Professione Veterinaria, Anno 2011, Nr 25

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8-07-2011

30 anni ®

LABORATORIO ANALISI VETERINARIE PER ANIMALI DA COMPAGNIA E DA REDDITO

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la VETERINARIA

PROFESSIONE

Da il nostro lavoro e la nostra esperienza al servizio dei Medici Veterinari Via Amedeo d’Aosta, 7 20129 MILANO tel. +39. 02. 29 40 46 36 fax +39. 02. 29 40 46 44 e-mail info@biessea.com analisi@biessea.com

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ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

25 2011

30 anni

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SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 8, numero 25 dal 4 al10 luglio 2011

Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona

RIABILITAZIONE EQUESTRE E DISABILITÀ

VETERINARIO SOTTO ACCERTAMENTO FISCALE

DESCRIZIONE DI UN CASO DI ANISAKIS

A LODI TUTTA LA FACOLTÀ ENTRO IL 2015

RICERCA OGM, UNA SENTENZA DEL TAR

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INTERLOCUTORI LEALI MA STUPITI

BREVI DDL FAZIO Mentre il Governo lavora alle liberalizzazioni delle professioni, in Parlamento avanza l'iter del Ddl C. 4274 per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie. Il 6-7-11 la discussione in Commissione Affari Sociali alla presenza del Ministro della Salute. Presentati emendamenti.

E-COMMERCE AISAD auspica e sollecita la regolamentazione delle vendite e delle cessioni on line, a titolo oneroso o gratuito, di animali d'affezione da compagnia. Tracciabilità necessaria contro illeciti e per la trasparenza delle attività. Allo studio una proposta di legge per dare garanzie al compratore finale a cominciare da identificazione e rintraccio del venditore.

MANOVRE

AGEA Scioglimento degli organi statutari e commissariamento di Agea. Su proposta del Mipaaf, il Presidente del Consiglio ha emanato il decreto che congela per “reiteiterati inadempimenti”, l’Agenzia degli organismi pagatori in agricoltura. Commissario è il Generale di Corpo d’armata Mario Iannelli.

UNIRE Il Ministro Romano conferma: l'Unire sarà ristrutturato. Prevista la rideterminazione delle strutture consultive dell'Ente, attraverso l'istituzione di un'unica Consulta permanente dell'ippica, con compiti esclusivamente consultivi e la partecipazione delle principali componenti del mondo ippico e di esperti del settore. Entro l'anno uno o più regolamenti per trasformare l'Unire in "Assi".

OGM L'UE importa notevoli quantità di prodotti da paesi terzi nei quali è diffusa la coltivazione di OGM. La maggior parte dei prodotti che possono contenere OGM sono destinati al settore dei mangimi. Con un nuovo regolamento la Commissione Europea ha disciplinato i controlli ufficiali dei mangimi che contengono materiale gm la cui procedura di autorizzazione sia in corso o scaduta.

REGISTRO "Un sistema di registrazione delle imprese e degli stabilimenti di produzione, trattamento, trasformazione, distribuzione, trasporto e commercializzazione che in ogni fase vengano in contatto con i prodotti". È questa in sintesi la proposta del Sen. Scarpa Bonazza Buora nel ddl presentato al Senato dopo i casi di E. coli

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Chi li capisce è bravo La “via dolorosa” del risanamento è il contrario di tutto quello che il Governo ha sempre detto e fatto. I professionisti sono allibiti A PAGINA 3

I liberi professionisti, soprattutto quelli che lavorano al fianco delle piccole e medie imprese, sono i primi a comprendere le necessità di rilancio dell’economia e l’urgenza di un rientro del deficit pubblico per scongiurare la sindrome greca. Ma ancora una volta stupisce il metodo: si preferisce imboccare la scorciatoia delle liberalizzazioni sulle professioni per dare fiato all’economia italiana, piuttosto che agire sui nodi strutturali del Paese. Se l’obiettivo dell’esecutivo è quello di rimuovere gli ostacoli allo sviluppo delle attività professionali, fermo restando l’impianto ordinamentale che regola l’esercizio delle attività professionali e della libera circolazione dei professionisti, un’impostazione normativa che semplifica l’accesso alle professioni, soprattutto da parte dei più giovani talenti che ritrovano nella libera professione una chance di affermazione economica e sociale, va nella giusta direzione. Viceversa, non possiamo immaginare un percorso che incoraggia la dequalificazione professionale o, peggio, svilisca la qualità della prestazione, elemento distintivo tra una professione intellettuale e qualsiasi altra forma di lavoro d’impresa. Finora l’attuale governo ha dato prova di grande attenzione verso il sistema delle professionii. E anche le stesse

professioni si sono dimostrate interlocutori leali, autorevoli e competenti sui tavoli di concertazione e su quello delle riforme, non ultima quella fiscale che ha visto in prima linea la stessa Confprofessioni. Ancora una volta i professionisti e Confprofessioni in prima linea sono pronti a discutere intorno a un tavolo le possibili linee evolutive delle professioni, coinvolgendo tutti gli attori politici e professionali per superare un’empasse che dura da oltre 15 anni. Occorre definire ruoli e competenze dei singoli ordinamenti professionali, rilanciare il ruolo sociale del comparto nelle scelte politiche per il Paese, garantire competitività e sviluppo per tutte le attività intellettuali, offrire ai giovani una prospettiva dignitosa e permettere alle regioni del Sud di recuperare il gap competitivo con il Nord. Sono questi i nodi strutturali che rallentano le professioni. Non possiamo immaginare di cancellare con un colpo di spugna l’accesso e l’esercizio delle professioni regolamentate. Non possiamo confondere una licenza con un esame di Stato che abilita a una professione, ma soprattutto non possiamo monetizzare i diritti dei cittadini, che fino a oggi vedevano nella figura del libero professionista il garante di una prestazione ad alto contenuto intellettuale. Gaetano Stella - Presidente di Confprofessioni

ZOOTECNIA: UN SETTORE IN CRISI BASTAVA ESSERE ALLA FIERA DI REGGIO EMILIA ALLA RASSEGNA SUINICOLA INTERNAZIONALE per rendersi conto della crisi di questo settore come del resto è sufficiente leggere gli articoli apparsi sui giornali negli ultimi tempi, riferiti all’acquisto della Parmalat da parte del gruppo francese Lactalis, per capire in quale situazione sia ormai il nostro settore zootecnico. Forse si salva solo l’allevamento degli avicoli ripresosi abbastanza bene dopo il drammatico periodo dell’influenza aviaria. Restando al settore bovino, di carne se ne consuma sempre meno ed il latte ha prezzi di mercato troppo bassi per essere remunerativi. Nell’ultima campagna più di 800 aziende hanno chiuso l’attività. “Il passaggio che si è avuto in venti anni, da 181mila a 40mila aziende, è stato naturale, c’è stata una concentrazione della produzione - ha dichiarato Antonio Piva di Confagricoltura e Presidente della Fiera di Cremona - e le stalle rimaste erano competitive con un numero di capi tale da permettere la pratica della produzione del latte. Ma oggi a creare difficoltà sono soprattutto i costi di produzione che non sono remunerativi rispetto ai prezzi pagati dall’industria di trasformazione per il latte”. Se a questo aggiungiamo il calo dei consumi, la crisi economica generale, la forte concorrenza europea e l’annoso problema delle quote latte che si continua a trascinare senza arrivare ad una soluzione seria e rispettosa delle normative europee, è evidente che la situazione che abbiamo di fronte porterà per forza ad una maggiore contrazione dell’offerta con ulteriore riduzione delle aziende operative nel settore. Una situazione quindi di grande preoccupazione anche per tutti i colleghi che operano nella zootecnia Italiana.

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Palazzo Chigi Attualità

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La Finanziaria è una “manovra” contro le professioni? Rientrata la minaccia dell’aumento IVA, il Governo rilancia lo spauracchio delle liberalizzazioni LE LIBERALIZZAZIONI GIÀ IN VIGORE ’Art. 2 (Disposizioni urgenti per la tutela della concorrenza nel settore dei servizi professionali) della legge Bersani prevede i tre seguenti punti, già recepiti nell’ordinamento veterinario: 1. In conformità al principio comunitario di libera concorrenza ed a quello di libertà di circolazione delle persone e dei servizi, nonché al fine di assicurare agli utenti un'effettiva facoltà di scelta nell'esercizio dei propri diritti e di comparazione delle prestazioni offerte sul mercato, dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono abrogate le disposizioni legislative e regolamentari che prevedono con riferimento alle attività libero professionali e intellettuali: a) la fissazione di tariffe obbligatorie fisse o minime ovvero il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti; b) il divieto, anche parziale, di pubblicizzare i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto e il prezzo delle prestazioni; c) il divieto di fornire all'utenza servizi pro-

L l Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha confermato: “Vogliamo entrare seriamente nel campo delle professioni”. La dichiarazione è arrivata nel corso della conferenza stampa di presentazione della finanziaria. La prima versione della manovra conteneva norme per lo sviluppo e le liberalizzazioni che, in maniera confusa, coinvolgevano le professioni regolamentate. Queste norme, espunte dalla manovra, sono ricomparse in un ddl delega a sé, di cui conosciamo una bozza ufficiosa. Già due giorni prima, il Sottosegretario all’Economia Luigi Casero, intervenuto ad un convegno alla Bocconi, dichiarava: “Chiederemo un aiuto anche all’Europa perché è ai modelli più avanzati che dobbiamo guardare”. Potrebbe essere creata una “alta Commissione” con membri italiani, esperti dell’Ocse e dell’Unione Europea. I contatti sono già stati avviati e Tremonti ha chiarito che “saranno avviate attività preliminari di studio coinvolgendo organismi internazionali”. La bozza di proposta di legge delega “in materia di liberalizzazione dell’esercizio delle professioni regolamentate”, all’articolo 1 dà un anno di tempo al Governo per concertare con i Ministeri dell’Economia e della Giustizia, uno o più decreti legislativi. L’iter prevede poi un passaggio al Consiglio di Stato e alla Commissione parlamentare per la semplificazione.

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sani, la bozza del Governo riconosce come principio di liberalizzazione il fatto di prevedere “che gli Ordini non possono vietare la pubblicità all’attività professionale su categorie di mezzi di comunicazione per ragioni di trasparenza, correttezza, dignità e decoro professionale”. Si tratterà di “stabilire che ogni valutazione da parte degli Ordini deve essere riferita al caso concreto e adeguatamente motivata”.

SOCIETÀ PROFESSIONALI Un altro principio sancito dalla bozza di riforma riguarda le società tra professionisti, un aspetto oggi non coperto da nessuna normativa. Ad oggi, le forme societarie (che sono cosa diversa dalle associazioni professionali) sono mutuate dal diritto commerciale (srl, snc). Si prevede invece di introdurre la possibilità di costituire società professionali di capitali, al fine di consentire la realizzazione di iniziative economiche congiunte tra professionisti e soci di mero investimento. Si prevede inoltre la possibilità per i professionisti iscritti agli albi di partecipare a più di una società e la facoltà di esercitare a più di una società e la facoltà di esercitare anche in imprese commerciali. Gli Ordini professionali non potranno fissare “alcun limite o contingente complessivo all’apertura ed esercizio delle attività regolamentate”.

