte crisi della veterinaria, risultante anche dall’ultima indagine No-
C/o Ministero della Salute Lungotevere Ripa, 1 - 00153 - Roma Egr. Ministro, a distanza di 9 anni dall’introduzione del sistema ECM le promesse che nel tempo ci sono state fatte dai sui predecessori non sono mai state mantenute e questo rende per noi insostenibile questo impegno e la sua obbligatorietà per il mondo libero professionale in mancanza delle modifiche più volte garantiteci. • avevamo evidenziato che gli obiettivi sanitari del sistema ECM erano esclusivamente di sanità pubblica e quindi non potevano riguardare i professionisti privati. Nonostante le rassicurazioni e gli impegni presi a tutt’oggi la situazione non è stata modificata e continuano a mancare nel progetto obiettivi specifici riferiti ai liberi professionisti. • avevamo chiesto per i liberi professionisti un numero inferiore di crediti annui rispetto a quanti previsti per i dipendenti pubblici e la possibilità di totale recupero fiscale dei costi sostenuti per acquisire i crediti. Questa richiesta deriva principalmente dal fatto che mentre i sanitari pubblici possono svolgere l’aggiornamento in orario di lavoro regolarmente retribuito ed a costo zero, i liberi professionisti sono costretti a dedicare giornate di lavoro, perdendo il reddito professionale relativo, ed a sostenere inoltre costi che come minimo superano i 500 euro. Se queste nostre richieste erano fortemente giustificate negli anni passati lo sono più che mai in una situazione di crisi veramente drammatica sia per la situazione economica del paese sia per quella del settore. L’ultimo rapporto Nomisma su “La professione medico veterinaria”, realizzato per conto della FNOVI, ha evidenziato infatti una situazione di grande disoccupazione e sottoccupazione nel settore veterinario e i dati ENPAV riferiti all’ultimo anno riportano un reddito medio della categoria di circa 15mila euro e quasi 5000 giovani veterinari a reddito zero in quanto senza alcuna attività professionale. Come è pensabile in questa situazione pensare di imporre a migliaia di Medici Veterinari un obbligo di aggiornamento che anche in presenza di una loro attività lavorativa può corrispondere dal 5 al 10% del loro reddito già estremamente basso? Le chiediamo pertanto di mantenere gli impegni più volte presi dai suoi predecessori garantendoci i tre interventi assicuratici e senza i quali noi, anche in considerazione del diverso trattamento previsto per i colleghi di sanità pubblica, saremo costretti a rifiutare ogni obbligo ECM per il mondo libero professionale. Siamo certi che vorrà comprendere le nostre richieste derivanti non da una posizione contraria al corretto principio dell’obbligo di aggiornamento continuo, ma in opposizione ad un sistema che pur dopo anni di sollecitazioni e richieste e varie promesse ottenute, continua ad essere evidentemente nato e strutturato solo per la medicina pubblica risultando estremamente ingestibile ed iniquo per i liberi professionisti. Sapendo quanto lei sia attento a questi aspetti delle professioni sanitarie le chiediamo un incontro per poterle brevemente esplicitare i diversi problemi applicativi del sistema ECM al settore privato della veterinaria. Ringraziandola per l’attenzione, un cordiale saluto.
Dott. Sandro Barbacini Presidente A.N.M.V.I.
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4 Attualità Indagini e ricerche
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Liberi perché senza alternativa Il 56% dei giovani veterinari fa il libero professionista ma sogna di essere dipendente pubblico di ANTONIO MANFREDI opo i due articoli precedenti riferiti ai dati generali della veterinaria italiana riportati nell’introduzione dell’indagine FNOVI: “La professione medico veterinaria. Condizioni e prospettive nei primi dieci anni di attività” dedicata agli iscritti agli Ordini dal 2000 al 2009, entriamo ora nel merito della ricerca. L’indagine è stata sviluppata su un campione di 810 veterinari ripartiti per anno di iscrizione, per sesso, per attività e per area territoriale, in modo corrispondente alla realtà su cui si voleva sviluppare l’indagine. I dati raccolti sono quindi estremamente significativi e da questi possiamo incominciare a fare qualche riflessione sull’attività svolta dai nostri 11.100 veterinari iscritti negli ultimi dieci anni e rappresentati dal nostro campione. Diciamo subito che il 71,8%, circa tre su quattro, svolge attività libero professionale. Di seguito l’8,3% lavora nel settore pubblico, il 6,7% nell’Università e solo il 2,6% nell’industria. Con questi dati vediamo subito il settore pubblico e dell’Università perché questi ambiti occupazionali, spesso molto ambiti dai giovani laureati, non sempre sono positivi come si potrebbe pensare. Nel settore pubblico i 921 veterinari che hanno trovato un’occupazione sono così ripartiti fra i diversi enti: 61,7% Asl, 23,8% IZS, 10% Ministero ed 1,4% assessorati regionali o provinciali. Ma che rapporto contrattuale hanno con questi enti? Solo il 45,5% sono a tempo indeterminato e gli altri? Sono sostanzialmente dei “precari” che nelle condizioni attuali di blocco o riduzione del turnover e forti limitazioni nel rinnovo dei contratti a tempo determinato non possono avere certezze per il loro futuro. Infatti il 38,6% di quanti operano nel settore pubblico è assunto a tempo
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determinato ed il 14,3% sono borsisti o tirocinanti. Quindi il 52,9% sta lavorando senza garanzie per i prossimi anni. Non è certo, quindi, una situazione idilliaca e la stessa situazione di difficoltà emerge anche nel settore dell’Università dove è occupato il 6,7% dei giovani veterinari, 744, un numero veramente molto elevato e probabilmente non giustificato dall’attuale sistema universitario e soprattutto per quello che dovrebbe diventare se si arrivasse ad una logica riduzione del numero delle Facoltà in Medicina Veterinaria. Di conseguenza, è ovvio, che la stragrande maggioranza di questi “occupati” nel settore veterinario è in condizioni di forte precarietà anche in considerazione dei forti tagli ai finanziamenti che il Ministero ha previsto per il settore universitario. Il 62,8% sono infatti ricercatori, dottorandi ed il 16,1% Professori a contratto, tutti quindi senza alcun garanzia futura. Da questi dati è evidente quale sia la precarietà diffusa nel settore veterinario che va aggiunta ad un 4% di disoccupazione, anche a distanza di anni dalla Laurea, ad un altro 4% circa di giovani che hanno rinunciato a fare il veterinario e ad una forte sottoccupazione presente soprattutto nel settore della libera professione dove di libero risulta esserci veramente di tutto. Abbiamo detto che il 71,8% dei veterinari iscritti agli Ordini negli ultimi dieci anni dichiara di svolgere attività libero professionale, termine che, poi vedremo, comprende spesso anche situazioni di reale inattività o sottoccupazione. Sono 7970 veterinari, quasi 800 ogni anno, che si sono proposti sul mercato del lavoro libero professionale, spesso per mancanza di alternative, mettendo fortemente in crisi questo settore che è ormai giunto al collasso. Quando andiamo a cercare le cause della crisi del settore veterinario, è inutile perdere tempo in grandi ragionamenti di macro o microeconomia: crisi dell’Europa, mercati finanziari, calo dei consumi, aumento della povertà diffusa,
Figura 1. Gli ambiti professionali del giovane medico veterinario (valori percentuali)
Figura 2. Medico veterinario pubblico: enti presso cui lavora in forma prevalente (valori percentuali)
Figura 3. Tipologie contrattuali del medico veterinario pubblico (valori percentuali
Figura 4. Ambito dell’attività professionale dei medici veterinari impiegati nell’Università e ricerca (valori percentuali)
