Professione Veterinaria, Anno 2010, Nr 37

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PROFESSIONE

A.N.M.V.I.

ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

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SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 7 numero 37 dall’1 al 7 novembre 2010

Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

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BREVI

INTRAMOENIA COME PIACE AI SINDACATI

ANAGRAFE FELINA Nei primi dieci giorni dal debutto, alla Anagrafe Nazionale Felina di ANMVI e Frontline Combo Education Program si sono registrati 1000 medici veterinari. Adesioni in costante crescita: 1240 iscrizioni al 31 ottobre. I promotori ringraziano per l'entusiastica accoglienza.

FARMACO Si è chiusa il 31 ottobre l'indagine sul farmaco veterinario proposta dall'ANMVI, a seguito della richiesta del Ministero della Salute di avviare una consultazione conoscitiva. Sono pervenute 3921 schede compilate. I risultati saranno resi noti dopo l'elaborazione dei dati. L'indagine ha riguardato solo il settore degli animali da compagnia.

NUOVI REATI DIDATTICA Il Ministero dell'Istruzione ha risposto in Commissione Istruzione e Cultura della Camera su presunte sperimentazioni didattiche tramite la dissezione di quattro conigli, all'Istituto tecnico industriale «Ettore Molinari» di Milano. Il docente ha fornito controdeduzioni non sufficienti a chiarire i fatti. L’ispezione è ancora in corso.

CAUDOTOMIA Il Sottosegretario Francesca Martini ha accolto un ordine del giorno che impegna il Governo a prevedere un sistema di monitoraggio dell'applicazione del divieto di interventi chirurgici a scopo estetico. Il controllo servirebbe ad ottenere dati e informazioni sugli interventi per capire con quali scopi, curativi e non, vengono eseguiti.

ATTENTATO INCENDIARIO C'è il dolo dietro l'incendio che il 29 ottobre ha distrutto il Land Rover di un collega a San Pietro Vernotico (Brindisi). L'auto era parcheggiata davanti all'abitazione. Per gli inquirenti, alla base dell'attentato incendiario potrebbero esserci motivi legati all'attività professionale della vittima. Si allunga la lista dei casi di intimidazione. Il collega gestisce un ambulatorio.

QUALIFICHE La Commissione europea ha pubblicato il primo rapporto sull'attuazione della Direttiva 2005/36/CE sulle qualifiche professionali. Stati membri riluttanti a consentire la mobilità temporanea dei professionisti. Libro verde sulle opzioni possibili per una revisione della direttiva entro il 2012.

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Carcere per i trafficanti di cuccioli La tratta dall’Est è reato penale. Inasprite le sanzioni per l’uccisione e il maltrattamento di animali A PAGINA 3

SENZA I PRIVATI NESSUNA SANITÀ PUBBLICA L’ITALIA CAMBIA, PER FORZA DI COSE DEVE CAMBIARE PER POTER SUPERARE LA CRISI INTERNAZIONALE degli ultimi anni e ritrovare lo slancio economico e culturale per riprendere un trend di sviluppo cha altri paesi europei hanno già ritrovato. Noi rispetto ad altri abbiamo il grave problema di una spesa pubblica veramente insostenibile e spesso scarsamente produttiva. Le strade che il Governo è costretto a seguire sono quindi necessariamente due: riduzione dei costi, e quindi dei dipendenti pubblici, e crescita della produttività. Anche la veterinaria pubblica si troverà con meno finanziamenti a dover mantenere, anzi migliorare, la qualità dei suoi servizi. Sarà in grado di affrontare questa sfida? Secondo noi sì se si concentrerà solo sulle sua finalità istituzionali, evitando di allargarsi ad altre attività non necessarie e già ampiamente coperte, e se incomincerà a cercare una reale collaborazione con la veterinaria privata sviluppando forti sinergie nell’interesse degli animali, dei cittadini e delle casse dello Stato e degli enti pubblici invece di prendere rigide posizioni sindacali che rischiano di essere anacronistiche rispetto alla realtà dei fatti ed all’evoluzione del paese. ANMVI e FrontlineCombo Education Program hanno realizzato in tre mesi una Anagrafe Nazionale Felina per soddisfare le esigenze di milioni di proprietari di gatti, del tutto gratuita e senza alcun costo per la Sanità Pubblica. In 20 giorni dalla sua presentazione più di 1200 ambulatori hanno aderito. Questo è un esempio di come la veterinaria privata può dare un ampio supporto alla Sanità Pubblica, senza togliere ruoli o competenze ma semplicemente offrendo una valida ed operativa collaborazione.

È solo una bozza, ma non promette nulla di buono né di meglio. Certo, l’intesa proposta dal Ministro Fazio alle Regioni sulla libera professione dei medici e dei veterinari del SSN insiste sulla non conflittualità con i compiti d’istituto e mette dei paletti all’intramoenia per evitare che le prestazioni a pagamento superino quelle istituzionali gratuite. Ma sono principi belli da leggere, che, nei fatti, non serviranno a lavare il peccato originale dell’apparentamento della veterinaria alla medicina umana. Quali sono le liste d’attesa della veterinaria pubblica? Quali le prestazioni che i cittadini chiedono, a pagamento per giunta, alla veterinaria pubblica e che questa non è in grado di soddisfare nei tempi e nei luoghi deputati? Le ispezioni al macello? I controlli sul trasporto degli animali? Certo che no. La libera professione dei veterinari del servizio sanitario nazionale (un diritto, certo, ma così poco necessaria …) viene utilizzata per fare prestazioni sugli animali da compagnia, vale a dire per invadere terreni di competenza altrui. È vero che le modalità delle prestazioni libero-professionali da parte dei dirigenti veterinari, dovranno essere stabilite “con gli adat-

tamenti necessari in relazione alle tipologie dei destinatari e alle specifiche caratteristiche dell'attività”, ma l’esperienza ci legittima a coltivare il beneficio del dubbio. Ci sono altre anomalie: da un lato, l’esercizio dell'attività libero-professionale è disciplinata in accordo con le organizzazioni sindacali, dall’altro queste stesse organizzazioni sono presenti negli organismi (paritetici) che devono verificare che non insorga un conflitto di interessi, che non si creino situazioni di concorrenza sleale e quindi concorrere a definire le eventuali relative misure sanzionatone. La definizione delle tariffe, poi, è affidata ai dirigenti interessati, previo accordo in sede di contrattazione collettiva integrativa. Si poteva addirittura convocare i sindacati e dir loro “fate voi”. Si ammette una vera e propria seconda vita per il dirigente SSN che, tolto il camice della Asl, si presenterà sul mercato delle prestazioni veterinarie in forme inevitabilmente sleali, a tariffe non concorrenziali per i veri liberi professionisti e forte di un peso tale presso l’utenza da porsi in posizione dominante e perciò stesso scorretta. Cose già viste, ma intollerabili. Carlo Scotti

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Codice penale Attualità

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Ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia Colpito penalmente il traffico organizzato di cuccioli al di sotto delle 12 settimane. Sanzionata l’introduzione illecita di animali da compagnia essere presentato ogniqualvolta richiesto dalle autorità competenti.

544-BIS UCCISIONE DI ANIMALI

l Disegno di legge Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell’ordinamento interno va ad incidere considerevolmente sul Codice Penale sia per contrastare la tratta dall’Est degli animali da compagnia (di cui all’allegato I, parte A, del regolamento (CE) n. 998/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 maggio 2003), che per inasprire le sanzioni sul maltrattamento e sull’uccisione di animali. Per l’esecutività della Convenzione nel nostro Paese dovranno passare sei mesi dal deposito della nuova legge al Segretario Generale del Consiglio d’Europa. Per quanto riguarda le norme di adeguamento dell’ordinamento interno, le stesse saranno in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

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ARTICOLO 3: COSA CAMBIA PER IL VETERINARIO? Con l’approvazione di questa nuova legge, l’attività del medico veterinario resta interessata dai medesimi profili penali a suo tempo introdotti con la Legge 189/2004. Una sostanziale differenza, rispetto a prima, riguarda gli interventi chirurgici a scopo estetico, cioè privi di una motivazione terapeutica. L’aver dato esecuzione alla Convenzione europea significa aver recepito il principio europeo secondo il quale “gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non terapeutici debbono essere vietati”. La Convenzione li autorizza, in via eccezionale, solo “se un veterinario considera un intervento non terapeutico necessario sia per ragioni di medicina veterinaria, sia nell’interesse di un singolo animale”. Parliamo del taglio della coda, del taglio delle orecchie, della recisione delle corde vocali, dell’asportazione delle unghie e dei denti. Parliamo cioè di interventi che sono già vietati in Italia (Ordinanza ministeriale 3 marzo 2009 concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani) se non hanno una finalità terapeutica decisa e certificata dal medico veterinario) e che - se non hanno una motivazione veterinaria - vanno considerati come reato penale di maltrattamento animale (articolo 544-ter del codice penale). Fa eccezione solo il taglio della coda per il quale l’ordinanza ministeriale 3 marzo 2009 la consente nei cani appartenenti alle razze canine riconosciute alla F.C.I. con caudotomia prevista dallo standard, “sino all’emanazione di una legge di divieto generale specifica in materia”. Il taglio della coda, ove consentito, deve essere eseguito e certificato da un medico veterinario, entro la prima settimana di vita dell’animale. Il certificato veterinario segue l’animale e deve

Con la Legge di ratifica aumenta la sanzione minima e massima per l’uccisione di animali. Viene così modificato l’articolo 544 bis del codice penale, nel senso che la reclusione passa “da tre mesi a diciotto mesi” a “da quattro mesi a due anni”. L’articolo 544-bis (Uccisione di animali) è così modificato: Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione “da quattro mesi a due anni” .

544-TER MALTRATTAMENTO DI ANIMALI Con la Legge di ratifica aumenta la sanzione minima e massima per il maltrattamento di animali. La pena passa “da tre mesi a un anno di reclusione o con la multa da 3.000 a 15.000 euro” a “da tre a diciotto mesi di reclusione o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”. L’articolo Art. 544-ter del Codice Penale. (Maltrattamento di animali) è così modificato: Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi di reclusione o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale.

LA CRUDELTÀ Durante l’iter parlamentare, in Commissione Giustizia ed Esteri, era stato proposto di sopprimere il requisito “per crudeltà”, attualmente presente nel Codice Penale per il reato di uccisione di animale. L’Assemblea ha concluso per il mantenimento del requisito della crudeltà, sulla scorta di osservazioni di natura giuridica avanzate dal relatore On Mazzatorta e giudicate meritevoli di ulteriore approfondimento. Il rischio, ha osservato Mazzatorta era di “escludere dall’area penalmente rilevante le uccisioni di animali seppure necessitate che avvengano con metodi efferati e crudeli”.

ARTICOLO 4: TRAFFICO ILLECITO Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, reiteratamente o tramite attività organizzate, introduce nel territorio nazionale animali da compagnia, privi di sistemi per l’identificazione individuale e delle necessarie certificazioni sanitarie e non muniti, ove richiesto, di passaporto individuale, è punito con la reclusione da tre mesi a un anno e con la multa da euro 3.000 a euro 15.000. La stessa pena si applica altresì a chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, trasporta, cede o riceve a qualunque titolo animali da compagnia introdotti nel territorio nazionale in conseguenza di traffici illeciti.

ETÀ ACCERTATA La pena è aumenta tata se gli animali trafficati

hanno un’età accertata inferiore a dodici settimane o se provengono da zone sottoposte a misure restrittive di polizia veterinaria adottate per contrastare la diffusione di malattie trasmissibili proprie della specie. In Parlamento si era proposta una soglia diversa, “un’età inferiore alle otto settimane”, poi rialzata a dodici in modo da colpire la più ampia fascia di traffici che solitamente non interessa cuccioli con un numero troppo basso di settimane di vita. È stata però introdotta la parola “accertata” (anche per l’introduzione illecita come vedremo più avanti)che non era presente nel testo originario del disegno di legge.

STOP ALL’ATTIVITÀ In caso di condanna, è disposta la sospensione da tre mesi a tre anni dell’attività di trasporto, di commercio o di allevamento degli animali se la sentenza di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti è pronunciata nei confronti di chi svolge le predette attività. In caso di recidiva è disposta l’interdizione dall’esercizio delle attività medesime.

SEQUESTRO E CONFISCA DEGLI ANIMALI Nel caso di condanna o di applicazione della pena per traffico di cuccioli, su richiesta delle parti ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale, è sempre ordinata la confisca dell’animale, salvo che appartenga a persona estranea al reato. Gli animali oggetto di provvedimento di sequestro o di confisca sono affidati alle associazioni o agli enti indicati nel decreto del Ministro della salute, adottato ai sensi dell’articolo 19-quater delle disposizioni di coordinamento e transitorie per il codice penale, di cui al regio decreto 28 maggio 1931, n. 601, che ne fanno richiesta, salvo che vi ostino esigenze processuali. Stessa destinazioni per gli animali acquisiti dallo Stato a seguito di provvedimento definitivo di confisca. A queste stesse associazioni ed enti vanno le entrate derivanti dall’applicazione delle sanzioni pecuniarie, secondo le modalità definite all’articolo 8 della legge 20 luglio 2004, n. 189.

ARTICOLO 5: INTRODUZIONE ILLECITA Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque introduce nel territorio nazionale animali da compagnia privi di sistemi per l’identificazione individuale, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 100 a euro 1.000 per ogni animale introdotto. Punito anche chiunque introduce, trasporta o cede, nel territorio nazionale animali da compagnia, in violazione dei requisiti previsti dalla legislazione vigente, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500 a euro 1.000 per ogni animale introdotto. La sanzione non si applica se le violazioni sono regolarizzate nel rispetto di quanto disposto dalla legislazione vigente. Si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.000 a euro 2.000 per ogni animale introdotto se gli animali hanno un’età accertata inferiore a dodici settimane o se provengono da zone sottoposte a misure restrittive di polizia veterinaria a-

dottate per contrastare la diffusione di malattie trasmissibili proprie della specie.

SANZIONI AMMINISTRATIVE ACCESSORIE Il trasportatore o il titolare di un’azienda commerciale che, nel periodo di tre anni, commette tre violazioni delle disposizioni previste dall’articolo 5, accertate in modo definitivo, è soggetto alla sospensione dell’autorizzazione per l’esercizio dell’attività per un periodo da uno a tre mesi. Se il periodo intercorrente tra le due violazioni è inferiore a tre mesi, è applicata la durata massima della sospensione. Il titolare di un’azienda commerciale che, nel periodo di tre anni, commette tre violazioni delle disposizioni previste dall’articolo 13-bis, comma 3, del decreto legislativo 30 gennaio 1993, n. 28, (Attuazione delle direttive 89/662/CEE e 90/425/CEE relative ai controlli veterinari e zootecnici di taluni animali vivi e su prodotti di origine animale applicabili negli scambi intracomunitari) accertate in modo definitivo, è soggetto alla sospensione dell’autorizzazione per l’esercizio dell’attività per un periodo da uno a tre mesi. Se il periodo intercorrente tra le due violazioni è inferiore a tre mesi, è applicata la durata massima della sospensione. Il trasportatore che, nel periodo di tre anni, commette cinque violazioni delle disposizioni previste dall’articolo 5, o il titolare di un’azienda commerciale che, nel periodo di tre anni, commette cinque violazioni delle disposizioni previste dal medesimo articolo 5 della presente legge o dall’articolo 13-bis, comma 3, del decreto legislativo 30 gennaio 1993, n. 28, accertate in modo definitivo, è soggetto alla revoca dell’autorizzazione per l’esercizio dell’attività. Il trasportatore o il titolare di un’azienda commerciale nei cui confronti è stata disposta la revoca dell’autorizzazione, non può conseguire un’altra autorizzazione per l’esercizio della medesima attività prima di dodici mesi. I soggetti che hanno accertato una violazione che prevede l’applicazione della sospensione o della revoca dell’autorizzazione del trasportatore o del titolare di un’azienda commerciale trasmettono all’autorità che l’ha rilasciata copia del verbale di contestazione e ogni altro documento utile all’adozione dei provvedimenti di sospensione o di revoca.

