Professione Veterinaria 42:Professione 42-2009
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la VETERINARIA
PROFESSIONE
A.N.M.V.I.
ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
42 2009
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 6, numero 42 dal 7 al 13 dicembre 2009
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona
LA SICUREZZA È CULTURA PROFESSIONALE
PROPOSTE PER UNA LEGGE SUL CAVALLO
RICETTE ARRIVANO ANCORA MULTE SALATE
ASSEMBLEA DEI DELEGATI ENPAV
PRONTO INTERVENTO IN SARDEGNA
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A PAGINA 12
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A PAGINA 24
BREVI
IL TAR SOSPENDE L’ORDINANZA SUI CANILI
STAMINALI È stato formalizzato ai primi di dicembre dal Sottosegretario alla Salute Francesca Martini un Gruppo di lavoro finalizzato all’approfondimento e alla elaborazione di Linee guida sui requisiti tecnologici, strutturali ed organizzativi per l’esercizio delle attività sanitarie riguardanti l’utilizzo delle cellule staminali in medicina veterinaria.
ECM Gli accreditamenti degli Eventi e dei Progetti Formativi Aziendali per l’anno 2010 proseguono con le stesse modalità “fino al consolidamento del processo di accreditamento dei provider”. Lo comunica la Commissione Nazionale per l’Educazione Continua in Medicina.
AFTA Con un investimento di circa 3 milioni di euro, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna ha attivato la Banca Nazionale del Vaccino Antiaftoso. In caso di emergenza gli antigeni, conservati in forma inattivata e concentrata, potranno essere trasformati in 7.500.000 dosi di vaccino pronte per essere distribuite e utilizzate.
H1N1 Il virus H1N1 è stato riscontrato in un gatto domestico di 5 anni in Francia, nella regione delle Bouches-du-Rhone, nel Sud del paese. Lo hanno comunicato le autorità sanitarie francesi. L’infezione è verosimilmente stata trasmessa dai due figli dei proprietari ammalati. Il gatto è guarito in 6 giorni.
A/H1N1 Il virus A/H1N1 è stato riscontrato in un allevamento di scrofe a Nerviano, in provincia di Milano. Lo ha comunicato all’OIE il Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria del Ministero della Salute il 4 dicembre scorso. La morbilità è stata pari al 30% (375 suini affetti su 1250) e la mortalità allo 0%.
AISAD Anche AISAD Confesercenti ha rivolto un appello al Ministro Tremonti per la riduzione dal 20% al 10% dell’IVA sugli alimenti per animali da compagnia. Questo trattamento, scrive il Presidente Camillini, non risponde al ruolo che gli animali svolgono nella società che non è certo quello di beni superflui di lusso.
ANMVI
ORDINANZA URGENTE
Il ritorno della rabbia Vaccinazioni obbligatorie precontagio. Misure di prevenzione per gli animali diretti nel Nord Est A PAGINA 3
Il TAR del Lazio ha sospeso l’Ordinanza ministeriale 16 luglio 2009 per garantire la tutela e il benessere degli animali di affezione. La sospensiva del Tribunale accoglie il ricorso di alcuni canili privati per le ricadute negative del provvedimento in termini di costi e di obblighi per i proprietari di canili e per le Amministrazioni locali e per le possibili conseguenze quali la chiusura delle strutture stesse per inadeguatezza ai nuovi standard. Questa la motivazione dei giudici: “il provvedimento gravato, secondo quanto si evince tra l’altro dalla lettura delle premesse in esso contenute, ove una delle ragioni della sua adozione viene indicata nell’‘attesa di intervenire in via legislativa’, non sembra possedere i caratteri che giustificano il ricorso al potere di ordinanza contingibile ed urgente”. Il Ministero della Salute si è riservato di proporre “ogni più opportuna iniziativa, inclusa quella dell’impugnazione innanzi al consiglio di stato.” Il Sottosegretario Francesca Martini ha così commentato la decisione del Tar “L’Ordinanza -dichiara il Sottosegretario- elaborata in collaborazione con il Tavolo tecnico sul benessere animale istituito presso
questo Ministero, ha l’obiettivo di contrastare la piaga dei canili-lager in Italia e fornire un valido strumento alle pubbliche amministrazioni per potersi orientare in base alle leggi vigenti in materia di benessere animale e standard di qualità in questo particolare settore di servizi, che possono essere appaltati dai Comuni. È evidente che, se qualcuno ha fatto dei canili un business, questo provvedimento può dare fastidio”. Il Ministero ha ribadito “il grave vulnus che verrebbe provocato alla salvaguardia del benessere degli animali ripristinando, di fatto, le condizioni per il dilagare del fenomeno dei canili lager e della deportazione di centinaia di cani da una parte all’altra della penisola”. L’Ordinanza sospesa conteneva, fra le altre, disposizioni per le sterilizzazioni avvalendosi di medici veterinari liberi professionisti convenzionati e la presenza di un medico veterinario libero professionista come responsabile sanitario della struttura. Il Tar ha così sospeso anche contenuti che avevano un significato importante per la nostra professione e che ci auguriamo di ritrovare in quell’intervento “in via legislativa” che da tempo si prepara al Ministero. ■
L’ECM GARANTISCE LA FORMAZIONE? COSA PENSIAMO DELL’ECM CREDIAMO CHE SIA DA TEMPO MOLTO CHIARO: obiettivi assolutamente importanti e necessari volendo garantire la formazione continua del professionista sanitario, ma proposti con un sistema terribilmente burocratico ed inutilmente complesso. Altre categorie professionali, senza averne obblighi per legge, si sono regolamentate autonomamente attraverso gli Ordini per controllare l’aggiornamento continuo dei loro iscritti con sistemi semplici e facili da gestire sia per il professionista che per l’ente che dovrà effettuare i controlli. Fortunati loro! Era quello che avremmo voluto noi per il nostro settore. Purtroppo non ci siamo riusciti. Non siamo mai stati contrari al principio dell’obbligo di aggiornamento per il Medico Veterinario, ma al sistema ECM, e siamo andati ovunque, anche in una audizione al Senato, a spiegarne i motivi, purtroppo, senza grande successo. Ora aspettiamo che vengano definiti i tre punti che potranno rendere obbligatorio l’ECM anche per i liberi professionisti: recupero fiscale dei costi sostenuti, obiettivi specifici e numero ridotto dei crediti. Ma anche quando tutto questo sarà definito, e ci vorrà comunque ancora qualche anno, potremo dire che il sistema finalmente sarà in grado di funzionare e garantirà la formazione regolare e continua di tutti gli operatori sanitari? Secondo noi no. In questi otto anni di sperimentazione abbiamo visto accreditare di tutto, senza alcuna garanzia qualitativa e professionale. Per questo siamo convinti che l’ECM continuerà ad essere per molti solo una raccolta dei crediti/attestati da esibire alla prima richiesta.
BUONE FESTE E FELICE ANNO NUOVO !
ANMVI
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Vaccinazione precontagio Attualità
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Rabbia silvestre nel Nord Est, nuova ordinanza ministeriale Massima attenzione agli sviluppi della malattia e stretta osservanza delle misure anticontagio on la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 7 dicembre, la nuova ordinanza ministeriale per la prevenzione della rabbia nelle Regioni del Nord Est è entrata in vigore. Le misure previste avranno 24 mesi di validità e potranno essere estese ad altri territori in base alla situazione epidemiologica. La vigilanza sull’applicazione delle misure di cui alla presente ordinanza è assicurata dai Servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali territorialmente competenti in collaborazione con le Forze dell’ordine.
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VERSO LE ZONE A RISCHIO DI CONTAGIO I cani, i gatti e i furetti al seguito di persone dirette anche temporaneamente nel territorio della regione Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Belluno e di altri territori della regione Veneto e delle province autonome di Trento e Bolzano a rischio di contagio devono essere sottoposti a vaccinazione antirabbica, secondo le istruzioni del produttore del vaccino utilizzato, almeno ventuno giorni prima dell’arrivo e da non oltre undici mesi. (articolo 1, comma 1). Quanto disposto deve essere applicato dai cittadini che si recano (o si recheranno) con animali al seguito verso il territorio delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e delle Province Autonome di Trento e Bolzano. Per quanto riguarda la validità della vaccinazione la Direzione Generale della sanità animale e del Farmaco Veterinario ha precisato che il periodo massimo di 11 mesi si applica ai vaccini la cui validità indicata dal produttore è di un anno. Per quanto riguarda invece i vaccini la cui validità indicata dai produttori è di 24 mesi, ovvero 36 mesi, il periodo da tenere presente è rispettivamente di 23 mesi e 35 mesi. I costi relativi alla vaccinazione sono a carico dei proprietari degli animali.
provincia di Belluno e di altri territori della regione Veneto e delle province autonome di Trento e Bolzano a rischio di contagio devono essere sottoposti a vaccinazione antirabbica precontagio secondo le istruzioni del produttore del vaccino utilizzato. (art. 2, comma 1) Sono state definite come aree di vaccinazione obbligatoria dei cani di proprietà l’intero territorio della Regione Friuli Venezia Giulia, gli interi territori delle Province Autonome di Trento e Bolzano, l’intero territorio della Provincia di Belluno, parte nord delle Province di Treviso e Vicenza, parte est della Provincia di Venezia; sulla base della valutazione del rischio dette aree saranno estese a comprendere interamente le Province di Venezia, Padova, Vicenza Treviso e Verona. Nelle aree prive di efficaci barriere naturali le zone di vaccinazione dovranno essere calcolate con un raggio di almeno 50 chilometri a partire dal fronte di avanzamento della malattia. Per le modalità di spargimento delle esche si dovrà privilegiare il più possibile la diffusione mediante mezzo aereo. (articolo 6)
LIBERI PROFESSIONISTI E ORDINI Al fine di accelerare le operazioni di vaccinazione dei cani di proprietà le regioni e province autonome, previo accordo con gli Ordini veterinari provinciali, possono avvalersi anche di veterinari liberi professionisti. I costi relativi alla vaccinazione sono a carico dei proprietari degli animali.
condotti al guinzaglio o comunque contenuti in funzione della specie e tenuti sempre sotto sorveglianza da parte dei detentori. Nel territorio della regione Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Belluno e in altri territori della regione Veneto e delle province autonome di Trento e Bolzano a rischio di contagio deve essere intensificata la lotta al randagismo e i cani accalappiati devono essere immediatamente ricoverati presso i canili sanitari.
ATTIVITÀ VENATORIA Nell’ambito del coordinamento di cui al successivo art. 8 sono stabiliti i provvedimenti più restrittivi atti a regolamentare la circolazione dei cani ivi compresa la pratica venatoria. (art.3, comma 2). Il coordinamento ha richiesto alle Autorità delle Regioni e Province Autonome di disporre il divieto della caccia con il cane nei territori compresi nelle aree di vaccinazione nonché della circolazione di cani, ancorché condotti al guinzaglio, nelle zone agro-silvo-pastorali. Ciò sia per ridurre il rischio di far contrarre la malattia a questi cani, sia di eliminare l’effetto di dispersione delle volpi causato dalla presenza dei cani circolanti nelle zone a rischio. Su questa misura la Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario ha fatto un esplicito richiamo al senso di responsabilità dei cittadini sia impegnati nella pratica venatoria, sia interessati ad altre attività, anche ludiche, che prevedono o possono prevedere la presenza di cani al seguito.
CANI DI PROPRIETÀ DI RESIDENTI
GUINZAGLIO E RICOVERO
I cani di proprietà di persone residenti nel territorio della regione Friuli-Venezia Giulia e della
Gli animali a cui si applicano le disposizioni degli articoli 1 e 2 dell’ordinanza devono essere
MONITORAGGIO
PASCOLO, SOCCORSO, ALLEVAMENTO
Le competenti Autorità regionali e provinciali intensificano l’attività di monitoraggio e sorveglianza degli animali selvatici. Tutte le volpi abbattute o trovate morte e gli altri animali selvatici sensibili rinvenuti morti o abbattuti perché sospetti dovranno essere sottoposti a test per la diagnosi della rabbia. In aggiunta al monitoraggio dovrà essere valutata la possibilità di realizzare, sentito l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, un prelievo attivo della popolazione volpina. Per il comune cittadino, avvicinare e in qualsiasi modo venire a contatto con animali selvatici delle specie sensibili, in particolare con le volpi resta vietato.
È resa obbligatoria la vaccinazione antirabbica precontagio degli animali domestici sensibili condotti al pascolo nel territorio della regione Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Belluno e di altri territori della regione Veneto e delle province autonome di Trento e Bolzano a rischio di contagio. (articolo 5 comma 1) I costi relativi alla vaccinazione sono a carico dei proprietari degli animali. Fermo restando l’obbligo di vaccinazione degli animali domestici
L’Ordinanza 7 dicembre 2009 prevede l’attivazione di un coordinamento tra le regioni e province autonome interessate, il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e il Centro di referenza nazionale per la rabbia, con il compito di definire i territori a rischio, le zone e le modalità di vaccinazione ed eventuali ulteriori misure di controllo. ■
VACCINAZIONE CONSIGLIATA È consigliata la vaccinazione antirabbica precontagio di gatti, furetti e altri animali da compagnia appartenenti a specie sensibili presenti nel territorio della regione Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Belluno e di altri territori della regione Veneto e delle province autonome di Trento e Bolzano a rischio di contagio. (articolo 2, comma 2)
sensibili condotti al pascolo nei territori interessati, la Direzione ministeriale ha precisato che detto obbligo riguarda sia gli animali condotti al pascolo in provenienza da altri territori sia quelli condotti al pascolo residenti all’interno dei territori interessati, ivi compresi quelli che dei cosiddetti greggi vaganti. Per i greggi vaganti, la movimentazione potrà essere autorizzata a condizione che vengano vaccinati anche i cani al seguito. Inoltre, considerata la necessità di garantire le operazioni di ricerca delle persone disperse, sarà autorizzato l’uso dei cani da soccorso se vaccinati. Considerati gli ultimi casi verificatisi, la Direzione ministeriale ritiene necessario che vengano sottoposti a vaccinazione antirabbica precontagio anche gli animali sensibili che non sono condotti al pascolo ma le cui modalità di allevamento non siano tali da escludere il contatto con animali selvatici sensibili.
COORDINAMENTO
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4 Intervista D.Lvo 81/2008
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La sicurezza sul lavoro è cultura professionale Chi è obbligato a cosa e chi ne ha la facoltà. La sicurezza sul posto di lavoro è entrata a pieno titolo nella formazione del medico veterinario arlo Pizzirani (foto) è una risorsa preziosa della veterinaria, è il caso di dire che è la nostra sicurezza. Per l’esperienza e per i titoli acquisiti (è formatore Aifos professionista) è oggi una vera autorità nel campo della salute, della prevenzione e della sicurezza sul lavoro, anche fra gli addetti ai lavori sui quali ha il vantaggio della conoscenza applicata sul campo. E la nostra fortuna è che sia anche un Collega. La materia, ostica e solo apparentemente arida, è padroneggiata da Pizzirani tanto abilmente e appassionatamente che finisce per conquistare anche i più scettici. Alla decima edizione dei corsi organizzati dall’ANMVI per la sicurezza sul lavoro, il primo soccorso e l’antincendio, Carlo Pizzirani, insieme a Gianmario Corbani, Direttore del Pronto Soccorso di Cremona e all’infermiere Cristiano Belluardo, ha fatto lezioni (voto medio: 9,55!) ad una platea sempre più attenta e coinvolta. Sala gremita, posti esauriti, con tante scuse per i Colleghi non ammessi che dovranno aspettare la prossima edizione. Grazie a Carlo Pizzirani una materia non veterinaria viene recepita come un momento formativo qualificante e nient’affatto avulso dalla gestione di una struttura veterinaria. Che è un luogo di lavoro a tutti gli effetti. Non è solo una questione di pedissequa osservanza di legge, è cultura professionale. In questa intervista abbiamo cercato di proporre a tutti i nostri lettori le domande ricorrenti in sala e di puntualizzare alcune fasi salienti di questi quattro giorni dedicati alla sicurezza.
nate a tutti gli associati, una per ciascuno! Invece di essere una sola sanzione, possono essercene tante quante sono gli associati a fronte della medesima violazione.
