Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 41

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la VETERINARIA

PROFESSIONE

A.N.M.V.I.

ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

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SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Anno 6, numero 41 dal 30 novembre al 6 dicembre 2009 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano

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DIDATTICA HO DAVVERO IMPARATO?

CONFPROFESSIONI INCONTRA I VETERINARI

CERTIFICAZIONE BPV E PRONTO SOCCORSO

IL VETERINARIO È UN MANAGER

IL FONDO SANITARIO CONFERMA PIGA

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BREVI

DISTRIBUIAMO IL FARMACO VETERINARIO

ILARIA CAPUA Con Mario Draghi, Roberto Saviano, Sergio Marchionne e altri nomi prestigiosi dell’Italia che guarda al futuro, Ilaria Capua è fra i primi 10 italiani che il Sole 24 Ore ha inserito nella top 10 dei personaggi che hanno contribuito a dettare le tendenze e le opinioni del futuro.

PEC I medici veterinari sono tra i professionisti che hanno risposto meglio e più tempestivamente all'obbligo di dotarsi di una casella di posta elettronica certificata. Alla scadenza del 29 novembre, il 50% degli iscritti all'Ordine era in regola. I dati, presentati dal Ministro Brunetta, vedono i veterinari in testa sulle altre professioni sanitarie.

VETINFO Riorganizzati i sistemi informativi sanitari del Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti. Predisposto il portale unico vetinfo.sanita.it. On line gli applicativi di gestione delle anagrafi zootecniche.

ONAOSI "Crediamo che l'ONAOSI se la sia cavata". Il Presidente della Fondazione perugina, Aristide Paci, ha aperto l'anno accademico all'Università di Perugia rassicurando gli iscritti e i giovani sul mantenimento degli attuali livelli qualiquantitativi prevido-assistenziali. Non ancora approvato il nuovo Statuto. Paci si appella al Ministero del Lavoro: "incomprensibile".

UNIRE Nella seduta del 30 Novembre, il Consiglio di Amministrazione dell’Unire ha deliberato di procedere alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa per la costituzione e l’aggiornamento di una banca dati per le “valutazioni genetiche del sella Italiano”.

EUROPA Il Parlamento europeo "sottolinea l'importanza del ruolo della professione veterinaria e di allevatore che dovrebbero essere in prima linea nello sviluppo e nella fornitura di servizi specializzati e dinamici, quali la pianificazione in materia di salute degli animali". Lo si legge nella risoluzione del PE su una nuova strategia per la salute degli animali nell'Unione europea (2007-2013).

laPROFESSIONE VETERINARIA

ANMVI 1999

UNIVERSITÀ

Ospedali didattici veterinari Sono strutture che richiedono investimenti e scelte condivise. Per la EAEVE non possono mancare. Accademia e professione al bivio del clinical training A PAGINA 3

I VOLONTARI SCIOPERANO ABBIAMO SEMPRE SOSTENUTO CHE IL CANILE È IL SIMBOLO EVIDENTE DEL FALLIMENTO DI OGNI AZIONE PREVENTIVA CONTRO IL RANDAGISMO. Solo se tutte le azioni di prevenzione contro l’abbandono degli animali ed il loro riprodursi incontrollato sono fallite, resta come unica possibilità quella del canile. Dobbiamo avere sempre chiaro questo aspetto perché una struttura come il canile, sia pure bello, nuovo e moderno, per sua stessa logica ed impostazione è comunque sempre uno spazio di internamento coercitivo che non potrà mai essere una soluzione nel rispetto del benessere animale, ma sempre e solo un ripiego. Abbiamo anche sempre sostenuto che la gestione dei canili può essere un business diventando una vera e propria attività imprenditoriale sovvenzionata con denaro pubblico e con interessi economici e politici spesso sin troppo evidenti. La notizia apparsa sui quotidiani del 26 novembre sullo sciopero dei 106 dipendenti del canile della Muratella a Roma (800 animali detenuti), perché non ricevono lo stipendio da due mesi, ha evidenziato una gestione difficile della struttura gestita dall’AVCPP (Associazione volontari canile Porta Portese) lasciando qualche dubbio. Volontari? Ma se scioperano per lo stipendio! Un dipendente ogni 7,5 animali! Ma quante stelle ha questo canile? I sindacati ovviamente hanno subito chiesto che venga garantito il lavoro a tutti e che il Comune stanzi nuovi fondi a sostegno della struttura. Altri soldi che sarebbe forse meglio investire in azioni di prevenzione.

Nell'ambito del convegno sul farmaco organizzato sabato 28 novembre a Pescara dalla FNOVI, Carlo Scotti, in rappresentanza dell'ANMVI, ha evidenziato i punti critici della distribuzione del farmaco veterinario rilanciando con determinazione le soluzioni che l'Associazione ha già avanzato da tempo. Sulla proposta di consentire la distribuzione del farmaco al medico veterinario è arrivata un'apertura da parte della Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario. La proposta dell'ANMVI è una ipotesi di forte cambiamento del sistema distributivo che sta ormai incontrando l'attenzione di tutte le parti coinvolte (FNOVI, AISA ed Ascofarve) con le quali l'Associazione ha chiesto un confronto al Ministero. "Non si può chiedere ai veterinari italiani di sopportare l'IVA più alta d'Europa - ha dichiarato Scotti - e negare la gestione del farmaco veterinario che altri Paesi invece consentono". Oggi la professione sconta difficoltà nella reperibilità del farmaco veterinario, sono poche le farmacie che lo tengono ed ancora troppo poche le strutture veterinarie che lo gestiscono per vari motivi (operazione complementare alla prestazione professionale, differenza della per-

centuale di IVA, difficoltà di gestione per aspetti organizzativi, problemi culturali che devono essere superati), costi più elevati del farmaco veterinario rispetto al corrispondente umano dovuti soprattutto al ridotto mercato ed ai problemi distributivi, mancanza di prodotti generici, sostituzione del farmaco veterinario con analogo umano da parte di molte farmacie ed anche alcuni veterinari. "D'altra parte - prosegue Scotti - se vogliamo che questo mercato trovi il suo giusto equilibrio, tutte le criticità evidenziate potranno essere superate solo con un approccio diverso verso il problema. Diamo ai 6500 ambulatori, distribuiti su tutto il territorio nazionale, la possibilità di cedere il farmaco veterinario senza i limiti imposti oggi dalla normativa che ne rende impossibile la gestione, togliendo la complementarietà con la prestazione veterinaria riducendone anche l'IVA al 10%, ed i problemi distributivi saranno tutti superati. "Crediamo che questa ipotesi - conclude - sia l'unica che possa garantire la cura agli animali, per la loro salute ed il loro benessere, attraverso una terapia adeguata, corretta e controllata dall'unica figura professionale che ne ha le capacità e l'esperienza per farlo: il medico veterinario". ■

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Università Attualità

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Gli ospedali veterinari didattici: qualità ma senza concorrenza Tavola rotonda a Bologna. Accademia e Professione a confronto to con molte facoltà straniere….”. L’Ospedale didattico, ha aggiunto, “mette a nudo la differenza tra il dire e il fare, tra la velleità di essere qualcosa e l’essere veramente qualcosa, è il paradigma del dibattito, avviato e non certo concluso, su come debba rinnovarsi l’insegnamento della medicina veterinaria in Italia”. L’Ospedale didattico di Bologna nasce attorno al 2000, quindi in tempi relativamente recenti. “Ma nasce già vecchio”, secondo Gandini. I maggiori problemi risiedono nella mancanza di una gestione manageriale e moderna che inizi con l’accettazione del paziente e termini con la sua dimissione; il raggiungimento di una adeguata skill professionale che attiri casistica possibilmente di referenza.

CHI CI LAVORA?

l 23 novembre scorso, la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna ha promosso un dibattito importante sul ruolo e le problematiche degli ospedali didattici nelle Facoltà. Il Preside, Santino Prosperi, è soddisfatto di come sono andati i lavori, “perché è stato un confronto franco, senza terzi fini, in cui ognuno ha detto veramente quello che pensava”. Adesso si tratta di mettersi al lavoro e di tradurre in linee guida condivise le posizioni emerse dal fronte accademico e da quello professionale. “L’occasione è troppo importante per sprecarla”, per usare le parole del Professor Gualtiero Gandini, dunque vediamo di focalizzare i concetti.

I

PERCHÉ PARLARE DI OSPEDALI DIDATTICI? Perché parlare dell’Ospedale Didattico Veterinario? Innanzitutto perché in Europa, l’ha ricordato il Presidente della Conferenza dei Presidi Massimo Castagnaro, la formazione del medico veterinario ha come base la Direttiva 2005/36 che prevede la presenza in sede di un ospedale veterinario didattico. Anche in Italia senza la presenza di una struttura di questo tipo sarà sempre più difficile dimostrare la sussistenza di requisiti di qualità, senza contare che la EAEVE chiede un certo tipo di didattica pratica, la cosiddetta “hands on”. L’ospedale veterinario didattico è una delle realtà formative più significative degli Stati Uniti, dell’Australia e di quella parte di Europa che è all’avanguardia della Medicina Veterinaria. “In questi paesi - ha dichiarato Gualtiero Gandini - nessuno potrebbe concepire una Facoltà di Medicina Veterinaria senza Ospedale Didattico”.

COSA SONO? Una definizione di ospedale veterinario didattico viene dalla normativa italiana ed è questa: “Struttura veterinaria avente individualità ed organizzazione proprie ed autonome in cui vengono fornite prestazioni professionali da più medici veterinari generici o specialisti e nella quale è prevista la degenza di animali oltre a quella giornaliera, il servizio di pronto soccorso sull’arco delle 24 ore con presenza continuativa nella struttura di almeno un medico veterinario e i servizi di diagnostica di laboratorio. L’Ospedale veterinario è dotato di

direttore sanitario medico veterinario”. Ne discendono requisiti strutturali e organizzativi di tutto rispetto, complessi e articolati, all’altezza di questo ruolo. Castagnaro ha posto quindi la domanda delle domande: “Tenendo in considerazione il numero di studenti che devono frequentare l’ospedale veterinario e le difficoltà economiche del sistema Italia, sono ipotizzabili investimenti di questa portata nei prossimi anni?” Da qui una serie di ipotesi per dare efficienza ad un investimento pubblico e che portano all’idea di un ospedale strettamente integrato con il territorio di riferimento: con il sistema sanitario regionale (l’ospedale come struttura sanitaria regionale) e con i liberi professionisti (l’ospedale come punto di riferimento e di erogazione di servizi per il mondo libero professionale, coinvolgimento dei liberi professionisti nell’erogazione di servizi dell’ospedale).

COME SONO? Come sono in Italia gli ospedali veterinari didattici? “Molte strutture private ci sopravanzano in termini di casistica, efficienza e struttureha detto Gandini- e, credetemi, non dipende solo dal fatto che le Università hanno sempre meno denaro… Non parliamo poi del confron-

ON LINE LE PRESENTAZIONI

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a facoltà di Medicina Veterinaria di Bologna ha pubblicato le presentazioni in power point e gli abstract degli interventi al convegno "La didattica pratica nelle Facoltà di Medicina Veterinaria: ruolo e problematiche degli Ospedali Didattici". Sono consultabili on line l'intervento di Gualtiero Gandini, presidente della commissione didattica e docente della Facoltà di Veterinaria dell'università di Bologna, l'abstract e la presentazione del Presidente ANMVI Sandro Barbacini e le presentazioni di: Massimo Castagnaro (Conferenza dei Presidi), Gaetano Penocchio (Presidente FNOVI), Stephane Martinot (Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Lione) e del Presidente della FVE Walter Winding.

“Prima o poi anche gli accademici italiani dovranno comprendere che solo criteri di efficienza e qualità permettono la sopravvivenza e la riuscita di un progetto” - dichiara Gandini, secondo il quale “il maggior ostacolo al funzionamento dell’ospedale, rappresentato dalla necessità di avere personale dedicato e adeguatamente formato per le nuove necessità. L’ospedale a tutt’oggi (e credo che questo valga anche per altre Facoltà), trova le sue risorse nel personale docente e ricercatore, nei dottorandi di ricerca (peraltro snaturandone la funzione), nella buona volontà (gratuita) dei laureati frequentatori e degli studenti. Questa è una aberrazione”.

GLI INFERMIERI E si arriva alla mancanza di infermieri veterinari e di un numero adeguato di personale medico veterinario che possa garantire la copertura del servizio sulle 24 ore per tutti i giorni dell’anno. “Se digitiamo veterinary nurse su google siamo sommersi da centinaia di immagini, iniziative, corsi e libri di testo dedicati - afferma Gandini, che domanda: “ma è possibile che in tutta Europa e negli Stati Uniti esistano gli infermieri veterinari e in Italia si continui a usare la manovalanza gratuita (o quasi) di postlaureati che imparano sui tavoli dei colleghi le manualità che dovrebbero imparare negli Ospedali Didattici”? La proposta è “eretica” nella sua semplicità: “non avrebbe senso ridurre gli studenti da 1000 a 700 e creare invece 200-300 posti per infermiere con un corso di Laurea triennale dedicato? Magari fatto da quelle Facoltà che non raggiungeranno mai gli standard EAEVE e continuano invece a riversare sul mercato laureati le cui competenze non sono EAEVE certificate?” Il personale docente è reclutato in base alle necessità dell’insegnamento teorico. “Non è pensabile fare andare avanti un ospedale con quei docenti e ricercatori reclutati sulla necessità di coprire 120 ore annuali di didattica teorica. Forse è il caso di pensare a qualche figura specifica, magari utilizzando qualche contratto per periodi di formazione”.

CONVENZIONI? In qualche Regione, ricorda Gandini, è stata fatta, in modo sporadico e saltuario, sulla base di condizioni favorevoli locali e della buona disposizione di qualche assessore regionale alla Sanità una convenzione che, dietro erogazione di qualche borsa di studio, assegnasse all’Ospedale Didattico la cura e il ricovero degli animali traumatizzati privi di proprietario

reperiti sul territorio e gestiti dal veterinario dell’AUSL. “Se ci si pensa bene, l’idea è tutt’altro che malvagia: gli ospedali didattici avrebbero possibilità di utilizzare specializzandi cresciuti con adeguata formazione, potrebbero erogare un servizio di utilità sociale, potrebbero soddisfare i requisiti EAEVE sull’apertura di un pronto soccorso aperto 24 ore e non entrerebbero in collisione con le strutture private. Gli ospedali potrebbero infine essere visti come un presidio territoriale di Sanità Pubblica”.

L’OSPEDALE SECONDO LA PROFESSIONE L’ospedale che vorremmo, si legge nella presentazione del Presidente della FNOVI è un ospedale che svolge “una eccellente attività didattica con il minore impatto sulla professione”. Un minore impatto che dipende dal raggio d’azione (il target dei clienti), i tempi (orari di apertura), gli onorari (il tariffario), la pubblicità e i servizi erogati (es. convenzioni con chi?). La variabile concorrenziale più sensibile

RIUTILIZZO DIDATTICO DELLE “VACCHE A TERRA”

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opo la pubblicazione del Documento SIVAR per l’eutanasia degli animali non deambulanti, il Preside della Facoltà di Medicina Veterinaria di Padova Massimo Castagnaro avanza una proposta sul destino delle cosiddette vacche a terra. “Condivido - scrive Castagnaro all’ANMVI l’individuazione dell’eutanasia come la risposta più idonea e opportuna, tuttavia - aggiunge- la distruzione dell’animale conduce di fatto alla perdita di tutte le possibili informazioni relative allo suo stato di salute, sia quelle specifiche da cui consegue l’incapacità alla deambulazione, sia quelle generali suggestive della storia sanitaria della vacca”. Affrontando la questione dal punto di vista di un docente di Patologia Generale e Anatomia Patologica Veterinaria, Castagnaro evidenzia “la perdita, mi si perdoni l’espressione, di importante materiale didattico”. Una possibile soluzione che tenti di affrontare contemporaneamente entrambe le facce del problema potrebbe essere quella di “sottoporre, d’intesa con i Servizi Veterinari regionali, un certo numero di vacche ad esame post-mortem e altri possibili ulteriori accertamenti diagnostici presso le facoltà di medicina veterinaria. Questa proposta - conclude il Preside di Padova- permetterebbe da una parte di non perdere importanti informazioni sanitarie utilizzabili da un punto di vista epidemiologico; dall’altro, sarebbe una importante fonte di materiale utilizzabile per arricchire la preparazione pratica dei futuri veterinari”. Il Documento della SIVAR per l’eutanasia degli animali non deambulanti e non trasportabili ai sensi del Regolamento Europeo 1/2005, è stata sottoscritta da ANMVI, AIVEMP, FNOVI, LAV e ANIMALS ANGELS. Il Ministero della Salute ha valutato favorevolmente la proposta.


