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la VETERINARIA
PROFESSIONE
A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
41 2010
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SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 7 numero 41 dal 29 novembre al 5 dicembre 2010 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. soc. cons. a R.L. - Cremona
QUALE REGISTRO PER GLI STUPEFACENTI
TRICHINELLA L’ANTITRUST SCRIVE AL MINISTERO
IL VETERINARIO NELLA FILIERA COMMERCIALE
ALIMENTI PIÙ CONTROLLI SULLE IMPRESE
DAI BIOINDICATORI ALL’ALIMENTO
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BREVI
ASSEMBLEA DEL FONDO SANITARIO ANMVI
PRONTO SOCCORSO Dieci borse di studio con l’obiettivo di dotare la città di un Pronto Soccorso pubblico, aperto 24ore presso la Clinica veterinaria dell’Università Statale, a Città Studi. L’iniziativa è promossa dal consigliere comunale Armando Vagliati. Obiettivo: la certificazione Eaeve.
ECOVE La Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino verrà proposta per l’approvazione alla ECOVE (European Committee on Veterinary Education) che si riunirà ad Aprile a Vienna. Il Preside Biolatti ringrazia i medici veterinari del Piemonte: un cammino insieme al mondo della professione. Mutuo beneficio e nuovi traguardi per dar lustro alla Facoltà nel mondo.
CONSULTAZIONI CUNICOLTURA Al Consiglio Nazionale convocato a Firenze, la Fnovi ha presentato un dossier dedicato alla cunicoltura. Il documento contiene proposte di riassetto e di rilancio nell’analisi di comparto realizzata dal gruppo di studio della Fnovi. L’Italia è il primo produttore europeo e il secondo mondiale dopo la Cina.
USO IN DEROGA Le sanzioni per l’uso in deroga di Econor valnemulina vanno archiviate. Lo dicono numerose ordinanze emesse da Comuni, Asl e Comandi di Polizia Locale. L’uso in deroga, dopo insuccesso terapeutico con medicinali registrati per patologia e specie, è conforme alla Legge. Accolte le memorie difensive dei Colleghi. Confermata la posizione espressa già un anno fa dalla Fnovi.
INTRAMOENIA Al question time, il Ministro della Salute ha risposto sulle iniziative di sua competenza per garantire l’effettivo e corretto esercizio dell’attività libero-professionale dei dirigenti medici, sanitari e veterinari. Nessun chiarimento specifico sulla veterinaria. ANMVI: nuova conferma che l’intramoenia veterinaria è estranea alle intenzioni e alle finalità della Legge.
UNICO Tempi supplementari per UNICO. È disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate il software "Segnalazioni studi di settore Unico 2010" che consente ai contribuenti di comunicare le informazioni in grado di giustificare le situazioni di non congruità, non normalità o non coerenza derivanti dall’applicazione degli studi di settore. La trasmissione delle segnalazioni potrà essere effettuata fino al 31 gennaio 2011.
www.anmvioggi.it
I risultati del questionario sul farmaco Elaborate le risposte all’indagine consultiva dell’ANMVI su legislazione e problematiche legate all’uso del farmaco negli animali da compagnia A PAGINA 3
VACCINAZIONE PER UN SALAME UN INTERESSANTE ARTICOLO APPARSO SUL QUOTIDIANO ITALIAOGGI EVIDENZIAVA COME NEI MOMENTI DI CRISI, soprattutto quando manca la liquidità o vi sono diffuse difficoltà finanziarie, si torni al contratto di permuta o al baratto. Secondo quanto risulta da diversi indicatori economici negli ultimi due anni il barter trading (termine nobile per indicare il semplice e primitivo baratto) sta conoscendo nel nostro paese una sempre più ampia diffusione. Da un punto di vista legale e fiscale l’operazione in realtà non è molto semplice ma sembra che si stia diffondendo anche nel mondo professionale, soprattutto nelle professioni tecniche (geometri, architetti, ingegneri), ma anche fra avvocati e commercialisti. Non ci sono indicazioni precise per quanto riguarda le professioni sanitarie ma non dimentichiamo, lo ricordiamo per i più giovani, che sino a non molti anni fa, soprattutto nelle zone rurali, le prestazioni del medico erano ricambiate spesso in natura ed era frequente per i veterinari per animali da reddito, quelli per animali da compagnia erano ancora casi rari, tornare a casa alla sera con un pollo, uova, formaggio, salumi, ecc. Certo non ci si arricchiva, ma almeno si mangiava regolarmente e neppure male. Oggi la permuta è ovviamente più complessa, pensare di curare il cane del commercialista in cambio della dichiarazione dei redditi non è cosa semplice, e neppure ricambiare il controllo della caldaia con una visita approfondita del gatto dell’idraulico. Operazioni che non rientrano certamente fra quelle certificate ISO e d’altra parte Tremonti non sarebbe molto d’accordo. Ma nel caso in cui ci trovassimo di fronte alla proposta di essere retribuiti per una vaccinazione con un buon salame nostrano? Magari due, per rispettare i minimi tariffari.
Il Fondo Sanitario ANMVI chiude il 2010 con numeri e prestazioni altamente soddisfacenti. All'Assemblea dei soci del Fondo Sanitario ANMVI, che si è tenuta nella sede di Palazzo Trecchi venerdì 26 novembre, è stato fatto il punto sull'andamento finanziario. All'ordine del giorno, l'analisi del bilancio consuntivo 2009 e di previsione al 31 dicembre 2010. Nell'anno in corso sono state rimborsate spese sanitarie per un totale di 381.500 euro (dato gennaio-ottobre 2010) con uno spettro di copertura che va dagli interventi chirurgici alle cure dentarie, dal parto alle malattie professionali, dalle visite specialistiche al day hospital. Giunto al suo decimo anno di attività, il Fondo Sanitario ANMVI, assiste e rimborsa 884 nuclei familiari, corrispondenti ad altrettanti medici veterinari e ai loro 2.990 familiari. Il Fondo Sanitario ANMVI è il primo, storico, Fondo di assistenza sanitaria integrativa pensato per la categoria dei medici veterinari e che propone "quote familiari". Con una sola quota annuale, viene infatti incluso nelle coperture sanitarie tutto il nu-
cleo familiare, senza limiti numerici e compresi i conviventi e i figli a carico, risultanti dallo stato di famiglia. Dal 2001 ad oggi, il Fondo Sanitario ANMVI ha rimborsato spese sanitarie per più di 4 milioni e 600 mila euro. Le spese sanitarie sostenute dagli iscritti continuano ad essere detraibili - secondo quanto previsto dal Fisco - ancorché rimborsate dal Fondo. Per questo motivo non è detraibile la quota annuale. A conti fatti, per chi ha dovuto ricorrere alle copertura la detrazione della spesa e non della quota si rivela sempre più conveniente. A breve saranno rese note le condizioni finanziarie e assistenziali, per entrare in copertura a partire dal 1° gennaio 2011. Il requisito fondamentale per aderire al Fondo sanitario è quello di essere medico veterinario. Anche per il 2011, il Fondo Sanitario ANMVI manterrà la possibilità di rateizzare la quota. Sono numerosi i nuclei familiari che si avvalgono di questa opportunità, preferendola alla soluzione unica di pagamento. Si può accedere alla rateizzazione attraverso: la Carta di Credito ANMVI-VISA o il Credito al Consumo. ■
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Questionario ANMVI Osservatorio farmaco
Un’indagine scontata 3921 schede per avere la conferma di quello che già sapevamo
di ANTONIO MANFREDI uando il 28 aprile scorso il Presidente Senior dell’ANMVI, Carlo Scotti, incontrando il Sottosegretario di Stato alla Salute, On. Francesca Martini, ha accolto la richiesta del Ministero di avviare un’ampia indagine fra i Medici Veterinari, condividendo in proposito i temi principali della consultazione, ci siamo dedicati subito al progetto con ampio impegno nella convinzione che fosse necessario il coinvolgimento della categoria sui temi in discussione ma sapevamo già che i risultati raccolti sarebbero stati scontati. Così in effetti è stato. Le risposte erano già prevedibili e potevano essere incerte, e quindi da valutare, solo le diverse percentuali. Il questionario è stato predisposto dalla Commissione ANMVI per il farmaco veterinario, coordinata dal Vicepresidente ANMVI Marco Melosi e composta da: Carla Bernasconi (Vicepresidente FNOVI), Maurizio Mazzucchelli (Presidente SOVI), Fabia Scarampella (Presidente SIDEV), Claudio Stefanini (ANMVI Toscana) e Aldo Vezzoni (Presidente SIOVET), e una volta redatto è stato sottoposto all'attenzione dei colleghi con il fine di ottenere dati il più possibile rispondenti alle reali richieste della categoria da poter portare ai diversi tavoli di confronto sulle varie problematiche che coinvolgono il farmaco veterinario. Sono 3921 le schede che ci sono pervenute compilate, quasi 4mila, decisamente non poche. Dopo un avvio abbastanza lento che poteva far pensare ad uno scarso interesse sul tema da parte dei veterinari, avvio sostanzialmente limitato ad invii online, il numero è poi cresciuto velocemente, soprattutto in settembre ed ottobre, con la raccolta di schede cartacee in occasione di varie iniziative della SCIVAC e della SIVAE. Alla fine i questionari pervenutici compilati sono più o meno divisi a metà fra quelli online e quelli su carta. L’indagine si è chiusa al 31 ottobre ma solo ora possiamo riportare i dati conclusivi con alcuni commenti in quanto il lavoro di inserimento nel programma di tutte le schede cartacee è stato piuttosto lungo e soprattutto impegnativo il loro controllo di attendibilità che ha portato all’esclusione di un centinaio perché doppie, incomplete o con risposte incongrue o assurde. L’elaborazione dei dati, alla fine, dopo la procedura di revisione di tutte le schede si è dovuta limitare a 3827 questionari, un numero comunque molto importante e fortemente rappresentativo della categoria veterinaria italiana che opera nel settore degli animali da compagnia a cui si rivolgeva l’indagine, rappresentando quasi un 25% del totale. Vediamo quindi i dati e proviamo a fare su questi qualche riflessione.