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Carlo Pizzirani, quali sono state le più importanti novità introdotte dal nuovo Decreto Legislativo n. 81 del 2008 rispetto al vecchio D.Lvo 626? La novità principale è l’ampliamento del campo di applicazione. Con l’81/08 certi obblighi vengono estesi anche al lavoratore autonomo che, nel nostro settore, è il libero professionista che gestisce da solo la propria struttura, senza che all’interno della stessa siano presenti figure di lavoratori a titolo diverso: tirocinanti, laureati o non laureati, di volontari, di collaboratori occasionali, di dipendenti nel senso stretto della definizione, cioè assunti con un contratto di lavoro. Che poi sia studio, ambulatorio o clinica, alle leggi sulla sicurezza non interessa, si tratta sempre di luoghi di lavoro. Precedentemente, il libero professionista che gestisce la struttura da solo era completamente fuori dal campo di applicazione delle leggi sulla sicurezza, quindi non c’era da parte del singolo professionista nessun articolo di legge sulla sicurezza da rispettare. Da maggio del 2008, invece, data di entrata in vigore dell’81 questo professionista è obbligato al rispetto dell’articolo 21. Dalla platea sono arrivate domande a raffica sul “collaboratore”… Oggigiorno, in campo veterinario l’organizzazione più frequente è quella di un singolo professionista o di più colleghi associati in associazione professionale che si avvalgono dell’aiuto di colleghi esterni che praticano branche della medicina veterinaria in modo specialistico e che si recano ad esercitare in varie
Carlo Pizzirani, relatore ai corsi ANMVI per la sicurezza sul lavoro, è formatore Aifos (Associazione Italiana Formatori Sicurezza) e membro Aias (Associazione Italiana Addetti alla Sicurezza).
strutture identificati come “collaboratore”, cioè quel lavoratore a cui si affidano dei lavori in appalto all’interno della struttura che è e rimane di responsabilità del titolare. In questo caso, gli obblighi che impone il nuovo decreto legislativo n.81/08 sono diversi e fanno riferimento agli articoli 21 e 26 dello stesso decreto legislativo. La parte principale è che il titolare, che nella nomenclatura della legge sulla sicurezza si definisce “datore di lavoro”, deve provvedere alla valutazione di tutti i rischi che sono presenti in quel determinato ambiente. Questa valutazione deve essere condivisa con il “collaboratore” che, a sua volta, potrebbe introdurre in quel determinato ambiente di lavoro dei nuovi rischi, legati strettamente alle procedure diagnostiche che va ad applicare. E come si procede alla valutazione dei rischi? Anche se la legge non richiede espressamente la partecipazione a corsi di formazione, è implicita e la legge la lascia intendere, anche se non lo sottoscrive; infatti si intuisce che necessita una preparazione specifica per provvedere e procedere a una valutazione dei rischi che sia efficace e che preveda l’applicazione di tutti quei provvedimenti che servono a ridurre davvero i pericoli rappresentati dai rischi valutati. È la partecipazione al corso per RSPP (responsabile servizi protezione e prevenzione) che fornisce le conoscenze appropriate. Quando ci sono più associati, su chi ricadono gli obblighi? Nel caso in cui l’organizzazione della struttura preveda la compartecipazione di più associati è consigliabile che nello statuto dell’associazione stessa sia introdotto un articolo o una postilla in cui si conferisca ad uno degli associati la responsabilità per tutto quello che è inerente la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro. Questo affinché ricadano su una sola figura, oltre che le responsabilità, anche le eventuali sanzioni, che altrimenti sarebbero commi-
Spesso ti sono state fatte domande che parlavano di soci e associati. Puoi chiarire la differenza? Da un punto di vista giuridico il “socio” è all’interno di una società cioè di una attività che deve essere obbligatoriamente iscritta alla camera di commercio. Da un punto di vista di legislazione della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro il socio è un “lavoratore”, quindi la sua presenza obbliga la struttura ad essere assoggettata a tutte le leggi in materia. Un’associazione professionale invece non ha l’obbligo di essere iscritta alla camera di commercio e gli associati non sono considerati dalla legislazione sul lavoro dei “lavoratori”. Gli associati diventano “datori di lavoro”, in maniera solidale, qualora subentri nella struttura un “lavoratore” e cioè un volontario, un tirocinante/praticante o un dipendente vero e proprio. Parliamo dei tirocinanti… L’articolo 2 dell’81/08 definisce le varie figure del mondo del lavoro e soprattutto definisce in maniera estremamente dettagliata quelle che devono essere considerate “lavoratori/lavoratrici”. Nel nostro mondo professionale la figura che crea più imbarazzo ed è difficile da collocare e da identificare è il tirocinante. Questa definizione ben si confà al laureato o laureando che viene inviato presso una struttura veterinaria privata, dall’università dopo che tra l’università e il titolare della struttura è stato steso un regolare contratto o accordo formale. La stessa cosa si può dire di studenti di scuola media superiore soprattutto di quegli istituti ad orientamento socio-sanitario o biologico che vengono inviati presso strutture veterinarie per il loro tirocinio sempre dietro regolare accordo sancito tra l’istituto di istruzione e la struttura del professionista. Naturalmente, in questo caso, il tirocinante ha una copertura assicurativa garantita da chi lo invia ed è previsto un periodo ben prestabilito della durata del tirocinio. È comunque sempre sotto la responsabilità del titolare per quanto riguarda tutte quelle problematiche che potrebbero sorgere per la non applicazio-
Cristiano Belluardo del Pronto Soccorso di Cremona durante le esercitazioni sulle manovre di primo intervento da attuare in caso di emergenza.
ne delle norme sulla sicurezza. Negli altri casi, il tirocinante volontario, laureato o non laureato che sia, non è previsto da nessuna legge dello Stato italiano e sarebbe più giusto definirlo “praticante”. In entrambi i casi comunque l’articolo 2 considera queste figure come dei veri e propri “lavoratori” e pertanto costringe il titolare della struttura all’applicazione e al rispetto di tutte le norme, le leggi, i decreti che sono vigenti per la sicurezza e la salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Se un titolare è da solo e l’unico lavoratore ai sensi dell’81 è il tirocinante, per un tirocinante a periodo deve sobbarcarsi tutti gli adempimenti della legge sulla sicurezza? Purtroppo sì, quindi dalla semplice applicazione di quanto previsto dall’articolo 21 si passa ad dover nominare un RSPP, un responsabile del primo soccorso, un addetto alla prevenzione incendi, lotta antincendio e responsabile dell’evacuazione. Tutte e tre queste figure per essere tali devono essere in possesso di un attestato che naturalmente viene rilasciato dopo aver frequentato l’apposito corso di formazione. Le altre prescrizioni di legge da dover rispettare sono dall’obbligo di detenere un registro degli infortuni regolarmente vidimato, e compilato quando necessario, ad avere un documento di valutazione dei rischi, ad avere un medico competente (medico di medicina del lavoro) qualora la valutazione dei rischi lo ritenga opportuno. Avere gli impianti a norma rientra negli obblighi che hai appena elencato? No, avere impianti certificati rientra nei doveri di tutti coloro che hanno una struttura veterinaria, indipendentemente dall’organizzazione che è presente al suo interno. Infatti, nello specifico dell’impianto elettrico si parla di obblighi di collaudo biennale per “ambienti destinati ad uso medico”. Riferendoci specificatamente all’impianto elettrico si deve tener presente che deve essere stato realizzato seguendo le indicazioni fornite da un progetto eseguito da una figura professionale autorizzata a questo e deve essere stato certificato dall’impiantista che lo ha eseguito (certificazione di esecuzione del lavoro “alla regola dell’arte”). La verifica periodica dell’efficacia della messa a terra dell’impianto elettrico viene eseguita dall’apposito ufficio dell’ASL competente per territorio o da ditte certificatrici che abbiano ottenuto una autorizzazione regionale. Questa verifica è dal 2002 a spese del contribuente e deve essere il professionista stesso a richiederla. Per la mancata verifica sono previste sanzioni economicamente importanti. Gli altri impianti, quello idrico, quello di distribuzione di gas medicali e quello di condizionamento dell’aria ambiente devono essere certificati dall’installatore. In questo caso non è prevista verifica da parte dell’organo di controllo ma deve essere regolarmente eseguita la manutenzione prevista dai manuali d’uso e manutenzione che devono obbligatoriamente accompagnare i macchinari che ne fanno parte. Quando la legge definisce le figure presenti sul luogo di lavoro come considera un’eventuale collaboratrice domestica? Naturalmente, se è domestica non è sul posto di lavoro. L’articolo 2 dell’81 specifica la figura del collaboratore o della collaboratrice domestica non considerandola un “lavoratore” semplicemente perché il legislatore ha voluto lasciar fuori dagli obblighi di legge la famiglia che utilizza questa figura lavorativa all’interno della propria abitazione. È chiaro che quando questa agisce in un luogo di lavoro, come lo è una struttura veterinaria, non è più “domestica”. Hai parlato del DVR, soffermiamoci su
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D.Lvo 81/2008 Intervista
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QUALI OBBLIGHI?
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CHI È OBBLIGATO?
ARTICOLO 21 (es. utilizzare attrezzature di lavoro rispondenti a requisiti di sicurezza; munirsi di dispositivi di protezione individuale; facoltà di partecipare a corsi di formazione sulla sicurezza)
1. il titolare unico che lavora da solo Sul luogo di lavoro è presente solo il medico veterinario titolare della struttura 2. i titolari che lavorano da soli in associazione professionale In entrambi i punti non esistono altre figure all’infuori del professionista o dei professionisti titolari
ARTICOLO 21 E ARTICOLO 26 (in aggiunta agli obblighi ex art. 21, è prevista l’elaborazione di un unico documento di valutazione dei rischi)
Il titolare unico/i titolari associati quando sono presenti collaboratori occasionali Se alla situazione di cui sopra si aggiunge la presenza del collaboratore si richiede l’osservanza anche dell’articolo 26 oltre che dell’articolo 21 del D.Lvo 81/08
TUTTI GLI OBBLIGHI PREVISTI DALL’81 (es. nomina di RSPP, addetto primo soccorso, addetto antincendio).
Il datore di lavoro della struttura veterinaria In tutte le altre situazioni (presenza di soci, tirocinanti, volontari, dipendenti) si applica tutto il disposto normativo del D.Lvo 81/2008
questo documento. Il documento di valutazione dei rischi (DVR) è un cartaceo che deve scaturire dalla valutazione dei rischi e deve esserne l’atto finale. È un documento complesso, nel contempo semplice da redigere per il medico veterinario, all’interno del quale si fornisce all’eventuale atto ispettivo una serie di informazioni che caratterizzano e qualificano il luogo di lavoro: gli operatori, le procedure e tutto quello che si è fatto e che si farà per ridurre in maniera considerevole i rischi ed i pericoli presenti sul luogo di lavoro. Questo documento sarà obbligatorio a partire dal 1 luglio del 2012. Fino ad allora la nostra valutazione dei rischi potrà concludersi con la redazione di una semplice autocertificazione, in cui si attesta che la valutazione è stata compiuta. Sia la semplice autocertificazione che in futuro il DVR dovranno avere “data certa”, cioè dovranno essere datati in modo incontestabile. La data certa si ottiene recandosi presso un qualsiasi sportello postale oppure spedendo a noi stessi per posta elettronica (e stampandola) o per raccomandata. In quest’ultimo caso purtroppo il documento rimarrà all’interno della busta e non potrà essere accessibile a nessuno se non all’eventuale ispettore. Concludo dicendo che il DVR è un documento dinamico e perciò dovrà essere aggiornato ogni volta che all’interno del luogo di lavoro cambiano le attività o cambia il personale. Cosa fare per non arrivare impreparati al 1 luglio del 2012? Il consiglio che io do ai colleghi è quello di eseguire la valutazione dei rischi e per il momento concluderla con la redazione della semplice autocertificazione. Nel frattempo, dedicando piccoli ritagli di tempo, ognuno di voi elaborerà per iscritto il DVR passo per passo, ponderando bene quello che deve contenere e sarà così pronto a sostituire l’autocertificazione con il DVR quando la legge lo imporrà: il 1 luglio del 2012. Durante la tua relazione hai parlato del mansionario, definendolo una prassi ancora troppo spesso ignorata nel mondo della veterinaria per cui ti chiedo di chiarire meglio il concetto. Il mansionario è quella parte del DVR in cui si attribuiscono mansioni diverse a figure lavorative diverse. Ha una notevole importanza, al di là di rendere più chiare e corrette le competenze e, di conseguenza, i rapporti tra coloro che lavorano gomito a gomito, e per il datore di lavoro è spesso la possibilità di essere sollevato dalla responsabilità quando si verifica un infortunio nel caso che questo succeda durante un’attività che non era prevista nel mansionario. Per spiegare meglio ancora il concetto, si potrebbe far l’esempio di una receptionist che ha avuto redatto un mansionario che prevedeva esclusivamente lavoro di segreteria, che su-
bisce un infortunio da morso di un cane nel momento in cui lo approccia in sala d’attesa. Questo non era espressamente previsto nel mansionario e perciò l’infortunio è derivato da una attività arbitraria della receptionist e quindi non ricade sotto la responsabilità del datore di lavoro. Oltretutto, la receptionist durante la fase di informazione e formazione a cui era stata sottoposta dal titolare della struttura aveva ricevuto indicazioni sul rischio “morso” e le era stato spiegato che avrebbe dovuto utilizzare, eventualmente, i dispositivi di protezione individuale previsti (es. la museruola). Cosa succede in caso di mancata nomina dell’RSPP?
I corsi per RSPP, addetti al primo soccorso e all’antincendio si sono svolti dal 26 al 29 novembre presso la sede ANMVI di Cremona. Quella di novembre è stata la decima edizione. I corsi saranno riproposti nel 2010.
L’ultima circolare ministeriale, la circolare n.33 del 10 novembre 2009, dice che la struttura che non ha nominato l’RSPP, quando la cosa rientrava fra i suoi obblighi, può incorrere nel sequestro della struttura stessa fino a quando non provvede. Questa è la circolare a cui riferirsi per la corretta applicazione del potere di sospensione dell’attività lavorativa. Il provvedi-
mento di sospensione ha il fine di “far cessare il pericolo per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori”, e prevede anche sanzioni legate all’impiego di “personale non risultante dalla documentazione obbligatoria” e alla violazione “in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro” gravi e reiterate. Insomma non si scherza. ■
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6 Fondo Sanitario ANMVI 2010
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Fondo Sanitario ANMVI: non c’era e l’abbiamo inventato Parla il Presidente Pier Mario Piga, socio e fondatore del primo Fondo di assistenza sanitaria per i medici veterinari
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’analisi del bilancio di previsione al 31 dicembre 2009 rivela una situazione del tutto soddisfacente per gli iscritti ma soprattutto per gli assistiti che si sono trovati nella
necessità di ricorrere alle coperture sanitarie e di essere rimborsati. Il Fondo Sanitario ANMVI ha rimborsato, dall’inizio dell’anno ad oggi, spese sanitarie per un totale di 547.000 euro (dato gennaio-ottobre 2009) con uno spettro di copertura che va dagli interventi
chirurgici alle cure dentarie, dal parto alle malattie professionali, dalle visite specialistiche al day hospital. Questi nove anni di oculata e conveniente gestione del Fondo Sanitario ANMVI valgono bene un’intervista al suo Presidente in carica, riconfermato al vertice del
IL CDA 2010-2012
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’Assemblea dei soci del Fondo Sanitario ANMVI ha confermato alla Presidenza Piermario Piga. Lo affiancheranno per il triennio 2010-2012 il Vice Presidente Marco Eleuteri, il Segretario-Tesoriere Gualtiero Tanturli e i Consiglieri Amato Violini e Alberto Casartelli. Il Consiglio di Amministrazione, così composto, è stato riconfermato dai Soci del Fondo alla guida del prossimo triennio, così come il Collegio dei Revisori dei Conti e Supplenti: Giorgio Neri (Presidente), Ermenegildo Baroni, Susanna Marchetti, Marina Perri e Sandro Barbacini. Da nove anni il Fondo Sanitario Anmvi assiste e rimborsa 957 nuclei familiari, corrispondenti ad altrettanti medici veterinari e ai loro 2.248 familiari. Il Fondo Sanitario Anmvi è il primo, storico, Fondo di assistenza sanitaria integrativa pensato per la categoria dei medici veterinari e che propone “quote familiari”. Con una sola quota annuale, viene infatti ricompreso nelle coperture sanitarie tutto il nucleo familiare, senza limiti numerici e compresi i conviventi e i figli a carico. La mediazione del broker Marsh consente al Fondo di contrattare con Assidim Assistenza (Generali) le condizioni di copertura. Per il 2010 il Fondo sta valutando le quote e le opzioni sanitarie e renderà presto note le condizioni finanziarie e assistenziali nei tempi utili per entrare in copertura a far data 1 gennaio 2010.
CDA per il triennio 2010-2012. Ma a parlare non è solo un Presidente, Pier Mario Piga infatti è un sottoscrittore egli stesso del Fondo (titolare di opzione massima per la precisione) e uno dei suoi soci fondatori, forse il primo ad averci creduto e ad aver portato la filosofia della mutualità di categoria nella veterinaria.
