Professione Veterinaria, Anno 2008, Nr 40

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Il mercato italiano del lavoro veterinario

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la VETERINARIA A.N.M.V.I.

ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

40 2008

SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 5, numero 40, dal 10 al 16 novembre 2008 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona

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Il mercato italiano delle attrezzature professionali veterinarie

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DECRETO PER LE STABILIZZAZIONI AGLI IZS

CO2 LA ZOOTECNIA REAGISCA ALLE ACCUSE

IL VETERINARIO PRESCRITTORE NELLA PET THERAPY

TERAPIA ANTIMICROBICA DECISIONI ED ERRORI

STERILIZZAZIONI AL RIBASSO A PESCARA

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BREVI

“METICCIO COME ME”

UNIVERSITÀ Dal 2009, una quota non inferiore al 7 per cento del fondo di finanziamento sarà ripartita tenendo conto della qualità dell'offerta formativa, dei risultati dei processi formativi, della qualità della ricerca scientifica, dell’efficacia ed efficienza delle sedi didattiche. Lo prevede il Decreto 10 novembre 2008 del Ministro Gelmini.

INTRAMOENIA È stato prorogato il termine per rendere possibile lo svolgimento dell'attività privata dei medici all'interno dell'ospedale. Il termine sarebbe scaduto a gennaio del 2009. I medici, potranno dunque continuare ad esercitare la libera professione in studi o spazi al di fuori degli ospedali fino al 31 dicembre 2012, termine entro il quale le aziende dovranno adeguare le strutture pubbliche.

MERITOCRAZIA "Rivedere l'organizzazione del Servizio sanitario nazionale per migliorarne efficienza e qualità e ripristinare la meritocrazia attraverso la revisione delle norme concorsuali per i dirigenti medici". Questi alcuni punti del progetto di legge a firma di Domenico Di Virgilio e Giuseppe Palumbo. Il provvedimento ha iniziato il suo iter in Commissione Affari Sociali.

ANTIBIOTICI Gestire il rischio di possibili resistenze anche col ricorso a frasi precauzionali sugli stampati. Seguendo le raccomandazioni dell'EMEA sui chinoloni e fluorochinoloni negli animali produttori di alimenti, la Direzione Generale del Farmaco Veterinario invita le aziende produttrici ad adeguare gli stampati entro il 31 giugno del 2009.

PNBA

Se ancora qualcuno ne dubitava… La Conferenza nazionale del Ministero ha messo in chiaro che non c’è benessere animale senza il medico veterinario A PAGINA 3

Non esclude l’adozione di un cane randagio (“meticcio come me”), ma il Presidente eletto degli Stati Uniti, Barack Obama, pretende che il cane che andrà alla Casa Bianca non dia problemi di allergie alla figlia Malia. Nella concitazione planetaria per la storica elezione, tutti, ma proprio tutti si sono dati da fare per consigliare al meglio gli Obamas. Negli USA il presidente dell’American Veterinary Medical Association (AVMA), James Cook, ha suggerito al 44° Presidente USA di compiere una scelta oculata e di “avere la stessa attenzione che ha nel selezionare il suo staff presidenziale”. Il consiglio dell’AVMA è stato di scaricare le brochure per proprietari di cani, dal web: http://www.avma.org/animal_health/brochures/dog_owners.asp. (What You Should Know About Selecting a Dog). “Il presidente degli Stati Uniti d’America - ha detto Clark - può prendersi il cane che vuole, ma se c’è un problema di allergia in famiglia allora la scelta migliore dovrebbe ricadere su un cane con scarsa produzione e diffusione nell'ambiente di residui cutanei. Benissimo anche se adottato da un canile: “portare in casa un cane abbandonato fa sentire bene”. I Veteri-

narians for Obama hanno sostenuto l’elezione di Obama sul blog del Presidente eletto, confidando nel “miglioramento della nostra Società attraverso la salute degli animali e il rafforzamento del legame uomo-animale nella salute pubblica”. La promessa di Obama alle figlie ha naturalmente incuriosito anche la stampa nazionale, specie sul concetto di “cane ipoallergenico”. “L'allergia umana ai cani è molto rara e mai grave, nulla che non possa essere superato da una buona informazione e qualche precauzione - ha risposto Carlo Scotti ad una giornalista dell’Adknkronos concludendo che “non esistono razze ad hoc per gli allergici”. "Cani ipoallergenici non esistono - ha confermato Carla Bernasconi alla stessa agenzia stampa - quello che si può fare è evitare il continuo contatto con il pelo. Certo, meglio scegliere razze o meticci che ne perdono poco o lo hanno corto". Semmai, i rischi di allergia si riducono notevolmente lasciando i bambini sotto i due anni un po' più liberi di scorrazzare nei giardini, in spiaggia. A contatto con possibili sostanze allergiche da cui si tende a proteggerli. Sbagliando. ■

DEFRA Il Defra ha lanciato una consultazione fra i cittadini del Regno Unito sull'introduzione di un Code of Practice per i proprietari di cani, gatti e cavalli. Tre documenti per responsabilizzare il possesso di animali da compagnia in linea con l'Animal Welfare Act del 2006. I Codici non hanno carattere impositivo e non prevedono sanzioni in caso di mancata ottemperanza. Lo spirito del governo britannico è però quello di mettere i proprietari nella condizione di non incorrere in situazioni di maltrattamento per ignoranza.

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VETERINARI: PREMI ED AGGRESSIONI DAL SITO DEL MINISTERO: IL MINISTRO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI, SEN. MAURIZIO SACCONI HA CONSEGNATO LE "BENEMERENZE AL MERITO DELLA SANITÀ PUBBLICA". Sono intervenuti alla Cerimonia i Sottosegretari di Stato alla Salute Prof. Ferruccio Fazio, On. Francesca Martini, On. Eugenia Roccella. Sono state consegnate medaglie d'oro, d'argento, di bronzo ed attestati per un totale di 24 riconoscimenti a politici, militari, primari, professori. Nessun Medico Veterinario. Non vogliamo certo mettere in discussione il merito dei premiati, ma possibile che non ci si accorga mai del lavoro importante per la sicurezza alimentare e la salute pubblica che svolgono le migliaia di veterinari pubblici? Possibile che fra queste migliaia di colleghi nessuno abbia meritato, non diciamo una medaglia d'oro, ma almeno un'Attestazione di Merito? Negli ultimi mesi in Campania, Calabria ed in Sicilia sono stati vari i casi di colleghi pubblici che per aver svolto con serietà il proprio ruolo, sono stati intimiditi, aggrediti, minacciati, avvertiti con colpi di pistola sparati contro la loro abitazione o con l'incendio dell'auto o della casa. L'ANMVI da mesi sta sollecitando i Ministeri competenti (della Salute e degli Interni) affinché intervengano immediatamente a difesa ed a sostegno di questi colleghi. Il Ministero degli Interni, anche su richiesta di intervento del Ministero della Salute, ha costituito una Commissione per affrontare il problema. Servirà a nulla, come sempre queste Commissioni, se non a far dire che il Governo si sta preoccupando del problema. Nel frattempo i nostri colleghi continuano a vivere in condizioni di paura. Non possiamo pretendere che i veterinari di queste regioni continuino a rischiare la propria incolumità per svolgere il proprio dovere istituzionale senza precise garanzie. Queste sono il minimo riconoscimento che le autorità hanno il dovere di dargli subito. Gli Attestati di benemerenza speriamo che arrivino il prossimo anno.

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Benessere animale Attualità

VETERINARIA 40 | 2008

Un sistema nazionale rispettoso dell’animale allevato Il Ministero punta sulla formazione per la corretta applicazione delle norme sulla protezione degli animali produttori di alimenti a due-giorni della FNOVI, dal 7 all’8 novembre scorsi, ha riunito un Consiglio Nazionale d’eccezione. Insieme ai vertici e ai delegati ENPAV, gli Ordini hanno assistito alla prima Conferenza nazionale sul benessere animale promossa dal Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali. Una vasta platea di circa 300 medici veterinari ha testimoniato, il 7 novembre scorso all’Auditorium del Ministero, l’attenzione della categoria ad un processo di formazione e di crescita professionale che si basa sull’innalzamento del benessere dell’animale produttore di alimenti. Per l’ANMVI è intervenuto il Vice Presidente Marco Colombo, con delega al settore degli animali da reddito, buiatra attivo in SIVAR (Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito) per la diffusione delle buone pratiche in allevamento e l’affermazione della figura del veterinario aziendale. Presenti in sala anche Regioni e allevatori.

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LA FORMAZIONE Il benessere animale, insieme alla salute e alla sicurezza degli alimenti, è diventato un fattore determinante nell’economia delle produzioni alimentari e nella politica agricola comune. Lo riconosce il Piano Nazionale per il Benessere Animale che il Ministero della Salute ha pubblicato quest’anno, in linea con la Strategia Europea quinquennale per l’Animal Welfare 2007-2013. Il medico veterinario è stato chiamato a far comprendere all'allevatore che la tutela del benessere degli animali, sancito come principio fondamentale della nostra Società, implica l'utilizzazione di tecniche di allevamento che, migliorando le performance produttive, coincidono anche con gli interessi della produzione.

A METÀ DEL LAVORO "Il percorso intrapreso - ha spiegato Gaetana Ferri, della Direzione generale della sanità animale e del farmaco veterinario al ministero si è sviluppato 'a catena'. Nella prima fase abbiamo voluto formare i veterinari, successivamente sarà la volta degli allevatori che saranno seguiti dai formatori accreditati. Questa fase del progetto, che sta per partire, si con-

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zione di gruppi omogenei per età, microclima, lotta ai sinantropi, gestione dei reflui, manutenzione delle strutture e delle attrezzature.

IL VETERINARIO AZIENDALE Il Piano Nazionale prevede che “il veterinario privato che visita l’azienda o il veterinario aziendale (art. 3, comma 3 del D.Lgs. n. 117 del 27 maggio 2005) ove presente, possono essere individuati come referenti per il benessere animale in quanto rappresentano gli interlocutori ideali del veterinario ufficiale, nonché ottimale anello di contatto tra quest’ultimo e l’allevatore”. La responsabilità dell’applicazione delle norme di benessere animale ricade, in ogni caso, sull’allevatore.

RISPOSTE “FORTI”

CENTRALITÀ DEL MEDICO VETERINARIO ltre 400 veterinari formati in cinque mesi sulle norme di tutela del benessere degli animali in allevamento. È questo il bilancio della prima fase di un progetto avviato dal ministero del Welfare, in collaborazione con l'Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs) della Lombardia e dell'Emilia Romagna e la Federazione degli Ordini dei veterinari italiani (Fnovi). L'iniziativa, che partirà ora con la seconda fase rivolta direttamente agli allevatori, è stata illustrata a Roma al ministero del Welfare durante la 'I Conferenza nazionale sul benessere degli animali in allevamento'. Da maggio a settembre, il progetto ha formato 436 veterinari per migliorare le loro conoscenze sulle norme a tutela del benessere degli animali in allevamento: 294 sono medici veterinari del Servizio sanitario nazionale, 121 i rappresentanti delle associazioni allevatori accreditati come 'formatori', 21 gli uditori. Il Piano Nazionale per il Benessere Animale sottolinea che “la valutazione dello stato di benessere animale, richiedendo competenze e cognizioni specifiche di etologia, fisiologia, patologia e sanità animale, può essere fatta unicamente da un medico veterinario”. La conferma sulla centralità della figura del veterinario arriva anche da Romano Marabelli, a capo del Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti al ministero del Welfare. "Questo è un cambio epocale - ha concluso - perché testimonia l'importanza dell'intervento del veterinario nella valutazione del benessere degli animali".

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In apertura dei lavori il Presidente Gaetano Penocchio ha ricordato che la FNOVI ha dato risposte “forti”, “nell’articolo 1 codice deontologico abbiamo scritto che “il medico veterinario dedica la propria opera alla promozione del rispetto degli animali e del loro benessere in quanto esseri senzienti”. E allora - ha proseguito - non è difficile capire come la Federazione congiuntamente all’ENPAV abbia messo a disposizione proprie risorse per rendere fruibile il percorso formativo allestito dal Ministero tramite i centri di referenza nazionale per il benessere animale e per la formazione dell’IZS della Lombardia e dell’Emilia Romagna accreditato nel sistema di educazione continua in medicina. Un numero speciale monotematico di “30 giorni”, la rivista della FNOVI e dell’ENPAV messo a disposizione di 32.000 destinatari, in 170 pagine ha ripercorso normativa ed opportunità del benessere degli animali in allevamento, per fare aggiornamento e formazione su un tema di importanza vitale per la professione veterinaria.

LA CONSULENZA AZIENDALE cluderà nel 2009". Il percorso formativo prevede anche una piattaforma di e-learning utilizzabile da tutti i veterinari, pubblici e privati, con lo scopo di aumentare il livello di conoscenza e creare un sistema nazionale più rispettoso del benessere degli animali. "Siamo a metà di uno splendido lavoro che, speriamo, sensibilizzerà tutti gli attori della filiera zootecnica nazionale", ha precisato Ferri. Il punto di partenza del programma è il decreto legislativo 146 del 2001 sulla protezione degli animali negli allevamenti. Da questo si sono prese le mosse per sviluppare l'iniziativa. Il progetto risponde inoltre anche alla necessità di garantire la sicurezza degli alimenti attraverso il benessere all'animale. "Questo punto

- ha ribadito Ferri - è ormai universalmente riconosciuto anche da direttive europee".

PER GLI ALLEVATORI Ai fini della corretta applicazione delle norme minime di protezione degli animali in allevamento, si ritiene opportuno promuovere tra gli allevatori l’applicazione delle “buone pratiche d’allevamento” e, ove possibile, indirizzare verso l’implementazione di “piani di autocontrollo aziendale” che contemplino il rispetto dei parametri di benessere animale. Un buon piano di buone pratiche d’allevamento/autocontrollo dovrebbe, prendere in considerazione vari aspetti direttamente od indirettamente correlati al benessere animale, quali: forma-

Nel richiamare la competenza professionale sui temi della salute e del benessere animale il Presidente Penocchio ha ricordato il percorso che la FNOVI sta facendo per riportare negli ambiti della professione ciò che è della professione: la consulenza aziendale (misura 114 dei piani di sviluppo rurale), un sistema che va cambiato e che la FNOVI cambierà. Abbiamo riunito la Categoria in un luogo che sentiamo come casa nostra, il Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali - ha aggiunto Penocchio - questo al di là di speculazioni su nostre iniziative o collaborazioni con categorie o articolazioni che afferiscono ad altri ministeri, criticate da qualcuno che non si è dato pena neppure di conoscerle”. ■

DALLA PARTE DEI CAVALLI… E DELL’IPPICA l Presidente dell'ANMVI Sandro Barbacini ha partecipato l’8 novembre al Convegno “Dalla parte di chi ama i cavalli: cosa sapere per proteggere la salute ed il benessere dei nostri animali” organizzato dal Dipartimento della Sanità Pubblica Veterinaria, Nutrizione e Sicurezza Alimentare del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. Il Convegno, che si è svolto a Verona presso la Fieracavalli 2008, ha visto la presenza di autorità istituzionali e di governo, fra cui quella del Sottosegretario Francesca Martini. Barbacini ha illustrato gli aspetti igienico-sanitari della riproduzione nel cavallo, attraverso un excursus normativo su scala nazionale, regionale e comunitaria, con particolare riferimento al materiale seminale come prodotto di origine animale. Per Francesca Martini è “fondamentale il completamento e la efficace applicazione dell'anagrafe equina che permetta di avere un quadro puntuale della presenza degli animali sul territorio nazionale e la loro tracciabilità”. Martini ha sottolineato, anche alla luce dell'emendamento già approvato alla Camera a sostegno della filiera dell'ippica, il “valore insostituibile della salute e del benessere dei cavalli all'interno dell'intero mondo ad essi legato”. “La norma che affida all'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine (Unire) l'organizzazione e la gestione dell'a-

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nagrafe equina - ha affermato Martini - necessita di un impulso che permetta non soltanto il controllo di patologie e possibili zoonosi, ma anche contribuisca al contrasto di gare clandestine organizzate dalla malavita e trattamenti farmacologici illeciti, sovente strettamente collegati a fenomeni di maltrattamento”. Altro tema, ha concluso, “che ritengo fondamentale è quello della lotta all'utilizzo di sostanze dopanti che, oltre ad inquinare il mondo dell'ippica, possono creare danni irreversibili negli animali”. Alla manifestazione di Fieracavalli la SIVE ha tenuto il seminario sulle “Parassitosi da elminti gastrointestinali degli equidi”. Negli stessi giorni, i temi della salute e del benessere del cavallo si sono intrecciati con l'attualità politica ed economica. L'emendamento salva-ippica approvato alla Camera prevede un contributo di 25 milioni di euro per il 2008 e, a partire dal primo gennaio 2009, la destinazione dello 0,70 per cento delle somme giocate con le slot-machine. Per l'On. Gianni Mancuso, firmatario dell'emendamento, “il rischio era il tracollo di questo mondo, sia nel trotto, sia nel galoppo”. Il parlamentare ha espresso in Aula preoccupazione per “i veterinari che rappresentano una parte importante, forse la principale, di tutto l'indotto che ruota intorno a questa industria” e per la sorte dei cavalli.


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4 Anmvi Informa Tutela animale

VETERINARIA 40 | 2008

Federfauna non diffami e non parli per noi Stampa avvisata. Federfauna anche. E, infatti, si scusa ulla lotta al traffico illegale di cuccioli i medici veterinari italiani sono in prima fila. Le priorità sono: ristabilire legalità alla filiera e garantire ai cuccioli condizioni sanitarie e di benessere. A questo lavorano i veterinari e questa è la scala di valori da seguire quando si chiede il coinvolgimento dei medici veterinari nel discutere di scambi intracomunitari di cuccioli. "Lo tenga presente Federfauna - ha scritto l'ANMVI in un comunicato stampa l’11 novembre- invece di insistere con iniziative di segno diverso, che non trovano concorde la Categoria Veterinaria e che rasentano la diffamazione a mezzo stampa di una intera professione e dei suoi massimi esponenti istituzionali. L'ANMVI non ravvisa le condizioni per alcun confronto". Nel comunicato stampa, l'ANMVI ha invitato Federfauna "a ricondurre i toni dei suoi interventi entro le regole del confronto civile, a documentarsi e ad astenersi dal parlare di e per la Categoria Veterinaria". Agli organi di stampa, destinatari delle comunicazioni di Federfauna, l'ANMVI raccomanda di "fare riferimento esclusivamente alle organizzazioni veterinarie per quanto concerne il ruolo, i compiti, la deontologia e la legislazione veterinaria, alla luce delle gravi e offensive inesattezze riportate da Federfauna". L'ufficio legale dell'ANMVI segue il caso. In giornata sono arrivate le scuse del Presidente Filippi (v. box).

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L’ANTEFATTO La Federazione di associazioni di allevatori, commercianti e detentori di animali si era rivolta al Sottosegretario alla Salute Francesca Martini e per conoscenza all'ANMVI e alla LAV con una lettera di proposta, resa nota da @nmvi Oggi. A questo primo contatto con ANMVI, è seguita una successiva comunicazione inviata alla stampa in cui Federfauna chiede "più collaborazione" ai medici veterinari e dichiara di aver presentato denuncia querela nei confronti della Presidente dell'Ordine dei Medici Veterinari di Milano, per i contenuti del comunicato diffuso il 3 ottobre scorso.

L’ORDINE DI MILANO La Presidente Carla Bernasconi, dopo un’inchiesta televisiva delle Iene sui traffici dall’Est, aveva divulgato un comunicato stampa in cui dichiarava: "I cani dai paesi dell'Est arrivano da decenni e non certo solo da adesso a causa di una presunta crisi economica che impedisce la vendita degli stessi in sede, e l'Ungheria non è di sicuro l'unica provenienza. Si tratta di un'industria ben precisa che lavora da anni sfruttando la richiesta di animali a basso costo ma di razza". E ancora: "I cani che noi medici veterinari italiani vediamo arrivare vivi - continua Carla Bernasconi - sono circa sui 40 giorni, accompagnati da documenti a volte completamente falsi e a volte appartenenti ad altri soggetti probabilmente deceduti, e nel frattempo hanno già passato due o tre mani, il trasportatore, il grossista e il venditore finale. Stimiamo che la percentuale di perdite possa aggirarsi sul 50% durante il trasporto, ma il costo di circa 40-50 euro (non certo 170 euro!) pagato all'origine permette il guadagno dell'800% che quindi ammortizza di gran lunga le perdite. Inoltre lo svezzamento anche na-

“INVOLONTARIO MALINTESO” ei giorni scorsi, i giornali hanno riportato alcuni comunicati stampa che certo non mettono in buona luce gli allevatori ed i commercianti di cani rappresentati da FederFauna. Il Sindacato, che aveva criticato il comportamento di alcuni medici veterinari, in seguito alle segnalazioni di alcuni associati, non suscitando certo simpatie all’interno delle Associazioni di Veterinari, oggi ha diffuso un comunicato dove precisa la propria posizione ufficiale che elogia l’operato dei medici degli animali e sottolinea l’utilità del loro operato. Il Segretario Generale Massimiliano Filippi ha dichiarato: “Siamo spiacenti del fatto che probabilmente non siamo riusciti a trasmettere il messaggio che volevamo perché, non solo la critica era rivolta solo ad alcuni soggetti e non assolutamente alla categoria che, per primi, abbiamo definito "indispensabile", ma soprattutto, perché FederFauna vuole, in sostanza, le stesse cose che vogliono i veterinari: ristabilire legalità alla filiera e garantire ai cuccioli condizioni sanitarie e di benessere. Riteniamo che i veterinari possano dare un importante contributo a questo obbiettivo anche aiutandoci nella formazione degli operatori del settore o suggerendo, alla luce della loro esperienza, quali accorgimenti adottare per perseguire detti fini.” Da notare che sono numerosi i veterinari che già collaborano con un po’ tutte le Associazioni aderenti a FederFauna. Filippi sottolinea inoltre che, purtroppo, gli allevatori, i commercianti e i detentori di animali sono ormai abituati ad essere criminalizzati in blocco per colpa di qualche soggetto isolato ed aggiunge: “Spero solo che questo involontario malinteso porti ad avvicinarsi le nostre Associazioni, gli iscritti delle quali, sono nella stragrande maggioranza dei casi, persone oneste e corrette. (fonte: Federfauna)

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turale dei cuccioli in ogni caso non avviene a 2 mesi, e comunque l'acquirente ignaro non sarebbe in ogni caso in grado di comprendere quale sia l'età reale del cane acquistato, se non facendolo visitare da un veterinario prima dell'acquisto".

