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PROFESSIONE
la VETERINARIA A.N.M.V.I.
Brevi EMENDAMENTI Riproposti anche in questa Finanziaria emendamenti a favore della stabilizzazione dei dirigenti veterinari precari del ministero della salute, della detraibilità e deducibilità delle spese veterinarie, della riduzione dell’IVA sul pet food e della esenzione o riduzione dell’imposta sulle prestazioni veterinarie. Grazie ai primi firmatari, On. Ceccacci, Mancuso e Viola.
BASSANINI Il Ministro Livia Turco si è detta ''grande sostenitrice della riforma Bassanini, per avere in Italia un grande ministero del Welfare al fine di superare l'attuale frammentazione delle competenze''. Ciò significherebbe uno smarrimento delle peculiarità della tutela della salute, garantite da un ministero ad hoc? ''Io non credo che sia necessariamente così - ha affermato il Ministro - e penso che conti molto il come si ridefinisce la funzione nazionale nella promozione della salute.''
ANAGRAFI Il Ministero della Salute ha scritto ai Servizi Veterinari, agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e ai Centri di Referenza Nazionali raccomandando “che i modelli ufficiali utilizzati per l’espletamento dei controlli sanitari, così come quelli utilizzati per accompagnare i campioni agli IIZZSS, riportino le informazioni anagrafiche delle aziende così come registrate in BDN”. Il Ministero della Salute ha anche diramato la check list dei controlli che i Servizi Veterinari delle ASL devono effettuare negli allevamenti di equidi. Procedura comune su tutto il territorio nazionale. www.fnovi.it
CUP La riforma delle professioni proposta dal CUP approderà in Parlamento. È stato infatti raggiunto e superato il quorum delle 50 mila firme necessario per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare redatta dal Coordinamento di rappresentanza degli Ordini.
ONAOSI L’ANMVI ha espresso parere favorevole con osservazioni sulla bozza di statuto approvata dal CdA dell’Onaosi: “migliorabile il grado di rappresentatività complessiva della Categoria medico veterinaria”, ma positivo un nuovo Statuto che, “nella stesura definitiva si mantenga coerente con le linee di indirizzo condivise presso la sede del Ministero della Salute”.
UNIRE Il Consiglio dei Ministri ha nominato il dottor Goffredo Sottile Presidente dell’Unione nazionale per l’incremento delle razze equine. La nomina è avvenuta su proposta del Ministro dell’agricoltura, Paolo De Castro.
DA GRANDE A proposito di femminilizzazione della professione e di orientamento agli studi, una ricerca della Società dei Pediatri rivela che, alla domanda “cosa vuoi fare da grande?” solo le ragazzine rispondono “il veterinario”. I maschi vogliono fare il calciatore o l’ingegnere, mentre le femmine indicano la nostra professione al settimo posto tra le preferenze dopo il personaggio famoso, non so, l’estetista/parrucchiera, l’insegnante, il medico e il notaio/avvocato. Il campione è di età compresa fra i 12 e i 14 anni.
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ORGANO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI VETERINARI ITALIANI
SETTIMANALE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Anno 4, numero 43 dal 3 al 9 dicembre 2007 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Concessionaria esclusiva per la pubblicità E.V. srl - Cremona
Ampio consenso in Parlamento
Verso la riforma della 281 Obblighi più stringenti per il proprietario e maggiori interventi di sanità veterinaria nella proposta che piace a 213 deputati
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PANE, AMORE E FANTASIA
0, 635, 655, 1100, 1320. di Antonio Manfredi enerdì 9 novembre, Roma, Congresso FNOVI, numerosi gli intereventi, tutti di buon livello, e vivace il confronto fra le diverse posizioni. Il tema era di grande attualità: "Un patto tra la nostra professione e l'Università". Quello che vorrei riuscire a fare con queste mie brevi riflessioni è valutare quali siano i punti comuni emersi nelle varie relazioni e sui quali si possa trovare una condivisione con obiettivi unitari. Diciamo subito che di punti comuni ne ho sentiti pochi. L'unico sul quale tutti si sono espressi sulla stessa linea è che effettivamente la categoria veterinaria sta attraversando un momento di forte crisi occupazionale. Come ha detto il Presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio, e ribadito Sandro Barbacini in rappresentanza dell'ANMVI, il problema occupazionale c'è, ed è grave; ogni hanno molti giovani aspettano ad iscriversi agli Ordini o si cancellano perché non hanno lavoro. Il settore veterinario, in Italia, è leggeremente in crescita negli animali da compagnia ma in difficoltà in altri settori. Rispetto a questa crescita minima, limitata anche dalle generali difficoltà economiche del paese (è significativo il calo di lavoro degli ambulatori negli ultimi giorni del mese), ogni hanno 1.100 nuovi laureati cercano un loro spazio occupazionale. Basta ricordare l'indagine Nomisma del 2003, che prevedeva per il 2020 uno sviluppo del settore del 2/3% rispetto ad una crescita del numero dei veterinari che si avvicinava al 100%, o solo confrontare i dati italiani con quelli degli altri paesi europei, per renderci conto della situazione assurda che esprime questo settore nel nostro paese. È vero come dice Massimo Castagnaro, Presidente della Conferenza dei Presidi, che i nostri veterinari hanno possibilità di lavoro all'estero (Francia, Gran Bretagna, USA, Terzo Mondo, ecc.), ma a parte che non sempre i neolaureati esprimono le professionalità richieste in questi paesi, perché mai l'Università italiana dovrebbe investire più di 300mila euro per creare un laureato in veterinaria e le famiglie metterci altre decine di migliaia di euro, per poi doverlo mandare all'estero a lavorare? Non è un enorme spreco per l'Italia? Gli inglesi hanno detto chiaramente che a loro conviene importare veterinari piuttosto che formarli. È anche vero, come se ben ricordo ha detto anche Aldo Grasselli, Segretario Sivemp, che entro i prossimi dieci anni molti veterinari pubblici dovranno essere rimpiazzati perché andranno in pensione, ma siamo certi che saranno rimpiazzati? Quali garanzie abbiamo dal Governo, o dai partiti visto che i Governi cambiano, che i veterinari pubblici resteranno i circa 6000 di oggi visto che la politica attuale è di ridurne continuamente il numero? E se poi ci fosse questa certezza si dovranno allora selezionare gli studenti in funzione di questo obiettivo. Chi pensa da grande di fare il veterinario per animali da compagnia dovrebbe essere rifiutato ed accettati solo quelli che vorranno entrare nel settore pubblico o in quello zootecnico. Qualche Corso di laurea non potrebbe essere indirizzato solo verso questi obiettivi? Le diverse facoltà non possono differenziarsi in indirizzi precisi determinando dal momento dell'iscrizione la possibilità di sbocco occupazionale? (...)
V
Tutti avrete visto la campagna promozionale del Ministero della Salute "Pane, Amore e Sanità" firmata Oliviero Toscani, uno dei più noti creativi pubblicitari italiani. Sembra che l'iniziativa sia piaciuta agli italiani. Perché poi l’abbiano apprezzata è veramente un mistero. Forse sarà piaciuta l'idea, la grafica, il messaggio, ma è difficile credere che il Servizio Sanitario Nazionale possa aver fatto un salto di qualità dopo questa bella promozione. Abbiamo sempre pensato che queste iniziative siano giuste e corrette dopo che si sono raggiunti degli obiettivi importanti ma promuovere un servizio che purtroppo fa acqua da tutte le parti rischia di essere ridicolo. Siamo sinceri, dopo aver visto il film Sicko, di Michael Moor, sulla situazione dell'assistenza sanitaria negli USA, forse dobbiamo ringraziare Dio di vivere in Italia, ma questo non basta per giustificare una campagna celebrativa del nostro SSN. Ogni giorno sui giornali leggiamo notizie incredibili di disservizi, di malasanità, di superficialità, che portano ad inchieste, sempre dopo, a denunce, alla chiusura di
strutture. Tutti i difetti del sistema pubblico italiano sembrano concentrarsi ed evidenziarsi nel servizio sanitario nazionale. Gli sprechi sono enormi ed ogni anno il deficit continua a peggiorare. Si parla di commissariamento di quattro regioni che sembrano non essere in grado di tenere sotto controllo la spesa del settore. In questo panorama non certo idilliaco ci permettiamo di esprimere alcune considerazioni riferite al settore veterinario. Il numero dei veterinari pubblici è in continua contrazione nonostante i ruoli e le competenze della veterinaria siano sempre più necessari, rilevanti ed insostituibili. La mancanza di finanziamenti e di veterinari rende già oggi estremamente difficile il mantenimento dei servizi istituzionali essenziali. Che senso ha che le ASL buttino energie in progetti rivolti all'assistenza sanitaria degli animali da compagnia quando gli stessi servizi possono essere offerti in convenzione dalle 6.500 strutture private, con maggiore esperienza e presenza sul territorio? Un po' di fantasia! Il progetto Leavet non è nato per caso. ■
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Pdl dell’On. Iole Santelli
È iniziata la riforma della legge quadro sul randagismo A chiedere modifiche e integrazioni sono ben 213 deputati di ogni schieramento a Commissione Affari Sociali ha iniziato l’esame del progetto di legge Modifiche alla legge 14 agosto 1991, n. 281, in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo sotto la spinta di ben 213 deputati di ogni schieramento. La prima firmataria, On. Iole Santelli, propone di attualizzare la Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo: “dopo oltre quindici anni di esperienza applicativa - sostiene Iole Santelli- occorre riconoscere che molti degli obiettivi indicati dalla legge non sono stati conseguiti. Ciò non soltanto per l’inadeguato impegno di alcune regioni e di molti enti locali, ma anche per le carenze della stessa legislazione”.