Il Fondo Sanitario ANMVI parte nel 2001, da cosa nasce questo progetto? Qualche anno prima nel 1997 mi sono trovato a parlare con un amico, che all’epoca lavorava in Marsh, di una personale brutta esperienza avuta due anni prima con una assicurazione sanitaria. Per dirla in breve ero stato operato alla colonna per un’ernia del disco, l’assicurazione sanitaria che avevo sottoscritto circa dieci anni prima era intervenuta coprendo le spese escluse le franchige previste, ma visto che la mia schiena si era rivelata fragile la compagnia di assicurazioni da quel momento in poi escludeva il rachide dalle coperture garantite ed oltretutto il premio annuale da pagare veniva aumentato pesantemente. Alle mie proteste veniva risposto che dovevo sottostare al contratto ventennale stipulato dieci anni prima e che questo non poteva essere rescisso se non alla sua scadenza. Mi rivolsi ad un legale e riuscii a rescindere il contratto, ma la mia famiglia non aveva più una adeguata copertura, per cui colsi l’occasione per parlarne con un esperto. L’amico mi disse che poteva trovare la polizza sanitaria con il miglior rapporto qualità-prezzo
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8 Fondo Sanitario ANMVI 2010 che si adattasse alle mie esigenze, ma che comunque mi sarei trovato nella stessa situazione contrattuale. L’unica alternativa era quella di aderire ad un fondo assicurativo sanitario, nel quale io e la mia famiglia saremo divenuti non contraenti di una polizza assicurativa ma soci del fondo sanitario stesso partecipando alle coperture assicurative con la massima flessibilità, ovvero, potendo rescindere in qualsiasi momento, l’unica clausola posta è che chi esce dal fondo non può più rientrarvi, perché solo in questo modo la consistenza del fondo si mantiene stabile, permettendo di rimborsare il socio nel momento del bisogno. Nonostante in Marsh esistessero fondi per ogni tipo di professione e professionista, all’epoca, il problema che si presentava era che non esisteva un fondo sanitario che accogliesse un veterinario libero professionista, quindi o si costruiva un fondo coinvolgendo un gran numero di medici veterinari o ci si rassegnava al regime assicurativo. Rivestendo la carica di vicepresidente SCIVAC portai l’idea al consiglio direttivo che si dimostrò prima scettico poi molto interessato; seguì una diatriba che durò qualche mese soprattutto perché un fondo sanitario strideva con la connotazione scientifica della società. Quindi, dopo gli approfondimenti del caso, l’idea fu condivisa con l’entusiasmo che ha da sempre caratterizzato il direttivo SCIVAC nell’affrontare le sfide difficili o ritenute impossibili per una categoria come la nostra e così partimmo. Con la fondazione di ANMVI fu tutto più agevole e il nostro fondo ebbe finalmente la giusta collocazione e la giusta denominazione “Fondo Sanitario ANMVI”. Il pool di persone che ha
realizzato il progetto non raggiungeva i dieci elementi di cui due facevano parte di Marsh, due della segreteria di Palazzo Trecchi, gli altri medici veterinari; non cito i nomi delle persone coivolte perché sono i soliti vecchi leoni a cui non piacciono le smancerie, semplicemente li ringrazio a nome di tutti i soci del fondo per l’essenziale apporto che hanno saputo dare. Quale Presidente (dal 2004, ma componente del CdA dalla nascita, nonché fra gli ideatori del progetto del Fondo) del Fondo rieletto anche per il prossimo triennio, crede molto a questa iniziativa? Certo perché è un servizio unico creato da medici veterinari per i medici veterinari. L’adesione al fondo è volontaria, il solo requisito richiesto è di essere un medico veterinario iscritto ad una delle Associazioni federate in ANMVI o, se aderente ad altra associazione, la sua adesione dovrà essere approvata dal CdA del Fondo, quindi, in sostanza, il fondo sanitario che abbiamo creato è aperto a tutti i medici veterinari italiani e non. Ma soprattutto il nostro Fondo è unico perché riesce a garantire coperture a tutti i facenti parte del nucleo famigliare, come da stato di famiglia, del socio sottoscrittore senza limiti numerici, compresi conviventi e figli a carico, pagando una sola quota annuale. Nessuna assicurazione è in grado di fornire queste prestazioni, neanche l’altro fondo esistente nel nostro settore, quello ENPAV, è in grado di farlo. Colgo l’occasione per chiarirlo ai colleghi che spesso ci chiedono in cosa diferiscano i due prodotti. Quello ENPAV, più che ad un fondo sanitario di solidarietà come il nostro, somiglia più ad una polizza sanitaria age-
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volata per gli iscritti all’ente, dove ogni estensione, per ognuno dei facenti parte del nucleo famigliare, dovrà essere pagata a parte. Un’altra grossa differenza fra i due fondi è che il piano base gratuito del fondo ENPAV è automatico, mentre nel nostro fondo tutto viene fatto volontariamente dall’opzione minima alla massima. La mia risposta positiva quale presidente del fondo forse è scontata, ma anche come socio a capo di un nucleo famigliare che ha avuto, nel corso degli anni, i suoi guai sanitari, sono molto soddisfatto; i problemi di salute della mia famiglia sono stati affrontati e superati con serenità, prima di tutto per aver potuto usufruire della rete convenzionata con rimborsi diretti e per aver ottenuto celermente i rimborsi dovuti, ma anche per l’assistenza che il fondo mi ha fornito. L’assistenza al socio è un’altra delle chicche che rende unico il Fondo ANMVI, infatti, questa è strutturata su due livelli: è data da ASSIDIM ASSISTENZA, nostro attuale partner assicurativo, con la sua segreteria e con il sito www.assidim.it in cui il socio può inserire le sue richieste di rimborso seguendone l’andamento fino alla liquidazione, in più l’assistenza viene garantita dalla segreteria ANMVI di Palazzo Trecchi, la cui efficienza è nota a tutti, che si mette a disposizione del socio per dare tutti i chiarimenti utili per fruire al meglio dei servizi assicurativi offerti dal fondo, rendendo tutto più accessibile e facile. Dopo 9 anni di attività del Fondo può farci un bilancio? Dal 2001 a oggi la media delle adesioni si è attestata attorno ai mille nuclei famigliari, 957 nel
2009, numero che corrisponde ai soci sottoscrittori. In realtà il Fondo ANMVI garantisce prestazioni e rimborsa anche i famigliari dei soci che quest’anno corrispondono al numero di 2248. Il massimo delle adesioni l’abbiamo raggiunto nel 2004, circa 1200, poi abbiamo dovuto subire la concorrenza di ENPAV, in particolare sulle opzioni minime che ovviamente sono le più numerose. In termini di bilancio economico siamo stati più stabili, anzi, nonostante la concorrenza, siamo leggermente cresciuti perché c’è stato un graduale spostamento dei sottoscrittori verso le opzioni media e massima, questa migrazione graduale verso forme più complete di copertura ha garantito una maggiore entrata economica pur registrando una perdita numerica di soci. Nel 2009 sono state rimborsate spese per prestazioni sanitarie che andavano dalla visita specialistica all’intervento chirurgico per un totale di 547.000 euro, spese che, secondo quanto previsto dalle attuali leggi, sono detraibili ancorché rimborsate dal Fondo. I veterinari hanno capito a Suo avviso la grande importanza di questo progetto? Non credo che sia stato compreso. Ovviamente dobbiamo fare dei distinguo: la stragrande maggioranza dei medici veterinari non è interessata ad una forma di assistenza sanitaria integrativa fino al momento in cui non si trova faccia a faccia con un problema sanitario che ha difficoltà ad essere affrontato nell’ambito del SSN sia in termini di prestazioni mediche sia, soprattutto, in termini di gestione economica e generale del problema. La minoranza dei medici veterinari è consapevole dell’importanza dell’assistenza sanitaria integrativa perché è più lungimirante della media o, come nel caso dei nostri soci, semplicemente perché sono entrati anni fa con l’opzione minima e gradualmente sono maturati e si sono spostati, come dimostrano i nostri dati di bilancio, verso opzioni più elevate nelle garanzie, alcuni sono saltati direttamente nell’opzione massima che con 1650 euro garantisce anche le cure dentarie. Chi, poi, ha avuto la sfortuna di doversi confrontare con problematiche sanitarie di vario tipo, non necessariamente gravi, senza copertura integrativa o con coperture assicurative poco performanti in termini di garanzie comprende suo malgrado quanto sia utile a loro stessi e ai loro famigliari aderire ad un fondo sanitario di solidarietà come il nostro che non ti chiede più soldi perché ti è nato un figlio, che non ti butta fuori quando sei troppo vecchio o dopo che ti sei infortunato. Come vede l’evolversi del fondo nei prossimi anni? L’andamento del fondo è garantito dalla partnership con Marsh, da decenni leader modiale del brocheraggio assicurativo, che ha inserito il nostro piccolo fondo nella gestione globale dei suoi fondi sanitari. In pratica i mille nuclei famigliari che fanno capo al Fondo ANMVI sono gestiti insieme a milioni di nuclei famigliari che stanno in tutto il mondo ed hanno come sottoscrittori lavoratori delle categorie più disparate, ma numericamente ed economicamente sono categorie più importanti dei medici veterinari italiani. Una prospettiva non ancora esplorata, ma molto interessante per l’evoluzione del Fondo ANMVI, è la possibilità di adesione, dei medici veterinari di altri paesi oltre l’Italia. Cominceremo a muoverci in questo senso dal prossimo anno contando sul fatto che un servizio di questo livello non è presente nei più importanti paesi europei. Al momento continuiamo a premere sui colleghi italiani perché aderiscano a questa iniziativa, in modo da garantire con una alta partecipazione una elevazione delle prestazioni erogate o una diminuzione della quota annuale o tutte e due le cose, se le adesioni saranno tante. ■
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SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER EQUINI SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
XVI Congresso Internazionale Multisala SIVE
CarraraFiere Carrara, 29-31 Gennaio 2010
PER INFORMAZIONI Segreteria SIVE (Elena Piccioni) - Palazzo Trecchi - Via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Tel. 0372 403502 - Fax 0372 457091 - E-mail: info@sive.it - Web: www.sive.it
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10 Anmvi Informa Stagione della Prevenzione
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ANMVI: incontro con i veterinari del Belgio I colleghi di Bruxelles esprimono molto interesse per la Stagione della Prevenzione Da sinistra: Michel Schoffeniels (Past President Savab, fr); Michel de Bilderling (Past President); Marcel Renard (President UPV); Fabienne Bedet (Past President SAVAB, fr); Ariane Garber; Alexandre Bongartz (President SAVAB, fr).
l 2 dicembre, a Bruxelles, l’ANMVI, su invito della Hill’s, ha incontrato i rappresentanti della veterinaria belga per valutare possibili collaborazioni e progetti comuni. In particolare si è parlato della Stagione della Prevenzione, iniziativa che si vorrebbe proporre anche in questo paese. Dopo le Associazioni veterinarie spagnole che riuniscono i veterinari che si occupano di animali da compagnia, AVEPA e quella dei veterinari di Madrid, incontrate lo scorso anno, nell’ambito di un progetto di confronto con le altre realtà europee che la Hill’s Italia sta sviluppando, i rappresentanti dell’ANMVI (Carlo Scotti, Presidente senior, ed Antonio Manfredi,
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Direttore) si sono visti il 2 dicembre a Bruxelles con i rappresentanti dei veterinari belgi: Marcel Renard, Presidente della UPV (Union Professionelle Vétérinaire Belgique Francophone), Alexandre Bongartz, Presidente della SAVAB (Small Animal Veterinary Association Belgium), Fabienne Bedet, Past presidente della SAVAB, Michel De Bilderling e Arian Garber, consiglieri della SAVAB. Per la Hill’s Italia era presente Paola Badiale e per la Hill’s Belgio, Philippe Picavet. L’incontro è stato molto interessante e costruttivo anche perché il confronto dei dati della veterinaria italiana con quelli del Belgio ha evidenziato le stesse criticità: numero troppo elevato di veterinari, di laureati, Iva sulle
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prestazioni molto alta, tariffe molto basse e, di conseguenza, scarso reddito. La differenza sostanziale è che in Belgio i veterinari possono cedere farmaci ed altri prodotti per la salute degli animali. La UPV rappresenta i veterinari dell’area francofona, sostanzialmente il sud del Belgio che su circa 5 milioni di abitanti ha 2200 veterinari, uno ogni 220 abitanti, in Italia ne abbiamo 27.000 per 57milioni di abitanti. Un veterinario per circa 210 abitanti. La loro realtà per il settore degli animali da compagnia è costituita soprattutto da piccole strutture di un solo veterinario che spesso al mattino si occupa di animali da reddito, settore che rende poco al veterinario che integra l’attività con quella pomeridiana o serale per animali da compagnia. Le loro tariffe sono abbastanza basse anche perché la forte concorrenza ha portato ad includere nel costo della prestazione anche il farmaco con una forte ed evidente erosione della redditività riducendo di molto il vantaggio della possibilità di vendere prodotti per la salute dell’animale. L’IVA in Belgio sulle prestazioni veterinarie è del 21%, più elevata di quella Italiana. Ovviamente anche questo penalizza di molto, come in Italia, l’attività dei veterinari del settore. I veterinari pubblici sono pochissimi e si limitano ad alcuni dirigenti ministeriali o di strutture locali che utilizzano poi per tutti i controlli e per l’attività di prevenzione veterinari liberi professionisti in un rapporto di consulenza, più o meno come i nostri convenzionati an-
che se da noi sono ormai stabilizzati con contratti che ne garantiscono la continuità e la certezza del lavoro. Anche se la UPV rappresenta solo un terzo dei veterinari (720), è l’unica organizzazione associativa forte che rappresenta il mondo veterinario a parte gli Ordini che hanno una funzione istituzionale di controllo degli iscritti. Da questi dati molto simili ai nostri è evidente che i ragionamenti espressi dalle due realtà sono stati quindi subito sullo stesso piano in un clima di grande simpatia e disponibilità alla collaborazione. La UPV ha ritenuto molto interessante l’esperienza italiana della Stagione della Prevenzione che vorrebbero portare anche in Belgio. Altri punti di collaborazione saranno valutati in ambito europeo partendo dalla richiesta di una riduzione dell’IVA sulle prestazioni veterinarie riequilibrata fra tutti i paesi della UE, ed altre problematiche di grande attualità: benessere animale, trasporto, veterinario aziendale, ecc. Si è anche parlato di altri servizi o iniziative professionali o scientifiche. In particolare la SAVAB promozionerà in Belgio, in collaborazione con la Hill’s, il congresso internazionale SCIVAC di Rimini ed ANMVI, in collaborazione con EV, valuterà la possibilità di offrire ai veterinari belgi alcuni servizi che potrebbero essere di loro interesse partendo da quello editoriale. Il prossimo incontro si terrà al Congresso di Rimini dove sarà certamente presente una rappresentanza della UPV e della SAVAB. ■
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12 Dalle Associazioni Tutela degli equidi
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SIVE: rischio traumi con la progressive list Il Presidente Livini: la decisione della FEI deve essere annullata
a Sive difende il diritto del veterinario a sottoporre i cavalli atleti alle terapie volte alla tutela della salute e del benessere degli stessi, ma non può condividere la scelta di rendere attuabili terapie antinfiammatorie ed antidolorifiche a dosi significative, a poche ore (13h) dalla competizione. Ciò comporterebbe un aumento del rischio di traumi ed incidenti gravi dal momento che porterebbe a competere animali non sani. La Società Italiana Veterinari per Equini, preso atto del primo documento ufficiale della Fei concernente la cosiddetta "Progressive list", tiene a precisare la sua posizione: decisione da annullare e reimpostare il dibattito su basi scientifiche. La delibera adottata dall'Assemblea FEI di Copenhagen ha scatenato un dibattito mondiale che ha visto, per il momento, solo la USEF schierata a favore. Da Regno Unito, Germania e ora anche dall'Italia, si sono levate voci di drastico dissenso. Leo Jeffcott, ex presidente della commissione veterinaria Fei, ha scritto alla Principessa Haya che riteneva a suo avviso «la decisione prematura, assunta senza la necessaria meditazione e di grave regresso». Nella sua risposta a Jeffcott, Haya replica che i principi e i livelli di dosaggio, consentiti in linea con quelli applicati per l'atleta-uomo dalla Wada (Agenzia Mondiale Anti-Doping), erano stati consigliati e verificati anche da «un team di veterinari esperti». La Commissione Fei ha coinvolto esperti di ogni campo e disciplina di esperienza.
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UN PASSO INDIETRO NELLA TRASPARENZA La Sive condanna senza appello la somministrazione di qualsiasi sostanza ad azione "do-
pante" nei cavalli, ma si augura che venga regolamentata la possibilità di eseguire terapie sul cavallo atleta seguendo protocolli precisi e tempi di sospensione validi per tutti che salvaguardino la salute ed il benessere del cavallo. "Consideriamo la Progressive list un passo indietro nei confronti della trasparenza e della regolarità delle competizioni ippiche ed anche del rispetto del cavallo stesso" - dichiara Marco Livini (nella foto), Presidente della SIVE “Ci auguriamo - aggiunge - che, anche in considerazione dell'impatto che questa decisione ha provocato sull'opinione pubblica e sulla maggior parte delle istituzioni legate al cavallo, questa nuova regolamentazione sull'uso di farmaci proposto dalla Fei non venga solo ritardata ma annullata e si possa avviare un ampio dibattito su basi scientifiche per regolamentare questa fondamentale materia”.
LA POSIZIONE DELLA FISE Siamo del tutto contrari alla “Progressive list” così com’è - scrive il Presidente della FISE Paul Gross al quotidiano Libero - ma restiamo tuttavia disponibili a discutere riduzioni delle soglie proposte. Per questo abbiamo accolto con favore la decisione di far slittare al 5 aprile 2010 l’entrata in vigore della normativa: di qui a quella data, le federazioni devono trovare la soluzione. A Copenhagen, il 19 novembre scorso, è stato votato (95 favorevoli, 5 contrari) il nuovo regolamento antidoping FEI che suddivide le sanzioni in base al tipo di molecole rilevate. Una normativa che consentirà di discriminare in modo chiaro il doping doloso rispetto ai trattamenti leciti. Diverso il discorso e di conseguenza il nostro atteggiamento nei confronti della “Progressive list” - aggiunge Gross - che sembra proporre dosaggi troppo alti e potenzialmente pericolosi per il cavallo: fino al quadruplo dei valori consentiti dalla FISE fino al 2004”.
GLI AMERICANI La USEF United States Eventing Association invece sta dalla parte della "Progressive List" approvata dall'Assemblea Generale della FEI in Danimarca. Le sostanze autorizzate a Copenhagen, dicono gli americani, sono sostanze già autorizzate nelle competizioni equestri negli Stati Uniti. Si tratta di alcune molecole antinfiammatorie non steroidee, utilizzabili anche in gara sui cavalli a fini terapeutici, con limiti di dosaggio.
Non si tratta di sostanze considerate come dopanti nell'atleta umano dalla WADA, prosegue la USEF, e non sono nemmeno lesive del benessere del cavallo atleta che la FEI intende tutelare attraverso un rigido programma di controlli veterinari. Meglio, dicono gli americani, che lasciare proibizioni che si prestano ad impieghi inappropriati. L'unica obiezione riguarda i tempi dell'entrata in vigore della "Progressive List": è un passo avanti nell'impegno a tutelare il benessere animale. Bene ha fatto la FEI ad adottarla, ma la sua applicazione richiede tempo.
LA GERMANIA Il più convinto oppositore di queste nuove norme è il presidente della Federazione tedesca, Breido Graf zu Rantzau, che, travolto recentemente dalle polemiche conseguenti agli spiacevoli accertamenti di positività che hanno coinvolto alcuni cavalieri del suo Paese alle Olimpiadi 2008, ritiene che siano state sottovalutate soprattutto le conseguenze in termini di immagine e comunicazione. Inoltre la Principessa Haya avrebbe trascurato in modo grave l'opinione della maggior parte dei Paesi europei, suscitando una reazione che assume i contorni di una sfiducia totale nei riguardi del vertice della Fei. Breido ha detto: «Noi (l'Europa, ndr) non possiamo che essere uniti. Tutti i Comitati Organizzatori (in Europa ) sono con noi». Infatti Frank Kemperman, chairman managing board dello Csio di Aachen, ha precisato: «La decisione della Fei è in contraddizione con i nostri ideali dello sport».
LA BEVA Secondo la British Equine Veterinary Association (BEVA) la Progressive List non offre garanzie al cavallo atleta anzi lo espone a rischi di lesioni, gareggiando sotto trattamento farmacologico. Permettere la somministrazione di farmaci quali ad esempio il fenilbutazone o l'acido salicidico, anche se in misura ridotta, rappresenterebbe un informale incentivo all'abuso di queste sostanze e porterebbe molti cavalli inadatti all'attività agonistica a prendere parte alle competizioni. Secondo la BEVA è un passo indietro nello sviluppo dello sport equestre. L'associazione chiede inoltre che l'adozione di regolamenti venga fondata su evidenze e nuovi studi scientifici.
LA SIVE AL TAVOLO PER LE LINEE GUIDA SULL’ANTIDOPING
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l Ministero della Salute ha organizzato un gruppo di lavoro per la stesura delle linee guida per l'individuazione delle sostanze ad azione dopante. Un incontro è fissato per il 9 dicembre e per ANMVI e SIVE è stato incaricato Marco Pepe, affermato professionista con l’esperienza necessaria per collaborare in modo costruttivo alla stesura di protocolli efficaci.
