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PROFESSIONE
la VETERINARIA A.N.M.V.I.
Brevi ESCLUSIVITA’ La Commissione Sanità del Senato ha stralciato dal disegno di legge sull’intramoenia l’articolo che ripristinava l’obbligo di esclusività di rapporto con il Ssn per i direttori di struttura complessa. Il “Ddl intramoenia” dovrebbe essere varato entro il 31 luglio.
DDL CANI Non c’è ancora nessuna bozza di testo per la regolamentazione dei “cani pericolosi” e del possesso responsabile dei cani. Le notizie di agenzia che ne hanno anticipato i contenuti non trovano riscontro in alcun testo ufficiale ministeriale. Massimo riserbo in Lungo Tevere Ripa.
UDINE Potrebbe sorgere a Pagnacco, vicino ad Agraria, la nuova sede della Facoltà di Veterinaria di Udine. Mentre l’Università sta portando avanti l’iter per il riconoscimento del corso di laurea in medicina veterinaria, l’amministrazione comunale di Pagnacco ha già dato il proprio consenso per il nuovo centro universitario. Contraria l’opposizione.
ONAOSI Il fac-simile predisposto dai legali dell’ANMVI per il rimborso delle somme versate alla Fondazione negli anni di contribuzione obbligatoria 20032006 può essere richiesto da coloro che hanno versato i contributi. Lo precisa l’Associazione chiarendo che chi non ha versato dovrà esperire un’azione di ricorso individuale presso il competente tribunale del lavoro.
PROGRESSO VETERINARIO La rivista fondata nel 1946 ha cambiato proprietà: l’Assemblea degli Ordini dei Medici Veterinari del Piemonte ha approvato all’unanimità la cessione della proprietà del “Progresso Veterinario” alla FNOVI. Allo studio una collaborazione con l’ENPAV. La “nuova” rivista, che avrà un nuovo Comitato di Redazione, arriverà ai Colleghi da gennaio prossimo.
LEPTOSPIROSI Ricercatori francesi, dell’Istituto Pasteur di Parigi, hanno scoperto, nel batterio responsabile dell’infezione (Leptospira interrogans), un gene fondamentale per l’azione virulenta del microrganismo. Questa scoperta - realizzata dall’equipe di Mathieu Picardeau e pubblicata su PLoS Pathogens - semplificherà la messa a punto di nuovi test diagnostici e vaccini.
BSE Le autorità sanitarie portoghesi hanno confermato a metà luglio il primo caso mortale nel paese della malattia di Creutzfeldt-Jacob. Secondo il quotidiano Publico circa 50 persone hanno sviluppato negli ultimi anni, in forme meno acute, la malattia in Portogallo.
MERCURIO Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo al divieto al mercurio nei termometri, barometri e strumenti di misurazione destinati al grande pubblico. I produttori avranno due anni dall’entrata in vigore della nuova direttiva per mettersi in regola.
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ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 4, numero 27, dal 16 al 22 luglio 2007 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona
SSN da ammodernare
Un Manifesto per la Sanità Pubblica Le alternative all'attuale assetto indeboliscono la veterinaria
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Canile di Villotta (PN), esposto dell’ANMVI a NAS e ASL ulle vicende del canile di Villotta di Chions, in provincia di Pordenone, dove come tutti ricordano si eseguono prestazioni medico-veterinarie senza “coerografie”, l’ANMVI ha inoltrato un esposto al Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri del Friuli Venezia Giulia e alla Azienda per i Servizi Veterinari n. 6 del Friuli Occidentale. Nell’esposto si richiamano i contenuti dell’articolo ‘Sterilizzazioni e polemiche. L’incrocio di interessi diversi’, pubblicato da “Il Messaggero Veneto” in data 27.04.2007, dove si legge che nell’ambulatorio veterinario attivo presso il canile di Villotta si procede ad interventi di sterilizzazione dei cani in assenza delle condizioni minime necessarie alla pratica anestesiologica e chirurgica. Nel citato articolo si dice infatti che per l’intervento di sterilizzazione “non serve l’anestesia gassosa (se non in caso di animali anziani o sofferenti) né un apparato di sale operatorie sterili con chissà quali attrezzature: servono soprattutto una buona manualità e l’uso di adeguati farmaci anestetici e una opportuna copertura antibiotica. Il resto è… solo coreografia”. (segue a pagina 6).
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Catanzaro, ne riparliamo in Consiglio di Stato
VOGLIO EMIGRARE! In Italia circa 8 milioni di famiglie ospitano un cane o un gatto, o entrambi. Le famiglie in Italia sono circa 23 milioni e quindi più di una famiglia su tre ha in casa almeno uno dei 7 milioni di cani o dei 7,5 milioni di gatti presenti nel nostro paese. Se tutti venissero portati regolarmente da un veterinario per una vaccinazione o per un controllo, un paio di volte all'anno, probabilmente il reddito dichiarato dai veterinari privati non si limiterebbe ai 240 milioni di euro, che risultano dai dati ENPAV, riferiti al 2005. Non vi è dubbio che il nostro è ancora un mercato sottosviluppato sia per la diffusione di animali sia per l'attenzione verso la loro salute. Basti pensare alla limitata diffusione del petfood in Italia rispetto ad altri paesi, se questo può essere un indice di maturità del mercato. D'altra parte, se vediamo la diffusione degli animali da compagnia, noi siamo molto arretrati rispetto al Regno Unito o alla Francia dove il 51% delle famiglie ospita un animale da compagnia, o rispetto al primato della Spagna che esprime una percentuale del 60%. Se poi guardiamo la diffusione dei cani ogni 100 abitanti, l'Italia è sol-
tanto al 10° posto con 11,9, quando la Spagna ne ha 30,1, la Polonia 23,3 e la Francia 15,6, per citarne alcuni. Gli stessi dati riferiti al gatto ci portano solo al 12° posto con 12,7, ma la Slovenia ne ha 20, la Francia 16, la Polonia 12,9 e la Spagna 12,7. Inoltre la maggior parte di questi paesi ha una cultura "animalista" molto più avanzata della nostra e sono quindi mercati certamente più interessanti rispetto al nostro. Se aggiungiamo che, a parte la Spagna, che come noi ha un elevato numero di veterinari, gli altri paesi hanno un numero di strutture veterinarie nettamente inferiore al nostro e che hanno la possibilità di vendere farmaci e tutti gli altri prodotti riferiti al benessere dell'animale, sarebbe il caso di emigrare subito. Regno Unito e Francia sono alla ricerca di veterinari, ma li vogliono preparati e non sempre i nostri giovani laureati sono pronti per questa possibilità. Potremmo provare la Polonia, dove sono ancora in pochi, ma stanno crescendo velocemente anche loro. Puntiamo allora sulla Cina dove il cane di razza è diventato uno status symbol, e non arrosto con ■ le patate.
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ono stati pubblicati i bandi di concorso per l’ammissione ai corsi di laurea specialistica in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria, Medicina Veterinaria e ai corsi di laurea triennale nelle Professioni Sanitarie dell’Università di Catanzaro per l’anno accademico 2007/2008. Lo riferisce un comunicato dell’ateneo. Per Medicina Veterinaria i posti disponibili sono 22 per gli studenti comunitari e cinque per gli studenti non comunitari. Con una nota inviata al Ministro dell’Università Fabio Mussi e alla FNOVI, l’ANMVI ha ricordato che la sentenza del TAR n. 4868/2007 ha annullato il decreto che ha istituito il corso di laurea in veterinaria presso l’ateneo calabrese e che l’azione legale intrapresa dall’Associazione è tutt’ora in corso. L’Università Magna Graecia di Catanzaro, assistita dal prof. avv. Astone, ha impugnato davanti al Consiglio di Stato la sentenza del Tar del Lazio - Roma Sezione III bis 4868/2007 con cui il Tar ha dichiarato l’illegittimità dell’istituzione del Corso di laurea in veterinaria istituito presso la predetta Università di Catanzaro. Il ricorso in appello contiene anche un’istanza cautelare per la sospensione degli effetti della sentenza, la cui discussione si è tenuta il 10 luglio scorso. (segue a pag. 6)
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Manifesto Programmatico dell’ANMVI
La Sanità Pubblica si difende rafforzando le competenze veterinarie
Foto aslcesena
In queste settimane sono circolate proposte di riorganizzazione che indebolirebbero la veterinaria
n questi giorni sono circolate proposte di “riorganizzazione” dei Servizi Pubblici che preconizzavano la creazione
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di organismi “parallel e sinergici”, ambiti sdoppiati per la “sanità animale” e la “sicurezza alimentare”, “dipartimenti medici e medici
Quale Codice Alimentare? “In riferimento alla notizia apparsa sul Corriere della Sera riguardante un emanando decreto legislativo in materia di codice alimentare, il Ministero della Salute precisa che la materia è infatti ancora all’esame degli uffici a livello tecnico e nulla è stato ancora definito”. Questo il testo del comunicato stampa con cui il Ministero della Salute ha smentito il Corriere della Sera del 16 luglio, in edicola con il titolo “Vendere cibi adulterati non sarà più reato”. Secondo il quotidiano di Via Solferino la bozza del nuovo Codice Alimentare, un decreto legislativo che dovrà compendiare la normativa esistente in una sorta di testo unico, conterrebbe un “bavaglio all’informazione” laddove si punisce con sanzioni amministrative “chi comunica o diffonde anche a mezzo stampa informazioni suscettibili di creare panico o allarmismo tra i consumatori”. Ma soprattutto, il provvedimento sarebbe “un alleggerimento per la magistratura e un’arma in meno per la prevenzione”, in quanto conterrebbe la depenalizzazione in caso di vendita di cibi adulterati. L’articolo riporta un commento del Procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, che dichiara: “ho letto il Codice e spero che ci ripensino”. Il Ministero della Salute ha smentito la fondatezza delle notizie, ma senza entrare nel merito delle affermazioni del giornale e dello stesso Guariniello. Il magistrato teme che non si possano più fare controlli preventivi e quanto all’informazione sostiene che “i consumatori non sono bambini, la miglior tutela è nell’informazione corretta e nella trasparenza. La popolazione è in grado di autotutelarsi ma solo se è informata”. Bozze del Codice Alimentare, ancora in via di definizione presso il Ministero della Salute e delle Politiche Agricole, circolano negli ambienti interessati dal provvedimento, ma nessuna ha il marchio dell’ufficialità. Il Codice vuole essere un Testo Unico in materia di sicurezza e legislazione alimentare, in osservanza dei principi di semplificazione normativa previsti dalla Legge 29 luglio 2003, n. 229. Le norme di diritto italiano, pur considerate tra le più severe, necessitano di essere aggiornate e semplificate. Pertanto il Governo ha delegato i ministeri competenti ad un riassetto normativo e di codificazione nel rispetto di alcuni princípi e criteri direttivi: a) armonizzazione della disciplina della produzione e della commercializzazione dei prodotti alimentari ai princípi e alle norme di diritto comunitario, con particolare riferimento alla libera circolazione, allo scopo di assicurare competitività alle imprese; b) tutela degli interessi relativi alla salute, all’ambiente, alla protezione del consumatore e alla qualità dei prodotti, alla salute degli animali e vegetali; c) abrogazione o modificazione delle norme rese inapplicabili o superate dallo sviluppo tecnologico e non più adeguate all’evoluzione produttiva e commerciale delle imprese, fermo restando il diritto dei consumatori all’informazione; d) fissazione di regole uniformi per ciò che concerne il sistema sanzionatorio e le modalità di controllo e di vigilanza, salvo per i prodotti oggetto di specifica normativa comunitaria, e in particolare per il prelevamento dei campioni; e) semplificazione delle procedure esistenti, eliminando quelle che pongono a carico delle aziende oneri non prescritti, per gli stessi prodotti, in altri Stati membri dell’Unione europea; f) distinzione tra norme di produzione e di commercializzazione, con particolare riferimento agli aspetti tecnici e merceologici, norme concernenti il controllo dei prodotti, norme concernenti la istituzione di un unico sistema sanzionatorio. Fonti ministeriali hanno confermato l’intenzione ad aprire le consultazioni in tempi brevi con le rappresentanze veterinarie.
