Professione Veterinaria, Anno 2011, Nr 40

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la VETERINARIA

PROFESSIONE

A.N.M.V.I.

ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

40 2011

SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 8, numero 40 dal 21 al 27 novembre 2011

Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona

QUANTE STRUTTURE VETERINARIE IN ITALIA

REGOLALIZZARE IL MODELLO UNICO 2011

SIVAE ENDOSCOPIA NEI CHELONI

LETTERA AI SOCI DEL PRESIDENTE BEDIN

VACCHE A TERRA LA SIVAR STA CON LA LEGALITÀ

A PAGINA 4

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ESTESE LE COMPETENZE DELLA FSA

BREVI GOVERNO CLINICO La Commissione Affari Sociali ha adottato un nuovo testo base sul “governo clinico”. Il Ddl sulla governance delle Asl è in stallo parlamentare da quattro anni. Il testo si presenta ora accorciato ed emendato dalle Regioni. Via le disposizioni sulla libera professione dei dirigenti SSN. I cittadini entreranno nella programmazione socio-sanitaria.

SISAC Il Coordinamento della SISAC ha certificato la rappresentatività sindacale delle OO.SS. dei comparti della Medicina Generale, della Medicina Specialistica Ambulatoriale, Veterinaria ed altre Professionalità e della Pediatria di libera scelta. Per la veterinaria sono state certificati: SUMAI, CISL Medici e UIL FPL Federazione Medici.

TRICHINELLOSI L'Assessorato della Sanità della Sardegna ha decretato l'obbligo di verifica della presenza del parassita della trichinellosi nelle carni di cinghiali e volpi cacciati nel territorio regionale durante la stagione venatoria. Le carni di questi selvatici non possono essere consumate prima dell'esame trichinoscopico eseguito dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna.

SCHEDE E NOTE OPERATIVE

Linee guida contro i bocconi avvelenati Il Ministero della Salute ha rafforzato l’efficacia dell’ordinanza contro il reato di avvelenamento. Troppe inadempienze. Tutti devono fare di più.

QUALIFICHE Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione a sostegno dell'adozione di un passaporto professionale, facoltativo, che renda più facile la circolazione dei professionisti e delle loro prestazioni in Europa.

USA Aumentano in Usa i casi di influenza canina. Di fronte ad una serie di situazioni epidemiche, in corso a New York, a San Antonio in Texas,l'Associazione dei veterinari Usa raccomanda il vaccino.

Salute risparmio

e

Fondo Sanitario A.N.M.V.I.

www.anmvioggi.it

A PAGINA 3

Il 18 Ottobre scorso l’ENCI ha accreditato ufficialmente la FSA per il controllo anche delle altre patologie ereditarie del cane, oltre a quello per la displasia dell’anca e del gomito. In particolare FSA è stata accreditata per il controllo delle seguenti patologie e per il rilascio delle relative certificazioni diagnostiche ai fini della riproduzione selezionata: oculopatie ereditarie, cardiopatie ereditarie, sordità congenita, lussazione della rotula, necrosi asettica della testa del femore nelle razze toy. Oltre ad essere un importante riconoscimento della competenza e della serietà di FSA nel controllo delle malattie ereditarie del cane, l’accreditamento ENCI estende ufficialmente le competenze della FSA anche in questi altri settori diagnostici. Settori nei quali FSA ha già operato da diversi anni con studi pilota per approntare e validare sul campo i migliori protocolli diagnostici, sotto la guida del Prof. Claudio Peruccio per le oculopatie ereditarie, del Dr. Claudio Bussadori e del Dr. David Chiavegato per le cardiopatie ereditarie, del Dr. Massimo Baroni per la sordità congenita e della Commissione HD/ED per la lussa-

zione della rotula e la necrosi asettica della testa del femore. FSA sta approntando assieme all’ENCI la modulistica ufficiale da utilizzare e le modalità di comunicazione all’ENCI dei risultati, che saranno pubblicati sul sito FSA a breve. Per quanto riguarda l’accreditamento FSA dei medici veterinari, per il controllo della lussazione della rotula è necessario aver frequentato l’apposito Corso pratico FSA, mentre per la necrosi asettica si utilizza lo stesso protocollo in vigore per la displasia dell’anca, esteso quindi a tutti i veterinari già referenti FSA per HD/ED. Per le oculopatie, le cardiopatie e la sordità congenita, sul sito FSA sono disponibili le specifiche modalità di accesso all’accreditamento FSA per i medici veterinari che ne fossero intenzionati. È doveroso ricordare che le attività della FSA sono sostenute da Innovet Italia. Il protocollo Regolamentare ENCI per il controllo diagnostico delle patologie genetiche dei cani iscritti al libro genealogico del cane di razza è disponibile al sito www.enci.it e al sito www.fondazionesaluteanimale.it Dr. Aldo Vezzoni Presidente FSA

DIECI ANNI DI ECM A FINE DI QUEST’ANNO SARANNO DIECI ANNI CHE IL PROGETTO ECM È STATO AVVIATO E POTREBBE ESSERE ORA DI FARE UN BILANCIO SERIO. Pochi giorni prima di lasciare il suo incarico di Ministro della Salute, Ferruccio Fazio ha dichiarato: “Abbiamo uno dei programmi ECM migliori al mondo”. Abbiamo l’impressione che non siano in tanti a condividere questa sua affermazione. In questi dieci anni i responsabili del sistema invece di cogliere le richieste ed i suggerimenti del mondo professionale hanno continuato a sviluppare un programma sempre più burocratico e condizionato da numerosi vincoli che senza portare nulla alla qualità degli eventi rendono spesso impossibile la loro gestione. Ad oggi gli ECM continuano a non essere obbligatori per i liberi professionisti visto che il Ministero non si è mai preoccupato di aderire alle loro richieste, espresse da ANMVI e FNOVI, e che anche sul piano normativo avrebbero potuto risolvere il problema: revisione degli obiettivi adeguandoli alle esigenze dei professionisti privati, riduzione dei crediti soprattutto nei primi anni di attività, detrazione fiscale di tutti i costi sostenuti, riconsiderazione di alcuni aspetti gestionali e di valutazione. Per questo tutte le maggiori società scientifiche nazionali hanno rinunciato ad accreditare i loro eventi. Anche nel settore pubblico non ci sembra che siano stati ottenuti dei grandi risultati se la scelta degli eventi a cui partecipare continua ad essere basata non sull’interesse dei contenuti o sulla validità dei relatori ma sul numero di crediti che si portano a casa. Veramente triste per un progetto che si proponeva la crescita culturale e professionale degli operatori sanitari e che invece rischia, come abbiamo detto dieci anni fa, di ridursi ad una semplice raccolta di attestati di partecipazione.

@nmvi Oggi - L’informazione Veterinaria On Line


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Esche e bocconi killer Attualità

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Linee guida e modulistica per la corretta applicazione dell’ordinanza 18 dicembre 2008 Il reato di avvelenamento va contrastato più efficacemente superando le inadempienze L'ordinanza 18 dicembre 2008 (come modificata con l'Ordinanza 19 marzo 2009 e prorogata con modifiche con l'Ordinanza 14 gennaio 2010) è stata emanata con l'obiettivo di contrastare il dilagante fenomeno della preparazione, utilizzo e diffusione di esche o bocconi avvelenati la cui presenza sul territorio rappresenta un rischio per la popolazione animale ma anche per l'uomo e per l'ambiente. La normativa ha individuato precisi compiti e responsabilità nella gestione e controllo del fenomeno da parte di tutte le Autorità competenti; tuttavia nel corso di quasi tre anni di vigenza dell'ordinanza, è stata riscontrata una difforme applicazione delle disposizioni previste o, in taluni casi, la completa disapplicazione delle stesse. ono state diffuse ufficialmente il 15 novembre dal Ministero della Salute, le Linee guida per migliorare l'applicazione dell'Ordinanza 18 dicembre 2008 e successive modifiche e integrazioni recanti norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati. Il documento, redatto dalla Direzione Generale della Sanità Animale in forma di nota esplicativa, è stato realizzato in collaborazione con il Centro di Referenza nazionale per la Medicina Forense Veterinaria. Sostanziale l'apporto alla stesura del Dirigente Veterinario dell'Ufficio VI, Rosalba Matassa, e del Responsabile del Centro di referenza citato, Rosario Fico. I contenuti della nota esplicativa erano stati anticipati alla platea del Seminario ANMVI realizzato in settembre, a Montesilvano (Pescara) dal Direttore Generale Gaetana Ferri, da Rosalba Matassa, anche in veste di coordinatrice della task force ministeriale per la tutela degli animali d'affezione e dallo stesso Fico. Come sottolineato in sede congressuale a Montesilvano, l'Ordinanza 18 dicembre 2008 e successive integrazioni rappresenta un riferimento normativo chiaro ed efficace se compiutamente applicato. Le Linee Guida hanno l'obiettivo di standardizzare le procedure e uniformarle sul territorio nazionale, fornendo anche il facsimile delle schede per gli adempimenti previsti dall'ordinanza (tutte le schede sono rinvenibili su @nmvi Oggi).

S

SCARICA LE SCHEDE E LA MODULISTICA a nota esplicativa sulle azioni di contrasto al fenomeno degli avvelenamenti della Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario, contiene la modulistica e le schede utili al medico veterinario nell'espletamento dei compiti assegnatigli dall'Ordinanza 18 dicembre 2008 e successive modifiche e integrazioni: Modulo segnalazione sospetto avvelenamento, Scheda di accompagnamento carcassa campioni, Modulo conferma o non conferma sospetto avvelenamento, Modulo comunicazione presenza sostanze nocive in esca boccone, Modulo di comunicazione rilevazione sostanze tossiche, Scheda di accompagnamento boccone esca. Tutta la documentazione è scaricabile da @nmvi Oggi (ricerca col termine: segnalazione)

L

to riguarda gli esiti delle necroscopie che per la refertazione delle analisi di laboratorio eseguite sui campioni biologici. Infine si registra una carente attività di informazione rivolta alle Autorità competenti, ai veterinari libero professionisti e ai cittadini, da cui deriva molto spesso la disapplicazione dell'ordinanza.

INADEMPIENZE Le principali inadempienze riguardano i compiti che afferiscono ai Sindaci e ai Servizi Veterinari ufficiali che non sempre adottano tempestivamente e puntualmente le misure stabilite dall'ordinanza. In particolare viene frequentemente disatteso l'obbligo di bonifica dell'area interessata e di intensificazione dell'attività di controllo. Inoltre si è registrata una scarsa applicazione delle prescrizioni concernenti l'istituzione di un tavolo di coordinamento presso le Prefetture, tavolo tecnico al quale è demandato il compito di gestire e monitorare il fenomeno sul territorio di competenza attraverso il coordinamento delle attività dei sindaci e degli altri soggetti coinvolti a vario titolo. Un altro punto critico è rappresentato dai tempi di risposta non adeguati da parte degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, sia per quan-

INFORMARE Il Ministero sottolinea che solo attraverso l'informazione capillare è possibile la creazione di un sistema di prevenzione e controllo, strumento indispensabile ai fini del contrasto e della repressione dei reati nonché per perseguire i colpevoli di tali crimini. L'individuazione dei responsabili del reato in questione e la loro condanna, non solo è un dovere derivante dall’ordinamento giuridico e dalla coscienza civile, ma rappresenta anche un efficace strumento deterrente.

COMPITI E RESPONSABILITÀ Il proprietario o il responsabile dell'animale deceduto a causa di esche o bocconi avvelenati o che presenta sintomi di avvelenamento deve segnalare il caso alle Autorità competenti tra-

mite il medico veterinario che emette la diagnosi di sospetto sulla base di una sintomatologia conclamata. Tale obbligo sussiste sia nel caso di avvelenamento di specie domestiche che selvatiche. Nel caso di animali selvatici, o animali domestici senza proprietario, per responsabile dell'animale si intendono l'Ente gestore territorialmente competente e/o il Sindaco. In questi casi la segnalazione può essere fatta anche da privati cittadini attraverso le autorità di Polizia Giudiziaria (carabinieri, polizia di stato, guardie forestali, polizie locali, guardie zoofile) che provvederanno a richiedere l’intervento dei Servizi Veterinari ufficiali e a comunicarlo al Sindaco per il seguito di competenza. Relativamente all'obbligo di segnalazione, il Ministero richiama anche l'articolo 264 del Testo Unico Leggi Sanitarie che prevede la segnalazione alle Autorità Sanitarie “di ogni caso di morte improvvisa di un animale non riferibile ad una malattia comune già accertata". Il medico veterinario, dopo aver visitato l’animale o averne constatato il decesso, sulla base dell'anamnesi e/o della sintomatologia osservata, emette o meno la diagnosi di sospetto avvelenamento. In caso di diagnosi di sospetto avvelenamento il veterinario deve darne comunicare immediatamente al Sindaco e al Servizio veterinario ufficiale fornendo tutte le informazioni necessarie riportate nel modulo di segnalazione di sospetto avvelenamento. In caso di decesso dell'animale, inoltre, deve provvedere ad "inviare le spoglie e ogni altro campione utile all’identificazione del veleno o della sostanza che ne ha provocato la morie all’istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio, accompagnati da referto anamnestico, al fine di indirizzare la ricerca analitica”. Le Linee guida evidenziano che tale invio deve avvenire tramite i Servizi Veterinari ufficiali che possono avvalersi di ditte convenzionate. Nel caso in cui il recupero e l'invio all'IZS avvenga ad opera di altre Autorità competenti (Corpo Forestale dello Stato, Polizia municipale, Forze di polizia ecc,) il Servizio veterinario ufficiale deve esserne informato. In ogni caso i campioni devono essere accompagnati dalla scheda di accompagnamento che contiene tutte le informazioni utili a classificare correttamente il caso di avvelenamento e a fornire i dati anamnestici necessari a indirizzare gli esami anatomo-patologici e/o di laboratorio. Nel caso in cui l'animale non sia deceduto il medico veterinario che lo ha in cura provvede ad inviare al laboratorio le matrici (vomito, contenuto gastrico ecc.) sulle quali ritiene debbano essere eseguiti gli esami analitici. La segnalazione al Sindaco e alle Autorità competenti, nonché gli opportuni accertamenti diagnostici, devono essere fatti anche nel caso in cui sul territorio si registrano mortalità massive di animali (superiore a 3 capi) in un ristretto periodo di tempo e nella stessa località, non riferibili a cause già note, analoga procedura deve essere adottata qualora si riscontrino uno o più animali con sintomatologia clinica riferibile ad avvelenamento anche in assenza dì decesso o siano rinvenuti sul territorio esche o bocconi sospetti. Gli II.ZZ.SS., una volta pervenuto il campione da analizzare, devono eseguire tempestiva-

mente la necroscopia sull'animale deceduto e tutte le opportune analisi; le analisi di laboratorio devono essere effettuate entro 30 giorni e gli esiti, sia della necroscopia che degli esami effettuati, devono essere trasmessi al medico veterinario che ha inviato i campioni, al Servizio veterinario ufficiale, al Sindaco e, in caso di conferma del sospetto, anche all'Autorità giudiziaria (Procura della Repubblica). Sulla base del quadro anatomo-patologico riscontrato, il responsabile della necroscopia può confermare o meno il sospetto avvelenamento e decidere se è necessario proseguire o meno con gli accertamenti di laboratorio. Il rapporto di prova della necroscopia, corredato dal Modulo di conferma/esclusione del sospetto avvelenamento deve essere trasmesso in tempi rapidi al medico veterinario che ha inviato i campioni, al Servizio veterinario ufficiale, al Sindaco e, in caso di conferma, all'Autorità giudiziaria. Se il campione è costituito solo da esche o bocconi sospetti presso l’IZS, prima degli esami di laboratorio, deve essere eseguito un esame ispettivo al fine di evidenziare, già in prima istanza, la presenza di materiali nocivi (ad esempio frammenti di vetro, chiodi, pezzi di plastica, etc.). In caso di riscontro positivo sui campioni, l’IZS, provvede a darne immediata comunicazione utilizzando il Modulo di conferma/esclusione del sospetto avvelenamento. Il Sindaco, ricevuta la segnalazione, deve dare immediate disposizioni per l’apertura di un’indagine, da efettuare in collaborazione con le altre autorità competenti, al fine di prevenire l’avvelenamento di ulteriori animali e rischi per la salute pubblica e l'ambiente. Inoltre, in caso di accertata violazione deve provvedere ad attivare tutte le iniziative necessarie alla bonifica dell'area interessata; in particolare, entro le 48 ore successive, deve individuare le modalità di bonifica, circoscrivere l'area con apposita cartellonistica e intensificare i controlli da parte delle Autorità preposte. Per “accertata violazione” si intende anche il risultato della necroscopia quando l'anatomo-patologo dell'IZS, sulla base del quadro anatomo-patologico riscontrato, non esclude la morte per avvelenamento, anche se ancora in attesa dell'esito degli ulteriori accertamenti di laboratorio.