TARIFFE ABOLITO IL DECORO Oltre a confermare i contenuti della Legge Ber-

Confermando i precetti della Bersani e vietando anche la fissazione di tariffe massime, la

bozza di delega vieta agli Ordini “la possibilità di verificare la corrispondenza del compenso richiesto al decoro della professione e all’importanza dell’opera”. Il divieto è introdotto “in coerenza con gli orientamenti dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato”.

fessionali di tipo interdisciplinare da parte di società di persone o associazioni tra professionisti, fermo restando che il medesimo professionista non può partecipare a più di una società e che la specifica prestazione deve essere resa da uno o più professionisti previamente indicati, sotto la propria personale responsabilità. 2. Sono fatte salve le disposizioni riguardanti l'esercizio delle professioni reso nell'ambito del Servizio sanitario nazionale o in rapporto convenzionale con lo stesso, nonché le eventuali tariffe massime prefissate in via generale a tutela degli utenti. 3. Le disposizioni deontologiche e pattizie e i codici di autodisciplina che contengono le prescrizioni di cui al comma 1 sono adeguate, anche con l'adozione di misure a garanzia della qualità delle prestazioni professionali, entro il 1° gennaio 2007. In caso di mancato adeguamento, a decorrere dalla medesima data le norme in contrasto con quanto previsto dal comma 1 sono in ogni caso nulle.

PRATICANTATO Per le professioni che lo prevedono, il praticantato obbligatorio propedeutico all’abilitazione professionale, potrà essere anticipato durante il corso di studi in favore degli studenti che hanno già conseguito un terzo dei crediti previsti dal corso di laurea.

PREVIDENZA

ABILITAZIONE

Fra i criteri di riordino contenuti nella delega figura anche quello di “rivedere il regime dei minimi contributivi previdenziali al fine di introdurre misure agevolative per i giovani professionisti anche attraverso misure compensative interne alla categoria”.

Per le professioni di commercialista e avvocato l’unica condizione per l’iscrizione all’ordine, oltre al titolo di studio, sarà “un periodo di praticantato obbligatorio di durata pari a due anni per l’esercizio della professione forense e di tre anni per quella di dottore commercialista. ■

Anche le Casse nella manovra finanziaria l decreto Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, si occupa delle casse e degli enti di previdenza, fornendo una interpretazione autentica all'annosa questione della gestione separata INPS, "nel senso che i soggetti che esercitano per

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professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo tenuti all'iscrizione presso l'apposita gestione separata INPS sono esclusivamente i soggetti che svolgono attività il cui esercizio non sia subordinato all'iscrizione ad appositi albi professionali", ovvero attività non soggette al versamento contributivo agli Enti di previdenza privatizzati. Si risolve così una questione annosa, contestata da tutte le Casse, Enpav compreso, secondo le quali il contributo all’INPS è incompatibile con il principio di unicità della posizione previdenziale. Il reddito che viene percepito per l'ulteriore attività svolta dal professionista (pensionato e non) deve infatti essere attratto nella normativa contributiva prevista dall'ente di previdenza verso il quale vi è l'obbligo di iscrizione. La tesi ministeriale è sempre stata di partire dal principio che "chi lavora deve versare i contributi", anche se lavora da pensionato, oltre i 65 anni. Una tesi che si confronta con la norma sulla privatizzazione degli enti previdenziali dei professionisti che appunto si fonda sulla solidarietà di categoria interna senza apporto finanziario dello Stato. Per i

soggetti già pensionati, la manovra 2011 assegna agli enti previdenziali sei mesi di tempo dalla data di entrata in vigore, per adeguare i propri statuti e regolamenti prevedendo "l'obbligatorietà dell'iscrizione e della contribuzione a carico di tutti coloro che risultino aver percepito un reddito, derivante dallo svolgimento della relativa attività professionale". Per tali soggetti "è previsto un contributo soggettivo minimo con aliquota non inferiore al cinquanta per cento di quella prevista in via ordi-

naria per gli iscritti a ciascun ente". Altra novità la soppressione del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale. Un decreto ministeriale attribuirà alla Covip le funzioni che erano del Nucleo, con titolarità al controllo sugli investimenti delle risorse finanziarie e sul patrimonio. Infine, la manovra dà tempo sei mesi ai ministeri dell'Economia e del Lavoro per fissare disposizioni in materia di investimenti finanziari, secondo principi già vigenti per la previdenza integrativa. ■

BLOCCATI I CONTRATTI SSN e disposizioni urgenti per la stabilità finanziaria (DL 98/2011 - Gazzetta Ufficiale n. 155 del 6 luglio) bloccano i contratti fino al 2014 per dipendenti e convenzionati. Sul blocco del turn over, la deroga per le Regioni in piano di rientro sarà effettuata solo in caso di reale necessità per assicurare i Lea. Il Fondo sanitario nazionale potrà aumentare («soltanto» aggiungono i più critici) dello 0,5% nel 2013 e dell'1,4% nel 2014. Per quanto riguarda il

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personale, anche nel 2013-2014 la spesa andrà contenuta entro il valore del 2004 con una riduzione dell'1,4% e la misura sarà applicabile anche sui contratti a tempo determinato e atipici. L’Intersindacale della dirigenza medica e veterinaria ha proclamato lo stato di agitazione e convocheranno gli stati generali della sanità entro il mese di luglio a Roma, chiedendo a tutti gli operatori medici di concordare forme unitarie di protesta.


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4 Attualità Ippoterapia

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La riabilitazione equestre Un percorso terapeutico riconosciuto. Il cavallo supera la barriera della disabilità

di VALENTINA IMBRIOLA Fisioterapista MIMMO FERRULLI Dirigente Veterinario - Area “C” - Asl di Bari FILIPPO VERDE Dirigente Veterinario - Area “C” - Asl di Matera a “Pet-Therapy” è stata riconosciuta giuridicamente a livello nazionale con il Decreto 6 febbraio 2003, che la pone ufficialmente tra i percorsi terapeutici all'interno del Servizio Sanitario Nazionale e quindi riconosciuta dalla medicina tradizionale. Tale Decreto non rappresenta solo un importante riconoscimento del valore terapeutico dell'animale, peraltro già noto da tempo ed all'interno di programmi ben definiti, ma consente di superare anche numerosi vincoli pratici e pregiudizi che impedivano il suo accesso in ospedali, istituti e case di riposo. Il lavoro di equipe tra medici, medici veterinari, fisioterapisti, ecc…., è essenziale all’approccio di tale pratica. Gli animali coinvolti in tale percorso devono superare una valutazione sanitaria prima, durante e dopo il progetto di PetTherapy. L’animale dovrà disporre di cartella clinica aggiornata e vidimata dal medico veterinario dalla quale risultino tutti i controlli sanitari effettuati (anamnesi, controllo micologico del mantello, controllo degli ectoparassiti ed endoparassiti, profilassi vaccinale, sistema di identificazione, ecc….). L’Ippoterapia etimologicamente significa "curare mediante il cavallo". Si può infatti definire la riabilitazione equestre come l'insieme di quelle tecniche che sfruttando in vario modo il rapporto che si instaura tra il paziente e il cavallo, secondo un programma terapeutico specifico, determinano un miglioramento della sua autonomia. La peculiarità di tale tecnica riabilitativa sta nell'utilizzo proprio di quell'elemento in più che è il cavallo, che non si presenta come mero strumento terapeutico ma come soggetto attivo e vivente, dotato di una propria sensibilità e individualità, che si fa co-protagonista dell'azione terapeutica rendendo indispensabile l'instaurazione di un rapporto di fiducia solido e leale col paziente, alla pari del terapista. Per le sue caratteristiche cinetiche, il cavallo offre ampi margini di ampliamento nell'individuazione degli obiettivi terapeutici non solo in soggetti con handicap mentali ma anche fisici.

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CENNI STORICI L'uso del cavallo a scopo terapeutico ha origini antichissime, la prima utilizzazione dell'animale per scopi terapeutici viene attribuita a Ippocrate (460-370 a.C.) il quale, in un capitolo della sua opera "Esercizi Naturali", consigliava lunghe cavalcate per combattere l'ansia e l'insonnia. Successivamente, se ne hanno notizie nell'opera del medico italiano Merkurialis (1569) "De arte Gymnastica", in cui afferma che la passeggiata al passo a cavallo è il tipo di cammino da cui si traggono migliori benefici. Una prima documentazione scientifica sull'argomento la dobbiamo al medico Giuseppe Benvenuti (1759) e successivamente allo studioso francese Tissot (1780), che fu anche il primo a descrivere l'eccesso nella pratica equestre come dannoso e controproducente. Dopo la prima guerra mondiale la pratica equestre nella riabilitazione conosce un periodo di larga diffusione, in particolare in Europa, nei paesi con più ampia tradizione equestre, in particolare in Inghilterra e in Scandinavia, ma poi anche in Belgio, Francia, Germania. Anche in America questa pratica terapeutica si è fatta strada piuttosto tardi, approdando solo negli anni '70 grazie all'esportazione dei principi di base consolidati ormai da anni di esperienza in Europa.

LA PET-THERAPY Come già detto l'ippoterapia rientra tra le Pet-Therapy. Tuttavia questo neologismo di origine anglosassone coniato dallo psichiatra infantile Boris Levinson negli anni '50-'60, indica una serie complessa di utilizzi del rapporto uomo animale in campo medico e psicologico. Più nello specifico si distinguono: • Animal-Assisted Activities (AAA) • Animal-Assisted Therapy (AAT) La prima dicitura viene tradotta in "attività svolte con l'ausilio di animali". Tali attività hanno l'obiettivo primario di migliorare la qualità della vita di alcune categorie di persone (anziani, ciechi, malati terminali, etc.). Sono interventi di tipo educativo e/o ricreativo che possono essere erogati in vari ambienti da professionisti opportunamente formati, para-professionisti e/o volontari, insieme con animali che rispondono a precisi requisiti. Le AAA sono costituite da incontri e visite di animali da compagnia e persone in strutture di vario genere, sanitarie e non. Animal-Assisted Therapy viene invece tradotto con "terapie effettuate con l'ausilio di

animali" altrimenti detto "Uso Terapeutico degli Animali da Compagnia" (UTAC). Ed è in questo ambito che rientra l'ippoterapia. Si tratta di attività terapeutiche vere e proprie, con precise caratteristiche, finalizzate a migliorare le condizioni di salute di un paziente mediante il raggiungimento di specifici obiettivi. Sono terapie di supporto che integrano, rafforzano e coadiuvano le terapie della medicina tradizionale, normalmente effettuate per il tipo di patologia considerato. Sono interventi con obiettivi specifici predefiniti, in cui gli animali, rispondenti a determinati requisiti sono parte integrante dei trattamenti volti a favorire il miglioramento delle funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive, nonché della salute del paziente. Si tratta di co-terapie dolci, che, affiancando i consueti trattamenti, si rivelano efficaci, anche laddove questi non riescono, grazie soprattutto alla presenza dell'animale.