veterinari”, insomma di tutto e di più, in un panorama, peraltro, che vede le risorse pubbliche in contrazione. La contrarietà dell’ANMVI a queste ipotesi è contenuta in un Manifesto Programmatico per la Sanità Pubblica, in cui si ribadisce il fermo “no” dell’Associazione all’indebolimento dell’esistente. L’ANMVI sostiene invece l’importanza della prevenzione in medicina veterinaria e le competenze sulla sicurezza alimentare, da confermarsi e consolidarsi totalmente all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, nell’area del Dipartimento della Sanità Animale, della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione del Ministero della Salute, evitando sbavature e conflitti di competenza con altri settori. ANMVI non è d’accordo col segmentare o parcellizzare la sanità pubblica veterinaria in rivoli che si disperdono per diventare appannaggio o facile preda di altre competenze; ANMVI non è d’accordo nell’indebolire l’esistente, a partire dall’organizzazione dipartimentale del ministero della Salute, faticosamente raggiunta dimostrando competenza e capacità professionale pur nelle vicissitudini delle crisi sanitarie di questi ultimi anni. ANMVI Vuole invece ribadire 1. La PREVENZIONE in MEDICINA VETERINARIA. Attraverso un approccio interdisciplinare basato sul metodo delle Evidenze di Sanità Pubblica, la Prevenzione è un’attività sanitaria prioritaria e come tale deve rimanere totalmente all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, evitando sbavature e conflitti di competenza con altri settori. 2. La SICUREZZA ALIMENTARE. Attraverso una competenza basata sulla conoscenza dell’intera filiera agro alimentare, le competenze sulla S.A. devono rimanere all’interno del Sistema Sanitario Nazionale nell’area della Medica e Medico Veterinaria del Dipartimento della Sanità Animale, della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione. Prevenzione, zoonosi ed epidemiosorveglianza I contesti operativi della sanità pubblica veterinaria sono: la prevenzione, il controllo delle zoonosi e l’epidemiosorveglianza. L’epidemiosorveglianza continua deve divenire il terreno ordinario dove si colloca l’operatività dei Servizi Veterinari, in stretto collegamento con il settore della Clinica e del Management sanitario delle imprese del settore agro zootecnico ed agro alimentare, e dove si misurano i risultati della Prevenzio-
Le proposte del Manifesto dell’ANMVI a. L’articolazione interna e territoriale della Prevenzione Sanitaria. Deve essere mantenuta la rigorosa scelta di una sempre maggior presenza della Sanità Pubblica Veterinaria nel Sistema Sanitario Nazionale, attraverso una linea di comando che parta dal Dipartimento Ministeriale ed arrivi, con medesimi schemi, fino alle ASL territoriali. A questa linea di comando deve essere garantito un adeguato equilibrio di autonomia e potere decisionale tra parte medica e veterinaria con un’integrazione maggiore tra aree tematiche omogenee e con l’individuazione di coordinamenti settoriali che garantiscano equilibri basati su professionalità e reale capacità di soluzione dei problemi. Indispensabile è da ritenersi, alla luce di quanto esposto, lo sviluppo anche a livello territoriale, di nuove competenze basate su funzioni organizzative per: - una rete di osservatori epidemiologici sulle malattie infettive degli animali con particolare riguardo alle zoonosi - un maggior coinvolgimento dell’area di igiene degli alimenti di origine animale, per le conoscenze specifiche sugli alimenti di origine animale, che rimangono la principale causa di tossinfezioni e intossicazioni alimentari, nell’ambito della sorveglianza sulle malattie trasmissibili da alimenti b. L’individuazione delle nuove competenze ed il loro inserimento nel sistema veterinario. Non è da sottovalutare il ruolo pratico della figura del veterinario aziendale e la sua sempre più preponderante attinenza col management aziendale; le esperienze pregresse (epidemiologia, animali morti in azienda, farmaco, ecc...) potrebbero consentire un’integrazione tra libero professionisti e strutture veterinarie delle ASL con la possibilità da parte di queste ultime di disporre di dati con cui contribuire ad alimentare le reti di epidemio-sorveglianza previste dalla UE a tutt’oggi prive nel nostro Paese di un progetto attuativo complessivo. (dal Manifesto Programmatico per la Sanità Pubblica inviato il 13 luglio 2007 al Ministero della Salute, alle Commissioni Sanità e Affari Sociali e a tutti gli organismi di Categoria)
ne Sanitaria, a tutela della salute umana, della salute animale e della sicurezza alimentare. Questa matrice operativa deve snocciolarsi con un collegamento diretto che, partendo dal Ministero della Salute, coinvolga direttamente, per competenza e per organizzazione, le Regioni, le ASL, gli Istituti Zooprofilattici e l’Istituto Superiore di Sanità. Il ruolo sociale degli animali Sia nel contesto degli animali da reddito che in quello da compagnia, l’animale riveste un ruolo non trascurabile, diventando, per il primo, fonte di sostentamento per le comunità dell’intero Paese, e, per il secondo, valida risposta sia ai bisogni della popolazione che a quelle di fasce deboli, come bambini, anziani e soggetti in disabilità psichica. Nel medesimo contesto la Medicina Veterinaria deve giocare il suo fondamentale ruolo clinico nella prevenzione delle antropozoonosi e della lotta al randagismo, in applicazione ai dettami del Ministero della Salute e della linea di governo sanitario del Paese. La sicurezza delle filiere agroalimentari dei prodotti di origine animale Gli alimenti di origine animale so-
no fonte di nobile sostentamento alimentare per i cittadini. Per migliorare la salute dei consumatori attraverso una sana alimentazione, un ruolo spetta al controllo ufficiale ed alla formazione del Medico Veterinario. La garanzia di livelli efficaci ed appropriati di controllo deve passare attraverso l’accordo e la validazione del Sistema tra i vari livelli decisionali di governance: Ministero, Regioni, ASL ed Organizzazioni connesse. Il modello di riferimento è quello descritto nella norma e nelle organizzazioni dell’UE. Il modello organizzativo È quello che considera prioritari i seguenti obiettivi: - il mantenimento o l’incremento in emergenza delle risorse disponibili per la medicina veterinaria - la disponibilità di livelli ed autonomia organizzativa in grado di garantire il presidio e la valorizzazione delle competenze attribuite. Le proposte Due i cardini delle proposte contenute nel Manifesto (v. box): L’articolazione interna e territoriale della Prevenzione Sanitaria e l’individuazione delle nuove competenze ed il loro inserimento nel sistema veterinario. ■
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Bocciatura da tutti i fronti ma con motivazioni diverse
Un Ddl per l’ammodernamento del SSN, incontro con il Sottosegretario Zucchelli La qualità e l’efficienza riguardano tutta la veterinaria ’11 luglio si è svolto un incontro al Ministero della Salute fra il Sottosegretario di Stato Serafino Zucchelli e il Presidente dell’ANMVI Carlo Scotti. I colloqui hanno posto l’accento sulla necessità di allargare a tutto il settore veterinario, pubblico e privato, l’analisi sulla qualità e l’efficienza della sanità nazionale e di riconoscere le urgenze del settore. Accompagnato dal Vice Presidente Giancarlo Belluzzi, il Presidente dell’ANMVI ha consegnato un documento in cui si leggono gli impegni che si vorrebbe veder sottoscritti, nero su bianco, dal Ministero della Salute. Vorremmo trovare scritto, in modo chiaro- recita il documentol’impegno del Ministero nel confermare e sostenere l’attuale Dipartimento con le tre aree funzionali: Sanità Animale, Gestione del Rischio Alimentare e Valutazione e Comunicazione del Rischio, smentendo le voci di smembramento dei ruoli e dei compiti affidati, a scapito dell’operatività. Come sarebbe essenziale, per riportare un altro esempio, vedere in un documento di programma del Ministero il riconoscimento della figura del Veterinario Aziendale, unica figura professionale in grado di sapere realmente cosa accade in un allevamento, in una azienda agroalimentare, ecc. e quindi indispensabile per garantire una corretta Epidemiosorveglianza.
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ECM Nell’ambito della formazione continua ANMVI chiede un meccanismo
di affinamento del sistema ECM rispetto al Sistema della Medicina Veterinaria, peculiare e differente da quello della Medicina Umana. E inoltre una predisposizione concettuale verso il tema dell’Epidemiosorveglianza medico veterinaria, tema che abbraccia tutta la filiera di settore, con coinvolgimento anche del Sistema Medico Veterinario privato, anello indispensabile nella prevenzione e nell’osservanza continua della realtà produttiva e nella realtà degli animali d’affezione. No al “clinico mascherato” Quanto al Governo clinico ANMVI chiede che la Dirigenza del Sistema Sanitario Nazionale prenda atto e regolamenti in maniera univoca e corretta il ricorso al Medico Veterinario in ambiti di supporto e collaborazione alla Sanità Pubblica Veterinaria; ciò corrisponde, praticamente, alla regolamentazione del contratto secondo la normativa riguardante la Medicina Specialistica ambulatoriale. La Dirigenza del Sistema Sanitario Nazionale svolga compiti di controllo ufficiale ma non travalichi questo aspetto invadendo il campo del Clinico Veterinario, mascherato attraverso l’istituto della libera professione intramoenia. L’ANMVI ha inoltre fatto presente che nell’ambito di una corretta somministrazione e distribuzione delle risorse pubbliche, il legislatore ha presente forme di collaborazione con il sistema della medicina veterinaria privata. A tale proposito è stato sottolineato come ANMVI
stia portando avanti (e ne ha già fatto pubblica comunicazione a molteplici soggetti, compreso il signor Ministro) il progetto LEAVET, ossia proposte di prestazioni pubbliche in ambito privato, con miglior utilizzo e notevole risparmio di risorse, a beneficio della collettività e del singolo. Sindacati: prima il CCNL Per le organizzazioni sindacali, il problema dell’ammodernamento, pur fondamentale per gli assetti del Ssn è “secondario rispetto ad alcune questioni più urgenti”: contratto, libera professione, precariato e previdenza integrativa. Sono queste le priorità che il maggior numero dei sindacati della dirigenza medica e veterinaria hanno elencato al Ministero della Salute alla discussione sul Disegno di Legge “Interventi per la qualità e la sicurezza del Servizio Sanitario Nazionale”, noto come il Ddl sull’ammodernamento del SSN. FNOVI: Ddl “carente” Oltre ai sindacati, il Ministero della Salute ha sentito gli ordini delle professioni sanitarie fra cui la FNOVI che, rappresentata da Donatella Loni, ha giudicato “carente” il testo. La posizione della Federazione - si legge sul portale fnovi.it - “è nota ed in buona parte già rappresentata al Ministro ed attiene l’organizzazione complessiva della sanità pubblica veterinaria “a livello di Ministero della Salute, Regioni, ASL, IZS ed ISS. La FNOVI ha così ribadito la ri-
Medico Veterinario, una qualifica da riconoscere in tutta Europa ra le problematiche del recepimento della Direttiva Zappalà (Direttiva 2005/36/Ce Del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali), le Politiche Comunitarie stanno valutando le attività di controllo per evitare che sotto la prestazione temporanea possa in realtà configurarsi un esercizio stabile. Oggetto di particolare esame sono le disposizioni della direttiva, di nuova introduzione rispetto alla disciplina precedente, relative alla libera prestazione di servizi a carattere temporaneo e occasionale, ossia alle attività professionali prestate in Italia da cittadini comunitari senza l’obbligo di stabilimento, e pertanto con il titolo professionale del paese di origine. Le proposte di recepimento di tali disposizioni prevedono una disciplina dell’attività di verifica e di controllo di tali prestazioni per evitare che sotto la prestazione temporanea possa in realtà configurarsi un esercizio stabile della professione, per il quale occorre il riconoscimento del titolo professionale. In quest’ottica, la definizione del “carattere temporaneo e occasionale” della prestazione deve poter permettere la verifica anche per quelle attività professionali a carattere precipuamente stagionale e transfrontaliero. L’esame della bozza di decreto legislativo di recepimento ha anche evidenziato la necessità di condurre una più approfondita analisi delle disposizioni relative alla cooperazione amministrativa tra gli Stati membri, in particolare di quelle che prevedono lo scambio di dati personali e giudiziari. La FNOVI è direttamente impegnata nella redazione del Decreto Legislativo di recepimento della direttiva comunitaria in questione e, unitamente alle altre Federazioni delle professioni sanitarie, è partecipe dei lavori avviati al Ministero della Salute, attraverso il Vice Presidente Carlo Pizzirani. Nel caso delle professioni sanitarie, all’atto della prima prestazione si dovrà fare una verifica preliminare finalizzata ad evitare danni a detrimento dei destinatari dei servizi. La direttiva europea, che ha accorpato le precedenti direttive settoriali per le professioni regolamentate, ha stabilito regole omogenee che consentiranno di svolgere in tutti gli stati membri una professione per la quale si è studiato nel paese d’origine. Sarà cura dei singoli governi nazionali determinare i livelli di cultura e di formazione minima per l’accesso alle singole professioni e individuare i soggetti incaricati di autorizzarne l’esercizio e controllarne lo svolgimento. Esaurita la fase delle inevitabili integrazioni tecniche a cura dei diversi dicasteri coinvolti (giustizia, salute, sviluppo economico, dell’università e ricerca e quello della pubblica istruzione) e acquisito il parere dell’Autorità Garante per la privacy, il Dipartimento per le politiche europee ha manifestato l’intendimento ad avviare un tavolo di coordinamento generale supportato da diversi gruppi di lavoro, uno per ciascuna delle professioni interessate dalla direttiva. Il recepimento della Direttiva riveste particolare rilievo per le professioni ordinistiche italiane, interessate da un complessivo processo di riforma del loro status giuridico. In materia di riconoscimento delle qualifiche professionali, l’Ordine, deve auspicabilmente avere un ruolo attivo fin dalle prime fasi concertative del recepimento della Direttiva 2005/36/CE.