ecc., la causa è sempre e soltanto una: il numero oltremodo esagerato di laureati e quindi di veterinari che ogni anno si propongono sul mercato del lavoro e che non trovando altri sbocchi si riversano principalmente nel settore libero professionale portando continuamente ad un peggioramento delle condizioni della professione e distruggendo ogni possibile equilibrio rispetto alle esigenze del mercato. Se ogni anno arrivano mille nuovi veterinari quando ne basterebbero 2/300 al massimo è evidente che il settore non può far altro che evidenziare un continuo aumento della disoccupazione, una sottoccupazione sempre più ampia e diffusa ed a condizioni di vero sfruttamento, e situazioni di precariato che sono spesso, per molti, già un piccolo sogno realizzato. Tutti questi aspetti, sempre più evidenti, sono riscontrabili proprio nel settore professionale, vero e proprio “refugium peccatorum” in mancanza di ogni altra alternativa. Quali sono i settori di attività nei quali i giovani veterinari svolgono, cercano o sperano di svolgere la loro attività libero professionale? Il 78,1% ( 6225) nel settore dei cani e gatti, animali da reddito il 12,6%, equini il 5,4% ed esotici l’1,1%. Questi sono i valori riferiti alle risposte come attività prevalente ma se valutiamo l’insieme degli ambiti professionali i veterinari che si occupano di cani e gatti arrivano all’82,3% sovrapponendosi a quelli che si interessano di animali esotici che salgono al 9,7% ed equini che vedono triplicato il loro valore 14,4%. Una certa sovrapposizione ci può essere anche con gli animali da reddito che arriva al 18,0% ma soprattutto fra questi ed i veterinari per equini. Ma perché quasi tre veterinari su quattro si orientano verso la libera professione: per interesse scientifico, per maggior autonomia, per poter avere un reddito maggiore, ecc? Il motivo principale di questa scelta è un altro: assen-
za di altri sbocchi di lavoro. Il 55,6% dei giovani veterinari ha dichiarato di aver scelto la libera professione come ultima possibilità di lavoro non avendo trovato sbocchi in nessun altro settore professionale: pubblico, università, industria, ecc. Questo significa che più del 50% di quelli che negli ultimi dieci anni si sono rivolti alla libera professione in verità cercavano un posto fisso con stipendio sicuro e garantito. Questo significa anche che il 55,6 dei giovani veterinari sta svolgendo una libera professione non per scelta ma per ripiego, senza entusiasmo, senza tanta voglia o interesse, e sempre in attesa o alla ricerca di una occupazione diversa. 4431 veterinari stanno facendo la libera professione senza convinzione e la maggior parte di questi, probabilmente, la vede come un parcheggio in attesa di trovare una soluzione diversa. Questi dati sono quasi più preoccupanti del numero esagerato di veterinari che ogni anno si propongono sul mercato del lavoro. Provate a pensarci: in dieci anni non solo sono arrivati 11.100 veterinari quando ne sarebbero bastati 2/3000 ma inoltre quasi 4500 di questi, almeno una gran parte di loro, non crede nel lavoro che sta svolgendo e, sperando di trovare altre soluzioni, è probabile che invece di investire sull’occupazione attuale (in termini di specializzazione, aggiornamento, strutture, ecc.) si orienti verso altri percorsi formativi credendo di poter vincere un concorso pubblico o ottenere un posto di ricercatore in qualche Università. Questa situazione, oltre al numero dei veterinari, rischia di metter ancora maggiormente in crisi il settore dequalificandone il livello professionale, spesso determinato da situazioni di scarso impegno, di poco interesse o da un semplice tirare avanti in attesa di situazioni “migliori”. Ci sono comunque tanti veterinari che scelgono la libera professione con grande convinzione ed in genere sono quelli che arrivano ai risultati migliori. Il 51,2%
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Indagini e ricerche Attualità
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l’ha scelta per interesse specifico, il 46,2% per la maggior autonomia, il 12,4% per possibilità di carriera, il 12,4% per aspettative di retribuzione. Il settore dove la scelta della libera professione sembra essere maggiormente un ripiego, dopo il non ben definito Altri animali con l’81,6%, è il settore degli Animali da reddito con il 60,8%.
È interessante anche vedere che la scelta della libera professione in mancanza di sbocchi si evidenzia maggiormente nel Centro e nel Sud isole, dove probabilmente il mito del posto fisso, magari pubblico, resiste di più. Nel Sud questa percentuale arriva al 66,2% (due veterinari su tre), nel Centro al 55,1%, mentre Nord Ovest e Nord Est si attestano più o meno sullo stesso livello: 48,1 e 48,7%. ■
Figura 5. Medico veterinario libero professionista: settore di attività prevalente (valori percentuali)
Figura 6. Per quali motivi ha scelto la libera professione? (valori percentuali, insieme delle citazioni)
Figura 7. Per quali motivi ha scelto la libera professione? - Analisi per target professionale (valori percentuali, prime 3 motivazioni)
Figura 8. Per quali motivi ha scelto la libera professione? - Analisi per area geografica (valori percentuali, prime 3 motivazioni)
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6 Legale Sentenze
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Lesioni all’integrità fisica dell’animale: danneggiato un essere vivente non una proprietà
l Tribunale di Rossano aveva condannato un uomo calabrese al pagamento di 200 euro di multa per aver seviziato un cane. La responsabilità era stata dichiarata ai sensi dell’articolo 638 del Codice Penale (Delitti contro il patrimonio). L’imputato ricorreva in Cassazione sostenendo che il Tribunale aveva erroneamente applicato l’articolo 638 invece dell’articolo 544 ter del Codice Penale e chiedeva l’annullamento della sentenza. La Cassazione gli ha dato ragione e torto al tempo stesso. La Suprema Corte infatti, con la sentenza 24734 depositata il primo luglio, ha chiarito la differenza che passa fra danneggiare un animale in quanto bene patrimoniale di proprietà e danneggiare un animale in quanto essere vivente con pieno diritto all’integrità fisica. E nel prestare questo chiarimento ha senz’altro dato ragione al ricorrente: nel caso in questione si applica l’articolo 544 ter del Codice Penale. Ma ha anche aggravato la posizione dell’uomo, addebitandogli un reato molto più grave. Lo riconoscono gli stessi giudici: “Rileva il Collegio che il ricorrente non ha interesse a che gli venga contestato il delitto di cui al-
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l’art. 544 ter c.p., che - in quanto punito con la pena da tre mesi ad un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro è più grave del delitto ritenuto in sentenza”. Dunque, chi procura lesioni gravi a un animale e lo sevizia senza motivo e con crudeltà risponde di maltrattamenti di animali, un preciso capo di imputazione introdotto nel codice penale dalla Legge 189/2004. Il delitto di maltrattamenti di animali si configura come reato a dolo specifico, nel caso in cui la condotta lesiva dell'integrità e della vita dell'animale, che può consistere sia in un comportamento commissivo come omissivo, sia tenuta per crudeltà, e a dolo generico quando essa è tenuta senza necessità. I giudici di legittimità hanno infatti chiarito che il reato di maltrattamenti di animali "si differenzia dal reato ex art. 638 c.p, rientrando tale disposizione tra i delitti contro il patrimonio, in cui il bene protetto è la proprietà privata dell'animale, sicché muta l'elemento soggettivo, costituito, nel reato di cui all'art. 638 c.p., dalla coscienza e volontà di produrre, senza necessità, il deterioramento, il danneggiamento o l'uccisione di un animale altrui e nel quale, diversamente dal delitto di cui all'art. 544 ter c.p., che tutela il sentimento per gli animali". Se prima l'animale era tutelato in quanto "oggetto" di proprietà di qualcuno, oggi invece l'ordinamento lo tutela come essere vivente. Nella sentenza: “Considerato poi che il concetto di deterioramento di cui all’art.638 c.p. implica la sussistenza di un danno giuridicamente apprezzabile, mentre per le lesioni all’integrità fisica di cui all’art. 544 ter c.p. è necessario il verificarsi di una malattia atta a determinare una alterazione anatomica o funzionale dell’organismo anche non definitiva, ritiene il Collegio che, avendo riportato il cane evidenti ferite da taglio atte a determinare comunque un’alterazione anatomica significativa, la fattispecie rientri nella previsione di cui all’art. 544 ter c.p.”. ■
ART. 638 - UCCISIONE O DANNEGGIAMENTO DI ANIMALI ALTRUI
ART. 544-TER. MALTRATTAMENTO DI ANIMALI
“Chiunque senza necessità uccide o rende inservibili o comunque deteriora animali che appartengono ad altri è punito, salvo che il fatto costituisca più grave reato, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a lire seicentomila. La pena è della reclusione da sei mesi a quattro anni, e si procede d'ufficio, se il fatto è commesso su tre o più capi di bestiame raccolti in gregge o in mandria, ovvero su animali bovini o equini, anche non raccolti in mandria. Non è punibile chi commette il fatto sopra volatili sorpresi nei fondi da lui posseduti e nel momento in cui gli recano danno”.
“Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell'animale”.
La professione in forma associata è soggetta all’Irap
'esercizio in forma associata di una professione liberale è soggetta all'Irap. La Cassazione è tornata sul contenzioso fiscale sull'Imposta regionale sulle attività produttive e con una sentenza del 15 giugno scorso ha sancito che lo studio associato è idoneo a far presumere l'esistenza di una organizzazione "autonoma", ovvero del presupposto impositivo. Per organizzazione "autonoma" il Fisco intende una organizzazione che produce un reddito che non è esclusivamente frutto delle singole capacità del professionista, ma che è in grado, per come è strutturata ed organizzata, di essere di per sé produttiva. In particolare, per la Cassazione in una associazione professionale il reddito deriva "dalla reciproca collaborazione e competenze, ovvero dalla sostituibilità nell'espletamento di alcune incombenze". I proventi dello studio associato vanno quindi assoggettati ad Irap. La sentenza è destinata a far discutere, perché in contrasto con altri precedenti giurisprudenziali sempre della Suprema Corte, riconoscendo per gli studi associati una incidenza marginale dell'aspetto organizzativo e quindi una prevalenza della componente in-
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tellettuale-professionale, quella componente che distingue le professioni dall'impresa e sulla quale fanno leva i ricorsi dei liberi professionisti. Sin dalla sua introduzione, l'imposta è stata oggetto di diverse critiche ed anche di alcuni ricorsi alla Corte Costituzionale per presunti vizi di costituzionalità. Particolarmente importante la sentenza 156 del 2001, nella quale la Corte respingendo diverse questioni di legittimità sull'Irap, ha individuato il presupposto dell'imposta nel valore aggiunto prodotto da attività autonomamente organizzate. Alla pronuncia sono seguite decine di sentenze delle Commissioni Tributarie, confermate anche in Cassazione, tendenti ad escludere il pagamento dell'imposta e ad ammetterne il rimborso per i lavoratori autonomi privi di autonoma organizzazione. La stessa Agenzia delle Entrate ha accolto la tesi della necessità dell'autonoma organizzazione per i lavoratori autonomi, dando istruzioni agli uffici per l'abbandono del rilevante contenzioso in corso. Le innumerevoli sentenze in materia di autonoma organizzazione hanno ormai fissato due principi, la cui prova deve essere fornita dal contribuente: non devono essere presenti lavoratori dipendenti o collaboratori; i beni strumentali devono limitarsi al minimo indispensabile per l'attività svolta. ■
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SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
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NUOVE TENDENZE IN ORTOPEDIA CANINA E FELINA 66° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC BOLOGNA BolognaCongressi 17-18 SETTEMBRE 2010
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8 Fisco Redditi e contabilità
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L'attività di allevamento è a cavallo fra il reddito agrario e il reddito d'impresa sto per gli altri animali". Per l'allevamento di cani occorre un ettaro di terreni di prima fascia per allevare 87,48 animali; per ogni cane allevato in eccedenza il reddito è pari a 7,02 euro ( importo raddop-
piato se l'impresa è una ditta individuale senza dipendenti). Le imprese di allevamento eccedenti i limiti del reddito agrario devono tenere il libro di carico e scarico degli animali allevati. ■
Un cane da guardia è un costo per la sicurezza, quindi è deducibile n cane da guardia può essere considerato al pari di una telecamera o al servizio di una guardia notturna? Le spese sostenute per il mantenimento di un cane da guardia a una struttura industriale possono essere quindi considerate deducibili dal reddito di impresa? La relativa IVA può essere detraibile? Le domande hanno incontrato la risposta affermativa dell'Esperto risponde de Il Sole-24 Ore. Il costo per il cane da guardia secondo il comma 5 dell'articolo 109 del DPR 917/86 potrebbe essere dedotto solo "nella misura in cui si riferisce ad attività o beni da cui derivano ricavi o altri proventi che concorrono a formare il reddito". In via interpretativa si dà spazio oggi a un concetto sicuramente più ampio di inerenza, inteso come rapporto tra i costi medesimi e la più generale attività d'impresa. Il costo per un cane da guardia potendo rientrare nei costi per la sicurezza dell'impianto è quindi deducibile in quanto suscettibile di essere riferito all'attività dell'impresa e quindi nell'interesse del suo programma economico sia pure in via soltanto indiretta. Per quanto riguarda l'IVA l'articolo 19, comma 1 dello stesso Dpr dispone che è ammessa in detrazione l'IVA relativa a beni e servizi importati o acquistati nell'esercizio di impresa. Il mante-
U l provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 17 giugno scorso, ha confermato i criteri già individuati con il decreto 20 aprile 2006, che aveva introdotto per la prima volta la voce "cani" nelle categorie di animali. I criteri sono necessari per stabilire se l'allevamento è fiscalmente considerabile attività agricola o di impresa. Nel numero dei capi allevati si individua il discrimine. L'attività di allevamento è a cavallo fra il reddito agrario e il reddito d'impresa. Il riferimento per il discrimine è il Tuir (Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917) che considera attività agricole quelle "dirette all'allevamento di animali con mangimi ottenibili per almeno un quarto dal terreno" e che prevede che per ciascuna specie di animali sia fissato "il numero dei capi, tenuto conto della potenzialità produttiva dei terreni e delle unità foraggere occorrenti a seconda della specie allevata". Oltre quel determinato numero di capi, la stes-
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sa attività di allevamento per il Fisco genera un reddito di impresa, a cui si applica un criterio di determinazione del reddito di tipo "forfetario", a meno che l'allevatore non opti per la determinazione analitica della componente d'impresa. In questo caso l'importo si ottiene moltiplicando il numero di capi eccedenti per il valore medio del reddito agrario per, ancora, un coefficiente idoneo a tener conto delle incidenze dei costi relativi alle diverse specie allevate. L'attività cinotecnica era già stata inquadrata nel settore agricolo dalla legge 23 agosto 1993 n. 349; il successivo decreto di attuazione 28 gennaio 1994 ha stabilito che l'attività di allevamento di cani assume natura di impresa quando l'allevamento abbia per oggetto almeno cinque fattrici le quali annualmente producano almeno trenta cuccioli. Con una circolare, l'Agenzia delle Entrate aveva anche chiarito che "nel computo dei cani allevati si devono conteggiare anche i cuccioli dal momento della nascita, diversamente da quanto previ-
nimento di un cane da guardia può rientrare fra questi servizi? Anche in questo caso la detraibilità dell'IVA potrebbe essere considerata. In entrambi i casi è essenziale però essere in grado di dimostrare, di fronte ad un controllo da parte dell'amministrazione fiscale, la reale necessità di servizi di sicurezza a protezione della struttura e fra questi un cane da guardia. Il Ministero delle Finanze, di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole, ha stabilito per decreto i criteri per la determinazione del reddito derivante dall'allevamento di animali, valevoli per il biennio 2009-2010. ■
IL PRINCIPIO PER CASSA
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professionisti sono obbligati a tenere la contabilità secondo il principio per cassa. Cosa significa questo? Che le prestazioni professionali sono imponibili dal punto di vista fiscale solo dal momento in cui i relativi compensi sono incassati. Inizialmente, l'Agenzia delle entrate aveva contestato ad un libero professionista l'attribuzione dell'anno fiscale per un versamento ricevuto da un suo cliente per una prestazione. Il pagamento era avvenuto con consegna di assegno circolare a fine anno 2008 ma l'assegno era stato versato sul conto corrente del professionista solo all'inizio del 2009 e quindi era stato considerato nella contabilità del secondo anno. Successivamente, l'Agenzia delle entrate ha dato ragione al contribuente e, con una sua circolare, ha ribadito che il momento che conta è quello in cui il professionista incassa veramente l'importo avendolo disponibile sul proprio conto corrente. Precisa infatti l'Agenzia che: "non assume rilievo, pertanto, né la data della valuta, ovvero quella da cui decorrono gi interessi, né il momento in cui il dante causa emette l'ordine di bonifico, né quello in cui la banca informa il professionista dell'avvenuto accredito" ma solo il momento della reale disponibilità dell'importo.