AGGIORNAMENTO DELLE SANZIONI L’entità delle sanzioni amministrative è aggiornata ogni due anni in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istituto nazionale di statistica, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatasi nei due anni precedenti. A questo fine, entro il 1o dicembre di ogni biennio, il Ministro della salute, di concerto con i Ministri dell’economia e delle finanze e della giustizia, fissa, seguendo il criterio di cui al periodo precedente, i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie, che si applicano dal 1o gennaio dell’anno successivo. Le autorità competenti all’irrogazione delle sanzioni amministrative previste dalla presente legge sono il Ministero della salute, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, negli ambiti di rispettiva competenza. ■


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4 Approfondimento CTU

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Veterinaria forense: giusveterinari “sul campo”

di LUCA MIGLIORISI a medicina veterinaria è come un diamante, tante sono le sfaccettature e i riflessi che dona all’occhio attento. L’esperienza che mi appresto a descrivere è frutto di un Work in Progress, ormai ventennale, che svolgo tutt’ora nel contesto dell’Istituto di Legislazione Veterinaria di Milano, iniziato insieme al Prof. Franco Pezza, mio maestro, che ha contribuito a trasmettermi la passione e l’entusiamo che nutro per la materia in parola. Abbiamo fin dall’inizio condiviso l’idea che la medicina legale veterinaria nel suo complesso fosse una materia dinamica, al pari di tutte le altre branche della giurisprudenza, anzi più delle altre, in quanto fortemente interspecifica e, per questo, di difficile applicazione e interpretazione per chi è scevro da cognizioni approfondite nelle materie che la caratterizzano. Da questo assunto è nata l’esigenza di sviluppare il modus operandi in ambito forense del veterinario tecnico. Il primo punto a cui sono giunto è stato che l’ambito inerente il benessere degli animali, così come quello concernente la loro conservazione se in pericolo di estinzione è stato, fin dagli anni 90, di totale appannaggio delle associazioni animaliste e che per nulla riguardavano l’ambito veterinario. Seppure io abbia sempre nutrito il massimo rispetto per le stesse, ho voluto “toccare con mano” le modalità intellettuali con cui queste ultime affrontano la materia, rilevando che, spesso, il loro approccio alle tematiche di cui sopra è permeabile a valenze di natura sentimentale ed emotiva. Ritenendo che tale approccio, seppure rispettabile, non sia mai stato del tutto adeguato ad un’analisi scientifica della materia, ho deciso di percorrere un altro sentiero del tutto nuovo, basato su ambiti scientifici ben identificabili, quali etologia, medicina veterinaria, scienze biologiche e giurisprudenza. Questa scelta, innovativa per quegli anni, mi ha portato alla collaborazione con i corpi di polizia preposti, e, conseguentemente, alle prime relazioni scritte sull’argomento, in qualità di ausiliario di polizia giudiziaria. La figura dell’ausiliario però si è rivelata, fin da subito, inadeguata alle competenze del medico veterinario, in quanto permette solo di fornire una visione dello status quo della situazione che si va ad esaminare, al pari di un’immagine fotografica, permettendo cioè solo una valutazione della situazione momentanea, non di tutto il contesto, né della situazione in fieri. In più

L

l’investitura ad ausiliario di polizia giudiziaria è un obbligo, non una scelta. Però tale “palestra mentale” è stata, senza dubbio, importante, al fine di delineare la forma mentis necessaria per affrontare le successive tappe di un percorso atto a creare una figura, in quegli anni inesistente, che solo oggi stiamo definendo precisamente, quella del Giusveterinario. Quest’ultimo termine è volutamente inventato di sana pianta, volendo sottolinearne le caratteristiche di novità rispetto al “prima”, e trovo che sia esaustivo, in quanto racchiude in un unico termine, le sue due caratteristiche fondamentali: la medicina veterinaria e la giurisprudenza. Ciò che oggi mi preme è il trasmettere, soprattutto alle nuove leve, la passione per un ambito tanto affascinante e sviluppabile qual è quello in parola, vista anche la modificata sensibilità alla materia dell’opinione pubblica. È un fatto, in effetti, che il Poveroanimaletto’s Style, tanto caro ancora oggi a molti giornalisti di fama, sia ormai in odor di disarmo. La spinta emotiva ed il pietismo legati alle tematiche ambientaliste si stanno finalmente affievolendo (spero fino a spegnersi), per lasciare il campo ad un’analisi ben più mirata ed efficace, che non lascia spazio a sentimentalismi di sorta, affidandosi solo ad un modo di procedere che, accostando l’operato in scienza e coscienza a quello de iure, diviene ambito esclusivo per un’unica figura professionale: il Medico Veterinario.

CTU: IL “TERZO OCCHIO” DEL MAGISTRATO Al di là delle definizioni giuridiche della figura del consulente tecnico d’ufficio, facilmente reperibile nei Codici, è interessante comprendere la valenza della figura e il suo significato. Il ricorso al CTU per il magistrato, sia egli Giudice Istruttore o Pubblico Ministero, si configura solo nel caso in cui egli non sia in grado, data la specificità della materia, di avere una chiara visione dell’ambito trattato nel procedimento in corso. Per questo comunemente il consulente tecnico viene definito “l’occhio del magistrato”. Il fatto che io lo accosti al “terzo occhio” ha un preciso senso, in quanto il giudice che richiede una relazione tecnica può, ma non deve, tenerne conto, essendo lui stesso il depositario delle massime conoscenze nell’ambito della normativa vigente e per questo può rigettare la relazione. Il coivolgimento di un CTU per dipanare le complessità all’interno di un procedimento, presuppone la scelta dello stesso da un elen-

co apposito in base alle sue specifiche, la sua convocazione e l’accettazione da parte sua dei quesiti posti dal magistrato. L’incarico non deve essere accettato “per forza”, come avviene per l’ausiliario di P.G., ma è a discrezione del tecnico. In effetti però, in materie quali quelle proposte ad un veterinario che si occupa di protezione e conservazione degli animali, visto l’alto grado specialistico delle materie trattate, è auspicabile, in quanto accettare comunque l’incarico è importante per avere immediatamente formulati i quesiti da parte del G.I. o del P.M., al fine di poter calcolare il tempo necessario per ottenere la padronanza di un ambito che non si conosce magari perfettamente, nel momento dell’investitura. Tale calcolo è importantissimo (l’ultimo caso di cui mi sono occupato mi ha richiesto più di quattro mesi di approfondimenti, studi e indagini, riguardando il complesso ambito dei serpenti morph e di patologie quali l’OPMV e l’IBDV), perché a nessun magistrato piacciono le richieste di rinvio, a mio avviso non a torto. A questo punto mi preme ricordare che il codice comportamentale in ambito forense è del tutto differente rispetto a quello cui siamo abituati; ogni parola pronunciata ha una valenza precisa nell’interrelazione sia con il magistrato che con il CTP (consulente tecnico di parte, sulla cui figura torneremo), che l’Attore e il Convenuto, a cui corrisponde una altrettanto puntuale risposta, in quanto ogni parola viene messa agli atti e l’errore non è previsto, o meglio può annullare l’efficacia del dispositivo nella sua globalità. Il rapporto con il magistrato ha, passatemi il termine, accezioni quasi cavalleresche, deve essere molto rispettoso ma mai sottoposto, e la chiarezza d’esposizione deve essere tale da dare un importante aiuto a chi non ha le medesime conoscenze specifiche, molto attento nell’evitare termini tecnici, ma non deve mai essere troppo semplicistico ad evitare di offendere l’intelligenza della figura istituzionale di cui si è l’occhio (il terzo però, perché gli altri due ci osservano con viva attenzione).

LA RELAZIONE TECNICA: SI DIPANI LA MATASSA Il punto fondamentale nello stilare una relazione tecnica è il tenerne sempre ben presente il significato, che è il suo essere uno strumento per il magistrato. Bisogna quindi mettere da parte velleità di qualsiasi genere così come paroloni ad effetto, e comprendere bene ciò che il nostro momentaneo “principale” vuole sapere da noi, cosa effettuabile sia dall’attenta lettura dei quesiti che ci vengono posti, sia dall’incontro preliminare di nomina. È fondamentale ricordarsi infatti che successivamente sarà assai difficile conferire nuovamente con il giudice, a meno di non utilizzare “grimaldelli legali”, su cui torneremo, ma che portano in sé dei rischi. Il linguaggio da utilizzare deve comunque tener conto dell’ambito forense e del valore documentale di ciò che si sta scrivendo e per questo deve essere molto formale e, a mio avviso, sempre in terza persona. Per convenzione, la struttura della relazione deve iniziare con una premessa, in cui si delinea il caso non nello specifico, e si indicano i propri dati e la data di investitura a C.T.U., seguita dai quesiti posti dal magistrato; questi ultimi saranno a loro volta i titoli dei capitoli della

relazione. Può essere opportuno anche dare un’indicazione di massima sulle modalità di svolgimento della nostra indagine. Terminata la relazione - ricordandosi comunque di riassumere alla fine di ogni capitolo/risposta, in modo succinto ed esaustivo (prefelibilmente in bold), gli elementi salienti della nostra tesi - si dovrà procedere alla preparazione delle conclusioni, nelle quali sarà fondamentale ribadire nuovamente tutto il dispositivo e collegare l’una all’altra le risposte ai quesiti, in modo che si articolino perfettamente e vadano a dare una indicazione precisa e univoca. È meglio evitare frasi quali “secondo me”, “a mio avviso”, “sembrerebbe che” ecc., che servono solo a togliere autorità al C.T.U e a confondere il P.M. o G.I. che sia. Al termine della relazione verranno ovviamente prodotti gli allegati. Io preferisco dividerli a seconda della tipologia, utilizzando nomi e numerazioni differenti, quali Allegato 1, 2, 3 / Appendice I, II, III / Foto A, B, C. Tale catalogazione differenziata aiuterà il magistrato nella consultazione. Nella pratica è anche importante ricordare che per via verbale ci si rivolge al giudice chiamandolo Dottore, e che al termine della relazione scritta è convenzione scrivere: “Il C.T.U rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Con Osservanza”. È infine molto importante dare l’idea di essere padroni del mezzo informatico, ed è quindi essenziale corredare la relazione cartacea con un CD che rechi anche link di collegamento a filmati o foto presenti in Rete (io uso volentieri YouTube per esplicare visivamente sintomatologie esposte per iscritto, o per fare vedere specie animali poco conosciute a fare da pendant alla descrizione scritta nel paragrafo corrispondente). Per massima precisione, vi ricordo che la relazione deve essere rilegata “a caldo”, esattamente come una Tesina, e vanno assolutamente dimenticate buste contenenti fogli sparsi o spiraline di plastica. In capo alla relazione va indicato il numero dell’R.G. o dell’R.P.M, il nome per esteso del giudice, e il proprio nome con qualifica e numero di registrazione all’elenco dei periti del Tribunale. A questo proposito va specificato che l’iscrizione deve essere richiesta al tribunale di residenza e va perfezionata dal magistrato preposto e da un incaricato dell’Ordine (generalmente il Presidente stesso), che devono verificare l’effettivo sussistere delle competenze dichiarate.

LA RICHIESTA DI SPECIFICHE: GRIMALDELLO O ROULETTE RUSSA? Se è possibile è meglio evitarla. Porta in sé trabocchetti difficilmente aggirabili. Si tratta di un colloquio esclusivo con il magistrato senza la presenza delle Parti. Si effettua esclusivamente quando ci sia la necessità di ridiscutere i quesiti o i meccanismi procedurali che ci si era prefissati nell’occasione dell’incontro preliminare. Deve essere motivata per iscritto in un atto rivolto al magistrato e deve essere aggiunta agli allegati della relazione finale. Il problema correlato a tale evenienza è che se il giudice, dopo aver ascoltato la richiesta del tecnico, non la ritiene motivata e la rigetta, rifiutandosi di modificare i quesiti o l’iter d’indagine, porrà, anche non volendolo, un’accezione negativa indelebile nel modus operandi del C.T.U. stesso, ad inficiarne le successive investiture. È ovvio quindi che l’utilizzo di questo “grimaldello forense” deve essere portato avanti sola-


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6 Attualità Credito agevolato mente in caso di stretta necessità, solo nel caso cioè in cui la relazione non sia, nella pratica, stilabile senza modifiche al dispositivo. In tutti gli altri casi la richiesta di specifiche avrà le caratteristiche di una roulette russa professionale, ma con cinque colpi in canna, il che è spiacevole.

C.T.P.: GIOCARE A SCACCHI CON SE STESSI La figura del C.T.P. è complementare a quella del tecnico d’ufficio da diversi punti di vista. Anzitutto perché il C.T.U.deve correlarsi a lui sin dall’istruzione della relazione tecnica, nei modi e nei tempi stabiliti dal magistrato e indicati nel documento d’investitura, in secondo luogo perché se non investito di un determinato incarico, può lui stesso essere consulente di parte. Fatto sta ed è che il C.T.P. è di sostanza sottoposto al C.T.U, e non è detto che sia uno solo. Generalmente è un collega. Un collega però con cui è necessario conferire in scienza e coscienza e de iure, ma a cui non è concesso di riferire i rilevamenti. Strano, no? Non siamo abituati a una modalità d’intervento totalmente sincera, essendo normale nella pratica clinica la condivisione delle conoscenze per la risoluzione o il miglioramento della sintomatologia o per la risoluzione della patologia. Ma qui siamo in un altro Universo e le modalità di comportamento vanno totalmente modificate. Il C.T.U.deve non rispondere e fare domande, tutte quelle che può fare secondo correttezza, senza dimenticare mai che, nella reciproca stima, quello che ha davanti non è solo un collega, ma un avversario potenziale, in quanto C.T.P. Anche l’atteggiamento si deve confare ai ruoli: massimo rispetto, il “tu” che si conviene tra colleghi, ma la massima freddezza relazionale. In quel momento bisogna ben ricordare che si è il “terzo occhio” del magistrato, tanto più che, nella maggioranza dei casi, è presente una delle Parti, potenziale testimone del colloquio, sia esso l’Attore o il Convenuto. Quello che però a me interessa di più è parlarvi dell’essere Consulente tecnico di parte, o meglio dell’essere un C.T.U. non incaricato che accetta di divenire in quel caso C.T.P. Se mi passate il termine è come essere il Darth Fenner di “Guerre Stellari” in ambito forense. È affascinante (e ben pagato) accettare tale tipo di consulenza; in tale caso il C.T.P. deve ricordarsi che deve confrontarsi con se stesso in una difficilissima partita a scacchi. Cioè a dire che se io dovessi, per qualsiasi ambito, scegliere un consulente tecnico di parte lo sceglierei consultando l’elenco dei C.T.U. non incaricati del caso che mi riguarda. In effetti, negli incarichi di C.T.P. accettati, mi sono posto nello studio della causa come un C.T.U. e, dopo avere esaminato la causa come tale, ne ho individuato i punti deboli, e su questo ho lavorato per accezioni e contraddizioni delle diverse leggi, sempre de iure e in scienza e coscienza, ma come in una partita a scacchi. In questo caso il C.T.P. diventa pericolosissimo ed è per questo che, se incaricato dal magistrato per una relazione, mi sincero sempre prima che i colleghi di controparte non rivestano, in qualche provincia italiana, il mio stesso ruolo. L’ultima volta che mi sono “divertito” è stata in proposito di alcune zanne di elefante africano lavorate: che differenza c’è tra specimen e oggetto d’avorio lavorato? Adesso ne andremo a parlare nell’esposizione dei casi specifici, diventando, insomma, un po’ ■ come degli Sherlock Holmes veterinari.