ANTIDOPING La SIVE ritiene necessario distinguere tra A) sostanza somministrata al solo fine dell’alterazione della performance; B) residuo di sostanze utilizzate in modo legittimo per il trattamento di condizioni patologiche. Mentre le sostanze del punto A sono assolutamente da contrastare, le seconde necessitano di una regolamentazione che disciplini il diritto/dovere del veterinario di tutelare, tramite adeguati e legittimi trattamenti, il benessere degli equidi. SIVE ritiene che sia il momento di aprire una finestra di dialogo continua tra le istituzioni (Minsal-Unire), i liberi professionisti ed anche le industrie farmaceutiche, in modo da oltrepassare il concetto del “residuo zero”. Il confronto diretto tra le parti deve portare allo sviluppo ed alla regolamentazione del concetto di livelli accettabili di presenza delle sostanze farmacologiche nei liquidi biologici, concetto già attuato nei maggiori laboratori europei con gli ISL (International Screening Limits). Tali residui, che dovranno essere comunque riferibili ad un trattamento ufficialmente dichiarato dal veterinario curante (sistema che risolverebbe il problema dell’automedicazione), ed effettuato a distanza di tempo adeguato dalla competizione saranno la conseguenza di trattamenti legittimi e volti alla tutela ed al benessere del cavallo atleta. Questa ipotesi inoltre consentirebbe la collaborazione dei veterinari dipendenti pubblici che si troverebbero a poter intervenire in merito al benessere su un dato oggettivo, il residuo, e non più solo la manifestazione clinica di uno stato di doping. ■
PROPOSTE PER UNA LEGGE QUADRO SULLA TUTELA DEL CAVALLO
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egli ultimi anni si è notato un notevole aumento della sensibilità dell’opinione pubblica verso la tutela del benessere equino e, più in generale, di tutti gli animali. Una legge quadro come quella annunciata dal Sottosegretario Francesca Martini è la naturale risposta del Legislatore a questa mutata cultura del benessere animale. In questo settore la SIVE, che ha inviato un documento di proposta al Ministero della Salute, attribuisce alla professione veterinaria il ruolo e il compito di individuazione di principi e linee guida specifiche per gli equini, indipendentemente dalla destinazione DPA o non DPA, da riversare in un progetto legislativo. Il documento dedica un capitolo all’epidemiosorveglianza, un punto che sta particolarmente a cuore ad ANMVI e SIVE, perché il veterinario, libero professionista e dipendente pubblico, è la figura professionale che per prima affron-
ta l’esplicitarsi delle malattie diffusibili. E naturalmente la questione del doping e l’anagrafe equina, quest’ultima strumento fondamentale per la professione veterinaria, le cui mancanze, difformità e confusione rallentano e ostacolano molti processi importantissimi a livello sanitario ed il lavoro sul campo dei veterinari pubblici e privati. Anche la formazione deve trovare spazio in un provvedimento legislativo. La figura del medico veterinario rappresenta un punto di riferimento per moltissimi operatori della filiera equina. La necessità di formare adeguatamente il personale che opera a contatto con i cavalli è stata più volte sottolineata, dagli ippiatri italiani. Sull’elenco delle malattie soggette a denuncia la SIVE chiede al Ministero di aprire un tavolo di confronto e di riesaminare il documento che a suo tempo ha visto anche la partecipazione della SIVE per la stesura relativo all'argomento, elaborato dalla FNOVI.
Proposte sono state avanzate anche in materia di anemia infettiva. L’analisi dei dati degli anni successivi al 2006, possibili grazie alla OM che prevede la reintroduzione del Coggin’s Test obbligatorio, permette di fare una serie di considerazioni. La più importante riguarda il fatto che attualmente la situazione epidemiologica vede una scarsissima incidenza della malattia nelle popolazioni di equidi destinati alla attività agonistica o di riproduzione, mentre rimane più alta nelle altre tipologie di equidi esaminati. Anche l’ippoterapia dovrà trovare spazio in una legge quadro sul cavallo. È indispensabile prevedere il ruolo e la presenza del medico veterinario in tutti i processi di valutazione, organizzazione, pianificazione ed attuazione dei programmi e dei centri di ippoterapia. Ciò al fine di tutelare il cavallo terapeuta e per la maggior efficacia degli stessi protocolli terapeutici a favore dei pazienti.
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Eventi Veterinari
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SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA REDDITO SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
CONVEGNI NAZIONALI L’INCIDENZA DELLE MASTITI CLINICHE: ANALISI PRODUTTIVA ED ECONOMICA L’IMPIEGO DEI FANS NEL TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE RESPIRATORIE BOVINE Veronafiere - Centro Congressi Giovedì 4 Febbraio 2010 OBIETTIVI In questo convegno verranno presentate elaborazioni di dati rilevati in alcuni allevamenti del Nord Italia nel periodo Aprile 2008-Settembre 2009 sull'incidenza delle mastiti cliniche e sulle ripercussioni di queste sulle produzioni. Attraverso l'analisi delle curve di produzione effettive e stimate (EVM) sono state valutate le perdite in latte e le relative perdite economiche. Negli ultimi anni l’approccio terapeutico alle malattie polmonari nel settore bovino ha visto l’introduzione – oltre ai farmaci antimicrotici – dei FANS, il cui utilizzo sta sempre più riscontrando i favori dei veterinari pratici. La comprensione dei meccanismi d’azione di questi farmaci ed il loro reale campo di attività costituisce sicuramente un aspetto fondamentale nell’aggiornamento dei veterinari impegnati su campo.
L’INCIDENZA DELLE MASTITI CLINICHE: ANALISI PRODUTTIVA ED ECONOMICA
L’IMPIEGO DEI FANS NEL TRATTAMENTO DELLE PATOLOGIE RESPIRATORIE BOVINE
RELATORI Norma ARRIGONI (IZSLER sede di Piacenza) Valerio BRONZO (Facoltà Medicina Veterinaria di Milano) Marco COLOMBO (Medico Veterinario LP, Milano)
RELATORI Pierre LEKEUX (Facoltà di Liège, Belgio) Giovanni RE (Facoltà Medicina Veterinaria di Torino) Chairman: Alberto CASARTELLI
Chairman: Gaddo VICENZONI 9.15 Registrazione partecipanti e verifica presenze 9.30 Saluto del Presidente SIVAR Medardo Cammi, del Moderatore ed inizio lavori 9.40 Mastite bovina: focus sui principali agenti eziologici e sui problemi emergenti - Norma Arrigoni 10.10 Incidenza della mastite clinica sulle produzioni nelle stalle italiane Valerio Bronzo 11.00 Pausa 11.30 Analisi delle curve di lattazione effettive e previste - Valerio Bronzo 12.10 I costi della mastite clinica nella realtà italiana - Marco Colombo 12.40 Discussione 13.00 Termine lavori
14.15 Saluto del Moderatore ed inizio lavori 14.30 Farmacologia dei FANS ed implicazioni cliniche nel bovino da carne Giovanni Re 15.15 Discussione 15.30 Pausa 15.45 I vantaggi dell’uso dei FANS nel trattamento della BRD nel bovino da carne - Pierre Lekeux 16.30 Nuovi risultati relativi all’eziologia della patologia polmonare del bovino adulto - Pierre Lekeux 17.30 Discussione 18.00 Questionario apprendimento ECM, consegna attestati e termine giornata
ISCRIZIONE - Iniziative gratuite riservate ai laureati e studenti in Medicina Veterinaria. L’iscrizione ai convegni dà diritto a: • Atti delle relazioni • Traduzione simultanea • Attestato di frequenza • Attestato crediti formativi ECM
SEDE - Veronafiere - Viale del Lavoro, 8, Verona PER INFORMAZIONI SIVAR - Paola Orioli - Tel. 0372 - 40.35.39 - Fax 0372 - 40.35.54 E-mail: info@sivarnet.it - Website: http//www.sivarnet.it
IN FASE DI ACCREDITAMENTO
Società federata ANMVI
OBIETTIVI Fornire ai partecipanti le linee guida per la diagnosi e offrire una panoramica delle principali opzioni terapeutiche inerenti al trattamento delle patologie traumatiche dello scheletro appendicolare del cane. Le sessioni interattive sono volte a definire le tappe fondamentali del processo diagnostico e differenziale e a fornire gli elementi chiave del processo decisionale
RELATORE Prof. Bruno Peirone
CORSO TEORICO PRATICO RAPTOR BIOMEDICINE: LA MEDICINA VETERINARIA E LA FALCONERIA Palazzo Trecchi, Cremona, 22-24 Gennaio 2010 OBIETTIVI Negli ultimi anni la falconeria, sia come sport che come attività lavorativa con dimostrazioni di volo e allontanamento di volatili nocivi a mezzo falchi, ha subito un enorme sviluppo in Italia, tale da richiedere sempre più prestazioni di qualità sui rapaci impiegati in questa disciplina. L’obiettivo della giornata è quello di fornire tutte le informazioni utili alla pratica quotidiana nella Medicina dei Rapaci con conoscenze tecniche, mediche, chirurgiche e legislative indispensabili a chiunque desideri fornire un servizio Medico Veterinario di qualità per il cliente falconiere.
PROGRAMMA VENERDI 22 GENNAIO 2010 9.00 Registrazione dei partecipanti e verifica presenze LA MEDICINA VETERINARIA E L’ARTE DELLA FALCONERIA 9.30 La Falconeria: L’ultima Delle Antiche Arti Medievali 10.15 La Gestione Dei Rapaci In Clinica E In Ambiente Controllato 11.00 Pausa MEDICINA DEI RAPACI 11.30 La Visita Clinica Nei Rapaci Ad Alte Prestazioni 12.15 Medicina Preventiva Nei Rapaci: Screening Stagionali,C. Peccati 13.00 Pausa Pranzo 14.00 Principali Malattie Infettive Ed Infestive Dei Rapaci: Come Raggiungere La Diagnosi 14.45 La Gestione Sanitaria Dei Rapaci In Un Centro Di Recupero: Cosa Fare E Cosa Non Fare 15.15 Pausa ESERCITAZIONI 16.30 Gestione Dei Rapaci In Clinica, Contenzione Dei Rapaci Ed Esecuzione Di Una Visita Clinica Corretta 17.15 Esercitazione Batteriologia E Micologia 18.00 Gestione E Principali Patologie Trasmissibili Dalle Prede: Come Far Mangiare Sani I Rapaci 18.30 Termine della giornata SABATO 23 GENNAIO 2010 CHIRURGIA (M. Bedin, T. Collarile, C. Peccati, L. Crosta) 9.00 Le piume, fragili e indispensabili: Le tecniche dell’imping 9.30 L’occhio, un potente mezzo nella mani del falconiere: Oftalmologia nei Rapaci 10.00 L’ala, battiti potenti verso la preda: l’ortopedia nei Rapaci 10.30 Pausa 11.00 Il piede, arma letale: il bumblefoot e la chirurgia del piede nei rapaci DIAGNOSTICA COMPLEMENTARE NEI RAPACI 11.30 Ematologia e diagnostica di laboratorio nei Rapaci 12.00 Radiologia ed Ecografia nei Rapaci
DELEGAZIONE REGIONALE SCIVAC CAMPANIA PATOLOGIE TRAUMATICHE DELLO SCHELETRO APPENDICOLARE Napoli, 30-31 Gennaio 2010 15.30 Pausa 16.00 Come gestire una frattura esposta? Come e quando applico un bendaggio? Tecniche di riduzione delle fratture: quale strumentario utilizzare? 17.30 Discussione: Casi clinici interattivi (arto anteriore) 18.00 Fine giornata
PROGRAMMA Sabato 30 gennaio 2009 14.00 Registrazione dei partecipanti 14.20 Saluto ai partecipanti dal Presidente e presentazione del relatore 14.30 Approccio alla frattura Guida al processo decisionale
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Domenica 31 gennaio 2009 9.00 Lussazione di gomito: quando è necessaria la chirurgia? L’instabilità di carpo: come effettuare una diagnosi corretta
10.30 Pausa 11.00 La lussazione d’anca: quale trattamento? Il garretto instabile: come gestire il problema 12.30 Spazio per eventuale relazione commerciale (nel caso non si svolga la relazione il programma nel pomeriggio sarà anticipato di mezz’ora) 13.00 Pausa 14.00 La lussazione di rotula: non è sempre lo stesso problema 15.00 Pausa 15.30 Casi clinici interattivi (arto posteriore) 16.30 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale
12.30 Pausa Pranzo 13.30 Endoscopia ed Anestesiologia nei Rapaci PARTE PRATICA 14.30 Dimostrazione di volo 15.15 Pausa 15.45 Imping e tecniche ortopediche 16.30 Tecniche di esecuzione di prelievi ematici, posizionamento RX 17.15 Tecniche anestesiologiche ed Endoscopia nei Rapaci 18.00 Termine della giornata 20.30 CENA IN UN RISTORANTE A Cremona o dintorni (tutti i partecipanti e i falconieri sono invitati) DOMENICA 24 GENNAIO 2010 ALIMENTAZIONE DEI RAPACI (T. Coll. Peccati) 9.00 L’alimentazione nei Rapaci: differenti richieste per differenti momenti fisiologici 9.30 Patologie alimentari e gestionali dei Rapaci LEGISLAZIONE 10.00 CITES: documenti necessari alla corretta detenzione dei rapaci. Obblighi legislativi per il proprietario ed il Medico Veterinario 10.30 Test di valutazione dell’apprendimento e discussione finale DALLA TEORIA ALLA PRATICA Dalle 11.30 al tramonto Dimostrazione pratica di falconeria in un’azienda faunistico venatoria nei pressi di Cremona: Un pomeriggio con i Falconieri SEDE Cremona, Centro Studi SCIVAC, Via Trecchi 20, Cremona NUMERO PARTECIPANTI: 36 LIMITE ISCRIZIONE: 1 Gennaio 2010 ESTRATTI: previsti su cartaceo e CD-Rom FORMAZIONE A DISTANZA FAD: Febbraio 2010 - Maggio 2010 QUOTE: Soci SIVAE - SCIVAC € 650 + IVA Non Soci € 900 + IVA
PER INFORMAZIONI: Elisa - info@sivae.it Tel. 0372/40.35.00 - Fax. 0372/45.70.91
IN FASE DI ACCREDITAMENTO
L’incontro è libero e gratuito per tutti i soci scivac in regola con la quota associativa per il 2010 17.00 Consegna degli attestati di partecipazione e termine della giornata
SEDE Centro Turistico Averno, Via Monte Nuovo Licola Patria 85 - 80078 Pozzuoli (NA)
IN FASE DI ACCREDITAMENTO
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14 Eventi Veterinari
VETERINARIA 42 | 2009
SIATAV
SCVI
SOCIETÀ ITALIANA DI ANESTESIA E TERAPIA ANTALGICA VETERINARIA
SOCIETÀ DI CHIRURGIA VETERINARIA ITALIANA
CHIRURGIA PERINEALE, ANALE E PERIANALE Palazzo Cittanova, Cremona Sabato 6 e Domenica 7 Febbraio 2010 RELATORI Paolo Bogoni, Brescia - Paolo Buracco, Torino - Federico Massari, Bergamo- Emanuela Morello, Torino - Carlo Moretto, Pisa - Carlo Maria Mortellaro, Milano - Stefano Nicoli, Modena - Giliola Spattini, Modena
PROGRAMMA SABATO, 6 FEBBRAIO 2010 Chairperson: Emanuela Morelli 8.45 Registrazione dei partecipanti 9.15 Saluto del consiglio e presentazione dei relatori 9.30 Anatomia e fisiologia del perineo F. Massari 10.15 Diagnostica per immagini delle patologie perineali - G. Spattini 11.00 Pausa 11.15 Preparazione del paziente: enema, clistere, antibiotico-profilassi, antibiotico-terapia e posizionamento P. Bogoni 12.00 Discussione e domande 12.30 Pausa pranzo 14.00 Patologie particolari del perineo: dalle congenite al trauma - S. Nicoli 14.45 Comunicazioni libere dei soci SCVI: 5 comunicazioni libere 16.00 Pausa 16.30 Comunicazioni libere dei soci SCVI: 5 comunicazioni libere 17.30 Termine dei lavori DOMENICA, 7 FEBBRAIO 2010 Chairperson: Luca Formaggini 8.30 Registrazione dei partecipanti 9.00 Ernia perineale: erniorrafia, pessi ed erniorrafia o solo pessi - P. Bogoni
9.45 Uretrostomia nel gatto: indicazioni e tecniche a confronto - S. Nicoli 10.30 Pausa 11.00 Chirurgia umana (riparazione laparoscopica delle ernie e altro) - C. Moretto 12.15 Discussione e domande 12.30 Pausa pranzo 13.30 Il prolasso rettale - E. Morello 14.00 Patologie dei seni paranali e delle ghiandole epatoidi - E. Morello 14.45 Pausa 15.15 Idroadenite anale - C.M. Mortellaro 16.00 Approccio chirurgico al retto e anal pull-through - P. Buracco 16.45 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori
ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SCVI in regola con l’iscrizione 2010. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Soci SCVI: Gratuito Soci SCIVAC: € 50,00 Non Soci: € 100,00
PER INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 Email: socspec@scivac.it Web: www.scivac.it
IN FASE DI ACCREDITAMENTO
ANESTESIA TOTALMENTE INTRAVENOSA: PROSPETTIVE IMMEDIATE E FUTURE IN ANESTESIA VETERINARIA Palazzo Trecchi, Cremona Domenica 7 Febbraio 2010 OBIETTIVI Questo non rappresenta solo il primo incontro societario del 2010, ma anche il primo impegno istituzionale della SIATAV, la rinnovata società di anestesia sorta dopo lo scioglimento della SIARMUV. L’argomento proposto è, a mio avviso, estremamente interessante quanto attuale: la “TIVA-TCI” rappresenta una tecnica ormai consolidata in anestesia umana e, secondo alcuni, viene considerata il “gold-standard” in anestesia. In anestesia veterinaria questa tecnica è invece ancora poco conosciuta e praticata, sussistono tuttora dei limiti e dei vincoli oggettivi ad una sua applicazione routinaria in tutte le tipologie dei nostri pazienti, molta strada è ancora da fare ma molta ne è anche stata fatta, l’applicazione della TIVA-TCI in parte dei nostri pazienti può comunque già essere considerata una realtà e gli sforzi di noi tutti debbono far sì che un giorno questa tecnica divenga agevolmente applicabile in tutti gli animali da sottoporre ad anestesia. Il Dott. Rabozzi rappresenta senza dubbio colui che in Italia ha profuso il maggior impegno nello sviluppo e la divulgazione della TIVA-TCI in campo veterinario, insieme al Dott. Corletto e al Dott Sarotti cercherà di illustrarci i limiti, i dubbi nonché le certezze attuali e le prospettive future di questa tecnica.
RELATORI Federico Corletto, Cambridge (UK) - Giulia Dravelli, Cremona - Roberto Rabozzi, Chieti - Diego Sarotti, Fossano (CN)
PROGRAMMA 9.00 Registrazione dei partecipanti 9.30 Introduzione alla TIVA/TCI: materiali, metodi e softwares di infusione R. Rabozzi 10.15 TIVA-TCI nel cane: similitudini e differenze rispetto all’uomo R. Rabozzi 11.00 Pausa 11.30 Interazioni farmacocinetiche e farmacodinamiche - F. Corletto 11.45 Esempi clinici di interazioni tra farmaci: un problema PK o PD? F. Corletto, R. Rabozzi
SICIV
OBIETTIVI Il linfoma felino presenta caratteristiche cliniche e patologiche spesso peculiari. La maggior parte degli studi clinici e patologici sul linfoma degli animali d’affezione riguarda la specie canina, mentre molto meno si conosce sulle specifiche condizioni cliniche, risposte terapeutiche, prognosi e quadri patologici nel gatto. Il presente incontro ha lo scopo di fornire informazioni aggiornate sulle differenze cliniche, prognostiche e patologiche del linfoma felino rispetto a quello canino, ed è pertanto di peculiare interesse per l’oncologo clinico, il patologo clinico ed il patologo.