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A Udine si laureano profili professionali non riconosciuti Scienze della Nutrizione, Scienze Animali e Assistente Veterinario. Renato Del Savio: "logiche interne di sussistenza" a didattica della Facoltà di Medicina Veterinaria di Udine si articolerà in due corsi di laurea triennale (oltre alla triennale di Biotecnologia sono stati definiti i curricula in Scienze Animali e Assistente Veterinario) e in due corsi di laurea specialistica (Scienze della Nutrizione che, teoricamente, permette l'iscrizione all'Ordine degli agronomi, e Agrozootecnia che, nelle intenzioni, potrebbe far accedere all'Albo dei biologi). Alla presentazione del piano di studi indetta nei giorni scorsi dall'Ateneo friuliano è intervenuto Renato Del Savio, Presidente dell'Ordine dei Veterinari di Udine, che ha preso la parola per criticare apertamente i progetti: "State continuando a illudere gli studenti - ha dichiarato e a creare figure non riconosciute". In un comunicato stampa diffuso al termine dell'incontro, il Presidente dell'Ordine di Udine chiarisce i "dubbi" e le "fortissime perplessità" che nutre verso l'impianto attuale e quello che prenderà avvio dal prossimo anno accademico. E sull'assenza del mondo produttivo all'incontro (allevatori in primis) Del Savio è stato altret-

L è comunque il costo della prestazione, fa notare il Presidente Penocchio, che suggerisce onorari da concordarsi con gli Ordini e comunque maggiori di quelli minimi rilevati dallo studio indicativo della FNOVI sulle tariffe minime e massime. La didattica pratica nelle facoltà di medicina veterinaria è una esigenza e una necessità, per il Presidente dell’ANMVI, Sandro Barbacini e “l’ospedale didattico è una risorsa e un bene comune, un investimento che deve soddisfare esigenze di formazione pratica (su tutte le specie animali), di referenza e di ricerca. La didattica pratica deve anche trasmettere un metodo e una organizzazione del lavoro. L’ospedale, insomma, deve essere in mano agli studenti”. Certamente, sono necessarie risorse finanziarie adeguate e all’altezza degli obiettivi di qua-

lità che l’Accademia è determinata ad innalzare. È interesse della società disporre di laureati capaci di “fare” e la professione sa “fare”. “Siamo pronti a fare la nostra parte - ha detto Barbacini - e a dare il nostro contributo alla qualità della formazione universitaria, a creare una joint venture del sapere. Va in questa direzione il contributo dell’ANMVI ad un processo di collegamento fra le aule universitarie e la professione pratica, il mercato del lavoro, il tessuto economico-produttivo e le esigenze di una società globale che sta chiedendo alla formazione accademica veterinaria di evolvere su scala internazionale” . Gli ospedali didattici, sui quali si è avviato un primo confronto e che richiedono ulteriori riflessioni, contribuiranno a quella selezione di qualità di cui si parla ormai esplicitamente negli stessi ambienti accademici. ■

tanto decisivo: "Mi stupisco, un'altra volta ancora, nel constatare la mancanza di questi rappresentanti che dovrebbero dirci e dire prima di tutto alla Facoltà di quali figure professionali necessitano, altrimenti significa che non sono interessati ai profili professionali che qui dentro state preparando". E ha aggiunto: "Non potete pensare di mantenere in piedi questa struttura accademica soltanto in funzione di logiche interne di sussistenza". "Noi abbiamo contestato fin dall'inizio la nascita di questa Facoltà - ha ricordato il presidente Del Savio - perché è una realtà anomala". I laureati in Medicina Veterinaria al massimo potranno iscriversi all'Albo degli agronomi e, forse, a quello dei biologi. "Ma di veterinario in tutto questo non c'è nulla” - ha dichiarato Del Savio. Il Presidente dell'Ordine di Udine durante l'incontro è stato esplicito: "Fate credere agli studenti che potranno diventare assistente veterinario e infermiere veterinario, figure che non esistono, non sono proprio riconosciute dal Ministero; formate presunte figure professionali che non soltanto non servono a nulla nel mercato ma di cui nessuno ha bisogno, quindi sfornate sicuri disoccupati", ha ribadito. ■

LE REGIONI CHIEDONO 595 VETERINARI

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’Allegato 6 dell’intesa fra il Governo e le Regioni del 29 ottobre scorso indica un fabbisogno complessivo di 595 medici veterinari per l’anno accademico 2009/2010. Il documento è stato pubblicato il 26 novembre dalla Conferenza Stato Regioni e dettaglia, Regione per Regione, il fabbisogno secondo le necessità del Servizio Sanitario Nazionale. È questo infatti il parametro in base al quale il Ministero della Salute e le Regioni stimano il bisogno di professionalità veterinarie per ogni anno accademico. Il fabbisogno espresso complessivamente dal Ministero della Salute, dalle Regioni e dalle Provincie Autonome e sancito con l’intesa del 29 ottobre scorso, è inferiore a quello determinato dal Ministero dell’Università, che per il prossimo anno accademico si era prima espresso indicando 1.050 posti disponibili (decreto ministeriale 3 luglio 2009), poi ridefiniti, su mozione del CUN, in 1.110 posti (decreto ministeriale 21 settembre 2009). Campania e Lazio sono le Regioni che indicano il fabbisogno più elevato (rispettivamente 140 e 106); zero per Friuli, Marche e Valle d’Aosta. Il fabbisogno espresso su base regionale è uno dei criteri della programmazione universitaria. Il fatto che questa stima sia espressa sulla base delle esigenze del SSN e non del mercato economico-occupazionale è stato più volte criticato dall’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza.

SIA OBBLIGATORIO ATTIVARE LE SPECIALIZZAZIONI

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a Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano quest'anno non attiverà i corsi di specializzazione. La FNOVI ha scritto al Ministro Mariastella Gelmini "sottolineando la conseguente penalizzazione curricolare ai fini dell'accesso ai bandi di concorso per i quali è richiesto il titolo di specializzazione, con evidenti preclusioni occupazionali". La richiesta del Presidente Gaetano Penocchio al Ministro dell'Università è di "valutare la possibilità di prevedere che in ogni Facoltà venga obbligatoriamente attivato non meno di 1 corso di specializzazione/anno. Numero che potrebbe essere opportunamente rapportato al numero di laureati per anno". La richiesta, inoltrata il 1 dicembre, si richiama ai lavori in corso al tavolo tecnico attivato al Ministero dell'Università, e conclude: "non comprendiamo come 14 Facoltà producano 1100 nuovi iscritti agli Ordini ogni anno, a cui poi viene negata (o resa molto difficile) la possibilità di completare gli studi nelle scuole di specializzazione; condizione questa che limita o in qualche caso impedisce l'accesso al mondo del lavoro".


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Aldo Vezzoni Intervista

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Ho davvero imparato? La verifica si fa durante il corso Tecniche attive d’aula, partecipazione diretta e … compiti a casa di metabolizzarle. Intervallando le relazioni frontali in cui vengono dati i concetti con momenti di verifica immediata, il partecipante viene aiutato non solo a capire ma anche a mettere in pratica quanto ha appreso.

Nella foto, al centro, Aldo Vezzoni (SCMPA, Diplomato ECVS) durante le esercitazioni all’AO Master Class Course lo scorso novembre. Oltre a ricoprire la carica di Presidente FSA, Vezzoni è ESVOT Senior Vice President e curatore della newsletter OrthoVetSuperSite.

ul numero 39 di Professione Veterinaria abbiamo iniziato a parlare dell’evoluzione della didattica veterinaria del Centro Studi EV di Cremona. Con Bruno Peirone abbiamo toccato il tema della formazione dei relatori e delle nuove tecniche della docenza. Con Aldo Vezzoni, direttore del recente AO Master Class Course on Advance corrective Ostheotomies, vediamo ora come sta cambiando la didattica pratica dal punto di vista del discente e dell’efficacia dell’apprendimento. Un elemento qualificante e apprezzato della metodologia applicata all’AO Master Class

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Course è stata la verifica in corso d’opera di quanto appreso: lezioni seguite da esercitazioni al tavolo nelle quali applicare subito le cognizioni appena apprese. Al partecipante viene richiesta una presenza attiva, non è un recettore passivo di informazioni da incamerare, ma gli viene subito richiesto di elaborare il sapere e di applicarsi. Dottor Vezzoni, quali sono i vantaggi di questa metodologia? Certamente la lezione frontale, soprattutto se continuamente ripetuta durante un Corso intensivo, ha dei grossi limiti. L’attenzione del partecipante cade e il susseguirsi delle molteplici informazioni che riceve gli impedisce

Addirittura con i compiti da fare a casa (o in albergo) per il giorno dopo. Come funziona più precisamente questa tecnica didattica e soprattutto: come hanno reagito i colleghi? Innanzitutto occorre una disposizione diversa dell’aula. Le sedie a platea non sono adatte, occorrono i banchi con sedie comode, spazio sufficiente tra i partecipanti in modo da tenere sul tavolo non solo gli appunti, ma anche il materiale necessario per gli esercizi da eseguire. Con relazioni brevi, di 15-20 minuti ciascuna, intervallando i relatori in modo da interrompere la monotonia, vengono fornite le informazioni necessarie, mirate ad ambiti ristretti, in modo da guidare passo passo il partecipante. Ogni 2-3 relazioni si chiede al

EFFICACIA DELL’APPRENDIMENTO

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l Centro Studi EV di Cremona organizza le iniziative di aggiornamento scientifico e professionale delle associazioni federate ANMVI nazionali e ogni anno ospita migliaia di veterinari e centinaia di eventi attrezzati con le più moderne soluzioni per la didattica pratica. L’efficacia dell’apprendimento è il principale obiettivo delle direzioni scientifiche dei singoli eventi. Nella foto un momento dell’AO Master Class Course on Advance corrective Ostheotomies. partecipante di eseguire degli esercizi al tavolo, per applicare i concetti appresi, con gli istruttori che girano tra i banchi per dare assistenza. Vengono poi forniti dei compiti “a casa” da eseguire nella pausa studio e ripasso, prevista dopo il break di mezzogiorno ed

LA LINGUA INGLESE NON È UN OSTACOLO

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’utilizzo della lingua inglese nella didattica veterinaria non è un ostacolo, ma un valore aggiunto. “Per chi vuole trarre vantaggio dal progresso scientifico in campo medico - dichiara Vezzoni- la lingua inglese è un obbligo. Solo usando una sola lingua ci si può scambiare esperienze e conoscenze e trarre vantaggio da tutto quanto viene prodotto a livello mondiale”.

La didattica in lingua inglese è oggetto di analisi e di proposta nelle sedi universitarie e, in base alla riforma Gelmini, l’insegnamento in lingua è addirittura già previsto nella riforma dei licei: all’ultimo anno di liceo scientifico una materia verrà insegnata in inglese per un’ora alla settimana. Un vantaggio sicuro, per accostarsi senza mediazioni alla letteratura scientifica internazionale.


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6 Intervista Aldo Vezzoni

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dei discenti italiani in questi anni? È cambiata sia in bene che in male. In bene perché c’è una gran voglia di imparare per acquisire sempre maggior competenza ed essere poi in grado di applicarla nella propria attività, anche per far fronte alla concorrenza sempre crescente. In male perché, mentre in passato si sentiva una grande riconoscenza per chi metteva a disposizione la propria esperienza e conoscenza, oggi molti ritengono che sia un loro diritto ottenerla.

alla sera, che vengono brevemente illustrati quando assegnati e poi discussi il giorno dopo mostrandone la soluzione. Tutto questo nell’aula didattica in cui l’attività viene intervallata con esercitazioni pratiche dove applicare quanto appreso. Per architettare un corso così articolato occorre molta pianificazione ed organizzazione, con relatori disponibili, competenti ed affiatati, in grado di preparare in anticipo tutto il materiale necessario, le relazioni, il volume degli appunti, il volume dei compiti in aula e quello dei compiti a casa, il volume sulle esercitazioni pratiche e tutto il materiale necessario per le esercitazioni. La sua esperienza di relatore è più che ventennale. Come è cambiata la platea

Ultimamente è sempre più spesso impegnato con docenze all’estero. Cosa ha “importato” della moderna didattica internazionale? Proprio in riferimento a quanto appena detto, all’estero ho sempre riscontrato una grandissima riconoscenza per chi mette a disposizione degli altri il proprio sapere. Non lo danno per niente scontato e pertanto sono estremamente grati a chi permette loro di imparare cose nuove e a chi insegna loro i trucchi del mestiere, di cui sono tutti un po’ gelosi. Come metodologia e organizzazione didattica, l’esperienza che abbiamo acquisito in Scivac in 25 anni ci viene invidiata e copiata in diverse nazioni e quindi in un certo senso abbiamo fatto scuola. Anche in quest’ultimo corso internazionale di ortopedia, i partecipanti stranieri, circa la metà del totale, provenienti da diversi Paesi europei, hanno elogiato la nostra organizzazione, la nostra logistica, e non ultimo, la qualità dei nostri break e pranzi. Un Collega polacco ci ha confidato di aver deciso di imparare l’italiano solo per poter frequentare la nostra attività didattica, quella che offre la maggior varietà in tutto il panorama internazionale. ■

ORTHOVETSUPERSITE

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a ESVOT (European Society of Veterinary Orthopaedics and Traumatology) pubblica on line OrthoVetSuperSite, un sito ad accesso libero per i soci ESVOT, che aggiorna la comunità internazionale degli ortopedici sulle novità scientifiche e sugli eventi più rilevanti in questa disciplina. Il sito, in lingua inglese, dà accesso alle pubblicazioni curate da ESVOT e informa sulle principali attività della Società (nel 2010 il congresso mondiale di ortopedia sarà a Bologna dal 15 al 18 settembre). Ai non soci è consentito l’accesso previa registrazione. I Soci e gli utenti registrati ricevono una newsletter mensile.


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8 Anmvi Informa Consiglio Nazionale

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Confprofessioni incontra i veterinari Il Presidente Stella a Cremona, all’Assemblea annuale della dirigenza ANMVI l Consiglio Nazionale dell’ANMVI ha ospitato nella sua sede cremonese il Presidente di Confprofessioni Gaetano Stella. Il 21 novembre, alla platea dei dirigenti nazionali e regionali dell’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani, Stella ha fornito il quadro delle recenti attività della Confederazione. Dopo una panoramica generale sul CCNL degli Studi Professionali e sulle opportunità per il personale dipendente derivanti dagli Enti bilaterali, Stella ha ripercorso i principali traguardi raggiunti e presentato le attuali strategie politiche e di posizionamento. Il tasto della riforma delle professioni è dolente. Gaetano Stella ha lamentato i criteri di programmazione delle audizioni parlamentari e condiviso con i veterinari dell’ANMVI il disappunto di Confprofessioni per la mancata convocazione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle professioni. Risulta così evidente una lacuna nei lavori parlamentari dovuta alla mancanza di opportune valutazioni del peso economico-sociale delle professioni intellettuali. Un’occasione persa anche la questione del sistema duale che “va governato insieme alle professioni regolamentate- ha dichiarato Stella. Percorsi separati di riordino non danno le stesse garanzie di non sovrapponibilità delle competenze. “Siamo contrari- ha aggiunto il Presidente di Confprofessioni- all’impostazione data in Parlamento alla riforma e che rinvia

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ad un provvedimento a se stante la questione delle professioni non regolamentate”. Quella fra professionisti e tecnici è una partita che si riaprirà al CNEL dove Confprofessioni non intende mancare. Carlo Scotti, Presidente Senior dell’ANMVI e componente della Giunta Esecutiva di Confprofessioni, ha sottolineato lo sforzo di Confprofessioni verso una necessaria regolamentazione dei rapporti tra professionisti, per tutte le fattispecie che, non inquadrabili nel CCNL degli studi, nondimeno richiedono di essere normati. “Dopo gli opportuni approfondimenti giuridici, crediamo si debba avviare un serio confronto con il Ministero del Lavoro - ha dichiarato Carlo Scotti - perché nel nostro quotidiano professionale viviamo un vuoto regolamentare che ci espone ad ingiustificati controlli e sanzioni. Non credo- ha concluso Scotti- che sia un problema solo veterinario e che riguardi solo gli studi professionali più grandi. L’esperienza ci dice che quando i professionisti devono esercitare in sinergia fra loro e aggregare le competenze per dare le loro prestazioni al cliente, non si possa più tollerare che la collaborazione professionale sia vessata o intralciata da ritardi normativi. Confprofessioni - ha concluso Scotti - ha già dimostrato di saper modernizzare il diritto del lavoro e ci riuscirà anche stavolta”.

NOI “VISIONARI” In apertura dei lavori il Presidente dell’ANMVI

Nella foto, al centro, Gaetano Stella, Presidente di Confprofessioni. Alla sua sinistra Carlo Scotti (ANMVI, Giunta Esecutiva Confprofessioni) e Giancarlo Belluzzi (Vice Presidente Vicario ANMVI). Da destra il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani, Gaetano Penocchio e l’On. Gianni Mancuso, Presidente Ente Nazionale Previdenza Assistenza Veterinaria.