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Confprofessioni e Unicredit lanciano “valore professioni” Il primo piano nazionale di interventi da 500 milioni di euro per sostenere il mondo delle libere professioni ritto e giustizia e ambiente e territorio.

IL CATALOGO

stata firmata il 28 ottobre a Roma, presso la sede UniCredit in Palazzo De Carolis, l’alleanza tra Confprofessioni e UniCredit per sostenere e promuovere il mondo delle libere professioni. Il progetto Valore Professioni, nato con l’obiettivo di fornire soluzioni finanziarie calibrate sulle esigenze dei professionisti e degli studi professionali, mette a disposizione un plafond di 500 milioni di euro per supportare le attività correnti di investimento, attraverso innovative e vantaggiose soluzioni ad hoc per tutti i professionisti e gli studi aderenti al sistema Confprofessioni. Sarà sufficiente l’iscrizione a un albo professionale per avere facilitazioni nell’accesso al credito, senza ulteriori garanzie. Un segnale di fiducia di UniCredit verso il mondo dei liberi professionisti che oggi conta oltre 2 milioni di iscritti a Ordini con una crescente presenza femminile e una quota consistente di giovani professionisti under 40. “Le difficoltà economiche che stanno affrontando i liberi professionisti hanno bisogno di una risposta immediata - dichiara il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella - un sostegno concreto per facilitare l’accesso al credito soprattutto dei giovani professionisti, un piano di interventi articolato che risponda realmente alle esigenze di cassa dei professionisti: dall’anticipo delle parcelle ai flussi di credito vantati verso la pubblica amministrazione; dalla rateizzazione dei contribuiti previdenziali al finanziamento della formazione, fino a formule di investimento chiare e trasparenti che consentano il rilancio dell’attività professionale in un mercato sempre più complesso e concorrenziale. In UniCredit abbiamo trovato un partner forte e sensibile alle problematiche dei liberi professionisti, pronto a collaborare con noi per sostenere e promuovere un settore economico sempre più rilevante e che merita maggiore attenzione. La sintesi di questa alleanza è dentro Valore Professioni”. “La partnership tra Confprofessioni e Unicre-

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dit non rappresenta soltanto una risposta dovuta alle difficoltà di accesso al credito dei professionisti, ma si propone come laboratorio di idee e proposte - afferma Gabriele Piccini, Country Chairman di UniCredit - che nascono dalla lettura delle esigenze del territorio, che intercettano i bisogni dei giovani e dei profili professionali emergenti, che interpretano le dinamiche del mercato del lavoro per trasformarle in progetti operativi che, grazie alle sinergie espresse da Confprofessioni e Unicredit, possano diventare una leva strategica per lo sviluppo del sistema professionale, anche attraverso soluzioni finanziarie ancor più evolute”. Per rispondere a questa sfida, Confprofessioni e UniCredit hanno già messo a punto alcuni meccanismi di cooperazione che si articoleranno attraverso la costituzione di tavoli nazionali e regionali con le delegazioni territoriali di Confprofessioni. Verrà anche avviato un monitoraggio strutturato della partnership che attraverso una reportistica periodica permetterà di misurare la domanda di credito da parte dei professionisti sul territorio. Inoltre Unicredit e Confprofessioni si sono impegnati ad organizzare dei corsi di formazione congiunti sia per i liberi professionisti che per i loro clienti sui temi dell’internazionalizzazione e del non profit.

IL TARGET L’iniziativa si rivolge ai professionisti e agli studi associati iscritti a Confprofessioni attraverso una delle 15 associazioni (Andi, Anmvi, Fimmg, Plp, Adc, Anc, Ancl, Anrev, Ungdcec, Anf, Federnotai, Ala-Assoarchitetti, Assoingegneri, Sindagrof, Singeop), oppure aderenti agli enti bilaterali (Fondoprofessioni, Cadiprof, Ebipro) del sistema confederale. Possono aderire a Valore Professioni anche le società collegate allo studio o costituite dal professionista. Per poter aderire al progetto, il professionista deve dichiarare, attraverso un apposito modulo il proprio status di associato. Le 4 aree con le quali sono stati valutati i singoli bisogni dei professionisti sono state: economia e lavoro, sanità e salute, di-

Valore Professioni offre un catalogo prodotti completo che risponde in maniera concreta alle effettive esigenze dei professionisti nella loro attività professionale e anche sotto il profilo privato, fino a estendersi con prodotti mirati ai clienti dei professionisti: • Fido associati: 10 mila euro disponibili entro 48 ore dalla richiesta, senza alcun tipo di garanzia; • Imprendo One - Confprofessioni: un conto corrente evoluto per operare on line; • Mutuo Professionisti: finanziamento a medio lungo termine per investimenti materiali e immateriali strumentali all’avvio o all’espansione dell’attività professionale; • CreditPiù Professionisti: finanziamento rateale a breve per far fronte alle spese ordinarie dello studio; • Anticipo parcelle: possibilità di anticipare esigenze di liquidità connesse alle prestazioni erogate dai professionisti; • Anticipo crediti e contratti: possibilità di anticipare somme per esigenze di liquidità connesse alle prestazioni erogate dai professionisti verso la Pubblica Amministrazione; • Leasing “Lab”: leasing per l’acquisto di strumentazione professionale; • Leasing “studio”: lo strumento per finanziare gli arredi e le attrezzature informatiche necessarie per avviare o rinnovare lo studio. I prodotti distintivi per le esigenze private del professionista: • Genius card: carta prepagata per gestire in sicurezza le operazioni bancarie senza la necessità di avere un conto corrente; • Mutui e prestiti personali: finanziamenti per far fronte alle esigenze di spese (durata fino a 7 anni per un massimo di 50.000 euro); • UniOpportunità: investimento assicurativo a capitale protetto. Consente di garantire una parte del capitale investito e di destinare la parte rimanente a un investimento sui mercati azionari; • UniValore Plus: polizza assicurativa che consente di personalizzare le scelte di investimento • Fondi Piooner: disponibili oltre 100 fondi comuni che investono in tutte le categorie di investimento; • UniCredit Portfolio: gestione patrimoniale che permette di gestire professionalmente i propri investimenti. A partire da 15.000 euro. I prodotti distintivi per i clienti dei professionisti: • Imprendo export: conto corrente all inclusive comprensivo di un innovativo portale di accesso ai servizi studiati per supportare l’attività di internazionalizzazione; • Credito al consumo: prestito flessibile che offre al cliente del professionista di rateizzare i compensi legati alle prestazioni professionali ricevute. ■


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8 Fisco Attività produttive

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IRAP o non IRAP Dopo numerose sentenze della Corte Costituzionale, della Corte di Cassazione e delle Commissioni Tributarie, tutto resta poco chiaro di ANTONIO MANFREDI assano gli anni e non sono bastate numerose sentenze della Corte Costituzionale, della Corte di Cassazione, delle Commissioni Tributarie e diverse interpretazioni o circolari dell’Agenzia delle Entrate per chiarire chi è soggetto all’IRAP. Spesso queste sentenze si sono trovate in contrasto arrivando a conclusioni anche molto diverse. Questa situazione che il Governo, sarebbe più corretto dire Governi visto che sono stati vari a trovarsi il problema fra le mani, non è in grado di risolvere, nonostante le ripetute promesse e rassicurazioni, continua a creare un enorme contenzioso fra contribuenti e Agenzia delle Entrate con costi enormi per i cittadini e per lo Stato. In particolare i liberi professionisti si trovano molto in difficoltà nel decidere se devono o no versare l’imposta in quanto le sentenze espresse dai vari enti coinvolti sono spesso veramente contrastanti rendendo imprevedibili le conseguenze di ogni decisione in merito. Il problema di fondo

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resta sempre quello dell’“autonoma organizzazione” che giustificherebbe l’imposizione. Infatti, secondo le associazioni di rappresentanza del mondo professionale, l’ANMVI fra queste, si è sempre sostenuto che l’attività professionale non può mai prevedere un’organizzazione che possa essere autonoma rispetto al libero professionista in quanto il suo ruolo e le sue competenze sono strettamente personali e non possono essere demandate a collaboratori. Si può svolgere un’attività veterinaria senza la presenza ed il diretto coinvolgimento di un Medico Veterinario? Decisamente no, si cadrebbe nel reato di abuso di professione. Ed allora come può esserci autonoma organizzazione senza il professionista? Il principio è logico e corretto ma l’Agenzia delle Entrate non lo ha mai accolto mettendo al contrario una serie di condizioni all’attività libero professionale affinché questa potesse essere esclusa dall’imposizione dell’IRAP. Si è quindi iniziato a parlare di volume d’affari, di numero di dipendenti o collaboratori, di attrezzature, ammortamenti, struttura di proprietà, studio associato, ecc. Questo ovviamente ha reso tutto estremamente com-

plicato e soprattutto molto fragile dipendendo dal giudizio, spesso personale, dei dirigenti locali dell’Agenzia delle Entrate. Per fare un esempio, basta un collaboratore apprendista part time per rendere l’organizzazione autonoma e quindi il professionista soggetto all’IRAP? Secondo noi no visto che l’apprendista non può certo sostituire il professionista, ma secondo la Corte di Cassazione sì e si è espressa in questo modo proprio in questi giorni contro il ricorso di un avvocato che chiedeva il rimborso dell’IRAP. Ma allora basta avere in studio un tirocinante? Anche se non è iscritto ancora all’Ordine? Di domande come questa potremmo farne decine senza avere risposte chiare. Parlando di fatturato, quale può essere per uno studio professionale il limite oltre il quale diventa autonoma organizzazione? Riferendoci ai Medici Veterinari che hanno un reddito medio annuo di circa 15mila euro quale può essere il limite? 20mila? 30mila? Ci rendiamo conto che siamo al ridicolo? O forse potremmo dire che se un Medico Veterinario ha un ecografo dobbiamo prevedere un’autonoma organizzazione? È evidente che con queste logiche sempre alea-

torie e del tutto imprevedibili non versare l’IRAP o semplicemente chiederne il rimborso diventa una vera scommessa. Possibile che al Ministero delle Finanze non ci si renda conto di questo caos? O forse è proprio quello che si vuole: il contribuente resta nell’incertezza assoluta con mille dubbi e per non rischiare versa l’IRAP e ci pensa bene prima di richiedere il rimborso. Complimenti! O forse semplicemente il Ministro, intendo Tremonti, sta solo aspettando di rifilare la palla alle Regioni nell’applicazione dell’autonomia fiscale così saremo nel caos totale, basta vedere cosa è accaduto per la Sanità. Fatta questa doverosa premessa vediamo quale sia la situazione attuale di esclusione dall’IRAP per i liberi professionisti alla luce delle ultime sentenze, ribadendo che quello che oggi sembrerebbe definito potrebbe cambiare completamente per una nuova sentenza della Corte di Cassazione o di una Commissione Tributaria Regionale. Secondo la Corte di Cassazione a Sezioni unite si ha l’assoggettamento all’IRAP di un libero professionista quando il contribuente esercita la sua attività in queste condizioni: -sia il responsabile dell’organizzazione e non sia quindi inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità e interesse; -impieghi beni strumentali eccedenti secondo l’id quod plerumque accidit, il minimo indispensabile per esercizio dell’attività in assenza di organizzazione; -si avvalga in modo non occasionale del lavoro altrui. Per quanto riguarda l’ultimo punto abbiamo già evidenziato come la posizione della Cassazione arrivi a situazioni quasi assurde ma purtroppo pesanti per il libero professionista. È bene anche ricordare che risulta irrilevante il titolo giuridico in base al quale ci si avvale di beni strumentali e di lavoro altrui. Oltre a questi tre punti ci sono anche altri due aspetti importanti. • volume d’affari: secondo le ultime sentenze il livello del volume d’affari di un professionista non incide nella valutazione impositiva dell’IRAP. Questo aspetto sembra essere stato accettato definitivamente anche dall’Agenzia delle Entrate. • studio associato: normalmente secondo l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, confermata anche da varie sentenze della Corte di Cassazione, lo studio associato è soggetto all’IRAP se le attività dei soci sono complementari, caso più comune nel settore veterinario. Potrebbe essere escluso dall’imposta uno studio associato dove ogni socio ha un’attività propria ed indipendente con una propria clientela ed utilizza solo servizi di centralino e segreteria. Ma tutto deve essere documentato dal libero professionista perché è sempre il contribuente che deve difendersi dalle richieste dell’agenzia delle Entrate dimostrando di non avere una autonoma organizzazione e, di conseguenza, la sua esclusione dall’IRAP. Come si può vedere le situazioni possono essere diverse e molteplici e quindi definire al momento delle regole precise è ancora veramente impossibile. È bene che ognuno ragioni con il proprio commercialista sulla sua specifica situazione ed arrivi a proprie conclusioni. ■

CESSATA COLLABORAZIONE Informiamo i colleghi lettori che è cessata la collaborazione professionale (consulenze ai medici veterinari e la rubrica legale di Professione Veterinaria)dell’Avvocato Maria Teresa Semeraro in favore di ANMVI.


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Un nuovo grande traguardo per ANMVI International Firmato l’accordo tra ANMVI, Università di Parma e Università Amicizia tra i Popoli di Mosca a sempre ANMVI International ha avuto l’ambizione di dialogare e costruire concrete collaborazioni tra istituzioni universitarie nazionali e internazionali. Una visone globale e internazionale è indispensabile per guardare al futuro con innovazione e affrontare nuovi scenari economici, sociali e sanitari. La convenzione, siglata dal Presidente ANMVI Sandro Barbacini, dal Rettore dell’Università di Parma, Gino Ferretti e Prof V.M. Filippov preside dell’Università dell’Amicizia tra i popoli di Mosca ha la finalità di avviare iniziative di formazione ad elevato contenuto specialistico, per le quali ANMVI International darà anche contributi di docenza. “Con questa Convenzione - spiega il Presidente Barbacini - abbiamo voluto mettere a disposizione dell’Università degli Studi di Parma i nostri servizi logistici per le esigenze didattiche integrative della Scuola di Specializzazione sul modello delle attività svolte nel settore della sanità animale da ANMVI International”. E proprio per l’internazionalizzazione dei processi formativi trova l’avvio l’accordo di cooperazione con la Fa-

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coltà di Medicina Veterinaria di Mosca, un agreement tra tre istituzioni per insegnamento, ricerca, training e interscambio di visiting professor, siglato dai Rettori delle due Università e dal Presidente ANMVI. L’accordo rappresenta per ANMVI International una seconda occasione di collaborazione con l’Università di Mosca. Iniziato con un primo protocollo un anno fa, il gemellaggio viene ora perfezionato

con l’inclusione della Scuola di Specializzazione di Sanità Animale della Facoltà di Parma rappresentata dal direttore Prof. Maria Cristina Ossiprandi. “Vogliamo portare i Medici Veterinari italiani entro un più ampio raggio di conoscenze tecniche e di ambiente di lavoro internazionale ha dichiarato Barbacini - specializzare colleghi e favorire la collaborazione internazionale fra

ANMVI-ISEH: comunicazione traslazionale tra ambiente e alimentazione A Cremona il convegno organizzato da EV nell’ambito del progetto finanziato dall’Assessorato Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia l Trecchi il simposio internazionale: "Ambiente, alimentazione e salute: come sviluppare una comunicazione traslazionale" dello scorso 21-22 ottobre ha fatto luce su numerosi ed interessanti aspetti che accomunano i professionisti impegnati nella tutela della collettività in termini di ambiente ed alimentazione. Le rela-

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zioni hanno, infatti, toccato temi relativi ai pericoli legati alle contaminazioni delle derrate alimentari, ai relativi aspetti ambientali e legislativi. Un tavolo di lavoro internazionale in cui sono stati affrontati e riportati casi pratici di contaminazioni e di allerte che hanno sollevato questioni di sicurezza alimentare, ambientale con anche risvolti etici interessanti. Il corso, organizzato da EV con il contributo di Regione Lombardia, Assessorato alla Formazione e Lavoro è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione di ANMVI International, AIVEMP e ISEH. L'evento rientra nel Progetto "EccellEnte".

