PetTrend Dicembre 2018

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Anno 7 - N° 10 Dicembre 2018 Gennaio 2019

IN QUESTO NUMERO: PET E BAMBINI • COMPORTAMENTO: IL FURETTO • AQUASCAPING

Rivista mensile inviata gratuitamente tramite Poste Italiane S.p.A - ISSN 2279-5790


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Editoriale

Cosa accade...

C

ontinuiamo a pubblicare dati di mercato riferiti al nostro settore che evidenziano una costante crescita che non si è neppure fermata in questi ultimi 10 anni di crisi economica. Certo, rispetto alle percentuali di incremento a due cifre alle quali ci eravamo abituati negli anni buoni, abbiamo dovuto subire un forte rallentamento ma pensando che quasi tutti i settori economici nel nostro paese esprimevano cali anche forti e significativi possiamo certamente ringraziare il cielo. In verità dovremmo ringraziare gli italiani che sono attenti al benessere degli animali da compagnia e sono disposti a tutto pur di non far mancare nulla al loro cane o gatto o altri animali sempre più diffusi nelle nostre case (conigli, criceti, uccelli, rettili, ecc.). Perdonatemi la falsa modestia ma credo che dovremmo anche ringraziare tutti gli operatori del nostro settore che, nonostante i problemi e le difficoltà da affrontare, non si sono mai arresi. Bravi, complimenti! Il nostro mercato, come tutti del resto, dipende molto anche dalla situazione demografica e quindi credo che valga la pena dopo avere vissuto gli ultimi trent’anni da protagonista di questo settore cercare di capire cosa ci aspetta nei prossimi trenta. Nel 2018 la popolazione italiana si è stabilizzata sui 60milioni. Intendiamo residenti, perché se dovessimo limitarci solo agli italiani di origine saremmo meno di 55 milioni visto che gli stranieri sono l’8,55% e quindi circa 5,5 milioni. La popolazione italiana continua a ridursi e se non ci fossero gli stranieri in costante crescita avremmo un calo demografico veramente pesante. Vediamo ad esempio il 2017: nati 458.151 e morti 649.061 con una differenza passiva di circa 190mila, differenza coperta dall’incremento della presenza di stranieri. Questi numeri sono molto importanti perché negli anni (vedremo poi i dati) gli stranieri saranno sempre più numerosi sino a rappresentare quasi il 30% della popolazione e sarebbe quindi (non ho trovato nulla in merito) interessante capire come questa fetta im-

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portante di consumatori si approcci al mondo pet. Certamente per religione, cultura o abitudini hanno comportamenti molto diversi dai nostri. Il numero degli animali da compagnia in Italia continuerà a crescere o calerà drasticamente con il calo della popolazione? Restando ai dati anagrafici i residenti dovrebbero ancora aumentare nonostante il forte calo delle nascite sino ad arrivare nel 2040 a 63,5 milioni. Un valore simile lo troviamo anche nel 2050 ma con una differenza importante: se gli stranieri nel 2018 erano 5,5milioni (l’8,5% della popolazione residente) nel 2050 saranno più di 14milioni arrivando ad una percentuale quasi del 30%. Questi 14milioni di abitanti cosa rappresenteranno per il nostro mercato? Sinceramente non credo che possano esprimere gli stessi livelli di interesse ed attenzione verso i pet ai quali siamo arrivati in Italia in questi ultimi anni ma dipende anche dalla nostra capacità di sensibilizzarli avvicinandoli alla nostra cultura. Per il resto avremo una forte crescita di anziani che, pur non essendo “ricchi” (non abbiamo ancora recuperato il potere d’acquisto del 2008), saranno molto interessati al nostro settore. Un’ultima considerazione: le previsioni demografiche del nostro paese prevedono un peggioramento dello sbilanciamento fra Nord e Sud per il fenomeno della migrazione interna. Nel 2050 la popolazione del Sud dovrebbe diminuire di circa il 7% mentre quella del Nord aumentare di oltre il 10% peggiorando il divario economico che porterà una accelerazione del trend di impoverimento. Buona lettura a tutti. ● Antonio Manfredi

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nel 2050?


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DICEMBRE 2018 / GENNAIO 2019

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RAPPORTO ASSALCO ZOOMARK 2018

Il mercato dei prodotti per l’alimentazione degli animali da compagnia

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ON SITE

Hurtta Rain Blocker Eco. Il primo capo protettivo per il cane amico dell’ambiente

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PSICOLOGIA DI COPPIA

CHEMI-VIT

Igiene orale. Un problema una soluzione

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ALPI SERVICE

È il momento di passare ai premietti Beeztees

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PET 360

Sano. Sostenibile. Italiano. E No Grain, anche per cani Mini

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PET THERAPY

Vinci la paura con l’aiuto di un pet

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STUDI INTERNAZIONALI

I cani sono più espressivi quando li guardiamo

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MARPET

Artosalus Joint si rinnova e diventa Artojoint

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RINALDO FRANCO

Rinaldo Franco S.p.A: è operativa la nuova sede

Il rapporto privilegiato dei più piccoli con un pet

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BAMA PET

Allerta meteo! E se il mio cane dorme fuori?

MARKETING GESTIONALE

MONGE

INDAGINI SCIENTIFICHE

Anche i gatti sanno ricordare specifici episodi

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VetSolution: Grain Free Veterinary Diets

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ALIMENTAZIONE

PARS

ZOODIACO

Per ogni sensibilità la soluzione nutrizionale è Prolife

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Le adiacenze merceologiche favoriscono il cross selling

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INNOVET

Ali Floc

NORME E LEGGI

Come gestire i pet pericolosi?

Senilife: per il benessere del cervello di cani e gatti anziani L’importanza dell’alimentazione in riproduzione

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AGRAS PET FOODS

Schesir, l’innovazione continua, in vendita esclusivamente nel canale specializzato

VITAKRAFT

Vitakraft lancia i nuovi snack per cani!

GRANDI EVENTI

Ecco perché Zoomark International 2019 è imperdibile

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RAZZE CANINE

Old english sheepdog, ovvero: il bobtail


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RAZZE FELINE

German rex: nati per caso, selezionati con passione

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COMPORTAMENTO

Il furetto mi morde: perché?

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ANFIBI

Ambyostoma mavortium, la salamandra americana

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AQUASCAPING

Le nuove frontiere dell’aquascaping: Wabi-kusa, tra filosofia e design

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CURIOSITÀ

Un amore lungo una vita

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IMPRESE STORICHE

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L’epopea dei cani eroi in Antartide

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Editoriale

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Sommario

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Annunci

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Elenco inserzionisti

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Annunci • ON SITE SRL/HURTTA ITALIA, azienda leader nella distribuzione di accessori alta gamma per cane e gatto ricerca agenti Enasarco plurimandatari per le regioni Sicilia, Umbria, Campania e Calabria. Non si considerano le candidature di rappresentanti aventi in portafoglio altre aziende di accessoristica. Se interessati, inviare CV o scrivere a info@onsite.pet • DOG LINE SNC, azienda leader nel settore abbigliamento e accessori per cani e gatti cerca agenti per zone libere. Per maggiori informazioni potete contattarci via mail all’indirizzo dogline@dogline.it o telefonicamente al n. 0444/240653. • Causa cessazione attività vendo, possibilmente in blocco, i seguenti accessori per animali, tutta la merce (3 ponti, Hurta, Trixie, Vitakraft, Farm Company, Croci, ecc.) è in ottime condizioni, per qualsiasi informazione: sbassanese@virgilio.it oppure anche whatsapp 3925367844 Oltre 400 fra guinzagli, collari e pettorine; un centinaio di cappottini soprattutto taglie fino alla 45; 70 ciotole; 50 fra spazzole e cardatori; 60 fra cuscini, borse, cucce; oltre 100 giochi. Inoltre vario materiale per roditori e volatili, bat box, lettiere, paw care per pulizia zampe ed altro ancora. Regalo set profumi e vari shampoo. Prezzo da concordare.

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Rapporto Assalco Zoomark 2018

FOTO

DA

PIXABAY

IL RAPPORTO ASSALCO ZOOMARK 2018 ANALIZZA IL MERCATO DEI PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE DI CANI, GATTI E ALTRI ANIMALI CON RIFERIMENTO AI PRINCIPALI SEGMENTI DEL SECCO, UMIDO E SNACK

Il mercato dei prodotti per l’alimentazione degli animali da compagnia portanza ormai consolidata dei prodotti a maggior valore aggiunto in piccola grammatura e caratterizzazione gastronomica o funzionale, in particolar modo nel gatto.

Secco e umido cane-gatto Gli alimenti secchi valgono 878 milioni di euro e detengono il 42,8% di quota, composta per il 24,8% dal secco cane e per il 18,1% dal secco gatto.

Fabrizio Vallari Giornalista e docente di Fondamenti di marketing e cultura d’impresa

S

econdo l’ultima edizione del Rapporto Assalco Zoomark, tutti i principali segmenti degli alimenti per cani e gatti hanno mostrato lo scorso anno una crescita a valore sul totale mercato rilevato dalla società di ricerche IRI nei tre canali distributivi del Grocery, Petshop Tradizionali e Catene di Petshop (Tab. 1). Il segmento degli alimenti umidi rimane il più importante: registra infatti un giro d’affari di 1.001 milioni di euro circa che equivalgono al 48,8% di quota sul totale mercato. Questo grazie all’im-

Tabella 1 - Dimensioni e trend dei principali segmenti di mercato Vend. valore (mio Euro)

% Quota valore

Var. %

Umido gatto

675,1

32,9

2,7

Secco gatto

370,2

18,1

3,1

Umido cane

325,8

15,9

3,0

Secco cane

508,2

24,8

5,3

Snack&Treat (cane + gatto)

171,4

8,4

7,0

2.050,7

100,0

Tot. alimenti cane e gatto

3,8

15,2

-6,1

Accessori animali

71,9

-2,0

Cat Litter Total

68,1

1,0

Cibo altri animali

Fonte: IRI - 52 settimane al 31 dicembre 2017

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Rapporto Assalco Zoomark 2018 Tabella 2 - Composizione del mercato degli alimenti per cani e gatti 6,6 Umido gatto 24,8 Secco gatto Cat Snack & Treats

32,9

Umido cane Secco cane

15,9

Dog Snack e Treats 18,1 Quota valore Alimenti gatto................... 52,7% Alimenti cane ................... 47,3%

1,8

Fonte: IRI - 52 settimane al 31 dicembre 2017 - dati a valore Per questo segmento, al di là delle catene specializzate sempre estremamente dinamiche, nel 2017 il Grocery mostra una crescita a valore del secco gatto del +3,7% e del secco cane del +4,1%; criticità invece nei Petshop tradizionali per il secco gatto (-2,5%) mentre il secco cane mostra una crescita a valore di +1,7% e una flessione a volume (-0,7%). In termini di canalizzazione, a differenza dell’umido che vede un’incidenza del Grocery sulle vendite allineata per il cane e il gatto, il secco cane sviluppa la maggior parte delle sue vendite nel Petshop Tradizionale (52,4%) mentre il secco gatto nel Grocery (56,6%). L’umido è il segmento che vale di più sul totale mercato Gli alimenti umidi hanno registrato lo scorso anno una crescita a valore del +2,8%, inferiore a quella degli alimenti secchi che crescono del +4,3%. Gli alimenti umidi hanno un peso maggiore nel Grocery dove realizzano il 68,3% del fatturato nel caso degli umidi gatto e il 64,6% degli umidi cane. Nonostante una maggiore canalizzazione del Grocery, nel 2017 la crescita degli alimenti umidi è da attribuire so-

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prattutto alle Catene specializzate e ai Petshop tradizionali. All’interno degli umidi, il segmento principale, l’umido gatto (32,9% del valore del mercato degli alimenti cane-gatto) mostra nei Petshop Tradizionali una crescita del +5,8% e nel Grocery una sostanziale stabilità (+0,1%), mentre l’umido cane (15,9% del fatturato complessivo) mostra un lieve incremento pari al +0,6% nel Grocery e una crescita del 3,8% nei Petshop tradizionali. Nelle catene invece tutti i segmenti sono in crescita e le dinamiche sono quasi sempre a tassi di due cifre. Gli snack sono i più dinamici Gli snack funzionali e fuoripasto (spuntini con obiettivi funzionali, ad esempio per favorire l’igiene orale, o a caratterizzazione gastronomica, solitamente somministrati come ricompensa o per tenere occupato l’animale per esempio nella masticazione), continuano a mostrare dinamiche positive (+7% a valore) anche se in rallentamento rispetto agli anni precedenti. Le migliori performance si riscontrano nelle catene, dove gli snack gatti crescono del +12,7% e gli snack cani del 18,7%; a seguire in termini di crescita il Grocery, dove gli snack per

cani crescono del 6,6% e gli snack gatti del 9,5%. Nei Petshop tradizionali gli snack cane mostrano una lieve crescita (+0,9%), mentre gli snack gatto sono in lieve flessione (-0,4%). Non food e alimenti per altri animali Lo scorso anno è continuata la flessione degli alimenti per altri animali (*) che nella GDO (Ipermercati, Supermercati e LSP - Libero Servizio Piccolo) mostrano una flessione del -6,1% a valore. In GDO, anche il mercato degli accessori per animali (prodotti per l’igiene, giochi, guinzagli, cucce, ciotole, gabbie, voliere, acquari, tartarughiere e utensileria varia) è entrato in campo negativo, con una flessione del -2% rispetto all’anno precedente. Le lettiere per gatti mostrano infine nel canale GDO una crescita del +1,0%. ●

(*) I segmenti non food e alimenti per altri animali sono rilevati nel rapporto Assalco Zoomark sui 3 format principali del canale moderno: ipermercati, supermercati e LSP (libero servizio piccolo, punti vendita con metrature 100-399 mq).


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Grandi eventi BUSINESS E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE PER L’EDIZIONE 2019 DI ZOOMARK, CHE CRESCE IN DIMENSIONI E INTERNAZIONALITÀ

A cura di Zoomark International e BolognaFiere

S

ono molte le novità di Zoomark International, che si svolgerà a BolognaFiere da lunedì 6 a giovedì 9 maggio. Le riassume Marco Momoli, Direttore Commerciale di BolognaFiere, attirando l’attenzione sul binomio “business-aggiornamento professionale” che fa di Zoomark International un appuntamento da non perdere per gli addetti ai lavori del mondo degli animali da compagnia. I visitatori professionali della manifestazione potranno approfondire temi importanti, con le ultime novità del Rapporto Assalco-Zoomark 2019, una radiografia di tutto quel che cresce nell’industria e nel mercato del pet. Ampliamento e nuovi padiglioni BolognaFiere aumenta nel 2019 la superficie espositiva di Zoomark International di circa il 10%, superando i

Marco Momoli, Direttore Commerciale di BolognaFiere

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Ecco perché Zoomark International 2019 è imperdibile 53.000 mq complessivi disposti su cinque padiglioni, di cui tre nuovissimi. E cambia le date: “Non più nel week end, come negli anni passati” dice Momoli “bensì da lunedì a giovedì, per essere professionali fino in fondo, per sfruttare il lunedì e il giovedì che sono giorni di chiusura per molti negozi italiani e per favorire i buyer internazionali, abituati a lavorare nei giorni feriali e a mantenere liberi da impegni i fine settimana. Abbiamo esaminato i flussi, ascoltato le opinioni dei nostri espositori e dei visitatori e abbiamo optato per questa soluzione, che ha già favorevolmente incuriosito gli addetti ai lavori”. Zoomark International inaugura la sua edizione 2019 dopo un anno intero di promozione all’estero: Mosca e Canton sono state le location dove Zoomark ha accompagnato le imprese italiane e internazionali desiderose di approcciare e/o ampliare i mercati-chiave russo e cinese fino a estendersi a tutto l’Oriente. Per questi espositori affidarsi a Zoomark rappresenta la sicurezza di una organizzazione impeccabile e un modo di allargare il loro bacino di visibilità e di occasioni di business. “Cresciamo in dimensioni e in internazionalizzazione”, continua Momoli “instauriamo quasi un rapporto one-to-one con i nostri espositori, che mantengono con noi uno scambio continuo in tutte le fasi di preparazione della nostra manifestazione. Attraverso le newsletter e i social network dialoghiamo recependo indicazioni e offrendo suggerimenti per la migliore fruizione della fiera, non solo per gli espositori ma anche per i visitatori che

navigano nel nostro sito sempre più frequentemente. A questo proposito desidero sottolineare che pre-registrandosi online si potrà acquistare il biglietto d’ingresso a prezzo ridotto evitando le code all’ingresso. Gli espositori possono invitare, come sempre, i loro clienti. Ci auguriamo di superare le 27.000 presenze del 2017, di cui un terzo proveniva dall’estero”. E rimanendo, in tema di vantaggi aggiuntivi, questa diciottesima edizione ha altre novità da offrire. “Vogliamo facilitare la fruizione della nostra Fiera” continua Momoli “per questo pensiamo di incentivare i buyer e i visitatori predisponendo pacchetti di prenotazioni alberghiere unite a un programma che prevede, oltre alla visita della manifestazione, anche giri turistici di Bologna. Siamo consapevoli di offrire il meglio degli espositori internazionali di questo settore ma anche di offrirlo in una città bellissima, ricca di attrattive culturali, di cibo ottimo, di occasioni di intrattenimento di qualità.” Un appuntamento a cui esserci L’Italia è uno dei Paesi più pet friendly nel panorama internazionale, appena dietro gli Stati Uniti e la Polonia, ma è prima in classifica tra i Paesi europei per numero di pet in rapporto alla popolazione: Zoomark International apre quindi la sua diciottesima edizione (la fiera si svolge ogni due anni) in un terreno fertile, trainata dal grande interesse per gli animali da compagnia, sempre più riconosciuti come membri delle nostre famiglie e delle nostre comunità. ●


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PUBBLIREDAZIONALE

Agras Pet Foods Via San Vincenzo, 4 - 16121 Genova Tel. 010588586 - Fax 010588914 www.schesir.it E-mail: contact@agraspetfoods.com

Schesir, l’innovazione continua, in vendita esclusivamente nel canale specializzato

U

no dei maggiori punti di forza di Schesir è sempre stato nell’ampiezza della gamma, come nella numerosità delle diverse preparazioni, identificate tramite le bandine di diversi colori. Schesir sceglie ancora il segmento dell’umido naturale gatto, il più strategico nella sua storia aziendale, per lanciare oggi 8 nuove referenze in lattina 85g. Si presentano come gustose “Specialità del mare” con preparazione in gelatina, a base di tonnetto insieme a ben 8 diversi topping di pesce: CALAMARI, ORATA, SPIGOLA, TRIGLIA, DENTICE, LAMPUGA, CERNIA, RICCIOLA, di cui gli ultimi 4 del tutto inediti sul mercato. Il dentice è un pesce di mare la cui carne è povera di grassi, altamente proteica e facilmente digeribile. La lampuga è un pesce dalla polpa molto gustosa, con carni compatte e ricche in proteine. La cernia è un pesce molto pregiato, con carni ben digeribili, dal tenore lipidico moderato. La ricciola è tra il pesce azzurro quello più pregiato e con un sapore delle carni che ricorda quello del tonno. Ampliare l’offerta con ulteriori varietà risponde alla variabilità dei gusti dei nostri mici e al desiderio sempre for-

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te di soddisfarli dei loro proprietari. Come per tutta la linea, ricordiamo che il tonnetto appartiene esclusivamente a specie non sovrasfruttate, con soggetti che abbiano già raggiunto la maturità riproduttiva (il termine “tonnetto”, infatti, non deve ingannare circa la dimensione del pesce impiegato, perché non indica un tonno di giovane età pescato anzitempo, bensì appartenente a specie che rimangono di piccole dimensioni anche da adulti, nel rispetto della nomenclatura ittica ufficiale chiarita dalle specifiche comunicazioni di legge). Pertanto anche sui tray espositivi relativi ai nuovi 8 gusti compare il logo “OCEAN FRIENDLY”, così come gli altri loghi di garanzia che esplicitano l’attenzione aziendale verso l’eco-sostenibilità marina: “sea water fish”, cioè pesce pescato in mare aperto; e “dolphin safe”, ovvero con modalità di pesca del tonno a tutela dei delfini; insieme naturalmente al logo “cruelty free” che contraddistingue tutti i prodotti Schesir. Sempre nell’ottica dell’attenzione all’ambiente che ci circonda, esplicitata da Agras Pet Foods nel suo bilancio di sostenibilità ad oggi alla sua seconda edizione e consultabile sul sito web, anche queste lattine monodose, come le al-


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tre da circa un anno a questa parte, sono prive del cartoncino esterno, in confezioni da 24 pezzi; per i packaging e i materiali per il punto vendita sono stati privilegiati materiali riciclabili e, quando possibile, in carta riciclata o proveniente da foreste controllate e rigenerate. A supporto del nuovo lancio l’Azienda mette a disposizione come materiali di comunicazione la reglette, per evidenziare la presenza del prodotto a scaffale, la locandina elettrostatica, di agevolissima applicazione, ed un espositore da terra in cartone, per attirare ancora di più l’attenzione del consumatore: il tutto realizzato in un’accattivante ed originale grafica che richiama l’ambiente marino mettendo in risalto la peculiarità dei nuovi ingredienti, punto di forza di queste 8 varietà. Questo nuovo lancio dimostra che, pur avendo Agras Pet Foods in questi anni sempre registrato crescite importanti ed una forte affermazione sui mercati internazionali, non ha cambiato il vincente posiziona-

mento del marchio Schesir. Fin dall’inizio, infatti, la promessa di marca di Schesir, prima a lanciare in Europa un umido monodose naturale, è chiara: ingredienti naturali al 100%, con materie prime della stessa qualità di quelle utilizzate per il consumo umano, ma non destinate ad esso per motivi commerciali. Negli alimenti umidi Schesir non si aggiungono né conservanti né coloranti e si utilizzano solo le parti migliori di carni e pesci, offrendo un’alta digeribilità e una straordinaria appetibilità, come milioni di cani e gatti non mancano mai di confermare. Questa promessa ha determinato da anni il successo del prodotto e ha reso Schesir una marca leader. I brands principali dell’azienda, inizialmente Stuzzy, cui nel 1999 si è aggiunto Schesir, sono stati dedicati solo al canale specializzato, creando una forte sinergia nell’interesse comune di proporre ai consumatori finali solo alimenti della migliore qualità, le cui caratteristiche possono essere presentate nel modo più efficace dai professionisti del settore. Con Schesir, e successivamente con le sue evoluzioni, abbiamo infatti voluto riservare le innovazioni al canale che sa come valorizzarle davvero. A partire dalla linea con veri pezzi di frutta, che ancora oggi è un punto d’orgoglio dell’azienda, per arrivare ai lanci degli ultimi anni nel segmento dell’umido naturale gatto, con la proposta di nuove referenze che utilizzano originali materie prime come quinoa e nasello, molto interessanti dal punto di vista nutrizionale, sempre associate a tonnetto o filetti di pollo; o con il lancio del piccolo formato da 50g (primi, molti anni fa, con la lattina nel multipack), ideali per i gatti che mangiano in piccole dosi o che devono seguire una dieta ipocalorica, e pensate anche per evitare sprechi nella ciotola, Schesir si è sempre dimostrato all’avanguardia. Con le nuove ricette Schesir potrete quindi sicuramente soddisfare anche i gatti (e i loro proprietari) più esigenti! ●

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PUBBLIREDAZIONALE

Senilife®: per il benessere del cervello di cani e gatti anziani Senilife® è l’alimento complementare che, grazie ad un esclusivo complesso di sostanze naturali ad azione neuroprotettiva e antiossidante, garantisce a cani e gatti anziani un invecchiamento cerebrale di successo. Perché i nostri amici di sempre rimangano attivi e vitali, anche da senior! TERZA ETÀ: ATTENZIONE AL LORO CERVELLO Come per noi, anche per i nostri amici animali l’aspettativa di vita è decisamente aumentata, e con essa anche i problemi della “terza età”: malattie legate cioè alla degenerazione età-dipendente dei tessuti, e capaci di compromettere drasticamente la salute, sia fisica che psichica, dei nostri amici a quattro zampe. A risentire in modo particolare delle trasformazioni della vecchiaia è il cervello che, sotto il peso degli anni che passano, modifica la sua struttura (si parla di neurodegenerazione), e le sue cellule (i neuroni) diventano meno numerose, meno adattabili alle sollecitazioni circostanti, dunque meno efficienti nel mediare le funzioni di memoria, emotività e capacità di apprendimento. Ecco perché il nostro fedele compagno diventa meno desideroso di muoversi o di farci le solite “feste”, è più irritabile e partecipa con meno entusiasmo alla vita di famiglia. Niente di preoccupante, però. Il nostro vecchietto di casa ci sta solo comunicando che il suo viaggio nel pianeta della terza età è iniziato. Può accadere, però, che cani e gatti vadano incontro, specie in età geriatriche, a quello che viene definito invecchiamento cerebrale “patologico”: in pratica, una forma accentuata ed anomala di neurodegenerazione, che la ricerca nel settore delle Neuroscienze accomuna oggi alla malattia di Alzheimer dell’uomo, e che anche nel cane e nel gatto determina un declino delle funzioni mnemoniche e cognitive, clinicamente noto come “disfunzione cognitiva” o “demenza senile”. Quando ciò si verifica, i nostri anziani animali presentano una serie di alterazioni comportamentali, che possono rendere problematica la convivenza in famiglia, e compromettere pesantemente la qualità della loro vita “da senior”.