Q
Iniziamo dalla prima domanda (tabella 1). Una domanda con risposta abbastanza ovvia perché sappiamo tutti che, nonostante lo sforzo espresso dall’industria farmaceutica del settore per introdurre sul mercato italiano nuove specialità farmaceutiche, non vi è ancora, anche per problemi di costi e di distribuzione, un’adeguata copertura di tutte le esigenze professionali. Sono quindi 3381 i veterinari che hanno risposto no, più dell’88%. Credo che questo risultato non abbia bisogno di alcun commento visto che è un problema che si conosce bene e che può trovare parziali soluzioni solo rendendo più semplice la registrazione di nuovi prodotti in Italia e dando la distribuzione direttamente al veterinario evitando tutti gli enormi problemi che derivano da una distribuzione attraverso le farmacie: prezzo, reperibilità, sostituzione del prodotto, ecc. che vedremo quando arriveremo alla domanda specifica. Tabella 1 Ritieni che i farmaci veterinari attualmente registrati e disponibili in Italia siano sufficientemente adeguati per coprire tutte le tue esigenze professionali? NO 3381 NON SO 42 SI 404
Seconda domanda e corrispondente tabella 2. Era forse la domanda più interessante perché le risposte non erano così prevedibili. Se dovessimo giudicare dai risultati, si potrebbe concludere che in Italia le carenze siano particolarmente marcate visto che sembra che ogni settore evidenzi problemi di terapia specifica. Possibile? La ragione più probabile è che al questionario abbia partecipato anche un numero elevato di "specialisti" che quindi hanno maggiori necessità di farmaci specifici rispetto ai veterinari così detti "generici". Certamente queste risposte sono in linea con i 3381 (88%) che hanno evidenziato nella domanda precedente una carenza di disponibilità in Italia di farmaci veterinari adeguati a coprire tutte le esigenze professionali. È anche probabile che la ragione principale di questa
risposta così ampia sia legata ad esigenze di farmaci che oggi non esistono ancora sul mercato internazionale più che a una reale marcata carenza in tutti i settori. Consideriamo comunque i dati che emergono dalle risposte raccolte. Tra le categorie che presentano meno problemi troviamo al primo posto gli Otologici, solo 176 veterinari lamentano carenze, il 4,6%, seguiti dai Nutrizionali, nutraceutici e vitaminici con 221 (5,8%) ed i FANS con 281 (7,3%). Dalla parte opposta della graduatoria vediamo invece quelli che esprimono maggiori carenze: al primo posto i Citostatici-chemioterapici con 2231 corrispondenti al 58,3%, un problema del resto già noto ma che non trova facile soluzione, Anestetici e antidolorifici con 1927 (50,3%) e quasi a pari merito gli Antidoti con 1871 (48,8%) ed i Gastrointestinali con 1864 (48,7%). Tabella 2 Per quali categorie farmacologiche ritieni che ci sia carenza di farmaci veterinari specifici? Anestetici e antidolorifici 1927 Antidoti 1871 Antinfettivi 1511 Cardiovascolari 1089 Citostatici-chemioterapici 2231 Dermatologici 820 Ematologici 1621 FANS 281 Gastrointestinali 1864 Liquidi Infusionali 1483 Neurologici 1524 Nutrizionali, nutraceutici e vitaminici 221 Oftalmici 1751 Omeopatici 431 Otologici 176 Urologici 1134 Passiamo ora alla tabella 3, riferita ad una domanda per la quale la risposta era abbastanza prevedibile. È evidente in questo caso che spesso i veterinari possono mancare di una approfondita e reale conoscenza del problema, soprattutto riferita ad aspetti produttivi ed imprenditoriali. Ne stiamo parlando in generale senza considerare alcuni casi particolari che potrebbero effettivamente essere poco spiegabili in termini di differenza di prezzo piuttosto elevata. Vediamo intanto i numeri: 2931 hanno risposto no, e quindi il 76,6% del campione non giustifica la differenza di prezzo. 421 hanno risposto non so, certamente non essendo in grado di valutare la situazione, e 475, che probabilmente conoscono meglio il sistema produttivo e gli aspetti del mercato, hanno risposto di sì, solo il 12,4%. Incominciamo con il ribadire che un farmaco veterinario non potrà mai avere lo stesso prezzo del corrispondente farmaco umano, e questo semplicemente perché essendo questo
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mercato l’1, forse il 2%, di quello umano i costi dalla ricerca alla registrazione, dalla produzione alla confezione, dalla distribuzione all’informazione, incidono in modo nettamente maggiore rispetto al farmaco umano. Le aziende farmaceutiche sono imprese e nella logica di impresa vi è come obiettivo quello di un ritorno economico, non sono associazioni di beneficenza. Il prezzo di vendita deve quindi coprire tutti gli investimenti ed i costi di produzione e gestione ed è impossibile pertanto pensare che il farmaco veterinario possa avere un prezzo pari a quello del corrispondente umano. Potrà avvicinarsi a questo pensando a registrazioni e produzioni internazionali con maggiori volumi, con una distribuzione diretta del veterinario che eviti la frammentazione dei punti vendita e la sostituzione del prodotto, con una riduzione del numero delle aziende che operano nel settore, ma non potrà mai essere lo stesso in una logica e corretta regola del mercato. D’altra parte non credo che Insistere sul prezzo elevato del farmaco veterinario possa essere conveniente per la categoria veterinaria perché rischierebbe di allargare la discussione al costo delle prestazioni. Un esempio? Poco tempo fa una giornalista intervenendo sul tema lamentava il costo “esoso” di una vaccinazione per il suo gatto sapendo che il prezzo del solo vaccino non superava i tre euro. Tabella 3 Il prezzo di un farmaco veterinario è normalmente superiore a quello del corrispondente per uso umano; l’industria farmaceutica veterinaria giustifica questa differenza perché il mercato è molto ridotto, vi sono problemi distributivi con costi elevati, costi di ricerca, costi di registrazione, costi di confezionamento, costi di informazione che incidono percentualmente in modo maggiore rispetto ai forti volumi del farmaco umano. Ritieni che tutto questo giustifichi pertanto la differenza di prezzo? NO 2931 NON SO 421 SI 475 La domanda 4 completava quella precedente e non avrebbe quindi bisogno di molti altri commenti. I dati raccolti (tabella 4) sono quindi conseguenti a quelli già visti prima. I no sono 2011 (52,5%), i non so 427 ed i sì 1389 (36,3%). Mentre i dubbiosi sono rimasti più o meno uguali, probabilmente gli stessi, i no pur restando la maggioranza, 1 su 2, sono decisamente calati di 920 dal 76,6% al 52,5% mentre i sì sono aumentati più o meno dello stesso numero e percentuale. Questo significa che, di fronte ad un ragionamento meno tecnico (costi, ricavi, investimenti, ecc.), ma più scientifico (sicurezza di utilizzo, eccipienti specifici, ecc.) il veterinario coglie meglio il valore differenziale del prodotto specifico e ne giustifica quindi più facilmente il prezzo maggiore. Se questi ultimi aspetti si potessero approfondire meglio certamente i sì aumenterebbero ancora in modo significativo. Tabella 4 Ritieni comunque che un farmaco veterinario possa darti dei vantaggi per sicurezza di utilizzo, forma farmaceutica, comodità di somministrazione, presenza di specifici eccipienti, tali da giustificare un prezzo maggiore rispetto al farmaco umano? NO 2011 NON SO 427 SI 1389 La domanda successiva, la 5, con i dati ripor-
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4 Osservatorio farmaco Questionario ANMVI tati nella tabella 5, potrebbe anche essere vista in correlazione con la prima. Intanto vediamo i risultati ricordando che si chiedeva se le aziende del settore avevano negli ultimi anni immesso sul mercato italiano novità farmaceutiche interessanti e utili: 521 veterinari hanno risposto no, 72 hanno risposto non so e 3234 sì. La stragrande maggioranza (84,5%) riconosce alle aziende farmaceutiche un significativo sforzo di ricerca e di registrazione di nuovi farmaci ridimensionando in parte il giudizio indirettamente critico verso le aziende espresso nella prima domanda dove 3381 veterinari lamentavano la mancanza di farmaci adeguati. Potremmo quindi dire che secondo i veterinari italiani mancano sul nostro mercato farmaci veterinari adeguati alle esigenze del professionista riconoscendo però alle aziende lo sforzo per immettere sul mercato nuovi prodotti interessanti ed utili. Tabella 5 Ritieni che negli ultimi anni le aziende farmaceutiche del settore abbiano introdotto sul mercato Italiano novità farmaceutiche interessanti e utili? NO 521 NON SO 72 SI 3234 Domanda 6 e relativa tabella. Con questo quesito, riferendosi al fatto che in tutti i paesi europei il farmaco veterinario è distribuito dai veterinari, si chiedeva di evidenziare quali sarebbero stati i vantaggi anche in Italia derivanti da una distribuzione diretta. È giusto intanto sottolineare che tutti i veterinari che hanno partecipato all’indagine hanno espresso possibili vantaggi e questo è già un dato di estrema importanza perché evidenzia l’interesse verso questa possibilità. Ben 3634, quasi il 95%, riconosce che la distribuzione diretta risolverebbe i problemi di reperibilità, 3427 (quasi il 90%) quelli relativi all’inizio immediato della terapia, 2889 (75,5%) quelli riferiti al rispetto della terapia. Di seguito 1931 vedono nella distribuzione diretta una possibilità di contenimento dei prezzi al pubblico, 1884 la possibilità di avere più generici in veterinaria, 1288 una maggior disponibilità di farmaci veterinari sul mercato, e 1271 una più ampia distribuzione degli stessi. Il panorama che emerge da queste risposte è che il veterinario crede che la distribuzione diretta possa dare ampi vantaggi al settore, convinto anche che possa in gran parte superare gli aspetti critici che oggi evidenzia il farmaco veterinario. Potremmo anche dire che, al di là di certe critiche rivolte al farmaco specifico, il veterinario crede nel “suo” farmaco e vorrebbe superarne i problemi settoriali senza vedere nel farmaco umano una reale o possibile soluzione. Tabella 6 In tutti i paesi europei la distribuzione del farmaco veterinario è riferita principalmente alle strutture veterinarie. Indica quelli che tu ritieni potrebbero essere gli aspetti più importanti della distribuzione del farmaco veterinario anche attraverso le strutture veterinarie in Italia. Ampia distribuzione 1271 Contenimento dei prezzi al pubblico 1931 Disponibilità di farmaci “generici” veterinari 1884 Inizio immediato della terapia 3427 Più disponibilità di farmaci veterinari sul mercato 1288 Reperibilità 3634 Rispetto della terapia prescritta 2889 Vantaggio economico per il veterinario 2121 La domanda 7 (tabella 7) completa questo ragionamento con un quesito più esplicito: “Sa-
resti interessato a gestire direttamente la cessione del farmaco se… ? Con 3357 si (88%) e soli 211 no (5,5%) la categoria veterinaria risponde compatta esprimendo reale interesse a questa possibilità che porterebbe l’Italia sullo stesso livello di tutti gli altri paesi europei che già permettono ai veterinari la cessione dei farmaci e di altri prodotti relativi alla salute ed al benessere degli animali. I 259 non so, sono un altro 6,5% disponibile alla distribuzione se fossero meglio chiariti alcuni aspetti. La situazione del nostro Paese che vede, se ben ricordo unici in Europa, la veterinaria dipendere dal Ministero della Salute, e non da quello dell’Agricoltura, e la forte opposizione dei farmacisti che difendono a denti stretti il loro monopolio distributivo, rende tutto estremamente più difficile. Questo è da sempre uno degli obiettivi che si pone l’ANMVI e certamente le risposte ampiamente positive espresse a queste due ultime domande daranno maggior forza all’Associazione nel sostenere questa richiesta. Tabella 7 Saresti interessato a gestire direttamente la cessione del farmaco veterinario se fossero superati gli aspetti che oggi la penalizzano (IVA, solo inizio terapia, com-
plementarietà della prestazione veterinaria)? NO 211 NON SO 259 SI 3357 Con la domanda 8 passiamo ad un altro tema, quello dei generici, sollecitati dai veterinari per avere farmaci specifici a prezzi più contenuti e forse ancora poco diffusi in questo settore per i forti costi di registrazione ed i lunghi tempi relativi. Dalla tabella 8 i dati che emergono mostrano un buon interesse e fiducia verso i generici con 2662 risposte positive, il 70% circa. 793 preferiscono astenersi non avendo conoscenze chiare in proposito e solo 372 (9,7%) non sono convinti della qualità di questi farmaci. Ben vengano quindi i farmaci generici ma a condizione che diano le stesse garanzie del farmaco originale e che costino effettivamente meno. Sappiamo che sono in corso di registrazione vari generici e potremo vedere quindi se i veterinari confermeranno il loro reale interesse. Tabella 8 Ritieni che il farmaco generico, per quanto possa differire da quello originale per eccipienti, forma farmaceutica e confe-
zionamento, possa dare le stesse garanzie del farmaco originale? NO 372 NON SO 793 SI 2662 Passiamo ora alle prossime due domande relative, sia pure indirettamente, all’uso in deroga, tema che ha sviluppato un’ampia discussione fra i veterinari. La domanda 9 chiedeva se si era d’accordo che la normativa dovesse prevedere maggior possibilità di scelta della terapia a fronte di una forte assunzione di responsabilità da parte del veterinario. La stragrande maggioranza (tabella 9) ha risposto di sì (96%). Solo 68 hanno risposto di no e 72 non so. Se devo essere sincero, avendo avuto modo di parlare di questo con vari veterinari, ho l’impressione che la risposta sia stata espressa non riflettendo forse a sufficienza sui rischi derivanti da questa possibilità. L’idea di poter essere liberi di proporre la scelta terapeutica che si ritiene più adatta, senza limiti, è certamente molto affascinante per un professionista che può esprimere tutte le sue esperienze, sia teoriche che pratiche, derivanti da anni di attività e spesso di ricerca e di conoscenza, il dubbio è che non sempre sia compreso appieno il significato di
assunzione di “responsabilità”. L’utilizzo di un farmaco specifico e registrato per quella patologia e per quella specie toglie al veterinario ogni conseguenza, se usato correttamente come previsto dal foglietto illustrativo, mentre ogni altra scelta significa un’assunzione di impegno pesante che si deve sempre essere in grado di motivare e giustificare. Se la scelta di una terapia “diversa” portasse a non risultati o a conseguenze negative ci si troverebbe a doversi difendere da denunce penali da parte del proprietario dell’animale o richiami dell’Ordine per malpractice. Questo sarebbe il prezzo della maggior libertà che molto spesso, non essendo facile dimostrare la correttezza dell’operato, si sarebbe costretti a pagare. Un’idea affascinante quindi ma sulla quale si deve riflettere molto bene. Tabella 9 La normativa italiana ed europea sull’uso improprio e sull’uso in deroga del farmaco negli animali prevede una cascata di priorità rigida anche per il settore degli animali da compagnia. Ritieni opportuna una revisione della normativa che lasci più spazio alla libertà di scelta terapeutica da parte del veterina-