PERCHÉ IL CAVALLO Tra tutti gli animali coinvolti nelle attività di Pet-Therapy, il cavallo è sicuramente quello che fornisce più ampi margini di successo, sia per la varietà di input che offre, sia per l'ampia gamma di esercizi e di attività che si possono praticare con e sul cavallo. Quindi viene da chiedersi, perché la terapia a cavallo funziona così bene? - Perché il cavallo si muove alle varie andature con movimenti ritmici e per questo prevedibili, ai quali perciò è più facile adattarsi con le compensazioni del corpo; - Perché il cavallo è estremamente sensibile al linguaggio del corpo inteso come gestualità ed essendo un animale altamente sociale, è comunque molto recettivo verso tutti i tipi di comunicazione; • Perché il cavallo è facilmente addestrabile; • Perché per andare a cavallo, alle varie andature, si impegnano numerosi gruppi muscolari e si coinvolgono diversi campi della psicofisiologia e della psicomotricità; • Perché è in grado di generare sentimenti ed emozioni intense; è ormai riconosciuto il valore del coinvolgimento emotivo nel processo di apprendimento; • Perché le stimolazioni visuo-spaziali fornite dal particolare ambiente del maneggio, con variazioni cromatiche e di luminosità in relazione anche con il movimento del cavallo sollecitano un'attenzione visiva finalizzata, facilitando così l'acquisizione della dimensione dello spazio; • Perché gli ambienti dove vivono i cavalli hanno rumori e odori caratteristici e per questo molto evocativi; • Perché si ottiene una stimolazione tattile intensa sia con il contatto "corpo a corpo" con un animale di grandi dimensioni, sia con l'esplorazione fatta da terra delle varie parti del cavallo che aiutano la presa di coscienza e la conoscenza di sé e del proprio corpo; • Perché il cavallo è un essere che esprime emozioni proprie come la paura, in cui ci si può riconoscere e dove si può assumere un ruolo rassicurante; allo stesso tempo, montare a cavallo, cioè su un animale grande e potente, offre sensazioni di protezione, di autostima e di fiducia in se stessi; • Perché possiede tutte le qualità - calore, morbidezza, odore, movimenti regolari, grandi occhi con sguardo intenso - neces-

sarie a stimolare il processo di attaccamento fondamentale per lo sviluppo dell'essere umano; • Perché andare a cavallo permette di stabilire contatti fisici "intimi" e permette anche di essere gratificati, sia dall'offrire cure, carezze e massaggi, sia dal ricevere come risposta ai nostri comportamenti manifestazioni di piacere da parte dell'animale. Dal punto di vista riabilitativo prettamente motorio, il movimento del cavallo è inimitabile, poiché fornisce un movimento multidimensionale che è variabile, ritmico e ripetitivo. Il dorso del cavallo costituisce una base d'appoggio dinamica, rappresentando un mezzo eccellente per aumentare la forza, il controllo e il bilanciamento del tronco, per incrementare la forza e la resistenza posturale, insegnare a controllare il carico del peso corporeo e migliorare la pianificazione motoria. Durante la deambulazione del cavallo il paziente deve attuare improvvisi aggiustamenti del tronco per mantenere una posizione stabile. Inoltre, quando un paziente è seduto a cavalcioni, l'andatura del cavallo impartisce al bacino movimenti che risultano marcatamente simili all'andatura normale dell'uomo. Il fatto che il movimento offerto dal cavallo possa essere sperimentato in una confortevole posizione a sedere, dà alla Rieducazione Equestre un notevole rilievo, in quanto il paziente può fare esperienza dei caratteristici movimenti del cammino senza interferenze patologiche. Il cavallo produce stimoli che determinano un'azione su tutti i muscoli del corpo con la stabilizzazione, in particolare, dei cingoli scapolare e pelvico, e il rinforzo del tono dei muscoli che li costituiscono. L’Ippoterapia, sfrutta il cavallo come mezzo riabilitativo applicando una varietà di esercizi finalizzati allo scopo terapeutico, ma somministrati in maniera diversa tanto da rendere piacevole e gratificante il momento terapeutico. Ciò incrementa l’aspetto motivazionale, il quale gioca una grossa parte nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici. Molti bambini con disabilità che si affacciano alla riabilitazione equestre, hanno passato molto tempo ospedalizzati, alcuni attaccati a delle macchine per anni; molti di loro arrivano a detestare i loro terapisti, insieme a tutto l’ambito clinico di cui fanno parte. È chiaro che la finalità principale di questa terapia non è quella di creare delle abilità equestri, ma il raggiungimento di nuove capacità in rapporto all'handicap. Con l’ippoterapia si tende all'esecuzione di atti motori finalizzati, trasformando così l’atto motorio patologico e afinalistico in atto psicomotorio. Il soggetto a cavallo solo inizialmente subirà passivamente l’azione cinetica del cavallo svolgendo delle controreazioni toniche del tronco e una serie di attivazioni fasiche degli arti che sono in opposizione ai vettori di forza del cavallo; successivamente il paziente riuscirà ad effettuare operazioni motorie più corrette. È importante sottolineare che il paziente a cavallo sarà sempre protagonista della seduta, in quanto tramite gli stimoli di natura tattile si creano risposte automatiche. La T.M.C, (Terapia con il Mezzo del Cavallo) è quindi doppiamente valida perché ha un'influenza attiva e passiva: a) passiva: in quanto il passo lento del cavallo è un movimento ritmico di 60-70 cicli al minuto, che corrisponde al ritmo cardiaco umano. È pertanto essenzialmente rilassante;


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6 Attualità Ippoterapia

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b) attiva: in quanto il corpo del soggetto reagisce ad ogni movimento del cavallo.

INDICAZIONI CLINICHE Il congresso internazionale organizzato in Nuova Zelanda nel 1994 ha confermato, con un gran numero di lavori, la capacità della RE di migliorare le condizioni cliniche del disabile nelle aree dell'equilibrio, del controllo posturale, della mobilità articolare e del tono muscolare, della coordinazione e dell'organizzazione spazio-temporale, nonché i suoi benefici effetti a livello psicologico e sociale. I protocolli di valutazione dei vari programmi riabilitativi sono ormai molto dettagliati ma nell'attesa che si giunga all'auspicata uniformità di approccio alle singole forme morbose, la RE non può che essere inserita nel programma riabilitativo generale del soggetto per essere poi sottoposta a regolari procedure di controllo, analoghe a quelle utilizzate per le altre forme di intervento, in merito agli obiettivi parziali e finali, a breve e a lungo termine, definiti con il paziente, la sua famiglia e gli altri operatori coinvolti.

LE ANDATURE Le andature del cavallo sono tre: il passo, il trotto e il galoppo.

APPLICAZIONI Il passo è l'andatura più sfruttata nella Rieducazione Equestre perché permette un maggior controllo sia da parte del terapista che del soggetto stesso. Viene utilizzato nel primo contatto del bambino con l'animale per diminuire l'ansia dovuta alla sua grande mole e alla novità. Il trotto è indispensabile nell'insegnamento del ritmo perché il ragazzo, grazie alla propriocettività, prenderà coscienza del proprio corpo e della propria posizione nello spazio. Viene utilizzato prevalentemente nei soggetti con disabilità mentali che hanno un buon assetto e la capacità di coordinarsi per entrare in sintonia con il ritmo del cavallo. Il galoppo potrebbe essere utile per avere una soddisfacente regolazione del tono muscolare nei casi più gravi, solo se il cavallo fosse da dressage, capace cioè di partire da fermo direttamente al galoppo con poco sbalzo in avanti. Più comunemente viene usufruito nella fase di organizzazione spazio-temporale per arrivare a un miglior controllo. L'interesse riabilitativo del galoppo sta nel suo ritmo, ma perché possa essere praticato occorre una valutazione accurata della natura e della gravità della patologia.

IL MANEGGIO Le sedute di Rieducazione Equestre devono essere praticate in un maneggio coperto per vari motivi: • Per evitare che il soggetto disabile si distragga o si isoli come è solito fare; • Per una maggiore tranquillità del cavallo, che è un animale pauroso ed imprevedibile e presenta delle risposte impulsive di fronte a quello che può essere fonte di pericolo; • Per garantire la continuità del trattamento che in un maneggio scoperto potrebbe essere compromessa dalle condizioni metereologiche non favorevoli. In ogni caso, dato il carattere ricreativo e non clinico dell'attività, è auspicabile quando è possibile godere dell'aria aperta e del paesaggio circostante.

LA SCELTA DEL CAVALLO Il cavallo da RE è un animale utilizzato per finalità molto particolari e delicate; a questo animale si devono richiedere quindi anche specifiche doti comportamentali. Di volta in volta l'operatore si troverà a scegliere, anzi "a

prescrivere", l'uso di cavalli diversi: iporeattivi, calmi, docili, sensibili, agili, dinamici e iperattivi. Per quanto attiene l'aspetto morfologico si ritiene opportuno utilizzare in RE un cavallo non molto alto (m 1,50-1,60 circa al garrese), deve avere un dorso comodo e robusto in modo che il soggetto abbia una valida base d'appoggio, ma non troppo largo per evitare l'eccessiva abduzione. Essenzialmente i comportamenti e le azioni del cavallo non sono altro che il risultato dell'interazione di tre fattori: sesso, età e razza. Si preferisce quindi per tale ragione nella seduta di riabilitazione l'utilizzo di cavalli maschi castrati perché di indole buona e rispettosi, di cavalli adulti perché quelli giovani sono più propensi al gioco e meno operosi, e tra le razze di cavalli la scelta di uno che realizzi gesti più ampi o più corti (derivanti dalle diverse lunghezze dei segmenti ossei) e gesti più o meno elastici (derivanti dalle diverse inclinazioni delle articolazioni), quindi quelle razze definite in gergo equino "a sangue freddo" (Shire, Clydesdale, Belga, Avelliniese) caratterizzate da un comportamento mite e flemmatico contrapposto a quello reattivo e suscettibile tipico delle razze "a sangue caldo" (Puro Sangue Arabo, Puro Sangue Inglese). In ogni caso è auspicabile l'accurata scelta del singolo individuo, più che della razza. In conclusione si consiglia sempre la verifica della presenza di particolari requisiti attitudinali e morfologici, nonché di una adeguata preparazione iniziale e di un continuo aggiornamento successivo. La qualità del cavallo alla pari dell'addestramento e delle abilità dei terapisti sono cruciali.

LAVORO A TERRA Il governo del cavallo, nonché la manutenzione dei finimenti e la pulizia della selleria, fa parte integrante del trattamento rieducativo per mezzo del cavallo. Esso rappresenta un'attività di non poca importanza ai fini dell'interiorizzazione dello schema corporeo, che anche in un disabile motorio oltre che mentale, risulta essere più o meno perturbato. Lo schema corporeo, come organizzazione delle sensazioni relative al proprio corpo in rapporto ai dati del mondo esterno, implica: • La percezione e la rappresentazione del proprio corpo; • L'interiorizzazione delle sensazioni relative alle singole parti del proprio corpo, nonché la sensazione di globalità del corpo; • L'equilibrio; • L'orientamento spazio-temporale. Considerato sotto questo profilo, il lavoro a terra diventa una parte importante del programma riabilitativo dell'ippoterapia sia per quanto riguarda le disabilità fisiche che

quelle psichiche.

LAVORO A CAVALLO L'ippoterapia viene svolta con sedute almeno bisettimanali di circa 30 minuti ciascuna, e prima di cominciare, è opportuno verificare lo stato emotivo del paziente per evitare il verificarsi di eventi spiacevoli. Dopo la salita del paziente sul cavallo si effettua un giro di maneggio al passo, in modo da far rilassare il paziente e metterlo a suo agio. Il cavallo verrà guidato da un assistente (palafreniere), mentre il terapista controllerà il paziente. A seconda della patologia, il terapista deve essere in rapporto uno a uno, oppure per patologie più gravi, qualora il paziente non riesca a mantenere una posizione di equilibrio sul cavallo, il rapporto sarà di due terapisti per un paziente (come è solito farsi). Il lavoro del terapista avviene secondo una successione ben precisa di fasi, attraverso le quali si mira al recupero funzionale del disabile, seguendo il piano terapeutico prestabilito.

RISULTATI Ne consegue che, grazie a specifici protocolli, calibrati su ogni paziente, l'attività di ippo-

terapia può portare al conseguimento di numerosi vantaggi in ordine all'acquisizione dell'autonomia del soggetto che vi si affaccia, sia dal punto di vista motorio che da quello comportamentale. Miglioramenti del comportamento che è possibile acquisire sono: • raggiungimento della fiducia; • eliminazione delle paure; • aumento della tolleranza delle prestazioni; • apprendimento dell’autocritica e del giudizio di Sé; • sviluppo della concentrazione; • allenamento della coordinazione e della cooperazione. I vantaggi fisici che si acquisiscono sono: • miglioramento del controllo del capo e del tronco nella posizione seduta, nella stazione eretta e nel cammino; • possibile acquisizione o perfezionamento della deambulazione autonoma; • migliore motilità articolare a livello dell’anca, del ginocchio, della tibio-tarsica frenate dalle retrazioni capsulo-legamentose; • correzione delle curvature patologiche della colonna quali scoliosi, cifosi, iperlordosi; • aumento della funzionalità degli arti superiori mono e bilateralmente.

