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la VETERINARIA
PROFESSIONE
A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
33 2010
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 7 numero 33 dal 4 al 10 ottobre 2010
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona
QUALE ALTERNATIVA AL TEST DI ACCESSO?
PIÙ POTERE SANZIONATORIO AGLI ORDINI
IL DATORE INFORMI SUI RISCHI DEL LAVORO
CRISI DELLA VETERINARIA: UN’INDAGINE
PRIMO REPORT SUL VOLUME DI RICETTE
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A PAGINA 23
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BREVI
I MIGLIORI CERVELLI SARANNO I MIGLIORI VETERINARI?
ENCI
di MASSIMO CASTAGNARO
Con ordinanza del 29 settembre 2010, il TAR Lazio ha respinto la domanda cautelare proposta dall'ex commissario ad acta, Marco Lusetti, contro il Ministero delle Politiche Agricole. Restano validi i provvedimenti di revoca e di nullità delle 62 delibere adottate dallo stesso Lusetti.
ONAOSI L’ONAOSI sta richiamando il versamento della quota 2005, un atto legittimo e dovuto, ma l’efficacia della riscossione è sempre più debole. Durante l'ultima riunione del Cda della Fondazione si è cercata una soluzione politica della vicenda, che vedrà impegnati i presidenti delle tre Federazioni (FNOVI, FOFI, FNOMCeO) e i Ministeri vigilanti per mettere la Fondazione nella condizioni di rinunciare alle quote non versate.
ACQUACOLTURA Con l'anagrafe nazionale dell'acquacoltura, il Ministero della Salute promuove la tutela economico-sanitaria del patrimonio di acquacoltura e del consumatore. La nuova anagrafe, disciplinata con decreto 8 luglio 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 230 del 1-102010, viene attivata nel sistema dell'anagrafe nazionale zootecnica.
QUALIFICHE I Decreti di riconoscimento del titolo di medico veterinario conseguito all'estero sono l'0,8% del totale dei riconoscimenti professionali del 2009. L’anno scorso, su 3.528 decreti di riconoscimento solo 29 hanno riguardato colleghi stranieri. La Direttiva qualifiche ha un impatto bassissimo sulla circolazione di medici veterinari dall'estero verso l'Italia.
HALAL Un marchio di qualità per i prodotti halal, valido su tutto il territorio nazionale. L'ha brevettato la Coreis, la Comunità religiosa islamica. I Ministeri degli Esteri, Sviluppo Economico, Agricoltura e Salute hanno firmato una Convenzione Interministeriale volta a garantire il sostegno istituzionale del Governo italiano all'iniziativa della Coreis Italiana.
MANGIMI In base al Regolamento (CE) 767/09, tutti gli Stati Membri sono tenuti ad attenersi al Catalogo delle materie prime per mangimi, nel quale figurano i principali procedimenti utilizzati nella preparazione delle materie prime. Dal 1 settembre, l'immissione sul mercato di una materia prima per mangimi che non è elencata nel Catalogo dovrà figurare su un apposito registro on line.
www.anmvioggi.it
CODICE DELLA STRADA
Impossibile un pronto soccorso in ogni Asl L’applicazione delle norme sul soccorso stradale passa per le strutture veterinarie private. Ma serve un protocollo operativo A PAGINA 3
Le polemiche sul tipo e l’utilità dei test di accesso ai corsi di laurea a numero programmato a livello nazionale (Medicina Veterinaria, Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e relative professioni sanitarie) hanno destato interesse nell’opinione pubblica e sicuramente hanno contribuito, nelle relative professioni, al destarsi di interrogativi circa le modalità più utili ed efficaci di selezionare i futuri professionisti. Come accade spesso nelle discussioni sulla formulazione di nuove proposte, sono emersi pareri di diverso e tipo, talvolta associati a simpatiche “leggende metropolitane”. Ad esempio si sente molto dire: “I test non servono!” oppure “Sarebbe meglio utilizzare direttamente il voto di maturità”. Ma cosa esattamente si intende dire quando si afferma che non servono? Cosa c’è veramente dietro l’ipotesi dell’utilizzo del voto di maturità? Per rispondere adeguatamente a queste domande occorre prima di tutto affrontarne altre quali: “Qual è l’obbiettivo di questi test?”
e “Come si valuta l’utilità del test?” Ogni anno il numero degli accessi programmati ai corsi di laurea in Medicina Veterinaria destinati ad ogni sede viene deciso con un decreto ministeriale dopo che una commissione consultiva presso il MIUR (composta da funzionari del MIUR e del MINSAL, da tre presidi e da rappresentanti della professione) ha fatto una proposta. Una volta fissati i numeri di studenti comunitari iscrivibili per ogni sede, i primi giorni di settembre presso ogni sede di corso di laurea, nella stessa data e ora, viene effettuato il test. Anche se il test è unico e quindi uguale per ogni sede (viene formulato da una commissione ministeriale), ogni studente può iscriversi e sostenere la prova solo presso una sede. Al termine del test, viene formulata una graduatoria locale, sulla base della quale viene determinata la possibilità di iscriversi dello studente. Il contenuto del test, oggetto di discussione da molto tempo, è sempre stabilito da un decreto ministe(SEGUE A PAGINA 4) riale.
I VETERINARI NON SONO VOLONTARI ANIMALISTI IN VARIE OCCASIONI, PUR ESSENDO PARTNER IN DIVERSI PROGETTI DELLE PIÙ IMPORTANTI ASSOCIAZIONI ANIMALISTE NAZIONALI, siamo stati costretti ad intervenire criticamente nei confronti di alcuni aspetti gestionali di iniziative intraprese o proposte, spesso a livello locale, da organizzazioni che operano nel mondo animalista. Anche se la nostra “mission” è in parte sovrapponibile alla loro, avendo in comune l’obiettivo del benessere e della salute animale, i ruoli e le competenze del Medico Veterinario non possono essere confusi o rapportati a quelli dei volontari animalisti anche se possono vantare specifiche esperienze. Il Medico Veterinario, e solo lui, può e deve essere il responsabile ed il garante, per percorso formativo e per ruolo professionale, del benessere e della salute animale. Nessun altro può prendersi competenze che spettano esclusivamente e direttamente a lui. Non possiamo quindi in nessun modo accettare che spesso i volontari svolgano attività mediche o che il Medico Veterinario non venga rispettato nella sua professionalità, anche per gli aspetti economici. Se il volontario può svolgere gratuitamente il suo impegno animalista avendo un’altra attività lavorativa non si può pensare, se non pretendere, che il Medico Veterinario possa fare altrettanto svolgendo un’attività professionale che ha il diritto/dovere di farsi retribuire correttamente. Anche di fronte ai gravi problemi riferiti al randagismo o all’assistenza degli animali appartenenti a categorie sociali disagiate, l’essenziale e necessario ruolo del mondo veterinario privato deve essere considerato senza imposizioni o sfruttamento, ma nel rispetto della professione recuperando d’altra parte gli enormi sprechi finanziari perpetuati su questi obiettivi da enti locali o strutture di veterinaria pubblica.
@nmvi Oggi - L’informazione Veterinaria On Line
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Soccorso animale Attualità
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Il nuovo Codice della Strada ha bisogno di un protocollo operativo La normativa deve essere completata da un decreto del Ministero dei trasporti
opo l’approvazione in Parlamento delle modifiche al Codice della Strada, il Ministero della Salute ha scritto ai Servizi Veterinari Regionali, ai Comuni e per conoscenza ai Carabinieri del Nas. La nota è del 4 agosto e riguarda le novità sugli obblighi di soccorso stradale agli animali incidentati: “Dai suddetti nuovi adempimenti - scrive il Direttore generale della Sanità Animale Gaetana Ferri - deriva l’inderogabile necessità di assicurare il servizio di reperibilità e pronto soccorso per animali da parte di tutte le Amministrazioni competenti”. Le Regioni hanno ricevuto e girato la nota ministeriale alle Asl del territorio invitandole a garantire il rispetto delle nuove disposizioni. E le Asl già lamentano di non essere nelle condizioni per farlo: non hanno le strutture, non hanno le risorse, non hanno il personale e non hanno la formazione clinica adeguata ai casi di emergenza.
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I PROBLEMI DELLE ASL In Veneto, a detta del sindacato dei veterinari di medicina pubblica, “mancano le cliniche dove ricoverare gli animali incidentati”, il canile rischia di diventare “un punto di lungo degenza” e i veterinari pubblici non possono diventare “specialisti per decreto” . C’è da credere che la situazione veneta non sia molto dissimile da quella di altre realtà regionali. Ecco nel corsivo che segue alcune delle problematiche segnalate dai colleghi dalle Asl venete, così come riferito dal sindacato. “Dopo l’emanazione del nuovo codice è aumentata in modo esponenziale la richiesta di intervento ai servizi veterinari delle Asl, con decine di chiamate in regime di pronta disponibilità notturna e festiva. Tanto che non si può più parlare di “pronta disponibilità” e di un pronto soccorso umano, con tutte le implicazioni e gli obblighi previsti dalla Dgr 2332/2005. Anche se ben attrezzati i canili sanitari, in tante realtà, sono andati “in sofferenza” per le chiamate e i relativi soccorsi, con ricovero di numerosi animali incidentati. In particolare per i gatti, non essendo obbligatoria la loro identificazione e registrazione, tutti i casi devono essere trattati come animali non di proprietà. Va detto altresì che ben pochi proprietari di gatti sono disposti a spendere centinaia di euro per curare fratture negli ambulatori e nelle cliniche. Gli ambulatori, le cliniche od ospedali privati del resto non hanno particolari obblighi di ricovero e cura non sostenuti economicamente, per cui rimandano tutti questi “animali” al servizio Asl. (…) Nella nostra realtà non solo non ci sono le ambulanze della Lav, ma mancano anche le cliniche dove ricoverare gli animali incidentati. Ri-
cordiamo che le strutture veterinarie private accettano animali solo se è garantito il pagamento della relativa parcella. L’attività di primo soccorso e di pronto soccorso rappresenta la prima, importante, fase di gestione di un animale incidentato alla quale necessariamente deve seguire una procedura diagnostica adeguata con l’utilizzo di strumenti altrettanto adeguati (Rx, laboratorio di analisi, eccetera) per poter definire una prognosi e una successiva procedura terapeutica, anche di tipo chirurgico, complessa. Per non parlare poi dell’altrettanto essenziale fase riabilitativa che, in assenza di un proprietario di riferimento, spetta al servizio pubblico. L’aspetto prognostico poi risulta estremamente critico in quanto solo alla fine di una corretta, completa e specialistica procedura diagnostica si è in grado di emettere un giudizio corretto anche nella definizione di “incurabilità “ non più secondo un principio ad valitudinem, ma ad vitam. Pur considerando moralmente ineccepibile il principio dettato dalle nuove indicazioni normative, non possiamo non considerare le difficoltà ad ottemperare agli obblighi previsti, sia in termini di risorse strutturali che umane. Come pure l’inevitabile necessità di convenzionare strutture private specialistiche per intervenire nelle situazioni più complesse, con costi facilmente intuibili. Altro aspetto di rilevanza è l’attribuzione delle competenze sia di intervento che di gestione delle diverse tipologie di animali interessati (domestici, da reddito, esotici, selvatici, sinantropi) secondo l’attribuzione di proprietà indisponibile. Facciamo il caso di un gatto incidentato cui sia necessario amputare un arto. Difficile poi prevederne la liberazione sul punto di ritrovo! Nelle ultime settimane si è verificato, ad esempio, il caso di un gatto con una doppia frattura e relativa osteosintesi di entrambi i femori. Ha bisogno di almeno 30 giorni di degenza e di terapia e risulta improponibile il suo reinserimento come animale selvatico. Oppure, altro caso, l’enucleazione del bulbo oculare di un gatto per trauma facciale: degenza di 20 giorni, reinserimento difficile. O ancora trauma cranico commotivo ed addominale chiuso in un gatto, prognosi riservata, terapia di sostegno e conservativa, reinserimento dubbio... E potremmo continuare. In alcune Asl è stato necessario che i responsabili richiedessero nuove gabbie di degenza per il canile e la modifica strutturale per prolungare la sala degenza. Di questo passo in breve tempo il canile diventerà un punto di lungodegenza!”.
SUPERARE LA VISIONE SINDACALE Per l’ANMVI - che ha seguito le novità del Codice della Strada fin dalla loro genesi in Parlamento e subito interessato i Ministeri del Trasporto e della Salute - le difficoltà lamentate dal Sivemp Veneto, sono la prevedibile dimostrazione di come sia indispensabile il coinvolgimento delle strutture veterinarie private. La soluzione non potrà non far leva sulla presenza di strutture veterinarie private che già oggi non hanno le carenze strutturali, professionali e di preparazione clinica che le Asl riconoscono di avere. Sarà necessario completare il quadro anche con un protocollo di intervento deciso fra tutti gli attori del sistema, per evitare che il cittadino esposto ad un obbligo non sia nelle condizioni di adempierlo e l’animale incidentato non sia adeguatamente curato. A meno che
i Ministeri di competenza non vogliano far propria la visione sindacale del problema esposta in Veneto, in base alla quale “l’inevitabile necessità di convenzionare strutture specialistiche per intervenire nelle situazioni più complesse” sia da respingere come una sciagura per gli interessi sindacali della veterinaria pubblica. Quella stessa visione sindacale del problema che- lontana da una analisi istituzionale e imparziale - antepone del tutto coerentemente con le proprie posizioni di protesta legate alla “vertenza salute”, “la necessità di ricalibrare le risorse umane e strumentali della veterinaria pubblica”. L’ANMVI vuol credere che le istituzioni di Governo sapranno sviluppare considerazioni diverse sulle questioni di fondo del problema che sono senza dubbio economiche e che, proprio per questo, vanno affrontate seguendo il principio della razionalizzazione della spesa pubblica, del ricorso al convenzionamento con le strutture veterinarie private autorizzate dalle Regioni, nelle quali si è già investito in formazione specialistica e continua (Ecm) per saper affrontare come si conviene “l’enucleazione del bulbo oculare di un gatto per trauma facciale”.
ANMVI “SPOSTA IL PROBLEMA” Il Segretario del Sivemp Veneto Roberto Poggiani ha scritto all’ANMVI in replica alla posizione di quest’ultima: “I colleghi dell’Anmvi- scrive- usano le nostre argomentazioni per portar acqua al loro mulino. E possiamo anche capire il loro punto di vista! Solo vogliamo chiarire alcuni punti. Le nostre preoccupazioni nascono dalla necessità di dare piena applicazione a una norma eticamente lodevole, ma emanata senza essere accompagnata dalle risorse necessarie. E per questo abbiamo fatto presenti le carenze strutturali e umane dei servizi, da tempo sottoposti a tagli drastici. Che sono oggettivi, non nostri faziosi punti di vista legati, come chiosa l’Anmvi, alla vertenza salute. Tra
l’altro (e ci teniamo a sottolinearlo) non abbiamo mai detto di non avere la formazione necessaria per far fronte alle nuove incombenze! Ricordiamo, per inciso, che in un pronto soccorso di tipo medico in un’intera provincia sono necessari ben pochi specialisti in emergenze. E che nemmeno tutti i medici ospedalieri sono specialisti in emergenze”. “Ma l’Anmvi, in realtà, sposta il problema - controbatte Poggiani - e si preoccupa delle ricadute economiche che una norma come questa può avere per i liberi professionisti. Legittimo per carità. Per parte loro i servizi veterinari pubblici si preoccupano che ci siano le condizioni perché le nuove disposizioni possano essere applicate concretamente. E, come abbiamo cercato di fare nel nostro documento, vogliono evidenziare le criticità per non creare false illusioni nell’utenza e perché le istituzioni trovino le soluzioni percorribili. Tenendo conto del momento difficile che la sanità sta vivendo, con bilanci in rosso e sacrifici chiesti prima di tutto ai cittadini”.
SOLUZIONI PERCORRIBILI Sta di fatto, che gli obblighi discendenti dalle nuove disposizioni di legge, come indicato in una nota ministeriale del 4 agosto a Regioni e Comuni, dovranno trovare una concreta applicazione su tutto il territorio nazionale. Le preoccupazioni dell’ANMVI sui rischi di interventi improvvisati, in assenza di un coordinamento e di un protocollo di intervento concordato fra il Ministero dei Trasporti e il Ministero della Salute si stanno già rivelando fondate, come dimostra l’avviso di cottimo del Comune di San Remo. È pertanto sottoscrivibile l’appello del sindacato veneto, affinché “le istituzioni trovino le soluzioni percorribili”, e si preoccupino di garantire l’esecutività delle Leggi da loro stesse emanate, “tenendo conto del momento difficile che la sanità sta vivendo, con bilanci in rosso e sacrifici chiesti prima di tutto ai cittadini”. ■
LE NOVITÀ NEL CODICE DELLA STRADA
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on la modifica apportata all’art. 177 e l’integrazione all’articolo 189 del Codice della Strada, “si equiparano di fatto alle autoambulanze anche i veicoli attrezzati per il soccorso di animali o ai servizi di vigilanza zoofila e si estende l’esimente conseguente al trasporto in condizioni di necessità, a quello dovuto al trasporto di animali in gravi condizioni di salute”. È stato inoltre introdotto “l’obbligo per l’utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito
il danno. Le ipotesi di violazioni sono punite con sanzioni amministrative pecuniarie di cui al comma 9-bis dell’articolo Cds”. (da euro 389 a euro 1.559 per chi ha causato l’incidente e da euro 78 a euro 311 per le persone coinvolte). In conseguenza delle nuove disposizioni, “nell’espletamento di attività di recupero di animali o durante i servizi di vigilanza zoofila i veicoli specificamente attrezzati in questione potranno far uso dei dispositivi supplementari acustici e visivi”. “La disposizione, tuttavia, non è immediatamente operativa. Infatti, potrà essere applicata solo quando sarà approvato un decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con cui saranno stabilite le casistiche relative ai servizi urgenti di istituto che giustificano l’uso di tali sistemi”. “Il medesimo decreto stabilirà le condizioni e la documentazione necessari per comprovare l’esclusione della responsabilità del conducente per le violazioni commesse durante il trasporto animale in gravi condizioni di salute che viene effettuato da un privato con un veicolo diverso da quelli sopra indicati”. Fonte: Polizia stradale
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4 Attualità Università
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Test d’accesso: è più facile superarlo che trovare un’alternativa La prova per le facoltà a numero programmato è al centro di polemiche. Ma la selezione è una questione complessa di MASSIMO CASTAGNARO Coordinatore Conferenza dei Presidi di Medicina Veterinaria (SEGUE DALLA PRIMA) l contenuto del test, oggetto di discussione da molto tempo, è sempre stabilito da un decreto ministeriale che determina data, modalità e contenuti delle prove di ammissione. Un punto ogni risposta corretta, meno 0,25 punti per ogni risposta sbagliata, 0 punti per ogni risposta non data. Le finalità dichiarate del test sono quelle di fare selezione sulla base delle conoscenze possedute dai candidati su argomenti di biologia (29 domande), chimica (21), cultura generale e ragionamento logico (20) e fisica/matematica (10). Dati sufficientemente generalizzati sul territorio nazionale indicano che i test per i corsi di laurea in Medicina Veterinaria hanno selezionato fino ad oggi prevalentemente studentesse provenienti da aree urbane, con diplomi liceali, orientate in maggioranza, perlomeno all’inizio del corso, all’attività clinica degli animali d’affezione. È altrettanto evidente che il test di accesso così strutturato non ha alcuna pretesa di selezionare chi è più adatto alla professione veterinaria.