Sandro Barbacini ha ripercorso le tappe del decennale dell’Associazione cominciando dai traguardi raggiunti. Il Presidente ha sottolineato che molti progetti che dieci anni fa sembravano “da visionari” sono oggi una realtà e hanno superato le barriere delle iniziali diffidenze e incertezze. Oggi è ovvio persino per la Politica parlare di “livelli essenziali di assistenza veterinaria LEAVET” (ne ha parlato Fernando Fioramonti, Delegato Anmvi per la medicina veterinaria convenzionata). I liberi professionisti sono entrati nei testi normativi e legislativi con la dovuta dignità professionale e sono incoraggiati a sentirsi operatori di salute per il Paese. La qualità della prestazione professionale, segno della volontà della Categoria a qualificarsi agli occhi dell’utenza è oggi un progetto realizzato e realizzabile nel settore degli animali da compagnia, grazie alla certificazione BPV insieme a CSQA (ne ha parlato Marco Melosi, Vice Presidente ANMVI con delega al settore degli animali da compagnia). ANMVI è presente su tutti i tavoli aperti ai ministeri. SIVE, in particolare, dopo aver partecipato agli stati generali dell’ippica convocati dal Ministro Zaia (e successivamente al Gruppo ristretto di lavoro che ne è conseguito) siede oggi ai tavoli ministeriali per l’individuazione della cornice in cui si inserirà una legge quadro per la tutela degli equini e per affrontare l’annosa questione delle sostanze dopanti nel cavallo atleta. Al Ministero dell’Università c’è un tavolo con i Presidi e con la Fnovi di straordinaria importanza strategica per riequilibrare l’offerta formativa con la professione reale e le possibilità occupazionali (ne ha parlato Giancarlo Belluzzi, Vice Presidente Vicario dell’ANMVI). Non era pensabile dieci anni fa sentir dire dal Ministero dell’Università e dai Presidi che serve una razionalizzazione delle sedi e dei posti e che si deve andare incontro ad una “selezione darwiniana” delle Facoltà. Il farmaco veterinario sta subendo una svolta normativa e gestionale molto importante. La richiesta di ANMVI di fare la scelta coraggiosa della distribuzione del farmaco sta ricevendo attenzione. Non era così qualche anno fa. Oggi

anche il Ministero della Salute è disposto a parlarne.

RIASSETTO È in corso un riassetto interno dell’ANMVI. L’ingresso di Carlo Scotti nella Giunta Esecutiva di Confprofessioni, parte sociale al Ministero del Lavoro spalanca importanti opportunità politiche per le libere professioni e per la veterinaria in particolare. Inserita in un contesto politicamente allargato e affermato, la veterinaria può trovare accesso a prospettive e soluzioni che solo una rappresentanza di parte sociale può dare. Uno dei temi caldi sul tavolo della Giunta Esecutiva di Confprofessioni, che sarà materia di lavoro per i prossimi mesi, è la regolamentazione dei rapporti di lavoro fra liberi professionisti. Il 18 novembre ANMVI INTERNATIONAL, grazie al lavoro svolto in questi tre anni ha ottenuto il premio “EccellEnte” dalla Regione Lombardia. È il risultato di un impegno per la formazione specialistica di rilevanza europea che ha riunito centinaia di colleghi italiani ed europei in giornate di aggiornamento gratuito accreditato Ecm e che crediamo possa fare da credenziale per l’ingresso di ANMVI nelle iniziative di EXPO 2015. Si stanno rinnovando i Consigli regionali delle ANMVI Regione. Molti Colleghi stanno confermando il loro impegno, altri chiedono di essere affiancati da giovani leve e puntano al ricambio generazionale. È questo un problema che dà ancora più valore all’impegno di quanti stanno “tenendo botta”. È il caso dell’Abruzzo (Intervento di Marco Della Torre, Presidente di Anmvi Abruzzo) che per il 2010 ha in serbo importanti iniziative di valorizzazione della veterinaria libero professionale territoriale e che in queste settimane ha incontrato i vertici dell’amministrazione provinciale di Pescara, dell’IZS di Teramo e della Regione, per gettare le basi di una ricostruzione della veterinaria post-sismica.

FRONTI APERTI Ricorrere al Consiglio di Stato? Il Consiglio nazionale dell’ANMVI ha ascoltato la relazio-


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Consiglio Nazionale Anmvi Informa

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ne del Direttore dell’ANMVI Antonio Manfredi che ha ripercorso il contenzioso con la Regione Lombardia avviato in sede legale per come è stata disciplinata la libera professione dei veterinari dipendenti dal SSN. Mentre il Parlamento sta riscrivendo le regole dell’intra ed extramoenia, rinviando ancora la “patata bollenteâ€? alle Regioni, l’ANMVI non chiude la partita e ricorrerĂ al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR che ha addotto motivazioni non condivise dai legali dell’As-

sociazione, specie per quanto attiene la titolaritĂ di ANMVI al ricorso. Un altro capitolo aperto sul fronte legale riguarda il ricorso dell’ANMVI contro l’interateneo di Catanzaro. Qui il dibattimento si è concluso e si aspetta che il Consiglio di Stato dica l’ultima parola.

FNOVI ED ENPAV Alla vigilia degli appuntamenti di Pescara, per le rispettive assemblee, FNOVI ed ENPAV

Il peso del Fisco sulla sanità animale In Italia le cure veterinarie sono considerate un bene superfluo. E si taglia la prevenzione ultima analisi la salute pubblica�. L’Associazione lamenta infine che le autorità sanitarie nazionali, Governo e Parlamento, non abbiano ancora compreso a fondo la necessità di creare al piÚ presto una medicina veterinaria di base convenzionata che faccia fronte alle prestazioni veterinarie essenziali e vada incontro alle fasce sociali piÚ deboli. (Comunicato stampa ANMVI 30/11/2009)

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hanno portato gli ultimi aggiornamenti alla platea della dirigenza ANMVI. A cominciare dalla riforma previdenziale che entro l’anno dovrebbe ricevere il via libera dei Ministeri vigilanti. Pareri informali sono già stati espressi nel corso dei piÚ recenti colloqui con l’Economia e depongono a favore di una promozione della riforma. Il Presidente della FNOVI Gaetano Penocchio ha parlato delle consulenze aziendali ricostruendo le tappe delle conquiste strappate alle Regioni che non in-

tendevano riconoscere la titolaritĂ del medico veterinario a prestare consulenza di sanitĂ e benessere animale nell’ambito della condizionalitĂ . Oggi solo Sicilia, Sardegna, Molise e Valle d’Aosta non hanno emanato il bando per la misura 114. Nelle restanti Regioni, dove si pensava di precludere le consulenze al medico veterinario FNOVI e FONDAGRI hanno ottenuto soddisfazione dalle autoritĂ regionali e, dove non è stato possibile, dai Tribunali. â–

ria: riduzione di spesa pari a 5,6 milioni in termini di competenza contabile e a 6,2 milioni in termini di cassa. • Ricerca per il settore della sanità pubblica e zooprofilattico: riduzione di spesa pari a 22,6 milioni in termini di competenza contabile e a 1,7 milioni in termini di cassa; • Missione n. 17 "Ricerca ed innovazione", per il programma Ricerca per il settore della sanità pubblica e zooprofilattico: riduzione di 22,5 milioni di euro; già lo scorso anno le risorse destinate alla missione

n. 17 "erano irrisorie", ha commentato Livia Turco, "rappresentando, in percentuale rispetto al totale delle risorse disponibili per ciascuna delle 34 missioni, solo lo 0,7 per cento". "Tutto ciò conferma - ha aggiunto l'On. Livia Turco - la disattenzione di questo Governo per il settore della ricerca, continuamente penalizzato e mai considerato, diversamente da altri Paesi piĂš accorti e lungimiranti, settore indispensabile per lo sviluppo e la crescita di questo Paese". â–

LE ALIQUOTE IVA IN EUROPA

I TAGLI NELLA FINANZIARIA

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’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani denuncia: cure veterinarie considerate dal Fisco nazionale come un bene superfluo, politiche fiscali non allineate con le prioritĂ della sanitĂ animale mondiale, scarso impegno nella creazione di una veterinaria di base convenzionata. Non basta la ratifica della Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia per qualificare l’Italia come una nazione al passo con gli altri Paesi e con l’importanza crescente che tutti gli organismi internazionali della sanitĂ attribuiscono alla salute degli animali. “Servono anche politiche fiscali che non gravino sulla prevenzione e sulle cure veterinariedichiara Carlo Scotti dell’ANMVI - Oggi di queste politiche non c’è traccia nel nostro Paese: le detrazioni sono ferme a soglie di recupero fiscale irrisorie e l’aliquota IVA sulle cure veterinarie è la stessa dei beni superflui: il 20%. Ăˆ urgente cambiare rotta - continua Scotti - Governo e Parlamento ci riflettano seriamente nel varare la manovra finanziariaâ€?. Secondo i veterinari dell’ANMVI basta poco per rendersene conto: le zoonosi, quelle ricorrenti e quelle riemergenti come la rabbia, le incognite epidemiologiche dei virus influenzali, la mutata geografia di malattie un tempo “esoticheâ€? che i cambiamenti climatici hanno reso endemiche anche in Italia, sono tutti fattori che dovrebbero responsabilizzare i cittadini allentando la presa fiscale e premiando i comportamenti virtuosi della prevenzione veterinaria. E invece, continua Scotti, “in Italia lo Stato grava sulla salute animale piĂš di quanto sarebbe ragionevole attendersi da politiche fiscali realmente allineate con gli indirizzi di prevenzione sanitaria dettati dagli organismi nazionali, regionali e internazionali. In tutto il mondo la salute degli uomini è considerata tutt’uno con la salute degli animali. Nel nostro Paese c’è una politica fiscale in ritardo e a farne le spese è la prevenzione veterinaria e in

La Commissione Affari Sociali ha esaminato in sede consultiva la manovra finanziaria per il 2010 (Legge Finanziaria e Bilancio di previsione) e approvato le proposte di relazione favorevole per la V Commissione Bilancio. Una complessiva bocciatura della manovra è invece stata proposta dall'On. Livia Turco la cui relazione sarĂ presentata alla V Commissione come relazione di minoranza. La relazione dell'On. Turco analizza le riduzioni di spesa contenute nella manovra, alcune delle quali riguardano la sanitĂ , la ricerca e la prevenzione veterinaria. In particolare, questi i programmi le missioni e i relativi tagli, rispetto al 2009, contestati dall'ex Ministro della salute: • Finanziamento interventi prevenzione del randagismo: riduzione di oltre il 10 per cento; • Prevenzione e assistenza sanitaria veterina-

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Certificazione BPV: e se non c’è un pronto soccorso? La risposta è nella Carta dei Servizi: la struttura deve attenersi alle prestazioni dichiarate CHE COSA DICHIARARE NELLA CARTA DEI SERVIZI? Le prestazioni sanitarie erogabili fanno capo a sei aree distinte: area medica, area chirurgica, diagnostica per immagini, medicina d’urgenza, ricoveri e degenza e laboratorio di analisi. Per ciascuna area il Direttore Sanitario deve dichiarare quali prestazioni sanitarie veterinarie specifiche è in grado di erogare.

CHE COSA SIGNIFICA “CERTIFICARE”? onfrontandosi sulle Buone Pratiche Veterinarie ANMVI e sulla loro certificazione, molti colleghi si sono posti alcune domande di carattere pratico. Ad altrettante è stata data risposta, ma la novità è tale da giustificare che ne nascano di nuove ogni giorno. Ben vengano. In Vetlink, ad esempio, si è svolta una discussione nella quale ci si è domandati se il Disciplinare/Manuale dell’ANMVI sulle Buone Pratiche Veterinarie in Struttura Veterinaria per Animali da Compagnia richieda la collaborazione di un Pronto Soccorso per poter avere la certificazione BPV. Il presupposto, evidentemente non basato sulla lettura del Disciplinare, era che fosse necessaria una collaborazione di questo tipo, al fine di garantire le 24 ore di assistenza, quando la struttura, specie nel caso di un monotitolare, non desse questo tipo di servizio. È necessario chiarire che non è così: nel Manuale ANMVI è presente una voce dedicata alla reperibilità (punto 7.2.7 del Disciplinare) in base alla quale se si vuole offrire un servizio di reperibilità è necessario porsi nelle condizioni di poterlo garantire. Ma non è, né potrebbe esserlo, un obbligo. Ai fini della certi-

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ficazione conta quello che la struttura dichiara nella propria “Carta dei servizi” e che vi si attenga. La struttura che vuole garantire reperibilità al di fuori dell’orario di apertura dichiarato nella carta dei servizi, deve aver messo a disposizione dei clienti almeno un numero di telefono attivo, avere la disponibilità di un veterinario reperibile entro un lasso di tempo massimo dichiarato e di poter erogare la prestazione presso l’ambulatorio e/o in visita domiciliare.

CHE COS’È LA CARTA DEI SERVIZI? La struttura veterinaria deve dichiarare in apposito documento le prestazioni sanitarie che è in grado di erogare e per le quali ha richiesto l’accreditamento e l’elenco delle specie che sono ammesse ai processi di cura. La dichiarazione deve essere contenuta in apposito documento, la Carta dei Servizi, che sia messo a disposizione del pubblico nei modi e forme consentiti dalla legge ed in linea con il codice deontologico professionale in vigore. Le prestazioni sanitarie erogate dichiarate devono essere supportate da attrezzature, ambienti di lavoro, impianti e personale adeguati.

Per “certificazione” si intende “una procedura con cui una terza parte indipendente dà assicurazione che un prodotto, processo o servizio è conforme ai requisiti specificati”. In altre parole, significa dare mandato a qualcuno di valutare se e quanto l’operato di un medico veterinario è in linea con le regole di comportamento definite nel Manuale di BPV.

È OBBLIGATORIO CERTIFICARSI? No. Il percorso è volontario e non rappresenta in alcun modo un onere a carico delle strutture veterinarie che non ritengono necessaria o utile la certificazione. Il principio, in questo caso, è la volontarietà.

CHI CERTIFICHERÀ LA MIA STRUTTURA? Il CSQA (www.csqa.it), un ente certificatore di affermata competenza nel settore della qualità, individuato dalla Commissione ANMVI per la Qualità come il soggetto più idoneo, per esperienza e convenienza a certificare le buone pratiche veterinarie. Non si tratta di una autocertificazione, ma di una certificazione basata sul principio della terzietà: evitare il rischio dell’autoreferenza, cioè che sia la categoria stessa a di-

re “guardate come siamo bravi”.

DI QUALE TIPO DI CERTIFICAZIONE SI TRATTA? La certificazione è una certificazione BPV. Oggetto della certificazione sono le Buone Pratiche Veterinarie applicate nella struttura sulla base del disciplinare e della metodologia indicata dal Manuale dell’ANMVI. Si tratta di una certificazione “originale”, basata sulla veterinaria e pensata per la veterinaria.

QUAL È IL PRIMO PASSO DA COMPIERE? Il percorso verso la certificazione non può essere intrapreso senza essere preliminarmente in regola con le norme di legge che regolano le strutture veterinarie. Trattandosi di una “certificazione BPV”, basata sul Manuale ANMVI di Buone Pratiche Veterinarie, è preliminarmente indispensabile acquisire, conoscere e applicare il Manuale. Le giornate di avviamento alla certificazione come quella del 22 gennaio 2010 consentono di farlo. La messa in atto del disciplinare attraverso un piano di assistenza e di consulenza prepara la struttura alla verifica del CSQA.

CHE RELAZIONE C’È FRA CARTA DEI SERVIZI E AUDIT? Lo standard BPV si applica quando la struttura che chiede la certificazione effettua direttamente o tramite l’ausilio di liberi professionisti i servizi dichiarati nella carta dei servizi. Il campo di applicazione dell’audit deve essere concordato fra struttura veterinaria e CSQA prima dell’audit. Il campo di applicazione verrà formulato in maniera chiara e priva di ambiguità nel contratto tra struttura e CSQA, nel rapporto di audit e nel certificato. L’audit, e di conseguenza il certificato, è


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CON LA CESSIONE DIRETTA DEL FARMACO VETERINARIO NON RITARDI LA SUA TERAPIA Il Decreto Legislativo 6 aprile 2006, n. 193 autorizza il medico veterinario a consegnare al proprietario dell’animale in cura la confezione del medicinale veterinario da utilizzare per iniziare la terapia.