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La riforma in sette punti Sono sette i passaggi chiave della proposta per una più efficiente applicazione dei principi contenuti nella 281; 1) strumenti che incentivino l’iscrizione all’anagrafe dei cani di proprietà; 2) le caratteristiche minime delle strutture dei canili; 3) l’istituzione ex novo di strutture di accoglienza intermedie come le case famiglia per cani; 4) la promozione di una cultura zoofila attraverso la responsabilizzazione dei proprietari; 5) l’ampliamento delle possibilità di accesso con i cani nei luoghi pubblici e nei servizi di trasporto pubblico e privato; 6) sanzioni più severe per i trasgressori; 7) strumenti per la sensibilizzazione dei proprietari riguardo alla sterilizzazione dei propri animali. Iscrizione in anagrafe obbligatoria L’iscrizione presso l’anagrafe canina è obbligatoria. Chiunque intenda, a qualsiasi titolo, detenere un cane è tenuto ad accertarsi preliminarmente della registrazione e dell’identificazione dell’animale. L’identificazione dei cani deve essere effettuata entro trenta giorni dalla nascita o dall’inizio della detenzione, mediante l’impianto sottocutaneo di un microprocessore recante un codice numerico identificativo. L’apposizione del microprocessore è di stretta pertinenza del servizio veterinario dell’azienda sanitaria locale competente o del medico veterinario libero professionista accreditato secondo le modalità previste da ogni singola regione. Il Ministro della salute, con propri decreti, determina le caratteristiche dei dispositivi di identificazione, stabilendo altresì modalità operative conformi, atte ad assicurare la completezza e la interoperabilità delle anagrafi canine con la banca dati canina nazionale. Libretto d’identità All’atto dell’identificazione e della registrazione all’anagrafe canina i
servizi veterinari delle aziende sanitarie locali o i medici veterinari accreditati rilasciano un libretto d’identità, recante i dati dell’animale e del proprietario, che è utilizzato anche per la registrazione degli interventi di profilassi e di polizia veterinaria eseguiti sull’animale e che contiene le informazioni sulla corretta detenzione e sugli obblighi cui i proprietari dei cani devono attenersi. Il libretto d’identità deve essere conservato anche in caso di passaggio di proprietà del cane e rappresenta l’unico documento ufficiale attestante l’avvenuta iscrizione all’anagrafe canina. Qualsiasi cittadino che intende acquistare o essere affidatario di un cane è tenuto alla compilazione di un modulo di cui viene prodotto un fac simile in allegato alla pdl. I cani non possono essere intestati a cittadini che non hanno compiuto il diciottesimo anno di età. Chiunque omette di iscrivere il proprio cane all’anagrafe canina e di sottoporlo alle contestuali procedure di identificazione è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di euro 300. I modelli dei libretti d’identità sono predisposti dalle Regioni. Spese veterinarie detraibili Il Ministro dell’economia e delle finanze determina l’ammontare delle spese detraibili per le spese veterinarie, sostenute dai proprietari, ivi comprese quelle per la sterilizzazione chirurgica, per l’identificazione mediante microprocessore. Formule assicurative per l’assistenza di base I comuni, singoli o associati, predispongono regolamenti comunali per la corretta detenzione e tutela degli animali di affezione sui rispettivi territori e associati, adottano formule assicurative per garantire l’assistenza veterinaria di base». Le case famiglia La proposta prevede l’istituzione ex novo di strutture di accoglienza intermedie come le case famiglia per cani, una via di mezzo fra l’istituzione canile e il semplice privato cittadino che “ nasce dall’esigenza di disincentivare il ricorso ai canili, in virtù anche del limite massimo di 200 cani a struttura, che la presente proposta di legge prevede. Qualsiasi cittadino che intende adottare cani, nel numero minimo di tre e massimo di dieci, può richiedere al comune di residenza l’iscrizione all’elenco comunale delle case famiglia per cani. Il richiedente, all’atto della domanda, deve specificare il numero di cani che intende adottare e allegare una dichiarazione di conformità degli spazi e dei locali disponibili. Il comune, previa verifica da parte dei servizi veterinari delle aziende sanitarie lo-
cali dell’idoneità del richiedente valutata con riferimento alla conoscenza della corretta detenzione degli animali e degli obblighi cui i proprietari devono attenersi ai sensi della normativa vigente in materia, iscrive il richiedente medesimo nell’elenco delle case famiglia per cani del proprio territorio di competenza e provvede a contattare la casa famiglia prescelta, senza nessun obbligo di affido per il titolare, tranne nel caso in cui la struttura abbia superato la capacità ricettiva. Il risanamento dei canili Le regioni disciplinano con propria legge, il risanamento dei canili comunali che assumono la denominazione di “canile sanitario” o di “ospedale veterinario”, in relazione alle esigenze territoriali e al tipo di prestazioni, e che garantiscono le seguenti funzioni: a) ricovero temporaneo dei cani vaganti catturati sul territorio; b) adempimenti sanitari sui cani ricoverati; c) servizio di pronto soccorso con reperibilità degli operatori durante l’arco delle ventiquattro ore tramite il servizio di urgenza ed emergenza medica 118; d) adempimenti previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320, e successive modificazioni; e) osservatorio epidemiologico; f) eventuale ricovero di gatti o di altri animali di affezione. Al risanamento provvederanno i Comuni. Criteri minimi dei rifugi per cani Le regioni legiferano anche sulle modalità per la costruzione, la ristrutturazione e la gestione di rifugi per cani tenendo conto dei seguenti criteri minimi di vivibilità delle medesime strutture a) numero massimo di 200 cani per struttura; b) fissazione di uno spazio minimo vitale di 10 mq per cane e di 5 mq per ogni cane in aggiunta; c) predisposizione obbligatoria di spazi esterni adeguati; d) apertura al pubblico per controlli e per adozioni; e) specializzazione del personale delle strutture nella cattura e nel trattamento degli animali; f) preparazione anche comportamentale dei cani all’adozione da parte di personale anche volontario formato a tal fine; g) presenza di volontari. Le strutture, pubbliche e private, di ricovero dei cani sono sottoposte al controllo trimestrale dei medici veterinari specializzati dell’azienda sanitaria locale competente. Alle costruzioni e ristrutturazioni provvedono i Comuni. I cani vaganti I cani vaganti catturati e identificati mediante tatuaggio o microprocessore sono restituiti al proprietario o detentore previo pagamento delle spese di cattura e di
Mancuso chiede l’abbinamento con la “pdl Leavet” ianni Mancuso, membro della Commissione Affari Sociali, ha osservato che la legge n. 281 del 1991, “pur avendo rappresentato un fondamentale progresso della disciplina in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo, ha mostrato, nel corso degli anni, alcuni limiti evidenti”. Soffermandosi su alcuni aspetti specifici della proposta, Mancuso ha sottolineato “la difficoltà di procedere all’affidamento dei cani dopo lunghi periodi di permanenza nei canili e l’esigenza di perseguire l’obiettivo di contenimento delle nascite” richiamando l’attenzione dei colleghi parlamentari “sulle problematiche connesse al randagismo dei gatti”. In conclusione ha invitato la Commissione “a valutare l’opportunità di procedere all’abbinamento della sua proposta di legge n. 2856”.
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mantenimento. I cani vaganti non identificati, nonché i cani ospitati presso le apposite strutture, devono essere identificati; se non reclamati entro il termine di trenta giorni, essi possono essere ceduti a privati che diano garanzie di buon trattamento, alle case famiglia per cani o ad associazioni protezioniste, previa sterilizzazione chirurgica, trattamento profilattico contro la rabbia, l’echinococcosi, altre malattie trasmissibili ed eventuali terapie necessarie. Un’area presso le ASL Con legge regionale si provvede alla costituzione e alla disciplina di una specifica area della medicina veterinaria pubblica presso le aziende sanitarie con responsabilità di azione sull’applicazione delle normative in materia di randagismo, di animali di affezione e sinantropi, di benessere e protezione degli animali. Le regioni adottano ogni anno, in collaborazione con i responsabili di questa specifica area ASL un programma di prevenzione del randagismo, sentite le associazioni animaliste e protezioniste. Il programma prevede interventi riguardanti: a) la diffusione della pratica della sterilizzazione chirurgica e farmacologica, della registrazione anagrafica e della microchippatura, l’incentivazione delle adozioni dei cani ospitati nei rifugi, il miglioramento delle condizioni dei canili; b) iniziative di informazione da svolgere anche in ambito scolastico al fine di conseguire un corretto rapporto con gli animali, basato sul rispetto della vita animale e sulla difesa del loro habitat; c) corsi di aggiornamento e di formazione per il personale delle regioni, degli enti locali, delle forze dell’ordine e delle aziende sanitarie locali addette ai servizi di cui alla presente legge nonché per le guardie zoofile volontarie che collaborano con le aziende sanitarie locali e con gli enti locali. Competenze dei servizi veterinari A quelli già previsti dalla 281 si aggiungono i seguenti: a) sono preposti alla gestione dell’anagrafe canina e dei canili sanitari o ospedali veterinari; b) garantisco-
no gli interventi di reperibilità per le emergenze e di pronto soccorso per ventiquattro ore al giorno; c) provvedono all’istituzione delle case famiglia per cani); d) esercitano la vigilanza sulle case famiglia e la facilitazione degli accessi dei cani da compagnia nei luoghi pubblici e privati; e) partecipano ai programmi di prevenzione del randagismo e di educazione sanitaria; f) effettuano controlli periodici nei rifugi anche sulla base di una lista di attività da monitorare approvata dalla regione. Ripartizione dei fondi La legge regionale determina i criteri e le modalità per il riparto tra i comuni dei contributi per la realizzazione degli interventi di loro competenza, subordinando comunque la ripartizione dei fondi all’effettiva attuazione dei piani di adozione e di sterilizzazione dei cani nonché all’esito positivo dei controlli predisposti dalla regione stessa. Per la realizzazione degli interventi di competenza regionale, le regioni destinano una somma pari al 25 per cento dei fondi assegnati alla regione da decreto ministeriale. La rimanente somma è assegnata dalla regione ai servizi veterinari delle aziende sanitarie locali in base al numero di cani identificati e registrati nell’anagrafe canina e, previo controllo sull’attività svolta, agli enti locali a titolo di contributo per la realizzazione degli interventi di loro competenza. Imposta da 20 euro Tutti i possessori di cani sono tenuti al pagamento di un’imposta comunale annuale di 20euro, salvo alcuni casi di esenzione. Cimiteri I cimiteri per animali di affezione sono realizzati da soggetti pubblici o privati, sono localizzati in una zona giudicata idonea dal comune, previo parere della competente azienda sanitaria locale per i profili attinenti l’igiene e la sanità pubblica. Il trasporto delle spoglie di animali di affezione è eseguito a cura dei proprietari su autorizzazione di un medico veterinario che escluda qualsiasi pregiudizio per la salute pubblica. ■
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Congresso Fnovi: “Un patto tra la nostra professione e l'Università”
di Antonio Manfredi
0, 635, 655, 1100, 1320. Tutti danno i numeri ma chi ha ragione?