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rio pur con l’assunzione di responsabilità da parte sua? NO 68 NON SO 72 SI 3687 La domanda 10 deriva direttamente da quella precedente. La Commissione farmaco dell’ANMVI, ha presentato ai veterinari una sua proposta da portare al Ministero in attesa di una revisione di tutta la normativa sia a livello europeo che nazionale. In sostanza si chiede al Ministero di allargare le eccezioni al rigore della cascata, solo per quanto riguarda gli animali da compagnia, in tutte le situazioni terapeutiche che non sono adeguatamente garantite dai medicinali ad uso veterinario registrati e disponibili in Italia e che trovano giustificazione nella documentazione scientifica presente in bibliografia veterinaria, oltre alle specificità di forme farmaceutiche più consone all’impiego in questi animali. Vediamo di capire bene il significato di questa proposta. Nella domanda precedente abbiamo visto che tutti vorrebbero maggiore libertà nella scelta terapeutica. Risposta che non tiene molto in conto però le possibili conseguenze di questo comportamento professionale. La Commissione dell’ANMVI, al contrario, comprende benissimo i rischi di una maggior libertà se non adeguatamente regolamentata e quindi la propone in totale “scienza e coscienza” ma con alcune attenzioni: • la terapia adeguata non è garantita dai medicinali ad uso veterinario registrati e disponibili in Italia, primo punto essenziale anche se non sempre facile da sostenere; • la terapia utilizzata in deroga deve trovare giustificazione nella documentazione scientifica presente in bibliografia veterinaria e/o nelle specificità di forme farmaceutiche più consone all’impiego in questi animali. Mentre la seconda ipotesi relativa alle forme farmaceutiche è facilmente dimostrabile, almeno credo, se devo utilizzare il farmaco per un gatto di due o tre chili e quello in commercio è registrato e confezionato solo per bovini, il primo aspetto è ovviamente quello più difficile da gestire. A questo proposito Il Ministero in via informale ha già evidenziato le enormi difficoltà di attuazione dei controlli, se non la reale impossibilità di farli, mancando riferimenti codificati. Per essere chiari, se durante un controllo da parte di veterinari ASL emergesse, in una struttura veterinaria per animali da compagnia, l’utilizzo di farmaci ad uso umano, sia interno sia come prescrizione, e si dovesse iniziare una discussione sul corretto utilizzo di questi in sostituzione di farmaci veterinari corrispondenti sulla base della bibliografia scientifica, sarebbe quasi impossibile, secondo il Ministero, effettuare controlli. Scarsa disponibilità quindi ad un confronto su questo punto e massima rigidità soprattutto se si parla di antibiotici, visto che l’Europa continua ad insistere sui pericoli della antibiotico resistenza. Tabella 10 Essendo impossibile intervenire a breve sulla normativa, l’ANMVI ha chiesto al Ministero delle linee guida che rendano più chiaro e semplice l’utilizzo del farmaco in uso improprio ed in deroga come è stato fatto in altri paesi europei, consigliando questa ipotesi: “Nello specifico si chiede di considerare come ammissibili eccezioni al rigore della cascata tutte quelle condizioni terapeutiche per gli animali da compagnia che non sono adeguatamente garantite dai medicinali ad uso veterinario registrati e disponibili in Italia e che trovano giustificazione nella documentazione scientifica presente in bibliografia veterinaria, oltre alle specificità di forme
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Quale registro per gli stupefacenti? La Direzione Generale del Farmaco: non è un modello ministeriale a situazione "registri stupefacenti" profondamente modificata dalla Legge 38/2010 ha generato molta confusione fra i medici veterinari. In risposta alle sollecitazioni avanzate dalla Categoria, la Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha fornito alcuni chiarimenti. La nota ministeriale evidenzia che la Legge 58/2010 non modifica l’articolo 42 del Testo Unico per quanto riguarda l’acquisto di medicinali a base di sostanze stupefacenti e di sostanze psicotrope. "Tale articolo, che riguarda anche i medici veterinari, i direttori sanitari e i titolari di gabinetto, prevede l’uso di un registro di carico e scarico dei medicinali acquistati, sul quale specificare l’impiego dei medicinali stessi da parte del medico. Il registro, che deve essere vidimato e firmato dall’autorità sanitaria locale, non è un modello predefinito da parte del Ministero". "La Legge 38/2010 - prosegue la nota semplifica gli adempimenti dei medici nella tenuta del registro di cui all’articolo 42 attraverso: 1. L’eliminazione dell’art 64 del riferimento all’art. 42; 2. L’introduzione nell’art. 60 dell’obbligo di conservazione del registro di cui all’articolo 42 per due anni dal giorno dell’ultima registrazione". La nota ministeriale conclude confermando "l’obbligo dell’utilizzo del registro di cui all’articolo 42 da parte dei medici, direttori sanitari o responsabili di ospedali, case di cura in genere, prive dell’unità operativa di farmacia, e titolari di gabinetto per l’esercizio di professioni sanitarie". A giudizio dell’ANMVI, rimane ancora non chiarita la tipologia di registro che i medici veterinari devono usare: se il vecchio registro che si usava prima della 38/10 con vidimazione annuale; se il registro in vigore per le
L farmaceutiche più consone all’impiego in questi animali”. Condividi questa proposta? NO 75 NON SO 521 SI 3231 L’ultima domanda, l’undicesima è riferita alla farmacovigilanza. Da anni, anche su questa rivista, l’ANMVI sollecita i veterinari ad una maggior attenzione verso il sistema della farmacovigilanza ricordando che è importante ed essenziale segnalare ogni situazione imprevista nell’utilizzo di un farmaco: reazioni avverse non indicate nel foglietto illustrativo, scarsa efficacia alle dosi previste, difficoltà di dispensazione, ecc. Il Ministero ha sempre lamentato la mancanza, se non assenza assoluta, di segnalazioni da parte dei veterinari. Questo non solo rende difficile un confronto con gli altri paesi che arrivano agli incontri internazionali con centinaia di dati, ma rende anche impossibile alle autorità di controllo ogni intervento sulle aziende produttrici non avendo elementi da portare a sostegno. Se nella pratica quotidiana si ha l’impressione che un farmaco non funzioni o che provochi reazioni allergiche, ecc. non basta comunicarlo sul forum della SCIVAC per un confronto con i colleghi, ma è necessario, direi obbligatorio, comunicarlo al sistema di farmacosorveglianza che sulla base di queste segnalazioni potrà avviare procedure diverse sino alla sospensione della registrazione o al suo ritiro dal commercio. Non serve a nulla lamentarsi sulla scarsa efficacia di un farmaco se non ci si attiva di conseguenza attraverso i canali che permettono un veloce intervento da parte degli enti istituzionali. I dati della tabella 11 mi hanno quindi lasciato molto perplesso. Da questi, infatti, emerge che molti veterinari che hanno aderito all’indagine e che nelle prime domande hanno criticato sotto vari aspetti il farmaco veterinario, concludono questa analisi sulle problematiche del farmaco veterinario, ammettendo tranquillamente di non aver la minima idea di come e quando si devono fare le segnalazioni, 1721, il 45%, mentre 1479 (il 39%) ammette di non fare segnalazioni perché la procedura di segnalazione è troppo complessa da effettuare, ed il rimanente 16% (627) ritiene troppo complicata la procedura con la ASL. Devono essere superate queste evidenti carenze per potersi presentare ai tavoli istituzionali con la necessaria credibilità. Tabella 11 La farmacovigilanza, attraverso la segnalazione di reazioni avverse o indesiderate e la segnalazione di mancata efficacia nell’utilizzo dei medicinali veteri-
nari, oltre ad essere un obbligo di legge per il veterinario, è anche una straordinaria opportunità per contribuire al miglioramento in termini di sicurezza e di efficacia del farmaco veterinario. Le segnalazioni di farmacovigilanza nel nostro Paese sono però molto scarse; quali ritieni che siano i motivi? Complicata la procedura con la ASL La segnalazione è troppo complessa da effettuare Non so come e quando fare le segnalazioni
627 1479 1721
CONCLUSIONI Negli ultimi mesi si è discusso molto su tutti i temi oggetto dell’indagine, discussione anche molto vivace che ha visto pareri, giudizi e posizioni piuttosto diverse. La normativa riferita all’uso improprio ed alla cascata è stata fortemente criticata e contestata da molte parti. Dopo 18 anni la categoria veterinaria, in modo quasi del tutto occasionale, ha iniziato a rendersi conto che esistevano norme precise che nessuno si era mai preoccupato di far osservare e che pochi veterinari certamente rispettavano nel loro specifico rigore. Queste norme furono definite nel 1992, nonostante il parere negativo della categoria veterinaria (SCIVAC) che ne lamentava alcuni aspetti di rigidità, soprattutto allora per la reale carenza di farmaci veterinari specifici. Anche negli anni successivi la SCIVAC, e poi l’ANMVI, hanno continuato a sollecitare modifiche a queste regole per renderle veramente applicabili nella logica delle cose e nel buon senso. Oggi, in attesa di una revisione normativa, è giusto che il Ministero abbia chiesto agli organi periferici di sospendere i controlli e le relative sanzioni, ma è soprattutto giusto che inizi un serio confronto con la categoria veterinaria per concordare modifiche necessarie da quasi 20anni e diventate sempre più necessarie ed urgenti. Con i risultati di questa indagine l’ANMVI si confronterà con il Ministero, con l’AISA e con l’Ascofarve per trovare le soluzioni migliori per risolvere tutti i problemi emersi, e lo farà nell’interesse dei veterinari e nel rispetto della salute e del benessere animale, più che con proclami o raccolte di firme con proposte praticabili e concrete che tengano conto delle nuove normative europee, alle quali dovremo adeguarci, e senza criminalizzare nessuno, Ministero o aziende farmaceutiche, riconoscendo comunque loro, come emerge dai dati raccolti, lo sforzo, l’impegno e la disponibilità per migliorare questa situazione anomala del nostro paese rispetto a tutta l’Europa. ■
farmacie con chiusura di fine anno e con registrazione nelle note anche nelle motivazioni di ciascun impiego; se il registro in vigore per le unità operative delle strutture complesse che prevede la registrazione delle motivazioni di ciascun impiego. Ad esempio, la Regione Lombardia ha dato indicazione a medici e veterinari di utilizzare lo stesso registro in uso per le farmacie (Art. 60), dove però non è prevista la registrazione della motivazione d’impiego e per il quale va fatta la chiusura di fine anno (cosa che invece non era prevista nel precedente registro ex art. 64). Un chiarimento in tal senso, sollecitato da ANMVI al Ministero della Salute, consentirebbe un decisivo superamento delle difficoltà generate da una Legge che ha "dimenticato" i medici veterinari. ■
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8 Attualità Sicurezza alimentare
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L’Agcm segnala “restrizioni ingiustificate” nelle attività di ricerca di trichinella nelle carni Segnalazione dell’Antitrust al MinSal sui laboratori privati accreditati non annessi ai macelli
ell’ambito della sua attività di segnalazione e consultiva, l’Autorità Garante della Concorrenza e Mercato ha scritto al Ministero della Salute in merito alla ricerca di trichinella nelle carni. La nota fa seguito ad alcune denunce relative all’introduzione, per via amministrativa, di restrizioni nell’accesso al mercato della fornitura del servizio di analisi di laboratorio per la ricerca di trichine nelle carni da parte dei laboratori privati accreditati non annessi ai macelli. Il provvedimento, pubblicato sul Bollettino Agcm del 22 novembre scorso e indirizzato alla Tecnolab, formula alcune osservazioni sulla nota del 29 dicembre 2009, con la quale il Ministero della Salute si rivolgeva ad un laboratorio privato accreditato non annesso al macello, alla Regione Puglia e per conoscenza a tutte le Regioni, sostenendo che i laboratori di analisi privati non annessi ai macelli "non potrebbero fornire il servizio di analisi per la ricerca di trichine nelle carni. Ciò anche nel caso in cui i suddetti laboratori si siano dotati, in seguito ad una diversa comunicazione del Ministero datata 20 giugno 2006, dell’accreditamento richiesto dalla normativa vigente".
N
PRELIEVI UFFICIALI L’attività in questione consiste nell’esame di laboratorio, di natura ufficiale, su campioni di carni equine, suine e di selvaggina per la ricerca del parassita Trichinis spiralis; i campioni sono prelevati, nell’ambito dei controlli ufficiali, dai veterinari del SSN. Tale esame è svolto, oggi in Italia, dagli istituti zooprofilattici pubblici oppure dai laboratori privati annessi al macello o, in talune Regioni italiane, da laboratori privati non annessi al macello. Deve essere tenuta distinta l’attività di prelevamento dei campioni, che costituisce il controllo ufficiale e che rientra nelle competenze del veterinario del SSN, dall’attività di analisi per la ricerca del parassita svolta dai
laboratori di analisi sui campioni prelevati dai veterinari del SSN, designati dalla competente autorità statale. Tali laboratori agiscono in presenza di garanzie di attendibilità e sicurezza dell’attività, rappresentate dall’accreditamento previsto dalla legge (prima SINAL, oggi ACCREDIA).
L’INTERPRETAZIONE DEL MINISTERO L’Antitrust osserva come l’interpretazione del Ministero della Salute "restringa ingiustificatamente le categorie di soggetti che possono svolgere tale attività". Richiamandosi alle fonti normative europee, il Garante osserva che l’esplicito riferimento ai laboratori che si trovano all’interno di macelli o di stabilimenti per la lavorazione di selvaggina, contenuto nell’articolo 6 del regolamento Ce 1162/09, "non implica che i laboratori privati non annessi ai macelli, accreditati per lo svolgimento di detti esami, non possano effettuare l’analisi di ricerca delle trichine nelle carni”.
I REGOLAMENTI EUROPEI L’Autorità rileva che la disciplina vigente contenuta nei Regolamenti CE n. 882/04, n. 2075/05, n. 2076/051 e n. 1162/09, che affidano alle autorità nazionali la competenza a designare i laboratori che possono eseguire, per la ricerca di trichine nelle carni, l’analisi dei campioni prelevati durante i controlli ufficiali (cfr., in particolare, art. 12, Reg. CE n. 882/04 e art. 18, Reg. CE n. 2076/05) abbia superato le previsioni di cui all’art. 2, commi 3 e 4, del Decreto Legislativo n. 123/93, ammettendo anche i laboratori privati non annessi ai macelli (oltre che i laboratori pubblici ufficiali e i laboratori privati annessi ai macelli) allo svolgimento dell’attività in questione, purché essa sia svolta secondo garanzie di sicurezza assicurate dall’ottenimento della certificazione rilasciata dagli enti preposti (c.d. accreditamento). In particolare, il Regolamento CE n. 882/04, me-
diante cui l’Unione Europea ha definito le regole applicabili ai controlli in conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere animale, ha previsto, all’art. 12, che i laboratori, che effettuano l’analisi dei campioni prelevati durante i controlli ufficiali, devono essere accreditati. Inoltre, il Regolamento CE n. 2076/05 - emanato per consentire una transizione graduale alla piena attuazione delle nuove norme e procedure previste dal Regolamento CE n. 882/04, cui ha fatto seguito il Regolamento CE n. 2075/05, che disciplina le nuove modalità dei controlli ufficiali relativi alla presenza di trichine nelle carni - riconosceva, per quattro anni dall’emanazione dello stesso regolamento e quindi fino al 31 dicembre 2009, a tutti i laboratori, privati e pubblici, annessi e non annessi ai macelli, di poter operare anche in assenza dell’accreditamento, purché il laboratorio “a) dimostri di aver avviato e di stare portando avanti le procedure di accreditamento conformemente al regolamento (CE) n. 882/2004” ovvero “b) fornisca all’autorità competente garanzie soddisfacenti che i sistemi di controllo della qualità per le analisi da esso condotte ai fini dei controlli ufficiali saranno operativi entro il 1° gennaio 2006” (art. 18).
ACCREDITO DALLO 01/01/2010 Dal 1° gennaio 2010, quindi, per poter svolgere l’attività in parola i laboratori privati non annessi devono essere accreditati, mentre i laboratori privati annessi possono utilizzare la proroga in loro favore di cui al Regolamento CE n. 1162/09, che ha previsto che le strutture private annesse ai macelli possono svolgere l’analisi in questione purché dimostrino di avere avviato le procedure per l’accreditamento. L’art. 6 di tale Regolamento prevede, in deroga all’art 12 del Regolamento CE n. 882/04, che “l’autorità competente può designare un laboratorio che effettui i controlli ufficiali per individuare la presenza di Trichinella e che si trovi all’interno di macelli o di stabilimenti per la lavorazione della selvaggina, a condizione che tale laboratorio, pur non accreditato: a) dimostri di aver avviato e avere in corso le necessarie procedure di accreditamento conformemente al regolamento (CE) n. 882/2004; b) fornisca all’autorità competente garanzie sufficienti circa l’operatività di sistemi di controllo della qualità per le analisi da esso effettuate ai fini dei controlli ufficiali”.
INTESA E CIRCOLARI Il Garante sottolinea inoltre che la conformità della disciplina comunitaria illustrata con quanto previsto nella citata Intesa adottata dalla Conferenza Stato-Regioni il 10 maggio 2007 secondo la quale, “al fine di esaminare i campioni prelevati al macello per la ricerca della Trichinella, può essere designato un laboratorio: 1) annesso al macello; 2) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale o di altra struttura pubblica; 3) altro laboratorio addetto a controllo ufficiale”, che deve essere accreditato (capitolo V). La sopra ri-
chiamata previsione risulta coerente, peraltro, con la posizione del Ministero della Salute espressa nella citata circolare del 20 giugno 2006, inviata alle Regioni e alle Province autonome e ai servizi veterinari, secondo la quale “i campioni possono essere inviati anche a laboratori privati esterni al macello designati dall’autorità competente”. Circolare che, peraltro, ha ingenerato un legittimo affidamento dei laboratori che avevano avviato oppure ottenuto la procedura di accreditamento, come affermato nelle denunce pervenute.