SENILIFE® SUPPORTA LE FUNZIONI CEREBRALI DEI NOSTRI AMICI SENIOR Un modo per aiutare il nostro “senior pet” a vivere meglio e più a lungo al nostro fianco, oggi c’è. Stiamo parlando di Senilife®, un prodotto nato dall’impegno della ricerca Innovet nella sfera del comportamento animale, e contenente un esclusivo complesso di sostanze naturali tra loro sinergiche e dotate di effetti neuroprotettivi, neurotrofici e antiossidanti. Fosfatidilserina e piridossina (vitamina B6)

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ripristinano infatti la fluidità di membrana delle cellule del cervello (i neuroni), ed ottimizzano i sistemi di neurotrasmissione. In tal modo, Senilife® si rivela fondamentale nel ridare plasticità alle cellule nervose, facilitando nel contempo il passaggio di segnali nervosi e migliorando funzioni basilari come la memoria e l’apprendimento. La presenza di un complesso antiossidante specifico, costituito da resveratrolo, Ginkgo biloba e vitamina E, protegge inoltre i neuroni dai danni ossidativi tipici dell’invecchiamento, e migliora il flusso ematico cerebrale. Senilife® è l’unico neuroprotettore con efficacia scientificamente dimostrata. Studi clinici hanno infatti dimostrato che Senilife® migliora la performance cognitiva e mnemonica dei cani anziani sani. Somministrato a cani e gatti con disfunzione cognitiva, contribuisce inoltre a migliorare rapidamente i segni clinici di invecchiamento cerebrale patologico (es. perdita di memoria, stati di confusione, diminuzione dell’attività generale e dell’attenzione all’ambiente circostante), specie se utilizzato nelle fasi precoci della neurodegenerazione senile. Ecco perché Senilife® è un insostituibile aiuto per mantenere più attivi e vitali i nostri amici animali anche nei loro “anni d’oro”. Senilife® è disponibile in confezioni da 30 capsule birillo monodose, da somministrare per cicli di 90 giorni spremendo il contenuto nella bocca dell’animale o mescolandolo alla razione di cibo. In alternativa, le capsule birillo possono essere ingerite intere. Senilife®, il tuo amico di sempre anche da senior! Maggiori info nella sezione “Prodotti” di www.innovet.it●


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Alimentazione CARENZE ALIMENTARI, O ECCESSO DI PESO, COME CAUSE D’INFERTILITÀ NEL CANE E NELLA CAGNA

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DA

PIXABAY

L’importanza dell’alimentazione in riproduzione

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Maria Carmela Pisu DVM, ECAR Resident (European College of Animal Reproduction)

he la corretta alimentazione sia fulcro centrale della salute ormai è un principio riconosciuto sia in medicina umana sia in medicina veterinaria; quello a cui però non sempre si bada è che un corretto approccio nutritivo sia fondamentale nelle diverse fasi di vita di un animale. Nel momento in cui il cliente dei un petshop ha, il cane o la cagna, in riproduzione, dobbiamo porre ancora maggior attenzione a ciò che forniamo come alimento e chiedere consiglio al medico veterinario su come modificare la dieta.

Ipofertilità da sottopeso Tra i numerosi fattori alla base dell’ipofertilita, errori nutrizionali soprattutto carenze amminoacidiche e vitaminico-minerali costituiscono riconosciute cause di alterazioni riproduttive, in entrambi i sessi, sia nella specie umana sia in medicina veterinaria. È di fondamentale importanza notare che, come nella donna, anche nella cagna il sottopeso da incorretta alimentazione porta ad anaestri prolungati (cioè a lunghi periodi senza calori), minor nu-

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DI

COLIN

AND

SARAH NORTHWAY - FLICKR

Alimentazione

mero di ovociti fecondabili e minor numero di cuccioli nati, così come all’aumento della mortalità neonatale e perinatale o al sottopeso fetale e neonatale. Le gonadotropine (FSH e LH), cioè gli ormoni che danno il via a tutta l’attività riproduttiva sono infatti glicoproteine (cioè proteine legate a zuccheri); carenze proteiche quindi possono portare a ridotta secrezione di queste sostanze e ad arresto o rallentamento del ciclo sessuale. Per lo stesso motivo nel maschio si assiste a ridotta spermiogenesi, cioè la produzione degli spermatozoi, che è regolata dall’ormone follicolo stimolante (FSH) e alterata produzione di testosterone, regolata dall’ormone luteinizzante (LH). Ipofertilità da sovrappeso Al contrario, un peso eccessivo ha effetti altrettanto negativi sia sulla fertilità femminile sia su quella maschile portando ad alterazioni nella produzione degli ovociti e degli spermatozoi. Recenti studi hanno infatti dimostrato che un sovrappeso (con peso corporeo superiore di oltre il 15% il valore ideale) porta nella femmina ad aumento dei livelli circolanti di androgeni (gli ormoni maschili) e che il metabolismo delle proteine è al-

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terato nelle ovaie dei soggetti obesi rispetto a quelli normopeso. Tutto ciò spesso dipendente dall’iperproduzione di insulina. Altri studi in medicina umana dimostrano che la perdita di peso migliora i tassi di gravidanza in pazienti in sovrappeso con infertilità. Nella cagna, in particolare, è noto che il sovrappeso causa alterazione dei cicli, calori silenti e scarsa qualità ovocitaria per l’alterazione nella componente lipidica della membrana dell’ovocita che quindi impedisce la possibilità di legame con lo spermatozoo. L’infiltrazione di grassi tra le fibre muscolari dell’utero può inoltre causare problemi durante il parto perché il miometrio, cioè lo strato muscolare, diventa incapace di contrarsi in modo corretto e di espellere i feti, rendondo spesso necessario un taglio cesareo. Nel maschio il sovrappeso porta a una riduzione del numero di spermatozoi eiaculati di oltre il 20%, all’aumento della teratozoospermia (cioè della produzione di spermatozoi malformati) e alla significativa riduzione della corretta motilità spermatica. Le cause di queste alterazioni sembrano risiedere nella produzione di

androstenedione (un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali) nei soggetti obesi che interferisce con la corretta secrezione di gonadotropine e nella temperatura basale che risulta costantemente aumentata nei soggetti sovrappeso. La temperatura aumentata si riscontra quindi anche a livello dello scroto interferendo con la corretta produzione di spermatozoi che richiede una temperatura costante di circa 35,5°C. Altre cause di infertilità L’infertilità per carenze nutrizionali può anche essere dovuta a carenza di acidi grassi Ω3/Ω6, insufficienza di vitamina A o E, di minerali fondamentali come Zinco e Selenio o a ridotto apporto di coenzimi. Vitamina A La vitamina A è fondamentale per la formazione e corretta funzionalità del corpo luteo, la formazione ovarica che compare dopo l’ovulazione e che ha il compito di produrre il progesterone, l’ormone fondamentale della gravidanza. La Vit. A inoltre interviene nella produzione degli ormoni sessuali sia femminili che maschili: recenti studi mostrano che


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la carenza di vitamina A nel maschio determina un sottosviluppo dei testicoli che appaiono rimpiccioliti e flaccidi, mentre l’integrazione nella dieta di carotene migliora significativamente la motilità spermatica e anche la produzione totale di spermatozoi. Vitamina E La vitamina E, invece, essendo uno dei più potenti antiossidanti naturali impedisce che gli acidi grassi saturi e la vitamina A si scompongano e si combinino con altre sostanze. L’ossidazione del grasso dà origine a radicali liberi i quali intervengono nell’alterazione del DNA ovocitario e spermatico. Nei maschi, pertanto, una grave carenza di vitamina E può determinare una degenerazione dei tessuti dei testicoli. Tale condizione non potrà essere guarita nemmeno con una importante somministrazione di vitamina E, portando quindi tale individuo alla sterilità. Nelle femmine, invece, gravi carenze di vitamina E rendono difficile la gravidanza e molto spesso determinano aborti per alterazione della funzione del corpo luteo e della placenta. Parti prematuri si verificano frequentemente in seguito a un’insufficiente assunzione di vitamina E durante la gravidanza, predisponendo inoltre il neonato all’anemia.

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Selenio Poiché l’azione della vitamina E è potenziata dal selenio, è importantissimo

che i due elementi siano correttamente presenti nelle diete. Acidi grassi Nello stesso modo, è indispensabile sia nel maschio sia nella femmina l’introduzione in rapporto corretto di acidi grassi Ω3/Ω6 e di altri elementi con funzione antiossidante. Nella cagna la carenza alimentare di acidi grassi essenziali esita in minor numero di nati, ridotto peso dei cuccioli alla nascita e, soprattutto per carenza di DHA (omega 3), a minor peso cerebrale dei neonati. L’integrazione di acidi grassi essenziali dall’accoppiamento per tutta la gravidanza rende inoltre la placenta più efficace nel suo ruolo di organo di scambio materno-fetale permettendo un corretto sviluppo e un adeguato peso fetale. Arginina Recentissimi studi hanno suggerito che la supplementazione dietetica con l’aminoacido arginina porti a un significativo miglioramento della motilità (da 44% a 58%) e della morfologia spermatica (da 40% a 69%) in un gruppo di cani ipofertili e un significativo aumento della motilità nei cani normo-fertili con spermiogramma normale. Ipertiroidismo Una particolare attenzione va rivolta anche alla nuova tendenza di alimentare i cani con la dieta BARF che consiste nel

consumo esclusivo di ossa e carne cruda. Tale alimentazione porta spesso a un eccessivo apporto di tiroxina con conseguente ipertiroidismo alimentare. L’ipertiroidismo altera la funzionalità sia delle ovaie che dei testicoli per l’influenza della tirosina sul legame proteico con gli ormoni sessuali, le gonadotropine e la prolattina. Integrazioni Dal primo giorno del calore è importante introdurre un’integrazione di acido Folico; questa vitamina del gruppo B è già nota da tantissimo tempo in medicina umana per essere fondamentale nella prevenzione della spina bifida, una grave alterazione che porta alla mancata chiusura del tubo che contiene il midollo spinale. Per lo stesso meccanismo, nella cagna si è visto che l’acido Folico riveste un ruolo molto importante nella prevenzione della palatoschisi, cioè della nascita di cuccioli con la fessurazione nel palato che mette in comunicazione la bocca con le vie respiratorie del naso. Questa integrazione andrà mantenuta per tutta la gravidanza, perché l’acido Folico interviene poi anche nella formazione dei globuli rossi. Come già detto, l’altra importante integrazione è quella con gli acidi grassi, perché entrano nella formazione del sistema nervoso dei feti e perché migliorano l’attività delle placente. Apporto energetico La cagna in gravidanza avrà anche necessità di cambi nel suo apporto energentico: mentre nei primi 40 giorni la crescita dei feti è totalmente irrilevante e l’alimentazione può continuare a essere la solita di mantenimento, da questa data i piccoli crescono in modo esponenziale e la richiesta energetica materna sarà aumentata. La madre però subirà anche l’effetto negativo dell’ingombro dell’utero che aumenta di volume e quindi non riuscirà a fare pasti abbondanti; diventa fondamenale quindi il graduale passaggio a un’alimentazione altamente digeribile e con maggior energia e un passaggio a un numero di pasti giornalieri aumentati e di piccolo volume. Per questo motivo il negoziante deve mettere a scaffale gli alimenti confezionati formulati per le cagne durante la gravidanza. ●

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ALI FLOC Tutta la bontà di cereali, fiori e frutta ricchi in fibra e carboidrati

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LI FLOC, ricca fonte di fibre e carboidrati, è un mix di cereali, quali frumento, orzo, granoturco e riso lavorati con la particolare tecnica della fioccatura che li rende estremamente digeribili e permette un elevato assorbimento di tutti i nutrienti naturali. I Fiori e la Frutta, trasformati anche loro in leggerissimi fiocchi iperdigeribili, sono fonte di fibre, vitamine, sali minerali e antiossidanti naturali. La qualità nasce da un rigido controllo e selezione delle materie prime utilizzate che sono ad uso alimentare e italiane al 100%, da un continuo monitoraggio del processo di produzione, realizzato con macchine tecnologicamente avanzate, e da un controllo accurato sui prodotti finiti che permettono

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di garantire un alimento sicuro dal punto di vista igienico sanitario. Il confezionamento in atmosfera modificata in equilibrio (EMA) è quello ritenuto più idoneo e naturale per gli alimenti vegetali. La tecnica EMA consente di estrarre l’aria dalla confezione e di sostituirla con elementi naturali che ricreano, a ridosso dell’alimento, una nuova miscela protettiva, ottenendo così una condizione di assenza di ossigeno utile ad evitare lo sviluppo di specie microbiche e parassiti. ALI FLOC è un composto di alimenti semplici e naturali, facilmente miscelabile e reidratabile che, aggiunto a nutrienti di uso umano o animale, come carne fresca, congelata o in lattina, diventa un alimento completo e personalizzato. ALI FLOC può essere, inoltre, il complemento ideale alla “Dieta BARF”.

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Marketing gestionale IL VISUAL MERCHANDISING È L’INSIEME DELLE TECNICHE DI COMUNICAZIONE VISIVA CHE OTTIMIZZANO LA REDDITIVITÀ DELLA SUPERFICIE ESPOSITIVA E MASSIMIZZANO AL TEMPO STESSO LA SODDISFAZIONE DEL CLIENTE. KARIN ZAGHI

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Le adiacenze merceologiche favoriscono il cross selling

Fabrizio Vallari Giornalista e docente di Fondamenti di marketing e cultura d’impresa

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i siete mai chiesti perché i negozi di abbigliamento The Gap vendono anche profumi e candele? Oppure perché i punti vendita di abbigliamento della catena Club Monaco vendono cosmetici? Perché pensano, saggiamente, che la cliente sia disposta ad acquistare un buon make up ovunque si trovi, tan-

to più in un negozio che punta già di per sé a fare della sua cliente una donna più avvenente. Ci sono ancora gli esempi dell’ufficio postale all’interno del Mall of America di Minneapolis, nel Minnesota, che vende macchinine giocattolo a forma di furgone, giacche di pelle, orsacchiotti di peluche con la divisa dei postini e vari articoli del genere. E per venire a esempi di casa nostra, le librerie Feltrinelli non vendono solo libri ma anche dischi, giocattoli, strumenti musicali, videogame, oggetti per la casa. La catena ha realizzato anche all’interno di alcuni store di ampia metratura una caffetteria e perfino un ristorante lanciando il format RED - Read Eat Dream. Un bistrot moderno con libri, musica, cinema, idee regalo e tanti eventi.

Migliorare la shopping experience Probabilmente sarà proprio l’estensione dei prodotti e servizi all’interno dei punti vendita a tenere a galla in futuro l’intero sistema della distribuzione commerciale. Una “contaminazione” continua di categorie merceologiche sotto lo stesso tetto dove il cliente possa non solo acquistare prodotti e servizi, ma anche trascorrere del tempo libero da solo o con gli amici, partecipare a mostre e dibattiti, ristorarsi con alimenti e bevande, vivendo così quella che gli esperti di marketing chiamano “una completa shopping experience”. Naturalmente, oltre al fatto di dare al cliente una migliore esperienza di acquisto, esiste anche una motivazione di tipo economico nel cross selling (ovvero

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Marketing gestionale in vetro o plexiglas, dagli impianti di illuminazione dedicati fino agli espositori di diverse forme e materiali. Dai primi esordi degli anni ’80 nei supermercati, il business del POP (Point of Purchase, il Punto d’acquisto ovvero il luogo nel quale il prodotto sarà venduto al pubblico) ha fatto molta strada in tutti i format della distribuzione commerciale. Il motivo è molto semplice: il mondo della vendita al dettaglio si è reso conto che il cliente prendeva sempre più spesso le proprie decisioni in fatto di acquisti direttamente all’interno dei negozi. In alcuni casi si è addirittura arrivati a stimare che più della metà degli acquisti effettuati in un punto vendita non sono pianifica-

il favorire le vendite da un prodotto all’altro). Supponiamo di avere un petshop in cui i clienti acquistino soprattutto alimenti per cani e gatti e saltuariamente alcuni accessori come i trasportini. Se si convince il cliente ad acquistare anche una morbida copertina in pile da inserire all’interno del trasportino per far stare più comodo il pet, avremmo aumentato la vendita di almeno il 30%. E se poi il cliente dovesse acquistare anche qualche gioco, per allietare il viaggio del proprio pet, il negozio avrebbe incrementato ulteriormente la battuta di cassa.

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ti in precedenza. Il visual merchandising diventa così, a tutti gli effetti, una forma di persuasione che applica strategie di visibilità allo scopo di aumentare vendite e profitti.

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Alcuni consigli di visual merchandising Personalizzare la vetrina. È il biglietto da visita del negozio, la prima cosa che vedono i clienti e un fattore decisivo per invogliarli a oltrepassare la soglia di ingresso. La vetrina deve essere rinnovata periodicamente con allestimenti a tema secondo le stagioni o particolari ricorrenze. Troppo spesso la vetrina di un petshop è confusionaria, priva di una sua specifica identità e non strutturata o organizzata per far risaltare il nostro punto vendita.

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Il fiorente mercato del POP Esiste infatti un florido settore che fornisce le attrezzature necessarie alla commercializzazione dei prodotti nei punti vendita, dalla cartellonistica alle teche

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Gli acquisti complementari Un buon modo è dare da intendere al cliente, con il dovuto tatto, che l’acquisto che ha appena fatto non soddisfa del tutto. “È un bel trasportino sì… ma il fondo è un po’ rigido, non vorrebbe anche questo morbido plaid da mettere all’interno?”. Un’altra tecnica è quella di mettere le copertine accanto ai trasportini, in modo che sia la stessa vicinanza fisica tra i due prodotti a “parlare” per il negoziante. Gli alimenti vicino alle ciotole e le ciotole vicine ai sotto ciotola e ai dispenser automatizzati. O ancora la guinzaglieria vicino al vestiario con un dispenser di alimenti premio per passeggiate ancor più gratificanti. D’altra parte è una tecnica ampiamente utilizzata nel commercio, a tutti i livelli: i calzini vicino alle calzature, la passata di pomodoro vicino alla pasta, le cravatte da uomo vicino ai completi. Ideare le giuste adiacenze tra i diversi prodotti è anche una questione di ordine, significa cioè disporre la merce in una sequenza logica e razionale. Per creare delle proficue adiacenze è sufficiente a volte mettersi di fronte a un prodotto e chiedersi: “che cos’altro mi viene in mente di acquistare stando qui?”. Gli espositori vengono in aiuto dei commercianti nell’assolvere questo compito, poiché sono facilmente collocabili in diverse aree del punto vendita, in modo da creare le corrette affinità d’uso tra i prodotti.

Layout funzionali. Fare in modo che il cliente possa esplorare liberamente lo spazio senza vincoli o barriere architettoniche. Utilizzare al meglio le diverse attrezzature per esporre la merce, lasciando lo spazio sufficiente ai clienti per camminare all’interno del negozio. In pratica evitare un negozio magazzino, impolverato e con categorie merceologiche disposte a caso Favorire gli acquisti d’impulso. Mostrare i prodotti più costosi in posizioni di grande risalto, utilizzando strutture dedicate come teche o vetrine. Posizionare invece gli articoli di basso prezzo in punti strategici molto visibili come l’avancassa o nel caso di scaffalature ad altezza occhi e ancora, qualora possibile, in isole studiate. Aumentare il tempo di permanenza. È risaputo che all’aumento del tempo di permanenza nel negozio, aumentano in modo proporzionale anche gli acquisti. Rendete perciò l’atmosfera più attraente: il cliente si trova in negozio non solo per comprare qualcosa, ma anche per trascorrere del tempo in modo piacevole. Il cambio strategico della disposizione dei prodotti a scaffale (non troppo frequente per non creare nervosismo) è una evenienza da tenere in conto quando per esempio si ridipinge il punto vendita. Fare appello ai sensi. L’impressione complessiva del negozio determinerà la qualità e la quantità del tempo che gli acquirenti passeranno all’interno dello store. Proponete una musica rilassante per renderli calmi e ispirare il buonumore. La profumazione è importante, così come la temperatura che deve essere sempre ottimale a seconda delle condizioni climatiche. Mostrare i prodotti. Uno dei modi più efficaci per incoraggiare i clienti ad acquistare è quello di mostrare loro come utilizzare i prodotti. Lasciate che possano toccarli con mano, per osservarli meglio o provarli a loro volta. Fate leva su questo aspetto per differenziarvi dai siti di e-commerce dove l’acquisto è solo virtuale. Bibliografia: Karin Zaghi, Visual Merchandising e relazioni di canale, Franco Angeli, Milano, 2013. ●


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VetSolution: Grain Free Veterinary Diets È una linea di alimenti dietetici completi per particolari fini nutrizionali del cane e del gatto

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uando i cani e i gatti sono affetti da disordini spesso vengono sottoposti a un regime terapeutico e possono essere quindi più vulnerabili allo stress ossidativo e all’alterazione della normale flora intestinale. La corretta funzionalità del tratto gastroenterico e la risposta allo stress ossidativo è fondamentale per una più rapida ripresa del benessere animale. MONGE VETSOLUTION è infusa con nuove generazioni di prebiotici (Xilo-oligosaccaridi) e antagonisti primari dei radicali liberi (Super-ossido dismutasi). Tutti gli alimenti della linea MONGE VETSOLUTION sono inoltre senza cereali. MONGE VETSOLUTION combina questi tre concetti fondamentali per assicurare la massima efficienza di ogni alimento dietetico.