(...) Come giustamente ha detto Barbacini basta vedere la movimentazione di Vetjob, servizio telematico offerto dall'ANMVI per fare incontrare domanda ed offerta di lavoro per i veterinari, per rendersi conto che non vi è equilibrio nel mercato del lavoro veterinario. I due interventi che ho maggiormente apprezzato, e mi perdoneranno gli altri relatori, non solo perché "nuovi" nei loro contenuti ma anche perché basati su indagini e numeri con i quali mi diventa più facile un ragionamento, sono stati quelli di Angelo Mastrillo, Segretario della Conferenza Nazionale Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie, e di Stefano Zanichelli, Consigliere FNOVI e Professore al Corso di laurea in Medicina Veterinaria di Parma. I dati da loro riportati sono doppiamente importanti, non solo per il significato diretto che esprimono, ma anche perché provengono da fonti che non possono essere considerate di parte, come spesso veniamo accusati quando presentiamo indagini ANMVI. È evidente che la Commissione da tutti caldeggiata per affrontare in modo concreto il problema del sovrannumero di veterinari in Italia, dovrà per forza partire dai numeri da loro proposti, oltre a quelli delle indagini, già pubblicate, dell'ANMVI e della FNOVI. A questo proposito ricordo che l'ANMVI avvierà all'inizio del 2008 un'indagine conoscitiva sulla con-
dizione occupazionale dei laureati in veterinaria degli ultimi 5 anni, per avere dati reali da portare al mondo istituzionale. Venendo al punto principale del contendere da parte dei vari relatori, Gaetano Penocchio, provocatoriamente, dice che il fabbisogno attuale di nuovi veterinari è pari a 0. Le Regioni, sia pure con scarsa attendibilità, visto che molte si basano sui numeri di iscritti della Facoltà locale, dichiarano 635, il turnover previsto al 2,5% (molto ottimista) prevede 655, il numero programmato di iscritti (questo numero si chiama programmato perché dovrebbe tener conto delle esigenze del mercato del lavoro nei prossimi anni) previsto dal MIUR, riteniamo su richiesta delle Università, è stato di 1342, che corrisponde ad un turnover di oltre il 5%. La differenza fra i numeri evidenzia non solo le diverse posizioni ed interessi ma anche le difficoltà enormi che ci sono nel poter trovare un punto di incontro. Visto che al momento non vi sono nuovi spazi di lavoro, che il settore pubblico non assume, che il settore zootecnico è in crisi, i 1342 dovrebbero rimpiazzare altrettanti colleghi che per pensionamento o altri motivi, rinuncino alla loro attività professionale, e questi dovrebbero essere più o meno tutti nel settore degli animali da compagnia. Ma è credibile? D'altra parte come si fa a dare torto a Castagnaro quando ricorda al-
la platea del Congresso che le Università stanno in piedi con le tasse degli studenti e con i finanziamenti statali, e tutti questi sono in proporzione al numero degli iscritti? Come è possibile contestarlo quando ricorda che uno studente costa più di 60mila euro all'anno e che il corso di laurea in Medicina Veterinaria è il più costoso in assoluto? Come è possibile non essere d'accordo con lui quando ricorda gli investimenti che le facoltà devono fare per migliorare il livello qualitativo e poter avere il riconoscimento europeo? Lui stesso ha lanciato alcune proposte che già l'ANMVI ha suggerito o accolto in questi anni: il Fondo di Finanziamento Ordinario non può essere distribuito fra i diversi Corsi di laurea, sulla base del numero degli iscritti, senza tener conto delle diverse esigenze didattiche, e quindi economiche, fra un Corso di Laurea in Lettere ed uno in Medicina Veterinaria. Dovrà quindi essere prevista una diversa ripartizione; gli anni del Corso di Laurea potrebbero essere portati a sei prevedendo negli ultimi anni la scelta di un indirizzo specifico ed un tirocinio pratico più ampio. Sei anni significa per le Università la possibilità di tagliare subito del 20% il numero degli iscritti senza alcuna perdita economica. Da 1300 iscritti arriveremmo così a circa 1000, anche qualche cosa meno se si riuscisse ad intervenire sul riparto dei finanziamenti. Aggiungerei anche, ma questo lo dico a titolo del tutto personale, che si potrebbe incominciare a pensare ad una figura professionale di Infermiere Veterinario, di cui si sente ormai l'esigenza in molte strutture, ruolo oggi ricoperto da molti giovani veterinari, spesso abbastanza sfruttati. Laurea triennale, 300 iscritti all'anno che potrebbero ridurre ancora il numero dei futuri veterinari che non dovrebbero supe-
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rare così i 600/650. A questo dobbiamo però aggiungere altre considerazioni: se portiamo la Laurea a sei anni, sia per l'impegno degli studenti e delle famiglie, sia per il costo aggiuntivo per l'economia del paese, il posto di lavoro dovrebbe veramente essere garantito. Il tirocinio universitario, quindi, dovrebbe essere realmente pratico per dare ai laureati tutte le caratteristiche professionali per un inserimento nel mondo del lavoro. Non credo comunque che questo possa escludere del tutto un periodo, sia pur breve, di praticantato esterno. L'ultimo anno si dovranno prevede-
re anche insegnamenti riferiti agli aspetti normativi e deontologici dell'attività professionale ed un corso di Practice Management. Penso anche che si dovrebbe: rivedere le prove di accesso per dare un equilibrio agli interessi ed alle motivazioni che portano all'iscrizione al Corso di laurea. Zanichelli con i suoi dati ha evidenziato molto bene questo problema. Penocchio aveva proposto, e la cosa andrebbe seriamente valutata, di abolire la prova di ingresso al primo anno e fare la selezione con ammissione al secondo anno sulla base dei risultati ottenuti. I crediti acquisiti potrebbero essere recuperati su altri
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corsi evitando però di avere poi mille iscritti a Lauree brevi del tutto inutili, prevedere diversi indirizzi nel Corso di laurea (medicina pubblica, animali da compagnia, animali da reddito, equini, animali esotici, ecc.) evidenziando anche le diverse possibilità occupazionali, riconsiderare l'esame di Stato che deve veramente essere la dimostrazione delle capacità professionali per affrontare un'attività lavorativa, bloccare ogni nuovo Corso di laurea e, perché no?, ridurre il numero di quelli attuali facendo accorpamenti, diversificazioni e, se necessario, arrivando anche alla chiusura di quelli che non hanno possibilità di crescita qualitativa per motivi economici o strutturali. Mi rendo conto che questi punti non sono facili da accettare per tutti e che gli interessi possono anche
essere contrastanti, ma se il tavolo di discussione, sollecitato ed approvato da tutti, non sarà in grado di trovare dei punti di incontro, la situazione diventerà sempre più difficile e grave per tutti i veterinari, giovani e anziani che siano. Mi permetto di aggiungere che, al di fuori di questo confronto diretto, se vogliamo veramente far crescere la categoria in termini economici, e quindi di riflesso anche professionali, è ora che si inizi una seria lotta all'abusivismo. L'ANMVI ha lanciato già da tempo questa battaglia con scarsa rispondenza da parte dei veterinari e degli Ordini. Credo anche che ci si debba porre l'obiettivo, come già avviene in quasi tutti i paesi europei, di dare la possibilità ai veterinari di poter gestire il farmaco ed altri prodotti
per il benessere dell'animale, senza le ingiustificate restrizioni che l'attuale normativa impone. I veterinari, nel sondaggio dell'ANMVI, si sono espressi ampiamente a favore di questa possibilità. Non dimentichiamo che un migliore livello economico permette un maggior aggiornamento, nuovi investimenti, e quindi una più elevata professionalità, non solo qualitativa, ma anche come immagine verso il cliente. ■
Una formazione diversa ome accademico, ma anche in veste di Presidente SISVET, il Professor Antonio Pugliese guarda alla diatriba fra università e professione come a “una guerra fra poveri”. La distensione è invece possibile se si vuole considerare che “l’accademia non è distante e la professione non può a sua volta prescindere da questa”. Va in questa direzione il tavolo tanto auspicato e già approntato dalla Società Italiana delle Scienze Veterinarie per il 6 dicembre al Ministero della Salute e annunciato all’VIII Congresso Nazionale dell’ANMVI. Su una tematica di particolare e imprescindibile interesse, “La medicina veterinaria nella formazione e nella professione”, si confronteranno la FNOVI e la Conferenza dei presidi, passando per il rappresentante dei Coordinatori del corso di laurea in medicina veterinaria, il presidente della CRUI, i rappresentanti di ISS e IZS e non da ultimo le rappresentanze ministeriali di ben tre dicasteri: università, salute e politiche agricole. La SISVET, che riunisce circa 1.400 soci “all’80 per cento universitari”, ha ritenuto di invitare a partecipare a questo tavolo tecnico, il secondo nell’arco di 2 mesi (il primo era stato fatto a Salsomaggiore durante il LXI Congresso) oltre agli organi istituzionali anche le principali società scientifiche “perché bisogna imparare a dialogare” ha detto il Professor Pugliese, alla platea dell’ANMVI, aggiungendo: “io mi rendo conto del discorso che viene dal Presidente della FNOVI e dal Presidente dell’ANMVI relativamente ai problemi occupazionali. Venti anni fa non avevamo di questi problemi perché si riusciva ad occupare tutti i laureati, poi il boom è stato positivo e negativo al tempo stesso, per noi come per altre professioni intellettuali”. Operando nell’università da quasi trent’anni il Prof. Pugliese, docente di Clinica Medica Veterinaria presso la Facoltà di Messina, testimonia che nonostante il numero chiuso, ritenuto anche incostituzionale “la qualità è vistosamente calata”. Tuttavia egli si interroga se la soluzione siano i numeri (“0?, 658? 1100?”), oppure “se non si debba migliorare la qualità del prodotto” Se la direzione è la qualità, l’Accademia, secondo il Presidente SISVET, ha bisogno di docenti e supporti strutturali: “come possiamo formare professionisti della sanità pubblica veterinaria se non abbiamo i mezzi? se i finanziamenti sono pari a zero e si propone di congelare il FFO? Allora è giunto il momento che anche il Ministero della Salute riconosca che esistono le Facoltà di Medicina Veterinaria, alla stessa stregua di quelle di Medicina, e che sono proprio loro a formare i professionisti (la formazione qualificata e riconosciuta spetta solamente alle Università). Solo così potremmo auspicare di avere una professione maggiormente qualificata e un indirizzo specialistico adeguato alle esigenze attuali. L’università fa degli sforzi notevoli per stare dietro ai tempi e il lavoro dei colleghi supera di gran lunga quello che si poteva fare in altri periodi”. Continua ancora il prof. Pugliese, “dobbiamo unire le forze e impegnarci congiuntamente a conquistare i nostri spazi, come la sicurezza alimentare che merita, forse più degli altri, un corso di laurea triennale e specialistico, dove le nostre competenze hanno un ruolo determinante. Questo a fronte di altri corsi di formazione che abilitano all’eterna disoccupazione. Quindi avviamoci e questo è il momento di strutturare una formazione diversa con indirizzi professionali di competenza”. Se il medico veterinario aspira a riconquistare il ruolo sociale di un tempo “dobbiamo anche finirla di inserire materie che non servono a niente, sottraendo spazio e tempo alle materie caratterizzanti e qualificanti la professione di medico degli animali”. C’è dunque la massima apertura verso una svolta per la qualità: “riconosciamo nell’università l’alma mater conclude Pugliese - perché tutti siamo figli della stessa genitrice che ha necessità di essere rispettata e sostenuta nelle scelte, quindi lavoriamo insieme per costruire una professione diversa”.
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PREVIDENZA
ENPAV - 24 novembre
di Giorgio Neri
Prima presidenza Mancuso per l’Assemblea dei delegati i è svolta a Roma l’ultimo sabato di novembre, come di consueto, l’Assemblea ordinaria dei delegati provinciali dell’Enpav, che per la prima volta è stata presieduta dal collega on. dr. Gianni Mancuso. Il nuovo Consiglio d’Amministrazione, infatti, pur essendo stato eletto dai delegati provinciali nel novembre dello scorso anno, è stato di fatto nominato solo a giugno di quest’anno per cui l’assemblea ordinaria di maggio era stata presieduta ancora da Alessandro Lombardi, che oggi siede in CdA come rappresentante dei pensionati. L’occasione è stata pertanto propizia per conoscere gli obiettivi che il nuovo presidente e il suo CdA si prefiggono di perseguire nello svolgimento del loro mandato e che sono stati esposti nella relazione al primo punto all’ordine del giorno.
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Nel segno della continuità L’intendimento è quello di proseguire la gestione dell’Enpav nel segno della continuità e dello spirito di servizio, potenziando la comunicazione e il rapporto diretto con gli iscritti. In questo contesto si inserisce anche l’unione delle forze con la Fnovi mediante la gestione congiunta della rivista che prossimamente vedrà la luce dalle ceneri del Progresso Veterinario e del Notiziario Enpav. Un altro intendimento di particolare importanza è quello di aumentare i servizi che l’Ente erogherà agli iscritti, anche mediante una diffusione della cultura tecnologica tra gli iscritti. Il Presidente ha poi ricordato che la previdenza nel nostro Paese si dibatte in acque non certo tranquille e sarà possibile che in futuro tutti noi dobbiamo affrontare dei sacrifici. Rimane comunque fermo l’obiettivo degli amministratori di garantire, nei limiti della sostenibilità del sistema, una pensione che in funzione dei contributi versati sia decorosa e in grado di permettere un adeguato tenore di vita anche da pensionati. Per questo rimane ferma la volontà di continuare a determinare l’entità dell’assegno pensionistico di base col metodo retributivo, più vantaggioso, e di far conoscere al meglio l’opportunità garantita dalla pensione modulare, che risulta di gran lunga più conveniente delle forme pensionistiche integrative attualmente sul mercato. Investimenti ed emolumenti Hanno poi relazionato il Vicepresidente Scotti e il Consigliere Gandola, rispettivamente sugli investimenti mobiliari e immobiliari, testimoniando agli iscritti, dati alla mano, della bontà delle decisioni prese. Il punto successivo dell’ordine del giorno ha affrontato una questione che, così come previsto esplicitamente dallo statuto
Delegato ENPAV di Novara
Pensione modulare e convenzionati er la prima volta nel Bilancio dell’Ente compaiono l’accantonamento al Fondo Pensione Modulare e l’accantonamento al Fondo Contributi da Convenzioni, che vanno ad alimentare i due relativi fondi, uno per l’erogazione della pensione modulare ed uno per l’erogazione dell’analoga pensione ai veterinari convenzionati. La pensione modulare è stata approvata dai Ministeri del Lavoro e dell’Economia ad aprile di quest’anno. Questa novità previdenziale è caratterizzata dalla “personalizzazione” del trattamento pensionistico. L’intento perseguito dagli Organi direttivi dell’Ente, è stato quello di consentire a ciascun iscritto di costruire, nel tempo, un trattamento pensionistico capace di essere realmente adeguato alle esigenze e alle prospettive di vita future. In base al nuovo articolo 5 bis del regolamento (Contribuzione dovuta in rapporto di convenzione) la contribuzione obbligatoria annua dei medici veterinari convenzionati è determinata applicando, al reddito convenzionato, l’aliquota percentuale stabilita dagli accordi collettivi nazionali tra Medici Veterinari ed Aziende ed Enti pubblici. A tal fine il reddito derivante da rapporto di convenzione è equiparato al reddito da libera professione. Quanto al rapporto stimato dall’Ente, tra iscritti (25.400) e pensionati (5.993), questo sale a 4,2 (era di 4,1 nel preventivo 2007) e continua a fornire un elemento di solidità e garanzia per i futuri equilibri dell’Ente.