CONTAMINANTI PERSISTENTI NON NORMATI

Nel cuore del convegno e della discussione, relatori internazionali provenienti da Russia, Polonia e Palestina hanno dato la possibilità di un confronto diretto tra professionisti del settore relazionando su casi concreti di rischi epidemiologici successi nel loro territorio.

Il Prof. Michele Amorena dell’Università degli Studi di Teramo ha riportato uno studio dei contaminanti non normati tra i quali: PCB non diossina simili, Arsenico, Ftalati nell’area del mar Mediterraneo focalizzando l’attenzione sull’analisi del rischio e della relativa valutazione. La tossicità dei contaminanti, infatti, risulta essere legata principalmente ad esposizioni croniche e per evidenziare questo fattore sono stati riportati i risultati di uno studio effettuato nei capelli dei pescatori del mar Mediterraneo sull’accumulo di arsenico: metallo non normato dalla vigente normativa (Reg.CE 1881/2006) ma dotato di elevata tossicità legata alla forma inorganica. Nelle

conclusioni è emerso che la tossicità derivante dal consumo di alimenti contaminati è legata non alla singola esposizione, ma alla cronicità e gli effetti tossici derivanti non riguardano solamente il consumatore in senso stretto ma anche le generazioni future considerando gli effetti mutageni e teratogeni che caratterizzano la maggior parte dei contaminanti ambientali. Ne consegue che la valutazione del rischio deve essere condotta considerando la categoria di popolazione e differenti abitudini alimentari mentre a livello comunitario è indispensabile produrre un pacchetto normativo più completo che consideri i composti ancora oggi non normati.

BIOMONITORAGGIO AMBIENTALE Interessanti informazioni sono state evidenziate anche dal Dr. Antonino Algozino sul biomonitoraggio ambientale e sanitario delle acque attraverso la fauna ittica e sull’importanza di identificare geni biosensori potenziali che rispondono alle biotossine. In questo modo si potrebbe rilevare l’esposizione del pesce in ambienti contaminati e consentire un rapido screening.

BIOMARKER NEGLI ORGANISMI ITTICI La qualità ambientale è riflessa negli organismi ittici grazie ai loro biomarker, la Dr.ssa Anna Maria Colacci ha riportato l’esigenza di

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gli Atenei nell’impegno formativo post laurea. Crediamo che questo sia il modo di avvicinare l’Università alla Professione”. ANMVI International supporterà l’Università di Parma nell’individuazione delle strutture di soggetti istituzionali o terzi, pubblici e privati, in Italia o all’estero, a seconda dei programmi di ANMVI International e della Scuola di Specializzazione, adatte alle esercitazioni degli Studenti della Scuola e a fornire il supporto logistico per i contatti con detti soggetti. L’accordo con Mosca è la prima grande opportunità di interscambio culturale. ANMVI International, arrivata al quarto anno di attività, è sempre più decisa a perseguire la strada della crescita internazionale, indispensabile per i giovani neolaureati medici veterinari che spesso non hanno la forza di crescere in questa direzione e traguardo importante anche per i professionisti che, attraverso la nostra associazione, possono avere contatti e scambi culturali con paesi terzi. Gli scambi sono diventati numerosi e sono ben oltre una ventina i Paesi che hanno contatti con ANMVI, tramite la sua branca internazionale. Iniziato con la Polonia, il pacchetto di contatti include la stragrande maggioranza dei Paesi dell’Est EU ma anche la Russia e la Bielorussia; negli ultimi tempi i contatti si sono allargati fino alla Palestina e da quest’anno include anche la fascia settentrionale dell’Africa che nello scorso maggio ha inviato quasi una ventina di colleghi provenienti da Tunisia, Marocco, Algeria, Siria, Libia, Egitto, Sudan, Tulkarem. Per l’anno 2011 ANMVI International conta di effettuare ancora uno stage e quattro grandi eventi, che saranno annunciati ai primi dell’anno. ■

trovare strumenti comuni che possano funzionare nella pratica clinica, veterinaria e nel monitoraggio ambientale. È necessario seguire la risposta biologica dai microrganismi all’uomo e standardizzare le tecniche ed i linguaggi per identificare in maniera globale i composti chimici nell’ambiente e tutelare la salute.

CONTAMINANTI E NUTRIENTI La dr.ssa Francesca Maranghi ha presentato l’iniziativa europea Aquamax che si pone tra gli obiettivi, di affrontare serie problematiche quali: il depauperamento delle risorse marine, lo sviluppo di metodologie mangimistiche sostenibili e i rischi relativi alla presenza di contaminanti.

NUTRIENTI E INTEGRATORI Di non seconda importanza la relazione del dott. Alberto Mantovani sui nutrienti in alimentazione animale e la sicurezza del consumatore in cui è stata sottolineata l’attenzione di EFSA verso i mangimi poiché l’obiettivo non è quello di spingere la produttività ma bensì coprire i fabbisogni dell’animale e prevenire i diffusi problemi di carenza. A riguardo dell’integrazione umana ha trattato il Dr. Fabio Galvano evidenziando quando è necessario integrare e quando invece comporta dei rischi.

COMUNICAZIONE DEL RISCHIO Sul piano della comunicazione, ha invece, preso parola il Dr. Alberto Nico riportando esperienze europee nella comunicazione e di come viene percepito il rischio ambientale, sanitario e alimentare. Anmvi International, ha ancora una volta, offerto la possibilità di lavoro e confronto in argomenti articolati e complessi ma comuni a livello globale. Per questo è sempre più indispensabile una cooperazione di più ampio respiro e un ■ continuo dibattito con i paesi terzi.


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Eventi Veterinari

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IN COLLABORAZIONE CON L’ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DI MILANO SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI

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SCRIPTA MANENT AVES VOLANT… CHIUDETE LA FINESTRA. LE BASI DELLA MEDICINA AVIARE Milano, 14 Novembre 2010 RELATORE Dr. Lorenzo Crosta - Delegato regionale Dr.ssa Federica Grampa OBIETTIVI I pazienti insoliti stanno diventando sempre più abituali. Alcuni gruppi zoologici, fra cui gli uccelli, presentano notevoli differenze rispetto ai mammiferi più comuni. Scopo della giornata e di mettere i partecipanti in condizioni di esaminare un paziente aviare senza troppo imbarazzo, in modo da impostare per lo meno un iter diagnostico corretto.

PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 La visita clinica del paziente aviare: le cose da fare e… da non fare 11.00 Pausa 11.30 Le principali malattie dei pappagalli 13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) 13.30 Pausa 14.30 Diagnostica per immagini negli uccelli: basi di radiologia ed endoscopia

15.30 Pausa 16.00 Emergenze Aviari 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata. SEDE “Sala ISU Attilio Levi, via Valvassori Peroni 21 Milano” ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE e SCIVAC in regola con l’iscrizione 2010. Non è richiesta la preiscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede d’incontro presentandosi alle ore 08.30 presso la segreteria. SEGRETERIA SIVAE: Elisa Tel: 0372/40.35.00 E-mail: info@sivae.it

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APPROCCIO BASE ALLA CHIRURGIA DEI PICCOLI MAMMIFERI Eboli (SA), 29 Novembre 2010 Evento patrocinato dalla Facoltà di medicina veterinaria Università degli studi di Napoli Federico II RELATORE Dr. Marzo Bedin DELEGATO REGIONALE Dr. Michele Capasso OBIETTIVI La chirurgia degli animali esotici siano essi uccelli, rettili o piccoli mammiferi rappresenta una grossa risorsa per il medico veterinario che intende occuparsi della medicina e della chirurgia di queste specie. Molti di questi animali presentano delle patologie peculiari e delle caratteristiche anatomiche del tutto diverse dagli animali da compagnia tradizionali come il cane ed il gatto e per questo motivo la conoscenza dell’anatomia di queste specie è basilare per il corretto approccio chirurgico. Molte patologie possono essere adeguatamente trattate solo mediante un approccio chirurgico che necessita di conoscenze specifiche. Date le dimensioni, spesso esigue, di questi pazienti la chirurgia degli animali esotici rappresenta una sfida anche per il miglior chirurgo. Nel corso della giornata di aggiornamento professionale, saranno trattate le varie patologie di pertinenza chirurgica che più comunemente possono essere oggetto di richiesta di prestazioni “specialistiche” da parte del proprietario/cliente.

PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Considerazioni generali sulla chirurgia dei piccoli mammiferi 11.00 Pausa 11.30 Principali tecniche chirurgiche del coniglio

13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) 13.30 Pausa 14.30 Principali tecniche chirurgiche del furetto 15.30 Pausa 16.00 Principali tecniche chirurgiche dei piccoli mammiferi 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata SEDE: CREMOPAR - Centro Regionale per il monitoraggio delle Parassitosi Regione Campania - località Cioffi - Eboli (SA) ISCRIZIONE: L’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE e SCIVAC in regola con l’iscrizione 2010. Non è richiesta la preiscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede d’incontro presentandosi alle ore 08.30 presso la segreteria.

In fase di accreditamento

SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI

SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC MOLISE Cosa c’è di nuovo nella diagnosi, prognosi e terapia dei disordini infiammatori cronici dell’apparato gastroenterico dei piccoli animali Campobasso, 28 Novembre 2010

DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC VALLE D’AOSTA Quando la chirurgia diventa intrigante Quart (AO), 28 Novembre 2010 9.25

9.30 10.15

11.00 11.30 12.15 13.00 14.00 RELATORE Ugo Lotti OBIETTIVI La malattia infiammatoria intestinale rappresenta, per la gastroenterologia dei piccoli animali, una parte molto importate sia per l’alto numero di casi diagnosticati sia per la mancanza di un chiaro e definito indirizzo prognostico, diagnostico e terapeutico. Nella giornata verranno trattate, basandosi sia sulle pubblicazioni scientifiche più recenti che sull’esperienza pratica del relatore, le teorie patogenetiche assieme agli approcci diagnostici e terapeutici più accreditati. L’utilizzo di casi clinici interattivi sarà indispensabile per chiarire i più moderni sistemi di monitorizzazione della terapia associati ad una corretta valutazione prognostica sulla base di criteri ormai ben definiti dalla letteratura internazionale.

PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori

15.00 15.30 16.30 17.00

Stato dell’arte sulla patogenesi dell’infiammazione intestinale cronica Quanto e come ci può aiutare il laboratorio nella diagnosi e nella prognosi Pausa Cosa si deve chiedere all’endoscopista e all’istopatologo Novità sulla terapia e sul monitoraggio clinico dei pazienti con IBD Pausa Dimostrazione di monitoraggio terapeutico mediante casi clinici interattivi Pausa Utilizzo di casi clinici interattivi per valutare i principali fattori prognostici Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata

SEDE Hotel San Giorgio - Via Insorti d’Ungheria 11 - Campobasso

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Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori Indicazioni cliniche e tecniche di ricostruzione di ampie soluzioni di continuo in diverse regioni corporee nel cane e nel gatto Pausa Indicazioni cliniche e chirurgia di colon/retto, regione perianale e perineale nel cane e nel gatto Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) Pausa Casi clinici interattivi Pausa Casi clinici interattivi Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata

RELATORE Paolo Buracco

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OBIETTIVI

SEDE Auditorium comunale Villair di Quart - (AO)

Affrontare e risolvere situazioni più o meno complesse (neoplastiche e non) dal punto di vista chirurgico (si affronteranno le patologie di più frequente riscontro). Gli aspetti diagnostici saranno trattati solo nei loro elementi fondamentali e pratici. Fornire elementi prognostici.

PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze

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PER TUTTI GLI INCONTRI È STATO RICHIESTO L’ACCREDITAMENTO PARTECIPAZIONE Si ricorda che la partecipazione agli incontri delle Delegazioni Regionali è riservata ai Soci Scivac, indipendentemente dalla regione di appartenenza, in regola con la quota Associativa dell'anno in corso. I Soci Scivac possono partecipare a qualsiasi incontro regionale organizzato da Scivac in qualsiasi regione e a titolo gratuito (portare con sé la tessera Scivac). INFORMAZIONI Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani - Tel. 0372/403506 - delregionali@scivac.it


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12 Eventi Veterinari

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SVIDI

SIONCOV

SINUV

SOCIETÀ VETERINARIA ITALIANA DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI

SOCIETÀ ITALIANA DI ONCOLOGIA VETERINARIA

SOCIETÀ ITALIANA DI NEFROLOGIA E UROLOGIA VETERINARIA

NEOPLASIE POLMONARI E PLEURICHE Cremona, Palazzo Trecchi, Sabato 13 e Domenica 14 Novembre 2010 tarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Soci SVIDI/SIONCOV: gratuito Soci SCIVAC: € 50,00 Non Soci: € 100,00

UOMO E CANE: DUE SPECIE A CONFRONTO IN NEFROLOGIA Cremona, Palazzo Trecchi, Domenica 21 Novembre 2010

DOMENICA 14 NOVEMBRE 2010 Incontro SIONCOV RELATORI Paolo Buracco, Torino - Chiara Leo, Hunenberg (CH) - Piergiorgio Solli, Milano SABATO 13 NOVEMBRE 2010 Incontro SVIDI / SIONCOV RELATORI Walter Bertazzolo, Pavia - Giuliano Bettini, Bologna - Laura Marconato, Hunenberg (CH) - Giorgio Romanelli, Milano Federica Rossi, Bologna Massimo Vignoli, Bologna PROGRAMMA SCIENTIFICO 08.30 Registrazione dei partecipanti 09.00 Presentazione dell’incontro e AOB 09.30 Classificazione neoplasie polmonari e pleuriche. Presentazione clinica e stadiazione - L. Marconato 10.15 Pausa 10.45 Tecniche diagnostiche: radiologia F. Rossi 11.30 Tecniche diagnostiche: ecografia F. Rossi 12.15 Tecniche diagnostiche: TC M. Vignoli 13.00 Discussione 13.30 Pausa pranzo 14.30 Biopsia ecoguidata, TC guidata, toracoscopica e videoassistita a confronto - G. Romanelli e M. Vignoli 15.15 Citologia di tumori polmonari e pleurici - W. Bertazzolo 16.00 Pausa 16.15 Tipizzazione istologica e molecolare dei tumori primitivi e secondari polmonari e pleurici - G. Bettini 17.00 Domande e discussione 17.30 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SVIDI/ SIONCOV in regola con l’iscrizione 2010. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presen-

PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 Approccio chirurgico ai tumori polmonari primitivi e fattori prognostici P. Buracco 9.45 Approccio terapeutico ai tumori polmonari secondari e ai tumori della pleura - P. Buracco 10.30 Pausa 11.00 Comunicazioni brevi dei soci SIONCOV 12.00 Trattamento chemioterapico (primitivi e secondari) - C. Leo 12.45 Discussione 13.30 Pausa pranzo 14.30 Overview dei più comuni tumori polmonari nell’uomo. Aspetti epidemiologici - P. Solli 15.30 Comunicazioni brevi dei soci SIONCOV 16.15 Pausa 17.15 Overview della terapia dei tumori polmonari nell’uomo - P. Solli 18.00 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIONCOV in regola con l’iscrizione 2010. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Soci SIONCOV: gratuito Soci SCIVAC: € 50,00 Non Soci: € 100,00