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ALCUNE CONSIDERAZIONI Il primo rilievo problematico è da identificare nelle modalità di svolgimento del test. Dal momento che il processo di selezione avviene su una base locale, il test non seleziona “i migliori” su una scala nazionale e quindi i livelli di preparazione aspettati non sono omogenei ma differenziati facoltà per facoltà. Alcuni dati per comprendere meglio questa affermazione: il voto soglia (cioè il voto dell’ultimo studente iscrivibile ammesso) dell’ammissione 2009/ 2010 ha una media nazionale di 39,42 con un range però che varia da un massimo di 49,25 ad un minimo di 33. Questo significa che se nella facoltà X il cui voto soglia è 49,25 non sono entrati studenti molto più preparati di quelli che sono entrati nella facoltà Y dove il voto soglia è 33. Per avere un dato esemplificativo di riferimento: il corso di laurea in MV di Pisa nell’A.A. 2007-2008 ha ammesso 90 candidati ma se il ranking fosse stato nazionale sarebbero stati ammessi alla frequenza ad un corso di laurea 138 studenti. A causa della lista locale 48 studenti, “migliori di altri” sono rimasti fuori dal sistema. Per questo a livello nazionale, il test di accesso non seleziona i possibili migliori candidati. Questo primo punto è importante e potrebbe essere risolto effettuando il test a livello locale ma inserendo poi il candidato in una lista nazionale, dandogli quindi la possibilità di entrare in una altra sede rispetto a quella dove è avvenuto il test. D’altro canto, occorre osservare come la gestione di una lista nazionale esigerebbe tuttavia che il test venisse effettuato non a settembre ma a luglio, a ridosso degli esami di maturità e senza dare la possibilità agli studenti che non hanno una solida preparazione “scientifica” di preparasi adeguatamente al test. Inoltre, l’iscrizione dello studente in una sede potenzialmente lontana dal luogo di residenza, apre altre problematiche relative al diritto allo studio e alle capacità economiche della famiglia dello studente. Una seconda serie di osservazioni deriva da u-
no studio effettuato recentemente dal Prof. Mannella della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Pisa che sarà a breve pubblicato su una rivista internazionale del settore. Oltre a rafforzare le conclusioni relative alla mancata capacità di selezionare i “migliori” studenti a livello nazionale, lo studio affronta la capacità di selezione dei diversi argomenti delle domande e la relazione tra risultati del test e la carriera degli studenti ammessi al corso di laurea in medicina veterinaria dell’Università. I risultati sono interessanti. Gli argomenti che meglio selezionano gli studenti sono la Chimica e la Fisica/matematica. Biologia, Ragionamento logico e cultura generale sono meno efficienti. Ma ancora più interessanti sono i risultati relativi a quali parti del test si associano alla carriera dello studente. Gli argomenti che si correlano ai diversi indicatori della carriera (media di tutti gli esami, numero di esami superati per anno, tempo per ottenere la laurea, voto di laurea) sono il ragionamento logico e la cultura generale, la chimica e fisica/matematica. Gli studenti che hanno una carriera migliore hanno avuto voti alti in queste materie del test. Questi dati indicano che la capacità di selezione e la capacità predittiva del test non sono completamente sovrapposti. Ma ancora più si evidenzia
un altro rischio, già sottolineato nel lavoro del Prof. Mannella che cercherei di chiarire con questa sequenza: un buon veterinario deriva da un buon studente ma un buon studente è uno studente che ha fatto un buon test: se il test non seleziona i migliori candidati (vedi questione della lista locale) si può arrivare potenzialmente a veterinari che non sono il massimo ottenibile. Come affrontare questo problema? La prima possibilità è quella già indicata precedentemente: cambiare la lista locale in una nazionale. Inoltre occorre aumentare il peso nei test delle materie che selezionano e che si correlano alla carriera dello studente (chimica, fisica/matematica). Una seconda possibilità potrebbe essere quella di ammettere al primo anno un numero di studenti superiore di 2/2,5 volte all’accesso programmato ed effettuare la selezione finale alla fine del primo anno sulla base delle effettive “performance” degli studenti sulla carriera del primo anno. Questa seconda soluzione, che potrebbe essere la più efficace perché quella che si basa su dati reali della carriera e non su previsioni, ha però due inconvenienti da superare: gli effetti della numerosità del primo anno di corso sul carico di didattica pratica (e relativo quasi raddoppia-
mento dei costi) e il destino degli studenti che alla fine del primo anno verranno esclusi dal corso di laurea. Alcuni, tagliando corto, evocano una terza ipotesi: invece che tenere in piedi un meccanismo così complesso, basiamo la selezione sul voto di maturità. In realtà, l’utilizzo del voto di maturità è molto ambiguo perché esiste una grande eterogeneità sul valore reale del voto di maturità se suddiviso per regione. Allora occorre trovare un valore “normalizzante” che potrebbe essere, ad esempio, la differenza tra la media del voto di maturità della commissione e il voto del singolo. C’è però di seguito un piccolo problema: non tutte le scuole (con evidenti squilibri regionali) sono in grado di fornire questo dato in tempo utile perché lo studente lo presenti al momento della preimmatricolazione. L’altro interrogativo importante che emerge è quello relativo al significato attitudinale del test. Siamo arrivati a chiarire quali sono i fattori che applicati al test permetterebbero di scegliere i migliori candidati e i migliori studenti. In un certo qual modo, mi si passi il termine, scegliamo i migliori “cervelli” ma i migliori cervelli saranno i migliori veterinari? Su questo punto, devo ammettere, si è in alto mare. Tuttavia un punto di aiuto deriva dai risultati di un recente “esperimento” fatto presso la facoltà di Medicina Veterinaria di Utrecht (Olanda). Confrontando la carriera degli studenti selezionati tramite test nazionale a quella di studenti selezionata tramite test più un colloquio “attitudinale” fatto da una commissione di professori della facoltà è emerso che questi ultimi hanno avuto una carriera decisamente migliore dei primi. È possibile attuare questo sistema in Italia? Vedremo nei prossimi anni. ■
La scelta sia su base responsabilizzante nche a Medicina Veterinaria, come per le altre facoltà a numero programmato, le domande hanno superato significativamente la disponibilità di posti: 9.400 le aspiranti matricole, ai test per l’anno accademico 2010-2011, a fronte di 1.006 posti disponibili. Numeri importanti e in aumento in molte Facoltà: a Perugia 493 iscritti per 90 posti, a Parma 463 aspiranti veterinari, a Napoli 843 domande (+25% rispetto al 2009); aumento del 25% anche alla Facoltà di Veterinaria di Torino. Secondo l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) sarebbe opportuno lavorare di più sull’orientamento e introdurre verifiche di tipo attitudinale e motivazionale: troppe volte i ragazzi affrontano la medicina veterinaria sulla base di un generico sentimento animalista, senza conoscere cosa voglia realmente dire esercitare una professione medica e quali siano le responsabilità insite in una laurea che contribuisce a formare il corpus intellettuale e professionale di un Paese. L'accesso deve avvenire su base motivante e responsabilizzante. La stragrande maggioranza degli iscritti ai Corsi di Laurea in Medicina Veterinaria si orienta verso il settore degli animali da compagnia trascurando tutti gli altri sbocchi professionali, in particolare quello degli animali da reddito e della sicurezza alimentare, con la conseguenza che sul mercato del lavoro vi sono migliaia di Medici Veterinari disoccupati o sottoccupati mentre per alcuni settori sono introvabili.
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LA PROPOSTA DEL CUN Andrea Lenzi, il presidente del Consiglio universitario nazionale e presidente dei corsi di laurea in Medicina, lancia una proposta: «Oltre al semplice quiz, che ha un valore oggettivo e che per questo è indispensabile, pensiamo di valutare il curriculum degli ultimi tre
anni di liceo, più il voto di maturità "pesato" sulla media dell'istituto, dal momento che ci sono istituti dove è facile prendere dieci e altri dove è difficile prendere sette. Si pensa anche alla possibilità di selezionare aggiungendo ai quiz dei colloqui». Ma anche per Lenzi il numero chiuso non può essere messo in discussione. Gli studenti vorrebbero spostare la selezione nel corso del primo anno. «E che diciamo, tu fuori, abbiamo scherzato?” Conclude Lenzi, “non è davvero una soluzione praticabile».
LA PAROLA AGLI STUDENTI «È una vergogna assoluta» - dice Arianna, 21 anni, di Trento che ha tentato il test a medicina veterinaria a Parma, “un numero così è troppo basso, perché c’è già una scrematura a partire dal secondo anno». «L’anno scorso i posti disponibili erano una settantina, quest’anno li hanno ridotti ulteriormente - dice Alice, di fianco a lei, appena uscita dall’esame -. Non mi illudo sul risultato del
test di quest’anno. Ormai è la terza volta che lo faccio, prima o poi spero che qualche santo guardi giù e si accorga di me». Alla Facoltà di Veterinaria, tra gli oltre quattrocento aspiranti medici veterinari, ci sono molti «affezionati» a questo esame. Dopo la «bocciatura» dello scorso anno, molti si sono iscritti alla laurea triennale in scienze zootecniche, che non è numero chiuso, e ora riprovano il test per veterinaria. «Questo è l’ultimo che faccio - giura Beatrice - La cosa strana è che già da tempo dicono che non c’è lavoro, ma la gente continua ogni anno a presentarsi. Secondo me perché Veterinaria è molto settoriale come facoltà, uno la fa perché ha una grande passione e non potrebbe fare altro». «Il problema è che all’esame si presentano molti che vogliono fare medicina e odontoiatria, provano più test» - dice Simone, appena uscito dall’aula. «Dovrebbero costringere uno studente a provare un solo test di ammissione, così qua diventano 300 e non 500» propone Salvatore. «Fare questo esame è un terno al lotto - dice Caterina, che è iscritta all’ultimo anno di veterinaria ed è in giro per la facoltà con il camice verde da esercitazione - è talmente difficile che è una questione di fortuna. Io avevo fatto l’istituto artistico e ho provato a entrare a veterinaria. Ci sono riuscita. Allora le domande di cultura generale contavano di più». Come mai così tante persone provano l’esame per veterinaria? «Me lo chiedo anch'io - risponde Caterina -: spesso a 18 anni uno non ha una idea precisa di cosa fare, ci sono altri, invece, che hanno volontà e passione per questo lavoro, ma non sempre passano la selezione». «C’è tanta polemica sui test, ma in realtà se studi bene biologia e chimica lo passi - è l’opinione di Elena -; io ho sempre voluto fare veterinaria, questa è la seconda volta che faccio il test». ■
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6 Attualità Palazzo Chigi
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“Stiamo cambiando il sistema sanzionatorio degli Ordini” Approvato il ddl per la riforma degli Ordini si passa ai decreti attuativi. Anticipazioni dal Ministro Fazio OBBLIGO DI RC PROFESSIONALE
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l Ministro della Salute Ferruccio Fazio ha annunciato la revisione del sistema sanzionatorio degli Ordini professionali. "Contro gli abusi in medicina - ha dichiarato - stiamo cambiando il sistema sanzionatorio dell'Ordine dei medici per renderlo più agile e in grado di dare risposte tempestive in caso di eventi dannosi». La dichiarazione ha il sapore dell’anticipazione, perché è nella riforma degli ordini della sanità, appena approvata dal Consiglio dei Ministri che ci sono le premesse per rendere più incisiva l’azione disciplinare degli Ordini. "Nel ddl* appena approvato dal Consiglio dei ministri - ha precisato Fazio - c'è un articolo specifico che prevede la riforma ordinistica, naturalmente dopo avere audito anche gli Ordini dei medici. È una legge delega che andremo a esercitare in questo senso". Il Ministro si è espresso in questi termini, a caldo, subito dopo una operazione dei Carabinieri del Nas che ha portato a numerose misure cautelari nei confronti di sanitari di varie Regioni italiane (avrebbero prescritto farmaci inefficaci a malati di psoriasi al solo scopo di incrementare le vendite). Ma si inserisce nel più ampio scenario di malasanità che ha dominato le cronache di queste settimane. Si tratta di valutare la possibilità che gli Ordini dei medici possano sanzionare subito i camici bianchi in caso di atteggiamenti palesemente illeciti. "Oggi - ha proseguito il Ministro ci sono norme che prevedono che, in presenza di un'azione della magistratura, un medico non possa essere sanzionato dall'Ordine. Andremo invece a vedere se questo aspetto, cioè sanzioni immediate, sia compatibile con la legislazione vigente".
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ra i principi di riforma approvati dal Consiglio dei Ministri figura, per tutti gli iscritti agli albi, "l'obbligo di idonea copertura assicurativa per responsabilità professionale". Le richieste di risarcimento conseguenti a errori professionali sono sempre più frequenti anche in campo sanitario, a fronte di una elevata conflittualità con il cliente, sempre meno sensibile al concetto di "asimmetria informativa" e sempre più propenso invece alla contestazione della prestazione professionale. In altre parole, il divario intellettuale, che ha sempre caratterizzato il rapporto fra il professionista e il cliente, è
sempre meno avvertito benché in campo medico sanitario tale asimmetria sia ancora vistosa e difficilmente colmabile. Tuttavia, il cliente che vuole sempre avere ragione e non esita a trascinare il professionista in contenziosi caratterizzati da una elevata difficoltà a definire in anticipo l'entità del danno che può essere arrecato a terzi e la necessità di avvalersi di consulenti legali per contrastare le pretese risarcitorie degli stessi. Per questo sono già diffuse fra i professionisti coperture di responsabilità civile ampie, al fine di garantire ai propri clienti una solvibilità adeguata ai rischi in cui essi possono incorrere.
ORDINI PIÙ INCISIVI
sti e odontoiatri) e per la prima volta un progetto di riforma taglia il traguardo del Consiglio dei Ministri. Gli ordini e le relative federazioni si confermano “enti pubblici non economici istituiti al fine di tutelare i cittadini e gli interessi pubblici, garantiti dallo Stato”, quali “organi sussidiari dello Stato al fine di garantire il rispetto dei principi previsti dal presente articolo e dai codici deontologici per la tutela della salute dei cittadini”. Gli Ordini individuano a questo scopo, “norme deontologiche raccolte in un codice approvato e ag-
Dare più forza e più efficacia al potere di intervento degli Ordini è in linea con i principi di riforma appena varati da Palazzo Chigi e che ora dovranno tradursi in “uno o più decreti legislativi”. Toccherà ora al Parlamento esaminare il ddl Fazio approvato dal Governo. Work in progress come si dice, ma con una determinazione sicuramente propulsiva. Per la prima volta si sono individuati principi di riforma ordinistica specifici per le professioni della salute (veterinari, medici, farmaci-
giornato dalle federazioni nazionali, vincolante per tutti gli iscritti agli albi, con le connesse responsabilità disciplinari”. Il ddl di riforma prevede “l'istituzione di specifici organi e la definizione di idonee procedure che, a garanzia dell'autonomia e terzietà del giudizio disciplinare, prevedano la separazione della funzione istruttoria da quella giudicante e l'esercizio dell'azione disciplinare secondo i principi del giusto procedimento confermando le competenze giurisdizionali della Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie (Cceps)”. E inoltre, è prevista “l'assoggettabilità delle sanzioni disciplinari nei confronti degli iscritti agli albi professionali, in qualsiasi ambito svolgano la foro attività, compreso quello societario, secondo una graduazione correlata alla gravità o reiterazione dell'illecita, prevedendo altresì il ravvedimento operoso e altre misure compensative”. *Schema di Ddl recante misure per garantire la maggiore funzionalità del Servizio sanitario nazionale e corrispondere in maniera sempre più adeguata e qualificata alle necessità degli utenti e alla salvaguardia delle giuste aspettative dei cittadini. Il provvedimento prevede misure in materia di ricerca sanitaria, di sicurezza delle cure, di riforma degli ordini delle professioni sanitarie, di fascicolo elettronico e di registri di rilevante interesse sanitario. ■
Il Ministero della Salute si riorganizza on il nuovo Regolamento approvato dal Consiglio dei Ministri, il Ministero della Salute vedrà riorganizzato il proprio assetto. Tre Dipartimenti e non più quattro, un Ufficio "tuttofare" delle risorse, organizzazione e bilancio e infine gli Uffici periferici. Con questa nuova impalcatura, il Ministero è stato riorganizzato da un Regolamento approvato dal Consiglio dei Ministri e che ora dovrà essere esaminato dal Consiglio di Stato e dal Parlamento. Il nuovo Regolamento sostituirà quello del 2003, rimasto in vigore durante la fase di accorpamento della Salute ai Dicasteri del Welfare. È prevista una riduzione del 20% dei posti di funzione dirigenziale, oltre alla riduzione da 4 a 3 Dipartimenti e agli accorpamenti che interessano il Consiglio Superiore di Sanità e il Segretariato Nazionale per la valutazione del rischio alimentare. Scompare il Dipartimento della Prevenzione e Comunicazione, le cui funzioni vengono assorbite dal Dipartimento della Sanità
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Pubblica e dell'Innovazione. Le professioni sanitarie ricadranno sotto il Dipartimento della programmazione e dell'ordinamento del SSN. La nuova pianta organica, 2.054 unità nel personale delle tre aree di comparto, 15 dirigenti di I fascia, 157 di II fascia e 257 dirigenti delle professionalità sanitarie. Il nuovo assetto consentirà risparmi stimati in 25.671.271,26 euro. La sanità veterinaria e la sicurezza alimentare afferiscono all'attuale Dipartimento che sarà rinominato Dipartimento della Sanità Pubblica Veterinaria, della Sicurezza alimentare e degli Organi Collegiali per la Tutela della Salute. Rientrano in questa struttura,
tre direzioni generali: Direzione Generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari; Direzione Generale dell'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione; Direzione Generale degli organi collegiali per la tutela della salute. Mentre le prime due direzioni continueranno a svolgere le funzioni già assegnate alle omologhe attuali, la terza Direzione generale rappresenta una novità: unirà infatti le attuali strutture di livello dirigenziale generale costituite dalla Segreteria del Consiglio Superiore di Sanità e dal Segretariato per a valutazione del rischio alimentare. Questa Direzione generale inoltre svolgerà anche le attività proprie dell'autorità nazionale di riferimento dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare. Un edificio di nuova edificazione a Roma, su area demaniale, raccoglierà i vaccini e il materiale profilattico, ma sarà anche destinato ad attività di formazione e convegnistica in campo sanitario. ■
ECM, LA SPONSORIZZAZIONE SIA EVIDENTE
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o scandalo delle prescrizioni a scopo di lucro ha spinto il sottosegretario alla Salute Francesca Martini a chiedere di “monitorare con attenzione tutti i progetti in corso all'Agenzia italiana del farmaco, in modo che non diventino uno strumento di business”. Il Ministro della Salute Ferruccio Fazio ha precisato che “ il monitoraggio c'è già e che, per evitare tali episodi, il nuovo sistema di educazione continua in medici-
na (Ecm) regola il tema dei rapporti tra chi organizza congressi e altri eventi formativi rivolti ai professionisti sanitari e gli eventuali sponsor. Ogni sponsorizzazione deve essere resa evidente e comunicata alla Commissione nazionale e agli ordini professionali, in modo da monitorare eventuali abusi. La grave o reiterata violazione di tali regole comporta, oltre alle responsabilità penali, la revoca dell'accreditamento».
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8 Attualità Cinologia
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Campionato mondiale FCI (IPO) Terzo posto a Massimo Floris: “Grazie a Scivac se oggi sono qui” ameenlinna - Finland. Dal 16 al 19 Settembre la squadra italiana ha affrontato il campionato mondiale FCI per cani da utilità e difesa (IPO). L’appuntamento è di quelli importanti, che contano, dove 27 nazioni, dal Giappone al Brasile, si ritrovano per confrontarsi e scontrarsi sull’addestramento cinofilo. Le competizioni IPO sono state istituite dalla FCI (Fédération Internationale Cynologique) per testare i cani di utilità socia-
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le. L’acronimo IPO deriva dalle parole tedesche International Prüfungs Ordnung (Istituzione Internazionale di Prova). Le competizioni IPO includo tre sezioni: sezione A - Tracking- prova di fiuto; sezione B - Obbedienza; sezione C - Protezione. Questo tipo di competizione richiede un’eccellente forma fisica e grande forza da parte del cane; inoltre tra i requisiti che deve avere un cane per arrivare ad essere competitivo ci sono anche istinto di protezione, istinto predatorio e soprattutto un equilibrio mentale eccellente.
Il team italiano, guidato dal Cav. Bruno Piccinelli, era composto da 5 valide coppie caneconduttore: Dott. Massimo Floris con E.T. Der Sonne Entgegen (Pastore Belga Malinois), Marco Cucco con Menphis della Valle Incantata (Pastore Belga Malinois), Giancarlo Gritti con Pando Vom Haus Frommer (Pastore Tedesco), Simon Baiocco con Rustie Vom Haus Mecki (Pastore Belga Malinois) e Luca Ganzerla con Mogli Vom Traunauweg (Pastore Tedesco). In quattro intensi giorni, affrontando anche
Massimo Floris con E.T. Der Sonne Entgegen (Pastore Belga Malinois)
condizioni meteorologiche non propriamente mediterranee, i nostri atleti hanno portato a casa risultati storici. Il dott. Massimo Floris, unico medico veterinario tra i conduttori al mondo, con il suo eccezionale Malin, da lui curato insieme alla sua equipe, preparato ed allenato è riuscito a salire sul terzo gradino del podio, riuscendo così a rompere l’egemonia tedesca. Inoltre grazie a tutta la squadra ma soprattutto a questo eccezionale risultato la squadra italiana è stata incoronata vicecampionessa del mondo nella classifica a squadre. Per la cinofilia italiana è un risultato veramente importante, riconferma il secondo posto conquistato già nel 2007 ai mondiali ospitati proprio da noi a Torino (dove anche in questo caso importante era stato il contributo del Dott. Floris con E.T., classificatosi all’epoca 5° nella classifica individuale). Parla un vostro collega : “Quando in qualsiasi altro sport con un animale si raggiunge una soddisfazione così grande è giusto comunicare ai miei colleghi ed amici alcune mie riflessioni. Allevare un cane a questi livelli è un impegno enorme, ma prepararlo da medico veterinario è stato un onore ed un’esperienza professionale accattivante. E.T. è stato seguito come un vero olimpionico da un pool di medici specialisti, dal cardiologo al fisioterapista fino agli aspetti riguardanti la medicina interna. In questi anni è stato monitorato tutto, per offrire a questo soggetto il programma corretto tecnico per raggiungere un’ottima forma fisica e psichica. In Finlandia c’è stata la raccolta di una vita di sacrifici, sia come conduttore e preparatore che come medico-sportivo e vedere un cane che in una settimana di competizione non ha mai avuto un calo, mai una zoppia, mai un recupero lento, ma soprattutto che ha la voglia di giocare come un cucciolo è stato da esempio per un pubblico esperto internazionale, e forse abbiamo aperto una importante porta per la nostra categoria. Questa è la riprova che vicino a uno staff tecnico per affrontare queste competizioni ci deve essere anche uno staff medico. Ringrazio la SCIVAC che nel lontano 1997 mi fece sostituire il Prof. G. Jean al congresso FECAVA a Bologna e mi invitò ad un seminario di medicina sportiva. Da allora ho continuato a studiare tutto quello che c’era in bibliografia sul cane, sul cavallo e sull’uomo, tutto quello che ho approfondito è stato applicato non solo al mio cane, ma a tutti i cinofili che hanno seguito le giuste metodiche per questa disciplina. Al centro di tutto questo lavoro, che ruota intorno a circa 24 anni di vita professionale, ho messo sempre al primo posto oltre allo scontato impegno, ai sacrifici e alla volontà il benessere del cane. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i colleghi che negli anni mi hanno dimostrato stima e mi hanno incoraggiato in quello che facevo. Credo che nessun medico veterinario abbia raggiunto un risultato cinofilo del genere, mi auguro che altri colleghi seguano con passione e dedizione questa strada così da sensibilizzare il mondo dello sport cinofilo. Dott. Massimo Floris”
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10 Anmvi Informa Formazione
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Risponde di infortunio il datore che non informa sui “rischi specifici” La valutazione di tutti i rischi è un obbligo del datore di lavoro così come di informare i lavoratori isponde dell'infortunio il datore che, pur avendo consegnato un prodotto fornito di scheda di sicurezza, non abbia espressamente informato il di-
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pendente sui "rischi specifici" e cioè "sull'indicazione delle conseguenze per la sicurezza e la salute in caso di uso errato". Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza 34771 del 27 settembre 2010. È il caso di un operaio addetto al lavaggio di cisterne. Non
riuscendo ad eliminare la resina residua con acqua fredda, l'uomo aveva adoperato acqua calda e un solvente chimico. Nel tentativo di aprire la cisterna per controllare lo stato di pulizia, vi era stata una deflagrazione e il lavoratore aveva perso la vita:
CORSI SALUTE E SICUREZZA ANMVI Da inviare in busta chiusa a ANMVI - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona oppure al fax 0372-457091 entro il 25 ottobre 2010, allegando l’attestazione di versamento
IL SOTTOSCRITTO COGNOME……....................................................................……… NOME……….........................................................…. VIA ....................................................................................................................................................................................... CAP, CITTÀ E PROVINCIA ................................................................................................................................................. TELEFONO….....................................................................…..CELL……...........................….....................………………… EMAIL .................................................................................................................................................................................. CODICE FISCALE ............................................................................................................................................................... ORDINE DEI VETERINARI DI ........................................................ TESSERA N. …............................................…………
CHIEDE DI ISCRIVERSI AL (spuntare il corso o i corsi prescelti) ❑ Corso per datori di lavoro in struttura veterinaria 4-5 Novembre VERSANDO LA QUOTA DI € 140,00 + IVA (20%) 12 crediti ECM
❑ Corso per addetti al primo soccorso, 6-7 Novembre 2010 VERSANDO LA QUOTA DI € 120,00 + IVA (20%) 10 crediti ECM
❑ Corso per Addetti all’antincendio, attività a rischio basso 6 Novembre 2010 VERSANDO LA QUOTA DI € 80,00 + IVA (20%) 3 crediti ECM
VERSANDO MEDIANTE (è possibile effettuare un unico versamento per più corsi) ❑ vaglia postale intestato a EV soc. cons. A.R.L. Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona (si prega di indicare la causale del versamento. Allegare fotocopia del versamento) ❑ tramite carta di credito ❍ Carta sì ❍ Mastercard ❍ Visa (non si accettano carte elettroniche) Intestata a ………………………………………………………… Numero della carta (3 numeri sul retro) Scadenza (mese e anno) FATTURAZIONE La fattura dovrà essere intestata a: ..……………………………….........................…………………….. Domicilio fiscale…………...……………………………………… PARTITA IVA CODICE FISCALE (solo se non in possesso di Partita IVA) DATA……………………...…………………………………… FIRMA…………………..…………...……...……………………….. ATTIVAZIONE DEL CORSO I corsi saranno attivati solo in caso di raggiungimento di un quorum minimo di presenze che sarà stabilito dall’organizzazione. In caso di mancata attivazione si darà luogo al rimborso della quota versata. Non verranno accettate più di 50 domande di iscrizione. Agli iscritti verrà inviata una comunicazione solo in caso di mancata accettazione. RINUNCE Le richieste di rinuncia verranno totalmente rimborsate solo se pervenute entro 10 gg dalla data di inizio del corso. In caso contrario l’amministrazione non darà luogo a rimborso alcuno. PRIVACY Ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (G.U. 29 luglio 2003, Serie generale n. 174, Supplemento ordinario n. 123/L), il sottoscritto acconsente al trattamento dei dati sopra indicati, consapevole che l’esecuzione dei servizi richiesti non può avere luogo senza le comunicazioni dei dati personali all’ANMVI e/o ai soggetti a cui la stessa deve rivolgersi.