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“Il SSn competa coi privati” "Occorre superare una visione rigidamente dicotomica della sanità, ritenendo opportuna una reciproca permeabilità tra i settori pubblico e privato, in un quadro di regole sufficientemente precise. In particolare, considero ragionevole che le aziende pubbliche possano entrare in competizione con la sanità privata fornendo all'utenza prestazioni libero-professionali attraverso le proprie risorse umane e strutturali" Questa dichiarazione appartiene al Sottosegretario alla Salute, Serafino Zucchelli, intervenuto in Commissione al Senato sul ddl intramoenia delle professioni sanitarie. A questo proposito l'ANMVI ha già presentato un proprio documento, inviato al Ministro ed ai Senatori componenti della Commissione, ribadendo la necessità urgente di una revisione della libera professione nel settore veterinario pubblico per le sue particolari specificità. La dichiarazione del Sottosegretario, se può avere un senso nella medicina umana, certamente non ne ha alcuno nel settore veterinario che presenta già da anni un'enorme offerta di servizi privati, continuamente in crescita rispetto alla stabilità della domanda. Riteniamo quindi veramente assurdo che il Servizio Sanitario Pubblico, già fortemente in difficoltà finanziarie e con evidenti, ed a volte drammatiche, carenze nei servizi di Medicina, possa distogliere investimenti da questo ambito per trasferirli allo sviluppo di progetti riferiti alla salute animale dove non vi è alcuna necessità, creando solo un'ulteriore concorrenza, a volte al limite della "concorrenza sleale" per le tariffe applicate, sviluppando nuove tensioni in un settore già fortemente in crisi. È invece logico e necessario un progetto che, coinvolgendo in convenzione le strutture private, possa portare ad una reale soluzione la drammatica situazione dell'abbandono e del randagismo e dell'assistenza minima garantita agli animali di proprietà di persone indigenti o appartenenti a fasce sociali deboli. I vantaggi del progetto Leavet sono evidenti rispetto a progetti pubblici: mancanza di investimenti, forte esperienza e professionalità specifica, ampia presenza sul territorio, costi elastici e rapportati solo all'attività effettivamente svolta.
Il Ministero della Salute non si tocca arrivato in Consiglio dei Ministri il Disegno di Legge per la riduzione dei costi della politica. Dalla prossima Legislatura, i ministeri scenderebbero dagli attuali 26 a 12, tornando alla Riforma Bassanini, quando Salute, Lavoro e Politiche Sociali furono accorpati. “Il taglio dei costi della politica non può essere confuso con lo smantellamento delle istituzioni - commenta il Presidente dell’ANMVI Carlo Scotti - che dichiara la propria contrarietà ad una ipotesi di accorpamento della Salute, una ipotesi “che rischia di somigliare ad un declassamento della sanità del Paese in un momento in cui il Servizio Sanitario Nazionale soffre gravi carenze finanziarie e necessita di essere potenziato e ammodernato. Che ne sarebbe, in caso di accorpamento, della sanità pubblica veterinaria, della salute animale e della sicurezza alimentare - così determinante per la prevenzione sanitaria del nostro Paese? Dobbiamo pensare che l’esperienza della BSE e dell’influenza aviaria non abbiano insegnato molto”. Secondo l’Associazione si rischia di sacrificare alla deriva demagogica del taglio dei costi, i diritti inalienabili del cittadino, fra cui il diritto alla salute e ad un sistema sanitario efficiente, adeguatamente finanziato, potenziato e ammodernato. Dove esistono sprechi, enti inutili, privilegi e sovrastrutture che alimentano solo la macchina politica è necessario intervenire - conclude Scotti - ma non crediamo che fra questi rientri il Ministero della Salute. Nemmeno la Francia di Sarkozy, ammirata da più parti come un modello di leggerezza istituzionale, si è sognata di sacrificare questo dicastero”. Il Disegno di legge “Misure per la riduzione dei costi politico-amministrativi e per la promozione della trasparenza” è proposto dal Ministro per l’attuazione del programma Giulio Santagata.
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chiesta di istituire “ruolo sanitario regionale”, dato che molte regioni non dispongono di servizi veterinari o gli stessi sono diretti da profili non medici; la necessità che il SSN riconosca ed utilizzi al meglio la presenza e l’attività dei medici veterinari privati sia nella filiera (veterinario aziendale) che nella attività sugli animali famigliari; uscire dal precariato. “Se l’Ammini-
strazione vuole continuare a garantire la qualità dei servizi - conclude la nota della Federazione- la formazione professionale e i livelli di assistenza dovrà rivedere la materia avendo cura di recuperare una impostazione che superi il solo requisito dell’economicità, ma che possa creare condizioni utili a perseguire i fini che la sanità pubblica si prefigge”. ■
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RUBRICA LEGALE
Canile di Villotta di Chions (PN)
Sterilizzazioni e “coreografia”, esposto dell’ANMVI a NAS e ASL Condotte altamente censurabili sotto il profilo sanitario (segue dalla copertina) - Sulle vicende del canile di Villotta di Chions, in provincia di Pordenone, dove come tutti ricordano si eseguono prestazioni medico-veterinarie senza “coerografie”, l’ANMVI ha inoltrato un esposto al Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri del Friuli Venezia Giulia e alla Azienda per i Servizi Veterinari n. 6 del Friuli Occidentale. Nell’esposto, qui riportato, si argomenta che non sono ammissibili “anestesie di serie B, che possono svolgersi anche in condizioni precarie” e “che, anche sotto il profilo medico-veterinario, qualsivoglia intervento chirurgico - dal più banale al più complesso - esige la sterilizzazione dei locali e del materiale operatorio”. A fondamento e conferma di quanto appena esposto si allega la lette-
ra che il Presidente della Società Italiana di Anestesia, Rianimazione e Medicina d’Urgenza Veterinaria, dott. Fabio Viganò, ha inviato al Direttore de “Il Messaggero Veneto” a commento e chiarimento di quanto affermato nell’articolo pubblicato in data 27.04.2007. Il testo dell’esposto “È doveroso evidenziare che le procedure chirurgiche di orchiectomia, ovariectomia o ovarioisterectomia (ovvero di sterilizzazione maschile e femminile) dei cani richiedono il rispetto delle norme di base della buona pratica anestesiologica e chirurgica, allo scopo di ridurre al minimo il rischio di incidenti anestesiologici e chirurgici che tali procedure comportano. Ciò impone
(Cassazione 20468/2007)
Legare il cane al sole è maltrattamento a Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha confermato la condanna al pagamento di 1.500 euro a titolo di ammenda per il reato di maltrattamento di animali inflitta dal Tribunale di Trapani ad un uomo colpevole di avere lasciato il proprio cane, un pastore tedesco, nel cantiere di sua proprietà, legato ad una catena di appena due metri sotto il sole cocente dell’estate e con vicino una cuccia arroventata. Inutilmente il proprietario dell’animale aveva fatto ricorso in Cassazione sostenendo che tutti i giorni dava da mangiare al cane, gli dava l’antiparassitario e non gli faceva mancare nulla, mettendogli oltretutto a disposizione una cuccia. La Suprema Corte ha rigettato la tesi difensiva del ricorrente confermando la sanzione del Tribunale e sottolineando che il reato di maltrattamento era perfettamente provato in quanto “il pastore tedesco versava in una situazione di grave incuria e di pessima situazione igienica”, era legato ad una catena lunga appena due metri, e quindi esigua rispetto alle sue dimensioni e che non gli permetteva i movimenti naturali per lungo lasso di tempo, e soprattutto “era lasciato per tutto il giorno d’estate in una zona del cantiere priva di ombra e di alcun riparo gli permettesse di ripararsi dalla elevata temperatura del sole di agosto, temperatura ugualmente se non ancor più elevata all’interno della cuccia anch’essa esposta al sole”; ciò era comunque produttivo di gravi sofferenze per l’animale, determinate non solo dalla sporcizia del luogo e dall’incuria, ma “soprattutto dall’essere praticamente privato della possibilità di movimento e dall’essere costretto a stare durante le ore più calde delle giornate di agosto in un cantiere assolato o in una cuccia soffocante, priva a sua volta di una idonea tettoia”. (fonte: cittadinolex)
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innanzitutto di chiarire che l’anestesia gassosa (considerata nell’articolo in questione non necessaria, se non per animali anziani o sofferenti) ha il vantaggio di consentire tempestivi interventi in caso di complicanze che insorgano nel corso dell’intervento, posto che - trattandosi di anestesia che va somministrata “intubando” fin dall’inizio l’animale - il paziente, in condizioni di emergenza, è già predisposto per ricevere quanto necessario. L’anestesia endovenosa, invece, pur non presentando in sé e per sé - secondo la letteratura medico-veterinaria e secondo la corretta pratica chirurgo-anestesiologica - vantaggi o svantaggi rispetto all’anestesia gassosa, è caratterizzata tuttavia da una particolarità: se durante l’intervento insorgono complicanze, si rende necessario “intubare” l’animale durante l’effettuazione dell’operazione (e dunque in condizioni di emergenza), il che comporta una struttura estremamente attrezzata allo scopo. Chi, dunque, effettua anestesie endovenose senza avere “chissà quali attrezzature” espone il paziente a gravi rischi. Si aggiunga che, secondo le buone pratiche veterinarie, per poter effettuare un intervento di sterilizzazione è necessario, oltre ad una corretta anestesia generale: conoscere lo stato di salute del paziente attraverso la raccolta di dati anamnestici; effettuare una visita clinica; eseguire degli esami di laboratorio; condurre uno stretto monitoraggio anestesiologico e cardiorespiratorio avvalendosi degli strumenti necessari. La mancanza delle informazioni raccolte attraverso le suddette indagini espone i pazienti ad un alto rischio anestesiologico, con incidenti che possono manifestarsi anche a distanza di tempo
Catanzaro, ne riparliamo in Consiglio di Stato (segue dalla copertina) - È stato pubblicato il bando di concorso per l’ammissione al corso di laurea specialistica in Medicina Veterinaria per l’anno accademico 2007/2008. L’ANMVI scrive al Ministro Mussi dicendo che c’è una sentenza del TAR che non lo consente e ricordando che il Consiglio di Stato, al quale si è rivolta l’Università Magna Graecia, non si è ancora pronunciato. L’ANMVI si è costituita in giudizio incaricando, tramite il suo legale avv. M.T. Semeraro l’avv. Rossella Sciolti, esperta amministrativista, contrastando in fatto e in diritto tutte le pretese avverse. Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare prima emettendo un decreto inaudita altera parte, e poi, a seguito della discussione del 10.07.2007 emettendo un’ordinanza così motivata: omissis “reputa che nella presente sede cautelare assume rilievo preminente interesse pubblico ad evitare nelle more in giudizio la soppressione di un corso di laurea attivo a far tempo 2003-2004”.Come si evince dal predetto provvedimento a fondamento dell’accoglimento dell’istanza il Consiglio di Stato non ha posto il fumus boni iuris (vale a dire la presumibile legittimità del corso di laurea in veterinaria) ma il danno che deriverebbe agli studenti iscritti a seguito della soppressione del corso prima dell’esperimento dei due gradi del giudizio amministrativo. Va, peraltro detto, che vi è una legge dello stato che prevede tale evenienza. I nostri legali si stanno già attivando per depositare un’istanza di prelievo affinché al più presto si possa pervenire ad una discussione nel merito avanti il Consiglio di Stato. (ad esempio peritoniti o insufficienze renali). Né deve incorrersi nel fuorviante messaggio che è possibile configurare anestesie generali “importanti” - da effettuarsi i strutture più attrezzate - ed anestesie di serie B, che possono svolgersi anche in condizioni precarie: una buona anestesia generale non può prescindere dalle condizioni appena illustrate, che vanno garantite a tutti gli animali. Quanto all’affermazione (presente nell’articolo de quo ) secondo la quale “ non serve un apparato di sale operatorie sterili con chissà quali attrezzature ”, è bene chiarire che le buone pratiche veterinarie esigono che: le procedure chirurgiche vengano effettuate in locali adatti; vengano rispettate le norme che assicurano la sterilizzazione e l’antisepsi del materiale operatorio. È del resto un dato
ormai acquisito anche sotto il profilo medico-veterinario che qualsivoglia intervento chirurgico - dal più banale al più complesso - esige la sterilizzazione dei locali e del materiale operatorio, se non si vuole esporre il paziente a infezioni. Le prescrizioni appena illustrate, lungi dall’essere pura “coreografia”, rappresentano le condizioni minime della buona pratica chirurgica ed anestesiologica veterinaria, ed hanno il solo scopo di ridurre al minimo il rischio di incidenti anestesiologici e chirurgici che le procedure di sterilizzazione comportano. Ritiene pertanto l’ANMVI che pone in essere condotte altamente censurabili sotto il profilo sanitario il Canile di Villotta di Chions, quale struttura peraltro finanziata anche con fondi pubblici - che deliberatamente non rispetta le suddette condizioni”. ■
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laPROFESSIONE VETERINARIA 27/2007 RUBRICA FISCALE
Fatturazione e compensi
L’Agenzia delle Entrate conferma: la riscossione accentrata dei compensi ci riguarda La struttura che “presta” i locali consegna al cliente la fattura emessa dal veterinario “ospite” e poi riversa gli importi riscossi al 1° marzo 2007, il professionista che non ha un proprio ambulatorio e quindi svolge la propria attività appoggiandosi ai locali messi a disposizione da una struttura veterinaria, deve sottostare a precise regole di fatturazione stabilite dalla Finanziaria 2007: nel suo caso, sarà la struttura a consegnare al cliente/paziente una fattura emessa dal professionista ed il compenso sarà incassato dalla struttura stessa per conto del professionista. Gli importi riscossi verranno quindi consegnati dalla struttura al professionista. A queste disposizioni si erano opposti i dentisti dell’ANDI che non hanno tuttavia trovato ragione all’Agenzia delle Entrate: “Si evince chiaramente - precisa una nota dell’AdE - che le norme introdotte in finanziaria, riguardano l’attività svolta nel campo sanitario e veterinario da qualsiasi soggetto organizzato, indipendentemente dalla modalità organizzativa stessa”. Interessato a suo tempo dall’ANMVI, il consulente fiscale dell’Associazione, Giovanni Stassi, aveva già fornito una interpretazione della nuova norma, ritenendo di ricomprendere le strutture
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veterinarie private nel suo ambito di applicazione e fornendo al riguardo alcune delucidazioni pratiche (v. box). La trasparenza dei pagamenti L’articolo 1, commi da 38 a 42 della legge del 27 dicembre 2006, n. 296, ha introdotto, a decorrere dal 1 marzo 2007, l’obbligo della riscossione accentrata dei compensi dovuti per attività di lavoro autonomo mediche e paramediche svolte nell’ambito di strutture sanitarie private In particolare, il comma 38 della finanziaria sopra citata stabilisce che le strutture sanitarie private saranno tenute a: “a) incassare il compenso in nome e per conto del prestatore di lavoro autonomo e a riversarlo contestualmente al medesimo; b) registrare nelle scritture contabili obbligatorie, ovvero in apposito registro, il compenso incassato per ciascuna prestazione di lavoro autonomo resa nell’ambito della struttura”. Il comma 39, prevede, poi, che “Le strutture sanitarie di cui al comma 38 comunicano telematicamente all’agenzia delle entrate l’ammontare dei compensi com-