RELATORI Federico Nalesso, MD, Dip. Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Ospedale San Bortolo, Vicenza, Luca Aresu, Padova - Monica Cherubini, Prato - Francesco Ghiani, Genova - Paola Scarpa, Milano PROGRAMMA SCIENTIFICO 08.30 Registrazione dei partecipanti 09.00 Glomerulonefrite acuta e cronica in medicina umana - F. Nalesso 10.00 Glomerulonefrite acuta e cronica in medicina veterinaria - L. Aresu 11.00 Pausa 11.30 Sindrome nefrosica (proteinuria nefrosica e subnefrosica) in medicina umana - F. Nalesso 12.30 Glomerulonefrite e sindorme nefrosica: limiti della letteratura veterinaria - M.Cherubini 12.50 Domande e discussione

IN OMAGGIO A TUTTI I SOCI SCIVAC DEL 2010 (INVIO PREVISTO: 15 NOVEMBRE)

ISCRIZIONE Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Socio SINUV/SIMUTIV: GRATUITO Soci SCIVAC: € 50,00 Non Soci: € 100,00

Richiesto accreditamento

SOCIETÀ ITALIANA DI ORTOPEDIA VETERINARIA

NON SOLO SAPERE E SAPER FARE, MA SAPER ANCHE GESTIRE: PROBLEMATICHE ORGANIZZATIVE IN ORTOPEDIA VETERINARIA Cremona, Palazzo Trecchi, Sabato 27 e Domenica 28 Novembre 2010 15.00 Gli insoluti: come prevenirli e come gestirli - M. Viotti 15.30 Pausa 16.00 La pubblicità - M. Viotti 16.30 I testi e le riviste scientifiche che interessano l’ortopedico veterinario S. Boiocchi 17.00 Comunicazioni libere 17.30 Domande e discussione 18.00 Termine dei lavori

INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372/403509 - Fax 0372/457091 Email: socspec@scivac.it - Web: www.scivac.it sezione Società specialistiche

Tratta tutti gli argomenti in modo pratico e preciso. Ogni argomento è stato curato da uno specialista americano e rivisto da uno specialista italiano in modo da adeguare il testo alle normative italiane o per sostituire farmaci eventualmente non registrati nel nostro paese. Formato 17x24 - 480 pagine

13.00 Pausa pranzo 14.30 Ipertensione arteriosa: aspetti terapeutici in medicina umana F. Nalesso 15.30 Ipertensione arteriosa: quali verità in medicina veterinaria - P. Scarpa 16.00 Pausa 16.30 Anomalie tubulari in medicina umana - F. Nalesso 17.30 Anomalie tubulari in medicina veterinaria - L. Aresu 18.00 Anomalie tubulari: limiti della letteratura veterinaria- F. Ghiani 18.20 Domande e discussione 18.30 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori

SIOVET

Richiesto accreditamento

MANUALE DI PROCEDURE CLINICHE PRATICHE NEL CANE E NEL GATTO

Aperto ai soci SIMUTIV

RELATORI Edoardo Auriemma, Utrecht (B) - Silvia Boiocchi, Milano - Bruno Peirone, Torino Massimo Petazzoni, Milano - Aldo Vezzoni, Cremona - Avv. Cinzia Vitacolonna, Bologna - Marco Viotti, Torino PROGRAMMA SCIENTIFICO SABATO 27 NOVEMBRE 2010 08.30 Registrazione dei partecipanti 09.15 Introduzione 09.30 Il consenso informato C. Vitacolonna 10.00 La gestione del periodo postoperatorio e delle complicazioni M. Petazzoni 10.30 Pausa 11.00 Comunicazioni Libere 11.30 Il rapporto con i colleghi - M. Viotti 12.00 La responsabilità civile C. Vitacolonna 12.30 Le assicurazioni di responsabilità civile - M. Viotti 13.00 Comunicazioni Libere 14.00 Pausa pranzo 14.30 La refertazione - A. Vezzoni

DOMENICA 28 NOVEMBRE 2010 08.30 Il rapporto con l’allevatore A. Vezzoni 09.00 Il vizio redibitorio - C. Vitacolonna 09.30 Come presentare un caso clinico B. Peirone 10.00 Pausa 10.30 Comunicazioni Libere 11.00 L’archiviazione delle cartelle cliniche e del materiale diagnostico - M. Viotti 11.30 La radiologia digitale ed i software di gestione ed archiviazione E. Auriemma 12.00 Comunicazioni Libere 12.30 Domande e discussione 13.00 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e termine dei lavori ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIOVET in regola con l’iscrizione 2010. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Soci SIOVET: GRATUITO Soci SCIVAC: € 50,00 Non Soci: € 100,00

Richiesto accreditamento


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Attualità scientifica Vet Journal

Spironolattone nella terapia della valvulopatia mitralica Secondo uno studio, associato alla terapia convenzionale può ridurre morbilità e mortalità nei cani con MMVD

di MARIA GRAZIA MONZEGLIO no studio ha valutato l’efficacia clinica dello spironolattone, antagonista dell’aldosterone, somministrato in associazione alla terapia convenzionale in cani affetti da valvulopatia mitralica (MMVD). Sono stati inclusi nello studio 212 cani provenienti da 32 diverse cliniche situate in Francia, Germania, Belgio e Italia, affetti da rigurgito mitralico da moderato a grave secondario a MMVD (Classe II [n = 190] e classe III [n = 21] della Classificazione dell’International Small Animal Cardiac Health Council). Lo studio è stato eseguito in doppio cieco controllato e i cani venivano assegnati con metodo random a 2 gruppi omogenei: uno trattato con terapia convenzionale (ACEi +/- furosemide e digossina) e spironolattone (2 mg/kg una volta al giorno), e uno trattato con terapia convenzionale e

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placebo. Lo studio ha avuto una durata di 15 mesi al termine dei quali sono stati valutati come end point primario: la morte o eutanasia per cause cardiache (mortalità) e il grave peggioramento dell’insufficienza cardiaca (morbilità). L’end point primario veniva raggiunto da 11 cani su 102 (10,8%) nel gruppo spironolattone (6 morti, 5 peggiorati) e in 28 cani su 110 (25,5%) nel gruppo di controllo (14 morti, 8 soppressi, 6 peggiorati). Nel gruppo spironolattone il rischio di raggiungere l’endpoint composito diminuiva significativamente del 55% e quello di morte o eutanasia dovuta a cause cardiache si riduceva significativamente del 69%. Il numero di cani che non completavano lo studio per motivi cardiaci o diversi era simile nei due gruppi (spironolattone: 67/102, controlli: 66/110). L’aggiunta di spironolattone alla terapia cardiaca convenzionale, concludono gli autori, riduce il rischio di raggiungere l’end point primario (morte o eutanasia per cause cardiache o grave peggioramento) nei cani con rigurgito mitralico da moderato a grave causato da valvulopatia mitralica. “Efficacy of spironolactone on survival in dogs with naturally occurring mitral regurgitation caused by myxomatous mitral valve disease” Bernay F, Bland JM, Häggström J, Baduel L, Combes B, Lopez A, Kaltsatos V. J Vet Intern Med. 2010 Mar-Apr; 24(2): 331-41. ■

PATOLOGIE OCULARI NELLA CAVIA: STUDIO SU MILLE SOGGETTI

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videnze aneddotiche suggeriscono che le cavie hanno un'elevata prevalenza di patologie oculari. Uno studio ha effettuato un sondaggio di 1000 cavie appartenenti a varie popolazioni (d'affezione, da laboratorio, di rifugio ecc.). Ciascun animale veniva sottoposto a un esame oftalmologico completo con oftalmoscopia diretta e indiretta e

biomicrocopio con lampada a fessura. In alcuni soggetti si effettuava la valutazione della produzione lacrimale con test di Schirmer 1 e della pressione intraoculare con tonometro dopo anestesia locale. Il 45% dei soggetti esaminati presentava alcune alterazioni oculari. Si trattava nella maggior parte dei casi di lesioni della lente, tra cui cataratta nel 17% dei casi e anomalie subcliniche della lente, quale sclerosi nucleare, nel 21% dei casi. Si riscontravano poi congiuntivite nel 4,7% dei soggetti e cheratite nel 3,6%. Si osservava la deposizione di lipidi nella congiuntiva nel 2,3% delle cavie e formazione ossea eterotopica del corpo ciliare nello 0,8% degli animali. Lo studio mostra, concludono gli autori, un'elevata proporzione di alterazioni oculari di vario grado in soggetti altrimenti sani. (M.G.M.) “Ocular disease in the Guinea pig (Cavia porcellus): a survey of 1000 animals” Williams D, Sullivan A. Vet Ophthalmol. 2010 Sep; 13 Suppl: 54-62.

Vet Journal è un periodico di informazione scientifica di proprietà di E.V. srl iscritto nel Pubblico Registro della Stampa periodica presso il Tribunale di Cremona al n. 396 dal 18.12.2003. È diretto dal dottor Enrico Febbo e dalla dottoressa Maria Grazia Monzeglio. Fornisce un flusso informativo continuo sugli eventi della medicina veterinaria e sul mondo delle bioscienze, con tre edizioni alla settimana. Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo www.vetjournal.it/

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Confronto tra temperatura rettale e vaginale nella vacca da latte Sono correlate. La misurazione vaginale mediante CIDR consente di identificare le variazioni giornaliere

omunemente, la misurazione della temperatura corporea della vacca da latte per identificare eventuali stati patologici viene effettuata con un termometro rettale, ma la misurazione vaginale viene utilizzata con crescente frequenza nell’ambito della ricerca. Uno studio ha inteso validare le misurazioni vaginali della temperatura corporea confrontandole con quelle rettali. I data logger utilizzati per acquisire le temperature vaginali possono essere programmati per acquisire più letture al giorno, offrendo l'opportunità di interpretare gli effetti della salute in relazione alle differenze diurne della temperatura. Inoltre, un secondo obiettivo dello studio era di confrontare le variazioni diurne della temperatura corporea delle vacche affette e non affette da ritenzione placentare. La temperatura corporea veniva monitorata per 8 giorni in 29 vacche che avevano in precedenza partorito (incluse nello studio due giorni dopo il parto; 7 di queste vacche erano

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affette da ritenzione placentare) e in 13 vacche al picco di lattazione (98±8 giorni). La temperatura rettale veniva misurata alle ore 06.30, 09.30, 12.30, 15.30, 18.30 e 21.30 (±30 min) con un termometro digitale per 8 giorni consecutivi. Durante lo stesso periodo, si misurava la temperatura vaginale ogni 10 minuti con un data logger controllato da microprocessore unito a un inserto CIDR (controlled internal drug release, dispositivo per il rilascio interno controllato di farmaci) vaginale modificato. Si effettuava una media oraria dei valori di temperatura vaginale e li si accoppiava ai corrispondenti valori di temperatura rettale. Si osservava una relazione tra temperatura rettale e vaginale per le vacche a inizio lattazione e per quelle al picco di lattazione. Le vacche affette da ritenzione placentare presentavano temperature corporee superiori (39,2±0,01) rispetto alle vacche sane (39,1±0,01). La temperatura corporea era maggiore di notte e minore tra le 08.00 e le 10.00 nelle vacche sane (39,0±0,02) e tra le 11.00 e le 13.00 per le vacche con ritenzione placentare (39,1±0.02). Le temperature vaginali, concludono gli autori, erano correlate a quelle rettali e fornivano il vantaggio di identificare le variazioni giornaliere della temperatura corporea. (M.G.M.) “Comparison of rectal and vaginal temperatures in lactating dairy cows” L.A. Vickers, O. Burfeind, M.A.G. von Keyserlingk, D.M. Veira, D.M. Weary, W. Heuwieser. Journal of Dairy Science. Volume 93, Issue 11, Pages 52465251 (November 2010) ■

Incontinenza della cagna: trattamento con sling vaginale transotturatoria Risultati preliminari positivi della TVT-O in uno studio su sette soggetti no studio ha valutato l'efficacia clinica della tecnica TVT-O (sospensione uretrale transotturatoria inside-out) utilizzata nella donna, in cagne incontinenti affette da incompetenza dello sfintere uretrale (USMI), determinandone gli effetti urodinamici e morfologici. In 7 cagne sterilizzate incontinenti affette da USMI si applicava una sling TVT-O. Prima dell'intervento e 1 e 3 mesi dopo, si effettuava una profilometria della pressione uretrale (UPP) e una vaginouretrografia. Si valutavano l'efficacia clinica della tecnica e le sue complicazioni. Immediatamente dopo la procedura, la continenza veniva ripristinata in tutte le cagne. In un soggetto, l'incontinenza recidivava due mesi dopo la chirurgia, e si effettuava un trattamento con fenilpropanolamina. Al follow-

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up medio di 11,3 mesi, 6 cagne su 7 erano continenti. In un soggetto si verificava una lacerazione uretrale iatrogena durante l'intervento. Non si riscontravano complicazioni postoperatorie. La UPP postoperatoria mostrava un aumento significativo della pressione di chiusura uretrale massima e della pressione integrata. Le vaginouretrografie postoperatorie non presentavano aspetti di rilievo. La procedura chirurgica non modificava la sede del collo della vescica nelle cagne con vescica pelvica pregressa. La TVT-O, concludono gli autori, era in grado di mantenere la continenza a breve termine in 6 cagne su 7 affette da USMI. (M.G.M.) “Transobturator Vaginal Tape Inside Out for Treatment of Urethral Sphincter Mechanism Incompetence: Preliminary Results in 7 Female Dogs” Claeys S, De Leval J, Hamaide A. Vet Surg. 2010 Sep 29. ■


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Abruzzo Anmvi Regione

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Ospedale a Teramo, sì della Facoltà al tavolo ANMVI L’incontro proposto da ANMVI Abruzzo si terrà a novembre opo il sì del Servizio Sanità Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Regione Abruzzo anche il Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo, Fulvio Marsilio, dà la sua “piena disponibilità ad un incontro chiarificatore” sulle attività dell’Ospedale Didattico Veterinario. Il tavolo, proposto da ANMVI Abruzzo alle autorità Regionali ed esteso agli Ordini provinciali, si avvia a partire con i migliori presupposti d’intesa fra tutte le componenti professionali, accademiche e istituzionali. Il professor Marsilio sottolinea che la Facoltà “ha sempre posto in primo piano il franco e leale confronto con tutti gli attori in causa, perseguendo i propri fini istituzionali, ossia la didattica e la ricerca” e aggiunge: “Ritengo che la presenza sul territorio abruzzese dell’Ospedale Didattico Veterinario debba esse-

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re considerata come una risorsa a disposizione della regione e dalla quale trarre tutti i possibili vantaggi”. Nelle scorse settimane, dopo il via libera al progetto sperimentale di pronto soccorso presso l’Ospedale didattico teramano, ANMVI Nazionale e ANMVI Abruzzo avevano chiesto chiarimenti in merito all’effettiva erogazione di prestazioni su cani randagi. Il Servizio di Emergenza clinica 24 ore su 24 per 356 giorni all’anno è frutto di una convenzione siglata dall’Ateneo e dalla Regione Abruzzo, divenuta ufficiale con la pubblicazione sul Bollettino regionale a giugno di quest’anno. L’Associazione, ravvisava in particolare la “necessità di chiarire i termini di erogazione delle prestazioni, sia sotto il profilo della tipologia che dei beneficiari. Alcuni aspetti operativi indicati nell’atto non appaiono infatti del tutto coerenti con la dichiarata destinazione delle prestazioni agli animali “privi di proprietario”.