CONCLUSIONE Il lavoro che si svolge in favore dei disabili è sempre un motivo di incontro e di confronto, la possibilità di stringere legami e creare "luoghi" dove sviluppare le potenzialità personali. L'ippoterapia, intesa come intervento riabilitativo e strutturata su basi scientifiche, può essere considerata una tra le metodiche medico-assistenziali utili per affrontare il problema della disabilità. Il rapporto con il cavallo è un elemento molte volte straordinario per poter recuperare il senso del "reale" e la coscienza delle proprie capacità psicomotorie, di reazione, ed anche volitivo-affettive, ed è proprio tramite questo fantastico mezzo, e individuo allo stesso tempo, che il disabile scopre o ri-scopre delle capacità, delle nuove identità del suo essere uomo all'interno del sociale che gli aprono nuove porte e nuove chance di vita, oltre la barriera, oltre il muro che è la disabilità. ■


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8 Fisco Sentenze

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Prestazioni in nero. Medico veterinario “tradito” dalla ex moglie Le dichiarazioni rese da terzi integrano e rendono definitivo l'accertamento fiscale e dichiarazioni di terzi, in un processo tributario, hanno valore indiziario, ma “in taluni casi ed i particolare nel concorso di elementi ulteriori di prova idonei a renderli particolarmente attendibili, possono rivestire i caratteri della presunzione grave”. E appunto valore di “prova” hanno assunto le informazioni della ex moglie di un medico veterinario toscano che non ha scampato l’accertamento del Fisco, mediante l’applicazione degli studi di settore. Come ignorare infatti - anche a fronte di scritture contabili ordinate - un “nutrito” elenco di clienti, l’operosa agenda del professionista e gli appunti del suo sostituto durante le ferie? Una serie di informazioni stavano a dimostrare l’omessa fatturazione della maggior parte delle prestazioni. A fianco di tutto ciò, spese di famiglia e ingenti versamenti sul conto corrente bancario coniugale attestanti un reddito professionale “decisamente superiore a quello dichiarato”. La Corte di Cassazione si è trovata alle prese con una vicenda particolare che ha visto protagonista un medico veterinario che aveva ricevuto degli avvisi di accertamento basati sugli standard che avevano elevato il

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PARCELLA SOTTO I MINIMI TARIFFARI? NON È UN’INCONGRUENZA

reddito dichiarato sul fronte Irpef e Iva relativamente agli anni di imposta 1995, 1996 e 1997. Nei precedenti giudizi di merito, il privato aveva avuto la meglio con la motivazione che le prove basate su dichiarazioni della moglie nonché di terzi fossero prive di rilevanza nel processo tributario.Diversa, invece, la posizione della Cassazione. Tutto il materiale fornito dalla ex moglie ha trasformato le presunzioni in gravi, precise e concordanti così come richiesto dall'articolo 2729 del Codice civile. La Corte ha puntualizzato che «il potere di accertamento dell'Ufficio così co-

me delineato dagli articoli 39 del Dpr 600/1973 e 54 del Dpr 633/1972 una volta che l'amministrazione finanziaria abbia applicato i parametri presuntivi, personalizzati in relazione alla specifica situazione del contribuente e abbia soppesato e disatteso le contestazioni proposte da quest'ultimo in sede amministrativa, non può ritenersi condizionato da altre incombenze». A maggior ragione in presenza di dichiarazioni che, pur non potendo costituire una testimonianza, rappresentano indizi tali da costituire da subito presunzioni gravi, precise e concordanti. ■

tudi di settore inapplicabili al professionista solo perché dichiara una parcella esigua rispetto ai minimi tariffari. Insomma, insieme allo scostamento dagli standard, non è un'incongruenza tale da giustificare l'accertamento induttivo. È quanto si evince da una sentenza della Corte di cassazione del 5 luglio 2011, e con la quale è stato respinto il ricorso dell'amministrazione finanziaria. In altri termini, secondo la sezione tributaria, in presenza di peculiarità dimostrate dal contribuente sul tipo di attività svolta l'aver dichiarato una parcella inferiore al minimo e lo scostamento dagli studi non sono elementi che riescono a sorreggere un accertamento induttivo. Il caso a Varese. Uno studio associato aveva dichiarato dei compensi inferiori alla media, dunque il reddito non era aderente agli standard. Questo aveva insospettito l'ufficio delle imposte che, sulla base di questi dati, aveva spiccato un accertamento usando il metodo induttivo.I due professionisti lo aveva impugnato e la Ctp aveva annullato l'atto impositivo. Stessa sorte in secondo grado. La Ctr aveva infatti confermato integralmente il primo verdetto. A questo punto l'Agenzia delle entrate ha presentato ricorso alla Suprema corte ma senza successo. Due le violazioni denunciate dalla difesa dello Stato: "se, nel caso di specie, costituisca violazione del combinato disposto degli artt. 39 DPR 600/1973 e 62 sexies DL 331/1993 la mancata considerazione di elementi quali la non congruità dei compensi dichiarati rispetto agli studi di settore, l'esiguità degli onorari rispetto ai minimi tariffari applicabili, nonché la mancata fatturazione di prestazioni fornite per via telematica, come indici della gravità dell'incongruenza tra i ricavi, i compensi ed i corrispettivi dichiarati e quelli fondatamente desumibili dalle caratteristiche e dalle condizioni di esercizio della specifica attività svolta, ovvero dagli studi di settore, di cui al combinato disposto dei citati articoli 39 DPR 600/1973 e 62 sexies DL 331/1993, convertito in L. 472/1993". Questo motivo è stato ritenuto dagli Ermellini in parte inammissibile e in parte infondato. Infatti, secondo la Corte ha fatto bene la ctr ad applicare il principio sancito dalle Sezioni unite nel 2009 e secondo cui "l'applicazione dei parametri o degli Studi di settore costituisce un sistema di presunzioni semplici, la cui gravità, precisione e concordanza non è "ex lege" determinata dallo scostamento del reddito dichiarato rispetto agli standards, in sé considerati". (fonte: cassazione.net)

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Eventi Veterinari

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ITINERARIO DIDATTIO SIVAE V PARTE “Medicina d’urgenza e terapia intensiva negli Animali Esotici” 17-19 Ottobre 2011 - Centro Studi Palazzo Trecchi Cremona SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI

CORSO PRATICO SIVAE MEDICINA E CHIRURGIA DEI CHELONI 23-25 Novembre 2011 Centro Studi Palazzo Trecchi

DIRETTORE Giuseppe Visigalli, Med Vet Varedo MI RELATORI E ISTRUTTORI: Igor Pelizzone, Med Vet, Reggio Emilia Matteo Trevisani, Med Vet, Verona Tamara Vela, Med Vet, Valencia (E) Fabio Viganò, Med Vet, Milano Giuseppe Visigalli, Med Vet, Varedo MI OBIETTIVI Questo Corso si prefigge di fornire ai partecipanti, attraverso le eterogenee e complementari esperienze dei relatori-istruttori, tutte le principali direttive da seguire nel paziente critico, nelle emergenze in genere e nel paziente terminale, appartenente in tutti i casi ad una specie esotica o non convenzionale. Gli argomenti saranno trat-

tati secondo una consequenzialità logica, dall’approccio iniziale, al triage, alla stabilizzazione del paziente attraverso il riconoscimento dello stato di shock (nei rettili, negli uccelli e nei piccoli mammiferi) ed al rilevamento dei principali parametri vitali emodinamici, vascolari, idroelettrolitici e metabolici. Altri elementi cardine della medicina d’urgenza negli animali esotici sono rappresentati dalle emergenze tossicologiche, dalle emergenze traumatologiche e da quelle oculari. Durante i tre giorni del Corso verranno inoltre illustrati, nel loro specifico impiego nella medicina d’urgenza degli animali esotici, alcuni strumenti diagnostici di inestimabile valore quali l’emogasanalisi, l’ecotomografia e l’endoscopia e verrà preso in esame nello specifico anche un piccolo mammifero non convenzionale in relativa diffusione anche in Italia: il riccio africano, per il quale i dati nella medicina d’urgenza e non solo, sono ancora piuttosto scarsi.

NUMERO PARTECIPANTI: 36 LIMITE ISCRIZIONE: 1 Settembre 2011 ESTRATTI: previsti su cartaceo e CD-Rom QUOTE Soci SIVAE/SCIVAC: € 500,00 + IVA 20% Non Soci: € 900,00 + IVA 20% PER INFORMAZIONI Segreteria SIVAE: Elisa Tel: 0372/40.35.00 - E-mail: info@sivae.it

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

Con la partecipazione di

Evento patrocinato dagli Ordini Provinciali dei Medici Veterinari dell’Abruzzo

DIRETTORE DEL CORSO Alessandro Bellese, Med Vet, Lido di Venezia (VE) RELATORI ED ISTRUTTORI Marta Avanzi, Med Vet, Castelfranco Veneto (TV) Alessandro Bellese, Med Vet, Lido di Venezia (VE) Mattia Bielli, Med Vet, Novara Giordano Nardini, Med Vet, Modena Igor Pelizzone, Med Vet, Reggio Emilia Paolo Selleri, Med Vet PhD, Roma OBIETTIVI Lo scopo del corso è di fornire le basi teoriche e pratiche della medicina e chirurgia dei cheloni, privilegiando il più possibile l’aspetto pratico. Il primo giorno verranno trattati gli aspetti fondamentali dell’allevamento, della raccolta dei dati in funzione delle varie specie, delle caratteristiche anatomiche e fisiologiche e della legislazione. Le lezioni della mattinata saranno teoricopratiche, la spiegazione da parte di un relatore dell’argomento verrà subito seguita dalla messa in pratica delle manualità da parte dei partecipanti. Verranno illustrate le metodologie corrette per eseguire visita, prelievi ematici, somministrazione dei farmaci ed altre procedure cliniche e terapeutiche quali lavaggi degli organi cavitari, inserimento di sonde gastriche, biopsie oltre che lo studio dell’anatomia. Il pomeriggio sarà dedicato a lezioni teoriche riguardanti la medicina di laboratorio, la terapia e la legislazione. Durante il secondo giorno verranno illustrate le nozioni generali della radiologia classica e della TAC (indicazioni, posizionamento ed aspetti normali) e saranno trattate le principali patologie. La diagnostica per immagini, compresa l’ecotomografia, riguardante i quadri patologici verrà trattata durante l’esposizione delle patologie. Concluderà la giornata una lezione teorico pratica sulla gestione delle ferite del tegumento, dove potranno essere messe in pratica le varie metodiche di riparazione del carapace. La mattina della terza giornata riguarderà l’anestesia e la medicina d’urgenza. Il pomeriggio sarà dedicato a lezioni teorico-pratiche di endoscopia e chirurgia dove la spiegazione aiutata da presentazioni e filmati sarà subito seguita dalla pratica.

