Pet Trend Febbraio 2018

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Anno 7 - N° 1 Febbraio 2018

IN QUESTO NUMERO: RAPPORTO ALIMENTAZIONE • CAPIRE LA PICA • IL GIAVANESE

Rivista mensile inviata gratuitamente tramite Poste Italiane S.p.A - ISSN 2279-5790


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Editoriale

Anno nuovo...

C

on questo numero iniziamo un nuovo anno, per noi il settimo, anno che anche nel settore editoriale si ritiene un momento di possibile rischio e per tanto ci vuole particolare attenzione senza dare nulla di scontato o di acquisito. Quindi, anno nuovo vita nuova? Per certi aspetti questo augurio diventa particolarmente importante per il nostro progetto editoriale nella convinzione e certezza di continuare ad essere non solo la rivista di riferimento di Zoomark International ma anche la più letta dagli operatori del settore visto che dopo soli due anni dalla sua pubblicazione con l’80% di lettori regolari abbiamo superato tutte le pubblicazioni del nostro settore e continuiamo ad essere il mensile di informazione in assoluto più distribuito e letto. Ma cosa ci sarà veramente di nuovo il prossimo anno? Per quanto riguarda la nostra rivista non ci saranno cambiamenti sostanziali. La parte grafica resterà più o meno la stessa ed i contenuti saranno sviluppati puntando maggiormente su argomenti di grande interesse ed attualità utilizzando ricerche di mercato ed indagini spesso commissionate direttamente da noi. Certamente oltre ai dati di mercato sempre di particolare importanza per tutti gli operatori vedremo di approfondire il settore della toelettatura in ampio sviluppo e con il quale abbiamo già espresso importanti sinergie in collaborazione con la associazione ATP, quello della crescita professionale dei titolari di petshop unica possibilità di contrasto di una concorrenza sempre più decisa ed agguerrita, quello dell’allevamento certificato a garanzia del cliente ed arma necessaria per bloccare, o almeno frenare, il mercato clandestino ed illegale dei cuccioli, inoltre, limitandoci solo ad alcuni esempi, importanti approfondimenti per il settore degli animali esotici, un mercato in crescita ma che richiede una seria preparazione anche per gli aspetti legali. Molto spazio sarà sempre dedicato al petfood che resta il settore più importante, ancora in crescita nel nostro paese e con buone possibilità di ulteriore sviluppo. Le ricerche e le novità da parte delle aziende mangimistiche non mancano mai e solo un IVA del 22%, ingiustificata e assurda, rallenta la crescita di un comparto che presenta ancora spazi da riempire sia sul mercato nazionale che quello internazionale dove le nostre esportazioni continuano a tro-

vare maggiore spazio. Grandi cambiamenti di PetTrend li avremo per il 2019 in occasione della fiera internazionale Zoomark di cui il nostro mensile è rivista di riferimento. Quali? Saranno una sorpresa ma possiamo dirvi che saranno riferiti e complementari allo sviluppo internazionale di Zoomark ed al suo ruolo sempre più incisivo ed evidente di rappresentanza del Made in Italy. Già nell’edizione di quest’anno la fiera ha dimostrato di poter essere riferimento a livello internazionale di tutte le produzioni nazionali del nostro settore non solo a Bologna ma anche in molto mercati esteri con la presenza nelle fiere straniere più importanti con un proprio stand o collettive di aziende italiane rappresentative della creatività e qualità delle nostre produzioni Made in Italy. Che il nostro settore sia in costante sviluppo è evidente. Basta girare fra gli scaffali dei supermercati per rendersi conto che lo spazio dedicato ai prodotti per animali da compagnia è in continua crescita mentre quello di altri, ad esempio il settore dei prodotti per bambini, continua a diminuire. Secondo i dati di una indagine Nielsen nell’ultimo anno mentre i prodotti per bambini sono calati del 2,9% per gli accessori e del 4,4% del cibo quelli per animali sono cresciuti del 3,6% per il cane e del 2,2% per il gatto. Cosa dobbiamo pensare quindi per il prossimo anno? Certamente una maggiore crescita del settore, uno sviluppo, se pur ancora contenuto, dell’E-commerce, una crescita forte e continua delle catene che nel 2018 dovrebbero arrivare a più di 700 punti vendita e maggiori spazi dedicati ai prodotti per animali da compagnia all’interno della GDO. Il 2018 sarà anche l’anno di Interzoo, la più importante fiera mondiale del nostro settore, ed in questa occasione potremo avere segnali precisi sull’andamento del mercato internazionale. ● Antonio Manfredi

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...vita nuova

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FEBBRAIO 2018

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PARS

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Pars: ritorno alle origini

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AGRAS PET FOODS

Schesir, oltre che naturale, da oggi è anche BIO

10

RAPPORTO ASSALCO ZOOMARK 2017

Alimenti cane e gatto: confezioni e formati nel petshop tradizionale

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CHEMI-VIT

Una tris vincente: Physiologic - Selection - New Superior

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28 29 32 36

19

38

22

CANI DI RAZZA

Lo shiba inu

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RAZZE FELINE

Il giavanese dai molti colori

MARKETING GESTIONALE

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PICCOLI MAMMIFERI

La lontra euroasiatica

CEVA

ADAPTIL Junior: il miglior inizio nella vita del cucciolo

STUDI E RICERCHE

Quanto il gatto soffre

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La lealtà crea il cliente fedele

PET SHOP

Comunicazione e coinvolgimento: la chiave per il successo

ALIMENTAZIONE

Utilizzo degli acidi grassi essenziali nell’alimentazione del cane e del gatto

L’INTERVISTA

Canine cross training

Restomyl®Dentalcroc: un prodotto con marchio di qualità

17

COMPORTAMENTO

La pica

BEWITAL

INNOVET

MONGE

Monge fruits: prelibatezze per gatti esigenti

Bewital, più gusto, più scelta

16

BAMA PET

Tuttomio: un gioco per cani

53

UCCELLI

Il kookaburra

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ZOODIACO

Per i cuccioli di piccola taglia la soluzione nutrizionale è Prolife

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ACQUARIOLOGIA

Facciamo conoscenza con i pesci dardo


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RETTILI

Il geco più grande del mondo

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CURIOSITÀ

I cani riconoscono i propri simili allo schermo

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VIVERE ASSIEME

CCC: Cani, Cavalli e Carabinieri

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COSTUME E SOCIETÀ

Un amore senza confini

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PET DEI VIP

Larry il cacciatore e gli altri pet di Downing Street

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DOMESTICAZIONE

Il cane europeo non è cambiato dal neolitico

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79 67

VETERINARIA

Benessere animale

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Editoriale

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Sommario

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Aziende in giallo

80

Elenco inserzionisti

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PUBBLIREDAZIONALE

info@dietapars.it www.dietapars.it

PARS: ritorno alle origini Un mosaico di opportunità per un ritorno alle origini dell’alimentazione. In modo semplice e naturale

L

’alimentazione PARS è un sistema nutrizionale flessibile, che può essere modulato in base alle esigenze, o preferenze, di ogni animale da compagnia, sia per il mantenimento sia come supporto in particolari stati fisiologici o patologici. È un modo semplice e sano per ritornare alle origini dell’alimentazione. Preparare una sana e corretta alimentazione adattandola a ogni singolo animale sarà ancora più facile!

LE CARNI E IL PESCE Quattro gusti (Le Carni Bianche, Le Carni Rosse, I pesci Oceanici, Le Carni Suine). Tutti gli ingredienti, le carni e il pesce, sono proposti “integrali” e cotti a vapore in modo semplice e delicato. La particolare cottura a vapore contribuisce a formare naturalmente la gustosissima salsina che avvolge i pezzetti di carni integrali.

PERCHÉ UTILIZZIAMO LE CARNI E IL PESCE NELLA FORMA “INTEGRALE”? I vari “tagli” animali (muscolo, fegato, cuore, trippe, midollo, osso, ecc...) apportano nutrienti essenziali e naturali quali: proteine (nel muscolo); vitamine e minerali (negli organi); calcio e fosforo (nelle ossa e nelle cartilagini). Questi nutrienti essenziali, se non presenti nelle materie prime utilizzate, devono essere aggiunti successivamente. Non è meglio utilizzare materie prime di qualità superiore e lavorarle in modo da preservare i nutrienti naturalmente presenti, anziché aggiungere, poi, notevoli quantità di additivi?

PERCHÉ LA “COTTURA A VAPORE”? La cottura a vapore preserva i principali nutrienti naturali e le più importanti caratteristiche nutrizionali. Gli alimenti PARS sono presentati nei formati da g 85 200 - 400, per un più facile dosaggio.

IL RISO INTEGRALE Il Riso Integrale, fonte di fibre e carboidrati altamente digeribili, è proposto al naturale, allo stato secco, e reso ancora più digeribile attraverso il procedimento di soffiatura. Il riso è l’unico cereale rimasto simile alla sua forma ancestrale e, per sua natura, è privo di glutine.

IL RISO INTEGRALE CON VERDURE, FRUTTI & ERBE DIGESTIVE Oltre alle caratteristiche del riso integrale, si hanno le formulazioni con verdure (carota, spinacio, barbabietola rossa, piselli), frutti (mela e arancia) e numerose erbe officinali e digestive che, grazie alle loro caratteristiche antiossidanti e antinfiammatorie, contribuiscono a migliorare il benessere generale dell’animale. Il confezionamento dei nostri Risi integrali avviene esclusivamente in atmosfera modificata (EMA), la totale mancanza di ossigeno previene lo sviluppo di specie microbiche e parassiti. Con DIETA PARS potrai preparare in modo facile la più idonea e naturale alimentazione per i tuoi animali da compagnia, unendo tra di loro i vari componenti proprio come le tessere di un mosaico che, unite tra di loro, diventano un disegno finito e perfetto. ●

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PUBBLIREDAZIONALE

Agras Pet Foods Via San Vincenzo, 4 - 16121 Genova Tel. 010588586 - Fax 010588914 www.schesir.it E-mail: contact@agraspetfoods.com

Schesir, oltre che naturale, da oggi è anche BIO Una linea di alimenti completi, umidi e secchi, certificati biologici per cani e gatti: ecco la novità per questo 2018

S

chesir, oltre che naturale, da oggi è anche BIO. Il 2018 comincia alla grande con un lancio davvero importante: quello di una linea di alimenti completi umidi e secchi, certificati biologici per cani e gatti. Un’ulteriore e distintiva possibilità di scelta per i consumatori, coerente con i valori da sempre espressi dalla marca in relazione all’alto livello qualitativo dei prodotti, alla naturalità delle materie prime, alla garanzia di sicurezza ed all’attenzione all’ambiente. Il brand Schesir in generale ne trarrà giovamento in termini di immagine percepita dal consumatore, il quale ne riconoscerà l’ulteriore arricchimento valoriale. Tale scelta s’inserisce in un contesto generale di maturata attenzione, da parte dei consumatori, verso le tematiche dell’eco-sostenibilità e quindi verso i prodotti biologici. Da una decina di anni ormai i consumi dei prodotti BIO per umani crescono a doppia cifra, in controtendenza con il resto del mercato alimentare. Data la sempre più forte tendenza all’umanizzazione degli animali domestici, i dati sulla scelta di consumo Bio «umano» si riflettono senza dubbio anche sul pet food. Nell’innovazione del pet food nel canale specializzato si leggono le tendenze più rilevanti dello Human Food: terapeutici e light, senza glutine, naturali e bio, quest’ultima categoria valeva già nel 2016 il 10% del totale fatturato nuovi prodotti (Fonte: IRI). La distribuzione dei prodotti BIO per alimentazione umana si divide pressoché equamente tra GDO e negozi specializzati o tradizionali, oltre al Food Service: lo specializzato/tradizionale continua a registrare una crescita (Fonte: Nomisma su dati Nielsen - AssoBIO).

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Negli iper e supermercati, il biologico vale una percentuale sempre maggiore sull’alimentare confezionato, a partire dal 3% del 2016 e anche l’offerta a scaffale è in forte crescita (Fonte: Nielsen). Tre quarti delle famiglie italiane ormai dichiarano di aver acquistato nell’ultimo anno almeno un prodotto certificato biologico e di questi quasi il 70% è consumatore abituale (almeno 1 referenza alla settimana) e un terzo è “fedele” al bio già da più di un quinquennio. (Fonte: Consumer survey Nomisma per ICE - Sana 2016). Vediamo allora le caratteristiche della gamma, che parte già da subito con tutto quanto necessario per soddisfare le diverse esigenze di quelli che ormai tutti iniziano a chiamare “pet parents”, a dimostrazione di come sia stata sancita anche dai ricercatori e dalla stampa l’evoluzione del rapporto tra l’animale domestico e il suo proprietario.

LINEA CANE Per il cane abbiamo il secco Small Maintenance 600g, Small Puppy 600g, Medium Maintenance 2,5kg, Medium Puppy 2,5kg e l’umido pollo, maiale, manzo, oltre al puppy pollo, sia in busta 85g per le taglie small, sia in lattina 400g per i cani di taglia media e grande.


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LINEA GATTO Per il gatto c’è il secco Sterilized 400g, Maintenance 400g, Kitten 400g e l’umido in bustina da 85g pollo, maiale, manzo, oltre al kitten pollo.

creditato da ACCREDIA, quindi non sono BIO solo alcuni degli ingredienti, bensì tutti tranne le sostanze minerali, le quali non sono per adesso disponibili con tale certificazione. Le fonti proteiche animali sono sempre il primo ingrediente nella composizione, quindi quello presente in maggior quantità, rispetto ai cereali, come molti consumatori oggigiorno chiedono. La digeribilità è, per tutte le referenze, molto alta, come hanno dimostrato i test appositamente effettuati, in vitro. Il pollame utilizzato è allevato a terra con metodi non intensivi (ovvero, in uno spazio maggiore rispetto agli allevamenti tradizionali e sufficiente a fare razzolare gli animali senza stress) ed utilizzando mangimi BIO, secondo le direttive comunitarie in materia. Tutta la filiera bio è rigorosamente controllata e ogni movimentazione di materie prime e prodotti è tracciabile e rintracciabile, in modo ancor più stretto rispetto ai prodotti tradizionali. Il secco, in particolare, contiene frutta bio (mela, papaya, ananas, mirtillo rosso) e cereali sono certificati BIO lungo tutta la filiera, cioè provenienti da colture difese con metodi naturali (senza uso di antiparassitari, erbicidi e fertilizzanti chimici) e da sementi piantate nella terra, resa naturalmente fertile da concimi organici. L’umido, vanta una ricetta molto semplice, con un elenco degli ingredienti nella composizione molto breve, ma soprattutto è importante ricordare che è formulato con una sola fonte di proteina animale (che coincide anche in questo caso con il primo ingrediente) e non contiene cereali (grain & gluten free). Tutta la gamma, come l’interezza di quanto viene commercializzato sotto il marchio Schesir, è garantita “cruelty free”, ovvero non vengono effettuati ai fini della produzione né direttamente, né indirettamente, test invasivi e cruenti sugli animali.

SUPPORTO ALLA VENDITA

TUTTI CERTIFICATI BIOLOGICI Tutti gli alimenti proposti nella gamma sono completi e bilanciati, come dimostra l’approvazione della formula dal punto di vista nutrizionale da parte del Dipartimento di Scienze mediche veterinarie - Alma Mater Studiorum Università di Bologna, che, come per molte altre referenze a marchio Schesir, ormai, è un’importante garanzia di sicurezza per i consumatori. E tutti sono interamente certificati biologici da un ente certificatore riconosciuto e autorizzato dal MIPAAF e ac-

Fondamentale il supporto che viene fornito dall’azienda tramite materiale per il punto vendita: oltre a locandine, reglette, spot scaffale, depliant, realizzati in carta certificata 100% riciclata o altri materiali riciclabili e a basso impatto ambientale, sono disponibili espositori da terra. Sono realizzati in legno, materiale durevole e naturale, in linea con il concept BIO e hanno una larghezza di 65cm. Possono quindi contenere tutta la nuova linea BIO, ma anche essere posizionati in punti strategici all’interno del punto vendita, così da poter richiamare l’attenzione del consumatore su di un nuovo prodotto che aggiunge valore non solo alla marca Schesir bensì al punto vendita specializzato, che può così qualificarsi esso stesso come innovatore ed attento all’ambiente, alla sicurezza e al benessere animale. ●

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Rapporto Assalco Zoomark 2017

FOTO

DI PEXELS

IL RAPPORTO ASSALCO-ZOOMARK 2017 ANALIZZA LA COMPOSIZIONE E I TREND DEI DIVERSI PACK E FORMATI DEL PETFOOD NEL PETSHOP TRADIZIONALE

Alimenti cane e gatto: confezioni e formati nel petshop tradizionale

Fabrizio Vallari Giornalista e docente di Fondamenti di marketing e cultura d’impresa

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econdo i dati nell’ultima edizione del Rapporto Assalco Zoomark 2017, nel petshop tradizionale si conferma la prevalenza sia in volume sia in valore dei formati classici: il sacco è la confezione che caratterizza il segmento degli alimenti secchi mentre la lattina è il formato tipico degli umidi. Sacco e lattina insieme coprono circa l’89% dei volumi del mercato e mostrano tendenze diverse: il sac-

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co è in leggera flessione (-0,4% a valore e -2,4% a volume) mentre la lattina mostra una crescita a valore del +2,8% a fronte di una diminuzione a volume del -0,5% (Tab. 1). Prosegue in misura rilevante la crescita della bustina (+16,9% a valore, +13,3% a volume) che ha raggiunto una quota di mercato a valore dell’8,7% e della vaschetta (+4,5% a valore e +2,8% a volume) che ha raggiunto il 4,1% di quota. I formati negli alimenti secchi per cani Anche nel 2016, le quote più consistenti sono realizzate dai formati scorta in sacco tra 9-15 kg (56,7% dei volumi e 43,3% del fatturato) e dai formati più piccoli da 2-4 kg (16,5% dei volumi e 20,4% del fatturato), solitamente riservati

agli alimenti per cani di taglia piccola o caratteristici delle linee ad alta segmentazione o funzionali. Entrambi i formati sono tuttavia in flessione: il sacco tra 915 kg ha segnato una diminuzione a volume del -2,7% e a valore del -0,7%; il sacco tra 2-4 kg mostra una perdita del -4,5% a valore e del -5,8% a volume. Continua la crescita invece della fascia dei formati tra 4-9 kg (+4,8% a valore e +0,9% a volume). I sacchi tra 1,5 kg e 2 kg (12,3% di quota valore) sono in crescita a valore del +0,7% e in flessione a volume del -1,4%. I formati tra 601 gr e 1,5 kg (13,9% di quota) mostrano una lieve crescita a valore +0,6% e una leggera diminuzione del -0,1% a volume. I formati superiori a 15 kg hanno sviluppato una perdita a volume del -0,2% e una crescita a valore del +5,7%.