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10 Attualità Sicurezza alimentare
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Controlli rafforzati sui veicoli che trasportano alimenti Allo studio un protocollo d’intesa fra il Ministero della Salute e la Polizia Stradale l Sottosegretario Francesca Martini ha risposto in Commissione Affari Sociali all'interrogazione dell'On. Gianni Mancuso riguardante i controlli sui veicoli che trasportano alimenti di origine animale sulla rete autostradale. Ricordando che i controlli sui trasporti di alimenti sono disciplinati dal
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Regolamento comunitario CE n. 852/2004, il Sottosegretario ha annunciato che "la Direzione generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione di questo Ministero sta predisponendo il testo di un protocollo di intesa, al fine di sottoporlo alla valutazione della polizia stradale che ha rappresentato, quale esigenza primaria, l'individuazione delle aree di
sosta-deposito nelle quali scaricare le merci in seguito a provvedimenti di fermo del mezzo (sia per i casi di violazione al codice della strada che nei casi di violazione alle norme sanitarie), nonché l'individuazione nel territorio nazionale di referenti da contattare in ogni caso di riscontro di violazioni di carattere sanitario".
Nella risposta si legge inoltre che "al fine di coordinare l'attività di controllo svolta dalla polizia stradale, ma anche dalle altre forze di polizia, con le attività di controllo effettuate sul territorio da parte delle Autorità sanitarie, in particolare dalle ASL ma anche dagli Uffici periferici del Ministero della salute (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera; Uffici veterinari per gli adempimenti comunitari; Posti di ispezione frontalieri) già sono stati avviati, e sono tuttora in corso, incontri con il Ministero dell'interno e con il Comando centrale della polizia stradale". Gianni Mancuso si è dichiarato soddisfatto, ritenendo che "il protocollo di intesa costituisca lo strumento più idoneo al fine di coordinare l'attività dei servizi veterinari con quella delle forse di polizia e, in particolare, della polizia stradale". ■
L’OSSERVATORIO UFFICIALE
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l sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha ufficializzato l’istituzione presso il Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti del ministero della salute, l'osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori e sull'attività di medicina veterinaria pubblica. L'osservatorio è stato istituito allo scopo di garantire, per il tramite di un organismo interistituzionale, continuità ed efficacia all'azione promossa a tutela di sicurezza dei veterinari pubblici. Il sottosegretario Martini a tale proposito ha dichiarato: "Ho sempre sostenuto l'importanza del ruolo dei medici veterinari nell'ambito della sanità pubblica sia per le garanzie di sicurezza alimentare che per quanto riguarda la tutela della salute e del benessere degli animali. Questi professionisti che operano quotidianamente al servizio della collettività, in alcuni contesti ambientali, sono vittima di intimidazioni e a volte di vere e proprie aggressioni criminali". "Mi sento particolarmente vicina a tutti i rappresentanti delle istituzioni che, con grande senso di responsabilità, continuano a svolgere il loro dovere e per questo motivo ho voluto istituire l'osservatorio che si prefigge l'obbiettivo di fare emergere le situazioni di rischio e ristabilire la legalità".
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12 Eventi Veterinari
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AGGIORNAMENTI DI MEDICINA DEGLI ANIMALI ESOTICI 9-10 Ottobre 2010, Palazzo Trecchi, Cremona
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI
COORDINATORE SCIENTIFICO
Il programma di questa giornata vuole offrire ai partecipanti la possibilità di ricevere informazioni estremamente recenti, sia da un punto di vista terapeutico che diagnostico. Tutte le relazioni sono di 25 minuti + 10 di discussione
Marco Bedin
MODERATORE: Cristina Stocchino
OBIETTIVI
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Lo sviluppo della medicina veterinaria continua ad una velocità talmente elevata che è complesso anche per gli specialisti riuscire ad essere aggiornati su ogni argomento.
PROGRAMMA SCIENTIFICO Sabato 9 Ottobre 2010 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze
9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione dei relatori ed inizio dei lavori SESSIONE CONIGLIO DA COMPAGNIA E RODITORI 9.30 Otite media e interna nel coniglio Massimo D’Acierno 10.15 Esoftalmo nel coniglio Giuseppe Visigalli 10.40 Pausa SESSIONE RETTILI
CORSI SALUTE E SICUREZZA ANMVI Da inviare in busta chiusa a ANMVI - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona oppure al fax 0372-457091 entro il 25 ottobre 2010, allegando l’attestazione di versamento
IL SOTTOSCRITTO COGNOME……....................................................................……… NOME……….........................................................…. VIA ....................................................................................................................................................................................... CAP, CITTÀ E PROVINCIA ................................................................................................................................................. TELEFONO….....................................................................…..CELL……...........................….....................………………… EMAIL .................................................................................................................................................................................. CODICE FISCALE ............................................................................................................................................................... ORDINE DEI VETERINARI DI ........................................................ TESSERA N. …............................................…………
CHIEDE DI ISCRIVERSI AL (spuntare il corso o i corsi prescelti) ❑ Corso per datori di lavoro in struttura veterinaria 4-5 Novembre VERSANDO LA QUOTA DI € 140,00 + IVA (20%) 12 crediti ECM
❑ Corso per addetti al primo soccorso, 6-7 Novembre 2010 VERSANDO LA QUOTA DI € 120,00 + IVA (20%) 10 crediti ECM
❑ Corso per Addetti all’antincendio, attività a rischio basso 6 Novembre 2010 VERSANDO LA QUOTA DI € 80,00 + IVA (20%) 3 crediti ECM
VERSANDO MEDIANTE (è possibile effettuare un unico versamento per più corsi) ❑ vaglia postale intestato a EV soc. cons. A.R.L. Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona (si prega di indicare la causale del versamento. Allegare fotocopia del versamento) ❑ tramite carta di credito ❍ Carta sì ❍ Mastercard ❍ Visa (non si accettano carte elettroniche) Intestata a ………………………………………………………… Numero della carta (3 numeri sul retro) Scadenza (mese e anno) FATTURAZIONE La fattura dovrà essere intestata a: ..……………………………….........................…………………….. Domicilio fiscale…………...……………………………………… PARTITA IVA CODICE FISCALE (solo se non in possesso di Partita IVA) DATA……………………...…………………………………… FIRMA…………………..…………...……...……………………….. ATTIVAZIONE DEL CORSO I corsi saranno attivati solo in caso di raggiungimento di un quorum minimo di presenze che sarà stabilito dall’organizzazione. In caso di mancata attivazione si darà luogo al rimborso della quota versata. Non verranno accettate più di 50 domande di iscrizione. Agli iscritti verrà inviata una comunicazione solo in caso di mancata accettazione. RINUNCE Le richieste di rinuncia verranno totalmente rimborsate solo se pervenute entro 10 gg dalla data di inizio del corso. In caso contrario l’amministrazione non darà luogo a rimborso alcuno. PRIVACY Ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (G.U. 29 luglio 2003, Serie generale n. 174, Supplemento ordinario n. 123/L), il sottoscritto acconsente al trattamento dei dati sopra indicati, consapevole che l’esecuzione dei servizi richiesti non può avere luogo senza le comunicazioni dei dati personali all’ANMVI e/o ai soggetti a cui la stessa deve rivolgersi.
FIRMA…………………...……...……...……...……...……...……..