Indicatori di normalità Per evitare accertamenti basta l’allineamento al ricavo minimo on Decreto 4 luglio 2007, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha modificato il decreto 20 marzo 2007, concernente l’approvazione degli indicatori di normalità (articolo 14 della legge 27 dicembre 2006, n. 296). Nei confronti dei contribuenti che dichiarano ricavi o compensi in misura non inferiore al livello minimo di congruità calcolato tenendo conto degli indicatori di normalità economica o, se di ammontare più elevato, al livello puntuale di riferimento risultante dall’applicazione degli studi senza però considerare gli indicatori medesimi, non potranno essere effettuati accertamenti da studi di settore. Gli uffici non possono effettuare accertamenti fondati sugli studi di settore nei confronti dei contribuenti che dichiarano, anche a seguito di adeguamento, ricavi o compensi di importo almeno pari al maggiore tra i seguenti valori: livello minimo risultante dall’applicazione degli studi comprensivo delle risultanze degli indicatori di normalità economica livello puntuale di riferimento risultante dall’applicazione degli studi senza tener conto delle risultanze degli indicatori medesimi. In relazione, quindi, agli studi di settore in vigore nel 2006 per i quali trovano applicazione gli indicatori di normalità economica, i contribuenti risulteranno congrui se, anche per effetto dell’adeguamento, dichiareranno ricavi o compensi per un ammontare non inferiore al maggiore dei due suddetti valori di riferimento (livello minimo con indicatori o livello puntuale senza indicatori). Il successivo comma 1-ter, introdotto anch’esso dal decreto del 4 luglio, stabilisce che i nuovi criteri si applicano anche ai fini della “copertura” dagli accertamenti analitici-induttivi. In pratica, chi risulta congruo per aver dichiarato il maggiore fra i due valori indicati, può subire accertamento presuntivo se l’ammontare ricostruito delle attività non dichiarate risulta superiore al 40 per cento dell’ammontare dei ricavi/compensi dichiarati ovvero se lo stesso importo ricostruito presuntivamente supera, in valore assoluto, 50mila euro. (fonte:fiscooggi)
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plessivamente riscossi per ciascun percipiente”. La ratio della norma introdotta in finanziaria è, dunque, da rinvenire nell’esigenza di favorire la tracciabilità e la trasparenza dei pagamenti. Il concetto di strutture sanitarie private Al fine di stabilire se i medici/dentisti/odontoiatri organizzati sia in forma individuale che in forma associata debbano essere esclusi dagli obblighi sopra menzionati, è necessario preliminarmente esaminare il concetto stesso di “strutture sanitarie private”. Al riguardo, la scrivente Direzione ha già individuato, nella circolare del 15 marzo 2007, n. 13, quali debbano essere considerati i soggetti interessati alla disposizione in esame. Si tratta delle strutture sanitarie private che mettono a disposizione o concedono in affitto ai professionisti i locali della struttura aziendale per l’esercizio di attività di lavoro autonomo mediche o paramediche. In particolare, la circolare definisce strutture sanitarie private “le società, gli istituti, le associazioni, i centri medici e diagnostici e ogni altro ente o soggetto privato, in qualsiasi forma organizzati, che operano nel settore dei servizi sanitari e veterinari”. Pertanto, dalla circolare, si evince chiaramente che le norme introdotte in finanziaria, riguardano l’attività svolta nel campo sanitario e veterinario da qualsiasi soggetto organizzato, indipendentemente dalla modalità organizzativa stessa. Tutti i compensi Nella circolare, la scrivente ha anche precisato che rientrano nell’ambito applicativo della norma tutti “i compensi correlati alle prestazioni di natura sanitaria rese dal professionista in esecuzione di un rapporto intrattenuto direttamente con il paziente”. Esulano dalla norma Di contro, esulano dall’ambito applicativo le prestazioni rese direttamente dalla struttura sanitaria al paziente, per il tramite del professionista, nell’ambito di un rapporto che vede la struttura sanitaria stessa nella qualità di parte del rapporto contrattuale instaurato con il cliente. Egualmente, esulano dall’ambito applicativo della norma le prestazioni rese dal sanitario in regime di intramoenia, poiché in questo caso il medico opera in un rapporto assimilabile a quello di lavoro dipendente. Pertanto, alla luce dell’interpreta-
Modalità operative concrete di Giovanni Stassi, consulente fiscale ANMVI l comma 38 dell’articolo 1 della Legge 27 dicembre 2006 n. 296 che ha disposto, a decorrere dal 1° marzo 2007 la riscossione accentrata dei compensi dovuti per attività di lavoro autonomo mediche e paramediche svolte nell’ambito di strutture sanitarie private, testualmente recita: La riscossione dei compensi dovuti per attività di lavoro autonomo, mediche e paramediche, svolte nell’ambito delle strutture sanitarie private è effettuata in modo unitario dalle stesse strutture sanitarie, le quali provvedono a: 1. incassare il compenso in nome e per conto del prestatore di lavoro autonomo e a riversarlo contestualmente al medesimo; 2. registrare nelle scritture contabili obbligatorie, ovvero in apposito registro, il compenso incassato per ciascuna prestazione di lavoro autonomo resa nell’ambito della struttura. La circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 13 del 15 marzo 2007 ha fornito gli opportuni chiarimenti all’interpretazione della norma. Vediamo in sintesi le interpretazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate. Soggetti interessati I soggetti interessati dalla norma sono: i liberi professionisti che prestano la loro attività in strutture sanitarie private che operano nel settore dei servizi sanitari e veterinari; le strutture sanitarie private che ospitano, mettono a disposizione ovvero concedono in affitto ai professionisti i locali della struttura, per l’esercizio dell’attività professionale di medico o veterinario Ambito oggettivo La disposizione si applica esclusivamente alle prestazioni professionali rese dal professionista in esecuzione di un rapporto intrattenuto direttamente con il paziente. In altre parole se il professionista viene ospitato (gratuitamente oppure a pagamento [affitto]) dalla struttura sanitaria ed ivi svolge la sua attività professionale nei confronti dei suoi clienti, la norma troverà applicazione con le modalità che spiegheremo più avanti. Se invece è la struttura che si pone direttamente quale fornitrice dei servizi nei confronti del cliente, tramite un professionista, la norma non trova applicazione. Esempi: Il professionista, che ad esempio non ha un proprio ambulatorio, chiede ad una struttura sanitaria privata la possibilità di svolgere la propria attività in locali che la struttura gli mette a disposizione. Il rapporto è diretto: professionista-cliente. In questo caso, al termine della prestazione, la struttura consegnerà al cliente/paziente una fattura, emessa dal professionista, ed incasserà per conto del professionista il compenso. Gli importi riscossi verranno quindi consegnati dalla struttura al professionista. Se invece la struttura si pone direttamente quale prestatore del servizio nei confronti del cliente, naturalmente tramite un professionista che svolge materialmente la prestazione, la fattura nei confronti del cliente verrà emessa dalla struttura. Il professionista periodicamente emetterà nei confronti della struttura una parcella per le prestazioni effettuate. In questo caso le nuove disposizioni non si applicano in quanto il rapporto si instaura tra struttura-cliente, tramite il professionista.
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zione già fornita dalla scrivente Direzione, ne consegue che gli odontoiatri/medici/dentisti, organizzati in studi individuali o associati,
non potranno essere esclusi dall’ambito applicativo della disposizione oggetto della presente consulenza. ■
Pagamenti tracciabili l Governo ha spostato al 30 giugno 2008 (prima era il 30 giugno 2007) il termine entro il quale i pagamenti tracciabili andranno eseguiti per gli importi oltre i 1.000 euro. L’art. 1, comma 69 della Finanziaria 2007 ha procrastinato di 1 anno la cronologia dei pagamenti in contanti prevista dalla Bersani. Il limite di 100 euro si applicherà a decorrere dal 1 luglio 2009. Dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e sino al 30 giugno 2008 il limite stabilito in 1.000 euro. Dal 1 luglio 2008 al 30 giugno 2009 il limite stabilito in 500 euro.
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laPROFESSIONE VETERINARIA 27/2007 OSSERVATORIO FARMACO
Comunicato dell’EMEA
a cura di Aldo Vezzoni
Infertilità temporanea nel cane, autorizzato il farmaco Suprelorin I l principio attivo è “deslorelina acetato”, la categoria farmaceutica “Ormoni liberatori delle gonadotropine”. Il nuovo farmaco Suprelorin è indicato per l’induzione dell’infertilità temporanea in cani maschi sani, interi, sessualmente maturi, che non sono stati castrati. Il 10 luglio la Commissione europea ha rilasciato alla Cyton Biosciences un’autorizzazione all’immissione in commercio per Suprelorin, valida in tutta l’Unione europea. Una sintesi (in lingua italiana) disponibile al sito dell’EMEA descrive il modo in cui il comitato per i medicinali veterinari (CVMP) ha valutato gli studi scientifici effettuati e ha formulato le raccomandazioni su come usare il medicinale. Al pubblico si raccomanda di chiedere mag-
giori informazioni riguardanti le condizioni di salute dell’animale o la terapia, al medico- veterinario. Il sito dell’Agenzia Europea dei medicinali fornisce anche una sintesi (in lingua inglese) della discussione scientifica. http://www.emea.europa.eu/vetdocs/vets/Epar/suprelorin/suprelorin.htm Che cos’è Suprelorin? Suprelorin è un impianto contenente il principio attivo deslorelina, disponibile come applicatore precaricato. Per che cosa si usa Suprelorin? Suprelorin è indicato per l’induzione dell’infertilità temporanea in cani maschi. È utilizzato in cani maschi sani, sessualmente
maturi, che non sono stati castrati. L’impianto deve essere inserito per via sottocutanea nella pelle flaccida del dorso, tra la parte inferiore del collo e l’area lombare. Suprelorin inizia a essere efficace dopo circa sei settimane, e l’effetto continua per sei mesi, in seguito ai quali l’impianto può essere ripetuto, se necessario. L’efficacia è immediata in caso di reimpianto a distanza di circa sei mesi dalla precedente somministrazione. Come agisce Suprelorin? Il principio attivo presente in Suprelorin, deslorelina, agisce come il naturale ormone liberatore delle gonadotropine (GnRH) che controlla la secrezione di altri ormoni implicati nella fertilità. Suprelorin viene somministrato con
un impianto che rilascia lentamente una bassa dose continua di deslorelina. La deslorelina sopprime (blocca) la produzione dell’ormone follicolo-stimolante (FSH) e dell’ormone luteinizzante (LH). Di conseguenza, la concentrazione di testosterone in circolo nel sangue diminuisce, i cani maschi smettono di produrre sperma e la loro libido viene ridotta. Se un cane trattato con Suprelorin si accoppiasse con una femmina in calore, le possibilità che la cagna rimanga gravida sarebbero estremamente basse. Quali studi sono stati effettuati su Suprelorin? Suprelorin è stato studiato in condizioni reali in cani di peso compreso tra 10 e 25 kg, che sono stati osservati fino a un anno dopo l’inserimento dell’impianto. Gli studi hanno preso in esame l’effetto di Suprelorin sui livelli ematici di testosterone, le dimensioni dei testicoli e la capacità dei cani di produrre sperma per la raccolta. In alcuni di questi studi, i cani hanno assunto Suprelorin più di una volta e sono rimasti sotto osservazione fino a un anno in seguito alla somministrazione dell’impianto definitivo. La sicurezza di Suprelorin è stata analizzata dopo aver somministrato ai cani più di 10 volte la dose raccomandata. Quali benefici ha mostrato Suprelorin nel corso degli studi? Tutti gli studi hanno mostrato una riduzione dei livelli di testosterone nel sangue, una riduzione nelle dimensioni dei testicoli, nonché una diminuzione della libido e della spermatogenesi (i testicoli producono meno sperma). In oltre il 95% dei cani questi effetti sono iniziati sei settimane dopo l’impianto e sono durati almeno sei mesi. La maggior parte dei cani è tornata ad avere uno sperma normale a distanza di circa un anno dall’ultimo trattamento; inoltre, i cani sono riusciti ad accoppiarsi con successo dopo che il trattamento con Suprelorin è stato interrotto. Qual è il rischio associato a Suprelorin? I cani possono presentare un moderato gonfiore nella sede di impianto nelle due settimane successive alla somministrazione. Possono inoltre essere osservate reazioni locali (per esempio, infiammazione, indurimento) fino a tre mesi dopo la somministrazione. Qualsiasi gonfiore o reazione locale si risolve spontaneamente. Le dimensioni dei testicoli diminuiranno nel corso del trattamento. L’uso di Suprelorin non è raccomandato nei cani che non hanno ancora raggiunto la pubertà, poi-
ché il suo effetto in tali animali non è stato studiato. Per l’elenco completo degli effetti indesiderati rilevati con Suprelorin, si rimanda al foglio illustrativo. Quali sono le precauzioni che deve prendere la persona che somministra il medicinale o entra in contatto con l’animale? Questo medicinale veterinario è stato concepito esclusivamente per i cani e non deve essere utilizzato nell’uomo. Sebbene il contatto cutaneo con il prodotto sia improbabile, qualora ciò dovesse verificarsi l’area esposta deve essere lavata immediatamente, poiché questo tipo di sostanza può essere assorbita attraverso la pelle. Le donne in stato di gravidanza non devono somministrare il prodotto. Nel somministrare il prodotto, prestare attenzione per evitare l’autoiniezione accidentale, assicurandosi che gli animali siano adeguatamente trattenuti e che l’ago per l’applicazione sia dotato della protezione fino al momento dell’impianto. In caso di autoiniezione accidentale, rivolgersi immediatamente a un medico mostrandogli il foglio illustrativo o l’etichetta del prodotto. Perché è stato approvato Suprelorin? Il comitato per i medicinali veterinari (CVMP) ha deciso che i benefici di Suprelorin sono superiori ai suoi rischi per l’induzione dell’infertilità temporanea nei cani maschi sani, interi, sessualmente maturi e ne ha pertanto raccomandato il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio. ■
Acquisto all’estero? Sono un Collega buiatra e vorrei sapere se è legale l’acquisto di medicinali veterinari (stessa ditta produttrice, uguali composizione,concentrazione e confezionamento) in un altro Stato dell’Unione Europea. Ci sono divieti? In cosa si può incorrere? (risponde Giorgio Neri, consulente ANMVI per il farmaco) L’ipotesi prospettata è vietata dalle norme sull’uso in deroga (artt 10 e 11 del D.Leg. 193/2006). La sanzione prevista per la mancata osservanza delle regole previste per la somministrazione per uso in deroga è, salvo che il fatto costituisca reato, la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.549,00 a euro 9.296,00.