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Tabella 1 - Alimenti cane: peso e variazioni % 2016/2015 dei diversi confezionamenti 0,6

0,9

Petfood T T T T T T

Scatola Sacco Salsicciotto Lattina Bustina Vaschetta

T Brick

21,2

6,5 3,8

8,7

Vaschetta Bustina Lattina Salsicciotto Sacco Scatola

Quota Valore

Quota Volume 3,8 6,5 20,5 0,1 68,3 0,6

Quota Valore 4,1 8,7 21,2 0 64,9 0,9

0,2

-18,4 -0,4 -2,4

T Sacco

4,1

T Salsicciotto

Var % Volume

-10,8

-19,7

T Scatola 20,5

Quota Volume T T T T T T

Var % Valore

64,9

68,3

1,8

-1,1

-19,0 -22,8

T Lattina

-0,5

2,8 16,9 13,3

T Bustina 4,5 2,8

T Vaschetta

Fonte: IRI - 52 settimane al 1° Gennaio 2017

I formati negli alimenti umidi per cani Per quanto riguarda gli alimenti umidi, il formato ancora dominante è quello della lattina di medie dimensioni (300 gr-600 gr), corrispondente al pasto di un cane di taglia media, con il 48,6% del fatturato (+5,6% a valore e +2,2% a volume). Per questo segmento, i formati minori di 300 gr (46,3% del fatturato) si confermano quelli più dinamici, con una crescita a valore di +8% e a volume di +5,7%. Questo formato mostra trend positivi per tutte le confezioni (lattina, vaschetta e bustina). La lattina 600 gr1060 gr mostra una lieve crescita a valore (+0,8%) e una flessione a volume di 4,4%, mentre la lattina >1060 gr è in flessione (-7,9% a valore e -9% a volume). I formati negli alimenti secchi per gatti Il segmento più importante tra gli alimenti

secchi per gatti, in termini di valori e volumi generati, è il formato da 1 a 2,5 kg (57,6% a valore), seguito dal formato 201 gr-500 gr con il 23,9% a valore (Tab. 2). Entrambi mostrano una flessione sia a valore che a volume: il primo di -0,2% a valore e -1,3% a volume e il secondo di -5,1% a valore e -6,9% a volume. La flessione si riscontra anche sugli altri formati. I formati superiori ai 5 kg mostrano una crescita a valore (+1,6%) e una flessione dei volumi del -1,3% mentre quelli dai 2 ai 5 kg flettono del -9,2% a valore e del -9,9% a volume. Continua la crescita della bustina Per quanto riguarda il segmento degli umidi una prima segmentazione a valore evidenzia quote del 57% per lattina, 6,1% per la vaschetta e 36,9% per la bustina (Tab. 3). Continua la crescita della bustina (+15,2% a valore e +11,4%

Tabella 2 - Peso dei formati - alimenti secchi gatto

Tabella 3 - Peso dei formati - alimenti umidi gatto

Fino a 200 gr 16,4

23,9

1,3

4,6 16,7

Lattina > 501 gr

10,8

Lattina 241-500 gr

201-500 gr 10,2

1,2

501-1000 gr 51,8 57,6

a volume), ripresa della vaschetta che mostra una crescita a valore del +8,7% e a volume del +8%. La lattina mostra una lieve crescita a valore (+1,2%) e una flessione a volume (-1,4%). Il formato minore di 120 gr, che raggruppa le confezioni single-serve tipiche di questa grammatura, sulla somma dei tre pack, è il segmento dominante e copre l’84,4% del fatturato degli alimenti umidi per gatto. I trend più dinamici sono stati sviluppati dalla bustina mentre la vaschetta ha mostrato una crescita a valore di +9,2% (+8,4% a volume) e la lattina inferiore a 120 gr mostra una crescita di +3% a valore (+3,1% a volume). Negative le dinamiche della lattina 121 gr-240gr (11,8% del fatturato) che perde l’1,7% a valore e il 4,5% a volume. Negative anche le dinamiche della lattina 241 gr-500 gr (-7,4% a valore e a volume). ●

1001-2500 gr

41,4 30,4

Lattina 121-240 gr Lattina ≤ 120 gr Bustina ≤ 120 gr

2501-5000 gr 6,9 23,5

6,7 10,5

Quota Volume

Quota Valore

Sopra i 5000 gr

Fonte: IRI - 52 settimane al 1° Gennaio 2017

36,9

Vaschetta ≤ 120 gr

7,1

6,1

Quota Volume

Quota Valore

Fonte: IRI - 52 settimane al 1° Gennaio 2017

34,3

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PUBBLIREDAZIONALE

Una tris vincente: PHYSIOLOGIC - SELECTION - NEW SUPERIOR Da CLIFFI 3 linee di alimenti per soddisfare ogni tipo di esigenza alimentare di conigli e piccoli roditori

“PHYSIOLOGIC”: OBIETTIVO PRIMARIO SALUTE E BENESSERE Formulati in conformità ai più recenti studi sull’alimentazione del coniglio e dei piccoli roditori da compagnia, la linea di alimenti PHYSIOLOGIC nasce dalla volontà di fornire a questi piccoli animali un’alimentazione che rispetti le loro reali esigenze nutrizionali, definite e codificate da veterinari esperti in nutrizione degli animali esotici secondo le linee guida FEDIAF e SIVAE. I 5 prodotti che compongono la linea PHYSIOLOGIC (CONIGLIO BABY per i conigli in accrescimento - CONIGLIO ADULTO per i conigli dal 6° mese di vita - CAVIE per le cavie - PICCOLI ERBIVORI per gli altri roditori erbivori - PICCOLI ONNIVORI per i roditori onnivori) accanto a una oculata scelta delle materie prime garantiscono un corretto supporto alimentare a conigli e piccoli roditori tenendo in considerazione le diversità interspecifiche e le peculiarità digestive delle diverse specie. Primi sul mercato a tenere in considerazione il giusto apporto e il corretto rapporto tra fibra ADF/NDF gli alimenti della linea PHYSIOLOGIC forniscono: • Il corretto apporto di macroelementi quali calcio e fosforo è molto importante per prevenire problemi metabolici o patologie dentali e ossee • Un apporto energetico ottimale, perché formulati con particolare attenzione al contenuto calorico. Hanno un basso contenuto di grassi e possono essere razionati in maniera efficace in base al peso dell’animale e affiancati a fieno e verdure garantendo una dieta equilibrata

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• Fibre lunghe fino a 3 mm per mantenere una adeguata usura dentale e una buona funzionalità dell’apparato digerente • Prebiotici (F.O.S) in quantità ottimale. Gli alimenti PHYSIOLOGIC formulati per i conigli, le cavie e i roditori erbivori sono tutti GRAIN FREE per fare in modo che il rapporto fibra grezza/amido rimanga ampiamente nei range di sicurezza permettendo il corretto sviluppo dei microrganismi intestinali. Un elevato contenuto di carboidrati (e nello specifico di amido) potrebbe essere causa di dismicrobismi intestinali molto pericolosi soprattutto negli animali giovani. La linea PHYSIOLOGIC fornisce anche un alimento specifico per le esigenze dei criceti e degli altri piccoli onnivori (ratti, gerbilli ecc...). Anche questo è stato studiato da veterinari esperti nell’alimentazione degli animali esotici tenendo conto del fatto che le loro esigenze nutrizionali differiscono da quelle degli erbivori. Oltre al corretto contenuto di fibre lunghe fino a 3 mm, alla presenza di prebiotici e al ridotto tenore di grassi, contiene cereali fioccati e proteine della carne nella quantità ideale per soddisfare i fabbisogni degli animali onnivori.

“SELECTION”: UNA SELEZIONE DI BONTÀ La linea CLIFFI “SELECTION” è una selezione di alimenti di alta qualità, derivanti da approfondite e specifiche ricerche in campo nutrizionale per offrire un’alimentazione corretta dal punto di vista qualitativo per garantire un apporto adeguato di energia e di nutrienti. Questa linea, che comprende 6 referenze, è in grado di soddisfare le aspettative e le nuove richieste del mercato, per


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quella clientela che pretende solo prodotti di alta qualità. Tutti i prodotti della linea SELECTION contengono ENERGY COMPLEX, uno speciale ingrediente ricco di Sali minerali e Vitamine a supporto del sistema immunitario e Inulina che facilita la digestione e favorisce la crescita dei microrganismi intestinali benefici, a danno dei batteri ritenuti nocivi. • FERDI FRUITY (con frutta) Per criceti, topolini, scoiattoli e gerbilli, possiede un’alta appetibilità e apporta le sostanze che troverebbero in natura e che sono utili per una corretta ed equilibrata alimentazione e per il loro benessere, come FRUTTA, CAROTE e ARACHIDI, Vitamine, Sali minerali • CICA BERRIES (con bacche di rosa canina) Speciale per cavie, cincillà, degu e cani della prateria; fornisce una corretta ed equilibrata alimentazione col suo contenuto in ERBE, ORTAGGI, FRUTTA e BACCHE DI ROSA CANINA naturalmente ricche di vitamina C, di antiossidanti e di bioflavonoidi. Molto importante per le cavie è la presenza della vitamina C • PIPPO VEGGY (con ortaggi) PIPPO VEGGY per conigli nani contiene infatti molte erbe di campo disidratate (42%) che apportano fibra, valido aiuto nella prevenzione dell’obesità e supporto alla buona digestione; ortaggi (5,9%) e steli di basilico e prezzemolo che apportano fibre lunghe ricche di silicati, utili per una corretta usura dei denti e per la salute della bocca • PIPPO FRUITY (con frutta) PIPPO FRUITY particolarmente apprezzato dai coniglietti nani, contiene un’alta percentuale di frutta (7,8%), bacche di rosa canina che apportano vitamina C naturale, molte erbe di campo disidratate ricche di fibra, importantissima nella prevenzione dell’obesità, per la corretta usura dei denti e supporto alla buona digestione • PIPPO BABY PREBIOTIC (SPECIALE PER CONIGLI NANI CUCCIOLI e ADULTI) • PIPPO BABY PREBIOTIC soddisfa in modo fisiologico, le esigenze nutrizionali dei conigli nani giovani e adulti. Infatti è composto principalmente da varie erbe disidratate ed ha un alto contenuto in fibra: 22,8%. Contiene M.O.S (Mannanoligosaccaridi) che regolano la flora batterica intestinale, Betaglucani stimolatori dell’immunità aspecifica. PIPPO BABY PREBIOTIC non contiene semi e possiede un ottimale rapporto (4:1) fibra/amidi • FURBETTO PROTEIC (SPECIFICO PER FURETTI) Specifico per furetti che necessitano di un’alimentazione con un tenore proteico e lipidico molto superiore a quello normalmente necessario per un cane o per un gatto. Oltre ai fondamentali principi nutritivi, FURBETTO apporta le Vitamine e i minerali necessari per il loro benessere. Tutti i prodotti della linea SELECTION sono in SACCHETTO richiudibile a fondo quadro autoreggente, con 4 saldature laterali che aumentano la visibilità dell’aspetto informativo e comunicativo.

“NEW SUPERIOR”: ALTA QUALITÀ A PREZZO CONVENIENTE Gli alimenti della linea Cliffi NEW SUPERIOR hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo. NEW SUPERIOR comprende 4 referenze, risultato di un lungo e intenso processo di ricerca e sviluppo, che ha lavorato su tre aree: la scelta di ingredienti di alta qualità, la loro equilibrata combinazione in una ricetta ottimale per le esigenze nutritive dei diversi animali a cui sono indirizzate e l’assetto tecnologico-produttivo e grafico-comunicativo. Diversi prodotti della linea contengono ENERGY COMPLEX, un ingrediente speciale formulato dai nostri veterinari, ricco di Sali minerali e Vitamine, che supporta il sistema immunitario e aiuta a limitare le carenze alimentari e Inulina che favorisce la crescita dei microrganismi benefici e la digestione • FILIPPO, studiato per soddisfare le esigenze alimentari dei conigli nani da compagnia e per favorire il loro benessere, apporta in modo corretto ed equilibrato le sostanze che troverebbero in natura. Contiene un’alta percentuale (49%) di farina di erbe disidratate, che apporta fibra ed è povera di proteine e di amidi. • GILDA soddisfa le esigenze alimentari di Cavie, Cincillà, Degu, Cani della prateria; contiene erbe e ortaggi, è perfettamente bilanciato ed è caratterizzato da un alto contenuto di vitamina C, molto importante per le cavie che, non essendo in grado di sintetizzarla, devono necessariamente reperirla nell’alimentazione • JOLLY è l’alimento ideale per tutti i piccoli roditori da compagnia. Studiato per soddisfare le esigenze nutrizionali dei nostri piccoli amici, apporta tutte le sostanze che troverebbero in natura, come Erbe, Ortaggi e Sali minerali utili per il loro benessere • TOTÒ è un alimento completo studiato per la corretta alimentazione di Criceti, Scoiattoli, Topolini e Gerbilli ornamentali. Fornisce tutte le sostanze utili al loro benessere; TOTÒ contiene dei cereali soffiati che ne migliorano l’appetibilità e la digeribilità. ●

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Bewital petfood GmbH & Co. KG Industriestr. 10 - D-46354 Südlohn Tel. +49 2862 581-197 - www.belcando.it a.farucci@bewital.de

BEWITAL, più gusto, più scelta Per le richieste del mercato e per le esigenze speciali dei nostri amici a quattro zampe, ecco i nuovi prodotti con tanta carne fresca

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ono appena arrivate sul mercato le due ultime novità di BEWITAL petfood, l’azienda tedesca che ha sede a Südlohn-Oeding, nella regione del Münsterland e che vanta una storia di oltre 50 anni nella produzione di alimenti di alta qualità. La prima novità riguarda il marchio LEONARDO® che sta espandendo il suo assortimento di ricette Super Premium in busta per il gatto, con il lancio delle nuove formulazioni Agnello + mirtilli rossi e Vitello + verdure. Con questi due nuovi prodotti, la linea di umido in busta arriva a offrire 12 diverse varietà single-serve. “È una delle tipologie più apprezzate dai consumatori e la richiesta di ampliare la gamma ci è arrivata proprio dai nostri partner del canale specializzato”, spiega il Dr. Jürgen Wigger, proprietario di BEWITAL petfood. La famiglia di prodotti LEONARDO® è caratterizzata dalla sua eccezionale appetibilità molto amata dal gatto, grazie anche all’aggiunta di olio di salmone nella ricetta che rende il prodotto particolarmente apprezzato anche dal proprietario.

CUCCIOLI O ANZIANI, UGUALMENTE SENSIBILI La seconda novità riguarda BELCANDO® che sta ampliando la sua gamma di alimenti dedicati ai cani sensibili al glutine, con nuove ricette indicate per due diverse fasce di età. Puppy GF Poultry è la varietà studiata per cuccioli e cani in crescita di taglia piccola, mentre Finest GF Senior è studiato per le esigenze dei cani anziani. “Con l’aggiunta delle due nuove ricette, abbiamo ora una soluzione appropriata per qualsiasi cane che abbia una particolare sensibilità”, afferma il Dr. Jürgen Wigger.

Entrambi i prodotti sono formulati con una maggiore quantità di carne fresca. Grazie a particolari componenti vitali, Puppy GF Poultry rafforza le difese e le articolazioni dei cuccioli e dei cani in crescita, mentre Finest GF Senior include antiossidanti che garantiscono un effetto anti-invecchiamento naturale, mentre il contenuto ridotto di proteine e fosforo aiuta a ridurre lo stress a livello renale.

SU BEWITAL PETFOOD Dagli inizi degli anni ’80, quindi dalla sua fondazione, BEWITAL petfood produce cibo di alta qualità per animali da compagnia secondo l’esempio della natura. L’azienda di Südlohn-Oeding, a 100 km da Düsseldorf, è tra i produttori più moderni e si concentra sull’impiego d’ingredienti e materie prime migliori. L’intero processo, dalla ricerca e lo sviluppo fino alla produzione è made in Germany. BEWITAL petfood attribuisce una grande importanza al lavoro sostenibile ed efficiente. I prodotti vengono distribuiti in 50 paesi. BEWITAL petfood appartiene al gruppo aziendale BEWITAL, anch’esso situato a Südlohn-Oeding e amministrato dai proprietari. In BEWITAL lavorano più di 400 dipendenti, tra cui 25 apprendisti.

BEWITAL PETFOOD IN ITALIA Il grande lavoro dei distributori in Italia e la partecipazione alle manifestazioni come ZOOMARK a Bologna e l’ENCI WINNER a Milano durante l’anno 2017 hanno fatto sì che i marchi BELCANDO® e LEONARDO® siano attualmente visibili in più di 250 punti vendita in tutta Italia. Per cercare il punto vendita più vicino a te invia una e-mail a a.farucci@bewital.de Inoltre puoi seguirci su Facebook alle pagine BELCANDO Italia e LEONARDO Italia oppure su Instagram digitando belcando_de. ●

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Restomyl®Dentalcroc: un prodotto con marchio di qualità Le crocchette super appetibili Dentalcroc® della linea Restomyl® di Innovet rappresentano un sistema efficace, pratico e sicuro per controllare placca e tartaro di cani e gatti. Lo afferma anche il VOHC (Veterinary Oral Health Council)

PLACCA E TARTARO: I NEMICI NUMERO UNO DELLA LORO BOCCA Placca, tartaro, alitosi (alito cattivo) sono un “problema quotidiano” per noi, ma anche per i nostri amici a quattro zampe. La placca, che si deposita continuamente sulla superficie dei denti, è un concentrato di più di 300 tipi diversi di batteri, capaci di riprodursi e sopravvivere grazie agli zuccheri forniti dagli alimenti. Quando non rapidamente rimossi, questi batteri sono dei nemici temibili per la bocca dei nostri animali. Dopo aver colonizzato la superficie del dente, si insinuano al di sotto della gengiva, provocando infiammazioni progressive (gengiviti e parodontiti) di cui soffrono il 91% dei cani e l’85% dei gatti oltre i 3 anni di età. I batteri della placca liberano inoltre grandi quantità di composti volatili a base di zolfo, responsabili dell’alito cattivo, ma anche di veri e propri danni ai tessuti orali. Se non periodicamente rimossa, la placca inizia poi a calcificarsi sotto forma di tartaro: una sorta di cemento, talmente duro da non venir più tolto con la semplice spazzolatura, che, grazie alla superficie rugosa, favorisce l’adesione dei batteri alla superficie dei denti, aggravandone ulteriormente l’azione lesiva.

RESTOMYL®DENTALCROC: IGIENE ORALE DI QUALITÀ CERTIFICATA Consapevole che una bocca sana e pulita è la miglior garanzia di salute e benessere generale per l’animale da com-

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pagnia, Innovet è da tempo impegnata in un “progetto igiene orale” che propone Restomyl®Dentalcroc per il controllo di placca, tartaro e alitosi. Totalmente prive di sostanze di origine animale, le crocchette Dentalcroc contengono infatti Ascophyllum nodosum (An): un’alga bruna che, somministrata per via orale, viene assorbita a livello gastro-enterico e, attraverso la circolazione, si concentra nella saliva. Nel cavo orale, An esercita una duplice azione: (1) inibisce l’adesione e la crescita dei batteri della placca; (2) riduce la deposizione del tartaro, in virtù dell’effetto tampone sulle variazioni del pH salivare che ne favoriscono la neoformazione. Oggi, Restomyl®Dentalcroc possiede anche il marchio di approvazione del VOHC (Veterinary Oral Health Council). In funzione delle evidenze scientifiche raccolte,1,2 il prestigioso organismo internazionale ne ha infatti sancito la validità per il controllo dell’accumulo di placca e tartaro nel cane e nel gatto. Una certificazione, dunque, di qualità che differenzia in maniera sostanziale Restomyl®Dentalcroc dagli altri anti-placca e anti-tartaro privi di questa approvazione. Restomyl®Dentalcroc è disponibile in 2 formati, rispettivamente per gatti e cani di taglia piccola/toy e per cani di taglia media, grande e gigante. Restomyl®Dentalcroc può essere somministrato in alternanza a Restomyl®Supplemento, il supporto nutrizionale della linea Restomyl® contenente An in polvere, da mescolare alla quotidiana razione di cibo. Restomyl®Dentalcroc, assieme a Restomyl® gel (per la salute delle gengive) e Restomyl® dentifricio e spazzolino, completano la linea professionale Restomyl® per la salute e l’igiene orale del cane e del gatto. ● Maggiori informazioni in http://www.innovet.it/prodotti

1 Wikner S et al. Effects of Ascophyllum nodosum on oral malodor, plaque and gingivitis. A controlled clinical trial in dogs. Proceedings 19th European Congress of Veterinary Dentistry (ECVD 2010), Nice, pp. 132-34 2 Gawor J et al. Effects of an Ascophyllum Nodosum formulation on oral health index in dogs and cats. Weterynaria W Praktyce 2013; 10: 74-79


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Alimentazione ESSENZIALE È CIÒ CHE CANE E GATTO NON SONO IN GRADO DI SINTETIZZARE IN PARTE O COMPLETAMENTE

Utilizzo degli acidi grassi essenziali nell’alimentazione del cane e del gatto

Carla Giuditta Vecchiato Medico veterinario, dottoranda di ricerca Università di Bologna

l giorno d’oggi è ormai nota l’importanza, a livello nutrizionale, degli acidi grassi essenziali in campo veterinario, tanto che è possibile ritrovarli integrati in tutte le gamme del petfood. Inoltre, anche sul fronte degli alimenti complementari pensati per cane e gatto, gli acidi grassi essenziali godono di grande popolarità, e sul mercato si trovano sotto forma di svariate tipologie, indicati per molteplici usi. È interessante dunque approfondire l’argomento cercando di capire cosa sono gli acidi grassi in linea generale e, nello specifico, cosa si intende per acidi grassi essenziali.

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Che cosa sono gli acidi grassi Gli acidi grassi sono molecole costituite, a livello chimico, da catene formate in prevalenza da atomi di carbonio e idrogeno, che unite fra loro costituisco-

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Il pesce è la fonte maggiore di acido arachidonico no le componenti fondamentali dei lipidi. A seconda della presenza o meno di doppi legami all’interno di queste catene, gli acidi grassi vengono definiti saturi (quando non sono presenti doppi legami) e mono/poli-insaturi (a seconda del numero di doppi legami presenti). Alcuni sono essenziali Fra gli acidi grassi polinsaturi (detti PUFA), i più conosciuti e interessanti dal punto di vista alimentare sono gli Omega-3 (ω-3) e gli Omega-6 (ω-6); in particolare, l’acido linoleico (ω-6) e quello alfa-linolenico (ω-3), due acidi grassi ben rappresentati negli oli vegetali, sono essenziali in quanto gli animali non sono in grado di sintetizzarli. La maggior parte dei mammiferi è tuttavia in grado di produrre l’acido ara-

chidonico a partire dal linoleico, così come EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) a partire dall’acido alfa-linolenico. Queste conversioni avvengono però in misura limitata nel cane, mentre non avvengono affatto nel gatto, che deve dunque trovare nella propria dieta acido arachidonico, EPA e DHA già formati: questi acidi grassi si trovano di fatto solo negli alimenti di origine animale. Fonti di Omega-3 ed Omega-6 Gli acidi grassi essenziali polinsaturi derivano dunque dai lipidi, che ricordiamo essere la principale fonte energetica per il cane e il gatto; in particolare, l’acido linoleico (ω-6) si ritrova in elevata quantità in diversi oli vegetali, specialmente in quello di girasole, arachidi e mais.