SOD SUPEROXIDE DISMUTASE I disordini di salute sono correlati a un aumento di radicali liberi. Questa sovrapproduzione di radicali liberi è associata a una degenerazione dei lipidi, delle proteine e del DNA cellulare, accelerando i processi degenerativi metabolici. Il SOD (Superossido dismutasi), agendo come barriera antiossidante primaria, è efficace nel prevenire il danneggiamento delle cellule dei tessuti causato dai superossidi.

X.O.S. PREBIOTICI Gli Xilo-oligosaccaridi (X.O.S.) sono carboidrati non digeribili che resistono alla digestione e raggiungono il colon dove stimolano la crescita e l’attività della flora microbica intestinale benefica.

Gli XOS resistono all’acidità gastrica e agli enzimi del tratto gastrointestinale. Gli XOS non vengono assorbiti ma fermentati dai microrganismi intestinali e inducono una crescita selettiva della flora intestinale. Gli X.O.S. possono svolgere un’azione complementare sui meccanismi sistemici contrastando l’infiammazione, lo stress ossidativo e regolando il transito intestinale.

FIT-AROMA® ADVANCED PROCESS TECHNOLOGY La tecnologia di processo avanzata nei prodotti MONGE VETSOLUTION associa un fito-ingrediente con acidi grassi aromatici, apportando gusto e benessere in una sola volta. Il Fit-aroma® negli alimenti dietetici MONGE VETSOLUTION è progettato per fornire alte prestazioni biologiche a basso dosaggio, con un rilascio progressivo e continuo. Le composizioni sono studiate per un perfetto assorbimento nel tratto intestinale. La tecnologia unica di rivestimento lipidi aromatici intorno al fito-ingrediente bioattivo, assicura un rilascio modulato a livello intestinale favorendone l’azione e il beneficio. La composizione del Fit-aroma® permette alle molecole bioattive (che normalmente non resistono al processo di fabbricazione del pet food), di essere utilizzate negli alimenti dietetici con ottima biodisponibilità.

GRAIN FREE Tutti i prodotti della linea MONGE VETSOLUTION sono senza cereali. Il concetto grain free contribuisce a limitare l’affaticamento digestivo, ottimizzando lo scopo spe-

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cifico di ogni alimento dietetico. Le fonti classiche di amido sono sostituite da fonti di amido alternative come: tapioca, patata, piselli. Le diete Monge VetSolution sono tutte garantite made in Italy, no OGM e no cruelty test e, in linea con l’attenzione dedicata dall’azienda al canale specializzato, la vendita è riservata ai migliori pet shop e negozi specializzati. Sono disponibili nella gamma cane nei formati da 2 kg e 12 kg (eccetto Gastrointestinal Puppy da 1 kg e 5 kg) e in quella gatto nei formati da 400 g e 1,5 kg.

ECCO LE REFERENZE E LE RELATIVE INDICAZIONI Per il cane: • Dermatosis - disordini cutanei, allergie alimentari; • Gastrointestinal Adult - gastroenteriti acute e croniche, coliti; • Gastrointestinal Puppy - gastroenteriti acute e croniche, coliti in accrescimento; • Obesity - controllo del peso in cani adulti sovrappeso e obesi;

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Renal - danni renali cronici; Cardiac - insufficienza cardiaca, ipertensione; Hepatic - danni epatici, epatite cronica, fibrosi epatica; Diabetic - diabete mellito, iperglicemia, sovrappeso, pancreatite.

E la nuova referenza Joint Mobility, formulata per il supporto del metabolismo articolare in caso di osteoartrite. Per il gatto: • Dermatosis - disordini cutanei; • Gastrointestinal - gastroenteriti acute e croniche, coliti; • Obesity - controllo del peso in gatti adulti sovrappeso e obesi; • Renal - danni renali cronici, anoressia, malnutrizione; • Hepatic - danni epatici, epatite cronica, fibrosi epatica; • Diabetic - diabete sovrappeso; • Urinary Struvite - urolitiasi da struvite, cistiti feline idiopatiche; • Urinary Oxalate - cristalli e urolitiasi di ossalato. ●


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LA GIACCA PER LE PASSEGGIATE DURANTE LE GIORNATE PIOVOSE

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a oltre 20 anni, Hurtta si contraddistingue per la grande innovazione, il costante sviluppo e l’utilizzo di materiali tecnici di altissima qualità che assicurano il benessere e il comfort del cane. L’azienda finlandese è da sempre attenta anche alla salvaguardia dell’ambiente. Dopo aver completamente rivisto il packaging, riducendo le plastiche anche del 90%, con un ulteriore ed importante investimento in ricerca e

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Psicologia di “coppia”

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SIMONE RAMELLA - FLICKR - MODIFICATA

CONTINUA LA RUBRICA CHE MOLTO INTERESSE HA SUSCITATO NEI LETTORI: L’IMPORTANZA PSICOLOGICA CHE HANNO GLI ANIMALI DA COMPAGNIA NELLE VARIE FASI E SITUAZIONI DELLA VITA UMANA. RUBRICA CHE SI ALTERNERÀ CON QUELLA DI ESPERTI IN MEDICINA COMPORTAMENTALE PER ANALIZZARE E PREVENIRE DISAGI NEGLI ANIMALI. DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA PER AMPLIARE LA VISIONE DI “COPPIA” UOMO-PET. (LA REDAZIONE)

Il rapporto privilegiato dei più piccoli con un pet

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l contatto con gli animali infonde ai bambini un maggiore senso di responsabilità e indipendenza: aumenta l’empatia e insegna loro il ciclo della vita. La presenza di un animale da compagnia rappresenta uno stimolo molto importante per la crescita affettiva, emotiva e psicologica di un bambino. Tra il piccolo e il suo amico s’instaura un rapporto, grazie al quale, il bambino impara a relazionarsi con un essere vivente diverso da sé, adattandosi alle sue esigenze e ri-

Un rapporto capace di farci crescere In senso generale, si può dire che il cane sia in grado di offrire qualcosa di prezioso al bambino: crea un rapporto di affetto e di complicità tra “pari”, divenendo un compagno di giochi e di scambi affettuosi, senza alcun bisogno di parole. Per il bambino l’incontro con questo nuovo amico può rappresentare un’occasione unica per imparare a gestire le sue sensazioni, per prendere coscienza del mondo reale e nutrire la sua fantasia. Non va quindi sottovalutata la qualità di ciò che può costruire un rapporto privi-

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Psicologo, educatore cinofilo

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Nicolas Patrini

legiato come quello che il cane instaura con un bimbo. Il cane può essere un ottimo insegnante di vita e può passare con la sua presenza un concetto essenziale: un essere vivente è diverso da un peluche e necessita di rispetto. Il cane può perfino insegnare al bambino i pri-

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versando il proprio affetto verso qualcuno diverso dai genitori. In questo articolo è stato preso in considerazione soprattutto il rapporto bambino-cane, ma gli esempi calzano per molti pet.

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Psicologia di “coppia” VADO DALLO PSICOLOGO? NO, LO RACCONTO AL MIO CANE

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SHARELS GNIL - FLICKR

Nel corso di un’indagine nella quale è stato chiesto ai bambini a chi si rivolgerebbero in caso di difficoltà, la maggior parte di loro ha menzionato il proprio animale. I pet possono infatti farci sentire un appoggio incondizionato privo da ogni giudizio o critica. Valorizzare il rapporto fra cane e bambino è un’arma incredibile a favore del suo benessere cognitivo ed emotivo.

mi concetti del dolore, della nascita, della compassione e dell’amicizia.

Ecco i cinque benefici che la relazione con un pet (in particolare se cane) può avere sui bambini. I cinque benefici della relazione

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Il binomio cane-bambino Diversi studi hanno dimostrato che i bambini che hanno animali in casa presentano un’intelligenza emotiva (la capacità di comprendere, gestire ed esprimere in modo efficace i propri sentimenti e interpretare quelli delle altre persone) più sviluppata. A differenza del quoziente d’intelligenza, considerato immutabile, l’intelligenza emotiva può essere implementata nel tempo e gli animali aiutano i bambini a farlo.

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1°- Il primo riguarda la compassione: i bambini che hanno un cane in casa imparano a prendersi cura e a nutrire un’altra creatura, osservando inizialmente i genitori e immagazzinando le informazioni che saranno poi sfruttate in ogni interazione con un animale. Gli studi hanno dimostrato che i bambini che vivono con un cane hanno una maggiore empatia e più compassione nei confronti degli altri animali e degli esseri

umani. 2°- Il secondo concerne l’autostima: prendersi cura di un cane comporta delle responsabilità e queste infondono nel bambino un senso di realizzazione, aiutandolo a sentirsi competente e capace. 3°- Beneficio numero tre: lo sviluppo cognitivo. Vivere con un pet può facilitare l’acquisizione del linguaggio e migliorare le competenze verbali e non verbali. Occorre sapere che i bambini non si limitano a giocare con gli animali: con loro parlano, raccontano la loro giornata e spesso leggono o fanno i compiti insieme. Questo dialogo speciale aumenta le capacità e lo sviluppo cogniti-


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vo e del linguaggio al pari di quanto accade nel rapporto con altri bambini. 4°- Il quarto beneficio riguarda la riduzione dei fattori stressanti: a chi non è mai capitato di rivolgersi al proprio cane

per farsi offrire un po’ di sostegno emotivo? Il rapporto con i cani è impareggiabile perché sono in grado di attenuare le emozioni negative e strapparci un sorriso anche nei momenti “no”. 5°- Beneficio numero cinque: comprendere il ciclo della vita. Spiegare ai propri figli i concetti di nascita e morte non è mai semplice per un genitore e familiarizzare con tali meccanismi può essere davvero difficile e doloroso. La morte di un animale

familiare è un momento di grande dolore, ma può anche essere un’importante esperienza di apprendimento. Il modo in cui i genitori gestiscono il lutto insegnerà al bambino ad affrontare la malattia e la morte e a capirla. Dall’altro lato c’è la nascita, e la riproduzione degli animali può essere un buono spunto per iniziare una discussione sul sesso e le necessarie spiegazioni che un bambino deve ottenere per, scusate il gioco di parole, concepire quello che accade.

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STEFANO BOLOGNINI - FLICKR - MODIFICATA

A QUALE ETÀ IL RAPPORTO FRA CANE E BAMBINO È PIÙ PROFICUO? Malgrado non esista per certo un’età a partire dalla quale il rapporto fra il bambino e un pet diventi a tutti gli effetti utile a sviluppare le competenze di cui abbiamo parlato, possiamo dire che a partire dai due anni i più piccoli sono attratti da un animale a causa della sua diversità fisica, ma al contempo non riescono a comprendere ancora le necessità e le esigenze specifiche del proprio amico animale. Dai quattro anni circa, invece, i bambini possono essere responsabilizzati a prendersi cura del proprio beniamino e attratti da questa importante relazione. Certamente un bambino che fin da piccolissimo convive con un animale avrà a disposizione il tempo necessario a prendere progressivamente coscienza di cosa comporta avere un amico diverso da lui, con cui condividere la propria giornata.

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Psicologia di “coppia”

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Qualche consiglio per una convivenza sicura Crescere insieme a un cane è una splendida opportunità per un bambino. Ma la presenza dei genitori è sempre necessaria, specie nei primi tempi, per evitare “incomprensioni” tra il bimbo e l’animale da compagnia. Il legame che si instaura tra un bambino e il proprio cane è qualcosa di fantastico, ma non privo di rischi. Occorre molta attenzione e responsabilità da parte dei genitori che dovrebbero seguire da vicino il rapporto,

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contribuendo a impostarlo nel migliore dei modi e prevenendo il rischio di piccoli incidenti. Non va dimenticato che, involontariamente, durante il gioco, un cane può far male al bambino semplicemente con l’intenzione di fargli le feste. Alcuni cani hanno una delicatezza eccezionale nei confronti dei più piccoli, ma non è sempre così. Inoltre, il bambino può non essere in grado di interagire in modo corretto con il cane. Per esempio può tirargli la coda o le orecchie. In questi casi il

cane può reagire dando dei segnali di avvertimento, ma se il bambino non è in grado di interpretare correttamente i segnali dati dal cane, continuerà a disturbarlo con il rischio di continuare con i dispetti. Al di là dei rapporti rodati da tempo, è anche utile prendere in considerazione quello che accade quando in famiglia arriva un cucciolo. In quel caso è bene aspettarsi alcuni comportamenti: i cuccioli sono molto attivi, usano la bocca e le zampe per giocare ed esplorare; per scoprire il mondo impiegano la bocca su ogni cosa e tendono a prendere gli oggetti che trovano alla loro portata, anche quelli dei bambini. I bambini dal canto loro, nella maggioranza dei casi, interagiscono con il cane in modo eccessivo e smisurato, eccitandolo e agitandolo ulteriormente. Anche in questa fase è molto importante la sorveglianza del genitore per evitare che il bambino possa fare male al cane che, spaventato, può manifestare varie reazioni che possono avere un effetto duraturo sul suo carattere. Ogni pet ha le sue necessità, così i genitori devono essere presenti anche con animali differenti da un cane e spiegare il loro accudimento corretto, per prevenire inconvenienti negativi: verso l’animale o verso il bambino. In ogni caso vale sempre il caro e vecchio detto - prevenire è meglio che curare. ●


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PUBBLIREDAZIONALE

Igiene orale. Un problema una soluzione DENTAL CLEANERS le salviettine pronte all’uso che risolvono efficacemente il problema dell’igiene dentale di cani e gatti in modo semplice, igienico e veloce, aiutando a prevenire la formazione di placca e tartaro LA PREVENZIONE È LA MIGLIOR CURA

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robabilmente l’igiene orale del cane e del gatto non è un argomento al quale i proprietari pensano spesso, ma numerosi studi clinici dimostrano che la cattiva igiene orale determina problemi oro-dentali in circa l’85% dei cani oltre i 3 anni di età e nel 75% dei gatti adulti. La mancata o insufficiente igiene orale espone questi animali al rischio di patologie anche gravi e a volte irreversibili. L’igiene orale per cani e gatti è importante quanto lo è per gli esseri umani e negli ultimi anni è costantemente cresciuta l’attenzione verso questo tema poiché, come avviene per gli esseri umani, anche nei cani e nei gatti la formazione della “placca” è il punto di partenza del processo che conduce alla formazione del tartaro e alla comparsa di varie patologie dentali e parodontali, quali parodontiti, sanguinamenti, infezioni locali, fistole, perdita dei denti, fino a più gravi patologie sistemiche (endocarditi, nefriti, epatiti ecc.). La placca batterica La placca non è altro che una patina, formata essenzialmente da batteri, che si stratifica sulle superfici dentarie e sul bordo gengivale Se non viene rimossa, la placca può andare incontro a mineralizzazione (specie a seguito della precipitazione dei sali contenuti nella saliva) e creare i presupposti per la formazione del tartaro.

L’igiene orale e la pulizia dei denti del cane e del gatto sono fondamentali per il suo benessere perché la buona digestione comincia in una bocca sana. L’igiene quotidiana dei denti è importantissima in quanto contrasta efficacemente: • l’insorgenza di patologie dentali • la comparsa di disturbi gengivali • l’insorgenza di patologie sistemiche • l’alitosi. Ecco perché una corretta igiene orale non è un fatto estetico, ma un concreto impegno per mantenere un adeguato stato di salute LOCALE e SISTEMICO dei nostri amici. Come sempre, quando si parla di salute, la prima regola è la prevenzione e un’accurata e costante igiene orale rappresenta una pratica davvero vantaggiosa per la loro salute. I veterinari raccomandano ai proprietari di dedicare ai denti del loro animale la stessa cura che dedicano ai propri, per evitare di dover ricorrere ad un intervento di detartrasi, che viene eseguito in anestesia generale.

ADDIO SPAZZOLINO! Da oggi sul mercato esiste una soluzione per l’igiene dentale veramente efficace, pratica, igienica e veloce: le salviettine DENTAL CLEANERS by CLIFFI. Niente più spazzolini o strumenti vari che, se impropriamente utilizzati, possono causare lesioni traumatiche alle gengive e allo smalto dei denti. Pochi minuti dedicati all’igiene orale, possono incidere in modo determinante sulla salute e il benessere di cani e gatti. La qualità della vita di questi animali potrebbe dipende-

La malattia parodontale rappresenta il disturbo clinico più comune del cane e del gatto, i cui segni sono riscontrabili in 4 soggetti su 5 dopo i tre anni di età; è una patologia che porta alla distruzione progressiva dei tessuti parodontali, alla retrazione delle gengive fino alla perdita dei denti.

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re proprio da questa semplice e veloce operazione, da svolgere con costanza nella consapevolezza della sua grandissima importanza.

CON DENTAL CLEANERS POCHI ISTANTI PER DENTI BRILLANTI Le salviettine DENTAL CLEANERS, clinicamente testate, risolvono adeguatamente questo problema. Il loro utilizzo regolare consente la CORRETTA PULIZIA di denti e gengive in pochi minuti. Sono morbide, efficaci, ed evitano anche il rischio di lesioni traumatiche alle gengive e allo smalto dei denti, spesso causate dall’uso di strumenti impropri o impropriamente utilizzati. Le salviettine DENTAL CLEANERS consentono di provvedere all’igiene dentale sia in casa che fuori, in modo semplice, igienico e veloce. Il tessuto speciale con fibre naturali è stato appositamente studiato per rimuovere eventuali residui di cibo e pulire in modo adeguato denti e gengive, senza rilasciare pelucchi in bocca. Contengono BISABOLOLO derivato dalla camomilla con effetto lenitivo e calmante, ZENZERO che vanta proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie e GLICERINA umettante naturale ed emolliente; rinfrescano l’alito e non richiedono il risciacquo dopo l’uso. Il prodotto è stato formulato utilizzando ingredienti dermo-compatibili, ad elevata tollerabilità cutanea, di origine naturale (99,3%) e con pH fisiologico. L’uso di DENTAL CLEANERS è estremamente semplice, basta avvolgere la salviettina sul dito indice e passarla sui denti e sulle gengive dell’animale. La salvietta va sostituita più volte nel corso della pulizia.

ADDESTRAMENTO ALL’IGIENE ORALE - ALCUNI CONSIGLI • Abituare l’animale alla pulizia dei denti quando è ancora cucciolo; in questo modo, questa operazione diventerà per lui un fatto assolutamente normale e non avrà problemi da adulto. • È bene iniziare a “mano libera” massaggiandogli delicatamente il muso e le labbra, come se fosse un gioco… una coccola, passando poi a massaggiargli le gengive e i denti con un dito, magari insaporito con qualche alimento gustoso (brodo, paté di carne ecc.).

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• A questo punto si può iniziare ad utilizzare le salviettine DENTAL CLEANERS passandole sui denti e sulle gengive. • Gratificarlo sempre alla fine della procedura, con tante coccole. • L’uso di mangime secco associato alla pulizia regolare costituirà una buona forma di prevenzione alle patologie oro-dentali.

C’È UNA COSA CHE TUTTI DEVONO SAPERE… I suoi denti hanno bisogno di DENTAL CLEANERS, perché offrono tanti vantaggi in pochi minuti: DENTI PULITI - ALITO FRESCO - MAGGIORE IGIENE ORALE. Le salviettine DENTAL CLEANERS sono: PRATICHE E IGIENICHE - EFFICACI E DELICATE - SENZA RISCIACQUO - PRONTE ALL’USO - USA E GETTA - evita possibili contaminazioni batteriche = garanzia di sicurezza. Hanno PH FISIOLOGICO - 99,3% INGREDIENTI DI ORIGINE NATURALE. Contengono ZENZERO protettivo e rinfrescante - BISABOLOLO lenitivo e calmante - GLICERINA umettante naturale emolliente. ●


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Vitakraft - Italia S.p.a. Tel.: 075 965601 E-mail: info@vitakraft.it - www.vitakraft.it

Vitakraft lancia i nuovi snack per cani! Con ingredienti speciali come i Superfood, in forme originali o da masticare a lungo NOSHIES: GUSTO UNICO IN TRE FORME DIVERTENTI Snack di qualità premium sano e divertente. Sono queste le premesse del mix di snack per cani Vitakraft appena lanciato sul mercato. I gustosi bocconcini sono prodotti in forme allegre e divertenti, contengono tanta carne di tacchino e un contenuto extra di vitamine del gruppo B per una pelle sana e un pelo lucido. La delicata cottura al forno conferisce allo snack la particolare consistenza morbida tanto amata dai cani. I Noshies sono prodotti con i migliori ingredienti e con ricette senza zucchero per una coccola appetitosa e sana. Confezionati in pouch richiudibile garantiscono a lungo tutta la freschezza per un piacere prolungato nel tempo.

SUPER CHOMP®: LA NUOVA ESPERIENZA DA MASTICARE ®

BEEF STICK SUPERFOOD! LA LINEA TRENDY RICCA DI NUTRIENTI Vitakraft, da sempre all’avanguardia negli snack per animali da compagnia, lancia sul mercato i nuovissimi Beef Stick® Superfood, snack gustosi e ricchi di nutrienti benefici per la salute del cane. I Superfood si aggiungono così alla grande gamma di Beef Stick®, i famosi stick per cani di Vitakraft. Due sono le nuove varianti di snack alla carne: una è arricchita con piselli ad alto contenuto proteico e mirtillo rosso naturalmente ricco di antiossidanti che favoriscono la protezione delle cellule. L’altra è prodotta con un delizioso ripieno di carote, ricche di carotene, e semi di chia ricchi di acidi grassi Omega 3 che favoriscono la salute della pelle e la bellezza del pelo. I Beef Stick® Superfood sono realizzati con il collaudato trattamento di affumicatura a freddo che conferisce al prodotto un gusto unico e appetitoso ed un profumo irresistibile. Lo snack è confezionato in pack salva freschezza ed è ideale anche per il consumo fuori casa.

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Super Chomp® è il nuovo e goloso snack-masticativo per gli amici a quattro zampe. È disponibile nella versione stick da 3 pezzi, per veri intenditori e nella versione cotoletta da 2 pezzi per masticatori accaniti! Entrambe le varianti hanno un’appetibilità elevata di oltre il 94% grazie al profumo stuzzicante e al gusto deciso. Lo speciale processo di produzione conferisce allo snack da masticare una consistenza particolare che consente di consumare il prodotto senza sporcare. Il nuovo snack da masticare viene prodotto in Germania, senza zucchero e senza l’aggiunta di coloranti ed esaltatori di sapidità artificiali. ●


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Norme e leggi IL CASO GRUM E IL RUOLO DEL PET SHOPPER NELLA RESPONSABILIZZAZIONE DEL CLIENTE IN RELAZIONE ALLE SPECIE NON CONVENZIONALI

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Come gestire i pet pericolosi?