È UN SERVIZIO CHE MIGLIORA LA CURA DEL TUO ANIMALE CHIEDILO AL TUO MEDICO VETERINARIO 1) Agevole e pronta disponibilità del farmaco veterinario 2) Inizio immediato della terapia 3) Trattamento più efficace sotto la guida del medico veterinario 4) Certezza di disporre del farmaco veterinario specificamente indicato per la terapia 5) Consigli sull’impiego e la somministrazione del medicinale nel proseguo della terapia Art. 84 Decreto Legislativo 6 aprile 2006, n. 193 "Attuazione della direttiva 2004/28/CE recante codice comunitario dei medicinali veterinari" (Gazzetta Ufficiale n. 121 del 26 maggio 2006 - Supplemento Ordinario n. 127)

A.N.M.V.I.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI


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12 Anmvi Informa FAQ specifico della struttura. Nel caso che la stessa struttura richiedente abbia unità operative differenti con differenti servizi erogati, l’audit dovrà essere effettuato presso tutti i siti e il certificato potrà essere unico e riportare tutte le unità operative.

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CHE RUOLO HANNO ANMVI E CSQA?

Tre anni e il suo rinnovo non è automatico. La struttura veterinaria interessata a rinnovare la certificazione deve inoltrare formale richiesta a CSQA e per conoscenza ad ANMVI. CSQA emette l’offerta economica in conformità all’accordo quadro con ANMVI.

ANMVI è proprietario dello standard BPV, mentre CSQA è l’organismo di certificazione. ANMVI non certifica: non ne ha alcun potere né in fase di rilascio né di mantenimento né di revoca. ANMVI può solo erogare consulenze sull’applicazione dello standard BPV. Tra ANMVI e CSQA è stato stipulato un contratto esclusivo in base al quale le strutture che intendono ottenere la certificazione BPV devono fare richiesta a CSQA Certificazioni srl tramite ANMVI. Questo perché la certificazione è basata sullo standard BPV definito dalla Commissione

A.N.M.V.I.

QUALITALIA®

QUANTO DURA LA CERTIFICAZIONE BPV?

Qualità dell’ANMVI e riconosciuto dal CSQA come “certificabile”. ANMVI ha facoltà di partecipare, qualora lo ritenga opportuno, come osservatore al comitato di certificazione (e a proprie spese). ANMVI può fornire assistenza tecnica a Odc nel caso in cui sia necessario risolvere problemi di tipo tecnico che emergano nella applicazione dello standard.

COME VENGONO GESTITI RECLAMI E SEGNALAZIONI DA MERCATO? Eventuali segnalazioni o reclami effettuati dai clienti a CSQA e/o ad ANMVI devono essere condivise dalle due organizzazioni al fine di

ESISTONO STRUTTURE CERTIFICATE? ANMVI SERVIZI BPV

ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI

GIORNATA DI AVVIAMENTO ALLA CERTIFICAZIONE BPV DOMANDA DI PARTECIPAZIONE DA INVIARE ENTRO IL 20 DICEMBRE 2009 al fax 0372/40.35.26 o in busta chiusa: ANMVI Via Trecchi 20 - 26100 Cremona o via posta elettronica all’email info@anmvi.it

IL SOTTOSCRITTO COGNOME ...................................................................................................... NOME ............................................................................................................ VIA ........................................................................................................................................................................................ CAP. ......................................... CITTÀ .................................................................................................................................................................................... PROVINCIA ............................. TEL. ............................................................... CELL. ............................................................... EMAIL ................................................................................... CODICE FISCALE ........................................................................................... ORDINE DEI VETERINARI DI .........................................................................

❑ GIORNATA DI AVVIAMENTO ALLA CERTIFICAZIONE BPV - venerdì 22 gennaio 2010 VERSANDO LA QUOTA DI 600,00 EURO + IVA (20%) (N.B. comprensiva di un anno di assistenza a distanza, del Manuale ANMVI per le BPV e del Sistema Documentale) E REGOLA LA QUOTA DI ISCRIZIONE TRAMITE: ❑ VAGLIA POSTALE intestato a EV Soc. Cons. a r.l. - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona. Causale del versamento: Avviamento alla certificazione. Si prega di allegare copia del versamento alla presente scheda di iscrizione ❑ CARTA DI CREDITO ❍ MASTERCARD

❍ VISA

(non sono accettate carte di credito elettroniche)

NUMERO DELLA CARTA

LA CERTIFICAZIONE È UN GIUDIZIO DI QUALITA’?

QUAL È LA SUA IMPORTANZA SOCIALE?

SCADENZA (MESE E ANNO)

FIRMA PER L’ADDEBITO .......................................................................................................................

AVVERTENZA: I partecipanti possessori di CARTA DI CREDITO ANMVI-VISA possono richiedere la rateizzazione (finanziamento a tasso zero) del pagamento. ❑ PAGAMENTO RATEIZZATO TRAMITE CARTA DI CREDITO ANMVI-VISA (Finanziamento a TASSO ZERO) mediante: ❍ 6 rate mensili, senza interessi ❍ 12 rate mensili, senza interessi NUMERO DELLA CARTA DI CREDITO ANMVI-VISA

Sì, CSQA ha già certificato le prime strutture veterinarie, secondo lo standard di riferimento, ovvero le Buone Pratiche Veterinarie dell’ANMVI. Le prime strutture veterinarie con il “bollino”, quelle che hanno superato la verifica (audit) sono già inserite nel data base pubblico del CSQA. La certificazione BPV attesta l’impegno della struttura veterinaria ad attuare le procedure stabilite dalle Buone Pratiche Veterinarie. È un impegno assunto con i pazienti, con i clienti e con la nostra stessa professionalità, a rispettare e a mantenere nel tempo uno standard di buona pratica.

No, il rilascio del certificato di conformità non è una promozione per le attività pregresse, ma è l’inizio di una assunzione di impegno a lavorare da lì in avanti secondo lo standard BPV. Non può nemmeno essere considerato un traguardo finale perché, una volta certificata, la struttura è successivamente sottoposta ai cosiddetti “audit di sorveglianza” per il mantenimento e il rinnovo della certificazione BPV.

CHIEDE DI ISCRIVERSI ALLA

❍ CARTA SI

individuare eventuali azioni da intraprendere (verifiche supplementari, sospensioni, revoche, miglioramento del sistema, modifiche alla documentazione, comportamento dei valutatori etc). Tutte le segnalazioni saranno utilizzate, dove applicabile, per intervenire sulle strutture certificate, e negli altri casi per valutare eventuali revisioni della documentazione in essere o delle procedure utilizzate. Segnalazioni e reclami dovranno essere documentati e non anonimi. L’ANMVI si riserva di verificare la veridicità delle segnalazionI. CSQA ha inoltre la responsabilità di comunicare tempestivamente ad ANMVI anche eventuali revoche o sospensioni.

SCAD. (MESE E ANNO)

CVV2 (NUMERO DI 3 CIFRE RIPORTATO SUL RETRO DELLA CARTA)

La certificazione ha il pregio di rispondere ad uno dei temi sensibili della società odierna, cioè la cura e il benessere degli animali da compagnia. Inoltre nel cittadino consumatore è sempre più diffusa la ricerca di trasparenza e di una competenza garantita cioè certificata. La certificazione BPV corrisponde a questa esigenza di serietà.

TITOLARE CARTA (NOME / COGNOME) ............................................................................................................................................................................... DATA DI NASCITA (GIORNO / MESE / ANNO) ........................................................................................................................................................................ FIRMA PER AUTORIZZAZIONE ALL’ADDEBITO CON RATEIZZAZIONE .......................................................................................................................... FATTURAZIONE (indicare i dati per l’intestazione) .................................................................................................................................................................. PARTITA IVA ................................................................................................................................................ (per i non titolari vale il Codice Fiscale sopra riportato)

DATA ............................................................................................

FIRMA ..........................................................................................................................

ACCOGLIMENTO DELLE DOMANDE - La Segreteria dei corsi accoglierà le domande nell’ordine cronologico di ricezione e fino ad esaurimento dei posti disponibili, il numero dei quali è stabilito dalla Direzione dei corsi nel numero di 25, sulla base delle esigenze didattiche e dell’ ottimizzazione delle risorse logistiche. La Segreteria non considera vincolanti eventuali espressioni di interesse alla frequenza, scritte o verbali, ma considererà valide solo le domande di iscrizione regolarmente pervenute. RINUNCE ED ESUBERI - Le richieste di rinuncia verranno totalmente rimborsate solo se pervenute entro 5gg dalla data di attivazione del corso. Per le domande in esubero non si procederà all’addebito della carta di credito e all’iscrizione. CONFERMA - Agli iscritti ammessi alla frequenza della giornata di consulenza verrà inviata una comunicazione di conferma della partecipazione. PRIVACY - Ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (G.U. 29 luglio 2003, Serie generale n. 174, Supplemento ordinario n. 123/L), il sottoscritto consente al trattamento dei dati sopra indicati, consapevole che l’esecuzione dei servizi richiesti non può avere luogo senza le comunicazioni dei dati personali all’ANMVI e/o ai soggetti a cui la stessa deve rivolgersi. FIRMA ………………………………………………………………………………

Centro Studi Veterinari E.V. Soc. Cons. a r.l. - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona - Tel. 0372/40.35.37- anmviservizibpv@anmvi.it

VIENE RILASCIATO UN “BOLLINO”? La struttura certificata potrà comunicare ai clienti acquisiti e potenziali, alle istituzioni e al pubblico il proprio traguardo. Nelle forme consentite dalla pubblicità sanitaria, sarà possibile mostrare il cosiddetto “bollino” (un marchio ufficiale, rilasciato da CSQA) attestante il conseguimento della certificazione. Il CSQA renderà inoltre noto al pubblico l’elenco delle strutture veterinarie da questi certificate per la libera consultazione degli utenti. Il vantaggio della visibilità ha molti risvolti anche sul piano dell’interlocuzione nei confronti di enti pubblici, associazioni protezionistiche, istituti di credito, compagnie assicurative, soggetti finanziari, ecc… che potranno verificare le garanzie di qualità offerte dalla struttura e quindi il suo maggior grado di autorevolezza e credibilità. ■


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Società federata ANMVI

SOCIETÀ SPECIALISTICHE - CALENDARIO PRIMO TRIMESTRE 2010 DATA

SOCIETÀ

LUOGO

TITOLO

30-31 Gennaio

SIDEV

Cremona, Palazzo Trecchi

CORSO AVANZATO Aggiornamenti e protocolli terapeutici basati sull’evidenza in dermatologia veterinaria

6-7 Febbraio

SCVI

Cremona, Palazzo Cittanova

Chirurgia perineale, anale e perianale

7 Febbraio

SIATAV

Cremona, Palazzo Trecchi

Anestesia totalmente intravenosa: prospettive immediate e future in anestesia veterinaria

7 Febbraio

SICIV

Cremona, Palazzo Trecchi

Il linfoma felino: similitudini e differenze con quello canino Incontro aperto ai soci SIONCOV e SIMEF

7 Febbraio

SIMVENCO

Cremona, Palazzo Trecchi

Nascita, infanzia, adolescenza, vecchiaia e morte: l’impiego dell’omeopatia nei due estremi della vita, con note di materia medica

13 Febbraio

SIMIV

Cremona, Palazzo Trecchi

Immunologia clinica

13-14 Febbraio

SINUV

Cremona, Palazzo Trecchi

Chronic Kidney Disease: quando l’eziologia è nota. Parliamo di diagnostica

14 Febbraio

SIMEF

Cremona, Palazzo Trecchi

Neurologia ed ortopedia felina: come affrontare ad armi pari una sfida clinica quotidiana ed uscirne possibilmente vincitori

20 Febbraio

Gruppo di studio di Fisioterapia e Riabilitazione

Cremona, Palazzo Trecchi

Ciò che ruota intorno alla fisioterapia

21 Febbraio

SIANA

Cremona, Palazzo Trecchi

Nuove frontiere della medicina veterinaria: nutraceutici e fitoterapici

21 Febbraio

SVIDI

Cremona, Palazzo Trecchi

Diagnostica per immagini della tiroide e delle paratiroidi - Incontro aperto ai soci SIMIV

27-28 Febbraio

SINVET

Cremona, Palazzo Cittanova

Trattamento delle ernie discali: a che punto siamo?

13-14 Marzo

SIOVET

Cremona, Palazzo Cittanova

I mezzi di sintesi in ortopedia e traumatologia veterinaria

14 Marzo

SICARV

Cremona, Palazzo Trecchi

Diagnosi e terapia nell’oncologia cardiovascolare - Incontro aperto ai soci SIONCOV

19-21 Marzo

SOVI

Cremona, Palazzo Trecchi

II° Corso SOVI-FSA per la prevenzione delle Malattie Oculari Ereditarie

21 Marzo

SIONCOV

Grugliasco (TO) Facoltà di Medicina Veterinaria

Post Congress ESVONC

28 Marzo

SIRVAC

Cremona, Palazzo Trecchi

Aggiornamenti farmacologici nella terapia del maschio riproduttore e relativi casi clinici Incontro realizzato in collaborazione con

28 Marzo

SISCA

Cremona, Palazzo Trecchi

La responsabilità medico legale del medico veterinario comportamentalista

INFORMAZIONI: Segreteria Società Specialistiche SCIVAC - Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 - Email: socspec@scivac.it

Società federata ANMVI

DELEGAZIONI REGIONALI - CALENDARIO INCONTRI GENNAIO-MARZO 2010 Informazioni: Segreteria SCIVAC - Monica Borghisani - Tel. 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it - ECM: Richiesto accreditamento 30-31 Gennaio

Campania

Patologie traumatiche dello scheletro appendicolare

Bruno Peirone

31 Gennaio

Lombardia

Quando la chirurgia diventa intrigante

Paolo Buracco

7 Febbraio

Trentino Alto Adige

Cosa c’è di nuovo nella diagnosi prognosi e terapia dei disordini infiammatori cronici dell’apparato gastroenterico dei piccoli animali

Ugo Lotti

14 Febbraio

Veneto

Elementi per un corretto approccio clinico e terapeutico alla malattia cardiovascolare David Chiavegato

21 Febbraio

Marche

I tumori cutanei dalla A alla Z. Guida all’approccio corretto

Giorgio Romanelli

21 Febbraio

Lazio

Ortopedia pediatrica nel cane

Aldo Vezzoni

28 Febbraio

ASVAC

Quando la chirurgia diventa intrigante

Paolo Buracco

28 Febbraio

Toscana

Myths and misconceptions, ovvero leggende e false convinzioni in odontostomatologia e chirurgia orale veterinaria

Margherita Gracis

14 Marzo

SOVEP

Approccio alle più comuni emergenze veterinarie

Marco Bertoli

21 Marzo

Emilia Romagna

Citologia per non citologi come praticare il gioco dell’esame citologico con soddisfazione... e senza sbagliare troppo!

Mario Caniatti

21 Marzo

Calabria

Aggiornamenti in anestesia

Adriano Lachin

28 Marzo

Sicilia

Ortopedia pediatrica nel cane

Aldo Vezzoni

28 Marzo

Abruzzo

La radiologia dalla A alla.....D (Diagnosi)

Massimo Vignoli

PARTECIPAZIONE Si ricorda che la partecipazione agli incontri delle Delegazioni Regionali è riservata ai Soci SCIVAC, indipendentemente dalla regione di appartenenza, in regola con la quota Associativa dell’anno in corso. I Soci SCIVAC possono partecipare a qualsiasi incontro regionale organizzato da SCIVAC in qualsiasi regione e a titolo gratuito (portare con sé la tessera SCIVAC)


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II Congresso Internazionale sulla Leishmaniosi Canina II International Congress on Canine Leishmaniasis


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Sivae Focus

VETERINARIA 41 | 2009

Ecografia dei Rettili di PAOLO SELLERI Dr Med Vet, PhD n medicina dei rettili tutte le tecniche di diagnostica per immagini ricoprono un ruolo fondamentale nella comprensione del quadro clinico. L’ecografia è un ausilio particolarmente impiegato nei rettili perché offre un notevole aiuto.

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LIMITAZIONI Alcuni fattori possono però limitarne l’uso. In alcuni sauri, coccodrilli e cheloni delle placche ossee possono ridurre molto le finestre acustiche. La sedazione può essere consigliata nei soggetti pericolosi (velenosi o aggressivi). Oltre a limitare ogni possibile rischio per la propria salute, chi esegue l’esame deve poter stare concentrato sullo schermo senza doversi preoccupare delle eventuali reazioni dell’animale. Se l’esame non è eseguito in serenità, probabilmente non sarà un buon esame. I grossi cheloni, nonostante non siano animali aggressivi, chiudendo gli arti all’interno del guscio possono schiacciare la sonda distruggendola; anche in questo caso è consigliabile sedare l’animale.