11.15 Immunologia nei rettili Marco di Giuseppe 11.50 Un caso di ileo in una iguana rinoceronte Simone Agostini 12.25 Pausa Pranzo SESSIONE PSITTACIFORMI 14.00 Gestione dei lori e lorichetti Fabio Pelicella 14.35 Gestione in cattività dei gechi Tommaso Giorgi 15.10 Il paziente che collabora: addestramento degli animali esotici alle principali manualità cliniche Sara Mainardi 15.45 Pausa SESSIONE RAPACI 16.15 Risoluzione chirurgica in un caso di distocia in un falco di harris Tommaso Collarile 16.50 Problematiche specifiche nel recupero del rondone Renato Ceccherelli 17.25 I Galliformi come pet Tamara Vela Gil 18.00 Discussione e termine della giornata
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12.25 12.40
Domenica 10 Ottobre 2010 SESSIONE FURETTO Diagnosi e trattamento di una massa addominale in un furetto Marco Bedin Nuove metodologie diagnostiche nel campo dei volatili ornamentali Dania Bilato Un caso di micobatteriosi in un furetto Carlo Paoletti Pausa SESSIONE NUOVI RELATORI Approccio al topo e al ratto come animale da compagnia Cristiano Papeschi Patologie gestionali e riproduttive del cincillà Daniele Petrini Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale Consegna degli attestati di partecipazione e termine dell’evento
L’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE in regola con l’iscrizione 2010. Non è richiesta la preiscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede d’incontro presentandosi alle ore 8.30 presso la segreteria. PER INFORMAZIONI Segreteria SIVAE Elisa Feroldi - Tel. 0372/40.35.00 info@sivae.it
CONVEGNO NAZIONALE SIVAR ORIGINE UTERINA DELL’INFERTILITÀ BOVINA: IL PROGETTO UTEROFERT Cremona, Palazzo Trecchi, 30 Settembre 2010 RELATORI Gaetano DONOFRIO Maura FERRARI Andrea GALLI Cesare GALLI Giovanna LAZZARI Mario LUINI Martin SHELDON PER INFORMAZIONI SIVAR - Paola Orioli Tel. 0372-40.35.39, Fax 0372-40.35.54 info@sivarnet.it, www.sivarnet.it
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Le lesioni della spalla nel cane Calcificazione del tendine del sopraspinato e instabilità tra le patologie trattate da James Cook a Rimini
di MARIA GRAZIA MONZEGLIO el cane, l’articolazione della spalla è frequentemente sede di patologie infiammatorie e degenerative responsabili di fenomeni dolorifici e conseguenti gravi zoppie. Il corretto approccio diagnostico e terapeutico alle artropatie della spalla è stato illustrato da James L. Cook (DVM PhD Dipl. ACVS, Missouri, USA) al 65° Congresso Multisala SCIVAC di Rimini (2830 maggio 2010). Le patologie più frequenti a carico dell’articolazione scapolo-omerale sono la calcificazione del tendine sopraspinato, l’instabilità di spalla, la contrattura dell’infraspinato, la tenosinovite bicipitale e le patologie di natura traumatica. Inoltre non deve essere sottovalutata l’incidenza di patologie neoplastiche, come l’osteosarcoma, e di disordini neurologici. Per questo è necessario compiere una visita accurata che tenga conto di tutte le possibili cause di zoppia. Tra queste, la calcificazione del tendine del muscolo sopraspinato è una patologia frequentemente riportata, ma che presenta degli aspetti controversi in quanto non sempre è accompagnata da una sintomatologia clinica evidente. La palpazione dell’arto, in questi casi, non è in grado di evidenziarne la presenza, in quanto non sempre è presente dolore. La presenza di calcificazioni potrebbe essere, infatti, un riscontro occasionale in se-
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de di radiografie per altri motivi. La diagnosi, quindi, si avvale di un esame radiografico in flessione con direzionalità cranioprossimale-craniodistale, tangenziale all’articolazione. L’esame ecografico, oltre a evidenziare lesioni o punti di infiammazione del tendine, è in grado di evidenziare la presenza di punti calcificati sottoforma di foci iperecoici con cono d’ombra posteriore. La terapia prevede periodi di riposo, associati alla somministrazione di FANS, in preparazione dell’intervento chirurgico di rimozione delle calcificazioni. L’instabilità di spalla è una patologia dovuta ad alterazioni dei tessuti molli periarticolari. L’instabilità può essere laterale e multidirezionale ma la tipologia più frequentemente riscontrata è quella mediale (MSI). Il segnalamento vede più colpiti soggetti di taglia medio-grande, con un peso tra i 16 e i 60 kg, con una intensa attività fisica. L’eziologia non è ancora chiara ma sembra sia in parte responsabile un danno cronico da eccessivo utilizzo dell’arto, in concomitanza di ripetuti microtraumi ricevuti durante lo sviluppo della patologia. L’MSI si presenta con zoppia e dolore alla palpazione, lassità articolare e anormalità della porzione mediale della capsula, del tendine sottoscapolare e soprattutto del legamento gleno-omerale dorsale. Proprio quest’ultimo, secondo Cook, è il più importante stabilizzatore della spalla: se in qualche modo viene lesionato, c’è il rischio che l’articolazione si lussi. Alla visita, la cosa più importante è, se possibile, localizzare la lesione osservando la presenza di atrofie muscolari, alterazioni dell’andatura con variazioni della falcata e rigidità nel movimento dell’arto. La palpazione deve essere eseguita sia con l’animale sveglio che in sedazione in quanto la dolorabilità derivante da zoppie algiche, a differenza di quelle meccaniche, scompare durante la sedazione. Occorre valutare l’angolo di abduzione, che valuta appunto il legamento sopraglenoideo, e il compartimento mediale assieme al tendine soprascapolare attraverso l’esecuzione del test del cassetto della spalla. Queste valutazioni vanno eseguite in entrambe gli arti e devono tenere conto di valori angolari di riferimento standardizzati nel cane: spalle normali presentano un angolo di abduzione di 32,6 ± 2,0°, mentre soggetti patologici presentano angoli di 53,7 ± 4,7°. A questo punto, per compiere una diagnosi corretta, il veterinario si deve avvalere della diagnostica per immagini: l’esame ecografico è essenziale per valutare la concomitanza
di danni muscolo-tendinei, mentre l’artroscopia evidenzia palesemente le strutture danneggiate. La terapia, in questi soggetti, prevede innanzitutto la stabilizzazione funzionale attraverso il ripristino delle strutture muscolari favorendo, così, la stabilizzazione dinamica. Se il problema non si risolve attraverso un approc-
cio di tipo conservativo, è possibile intervenire chirurgicamente: in nessun soggetto si ha un ripristino completo della funzionalità articolare, ma la prognosi è comunque migliore rispetto a patologie proprie di articolazioni come quella del gomito. *Si ringrazia Marco Zanatta (Med Vet, Bologna) per i dati forniti. ■
La frequenza cardiaca è correlata al peso corporeo?
el cane è stata descritta un'associazione tra la frequenza cardiaca e il peso corporeo e si ritiene comunemente che nei cani di piccola taglia la frequenza cardiaca sia più elevata rispetto ai cani di grossa taglia. Uno studio ha voluto verificare l'ipotesi nulla che, nella pratica clinica veterinaria, il peso corporeo non influenzi la frequenza cardiaca registrata nel cane sano. Secondariamente, lo studio ha determinato se altre variabili, come il sesso, la morfologia della razza, l'età e il carattere dell'animale avessero un effetto significativo sulla frequenza cardiaca registrata nel cane in ambito clinico.