TAVOLO DI MONITORAGGIO Le Linee guida richiamano il rispetto delle disposizioni che richiedono l’attivazione presso tutte le Prefetture, di un "Tavolo di coordinamento" per la gestione degli interventi da effettuare e per il monitoraggio del fenomeno. Tale Tavolo, che prevede anche la presenza di un medico veterinario libero professionista, ha il compito fondamentale di monitorare il fenomeno sul territorio al fine di analizzarne dati oggettivi e incidenza, valutarne il rischio e adottare le opportune misure di prevenzione e controllo.

LE DITTE Le ditte specializzate, oltre a mettere in atto tutte le misure previste, al termine delle operazioni di derattizzazione e disinfestazione devono provvedere alla bonifica del sito mediante il ritiro delle esche utilizzate e delle carcasse degli animali infestanti (topi, ratti ecc.). ■


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4 Attualità Dati e ricerche

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Quante strutture veterinarie in Italia? Le amministrazioni pubbliche autorizzano, ma non sanno rispondere. Un’indagine dell’ANMVI

di ANTONIO MANFREDI er sapere quante strutture veterinarie per animali da compagnia ci sono sul territorio nazionale in Italia abbiamo provato tutti i canali istituzionali per poi arrenderci e cercare questi dati attraverso nostre indagini dirette. Da anni i dati che circolano nel settore sul numero delle strutture per animali da compagnia sono valori raccolti da diverse fonti, soprattutto dal mondo aziendale, e da noi controllati ma senza alcuna certezza. Da qualche mese il numero più accreditato, vista la continua crescita di ambulatori veterinari nonostante la situazione difficile degli ultimi anni, è di circa 7.000. Un numero enorme rispetto ad altri paesi con una presenza di cani e gatti simile alla nostra (Francia, Germania, Gran Bretagna) che non superano i 2.500. Un numero enorme ma comunque attendibile. Poterlo controllare sembrerebbe essere una cosa estremamente semplice: le strutture veterinarie hanno un’autorizzazione ASL e quindi

P

REGIONI

TOT. ABITANTI

TOT. STRUTT. VETERINARIE

RAPPORTO ABITANTI/ STRUTTURE

ABRUZZO

1342366

80

16780

BASILICATA

587517

20

29376

CALABRIA

2011395

94

21398

CAMPANIA

5834056

415

14058

EMILIA ROMAGNA

4432418

710

6243

FRIULI VENEZIA GIULIA

1235808

122

10130

LAZIO

5728688

539

10628

LIGURIA

1616788

254

6365

LOMBARDIA

9917714

1165

8513

MARCHE

1565335

165

9487

MOLISE

319780

16

19986

PIEMONTE

4457335

610

7307

PUGLIA

4091259

274

14932

TOSCANA

3749813

533

7035

TRENTINO ALTO ADIGE/SUD TIROLO

1037114

85

12201

UMBRIA

906486

175

5180

SARDEGNA

1675411

187

8959

SICILIA

5051075

301

16781

VALLE D’AOSTA

128230

16

8014 8095

VENETO

4937854

610

Totali

60626442

6371

chiedendo al Ministero della Salute, alle Regioni o alle stesse ASL dovrebbe essere facile. In verità sembra che in Italia nessuno sappia il numero di strutture a meno che tutti pensino che debba essere un dato estremamente riservato. Comunque noi ci abbiamo provato più volte e poi ci siamo arresi decidendo di attivarci direttamente attraverso indagini in ogni regione. I dati che abbiamo raccolto e che proponiamo in questo articolo non sono quindi dati ufficiali, che è impossibile ottenere, ma dovrebbero comunque essere abbastanza attendibili visto l’ampio lavoro svolto e la diversità di fonti utilizzate e controllate.

Certamente i nostri dati, se hanno un limite, lo hanno soprattutto per difetto essendo possibile che ci siano sfuggite strutture piccole o marginali. Abbiamo detto che il valore attualmente più accreditato è, o forse sarebbe ora più corretto dire era, circa 7.000. Altro riferimento certamente per difetto è il numero proposto dalle Pagine Gialle, 4.700. Quindi da un lato avevamo il dato di 7.000, probabilmente leggermente esagerato, e dall’altro quello delle Pagine Gialle, certamente per difetto, di 4.700. Era ovvio che dalla nostra indagine ci aspettavamo un dato intermedio ma quello che abbiamo ottenuto è risultato molto vicino a 7000 al punto da rendere veramente attendibile questo valore sia pur determinato in modo empirico. Il valore da noi ottenuto, infatti, è stato di 6.371, ma considerato il margine di errore per difetto, già da noi ritenuto possibile, dal 5 al 10%, sarebbe legittimo correggere questo numero in un valore compreso fra (6.371+5%) 6.690 e 7.008 (6.371+10%) che potrebbe essere per per media 6.850. Questo potrebbe essere il dato corretto, comunque presunto, e quindi per le riflessioni che andiamo a fare continuiamo a considerare il dato certo di 6.371. A questo punto sarebbe interessante vedere la suddivisione per regioni come da tabella allegata. Ovviamente la Lombardia ha il numero più elevato con 1.165 strutture, seguita dall’Emilia con 710 e dal Veneto e Piemonte a pari merito con 610. Chi ne ha meno è la Valle d’Aosta con 16 come il Molise. Un dato interessante sarebbe rapportare il numero di animali a livello nazionale o regionale con il numero corrispondente di strutture, ma purtroppo i dati regionali non sono attendibili e quelli nazionali lo sono poco. In ogni caso se consideriamo buono il numero di circa 15milioni di cani e gatti in Italia vediamo che il rapporto con le strutture è di 2.350

animali per struttura. Un dato attendibile ed abbastanza corretto rispetto ad altre indagini, ma che considera anche tutti gli animali vaganti, randagi o che non vanno mai dal veterinario e che da precedenti ricerche ammontano complessivamente ad un 10% circa del totale. Quello che possiamo fare a livello regionale è il rapporto con la popolazione, dato che comunque è piuttosto interessante ed indicativo. La popolazione nazionale è di 60.626.442 e se la dividiamo per il numero di strutture otteniamo 9.516. Questo significa che in media in Italia abbiamo una struttura veterinaria ogni 9.500 abitanti. Questo è ovviamente un dato nazionale che cambia molto a livello regionale. Il confronto lo abbiamo riportato nella tabella ma è interessante vedere alcuni di questi dati confrontati con la media nazionale. Prendiamo ad esempio la Lombardia con 9.917.714 abitanti e 1.165 strutture esprime un rapporto di 8.512, un dato inferiore alla media nazionale del 15/16%. Il Veneto con 4.937.000 abitanti e 610 strutture ha un rapporto di 8.093, ancora più basso, e quello dell’Emilia-Romagna con 4.432.000 e 710 strutture (6.242) lo è ancora di più. Passando a regioni del centro Italia è interessante il rapporto espresso dal Lazio che ha 5.728.000 abitanti con 539 strutture e quindi un valore di 10.627, quindi molto elevato, quello dell’Umbria con 175 strutture e 906mila abitanti ed un rapporto di 5.177, meno della metà del Lazio, e quello dell’Abruzzo che ha 80 strutture per 1.342.000 abitanti e quindi 16.775 abitanti per struttura. Un numero estremamente alto. La situazione nel Sud Italia vede la Sicilia con 5.051.000 abitanti e 301 strutture ed un rapporto di 16.780, la Basilicata con 587.000 e 20 strutture per un rapporto di 29.350 e la Calabria con 2.011.000 e 94 strutture con un valore di 21.393. Se abitanti significasse anche animali è evidente che la maggior crescita del mercato dovrebbe essere prevista dove i rapporti sono più elevati, ma sappiamo benissimo che esistono altri indici che dovrebbero essere considerati e che sono soprattutto: la cultura “animalista” della popolazione ed il reddito medio famigliare. Se dovessimo decidere oggi di aprire una nuova struttura veterinaria sarebbe bene pensarci non due, ma almeno tre volte, ragionando bene su questi dati e quelli che abbiamo sinteticamente indicato. In Italia le strutture veterinarie per animali da compagnia sono già veramente troppe e 2.350 animali per struttura (considerando anche vaganti e randagi) sono piuttosto pochi. Detto questo siamo anche convinti che ci possano essere aree con importanti fattori di possibile crescita del settore, anche considerando che ogni apertura di una nuova struttura veterinaria, soprattutto in alcune zone, genera anche nuova clientela e crescita del mercato. Speriamo che queste considerazioni possano essere recepite nel modo corretto e non come una spinta a creare nuove strutture ma come una sollecitazione a rivedere la loro distribuzione sul territorio. Per capirci: ci sono aree, soprattutto urbane, che hanno una concentrazione di strutture veterinarie veramente insostenibile mentre ci possono essere ancora zone settorialmente in via di sviluppo che potrebbero esprimere nei prossimi anni possibilità interessanti. ■


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FSA

FONDAZIONE SALUTE ANIMALE www.fondazionesaluteanimale.it

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6 Fisco Ravvedimento operoso

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Regolarizzazione del modello UNICO di GIOVANNI STASSI Dottore Commercialista, Torino l giorno 30 settembre 2011 è scaduto il termine per la presentazione in via telematica dei modelli UNICO2011PF (persone fisiche titolari di partita IVA) e UNICO2011SP (società di persone ed associazioni personali titolari di partita IVA). Le sanzioni per l’omessa (o tardiva) presentazione delle dichiarazioni annuali sono stabilite dal Decreto Legislativo 18 dicembre 1997, n. 471 per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, dei sostituti d’imposta e

I

dell’IVA e dal Decreto Legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 per quanto riguarda la dichiarazione ai fini IRAP. In sintesi le sanzioni applicabili sono quelle riportate nella Tabella 1. Il contribuente ha però la possibilità di usufruire di una riduzione delle sanzioni mettendo in atto la procedura nota come “ravvedimento operoso” di cui all’articolo 13, comma 1, del Decreto Legislativo 18 dicembre 1997, n. 472. È possibile accedere al ravvedimento solamente se la violazione non sia stata già constatata e comunque non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività am-

Tabella 1 Dichiarazione

Rif. legislativo

Sanzione per omessa presentazione della dichiarazione

Redditi

Art. 1, c. 1, D.Lgs 471/97

• dal 120% al 240% dell’ammontare delle imposte dovute con un minimo di Euro 258,00 • da Euro 258,00 ad Euro 1.032,00 se non sono dovute imposte

Sostituti

Art. 2, c. 1, D.Lgs 471/97

• dal 120% al 240% dell’ammontare delle ritenute non versate con un minimo di Euro 258,00

IVA

Art. 5, c. 1, D.Lgs 471/97

• dal 120% al 240% dell’ammontare del tributo dovuto per il periodo d’imposta o per le operazioni che avrebbero dovuto formare oggetto di dichiarazione, con un minimo di Euro 258,00

IRAP

Art. 32, c. 1, D.Lgs 446/97

• dal 120% al 240% dell’ammontare delle imposte dovute con un minimo di Euro 258,00 • da Euro 258,00 ad Euro 1.032,00 se non sono dovute imposte

Tabella 2 Infrazione

Sanzione

Omessa presentazione della dichiarazione (se non sono dovute imposte)

• Sanzione di Euro 26 (1/10 della sanzione minima di Euro 258) per ciascuna dichiarazione omessa (redditi, IVA, IRAP)

Omessa presentazione della dichiarazione (con imposte dovute)

• Sanzione di Euro 26 per ciascuna dichiarazione omessa • Pagamento delle imposte dovute e degli interessi calcolati al tasso del 1,5% annuo • Sanzione per il ritardato pagamento pari al 3% delle imposte dovute - 1/10 della sanzione minima del 30% - (nel caso di ravvedimento entro 30 giorni dalla data di versamento fissata dalla legge) • Sanzione per il ritardato pagamento pari al 3,75% delle imposte dovute - 1/8 della sanzione minima del 30% (nel caso di ravvedimento oltre i 30 giorni dalla data di versamento fissata dalla legge)

Tabella 3

XVIII CONGRESSO INTERNAZIONALE SIVE

Descrizione

Codice

Note

Sanzione pecuniaria Altre Imposte Dirette

8908

per il versamento della sanzione di Euro 26 per la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi

Sanzione pecuniaria IVA

8904

per il versamento della sanzione di Euro 26 per la mancata presentazione della dichiarazione IVA

Sanzione pecuniaria Irap

8907

per il versamento della sanzione di Euro 26 per la mancata presentazione della dichiarazione Irap

Tabella 4 Descrizione

Sezione

Codice

Irpef - saldo

Erario

4001

Interessi su ravvedimento IRPEF

Erario

1989

Sanzione pecuniaria Irpef

Erario

8901

Addizionale regionale all’Irpef

Regioni

3801

Interessi su ravvedimento Addizionale regionale

Regioni

1994

Sanzione pecuniaria Addizionale regionale all’Irpef

Regioni

8902

Tributi locali

3817

Interessi su ravvedimento Addizionale comunale

Tributi locali

1995

Sanzione pecuniaria Addizionale comunale all’Irpef

Tributi locali

8903

Versamento Iva sulla base della dichiarazione annuale

Erario

6099

Interessi su ravvedimento IVA

Erario

1991

Sanzione pecuniaria Iva

Erario

8904

Irap - saldo

Regioni

3800

Interessi su ravvedimento IRAP

Regioni

1993

Sanzione pecuniaria Irap

Regioni

8907

Addizionale comunale all’Irpef

(1)

(1)

Il codice tributo per l’addizionale Comunale Irpef è diverso da quello sopra indicato per le seguenti località (Decreto Ministero Finanze 20.12.1999): Regione Valle d’Aosta - cod. 3826, Regione Friuli Venezia Giulia - cod. 3829, Provincia Autonoma di Trento - cod. 3832, Provincia Autonoma di Bolzano - cod. 3835.