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Alimentazione Altri oli vegetali, fra cui l’olio di soia, di colza e quello di lino, contengono anche l’acido alfa-linolenico (ω-3). Tuttavia, la miglior fonte di acidi grassi Omega-3 per il cane e il gatto è costituita dai pesci marini, nei quali EPA e DHA sono prontamente disponibili. Il metabolismo degli acidi grassi I precursori degli acidi grassi vengono metabolizzati dall’organismo nei loro derivati attivi mediante un meccanismo di competizione, che però impedisce la trasformazione dei precursori di una classe a molecole attive appartenenti a un’altra classe (per esempio da ω-3 a ω-6, e viceversa), poiché le vie metaboliche sono totalmente distinte. Il perché della loro importanza Gli acidi grassi ω-6 e ω-3 sono componenti fondamentali delle membrane cellulari, e per questo svolgono un’azione protettiva nei confronti di organi come cute, cervello, fegato e reni; inoltre dal metabolismo di acido arachidonico ed EPA originano gli eicosanoidi, che sono mediatori di numerose reazioni cellulari, ma caratterizzati da effetti biologici spesso di tipo opposto. Infatti, dall’acido arachidonico (ω-6) derivano intermedi metabolici (prostaglandine e leucotrieni) ad azione pro-infiammatoria, aggregante piastrinica e vasocostrittrice, dall’EPA (ω-3) si ottengono invece prostaglandine e leucotrieni di diversa tipologia, che riducono i processi infiammatori, provocano vasodilatazione e inibiscono la coagulazione del sangue. Pertanto, nella dieta di cani e gatti non solo è necessario che gli acidi grassi essenziali siano presenti, ma è anche fondamentale che entrambi i gruppi siano inseriti nei giusti rapporti fra di loro, ottenuti in fase di formulazione di un alimento industriale attraverso la scelta degli ingredienti, della lavorazione e dell’eventuale integrazione finale. Effetti benefici degli acidi grassi essenziali Una carenza dietetica di acidi grassi essenziali, o un loro bilanciamento non adeguato, potrebbero essere causa di condizioni scadenti di cute e mantello, evidenziabili classicamente dal pelo che appare poco lucido con cute secca e forforosa. Una perdita copiosa di pelo al di fuori delle classiche mute stagionali in genere viene percepito dal proprie-

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tario come il segnale di qualcosa che non va nelle condizioni generali del proprio animale. Con il parere favorevole del medico veterinario, che mediante accurata visita escluda la presenza di patologie sottostanti, si può pensare a modificare l’alimentazione, prevedendo un’eventuale integrazione di acidi grassi essenziali. Diversamente, in presenza di patologie a carico della cute, dei reni e del fegato, EPA e DHA, nonché l’acido gammalinoleico (un particolare acido grasso che appartiene alla serie Omega-6 e si trova nell’olio di primula e in quello di borraggine), in virtù delle loro proprietà antinfiammatorie, vengono integrati alla dieta come supporto alle terapie. Alimenti industriali Le principali fonti di acidi grassi omega3 utilizzati nella formulazione degli alimenti industriali completi e complementari sono rappresentate da olio di pesce (salmone, generalmente, ma anche pesce azzurro), di krill e, in misura minore, dai già citati oli vegetali (l’olio di lino, in primis). Con il termine krill si indica una serie di crostacei che rientrano nella composizione del plancton. Per l’alto contenuto in EPA e DHA, e per il fatto che il krill si pone alla base della catena alimentare marina (e dunque poco soggetto ad accumulare contaminanti), l’olio derivato dal krill gode attualmente di buona popolarità e trova largo impiego nel settore dei nutraceutici. Il krill contiene anche elevate quantità di precursori della vitamina A e della vi-

tamina E, che gli conferiscono un buon potere antiossidante. Evitare l’ossidazione Gli oli ricchi di acidi grassi essenziali devono essere conservati in modo ottimale essendo fortemente sensibili alla ossidazione, ciò è possibile mediante l’uso di sostanze (vit. E, tocoferoli, estratti vegetali fra cui quello di rosmarino, …) con potere antiossidante, capaci dunque di contrastare il processo di irrancidimento dei grassi, ed evitando fattori quali aria, alte temperature e luce. La buona conservazione nel petshop e a casa Pertanto, particolare attenzione meritano le modalità di conservazione dell’alimento destinato al cane o al gatto, affinché gli acidi grassi essenziali in esso contenuti svolgano il loro effetto benefico. Gli alimenti completi e complementari devono essere conservati in un luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce solare, soprattutto in seguito all’apertura della confezione. Il negoziante, qualora gli alimenti non possano essere mantenuti in un contenitore a chiusura ermetica e al buio, dovrebbe consigliare al proprietario la scelta di confezioni di dimensioni tali da poter esser consumate dall’animale nel giro di 3 o 4 settimane, a seconda del luogo di stoccaggio. Per concludere, è ormai risaputo che un buono stato di salute dei nostri animali dipende molto anche da come essi vengono alimentati, e gli acidi grassi essenziali sono certamente un valido aiuto al loro benessere. ●


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Marketing gestionale I CLIENTI CHE SI LAMENTANO SONO I MIGLIORI AMICI. UNA LAMENTELA METTE IN GUARDIA IN MERITO A UN PROBLEMA CHE PROBABILMENTE STA FACENDO PERDERE DEI CLIENTI E CHE, UNA VOLTA NOTO, È POSSIBILE RISOLVERE

Philip Kotler, Il Marketing Dalla A alla Z, Il Sole 24 Ore, 2010

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La lealtà crea il cliente fedele

I Fabrizio Vallari Giornalista e docente di Fondamenti di marketing e cultura d’impresa

negozi più brillanti ritengono che il loro compito non sia semplicemente quello di vendere dei prodotti o dei servizi, bensì quello di creare dei clienti soddisfatti. Questi negozi mirano non solo ad avere dei clienti, ma anche a mantenerli “per la vita”. Il fatto che un negozio tenda a considerare il cliente come qualcosa di “proprio” va inteso come sforzo per offrirgli qualcosa di superiore o di diverso rispetto alle alter-

native disponibili sul mercato, sviluppandone così la lealtà. Il marketing delle affinità Questi negozi puntano non solo a essere fornitori di determinati prodotti, ma anche a diventare un punto di riferimento per il cliente nell’ambito di una determinata offerta merceologica. Il negozio Harley Davidson, per esempio, non vende solo motociclette, ma anche

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Marketing gestionale negozio (magari anche solo momentanea) del prodotto chiesto dal cliente.

Da insoddisfatto fino a molto soddisfatto “Nel caso in cui tale livello sia stato di insoddisfazione o anche determini indifferenza - dichiara Philip Kotler, tra i massimi esperti di marketing a livello mondiale nel suo volume Il Marketing secondo Kotler, Il Sole 24 Ore, 1999 si avrà quasi certamente un cliente perso. Se invece è stato raggiunto il livello della soddisfazione è facile che l’acquisto venga ripetuto mentre la probabilità diviene ancora più elevata se la soddisfazione è stata massima. I negozi spesso non distinguono fra clienti soddisfatti e insoddisfatti. Quelli poco soddisfatti cambiano facilmente le proprie preferenze quando un concorrente offre qualcosa di analogo o di superiore mentre quelli molto soddisfatti sono meno inclini a individuare un altro fornitore”.

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L’indice della Customer Satisfaction Sempre secondo Kotler, i negozi che puntano ad accrescere il tasso di ripetizione degli acquisti da parte dei clienti devono periodicamente analizzare i livelli di soddisfazione dei clienti stessi. In situazioni ottimali il Customer Satisfaction Index (CSI) dovrebbe evidenziare che per la maggior parte dei clienti è soddisfatta o molto soddisfatta. Purtroppo ciò non si verifica spesso. Le indagini in merito mostrano come in genere i clienti tendano a essere insoddisfatti dei propri acquisti nel 25% circa dei casi. E, ciò che è peggio, circa il 95% di essi non reclama, sia perché non sa come e verso chi manifestare la propria insoddisfazione, sia perché ritiene che non ne valga la pena. Se l’indice di soddisfazione della clientela mette in risalto un certo numero di clienti insoddisfatti è necessario individuarne le ragioni. Una causa potrebbe essere l’eccessiva “aggressività” degli addetti alle vendite i quali inducono i clienti ad acquistare prodotti e servizi che non corrispondono alle loro esigenze. Un’altra motivazione potrebbe consistere nelle prestazioni troppo elevate del prodotto (e di conseguenza del prezzo) rispetto alla necessità; un’altra ancora l’indisponibilità in

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Philip Kotler

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Misurare la soddisfazione del cliente Il cliente al primo acquisto - che comperi una pettorina, una cuccia o un pernottamento in albergo - maturerà un giudizio sia sull’acquisto stesso sia sul fornitore. Prima di effettuare l’acquisto avrà sviluppato una certa aspettativa, basata sulle informazioni ricevute da altre persone, sulle promesse del venditore e sulle proprie esperienze passate per acquisti similari. Dopo l’acquisto sperimenterà uno dei seguenti cinque livelli di soddisfazione: molto soddisfatto soddisfatto - indifferente - insoddisfatto molto insoddisfatto. È evidente che la probabilità che il cliente effettui un ulteriore acquisto è legata al livello di soddisfazione registrato in precedenza.

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giubbotti di cuoio, occhiali da sole, birra e creme da barba, fino a gestire, in New York, addirittura un ristorante. Potremmo dire che la Harley vuole creare e consolidare un vero e proprio “stile di vita”. Questo è lo scopo del cosiddetto marketing delle affinità. Per esempio un negozio di toelettatura potrebbe vendere ai propri clienti programmi di viaggio “animal friendly”, polizze assicurative specifiche per possessori di animali, libri e film in dvd sulla vita degli animali oppure calendari, agende e prodotti di cancelleria a tema.

Il costo dei clienti perduti È opportuno valutare il costo dei clienti perduti: non solo dal punto di vista dei mancati incassi, ma considerando che il danno derivante dai clienti insoddisfatti va assai oltre la perdita dei relativi ricavi. Infatti, non bisogna sottostimare il potere di un cliente che si ritenga leso nei suoi diritti. Gli studi condotti dalla società di consulenza TARP Europe di Londra hanno posto in evidenza come un solo cliente insoddisfatto possa comunicare la propria esperienza negativa ad almeno altre 10 persone, le quali a loro volta possono diffondere l’informazione ricevuta presso altri, determinando così una crescita esponenziale delle persone che hanno un’idea negativa. In questo modo il negozio non perde solo i ricavi originati dal cliente insoddisfatto, ma vede anche ridursi la possibilità di acquisirne di nuovi. Raccogliere dati sul grado di soddisfazione I negozi orientati al cliente cercano di sviluppare dei sistemi che consentano agli acquirenti di manifestare le loro esigenze e le ragioni di un loro eventuale disappunto. In alcuni alberghi, per esempio la direzione predispone un servizio per raccogliere le segnalazioni degli ospiti, alcuni negozi invece mettono a disposizione dei clienti una bacheca dove possono annotare i loro suggerimenti, altri ancora attivano un numero verde allo scopo di presentare reclami, richiedere informazioni o segnalare disguidi. Come recuperare i clienti I modi per riacquisire la fiducia di un cliente insoddisfatto sono diversi: è possibile offrirgli uno sconto consistente su un successivo acquisto oppure un omaggio di valore proporzionale all’entità del reclamo. E spesso accade che i clienti i cui reclami hanno ricevuto una risposta soddisfacente diventino più fedeli di quelli che non si sono mai lamentati. Sempre secondo le ricerche TARP, se il reclamo riceve una risposta tempestiva, il numero dei clienti che continuano a effettuare acquisti nello stesso punto vendita varia dal 52% nel caso di reclami di un certo rilievo fino al 95% per quelli di lieve entità. ●


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Ceva Salute Animale S.p.A. Viale Colleoni, 15 -20864 Agrate Brianza (MB) Tel. 039 6559.442 marketing.italy@ceva.com

ADAPTIL Junior: il miglior inizio nella vita del cucciolo La gamma ADAPTIL, si arricchisce di una nuova presentazione adatta alle specifiche esigenze dei cuccioli

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’arrivo di un cucciolo in famiglia è un momento entusiasmante ma anche impegnativo: i cuccioli devono affrontare varie difficoltà come la separazione dalla madre, una nuova casa, rimanere da soli a casa e altri i nuovi stimoli che si presentano nella fase di crescita. Secondo una recente ricerca, circa il 67% dei cani viene adottato da cucciolo e circa il 50% dei cani vengono adottati prima dei 3 mesi di età, quindi mercato molto importante e con un alto potenziale di business.

In questa fase i proprietari di nuovi cuccioli sono disposti a fare tutto il necessario per dare il meglio al loro nuovo cucciolo e ADAPTIL Junior collare fa proprio al caso loro. Si stima che la spesa media di un neo-proprietario si aggiri sui 400 €, una cifra molto importante se si considera che

la spesa media annuale per il mantenimento di un cane è di circa 1800 €. ADAPTI L Junior collare rilascia dei “messaggi rassicuranti”, scientificamente noti come feromoni appaganti del cane, come quelli rilasciati dalla madre per calmare e rassicurare i suoi nuovi cuccioli. Questi messaggi rassicuranti aiutano i cuccioli a sentirsi sicuri e sereni nella loro nuova famiglia, come se vivessero ancora con la propria madre ADAPTIL Junior fornisce una migliore socializzazione e un miglior apprendimento per aiutare i cuccioli a diventare cani adulti più equilibrati. L’impiego di ADAPTIL Junior può essere fatto dal giorno dell’adozione fino al 6° mese di età e fornisce risultati visibili già a partire dai primi giorni. ADAPTIL Junior collare è disponibile con un display da 6 pezzi che può essere posizionato comodamente a scaffale. ADAPTIL Junior si aggiunge alla gamma ADAPTIL indicata per aiutare i cani adulti a superare tutte le situazioni difficili nell’ambiente interno, esterno ed in situazioni specifiche (viaggi, fuochi d’artificio). Per maggiori informazioni www.adaptil.com/it oppure marketing.italy@ceva.com ●

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Zoodiaco - Via della Cooperazione 16 - 45100 Rovigo Tel. area Nord 0425474645 - Fax 0425474647 Tel. area Centro-Sud 0744943287 - Fax 074494464 www.zoodiaco.com - zoodiaco@zoodiaco.com

Per i cuccioli di piccola taglia la soluzione nutrizionale è Prolife

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urante la delicata fase dello svezzamento il cucciolo di piccola taglia aumenta anche di venti volte il peso della nascita realizzando una crescita molto breve e intensa; per questo necessita di un programma nutrizionale specifico che sia in grado di far fronte alle esigenze di un sistema digestivo ancora immaturo. L’inclusione di carne fresca apporta proteine senza appesantire e dona appetibilità mentre l’integrazione mirata favorisce il mantenimento di una condizione di benessere. La forma della crocchetta deve inoltre adattarsi alla particolare conformazione della bocca del cane per favorire la masticazione e la deglutizione. Prolife MINI è la nuova linea di alimenti dedicati ai cani di piccola taglia: la gamma include soluzioni specifiche per i cuccioli, formulate per rispettare la loro natura e favorire una crescita equilibrata e armonica grazie all’inclusione di materie prime di elevata qualità e a un’integrazione mirata. Tutti gli alimenti sono prodotti in Italia e sono stati formulati da un’equipe di Medici veterinari nutrizionisti nel corso di un’accurata fase di studio e rispettando le linee guida indicate da FEDIAF, massimo organo europeo in materia di nutrizione animale. L’esclusione di conservanti, coloranti e aromatizzanti aggiunti rende le formule naturali e ideali per il benessere dei cani. Prolife Puppy Mini Chicken & Rice è un alimento completo ricco in pollo fresco: aiuta a scongiurare il rischio di un eccessivo incremento ponderale e apporta proteine a elevato valore biologico che supportano la limitata capacità digestiva del cucciolo. Omega 3 e 6 e vitamina E aiutano a supportare le difese immunitarie ancora estremamente fragili mentre la forma della crocchetta è studiata per favorire la masticazione, molto importante nel passaggio dai denti da latte ai denti definitivi. In versione wet è dispo-

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nibile Prolife Puppy Mini Chicken & Rice, alimento monoproteico e monocarboidrato, ricco in pollo fresco (75%), fonte di proteine a elevato valore nutrizionale. Il corretto rapporto calcio/fosforo supporta l’apparato scheletrico in crescita. Per le esigenze del cucciolo sensibile di piccola taglia è stato invece formulato Prolife Puppy Sensitive Mini Lamb & Rice, ricco in agnello fresco, leggero e digeribile, ideale per soggetti sensibili. L’equilibrato rapporto calcio/fosforo supporta il corretto sviluppo scheletrico e della dentizione mentre l’azione sinergica di omega 3 e 6 con zinco e biotina aiuta la formazione e lo sviluppo di pelle e manto. L’apporto di NupRoR aiuta a rafforzare le difese immunitarie dell’intestino e la sua struttura. Nel caso in cui il cucciolo manifesti sensibilità nei confronti di cereali e glutine, a causa della scarsa capacità di digestione degli amidi, è necessario adottare una dieta che escluda l’allergene incriminato assicurando al contempo un adeguato apporto proteico grazie all’inclusione di carni fresche di elevata qualità: in questi casi viene proposto Prolife Puppy Sensitive Mini Grain Free Chicken & Potato. L’elevata percentuale di pollo fresco (31%), leggero e digeribile, è una fonte di proteine altamente biodisponibili mentre patata e tapioca sono fonti selezionate di carboidrati, prive di glutine. I prebiotici FOS favoriscono la proliferazione della microflora batterica dell’intestino mentre Bio-MosR contribuisce a sviluppare le difese immunitarie. Per conoscere le caratteristiche e i plus della nuova Prolife Mini visita il sito www.prolife-pet.it ●


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TUTTOMIO: un gioco per cani

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er far felice il proprio cane è importante prendersi cura di lui al meglio e secondo le sue reali necessità e potenzialità di apprendimento. Bama è molto attenta a questo valore ludico-educativo e perciò propone una serie di prodotti realizzati in collaborazione con esperti cinofili per renderli ancora più utili e accattivanti, come per esempio “TUTTOMIO” che s’ispira a un semplice bastone di legno ma ha moltissimi pregi in più. Come tutta la linea Bama Pet, dedicata agli animali, questo oggetto risponde a esigenze di innovazione, funzionalità e affidabilità ed è pensato per le reali necessità dei suoi utilizzatori che grazie ad esso condividono un momento importante con i loro padroni. “TUTTOMIO” è quindi un must-have del divertimento che migliora il rapporto con gli animali e aiuta a educarli. I suoi vantaggi? Oltre al carattere educativo che spinge i cani a rendersi conto dell’ambiente intorno e li aiuta a muoversi sviluppando il senso di ubbidienza e rispetto delle regole, può essere utilizzato in modo gioioso ovunque, dal giardino alla spiaggia. Giocare in acqua porterà il cane a nuotare, rafforzando il cuore, i polmoni e tutti i muscoli del corpo e non affaticando le articolazioni delle anche e delle spalle. Recupe-

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rare “TUTTOMIO” sarà comodo e divertente, perché rimbalza e galleggia e quindi resta sempre ben visibile. Tutto nella massima sicurezza perché è realizzato con materiale completamente atossico. Questo esercizio è perfetto per i cuccioli in crescita, per i quali Bama ha pensato appositamente anche a una versione “mini” (8 x 2,5 x 25 h ), adatta anche ai cani di piccola taglia. Le dimensioni ridotte consentono ai piccoli di padroneggiarlo meglio e di sperimentare gli atteggiamenti che potranno mettere in atto da adulti, come la sottomissione, l’inseguimento, la preda e la monta. “TUTTOMIO” è un valido alleato perché attraverso il riporto incita il cane a compiere un’azione per ricevere un regalo come un biscottino. Così imparerà che ad ogni azione giusta corrisponde un premio ma per questo è importante ripetere molte volte l’esercizio e spingerlo ogni volta più lontano con pazienza, almeno dalle dieci alle venti volte. I risultati saranno incredibili e renderanno ancora più forte il legame tra cane e padrone, senza troppi sacrifici e con tanto divertimento. ● bamagroup.com - il sito istituzionale enjoylifewithbamapet.com - il blog dedicato alla cura dei pet


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onge Fruits contiene la frutta esotica più colorata, gustosa e generosa di vitamine, 12 prelibatezze 100% naturali destinate ai gatti più raffinati: pezzi interi di tonno dell’Atlantico e del Pacifico, pollo con frutta esotica e aloe per garantire un equilibrato apporto di vitamine. La frutta utilizzata non è trattata chimicamente e non vengono impiegati coloranti e conservanti e grazie alla cottura a vapore, le ricette risultano ancora più saporite, gustose e appetibili. La gamma offre, in lattine monodose da 80 g, due varianti

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Kitten per gattini (Pollo con Aloe e Tonno con Aloe), cinque per gatti adulti (Pollo con Papaya, Pollo con Kiwi, Pollo con Ananas, Pollo con Mela rossa, Pollo con Frutta esotica) e cinque Adult a base tonno: Tonno con Papaya, Tonno con Kiwi, Tonno con Ananas, Tonno con Mela rossa, Tonno con Ananas, Mango e Mela. ● Monge Fruits li trovate sugli scaffali dei migliori negozi specializzati, nella loro confezione dai colori vivaci in cartone riciclato al 100%


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Comportamento LE ATTUALI CONOSCENZE IN CAMPO COMPORTAMENTALE PERMETTONO DI PREVENIRE E CURARE IL FENOMENO DELL’INGESTIONE DI SOSTANZE NON ALIMENTARI

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La pica

L Franco Fassola Medico veterinario esperto in comportamento animale, Master in Counseling Sistemico-Relazionale Past President SISCA Società Italiana Scienze del Comportamento Animale Direttore SIACr-A Scuola Italiana Attività Cognitivo Relazionale Animale Presidente AIRS Associazione Istruttori Riabilitatori SISCA

a pica è un comportamento alimentare caratterizzato dall’ingestione di sostanze come terra, sabbia, carta, sassi, legno, tessuti, ma anche metallo o plastica, e altro. Il cane, cucciolo o adulto, solitamente non ingerisce queste sostanze in situazione di carenza alimentare o per un’alimentazione mancante di vitamine, proteine, sali minerali, pertanto un soggetto con questo comportamento deve essere sottoposto a visita veterinaria per stabilire se è una patologia organica, oppure una patologia comportamentale.

Il comportamento alimentare del cane Il cane, con il pasto, soddisfa i propri fabbisogni nutrizionali in funzione della taglia, dell’attività fisica e della temperatura dell’ambiente in cui vive. Inoltre va tenuto conto del fatto che il pasto è anche un momento di socializzazione e per fare gruppo: al cane che vive in famiglia piace condividere con il resto del gruppo il momento del pasto (nella sua ciotola e col suo alimento), che diventa un momento di aggregazione sociale. L’atto del mangiare fa parte dei comportamenti del cane e ha una sequenza pre-

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Comportamento

cisa: fase appetitiva, fase consumatoria, fase di acquietamento. Il cane per selezionare l’alimento agisce con calma, prima annusa l’alimento e lo morde lievemente (fase appetitiva), quindi passa alla presa dell’alimento, infine lo mastica molto rapidamente (fase consumatoria) e conclude leccando la ciotola. Il cane quindi, per digerire, si apparta sulla sua copertina o nell’area relax preferita (fase di acquietamento) e sonnecchia. Fattori che influenzano il comportamento alimentare del cane Tra i fattori che influenzano il comportamento alimentare del cane i più im-

portanti sono: • La razza: i soggetti appartenenti a razze di taglia piccola sono più selettivi nelle scelte alimentari. • Il sesso: la sterilizzazione aumenta l’appetito, sia nella femmina che nel maschio. • La temperatura dell’alimento: il cane predilige un alimento tiepido; per questo, in caso di inappetenza, si consiglia di aggiungere acqua tiepida all’alimento, in particolare se è secco. • L’odore: questo elemento è importantissimo per la scelta alimentare del cane. • Il sapore: il cane “gusta” sia utilizzando le papille gustative, sia odorando il cibo, avendo il senso dell’olfatto più sviluppato. Un cibo deve perciò essere sa-

PATOLOGIA ORGANICA COME CAUSA DI PICA L’ingestione di oggetti, pezzi di plastica, carta, ecc. può avere una origine organica ossia una patologia a carico dell’apparato gastroenterico come una parassitosi intestinale, la Giardia, una infiltrazione plasmacellulare che causa un ritardato svuotamento dello stomaco, una pancreatite o il colon irritabile, o un corpo estraneo nello stomaco o nell’intestino. È sempre necessaria una visita clinica approfondita con esami radiologici, ematologici ed ecografici. In alcuni casi la patologia comportamentale e quella organica possono sovrapporsi ed essere la causa di interventi medici clinici e talvolta anche chirurgici per rimuovere un corpo estraneo: pertanto, quando il soggetto inizia a ingerire cose non commestibili, si consiglia l’immediata visita veterinaria.