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sibilità di acquistare pet inusuali. Dunque, i pet shopper devono conoscere la normativa italiana vigente e la sua applicazione pratica. Alessio Arbuatti Medico veterinario, delegato SIVAE Abruzzo Professore di Zoologia ed Ecologia UNITE

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a storia del caracat Grum ha senza dubbio mosso l’intera opinione pubblica perché questo felino possiede delle parvenze ben diverse da qualsiasi altra razza “domestica” in quanto frutto di una progressiva selezione (f4) iniziata da un antenato caracal, lince delle steppe africane. Da un’analisi della vicenda, che ha visto affrontarsi schieramenti opposti, emerge l’importanza del ruolo di tutte le figure professionali coinvolte nel settore pet, direttamente e indirettamente. Politici, veterinari, centri di recupero e i pet shopper sul territorio che sono a contatto diretto con quei clienti che possono porre domande sulla pos-

La legge non ammette ignoranza Gestire un punto vendita non deve prevedere solo la conoscenza della legislazione nazionale, regionale e persino comunale riferita alle caratteristiche strutturali, sanitarie e ambientali del proprio store, bensì anche di quelle norme che, solo apparentemente, possono sembrare secondarie. Il rapporto Assalco Zoomark ben evidenzia la grande varietà di classi animali (uccelli, pesci, mammiferi, rettili e anfibi) che sono ospitate nelle case italiane. Il petshopper che si occupa di specie esotiche e non convenzionali deve possedere dunque una seria preparazione anche per gli aspetti legali poiché, neofiti mossi da curiosità e persone che non sono a conoscenza della normativa potrebbero avanzare richieste di esemplari appartenenti a specie non commercializzabili in Italia. Allo stesso modo, igna-

ri negozianti che si riforniscono da grossisti extranazionali potrebbero trovare disponibilità di specie non legali in Italia, pur essendolo all’interno di altri paesi europei. Normativa nazionale vigente, come interpretarla? Il primo riferimento normativo è la legge n. 150 del 7 febbraio 1992, che include sia la disciplina penale relativa all’applicazione della CITES (Convenzione di Washington) sia le norme per la commercializzazione e la detenzione di esemplari vivi di mammiferi e rettili che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica. L’elenco completo di tali specie compare nel Decreto del Ministero dell’Ambiente del 19 aprile 1996. Questa norma comprende solo le classi: mammiferi e rettili e le specie destinatarie sono così definite: “Sono da considerare potenzialmente pericolosi per l’incolumità e la salute pubblica, tutti gli esemplari vivi di mammiferi e rettili selvatici ovvero provenienti da riproduzioni in cattività che in particola-

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ri condizioni ambientali e/o comportamentali, possono arrecare con la loro azione diretta effetti mortali o invalidanti per l’uomo o che non sottoposti a controlli sanitari o a trattamenti di prevenzione possono trasmettere malattie infettive all’uomo”. Se dunque l’inclusione di serpenti velenosi (Fig. 1), o alcuni grandi costrittori (Fig. 2), è cosa logica, altri piccoli pet diffusi in nazioni occidentali come le volpi africane (fennech) (Fig. 3), i primati (scimmie) o anche alcune specie di Chelonidi sono vietate. Un interessante ampliamento è stato effettuato dalla Regione Veneto con il DGR n. 3882 del 31 dicembre 2001, inerente la detenzione, allevamento e commercio di animali esotici e pericolosi, a validità regionale. Si consiglia dunque di tenere in negozio un piccolo quaderno ad anelli contenente la normativa stampata, consultabile all’evenienza e da mostrare ai clienti che apprezzeranno senza dubbio la competenza e formazione del negoziante. Per qualsiasi informazione, aggiornamento nazionale e/o regionale si invitano i petshopper a contattare sempre i Carabinieri Forestali lo-

5 cali e le AUSL Veterinarie territoriali. Pericoli anche indiretti, le specie alloctone I pericoli possono essere anche per gli interi ecosistemi e per le specie autoctone italiane, per questo motivo in accordo con la normativa europea, è stato approvato il 15 dicembre 2017 il Decreto Legislativo N. 230 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive. Nell’apposito allegato è possibile trovare l’elenco di queste ricordando che per i proprietari di tartarughe d’acqua dolce del genere Trachemys e altre IAS è necessario fare una denuncia/dichiarazione di possesso per la quale c’è un anno di tempo (31 agosto 2019) seguendo la modulistica apposita disponibile anche sul sito www.sivae.it. per ulteriori informazioni è possibile contattare i carabinieri Forestali del proprio territorio o il Ministero dell’Ambiente.

ATTENZIONE ALLE SANZIONI La violazione del divieto è sanzionata penalmente con l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda da € 15.000 a € 300.000, così come recentemente stabilito dalla legge 22 maggio 2015, n. 68, che ha modificato le sanzioni previste dalla legge n. 150/1992. Gli animali detenuti illegittimamente sono inoltre confiscati.

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Aracnidi, un’aggiunta alla legislazione Alla norma precedente va aggiunta la Legge N. 213 del 1 agosto 2003 “Divieto di commercio e detenzione di aracnidi altamente pericolosi per l’uomo” seguita all’importazione di esemplari pericolosi per l’uomo con conseguenti fenomeni di allarme sociale. La norma vieta la detenzione, commercializzazione, importazione, riesportazione di “tutti gli esemplari vivi di aracnidi selvatici, ovvero provenienti da riproduzioni in cattività, che possono arrecare, con la loro azione diretta, effetti mortali o invalidanti per l’uomo o che comunque possono costituire pericolo per l’incolumità pubblica”. Rispetto della legislazione e giusti consigli per vendite speciali Come appare evidente ai negozianti più esperti, nella normativa non si citano uccelli e pesci (ossei e cartilaginei). In una specifica Conferenza Nazionale sul Benessere Animale, svoltasi nel 2016 la relatrice Maria Carmela Giarratano riporta l’esempio estremo di un uccello, il casuario (Fig. 4) che può raggiungere i 50 Km/h di velocità e possiede artigli lunghi cinque centimetri. Nell’attesa dunque che la norma sia migliorata, il negoziante deve conoscere eventuali carenze legislative che paiono molto evidenti per esempio in acquariologia dove è legale la vendita di specie dotate di veleni tra le quali gli Scorpeniforni (Fig. 5), o le razze d’acqua dolce del genere Potamotrygon (Fig. 6). Bisogna dunque fare sempre domande al potenziale acquirente, valutarne le competenze, chiedere le caratteristiche delle strutture a disposizione e, se necessario, far capire che quella data specie animale non è idonea, consigliandone altre più indicate. Links utili: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/i mages/stories/commercio_internazionale/cites/dm19_04_1996.pdf http://www.camera.it/parlam/leggi/ 03213l.htm ●


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Zoodiaco - Via della Cooperazione 16 - 45100 Rovigo Tel. area Nord 0425474645 - Fax 0425474647 Tel. area Centro-Sud 0744943287 - Fax 074494464 www.zoodiaco.com - zoodiaco@zoodiaco.com

Per ogni sensibilità la soluzione nutrizionale è Prolife Sensitive e Sensitive Grain Free, due linee specifiche di alta qualità

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na reazione avversa al cibo è una qualsiasi risposta anomala dell’organismo all’ingestione di cibo o sostanze alimentari. Nel cane le reazioni avverse al cibo si manifestano prevalentemente con una sintomatologia dermatologica e gastroenterica. Tra i principali sintomi si riscontrano: dermatite e pododermatite, forfora, prurito, eritema, perdita di pelo, eruzioni pustolose, croste e scaglie, odore sgradevole del pelo, lacrimazione eccessiva, congiuntivite, seborrea, vomito, diarrea, disturbi addominali, borborigmi addominali, flatulenza. La prognosi in caso di sensibilità alimentare è generalmente buona se trattata con una dieta corretta che escluda l’allergene incriminato pur fornendo tutti i nutrienti necessari al mantenimento di una condizione di benessere dell’animale. La soluzione nutrizionale consiste nella scelta di una dieta di mantenimento esente dagli allergeni chiamati in causa e consona alle esigenze nutrizionali dell’animale. Gli alimenti della Linea Prolife sono privi di conservanti, coloranti e aromatizzanti aggiunti, frumento, soia e prodotti caseari; in particolare la formulazione degli alimenti Sensitive e Sensitive Grain Free prevede l’utilizzo di specifici ingredienti: UNA SOLA FONTE PROTEICA animale (pollo, pesce, maiale, coniglio, agnello, manzo). ASSENZA DI CEREALI E GLUTINE (linea Grain Free): con patata e tapioca, fonte di carboidrati a ridotto

rischio di sensibilità.

PER IL CUCCIOLO SENSIBILE Prolife Puppy Sensitive all breeds Lamb & Rice è un alimento completo ricco in agnello fresco, ideale per cuccioli sensibili. L’equilibrato rapporto calcio/fosforo è un valido supporto nello sviluppo armonico dell’apparato scheletrico e della dentizione mentre l’agnello è una fonte di proteine leggere e digeribili. Prolife Puppy Sensitive Mini Lamb & Rice è invece stato studiato per cuccioli sensibili di piccola taglia: ricco in agnello fresco, leggero e digeribile, ideale per soggetti sensibili. In questa delicata fase è importante che l’animale subisca un processo di crescita equilibrato e armonico, la sensibilità nei confronti di componenti specifiche lo potrebbe rallentare: Prolife Grain Free Puppy Sensitive Chicken & Potato è la soluzione nutrizionale specifica per cuccioli sensibili a cereali e glutine. Il pollo fresco, leggero e digeribile, è una fonte di proteine altamente biodisponibili mentre patata e tapioca, prive di glutine, apportano carboidrati, importanti per la crescita. Per il cucciolo sensibile di piccola taglia è stato invece formulato Prolife Grain Free Puppy Sensitive Mini Chicken & Potato: l’elevata percentuale di pollo fresco (31%), leggero e digeribile, è una fonte di proteine altamente biodisponibili mentre patata e tapioca sono fonti selezionate di carboidrati, prive di glutine.

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rie sensibilità. Sensitive all breeds Beef & Potato include invece manzo fresco, fonte di proteine altamente biodisponibili, facilmente assimilabili dall’organismo. Patata e tapioca apportano carboidrati, privi di glutine. Per il cane di taglia grande sensibile ai cereali è stato formulato Sensitive medium-large Fish & Potato. Glucosamina e solfato di condroitina supportano le articolazioni, sottoposte al notevole peso corporeo mentre omega 3 e 6 contribuiscono a creare un effetto barriera, utile per preservare la salute di pelle e manto.

PER I MINI SENSIBILI

SE IL CANE ADULTO È SENSIBILE

Prolife Sensitive Grain Free Mini Beef & Potato è ideale per il mantenimento del cane adulto sensibile, grazie al manzo fresco, leggero e appetibile, apporta proteine a elevato valore biologico mentre patata e tapioca sono fonti selezionate di carboidrati prive di glutine. I prebiotici FOS favoriscono la proliferazione della microflora batterica dell’intestino. Il prezioso apporto di omega 3 e 6, zinco e biotina aiutano la formazione e lo sviluppo di pelle e manto. Ricco in maiale fresco, fonte di proteine non famigliari al-

Per il cane adulto viene proposta un’ampia gamma in diverse varianti di gusto: Prolife Sensitive all breeds Rabbit & Potato include coniglio fresco, proteina leggera e digeribile non famigliare, ideale per soggetti sensibili. La patata è invece una fonte nobile di carboidrati. Prolife Sensitive all breeds Pork & Rice è invece formulato con maiale fresco senza cotenna. L’apporto di L-carnitina aiuta a mantenere un peso corporeo ottimale e ridurre l’accumulo di grassi. Se il cane è sensibile o intollerante a cereali e glutine la soluzione ideale è adottare una dieta che escluda l’allergene. Prolife Grain Free propone Sensitive all breeds Pork & Potato, ricco in maiale fresco, fonte di proteine altamente biodisponibili, per ridurre il rischio di reazioni avverse. Tapioca e patate sono prive di glutine, per limitare va-

tamente biodisponibili, Prolife Sensitive Grain Free Mini Pork & Potato è un alimento privo di cereali e glutine, ideale per cani adulti sensibili. Grazie all’inclusione di patate e tapioca apporta carboidrati. Bio-MosR contribuisce a sviluppare le difese immunitarie. Prolife Sensitive Grain Free Mini Fish & Potato include un’elevata percentuale di pesce fresco (36%), proteina leggera e digeribile, ideale per soggetti sensibili. Le patate, prive di glutine, sono una fonte nobile di carboidrati mentre la yucca schidigera aiuta a controllare l’odore di feci, flatulenze e urine. Sel-PlexR è una fonte superiore di selenio organico che aumenta la resistenza alle infezioni virali. Per conoscere in dettaglio tutti gli alimenti della linea Prolife visita il sito www.prolife-pet.it ●

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Indagini scientifiche

IL RICORDO, FRUTTO DELLA MEMORIA ED ELABORAZIONE DI UN EVENTO, È PRESENTE NEI CANI E COSÌ NEI GATTI

Anche i gatti sanno ricordare specifici episodi

Marco Moresco Editorialista

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a memoria episodica, di recente dimostrata nei cani da un gruppo di ricercatori ungheresi, pare essere un’attitudine propria anche dei piccoli felini. Ricordare è un’attitudine che diamo per scontata e che non pare degna di particolari ricerche e approfondimenti

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scientifici. Noi esseri umani siamo in grado di richiamare alla mente singoli eventi che abbiamo vissuto, da quelli più importanti a quelli meno significativi, e che rappresentano il nostro unico e personale patrimonio della memoria. Che gli animali avessero questa stessa o analoga capacità era però tutt’altro che scontato. Memoria-introspezionecoscienza Il dubbio è stato risolto prima per quanto riguarda i cani, ai quali un team di ricercatori ungheresi ha riconosciuto a pieno titolo la capacità di rievocare e utilizzare i ricordi di una singola esperienza passata, ossia una memoria epi-

sodica del tutto simile a quella umana. Adesso, a pochi mesi dallo studio ungherese, una ricerca dell’Università di Kyoto, condotta dalla psicologa Saho Takagi, sembra togliere ogni dubbio anche riguardo l’esistenza di una memoria episodica anche nei piccoli felini. In un articolo pubblicato sulla rivista Behavioural Processes, la ricercatrice giapponese spiega che i gatti hanno dimostrato di saper usare i ricordi di una singola esperienza passata, proprio come le persone. Una scoperta davvero sorprendente, tanto da far supporre che per i piccoli felini si possa parlare di una mente dotata di una funzione introspettiva e quindi forse anche di una vera e propria coscienza.


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FOTO SILVIO ZOCCA

al di là delle aspettative che mostrano come l’intelligenza felina sia tutt’altro che “elementare”.

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DI PEXEL.COM

La memoria a breve termine c’è … Il lavoro del team giapponese è partito dalla capacità di noi umani di rievocare il ricordo di un singolo evento, come ad esempio cosa si è mangiato a colazione, per cercare di dimostrare se anche i gatti possono contare su una simile attitudine. Lo studio, che ha coinvolto 49 gatti che vivono in casa, si è quindi concentrato sulla capacità di ricordare cose e ed eventi piacevoli come, restando in tema alimentare, il luogo dove si è consumato uno snack particolarmente gradito. Per arrivare a questo risultato, il team ha proceduto in modo da accertare se i gatti potessero ricordare, dopo un intervallo di 15 minuti, da quale ciotola (fra le diverse possibili) avessero mangiato. L’esito dell’esperimento, come si diceva

tutt’altro che scontato, si è rivelato positivo: i piccoli felini oggetto dello studio hanno dimostrato di avere memoria non solo di ciò che hanno mangiato ma anche del luogo dove si trovava la ciotola utilizzata. … la memoria a lungo termine? Il test ha riguardato la conservazione della memoria trascorso un breve lasso di tempo, ma per il team di scienziati giapponesi i gatti sono in grado di ricordare episodi simili anche dopo periodi molto più lunghi. I ricercatori dell’Università di Kyoto hanno poi eseguito altri test mentali sui medesimi piccoli felini, che ancora una volta hanno fornito risposte sorprendenti, dimostrando di saper rispondere correttamente a stimoli come gesti, emozioni ed espressioni facciali umane. Risultati

Il parere dell’esperto: Cogito ergo sum Per approfondire il significato dei temi affrontati dal team giapponese abbiamo chiesto un parere a Francesca Serena, consigliere Anfi e allevatrice di gatti Siamesi, che ha commentato molto positivamente i risultati della ricerca. “Sapere che uno studio ha stabilito scientificamente l’esistenza di una memoria episodica nei gatti non fa altro che confermare la correttezza della visione comportamentalista riguardo l’intelligenza felina. Secondo questa scuola la mente del gatto non opera in base a semplici meccanismi di azione-reazione, ma funziona bensì in modo selettivo reagendo agli stimoli con un’attività di valutazione e scelta fra diverse possibili soluzioni. In questo quadro, la memoria a breve termine è uno strumento indispensabile dell’intelligenza selettiva, in quanto consente di ricordare le varie opzioni tra cui scegliere per mettere in atto la reazione più opportuna. L’educazione attraverso il rinforzo positivo opera proprio in questo modo, offrendo al gatto la possibilità di scegliere il comportamento premiato in precedenza.” Non risposte standard ma ragionamento “Lo studio sulla memoria episodica del gatto conferma dunque che questo animale è in grado di pensare e non semplicemente di dare risposte standard. D’altra parte le notevoli circonvoluzioni del cervello felino, molto superiori a quelle di altri piccoli mammiferi come per esempio il coniglio, erano già di per sé stesse una prova delle notevoli attitudini cognitive del gatto. Per concludere: certo il gatto ricorda ed elabora i suoi ricordi, altrimenti non potrebbe innervosirsi al solo sentir scartare la confezione di una siringa, rumore di per sé non molto diverso da altri simili, ma ben presente con la sua specificità nella memoria felina come rumore associato a episodi sgradevoli”. ● Fonte: Saho Takagi et al, Use of incidentally encoded memory from a single experience in cats, Behavioural Processes (2017). DOI: 10.1016/j.beproc.2016.12.014

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Allerta meteo! E se il mio cane dorme fuori?

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uando parliamo di migliorare la vita quotidiana delle persone e, con Bamapet degli animali domestici, parliamo sempre di problem solving. Il freddo dell’inverno, soprattutto se si vive al nord con temperature molto basse, la pioggia che può ghiacciarsi durante la notte e la neve, potrebbero disturbare i nostri pets. Gli animali vanno abituati gradualmente a stare all’aperto, non solo quelli selvatici, ma anche cani e gatti, formano da soli adeguate protezioni per poter sopravvivere ai climi rigidi. Ai proprietari dei cani che dormono outdoor, sarà consigliato di adeguare la dieta già nei mesi precedenti al freddo integrando la consueta pappa con cibi altamente proteici, essenziali per avere una folta pelliccia con abbondante sottopelo, e con grassi per formare uno strato di adipe che garantirà il giusto isolamento termico. Sarà comunque indispensabile una cuccia adeguata ed eventualmente coibentata, sollevata dal suolo e posizionata in modo da essere riparata dai venti e dalle piogge.

La Cuccia Bungalow è studiata per rispondere alle esigenze degli animali, propone soluzioni funzionali ed inedite. Bungalow e Bungalow Large sono le cucce Bamapet, ideali per cani di taglia media e grande, pensate per risolvere efficacemente le problematiche maggiori di questo tipo di articoli: l’aerazione, la pulizia e la protezione dagli agenti atmosferici. Lo speciale sistema che permette di sollevare il tettino in due posizioni, da un lato o entrambi, consente una maggiore aerazione interna, con l’obiettivo di risolvere le problematiche legate ai piccoli spazi chiusi. Inoltre, il pavimento è dotato di ruote e quindi facilmente estraibile, agevolando la pulizia della superficie in ogni angolo per garantire maggiore igiene e comfort. La cuccia Large può inoltre essere corredata da un Kit di pannelli che ha la funzione di migliorare l’isolamento termico. I pannelli sono semplici da applicare grazie alle predisposizioni presenti sulla cuccia e alle clip in dotazione. Funzionalità e comfort per il tuo cane. La cuccia per cani Bungalow è una vera e propria casa, le pareti dal decoro simil legno la rendono perfetta per qualsiasi ambiente. Disponibile nei colori verde e beige, è realizzata con materie prime di prima scelta, 100% riciclabili e addizionate di anti UV per non scolorire al sole. La sfida costante del brand BAMA è quella di conquistare e consolidare la fiducia dei consumatori, per essere sempre più riconoscibile ed associato a qualità, design e fiducia. ●

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È il momento di passare ai premietti Beeztees

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hi, quantomeno da bambino, non ha mai sognato di possedere il dono di poter parlare con gli animali, specialmente con i cani? Ovviamente questo sarebbe il desiderio di tutti coloro che hanno un amico a 4 zampe: ma la comunicazione tra noi e i nostri amici cani già esiste… eccome! Certo non avviene attraverso il nostro abbaio, né possiamo pretendere che lui impari a parlare ma si tratta comunque di un incredibile combinazione fatta di posture del corpo, gesti, toni di voce ma, soprattutto, di interazioni legate alla somministrazione del cibo che ognuna delle parti può imparare a comprendere. Per rendere questa comunicazione legata al “premio” più piacevole e più appagante per entrambi è necessario affidarsi a prodotti buoni, ben integrabili nell’alimentazione di base e che stimolino sempre la sua innata curiosità. Se il tuo cane è stufo del solito snack e i suoi occhi non si illuminano più quando sente il rumore del sacchetto dei biscotti… allora è il momento di passare ai premietti Beeztees.

Da oltre 45 anni Beeztees produce gustosi snack, e non solo, per cani e gatti. Tutti vogliamo coccolare e premiare il nostro amico a quattro zampe, compagno di mille avventure, con gustosi bocconcini. Se poi, oltre ad essere buoni sono anche sani, meglio ancora. Ecco questa è proprio la mission dell’azienda olandese, di cui Alpi Service è partner dal 2018. Le caratteristiche che accomunano tutti gli snack e i treat Beeztees sono: • QUALITÀ delle materie prime - tutti i prodotti sono realizzati utilizzando carne ed ingredienti di primissima qualità (ogni snack contiene almeno l’80% di carne) • INNOVAZIONE - ogni giorno Beeztees lavora al design e all’invenzione di nuovi prodotti per continuare a stupire i suoi “consumatori” e i loro proprietari. • ORIGINALITÀ - gli snack Beeztees sono diversi e unici ed è proprio in questo modo che riescono a soddisfare i clienti “speciali”: milioni di animali domestici in tutto il mondo. I prodotti Beeztees, inoltre, non contengono glutine, coloranti e appetizzanti e sono privi di zuccheri e ricchi di Omega 3, essenziali per la salute del Pet. Gli snack Beeztees sono disponibili in 4 differenti gamme: Chew: Fai divertire il tuo cane con una delle tante ossa,

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nodi o bastoncini di carne! Disponibile in mini, big bag o un solo osso nel formato XXL! Il tuo cane rimarrà occupato per ore. Chew Specials: Vorresti dare al tuo cane uno snack extra, ma un osso XXL è troppo grande… Dai un’occhiata ai nostri Chew Specials, un’alternativa gustosa e divertente. Ad esempio un fantastico osso farcito con trippa per la migliore esperienza di sapore. Naturals: Come già dice il nome, questi snack sono prodotti naturali, senza aggiunte di nessun tipo. Manterranno il tuo cane occupato per ore. Con un bel orecchio di maiale, pelle secca o coda puoi alimentare responsabilmente il tuo cane. Treats: i tuoi animali domestici meritano di essere viziati ogni tanto. Perché hanno imparato un nuovo esercizio, è il loro compleanno o semplicemente senza motivo. Ad esempio potresti dare loro dei biscotti, dei dolcetti, delle strisce di pollo e dei bastoncini per i denti. Diversi i gusti: si va dal classico pollo al manzo, dall’anatra all’agnello fino ad arrivare ai prelibatissimi bastoncini di merluzzo e ai pesciolini essiccati. Insomma, ci sono prodotti per soddisfare i gusti di cani di ogni taglia ed età. Tutti i prodotti Beeztees sono stati studiati con un preciso layout, in modo da creare una colorata e funzionale parete di snack. Per chi invece non volesse appendere gli snack, sono disponibili delle solide scaffalature dotate di eleganti cassette in legno, da riempire con qualsiasi tipo di snack. Gli snack Beeztees sono distribuiti da Alpi Service - www.alpiservice.com ●


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Sano. Sostenibile. Italiano. E No Grain, anche per cani Mini Programma Benessere 360 propone nella linea Salute un alimento No Grain specifico per cani di piccola taglia proponendo all’interno del suo Programma Benessere 360 alcuni alimenti senza cereali, perfettamente rispondenti alle esigenze nutrizionali del cane o del gatto, con un tenore proteico sostenuto, ma equilibrato, con fonti di carboidrati alternative e materie prime qualitative e sostenibili. Ai prodotti No Grain di Programma Benessere 360 già esistenti si aggiungono oggi due nuove referenze specifiche per le esigenze dei cani di piccola taglia: ADULT MINI NO GRAIN MAIALE PROSCIUTTO&PATATE.