LA SITUAZIONE REGIONALE L’Autorità inoltre rileva come, in senso conforme alla ricordata circolare del 2006, nonché all’Intesa citata della Conferenza Stato-Regioni, risulta che almeno in tre regioni italiane – Lazio (cfr. determinazione del 31 agosto 2007 n. D/2860), Toscana (cfr. delibera del 10 dicembre 2007, n. 926, di recepimento della Linea guida citata adottata dalla Conferenza Stato-Regioni del 10 maggio 2007) e Molise (cfr. circolare n. 5/09 emanata ai sensi dell’art. 18 del Regolamento CE n. 2076/05) - l’attività in esame è svolta anche da laboratori privati non annessi ai macelli. Nello stesso senso la stessa Regione Puglia - che pure, nel novembre 2009, ha rifiutato la richiesta del segnalante di essere iscritto nell’elenco dei laboratori che svolgono attività di ricerca di trichine - ha adottato, nel maggio 2008, la delibera n. 840, di recepimento della Linea guida della Conferenza Stato-Regioni del 10 maggio 2007 sopra illustrata.
COMPETENZE ED ESPERIENZE Infine, l’Autorità osserva come la circostanza di non consentire, oggi, ai laboratori privati non annessi ai macelli dotati del richiesto accreditamento di svolgere la attività in parola, appaia non giustificata ove si consideri che gli stessi soggetti, che nel frattempo hanno acquisito competenze ed esperienze specifiche, erano già stati autorizzati, nel giugno 2006, dallo stesso Ministero della salute a svolgere la medesima attività in una situazione di “emergenza e rischio sanitario” legata anche al passaggio dalla metodica di analisi per compressione a quella per digestione; ciò peraltro in una situazione eccezionale che certamente richiedeva particolari cautele.
CONCLUSIONI Alla luce delle considerazioni svolte, l’Autorità auspica che la disciplina giuridica vigente, introdotta dai regolamenti comunitari citati, che amplia la platea dei soggetti che possono svolgere l’attività di analisi illustrata assoggettandola al possesso dei requisiti tecnici che garantiscono l’affidabilità dei risultati, possa trovare piena applicazione a livello nazionale e regionale. Infatti, l’ingiustificata esclusione dei laboratori privati accreditati non annessi ai macelli restringe la concorrenza con danno delle dinamiche concorrenziali, a svantaggio della qualità e dei prezzi dell’attività in questione. ■
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10 Attualità Compravendita animali
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Il medico veterinario nella filiera commerciale Intervento ANMVI al convegno AISAD-Confesercenti
di MARCO MELOSI Vicepresidente ANMVI orrei innanzi tutto ringraziare AISAD, personalmente e in nome di ANMVI, per aver organizzato questo incontro e per aver voluto la partecipazione dell’Associazione che vengo a rappresentare. Trattare il tema della compravendita degli animali da compagnia è tema attuale e di grande rilevanza sociale; gli animali, infatti, in particolare quelli d’affezione, occupano oggi un posto di primo piano nelle nostre famiglie. Non sono più, come lo erano una volta, oggetti o meri strumenti di lavoro: hanno finalmente con-
V
In casa sua sono presenti 1 o più cani
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1 o più gatti
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1 o più acquari con i pesci
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1 o più volatili (pappagalli, canarini etc.)
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1 o più piccoli animali domestici quali conigli, topolini, criceti
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dati % - più risposte possibili
Età dato nazionale
profilo possessori
18-24 anni
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25-34 anni
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35-44 anni
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45-54 anni
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55-64 anni
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più di 64 anni
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dato nazionale
profilo possessori
Nord-Ovest
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Nord-Est
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Centro
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Sud Isole
dati %
e i traffici di stazione in stazione. Al Negoziante infine il difficile compito di gestire il momento cruciale dell’arrivo degli animali e la permanenza degli stessi fino al momento della vendita; un compito veramente delicato perché è “delicato” l’oggetto della “compravendita”. Il negoziante deve garantire, oltre che il rispetto delle norme igienico-sanitarie (igiene dei locali e delle gabbie, temperatura ed esposizione alla luce adeguati, alimentazione di qualità e ben calibrata, suddivisione dei cuccioli in base alla provenienza …), anche, per quanto di sua competenza e nelle sue possibilità, di salvaguardare il futuro assetto comportamentale del cucciolo. A tale proposito vorrei ricordare l’importanza che assume l’acquisto di cuccioli che siano stati con la madre almeno otto settimane e di provenienza sicura; le gabbie di dimensioni adeguate, meglio se con arricchimenti ambientali; il limitare al minimo l’esposizione dei cuccioli in vetrina dando loro la possibilità di celarsi alla vista; tempi di esposizione anche all’interno del negozio non prolungati; ed ovviamente vendita entro poco tempo dall’inserimento in negozio... A proposito di compravendita, noi crediamo che dovrebbe essere evitata o almeno limitata quella tramite internet (ad oggi limitata al 15% degli acquisiti -Ricerca aisad- percentuale però che è destinata inevitabilmente ad aumentare) o con altri mezzi di comunicazione che non assicurano il rispetto della tracciabilità, limitata quindi ai soli casi in cui è garantita negli accordi, la presenza di un luogo fisico al quale fare riferimento. Concordiamo quindi pienamente con quanto scritto nell’indagine a questo proposito: In questo contesto è chiaro che l’acquisto dell’animale da compagnia, e segnatamente l’acquisto del cane, non può che avvenire attraverso un canale che consenta comunque di stabilire una relazione con l’animale prima di acquistarlo: in un certo senso a chi compra deve rimanere la sensazione dell’adozione, anche se a fronte di un corrispettivo in denaro. Ed infine il Medico Veterinario; a lui compito di sorvegliare tutti i passaggi, adempiendo al proprio ruolo di garante della salute e del benessere animale, e deve quindi poter instaurare un rapporto di stima e fiducia con ogni figura interessata, dall’allevatore al proprietario. Per primi i Veterinari della Sanità Pubblica, nel loro importantissimo ruolo di controllo e sorveglianza all’interno delle ASL, e alle frontiere, a garantire l’osservanza di norme fondamentali per la prevenzione delle zoonosi e la sorveglianza attiva contro il tragico traffico illegale di animali che causa tanta sofferenza e alti tassi di mortalità nei cuccioli che vengono introdotti clandestinamente in Italia dai paesi dell’Est europeo; a questo proposito non possono che
quistato un ruolo affettivo unico e imprescindibile. È anche e soprattutto per il loro ruolo all’interno della famiglia che consideriamo fondamentale ottenere, come giustamente riportate nella locandina, tracciabilità, legalità, sicurezza. Partendo dal presupposto che parliamo di esseri viventi senzienti e non di res, tutte le figure di quella che per i beni sarebbe chiamata filiera produttiva devono lavorare in scienza e coscienza, e collaborare con l’obiettivo comune di garantire un’adozione sicura. Tante le figure coinvolte nella filiera: l’allevatore, il trasportatore, il commerciante il negoziante, il proprietario ed infine i Veterinari. La stretta collaborazione tra tutte queste figure, è conditio sine qua non per ottenere la necessaria trasparenza e tracciabilità. All’allevatore spetta il difficile compito di selezionare animali sani sia dal punto di vista fisico che comportamentale, compito che oggi è svolto dalla maggior parte di essi con grande senso di responsabilità; ne è dimostrazione la svolta adottata dall’ENCI ed incoraggiata dall’FSA di adottare il così detto “pedigree a riproduzione selezionata” contro le malattie ereditarie. Selezione che purtroppo ancora oggi risente di alcune scelte fatte in passato e indirizzate a privilegiare più l’aspetto esteriore che non le peculiarità tipiche della specie come il carattere o le caratteristiche anatomiche dei vari apparati. All’allevatore ancora il ruolo importante di allevare con attenzione i piccoli gestendo con oculatezza le prime fasi di vita degli animali e rispettando i loro tempi di sviluppo (non separare troppo presto dalla madre, socializzare, prestare attenzione alle norme igienico-sanitarie…). Il trasportatore deve rispettare al massimo le norme igienico-sanitarie e i controlli durante il viaggio. Inoltre, secondo noi, anche per gli animali si dovrebbe iniziare a parlare di “chilometri zero” , favorendo quindi gli allevatori Italiani, e comunque si dovrebbero limitare al minimo i trasferimenti nelle prime fasi di vita dell’animale
Zona
dati %
Complessivamente quanto si fida di negozio specializzato
allevatore
privato (che li vende o regala)
internet
molto
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Marco Melosi, Vicepresidente ANMVI essere accolte con soddisfazione le nuove norme che inaspriscono le pene e che tutelano quindi ancora di più l’import regolare. Poi i Veterinari della Sanità Privata, che svolgono la loro professione a fianco degli allevatori, negli ambulatori, ed ora come accade in alcune Regioni come Emilia Romagna e Toscana anche come responsabili sanitari dei negozi dove avviene la vendita di animali. Il Veterinario privato continua il lavoro avviato dai Colleghi attraverso un ruolo fondamentale di sentinella sul territorio: controllo degli animali, dei libretti sanitari, dei microchip il loro contributo è insostituibile viste le conoscenze e la presenza capillare in tutto il territorio nazionale E a questo punto dobbiamo affrontare un ultimo punto chiave della filiera; il momento della cessione degli animali dagli allevatori ai prorprietari o dai negozianti ai proprietari. Auspichiamo contratti di vendita sempre chiari che tutelino il venditore, l’acquirente e tutelino l’animale dai problemi derivanti da eventuali malattie genetiche o infettive difficilmente evidenziabili al memento della cessione anche dal più attento degli allevatori ed dal più scrupoloso dei negozianti. Alcuni cuccioli infatti sono portatori di patologie genetiche difficilmente riconoscibili nei primi due mesi di vita e talvolta impossibili da prevenire in modo assoluto anche dal più rigoroso degli allevatori; altri possono incubare malattie infettive spesso mortali; il rischio è alto, specie là dove ci sono molti passaggi attraverso allevatori, commercianti e distributori (contatto tra cuccioli di provenienza diversa, carenze igienico-sanitarie, viaggi stressanti) e, una volta inseriti nella famiglia di adozione manifestano malattie virali a decorso anche drammatico, quali la gastroenterite, o più avanti patologie dell’accrescimento con ripercussioni anche gravi sulla qualità di vita degli animali che ne risultano affetti. Il Medico Veterinario si trova allora nella difficile situazione di dover gestire patologie gravi in concomitanza di contenziosi legali tra allevatore e proprietario, talvolta accusato di favorire l’uno o l’altro. Di chi è la responsabilità? Dell’allevatore? Del trasportatore? Del negoziante? Del proprietario? O del Medico Veterinario, accusato spesso di non fare abbastanza? Un compito importante spetta a NAS e NIRDA, come garanti della legalità. Queste figure devono poter collaborare con allevatori, commercianti e Veterinari e non devono essere viste come da alcuni, potenziali pericoli: se ognuno fa bene il proprio lavoro, il loro controllo è un marchio di qualità! ■ Intervento del Vice Presidente ANMVI, Marco Melosi, al convegno nazionale organizzato da AISAD-Confesercenti (Roma, 30 novembre 2010) nell’ambito della presentazione della ricerca “Canali e modalità di acquisto degli animali domestici da compagnia”.