TERAPIA DEL DOLORE, INCONTRO ANMVI SICILIA

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l Consiglio Regionale ANMVI Sicilia organizza domenica 28 novembre una giornata sulla terapia del dolore. L’incontro, in collaborazione con SCIVAC e con l’Ordine dei Medici Veterinari di Palermo, si terrà presso la sede dell’Ordine. A trattare l’argomento saranno il Prof. Antonello Bufalari e il Dott. Gaetano Farina. Gli argomenti, che verranno sviluppati con lezioni teoriche, riguardano gli aspetti fisiopatologici del dolore, i metodi di valutazione del dolore nei piccoli animali e l’impiego degli analgesici. Una relazione sarà inoltre dedicata alla normativa sugli stupefacenti e alla tenuta dei registri. L’incontro è libero e gratuito per tutti i medici veterinari iscritti ad una delle associazioni federate ANMVI. Per motivi organizzativi è necessaria la preiscrizione. Per informazioni: Segreteria ANMVI Regione - 0372/40.35.41.

Si tratta di un aspetto particolarmente rilevante sotto il profilo della concorrenza e degli equilibri di mercato, che rappresenta un punto imprescindibile per una condivisione di intenti, fra Università e Categoria libero professionale, in fatto di presupposti e finalità degli ospedali veterinari didattici”. Secondo l’Associazione, il Progetto suscita alcune “perplessità di carattere operativo-gestionale, laddove prefigura l’eventualità che l’animale soccorso risulti di proprietà o comunque ascrivibile ad un detentore; il Progetto operativo risulta a nostro avviso carente di adeguate misure atte ad accertare l’effettiva condizione di randagio dell’animale rinvenuto, con conseguente trasferimento (anche su lunghe distanze), ricovero e trattamento, in mancanza delle necessarie autorizzazioni e senza alcuna consultazione con l’eventuale medico veterinario curante”. L’incontro si terrà a novembre presso la sede dei Servizi Veterinari, su convocazione della Direzione del Servizio Sanità Animale e Sicurezza Alimentare della Regione Abruzzo. ■

Viterbo, partono i LeaVet arte a Viterbo la campagna di sterilizzazione degli animali di proprietà per contrastare il randagismo. Il progetto è stato reso possibile grazie ad un’apposita convenzione stipulata dalla Provincia con l’Ordine dei Veterinari nel luglio scorso. “Un’iniziativa - spiega l’assessore Paolo Equitani - che ha come obiettivo quello di contenere il randagismo attraverso un controllo e una riduzione delle nascite. La sterilizzazione potrà essere applicata sia sui randagi catturati e tenuti nei canili sia sugli animali domestici qualora i proprietari ne facciano richiesta. Troppo spesso infatti a favorire il proliferare del fenomeno sono i possessori di cani che, non potendo tenere i cuccioli in casa, li abbandonano per la strada”. A luglio l’assessore all’Ambiente e il dirigente del settore, ing. Flaminia Tosini, avevano incontrato il responsabile del servizio veterinario della Asl di Viterbo, Giancarlo Nicolai e Daniela Boltrini, presidente dell’Ordine dei veterinari di Viterbo, coordinatrice nazionale del progetto Leavet dell’ANMVI e Segretario ANMVI Lazio per discutere del progetto. Il confronto riguardava l'utilizzo di un finanziamento regionale di 22mila euro, e di altre risorse messe a disposizione dalla Provincia e da alcuni Comuni della Tuscia, per un totale di 50mila euro. Nell’incontro Daniela Boltrini aveva respinto l'ipotesi di far sterilizzare gratuitamente gli animali di proprietà: "La gratuità della prestazione è un messaggio diseducativo e disincentivante, che l'esperienza ci dice non sensibilizza e non aumenta il senso di responsabilità nel prevenire aumenti incontrollati della popolazione animale. Inoltre, continua Daniela Boltrini, "una Regione che ha dovuto intervenire sulle finanze pubbliche con forti riduzioni di spesa in tutti i settori non può permettersi di investire i fondi in programmi di dubbia efficacia"."Se per i ran-

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SERVIZIO DI EMERGENZA 24 ORE SU 24

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a convenzione siglata dall’Ateneo e la Regione Abruzzo sul servizio di emergenza clinica attivato dalla Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo presso il proprio ospedale didattico è divenuta ufficiale con la pubblicazione sul Bollettino regionale n. 39 del 16 giugno 2010. Si tratta di un “progetto sperimentale”, con un programma operativo sottoscritto tra il Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria e il Dirigente del Servizio di Sanità Veterinaria e Sicurezza Alimentare che durerà fino al maggio del 2011. Il personale coinvolto è rappresentato dai medici veterinari delle ASL abruzzesi che si occupano della prevenzione del randagismo e dai medici veterinari in servizio presso l’Ospedale universitario. La struttura garantirà la copertura di competenze specialistiche mediche, chirurgiche ed ostetrico-ginecologiche d’urgenza esclusivamente rivolte a cani e gatti randagi. Gli animali dovranno essere identificati con microchip e riportati nel verbale di cattura. Il trasporto, nel rispetto del benessere dell’animale, spetta alla ASL che ha provveduto alla cattura. Il medico veterinario ASL, valutato che l’animale rientra nei termini previsti dalla convenzione, prende accordi con l’Ospedale per l’eventuale ricovero; se l’animale non rientrerà fra i soggetti beneficiari della convenzione, dopo un esame clinico, sarà consegnato al detentore con un referto clinico di accompagnamento ed eventuali consigli terapeutici. Nel caso in cui si identificasse il proprietario, la ASL competente provvederà a contattarlo, ad informarlo della situazione sanitaria dell’animale. Le spese sostenute per la cura, compreso l’eventuale smaltimento verranno addebitate al proprietario. Il servizio viene garantito attraverso la reperibilità al numero di telefono: 334/6104143

dagi esistono fondi pubblici appositamente destinati dalla finanza pubblica, per i cani di proprietà è necessario prevedere una compartecipazione alla spesa, attraverso un "ticket" esattamente come accade per la sanità umana - aggiunge - Il progetto Leavet, inoltre, si basa su un concetto di "veterinaria sociale" che individua le fasce economicamente deboli di proprietari e favorire una destinazione mirata delle agevolazioni". La Provincia ha fissato un calendario di incontri con i vari comuni che hanno aderito all’iniziativa per spiegare le modalità di attuazione della campagna. ■


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Zootecnia Info Regioni

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Veneto-Friuli, accordo sul controllo dei cervi

stato sottoscritto lo scorso 25 ottobre l’accordo per il controllo delle popolazioni di cervo in Cansiglio. L’intesa, sulla quale si è favorevolmente espresso l’Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale), è finalizzata a riportare in equilibrio risorse dell’ecosistema foresta e numero dei capi presenti, attualmente in eccesso con conseguente alterazione del rapporto tra presenza animale e risorse naturali e il rischio, non remoto, di conseguenze sanitarie sulla zootecnia. L’hanno siglata l’assessore del Veneto Daniele Stival, il collega del Friuli Venezia Giulia Claudio Violino, l’amministratore unico di Veneto Agricoltura Paolo Pizzolato, il presidente della Provincia di Belluno Gianpaolo Bottacin, l’assessore provinciale di Treviso Mirco Lorenzon e il comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato Alberto Colleselli. Il Piano prevede la costituzione di un gruppo tecnico da parte delle istituzioni interessate, allargato ad un rappresentante dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, per determinare, coordinare e verificare iniziative di intervento

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per il contenimento del numero dei capi, che attualmente viene stimato tra i 2 mila e i 2.500 esemplari rispetto alle 3 - 4 cento unità valutate una decina di anni fa. In assenza di interventi specifici, il numero dei cervi è destinato a raddoppiare in un quinquennio, con conseguente ulteriore sottrazione di risorse e foraggio indispensabili al permanere delle attività umane e zootecniche in Cansiglio, mentre non è esclusa la possibilità di “collasso sanitario” della popolazione di cervidi, come già accaduto in altre situazioni analoghe, che porterebbe alla decimazione “naturale” degli animali e a possibili problemi veterinari per le restanti specie, comprese quelle da reddito. Per raggiungere il risultato, saranno rafforzati i piani di prelievo ordinari nelle aree di caccia limitrofe, sia in Veneto sia in Friuli Venezia Giulia. Qualora tali iniziative non si rivelassero sufficienti, sarà possibile attivare interventi di controllo anche all’interno dell’area demaniale, esclusivamente utilizzando personale istituzionale (polizia forestale). Secondo i tecnici, un corretto equilibrio potrebbe essere raggiunto contenendo i cervi attorno alle 1000 1.500 unità. “In buona sostanza - ha commentato Stival - il nostro obiettivo è dare una mano agli equilibri naturali perché non vengano compromessi, in una zona dove convivono risorse naturali e attività di coltivazione, pascolo e zootecnia di pregio, bovina e ovina”. In occasione della firma del documento, gli allevatori del Cansiglio hanno manifestato per sollecitare anche indennizzi per le perdite subite, chiedendo tra l’altro recinzioni e indagini epidemiologiche. ■ (A cura dell’Ufficio Stampa della Regione Veneto)

COMMERCIO ILLEGALE DI MAIALI A MATERA

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i sono concluse le indagini della Procura della Repubblica di Matera in merito all’operazione condotta dalla Guardia di finanza, che circa due mesi fa portò all’arresto di 14 persone in diverse regioni d’Italia, tra cui i due fratelli Corrado di San Giorgio Lucano, ritenuti tra i principali responsabili di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale ed al commercio di capi di bestiame (suini) in violazione delle norme sanitarie. Ora gli indagati, entro 20 giorni dalla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, hanno facoltà di presentare memorie, produrre documenti e depositare documentazione relativa alle investigazioni presso la segreteria del pubblico ministero, Rosanna Defraia. Il giorno del blitz, lo scorso mese di settembre, l’indagine era stata classificata come una vera e propria associazione a delinquere composta da allevatori, intermediari di commercio e veterinari del servizio pubblico che, falsificando documentazione sanitaria e fiscale, avevano come scopo principale l’importazione di animali vivi eludendo la normativa sanitaria ed evadendo completamente le imposte sulla successiva commercializzazione. A conclusione degli approfondimenti investigativi, disposti dalla Procura di Matera in ordine ad una vicenda che, già nel giugno del

2009, aveva portato alla denuncia di 17 persone, di cui una tratta in arresto, i finanzieri avevano eseguito, in varie regioni d’Italia, 14 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Matera. Le province interessate dall’operazione sono state quelle di Matera, Potenza, Cosenza, Salerno, Reggio Calabria e Bolzano. Attraverso alcune ditte individuali e società appositamente costituite e intestate a “teste di legno”, il sodalizio criminale, nel giro di circa un quinquennio, avrebbe illecitamente immesso sul mercato nazionale oltre 30mila suini provenienti dall’estero e realizzato un’evasione fiscale quantificabile in oltre 8 milioni di euro, perché rimarchiati come capi italiani. Al fine di ostacolare gli eventuali accertamenti del fisco, gli indagati avrebbero distrutto o occultato tutta la documentazione contabile inerente il commercio di bestiame e omesso sistematicamente di presentare qualsivoglia tipo di dichiarazione ai fini fiscali. Nonostante l’assenza della contabilità, grazie all’incrocio dei dati esistenti nelle banche, dati concernenti le operazioni di acquisto intra comunitario, i finanzieri sono comunque riusciti a ricostruire il volume di bestiame movimentato e a procedere alle relative contestazioni di natura fiscale. (Ilquotidianoweb.it)

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Le malattie infettive del cavallo: dalla crisi alla prevenzione

i è svolta Sabato 23 Ottobre, in occasione della Fiera Cavalli a Milano, una giornata SIVE dal titolo: “Le malattie infettive del cavallo: dalla crisi alla prevenzione”, organizzata grazie al supporto di Pfizer Animal Health. Vi hanno preso parte relatori di grande esperienza nei settori dell’epidemiologia veterinaria, delle malattie infettive e della gestione delle emergenze sanitarie. Rappresentanti italiani sono stati il Dr. Autorino, direttore dell’IZS del Lazio e della Toscana, il dr. Valvassori, Veterinario Dirigente presso l’ASL 5 di Torino e il prof. Gualtiero Gandini (Università di Bologna), specialista in neurologia veterinaria. Presente anche il dr. Mattia Paglialunga, in rappresentanza dell’Ufficio II di Sanità Animale del Ministero della Salute. L’obiettivo era quello di ampliare l’ottica passando dalla prospettiva puramente scientifica a una più mirata agli aspetti riguardanti la prevenzione e le strategie di controllo delle emergenze sanitarie riguardanti le malattie infettive degli equini. Molti gli spunti di riflessione, da più fonti (P. Timoney, University of Kentucky, R. Newton, Animal Health Trust) è stata sottolineata la necessità di avere piani di sorveglianza il più possibile omogenei, non solo in ambito comunitario ma tra tutti i paesi tra i quali sussistono spostamenti importanti di equini. La prevenzione deve basarsi su un management corretto dell’aspetto sanitario supportato da piani vaccinali efficaci e aggiornati secondo l’epidemiologia di ogni paese, sviluppandosi quindi sia a livello nazionale che internazionale. Tutto deve essere mirato alla salvaguardia dell’industria del cavallo, mini-

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mizzando le restrizioni e massimizzando la protezione contro la diffusione delle malattie. Alta deve rimanere l’allerta per l’eventuale insorgenza di malattie esotiche diffuse da insetti vettori, quali ad esempio la peste equina. È stato presentato, dal dr. Autorino, un quadro riguardante la prevalenza delle principali malattie infettive del cavallo, completato da un approfondimento scientifico della West Nile Disease, ormai endemica in Italia, a cura del prof. Gandini, mentre il dr. Valvassori ha riassunto la situazione riguardante le malattie soggette a denuncia, evidenziando che ancora è presente una sostanziale differenza tra l’elenco del RP/54 vigente in Italia e l’elenco valido per la comunità europea. È stata fatta anche una carrellata sui siti internet disponibili per acquisire informazioni sulla situazione epidemiologica dei diversi paesi europei. A questo proposito, già da qualche anno la SIVE manifesta la necessità di poter disporre dei dati epidemiologici italiani riguardanti le malattie infettive degli equini. La conoscenza della situazione del territorio rende l’operato dei liberi professionisti più consapevole e permette anche un iter diagnostico più veloce. Più volte nel corso del seminario è stata sottolineata l’importanza della condivisione delle informazioni tra i diversi paesi. Quanto si è verificato nel 2006 per l’anemia infettiva, ha infatti dimostrato che una maggiore informazione avrebbe sicuramente facilitato l’identificazione di alcuni casi clinici che non sono stati diagnosticati velocemente perché mancava ai veterinari liberi professionisti la consapevolezza della maggiore probabilità di presenza della malattia sul territorio. Attualmente l’operato dei veterinari italiani viene costantemente messo in discussione dai colleghi stranieri, ciò si traduce, per esempio, in test diagnostici ripetuti alle fattrici italiane che vengono mandate all’estero per le monte, con conseguente aumento di costi per gli allevatori, per non parlare del danno di immagine che l’industria italiana del cavallo subisce, nonostante i livelli di eccellenza dimostrati a livello internazionale. L’atteggiamento spesso omertoso che purtroppo si riscontra nei confronti della denuncia delle malattie infettive, messo in evidenza anche dall’intervento del dr. Autorino in occasione della giornata SIVE, trova la sue radici in una scarsa consapevolezza dell’importanza di un atteggiamento trasparente che non può che essere ulteriormente aumentata da una quasi totale mancanza di disponibilità di informazioni. Infatti, a parte i bollettini epidemiologici riguardanti la WND, costante-

mente aggiornati, mancano informazioni riguardanti le altre malattie. Il sito del ministero della salute attualmente pubblica dei bollettini di epidemiologia internazionale (http://www.salute.gov.it/veterinariaInternazionale/paginaInternaMenuVeterinariaInternazionale.jsp?id=1679&lingua=italiano&menu=strumentinale) ma mancano quelli nazionali. Riteniamo che l’accesso ai dati sia fondamentale per informare ma anche e soprattutto per formare i liberi professionisti ippiatri, i quali a loro volta hanno il compito di educare i propri interlocutori. Lo scambio di notizie tra i diversi paesi viaggia sempre più velocemente grazie ai diversi sistemi di informazione, la consapevolezza che tale scambio di informazioni possa e debba aumentare il livello di tutela dell’industria del cavallo, come detto più volte e sottolineato nel corso del seminario SIVE, fa sì che dagli altri paesi arrivino spesso notizie in tempo reale, a fronte di un quasi

totale imbarazzante silenzio italiano. La proposta della SIVE, rivolta al Ministero della salute e alle altre autorità competenti, tra cui il Centro di Referenza Nazionale per le Malattie Infettive del Cavallo, di mettere a disposizione dei liberi professionisti, dei veterinari pubblici e degli allevatori italiani una mappa epidemiologica aggiornata delle principali malattie infettive del cavallo, non ha mai avuto riscontro. Il dossier presentato dalla FNOVI, per una rivisitazione della lista delle malattie soggette a denuncia, nell’intento di uniformare la lista a quella valida per la comunità europea, non ha avuto alcun seguito. La SIVE ribadisce ancora una volta l’invito a costituire un tavolo tecnico di concertazione sul problema della sorveglianza e del controllo delle malattie infettive degli equini, che veda la partecipazione, oltre che delle istituzioni, dei veterinari liberi professionisti e dei colleghi di sanità pubblica, anche di rappresentanti dell’allevamento italiano, per ribadire che tutti gli operatori coinvolti nella filiera del cavallo sportivo debbono guardare verso un obiettivo comune, cioè la tutela e la salvaguardia di un’industria che sta raggiungendo livelli di eccellenza a livello internazionale, nonostante la crisi cha da anni minaccia la sopravvivenza dell’ippica italiana. ■