FIRMA…………………...……...……...……...……...……...……..
per questo il legale rappresentante della società era stato condannato per omicidio colposo dal Tribunale di Livorno. Contro questa decisione il vertice aziendale aveva presentato ricorso in Cassazione. In particolare l'uomo si era difeso affermando la condotta colposa del lavoratore che, avendo anche presenziato a riunioni riguardanti il prodotto utilizzato ed essendo il prodotto chimico dotato di una scheda di sicurezza, era senz'altro stato messo in condizioni di capirne l'utilizzo corretto per evitare incidenti. La Corte però, respingendo il ricorso, ha invece affermato che, non essendo stato valutato in azienda il rischio di esplosioni, era logico intuire che i lavoratori non avessero ricevuto informazioni sul punto, ed ha perciò applicato il principio di diritto secondo cui "la condotta colposa del lavoratore infortunato non assurge a causa sopravvenuta da sola sufficiente a produrre l'evento quando sia comunque riconducibile all'area di rischio propria della lavorazione svolta: in tal senso il datore di lavoro è esonerato da responsabilità solo quando il comportamento del lavoratore, e le sue conseguenze, presentino i caratteri dell'eccezionalità, dell'abnormità, dell'esorbitanza rispetto al procedimento lavorativo e alle direttive di organizzazione ricevute". (fonte: cassazione.net) Tra le tante prescrizioni del DLgs 81/08, "Testo Unico per la sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro", l'art. 17 sancisce l'obbligo da parte del datore di lavoro di procedere alla valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione di un documento, appunto il DVR o documento di valutazione dei rischi. L'art. 28, che spiega come procedere alla valutazione, al comma 2 recita: “il documento redatto a conclusione della valutazione, deve avere data certa". Al di sotto dei 10 dipendenti il DVR può essere sostituito da una autocertificazione che abbia però anch'essa una data certa. L'articolo successivo, il n. 29, al comma 5 permette ai datori di lavoro di attività che occupano fino a 10 lavoratori di sostituire il DVR con una semplice autocertificazione di avvenuta effettuazione della valutazione dei rischi, ma questa possibilità non sarà più valida oltre il 30 giugno 2012, data a partire dalla quale dovrà essere sempre redatto il DVR. “Sia ben chiaro - chiarisce Carlo Pizzirani, direttore dei corsi ANMVI sulla sicurezza - che l'autocertificazione scarica dall'obbligo della stesura documentale ma non dall'obbligo di procedere alla valutazione dei rischi". Il datore di lavoro deve effettuare la valutazione dei rischi presenti in azienda ed individuare le misure di prevenzione e protezione dai rischi. Tale compito non è delegabile; anche se svolto da un tecnico di fiducia, il datore di lavoro ne porta comunque la responsabilità. Anche per una corretta valutazione dei rischi, l'ANMVI consiglia la frequenza dei corsi per avere la preparazione specifica ad una valutazione dei rischi che sia efficace e che preveda l'applicazione di tutti quei provvedimenti che servono a ridurre davvero i pericoli derivanti dai rischi valutati. È la partecipazione al corso per RSPP (responsabile servizi protezione e prevenzione) che fornisce le cono■ scenze appropriate.
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12 Anmvi Informa Stagione della prevenzione
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Una Stagione sempre più luminosa I dati dell’ultima edizione confermano il continuo successo dell’iniziativa di ANTONIO MANFREDI iporto di seguito alcuni numeri riferiti alla Stagione della Prevenzione di quest’anno affinché ci si possa rendere conto del grande apprezzamento che anche quest’anno (2010) l’iniziativa ha avuto sia fra i proprietari di animali che fra i Medici Veterinari. Il sito della Stagione della Prevenzione è stato visitato da oltre 100mila proprietari e le telefonate pervenute al call center hanno superato le 5000. Le visite gratuite effettuate sono oltre 22mila, il 57% in più rispetto al 2009. Le strutture veterinarie che hanno aderito all’edizione del 2010 sono state 3281, il 16% in più rispetto al 2009, un numero che supera il 50% di tutte le strutture presenti sul territorio nazionale. Ogni clinica ha effettuato in media 7,2 visite. Al termine dell’edizione 2010 della Stagione della Prevenzione è stata svolta un’indagine fra tutti i veterinari che vi hanno partecipato. A tutti è stato inviato un questionario e ne sono tornati centinaia, di questi 862, il 26% degli aderenti al progetto, sono stati ritenuti corretti ed utilizzati per valutare alcuni dati di apprezzamento dell’iniziativa, oltre alle numerose informazioni e suggerimenti raccolti e di cui si terrà conto nella prossima edizione del 2011 per renderla di ancor maggiore successo e più vicina alle esigenze di veterinari, proprietari e pazienti. Dai questionari si evidenzia che il 94% dei veterinari aderenti ha effettuato almeno una visita. Il 68% dei veterinari ha effettuato gran parte delle visite gratuite a nuovi clienti. Il 79% ha dichiarato di essere convinto di poter acquisire nuovi clienti attraverso questa iniziativa e la sua promozione. Il 79% ha già dichiarato di voler partecipare alla stagione della Prevenzione del 2011. Il 29% considera il piano media l’elemento
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principale del successo del progetto. È ovvio che con questi dati che confermano il grande interesse dei veterinari verso questa iniziativa sia logico per l’ANMVI e la Hill’s continuare a proporla anche nei prossimi anni.
In verità, infatti, ogni anno ANMVI ed Hill’s, anche considerando l’enorme sforzo economico ed organizzativo che richiede, si chiedono se il progetto della Stagione della Prevenzione debba essere continuato e svilup-
52° corso di base di ecografia addominale ed ecocardiografia nel cane 12-13 Novembre 2010 Facoltà di Medicina Veterinaria - Perugia Coordinatore scientifico del corso: Prof. Francesco Porciello Relatori: Prof. Francesco Porciello, Professore Ordinario Settore Vet08 Prof.ssa Angela Polisca, Professore Associato Settore Vet10 Dott. Francesco Birettoni, Ricercatore Universitario Settore Vet08 Istruttori: Angela Polisca, Francesco Porciello, Francesco Birettoni, Domenico Caivano, Maria Elena Giorgi, Riccardo Orlandi e Lorenzo Scotti. Dipartimento di Patologia Diagnostica e Clinica Veterinaria Università degli Studi di Perugia
10.45
11.30
12.15 13.30 14.30
Dott. Francesco Birettoni: Preparazione del paziente e finestre acustiche Ecografia addominale: - fegato e vie biliari Prof. Francesco Porciello: Ecocardiografia: - finestre acustiche; - visualizzazione delle camere cardiache, delle strutture muscolari e degli apparati valvolari sia in M-mode che in B-mode. Prof.ssa Angela Polisca Apparato genitale femminile Colazione di lavoro Divisione dei partecipanti in 4 gruppi (A, B,C e D) ed inizio esercitazioni pratiche. (Francesco Porciello, Francesco Birettoni, Domenico Caivano e Maria Elena Giorgi)
Programma Venerdì 12 Novembre 2010 08:30 08.45 09.00
09.30 09.45
10.15 10.30
Registrazione dei partecipanti Presentazione del corso da parte del Prof. Franco Moriconi, Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia. Dott. Francesco Birettoni: Concetti generali di ecografia Monodimensionale e Bidimensionale: - formazione delle immagini; - tipi di echi; - tipi di sonde; Dott. Francesco Birettoni: Artefatti acustici. Prof. Francesco Porciello: Utilizzo dell’apparecchiatura ecografica: - ottimizzazione dell’immagine; - rilevazioni e programmi di misura; - scelta ed utilizzo delle sonde. Dott. Francesco Birettoni Settaggio dell’apparecchio ecografico. Pausa caffé
14.30 – 15.25 15.25 – 16.20
PORCIELLO CAIVANO Gruppi A e B Gruppi C e D
Sabato 13 Novembre 2010 08.30
10.00 10.15
11.45 12.45 13.00 14.00
BIRETTONI GIORGI Gruppi C e D Gruppi A e B
Dott.Francesco Birettoni: Ecografia addominale: - milza; - reni e vescica; - altre strutture. Ecografia addominale: schema di esecuzione Pausa caffé Prof. Francesco Porciello: Ecocardiografia: - misurazione lineari e studio del movimento delle vaolvole in M-mode; - studio della funzionalità ventricolare sinistra; - uso combinato con l’elettrocardiogramma. Prof. Angela Polisca Apparato genitale maschile Questionario ECM Colazione di lavoro Divisione dei partecipanti in 4 gruppi (A, B, C e D) ed inizio esercitazioni pratiche. (Francesco Porciello, Francesco Birettoni, Domenico Caivano e Maria Elena Giorgi)
14.00 - 14.55 14.55 - 15.50 16.20 16.40
Pausa caffé Prosecuzione esercitazioni pratiche. (Francesco Birettoni, Maria Elena Giorgi, Angela Polisca, Lorenzo Scotti)
16.40 - 17.35 17.35 - 18.30 18.30
Termine lavori
BIRETTONI GIORGI Gruppi C e D Gruppi A e B
POLISCA SCOTTI Gruppi A e B Gruppi C e D
PORCIELLO CAIVANO Gruppi A e B Gruppi C e D
BIRETTONI GIORGI Gruppo C e D Gruppo A e B
15.50
Pausa caffé
16.10
Prosecuzione esercitazioni pratiche. (Angela Polisca, Lorenzo Scotti, Francesco Porciello, Domenico Caivano)
16.10 - 17.05 17.05 - 18.00 18.00
Termine dei lavori
PORCIELLO CAIVANO Gruppi C e D Gruppi A e B
POLISCA SCOTTI Gruppo A e B Gruppo C e D
pato anche l’anno successivo. Ogni anno le critiche di qualche Medico Veterinario, che ha provato ad aderire all’iniziativa o che ne critica preventivamente le caratteristiche, lasciano dubbi agli organizzatori. L’ANMVI, ovviamente, riflette sullo sforzo organizzativo che richiede il progetto che per l’Associazione ha come obiettivo principale quello di sensibilizzare i proprietari ad una maggiore attenzione verso la salute, in particolare la medicina preventiva, dei loro animali e l’importante ritorno di immagine che la figura del Medico Veterinario può avere considerando le decine di articoli apparsi sui media relativi alla Stagione della Prevenzione. Ma d’altra parte l’ANMVI che interesse avrebbe a proseguire in un progetto a nostro avviso molto importante ma non condiviso dai veterinari? La Hill’s, che investe somme rilevanti in un progetto che principalmente ha finalità sociali, il benssere e la salute dell’animale attraverso controlli veterinari preventivi, e non interessi diretti di mercato se non in termini di immagine verso i proprietari e soprattutto i Medici Veterinari, perché dovrebbe continuare a fare questo notevole sforzo se non fosse condiviso dalla categoria che per prima dovrebbe riconoscerne l’importanza e la validità? Ogni anno quindi, registrati i commenti che appaiono sui forum, prima di decidere se proseguire con il progetto si attendono i risultati dell’ultima edizione per fare una valutazione concreta dell’iniziativa con dati alla mano. Poi ogni anno si scopre che al di là di qualche critica isolata, e certamente non rappresentativa della categoria veterinaria, il successo della Stagione della Prevenzione continua ad essere in crescita, anche fra i Medici Veterinari, e quindi si decide di proseguire, mettendo a punto alcuni aspetti segnalati, e sempre con maggior sforzo ed impegno, sia dell’ANMVI che della Hill’s. D’altra parte, a sostegno di questo importante progetto, ci sono altri dati che emergono dai questionari compilati dai Medici Veterinari che hanno partecipato all’ultima edizione della Stagione della Prevenzione, che sono piuttosto importanti per valutare la situazione dello stato di salute degli animali da compagnia ospitati dalle famiglie italiane. Dalle indicazioni pervenuteci sugli animali visitati nell’ambito della campagna di sensibilizzazione alla prevenzione risulta che il 72% era in buone condizioni di salute mentre, ovviamente, il 28% presentava diverse patologie. Il principale problema riscontrato, 25% dei casi, è stato il sovrappeso e/o l’obesità, seguono allergie e problemi dermatologici nell’11% dei casi e problemi dentali e di mobilità entrambi nel 9% dei casi. Per il 2011 gli obiettivi sono di arrivare a 3500 strutture aderenti al progetto, aumentando ancora considerevolmente il numero delle visite di controllo preventivo e riuscire a ridurre ulteriormente la percentuale del 12% di cani e gatti che non vengono mai fatti visitare da un Medico Veterinario. Se poi l’anno prossimo la percentuale di animali trovati in buone condizioni arrivasse magari al 75% dal 72% di quest’anno, l’ANMVI e la Hill’s potrebbero veramente essere soddisfatte dei risultati ottenuti nell’interesse del benessere e della salute degli animali da compagnia e di tutti i Medici Veterinari che operano in questo settore. Ne riparliamo fra un anno. ■
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14 Eventi Veterinari
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PROSSIMI APPUNTAMENTI DELEGAZIONI REGIONALI SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC SICILIA
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC LAZIO
Le principali malattie ereditarie dell’occhio nei cani di razza. Diagnosi ai fini della selezione e della prevenzione. Terapia per garantire il benessere dell’animale Milano, 24 Ottobre 2010
Patologie traumatiche dello scheletro appendicolare Palermo, 24 Ottobre 2010
Le principali malattie ereditarie dell’occhio nei cani di razza. Diagnosi ai fini della selezione e della prevenzione. Terapia per garantire il benessere dell’animale Roma, 31 Ottobre 2010
RELATORE - Bruno Peirone OBIETTIVI
RELATORE - Claudio Peruccio OBIETTIVI Fatte brevi premesse di anatomia e fisiopatologia dell’occhio, saranno poste le basi per una corretta diagnosi delle malattie della lente e delle principali oculopatie ereditarie del cane. Per ogni malattia saranno specificate la prognosi, la terapia e gli eventuali consigli da dare ai proprietari / allevatori ai fini della prevenzione. I partecipanti saranno coinvolti interattivamente nei ragionamenti della diagnostica differenziale che potranno in seguito applicare nell’ambito dell’attività professionale quotidiana.
PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Malattie oculari ereditarie nel cane: le più importanti oculopatie genetiche ed il ruolo del medico veterinario nella loro prevenzione (prima parte) 11.00 Pausa 11.30 Malattie oculari ereditarie nel cane: le più importanti oculopatie genetiche ed il ruolo del medico veterinario nella loro prevenzione (seconda parte) 13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) 13.30 Pausa 14.30 Casi clinici interattivi: in questi casi, quale terapia si può applicare e quale consiglio si deve dare per la riproduzione? 15.30 Pausa 16.00 Casi clinici interattivi: in questi casi, quale terapia si può applicare e quale consiglio si deve dare per la riproduzione? 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata SEDE - Atahotel Expo Fiera Via Keplero, 12 - 20016 Pero - MI
Fornire ai partecipanti le linee guida per la diagnosi e offrire una panoramica delle principali opzioni terapeutiche inerenti al trattamento delle patologie traumatiche dello scheletro appendicolare del cane. Le sessioni interattive sono volte a definire le tappe fondamentali del processo diagnostico e differenziale e a fornire gli elementi chiave del processo decisionale.
PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Patologie traumatiche dell’arto anteriore: fratture, lussazioni e instabilità articolare 11.00 Pausa 11.30 Patologie traumatiche dell’arto posteriore: fratture, lussazioni e instabilità articolare 13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) 13.30 Pausa 14.30 Casi clinici interattivi Come posso gestire questo problema? Selezione di casi clinici interattivi (arto anteriore) 15.30 Pausa 16.00 Casi clinici interattivi Come posso gestire questo problema? Selezione di casi clinici interattivi (arto posteriore) 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata SEDE NH Hotel Foro Umberto I 22/B 90123 Palermo
RELATORE - Claudio Peruccio OBIETTIVI Fatte brevi premesse di anatomia e fisiopatologia dell’occhio, saranno poste le basi per una corretta diagnosi delle malattie della lente e delle principali oculopatie ereditarie del cane. Per ogni malattia saranno specificate la prognosi, la terapia e gli eventuali consigli da dare ai proprietari / allevatori ai fini della prevenzione. I partecipanti saranno coinvolti interattivamente nei ragionamenti della diagnostica differenziale che potranno in seguito applicare nell’ambito dell’attività professionale quotidiana.
PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Malattie oculari ereditarie nel cane: le più importanti oculopatie genetiche ed il ruolo del medico veterinario nella loro prevenzione (prima parte) 11.00 Pausa 11.30 Malattie oculari ereditarie nel cane: le più importanti oculopatie genetiche ed il ruolo del medico veterinario nella loro prevenzione (seconda parte) 13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) 13.30 Pausa 14.30 Casi clinici interattivi: in questi casi, quale terapia si può applicare e quale consiglio si deve dare per la riproduzione? 15.30 Pausa 16.00 Casi clinici interattivi: in questi casi, quale terapia si può applicare e quale consiglio si deve dare per la riproduzione? 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata SEDE - Sheraton Golf Parco De’ Medici Hotel & Resort Viale Salvatore Rebecchini 39, 00148 Roma
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC ABRUZZO
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC EMILIA ROMAGNA
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC VENETO
Elementi per un corretto approccio clinico e terapeutico della malattia cardiovascolare Città Sant’Angelo (PE), 7 Novembre 2010
Myths and misconceptions, ovvero leggende e false convinzioni in odontostomatologia e chirurgia orale veterinaria Bologna, 7 Novembre 2010
Facile come respirare? Un viaggio fra i fatti e i misfatti dell’apparato respiratorio Monastier (TV), 7 Novembre 2010
RELATORE Francesco Migliorini OBIETTIVI Come affrontare le diagnosi differenziali in pazienti cardiopatici, come procedere alla stadiazione ed alla terapia delle malattie cardiache più comuni.
PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Tosse e dispnea come individuare un paziente cardiopatico 11.00 Pausa 11.30 Stadiazione della malattia cardiaca e terapia cardiovascolare 13.00 Pausa 14.00 Casi clinici interattivi: Stadiazione della malattia valvolare mitralica 15.00 Pausa 15.30 Casi clinici interattivi: Stadiazione della malattia dilatativa 16.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.00 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata SEDE Hotel Miramare - Via Tito De Caesars, 8 65013 Città Sant’Angelo (PE) 4 CREDITI ECM
RELATORE - Margherita Gracis
RELATORE - Davide De Lorenzi
OBIETTIVI - Si discuterà durante questa giornata di controverse tematiche odontosto-
OBIETTIVI - La funzione principale dell’apparato respiratorio consiste nello scambiare, a livello degli alveoli polmonari, ossigeno con anidride carbonica. Questo evento, di vitale importanza per l’organismo, è associato alla costante lotta per impedire ad elementi estranei di qualsiasi natura di penetrare a livello alveolare. Sono numerosissimi ed apparentemente perfetti i sistemi di difesa dell’apparato respiratorio ma esistono molteplici cause che possono alterare, a vari livelli, il funzionamento di questo complesso meccanismo difensivo. Le relazioni di questa giornata hanno l’intento di illustrare, in primis, i vari sistemi di difesa dell’apparato respiratorio superiore e inferiore (i “fatti”) e le conseguenze derivanti dalla inattivazione di uno o più di questi meccanismi difensivi (i ”misfatti”). Verrà illustrato come, in presenza di elementi patogeni della più svariata natura, le difese possono diventare inefficaci e come questo si possa manifestare clinicamente con una o più alterazioni all’attività respiratoria normale. Numerosi casi clinici, inseriti nelle relazioni, avranno lo scopo di illustrare al clinico quali indagini diagnostiche possono essere messe in atto per individuare le alterazioni a carico delle difese dell’apparato respiratorio nonché le principali opzioni terapeutiche per tentare di ripristinare, quando possibile, le funzioni difensive alterate.
matologiche. Si vogliono eliminare preconcetti e datate, empiriche convinzioni, fornendo informazioni scientifiche attuali e correnti di immediata applicabilità da parte del medico veterinario, utili ad affrontare i casi odontostomatologici che si presentano nella pratica quotidiana. È vero che gengivite e parodontite sono causate dal tartaro? È vero che ai pazienti sottoposti a trattamento parodontale va sempre somministrata una profilassi antibiotica? È vero che i siti estrattivi devono essere lasciati guarire per seconda intenzione? È vero che i denti fratturati vanno tenuti sotto controllo finché non sviluppino problemi? È vero che una tumefazione sottoculare è sempre un’indicazione per l’estrazione del quarto premolare mascellare? È vero che tutte le masse gengivali sono epulidi? È vero che la vita degli animali sottoposti a mandibolectomia/maxillectomia è scarsa? È vero che i difetti palatali sulla linea mediana vanno chiusi mediante diretta apposizione dei margini? È vero che i denti posti lungo una linea di frattura ossea vanno sempre estratti? A queste ed altre domande si cercherà di dare risposta affrontando gli argomenti in maniera pratica, con il supporto di numerosi casi clinici.
PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto del Presidente ai partecipanti, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Leggende e false convinzioni in anatomia e fisiologia orale, e parodontologia 11.00 Pausa 11.30 Leggende e false convinzioni in chirurgia orale e maxillofacciale 13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) 13.30 Pausa 14.30 Leggende e false convinzioni in patologia orale 15.30 Pausa 16.00 Leggende e false convinzioni in endodonzia 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Le difese dell’apparato respiratorio in salute e malattia: i possibili punti deboli di un sistema difensivo apparentemente perfetto 11.00 Pausa 11.30 Misfatti delle vie aeree superiori 13.00 Pausa 14.00 Misfatti delle vie aeree inferiori 15.30 Pausa 16.00 Alcuni misfatti molto complessi 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata SEDE - Park Hotel Villa Fiorita - Piazza Giovanni XXIII,1 - Monastier (TV) 3 CREDITI ECM
SEDE Nh Hotel (ex Jolly Hotel) - Via Villanova 29/8 - 40055 Castenaso (BO)
PER TUTTI GLI INCONTRI È STATO RICHIESTO L’ACCREDITAMENTO PARTECIPAZIONE - Si ricorda che la partecipazione agli incontri delle Delegazioni Regionali è riservata ai Soci Scivac, indipendentemente dalla regione di appartenenza, in regola con la quota associativa dell'anno in corso. I Soci Scivac possono partecipare a qualsiasi incontro regionale organizzato da Scivac in qualsiasi regione e a titolo gratuito (portare con sé la tessera Scivac). INFORMAZIONI - Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani - Tel. 0372/403506 - delregionali@scivac.it
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Attualità scientifica Vet Journal
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Convivere con un cane può giovare ai bambini Lo indica un articolo pubblicato sul Journal of Pediatrics di MARIA GRAZIA MONZEGLIO
pic birth cohort" Epstein TG, et al. J Pediatr 2010. Corrected Proof, 01 October 2010. ■
chimici plasmatici specifici per la razza. (M.G.M.) *“Breed dependency of reference intervals for plasma biochemical values in cats” B S Reynolds, D Concordet, C A Germain, T Daste, K G Boudet, H P Lefebvre. J Vet Intern Med. 2010 Jul-Aug; 24(4): 809-18. ■
CARCINOMA SQUAMOSO ASSOCIATO A PAPILLOMAVIRUS IN UN FURETTO
U bambini affetti da allergia ai cani possono beneficiare della convivenza con un cane, mentre lo stesso non sembra verificarsi per i bambini allergici ai gatti che possiedono un gatto. La ricerca suggerisce che l’esposizione precoce agli allergeni canini possa avere un effetto protettivo sullo sviluppo di allergie in una popolazione a rischio elevato. Secondo lo studio, un bambino affetto da allergia ai cani ha un rischio molto minore di sviluppare eczema all’età di 4 anni se convive con un cane prima dell’anno di età. Al contrario, i bambini con allergia ai cani che non convivono con un cane hanno una probabilità 4 volte superiore di sviluppare eczema allergico. Sono stati studiati i dati di 636 bambini arruolati nel Cincinnati Childhood Allergy and Air Pollution Study (CCAAPS), uno studio epidemiologico sull’allergia nei bambini. I 636 bambini erano considerati a rischio elevato di allergia perché figli di genitori allergici. Si è indagato il legame tra il possesso di un pet (cane e gatto) e il rischio di sviluppare eczema. Si è osservato un effetto benefico del possesso di un cane nei bambini allergici ai cani, mentre i gatti sembravano avere un effetto negativo nei bambini con allergie ai gatti. I bambini che possedevano un gatto prima dell’anno di età ed erano allergici ai gatti (sulla base dei test allergologici cutanei) avevano una probabilità 13 volte maggiore di sviluppare eczema entro i 4 anni. Tuttavia, i bambini che non erano allergici ai gatti e possedevano un gatto non avevano un rischio maggiore di eczema. Secondo il NIH (National Institutes of Health, USA), il rischio di sviluppare allergie è genetico. Se nessun genitore è allergico, il rischio per i bambini è del 15%. Se un genitore è allergico il rischio sale al 30%, per arrivare al 60% se entrambi i genitori sono allergici. *”Opposing effects of cat and dog ownership and allergic sensitization on eczema in an ato-
I
Alcune variabili biochimiche del gatto sono influenzate dalla razza 'influenza della razza sugli intervalli di riferimento utilizzati in patologia clinica felina è scarsamente documentata. Uno studio prospettico osservazionale ha ipotizzato che, nel gatto, gli intervalli di riferimento delle variabili biochimiche plasmatiche siano dipendenti dalla razza. Si includevano 536 gatti di proprietà clinicamente sani, a digiuno, appartenenti a 4 razze diverse: sacro di Birmania (n=132), Certosino (n=129), Maine Coon (n=139) e Persiano (n=136). I campioni ematici prelevati dalla vena cefalica venivano conservati in provette contenenti litio eparina. Si valutavano mediante analizzatore biochimico a secco le concentrazioni plasmatiche di glucosio, urea, creatinina, proteine totali, albumina, calcio, fosfato, sodio, potassio, cloro e CO2 totale, oltre all'attività di alanino aminotrasferasi e fosfatasi alcalina. Gli intervalli di riferimento comprendevano il 95% centrale dei risultati con limiti ai 2,5° e 97,5° percentile. Si osservava un significativo effetto della razza per 9 variabili su 13. L'entità delle differenze di razza potrebbe essere clinicamente rilevante per creatinina, glucosio e proteine totali. L'età, il peso corporeo, il sesso le condizioni di vita avevano effetti significativi correlati alla razza sulle diverse variabili. Nel gatto, concludono gli autori, si dovrebbero prendere in considerazione intervalli di riferimento dei valori bio-
L
Miocardiopatia dilatativa: studio retrospettivo dei fattori prognostici no studio retrospettivo ha rivisto l'associazione tra segni clinici, aspetti diagnostici e tempo di sopravvivenza dei cani affetti da miocardiopatia dilatativa (DCM), oltre all’influenza del trattamento prescritto. Si analizzava il tempo di sopravvivenza fino alla morte o all'eutanasia per motivi cardiaci di 367 cani affetti da DCM utilizzando il metodo di Kaplan-Meier più i modelli di rischio univariato e multivariato proporzionale di Cox. Si consideravano statisticamente significativi valori di P a due code inferiori a 0,05. Nel modello multivariato, il diametro ventricolare sinistro (LVD), la presenza di edema polmonare nei radiodrammi, la presenza di complessi ventricolari prematuri (VPC), valori maggiori di creatinina plasmatica, valori minori di proteine plasmatiche e la razza Alano erano negativamente associati alla sopravvivenza. La maggior parte dei cani venivano trattati
U
n furetto maschio castrato di sei anni veniva visitato per la presenza di lesioni cutanee proliferative multiple di colore nerastro o marrone. Istologicamente, le lesioni erano caratterizzate da placche multifocali di iperplasia epidermica irregolare e displasia a tutto spessore, con perdita della normale stratificazione epiteliale e della polarità nucleare e presenza di rari corpi inclusi intranucleari eosinofilici negli strati superficiali dell'epidermide. La colorazione immunoistochimica con anticorpi monoclonali contro il papillomavirus era fortemente immunoreattiva. Ultrastrutturalmente, si osservavano numerose particelle virali esagonali di circa 50 nm all'interno dei nuclei dei cheratinociti superficiali displastici. A conoscenza degli autori si tratta della prima descrizione di un carcinoma squamoso in situ multicentrico associato a Papillomavirus nel furetto. (M.G.M.) *“Multicentric squamous cell carcinoma in situ associated with papillomavirus in a ferret” Rodrigues A, Gates L, Payne HR, Kiupel M, Mansell J. Vet Pathol. 2010 Sep; 47(5):964-8. Epub 2010 May 13.
con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (93%) o furosemide (86%), e molti ricevevano digossina (50%) e/o pimobendan (30%). Tredici cani venivano persi al follow-up. Nello studio non era possibile trarre conclusioni circa l'associazione tra uso di farmaci e sopravvivenza. L’indice LVD era la migliore variabile singola per la valutazione della prognosi in questo gruppo di cani affetti da DCM. Altre variabili negativamente associate alla sopravvivenza erano l’evidenza radiografica di edema polmonare, la presenza di VPC, valori superiori di creatinina e inferiori di proteine plasmatiche e la razza Alano. (M.G.M.) *“Canine dilated cardiomyopathy: a retrospective study of prognostic findings in 367 clinical cases” M W S Martin, M J Stafford Johnson , G Strehlau, J N King. J Small Anim Pract. August 2010; 51(8): 428-36. ■
PARVOVIRUS E CORONAVIRUS NEI CANI AFFETTI DA DIARREA
I
l Parvovirus canino (CPV) e il Coronavirus enterico canino (CECoV) sono spesso citati come causa di diarrea nel cane. Uno studio ha inteso determinare la prevalenza di CPV e CECoV nei cani affetti da diarrea grave visitati in alcune cliniche del Regno Unito. Si prelevavano 355 campioni tra il 2006 e il 2008. Tutti i campioni venivano esaminati per la presenza di CPV mediante long range PCR e per la presenza di CECoV mediante RT-PCR.La prevalenza di CPV era pari al 58%, con alcune variazioni regionali. La prevalenza di CECoV era invece del 7,9%. L'analisi mostrava che i soggetti che non erano stati vaccinati avevano una maggiore probabilità di essere CPV-positivi, con l'effetto maggiore negli animali più giovani. I soggetti CPV-positivi avevano maggiore probabilità di manifestare
depressione/letargia, rispetto ai soggetti CPV-negativi. Il volume fecale e la presenza di emorragia non sembravano essere associati alla probabilità di identificare CPV. Lo studio mostra che, concludono gli autori, CPV era un patogeno comune nei cani affetti da diarrea grave analizzati e che CECoV era meno comune ma rappresenta comunque un patogeno potenzialmente importante. Lo studio conferma inoltre che gli animali giovani non vaccinati sembrano essere a maggior rischio di infezione da CPV. (M.G.M.) *“Epidemiology of canine parvovirus and coronavirus in dogs presented with severe diarrhoea to PDSA PetAid hospitals” A. Godsall, S. R. Clegg, J. H. Stavisky, A. D. Radford, and G. Pinchbeck. Vet Rec. 2010 167: 196-201
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Milk in progress: il veterinario è il custode del prodotto latte La filiera lattiero-casearia riunita il 14 ottobre. Sivar e Pfizer le promotrici di un nuovo modulo di confronto e di aggiornamento La Sivar (Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito) non poteva mancare. L’iniziativa Milk in progress è coerente con la responsabilità di essere la maggiore società scientifica per l’aggiornamento del medico veterinario che si occupa di animali da reddito. Per i suoi soci, la Sivar si conferma così una bussola nell’aggiornamento scientifico e professionale e una sentinella vigile dell’evoluzione legislativa ed economica. Il prodotto latte è il prodotto principe dell’alimentazione di origine animale. Lo sanno bene i Colleghi buiatri e lo sa un’azienda che ha deciso di scommettere sul medico veterinario.
Medardo Cammi, Presidente SIVAR Come nasce l'alleanza con Pfizer e con quali obiettivi? Con Pfizer stiamo facendo un comune percorso di filiera. Siamo entrambi impegnati nel qualificare il prodotto latte, garantendo i più elevati standard di sicurezza alimentare e di sanità animale. Nel nostro settore clinica e terapia assumono una valenza particolarmente delicata, perché il nostro ultimo fine è la produzione di alimenti per l’uomo. Il latte è la cifra esatta di questa responsabilità che veterinario, industria e allevatori devono assumere nel realizzare, insieme, una filiera che in ogni suo anello è fatta di competenze specifiche. Noi gestiamo il farmaco, noi scegliamo e gestiamo le terapie e dobbiamo poter disporre di prodotti con il massimo livello di sicurezza. Sia SIVAR che Pfizer sentono la responsabilità di lavorare in un comparto zootecnico straordinariamente importante per l’agroalimentare italiano. Voglio aggiungere anche che Pfizer ha una sensibilità
culturale oltre che aziendale, grazie alla quale possiamo realizzare eventi come Milk in progress, e più in generale una sensibilità culturale rispettosa del medico veterinario e che lo pone al centro degli obiettivi sanitari e produttivi comuni alla filiera Qual è l'impegno di SIVAR nel settore bovine da latte? È il 70% del nostro impegno, sia come professionisti della stalla, che come medici impegnati nell’aggiornamento. Più che una scelta è un dato di fatto dettato dalla demografia zootecnica nazionale che si basa sull’allevamento bovino ed in particolare sul bovino da latte. La città in cui abbiamo la sede nazionale, Cremona, è il luogo della più importante fiera internazionale del bovino da latte e SIVAR è sempre presente per incontrare allevatori, produttori, trasformatori e distributori. Il bovino da latte è un soggetto privilegiato delle nostre attenzioni durante tutta la sua carriera produttiva ed in particolare nelle fasi della gravidanza, del parto e del post parto quando l’animale è nel pieno della sua vita produttiva. Proprio in questi giorni SIVAR è soggetto attivo in importanti ricerche sulla infertilità bovina, sulle patologie riproduttive e sulle ricadute che la genetica potrà avere sulla qualificazione del patrimonio zootecnico. Ultimamente abbiamo anche stimolato la ricerca e chiesto indagini di laboratorio su false positività al prednisolone la cui origine fisiologica e non illecita era stata individuata per primi dai buiatri, che come si dice hanno “l’occhio clinico” sulle bovine. Come è cambiata la figura del veterinario e qual è il suo ruolo nella buiatria nazionale? Sono il presidente di una Società che mi porta ad assumere un alto livello di esposizione nazionale e internazionale e anche di responsabilità. Assumere la rappresentanza di un settore come questo comporta confronti con una vasta cerchia di attori, dagli allevatori al consumatore finale, passando per le istituzioni. Sono in questo aiutato dalla determinazione dei miei consiglieri e dei miei iscritti che hanno ben chiaro il loro peso nella filiera agroalimentare. Per questo stiamo lavorando alla definizione di
una moderna figura professionale, quella del “veterinario aziendale” che a nostro avviso dovrà presto avere una investitura formale dal legislatore e dal ministero della salute in primo luogo. Il buiatra, alla vecchia maniera del veterinario condotto di campagna non esiste più, è stato sostituito da un professionista altamente specializzato che affianca l’allevatore in ruolo di consulenza sanitaria, che conosce le buone prassi di gestione del bestiame e che fa da trait d’union tra la stalla e l’autorità a cui spetta il controllo ufficiale. Il veterinario aziendale è un anello della filiera che già esiste sul campo e che ora dovrà essere agganciato saldamente ad essa, in modo da rendere più fluido il flusso dell’epidemiosorveglianza. Gli allevamenti sentono la crisi, quale può essere il ruolo di SIVAR in questo contesto? Stimolare e favorire la visibilità del prodotto latte e della filiera lattiero-casearia. Con Milk in progress SIVAR e Pfizer vogliono proprio fare questo, chiamando a raccolta i livelli centrali e periferici delle organizzazioni veterinarie, allevatoriale, dei produttori, trasformatori e distributori. I veterinari sono al servizio di una filiera economica che per il nostro Paese è strategica. Il prodotto latte deve tornare ad essere ap-
prezzato sul mercato e sulle tavole. La crisi colpisce le stalle, il mercato non premia abbastanza il prodotto lattiero-caseario, l’educazione alimentare non è sempre all’altezza, le mode nutrizionali spesso suonano come sirene ingannevoli. In un momento di crisi come questo il veterinario deve sentirsi stimolato a prepararsi al massimo della sua professionalità, la SIVAR lo aiuta a emergere e a proporsi all’allevatore come un prezioso consulente sanitario. Il medico veterinario non può essere indifferente a questi problemi. Deve farsi sentire e aiutare la filiera a farsi sentire. Si parla di competitività della filiera lattiero-casearia, come si pone SIVAR verso la salute dell'animale, il rispetto dell'alimento e la salute umana? Il buiatra sa che curando un animale cura l’uomo. Gli alimenti di origine animale sono la quintessenza di questo trinomio veterinario-animale-uomo, a cui forse si presta ancora poca attenzione. Eppure il veterinario è in stalla come al supermercato, è vicino all’animale produttore, al prodotto quando viene trasformato e al consumatore al momento dell’acquisto. L’animale, l’alimento e la sicurezza alimentare sono valori fondanti dei nostri comportamenti professionali quotidiani. Vorrei sottolineare che il nostro lavoro è duro e difficile, la nostra presenza in stalla è richiesta in qualunque momento del giorno e della notte, è fatta di spostamenti, chilometri di strada per raggiungere l’azienda zootecnica, di fatiche, di competenza e di passione. Sui giornali non vorremmo più vedere scandali alimentari inventati, ma più informazione sulla filiera e più educazione al prodotto alimentare. Che tutti sappiano, le nuove generazioni soprattutto, che il latte non nasce nel tetra pack. ■
Roberta D’Amore: difendiamo il made in Italy possa dare alla categoria Medico Veterinaria il valore e l’attenzione che si merita. Perché una multinazionale difende il made in Italy? Siamo prima di tutto la filiale italiana della divisione veterinaria. Il nostro mercato di riferimento è il mercato italiano, il nostro obiettivo è sviluppare il business nel territorio italianosul nostro territorio implementando strategie e iniziative ad hoc per sostenere la crescita del settore. Difendere il made in Italy è una nostra priorità. Roberta D'Amore, Direttore Business Unit Animal Health di Pfizer Italia
Perché Pfizer ha deciso di promuovere un progetto come Milk in progress? Il settore lattiero caseario ha subito negli ultimi anni modifiche strutturali importanti, spesso sotto l’attenzione dell’opinione pubblica e della comunità Europea. Crediamo che oggi più che mai, elementi come la sicurezza e la sanità animale che ci vedono protagonisti, siano imprescindibili nel mercato in cui operiamo; per questo un dialogo aperto e di confronto tra tutti gli operatori può essere la base per costruire insieme un percorso di salute: salute animale a garanzia della salute per l’uomo. Perché con SIVAR? Perché con noi stanno credendo in questo progetto e sono convinti che Milk in progress
L’Italia rappresenta un mercato importante. Perché? L’Italia è uno dei mercati Europei più importanti per quanto riguarda l’industria di trasformazione del latte. Sono presenti sul territorio nazionale più di 1,8 Mln di bovine da latte, oltre 40.000 allevamenti e più del 70% del latte prodotto viene trasformato in prodotti caseari ad alto valore aggiunto. La garanzia della salute animale di cui ci facciamo carico, fornendo soluzioni terapeutiche per ogni patologia bovina, rappresenta un anello fondamentale della catena del valore. Quanto è importante il business di Pfizer nell’ambito della veterinaria animali da reddito? Rappresenta sicuramente il business più importante nell’ambito della veterinaria. Nel mercato di riferimento ruminanti Pfizer è leader nel settore. ■
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Daniela Orgiana: iniziare dal veterinario mente produttività e costi dell’allevamento. Gli obiettivi di mercato dell’allevamento si innestano su un pre-requisito: produrre latte sicuro, diventando quindi gli obiettivi del veterinario aziendale e operatore sanitario, le basi per l’azienda di trasformazione che produce i nostri formaggi dop, le esigenze del consumatore finale che riceve il latte, i latticini ed i formaggi grazie ad un sistema distributivo sempre più attento a soddisfare la richiesta di sicurezza, di qualità e di servizio.
Daniela Orgiana, Marketing Manager di Pfizer Animal Health
Con Milk in progress Pfizer Animal Health ha messo attorno a un tavolo di discussione tutti i protagonisti della filiera lattiero-casearia. Perché è importante che gli attori di questa filiera si parlino tra loro? Ci sono obiettivi comuni? Quali? Tutto ruota attorno al prodotto latte, alimento che dalla produzione primaria al consumatore finale deve essere garantito e controllato. Oggi più che mai, stiamo assistendo ad un’evoluzione del settore e degli operatori stessi. Se da un lato si assiste ad una riduzione degli allevamenti dovuta alla sensibilizzazione delle campagne, all’aumento dei costi di gestione etc…dall’altro il settore si difende: si cercano soluzioni alternative, dalla vendita diretta di latte crudo, ad accordi di filiera ad attività di trasformazione diretta in azienda. Gli allevatori diventano sempre più manager, il medico veterinario buiatra assume il ruolo di un consulente che affronta non solo problematiche sanitarie ma sempre più spesso è chiamato a supportare il benessere animale, lo stato di salute della mandria tenendo a
Salute animale, sicurezza alimentare, salute per l’uomo. In che modo questa catena può beneficiare da un programma come Milk in progress? Milk in progress vuole evidenziare come questi protagonisti, allevatori, medici veterinari, operatori di filiera e azienda farmaceutica possono dialogare insieme per definire nuovi servizi e soluzioni necessari alla sostenibilità del mercato. Health herd management, programmi di qualità sul latte, continua formazione sanitaria, benessere animale, corsi di alimentazione, etc…sono solo alcuni dei servizi che stiamo implementando a supporto del medico veterinario e quindi della filiera. Sono previsti altri incontri come questo? Quali ulteriori passi percorrerà Milk in progress per raggiungere gli obiettivi prefissati? Questo è il primo evento che tra l’altro è rivolto principalmente alla categoria Medico veterinaria; il nostro obiettivo è quello di approfondire in successivi e incontri specifici argomenti più scientifici o economici a seconda delle esigenze. Amplieremo il programma anche ad altri partner di filiera e al mondo della produzione primaria. Inoltre raccoglieremo tramite dei questionari redatti in occasione dell’evento del 14 ottobre le esigenze e richieste dei nostri ospiti; le loro proposte rappresenteranno le basi del prossimo incontro. ■
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Vanni Scarso: nuovi servizi alla filiera Come si posiziona oggi Pfizer Animal Health nel settore dei bovini? PAH nel settore bovino vuole essere il partner di riferimento per i nostri clienti offrendo un ampio e completo portafoglio di soluzioni terapeutiche in linea con le loro esigenze. L’attenzione al cliente e ai suoi bisogni sono alla base della nostra filosofia del nostro approccio sul mercato e su questo fondiamo la nostra strategia. Pfizer Animal Health ha l’obiettivo di proteggere la salute degli animali e di rendere produttivo l’allevamento dei propri clienti. Passione ed interesse per la salute ed il benessere degli animali, dedizione alla ricerca di nuove soluzioni, sono alla base del nostro lavoro. Questa è la mission dichiarata a livello mondiale da Pfizer Animal Health. Quali sono i vostri punti di forza? Pfizer AH si è sempre differenziata dalle altre aziende per innovazione flessibilità e rapidità di evoluzione in linea con le nuove e molteplici esigenze del mercato in cui opera. Per questo abbiamo investito nella Technical Excellence assumendo un pool di medici veterinari che affianca sul campo la Forza vendita nelle sfide di ogni giorno. Oggi grazie a queste nuove risorse PAH è in grado di supportare tecnicamente il veterinario e l’allevatore nella gestione dei problemi quotidiani della stalla ed offrire competenza e professionalità ai medici veterinari. Inoltre abbiamo posto il focus sull’offerta di servizi a valore aggiunto, da diversi anni offriamo il servizio di batteriologia e sierologia e a breve saremo in grado di offrire altri servizi a valore aggiunto dalla consulenza scientifica all’herd management. Come è cambiata l’attenzione di PAH al settore in questi ultimi anni? L’attenzione al settore di PAH è aumentata ed è aumentata anche l’importanza di Pfizer
Vanni Scarso, Direttore Divisione Ruminanti Business Unit Animal Health
nei mercati a cui partecipa. L’attenzione al settore è aumentata per molteplici motivi: la diversificazione del business oggi è un must per continuare a crescere sul mercato, dall’altro aumenta l’attenzione alla salute animale che è sempre più correlata alla salute umana. Il settore zootecnico sta subendo enormi cambiamenti presentando grandi opportunità e anche noi stiamo cambiando le nostre strategie, infatti, fino ad oggi ci siamo occupati esclusivamente di farmaci, ma a breve offriremo anche una vasta gamma di servizi per soddisfare i bisogni dei nostri clienti. Il nostro è un mercato che crea nuove opportunità, nuove sfide che ci permetteranno di continuare a crescere! ■ Le 11 sedi degli incontri Milk in progress sono state collegate in teleconferenza con la sede di Roma. Le relazioni presentate nella sede di Roma vengono filmate. Gli organizzatori renderanno note le modalità per rivedere e riascoltare gli interventi su piattaforma web.
