Professione Veterinaria 39-2012:ok
22-11-2012
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la VETERINARIA
PROFESSIONE
A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
39 2 012
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 9, numero 39 dal 19 al 25 novembre 2012
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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VETERINARI IN FUGA DALL’ECM
IL CANE DA SOLO IN AUTO È MALTRATTAMENTO
INTOSSICAZIONE DA ANTIDEPRESSIVI NON TRICICLICI
INCONTRO DI FISIATRIA E RIABILITAZIONE
AGGIORNAMENTI IN MEDICINA DEGLI ESOTICI
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BREVI
“EQUIVALENTE” È LA NEGAZIONE DI “SPECIE- SPECIFICO”
CORDOGLIO Una drammatica successione di lutti ha colpito la Categoria nelle ultime settimane. Ci hanno lasciato Enrico Finetti (Firenze), Luca Funes (Belluno) Imma Della Valle (Napoli) e Sirio Pavan (Vicenza). Ricordando i Colleghi, ANMVI esprime profondo cordoglio ai loro familiari.
STEFANO Una sala della nuova sede dell’Ordine dei Medici Veterinari di Parma, è stata intitolata a “Stefano Toma”, il Collega 34enne tragicamente scomparso lo scorso gennaio. La cerimonia si è svolta il 14 novembre.
RICERCA Per Ilaria Capua il suo mancato trasferimento nella torre della ricerca pediatrica, costruita a Padova dalla Fondazione Città della Speranza, non è una questione personale: “Se anche io rimango e altri 99 colleghi se ne vanno, non abbiamo risolto nulla. Il mio caso è l’esempio concreto delle lentezze burocratiche che frenano la ricerca e che non sono più tollerabili”.
STAMINALI Il Polo Veterinario di Lodi ha annunciato l’impiego di cellule staminali mesenchimali dell’amnios equino per la cura delle tendinopatie del cavallo sportivo. La terapia segue anni di ricerca sull’isolamento, la caratterizzazione e l’impiego clinico di cellule staminali ottenute da placenta e cordone ombelicale della cavalla al momento del parto.
GUIDA ECOGRAFICA Cardiologia interventistica in guida ecografica. È una nuova tecnica messa a punto da un gruppo di ricercatori della Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia, coordinata da Francesco Porcello. Sostituisce il fluoroscopio con l’ecografo per la guida dei cateteri, annullando tutti i rischi connessi alla precedente modalità.
BURN OUT Sono quasi tremila le compilazioni del questionario sullo stress professionale. L’elevata partecipazione all’indagine, proposta dal Collega Alessandro Schianchi in collaborazione con la Facoltà di Psicologia di Parma e con il patrocinio di ANMVI, è specchio di un disagio che riflette le incertezze socio-economiche del momento nazionale.
FIRMA Contro lo sfruttamento fiscale degli animali da compagnia
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LOCANDINA
A ciascuno il suo farmaco Informiamo i proprietari sulla specie-specificità dei farmaci veterinari. E sul nostro ruolo. A PAGINA 8
Ci sono mille e più motivi per sostenere la specie-specificità del farmaco veterinario. Volendo elencarle non basterebbe lo spazio di questo editoriale. Non ripeteremo qui le ragioni, anche di carattere tossicologico piuttosto che di efficacia, che ci portano a rivendicare una disponibilità terapeutica adeguata, con farmaci veterinari studiati, formulati e autorizzati per tutte le specie animali e per ogni esigenza di cura. Soffermiamoci invece sulla prerogativa professionale: la terapia e la decisione sui trattamenti (se, quali e quanti) è nostra esclusiva competenza e nessuno può decidere per noi quale farmaco prescrivere. Nessuno può cambiare la nostra scelta di cura e di prodotto. La tutela della nostra professione passa anche dal governo assoluto della terapia sul paziente animale, lungo tutto il percorso di approvvigionamento, dall’ambulatorio alla farmacia, senza pericolosi cedimenti di terreno. E non parliamo di uso in deroga e nemmeno di costi. Parliamo di consapevolezza del fatto che il farmaco veterinario è l’arma numero uno delle nostre prerogative terapeutiche, compresa la scelta di non ricorrervi affatto se la situazione del paziente non lo richiede, se l’uso prudente e la lotta alle resistenze, sconsigliano un eccessivo ricorso. Inoltre, attraverso la farmacovigilanza abbiamo la possibilità di incidere sulla sicurezza e sull’efficacia dei me-
dicinali veterinari; dobbiamo guardare al farmaco specie- specifico come ad un progresso terapeutico, anche sotto il profilo della tollerabilità e del benessere del paziente animale. Per farci interpreti verso i proprietari di questa consapevolezza abbiamo realizzato una locandina (v. pag. 8, ndr) da appendere in sala d’attesa o anche solo da considerare come uno stimolo per riflettere sulla nostra titolarità terapeutica. Il pubblico è facile preda di messaggi populisti sui cosiddetti generici, che lasciano intendere che umano o veterinario tanto è lo stesso. Questa demagogia nasconde in realtà un’offensiva verso la nostra professione: dire che un medicinale vale l’altro porta, pericolosamente, a relativizzare il nostro ruolo. L’obbligo della prescrizione con la sola specifica del principio attivo che qualcuno vorrebbe imporci, in umana è stato bocciato dai medici di famiglia che hanno preteso e ottenuto la non sostituibilità in farmacia della loro scelta di prodotto; al messaggio semplicista del risparmio si è contrapposta la responsabilizzazione della spesa farmaceutica attraverso l’uso prudente e medicalmente controllato dei medicinali, per qualità e quantità. Dai generici alle generalizzazioni il passo è breve e noi, per la responsabilità che abbiamo verso i nostri pazienti, non lo possiamo permettere. Carlo Scotti, Direttore Editoriale
PER MILLE EURO AL MESE SECONDO I DATI DI ALMA LAUREA DOPO CINQUE ANNI DALLA LAUREA QUASI IL 20% DEI MEDICI VETERINARI NON HA ANCORA UN’OCCUPAZIONE. Questa situazione, una delle peggiori fra tutte le categorie professionali, è però abbastanza condivisa con tutti i laureati al punto che c’è da chiedersi se nel nostro paese valga ancora la pena “sprecare” dai cinque ai sette/otto anni di vita per ottenere un titolo che spesso è solo un pezzo di carta del tutto inutile a trovare un lavoro. La speranza di guadagno mensile, parliamo di speranza visto che già trovare un lavoro per un laureato è molte volte un miracolo, si è decisamente ridotta negli ultimi anni mentre al contrario l’andamento inflazionistico avrebbe dovuto farla crescere, fosse anche di poco. Dal 2007 al 2010 il compenso che si aspetta un laureato è calato in media del 10% non superando oggi l’aspettativa di mille euro mensili. Se poi il laureato è donna le speranze di guadagno sono ancora decisamente più basse limitandosi a circa 900 euro. Le donne sono purtroppo consapevoli che la crisi colpisce maggiormente loro rispetto ai colleghi uomini. Certamente il voto alto di laurea, un diploma magistrale, una specializzazione o un master, sono tutti elementi che rendono il laureto maggiormente ottimista per il suo futuro ma in molti settori anche questi non garantiscano più un’occupazione o un buon stipendio. Quello che è certamente importante è l’ateneo di provenienza che spesso fa la differenza e soprattutto le esperienze all’estero fatte presso università prestigiose o strutture particolarmente note per la loro qualità professionale. Di sicuro i 1194 laureati in Medicina Veterinaria del 2011 ringrazierebbero Dio se trovassero subito un lavoro da mille euro al mese.
A.N.M.V.I