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dell’Ente, per questioni di opportunità deve essere risolta all’inizio di ogni mandato in quanto consiste nel definire quali saranno gli emolumenti che percepiranno i componenti degli Organi statutari per il quinquennio del loro mandato; un sensibile ritardo nella decisione infatti determinerebbe un’eccessiva retroattività del diritto alla percezione di quanto deliberato perché esso decorre comunque dalla data della nomina ministeriale. La proposta di adeguamento degli emolumenti è stata dunque incentrata su un dato di fatto, e cioè che negli ultimi dieci anni non era stato attuato alcun adeguamento se non un aumento del 10% all’inizio del quinquennio passato per allineare i compensi all’aumento del costo della vita, e sulla commisurazione a due criteri guida: il rischio e quindi le responsabilità nella gestione dell’Ente e del suo patrimonio, e il carico di lavoro e quindi l’impegno che deve essere profuso all’interno dell’Ente da parte degli amministratori. In pratica si è ritenuto che l’emolumento dovesse essere adeguato e proporzionale alle responsabilità e ai carichi di lavoro a cui sono sottoposti i vari organi di amministrazione. Tale risoluzione è giustificata dal fatto che l’Enpav ha conosciuto nell’ultimo decennio un notevole sviluppo che ha determinato la sottoposizione degli Organismi amministratori ad un’attività sempre più complessa e frenetica. A testimonianza di ciò, per esempio, si pensi che il numero delle riunioni annue a cui hanno partecipato i consiglieri d’amministrazione è passato nell’ultimo decennio da 17 a 66. Inoltre la diversificazione degli investimenti sia mobiliari che immobiliari, ora permessa dalla legge, finalizzata al raggiungimento di una migliore performance ha richiesto una presenza assidua e un’applicazione pres-
soché costante degli amministratori all’interno dell’Enpav. Sulla base di questi fattori si è definito che l’incremento maggiore dovesse essere attribuito al Presidente e al Vicepresidente, che comunque un aumento sensibile dovesse essere riconosciuto anche ai Consiglieri d’Amministrazione e ai Sindaci, e che per i Delegati provinciali, che non hanno visto aumentare sensibilmente le loro responsabilità e il loro carico di lavoro, fosse sufficiente un incremento proporzionale all’aumento del costo della vita verificatosi nel quinquennio. Anche per questi ultimi tuttavia è stato stabilito che un aumento dell’impegno profuso a favore dell’Ente debba comportare un aumento del riconoscimento economico, per cui è stato deciso di garantire un gettone di presenza nel caso in cui, una volta all’anno, il delegato relazioni agli iscritti della propria provincia sull’attività dell’Enpav. La votazione ha determinato un’approvazione a larga maggioranza per quanto riguarda la proposta di revisione degli emolumenti del Presidente, del Vicepresidente, dei Consiglieri e dei Sindaci, mentre i compensi proposti per i Delegati sono stati approvati con una maggioranza più risicata. Gli aumenti deliberati incideranno sull’utile bilancio dell’Ente per un 2%. Preventivo 2008 L’ultimo punto all’ordine del giorno è stato l’approvazione del bilancio preventivo 2008 (utile d’esercizio di 18.568.000, 00 euro +6,18% sulla previsione 2007). La relazione del CdA ha evidenziato la previsione di un aumento dei costi totali del 4,1% e di un incremento dei ricavi del 4,8% rispetto al 2007. L’avanzo previsto è superiore del 6,2% rispetto a quello dell’anno precedente. Il bilancio è stato approvato con 78 voti favorevoli, 2 voti contrari e 15 astensioni. ■
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RUBRICA LEGALE
Se anche l’erba è medica…. elle società occidentali contemporanee la natura medica della professione veterinaria è un dato acquisito ormai da lungo tempo, entrato a far parte della nostra cultura senza che alcuno ne dubiti. Suscita pertanto meraviglia che da alcune sedi, anche autorevoli, vengano avanzati dubbi sul fatto che la professione del veterinario sia una professione medica. Al riguardo è già sufficiente richiamare i rudimenti della medicina veterinaria, come comunemente intesa, per intendere come il veterinario sia un medico, tralasciando il pur eloquente elemento nominale, che già di per sé rivela quanto espresso finora (si parla di medico-veterinario e di medicina-veterinaria, e la facoltà universitaria è quella di medicinaveterinaria). Innanzitutto voglio ricordare che la medicina veterinaria è classificata, dal punto di vista scientifico-didattico, come la branca della medicina che studia le malattie degli animali (domestici o da
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reddito), oltre a controllare gli alimenti di origine animale allo scopo di tutelare la salute umana. L’indirizzo degli studi è rappresentato, come per la medicina umana, da una base di anatomia e fisiologia, alla quale si aggiungono - nel prosieguo degli studi - le materie di studio delle malattie di carattere medico e chirurgico a carico degli animali (patologia generale, anatomia patologica, patologia medica e chirurgica), fino ad arrivare alla clinica medica e chirurgica, dove - come per la medicina umana - viene studiato il singolo animale malato. Né va dimenticato che la cura delle patologie riscontrate avviene attraverso medicinali e farmaci che possono essere prescritti soltanto da un medicoveterinario, e/o attraverso interventi chirurgici che soltanto il medico veterinario è abilitato ad eseguire. Quanto appena esposto riguarda il profilo generale della professione veterinaria, ma trova altresì e-
splicita conferma sotto il profilo giuridico, ove la definizione di atto medico - data in più di una pronuncia dalla Corte di Cassazione in riferimento all’esercizio abusivo della professione medica - trova precisa rispondenza nell’attività del veterinario, come già esposto in precedenti pareri da me resi riguardo all’art.348 c.p. Secondo la Suprema Corte, infatti, sono “tipiche dell’atto medico…le scelte e valutazioni di carattere diagnostico” (Cass. pen. 3.4.1995 N°9089, in Riv. Pen. 1995, 1444), così come viene precisato che “l’“atto medico” ed il “trattamento terapeutico” rimangono… ancorati alla diagnosi, terapia, profilassi e prevenzione degli stati morbosi” (Cass. pen., sez. VI, 25/01/1996, N°524, in Riv. giur. Polizia, 1997, 234). Analogamente, l’attività medica viene definita dalla Cassazione come attività consistente “nella formulazione di diagnosi, nell’indicazione di prognosi, in relazione a malattie o disfunzioni... in at-
di Maria Teresa Semeraro
Avvocato, Bologna to o prevedibili, nonché nella prescrizione di terapie e pratiche di prevenzione, con eventuale prescrizione di farmaci, nella manipolazione del corpo umano, sempre a scopo curativo o preventivo, nella prescrizione ed applicazione di protesi o nell’utilizzazione di qualsiasi altro diverso strumento curativo o preventivo” (Cass. pen., 20/12/1995, n.3403, in Cass. Pen., 1996, 3301). Forse che l’attività del medico-veterinario non è modellata su quelle così individuate dalla Corte di Cassazione? È innegabile dunque che qualsivoglia atto posto in essere da un veterinario è un atto medico, dall’atto strettamente diagnostico-terapeutico all’atto veterinario in senso lato, quale è un atto che, pur non avendo finalità diagnostiche e/o terapeutiche, ha tuttavia delle implicazioni di tale tipo, in ragione dell’invasività dell’atto e degli esiti negativi (infezioni) che possono derivarne in caso di effettuazione da parte di chi non è
medico: è il caso - come illustrato in un recente parere pubblicato sul N°38/2007 di Professione Veterinaria - dell’igiene dentale, ma ritengo che tale interpretazione possa essere applicata, per analogia, anche ad altre attività, come ad esempio il taglio delle orecchie. Mi sembra dunque evidente che la professione veterinaria è professione indiscutibilmente medica, e mi sento di poter affermare che chi avanza dubbi al riguardo agisce in vista di obiettivi che non so individuare, ma che sicuramente esulano dall’aspetto scientifico della questione. Il chiarimento parrebbe superfluo (da qui il tono scherzosamente ironico del titolo) ma vi sono echi, a volte sempre più assordanti, che mettono in discussione la natura medica dell’attività del veterinario. La prestazione di cura veterinaria è invece, e sine dubio, un atto medico e, in quanto tale, atto che può essere effettuato, allo stato, solo dal medico veterinario. ■
Cassazione sull’art. 348 c.p.
È abusivo anche chi esercita una sola volta e gratis un amico, non si fa pagare e anche se non è abilitato, per una volta, può farmi la prestazione. È andata così fra un privato e un falso professionista che, sulla base di questi presupposti, hanno ritenuto di non incorrere nel reato penale di esercizio abusivo di una professione. Ma la Cassazione non la pensa così: “Ai fini della configurabilità del delitto di esercizio abusivo di una professione, non è necessario il compimento di una serie di atti, ma è sufficiente il compimento di un’unica ed isolata prestazione riservata ad una professione per la quale sia richiesta una speciale abilitazione, mentre non rileva la mancanza di scopo di lucro nell’autore o l’eventuale consenso del destinatario diretto della prestazione, in quanto l’interesse leso, essendo di carattere pubblico è indisponibile”. La Cassazione si è espressa in questi termini nella sentenza 42790 depositata il 20 novembre, affermando che l’esercizio abusivo si configura anche quando venga commesso una sola volta, anche se la prestazione viene effettuata gratuitamente e anche se il destinatario dell’atto tipico era al corrente di trovarsi di fronte ad un non abilitato. E ancora: “Ai fini della configurabilità del reato di esercizio abusivo di una professione è irrilevante l’eventuale scopo di lucro e, in genere, qualsiasi movente di carattere privato; sicché la consapevole mancanza di titolo abilitativo all’esercizio della professione integra il dolo generico richiesto per la sussistenza del reato, ancorché l’abusiva prestazione professionale sia stata del tutto gratuita e con il concorrente consenso del destinatario di tale prestazione”. Questo perché “titolare dell’interesse protetto dalla norma penale è solo lo Stato” e dunque “l’eventuale consenso del privato è del tutto irrilevante”.