NUMERO PARTECIPANTI: 36 LIMITE ISCRIZIONE: 15 Ottobre 2011 ESTRATTI: previsti su cartaceo e CD-Rom QUOTE Soci SIVAE/SCIVAC: € 480,00 + IVA 20% Non Soci: € 900,00 + IVA 20% PER INFORMAZIONI Segreteria SIVAE: Elisa Tel: 0372/40.35.00 - E-mail: info@sivae.it

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

Nell’ambito del

A.N.M.V.I.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

Il Medico Veterinario nella gestione degli avvelenamenti Attualità normativa e professionale nella clinica degli animali da compagnia SEMINARIO D’AGGIORNAMENTO GRATUITO SABATO 24 SETTEMBRE 2011- MONTESILVANO (PE)

APERTURA DEL SEMINARIO Dott. Marco Della Torre Presidente ANMVI Abruzzo Chairman INTRODUZIONE AI LAVORI Dott. Gaetana Ferri Direttore Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario, Ministero della Salute SEDE Serena Majestic Hotel Residence Viale Carlo Maresca, 12 65015 Montesilvano Tel. 085 83699 Fax 085 7992187 E-mail: info@bluserena.it ORGANIZZAZIONE ANMVI Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani Tel. 0372 403547 E-mail: info@anmvi.it ISCRIZIONE Gratuita con prenotazione scritta entro il 16/09/2011 a info@anmvi.it Fax 0372 403526

P R O G R A M M A

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14.15 - SVOLGIMENTO DELLE RELAZIONI – Animali avvelenati: il medico veterinario di fronte al paziente, alla legge e al suo ruolo professionale Dott. Marco Melosi, Vice Presidente ANMVI - Settore Animali da Compagnia – Il ruolo degli IZS nell’OM 18 dicembre 2008. L’approccio epidemiologico dell’Istituto G. Caporale Dott.ssa Daniela Morelli, Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo – Assistenza Tossicologica Veterinaria: un servizio strategico per il Medico Veterinario nella gestione delle tossicosi degli animali da compagnia Dr. Mauro Ricci, Technical Communication & Training Manager Nestlé Purina – Analisi dei dati del servizio di Assistenza Tossicologica Veterinaria: casi ricorrenti. La gestione del farmaco veterinario negli avvelenamenti. Prof. Roberto Villa, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Veterinarie per la Sicurezza Alimentare Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano – Linee guida per la corretta applicazione dell’Ordinanza Ministeriale 18 dicembre 2008 “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati” Dott. Rosalba Matassa, Dirigente Ufficio X. Direzione Sanità Animale e Farmaco Veterinario, Ministero della Salute – Dalla conoscenza del fenomeno alla sua repressione e prevenzione: il ruolo della medicina forense veterinaria Dott. Rosario Fico, Responsabile Centro di Referenza Nazionale di Medicina Forense Veterinaria Istituto Zooprofilattico delle Regioni Lazio e Toscana - Sezione di Grosseto – Uccisione e maltrattamento di animali: le sanzioni penali e gli orientamenti della giurisprudenza Dott. Carmelo De Santis, Presidente della Sezione penale presso il tribunale di Pescara 18.00 - DISCUSSIONE 18.30 - CHIUSURA DEI LAVORI


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10 Focus Sicurezza alimentare

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Descrizione di un caso clinico e considerazioni di ordine igienico-sanitario In Italia segnalati numerosi casi di specie ittiche infestate da Anisakis sp D. SOLA - S. ANTONELLI* C. FEDERICI** Medico Veterinario - Specialista in Ispezione degli Alimenti di Origine Animale *Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni Dipartimento di Malattie dell’Apparato Digerente - Servizio di Endoscopia Digestiva **Medico Veterinario Libero Professionista Specialista in Ispezione degli Alimenti di Origine Animale n Italia vengono frequentemente segnalati numerosi casi di infestazione di varie specie ittiche da parte di larve di nematodi ascrivibili al genere Anisakis. La loro ingestione, attraverso il consumo di prodotto ittico crudo o poco cotto, può determinare nell’uomo, ospite accidentale, una patologia di difficile diagnosi, caratterizzata da flogosi granulomatose e/o flemmonose dello stomaco o del primo tratto dell’intestino tenue, con sintomi aspecifici e mutevoli.

I

CASO CLINICO Nel 2009, una donna di 63 anni si reca all’Ospedale Santa Maria di Terni, lamentando una recrudescenza di una pirosi retro-sternale, di cui soffre da circa due mesi. Nei 20 giorni precedenti il ricovero segnala, inoltre, una localizzazione della sintomatologia algica nella regione epi e meso gastrica, con irradiazione posteriore nella regione dorsale, caratterizzata da insorgenza acuta a digiuno e remissione post prandiale. L’anamnesi remota della paziente non presenta segnalazioni di rilievo: unica eccezione un precendente trattamento farmacologico per lieve reflusso gastro-esofageo e acidità gastrica. La paziente non presenta allergie alimentari documentate e riferisce di seguire una dieta sana ed equilibrata. Durante il colloquio dichiara inoltre di acquistare frequentemente esemplari di Engraulis encrasicolus (Acciughe) e di effettuare la marinatura in ambiente domestico. L’esame clinico è sostanzialmente negativo, ad accezione del rilievo di dolorabilità alla palpazione dei quadranti superiori dell’addome. L’esame ematochimico rileva un lieve aumento dei leucociti (12.500 leucociti/mmc), ma nessuna reazione eosinofilica (72,6% neutrofili e 17,8% linfociti). Gli accertamenti radiografici ed ecografici danno esito negativo. Si decide di procedere con un esame endoscopico gastrico-duodenale: l’esofago appare normale per morfologia e calibro, ma presenta delle erosioni al terzo distale per probabile esofagite da reflusso; giunzione esofagogastrica in sede e cardias incontinente; lo stomaco appare normale per forma e morfologia, ma si rinviene una ulcerazione a losanga delle dimensioni di circa 3 x 15 mm localizzata a livello della grande curvatura, con margini congesti ed edematosi; la secrezione acido-peptica è limpida, piloro normoconformato, il bulbo e la seconda porzione duodenale non mostrano alterazioni degne di nota. Nel corso delle biopsie multiple effettuate dalla porzione ulcerata, si estrae un verme biancastro, vivo, di circa 6-7 mm di lunghezza ed 1 mm di diametro.

L’esame istologico dei campioni bioptici confermerà il reperto di ulcera gastrica perforata con peritonite saccata. L’esame microscopico a fresco del verme, identificherà il parassita ascrivendolo al genere Anisakis sp. In seguito la paziente verrà ricoverata per intervento di resezione gastrica atipica della grande curva e splenectomia presso il reparto di Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’Ospedale Santa Maria di Terni.

DISCUSSIONE Il “fenomeno Anisakis” sta allarmando il consumatore, probabilmente colpa di una scorretta informazione o di una manipolazione mediatica dello stesso. Per diminuire sensibilmente il rischio di zoonosi è opportuno applicare le direttive espresse dal Legislatore e seguire in ambito domestico buone prassi igieniche. Il Legislatore, con il Reg. (CE) n. 853/2004 impone che: “I prodotti ittici di seguito precisati devono essere congelati ad una temperatura non superiore a - 20 °C in ogni parte della massa per almeno 24 ore; il trattamento deve essere eseguito sul prodotto crudo o sul prodotto finito: a) i prodotti della pesca che vanno consumati crudi o praticamente crudi; b) i prodotti della pesca a base delle specie seguenti, se devono essere sottoposti ad un trattamento di affumicatura a freddo durante il quale la temperatura all’interno del prodotto non supera i 60°C: i. aringhe ii. sgombri iii. spratti iv. salmone (selvatico) dell’Atlantico e del Pacifico; c) prodotti della pesca marinati e/o salati se il trattamento praticato non garantisce la distruzione delle larve di nematodi”. Gli operatori del settore alimentare non sono obbligati a praticare i trattamenti di cui sopra, qualora i dati epidemiologici disponibili indichino che le zone di pesca d’origine non presentino rischi sanitari riguardo la presenza di parassiti e qualora le Autorità competenti lo autorizzino. Tali prodotti della pesca, alla loro immissione sul mercato, devono essere accompagnati da una attestazione del produttore che indichi il trattamento al quale sono stati sottoposti, salvo qualora siano forniti al consumatore finale. Il Ministero della Salute con nota 4379 del 17/02/2011 pone chiarimenti in merito alcuni

aspetti applicativi del Regolamento suddetto specificando che l’OSA che utilizza prodotti della pesca refrigerati, al fine della produzione di prodotti crudi o praticamente crudi, deve dimostrare che i trattamenti in uso, qualunque essi siano, garantiscono l’uccisione di tutti i parassiti eventualmente presenti nel prodotto pronto al consumo. Nel caso in cui un esercizio di somministrazione acquisti prodotti della pesca già sottoposti al trattamento di cui sopra, dovrà richiedere al fornitore la prevista certificazione, da tenere in seguito agli atti ed esibire a richiesta agli organi di controllo. Se invece l’OSA applica tale trattamento direttamente presso l’esercizio di somministrazione, oltre a dover fornire le dovute garanzie, oggettivamente valutabili dalla autorità competente, di conformità ed efficacia del trattamento medesimo, dovrà predisporre una apposita procedura scritta finalizzata al controllo dei parassiti basata sui principi dell’HACCP. Così come prevede il regolamento CE 1020/2008, anche nella vendita al dettaglio devono essere rispettati i requisiti specifici relativi ai parassiti e quelli concernenti l’esame visivo per la loro ricerca in conformità a quanto previsto nel Reg. 853/2004; specificando che qualora l’OSA dovesse effettuare operazioni di sfilettatura e/o affettatura dovrà sottoporre gli stessi a controllo visivo così come previsto dal Regolamento CE 2074/2005. In base all’Art. 6, comma 5, del Decreto legislativo n. 193/2007, la somministrazione di pesce crudo, nel mancato rispetto del Reg. (CE) 853/2004 (All. III, Sez. VIII, Cap. V, lett. D) e del Reg. (CE) 852/2004 (All. II, Cap. IX, comma 1), prevede una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1000 ad euro 6000. Gli operatori non devono immettere sul mercato per il consumo umano i prodotti della pesca manifestamente infestati da parassiti e la somministrazione di un tale alimento integra la violazione dell’Art. 5, lettera d), della Legge 30 aprile 1962 n.283 (vendita di alimento invaso da parassiti), punita dall’Art. 6 della stessa Legge con l’arresto fino ad un anno e l’ammenda da euro 309 a euro 30.987. Se i parassiti appartengono alle specie pericolose per l’uomo la violazione è quella dell’Art. 444 del Codice Penale: “chiunque detiene per il commercio, pone in commercio ovvero distribuisce per il consumo sostanze destinate all’alimentazione, non contraffatte né adulterate, ma pericolose alla salute pubblica, è punito con la reclusione da sei mesi a

tre anni e con la multa non inferiore a cinquantuno euro. La pena è diminuita se la qualità nociva delle sostanze è nota alla persona che le acquista o le riceve”. In virtù di quanto sopra esposto è determinante la vigenza della Legge 283/62, ribadita anche da una recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione con la quale ne è stata esclusa l’abrogazione, prevista invece con l’entrata in vigore di alcuni decreti legislativi in materia di semplificazione legislativa. In ambito familiare è opportuno che il consumatore adotti alcune semplici precauzioni: • eviscerare prontamente il pesce acquistato, se non eviscerato all’origine; • controllare che non vi siano parassiti visibili ad occhio nudo; • congelare a - 20°C, in ogni parte della massa, per almeno 24 ore. Si ricorda che il trattamento termico ad almeno 60°C (temperatura da raggiungere al cuore del prodotto) per un tempo minimo di 10 minuti devitalizza completamente il parassita, escludendo così l’eventuale rischio per la salute umana (Ordinanza Ministero della Salute del 12 Maggio 1992). Circa la resistenza delle larve, sono insufficienti trattamenti casalinghi con olio e limone, olio e aceto, salagione ed affumicamento con temperature inferiori a 30°C. Al riguardo, Arcangeli et al. (1996) hanno dimostrato che se a seguito del trattamento con NaCl a concentrazione superiore o uguale al 10% viene abbinato un periodo di conservazione in olio a 4°C, questo comporta una progressiva devitalizzazione delle larve fino ad una totale devitalizzazione dopo 13 giorni. Inoltre, utilizzando un parametro fisso di NaCl 12% la devitalizzazione del parassita avviene in tempi variabili in base le seguenti combinazioni: +6% acido acetico, morte dopo 13 gg; +10% acido acetico, morte dopo 5 gg di marinatura; +40% acido acetico, morte dopo 2 gg. Sanchez-Monsalvez et al. (2005).