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VETERINARIA EVENTI VETERINARI la PROFESSIONE
ANMVI
AIVEMP
FSA
SCIVAC
SIVAL
SIVAR
DELEGAZIONE REGIONALE EMILIA ROMAGNA L’INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (IRC) NELLA PRATICA CLINICA
DELEGAZIONE REGIONALE VENETO L’OCCHIO DOLENTE Monastier (TV), 23 Settembre 2007
Bologna, 23 Settembre 2007 Andrea Zatelli
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 IRC: cause ed approccio diagnostico. Utilizzo dei parametri clinici, valori sierici ed urinari e delle indagini strumentali 11.00 Pausa 11.30 Terapia e monitoraggio del paziente affetto da IRC. Cosa posso fare nel mio ambulatorio? 13.00 Pausa 14.00 Casi clinici interattivi: diagnostica clinica, laboratoristica e strumentale
SIVE
SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
RELATORE
SIVAE
RELATORE
15.00 Pausa 15.30 Casi clinici interattivi: diagnostica clinica, laboratoristica e strumentale 16.30 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.00 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
SEDE Bologna
3 CREDITI
Alberto Crotti
PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 L’occhio dolente: cenni anatomici, fisiopatologici, procedure diagnostiche e diagnostica differenziale 11.00 Pausa 11.30 L’occhio dolente: eziologia, sintomatologia e terapia (1ª parte) 13.00 Pausa 14.00 L’occhio dolente: eziologia, sintomatologia e terapia (2ª parte)
15.00 Pausa 15.30 Casi clinici interattivi 16.30 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.00 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
SEDE Park Hotel Villa Fiorita - P.zza Giovanni XXIII, 1 31050 Monastier (TV) - Tel. 0422 898008
3 CREDITI
PARTECIPAZIONE Gli incontri delle delegazioni Regionali SCIVAC sono liberi e gratuiti per tutti i soci SCIVAC in regola con la quota associativa del 2007. Senza obbligo di preiscrizione INFORMAZIONI Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani - Tel. 0372/403506 - delregionali@scivac.it
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certificata ISO 9001:2000
SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
PROSSIMI AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI SCIVAC Per informazioni: Segreteria SCIVAC - Paola Gambarotti - Tel. 0372/403508 - Fax 0372/403512 - E-mail: info@scivac.it - www.scivac.it
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PRINCIPI DI NEUROTERAPIA MEDICA E CHIRURGICA (4° Parte del 2° Itinerario didattico di Neurologia) Cremona, 08/10 Ottobre 2007 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento
DIRETTORE Massimo Baroni, Med Vet, Dipl ECVN, Monsummano Terme (PT)
RELATORI E ISTRUTTORI Massimo Baroni, Med Vet, Dipl ECVN, Monsummano Terme (PT) Marco Bernardini, Med Vet, Dipl ECVN, Bologna Daniele Corlazzoli, Med Vet, Roma Luisa De Risio, Med Vet, Dipl ECVN, Parma Gualtiero Gandini, Med Vet, Dipl ECVN, Bologna Stefania Giannini, Med Vet, Milano Raffaele Gilardini, Med Vet, Voghera (PV)
DIRETTORE
ISCRIZIONE
Franco Fassola, Med Vet, Asti
Partecipazione a numero chiuso (36)
RELATORI E ISTRUTTORI
QUOTE
Barbara Alessio, Psicologa e Psicoterapeuta, Torino Maria Chiara Catalani, Med Vet, Senigallia (AN) Armando Cotugno, Med Chir, Psichiatra, Roma Franco Fassola, Med Vet, Asti Sabrina Giussani, Med Vet, Dipl Comportamentalista ENVF, Busto Arsizio (VA) Silvia Mazzoni, Psicologa e Psicoterapeuta, Roma Maria Cristina Osella, Med Vet, PhD, Chiasso (TO) Marzio Panichi, Prof Med Vet, Torino Marzia Possenti, Med Vet, Roma
RELATORI E ISTRUTTORI
ISCRIZIONE
Diego Fonda, Prof Med Vet, Dipl ECVA, Milano Oscar Grazioli, Med Vet, Reggio Emilia Adriano Lachin, Med Vet, Venezia
Partecipazione a numero chiuso (36)
Soci SCIVAC: € 600,00 + IVA 20% Non soci: € 750,00 + IVA 20%
Per tutte le iniziative organizzate da AIVEMP, ANMVI, FSA, SCIVAC, SIVAE, SIVAL, SIVAR e SIVE viene richiesto l’accreditamento presso il Ministero della Salute ai fini del programma ECM (Educazione Continua in Medicina). Per la normativa prevista consultare il sito del Ministero della Sanità all’indirizzo http://ecm.sanita.it/.
La PROFESSIONE VETERINARIA numero 27, settimana dal 16 al 22 luglio 2007 -
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laPROFESSIONE VETERINARIA 27/2007
EUROPA
Direttiva del Consiglio Europeo GUCE L. 182/19 del 12-7-2007
Polli da carne, più benessere se c’è formazione
’elevato tasso di crescita delle varietà di polli allevati per la produzione di carne non è accompagnato da un livello soddisfacente di benessere e salute degli animali e gli effetti negativi dell’elevata densità sono minori negli edifici al cui interno sono possibili condizioni climatiche favorevoli.
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Corsi di formazione Sono le conclusioni del comitato scientifico della salute e del benessere degli animali del 21 marzo 2000 a cui il Consiglio europeo si richiama nel varare una nuova direttiva sulle norme minime di protezione dei polli da carne, per raggiungere l’obiettivo fondamentale di introdurre miglioramenti al benessere degli animali nell’allevamento intensivo di pollame. La Direttiva 2007/43/CE stabilisce che il personale che si occupa dei polli comprenda le esigenze in materia di benessere degli animali e riceva una formazione adeguata per svolgere le proprie mansioni o abbia acquisito un’esperienza equivalente a detta formazione. Pertanto, “gli Stati membri provvedono affinché i detentori, che sono persone fisiche, ricevano una formazione sufficiente allo svolgimento delle loro mansioni e siano di-
sponibili corsi di formazione adeguati”. I corsi di formazione sono incentrati sugli aspetti relativi al benessere e riguardano in particolare la normativa comunitaria, i temi elencati agli allegati I e II della Direttiva del Consiglio, fisiologia, in particolare il fabbisogno di acqua e cibo, comportamento animale e concetto di stress; aspetti pratici della manipolazione attenta del pollame, compresi la cattura, il carico e il trasporto; cure d’emergenza per i polli, uccisione e abbattimento d’emergenza; misure di biosicurezza preventiva. La nuova Direttiva del Consiglio europeo sulla protezione minima dei polli si applica ai polli allevati per la produzione di carne eccettuate le aziende con meno di 500 polli e in cui sono allevati solo gruppi di polli da riproduzione, gli incubatoi, i polli allevati estensivamente al coperto e all’aperto e ai polli allevati con metodi biologici. Gli Stati membri restano liberi di adottare misure più rigorose. La responsabilità principale per il benessere degli animali spetta al proprietario o al detentore degli animali stessi. Etichette armonizzate Entro il 31 dicembre 2009 la Commissione presenterà al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sulla possibile introduzione di un sistema di etichettatura specifico, armonizzato e obbligatorio per le carni, i prodotti e le preparazioni a base di carne di pollame basato sul rispetto di criteri relativi al benessere degli animali.
Buone pratiche di gestione Gli Stati membri incoraggiano l’elaborazione di guide alle buone pratiche di gestione, comprendenti orientamenti riguardo all’osservanza della presente direttiva. Sono incoraggiate la diffusione e l’utilizzazione di tali guide. ■
BSE, UE: Italia Paese “a rischio controllato” a qualifica sanitaria attribuita all’Italia dalla Commissione Europea è quella di “Paese a rischio controllato”. Con riguardo alla BSE, il nostro Paese condivide questa qualifica con gli Stati membri: Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia e Regno Unito. Sono considerati “a rischio controllato” anche i Paesi aderenti all’EFTA (Islanda, Norvegia, Svizzera) e fra i Paesi Terzi: Brasile, Canada, Cile, Taiwan, Stati Uniti d’America. L’UE ha un ruolo fondamentale nella classificazione di paesi e regioni sulla base del rischio di BSE. Le categorie del rischio di BSE sono tre: rischio controllato, rischio trascurabile (per la UE: Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Uruguay) e rischio indeterminato (tutti quelli non espressamente elencati dalla UE). ■
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Reg 1/2005 e animali non deambulanti
DGSANCO: valutare il dolore “caso per caso” li Assessorati regionali alla sanità sono stati richiamati ai primi di luglio dal Ministero della Salute alla puntuale applicazione del Regolamento CE n.1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto. Sulla base di una nota della DGSANCO, firmata dal Responsabile Andrea Gavinelli (foto) ed emessa a fine giugno, il Ministero della Salute considera definitivamente chiusa la questione delle “vacche a terra”: gli animali affetti da lesioni o problemi fisiologici, ovvero patologie ai sensi dell’allegato 1, capo 1, punto 2 del Regolamento non sono idonei al trasporto. Altre interpretazioni non sono ammesse dalla norma comunitaria. Interessata sulla controversa questione, la DGSANCO ha ribadito che per la Commissione le clausole del paragrafo 2 del Capo I dell’Allegato I del Regolamento “debbano essere rigorosamente rispettate in qualsiasi circostanza e che il Regolamento non attribuisce alcun potere discrezionale alle autorità competenti per adottare misure in contrasto con tali clausole. In particolare nel caso di mucche a terra, o altre situazioni simili, dove dolore o spossatezza siano evidenti, la Commissione ritiene che le autorità competenti non abbiano il potere di consentire il trasporto di tali animali”. Tuttavia, esistono casi che la DGSANCO ritiene “del tutto eccezionali”, in cui l’animale può avere difficoltà a camminare, pur senza necessariamente provare dolore intenso. “Tali casi - scrive Gavinelli - sono previsti dalla clausola del paragrafo 3 del Capo I dell’Allegato I, come indicato nella Nostra precedente risposta alle autorità italiane. In pratica, in quei casi, è necessario l’intervento di una persona competente per valutare il livello di dolore. Infatti, il paragrafo 3 del Capo I dell’Allegato I del Regolamento (CE) N. 1/2005 del Consiglio prevede che in caso di dubbio venga interpellato un veterinario. Quindi, la Commissione ritiene che, anche in tale contesto, l’opinione del veterinario venga fornita caso per caso in modo da assicurare che non ci siano violazioni. La Commissione ritiene anche che l’articolo 12 della Direttiva 93/119/CE debba essere interpretato esclusivamente alla luce del paragrafo 3 dell’Allegato I del Regolamento (CE) N. 1/2005, per animali leggermente feriti o malati. Infatti, l’articolo 12 indica chiaramente che, in linea di principio “animali feriti o malati devono essere macellati o abbattuti sul posto”. La Commissione - prosegue la nota DGSANCO “ritiene che solamente animali leggermente feriti o malati possano essere trasportati senza che ciò “comporti ulteriori sofferenze per gli animali”. Secondo la Direttiva tale condizione dovrebbe essere valutata dalle autorità competenti. La nota si conclude con la considerazione che “in ultima istanza spetta alla Corte di giustizia europea emettere interpretazioni giuridicamente vincolanti della normativa comunitaria”.