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È lecito far volare un’aquila allo stadio? Lorenzo Crosta ha fornito un parere sull’uso di un rapace prima delle partite della Lazio
limpia, Scheggia, Vittoria, Libera. I tifosi possono votare sul sito ufficiale della Lazio il nome dell'aquila che domenica scorsa ha volato sopra lo stadio Olimpico. È lecito che un rapace voli nei cieli di uno stadio prima della partita? Interpellato in proposito dagli organizzatori, il Vice Presidente dell'ANMVI con delega al settore degli animali esotici, Lorenzo Crosta, ha dato il suo parere sull'iniziativa: "Non farei volare un rapace in una simile situazione, ma non ci vedo in astratto un maltrattamento". Crosta non è un giurista, non è un tifoso di calcio, non è un cacciatore e neppure falconiere. Ma è uno dei maggiori esperti internazionali in fatto di clinica aviare: "Devo sollevare un forte dubbio - dichiara - circa l'opportunità di fare volare un tale animale sopra u-
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no stadio di calcio, con diverse migliaia spettatori, d'altra parte, non penso che sia male lo show del rapace in sé, anzi, la diffusione della falconeria al grande pubblico rappresenta un buono strumento per fare conoscere questi animali". "C'è da augurarsi - ha aggiunto - che il pubblico sappia rispettare questo momento, evitando comportamenti eccessivi che possono mettere a rischio la salute, anche se un animale ben addestrato a lavorare in un determinato ambiente non soffre di particolari stress nell'esercitare un'attività alla quale è abituato". La specie utilizzata in queste occasioni è un'Aquila calva, detta anche Aquila di mare testa bianca (Haliaeetus leucocephalus). Il soggetto è un giovane adulto, e lo si può determinare dal fatto che ha già la testa bianca, ma ancora spruzzata di penne scure. Cosa succederebbe in caso di fuga? "Tali animali spiega Crosta - sono di origine nordamericana, quindi non rappresentano neppure un rischio biologico per le popolazioni autoctone di rapaci italiani (in buona sostanza, in caso di fuga non si accoppierebbero con un'Aquila nostrana). Inoltre, essendo queste aquile quasi esclusivamente piscivore, anche se alcune sottopopolazioni possono predare qualche piccolo mammifero ammalato o del-
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
FIERA INTERNAZIONALE BOVINO DA LATTE CremonaFiere, 28 Ottobre 2010 Convegno Nazionale SIVAR: AGGIORNAMENTI IN BUIATRIA ALLEVARE VITELLI SANI: DAL COLOSTRO ALLO SVEZZAMENTO In collaborazione con AZIENDA SANITARIA LOCALE DELLA PROVINCIA DI CREMONA ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DELLA PROVINCIA DI CREMONA
17.00 Questionario a scelta multipla, consegna attestati e termine della giornata
SEGRETERIA SCIENTIFICA ED ORGANIZZATIVA
RELATORE
SIVAR - Paola Orioli Tel. 0372-40.35.39, Fax 0372-40.35.54 info@sivarnet.it, www.sivarnet.it
JAMES D. QUIGLEY - APC, Inc. Ankeny, IA (USA)
PARTECIPAZIONE
CHAIRMAN MARCO COLOMBO - Medico Veterinario, Libero professionista, Milano
OBIETTIVI EVENTO FORMATIVO Con il presente Convegno si intende proseguire il percorso di formazione per i Medici Veterinari, già intrapreso con altri eventi, sulla gestione del giovane bestiame negli allevamenti bovini. Gli argomenti oggetto delle relazioni vogliono fornire una preparazione specifica sui principi di una corretta gestione dei vitelli dal momento della colostratura alla fase di svezzamento, con una attenzione particolare alla scelta degli alimenti liquidi e solidi e alle modalità di somministrazione. In funzione di ottenere giovani animali più sani, con migliori performance di crescita e con un alto livello di benessere si ritiene importante la conoscenza da parte dei Medici Veterinari delle indicazioni provenienti dalle ricerche più recenti in questo campo. Il corretto management, inteso come approccio complessivo, delle fasi critiche e delle strategie di prevenzione ha l’obiettivo di ridurre gli interventi terapeutici individuali e di massa e il consumo di antimicrobici, ancora oggi di largo impiego.
PROGRAMMA SCIENTIFICO 9.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.40 Saluto del moderatore ai partecipanti ed inizio lavori 9.45 Gestione del colostro nel vitello neonato - J. Quigley 11.00 Pausa 11.30 La scelta dell’alimentazione per il vitello pre-svezzamento - J. Quigley 13.00 Pausa pranzo 14.30 Strategie nutrizionali post-svezzamento - J. Quigley 16.00 Discussione
Iniziativa gratuita rivolta ai laureati e studenti in Medicina Veterinaria. Per motivi organizzativi è gradita la pre-iscrizione. È prevista la traduzione simultanea dall’inglese all’italiano.
ISCRIZIONE L’iscrizione ai convegni dà diritto a: • Atti delle relazioni • Attestato di frequenza • Traduzione simultanea • Attestato ECM
SEDE CremonaFiere - P.zza Zelioli Lanzini, 1 Cremona
3 CREDITI
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le carogne, non credo che un singolo soggetto fuggito potrebbe competere seriamente con le nostre specie di rapaci". La S.S. La-
zio, intanto, "invita i propri tifosi ad aderire alla campagna per la protezione e tutela dei rapaci colpiti da bracconaggio". ■
LA SCIVAC A LAS VEGAS
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roseguendo nella propria strategia di internazionalizzazione, Scivac ha partecipato con un proprio banner espositivo, all’interno dello stand di Zoomark International, alla manifestazione Superzoo 2010, organizzata dalla World Pet Association, dal 14 al 16 settembre, presso il centro espositivo del Mandalay Bay Casino a Las Vegas. Superzoo è la più importante fiera del pet che si svolge sulla west coast degli U.S.A. e che conta più di 800 espositori del settore provenienti da tutto il mondo per presentare i più recenti prodotti. All’interno di Superzoo era stata istituita una sezione scientifica chiamata Superzoo University a cui era affidato il programma didattico e i numerosi seminari
scientifici, rivolti al mondo dell’industria per animali da compagnia, tenuti da importanti esperti del settore, programma e seminari combinano strategie di mercato valide e competitive offrendo contemporaneamente la massima competenza scientifica e didattica. Grande interesse ha riscosso la presenza della Scivac per merito dell’autorevolezza dei relatori e anche del nutrito e prestigioso programma scientifico che sarà presentato al prossimo Congresso Internazionale multisala di Rimini 2011. Numerosi medici veterinari che partecipavano ai vari forum hanno chiesto informazioni dettagliate esprimendo la volontà di partecipare in qualità di congressisti.
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
CONVEGNO NAZIONALE SIVAR CremonaFiere, 29 Ottobre 2010 LA CASTRAZIONE INCRUENTA DEL SUINO: METODI E PROSPETTIVE In collaborazione con AZIENDA SANITARIA LOCALE DELLA PROVINCIA DI CREMONA
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ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DELLA PROVINCIA DI CREMONA OBIETTIVI EVENTO FORMATIVO L’evento si pone l’obiettivo di fornire al medico veterinario suiatra tutte le informazioni e gli aggiornamenti in merito ai possibili metodi di castrazione del suino, alternativi a quello chirurgico oggi diffuso. Le possibilità offerte da recenti ritrovati farmaceutici aprono nuove e diverse prospettive sulla possibilità di ridurre le patologie infettive, di migliorare il benessere animale e di mettere in atto strategie alimentari maggiormente profittevoli, nel rispetto dell’animale allevato. L’impiego di una particolare siringa di sicurezza sarà inoltre ampiamente illustrato ai medici veterinari allo scopo di assolvere agli obblighi di formazione richiesti dal Ministero della Salute in relazione ad un particolare metodo di castrazione tramite somministrazione di vaccino.
RELATORI Iller Campani - Martini SPA (Budrio di Longiano, FC) Paolo Candotti - IZSLER Sezione di Brescia Moritz Pignatti - Italcarni (Migliarina di Carpi, Modena) CHAIRMAN Paolo Martelli - Facoltà di Medicina Veterinaria di Parma PROGRAMMA SCIENTIFICO 14.15 Registrazione dei partecipanti, saluto del Moderatore e inizio lavori 14.30 La normativa sulla protezione del suino tra realtà e rumours Paolo Candotti 15.30 Strategie alimentari e curve di accrescimento differenziati per femmine e maschi castrati Iller Campani 16.15 Pausa caffè 16.45 Il suino intermedio: quali prospettive e perché Moritz Pignatti 17.15 Discussione
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La castrazione immunologica: come vaccinare i suini utilizzando un iniettore con elevate caratteristiche di sicurezza - Programma di addestramento per il Medico Veterinario Sandra Meloni, Area Veterinary Manager Pfizer Animal Health Questionario ECM, consegna attestati e termine della giornata
SEGRETERIA SCIENTIFICA ED ORGANIZZATIVA SIVAR - Paola Orioli Tel. 0372-40.35.39, Fax 0372-40.35.54 info@sivarnet.it, www.sivarnet.it PARTECIPAZIONE Iniziativa gratuita riservata ai laureati e studenti in Medicina Veterinaria. L’iscrizione al convegno dà diritto a: • Attestato di frequenza • Attestato crediti formativi ECM • Attestato idoneità inoculazione vaccino L’attestato di idoneità alla somministrazione del vaccino sarà rilasciato esclusivamente ai laureati in Medicina Veterinaria previa frequenza dell’intera durata del convegno. SEDE CremonaFiere - P.zza Zelioli Lanzini, 1 - Cremona
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Fuori il cavallo dal nuovo redditometro ANMVI e SIVE chiedono che il cavallo sia tolto dagli indicatori nel nuovo redditometro. Controlli fiscali in Piemonte. L’ARA vota una mozione per l’Assessorato regionale l Fisco continua a considerare gli animali una fonte di gettito e a penalizzarne il possesso. Il Consiglio Direttivo della SIVE, riunito il 23 settembre a Cremona, ha affrontato la questione del redditometro. In questi giorni, infatti, i veterinari della Società Italiana Veterinari per Equini sono stati raggiunti da segnalazioni di proprietari di cavalli, soprattutto piemontesi, sui quali il Fisco sta conducendo accertamenti fiscali. In base al redditometro 2007-2008, il Fisco può verificare la coerenza tra il reddito dichiarato e le "presunte" spese di mantenimento del cavallo, un parallelo che ha spinto il Presidente Marco Livini a chiedere al Ministro Tremonti che il nuovo redditometro, allo studio dell'Agenzia delle Entrate, elimini il possesso del cavallo dall'elenco degli indicatori di ricchezza, al pari di uno yacht o di altri beni extralusso. La stessa lettera, sottoscritta dal Presidente dell’ANMVI, Sandro Barbacini, è stata inoltrata al Ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan e al Sottosegretario Francesca Martini per i rispettivi profili di competenza.
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LO STATUS DEL CAVALLO Il redditometro, strumento caro all'Agenzia delle Entrate per verificare le discrepanze fra reddito dichiarato e tenore di vita, considera il cavallo, fra gli "elementi denotanti una capacità contributiva significativamente superiore a quella espressa dai detti redditi dichiarati". Questo vale, indifferentemente, per i cavalli mantenuti in proprio e per quelli in pensione, e senza tenere in nessuna considerazione la differenza fra il cavallo da reddito e il cavallo che svolge una funzione socialmente rilevante quando è d'affezione o da riabilitazione (ippoterapia). E questo vale anche per il veterinario contribuente, spesso possessore di cavalli che non fanno gare, non sono destinati alla macellazione, non producono alcun reddito, semmai richiedono assistenza e cure per le quali si rinuncia ad altre spese, mettendo al primo posto il bene del cavallo. "Sarebbe come misurare il reddito in base al numero di figli - dichiara il
Presidente della SIVE Marco Livini - che confida in un ripensamento dell'Agenzia delle Entrate durante l'elaborazione del nuovo redditometro in base al Dl 78 del 2010. "L'Agenzia delle Entrate - prosegue Livini - è rimasta ferma ad una anacronistica visione del cavallo, il cui possesso non è più da tempo indice di un tenore di vita superiore, si consideri ad esempio la detenzione dei cavalli malati o sotto osservazione veterinaria". Il redditometro cade in errore nel considerare il mantenimento di un cavallo a fine carriera, malato o solo da diporto, molto più oneroso di quello che in realtà è per chi lo detiene a casa propria e quindi presume un reddito superiore a quello dichiarato.
A RISCHIO LA TUTELA DEL CAVALLO Il Presidente della SIVE fa l'esempio dei cavalli sieropositivi all'anemia infettiva equina- tutelati nel loro benessere da un'ordinanza entrata in vigore proprio il 16 settembre e che denota l'importanza che il Ministero della Salute attribuisce alla salvaguardia del benessere animale. "Considerare il cavallo un indicatore di reddito - aggiunge la SIVE - disincentiva il possesso del cavallo, rischia di incoraggiare l'abbattimento e depotenzia gli sforzi dell'Europa e dell'Italia per la creazione di una anagrafe equina basata sull'identificazione certa del cavallo.
le come richiesto dall'Europa e dalle norme di sanità e prevenzione veterinaria nazionali. Non a caso il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato le sanzioni per le violazioni al regolamento europeo sull'identificazione degli equidi. Il redditometro punisce proprio la regolarizzazione della proprietà del cavallo.
ADDIO RILANCIO DELL'IPPICA Con la svalutazione del cavallo a indicatore di reddito, se ne vanno in fumo anche le strategie di rilancio dell'ippica nazionale e dell'equitazione, un settore in crisi irreversibile se non verrà rimesso al centro delle manifestazioni il rapporto secolare che l'uomo ha con il cavallo e l'importanza di assicurare detenzione, cure e assistenza adeguate agli equidi.
CONTRACCOLPI SULL’ANAGRAFE Un'altra critica al redditometro è che porta il Fisco a condurre verifiche inique, perché non si conosce nella sua esattezza il patrimonio equino nazionale. Non a caso l'ISTAT da ottobre farà partire un censimento per stimare la consistenza zootecnica delle imprese agricole: dato che l'anagrafe equina italiana non è completa e i cavalli registrati e presenti nella Banca Dati gestita dall'Unire non sono aggiornati alla totalità della popolazione equina, il Fisco si rivolge paradossalmente solo ai proprietari in regola. In questo modo - fa notare la SIVE - si finisce per colpire proprio quei proprietari che hanno rispettato la legge e identificato il proprio anima-
PROTESTA L’ARA PIEMONTE Numerosi allevatori di equini hanno sollevato in Piemonte la questione degli accertamenti fiscali sul possesso del cavallo. Il Consiglio di amministrazione dell'Associazione Regionale Allevatori del Piemonte ha approvato con una mozione per chiedere all'Assessore regionale dell'agricoltura "di voler affrontare in maniera razionale il problema ed evitare le temute ripercussioni sul comparto allevatoriale equino piemontese e più in generale su quello nazionale". Il Fisco, durante gli accertamenti chiede di dichiarare quanti cavalli da corsa e da equitazione fossero mantenuti nel biennio 2007/2008
verificando quanto dichiarato dal proprietario con quanto riportato dagli elenchi dell'UNIRE, dato ad oggi in possesso dell'Agenzia delle Entrate. Se per il 2009 e il 2010 si dovesse ancora attingere ai dati sanitari delle Asl il controllo e le potenziali sanzioni interesserebbero un numero ancora superiore di proprietari/allevatori. "Ad oggi - lamenta l'Associazione pare non sia concesso ai singoli, prima della notifica della sanzione, di fornire elementi oggettivi a testimonianza dei reali costi di mantenimento degli equini, soprattutto se gestiti in proprio". L'Associazione sostiene che vada considerata "la netta differenza tra i proprietari/allevatori che mantengono i soggetti in strutture proprie e attraverso la gestione diretta degli animali, i proprietari/allevatori che affidano la gestione (parziale o totale) degli equini a persone/strutture terze che gestiscono comunque gli animali a livello amatoriale (ad. esempio i cavalli delle razze più rustiche alpeggiati in estate) e i proprietari/allevatori che affidano la gestione (parziale o totale) degli equini a persone/strutture terze a carattere più professionale (scuderie/maneggi)". La situazione esistente contrasta con la maggior parte delle realtà allevatoriali, amatoriali e hobbistiche della regione, sostiene il Presidente Roberto Chialva che aggiunge: "i proprietari e allevatori della nostra regione mantengono i cavalli con redditi assolutamente inferiori a quelli richiesti, contribuendo però al sostegno e allo sviluppo del settore, soprattutto per lo sviluppo delle razze equine autoctone e locali e di tutto l'indotto". ■
VI CENSIMENTO ISTAT DELLE AZIENDE ZOOTECNICHE
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l 25 ottobre prenderà il via il VI censimento generale dell'agricoltura. Il Sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Andrea Augello ha spiegato in Commissione Agricoltura l'obiettivo della rilevazione: fornire un quadro informativo statistico sulla struttura del sistema agricolo e zootecnico a livello nazionale, regionale e locale. Rispondendo ad una interrogazione parlamentare dell'On. Marco Rondin il Sottosegretario ha chiarito le modalità del censimento: le aziende agricole e zootecniche sono rilevate presso la residenza o il domicilio del conduttore nel caso di persona fisica o presso la sede legale del conduttore nel caso di persona giuridica»; pertanto, i rilevatori del censimento prenderanno contatti con le unità di rilevazione comprese nella lista precensuaria. Le unità di rilevazione inserite nella lista precensuaria sono state desunte da fonti amministrative, tra le quali, in particolare, il Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) fornito all'ISTAT dall'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), dove è presente solo l'indirizzo della residenza o della sede legale del titolare dell'azienda. "È bene sottolineare - ha chiarito Augello - che la procedura in questione, nel prevedere che l'intervista possa essere completata, se necessario, con una serie di incontri, consente in ogni caso al conduttore di azienda agricola di fornire i dati richiesti sulle produzioni, le superfici e il numero di capi di bestiame in modo corretto e veritiero".
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Indagini e ricerche Attualità
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La veterinaria è in crisi o sono in crisi i veterinari? Uno studio sulla percezione soggettiva della vita professionale di ALESSANDRO SCHIANCHI Medico Veterinario, Parma l seguente lavoro riflette l’esigenza, oramai pressante, di approfondire la conoscenza di una peculiare categoria professionale che ha visto, più di altre, molti cambiamenti, anche radicali, riguardo alle intrinseche modalità esplicative del lavoro, alle sue rilevanze etiche ed economiche ed al ruolo sociale, sempre più centrale. La categoria in questione è quella dei medici veterinari, valutata attraverso un lavoro di indagine che si è prefissato l’obiettivo di raccogliere informazioni di cui ancora a tutt’oggi non disponiamo a riguardo della percezione soggettiva che i medici veterinari, nell’esplicarsi della loro vita professionale, esperiscono. Lo studio è stato condotto attraverso la somministrazione di un questionario formulato ad hoc ad un campione rappresentativo di circa duecento professionisti, reclutati in varie occasioni di incontro, quali congressi e corsi di aggiornamento, ed occupati nella cura degli animali da compagnia all’interno di strutture sanitarie private (cliniche ed ambulatori), nell’area centro-nord dell’Italia. La volontà dell’indagine scaturisce sia dall’assenza di specifici lavori a riguardo, che dalla lettura di elaborati di fonte anglosassone ed italiani che evidenziavano un particolare stato di “crisi” della categoria, legato ad aspetti prettamente lavorativi, ma anche più personali. Nel nostro Paese non si trova, a tutt’ora, nessun lavoro che rilevi, anche limitatamente a ben specifiche aree, la peculiare e personale percezione di autoefficacia che il medico veterinario si auto attribuisce nell’espletamento di diverse mansioni in ambito sia lavorativo che familiare. Questo tipo di analisi è, a mio avviso, oramai doverosa, vuoi per i tempi di grande cambiamento sia per gli sviluppi socio-economici che negli ultimi decenni hanno coinvolto la società e di conseguenza le figure professionali che in essa si trovano ad operare.
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PREMESSA Fece colpo, sulla stampa britannica, uno studio pubblicato dalla BVA (British Veterinary Association, 2008) secondo il quale il tasso di suicidi fra i veterinari fosse ben di quattro volte superiore alla media nazionale, ed il doppio di quello dei medici e dentisti. Un ulteriore studio (Bartram, Ghasem Yadegarfar e Baldwin, 2009), ha poi valutato il contributo della salute e del benessere mentale all’aumentato rischio di suicidio attraverso un questionario rivolto a un ampio campione stratificato di medici veterinari esercitanti nel Regno Unito, evidenziando un campione con elevati livelli di ansia e di sintomi depressivi, maggiore prevalenza di pensieri suicidi nei 12 mesi, caratteristiche psicosociali della professione sfavorevoli, soprattutto rispetto alle richieste e al supporto manageriale, basso livello di benessere mentale e livelli superiori di interazioni lavoro-casa negative. Il grado di stress psicologico riportato suggerisce che il facile accesso e la conoscenza di presidi letali non agiscono probabilmente da soli nell’aumentare il rischio di suicidio tra i medici veterinari. I veterinari inglesi soffrono spesso stress psicosociale e demoralizzazione associati al pesante carico di lavoro. Uno altro studio (Harling, Strehmel, Schablon e Nienhaus, 2009) analizza l’estensione del
problema e rivela una relazione complessa con il consumo eccessivo di alcol, tabacco e farmaci nella suddetta categoria professionale. I risultati hanno rivelato che la probabilità di stress psicosociale aumentava con il numero di ore lavorative ed era una conseguenza della pressione del tempo dovuta al pesante carico di lavoro, alle difficoltà nell’equilibrare la vita professionale con quella privata, all’insufficiente tempo libero e al rapporto con i clienti difficili. Molti veterinari riportavano sintomi di demoralizzazione, ovvero erano spesso insoddisfatti di se stessi, raramente ottimisti o fiduciosi e quasi mai orgogliosi. I risultati supportano l’ipotesi, concludono gli autori, dell’esistenza di un’interrelazione complessa tra stress psicosociale, demoralizzazione e consumo di sostanze psicotrope tra i medici veterinari e sottolineano la necessità di ulteriori approfondimenti in questo ambito. Una nuova e stimolante ricerca (Bartram e Baldwin, 2010), voluta sempre dall’associazione britannica di categoria (BVA), ha analizzato ancora più nel dettaglio la situazione dei propri iscritti, cercando si valutare le possibili cause di tali disagi e ipotizzando un probabile modello comportamentale. Tali possibili fattori includono le caratteristiche delle persone che accedono alla professione, fattori negativi durante il training pre-laurea, stressors correlati al lavoro, facilità di accesso e conoscenza dei metodi di suicidio, stigma relativo alla malattia mentale, isolamento professionale e sociale e abuso di alcol o farmaci (principalmente farmaci da prescrizione cui i professionisti hanno facile accesso). Effetti contestuali come l’atteggiamento nei confronti della morte e dell’eutanasia, che si forma a causa dell’abituale coinvolgimento professionale nell’eutanasia degli animali d’affezione e nella macellazione degli animali da reddito e il “contagio” suicida dovuto al contatto diretto o indiretto con propri pari nell’ambito del ristretto contesto professionale, costituiscono altri possibili fattori influenzanti, concludono gli autori. A conferma della gravità della situazione, è notizia recente l’iniziativa di istituire, da parte della British Veterinary Association, tramite il suo Members Service Group, di una Vet Helpline (2010) telefonica, il cui numero è stato reso noto attraverso uno specifico materiale adesivo inviato a tutti gli iscritti, ossia un servizio telefonico anonimo e gratuito, gestito da volontari formati specificamente sulle problematiche di questo settore, attivo 24 ore con la funzione di supporto psicologico per chi ne facesse richiesta, capace altresì di fornire informazioni in merito a quale personale specialistico ci si potrebbe rivolgere in caso di supporto clinico. Oltremanica, a ulteriore conferma della serietà del problema di categoria, esistono anche altre due organizzazioni, sempre volute dall’attivissima associazione di categoria (BVA) a supporto per gli operatori del settore, quali Vetlife e Samaritans.