RELATORI Stefano Comazzi, Milano - Laura Marconato, Hunenberg (CH) - Paola Roccabianca, Milano
PROGRAMMA 9.00 Registrazione dei partecipanti 9.30 Il contributo della citologia e dell’immunofenotipizzazione S. Comazzi 10.30 Linfoma felino: il punto di vista dell’oncologo clinico L. Marconato 11.30 Pausa 12.00 Forme particolari di linfoma nel gatto P. Roccabianca 13.00 Domande e discussione
13.30 Pausa pranzo 14.30 Casi clinici a cura dei soci SICIV 16.30 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori
ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SICIV in regola con l’iscrizione 2010. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Soci SICIV: Gratuito Soci SCIVAC: € 50,00 Non Soci: € 100,00
PER INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 Fax 0372 457091 Email: socspec@scivac.it Web: www.scivac.it
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L’incontro è gratuito per tutti i soci SIATAV in regola con l’iscrizione 2010. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Soci SIATAV: Gratuito Soci SCIVAC: € 50,00 Non Soci: € 100,00
PER INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 Email: socspec@scivac.it Web: www.scivac.it
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SOCIETÀ DI MEDICINA VETERINARIA NON CONVENZIONALE
NASCITA, INFANZIA, ADOLESCENZA, VECCHIAIA E MORTE: L’IMPIEGO DELL’OMEOPATIA NEI DUE ESTREMI DELLA VITA, CON NOTE DI MATERIA MEDICA Palazzo Trecchi, Cremona Domenica 7 Febbraio 2010 OBIETTIVI
Incontro aperto ai Soci SIONCOV e SIMEF
ISCRIZIONE
SIMVENCO
SOCIETÀ ITALIANA DI CITOLOGIA VETERINARIA
IL LINFOMA FELINO: SIMILITUDINI E DIFFERENZE CON QUELLO CANINO Palazzo Trecchi, Cremona Domenica 7 Febbraio 2010
12.30 Pausa pranzo 13.30 Strategie di infusione nella TIVATCI: capiamo meglio il response surface modeling R. Rabozzi 14.30 Nuove prospettive di applicazione della TCI nell’anestesia loco-regionale - D. Sarotti 15.15 Successi e fallimenti nell’applicazione della TIVA-TCI G. Dravelli, R. Rabozzi, D. Sarotti 16.00 Domande e discussione 16.30 Valutazione dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori
L’incontro si propone di mettere in evidenza come possa essere utilizzata l’Omeopatia nei due estremi della vita e come essa possa essere uno strumento di prevenzione, oltre che di cura, se impiegata nelle prime fasi della vita. Oltre a rimedi che possono essere utili in occasione di parto e puerperio, un’attenzione particolare verrà posta ai rimedi da utilizzare in gravidanza (eugenetica omeopatica) e nei primi mesi di vita del cucciolo/ gattino. Verranno affrontate e condivise le esperienze maturate nella cura dell’anziano in relazione ad alterazioni della cognizione e problemi comportamentali ad essa correlati. Infine ci si interrogherà sulla funzione del veterinario come educatore/accompagnatore del proprietario e dell’animale prossimi a separarsi e su come, anche nell’estremo saluto, l’Omeopatia abbia un posto importante nell’arsenale terapeutico a nostra disposizione.
RELATORI David Bettio, Parma - Stefano Cattinelli, Trieste - Maria Serafina Nuovo, Torino Roberto Orsi, Pistoia - Barbara Rigamonti, Genova
PROGRAMMA 9.30 Registrazione dei partecipanti 10.00 Chi ben comincia è a metà dell’opera. Omeopatia in gravidanza: prevenzione, cura e rimedi del parto D. Bettio 11.00 Pausa 11.30 Chi ben comincia è a metà dell’opera: impiego dell’Omeopatia nel postpartum e nel periodo perinatale R. Orsi 12.30 Quando la mamma non c’è: Materia Medica di alcuni rimedi utili nei disturbi dell’attaccamento M. S. Nuovo
13.30 Pausa pranzo 14.30 Instabilità, disorientamento, perdita di ruolo: la clinica geriatrica tra il corpo e la mente. Materia Medica e casi clinici - B. Rigamonti 15.30 Dall’eutanasia all’accompagnamento consapevole: il veterinario nel ruolo di accompagnatore - S. Cattinelli 17.00 Verifica dell’apprendimento, consegna degli attestati e chiusura dei lavori
ISCRIZIONE L’incontro è gratuito per tutti i soci SIMVENCO in regola con l’iscrizione 2010. Non è necessaria la pre-iscrizione. Presentarsi in sede congressuale per la registrazione. Quote di partecipazione (verrà rilasciata una ricevuta fiscale per la quota versata): Soci SIMVENCO: Gratuito Soci SCIVAC: € 50,00 Non Soci: € 100,00
PER INFORMAZIONI Segreteria Società Specialistiche SCIVAC Tel. 0372 403509 - Fax 0372 457091 Email: socspec@scivac.it Web: www.scivac.it
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Focus
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La nutrizione nelle differenti fasi di vita del gatto
A cura di Waltham Centre for Pet Nutrition l gatto ricava l’energia dai tre tipi di macronutrienti disponibili: proteine, carboidrati e grassi. I gatti sono carnivori obbligati: l’evoluzione ha fatto sì che preferissero nutrirsi di carne anziché di cereali e carboidrati. Alcuni studi condotti da WALTHAM hanno identificato il profilo ideale dei macronutrienti (Macro-Nutrient Profile, MNP™) del gatto, atto a fornire il corretto equilibrio tra proteine, carboidrati e grassi istintivamente preferito dal gatto e in grado di soddisfare i suoi fabbisogni alimentari specifici. Dal momento che i gatti sceglierebbero spontaneamente alimenti in cui più del 40% dell’energia sia fornita dalle proteine e meno del 25% dai carboidrati, il MNP ideale indicato da questi studi prevede che il 40% dell’energia sia fornita dalle proteine, il 35% dai grassi e il 25% dai carboidrati. Per un’alimentazione completa, oltre a proteine e carboidrati è necessario prevedere anche grassi (acido arachidonico e linoleico), minerali e vitamine. I gatti in fase di crescita (fino all’età di 9 mesi o 12 nei gatti maschi più grandi) richiedono un’alimentazione diversa da quella dei gatti adulti; la dieta deve favorire una crescita sana e consentire loro di iniziare la vita nel migliore dei modi. I cuccioli hanno bisogno di molte energie per sostenere il proprio sviluppo in quanto crescono a un ritmo 12 volte superiore a quello dei bambini. Essendo estremamente curiosi, trascorrono gran parte del tempo a esplorare l’ambiente circostante. Non sempre però è possibile accertarsi che tutto ciò che un gattino analizza sia perfettamente igienico; perciò è essenziale che abbiano un sistema immunitario sano e che siano vaccinati. Un’alimentazione adeguata può aiutare il sistema immunitario, grazie all’apporto di antiossidanti, e incrementare l’efficacia delle vaccinazioni, garantendo così al gatto un ulteriore livello di protezione. Esistono diversi nutrienti con funzione antiossidante: vitamina E, vitamina C, taurina, luteina e zinco. Altrettanto importante è una digestione sana. Un’alimentazione di alta qualità fin dai primi mesi consentirà di ottimizzare il funzionamento dei vari sistemi dell’organismo, co-
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me il tratto digerente, essenziale per una vita lunga e sana. Oltre ad avere un fabbisogno energetico più elevato (in proporzione al peso), i cuccioli devono assumere con l’alimentazione quantità differenti di determinati nutrienti, in grado di favorire i cambiamenti che avvengono nel loro organismo durante la crescita. Per esempio, i gatti giovani necessitano di una quantità doppia di sodio e rame rispetto agli adulti. È stato dimostrato che le percentuali di grassi, del contenuto minerale osseo e dei tessuti magri variano durante la crescita, specialmente nei primi sei mesi, ma anche in seguito, più gradualmente, fino ai 18 mesi circa. I gatti giovani devono assumere una quantità di calcio due volte e mezza maggiore e una quantità di fosforo tre volte maggiore rispetto ai gatti adulti, per poter sostenere un sano sviluppo delle ossa. Tuttavia, è essenziale che questi nutrienti siano forniti da una dieta completa e bilanciata. Integrare l’alimentazione con calcio può essere molto pericoloso per la crescita del gatto, poiché è estremamente difficile somministrare con precisione le quantità corrette. È inoltre essenziale che calcio e fosforo siano forniti nel giusto rapporto reciproco. Il fabbisogno di calcio raggiunge il picco massimo durante il periodo della formazione attiva di denti e ossa. Il calcio e il fosforo sono componenti fondamentali del materiale che forma i denti sani, l’idrossiapatite. I gatti sviluppano prima denti da latte, che poi vengono sostituiti dai denti permanenti a 5-6 mesi di età: la dieta deve assicurare minerali adatti a favorirne uno sviluppo forte e sano perché devono durare per tutta la vita. Per una muscolatura robusta è essenziale assumere fonti di proteine facilmente digeribili e complete. Ciò è particolarmente importante nel caso dei gatti giovani, che presentano un fabbisogno proteico più elevato di molti altri animali. L’abilità di digerire le proteine aumenta al progredire dell’età dei cuccioli. Non è chiaro il motivo alla base dei bassi coefficienti di digeribilità, ma potrebbe risiedere nella funzione pancreatica relativamente bassa, o nello sviluppo ancora incompleto del tratto gastrointestinale. A causa dell’elevato fabbisogno energetico, necessario per la crescita, l’energia deve essere presente in forma disponibile, facile da digerire e da assimilare. L’alimentazione del gatto adulto deve garanti-
re vitamina B e ferro per aiutarlo a mantenere in salute il suo metabolismo; minerali e proteine selezionate per rafforzare l’apparato muscolare; vitamine E, C e luteina in aggiunta allo zinco per rinvigorire il suo naturale sistema immunitario; vitamina A, luteina e taurina per mantenere una vista acuta e favorire la salute della retina. È noto che alcuni regimi alimentari e alcuni nutrienti sono importanti nella salute della pelle e del manto. L’acido linoleico è essenziale per preservare l’efficacia della barriera cutanea del gatto. L’alimentazione lo deve necessariamente prevedere: un’eventuale carenza di questo nutriente può incidere negativamente sulle condizioni della pelle e del pelo, con una maggiore perdita d’acqua trans epidermica. Lo zinco è distribuito ampiamente in tutto l’organismo del gatto e costituisce parte integrante di numerose funzioni enzimatiche. È inoltre importante per la metabolizzazione di grassi, proteine e carboidrati. Lo zinco è essenziale per la cheratogenesi, e una carenza di questo elemento è associata all’assottigliamento del manto, al rallentamento della crescita del pelo e alla desquamazione. La biotina è stata riconosciuta come un componente fondamentale delle vie metaboliche della cheratinizzazione epidermica e della crescita del pelo. I sintomi di una carenza di biotina nei gatti includono l’alopecia e la dermatite. I gatti vengono considerati anziani all’età di 8 anni, tuttavia molti di essi hanno una lunga aspettativa di vita e alcuni possono vivere fino a 20 anni. Il gatto anziano vive più lentamente ed è più vulnerabile alle malattie rispetto al soggetto giovane. L’alimentazione può giocare un ruolo chiave nel garantire la sua salute e il suo benessere. Il gatto mostra poco i segni esteriori dell’invecchiamento ed è spesso difficile capire se ha 7 o 11 anni. Uno dei segni dell’invecchiamento è la diminuzione dell’appetito, per questo un alimento molto appetibile assicura che l’animale assuma tutti i nutrienti necessari per rimanere in salute. Molti dei cambiamenti della senescenza sono dunque interni. Tra questi, i problemi urinari, cardiaci e articolari, difficili da riconoscere finché non divengono seri. Una dieta completa e bilanciata contribuisce a rallentare l’insorgenza di queste condizioni associate all’età, mantenendo sano il gatto ben
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oltre gli 8 anni d’età. La luteina e la taurina contribuiscono a conservare un cuore sano. La luteina è un potente antiossidante e può quindi essere utile per la salute del cuore e per ridurre le malattie cardiovascolari. La taurina è un aminoacido essenziale per il gatto e si trova quasi esclusivamente negli alimenti di origine animale. Il gatto non è in grado di sintetizzare la quantità adeguata di taurina per il proprio fabbisogno: una sua carenza può portare a un indebolimento del muscolo cardiaco e a insufficienza cardiaca. Ciò significa che la dieta del gatto deve contenere taurina per garantire il normale funzionamento del cuore. Il contenuto minerale dell’alimentazione del gatto può avere un profondo impatto sulla salute dell’apparato urinario. Un errato equilibrio tra minerali, in particolare magnesio, calcio, fosforo, potassio e sodio, può aumentare il rischio di sviluppare cristalli urinari, uroliti e tappi uretrali. Studi WALTHAM hanno focalizzato i fattori dietetici che possono influenzare la composizione delle urine e il controllo dei cristalloidi alimentari. I risultati hanno consentito di raccomandare lo specifico contenuto minerale della dieta necessario per ridurre significativamente il rischio di formazione dei più comuni calcoli vescicali: struvite e calcio ossalato. Questi studi hanno inoltre mostrato che il gatto anziano è particolarmente a rischio di sviluppare alcuni tipi di uroliti. L’alimentazione deve quindi garantire un equilibrio accurato tra i minerali, per controllare la minzione e il pH urinario e ridurre quindi il rischio di urolitiasi. Molti nutrienti possiedono una funzione antiossidante. Si ritiene che gli antiossidanti contribuiscano a prevenire i danni cellulari e le malattie correlate all’invecchiamento come cancro, artrite e malattie cardiovascolari. La presenza di un cocktail di antiossidanti nell’alimento contribuisce a fornire un ulteriore livello di protezione contro le malattie della senescenza. La glucosamina è un amino-zucchero tra i principali precursori della sintesi dei glicosaminoglicani (GAG), sostanze associate alla cartilagine e ai tessuti articolari, ed ha modiche proprietà antinfiammatorie. È una piccola molecola che viene rapidamente e quasi completamente assorbita dall’apparato gastroenterico. Può essere sintetizzata a partire da glucosio e glutamina, ma ciò costituisce un fattore di rallentamento nella sintesi dei GAG e dei proteoglicani. L’inclusione di glucosamina nella dieta può quindi accrescere la produzione endogena in soggetti come i gatti anziani, suscettibili a condizioni come l’osteoartrite. ■
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE A CURA DI MARS ITALIA IN COLLABORAZIONE CON WALTHAM®
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Attualità scientifica Vet Journal
Debellata la peste bovina. Entro diciotto mesi la dichiarazione FAO e OIE Storia di una delle più devastanti malattie animali
di MARIA GRAZIA MONZEGLIO ll’incirca entro 18 mesi, la FAO e l’OIE (Organizzazione mondiale per la salute animale) insieme ad altri partner dichiareranno ufficialmente sconfitta una delle più devastanti malattie animali che l’umanità abbia mai dovuto affrontare: la peste bovina. È la prima volta nella storia dell’umanità che si è riusciti a sconfiggere una malattia animale e solo la seconda volta che l’uomo riesce a debellare una malattia (la prima è stata il vaiolo nel 1980). Questa vittoria arriva a coronamento di un’intensa campagna durata decenni, condotta dalla FAO con un ampio numero di partner, per riuscire prima a relegare la malattia in isolate sacche e poi sconfiggerla per sempre. La peste bovina è letale per i bovini e altri ungulati. I tassi di mortalità durante le epidemie possono raggiungere il 100%. Causata dal Rinderpest virus (RPV), un Morbillivirus, si propaga per contatto diretto o tramite materiali contaminati. Nel corso dei secoli ha ucciso milioni di bovini, di bufali, di yak e di loro simili allo stato brado, causando perdite economiche enormi e contribuendo a creare disordini sociali ed insicurezza alimentare. Importata in Europa dall’Asia, dalle tribù d’invasori, si ha notizia di epidemie di peste bovina già nell’antica Roma, nel 376-386 d.C. e c’è chi arriva a sostenere che addirittura abbia avuto un ruolo nel suo declino. Epidemie ricorrenti nella Francia del XVIII secolo hanno provocato carestie e cadute di produttività, alimentando le agitazioni culminate poi nella rivoluzione francese del 1789. Quando la peste bovina si è introdotta in Africa sub-sahariana, alla fine del XIX secolo, ha ucciso tra l’80 e il 90% del bestiame della regione, mettendo a serio repentaglio le condizioni di vita di contadini e pastori, causando carestia diffusa, ed indebolendo notevolmente la regione nei confronti della colonizzazione euro-
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pea. Nel momento di maggior diffusione, negli anni ’20, la malattia si estendeva dalla Scandinavia al Capo di Buona Speranza e dalle coste Atlantiche dell’Africa all’arcipelago filippino, con un focolaio epidemico segnalato in Brasile ed un altro in Australia. Agli inizi degli anni ’80, la malattia portava devastazione tra il bestiame del vecchio mondo, mentre devastanti epidemie colpivano il Sud dell’Asia, il Medio Oriente e l’Africa. In quegli stessi anni le perdite in Nigeria raggiungevano i 2 miliardi di dollari. Un’epidemia nel 1994 nel nord del Pakistan ha annientato più di 50.000 capi di bestiame prima che la situazione fosse riportata sotto controllo con l’aiuto della FAO. Nonostante alcuni paesi fossero riusciti a fare dei passi avanti nella lotta contro la peste bovina sul proprio territorio, la malattia continuava a sopravvivere e propagarsi in altre zone, formando serbatoi virali che periodicamente sfociavano in epidemie. Grazie allo sviluppo di un nuovo vaccino, a partire dal 1960 sono state lanciate campagne per combattere la peste bovina su scala più ampia. Dopo gli iniziali risultati positivi però, questi programmi venivano di soliti interrotti, causando un ritorno drammatico della malattia. A partire dalla fine degli anni ’80, la FAO ha cominciato a tenere con regolarità una serie di in-
contri con le autorità di salute animale di tutto il mondo, insieme ad organizzazioni chiave come l’OIE o l’Ufficio interafricano di risorse animali dell’Unione Africana. Nel 1994 a partire da queste consultazioni scientifiche veniva lanciato il Programma Mondiale di sradicamento della peste bovina (GREP), che raccoglieva le raccomandazioni di esperti di tutto il mondo. L’intento del Programma era quello di creare un centro di coordinamento a livello mondiale per consentire alla comunità internazionale di unire gli sforzi per combattere la malattia in modo sistematico e comprensivo. Il Programma Mondiale si è inizialmente concentrato nella mappatura della distribuzione geografica della malattia, cercando di avere una comprensione migliore della sua epidemiologia ed aiutando i paesi nelle situazioni d’emergenza. La fase due delle attività ha comportato un’azione mirata a livello locale, dove il virus era in circolazione. La FAO è intervenuta estesamente fornendo assistenza tecnica ai paesi per aiutarli a spegnere i focolai ed attuare misure per evitare recidive. Le attività abbracciavano una vasta gamma di interventi: insegnare ai contadini come riconoscere e segnalare la malattia; istituire piani di risposta d’emergenza, protocolli di
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bio-sicurezza e programmi nazionali di monitoraggio e controllo; formare i veterinari per l’avvio di campagne di indagine sierologica e per l’istituzione di laboratori. Lentamente, la peste bovina ha cominciato gradualmente a recedere. Grazie al Programma Mondiale, tra il 1994 ed il 2009, circa 170 paesi sono riusciti ad eliminare dal proprio territorio la peste bovina ed ottenere la certificazione OIE di paese “libero dalla malattia”. All’inizio del 2000 il virus della peste bovina era ormai confinato solo in parti dell’ecosistema somalo - un’area che copre il sud della Somalia e le parti adiacenti dell’Etiopia e del Kenya dove si potevano ancora riscontrare tracce del virus nel sangue del bestiame. L’ultimo focolaio in Kenya risale ormai al 2001. Oggi il virus appare ormai debellato ed entro il prossimo anno la FAO in partnership con l’OIE completerà tutte le attività di controllo per una globale certificazione di sradicamento della malattia. “La protezione del bestiame in Africa subsahariana, nel Vicino Oriente ed in Asia ha migliorato sia l’alimentazione che i redditi per centinaia di migliaia, se non milioni, di pastori e di piccoli contadini, ed ha contribuito a scongiurare carestie e la perdita di forza da tiro tra le comunità rurali”, dice Felix Neumi, del Segretariato del Programma presso la FAO. "La soluzione col senno del poi era abbastanza semplice. Avevamo le conoscenze, avevamo il vaccino, quello che mancava erano innanzitutto gli investimenti ed in secondo luogo un meccanismo mondiale di coordinamento concertato. Una volta ottenuto tutto ciò, la soluzione del problema è stata solo questione di tempo. I finanziamenti di molti partner in questo Programma, primo tra tutti la Commissione Europea, ed il forte impegno dei governi nazionali e delle organizzazioni regionali è stato decisivo per raggiungere questo successo”. ■
Possibile ruolo zoonosico del cavallo per Cryptosporidium ryptosporidium e Giardia sono tra i patogeni enterici più comuni degli animali domestici e selvatici e dell'uomo, mentre sono poco conosciuti la prevalenza, le manifestazioni cliniche e il significato economico e zoonosico di queste infestazioni nel cavallo. Uno studio ha indagato la prevalenza, le modalità di escrezione e i fattori di rischio correlati alla disseminazione fecale di oocisti di Cryptosporidium e di cisti di Giardia nel cavallo, oltre al potenziale zoonosico delle specie/genotipi isolati. Lo studio veniva effettuato su 120 puledri e 30 cavalle di cinque allevamenti italiani. I puledri venivano divisi in quattro gruppi omogenei di 30 animali ciascuno (classi di età: 0-2, 2-4, 4-8, >8 settimane). Da ciascun animale si prelevavano campioni fecali sequenziali che venivano analizzati mediante tre tecniche: direct fluorescent antibody test (DFA), flottazione fe-
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cale (FF) e strisci fecali colorati (SFS). I risultati del DFA mostravano una prevalenza dell'8% di Cryptosporidium e del 13,33% di Giardia; i valori di prevalenza ottenuti mediante FF e SFS erano inferiori e scarsamente in accordo con i risultati del DFA. Le infestazioni da Giardia e Cryptosporidium erano più comuni nei puledri (rispettivamente 23,33% e 26,66%) e il maggior grado di escrezione si osservava nei puledri più giovani. La distribuzione della prevalenza di Cryptosporidium era statisticamente correlata all'allevamento e all'età dell'animale ma non era in relazione alla presenza di diarrea. Nel caso di Giardia, la prevalenza era correlata soltanto all'età. Le modalità di disseminazione erano correlate all’enteropatia e all'età del cavallo. I fattori di rischio di disseminazione includevano l'allevamento di residenza e l'età superiore a otto settimane per entrambi i parassiti.