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ONAOSI: versamento a carico del datore di lavoro carico degli enti pubblici legalmente riconosciuti sussiste l’obbligo di provvedere, mediante ritenuta diretta, a prelevare il contributo obbligatorio dagli emolumenti erogati ai sanitari dipendenti, riversandolo all’ONAOSI. L’importo della somma da versare viene quantificato in base all’estratto esecutivo del ruolo dei sanitari, il cui invio ha l’effetto di costituire l’ente pubblico debitore dell’intero ammontare nei confronti della menzionata Opera, nonché di legittimare la ritenuta nei confronti dei sanitari iscritti. (www.dirittosanitario.net)
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laPROFESSIONE VETERINARIA 43/2007 RIFLESSIONI
Cosa sta accadendo ai Servizi Veterinari el rinnovare al Presidente Scotti i complimenti per l’ottima riuscita del Congresso Nazionale ANMVI del 18 Novembre mi preme, a bocce ferme, esprimere alcune considerazioni su una problematica che anche nel Convegno è stata oggetto di riflessioni da parte di qualche relatore ma dì
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cui sfugge, a mio parere ai più, la portata e la reale importanza. Mi riferisco al futuro della Professione nell’ambito della Sicurezza Alimentare. Mi sembra infatti che in questo ambito la Veterinaria, al di là delle dichiarazioni di intenti e delle posizioni ufficiali del SIVEMP, stia combattendo una battaglia di re-
troguardia di fatto già persa. La mia non vuole essere, intendiamoci, una critica a colleghi che operano con grande impegno da anni in ambito di FNOVI e AIVEMP che conosco e che stimo profondamente, ma da pubblico dipendente “senza galloni” posso forse comprendere, meglio dei colleghi che nell’ambito delle A-
SL svolgono incarichi di rilievo, la dimensione di quanto sta accadendo nell’ambito dei Servizi Veterinari. L’emanazione dei Regolamenti del cosiddetto “Pacchetto Igiene” avrebbe potuto e dovuto costituire l’occasione per vedere e rilanciare il ruolo della Veterinaria nel sistema di prevenzione, integran-
di Daniele Rossi
Presidente dell’Ordine dei Veterinari di Piacenza do pubblico e privato; sta invece diventando l’alibi per la progressiva sua autoeliminazione dal sistema. Come definire altrimenti la totale ed ormai endemica rassegnazione dei colleghi dipendenti al cambiamento, sicuramente in parte necessario, del modello di Sanità Pubblica Veterinaria che sta avvenendo ormai ovunque attraverso la mancata sostituzione dei pensionandi? I nostri dati anagrafici ormai Jurassici dovrebbero se non altro far meditare! L’atteggiamento più comune all’interno dei Servizi è invece quello di una ignave indifferenza verso tutto ciò che accade, premiante in quanto funzionale agli intendimenti di chi deve ridurre budget e costi di un sistema “ingombrante”; la cosa, peraltro, gli sta riuscendo benissimo con la parte più debole e condiscendente, con tanti auguri a chi non si adegua. La prospettiva dell’esternalizzazione delle prestazioni sta oltretutto cogliendo, anche per le note nostre lacune di preparazione universitaria, la Professione impreparata. Il rischio, reale e cogente, è che ciò che era di competenza del “Veterinario Ufficiale” e che ora per i Regolamenti è compito dell’“Autorità Competente” sarà (per gli ambiti non strettamente propri della Veterinaria) in prospettiva futura appannaggio di professionalità che si stanno dimostrando assai più attente della nostra ai cambiamenti in atto. Stiamo a mio avviso rischiando di perdere il ruolo fondamentale di governance del sistema di controllo sulle produzioni di origine animale. Che dire a proposito delle enormi occasioni che abbiamo perso (e che potremmo a mio avviso in parte ancora cogliere) nell’ambito delle consulenze sulle produzioni alimentari! La responsabilizzazione che la legislazione comunitaria impone sempre di più al produttore di alimenti doveva trovarci presenti ed attenti, ed invece (al di là delle recenti iniziative comuni ad Agronomi ed Agrozootecnici, che però interessano per lo più la produzione primaria ) sappiamo bene come è andata. Vorrai scusare i toni di questo mio sfogo ma credo sia doveroso per chi ha il compito sempre più oneroso dì accogliere ogni anno i ragazzi che si affacciano alla Professione sapere se debbano essere disillusi o meno anche sulla prerogativa “sicurezza alimentare”. Auspico quindi che questo possa essere lo spunto per avviare finalmente su questi temi una seria riflessione e un dibattito costruttivo nell’ambito della Veterinaria, per cercare di vincere il nostro nemico principale, ovvero il muro di gomma dell’indifferenza dei Veterinari stessi. ■
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Approccio toracoscopico alle neoplasie polmonari
di Maria Grazia Monzeglio
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Dall’asportazione di piccole lesioni alla lobectomia completa mininvasiva
a toracoscopia permette di esplorare la cavità toracica e i relativi organi con minima invasività. Ma l’attuale tecnologia delle fibre ottiche e delle microtelecamere, associata a opportuni strumenti chirurgici, consente anche di eseguire interventi chirurgici molto avanzati, inclusa l’asportazione di neoplasie polmonari. Così ha introdotto la sua relazione “Approccio toracoscopico alle neoplasie polmonari” Eric Monnet (Professore di Chirurgia dei piccoli animali presso la Facoltà di Veterinaria dell’Università del Colorado) al 57° congresso nazionale SCIVAC (Perugia, 26-28 ottobre 2007). Lo strumentario necessario per effettuare una toracoscopia consiste in: - Toracoscopio rigido: in genere ha un diametro di 5 mm e può essere utilizzato in animali di diversa taglia. I toracoscopi sono disponibili con ottiche ad angoli di visione diversi, ma i più utili sono quelli con angolo di visione a 0° oppure quelli obliqui a 30° (i primi offrono una visuale più “naturale” per l’operatore, mentre quelli a 30° offrono una visualizzazione migliore delle pareti della cavità toracica, anche se di più difficile manipolazione se l’operatore non ha grande esperienza). - Trequarti/cannule: in genere si utilizzano quelli con diametro di 12 mm, che permettono l’introduzione della maggior parte degli strumenti operativi. Se si esegue solo un’esplorazione è sufficiente un diametro di 5 mm. Bisogna tenere conto che le cannule non hanno valvola ed è quindi indispensabile la ventilazione meccanica del paziente,
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poiché si crea comunicazione con l’ambiente esterno. - Set base di strumenti chirurgici per toracoscopia: pinze da presa, forbici, pinze da biopsia, sonda per palpazione. Pinze e forbici sono inserite in una cannula isolata per l’elettrocauterio. Sono disponibili legature pre-annodate per le biopsie polmonari, clip vascolari (di solito 5 mm e 10 mm) e suturatici automatiche con punti metallici (EndoGIA). - Sorgente luminosa - Videocamera - Monitor Per effettuare la toracoscopia è indispensabile la ventilazione meccanica del paziente, spesso anche mono-polmonare (escludendo cioè un polmone), poiché i movimenti respiratori interferiscono molto con l’esame. L’intubazione mono-polmonare o in alternativa il blocco bronchiale (cioè il blocco dell’insufflazione del bronco del lobo polmonare interessato) si effettua con broncoscopio e tubi univent (cioè con degli occlusori). Il polmone o il lobo non ventilato collassano, permettendo le manovre chirurgiche. Occorre controllare attentamente l’ossigenazione del paziente (indispensabile l’emogasanalisi arteriosa). L’approccio di elezione prevede il decubito laterale del paziente; nei casi in cui invece gli esami diagnostici non abbiano permesso di identificare il polmone interessato si effettua un approccio para-xifoideo con il paziente in decubito dorsale, che permette di visualizzare i due emitoraci. Una volta posizionato il paziente si decide in quali spazi intercostali intervenire a seconda della posizione della lesione. Per l’asportazione di lesioni piccole e periferiche si utilizzano lacci ad ansa (Endoloop), tecnica rapida, facile ed economica, mentre per lesioni più ampie si utilizzano le suturatrici endoscopiche automatiche (endoGIA). Dopo la resezione, la porzione asportata
viene inserita in un’apposita sacca per l’estrazione dei reperti (Endopouch), introdotta in cavità toracica e in seguito estratta da una porta toracoscopica opportunamente ampliata. Terminata la procedura si controlla l’assenza di sanguinamenti o fuoriuscita di aria, si appli-
ca un drenaggio toracico e si suturano le brecce operatorie. Per la lobectomia polmonare completa si preferisce il decubito laterale e si induce una ventilazione mono-polmonare. Si prepara mediante dissezione l’ilo polmonare del lobo da asportare e poi si ef-
fettua la dissezione su EndoGIA, comprendendo l’ilo nel suo insieme (senza separare vasi e bronchi). Si utilizzano in genere suturatrici da 45-46 mm con punti da 3,5 mm. Contemporaneamente si può effettuare la biopsia o l’asportazione dei linfonodi ilari. ■
Aspirazione di ovociti nella cavalla: tre metodi a confronto Più cospicua la raccolta di ovociti dalle cavalle gravide al giorno 25 di gestazione
no studio ha confrontato l’efficacia di tre diversi approcci alla raccolta di ovociti equini mediante aspirazione follicolare transvaginale eco-guidata. Come donatrici di ovuli sono state utilizzate 14 cavalle in periodo di transizione primaverile e in stagione riproduttiva fisiologica, mentre altre 11 cavalle sono state accoppiate per essere utilizzate come donatrici a inizio gravidanza. In tutte le cavalle, i grossi (>20 mm) e piccoli (10-20
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mm) follicoli venivano aspirati in otto sedute ogni 10-11 giorni. In ciascuna delle 4 sedute del periodo di transizione, la metà delle cavalle riceveva 12,5 mg di eFSH al giorno per 4 giorni prima dell’aspirazione. Per ciascuna delle quattro sedute durante la stagione riproduttiva, metà delle cavalle riceveva 12,5 mg di eFSH due volte al giorno per 3 giorni prima dell’aspirazione. L’aspirazione delle cavalle gravide avveniva nei giorni 25, 40 e 55 di gestazione e non si somministrava eFSH. I grossi follicoli (>20 mm) erano più numerosi nelle cavalle cicliche di controllo e in quelle cicliche trattate con FSH, che nelle cavalle in periodo di transizione trattate con FSH. Il numero di ovociti raccolti dai piccoli follicoli (10-20 mm) variava tra le cavalle
ed era pari in media a 1,08+/0,22 per aspirazione in quelle in periodo di transizione e a 1,23+/0,22 per aspirazione nelle cavalle cicliche. Il numero di ovociti per aspirazione dei grossi follicoli era maggiore nelle cavalle cicliche trattate (0,46+/-0,09) che nelle cavalle di controllo in periodo di transizione (0,11+/-0,09). Nelle cavalle gravide, i grossi follicoli erano più numerosi il giorno 25 che in qualsiasi altro momento e il numero di ovociti per aspirazione dei grossi follicoli era maggiore il giorno 25 (0,73+/0,16) che il giorno 55 (0,04+/0,18). Confrontando tutte le stagioni e tutti i trattamenti, le cavalle gravide al giorno 25 fornivano il maggior numero di ovociti per aspirazione (2,91+/-0,66 per cavalla). ■
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Iperglicemia nei cavalli affetti da coliche
di Maria Grazia Monzeglio
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Presente come aggravante nel cinquanta per cento dei soggetti in colica di uno studio l 50% circa dei cavalli con patologia addominale acuta presenta anche iperglicemia, associata a un peggioramento della prognosi di sopravvivenza. La somministrazione di insulina nei cavalli affetti da colica potrebbe quindi migliorare le possibilità di sopravvivenza di questi
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pazienti. È l’ipotesi di uno studio retrospettivo condotto su 269 cavalli. Lo studio riporta il reale numero di cavalli con patologia addominale acuta che presentano iperglicemia e valuta per la prima volta l’esistenza di un’associazione tra stato glicemico ed esito clinico dei pazienti. La metà dei 269
cavalli con patologia addominale acuta osservati presso il Royal Veterinary College Equine Referral Hospital tra il 2002 e il 2006 erano iperglicemici, mentre quasi l’altra metà erano euglicemici. Solo lo 0,4% dei soggetti era ipoglicemico. Inoltre, un quinto dei cavalli esaminati era gravemente ipergli-
cemico (glicemia maggiore di 180 mg/dl), condizione che era associata alla morte. L’iperglicemia è un forte fattore predittivo (e a volte la causa) di morbilità e mortalità nell’uomo con patologia critica e il suo controllo è stato associato a una miglior prognosi. Gli autori concludono che il controllo dell’iperglicemia con insulina nei cavalli affetti da patologia addominale acuta potrebbe essere di beneficio. Ulteriori ricerche sono tuttavia necessarie per elucidare completamente l’effetto del controllo dell’iperglicemia nel cavallo in colica. ■
Emogasanalisi del vitello neonato Variazioni nelle prime 24 ore di vita no studio ha determinato la pressione parziale di ossigeno (pO2), il pH, la pressione parziale di diossido di carbonio (pCO2), la concentrazione di bicarbonato, l’eccesso di basi e la saturazione d’ossigeno (SO2) nel sangue venoso e arterioso di 57 vitelli neonati, nati da 55 vacche. Il sangue veniva prelevato immediatamente dopo la nascita e dopo 30 minuti, 4, 12 e 24 ore, dalla vena giugulare e dall’arteria auricolare caudale. La pO2 e SO2 media (sd) del sangue arterioso aumentavano rispettivamente da 45,31 (16,02) mmHg e 64,16% (20,82) alla nascita a un massimo di 71,89 (8,32) mmHg e 92,81% (2,32) 12 ore dopo la nascita. Durante lo stesso periodo, la pCO2 arteriosa diminuiva da 57,31 (4,98) mmHg a 43,74 (4,75) mmHg. I coefficienti di correlazione per il sangue arterioso e venoso erano r=0,86 per il pH, r=0,85 per l’eccesso di basi e r=0,76 per il bicarbonato. I vitelli con pH del sangue venoso minore di 7,2 immediatamente dopo la nascita avevano un eccesso di basi e una concentrazione di bicarbonato significativamente inferiori per 30 minuti dopo la nascita, rispetto ai vitelli con pH di 7,2 o superiore. In contrasto, la pO2 arteriosa era maggiore nei vitelli con un pH ematico inferiore a 7,2 rispetto a quelli con pH maggiore per 30 minuti dopo lo nascita.