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8 Fisco Ravvedimento operoso Dichiarazione integrativa a favore del contribuente

ministrative di accertamento portate formalmente a conoscenza del contribuente. Per poter usufruire delle sanzioni ridotte occorre: • presentare le dichiarazioni omesse entro 90 giorni dal termine di legge; • versare contestualmente (cioè entro lo stesso termine di 90 giorni) la sanzione ridotta, pari ad un decimo del minimo stabilito dalla legge. Per l’anno in corso, tenendo conto del termine di presentazione in via telematica delle dichiarazioni fissato al 30 settembre 2011, il termine ultimo per ravvedersi scade il 29 dicembre 2011. Chi vorrà usufruire del “ravvedimento operoso” alle condizioni sopra riportate potrà quindi sanare gli omessi adempimenti con il pagamento delle sanzioni ridotte evidenziate nella Tabella 2. La sanzione di Euro 26 per omessa presentazione della dichiarazione deve essere versata per ciascuna dichiarazione non presentata e quindi tenendo conto che normalmente il modello UNICO comprende due dichiarazioni (Redditi ed Iva) la sanzione complessiva da versare sarà pari ad Euro 52 (Euro 26 x 2) oltre ad euro 26 per l’eventuale omissione della dichiarazione IRAP. Per il versamento delle sanzioni dovute per la mancata presentazione delle dichiarazioni fiscali dovrà essere utilizzato il modello F24 usando i codici tributo riportati nella Tabella 3. È possibile effettuare il versamento della sanzione di Euro 26 (per ciascuna dichiarazione non presentata) cumulativamente utilizzando il seguente codice tributo: 8911 - Sanzione pecuniaria per altre violazioni tributarie. Per il versamento delle eventuali imposte dovute, degli interessi e delle relative sanzioni sarà utilizzato il modello F24 con i codici tributo riportati nella Tabella 4. Si ricorda che l’importo degli interessi, al tasso del 1,5% annuo, calcolati dal giorno successivo a quello di scadenza fino al giorno di pagamento, non deve essere sommato all’importo dell’imposta da versare, ma deve essere indicato separatamente con il proprio codice tributo.

DICHIARAZIONE INTEGRATIVA In caso di errori ed omissioni, sia a proprio favore che a proprio sfavore, il contribuente può presentare una dichiarazione integrativa. Il presupposto per la presentazione di detta dichiarazione è che sia stata correttamente trasmessa una dichiarazione nei termini ordinari (anche entro i 90 giorni dal termine di scadenza). La dichiarazione integrativa sostituisce la dichiarazione originariamente trasmessa. La dichiarazione integrativa può essere a favore del contribuente o a favore dell’Erario.

In questo caso la dichiarazione serve per correggere errori od omissioni che hanno determinato un maggior reddito imponibile rispetto a quello effettivo, una maggiore imposta dovuta o un minor credito rispetto a quello spettante, o infine per correggere errori od omissioni non rilevanti per la determinazione della base imponibile e/o dell’imposta e non siano di ostacolo all’attività di controllo da parte degli organi dell’accertamento. La dichiarazione deve essere presentata entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo di imposta successivo. Quindi, per le dichiarazioni i cui termini sono scaduti il 30 settembre 2011, la dichiarazione integrativa potrà essere presentata entro il 30 settembre 2012. La dichiarazione integrativa a favore non comporta il versamento di sanzioni. L’eventuale maggior credito che dovesse emergere dalla dichiarazione integrativa Quadro RX - è immediatamente utilizzabile in compensazione nel modello F24.

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Differimento del versamento di acconti d’imposta Differito l’acconto IRPEF per i periodi d'imposta 2011 e 2012

Dichiarazione integrativa a favore dell’Erario La dichiarazione integrativa serve per correggere errori od omissioni che hanno determinato un minor reddito imponibile rispetto a quello effettivo, una minore imposta dovuta o un maggior credito rispetto a quello spettante, o infine per correggere errori od omissioni di dati e notizie e informazioni considerati necessari ai fini dei controlli da parte dell’Erario. La dichiarazione integrativa a favore dell’Erario può essere presentata: • entro la data di presentazione della dichiarazione del periodo successivo a quello di riferimento (termine breve), oppure • entro il termine ordinario di decadenza dell’accertamento tributario, cioè entro il 4° anno da quello in cui la dichiarazione è stata regolarmente presentata. Le sanzioni variano dal 30% della maggiore imposta dovuta, per gli errori di calcolo e per quelli accertabili in sede di controllo formale delle dichiarazioni, fino al 100%200% della maggiore imposta dovuta per gli errori diversi da quelli rilevabili da un controllo formale. Se l’errore è solamente formale e non incide sull’importo delle imposte dovute la sanzione è fissa e varia da 258 euro a 2.056 euro e può essere sanata con ravvedimento operoso (1/10 del minimo entro 90 giorni ed 1/8 del minimo entro il termine di presentazione della dichiarazione successiva). La dichiarazione integrativa presentata entro il termine breve può godere delle sanzioni ridotte ai sensi dell’art. 13, D. Lgs. 471/1997 (ravvedimento operoso) e cioè 1/10 del minimo se la dichiarazione viene presentata entro 90 giorni ed 1/8 del minimo se presentata entro il 30 settembre 2012. Nessuna riduzione delle sanzioni per le dichiarazioni presentate dopo il 30 settembre 2012. Come per la dichiarazione tardiva anche quella integrativa sostituisce integralmente la dichiarazione originaria. Il contribuente non ha comunque interesse a presentare una dichiarazione integrativa se non può usufruire della riduzione delle sanzioni (ravvedimento operoso). Infatti è certamente più conveniente attendere l’accertamento da parte dell’Erario ed usufruire delle riduzioni dei diversi strumenti deflattivi del contenzioso che normalmente consentono un risparmio sulle sanzioni. ■

l Presidente del Consiglio dei Ministri ha stabilito con decreto del 21 novembre 2011 il differimento del versamento dell'acconto IRPEF per gli anni 2011 e 2012. L'acconto IRPEF dovuto entro mercoledì 30 novembre ammonterà all'82 per cento anziché al 99 per cento. La differenza sarà versata a giugno del 2012. La riduzione dell'acconto IRPEF ha come conseguenza indiretta la temporanea maggiore disponibilità di risorse da parte dei contribuenti. Il decreto - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 novembre - stabilisce: “Il versamento di 17 punti percentuali dell'acconto dell'imposta sul reddito delle persone fisiche dovuto per il periodo d'imposta 2011 è differito, nei limiti di quanto dovuto a saldo, alla data di versamento, per il medesimo periodo di imposta, del saldo di cui al comma 1 dell'art. 17 del decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 2001, n. 435. Il versamento di 3 punti percentuali dell'acconto dell'imposta sul reddito delle persone fisiche dovuto

I

per il periodo d'imposta 2012 è differito, nei limiti di quanto dovuto a saldo, alla data di versamento, per il medesimo periodo di imposta”. Ai contribuenti che hanno già effettuato il pagamento dell'acconto nella misura del 99 per cento spetta un credito d'imposta pari alla differenza pagata in eccesso, da utilizzare in compensazione con il modello F24. (“Ai contribuenti che alla data di pubblicazione del decreto hanno già provveduto al pagamento dell'acconto senza avvalersi del differimento compete un credito d'imposta in misura corrispondente, da utilizzare in compensazione”) . Per i soggetti che si avvalgono dell'assistenza fiscale, i sostituti d'imposta trattengono l'acconto tenendo conto del differimento. Il differimento produce effetti esclusivamente sulla seconda o unica rata di acconto dell'imposta sul reddito delle persone fisiche. I sostituti d'imposta che non hanno tenuto conto del differimento restituiscono le maggiori somme trattenute nell'ambito della retribuzione del mese di dicembre 2011. ■

AL TESORO LE SANZIONI PER IL MALTRATTAMENTO e multe e le ammende riscosse per illeciti in danno agli animali vanno versate sul conto corrente postale n. 1282383, intestato alla Tesoreria provinciale di Viterbo. Lo ricorda la Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario con una circolare odierna, chiedendo la massima diffusione dell'informazione a tutti coloro che svolgono l'esercizio delle proprie attività di vigilanza in materia di benessere degli animali. Si tratta di somme derivanti dall'applicazione delle sanzioni previste dalla Legge 189/2004 recante "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento

L

degli animali, nonché impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate", e inasprite dalla Legge 4 novembre 2010, n. 201. La Direzione ministeriale ricorda che le entrate derivanti dall'applicazione delle sanzioni pecuniarie previste dalle norme su citate affluiscono "all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate allo stato di previsione del Ministero della Salute e sono destinate alle associazioni o agli enti di cui all'articolo 19-quater (Affidamento degli animali sequestrati o confiscati) delle disposizioni di coordinamento e transitorie del codice penale".


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10 Parlamento Contratti

VETERINARIA 40 | 2011

Precari del Ministero: quali iniziative per la stabilizzazione? Interrogazione al Ministro Balduzzi. Definire tempi e procedure per la stabilizzazione del rapporto di lavoro en 175 dirigenti delle professionalità sanitarie operano ormai da diversi anni presso il Ministero della Salute con contratti precari. Gli On. Pedoto, Livia

B

Turco, Grassi, Lenzi e D'Incecco hanno presentato una interrogazione parlamentare al Ministro della Salute, Renato Balduzzi, per sapere "quali iniziative il Ministro intenda assumere affinché siano definiti tempi e procedure certe per la stabilizzazione del rapporto

di lavoro di detti lavoratori con la conversione dei contratti esistenti in contratti a tempo indeterminato". L'atto parlamentare ricorda che di questi 175 dirigenti, 77 operano presso gli uffici centrali e 98 presso gli uffici periferici. Questi dirigen-

ti operano con incarico quinquennale o con contratto rinnovabile con scadenza a far data dal 1° settembre 2014 e sono: 136 veterinari, 13 chimici, 17 medici e 9 farmacisti. Presso gli uffici dello stesso Ministero della salute operano, inoltre, 32 operatori tecnici del settore della prevenzione, vigilanza e controllo sanitario, assunti il 1° settembre 2006 con un contratto a tempo determinato, i cui contratti scadranno, improrogabilmente, il 31 dicembre 2012. Si tratta di "professionisti e di personale qualificato chiamati dal Ministero per fronteggiare l'emergenza influenza aviaria, con esclusività di rapporto, o selezionati nel corso degli anni per fronteggiare altre emergenze (influenza H5N1 suina) o per partecipare a programmi operativi promossi dal Ministero (emergenza calore, linea telefonica 1500)". Dunque - sostengono gli interroganti - "operano ormai stabilmente nell'attività ordinaria dei servizi centrali e periferici dell'amministrazione sanitaria". Per questi lavoratori precari sono stati prorogati i contratti iniziali per il permanere delle esigenze dei servizi nei quali sono stati impiegati, "al punto da configurare ormai una situazione di rapporto di lavoro stabile e continuativo e gli stessi hanno ormai acquisito esperienze e competenze che costituiscono un prezioso patrimonio per le attività ed i servizi nei quali sono impegnati". ■

MANUALE DI MEDICINA INTERNA DEL CANE E DEL GATTO PROTOCOLLI TERAPEUTICI Nel 2012 tutti i Soci SCIVAC, in regola con la quota associativa, riceveranno in omaggio il testo Manuale di medicina interna - Protocolli terapeutici - Johnny D. Hoskins 400 pagg., 60 ill. e diagrammi, brossura 17x24 cm Traduzione di Enrico Febbo Trattare, in base a linee guida coerenti, tutti i pazienti ogni volta che vengono portati alla visita veterinaria rappresenta il cosiddetto gold standard. Questo libro permette, a tutto lo staff medicoveterinario, di avere una comprensione di base della gestione di ogni singolo caso e contribuisce a garantire che il livello delle prestazioni fornite sia sempre quello desiderato. Con particolare attenzione alla medicina di qualità il Manuale di medicina interna del cane e del Gatto - Protocolli terapeutici può essere di grande aiuto nella formulazione di protocolli diagnostici e terapeutici standard per le più comuni affezioni dei piccoli animali, pratica preziosa sia per aumentare la comunicazione tra i membri dello staff che altresì per favorire l’introduzione nel gruppo di lavoro di nuovi operatori.


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Eventi Veterinari

VETERINARIA 40 | 2011

SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI

SOCIETÀ ITALIANA SCIENZE COMPORTAMENTALI APPLICATE

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI

15.30

16.30 17.00

18.00

OBIETTIVI L’esigenza di definire il nuovo metodo di approccio alla medicina del comportamento, che considera i pazienti come dotati di mente e che provano emozioni ha ispirato la proposta formativa di questa giornata. La data scelta non è casuale, proprio prima del corso di medicina del comportameto dei nuovi animali da compagnia: lo scopo è di fornire a chi si iscrive al corso, provenendo da un percorso che non comprende la medicina del comportamento, di avere le basi per trarre il massimo dal corso stesso. La giornata è aperta a chiunque desideri conoscere le basi della medicina comportamentale con metodo cognitivo-relazionale (cognitivo-zooantropologico), un nuovo ed efficace metodo di affrontare le patologie del comportamento di cani, gatti e nuovi animali da compagnia. RELATORI MARZIA POSSENTI Med Vet Comportamentalista, Cassano D’Adda (MI) SABRINA GIUSSANI FRANCO FASSOLA Med Vet Comportamentalista, Asti DIRETTORE SCIENTIFICO SCIVAC Fulvio Stanga, Med Vet, Cremona PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.15 Saluto ai partecipanti, presentazione di relatori ed istruttori, informazioni pratiche sul corso ed inizio dei lavori 9.30 Il metodo cognitivo-relazionale: come funziona la mente animale? Sabrina Giussani 10.00 La psicopatologia e gli stati funzionali cerebrali: comprendere l’ansia, la fobia e le alterazioni funzionali della mente Franco Fassola 11.00 Pausa 11.30 L’approccio sistemico alla terapia comportamentale: cosa tenere in considerazione quando si prescrive una terapia che coinvolge il gruppo famigliare Franco Fassola 12.30 Esercitazione: imparare a gestire una visita comportamentale, giochi di ruolo sulle tecniche di colloquio Franco Fassola, Sabrina Giussani 13.30 Pausa pranzo 14.30 La relazione uomo-animale: definizione, importanza e

18.30

SEDE DEL CORSO Centro Studi Palazzo Trecchi Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona DURATA CORSO: 1 giorno ESERCITAZIONI PRATICHE Non previste NUMERO DI PARTECIPANTI 100 SCADENZA ISCRIZIONE 15 Dicembre 2011 REGISTRAZIONE: h 8.30 Inizio Corso: h 9.15 Fine Corso: h 18.30 PAUSE: 1 light lunch inclusi nella quota Prosegue il 2-4 Febbraio Corso di medicina comportamentale dei nuovi animali da compagnia QUOTE Iscritti SCIVAC-SISCA-SIVAE € 60,50 (€ 50,00 + IVA 21%) NON SOCI € 110,00 (€ 90,90 + IVA 21%) QUOTE: Iscritti al corso di medicina comportamentale GRATUITO INFORMAZIONI Segreteria SIVAE - Elisa Feroldi Tel. 0372 40.35.00 Fax 0372 45.70.91 E-mail: info@sivae.it www.sivae.it www.scivac.it ISCRIZIONE Verranno accettate le prime 100 iscrizioni. Nella selezione delle domande si terrà conto della data di spedizione, come riportato sulla lettera. Le domande di iscrizione spedite dopo il 15 Dicembre 2011 come da data riportata sulla lettera, non saranno prese in considerazione. LA QUOTA COMPRENDE • 1 light lunch • attestato di frequenza alla giornata

IMPORTANTE QUESTO CORSO È DA CONSIDERARE PROPEDEUTICO AL CORSO CORSO DI MEDICINA COMPORTAMENTALE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA (24 FEBBRAIO 2012)

SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA

CORSO PRATICO DI MEDICINA COMPORTAMENTALE DEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA Cremona, Palazzo Trecchi, 2-4 Febbraio 2012

CORSO INTRODUTTIVO ALLA MEDICINA COMPORTAMENTALE Palazzo Trecchi, Cremona, 1 Febbraio 2012 strutturazione dimensionale Sabrina Giussani Le dimensoni della relazione in coniglio, furetto e pappagalli Marzia Possenti Pausa Le basi fisiologiche della psicofarmacologia: neuroni, neurotrasmettitori e recettori Sabrina Giussani Le attività ludiche come mezzo terapeutico: giocare vuol dire curare Sabrina Giussani Interruzione

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DIRETTORE Marzia Possenti, Med Vet Comportamentalista, Cassano D’Adda (MI) RELATORI Marzia Possenti, Med Vet Comportamentalista, Cassano D’Adda (MI) Alessandro Melillo, Med Vet, Roma Miriam D’Ovidio, Med Vet, Istruttore cinofilo, Cassano D’Adda (MI) Sara Mainardi, Dr Scienze Naturali, Animal Coach, Mestre (VE) OBIETTIVI La medicina dei nuovi animali da compagnia è in rapida evoluzione e proprio perché si tratta di specie che sono assurte al ruolo di pet in tempi relativamente recenti le conoscenze sulla corretta educazione, comunicazione e relazione con questi animali sono poco diffuse fra i proprietari e questo favorisce l’insorgenza di numerose patologie comportamentali. Il nostro obiettivo è quello di fornire un metodo diagnostico e terapeutico che renda possibile una gestione di base di queste patologie nelle specie più comuni: coniglio, furetto e pappagalli. Sono previste lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche, con la presenza degli animali e dei loro proprietari, in modo da comprendere appieno come avviene il processo terapeutico.