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porito (il cane ha meno capacità dell’uomo di discriminare i gusti: acido, salato, amaro, dolce) e anche odoroso. • La consistenza: gli alimenti morbidi e umidi sono molto graditi. • L’ora del pasto: il cane preferisce consumare l’alimento di giorno. • L’ambiente: l’alimento deve essere somministrato in un luogo tranquillo. Come si comporta il cane con pica Il cane si avvicina a un oggetto e lo esplora con la bocca (questo è un modo per conoscere il mondo), quindi annusa e mordicchia l’oggetto e, a volte, lo ingerisce. Quando il nostro amico a quattro zampe ingerisce una sostanza non commestibile, se è in presenza del proprietario, lo fa rapidamente perché (fatta eccezione per le prime volte) il proprietario è attento e lo controlla e non appena se ne accorge cerca di impedire al cane di ingerire la sostanza o l’oggetto non commestibile, ma, in realtà, non fa altro che allenare il cane a essere rapido e furtivo. In questo caso prevale infatti la motivazione possessiva, ossia il desiderio del cucciolo di trattenere l’oggetto che ha in bocca, e quella competitiva, ossia il mettersi in competizione con il proprietario. Un comportamento) molto lontano dal cane che mangia normalmente. Patologia comportamentale La pica è un sintomo che si osserva, per


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COME INTERVENIRE Il cucciolo La prevenzione è importante, un buon inizio consiste nell’instaurare una buona relazione corretta: il proprietario deve diventare un “centro referenziale”, ossia il soggetto a cui il cane fa riferimento. • Non lasciare il cucciolo da solo ma abituarlo progressivamente a gestire le separazioni. a. In casa non cercare sempre il cucciolo ma lasciarlo giocare o sonnecchiare da solo. b. Individuare delle cucce (divano, cuscino, copertina) dove il cucciolo può restare senza essere disturbato e invitarlo ad accomodarsi su queste quando la famiglia si trova in una camera. Premiare i comportamenti suggeriti sopra. • Evitare i giochi con la bocca (o comunque gestirli con attenzione), non favorire la competizione o il possesso di un oggetto (per togliere un oggetto dalla bocca usare lo scambio). • Prediligere le passeggiate che sono un autentico momento di socializzazione se il proprietario e il suo cane intera-

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esempio, in una patologia comportamentale chiamata “Sindrome di IpersensibilitàIperattività”, caratterizzata dall’incapacità di controllare la bocca: il cane mordicchia le mani quando gioca, oppure ingerisce oggetti non commestibili. Comprende anche i movimenti dell’animale: il cane salta addosso, non smette di giocare quando richiesto, eccetera. Questa patologia compare in giovane età, dopo i sei mesi, ma potrebbe mostrare i sintomi anche quando il cane è adulto, quindi una diagnosi e un intervento precoci sono fondamentali. I cani affetti da picavanno incontro a gravi problemi digestivi, spesso soffrono di disturbi gastroenterici, con vomito e dissenteria, per l’ingestione di sostanze non commestibili e non è infrequente che vengano sottoposti a intervento chirurgico per la rimozione di corpi estranei in stomaco o intestino.

giscono scambiandosi sguardi durante il percorso: l’uomo deve assecondare la motivazione esplorativa del cane seguendolo quando si dirige ad annusare un oggetto o mette il muso a terra per seguire un odore, mantenendo sempre l’attenzione per evitare che prenda oggetti in bocca, inoltre il proprietario dovrà rivolgersi al cane, parlargli e accompagnarlo lontano dall’oggetto che non va ingerito premiandolo con un segno di approvazione (snack, parole dolci, carezze). • In casi estremi abituare il cane a uscire con la museruola, l’abituazione alla museruola non deve essere traumatica bensì un gioco piacevole, la museruola non deve essere uno strumento di coercizione ma un mezzo per far leggere il mondo in modo diverso: con essa si può passeggiare e annusare senza ingerire gli oggetti esplorati.

LO SCAMBIO • Offrire uno snack al cane. • Quando lascia cadere l’oggetto che ha in bocca offrirne un altro, poi un altro, sino a quando è soddisfatto. • Quando il cane lascia cadere l’oggetto e se ne disinteressa, recuperare l’oggetto e dare al cane un ultimo snack, quindi riporre l’oggetto in un luogo non accessibile al cane. • Procedere lentamente, non sgridarlo e usare un tono di voce dolce.

Il cane adulto • La pica è un sintomo e quando compare è bene consultare il medico veterinario per una diagnosi differenziale tra patologia organica e comportamentale e per poter procedere alla terapia più adeguata. • Come misura di “pronto soccorso” consiglio di condurre il cane al guinzaglio e, se già lo si fa, evitare posti ove può trovare oggetti da ingerire; in casa vanno invece eliminati gli oggetti alla sua portata. • Non confondere la pica con le “distruzioni” che il cane fa quando è lasciato solo. Conclusione È importante educare il cucciolo a non prendere tutto in bocca e va anche educato a lasciare l’oggetto afferrato quando gli viene richiesto dall’uomo, evitando assolutamente (a meno di situazione estremamente pericolosa) di togliergli dalla bocca le cose con la forza. La pica è il sintomo di una malattia organica o comportamentale per cui è necessario sottoporre il soggetto a una visita clinica e dell’apparato gastroenterico o a visita comportamentale. ●

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L’intervista

a cura della redazione

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i sono sport che devono essere praticati all’aperto o, se al chiuso, in strutture molto grandi; altri invece richiedono un’attrezzatura poco ingombrante e possono essere attuati anche al chiuso e, soprattutto, l’allenamento può continuare a casa del proprietario/conduttore. Abbiamo intervistato Filippo Orsenigo Teti ed Erica Giustetto, incontrati durante Zoomark International 2017 a Bologna, per approfondire la conoscenza di una particolare attività fisica interessante sotto parecchi aspetti. PetTrend: Fare attività e sport per un cane non ha solo una valenza di mantenere il fisico in forma è molto di più. A cosa serve il Canine Cross? Filippo Orsenigo Teti: Attraverso il Canine Cross Training riusciamo a tenere sempre impegnato il nostro cane fisicamente ma anche mentalmente, andando a migliorare la relazione conduttore/cane e permettendoci di capire meglio le dinamiche di cooperazione e le tecniche di apprendimento. Il tutto in uno scenario controllato, sicuro, dove chiediamo al cane di rallentare (a moltissimi cani sportivi piace vivere di corsa) e imparare a concentrarsi per ascoltare meglio se stessi, il proprio corpo e noi. Una migliore conoscenza e gestione del proprio corpo permette di ottenere enormi benefici sia in ambito sportivo che nella vita di tutti i giorni. PT: Parlando degli esseri umani e di sport si utilizza il termine “disciplina” sportiva, dove disciplina significa rigore, costanza negli allenamenti e dure sessioni di lavoro. Nel caso dei

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QUANDO, NEL CANE, L’EQUILIBRIO DEL CORPO DETERMINA L’EQUILIBRIO MENTALE E CONSOLIDA IL BINOMIO COL CONDUTTORE. UNA CONVERSAZIONE A TRE VOCI

Canine cross training

cani il concetto è uguale o diverso? Erica Giustetto: Il Canine Cross Training è una metodica di allenamento con solide basi scientifiche appositamente studiata per il cane. La costanza e la determinazione sono sicuramente punti fondamentali di questa disciplina, ma per avere successo non vanno persi mai di vista il divertimento e la complicità

La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio. Il soggetto che utilizza e si allena con strumenti propriocettivi è anche consapevole dello stato di contrazione dei propri muscoli ed è in grado di migliorare il complesso meccanismo di controllo del movimento.

del binomio. Un programma di training costante e regolare è sicuramente una delle migliori strade che possono por-


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tarci a ottenere i risultati sperati e soprattutto a raggiungere gli obiettivi prefissati. Questo aspetto non deve però trarre in inganno, è possibile infatti coniugare un piano di allenamento coerente e completo con un approccio positivo e divertente. Per questo motivo mettiamo sempre al primo posto la sfera emotiva e motivazionale che deve portare il binomio uomo/cane a stare bene e divertirsi durante tutto lo svolgimento della sessione di training. PT: Come siete giunti al Canine Cross Training? Filippo Orsenigo Teti: Possiamo dire che è stato proprio il lavoro con i prodotti propriocettivi a creare l’occasione d’incontro tra me ed Erica. I nostri percorsi personali e professionali dedicati alla cinofilia, seppur estremamente differenti, ci hanno portato a scegliere un percorso formativo comune dedicato all’utilizzo dei prodotti propriocettivi e all’allenamento del cane sportivo. Abbiamo infatti frequentato il corso per ottenere dapprima la certificazione FitPaws - Master Trainer, dedicata al corretto utilizzo dei prodotti propriocettivi e alla progettazione di piani di allenamento personalizzati e successivamente abbiamo potuto accedere al corso Certified Canine Fitness Trainer organizzato dall’Università del Tennessee. Proprio durante questo percorso ci siamo conosciuti e abbiamo iniziato una lunga e positiva collaborazione. Oggi siamo gli unici due professionisti italiani ad avere queste credenziali e attraverso il brand Canine Cross Training diffondiamo la nostra visione di allenamento. PT: In cosa consiste questa attività per il cane? Erica Giustetto: Il Canine Cross Training è una metodica di allenamento che prevede sessioni di esercizi equamente bilanciati tra cinque aspetti: mente, equilibrio, forza, flessibilità e cardio fitness. Allo scopo vengono utilizzati sia prodotti propriocettivi sia altri strumenti non gonfiabili come tapis roulant, coni, tavole propriocettive, step. Sono anche previste sessioni di training all’aperto. L’appoggio instabile dei prodotti propriocettivi offre un contesto che porta il cane a dover compiere una maggior fatica (impegno muscolare) per trovare l’equilibrio durante lo svolgimento degli esercizi, contemporaneamente il soggetto do-

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L’intervista vrà cercare anche di muoversi il meno possibile e in modo fluido e ponderato per non perdere l’equilibrio ed essere costretto a scendere dal set-up su cui è salito. Il contemporaneo lavoro su più fronti porta il cane a dover ascoltare, comprendere ed eseguire meglio i movimenti richiesti. I prodotti propriocettivi sono molto adattabili e uniti ad altri strumenti, permettono di realizzare composizioni sempre diverse dove è possibile gestire facilmente il livello di difficoltà e l’obiettivo per il quale si lavora, in questo modo si adatta la tipologia di lavoro svolto alle esigenze del singolo cane. PT: Mentre quale valore ha per il conduttore? Filippo Orsenigo Teti: Iniziare a praticare questa attività permette al conduttore di migliorare la conoscenza del proprio cane attraverso l’osservazione minuziosa dei movimenti, delle posture e di tutto quello che il cane ci comunica durante un’attività condivisa. Ogni ses-

sione di allenamento è inoltre un utilissimo momento per migliorare la tecnica e l’affiatamento del binomio, per chiedere una maggior precisione dei movimenti al cane dovremo infatti imparare a essere più precisi anche noi; postura,

gestione dei rinforzi e dei tempi di lavoro e di gioco. Tutto viene trasformato in gioco e utilizzato per allenarsi al meglio divertendosi. PT: Appare evidente che Canine Cross

CHI SONO Erica Giustetto, Medico veterinario laureatasi a Torino nel 2004, FP-MasterTrainer, Certified Canine Rehabilitation Practitioner (CCRP), Certified Canine Fitness Trainer (CCFT). Nel giugno/luglio 2004 ha trascorso un periodo formativo sulla gestione degli animali selvatici presso la University of Pretoria (Sud Africa). Nel 2007 inizia a interessarsi alla fisiatria e riabilitazione partecipando al Corso Base e Avanzato di Fisioterapia organizzato da SCIVAC (Società Culturale Italiana Animali da Compagnia). Nel 2009 trascorre un periodo formativo di sei mesi negli Stati Uniti presso ARWI - Animal Rehabilitation and Wellness Institute - Raleigh, North Carolina; University of Tennessee - College of Veterinary Medicine. Qui approfondisce la conoscenza della riabilitazione negli animali da compagnia conseguendo il “Certified Canine Rehabilitation Practitioner” (CCRP), presso l’Università del Tennessee - USA. Dal 2013 è titolare del centro “Animal Wellness”, una struttura esclusivamente dedicata alla fisiatria e riabilitazione dei piccoli animali, con particolare attenzione alla medicina sportiva e ai pazienti atleti. Nell’aprile del 2016 consegue il titolo di FitPAWS-Mater Trainer certificazione che consente di realizzare programmi di allenamento personalizzati per cani sportivi, sulla base delle attitudini e della tipologia di lavoro del cane. Nel Luglio 2017 ottiene la Certificazione da parte dell’Università del Tennessee, Certified Canine Fitness Trainer unica certificazione universitaria per i Fitness Trainer in ambito cinofilo. Il programma prevede anche approfondimenti di biomeccanica del movimento, comportamento e nutrizione del cane sportivo e non. Filippo Orsenigo Teti , FP-MasterTrainer, Certified Canine Fitness Trainer (CCFT), Master Trainer Instructor. Da oltre 13 anni segue con passione la cinofilia sportiva, un lungo viaggio iniziato come hobby ma che presto si è tramutato in un percorso professionale dedicato al mondo degli sport cinofili con l’apertura del marchio DogSpecialist.it fino alla specializzazione nel mondo della preparazione atletica del cane. L’esperienza di conduttore cinofilo è iniziata nel mondo dei cani da soccorso ma dopo qualche anno la curiosità verso le altre attività sportive lo ha portato a compiere differenti esperienze per toccare in prima persona le peculiari caratteristiche dei singoli sport in modo particolare il disc dog. Proprio la passione e l’esperienza maturata nel mondo delle competizioni cinofile lo hanno portato a specializzarsi nell’utilizzo dei prodotti propriocettivi per la preparazione atletica e ha completato, primo in Europa, il percorso FitPAWS Master Trainer. La formazione continua con la certificazione CCFT (Certified Canine Cross Training) ottenuta all’Università del Tennessee che completa e attesta il percorso formativo in ambito cinofilo sportivo. Nel 2016 Filippo viene inserito nella ristretta cerchia degli Istruttori abilitati Master Trainer, unico europeo attualmente in carica. La formazione continua così come l’attività lavorativa in questo settore con seminari e lezioni private per diffondere il Canine Cross Training in Italia e in Europa.

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è possibile migliorare l’utilizzo dei segnali propriocettivi provenienti dalle zampe (soprattutto le posteriori) in modo da ottenere movimenti più precisi e fluidi associati a una migliore postura, simmetrica e stabile. Tutti questi aspetti permettono al cane da ricerca di muoversi meglio e con meno fatica su terreni accidentati mantenendo lucidità e concentrazione sul lavoro olfattivo.

Training può essere una pratica di allenamento di supporto anche per cani che praticano altre discipline sportive o che sono preparati per attività di ricerca sotto le macerie o da valanga. Potrebbe approfondire il concetto e indicarci il perché nel dettaglio? Filippo Orsenigo Teti: Lavoriamo parecchio con cani impiegati in questo tipo di attività e siamo particolarmente fieri di questo. Il lavoro di ricerca in ogni sua applicazione è per il cane un compito da svolgere ad altissimi livelli, spesso per molto tempo, un’attività combinata che vede un intenso sforzo fisico associato contemporaneamente a un

delicato lavoro olfattivo che impegna tutte le facoltà mentali del cane. Proprio per questo motivo un corretto percorso di cross training parallelo a quello di allenamento specifico dell’attività di ricerca, è indicato per permettere al cane di gestire nel migliore dei modi questo tipo di lavoro andando a ridurre il più possibile le limitazioni date da una scarsa preparazione e conoscenza del proprio corpo. Un percorso di training propriocettivo permette di stimolare il sistema neuro-motorio del cane nel suo insieme, utilizzando delle situazioni di instabilità create ad hoc per le esigenze del soggetto. In questo modo

PT: Abbiamo visto la funzione che ha questo sport nel rafforzare il binomio cane - conduttore in attività di utilità. Si sentirebbe di consigliare questa attività anche a cani con problemi fisici o comportamentali e se sì quali? E perché consigliarla a cani privi di problemi? Erica Giustetto: Il Canine Cross Training è un’attività fisica pensata esclusivamente per cani in salute, privi di ogni genere di problema fisico, si adatta a ogni tipo di cane, dal cucciolo al cane anziano passando per le particolari esigenze del cane sportivo ma siamo sempre categorici nel limitare il nostro campo d’azione a cani sani che hanno voglia e bisogno di muoversi, giocare e interagire col conduttore. Se un cane ha problemi fisici e/o di salute non ha certo bisogno di un piano di allenamento ma deve rivolgersi a un medico veterinario che possa intervenire per affrontare nel migliore dei modi la patologia o il trauma. PT: Oltre nei centri dedicati a CCT l’attività può essere praticata anche al rientro a casa? Qual è l’attrezzatura base? Erica Giustetto: È possibile eseguire degli esercizi indoor da affiancare alla normale attività all’aria aperta con molteplici benefici sia per i cani sportivi che per i cani di famiglia. La gestione casalinga degli esercizi ci permette di garantire al cane una più alta frequenza di allenamento e una migliore continuità. Amiamo infatti dire che la noia è uno dei principali problemi che affliggono i cani di oggi ed è molto più utile per il corpo e per la mente ripetere più spesso delle brevi sessioni di lavoro. Basta poco spazio, una pavimentazione antiscivolo e un minimo di attrezzatura. Si parte infatti dal lavoro mentale senza strumentazione per poi aggiungere: target, pad, step, dischi e via via attrezzatura sempre più difficile. Non esiste un percorso standard, ogni cane ha il suo.●

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Petshop show Anno nuovo rubriche nuove. Abbiamo scelto una realtà attiva nell’hinterland milanese, a Novate, per raccontare ai lettori di PetTrend quante molteplici iniziative possono scaturire dall’intraprendenza di petshopper giovani e dinamici. Ukkia Pet Shop infatti, dalla sua apertura nel 2011, ha messo in atto nel proprio negozio molte iniziative e servizi all’avanguardia e nello stesso tempo coinvolto amministrazioni comunali e personaggi del mondo dello spettacolo al fine di diffondere una cultura dei pet sostenibile e friendly nei confronti dell’intera comunità. Questo è il primo di una serie di esempi pratici che spiegano come realizzare eventi: da come farsi conoscere, passando per una mostra fotografica e altre iniziative fino a organizzare uno spettacolo teatrale con attori umani e cani. Seguiteci, nei prossimi numeri potrete esserci anche voi, sottoponeteci le vostre esperienze, selezioneremo le migliori e ricordatevi: la partecipazione è libera e gratuita, PetTrend è da sempre al servizio dei petshop. La Redazione

Massimo Persichino Petshopper imprenditore

Miriam Astesani Social Media Manager

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uando si decide di aprire un’attività commerciale, nel nostro caso un petshop, è necessario osservare la realtà in cui ci si trova così da poter cogliere tutte le opportunità che il territorio offre, inserendosi in modo armonico e, se possibile, contribuire a valorizzarlo e migliorarlo. Per creare un ambiente piacevole e accogliente per la nostra attività abbiamo scelto colori caldi e confortevoli come arancio e marrone con l’intento di far sentire il cliente a casa.

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Comunicazione e coinvolgimento: la chiave per il successo

Il nome e il logo Anche la scelta del nome del negozio è stata fondamentale. Abbiamo utilizzato una parola corta, che rimanesse in testa e che ci caratterizzasse perché legata a una storia. Nel nostro caso la scelta non è stata casuale, bensì legata al sentimento e Ukkia, il nome di un cane particolarmente amato, si è rivelata vincente, anche per le attività di cui parleremo tra poco. Per la scelta del logo ci siamo impegnati nel crearlo semplice ma incisivo e affatto banale. Guardando, inoltre, al lungo periodo, desideravamo fosse ri-

producibile anche su prodotti quali cucce, cappottini, locandine, tanto altro ancora. Proprio per questo abbiamo scelto di realizzare e utilizzare un’immagine facilmente riconoscibile (un border collie, “volto” del negozio) semplice e pulita con un font leggero, giocoso e dai tratti morbidi, racchiuso in una pennellata arancione: il colore come la razza scelta ci identificano, avvolgenti e dinamici, come noi. La location Quando si scelgono i locali per aprire un’attività è consigliabile investire su una metratura adeguata, mai troppo piccola perché le persone sono abituate ai grandi store e alle grandi catene che danno scelta e affidabilità e neppure troppo vasta da spersonalizzare gli ambienti. Pertanto abbiamo scelto di investire sugli spazi così da dare una percezione finale di “grande negozio”: in molti ci chiedono se siamo una catena e questo può essere sinonimo di affidabilità e di aver centrato l’obbiettivo. Non dimentichiamoci che il servizio di toelettatura è un must.


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questi aspetti, si consegna il prototipo all’assessorato di competenza in attesa di approvazione e autorizzazione che verrà rilasciata a ogni negozio con annessa fotocopia. La spesa del progetto ammonta a circa 0,80 centesimi per adesivo. Per esperienza consigliamo un investimento minimo di 100 adesivi: meno di un volantinaggio e con risultati duraturi nel tempo, essendo un posizionamento fisso e ben visibile del logo per tutte le vie della città.