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er garantire uno stile di vita sano e quindi salute e benessere al proprio amico quattrozampe, la scelta del petfood è determinante, prestando massima attenzione alla qualità dell’alimento, alla presenza di ingredienti naturali e, allo stesso tempo, all’innovazione. All’interno di questo scenario rientra la domanda di alimenti “free from”, soprattutto No Grain, che in Italia rappresenta oggi un trend molto forte. Pet360 risponde a questa specifica richiesta del consumatore

ANCHE PER CANI SENSIBILI E DAL PALATO ESIGENTE Studiato appositamente per i cani mini, che sono solitamente più attivi e vivaci, con metabolismo più accelerato, ma con apparato digerente e stomaco di dimensioni contenute, ADULT MINI NO GRAIN MAIALE PROSCIUTTO&PATATE è indicato anche per i soggetti più esigenti e sensibili. Prediligere per i cani Mini un alimento grain free è la scelta migliore per evitare l’insorgere di intolleranze o altri problemi digestivi. La formula di ADULT MINI NO GRAIN MAIALE PROSCIUTTO&PATATE si caratterizza infatti per la presenza di un’unica fonte proteica (maiale) e un’unica fonte di carboidrati (patate), rendendo questo alimento particolarmente indicato anche per i cani che hanno manifestato sensibilità alimentari o che potrebbero essere predisposti. L’eccezionale appetibilità di ADULT MINI NO GRAIN MAIALE PROSCIUTTO&PATATE rende questo alimento molto gradito anche dai cani di piccola taglia che solitamente mostrano poco appetito. La sua speciale formula senza coloranti, conservanti o aromi naturali, coniuga la carne a un mix di ingredienti nutraceutici ed estratti botanici garanzia di un’azione antiossidante, disintossicante e antinfiammatoria. Programma Benessere 360, che include le linee Forma e Salute, sintetizza la vocazione etica e di attenzione all’ambiente che permea EFFEFFE e i suoi brand: produrre il miglior alimento non è abbastanza se non avviene nel massimo rispetto per cani, gatti, uomini, ambiente... ovvero per il mondo in cui viviamo. Programma Benessere 360 è prodotta da EFFEFFE e distribuita da Pet360. ●

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Pet therapy

ivere con un animale da compagnia significa non sentirsi mai soli. Questo rapporto nato più di 18mila anni fa - iniziato per necessità o per bisogno - non smette mai di produrre i suoi effetti benefici. La presenza di un pet può farci sentire in compagnia di un amico fidato che ci regala momenti di ilarità, ci rende attivi e di buon umore come dimostrano diversi studi scientifici. “L’amore tra l’uomo e il suo animale è puro e non contiene ambivalenze. Il pet vive per il proprietario e, in certi casi, gli regala la forza di andare avanti anche grazie a un rapporto di totale fiducia e amore”, spiega Valentina Cavandoli, psicologa di Milano

Vinci la paura con l’aiuto di un pet

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sono posizionati in apposite aree dopo il check-in degli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa. È stato dimostrato che coccolare gli animali non solo rende più piacevole l’attesa prima dell’imbarco ma diminuisce la paura di affrontare il volo. Per capire come questo possa accadere bisogna analizzare il meccanismo che l’animale, in quella situazione, mette in moto. “Il viaggiatore non teme l’aereo in sé ma prova ansia anticipando l’idea di sentirsi male in volo o la possibilità di subire una catastrofe”, spiega la dottoressa Cavandoli e prosegue: “Il passeggero che si accinge a prendere l’aereo ha in sé due parti integrate ma differenti. Una fragile, emotiva e impaurita. E l’altra in grado di mantenere il controllo. È su quest’ultima che si basa il beneficio ottenuto dal prendersi cura di un animale. Il pet aiuta a percepirsi

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Contro la paura di volare Tre meticci, uno schnauzer nano, un golden retriever, un pastore australiano e un coniglio compongono un equipe alquanto anomala. Si tratta di animali pronti a prendersi cura di quanti hanno paura di salire a bordo di un aereo. Gli animali, guidati dai loro conduttori,

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come dotati di risorse perché ci fa sentire in grado di gestire un bisogno altrui, ovvero quello di accudimento. Questo tranquillizza il viaggiatore”. Il gioco delle proiezioni Prima c’era un tunnel senza via di uscita e poi Ozzy, un minuscolo cane nero pieno di vita che ha fatto ritrovare la luce

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Giornalista pubblicista

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Lorena Bassis

LA PAURA SI PUÒ MANIFESTARE CON DIVERSE INTENSITÀ. DA UN SEMPLICE TIMORE A UNA VERA E PROPRIA FOBIA. QUANDO SUDORE FREDDO E PALPITAZIONI CONDIZIONANO LA VITA, UN PET PUÒ AIUTARE A SUPERARE OGNI TENSIONE


Per aiutare i bambini nel loro viaggio in ospedale, i reparti pediatrici dell’ospedale milanese di Niguarda sono stati allestiti con un percorso pensato dagli studenti del Naba (Nuova accademia di belle arti) del capoluogo lombardo. Ad accogliere chi arriva nell’area poliambulatoriale del Reparto di Pediatria ci sarà una parete che prenderà vita in base alle scelte dei bimbi, che potranno così decidere da quale animale essere accompagnati saltando su alcuni adesivi posizionati a terra e godendosi poi con stupore la storia che cambia. Fred il pinguino, Barba l’elefante, Mimì la cavalluccia marina, Tita la giraffa, Dado il cane e Ginger la foca sono i 5 animali protagonisti del progetto ‘Amici in viaggio’, ciascuno dei quali deve affrontare una difficoltà, proprio come i piccoli pazienti che attraversano i corridoi. Il bambino arriverà a riconoscersi nelle storie di questi animali che hanno tutte un obiettivo finale, quello di far capire che l’amicizia è l’unico valore che consente di superare il momento di difficoltà.

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FOTO - FLICKR

PER I PICCOLI PAZIENTI DELL’OSPEDALE DI NIGUARDA

getto che consiste nell’affiancare un animale a tutte le persone che vanno nel panico o soffrono durante un esame. Una pratica già utilizzata in molte aziende al fine di ridurre lo stress dei dipendenti che Gabriele Antonelli, uno studente del corso tutela e benessere animale presso la facoltà di Medicina veterinaria, ha pensato di sviluppare anche nel contesto universitario. I risultati sono stati positivi perché la presenza dei pet ha reso l’ambiente più sereno e gli studenti si sono resi conto che superavano più facilmente l’ansia e la paura prima dell’esame. “Prendersi cura di un animale può aiutare a focalizzarsi sulle proprie abilità, in particolare sulla capacità d’azione e sul valore individuale. Lo studente in tensione, accudendo un cucciolo, torna a sentire di avere un controllo su quello che accade dentro e fuori da sé. Egli riuscirà così a ridare il timone alla propria parte che padroneggia gli eventi, neutralizzando l’eccessiva emotività, che, in sede di valutazione, potrebbe fargli perdere la bussola”, conclude Valentina Cavandoli. ●

DI LOTTIE

a Bruce Goldstein che racconta la sua esperienza nel libro “Un cane è meglio del Prozac” (Piemme Editore). Difficile dire se la pet therapy funziona sempre dove gli antidepressivi hanno fallito, certo che in questo caso l’animale ha dato un nuovo senso alla vita dell’uomo. “Il

Porta un pet all’università Se è vero - come diceva Eduardo De Filippo - che gli esami non finiscono mai. È altrettanto vero che si può fare qualcosa di più per ridurre lo stress e l’ansia che provocano. Almeno se si tratta di un esame universitario da sostenere all’università di Teramo. Presso l’ateneo abruzzese è partito un interessante pro-

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gioco di proiezioni non è appreso, ma frutto di un retaggio antico”, spiega la psicologa e prosegue: “Basti pensare al gioco dei bambini che tenendo un bambolotto tra le braccia o manipolando un peluche, pensano tra sé: stai tranquillo che non succede niente, passa tutto, ci sono io qui con te. In questo caso il bambino, rincuorando il peluche, dà forza a se stesso. La compagnia dell’animale favorisce l’autonomia e l’integrazione socio-relazionale, agendo in maniera preventiva rispetto a un pericolo di emarginazione e isolamento. Questa dinamica è la stessa che vediamo, per esempio, negli anziani quando si prendono cura di un animale per combattere la solitudine e il senso di impotenza causato dalla vecchiaia”.

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Studi internazionali

e avete un cane conoscerete benissimo quello sguardo innocente, ma intimamente colpevole, con cui vi guarda dopo avervi rubato un pezzetto di torta o quel modo furbetto con cui sembra discolparsi per avervi appena nascosto una pantofola. Quegli occhioni spalancati, quella linguetta birichina messa di tre quarti e quelle orecchie ripiegate indietro, a penzoloni, sono solo reazioni istintive del vostro amico oppure un modo per comunicare con voi?

DI JONATHAN JORDAN

- FLICKR CC 2.0

Scienziati al lavoro Bene, c’è qualcuno che ha preso seriamente in considerazione la domanda e ha pensato di farne l’oggetto di uno studio. Un gruppo di scienziati del Dog Cognition Centre dell’Università di Portsmouth (GB), si è messo all’opera e ha condotto una serie di esperimenti i cui risultati sono stati sorprendenti: a quanto pare la cosa non è casuale, anzi, sembrerebbe che i cani si dimostrino particolarmente espressivi - il che significa, tecnicamente e scientificamente parlando, che producono più movimenti facciali - quando gli esseri umani prestano loro attenzione e gli si rivolgono con un intenso scambio di espressioni e di sguardi. Il che quindi farebbe pensare che l’espressività del viso degli animali non sia tanto determinata da movimenti inconsapevoli che riflettono sentimenti interiori quanto da un vero e proprio modo di comunicare.

“ Le espressioni facciali sono spesso viste come qualcosa di emozionalmente motivato e prestabilito,” commenta Bridget Howell, professoressa di psicologia evoluzionistica presso l’Università di Portsmouth, co-autrice dello studio, “e non tanto come qualcosa che gli animali possano mutare a seconda delle circostanze”. E, a quanto pare, le cose non stanno così. Ma vediamo di conoscere meglio il lavoro dei nostri ricercatori. Una serie di esperimenti scientifici La ricerca va ad aggiungersi a tutta una serie di studi a proposito della straordi-

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I cani sono più espressivi quando li guardiamo

KAPA65 - PIXABAY CC0 CREATIVE COMMONS

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Divulgatore e semiologo

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Marco Gorieri

UNO STUDIO CI MOSTRA CHE I CANI TENDONO A USARE DI PIÙ CERTE ESPRESSIONI DEL VISO QUANDO LI STIAMO GUARDANDO, IL CHE CONFERMEREBBE L’IPOTESI DI UNA COMUNICAZIONE CONSAPEVOLE

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naria relazione tra gli esseri umani e i loro amici a quattro zampe, e fra questi, i più interessanti sembrano suggerire la possibilità che i cani siano in grado di comprendere sia le parole che i toni del linguaggio umano. Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, è stato condotto da un’équipe di ricercatori i quali, muniti di una videocamera, hanno registrato i movimenti facciali di ventiquattro cani di varie razze, di età compresa tra uno e dodici anni, coinvolti in diverse situazioni di interazione visiva con le persone. Questo l’esperimento Il cane si trovava al guinzaglio a una di-


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seri umani, come ben sappiamo, sono particolarmente sensibili. “E infatti,” continua Bridget Howell, “la ricerca ci mostra che la gamma di espressioni canine tende a conformarsi in reazione al comportamento dell’uomo, dunque non solo in relazione con gli altri cani, il che ci rivela come il processo di addomesticamento potrebbe averli modellati nel tempo, in certo qual modo modificandoli per renderli più comunicativi con gli esseri umani.”

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movimenti facciali rapidi e impercettibili. I sistemi FACS sono stati inizialmente concepiti per gli esseri umani, ma sono poi stati modificati per essere usati con i Primati e con i cani.” Dai risultati della ricerca è emerso che i cani tendevano a modificare maggiormente le proprie espressioni, per esempio mostrando la lingua o sollevando le sopracciglia o sgranando gli occhi, in risposta a uno scambio di sguardi con l’interlocutore umano più di quanto non facessero quando questi mostrava disinteresse verso di loro, volgendogli le spalle o distraendosi.

reale comprensione dei punti di vista di un altro essere vivente, se il loro comportamento derivi piuttosto da fattori innati o se addirittura lo si debba ricondurre a una specie di condizionamento in reazione agli sguardi e agli atteggiamenti delle persone e del conduttore con cui interagiscono. “Ciò non toglie che ci siano sempre più

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Conclusioni della ricerca I risultati della ricerca non hanno chiarito se i cani semplicemente imparano a fare certe espressioni quando gli umani prestano loro attenzione o se questo comportamento non sia piuttosto da ricondursi a qualcosa di più profondo. Dagli esperimenti effettuati un dato risultava però evidente: quasi tutti i cani esaminati tendevano a “fare gli occhioni”, un comportamento a cui gli es-

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tenerlo, ma ciò non è accaduto. Il che lascerebbe intendere che le espressioni facciali canine,” continua Waller, “non dipendono dall’eccitazione del momento né dall’intenzione di voler intenerire e manipolare i proprietari.” Lo studio sembra così dimostrare che le espressioni dei cani non erano solo il risultato di una reazione emotiva interiore ma che potevano far parte di un vero e proprio meccanismo di comunicazione.

FOTO DI DOANME.1 PIXABAY CC0 CREATIVE COMMONS

stanza di un metro circa da un essere umano, che si muoveva nello spazio mentre l’animale lo osservava. I ricercatori filmavano le reazioni del cane mentre la persona gli si avvicinava, quindi si distraeva e s’allontanava, poi gli offriva un bocconcino e ancora si ritraeva volgendogli le spalle. Al termine del test il team ha quindi esaminato le registrazioni fotogramma per fotogramma allo scopo di rilevare anche i più impercettibili spostamenti nella muscolatura facciale dei cani, misurando poi le espressioni del viso mediante il sistema di codifica DogFACS, uno strumento di analisi anatomica in grado di fornire una misurazione attendibile e uniforme delle modificazioni facciali legate al movimento dei muscoli. “DogFACS cattura gli spostamenti di ogni singolo muscolo del viso del cane”, ci informa la professoressa Waller, “molti dei quali sono in grado di produrre

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La presenza dell’alimento influisce sulle espressioni dei cani? Sembrerebbe di no, come ci racconta sempre la dottoressa Waller: “Volevamo verificare se i cani avrebbero risposto con maggior espressività in presenza di una persona che gli offrisse dell’alimento perché in tal caso la cosa avrebbe significato che stavano cercando di influenzare l’essere umano al fine di ot-

Saranno necessari ulteriori studi… Ad ogni modo però, ammettono i componenti dell’équipe, le conclusioni dello studio non ci consentono di capire fino in fondo quel che i cani stanno cercando di comunicarci, né se la varietà di espressioni riprodotte sia o meno determinata da movimenti intenzionali del viso. Concludendo, dai risultati di questo e di molti altri studi, non possiamo determinare con certezza se i cani abbiano una

prove che i cani siano molto sensibili alle nostre attenzioni,” prosegue la dottoressa Juliane Kaminski, coautrice della ricerca ed esperta di Dog Cognition (“scienza cognitiva canina”, n.d.r.), “il che non dovrebbe affatto sorprendere i proprietari di un cane”. “La storia dei cani - domestici - è davvero speciale:” conclude Kaminski, “hanno vissuto per 30.000 anni a fianco all’uomo e durante questo periodo è probabile che la selezione naturale abbia inciso sulla loro capacità di comunicare con noi.” Fonti Human attention affects facial expressions in domestic dogs, Juliane Kaminski, Jennifer Hynds, Paul Morris & Bridget M. Waller. Scientific Reports volume 7, Article number: 12914 (2017). Dogs make more facial expressions when humans are watching, Juliane Kaminski, Paul Morris, Bridget M. Waller. Portsmouth Research Portal, University of Portsmouth. ●

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Marpet s.r.l. Via Don Sasselli d’Era 12/A - 37041 Albaredo d’Adige (VR) Tel. 0456600134 - Fax 0457000124 www.marpet.it - info@marpet.it

Artosalus Joint si rinnova e diventa Artojoint

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l benessere delle articolazioni del cane è un argomento molto sentito, in primis dai proprietari di animali ma, allo stesso tempo, anche dai negozianti che hanno il compito di consigliare al meglio i propri clienti. Nel caso di disturbi di questo tipo, infatti, è fondamentale la scelta di alimenti corretti e bilanciati che possano contribuire positivamente alla gestione di queste patologie, sicuramente dolorose e molto invalidanti.

ARTOJOINT: UN NUOVO NOME, LA QUALITÀ DI SEMPRE Per offrire ai punti vendita specializzati un alimento adeguato al supporto del fisiologico benessere articolare del cane, Marpet ha studiato e creato Artosalus Joint, un alimento completo nato dall’esperienza del mangime complementare Artosalus di Orme Naturali, linea di Camon. Artosalus Joint, da oggi, si chiamerà Artojoint con l’obiettivo di rendere ancora più efficace e riconoscibile l’azione di questo prodotto. Cambia il nome ma la formula che ha fatto innamorare un numero sempre più ampio di clienti rimane la stessa: Artojoint è infatti un alimento completo che contiene la sola ed eccellente fonte proteica del pesce, integrata con piante officinali benefiche tra cui Artiglio del Diavolo, Boswellia Serrata, Spirea Ulmaria e Ri-

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bes, ricche di sostanze che supportano il fisiologico stato di salute del cane adulto o anziano.

LE RAGIONI DI UNA FORMULA UNICA Gli studi realizzati da Marpet su Artojoint hanno permesso di elaborare una formulazione che può davvero rispondere alle esigenze di benessere del cane: • La scelta del pesce come fonte di proteine animali, adatto a cani con le più diverse esigenze alimentari • La presenza di calcio e fosforo bilanciati per il benessere dell’apparato scheletrico • Gli acidi grassi omega 3 e 6 derivati dalla fonte pesce e dai semi di lino, importanti per contribuire alla salute di cute e mantello. Inoltre Artojoint è un alimento formulato senza frumento ed è pensato per un utilizzo quotidiano, continuativo e regolare che unisce in equilibrio qualità e prezzo tanto da renderlo accessibile anche ad un uso costante, soprattutto per quei cani particolarmente esposti, quelli che superano gli 8 anni di età.

NUOVO NOME, NUOVA IMMAGINE Con la modifica del nome, Artojoint è anche protagonista di un restyling completo del packaging che si accom-


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pagna all’armonica linea dei prodotti Marpet, con messaggi chiari per il consumatore finale ed un’immagine che evoca salute e benessere per il proprio cane. Disponibile nei sacchi da 1,5 e da 12 kg, Artojoint è consigliato per cani adulti o anziani, per supportare il fisiologico benessere delle articolazioni e preservare al meglio la capacità di movimento del cane.

MARPET: L’ALIMENTAZIONE FUNZIONALE MADE IN ITALY Marpet si impegna da sempre nello sviluppo di alimenti funzionali capaci di aiutare una salutare nutrizione di cani e gatti. La mission aziendale è quella di offrire un’ampia gamma di prodotti pensati per unire grande appetibilità e benessere, rispondendo efficacemente alle più varie e specifiche esigenze alimentari. Tutti i prodotti e le linee di Marpet sono frutto di ricerche accurate e risultato di una produzione Made in Italy, per una ulteriore garanzia di qualità. L’offerta di prodotti Marpet comprende attualmente diverse linee tra cui GreenFish, Equilibria, Maintenance Line e ArtoJoint. ●


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Rinaldo Franco Spa tel. 0248376157, fax 0241291840 www.recordit.com, record@recordit.com fb google+

Rinaldo Franco S.p.A : è operativa la nuova sede La storica società italiana del mercato PetCare ha inaugurato la nuova sede a Trezzano sul Naviglio. La struttura ha unificato in un unico polo il magazzino, la logistica distributiva, uffici e show-room Nuova sede Rinaldo Franco S.p.A. Trezzano sul Naviglio (Milano)

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distanza di un paio d’anni dal 60mo anniversario dalla sua fondazione nel lontano 1956, Rinaldo Franco S.p.A ha inaugurato la sua nuova sede a Trezzano sul Naviglio (Milano), in prossimità dello svincolo della Tangenziale Ovest di Milano, una posizione strategica dal punto di vista logistico.

LA LOCATION La struttura occupa una superficie complessiva di 13 mila metri quadri, pari a 4 volte la precedente sede di via Kuliscioff a Milano. Lo stabile è stato acquisito e completamente ristrutturato sia nella parte esterna che interna per un investimento complessivo di oltre 5 milioni di euro. Il sito ospita l’area uffici per lo staff commerciale, il reparto grafico, un ampio show-room e tre sale riunioni, oltre al vasto magazzino centrale di circa 5.600 mq, che ha consentito di unificare gli stock di merce prima posizionati in diverse strutture logistiche. La facciata presenta una moderna struttura con geometrie bianche che vanno ad integrare la linearità degli arredamenti interni. Gli uffici si sviluppano su due piani e sono caratterizzati

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da pareti vetrate e grandi finestre che rendono lo spazio lavorativo luminoso e piacevole. Il personale ha a disposizione una grande area break e un edificio esterno per la pausa pranzo. Il magazzino è fornito di 4 ribalte e 2 porte al piano che si affacciano su un grande piazzale esterno dove gli automezzi possono eseguire con facilità e rapidità le manovre di carico e scarico merce. Le scaffalature sono state studiate per ottimizzare percorsi, spazi e tempi

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di prelievo. La nuova struttura “drive in” dedicata agli articoli più voluminosi, consente un più elevato stoccaggio della merce rispetto alla precedente struttura. “L’importante investimento fa seguito alla forte crescita dell’azienda negli ultimi anni” ha dichiarato Dan Franco, Presidente

di Rinaldo Franco S.p.A -“e consentirà di realizzare i nuovi progetti di sviluppo pianificati insieme alla terza generazione della famiglia Franco; l’obiettivo è quello di rafforzare la nostra posizione nel mercato del PetCare sia in Italia che all’estero e di migliorare ancor di più il livello di servizio alla clientela del normal trade e della grande distribuzione.”