PROGRAMMA SCIENTIFICO 1° Giorno, Giovedì 2 Febbraio 2012 8.15 Registrazione dei partecipanti 8.45 Saluto ai partecipanti, presentazione dei relatori ed istruttori, informazioni pratiche sul corso e inizio dei lavori 9.00 La terapia farmacologica: i principi attivi utilizzati in coniglio, furetto e pappagalli - M. Possenti 9.30 La semiologia del pappagallo: il comportamento normale A. Melillo 11.00 Pausa caffè 11.30 Le patologie del comportamento del pappagallo: diagnosi e indicazioni terapeutiche (prima parte) M. Possenti 12.30 Le patologie del comportamento del pappagallo: diagnosi e indicazioni terapeutiche (seconda parte) M. Possenti 13.30 Pausa pranzo 14.30 Esercitazione: come comunicare con il pappagallo. Esercizi di comunicazione interspecifica prima con filmati e poi con pappagalli S. Mainardi, M. Possenti 16.00 Pausa caffè 16.30 La terapia delle patologie comportamentali del pappagallo: strumenti e metodologie riabilitative M. Possenti 17.30 Esercitazione: le attività ludiche come parte del percorso riabilitativo nel pappagallo. Esempi e prove pratiche di gioco e di arricchimento ambientale - S. Mainardi, M. Possenti 19.00 Interruzione 2° Giorno, Venerdì 3 Febbraio 2012 9.00 La semiologia del coniglio: il comportamento normale - A. Melillo 10.30 Le patologie del comportamento del coniglio: diagnosi e indicazioni terapeutiche (prima parte) - M. Possenti

11.30 Pausa caffè 12.00 Le patologie del comportamento del coniglio: diagnosi e indicazioni terapeutiche (seconda parte) M. Possenti 13.00 Pausa pranzo 14.00 Esercitazione: come comunicare con il coniglio. Esercizi di comunicazione interspecifica prima con filmati e poi con conigli S. Mainardi, M. Possenti 15.30 La terapia delle patologie comportamentali del coniglio: strumenti e metodologie riabilitative M. Possenti 16.30 Pausa caffè 17.00 Esercitazione: le attività ludiche come parte del percorso riabilitativo nel coniglio. Esempi e prove pratiche di gioco e di arricchimento ambientale - S. Mainardi, M. Possenti 18.30 Interruzione 20.30 Cena sociale 3° Giorno, Sabato 4 Febbraio 2012 9.00 La semiologia del furetto: il comportamento normale - A. Melillo 10.30 Le patologie del comportamento del furetto: diagnosi e indicazioni terapeutiche (prima parte) - M. Possenti 11.30 Pausa caffè 12.00 Le patologie del comportamento del furetto: diagnosi e indicazioni terapeutiche (seconda parte) M. Possenti 13.00 Pausa pranzo 14.00 Esercitazione: come comunicare con il furetto. Esercizi di comunicazione interspecifica prima con filmati e poi con furetti M. D’Ovidio, M. Possenti 15.30 La terapia delle patologie comportamentali del furetto: strumenti e metodologie riabilitative - M. Possenti 16.30 Pausa caffè 17.00 Esercitazione: le attività ludiche come parte del percorso riabilitativo nel furetto. Esempi e prove pratiche di gioco e di arricchimento ambientale M. D’Ovidio, M. Possenti 18.30 Discussione e consegna attestati SEDE: Cremona, Palazzo Trecchi NUMERO PARTECIPANTI: 36 LIMITE ISCRIZIONE: 15 Dicembre 2011 TOTALE ORE FORMATIVE: 20,5 QUOTE: Soci SIVAE, SISCA e SCIVAC € 454,55 + IVA 21% Non Soci € 704,00 + IVA 21% Supplemento alla quota di € 50,00 + IVA 21% dopo il limite di iscrizione LA QUOTA COMPRENDE: • 3 pranzi e 6 coffee break • Estratti previsti in formato cartaceo • Certificato di partecipazione • Iscrizione GRATUITA al corso introduttivo di medicina comportamentale del 1 Febbraio 2012. Tale corso è da considerare propedeutico al corso e dunque fortemente consigliato ai partecipanti. MATERIALE A CURA DEL PARTECIPANTE Ogni partecipante dovrà portare degli oggetti di uso quotidiano che pensa potrebbero essere utili per la costruzione di giochi o arricchimento ambientale per le specie oggetto del corso, o che ha già utilizzato con questi scopi. Durante le esercitazioni verranno utilizzati e ne verranno discusse le possibili applicazioni in corso di terapia riabilitativa nelle diverse specie.


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12 Focus SIVAE

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L’endoscopia nei cheloni Pubblichiamo l’abstract di una delle relazioni scientifiche del Corso pratico SIVAE “Medicina e chirurgia dei cheloni” che si è tenuto a Cremona dal 23 al 25 novembre 2011.

di PAOLO SELLERI e peculiarità anatomiche e le caratteristiche fisiologiche di alcune specie fanno sì che il raggiungimento di una diagnosi precisa nella medicina dei rettili sia un obiettivo non facile da raggiungere. La presenza del guscio osseo rende complicata la palpazione degli organi interni, così come l’interpretazione di immagini radiografiche o ecografiche. Nella medicina dei rettili, la diagnostica per immagini riveste un ruolo fondamentale. In modo particolare l’impiego dell’endoscopia consente di raggiungere diagnosi accurate che altri ausili diagnostici non consentono. L’endoscopio è strumento indispensabile per chi intende occuparsi con serietà di medicina dei rettili. L’ottica che viene impiegata con maggiore frequenza è quella rigida, con diametro di 2,7 mm, con un angolo di visione di 30 gradi. Strumenti di dimensioni minori sono disponibili sul mercato ed ovviamente possono essere utili in animali più piccoli. Ogni volta che vengono impiegate delle soluzioni durante gli esami endoscopici dei rettili è fondamentale che queste non siano fredde ma riscaldate. Durante l’anestesia la temperatura del rettile non deve variare; cambiamenti di temperatura possono determinare complicazioni fatali all’animale. Anche l’endoscopia flessibile è molto utile nella medicina erpetologica, soprattutto per esaminare respiratorio e gastroenterico. Nella maggior parte dei casi apparecchi con diametro superiore ai tre mm non riescono ad essere impiegati nell’esame dell’apparato respiratorio.

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nei o processi infiammatori che possono localizzarsi in quegli angoli della bocca difficili da esaminare senza l’impiego di un’ottica. Sedando l’animale è possibile osservare con calma i particolari di mucose orali e coane, ma l’anestesia potrebbe non essere necessaria quando ci troviamo di fronte ad animali particolarmente docili. Spesso i rettili che visitiamo sono animali di dimensioni piuttosto piccole, senza un buon ingrandimento si può cadere nell’errore di non dare la giusta rilevanza a lesioni piccole, l’ingrandimento consente inoltre di aiutarci a far comprendere ai proprietari l’importanza di lesioni che ad occhio nudo non risulterebbero altrettanto gravi e per le quali i proprietari non sarebbero disposti ad investire in ulteriori indagini diagnostiche. L’esame delle coane è fondamentale nella comprensione delle forme respiratorie. Le coane possono essere sede di raccolta di muco o pus che complicano gravemente la respirazione; dall’interno della bocca, indirizzando l’ottica in direzione anterograda è possibile osservare le porzioni più craniali delle coane, spesso sede di processi infiammatori di raccolta di essudato responsabili di rumori respiratori confusi per polmoniti. Intubando il rettile e instillando della soluzione fisiologica la qualità della visione migliora notevolmente.

ESAME ESTERNO

ESOFAGO

L’endoscopia può essere impiegata anche per esaminare la cute, gli occhi, la cloaca, le membrane timpaniche. Le capacità di ingrandimento e di illuminazione dell’endoscopio consentono di superare i limiti fisiologici del nostro occhio. Attraverso l’endoscopia riusciamo dunque a valutare più serenamente i vari distretti riuscendo anche a far comprendere ai proprietari le reali pericolosità di alcune lesioni. Tra le squame possono nascondersi parassiti vettori di pericolose malattie infettive, l’endoscopia può aiutare a esaminare zone difficili da valutare come la zona di passaggio tra cute e guscio che nelle tartarughe con gli arti ritirati dentro il guscio risultano impossibili da investigare e che possono nascondere le zecche. L’endoscopia deve essere usata ogni volta in cui le tartarughe presentano lacerazioni o cavità esposte che potrebbero nascondere larve di mosca, condizione molto frequente negli animali tenuti all’aperto.

Nelle specie più facili da contenere senza troppe difficoltà anche il primo tratto dell’esofago può essere ispezionato già durante la visita clinica senza anestesia, nelle specie di tartarughe più piccole e tranquille l’endoscopio può essere spinto fino al primo tratto dello stomaco. A volte la presenza di sangue o muco proviene dall’apparato respiratorio e si trova nell’esofago solo perché deglutita. In condizioni fisiologiche la mucosa buccale si presenta umida ed umettata grazie alla presenza di un sottile strato di muco e di colore molto variabile a seconda della specie (da rosa a nerastro). L’esofago, in condizioni normali, non contiene materiale alimentare e presenta una mucosa rosacea, umida e caratterizzata da pieghe longitudinali necessarie alla distensione dell’organo durante la deglutizione di prede voluminose. Nel caso di esofagiti essa si presenta di colore rosso vivo con adeso un muco molto denso e viscoso mentre molto raramente si riscontrano ulcere, parassiti ed alterazioni di carattere proliferativo.

ESAME DELLA CAVITÀ ORALE L’esame della cavità orale è una fase fondamentale della visita di un rettile. La bocca è una finestra attraverso la quale si riesce a raccogliere molte informazioni sullo stato clinico dell’animale. Già durante la visita clinica possono essere raccolte molte informazioni usando l’endoscopio per esaminare la cavità orale, è possibile rilevare la presenza di corpi estra-

STOMACO Per l’esecuzione dell’endoscopia è preferibile un periodo di digiuno che nei cheloni può arrivare a qualche giorno. La sedazione è sempre necessaria, il medico dovrà preoccuparsi an-

che dell’analgesia se prevede di eseguire dei prelievi bioptici. Un’ottica rigida può essere usata in piccoli cheloni di quelle specie non particolarmente grandi. Un esame eseguito con un’ottica rigida non può estendersi oltre il primo tratto dello stomaco. L’esame viene eseguito mantenendo il rettile in decubito ventrale.

CLOACOSCOPIA La cloacoscopia viene eseguita indifferentemente in decubito dorsale o ventrale. Tenendo la porzione caudale della cavità celomatica sollevata di una decina di centimetri dal tavolo la procedura risulterà più comoda. Merita essere ricordato che nelle specie dotate di vescica l’apertura della stessa è sufficientemente grande da consentire il passaggio di uova o corpi estranei che, identificati all’esame radiografico, possono non reperirsi più all’interno di intestino o delle salpingi ma in vescica. Spesso condizioni di detenzione errate, quali lo scarso esercizio o il riscaldamento dal basso troppo elevato causano la disidratazione di feci o degli urati che diventano difficili da espellere sia per la durezza che per la formazione di aderenze con la mucosa intestinale. Nelle tartarughe non è infrequente la rottura all’interno della salpinge delle uova, attraverso l’endoscopia possono essere rimossi frammenti di guscio di uova con relativa semplicità. Nei Cheloni, sul pavimento della cloaca si osserva l’organo copulatore, quest’organo è presente in entrambi i sessi. Nelle femmine sessualmente mature l’organo è comunque presente ma le sue dimensioni sono comunque molto più piccole. Il pene, appiattito dorso-ventralmente, è costituito da un cercine impari della mucosa ventrale della cloaca. Sulla sua superficie è presente un solco mediano, detto seminale in quanto permette il passaggio del liquido omonimo. L’ottica viene fatta procedere instillando dell’acqua sterile riscaldata facendo in modo che sia il flusso del liquido a creare lo spazio allargando i tessuti davanti all’ottica stessa. Nei soggetti di piccole dimensioni è necessario limitare la quantità d’acqua utilizzata al 5% del peso dell’animale. I rettili hanno un intestino piuttosto corto rispetto ai mammiferi, durante l’esame bisogna far attenzione a non impiegare quantità eccessive di soluzione perché il liquido può riempire il tubo gastroenterico fino a raggiungere rapidamente la cavità orale. Solitamente la zona di mucosa in cui si incontrano masse fecali o urati essiccati si presenta molto infiammata, se non addirittura lacerata. Una tecnica troppo traumatica in cui l’ottica è fatta avanzare rapidamente senza sufficiente lubrificazione può causare la lacerazione della parete intestinale.

L’endoscopia può rilevare la presenza di parassiti o di calcoli. Gli uroliti, se le dimensioni lo consentono, possono essere demoliti in cloaca ed essere allontanati attraverso una copiosa irrigazione. In corso di prolasso cloacale dopo aver riposizionato l’organo, prima di eseguire una pessi o qualunque altra procedura finalizzata a prevenire il ripetersi del prolasso, è indispensabile esaminare l’interno della cloaca e dell’organo che è stato prolassato. Prima di applicare una pessi è importante controllare che le aperture degli ureteri non siano coinvolte nella sutura. Dopo un prolasso, nel caso fosse considerato necessario procedere con l’applicazione di una pessi, l’area in cui suturare l’organo cavo alla parete celomatica deve essere studiata evitando di coinvolgere aree interessate da flogosi o necrosi. Con l’ottica inserita nell’intestino l’esecuzione della sutura viene seguita dall’interno dell’intestino instillando una soluzione sterile. L’endoscopia oltre ad essere finalizzata alla conoscenza delle cause che hanno determinato il prolasso è l’unico metodo che permette di essere certi di aver riposizionato e disteso nuovamente l’organo. L’esame deve essere eseguito fino al superamento del tratto prolassato che si presenterà particolarmente infiammato, edematoso e in parte lacerato.