CONCLUSIONI In sanità pubblica, la prevenzione rappresenta, limitatamente all’infestione umana, la misura più efficace per contrastare il problema delle zoonosi alimentari di natura parassitaria ed è stata affrontata in modo pronto ed esaustivo dalla normativa comunitaria e nazionale. Negli ultimi anni, però, studi di settore hanno complicato il problema avendo dimostrato la presenza di allergeni nelle larve Anisakis particolarmente presenti a livello cuticolare. Gli stessi sarebbero resistenti alle temperature di cottura e di congelamento (Ana I. RodrìguezMahillo et al. 2008; Tejada et al. 2006), e potrebbero persino diffondersi nei tessuti del pesce infestato. Tale nuova problematica igienico-sanitaria, ovviamente, non può essere superata dalla sopra citata legislazione vigente e, dunque, risulta fondamentale implementare ed amplificare i canali di collaborazione tra operatori del settore, servizi di controllo e media al fine di monitorare il fenomeno ed informare in maniera più esaustiva i consumatori sull’effettivo pericolo Anisakis. ■ La bibliografia e i riferimenti normativi sono disponibili presso la redazione.


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12 Vet Journal Attualità scientifica

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Echinococcosi ovina in Sardegna: conoscenze degli allevatori e infestazione canina Persistono problemi di natura culturale ed economica, secondo uno studio su 170 allevamenti

di MARIA GRAZIA MONZEGLIO ’echinococcosi cistica (EC) è una delle più diffuse malattie parassitarie in Sardegna. Uno studio ha inteso valutare il livello di conoscenza degli allevatori circa la trasmissione della EC, concentrandosi sul

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SINDROME BRACHICEFALICA: UTILITÀ DELLA SONDA NASOTRACHEALE POSTOPERATORIA

no studio retrospettivo ha valutato l'utilità delle sonde nasotracheali per la supplementazione di ossigeno postoperatoria in 36 cani sottoposti a correzione chirurgica della sindrome brachicefalica. Si rivedevano le cartelle cliniche dei soggetti sottoposti a palatoplastica, ventricolectomia e rinoplastica. In 20 cani, al termine della chirurgia, si posizionava una sonda nasotracheale (NTT), mentre 16 cani ricevevano altre forme di ossigenoterapia (8) oppure nessuna supplementazione di ossigeno durante il risveglio (8). Il numero totale di complicazioni postoperatorie era simile in entrambi i gruppi (8/20 con NTT e 7/16 senza NTT). Tuttavia, si osservava distress respiratorio in 5 cani senza NTT e in nessun cane con NTT. Un cane in ciascun gruppo moriva dopo l'intervento. L'applicazione di una sonda NTT risultava semplice e può offrire dei benefici nei soggetti con sindrome brachicefalica come metodo non invasivo di somministrare ossigeno, concludono gli autori. L'utilizzo di una NTT può minimizzare la morbilità postoperatoria, soprattutto riducendo il distress respiratorio postoperatorio. (M.G.M.) “Retrospective evaluation of postoperative nasotracheal tubes for oxygen supplementation in dogs following surgery for brachycephalic syndrome: 36 cases (2003-2007)” Senn D, Sigrist N, Forterre F, Howard J, Spreng D. Source J Vet Emerg Crit Care. 2011 Jun; 21(3): 261-7.

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ruolo dell'uomo nel favorire la persistenza di questa zoonosi in Sardegna 14 anni dopo l'ultima campagna contro la parassitosi. Il secondo obiettivo dello studio era l'aggiornamento della presenza di Echinococcus granulosus nei suoi ospiti definitivi attraverso tre test ELISA antigenici fecali. Si intervistavano 172 allevatori. Il questionario era costruito per includere possibili fattori associati alla trasmissione dell’echinococcosi: possesso di cani e loro numero, utilizzo di antielmintici contro i cestodi nel cane, frequenza dei trattamenti antielmintici nel cane, macellazione in azienda ed eliminazione degli scarti. In 300 cani si prelevavano campioni fecali individuali che venivano sottoposti a un esame macroscopico preliminare per identificare eventuali vermi adulti e/o proglottidi e in seguito a esame copromicroscopico. Successivamente si estraevano i coproantigeni in accordo al protocollo descritto da Allan et al. (1992); i campioni venivano preservati a 20°C fino all'utilizzo. Gli antigeni fecali solubili di E. granulosus venivano identificati utilizzando tre diversi test coproantigenici ELISA: a) un test basato su anticorpi policlonali verso antigeni escreto-

ri/secretori (E/S) del parassita adulto; b) un test sandwich ELISA che utilizza anticorpi policlonali di coniglio verso antigeni E/S dell'adulto e l'anticorpo monoclonale biotinilato EmA9 prodotto verso l'estratto somatico di Echinococcus multilocularis adulto (Malgor et al., 1997); e (c) un test sandwich ELISA che utilizza l'anticorpo monoclonale EgC3 prodotto dall'immunizzazione con prodotti E/S di E. granulosus adulto (Casaravilla et al., 2005). I risultati del questionario rivelavano che in tutti gli allevamenti si effettuava la macellazione in azienda e che gli scarti venivano utilizzati per nutrire i cani o crudi (17%) o in seguito a bollitura (37%), o venivano buttati nella spazzatura (23%) o seppelliti superficialmente (15%). La maggior parte degli allevatori (69%) dichiarava di effettuare il trattamento antiparassitario nei propri cani, ma solo il 10% usava farmaci cestodicidi. L'esame coprologico di 300 cani di allevamento effettuato mediante sedimentazione, flottazione e tre diversi test coproantigenici (CA) ELISA evidenziava una prevalenza fecale dell'8,3% per le uova di tenia, mentre il test CA rivelava una prevalenza del 3, 6 e 19% rispettivamente per i tre test utilizzati.

Lo studio evidenzia, concludono gli autori, come il problema dell'echinococcosi non sia solo di natura culturale ma anche economica e che i futuri piani di controllo dovrebbero seguire un approccio integrativo che includa i servizi veterinari e medici, gli allevatori, le associazioni di allevatori e le istituzioni. “Cystic Echinococcosis in Sardinia: Farmers' knowledge and dog infection in sheep farms” Varcasia A, Tanda B, Giobbe M, Solinas C, Pipia AP, Malgor R, Carmona C, Garippa G, Scala A. Vet Parasitol. 2011 May 11. [Epub ahead of print] ■

Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo

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Allevamento bufalino: si pensa anche alla carne A Roma produzioni zootecniche a confronto di PAOLA GHERARDI o scorso primo giugno si è tenuto a Roma, nella sala della Mercede della Camera dei Deputati, un convegno sull’allevamento bufalino. Il convegno è nato dall’esigenza di capire le possibili strategie per sostenere una produzione di nicchia non ancora del tutto valorizzata.

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ANMVI International, che da sempre vuole creare connessioni tra professionisti del settore agroalimentare nell’ambito internazionale passando tramite le eccellenze e gli standard qualitativi italiani, non poteva mancare all’evento organizzato da ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura del Lazio). La bufala, generalmente allevata per la produzione di mozzarella, prodotto conosciuto e diffuso in tutto il mondo, riserva in realtà una caratteristica non a tutti conosciuta e purtroppo

INCONTRO ALL’AMBASCIATA IRANIANA

Lo scorso 27 giugno l’ANMVI ha incontrato a Roma presso l’ambasciata dell’Iran una delegazione iraniana. All’incontro erano presenti oltre all’ambasciatore, l’addetto affari economici dell’ambasciata, il Ministro dell’Agricoltura ed il Vice Ministro e capo dell’Associazione Veterinaria iraniana (Iran Veterinary Association). Per la veterinaria era presente Giancarlo Belluzzi, responsabile ANMVI International. L’incontro rientra nell’ambito del progetto EccellEnte finanziato dalla Regione Lombardia.

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ancora poco valorizzata: l’ottima qualità della carne. La carne di bufala potrebbe essere paragonata a quella della razza bovina chianina. Purtroppo ad oggi sono pochi i consumatori che conoscono questo prodotto che di conseguenza è poco riconosciuto anche a livello economico. Giorgio Presicce, presidente ARSIAL, ha sottolineato l’esigenza di connessioni tra le istituzioni per sbloccare la difficoltà di comunicazione tra consumatori, organi di controllo e produttori. Troppo spesso i produttori e le produzioni stesse sono vittime di acquisti non ben informati. Inoltre gli allevatori hanno l’esigenza di punti di riferimento e direttive in grado di assistere e guidare con redditività il management aziendale. Un sostegno effettivo ribadito anche dal Prof Agostino Macrì dell’Unione Nazionale Consumatori e dal Prof Federico Infacelli della facoltà di Medicina Veterinaria “Federico II” di Napoli che ha portato dati importanti di studi comparativi. Sarebbe opportuno valorizzarla con l’ideazione di un marchio in grado di lanciare il prodotto attraendo il consumatore, tutelando l’allevatore dando alla carne il valore aggiunto dovuto. Resta la difficoltà della veloce ossidazione che ostacola il trasporto e la conservazione poiché conferisce alla carne una colorazione più scura e anche se qualitativamente il prodotto resta invariato, il consumatore è frenato all’acquisto. La giornata di lavoro, ha offerto buoni punti di discussione, ma soprattutto ha aperto gli occhi su una grande possibilità in grado di rivoluzionare l’allevamento bufalino, il suo management e la sua redditività: la commercializzazione e la valorizzazione della carne di bufala. ■

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PRODUZIONI ZOOTECNICHE A CONFRONTO u un patrimonio nazionale complessivo di circa 370 mila capi bufalini, oltre 65 mila sono allevati nel Lazio. Quasi 700 aziende zootecniche, con una media di 80 capi ciascuna, che si concentrano per i due terzi nella provincia di Latina e per un terzo in quella di Frosinone. Un segmento significativo, quindi, del comparto zootecnico regionale, che si è mosso in questi ultimi anni in contro tendenza rispetto alla crisi generalizzata che ha colpito a livello nazionale, e in particolare nel Lazio, le imprese dedite all’allevamento animale. Questi i dati essenziali presentati al convegno promosso da Arsial sul bufalo mediterraneo, a fotografare un settore che sebbene in espansione presenta non poche criticità. A partire dalla scarsa diffusione presso gli allevamenti della fecondazione artificiale come pratica riproduttiva ordinaria, condizione che ostacola notevolmente il miglioramento genetico della specie e che rende difficile conseguire significativi aumenti della produzione di latte per capo allevato. Per non parlare poi della difficoltà strutturale di collocare, in modo remunerativo, la produzione di carne che stenta a trovare un mercato, anche perché poco conosciuta dal consumatore finale. Non vi è dubbio che le maggiori potenzialità della specie si esprimono attraverso la produzione lattiera e soprattutto attraverso i prodotti derivati, mozzarella in primo luogo. (Arsialweb.it)

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Attualità Info Regioni

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Lodi, ospedale veterinario nel 2015 Intesa tra Comune, Provincia e Università di Milano per il trasferimento a Lodi dell’intera Facoltà di Veterinaria

’intera facoltà di veterinaria a Lodi entro il 2015. Il Comune di Lodi, la Provincia e l’Università degli Studi di Milano hanno approvato un protocollo d’intesa che definisce gli impegni che ciascuno dei soggetti coinvolti assume al fine di garantire la perfetta riuscita dell’operazione. Ciò avverrà tramite la costituzione di una Società di Trasformazione Urbana (Stu) che realizzerà le nuove strutture funzionali al trasferimento a Lodi della Facoltà di Medicina Veterinaria e delle Strutture di Ricerca Dipartimentali a vocazione biotecnologica della Facoltà di Agraria dell’ateneo milanese. Il patto dà così attuazione a quanto previsto nel terzo Accordo di Programma sottoscritto nel 2009. La nuova operazione comporterà un investimento di 76 milioni e 400 mila euro, sostenuto per 45 milioni e 840 mila euro dalla Statale di Milano, per 11 milioni e 460 mila euro dalla Regione e per 9 milioni 550 mila euro ciascuno da Provincia e Comune di Lodi. Inoltre, l’Università si farà carico di un ulteriore investimento di 7 milioni e 400 mila euro per la realizzazione dell’ospedale per piccoli animali, che si affiancherà così alla clinica veterinaria per grandi animali già attiva nel polo universitario di Lodi, inaugurata nel dicembre 2005. «Con l’approvazione di questo importante documento - commenta il sindaco di Lodi Lorenzo Guerini - il progetto di trasferire integralmente da Milano a Lodi la Facoltà di Me-