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il rapporto col paziente il rapporto coi colleghi la gestione economica della struttura aspetti riguardanti la sfera familiare aspetti in relazione alla sfera privata
IL CAMPIONE Sono stati reclutati 183 soggetti, per il 51.4% maschi ed il 48.1% femmine, di età compresa tra 24 e 66 anni (età media: 41.7 ± 8.6), in maggioranza coniugati (52.5%), seguiti da celibi/nubili (39.2%) e da una non trascurabile percentuale di separati o divorziati (7.7%); un solo soggetto è vedovo.
STRUMENTI Lo strumento ritenuto più idoneo alla valutazione della percezione soggettiva degli appartenenti al campione è un questionario costruito ad hoc, in modo da riuscire a identificare con semplicità, per ogni area di interesse, le conoscenze sulle proprie capacità che i soggetti riferiscono di avere.
RISULTATI Sono state messe a confronto le sezioni in cui si divide il questionario, corrispondenti alle percezioni di autoefficacia relative a: gestione del rapporto con il proprietario, gestione del paziente, gestione del rapporto con i colleghi, gestione amministrativa dell’attività, sfera dei rapporti familiari, sfera individuale.
DISCUSSIONE Possiamo concludere che, almeno macroscopicamente, i medici veterinari godono di una percezione di autoefficacia nelle aree che maggiormente e “naturalmente” competono alla loro professione, ossia quella clinica e scientifica, settori che hanno quindi a che fare direttamente con la diagnosi e la cura dell’animale, con una piccola eccezione a riguardo dell’attività più prettamente chirurgica, ove un 42,6%, soprattutto tra le donne intervistate, ha una debole percezione di efficacia e si trova poco confidente. Una flessione la si inizia a vedere nell’area pertinente alla gestione del rapporto col proprie-
SEZIONE I Autoefficacia relativa al proprietario: percentuali Percezione di essere capace di… … persuadere a terapie efficaci … dare sostegno lungo il percorso terapeutico … accompagnare nella gestione del lutto … comprendere in momenti di difficoltà personale … accontentare le aspettative … ottenere pagamento della parcella
soddisfacente (del tutto o in parte) 83.6 91.3 81.4 86.3 88.5 42.6
insoddisfacente (del tutto o in parte) 16.4 8.7 18.6 13.7 11.5 57.4
La soddisfazione relativa alla capacità di ottenere il compenso per le proprie prestazioni è significativamente inferiore rispetto a tutti gli altri item di questa sezione (F5,910=47.05, p <.01; confronti multipli di Sidak: p<.01). Differenze per genere emergono solo nella comprensione offerta al proprietario nei momenti di difficoltà personale, in cui le donne del nostro campione si percepiscono maggiormente competenti (1.90±.83 versus 1.65±,62; F1,180=5.27, p <.05).
SEZIONE II Autoefficacia relativa alla gestione del paziente: percentuali Percezione di essere capace di… … intervenire come clinico … intervenire come chirurgo … visitare e contenere il paziente … gestire il dolore del paziente … intervenire in modo risolutivo … accompagnare in fasi terminali
soddisfacente (del tutto o in parte) 93.4 55.7 95.6 87.4 92.3 88.0
insoddisfacente (del tutto o in parte) 6.6 42.6 4.4 11.5 7.1 12.0
La competenza percepita nelle procedure chirurgiche presenta punteggi di soddisfazione decisamente (oltre che significativamente: F5,880=76.62, p <.01) inferiori, soprattutto fra le donne (1.90±.83 versus 1.65±,62; F1,177=9.76, p <.01), ed in maniera direttamente proporzionale all’età (r=.260, p<.01). L’età è anche, ma meno intensamente, legata ad una maggiore valutazione delle proprie capacità di operare interventi risolutivi (r= .208, p<.01).
SEZIONE III Autoefficacia relativa alla gestione dei rapporti con i colleghi: percentuali Percezione di essere capace di…
OBIETTIVI Secondo le premesse esposte nei capitoli precedenti, è stata strutturata un’indagine sul campo con l’intento di indagare quale fosse la percezione soggettiva di efficacia che i medici veterinari hanno nei riguardi di sei diverse aree della loro professione, e come la descritta “crisi” di settore si riflettesse su tali percezioni: 1) il rapporto con il proprietario dell’animale
Le dimensioni sono significativamente differenti tra loro (ANOVA a misure ripetute: F5,880=60.06, p <.01); il genere e lo stato civile non hanno invece un effetto significativo sulle dimensioni nel loro complesso, né è significativa la loro interazione con l’autoefficacia, in tutte le dimensioni considerate. Solo la percezione di competenza nella gestione del paziente è correlata con l’età, seppure, in realtà, in maniera piuttosto modesta (correlazione di Pearson: r = .228, p<.01): una maggiore esperienza è legata ad una maggiore sicurezza. Vediamo in dettaglio, all’interno di ogni sezione, quali siano gli elementi per cui viene espressa una maggiore o minore autoefficacia.
… risolvere conflitti personali … gestire rapporti con concorrenti vicini … gestire il lavoro di squadra … richiedere collaborazione / consulto … valutazione preparazione dei colleghi
soddisfacente (del tutto o in parte) 68,3 70.5 82.0 90.2 84.2
insoddisfacente (del tutto o in parte) 31,7 29.5 16.9 9.8 15.8
Questa sezione appare la più omogenea: non emergono difatti differenze significative tra gli item, né correlazioni con l’età, anche se le percentuali di soddisfazione oscillano comunque all’interno di un range piuttosto ampio. Le donne, rispetto agli uomini, si percepiscono più competenti nel gestire il lavoro di squadra (2.05±.77 versus 1.77±.62; F1,178=7.21, p <.01) e nella disponibilità a richiedere collaborazione (1.84±.71 versus 1.61±,59; F1,180=5.66, p <.05).
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24 Attualità Indagini e ricerche tario del paziente, dove le donne, più degli uomini si sentono maggiormente efficaci e a proprio agio, in particolare a riguardo della comprensione emotiva e psicologica; in tutti e due i sessi v’è tuttavia una chiara percezione di incapacità per quanto riguarda il rapporto squisitamente economico, dove un 57,4% dei soggetti si considera poco efficace e determinato nell’ottenere il pagamento della prestazione eseguita. Nuove importanti flessioni di percezione di efficacia emergono quando si considerano le aree più lontane dalle caratteristiche “classiche” della professione, ossia la gestione economica della struttura, intesa ora come vera e propria attività commerciale, e le aree riservate alla sfera personale, sia familiare che più intima. Dal 45,9 al 48,6% dei medici del campione ha una percezione di scarsa efficacia nel saper gestire la contabilità della struttura e nell’amministrarla economicamente e fiscalmente, nonostante la maggior parte si affidi ad un dottore commercialista. Un’area particolarmente critica è invece rappresentata dalla percezione di essere capace di recuperare e donare tempo ai propri figli (il 46,1% si ritiene insoddisfatto) e di trovare tempo per sé stessi, sia tempo libero da dedicare alla propria persona (il 61,2% vorrebbe più tempo) che alla formazione professionale (il 51,4% è insoddisfatto). In generale i medici veterinari intervistati esprimono un giudizio complessivo soddisfacente a riguardo della propria qualità della vita, ma sicuramente non gratificante in merito al loro livello economico e retributivo (il 61,2%) e al
riconoscimento sociale (il 72,1% si ritiene insoddisfatto). Tutto quanto finora detto può aggiungersi a quanto già accennato precedentemente riguardo alla “crisi” della professione, però con l’avvertenza importante suggeritaci da questi dati che, oltre una crisi esclusivamente “professionale”, ci si trovi purtroppo dinnanzi anche ad una crisi più propriamente “umana” e profonda, che permea l’intera categoria. In particolare, i dati riguardanti la scarsa percezione di efficacia su quelle aree “lontane” dalla professione, come gli argomenti più specificatamente economici e gestionali ad essa legati, l’insoddisfazione percepita verso la sfera più propriamente privata, sia intima che familiare e la percezione di scarso riconoscimento economico e soprattutto sociale, possono rappresentare seri fattori di stress, emotivo e psicologico che gravano su un soggetto il cui lavoro richiede già, per antonomasia, una certa dose di urgenza e responsabilità. Questo potrebbe portare ad un conflitto tra lo spirito profondo di sacrificio, umanità e dedizione, insito in chi sceglie una professione medica e la motivazione sociale originaria, ed ora non riconosciuta, che spingerebbe a mantenerlo. Grave, a mio avviso, è la percezione soggettiva di “scarso valore sociale”, che per qualcuno arriva ad un estremo di “inutilità”, percepita, ma purtroppo anche, in molte situazioni concrete, realmente e tragicamente evidente. Si pensi all’informazione televisiva e giornalistica mediata dai mass media ed a come, nonostante si trattino argomenti di “urgenza” sanitaria e soprattutto veterinaria, come malat-
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tie trasmissibili all’uomo, pandemie ad origine animale, tossinfezioni e tossicosi alimentari, sofisticazioni e controllo sulla salubrità dell’alimentazione umana, animali mordaci, ecc., solo raramente si possono apprezzare interventi di esperti della categoria veterinaria. Compaiono più frequentemente agronomi, medici di base, allevatori, istruttori cinofili, biologi e tuttologi vari. Dall’altra parte, l’immaginario collettivo vede ancora la professione di medico veterinario ancorata ad un ambiente agreste (che oramai si sta estinguendo), romantico ed eccessivamente confinato a valori e principi morali di amore e passione per la cura degli animali che non consentono di riconoscere la profonda importanza, sia sanitaria che sociale, intrinseca in questo difficile lavoro, nonché la sua giusta e doverosa dimensione economica. Questo immaginario contro-informativo è lo stesso che spinge centinaia di neo diplomati a iscriversi al corso di laurea in medicina veterinaria, andando ad incrementare una schiera già numerosa di professionisti in cerca di una collocazione lavorativa che il mercato non riesce più a garantire. Un aspetto che potrebbe essere approfondito e, a mio avviso, potrebbe portarci a fare considerazioni su “vere e proprie” malattie psicologiche da stress come il burnout, dalle quali la categoria potrebbe trovarsi già interessata, riguarda la diversa percezione tra ciò che il medico veterinario soggettivamente vede di sé e della sua professione e la percezione dello stesso da parte del proprietario dell’animale, col quale si rapporta. Questa indagine diviene ancora più interes-
sante se mettiamo a confronto i dati da me ottenuti, ossia quelli frutto della percezione soggettiva del veterinario a riguardo delle sue peculiari abilità, con quelli prodotti da un’altra ricerca, l’indagine VET 2020 realizzata dall’istituto Nomisma (2003) e commissionata dall’ANMVI, nella quale il veterinario veniva descritto attraverso gli occhi del suo “vero” cliente, ossia il proprietario dell’animale. Questa importante ricerca, chiamata “I pet owner in Italia, approccio alla salute ed al benessere animale”, analizzando un campione rappresentativo di famiglie italiane in cui fosse presente almeno un animale da compagnia in favore del quale si fosse istaurato un rapporto di fiducia con il proprio medico veterinario, evidenziava come i proprietari di cani e gatti sul territorio nazionale si giudicassero soddisfatti dei loro veterinari. A circa un migliaio di proprietari di animali, intervistati telefonicamente, oltre ad indagare i comportamenti e la sensibilità verso la salute ed il benessere del proprio animale, venne chiesto di tracciare il profilo del medico veterinario: ne emerse un quadro, per molti aspetti, ben diverso dalla percezione soggettiva da me rilevata, soprattutto in relazione alla considerazione di importanza sociale di tale figura professionale. Il 93,4% del campione ha giudicato, in generale, positivamente l’operato del professionista veterinario, percentuale che ha raggiunto il 97,7% tra chi ha un proprio veterinario di fiducia (l’87,3% dei proprietari). La stragrande maggioranza di questi (89%) non ha mai cambiato medico, e chi l’ha fatto (11%) non ha messo motivazioni economiche al primo posto: infatti solo l’1% ha giustificato il cambio di professionista per questioni inerenti al costo della parcella, mentre più influenza sulla scelta vi è nella difficile reperibilità del medico (43,2%), la scarsa professionalità (22,1%) e la poca disponibilità (13,7%). Il proprietario ha affermato di pretendere dal professionista soprattutto una buona capacità professionale (87,9%), una giusta efficienza nel gestire il rapporto col proprio animale (87,4%), l’essere reperibile (67,8%) e disponibile (67,3%). Più della metà degli intervistati dichiarò di fare attenzione anche ai costi e alla preparazione scientifica del medico, ma esprimendo una attesa solo generica verso tali standard qualitativi, lasciando intuire che la percezione del rapporto qualità-prezzo della prestazione non sia legata ad una immagine consumistica, ma piuttosto rispecchi una relazione fiduciaria di tipo medico. All’interno del campione, una maggiore sensibilità verso il benessere e le cure per gli animali da affezione è stato particolarmente evidenziato tra i proprietari di cani, soprattutto soggetti giovani e dotati di una buona cultura di base. La discrepanza tra questi due punti di vista, ossia tra la visione che il proprietario dell’animale ha del suo veterinario e come quest’ultimo si percepisce, mostra una vera divergenza sui temi della considerazione sociale e dell’importanza della dimensione economica del rapporto. Non è facile, infatti, riuscire a capire come, mentre per il veterinario diviene particolarmente difficile ottenere il pagamento della prestazione professionale, per il proprietario questa dimensione, a proprio dire, non rappresenterebbe alcuna particolare preoccupazione. A mio avviso, proprio queste particolari difformità percettive potrebbero riverberare un generalizzato problema di autostima che la categoria, rappresentata parzialmente dal campione, lascerebbe trapelare, preludendo a uno stato di difficoltà lavorativa che sempre di più pare emergere nei contesti professionali, la sindrome da burnout.
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Indagini e ricerche Attualità
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SEZIONE IV Autoefficacia relativa alla gestione economica: percentuali Percezione di essere capace di… … gestire la contabilità … gestire l’armadietto farmaceutico … amministrare economicamente e fiscalmente … rapportarsi con operatori del settore
soddisfacente (del tutto o in parte) 54.1 76.9 51.4 72.1
insoddisfacente (del tutto o in parte) 45.9 23.1 48.6 27.9
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SEZIONE VI Autoefficacia relativa alla sfera individuale: percentuali Percezione di essere capace di… … trovare tempo libero per sé … trovare tempo per la formazione professionale … risolvere dubbi professionali … rispondere alle richieste della professione
soddisfacente (del tutto o in parte) 38.8 48.6 70.5 64.6
insoddisfacente (del tutto o in parte) 61.2 51.4 29.5 35.4
La gestione economica della propria attività risulta decisamente un punto critico dell’autoefficacia professionale, soprattutto negli ambiti della contabilità e dell’amministrazione economica e fiscale. Come nella sezione precedente, le differenze tra gli item raggiungono solo una tendenza verso la significatività. La difficoltà percepita è inoltre trasversale ai generi, ed indipendente dall’età.
L’autoefficacia relativa ai bisogni più strettamente personali, ed in particolar modo, ancora una volta, quelli che si esprimono nella disponibilità di tempo per sé, è decisamente critica (F3,540=23.47, p<.01; confronti multipli di Sidak: p<.01). Anche in questo caso non risultano differenze significative tra i generi né relazioni con l’età, per nessun item.
SEZIONE V Autoefficacia relativa alla sfera relazionale/familiare: percentuali
SEZIONE VII Valutazioni globali individuali: percentuali
Percezione di essere capace di… … donare tempo a figli/partner … accudire la famiglia … risolvere i problemi quotidiani … dare supporto emotivo a familiari
soddisfacente (del tutto o in parte) 53.9 63.3 69.6 77.9
insoddisfacente (del tutto o in parte) 46.1 36.7 30.4 22.1
La possibilità di essere presente ed attivo nella vita familiare e relazionale, pur non rappresentando la dimensione in assoluto più problematica, presenta tuttavia alcuni punti critici. Soprattutto la disponibilità di tempo da dedicare al rapporto col partner e/ ai figli è giudicata particolarmente insoddisfacente (F3,531=17.53, p <.01; confronti multipli di Sidak: p<.05). Anche in questo caso la difficoltà è sentita in ugual misura da uomini e donne, indipendentemente dalla loro età.
VETERINARIA, UN SETTORE IN CRISI? Tutti i dati a disposizione, quelli ad esempio rilevati da varie indagini volute da importanti associazioni di categoria suggerirebbero che sia proprio così! Ci troviamo davanti ad una categoria professionale ove il reddito medio dei professionisti che operano nel settore degli animali da compagnia è di poco superiore al migliaio di euro al mese con un volume d’affari nazionale di circa 300 milioni di euro, ossia pari a quello di una media azienda manifatturiera. La percentuale di animali da compagnia che viene sottoposta alle cure mediche è superiore all’85%: questo dato giustifica la crescita “zero” di un settore prossimo alla saturazione (NOMISMA, 2003) Le strutture sono estremamente “frammentate” sul territorio nazionale, l’85% è al disotto dei 100 mq e la metà di queste non supera i 50 mq, con una conseguente minore disponibilità di risorse economiche e quindi tecnologiche. Il 90% delle strutture esistenti è in attività dagli anni ’80, non ha personale dipendente e occupa in media 1,6 veterinari, dei quali solo il 6% ha più di 55 anni. Ogni anno vi sono circa 5000 richieste di accesso per questo corso di laurea e le università italiane “sfornano” circa 1000 neolaureati, bisognosi di impiego, a fronte di un mercato che ne può occupare solo una minima parte, e di fronte a un mercato del ricambio ove per ogni veterinario che esce dalla professione ne entrano dieci. I risultati della ricerca VET 2020 hanno evidenziato una netta prevalenza delle valutazioni negative a riguardo dell’attuale sistema universitario italiano (60% degli intervistati), in merito alla scarsa efficienza e soprattutto in funzione della percepita carenza di pratica clinica (un buon numero delle Università Italiane non ha superato l’esame dell’ente EAEVE, l’associazione europea che certifica gli standard). La redditività della professione è evidentemente sotto la soglia di povertà, visto che sarebbe auspicabile che un professionista, in possesso di una abilitazione all’attività medica, e di una struttura con un dichiarato valore economico, per poter lavorare dovesse disporre di non meno di 40.000-60.000 euro all’anno. A conti fatti, partendo dal fatturato globale del mercato, si è stimato che questo abbia la capacità occupazionale per 8-9.000 medici veterinari, riconoscendo facilmente co-
me circa il 30% dei 15.000 presenti ad oggi, potrebbe in futuro, in un mercato così saturo, andare in esubero. Consideriamo come rispetto al 1999, anno in cui si censirono in Italia 19.068 veterinari, in due soli anni si sia notato un incremento numerico di professionisti veterinari di circa il 13% (22.000 operatori, dato Nomisma riferito a Luglio 2003), ed il dato odierno parla di quasi 46 veterinari ogni 100.000 abitanti (FNOVI, 2010). Ricordiamoci che in Europa, un medico veterinario su 6 è italiano, e così il 26% degli studenti di medicina veterinaria ed il 20% delle Facoltà di medicina veterinaria (VET 2020, 2003). Senza dimenticarci la passata e futura competizione e la possibile sovrapposizione di ruoli con varie figure professionali, dal passato “fecondatore laico”, al “tecnico nutrizionista”, alle nuove proposte di “assistente sanitario ufficiale” (che potrebbe sostituire il medico veterinario nei macelli), o un non meglio precisato “tecnico di igiene” (che avrebbe come competenza “tutte le attività di prevenzione, valutazione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di lavoro e di vita, igiene e sicurezza degli alimenti e delle bevande, igiene e sanità pubblica e veterinaria”) potenzialmente capace di destrutturare la sanità pubblica veterinaria (Stati generali della professione veterinaria in Veneto, Vicenza 26 Febbraio 2010, Federazione regionale Ordini dei medici veterinari del Veneto).
SE È IN CRISI LA CATEGORIA … APPORTARE CORRETTIVI! A fronte dello scenario emerso dalle poche ricerche che fino ad oggi hanno cercato di fotografare la realtà della categoria veterinaria, emerge impellente l’urgenza di apportare, per il futuro, alcuni correttivi ed approntare misure utili ad evitare un prospettato e futuribile tracollo della professione (Scotti, 2009): • diminuzione drastica ed immediata del numero di studenti che si iscrivono a veterinaria, fino ad ipotizzare il blocco delle iscrizioni; • blocco dell’apertura di nuovi Corsi di Laurea in Medicina Veterinaria e chiusura di tutti i Corsi di laurea che non siano tenuti all’interno di strutture universitarie pensate ad hoc per la formazione di un serio professionista e che, quindi, non possiedono i requisiti per superare i controlli degli organi europei preposti a valutarne gli standard;
Percezione di essere capace di… … qualità della propria vita … livello economico … riconoscimento sociale
soddisfacente (del tutto o in parte) 56.8 38.8 27.9
insoddisfacente (del tutto o in parte) 43.2 61.2 72.1
Infine, le risposte alle tre domande in cui si è richiesto un giudizio globale su diverse dimensioni della propria vita sono interessanti: nonostante un (peraltro non esaltante) 56.8% si dichiari soddisfatto, del tutto o in parte, della qualità della propria vita, più dolente è il tasto del livello economico (problema sentito soprattutto dalle donne: 2.63±.82 versus 2.96±.82, F1,180=6.93, p<.01), ma soprattutto la percezione del riconoscimento sociale attribuito alla loro attività professionale: quasi i due terzi del campione, indifferentemente uomini e donne, non la percepiscono adeguatamente valorizzata. L’età non mostra alcun effetto su tale percezione.