APPARATO RESPIRATORIO Quando la diagnostica per immagini non consente di comprendere la causa di una forma respiratoria è necessario ricorrere all’impiego dell’endoscopia. Forma e dimensioni degli animali spesso limitano le possibilità di poter raggiungere le vie respiratorie più profonde, in questi casi è necessario esaminare l’apparato respiratorio attraverso la pneumoscopia. Attraverso questo doppio approccio è possibile ispezionare l’apparato respiratorio con maggiore completezza e soprattutto possono essere raccolti campioni indispensabili per arrivare alla diagnosi. L’esame endoscopico di un rettile che mostra una difficoltà respiratoria deve seguire il seguente ordine: iniziare dall’esame delle coane, poi della trachea, solo successivamente deve essere considerata la pneumoscopia.

TRACHEOSCOPIA I cheloni hanno anelli tracheali chiusi, mentre lucertole e serpenti hanno anelli tracheali incompleti. Con l’animale in sedazione la sonda viene inserita in trachea e fatta avanzare lentamente cercando di non lesionare la mucosa. Nei cheloni affetti da gravi forme respiratorie la trachea può presentarsi quasi completamente ostruita dal muco. In questi casi l’endoscopia può avere anche finalità terapeutiche attraverso il lavaggio bronchiale. L’instillazione di una soluzione sterile riscaldata seguendo i dosaggi indicati per i lavaggi bronchiali favorisce la rimozione del muco (non eccedere il 2% del peso dell’animale). Attraverso l’endoscopia è possibile anche rimuovere eventuali corpi estranei o placche difteriche. Diversi fattori limitano la tracheoscopia nei rettili: in alcune specie di tartarughe la biforcazione dei bronchi è posta molto cranialmente, a meno che non si tratti di soggetti particolarmente grandi, questo impedisce di poter seguire le vie aeree in profondità. Avendo la tartaruga correttamente sedata è possibile usare l’ottica senza la camicia di protezione; un diametro maggiore consente di arrivare a distretti più profondi.


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Paolo Selleri

Quando si impiega un endoscopio rigido, nei rettili di grandi dimensioni, la notevole lunghezza della trachea e dei bronchi limita l’esame ai distretti più craniali, l’impiego di un fibroscopio flessibile consente di raggiungere distretti molto più profondi.

PNEUMOSCOPIA Essendo tecniche chirurgiche analgesia ed anestesia devono essere seguite con primaria attenzione. Quando le tecniche non invasive risultano non sufficienti ai fini diagnostici deve essere considerata la pneumoscopia, cioè l’inserimento dell’ottica direttamente all’interno del polmone. Questo studio deve essere anticipato da un esame radiografico completo finalizzato alla precisa localizzazione della lesione. L’anatomia varia da specie a specie, per questo motivo è bene esercitarsi su cadaveri di diverse specie prima di eseguire le tecniche su animali vivi. Nelle tartarughe la pneumoscopia può essere eseguita per via transcarapaciale o transcutanea, attraverso la fossa prefemorale. La scelta di quale tecnica applicare varia in base alla localizzazione della lesione polmonare, al sospetto diagnostico, allo stato clinico dell’animale ed alle preferenze del chirurgo. L’approccio transcarapaciale prevede la creazione di un foro di 4 mm circa sul carapace e l’accesso dorsale al polmone. Il campo operatorio viene preparato in maniera standard. Negli animali in cui lo spessore del carapace è notevole il foro viene praticato impiegando un trapano chirurgico. Negli animali giovani o con scarsa mineralizzazione dal carapace può essere applicato un punch da biopsia cutaneo. Prima che la superficie esterna del polmone venga perforata viene inserito un ago per raccogliere dal polmone un campione da sottoporre ad esame batteriologico. Una volta incisa la membrana l’ottica viene inserita e possono essere raccolti campioni da sottoporre ad esami citologici ed istologici. In procedure come questa, in cui l’apice dell’ottica può trovarsi incastrato e la base è mossa liberamente, è prudente usare sempre la camicia di protezione, nonostante questa aumenti il diametro dell’endoscopio. Poter avere i risultati dell’esame citologico durante la chirurgia, può rivelarsi estremamente vantaggioso. Identificare con immediatezza la presenza di batteri o miceti permette di poter cominciare subito la terapia in situ. In alcuni casi è possibile richiudere il foro con una retina mantenendo un catetere all’interno della lesione attraverso il quale continuare la somministrazione del farmaco. Una volta terminata la procedura il foro viene richiuso con una resina, facendo attenzione che se applicata troppo liquida, questa non cada all’interno del foro stesso ritardando il processo di riparazione. Nelle tartarughe di grandi dimensioni e nelle specie in cui la fossa prefemorale è particolarmente ampia è possibile accedere alla porzio-

ne caudale del polmone praticando una incisione di 1 o 2 cm nella sezione più dorsale della cute della fossa prefemorale. La tartaruga è mantenuta in decubito ventrale e tenuta sollevata dal tavolo operatorio poggiandola su una scatola la cui forma viene adattata alla forma dell’animale in modo tale da mantenerlo fermo durante la procedura. Gli strati muscolari vengono scollati, in alcune specie si deve entrare in cavità celomatica, in questo caso deve essere fatta attenzione a non lesionare la parete vescicale, che può essere confusa con la membrana celomatica. Prima di incidere il polmone, vengono poste due suture di sostegno per favorire, al termine della procedura, una esecuzione più comoda della sutura del polmone prima della sutura cutanea. Le tartarughe che vivono in giardino vengono spesso presentate perché vittime di traumi gravi con esposizione del tessuto polmonare. L’endoscopia è indicata per esaminare attentamente le porzioni interne del polmone ed escludere la presenza di larve di mosca.

CELIOSCOPIA La celioscopia è una procedura chirurgica mininvasiva che consente la visualizzazione esterna di quasi tutti gli organi contenuti in cavità celomatica ed eventualmente la raccolta di campioni e l’esecuzione di terapie. Nella medicina dei rettili la celioscopia è uno strumento senza il quale molte diagnosi non possono essere raggiunte. Nei casi che lo consentono è opportuno lasciare l’animale a digiuno e tentare di svuotare la vescica nelle specie che ne possiedono una prima di iniziare l’esame. Nelle tartarughe la vescica può estendersi fino ai settori più craniali. Essendo una tecnica invasiva, la celioscopia deve essere impiegata in quei casi in cui le tecniche non invasive non siano state sufficienti al raggiungimento di una diagnosi. Per consentire una buona visione degli organi è necessario che ci sia una distanza tra l’ottica e gli organi stessi. Per distanziare gli organi, in alcune specie, può essere necessario insufflare la cavità celomatica con anidride carbonica. L’impiego di aria ambientale va sconsigliato perché può favorire la formazione di emboli gassosi. L’anidride carbonica può essere impiegata senza superare una pressione di 5 mmHg. Nelle tartarughe può non essere necessario insufflare la cavità mentre negli squamati, in particolar modo nei serpenti, l’insufflazione diventa particolarmente necessaria per eseguire l’esame. L’osservazione degli organi può essere ulteriormente migliorata instillando in cavità celomatica una soluzione salina sterile riscaldata anziché del gas. La prima fase della celioscopia non deve mai prevedere l’impiego di soluzioni perché potrebbero mascherare la presenza di liquido libero in cavità celomatica e comunque diluirlo impedendone l’esame. A volte la quantità di liquido in cavità celomatica è minima e può non essere rilevata dall’operatore se l’animale è mantenuto solo in un decubito laterale. Per questo motivo appena entrati in cavità celomatica è consigliabile ruotare l’animale in modo da favorire l’eventuale uscita del liquido. Cheloni. Nelle tartarughe la celioscopia si esegue ponendo l’animale in decubito laterale, destro o sinistro, a seconda degli organi che si intendono esaminare. Se ai fini dell’esame è indifferente quale lato esaminare i mancini per comodità possono preferire il decubito sinistro. La cute viene incisa nel punto più craniale della fossa prefemorale, viene inserita per via smussa una pinza attraverso la muscolatura facendola avanzare per via smussa orien-

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tandola verso la cavità celomatica in direzione craniale. Nell’entrare in cavità celomatica il chirurgo deve prendere ogni accorgimento per evitare di lesionare la vescica. La parete vescicale quando è distesa può sovrapporsi alla membrana celomatica risultando trasparente. Per scongiurare la rottura della vescica l’incisione della cute deve essere eseguita nella porzione più craniale della fossa prefemorale. Tenendo l’animale in decubito laterale, una pinza con punta smussa viene tenuta chiusa e fatta avanzare in direzione cranio-mediale fino al raggiungimento della membrana celomatica. Nelle tartarughe l’elasticità della muscolatura risulta minore rispetto a quella dei mammiferi questo facilita il ritrovamento della breccia quando durante le operazioni l’ottica viene sfilata. La parete viene chiusa eseguendo due piani di sutura: un punto semplice che coinvolge sierosa e muscolare e un punto ad “U” estroflettente sulla cute.

sigliabile per avere un quadro più completo delle condizioni dell’animale. L’insufflazione di aria, solitamente non è necessaria. Entrando in cavità celomatica e orientando l’ottica in direzione ventro-craniale il fegato viene identificato facilmente. Il prelievo del campione viene eseguito su un margine, solitamente si preferisce scegliere il margine caudale del lobo epatico. In corso di epatomegalia, il margine caudale del lobo caudale del fegato si trova spostato così caudalmente che può essere preferibile scegliere un sito di prelievo più craniale. Nelle specie con fossa prefemorale particolarmente ridotta e nei soggetti le cui dimensioni sono particolarmente grandi, se non si dispone di endoscopi di dimensioni maggiori, può non essere semplice raggiungere il fegato per eseguire la raccolta del campione. In questi casi può risultare utile capovolgere momentaneamente la tartaruga in modo da favorire l’avvicinamento del fegato alla sonda.

BIOPSIA RENALE

CISTOSCOPIA E CISTOSCOPIA TRANSVESCICALE

I segni clinici di un’insufficienza renale possono essere determinati da cause infettive, degenerative o neoplastiche. Nelle specie erbivore tenute in cattività le patologie renali sono una delle cause più frequenti di malattia. La biopsia renale è indicata ogni volta che le analisi del sangue indicano una sofferenza renale o se alla visita i reni risultano di volume alterato. L’endoscopia a fronte di un’invasività minima consente di raccogliere un campione da sottoporre ad esame istologico. L’esame istologico permette di raggiungere una diagnosi molto più accurata e quindi di poter effettuare terapie più precise. Non va sottovalutato che anche la prognosi potrà essere più accurata, questo eviterà agli animali di essere sottoposti a lunghe e inutili terapie. Scegliendo l’endoscopia come tecnica per lo studio e per la biopsia del rene deve essere considerato che questa consente un’ottima osservazione del colore, dell’aspetto della superficie esterna ma potrebbe non essere l’esame migliore se le lesioni non sono di tipo diffuso ma localizzato. La biopsia renale, in caso di lesioni localizzate, potrebbe mancare la lesione. Per questo motivo la biopsia dovrebbe sempre essere preceduta da un esame ecografico. L’endoscopio viene inserito protetto dalla camicia dotata di canale di lavoro. La sierosa viene tagliata con una forbice endoscopica, esposto il parenchima renale la biopsia viene raccolta con una pinza da biopsia. È sempre bene eseguire la raccolta in più punti. Nelle tartarughe per raggiungere i reni può non essere necessario entrare in cavità celomatica. Distendendo l’arto posteriore in direzione caudale, la cute viene incisa dorsalmente al femore, l’endoscopio viene fatto avanzare in direzione caudo dorsale. Insufflando poco alla volta la membrana celomatica viene scollata dal muscolo ischiatico fino a raggiungere il rene.

BIOPSIA EPATICA Nella medicina dei rettili è frequente che condizioni patologiche a carico del fegato non rivelino segni clinici eclatanti. L’insufficienza epatica è una condizione molto frequente che viene considerata poco. La biopsia epatica e l’esame istologico del campione consentono di raggiungere una diagnosi accurata. Nei cheloni il lobo sinistro della vescica risulta solitamente più piccolo rispetto al destro, per questo motivo il decubito destro viene solitamente preferito. Si entra in cavità celomatica attraverso il lato sinistro dell’animale. È sufficiente un’incisione della cute di 3 mm circa. Nelle tartarughe viene incisa la cute della fossa prefemorale. Eseguire un’ecografia della cavità celomatica prima dell’incisione chirurgica è sempre con-

La parete della vescica dei rettili si presenta molto più sottile e trasparente rispetto a quella dei mammiferi. Questa peculiarità ci permette di poterla usare come una finestra attraverso la quale osservare gli organi interni. Questa tecnica è sviluppata soprattutto nei cheloni. L’anatomia della cloaca, dell’accesso alla vescica e la posizione dei reni può variare da specie a specie. Negli esemplari della famiglia Emidae eseguire la cistoscopia risulta più semplice che in altre specie. Difficoltà ad entrare in vescica possono aversi quando il carapace (per caratteristiche anatomiche di specie o per deformazioni metaboliche) si abbassa a coprire la coda. L’endoscopio viene inserito in cloaca e viene fatto procedere instillando della soluzione sterile attraverso la camicia. L’apertura intestinale si identifica abbastanza facilmente nella parte dorsocraniale della cloaca. Ventralmente a questa, tra le pieghe della mucosa facendo procedere la sonda in senso craniale si supera il meato uretrale e si arriva all’interno della vescica. In alcuni casi la fuori uscita di urati può facilitarne l’identificazione. Ci si accorge di essere in vescica perché improvvisamente la distanza dagli organi diventa elevata, l’illuminazione non è più sufficiente e viene perso il fuoco. Quando la parete della vescica è interessata da processi infiammatori la trasparenza viene compromessa. Procedendo ulteriormente in senso craniale attraverso la trasparenza della vescica si riconoscono gli organi interni. A questo punto è consigliabile limitare o interrompere il flusso di liquido per evitare di creare una tensione esagerata sulla parete vescicale. Il fegato si riconosce facilmente posto nella porzione cranio-ventrale della cavità celomatica. Molte alterazioni degli organi possono essere riconosciute facilmente attraverso la parete vescicale. Ruotando l’ottica di 180 gradi sul proprio asse osserviamo i polmoni posti sulla volta della cavità. Riempiendo la vescica, l’intestino viene spostato lateralmente a destra. L’elasticità della parete ci permette di muoverci tra le anse intestinali spingendoci fino ai distretti più craniali. I movimenti devono però essere molto delicati per scongiurare stiramenti eccessivi, la parete vescicale potrebbe lacerarsi. Orientando la sonda dorsalmente e caudalmente si identificano le gonadi. Negli esemplari in cui gli scuti caudali di piastrone e carapace creano una finestra troppo piccola o in quelli in cui il carapace risulta particolarmente convesso non è possibile orientare la sonda con l’angolazione necessaria a visua-


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14 Vet Journal Attualità scientifica lizzare le gonadi. Questa tecnica può essere usata per determinare precocemente il sesso degli esemplari senza dover ricorrere alla celioscopia riducendo così i rischi legati sia alla tecnica chirurgica che ad una anestesia molto più profonda. Osservare la presenza del fallo durante la cloacoscopia non deve interpretarsi come tecnica per identificare il sesso maschile, i soggetti prepuberi sia maschi che femmine presentano comunque un piccolo fallo adagiato sul pavimento della cloaca. La visualizzazione dei reni, data la loro posizione molto caudale, può risultare complicata o impossibile con questa tecnica. I reni nelle Emidi possono essere visualizzati attraverso la cloaca. La mucosa non ne permette una valutazione affidabile ma se sono interessati da aumento di volume, questo può essere rilevato senza dover entrare in vescica.