METODICA L’esame ecografico può durare diverse decine di minuti e, dato che come sappiamo i rettili sono animali eterotermi, è necessario scaldare il gel ecografico per prevenire abbassamenti di temperatura pericolosi per la salute degli animali. Per ottimizzare la visione delle immagini il gel deve essere applicato in più momenti per riempire lo spazio tra le squame e limitare gli OSTACOLI. Un’ottima soluzione per evitare il raffreddamento dell’animale e per migliorare le immagini è quella di eseguire l’esame immergendo l’animale in acqua tiepida. In questo modo l’aria intrappolata tra le squame viene espulsa totalmente consentendo una migliore visione. Avendo la sonda immersa in acqua, qualora l’animale muovendosi dovesse allontanare la sonda dal corpo, l’acqua consente di poter proseguire l’esame rendendolo più continuo e quindi efficace.

POSIZIONAMENTO Il posizionamento dell’animale può variare in base alla specie, alle abitudini dell’operatore e alla regione esaminata. I serpenti, quando sedati, vengono posti in decubito dorsale ponendo la sonda nella regione ventrale del corpo.

ECOCARDIOGRAFIA La cardiologia dei rettili sta muovendo i suoi primi passi. L’ecografia è lo strumento più utile per la valutazione della funzionalità cardiaca. Il cuore degli ofidi è quello più semplice da esaminare perché l’esame non è impedito da strutture ossee. Il cuore degli ofidi è localizzato a circa il 1525% della lunghezza naso-cloaca dell’animale, posto caudalmente alla tiroide e cranialmente al fegato, di fronte all’ultimo anello tracheale. Il cuore è contenuto all’interno del sacco pericardico, l’ecografia mette in evidenza la presenza di una modica quantità di liquido pericardico. Ha forma allungata, sono riconoscibili 4 cavità: due atri, un singolo ventricolo ed un seno venoso di forma tubulare.

Diverse condizioni patologiche sono state riscontrate a carico del cuore dei rettili: endocarditi, miocarditi, infarto, pericarditi, miocardiopatie, infestazioni parassitarie e tumori. A volte, per eseguire un esame ecocardiografico completo, può essere necessario sedare i soggetti più agitati. Nella maggior parte dei casi la sonda viene posizionata ventralmente al cuore e spostata in direzione craniale. La sonda può essere posta anche in posizione intercostale destra, o sinistra, questa posizione consente di osservare i tre tronchi arteriosi, i due atri e il singolo ventricolo.

CHELONI La struttura ossea del guscio limita molto l’entrata degli ultrasuoni. Le finestre acustiche nei cheloni sono fondamentalmente tre: la sonda può essere posizionata a livello della fossa axillo-cervicale (tra la base del collo e la parte craniale dell’arto anteriore); nello spazio tra il ponte e la regione caudale dell’arto anteriore; e nella fossa prefemorale tra ponte e faccia craniale dell’arto posteriore. Nelle specie in cui lo scheletro è scarsamente ossificato (Malacochersus tornieri, Apalone sp) la sonda può essere applicata direttamente sul guscio. Anche negli animali giovani, quando la mineralizzazione del guscio è ancora scarsa, ponendo la sonda in corrispondenza delle sinfisi ossee si riescono ad investigare facilmente le regioni sottostanti. La stessa tecnica si può applicare nelle tartarughe affette da iperparatiriodismo. Anche nei cheloni, l’esame ecografico deve seguire un rigido protocollo. Ponendo la sonda a livello della regione axillo-cervicale si comincia esaminando il cuore, il fegato. Il fegato ha un’ecogenicità uniforme, è attraversato da vasi sanguigni ipoecogeni; nelle tartarughe è bilobato (con il lobo destro più grande rispetto a quello sinistro), la cistifellea è quasi interamente coperta dal parenchima. Attraverso la fossa prefemorale si esaminano il digerente, la vescica e le gonadi. Nei mammiferi riconosciamo il digerente per i 5 strati ecografici. La stessa stratificazione è riconoscibile solo nelle tartarughe particolarmente grandi. Il pancreas è meno ecogenico del fegato ma, come la milza è difficilmente riconoscibile ecograficamente nelle tartarughe. Le ovaie si presentano come strutture ovoidali ipoecogene che, con l’inizio dell’attività riproduttiva, assumono le dimensioni di acini d’uva e diventano maggiormente iperecogene rispetto al fegato. Le uova sono di frequente riscontro, non devono essere confuse con le anse intestinali piene di aria. Nelle prime fasi successive all’ovulazione, prima che il guscio termini la sua calcificazione, è possibile apprezzare nell’uovo un’area periferica ipoecogena. In corso di stasi preovulatoria, i follicoli ovarici possono mostrare uno strato esterno iperecogeno e un centro ipoecogeno, indice di degenerazione. La comparsa di queste immagini potrebbe indicare la necessità di intervenire chirurgicamente rimuovendo le ovaie. Caudalmente alle gonadi si trovano i reni. Essendo posti sotto il carapace sono evidenziabili solo nei soggetti particolarmente grandi, nei quali la sonda possa essere inserita all’interno della fossa prefemorale. Nei soggetti con scarsa mineralizzazione ossea, i reni possono essere ispezionati anche attraverso il carapace. La vescica può arrivare ad estendersi all’intera

cavità celomatica, la sua parete è così sottile che può essere difficile riconoscerne la parete durante l’esame ecografico. Nella vescica possono riconoscersi cristalli di acido urico iperecogeni, la loro presenza non ha significato patologico. In corso di disidratazione cronica i cristalli di acido urico possono unirsi insieme formando veri e propri calcoli che possono richiedere la rimozione chirurgica.

SAURI Nella maggior parte dei sauri il contenimento manuale risulta generalmente sufficiente per portare a termine con successo un esame ecografico. Il decubito dorsale permette di sfruttare come finestra acustica l’ampia superficie ventrale dell’addome. Qualora l’animale non dovesse tollerare questa posizione sarà sufficiente mantenere il paziente in decubito sternale sollevandolo dal tavolo, o alternativamente sfruttare i tavoli fenestrati spesso impiegati per l’ecocardiografia. In alcuni casi per la visualizzazione di strutture localizzate appena sotto la parete addominale, potrebbe rendersi necessaria l’interposizione di un pad spaziatore tra superficie della sonda e la parete addominale stessa, di modo da permettere il posizionamento dei fuochi in corrispondenza delle strutture di interesse. Si consiglia di procedere alla visualizzazione degli organi seguendo sempre lo stesso ordine, al fine di standardizzare quanto più possibile l’esame ecografico, facilitando in questo modo l’individuazione di eventuali anomalie ed assicurandosi nel contempo di aver visualizzato tutte le strutture indagabili con questa metodica. Il cuore, facilmente individuabile grazie alla sua contrattilità, è un ottimo punto di riferimento iniziale, sia per settare le impostazioni dell’ecografo in termini di gain, profondità e fuochi, sia come riferimento anatomico. Nella maggior parte dei sauri il cuore, essendo localizzato all’interno della cintura pettorale, può essere visualizzato posizionando la sonda immediatamente dietro all’omero ed orientandola cranialmente, approssimativamente verso il centro del torace. Nei varani e nei coccodrilli spesso il cuore è situato più caudalmente, tra i lobi epatici. Nei coccodrilli è inoltre possibile riconoscere due ventricoli distinti. La visualizzazione ecografica del cuore, oltre a rappresentare un momento importante nel corso di un normale esame ecografico a fini diagnostici, può assumere una notevole

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importanza come sistema di monitoraggio dell’attività cardiaca in corso di anestesia. Il fegato, bilobato, è situato immediatamente dietro al cuore nella porzione più craniale del celoma, e può essere visualizzato sia con un approccio ventrale, posizionando la sonda caudalmente al processo xifoide, sia sfruttando come finestra acustica la zona immediatamente caudale al gomito. Il parenchima epatico normale risulta generalmente ipoecogeno rispetto ai corpi adiposi, e presenta una trama uniforme. Il lobo epatico sinistro scivola ventralmente allo stomaco, mentre a livello del lobo destro è possibile individuare la cistifellea (anecogena, situata accanto alla porzione più caudale del lobo destro) e le vene porta e (più dorsalmente) epatica, le quali appaiono come strutture tubulari anecogene delimitate da pareti iperecogene. Una modica quantità di fango biliare nella cistifellea, facilmente messo in sospensione attraverso la pressione e i movimenti della sonda, è un reperto fisiologico legato alla presenza di sali biliari. Dorsalmente a fegato e cuore è possibile riconoscere la presenza dei polmoni attraverso gli artefatti di riverbero causati dalla presenza di gas al loro interno, che tende spesso ad ostacolare la visualizzazione degli organi adiacenti. Lo stomaco è facilmente riconoscibile in posizione caudo-dorsale rispetto al lobo epatico sinistro; la presenza di contenuto gassoso al suo interno può ostacolarne la visualizzazione. Pancreas, milza e piccolo intestino sono rinvenibili caudalmente al fegato, ed il grosso intestino è visualizzabile poco dietro al lobo epatico destro. Nel celoma caudale il colon è spesso visibile come una grande struttura a contenuto anecogeno posta ventralmente ai reni; in alcuni casi è possibile riconoscere al suo interno la presenza di gas, feci e/o urati. La vescica urinaria, situata nel celoma caudale, appare come una struttura a parete sottile e contenuto francamente anecogeno, al cui interno è spesso possibile apprezzare la presenza di urati come strutture iperecogene che si muovono liberamente al suo interno. Un colon disteso da abbondante contenuto fluido visualizzato in asse corto può facilmente essere confuso con la vescica: per distinguere i due organi sarà sufficiente ruotare la sonda di 90° al fine di valutare la forma complessiva della struttura in asse lungo (tubulare per il colon, rotondeggiante per la vescica). La presenza di liquido libero nel celoma può essere distinta da entrambe le situazioni sopra descritte per l’assenza di una parete iperecogena limitante; nei sauri è normale rinvenire una modica quantità di fluido in cavità celomatica, ma


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16 Focus Sivae

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quando la raccolta diventa considerevole gli organi viscerali come fegato, corpi adiposi e intestino, appaiono separati da materiale anecogeno, all’interno del quale, nei casi più gravi, sembrano addirittura galleggiare. I reni sono difficili da raggiungere con il fascio di ultrasuoni, a causa della loro posizione arretrata in queste specie. Nei camaleonti e nei varani si può sfruttare come finestra acustica la fossa sottolombare, orientando il fascio di ultrasuoni dorsalmente verso l’ingresso del bacino. Nelle iguane una considerevole porzione dei reni può essere indagata poggiando la sonda lateralmente alla base della coda, nell’incavo tra questa e l’arto posteriore, e orientando il fascio cranio-dorsalmente; in questo modo è generalmente possibile effettuare prelievi bioptici eco-guidati. In caso di nefromegalia il polo craniale dei reni può essere identificato nel recesso più caudale del celoma dorsale. I reni sani presentano un’ecogenicità superiore rispetto al fegato e sono delimitati da una sottile capsula iperecogena. Eventuali calcificazioni sono visualizzabili come zone iperecoiche che offrono un ostacolo al passaggio degli ultrasuoni, creando dietro di loro un evidente cono d’ombra. I corpi adiposi occupano spesso una considerevole porzione del celoma medio-caudale, e il loro aspetto ecografico ricorda molto quello del fegato, sennonché il parenchima epatico è caratterizzato da una fine vascolarizzazione che tende a sgranare la trama ecografica. In alcuni casi, inoltre, i corpi adiposi presentano una sottile capsula iperecogena, e possono presentarsi come ammassi di piccole formazioni rotondeggianti: in questi casi la distinzione con il fegato diviene decisamente più agevole. La visualizzazione di queste strutture offre interessanti informazioni sullo stato di nutrizione dell’animale. Numerose informazioni possono essere desunte dall’esame ecografico dell’apparato riproduttore, sia sul piano fisiologico che su quello patologico. L’ecografia, oltre a consentire una rapida diagnosi delle più comuni turbe riproduttive di questi animali, dalla distocia all’oviduttite, rappresenta infatti un metodo di sessaggio non invasivo per quelle specie di sauri in cui il dimorfismo sessuale, anche da adulti, è assente o poco evidente. Inoltre, si tratta di un pratico sistema di monitoraggio

dell’attività ovarica, che consente agli allevatori di programmare e gestire in modo ottimale il loro lavoro. Nelle specie vivipare questo strumento riesce a determinare la presenza dei feti (appaiono come strutture iperecogene circondate da fluido e membrane), ed in stadi più avanzati anche a valutare la loro vitalità (attività cardiaca). Le gonadi, localizzate al centro dell’addome (tra fegato e vescica urinaria) in posizione dorsale, sono più facilmente visualizzabili dalla regione prefemorale, bilateralmente. Nelle femmine sessualmente mature le ovaie si presentano come strutture simili a grappoli, al cui interno è possibile visualizzare numerose aree ipoecogene rotondeggianti, di diametro inferiore ai 5 mm, corrispondenti ai follicoli nello stadio pre-vitellino. Un ovaio contenente follicoli allo stadio vitellino (pre-ovulatori) risulta molto più facile da identificare, sia per le dimensioni che tali follicoli raggiungono (fino a 2,5 cm), sia per la maggiore ecogenicità di questi. I follicoli postovulatori (uova) possono essere distinti per la forma più allungata, una differenza più marcata tra la corticale iperecogena (guscio) e il contenuto ipoecogeno, e la disposizione in fila piuttosto che a grappolo. A differenza delle ovaie, i testicoli non sono sempre visualizzabili, a causa della loro fisiologica regressione durante la stagione non riproduttiva. In alcuni casi risulta utile porre l’animale in decubito dorsale, posizionare la sonda sulla linea mediana ventrale, visualizzare l’aorta (visibile come una striscia anecoica pulsante) ed usarla come punto di riferimento per cercare i testicoli, disposti a cavallo di questa. I testicoli si presentano sferici ed ipoecogeni rispetto al grasso circostante, e sono normalmente circondati da una capsula iperecogena e più esternamente da una modica quantità di fluido. In alcune specie di sauro sessualmente monomorfiche, come i mostri di Gila e gli scinchi a coda prensile, è possibile visualizzare gli emipeni sull’aspetto ventrale della base della coda, come strutture allungate, eterogenee rispetto al circostante tessuto muscolare. (Relazione al Seminario Sivae, Ecografia negli Animali Esotici, Cremona, 18 ottobre 2009). La bibliografia può essere richiesta scrivendo a: professioneveterinaria@anmvi.it ■


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Attualità scientifica Vet Journal

Fluidoterapia in caso di emorragia attiva Scelta degli emoderivati e monitoraggio del paziente. Jennifer Devey al 63° Congresso SCIVAC

di MARIA GRAZIA MONZEGLIO ome e con cosa trattare il paziente traumatizzato con una significativa emorragia in atto? Lo ha spiegato Jennifer Devey (DVM, Dipl ACVECC, USA) nella sua relazione intitolata “Fluidoterapie “particolari”: con emorragia attiva e in corso di trauma toracico” al 63° Congresso SCIVAC (“Traumatologia del tessuti molli”, Arezzo, 16-18 ottobre 2009). In questi pazienti, la procedura di stabilizzazione deve portare a una adeguata perfusione, una sufficiente concentrazione di emoglobina (Hb) ematica, una equilibrata pressione oncotica, un ripristino dei fattori della coagulazione e deve evitare un aumento dei fluidi interstiziali e l’aggravarsi dell’emorragia. Per fare questo è possibile ricorrere a diversi derivati ematici come sangue intero, plasma fresco congelato e plasma congelato, piastrine o globuli rossi concentrati, albumine umane. La scelta di quale prodotto utilizzare però, oltre a tener conto della disponibilità e del costo non sempre affrontabili dal proprietario, deve basarsi su un insieme di valutazioni cliniche/laboratoristiche fatte dal medico. L’ematocrito (Hct), la concentrazione di albumine e i risultati dei test della coagulazione vanno valutati prima di qualsiasi scelta: se l’animale si presenta anemico e ipovolemico la scelta adeguata è quella di utilizzare sangue intero o una combinazione di plasma e globuli rossi (RBC) concentrati. Nel caso invece la volemia fosse mantenuta, l’utilizzo di soli RBC concentrati è da preferire in quanto una integrazione di plasma potrebbe portare a ipervolemia con rischio di edema polmonare. Il plasma diventa invece una scelta obbligata quando il paziente presenta una coagulopatia. In cani di taglia grande, se quest’ultimo non fosse disponibile, può essere sostituito dall’albumina umana, qualora fosse necessa-