INESATTEZZE E CALUNNIE Inoltre, Federfauna, citando erroneamente il Codice Deontologico del Medico Veterinario, ignorandone la revisione del 2007, critica l'operato dei medici veterinari liberi professionisti. A detta di Federfauna " i liberi professionisti, nel vedersi presentato in ambulatorio un cucciolo corredato da passaporto internazionale, affermano, a volte ancora prima di aver visitato l'animale che il soggetto in questione è sicuramente problematico perché provenendo dall'estero, sicuramente non ha l'età riportata sui documenti, sicuramente le vaccinazioni non sono state eseguite e così via...". I veterinari assumerebbero così "atteggiamenti atti a creare una psicosi tra il grande pubblico dei consumatori spingendolo a temere l'acquisto di un animale presso un negozio o presso un allevamento professionale". Non solo, i veterinari "istigano qualche furbo a comportamenti illegali che gli consentano di vendere animali senza nessun requisito, ma spacciabili per "nazionali nati in casa" (...) e sono proprio questi atteggiamenti che, per ritorsione, fanno sì che molti allevatori o commercianti parlino male o comunque abbiano poca fiducia dei veterinari".

QUAL È DUNQUE LA PROPOSTA? Federfauna avanza una proposta per contrastare la pratica dell'introduzione irregolare di animali da compagnia a fini commerciali. Una

pratica in aumento - secondo l'organizzazione - anche a causa di "ostacoli obiettivamente non necessari alle forme legali di introduzione, con la tragica conseguenza di lasciare ancora più spazio d'azione agli illegali". In sostanza, dice

La legge, oltre a fissare dei limiti, dovrebbe anche dare certezze e per combattere il mercato nero è necessario semplificare quello legale. Federfauna, la confederazione delle associazioni degli allevatori, commercianti e detentori di animali, ha scritto al Sottosegretario Martini una nota propositiva, indirizzata per conoscenza anche all'ANMVI e alla LAV. Il Segretario Generale di Federfauna, Massimiliano Filippi, scrive che "se non si cercherà di uniformare il più possibile le caratteristiche richieste per i cuccioli introdotti da altri Paesi comunitari a quelle richieste per i cuccioli nati in Italia, sarà sempre maggiore il ricorso, da parte di commercianti impossibilitati ad approvvigionarsi tramite i canali regolari, ad animali introdotti irregolarmente e messi sul mercato come italiani perché questi, una volta passata la frontiera, non richiedono vincoli, non richiedono titolazione per rabbia anzi, nemmeno la vaccinazione e possono essere ceduti a due mesi anziché quasi a quattro". A quanto detto Federfauna aggiunge che "la produzione italiana non è sufficiente per sopperire alla richiesta di mercato" e che "chi vuole un cucciolo di razza non si adatterà mai ad adottare un adulto meticcio proveniente da un canile". La proposta è dunque la seguente: rispettare il Regolamento 998/2003 esattamente come è scritto, il che vuol dire cuccioli introducibili a tre mesi (non tre mesi e 21 giorni), microchip, passaporto, una vaccinazione antirabbica (non una più un richiamo) effettuata 21 giorni prima della movimentazione e, solo nei casi di effettivo rischio, la titolazione anticorpale e, comunque mai a destinazione. Per completare il tutto, a vantaggio anche di chi effettua i controlli, prevedere dei parametri certi e non interpretabili per determinare l'età dei cuccioli ad esempio, come è già stato fatto in Francia, stabilire il peso minimo per ciascuna razza al di sotto del quale gli animali non possono essere commercializzati o, più semplicemente, rendere ufficiale il parametro del "primo premolare" che, a seconda che sia o meno spuntato, offre la possibilità oggettiva di verificare se il cucciolo sia più vicino ai tre mesi o a 1,5 mesi. Se quest'ultimo criterio - conclude Filippi - venisse poi applicato a tutti i cani, nazionali compresi, ne gioverebbero tutti, anche gli animali stessi. ■

Un’ordinanza contro i bocconi avvelenati n riferimento alla sempre più pressante necessità di contrastare la diffusione nell'ambiente di esche o bocconi contenenti sostanze nocive o veleni finalizzati all'uccisione di cani, e sovente utilizzati anche durante la stagione venatoria, il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha sottolineato il gravissimo danno che viene perpetrato attraverso questo reato penale nei confronti degli animali e dell'ambiente, oltre a rappresentare un vero attentato anche alla salute pubblica soprattutto per l'alto rischio a cui espone i bambini che dovessero entrare in contatto con esse. A tal fine il Sottosegretario Martini ha tenuto a Verona, presso la Provincia, un vertice con istituzioni pubbliche, associazionismo e Corpi dello Stato coinvolti nella tutela del territorio. Il Sottosegretario ha dichiarato: "Ritengo necessario emanare in tempi brevissimi un'ordinanza che rafforzi il quadro normativo atto a tutelare la salute pubblica salvaguardando l'incolumità delle persone, degli animali e dell'ambiente dallo spargimento di esche contenenti sostanze nocive o bocconi avvelenati”.

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LE MISURE “I capisaldi del provvedimento riguarderanno: l'obbligo da parte del padrone o del responsabile dell'animale nonché da parte delle pubbliche istituzioni in caso di fauna selvatica di denunciare l'avvelenamento o il rinvenimento delle esche; il pieno coinvolgimento della veterinaria e degli Istituti zooprofilattici sperimentali ai fini dell'espletamento delle analisi sulle esche; l'obbligo di bonifica dell'area contaminata attraverso la sua delimitazione oltre a un giro di vite teso a un corretto utilizzo e catalogazione di sostanze purtroppo utilizzate a fine illegale. Riterrei, inoltre, importante valutare - ha concluso Martini - anche in Italia l’aggiunta di sostanze repellenti ai veleni più usati al fine di proteggere i bambini da un eventuale contatto con esche killer disperse sul territorio. Stiamo lavorando all’attivazione di un numero verde per le denunce poiché abbiamo bisogno di intervenire in tempi brevissimi per stanare i colpevoli e dare ai cittadini collaboranti un punto di riferimento istituzionale per rispondere a questo grave attentato alla salute e all’incolumità umana e animale”. ■



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6 Leggi in Gazzetta Assunzioni

Stabilizzazione per i precari non dirigenti degli IZS Pubblicato il decreto attuativo della Finanziaria 2007 n attuazione della legge finanziaria 2007- che autorizza gli IZS a procedere ad assunzioni a tempo indeterminato, dando precedenza al personale precario - il Ministero del Welfare ha pubblicato il Decreto 6 maggio 2008 "Disposizioni attuative dell'articolo 1, comma 566, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, volte ad assicurare continuità nell'attività di sorveglianza epidemiologica in ambito zooprofilattico" (GU n. 262 del 8-11-2008). Il Ministero della salute aveva trasmesso al Ministero dell'economia e delle finanze uno schema di decreto di attuazione prevedente, fra l'altro, anche la stabilizzazione del personale dirigente. A febbraio di quest'anno, la Ragioneria generale dello Stato ha formulato osservazioni, rilevando, in particolare, che le procedure di stabilizzazione possono riguardare esclusivamente “il personale non dirigente a tempo determinato in possesso di specifici requisiti”. In base alle osservazioni della

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contabilità di Stato, gli Istituti Zooprofilattici, hanno comunicato i dati aggiornati sulla quantificazione degli oneri relativi al personale non dirigenziale.

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TABELLA A Riparto tra gli Istituti zooprofilattici sperimentali delle somme di cui all’art. 2, comma 3 a

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Spesa massima anno 2008

Spesa totale articolo 2, comma 3 (2009)

Brescia

€ 1.977.330,22

€ 2.834.173,32

Foggia

€ 1.376.717,45

€ 1.991.846,52

Padova

€ 1.587.011,35

€ 2.275.714,39

Palermo

€ 1.718.105,69

€ 2.478.038,00

Perugia

€ 924.183,65

€ 1.334.931,94

Portici

€ 1.664.674,05

€ 2.378.105,79

Roma

€ 1.604.670,58

€ 2.321.651,05

Sassari

€ 1.189,778,51

€ 1.699,683,58

Teramo

€ 1.458.782,26

€ 2.096.999,50

Torino

€ 1.331.534,26

€ 1.919.886,61

Totale

€ 14.832.788,02

€ 21.331.030,69

LE ATTIVITÀ Salvo restando le esigenze non programmabili derivanti da eventuali emergenze provocate da epizoozie che interessino il territorio nazionale, nel triennio 2008/2010, le attività da garantire sono incentrate sui controlli inerenti alle encefalopatie spongiformi trasmissibili (BSE e scrapie), al potenziamento della sorveglianza epidemiologica delle altre malattie infettive e diffusive degli animali, alla gestione del sistema di identificazione e registrazione degli animali e allo svolgimento delle attività di genotipizzazione sulla popolazione ovina nazionale. Il potenziamento della sorveglianza epidemiologica, allo stato delle conoscenze attuali, nonché della diffusione delle malattie infettive e diffusive degli animali, concerne

IL COMMA 566 l fine di dare continuità alle attività di sorveglianza epidemiologica, prevenzione e sperimentazione di cui alla legge 19 gennaio 2001, n. 3, gli Istituti zooprofilattici sperimentali sono autorizzati a procedere all'assunzione di personale a tempo indeterminato, nei limiti della dotazione organica all'uopo rideterminata e del finanziamento complessivo deliberato annualmente dal CIPE, integrato dalla quota parte della somma di cui al terzo periodo del presente comma. Nelle procedure di assunzione si provvede prioritariamente alla stabilizzazione del personale precario, che sia in servizio da almeno tre anni, anche non continuativi, o che consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 29 settembre 2006 ovvero che sia stato in servizio per almeno tre anni anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge purché abbia superato o superi prove selettive di natura concorsuale. A far data dal 2007 lo stanziamento annuo della legge 19 gennaio 2001, n. 3, è rideterminato in euro 30.300.000. Il Ministero della salute di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, sentiti gli Istituti zooprofilattici sperimentali, definisce con apposito programma annuale le attività da svolgere nonché i criteri e i parametri di distribuzione agli stessi di quota parte del predetto stanziamento.

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programmi di sorveglianza ed eradicazione delle seguenti epizoozie e zoonosi: afta epizootica; brucellosi bovina; tubercolosi bovina; febbre catarrale degli ovini; brucellosi ovi-caprina; salmonella zoonotica; malattia vescicolare dei suini; peste suina classica; peste suina africana; influenza aviaria; malattia di Aujeszky; leucosi enzootica bovina; West Nile disease.

LE PROCEDURE Gli Istituti Zooprofilattici sperimentali provvedono alla stabilizzazione mediante le procedure indicate nella direttiva emanata dal Dipartimento della Funzione pubblica n. 7 del 30 aprile 2007. Il personale in servizio viene stabilizzato nell'arco del biennio 2008-2009. Al fine di garantire univocità dei comportamenti degli Istituti Zooprofilattici sperimentali nell'attuazione dei programmi, è istituito un comitato di coordinamento dei rappresentanti legali degli Istituti, presieduto dal Capo del Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti del Ministero della salute.

LA SPESA La spesa complessiva non può essere superiore a Euro 14.832.788,02 nel 2008 e ad Euro 21.331.030,69 a decorrere dall'anno 2009, da ripartire fra gli Istituti secondo quanto previsto dal decreto 6 maggio 2008 (v. tabella). Tali importi, a decorrere dall'anno 2009 sono comunque comprensivi di ogni spesa per il personale impegnato nelle attività previste dalla legge n. 3 del 2001. La spesa grava sulla disponibilità finanziaria per il programma «Tutela della salute» della missione «Prevenzione e assistenza sanitaria veterinaria» dello stato di previsione del Ministero della salute per l'anno 2008 e sui corrispondenti capitoli nei successivi esercizi finanziari. ■



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8 Attualità Clima e ambiente

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La zootecnia deve liberarsi dall’accusa di inquinare Via il dito puntato contro le emissioni di CO2, occorre guardare all’energia biocompatibile. ANMVI: il veterinario aziendale può fare molto ummit lombardo a Cremona, il 4 novembre, presso la Camera di Commercio per parlare di ambiente e zootecnia. Dall'incontro, promosso dalla Regione Lombardia e a cui ha partecipato il Vice Presidente dell'ANMVI, Giancarlo Belluzzi, è scaturito il messaggio che la zootecnia deve scrollarsi di dosso l'indice puntato dell'immissione di CO2 nell'ambiente. La strada da seguire è quella di sfruttare piuttosto il merito del produttore in quanto sorgente di energia biocompatibile. ANMVI ha offerto il suo contributo: i medici veterinari sono a disposizione per qualsiasi progetto che richieda un contributo professionale a queste soluzioni. Uno dei consulenti principali dell'agricoltore è questo professionista ed il progetto del veterinario aziendale va in questa direzione con un duplice apporto: salvaguardare l'ambiente e tutelare il bestiame da nuovi agenti infettivi. Nel primo caso, fornendo preziosi contributi di conoscenza utili a inserire l'allevamento in un circuito più rispettoso, adeguando ad esempio, le diete animali per modificare l'impatto ambientale; nel secondo, proteggendo e tutelando il patrimonio zootecnico da vecchie e nuove patologie come quelle comparse negli ultimi anni, causate da una rivoluzione climatica nei cicli di virus e batteri. I cambiamenti climatici sono una realtà incontestabile e la causa sono le frenetiche attività dell'uomo, nelle sue molteplici forme. Tra queste c'è anche la zootecnica intensiva, ma a differenza di altre questa può essere considerata un bene produttivo da sfruttare, anche a fini energetici, se l'allevatore (e le istituzioni, che devono mettere mano anche al loro portafoglio) utilizza al meglio la risorsa liquame.

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UN SISTEMA VIRTUOSO L'8% di tutte le emissioni di CO2 è l'incidenza della percentuale media della zootecnia e tra le 4-5 fonti più importanti c'è appunto l'alleva-

mento del bestiame. Il mondo punta sulla loro riduzione e sul contenimento nell'utilizzo di quelle fossili, primo fra tutte il petrolio. La produzione di biocombustibili è il sistema più virtuoso ed ideale per la zootecnia. Trasformando il liquame in una sorgente di gas combustibile ed in preziosi fertilizzanti per i suoli, l'indice di virtuosità vira decisamente verso il segno positivo. La Regione Lombardia ha finanziato ben più di 30 impianti di biogas ma altrettanti sono in progettazione. Peraltro la tecnologia finanziata consente un utilizzo massiccio del "motore": mediamente l'impianto di produzione energetica sta fermo per manutenzione non più di tre giorni/anno, un indice eccellente di sfruttamento del sistema.

IL CLIMA Il rapporto fra produzione agroalimentare e cambiamenti climatici è stato al centro anche di un convengo dell’Istituto Superiore di Sanità il 5 novembre scorso. In occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, gli esperti hanno parlato della sfida del cambiamento climatico e delle bioenergie. Il sistema agricolo industrializzato è uno dei principali imputati della sempre maggiore vulnerabilità del clima. Il motivo? Le monocolture, l’uniformità genetica dovuta all’utilizzo degli Ogm, i trasporti a lunga distanza, l’uso intensivo dell’acqua, così come le pratiche di allevamento intensivo finalizzate alla selezione di animali che diano le massime rese, possono provocare, e in alcuni casi lo hanno già fatto, contaminazione ambientale e desertificazione.

BIOCARBURANTI C’è poi la questione dei biocarburanti. Molte coltivazioni, infatti, sono state convertite sottraendo milioni di tonnellate di alimenti all’alimentazione umana. Per avere un’idea, basti considerare che solo nel 2006 100 milioni di tonnellate di cereali sono state utilizzate nel settore energetico piuttosto che in quello alimentare. Questo tipo di combustibile dovrebbe invece essere prodotto a partire da piante

non alimentari, rifiuti agricoli e avanzi vegetali, e non da colture alimentari. Ciò permetterebbe di evitare aumenti massicci del prezzo dei cereali, aggravando di conseguenza il problema della fame nel mondo che colpisce oggi 854 milioni di persone, a cui si aggiungeranno nel 2025, se la situazione non cambierà, altri 600 milioni di affamati.

LA “FILIERA CORTA” La soluzione, o se non altro un contributo fondamentale, può giungere dalla cosiddetta "filiera corta" nello spazio e nel tempo, una produzione cioè orientata ai consumi locali o d’area. Ciò presuppone un’agricoltura più attenta alla sostenibilità ambientale e più rispettosa della biodiversità. La diversità genetica, infatti, proteggendo la biodiversità, permette di per sé maggiori possibilità di resistenza prima e di adattamento poi ai cambiamenti climatici. Un tipo simile di agricoltura, inoltre, destinando gran parte dei suoi prodotti al territorio, ridurrebbe i consumi energetici per i trasporti e il consumo di acqua, in quanto diminuirebbe la richiesta di irrigazione intensiva.

LE CONSEGUENZE Per quanto riguarda l’agricoltura, i cambiamenti climatici potrebbero portare ai seguenti effetti: • alterazione dello sviluppo colturale con modificazione dei ritmi stagionali di crescita; • possibile peggioramento della qualità dei prodotti e diminuzione delle rese; • maggiore incidenza dei processi di degrado dei suoli e perdita di fertilità; • aumento dei fabbisogni irrigui; • maggiore difficoltà di rinnovo delle risorse idriche; • aumento del carico dei parassiti e del numero delle loro generazioni nella stagione colturale; • introduzione e acclimatamento di nuovi parassiti; • maggiore competizione esercitata dalla flora infestante;

IL VETERINARIO CONSULENTE AZIENDALE nche i medici veterinari sono chiamati a fare la loro parte: proteggendo la sorgente di materia prima (animali) dal fermo aziendale, causa primaria di perdita energetica, qualora mancasse il materiale da bio-sfruttare. Uno dei consulenti principali dell'agricoltore è questo professionista ed il progetto del veterinario aziendale va in questa direzione con un duplice apporto: salvaguardare l'ambiente e tutelare il bestiame da nuovi agenti infettivi.

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• maggiore salinizzazione delle falde e dei terreni.

LA RICERCA Le pratiche agricole e di allevamento intensive che hanno ottenuto indubbi vantaggi economici e sociali, sono tuttavia all’origine di alcuni effetti negativi, quali la contaminazione ambientale da sostanze chimiche, il degrado di alcuni territori con la desertificazione, l’alterazione degli equilibri territoriali con il mancato recupero delle deiezioni animali. La comunità scientifica è oggi chiamata ad elaborare strategie di intervento indirizzate sì all’incremento della produzione degli alimenti, ma attraverso tecniche innovative, e individuando per tempo i potenziali pericoli per gli esseri viventi e l’ambiente in generale. Una strada sicuramente importante da portare avanti riguarda la ricerca finalizzata a: • migliorare l’utilizzazione delle risorse; • perfezionare la catena della conservazione; • rivedere la catena di distribuzione; • privilegiare allevamenti in cui gli animali non siano competitivi con l’uomo; • verificare che i criteri di sicurezza attuali siano validi per il futuro. ■



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10 Letto su Reg.1/2005/CE

VETERINARIA 40 | 2008

Nel trasporto animale restano i nodi sulla densità di carico e sulle soste Per i trasportatori crescono i costi. E dal 2009 scatta l’obbligo di equipaggiare i camion con i nuovi sistemi satellitari poco più di un anno e mezzo dall’entrata in vigore del regolamento 1/2005 dell’Unione europea il bilancio è positivo, anche se rimangono ampi margini di miglioramento. E questa l’opinione più diffusa tra gli operatori del settore. Tuttavia, l’applicazione di regole più severe ha avuto un impatto economico, contribuendo a scoraggiare l’attività di trasporto. «Abbiamo ottenuto risultati nell’applicazione della norma, non è più la situazione grave di alcuni anni fa» dice Mario Sapino, direttore degli Uvac (Ufficio veterinario decentrato del ministero della Salute) del Piemonte e della Valle d’Aosta, che sorvegliano i flussi di traffico attraverso il Frejus e il Monte Bianco. Alcuni problemi sono ancora presenti, ma meno che in passato. Tra le criticità riscontrate si possono citare gli abbeveratoi sui mezzi difficilmente accessibili per gli animali, l’alimentazione non effettuata a causa della mancanza di aree di sosta adeguate lungo le autostrade, i rilevatori di temperature posizionati proprio sotto le ventole, la sosta, obbligatoria nei viaggi lunghi, non effettuata, i giornali di viaggio non compilati o

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veicoli destinati al trasporto di animali, che vende l’85% della produzione all’estero. «Da primavera del 2007 c’è stato un calo nelle vendite, si pensava un’oscillazione normale, invece fino a oggi non c’è stata alcuna inversione di tendenza» dice Arnaldo Ghilardi, il direttore tecnico. «L’entrata in vigore del regolamento prosegue Ghilardi - ha coinciso con un brusco calo nelle vendite degli allestimenti. È stata una delle cause, certamente non la principale, insieme ad altre ragioni, come la diffusione di alcune malattie, la vescicolare dei suini e la lingua blu nei bovini, i costi del gasolio e l’aumento del prezzo dei veicoli, dovuto alla crescita delle materie prime per la loro produzione, ferro, rame, zinco, alluminio. In realtà, il costo dei veicoli viene riassorbito dagli autotrasportatori, però, le regole più severe e le multe che sono cominciate a fioccare e la congiuntura economica sfavorevole, hanno scoraggiato gli autotrasportatori».

IL SISTEMA SATELLITARE

incompleti, l’eccessiva densità di carico riscontrata a bordo. In particolare, l’eccessivo numero di animali trasportati rispetto allo spazio disponibile continua a rappresentare un nodo irrisolto.

LA DENSITÀ DI CARICO «Il grosso problema della norma è la densità di carico. Le tabelle sono confuse, soprattutto quelle per i bovini. Però, quando fermo un camion, mi accorgo subito se qualcosa non va,

se per esempio gli animali non hanno spazio sufficiente per sdraiarsi. E bisogna ricordare che la tabella non è liberatoria, ma prevede lo spazio minimo che deve essere garantito continua Sapino. Quando il trasporto avviene in un periodo di gran caldo, o il viaggio è molto lungo, bisogna assicurare più spazio e questa è una decisione determinata dalla professionalità del conducente. Il problema è che gli autotrasportatori sono pagati a chilometri, e non a quintali trasportati: per un itinerario ricevono la stessa cifra, qualsiasi sia il numero di animali che portano. Che succede? Se non caricano tutti gli animali in partenza, chi spedisce si rivolge a un altro autotrasportatore. Magari hanno speso 250mila curo per il veicolo, c’è il mutuo da pagare: il conducente deve accettare. Questo è un problema grave. E se per un problema fermo un camion e lo sanziono, chi paga è il trasportatore, non il committente olandese o francese. In realtà è possibile fare la notifica in ogni parte d’Europa, ma poi non posso emettere la cartella esattoriale e la multa non ha esito».