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Tali indagini sono state condotte in due diversi studi: un'analisi retrospettiva su 243 registrazioni elettrocardiografiche e uno studio prospettico basato su 153 visite cliniche standardizzate. Entrambi gli studi separati non mostravano alcuna correlazione significativa tra frequenza cardiaca e peso corporeo (P=0,5705 e P=0,4682, rispettivamente). I caratteri morfologici di razza e il sesso non sembravano influenzare la frequenza cardiaca registrata in queste circostanze. I cani di età inferiore a un anno sembravano invece avere una frequenza cardiaca significativamente superiore a quella dei cani di età maggiore (P < 0,05). Infine, il carattere del cane aveva un'influenza significativa sulla frequenza cardiaca: valori inferiori venivano registrati nei cani rilassati e frequenze maggiori si documentavano nei soggetti nervosi ed eccitati (P < 0,05). Frequenze cardiache normali, concludono gli autori, possono essere erroneamente interpretate come bradicardia o tachicardia se il peso corporeo viene considerato come un fattore determinante. Invece, la frequenza cardiaca nel cane sano sottoposto a una visita clinica di routine è correlata al carattere e all'età (se il soggetto ha meno di 12 mesi), mentre non sembra essere correlata al peso corporeo del paziente. (M.G.M.) *“Lack of correlation between canine heart rate and body size in veterinary clinical practice” Ferasin L, Ferasin H, Little CJ. J Small Anim Pract. 2010 Jun 10. [Epub ahead of print] ■
INTERSESSUALITÀ NEL CANE: UNA NUOVA CLASSIFICAZIONE
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egli animali domestici, l’intersessualità è un'anomalia congenita rara. È stata descritta in numerose specie, quali suino, capra, cavallo, gatto e cane. Uno studio fornisce una revisione delle varie condizioni di intersessualità conosciute nelle diverse razze canine. Ogni caso è stato riclassificato sulla base della costituzione delle gonadi, delle anomalie dell'apparato riproduttore presenti e del cariotipo, e classificato in accordo agli stadi del normale sviluppo sessuale, dando luogo a tre categorie principali: (1) anomalie dei cromosomi sessuali, (2) anomalie dello sviluppo sessuale delle gonadi e (3) anomalie dello sviluppo sessuale fenotipico. La riclassificazione ha permesso di rilevare che lo schema classificativo e la terminologia attuali vengono utilizzati in maniera incostante in letteratura, mascherando la reale prevalenza e fre-
quenza delle varie condizioni di intersessualità nel cane. Lo studio, ai fini di stabilire una diagnosi individuale precisa e definita, propone una nuova nomenclatura sulla base di quanto recentemente raccomandato nell'uomo. La nuova terminologia si basa sulla costellazione gonosomica e sulla costituzione delle gonadi, contribuisce a una classificazione sistematica dei casi di intersessualità canina e sostituisce le comuni ma secondo gli autori fuorvianti diagnosi di "ermafrodita vero" e pseudoermafrodita". "Disorders of sex development in the dog-Adoption of a new nomenclature and reclassification of reported cases” Poth T, Breuer W, Walter B, Hecht W, Hermanns W. Anim Reprod Sci. 2010 Apr 24. [Epub ahead of print]
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Farmacoresistenza: il mondo deve reagire urgentemente Un problema in forte crescita nei paesi ricchi e in via di sviluppo. Rapporto del CDG gligenze nei confronti della farmacoresistenza e di guidare l'azione coinvolgendo tutte le parti interessate. L'analisi mostra che esiste un forte legame tra il volume di farmaci utilizzati e la comparsa di farmacoresistenza, soprattutto laddove il controllo sull'uso appropriato dei farmaci e il monitoraggio della loro efficacia è debole.
n nuovo rapporto del Gruppo di lavoro sulla farmacoresistenza del Centro per lo sviluppo globale (Center for Global Development's Drug resistance working group) invoca un'azione globale urgente per affrontare la crisi crescente della resistenza ai farmaci. A causa di quest'ultima, il mondo sta perdendo la capacità di combattere un'ampia gamma di gravi e comuni malattie. La farmacoresistenza è inevitabile, ma la negligenza nell'uso e nella fornitura di medicine la stanno inutilmente accrescendo. La farmacoresitenza è un problema serio che non riceve attenzioni serie. Ad esempio, i lodevoli sforzi per migliorare la salute dei paesi in via di sviluppo, aumentando la disponibilità di farmaci contro malattie come malaria, HIV e tubercolosi stanno purtroppo avendo un grave, non voluto ma contrastabile effetto collaterale: l'accelerazione della farmacoresistenza. Anche paesi ricchi hanno problemi di resistenza ai farmaci. Tra questi, i "superbatteri" come l’MRSA (Methicillin-resistant Staphylococcus aureus) sono passati rapidamente dal 2% a più del 50% delle infezioni stafilococciche in molti ospedali degli Stati Uniti tra il 1974 e il 2004. L'MRSA miete oggi più vittime dell’HIV, negli USA. Nei paesi in cui il consumo dei antibiotici è maggiore, il 75-90% dei ceppi di Streptococcus pneumoniae è già antibiotico resistente. Il rapporto invita l'Organizzazione mondiale della sanità a rimediare a un decennio di ne-
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Vet Journal è un periodico di informazione scientifica di proprietà di E.V. srl iscritto nel Pubblico Registro della Stampa periodica presso il Tribunale di Cremona al n. 396 dal 18.12.2003. È diretto dal dottor Enrico Febbo e dalla dottoressa Maria Grazia Monzeglio. Fornisce un flusso informativo continuo sugli eventi della medicina veterinaria e sul mondo delle bioscienze, con tre edizioni alla settimana.
Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo
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Il rapporto indica per la prima volta i fattori chiave della resistenza alle malattie, un insieme di lacune tecnologiche, comportamenti che conducono all'utilizzo inappropriato delle medicine, debolezza dei sistemi sanitari, scarsa qualità dei farmaci e uso eccessivo degli antibiotici in agricoltura. Tra le quattro raccomandazioni principali in-
dicate dal rapporto per la lotta globale alla resistenza ai farmaci, ci sono l'identificazione della resistenza in tempo reale, la garanzia della catena produttiva farmaceutica, il rafforzamento delle regole e l'accelerazione della ricerca e dello sviluppo di nuove medicine. (M.G.M.) *Il rapporto è scaricabile dal sito del CDG. ■
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PM: un gruppo che vale una società Cresce l’interesse per il Practice Management di MARCO VIOTTI Coordinatore del Gruppo di Studio di Practice Management ANMVI omenica 13 giugno 2010 si è svolto il secondo dei tre incontri previsti del gruppo di practice management ANMVI nell’accogliente Sala Violini; quest’anno il leit motiv degli incontri del grup-
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Dott. Manfredi ha cercato di tracciare una fotografia della realtà veterinaria italiana prendendo come spunto uno dei suoi ultimi articoli in cui si parlava della redditività della medicina veterinaria in Italia; inutile dire che le sue affermazioni hanno sicuramente colpito i presenti ed offerto numerosi spunti di riflessione per il futuro della nostra professione. Il Dott. Stefano Zigiotto, da sempre membro attivo del gruppo, ha presentato una relazione su prezzi e tariffe dove si poneva l’accento sul
po è l’approfondimento del manuale di management pubblicato da ANMVI composto da tre macrocapitoli: comunicazione e risorse umane, gestione economica di struttura veterinaria e, infine, pubblicità e web marketing. Il tema della giornata è stato la gestione economica. Per la prima volta di fronte ai circa 50 intervenuti, ha introdotto i lavori il Dott. Antonio Manfredi, direttore di ANMVI e SCIVAC e collaboratore attivo del gruppo di management. Il
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Bologna (Italy) - September 15th - 18th, 2010 Information and Registration: www.wvoc2010.eu - info@wvoc2010.eu Early Registration at lower cost before July 10th, 2010 Erika Taravella: Tel. 0372 403509
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SMALL ANIMAL PROGRAM Pre-Congress Courses • Arthrodesis wetlab • TTA drylab • Hybrid external Fixation drylab • IEWG Workshop with film reading session • ALPS drylab • AO Locking plates drylab • SOP drylab • TTO drylab Congress Main Seminars • Complications • The stifle • Facial trauma • Elbow
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Hip trauma Revisions Tools to measure clinical success Hot topics Distal Limb trauma Patellar Luxation Legislation Locking plates SCIVAC SATELLITE SYMPOSIUM New trends in canine and feline orthopaedics
Pre-Congress Seminars • Osteoarthritis • Sports Medicine