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dicina Veterinaria, che è stato il motore propulsore del disegno del cluster scientifico di livello internazionale che dal 2000 sta prendendo forma alle porte della città, fa registrare uno sviluppo decisivo. Il nostro territorio si candida a recitare un ruolo di primo piano in un settore fondamentale come quello delle scienze applicate all’agroalimentare». «Sono orgoglioso e soddisfatto - dichiara invece il presidente della Provincia, Pietro Foroni -. L’accordo, produrrà vantaggi in molte direzioni: da un punto di vista economico, con nuovi posti di lavoro e da un punto di vista scientifico, nella valorizzazione delle eccellenze territoriali. Si tratta di un investimento importante». Con l’introduzione della facoltà di veterinaria, inoltre, Lodi e tutto il territorio si avvarranno di un indotto che formerà nuove figure professionali utili alla nostra vocazione agricola e zootecnica. La Stu (a cui parteciperanno come soci Comune, Provincia e l’Università) dovrà inoltre vedere la partecipazione di un socio privato, da selezionare secondo modalità di evidenza pubblica, che avrà la funzione di progettare e realizzare degli interventi previsti. La governance della Stu prevede un Consiglio di amministrazione composto da 5 componenti. Il capitale sociale sarà di 400 mila euro. Le opere inizieranno entro il primo semestre 2013 e si concluderanno entro il primo semestre 2015. La messa in funzione nel secondo semestre del 2015. ■

SARDEGNA, NUOVO COMMISSARIO ALL’IZS aria Assunta Serra lascia la guida dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna dopo un anno e mezzo di mandato amministrativo per diventare direttore generale dell’Ersu di Sassari. Un periodo in cui sono stati fatti i passi fondamentali per attuare la riforma del 2008 e dare un assetto aziendale all’Istituto “Pegreffi”, che è diventato uno strumento tecnico scientifico della Regione e del ministero della Salute. “Ma la riforma è solo un corpo che ha bisogno di un’anima - dice Maria Assunta Serra al quotidiano online Sassari Notizie -. Il vero lavoro di questo anno e mezzo è stato quello di traghettare l’Istituto verso le sfide del futuro, perché anche le malattie animali sono sempre più globalizzate e la circolazione dei prodotti alimentari da un capo all’altro del mondo pone nuovi obiettivi per la sicurezza dei consumatori”. Basti pensare ai recenti allarmi “Escherichia coli”, diossina nei polli o mozzarelle blu,

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per avere un’idea; oppure ricordare i problemi endemici della Sardegna, dalla Trichinella alla lingua blu, alla peste suina africana. “Tutti casi in cui l’Istituto Zooprofilattico si è trovato in prima linea - prosegue il commissario uscente - e si è impegnato a garantire la sicurezza dei consumatori insieme alle istituzioni, alle Asl, ai Nas e al servizio Prevenzione dell’assessorato alla Sanità”. Il nuovo commissario straordinario dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna nominato con decreto del 1 luglio 2011 dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci, d’intesa con l’assessore alla Sanità, è il dottor Antonio Giovanni Ghiani. Secondo quanto previsto dal provvedimento regionale, il nuovo commissario, con poteri di direttore generale, garantirà la continuità amministrativa dell’Istituto e provvederà alla gestione dell’Ente per il tempo necessario all’espletamento della procedura di nomina del nuovo direttore generale.

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16 Lettere al Direttore Considerazioni varie sulla caudotomia Espongo alcune perplessità sul recente divieto riguardante gli interventi estetici che risulta dalla vigente ordinanza del 22/03/2011. In particolare le mie perplessità riguardano la caudotomia nelle razze utilizzate ai fini venatori. La prima considerazione che mi viene spontanea, riguarda il fatto che in realtà la caudotomia nei cani da caccia non è propriamente un intervento estetico, infatti soprattutto per i soggetti impiegati nelle zone boschive o anche semplicemente nei roveti, le lesioni traumatiche della coda sono un evento comune durante la stagione venatoria e questo anche per quelle razze dove da secoli, vedi setter inglesi, gli allevatori ricercano attraverso la selezione una certa immobilità della coda durante la cerca e durante il galoppo, figuriamoci lasciare ai nostri amici scodinzoloni per eccellenza, spt bracchi e breton, un appendice che da secoli viene tagliata, non a caso, conoscendo il temperamento estremamente vivace di queste razze; infatti chiunque conosca un poco, per averli visti a lavoro, i continentali esteri ed i continentali italiani, ha ben presente l'attitudine a muovere freneticamente in fase di cerca quel che rimane della coda.

Un’altra considerazione che mi viene spontanea riguarda la valutazione del dolore causato da una caudotomia eseguita in anestesia locale in animali di una settimana di vita circa... siamo proprio sicuri che la priorità del benessere animale passi da qui, ...o forse sarebbe il caso di vedere quanti colleghi obiettori hanno un registro degli stupefacenti ed operano le sterilizzazioni con un minimo di terapia del dolore; e ti sembra forse etico che permettiamo ad allevatori di numerose razze toy e non solo, di effettuare ripetutamente parti cesarei visto che le loro fattrici non sono più in grado di partorire spontaneamente, per non menzionare poi i Bulldog per i quali abbiamo ormai 100% di parti cesarei. Eviterò di dilungarmi poi sui numerosi interventi chirurgici che dobbiamo consigliare ed eseguire per permettere di respirare ad un gran numero di soggetti delle razze brachicefale, quando probabilmente dettando uno standard di razza più rispettoso delle misure della canna nasale, otterremmo, probabilmente in pochi anni, soggetti più sani ed in grado di viver bene anche senza plastica delle narici o resezione del palato molle ecc. In conclusione credo che l'unico effetto che avrà questo divieto sarà, più che il miglioramento del benessere, la drastica riduzione del numero di soggetti appartenenti a queste razze; ti posso infatti assicurare che a differenza di quello che si auspica che accada per i cani da compagnia, dove il proprietario si può abituare a vedere la coda nel proprio

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“Pensiamo che il sistema degli albi professionali sia molto meglio del sistema delle libere associazioni presenti negli stati anglosassoni”. Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio

soggetto, non avremo mai nessun cinofilo che accetterà di condurre a caccia un soggetto appartenente ai continentali esteri o italiani con la coda integra. Luca Rossi, Grosseto

Ho ricevuto personalmente questa lettera e ringrazio il Collega di averla resa pubblica. Trovo che sia sempre apprezzabile la scelta di condividere il proprio parere, in special modo su un argomento come questo. Comunque la si pensi. Marco Melosi Vice Presidente ANMVI

CAMPIONI D’ITALIA PER L’OTTAVA VOLTA! i è svolto dal 28 aprile al 1 maggio il 14° quadrangolare della sanità di calcio che ogni anno in questo periodo vede protagoniste le quattro rappresentative sanitarie: farmacisti, biologi, medici e veterinari. Quest’anno il gravoso compito di organizzare il torneo spettava proprio ai veterinari, e la scelta è caduta in Piemonte, precisamente al centro sportivo villaggio azzurro di Novarello (NO), teatro già lo scorso anno del torneo nazionale dei veterinari. La novità del 2011 è stata quella di organizzare una partita di beneficenza con impegnate una rappresentativa della sanità contro la nazionale psicologi a favore dell’associazione casa Alessia: nella cornice del bellissimo stadio Piola di Novara abbiamo unito il divertimento alla beneficenza ed è stato un momento di particolare soddisfazione e di orgoglio poter essere utili, anche se con un piccolo contributo, a questa associazione. Si è svolto anche il tradizionale convegno sanitario organizzato dalla Novartis, sponsor della nostra nazionale, che ha trattato delle malattie parassitarie trasmissibili all’uomo, con la Dr.ssa Edy Mercuriali relatrice in una mattinata veramente molto interessante. Nel pomeriggio è incominciato il torneo vero e proprio che ha visto impegnate per prime la nazionale dei medici vittoriosi 5 a 2 contro la nazionale farmacisti e quella dei veterinari contro i biologi: è stata una partita spettacolare ed intensa risolta a favore dei veterinari con il punteggio di 4 a 3 ed un’alternanza di goal e situazioni a prova di coronarie. La 2a giornata vedeva sul campo i biologi contro i medici battuti dai primi con un secco 3 a 0; la partita successiva è stata quella tra farmacisti contro veterinari: do-

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veva essere sulla carta una partita più semplice ed invece la disposizione in campo e la grinta dei farmacisti ha fatto sì che alla fine del primo tempo fossimo sotto di un goal; dopo numerosi ma infruttuosi attacchi (un vero e proprio assedio) alla porta dei colleghi farmacisti, un guizzo del Dr. Albanese portava meritatamente al pari la nostra nazionale che però non è stata più in grado di cambiare il risultato. L’1 a 1 finale è stato comunque il risultato più giusto. L’ultima partita i veterinari l’hanno giocata contro i medici ed uno schiacciante 4 a 0, nonostante un difficile primo tempo in cui i medici hanno lottato con tutte le armi per difendere lo 0 a 0, ha sancito il trionfo della nostra nazionale; il Dr.Vianzone autore di 3 goal in questa partita e 2 nella prima contro i biologi è stato il capocannoniere del torneo…..lui piemontese in terra piemontese….complimenti! Per dovere di cronaca, l’altra partita tra biologi e farmacisti è terminata 0 a 0. Menziono il Dr. Maggi, il Dr. Pallaro e il Dr. Porrino autori degli altri goal e tutti gli altri colleghi che hanno condiviso con me questi 3 giorni speciali: Ricci, Sorice,

Ronco, Nominelli, Frola, Borio, Filippetto, Blasetti, Falcioni, Cesaroni, Palombi, Della Torre, Catucci, Lozzi, Cannella, Cavallin il nostro nuovo coach (soprannominato ignobile coach) accompagnato dal Dr. Onofri, nostro allenatore per 13 anni e prodigo anche quest’anno di utili consigli. Grazie ragazzi! Un ringraziamento particolare va all’on.e collega Dr.Gianni Mancuso che ha contribuito con le sue conoscenze e la sua disponibilità alla brillante riuscita del torneo, il Prof.Faccioli, g.manager del Novara calcio che ci ha concesso lo stadio di Novara e l’utilizzo dei campi e della struttura del centro sportivo di Novarello. Un immenso grazie a due colleghi piemontesi, il Dr. Pugliesi e il Dr. Nominelli senza i quali non sarei riuscito ad organizzare al meglio questo torneo, alla Vet&co ed al circolo veterinario bolognese che, come tutti gli anni, è mio referente per tutta la parte economica. Sperando di continuare a vincere... oltre che a divertirsi, vi rimando all’anno prossimo! Stefano Biondi, Presidente Nazionale Italiana Calcio Medici Veterinari

AVVISO AI LETTORI i informano i gentili lettori che gli uffici EV e delle Associazioni Federate ANMVI (AIVEMP, SIVAE, SIVAL, SIVAR, SIVE, SCIVAC e FSA) del Centro Studi di Palazzo Trecchi rimarranno chiusi per ferie dal 6 al 21 agosto 2011. In quel periodo rimarranno comunque attivi i servizi informatici, fra questi le liste di discussione telematiche e i due mercati online di attrezzature professionali e occasioni di lavoro Vet Job e Vet Exchange. Ricordiamo inoltre che, per tutto il mese di agosto, la pubblicazione della nostra rivista sarà sospesa. I Medici Veterinari interessati a mandare alla redazione i loro contributi possono comunque scrivere all’indirizzo email: professioneveterinaria@anmvi.it. A questo indirizzo email è possibile comunicare anche le variazioni di indirizzo per la spedizione in formato cartaceo della rivista. Il settimanale di informazione dell’ANMVI è disponibile anche in rete al sito dell’Associazione. L'edizione di Professione Veterinaria viene pubblicata in versione integrale in formato PDF. Ai nostri lettori auguriamo buone ferie.