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Le notizie di Vet Journal sono consultabili on line all'indirizzo http://www.evsrl.it/vet.journal/ • Notizie scientifiche • Archivio bibliografico • Servizio Cytovet
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Interrogazione parlamentare sui canili lager L’ultimo episodio in Puglia, a Statte, dove è stato sequestrato un canile
deputati Paola Balducci e Angelo Bonelli (Verdi) hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute, al ministro per gli Affari regionali e alle autonomie locali sollevando il problema del randagismo e della tutela animale. “A 16 anni dal varo della normativa nazionale
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per la prevenzione del randagismo e per la tutela degli animali d'affezione, la legge 281 del 1991, - si legge nell’interrogazione parlamentare - spesso non risulta un'assunzione di responsabilità da parte degli amministratori locali, a cominciare dagli assessorati regionali alla sanità”. L’interrogazione fa riferimento ad una notizia diffusa dagli organi di informazione il 29 ottobre scorso, del sequestro da parte del Corpo Forestale dello Stato di un canile, in provincia di Taranto, nel territorio di Statte. La struttura per duecento posti ospitava seicento animali, diversi dei quali in evidente stato di malattia e di denutrizione. Il canile è stato sequestrato su denuncia delle associazioni animaliste e dei cittadini,
Aviaria, attuazione del piano di vaccinazione d’emergenza in Lombardia e Veneto
ccorre mettere in atto tutte le misure idonee ad evitare ogni ulteriore rischio di propagazione della malattia. È dunque in vigore l’ordinanza 9 ottobre 2007 “Influenza aviaria - Attuazione Piano di vaccinazione d'emergenza”. (GU n. 278 del 29-11-2007 - Suppl. Ordinario n. 248). L’ordinanza rende obbligatorio uno specifico piano in Lombardia e Veneto e ha la durata di sei mesi. Le aree densamente popolate di avicoli in nord Italia ed in particolare in queste regioni sono state interessate da numerose ondate epidemiche di influenza aviaria dei sottotipi virali H5 e H7. Nel mese di agosto, in Lombardia, è stata confermata la presenza di un virus influenzale a bassa patogenicità, nella stessa zona ad alta densità di allevamenti avicoli già interessata dal-
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l'epidemia di influenza aviaria a bassa patogenicità verificatasi in Italia nel periodo ottobre 2002settembre 2003. È noto da tempo che i virus dell'influenza aviaria a bassa patogenicità dei sottotipi H5 e H7 possono mutare, se introdotti nelle popolazioni avicole domestiche, in virus ad alta patogenicità e da ciò deriva che la continua circolazione di ceppi virali a bassa patogenicità rappresenta un rischio reale di insorgenza di nuove epidemie. La vaccinazione d'emergenza, si legge nell’ordinanza, è stata efficace nella riduzione della diffusione del virus dell'influenza aviaria in aree a alta densità di popolazione avicola, e risulta un valido supporto all'eradicazione dell'infezione. La vaccinazione rappresenta, per le zone altamente popolate di avicoli, uno tra gli strumenti efficaci di prevenzione ed integrazione delle misure di lotta contro l'infezione, in considerazione anche dell'impatto negativo che gli abbattimenti in massa e la distruzione di milioni di animali hanno sull'opinione pubblica. La stessa strategia europea prevede necessariamente lo sviluppo di una politica di prevenzione che si basi anche su una vaccinazione di emergenza e un miglior utilizzo delle risorse economiche. ■
PIEMONTE
Finanziamento per programmi di educazione alla salute animale a Giunta Regionale del Piemonte ha deliberato l’accantonamento della somma di € 150.000,00 a favore della direzione di Sanità Pubblica da destinare ai Comuni capoluogo di Provincia per l’elaborazione di progetti di educazione sanitaria in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo. Delibera del 5 novembre 2007, n. 21-7340 pubblicata sul BUR del 29 novembre 2007 n. 48.
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che ne hanno segnalato il degrado. Oltre 100 corpi di animali sono stati rinvenuti a poche centinaia di metri dalla struttura. Gli interroganti hanno chiesto “se al Governo risulti quali misure abbia adottato l'assessore alla sanità della regione Puglia per la disastrosa situazione, da tempo nota, della struttura di Statte e perché lì si trovino 600 animali, ovvero il triplo di quanti ne possa ospitare e per quali ragioni i comuni convenzionati con la struttura abbiano interrotto l'erogazione dei contributi e quali misure intenda adottare per la piena applicazione della legge in oggetto e per affrontare la drammatica situazione di molti canili-lager; in particolare, se non ritenga che quanto accaduto a Statte e in altri canili tristemente balzati alle cronache nazionali, sia indegno di un paese civile”. “Risulta evidente - evidenziano i deputati - la necessità di un monitoraggio continuo e minuzioso sul territorio, per control-
lare le condizioni degli animali e anche per verificare l'applicazione dell'anagrafe canina”. Gli interroganti chiedono anche al Governo “se non valuti come priorità la lotta alla speculazione criminosa da parte di privati che hanno trasformato le strutture di ospitalità degli animali in business sulla loro pelle, sovraffollando all'inverosimile le strutture stesse a fini di profitto; se non valuti dunque opportuno che i comuni esercitino direttamente la gestione dei canili, superando i regimi di convenzione; se sia a conoscenza del numero, anche approssimativo, dei canili in regime di convenzione e non, presenti nel nostro Paese; se non intenda attivare da subito controlli capillari su canili e gattili da parte delle autorità di polizia preposte, per accertare le condizioni degli animali; se non ritenga di dover emanare con estrema urgenza una circolare a tutte la AUSL perché adempiano, senza eccezioni, ai compiti di vigi-
lanza che la legge n. 281 del 1991 impone loro, per evitare le sofferenze degli animali e per evitare che si configurino i reati di maltrattamento e dunque la violazione degli articoli 544-ter e 727 del codice penale; se non intenda concordare tempestivamente con le regioni e con gli assessorati regionali alla sanità misure per la reale applicazione della legge n. 281 del 1991, con una piena assunzione di responsabilità, in particolare per prevenire i reati di maltrattamento, per l'efficace adozione dell'anagrafe canina per i piani di sterilizzazione; se intenda garantire l'accesso ai canili da parte delle associazioni di volontariato per favorire le adozioni; ai fini della prevenzione del randagismo e per garantire il benessere degli animali, se non ritenga di voler adottare la tracciabilità dei cuccioli posti in vendita e provenienti dagli allevamenti, molti dei quali oggi sfuggono a ogni controllo”. ■
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EUROPA
Divieto in vigore dal 2009
L’Europa vieta l’importazione di pelli di cani e gatti Una sola eccezione per fini educativi e di imbalsamazione lo scorso giugno aveva già ricevuto il via libera del Parlamento europeo, è stata approvata all’unanimità dai 27 rappresentanti dei Paesi Ue (per l’Italia il ministro alle politiche agricole Paolo De Castro). Finora solo cinque Paesi (Italia, Danimarca, Grecia, Francia e Belgio) avevano adottato su base nazionale una normativa per la messa al bando della commercializzazione di pelli di cani e gatti. Al di fuori dell’Ue, il divieto è già in vigore negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda, Australia e Svizzera. Secondo i risultati di un’indagine condotta a livello europeo, appena un anno fa era ancora possibile acquistare in diversi Paesi - ma non in Italia - alcuni articoli (capi d’abbigliamento, calzature e giocattoli) contenenti inserti di pellicce provenienti da cani e gatti importate essenzialmente dall’Asia. Il regolamento approvato a Bruxelles contiene una sola deroga al divieto assoluto di importa-
l Consiglio dei ministri dell’agricoltura Ue ha approvato il 26 novembre, in via definitiva, il regolamento che introduce a livello europeo il divieto di importare e commercializzare pellicce di cani e gatti. Il divieto, che in Italia è già previsto dalla Legge 20 luglio 2004, n.189, sarà applicato su tutto il territorio dell’Unione a partire dal 31 dicembre 2008. La proposta di regolamento, che
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zione e commercializzazione di pellicce: l’eccezione riguarda il commercio “a fini educativi e di imbalsamazione”. Il commissario Ue per i consumatori, Markos Kyprianou, ha sostenuto adeguatamente le istanze ricevute dagli europei. Il provvedimento introduce anche modalità di attuazione dei controlli alle frontiere e rappresenta la conclusione di un processo avviato nel 2003 con l’adozione, da parte dell’Europarlamento, di una dichiarazione scritta con cui si chiedeva l’introduzione del divieto. In Italia L’articolo 2 (Divieto di utilizzo a fini commerciali di pelli e pellicce) della Legge 20 luglio 2004, n.189 recita: 1. È vietato utilizzare cani (Canis familiaris) e gatti (Felis catus) per la produzione o il confezionamento di pelli, pellicce, capi di abbigliamento e articoli di pelletteria costituiti od ottenuti, in tut-
to o in parte, dalle pelli o dalle pellicce dei medesimi, nonché commercializzare o introdurre le stesse nel territorio nazionale. 2. La violazione delle disposizioni di cui al comma 1 è punita con l’arresto
da tre mesi ad un anno o con l’ammenda da 5.000 a 100.000 euro. 3. Alla condanna consegue in ogni caso la confisca e la distruzione del materiale di cui al comma 1. ■