UN’AZIENDA INTERNAZIONALE Rinaldo Franco S.p.A. è presente sia all’estero in oltre 30 Paesi di sbocco, tra cui la Cina, sia sul mercato domestico nei canali distributivi del normal trade (PetShop e Garden Center) e della grande distribuzione (supermercati, ipermercati e centri bricolage). Nel dettaglio tradizionale dei PetShop, catene specializzate e garden center, dove opera con il marchio Record, la società si avvale di circa 30 agenti su tutto il territorio nazionale con un catalogo dedicato di oltre 5.000 articoli tra accessori e snack. Il fiore all’occhiello dell’azienda è la sua specializzazione nel settore della toelettatura, cura e igiene dei nostri amici a 4 zampe. La società ha programmato per i prossimi 22-23 febbraio 2019 un open warehouse per clienti, agenti e distributori con visita guidata alla nuova sede, che farà seguito all’inaugurazione in cui saranno invitati anche giornalisti e autorità. ●

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Per ulteriori informazioni e richieste di materiali si prega di contattare: Dr.ssa Monica Franco, Marketing Manager Rinaldo Franco S.p.A. Tel. 02-4837.6157 monica.franco@recordit.it www.recordit.com


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Razze canine

SIMPATICO E DI COMPAGNIA MA DAL CARATTERE DETERMINATO

Old english sheepdog, ovvero: il bobtail

dersi qualche pausa e godersi la solitudine di tanto in tanto. Non si tratta infatti di una razza che ha un bisogno morboso di contatto; piuttosto, il bobtail sceglierà se e quando godersi la compagnia della sua famiglia a due “zampe”. Nicolas Patrini Psicologo, educatore cinofilo FOTO

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ANNA POZZI / ZOOPHOTOS

el passato cane da lavoro nelle fattorie per condurre il gregge, oggi “riordina” i membri della famiglia dimostrandosi un’ottima baby-sitter per i più piccoli. Rustico, caparbio e intelligente sa dare il meglio di sé se condotto da mani esperte e capaci di educarlo. Pur adattandosi bene alla vita in appartamento, il bobtail è un amante della vita all’aria aperta, dove può pren-

La storia più remota Le origini dell’old english sheepdog, più conosciuto con il nome di bobtail, sono molto antiche e s’intrecciano in versioni spesso discordanti fra loro. La più accreditata vede questa razza inglese derivare dai cani da pastore dell’Asia centrale, esattamente come avvenne per il nostro pastore bergamasco. La storia parte da duecento anni fa Le selezioni, nell’800, puntarono tutto sulle abilità nel lavoro in fattoria, dato che l’esigenza dei contadini era quella di

avere cani forti, robusti e allo stesso tempo agili e scattanti. Ai fattori servivano cani affidabili e intelligenti, capaci di svolgere molteplici funzioni quali la gestione delle pecore o delle mandrie di bovini e cavalli, ma anche per garantire alla proprietà la sicurezza necessaria. Non si tratta di un cane da difesa, né della razza capace di proteggere il gregge dai predatori (praticamente inesistenti sul territorio inglese), ma il suo spiccato senso di attenzione per il proprio branco lo ha reso adatto a vigilare la proprietà. La diffusione prese inizialmente piede nell’Inghilterra del sud: gli storici ipotizzano che l’origine possa essere collocata nel Sussex e nelle terre del Wilthshire a conferma di ciò sappiamo che i primi nomi usati per indicare la razza furono “pastore del Sussex” e “pastore di Cotswold”. Da un primo ceppo, l’old english

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Razze canine sheepdog venne ulteriormente modificata in base al tipo di lavoro da svolgere e alle condizioni climatiche e ambientali: un bobtail più grande e pesante venne preferito nel lavoro in pianura con il bestiame, la taglia medio-piccola fu invece adoperata in collina, nel lavoro con le pecore. Il più piccolo dei due era agile e snello, tanto da saltare sulle groppe delle pecore per muoversi e controllare il gregge. Come si arrivò al primo standard Le prime selezioni non furono oggetto di studio approfondito, ma basate solamente sulle caratteristiche osservate nel cane essendo accoppiati solo gli esemplari più utili nel lavoro. Il primo bobtail kennel club risale al 1877, anno in cui vennero scritte le caratteristiche morfologiche della razza. Da quel momento le selezioni furono incanalate verso il cane che conosciamo oggi. Il 1800 fu un periodo di grande crescita per l’Inghilterra: il pieno sviluppo industriale aumentò il bisogno di lavoratori nelle nuove fabbriche. Non solo, nelle città crebbe anche il commercio dei beni primari e, di conseguenza, aumentarono anche gli allevamenti di pecore e bestiame

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per garantire il fabbisogno richiesto dalla popolazione. Anche il bobtail risentì di questi e venne impegnato a pieno regime nelle attività produttive dei contadini e dei macellai. La nascita di un kennel club portò numerosi allevatori a occuparsi della selezione a fini espositivi e di ricerca del carattere, elevando così la razza da cane da lavoro a membro a tutti gli effetti della comunità cinofila. Va a Mr. Tilley, allevatore inglese di spicco per il grande lavoro svolto al servizio della razza, il ruolo di aver redatto il primo standard ufficiale nel 1888. In quell’anno venne anche fondato l’Old English Sheepdog Club in Inghilterra, con lo scopo di offrire le linee guida per la salvaguardia della razza. Non solo inglesi A interessarsi al bobtail agli inizi del ‘900 furono molti allevatori statunitensi, che pagando cifre da capogiro portarono i primi esemplari in America. Qui si ottenne la consacrazione definitiva e gli esemplari vennero portati in tutto il globo. In Italia il bobtail non ha mai avuto grande successo, “vittima” della passione del popolo nostrano per altre razze da pastore. Tuttavia, nel nostro

Paese gli esemplari crebbero di numero nella seconda metà del Novecento. Oggi, il bobtail è scelto per lo più come cane da compagnia. Il carattere del cane da pastore Il bobtail è un cane prevedibile e affidabile. La sua storia lo ha portato ad avere numerose responsabilità all’interno dell’economia di gestione delle fattorie e il suo carattere è la peculiarità essenziale quando è chiamato a svolgere un compito. È adatto alla gestione del gregge e delle mandrie perché non è mai aggressivo, ma allo stesso tempo ha la tempra per imporsi anche con animali più grandi, come per esempio bovini e cavalli. È estremamente equilibrato ed è capace di prendere decisioni in autonomia al servizio della sicurezza degli animali sotto la sua cura. Queste caratteristiche lo mettono al servizio della famiglia quando viene scelto come cane da compagnia. Un’indole perfetta per fare compagnia Lontano dal campo di lavoro, questa razza è mansueta e si prende cura dei membri della famiglia senza mai perderli di vi-


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sta, ciò avviene soprattutto con i bambini. La capacità di adattamento del bobtail è impressionante: sa cosa fare e quando farlo, ma soprattutto sa “tararsi” in base alla situazione specifica. Quanto appena detto, si unisce alla naturale dolcezza e alla vivacità di un cane instancabile. Il bobtail è infatti il cane adatto a chi sceglie di portarlo con sé nelle attività all’aria aperta, dove si dimostra energico e vivace. Anzi, fa parte della sua natura l’innato bisogno di sfogare le energie correndo e svolgendo di tanto in tanto alcuni compiti assegnati.

Il perfetto conduttore-proprietario Il conduttore ideale è capace di leggere i bisogni di questo cane e sa come stimolarlo a mettersi al lavoro: esercizi e comandi vengono interpretati come richieste che offrono al bobtail la possibilità di sentirsi appagato, anche dal punto di vista emotivo. Nell’eseguire le richieste non dimenticherà di valutare ogni istanza, secondo l’indole, per scegliere se assecondare o meno gli ordini impartiti. L’imposizione non rappresenta l’arma vincente nell’educazione del bobtail.

SUPERSTIZIONI I contadini inglesi, nell’800, ritenevano che occhi dello stesso colore fossero “congiunti”, mentre il cosiddetto occhio gazzuolo, ovvero uno azzurro e l’altro marrone, fossero separati fra loro. Per questo motivo sceglievano, quando possibile, occhi di colore diverso: in caso di infezione, se non collegati a livello viscerale, non si sarebbero contagiati permettendo al cane di continuare a svolgere il proprio lavoro.

Il comportamento in casa All’interno delle mura domestiche questo cane è leale, coraggioso ed equilibrato: caratteristiche che gli consentono di difendere la proprietà senza mostrarsi mai aggressivo in modo immotivato verso persone o altri animali. Tipico è il modo di condurre i compagni umani dove desidera: proprio come farebbe con le pecore, tirate nuovamente all’interno del branco per un orecchio quando si allontanano: il bobtail afferrerà maniche e pantaloni per condurvi da qualche parte o riunirvi agli altri membri della famiglia. Al bobtail piace tenere tutto sotto controllo e per questo è anche visto come un ottimo “cane baby sitter” per i più piccoli. Ben tollera la presenza di altri animali, verso i quali non è mai aggressivo. Visione d’insieme L’aspetto generale del Bobtail lo descrive come un cane forte, muscoloso e robusto. Il suo corpo è inscrivibile in un quadrato e morfologicamente si presenta

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Razze canine come un cane simmetrico. Tutto il corpo è coperto di pelo e la muscolatura è resistente. Per quanto riguarda le proporzioni questa razza, in stazione, è più bassa al garrese che al rene. La testa è proporzionata al resto del corpo e il muso misura circa la metà della lunghezza totale della testa. Lo standard di razza Nello specifico parlando della testa, il cranio è voluminoso, piuttosto quadrato. La zona sopra gli occhi è ben arcuata e lo stop (interruzione naso frontale) si presenta come ben definito. La regione del muso presenta un tartufo dal colore nero, con narici ampie. Le mascelle presentano denti forti, larghi e regolarmente

allineati. La chiusura è a forbice, ovvero i denti superiori sono strettamente sovrapposti a quelli inferiori e inseriti perpendicolarmente nella mascella. Gli occhi sono ben distanziati fra loro e di colore scuro. Sono accettati anche occhi di colore blu, purché lo siano entrambi. Gli occhi di colore chiaro sono indesiderabili. La pigmentazione alle rime palpebrali è preferita. Le orecchie del bobtail sono piccole e portate piatte ai lati della testa. Nel suo insieme, il corpo è piuttosto compatto; il rene è vigoroso, ampio e arcuato. Scendendo verso la groppa troviamo un collo lungo e forte, arcuato in modo elegante. La regione dello sterno è ben discesa e ampia, con costole ben

cerchiate. La coda è portata dal bobtail in modo naturale ed è ben fornita di frange di pelo a tessitura forte. La razza ha scapole ben oblique, più ravvicinate al garrese che alla punta della spalla. Gli arti anteriori sono dritti e i gomiti ben aderenti al torace. L’ossatura è forte. I piedi anteriori sono piccoli e tondi, compatti. Le dita ben arcuate, con cuscinetti spessi e duri. L’arto posteriore, invece, è ricoperto di pelo e si presenta tondo e muscoloso. Il ginocchio è ben angolato, ma non eccessivamente. La gamba posteriore è lunga e sviluppata, con tarsi ben discesi. I metatarsi, visti da dietro, devono essere paralleli. I piedi posteriori sono come quelli anteriori: piccoli e compatti. L’andatura Nell’andatura il bobtail esibisce un dondolio simile a quello degli orsi nel posteriore. Nel trotto mostra un allungo senza sforzo, con spinta fornita prevalentemente dai due arti posteriori, che si muovono su piani paralleli all’asse del corpo. Al galoppo, la razza presenta un’andatura elastica, che non dà segno di eccessiva pesantezza. Il mantello Il pelo è decisamente abbondante, di tessitura ruvida e irsuto. Il sottopelo garantisce la resistenza alle intemperie ed è impermeabile. La testa e il cranio sono ben ricoperti dal manto, così come gli arti. La quantità maggiore di pelo è concentrata al posteriore. I colori Molti i colori ammessi: le tonalità del grigio fino al grizzle (grigiastro) e il blu. Il corpo e il posteriore del bobtail sono di colore uniforme, con o senza calzini bianchi. Testa, collo, arti anteriori e zona sotto il ventre devono essere di colore bianco con o senza macchie. Qualsiasi sfumatura di marrone non è desiderabile. Taglia L’altezza al garrese dei maschi parte dai 61 cm, le femmine sono leggermente più piccole. Il peso dei maschi va dai 32 ai 45 kg, mentre sulla bilancia la femmina fa segnare un peso medio di 32 kg. ●

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Razze feline IL GATTO RICCIOLUTO DI PROVENIENZA TEDESCA CHE TANTO PIACE AL MONDO INTERO PER L’ASPETTO E L’INDOLE SOCIEVOLE CON TUTTI

FOTO: SYLVIA PAMPALLONA-ONLYFORPETS

German rex: nati per caso, selezionati con passione

allevatori tedeschi prima e quelli britannici e statunitensi poi a selezionare il rex dei giorni nostri.

Francesca Serena Medico veterinario Medicina comportamentale e consigliere Anfi

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gatti con mantello riccioluto sono spesso apparsi spontaneamente in tutto il mondo ed è del 1930-1931, la notizia di un gatto di nome di Kater Munk, di proprietà di Frau Schneider che aveva un particolare mantello ondulato e si diceva fosse la progenie di una gatta blu di Russia incrociata con un gatto angora. È il primo esempio di un gatto rex del quale si hanno notizie ed è stato indicato come “rex prussiano”. Ma saranno gli

La storia del rex in Germania La storia del rex tedesco come razza riconosciuta iniziò quando nacque uno speciale gattino a Berlino, in una cucciolata di normali gatti “domestici”. Era il 1947, quel gattino, che poi era una gattina nera, aveva un mantello riccio ed era stata adottata dalle infermiere che lavoravano all’ospedale di Hufeland a Berlino. Nell’estate del 1951 la dott.ssa Rose Scheur-Karpin, notò nel giardino dell’ospedale, quella gattina nera, coperta di riccioli e se ne innamorò, portandola a casa e dandole il nome Lämmchen (tedesco per agnellino). Fraulein Scheur-Karpin suppose che il mantello così particolare dovesse essere il risultato di una mutazione, e in effetti, in segui-

to, alcuni studi condotti in Gran Bretagna nel 1956 misero a paragone Lämmchen a un’altra razza ricoperta di ricci scoperta in Cornovaglia nel 1950, il Cornish rex, determinandone la differenza genetica. Così Lämmchen divenne ufficialmente, il primo gatto di razza german rex e l’antenata di tutti i gatti rex tedeschi. Nel 1956 fu deciso di accoppiarla a uno dei suoi figli (Fridolin), cosa che risultò in una cucciolata di gattini tutti riccioluti e così, dalla discendenza di Lämmchen e Fridolin, vennero i fondatori della razza german rex. Lämmchen ebbe ancora molti gattini, e vari allevatori della Germania presero cuccioli ricci da questi accoppiamenti, iniziando il programma di allevamento del rex tedesco. Nel 1957 un gattino di rex “germanico” arrivò presso un allevatore britannico, e nel 1960 altri andarono a Parigi. Fi-

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Razze feline

nalmente, nel 1961, i gatti riccioluti arrivarono negli Stati Uniti dove alcuni allevatori entusiasti si riunirono in club e produssero molti ottimi soggetti che divennero ben noti nei pedigree del german rex. La vera fucina fu nella DDR L’allevamento del german rex è anche un esempio di come la Storia con la S maiuscola si intreccia con i destini di un piccolo felino, infatti i migliori esemplari allevati in terra germanica furono della famiglia Barensfeld, allevatori di Berlino Est, molti allevatori della DDR giocarono un ruolo importante nella selezione della razza. Con la caduta del Muro e delle barriere fisiche e culturali tra le due Germanie nel 1989/90, si aprì la strada per nuovi programmi di allevamento riuniti ai fini del migliore sviluppo della razza. Standard Il german rex è un gatto di media taglia e robusto, ha la testa rotonda, con una buona distanza fra le orecchie e guance ben sviluppate. Il naso ha una leggera depressione alla base. Mento forte e baf-

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fi (vibrisse), come nella maggior parte delle razze a pelo riccio, più corti dell’usuale e arricciati. Le orecchie sono di medie dimensioni, larghe alla base, leggermente arrotondate in punta. La faccia esterna è ben coperta di pelo sottile, quella interna lo è solo leggermente. Il german rex ha degli splendidi occhi brillanti e ben aperti; posizionati a una buona distanza dal naso, il colore in varie tonalità di oro e smeraldo, è in armonia con quello del mantello. Il corpo ha una struttura di media lunghezza, forte e muscoloso, ma non massiccio o grossolano, il torace è rotondo e ben sviluppato e la schiena è diritta dalle spalle alla groppa, le zampe sono di media lunghezza e piuttosto sottili. Piedi ben sviluppati, rotondi. La coda né corta né lunga; a partire da una base solida si affusola verso una estremità arrotondata ben coperta di pelo. Il mantello Il suo particolare mantello è corto e vellutato, soffice e molto serico. La densità della pelliccia varia da sottile e soffice

a spessa, ondulata, priva di peli di guardia (guard hair), caratteristica di questa razza. [I peli di guardia sono peli radi, più lunghi e robusti presenti nei mammiferi.] Il loro mantello è relativamente facile da mantenere, basta spazzolarlo una volta alla settimana per rimuovere il pelo morto e aiutare la naturale distribuzione degli oli funzionali. È necessario utilizzare spazzole con setole di media morbidezza e una volta ogni due settimane un piccolo cardatore. Dal momento che il loro mantello diventa particolarmente grasso, questo gatto avrà bisogno di fare dei bagni di pulizia una o due volte al mese. Colore Tutte le varietà di colore e di disegno sono permesse. Si possono avere soggetti con i classici mantelli solidi: cioè di un unico colore di tonalità decisa: nero, cioccolato, cannella e rosso, o i cosiddetti colori diluiti (per la presenza di un gene in doppia copia che “diluisce” cioè rende meno intenso, il colore di base), e cioè blu, lilac, camoscio e crema op-


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Difetti rispetto allo standard di razza Sono considerati difetti una testa troppo lunga o troppo appuntita, orecchie piccole, coda corta con poco pelo, mantello ispido o non sufficientemente ondulato e la presenza di zone nude.

arrampicate. Dal momento che sono molto socievoli, si trovano a loro agio con la loro famiglia, ma anche con gli estranei. Il german rex è attivo ed energico, ma è anche molto paziente. Mostra grande lealtà e affetto verso la sua famiglia umana: è estremamente gentile e dolce e rappresenta veramente il compagno ideale per una famiglia. Salute I german rex sono gatti fondamentalmente sani e robusti non molto inclini a difetti o patologie. Come tutti i gatti che provengono da un programma di selezione, anch’essi possono avere la probabilità di incappare in qualche tipo di

FOTO: SYLVIA PAMPALLONA-ONLYFORPETS

pure di più colori, fino a tricolore cioè rosso e nero con bianco detto squama di tartaruga (per ragioni legate alla genetica questi gatti sono tutti di sesso femminile) … e senza tigrature (il colore di ogni singolo pelo è uniforme dalla base alla punta). Altri hanno il cosiddetto disegno tabby e sono i gatti tigrati in quattro diversi disegni: il tabby mackerel o tigrè con disegno a strisce scure su fondo tigrato. Il ticket tabby o mantello abissino, con segni scuri solo sulle estremità. Il tabby spotted dal disegno a piccole macchie regolari ben distribuite sui fianchi. Il tabby blotched che presenta sulle spalle e sui fianchi disegnate le ali di una farfalla, sul dorso tre righe parallele che vanno dalla nuca fino all’attaccatura della coda. Gatti con mantelli con la pezzatura bianca sono i gatti con mantelli bicolori o tricolori, molto diffusi in natura. Le macchie bianche possono essere associate a qualsiasi colore del mantello, perché la loro trasmissione è geneticamente indipendente. Gatti con mantelli argentati sono i gatti smoke, i chinchilla, i silver tabby (tigrato argentato) ecc. Nei loro mantelli solo la punta di ogni singolo pelo (tipping) è colorata e può essere di qualsiasi colore (nero, rosso, crema, albicocca ecc).

Personalità Il german rex è una razza di gatto attiva, intelligente, giocosa. Questi gatti vanno d’accordo con i bambini e altri animali da compagnia, amano essere vicini ai loro compagni umani e non gradiscono essere lasciati da soli per lunghi periodi di tempo. Il loro carattere è rilassante e piacevole. Amano essere coccolati e stimolati con giochi, corse e

problema, dato che la selezione determina una certa ristrettezza nel pool genetico, pertanto sta agli allevatori controllare questi eventi con test, analisi e attente valutazioni delle linee di sangue e delle genealogie in modo da effettuare accoppiamenti mirati a rinforzare le caratteristiche di salute. Un problema comune a tutti i gatti e che va tenuto sotto controllo in maniera trasversale è l’HCM - Hypertrophic cardiomyopathy - una cardiomiopatia che

determina l’ispessimento della muscolatura del ventricolo sinistro riducendone la capacità di contrazione (sistole). Per il resto è sufficiente il programma vaccinale di base e regolari visite dal veterinario ma più come prevenzione che altro. Occuparsi di loro è semplice e, a parte la cura del mantello, è necessario controllare denti e orecchie, da pulire se necessario con prodotti specifici. Curiosità genetiche delle quattro principali specie rex riconosciute a livello internazionale Devon rex. Apparsa nel Devon negli anni ’60. Il loro pelo è arricciolato strettamente e hanno delle grandissime orecchie. Cornish rex. Le sue origini risalgono più o meno a un decennio prima del devon rex con la prima cucciolata nata in una fattoria del Cornwell negli anni ’50. Il cornish rex possiede una pelliccia sottile, morbida e soffice! Selkirk rex. Il selkirk rex ha origini nel Montana (USA) nel 1987. Questo tipo di mutazione genetica si differenzia dalle altre razze rex in quanto determinata da un gene dominante incompleto, cioè la pelliccia di questa razza nelle varie cucciolate può cambiare da un pelo liscio o leggermente mosso a uno molto folto e molto mosso. LaPerm. Il suo pelo molto folto e riccio ricorda appunto la permanente che si fa sui capelli. Questa specie ha origine nel 1982 in una fattoria dell’Oregon (USA). I gatti LaPerm hanno pelo riccio molto soffice e morbido al tatto che può essere sia lungo che corto. Altri tipi e razze rex Ci sono poi anche altri tipi di razze rex, molto meno note e diffuse, come per esempio ci sono l’ural rex, il tennessee rex e skookum. Non tutti i gatti ricci hanno la stessa genetica, il gene che causa questa mutazione è diverso per ogni razza e i vari geni rex si trovano in loci (posizioni sul cromosoma) diversi, e quindi interagiscono fra loro come geni indipendenti, anche se il risultato finale è lo stesso, un mantello pieno di allegri e scapigliatissimi ricci. ●

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Comportamento IL MORSO È UNA SORTA DI COMUNICAZIONE “GRIDATA” LADDOVE ALTRI TIPI DI COMUNICAZIONE, PIÙ GENTILI E DISCRETI, NON SONO STATI EFFICACI

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Il furetto mi morde: perché?