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RECENSIONE Noi, quelli delle malattie rare Storie di vita, amore e coraggio Editore: Sperling & Kupfer Recensiamo volentieri l’ultimo libro scritto da Margherita De Bac, giornalista del Corriere della Sera, nota firma del quotidiano per le pagine della salute e attenta osservatrice dei fatti della veterinaria. “La partita non è vinta. In compenso le malattie rare non sono più un tabù. Secondo stime sono 6000, la maggior parte senza cure e incompatibili con una lunga aspettativa di vita. Alcune sono note all’opinione pubblica, come l’emofilia o la sclerosi multipla. Altre sono definite ultrarare perché i casi si contano sulle dita di una mano e spesso sono indicate con la descrizione dei loro drammatici effetti: “la malattia dei bambini di pietra”, “i bambini bolla”, “i bambini senza sorriso”. Nessuno è ancora riuscito a comprendere l’origine. Io non mi arrendo, vado avanti. Se scrivere può contribuire a non spegnere la telecamera, lo farò. Per l’impegno preso con le mamme che mi hanno pregato di non fermarmi. Una di loro mi ha scritto sul blog: “Ricevere una tua risposta riempie la mia giornata di luce”. Per me è esattamente lo stesso”. dall’Introduzione di Margherita De Bac


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Dalle Aziende

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Assalzoo: “sentenza Tar riconosce ruolo per la ricerca degli Ogm” “

’ un segnale di grande importanza, da cui si deve trarre spunto per riflettere su alcune decisioni che, negli anni, hanno fatto sì che l’Italia venisse tagliata fuori dalla ricerca biotecnologica in agricoltura»: così Silvio Ferrari, Presidente di Assalzoo, l’Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, commenta la sentenza del Tar Lazio che annulla il decreto del marzo 2010 con cui l’allora Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, aveva vietato a un agricoltore friulano di coltivare organismi geneticamente modificati (OGM). «Mentre la normativa comunitaria si occupa di tutelare l’ambiente, la vita e la salute di uomini, animali e piante - si legge nella sentenza del Tar Lazio - lo stesso legislatore europeo lascia invece alla normativa interna la possibilità di adottare le misure più opportune per limitare gli effetti economici connessi alle potenzialità diffusive degli OGM e, quindi, non compromettere la biodiversità dell’ambiente naturale in modo da garantire la libertà di iniziativa economica, il diritto di scelta dei consumatori e la qualità e la tipicità della produzione agroalimentare nazionale».

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«Inoltre - continua la sentenza del Tar - la Corte Costituzionale (sentenza 116/2006) ha fatto salvo il principio di coesistenza tra colture, stabilendo che le diverse colture (tra cui gli OGM) siano praticate senza reciprocamente compromettersi, in modo da tutelare le peculiarità e le specificità produttive di ciascuna e in modo da evitare commistioni tra sementi e senza pregiudizi per le attività agricole preesistenti (che non debbono trovarsi costrette a modificare o adeguare le loro tecniche di coltivazione e allevamento), assicurando agli agricoltori, agli operatori e ai consumatori la possibilità di scelta attraverso la separazione delle rispettive filiere». E «in questo quadro conclude il Tar Lazio - le modalità di attuazione del principio di coesistenza, proprio in ragione dei fini a cui è ispirato, sono rimesse alla competenza delle singole Regioni». «È paradossale - afferma Ferrari - che un Paese come il nostro, fortemente deficitario di materie prime fondamentali per l’alimentazione - umana e animale - e per il Made in Italy alimentare, continui a ignorare che nel mondo già oggi vengono coltivati quasi 150 milioni di ettari di soia, mais, cotone e colza GM, con un trend di crescita a due cifre ogni anno; e soltanto di soia ne importiamo il 90%

del fabbisogno nazionale». «È necessario che anche l’Italia applichi le normative comunitarie sulla sperimentazione. È questa la via per garantire tante eccellenze che il Paese esprime nel mondo agricolo, zootecnico e alimentare», prosegue Ferrari. «La nostra Associazione è aperta a un confronto su questi temi, sui quali si giocherà la

possibilità del Paese di essere competitivo e innovativo nel settore agro-alimentare. Per questa ragione la sentenza del Tar può aiutare a fare chiarezza e auspichiamo che chi ci governa e ha la responsabilità del Paese ne tenga debito conto per dare risposte certe supportate da una seria ricerca scientifica». ■

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Professione Veterinaria 25-2011:ok

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18 Calendario attività Dal 15 settembre al 9 ottobre Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi

15 - 17 SET

CORSO SCIVAC Ultimi posti disponibili

15 SET

SEMINARIO NAZIONALE SIVE IN COLLABORAZIONE CON CIRCOLO VETERINARIO SARDO

16 - 17 SET 16 SET 18 SET

CORSO SIVE

CONVEGNO SIVAL IN COLLABORAZIONE CON IBP ITALIAN BIOSAFETY PLATFORM INCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA

18 SET

INCONTRO REGIONALE SCIVAC PIEMONTE IN COLLABORAZIONE CON SOVEP

19 - 21 SET

CORSO SCIVAC Ultimi posti disponibili

23 - 25 SET 23 - 24 SET 24 - 25 SET 24 SET 25 SET 25 SET 30 SET - 2 OTT 1 - 2 OTT

CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC SEMINARIO SICARV / SCIVAC

INCONTRO SCVI

2 OTT 2 OTT 2 OTT 5 - 7 OTT 6 - 8 OTT 7 - 8 OTT 7 - 9 OTT 8 - 9 OTT

OFTALMOLOGIA NEL CAVALLO - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

INCONTRO SICARV

METODICHE ECOCARDIOGRAFICHE DI DIAGNOSI, STADIAZIONE DELLA MALATTIA VALVOLARE MITRALICA E TERAPIA: ESPERIENZE IN MEDICINA UMANA E MEDICINA VETERINARIA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 5, Crediti - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC SARDEGNA CORSO SCIVAC CORSO SCIVAC

IL PANCREAS ENDOCRINO - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC FRIULI VEN.GIULIA

APPROCCIO AL PAZIENTE CARDIOPATICO - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 1° IT. GASTROENTEROLOGIA: III PARTE - GASTROENTEROLOGIA 3 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 41 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it RIPRODUZIONE E INSEMINAZIONE ARTIFICIALE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 26 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO PRATICO DI ORTOPEDIA EQUINA: ADVANCED ULTRASONOGRAPHY COURSE - Clinica Equine Practice, Campagnano di Roma (RM) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it CORSO REGIONALE DI ONCOLOGIA PUGLIA - Lecce - Grand Hotel Tiziano - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it FRATTURE SEMPLICI E FRATTURE COMPLESSE: SOLUZIONI CHIRURGICHE E NON - Padova - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it LA MALATTIA PARODONTALE: PIANIFICAZIONE DEL TRATTAMENTO, TRATTAMENTO CHIRURGICO E TECNICHE RIGENERATIVE - ECM: 6, Crediti - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it L’APPROCCIO COGNITIVO NELLA TERAPIA RIABILITATIVA DEL CANE: ESPERIENZE PRATICHE - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 5, Crediti - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it CHIRURGIA DEL RENE E URETERE SFIDA POSSIBILE? - Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CHIRURGIA DEL DIGERENTE - Sassari - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

CORSO SCIVAC CORSO SIVE CORSO SCIVAC SEMINARIO SCIVAC / SIOVET

INCONTRO SISCA

9 OTT

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA

9 OTT

INCONTRO REGIONALE SCIVAC SARDEGNA IN COLLABORAZIONE CON ASVAC

9 OTT

UNA GIORNATA NELL’AMBULATORIO DI UN VETERINARIO AVIARE - Ordine dei Medici Veterinari di Cagliari Via Carroz,14 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it CORSO REGIONALE DI CITOLOGIA SICILIA - Ragusa - Villa di Pasquale - Viale delle Americhe - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO INTRODUTTIVO ALL’OFTALMOLOGIA - Atahotel Quark, Milano - Via Lampedusa, 11/A - ECM: Richiesto accreditamento per 12 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it PRIMO APPROCCIO ALLA MEDICINA E CHIRURGIA DEI RETTILI - Aula Magna Università di Messina - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it MYTHS AND MISCONCEPTIONS: OVVERO LEGGENDE E FALSE CONVINZIONI IN ODONTOSTOMATOLOGIA E CHIRURGIA ORALE VETERINARIA - Ancona - VIA FLAMINIA 220 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA

INCONTRO SIODOV

9 OTT

BIOSAFETY SIMPOSIUM - 2ND IBP-SIVAL JOINT MEETING - Auditorium Siena Biotech S.p.A - Medicines Research Center - Via Petriccio e Belriguardo, 35 - ECM: Accreditamento non richiesto - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria SIVAL - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: info@sivalnet.it QUANDO L’ECOGRAFIA È URGENTE: L’ECOTOMOGRAFIA NELLE SITUAZIONI DI EMERGENZA - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it SOVEP - CHIRURGIA DEL DIGERENTE - Hotel Campanile - Rivoli (TO) - C.so Allamano 153 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it TRAUMATOLOGIA FELINA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 27 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 70° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC - MEDICINA D’URGENZA - Hotel Serena Majestic, Montesilvano (PE) Viale Carlo Maresca 12 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it SEMINARIO INTERNAZIONALE - MALATTIA DEGENERATIVA MITRALICA NEL CANE: COSA C’È DI NUOVO? - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 6 Crediti - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it LE GHIANDOLE DELL’APPARATO GASTRO-ENTERICO A VOLTE DIMENTICATE. LA PANCREATITE: MEDICINA E CHIRURGIA A CONFRONTO E LE PATOLOGIE DELLE GHIANDOLE SALIVARI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 6 Crediti - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it

SEMINARIO NAZIONALE SIVE

INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC CALABRIA IN COLLABORAZIONE CON LA FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA DI MESSINA INCONTRO REGIONALE SCIVAC MARCHE

2 OTT

INTERNATIONAL COURSE - ADVANCED VETERINARY DIAGNOSTIC IMAGING - PRACTICAL AND INTERACTIVE COMPUTED TOMOGRAPHY WORKSHOP - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Rich. accr. per 27 Crediti - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 1ST SEAVE MEETING: INTERNAL MEDICINE - Alghero Hotel Calabona - Località Calabona - CP 15 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it CORSO PRATICO DI EMBRYO-TRANSFER - Palazzo Trecchi, Cremona e SBS San Daniele Po(CR) - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

laPROFESSIONE

VETERINARIA 25 | 2011

la VETERINARIA

PROFESSIONE

La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl - Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicati come tali. Cambio di indirizzo: Le modifiche per il recapito postale vanno indirizzate a: info@evsrl.it Chiuso in stampa il 4 luglio 2011

SOLUZIONI

condizioni patologiche non sempre facilmente rilevabili

c

quando diminuisce il grasso e aumentano le cellule somatiche nel latte

a b c d e

<1.500 3.000-4.000 5.000-7.000 7.000-10.000 >10.000

QUIZ 1

quando aumenta l’incidenza di una serie di

Risposta corretta: b) Incontro Sivar c/o Fiera del Bovino da latte: “Aggiornamenti in buiatria” Cremona, ottobre 2008

quando aumenta l’incidenza delle dislocazioni abomasali

QUIZ 2

a b

2) Indicare il contenuto accettabile di sali totali disciolti (STD) (mg/l) nell’acqua di abbeverata per suini:

Risposta corretta: b) Incontro Sivar c/o Fiera di Reggio Emilia: “Ruolo ed importanza dell’acqua nell’allevamento suino” - aprile 2004.

1) Quando si sospetta la presenza di acidosi ruminale subacuta nelle vacche in lattazione?


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