Il logo e la sua estensione Lo stesso logo può essere utilizzato per realizzare progetti e iniziative utili anche per lanciare l’attività. Noi di Ukkia, come prima strategia, abbiamo pensato e realizzato il progetto “io posso entrare”: abbiamo utilizzato il nostro logo per creare degli adesivi da regalare alle attività commerciali del paese con lo slogan “io posso entrare”; esponendolo sulle vetrine dichiarano apertamente che i cani possono entrare nel loro negozio. Ciò permette di condividere la quotidianità con il proprio amico a 4 zampe dando quindi un servizio al cittadino e, allo stesso tempo, fa girare il marchio. La consegna dell’adesivo è stata accompagnata dalle foto fatte agli esercizi commerciali che hanno aderito al-

l’iniziativa. Le foto sono state raccolte sulla pagina Facebook di Ukkia, in tal modo i commercianti sono stati incentivati a condividere le medesime sulle pagine della loro attività e sui loro profili personali aumentando l’eco dell’iniziativa. Tutto ciò ha aiutato a instaurare un rapporto positivo e di fiducia con le attività commerciali presenti sul territorio, contribuendo al passaparola positivo, aspetto fondamentale soprattutto nella fase iniziale di una nuova attività. a) Come fare Come si può riproporre questa iniziativa? Poiché ogni comune ha regole specifiche, è necessario rivolgersi al comune di riferimento per conoscere le dimensioni dell’adesivo che può essere applicato sulle vetrine. Una volta definiti

b) Come consolidare Per rafforzare il progetto e dare continuità, al momento della consegna degli adesivi abbiamo avvertito i commercianti che, a distanza di poche settimane, avremmo consegnato loro una ciotola colorata affinché potessero porla fuori dal loro negozio. L’idea è nata riprendendo una legge del 1877 a Trieste, dove vennero messe ciotole per la città così da abbeverare i cani con e senza proprietario nei mesi estivi. Abbiamo dunque contattato un’azienda nota del settore pet chiedendo di fornirci ciotole colorate a cui abbiamo applicato gli adesivi con il nostro logo. L’iniziativa ha avuto un grande successo e, anche a distanza di anni, i commercianti continuano a utilizzare le ciotole tutto l’anno. c) Come veicolare l’iniziativa Un aspetto altrettanto importante è contattare le testate locali o di zona per segnalare l’iniziativa e il suo funzionamento corredandola di un razionale virtuoso. Nel nostro caso la motivazione a sostegno dell’iniziativa è stata il permettere ai proprietari di cani di poter andare per le vie di Novate accompagnati dai cani potendo andare dal parrucchiere, in banca o in un altro esercizio in tre. d) Mantenere il negozio sempre aggiornato Per completare un primo quadro dell’immagine del proprio brand, non va trascurato l’aspetto dell’informazione e dell’aggiornamento costante sui prodotti proposti ai propri clienti: noi di Ukkia consigliamo di confrontarsi con scadenza regolare con il proprio team, in merito al materiale, al posizionamento, alla qualità, alle strategie di vendita del prodotto. Ciò permette di assimilare maggiori nozioni così da trasmettere anche l’anima, la parte emotiva del prodotto al cliente finale. ●

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Studi e ricerche

DA UNO STUDIO BRITANNICO: I 25 SEGNI CHE POSSONO RAPPRESENTARE UN CAMPANELLO D’ALLARME

Quando il gatto soffre

Marco Moresco Editorialista

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ivere con un gatto fa acquisire una familiarità che consente di capire subito quando un comportamento esce dalla norma. Ma comprendere davvero cosa si cela dietro un atteggiamento insolito non è facile. Ecco perché sono molto importanti i risultati di una ricerca scientifica che svelano quali sono i segnali di una sofferenza in corso. Studiare i segnali d’allarme Un gruppo di veterinari provenienti da

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vari Paesi si sono riuniti per individuare i segni comportamentali che possono evidenziare uno stato di sofferenza del gatto. Il consesso di esperti, guidato dalla dottoressa Isabella Merola e da Daniel Mills (professore di medicina comportamentale presso la School of Life Sciences dell’Università di Lincoln nel Regno Unito), ha così realizzato una lista che rappresenta il primo elenco di questo genere messo a punto da un gruppo di esperti veterinari. La ricerca, pubblicata dalla rivista scientifica PLOS One, ha coinvolto accademici e professionisti clinici delle più diverse specializzazioni quali medicina interna, anestesiologia, oncologia, odontoiatria, comportamento, dermatologia, oftalmologia e neurologia. L’elenco di “segnali di allarme” messo a punto può ora aiutare i proprietari di gatti e i veterinari a individuare tempestivamente una condizione di sof-

ferenza in modo da intervenire con una diagnosi precoce e una terapia mirata. Come si è proceduto Lo scopo dello studio è stato quello di raccogliere e classificare i possibili segni comportamentali che un gatto con una sofferenza in atto può mostrare. Ne è derivato un elenco di 25 segni chiave che sono stati definiti “sufficienti ma non necessari per la presenza del dolore”, il che significa che ciascuno di essi individualmente può essere il segnale che qualcosa non va, ma che non tutti i 25 segnali sono necessariamente presenti in una condizione di sofferenza. In altre parole, la presenza di uno di questi comportamenti deve essere “sufficiente” a mettere in allarme il proprietario. Per individuare questi segni comportamentali indicatori del dolore, Merola e Mills hanno guidato i componenti del team at-


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traverso un processo di selezione che partiva da una lista iniziale di 91 indicatori del dolore. Dopo una serie di incontri, si è riusciti a circoscrivere i segni comportamentali allarmanti a soli 25, un risultato importante su cui è stato raggiunto l’unanime accordo. Segni di sofferenza acuta e cronica Tra questi segnali ricordiamo l’assenza di cura (grooming), una postura ingobbita, la tendenza a evitare le zone luminose, cambiamenti nel comportamento alimentare, difficoltà a saltare, cambiamento di umore, diminuzione dell’appetito, diminuzione dell’attività (vedi l’elenco completo nel box). Alcuni comportamenti hanno maggiori probabilità di essere correlati al dolore acuto, mentre altri sono più frequentemente associati a dolori cronici a basso tenore di sofferenza. Ad esempio, quando il gatto ringhia, geme, tiene gli occhi chiusi ed evita le aree luminose, ha probabilmente in corso una sofferenza acuta. A questo proposito Merola e Mills hanno notato che non è ancora chiaro se sia possibile individuare una serie di segni comportamentali comuni a entrambe le condizioni acute e croniche, e che per questo sono necessarie ulteriori ricerche. I risultati dello studio hanno comunque evidenziato come la capacità di valutare un insieme di comportamenti consente una diagnosi molto più affidabile di quella che si affida alla ricerca di un singolo sintomo. Diagnosi precoce, terapia mirata Al momento di presentare i risultati della ricerca, Daniel Mills ha dichiarato: “I proprietari sono in grado di riconoscere molti cambiamenti comportamentali dei gatti che manifestano in modo evidente la presenza di dolore. Ma non sempre a questi segnali viene dato il peso dovuto, almeno non fino a quando tali atteggiamenti anomali diventano davvero allarmanti. Questi cambiamenti infatti possono, per esempio, essere interpretati come conseguenza inevitabile dell’invecchiamento e perciò non essere riferiti al veterinario. La speranza è che la disponibilità di un elenco di segni che si riferiscono a specifiche manifestazioni di dolore possa migliorare la capacità di riconoscerli. Creando questo set di segni fondamentali, mettiamo le basi per altri studi futuri orientati a in-

25 SEGNALI D’ALLARME Zoppia Difficoltà a saltare Andatura anormale Riluttanza a muoversi Reazione alla palpazione Ritirarsi e/o nascondersi Assenza di cura (grooming) Riduzione della voglia di giocare Riduzione dell’appetito Riduzione complessiva dell’attività Riduzione dello “sfregarsi” contro le persone Umore generale Temperamento Postura ingobbita Variazione di peso Leccamento di una particolare zona del corpo Postura della testa più bassa Blefarospasmo (involontaria e frequente chiusura delle palpebre) Mutamento del comportamento alimentare Evitare aree luminose Ringhiare Gemere Tenere gli occhi chiusi Sforzarsi per urinare Agitare la coda

dividuare precocemente il dolore nei gatti utilizzando metodi basati fondamentalmente su osservazioni naturali e non invasive”. Orizzonti futuri della ricerca I ricercatori hanno portato avanti questo progetto come parte di un’iniziativa più specifica volta a individuare la presenza di una sofferenza in atto attraverso i segni e le espressioni osservabili sul muso del gatto. Questo studio iniziale rappresenta quindi una fase preliminare che intendeva accertare se qualche se-

gno preveniente appunto dal muso fosse inseribile nella lista di segnali di allarme che è stata realizzata. Allo stato dell’arte nessuna espressione del muso è stato individuato, ma il lavoro dei ricercatori è ancora in corso e si pensa che il muso possa essere comunque un’area molto indicata per osservare la presenza di una sofferenza, anche se i segni qui rilevabili sono generalmente difficili da notare per la loro non marcata evidenza. Il parere dell’esperto “Conosco personalmente Isabella Merola e ritengo che questo studio sia molto interessante e altrettanto utile”, commenta Maria Chiara Catalani, medico veterinario esperto in comportamento animale. “Certamente il gatto non viene sempre compreso nelle sue sofferenze e malattie, probabilmente perché conosciamo superficialmente la sua comunicazione e la sua etologia ma anche perché ci lasciamo influenzare da falsi pregiudizi: il gatto è autonomo, non si affeziona, è un opportunista, ecc. Al contrario, il gatto instaura una relazione molto profonda con la famiglia in cui vive e cresce, perciò i segnali di malessere individuati nello studio Merola-Mills penso che siano estremamente utili per un monitoraggio domestico sul benessere del gatto e perché i proprietari possano segnalare al medico eventuali manifestazioni di malessere il più rapidamente possibile. Osservare quello che ci sembra scontato può diventare fondamentale per intervenire rapidamente su eventuali malattie del gatto, ancor più se consideriamo che spesso la comparsa di sintomi più evidenti corrisponde a un importante aggravamento.” Conclude Maria Chiara Catalani: “Ben vengano, perciò, strumenti che chiunque può utilizzare per un’osservazione più attenta del gatto e per cogliere eventuali alterazioni del suo equilibrio fisico e psicologico”. ● Fonte: https://www.sciencedaily.com/releases/2016/02/160226085759.htm Isabella Merola, Daniel S. Mills. Behavioural Signs of Pain in Cats: An Expert Consensus. PLOS ONE, 2016; 11 (2): e0150040 DOI: 10.1371/journal.pone.0150040

L’autore ringrazia Pexels free stock photos per le immagini.

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Cani di razza IL CANE CHE IL GIAPPONE CONSIDERA MONUMENTO NAZIONALE Nicolas Patrini Psicologo, educatore cinofilo SERVIZIO

FOTOGRAFICO DI

TOMMASO URCIUOLO

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ccanto all’uomo fin dall’antichità, il giapponese shiba inu è impavido, attento, atletico e veloce nell’apprendimento: il compagno ideale per la famiglia a patto che al suo fianco abbia un conduttore leale e capace di assecondare i suoi bisogni. Il nome shiba non ha una sola traduzione può voler dire, infatti, sia piccolo che cespuglio a seconda della traduzione; inu, invece, significa cane. Per questo motivo praticamente tutte le razze giapponesi hanno questa parola presente nel nome: akita inu, tosa inu, ecc. Le origini più remote Quella dello shiba inu è una razza antichissima, alcuni ritrovamenti fanno presupporre la presenza di questo piccolo cane già nel 6000 a.C. Gli scavi archeologici dimostrano infatti che il popolo degli Jomonjin viveva con cani dalle dimensioni modeste, molto simili ai moderni shiba. Nel 3000 prima di Cristo nuove popolazioni giunsero in Giappone con i propri cani, i quali iniziarono a incrociarsi con i discendenti di quelli degli Jomonjin dando origine a una razza dalle orecchie erette, a punta, e con la coda portata arrotolata. Inizialmente frutto di diversi incroci con i cani sbarcati in Giappone durante le invasioni, gli shiba inu trovarono ben presto una propria identità grazie al popolo del sol levante, da sempre attento al rispetto delle creature presenti nel territorio. Prima di tutto: preservare la razza Il popolo Giapponese fu da subito interessato a preservare la razza e questo si tradusse nella volontà di definirne ben presto gli standard morfologici e caratteriali. Lo shiba inu, per come lo conosciamo attualmente, era infatti già presente nel 3000

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Lo shiba inu


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a.C. come frutto dell’unificazione degli shiba presenti sul territorio, che avevano caratteristiche differenti a seconda dell’origine geografica. Malgrado oggi sia un ottimo cane da compagnia, all’epoca della sua nascita come razza era utilizzato soprattutto per l’attività venatoria. La gelosa attenzione del popolo nipponico per le proprie “creature”, viste come un dono da rispettare e onorare, ha portato quasi subito alla formulazione di elenchi in cui venivano annotate le caratteristiche principali e le nascite: un censimento che oggi permette di sapere di più sulle origini di questo

cane. Non solo, il popolo giapponese vietò anche l’esportazione dei cuccioli, in modo da preservare le qualità senza intromissioni. A guidare le successive selezioni sono state soprattutto le esigenze giapponesi: occorreva sviluppare un cane forte, capace di resistere alle temperature più rigide delle zone montuose, in grado di aiutare l’uomo in ogni situazione e al contempo offrire il suo affetto alla famiglia. Questo fece sì che lo shiba inu, divenuto in tempi più recenti un vero e proprio monumento nazionale riconosciuto dal governo, potesse diventare il più ap-

prezzato fra i cani giapponesi. Non tutto quello che luccica è oro L’eccessiva attenzione e la spasmodica propensione alla chiusura verso le esportazioni segnò anche un periodo nero per la razza, a rischio di estinzione nei primi anni del ‘900. Nel 1932 venne creata la prima associazione con lo scopo di conservare la razza, il cui nome era “Nihon Ken Honzonkai”, letteralmente “Associazione per conservare il cane giapponese”. Le cose cambiarono durante la Seconda Guerra Mondiale quando il governo, non potendo più con-

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Cani di razza trollare le esportazioni, vide lo shiba inu “strappato” dalla terra di origine per essere portato in tutto il mondo. L’attenzione nei confronti della razza crebbe notevolmente negli anni a seguire grazie ai tanti appassionati che decisero di allevarla e di prendersene cura. Naturalmente, la maggior parte dei cani restarono in Giappone, dove venne redatto il primo standard ufficiale. Negli anni successivi questo piccolo cane divenne popolare soprattutto negli USA, in Gran Bretagna e in Australia. Alla luce di quello che è stato un assestamento delle caratteristiche morfologiche e comportamentali, nel 1992 venne rivisto lo standard ufficiale. Ai giorni nostri lo shiba inu è considerato un ottimo cane da compagnia e sta prendendo sempre più piede anche nel nostro Paese, dove è apprezzato soprattutto per la sua bellezza e per la taglia. Non cambia, invece, la situazione in Giappone dove questa razza è considerata un pezzo della storia del Paese e rispettata con orgoglio. Il carattere in generale Come avviene nello studio di ogni razza, le principali caratteristiche comportamentali vanno di pari passo con le origini storiche e con l’utilizzo che ha guidato progressivamente le selezioni. Rileggendo la storia dello shiba inu e tenendola in considerazione possiamo capire da dove arrivi il carattere fiero e determinato che ancora oggi lo contraddistingue. Si tratta di un cane vigile, sempre attento a tutto ciò che lo circonda e coraggioso; qualità necessarie quando era parte fondamentale dell’attività venatoria e che lo rendono oggi tanto diffidente verso gli estranei quanto spavaldo e poco incline a lasciarsi intimorire. Inizialmente è una razza che non ama lasciarsi avvicinare e che necessita di tempo per capire se fidarsi o meno di un estraneo; passato questo momento di valutazione le cose cambiano e, una volta conquistata la sua fiducia, lo shiba inu sa regalare affetto e tante attenzioni. Tollera di buon grado la presenza di altri animali, con i quali instaura un rapporto di convivenza pacifica, si tratta di una razza che si adatta facilmente alla vita in casa, accanto alla famiglia. L’addestramento Fra le caratteristiche peculiari dello shiba inu c’è la naturale inclinazione a la-

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sciarsi addestrare con facilità: è un cane molto rapido nell’apprendimento con un’innata intelligenza e la capacità di focalizzare l’attenzione su ciò che gli interessa. In questo senso è fondamentale guadagnare la fiducia del proprio cane così come stimolare la sua curiosità. Come? Mostrandosi sempre pronti ad assegnare esercizi che sappiano catturare la sua attenzione. Bisogna infatti sottolineare che, da un lato, lo shiba inu è incline all’apprendimento, ma dall’altro possiede il temperamento necessario a mettere in discussione il compito proposto se valutato come inutile o di scarso interesse. La via maestra è rappresentata dalla capacità del conduttore di stimolare la curiosità e la voglia di mettersi alla prova del proprio amico a quattro zampe, ricordando che la tecnica del rinforzo positivo (snack, premi, coccole) a ogni piccolo successo è un ottimo espediente per mantenere viva la voglia di “fare” dello shiba inu. Il conduttore ideale è quindi pacato ma deciso, direttivo ma equilibrato.

Attenzione all’isolamento Per questo motivo è molto importante che con questa razza, fin dalla tenera età, il conduttore sappia dimostrarsi meritevole di occupare il posto del leader. Lo shiba inu ha inoltre la tendenza a chiudersi e a diventare man mano sempre più indipendente e distaccato qualora venga lasciato molto tempo da solo. In tal senso non tollera di passare le proprie giornate a dormire senza fare nulla. Dare attenzioni allo shiba inu, giocare e seguirlo nelle sue richieste diviene così essenziale per mantenere il buon equilibrio psico-fisico del proprio amico a quattro zampe. Uno dei bisogni primari di questa razza è svolgere attività all’aria aperta in modo da sprigionare tutte le energie accumulate. Perciò, nei paesi in cui è più diffusa la disciplina, dimostra le sue qualità atletiche partecipando con ottimi risultati alle gare di Agility Dog.


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LO SHIBANDISING In Giappone lo shiba inu è a tal punto onorato che molti commercianti hanno deciso di proporre ai loro clienti prodotti, pupazzi, cartoline e articoli dedicati alla razza. Fra tutti, si fa notare un commerciante di Tokyo che ha aperto un negozio dedicato solo allo shiba inu. Al suo interno si può trovare di tutto: cancelleria, giocattoli, vestiti, articoli per la casa e…chi più ne ha più ne metta!

Visione complessiva Lo shiba inu è un cane di piccola taglia, ben proporzionato, con buona ossatura e muscoli ben sviluppati. Si tratta di una razza forte di costituzione, la cui prestanza fisica è resa palese nel movimento, veloce e sciolto, e nel portamento fiero. Nel complesso l’andatura dello shiba inu è leggera e vivace, ma si nota l’agilità e la potenza muscolare. Lo standard di razza Per quanto riguarda la testa, il cranio ha fronte ampia. Lo stop (interruzione naso frontale) è ben definito, con leggera sutura metopica (sutura mediana dell’osso frontale). Al termine della canna nasale, il tartufo è di colore nero. Il muso è moderatamente spesso e tende ad assottigliarsi man mano che ci si avvicina al tartufo. Le labbra sono aderenti e le mascelle hanno denti forti, con chiusura a forbice. Le guance dello shiba inu sono ben sviluppate e gli occhi, relativamente piccoli, triangolari, sono di colore marrone scuro; gli an-

goli esterni degli occhi sono orientati verso l’alto. Le orecchie sono relativamente piccole, triangolari, leggermente inclinate in avanti e portate erette. Scendendo verso la groppa troviamo un collo spesso, forte e ben proporzionato. Per quanto riguarda il corpo, il dorso è diritto e forte, con rene ampio e muscoloso. Il torace è profondo, con costole moderatamente cerchiate. Il ventre si presenta ben retratto. La coda è inserita alta, è spessa e portata vigorosamente arrotolata o ricurva come una sciabola; la punta arriva al garretto quando è lasciata cadere. Gli arti anteriori, visti dal davanti, sono diritti e paralleli. La spalla è moderatamente obliqua, con gomiti aderenti. Per quanto riguarda gli arti posteriori, invece, troviamo cosce lunghe, gambe corte ma ben sviluppate muscolarmente. Il garretto è spesso e resistente. I piedi presentano dita serrate e ben arcuate. I cuscinetti sono duri ed elastici; le unghie, preferibilmente, devono apparire dure e scure.