Portale Europeo della mobilità professionale URES (European Employment Services - Servizi europei per l'impiego) è il portale giusto per trovare informazioni sulle offerte di lavoro e di studio in Europa. Le offerte d’impiego sono aggiornate in tempo reale in 31 paesi europei, con i CV dei candidati interessati, informazioni necessarie per vivere e lavorare all’estero e molto altro. EURES è una rete di cooperazione per facilitare la libera circolazione dei lavoratori all'interno dello Spazio economico europeo, a cui partecipa anche la Svizzera. Fra i partner della rete ci sono servizi pubblici per l'impiego, sindacati ed organizzazioni dei datori di lavoro. La rete è coordinata dalla Commissione europea. I principali obiettivi di EURES sono: informare, orientare e consigliare i lavoratori candidati alla mobilità sulle possibilità di lavoro e sulle condizioni di vita e di lavoro nello Spazio economico europeo;assistere i datori di lavoro che intendono assumere lavoratori di altri paesi; fornire informazioni e assistenza a chi cerca e offre lavoro nelle regioni transfrontaliere. http://ec.europa.eu/eures/home.jsp?lang=it
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organizzato da
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Edizioni Veterinarie E.V. srl
SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI
PROSSIMI AGGIORNAMENTI SCIENTIFICI SCIVAC Per informazioni: Segreteria SCIVAC - Paola Gambarotti - Tel. 0372/403508 - Fax 0372/403512 - E-mail: info@scivac.it - www.scivac.it
CORSI PRATICI
CORSO INTRODUTTIVO
DIAGNOSI E TERAPIA DELLE CARDIOPATIE CONGENITE NEL CANE E NEL GATTO
CORSO INTRODUTTIVO ALLA PRATICA ANESTESIOLOGICA
(6° Parte dell’Itinerario didattico di Cardiologia) Cremona, 21/23 Febbraio 2008 Centro Studi SCIVAC
Padova, 26/27 Gennaio 2008 Sheraton Padova Hotel & Conference Center Corso Argentina, 5 - 35129 Padova
ECM: In fase di accreditamento
ECM: In fase di accreditamento
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ESAME NEUROLOGICO E LOCALIZZAZIONE (1° Parte del 3° Itinerario didattico di Neurologia) Cremona, 23/26 Gennaio 2008 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento DIRETTORE Marco Bernardini, Med Vet, Dipl ECVN, Padova RELATORI Massimo Baroni, Med Vet, Dipl ECVN, Monsummano Terme (PT) Marco Bernardini, Med Vet, Dipl ECVN, Padova Sigitas Cizinauskas, DVM, Dipl ECVN, Helsinki, Finlandia Cristian Falzone, Med Vet, Dipl ECVN, Monsummano Terme (PT) Gualtiero Gandini, Med Vet, Dipl ECVN, Bologna ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 700,00 + IVA 20% Non soci: € 850,00 + IVA 20%
RELATORI Claudio Bussadori, Med Vet, Dipl ECVIM-CA (Card), Med Chir, Milano Roberto Bussadori, Med Vet, Milano David Chiavegato, Med Vet, Padova Roberto Santilli, Med Vet, Dipl ECVIM-CA (Card), Malpensa (VA) ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (36) QUOTE Soci SCIVAC: € 550,00 + IVA 20% Non soci: € 700,00 + IVA 20%
CORSO AVANZATO INTENSIVO ANESTESIA LOCOREGIONALE Cremona, 25/26 Febbraio 2008 Centro Studi SCIVAC ECM: In fase di accreditamento RESPONSABILE SCIENTIFICO Federico Corletto, DVM, CertVA, Dipl ECVA, MRCVS, Cambridge (UK) RELATORI Federico Corletto, DVM, CertVA, Dipl ECVA, MRCVS, Cambridge (UK) Paolo Franci, Med Vet, Pisa ISCRIZIONE Partecipazione a numero chiuso (30) QUOTE Soci SCIVAC: € 330,00 + IVA 20% Non soci: € 480,00 + IVA 20% La quota comprende la cena di Lunedì sera
RELATORI Federico Corletto, DVM, CertVA, Dipl ECVA, MRCVS, Cambridge (UK) Luca Zilberstein, Med Vet, PhD, Maisons-Alfort, Francia PARTECIPAZIONE A NUMERO CHIUSO: 100 QUOTE Soci SCIVAC, Studenti e Neolaureati (2005/2008): € 144,00 (IVA inclusa) Veterinari non soci: € 180,00 (IVA inclusa)
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Comunicato stampa ANMVI - SIMVeNCO
MNC, rivedere le regole sulla pubblicità o scorso 16 Novembre si è tenuta a Cremona, presso Palazzo Trecchi, una riunione dei vertici ANMVI con i membri del Consiglio Direttivo SIMVeNCo. Tema dell’incontro il documento redatto a Luglio 2007 dalla FNOVI: “Pubblicità Sanitaria: linee guida inerenti l’applicazione dell’art. 48 del Codice Deontologico - Medici Veterinari comportamentalisti/ MNC”. Appena redatto il Documento aveva suscitato le critiche dei Medici Veterinari esperti in MNC perché tali linee guida risultavano essere inadeguate alla realtà prati-
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Maurizio Mazzucchelli nuovo Presidente SOVI Eletto il CD per il triennio 2007-2010
Da sinistra verso destra: Dr. D’Anna, Dr. Mazzucchelli, Dr.ssa Giordano, Dr. Crotti, Dr. Multari Si è tenuto a Cremona in Palazzo Trecchi nei giorni 24-25 Novembre il consueto incontro autunnale della S.O.V.I. (Società di Oftalmologia Veterinaria Italiana). Nel corso di tale incontro si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche del consiglio direttivo della società. Il consiglio direttivo per il triennio 20072010 risulta composto da Alberto Crotti (Past president), Maurizio Mazzucchelli (Presidente), Nunzio D’Anna (Vice presidente), Domenico Multari (Segretario), Cristina Giordano (Tesoriere), Federica Maggio dipl. ACVO (consigliere). È risultato confermato il comitato scientifico uscente costituito da Adolfo Guandalini dipl. ECVO, Claudio Peruccio (dipl. ECVO) e Stefano Pizzirani (dipl. ACVO). R. MARCHESINI Fondamenti di zooantropologia Zooantropologia applicata 1a ed. 2005 Alberto Perdisia Editore listino € 50,00 scontato € 43,00 Il testo sarà consegnato ai soci SISCA presenti all'evento "Incontro SISCA - Il canile come presidio zooantropologico: da struttura problema a opportunità" del 15 dicembre 2007 Cremona - Palazzo Trecchi
ca ed allo stato dell’arte attuale delle MNC nel settore veterinario. La nota ministeriale di Ottobre 2007, relativa all’abrogazione sia del preventivo nulla osta dell’Ordine sia della successiva autorizzazione del Sindaco, precisa che la nuova disciplina sulla pubblicità, ai sensi della normativa ri-
chiamata, è demandata agli Ordini e Collegi professionali cui compete, previo adeguamento delle norme deontologiche e dei codici di autodisciplina, vigilare sul rispetto delle regole di correttezza professionale, affinché la pubblicità avvenga secondo criteri di trasparenza e veridicità delle qua-
lifiche professionali e di non equivocità, a tutela dei rischi derivanti da forme di pubblicità ingannevole e nell’interesse dell’utenza. Proprio questo ultimo documento è stato lo stimolo ad una riflessione più approfondita da parte di ANMVI e di SIMVeNCo sullo specifico tema delle MNC.
ANMVI e SIMVeNCo hanno così deciso di sollecitare congiuntamente la FNOVI ad una revisione del documento sulla base degli ultimi sviluppi e tenendo conto di più specifici e puntuali materiali prodotti dalla Commissione FNOVI per le MNC e dalle sigle che compongono la UMNCV. ■
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LETTERE AL DIRETTORE
Per i miei giovani colleghi In merito al convegno nazionale dello scorso 18 novembre volevo riportare l’attenzione sulla questione dei giovani colleghi accusati di essere troppi e poco differenziati. Inutile ribadire che il problema nasce dalle numerose facoltà presenti sul nostro territorio e che l’opzione di congelare le iscrizioni è pressoché utopica poiché si scontra con l’interesse
delle università che continuano a laureare velocemente e in maniera “poco attuale”. A far da ponte tra la laurea e la professione, gli ordini professionali dovrebbero premurarsi e assicurare una “sana” introduzione al lavoro magari proponendo punti di consulenza o anche solo (e non sarebbe poco) regolarizzando i famigerati periodi di tirocinio che tendono sempre più alla cronicizzazione in termini di tempo, scarso apprendimento e irrisoria remunerazione (qualora
fosse prevista) nella promessa di un inserimento nell’organico che si esaurisce alla comparsa del nuovo tirocinante. Nella realtà si discute, si proietta il futuro, ma il problema diviene sempre più grande e di difficile gestione. Durante gli anni universitari, spesso, non vengono valorizzati i tanti modi di praticare la professione, né vengono dati strumenti per affrontare in modo pratico la vita ambulatoriale piuttosto che in altri ambiti. Talvolta gli insegnamenti non sono al passo coi
tempi e la preparazione all’esame diviene fine a se stessa. Dopo la laurea questo non si traduce in un vecchio e sano “imparare ciò che si pensava di sapere” ma bensì imparare perché non si sa! La conseguenza immediata è l’alto numero di neolaureati disposti a frequentare ambulatori ad ogni condizione. La nostra professione è fatta di scienza, di tutela per la collettività, di passione per il mondo animale, ma troppo spesso scade
Da piccola immaginavo che sarei diventata veterinaria Elisabetta Canalis
in una scarsa considerazione verso i colleghi che seppur giovani, seppur tanti, hanno comunque il diritto di avere la loro opportunità. Il problema dei neolaureati coinvolge tutti i medici veterinari ed è un problema intimamente nostro che si deve risolvere quanto prima coinvolgendo le università, gli ordini, la nostra vita di tutti i giorni perché l’autorevolezza della nostra professione passa anche dal nostro modo di gestire “le risorse” o se si preferisce “di gestire noi stessi”. Si è parlato, infine, della scelta di alcuni di abbandonare l’albo e con profondo rammarico credo che un ragazzo che sceglie di uscire dall’ordine per fare altro è un fallimento della nostra categoria, è un gesto che sottolinea l’enorme difficoltà a far valere la propria laurea, l’impossibilità al lavoro, la mancanza di organizzazione e di comunicazione. È un ragazzo che ha investito e ha creduto in una professione e si è sentito perso e scarsamente tutelato… allora forse è il caso di vedere dove inizia l’autorevolezza… Spero che queste mie poche righe servano solo come spunto di riflessione anche per i giovani colleghi affinché riescano a organizzarsi meglio per far valere la loro voce, la loro presenza, per non adattarsi alle situazioni, non accettare compromessi e pretendano di far parte di una categoria importante e responsabile alla quale io credo fermamente di appartenere. Lettera firmata
SOVEP, rinnovato il Consiglio Direttivo Si è riunito il 21 novembre scorso il Consiglio Di-
rettivo SOVEP per deliberare l’assegnazione delle proprie cariche statutarie. Il nuovo CD risulta così composto: Presidente: Stramazzo Massimo; Vice Presidente: Alliani Maurizio; Segretario: Leoni Nicoletta; Tesoriere: Fogliato Davide; Consiglieri: Mikulicich Bruno; Caruso Chiara; Miletto Maria Teresa. Il consiglio direttivo rimarrà in carica per il triennio 2008-2010.
