Professione Veterinaria 39-2010:ok
19-11-2010
ONLINE
10:55
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la VETERINARIA
PROFESSIONE
A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
39 2010
ONLINE
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 7 numero 39 dal 15 al 21 novembre 2010
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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AMICOPETS: IL VETERINARIO DI FAMIGLIA
206 IMPIANTI PER LA MACELLAZIONE RITUALE
QUESTIONARIO ONLINE SUL NOSTRO STUDIO DI SETTORE
WVOC 2010 A GREAT CONGRESS
SEGNALARE TEMPESTIVAMENTE LE MORSICATURE
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BREVI
“DESIGNATED” VUOL DIRE AZIENDALE
SANITÀ MILITARE L'On. Gianni Mancuso e il l'On. Rodolfo Viola hanno presentato una interrogazione al Ministro Ignazio La Russa. Il Gruppo di Lavoro Interforze istituito dal Ministero della Difesa non ha previsto la veterinaria fra le componenti sanitarie. Entro il 30 novembre il Gruppo dovrà elaborare un progetto di riordino tra cui l'accentramento delle competenze in materia di policy sanitaria e veterinaria.
ISPEZIONI FVO La Dg Sanco ha pubblicato due rapporti ispettivi della FVO sull'Italia, riferiti al 2010. Il rapporto finale n. 8502 riguarda in particolare i controlli ufficiali su carni e latte, mentre il rapporto finale n. 8601 si riferisce ai controlli su alimenti e mangimi ai sensi del Regolamento 882/2004. I rapporti possono essere scaricati da @nmvi Oggi.
EQUINI Secondo Confagricoltura gli allevamenti equini hanno una consistenza di 348mila capi, in crescita dl 15% rispetto al 2009. Flessione invece del 19% dell’import di equini vivi che si è ridotto da 54 a 44 milioni di euro. I dati sono stati diffusi alla Fieracavalli di Verona.
TARIFFE Gli avvocati cancellano la Legge Bersani. Il Senato ha concluso l’esame della riforma forense ripristinando gli indici per le parcelle. Reintrodotte le tariffe minime (e massime) come indici delle spese da rimborsare per l’attività effettivamente svolta. Onorari misurati in base al tipo di prestazione e al valore della pratica.
ALIMENTI La Corte di Giustizia Europea ha dato il via libera alla pubblicità comparativa dei prodotti alimentari, fermo restando il principio della lealtà e della non ingannevolezza nei confronti dei consumatori. Sì ad evidenziare differenze di qualità e di marchi fra prodotti che soddisfano gli stessi bisogni, anche se si differenziano per commestibilità e gradimento.
ALLEVAMENTI Con una risoluzione approvata in plenaria, gli europarlamentari si sono impegnati a chiedere alla Commisione Europea di valutare attentamente le ricadute di costo sugli allevatori delle norme di tutela e benessere animale, invitando a verificare l’applicabilità di quelle esistenti prima di vararne di nuove.
www.anmvioggi.it
PSN 2011-2013
Epidemiosorveglianza nazionale È l’obiettivo “essenziale” del triennio 2011-2013 per la difesa sanitaria degli allevamenti A PAGINA 3
La veterinaria europea ha le idee chiare sul veterinario aziendale e le ha messe nero su bianco nel documento Herd Health Plan (HHP), presentato nella sua stesura finale a Bruxelles, all'Assemblea Generale della UEVP (ANMVI) e rilanciato dalla FVE (FNOVI) nella sessione autunnale di ottobre. Il documento, realizzato in collaborazione con l'UEVH, afferma senza mezzi termini che negli allevamenti che applicano misure di prevenzione e biosicurezza deve essere regolarmente presente un veterinario libero professionista di fiducia. Tutti d’accordo in Europa, veterinari pubblici e privati, nell’obbedire alla road map comunitaria che apre la strada ad un approccio a tre: allevatore, veterinario aziendale e veterinario ufficiale. Il documento europeo lo chiama “veterinario designato”, ma non è altro che quel veterinario aziendale di cui la nostra buiatria (SIVAR) parla in tutte le occasioni, buon’ultima la conferenza stampa organizzata da Milk in Progress. Andrà prontamente istituzionalizzato, altrimenti il Piano Sanitario Naziona-
le dei prossimi tre anni non avrà implementato nessun sistema di epidemiosorveglianza. Sono ormai maturi i tempi e anche le resistenze su “chi paga” sono destinate a rientrare. I fondi ci sono, vengono dall’Europa e sono talmente tanti che ogni cittadino dovrebbe interrogarsi sui motivi del loro mancato utilizzo. Vengono dai fondi della BSE (la causa prima di ogni invocazione all’epidemiosorveglianza) e dai fondi della condizionalità (che il nostro Paese rischia di perdere perché nessuno li chiede). Se non acceleriamo il veterinario aziendale parlerà olandese, francese o in qualunque altro idioma comunitario tranne che in italiano. Non si tratta di gareggiare in orgoglio ma in competitività, perché la difesa sanitaria degli allevamenti e l’innalzamento del benessere animale sono richiesti dal mercato dei consumi. Possono stare tranquilli gli allevatori di tutta Europa che hanno fatto approvare al Parlamento Europeo una risoluzione che chiede alla Commissione Europea di stare molto attenti ai costi del benessere animale. ■
PIÙ UNICI CHE RARI L’ITALIA È IL PAESE EUROPEO CON PIÙ FACOLTÀ UNIVERSITARIE DI MEDICINA VETERINARIA, 14; l’Italia è il paese europeo che ha il maggior numero di Medici Veterinari, oltre 28mila; l’Italia è il paese europeo che ha il numero più elevato di strutture veterinarie per animali da compagnia, 6700; l’Italia è anche l’unico paese europeo dove i Medici veterinari dipendono dal Ministero della Salute e non da quello dell’Agricoltura, l’Italia è purtroppo anche l’unico paese europeo dove i Medici Veterinari non possono vendere farmaci o altri prodotti per la salute ed il benessere degli animali, l’Italia è inoltre l’unico paese europeo con l’IVA al 20% sulle prestazioni veterinarie. Di conseguenza l’Italia è il paese europeo dove i veterinari hanno un livello di reddito medio da vera e propria sopravvivenza, circa 15mila euro all’anno. Con la crisi del settore ed il continuo crescere del numero dei laureati in Medicina Veterinaria stiamo perdendo anche il livello di sopravvivenza. Da un’indagine condotta dalla UEVP in Francia, Gran Bretagna, Germania e Olanda risulta che in tutti questi paesi i Medici Veterinari risentono della crisi economica, soprattutto a livello di riduzione delle tariffe, ma che la loro condizione economica è comunque piuttosto buona anche perché hanno una percentuale del 60% dei ricavi derivante dalla vendita di farmaci ed altri prodotti per animali. Per i Medici Veterinari italiani poter vendere i farmaci ed altri prodotti per animali significherebbe quindi più che raddoppiare i ricavi. Siamo veramente stanchi di essere sempre gli “unici”, ci piacerebbe essere più simili agli altri paesi europei.
@nmvi Oggi - L’informazione Veterinaria On Line