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laPROFESSIONE VETERINARIA 27/2007 INFO REGIONI
Il futuro dell’ECM secondo le Regioni Federalista e obbligatorio per tutti, ma con agevolazioni e sgravi fiscali per i liberi professionisti uaranta ore di aggiornamento obbligatorio per anno per tutti gli operatori sanitari, con agevolazioni e sgravi fiscali per i liberi professionisti; formazione coerente con l’attività realmente svolta, sotto l’occhio vigile degli Ordini Professionali. Il Sole 24 Ore anticipa i contenuti dell’Accordo all’esame della Conferenza Stato Regioni sul futuro dell’ECM. La Commissione nazionale continuerà a dettare regole valide a livello nazionale ma sarà ricollocata presso l’Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari Regionali all’insegna del Titolo V della Costituzione. L’accreditamento dei provider sarà sia nazionale che locale e i crediti saranno validi in tutta Italia. Le anagrafi formative regionali e nazionali interconnesse. Tra le novità una riorganizzazione dell’offerta formativa proposta dalle società scientifiche troppo spesso in concorrenza sulle stesse aree, una nuova disciplina su sponsorizzazioni e conflitto di interessi secondo l’ipotesi di organismi locali, collettori unici, delle sponsorizzazioni da redistribuire nel circuito ECM. Possibilità inoltre per i provider di recuperare i circa 85 milioni di euro versati al Ministero del Tesoro nel quinquennio sperimentale e l’intenzione di assegnare in futuro direttamente alla Commissione analoghe quote. Le sanzioni sono invece ancora indefinite e saranno affrontate nel confronto tra operatori e Commissioni. Il periodo sperimentale si chiuderà il 31 dicembre prossimo, ma il sistema andrà avanti con le attuali procedure fino a giugno del 2008 quando si avvierà la prima verifica di transizione. Nel triennio 2008-2010 i crediti formativi saranno 150, integrabili con un numero massimo di 60 crediti in esubero da prima del 2006. ■
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TOSCANA
La UMNCV scrive agli Ordini ’Unione delle Medicine non Convenzionali in Veterinaria (UMNCV) ha scritto ai Presidenti degli Ordini dei Medici Veterinari della Toscana in merito alla valutazione degli esperti in MnC. Inizialmente censurati dalla Corte Costituzionale, gli elenchi dei “veterinari non convenzionali” sono stati infatti ripristinati. Dopo la decisione del Consiglio dei Ministri di ritirare l’impugnativa della legge, Ministero e Regione Toscana si sono riuniti per discutere la definizione dei criteri di accreditamento. Risultato? Sarà compito degli Ordini professionali istituire appositi elenchi di professionisti (medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti) che esercitano le Medicine Non Convenzionali e in questi elenchi ai quali potranno iscriversi i professionisti in possesso dei requisiti necessari. Quali requisiti? I criteri verranno definiti in un protocollo di intesa tra gli Ordini Professionali e la Regione. In tal senso si colloca la proposta della UMNCV: i Presidenti degli Ordini Veterinari potrebbero portare in Regione il Documento UMNCV e confrontarlo con le proposte regionali. La U.M.N.C.V. suggerisce inoltre “che la F.N.O.V.I. intervenga in merito fissando temporaneamente i parametri di accesso agli elenchi e che li estenda a tutti gli Ordini Provinciali nello spirito di un’armonizzazione nazionale, almeno sino a quando le MNC non saranno regolamentate da adeguati strumenti legislativi”. A tale fine la U.M.N.C.V. ha già predisposto un modello di valutazione dei curricula di coloro che aspirano ad essere iscritti negli elenchi degli esperti di MNC. “Tale modello - scrive l’Unione - si basa sulla trasparenza dei percorsi formativi e mira a fornire tutte quelle garanzie di un operare in scienza e coscienza,
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garanzie utili alla funzione stessa degli elenchi”. Non si tratta di vedere in questi elenchi una mera occasione di pubblicità, secondo l’Unione si tratta di porre le basi di una corretta e fattiva collaborazione tra veterinari, nel il rispetto del pluralismo scientifico e dell’autonomia dell’atto medico veterinario e nel rispetto della libertà di scelta terapeutica del proprietario degli animali. “L’importanza che ciò riveste - sostiene la UMNVC - soprattutto dal punto di vista deontologico, per la tutela della professione veterinaria, per un corretto processo di integrazione delle MNC, sottolinea il necessario intervento della F.N.O.V.I. ed il ricorso alle specifiche esperienze delle Società e delle Scuole di MNC”. Il nuovo testo della legge della Regione Toscana sulle MNC è pubblicato su @nmvi Oggi (ricerca con la parola: UMNCV).
EMILIA ROMAGNA
La Regione più all'avanguardia nella Pet-Therapy l’Emilia Romagna la regione più all’avanguardia per l’utilizzo di animali a fini terapeutici, mentre la Campania è fanalino di coda. I dati arrivano dall’Istituto Superiore di Sanità che, visto il fiorire di iniziative in materia di Pet Therapy, ha effettuato una ricognizione delle attività svolte a livello nazionale. A raccontare diffusione e utilizzo della Pet Therapy nel nostro paese è stata Francesca Cirulli, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità, reparto di Neuroscienze comportamentali, al convegno ‘PetTherapy, una nuova realtà terapeutica’, tenutosi a Napoli dove hanno partecipato, fra gli altri, Sergio Papalia, dirigente dell’ufficio Benessere Animale del ministero della Salute, Gabriella Bernini, coordinatore regionale di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Meyer di Firenze e Pasqualino Santori, presidente del comitato Bioetica per la Veterinaria. Per Cirulli la Pet Therapy è utile, funziona, ma purtroppo non è ancora una realtà strutturata. Oltre al Meyer di Firenze e il Gaslini di Genova, entrambi ospedali pediatrici, sono poche le strutture che sperimentano gli animali a fini terapeutici: “Ci sono molte esperienze - ha detto Cirulli - ma le sperimentazioni si contano sulla punta delle dita’’. In Campania il fenomeno sta esplodendo ora, mentre la regione dove sono davvero tante le iniziative è l’Emilia Romagna ma anche qui “non ci sono delle strutture ospedaliere che le raggruppano’’. È per questo che l’Istituto Superiore di Sanità sta censendo la realtà italiana per poi definire delle linee guida, delle regole per una buona strutturazione di queste terapie. “Non è facile - ha spiegato Cirulli - la realtà è composita, ci sono tante regioni e ogni regione ha le sue leggi e i suoi finan-
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ziamenti. Noi come istituto cerchiamo di porci come raccordo per omogeneizzare i criteri di applicazione’’. Ma quali sono le regole per una buona Pet Therapy? “Innanzitutto ci deve essere un’equipe - ha sottolineato Cirulli - il pet terapista da solo non può svolgere una terapia. Ci deve essere un medico, un veterinario che assicura che l’animale con cui verrà fatta la terapia sta bene, uno psicologo, personale parainfermieristico. Un’equipe che deve poi essere modulata a seconda della patologia e dell’età’’. L’ospedale Monaldi di Napoli, che ha ospitato il convegno, non ha mai sperimentato la Pet Therapy, ma da dieci anni ha una struttura che risponde alle esigenze dei bambini. “Nel reparto di Cardiologia - ha raccontato il professor Raffaele Calabrò - esistono una sala giochi, una biblioteca, una scuola, un acquario’’. Ma quanto aiuta la presenza di un animale? “Non si può generalizzare - ha detto Calabrò - Esistono patologie in cui il rapporto con l’animale può giovare. Per esempio, dopo un intervento cardiochirurgico o dopo un infarto del miocardio c’è bisogno di un periodo di riabilitazione in cui l’aiuto di un cane può servire sia per fare un po’ di attività fisica in più sia per creare uno stato di maggiore serenità e benessere che comporta una diminuzione della pressione arteriosa e della pressione cardiaca’’. Sicuramente, però, un animale può essere fondamentale per le patologie psichiatriche, in particolare per i bambini autistici, e per gli anziani: “In questi casi - ha concluso Calabrò - il rapporto con l’animale aiuta a uscire un po’ da se stessi e aprirsi verso gli altri’’. (ANSA).
Ricerca agroalimentare, un consorzio a Parma uattro ministeri, sette istituti di ricerca nazionali, otto istituti zooprofilattici per oltre 5.000 ricercatori coinvolti nel settore dell’agro-alimentare. Sono i numeri del Consorzio Italiano per la Ricerca sulla qualità e la sicurezza degli, alimenti di cui Parma e il suo territorio si preparano a diventare la sede. L’istituto diventerà infatti l’ organismo unico nazionale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca nell’agroalimentare. In Provincia a Parma si è tenuta il 9 luglio u.s. la prima riunione del Consorzio, un incontro finalizzato alla costituzione del comitato tecnico che avrà il compito di definire concretamente la struttura dell’istituto. “Con questa iniziativa - ha detto Vincenzo Bernazzoli, presidente della Provincia, in qualità di presidente di Europass - si mettono insieme i tanti soggetti impegnati nella ricerca sull’agro-alimentare, la sicurezza e la qualità degli alimenti. Nasce una rete in grado di mettere concretamente a sistema le eccel-
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lenze e le conoscenze di ciascuno, per sostenere il sistema Italia nelle sfide sempre più difficili della competitività e della globalizzazione. Siamo lieti che questo avvenga a Parma, dove il tema della qualità e della sicurezza alimentare è sentito da sempre come priorità, a maggior ragione dopo l’insediamento dell’Autority europea per la sicurezza alimentare. L’iniziativa rappresenta anche una positiva collaborazione tra pubblico e privato, attraverso la condivisione che sin dall’inizio Federalimentare ha manifestato per questo progetto’’. Il Consorzio riunirà numerosi enti che fanno capo ai quattro dicasteri e costituirà un supporto per il settore agroalimentare, in particolare per il sistema nazionale di monitoraggio e controllo della qualità e sicurezza degli alimenti. Grazie al Consorzio si potranno creare le condizioni per collegare e integrare le attività di ricerca di istituzioni diverse, migliorando il rapporto fra investimenti e risultati. “A cinque anni dall’insediamento dell’Efsa - ha detto Romano Marabelli Capo Dipartimento della Sanità Pubblica Veterinaria del ministero della Salute - ci sembra utile valorizzare ulteriormente la presenza dell’Autority europea per il nostro Paese. Dopo la nascita della scuola Europea e dello stesso Europass, il Consorzio è uno strumento concreto in grado di riunire e mettere in rete le conoscenze su un settore strategico per il nostro paese. C’è la necessità improrogabile di fare massa critica, anche per quanto riguarda la ricerca. Questo è indispensabile se vogliamo restare al passo con gli altri sistemi europei e globali. Un soggetto nuovo come il Consorzio, grazie alle competenze che riunisce, può rappresentare un supporto qualificato per la partecipazione ai progetti europei del VII Programma quadro, per i quali è richiesta un’altissima competenza scientifica ed una dimensione importante’’. (ANSA).