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DALLE AZIENDE
Nestlè Purina Nutrition Forum 2007
Una nuova ricerca sull’obesità del gatto Le presentazioni hanno esplorato i diversi effetti delle proteine e della sterilizzazione sul controllo del peso
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Fabbisogni di proteine nel gatto Le presentazioni più importanti sono state focalizzate sul metabolismo e sulla nutrizione dei felini, nonché sulla loro obesità. Una differenza fondamentale fra le esigenze nutrizionali dei gatti e quelle di altri animali carnivori è la presenza nei felini di un fabbisogno proteico più elevato, così come la necessità di alcuni aminoacidi e vitamine essenziali. Una delle ragioni delle aumentate necessità proteiche nei gatti adulti è data dalla loro limitata capacità di adattare il proprio metabolismo, per cui non riescono a conservare le proteine nella stessa misura delle altre specie animali. I felini presentano anche un fabbisogno esclusivo ed elevato di un aminoacido, la taurina. Poiché i gatti sono carnivori, spesso viene messa in dubbio la loro
Nuovi riscontri sull’obesità felina Un argomento che è stato oggetto di una considerevole attenzione durante il Nestlé Purina Nutrition Forum del 2007 è l’obesità. Un tempo questa era considerata unicamente un problema estetico, o al massimo un fattore aggravante alla zoppia attraverso l’aumento del carico dell’apparato locomotore, ma oggi è riconosciuta come una condizione infiammatoria. La Dr. Anne Hickman, DVM, Ph.D., DACVN, ha illustrato i progressi compiuti nella conoscenza della funzione endocrina del tessuto adiposo. Ormoni e citochine infiammatorie rilasciate dal tessuto adiposo sono collettivamente noti come adipochine. Secondo la Dr. Hickman, “Le adipochine svolgono un ruolo importante e diverso in molteplici aspetti del normale metabolismo e della fisiologia. Questi composti possono andare incontro ad una perdita di regolazione nell’obesità e possono presentare dei legami causali diretti con molte delle anomalie associate”. Quindi, questi ormoni ed altre sostanze secrete dal tessuto adiposo dell’organismo possono contribuire direttamente alle malattie associate all’obesità, come il diabete mellito e l’osteoartrite. Gli effetti della sterilizzazione: Fra le altre ricerche presentate al Forum, rientravano nuovi studi sugli effetti metabolici della sterilizzazione chirurgica e sui benefici delle proteine per il controllo del peso. In seguito alla castrazione o all’ovariectomia, i gatti presentano una riduzione dei fabbisogni energetici ed una tendenza all’incremento ponderale. Uno studio presentato da Brittany Vester, uno specializzando della University of Illinois, ha confermato questo riscontro ed ha dimostrato che l’alimentazione ad libitum è un fattore di rischio dell’obesità nelle gatte
sterilizzate, indipendentemente dalla dieta usata. Il ruolo delle proteine per la corretta alimentazione felina: Per i gatti sovrappeso, le diete ad elevato tenore proteico possono contribuire a eliminare il grasso in eccesso. Uno studio presentato dal Dr. Aulus Carciofi, della Università di San Paolo, ha confermato i vantaggi delle diete a più elevato tenore proteico per il mantenimento della massa corporea magra durante il dimagramento. “Penso che la ricerca sulle proteine sia molto stimolante ed evidenzi un notevole potenziale, in particolare per quanto riguarda l’obesità ed il diabete” ha detto Quinton R. Rogers, Ph.D. Il Forum è aperto agli specializzandi, e molte presentazioni comprendevano informazioni su argomenti utili per future ricerche e studi. “Grazie al semplice fatto di essere
qui, gli specializzandi sono in grado di farsi un’idea dell’importanza della loro disciplina, stabilire una rete di rapporti con altri esperti di nutrizione e generare idee per nuove ricerche” ha affermato Claudia Kirk, DVM, Associate Professor, University of Tennessee College of Veterinary Medicine. “Non c’è al mondo un altro posto come questo dove possano avviare nuove collaborazioni ed acquisire una conoscenza globale dello stato attuale della scienza e della nutrizione nel mondo degli animali da compagnia”. A proposito di Nestlé Purina Nestlé Purina PetCare Company, azienda leader a livello globale nell’industria del PetFood, produce gli alimenti Pro Plan per cani e gatti sani, che soddisfano le particolari esigenze delle varie età e dei diversi stili di vita, e Pu-
rina Veterinary Diets®, supporti nutrizionali formulati per il trattamento dietetico dei cani e dei gatti affetti da specifici problemi di salute. Ciascuna formulazione assicura un apporto bilanciato dei principi nutritivi totali ed al tempo stesso è in grado di coprire speciali esigenze dietetiche. Questi prodotti sono sostenuti da un’intensa attività di ricerca Nestlé Purina, che permette di mettere a punto soluzioni innovative sulla base dei più recenti riscontri nel campo della nutrizione. Per informazioni: Segreteria Veterinary Nutrition Network tel. 0161/294649 Gli atti del Nutrition Forum saranno disponibili a partire da lunedì 26 novembre 2007 sul sito http://www.purina.vet.breederclub.it/questionario/,e a seguire saranno disponibili in italiano. ■
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veterinari rappresentano per i proprietari degli animali da compagnia una delle fonti chiave di informazioni sulla nutrizione dei pet. È quindi importante che siano sempre aggiornati sulle ultime scoperte in questo campo. Il Nestlé Purina Nutrition Forum è una conferenza scientifica internazionale fra le più importanti al mondo, che si tiene con cadenza annuale dal 1994 e alla quale partecipano in qualità di relatori e di ospiti i massimi esperti di nutrizione animale, veterinari e addetti ai lavori provenienti dall’Europa, dall’America e dal mondo. In occasione del tredicesimo Nestlé Purina Nutrition Forum che si è appena tenuto a St. Louis, l’attenzione è stata focalizzata sui gatti e sono stati premiati per i loro numerosi contributi due pionieri dello studio della nutrizione felina, James G. Morris, Ph.D. e Quinton R. Rogers, Ph.D., che vantano una importante storia di ricerca scientifica presso la University of California-Davis. “Non correremo mai il rischio di sopravvalutare i contributi che Jim e Quinton hanno fornito durante le loro carriere”, ha detto l’organizzatrice del Forum Dorothy Laflamme, DVM, Ph.D., DACVN, Nestlé Purina PetCare. “Abbiamo ritenuto che fosse doveroso riconoscere i loro meriti durante questo Forum”.
capacità di utilizzare i carboidrati. I gatti sono prontamente capaci di utilizzare i carboidrati solo sotto forma di amidi, come quelli tipicamente impiegati negli alimenti commerciali per animali da compagnia. Tuttavia, il loro fegato è privo di un enzima, la glucochinasi, il che significa che non possono metabolizzare rapidamente grandi quantità di carboidrati o zuccheri. L’assenza della glucochinasi non costituisce un problema nei gatti sani, perché il normale comportamento alimentare di questi animali esita nel consumo di numerosi piccoli pasti nell’arco di ogni giornata, il che tende a far scomparire il carico di glucosio. D’altra parte, i gatti non dovrebbero essere alimentati con grandi quantità di zuccheri semplici, soprattutto saccarosio (zucchero da tavola) o fruttosio.
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CALENDARIO ATTIVITÀ Per visualizzare i programmi degli eventi di tutte le società clicca su www.evsrl.it/eventi Edizioni Veterinarie E.V. srl
INCONTRO REGIONALE SCIVAC TOSCANA
9 dic.
CORSO SCIVAC
10-14 dic.
SEMINARIO SIVE
13-16 dic.
INCONTRO SISCA
15 dic.
SEMINARIO SIVAE
16 dic.
INCONTRO SINUV
19 gen.
INCONTRO SIANA
20 gen.
INCONTRO SIMIV
20 gen.
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
23-26 gen.
CONGRESSO SIVE IN COLLABORAZIONE CON FEEVA
25-27 gen.
INCONTRO SCVI
26-27 gen.
INCONTRO SIDEV
26-27 gen.
SEMINARIO SCIVAC
26-27 gen.
CORSO SCIVAC
26-27 gen.
INCONTRO SIRVAC
27 gen.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC LOMBARDIA
27 gen.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC CAMPANIA
3 feb.
CONGRESSO SIVAR IN COLLABORAZIONE CON 108A FIERAGRICOLA (VERONAFIERE, 7-10 FEBBRAIO 2008) INCONTRO SIARMUV
8-9 feb.
10 feb.
INCONTRO SIODOV
10 feb.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC TRENTINO ALTO ADIGE
10 feb.
INCONTRO SIMVENCO
16-17 feb.
INCONTRO SISCA
17 feb.
INCONTRO SIGEDV
17 feb.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC MARCHE
17 feb.
ITINERARIO DIDATTICO SCIVAC
21-23 feb.
INCONTRO SICARV
24 feb.
INCONTRO
24 feb.
INCONTRO SVIDI
24 feb.
INCONTRO REGIONALE SCIVAC SICILIA
24 feb.
APPROCCIO ALLE PIÙ COMUNI EMERGENZE VETERINARIE: COME SCEGLIERE TRA LE POSSIBILI ALTERNATIVE TERAPEUTICHE - Forte dei Marmi - Versilia Holiday - Via G.B. Vico 142 - ECM: 4 Crediti - Per info: Monica Borghisani - Segreteria Del. Reg. SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
PROFESSIONE la VETERINARIA
MEDICINA D’URGENZA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: 33 Crediti - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it
La rivista è un settimanale specializzato rivolto a Medici Veterinari e operatori del settore
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Direttore Responsabile Antonio Manfredi Coordinamento Editoriale Sabina Pizzamiglio info@anmvi.it Comitato di Redazione Pierpaolo Bertaglia, Paolo Bossi, Marco Eleuteri, Giuliano Lazzarini, Pier Mario Piga, Sabina Pizzamiglio, Aldo Vezzoni
Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SIMIV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it 3° IT. NEUROLOGIA VETERINARIA: I PARTE - ESAME NEUROLOGICO E LOCALIZZAZIONE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it XIV SIVE CONGRESS - VETERINARY EUROPEAN EQUINE MEETING OF THE YEAR 2008 - Palazzo del Casinò, Lido di Venezia - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria SIVE Tel. +39 0372 403502 - E-mail: info@sive.it INCONTRO SCVI - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it CORSO AVANZATO SIDEV/SIVAE - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 E-mail: socspec@scivac.it QUANDO IL DOLORE È UN PROBLEMA DIAGNOSTICO: IL PUNTO DI VISTA DEL NEUROLOGO, DELL’INTERNISTA E DELL’ORTOPEDICO - Torre Rossa Park Hotel, Roma - Via di Torre Rossa, 94 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per info: Paola Gambarotti - Segr. SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it CORSO INTRODUTTIVO ALLA PRATICA ANESTESIOLOGICA - Sheraton Padova Hotel Conference Center, Padova - Corso Argentina, 5 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it INCONTRO SIRVAC - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it AGGIORNAMENTI IN MEDICINA FELINA - Milano - Ata Hotel Quark - Via Lampedusa, 11/A - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it LA VISITA CLINICA E LA MEDICINA COMPORTAMENTALE: CONSIGLI PRATICI PER MIGLIORARE L’APPROCCIO CLINICO NEL CANE E NEL GATTO - Caserta - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segr. Del. Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it NUOVI ORIZZONTI PER LA VETERINARIA EUROPEA: SALUTE, BENESSERE ANIMALE E PRODUZIONI DI QUALITÀ - VeronaFiere, Verona - Viale del Lavoro, 8 - ECM: Richiesto Accr. - Per informazioni: Paola Orioli - Segreteria e Commissione Scientifica SIVAR - Tel. +39 0372 403539 - E-mail: info@sivarnet.it INCONTRO SIARMUV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SIODOV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it EPILESSIA E CONVULSIONI: APPROCCIO CLINICO, DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it INCONTRO SIMVENCO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SISCA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO SIGEDV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it MEDICINA FELINA - Ancona - Hotel Sporting - Via Flaminia 220 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it CARDIOLOGIA: VI PARTE - DIAGNOSI E TERAPIA DELLE CARDIOPATIE CONGENITE NEL CANE E NEL GATTO - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Paola Gambarotti - Segreteria SCIVAC - Tel. +39 0372 403508 - E-mail: info@scivac.it INCONTRO SICARV - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it INCONTRO FISIOTERAPIA - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - Email: socspec@scivac.it INCONTRO SVIDI - Centro Studi SCIVAC, Cremona - Via Trecchi, 20 - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Elena Piccioni - Segreteria Soc. Specialistiche SCIVAC - Tel. +39 0372 403502 - E-mail: socspec@scivac.it L’ESAME ENDOSCOPICO IN GASTROENTEROLOGIA E PNEUMOLOGIA - Catania - ECM: Richiesto Accreditamento - Per informazioni: Monica Borghisani - Segreteria Delegazioni Regionali SCIVAC - Tel. +39 0372 403506 - E-mail: delregionali@scivac.it
Rubriche Fabrizio Pancini, Oscar Grazioli, Maria Teresa Semeraro, Giovanni Stassi Segreteria di Redazione Lara Zava professioneveterinaria@anmvi.it Grafica Francesca Manfredi grafica@evsrl.it Editore SCIVAC - Via Trecchi, 20 26100 Cremona Iscrizione registro stampa del Tribunale di Vigevano, n. 1425/03 del 30/12/2003 Concessionaria esclusiva per la pubblicità EV srl, Cremona marketing@evsrl.it Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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