Professione Veterinaria 27-2012:ok
3-09-2012
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la VETERINARIA
PROFESSIONE
A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
27 2 012
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 9, numero 27 dal 23 al 29 luglio 2012
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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LA ZOOTECNIA NEL 6° CENSIMENTO ISTAT
LA COERCIZIONE PUÒ FAVORIRE L’AGGRESSIVITÀ
TORNATE IN VIGORE LE NORME SUI PALII
LMR PER I FARMACI CON VITAMINA A
ITALIA-INGHILTERRA DUE CONGRESSI A CONFRONTO
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L’IMPORTANTE È SEQUESTRARE
BREVI OBBLIGO RC Un emendamento fa slittare di un anno l’obbligo di RC professionale per le professioni sanitarie. La definizione dell’obbligo viene demandata al DPR di riforma degli Ordini.
ONAOSI I contribuenti volontari dell’ONAOSI sono l’8% del totale. I medici veterinari sono il 5% dei contribuenti obbligatori e il 6% dei contribuenti volontari. I dati sono contenuti nel primo bilancio sociale della Fondazione ONAOSI pubblicato in luglio.
API Il Ministro della Salute ha prorogato il divieto di utilizzo di neonicotinoidi “per la massima attenzione e cautela”. Utilizzati per la concia delle sementi, sono sospettati di causare la moria delle api. Al riguardo il Ministero attende il parere dell’EFSA.
UNGULATI Gli allevatori di ovi-caprini dell’Appennino centrale non chiedono soldi, ma interventi contro il cosiddetto “ibridwolf”. Ogni giorno i lupi predano le greggi e, nel grossetano come in tutta la Toscana, ungulati e predatori saranno al centro di un tavolo permanente attivato dal mese di agosto.
MOZZARELLA (1) Via libera all’impiego di cagliata congelata. L’ha stabilito il Consorzio per far fronte al calo latte estivo (e per contro le eccedenze invernali) quando maggiore è la domanda di mozzarella di bufala. Si attendono i pareri del Mipaaf e della Regione Campania.
MOZZARELLA (2) Mentre “Libera terra” commercializza le prime mozzarelle di bufala nel caseificio confiscato al clan dei Casalesi, il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana DOP ha varato un Codice antimafia: lotta alla concorrenza sleale dei prodotti non rispondenti ai parametri DOP.
Salute risparmio
e
Fondo Sanitario A.N.M.V.I.
4-6 OTTOBRE A MANTOVA
Formazione per il Veterinario di Fiducia Parte la formazione propedeutica del veterinario d’azienda zootecnica. Veterinari e Allevatori insieme per il primo corso pilota. A PAGINA 3
In più situazioni ci è parso che la repressione del maltrattamento animale, reato fra i più vili che l’uomo possa commettere, malcelasse un certo appagamento da parte dei repressori. Sanzionare o applicare una pena, in un Paese civile e democratico, non dovrebbero essere gesti da esibire e non dovrebbero generare compiacimenti. Non dovrebbe nemmeno porsi il caso che certe situazioni di maltrattamento siano sospettabili di strumentalizzazioni o di essere artatamente provocate. Viene in mente un film di Carlo Lizzani in cui l’apprendista giornalista (Dario Fo) creava le condizioni per un furto di cagnolini e poi andava a scattare la foto di prima pagina per il suo cinico Direttore. Un film comico e basta? No. Quella pellicola (satira per la precisione) conserva tutta la sua attualità e verosimiglianza. Una volta, ad esempio, abbiamo visto un presunto scoop televisivo sul traffico di cuccioli: gli animali venivano liberati dal bagagliaio dell’auto in sosta solo parecchio tempo dopo essere stati individuati, giusto il tempo di far ripartire l’auto dei trafficanti e permettere le riprese di un inseguimento su strada. A seguire, scene di pietosa
assistenza agli animali sequestrati sempre a favore di telecamera. Tutto questo per dire che se la Giustizia è dirottata su altri scopi, mediatici o propagandistici, semplicemente non è Giustizia. L’animalismo è molto usato ai fini del consenso elettorale da tantissimi politici, di ogni schieramento partitico, e fa audience in prima serata. Spiace notare che anche le Autorità si mettano in posa per riprese e foto sui media. Nessuno si sofferma mai sulle conseguenze dei sequestri a danno degli animali. La determinazione a sequestrare e a richiedere il risarcimento economico ai processi, prevalgono spesso sul destino degli animali sequestrati, anzi “salvati” da scrupolosissimi seguaci di un principio ghandiano che qualcuno dubita sia veramente da attribuire al Mahatma. Al contrario, sono verificate le espressioni animaliste di Goebbels, ma, oggettivamente, non è tanto nazionalpopolare… Anche Einstein è propagandato come animalista del Terzo Millennio, tanto non può più replicare. Come non possono replicare nemmeno gli animali sequestrati… un elettorato (molto passivo) fenomenale.
NON TORNANO I NUMERI UN PAIO DI MESI FA, QUANDO SI È SPARSA LA VOCE CHE SAREBBE STATA RIPRISTINATA UNA TASSA SU CANI E GATTI, si è scatenato il finimondo contro questa proposta anche se i sostenitori dell’iniziativa avevano qualche buona ragione per sostenerla. Certamente sono stati sbagliati i modi ed i tempi della proposta che sicuramente non è stata spiegata al meglio per le sue finalità. Proporre una nuova tassa in questo momento, sia pure minima visto che si parlava di 10 euro all’anno, non era certo opportuno soprattutto pensando di farla pagare al 40% di famiglie italiane che ospitano un cane o un gatto. Non dimentichiamo infatti che queste già sono penalizzate da un’IVA al 21% sul petfood e sulle prestazioni veterinarie, dal vedere considerate queste ultime nel redditometro e dal rischio di non poter più detrarre fiscalmente neppure un euro di queste spese. Cani e gatti, quindi, considerati come beni di lusso! Ma quanti sono in Italia? Tutte le indagini danno 7milioni di cani e 7,5 di gatti. I cani registrati in anagrafe canina, è obbligatoria per i possessori di cani, sono 5.656.164 e allora i conti non tornano. Se da 7milioni togliamo i 700mila randagi ne restano 6,3 e quindi quasi tutti i cani di proprietà sarebbero iscritti in anagrafe, ma sappiamo che così non è. Purtroppo l’anagrafe nazionale canina continua a non essere efficiente per i ritardi con cui le regioni passano i dati, per il sistema burocratico che costringe spesso, inutilmente, il passaggio dalle ASL, soprattutto per la ricerca degli iscritti, per i dati che non vengono aggiornati per cambio di proprietà o per decesso, per la mancanza di controlli. Se i cani deceduti non vengono cancellati i numeri per forza che non tornano. Certamente dando alle strutture veterinarie private un ruolo maggiormente operativo ed autonomo la situazione potrebbe migliorare.
A.N.M.V.I