• riforma dell’accesso alla professione, attraverso l’avvio di un tirocinio pratico post laurea di due anni da effettuarsi in sinergia tra attività pubblica e private. Nonostante la trovi personalmente una soluzione davvero poco efficace, associazioni di categoria hanno proposto anche di attuare una riforma dell’Esame di Stato, in modo che diventi centralizzato, quindi uguale per tutti e che selezioni in base ad un reale merito, tenendo conto anche delle richieste di mercato. A mio avviso, non trovo utile porre uno “sbarramento” a percorso avvenuto: credo piuttosto sia meglio accompagnare gli studenti “tenendoli realmente per mano”, lungo un processo di apprendimento serio, meritocratico e realmente in grado di fornire strumenti educativi e professionalizzanti, e selezionare i futuri medici migliori, infondendo scienza e coscienza, certi di avere così investito le risorse del paese in professionisti qualificati e facilmente collocabili, senza lasciare troppo spazio, come oggi ancora avviene, alla autodidattica e all’improvvisazione. • recupero delle competenze professionali del Medico Veterinario oggi erose da altre professioni e allargamento verso nuovi settori di sviluppo della nostra professione. • contemporanea incentivazione degli studenti a rivolgersi ad altri settori della professione diversi da quello degli animali da compagnia. Questi correttivi vanno apportati immediatamente. Questo non salverà da una durissima selezione, ma garantirà che nell’arco di 10 anni la professione veterinaria in generale, e nello specifico quella sugli animali da compagnia, possa ritrovare uno sviluppo ed una dignità degna di una professione sanitaria qualificata. Ora, in ambito veterinario, i componenti in gioco sono costituiti dall’Università, che deve formare i futuri professionisti, dalle società culturali che devono mantenerne ed accrescerne la cultura specifica e dalle Associazioni professionali che devono studiare e presentare le esigenze del veterinario pratico. In passato, anche in un passato recente, le diverse componenti che ho appena citato hanno certamente giocato il proprio ruolo, anche in maniera molto positiva, ma spesso peccando in sinergia. Oggi siamo tutti qui rappresentati. La speranza è che questo momento di conoscenza, ponga le basi per un lavoro futuro sinergico.
MA SE È IN CRISI IL VETERINARIO…CHE FARE? Purtroppo a questa evenienza occorrerà iniziare a pensarci, considerato anche che, tra le varie questioni, dall’indagine che ho effettuato è apparso che la percentuale di divorzi/separazioni è del 7% sul campione, mentre i dati Istat (Tassi di separazione e divorzio per regione e ripartizione geografica - Anno 2007) evidenziavano 137 separazioni e 85,3 divorzi su ogni 100.000 abitanti, in Italia, con tassi di separazione di 5,5 (6,1 al Nord e 6,3 al Centro) e 3,4 di divorzi (4,3 al nord e 3,7 al Centro) calcolati in rapporto ad ogni 1000 abitanti. Dati questi che, per essere comparati a quelli emersi dal nostro campione, vanno rapportati a 100 abitanti, in modo che le percentuali di separazione divengono 0,55% (0,6% Lombardia, 0,58% Emilia, 0,52% Veneto, 0,59% Toscana, 0,48% Marche, 0,53% Umbria), mentre quelli relativi al divorzio di 0,34% (0,42% Lombardia, 0,43% Emilia, 0,36% Veneto, 0,42% Toscana, 0,3% Marche, 0,24% Umbria). Nasce così, attraverso questo confronto il dato sconcertante che caratterizza il numero di separazioni all’interno della categoria in oggetto, e che va prudentemente considerato anche alla luce della tipologia del campione e la minore numerosità rispetto al dato nazionale, ma che comunque rappresenta un importante segnale di crisi e disagio, ossia un 7% contro lo 0,55%. Sembra a questo punto doveroso approfondire ulteriormente gli aspetti critici professionali, evidenziati da questo mio, ed altri lavori, prima che quello che potrebbe considerarsi un semplice campanello di allarme si trasformi in qualcosa di profondamente cronico e disadattativo, fonte di disagio ed insofferenza per chi è impegnato in questa complessa vita professionale. Evidentemente il presente lavoro non vuole ambire a raggiungere una profonda conoscenza della categoria, ma semplicemente dare spunti di riflessione; nella speranza che divenga foriero di nuovi studi ed indagini, affinché si possano comprendere appieno i risvolti e chiarificare il percorso che i professionisti dovrebbero intraprendere, per lavorare, stare meglio e migliorare la qualità della propria vita. Uscire da una crisi di identità, se di questo possa trattarsi, lo si fa attraverso la conoscenza di ciò che si è e di ciò che si vuole diventare, ma principalmente in modo deciso, ostinato e collettivo. Bibliografia disponibile su richiesta. ■
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Organizzato da
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Azienda con sistema qualità certificato ISO 9001:2008
Richiesto accreditamento
SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
AREZZO CENTRO AFFARI E CONVEGNI 15 - 17 OTTOBRE 2010
67°
CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC EPATOLOGIA MEDICA E CHIRURGICA La SCIVAC ringrazia, tutti i congressisti, i relatori, i collaboratori, gli sponsor e le aziende espositrici per il buon esito del 67° Congresso Nazionale.
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Lombardia Info Regioni
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Inaugurato il primo Reparto di Medicina Emotrasfusionale Veterinaria della Lombardia I veterinari potranno rivolgersi alla struttura per sangue ed emocomponenti per i loro pazienti ’ stato inaugurato il 6 ottobre all’Università degli Studi di Milano, il Reparto di medicina emotrasfusionale veterinaria, presso la Sezione di Clinica Medica e Diagnostica di Laboratorio del Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie, della Facoltà di Medicina Veterinaria. All’inaugurazione era presente il Sindaco di Milano, Letizia Moratti e il Garante dei Diritti degli Animali, Gianluca Comazzi, oltre al Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria, Prof. Giorgio Poli. “L’inaugurazione, nella nostra città, di un Reparto di medicina emotrasfusionale veterinaria consentirà ai proprietari di cani e gatti di salvare la vita dei propri amici, anche in caso di malattie ed eventi traumatici fino ad ora considerati non curabili”, ha dichiarato Gianluca Comazzi, Garante dei diritti degli animali. “Ma anche i generosi donatori avranno, in cambio, esami clinici completi e cibo e antiparassitari offerti da alcuni sponsor. Uno scambio reciproco e gratuito che, ancora una volta, pone Milano all’avanguardia nel campo della tutela del benessere degli animali.” Il reparto è il primo in Lombardia ed è stato realizzato grazie alla generosa donazione di un privato. Il progetto ha come fine primario quello di fornire un aiuto concreto ai numerosissimi cani e gatti che, per differenti motivi, rischierebbero la morte senza adeguate trasfusioni. Il Reparto di medicina emotrasfusionale veterinaria, consentirà, infatti, di realizzare un programma di donazione volontaria di sangue per cani e gatti al fine di ottenere una banca del sangue intero e di emocomponenti (come plasma e concentrato di globuli rossi), elementi indispensabili per salvare la vita di tantissimi amici a quattro zampe che sono affetti da alcune malattie infettive o tumorali, piuttosto che in caso di traumi o interventi chirurgici. I Medici Veterinari potranno quindi rivolgersi alla struttura per recuperare sangue ed emocomponenti per i propri pazienti. Il Reparto è anche una scommessa sulla generosità dei padroni di cani e gatti lombardi che decideranno di aderire al progetto, sposandone la prestigiosa causa. La donazione è, infatti, volontaria, previa valutazione dello stato di salute dell’animale da parte dell’equipe del reparto (vedi note successive). Per ogni donazione il cane riceverà gratuitamente una visita clinica completa di esame elettrocardiografico e misurazione della pressione, esami del sangue di base e controllo della filariosi cardiopolmonare, una malattia parassitaria molto diffusa nelle regioni umide come il Nord Italia che conduce ad una insufficienza cardiaca se non diagnosticata e trattata in tempo. Due le aziende che hanno sposato con generosità questo importante progetto e le sue finalità: Royal Canin, azienda francese produttrice di alimenti secchi e umidi di alta gamma per cani e gatti, e Bayer. Ad ogni donatore verrà fornito un kit omaggio con alimenti Royal Canin e prodotti antiparassitari Bayer. Secondo le linee guida del Ministero della Salute, un cane/gatto per diventare donatore di sangue deve essere sano, vivere prevalentemente in ambienti chiusi e ricevere regolari visite veterinarie. Dovrebbe inoltre avere un’età compresa tra
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1 e 8 anni; per quanto riguarda il peso, i cani dovrebbero pesare almeno 25 kg e i gatti 5 kg. Inoltre i donatori devono essere di buona indole e temperamento necessari durante la donazione di sangue. Infine non dovrebbero mai aver ricevuto trasfusioni nella loro vita.
Una volta verificata l’idoneità del donatore, il reparto di medicina emotrasfusionale organizza uno screening gratuito del cane o del gatto costituito da una visita clinica completa, dal prelievo di una piccola quantità di sangue per verificare lo stato di salute, il gruppo sanguigno e
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la presenza della filariosi cardiopolmonare e della positività alla leishmaniosi canina e da elettrocardiogramma e misurazione della pressione sanguigna. Il donatore ritenuto idoneo viene quindi iscritto in un elenco donatori volontari, in cui rimane attivo per non più di tre anni. Potrà quindi essere chiamato per una donazione volontaria al massimo una volta ogni tre mesi. Per ulteriori informazioni: Reparto di Medicina Emotrasfusionale - Via Ponzio 7, Milano. Facoltà di Medicina Veterinaria - Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie- Sezione di Clinica Medica. Aperto dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 14.00. Per appuntamenti o informazioni è possibile contattare i numeri 02-503 18164/ 88 oppure 347 5669179. ■
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Svalutazione professionale con le sterilizzazioni sottocosto A Frosinone convenzioni per 130 euro. Il Presidente Turriziani chiarisce ma il problema rimane l Presidente dell'Ordine dei Medici Veterinari di Frosinone, Giovanni Turriziani, è intervenuto sulle convenzioni per la sterilizzazione di cani appartenenti a proprietari in difficoltà: "La tariffa indicata di 130 euro - ha spiegato in risposta all’ANMVI - è stata adottata in riferimento al minimo del tariffario
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applicato fino all' ingresso della "riforma Bersani" e stabilito dal precedente Consiglio dell'Ordine, ovviamente dopo approvazione dell'Assemblea degli iscritti".
I FATTI A settembre l'Ordine dei Veterinari di Frosinone ha inviato una comunicazione ai Colleghi i-
scritti, in merito a convenzioni per la sterilizzazione della popolazione canina. La convenzione è con i Comuni di Frosinone, Ceprano, Pontecorvo e San Giovanni Incarico che "hanno chiesto e ottenuto un finanziamento regionale". Il progetto di sterilizzazione riguarda in particolare i cani "a riproduzione incontrollata" e "appar-
tenenti a persone in difficoltà economica".
LE PA SI ATTENGANO AI MINIMI "Dispiace - commentava il Presidente Senior dell'ANMVI Carlo Scotti - che nella Provincia dove si sta lavorando per l'applicazione del progetto Leavet, le Amministrazioni locali non abbiano colto il vantaggio di avvalersi di un progetto organico e ben studiato e di riconoscere ai medici veterinari una tariffa adeguata alla prestazione. Quanto accade a Frosinone conclude Scotti - conferma la necessità che le Regioni e le Pubbliche Amministrazioni che intendono avvalersi della professionalità dei medici veterinari liberi professionisti si attengano al tariffario minimo deontologico. Per questo l'ANMVI ha proposto la definizione di uno specifico accordo quadro".
LA PRECISAZIONE "Nell'ambito del nostro Consiglio - spiega Turriziani - è stata istituita una commissione per gli animali d'affezione ed altre per i diversi campi di attività della nostra complessa professione. Lo scopo era di aprire uno spazio a tutti i colleghi per la discussione e le iniziative che l'Ordine intende portare avanti. Questo ci ha permesso di mettere allo stesso tavolo veterinari pubblici e liberi professionisti ed avviare un faticoso percorso in cui si è cercato un equilibrio tra le differenti visioni". "Uno degli esiti di questo lavoro - prosegue - è stata la Conferenza Provinciale sul randagismo che abbiamo organizzato nel dicembre dello scorso anno dove la Veterinaria, per una volta unita, ha illustrato le proposte complessive di lotta al randagismo alla presenza degli Enti Locali e delle Associazioni Animaliste che hanno molto apprezzato la nostra iniziativa. Tra le azioni indicate, quella dei piani di sterilizzazione che riguardano i cani a rischio di riproduzione incontrollata appartenenti a persone non abbienti, cioè di quei cani che non sarebbero mai entrati dentro un ambulatorio e che contribuiscono per lo più all'aumento del fenomeno e per i quali è giusto che si utilizzino soldi pubblici". Sulla cifra pattuita, oggetto di discussione fra i medici veterinari, Turriziani spiega: "La tariffa indicata di 130 euro è stata adottata in riferimento al minimo del tariffario applicato fino all'ingresso della riforma Bersani e stabilito dal precedente Consiglio dell'Ordine, ovviamente dopo approvazione dell'Assemblea degli iscritti. È doveroso ricordare che quel Consiglio era composto da sette membri, di cui cinque veterinari di piccoli animali, un collega di grossi animali ed un veterinario dipendente A.S.L. Non avevamo alcun motivo per non ritenere la cifra congrua, anche per non smentire il lavoro dei nostri colleghi. Inoltre il minimo del tariffario indicato nelle tabelle F.N.O.V.I. risulta essere più basso dei 130 euro stabiliti". "Il ruolo che il nostro Ordine sta cercando di portare avanti - continua - è quello di trovare delle soluzioni praticabili e sostenibili nel nostro territorio nei diversi ambiti che riguardano la nostra professione. Fare i conti con la realtà economica e con l'esigenza, comunque, di risolvere i problemi è il metodo che ci siamo dati per contribuire al miglioramento della nostra comunità e l'adesione alla nostra iniziativa della quasi totalità degli ambulatori della provincia di Frosinone ci testimonia che i colleghi apprezzano e condividono la nostra condotta. ■
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Liguria Info Regioni
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Storia di ricorsi e di competizione al ribasso Gareggiare per il minimo vuol dire toccare il fondo. E a volte si comincia a scavare l Tar della Liguria ha annullato il provvedimento con cui il Comune di Sanremo aveva omesso di aggiudicare ad una struttura veterinaria privata il servizio di pronta reperibilità per il soccorso veterinario - vinto con un ribasso del 32 per cento (sulla base d'asta di 18.815,28 euro) - dopo che l'Asl 1 aveva riscontrato l'assenza dei requisiti necessari nel suo studio. Motivo dell'annullamento: il Comune non ha coinvolto nel procedimento amministrativo di revoca dell'appalto, la parte in causa, che avrebbe potuto presentare memorie o altri documenti, a sostegno della propria posizione. “Ormai il Comune ha già bandito un nuovo appalto e la sentenza, purtroppo arriva in ritardo - spiega il Collega ricorrente -. Ma se mi avessero permesso di presentare subito delle memorie, sia l'Asl che il Comune avrebbero capito che c'erano i requisiti per operare”. Non si esclude che il veterinario, un domani, possa procedere in sede civile, commentava la testata online Riviera 24.it. La vicenda ha avuto inizio, il 22 ottobre del 2009, quando il Comune bandì la gara per l'affidamento del servizio, per la durata di un anno. Il Collega si aggiudicò l'appalto per un importo di 12.794,39 euro l'anno e, come procedura vuole, si dichiarò aggiudicatario provvisorio, in attesa che l'Asl certificasse la presenza dei requisiti. Negati quest'ultimi, il Comune decise così di affidare il servizio ad altre strutture di Sanremo, che avevano proposto un ribasso del 4 per cento.
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PRONTO IL NUOVO APPALTO Il Comune di San Remo continua ad avere "l'esigenza di provvedere con urgenza e ai sensi della L.R. n. 23/2000 all'attivazione di poli di intervento per lo svolgimento del servizio di pronta reperibilità per il soccorso veterinario degli animali feriti traumatizzati, malati, consegnati all'aggiudicatario del servizio da parte degli operatori dell'ASL N. 1 Imperiese, Enti o Associazioni di protezione degli animali o strutture convenzionate con il Comune per la custodia di animali randagi, trovati sul territorio del Comune di Sanremo". L'Amministrazione comunale ha quindi pubblicato un nuovo Avviso di "gara esplorativa e indagine di mercato" per l'attivazione di poli di intervento per il servizio di pronta reperibilità per il soccorso veterinario. La scadenza per la presentazione delle offerte è il 18 ottobre. Il servizio verrà aggiudicato al concorrente che avrà offerto il prezzo più basso, mediante massimo ribasso percentuale sul prezzo posto a base di gara. Si provvederà all'aggiudicazione anche in presenza di una sola offerta valida e in caso di offerte uguali si procederà per sorteggio. Il servizio avrà la durata di un anno decorrenti dalla consegna. Importo complessivo a base di gara, ribassabile, è quantificato in € 15.000,00, escluso contributo previdenziale e IVA. L'importo è comprensivo di tutte le spese necessarie (materiale, medicinali etc.) per lo svolgimento del servizio. Le condizioni del servizio sono indicate nell'Atto di Cottimo. Il servizio di pronta reperibilità per il soccorso
veterinario dovrà essere garantito 24 ore su 24, al riguardo è richiesta la comunicazione del numero di telefono fisso e/o mobile, fax ed eventuale e-mail, e, con ragionevole anticipo, in caso di ferie o di assenza di qualsiasi genere, dovranno essere comunicati i periodi e i nominativi dei sostituti reperibili; do-
vranno essere effettuati tempestivi interventi sull'animale atti a consentirne le cure idonee ed essenziali; ogni animale, infine, dovrà essere registrato (preferibilmente con modalità informatiche) specificando caratteristiche, segni distintivi (compreso il numero di microchip, se presente ) tipo di diagnosi, prognosi
e terapia effettuata, luogo del ritrovamento, generalità della persona che lo ha condotto presso la struttura. I cani dimessi saranno consegnati - a cura e spese dell'ASL n. 1 Imperiese - al Rifugio ENPA di Sanremo o altra struttura convenzionata con il Comune. ■
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Farmacosorveglianza: 343.193 ricette veterinarie nel 2009 Il 2009 è stato il primo anno di rendicontazione del volume delle prescrizioni Ippodromi/maneggi/scuderie - A livello nazionale sono state effettuate 1552 ispezioni per un totale di 8525 operatori. Maggior numero di controlli in Campania. Canili/gattili - A livello nazionale sono state effettuate 881 ispezioni per un totale di 1315 operatori. La Sardegna ha effettuato 188 controlli su un totale di 37 operatori (508%) seguita dalla Sicilia (113 controlli su 39 operatori = 290%). La Valle D'Aosta non ha effettuato controlli. La Regione con il maggior numero di operatori è la Lombardia (340 operatori e 166 ispezioni = 49%). La regione che ha effettuato il maggior numero di controlli (188 controlli su un totale di 37 operatori = 508%) è la Sardegna. Apiari - A livello nazionale sono state effettuate 951 ispezioni per un totale di 30.801 operatori. Maggior numero di controlli in Sicilia. l Ministero della Salute annuncia l'elaborazione di linee di indirizzo per le Regioni sull'attività di farmacosorveglianza. I contenuti e le motivazioni di questo documento sono spiegati nel Piano Nazionale Integrato dei controlli ufficiali (anno 2009), pubblicato on line, e dal quale risulta che l'attività di programmazione regionale delle ispezioni di farmacosorveglianza deve essere implementata e allo stesso tempo armonizzata su tutto il territorio. Nel Report vengono analizzati e valutati i risultati dei controlli effettuati nel 2009 da Regioni e NAS sul territorio nazionale. Annualmente le Regioni trasmettono al ministero della Salute i volumi di prescrizione registrati dalle stesse Asl. Volume delle prescrizioni - Il 2009 è stato il primo anno di rendicontazione per tale tipologia di dato. Dai dati inviati risulta che per il 2009 sono state emesse sul territorio nazionale 343.193 prescrizioni medico veterinarie di cui 188.989 emesse per animali da reddito, 49.885 per mangimi medicati, 52942 per scorta di veterinari o impianti di cura e 36769 per scorte d'allevamento (di cui 532 per animali da compagnia e 1157 per ippodromi / maneggi / scuderie). Il Piemonte è la regione che detiene il maggior numero di prescrizioni emesse (105323) seguito dall'Emilia Romagna (84585).
Grossisti: A livello nazionale sono state effettuate 349 ispezioni per un totale di 320 operatori. Maggior numero di controlli in Lombardia.
CONTROLLI DEI NAS
All. suini - A livello nazionale sono state effettuate 5298 ispezioni per un totale di 118668 operatori. Maggior numero di controlli in Emilia Romagna.
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Rispetto al 2008 sono aumentati i controlli sui grossisti, alla produzione e sulla vendita diretta (rimanendo sempre al di sotto dei valori del 2007). È continuato il trend in calo, rispetto ai due anni precedenti, dell'attività di controllo svolta su alcune tipologie di allevamenti (bovini, suini, avicoli, ovi-caprini, apiari, ippodromi/maneggi/scuderie). In aumento sia rispetto al 2007 che 2008 i controlli effettuati su farmacie, esercizi commerciali, cliniche / ambulatori / veterinari e allevamenti di equidi. In discreto calo rispetto al 2008 (-22%) le ispezioni nei canili/gattili (566 vs 722 del 2008 e 43 del 2007).
REGIONI E ASL I controlli delle Regioni e le percentuali nazionali di controllo - Per ogni tipologia di operatore, il Report riporta le percentuali di controlli effettuati a livello nazionale e la Regione che ha svolto il maggior numero di controlli. Apiari, allevamenti di equidi e allevamenti suini sono state le categorie meno ispezionate.
Vendita diretta: A livello nazionale sono state effettuate 381 ispezioni per un totale di 320 operatori. Maggior numero di controlli in Emilia Romagna. Esercizi commerciali + parafarmacie: A livello nazionale sono state effettuate 773 ispezioni per un totale di 2918 operatori. Maggior numero di controlli in Campania. Farmacie: A livello nazionale sono state effettuate 2866 ispezioni per un totale di 11076 operatori. Maggior numero di controlli in Veneto. Ambulatori/cliniche/medici veterinari A livello nazionale sono state effettuate 2784 ispezioni per un totale di 12749 operatori. Bolzano ha la più alta percentuale di controlli (40 controlli su 80 operatori = 50%). La Valle D'Aosta non ha effettuato controlli (64 operatori). La Regione con il maggior numero di operatori è la Campania (4715 operatori e 388 ispezioni = 8%). La regione che ha effettuato il maggior numero di controlli (467 controlli su 1585 operatori = 29%) è la Lombardia.