Tutti i campioni fecali positivi a DFA venivano sottoposti a estrazione del DNA e PCR per determinare la specie/genotipo di Giardia e Cryptosporidium. L'analisi sequenziale del gene COWP di Cryptosporidium e del gene SSU-rRNA di Giardia rivelava che essi erano identici e permetteva di identificare Cryptosporidium parvum e Giardia duodenalis assemblage E. I risultati di questo studio, concludono gli autori, indicano un potenziale ruolo dei cavalli infestati nella trasmissione zoonosica di Cryptosporidium. (M.G.M.) *“Epidemiological Survey on Equine Cryptosporidium and Giardia Infections in Italy and Molecular Characterization of Isolates” Veronesi F, Passamonti F, Cacciò S, Diaferia M, Piergili Fioretti D. Zoonoses Public Health. 2009 Nov 13. [Epub ahead of print] ■
DISPLASIA RENALE E NEFROSCLEROSI DEL VITELLO
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a displasia renale e nefrosclerosi è una forma di nefropatia giovanile di origine sconosciuta descritta sporadicamente nei vitelli nel Regno Unito. Uno studio descrive gli aspetti della malattia in sei vitelli di età compresa tra 3 e 6 mesi provenienti da allevamenti diversi in Scozia e Inghilterra. Clinicamente, la malattia era caratterizzata da crescita stentata e insufficienza renale con iperazotemia. Gli animali colpiti presentavano depressione del sensorio e un soggetto esibiva gravi segni neurologici. In tre dei quattro animali in cui si effettuava l'esame ematologico, era presente una riduzione della conta eritrocitaria.
All'esame necroscopico, i reni erano bilateralmente piccoli, pallidi e duri, con marcata fibrosi e in alcuni casi contrazione della capsula. Istologicamente, i vitelli affetti presentavano glomeruli atrofici disorganizzati, tubuli dilatati, perdita di nefroni, aree mesenchimali indifferenziate e fibrosi interstiziale e periglomerulare diffusa. La flogosi era presente in misura minima. (M.G.M.) *“Renal dysplasia and nephrosclerosis in calves” A. W. Philbey, A. Mateus, R. Bexiga, D. C. Barrett, H. A. Haining, I. A. P. McCandlish, and H. Thompson. Vet Rec. 2009 165: 626-630.
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Strategie evolutive non-darwiniane Dai casi di coevoluzione come Wolbachia e Filaria alle cure parentali
n seminario dal titolo “L’evoluzione inaspettata: strategie evolutive nondarwiniane” è stato tenuto dal prof. Angelo Genovese (Dipartimento Strutture Funzioni e Tecnologie Biologiche, Facoltà di Medicina veterinaria di Napoli Federico II) presso la Facoltà di Napoli (9 marzo 2009). Tra i temi di interesse veterinario, si è parlato della nuova sistematica dei Mammiferi che ha fuso insieme i tradizionali ordini dei Cetacei e degli Artiodattili in un unico ordine definito Cetartiodactyla, nel quale oltre a balene, delfini, bovidi, suidi e camelidi sono confluiti, quale anello intermedio, anche gli ippopotami. Solo grazie alla possibilità di mappare i genomi si è potuta ricostruire la storia evolutiva di questo impor-
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tante raggruppamento animale. Accanto a questo dato, il relatore ha presentato anche diversi casi di coevoluzione, ovvero di evoluzione di specie viventi in stretto rapporto biologico. Vere e proprie simbiosi strettissime. Dal caso dei mitocondri derivati da batteri endosimbionti alle recenti acquisizioni sui batteri del genere Wolbachia che sono parassiti obbligati sia di artropodi che di alcuni nematodi, tra cui la Filaria. Oggi è stato possibile, infatti, arginare la proliferazione delle filarie utilizzando anche antibiotici efficaci contro i batteri simbionti. Una scoperta in larga parte italiana cui ha collaborato la Facoltà di Veterinaria di Milano. Altre simbiosi strettissime, ma di difficile interpretazione sono quelle dei batteri Midichloria, ospiti costanti dei mitocondri delle zecche. Una presenza inaspettata che rievoca le matrioske russe essendovi ben tre comparti concentrici (la cellula, il mitocondrio, il batterio). Ulteriori nozioni sono derivate sulla capacità di molti organismi di inglobare nel proprio genoma DNA proveniente da altre specie e assunto mediante il cibo. Una recentissima pubblicazione sulla rivista Science ha evidenziato questa caratteristica nei Rotifera, piccoli animali marini simili ai Nematodi. Ma sicuramente la strategia non-darwiniana per eccellenza è quella dell’evoluzione culturale. Un fenomeno comune a tutte le specie che
praticano cure parentali (Uccelli e Mammiferi). Senza la fase di apprendimento post-natale, infatti, nessuna specie appartenente a tali classi riuscirebbe a sopravvivere nell’ambiente. Il cervello sarebbe una sorta di matrice bianca in cui i processi ontogenetici proseguono dopo la nascita grazie all’apprendimento che modella importanti aree del cervello sulla base della plasticità neuronale. Questo tipo di processo evolutivo segue un percorso lamarckiano essendovi trasmissibilità dei successi dell’apprendimento da una generazione all’altra. Così si capisce perché anche animali domestici devono convivere con la madre nel primo periodo della vita, altrimenti non sarebbero in grado di sopravvivere alla pressione ambientale. (M.G.M.) *Si ringrazia il Dott. Giovanni Romano, Università degli Studi di Napoli Federico II, per i dati forniti. ■
Tumori mammari: evidenze di progressione da forme benigne a forme maligne no studio ha descritto gli aspetti clinici e istopatologici dei tumori mammari della cagna confrontando le evidenze istopatologiche e cliniche compatibili con una progressione da forme benigne a forme maligne con l'epidemiologia del tumore al seno della donna. Si analizzavano i dati di 90 cagne affette da 236 i tumori. Le cagne con tumori maligni erano significativamente più anziane rispetto quelle con tumori benigni (9,5 versus 8,5 anni). I tumori maligni erano significativamente più grossi di quelli benigni (4,7 versus 2,1 cm). Il 66% delle cagne era affetto da più di un tumore e si notava evidenza di progressione da forma benigna a forma maligna all'aumentare delle dimensioni del tumore. Le cagne affette da tumori maligni avevano una probabilità significativamente maggiore di sviluppare nuovi tumori primari rispetto alle cagne con tumori benigni. I risultati dello studio, concludono gli autori, suggeriscono che i tumori mammari della cagna progrediscono da forme benigne a forme maligne; i tumori maligni potrebbero costituire
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H1N1: ANCHE PER IL CANE, NESSUN ALLARME
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possibilità che i cani trasmettano il virus H1N1 all’uomo è trascurabile. Lo ha affermato Chen Jiming, direttore del Supervision Department of China Animal Health and Epidemiology Center, dopo il riscontro di due cani positivi al virus A/H1N1 in Cina, a Pechino. La positività era stata rilevata nel corso degli esami effettuati sui tamponi nasali di 52 cani ammalati. Il virus H1N1 isolato nei due cani ha un'identità pari al 99% con quello dell'uomo. Gli animali potrebbero aver contratto il virus dell'influenza A dagli uomini ma, osservano esperti del Ministero dell'agricoltura cinese, la trasmissione dall'animale all'uomo del virus A/H1N1 è in corso di studio e deve ancora essere confermata. Altri casi di infezione da virus H1N1 negli animali sono stati segnalati in 13 paesi e hanno riguardato gatti, furetti, uccelli, suini e un ghepardo, ma la positività di varie specie animali non deve sorprendere. (M.G.M.)
lo stadio finale di un continuum istologico, caratterizzato da similitudini cliniche e istopatologiche con la carcinogenesi mammaria della donna. (M.G.M.) *“Canine mammary gland tumours; a histological continuum from benign to malignant; clinical and histopathological evidence” K. U. Sorenmo, V. M. Kristiansen, M. A. Cofone, F. S. Shofe, A.-M. Breen, M. Langeland, C. M. Mongil, A. M. Grondahl, J. Teige, M. H. Goldschmid. Vet Comp Oncol. September 2009; 7(3):162-172. ■
leader nel settore dell'alimentazione d'alta gamma per animali d'affezione ricerca un INFORMATORE MEDICO-SCIENTIFICO per le seguenti provincie: LUCCA, PISTOIA, MASSA Si richiede laurea in medicina veterinaria e una buona introduzione nel canale veterinario per animali d'affezione. Si offre interessante compenso più incentivi legati all'attività svolta. Inviare dettagliato Curriculum Vitae al seguente indirizzo di posta elettronica: selezione.personale@royal-canin.it citando espressamente il riferimento: IMS TOSCANA e l'autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi della legge 375/96
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Le sanzioni non ci sono, ma arrivano multe salate Urge l’intervento del Ministero della Giustizia. Dal NAS migliaia di euro per banali irregolarità
ono giunte all'ANMVI nuove segnalazioni da parte di Colleghi sanzionati dal NAS per non aver riportato la specie animale sulla ricetta. Si tratta di prescrizioni destinate ad animali non produttori di alimenti (il cane nei casi segnalati) che, per questa irregolarità, vengono sanzionate per migliaia di euro. Sul punto l'Associazione aveva già interessato il Ministero della Salute ottenendo il riscontro della competente Direzione Generale. Le sanzioni comminate in questi giorni ripropongono con una certa urgenza il problema e la necessità di un tempestivo interessamento del competente Ministero della Giustizia. Il Decreto Legislativo n. 193/2006 (Codice del farmaco veterinario) non prevede una sanzione specifica in caso di redazione di ricetta in modo irregolare o incompleto, e ciò sia per quanto riguarda il modello in triplice copia non ripetibile e sia per quanto concerne quello in copia semplice. In questi casi pertanto l'irregolarità viene generalmente sanzionata applicando l'art. 358, comma 2 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie che prevede che in caso di mancanza di sanzione specifica si applica quella generica ivi prevista consistente nella sanzione ammini-
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strativa pecuniaria da € 1549 a € 9269. Decisamente troppo. Inoltre, non si può non rilevare che il TULLSS prevede che tale sanzione sia applicabile specificamente ai "contravventori alle disposizioni del regolamento generale e a quelle dei regolamenti speciali da approvarsi con decreto presidenziale". Per contro non si può non notare che le norme che disciplinano la ricetta veterinaria sono contenute nel D. leg. 193/2006, nel DM 28-09-1993 e nello stesso TULLSS e che nessuna di esse risponde alla questa definizione.
I PRECEDENTI La questione si era già posta nei mesi scorsi. La compilazione irregolare ricetta veterinaria non ripetibile può comportare sanzioni salatissime per il medico veterinario (e per il farmacista). L'elevato importo della multa (3.103,60 euro, ma il massimo può arrivare a 9.296 euro) non si giustifica alla luce della natura puramente formale dell'errore di compilazione e del fatto che l'autorità competente si avvale di un regime sanzionatorio che, in assenza di uno specifico, non risulta coerente con la legislazione sul farmaco veterinario. La Direzione Generale della sanità animale e del Farmaco veterinario aveva dato prontamente riscontro ad una segnalazione del-
ANTIBIOTICO RESISTENZA DALLA A ALLA Z
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ella sezione farmaci e dispositivi veterinari del sito web ministerosalute.it è stata inserita un’area dedicata all’antibiotico-resistenza. Nel darne comunicazione a tutti gli addetti ai lavori, la Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario raccomanda la massima diffusione e la consultazione delle informazioni raccolte in questa sezione. La Direzione ministeriale invita inoltre gli organismi di controllo a verificare che le indicazioni vengano rispettate. In queste pagine è possibile reperire tutte le informazioni aggiornate sulle politiche comunitarie e sulle attività svolte dagli organismi internazionali. Vengono sintetizzati i concetti generali sull’uso responsabile degli antibiotici divulgati da organizzazioni e organismi comunitari e internazionali (EMEA, CODEX, Commissione Europea, WHO, FAO, OIE). Ad un anno oggi dalla prima giornata
mondiale sull’antibiotico resistenza istituita dall’ECDC, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il Rapporto 2008 su quella che viene considerata come una “emergenza”. Il rapporto ha evidenziato che le conoscenze dei cittadini sono spesso inesatte e che l’Italia è tra i Paesi Europei che fanno più uso di antibiotici e presentano la più alta antibiotico resistenza. “Il quantitativo di antibiotici utilizzati in campo veterinario rimane ancora alto- riferisce il Rapporto- ed è simile a quello utilizzato in medicina umana. Si legge nel Rapporto che un tipico esempio del’uso improprio di questi preziosi farmaci è l’uso di antibiotici come promotori di crescita negli allevamenti animali, malgrado sia bandito dalla UE. Sorveglianza (rafforzando il collegamento fra medicina umana e veterinaria), Prevenzione (corretta prescrizione, impiego appropriato) Ricerca e Cooperazione Internazionale sono le 4 strategie da perseguire.
l'Anmvi che in proposito chiedeva "più adeguate proporzioni amministrative tra irregolarità e sanzione". La Direzione, "nel prendere atto dell'onerosità della sanzione comminata, seppure applicata correttamente", ha comunicato che "la previsione di una specifica fattispecie sanzionatoria per l'illecito amministrativo di cui trattasi sarà proposta in una prossima revisione del Decreto legislativo n. 193/2006, pur precisando che la determinazione della somma prevista avviene in concertazione con il Ministero della Giustizia". In data 3 marzo 2009 il Servizio di Assistenza Farmaceutica della Asl di Bergamo inviava quattro verbali di contestazioni per "illecito amministrativo" ad altrettanti medici veterinari. I medici veterinari del caso si sono rivolti all'Anmvi per segnalare l'elevata entità della sanzione comminata a ciascuno: 3.103,60 euro complessivi da versare entro 60 gg. La sanzione veniva comminata a seguito di una visita ispettiva in una farmacia per "compilazione irregolare (mancante di nome, cognome e domicilio del proprietario dell'animale e della specie dell'animale a cui è destinato il medicinale prescritto) di 1 ricetta veterinaria non ripetibile contenente la prescrizione di medicinale in violazione dell'articolo 167 del TULLS e dell'allegato III, paragrafo 5 del D.lgs n. 193/2006 così come modificato dal D.lgs n. 143/2007" . Osservava l'Anmvi nella nota trasmessa alla DGSAFV: non si vuole qui entrare nel merito dell'illecito amministrativo - pur ravvisando nella norma di legge una ratio improntata al massimo grado di cautela - ma far notare che la sanzione applicata risulta eccessiva e del tutto sproporzionata rispetto alla portata dell'irregolarità. ■
FARMACO LETALE SENZA RICETTA
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e un farmaco si rivela letale non è automatica la condanna per omicidio colposo del farmacista che lo ha consegnato senza ricetta. Perché l’omissione da sola non basta a fare il reato. Occorre dimostrare il nesso di causalità tra il comportamento del professionista e il decesso. Parola della quarta sezione penale della Cassazione che, con la sentenza n. 37478/2009, ha annullato con rinvio la condanna a quattro mesi di reclusione e a 4.560 euro di multa inflitta dalla Corte d’Appello di Torino, con le attenuanti generiche, a un farmacista riconosciuto colpevole, insieme con un medico dal tribunale di Verbania. Per un malore notturno del marito, la moglie si reca in farmacia a chiedere il medicinale consigliato per telefono dal medico. Dopo l’iniezione nemmeno il 118 può più nulla e il paziente muore. Per la Cassazione il punto è che se il farmacista avesse doverosamente dato il farmaco dietro regolare ricetta il paziente sarebbe comunque morto. L’unica omissione del farmacista è stata la consegna del medicinale senza prescrizione, ma del decesso devono rispondere altri: i medici. I giudici del Tribunale di Verbania, insomma, non si sono curati di effettuare “il giudizio controfattuale”.