Veterinari e percezione del dolore e dell’analgesia nel coniglio e nella cavia Per lo più inadeguate le conoscenze a riguardo, secondo uno studio

APPARATO RIPRODUTTORE La valutazione dell’apparato riproduttore di un rettile viene spesso richiesta dagli allevatori professionisti e da enti impegnati nella conservazione di specie in pericolo. A seconda della fase dello stato riproduttivo l’aspetto dell’apparato riproduttore di un rettile può variare in maniera evidente tra un soggetto maturo in riproduzione, uno della stessa specie in preparazione per il letargo e un soggetto ancora immaturo. Con la finalità di limitare l’ibridazione di specie in estinzione in territori circoscritti, in alcune tartarughe è stata eseguita l’orchiectomia per via endoscopica. I vasi testicolari vengono chiusi attraverso l’applicazione di clip perché l’elettrobisturi o il radio bisturi possono determinare la compromissione delle ghiandole surrenali. L’apparato riproduttore può essere colpito da diverse patologie, le più frequenti sono le infezioni delle salpingi e delle ovaie, la stasi preovulatoria, postovulatoria, i prolassi. L’esame può prevedere due fasi: un esame eseguito per via celioscopica attraverso il quale viene esaminata la superficie esterna degli organi; e la salpingoscopia procedura che prevede l’inserimento dell’ottica nelle salpingi attraverso la cloaca. L’identificazione dell’apertura delle salpingi può risultare più semplice quando queste sono affette da processi patologici. Anche nei rettili, come negli uccelli, gli allevatori richiedono l’endoscopia per conoscere il sesso dei loro animali. La celioscopia può essere eseguita anche in animali molto giovani, il cui peso non supera poche decine di grammi. La posizione dell’apertura delle salpingi può variare da specie a specie ma, queste sono poste dorsalmente e lateralmente nella cloaca caudalmente allo sfintere intestinale. In corso di ritenzione di uova, la salpingoscopia è indicata per comprendere se sono presenti lacerazioni, oltre alla rilevanza diagnostica, l’esame può avere effetti terapeutici, sia perché il liquido immesso durante l’esame può favorire l’espulsione lubrificando il lume, sia perché la rimozione dell’essudato riduce il processo flogistico. Non è infrequente visitare un rettile le cui uova si siano rotte all’interno della salpinge, impiegando una pinza da presa endoscopica è possibile rimuovere frammenti di guscio dal lume scongiurando lesioni all’apparato riproduttore. L’esame dell’apparato riproduttore deve includere anche l’esame della vescica poiché non è infrequente che, in caso di difficoltà alla deposizione, le uova possano passare attraverso l’apertura vescicale ed essere ritenute in vescica. In questo caso l’endoscopia è l’indagine diagnostica da preferire per poter fare una diagnosi corretta. ■

n uno studio si è cercato di determinare la percezione di un campione di veterinari circa il dolore e il suo trattamento nei conigli e nelle cavie. Si somministrava un questionario a tutti i membri di una società per animali da compagnia della Nuova Zelanda, raccogliendo informazioni demografiche, ottenendo la valutazione dei veterinari sul livello di dolore associato alle procedure cliniche su conigli e cavie, stabilendo la volontà dei rispondenti di effettuare tali procedure, ottenendo informazioni sugli anestetici e analgesici utilizzati durante queste procedure e sui fattori associati alla scelta dei diversi tipi di farmaci. Si determinava inoltre il grado di conoscenza dei rispondenti e l’interesse verso l’educazione continua sul riconoscimento e il trattamento del dolore in queste specie. I rispondenti erano in totale 155/610 (25,4%). I roditori e i lagomorfi costituivano lo 0-5% del totale dei casi osservati nella pratica per la maggior parte dei rispondenti (133/155; 86%). Il punteggio del dolore previsto differiva per le diverse procedure ma non tra ri-

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spondenti maschi e femmine o tra specie animali. Si osservava inoltre una differenza nella volontà dei rispondenti di effettuare alcune procedure. La scelta degli anestetici e degli analgesici era determinata soprattutto dalla quantità di informazioni disponibili per la specie trattata e la ketamina era il farmaco più comunemente utilizzato. Molti veterinari ritenevano che il loro grado di conoscenza circa il riconoscimento e il trattamento del dolore nel coniglio e nella cavia fosse inadeguato. Il coniglio e la cavia costituivano una bassa percentuale della casistica dei veterinari inclusi nello studio. Da un punto di vista del benessere animale, ciò può preoccupare poiché, aneddoticamente, si tratta di specie comuni come pet. La percezione dei veterinari sul dolore previsto e la volontà di effettuare le procedure cliniche variava tra le diverse procedure ma non era influenzata dal sesso del veterinario. Era diffusa l’opinione che la conoscenza dei problemi correlati al riconoscimento del dolore, all’anestesia e all’analgesia nel coniglio e nella cavia fosse inadeguata. Comprendere le scelte dei veterinari circa l’analgesia o i motivi del rifiuto di alcune procedure chirurgiche o cliniche nel coniglio e nella cavia può fornire informazioni utili per uno sviluppo professionale mirato e il miglioramento del benessere animale, concludono gli autori. (M.G.M.) “Attitudes towards perception and management of pain in rabbits and guinea pigs by a sample of veterinarians in New Zealand” Keown A, Farnworth M, Adams Nj. N Z Vet J. 2011 Nov; 59 (6):305-10 ■ Approfondisci su VETPEDIA: Anestesia e analgesia nella cavia

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FARMACORESISTENZA DI ACTINOBACILLUS PLEUROPNEUMONIAE NEI SUINI ITALIANI no studio retrospettivo ha valutato l’antibioticoresistenza e l’evoluzione nel tempo della resistenza degli isolati di Actinobacillus pleuropneumoniae nei suini in Italia dal 1994 al 2009. In 992 isolati di A. pleuropneumoniae si analizzava la sensibilità a un pannello di antibiotici con il metodo per diffusione. La resistenza a 7 farmaci (amoxicillina, amoxicillina/acido clavulanico, ampicillina, cefquinome, cotrimoxazolo, penicillina G e tilmicosina) mostrava un aumento significativo nel tempo, mentre per due farmaci (gentamicina e marbofloxacina) si osservava una diminuzione significativa. La resistenza ai restanti 14 antibiotici analizzati non cambiava significativamente nel periodo di studio. La maggior parte degli isolati manteneva una sensibilità elevata agli antibiotici solitamente efficaci contro A. pleuropneumoniae, come amfenicoli, fluorochinoloni e ceftiofur. Tuttavia, si osservava un alto tasso di resistenza ai sulfamidici potenziati, alle tetracicline e alle penicilline, farmaci attualmente raccomandati per la terapia della pleuropolmonite del suino. I risultati suggeriscono, concludono gli autori, l’importanza del monitoraggio continuo degli isolati clinici di A. pleuropneumoniae al fine di scegliere il trattamento più appropriato e di controllare l’aumento della resistenza agli antibiotici attualmente in uso. (M.G.M.) “Antimicrobial resistance of Actinobacillus pleuropneumoniae isolated from swine” Vanni M, Merenda M, Barigazzi G, Garbarino C, Luppi A, Tognetti R, Intorre L. Vet Microbiol. 2011 Oct 21.

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Marker sierici di pancreatite nel cane Sensibilità e specificità superiori per la lipasi pancreatica specifica canina, in uno studio di MARIA GRAZIA MONZEGLIO a diagnosi antemortem di pancreatite resta difficile nel cane. Uno studio prospettico ha confrontato la sensibilità e specificità dei marker sierici di pancreatite nei cani con evidenza o assenza istopatologica di pancreatite. Si includevano 70 cani sottoposti a necroscopia per varie ragioni nei quali il pancreas veniva rimosso entro 4 ore dall’eutanasia e i marker sierologici venivano determinati entro 24 ore dalla morte. Si analizzavano nel siero le attività dell’amila-

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si e della lipasi, l’immunoreattività tripsino-simile canina (cTLI) e la lipasi pancreatica specifica canina (cPL). Si effettuavano sezioni trasversali seriali del pancreas ogni 2 cm per tutto l’organo ed esse venivano valutate utilizzando uno schema di grading istopatologico semiquantitativo. La sensibilità per Spec cPL (valore cutoff 400 µg/l) era pari a 21 e 71% nei cani con pancreatite lieve (n = 56) o moderata-grave (n = 7), e 43 e 71% (valore cutoff 200 µg/l), rispettivamente. La sensibilità per cTLI, amilasi e lipasi sierica nei cani con pancreatite lieve o moderata-grave era pari a 30 e 29%; 7 e 14%; e 54 e 71, rispettivamente.

La specificità per Spec cPL basata su 7 pancreas normali era 100 e 86% (valore cutoff 400 e 200 µg/l, rispettivamente), mentre la specificità per cTLI, amilasi e lipasi sierica era 100, 100 e 43%, rispettivamente. La Spec cPL dimostrava le caratteristiche di performance complessive migliori (sensibilità e specificità) rispetto ad altri marker sierici per la diagnosi delle lesioni istopatologiche di pancreatite nel cane. “Sensitivity and Specificity of Canine Pancreas-Specific Lipase (cPL) and Other Markers for Pancreatitis in 70 Dogs with and without Histopathologic Evidence of Pancreatitis” Trivedi S, Marks SL, Kass PH, Luff JA, Keller SM, Johnson EG, Murphy B. J Vet Intern Med. 2011 Nov; 25 (6): 1241-7. ■


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SIVAE Dalle Associazioni

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Non accettiamo di essere messi all’indice Curare animali esotici è una professione. Nei circhi, negli zoo, negli allevamenti. Deve essere chiaro a tutti

di MARCO BEDIN DVM, PhD, Presidente SIVAE er diversa formazione e per diverso impegno professionale, i rapporti con le associazioni di protezione animale possono prestarsi ad incomprensioni e divergenze. Anche molto profonde, specie quando chi si occupa quotidianamente con dedizione e passione alla cura e al benessere degli Animali Esotici e da Zoo viene attaccato e messo all’indice. Mi sento in obbligo di prendere posizione come Presidente SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici), perché questi problemi non investono mai solo i singoli Colleghi, ma vanno a toccare le corde della nostra coscienza collettiva di medici veterinari e la nostra dignità professionale. Ho rassicurato quindi i miei Colleghi e Soci che la SIVAE non intende assolutamente perdere di vista il fatto che il Medico Veterinario che si occupa di Animali Esotici è innanzitutto un Medico, che svolge la propria professione a servizio della collettività e a tutela della salute degli animali e dell’uomo. Nello specifico protegge l’uomo dalle malattie degli animali, si dedica alla diagnosi, alla cura e al benessere degli animali esotici, e ispirandosi ai principi di tutela della biodiversità si dedica alla conservazione e alla salvaguardia del patrimonio faunistico, dell’ambiente e della coesistenza compatibile con l’uomo. Intendo pubblicamente riaffermare che il Medico Veterinario dedica la sua opera alle attività legate alla vita degli animali familiari, da competizione sportiva ed esotici. Questi principi devono essere chiari a tutti. Così come un Medico umano non fa differenze tra eseguire una prestazione su, un bambino o un anziano, un ricco o un senza tetto, anche noi non dobbiamo fare alcuna differenza nell’eseguire le nostre prestazioni su animali di un commerciante o di una catena di negozi, su un animale di uno zoo o di un allevamento da carne, su un animale di proprietà che vive in casa o un animale senza padrone che vive in un centro di recupero. Il Medico Veterinario deve agire secondo criteri di scientificità, deve poter esprimere il proprio parere senza pressioni esterne volte ad influenzare il parere, in un senso o nell’al-

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tro. Quello che a noi sta a cuore è la salute e il benessere dell’animale. Dove ci sono animali, ci sono i Medici Veterinari e dove ci sono Animali esotici, selvatici o da zoo ci sono i Medici Veterinari della SIVAE. Il Medico Veterinario che si occupa di queste specie non è un medico di serie B, ma un vero e proprio specialista. Il benessere degli animali esotici, non è un terreno di conquista in cui chiunque possa esprimere il proprio parere. Il benessere degli animali esotici, selvatici e da zoo è una cosa seria e solo il Medico Veterinario che si occupa di queste specie ha le competenze specifiche per poterlo valutare. Le buone pratiche veterinarie, ossia l’insieme di norme, protocolli e precauzioni che consentono di lavorare secondo lo stato dell’arte in ogni particolare disciplina, esistono anche con gli animali esotici, selvatici e da zoo: anzi, nel nostro campo le BPV sono ancor più importanti perché ci troviamo a dover lavorare con specie di animali particolarmente protette, in via di estinzione o magari già estinte in natura. Non ci s’improvvisa esperti in queste specie, le nostre conoscenze sono frutto di esperienza, studio e continuo aggiornamento professionale. Gli esperti nel nostro settore ci sono, basta solo contattarli e collaborare in un’unica direzione: la salute e il benessere dell’animale, senza se e senza ma, nel rispetto delle reciproche competenze e del diritto di tutti a operare in maniera libera e dignitosa. ■

LA MEDICINA DEI CHELONI FA IL TUTTO ESAURITO l corso di medicina e chirurgia dei cheloni (Centro Studi EV di Cremona, 23-25 novembre) ha dovuto ampliare i posti disponibili per il grande interesse che i medici veterinari della SIVAE dimostrano in questa disciplina. I quaranta partecipanti hanno trattato gli aspetti fondamentali dell’allevamento, della raccolta dei dati in funzione delle varie specie, delle caratteristiche anatomiche e fisiologiche e della legislazione. Sono state illustrate le metodologie corrette per eseguire visita, prelievi ematici, somministrazione dei farmaci ed altre procedure cliniche e terapeutiche. Nella seconda giornata sono state affrontate le nozioni generali della radiologia classica e della TAC (indicazioni, posizionamento ed aspetti normali) della diagnostica per immagini, compresa l’ecotomografia e a seguire una lezione teorico pratica sulla gestione delle ferite del tegumento. La giornata conclusiva ha riguardato l’anestesia e la medicina d’urgenza, seguite da lezioni di endoscopia e chirurgia. Nella foto i relatori. Da sinistra, Mattia Bielli, Med Vet, Novara, Alessandro Bellese (Direttore del Corso) Med Vet, Lido di Venezia (VE), Igor Pelizzone, Med Vet, Reggio Emilia, Stefano Cusaro, Med Vet, Novara, Elisa Feroldi (Segreteria SIVAE), Marta Avanzi Med Vet, Castelfranco Veneto (TV) Michele Capasso Med Vet, Napoli, Paolo Selleri Med Vet PhD, Roma, Giordano Nardini, Med Vet, Modena.