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Marzia Possenti Esperto in Comportamento e Medicina dei piccoli mammiferi esotici e uccelli Vicepresidente SISCA

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dottare un furetto è una splendida esperienza: vuol dire condividere la vita con un compagno di giochi che saprà divertirci e divertirsi insieme a noi. A volte però, se non si conosce bene l’etogaramma della specie, possono sopravvenire problemi fonte di delusioni. Il furetto infatti, per quanto simpatico, è un predatore dotato di potenti mascelle e denti appuntiti, con cui può ferire una persona facendo anche molto male. Un segnale di comunicazione Uno dei problemi più frequentemente la-

mentati dai proprietari di furetti è infatti il morso. Il furetto può mordere sia membri del gruppo famigliare che estranei: amici e parenti in visita a casa per esempio. Ci sono moltissimi motivi che possono spingere un furetto a mordere: il morso infatti è parte della comunicazione del furetto. Certo che, come segnale comunicativo, il morso è piuttosto estremo: si tratta infatti dell’ultima risorsa comunicativa, quando tutto il resto non è efficace. Se il furetto ci morde dobbiamo quindi chiederci cosa sta cercando di dirci che


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digliano, girano la testa o lo sguardo, annusano in terra, si grattano. Manifestazioni queste che, se vengono comprese dal proprietario, lo indurranno a interrompere l’interazione e, in tal modo, a togliere d’impaccio il furetto.

non è stato compreso in precedenza e, per questo, lo ha portato a scegliere il morso come modalità comunicativa.

I segnali calmanti I furetti, come anche i cani, i gatti e altri animali, emettono dei segnali cosiddetti calmanti, segnali che servono a calmare sé stessi e a indicare ai propri interlocutori il loro disagio. Quando una situazione diventa troppo intensa i furetti emettono tali segnali (uno o più): si leccano il naso o le labbra, sba-

Una definizione pertinente Il morso è una sorta di comunicazione “gridata” laddove altri tipi di messaggio, più gentili e discreti, non sono stati efficaci. Saper “ascoltare” il proprio furetto, osservando i segnali che emette e in questo modo comprendendo la sua comunicazione, eviterà che si trovi a urlare=mordere per essere ascoltato. Il mordere patologico Alcuni furetti, come d’altro canto alcune persone, sono portati a comunicare in modo più violento e scelgono come prima possibilità l’uso della forza per parlare con gli altri. È raro che un furetto si comporti in questo modo con le persone, più spesso capita con altri furetti, ma può succedere. In questo caso ci troviamo di fronte a un comportamento patologico, non normale nel senso di non funzionale. Se infatti l’unico modo di comunicare e relazionarsi conosciuto comporta la sopraffazione e l’uso della forza, la possibilità di vivere e di essere accolti in famiglia si riduce drasticamente. In questi casi è bene affidarsi a un esperto, un medico veterinario esperto in comportamento animale. Che potrà inquadrare adeguatamente il problema e accompagnare la famiglia e il furetto in un percorso di cambiamento.

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‫ ץיבומייח‬-

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HEBREW WIKIPEDIA

Il morso come messaggio Quando un furetto morde c’è sempre una motivazione, anche se poco chiara al momento: lo fa per comunicarci qualcosa. Potrebbe volerci indicare che qualcosa non gli piace o lo spaventa, oppure che desidera qualcosa, oppure potrebbe farlo per giocare con noi. Alcuni furetti, ad esempio, utilizzano il morso per interrompere il contatto fisico con il proprietario per esempio perché non vuole più essere accarezzato o non vuole più stare in braccio. Nella maggior parte dei casi il furetto ha emesso in nelle precedenti occasioni, e spesso emet-

te ancora, dei segnali precedenti al morso, per indicare che il contatto con la persona è diventato per lui troppo, che non è più piacevole. Leggere questi messaggi permette al proprietario di comprendere la comunicazione del furetto e interrompersi prima che questi si trovi costretto a scegliere il morso come modalità comunicativa.

Facciamo un esempio Il proprietario ha il furetto in braccio e lo sta accarezzando, a un certo punto il pet inizia a sbadigliare, il proprietario smette di accarezzarlo e attende che si tranquillizzi. Il furetto si calma, rimane in braccio e, dopo qualche secondo, strofina il muso contro la mano del proprietario per farsi accarezzare nuovamente oppure si addormenta. Se il proprietario non avesse “ascoltato” il furetto, interrompendo le coccole, questi avrebbe potuto mordere, per allontanare la mano che lo infastidiva.

La soluzione In questi casi reagire con la forza non funziona anzi, peggiora la situazione perché sdogana questo tipo di comunicazione: in pratica stiamo dicendo al fu-

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Comportamento retto che va bene parlare così e che siamo disposti a scontrarci con lui. A farne le spese, di solito, non sono tanto gli adulti o i membri del gruppo famigliare più “forti”, perché il furetto li teme, bensì i più piccoli e insicuri, quelli che non si trovano a usare la forza per parlare o che non hanno il physique du role per farlo. Queste persone verranno quindi morse costantemente. Un parere esperto, una visita comportamentale e un percorso riabilitativo sono il modo migliore, più rapido ed efficace, per risolvere il problema. Il giovane è più mordace I furetti giovani mordono frequentemente e, spesso, anche piuttosto forte. Questo perché stanno imparando a dosare la propria forza, insieme alle proprie emozioni. I furetti giovani si eccitano facilmente e, quando lo fanno, spesso mordicchiano o mordono. Con il tempo, crescendo insieme ad altri furetti adulti, imparano a controllare le proprie emozioni: così che siano rari i casi in cui “perdono il controllo” e non sappiano cosa stanno facendo. Tutto ha inizio col gioco Teniamo però presente che i furetti imparano a regolare il proprio morso giocando con i conspecifici, e i furetti hanno una pelle molto, molto spessa. Questo fa si che, se l’allevatore non in-

teragisce con i furetti insegnando loro come e quanto utilizzare la bocca sulla pelle umana, quando questi cuccioli verranno adottati le persone si trovino a dover avere a che fare con dei piccoli mordaci. Sicuramente avere uno o più adulti disposti a passare del tempo con i piccoli per insegnare loro a controllare le proprie emozioni è fondamentale, ma è altresì importante comprendere in quale modo è bene comportarsi. Evitare il distacco precoce I cuccioli andrebbero adottati non prima dei due mesi di vita, dopo cioè aver avuto la possibilità di restare con la mamma e i fratelli tutto il tempo necessario a imparare come e quanto eccitarsi e poi calmarsi durante il gioco. Per far ciò la mamma dovrebbe avere la possibilità di allontanarsi dai cuccioli se lo desidera e sarebbe preferibile che i piccoli interagissero con più adulti, in modo da imparare diversi modi di parlare perché ciascun adulto insegnerà con il proprio stile! Poter lasciare i piccoli insieme a più adulti, o comunque dare la possibilità alla mamma o alle altre figure di riferimento dei piccoli di allontanarsi dalla cucciolata, permette di evitare l’effetto “esaurimento”: se una mamma rimane con i piccoli (che spesso sono anche parecchi) per tante ore di seguito finirà per

soccombere alla loro invadenza ignorandoli, rassegnandosi a non dir loro nulla o, peggio ancora, aggredendoli perché esasperata. In famiglia Per questo motivo quando si adotta un giovane furetto è bene lasciarlo interagire con più adulti e in momenti diversi, lasciando poi a essi la possibilità di interrompere l’interazione quando sono stanchi di spiegargli cose. Nel caso in cui il furettino non sappia ancora come interagire con le mani delle persone, è bene iniziare a insegnarglielo con calma. Quando il giovane soggetto inizierà a stringere coi dentini, anche solo un po’, l’interazione va conclusa fino a quando non si acquieta. Per far ciò bisogna che il proprietario impari a riconoscere i modi in cui il furetto esprime le emozioni, imparando a comprendere quanto è eccitato, in modo da interagire con lui soltanto quando è rilassato o poco accalorato. Solo così è possibile che comprenda ciò che il suo umano sta spiegando. I segnali di eccitamento Quando l’eccitazione di un furetto sale i peli della coda si raddrizzano (coda a spazzola), il movimento si fa più rapido e scattoso, i borbottii aumentano di intensità e frequenza. Questi indizi sono alcuni di quelli che serviranno al proprietario per comprendere lo stato emotivo del furettino e decidere se interagire con lui o aspettare. Cosa evitare Utilizzare punizioni fisiche o grida in caso di morsi può essere pericoloso perché porta il furetto a pensare che la comunicazione avviene attraverso la violenza oppure a minare la fiducia nel proprietario, per esempio instillando timore o diffidenza nei confronti delle mani.

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In conclusione Il furetto è un animale stupendo: molto giocherellone anche in tarda età, socievole, che può vivere in gruppi anche numerosi, che condivide ogni istante della sua vita con i membri del proprio gruppo sociale, uomo compreso. Proprio per questo merita di essere conosciuto adeguatamente quando lo si adotta: soltanto così sarà possibile sviluppare una relazione completa e appagante con questo splendido animale. ●

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Anfibi CARATTERIZZATO DA UNA FORTE PERSONALITÀ, E PIÙ FACILE DA ALLEVARE RISPETTO AD ALTRI ANFIBI; PER UN NEOFITA DI QUESTO MONDO PUÒ RAPPRESENTARE UN BUON PUNTO DI PARTENZA

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Ambyostoma mavortium, la salamandra americana

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L Serena Sola Medico veterinario GPCert ExAP Responsabile Società Italiana Animali Esotici - Regione Veneto

Classificazione Classe

Anfibi

Ordine

Urodeli o caudata

Famiglia

Ambystomidae

Specie

Ambyostoma Mavortium

Sottospecie

• A. mavortium diaboli • A. mavortium mavortium • A. mavortium melanostictum • A. mavortium nebulosum • A. mavortium stebbinsi

’ambyostoma è una salamandra di grandi dimensioni diffusa prevalentemente negli Stati Uniti, anche se si possono trovare degli esemplari in Canada e Messico. In natura si trova in zone boschive caratterizzate da un’elevata umidità e dalla presenza di pozze d’acqua o piccoli ruscelli che utilizza per la riproduzione. Ha abitudini fossorie: passa la maggior parte del giorno interrata o nascosta nelle tane, per poi uscire solo durante le sere più umide alla ricerca del cibo. Essendo molto longeve, possono vivere anche 25 anni, hanno tutte le caratteristiche per definirsi un pet: come potremo comprendere dalla successiva lettura. Caratteristiche morfologiche Si tratta di un anfibio che raggiunge dimensioni notevoli: in età adulta arriva fino ai 30 centimetri di lunghezza (i maschi sono leggermente più grandi e massicci delle femmine). La colorazione di

base è nera con delle macchie gialle distribuite su tutta la superficie corporea che variano d’intensità a seconda della sottospecie e della provenienza (vedi tabella colorazione). Questo colore aiuta l’animale a mimetizzarsi con le foglie, così da sfuggire ai predatori. Le zampe sono corte e tozze, le dita sono relativamente corte e presentano alle estremità delle piccole macchie nere, la testa è molto grande e la coda ha una base larga che poi si assottiglia e si appiattisce verso la parte terminale. Ha dei solchi costali molto prominenti. La bocca grande e larga è armata di finissimi denti del tutto innocui, mentre la lingua estroflessibile è rosea e lubrificata da una saliva densa e collosa utile per la caccia. Le forme acquatiche, prima della metamorfosi, sono molto simili all’adulto, anche se presentano quattro paia di flessure branchiali, delle branchie esterne filamentose e una coda decisamente più sottile.

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Anfibi Colorazione Sottospecie

Colorazione

A. mavortium diaboli

Colorazione principale variabile dall’oliva al marrone con spot neri distribuiti lungo i fianchi e il dorso (Foto 3)

A. mavortium mavortium

Presenza di barre verticali marroni/gialle su fondo marrone scuro/nero (Foto 1, 2)

A. mavortium melanostictum

Colore di fondo oliva o grigio con un reticolato di barre sottili scure

A. mavortium nebulosum

La colorazione è analoga a quella di A. mavortium mavortium, anche se le barre verticali sono molto meno numerose

A. mavortium stebbinsi

Colorazione molto variabile

Comportamento Si tratta di un pet notturno: passa la maggior parte della giornata nascosto sotto il fango, mentre durante la notte è notevolmente più attivo e va alla ricerca dell’alimento. La specie è molto vorace, quindi è facile condizionarla con il cibo e, una volta che associa la nostra presenza alla presenza dell’alimento, sarà più socievole.

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DAIJU AZUMA

Alimentazione Molte le scelte in ambito alimentare: lombrichi, tarme della farina e camole del miele, anche se queste ultime dovrebbero essere somministrate saltuariamente perché molto grasse; una volta adulta può essere alimentata ogni due settimane con pincky di topo. L’alimento va somministrato due volte alla settimana senza esagerare con le dosi perché tendono a ingrassare facilmente.

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Il terrario Per le forme larvali Le forme larvali vanno ospitate in appositi acquari con controllo delle temperature (non devono essere superiori a 23°C con un intervallo ideale tra i 18,3°C e i 22,2°C) filtro biologico e monitoraggio dei nitriti e nitrati. Nella maggior parte dei casi nel pet shop si trovano le forme larvali in uno stadio avanzato. Attenzione a non affollare troppo l’acquario: il sovraffollamento riduce la crescita e può favorire lo stress attraverso interazioni aggressive che possono sfociare in fenomeni di cannibalismo (per lo stesso motivo larve di diverse dimensioni non devono essere alloggiate nella stessa vasca). Generalmente una larva grande deve avere a disposizione almeno 5 litri di acqua.

Da larva ad adulto La trasformazione in un adulto è caratterizzata dall’accorciamento e dall’assorbimento finale delle branchie, dalla riduzione delle pinne sulla coda e da una variazione cromatica. Quando questi segni diventano evidenti, il livello dell’acqua dovrebbe essere ridotto e va introdotta la parte emersa. Dopo che la metamorfosi è completa, la salamandra può essere trasferita in un terrario per adulti. Gli adulti Possono essere allevati in contenitori di plastica tipo fauna box o acquari adibiti a terrario, purché siano di adeguate dimensioni. Per un esemplare adulto, le misure del terrario non dovranno mai essere inferiori agli 80/90 cm di lunghezza, 30/40 cm di larghezza, 50/60 cm di altezza. Queste simpatiche, lente salamandre tendono a fuggire, quindi qualsiasi contenitore utilizziate per il loro allevamento, dovrà essere dotato di coperchio adeguatamente forato per permettere la ventilazione. Il terrario va allestito in modo da offrire un habitat naturale, ponendo in fondo alla vasca circa 4 centimetri di argilla espansa da ricoprire poi con uno strato di circa 8/10 centimetri di torba naturale (che il negozio specializzato deve avere a scaffale); la torba, almeno nella porzione superficiale, dovrebbe essere sostituita una volta ogni due settimane (questi anfibi sporcano molto) e le feci rimosse quotidianamente, mentre tutto il fondo va sostituito ogni mese, massimo ogni due. Altri substrati includono lettiera in fibra di cocco o miscele di terreno “sotto terra” disponibili in commercio. Vanno evitate le pietre o la ghiaia che potrebbero essere ingerite con esiti fatali. Per qualsiasi fondo si scelga è importante mantenere umido il substrato nebulizzando con acqua. È altrettanto importante non inondare il terrario: è sufficiente che sia ben umido. Per controllare la temperatura e l’umidità è fondamentale avere gli strumenti necessari (igrometro e termometro). Le temperature ideali diurne si aggirano intorno ai 25 °C, mentre di notte ai 15-18 °C. L’umidità deve essere intorno all’80%. Non deve mai mancare all’interno del terrario un contenitore (circa un terzo della lunghezza totale) con acqua profonda circa 10 cm. Sarà importante fornire al pet una tana che può essere formata da un tronco o


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STEFANO CESTARO

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5 una radice (del tipo a uso acquaristico) o porzioni di corteccia. Si possono inserire piante da sottobosco come edere e piccole felci. In caso di necessità momentanea si possono utilizzare anche materiali più pratici ma meno estetici come della semplice carta assorbente. Oltre alla temperatura e all’umidità è importante il controllo del pH del substrato: pH troppo acidi possono costituire un serio pericolo per l’animale. In commercio ci sono delle apposite cartine che aiutano la misurazione del pH.

in modo tale da fecondare le minuscole uova che deporrà sulla superficie dell’acqua in prossimità di anfratti e/o radici. Le uova si svilupperanno nel giro di 10-15 giorni (varia in base alla temperatura); le larve si nutrono di minuscole prede vive. Appena raggiungono dimensioni maggiori, possono essere nutrite anche con larve di zanzara congelate o vive per passare poi, con l’aumentare della grandezza del corpo, all’alimentazione dell’adulto.

Riproduzione Il dimorfismo sessuale negli esemplari adulti è evidente, con i maschi che presentano una cloaca più gonfia, mentre le femmine hanno un addome più in carne. La maturità sessuale si raggiunge in media dopo 2-3 anni. Queste salamandre hanno bisogno obbligatoriamente di un periodo di brumazione (vedi sotto) terminato il quale avvengono gli accoppiamenti. Il maschio rilascia le spermatofore nei pressi della femmina, la quale andrà subito dopo a raccoglierle con la cloaca

Manipolazione in casa e in petshop Le salamandre hanno una pelle molto delicata per questo motivo è bene non toccarle se non in caso di necessità. Quando ciò deve essere fatto, assicurarsi di avere le mani pulite e prive di residui di sapone o creme, meglio se si utilizzano dei guanti (senza il talco).

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Brumazione Per brumazione si intende quel processo simile al letargo (si differenzia da quest’ultimo per una temperatura superiore

che impedisce una cessazione completa dell’attività metabolica) durante il quale l’animale cade in uno stato di torpore. Generalmente ha una durata di circa 8 settimane e serve per preparare gli animali all’accoppiamento. Durante questo periodo gli animali smettono di alimentarsi. Da dicembre a febbraio è necessario ridurre progressivamente le temperature fino al raggiungimento di 3/8 °C (nel giro di due settimane); parallelamente si devono ridurre anche le ore di luce (4/5 ore finali) e la somministrazione di alimento. Passate le otto settimane si può, piano piano, tornare alle condizioni di partenza: al progressivo aumento delle temperature e dell’illuminazione fino alle condizioni ottimali e si assiste a una ripresa dell’attività dell’apparato genitale che è maggiormente predisposto a un corretto funzionamento. Al pari del letargo, la brumazione è una condizione delicata e gli animali che vi sono sottoposti devono essere adulti e in condizioni ottimali altrimenti si potrebbe mettere in serio pericolo la vita del nostro pet. ●


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Aquascaping LA MODERNA ACQUARIOFILIA È UN MERCATO FRIZZANTE E PROPOSITIVO, SEMPRE PRONTO A INTERCETTARE LE NOVITÀ AL FINE DI CREARE NUOVI SPIN-OFF PER APPASSIONATI E NEOFITI

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Le nuove frontiere dell’aquascaping: Wabi-kusa, tra filosofia e design

Alessio Arbuatti Medico veterinario accreditato FNOVI in Medicina dei pesci e gestione degli acquari Docente di Zoologia ed Ecologia, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Teramo

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’aquascaping, ossia l’arte di creare paesaggi d’acqua dolce subacquei (Fig. 1), è ormai a tutti gli effetti una branca che affianca le più classiche vasche d’acqua dolce e marine, arrivando a coinvolgere un universo di appassionati dediti a quest’arte nelle sue diverse tecniche compositive.

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Lo stesso aquascaping è in continuo rinnovamento e, come un nuovo fiore che nasce da una pianta di ciliegio, in Giappone è stato concepito il Wabi-kusa, un approccio che fonde stile estetico, semplicità e approccio filosofico, ma che può rappresentare un’interessante opportunità commerciale per i pet shopper arrivando a coinvolgere una clientela ancora lontana dall’acquariofilia. L’origine e la filosofia alla base Il creatore della tecnica Wabi-kusa è il maestro giapponese Takashi Amano, storico rappresentante dell’acquariofilia mondiale e figura cardine della storia dell’aquascaping. Il termine Wabi-kusa non è facilmente traducibile; “Wabi” vuol significare naturale, o meglio, che “cresce liberamente” “non perfetto”, mentre “kusa” significa “erba”.

Il principio tecnico invece ripercorre, in parte, l’arte giapponese del kokedama (Fig. 2), che consiste nel creare una sfera di terra circondata da muschio sulla quale viene inserita una pianta terrestre; l’unità così ottenuta viene appesa in casa (Fig. 3) e vaporizzata quotidianamente. Il Wabi-kusa prevede l’utilizzo di dischetti o sfere, prodotti con materiali fertili o non fartilizzati, da utilizzare come substrato sul quale piantare specie vegetali palustri. La composizione così ottenuta è posta all’interno di contenitori sferici o di altre forme, in genere di dimensioni limitate e con poca acqua all’interno (Fig. 4). Il risultato è in parte sovrapponibile a una coltura idroponica, ma la crescita deve essere: libera, selvaggia, secondo natura. Un’unione dunque tra una filosofia estetica e un approccio minimale, aspetti tipici del paese del sol levante molto amati anche in occidente.

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CREARE UN WABI-KUSA

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1 - La base/substrato Il processo creativo, seppur semplice, consente di liberare il proprio estro creativo potendo scegliere tra un’ampia gamma di: substrati, specie vegetali e contenitori. Il primo passo inizia con la creazione di una base, a forma di disco o di pallina, sulla quale verranno piantate le specie vegetali. In oriente sono commercializzate come substrati le peat ball (a base di sfagno idratante) ma in alternativa è possibile utilizzare la terra ketotsuchi, facile da lavorare e compattare a mano, la più diffusa akadama. In quest’ultimo caso si consiglia di munirsi anche di un sacchetto a maglia fine come quelli di carbone attivo o una calza di nylon che avvolgerà il tutto (Fig. 5). La tecnica tradizionale non prevede l’utilizzo del sacchetto contenitore, ma tale scelta è utile in alcuni casi per una miglior tenuta della sfera. 2 - Imbibizione e adattamento vegetale Dopo aver inserito la terra, il sacchetto deve essere chiuso e sciacquato abbondantemente consentendone una buona imbibizione (Fig. 6). Si strizza leggermente facendo fuoriuscire il liquido in eccesso e si procede facendo piccole incisioni nelle quali inserire le talee (Fig. 7), da sole, o unite a muschi ornamentali bloccando, se necessario, il tutto con un sottile filo di nylon avvolto intorno, come si fa con le piante epifite in acquario. Per favorire questa attività, i pet shopper potranno fornire degli starter -substrato e piante - sempre diversi andando così incontro ai gu-


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3 - Contenitori e illuminazione Tra i contenitori, i modelli più utilizzati hanno la forma sferica, o ovale, ma le ultime tendenze prevedono i contenitori quadrati, talvolta anche chiusi (Fig. 9), i vasi circolari (Fig. 10) e persino le vasche shallow, ossia quelle aperte, con bordi bassi e che si sviluppano quasi esclusivamente in lunghezza (Fig. 11). Come ogni vegetale, queste piante richiedono una giusta illuminazione e una giusta posizione in casa. Durante la bella stagione è possibile sfruttare la luce naturale che penetra dalle finestre ma, nei mesi più freddi o qualora l’irraggiamento luminoso domestico fosse scarso, è consigliato utilizzare lampade led mobili, snodabili o con supporto, per piante d’acquari, creando così anche uno spettacolare effetto scenico (Fig. 12).