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Eventi Veterinari
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SCVI
SIDEV SOCIETÀ ITALIANA DI DERMATOLOGIA VETERINARIA
SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
WORKSHOP SIDEV Tricologia Cremona, Palazzo Trecchi, Sabato 22 e Domenica 23 Gennaio 2011
10.30 11.00 12.00 12.30
RELATORI Zeineb Alhaidari, DVM, Dipl. ECVD, Roquefort-Les-Pins (F) Marcella Guarrera, Professore Associato presso la Sezione di Dermatologia, DISEM dell’Università di Genova Chiara Noli, DVM, Dipl ECVD PROGRAMMA SCIENTIFICO SABATO 22 GENNAIO 2011 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.30 Il follicolo pilifero: come è fatto e come funziona - Z. Alhaidari (F) 11.00 Pausa 11.30 Esercitazioni con preparati istologici di follicoli piliferi - Z. Alhaidari (F), C. Noli (I) 12.30 L’esame tricoscopico: come farlo e cosa aspettarsi - C. Noli (I) 13.00 Pausa pranzo 15.00 Quando l’esame tricologico è utile C. Noli (I) 16.30 Pausa 17.00 Visione di preparati al microscopio Z. Alhaidari (F), C. Noli (I)
SOCIETÀ DI CHIRURGIA VETERINARIA ITALIANA
INCONTRO SCVI Le ernie nel cane e nel gatto Cremona, Palazzo Trecchi, Sabato 5 e Domenica 6 Febbraio 2011
logia dall’esperienza della dermatologia umana - M. Guarrera (I) Pausa “Clinicopathological conference” - Z. Alhaidari (F), C. Noli (I) Domande e discussione Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori
QUOTE DI ISCRIZIONE Socio SIDEV: € 270,00 + IVA 20% =€ € 324,00 Socio SCIVAC: € 350,00 + IVA 20% = € 420,00 NON socio: € 400,00 + IVA 20% = € 480,00 Inviare la scheda di iscrizione appositamente compilata unitamente all’attestazione di pagamento entro e non oltre il 9 Gennaio 2011 a: SIDEV - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona - Fax 0372 457091 E-mail: socspec@scivac.it. La scheda d’iscrizione è disponibile sul sito www.scivac.it sezione Società Specialistiche. INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 E-mail: socspec@scivac.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
RELATORI Valentina Andreoni, Pisa - Edoardo Auriemma, Utrecht (NL) - Massimo Barilli, Bologna - Paolo Buracco, Torino - Roberta Caccamo, Torino - Mario Lima, MD Direttore Unità Operativa di Chirurgia Pediatrica, Bologna - Andrea Pievaroli, Roma - Guido Pisani, La Spezia - Giorgio Romanelli, Milano SABATO 5 FEBBRAIO 2011 14.00 Registrazione dei partecipanti 14.15 Saluti del Consiglio Direttivo e presentazione dei relatori 14.30 Definizione di ernia - M. Barilli 15.00 Ruolo della diagnostica per immagini nelle ernie parietali, diaframmatiche e iatali - E. Auriemma 15.45 Pausa 16.15 Ernia ombelicale, inguinale, scrotale, traumatica ed incisionale - G. Romanelli 17.00 Trattamento laparoscopico delle ernie addominali nel bambino - M. Lima 18.00 Discussione e termine dei lavori PROGRAMMA SCIENTIFICO DOMENICA 6 FEBBRAIO 2011 08.30 Registrazione dei partecipanti 08.45 Presentazione dei relatori 09.00 Eziologia e fisiopatologia delle ernie
DOMENICA 23 GENNAIO 2011 9.00 Cosa possiamo imparare sulla trico-
diaframmatica e peritoneo-pericardica - A. Pievaroli 09.30 Stabilizzazione, anestesia e trattamento postoperatorio del paziente con ernia diaframmatica e peritoneo-pericardica - V. Andreoni 10.15 Pausa 10.45 Presentazione dei candidati al prossimo Consiglio SCVI - Proposte di futuro programma Votazioni 11.45 Ernia diaframmatica e peritoneo-pericardica: trattamento chirurgico - G. Pisani 12.30 Pausa pranzo 13.30 Comunicazioni libere a cura dei soci SCVI 15.00 Ernia iatale: inquadramento clinico, diagnosi e trattamento - P. Buracco, R. Caccamo 16.00 Risultati delle elezioni 16.15 Discussione finale 16.30 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SCVI in regola con l’iscrizione 2011. NON è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. QUOTE DI PARTECIPAZIONE Soci SCVI 2011: GRATUITO Soci SCIVAC: € 100,00 Non soci: € 200,00 INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 E-mail: socspec@scivac.it
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SICIV SOCIETÀ ITALIANA DI CITOLOGIA VETERINARIA
INCONTRO SICIV La citologia quale ausilio diagnostico ai problemi di medicina interna Cremona, Palazzo Trecchi, Domenica 6 Febbraio 2011
PROGRAMMA SCIENTIFICO 08.30 Registrazione dei partecipanti 09.00 La citologia quale ausilio diagnostico ai problemi di medicina interna 1ª parte W. Bertazzolo, E. Bottero 10.30 Pausa 11.00 La citologia quale ausilio diagnostico ai problemi di medicina interna 2ª parte
SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA INTERNA VETERINARIA
INCONTRO SIMIV Ematologia: aggiornamenti al 2011 Cremona, Palazzo Trecchi, Sabato 12 Febbraio 2011
W. Bertazzolo, E. Bottero Domande e discussione Pausa pranzo Assemblea elettiva Casi clinici a cura dei soci SICIV Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori
13.30 Pausa pranzo 14.30 Mielofibrosi e mielodisplasia: di cosa stiamo parlando? - S. Tasca 15.30 Piastrine: troppe o troppo poche - W. Bertazzolo 17.00 Domande e discussione 17.30 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori
ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SICIV in regola con l’iscrizione 2011. NON è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione.
ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIMIV in regola con l’iscrizione 2011. NON è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione.
12.30 13.00 14.00 15.00 16.00
RELATORI Walter Bertazzolo, Pavia - Enrico Bottero, Cuneo
SIMIV
QUOTE DI PARTECIPAZIONE Soci SICIV 2011: GRATUITO Soci SCIVAC: € 75,00 Non soci: € 150,00 INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 E-mail: socspec@scivac.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
RELATORI Walter Bertazzolo, Pavia - Erika Carli, Padova - Silvia Tasca, Padova - Vanessa Turinelli, Livorno PROGRAMMA SCIENTIFICO 09.00 Registrazione dei partecipanti 09.30 Anemia nel cane e nel gatto: l’apporto del laboratorio moderno - V. Turinelli 11.00 Pausa 11.15 Genesi e significato clinico delle variazioni morfologiche eritrocitarie (acantociti, eccentrociti et al.) - E. Carli 12.00 Genesi e significato clinico delle variazioni morfologiche leucocitarie - S. Tasca 13.00 Domande e discussione
QUOTE DI PARTECIPAZIONE Soci SIMIV 2011: GRATUITO Soci SCIVAC: € 75,00 Non soci: € 150,00 INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 E-mail: socspec@scivac.it
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laPROFESSIONE
12 Eventi Veterinari
VETERINARIA 41 | 2010
SIMEF
SIANA
SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA FELINA
SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA FELINA
Aperto ai soci SIMIV
Il diabete nel gatto Cremona, Palazzo Trecchi, Domenica 13 Febbraio 2011
RELATORE Eric Zini, Novara
Ortopedia pediatrica e gestione nutrizionale nella prevenzione e nella terapia delle patologie dell’accrescimento Cremona, Palazzo Trecchi, Domenica 20 Febbraio 2011
consegna degli attestati e chiusura dei lavori
PROGRAMMA SCIENTIFICO 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 Patogenesi del diabete mellito: esperienza clinica e ricerca di base nel gatto 10.00 Diagnosi di diabete mellito e diagnosi differenziali nel gatto 10.30 Pausa 11.00 Ketoacidosi diabetica nel gatto 11.45 Predire la remissione clinica e la sopravvivenza dei gatti diabetici 12.15 Domande e discussione 12.30 Assemblea elettiva 13.30 Pausa pranzo 14.00 Sistemi di monitoraggio della glicemia nel gatto 15.00 Terapia del diabete mellito nel gatto: trattamento standard e trattamento intensivo 16.00 Pausa 16.30 Casi clinici a cura dei soci SIMEF 17.30 Valutazione dell’apprendimento,
RELATORI Pier Paolo Mussa, Torino - Bruno Peirone, Torino - Liviana Prola, Torino
ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIMEF/SIMIV in regola con l’iscrizione 2011. NON è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione.
PROGRAMMA SCIENTIFICO 9.00 Registrazione dei partecipanti 9.30 Incidenza, fattori di rischio e decorso delle patologie legate all’accrescimento - B. Peirone e coll. 11.00 Pausa 11.30 Gestione nutrizionale nella prevenzione delle patologie dell’accrescimento - L. Prola 12.15 Gestione alimentare nella terapia delle patologie dell’accrescimento P.P. Mussa 13.00 Pausa pranzo 14.00 Assemblea elettiva 14.30 Casi clinici: descrizione clinica e gestione alimentare - B. Peirone e coll., L. Prola 15.30 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori
QUOTE DI PARTECIPAZIONE Soci SIMEF/SIMIV 2011: GRATUITO Soci SCIVAC: € 75,00 Non soci: € 150,00 INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 E-mail: socspec@scivac.it
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2 ed. italiana a cura del prof. Renato Panu, Elsevier-Masson, 2010
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QUOTE DI PARTECIPAZIONE Soci SIANA/SIOVET 2011: GRATUITO Soci SCIVAC: € 75,00 Non soci: € 150,00 INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 Fax 0372 457091 E-mail: socspec@scivac.it
RICHIESTO ACCREDITAMENTO
E.V. Soc. Cons. a r.l. - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Tel. 0372 403507/18 - Fax 0372 457091 E-mail: editoria@evsrl.it Website: www.evsrl.it/distribuzione
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ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIANA/SIOVET in regola con l’iscrizione 2011. NON è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione.
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laPROFESSIONE
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Attualità scientifica Vet Journal
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Dermatite digitale bovina: lincomicina o ossitetraciclina? Efficacia sovrapponibile per il trattamento topico in uno studio dings in dairy cows with digital dermatitis (footwarts) one month after topical treatment with lincomycin hydrochloride or oxytetracycline hydrochloride” Steven L. Berry, Deryck H. Read, Richard L. Walker, Thomas R. Famula. Journal of the American Veterinary Medical Association. September 1, 2010, Vol. 237, No. 5, Pages 555-560. ■
di MARIA GRAZIA MONZEGLIO no studio clinico randomizzato controllato ha confrontato l'efficacia della lincomicina e dell'ossitetraciclina per il trattamento della dermatite digitale nella vacca da latte mediante esame visivo macroscopico, valutazione istologica e valutazione batteriologica. Si assegnavano a caso 25 vacche da latte Holstein di un allevamento commerciale affette da dermatite digitale a uno di tre diversi gruppi: trattamento topico con 10 g di lincomicina idrocloruro (n = 11), trattamento topico con 10 g di ossitetraciclina idrocloruro (11) e nessun trattamento (3), i giorni 1 e 2 (d1). Si prelevavano campioni bioptici delle lesioni digitali per l'esame istologico prima del trattamento e 28 o 31 giorni (d30) dopo il trattamento. Gli animali venivano sottoposti a esame clinico ai tempi d1, d14 (giorni 12-14) e d30. Non vi erano differenze evidenti nella risposta clinica a lincomicina e ossiteraciclina. Al tempo d30, 8 su 11 lesioni trattate con lincomicina e 7 su 11 lesioni trattate con ossitetraciclina apparivano visivamente guarite. L'esame visivo macroscopico suggeriva che il 73% (16/22) delle vacche trattate erano guarite al tempo d14 e che il 68% (15/22) erano guarite al tempo d30. Delle 15 lesioni che apparivano guarite al tempo d30, 7 erano classificate istologicamente come attive (ulcerazione invasione batterica; 2/15) o incipienti (5/15). La risposta clinica a lincomicina e ossitetraciclina non differiva. L'accordo tra valutazione macroscopica visiva e valutazione istologica delle lesioni digitali prima del trattamento era buono; l'accordo un mese dopo il trattamento era invece variabile. La valutazione istologica potrebbe non distinguere tra guarigione incompleta e recidiva della lesione. “Clinical, histologic, and bacteriologic fin-
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Collasso episodico nel cavallo
l collasso episodico del cavallo ha implicazioni per il benessere animale e per la sicurezza umana, tuttavia non vi sono in letteratura casistiche che descrivano questa sindrome. Uno studio retrospettivo ha caratterizzato le cause e l'evoluzione di questa condizione in 25 cavalli visitati per episodi singoli o multipli di collasso. Si analizzavano le cartelle cliniche ricercando le parole chiave collasso, collassato, caduta, sincope. Il collasso veniva definito come un incidente in cui il cavallo perdeva il tono posturale con o senza progressione al decubito e con o senza perdita di coscienza. Una diagnosi finale veniva ottenuta in 11 casi: aritmia cardiaca (4), insufficienza cardiaca destra (1), ipoglicemia (2), convulsioni generalizzate (2) e disordini del sonno (2). In 8 casi si otteneva una diagnosi presuntiva: sincope neurocardiogena (5), emorragia polmonare indotta dall'esercizio (2) e convulsioni generalizzate (1). In sei casi non si raggiungeva alcuna diagnosi nonostante indagini approfondite. Tre cavalli venivano soppressi alla presentazione. Il trattamento veniva tentato in 9 soggetti, di cui 6 con esito positivo prima delle dimissioni. Il follow-up era disponibile per 14 cavalli sui 19 dimessi dall'ospedale. Soltanto uno di questi manifestava un nuovo episodio di collasso dopo le dimissioni. La diagnosi definitiva veniva raggiunta con
maggiore probabilità nei casi con episodi multipli di collasso. I soggetti che vanno incontro a un singolo episodio di collasso non andranno necessariamente incontro a nuovi episodi, concludono gli autori. (M.G.M.) “Retrospective evaluation of episodic collapse in the horse in a referred population: 25 cases (1995-2009)” Lyle CH, Turley G, Blissitt KJ, Pirie RS, Mayhew IG, McGorum BC, Keen JA. Vet Intern Med. 2010 Nov-Dec; 24 (6):1498502. ■
La popolazione di lieviti nella dermatite seborroica del cane
I
no studio ha indagato i diversi tipi di lieviti presenti e la loro associazione con il grado di dermatite seborroica e con la sede anatomica nel cane. Si consideravano 57 campioni cutanei: 17 di cute sana, 20 di cute con dermatite seborroica primaria e 20 di cute con dermatite seborroica secondaria. L'isolamento e la caratterizzazione erano effettuati sulla base degli aspetti microscopici e delle proprietà biochimiche. Per la conferma della specie si effettuava l'analisi del DNA spaziatore interno trascritto I della regione 26S dell’rDNA. Le analisi permettevano di identificare quattro specie di lieviti nei cani esaminati: Malassezia pachydermatis, Malassezia furfur, Candida parapsilosis e Candida tropicalis. M pachydermatis e C. parapsilosis venivano identificati in tutti i cani, mentre C. tropicalis e M. furfur erano presenti rispettivamente in tre cani sani e un cane ammalato. Il numero di M. pachydermatis e C. parapsilosis nei cani ammalati era superiore a quello dei cani sani. La frequenza elevata e le dimensioni della popolazione di C. parapsilosis erano strettamente associati alla dermatite seborroi-
U
ECOGRAFIA DELLA CAVITÀ CELOMATICA DELL'IGUANA
U
no studio ha descritto gli aspetti ecografici della cavità celomatica dell'iguana verde sana. Si sottoponevano a ecografia del celoma 26 iguane verdi sane (20 maschi e 6 femmine) contenute in decubito dorsale da un assistente in assenza di contenimento chimico. Le strutture che potevano essere visualizzate in tutti gli animali erano: cuore, cavità cardiache, fegato, vena cava caudale, vene epatiche, vena porta, colecisti, porzione pilorica dello stomaco e, quando distesa, vescica urinaria. La visualizzazione dei reni era scarsa. La milza poteva essere identificata in 17 animali e le gonadi in 22, ma soprattutto nei maschi durante il mese di novembre (stagione riproduttiva). Non si analizzavano femmine durante questa stagione. L'aumento fisiologico di dimensioni dei testicoli causava una finestra acustica per la milza dislocando l'intestino sovrastante. In tre soggetti si identificava fluido celomatico libero anecogeno. Si misuravano le dimensioni cardiache complessive, lo spessore della parete ventricolare, le dimensioni della colecisti, lo spessore della porzione pilorica gastrica e della milza; solo lo spessore della parete del ventricolo era significativamente correlato al peso corporeo. L'ecografia consentiva di esaminare la maggior parte delle strutture del celoma nell’iguana verde, concludono gli autori. La procedura era facilmente eseguibile e ben tollerata dall'animale sveglio. “Ultrasonographic appearance of the coelomic cavity in healthy green iguanas” Holland MF, Hernandez-Divers S, Frank PM. J Am Vet Med Assoc. 2008 Aug 15; 233(4): 590-6.
ca primaria, mentre quelle di M. pachydermatis erano associati alla dermatite seborroica sia primaria sia secondaria. C. parapsilosis predominava nella regione perianale. Nello studio si dimostrava quindi la co-colonizzazione di M. pachydermatis e C. parapsilosis in numero e frequenza elevati con associazione allo stadio di malattia e alla sede anatomica. (M.G.M.) ■
ATROFIA DELL’IPPOCAMPO NEI CANI EPILETTICI?