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16 Anmvi International Documento conclusivo

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I servizi veterinari di fronte alle emergenze non epidemiche e emergenze non epidemiche non sono un capitolo a parte dei Servizi Veterinari, la gestione collegata a questi imprevedibili scenari deve essere ricondotta totalmente dentro all’alveo delle Istituzioni e gli Organismi deputati alla cultura o alla formazione professionale sono le propaggini operative del Sistema che svolgono il compito di preparare i professionisti ad affrontare al meglio questi scenari. Sono questi tre elementi il contenuto del messaggio che è scaturito dalla due giorni che il 12 ed il 13 Ottobre si è svolta al Trecchi e di cui si è dato ampio resoconto in un precedente servizio (PV 37/2011 ndr). “La complessità della moderna industria zootecnica, gli effetti della globalizzazione sull’industria mangimistica, il crescente inquinamento ambientale, i cambiamenti ambientali e climatici, l’impiego improprio o illegale di farmaci e sostanze chimiche - come ha spiegato Umberto Agrimi del Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità Umberto Agrimi, direttore del Dipartimento - sono elementi destinati ad assumere una crescente importanza nell’ambito della Sanità Pubblica Veterinaria, ma non solo, perché anche la componente privata ha dimostrato di svolgere il suo importante ruolo sul territorio”.

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Alla fine della due giorni è stato prodotto un documento che viene pubblicamente riportato per sottolineare che l’argomento deve trovare spazio di discussione definitiva e decisoria nelle Istituzioni deputate alla gestione dei Servizi. Ora si attende che le varie componenti professionali, nel rispetto di questa Charta prodotta nel Convegno apra gli spazi di discussione nelle sedi dovute.

LA CHARTA Il gruppo di lavoro, preso atto della sensibilità che il settore della Medicina Veterinaria ha espresso in questa occasione verso l’ampio spettro di problematiche scaturite dalle recenti emergenze non epidemiche, intende proporre i seguenti elementi di riflessione: • Istituzioni: Considerata l’importanza del tema e perso atto delle numerose iniziative di discussione scaturite in questi ultimi anni, ritiene basilare sistematizzare ruoli e compiti proponendo che questo tema trovi i suoi luoghi elettivi nel Ministero della Salute, per quanto riguarda gli aspetti di carattere organizzativo - istituzionale, nell’Istituto Superiore di Sanità e nella rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, per quanto riguarda l’applicazione delle strategie alle multiformi realtà territoriali ed infine agli Organismi di Studio ed alle Associazioni Culturali più rappresentative della Professione il dibattito multidisciplinare

e la proposizione tematica. • Ricerca, suo ruolo ed obiettivi: La complessità di questa materia richiede approccio multidisciplinare e visione ampia entro un contesto territoriale e dei pericoli in esso presenti. Alla ricerca si chiede di continuare a svolgere l’incessante ruolo di raccolta ed analisi di elementi e dati collegati a queste emergenze, di individuare e studiare le possibili correlazioni, finalizzate ad obiettivi di Tutela della Salute, animale ed umana, e di collegarli alla Sicurezza Alimentare dei cittadini. Si chiede inoltre di scandagliare nuove tecnologie o migliorare quelle esistenti trasferendole al territorio per sviluppare sistemi di allerta precoce e, in generale per una più efficace prevenzione e gestione di eventuali rischi emergenti. • Comunicazione e gestione: Considerato l’impatto socio economico e mediatico di questi eventi (in particolare le allerte alimentari) e le necessità di risposte tempestive, è basilare prevedere risorse umane e strumentali adeguate e dedicate, posizionate ai vari livelli di intervento operativo, al fine di mantenere coerenza tra valutazione del rischio e comportamenti o attività conseguenti. Si sottolinea come la comunicazione non possa limitarsi a evitare allarmismi ma debba trasmettere ai responsabili decisionali, alle strutture del Sistema Sanitario Nazionale, alle parti sociali interessate ed al pubblico informazioni i-

donee ad intraprendere azioni e comportamenti consapevoli ed adeguati. • Mercato globale: L’attuale contesto socio-economico consiglia di mantenere un elevato livello di controllo sulle movimentazioni di uomini, derrate e cose, al fine di stroncare sul nascere azioni di disturbo, adulterazione, frodi o concussione. • Dati, rischi emergenti e piani di monitoraggio: È sempre più impellente una predisposizione, raccolta, utilizzo e stoccaggio dei dati, armonizzata a qualsiasi livello, aggiornata rispetto alle matrici sensibili e disponibile a chi ne ha diritto, al fine di individuare col più ampio margine di anticipo tutti i segnali che possano rendere il rischio prevedibile o annullabile. Le informazioni vanno raccolte, contribuiscono ad aumentare la base di esperienza, via via arricchita e vanno messe a disposizione di tutti gli operatori. Raccogliere dati senza una verifica della loro qualità o senza un’utilizzazione armonica e standardizzata è uno spreco di risorse a detrimento di quelle investite in sanità pubblica. • Formazione: Si auspica che l’Accademia e le Scuole di Formazione preparino gli esperti con un mirato orientamento didattico che fornisca le conoscenze utili ad affrontare in maniera specifica i problemi legati a queste emergenze, prevedendo anche discipline nuove che includano questa materia in rapporto anche al tema della Sicurezza Alimentare. ■

L’OIE chiude con l’ANMVI la tre giorni italiana battere malattie animali come le Salmonellosi, le tossinfezioni alimentari da E. coli o le parassitosi come Trichinella ed Echinococco puntando a produzioni alimentari più abbondanti e sicure per i 7 miliardi di consumatori del globo. Nel corso della conferenza stampa di chiusura dell’evento, Giancarlo Belluzzi ha ricordato che anche questa giornata di studio è inserita

nel calendario di lavoro di ANMVI International, il progetto che la Regione Lombardia ha denominato EccellEnte e raggruppa tutte le iniziative legate alla valorizzazione del territorio regionale, le sue Province ed il mondo dei produttori, dei fornitori di servizi e delle professioni collegate al mondo dell’agricoltura, che Cremona è in grado di dimostrare come una delle migliori fotografie del Sistema. ■

Da sinistra: Piergiuseppe Facelli (Ministero della Salute), Nicholas Belev (OIE), Stefano Cinotti (Izler), Giancarlo Belluzzi (ANMVI International). ’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) ha chiuso il 10 novembre, nella sede cremonese dell’ANMVI, il seminario di studio dei 45 National Focal Points che in altrettanti Paesi europei si occupano di sicurezza degli alimenti di origine animale. Dopo le due giornate di workshop all’IZSLER di Brescia - inaugurate l’8 novembre da Nicholas Belev (OIE), Romano Marabelli (Ministero della Salute), Stefano Cinotti (Izler) e Piergiuseppe Facelli (Ministero della Salute)le autorità e gli esperti si sono riunite nella sede cremonese dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, per trattare di standard mondiali per il mercato globale ed il ruolo di EXPO2015, che ha come tema fondamentale l’alimentazione del pianeta. Ad accogliere la delegazione a Palazzo Trecchi è stato il Vice Presidente Vicario di ANMVI Giancarlo Belluzzi. Per EXPO 2015 è interve-

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nuto Adriano Gasperi. L’Italia, attraverso il Ministero della Salute, “è uno dei Paesi chiave di questa organizzazione - come ha detto Romano Marabelli, Capo Dipartimento della Sanità Pubblica Veterinaria, Sicurezza Alimentare e Nutrizione - in quanto da oltre 10 anni fornisce uno speciale finanziamento volto ai Paesi dell’Est Europa, ad esempio, per favorire un paritetico status sanitario e colmare il divario tra Paesi di entrambe le sponde del vecchio continente. Attraverso la rete degli Istituti Zooprofilattici, il nostro Paese stimola da un paio di decenni numerosi progetti di cooperazione per gli scambi in ben 19 Stati, dalla Russia all’Azerbaigian, costituendo, di fatto, il Paese-ponte tra Urali ed oceano Atlantico”. Il tema della tre giorni in Italia dell’OIE è stato la “Salute animale per la Sicurezza degli Alimenti nei commerci mondiali”. I Focal Points di tutta l’Europa (non solo EU ma anche exURSS) hanno discusso di strategie per com-

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LE PATOLOGIE DELL’ENCEFALO E DEI NERVI CRANICI Valido anche come 3a parte dell’Itinerario di Neurologia Veterinaria Cremona, 14/17 Febbraio 2012 - Centro Studi SCIVAC ECM: Richiesto accreditamento per 29,1 Crediti DIRETTORE: Gualtiero Gandini, Med Vet, Dipl ECVN, Bologna RELATORI: Massimo Baroni, Med Vet, Dipl ECVN, Monsummano Terme (PT) Marco Bernardini, Med Vet, Dipl ECVN, Padova, Carlo Cantile, Med Vet, Pisa Cristian Falzone, Med Vet, Dipl ECVN, MRCVS, Perugia, Gualtiero Gandini, Med Vet, Dipl ECVN, Bologna LIMITE DI ISCRIZIONE: 10 Gennaio 2012 QUOTE: Soci SCIVAC: € 800,00 + IVA 21% - Non soci: € 1.050,00 + IVA 21% (Supplemento alla quota di € 50,00 + IVA 21% dopo il limite di iscrizione)


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Vacche a terra, torna lo scandalo in Veneto e in Campania La SIVAR ribadisce: “stiamo con la legalità”

a Vicenza ad Avellino. A due anni dalle inchieste di Striscia la Notizia sulle mucche a terra, torna lo scandalo delle "vacche a terra", animali trasportati in violazione del Regolamento 1/2005 sulla protezione degli animali al trasporto. Un fenomeno di difficile quantificazione, ma che non recede e che nel tempo è solo diventato più oscuro e sommerso. Il 14 novembre scorso Striscia la Notizia ha mandato in onda il servizio su un caso di animali non deambulanti trasportati, in violazione di legge, nel vicentino. Un episodio che rivela illegalità diffuse, a tutti i livelli della filiera, per animali certificati con "possibile lesione muscolare", anziché non idonei al trasporto. E poi un nuovo servizio, questa volta su un macello di Avellino. L'inchiesta di Stoppa mostra animali in gravi condizioni di salute che vengono accettati al macello dal veterinario di sanità pubblica. Sulle gravi responsabilità dei medici veterinari smascherati da Striscia la notizia, la Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito (SIVAR) ribadisce: stiamo con la legalità, rimuovere il "corpo del reato", evitando l'insorgere alla radice dei fattori che generano l'illecito penale. Da quando SIVAR, aggregando tutte le forze a sostegno della legalità, aveva formalmente proposto una soluzione ai Ministeri della salute e delle Politiche Agricole, il problema degli animali non trasportabili non è stato affrontato adottando ufficialmente l'eutanasia come una prassi gestionale codificata, eseguita dal medico veterinario, utile a prevenire i reati di maltrattamento e rispondente ad esigenze di bonifica sanitaria, sicurezza alimentare di evidente interesse collettivo. Sul documento della SIVAR, sottoscritto all'epoca da Anmvi, Aivemp, Fnovi, Lav e Animals'Angels, c'era subito stato l'apprezzamento del Ministero della Salute che aveva sensibilizzato il Ministero delle Politiche Agri-

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cole per individuare specifici finanziamenti e indennizzi e supportare l'onere economico della prestazione veterinaria e dello smaltimento della carcassa. Anche le Facoltà di Medicina Veterinaria avevano valutato favorevolmente la soluzione proposta dal documento SIVAR suggerendo considerazioni per la didattica universitaria. Nel condannare ogni illegalità, la SIVAR chiederà a tutti i sostenitori del documento di rilanciarlo nelle competenti sedi ministeriali con rinnovata urgenza. Ennesimo richiamo della FNOVI agli Ordini: giudizio disciplinare "subito per i colleghi, pubblici e privati, responsabili di violazioni deontologiche". E non c'è altro da dire: "la si smetta di licenziare comunicati speculativi che assolvono e condannano questa o quella parte della professione". Qui "ci troviamo di fronte ad un sistema che gestisce un malaffare". ■

ERRATA CORRIGE Sul n. 37/2011 della nostra rivista è stato pubblicato un annuncio sul programma di sterilizzazione e vaccinazione dei cani del Kosovo. L’iniziativa è di una organizzazione governativa locale l’“Animal Friends of Kosovo” e non dell’Ambasciata Italiana a Pristina. Di seguito i riferimenti dell’organizzazione. Animal Friends of Kosovo: Tel. 00377 44 190015 / 00386 49 412496 Email info@afkosovo.org Web: www.afkosovo.org


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18 Attualità Equidi

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Nuovo manuale operativo per la gestione dell’anagrafe equina Adeguate le procedure al Regolamento 504/2008 a gestione dell’Anagrafe Equina è organizzata sulla base di Linee guida fissate dal Ministro delle politiche agricole con Decreto 29 dicembre 2009 (che ha abrogato il Decreto 5 maggio 2006). Il decreto 26 settembre 2011, pubblicato il 28 novembre in Gazzetta Ufficiale, sostituisce il precedente Manuale, adegua le procedure al Regolamento Europeo 504/2008 e interviene sul registro di carico e scarico degli equidi. Sostituito il comma 11 dell’articolo 3 comma del decreto del 29 dicembre 2009, con il seguente: «11. Ogni azienda è tenuta a conservare un autonomo registro di carico e scarico, di cui all’art. 2, comma 2, lett. b), degli equidi detenuti nell’azienda medesima, sul quale vengono riportati, separatamente per ogni proprietario, tutti gli aggiornamenti entro sette giorni dal verificarsi dell’evento secondo le modalità del manuale operativo di cui all’art. 6, comma 2.». Precedente formulazione: Tutti gli allevamenti di equidi entro il 31 dicembre 2009 devono dotarsi del registro di carico e scarico di cui all’articolo 2, comma 2, lettera b) e mantenerlo aggiornato entro sette giorni dal verificarsi dell’evento secondo le modalità del manuale operativo di cui all’articolo 6, comma 2. Lo stesso Decreto 26 settembre 2011, approva un nuovo Manuale operativo per la gestione dell’anagrafe degli equidi in Gazzetta Ufficiale,

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che sostituisce il precedente Manuale e adegua le procedure al Regolamento europeo 504/2008 sull’identificazione degli equidi. Il manuale operativo è finalizzato alla definizione delle procedure che i responsabili del sistema di identificazione e registrazione degli equidi sono tenuti ad applicare per l’efficace gestione dell’anagrafe nazionale formata dai dati relativi delle strutture che detengono equidi ed ai capi in esse presenti. Dal 2003, la gestione e l’organizzazione dell’anagrafe equina è affidata all’UNIRE nell’ambito del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Legge 1 agosto 2003 n. 200). L’UNIRE si avvale “anche dell’Associazione Italiana Allevatori, attraverso le sue strutture provinciali (APA), per raccogliere i dati e tenerli aggiornati mediante un monitoraggio costante”. ■

LA FEI AGGIORNA LA LISTA DELLE SOSTANZE PROIBITE

a FEI ha annunciato alcune modifiche alla lista delle sostanze proibite (somministrate ai cavalli). Tali cambiamenti, effettivi a partire dal 1° gennaio 2012, riguarderanno: • l’introduzione del Solfato di magnesio nella lista delle medicazioni controllate, in ragione dei suoi effetti calmanti; • l’inserimento, nelle sostanze bandite, del Progesterone, o sostanze equiva-

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lenti, nei soggetti maschi (interi o castroni), alla luce degli effetti anabolizzanti; • l’inserimento dell’ACTH nelle sostanze bandite, come stimolante alla produzione di steroidi; • il passaggio della Valeriana, dalla lista delle sostanze bandite alla lista delle medicazioni controllate. “L’obiettivo è il costante aggiornamento della lista delle sostanze proibite rispetto alle ultime prove scientifiche - ha annunciato Graeme Cooke, direttore del dipartimento veterinario FEI - ed è nostra premura rendere partecipi in tempo reale le federazioni nazionali, affinché permettano ai loro tesserati di essere preparati a questi cambiamenti per il 1° gennaio 2012”. La lista aggiornata è stata messa a disposizione dalla FEI per riscontrare l’appartenenza dei principi alla lista delle sostanze bandite o delle medicazioni controllate. La FISE rammenta in una nota che tale distinzione (tra le sostanze bandite e le medicazioni controllate) comporta principalmente una differente entità di sanzioni. La FEI ha anche realizzato una applicazione per smartphone.