LA QUALITÀ DEI MEZZI Sulla densità di carico è difficile trovare un accordo tra veterinari e autotrasportatori. «C’è troppa discrezionalità nel valutarla - dice Dario Guerra, autotrasportatore e consigliere di Assotrabe, associazione di trasportatori di bestiame -. Le tabelle europee fanno riferimento a tipologie di animali non movimentate in Italia. E poi al posto di controllo non ci sono metri o bilance, se mi metto a discutere, alla fine il giudice dà ragione al veterinario». Quello del rispetto della normativa 1/2005 è un problema supplementare per gli autotrasportatori, che acuisce una situazione non florida. «Noi - continua Guerra - abbiamo puntato molto sulla qualità dei mezzi, fondamentale per i benessere degli animali, ma non c’è un ritorno economico: sono specializzato nel trasporto di categorie diverse di suini, dagli animali alla quinta settimana di vita o a quelli da macello. Ho sempre pensato che la specializzazione fosse la salvezza, ma in Italia il mercato della carne di maiale è in crisi. In più il gasolio è alle stelle, e ci sono state tolte alcune agevolazioni. E noi autotrasportatori non abbiamo compattezza nel chiedere le condizioni con la committenza».

IL COSTO DEI VEICOLI Una crisi registrata dalla Pezzaioli, una delle maggiori aziende italiane per l’allestimento di

Un altro motivo, parziale, di scoraggiamento degli autotrasportatori potrebbe venire dall’entrata in vigore dell’obbligo di sistema satellitare, obbligatorio su tutti i mezzi nuovi dal 2007 e su tutti i mezzi dal gennaio 2009. «Il sistema satellitare sarà un altro aggravio - dice il direttore tecnico della Pezzaioli - tuttavia non particolarmente rilevante. Dall’entrata in vigore del regolamento, con tutte le dotazioni richieste e il rincaro delle materie prime, i mezzi sono aumentati del 15-20%». E la legislazione europea in materia appare incompleta. «La norma prevede la presenza del sistema - osserva Ghilardi - ma non le specifiche tecniche, cioè il modo di registrare e trasmettere i dati. I costruttori e gli utilizzatori hanno quindi potuto scegliere il sistema che preferivano. Il laboratorio di ricerca dell’Unione europea, il Jrc di Ispra, ha dal 2006 pubblicato una bozza per le specifiche, aggiornata nel 2007, ma la Commissione europea non ha ancora ratificato la proposta. In teoria sarebbe dovuto essere possibile per un veterinario controllare automaticamente qualsiasi spedizione di animali vivi in Europa, senza dover chiedere direttamente al conducente la stampa dei dati, ma il fatto che non sia stato fissato lo standard del linguaggio impedisce questa possibilità. Comunque noi ci siamo allineati con le specifiche proposte dal Jrc, sia pure non ufficiali». «La parte del satellitare è la più pesante del regolamento - conclude Guerra - e dovrebbe entrare in vigore per tutti i veicoli dall’inizio del 2009, però penso a una deroga». (Claudia Grisanti, ottobre-novembre 2008, Agrisole) ■

E LA UE FINANZIA NUOVI STUDI on la Decisione, del 18 agosto scorso, la Commissione Europea ha stabilito la partecipazione finanziaria, per l’anno 2008, a uno studio sul trasporto degli animali. In particolare, la partecipazione finanziaria, pari a 58mila euro, sarà concessa ad uno studio che dovrà valutare “le diverse opzioni strategiche degli scenari relativi ai tempi di viaggio e alla densità di carico degli animali durante il trasporto e analizzi i loro effetti in termini di benessere e salute degli animali, in termini di salute pubblica e sotto i profili economico, sociale, ambientale e amministrativo”. Tutto ciò ai fini di una modifica, riguardante i tempi di viaggio e la densità di carico, del regolamento (CE) n. 1/2005, sulla base di pareri scientifici che indicano la necessità di nuove e opportune norme sui tempi di viaggio e sulla densità di carico (spazio disponibile).

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Ricerca Legale

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Sì all’impiego di suini vivi nella sperimentazione di nuove tecnologie di chirurgia robotica Legittimo il provvedimento del Ministero della Salute che ha consentito “il sacrificio” degli animali “in luogo degli esseri umani” egittimamente il ministero della Salute ha consentito “il sacrificio” degli animali “in luogo degli esseri umani” per la sperimentazione del professor Pier Cristoforo Giulianotti, primario di chirurgia dell’ospedale Misericordia di Grosseto. Con questa motivazione il Tar del Lazio ha respinto il ricorso con cui la Lega anti vivisezione contestava il provvedimento del Ministero della Salute che ha autorizzato a riprendere e continuare la sperimentazione di nuove tecnologie di chirurgia robotica per un triennio con l’utilizzo di 30 suini l’anno. Per i ricorrenti sarebbe stato auspicabile utilizzare i modelli di tessuti e manichini i quali, in casi di errate manovre del chirurgo, si comporterebbero nelle esercitazioni esattamente come organismi umani. Inoltre, l’esperienza sui maiali - strutturalmente molto diversi dagli umani - sarebbe inutile sia per chirurghi che abbiano già operato sull’uomo e sia per quelli del tutto inesperti; infine, sarebbe semmai stato più opportuno utilizzare i cadaveri umani. Ma per il Tribunale “l’assunto non convin-

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ce”. Il provvedimento ministeriale “è sostanzialmente ancorato al rilievo, contenuto nel presupposto parere dell’Istituto Superiore di Sanità, per cui l’unica alternativa possibile sarebbe stata disporre l’esercitazione su esseri umani viventi”.

LA LEGGE Va poi aggiunto che il Decreto 116/ propone un bilanciamento tra il doveroso rispetto, derivante dalle leggi dell’etica e della morale, verso gli animali sottoposti a sperimentazione e l’interesse collettivo sia dell’ordinamento nazionale che dell’ordinamento comunitario, alle attività di sperimentazione su di essi che sono ritenute indispensabili in base delle attuali conoscenze di tipo scientifico. La legge, “in coerenza con le opportunità offerte dallo sviluppo della tecnologia, limita l’utilizzazione degli animali ai soli casi nei quali risulti accertata l’impossibilità di seguire metodi alternativi, evitando inutili ripetizioni degli esperimenti”.

LA DIDATTICA Il Tar ha ritenuto dimostrato che “l’unica alter-

TUTELA DEI PICCIONI INSELVATICHITI l TAR del Veneto (Sez. II - 24 ottobre 2008, n. 3274) ha ritenuto illegittima l’ordinanza comunale che autorizza i cacciatori ad abbattere, all’interno del territorio comunale, i colombi in conformità con il calendario venatorio. La tutela della fauna selvatica non deve intendersi limitata alle specie propriamente selvatiche, ma va estesa più in generale anche agli animali di tipo selvatico. Richiamandosi a precedenti pronunce della Cassazione, per il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto “deve ritenersi pertanto applicabile ai piccioni inselvatichiti (vale a dire che di fatto hanno assunto un sistema di vita quanto meno simile a quello selvatico), il regime di contenimento proprio delle specie selvatiche, che per legge non può che attuarsi con metodi ecologici, quale certamente non è la caccia”. È conseguentemente illegittima l’ordinanza comunale (Comune di Ronco all’Adige) che autorizzava i cacciatori ad abbattere, all’interno del territorio comunale, i colombi in conformità con il calendario venatorio: essa viola i principi di cui all’art. 19 della l. n. 157/92, alla stregua dei quali occorre previamente verificare l’inadeguatezza dei metodi ecologici (ritenuti dalla legge prioritari rispetto all’abbattimento)

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e, ciò verificato, autorizzare all’abbattimento esclusivamente i soggetti indicati dalla legge. Secondo il Comune, invece, l’art. 19 della legge n. 157/92 non sarebbe stato applicabile ai “piccioni di città” in quanto, non essendo questi classificabili tra le specie selvatiche - ma, anzi, dovendosi considerare “alla stregua di animali domestici”, rientrerebbero nel patrimonio disponibile del proprietario, e cioè, nel caso di specie, del Comune stesso dunque non potrebbero beneficiare della tutela prevista per tali specie. Ma i giudici, “premesso che non si intende qui (né rientra nei poteri cognitivi di questo Tribunale) entrare in problematiche di classificazione zoologica”, osservano che “la sussistenza della “categoria” in questione, non può che trovare la propria disciplina di contenimento in quella disposizione di tutela che sul piano analogico più le si avvicina”. Pertanto, il Collegio - in coerenza, peraltro, con la propria, precedente sentenza n. 862/08 - “ritiene di dover applicare alla fauna di cui si tratta, costituita dai piccioni inselvatichiti (vale a dire che di fatto hanno assunto un sistema di vita quanto meno simile a quello selvatico)” il regime delle specie selvatiche (fonte: ambientediritto.it).

nativa possibile sarebbe stato disporre l’esercitazione sugli esseri umani viventi”. “In tale direzione - scrive il Tar - non essendo qui stati denunciati particolari profili di crudeltà, di gratuita strumentalizzazione, appare nel caso esistente il requisito dell’indispensabilità infungibile per l’utilizzo degli animali in considerazione del fatto che si trattava di utilizzare tecniche di chirurgia robotica e laparoscopica in anestesia totale”. E ancora i giudici: “l’operare su un organismo vivente di un animale (i cui tessuti ed organi sono peraltro utilizzati per colture e per trapianti ai fini umani) appare un’esperienza pratica comunque utile sotto il profilo dell’apprendimento, sia rispetto ai cadaveri (rigidi e privi di sanguinamento, ecc. ecc.); che rispetto ai manichini (che sono pur sempre un simulatore di materiale sintetico)”. Il riferimento ai manichini operato dalla Associazione ricorrente “appare invero del tutto generico e privo di una concreta indicazione di specifiche tecniche costruttive, funzionali e manutentive (relativamente alla reiterazione degli interventi sullo stesso segmento già oggetto di precedenti esercitazioni)”.

LA LAV RICORRERÀ La Lav ricorrerà al Consiglio di Stato contro la pronuncia del Tar del Lazio. È quanto si legge in una nota dell’associazione dopo che il tribu-

nale amministrativo ha respinto il ricorso contro le pratiche adottate da un primario di chirurgia, autorizzato all’utilizzo di 30 suini ogni anno per la sperimentazione di nuove tecnologie di chirurgia robotica per il prossimo triennio. Secondo Michela Kuan, responsabile Lav settore vivisezione, “nel campo della chirurgia robotica e delle laparoscopie sono disponibili metodi di ricerca e di insegnamento che non si avvalgono di animali, e la legge in merito è inequivocabile, permettendo - continua la nota - il ricorso ad animali vivi solo se non siano disponibili metodi alternativi’’. “Vista l’autorevole documentazione scientifica raccolta in merito alla fattibilità di metodi alternativi, confidiamo in un ragionevole ribaltamento, in Consiglio di Stato, della pronuncia del Tar spiega Carla Campanaro, dell’ufficio legale della Lav - siamo fiduciosi che il Consiglio di Stato analizzerà con la dovuta attenzione le motivazioni addotte nel ricorso da parte dell’associazione’’. Nel 2004 il TAR Lazio accordò la sospensiva per l’uso di maiali in esercitazioni chirurgiche, ma - conclude Michela Kuan - il cambio del collegio ha apportato una visione giuridica e scientifica anacronistica nella tutela animale, “non stupisce che sia lo stesso TAR che ha concesso la sospensiva al divieto dell’utilizzo dei collari elettrici per addestrare i cani”. ■


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12 Dalle Associazioni www.sisca.it

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Il veterinario prescrittore nei progetti di Pet Therapy Il processo co-terapeutico si instaura prescrivendo specifiche attività di relazione. Corso SISCA a Cremona dal 12 al 14 dicembre di ROBERTO MARCHESINI a molti anni ormai si parla del significato positivo e beneficiale del rapporto con l’animale nelle diverse applicazioni assistenziali che hanno dimostrato evidenze scientifiche, cosicché le ricerche pionieristiche degli anni ’60 condotte da Boris Levinson non sono più una novità.

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NO ALLA VERSIONE NAIF E tuttavia non basta affermare che la presenza del pet “fa bene”, altrimenti rischiamo di cadere in visioni magiche e taumaturgiche dell’animale quali si possono rinvenire nei racconti popolari: “se vuoi guarire da un’artrosi prendi una rondine in mano e toccati sulla parte malata”. D’altro canto questa versione naïf della terapia assistita è facilmente divulgabile e in un contesto mediatico di banalizzazione del rapporto con gli animali ci sta la possibilità che l’ennesima rubrica consigli l’adozione di un pet per curare i disturbi del figlio o migliorare il tono cardiocircolatorio dell’anziano. Va subito smentita questa interpretazione: l’animale non è una medicina o un ricostituente, bensì un soggetto relazionale che quando entra nelle nostre case

richiede un preciso impegno di affiliazione, cioè di introduzione corretta nella sistemica familiare. Pensare di adottare un animale per avere un beneficio terapeutico è già un modo sbagliato per iniziare la relazione affiliativa o di proprietà (pet-ownership) che, viceversa, chiede uno slancio disinteressato e una piena assunzione di responsabilità. Inoltre per apportare un beneficio è necessario affrontare i problemi specifici del paziente attraverso attività mirate per cui, mentre un bambino iperattivo richiede attività di relazione calmanti e strutturanti, un anziano depresso e solipsistico ha bisogno di attività che stimolino le leve motivazionali. Se lasciamo il paziente relazionarsi in modo spontaneistico con l’animale è più facile che emergano attività di relazione che non migliorano il suo stato o addirittura lo peggiorano, per esempio un bambino iperattivo farà giochi eccitatori mentre un paziente schizofrenico si produrrà in giochi di finzione.

ATTIVITÀ DI RELAZIONE Non è vero che l’animale per le sue caratteristiche di appeal o di facilità relazionale (non giudica, non è in competizione, ha molti canali di comunicazione, offre argomenti di base) faccia sempre emergere ed eserciti ciò che c’è di meglio nella persona o dia modelli utili al suo

miglioramento. Diciamo che è un referente che sa guadagnare la fiducia della persona, che ha un forte potere seduttivo, che esercita un’influenza e facilita i processi di cambiamento ma perché tale percorso sia effettivamente migliorativo, e quindi beneficiale, è necessario che si individuino delle specifiche attività di relazione. Per questo non è affidando un animale a un paziente che si intraprende un processo co-terapeutico, bensì prescrivendo specifiche attività di relazione condotte in seduta da un operatore che sappia arbitrare la relazione tra animale e fruitore. Un altro modo errato di considerare la pet therapy è quello di ritenere il contributo beneficiale nient’altro che una delle molteplici prestazioni che da sempre gli animali domestici offrono all’uomo, quali l’imbrancare le pecore o produrre il latte. Questo criterio interpretativo di tipo zootecnico prende in considerazione l’apporto dell’animale come contributo strumentale (l’animale come mezzo) o performativo (l’animale come macchina) e pertanto si propone di individuare le performance adeguate per produrre particolari ordini di benefici. Nessuna meraviglia pertanto se coloro che perseguono tale approccio auspichino un addestramento specifico del cane “da pet therapy” e - perché no? - ipotizzino anche la selezione di razze con attitudini a tale lavoro. In zootecnia l’animale è utilizzato e non possiamo parlare di relazione, quale evento di incontro e confronto basato sulla reciprocazione e il dialogo, in quanto il pet diviene un semplice strumento per ottenere un beneficio. Situazione analoga si ha quando si valuta l’animale come sostituto dell’uomo, dove diventa funzionale assecondare le tendenze antropomorfiche del paziente o comunque non è richiesta alcuna attività di promozione della corretta relazione. La strumentalizzazione e l’antropomorfizzazione sono due modi apparentemente diversi ma che in realtà non permettono l’incontro autentico con l’animale.

IL CONTRIBUTO BENEFICIALE La zooantropologia dà un’interpretazione totalmente differente del contributo beneficiale, partendo sì dalla relazione e non dall’apporto performativo - ci dev’essere un incontro autentico e dialogico con il pet - ma considerando la relazione un evento che può assumere diverse configurazioni e conseguentemente può produrre effetti molto differenti. Di fronte a un paziente che ha una particolare situazione patologica e quindi delle coordinate critiche di relazione il forte appeal e l’asimmetria del rapporto con l’animale può dare esiti tutt’altro che beneficiali, vale a dire incentivare comportamenti problematici, avere effetti regressivi o compromissori, far emergere tendenze che addirittura ostacolano i processi terapeutici vigenti. Non dimentichiamo che la pet therapy è una co-terapia ovvero un intervento di facilitazione delle terapie vigenti nei confronti delle quali deve porsi in maniera sinergica. In zooantropologia l’effetto beneficiale della relazione è dato dallo specifico contributo al cambiamento che produce (referenza). Ci sono attività di relazione che producono referenze di autoefficacia, altre che lavorano sulla stimolazione motivazionale, altre ancora che hanno effetti decentrativi. Orbene alcune attività di relazione producono referenze utili al paziente, altre dan-

ISCA organizza a Cremona dal 12 al 14 dicembre il corso di tre giorni “Prescrittore nei progetti di pet therapy”. Relatori: Roberto Marchesini, Maria Chiara Catalani (direttrice del corso) e Silvia Oberoi. Il corso intende dare al medico veterinario le conoscenze di base per entrare nei progetti di pet therapy come proscrittore. Info: Tel. 0372 403502 - Fax 0372 457091 E-mail: socspec@scivac.it

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nose: tutto dipende dagli effettivi bisogni del fruitore. Pertanto in zooantropologia si fa un’attenta analisi dei bisogni e delle vulnerabilità del paziente, in accordo con quanto stabilito da chi ha in carico quel paziente (il suo medico o lo psicologo), dopo di che si prescrivono attività relazionali capaci di produrre referenze utili. Le attività di relazione sono innumerevoli ma possono essere riunite e diversificate a seconda della dimensione di relazione che sostengono, vale a dire dal tipo di incontro con l’animale che producono. Per esempio una dimensione ludica si basa sul gioco, sul confronto in una condizione di finzione, sul divertimento, mentre una dimensione epimeletica si basa sulla cura, sull’accudimento, sull’aiuto, sul patto alimentare.

NON CI SI PUÒ IMPROVVISARE Queste due dimensioni di relazione danno contributi di cambiamento molto differenti e pertanto sono indicate per pazienti diversi ovvero che hanno obiettivi terapeutici differenti. Per fare una corretta prescrizione in pet therapy occorre pertanto conoscere i contributi delle diverse attività di relazione in modo tale da attivare in seduta quelle utili al paziente ed evitare o contenere quelle dannose. Si tratta pertanto di un servizio dagli alti contenuti professionali che richiede da una parte un continuo confronto con la figura di riferimento del paziente, dall’altra un’équipe multiprofessionale di progetto e operatori pet partner capaci di tradurre in seduta le prescrizioni individuate nel progetto. Insomma in pet therapy non ci si può improvvisare e tanto meno credere che qualunque attività con l’animale produca benefici perché spesso è vero il contrario. ■


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Registrazioni Osservatorio farmaco

Registrazione degli stupefacenti: è tutto chiaro? Dopo la pubblicazione di un Manuale dedicato, Giorgio Neri risponde ai dubbi di un Collega seguito dell’apprezzatissimo Manuale “La gestione dei medicinali stupefacenti e psicotropi”, di Giorgio Neri (allegato gratuito a PV, n. 35/2008), riceviamo e volentieri pubblichiamo un quesito a cui è lo stesso autore a rispondere. Un Collega ci ha esposto alcuni dubbi sulla registrazione dei farmaci: “In ambulatorio detengo Morfina, Fentanyl, Ketamina ed anche Midazolam e Diazepam. Di questi ultimi, però non ho fatto mai registrazioni sul registro stupefacenti perché così mi era stato detto dalla ASL. Chiamo una volta all'anno il responsabile per territorio dell'ASL a verificare il registro e gli stupefacenti, e non mi ha mai fatto problemi. Sostanzialmente io acquisto dal farmacista l'Ipnovel con ricetta veterinaria non ripetibile in triplice copia ed allego copia della fattura alla copia bianca della ricetta e la conservo a parte, la copia gialla la tengo con tutte le altre ricette per approvigionamento farmaci uso veterinario. Lo stesso faccio per il Diazepan iniettabile- uso veterinario. Stando alla pubblicazione dovrei inserirlo in registro e gestirlo come gli altri”. Il Collega chiede anche un chiarimento riguardo un Ddl proposto a suo tempo dall’ex Ministro della Salute Livia Turco: il registro degli stupefacenti sarebbe diventato solo un registro di entrata ed uscita. “Riconosco - scrive il Collega - che non so se il provvedimento è stato approvato, però l'ASL mi ha risposto che se continuo a registrare come prima non ci sono problemi e che se un domani il provvedimento non c'è più si ritorna al vecchio sistema”.

A

IL CHIARIMENTO DELL’AUTORE Risponde Giorgio Neri, autore del Manuale. “Secondo me a livello operativo hai capito tutto e bene di ciò che prevede la legge! A livello teorico invece il tuo è solo un problema di definizioni, ma è un problema abbastanza comune per chi non si occupa, comprensibilmente, di leggi e quindi non è abituato ad analizzare il significato dei testi parola per parola. Nel manuale "La gestione dei medicinali stupefacenti e psicotropi" io scrivo che sono soggetti ad annotazione sul registro di carico e scarico degli stupefacenti solo i medicinali compresi nelle sezioni A, B e C della Tabella II di cui all'art. 14 del DPR 309/1990. Infatti è proprio così.