Il mantello Per quanto riguarda il mantello, il pelo è ruvido e diritto, mentre il sottopelo si presenta soffice e fitto. Il pelo della coda è leggermente più lungo e sollevato. Per quanto riguarda il colore del mantello, lo shiba inu può essere rosso, nero-focato, sesamo, sesamo-nero e sesamo-rosso. Data la difficoltà nel definire i colori “sesamo”, possiamo indicarli come segue. Sesamo: uguale miscela di peli bianchi e neri; sesamo nero: più peli neri che bianchi; sesamo rosso: colore di base rosso, con miscela con peli neri. Tutti i colori devono avere quello che i giapponesi definiscono “Urajiro”, ovvero del pelo bianco sui lati del muso e sulle guance, sul lato inferiore della mascella e del collo, sul petto e sulla parte inferiore della coda, nella parte interna degli arti. Per quanto riguarda la taglia, l’altezza al garrese dei maschi è di 40 cm, mentre quella delle femmine scende a 37 cm con una tolleranza di 1,5 cm. Il peso va dagli 8 agli 11 kg nei maschi, mentre le femmine pesano in media 7,5 kg. ●

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Razze feline

Francesca Serena Medico veterinario Medicina comportamentale e consigliere Anfi

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La storia del giavanese All’inizio fu il caso. Durante la metà degli anni ’70, molti allevatori statunitensi e canadesi iniziarono a mostrare interesse per i gatti balinesi di colore diverso da quelli classici cioè i colori siamesi. Tra i sostenitori di questa variante e i club di razza nacquero così disaccordi. La diatriba si concluse quando, nel mese di ottobre del 1979, un gruppo di allevatori incontrò il Consiglio Direttivo del CFA (Cat Fancy Association)

a Chicago per chiedere il riconoscimento di questi soggetti. Dalle lunghe discussioni emerse la decisione ufficiale del Consiglio: i nuovi colori sarebbero stati accettati, ma solo con il riconoscimento di una razza a parte. Gli allevatori considerarono fosse la scelta più appropriata attingere il nome dall’isola di Giava, vicina a Bali e che di questa isola condivide linguaggio, cultura e religione. Nonostante il punto d’incontro all’inizio, le associazioni feline si divisero in diverse correnti di pensiero, sul fatto che la razza giavanese fosse davvero una nuova razza di gatto a sé stante oppure solo una varietà del balinese. Secondo la FIFe (Federation Feline Internationelle) è assolutamente un gatto orientale a pelo lungo, mentre per il CFA è un balinese a tut-

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FRANCESCA SERENA

onostante il nome, questo gatto non viene dall’isola di Giava, ma è una razza originatasi nel corso dei programmi di allevamento che permisero la creazione del Balinese (siamese a pelo lungo). Questi gatti, chiamati anche col nome di Mandarino o gatto orientale a pelo lungo (OLH - Oriental Long Hair),

divennero una razza distinta dai balinesi a causa del diverso e molteplice colore del loro mantello, laddove il balinese mostrava, come il suo cugino siamese, le estremità (muso, orecchie, coda e zampe) colorate su un mantello di fondo uniforme e più chiaro.

È UN GATTO CHE AMA FARE LUNGHI E COMPLESSI DISCORSI E HA SEMPRE VOGLIA DI COMUNICARE QUALCOSA

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Difetti rispetto allo standard di razza Corpo non allungato e muscoloso, colore degli occhi più giallo che verde, coda corta o a uncino. Carattere La personalità del giavanese è simile alla razza da cui proviene, cioè il siamese, quindi è un gatto attivo, giocoso ed estremamente affettuoso e intelligente. Ha grande interesse per le faccende umane e vuole stare sempre al centro della scena approfittando di ginocchia, spalle e braccia e, se consentito, il letto diventa anch’esso un momento di condivisione umano-felina a fine giornata. Il giavanese ama fare lunghi e complessi discorsi e ha sempre voglia di comunicare qualcosa; si esprime con una varietà di toni a seconda di quello che vuol ribadire. Questi gatti sono incredibilmente ingegnosi e sono noti per come imparano velocemente giochi e trucchetti. Si adattano alle routine dei loro proprietari, ma alla fine è palese: sono loro che li “addestrano”.

CURIOSITÀ GENETICHE La razza ha il corredo genetico simile a quello del siamese, con la differenza che il siamese ha le estremità colorate e gli occhi azzurri determinati dalla presenza del gene recessivo “cs” in doppia coppia, mentre il giavanese ha il mantello con più di trecento colori possibili e gli occhi verdi determinati dalla presenza di un gene del colore “C” dominante rispetto a quello siamese. In ogni caso, essendo razze sorelle, giavanese e siamese si possono accoppiare; in questo caso si può avere una generazione variante: gatti a pelo corto che trasportano il gene recessivo del pelo lungo e che sono detti appunto “Variant”.

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SILVIA PAMPALLONA

Mantello Il manto è di media lunghezza, molto fine e setoso deve essere più lungo sul collo, sulle spalle e sulla coda. Sono accettati tutti i colori che vanno dal bianco con occhi verde intenso o impari (cioè uno verde e uno blu), alla squama di tartaruga (una miscela di rosso e nero presente, per ragioni genetiche, esclusivamente nelle femmine), tutti i colori con tabby cioè tigrati e bicolori detti arlecchini, cioè gatti il cui mantello prevede

una estensione del bianco molto più vasta rispetto al bicolore e van, gatti nel cui mantello il colore è presente solo sulla testa e sulla coda.

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Aspetto generale e Standard Il giavanese è un gatto di taglia media, di tipo orientale, cioè dal corpo lungo e tubulare (le spalle sono larghe quanto i fianchi), longilineo, aggraziato con un eccellente tono muscolare e ossatura fine. La testa, ben proporzionata, ha forma di cuneo che parte dal naso e si allar-

ga gradualmente fino alle orecchie. Profilo dritto su muso sottile a cuneo. Gli occhi, tipicamente orientali, sono a mandorla e di colore verde intenso oppure impari o blu in alcuni soggetti bicolori e posizionati in obliquo verso la canna nasale. Le orecchie grandi, larghe alla base e appuntite, sono posizionate in modo da continuare la linea cuneiforme della testa. Le lunghe zampe dalla buona ossatura terminano in piedi piccoli e ovali. Le zampe posteriori sono leggermente più lunghe delle anteriori. La coda affusolata termina con un pennacchio formato da un ciuffo di lunghi peli. Come per il balinese, la lunga coda sottile che si assottiglia per finire con una punta fine e tocca l’omero quando il gatto è disteso, è ciò che più lo contraddistingue dal siamese.

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ti gli effetti. Per la Gran Bretagna sono il prodotto di un allevamento destinato a ricreare i gatti d’Angora. Inoltre, agli albori della razza, ogni colore fu sviluppato e nominato a parte: ad esempio i soggetti bianchi furono chiamati Foreign White e quelli color cioccolato Havana Brown. Per giungere a una conclusione: ben presto divenne evidente che c’erano troppi colori possibili per avere un nome per ciascuna tipologia, così furono raggruppati in una sola razza, dall’aspetto orientale, gli occhi verdi e il mantello colorato in qualsiasi modalità, chiamata appunto giavanese. Questi gatti furono importati dagli Stati Uniti in Europa nel 1970 e arrivarono a disputare il Campionato CFA nel 1984 e nel 1986, un giavanese vinse il primo CFA Grand Champion. Da quel momento molti giavanesi hanno ottenuto titoli prestigiosi e si sono piazzati ai primi posti negli show di tutte le nazioni.

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SILVIA PAMPALLONA

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Razze feline

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Salute Generalmente questa è una razza sana, può soffrire delle stesse patologie del siamese: la protrusione dello sterno o la fibroelastosi endocardica, un’anomalia del cuore che si può trovare in alcune linee siamesi e che viene tenuta sotto controllo dagli allevatori tramite attenti accoppiamenti. Per l’assenza di sottopelo il giavanese soffre il freddo, per questo motivo d’inverno non lo si deve esporre a sbalzi bruschi di temperatura e alle correnti d’aria. Se abituato, può essere opportunamente vestito. Per quanto riguarda l’alimentazione, essendo gatti estremamente muscolosi e atletici, richiedono una dieta giustamente proteica soprattutto in inverno quando è bene somministrargli una dieta più ricca in calorie, ma pur sempre bilanciata per evitare di causare un aumento di peso e incorrere nelle possibili conseguenze legate all’obesità, specialmente se i gatti sono sterilizzati. In tal caso è consigliabile somministrare loro alimenti specifici per soggetti neutri con un controllato apporto energetico. ●

FRANCESCA SERENA

Cura del pelo Il mantello giavanese è una delle loro caratteristiche più peculiari, è morbido e setoso e ben aderente al corpo. Grazie all’assenza di sottopelo, è meno portato alla formazione di nodi, quindi è sufficiente una buona pettinata giornaliera con pettini a maglie tali che non strappino il pelo e ne rispettino l’integrità e la lunghezza. Buona cosa è fare un bagno ai cambi di stagione, con shampoo detergenti e idratanti appositi, in modo da rinfrescare il mantello e promuovere la salute della pelle.


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Piccoli mammiferi

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La lontra euroasiatica

DMITRY AZOVTSEV WIKIMEDIA COMMONS CC BY-SA 3.0

SIMPATICA E GIOCHERELLONA, MA COSA SAPPIAMO DI LEI?

Serena Sola Medico veterinario, GPCert ExAP Responsabile Società Italiana Animali Esotici Regione Veneto

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a lontra, Lutra lutra, appartiene alla famiglia dei mustelidi che comprende anche il tasso, il visone, lo zibellino, la puzzola, la faina, il ghiottone, la martora, il furetto, l’ermellino e la donnola. Tutti i mustelidi hanno delle caratteristiche comuni: sono animali di dimensioni medio-piccole, dalla struttura fisica allungata e agile. La loro difesa maggiore è costituita dalla dentatura.

Esistono 13 differenti specie di lontra, potenzialmente diffuse in tutto il mondo, anche se ormai è un animale a rischio di estinzione. Le varie specie differiscono per le dimensioni e per la colorazione della pelliccia. Le più conosciute sono la lontra di fiume nordamericana che ha una lunghezza di circa un metro e pesa circa 5-15 chilogrammi, e la lontra marina che invece può raggiungere anche i 30 kg per 2 metri di lunghezza. La lontra euroasiatica ha le dimensioni inferiori, circa un metro scarso di lunghezza e un peso variabile dai 6 ai 12 kg. Le lontre possono vivere anche 15 anni. Distribuzione in natura In natura la lontra europea potenzialmente può essere presente dalla penisola iberica sino al Giappone e nel nord africa (Marocco, Tunisia, Algeria). Tuttavia

la sua distribuzione è molto diminuita: in alcune zone è decisamente estinta (Paesi Bassi, Svizzera, Liechtenstein), in altre è presente con popolazioni molto limitate (Italia, Francia, Belgio, Germania); in Svezia sembra che le popolazioni stiano aumentando. In particolare in Italia era diffusa in tutta la penisola, oggigiorno ne sopravvivono pochissimi esemplari solo nella Toscana meridionale, in Campania e in Basilicata e probabilmente qualche piccola popolazione è presente in Emilia Romagna, Abruzzo, Molise e Liguria. I fattori principali che hanno portato alla sua diminuzione sono stati in parte l’inquinamento delle acque dolci, la distruzione di molti ambienti naturali e la cementificazione dei corsi d’acqua, in parte la persecuzione di cui è stata oggetto per secoli a causa della sua preziosa pelliccia.

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Piccoli mammiferi

Caratteristiche fisiche Le lontre sono caratterizzate da un corpo affusolato e slanciato particolarmente adatto alla vita in acqua, ricoperto da una pelliccia di colore bruno fulvo, impermeabile, liscia e lucente. La testa affusolata delle lontre è dotata di orecchie, occhi e narici posizionate in modo da consentire loro di nuotare in superficie e contemporaneamente usare questi sensi, al contrario durante le immersioni sia le orecchie che le narici si chiudono. Le numerose vibrisse di cui sono dotate, in testa e dietro i gomiti, sono organi sensoriali usati specialmente sott’acqua per localizzare le loro prede. Sono provviste di una coda lunga, robusta e appuntita che utilizzano come timone per direzionare i loro movimenti. Le zampe sono corte e i piedi formati da cinque dita, palmati, atti al nuoto e con artigli molto potenti. La densa pelliccia, molto fitta (circa 50.000 peli per cm2) si compone di un doppio strato: uno inferiore di peli fini che trattengono le bolle d’aria isolando il corpo, e uno superiore di peli più lunghi, impermeabili. Particolari studi hanno permesso di evidenziare che sia i peli principali che il sottopelo hanno delle

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alette, dei petali e delle scanalature, che consentono ai peli adiacenti di rimanere attaccati, mantenendo un filo d’aria che forma uno strato isolante tra la pelle e l’acqua. La pelliccia non è sufficiente per sopravvivere nelle acque fredde in cui molte lontre vivono, perciò hanno tassi metabolici molto alti e bruciano molte calorie per ottenere energia rapidamente. Le lontre eurasiatiche, per esempio, devono mangiare il 15% del loro peso corporeo al giorno; le lontre marine, anche il 20-25%, a seconda della temperatura esterna. Di conseguenza, risentono molto della scarsità di prede disponibili. La maggior parte delle specie caccia per 3-5 ore al giorno. Habitat La tipologia dell’habitat caratteristica di questa specie è varia, includendo diversi ecosistemi e zone climatiche. La lontra è strettamente legata all’ambiente acquatico: vive in prossimità di fiumi, ruscelli, laghi di montagna (può arrivare anche ai 2.000 metri), di canneti, paludi, lagune, estuari e foci di fiumi, ovunque ci sia una buona alternanza di acque più o meno profonde sia calme sia corren-

ti. Può vivere in acqua salata (pur necessitando di acqua dolce per bere e lavare la pelliccia). La vegetazione sulla terraferma e le linee di costa sono usate per trovare un rifugio, per attività di grooming, accoppiamento, gioco, caccia e spostamenti. È una tuffatrice eccezionale e può rimanere sommersa per parecchi minuti grazie alla grande capacità polmonare. È sinuosa e agile nell’acqua quanto goffa e maldestra nella terraferma. Nuota con movimenti serpentini del tronco, mentre la coda a guisa di timone controlla la direzione. In generale è più attiva durante la notte. Per costruirsi la tana approfitta quasi sempre delle buche che le acque dei fiumi lasciano sulla riva, occasionalmente sfrutta delle tane abbandonate di tassi e volpi o cavità naturali che si creano tra le radici degli alberi. Dieta La lontra è un predatore (caccia sia in acqua sia sulla terraferma) e si nutre quasi esclusivamente di pesce, in genere preferisce le anguille e le trote, ma spesso si aggira sul fondo per catturare gamberi e pesci nascosti tra le alghe e le pietre. In-


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tegra la dieta con anfibi, qualche piccolo mammifero e uccelli. Nel corso di una nottata una lontra può percorrere parecchi chilometri sia nell’acqua che sulla terraferma in cerca di nuovi fiumi o territori di caccia più ricchi. Le prede vengono trascinate a riva e mangiate spesso usando il petto come “tavola da pranzo”. Vita di gruppo Generalmente la lontra conduce vita solitaria o al massimo in piccoli nuclei familiari (costituiti da una femmina adulta con i suoi piccoli che accudisce per oltre un anno); il maschio ha una vita ancora più appartata, solamente durante il periodo degli amori ricerca i suoi simili. Il periodo riproduttivo varia ovviamente a seconda dell’areale in cui ci si trova. In Europa va da febbraio a marzo, anche se gli accoppiamenti al di fuori di questo periodo non sono rari, quindi i piccoli possono essere presenti tutto l’anno. La gestazione dura nove settimane e la femmina partorisce da due a quattro piccoli che nascono con gli occhi chiusi. La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai tre anni d‘età. La lontra emette un suono che sembra una specie di grugnito, a volte una sonora risata,

e durante la stagione degli accoppiamenti maschi e femmine si chiamano con lunghi fischi. Carattere La lontra è un animale socievole e giocherellone; è uno dei pochi animali che anche in età adulta mantiene le caratteristiche ludiche dell’animale cucciolo. È attiva, dinamica molto intelligente e facilmente domesticabile (impara a rispondere al richiamo dell’uomo in poco tempo). Nonostante ciò continuerà ad amare rotolarsi nel fango e necessita di

grandi bacini acquosi. Risulta pertanto molto difficile garantire in cattività un ambiente idoneo che soddisfi tutte le sue esigenze etologiche e, di conseguenza, il suo benessere. Animale a rischio La lontra eurasiatica nel proprio areale di distribuzione viene classificata dall’IUCN/SSC Red Lists come - quasi minacciata - near threatened - e numericamente in declino. Attualmente, per alcuni paesi si riscontrano, grazie anche ai piani di salvaguardia e ripopola-

LA LONTRA COME PET? Visibili on line, sempre più spesso, come animali da compagnia è opportuno conoscerne non solo l’etogramma, ma anche sapere cosa ci impone la legge italiana. Con la Legge 150/92 lo Stato Italiano ha previsto un divieto di detenzione per quelle specie animali che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica. Con il successivo Decreto del Ministro dell’Ambiente 19 aprile 1996 sono state elencate le specie potenzialmente pericolose, di cui è proibita la detenzione. Si tratta di esemplari vivi di mammiferi e rettili selvatici o nati in cattività che possono, in particolari condizioni ambientali o comportamentali, provocare danni invalidanti o mortali alle persone. Tali specie, elencate nell’Allegato A, includono tra i mustelidi la lontra.

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VERE - FLICKR - CC BY - 2.0

mento, popolazioni in crescita, che fanno classificare tale specie, come localmente - di minor preoccupazione - least concern. La lontra è tra i più importanti indicatori ecologici della salute dei corsi d’acqua

sce ha apportato conflitti con il genere umano, oltre a esistere ancora caccia e trappolaggio illegali, e accidentali annegamenti in reti da pesca e nasse. Una continua minaccia per le lontre è rappresentata dalla perdita di habitat in parte dovuta all’aumento delle popolazioni umane. Inoltre, in paesi quali Gran Bretagna, Francia e Germania dove le lontre stanno crescendo lentamente di numero, sono state avvistate in aree urbane e conseguentemente aumenta il rischio di investimenti stradali. Questi ultimi sono stati documentati anche in aree più rurali dove le lontre probabilmente attraversano le strade per raggiungere altri bacini fluviali. Alcuni paesi stanno tentando di studiare e limitare questi incidenti stradali che, però, continuano a essere un problema crescente in molte aree. Anche il WWF è impegnato nella salvaguardia della lontra con piani di ripopolamento e riproduzione in cattività.

L’autore ringrazia: http://www.daphoto.info/ ●

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e dei laghi in cui vive: la sua scomparsa coincide con l’arrivo dell’inquinamento e la scomparsa di pesci, sua fonte di sopravvivenza. Una delle maggiori minacce è costituita dalle maree nere. La crescita nel numero di allevamenti di pe-

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Uccelli

UN VOLATILE TALMENTE POPOLARE IN AUSTRALIA DA ESSERE INCLUSO IN MOLTISSIMI MITI ED ESSERE CONSIDERATO ALLA STREGUA DI UN SIMBOLO NAZIONALE

Il kookaburra (Dacelo novaeguineae)

I Diego Cattarossi Medico veterinario Accreditato Fnovi per animali esotici SERVIZIO

FOTOGRAFICO DELL’AUTORE

l kookaburra (si pronuncia cucabarra) ha un nome onomatopeico, cioè richiama il verso di questi animali. Essi appartengono al genere Dacelo (Leach, 1815) e alla famiglia degli Alcedinae. I kookaburra sono un gruppo di uccelli che vivono in Australia, Nuova Guinea e nelle isole Aru. Parenti del nostro martin pescatore (Alcedo atthis), essi sono uccelli massicci, lunghi circa 30-40 centimetri e con un

grosso becco possente. Di questo raggruppamento aviare il rappresentante più noto in Europa è il kookaburra sghignazzante, così denominato, perché il richiamo che emette per circoscrivere il proprio territorio è del tutto simile a una risata. Facilmente reperibile come pet nel mercato italiano, presenta dorso e coda castani, con picchiettature azzurre sulle ali e ventre e capo bianco cenere.