• Fixin Day • Arthroscopy working group • New Strategies in Pain Control Congress In-depth Seminars • Juvenile HD • Biomedtrix • Physiotherapy • Limb Deformities • Surgical Revisions in THR • Pathogenesis of cruciate disease • Limb Alignment in patellar luxation • Distal Limb Trauma • Challenging fractures • Arthrex news
EQUINE PROGRAM • Interactive Advanced Equine Lameness and Imaging, Panel: meeting with Dr Mark Martinelli
Pre-Congress Courses • Stemcell and PRP Lab • MRI Reading Lab • Lameness LocatorTM Lab Pre-Congress Seminars • SIVE SATELLITE SYMPOSIUM Present and future in the diagnosis and treatment of equine joint diseases: meeting with Dr Wayne Mclllwraith
Congress In-depth Seminars • Subchondral bone injury • Advanced imaging • Critical review of biologic therapeutics • Joint rehabilitation • Advanced lameness diagnosis
BOVINE PROGRAM Bovine orthopaedics one day In-depth Seminar • Advanced lameness evaluation and imaging • Tenovaginoscopy
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prezzo percepito dal cliente, il prezzo psicologico e l’effettivo valore degli sconti; è seguito un acceso dibattito che ha traghettato il gruppo alla pausa caffè del mattino. Il prosieguo dei lavori mi ha invece visto iniziare le relazioni della giornata partendo dall’analisi delle tariffe che il centro studi del gruppo di management ha condotto nel 2009, le sorprese non sono mancate anche perché valutando le mode di tali dati si evidenziava una situazione tariffaria omogenea per gruppi di prestazioni su tutto il territorio italiano che sicuramente non teneva conto dei costi reali sostenuti dalle strutture. Arrivavamo così alla composizione del bilancio e dopo aver analizzato la qualità dei costi e dei ricavi, avvalendoci anche di esemplificazioni grafiche, definivamo il punto di pareggio fra costi e ricavi ovvero il “break even poin”. L’importanza gestionale della determinazione del punto di pareggio è fondamentale per sapere quale tariffa proporre per una determinata prestazione oppure per valutare quando (misurando il tempo) una struttura pareggia costi e ricavi totali valutando così l’efficienza della struttura stessa in termini di tempo: meno tempo impiega più sarà ottimale la sua gestione economica. Nel pomeriggio, dopo il pranzo, abbiamo ripreso gli argomenti del mattino proponendo casi studio: l’analisi di un bilancio di una clinica per vedere quando arrivava a pareggio e l’analisi del costo di una radiografia in funzione di una serie di parametri da impostare. I partecipanti si sono detti soddisfatti della giornata ma anche provati dai temi svolti, che vogliono sicuramente essere uno stimolo per riflettere sul come determiniamo le tariffe nelle nostre strutture; in linea teorica, in funzione dei costi, dovremmo avere tutti tariffe differenti per ciascuna prestazione. Questo significa che se, anche grossolanamente, tutti i colleghi definissero il prezzo della propria prestazione in funzione dei costi fissi e variabili della prestazione stessa forse non avremmo più problemi di sottotariffazione figlia del non sapere e del non preoccuparsi di sapere quale sia il margine di guadagno per ciascuna prestazione erogata, così rimanendo nell’oscurità tutto è possibile anche pensare di guadagnare quando in realtà stiamo facendo solo un giro di soldi. Colgo l’occasione per ringraziare il nostro sponsor storico, Hill’s, per il sostegno che continua a darci e per la fiducia accordataci quando abbiamo deciso di pubblicare il primo manuale di practice management offrendosi di sponsorizzarne la pubblicazione. ■
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18 Attualità Università
VETERINARIA 25 | 2010
Traguardo EAEVE per Padova e Pisa Altre due Facoltà di Medicina Veterinaria superano l’esame della European Association for Establishment of Veterinary Education. La soddisfazione dei Presidi Castagnaro e Poli al 22 giugno, la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Padova è stata inserita nella lista delle Facoltà Europee visitate ed approvate dalla EAEVE (European Association for Establishment of Veterinary Education). "Pur nella consapevolezza che questo è solo il primo passo verso una reale internazionalizzazione della formazione veterinaria e verso una cultura della valutazione - commenta il Preside Massimo Castagnaro - tutti i membri della facoltà, il personale docente e tecnico amministrativo e tutti gli studenti, hanno appreso con grande soddisfazione l'approvazione completa da parte della EAEVE". La Facoltà è stata visitata nella prima settimana di maggio da una Commissione di esperti composta da tre professori universitari, un libero professionista, un ricercatore di un Istituto di Ricerca ed uno studente che, per una settimana, hanno valutato attentamente l'organizzazione generale, le modalità, i contenuti e le finalità della formazione degli studenti in Medicina Veterinaria. La Commissione degli esperti ha scritto una relazione su cui poi si è basato il giudizio finale dell'ECOVE (European Committee on Veterinary Education), una commissione mista composta da membri della EAEVE e della FVE (Federation of Veterinarians). Nella lista, consultabile nel sito della EAEVE (http://www.eaeve.org/), sotto la voce "visited and approved establishment", compaiono le Facoltà di Medicina Veterinaria nelle quali vengono ritenuti adeguati i requisiti dell'Unione Europea per la formazione veterinaria. Il professor Castagnaro ha ringraziato, a nome della Facoltà, "le decine di colleghi che hanno collaborato - e continueranno a farlo - al progetto formativo di Padova, nella consapevolezza che la possibilità di una adeguata risposta del mondo veterinario alle sfide professionali inizia da una adeguata preparazione universitaria."
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L’obiettivo primario della EAEVE è di monitorare l’armonizzazione degli standard minimi di formazione universitaria per i medici veterinari, come da Direttiva Europea 2005/36. Nella foto i festeggiamenti alla Facoltà di Padova.
PISA Il 23 giugno scorso, anche la Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa è stata inserita nella lista delle Facoltà Europee visitate ed approvate dall'EAEVE (European Association for Establishment of Veterinary Education). Nel darne notizia, la presidenza della Facoltà spiega il processo di verifica e approvazione a cui è stata sottoposta la sede universitaria toscana. Nella prima settimana di dicembre del 2009, la Facoltà era stata sottoposta ad una severa visita da parte di una commissione di esperti della EAEVE, durante la quale sono state accuratamente esaminate le strutture utilizzate per la didattica, in particolare l'Ospedale Didattico Veterinario, le modalità di insegnamento ed i contenuti dei diversi corsi. Al termine di questa attenta valutazione la Facoltà è stata proposta per un'approvazione sotto condizione per un'unica deficienza
A MILANO DA 162 A 130 POSTI
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a Statale di Milano, su indicazione del Ministero dell'Università taglierà i posti disponibili del 20%. Per il prossimo anno accademico la Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano passerà da 162 posti a 130. Lo anticipa il Giornale che dalle pagine dedicate alla cronaca di Milano commenta i dati diffusi dalla Camera di Commercio sullo scarso indice di occupabilità in Lombardia della laurea in medicina veterinaria (il 44,7% dei veterinari laureati nel biennio 2007-2009 non risulta occupato). La programmazione "non è ancora stata uffi-
cializzata", precisa Carla Bernasconi, presidente dell'Ordine dei Veterinari di Milano che aggiunge: "sono anni che chiediamo un adeguamento del numero di accessi. Purtroppo le facoltà nascono e seguono logiche che nulla hanno a che fare con le necessità del mondo del lavoro". Anche in Lombardia, dove la Facoltà è una sola, il mercato del lavoro è saturo: a Milano l'inserimento nel mondo del lavoro dei medici veterinari è in progressivo e inarrestabile calo da almeno 4 anni, un arco di tempo monitorato e ben documentato dal Progetto Specula Lombardia. Il tavolo per la programmazione accademica si è riunito nei giorni scorsi, concludendo per un contenimento dei posti disponibili al di sotto del numero 1000. Mentre andiamo in stampa l’ANMVI ha sollecitato un nuovo urgente incontro per assicurare che l’indirizzo ministeriale al contenimento del numero programmato venga attuato fin dal prossimo anno accademico.
di categoria 1. Nella seduta del 2 febbraio scorso la commissione dell'ECOVE (European Committee on Veterinary Education), una commissione mista composta da membri della EAEVE e della FVE (Federation of Veterinarians), aveva invece ritenuto che la Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa non potesse essere inclusa tra le Facoltà ritenute approvate.