Ma poi tu vai a vederti la Tabella II nell'allegato 1 del manuale e impallidisci trovando il midazolam e il diazepam nella sezione B, mentre tu i medicinali contenenti quelle sostanze non li hai mai registrati. Se tuttavia tu avessi proseguito nella lettura della Tabella II avresti notato che le due molecole sono comprese anche nella sezione D e nella sezione E. Dove sta l'inghippo? La soluzione sta in ciò che in ogni sezione c'è scritto prima dell'elenco dei principi attivi. Nella sezione B c'è scritto: “Il farmacista allestisce e dispensa preparazioni magistrali a base dei farmaci compresi nella presente tabella, da soli o in associazione con altri farmaci non stupefacenti, dietro presentazione di ricetta da rinnovarsi volta per volta. Sostanze medicinali contenenti...". Quindi nel caso in cui il midazolam o il diazepam ti siano dispensati dal farmacista come preparazioni magistrali che partono dalle suddette sostanze per farne dei medicinali, tu dovrai classificarli in Tab. II sez. B e quindi annotarne il carico e lo scarico sul registro. Nella sezione D è invece, tra l'altro, riportato: "Composizioni per uso parenterale contenenti: (...) Diazepam, Midazolam". Quindi nel caso tu utilizzi delle composizioni (avrai notato che nella sezione B si parlava invece di sostanze), quali i medicinali prefabbricati, a base di midazolam e di diazepam per uso parenterale, dovrai classificarli in Tab. II sez. D e quindi non avrai necessità di annotarne il carico e lo scarico sul registro degli stupefacenti. Per quanto riguarda la sezione E il discorso è analogo a quello relativo alla sezione D, con la sola differenza che qui sono comprese le composizioni a base di midazolam e di diazepam per uso diverso da quello parenterale, come per esempio quelli da somministrarsi per via orale o per via rettale. Per quanto riguarda l'ipotesi del passaggio da un registro di carico e scarico ad uno di entrata ed uscita, forse a questo punto la risposta la conoscerai già in virtù dell'articolo pubblicato su Professione Veterinaria nelle scorse settimane. Il pdl Turco non ha fatto in tempo ad essere approvato prima della caduta del Governo Prodi e quindi è decaduto. Recentemente tuttavia ne è stato riproposto un altro che in tema di registro prevede esattamente le stesse cose. Tuttavia affinché si possa abbandonare il registro di carico e scarico degli stupefacenti per sostituirlo con quello di entrata ed uscita bisognerà aspettare la sua eventuale approvazione”. ■

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14 Fisco Imposte dirette

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IRPEF ed IRAP - Acconti di novembre di GIOVANNI STASSI i avviciniamo alla scadenza del versamento della seconda o unica rata di acconto delle imposte dirette IRPEF ed IRAP. I termini di versamento e la misura dell’acconto non sono variati rispetto allo scorso anno. Sono state introdotte comunque alcune novità che esamineremo nel corso dell’articolo. In linea teorica tutti coloro che hanno presentato il modello Unico 2008 sono tenuti al versamento degli acconti d’imposta.

C

IRPEF Sono tenuti al pagamento dell’acconto IRPEF i soggetti che hanno presentato (o che avrebbero dovuto presentare) il modello UNICO 2008 PF (persone fisiche) con l’indicazione al rigo RN 30 di un importo pari o superiore a 52,00 Euro. Misura dell’acconto L’acconto IRPEF per il 2008 è pari al 99% dell’imposta complessivamente dovuta per il periodo d’imposta precedente, indicata al rigo “RN 30 - Differenza” del predetto modello UNICO 2008. Importo da versare Nel caso in cui l’importo complessivo dell’acconto (rigo RN 30 x 99%) sia inferiore o uguale ad Euro 103,00 il versamento dovrà essere effettuato in unica soluzione entro il 30 novembre. Nel caso in cui l’importo dell’acconto sia superiore a 103,00 Euro il versamento dovrà essere effettuato come segue: • la prima rata, pari al 40% dell’acconto come sopra calcolato, entro il termine previsto per il versamento del saldo dovuto in base alla dichiarazione relativa all’anno d’imposta precedente, cioè entro il 20 giugno di ciascun anno (o entro il 20 luglio con maggiorazione dello 0,40%). • la seconda rata, pari al 60% dell’acconto come sopra calcolato, entro il mese di novembre. Quest’anno il versamento è spostato al 1° dicembre 2008 in quanto il 30 novembre 2008 cade di domenica. Soggetti esclusi dal versamento dell’acconto Sono esclusi dal versamento dell’acconto: • i soggetti che non hanno presentato la dichiarazione modello UNICO 2008 in quanto non erano tenuti a farlo (ad esempio coloro i quali erano titolari nell’anno 2007 solamente di redditi di lavoro dipendente oltre a redditi derivanti dal possesso dell’abitazione principale); • i soggetti che al rigo RN 30 del modello UNICO 2008 hanno evidenziato un’imposta di importo inferiore a 52,00 Euro; • i soggetti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi nell’anno 2008 (per il 2007) per l’ultima volta in quanto ad esempio han-

no cessato l’attività nel corso dell’anno 2007 e nel 2008 non hanno conseguito redditi da dichiarare nel modello UNICO 2009; • gli eredi dei soggetti deceduti nel corso del 2008; • i soggetti che hanno evidenziato nel modello UNICO 2008 un credito d’imposta IRPEF (rigo RX 1), non utilizzato in compensazione con altri tributi, di importo pari o superiore all’acconto dovuto; • i soggetti che hanno dichiarato nel modello UNICO 2008 solamente redditi di lavoro autonomo o di impresa soggetti all’imposta sostitutiva prevista dall’articolo 13 della Legge 388/2000 (nuove iniziative produttive) o dall’articolo 14 della stessa Legge 388/2000 (attività marginali); • i soggetti che presumono di non dover pagare imposte per l’anno 2008 (dichiarazione da presentare nell’anno 2009); • i soggetti che per la prima volta nel 2008 percepiscono redditi assoggettabili ad IRPEF; • i soggetti falliti. Soggetti che hanno aderito al regime dei minimi a partire dal 2008 Coloro che hanno aderito a partire dal 2008 al regime dei minimi (introdotto dall’articolo 1, commi da 96 a 117 della Legge 24.12.2007) sono comunque tenuti al versamento dell’acconto secondo le regole sopra enunciate, anche se il reddito conseguito dai soggetti aderenti al predetto regime viene tassato forfetariamente con un’imposta sostitutiva dell’IRPEF (pari al 20%) e quindi non concorrerà alla formazione del reddito complessivo del contribuente. Per questi soggetti, come chiarito dalla circolare Agenzia Entrate n. 13 del 26.02.2008, è escluso il ricorso al metodo previsionale (di cui si dirà in seguito). Metodo previsionale Ai sensi dell’articolo 2, comma 4, della Legge 23 marzo 1977 n. 97 il contribuente ha la facoltà di ridurre od anche annullare il versamento degli acconti per il periodo d’imposta 2008 basandosi sul cosiddetto “metodo previsionale”. In altre parole il contribuente che prevede per l’anno 2008 di realizzare ad esempio un reddito inferiore a quello dell’anno precedente o che abbia avuto nell’anno 2008 maggiori oneri deducibili o maggiori spese che consentano detrazioni d’imposta, potrà calcolare l’imposta presunta dovuta per l’anno 2008, al netto degli oneri deducibili o detraibili e delle ritenute subite in corso d’anno, e, sulla base di tale calcolo, determinare gli acconti da versare. Naturalmente eventuali errori nella determinazione dell’imposta presunta comporteranno l’irrogazione delle sanzioni previste nei casi di insufficiente versamento. Ricordiamo qui di seguito alcune modifiche in tema di IRPEF che possono influire sulla determinazione dell’acconto per l’anno 2008: • detrazione del 19% delle spese per abbona-

menti ai servizi di trasporto pubblico (fino ad una spesa massima di Euro 250); detrazione del 19% delle spese sostenute dai docenti delle scuole di ogni ordine e grado per le spese sostenute nel 2008 per la formazione e per l’aggiornamento (fino ad una spesa massima di Euro 500); aumento ad Euro 4.000 dell’ammontare massimo degli interessi passivi e oneri accessori per mutui ipotecari stipulati per l’acquisto della “prima casa” (in precedenza il limite era di Euro 3.615,20); proroga fino all’anno 2010 della detrazione del 20% delle spese sostenute per la sostituzione di frigoriferi e congelatori di classe non inferiore ad “A+” (detrazione massima Euro 200 per ciascun apparecchio); proroga fino all’anno 2010 della detrazione del 20% delle spese sostenute per l’acquisto di motori ad elevata efficienza di potenza elettrica e di variatori di velocità fino a un valore massimo della detrazione di 1.500 euro per motore; proroga fino all’anno 2010 della detrazione IRPEF del 36% per gli interventi di recupero edilizio.

IRAP Le modalità di determinazione degli acconti IRAP seguono le regole stabilite per l’IRPEF sia per quanto riguarda la misura dell’acconto sia per quanto riguarda i termini previsti per il versamento. Misura dell’acconto L’acconto IRAP per il 2008 è pari al 99% dell’imposta dovuta per il 2007, indicata al rigo “IQ 90 - Totale imposta” del modello IRAP 2008 Persone fisiche o del modello IRAP 2008 Società di persone. Importo da versare Nel caso in cui l’importo dell’acconto (rigo IQ 90 x 99%) sia inferiore o uguale ad Euro 103,00 il versamento dovrà essere effettuato in unica soluzione entro il 1° dicembre 2008 (il 30 novembre 2008 infatti cade di domenica). Nel caso in cui l’importo dell’acconto sia superiore a 103,00 Euro il versamento dovrà essere effettuato come segue: • la prima rata, pari al 40% dell’acconto come sopra calcolato, entro il termine previsto per il versamento del saldo dovuto in base alla dichiarazione relativa all’anno d’imposta precedente, cioè entro il 20 giugno di ciascun anno (o entro il 20 luglio con maggiorazione dello 0,40%). • la seconda rata, pari al 60% dell’acconto come sopra calcolato, entro il mese di novembre. Soggetti esclusi dal versamento dell’acconto Sono esclusi dal versamento dell’acconto: • i soggetti che non hanno presentato la dichiarazione modello IRAP 2008 in quanto non erano tenuti a farlo (ad esempio coloro i quali nell’anno 2007 non svolgevano alcuna attività soggetta a tale imposta); • i soggetti che al rigo IQ 90 del modello IRAP 2008 hanno evidenziato un’imposta di importo inferiore a 52,00 Euro; • i soggetti che hanno presentato la dichiarazione IRAP nell’anno 2008 per l’ultima volta (ad esempio coloro i quali nel corso del 2007 hanno cessato l’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo); • gli eredi dei soggetti deceduti nel corso del 2008; • i soggetti che hanno evidenziato nel modello UNICO 2008 un credito d’imposta IRAP (rigo RX 5), non utilizzato in compensazione con altri tributi, che copre tutto l’acconto dovuto; • i soggetti che presumono di non dover pa-

gare IRAP per l’anno 2008 (dichiarazione da presentare nell’anno 2009); • i soggetti falliti.

METODO PREVISIONALE Anche per la determinazione dell’acconto IRAP è consentito utilizzare il metodo previsionale come per l’IRPEF. Chi intende aderire al metodo previsionale dovrà tenere conto delle modifiche apportate dalla Finanziaria 2008: • nuova aliquota ordinaria del 3,9% (fino al 2007 4,25%). Occorre però verificare l’aliquota applicata da ciascuna Regione. • misure delle deduzioni dalla base imponibile per i soggetti “minori” (ex art. 16, comma 1, lett.c) Legge 388/2000, modificate rispetto all’esercizio 2007 Deduzioni per società di persone, imprenditori e professionisti Base imponibile IRAP

Deduzioni 2007 Deduzioni 2008

€ 180.759,91

8.000

9.500

da 180.759,92 a 180.839,91

6000

7.125

da 180.839,92 a 180.919,91

4000

4.750

da 180.919,92 a 180.999,91

2000

2.375

oltre 180.999,91

nessuna deduzione

• misure delle deduzioni dalla base imponibile per la riduzione del “cuneo fiscale” (ex art. 1, comma da 266 a 269, Legge 296/2006) variate rispetto all’esercizio 2007. Si ricorda che per l’esercizio 2008 è possibile dedurre dalla base imponibile IRAP, per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo d’imposta: • l’importo complessivo dei contributi previdenziali e assistenziali; • un importo forfetario di Euro 4.600 calcolato su base annua • misure delle deduzioni dalla base imponibile per i soggetti minori, con volume d’affari inferiore ad Euro 400.000, di cui al comma 4bis.1 dell’art. 11 del D. Lgs 446/97, variate rispetto all’esercizio 2007. La misura della deduzione per l’anno 2008 è pari ad Euro 1.850 (prima era 2.000) per ogni dipendente (anche a tempo parziale) impiegato nel corso del 2008. Tenuto conto della complessità delle norme da tenere in considerazione si raccomanda molta prudenza nell’usare il metodo previsionale per la determinazione dell’acconto da versare.

SANZIONI In caso di omesso, insufficiente o ritardato versamento degli acconti si applicano: • la sanzione amministrativa del 30% dell’importo non versato o versato in ritardo; • l’interesse annuo del 2,75% previsto dall’articolo 20 del D.P.R. 602/73 calcolato per i giorni di ritardo.

RAVVEDIMENTO OPEROSO Ai sensi dell’articolo 13 del Dlgs. n. 472 del 18 dicembre 1997 il contribuente può provvedere al versamento delle somme dovute e non versate nei termini con applicazione di sanzioni ridotte nelle seguenti misure: • sanzione pari ad un ottavo del minimo e cioè in misura pari al 3,75%, nel caso in cui il versamento venga effettuato entro 30 giorni dal termine ordinario; • sanzione pari ad un quinto del minimo e cioè in misura pari al 6%, nel caso in cui il versamento venga effettuato oltre 30 giorni dal termine ordinario ma entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al 2006. Oltre alle sanzioni il contribuente dovrà versare gli interessi di mora calcolati al tasso legale (pari al 3% annuo) per i giorni di ritardo. ■


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TK22U Fisco

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La crisi mette in discussione gli Studi di Settore Mentre la Sose valuta le criticità del mercato, quaranta deputati chiedono a Tremonti il congelamento degli Studi a Commissione degli esperti fiscali della Sose (Società per gli Studi di Settore dell’Agenzia delle Entrate) si è riunita il 6 novembre per valutare gli effetti della crisi economica sui contribuenti che utilizzano Gerico per la dichiarazione dei redditi. Dalla riunione è scaturito il documento “Riflessioni in merito alla crisi economica e ai suoi possibili riflessi sul sistema studi di settore. Sottoscritto dalle rappresentanze presenti al tavolo, veterinaria compresa, il testo non congela l’applicazione del TK22U come auspicato da alcune sigle professionali (fra queste l’ANMVI), ma impegna il Fisco ad evitare distorsioni quando farà i controlli. Il piano di lavoro è stato sottoscritto da tutti i rappresentanti delle categorie, dagli artigiani ai commercianti, dai commercialisti ai tributaristi che si sono detti pronti a collaborare con l’Amministrazione Finanziaria per superare questo difficile momento. Per la veterinaria, è intervenuto Giuliano Lazzarini, delegato FNOVI e componente della Commissione attivata dall’Agenzia delle Entrate.

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È TEMPO DI CRISI Il documento approvato - dichiara Giampietro Brunello, amministratore delegato della Sose precisa che “il contesto di normalità al quale si riferiscono i risultati degli studi, va sempre adeguato al tempo, al luogo ed al soggetto in esame e non vi è dubbio alcuno che nel 2008 il tempo è quello della crisi”. Impossibile però aderire a proposte di soluzioni generalizzate, come il congelamento degli studi - una richiesta avanzata anche dall’ANMVI - “in quanto si rende necessario modulare gli interventi settore per settore”. “Si tratta - continua l’esperto - di fare una valutazione dell’effetto della crisi sui redditi in modo selettivo, come consente di fare uno strumento versatile come gli studi di settore. Il modello a cui si può pensare è quello che venne utilizzato nel caso della mucca pazza, quando una valutazione degli effetti concreti del fenomeno permise di adottare le misure mirate solo dove la crisi effettivamente aveva colpito”.

INTERPELLANZA PARLAMENTARE Molte categorie non hanno condiviso questa posizione della Sose e così la questione è tornata in Parlamento con una interpellanza presentata da Fabio Gava (Pdl) e firmata da 40 deputati, che chiede la “sterilizzazione” degli Studi per tutto il 2009. La crisi finanziaria, che ha toccato profondamente l’economia reale mette a dura prova la capacità degli studi di settore di rappresentare correttamente la realtà delle imprese ed impone quindi interventi correttivi degli strumenti di accertamento fiscale. “Si stima che la crisi finanziaria mondiale, che ha iniziato ad incidere fortemente sull’economia reale stia creando, per le nostre imprese, una diminuzione degli incassi pesantissima, aumentando di conseguenza il valore delle non congruità al 70 per cento dei casi, portando quindi ad un vero e proprio salasso del sistema delle piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale della nostra struttura produttiva”.

DATI REALI, NON ALGORITMI Gli interpellanti ricordano che “attualmente siamo in una fase in cui le Associazioni di categoria, attraverso i propri rappresentanti, sono state chiamate a tavoli nazionali di revisione degli studi di settore ed in tali sedi hanno evidenziato ripetutamente come l’impatto dei nuovi studi stia

diventando eccessivamente oneroso per i contribuenti: infatti il numero dei soggetti non congrui sono passati dal 15 per cento (2006) all’attuale 50 per cento (2007). I parlamentari osservano che gli studi di settore, per essere fiscalmente equi ed efficaci, debbano scaturire da una rappresentazione reale delle condizioni economiche e finanziarie del Paese, il che oggi non avviene; infatti i fattori su cui si basa la determinazione dei ricavi congrui per le diverse tipologie di attività restano in molti casi lontani dalla realtà attuale del mercato. Tale revisione, avviene sulla base di campionatura statistica, con criteri poco chiari su algoritmi nei quali determinati costi dovrebbero produrre, chissà perché, determinati ricavi”.

RISCHIO DUPLICE Di conseguenza, “alla luce degli incrementi delle principali voci di calcolo, dovuti alla recessione economica in atto e alla crisi finanziaria, non pare opportuno andare ad approvare nei tavoli nazionali delle revisioni degli studi di settore, Indicatori di Normalità Economica che prevedono una applicazione automatica, in quanto la crisi ormai in atto non permette di interpretare appieno le dinamiche dei ricavi delle imprese, alterando il significato dei dati che

vengono utilizzati per gli studi di settore”. Duplice è il rischio paventato nell’interpellanza: 1) mancare completamente gli obiettivi contenuti nel protocollo firmato in data 14 dicembre 2006, nei quali l’introduzione degli Indicatori di Normalità Economica doveva avvenire con l’ausilio irrinunciabile delle Associazioni di Categoria, ripristinando la loro funzione originaria di segnali di anomalia e mantenendo la presunzione semplice corroborata da ulteriori elementi di prova acquisiti dall’ufficio accertatore; 2) andare verso un aumento significativo delle non congruità ai fini degli studi di settore.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI Il Sose ha pianificato una serie di appuntamenti di lavoro con le Associazioni di Categoria e gli Ordini Professionali. Dato che i professionisti contribuenti saranno impegnati nei mesi di maggio/giugno del prossimo anno a predisporre la dichiarazione dei redditi per l’anno 2008, si ritiene necessaria una convocazione della commissione stessa entro la fine del mese di marzo 2009 per analizzare e valutare l’impatto della crisi nei risultati dell’anno in corso sulla base dei primi dati emersi dalle varie fonti informative raccolte e, ove possibile, per individuare prime soluzioni che consentano agli operatori economici

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ed a chi li assiste, di affrontare con la necessaria chiarezza gli adempimenti relativi alla citata scadenza. “ Sarebbe quindi più logico - dichiara l’ANMVI - che essendo gli Studi di settore basati su dati che ora si sono pesantemente modificati, gli stessi venissero congelati per il 2009. Speriamo nell’incontro previsto ai primi di Marzo con la Sose che da parte del Fisco ci sia la disponibilità ad accogliere le richieste della categoria, altrimenti il TK22U non sarebbe più in grado di fotografare l’attuale realtà del settore fortemente deterioratasi negli ultimi mesi”. ■

EQUITÀ NEL PRELIEVO FISCALE nteresse primario dichiarato della Commissione è di comprendere profondamente il fenomeno in atto e i riflessi che esso ha e potrà avere sulla generalità degli operatori economici, “al fine di individuare dove e come intervenire per garantire al prodotto studi una adeguata rappresentatività, anche nell’interesse superiore di elevare il livello di equità nel prelievo fiscale”. A questo scopo è ritenuto “fondamentale” il ruolo svolto dai rappresentanti delle imprese e dei professionisti chiamati a valutare l’oggettiva rappresentatività degli studi rispetto alla realtà economica di riferimento. L’analisi, basata sulle informazioni più recenti acquisite sia dalle dichiarazioni che da altre fonti, consentirà a posteriori di individuare apposite misure di correzione da sottoporre al vaglio degli stessi esperti in rappresentanza delle imprese e dei professionisti.

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16 Practice Management (4a parte) - Marketing

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Il marketing nella vostra struttura Altri problemi caratteristici relativi al marketing nei servizi veterinari • Pressione per reagire piuttosto che agire d’anticipo: all’interno di una struttura capita comunemente che si sia così sotto pressione e a corto di tempo che tutte le energie vengono impiegate per reagire alle domande dei clienti, per cui ne restano ben poche o non ne restano affatto per il marketing propositivo dei servizi. • Effetti della pubblicità: La professione è stata a lungo legata da rigorose regole che governavano gli aspetti etici della pubblicità. Benché un numero sempre crescente di aziende che forniscono servizi professionali si rivolga oggi a questo tipo di attività promozionale, all’interno della professione esiste ancora la sensazione che “non sia la cosa da fare”. Questo atteggiamento limita le opportunità della pubblicità e l’apprendimento che si può trarre da essa. • Errori comuni: Esistono numerosi errori di importanza critica, ma molto comuni, che i veterinari come professionisti compiono quando iniziano a considerare il marketing per le loro strutture: – Si rifiutano di assumere dei professionisti come consulenti esperti di marketing, ritenendo di poter “fare da soli”. – Definiscono e limitano il marketing alla “acquisizione di nuovi clienti”. – Non comprendono o si rifiutano di esaminare le modificazioni organizzative ed attitudinali necessarie all’interno della struttura per un marketing efficace. – Trascurano di considerare gli sforzi individuali nel settore del marketing all’interno del sistema di valutazione dello staff, per cui non vi è alcuna ricompensa o riconoscimento dell’impegno profuso dai singoli operatori per promuovere la struttura in cui lavorano. – Si basano su “sensazioni istintive” piuttosto che su risultati rigorosi per misurare gli effetti degli sforzi del marketing. I pericoli di essere un marketing “so tutto io?” Autoconsacrandosi come esperti di marketing, pur avendo una scarsa o nulla preparazione o esperienza in quest’area, i veterinari potenzialmente distruggono, alterano, sovvertono e perfino uccidono i concetti del marketing. John Graham (2003) nel suo articolo “Marketing murder” identifica tre modi comuni in cui questi “esperti” danneggiano o persino distruggono i benefici sforzi del marketing. • Basare le decisioni su opinioni personali: l’opinione personale non è il sostituto della ricerca e dell’esperienza. Il veterinario non fa parte del target che si vuole considerare e di conseguenza la sua opinione ha scarso valore in questa situazione. • Non seguire fino in fondo l’attività promozionale: le idee devono essere messe in atto e si devono misurare i risultati. Un errore comunemente commesso dalle strutture veterinarie è quello di giudicare l’effetto di una promozione semplicemente sulle “sensazioni istintive” e sull’intuito. Ad esempio, molte strutture si vantano di vendere “enormi” quantità di un certo prodotto o di una data gamma di prodotti che stanno promuovendo, quando, in realtà, non hanno alcuna registrazione sui dati di vendita e spesso rimangono shockati nello scoprire quanto poco vendono in realtà.