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a presenza di atrofia dell’ippocampo, una componente della sclerosi dell'ippocampo è una condizione comunemente riconosciuta nell'epilessia intrattabile umana, è controversa nell'epilessia canina. In uno studio è stato esaminato il volume dell'ippocampo di 58 cani epilettici e 35 cani di controllo mediante risonanza magnetica (RM), calcolando inoltre l’asimmetria volumetrica relativa dell'ippocampo destro e sinistro. Soggettivamente, si osservavano anomalie RM in 7 dei 58 cani epilettici (12%). La percentuale di asimmetria volumetrica era significativamente maggiore nei cani epilettici (5,84 +/- 4,47%), rispetto ai controlli (1,62 +/- 0,88%). Utilizzando un valore cutoff
dell’asimmetria pari al 6%, come indicato nell'epilessia umana, in 28 cani epilettici (48%) si diagnosticava un'atrofia unilaterale dell'ippocampo. La percentuale di asimmetria non poteva essere utilizzata per identificare l'atrofia bilaterale. Benché meno frequentemente rispetto a quanto osservato nei pazienti epilettici umani, concludono gli autori, l'atrofia dell'ippocampo può essere presente anche nell'epilessia canina. (M.G.M.) “Clinical magnetic resonance volumetry of the hippocampus in 58 epileptic dogs” Kuwabara T, Hasegawa D, Kobayashi M, Fujita M, Orima H. Vet Radiol Ultrasound. 2010 Sep-Oct; 51(5): 485-90.
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11-13 MARZO 2011 - MILANO
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Sentenze Legale
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La pubblicità non può essere “suggestiva” Doppia sconfitta per la Legge Bersani: in Parlamento e in Cassazione ’Assemblea del Senato ha concluso l’esame del disegno di legge di riforma dell’ordinamento forense (testo proposto dalla Commissione Giustizia e frutto dell’esame dei ddl presentati n. 601, 711, 1171 e 1198). Gli avvocati si dispongono celermente a cambiamenti sostanziali per la loro professione dall’esame di Stato al procedimento disciplinare, dalle riserve esclusive alle società di capitali (che restano vietate). Ma è soprattutto la disciplina dei compensi che avrà un prevedibile impatto sull’intero mondo professionale. Cadono infatti molti punti della Leg-
L
MANCANZA DI PROVA SULLA NATURA DI RANDAGIO "Non è stata fornita la prova che il cane il quale avrebbe provocato i danni al veicolo fosse randagio, essendo rimasta tale qualificazione, solamente enunciata ma mai provata (...)”. Nel corso dell'istruttoria non è emerso "nessun decisivo elemento probatorio" a dimostrare la generica indicazione di "branco di cani randagi". Il Giudice di Pace di Fasano ha respinto la richiesta di risarcimento di un cittadino il cui veicolo era stato danneggiato da un cane, un randagio a suo dire, avanzata nei confronti del Comune e della ASL di Brindisi. “Infatti - motiva il Giudice di Pace - un teste, si è limitato a riferire uno dei cani del branco; un altro a confermare genericamente la circostanza d'essersi trattato di un branco di cani randagi, ma nessuno di essi ha chiarito in base a quale considerazione poteva desumersi la natura di randagi di detti cani”. Insomma, "chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento" e nel caso di specie il cittadino "non ha fornito valida prova sulla natura dei cani costituenti detto branco, ben potendo tutti o proprio quello che avrebbe causato i danni, essere di proprietà di terzi, momentaneamente non custodito". Il Giudice di Pace si basa anche sulla "Rendicontazione anno 2007", del Dipartimento di Prevenzione del Servizio Veterinario - Sanità Animale Area Adella Asl brindisina: nel territorio comunale, al 31/12 del 2009 erano presenti n. 2.387 cani di proprietà anagrafati; N. 468 cani randagi anagrafati e custoditi in rifugio; N. 374 cani randagi, microchippati, affidati a privati; N. 1.050 cani randagi di sesso femminile sottoposti ad intervento di ovario-isterectomia. "Ciò dimostra - sostiene il Giudice - la possibile variegata presenza di diversi tipi di animali vaganti nel territorio anche nel corso dell'anno 2009, con la conseguente necessità, in caso di sinistro, della individuazione del loro genere (di proprietà privata o randagi), al fine della esatta riferibilità della responsabilità, in ordine ai danni da questi provocati, in capo al reale proprietario o custode". (fonte: ambientediritto.it)
ge Bersani a partire dal ripristino delle tariffe minime (e massime) intesi come "indici" da articolare in rapporto al tipo di prestazione e al valore della pratica. In discussione con il Ministero della Giustizia c’è poi un aggiornamento degli importi. Secondo il Presidente dell’OUA, Maurizio De Tilla "voltiamo pagina sulle false liberalizzazioni, cancellando la Legge Bersani e si ritorna al buon senso sulle tariffe minime". Intanto, un’altra sonora sconfitta per la Legge Bersani viene dalla Cassazione, e riguarda la pubblicità. Censurando definitivamente l’esperienza di "ALT - Assistenza Legale per tutti", i giudici della Suprema Corte (va notato a Sezioni Unite) hanno dato ragione all’Ordine di Brescia che aveva sanzionato disciplinarmente i professionisti autori dell’iniziativa: suggestiva, ma volta a catturare la clientela “sfruttando un riflesso emotivo irrazionale del pubblico, equivoca anche sul messaggio prima consulenza gratuita mentre in realtà si forniva solo un primo generico inquadramento del problema”. L’Ordine forense di Brescia si è rifatto all’articolo 38 dell’rdl1578/1993 che vieta di "effettuare alcuna forma di pubblicità con slogan evocativi o suggestivi, privi di contenuto informativo professionale e quindi lesivi del decoro e della dignità professionale". Violazioni commesse dall’esperienza di ALT. ■
ABUSO DI UFFICIO IN CONCORSO
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icorrono nelle recenti cronache giudiziarie liti fra medici veterinari o verso le amministrazioni pubbliche per gare d'appalto aggiudicate secondo criteri non trasparenti o sbagliati in partenza. Urge la definizione di un protocollo di aggiudicazione che disciplini il reclutamento delle strutture veterinarie da parte delle Amministrazioni pubbliche in generale e comunali in particolare. Un caso di presunto abuso d'ufficio in Sicilia raggiunge le pagine della stampa. Ma non è l'unico caso sospetto. A processo, imputati per abuso d'ufficio in concorso, un funzionario comunale dirigente del settore Attività produttive, e il direttore sanitario di una struttura veterinaria privata. Il primo è accusato di avere liquidato al secondo, tra il 2005 e il 2007, circa 53 mila euro quale compenso per servizi sanitari di pronto intervento a cani randagi. Favorendolo. Il veterinario consulente della difesa ha motivato l'aggiudicazione a favore della struttura in ragione della convenienza delle tariffe "nettamente al di sotto della media nazionale", almeno il 30-40% in meno. Le somme, però, da quanto emerso nel corso
dell'indagine svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, furono corrisposte senza negoziazione, né lettera di incarico del Comune che formalizzasse il rapporto, stabilendo modalità di espletamento e costi del servizio. Secondo la Procura, quindi, il funzionario procurò al direttore sanitario un «ingiusto vantaggio patrimoniale», o comunque avrebbe arrecato un «danno» ad un altro ambulatorio veterinario che aveva dato la disponibilità all'espletamento dello stesso servizio. Ma non sarebbe stato altrettanto attrezzato e altrettanto disponibile, 24 ore su 24. Il processo si avvia a conclusione, ma la prossima udienza ci sarà solo nel 2011. A contenziosi del genere si assiste anche in altre parti d'Italia, non solo al Sud, dove le Amministrazioni comunali espongono a conflittualità esasperate i liberi professionisti, messi in concorrenza sulla base di bandi al ribasso e di politiche di programmazione sanitaria del randagismo prive di pianificazione, spesso mancanti di coordinamento con l'Ordine professionale e quasi mai pronte a mettere la qualità del servizio al pari dei suoi costi.
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l Prontuario Terapeutico SCIVAC-SIVAE e quelli SIVAR e SIVE trovano il loro completamento nella pubblicazione del “Repertorio dei Farmaci Veterinari Cane, Gatto, Animali esotici” e nel “Repertorio dei Farmaci Veterinari animali da reddito ed equini”. Queste due pubblicazioni, realizzate in collaborazione con Farmadati Italia, riportano tutte le specialità medicinali veterinarie registrate in Italia rispettivamente per gli animali da compagnia - esotici e per gli animali da reddito equini. Contengono infatti tutti i dati ufficiali di autorizzazione ministeriale dei farmaci: Denominazione e confezione, Principio attivo, Indicazioni, Posologia, Tempi di sospensione, Avvertenze, Codice AIC, Titolare AIC, ATC, Ricetta, Prezzo al pubblico. Normativa sul farmaco aggiornata a fine 2010. Consultazione facile ed immediata per principio attivo, classe terapeutica ed azienda produttrice.
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È previsto un aggiornamento biennale cartaceo con supplementi integrativi annuali. Consultazione online su formato elettronico PDF regolarmente aggiornato.
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Sanità animale Info Regioni
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Dopo 20 anni una nuova legge sulla tutela animale Censimento, anagrafe, colonie feline e strutture di ricovero i punti cardine dell’innovazione legislativa
vent’anni dalla legge regionale sulla tutela degli animali da compagnia, il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia si appresta a varare una nuova legislazione. La finalità principale delle due proposte di legge sulla tutela degli animali da compagnia giunte all’attenzione della III Commissione consiliare presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC) è adeguare, dopo 20 anni esatti dalla sua approvazione, la legge regionale n. 39 che, in particolare, ha istituito l’anagrafe canina. I due provvedimenti saranno esaminati da un Comitato ristretto che avrà il compito di preparare un testo unico. A entrare nei dettagli della prima proposta di legge è stato Roberto Novelli (Pdl), firmatario del provvedimento con il collega Franco Dal Mas e lo stesso Venier Romano (UDC). Tra le modifiche, quella all’iscrizione all’anagrafe canina con la definizione della Banca dati regionale (BDR), introducendo l’obbligo di registrazione entro 60 giorni dalla nascita dell’animale (il compito sarà, dunque, di chi possiede la madre, dato che il cucciolo non potrà essere ceduto prima del sessantesimo giorno di vita), o entro 10 giorni dall’acquisto per gli esemplari che non siano già registrati nella BDR o di provenienza estera. Si introduce l’obbligo, per i veterinari, di accertare che l’animale sia provvisto di microchip. All’interno della BDR viene istituita la banca dati regionale per gli animali da compagnia diversi dai cani. Attualmente si rileva una carenza nella disciplina delle colonie feline. Per questa ragione è stato loro dedicato un articolo con cui si modifica la normativa vigente individuando il Comune come soggetto responsabile del censimento delle colonie il quale potrà avvalersi della collaborazione di soggetti esterni. Per quanto riguarda le strutture di ricovero per gli animali ritrovati per i quali non sia possibile identificare il proprietario, viene garantito l’accesso alle strutture, a fini ispettivi e di controllo, anche al sindaco di un Comune convenzionato o a un suo incaricato. Con regolamento, si determineranno le caratteristiche delle strutture di ricovero e le modalità di gestione delle stesse, spese incluse. Si crea un registro di carico e scarico obbligatorio per tutte le strutture di ricovero o custodia, e per gli esercizi per il commercio degli animali da compagnia. La seconda proposta di legge sulla tutela degli animali porta la firma della Lega Nord, primo a sottoscriverla Federico Razzini, e mette l’accento sul tema dal punto di vista dell’igiene
A
pubblica. Il responsabile del benessere dell’animale è il suo detentore, che dovrà provvedere alla sua sistemazione e alle cure, tenendo conto dei suoi bisogni fisiologici, dell’età e della razza. Sono modificati i criteri per il rilascio del nulla osta per le attività di allevamento e di commercio. Si attribuisce al Sindaco la possibilità di provvedere al ritiro e al ricovero non solo dei cani, ma anche dei gatti detenuti in condizioni tali da causare disagio all’animale o da non garantire la sicurezza o l’igiene pubblica. Il ricovero dovrà avvenire all’interno delle oasi feline, ovvero degli spazi verdi adeguatamente recintati. Tali strutture, inoltre, dovranno ottenere l’autorizzazione sanitaria e dovrà essere nominato un veterinario quale responsabile sanitario. E ancora, i Comuni dovranno rispettare dei criteri di prelazione nell’affidamento della gestione delle strutture di ricovero; dovranno attuare i Piani per il controllo del randagismo elaborati in collaborazione con le Province; promuoveranno interventi di sterilizzazione anche per gli animali di proprietà, prevedendo di contribuire alle spese sostenute da chi si avvale dei veterinari convenzionati. Sarà inoltre proposta l’istituzione di un servizio di vigilanza zoofila. La Regione sarà posta a capo di tale servizio, ma la sua organizzazione sarà attribuita ai Comuni. ■
SALMONELLOSI IN CONIGLI, AIUTI ALLE AZIENDE SARDE
L
a Giunta regionale della Sardegna su proposta degli assessori dell’Agricoltura, Andrea Prato, e della Sanità, Antonello Liori - ha deliberato di concedere un finanziamento di 97.385 euro all’azienda cunicola “Sarda fespi” di Oliena come compensazione per i 10.962 conigli abbattuti per l’estinzione del focolaio di salmonellosi. "Nel 2009 sono stati riscontrati alcuni focolai di salmonellosi in allevamenti avicoli e cunicoli - ha ricordato l’assessore Liori -. L’infezione Salmonella typhimurium riscontrata dalla Asl 3 nell’azienda di Oliena risultò refrattaria ai trattamenti antibiotici e stava rappresentando un rischio sanitario per gli allevamenti vicini, oltre che essere agente di grave malattia per l’uomo. Perciò, con il parere del servizio prevenzione dell’Assessorato, il Sindaco dispose la macellazione ed il sotterramento di tutti i conigli presenti per debellare l’infezione". "Considerato il danno economico causato all’azienda dal provvedimento di abbattimento - ha aggiunto l’assessore Prato - abbiamo deciso di concedere il contributo, come previsto dalla legge sugli Aiuti per i danni alla produzione agricola, che autorizza la Regione a concedere aiuti alle aziende agricole per danni alla produzione o ai mezzi di produzione derivanti da calamità, avversità atmosferiche, epizoozie e malattie vegetali".