IPPICA: ECCO I DATI UNIRE

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uello ippico è un comparto che vanta un indotto di 48.513 operatori, che gestiscono quasi 437.000 capi, 202.275 dei quali iscritti nei libri genealogici dell’Unire. I dati emergono dal convegno “Storia, valori, economia: elementi per una carta d’identità dell’ippica italiana”, organizzato da Federippodromi, presso la sala delle conferenze di piazza Montecitorio. Particolare enfasi - riporta l’Agicos - sulla situazione delle scommesse ippiche che, secondo i dati forniti da EPMA, garantiscono il 66% delle entrate del bilancio del settore (mentre il 33% è rappresentato dai contributi statali): un dato in linea con la percentuale europea, che è del 65%. Scommesse che garantiscono all’Erario un introito di 96 milioni di euro (dati 2009) e per 11,6 milioni ad Aams. Il settore, da gennaio a settembre 2010, ha registrato una partecipazione negli ippodromi per 1,5 milioni di persone. Un comparto che secondo Unire mostra un potenziale di miglioramento nonostante le evidenti criticità ancora tutte da affrontare. Il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Paolo Russo: “Quello dell’ippica è un settore produttivo capace di evocare passioni e rappresentare storia e pratica agricola”, spiega. “Ma a volte è anche un comparto in decadenza che distrugge le cose e deprime la spe-

ranza. In queste ore sembra che ci sia un modesto segnale positivo riguardo il piano di rilancio del settore e il bilancio dell’Unire”. “Gli allevatori di cavalli - si legge nella relazione del segretario generale dell’Unire Riccardo Acciai - sono oltre 19mila. I proprietari di cavalli sono 38mila, gli allenatori sono 1.264, i guidatori del trotto sono 1.674 e i fantini da galoppo sono 429. Per un totale di operatori del settore abilitati dall’Unire pari a 42.521 e 48.513 tra giudici, maniscalchi, veterinari, dipendenti ippodromi, operatori di scommesse e artieri”. E non solo. Dalla relazione di Acciai emerge che sono oltre 610mila gli ettari di terreno destinati per allevare e produrre alimento per cavalli, di cui oltre 280mila ettari per cavalli Unire. Dati importanti se si considera che, secondo fonti Istat, sono 558mila gli ettari destinati alla coltivazione di cereali e 69mila quelli destinati all’uva. Il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan aveva parlato di 60mila cavalli e 38 ippodromi. “In Italia sono censiti - si legge ancora nella relazione Unire 201.275 cavalli iscritti nei libri genealogici dell’Unire in aggiunta ai 235.686 cavalli iscritti in altri libri genealogici e registri anagrafici”. Per un patrimonio totale di 436.961 capi ai quali si sommano 38.400 asini, oltre 5mila muli e 89 bardotti.

PUBBLICITÀ E WEB: COSA SAPERE E COSA FARE

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rande successo per il terzo incontro del Gruppo di Studio di Practice Management. Il tema trattato: “Le nuove strategie di comunicazione: pubblicità e web, cosa dobbiamo sapere e cosa c’è da fare” ha suscitato un grande interesse fra i colleghi. Sono stati una settantina i partecipanti presenti alla giornata che si è svolta domenica 24 Ottobre nella sede ANMVI di Palazzo Trecchi. Il dott. Marco Viotti, Coordinatore del Gruppo di studio di Practice Management, nel sottolineare l’attenzione che è necessario rivolgere proprio a questi argo-

menti ha dichiarato: “In ambito imprenditoriale la pubblicità è una voce che ha un peso determinante nel piano di marketing di un prodotto, pertanto una parte delle risorse finanziarie deve essere destinato proprio alla pubblicità. E in medicina veterinaria come ci comportiamo? Quale peso diamo alla voce pubblicità? E ancora, qual è la miglior forma di pubblicità? Noi del gruppo di studio di Practice Management ci siamo dunque interrogati sul come ci si comporta nell’ambito della libera professione, ma prima di arrivare a qualunque conclusione ci siamo trovati di fronte allo scoglio di cosa si può fare, oggi, dopo la legge Bersani del 2006 che di

fatto avrebbe avviato la libera concorrenza togliendo ogni vincolo, anche, e soprattutto, di tipo pubblicitario. Dal momento che quest’anno abbiamo iniziato anche a parlare di siti internet e web marketing ci è venuta l’idea di associare i due temi e dedicare una giornata del nostro gruppo al tema della pubblicità e del web”. Grazie ai temi di grande attualità e di particolare interesse sono sempre più numerosi i colleghi che negli ultimi anni hanno partecipato agli incontri organizzati dal Gruppo di Studio di Practice Management. Per il 2011 sono in fase di definizione altri due eventi. Info: www.anmvi.it/practicemanagement


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19 Europa Decisione 2010/657/UE

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Rabbia nel Nord Est Italia: fino al 31 dicembre il programma di controllo Sì della Commissione Europea ai contributi finanziari

Chiesta legislazione europea per cani e gatti l 28 ottobre il Gruppo di Lavoro di Esperti Veterinari del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha riconosciuto che la protezione di cani e gatti è un tema sul quale la legislazione europea ha bisogno di armonizzazione, a causa delle profonde differenze fra Stati Membri. Fino ad oggi la protezione degli animali domestici era stata considerata come parte della sussidiarietà e, come tale, interamente delegata agli Stati Membri. Questa nuova presa di posizione fa seguito a molti anni di impegno dell’Unione Europea sul benessere animale, come evidenziato nel nuovo Articolo 13 del Trattato di Lisbona e stabilito nel primo Piano di Azione Comunitario per la Protezione e il Benessere degli Animali 2006-2010, la cui seconda stesura è attesa nei prossimi mesi. La conferenza internazionale sul ‘Possesso Responsabile di Cani in Europa’1 organizzata da VIER PFOTEN/FOUR PAWS Internazionale e dall’Istituto G. Caporale, svoltasi a Bruxelles il 4 e 5 ottobre 2010 alla presenza di oltre 100 partecipanti da oltre 25 Paesi, ha evidenziato le difficoltà di molti Stati Membri nell’affrontare adeguatamente le problematiche determinate dalla sovrappopolazione canina, prima tra tutti quella del randagismo, e nel rispondere all’interesse dei cittadini europei per la protezione degli animali da compagnia. “La salute e il benessere degli animali da compagnia - ha dichiarato Vincenzo Caporale (nella foto), Direttore dell’Istituto G. Caporale - sono questioni di interesse per la sanità pubblica veterinaria. È pertanto opportuno adottare con urgenza strategie armonizzate, sia per facilitare un possesso responsabile degli animali sia per contrastare la sovrappopolazione canina e conseguentemente migliorare la convivenza fra uomini e animali, soprattutto nelle aree urbane. Siamo pronti a

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di vaccini orali ed esche - 0,4 euro per dose; acquisto di vaccini parenterali - 1 euro per dose: vaccinazione degli animali d’allevamento - 1,50 euro per animale. Il contributo finanziario dell'Unione è concesso a condizione che l'Italia: a) attui il piano conformemente alle disposizioni pertinenti del diritto dell'Unione europea, tra cui la normativa in materia di concorrenza, di aggiudicazione degli appalti pubblici e di aiuti di Stato; b) presenti alla Commissione, entro il 30 aprile 2011, una relazione finale sull'esecuzione del piano sotto il profilo tecnico, corredata dei giustificativi relativi alle spese sostenute e dei risultati conseguiti nel periodo dal 9 dicembre 2009 al 31 dicembre 2010; c) attui il piano efficacemente. Gli Stati membri confinanti hanno espresso preoccupazione riguardo alla minaccia rappresentata dalla situazione della rabbia nel nord-est italiano per i loro territori. Occorrono di conseguenza interventi urgenti atti a prevenire l'ulteriore diffusione della malattia in Italia e l'estensione della medesima ai vicini Stati membri Austria e Slovenia, nonché volti a potenziare gli sforzi per eradicarla il più presto possibile. ■

l Programma di controllo della rabbia nelle regioni del nord-est italiano è approvato fino al 31 dicembre 2010. La Decisione del 28 ottobre 2010 della Commissione Europea relativa al finanziamento di interventi urgenti contro la rabbia nel nord-est italiano è pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea. L'Unione concede un contributo finanziario pari al 50% delle spese sostenute dall'Italia (comunque non superiore ai due milioni e 300mila euro) per l'esecuzione di esami di laboratorio, per l'acquisto e la distribuzione di vaccini orali ed esche e per l'acquisto e la somministrazione di vaccini agli animali d'allevamento per via parenterale previsti dal piano. Per queste spese il contributo finanziario dell’unione non può essere superiore a 2300000 euro. Il rimborso massimo delle spese da versare all’Italia per il piano non può superare in media i seguenti importi: test sierologico - 8 eur per test; test di rilevazione della tetraciclina nelle ossa - 8 euro per test; test di immunofluorescenza (FAT) - 12 euro per test; test di reazione a catenza della polimerasi (PCR) - 10 euro per test; acquisto

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APICOLTURA IN EUROPA, IL PARLAMENTO UE LANCIA L’ALLARME

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a commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento ha lanciato l'allarme approvando il 27 ottobre un rapporto di iniziativa a cura di Paolo De Castro, che mette l'accento sull'allarmante situazione dell'apicoltura, proponendo misure per contrastare il declino della popolazione delle api europee. I deputati invocano un piano d'azione che includa pratiche di coltivazione attente all'impollinazione e chiedono più finanziamenti per combattere l'aumento di mortalità delle api e sostenere il comparto apicoltura. I veterinari europei dovrebbero iniziare ad occuparsi anche delle malattie delle api e delle medicine necessarie. Una nota anche per il miele venduto in Europa che nell'etichetta dovrà indicare chiaramente origine e contenuto. La Commissione europea ha già approvato programmi nazionali per tutti i 27 Stati membri per migliorare la produzione e la commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura. Per questo è stato previsto un aumento del contributo annuale al settore da 26 milioni di euro per il periodo 20082010 a 32 milioni di euro per il 2011-2013. La risoluzione del Parlamento chiede un ulteriore incremento dopo il 2013. mettere a disposizione della Commissione la nostra esperienza, per fornire soluzioni sostenibili che si fondano su basi scientifiche”. Nel corso della Presidenza belga dell’Unione Europea, VIER PFOTEN / FOUR PAWS e l’Istituto G. Caporale hanno lanciato il sito web www.carodog.eu che mira a fornire, generare e diffondere informazioni rilevanti ed attendibili sulla salute e la protezione dei cani in Europa. Il sito, sostenuto dalla Federazione dei Veterinari Europei (FVE) e dalla Commissione Europea (DG SANCO), è uno strumento disponibile per il pubblico e le istituzioni, dedicato a promuovere una proprietà responsabile e consapevole del cane. ■

TELECAMERE NEI MACELLI INGLESI

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n seguito alle indagini condotte l'anno scorso dal gruppo animalista Animal Aid che, grazie all'installazione di telecamere nascoste, aveva scoperto diversi abusi nei macelli della Gran Bretagna, l'Agenzia britannica per la Sicurezza Alimentare (FSA) ha recentemente proposto di introdurre telecamere a circuito chiuso per arginare il fenomeno. Sebbene la proposta lasci libero ciascun operatore di scegliere volontariamente se introdurre o meno telecamere nel proprio macello, si teme che ci possano essere pressioni da parte dei rivenditori, senza contare che restano ancora da risolvere alcune questioni fondamen-

tali (come e da chi devono essere monitorate le immagini, e per quanto tempo i nastri devono essere conservati). La Food Standard Agency ha avvertito che, se l'industria non sarà in grado di fermare le violazioni al benessere animale e si rifiuterà di installare telecamere, prenderà in considerazione l'ipotesi di potenziare il personale preposto alle ispezioni durante tutte le operazioni, fino a quando "la conformità non sarà adeguatamente dimostrata". Tra agosto 2009 e maggio 2010, Animal Aid ha raccolto 5 filmati nascosti e un rapporto che mostrano abusi nelle fasi di pre-macellazione, stordimento e immobilizzazione de-

gli animali nei macelli, i cui responsabili sono stati poi immediatamente sospesi. Stando agli ultimi dati diramati dal Servizio Veterinario Nazionale, però, solo il 6% dei macelli inglesi non rispetta le regole di benessere animale e solo l'1% di essi ha rivelato pratiche che possono tradursi in un danno diretto per gli animali. "Ci sono prove evidenti - conclude l'FSA - che alcuni ispettori non rispettano le proprie responsabilità, e dunque l'introduzione di telecamere nei macelli potrebbe rivelarsi uno strumento aggiuntivo per garantire il benessere animale e, non ultima, la sicurezza dei consumatori". (fonte: Zootecnews)


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20 Lettere al Direttore Dilemmi ono un funzionario veterinario (una professione sconosciuta ai più, inclusa, non me ne voglia, l’ENPAV che fino ad ora nel suo modello 1 non li considera neanche utili ai fini statistici) di una regione italiana, adesso sto svolgendo un incarico a tempo determinato come dirigente veterinario in una azienda sanitaria locale. In Regione avevo la responsabilità dei procedimenti relativi alla sanità animale, all’alimentazione animale, al benessere animale e al farmaco veterinario, e in questa veste oltre a coordinare (di fatto) l’attività dei servizi veterinari delle cosiddette aree A e C mi occupavo anche della pianificazione, della programmazione e del controllo delle attività effettuate dalle asl. Mi occupavo dello sviluppo del sistema informativo. Spesso formulavo pareri interpretativi sull’applicazione delle norme regionali e talvolta le scrivevo pure le norme. Insomma lavoravo nell’anello più delicato (come lo definisce il dott. Marabelli secondo La Professione Veterinaria 27/2010, 3) le cui fallanze possono mettere in crisi il nostro export agroalimentare. Nell’asl mi occupo di sanità animale svolgendo le attività previste dai piani regionali e nazionali ai fini della tutela della salute animale e della sicurezza alimentare. Certo in asl ho avuto la possibilità di incontrare molte persone, molti allevatori, di venire a conoscenza di tanti problemi che ho cercato di risolvere, spesso utilizzando la conoscenza e l’abilità acquisita in regione (dove ho lavorato per 10 anni). Di questi incontri tante cose mi hanno colpito. Dalla cucciolina di 4 quintali (in realtà era una scrofa di 4 quintali che veniva trattata alla stregua di un