• Non riuscire a fare abbastanza: quello che si è detto supera il budget. Il marketing di successo richiede un piano accuratamente messo a punto ed eseguito in modo esperto che raggiunga i propri obiettivi perché l’intero è più grande della somma delle parti. • Procrastinare: gli “ostruzionisti razionali” hanno sempre delle buone ragioni per non fare dei passi avanti. Il risultato? - non succede niente. • Rifinire all’infinito: l’eccessiva discussione ed analisi uccide la creatività e l’iniziativa ed è un modo efficace per essere sicuri che non accada nulla. • Acquisire l’opinione di tutti prima di fare qualsiasi cosa: mantenere tutti informati e coinvolti è importante - ma esagerare può essere un modo per chiedere “che succede se faccio un errore?” • Saltare da un’idea all’altra: nessun piano, nessuna strategia e nessuna costanza - limitarsi a saltare da una campagna promozionale per posta alla successiva pubblicità sui giornali. Il commento finale? “Il marketing non serve a niente”. • Mancanza di una visione: senza una visione esclusiva e vincolante di ciò che la struttura vuole ottenere, cioè senza chiedersi perché esiste e dove sta andando, si finisce per non andare da nessuna parte. • Risultati a breve termine: il marketing consiste nell’ottenere dei clienti che siano convinti che fare affari con voi sia una buona idea; non soltanto acquisire nuovi clienti e nuove attività di impresa sui registri. • Aspettare e vedere: invece di agire in modo rapido e decisivo quando le vendite calano, molte compagnie adottano un atteggiamento di attesa per vedere cosa succede, sperando che le cose si risolvano da sole. • Rischio avverso: il marketing richiede coraggio. “Defilarsi” o aspettare che arrivi un’idea migliore significa semplicemente farsi sfuggire delle opportunità. • Passare al marketing soltanto quando si arriva al fondo: il marketing viene spesso messo in atto come misura disperata. Quando non riesce a produrre risultati di emergenza, è colpa sua. • Aspettare fino all’ultimo minuto: cadere nel panico all’ultimo minuto va di pari passo con la cattiva pianificazione, l’esecuzione negligente, gli errori inutili e il ritagliarsi degli angoli per lasciare fuori il lavoro.

ALLORA, COME DOBBIAMO EFFETTUARE IL MARKETING? Il marketing efficace consiste nel dimostrare a clienti selezionati che siete in grado di soddisfare le loro esigenze. Richiede un’accurata pianificazione ed il coinvolgimento ed il sostegno di tutti coloro che lavorano nella struttura, soprattutto a livello dirigenziale. Inoltre, il personale che opera all’interno della struttura deve comprendere il valore ed i benefici del marketing. Quali servizi offre la struttura? Si comincia stabilendo i servizi che la struttura ha da offrire. Questi sono costituiti da tutto ciò che va dal disporre di personale ben preparato e dall’atteggiamento amichevole ad una buona area di parcheggio, dalle strutture ecografiche alla consulenza per l’obesità, dal servizio di emergenza 24 ore su 24 ai pro-

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grammi di vaccinazione. Non è necessario a questo stadio aumentare la gamma dei servizi, quanto piuttosto concentrarsi sul fare meglio quelli di cui già disponete. Cosa vogliono i nostri clienti? L’unico modo per stabilire ciò che i clienti vogliono da voi è chiederglielo. In breve, dei questionari mirati per i clienti e relativi a particolari servizi possono risultare di valore inestimabile. Cos’è la concorrenza e come ci differenziamo da essa? La concorrenza non è qualcosa da cui farsi spaventare: invece, sia che derivi da altre strutture veterinarie che da aziende che si occupano di animali da compagnia, può avere un effetto molto positivo sul giro d’affari. Ad esempio, le strutture che vendono alimenti di tipo premium per animali da compagnia sani spesso rilevano come le loro vendite vengano aumentate quando un altro fornitore inizia a commercializzare lo stesso alimento a livello locale, perché questo prodotto viene reso visibile ad una base clienti più ampia e non c’è il sospetto che si tratti di un prodotto “solo da veterinari”. I servizi accuratamente selezionati che differenziano la struttura possono ricoprire una base molto ampia. Ad esempio, possono rientrare in questa categoria: • una sede comoda • orari di apertura prolungati • l’assunzione di personale amichevole e particolarmente dedito ai clienti • una specializzazione in piccoli animali/gatti/animali esotici • una componente costituita da specialisti per l’esame di casi riferiti • programmi per la salute totale degli animali. Promuovere i benefici: porre la domanda “e allora?” I servizi vengono venduti sulla base dei benefici che offrono al cliente ed al suo animale. Conoscere le caratteristiche, i benefici e l’effetto che hanno per l’acquirente è di importanza cruciale per un marketing efficace dei servizi. Il marketing interno allo staff Il marketing verso ogni membro dello staff è una componente costante ed essenziale dell’intero programma di marketing. Come nel caso della vendita ai clienti, ciò significa spiegare al personale perché il marketing è di valore per loro e per la struttura in modo che loro “si sentano partecipi” ed accettino le attività di marketing nelle quali sono coinvolti. Un grande ospedale decise di svolgere un programma di salute per animali anziani per un periodo di un mese e di promuoverlo verso i clienti ricorrendo a pubblicità sui giornali locali, che informavano del programma stesso ed offrivano serate gratuite di educazione dei clienti, e materiale informativo verbale e scritto nell’area della reception. Coloro che avevano organizzato il programma erano ispirati ed eccitati da esso. Più del 50% dei nostri clienti sono “anziani”; dicevano “pensate solo a quello che potremmo fare per loro”. Durante il periodo in cui il programma era in corso, incontrai alcuni dei veterinari di quell’ospedale in un altro contesto e chiesi loro come stava

andando il programma. “Quale programma?” mi risposero, confusi. “Oh, intende quella cosa che sta facendo Tim? Non ne ho idea.” Non c’è bisogno di dire che il programma non fu un successo. Attenzione al dettaglio Il marketing è una forma specializzata di comunicazione. Quando promuovete la vostra struttura, lo state comunicando ai vostri clienti - state comunicando i valori di servizi ed i prodotti professionali che raccomandate all’interno della struttura. La comunicazione coinvolge tutti i sensi, in particolare la vista, l’udito, l’olfatto ed il tatto. Pensate accuratamente a come ognuno di essi si applichi al modo in cui promuovete la vostra struttura:

Ad esempio, all’esterno: Appare pulita e elegante? Il giardino è ben tenuto e le piante nei vasi sono curate? È possibile percepire l’odore della struttura o vedere le feci dei cani nel parcheggio? Ad esempio, l’area della reception: Ha un aspetto professionale amichevole e pulito? I clienti possono udire il personale che scherza e perde tempo mentre aspettano per un appuntamento? L’addetto alla reception ha un odore opprimente? Le riviste sembrano pulite? Ad esempio, durante una visita: Il veterinario ha un aspetto professionale competente ed ha un odore fresco? Il cliente può sentire gli animali che gridano ed ululano in un’altra parte dell’edificio? La stanza puzza di ghiandole anali in seguito ad una visita precedente? La stanza è pulita ed in buone condizioni, oppure tutto sembra sporco ed appare usurato? ■

ESONERO DI RESPONSABILITÀ: I L’editore dell’opera originale inglese e l’editore italiano non garantiscono la qualità dei prodotti o servizi presunti o dichiarati descritti nella pubblicità eventualmente presente in questa pagina, né li approvano o sostengono in alcun modo. II L’editore dell’opera originale inglese e l’editore italiano non si assumono, in base alle vigenti norme, alcuna responsabilità per danni e/o lesioni a cose o persone come risultato di qualsiasi affermazione diffamatoria vera o presunta, violazione dei diritti di proprietà intellettuale o di privacy, durata di prodotti, se derivanti da negligenza o altro, o da ogni altro uso di idee, istruzioni procedure, prodotti e metodi contenuti nell’articolo. ©

Elsevier, Ltd 2008 Jevring-Back Managing a veterinary practice, 2 ed., W.B. Saunders. All rights reserved. Traduzione di Maurizio Garetto

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Eventi Veterinari

VETERINARIA 40 | 2008

SINVET

SIDEV

SOVI

SOCIETÀ ITALIANA DI NEUROLOGIA VETERINARIA

SOCIETÀ ITALIANA DI DERMATOLOGIA VETERINARIA

SOCIETÀ DI OFTALMOLOGIA VETERINARIA ITALIANA

Workshop SIDEV ONCOLOGIA CUTANEA 30 Gennaio-1 Febbraio 2009, Cremona

NEUROFTALMOLOGIA CLINICA: OCULISTA E NEUROLOGO A CONFRONTO 22-23 Novembre 2008, Cremona OBIETTIVI La conoscenza approfondita della neuro-oftalmologia è patrimonio condiviso tra neurologi ed oftalmologi. Scopo della giornata è quello di mettere a confronto le due diverse competenze specialistiche al fine di una interpretazione di quei segni clinici neuro-oftalmologici che possono condurre ad una diagnosi di malattia dell'occhio o del sistema nervoso centrale. I lavori si apriranno con una puntualizzazione delle basi anatomiche e semiologiche, per poi discutere i presidi diagnostici più avanzati e quindi affrontare quelle patologie oculistiche e neurologiche che ancora oggi costituiscono una sfida diagnostica e terapeutica. Gli obbiettivi finali dell'incontro risultano quindi da una parte l'aggiornamento dei Medici Veterinari Oculisti sui principi di base della diagnostica neurologica e sull'interpretazione dei principali quadri clinici relativi al sistema nervoso che coinvolgono la funzione visiva, dall'altra aggiornare i Medici Veterinari neurologi sull'interpretazione clinica del fondo dell'occhio normale e patologico e sui principali quadri clinici di interesse oculistico utili ai fini delle diagnosi differenziali neuroftalmologiche.

RELATORI Luisa De Risio, Cristian Falzone, Gualtiero Gandini, Alessandra Guerriero, Federica Maggio, Claudio Peruccio, Stafano Pizzirani

13.15 Pausa Pranzo 14.15 Anisocoria e strabismo: l'oculista F. Maggio 14.45 Anisocoria e strabismo: il neurologo G. Gandini 15.30 Pausa 16.00 Neuro-retiniti e neuriti ottiche prechiasmatiche - S. Pizzirani 16.45 Quando tutto sembra normale: i casi più complessi - L. De Risio 17.30 Discussione, test di valutazione dell'apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori 18.00 Assemblea annuale dei Soci SOVI Domenica 23 Novembre 8.00 Registrazione dei partecipanti 8.30 Casi Clinici - Prima Parte 10.30 Pausa 11.00 Casi Clinici - Seconda Parte

SEDE Centro Studi SCIVAC, via Trecchi 20 - Cremona

PROGRAMMA

RELATORI Francesca Abramo, Chiara Brachelente, Paola Roccabianca

PROGRAMMA Venerdì 30 gennaio 2009 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 La refertazione istopatologica di un tumore cutaneo - Paola Roccabianca 9.30 Il concetto di "margine" in oncologia cutanea - Francesca Abramo 10.00 Linfomi e plasmocitomi - Paola Roccabianca 11.00 Pausa caffè 11.30 Tumore venereo trasmissibile Francesca Abramo 12.30 Mastocitoma cutaneo - Chiara Brachelente 13.30 Pausa pranzo 15.00 Esercitazioni: visione preparati istologici e citologici 18.00 Termine della giornata

Sabato 31 gennaio 2009 Sabato 22 Novembre 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 Visita Neurooftalmologica e relative basi anatomiche - L. De Risio 9.45 Esame ed interpretazione del fondo oculare e principali cause oculari di deficit visivi - C. Peruccio 10.30 Pausa 11.00 Il paziente cieco: cause neurologiche di deficit visivi - G. Gandini 11.45 Indagini elettrodiagnostiche retiniche: l'ERG - A. Guerriero 12.15 Impiego ed utilità della RM C. Falzone 12.45 Discussione

PARTECIPAZIONE L'incontro è gratuito per tutti i soci SINVET e SOVI in regola con l'iscrizione 2008. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Soci SINVET - SOVI : gratuito Soci SCIVAC: € 50,00 Non Soci: € 100,00

9.00 Neoplasie che originano dall'epidermide - Francesca Abramo 10.00 Melanocitomi e melanomi - Chiara Brachelente 11.00 Pausa caffè 11.30 Esercitazioni: visione preparati istologici e citologici 13.30 Pausa pranzo 15.00 Neoplasie che originano dal follicolo pilifero e dagli annessi ghiandolari - Francesca Abramo 16.00 Esercitazioni: visione preparati istologici e citologici 18.00 Termine della giornata

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

Domenica 1 febbraio 2009 SICARV

SOCIETÀ ITALIANA DI CARDIOLOGIA VETERINARIA

MALATTIE CARDIACHE CONGENITE ED EREDITARIE: A CHE PUNTO SIAMO E COSA CI ASPETTIAMO DAL FUTURO 22-23 Novembre 2008, Cremona

17

9.00 Neoplasie istiocitarie - Paola Roccabianca 10.00 Neoplasie a cellule fusate di origine mesenchimale - Chiara Brachelente 11.00 Pausa caffè

11.30 Neoplasie perivascolari - Paola Roccabianca 12.30 Esercitazioni: visione preparati istologici e citologici 13.30 Pausa pranzo 15.00 Esercitazioni: visione preparati istologici e citologici 17.00 Test di valutazione dell'apprendimento 17.30 Termine della giornata

SEDE Centro Studi SCIVAC, via Trecchi 20 - Cremona

QUOTA D’ISCRIZIONE € 400,00 + IVA 20% = € 480,00 Socio SIDEV - SIONCOV - SICIV € 500,00 + IVA 20% = € 600,00 Socio SCIVAC € 650,00 + IVA 20% = € 780,00 Veterinario non socio

NUMERO MASSIMO DI PARTECIPANTI: 40 Verranno accettati 40 partecipanti al workshop tenendo conto della data di spedizione e dando comunque la priorità ai soci SIDEV. Il workshop verrà effettuato solo al raggiungimento di un numero minimo di 35 partecipanti.

ISCRIZIONI ENTRO E NON OLTRE IL 30 NOVEMBRE 2008 PER INFORMAZIONI E PER RICEVERE LA SCHEDA D’ISCRIZIONE Rivolgersi alla Segreteria Società Specialistiche - Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - 26100 CremonaTel.: 0372 403502 - Fax: 0372 403512 - Email: socspec@scivac.it

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

SISCA

SOCIETÀ ITALIANA DI SCIENZE COMPORTAMENTALI APPLICATE

RELATORI Claudio Bussadori, Carlo Guglielmini, Kathryn M. Meurs, Roberto Santilli

PROGRAMMA Sabato 22 Novembre 14.00 Registrazione dei partecipanti 14.30 Concetti generali di genetica - Ereditarietà - familiarità - Progetto genoma- Studio della mappa genica - K. Meurs 16.00 Pausa 16.30 Quali sono le miocardiopatie ereditarie - Conoscenze attuali e progetti futuri - K. Meurs Domenica 23 Novembre 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 Nuovi approci alle malattie cardiovascolari congenite - Come studiare le malattie congenite ereditarie ssa, sp, d.t. - K. Meurs 10.00 Come e quando trattare le cardiopatie congenite C. Bussadori 11.00 Pausa 11.30 Esperienze italiane - Bussadori -

R. Santilli - C. Guglielmini 13.00 Pausa pranzo 14.00 Casi clinici 17.00 Test di valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e conclusione dell’incontro

SEDE Centro Studi SCIVAC, via Trecchi 20 - Cremona

CORSO PRESCRITTORE NEI PROGETTI DI PET THERAPY 12-14 Dicembre 2008, Cremona DIRETTORE DEL CORSO Maria Chiara Catalani, Med. Vet. Comportamentalista, Senigallia (AN)

RELATORI PARTECIPAZIONE Previsto il servizio di traduzione. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. È richiesto un contributo spese per relatore straniero. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Soci SICARV: € 50,00 Soci SCIVAC: € 100,00 Non Soci: € 150,00

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

Maria Chiara Catalani, Med Vet Comportamentalista Roberto Marchesini, Med Vet, Bologna Silvia Oberoi, Referee Pet Operator

OBIETTIVI La pet therapy sta diventando una prassi co-terapeutica sempre più accreditata nelle strutture socio-assistenziali ma assai raramente tale servizio viene erogato con quei crismi professionali che richiederebbe. In effetti la relazione tra l'uomo è l'animale produce stimoli di cambiamento rilevanti ma non per questo necessariamente migliorativi sul soggetto. Per questo si pone il problema della correttezza relazionale, vale a dire costruire delle esperienze di incontro congrue rispetto alle caratteristiche dell'eterospecifico, e della adeguatezza relazionale, vale a dire delle esperienze di incontro utili al paziente e ai suoi obiettivi. In questo contesto di attività il ruolo del medico veterinario è

centrale, non solo perché chiamato ad assicurare la salute del pet e il suo benessere, ma altresì per i compiti di vigilanza comportamentale, per realizzare i parametri di correttezza, e di zooantropologia, per stabilire i parametri di adeguatezza. Con il documento Carta Modena 2002 si è sancita la non surrogabilità delle figure professionali, al fine di evitare che chiunque potesse arrogarsi la possibilità di fare pet therapy in piena autonomia. Questo corso intende dare al medico veterinario le conscenze di base per entrare nei progetti di pet therapy come prescrittore.

SEDE Centro Studi SCIVAC, via Trecchi 20 - Cremona

QUOTE ISCRIZIONE

€ 150,00 + IVA 20% Socio SISCA o Socio SCIVAC € 200,00 + IVA 20% Veterinario non socio

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. 0372 403502 Fax 0372 457091 - Email: socspec@scivac.it

Per tutte le iniziative organizzate da AIVEMP, ANMVI, FSA, SCIVAC, SIVAE, SIVAL, SIVAR e SIVE viene richiesto l’accreditamento presso il Ministero della Salute ai fini del programma ECM (Educazione Continua in Medicina). Per la normativa prevista consultare il sito del Ministero della Sanità all’indirizzo http://ecm.sanita.it/.


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18 Eventi Veterinari

VETERINARIA 40 | 2008

Società federata ANMVI

DELEGAZIONI REGIONALI Calendario Novembre-Dicembre 2008 23 NOVEMBRE - INCONTRO REGIONALE SCIVAC ABRUZZO LE LUSSAZIONI ARTICOLARI TRAUMATICHE NEL CANE E NEL GATTO Filippo Maria Martini Hotel Miramare - Città Sant’Angelo (PE) - Via Tito De Caesars, 8 ECM: 3 crediti 23 NOVEMBRE - INCONTRO REGIONALE SCIVAC UMBRIA EMATOLOGIA: UN GIOCO DI LUCI E COLORI - Silvia Tasca Perugia, Facoltà di Medicina Veterinaria - ECM: Richiesto Accreditamento 30 NOVEMBRE - INCONTRO REGIONALE SCIVAC LIGURIA CHIRURGIA DI STOMACO E INTESTINO - Fabio Sangion Sala Quadrivium - P.zza Santa Marta 2 - Genova ECM: Richiesto Accreditamento 30 NOVEMBRE - INCONTRO REGIONALE SCIVAC SICILIA DIAGNOSI E TERAPIA DELLE PRINCIPALI PATOLOGIE SCHELETRICHE EREDITARIE - Gildo Baroni Museo diocesano - Via Etnea 1 - Angolo Piazza Duomo - Catania ECM: Richiesto Accreditamento 30 NOVEMBRE - INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA In collaborazione con l’Ordine di Napoli L’ESAME ENDOSCOPICO IN GASTROENTEROLOGIA E PNEUMOLOGIA Enrico Bottero - Novotel Caserta Sud - Strada Statale, 87 Sannitica - Caserta ECM: Richiesto Accreditamento 30 NOVEMBRE - INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA CHIRURGIA PALPEBRALE - Alberto Crotti Ata Hotel Quark - Via Lampedusa, 11/A - Milano ECM: Richiesto Accreditamento 14 DICEMBRE - INCONTRO REGIONALE SCIVAC LAZIO CHIRURGIA DI STOMACO E INTESTINO - Fabio Sangion Hotel Selene - Via Pontina km 30 - Pomezia (Roma) ECM: Richiesto Accreditamento

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO SOCIETÀ FEDERATA ANMVI

DELEGAZIONE REGIONALE SIVAR SICILIA APPROCCIO CLINICO-DIAGNOSTICO ALLA MALATTIA RESPIRATORIA DEL BOVINO Giovedì 27 Novembre 2008, Castronovo di Sicilia (Palermo) Con il Patrocinio del Comune di Castronovo di Sicilia In collaborazione con l’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Palermo

Sabato 29 Novembre 2008, Ragusa In collaborazione con l'Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Ragusa RELATORE Giovanni Filippini - Medico Veterinario IZS Umbria e Marche, sede di Perugia

OBIETTIVI L'incontro si prefigge di dare all'operatore pratico la possibilità di un ripasso delle conoscenze di anatomo-patologia delle principali malattie respiratorie, la modalità di raccolta ed il tipo di campioni da inviare al laboratorio per poter arrivare ad una diagnosi corretta. In questo modo il partecipante potrà essere in grado di scegliere le strategie profilattiche e terapeutiche più adeguate alle varie situazioni aziendali in cui opera.

Programma scientifico e modalità di partecipazione al sito www.sivarnet.it

PER INFORMAZIONI Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani Tel. 0372/403506 - delregionali@scivac.it

SIVAR - Paola Orioli - Tel. 0372 / 40.35.39 info@sivarnet.it - www.sivarnet.it

SEDI RAGUSA - Villa Di Pasquale Viale delle Americhe - Ragusa PALERMO Centro Culturale e Museale “Palazzo Giandalia” - Via Roma, 1 Castronovo di Sicilia (Palermo)

ACCREDITAMENTO RICHIESTO

Iniziative riservate esclusivamente ai laureati in Medicina Veterinaria.

14 DICEMBRE - INCONTRO REGIONALE SCIVAC PUGLIA L’OCCHIO DOLENTE - Alberto Crotti Sheraton Hotel - Cardinale Agostino Ciasca, 9 - Bari ECM: Richiesto Accreditamento Si ricorda che gli incontri delle Delegazioni Regionali sono liberi e gratuiti per i Soci SCIVAC in regola con la quota associativa dell’anno in corso.