Stupefacenti e psicotropi: buono acquisto via PEC Per le richieste da parte delle imprese istituita la casella bat_dgfdm@postacert.sanita.it l codice dell’amministrazione digitale incoraggia la dematerializzazione. E così, per consentire la trasmissione digitale di buoni acquisto gestiti da sistemi informatici e al contempo consentire una più agevole archiviazione della documentazione da parte ministeriale, è stata istituita una apposita casella di posta elettronica certificata: bat_dgfdm@postacert.sanita.it. La comunicazione è contenuta in una nota della Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario sulla trasmissione per via telematica del buono acquisto per le richieste singole e cumulative di sostanze stupefacenti o psicotrope e delle relative composizioni medicinali (Decreto ministeriale 18 dicembre 2006 “Approvazione del modello di buono acquisto per le richieste singole e cumulative di sostanze stupefacenti o psicotrope e delle relative composizioni medicinali“).
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Il buono acquisto è riproducibile liberamente con sistemi informatici e deve essere sottoscritto sia dal richiedente che dal cedente. A transazione avvenuta, una copia del buono compilato deve essere inviata all’autorità competente (per le aziende il Ministero della salute, per le farmacie la ASL). Le imprese interessate ad utilizzare la modalità di invio telematica dovranno disporre di una casella pec e attenersi alle indicazioni dettagliate della direzione ministeriale. I buoni acquisto trasmessi in via telematica possono essere, in alternativa alla stampa, conservati su supporti informatici secondo quanto previsto dal Codice dell’amministrazione digitale all’articolo 71. “In attesa di una auspicabile organizzazione per la trasmissione telematica, le imprese potranno continuare ad inviare la copia cartacea del buono acquisto”. ■
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Uso in deroga Osservatorio farmaco
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Bufale e bovini: stessi medicinali, stessi tempi di attesa Sì dall’Europa: la specie bufalina va inclusa in quella bovina
n tutta Europa i "bovini" non sono solo le vacche. In Italia un bisticcio linguistico non riscontrabile nelle altre lingue europee ha fatto sì che il bufalo non rientrasse nella definizione di bovide. Ciò in ragione di una terminologia che, negando ai bufali l'assimilazione ai bovini, ha portato il nostro Paese ad adottare soluzioni normative inutilmente complicate e costose. E questo malgrado investa un numero considerevole di allevamenti e produzioni alimentari importanti e prestigiose per il nostro Paese. Da qui l'assenza di farmaci registrati per il bufalo e l'uso del medicinale veterinario in deroga. Accogliendo le sollecitazioni del settore, di cui si è fatta interprete in questi mesi la FNOVI, la Direzione Generale della Sanità Animale ha fornito importanti chiarimenti sui medicinali veterinari destinati alla specie bufalina. In una nota trasmessa a tutti gli addetti ai lavori, la Direzione ministeriale ha comunicato
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che "la Commissione Europea, anche sulla base di precisa indicazione fornita dall'EMEA, ha stabilito che ai fini della determinazione degli MRL, la specie bufalina è da considerarsi inclusa in quella bovina negli allegati di cui al Regolamento CEE 2377/90". Pertanto, "tutti i medicinali veterinari destinati alla specie bovina si intendono destinati anche a quella bufalina con i medesimi tempi di attesa". Il chiarimento segna una svolta nella gestione del farmaco veterinario nell'allevamento bufalino e risponde alla richiesta della FNOVI che suggeriva l'adozione dell'interpretazione di specie ricompresa nella definizione tassonomica della famiglia animale e che, nelle specie minori di questa famiglia, l'uso del farmaco avvenisse con le medesime modalità di somministrazione e per gli stessi scopi che nella specie maggiore, nonché con gli stessi tempi di sospensione. Il tutto a maggior garanzia dell'utilizzo lecito del farmaco e della sicurezza alimentare. ■
PRESCRIZIONI DI ANTIBIOTICI: TREND IN CRESCITA
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no studio pubblicato dall’ISS riporta una indagine retrospettiva sulle prescrizioni veterinarie nel periodo 2002-2008. L’indagine descrive i profili di prescrizione dei farmaci veterinari in una ASL della Regione Piemonte nel periodo dal 2002-2008. Nella ex ASL 7 Piemonte, tra il 2002 e il 2008 è stata creata e mantenuta una base dati informatizzata delle ricette destinate ad allevamenti di animali da reddito delle specie bovina, suina e avicunicola. La distribuzione geografica e temporale delle ricette è stata analizzata utilizzando l’indicatore numero ricette/numero capi, stratificato per specie. I livelli prescrittivi sono stati analizzati per specie, comune, anno e categoria di farmaco. Nel periodo di studio sono state registrate 10.954 ricette veterinarie. Le 10.639 ricette analizzate presentavano una tendenza all’incremento nel tempo (1.336 nel 2002, 1.740 nel 2008) e si riferivano complessivamente ad un totale di 25.082 prescrizioni. Il numero di ricette/100 capi per co-
mune è molto variabile (bovini: mediana 25,9 Q1Q3 18,9-35,5; suini: mediana 19,2 Q1Q3 4,5-29,1; avicunicoli: mediana 9,5 Q1Q3 2,4-54,7). Il numero di ricette/capi allevati per anno è aumentato nei bovini (da 2,4 a 6,0 ricette/100 capi), diminuito nei suini (da 2,3 a 1,8 ricette/100 capi), è costante negli avicunicoli (da 4,3 a 4,7 ricette/10.000 capi). Le prescrizioni riguardano soprattutto gli antibiotici (15.480/25.082, 61,7%) con trend temporali per specie che ricalcano quelli delle ricette, e i vaccini (2.974/25.082, 11,8%). Ossitetraciclina, amoxicillina e penicillina/streptomicina rappresentano il 23,1% (3.470/15.480) delle prescrizioni di antibiotici con una costante tendenza all’incremento nel tempo. La descrizione dei trend temporali di prescrizione fornisce informazioni utili per orientare i piani di farmacosorveglianza. (Farmaco-sorveglianza: indagine retrospettiva sulle prescrizioni veterinarie nel periodo 2002-2008, L. Nicolandi, C. Spegis, E. Pagano, G. Ru, fonte: ISS)
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Novità per il riscatto di laurea e del servizio militare Approvato dall’Assemblea dei Delegati il Bilancio Preventivo 2010 i fronte a 92 Delegati Provinciali presenti e votanti, il Presidente dell'ENPAV Gianni Mancuso ha aperto i lavori dell'Assemblea nazionale con un importante aggiornamento di fonte ministeriale sull'iter di riforma previdenziale. Il Prof. Giovanni Geroldi, Direttore Generale della Direzione per le Politiche Previdenziali del Ministero del Lavoro, ha infatti rassicurato l'Ente sulla rapida approvazione della riforma, approvazione comunque entro l'anno, secondo le dichiarazioni di Alberto Brambilla, Presidente del Nucleo di Valutazione degli Enti previdenziali privati. Sullo stato dell'arte degli investimenti dell'Ente ha relazionato il Vice Presidente Tullio Paolo Scotti, evidenziando che, "nonostante l'anno 2009 sia stato un anno di crisi generale ad ogni livello, l'Ente ha avuto una buona tenuta finanziaria". I Delegati ENPAV, riuniti il 28 novembre scorso a Pescara hanno approvato il Bilancio Preventivo 2010 e tre modifiche al Regolamento per il riscatto degli anni di laurea e del servizio militare: 1.La riduzione da 5 a 3 anni, degli anni di iscrizione all'Ente necessari per poter richiedere il riscatto degli anni di laurea e del servizio militare. 2. l'introduzione della
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possibilità, anche per i pensionati di invalidità, di presentare la domanda di riscatto. 3. l'aumento del numero di rate per il pagamento dell'onere del riscatto, per il quale è stata consentita la rateazione fino ad un massimo di 72 rate bimestrali. Il Bilancio Preventivo 2010 evidenzia che i costi, considerati globalmente, crescono del 4,57% rispetto al dato previsionale 2009. Le spese cosiddette di struttura e di funzionamento restano sostanzialmente invariate (-0,21%). Tra le voci di costo, si segnalano gli accantonamenti al fondo contributi modulari e al fondo contributi da convenzioni, per i quali si prevede un aumento rispettivamente del 14,81% e del 20%. Tali accantonamenti sono speculari alle corrispondenti voci di ricavo ed alimentano i due fondi patrimoniali, uno per l'erogazione della pensione modulare, l'altro per l'erogazione dell'analoga pensione ai veterinari convenzionati. Dal lato dei ricavi, l'incremento totale è del 7,87%. Relativamente al gettito contributivo è prevista una crescita complessiva del 6,99%; in particolare le percentuali di crescita dei contributi soggettivi ed integrativi sono, rispettivamente, del 5,67% e del 7,44%. L'avanzo economico previsto per l'esercizio 2010 è di € 24.194.000,00, in cre-
scita del 14,27% rispetto a quello previsto per il 2009. Nel 2010, il rapporto tra le entrate contributive complessive e le prestazioni
previdenziali ed assistenziali si prevede sarà pari a 2, rispetto all'1,95 stimato per il 2009. (fonte: enpav.it) ■
BORSA DI STUDIO PER UN SOGGIORNO ALL’ESTERO SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
BORSA DI STUDIO SCIVAC-PFIZER ANIMAL HEALTH “RICCARDO TESTA”
Grazie alla collaborazione tra SCIVAC e PFIZER ANIMAL HEALTH ITALIA, in ricordo del Dr. Riccardo Testa, collaboratore di Pfizer Animal Health Italia prematuramente scomparso, anche per il 2010 è prevista l’erogazione di una borsa di studio di € 6.000,00 al netto delle ritenute di legge, oneri, imposte e tasse per un soggiorno all’estero di studio e tirocinio pratico della durata minima di 3 mesi finalizzato all’apprendimento delle più recenti acquisizioni relative alla medicina interna degli animali da compagnia, con particolare riguardo alle più recenti tecniche diagnostiche e modalità terapeutiche per la cura delle malattie emergenti e più frequenti degli animali da compagnia. Nel caso il candidato vincitore non fosse in grado di reperire autonomamente una sede disponibile ad ospitarlo, si fa presente che SCIVAC ha in essere a tale scopo un accordo con il Dipartimento di Medicina Interna dei Piccoli Animali della Texas A&M University, College Station, Texas, USA. Si ricorda che in generale il frequentatore ospitato da facoltà all’estero può
osservare l’attività clinica e partecipare ai round clinici già previsti, ma non può gestire autonomamente i casi clinici. L’erogazione della borsa di studio non prevede l’organizzazione del viaggio e dell’alloggio e l’eventuale copertura assicurativa prevista dalla struttura ospitante che rimangono tutte a carico del borsista frequentatore, compreso il periodo di frequenza, da concordare con il Direttore del Dipartimento. REQUISITI DI ACCESSO E SELEZIONE Per accedere alla selezione è necessario • essere laureati in Medicina Veterinaria in una Facoltà Italiana da non prima del mese di gennaio 2005 • aver presentato una tesi di laurea o di dottorato di ricerca strettamente inerente alla medicina interna degli animali da compagnia • essere residente in Italia • avere un’ottima conoscenza della lingua del paese ove ha sede la struttura ospitante. Domande con tesi su argomenti diversi da quello previsto saranno automaticamente respinte. I candidati saranno valutati da una commissione composta da membri di SCIVAC e personale PFIZER ANIMAL HEALTH. MODALITÀ DI ACCESSO Per partecipare alla selezione è necessario inviare via posta entro il 10 Marzo 2010 all’indirizzo sotto riportato il modulo compilato e allegare una fotocopia
del certificato di laurea e tre copie della tesi di laurea o di dottorato di ricerca in formato elettronico su CD-Rom (non si accettano copie cartacee). Con l’iscrizione, i candidati autorizzano il trattamento dei dati ai sensi della Legge 675/96. Le domande vanno inviate entro il 10 Marzo 2010 a: SCIVAC Comitato Scientifico Borsa di Studio SCIVAC/Pfizer “Riccardo Testa” Palazzo Trecchi, Via Trecchi 20 26100 Cremona, Italia SCADENZA Non si accettano in nessun modo domande spedite dopo il 10 Marzo 2010 COMUNICAZIONI AGLI AUTORI Le tesi verranno valutate e gli autori informati entro il 20 Aprile 2010. Se l’autore rende disponibile un indirizzo di posta elettronica, sarà questo il mezzo preferenziale utilizzato. CONSEGNA DELLA BORSA DI STUDIO La consegna della Borsa di Studio SCIVAC-PFIZER ANIMAL HEALTH “RICCARDO TESTA” avverrà in forma ufficiale nel corso dell’Assemblea annuale SCIVAC prevista al termine del primo giorno del 65° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC che si terrà a Rimini nei giorni 28-30 Maggio 2010. È prevista l’iscrizione gratuita per tutti i giorni del congresso per il candidato vincitore.
DOMANDA DI ISCRIZIONE BORSA DI STUDIO “RICCARDO TESTA”
Modulo da compilare e inviare entro il 10 marzo 2010 a: SCIVAC Comitato Scientifico Borsa di Studio “Dr. RICCARDO TESTA” Palazzo Trecchi, Via Trecchi 20 26100 Cremona - Italia Trattenendo una fotocopia per il proprio archivio. CANDIDATO Cognome.................................................................. Nome........................................................................ Via ............................................................... N° …… CAP...........Città........................................................ ...................…………………………… Provincia ...... Tel. (in orari di ufficio)....................................................... Email (importante per le comunicazioni)...........................…… Cod. Fisc. Data di laurea ……/……/…… (giorno /mese /anno) Facoltà……………………………………………….... ALLEGATI - Copia del certificato di laurea - Tre copie della tesi di laurea o di dottorato di ricerca in formato elettronico su CD-Rom (non allegare copie cartacee)
Data …… Firma …………………...........…………. Ai sensi del Decreto Legislativo 30 Giugno 2003, n. 196 (G.U. 29 Luglio 2003, Serie generale n. 174, Supplemento ordinario n. 123/L), il sottoscritto acconsente al trattamento dei dati sopra indicati, consapevole che l’esecuzione dei servizi richiesti non può avere luogo senza la comunicazione dei dati personali alla Società organizzatrice dell’evento e/o ai soggetti a cui la stessa deve rivolgersi. Firma ......................................................................................
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24 Info Regioni Randagismo e prevenzione
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Pronto intervento veterinario: una proposta di legge in Sardegna Convenzioni con gli ambulatori privati na proposta di legge bipartisan composta da 11 articoli per tutelare cani e gatti. L'hanno presentata a Cagliari, in Consiglio regionale della Sardegna, Simona Defrancisci (Pdl) e Pierluigi Caria (Pd), ma è stata sottoscritta anche da Mario
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Diana e Mario Bruno, rispettivamente capogruppo del Pdl e del Pd. I principi ispiratori del provvedimento di legge sono quelli di condurre una efficace prevenzione del randagismo attraverso l’educazione ambientale e la diffusione della cultura dei diritti degli animali nelle scuole di ogni ordine e grado, accanto ad una informazione corretta e un potenziamento della ste-
rilizzazione degli animali sia cani che gatti.
600MILA EURO ALL’ANNO "La Regione Sardegna - hanno detto la Francisci e Caria illustrando la proposta di legge - nel rispetto dei principi sanciti dalla legge 14 agosto 1991, n. 281, e della normativa comunitaria in materia, promuove la protezione degli a-
nimali di affezione nel proprio territorio, favorisce e finanzia la costruzione e la ristrutturazione di canili e gattili gestiti da associazioni di volontariato iscritte nell'Albo regionale del volontariato aventi per statuto la finalità della tutela degli animali da affezione". Gli interventi dovranno avvenire nel pieno rispetto dell'ambiente, quindi, attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili e di materiali ecocompatibili. "La Regione Sardegna - hanno proseguito ferme restando le disposizioni penali in materia, vieta e sanziona ogni forma di maltrattamento in qualunque modo e con qualsiasi mezzo attuato nei confronti degli animali di affezione". La copertura della legge, secondo i firmatari, è valutata in 600 mila euro all'anno dal 2010.
IL SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO La proposta prevede l'istituzione del servizio di pronto intervento veterinario, al quale i cittadini potranno rivolgersi nel caso di ritrovamento di animali feriti o abbandonati. Il servizio potrà operare con l’ausilio di ambulatori veterinari privati all’uopo convenzionati con il Comune. Il servizio si occuperà del recupero dell’animale previa segnalazione del cittadino e opererà nell’arco delle ventiquattro ore. La realizzazione di campagne informative sui diritti degli animali e sulla prevenzione del randagismo, avvalendosi delle associazioni di volontariato protezionistiche e di medici veterinari convenzionati.
STERILIZZAZIONE La sterilizzazione dei cani randagi e delle colonie feline nel proprio territorio, con la collaborazione delle associazioni protezionistiche di cui alla lettera b) e dei cittadini, avvalendosi anche di presidi veterinari privati convenzionati al fine di rendere il servizio più efficiente.