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pet), al signore che al telefono mi chiedeva con insistenza la vaccinazione che ci voleva per portare il suo amico (si ha usato proprio la parola amico) in Ucraina … ma alla fine si è capito che l’amico era un criceto …. oppure il piccolo riccio ferito abbandonato che cercava un po’ di aiuto. O del piccolo pinguino (di pochi etti) agonizzante in attesa di essere curato. Ma quello che mi ha colpito di più è la domanda ricorrente a cui sono periodicamente sottoposto appena viene scoperto che sono in aspettativa dalla regione. Ma perché dalla regione sei passato alle asl, ma alla regione non ti pagano di più? E quando spiego il diverso inquadramento non sempre riesco a far capire agli allevatori (e non solo a loro) l’arcano. Dopo tutto la regione è quella che emana le leggi, che dà le disposizioni a cui sono sottoposti gli allevatori o a cui i veterinari chiedono il da farsi. Anche perché ancora adesso, dopo 10 anni di lavoro, io stesso non capisco questa differenza, dopo tutto i veterinari delle regioni non compiono lo stesso lavoro dei veterinari delle asl e del ministero? Il D.lvo 193/07 non individua come Autorità Competenti il Ministero della Salute, le ASL e anche le Regioni e le Provincie Autonome? I funzionari veterinari delle regioni non si occupano nell’ambito del progetto di fornire garanzie di salute degli alimenti, degli animali e dell’uomo? E non compiono atti veterinari? Ultimamente, ho cercato risposte nella bozza del piano sanitario 2010-2012, nella quale si legge che “nell’ambito di un sistema di pianificazione, attuazione, verifica, e adozione delle azioni conseguenti, va assicurato il monitoraggio e la verifica costante dei sistemi regionali […] per garantire il miglioramento continuo e assicurare prestazioni efficaci ed appropriate, in un contesto di imparzialità, qualità e

coerenza dei controlli ufficiali a tutti i livelli delle autorità competenti”. Sempre la bozza del Piano Sanitario continua che “tra le aree di miglioramento va certamente annoverata anche la definizione e l’armonizzazione di criteri organizzativi e operativi delle autorità competenti, funzionali ad esigenze di tipo operativo, specie per quei livelli che ad oggi hanno messo in luce carenze e difficoltà” e guarda caso proprio gli uffici regionali hanno presentato le carenze (anche perché secondo il piano sanitario, non sono stati definiti provvedimenti nazionali per adeguarli alle mutate esigenze della legislazione comunitaria sulla sicurezza alimentare) che hanno portato una difformità di organizzazione, di dotazioni organiche, di disponibilità professionale generando così una non sempre uniforme erogazione di servizio sul territorio nazionale. Ma il piano è solo una bozza e (a me sembra) non dice nulla sul diverso inquadramento contrattuale tra le diverse autorità competenti. Dott. Giuseppe Noce Medico Veterinario - Dottore di Ricerca Ascoli Piceno Caro Collega, il diverso inquadramento contrattuale delle regioni rispetto a quello delle ASL (o del Ministero) dipende dai contratti, dal livello dirigenziale e dall’inserimento nella dirigenza regionale o del SSN. Sono due mondi distinti, con contrattualistica che, da un lato ricalca quella prettamente regionale, dall’altro quella del Servizio Sanitario Nazionale e dei fondi per la Medicina Pubblica, ospedaliera o territoriale. Ad incrementare la variegata (o confusa) situazione regione-stato, come sai, è subentrata poi la modifica costituzionale, cosiddetta federalistica, non ancora applicata

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"Sosterrò con convinzione le iniziative per una sempre migliore convivenza tra l'uomo e gli animali" Silvio Berlusconi

compiutamente e pertanto foriera di perpetuate distorsioni. A parte ciò però, vorrei concludere con un appello, che mi viene spontaneo dopo la lettura di questa accorata lettera: si lavori in conferenza Stato-Regione, o dove sia possibile, affinché si adotti il modello dipartimentale in tutte le regioni. Un dipartimento, due-tre servizi, uno dedicato alla Sicurezza alimentare, a partire dal Ministero fino alle ASL, passando attraverso le Regioni, avrebbe il merito di strutturare un modello unico (fortemente “veterinario”, dico io) e favorire un appianamento delle differenze, anche contrattuali! Tutto il resto verrebbe a ruota, compresi gli obiettivi del Piano Nazionale, pur nella differenza delle attività tipiche dei singoli tre livelli, avrebbe il merito di creare un’unica direttrice ove espletare i compiti per obiettivi ben definiti. Il direttore organizzato da

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Ortopedia Dalle Aziende

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Una glucosamina efficace nel dolore da artrosi Presentati al mondiale di Ortopedia Veterinaria* gli effetti antalgici di una nuova forma di glucosamina nel dolore da artrosi del ginocchio videnze scientifiche a conferma dell’azione antalgica/antinfiammatoria. Finora, però, al di là di qualche studio in vitro, non si conosceva la sua efficacia nel dolore da artrosi. Questo studio è la prima importante dimostrazione dell’attività antalgica di questa aliamide specificatamente in un modello sperimentale, in

lupamid® (N-palmitoil-Dglucosamina), molecola naturalmente presente in natura, oltre ad esercitare la classica attività condroprotettiva della glucosamina, è in grado di controllare il dolore da artrosi. A queste conclusioni sono arrivate le ricerche di Barbara Costa, farmacologa del Dipartimento di Biotecnologia e Bioscienze dell’Università di Milano-Bicocca. Utilizzando un noto modello animale di dolore cronico da artrosi (iniezione di monoiodoacetato, MIA, nella cavità articolare del ginocchio di ratto) la ricercatrice italiana ha, infatti, valutato l’attività antalgica di Glupamid®, somministrato per via orale sia in dose singola che ripetuta. Una sola dose (10 mg/kg/p.o.) si è rivelata in grado di ridurre in maniera rapida e significativa la cosiddetta allodinia meccanica, vale a dire la risposta dolorosa a stimoli meccanici non dolorosi che si verificava nei ratti trattati con MIA. E l’effetto antalgico si dimostrava ancora più marcato quando Glupamid® veniva somministrato per quattordici giorni consecutivi, alla dose di 10 mg/Kg e, ancor più, a 30 mg/Kg. Non solo, ma l’espressione articolare di iNOS, l’enzima che produce il noto mediatore della condrodegenerazione NO (monossido di azoto), risultava significativamente ridotta dal trattamento con Glupamid®. Glupamid® è un analogo della Palmitoiletanolamide (PEA - Palmidrol), molecola ad attività ALIA per la quale sono ormai moltissime le e-

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NELSON-COUTO Medicina interna del cane e del gatto 4a ed. italiana a cura di Tommaso Furlanello e George Lubas, 1520 pagg., 735 ill., Elsevier-Masson, Ottobre 2010 Edizione italiana a cura di Tommaso Furlanello, George Lubas Non soci: € 235,00 Soci ass. fed. ANMVI: € 200,00

grado di riprodurre i meccanismi nocicettivi coinvolti nell’artrosi spontanea. In considerazione di queste evidenze e del fatto che in un’unica molecola si associano effetti condroprotettivi ed antalgici, Glupamid® può rappresentare una nuova opportunità per contrastare le alterazioni degenerative di natura artrosi-

ca ed il dolore cronico ad esse associato. * Costa B, Comelli F, Miolo A, della Valle MF. Effect of Glupamid® (N-palmitoyl-Dglucosamine) on knee osteoarthritis pain. Proceedings 3rd World Veterinary Orthopaedic Congress (WVOC), Bologna, 15-18 settembre 2010, pp. 553-4. ■


Professione Veterinaria 37-2010:ok

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22 Calendario attività Dal 21 novembre al 17 dicembre Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi

21 NOV 21 NOV 21 NOV 21 NOV

INCONTRO SINUV

INCONTRO SIRVAC INCONTRO REGIONALE SCIVAC LIGURIA INCONTRO REGIONALE SCIVAC PUGLIA

24 - 27 NOV

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Ultimi posti disponibili

24 - 26 NOV

CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON REGIONE LOMBARDIA

26 - 27 NOV 26 - 27 NOV 27 - 28 NOV 27 NOV 27 - 28 NOV 28 NOV 28 NOV 28 - 29 NOV 28 NOV 28 NOV 28 NOV

INCONTRO SIRE IN COLLABORAZIONE CON SIVE

UOMO E CANE: DUE SPECIE A CONFRONTO IN NEFROLOGIA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it RECUPERO DELLA FERTILITÀ NEL CANE E NEL GATTO: DAL CASO CLINICO, ALLA DIAGNOSI FINO AL TRATTAMENTO E ALLA RISOLUZIONE DELLA PATOLOGIA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it L’ESAME CITOLOGICO QUANDO MENO TE LO ASPETTI: OVVERO QUANDO LA DIAGNOSI È LETTERALMENTE SOTTO I TUOI OCCHI - Astor Hotel - Genova Nervi - Via Delle Palme 16 - Nervi - ECM: Richiesto Accreditamento - Per iunfo: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it PATOLOGIE NEUROLOGICHE COMUNI NELLA PRATICA CLINICA: IL PAZIENTE PARAPARETICO E QUELLO EPILETTICO - Sheraton Bari Hotel - Bari - Via Cardinale Agostino Ciasca 9 - ECM: Richiesto Accreditamento Per info: Monica Borghisani - Segr. Del. Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 3° IT. DERMATOLOGIA: II PARTE - APPROCCIO DIAGNOSTICO AI PROBLEMI DERMATOLOGICI (2°) - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it L’ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI VETERINARI NELL’AMBITO DELL’AUTORITÀ COMPETENTE PER LA SICUREZZA ALIMENTARE: MODELLI A CONFRONTO - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento AGGIORNAMENTI IN RIPRODUZIONE E NEONATOLOGIA EQUINA - Parma - Facoltà di Medicina Veterinaria ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 E-mail: info@sive.it

INCONTRO SIOCE IN COLLABORAZIONE CON SIVE

AGGIORNAMENTI SULLA TESTA DEL CAVALLO - Parma Facoltà di medicina Veterinaria - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

INCONTRO SIOVET

NON SOLO SAPERE E SAPER FARE, MA SAPER ANCHE GESTIRE: PROBLEMATICHE ORGANIZZATIVE IN ORTOPEDIA VETERINARIA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per info: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it

INCONTRO SIATAV

MANAGEMENT DEL DOLORE POST-OPERATORIO - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento

SEMINARIO SCIVAC / SINVET

MALATTIE METABOLICHE E SISTEMA NERVOSO: PROTOCOLLI DIAGNOSTICI E TERAPIA - Crowne Plaza, Padova - Via Po 197 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

INCONTRO SIDEV

AGGIORNAMENTI SULLE MALATTIE AUTOIMMUNI DEL CANE - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento

INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC CAMPANIA

APPROCCIO BASE ALLA CHIRURGIA DEI PICCOLI MAMMIFERI - Napoli - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it

CORSO SCIVAC

CORSO AVANZATO INTENSIVO - TECNICHE DI ANESTESIA TOTALMENTE INTRAVENOSA (TIVA) - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it COSA C’È DI NUOVO NELLA DIAGNOSI PROGNOSI E TERAPIA DEI DISORDINI INFIAMMATORI CRONICI DELL’APPARATO GASTROENTERICO DEI PICCOLI ANIMALI - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Monica Borghisani - Segr. Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC MOLISE

INCONTRO REGIONALE SCIVAC VALLE D’AOSTA

QUANDO LA CHIRURGIA DIVENTA INTRIGANTE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA

TUMORI ORALI DEL CANE E DEL GATTO: PROBLEMATICHE CLINICHE E TERAPEUTICHE - AtaHotel Expo Fiera -Pero (MI) - Via Keplero 12 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

28 NOV

INCONTRO REGIONALE ANMVI SICILIA IN COLLABORAZIONE CON SCIVAC

LA TERAPIA DEL DOLORE - Ordine dei Medici Veterinari - Palermo - ECM: 4 Crediti - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: inforegione@anmvi.it

30 NOV - 2 DIC

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Ultimi posti disponibili

3° IT. OFTALMOLOGIA: II PARTE - GLAUCOMA, UVEA, LENTE, ANIMALI ESOTICI E FARMACOLOGIA Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 20 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

INCONTRO SOVI

RETINAL DISEASES - Centro Studi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it

INCONTRO SOVI

INCONTRO CON GUSTAVO AGUIRRE - DALLA RICERCA ALL’APPLICAZIONE CLINICA - Centro Studi E.V. Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it PATOLOGIE NEUROLOGICHE COMUNI NELLA PRATICA CLINICA: IL PAZIENTE PARAPARETICO E QUELLO EPILETTICO - Via Tito De Caesaris, 8 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

3 DIC 4 - 5 DIC

INCONTRO REGIONALE SCIVAC ABRUZZO

5 DIC 5 DIC 9 - 11 DIC 9 - 11 DIC 12 DIC 13 - 17 DIC

INCONTRO SIVAE - ATAV

LA GESTIONE DELLE SPECIE ESOTICHE E LA FIGURA DEL TECNICO VETERINARIO - Demas srl - Roma Per informazioni: Lara Zava - Segreteria EV - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: lara.zava@evsrl.it

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

1° IT. ONCOLOGIA: I PARTE - SCIENZA ONCOLOGICA DI BASE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 5TH SKIVE RESORT MEETING - Art Hotel Cappella - Alta Badia (BZ) - Str. Pecei, 17 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Marketing e Pubblicità - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: monica.borghisani@evsrl.it

SEMINARIO SIVE

INCONTRO SIVAE - ATAV

LA GESTIONE DELLE SPECIE ESOTICHE E LA FIGURA DEL TECNICO VETERINARIO - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria EV - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: lara.zava@evsrl.it

CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

MEDICINA D’URGENZA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 33 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

laPROFESSIONE

VETERINARIA 37 | 2010

la VETERINARIA

PROFESSIONE

La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl - Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Cambio di indirizzo: Le modifiche per il recapito postale vanno indirizzate a: info@evsrl.it Chiuso in stampa il 2 novembre 2010

SOLUZIONI

i feromoni di appagamento sono fondamentali per la formazione del legame materno-filiale

d e

la madre rimane nel nido soltanto il tempo di allattare i piccoli il coniglio da compagnia è un poliestrale stagionale

a b c d

Insulinoma Patologia epatica Malattia delle Isole Aleutine Cordoma della spina dorsale

QUIZ 1

l’ovulazione è indotta dall’accoppiamento

Risposta corretta: e) Incontro SIVAE : “Aggiornamento in medicina degli animali esotici” – Cremona, Marzo 2006

la pseudociesi è molto frequente nelle coniglie

QUIZ 2

a b c

2) Qual è la patologia è più probabile in questa lista di diagnosi differenziali in un furetto con paresi del posteriore e iperglobulinemia?

Risposta corretta: c) Seminario Nazionale SIVAE di medicina e chirurgia del furetto – Cremona, Maggio 2004

1) Quale di queste affermazioni è falsa:


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