SEGRETERIA SCIENTIFICA E ORGANIZZATIVA

SOCIETÀ FEDERATA ANMVI

in collaborazione con AIVEMP SEMINARIO SANITÀ PUBBLICA EQUINA: IL FARMACO E LE MALATTIE DEGLI EQUINI SOGGETTE A DENUNCIA 29 Novembre 2008, Cremona

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI SOCIETÀ FEDERATA ANMVI

DELEGAZIONE REGIONALE SIVAE - SCIVAC TOSCANA EMATOLOGIA NEGLI UCCELLI E NEI RETTILI; UNA VIA ALTERNATIVA PER L'IDRATAZIONE E L'ANESTESIA INTRAOSSEA NEI CHELONI 7 Dicembre 2008, Cecina (LI) RELATORE Leonardo Brunetti

OBIETTIVI Fornire le basi per una corretta interpretazione dell'esame ematologico negli uccelli e nei rettili; fornire le linee guida per eseguire in modo pratico, efficace e sicuro l'anestesia e la somministrazione di fluidi nei cheloni attraverso la via intraossea.

15.30 Pausa 16.00 Casi clinici interattivi: Chirurgia dei cheloni (video) 17.00 Test di valutazione dell'apprendimento e discussione finale 17.30 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata

RELATORI

INFORMAZIONI

Eva Rigonat - ASL Modena Giovanna Trambajolo - ASL Modena Gaetano Penocchio - Presidente FNOVI Giulio Predieri - ACME Drugs Paola Bergamo - ACME Drugs Giovanni Paolo Biffi - ASL Milano

Segreteria SIVE (Elena Piccioni) Palazzo Trecchi Via Trecchi 20 - 26100 Cremona Tel. 0372 403502 Fax 0372 457091 Email: info@sive.it Web: www.sive.it

PARTECIPAZIONE Il seminario è gratuito e aperto a tutti i medici veterinari. Pre-iscrizione obbligatoria. Inviare il modulo alla Segreteria SIVE entro e non oltre il 5 Novembre 2008.

RICHIESTO ACCREDITAMENTO

SEDE PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze 9.25 Saluto ai partecipanti del Presidente, presentazione del relatore ed inizio dei lavori 9.30 Ematologia degli uccelli 11.00 Pausa 11.30 Ematologia dei rettili 13.00 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) 13.30 Pausa 14.30 Casi clinici interattivi: Anestesia e idratazione nei cheloni: una via intraossea alternativa

Residence La buca del Gatto, Via della Astronomia, 1 - 57023 Cecina (LI)

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER EQUINI

SOCIETÀ FEDERATA ANMVI

PERTECIPAZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIVAE e/o SCIVAC in regola con l'iscrizione 2008. Non è richiesta la preiscrizione. Gli interessati devono registrarsi direttamente in sede d'incontro presentandosi alle ore 8.30 presso la segreteria.

INFORMAZIONI Elisa - Segreteria SIVAE E-mail: info@sivae.it - Tel. 0372/40.35.00

rd 3rd SKIVE Resort Meeting

Selva di di Val Val Gardena Gardena [BZ] [BZ] -- Italy Italy Selva

December 11thth - 13thth, 2008 Hotel Antares**** Antares**** Hotel CI SONO ANCORA POSTI DISPONIBILI

RICHIESTO ACCREDITAMENTO


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Microrganismi Focus

VETERINARIA 40 | 2008

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La sterilizzazione di presidi e strumenti sanitari nelle strutture per piccoli animali Un capitolo molto importante soprattutto dove viene svolta una attività continua di chirurgia di dott. ROMANO GAMBERINI IZS della Lombardia e dell’Emilia Romagna a sterilizzazione dei presidi e degli strumenti sanitari rappresenta un capitolo molto importante nella gestione di un ambulatorio per piccoli animali in particolar modo per le strutture dove viene svolta una continua attività di prestazioni chirurgiche. La varietà dei materiali impiegati, la sempre migliore qualità delle apparecchiature in uso oltre che la ormai improcrastinabile necessità di certificare le proprie attività e i propri servizi, impongono al medico veterinario per piccoli animali l’adozione di linee guida e protocolli che facilitino la propria attività e siano garanzia contro il verificarsi di episodi definiti come imprevedibili.

L

PROTEZIONE DELL’OPERATORE L’operatore che deve sottoporre a processo di sterilizzazione materiali e presidi potenzialmente infetti deve disporre di dispositivi di protezione individuale (dpi) che dovrà indossare e utilizzare durante le fasi di ricondizionamento che precedono la sterilizzazione vera e propria. I rischi derivanti da contatto con materiale biologico sono: contaminazione cutanea a cute integra, incidenti da taglio e punta, schizzi alle mucose orali e oculari. Durante le fasi di trasporto, detersione, asciugatura e confezionamento del materiale da sterilizzare, l’operatore dovrà munirsi di guanti in gomma, mascherina con visiera totale, camici idrorepellenti, grembiuli in plastica.

PREPARAZIONE DEL MATERIALE Schematizzando la sequenza delle operazioni che precedono il processo di sterilizzazione, ci si potrà ricondurre a 7 fasi di processo che vengono di seguito elencate e delle quali si daranno le notizie utili ad un loro corretto svolgimento. 1. Raccolta Trascorso breve tempo dall’utilizzo del materiale, riporlo in contenitore autoclavabile a tenuta ermetica se necessita di trasporto. Il materiale e il contenitore entro cui è stato riposto devono soggiornare solo in aree definite di trattamento del materiale contaminato. 2. Decontaminazione Riposto il materiale in contenitori autoclavabili muniti di griglia interna e di coperchio, immergere il medesimo in soluzione disinfettante, meglio se associata ad un detergente, prima delle operazioni di lavaggio vero e proprio. Il disinfettante da usare in questa fase, in medicina umana è definito quello di sicura efficacia contro il virus HIV. Il materiale deve risultare completamente immerso. Come azione conclusiva di questa fase si rimuoverà la griglia dal contenitore e si risciacquerà tutto sotto acqua corrente. 3. Lavaggio Si dovranno aprire gli strumenti e smontare quelli complessi e si dovrà separare lo strumentario dai presidi non metallici (vetro, plastica, gomma…). Ci si dovrà assicurare che le estremità delle strutture cave siano pervie. Lavaggio in lavaferri: i vari strumenti una volta ri-

posti sulle apposite griglie, sono introdotti nella macchina che verrà programmata con un programma specifico. Lavaggio manuale: il materiale è riposto in contenitore autoclavabile immerso in detergente meglio se ad azione proteolitica e ivi lasciato immerso per un tempo non inferiore ad 10 minuti. Utilizzando poi spazzolini idonei si deve ora procedere al lavaggio di ogni singolo strumento, facendo attenzione alle parti con zigrinature, incastri e a tutte le zone di meno agevole accesso. 4. Risciacquo Risciacquare avendo cura di asportare ogni traccia di detergente. 5. Asciugatura L’asciugatura del materiale sia essa manuale che automatica deve essere completa. Questo perché qualsiasi metodo di sterilizzazione non può essere efficace in presenza di materiale umido. 6. Selezione Assicurarsi che il materiale sia asciutto, integro e funzionante, procedere alla selezione secondo il metodo di sterilizzazione da impiegare e suddividere lo stesso secondo la tipologia di confezionamento scelta: buste, carta, kit in buste…. 7. Confezionamento L’operatore destinerà i vari materiali al tipo di confezionamento prescelto avendo presente quanto questo inciderà sul procedimento di sterilizzazione e sul mantenimento della sterilità. Il tempo di mantenimento della sterilità è infatti strettamente legato al tipo di imballo e, in secondo luogo, al sito destinato allo stoccaggio del materiale confezionato. Tra i requisiti dei sistemi di confezionamento si dovrà tener conto della funzionalità e della economicità del materiale. Qualsiasi tipo di confezionamento dovrà riportare la data di sterilizzazione. Materiali per il confezionamento: fogli di alluminio - impiego: sterilizzazione a secco, tempo di mantenimento della sterilità: indicativamente 48 ore - buste carta/carta - impiego: sterilizzazione a vapore tempo di mantenimento della sterilità: indicativamente 40 giorni (se conservate in luogo aperto solo 24 ore). Carta kraft/polipropilene è prodotta in forma di buste o rotoli di “accoppiato”, ottenuto mediante unione di un film plastico e carta medicale. Gli indicatori di processo posti sui rotoli devono avere una dimensione non inferiore a 1 cm quadrato- impiego: sterilizzazione a vapore - tempo di mantenimento della sterilità: indicativamente 30 giorni- cesti con foratura laterale impiego: sterilizzazione a secco e a vapore tempo di mantenimento della sterilità: indicativamente 24 ore a cestello mai aperto. Una volta aperto il cestello, il contenuto dovrà essere utilizzato entro poche ore o risterilizzato.

METODI DI STERILIZZAZIONE I mezzi fisici impiegati per la sterilizzazione di materiale ad uso sanitario sono il calore secco ed umido e le radiazioni ionizzanti. La sterilizzazione tramite calore è influenzata da vari elementi: tipo di microrganismo, temperatura e tempo dell’intero ciclo di sterilizzazione. Tipo di microrganismo - Occorre considerare la diversa sensibilità al calore che le diverse specie microbiche presentano. Il cosiddetto “tempo di morte termico” esprime il concetto

in plastica o gomma. Manutenzione: devono essere programmati interventi periodici di manutenzione.

STERILIZZAZIONE A VAPORE

LA STERILIZZAZIONE ’ il risultato di procedimenti fisici e/o chimici che portano alla distruzione di ogni microrganismo vivente sia patogeno che non in forma vegetativa o di spora. Il concetto di sterilità in assoluto non esiste: un insieme di oggetti è considerato sterile quando non più di 1 su un milione risulti contaminato. Questa definizione però pone problemi di ordine microbiologico e statistico. Sarebbe corretto perciò asserire che la Sterilità è quella condizione in cui la sopravvivenza di un microrganismo è altamente improbabile.

E

di tempo minimo necessario per uccidere, ad una determinata temperatura, tutti i microrganismi appartenenti ad una medesima popolazione batterica. La tabella1 rende più esplicite le affermazioni sopra riportate. Temperatura e tempo dell’intero ciclo di sterilizzazione. Sono due parametri inversamente correlati. All’aumentare della temperatura diminuisce il tempo di esposizione perché aumenta la velocità di distruzione dei microrganismi. Il tempo di sterilizzazione è da calcolare solo dal momento in cui la temperatura ha raggiunto il valore massimo desiderato.

STERILIZZAZIONE A SECCO La sterilizzazione mediante calore secco comporta la distruzione dei germi per carbonizzazione (ossidazione delle proteine microbiche). Apparecchio utilizzato- stufetta a secco. La camera di sterilizzazione è dotata di resistenze elettriche. Modalità di sterilizzazione - posizionare il materiale asciutto all’interno della stufetta senza eccedere nella quantità, selezionare la temperatura e accendere l’apparecchio. Aprire lo sfiatatoio e, quando la stufetta avrà raggiunto la temperatura di 80-100°, chiudere lo sfiatatoio ed attendere che il termometro raggiunga la temperatura desiderata. A questo punto impostare il tempo di sterilizzazione. Temperatura 180° Temperatura 170° Temperatura 160°

Tempo 30’ Tempo 60’ Tempo 120’

Impiego: Vetreria e presidi metallici non smaltati, garze. Vantaggi: il calore secco ha minore azione corrosiva sui materiali metallici rispetto al vapore. Svantaggi: non è possibile sterilizzare oggetti

La sterilizzazione con calore umido agisce per denaturazione (idrolisi) delle proteine batteriche e distruzione di alcuni enzimi. Il vapore di acqua, saturo, sotto pressione è il mezzo di sterilizzazione più usato nelle strutture sanitarie perché veloce ed economico. Impiego- strumenti metallici, teli e camici, garze, guanti in lattice; i cateteri in gomma possono essere sterilizzati in autoclave. Apparecchi utilizzati- autoclavi e microsterilizzatrici Le dimensioni di base di una camera di sterilizzazione sono cm. 30x30x60, corrispondenti ad 1 unità di sterilizzazione. Tutte le altre dimensioni sono multiple dell’unità di sterilizzazione. Fasi di sterilizzazione. Un ciclo di sterilizzazione in autoclave prevede diverse fasi successive: un tempo di riscaldamento- un tempo di ventilazione durante il quale viene effettuata l’eliminazione dell’aria presente - un tempo di innalzamento termico che corrisponde all’aumento della temperatura all’interno della camera di sterilizzazione fino al raggiungimento della temperatura di sterilizzazione - un tempo di sterilizzazione che è il tempo necessario per distruggere tutti i microrganismi - un tempo di raffreddamento che corrisponde all’eliminazione del vapore e all’abbassamento della temperatura. Il risultato della sterilizzazione si ha dalla combinazione di Tempo-TemperaturaPressione. Questi valori sono scelti in relazione al tipo di materiale da trattare. Nel caso in cui il ciclo di sterilizzazione venisse interrotto durante una delle fasi, tutto il carico dovrà essere riconfezionato e risterilizzato (cambiando sia indicatori di processo che involucri). MATERIALE ferri chirurgici teleria vetreria temperata gomma plastica

tempo temperatura pressione (minuti) (in C°) in bar 7

134

2,1

15

121

1,1

SISTEMI DI CONTROLLO Per il controllo del processo di sterilizzazione sono disponibili vari procedimenti. Esistono nastri autoadesivi con indicatori colorati e provette contenenti sospensioni standard di spore di un particolare genere di microrganismo scelto in base alla sua termo-resistenza ad es. Bacillus stearothermophilus. La maggior parte delle buste e dei sacchetti utilizzati come contenitori dei materiali da sterilizzare, hanno su una delle superfici degli indicatori colorati che come i nastri autoadesivi, subiranno un cambiamento di colore solo al raggiungimento di una data temperatura. È però da tener presente che non forniscono alcuna informazione sulla durata del mantenimento di questa temperatura. Il controllo di una perfetta sterilizzazione può essere quindi effettuato solo con in-

Tabella 1 GRUPPO

Molto sensibili Poco resistenti Moderatamente resistenti Molto resistenti Estremamente resistenti

MICRORGANISMI

TEMPO DI MORTE TERMICA Acqua bollente Calore secco Vapore saturo 100° 160° 180° 121° 132°∞ Batt. asporigeni, virus, miceti 2’ 3’ <1’ 1’ <1’ Spore Clostr. perfringens 5’ 4’ <1’ 2’ <1’ Spore Clostr. septicum e Bacillus anthracis 10’ 6’ <1’ 3’ <1’ Clostr. tetani, botulino, stearoth. 300’ 30’ 5’ 12’ 2’ Spore di termofili del terreno > 500’ 60’ 10’ 25’ 4’


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20 Focus Sterilizzazione dicatori biologici del tipo sopra descritto. Per un periodo garantito dal fornitore, queste spore hanno una resistenza termica costante. Le provette indicatrici contengono sia le spore sia un indicatore colorato: dopo, sterilizzazione in autoclave, le provette sono poste in termostato per 24 ore insieme a una provetta di riferimento non sterilizzata. Al termine delle 24 ore, il colore delle provette autoclavate, è confrontato con quello delle provette di riferimento. Se il controllo risulta favorevole si considererà valida la sterilizzazione effettuata limitatamente a quel ciclo di prova e il controllo verrà ripetuto secondo un programma che sarà stato definito in precedenza. In tutti gli altri casi, rapportarsi alla Tabella 2 ripetendo la prova. Prima di procedere alla riposizione del materiale sterilizzato, sarà cura dell’operatore inca-

ricato a questa mansione, di apporre data di sterilizzazione e di scadenza su ogni confezione. Il manuale di buone pratiche veterinarie redatto in precedenza consentirà di svolgere in breve tempo questa operazione e di rispettare istruzioni operative già stabilite. Sarà pure importante mantenere traccia del procedimento di sterilizzazione effettuato tramite conservazione delle registrazioni fornite dall’apparecchiatura che ne fosse dotata, per un periodo di tempo precedentemente definito.

GESTIONE DEL MATERIALE STERILE I luoghi o contenitori atti a mantenere materiale sterile devono avere le seguenti caratteristiche: • non consentire la penetrazione di polveri o insetti • essere lontani da fonte di calore

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Tabella 2 sviluppo sviluppo sviluppo

Campione test + _ _

Campione controllo + _ +

• essere facilmente lavabili e non aggredibili dall’azione di detergenti e disinfettanti • consentire la identificazione del contenuto • permettere lo svolgimento di operazioni di pulizia del pavimento e delle pareti circostanti. Al momento dell’utilizzo del materiale non è superfluo ricordare che occorrerà avere mani pulite, verificare che l’indicatore chimico esterno sia virato e che la confezione sia integra, controllare la data di scadenza e nel momento del-

Provvedimenti da adottare rivedere funzionamento autoclave ripetere il test: le spore non erano idonee prova valida

l’apertura dell’involucro che ciò avvenga in modo asettico.

TEMPO DI DECADIMENTO DECIMALE Nella sterilizzazione a vapore, l’uccisione dei microrganismi non avviene in un solo attimo ma secondo una reazione progressiva e secondo una velocità ben determinata che è in funzione del numero iniziale di microrganismi e tanto più elevata quanto più elevata è la temperatura. Questa velocità di reazione è espressa con il simbolo D e rappresenta il tempo, espresso in minuti, necessario per ridurre di un decimo il numero di microrganismi iniziale. D varia a seconda dei microrganismi implicati e della temperatura di sterilizzazione. La temperatura di riferimento è 121,1°C. Alla temperatura di 121,1°, per i più comuni microrganismi, si ritiene che D sia uguale a 1 (1 minuto). Questo sta a dire che al termine di ogni minuto di mantenimento a 121°C, il numero di microrganismi si riduce ad un decimo del numero iniziale dello stesso minuto. Es. se un determinato lotto di contenitori viene sottoposto per tre minuti alla temperatura di 121°C, il numero di microrganismi in ogni contenitore, si riduce ad 1/1000 del numero iniziale (1/10x1/10x1/10 uguale 1/1000). Se in ogni contenitore avessimo 1000 microrganismi, al termine del processo, alla fine del terzo minuto, ne rimarrebbe 1.

PROBABILITÀ Se, dall’esempio precedente, il processo si protraesse per un ulteriore minuto (totale 4 minuti) la carica microbica si ridurrebbe di 1/10 uguale a 0,1. Ciò non è però da intendere come presenza di 1/10 di microrganismo presente ma come probabilità che 1/10 delle unità presenti nell’autoclave, siano ancora inquinate. Continuando il trattamento sino ad arrivare a 9 min., si giungerà ad 1/1.000.000 che sta ad indicare la probabilità di 1/1.000.000 di avere ancora un contenitore del lotto, inquinato.

PROBABILITÀ DI UNITÀ NON STERILE (PNSU) La garanzia minima che si applica in campo farmaceutico è la probabilità di trovare nel lotto una unità non sterile contro 1.000.000; si può anche andare oltre: ad es. PNSU uguale a 1.000.000.000.

FO Fo è definito come: il tempo di sterilizzazione realmente utilizzato a 121°C oppure il tempo di sterilizzazione utilizzato a temperatura differente e riportato per calcolo a 121°C in modo da essere equivalente come efficacia di distruzione microbica. Nell’esempio precedente, con una probabilità di 1/1.000.000.000 di avere ancora un contenitore del lotto, inquinato, il valore di Fo è di 9.

CALCOLO DI FO Ora, si supponga di voler raggiungere Fo uguale a 9 con temperatura di esercizio più alta; occorrerà anche intuitivamente, un tempo inferiore a 9. Tenendo conto che ogni scostamento di 10°C comporta una variazione della velocità di sterilizzazione di 10 volte in più o in meno, si potrà calcolare tramite apposite tabelle preimpostate un Fo specifico al variare in più o in meno di 10°C la temperatura di sterilizzazione. Es. per avere Fo=12 se la temperatura fosse di 111°C o 131°C, occorrerebbe sterilizzare nel primo caso sino a 120 min. nel secondo caso solo per 1,2 min. ■


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Attualità scientifica Vet Journal

Decisioni ed errori nella terapia antimicrobica Antibiotici ingiustificati nel sessanta per cento circa dei casi. Furlanello al 60° Congresso SCIVAC di MARIA GRAZIA MONZEGLIO o spinoso argomento dell’abuso della terapia antibiotica in campo veterinario è stato affrontato da Tommaso Furlanello (Med Vet, Dipl. ECVCP, Padova) nella sua relazione “Decisioni ed errori nella terapia antimicrobica” tenuta al 60° Congresso Nazionale SCIVAC dedicato a “Decisioni ed errori in medicina veterinaria” (Perugia 24-26 ottobre 2008). Il veterinario svolge un ruolo molto rilevante in questo ambito, sia che si occupi di grossi che di piccoli animali. Spesso l’antibioticoterapia viene utilizzata come “profilassi” in condizioni di malessere aspecifico. Raramente questo uso è giustificato. Il relatore ha portato una casistica veramente impressio-

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nante: nel 64% dei casi non c’è evidenza di laboratorio di malattia batterica in corso e in più del 30% dei casi residui un antibiotico ad ampio spettro risulta inutile, perché la flora batterica presente è resistente all’antibiotico usato. Anche in caso di intervento chirurgico il relatore ha ricordato che solo l’uso pe-

rioperatorio di cefalessina è giustificato, mentre va dimenticato l’uso postoperatorio di antibiotici cosiddetti “di copertura”. È importante ricordare che la profilassi delle malattie batteriche, in ambito chirurgico ed ospedaliero può essere realizzata efficacemente tramite misure di igiene ambientale, appropriate tecniche di asepsi ed adeguata pulizia delle mani degli operatori. È stato poi ricordato il preoccupante aumento di segnalazioni di germi antibiotico-resistenti (Staphilococcus aureus resistente alla meticillina o MRSA, Enterococcus faecium ampicillina-resistente o AREF, Escherichia coli multiresistente o ESBL) che sono la conseguenza dell’uso indiscriminato e scorretto di antibiotici sia in campo umano che in campo veterinario. Questi agenti infettivi ed in particolare gli MRSA possono causare gravi infezioni difficilmente controllabili negli

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esseri umani e la loro presenza negli animali d’affezione crea una condizione di rischio grave nei proprietari e nello staff veterinario. È necessario prendere coscienza del problema e mettere in atto delle strategie per ottimizzare l’approccio all’antibiotico-terapia: 1. L’esame colturale e l’antibiogramma devono diventare una routine per documentare la presenza di germi e per ottenere una gamma di antibiotici che diano un buon effetto in vitro. La coltura va fatta prima dell’inizio della terapia antibiotica, per avere la massima probabilità di isolare il/i germe/i responsabile/i 2. Nei soggetti non critici attendere l’esito dell’esame colturale prima di iniziare terapie antibiotiche 3. Nei pazienti critici si può accettare una terapia empirica, tenendo presente la localizzazione del problema, la farmacocinetica e la farmacodinamica dell’antibiotico scelto, gli eventuali effetti collaterali del farmaco, la via di somministrazione più opportuna, la corretta posologia considerando che alcuni antibiotici sono tempo-dipendenti (cioè dobbiamo garantire un livello adeguato del farmaco nel tempo) ed alcuni sono dose-dipendenti (cioè richiedono il raggiungimento a livello ematico di determinate concentrazioni, anche se temporanee) e soprattutto la durata minima della terapia. (Dati forniti da Paolo Tosolini, Med Vet, Udine). ■

IPERALDOSTERONISMO PRIMARIO IN UN FURETTO na femmina di furetto domestico di sei anni sterilizzata veniva visitata per l’insorgenza di letargia, alopecia, prurito e presenza di una massa addominale. All’esame iniziale si identificavano anemia non rigenerativa, lieve iperazotemia e la presenza di una voluminosa massa in corrispondenza del surrene sinistro. Tuttavia, il deterioramento delle condizioni generali dell’animale impediva l’intervento di escissione della massa e insorgevano dispnea, debolezza, ipertensione e grave ipokaliemia. La concentrazione plasmatica dell’aldosterone era maggiore di 3.329 pmol/l, confermando la diagnosi di sospetto di iperaldosteronismo. Si osservava inoltre un’elevata concentrazione di ormoni sessuali, mentre il cortisolo basale era compreso nei limiti di riferimento. Il trattamento medico includeva la somministrazione orale di spironolattone, potassio gluconato, leuprolide acetato, amlodipina e benazepril. L’inalazione di albuterolo si dimostrava efficace nel ridurre la dispnea. Nelle setti-

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mane successive, il potassio sierico ritornava entro i valori di riferimento e diminuiva lo stato ipertensivo, mentre persisteva la dispnea. Due mesi dopo la visita iniziale, l’animale diveniva anoressico e veniva soppresso. L’esame istologico rivelava la presenza di un grosso adenoma della ghiandola surrenale sinistra, nefropatia cronica progressiva, grave edema polmonare e fibrosi focale del ventricolo sinistro. La colorazione immunoistochimica della ghiandola surrenale rivelava la presenza di aldosterone all’interno delle cellule neoplastiche adrenocorticali. I risultati di questo studio, concludono gli autori, suggeriscono che l’iperaldosteronismo primario dovrebbe essere preso in considerazione in un furetto con ipokaliemia, ipertensione e presenza di una massa surrenale. L’identificazione precoce di una massa secernente aldosterone può consentire l’asportazione del tumore prima che si verifichino complicazioni irreversibili. (M.G.M.)