CONSULTA REGIONALE La Giunta regionale, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, costituisce la Consulta regionale per la tutela degli animali di affezione e per la prevenzione del randagismo composta da: a) un dirigente veterinario del Servizio della Prevenzione regionale; b) un medico veterinario dei servizi di medicina veterinaria delle ASL; c) quattro rappresentanti dei comuni designati dall’associazione regionale dei comuni sardi; d) tre esperti designati dalle associazioni di volontariato iscritte nel Registro regionale del volontariato e) Un docente della facoltà di medicina veterinaria dell’università degli studi di Sassari; f) Due medici veterinari designati dalle associazioni di categoria dei medici veterinari scelti fra coloro che svolgono attività sugli animali d’affezione. ■
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26 Lettere al Direttore Una proposta per i tirocinanti Gentile redazione di Professione Veterinaria, negli ultimi anni mi è capitato spesso di leggere sfoghi di giovani neolaureati che, trovandosi come primo impiego a dover "fare la gavetta" abbassandosi a mansioni di basso livello intellettuale, si lamentavano di non aver ricevuto in cambio né denaro né (soprattutto) una decente formazione teorico-pratica. In sostanza, si son sentiti sfruttati e basta. Dal canto mio, ormai 5 anni fa, ho avuto la fortuna di trovare una struttura che mi ha ospitato (senza quindi aver dovuto sostenere alcuna spesa per il fatto di trovarmi fuori ca-
sa), mi ha retribuito (anche se solo per le notti che ho fatto), ma soprattutto mi ha seguito con attenzione, coinvolgendomi in gran parte dell'attività clinica giornaliera. A conti fatti, ho mantenuto ottimi rapporti con tutti i colleghi e ho ricavato da questa esperienza uno slancio importante per affrontare le sfide lavorative successive. Detto questo, mi son chiesto: visto che esistono strutture valide ed altre decisamente meno adatte; visto che in molti casi le strutture che "sfruttano" i neolaureati non hanno grossi problemi a rifornirsi di carne fresca anche dopo anni di lamentele di chi si è trovato invischiato nei loro "tirocini" (ragion per cui non sono minimamente motivate a migliorare il loro approccio); visto che ancora la scelta si basa sul passaparola (o, peggio,
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sul "perché è vicino a casa", senza sapere che ci son strutture disposte e attrezzate per ospitare i tirocinanti a costo zero); visto tutto questo, mi stupisco che ancora non esista (che io sappia) una forma di certificazione delle strutture veterinarie che offrono tirocinio post laurea. Capisco che cercare di imporre una standardizzazione o delle caratteristiche minime strutturali/educative (tipo BPV) sia impensabile, perché pochissimi aderirebbero, e sarebbero solo quelli che già lavorano bene. Però secondo me un'idea fattibile (se organizzata con criterio per es. dall'ANMVI) potrebbe consistere nella creazione di un sito web permanente, in cui gli utenti possano riferire le loro esperienze personali e giudicare il loro tirocinio.
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“La tutela e il benessere animale sono un dovere dei sindaci. Un dovere che troppo spesso viene sottovalutato, se non addirittura disatteso”. Francesca Martini, Sottosegretario di Stato alla Salute
Ovviamente da un lato dovrebbe essere studiato per essere in forma anonima, ma dall'altro lato ogni utente dovrebbe essere puntualmente registrato in modo da evitare per es. giudizi multipli da uno stesso utente. Se si preparasse poi una scheda di valutazione precompilata, con voti da 1 a 5 per i vari aspetti in esame, questo aiuterebbe in futuro la compilazione di statistiche ed indici di merito. Spero che si possa in futuro arrivare a dare una voce unica e un'importante fonte di informazione per i nostri giovani colleghi alla loro prima esperienza lavorativa. Cordiali Saluti Marco Spanò, Genova
Ancora sul patentino Ho letto la lettera del collega Jarussi (vedi Professione Veterinaria n. 38) in merito al patentino e volevo dare la mia risposta. Caro Valerio, ci conosciamo ed abbiamo condiviso nel tempo alcuni percorsi formativi, quindi parliamo di aspetti che conosciamo bene. Tu ti definisci etologo, io mi definisco comportamentalista, non so se la tua pratica clinica con il cane problematico si sovrapponga alla mia, ma abbiamo comunque a che fare con proprietari ogni giorno. Hai scritto una frase che recita: "una sequela esagerata di banalità e luoghi comuni" ed hai perfettamente ragione. Ci siamo accorti, nella quotidianità della relazione con i proprietari di cani, che tutte le banalità che noi riteniamo tali non lo sono affatto per loro. Talvolta io sono restia addirittura a dire certe cose che mi sembrano riconosciute universalmente, poi mi rendo conto che i proprietari non hanno la più vaga idea di cosa si stia parlando, allora descrivo e ripeto per la millesima volta concetti banali. Ti dirò di più, passando ad un livello superiore. Recentemente ho presentato una relazione ad un congresso nazionale su un tema che io dò per scontato da anni, cioè la gestione del periodo sensibile del cane; mentre nei giorni precedenti ripetevo la mia relazione, pensavo: "ma vado a dire sempre le stesse cose, i colleghi si alzeranno e se ne andranno al bar", invece ho avuto un riscontro incredibile e sono stata travolta dalle domande. Anche per i nostri colleghi, quello che per noi è banale e ritrito, risulta spesso nuo-
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ALLA CAMPANIA LA PRIMA COPPA VETERINARIA 2009
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a prima edizione della Coppa Italia Veterinaria si è conclusa con la Fase finale disputata dal 6 all’8 dicembre a Roma, al Centro Preparazione Olimpica “G. Onesti” del CONI. Organizzata dai responsabili delle 11 Rappresentative Regionali di calcio dei Medici Veterinari, la manifestazione ha visto la Campania aggiudicarsi il trofeo, secondo classificato il Piemonte e terza l’Emilia Romagna. La Rappresentativa Campania ha battuto sia i campioni d’Italia in carica dell’Emilia Romagna (7-0) sia i colleghi del Piemonte (4-1). Miglior portiere: Cardamone (Campania). Super cannoniere della manifestazione tricolore si è rivelato Luigi De Gennaro con 12 reti in tutto, addirittura otto realizzate nella fase finale. I veterinari “calciatori” hanno ringraziato il Presidente della Fnovi Gaetano Penocchio per la concessione dell’alto patrocinio “ed ancor di più perché con la sua presenza ha nobilitato la manifestazione.” “Sono doppiamente felice –ha dichiarato il presidente-allenatore della Campania, Giuseppe Lucibelli– primo perché abbiamo vinto la Coppa Italia, secondo perché abbiamo lanciato l’idea della manifestazione tricolore, accolta con entusiasmo da tutte le altre dieci rappresentative regionali, svoltasi nel pieno rispetto dei nostri obiettivi: le 19 partite e la fase finale, disputate in due mesi, sono state il pretesto per trascorrere giornate con i colleghi e le famiglie in allegria e spensieratezza”.
vo (e questo vale per ogni branca specialistica). Ho tenuto per molto tempo una rubrica su un quotidiano nazionale in cui i proprietari inviavano domande sulla gestione dei loro animali, dal punto di vista comportamentale; le mie risposte verteveno sempre su quattro-cinque concetti principali, eppure continuavano ad arrivare domande sempre più o meno simili anche da persone che quotidianamente leggevano le mie risposte, come se quello che avevo già scritto varie volte non fosse minimamente assimilato. Quando abbiamo deciso di produrre il patentino tutti insieme, ci siamo impegnati a ridurre al minimo i concetti. Ognuno degli incaricati aveva il suo argomento e scriveva quello che gli sembrava fondamentale ed essenziale: ne venivano fuori pagine di scritto! Allora taglia, riduci, togli una frase di qua, due frasi di là, ci sembrava di non dire nulla, ma si doveva stare entro determinati termini e così è uscito il prodotto destinato ai proprietari. L'alternativa era forse che altre figure producessero del materiale su cui poi noi medici veterinari non avremmo avuto alcuno controllo di contenuto. A questo prodotto hanno lavorato pochi colleghi che poi chiedevano un commento ad altri pochi colleghi; sicuramente se tu o io o un altro collega avessimo avuto il compito di scrivere un capitolo, l'avremmo impostato in tre modi diversi, perché io dò più peso ad un concetto, tu ad un altro ed il terzo collega ad un altro ancora. È fondamentale ricordarsi che questo cartaceo è solo un supporto per un lavoro più complesso che si deve andare a fare. Il medico veterinario comportamentalista che terrà i corsi seguirà la traccia del DVD nel fare la sua presentazione, approfondendo gli argomenti che più gli sembrano importanti o interessanti per il pubblico che ha davanti a sé in quel momento. Quando vedrai il DVD ti accorgerai che su ogni capitolo si può parlare per ore ed ogni sottotitolo potrebbe essere una lezione a sé. Sta di fatto che nessuno di noi si sogna di proporre ad un proprietario un corso di 20-30 lezioni teoriche! Il cartaceo potrà servire per fare qualche fotocopia, non rappresenta certo esso stesso il corso. Vorrei sottolineare una frase della parte finale della lettera del dott. Penocchio: "senso di appartenenza alla categoria". Ti assicuro che lo spirito con cui abbiamo proposto e prodotto il patentino è stato proprio questo, perché volevamo far capire a tutti che i medici veterinari esistono, sanno lavorare e sanno fare fronte unito quando serve. Dott. Elena Severi medico veterinario comportamentalista Vicepresidente ASETRA
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Dalle Aziende
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George Lubas è il nuovo Chairman del Gruppo di Studio sulla Leishmaniosi Canina l Gruppo di Studio sulla Leishmaniosi Canina sostenuto da Hill’s Pet Nutrition ha nominato il dottor George Lubas (foto) nuovo Chairman. Lubas sostituirà nell’incarico il Dottor Andrea Zatelli a cui vanno i più sentiti ringraziamenti del Gruppo di Studio e di Hill’s per l’impegno e il prezioso contributo profuso nel corso dei quattro anni del suo mandato alla Presidenza. Laureato presso l'Università di Pisa nel 1975, George Lubas è attualmente Presidente del Consiglio di Corso di Laurea Specialistica in Medicina Veterinaria, nonché Professore Straordinario nella stessa disciplina, presso l’Università di Pisa. Membro Associato del College Europeo di Patologia Clinica Veterinaria, George Lubas è autore e coautore di oltre 300 pubblicazioni inerenti l'immunoematologia e l'ematologia clinica del cane, gatto, cavallo e bovino. Ha tenuto oltre 200 tra Conferenze, Seminari e Corsi d’aggiornamento sulle medesime tematiche ai medici veterinari che si dedicano ai piccoli animali ed equini. Nato con la finalità di ottenere un razionale
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ed omogeneo approccio al paziente leishmaniotico, il Gruppo di Studio sulla Leishmaniosi Canina, promosso e sostenuto da Hill’s Pet Nutrition, contribuisce ogni anno, attraverso pubblicazioni e ricerche, ad arricchire il mondo della conoscenza scientifica sulla malattia. ■
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PRINCIPI DI ELETTROCARDIOGRAFIA, DIAGNOSI E TERAPIA DELLE ARITMIE Cremona, 10/12 Febbraio 2010 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Roberto Santilli, Med Vet, Dipl ECVIM-CA (Cardiology), Samarate (VA)
DIRETTORE Bruno Peirone, Med Vet, Dot Ric, Torino RELATORI Fulvio Cappellari, Med Vet, Torino Enrico Panichi, Med Vet, Dot Ric, Torino
RADIOLOGIA DEL TORACE Cremona, 22/25 Febbraio 2010 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Giliola Spattini, Med Vet, Dipl ECVDI, Reggio Emilia
RELATORI Luigi Bontempi, Med Vet, Bareggio (MI) Manuela Perego, Med Vet, Samarate (VA) Lucia Ramera, Med Vet, Chiari (BS) Roberto Santilli, Med Vet, Dipl ECVIM-CA (Cardiology), Samarate (VA) Alberto Tarducci, Med Vet, Torino
Guido Pisani, Med Vet, Luni Mare, Ortonovo (SP)
RELATORI Daniele Della Santa, Med Vet, PhD, Dipl ECVDI, Berna (CH) Federica Rossi, Med Vet, Spec Rad Vet, Dipl ECVDI, Bologna Giliola Spattini, Med Vet, Dipl ECVDI, Reggio Emilia Massimo Vignoli, Med Vet, Dipl ECVDI, Bolgona
ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36)
ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36)
ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36)
QUOTE Soci SCIVAC: € 500,00 + IVA 20% Non soci: € 700,00 + IVA 20%
Lisa Piras, Med Vet, Torino Bruno Peirone, Med Vet, Dot Ric, Torino
QUOTE Soci SCIVAC: € 650,00 + IVA 20% Non soci: € 850,00 + IVA 20%
QUOTE Soci SCIVAC: € 600,00 + IVA 20% Non soci: € 800,00 + IVA 20%
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30 Calendario attività Dal 22 gennaio al 28 febbraio Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi
22 - 24 GEN 22 GEN 25 - 28 GEN 29 - 31 GEN 30 - 31 GEN 30 - 31 GEN 31 GEN 4 - 6 FEB 4 FEB 6 - 7 FEB 7 FEB 7 FEB 7 FEB 7 FEB 10 - 12 FEB 13 - 14 FEB 13 FEB 14 FEB 14 FEB 16 - 18 FEB 20 FEB 21 FEB 21 FEB 21 FEB 21 FEB 22 - 25 FEB 27 - 28 FEB 27 - 28 FEB
CORSO SIVAE
RAPTOR BIOMEDICINE: LA MEDICINA VETERINARIA E LA FALCONERIA - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 36 Crediti - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it
CORSO ANMVI
CSO ANMVI: GIORNATA DI AVVIAMENTO ALLA CERTIFICAZIONE BPV - Centro Studi EV- Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - Per informazioni: Segreteria ANMVI - Tel. +39 0372 403547 - E-mail: info@anmvi.it
CORSO SCIVAC
ALL ABOUT CRUCIATE - CRANIAL CRUCIATE INTERNATIONAL WORKSHOP - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Crediti non previsti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
CONGRESSO SIVE
XVI CONGRESSO MULTISALA SIVE - CarraraFiere - Marina di Carrara - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it
CORSO SCIVAC / SIDEV
CORSO AVANZATO SIDEV - AGGIORNAMENTI E PROTOCOLLI TERAPEUTICI BASATI SULL’EVIDENZA IN DERMATOLOGIA VETERINARIA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Rich. Accr. - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it PATOLOGIE TRAUMATICHE DELLO SCHELETRO APPENDICOLARE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA
INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA
QUANDO LA CHIRURGIA DIVENTA INTRIGANTE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
CORSO SCIVAC
EMATOLOGIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
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INCONTRO SCVI
CHIRURGIA PERINEALE, ANALE E PERIANALE - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it NASCITA, INFANZIA, ADOLESCENZA, VECCHIAIA E MORTE: L’IMPIEGO DELL’OMEOPATIA NEI DUE ESTREMI DELLA VITA, CON NOTE DI MATERIA MEDICA - Centro Studi EV - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Rich. Accr. Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it IL LINFOMA FELINO: SIMILITUDINI E DIFFERENZE CON QUELLO CANINO - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it ANESTESIA TOTALMENTE INTRAVENOSA: PROSPETTIVE IMMEDIATE E FUTURE IN ANESTESIA VETERINARIA - Centro Studi - Palazzo Trecchi, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Rich. Accr. - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it COSA C’È DI NUOVO NELLA DIAGNOSI PROGNOSI E TERAPIA DEI DISORDINI INFIAMMATORI CRONICI DELL’APPARATO GASTROENTERICO DEI PICCOLI ANIMALI - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segr. Del. Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 2° IT. CARDIOLOGIA: II PARTE - PRINCIPI DI ELETTROCARDIOGRAFIA, DIAGNOSI E TERAPIA DELLE ARITMIE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CHRONIC KIDNEY DISEASE: QUANDO L’EZIOLOGIA È NOTA. PARLIAMO DI DIAGNOSTICA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it
INCONTRO SIMVENCO INCONTRO SICIV / SIONCOV / SIMEF INCONTRO SIATAV INCONTRO REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC INCONTRO SINUV
INCONTRO SIMIV INCONTRO SIMEF INCONTRO REGIONALE SCIVAC VENETO ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
INCONTRO GRUPPO FR INCONTRO SIANA INCONTRO SVIDI / SIMIV INCONTRO REGIONALE SCIVAC MARCHE
IMMUNOLOGIA CLINICA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 E-mail: socspec@scivac.it NEUROLOGIA ED ORTOPEDIA FELINA: COME AFFRONTARE AD ARMI PARI UNA SFIDA CLINICA QUOTIDIANA ED USCIRNE POSSIBILMENTE VINCITORI - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Rich. Accr. - Per info: Erika Taravella - Segr. Soc. Spec. SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it ELEMENTI PER UN CORRETTO APPROCCIO CLINICO E TERAPEUTICO ALLA MALATTIA CARDIOVASCOLARE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it 3° IT. ORTOPEDIA: I PARTE - VIE D’ACCESSO E TECNICHE DI RIDUZIONE IN ORTOPEDIA VETERINARIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CIÒ CHE RUOTA INTORNO ALLA FISIOTERAPIA - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA VETERINARIA: NUTRACEUTICI E FITOTERAPICI - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento- Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it DIAGNOSTICA PER IMMAGINI DELLA TIROIDE E DELLE PARATIROIDI - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it I TUMORI CUTANEI DALLA A ALLA Z. GUIDA ALL’APPROCCIO CORRETTO - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 E-mail: delregionali@scivac.it
INCONTRO REGIONALE SCIVAC LAZIO
ORTOPEDIA PEDIATRICA NEL CANE - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
2° IT. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: III PARTE - RADIOLOGIA DEL TORACE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it “LA MEDICINA DEL COMPORTAMENTO NEI NUOVI ANIMALI DA COMPAGNIA: SEMIOLOGIA, PATOLOGIA E TERAPIA” - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elisa Feroldi - Segreteria SIVAE - Tel. +39 0372 403500 - E-mail: info@sivae.it TRATTAMENTO DELLE ERNIE DISCALI: A CHE PUNTO SIAMO? - Centro Studi E.V. - Palazzo Trecchi - Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Erika Taravella - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403509 - E-mail: socspec@scivac.it
SEMINARIO SIVAE IN COLLABORAZIONE CON SISCA INCONTRO SINVET
laPROFESSIONE
VETERINARIA 42 | 2009
la VETERINARIA
PROFESSIONE
La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore Direttore Carlo Scotti Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV Soc. Cons. a r.l., Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 N. 46) art. 1, comma 1 Filiale di Milano a cura di Centro Produzione Mailings Scarl Cusago (MI) Professione Veterinaria pubblica notizie d'attualità e di rassegna i cui contenuti non rispecchiano necessariamente il pensiero della Testata. Interventi e opinioni attribuibili a Professione Veterinaria e/o all'ANMVI vengono esplicitamente indicate come tali. Chiuso in stampa il 7 dicembre 2009
SOLUZIONI
QUIZ 1
virale
Risposta corretta: c) Corso Base SIVE: “Semeiotica delle zoppie del cavallo” Campagnano di Roma, Giugno 2008
a Papovavirus b Papillomavirus c Herpesvirus d Poliomavirus e Sono neoplasie non di origine
QUIZ 2
a Trottatore b Cavallo da sella c PSI da galoppo
2. I papillomi dell’apparato digerente dei pappagalli sarebbero causati da
Risposta corretta: c) Incontro SIVAE: “Problemi gastroenterici degli animali esotici” - Cremona, Settembre 2005
1. In quale delle seguenti razze è possibile riscontrare la presenza di una frattura parcellare articolare della porzione dorso laterale del radio?
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