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rio ristabilire un’adeguata pressione oncotica del compartimento intravascolare. L’utilizzo di questi emoderivati, se non in caso di assoluta emergenza, deve essere subordinato a un test del maior e del minor per evitare l’insorgenza di qualsiasi reazione avversa. Il gatto deve, invece, fare sempre le prove di compatibilità. La somministrazione non deve mai avvenire attraverso la stessa linea in cui sono somministrati fluidi ipotonici o contenti calcio e non deve mai durare più di 4-6 ore per evitare il deterioramento delle proteine a temperatura ambiente. La soluzione ideale, da accompagnare alla trasfusione, è una soluzione fisiologia allo 0,9% di NaCl. La velocità di infusione sarà di 5 ml/kg/h per i primi 15 minuti, per poi aumentare fino a 10-20 ml/kg/h. Contemporaneamente si deve controllare ogni 5 minuti la temperatura del paziente almeno per i primi 15 minuti, poi ogni ora. L’evenienza di reazioni avverse alla trasfusione può richiedere il pronto utilizzo di corticosteroidi. La relatrice preferisce invece pretrattare il paziente con defenidramina. La relatrice ha in seguito posto l’attenzione sul corretto utilizzo della fluidoterapia in caso di pazienti con emorragia attiva. Di fondamentale importanza è monitorare la pressione ematica in quanto un incremento repentino ed elevato di questa può portare alla rottura dei coaguli neoformati, aggravando quindi l’emorragia in corso. Un frequente monitoraggio della pressione e del flusso ematico attraverso il Doppler è assolutamente consigliabile. La pressione dovrebbe mantenersi su valori di 80-100 mm Hg soprattutto in pazienti con emorragia intra-addominale. Nel somministrare la fluidoterapia, bisogna inoltre tener conto di tre importanti problematiche che costituiscono la cosiddetta “triade della morte”: ipotermia, acidosi e coagulopatia. Questi tre fattori sono responsabili dell’80% dei decessi. L’ipotermia può facilmente essere evitata attraverso la somministrazione di fluidi riscaldati oltre che, ovviamente, posizionando il paziente su materassini riscaldanti. Un animale ipotermico può andare incontro facilmente a complicazioni cardiache, vasodilatazione e coagulopatie. L’acidosi che si sviluppa nel paziente traumatizzato, generalmente, è di tipo metabolico e deriva da un metabolismo anaerobico dovuto alla diminuita perfusione ematica. Questa acidosi va corretta attraverso una somministra-

zione bilanciata di cristalloidi e colloidi. Una acidosi respiratoria, invece, può essere parzialmente controllata attraverso una ventilazione assistita con l’utilizzo, se possibile, di ossigeno riscaldato in modo tale da ridurre la dispersione di calore. Nel somministrare una fluidoterapia d’emergenza, quindi, i nostri end-points sono quelli

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di ristabilire una ossigenazione sufficiente dei tessuti, una frequenza cardiaca e una pressione sanguigna normali, un out-put urinario adeguato e una temperatura compatibile con la vita. Per fare questo, secondo Devey, è necessario partire con boli di 20-30 ml/kg di cristalloidi, accompagnati, se la pressione colloido-osmotica è ridotta, da boli di 5 ml/kg di colloidi. In tutto ciò, però, si deve prestare attenzione a non sviluppare una coagulopatia per diluizione dei fattori della coagulazione. * Si ringrazia per i dati forniti Marco Zanatta (Med Vet, Dottorando di Ricerca in Diagnostica Collaterale in Medicina Interna Veterinaria presso il Servizio di Chirurgia del Dipartimento Clinico Veterinario dell’Università di Bologna). ■

Sindrome vestibolare del gatto: aspetti clinici e RM no studio retrospettivo ha rivisto le cartelle cliniche di 77 gatti con segni clinici di malattia vestibolare a cui era stata effettuata una risonanza magnetica (RM) della testa. In 40 gatti (52%) erano presenti segni di disfunzione vestibolare centrale (CVD) che, in 17 soggetti (43%), era parte di una malattia multifocale. Le cause più frequenti di CVD erano le condizioni infiammatorie (18 gatti; 45%), incluse quelle di origine batterica per estensione intracranica di otiti interne (5 gatti; 13%), la peritonite infettiva felina (3 gatti; 8%) e la toxoplasmosi (2 gatti, 5%). La seconda e terza causa erano rispettivamente le neoplasie (12 gatti; 30%) e le malattie vascolari (4 gatti; 10%). In un soggetto si diagnosticava una carenza di tiamina sulla base dei reperti RM e del miglioramento in seguito a integrazione di vitamina B (1). Su 37 gatti (48%) con disfunzione vestibolare periferica (PVD), si sospettava una sindrome vestibolare idiopatica (IVS) in 16 (43%) e un’otite media/interna in altri 16 (43%). Nel gruppo di gatti con lesioni evidenti alla RM, la sede delle lesioni visualizzate era in accordo con la classificazione clinica della disfunzione vestibolare in 52 casi su 55 (95%). La maggior parte dei gatti (9 casi; 56%) con presunta IVS mostrava una scomparsa rapida e completa dei segni clinici. Poiché nella maggior parte di questi soggetti i segni clinici comparivano progressivamente nel corso di tre settimane, essi venivano classificati come

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affetti da IVS “atipica”, per differenziarli dai soggetti con la forma tipica non progressiva di IVS. In nessun soggetto si documentava una malattia sistemica sottostante. Fattori predittivi di sopravvivenza statisticamente significativi erano la neurolocalizzazione (sistema vestibolare centrale e periferico), l’età e il sesso. Non si osservavano differenze di sopravvivenza tra i gatti con presunta sindrome periferica idiopatica e i gatti con otite media/interna. (M.G.M.) *“Clinical signs, magnetic resonance imaging findings and outcome in 77 cats with vestibular disease: a retrospective study” Negrin A, Cherubini GB, Lamb C, Benigni L, Adams V, Platt S. J Feline Med Surg. 2009 Nov 19. [Epub ahead of print] ■

NEFROTOSSICOSI DA MELAMINA

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no studio descrive gli aspetti clinicopatologici di due cani morti per intossicazione da melamina in Italia. I due giovani soggetti appartenevano allo stesso canile nelle vicinanze di Treviso e morivano alla fine del 2008 con segni clinici di insufficienza renale. Entrambi mostravano gli stessi segni clinici ed evidenza di iperazotemia. L’esame necroscopico rivelava una grave nefrotossicosi associata a deposizione di uroliti all’interno dei tubuli renali e della pelvi. Il cristallo predominante era identico a quelli osservati nei reni dei cani colpiti da insufficienza renale negli episodi di intossicazione da melamina verificatisi nel 20042007 negli Stati Uniti e in Asia, fornendo evidenze che condivides-

sero lo stesso agente causale. Nel mangime somministrato ai due cani si riscontravano elevate dosi di melamina e la stessa sostanza veniva identificata nel tessuto renale di un cane morto e nei campioni urinari di entrambi i cani. Si poneva diagnosi di nefrotossicosi indotta da melamina. Si tratta, a conoscenza degli autori, della prima descrizione di contaminazione da melamina di mangimi per animali d’affezione nell’Unione Europea. (M.G.M.) *“Canine Nephrotoxicosis Induced by Melamine-Contaminated Pet Food in Italy” Cocchi M, Vascellari M, Gallina A, Agnoletti F, Angeletti R, Mutinelli F. J Vet Med Sci. 2009 Nov 13. [Epub ahead of print].


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MRSA, un rischio professionale per i veterinari Nella UE, stafilococchi resistenti presenti in un allevamento suino su quattro. Indagine EFSA ’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato la prima indagine a livello comunitario sugli MRSA (Staphylococcus aureus resistente alla meticillina) nei suini da riproduzione. I risultati indi-

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cano che l’MRSA si rinviene comunemente negli allevamenti di suini da riproduzione di alcuni Stati membri dell’Unione europea (UE). L’indagine fornisce stime sulla presenza del batterio e raccomanda di proseguirne il monitoraggio e indagare cause e implicazioni del rinvenimento di MRSA negli allevamenti di

suini della UE. L’indagine è stata eseguita in 24 Stati membri, in 17 dei quali sono stati trovati più tipi di MRSA negli allevamenti di suini da riproduzione, mentre in 7 Stati membri non se ne è riscontrato alcun tipo. In media, in 1 su 4 allevamenti di suini da riproduzione nella UE, so-

no stati riscontrati diversi tipi di MRSA, ma l’indagine riferisce anche che le cifre variano notevolmente da Stato a Stato. L’MRSA ST398 è il tipo di MRSA maggiormente segnalato negli allevamenti di suini da riproduzione nella UE; alcuni Stati membri hanno riferito anche di altri tipi, la cui prevalenza, però, era di gran lunga inferiore. La maggior parte (36/42) dei ceppi non-ST398 era presente in Italia e Germania. L’MRSA costituisce motivo di seria preoccupazione per la salute pubblica e i diversi ceppi sono riconosciuti come importante causa di infezioni contratte in ambito ospedaliero (o nosocomiali) negli esserti umani. Il tipo specifico MRSA ST398 è stato individuato in alcuni animali domestici ed è considerato un rischio sanitario professionale per gli allevatori, i veterinari e le loro famiglie, che potrebbero esservi esposti attraverso il contatto, diretto o indiretto, con tali animali. In un parere pubblicato all’inizio di quest’anno, il gruppo di esperti dell’EFSA sui pericoli biologici (BIOHAZ) ha esaminato la rilevanza per la salute pubblica degli MRSA negli animali e negli alimenti ed è giunto alla conclusione che il ceppo MRSA ST398 ha minori probabilità di contribuire alla diffusione di MRSA negli ospedali rispetto ad altri tipi di cui sono portatori gli esseri umani. Il gruppo ha inoltre aggiunto che al momento non vi sono prove che l’MRSA ST398 possa essere trasmesso agli esseri umani tramite il consumo o la manipolazione di alimenti contaminati. Nell’indagine pubblicata in questi giorni l’EFSA raccomanda di monitorare l’MRSA nei suini e in altri animali destinati alla produzione di alimenti. Aggiunge inoltre che vanno svolte ulteriori ricerche, in modo da poter individuare le cause della diversa diffusione di MRSA nei vari Stati membri e utilizzare i risultati per proporre possibili misure di controllo. * Analysis of the baseline survey on the prevalence of methicillin-resistant Staphylococcus aureus (MRSA) in holdings with breeding pigs, in the EU, 2008 EFSA, 24 novembre 2009 ■

Vet Journal è un periodico di informazione scientifica di proprietà di E.V. srl iscritto nel Pubblico Registro della Stampa periodica presso il Tribunale di Cremona al n. 396 dal 18.12.2003. È diretto dal dottor Enrico Febbo e dalla dottoressa Maria Grazia Monzeglio. Fornisce un flusso informativo continuo sugli eventi della medicina veterinaria e sul mondo delle bioscienze, con tre edizioni alla settimana.

Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo

www.vetjournal.it/


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Il futuro: donna e veterinaria Sempre più donne veterinarie, con quale prospettiva? Quali problemi?

di ANTONIO MANFREDI a crisi del settore veterinario, dovuta principalmente all’esagerato numero di laureati rispetto alle necessità del mercato, ma fortemente peggiorata anche per la situazione economica del paese, sta evidenziando situazioni di grave difficoltà per i giovani laureati, soprattutto se donne. Già da qualche anno la percentuale femminile fra coloro che passano l’esame di accesso al Corso di Laurea in Medicina Veterinaria è elevatissima, raggiungendo punte del 75/80%. Percentuali che alla fine del Corso, al momento della Laurea, sono di solito anche più elevate, fino al 90%.

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Questo perché, notoriamente, le donne sono più studiose ed attente dei maschi e quindi arrivano all’esame di ammissione più preparate e prima alla Laurea, mentre i maschi, anche quando risecono ad iscriversi al Corso, poi a volte abbandonano gli studi o comunque, spesso, dilatano i tempi andando fuori corso. Basta vedere gli ultimi dati riferiti agli iscritti agli Ordini veterinari nel 2008. Mentre gli iscritti dal 2004 al 2008 hanno avuto un incremento del 14,1%, la componente femminile, nello stesso periodo, è cresciuta del 33,8%. Complimenti quindi alle donne, ma se ci pensate questa situazione rischia di creare dei grossi problemi. Quasi tutte le laureate in Medicina Veterinaria, infatti, cercano di sviluppare la loro attività professionale nel settore degli animali da compagnia. Sempre facendo riferimento al 2008, gli iscritti alla SCIVAC sono risultati a fine anno: 53,5% donne e 46,5% uomini, una differenza di 7 punti percentuali e che negli anni continua ad aumentare. Del resto l’attuale Presidente (Dea Bonello) e Vicepresidente (Federica Rossi) della SCIVAC sono veterinarie. Questa tendenza ha portato, già da qualche anno, ad una saturazione del mercato del lavoro nell’ambito della veterinaria per animali da compagnia, perché i veterinari sono troppi e tutti vogliono curare cani e gatti. Quindi abbiamo nel settore una forte disoccupazione o sottoccupazione e ci vogliono veramente anni prima che un gio-

vane laureato possa iniziare ad avere una retribuzione decente riferita alla sua professionalità. Questa forte crescita femminile sta quindi portando ad una concentrazione dei veterinari sostanzialmente in un solo settore, quello degli animali da compagnia, anche perché la veterinaria pubblica, che era l’altro sbocco professionale ricercato dalle veterinarie, è al momento abbastanza chiuso. È interessante anche vedere come all’interno della clinica per animali da compagnia le veterinarie siano interessate ad alcune aree specialistiche: medicina felina, dermatologia, medicina comportamentale, mentre ne vengono scartate altre, in particolare ortopedia e chirurgia. Vediamo qualche dato: la SIMEF, società di medicina felina ha il 71% di iscritti donne, la SISCA, medicina comportamentale, il 65%, la SIDEV, dermatologia, il 72%, il gruppo di Fisioterapia quasi l’80%. Al contrario la SIOVET, ortopedia, ha quasi l’87% di iscritti maschi, la SCVI, chirurgia, il 75%. Questo significa che anche all’interno della medicina per animali da compagnia ci sono settori veramente più che saturi concentrandosi la maggior parte dei laureati, mentre altri, forse, potrebbero offrire qualche possibilità in più. Se vogliamo aggiungere un dato che può avare un significato, dai dati ENPAV, e che si riferiscono al reddito dichiarato, le veterinarie risultano sempre con un valore medio nettamente

inferiore a quello dei colleghi, di circa 1500/2000 euro. Questo deriva certamente dal fatto che molte di loro lavorano part-time per far convivere gli impegni familiari con quelli professionali, ma anche dal fatto che, in genere, la loro retribuzione è inferiore a quella dei colleghi. Per superare i problemi evidenziati e riequilibrare i settori veterinari si sta pensando da tempo di rivedere l’esame di accesso al Corso di laurea che, impostato come è oggi, tende ad escludere quei potenziali iscritti, soprattutto maschi e provenienti da scuole tecniche (Agraria), che potrebbero essere interessati maggiormente a quelle aree professionali dove esistono ancora possibilità occupazionali: animali da reddito, trasformazione, sicurezza alimentare, fauna selvatica, industria, informazione scientifica, ecc. che oggi stanno finendo in mano ad altre figure professionali per mancanza di disponibilità ed interesse da parte dei laureati in medicina veterinaria. Sarebbe infatti veramente assurdo pensare, in prospettiva, ad un settore veterinario con forti aspetti di disoccupazione o sottoccupazione che, d’altra parte, lascia in parte scoperti ambiti di attività professionale a favore di tecnici, altri laureati o veterinari di importazione. Nello stesso tempo, la crescita notevole di presenza femminile ha portato, ovviamente, maggior attenzione verso le problematiche delle veterinarie, per gli aspetti di garanzia del lavoro, di assistenza e di pari opportunità e, su questi temi, l’ANMVI si è fortemente impegnata sia direttamente, sia attraverso Confprofessioni dove rappresenta il settore veterinario. In particolare l’ANMVI ha apprezzato molto lo sviluppo di attenzione, anche da parte dell’ENPAV, verso le difficoltà derivanti dalla maternità delle veterinarie libere professioniste, che l’Associazione ha sempre sostenuto nelle loro richieste ed esigenze. L’ANMVI ha anche sollecitato in Confprofessioni maggiore attenzione verso le problematiche femminili, ribadendo la richiesta di essere presente come Confederazione nel comitato del Governo per le pari opportunità per portare e sostenere le giuste richieste delle donne professioniste. A dimostrazione dell’impegno dell’ANMVI su questi temi, basterebbe, del resto considerare l’ultimo manuale pubblicato dall’Associazione: “Veterinaria e Donna, Tutela dentro e fuori la professione al femminile” a cura di Giorgio Neri e Carlo Pizzirani. Un manuale di 24 pagine, di colore rosa, naturalmente, che affronta tutte le tematiche relative all’essere veterinaria/donna, ed in particolare i tre temi principali: L’indennità di maternità, la Conciliazione lavoro-famiglia, partendo dalla legge 53/2000, e La sicurezza del lavoro. Un manuale completo, quindi, che è stato molto apprezzato dalle donne ma che sarebbe certamente utile, come dicono gli autori nella breve introduzione, anche ai Colleghi maschi. ■


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Un manuale per le tariffe Practice Management