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Uccelli

Abitudini in natura In natura il kookaburra sghignazzante vive nelle boscaglie, dove si riunisce in gruppi familiari stabili, che collaborano per la caccia e la difesa del territorio. Nonostante l’aspetto simpatico, questo volatile è un predatore principalmente di terra ferma ed è piuttosto spietato, in quanto sopprime le sue prede (pesci, rettili - anche velenosi -, altri uccelli, piccoli mammiferi e invertebrati) sbattendole con forza contro le pietre. Del nostrano martin pescatore, il kookaburra, ha la vista eccezionalmente acuta. Dove alloggiarlo Il kookaburra emette un verso non solo caratteristico, ma anche molto rumoroso, pertanto è sconsigliato tenerlo in aree densamente popolate, dove potrebbe creare problemi col vicinato. L’alloggiamento ideale per questo uccello è una grande voliera alberata fornita di spazi coperti e quasi chiusi in cui possa trovare riparo durante i rigidi mesi invernali. Alimentazione Questi uccelli sono carnivori e insettivori per questo motivo l’alimentazione base deve essere composta da proteine di origine animale, che possono essere fornite sottoforma di tagli di carne (meglio se bianca) o di pesce, integrati con preparati vitaminici, sono validi alimenti anche

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TASSONOMIA Il genere comprende quattro specie Dacelo novaeguineae

kookaburra sghignazzante

Dacelo leachii

kookaburra dalle ali azzurre

Dacelo tyro Gray

kookaburra ornato

Dacelo gaudichaud

kookaburra dal ventre rossiccio blu, incubate per venticinque giorni. I piccoli vengono alimentati da entrambi i genitori e si involano dopo circa trenta giorni dalla nascita, per raggiungere la completa indipendenza alimentare a sessanta giorni. In cattività il kookaburra si riproduce all’interno di grosse cassette nido. Ibridazione e mutazioni Non esistono ibridi né sono state segnalate mutazioni a carico di questa specie.

invertebrati quali i kaimani sebbene in genere non disdegni topolini e piccoli roditori. Possono andare bene anche alimenti prodotti appositamente per uccelli carnivori dei parchi funistici o bioparchi. Riproduzione In natura la riproduzione avviene nell’incavo di un albero; i genitori modellano l’interno e l’apertura con il possente becco. La femmina depone da uno a quattro uova chiazzate di colore vede

Cure veterinarie Come per tutti gli uccelli ornamentali è fondamentale, dopo l’acquisto, farli visitare da un veterinario esperto in questo tipo di animali ed eseguire gli accertamenti di laboratorio che il professionista ritenga necessari. Animali apparentemente sani dovranno essere visitati almeno una volta all’anno e dovrà essere eseguito un esame delle feci. ●


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Fig. 1

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PROBERNARD DUPONT - CC BY - SA 2.0 - FLICKR

Acquariologia

ROBUSTI E DI GRANDE IMPATTO VISIVO SONO PERFETTI OSPITI NELL’ACQUARIO MARINO DI BARRIERA

Facciamo conoscenza con i pesci dardo I Alessio Arbuatti Medico veterinario, Docente di Zoologia ed Ecologia Facoltà di Medicina Veterinaria Unite. Accreditato FNOVI Medicina dei pesci e gestione degli acquari

l termine dartfish, letteralmente “pesci dardo”, adottato dagli hobbisti anglofoni, ben descrive l’aspetto delle specie appartenenti alla famiglia Microdesmidae, caratterizzate da un aspetto più o meno cilindriforme e allungato che consente loro tanto di spostarsi con agilità, quanto di scavare nei substrati e rintanarsi negli anfratti rocciosi della barriera corallina in caso di pericolo. I generi più diffusi negli stock list dei grossisti sono Nemateleotris e Ptereleotris, simili per alcuni aspetti morfologici ma di-

versi in termini di socialità ed esigenze specie specifiche. Le dimensioni contenute e la robustezza rendono questi pesci un’interessante opzione per il petshopper in quanto alcune specie si adattano anche a vasche di capacità limitate, sempre più in voga in ambito acquaristico reef. Specie più diffuse e caratteristiche etologiche Nemateleotris. Il genere Nemateleotris, dal greco nema “minaccia”, a

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Acquariologia causa del raggio allungato della pinna dorsale, comprende al suo interno quattro specie diffuse, ognuna con un proprio areale di distribuzione, attraverso un ampio territorio che si estende dal Mar Rosso fino all’Oceano Pacifico occidentale. Qui popolano il territorio compreso tra la barriera corallina e i banchi di sabbia che la delimitano a profondità tra i 4 e i 69 metri. Alla prima specie, Nemateleotris magnifica (Fowler, 1938) (Fig. 1) nota come firefish e classificata grazie ad alcuni esemplari catturati in Indonesia nel 1910, ne sono seguite altre tre: Nemateleotris decora (Randall & Al-

len, 1973) (Fig. 2), Nemateleotris exquisita (Randall & Connell, 2013) e Nemateleotris helfrichi (Randall & Allen, 1973), tutte oggi disponibili nel mercato ornamentale. Le dimensioni ridotte (910 cm.), la particolare forma della pinna dorsale dotata di un lungo primo raggio, una brillante colorazione e un comportamento tranquillo, a tratti timido con i compagni di vasca, sono tra i motivi del successo ornamentale. Ptereleotris. Ancora più inusuali sono gli appartenenti al genere Ptereleotris che mostrano una conforma-

zione fisica a siluro utile nelle rapide fughe tra i crepacci del reef, ma la cui diffusione in ambito ornamentale è inferiore al genere precedente nonostante mostrino alcune tra le colorazioni più interessanti nel mondo acquaristico pur mantenendo le medesime richieste di spazio pari a 200 litri d’acqua netti a coppia. Ptereleotris heteroptera (Bleeker, 1855) (Fig. 3), Ptereleotris hanae (Jordan & Snyder, 1901), Ptereleotris evides (Jordan & Hubbs, 1925) (Fig. 4), Ptereleotris grammica (Randall & Lubbock, 1982) e Ptereleotris zebra (Fowler, 1938) (Fig. 5), sono le specie

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ZSISPEO - CC BY - SA 2.0 - FLICKR

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Le difese architettoniche Protezione e nascondigli sono dunque le keyword per il giusto acquario. Per proteggersi e riposarsi i dartifish utilizzano in natura sia gli spazi che si creano nella barriera, sia, talune specie, i cunicoli che essi stessi scavano nella sabbia fine ai piedi di questa. Si rendono dunque necessarie alcune riflessioni pratiche in acquario. Per prima cosa è importante la forma e la struttura della parete che deve essere ricca di roccia viva di alta qualità, porosa e impilata in maniera da permettere il fissaggio degli organismi sessili. Occorre anche evitare zone di acqua morta e creare molte nicchie (Fig. 8). La tecnica di gestione della vasca non deve comportare l’impossibilità dell’escavazione delle tane, come nel caso della gestione berlinese nella quale la rocciata poggia direttamente sul vetro basale dell’acquario o è al massimo presente un piccolissimo strato di sabbia, rispetto al sistema DSB (Deep Sand Bed) ad alto spessore di sabbia che, al contrario, sfrutta le capacità biochimiche degli organismi che colonizzano il fondo. Lo spessore di sabbia corallina è un arricchimento ambientale importante. Alcuni appassionati utilizzano persino dei tubi in pvc ripiegati e infossati nello spes-

Attenzione al numero Se i rapporti con i compagni di vasca sono pacifici, lo stesso non può dirsi con gli individui della stessa specie. Il responsabile del settore acquari deve

dunque saper consigliare quanti esemplari acquistare e di quale specie in base alla strutturazione e alle dimensioni della vasca. Le specie appartenenti al genere Nemateleotris formano piccoli gruppi solo in età giovanile; ben presto con la formazione delle coppie e il raggiungimento della maturità sessuale si osservano fenomeni di aggressività intra-

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Attenzione alle convivenze Le piccole dimensioni e le conformazioni anatomiche sono chiari indizi che descrivono il ruolo di queste specie all’interno della catena alimentare nell’ecosistema reef. È dunque fondamentale ricostruire un ambiente che garantisca tranquillità e benessere. Il petshopper deve innanzitutto conoscere la strutturazione della vasca del cliente e gli eventuali pesci già presenti. Infatti, se per gli invertebrati sessili (coralli duri, molli) i Microdesmidi non rappresentano alcun pericolo, la convivenza con specie ittiche che invece possono predare i dartifish è in assoluto da evitare. Esemplari del genere Pterois, cernie leopardo (Chromileptes), pesci balestra ma anche specie territoriali come Labridi, damigelle, pesci farfalla e pesci chirurgo non devono essere presenti in vasca, a favore di specie più timide e criptiche come i Blennidi, i piccoli Gobidi (Fig. 6) e i crostacei ornamentali (Fig. 7).

so strato di sabbia, dal quale fuoriescono solo per un’estremità, al fine di fornire nascondigli già pronti, robusti e duraturi.

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più diffuse e raggiungono una lunghezza massima di 10 cm.

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Fig. 8

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Acquariologia

caso è consigliabile un prodotto a granulometria fine viste le piccole dimensioni buccali. Non bisogna inoltre mai dimenticare che in un acquario di barriera ricco di roccia viva, invertebrati sessili e ben avviato, si creano anche le condizioni idonee per lo sviluppo e la proliferazione di colonie di Copepodi e altri microrganismi che fungono da importante supporto alimentare per questi pesci.

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Fig. 9

specifica. Se dunque la scelta di ospitare un solo individuo, non comporta problemi, sarebbe preferibile ospitare una coppia dedicando a questa almeno 180 litri d’acqua netti. Purtroppo non esistendo dimorfismo sessuale, il pet shopper dovrà ordinare o coppie già formate oppure, ottenerle partendo dai giovani esemplari che può ospitare nelle proprie vasche di barriera espositive. Le specie appartenenti al genere Ptereleotris possono anch’esse essere ospitate in coppie (Fig. 9) o in piccoli gruppi, ma, rispetto ai cugini, dimostrano una maggior socialità intraspecifica. Piccoli ma scattanti Un aspetto da non sottovalutare è la capacità di questi piccoli pesci di saltare fuori dall’acqua. Tutte le vasche marine sono scoperte e prive di bordi, dunque è necessario poter attuare delle precauzioni anti

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salto. La più pratica, seppur meno estetica, è quella di dotare la vasca di un bordo rimovibile in plexiglas di almeno 10 centimetri di altezza. Alimentazione Le abitudini alimentari da piccoli predatori che si spostano tra gli anfratti della rocciata e i territori sabbiosi impongono un’adeguata specifica alimentazione oramai soddisfabile grazie agli alimenti congelati in blister disponibili presso i grossisti e che nel petshop possono essere mantenuti in piccoli freezer. È dunque necessario consigliare un mix vario di alimenti, da arricchire con vitamine liquide per pesci prima della somministrazione (due volte/die) in vasca. Mysis, Cyclops, Artemia salina, plankton e cozze triturate consentono di soddisfare le esigenze alimentari dei Microdesmidi. Molti esemplari si adattano in breve tempo anche agli alimenti commerciali, in tal

Riproduzione in ambiente controllato I Microdesmidi rappresentano circa il 2% delle importazioni europee dei pesci marini tropicali ornamentali e in seguito al forte sviluppo anche di particolari segmenti acquariofili, quali le vasche reef di piccole dimensioni, la richiesta di queste specie è costante e in crescita. Grazie alla ricerca scientifica è stato possibile iniziare progetti innovativi di riproduzione in ambiente controllato che però non forniscono ancora esemplari per il mercato hobbistico. Tramite i continui passi avanti della zootecnia marina ornamentale, in futuro saranno disponibili su larga scala esemplari nati in allevamento. A oggi, il petshopper deve selezionare solo fornitori che possano garantire una filiera commerciale ecocompatibile, soprattutto in riferimento alle tecniche di prelievo evitando in assoluto di rifornirsi di esemplari pescati con sistemi dannosi per l’ecosistema e per la salute degli individui. ●


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Rettili IL GECO GIGANTE DELLA NUOVA CALEDONIA

Il più grande del mondo

Igor Pelizzone Medico veterinario Vice presidente Sivae, Società italiana veterinari per animali esotici SERVIZIO

FOTOGRAFICO LEACHIANUS.NET

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ome facilmente si deduce dal nome comune, il Rhacodactylus leachianus risulta essere, a oggi, il più grande geco vivente al mondo. È proprio questa caratteristica insieme alla relativa facilità di allevamento che lo rende sempre più apprezzato dai terrariofili di tutto il mondo. Negli ultimi anni, infatti, questi animali sono stati sempre più allevati in cattività tanto che tutti i gechi giganti che si trovano in vendita nei petshop europei arrivano da allevamenti. Storia e tipologie Scoperti nel 1829 nella Nuova Caledonia, questi gechi hanno iniziato a dif-

fondersi tra gli appassionati dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso fino a diventare molto comuni e amati. La Nuova Caledonia è un arcipelago che si trova a est dell’Australia e a Nord della Nuova Zelanda. In queste isole la temperatura generalmente varia tra 15 e 35 °C con umidità relativa tra il 65 e l’80%. Per l’estrema variabilità di temperature e di zone tipiche, in questo arcipelago esistono diverse “locality” di R. leachianus spesso estremamente diverse tra loro. In cattività le più diffuse sono Poindimié, Yaté, Mount Humboldt, Riviere Bleue, Mount Koghis, Bourail, Goro, Pine Island, Bayonnaise, Borosse, Moro, Nuu Ana, Nuu Ami, Duu Ana, Koe and Caanawa. A seconda del luogo di provenienza le dimensioni di questi animali possono variare notevolmente tanto che gli esemplari provenienti dall’isola principale (Grand Terre) e quelli provenienti dalle isole minori appartengono a due sottospecie diverse (rispettivamente R. leachianus leachianus e R. leachianus hekeli).

Aspetto o morfologia Gli animali provenienti dall’isola maggiore hanno solitamente dimensioni più massicce e possono raggiungere anche i 40 centimetri di lunghezza e i 500 grammi di peso. Il colore di questi gechi può variare dal giallo al verde al marrone scuro con poche macchie o striature biancastre lungo i fianchi. Questi gechi possiedono una pelle vellutata che ricopre interamente il corpo; gli animali adulti hanno tipiche striature lungo i fianchi. Le zampe dei R. leachianus sono forti e ben sviluppate; la loro coda è prensile e le dita sono fornite di cuscinetti plantari molto sviluppati con un’unghia ciascuno. Ogni dito possiede una serie di lamelle sub digitali (setae) che consentono a questi animali di arrampicarsi e rimanere sospesi anche su superfici perfettamente lisce. Gli esemplari provenienti dalle isole minori hanno una lunghezza variabile dai 22 ai 28 centimetri e un peso che può andare dai 120 ai 300 grammi. Questi animali hanno un corpo cilindrico abbastanza robusto, con testa e collo ben distinguibili dal resto del tronco.

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Rettili

Il colore di base è solitamente verde, marrone o grigio con numerose macchie più chiare che variano dal bianco al rosa. Uno può essere per la vita Diversi studi condotti sulle popolazioni di gechi in Nuova Caledonia hanno dimostrato che in natura questi animali hanno una longevità che non supera gli otto anni di vita. In cattività, se correttamente alimentati e allevati, la sopravvivenza aumenta notevolmente e si registrano animali che si avvicinano ai 30 anni. Comportamento in natura In natura i Rhacodactylus leachianus vivono quasi sempre sugli alberi, nella parte ventrale dei rami. Sebbene raramente questi animali si espongano alla luce solare diretta, occasionalmente sono stati osservati comportamenti di basking: letteralmente tradotto crogiolarsi, atteggiamento tipico di molti rettili che amano esporsi alla luce solare diretta per aumentare la propria temperatura corporea e assorbire raggi ultravioletti. Questi animali sono attivi soprattutto di notte quando si spostano alla ricerca dell’alimento o per gli accoppiamenti. Le profonde variazioni stagionali delle loro zone di origine giocano un ruolo fondamentale sia sulle loro abitudini alimentari che sui loro comportamenti sociali. In estate questi gechi mangiano prevalentemente frutta matura e si muovono spesso in cerca di cibo e per gli accoppiamenti mentre durante l’inverno, quando la frutta scarseggia, la dieta è composta prevalentemente da insetti, pic-

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coli roditori e altri gechi più piccoli. Quando le temperature calano il loro livello di attività diminuisce notevolmente e l’inverno segna anche il termine della stagione riproduttiva. Mantenimento in cattività In virtù delle dimensioni notevoli raggiunte da adulti è importante adeguare la il terrario alla loro taglia. Generalmente si può suddividere la vita dei R. leachianus in tre fasi principali: la fase di cucciolo (baby), la fase di animale giovane (medio) e la fase di animale adulto. 1 - I baby hanno bisogno di terrari di ridotte dimensioni (in genere si sconsiglia di superare i 25-30 cm per lato) in modo da garantire loro la massima tranquillità e l’adeguato senso di protezione. Tali misure potrebbero a prima vista sembrare eccessivamente ridotte ma si deve comunque considerare che in natura i

piccoli gechi passano la maggior parte del loro tempo in piccoli buchi sui rami degli alberi tendendo a uscire il meno possibile al fine di ridurre i rischi di essere predati. L’aspetto più importante di questa fase di vita dell’animale è la tranquillità. I piccoli gechi devono essere disturbati il meno possibile e, se ben protetti, iniziano a mangiare autonomamente già a pochi giorni dopo la nascita. 2 - I giovani. Quando gli animali superano il peso di 50 grammi devono essere spostati in un terrario di dimensioni maggiori. Fino a un peso di circa 100 grammi non è indicato eccedere con le dimensioni. È stato visto, infatti, come gechi giovani si ambientino e si alimentino meglio in terrari che non superano i 40 centimetri di lato. Di solito sono gechi ormai grandicelli che si alimentano regolarmente e crescono molto velocemente. 3 - Gli adulti. I gechi che hanno supera-

SCHEDA TECNICA Nome scientifico

Rhacodactylus leachianus

Nome comune

Geco gigante della Nuova Caledonia

Peso

120-500 grammi

Dimensioni

22-40 cm

Range temperature

20-28 °C

Dimensioni minime terrario

80 x 45 x 55

Gestazione

30 giorni

Numero uova a deposizione

2

Periodo di schiusa delle uova

45-150 giorni


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to i 100 grammi di peso possono finalmente essere introdotti nei terrari definitivi. Se tenuti da soli le dimensioni devono aggirarsi intorno agli 80 x 45 x 55 centimetri. La velocità di crescita di questi animali può variare notevolmente non solo a seconda della provenienza ma anche in ragione della temperatura e del regime alimentare. È comunque consigliabile non esagerare con i pasti per evitare di avere animali sovrappeso. Il terrario In generale questi gechi sono meno stressati, sentendosi più protetti, se collocati in terrari con pareti opache (tre su quatto). Il substrato che si consiglia è costituito da uno strato di cinque/sei centimetri di corteccia sminuzzata in grado di assorbire l’acqua in eccesso e di mantenere un’adeguata umidità del terrario. Con questo tipo di substrato è importante fare attenzione alle femmine in riproduzione in quanto potrebbero deporvi le uova senza che vengano notate. L’umidità ambientale deve mantenersi tra il 60 e l’80%, da qui l’importanza di nebulizzare una o due volte alla settimana il terrario, prestando attenzione affinché l’acqua non ristagni (potrebbe determi-

nare il proliferare di muffe pericolose). All’interno non deve comunque mai mancare acqua pulita somministrata in una ciotola a base larga e pesante impossibile da rovesciare. L’arredo va realizzato per garantire un’adeguata tranquillità: rami, cortecce e ripari su cui gli animali possano arrampicarsi e nascondersi. La temperatura, per garantire a questi animali un’adeguata crescita, andrebbe mantenuta nel terrario tra i 20 e i 28 gradi centigradi sebbene R. leachianus non necessitino di temperature eccessivamente elevate. Alimentazione I gechi giganti della Nuova Caledonia vanno nutriti con adeguate razioni di alimento che rappresenta uno dei punti più importanti, delicati e spesso controversi. Il negoziante deve sapere che gli alimenti appositamente studiati per i “piccoli gechi” non sono adatti alle specie trattate in questo articolo. In commercio sono disponibili prodotti appositi, bilanciati e completi, a base di frutta e disidratati; essi possono essere ricostituiti con acqua in modo da formare una poltiglia. I R. leachianus sono animali onnivori. La rego-

la, per poter evitare pericolose carenze in nutrienti alimentari, è variare quanto più possibile la dieta. Questi animali tendono a mangiare molto e l’alimento può essere offerto in piccole ciotole di plastica poste sul fondo del terrario o appese sulle pareti. Normalmente si consiglia di fornire alimento pulito tre volte alla settimana in estate e due volte in inverno. I gechi preferiscono la frutta dolce e carnosa: i fichi o le banane, mentre di solito non amano molto gli agrumi. È opportuno fornire periodicamente anche insetti di vario tipo che devono essere spolverizzati con calcio carbonato. Agli animali adulti è possibile anche offrire piccoli roditori appena nati una o due volte al mese ma è importante non eccedere per mantenere controllato il peso. Principali patologie Questi gechi sono semplici da mantenere in cattività, così le più frequenti patologie sono da imputare a errori gestionali. La malattia ossea metabolica (m.o.m.) o metabolic bone disease (m.b.d.) è una patologia che provoca deformazione scheletrica e progressiva insufficienza re-

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Rettili

nale a causa di un’alimentazione non corretta. Per esempio quando vengono nutriti con omogeneizzati per bambini e con diete povere di calcio. Spesso questa malattia porta a deficit motori e metabolici definitivi e alla morte dei soggetti colpiti se non curata in tempo. L’obesità è un’altra malattia che colpisce animali alimentati in maniera eccessiva e con diete troppo grasse. Una delle più pericolose conseguenze legate all’ipernutrizione è la steatosi epatica, ovvero, un abbondante infarcimento di grasso che si deposita nel fegato determinando insufficienza epatica. Dermatiti batteriche o micotiche possono svilupparsi rapidamente se mantenuti in terrari poco aerati e/o troppo umidi. I gechi della Nuova Caledonia non necessitano di particolari cure anche se una visita presso un veterinario che si occupi di rettili e un esame coprologico (esame delle feci) sono fortemente consigliati all’introduzione nel petshop e a casa del cliente almeno una volta all’anno. I consigli al cliente I R. leachianus sono gechi estremamente affascinanti per la loro corpulenza, pertanto al cliente che volesse approcciarsi a tali animali è fondamentale trasfondere quanto sia importante pre-

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parare un terrario adeguato per dimensioni da quando gli animali sono giovani fino a quando diventeranno adulti con dimensioni importanti. Altre indicazioni da fornire, sempre legate alle dimensioni, riguardano il fatto che a grandi quantità di alimento corrispondono grandi quantità di feci, pertanto l’idea posizionare il terrario in salotto o in cucina è da scoraggiare. Sono animali mansueti e possono essere manipolati con facilità (soprattutto di

giorno quando tendono a essere più “addormentati”); nonostante ciò, se trattati con modi bruschi e frenetici, è possibile che mordano, quindi prestare particolare attenzione ai bambini. Quando ciò accade, l’istinto induce l’umano a lasciare la presa e pertanto il geco cadrà a terra con tutto ciò che comporta: abrasioni o fratture.

L’autore ringrazia www.leachianus.net per le informazioni e le immagini ●


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Curiosità

bbiamo visto tutti almeno una volta il cane andare ad annusare un suo simile o un altro animale che compare sullo schermo della televisione. Sono momenti sempre divertenti e che in genere si liquidano pensando che il nostro cane, nel momento in cui non percepisce l’odore dell’altro animale, capisce che c’è un trucco e lascia perdere ogni ulteriore indagine conoscitiva. Negli ultimi anni si sta però rivalutando l’importanza che la vista e il contatto visivo occupano nell’insieme di esperienze sensoriali che il cane mette in atto per riconoscere i propri simili distinguendoli dagli altri animali. Una ricerca innovativa Un esempio autorevole di questa tendenza è la ricerca condotta da Dominique Autier-Derian del LEEC (Laboratoire d’Ethologie Expérimentale et Comparée) insieme alla Scuola nazionale di veterinaria di Lione, in Francia. Questo lavoro, pubblicato online sulla rivista di Springer Animal Cognition, ha di fatto testato per la prima volta la capacità dei cani di discriminare visivamente tra i diversi animali e di formare una categoria riconducibile alla propria specie. La ricerca è partita dalla considerazione che, in generale, gli individui della stessa specie sono portati a trovarsi e a riunirsi per condurre la propria vita sociale e per riprodursi. Un’attività resa evidentemente possibile dal fatto che gli animali sono in grado di riconoscersi in base a segni caratteristici e a somiglianze che caratterizzano tutti i membri della stessa specie. Il team della dottoressa ha studiato questo fenomeno tra i cani che, appartenendo a un gruppo estremamente variegato per forme, taglie e mantello (sono più di 400 razze!), sono presumibilmente esposti a particolari difficoltà nell’attività di reciproco riconoscimento. I ricercatori hanno perciò voluto accertare se questa eccezionale diversità morfologica costituisca o meno una difficoltà cognitiva per i cani.