A questa decisione, sulla base delle norme previste nel regolamento dell'EAEVE, è stato presentato appello, discusso il 23 giugno scorso ed accolto. "La nostra Facoltà è stata quindi approvata per 5 anni - commenta il Preside Alessandro Poli - ed ha la possibilità, una volta risolta la deficienza rilevata, di chiedere una semplice rivisita che consentirà di estendere l'approvazione a 10 anni". L'approvazione della Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa tra quelle approvate dall'EAEVE è stata salutata "con grande gioia da tutto il personale della Facoltà - aggiunge il professor Poli - che ha visto la decisione dell'ECOVE come un giusto riconoscimento al lavoro fin qui svolto ed ai sacrifici compiuti per cercare di migliorare la formazione dei nostri studenti. "Questa approvazione - prosegue - è allo stesso tempo per noi un importante stimolo per completare i cambiamenti necessari per raggiungere la definitiva approvazione". "Sento il dovere di ringraziare - conclude il Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa - non soltanto tutto il personale docente e tecnico amministrativo della Facoltà per gli sforzi compiuti, ma anche tutti i colleghi dipendenti di Enti Pubblici e Liberi professionisti che, a diverso titolo, collaborano con noi con lo scopo di rendere la preparazione dei nostri studenti adeguata alle sfide professionali che verranno ad incontrare nel mondo del lavoro". ■
Di Pietro: il Miur non accetti la proroga delle cariche accademiche l senato accademico dell'università degli studi di Messina ha approvato la modifica dello statuto dell'ateneo per mantenere le attuali cariche accademiche (proroga del mandato in corso di esaurimento del rettore e dei presidi). La delibera di modifica è ora alla verifica degli uffici preposti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Il primo luglio l'On. Antonio Di Pietro ha presentato una interrogazione al Ministro dell'Università per sapere se "ritenga o meno di esercitare la facoltà di rinvio con richiesta di riesame in relazione alla delibera di modifica dello statuto". Nel suo atto ispettivo, Di Pietro si rifà a numerosi articoli di stampa riguardanti le vicende del rettore dell'università di Messina, indagato fra l'altro per un concorso per ricercatore alla facoltà di veterinaria, il cui processo è attualmente in corso. L'interrogante ricorda che il rettore è stato sospeso due volte dalle sue funzioni sia nel 2007 che nel 2009 dal giudice dell'udienza preliminare di Messina, "rientrando sempre al suo incarico e non presentando mai le dimissioni", sottolinea il parlamentare ricordando che "i dipendenti dell'università degli studi di Messina hanno inviato al Ministro interrogato
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un ricorso in opposizione alla richiesta di convalida delle decisioni assunte dal senato accademico, per la non approvazione del provvedimento stesso". Di Pietro cita il Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, in base al quale «Il dipendente mantiene una posizione di indipendenza, al fine di evitare di prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni, anche solo apparenti, di conflitto d'interessi. Egli non svolge alcuna attività che contrasti con il corretto adempimento dei compiti d'ufficio e si impegna ad evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all'immagine della pubblica amministrazione. ■
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L’esperto mette in evidenza l’importanza della vaccinazione contro il WNV
’evento del World Equestrian Games di quest’anno ha spinto un esperto di malattie degli equini a ricordare a veterinari e proprietari di cavalli quanto sia importante vaccinare i cavalli contro il virus West Nile (WNV), anche se non partecipano a questo evento. Questo incontro avrà luogo nel Kentucky, dal 25 settembre al 10 ottobre, e si attende la partecipazione dei migliori fantini e dei loro animali, provenienti da oltre 50 diversi paesi. “Poiché il WNV è endemico negli Stati Uniti, ai cavalli che partecipano ai giochi è vivamente consigliata la vaccinazione preventiva”, avverte il Dott. Peter Timoney del Gluck Equine Research Centre, presso la University of Kentucky. Questo consiglio è particolarmente importan-
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te, perché questi Giochi si terranno proprio nel periodo dell’anno in cui la trasmissione delle encefalomieliti virali equine, incluso il WNV, risulta più probabile. “Dopo l’uomo, il cavallo è la specie che viaggia maggiormente a livello internazionale. Per questo motivo, anche se una malattia non rappresenta un problema nel paese dove normalmente risiede l’animale, è importante considerare i rischi della malattia che si devono affrontare quando si viaggia e si visita un altro paese. Negli Stati Uniti, la malattia da virus West Nile è endemica fin dal 1999 e negli ultimi anni si è verificato un aumento del numero di epidemie anche in Europa, particolarmente in Italia, dove il virus West Nile viene ormai considerato endemico. L’unico modo per evitare che questa malattia divenga un problema sanitario in Europa è di implementare una gestione efficace della malattia, che deve sempre includere la vaccinazione” Solo un vaccino contro il virus West Nile è attualmente autorizzato in Europa. Il vaccino Duvaxyn WNV di Pfizer Animal Health è disponibile in Europa da oltre un anno e dalla sua introduzione, a livello globale, sono state utilizzate più di 30 milioni di dosi. È un vacci-
no spento a virus intero con adiuvante ed è stato sviluppato specificatamente in risposta alla comparsa della malattia da virus West Nile che rappresentava una nuova minaccia alla salute dei cavalli. È il vaccino per cavalli più ampiamente utilizzato negli Stati Uniti. Tuttavia, secondo il Dott. Timoney, non sono solo i cavalli che viaggiano che devono essere protetti: “Con l’avvicinarsi della stagione di massima trasmissione del virus West Nile, i proprietari di cavalli devono chiedere consigli sulla vaccinazione al loro veterinario. Come abbiamo imparato dall’esperienza negli Stati Uniti, una volta iniziata un’epidemia, può essere fin troppo tardi avviare la vaccinazione. È stato osservato che questo è un modo estremamente efficace di gestire questa devastante malattia. L’infezione da virus West Nile può avere gravi conseguenze sia dal punto di vista medico che del benessere degli animali e i proprietari dei cavalli devono prendere le appropriate precauzioni per ridurre al minimo i rischi di questa importante malattia virale.” La malattia viene trasmessa dalla puntura di zanzare infette e recenti ricerche suggeriscono che la diffusione del WNV possa essere associata allo spostamento delle zanzare.
Il rischio di infezione aumenta nei mesi più caldi, quando le zanzare sono attive. Per essere efficace, la vaccinazione deve essere eseguita prima che gli animali siano esposti alla malattia. Per ulteriori informazioni sul WNV, consultare il sito www.westnile.eu. Il Dott. Peter Timoney è vicepresidente del gruppo linee guida della PrEquID (Prevention of Equine Infectious Disease), formato da esperti in medicina del cavallo riconosciuti a livello internazionale. Il gruppo è stato formato per realizzare delle linee guida sulla prevenzione e il controllo delle malattie infettive del cavallo su base globale. ■
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VETERINARIA 25 | 2010
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Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni
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Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SIMVENCO IL RUOLO DELL’ALIMENTAZIONE NEL CONCETTO DI CURA: OLTRE I FABBISOGNI - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SIODOV CHIUSURA DELL’ACCESSO - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC MARCHE CHRONIC KIDNEY DISEASE E STADIAZIONE IRIS: NEFROPATIA CRONICA NEL CANE E NEL GATTO - Ancona - Hotel Sporting - VIA FLAMINIA 220 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO SIVAE “AGGIORNAMENTI DI MEDICINA DEGLI ANIMALI ESOTICI II” - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC CALABRIA L’ESAME CITOLOGICO QUANDO MENO TE LO ASPETTI: OVVERO QUANDO LA DIAGNOSI È LETTERALMENTE SOTTO I TUOI OCCHI - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC UMBRIA MYTHS AND MISCONCEPTIONS, OVVERO LEGGENDE E FALSE CONVINZIONI IN ODONTOSTOMATOLOGIA E CHIRURGIA ORALE VETERINARIA - Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia - Via San Costanzo 4 - ECM: Rich. Accred. - Per info: Monica Borghisani - Segr. Deleg. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC SARDEGNA PATOLOGIE TRAUMATICHE DELLO SCHELETRO APPENDICOLARE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per IN COLLABORAZIONE CON ASVAC informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it ITINERARIO DIDATTICO SIVAE “CORSO DI CHIRURGIA DEGLI ANIMALI ESOTICI” - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC 67° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC - EPATOLOGIA MEDICA E CHIRURGICA - Centro Affari e Convegni, Arezzo - Via Lazzaro Spallanzani - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it
Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl - Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa il 5 luglio 2010
SOLUZIONI
Risposta corretta: d)
QUIZ 2 clinica” – Milano, Marzo 2006 Scivac: “Nefrologia e Urologia 52° Congresso Nazionale Risposta corretta: b)
QUIZ 1
d Amlodipina e Una dieta a ridotto tenore di sodio
52° Congresso Nazionale
proteine di elevata qualità
a 80% b 60% c 40% d 20% e < 10%
Scivac: “Nefrologia e Urologia
a Furosemide b Un ACE inibitore c Una dieta contenente quantità aumentate di
2) Qual è la percentuale di gatti di Londra con nefropatia cronica che presenta una pressione arteriosa sistolica marcatamente elevata con alto rischio di danno organico terminale?
clinica” – Milano, Marzo 2006
1) Quale dei seguenti trattamenti sarebbe più appropriato in un cane con proteinuria (UPC - 1,2) e nefropatia cronica iperazotemica?
Professione Veterinaria 25-2010:ok
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Professione Veterinaria 25-2010:ok
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