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22 Vet Journal Attualità scientifica

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Agenti virali nei suini diarroici del Nord Italia Prevalgono Rotavirus e Coronavirus. Diagnosi mediante immunoelettromicroscopia no studio ha identificato mediante immunoelettromicroscopia (IEM) gli agenti virali presenti nei suini diarroici del Nord Italia nel periodo 20022007. Sono stati effettuati 3589 esami su materiale fecale o campioni intestinali prelevati

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da suini con enteropatie. Risultavano positivi per uno o più virus 1374 (38,3%) test, mentre erano negativi 2215 test (61,7%). Gli agenti virali più comuni erano il Rotavirus (12%) e il Coronavirus della diarrea endemica suina (PED) (18,7%). Non potevano essere classificati in maniera completa 518 virioni (14,4%), soprattutto piccoli virus fecali tondeggianti.

Lo studio indica che la IEM può essere utilizzata per la diagnosi dei virus enterici nei suini diarroici poiché consente l’identificazione di virioni non coltivabili e di infezioni virali multiple. Inoltre, questa tecnica può fornire un’indicazione diagnostica in tempi rapidi (alcune ore), utile per gli eventuali approfondimenti diagnostici. Lo studio conferma la prevalenza

e l’importanza, oltre all’incidenza costante, dei Rotavirus quali agenti primari di enterite. PEDV veniva riscontrato costantemente ed era endemico, con aumenti periodici durante i mesi freddi. PCV veniva identificato nel contenuto intestinale e ciò è imputabile alla patogenesi dell’infezione. Molti agenti (Enterovirus-like e Calicivirus-like) necessitano un’ulteriore caratterizzazione al fine di una corretta classificazione. Similmente, il significato patologico di alcuni agenti (Torovirus, Adenovirus e Parvovirus) deve essere accertato in maniera completa. “Electronmicroscopic detection of viral agents in diarrhoeic pigs during the period 2002-2007 in northern Italy” Lavazza Antonio, Tittarelli Cristiana, Cerioli Monica, Luppi Andrea, Alborali G. Loris, Cordioli Paolo. Proceedings of the International Pig Veterinary Society Congress, 2008 - Durban, South Africa. (M.G.M.) ■

IL KETOCONAZOLO FAVORISCE LA RISPOSTA ALL’IVERMECTINA NELLA PECORA l ketoconazolo può modificare la farmacocinetica dell’ivermectina, ottimizzando il trattamento antiparassitario nella pecora, secondo uno studio. Il parassiticida ivermectina e l’antifungino ketoconazolo sono farmaci che interagiscono con la glicoproteina P. Ad agnelli di razza Lacaune è stata somministrata una singola dose orale di ivermectina da sola (0,2 mg/kg; n=5) o in associazione a una dose orale giornaliera di ketoconazolo (10 mg/kg) somministrato 3 giorni prima e 2 giorni dopo l’ivermectina (n=5). La cinetica plasmatica dell’ivermectina e dei suoi metaboliti è stata seguita per 15 giorni mediante analisi HPLC. La co-somministrazione di ketoconazolo induceva maggiori concentrazioni plasmatiche di ivermectina, ottenendo un aumento sostanziale dell’esposizione complessiva dell’animale al farmaco. Il ketoconazolo non riduceva la produzione del principale metabolita dell’ivermectina ma agiva probabilmente inibendo la glicoproteina P, aumentando di conseguenza l’assorbimento dell’ivermectina. L’utilizzo di un agente inibitore della glicoproteina P come il ketoconazolo potrebbe essere utile, concludono gli autori, per ottimizzare i trattamenti antiparassitari, alla luce soprattutto dello sviluppo globale di resistenza agli antielmintici. “Ketoconazole increases the plasma levels of ivermectin in sheep” Michel Alvinerie, Jacques Dupuy, Solange Kiki-Mvouaka, Jean-François Sutra, Anne Lespine. Veterinary Parasitology. Volume 157, Issues 1-2, 20 October 2008, Pages 117-122. (M.G.M.)

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Randagismo Anmvi Regione

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Sterilizzazioni al ribasso a Pescara L’amministrazione comunale invita i veterinari a far pervenire l’offerta di ogni singola sterilizzazione con il massimo ribasso sull’importo di base di € 80. Replica di ANMVI Abruzzo valida, sempre che sia ritenuta congrua e conveniente”. Con una lettera inviata il 7 novembre, il Presidente di ANMVI Abruzzo, Marco Della Torre ha chiesto un incontro nel quale analizzare il problema del randagismo attraverso il progetto Leavet presentato dalll’ANMVI. “L’importo base di 80 € - sottolinea Della Torre - non prende in considerazione nessun tariffario provinciale/nazionale come

’amministrazione comunale di Pescara intende procedere alla sterilizzazione di quaranta cagne fertili di proprietà di persone con problematiche socio-economiche. Ha pertanto inviato una lettera ai veterinari della provincia invitandoli a far pervenire entro 15 giorni dal ricevimento della lettera, l’offerta relativa ad ogni singola sterilizzazione con il massimo ribasso sull’importo base di € 80,00. La richiesta, si legge nella lettera a firma del Dirigente del Settore Servizi Diretti alla Persona, Germano Marone, riveste solo il “carattere di ricerca di mercato e le proposte che perverranno non saranno impegnative per l’Amministrazione la quale si riserva, a suo insindacabile giudizio, di non selezionare alcuna offerta, di selezionare l’offerta che riterrà preferibile e potrà procedere all’aggiudicazione anche in presenza di una sola offerta

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ASSOCIAZIONE VETERINARI MODENESI FEDERATA ANMVI con il patrocinio dell'Ordine dei Medici Veterinari di Modena

ONCOLOGIA MEDICA:

Focus su Linfoma e Mastocitoma del cane e del gatto MODENA, 16 NOVEMBRE 2008 Hotel Raffaello strada per Cognento, 5 Modena RELATORE Dr.ssa Laura Marconato [DVM, Dipl. ESVIM (Oncology), Lp Napoli]. Per informazioni e per dare conferma della propria partecipazione: E-mail: assvetmodenese@libero.it Cell. 338/8215001.

la stessa legge Bersani prevede per le Amministrazioni Pubbliche e in particolare lede non solo il decoro professionale ma soprattutto la tutela del benessere animale stesso. La singolarità di un’asta a ribasso, crea solo acredini all’interno di una categoria professionale già vessata economicamente da un numero di strutture enorme rispetto all’hinterland cittadino, categoria che una volta di più non ve-

de riconosciuto il proprio ruolo cardinale nella sanità pubblica e nella lotta al randagismo”. Il progetto Leavet - ripreso in una proposta di legge alla Camera a firma dell’On Gianni Mancuso - mira alla realizzazione di una medicina veterinaria di base, per la riduzione del randagismo e dei costi da esso derivanti e con funzioni di prevenzione anche a favore delle categorie socialmente deboli. ■


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24 Info Regioni Intramoenia

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Valle d’Aosta, intramoenia veterinaria caso a sé La Regione ha disciplinato la libera professione intramuraria. Ma per la veterinaria l’Azienda Sanitaria Locale potrà prevedere differenti modalità di attuazione a Regione Valle d'Aosta ha deliberato le proprie linee di indirizzo in materia di attività libero professionale intramuraria della dirigenza sanitaria, ai sensi della Legge-Turco (3 agosto 2007, n. 120). La delibera regionale - precedente alla proroga che il Governo e la maggioranza parlamentare intendono introdurre sulla scadenza indicata dalla Legge-Turco - prevede un piano aziendale conforme ai principi della legge 120/2007 "anche per particolari discipline o settori di attività". Ma per la veterinaria viene indicato un percorso ad hoc. "Si ritiene infatti - prosegue la delibera - relativamente alla peculiare caratterizzazione dell'attività libero-professionale intramuraria per alcune discipline e/o categorie professionali, in particolare medicina veterinaria, medicina legale, medicina del lavoro, per le quali è particolarmente labile il legame tra le caratteristiche proprie dell'attività ed il concetto strutturale di studio professionale o, di fatto, aree o settori di attività libero professionali non strutturate dall'azienda perché di scarsa, o assente, rilevanza in regime istituzionale, l'Azienda con riferimento al principio di economicità, potrà prevedere modalità di attuazione del diritto all'attività libero-professionale intramuraria dei dirigenti interessati, diverse dai contenuti delle presenti linee di indirizzo, nel rispetto delle disposizioni a carattere generale della legge 120/2007". A livello aziendale sarà opportuno "attivare procedure snelle per consentire un proficuo confronto con le Organizzazioni Sindacali ogni qualvolta richiesto dalla normativa di riferimento. Il rapporto fra Azienda e Organizza-

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zioni Sindacali rappresentative della Dirigenza Medica Veterinaria e Sanitaria, e per gli aspetti di competenza, del comparto, si intende regolamentato dai vari accordi aziendali con le OO.SS. e dai CC.CC.NN.LL. per le materie e con le modalità in essi previsti". “Era a noi chiarissimo quando fu votata la legge sulla libera professione dal precedente governo che le regioni non sarebbero state in grado di rispettare il termine temporale” - ha affermato senatore Antonio Tomassini (Pdl) - Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, che commentando l'emendamento sulla proroga dell'intramoenia annuncia che è in cantiere un disegno di legge in materia. “Alcune regioni - aggiunge sono arrivate a falsificare la realtà pur di dire che ideologicamente erano in grado di farlo”. “Il problema trasparenza - sta molto a cuore anche a noi, ma è chiaro che la maggiore evasione c'è proprio nelle regioni che hanno praticamente solo la libera professione dentro le strutture sanitarie. Saremo quindi noi a preparare un disegno di legge organico e saggio privo di pregiudizi ideologici che sappia riorganizzare con equità e trasparenza questo problema. Sono convinto che Governo e Camera manterranno questa decisione”. ■

VDA, PROFILASSI E RISANAMENTO DEGLI ALLEVAMENTI BOVINI on la delibera n. 2788 del 26 settembre scorso, la Regione Autonoma della Valle D’Aosta ha approvato l’impegno di spesa relativo al programma regionale 2008/2009 di bonifica sanitaria del bestiame, da attuarsi con piani di profilassi e di risanamento degli allevamenti bovini da tubercolosi e leucosi e degli allevamenti bovini e ovi-caprini da brucellosi. Il piano tecnico di profilassi e di risanamento degli allevamenti bovini è valido per il periodo settembre 2008-agosto 2009. La vigilanza, i controlli e le operazioni di risanamento devono essere effettuati dai Veterinari Ufficiali. Le prove diagnostiche devono essere effettuate in tutti gli allevamenti di bovini, ad eccezione di quelli con indirizzo esclusivo per la produzione di carne ed i cui capi devono comunque provenire da allevamenti ufficialmente indenni da tubercolosi e brucellosi, nonché ufficialmente indenni da leucosi bovina enzootica. Le specie ovina e caprina sono sottoposte alle prove diagnostiche per la brucellosi e, in caso di coabitazione di caprini e bovini, i caprini devono essere sottoposti a un controllo per la tubercolosi. Le aziende definite a stabulazione temporanea, gli alpeggi ed i pascoli non sono soggetti al programma di bonifica sanitaria. Per quanto riguarda le misure di polizia veterinaria qualora la presenza della tubercolosi, della brucellosi e della leucosi bovina enzootica venga accertata durante il periodo di promiscuità di più allevamenti per motivi di pascolo o di alpeggio o altro, l’autorità sanitaria competente adotterà i provvedimenti restrittivi sulla base di oggettive valutazioni epidemiologiche effettuate dalla commissione sanitaria regionale. Quando in un allevamento la presenza di queste malattie è ufficialmente confermata, il gruppo tecnico di gestione dei focolai dovrà disporre adeguate misure per evitare la trasmissione del contagio al personale addetto nonché la propagazione dell’infezione tra animali. Con la delibera, la Giunta Regionale ha stabilito inoltre di costituire un gruppo tecnico di gestione dei focolai di TBC, con il compito di definire l’impiego eventuale del gamma interferone dopo le opportune valutazioni epidemiologiche, formato dal Direttore della Struttura complessa Sanità Animale e dal veterinario referente per la tubercolosi dell’Azienda USL della Valle d’Aosta e da un epidemiologo dell’IZS.

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RABBIA IN FRIULI, AL VIA IL PIANO DI PREVENZIONE "Il piano di prevenzione per la rabbia silvestre è già partito, con la vaccinazione di cani e persone esposte a livello professionale, come i veterinari". Così Franco Mutinelli, responsabile del laboratorio di riferimento per la rabbia dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie, dopo il caso di Gniva di Resia (Udine) del 10 ottobre, dove una persona è stata morsa da una volpe risultata positiva alla rabbia silvestre, malattia fatale per l'uomo. In seguito "il 28 ottobre è stata rinvenuta anche una volpe morta a Venzone (Udine) risultata positiva" riferisce Mutinelli, che spiega come il piano di prevenzione non interessi solo i comuni di Resia e Venzone, per creare una sorta di "cordone di sicurezza". I provvedimenti adottati prevedono: vaccino obbligatorio per tutti i cani e gli erbivori; guinzaglio obbligatorio per i cani e segnalazione di cambi di comportamento sospetti; divieto di caccia con i cani, anche se vaccinati; intensificazione monitoraggio degli animali selvatici; piano della vaccinazione delle volpi; informazione della popolazione. Secondo Mutinelli, "l'animale infetto proveniva probabilmente dall'area di

confine con la Slovenia, che registra casi di rabbia di animali selvatici nell'area sudorientale al confine con la Croazia. Ad oggi comunque non risultano segnalazioni di casi al confine con il Friuli Venezia Giulia". In Slovenia la vaccinazione delle volpi è prevista fino al confine con la Provincia di Trieste, ma non nel territorio vicino alle Province di Gorizia e Udine. "In Italia la malattia è stata diagnosticata per l'ultima volta nel 1995, nell'area in questione nel '92 - afferma l'esperto - e la vaccinazione delle volpi condotta tra l'89 e il 2004". Secondo Mutinelli "è fondamentale la prevenzione" e "l'azione di monitoraggio degli animali consentirà di delineare meglio la zona infetta". La malattia "è virale - spiega l'esperto - e si trasmette principalmente con il morso dall'animale infetto. Con un'incubazione di circa un mese, una volta che si verifica la sintomatologia nervosa può avere esito fatale per l'uomo. Per questo occorre effettuare la vaccinazione della persona esposta a contagio, anche dopo il morso, come avvenuto a Resia". (ANSA)


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Toscana Info Regioni

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Profilassi del carbonchio ematico in Toscana l Presidente della giunta Regionale della Toscana, accertata l’insorgenza in un allevamento nel territorio del Comune di Firenzuola (FI) di un focolaio di carbonchio ematico, ha ritenuto necessario predisporre un piano di profilassi vaccinale anticarbonchiosa, al fine di impedire l’ulteriore diffusione della malattia.

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OBBLIGO DI PROFILASSI È dichiarata zona soggetta a profilassi vaccinale obbligatoria anticarbonchiosa l’area del Comune di Firenzuola delimitata a nordovest dal crinale tra Sasso di Castro, Monte Freddi e Monte Beni, a sud-ovest dalla S.S. 65 fino al Passo della Futa, a sud dal fiume Santerno, a nord-est dalla S.S. 65 fino all’intersezione con la S.S. 503, ad est dalla S.S. 503 del Passo del Giogo fino all’intersezione con il fiume Santerno.

ANIMALI SOGGETTI A VACCINAZIONE È resa obbligatoria la vaccinazione contro il carbonchio ematico:

PROTOCOLLO D’INTESA SU SALUTE ANIMALE on la delibera n. 840 del 20 ottobre scorso, la Giunta Regionale della Toscana ha approvato lo schema di protocollo d'intesa tra Regione Toscana, Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Pisa e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana per il miglioramento della salute umana e animale. Il Piano Sanitario Regionale 2008-2010 fissa per il triennio gli obiettivi strategici, gli strumenti e gli atti volti a perseguire un miglioramento degli standard di vita della popolazione umana ed animale e prevede interventi per la qualificazione del sistema veterinario. Nell'area veterinaria risulta del tutto prioritaria la tutela della qualità degli alimenti di origine animale, la tutela del patrimonio zootecnico ed il miglioramento del benessere animale, pertanto nella organizzazione e gestione di un'adeguata rete di servizi sul territorio è necessario incentivare tra la Regione, l'Università degli Studi di Pisa e l'IZS lo sviluppo di collaborazioni nella ricerca, nella formazione, nella didattica e nella sperimentazione, nei campi di interesse comune. Per quanto riguarda le attività di sperimentazione e di ricerca applicata, verrà avviato un percorso integrato fra Regione, Aziende Sanitarie, Università ed Istituto Zooprofilattico per la partecipazione a progetti multicentrici ed interdisciplinari nell'ambito della ricerca epidemiologica e sui servizi sanitari. Un'attenzione particolare dovrà essere posta al trasferimento dei risultati della ricerca e della sperimentazione al sistema venatorio regionale nel suo complesso. Per la realizzazione delle attività previste dal protocollo d'intesa, dovrà essere costituita entro sessanta giorni dalla firma del protocollo, una Commissione di sei membri composta, in maniera paritetica, dalle tre componenti e coordinata da un rappresentante della Regione Toscana.

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• dei bovini, ovini, caprini ed equidi che si spostano per motivo di pascolo • degli animali delle specie sopraindicate che risiedono stabilmente nell’area individuata.

VACCINAZIONE La vaccinazione dei bovini, ovini, caprini ed equidi che risiedono stabilmente nell’area individuata dovrà avvenire entro quarantacinque giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza. I bovini, ovini, caprini ed equidi introdotti nei territori, se non sottoposti a trattamento immunizzante anticarbonchio-

so nei sei mesi precedenti, dovranno essere vaccinati entro il decimo giorno dall’arrivo. Gli animali vaccinati, laddove possibile, potranno essere trasferiti dai ricoveri dove si trovano, solo dopo un periodo di quindici giorni dalla vaccinazione, periodo ritenuto necessario per ottenere una efficace protezione immunizzante. Le vaccinazioni dovranno essere eseguite dai medici veterinari dipendenti della ASL 10 di Firenze. L’ordinanza del Presidente della Giunta Regionale n. 1 del 14 ottobre 2008 è pubblicata sul BUR n. 35 del 31 ottobre scorso. ■


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26 Info Regioni Vescicolare suini

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MVS, misure sanitarie in Toscana ccertata l’insorgenza in due allevamenti nel territorio del Comune di Cortona (AR) di un focolaio da malattia vescicolare da enterovirus del suino, il Presidente della Giunta Regionale della Toscana - Claudio Martini, ha stabilito con l’ordinanza n. 2 del 14 ottobre 2008, nuove misure sanitarie. È dichiarata zona di protezione da MVS, il territorio compreso in un raggio di 4 km da un punto equidistante dagli allevamenti dove è sorto il focolaio, comprendente porzioni dei Comuni di Cortona e Montepulciano. È dichiarata zona di sorveglianza da MVS il territorio compreso in un raggio di 11 km da un punto equidistante dagli allevamenti, comprendente porzione dei Comuni di Cortona, Castiglion Fiorentino, Montepulciano, Forano della Chiana, Sinalunga e Torrita di Siena. L’ordinanza stabilisce le misure sanitarie da applicare alle zone di protezione e di sorveglianza. Dal territorio di Arezzo non possono essere inviati suini verso i Paesi Membri della

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numero di riferimento del test di controllo effettuato dal CERVES dell’IZS di Brescia, l’esatta ubicazione del macello di destinazione ed il vincolo sanitario, nonché la dichiarazione dell’avvenuta disinfezione dell’automezzo prima del carico in conformità all’art. 18 dell’O.M. 12 aprile 2008; • il Servizio Veterinario dell’Azienda USL competente sulla stalla di sosta di origine deve inviare, entro 24 ore, per fax ai serUnione Europea e verso i Paesi Terzi. Nel territorio regionale tutte le stalle di sosta devono essere controllate per dimostrare l’assenza del virus in campioni di feci ambientali, da inviare al Centro di Referenza per le Malattie Vescicolari di (CERVES) dell’IZS di Brescia. Fa eccezione la movimentazione dei suini dalle stalle di sosta solo verso un macello ubicato sul territorio regionale alle seguenti condizioni: • gli animali devono viaggiare scortati dal modello 4 sul quale, oltre ai dati identificativi, il Servizio Veterinario dell’Azienda USL competente deve indicare data, esito e

vizi veterinari competenti copia del modello 4; • il Servizio Veterinario dell’Azienda USL competente per il macello di destino deve dare riscontro dell’avvenuta macellazione, rinviando entro 24 ore, anche a mezzo fax, al Servizio Veterinario dell’Azienda USL competente sulla stalla di sosta di origine copia del modello 4 pervenuto, indicando il giorno e l’ora in cui gli animali sono stati macellati. ■

DUE CASI NELLE MARCHE a Malattia vescicolare dei suini fa la sua comparsa anche nelle Marche. Lo hanno rilevato i veterinari dell'Asur, che hanno verificato la presenza del morbo, come nella vicina Umbria. La malattia è comparsa in due piccole aziende: una in provincia di Ancona e una in provincia di Ascoli Piceno, veicolata da suini acquistati in allevamenti infetti dell'Umbria. La Mvs è una malattia degli animali che non si trasmette in alcun modo agli uomini, né direttamente, né attraverso i prodotti alimentari derivati; può provocare, però, ingenti danni economici all'allevamento suinicolo. L'unità di crisi, subito attivata dall'assessorato alla Salute della Regione Marche, ha preso atto che i Servizi veterinari dell'Asur e l'Istituto zooprofilattico Umbria e Marche stanno “efficacemente lavorando per evitare la diffusione della malattia, dando completa e puntuale applicazione a tutte le procedure previste dal Centro di referenza dell'Istituto zooprofilattico di Brescia”. (ANSA).