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sti dei clienti, un po’ come un fiorista che compone un bouquet. Quando le piante utilizzate non provengono da coltura idroponica, al fine di consentire un progressivo adattamento alla crescita emersa, si consiglia di porre il bouquet nel contenitore finale con acqua alla base e coprire il tutto con un sottile strato di cellophane trasparente perforato (Fig. 8) mantenendo costante l’umidità interna. Dopo tre/quattro settimane si toglie la copertura e le piante, ormai adattatesi alle nuove condizioni emerse, continueranno il proprio sviluppo.

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4 - Una gestione semplice e soddisfacente Un Wabi-kusa originale, ossia composto da un contenitore, substrato con piante infisse, acqua ferma e illuminazione richiede una gestione di base molto semplice. Il successo del sistema passa attraverso semplici accortezze la prima delle quali consiste nel mantenimento della giusta umidità. In genere si consiglia di vaporizzare le piante due volte al giorno con acqua mediante uno spruzzino; in realtà la frequenza dovrà tenere conto anche di parametri strutturali, ambientali e stagionali. I contenitori a collo stretto perderanno meno umidità dei sistemi rettangolari aperti, durante la stagione calda l’evaporazione sarà maggiore e anche il solo orientamento della stanza può influenzare il microclima del Wabi-kusa. Ogni proprietario potrà gestirsi dunque in autonomia purché il substrato sia mantenuto sempre umido. Laddove i Wabi-kusa vengano inseriti nelle com-


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Consigli per il pet shopper Facili da gestire, di sicuro effetto e perfetti nei moderni contesti di interior design (Fig. 15) domestici e in ufficio, i Wabi-kusa possono rappresentare una

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5 - Le potature La crescita delle piante nel tempo è il segnale del successo e anche se la filosofia alla base è a favore dello sviluppo

spontaneo, quasi selvatico, un po’ come nella coltivazione dei bonsai, è necessario intervenire manualmente con un semplice kit contenente lo strumentario base da aquascaping (Fig. 14) accorciando gli steli troppo cresciuti e garantendo dunque uno sviluppo equilibrato di tutte le piante nel tempo. I Wabikusa maturi sapranno senza dubbio dare grandi soddisfazioni anche ai neofiti, magari semplici appassionati di floricoltura, che potranno così avvicinarsi man mano anche all’aquascaping e all’acquariofilia più classica.

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posizioni di maggiori dimensioni o persino in contesti dotati della componentistica d’acquario (Fig. 13), l’umidità è garantita dall’acqua sottostante, ma bisognerà porre molta attenzione all’evaporazone di questa dall’intero acquario aperto poiché potrebbe essere intensa. È infine necessario garantire la giusta presenza di nutrienti, per tale motivo, quando la scelta cade su un nucleo di substrato non fertile, è importante aggiungere qualche goccia di fertilizzante per piante d’acquario diluita nell’acqua che verrà spruzzata periodicamente.

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Aquascaping nuova interessante aggiunta all’offerta del pet shop. Una vetrina che espone una serie contenitori allestiti, diversi per forma, e sviluppo arboreo, attirerà di sicuro l’attenzione di passanti lontani dal mondo acquariofilo che, anche solo incuriositi, saranno invogliati a entrare e chiedere informazioni. Un’idea regalo per un compleanno o per l’inaugurazione di locali o negozi, ben più interessante, originale e facile da gestire della solita pianta in vaso. Esotici ma nel contempo sofisticati, i Wabi-kusa porteranno uno scorcio di natura favorendo il processo creativo e quello meditativo.

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L’autore ringrazia il freestock Flickr per Fig. 2 e Fig. 3. ●

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Le piante consigliate La maggior parte delle piante d’acquario sono in origine piante adattate alla vita sommersa. Per questo motivo la coltura idroponica (Fig. 16) in serra è ormai la tecnica più diffusa nelle grandi aziende produttrici. Questo è senza dubbio un punto a favore del Wabi-kusa e del pet shopper grazie all’ampia scelta tra le specie vegetali da utilizzare (Tab. 1). In taluni casi si potrebbero persino acquistare sezioni di manti composti, prodotti che si stanno man mano diffondendo nel mercato europeo. Facili da fissare con fili di nylon, sono senza dubbio pratici e ben sviluppati (Fig. 17) tolgono però, in parte, quel tocco di creatività personale che potrebbe caratterizzare ogni singolo creatore di Wabi-kusa.

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Posizionamento Sfondo Sfondo Sfondo Sfondo Sfondo Metà e sfondo Primo piano Primo piano Primo piano Primo piano Primo piano Primo piano

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Specie vegetale Bacopa caroliniana Limnophila repens Genere Ludwigia Alternanthera reineckii Genere Hygrophila Hydrocotyle leucocephala Hemianthus callitrichoides Eleocharis sp. “mini” Lysimachia nummularia Glossostigma elatinoides Hydrocotyle tripartita Anubias nana e similari

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Tabella 1 - Alcune tra le specie vegetali più diffuse per la creazione di Wabi-kusa


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Curiosità LE STRAORDINARIE STORIE DEI PETS PIÙ LONGEVI

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DI CGMELY

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Un amore lungo una vita

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È invece vacante il trono del cane più anziano vivente, infatti l’unico candidato al momento è Dayton, un volpino di Pomerania con un’età stimata con un certificato medico, di 30 anni, ma le candidature sono sempre aperte!

gevo della storia, con ben 29 anni e 5 mesi. Questo splendido esemplare di australian cattle dog (Fig. 2) fu regalato da cucciolo nel 1910 a Les Hall nello stato di Vittoria in Australia dove Bluey ha vissuto fino al 1939. È altresì difficile definire chi siano il cane e il gatto più anziani viventi tutt’oggi ma lo scorso maggio Rubble, un gatto dal pelo lungo bianco e rosso che vive a Exter in Inghilterra, ha tagliato il traguardo delle 30 candeline. Come lo si è accertato? In maniera semplice perché fu il regalo di compleanno fatto alla proprietaria Michele Foster al suo ventesimo compleanno: una tracciabilità infallibile!

Un record dalle squame Giappone, stagione dei monsoni dell’anno 1751, primo anno dell’età Horeki

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Cani e gatti da record! Non è affatto semplice trovare informazioni certificate poiché non bisogna dimenticare che fino a non molti anni fa le anagrafi canine, feline e i sistemi di tracciabilità quali i microchip e, ancora prima, i tatuaggi, non erano utilizzati. Dal passato emergono però anche storie tracciabili grazie a fotografie e dettagli speciali. Grazie agli studi condotti dall’equipe del Guinness World Record oggi si può dire che il record di longevità nei gatti appartiene al texano Creme Puff, nato il 3 agosto 1967 e vissuto per ben 38 anni e 3 giorni insieme al suo proprietario Jake Perry. Bluey (Fig. 1) è invece il cane più lon-

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l legame che unisce il proprietario con il pet spesso corrisponde all’intero ciclo vitale del compagno d’affezione. Ogni specie ha infatti un proprio range medio di longevità oltre al quale nemmeno le cure più attente lo possono portare, eppure, indagando, emergono alcuni casi documentati di pet la cui longevità li ha resi veri esemplari da record. E come vedremo non si tratta solo di cani e gatti.

FOTO DI UNKNOWN JORNAL FLUMINENSE PUBLIC DOMAIN

CANI E GATTI: LE RAZZE PIÙ VECCHIE

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Non solo i singoli esemplari hanno un’età, esiste infatti anche una classifica delle razze canine e feline più vecchie le cui testimonianze sono presenti in documenti e manufatti. Tra i cani, i candidati alla vittoria sono il basenji e i pharaon hound detto anche Kelb Tal-Fenek la cui origine è databile all’antico Egitto, tanto che alcuni esemplari sono stati ritrovati anche mummificati (Fig. 3) nelle tombe nobiliari egizie. Secondo molti studiosi la razza felina più antica documentata ha anch’essa un’origine egizia, l’egiptyan mau, al secondo posto il gatto d’Angora originario della Turchia con radici che affondano all’inizio del 1600.

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tra samurai e conflitti, un piccolo avannotto di carpa koi (Fig. 4) fuoriesce dall’uovo e crescendo acquisisce un colore rosso scarlatto tanto da essere ribattezzato con il nome di Hanako, letteralmente “ragazza dei fiori”. Hanako

A OGNI SPECIE IL SUO RECORD Scandagliando con attenzione le più disparate fonti ufficiali certificate, emergono molti altri record di longevità appartenenti alle specie non convenzionali! SPECIE

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NAZIONE

Coniglio

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Australia

Cincillà

Radar

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USA

Pesce rosso

Goldie (non ufficiale) Tish

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Inghilterra

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Cavallo

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Pappagallo Ara

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Salamandra

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passa buona parte della sua vita in un laghetto, alimentato di continuo da acqua di risorgiva, nel villaggio di Higashi-Shirakawa ai piedi del monte Ontaka, vicino Oppara. Una vita che scorre placida e anonima fino al 1966 quando entra in scena il Dr. Komei Koshihara, ultimo proprietario della carpa nonché preside dell’Università femminile di Nagoya. Ospite di un programma radiofonico della radio nazionale giapponese NHK, il proprietario racconta al pubblico della propria passione per le carpe koi e nello specifico della sua preferita, Hanako (Fig. 5), con la quale ha un rapporto unico tanto che il pesce si avvicina al bordo del laghetto ogni vol-

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DR. KOMEI KOSHIHARA CC BY-SA 3.0

Curiosità

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ta che viene richiamato. Non sono le notevoli dimensioni (70 cm per 2,5 kg di peso) a colpire gli ascoltatori, ma la storia del pesce. Così nel 1966 viene contattato il Prof. Masayoshi Hiro per analizzare le scaglie di Hanako. Infatti, un po’ come negli alberi, contando gli anelli (annuli) di accrescimento è possibile stabilirne l’età. Dopo due settimane di analisi il dato strabiliante è fissato a 215 anni. La storia tramandata da generazioni era dunque vera e il record continuerà a aumentare fino al 1977 raggiungendo i 226 anni! Il re corazzato di Tonga e il gigante di Aldabra Tra le storie più curiose sui pet più longevi, c’è quella che vede come protagonista il famosissimo capitano James Cook, scopritore della Nuova Zelanda e noto per essere uno dei più grandi esploratori della storia al servizio della corona inglese. Nel 1777 il capitano donò alla famiglia regnante delle Isole Tonga, nel Pacifico, un esemplare di Geochelone radiata (Shaw, 1802) (Fig. 6) prelevata durante una sua precedente spedizione in Madagascar. La testuggine, chiamata ben presto Tu’i Malila, ossia “Re Malila”, divenne ben presto un componente della famiglia reale tanto che fu il primo pet presentato alla Regina Elisabetta durante il suo viaggio sull’isola nel 1953. Tu’i Malila accompagnò la famiglia reale fino al 1965 quando si spense per cause naturali alla veneranda età di 188 anni. Adwaita, tartaruga gigante di Aldabra, sembrerebbe il chelone più longevo (Fig. 7); nata nell’atollo delle Seychelles nel 1750 conclude, dopo diverse vicissitudini, i suoi giorni ospitata presso lo Zoo di Alipore alla veneranda età di 255 anni (anno 2006).

Si ringraziano le Stock list di Flickr e Wikimedia ●


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Imprese storiche TANTE STORIE E UN FILO CONDUTTORE COMUNE: UN TALENTO INCREDIBILE PER LA SOPRAVVIVENZA

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L’epopea dei cani eroi in Antartide

ska trasportando l’antitossina per contrastare un’epidemia di difterite, è senza dubbio la più nota, poco o nulla è stato a oggi narrato dell’epopea dei cani al seguito delle spedizioni in Antartide. Bill Buster Indagatore del Web

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l binomio cane-uomo ha radici profonde e gli esemplari da lavoro e utilità accompagnano da millenni numerose attività, anche quelle che si svolgono negli ambienti più estremi. Con il progredire della colonizzazione antropica prima e della ricerca scientifica poi, in ambienti estremi, i cani sono stati protagonisti anche nelle regioni polari e subpolari dell’emisfero boreale. Se tra le imprese eroiche passate alla storia, quella di Balto, il cane da slitta che nel 1925 salvò la vita a un intero villaggio in Ala-

Alla conquista dell’Antartide I primi 75 esemplari giunsero al Polo Sud il 17 febbraio 1899 a bordo della nave da trasporto “Antartide” del corpo di spedizione inglese che sbarcò nel territorio del Mare di Ross. A causa di un intenso blizzard (vento gelido), sette esploratori rimasero bloccati e si salvarono ospitando i cani all’interno di una tenda e dormendo sopra di questi. I cani dimostrarono fin da subito la propria resistenza in un ambiente ostile, si narra per esempio di un esemplare che, creduto perduto, fu ritrovato su una lastra di ghiaccio galleggiante dopo ben dieci settimane.

Grossi e pelosi I soggetti trasportati in Antartide erano diversi dalle moderne razze artiche che oggi conosciamo, tra tutti i siberian husky e gli alaskan malamute. Sarebbero infatti riconducibili a linee di sangue appartenenti a razze locali della Groenlandia e di altri territori artici, più tozze e dotate di uno spesso manto (Fig. 1 e Fig. 2). Il successo delle slitte trainate da cani (Fig. 3) è datato 1902 quando la spedizione svedese composta da Ole Jonassen, Otto Nordenskjold e Jose Sobral percorse circa 610 km in 33 giorni. Il cane si dimostrò il migliore Alcuni esploratori provarono a utilizzare altri animali per il traino come i pony degli arcipelaghi del nord ma l’eccessivo peso e la mancanza di alimento in loco (fieno), fecero optare ben presto solo per l’utilizzo dei cani (Fig. 4) che potevano

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Imprese storiche

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NEW SOUTH WALES - THE COMMONS

Cani da slitta a supporto della moderna ricerca scientifica A partire dagli anni ‘50 dello scorso secolo, le spedizioni esplorative sono state man mano sostituite da quelle scientifiche atte allo studio della biologia e della fisica del continente. In contemporanea si assiste a un notevole impulso degli studi scientifici sulle necessità fisiologiche del personale in campo e dei cani da slitta, tanto da venir ipotizzate sia le caratteristiche zoognostiche ideali del cane da slitta antartico (Tab.1) sia diete specifiche prodotte dall’industria specificamente formulate per i soggetti da lavoro (da 2500 a 5000 kcal/die). 1

essere alimentati anche con carni cacciate lungo il percorso.

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Cento e una impresa Un’epoca di avventure che vide numerosi esemplari partecipare a imprese storiche come quelli coinvolti nella spedizione di Amundsen del 1911 che, per primo, raggiunse il Polo Sud geografico dopo aver percorso più di 3000 km in 89 giorni al termine dei quali, però, dei 52 cani partecipanti,

solo 11 fecero ritorno al campo base. Una storia eroica e di sacrificio come quella degli husky partecipanti alla spedizione di Ernest Shackleton del 1914 la cui nave rimase intrappolata frantumandosi. Le mute furono utilizzate prima per lo scarico e il trasporto sul ghiaccio di viveri e materiale salvando così l’intero equipaggio, per non fare però poi più ritorno a causa della mancanza di posti sulle scialuppe di salvataggio.

Gli husky diventati leggenda Nel 1957 una spedizione di ricerca dell’Istituto Nazionale Giapponese di Ricerche Artiche composta da 11 scienziati e 15 cani di razza sakhalin husky si stabilisce presso la locale base. Al momento del turnover del personale, dopo sei mesi, a causa di una tormenta e di ritardi, quello della base viene evacuato d’urgenza con elicotteri senza poter portare con sé i cani che sono lasciati in attesa del nuovo gruppo che, purtroppo, non giungerà mai a causa di problemi tecnici. Al ritorno in patria forti critiche piovono sulla scelta fatta e l’anno successivo una nuova missione ritrova due esemplari fratello e sorella, Taro e Jiro, ancora vivi e in buona salute, sopravvissuti nutrendosi di uccelli e pinguini. Con il ritorno in patria al disonore della prima missione si affianca il riconoscimento di eroi nazionali per i due esemplari, oggi conservati tassidermizzati presso il Museo dei Tesori Nazionali di Hokkaido e nel Museo di Scienza del distretto di Ueno, Tokio. Il 14 gennaio il Giappone li ricorda con la giornata nazionale “dell’amore, della speranza e del coraggio”, a essi è inoltre ispirato il film Antarctica del 1983.

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QUESTI FURONO GLI ULTIMI Tra le ultime mute di cani da slitta che hanno abbandonato l’Antartide vi è quella del gruppo di studio australiano che, dopo un lungo viaggio intercontinentale, è stata ospitata in Minnesota, negli U.S.A. in un centro di cani da slitta dove hanno continuato a servire questa volta i turisti appassionati di sleedog. La storia è narrata in un emozionante documentario disponibile anche online, dal titolo “The Last Husky: The Final Journey of Antarctica’s Sledge Dogs”.

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Tabella 1 - Morfologia teorica ideale del cane da lavoro antartico, secondo i ricercatori di Cambridge Altezza al garrese Lunghezza naso-coda Larghezza spalle Larghezza anca Peso

58,5 cm 152,5 cm 25,5 cm 20 cm 41 kg circa


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AUSTRALIAN NATIONAL MARITIME MUSEUM THE COMMONS

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I cani che hanno partecipato a spedizioni o azioni eroiche nei territori polari e circumpolari hanno un forte impatto sulla società di molte nazioni. Sono infatti numerose le statue che testimoniano le loro imprese. Se la statua dedicata a balto, a Central Park a New York (Fig. 5) è senza dubbio la più iconica, altre rendono onore al coraggio e alla fedeltà, il rapporto speciale tra Igloo e Richard è ricordato sia con una stele nel cimitero per animali di Pine Ridge in Massachusets, sia rappresentato con una statua dedicata a Byrd a Winchester, Virgilia (Fig. 6). Numerose sculture celebrative sono diffuse in tutto il mondo, in Europa presso il quartier generale del British Antarctic Survey a Cambridge in Inghilterra e persino in Giappone dove un intero complesso scultoreo è dedicato ai cani della spedizione antartica del 1957 (Fig. 7).

ARBUATTI

IL RICONOSCIMENTO DELLA COMUNITÀ

Un terrier al Polo E tra gli husky ci fu anche un levriero, ecco la curiosa storia. Washington, inverno del 1926, la signora Maris Boggs, cofondatrice dell’Agenzia del Commercio cittadina, trova un piccolo terrier abbandonato alla fermata dell’autobus e decide di adottarlo. Una storia in pura salsa natalizia se non fosse che la proprietaria non riesce a prendersene cura e lo regala a Richard Byrd, un capitano di corvetta che fin dal 1925 fu assegnato alla coordinazione delle esplorazioni nel circolo polare artico. Da questo momento la storia di Igloo, così fu ribattezzato il terrier e di Byrd si unisce con quella di ben più noti esploratori come Nobile e Amundsen col quale l’esploratore ingaggia la sfida su chi per il primo sarebbe volato sull’Artide. Igloo, sempre al suo fianco, diviene membro attivo della spedizione in Antartide nel 1928 quando Byrd lo porta con sé insieme a 95 cani da slitta e 42 uomini. Igloo è però ben diverso dai cani selezionati per l’esplorazione, sono dunque prodotte scarpe e giacche termiche che gli consentono di resistere al polo sud e fare ritorno in patria nel 1929 quando con Richard partecipa alla grande parata in suo onore a New York divenendo una mascotte nazionale.

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Gli ultimi cani in Antartide La scomparsa dei cani da slitta in Antartide non è però da imputare solo al moderno sviluppo di motoslitte e di altri mezzi di trasporto performanti a bassissime temperature; vi è infatti anche una motivazione di tipo conservazionistico. Fin dal 1991 e in forma definitiva nell’aprile del 1994 è infatti entrato in vigore in maniera definitiva il Protocollo sulla Conservazione della Fauna e Flora Antartica finalizzato a preservare le unicità biologiche del continente. Nell’Allegato II sono riportati i rischi potenziali riconducibili alla presenza dei cani, anche solo mantenuti presso le stazioni scientifiche. Questi non si limitano solo ai possibili casi di aggressione e predazione nei confronti delle specie autoctone, ma anche della possibile trasmissione di malattie infettive. Il virus del cimurro, infatti, può diffondere, come dimostrato da numerosi episodi al mondo, nelle popolazioni di foche causando gravi epidemie spesso mortali. ●

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ELENCO INSERZIONISTI

I Copertina Novafoods - Natural Trainer

II Copertina Royal Canin Alimento Completo

III Copertina ESVPS

IV Copertina Innovet - Senilife

1 Agras Delic - Schesir

3 Cerere - Ali Floc

5 Vitakraft - Superfood

9 Ceva - Adaptil

11 Zoomark 2019

23 Monge - Vetsolution

31 Chemivit Dental Cleaners

37 Zoodiaco - Prolife

41 Bama srl - Bama Pet

43 Alpi Service - Beeztees

45 Effeffe - Benessere 360

51 Marpet - Erbe e salute

Sono presenti con pubbliredazionali, in ordine di apparizione: Agras pet foods; Innovet; Pars; Monge; On Site; Chemi-Vit; Vitakraft; Zoodiaco; Bama Pet; Alpi Service; Pet 360; Marpet; Rinaldo Franco

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53 Rinaldo Franco Player One

Segreteria di redazione: ILARIA COSTA via Trecchi, 20 - 26100 Cremona ilaria.costa@pettrend.it

Dicembre 2018 / Gennaio 2019 N° 10 - ANNO 7

Editor e progetto editoriale FRANCESCA CONFORTI

Edizioni EV SOC. CONS. a R.L. via Trecchi, 20 - 26100 Cremona

Grafica e impaginazione: PRESS POINT Srl

Direttore editoriale: ANTONIO MANFREDI

Ufficio Stampa: ILARIA COSTA

Direttore responsabile: ANTONIO MANFREDI antonio.manfredi@pettrend.it Coordinamento editoriale: MARIA LUISA QUATTRINA luisa.quattrina@pettrend.it

Pubblicità: ILARIA COSTA pubblicita@pettrend.it Hanno collaborato a questo numero Antonio Manfredi; Fabrizio Vallari; Maria Carmela Pisu; Nicolas Patrini; Alessio Arbuatti;

Marco Moresco; Lorena Bassis; Marco Gorieri; Marzia Possenti; Serena Sola; Alessio Arbuatti; Silvia Pampallona; Tommaso Urciuolo Foto da agenzie: OnlyForPets di Silvia Pampallona; Tommaso Urciuolo Ringraziamenti motori di ricerca Creative Commons Public License di - Wikimedia Commons Pixabay - Flickr Servizio abbonamenti: ILARIA COSTA ilaria.costa@pettrend.it

Stampa PRESS POINT Srl Via Luigi Cagnola, 35 20081 Abbiategrasso (Mi)

Iscrizione al registro del tribunale di Vigevano N. 1/2012. Iscrizione nel registro operatori di comunicazione n° ROC 9606. Tutti i diritti riservati. È vietata ogni riproduzione se non autorizzata dall’editore. Rivista di riferimento di


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