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Sanità pubblica Info Regioni
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In Piemonte più controlli per le imprese La Regione approva il nuovo piano sulla sicurezza alimentare. Griglio (AIVEMP): “disponibili ad offrire alla Regione un supporto tecnico-scientifico”
di BARTOLOMEO GRIGLIO Presidente AIVEMP ontrolli ancora più efficaci e una migliore organizzazione dei servizi a tutela della sicurezza alimentare. Queste le peculiarità del Piano integrato sulla sicurezza alimentare per il periodo 20112014 adottato dalla Giunta regionale del Piemonte con la delibera n.14-915 del 3 novembre scorso. Con la delibera regionale, la Giunta ha adottato gli orientamenti sulla sicurezza alimentare per il quadriennio 2011-2014, sulla base dei quali, con successivi provvedimenti, saranno indirizzate, programmate e verificate le relative attività, in attuazione delle indicazioni comunitarie e nazionali. “Le grandi trasformazioni dei sistemi di produzione e distribuzione degli alimenti richiedono un costante adeguamento dei metodi e dell’organizzazione dei controlli al fine di assicurare i livelli più ele-
C
vati di sicurezza per i cittadini. Se poi aggiungiamo - spiega l’assessore alla Tutela della salute e sanità Caterina Ferrero -che l’agroalimentare rappresenta un settore strategico di elevata importanza per il Pil regionale oltre che una parte fondamentale dell’immagine della nostra regione questo nuovo piano è un’ulteriore garanzia a tutela della qualità”. “A questo proposito i nuovi indirizzi adottati dalla Giunta regionale prevedono - continua l’Assessore un aumento dei controlli per le imprese che non rispettano le norme e possono rappresentare un rischio per i consumatori, ed una riduzione per coloro che investono in sicurezza e qualità”. Un provvedimento, quindi, che rappresenta una risposta concreta ed efficace alla domanda di sicurezza da parte dei consumatori e di tutela dei produttori che agiscono nel rispetto delle leggi. Nel piano è stata inoltre focalizzata l’attenzione sull’organizzazione dei Settori regionali e dei servizi delle ASL deputati ai controlli introducendo un sistema di verifica sulla loro operatività gestito da auditor regionali per i quali è già stato previsto uno specifico percorso formativo in collaborazione con l’Associazione Italiana Cultura Qualità del Piemonte (AICQ). Per Bartolomeo Griglio, Presidente AIVEMP e Direttore Struttura Complessa Igiene degli Alimenti di Origine Animale dell' ASL 8 Chieri (TO) il nuovo Piano adottato dalla Regione Piemonte introduce alcune novità che puntano ad ottimizzare le attività di controllo con l'obiettivo di renderle maggiormente appropriate. L'associazione si rende disponibile a fornire un supporto tecnico scientifico - afferma Griglio - al fine di costruire una programmazione che, anche sulla base delle esperienze pregresse, possa meglio rispondere al dettato normativo europeo soprattutto alla luce dei tagli che nei prossimi anni probabilmente interesseranno anche i servizi veterinari. ■
CASERTA: AI PRECARI LE NORME DEL CCNL
L
’Asl di Caserta riconoscerà ai medici veterinari specialisti precari della provincia casertana l’applicazione compiuta delle norme previste dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Ad annunciarlo è stato il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Paolo Romano, nel corso di un incontro, svoltosi presso la sede dell’assemblea legislativa campana, con una delegazione provinciale sindacale di categoria composta da rappresentati dei liberi professionisti della FVM-SIVEMP, del SUMAI e della UIL. “Anche Caserta, dopo Salerno, recupera dunque, in termini di riformulazione dei rapporti contrattuali, sul terreno delle garanzie professionali che devono essere riconosciute a quanti prestano la loro attività nel servizio pubblico”, ha spiegato il presidente Romano. Soddisfazione è stata espressa, poi, dalle rappresentanze sindacali per l’impegno assunto dal presidente del parlamentino campano in ordine alla modifica del decreto commissariale n. 26 del 16.04.2010, in termini di definitivo riconoscimento ai Veterinari Specialisti Precari delle indicazioni
contenute nell’Accordo Collettivo Nazionale per la Specialistica ambulatoriale. “La Campania - ha tenuto poi a precisare il presidente Romano - è una delle poche, tra le grandi Regioni Italiane, a non aver ancora approvato un Accordo regionale per la disciplina dei rapporti coi medici specialisti ambulatoriali, coi medici veterinari e altre professionalità sanitarie, quali i biologi, i chimici e gli psicologi. Si tratta di norme regolamentari che Regioni come il Lazio, la Toscana, il Veneto, la Sicilia, ma anche le Marche, la Calabria e la Basilicata, hanno già approvato da tempo”. “È chiaro - ha aggiunto Romano - che per la Campania, il cui sistema sanitario regionale è nei fatti commissariato per le notevoli difficoltà strutturali che tutti conosciamo, l’approvazione di questa normativa richiederà del tempo. Tuttavia, alcuni importanti passi avanti, come quelli compiuti, costituiscono un buon segnale”. All’incontro, svoltosi presso la Sala Riunioni del Primo Piano dell’Isola F 13 del Centro Direzionale di Napoli, erano presenti oltre 90 medici veterinari precari. (Fonte: quicaserta.it)
OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO
N
ell’allegato 1 della delibera regionale del Piemonte sono indicati gli obiettivi di miglioramento previsti dal nuovo piano regionale. Di seguito alcuni dei principali obiettivi che riguardano il settore veterinario. FARMACO VETERINARIO Rendere pienamente operativo il sistema di registrazione delle prescrizioni medico veterinarie, la sorveglianza tramite una diagnostica multiresiduo, la sorveglianza dell’antibioticoresistenza e la farmacovigilanza sugli effetti avversi. SISTEMI INFORMATIVI, DOCUMENTAZIONE E VALUTAZIONE DEL RISCHIO, COMUNICAZIONE INTERNA Rafforzare i sistemi regionali e territoriali di documentazione dei pericoli e valutazione del rischio in sicurezza alimentare e sanità animale. Integrare e sviluppare i sistemi informativi per la registrazione delle attività e dei risultati dei servizi di controllo ufficiale, con particolare riferimento al repertorio delle non conformità rilevate nell’ambito del controllo ufficiale e dell’autocontrollo. Favorire la comunicazione intersettoriale e interprofessionale e la valutazione comune degli obiettivi di salute e del loro raggiungimento. Favorire la formazione di una comunità regionale di prassi professionali in sicurezza alimentare. CONTROLLI SUGLI OPERATORI DEL SETTORE ALIMENTARE Pianificare e programmare le attività di audit sulle imprese alimentari, inclusi gli audit regionali e interASL, anche sulla base della revisione delle procedure di categorizzazione degli stabilimenti secondo il rischio. Migliorare l’uniformità dei controlli, anche attraverso l’organizzazione e attuazione nelle ASL di audit esterni e di gruppo. Progettare modalità e tempi di controllo specifici per la microimpresa. Elaborare linee guida per l’autocontrollo e le buone pratiche nelle microimprese alimentari. SORVEGLIANZA E PREVENZIONE DELLE MALATTIE TRASMESSE DA ALIMENTI Migliorare le attività di integrazione a livel-
lo regionale e locale del Centro regionale di riferimento. Sviluppare il sistema di sorveglianza. Studiare la fattibilità per l’estensione della sorveglianza alle allergie di origine alimentare. SORVEGLIANZA SULLE MALATTIE DEGLI ANIMALI E SULLE ZOONOSI Sviluppare e integrare le attività di epidemiosorveglianza sulle malattie degli animali e sul loro impatto sulla sicurezza alimentare anche attraverso le strutture sovrazonali di epidemiosorveglianza veterinaria, per il supporto alla valutazione territoriale del rischio, anche in caso di emergenze. Ampliare l’accesso alle relative informazioni sugli animali allevati e macellati ai medici veterinari aziendali e agli operatori del settore alimentare. SANITÀ ANIMALE Monitorare costantemente la capacità di risposta alle emergenze veterinarie e garantire la operatività dei Presidi Multizonali di Profilassi e Polizia Veterinaria. Garantire la corretta gestione dei nuovi focolai e il costante adeguamento delle procedure per gli indennizzi di tutti i casi di stamping out, abbattimenti parziali e totali del bestiame per motivi sanitari. Assicurare la costante piena rispondenza dei sistemi anagrafici di identificazione e registrazione di tutte le specie animali e dei sistemi di epidemiosorveglianza dedicati. Valutare la fattibilità e la realizzazione di piani regionali di controllo ed eradicazione riconosciuti a livello comunitario, anche mediante il coinvolgimento e la collaborazione di altri Enti, Associazioni, Autorità e Centri di referenza nazionali e internazionali, Università. BENESSERE ANIMALE Rafforzare e integrare i sistemi per la formazione degli addetti e il controllo dell’applicazione delle misure comunitarie, incluse quelle di nuova introduzione e quelle soggette a condizíonalità e contribuzione di aiuto comunitario nei programmi regionali di sviluppo zootecnico.