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OFTALMOLOGIA. VITREO, RETINA, NEUROFTALMOLOGIA, MALATTIE EREDITARIE Cremona, 18/20 Marzo 2009 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Claudio Peruccio, Med Vet, Dipl ECVO, Torino RELATORI ED ISTRUTTORI Alberto Crotti, Med Vet, Genova Adolfo Guandalini, Med Vet, Dipl ECVO, Roma Maurizio Mazzucchelli, Med Vet, Gallarate (VA) Domenico Multari, Med Vet, Fontane di Villorba (TV) Claudio Peruccio, Med Vet, Dipl ECVO, Torino ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 600,00 + IVA 20% Non soci: € 750,00 + IVA 20%

RELATORI ED ISTRUTTORI Stefanie Ohlert, DVM, Dipl ECVDI, Zurich, Switzerland Federica Rossi, Med Vet, SRV, Dipl ECVDI, Bologna Tobias Schwarz, DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Madison (USA) Gabriela Seiler, DVM, Dipl ECVDI, Dipl ACVR, Philadelphia (USA) Massimo Vignoli, Med Vet, Spec Rad Vet, Dipl ECVDI, Sasso Marconi (BO) ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) LINGUA Inglese senza traduzione QUOTE Soci EAVDI/ESVN/SVIDI/SINVET: € 750,00 + IVA 20% Soci SCIVAC: € 850,00 + IVA 20% Non soci: € 1.000,00 + IVA 20%


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★★★★ ★ ★ ★ ★

Direttiva 86/609 Europa

Proposta la revisione della direttiva sulla sperimentazione UE: rafforzare la normativa sulla protezione degli animali. Limitare il numero degli animali utilizzati a fini sperimentali ’ di cruciale importanza mettere fine agli esperimenti sugli animali. La ricerca scientifica deve fare il possibile per trovare metodi alternativi e, in assenza di tali metodi, la situazione degli animali ancora impiegati per esperimenti deve essere migliorata. È quanto ha affermato il commissario europeo per l'ambiente, Stavros Dimas in riferimento alla proposta di revisione della direttiva 86/609 sulla sperimentazione animale, presentata lo scorso 5 novembre dalla Commissione Europea. La proposta varata dalla Commissione, dopo mesi di discussioni, è destinata a rivedere in senso più restrittivo la normativa esistente vecchia di 22 anni. L'obiettivo è quello di rafforzare la normativa comunitaria in vigore sulla protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali, in particolare richiedendo che vengano svolte valutazioni etiche prima di autorizzare progetti in cui vengono impiegati animali e stabilendo requisiti minimi per quanto concerne l'alloggio degli animali e le cure ad essi prodigate. La direttiva proposta include nel suo campo di applicazione gli animali utilizzati nella ricerca di base, nell'istruzione e nella formazione. Essa riguarda tutti i vertebrati vivi non umani nonché alcune altre specie in grado di avvertire il dolore. L'utilizzo di primati non umani è soggetto a restrizioni. La proposta introduce inoltre il divieto di utilizzare scimmie antropomorfe - scimpanzé, bonobo, gorilla e orangutan - nelle procedure scientifiche. L'impiego di tali animali da parte degli Stati membri potrà essere autorizzato a titolo eccezionale solo qualora sia in gioco la sopravvivenza stessa della specie, o in caso di manifestazione imprevista di una malattia potenzialmente mortale o invalidante negli esseri umani. Per quanto riguarda l'utilizzo di animali da laboratorio, la revisione proposta punta ad assicurare che essi siano utilizzati solo in assenza di alternative. Il loro impiego deve essere pienamente giustificabile e i vantaggi previsti devono essere superiori ai danni ad essi provocati. La proposta consentirà inoltre di garantire che gli animali ricevano le cure e i trattamenti adeguati e in particolare che siano alloggiati in gabbie di dimensioni sufficienti e in un ambiente adatto a ciascuna specie. La revisione proposta prevede inoltre che l'avvio di progetti che richiedono l'uso di animali debba essere autorizzato da un'autorità competente. Le organizzazioni che desiderano allevare, fornire o utilizzare animali dovranno chiedere un'autorizzazione per le loro attività e per il personale che lavora con gli animali. La LAV ha invitato il Parlamento e il Consiglio UE a considerare una priorità la discussione della nuova direttiva sui test su animali. Se la nuova direttiva non sarà discussa in Parlamento entro le elezioni europee previste per giugno 2009, infatti, la legislazione rischia di essere significativamente ritardata, “e ogni giorno di ritardo nell’emanazione della normativa, comporta la sofferenza di migliaia di animali - ha affermato Michela Kuan, Responsabile LAV Vivisezione. Questa nuo-

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va proposta è attesa da anni: ogni ulteriore ritardo è semplicemente inaccettabile”. “Il nostro obiettivo è quello di favorire - ha concluso Michela Kuan - una costante riduzione nel numero di animali usati in UE a scopo sperimentale, in vista del traguardo finale

rappresentato dalla sostituzione degli animali nella ricerca con metodi eticamente e scientificamente validi, rendendo il processo di autorizzazione quanto più rigoroso possibile, e promuovendo il ricorso a metodi alternativi”. ■

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28 Lettere al Direttore …Concorrenza ? nni fa, mi convincevo che per entrare e, soprattutto, rimanere nel mercato, occorreva essere competitivi. Lo stimolo ovvio era quello di attirare la clientela con un positivo passaparola, di mettersi costantemente in discussione e, possibilmente, di venirne a capo nella maggior parte delle volte. Valeva per me, valeva per tutti. Gli anni passano ma, la “concorrenza”, indirizzata per altro da forze potenti ed esterne alla categoria, rispetta sempre meno quei principi. Si parte già con l’enorme handicap di laurearsi in un paese dove proliferano più facoltà che animali. In passato si è

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provato a limitare i danni e, infatti, da 13 siamo arrivati a 14 atenei. In Europa non abbiamo rivali, come numero beninteso! Hanno una facoltà Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Olanda, Norvegia, Portogallo, Slovacchia (siamo a 14, ma possiamo continuare), Slovenia, Svizzera, Jugoslavia, Repubblica Ceca; due la Francia; quattro la Germania; cinque l’Inghilterra; otto la Spagna. Probabilmente abbiamo le stesse esigenze di mercato di Francia, Germania, Inghilterra, Austria, Belgio e Croazia messi insieme. Si continua con l’IVA al 20%! Sempre in Europa, siamo fra i più vessati (20% di aliquota applicata sulle prestazioni in Italia e Austria,

“GIORNATA DI ZOOANTROPOLOGIA: PENSIERI, RIFLESSIONI E AZIONI PER LA DIFFUSIONE DEL CORRETTO RAPPORTO UOMO-ANIMALE” L’evento si terrà il 18 Novembre 2008 dalle ore 9.30 presso la Sede dell’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Veterinari in Via Castelfidardo, 4 - Roma. Programma 9.30 Saluti dell’On. Giani Mancuso - Presidente ENPAV 9.45 Introduzione di Ilaria Ferri - Direttore Scientifico Animalisti Italiani 10.00 Prof. Marc Bekoff - etologo, zoologo 11.00 Dott. Marchesini - veterinario zooantropologo 11.25 Dott.ssa Pagani - psicologa ricercatrice Cnr 11.45 Dott. Colangeli - veterinario comportamentalista 12.05 Dott. Pierantoni - etologo cinologo 12.20 Dott.ssa Di Bari - veterinario omeopata 12.40 Dott.ssa Manzoni - psicologa 13.00 Premiazione del Vice Capo Questore Esposito, responsabile Nirda e del Comandante Capitaneria di Porto Vigliotti per essersi distinti in azioni a tutela degli animali 13.30 Brunch Per informazioni: info@animalisti.it

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al 5% nella Repubblica Ceca, 7% in Spagna, 8% in Grecia, 12% Lussemburgo, 17,5% Gran Bretagna, 19,6% Francia, 19% Olanda, 25% Danimarca). Da anni ci si batte per ridurla. Ci aveva provato, per la prima volta nel maggio 2002, anche il nostro Presidente, l’Onorevole Gianni Mancuso. Niente! La Commissione Europea ha detto sempre no! … Oggi, magicamente, per i potenziali “contribuenti minimi”, l’IVA è semplicemente… annullata! Toh! E dire che, un’aliquota magari al 10%, per tutti (minimi-medi-massimi), potrebbe muovere il mercato, potrebbe finalmente far decollare il pet-corner, potrebbe gratificare la scelta di ridistribuire i farmaci, abbasserebbe realmente il tariffario … di tutti! Poco male, dimenticavo che i tariffari minimi non ci sono più e, la conseguente “concorrenza livellatrice”, cui si puntava, ha portato solo ad un irresponsabile abbattimento della credibilità professionale. Se siamo convinti di aver ulteriormente ridicolizzato le nostre tariffe, continuando a guadagnarci (ognuno credo sappia farsi i conti in tasca o forse no), vuol dire che fino a ieri eravamo dei disonesti approfittatori. Sempre a favore di una sana concorrenza fra colleghi, ciliegina finale: dal 2008 ci sono i “contribuenti minimi”! - tariffario minimo, contribuente minimo, entrate da sopravvivenza… comincio ad avere un po’ di mal di testa - comunque, il contribuente minimo è esentato dall’IVA (ci sarebbe da chiarire meglio, ma per facilità di scrittura mi si passi la frase) è esentato dall’IRPEF, dall’IRAP, dall’applicazione degli studi di settore, esonerato dagli obblighi di registrazione e di tenuta delle scritture contabili, dall´invio degli elenchi clienti e fornitori… che c’entra poi la raffica

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“Dopo il 20 del mese gli anziani non vanno più dal veterinario” Licia Colò, presentatrice televisiva

finale con l’aiuto economico? Boh? Non commento. Non commento più… ma di cosa stavo parlando? A già, di concorrenza! Di legittima, sana, leale concorrenza! Mi ero un attimino perso. Io però sono solo un insignificante veterinario di periferia e, siccome continuo, ottusamente, a conoscere meglio il Prontuario Veterinario piuttosto che il Codice Civile o le normative fiscali, dovrò pur ricredermi e definitivamente confidare in argomenti così caldamente sponsorizzati. Ma leggo che, ad un anno dalla laurea, lavorano 37 colleghi su 100, 41 cercano lavoro, 22 non lo cercano nemmeno; qualche centinaio di potenziali neocolleghi, non s’iscrivono più ai rispettivi Ordini; le nostre entrate… lasciamo perdere! Leggo ben altro e mi domando: sarà che i conti non tornano... o sarà che, purtroppo, forse tornano? Antonio Tommasi


Obesità

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Dalle Aziende

Gli esperti presentano il bollettino sull'obesità

Prof. P. Mussa, Facoltà di Medicina Veterinaria Torino, membro WAG. principali esperti europei in materia di obesità hanno presentato un nuovo strumento che aiuta i veterinari a contrastare il numero crescente di cani in sovrappeso e obesi individuati nelle strutture veterinarie. Obesity Matters (L’obesità è importante) è un bollettino d’informazione scientifica prodotto dal gruppo consultivo per il peso Weight Advisory Group (WAG) - un comitato di esperti europei impegnato a migliorare la gestione dei casi di obesità canina. Ogni numero si concentrerà su un aspetto particolare dell’obesità e sarà scritto da un membro del WAG oppure da uno scrittore ospite, autorevole esperto in materia. L’obiettivo è evidenziare i numerosi rischi per la salute legati all'eccesso di peso nei cani e fornire ai veterinari le conoscenze necessarie per gestire al meglio questa patologia. Il bollettino, di due pagine, sarà pubblicato periodicamente e il primo numero è stato scritto da Jürgen Zentek: membro del WAG e docente dell’Istituto di nutrizione animale dell’Università di Berlino. «Il primo numero offre una panoramica sul problema dell’obesità negli animali domestici europei» spiega. «Sottolinea la necessità da parte nostra, in quanto professionisti, di considerare questo problema con maggiore serietà e fornisce ai veterinari consigli utili per farlo». «Il nostro lavoro è verificare che gli animali godano di buona salute e che seguano il più possibile uno stile di vita adeguato - e mantenere un peso corretto è un modo fondamentale di garantire ai cani una vita lunga e felice». Il professor Zentek afferma che per gestire il problema dell’obesità i veterinari dispongono oggi di un’ampia varietà di opzioni, tra cui

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diete appositamente formulate e nuovi farmaci, come lo Slentrol, che aiutano i cani a perdere peso. «Oggi più che mai disponiamo dei mezzi necessari per gestire il problema» dichiara, «tuttavia, una scelta così ampia significa altresì che per il veterinario può essere difficile sapere qual è l’opzione più adatta e in quale caso». Il nostro obiettivo è semplificare il più possibile questa scelta fornendo ai veterinari tutte le informazioni necessarie attraverso le

linee guida di gestione del WAG e questi nuovi bollettini». Il Professor Pier Paolo Mussa dell’Università di Torino e membro del Weight Advisory Group rimarca la lunga serie di problemi per la salute legati all'obesità. «L’eccesso di peso è la causa di molti problemi comuni rilevati quotidianamente in ambulatorio». L’osteoartrite nei cani ne è un chiaro esempio, anche se la lista è molto lunga e comprende: malattie cardiache, malat-

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tie della pelle e problemi respiratori. «Abbiamo deciso che ogni numero di Obesity Matters evidenzierà alcuni punti chiave sul lato pratico e analizzerà aspetti specifici dell'obesità e le implicazioni in campo veterinario e sarà scritto da un esperto in quel particolare campo. Inoltre, si propone di aiutare i veterinari ad affrontare questa patologia, sia in termini di comunicazione con il proprietario dell’animale sia, naturalmente, di applicazione del trattamento». Le copie di Obesity Matters si possono consultare e scaricare dal sito del WAG: www.CanineObesity.info, insieme alle copie contenenti tutte le linee guida per gestire il problema pubblicate dal WAG all'inizio di quest'anno. ■


30 Calendario attività Dal 16 novembre al 13 Dicembre Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi Edizioni Veterinarie E.V. srl

16 NOV 16 NOV 16 NOV 16 NOV 16 NOV 18 - 21 NOV 19 - 21 NOV 22 - 23 NOV 22 - 23 NOV 22 - 23 NOV 23 NOV 23 NOV

INCONTRO GRUPPO FR

GATTI: ANCHE LORO HANNO BISOGNO DI FISIOTERAPIA … TALORA! - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it

INCONTRO SIRVAC

SCELTE ANESTESIOLOGICHE IN CORSO DI CESAREO, OVARIOISTERECTOMIA E NEL PAZIENTE PEDIATRICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it INCONTRO SIARMUV ARGOMENTI DI ANESTESIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE APPROCCIO ALLE PIÙ COMUNI EMERGENZE VETERINARIE: COME SCEGLIERE TRA LE POSSIBILI ALTERNATIVE TERAPEUTICHE - Trento - Via V. Zambra, 36 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segr. Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC MARCHE L’OCCHIO DOLENTE - Ancona - Hotel Sporting - Via Flaminia 220 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 2° IT. ODONTOSTOMATOLOGIA: I PARTE - RADIOLOGIA DENTALE E PARODONTOLOGIA - Centro Studi Attenzione: Evento posticipato in data da definirsi. SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON MALATTIE DEGLI ANIMALI, ZOONOSI, IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE. IL DATO EPIDEMIOLOGICO: REGIONE LOMBARDIA SFIDA, STRUMENTO, ETICA - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it INCONTRO SINVET / SOVI NEUROFTALMOLOGIA CLINICA: OCULISTA E NEUROLOGO A CONFRONTO - Centro Studi SCIVAC, IN COLLABORAZIONE CON SOVI Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it SEMINARIO SCIVAC IN COLLABORAZIONE CON SOVEP MALATTIE INFETTIVE DEL CANE: UN APPROCCIO MODERNO A DIAGNOSI, TERAPIA E PROFILASSI - Hotel Salera, Asti - Via Monsignor Marello, 19 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it INCONTRO SICARV MALATTIE CARDIACHE CONGENITE ED EREDITARIE: A CHE PUNTO SIAMO E COSA CI ASPETTIAMO DAL FUTURO - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it SEMINARIO ANMVI / SCIVAC UN APPROCCIO SEMPLICE AL PRACTICE MANAGEMENT - Centro Congressi Grand Hotel Vittoria, IN COLLABORAZIONE CON SCIVAC E GPM Montecatini Terme (PT) - Via Bacelli, 2 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Milena Migliavacca - Tel. +39 0372 403536 - E-mail: management@anmvi.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC ABRUZZO LE LUSSAZIONI ARTICOLARI TRAUMATICHE NEL CANE E NEL GATTO - Città Sant’Angelo (PE) - Via Tito De Attenzione: Date evento modificate. Caesars, 8 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC UMBRIA

EMATOLOGIA: UN GIOCO DI LUCI E COLORI - Perugia - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

23 NOV

CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

23 NOV

INCONTRO REGIONALE SCIVAC SARDEGNA IN COLLABORAZIONE CON ASVAC

27 - 29 NOV

CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

CORSO FSA AVANZATO. DIAGNOSI UFFICIALE DELLA LUSSAZIONE DELLA ROTULA E AGGIORNAMENTO HD/ED - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it EMERGENZA O NON EMERGENZA QUESTO È IL PROBLEMA? - Cagliari - Jolly Hotel - Circonvallazione Nuova Pirri - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 10° CORSO VETERINARIO ASAMI. TEORICO E PRATICO SULLE METODICHE DI ILIZAROV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it DIAGNOSTICO ALLA MALATTIA RESPIRATORIA DEL BOVINO - Castronuovo di Sicilia, P.zzo Giandalia - Via Roma, 1 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it SEMINARIO “SANITÀ PUBBLICA EQUINA: IL FARMACO E LE MALATTIE DEGLI EQUINI SOGGETTE A DENUNCIA” - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it DIAGNOSTICO ALLA MALATTIA RESPIRATORIA DEL BOVINO - Ragusa, Villa Di Pasquale - Viale delle Americhe - ECM: 5 Crediti - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it CHIRURGIA DI STOMACO E INTESTINO - Genova - Sala Quadrivium - P.zza Santa Marta 2 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

23 NOV

27 NOV 29 NOV 29 NOV 30 NOV 30 NOV 30 NOV 30 NOV

INCONTRO REGIONALE SIVAR SICILIA IN COLLABORAZIONE CON ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DI PALERMO SEMINARIO SIVE IN COLLABORAZIONE CON AIVEMP INCONTRO REGIONALE SIVAR SICILIA IN COLLABORAZIONE CON L’ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DI RAGUSA INCONTRO REGIONALE SCIVAC LIGURIA

INCONTRO REGIONALE SCIVAC SICILIA INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA IN COLLABORAZIONE CON ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DI NAPOLI INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA

1 - 2 DIC

CORSO SCIVAC Attenzione: Iscrizioni chiuse per esaurimento posti.

3 - 5 DIC

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC Ultimi posti disponibili

3 - 5 DIC 7 DIC 11 - 13 DIC

CORSO AIVEMP IN COLLABORAZIONE CON ISS INCONTRO REGIONALE SIVAE / SCIVAC TOSCANA ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

DIAGNOSI E TERAPIA DELLE PRINCIPALI PATOLOGIE SCHELETRICHE EREDITARIE - Catania - Via Etnea, 8 - P.zza Duomo - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it L’ESAME ENDOSCOPICO IN GASTROENTEROLOGIA E PNEUMOLOGIA - Caserta_ Novotel Caserta Sud Strada Statale, 87 Sannitica - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CHIRURGIA PALPEBRALE - Milano - Ata Hotel Quark - Via Lampedusa, 11/A - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CORSO AVANZATO INTENSIVO - BASI DI CHIRURGIA EPATICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 2° IT. OFTALMOLOGIA: II PARTE - GLAUCOMA, UVEA, LENTE, ANIMALI ESOTICI E FARMACOLOGIA Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it PRINCIPALI ZOONOSI DEGLI ANIMALI ESOTICI E DA COMPAGNIA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Lara Zava - Segreteria AIVEMP - Tel. +39 0372 403541 - E-mail: segreteria@aivemp.it EMATOLOGIA NEGLI UCCELLI E NEI RETTILI; UNA VIA ALTERNATIVA PER L’IDRATAZIONE E L’ANESTESIA INTRAOSSEA NEI CHELONI - Residence La buca del Gatto Via della Astronomia, 1 57023 - Cecina (LI) - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: VIII PARTE - DIAGNOSTICA PER IMMAGINI AVANZATA DEL MUSCOLOSCHELETRICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

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VETERINARIA 40 | 2008

PROFESSIONE la VETERINARIA La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa il 10 novembre 2008




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