SARDEGNA
Benessere animale, 20 milioni € dalla Regione a Regione Sardegna anticiperà 20 milioni di euro ad Agea, l’organismo pagatore nazionale in agricoltura, per pagare parte delle pratiche sulle misure “benessere animale” e “indennità compensative”. In questo modo saranno liquidati parte degli elenchi presentati dall’Ersat entro il 31 dicembre scorso. L’intera somma stanziata dalla Giunta rientrerà nelle casse regionali quando ad Agea saranno versate le competenze relative al Programma di sviluppo rurale 2007/13 da parte della Commissione europea e del ministero dell’Economia. I pagamenti sono interamente a carico dell’Unione europea e dello Stato. (Fonte: Regione Sardegna) ■
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laPROFESSIONE VETERINARIA 27/2007 INFO REGIONI di Paolo Albonetti
Genova
Università di Genova - Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sue Risorse - Dip.Te.Ris
Management della Fauna Urbana a qualità è una caratteristica propria di qualunque oggetto materiale o immateriale sulla quale si possono esprimere giudizi di valore positivi o negativi ed è rappresentata dalle caratteristiche che consentono al prodotto/servizio di soddisfare le attese di chi lo utilizza. Non si può quindi individuare un livello “assoluto” di qualità: sono le esigenze degli utilizzatori a definire di volta in volta le caratteristiche che il prodotto o il servizio deve possedere per soddisfarli. I due appuntamenti mediatici di Genova, quello del 12 aprile e quello del 19 aprile, il primo “Habitat Città: dai colombi alle zanzare” organizzato con l’Azienda di Igiene Urbana Genovese - AMIU Bonifiche - e il secondo “Sistema di Gestione delle attività di custodia, mantenimento e affidamento dei cani in strutture di rifugio” organizzato dal RINA in sinergia con l’Ente Nazionale Protezione Animale - ENPA onlus vogliono appunto rispondere alle nuove esigenze degli “utilizzatori” nell’ambito della gestione degli animali, affrontando l’applicazione del “sistema di qualità” in due campi diversi ma uniti dal comune denominatore rappresentato dalla necessità di organizzare il corretto “Management” delle popolazioni animali introdotte volontariamente o involontariamente nelle nostre città e le criticità che derivano dalla quotidiana convivenza. Diventa infatti necessario che i Soggetti interessati alla gestione del territorio affrontino il problema di tale gestione attraverso metodologie più articolate e
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complesse, chiaramente regolamentate, consci che le problematiche che ne derivano con l’uomo e con l’ambiente sono fenomeni che coinvolgono tutte le istituzioni pubbliche e private che hanno la necessità di dare risposte qualitative alla cittadinanza. Non è più pensabile di poter realizzare rifugi per animali destinati solo ad essere “contenitori” di un fenomeno da nascondere, ma è necessario costruire una rete di servizi aperti verso l’esterno per raggiungere gli obiettivi che sono quelli di ricostruire sistemi di “vita” focalizzati sul benessere dell’uomo e dell’animale. Anche per la fauna “infestante” è necessario ripensare a processi di contenimento innovativi e non inquinanti, in grado di agire sulla Capacità Biologica di ogni singola specie con l’intervento prioritario sugli habitat per eliminare i siti ecotrofici portando ad una costante diminuzione del trend della popolazione, e riducendo la dispersione di biocidi nell’ambiente. Lo strumento che maggiormente può garantire determinati standard operativi è attualmente quello legato alla politica della qualità, applicando al “Management” della Fauna Urbana parametri codificati che, ispirandosi alle norme ISO 9001 ma andando oltre, puntualizzino e inquadrino gli aspetti legati alle dimensioni tecnico-professionali necessarie per soddisfare le aspettative degli “utenti tutti”, intendendo con tale termine anche l’animale e l’ambiente. L’evoluzione dell’uomo nei diversi processi produttivi ha visto lo
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Guardie zoofile a supporto delle ASL e fondi per la ristrutturazione di canili: due delibere dalla Regione ono state approvate dalla Giunta del Lazio, su proposta dell’Assessore alla Sanità, Augusto Battaglia, due delibere a tutela degli animali. La prima riguarda le procedure per il riconoscimento delle guardie zoofile volontarie, che dovranno agire in supporto dei Servizi Veterinari delle ASL dopo aver frequentato idonei corsi di formazione; mentre la seconda (delibera n. 487 del 3 luglio 2007) rimodula i criteri per l’assegnazione di fondi ai comuni e alle comunità montane per il risanamento e la costruzione dei canili pubblici nonché per l’attuazione di piani di controllo delle nascite della popolazione canina attraverso campagne di sterilizzazione. Recependo il dettato della Legge Finanziaria statale, per i piani di controllo delle nascite verranno pertanto destinati almeno il 60% delle risorse assegnate dallo stato, mentre il 40% verrà destinato al risanamento e alla costruzione di canili pubblici. Nei criteri individuati per il finanziamento sono stati previsti dei meccanismi che vadano a premiare i progetti più meritevoli; in particolare verrà valutata l’entità della compartecipazione finanziaria da parte dell’ente locale. I comuni e le Comunità montane avranno tempo fino al 15 settembre per poter presentare la domanda di contributo. Il testo della deliberazione approvata, in attesa della pubblicazione sul Bollettino ufficiale, è disponibile sul sito internet della Regione. Dopo i provvedimenti del 2006, tra i quali vale la pena di citare le nuove linee Guida Regionali per la gestione dell’Anagrafe canina, l’approvazione di queste due nuove delibere prosegue l’intensa attività di innovazione amministrativa, voluta dall’Assessore Battaglia, per la tutela degli animali d’affezione ed il controllo del randagismo, in attesa del riordino legislativo della materia all’ordine del giorno del consiglio regionale. (Fonte: Regione Lazio)
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sforzo continuo di raggiungere i migliori standard qualitativi possibili proprio al fine di garantire l’erogazione ottimale del prodotto/servizio. Nel codice di Hammurabi del 1700 a.C. circa si parla della Qualità nella costruzione delle case: “ Se un muratore ha costruito una casa e questa non è sufficientemente solida e crolla ed uccide i suoi occupanti, allora dovrà essere ucciso”. Sulla tomba di un re a Tebe (1450 a.C. circa) è raffigurato un ispettore che verifica, con l’aiuto di una corda, la perpendicolarità di un blocco di pietra, sotto lo sguardo di un tagliatore di pietre. Nel Medioevo si tracciano riferimenti concreti alla qualità sulle modalità di lavoro: infatti nascono le corporazioni per proteggere e tramandare il “sapere operativo”, in modo da soddisfare il cliente finale attraverso regole operative tramandate di ge-
Qualità anche per le strutture veterinarie el corso del convegno è intervenuto il collega Marco Melosi, componente della Commissione ANMVI per la qualità che ha illustrato il progetto di certificazione delle strutture veterinarie a cui la Commissione sta lavorando per un percorso di qualificazione delle prestazioni veterinarie nell’ambito della clinica degli animali da compagnia. La Commissione intende definire alcune ipotesi di certificazione - secondo un percorso di qualità ad hoc per il settore medico veterinario - da sottoporre agli enti e alle istituzioni competenti per la validazione formale. L’obiettivo è di consentire alle strutture veterinarie che vorranno certificarsi di iniziare il percorso-qualità dal 2008.
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nerazione in generazione. All’inizio del secolo scorso le tecniche di organizzazione e controllo arrivarono ad una formalizzazione teorica. Il Sistema di gestione per la Qualità viene quindi pensato, strutturato e proposto per costituire la base di orientamenti strategici delle organizzazioni. Gli orientamenti strategici basati sulla necessità di ottenere alti standard di qualità si traducono in piani di miglioramento continuativi nel tempo, che coinvolgono tutta l’orga-
nizzazione, in uno sforzo collettivo e consapevole. Quindi applicare la qualità nell’ambito della gestione della fauna urbana significa far emergere la giusta consapevolezza in tutto il complesso organizzativo, dall’Ente Pubblico a quello privato, della necessità di promuovere il miglioramento del processo di “Management” codificato da regole trasparenti e condivise da tutti gli attori e in grado di garantire il rispetto dell’animale e dell’ambiente. ■
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laPROFESSIONE VETERINARIA 27/2007 LA RASSEGNA DI VET-JOURNAL
Endotossiemia equina: infusione di un’emulsione fosfolipidica
di Maria Grazia Monzeglio
www.vetjournal.it
Riduzione dell’emolisi mediante somministrazione rapida
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emulsione della durata di due ore causava un inaccettabile grado di emolisi. Uno studio ha ipotizzato che la somministrazione rapida di una dose totale minore di emulsione riducesse gli effetti di LPS e inducesse un minor grado di emolisi; l’emulsione riduce gli effetti infiammatori di LPS in
vitro. Venti cavalli sani ricevevano l’infusione di soluzione salina oppure di un’emulsione di fosfolipidi (100 mg/kg), seguita immediatamente da LPS di E. coli O55:B5 (30 ng/kg). I segni clinici di endotossiemia erano ridotti nei cavalli che ricevevano l’emulsione, inclusi punteggio clinico, fre-
quenza cardiaca, temperatura rettale, attività sierica del TNF e caratteristica risposta leucopenica a LPS, rispetto ai cavalli che non ricevevano l’emulsione. L’emolisi non si verificava in tre cavalli trattati ed era lieve in due soggetti e moderata in uno. Non vi erano differenze tra i gruppi
nei risultati dell’analisi delle urine e nella concentrazione di creatinina. La concentrazione sierica di fosfatidilcolina, acidi biliari e trigliceridi aveva un picco esattamente dopo l’infusione, mentre non vi erano alterazioni significative nella concentrazione degli acidi grassi non esterificati o del colesterolo. Gli autori concludono che la somministrazione rapida di emulsione riduceva significativamente gli effetti infiammatori di LPS in vivo e che causava un grado di emolisi clinicamente insignificante. Quindi, la somministrazione endovenosa rapida di un’emulsione contenente fosfolipidi che legano l’endotossina può costituire un utile metodo clinico per il trattamento dell’endotossiemia nel cavallo. ■
Le disritmie perioperatorie nel cane INTERVET ITALIA
’endotossiemia è spesso associata a prognosi infausta nel cavallo. I risultati di recenti studi in altre specie indicano che le emulsioni di fosfolipidi riducono gli effetti deleteri dell’endotossina (LPS). Tuttavia, in un precedente studio effettuato nel cavallo, un’infusione di
Protector Band
Possibili forme significative dopo chirurgia di routine nel cane giovane no studio ha valutato il tipo e la frequenza delle disritmie cardiache che si verificano dopo ovariosterectomia od orchiectomia nel cane giovane e sano, utilizzando due protocolli anestetici (gruppo I: propofolo e isoflurano; gruppo II: tiopentale e alotano). Sono stati sottoposti a elettrocardiografia ambulatoriale per 24 ore 52 cani di età inferiore a due anni e giudicati clinicamente normali mediante esame clinico ed elettrocardiogramma standard. Le disritmie più frequenti nel periodo postoperatorio erano il blocco atrioventricolare di secondo grado (44%), i complessi ventricolari prematuri (44%) e i complessi atriali prematuri (32%). Per le finalità dello studio, più di 100 complessi ventricolari o atriali prematuri in 24 ore o qualsiasi fenomeno R su T o tachicardia ventricolare o atriale venivano classificati come aritmie clinicamente significative. Aritmie significative nel periodo postoperatorio sono state osservate in 9 cani, 5 dei quali appartenevano al gruppo I e 4 al gruppo II. Tutti questi soggetti avevano età inferiore a un anno. Il fenomeno R su T si verificava in quattro cani del gruppo II e in un cane del gruppo I. I risultati di questo studio, concludono gli autori, mostrano che aritmie significative, incluso il fenomeno R su T, possono verificarsi nel periodo perioperatorio in cani giovani e sani sottoposti a chirurgia di routine con entrambi i protocolli anestetici utilizzati.
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AIE, 137 casi nel 2007
Lettera della SIVE a MinSal e Mipaaf: dati preoccupanti a SIVE (Società Italiana Veterinari per Equini) ha scritto al MInistero della Salute e al Ministero delle Politiche Agricole una lettera dai toni preoccupati circa la diffusione dell’anemia infettiva equina nel nostro Paese. Secondo i dati prodotti dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana circa l’incidenza di casi autoctoni di Anemia Infettiva Equina (AIE), i casi riferiti al 2007 (gennaio-maggio) sono 137. Un numero elevato che pone problemi di profilassi e di gestione temporanea di casi, con risvolti anche sull’anagrafe degli equidi. Firmata con l’ANMVI, la lettera annota che i dati, “raffrontati con la quotidianità clinico-professionale del medico veterinario ippiatra, testimoniano di una situazione preoccupante sul piano epidemiologico per l’intero comparto, con particolare riguardo ad alcune tipologie di allevamento (cfr Sella-allenamento) e con significativa incidenza in alcune Regioni (Abruzzo, Toscana, Lazio, Emilia Romagna)”. I casi di positività per AIE proseguono i medici veterinari ippiatri “rappresentano un potenziale rischio infettivo, nei confronti del quale si richiede alle autorità in indirizzo di produrre, nell’immediato, indicazioni circa la corretta
L
gestione dei capi positivi, stante il verificarsi di risposte gestionali difformi, quando non improntate a spontaneismo, dell’animale infetto”. Inoltre, in ragione dell’elevato numero di casi riscontrati in pochi mesi, chiedono “di considerare se non sia opportuno adottare ulte-
riori provvedimenti urgenti prima della scadenza delle misure di profilassi fissata al 31/12/2007, mantenendo l’obbligatorietà del test di Coggins, con validità almeno annuale”. Infine, quali professionisti impegnati sul territorio e operanti a stretto contatto con i ca-
pi e con i proprietari, i veterinari della SIVE segnalano che “sono ancora numerosi i cavalli non sottoposti al test di Coggins e non identificati. Riteniamo, al contrario - scrivono- che il contesto epidemiologico richieda la certezza dell’identità dei capi, certezza
che l’attuale stato di gestione provvisoria dell’anagrafe degli equidi non garantisce. Ciò malgrado gli sforzi di informazione dei medici veterinari ippiatri ai fini del rispetto delle norme in vigore, a tutela degli animali e per il miglior servizio ai clienti-proprietari”. ■
Il benessere in tutte le situazioni
Consiglio Direttivo SCIVAC, assegnate le cariche Venerdì 6 Luglio u.s., si è svolta la prima riunione del Consiglio Direttivo SCIVAC 2007-2010. Il primo punto all’ordine del giorno era la distribuzione delle cariche all’interno del Direttivo. L’assegnazione è risultata la seguente: Federica Rossi - Segretario. Guido Pisani - Tesoriere Onorario. Fabia Scarampella è stata invece nominata Vice-Presidente. Il nuovo Consiglio Direttivo SCIVAC risulta pertanto così composto: • Presidente: Dea Bonello • Presidente Senior: Massimo Baroni • Vice Presidente: Fabia Scarampella • Segretario: Federica Rossi • Tesoriere: Guido Pisani • Consiglieri: Marco Bernardini e Alberto Crotti Per la Commissione Scientifica sono stati nominati Massimo Baroni (Presidente), Davide De Lorenzi e Giorgio Romanelli. Marco Bernardini e Fabia Scarampella sono responsabili per SCIVAC della Scuola di Formazione Veterinaria Post-Universitaria. Dea Bonello è stata riconfermata responsabile delle Delegazioni Regionali SCIVAC. Alberto Crotti è stato infine nominato responsabile delle Società Specialistiche SCIVAC.