CONSISTENZA DELLE STRUTTURE Dal 2007 al 2009 il numero di allevamenti cunicoli risulta in forte riduzione (da 14689 a 6381). Il motivo di tale situazione è in funzione della variabilità dei dati inviati dalla Regione Marche e dalla Sardegna. Infatti la Sardegna ha comunicato 3245 allevamenti nel 2007 e soli 24 allevamenti nel 2009. La Regione Marche da 7916 allevamenti dichiarati nel 2007 è passata a 3454 allevamenti nel 2009. È necessario un riscontro di tale situazione. Il numero di ippodromi, maneggi, scuderie risulta notevolmente sottostimato (7843) rispetto al numero di allevamenti da diporto, ippico, sportivo presenti in Anagrafe Zootecnica (34375). Il numero di ambulatori/cliniche e medici veterinari alla deten-
All. equidi - A livello nazionale sono stati effettuati 2629 controlli per un totale di 57381 operatori. Maggior numero di controlli in Emilia Romagna.
All. avicoli - A livello nazionale sono state effettuate 6142 ispezioni per un totale di 14283 operatori. Maggior numero di controlli in Veneto All. cunicoli - A livello nazionale sono state effettuate 1164 ispezioni per un totale di 6475 operatori. Maggior numero di controlli in Veneto. All. ovi caprini - A livello nazionale sono state effettuate 8231 ispezioni per un totale di 84725 operatori. Maggior numero di controlli in Sardegna.
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zione di scorte risulta in forte aumento (12038 nel 2009) rispetto al 2007 (7045). In diverse regioni (Valle D'Aosta, Veneto, Lombardia, Bolzano, Abruzzo e Campania) il livello di scostamento tra i dati anagrafici comunicati nel 2009 (per il 2008) e quelli comunicati nel 2010 (per il 2009) risulta superiore o uguale al 20% raggiungendo punte superiori al 40% in Campania, Abruzzo e Lombardia.
INTERVENTI FUTURI Il Ministero ritiene necessario individuare le cause della discrepanza tra i dati anagrafici trasmessi dalle Regioni con quanto riscontrato in Anagrafe Zootecnica Nazionale e le cause della notevole variabilità dei dati trasmessi annualmente dalle stesse regioni, oltre a valutare di quanto la presenza sul territorio di allevamenti per auto-consumo possa impattare sulla tendenza da parte delle AASSLL/Regioni alla sottostima degli allevamenti censiti. È quindi fondamentale stabilire dei criteri univoci e comuni di elaborazione e validazione dei dati relativi ai volumi di prescrizione afferenti dalle AASSLL a cui tutte le regioni dovranno attenersi in futuro. Questo processo di standardizzazione va proiettato anche nell'ottica della futura attivazione della banca dati distribuzione dei medicinali veterinari che permetterà all'Autorità Competente di accedere direttamente al dato emesso dal territorio. È anche necessario individuare un adeguato sistema di correlazione armonizzato tra numero e tipologia di prescrizioni emesse-numero medio prescrizioni/anno per allevamento, numero e tipologia di operatori e numero minimo di controlli allo scopo di permettere alle regioni di procedere alla loro programmazione regionale secondo standard comuni. L'avere a disposizione dei dati validati ed elaborati in maniera efficace ed omogenea da parte delle regioni è di fondamentale importanza anche per valutare l'effettiva distribuzione ed utilizzo del farmaco veterinario sul territorio al fine di individuare eventuali errate prassi di prescrizione in ■ allevamento.
Abortivi ed effetti abortivi: differenze sull’uso esclusivo
Allevamenti bovini - A livello nazionale sono state effettuate 23415 ispezioni per un totale di 134331 operatori. Maggior numero di controlli in Emilia Romagna.
All. ittici - A livello nazionale sono state effettuate 220 ispezioni per un totale di 802 operatori. Maggior numero di controlli in Veneto.
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ecenti comunicazioni rivolte da alcune ditte farmaceutiche ai loro clienti si sono prestate ad equivoci sulla corretta interpretazione del decreto 28 luglio 2009 che disciplina l'utilizzo e la detenzione di medicinali ad uso esclusivo del medico veterinario (il 4 ottobre scorso è scaduto l'anno di tempo che il decreto dava alle industrie farmaceutiche per l'aggiornamento dei foglietti illustrativi). Una nota di chiarimento della FNOVI ristabilisce la corretta lettura del decreto in questione: le comunicazioni aziendali sono state in-
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terpretate come finalizzate alla sospensione della commercializzazione di alcuni medicinali a figure diverse dal veterinario. Si tratta, precisa la FNOVI di una interpretazione "manifestamente errata" dell'art. 2 paragrafo a) del decreto 28 luglio 2009. La confusione si è generata in particolare laddove il decreto nell'elencare le tipologie di medicinali, tra gli altri indica gli "abortivi, nel caso in cui vengano somministrati con finalità abortive". "La dicitura di legge è chiara - precisa la FNOVI - e si rifà esclusivamente alla finalità per la quale il farmaco viene usato, di fatto non vietandone in alcun modo la commercializzazione e/o l'uso se legittimi, a figure non veterinarie, in caso di acquisto correttamente ricettato per finalità diverse da quella abortiva". "Onde non creare ulteriore confusione e difficoltà applicative in merito ad una normativa già di per sé di difficilissima gestione - conclude la Federazione - e per non annullarne gli obiettivi, che sono sì di uso prudente del farmaco, ma affidandone, in questo caso, alla competenza e alla professionalità del veterinario la valutazione, si auspica un chiarimento dell'industria ai propri clienti che ne consenta il totale rispetto". ■
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Responsabilità del farmacista che cambia il medicinale prescritto dal veterinario Importante sentenza a favore della qualità della prescrizione medico-veterinaria mente allergenici. La qualità della prescrizione e l'aderenza del paziente alla terapia sono il risultato di un processo dinamico e di un "incontro e scontro di prospettive" tra medico, paziente e farmacista, influenzato da molteplici variabili di carattere culturale, tecnico-scientifico, giuridico e ambientale, ma anche psicologico e relazionale e quindi non può essere sottovalutato dal sanitario, anche se farmacista, che la prescrizione deriva da competenza diagnostica e farmacologica del medico, ma solo il primo è effettivamente in grado di valutare tutte le variabili che hanno condotto a una particolare scelta. ■
l farmacista ha l'obbligo di informare sulle modalità di somministrazione di un farmaco sostituito con altro avente identico principio attivo ma diverso dosaggio. Non può invocare la consapevole accettazione da parte del cliente di un farmaco. La Cassazione (sentenza 15734/2010) ha affermato la responsabilità del farmacista per avere consegnato, anziché il farmaco prescritto nel dosaggio indicato dal veterinario, altro medicinale con lo stesso principio attivo, ma destinato a curare animali di diversa taglia. Il farmacista si difendeva sostenendo che il cliente era in grado di leggere le avvertenze contenute nella confezione e lo aveva informato della necessità di diluire il medicinale. Per la Cassazione, la responsabilità è esclusa solo quando il farmacista si attiene alle prescrizioni mediche indicate nella ricetta contenente tutte le informazioni necessarie per la dispensa del medicinale. La sentenza si dimostra importante nello stabilire lo scriminante tra la responsabilità del medico e quella del farmacista e introduce anche per questa categoria di professionisti la necessità di fornire al cliente ogni informazione utile al fine di valutare correttamente la convenienza dell'acquisto proposto. L'obbligo di informazione, ormai pacifico per il medico, lo diventa anche per il farmacista in quando incide sul diritto del paziente all'autodeterminazione in ordine alle scelte che attengono alla propria salute. Perché sorga la responsabilità risarcitoria è necessario, comunque che il danno si configuri come conseguenza immediata e diretta del comportamento negligente del farmacista. Sicuramente il farmacista non sarà responsabile di eventuali concause quali l'errore medico nell'individuazione della molecola, ma lo potrebbe essere nella sostituzione del farmaco avente modalità di somministrazione differente oppure con eccipienti potenzial-
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AUTORIZZATO DISTEMINK DALL’OLANDA
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ista l'importanza dal punto di vista del benessere animale dell'impiego di un vaccino per la profilassi del cimurro nei visoni, il Ministero della Salute ne ha autorizzato l'introduzione dall'Olanda sul territorio italiano. L'autorizzazione sanitaria è stata rilasciata su istanza della Associazione Italiana Allevatori di Visoni del 17 settembre scorso e riguarda 30.000 dosi del vaccino veterinario Distemink. Il vaccino dovrà essere trasportato nel rispetto della catena del freddo e delle indicazioni ministeriali fornite al riguardo e dovrà essere consegnato direttamente a personale dell'IZS della Lombardia e dell'Emilia Romagna, sede di Brescia. L'IZS avrà la responsabilità della custodia del prodotto e sarà distribuito dietro presentazione di ricetta medico veterinaria in triplice copia non ripetibile. Le eccedenze non utilizzate non potranno essere impiegate per scopi diversi e andranno distrutte. Le segnalazioni di farmacovigilanza dovranno essere inviate all'Ufficio IV della Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario e al competente Centro Regionale di Farmacovigilanza.
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Premi e convegni Attualità
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Carlo Gazza medico veterinario dell’anno Tradizionale onorificenza annuale della Facoltà di Parma ternazionali e coautore di pubblicazioni scientifiche nazionali ed internazionali. ■
Nobel 2010 alla medicina… e un po’ anche alla veterinaria o scienziato Robert Edwards assegnatario del Premio Nobel 2010 per la medicina, è considerato il padre della fecondazione in vitro. Nel successo dei suoi studi hanno avuto rilievo le ricerche sulla riproduzione animale. Edwards ha sempre riconosciuto che i veterinari erano più avanti. Ed è con i veterinari che ha iniziato le sue ricerche. La sua grande passione erano infatti il lavoro di laboratorio e gli studi sulla riproduzione negli animali. Aiutato, poi, dall'enorme cultura dei veterinari inglesi sulla fecondazione artificiale in campo zootecnico, ha cominciato gli esperimenti sull'uomo, con il primo tentativo di fecondazione in vitro con ovociti di donna. Nel 1978 la svolta: primi impianti, in utero, di ovuli fecondati in provetta, che, nove mesi dopo, sono stati coronati dal successo della nascita di Louise, la "prima bambina in provetta". E sulla clonazione animale, Edwards dichiara: "La clonazione è affascinante: nessuno scienziato può fare a meno di pensarci. Dolly sembra felice e non è nemmeno nata vecchia, come molti sospettavano, e per di più ha già prodotto figli. Io penso che si
L unedì 4 ottobre la Facoltà di Medicina Veterinaria di Parma ha consegnato l'onorificenza di "Medico-Veterinario dell'anno 2010", a Carlo Gazza, laureato all'Università di Parma nel 1985 con lode. Il riconoscimento viene tradizionalmente conferito ad un laureato in Medicina Veterinaria dell'Università di Parma che si sia particolarmente distinto nella sua attività professionale, raggiungendo posizioni di notevole prestigio anche grazie alla preparazione ricevuta nel suo percorso di studi universitari. Nel corso della cerimonia che sarà aperta dai vertici accademici, Carlo Gazza terrà un intervento sul significato e sulla valenza della Laurea conseguita presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Parma nel raggiungimento della prestigiosa posizione attualmente ricoperta. Entrato nel 1987 in Fatro Farmaceutici, Carlo Gazza ha percorso tutte le tappe che lo hanno portato alla posizione di Direttore Commerciale e Consigliere Delegato del Gruppo Fatro, Presidente della Fatro Iberica e Consigliere di Amministrazione di altre 3 società operanti nella ricerca, nella produzione e nella distribuzione farmaceutica. Membro della Commissione Direttiva di AISA - Associazione Italiana delle Aziende della Salute Animale -. Gazza ha anche un nutrito curriculum scientifico come inventore di due brevetti in-
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debbano studiare ancora le tecniche di clonazione sugli animali, almeno per altri cinque anni. Poi si ridiscuterà». La clonazione potrebbe portare alla "possibilità di costruire banche di tessuti. La clonazione ci ha insegnato che una cellula adulta può ritornare a uno stadio primitivo e poi specializzarsi di nuovo e dare origine a un tessuto qualsiasi. Credo che in futuro il trapianto di organi diventerà obsoleto". ■
6° Congresso di Storia della Medicina Veterinaria rimo annuncio per il 6° Congresso Italiano di Storia della Medicina Veterinaria che si terrà a Brescia il prossimo anno dal 6 al 7 ottobre 2011, presso la Fondazione Iniziative Zootecniche e Zooprofilattiche. Marco Galloni: “Siamo arrivati al sesto convegno organizzato dal CISOVeterinaria, sezione del Centro Italiano Storia Sanitaria e Ospitaliera, unica società scientifica che si occupa delle vicende del passato della professione e che ha pubblicato gli atti di tutti i precedenti congressi, creando così una piccola biblioteca specializzata”. Per il 6° Congresso vengono proposti i seguenti temi: 1. L’unità d’Italia e la medicina veterinaria. 2. Le trasformazioni del linguaggio della medicina veterinaria. 3. Indagine storica sul morso del cavallo. 4. La veterinaria militare nelle colonie. 5. Tema libero. La partecipazione e il titolo delle comunicazioni e dei poster devono essere comunicati all’indirizzo: marco.galloni@unito.it Il testo delle comunicazioni dovrà essere inviato entro la fine di aprile 2011 e gli atti saranno distribuiti ai partecipanti durante il congresso. Comitato Organizzatore: Marco Galloni, Elisabetta Lasagna, Ezio Lodetti, Carmelo Maddaloni, Mario Marchisio, Alessandro Porro, Ivo Zoccarato. Sono previsti: esposizione di cimeli veterinari ed emissione di una cartolina con bollo speciale. Ulteriori notizie riguardanti l’organizzazione, le
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sistemazioni alberghiere, i crediti ECM ecc. saranno divulgate sulla stampa di settore e saranno reperibili sui siti: www.vicongresso.altervista.org http://www.fondiz.it ■
A Bologna il punto sulla Paratubercolosi l 4 novembre 2010, presso l’Auditorium della Regione Emilia Romagna, in Via Aldo Moro, 18 (Bologna), si terrà il IV Convegno nazionale sulla paraturbercolosi. La partecipazione al convegno, accreditato ECM, è gratuita. La Paratubercolosi è una tra le malattie responsabili dei maggiori danni economici per l’allevamento bovino, a causa anche della sua costante e crescente diffusione in Europa e nel mondo. Altro motivo di preoccupazione è costituito dall’ipotizzato ruolo zoonosico di Mycobacterium avium subsp. Paratuberculosis (Map). L’allevamento bovino rappresenta il serbatoio principale di Map. L’uomo è esposto a Map attraverso il contatto con gli animali infetti e l’ambiente o l’assunzione di alimenti contaminati. Obiettivo del convegno è fare il punto sulle ipotesi relative al ruolo zoonosico di Map, con particolare riguardo alla Malattia di Crohn, affrontando anche le più recenti conoscenze sul rischio di contaminazione della catena alimentare. Verrà inoltre illustrata la situazione, a livello internazionale, dei vari piani di controllo e certificazione. Nella tavola rotonda conclusiva verranno presentate e discusse le esperienze e le iniziative in atto in Italia nel campo della Paratubercolosi. Il convegno è rivolto agli operatori del Sistema Sanitario Nazionale, in particolare dei Servizi Veterinari. Iscrizione al portale: http://formazione.izs.glauco.it/. Info: Ufficio Formazione IZSLER Tel 030/2290230 - 379 - 330 - 33 e-mail: formazione@izsler.it ■
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34 Calendario attività Dal 15 ottobre al 7 novembre Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi
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ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Attenzione: Date evento modificate.
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CITOLOGIA 2 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 21 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
CORSO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON SYNTHES
LA FISSAZIONE INTERNA CON PLACCHE LCP A STABILITÀ ANGOLARE - Bari - Best Western La Baia Palace Hotel - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO PER DATORI DI LAVORO IN STRUTTURA VETERINARIA. LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 12 Crediti - Per informazioni: Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it LA FISSAZIONE INTERNA CON PLACCHE LCP A STABILITÀ ANGOLARE - Firenze - Best Western Hotel Rivoli Firenze - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CITOLOGIA DELLE NEOPLASIE ENDOCRINE E DELLE PATOLOGIE MUSCOLO-SCHELETRICHE - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it CORSO INTRODUTTIVO ALLA MEDICINA D’URGENZA - Grand Hotel Oriente, Napoli - Via Armando Diaz, 44 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELL’EMERGENZA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 3 Crediti - Per informazioni: Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it
CORSO ANMVI
CORSO SCIVAC CORSO ANMVI
6 NOV 6 - 7 NOV
2° IT. CHIRURGIA: III PARTE - CHIRURGIA 3 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 E-mail: info@scivac.it
CORSO SCIVAC Ultimi posti disponibili
INCONTRO SICIV
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ZIONE, TERAPIA PER GARANTIRE IL BENESSERE DELL’ANIMALE - Roma - Sheraton Golf Parco de’ Medici Hotel - Via Salvatore Rebecchini 39 - ECM: Rich. Accred. - Per info: Monica Borghisani - Segr. Deleg. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
CORSO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON SYNTHES
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67° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC - EPATOLOGIA MEDICA E CHIRURGICA - Centro Affari e Convegni, Arezzo - Via Lazzaro Spallanzani 23 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it SEMINARIO NAZIONALE SCIVAC IN COLLABORAZIONE SEMINARIO” AFFEZIONI ORTOPEDICHE DEL CANE SPORTIVO” - Villaggio Getur Sala SoleMare - ECM: CON DOG OLYMPIC GAMES Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC ABRUZZO I PICCOLI MAMMIFERI: MAI PIÙ PAZIENTI DI “SERIE B” - Montesilvano (PE) - Viale Carlo Maresca, 12 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE AMBIENTE, ALIMENTAZIONE, SALUTE: COME SVILUPPARE UNA COMUNICAZIONE TRANSLAZIONALE CON REGIONE LOMBARDIA Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lara Zava Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it INCONTRO GRUPPO FR AGGIORNAMENTI IN ORTOPEDIA ED IN NEUROLOGIA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it SEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON SOVEP SEMINARIO “LA MEDICINA INTERNA BASATA SULL’EVIDENZA: DALLE PATOLOGIE AI CASI CLINICI” Rivoli (TO) - Hotel Campanile - C.so Allamano 153 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it SEMINARIO SIVE SEMINARIO “LE MALATTIE INFETTIVE DEL CAVALLO: DALLA CRISI ALLA PREVENZIONE” - Fiera del Cavallo di Milano- Cavalli a Milano - Via Michelangelo Buonarroti, 20017 Rho (MI) - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC SICILIA PATOLOGIE TRAUMATICHE DELLO SCHELETRO APPENDICOLARE - Palermo - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC UMBRIA MYTHS AND MISCONCEPTIONS, OVVERO LEGGENDE E FALSE CONVINZIONI IN ODONTOSTOMATOLOGIA E CHIRURGIA ORALE VETERINARIA - Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia - Via San Costanzo 4 - ECM: Rich. Accred. - Per info: Monica Borghisani - Segr. Deleg. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA LE PRINCIPALI MALATTIE EREDITARIE NELL’OCCHIO DEI CANI DI RAZZA: DIAGNOSI AI FINI DELLA SELEZIONE E DELLA PREVENZIONE, TERAPIA PER GARANTIRE IL BENESSERE DELL’ANIMALE - Milano - ECM: Rich. Accred. - Per info: Monica Borghisani - Segr. Deleg. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO ANMVI / GPM LE NUOVE STRATEGIE DI COMUNICAZIONE: PUBBLICITÀ E WEB, COSA DOBBIAMO SAPERE E COSA C’È DA FARE - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Milena Migliavacca -Tel.+39 0372 403536 - E-mail: management@anmvi.it SEMINARIO SIVE SEMINARIO”PATOLOGIE DELL’APPARATO LOCOMOTORE SU BASE INFIAMMATORIA E NUTRACEUTICI E SALUTE DELLE ARTICOLAZIONI” - Milano - Fiera di Milano - Rho (MI) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 3° IT. ORTOPEDIA: III PARTE - OSTEOSINTESI INTERNA AO-ASIF - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Ultimi posti disponibili Trecchi, 20 - ECM: 25 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 E-mail: info@scivac.it SEMINARIO NAZIONALE SIVAR CONVEGNO ANNUALE SIVAR FIERA INTERNAZIONALE BOVINO DA LATTE “ALLEVARE VITELLI SANI: DAL COLOSTRO ALLO SVEZZAMENTO” - CremonaFiere Spa, Cremona - Piazza Zelioli Lanzini, 1 - ECM: 3 Crediti - Per info: Paola Orioli - Segr. e Comm. Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it SEMINARIO NAZIONALE SIVAR ITALPIG - SALONE DELLA SUINICOLTURA ITALIANA: “LA CASTRAZIONE INCRUENTA DEL SUINETTO: PROSPETTIVE E METODI” - CremonaFiere Spa, Cremona - Piazza Zelioli Lanzini, 1 - ECM: Rich. Accred. - Per info: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it SEMINARIO NAZIONALE AIVEMP L’IMPATTO DELLA FILIERA ZOOTECNICA SULL’AMBIENTE - CremonaFiere Spa, Cremona - Piazza Zelioli Lanzini, 1 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC LAZIO LE PRINCIPALI MALATTIE EREDITARIE NELL’OCCHIO DEI CANI DI RAZZA: DIAGNOSI AI FINI DELLA SELEZIONE E DELLA PREVENCONGRESSO NAZIONALE SCIVAC
CORSO ANMVI
CORSO PER ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: 10 Crediti - Per informazioni: Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403537 - E-mail: info@anmvi.it
INCONTRO SISCA
FOLLOW UP IN MEDICINA COMPORTAMENTALE - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it FACILE COME RESPIRARE? UN VIAGGIO FRA I FATTI E MISFATTI DELL’APPARATO RESPIRATORIO - Park Hotel Villa Fiorita - Monastier (TV) - Via Giovanni XXIII, 1 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC VENETO
laPROFESSIONE
VETERINARIA 33 | 2010
la VETERINARIA
PROFESSIONE
La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl - Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Cambio di indirizzo: Le modifiche per il recapito postale vanno indirizzate a: info@evsrl.it Chiuso in stampa il 4 ottobre 2010
SOLUZIONI
a b c d
50° Congresso Nazionale
a b c d e
Maggio 2005
2) Qual è il pattern radiologico polmonare più frequente nel gatto affetto da patologia bronchiale?
Multisala SCIVAC - Rimini,
1) Quale procedura con mezzo di contrasto sarebbe il miglior test radiografico per la valutazione del seguente problema: Cane barbone femmina di 6 mesi; stillicidio di urina?
Risposta corretta: b)
QUIZ 1
Pattern radiotrasparente
Risposta corretta: e)
Urografia escretoria
Pattern alveolare
50° Congresso Nazionale
Uretrografia retrograda
Pattern misto
Maggio 2005
Cistografia a contrasto negativo
Pattern bronchiale
Multisala SCIVAC - Rimini,
Cistografia a contrasto positivo
QUIZ 2
Cistografia con doppio contrasto
Professione Veterinaria 33-2010:ok
7-10-2010
14:29
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Professione Veterinaria 33-2010:ok
7-10-2010
14:29
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