Il veterinario è un manager Il Gruppo di Studio di Practice Management sta preparando grandi progetti opo 5 anni di soddisfacente lavoro, il gruppo di studio ANMVI di Practice Management guarda al futuro con rinnovato ottimismo per continuare a studiare la situazione della professione veterinaria in funzione degli enormi cambiamenti che sono avvenuti. Per fare ciò ci siamo dotati di un direttivo che rappresenta le differenti tipologie di strutture veterinarie presenti sul territorio italiano affiancata da un manager veterinario. In questo sforzo di rinnovamento troviamo il Dott. Bartolomeo Borgarello, per le medie strutture, il Dott. Francesco Carrani, per quelle complesse, il Dott. Marco Viotti, per quelle piccole ed infine il Dott. Massimo Serreri che oltre ad essere medico veterinario e titolare sia di piccole che grandi strutture, ha conseguito alla Università Bocconi di Milano un master in business and administration. Insieme abbiamo deciso di portare avanti una serie di iniziative per diffondere la cultura di gestione aziendale, ampiamente diffusa all’estero fin dall’università, sul nostro territorio. La prima sarà la redazione di un piccolo manuale che spieghi, a chi vorrà interessarsene, i primi rudimenti di gestione aziendale partendo dai concetti di gestione aziendale passando attraverso il calcolo del break even fino ad arrivare alla costruzione della propria tariffa; tale manuale sarà distribuito gratuitamente da ANMVI a tutti i veterinari italiani. In conseguenza di ciò organizzeremo una serie di incontri a Palazzo Trecchi, il primo il 14 marzo 2010, il secondo il 13 giugno 2010 e nel secondo semestre il 14 novembre 2010, per spiegare tale manuale ed avviare un confronto costruttivo e di scambio con tutti i veterinari che vorranno partecipare, inoltre, al primo incontro, nella primavera 2010 sarà distribuito in anteprima tale manuale. Successivamente, in autunno ci occuperemo anche della pubblicità veterinaria, partendo dagli aspetti normativi fino alla realizzazione dei siti internet dedicando anche a questa i-

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leader nel settore dell'alimentazione d'alta gamma per animali d'affezione ricerca un INFORMATORE MEDICO-SCIENTIFICO per le seguenti provincie: LUCCA, PISTOIA, MASSA Si richiede laurea in medicina veterinaria e una buona introduzione nel canale veterinario per animali d'affezione. Si offre interessante compenso più incentivi legati all'attività svolta. Inviare dettagliato Curriculum Vitae al seguente indirizzo di posta elettronica: selezione.personale@royal-canin.it citando espressamente il riferimento: IMS TOSCANA e l'autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi della legge 375/96

niziativa alcuni incontri ed avvalendoci anche di figure extra settore. Saremo inoltre presenti al congresso nazionale di Rimini 2010 per approfondire i temi economico-finanziari con relatori stranieri ed italiani per rinnovare il confronto con quelle realtà dove tali temi sono già radicati. Abbiamo altresì deciso di riprendere l’argomento della qualità della prestazione veterinaria come punto cardine per sviluppare la

propria impresa, piccola o grande che sia. Ci aspettiamo inoltre di collaborare attivamente con tutti quei colleghi che sentono la necessità di migliorare i propri ambiti gestionali realizzando dei corsi su richiesta sui temi della comunicazione, delle human resorce e economico finanziari. Vogliamo anche guardare al futuro studiando ed approfondendo la funzione di quelle figure laiche che operano all’interno delle

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strutture veterinarie interfacciandoci con loro e dedicando spazi appropriati, dal momento che la loro numerosità è in costante aumento nelle nostre strutture. Parallelamente svilupperemo delle indagini conoscitive sulla nostra realtà il cui primo esempio è stata la ricerca sulle tariffe del 2009, continuata con quella sulla prestazione domiciliare ed altre saranno realizzate nel corso del 2010. Speriamo quindi in una risposta calorosa da parte di tanti Colleghi che, come noi, sentono il cambiamento nella nostra professione come una priorità e credono, come noi, in una veterinaria qualitativamente migliore ma anche soddisfacente dal punto di vista economico. Marco Viotti ■


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La buiatria in Puglia Vetpedia: e in Basilicata da idea a progetto Esperienze a confronto nel primo incontro interregionale della SIVAR

Un’enciclopedia veterinaria online gratuita e riservata ai Medici Veterinari di ANTONIO MANFREDI V, Edizioni Veterinarie, dopo aver lanciato pochi giorni fa un ambizioso progetto di videoconferenze che potrebbe portare alla realizzazione di un canale televisivo veterinario, ha deciso ieri di partire anche con la realizzazione di Vetpedia, un’enciclopedia online di Medicina Veterinaria, alla quale potranno partecipare con propri contributi tutti i veterinari. La decisione di partire con questo nuovo progetto, estremamente impegnativo e costoso, nasce dalla convinzione che possa essere uno strumento di grande utilizzo per tutti i veterinari che potranno essere anche autori inviando propri contributi. L’idea a EV è venuta, ovviamente, da Wikipedia, enciclopedia generalista che ha dimostrato di funzionare molto bene anche in termini qualitativi. Il progetto di EV che sarà gratuitamente usufruibile, ma riservato ai Medici Veterinari, sarà realizzato in collaborazione con numerosi specialisti che dovranno controllare e garantire la correttezza dei contenuti e dei contributi che perverranno alla redazione. Ogni voce avrà numerosi link che permetteranno collegamenti con altri siti o servizi complementari per dare un’informazione il più possibile completa ed esaustiva: prontuari, articoli, siti di società specialistiche, motori di ricerca scientifici, ecc. Il progetto parte per la Medicina Veterinaria dei piccoli animali da compagnia (cani, gatti, esotici) escludendo per ora gli equini e tutti gli animali da reddito che saranno inseriti successivamente. Vetpedia sarà in lingua italiana ma è già prevista un’edizione successiva in lingua inglese per coinvolgere tutti i veterinari a livello internazionale. Nei prossimi giorni la redazione responsabile del progetto (Enrico Feb-

E abato 21 Novembre si è tenuta a Gioia del Colle (Bari) la prima Giornata Interregionale SIVAR dal titolo “Aggiornamenti in buiatria” organizzata in collaborazione con le Delegazioni Regionali SIVAR Puglia e Basilicata. Ha aperto i lavori il Presidente SIVAR Dr. Medardo Cammi il quale - nel portare i saluti del Consiglio Direttivo della società e ringraziare i numerosi partecipanti, i relatori ed i Delegati Regionali delle due regioni maggiormente coinvolte nell’evento - ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa quale inizio di un percorso di avvicinamento di SIVAR ai propri iscritti nelle aree del centro-Sud Italia. In qualità di moderatore ha poi preso la parola il Prof. Canio Buonavoglia, esprimendo parole di elogio nei confronti di SIVAR per aver valutato ed organizzato l’evento in questa regione, auspicando una sempre più stretta collaborazione tra il mondo universitario e quello della veterinaria del mondo della libera professione. Il primo dei relatori, Dr. Mauro Casalone, ha trattato il tema della fertilità nel bovino e dei protocolli terapeutici per migliorarne i risultati, portando interessanti esempi pratici ed analisi con i relativi dati di aziende in cui le sincronizzazioni sono applicate da alcuni anni. L’argo-

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mento è stato conseguentemente integrato con la realtà locale, grazie alla relazione del Dr. Vito Lo Conte, il quale ha riportato dati sulla fertilità di aziende nelle quali è presente come veterinario aziendale. Ha fatto seguito un vivace dibattito durante il quale i veterinari in sala hanno messo a confronto le rispettive esperienze su campo. Dopo una breve pausa pranzo i lavori sono ripresi nel primo pomeriggio con la relazione del Dr. Enrico Chiavassa che ha affrontato con un’approfondita relazione - ricca di schemi e foto - la dislocazione dell’abomaso nel bovino, passando dalle cause predisponenti a tale patologia alla sua diagnosi, all’intervento chirurgico ed alle terapie post operatorie. La giornata si è conclusa con un notevole grado di soddisfazione da parte dei veterinari che hanno apprezzato gli argomenti proposti ed il contenuto pratico delle relazioni, aspetto fortemente richiesto da tutti i buiatri liberi professionisti impegnati su campo. Alla luce della lusinghiera affluenza di veterinari liberi professionisti da parte di tutte le regioni limitrofe - Basilicata, Campania, Molise ed Abruzzo - SIVAR si impegna a mantenere la promessa di ulteriori eventi di formazione ai fine di uniformare la propria presenza sul territorio e creare un polo di aggiornamento nelle aree del Sud Italia. ■

bo, Direzione editoriale di EV, e Maria Grazia Monzeglio, Redazione di Vetjournal) che hanno già predisposto uno schema di temi ed argomenti che dovranno essere previsti e sviluppati all’avvio del progetto, contatteranno vari specialisti per affidare loro i diversi settori. L’avvio e la fruibilità di Vetpedia è prevista per settembre 2010 e saranno almeno 300 le voci già sviluppate e che potranno essere integrate e implementate anche aggiungendo nuove voci. Gli specialisti dei diversi settori avranno il compito quindi di preparare le prime trecento voci, aggiungerne di nuove, aggiornare nel tempo quelle già previste e controllare la qualità scientifica dei diversi contributi che potranno arrivare alla redazione. “Un progetto ambizioso che potremo realizzare solo con il sostegno di alcune aziende con le quali stiamo definendo la sponsorizzazione” ha dichiarato Enrico Febbo responsabile editoriale di EV. “Ci rendiamo conto che a volte i nostri progetti sono all’avanguardia quando vediamo proposte di FAD realizzate ancora con testi scritti e foto, senza la capacità di utilizzare gli incredibili mezzi dell’online. EV è convinta che il futuro dell’informazione e della formazione passi sempre di più da questi strumenti che permettono ai veterinari di usufruirne quando e dove vogliono. Ci stiamo investendo molto e siamo certi che le nostre idee siano condivise dai colleghi. Anche da parte delle società specialistiche abbiamo ricevuto forti raccomandazioni a perseguire il progetto". ■

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L'Assemblea del Fondo Sanitario ANMVI conferma Pier Mario Piga Sarà Presidente del CdA anche per il triennio 2010-2012 el mese di novembre, come ogni anno, l'Assemblea dei Soci del Fondo Sanitario ANMVI viene convocata per gli adempimenti statutari e per fare il punto sull'andamento finanziario. Quella del 27 novembre, nella sede cremonese di

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Palazzo Trecchi, è stata una convocazione ordinaria ed elettiva che ha visto la nomina degli organi direttivi del triennio 2010-2012. Confermato alla Presidenza Pier Mario Piga (foto). Lo affiancheranno il Vice Presidente Marco Eleuteri, il Segretario-Tesoriere Gualtiero Tanturli e i Consiglieri Amato Violini e Alberto Casartelli. Il Consiglio di Amministrazio-

ne, così composto, è stato riconfermato dai Soci del Fondo alla guida del prossimo triennio, così come il Collegio dei Revisori dei Conti e Supplenti: Giorgio Neri (Presidente), Ermenegildo Baroni, Susanna Marchetti, Marina Perri e Sandro Barbacini. All'ordine del giorno l'analisi di bilancio di previsione al 31 dicembre 2009, un bilancio

del tutto soddisfacente per gli iscritti ma soprattutto per gli assistiti che si sono trovati nella necessità di ricorrere alle coperture sanitarie e di essere rimborsati. Nell'anno in corso sono state rimborsate spese sanitarie per un totale di 547.000 euro (dato gennaio-ottobre 2009) con uno spettro di copertura che va dagli interventi chirurgici alle cure dentarie, dal parto alle malattie professionali, dalle visite specialistiche al day hospital. Le spese sanitarie sostenute dagli iscritti continuano ad essere detraibili - secondo quanto previsto dal Fisco - ancorché rimborsate dal Fondo. Per questo motivo non è detraibile la quota annuale. A conti fatti, per chi ha dovuto ricorrere alle coperture, la detrazione della spesa e non della quota si rivela più conveniente. Da nove anni il Fondo Sanitario Anmvi assiste e rimborsa 957 nuclei familiari, corrispondenti ad altrettanti medici veterinari e ai loro 2.248 familiari. Il Fondo Sanitario Anmvi è il primo, storico, Fondo di assistenza sanitaria integrativa pensato per la categoria dei medici veterinari e che propone "quote familiari". Con una sola quota annuale, viene infatti ricompreso nelle coperture sanitarie tutto il nucleo familiare, senza limiti numerici e compresi i conviventi e i figli a carico. La mediazione del broker Marsh consente al Fondo di contrattare con Assidim Assistenza (Generali) le condizioni di copertura. Per il 2010 il Fondo sta valutando le quote e le opzioni sanitarie e renderà presto note le condizioni finanziarie e assistenziali nei tempi utili per entrare in copertura a far data 1° gennaio 2010. ■

CHIEDI LE CONDIZIONI DEL 2010 l Fondo Sanitario ANMVI, offre a tutti i medici veterinari la possibilità di aderire alle coperture sanitarie scegliendo fra quattro diversi piani di assistenza. MINIMA(L): Grandi interventi chirurgici; INTERMEDIA(Y): Grandi interventi chirurgici, parto, protesi, ricoveri; MEDIA(O): Grandi interventi chirurgici, parto, protesi, ricoveri, visite specialistiche, extraospedaliere; MASSIMA(P): Grandi interventi chirurgici, parto, protesi, ricoveri, visite specialistiche, extraospedaliere e cure dentarie. Le relative quote saranno rese note ai soci già iscritti entro l’anno, con tempi e modalità utili a garantire la continuità di copertura e la possibilità di scelta. Chi non è ancora iscritto può già prendere contatti con la Segreteria del Fondo per chiedere informazioni e modulistica.

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Rabbia, vaccinazioni da completare entro gennaio Le faranno i Servizi veterinari e i liberi professionisti autorizzati. Tariffe da definire. Costi a carico dei proprietari al 17 novembre l’epidemia di rabbia silvestre ha interessato anche il Veneto: un cane di proprietà tenuto in recinto è risultato positivo alla rabbia nel comune di Lozzo di Cadore in Provincia di Belluno. Successivamente, l’IZS ha riscontrato la positività alla rabbia in 4 volpi e un tasso nei Comuni di Longarone, Forno di Zoldo, Pieve di Cadore, Valle di Cadore e Domegge di Cadore. L'ordinanza firmata dal Presidente Galan prevede, tra l'altro, la vaccinazione obbligatoria antirabbica pre-contagio dei cani in tutti i comuni delle Province di Belluno e Treviso, nei comuni vicentini ricompresi nelle Ullss 3 di Bassano e 4 Alto Vicentino, ed in quelli veneziani dell'Ulss 10 Veneto Orientale. La vaccinazione è ''consigliata'' per gatti, furetti e gli altri animali da compagnia appartenenti a specie sensibili. L'ordinanza prevede anche l'intensificazione della lotta al randagismo su tutto il territorio regionale, e il divieto della circolazione di cani in ambiente agro-silvo pastorale in tutta la provincia di Belluno e in parte di quelle di Treviso e Vicenza.

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ENTRO IL 31 GENNAIO Le operazioni vaccinali dovranno essere completate entro il 31 gennaio 2010 e sono effettuate dai Servizi veterinari delle Ullss e dai veterinari liberi professionisti iscritti all'albo e autorizzati allo scopo dai Servizi Veterinari. I costi sono a carico dei proprietari degli animali. Si stima un costo di oltre 600.000 euro per la profilassi della sola rabbia silvestre. Le tariffe saranno stabilite con apposito provvedimento. I giovani animali che non sono stati sottoposti al trattamento immunizzante, perché in età non vaccinale, dovranno essere vaccinati dopo il terzo mese di età. Per valutare l’efficacia dell’avvenuta vaccinazione della popolazione canina potranno essere effettuati controlli sierologici su base campionaria.

DISPOSIZIONI ULTERIORI In tutto il territorio regionale è vietato toccare animali sospetti, vivi o morti, così come avvicinare e in qualsiasi modo venire in contatto con animali selvatici delle specie ricettive, particolarmente le volpi. L’eventuale ritrovamento di animali morti o il cui comportamento fosse contrario alle normali abitudini deve essere segnalato al personale incaricato e autorizzato. Le volpi abbattute o trovate morte e gli altri animali selvatici e domestici, abbattuti perché sospetti o selvatici di specie sensibile trovati morti, dovranno essere raccolti dal personale incaricato con le dovute cautele e fatti recapitare al più presto integri all’IZS per gli accertamenti diagnostici. Per le modalità di invio dovranno essere contattate le strutture terri-

toriali dell’Istituto Zooprofilattico.