D. A .P. Collare • Favorisce la socializzazione (altri cani, persone, nuove situazioni) • Controlla la paura all’esterno (rumori forti, estranei) • Aiuta l’inserimento in un nuovo ambiente
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LETTERE AL DIRETTORE
Cadute di stile Caro Carlo, mi sento di condividere pienamente il parere espresso da Stefano Faverzani in riferimento alla lettera pubblicata a pagina 17 di Professione Veterinaria n. 22. La lettura di quest’ultima ha lasciato in me un forte senso di disgusto per i toni e le parole usate, quasi offensive...e anch’io mi sono interrogato sull’utilità di pubblicare sfoghi come questo. Io credo,
contrariamente a te, permettimi, che un filtro debba esserci, al pari della pubblicazione di articoli scientifici meritevoli- cadute di stile come questa non fanno bene al nostro giornale ed il fatto di non aver commentato ha anche a me dato il sospetto di condivisione. Il confronto necessita di toni più civili!. Sempre grato per tutto quello che fai. Alberto Ansoldi, Treviso
I tempi di un giornale non sono come quelli di una lista telematica, ma come vedi anche Profes-
sione Veterinaria offre la possibilità direttamente ai Colleghi di intervenire e di commentare positivamente o negativamente ciò che altri hanno scritto. Lo ripeto: senza che sia necessario un censore (non lo abbiamo introdotto nemmeno in vet-link o nei forum dove se un messaggio è sopra le righe viene subito fatto notare). Credo che dalla civiltà del confronto nasca una sorta di compensazione e così, grazie anche al tuo intervento, chi vuole scriverci o l’ha già fatto sa che ci sono delle sensibi-
lità da rispettare. Quanto all’invito a filtrare le lettere, voglio dire che sono d’accordo sull’appello al dibattito civile, ma perché sia tale non può che essere libero. Carlo Scotti
“Premio Gino Bogoni 2007” Sarà conferito nella serata di giovedì 30 agosto al Professore Stefano Cinotti, il premio Nazionale
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La posizione del Ministero della Salute è stata sempre ferma nel ribadire l’esclusiva competenza del medico veterinario in merito all’inoculazione del transponder negli animali. Livia Turco, Ministro della Salute
alla carriera Medico Veterinaria “Premio Gino Bogoni 2007” costituito da un bronzo di apprezzato valore artistico offerto dalla famiglia dello scultore veronese scomparso. Il Comitato Scientifico, composto da tre membri fondatori: il Direttore Generale dell’ASL 16 di Padova, il Dr. Adriano Fante ed il Dr. Oscar Magello Veterinari Dirigenti ASL 16 e da quattro Garanti Scientifici: il Dr. Sergio Papalia Direzione Generale di Sanità Pubblica Veterinaria, il Dr. Aldo Grasselli Segretario Nazionale SIVEMP, il Dr. Carlo Scotti Presidente ANMVI ed il Dr. Aldo Vezzoni al quale era stato assegnato il Premio l’anno precedente, ha riconosciuto la grande professionalità con la quale il Prof. Stefano Cinotti ha saputo esprimersi ai massimi livelli per la Veterinaria Italiana come Docente Universitario, nonché come Preside della Facoltà di Bologna ed inoltre per come ha saputo cogliere ogni opportunità per avvalorare l’importanza della Medicina Veterinaria nel Consiglio Superiore di Sanità. Viste l’importanza e la valorizzazione che questo premio, giunto alla quinta edizione, sta dando alla professione del Medico Veterinario Italiano, il comitato scientifico invita gli Ordini, le Università, gli Istituti Zooprofilattici e le ASL ed ogni altro ente od organizzazione, a collaborare, per dare ulteriore lustro alla manifestazione, comunicando nuovi candidati per le prossime edizioni ai componenti del Comitato Scientifico. Dr. Oscar Magello
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DALLE AZIENDE
QuickBayt Spray…e non si sente volare una mosca! La nuova soluzione Bayer per il controllo delle mosche in ambiente rurale plicabile anche in presenza di animali: non è quindi necessario spostarli quando si effettuano interventi all’interno dei ricoveri zootecnici. Occorre comunque evitare che gli animali possano entrare in contatto diretto o che possano ingerire il prodotto; la presenza di
QuickBayt Spray® è il primo insetticida formulato in granuli idrodispersibili, una nuova tecnologia di formulazione appositamente studiata per l’uso professionale QuickBayt Spray® è a base di Imidacloprid, una nuova molecola sintetizzata e sviluppata dai laboratori Bayer, appartenente a nuova classe di principi attivi QuickBayt Spray® ha un’azione visibile entro pochi minuti dall’applicazione ed efficace fino a 28 giorni di distanza dal primo trattamento QuickBayt Spray® ha un favorevole profilo di sicurezza, che lo rende utilizzabile anche in presenza di animali Una nuova sostanza attiva QuickBayt Spray® ha come principio attivo l’Imidacloprid, una sostanza appartenente a una nuova classe chimica di insetticidi. L’imidacloprid agisce con un meccanismo innovativo, ed è efficace anche verso le mosche resistenti a piretroidi, organofosforati e carbammati. Una nuova tecnologia professionale QuickBayt Spray® è il primo insetticida formulato in granuli idrodispersibili (WG): è facile da dosare, si disperde rapidamente in acqua, non fa polvere, non forma grumi e non intasa gli ugelli. QuickBayt Spray® è un formulato appositamente sviluppato per applicazioni a spruzzo con l’impiego di pompe irroratrici o nebulizzatori. Un’applicazione veloce e funzionale QuickBayt Spray® è specifico per trattare le superfici abitualmente frequentate dalle mosche in allevamenti, maneggi, magazzini ed edifici rurali. Applicare 250 g di QuickBayt Spray® diluiti in 2 litri d’acqua su pareti, porte, pilastri, recinti, in prossimità di letamai e concimaie: la sua azione sarà visibile entro pochi minuti. QuickBayt Spray® contiene coformulanti che esercitano una tripla azione attrattiva verso le mosche; agisce rapidamente per ingestione e per contatto ed è efficace fino a 28 giorni dall’applicazione, come dimostrato da numerose prove sperimentali. QuickBayt Spray® ha un profilo di sicurezza favorevole ed è ap-
Bitrex, una sostanza dal sapore amaro e sgradevole, nella formula di QuickBayt Spray® minimizza i rischi di ingestione accidentale. Per conseguire risultati ottimali nella lotta alle mosche Bayer Environmental Science ha messo a punto il Fly Control Program, un
programma integrato che prevede l’utilizzo combinato di prodotti adulticidi, anti-larvali ed esche: solo agendo sulle diverse fasi del ciclo vitale della mosca è possibile controllare nel modo più efficace i danni provocati dalle infestazioni di questi insetti.
Per informazioni: Bayer Environmental Science Bayer CropScience S.r.l. Viale Certosa, 130 - 20156 Milano tel 02 3972.1 Per l’invio dei comunicati stampa: professioneveterinaria@anmvi.it
Professione 27-2007
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laPROFESSIONE VETERINARIA 27/2007 CALENDARIO ATTIVITÀ Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi
INCONTRO MACROREGIONE CENTRALE SIVE
8 set.
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
12-15 set.
CORSO AIVEMP / E.V. IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA
14-16
CORSO SIVAR/E.V. IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA
20-22
CORSO SIVE
set.
set.
21-22 set.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA
23 set.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC VENETO
23 set.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC PIEMONTE IN COLLABORAZIONE CON SOVEP ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
23 set.
27-29 set.
SEMINARIO SIVE
28 set.
CORSO SCIVAC
29-30 set.
SEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON ASVAC INCONTRO SIARMUV
29-30 set.
30 set.
INCONTRO GRUPPO DI STUDIO DI PRACTICE MANAGEMENT INCONTRO REGIONALE SCIVAC FRIULI VEN.GIULIA
30 set.
30 set.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC MOLISE
30 set.
CORSO AIVEMP/EV IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
3-5 ott.
3-6 ott.
INCONTRO REGIONALE SIVAR VALLE D’AOSTA
4 ott.
SEMINARIO SCIVAC
6-7 ott.
INCONTRO SINUV
7 ott.
INCONTRO SISCA
7-10 ott.
INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC FRIULI VEN. GIULIA INCONTRO REGIONALE SCIVAC BASILICATA
7 ott.
7 ott.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC SICILIA
7 ott.
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
10-12 ott.
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
11-13 ott.
LAMINITE E RADIOLOGIA DIGITALE: VECCHI PROBLEMI E NUOVE SOLUZIONI - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it CHIRURGIA DEI TESSUTI MOLLI: IV PARTE - CHIRURGIA TORACICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it IL VETERINARIO CONVENZIONATO CON IL SSN - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Sabina Pizzamiglio - Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it IL VETERINARIO AZIENDALE PER LA SICUREZZA ALIMENTARE E L’EPIDEMIOSORVEGLIANZA Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 12 Crediti - Per informazioni: Paola Orioli Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it CORSO BASE DI EMBRYO TRANSFER - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona e San Daniele Po (CR) - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it L’INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (IRC) NELLA PRATICA CLINICA - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 E-mail: delregionali@scivac.it L’OCCHIO DOLENTE - Park Hotel Villa Fiorita, Monastier (TV) - Via Giovanni XXIII, 1 - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it QUANTI DETTAGLI CI SFUGGONO IN UNA RADIOGRAFIA ADDOMINALE? - Hotel Campanile - Rivoli (TO) - C.so Allamano 153 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it ANESTESIA: IV PARTE - ANESTESIA E SISTEMA NERVOSO - TERAPIA DEL DOLORE - COMPLICANZE IN CORSO DI ANESTESIA - EUTANASIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CONCETTI APPLICABILI DI DERMATOLOGIA EQUINA PER IL VETERINARIO PRATICO - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it CORSO INTRODUTTIVO ALLA PRATICA RADIOLOGICA - Novotel Caserta Sud, Caserta - Strada Statale, 87 Sannitica - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it APPROCCIO E GESTIONE PRATICA DELLA LEISHMANIOSI - Holiday Inn Cagliari, Cagliari - Viale Umberto Ticca - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it L’ANESTESIA NEI PAZIENTI AFFETTI DA PATOLOGIE EPATICHE E RENALI - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it CRITERI DI VENDITA DI UN SERVIZIO AL CLIENTE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it DERMATOFITOSI E DERMATITE ATOPICA: COME GIUNGERE AD UNA CORRETTA DIAGNOSI ED EFFETTUARE UN’ADEGUATA TERAPIA. - Hotel Internazionale, Cervignano del Friuli (UD) - Via Ramazzotti, 2 - ECM: Rich. Accr. - Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LA GESTIONE DELLE PIÙ COMUNI CARDIOPATIE DI RISCONTRO AMBULATORIALE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it IL VETERINARIO DI SANITÀ PUBBLICA: DALL’ISPEZIONE DI PRODOTTO AL SISTEMA DEGLI AUDIT (IN APPLICAZIONE DEI REGOLAMENTI EUROPEI 854/2004 E 882/2004) - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona ECM: Rich. Accr. - Per info: Lara Zava - Segr. AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it MEDICINA COMPORTAMENTALE: IV PARTE - LA GESTIONE DEL CLIENTE E DEL PAZIENTE E LA PREVENZIONE COMPORTAMENTALE DEL CANE, GATTO, CONIGLIO, FURETTO, PSITTACIDI - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Rich. Accr. - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it PATOLOGIE DEL GIOVANE VITELLO - IZS Piemonte, Ligura e Valle D’aosta (Quart) - Regione Amerique, 7/g - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it PATOLOGIE OSTRUTTIVE DELLE VIE RESPIRATORIE: VIVERE CON UN FILO D’ARIA - Sheraton Padova Hotel Conference Center, Padova - Corso Argentina, 5 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it PATOLOGIE OSTRUTTIVE NON ONCOLOGICHE DELLE VIE URINARIE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it LA GERARCHIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it PRIMO NON NUOCERE: APPROCCIO ALLA TERAPIA D’URGENZA NEGLI ANIMALI ESOTICI DA COMPAGNIA - “Il Quadrifoglio srl” Ronchi dei Legionari - Gorizia - Via Staranzano, 23 - ECM: 4 Crediti - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it LE LUSSAZIONI ARTICOLARI TRAUMATICHE NEL CANE E NEL GATTO - Matera - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LA GESTIONE DELLE PIÙ COMUNI CARDIOPATIE DI RISCONTRO AMBULATORIALE - Palermo - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it DERMATOLOGIA: IV PARTE - TERAPIA IN DERMATOLOGIA DEL CANE E DEL GATTO: APPRENDIMENTO BASATO SUL PROBLEMA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: VI PARTE - ECOGRAFIA AVANZATA - Centro Studi SCIVAC, Cremona Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
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12-14
CORSO REGIONALE SICILIA - ANESTESIOLOGIA NEL CANE E NEL GATTO - Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia, Ragusa - c/a Nunziata km 1.3 S.P 40 - ECM: Richiesto Accr. - Per informazioni: Monica Borghisani - Segr. Del. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
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ott.
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PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it
Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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LE SINDROMI PARANEOPLASTICHE: IL PUNTO DI VISTA DELL’ONCOLOGO E DEL DERMATOLOGO Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it
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