Avellino, ristrutturazione e riorganizzazione aziendale ’Asl di Avellino ha approvato il regolamento per la risoluzione del rapporto di lavoro della dirigenza. I contratti Collettivi Nazionali di Lavoro relativi alla Dirigenza medica e veterinaria e la Dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa del Servizio Sanitario Nazionale, stipulati l’8 giugno 2000, prevedono all’art. 22, in caso di ristrutturazione o di riorganizzazione cui è correlata una diminuzione degli oneri di bilancio, la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Attualmente, l’Asl di Avellino, diretta dal commissario straordinario ingegner Sergio Florio, si trova nelle condizioni richieste per l’applicazione della norma contrattuale ed ha approvato quindi il regolamento che facilita il collocamento in quiescenza
L
anticipata e volontaria del personale dirigente. La risoluzione consensuale del rapporto di lavoro si pone due finalità: agevolare la collocazione a riposo dei dirigenti, che otterrebbero un’indennità sulla quale inciderebbe una tassazione inferiore; facilitare un ricambio strutturale e una riorganizzazione dei quadri dirigenziali delle aziende sanitarie. Il dirigente che intende avviare la procedura per la risoluzione del contratto deve aver maturato un servizio complessivo non inferiore a 15 anni, dei quali almeno 5 prestati con la qualifica dirigenziale. L’azienda, così come prevede la norma, erogherà un’indennità supplementare sino a un massimo di 24 mensilità, commisurata all’età anagrafica o all’anzianità contributiva del dirigente. (Irpinianwes.it) ■
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Veterinari comportamentalisti per la sicurezza del rapporto cane-uomo
di MASSIMO DI MARTINO Coordinatore Gruppo SISCA Sicilia e Calabria di vitale importanza per la sicurezza e il benessere sociale, per l’ordine pubblico, per la qualità della vita e per una corretta gestione delle risorse, affrontare con serietà e competenza la responsabilità del rapporto uomo-animale. È necessario pertanto proporci come medici veterinari comportamentalisti dediti alla professione, motivati a lavorare con impegno per la promozione e la tutela della nostra professionalità e per dare corpo e visibilità alle nuove richieste della società. Tali richieste coinvolgono direttamente il medico veterinario libero professionista nell’assistenza sanitaria sia dei cani di proprietà, sia dei randagi; spesso viene richiesto di fare tutto il possibile per salvare il proprio cane, per il suo valore affettivo, ma altrettanto spesso questa richiesta non è bilanciata da una pari disponibilità a riconoscere al medi-
È
co veterinario libero professionista la giusta retribuzione. Un diritto ammesso dalla società per tutte le professioni ma non per il medico veterinario libero professionista. Queste richieste diventano pretese di prestazioni gratuite quando si tratta di randagi! La società, come si dice spesso nei convegni e negli articoli, ha maturato una grande sensibilità nei confronti del cane … ma a spese dei medici veterinari liberi professionisti e dello Stato. I primi dovrebbero lavorare gratuitamente, un ossimoro stridente che spesso viene richiesto anche dalle Istituzioni, il secondo deve costruire canili e sterilizzare. Se al medico veterinario libero professionista viene assegnato il ruolo di missionario, quello del medico veterinario comportamentalista è del tutto sconosciuto. Molto spesso il lavoro che dovrebbe essere fatto dal medico veterinario comportamentalista viene fatto da altri, che godono di una simpatia spontanea da parte dei media, della stampa nazionale e delle Istituzioni. La Politica stessa ha difficoltà ad indicare in maniera netta ed inequivocabile il ruolo e le
competenze del medico veterinario comportamentalista nell’ambito del rapporto caneuomo: diagnosi e cura delle patologie comportamentali, valutazione comportamentale delle aggressioni canine, valutazione e assistenza comportamentale dei cani detenuti nei canili, assistenza al processo di adozione, valutazione comportamentale di cani proposti per la reimmissione nel territorio, valutazione del cane di comprovata pericolosità, formazione del volontariato e delle categorie professionali dedite all’allevamento, all’addestramento e alla vendita dei cani, contribuendo a creare confusione sulle numerose figure che ruotano attorno al binomio cane-uomo. Una confusione generatrice di grossi guai: grazie al tam tam delle associazioni animaliste e della stampa, l’opinione diffusa per combattere il randagismo è quella di costruire canili e di sterilizzare tutti i cani (che poi la sterilizzazione delle cagne fobiche determini un peggioramento clinico, con il pericolo di aggressioni, non importa a nessuno, ma per semplice ignoranza!). Pertanto i sindaci che riescono a costruire un canile, a suon di milioni di euro, e a riempirlo di cani, che devono essere vaccinati, sverminati, curati e mantenuti a vita, hanno il plauso della cittadinanza e la gratitudine degli animalisti. Tranne poi la necessità di trovare altri siti, dove costruire altri canili per scaricare altri cani. Se poi questi cimiteri di cani viventi sono compatibili o meno con le loro necessità etologiche, al di là di una loro reale o presunta condizione di sofferenza, che potrebbe configurare il reato di maltrattamento, e non costituiscono oggetto di valutazione ai fini di una loro eventuale adozione, resta una questione del tutto ignorata. La conseguenza diretta è che la maggior parte dei cani non sono adottabili e quelli che vengono fatti adottare presentano una serie di criticità che mettono in pericolo l’armonia e la sicurezza della famiglia dell’adottante. Un altro guaio è quello della valutazione comportamentale del cane morsicatore; la legge si esprime in termini non vincolanti per l’ASL, circa la necessità di una valutazione da parte del medico veterinario comportamentalista, lasciando al medico veterinario dipendente del servizio veterinario potere discrezionale sulla sorte del cane, per il quale potrebbe, a norma di legge, essere disposta l’eutanasia, salvo il fatto che niente impedirebbe allo stesso proprietario di acquisire un altro cane, che potrebbe manifestare lo stesso tipo di problemi di quello per cui è stata disposta l’eutanasia. Un altro guaio ancora è rappresentato dalla mancanza di competenze etologiche da parte di chi vende, alleva o addestra cani. Seppure la norma disponga per essi un percorso di formazione, di fatto essa non è applicata. Sarebbe sufficiente subordinare in maniera condizionale l’autorizzazione sanitaria per una di tali attività, alla presentazione di un documento che attesti il superamento di un esame di qualificazione in conoscenze etologiche degli animali oggetto della vendita, dell’allevamento o dell’addestramento. Naturalmente il percorso formativo dovrebbe essere sotto il controllo e la responsabilità delle ASL, con il contributo didattico dei medici veterinari comportamentalisti per le materie di loro competenza. Alla luce di quanto su esposto brevemente,
dal momento che sono ben più numerose le questioni inerenti gli aspetti beneficiali o problematici del rapporto cane-uomo, si ritiene che si debba passare dalle parole ai fatti ed affrontare con carattere di urgenza il pieno riconoscimento delle competenze e del ruolo professionale del medico veterinario comportamentalista. È una responsabilità di tutti (politici, amministratori, ASL, ordini, università, associazioni professionali) se ci sono persone che patiscono o peggio periscono per una aggressione da parte di cani, se si consumano risorse preziose per costruire canili, per mantenere a vita i cani e per sterilizzarli, se ci sono operatori commerciali che vendono cuccioli già compromessi nel loro processo evolutivo, se ci sono proprietari che per ignoranza mettono in pericolo la propria incolumità, quella dei propri familiari e dei cittadini. La nostra responsabilità, di medici veterinari comportamentalisti, ed il nostro dovere è quello di farci sentire e di mettere a disposizione le nostre competenze al servizio dei cittadini e della società. Pertanto riteniamo urgente che: 1. nelle Facoltà di Medicina Veterinaria vengano introdotti gli insegnamenti della medicina veterinaria comportamentale, della zooantropologia e della bioetica; 2. vengano specificati a livello normativo competenze e ruolo del medico veterinario comportamentalista; 3. venga data ampia diffusione e riconoscibilità alla figura professionale del medico veterinario comportamentalista, attraverso media e stampa “nazionale”; 4. vengano trasmessi alle amministrazioni, ASL, prefetture, regioni, università gli elenchi completi dei medici veterinari comportamentalisti; 5. vengano attivati gli organismi preposti per sostenere interventi di medicina comportamentale in convenzione per le famiglie a basso reddito (in considerazione dell’alto valore sociale e terapeutico che viene accreditato al rapporto uomo-animale); 6. si realizzi una diffusione di una cultura professionale etologica, attraverso l’organizzazione di seminari aperti a tutti i medici veterinari (non tutti sono a conoscenza della medicina veterinaria comportamentale e i casi clinici comportamentali sono inviati in base ad una sensibilità personale); 7. venga istituito un Osservatorio delle aggressioni canine per studi epidemiologici al fine di orientare decisioni istituzionali, fondate scientificamente. Affidiamo la conclusione di questo documento alle parole del Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Padova, Lamberto Barzon, relative all’assistenza medico veterinaria dei cani e dei gatti non di proprietà: “Tutto questo determina l'esigenza di promuovere un dibattito all'interno della professione veterinaria che favorisca una ricerca di soluzioni possibili e condivise da presentare alla collettività. Nel contempo la nostra professione deve avviare un confronto con la Politica, la quale accanto a nuove leggi, caratterizzate da una maggiore attenzione verso gli animali e il loro benessere, deve necessariamente organizzare e/o finanziare servizi capaci di dare risposte adeguate alle richieste che queste nuove norme producono.” ■
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Dai bioindicatori all’alimento Problematiche di inquinamento da idrocarburi policiclici aromatici (ipa) di SERAFINO G., PERUGINI M., VISCIANO P., GIAMMARINO A., MANERA M., HERRERA NUNEZ E. GROTTA. L., AMORENA M. Università degli Studi di Teramo, Dipartimento di Scienze degli Alimenti, Unità di Ricerca di Farmacologia e Tossicologia e attività antropiche, in termini di urbanizzazione ed industrializzazione, hanno avuto un grosso impatto sull’intero ecosistema, tanto che è sorta l’esigenza di attuare un monitoraggio costante dei diversi comparti che lo costituiscono: aria, acqua e suolo. Viviamo, infatti, in un’epoca che si avvale della produzione di migliaia di molecole di sintesi, volte al miglioramento delle nostre condizioni di vita. È nostro dovere, per noi e per le generazioni future, controllare e regolare la loro immissione e diffusione nella biosfera, per evitare il verificarsi di danni ambientali rilevanti. In questo contesto, l’uso di bioindicatori nelle attività di monitoraggio ambientale, rappresentano un ele-
L
mento innovativo nell’ambito delle indagini ecotossicologiche superando i limiti della chimica ambientale e della tossicologia classica. L’uso dei bioindicatori risulta essere di estrema rilevanza non soltanto nell’ambito di un monitoraggio ambientale, ma per conoscere e valutare la presenza di idrocarburi policiclici aromatici in alimenti prodotti sia dagli stessi bioindicatori (come nel caso di a-
pi e miele) sia costituiti dagli stessi (è il caso dei molluschi bivalvi). Le caratteristiche che fanno dell’ape un eccellente organismo indicatore dell’inquinamento ambientale, sono essenzialmente i rapporti molto stretti che intrattiene con il mondo che la circonda e molte delle sue caratteristiche morfologiche ed etologiche. Si tratta di un organismo di facile allevamento, quasi ubiquitario e poco esigente in fatto di alimentazione. Ha un’alta mobilità che permette di effettuare numerosi prelievi giornalieri e di perlustrare tutti i settori ambientali riportando in alveare sostanze di varia natura. Mostra una elevata sensibilità alla maggior parte dei contaminanti che capta grazie al suo corpo ricoperto da peli. Diversi studi hanno preso in considerazione i molluschi bivalvi come organismi bioindicatori. Ciò che fa dei bivalvi degli ottimi bioindicatori è la loro attitudine alla filtrazione che permette loro di ingerire particelle dall’ambiente acquatico e di concentrare tutti i contaminanti ivi presenti. Tale aspetto risulterebbe enfatizzato dalla scarsa capacità metabolica che caratterizza questi organismi viventi, tanto da non essere
Il testo è tratto dal poster presentato in occasione del corso "Ambiente, Alimentazione e Salute: come sviluppare una comunicazione traslazionale". Il corso si è svolto a Cremona nel mese di ottobre. Realizzato grazie alla preziosa collaborazione di ANMVI International, AIVEMP e ISEH, il corso è stato organizzato da EV nell'ambito del progetto finanziato dall'Assessorato Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia.
permessa una rapida ed efficiente eliminazione dei composti accumulati. La problematica dell’inquinamento da IPA è stata, dunque, particolarmente sentita in questi ultimi anni; in questo senso scopo della nostra ricerca è stato quello di monitorare i livelli di tali contaminanti nel comparto ambientale e di studiarne il trasferimento in diverse categorie di alimento. ■
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6 FEB 8 - 11 FEB 10 FEB 12 - 13 FEB 12 FEB 13 FEB 15 - 18 FEB 17 - 18 FEB 17 FEB 19 FEB 20 FEB 23 - 26 FEB 25 - 26 FEB 26 - 27 FEB 27 FEB 1 - 3 MAR 4 - 6 MAR 10 - 12 MAR 12 - 13 MAR 12 MAR 13 MAR 13 MAR 16 - 18 MAR 17 MAR 18 - 20 MAR 19 - 20 MAR
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC SEMINARIO NAZIONALE SIVAR SEMINARIO NAZIONALE SIVAE INCONTRO SIMIV
INCONTRO SIMEF / SIMIV ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC CORSO SCIVAC
1° IT. MEDICINA INTERNA: I PARTE - APPROCCIO AL PROBLEMA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 48 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it PROFILASSI VACCINALE DELLE MALATTIE DELLA RIPRODUZIONE E RESPIRATORIE NELL’ALLEVAMENTO DELLA BOVINA DA LATTE - Centro Studi E.V., Palazzo Trecchi - Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento Per info: Paola Orioli - Segr. e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it “LA NEUROLOGIA E L’OFTALMOLOGIA NEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA” - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it EMATOLOGIA: AGGIORNAMENTI AL 2011 - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it IL DIABETE NEL GATTO - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - Email: socspec@scivac.it 4° IT. NEUROLOGIA VETERINARIA: I PARTE - ESAME NEUROLOGICO E LOCALIZZAZIONE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 47 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it STRATEGIE DIDATTICHE E DI COMUNICAZIONE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
SEMINARIO NAZIONALE SIVAR
AGGIORNAMENTI NELLA PRATICA BUIATRICA VETERINARIA: IMPIEGO DEL FARMACO E PATOLOGIE ENTERICHE NEL VITELLO - Caserta - ECM: Richiesto Accreditamento
INCONTRO SIFIRVET
IL MASSAGGIO - Centro Studi Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it ORTOPEDIA PEDIATRICA E GESTIONE NUTRIZIONALE NELLA PREVENZIONE E NELLA TERAPIA DELLE PATOLOGIE DELL’ACCRESCIMENTO - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accr. - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it 3° IT. ORTOPEDIA: IV PARTE - ESAME CLINICO ORTOPEDICO E PATOLOGIE ORTOPEDICHE E TRAUMATOLOGICHE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 41 Crediti Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
INCONTRO SIANA / SIOVET ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
CORSO SIVE
CORSO PRATICO DI NEONATOLOGIA - Università di Bologna - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it
INCONTRO SINVET
ANOMALIE DELLO SVILUPPO DEL RACHIDE E DEL MIDOLLO SPINALE - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it
INCONTRO SVIDI / SOVI
IMAGING DELL’OCCHIO E DELLA REGIONE ORBITALE - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
1° IT. GASTROENTEROLOGIA: II PARTE - GASTROENTEROLOGIA 2 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 42 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it 68° CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC - LE DOMANDE PIÙ FREQUENTI IN RIPRODUZIONE CANINA E FELINA - Milano - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it MEDICINA COMPORTAMENTALE 1 - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto accreditamento per 28 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it STRATEGIE PER LE REVISIONI CHIRURGICHE NEL FALLIMENTO DI TRATTAMENTI ORTOPEDICI - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it INFEZIONI DELL’APPARATO URINARIO: L’ATTUALITÀ - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it
CONGRESSO NAZIONALE SCIVAC CORSO SCIVAC INCONTRO SIOVET INCONTRO SINUV
INCONTRO SICARV
LE MALATTIE CARDIOVASCOLARI EREDITARIE DEL CANE E DEL GATTO: STATO DELL’ARTE E NUOVE PROSPETTIVE - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento
INCONTRO SISCA
LAVORA SU TE STESSO PER CAPIRE L’ALTRO - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it “CORSO MEDICINA E CHIRURGIA DEGLI UCCELLI” - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it QUALITÀ DEL LATTE E TRASFORMAZIONE CASEARIA - Parma - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it CORSO REGIONALE DI CITOLOGIA MARCHE - Senigallia (AN)- HOTEL CITY - Lungomare Dante Alighieri 11 ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
CORSO SIVAE SEMINARIO NAZIONALE SIVAR
CORSO SCIVAC
INCONTRO SIVAE
PRIMO INCONTRO 2011 - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Per informazioni: Elisa Ferodi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it
laPROFESSIONE
VETERINARIA 41 | 2010
la VETERINARIA
PROFESSIONE
La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it
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SOLUZIONI
7 gruppi di scrofe distanziati uno dall’altro di 3 settimane
b
7 gruppi di scrofe con lattazione di 21 giorni
c
lattazione di 21 giorni e riforma dopo il 7° parto
d
lattazione di 21 giorni e scrofe stabulate secondo l’ordine di parto (da 1 a 7)
a b c
50% 33% 75%
QUIZ 1 Risposta corretta: a) Incontro SIVAR: Rassegna Qualypig “Allevamento a bande: come, quando e perché” – Cremona Fiere, Aprile 2008
a
2) Qual è la percentuale di vacche con pH ruminale al di sotto di 5,5 per diagnosticare la presenza di acidosi ruminale subacuta?
QUIZ 2 Risposta corretta: b) Incontro SIVAR: “Aggiornamenti in Buiatria”: “L’acidosi ruminale subacuta della vacca da latte tra teoria e pratica”; “Cow comfort nell’allevamento intensivo da latte: aspetti pratici e normativi”. Fiera Bovino da Latte - Cremona, Ottobre 2008.
1) Qual è il significato di: gestione a 3 settimane - 7 bande ?
Professione Veterinaria 41-2010:ok
2-12-2010
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Professione Veterinaria 41-2010:ok
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