UNITÀ DI CRISI È stata insediata in Regione Veneto, presso la Segreteria regionale Sanità e Sociale, una Unità di Crisi istituita per seguire e coordinare gli interventi rispetto al problema del ripresentarsi della rabbia silvestre nel bellunese. L'organismo è presieduto dal Segretario Regionale Giancarlo Ruscitti. Ne fanno parte i tecnici regionali, gli esperti dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie con sede a Legnaro (Centro di Referenza Nazionale per la Rabbia Silvestre) ed i rappresentanti delle Ullss 1 di Belluno e 2 di Feltre. Nel corso della riunione è stato fatto il punto della situazione e sono

già state assunte alcune decisioni operative. Nei prossimi giorni verrà definito e diffuso in tutti i territori interessati un depliant per i residenti ed i turisti che conterrà tutte le informazioni necessarie, sia sulla malattia che sui comportamenti più opportuni da tenere in caso si venga a contatto con animali sospetti o si venga morsicati. Definite anche le modalità di approvvigionamento dei vaccini per la campagna rivolta agli animali e di quelli da tenere a disposizione per la profilassi delle persone che si presentassero negli ospedali a causa di un morso. Ad occuparsi della questione saranno gli uffici regionali competenti. Sempre nei prossimi giorni verranno anche organizzati incontri sul territorio rivolti alle categorie di persone che po-

trebbero essere più esposte al rischio di contrarre la malattia da un animale come, ad esempio, veterinari, guardie forestali, guardaboschi, operatori del soccorso alpino. L'Unità di Crisi tornerà a riunirsi e lo farà ogniqualvolta ve ne fosse la necessità sino alla conclusione dell'emergenza.

DOPO 13 ANNI A distanza di quasi 13 anni dall’ultimo caso di rabbia diagnosticato in una volpe in provincia di Trieste nel dicembre del 1995, la rabbia silvestre ha fatto la sua ricomparsa in alcuni Comuni del nord-est della Regione Friuli Venezia Giulia, 15 Comuni della provincia di Udine, 2 comuni della Provincia di Pordenone e 1 comune nella Provincia di Trieste. ■


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26 Lettere al Direttore Ridurre le facoltà Caro Direttore, ho avuto modo di leggere con attenzione le riflessioni su Università e Professione “Come ridurre i veterinari” (PV 37/2009). Premetto che apprezzo molto questi interventi perché sempre molto stimolanti e considero questo contributo a volte indispensabile per attivare la categoria su scelte e comportamenti da prendere in esame affinché tutti se ne possano avvantaggiare. Nella approfondita analisi sulla questione dei nuovi iscritti alle Facoltà si porta a considerare ed esaminare tre ipotesi di soluzioni valutandone i pro e i contro a cui aggiungerei, una quarta ipotesi. Forse non per tutti piacevole e men

che meno facilmente realizzabile, ma sicuramente non minoritaria nel panorama dei colleghi con cui frequentemente si ha modo di confrontarsi. Premesso che il focus del dibattito è la riduzione del numero degli iscritti senza ridurre le risorse ministeriali alle facoltà, il contributo porta a valutare tre ipotesi di intervento che proverò a riassumere: a) non ridurre il numero di facoltà ma differenziarne gli indirizzi b) sviluppare più corsi di specializzazione o master, c) portare il corso di laurea a sei anni. In tutte e tre le ipotesi analizzate le riflessioni credo siano del tutto condivisibili e non penso valga aggiungere altre considerazioni in merito. La quarta ipotesi invece non discussa nell’analisi, se non lievemente accennata nella breve premessa e comunque senza alcuna riflessio-

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ne - forse per eccesso di pudicizia? - resta quella di tagliare i rami secchi, ovvero ridurre le facoltà e i dipartimenti inefficienti ovvero incapaci di garantire il minimo standard di qualità (FAQ di valutazione Europea) e formazione professionale adeguate al mercato (numero di laureati/lavoro entro n. anni). Risultato? A parità di stanziamenti oggi a pioggia (del tipo un tanto a iscritto) si avrebbero più contributi verso le facoltà più meritevoli. Domanda: sono disposti i docenti, sempre pronti a piangere per la mancanza di fondi, ad accettare la valutazione di una commissione mirata per definire gli stanziamenti ai dipartimenti in base al volume di ricerca e formazione qualificata prodotta? La conferma alle carenze delle nostre Facoltà la si può trovare proprio nella genesi della SCI-

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“I liberi professionisti sono la vera élite intellettuale del Paese”. Renato Brunetta, Ministro della Funzione Pubblica

VAC, che si conosce così bene! Mi chiedo: sarebbe mai esistita la SCIVAC e le associazioni specialistiche ad essa collegate se non si fosse sentita, ad un certo punto, la necessità extra cathedra di avere una formazione professionale adeguata a standard minimamente dignitosi e che le Facoltà non erano capaci di offrire? Vogliamo provare ad andare con la mente al passato e ricordarci come era vista la SCIVAC dalle Università? Quanti erano alle origini i docenti universitari italiani invitati ai corsi di formazione SCIVAC? Pochi o nulla. E che valore (ad es. riconoscimento nei concorsi) avevano i corsi SCIVAC da parte delle Facoltà? Zero nella migliore delle ipotesi, per non parlare di quanti gli hanno remato contro. Tutti noi che abbiamo contribuito alla sua nascita e affermazione (personalmente sono stato socio fondatore SISCA e SIVAR) si era partiti da un bisogno impellente di aggiornamento (non ECM !!) e dalla consapevolezza della insipienza della formazione accademica! Se la puzza del pesce parte dalla testa è inutile incartarci sulla richiesta della riduzione del numero degli studenti iscritti, quella semmai è la coda del problema!! Non è possibile avallare queste logiche compromissorie che alla fine fanno solo l’interesse del mondo accademico (meno studenti per facoltà uguale meno lavoro didattico per pari quantità di soldi stanziati…) ! Non gli deve sembrare vero alle Facoltà di avere il mondo professionale dalla propria parte facendo pagare ai soli più deboli, i giovani (e indirettamente alle loro famiglie) le carenze del sistema universitario. Piuttosto apriamo un dibattito propositivo all’interno della categoria sulla testa (e le teste) del problema e vedremo che non so se poi saranno ancora così tanti i giovani laureati da meritare le nostre ingiuste attenzioni, o che magari non si diventi addirittura in pochi (!) e comunque sicuramente tutti più preparati anche in quei campi, e sono tanti, cui a tutt’oggi pascolano “altre” professioni. È evidente che non si può fare di ogni erba un fascio ed è importante fare i necessari distinguo, ma se mai si ha il coraggio di affrontare il problema alla radice (qualificare le Facoltà per riqualificare la professione), si tratterrà ancora una volta della solita pezza (ridurre ulteriormente il numero degli iscritti) che spesso risulta più vistosa del buco stesso che si vuole nascondere. Con affetto Giuseppe Pallante L’articolo a cui si fa riferimento è solo la seconda parte di un’ampia analisi sul problema dei troppi veterinari in Italia. La terza parte uscita sul numero 38 di Professione Veterinaria chiude tutte le riflessioni arrivando alla stessa conclusione alla quale è arrivato il collega: l’unica soluzione al problema dei troppi veterinari e quindi troppi laureati è solo quella di ridurre il numero delle Facoltà di Medicina Veterinaria. Carlo Scotti.


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Innovet entra nella “blogosfera” Su blog.innovet.it nasce il blog ufficiale di Innovet: un luogo virtuale in cui sono invitati proprietari e veterinari a discutere di argomenti di salute animale. L’accesso è libero e qualsiasi intervento è il benvenuto

nnovet entra ufficialmente nella “blogosfera”: il mondo della discussione online, che ha segnato il passaggio al Web 2.0. A differenza dell’originale concezione di internet, nell’evoluzione Web 2.0 i contenuti non sono generati esclusivamente dal gestore, ma anche, e soprattutto, dalla comunità degli utilizzatori. Esempi noti di questo nuovo modo di concepire e utilizzare in maniera interattiva la rete? Il social network Facebook, la piattaforma di streaming video

I

YouTube, l’enciclopedia libera Wikipedia. InnovetBlog è composto da una serie di articoli su vari argomenti di interesse aziendale, ai quali qualsiasi utente ha la facoltà di rispondere, inserendo i propri commenti, ed allargando progressivamente la discussione. Con l’utilizzo di questa nuova tecnologia, Innovet allarga il livello di condivisione delle proprie conoscenze. Lo scopo è quello di rendere sempre più accessibile al mercato l’innovazione scientifica generata dalla Ricerca, ricavandone, nel contempo, sensazioni utili a guidarne lo sviluppo futuro. InnovetBlog rappresenta, quindi, un mezzo straordinario per ottimizzare la missione Innovet di sempre: fungere da cinghia di trasmissione, in grado di trasferire Scienza al Mercato. Partecipa anche tu a InnovetBlog su: http://blog.innovet.it ■

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’alito cattivo (alitosi) è un problema serio, non solo perché può rendere complicata la vita in famiglia con il proprio pet, ma, soprattutto, perché è uno dei segni clinici più immediati di cattiva salute del cavo orale. La malattia parodontale (gengiviti e parodontiti) è, infatti, pressoché costantemente accompagnata da un alito fastidioso e pesante, che trova la sua spiegazione nel rilascio di composti volatili solforati da parte dei batteri anaerobi della placca. In questi casi, l’unico consiglio è la spazzolatura quotidiana dei denti. Un rimedio, però, che, oltre a non essere in grado di rimuovere la placca, una volta che questa si sia mineralizzata in tartaro, è un compito non solo continuativo, ma oggettivamente difficile da attuare, anche per proprietari attenti e scrupolosi. Restomyl® supplemento rappresenta un metodo completamente naturale ed innovativo per migliorare l’alito. È, infatti, composto al 100% di un’alga bruna (Ascophyllum nodosum) che, somministrata per via orale, è in grado di concentrarsi nella saliva, ed agire tramite due specifici meccanismi d’azione: 1) inibizione dell’adesione e della crescita dei batteri, grazie all’elevato contenuto in polisaccaridi solfatati (fucoidano); 2) riduzione della deposizione del tartaro, dato che i gruppi solfato possono acidificare il pH salivare, ed interferire con la formazione del tartaro stesso. Restomyl® supplemento è disponibile in confezione da 40 g, da miscelare, con apposito misurino dosatore, al cibo, sia secco che umido, a partire dalla comparsa dei denti definitivi. Il miglioramento dell’alito si manifesta generalmente a partire dalla terza settimana di trattamento. In un secondo tempo (in genere tra la terza e la quinta settimana), si può apprezzare anche la riduzione della deposizione del tartaro. Maggiori informazioni su www.innovet.it

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RELATORI Diego Sarotti, Med Vet, Cuneo Paolo Franci, Med Vet, CVA, Padova ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (30) QUOTE Soci SCIVAC: € 280,00 + IVA 20% Non soci: € 480,00 + IVA 20%


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30 Calendario attività Dal 22 gennaio al 28 febbraio Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi

22 - 24 GEN 22 GEN 25 - 28 GEN 29 - 31 GEN 30 - 31 GEN 30 - 31 GEN 31 GEN 4 - 6 FEB 4 FEB 6 - 7 FEB 7 FEB 7 FEB 7 FEB 7 FEB 10 - 12 FEB 13 - 14 FEB 13 FEB 14 FEB 14 FEB 16 - 18 FEB 20 FEB 21 FEB 21 FEB 21 FEB 21 FEB 22 - 25 FEB 27 - 28 FEB 28 FEB

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“RAPTOR BIOMEDICINE: LA MEDICINA VETERINARIA E LA FALCONERIA - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 36 Crediti - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it

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ALL ABOUT CRUCIATE - CRANIAL CRUCIATE INTERNATIONAL WORKSHOP - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it

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XVI CONGRESSO MULTISALA SIVE - CarraraFiere - Marina di Carrara - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it

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CORSO AVANZATO SIDEV - AGGIORNAMENTI E PROTOCOLLI TERAPEUTICI BASATI SULL’EVIDENZA IN DERMATOLOGIA VETERINARIA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it PATOLOGIE TRAUMATICHE DELLO SCHELETRO APPENDICOLARE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA

QUANDO LA CHIRURGIA DIVENTA INTRIGANTE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

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SEMINARIO NAZIONALE SIVAR

FIERAGRICOLA INTERNATIONAL AGRI - BUSINESS SHOW - AGGIORNAMENTI IN BUIATRIA:”L’INCIDENZA DELLE MASTITI CLINICHE: ANALISI PRODUTTIVA ED ECONOMICA” - “L’IMPIEGO DEI FANS NEL TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE RESPIRATORIE BOVINE”. - VeronaFiere - Auditorium Verdi, Verona - Viale del Lavoro, 8 - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Paola Orioli - Segreteria SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it

INCONTRO SCVI

CHIRURGIA PERINEALE, ANALE E PERIANALE - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it NASCITA, INFANZIA, ADOLESCENZA, VECCHIAIA E MORTE: L’IMPIEGO DELL’OMEOPATIA NEI DUE ESTREMI DELLA VITA, CON NOTE DI MATERIA MEDICA - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it IL LINFOMA FELINO: SIMILITUDINI E DIFFERENZE CON QUELLO CANINO - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it ANESTESIA TOTALMENTE INTRAVENOSA: PROSPETTIVE IMMEDIATE E FUTURE IN ANESTESIA VETERINARIA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it COSA C’È DI NUOVO NELLA DIAGNOSI PROGNOSI E TERAPIA DEI DISORDINI INFIAMMATORI CRONICI DELL’APPARATO GASTROENTERICO DEI PICCOLI ANIMALI - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segr. Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 2° IT. CARDIOLOGIA: II PARTE - PRINCIPI DI ELETTROCARDIOGRAFIA, DIAGNOSI E TERAPIA DELLE ARITMIE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CHRONIC KIDNEY DISEASE: QUANDO L’EZIOLOGIA È NOTA. PARLIAMO DI DIAGNOSTICA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it IMMUNOLOGIA CLINICA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it NEUROLOGIA ED ORTOPEDIA FELINA: COME AFFRONTARE AD ARMI PARI UNA SFIDA CLINICA QUOTIDIANA ED USCIRNE POSSIBILMENTE VINCITORI - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it ELEMENTI PER UN CORRETTO APPROCCIO CLINICO E TERAPEUTICO ALLA MALATTIA CARDIOVASCOLARE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 3° IT. ORTOPEDIA: I PARTE - VIE D’ACCESSO E TECNICHE DI RIDUZIONE IN ORTOPEDIA VETERINARIA Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CIÒ CHE RUOTA INTORNO ALLA FISIOTERAPIA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA VETERINARIA: NUTRACEUTICI E FITOTERAPICI - Centro Studi E.V. Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento- Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it DIAGNOSTICA PER IMMAGINI DELLA TIROIDE E DELLE PARATIROIDI - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it I TUMORI CUTANEI DALLA A ALLA Z. GUIDA ALL’APPROCCIO CORRETTO - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO SIMVENCO INCONTRO SICIV / SIONCOV / SIMEF INCONTRO SIATAV

INCONTRO REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC INCONTRO SINUV INCONTRO SIMIV INCONTRO SIMEF INCONTRO REGIONALE SCIVAC VENETO

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC INCONTRO GRUPPO FR INCONTRO SIANA

INCONTRO SVIDI / SIMIV INCONTRO REGIONALE SCIVAC MARCHE

INCONTRO REGIONALE SCIVAC LAZIO

ORTOPEDIA PEDIATRICA NEL CANE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC

2° IT. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: III PARTE - RADIOLOGIA DEL TORACE - Centro Studi SCIVAC, Cremona Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it TRATTAMENTO DELLE ERNIE DISCALI: A CHE PUNTO SIAMO? - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it MYTHS AND MISCONCEPTIONS, OVVERO LEGGENDE E FALSE CONVINZIONI IN ODONTOSTOMATOLOGIA E CHIRURGIA ORALE VETERINARIA - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it

INCONTRO SINVET INCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA

laPROFESSIONE

VETERINARIA 41 | 2009

la VETERINARIA

PROFESSIONE

La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Stampa Press Point, Abbiategrasso - MI fulvio@presspoint2000.it

Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa il 30 novembre 2009

SOLUZIONI

c Errori di gestione aziendale e alimentare

b Scrofe aggressive stabulate in locali separati dalla banda principale

c Scrofe che hanno perso il sistema elettronico di identificazione

d Scrofe allevate all’aperto e Scrofe oltre il 7° parto

QUIZ 1

razione

due bande

Risposta corretta: c) Seminario SIVAR: Fiera bovino da latte: “Aggiornamenti in Buiatria” - Cremona, Ottobre 2008

b Composizione analitica della

a Scrofe non sincronizzate con la banda principale ma fecondate tra

QUIZ 2

a Malattie intercorrenti

2. Cosa si intende per: scrofe fuori banda?

Risposta corretta: a) Seminario SIVAR: “Allevamento a bande: come, quando e perché” CremonaFiere, Aprile 2008

1. Quali sono le cause più frequenti di acidosi ruminale subacuta nella vacca da latte?


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