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Sulle vicende dello Zoo di Napoli Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Pietro Laricchiuta, Responsabile Veterinario dello Zoo di Napoli per "fare chiarezza", dopo molte notizie di stampa sul fallimento della società che l'aveva in gestione. Il messaggio che è arrivato al lettore è stato "lo Zoo di Napoli è una struttura abbandonata a se stessa". Ma non è così. Di seguito il suo intervento sulla vicenda. ome responsabile Veterinario della struttura sono coinvolto nella vicenda del fallimento in prima persona insieme ai miei collaboratori, dipendenti e consulenti, pertanto chi è più informato di noi sui fatti?Lo zoo è aperto al pubblico, non chiuso come pensano in molti. Gli animali continuano a essere seguiti regolarmente dai guardiani e le attività veterinarie continuano, come sempre, per garantire e tutelare il benessere degli animali. Il curatore fallimentare, assegnato per la gestione provvisoria del parco, ha mantenuto, per il momento, e speriamo per lungo tempo ancora, tutto il personale che sino ad ora si è occupato della tutela e gestione degli animali del giardino zoologico ovvero gli operai (8 non 100), il consulente per la zoologia e lo staff veterinario. Lo zoo ha necessità di essere aiutato e per questo ringraziamo tutte le associazioni, i docenti universitari della Facoltà di Medicina Veterinaria di Napoli e la gente comune che hanno deciso di sostenere lo zoo. Lo spostamento degli animali? Una possibilità. Ma è solo ed esclusivamente una voce diffusa da quelli che vogliono che lo zoo chiuda definitivamente. Ma anche questo per il momento non avverrà. Gli animali non possono essere spostati dallo Zoo non solo per una questione di anzianità e abitudine. Questa sarebbe una visione troppo ristretta del problema. Chi lavora negli zoo, come noi

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CARLO CANNAVACCIUOLO 4 novembre 2011, Santa Maria la Carità (NA) Tratto da Metropolisweb: “Colpi, battuti col calcio delle pistole dai due banditi, contemporaneamente, ad entrambi i lati del finestrino; poi il tentativo del fidanzato di scappare, mettendo in moto l'auto e innestando la retromarcia. E poi, all'improvviso, il rumore del vetro infranto, dal lato destro della Fiat Panda di Carlo, che dopo una cinquantina di metri va fermarsi, in bilico sul muretto, mentre il ragazzo si accascia, esanime, sul volante. Colpi esplosi da una distanza ravvicinata, nella piena consapevolezza di colpire a morte la vittima.

Non dimentichiamo

professionisti nel settore, sa che gli animali possono essere trasferiti, viene fatto giornalmente in tutti gli zoo del mondo con animali di tutte le specie e di tutte l'età. Ma lo spostamento in massa degli animali è un’operazione complessa, difficile e non può essere affrontata con superficialità, ma non è impossibile. Perché non spostare gli animali? Innanzitutto bisognerebbe trovare strutture idonee che possano ospitare animali. Altri Zoo italiani? Sarebbe un’idea. Ma quale zoo ospiterebbe 13 tigri, elefanti etc.? Un centro di recupero? Abbiamo centri di recupero di eccellenza di animali esotici in Italia con figure professionali esperte nel settore degli animali da zoo in grado di tutelare il loro benessere con pro-

fessionalità? Il Dr. Bedin e il Dr. Crosta, a ragione, dicono che è necessario avere veterinari con esperienza e specializzazione per garantire il benessere degli animali da zoo, ma non è il caso dello Zoo di Napoli. La società, che ha gestito il parco, ha capito l'importanza di affiancarsi a professionisti esperti in medicina veterinaria in animali da zoo ed ha deciso di avvalersi della nostra collaborazione, medici veterinari che hanno indirizzato la loro crescita professionale in "Zoo Medicine" e che sanno gestire, nella sua complessità, un giardino zoologico. La veterinaria negli zoo non è solo dare antibiotici o fare esami coprologici, come molti pensano, ma è un ramo molto più complesso della Medicina Veterinaria.

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“Da 14 facoltà che siamo abbiamo deciso di riunirci in 7 federazioni”. Franco Moriconi, coordinatore Conferenza dei Presidi di Veterinaria


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Lettere al Direttore

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Trasferimento e reinserimento degli animali a parte, è necessario insistere sull'aspetto culturale. Lo zoo moderno, oltre che avere profitto e creare posti di lavoro, è una struttura in cui l'aspetto di educazione, sensibilizzazione, ricerca e conservazione sono di primaria importanza. In Europa e oltre oceano, gli zoo moderni sono considerati delle risorse per le città. Hannover anni fa ha stanziato circa 50 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo complesso per gli orsi polari; lo zoo di Montpellier considera così importante l'aspetto di educazione e sensibilizzazione del suo Zoo che garantisce l'ingresso gratuito ai suoi visitatori. Napoli ha uno zoo storico che in passato è stato rilevante a livello internazionale, che ha fatto riprodurre specie in via di estinzione, la sua chiusura oggi rappresenterebbe una grave perdita culturale e per Napoli e per l'Italia. La città di Napoli e i suoi cittadini sono disposti a rinunciarci? È vero anche che, così com'è ora, la struttura è assolutamente inidonea per il mantenimento di alcune specie. A Napoli il progetto di uno zoo all'avanguardia è fermo da più di 5 anni, ma è lì in attesa di essere riesaminato e realizzato. Aspettando che venga presa

DA NON PERDERE E DA CONSERVARE on il prossimo numero di Professione Veterinaria, troverete un nuovo Manuale gratuito curato da ANMVI: “Il Direttore Sanitario”, di Giorgio Neri. Il Manuale, il tredicesimo della collana di ANMVI, è aggiornato agli ultimi provvedimenti legislativi, che impatteranno significativamente sulle professioni: possibilità di costituire società, obbligo di essere assicurati per la responsabilità civile professionale, sospensione dall’esercizio della professione per mancata emissione delle fatture, semplificazione delle procedure relative al Sistri, ecc. La stesura è iniziata a luglio di quest’anno; nel frattempo, la riforma delle professioni ha inciso su alcune indicazioni riportate in sede di prima scrittura, comportando la completa revisione dei testi prima dell’avvio alle stampe. Il Manuale si offre quindi come la più aggiornata trattazione sul Direttore Sanitario. ANMVI ringrazia l’autore per la scrupolosa stesura e lo sponsor Royal Canin che ha permesso la distribuzione gratuita del presente Manuale.

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posizione, una volta per tutte, sulla questione "Zoo di Napoli", noi continuiamo a lavorare e a tutelare il benessere dei "nostri" animali". Dr. Pietro Laricchiuta Spec. malattie infettive e sanità pubblica Responsabile Veterinario Zoo di Napoli

Zoo di Napoli? Aknowledged Veterinarians ! In questi giorni si sono susseguite notizie e comunicati sul fallimento dello zoo di Napoli

e sul destino degli animali in esso ospitati. SIVAE, tiene a ribadire l’appoggio ai colleghi responsabili della gestione sanitaria degli animali dello zoo. Entrambi i colleghi infatti sono dei professionisti riconosciuti di fama Nazionale e Internazionale, con esperienza decennale nella gestione degli Animali da Zoo. Sono inoltre impegnati anche in progetti di conservazione internazionali e grazie ad un’associazione ONLUS, forniscono il supporto tecnico e scientifico con elevati standard di qualità ad alcuni zoo di paesi in via di sviluppo. Il loro impegno, così come quello di società specialistiche come SIVAE e SIVASZoo, non è rivolto solo alla cura e al benessere degli animali ma anche alla formazione del perso-

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nale medico e dei keeper. In attesa di un dovuto riconoscimento (Aknowledge Veterinarians, FVE) per tutti i Medici Veterinari che si occupano della salute e del benessere degli animali esotici, selvatici e da zoo sono certo che se colleghi con un reale bagaglio culturale, scientifico ed etico documentabile attraverso l’esperienza sul campo e le pubblicazioni scientifiche sulla materia, collaborassero più spesso con le strutture che ospitano queste tipologie di animali la loro salute e le loro condizioni di vita ne trarrebbero solo beneficio. Marco Bedin, DVM, PhD Presidente SIVAE Medico Veterinario per Animali Esotici, Selvatici e da Zoo


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22 Calendario attività Dal 13 gennaio al 4 marzo Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi

13 GEN 18 - 19 GEN 20 - 21 GEN 24 - 27 GEN 28 - 29 GEN 29 GEN 29 GEN 29 GEN 1 FEB 2 - 4 FEB 3 - 5 FEB 4 - 5 FEB 4 - 5 FEB

CORSO SCIVAC CORSO SCIVAC ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC SEMINARIO SIDEV INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA

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CORSO SCIVAC

6 FEB 12 FEB 12 FEB 12 FEB 14 - 17 FEB 19 FEB 22 - 24 FEB 23 FEB 25 - 26 FEB 25 - 26 FEB 26 FEB 26 FEB 29 FEB - 3 MAR

SEMINARIO NAZIONALE - STATUS DELL’EQUIDE ED IMPIANTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO PER L’USO DEL FARMACO” - Cremona, Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - ECM: NO ECM - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it ENDOSCOPIA DELL’APPARATO GASTROENTERICO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 17,5 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it ENDOSCOPIA APPLICATA ALLE MALATTIE RESPIRATORIE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Richiesto Accreditamento per 16,4 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 3° IT. ORTOPEDIA: V PARTE - CHIRURGIA ARTICOLARE E PERIARTICOLARE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 35,9 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it SEMINARIO AVANZATO SIDEV - AGGIORNAMENTI SULLE MALATTIE ALLERGICHE CUTANEE DEL CANE E DEL GATTO - Palazzo Cittanova, Cremona - Corso Garibaldi 120 - ECM: No crediti - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it RIPRODUZIONE NEI PICCOLI ANIMALI - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it DALLA VISITA ORTOPEDICA ALLA DIAGNOSI DI ZOPPIA - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC VENETO

INCONTRO SICIV IN COLLABORAZIONE CON SIVAE

5 FEB

4 MAR

SEMINARIO NAZIONALE SIVE IN COLLABORAZIONE CON ANMVI

INCONTRO SIFIRVET / SINVET

CORSO INTRODUTTIVO ALLA PRATICA NEUROLOGICA - Atahotel Expo Fiera, Pero (MI) - Via Keplero 12 ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CITOLOGIA ED ANIMALI ESOTICI: QUANDO FARLA, COME FARLA E COME INTERPRETARLA - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: No ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it CORSO AVANZATO - CHIRURGIA TORACICA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it SISTEMA NERVOSO PERIFERICO - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: No ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it

LE EPATOPATIE: QUALI STRUMENTI NUTRIZIONALI ABBIAMO A DISPOSIZIONE? - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: No ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE APPROCCIO AL PAZIENTE CARDIOPATICO - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 4° IT. NEUROLOGIA VETERINARIA: III PARTE - LE PATOLOGIE DELL’ENCEFALO E DEI NERVI CRANICI Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 29,1 Crediti - Per info: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it INCONTRO SICARV NUOVE FRONTIERE NELLA DIAGNOSI E NELLA TERAPIA DELLA PERDITA TRANSITORIA DELLO STATO DI COSCIENZA (T-LOC) NEL CANE - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per info: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 4° IT. ORTOPEDIA: I PARTE - VIE DI ACCESSO E TECNICHE DI RIDUZIONE - Centro Studi SCIVAC, Cremona Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 24,7 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CONVEGNO SIVAR AGGIORNAMENTI IN BUIATRIA: UROLITIASI, MALATTIE RESPIRATORIE E TERAPIE - Facoltà di Medicina Veterinaria di Padova - Via dell’Università, 16 - Agripolis - ECM: Accreditamento ECM non previsto - Per info: Paola Orioli - Segreteria Organizzativa, Scientifica e Marketing - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it INCONTRO SINVET PATOLOGIE VASCOLARI DI INTERESSE NEUROLOGICO NEL CANE E NEL GATTO - Palazzo Cittanova, Cremona - Corso Garibaldi 120 - ECM: No ECM - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it CORSO SCIVAC CORSO AVANZATO INTENSIVO - I BLOCCHI NERVOSI PERIFERICI - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 15,9 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC FRIULI VEN.GIULIA CHIRURGIA DEL RENE E URETERE: SFIDA POSSIBILE? - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - Email: delregionali@scivac.it INCONTRO REGIONALE SCIVAC MARCHE DALLA VISITA ORTOPEDICA ALLA DIAGNOSI DI ZOPPIA - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 E-mail: delregionali@scivac.it ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC 1° IT. MEDICINA INTERNA: IV PARTE - NEUROLOGIA PER IL MEDICO INTERNISTA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento per 33,7 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti Segreteria SCIVAC - Corsi, Congressi e Seminari - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it INCONTRO SIANA

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LIGURIA

IL RISCHIO PERIOPERATORIO - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC e Corsi Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

laPROFESSIONE

VETERINARIA 40 | 2011

la VETERINARIA

PROFESSIONE

La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl - Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicati come tali. Cambio di indirizzo: Le modifiche per il recapito postale vanno indirizzate a: info@evsrl.it Chiuso in stampa il 28 novembre 2011

SOLUZIONI

e

Masse isolate e procidenti all’interno della milza Lesioni a bersaglio isolate all’interno del fegato Masse omogenee isolate nel parenchima renale che appaiono ipoecogene o isoecogene rispetto al parenchima circostante. Aumentata dimensione ed ecogenicità del fegato

c

con una vaccinazione orale del vitello alla nascita con una vaccinazione intramuscolare della vacca nelle settimane precedenti la messa in asciutta in Francia non esistono vaccinazioni autorizzate contro la rotovirosi

QUIZ 1

a b

Splenomegalia

Risposta corretta: c) Seminario SIVE: “Ecografia addominale e toracica nel cavallo adulto” - Cremona, Settembre 2008

a b c d

QUIZ 2

2) Le rotavirosi intestinali del vitello possono essere prevenute:

Risposta corretta: a) Congresso Nazionale Multisala SIVAR: “Le buone pratiche di allevamento: una buona occasione per il veterinario” Cremona, maggio 2006

1) Quale delle seguenti descrizioni non è tipica dell’aspetto ecografico del linfosarcoma nel cavallo?


Professione Veterinaria 40-2011:ok

30-11-2011

12:22

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Professione Veterinaria 40-2011:ok

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