I cani riconoscono i propri simili allo schermo DOGTELEVISION - WIKIMEDIA COMMONS - CC BY-SA 4.0

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DI

Editorialista

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Marco Moresco

SECONDO UNA RICERCA FRANCESE, I CANI SONO IN GRADO DI INDIVIDUARE SEMPRE I MEMBRI DELLA PROPRIA SPECIE TRA I TANTI SOGGETTI DI ALTRE SPECIE CHE VENGONO MOSTRATI LORO SU UN MONITOR

Come è stato condotto l’esperimento Il team della dottoressa Autier-Derian si è avvalso degli schermi di due computer, posti sullo stesso piano e separati fra loro da un sottile divisorio. A ogni cane selezionato per l’esperimento i ricercatori hanno mostrato più volte su un monitor l’immagine di un cane (di volta in volta di razza diversa, compresi dei meticci), mentre sull’altro schermo comparivano contemporaneamente le immagini di animali di altre specie (ne sono state selezionate una quarantina, compreso l’uomo). In questo modo sono state mostrate più di 144 coppie d’immagini con l’intento di verificare se i nove cani selezionati avessero la capacità di discriminare sempre qualsiasi tipologia di conspecifico rispetto agli individui di altre specie. I risultati I risultati a cui è giunto l’esperimento

hanno dimostrato che i cani sono in grado di riunire in un’unica categoria le immagini dei propri conspecifici anche se questi appaiono molto diversi fra loro. A tal proposito i ricercatori hanno concluso che i cani, nonostante gli interventi selettivi operati dall’uomo ne abbiano ampliato in modo così notevole lo spettro morfologico, sono perfettamente in grado di riconoscersi tra loro come appartenenti alla stessa specie: una capacità che si riteneva al massimo assicurata da un punto di vista olfattivo, ma che oggi risulta confermata anche sotto il profilo strettamente visivo. Il comportamento sociale tra soggetti appartenenti a razze anche molto diverse tra loro, e il conseguente loro potenziale accoppiamento, è quindi sempre possibile. Un risultato importante che conferma il persistere di un’identità biologica della specie Canis Familiaris. ●

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Vivere assieme LA STORIA DELLE MASCOTTE DELLA FANFARA DEI CARABINIERI

CCC: Cani, Cavalli e Carabinieri

Bill Buster Indagatore del web

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Carabinieri a cavallo da sempre fanno tornare in mente le gloriose cariche militari come quella di Pastrengo che permise la rottura dell’accerchiamento austriaco e il salvataggio del Re Carlo Alberto durante la Prima guerra d’indipendenza. Oggi, con la dismissione della cavalleria, non permane più il ruolo attivo sui campi di battaglia ma quello di pattugliamento delle zone urbane. Il Corpo dei Carabinieri vanta una rinomata fanfara che ha un ruolo di rappresentanza fondamentale durante le più importanti manifestazioni e visite di capi di stato stranieri. Ciò che però non tutti sanno è che i cavalli non sono gli unici animali schierati, senza dubbio sono i più grandi e dunque i più visibili, ma aguzzando bene la vista si scopre una piccola sorpresa…

adottò dandogli il nome di Trombetta che divenne così, a tutti gli effetti, la prima mascotte dal 1981 al 1988. Seguirono poi i suoi cuccioli, Semicroma e Tamburino fino ad arrivare a Birba che crebbe con Trombetta e che ricoprì il ruolo dal 1989 al 1999. Infine Lady, che si dimostrò un po’ meno affine alle rigide regole militari; a prova di ciò si ricordano alcune sue fughe temporanee e ben due cucciolate! Arriva…Briciola! Color marrone, corporatura minuta e addosso una pettorina con il simbolo dell’Arma, rosso e bianco, cucito ad 1

Una lunga tradizione poco conosciuta Il primo cane mascotte della fanfara risale al 1970 quando, dopo un’esibizione in Campania, un giovane ragazzo consegnò un cucciolo appena trovato al Capitano della fanfara che lo

UN MONUMENTO SPECIALE Chi tra i nostri lettori visita Roma, può ammirare presso Piazza del Risorgimento un particolare gruppo scultoreo, inaugurato il 18 giugno 2003, che rappresenta un carabiniere a cavallo accompagnato dalla mascotte canina. Ad uno sguardo più attento possiamo vedere che il cavaliere è autorevole ma ha un’espressione bonaria, la testa del destriero invece è posta vicino a quella del cane a testimonianza del legame affettivo che esiste tra questi amici dell’uomo. La scultura riprende il tema della statua del “Carabiniere a cavallo con cane” del 1886 dell’artista Stanislao Grimaldi, conservata presso il museo dell’Arma dei Carabinieri in Roma.

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hoc per lei, questa è l’attuale mascotte del IV Reggimento dei Carabinieri a cavallo. Arrivata in dono da una onlus, la piccola meticcia (requisito fondamentale per divenire potenziale mascotte) si è guadagnata il ruolo sul campo. Infatti per alcuni anni il posto di mascotte era rimasto vacante in quanto non tutti gli esemplari si adattano alla presenza dei cavalli e alla musica ad alto volume. Briciola, però, partendo da piccole passeggiate a cavallo e con una progressiva introduzione nel gruppo, ha dimostrato una grande capacità d’integrazione con i suoi compagni “più grandi”. Anch’essa è divenuta protagonista di alcuni exploit durante tutte le cerimonie ufficiali dell’Arma; si ricorda quando alla nomina di Mattarellla, attuale Presidente della Repubblica Italiana, nel febbraio 2015 andò incontro scodinzolando all’auto presidenziale. L’autore ringrazia l’Ufficio Stampa del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, nella persona del Magg. Andrea Corinaldesi Capo 1a Sez. - per aver gentilmente concesso l’utilizzo delle immagini 1-2-3. ●


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Costume e società I CLOCHARD, CONDANNATI A VIVERE PER STRADA, SPESSO CERCANO - E TROVANO - SOSTEGNO NELLA COMPAGNIA DI UN ANIMALE. POTREBBE TRATTARSI DI UN QUALSIASI PET ANCHE SE, NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, SCELGONO UN CANE... MA NON SEMPRE

Un amore senza confini

Lorena Bassis Esperta in economia e diritto

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Vero amore Per quanti vivono in strada, anche quando tutto sembra andare storto, il cane regala affetto, calore e momenti di allegria. Il rapporto tra i due esseri è così speciale nella sua profondità che spesso costituiscono un’ancora di salvataggio reciproca in un rapporto paritetico. Abbiamo uomini che faticano a prendersi cura di sé ma rinunciano a tutto quel poco che hanno pur di far stare l’animale nelle migliori condizioni possibili. Sul web si possono trovare molti esempi di petshop, soprattutto anglofoni, che periodicamente invogliano la clientela alla raccolta di alimenti e accessori per i pet degli homeless. Alimenti secchi e umidi, guinzagli e giochi vengono raccolti in appositi contenitori per poi essere distribuiti il più equamente possibile. Da leggere e da vedere Registi, fotografi e sociologi hanno spesso rivolto l’attenzione agli homeless e al-

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BRYAN LEDGARD - FLICKR - CC BY 2.0-1

econdo le Nazioni Unite, in tutto il mondo ci sono oltre 100milioni di senzatetto. In Italia i clochard hanno superato i 50mila (fonte Istat). Per quanto però i dati relativi al popolo degli “invisibili” siano alquanto incompleti, un dato desta particolare interesse: una percentuale tra il 5 e il 25 per cento vive con un animale. In particolare, con un cane. La vita del clochard e dell’animale non è certo facile. Spesso il mangiare non è sufficiente per uno, figuriamoci per sfamare due bocche. Eppure spesso tra di loro si crea un rapporto unico. Un amore senza riserve.

l’amore incondizionato che li lega ai loro animali. Tempo fa il sito boredpanda.com ha pubblicato una photogallery emozionante. Si vedono mentre si riscaldano l’un l’altro, che dormono dentro lo stesso sacco a pelo, immortalati in un abbraccio assumendo addirittura le stesse pose e le stesse espressioni. Spesso noncuranti del mondo che li circonda, della società che gli ha voltato le spalle per cui preferiscono stare da soli. Lifelines è un progetto fotografico, altrettanto commovente, realizzato da Norah Levine, famosa per la sua particolare attenzione rivolta a temi sociali. Per alcuni mesi, la fotografa americana ha girato per le strade di Austin, in Texas, con una macchina fotografica al collo per documentare una vita fatta di stenti dei senzatetto e dei loro amici a quattro zampe tra giornate fredde d’inverno e calde d’estate. Due documentari sul tema sono stati girati dalla regista Laura Poitras per il pro-

getto Field of Vision a Rio de Janeiro dove più che in ogni altra parte del mondo le strade sono piene di clochard in compagnia soprattutto di cani. Leslie Irvine, docente di sociologia all’Università del Colorado, ha dedicato gran parte della sua carriera a studiare il legame emotivo e psicologico tra homeless e animali e scritto nel 2013 il libro “My dog always eats first” che documenta l’attaccamento tra i due esseri viventi. Anche a sottolineare come i cani non giudicano le persone in base a quanti soldi hanno o al fatto che siano dei senzatetto. Un mondo d’aiuto Spesso gli homeless sono convinti che l’animale sia colui che gli ha salvato la vita e hanno una devozione nei confronti del cane tale da rifiutare di andare nei centri di accoglienza notturni pur di non separarsi. Per quanto disposti a ogni sa-

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Costume e società

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STEVE WILLEY - FLICKR - CC BY 2.0

London in love A raccontare una storia vera di straordinaria solidarietà tra un uomo e un gatto, prima un best seller - “A spasso con Bob” - che ha commosso oltre un milione di persone in quaranta Paesi del mondo poi un film - “A street cat named Bob”

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SANDRA COHEN - ROSE

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COLIN ROSE - FLICKR - CC BY 2.0

crificio a volte però non basta. Nel Lower East side di New York è nata un’associazione di veterinari volontari pronti a fornire cure veterinarie di emergenza, vaccini e alimenti esclusivamente agli animali dei senzatetto. È patrocinata dall’associazione 4PAWS - For People and Animals Without Shelter - e gestita dall’Animal Trustees, l’iniziativa messa in campo dai veterinari di Austin che si occupano di tutte le necessità che riguardano gli animali degli homeless. Anche nel nostro Paese sta prendendo piede una serie di aiuti. Il Comune di Milano, dallo scorso inverno, ha reso possibile in alcuni dormitori l’accesso ai clochard che potranno trovare riparo con i loro cani. Anche in alcune strutture della Caritas i senzatetto possono entrare con i loro animali anche se poi, per questioni di igiene, non possono dormire insieme. A Torino è partito il progetto di solidarietà “Homeless not dogless” per permettere a chi non ha una casa di trovare riparo all’interno di strutture che rendono possibile l’accesso ai cani. -. James Bowen è un artista di strada di Londra con un passato di tossicodipendenza e alcolismo. È sotto metadone e si sente un relitto quando incontra questo straordinario gatto. All’inizio non se ne cura poi però vede che è ferito e gli medica la zampa. A questo punto il fe-

lino lo segue ogni giorno a Covent Garden dove James si esibisce. La coppia attrae l’attenzione dei passanti. Arriva qualche cent in più e i video delle loro performance finiscono su YouTube. Il micio, prima senza nome, diventa Bob e per James è la ragione per cui svegliarsi ogni mattina. Hanno bisogno l’uno dell’altro. Quando James sente che può fare a meno del metadone decide che la loro storia va raccontata in un libro. Oggi che soldi e droga non sono più un problema, James e Bob continuano a esibirsi nella stessa zona di Londra che li ha fatti incontrare. John Dolan è anch’egli un homeless che vive sulle strade di Shoredich, un sobborgo a nord di Londra. Per pochi spiccioli acquista da una senzatetto come lui George, un bellissimo esemplare di Staffordshire bull terrier che diventerà il suo migliore amico oltre che fonte di ispirazione per i suoi disegni. I ritratti sono talmente belli che attraggono l’attenzione dei passanti fino a quando un gallerista decide di esporli. Il successo della mostra va al di là di ogni aspettativa e le opere sold out. Oggi John e George non hanno più bisogno di vivere in strada ma ci tornano alla ricerca di ispirazione. I ritratti sono stati pubblicati su PetTrend ottobre 2015 a pagina 82. ●


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OBAMA WHITE HOUSE - FLICKR

Pet dei Vip

STELLE DEL WEB, LE VICENDE DI QUESTI ANIMALI VENGONO SEGUITE DA MIGLIAIA DI FOLLOWER

Larry il cacciatore e gli altri pet di Downing Street

Bill Buster Indagatore del Web

L

’amore dei Reali inglesi verso i loro animali, è indubbio e assodato: dai corgis della regina fino ai cavalli di Carlo d’Inghilterra passando per i rispettati corvi imperiali Corvus corax della torre di Londra. I pet però non sono solo

un’esclusiva reale. I politici, infatti, non sono da meno e Downing Street, sede del potere politico d’Inghilterra, è la casa di numerosi pet che convivono e intrattengono tra loro rapporti non sempre diplomatici. Il vero padrone di casa La carrellata non può che iniziare da Larry, il “Chief Mouser to the Cabinet Office” (Cacciatore di topi Capo dell’Ufficio di Gabinetto), che risiede nell’abitazione posta al N.10 di Downing Street, casa del Primo Ministro del Regno Unito. Se però i Ministri si succedono, l’incarico del gatto capo

resta per tutta la vita e così Larry ha vissuto l’avvicendamento da David Cameron a Theresa May senza scomporsi più di tanto. Quest’ultima ha ammesso la leadership assoluta di Larry in alcune parti della residenza presidenziale, nonostante la sua preferenza per i cani. Adottato da David Cameron il 14 febbraio 2011 presso il Battersea Dog e Cat Home, Larry ha fatto il suo ingresso ufficiale accompagnato dalla nomea di “dotato di un forte istinto predatorio”. In realtà è più comune vederlo fuori casa intento a crogiolarsi o a farsi accarezzare dell’ufficiale di polizia di guardia. Larry sa

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Pet dei Vip

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HER MAJESTY’S GOVERNMENT - ASSETS.DIGITAL.CABINET-OFFICE.GOV.UK

Il Chief Mouser Humphrey accompagnò i ministri cominciando dalla “Lady di ferro” Margaret Thatcher fino a Tony Blair. Per capire l’importanza data a questi gatti basta pensare che dal 1929 l’avvicendarsi ha un registro ufficiale. Larry, in carica dal 2011, è stato solo momentaneamente sostituito dal 2012 al 2014 da Freya, la gatta del cancelliere George Osborne, prima di riacquisire a titolo definitivo il proprio ruolo.

passare con disinvoltura dalla passeggiata fuori porta tra i turisti fino a una foto ufficiale col presidente Obama, senza scomporsi, come una vera e propria autorità del Regno alla quale è permesso tutto… anche giocare con gli antichi mobili domestici. Non solo un pet ma anche un testimonial della campagna “Pro Brexit” sfoggiato dal felino sul proprio collare.

Una storia lunga almeno un secolo Sebbene la storia dei Chief Mouser affondi le sue radici a Enrico VIII, che promosse la diffusione dei gatti negli uffici governativi britannici, la lista ufficiosa di questi felini di gabinetto inizia nel 1924 con Treasury Bill quindi, Munich Mouser e Nelson di Sir Winston Churchill.

FOTO DI HER MAJESTY’S GOVERNMENT ASSETS.DIGITAL.CABINET-OFFICE.GOV.UK

Non solo gatti… In un territorio gattofilo, persiste un baluardo cinofilo rappresentato da Oscar e Rex i due cani, rispettivamente un Welsh terrier e un bassotto del Cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond residente al civico numero 11. Una convivenza non sempre facile tanto che il politico è stato costretto a fare sì che i cani non possano andare in giro liberamente nel piano sottostante dove abita Larry.

Tabella 1 - Downing Street pet e i social network Nome

Identificativo

Followers

@Number10cat (unofficial)

103000

Palmerston

@DiploMog (official)

39300

Gladstone

@HMTreasuryCat (unofficial)

9873

@HMCabinetCat (Parody)

2619

Terrierabouttown

600

Larry

Evie Osca e Rex

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Altri Very Important Cats Lungo Downing Street ogni ufficio governativo ha il proprio pet, ma, se la diplomazia è alla base dei rapporti tra ministri, non sempre lo stesso vale per cani e gatti. A conferma di ciò Larry è stato immortalato in lotte con Palmerston, il gatto dell’ufficio esteri e del Commonwealth (il nostro Ministero degli Esteri), nonché con Freya, gatto del Cancelliere George Osborne, ora residente nel Kent. L’ufficio di Gabinetto risponde con la coppia Ossie (di Sir. Edward Osmotherly, noto autore letterario) ed Evie (di Dame Evelyn Sharp, prima Segretaria). La Tesoreria della Regina non si fa trovare impreparata ed è pattugliata da Gladstone, un gatto dal manto nero libero di entrare e uscire per strada ma i cui spostamenti sono seguiti dai responsabili mediante un’apposita app chiamata Pod.

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Stelle dei social Sui social network video e fotografie di questi pet spopolano. Basta digitare - Larry e/o Palmerston - e compaiono numerosi video e servizi televisivi delle baruffe davanti al civico numero 10, oppure singoli video nei quali si vede Larry chiedere con insistenza di rientrare in casa durante la visita del premier israeliano o mentre tenta di fare agguati alle papere. Non solo attori passivi ma protagonisti di vere e proprie pagine ufficiali e non, con tanto di battaglie a colpi di…follower. ●


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Domesticazione

Marco Moresco

L’EVOLUZIONE DEL CANE E DELLA SUA DOMESTICAZIONE SONO ARGOMENTI DI STUDI DIFFERENTI IN CONTINUA SUCCESSIONE

Editorialista

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nalizzando il DNA di due cani di epoca preistorica provenienti da quella vasta area che corrisponde oggi alla Germania, un gruppo di ricerca internazionale è arrivato a ipotizzare che le attuali razze europee discenderebbero dal genoma di questi esemplari.

Il cane europeo non è cambiato dal neolitico

La ricerca del luogo d’origine Primo animale a essere addomesticato dagli esseri umani, il cane vive al nostro fianco da decine di migliaia di anni. Se questa è una certezza che ci accompagna da tempo, non c’è stata fino a oggi altrettanta concordia nell’individuare il luogo dove è avvenuta la prima domesticazione che ha dato vita alla popolazione canina mondiale. Nel tempo si sono susseguiti studi e teorie che hanno ricondotto i “natali” del cane a diverse aree che, di volta in volta, sono state individuate in Europa, Medio Oriente, Asia centrale e Asia meridionale. L’Europa stacca il resto del mondo Allo stato dell’arte tuttavia è l’Europa l’area geografica che acquista al riguardo il maggiore interesse. Si tratta infatti di una regione di grande importanza nella storia e nell’evoluzione dei cani e non solo perché la maggior parte delle razze attuali condividono prevalentemente origini europee, ma anche perché i più antichi resti attribuibili senza equivoci a dei cani addomesticati (Canis lupus familiaris) sono stati trovati in questo continente, compresa una mascella risalente a 14.700 anni fa e rinvenuta nel sito di Bonn-Oberkassel in Germania. È bene precisare che sono stati trovati altri resti interessanti di canidi altrettanto antichi e provenienti dalla Siberia e dal Medio Oriente, ma su questi ritrovamenti sono stati sollevati diversi dubbi sul fatto che siano effettivamente da attribuire a cani “domestici” e quindi rimangono controversi.

Un viaggio nell’Europa preistorica Il periodo neolitico in Europa centrale è compreso tra il 7.500 e il 4.000 a. C. e può essere ulteriormente suddiviso in base al livello di sviluppo raggiunto via via dalle popolazioni umane. In quelle epoche remote i cani erano già i compagni abituali che condividevano con la nostra specie ogni momento della vita quotidiana. Gli interessi dei ricercatori di diversi team in tutto il mondo si sono

quindi negli anni concentrati nel cercare di comprendere quanto questi antichi esemplari fossero simili ai cani che conosciamo oggi. Grazie a delle innovative tecniche di paleogenomica (studio delle biomolecole di DNA antico), nel 2016 un team di studiosi britannici ha potuto sequenziare in modo efficace il genoma di un cane risalente a 5.000 anni fa e i cui resti sono stati trovati in Irlanda. Analiz-

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Domesticazine

zando i dati genomici dei cani moderni e di questo cane preistorico, i ricercatori britannici hanno evidenziato un turnover matri-lineale che hanno ritenuto di attribuire a una sostanziale “sostituzione” della popolazione canina durante il neolitico. In altre parole, secondo questo studio, i cani europei non sarebbero il frutto di un unico episodio di domesticazione, bensì di un duplice processo svoltosi in tempi diversi. Il team dell’Università di Oxford ha infatti ipotizzato che a una prima popolazione canina addomesticata in Europa si sarebbe andata a sostituire in epoca neolitica una nuova stirpe di cani importati già addomesticati dall’Asia Orientale. Una sostanziale continuità I risultati dello studio britannico sono però stati messi in discussione a distanza di poco tempo da una nuova ricerca condotta da un team internazionale guidato da Krishna R. Veeramah, assistente di Ecologia ed Evoluzione presso il College of Arts & Sciences

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della Stony Brook University di New York. “Contrariamente ai risultati raggiunti dalla precedente ricerca, abbiamo scoperto che i cani che vivevano in epoca preistorica nel continente europeo erano già molto simili alle tipologie che conosciamo oggi e che le persone tengono al proprio fianco come animali da compagnia”, ha spiegato il dottor Veeramah, “Ciò suggerisce che in epoca neolitica non ci sia stata nessuna sostituzione di massa della popolazione canina e che probabilmente sia avvenuta una sola domesticazione nell’età della pietra, un evento dal quale i cani non sono sostanzialmente cambiati rispetto a quelli con cui conviviamo oggi”. A questa convinzione che ribalta le conclusioni della ricerca britannica si è giunti attraverso l’analisi del genoma di due cani preistorici originari dell’attuale Germania, un lavoro attento e meticoloso del DNA che ha dimostrato una evidente continuità nella popolazione canina europea a partire dal primo neolitico.

La prima domesticazione Molto interessante poi il risultato a cui quest’ultimo studio ha condotto circa la datazione della domesticazione: l’analisi del genoma appartenente al cane più antico, risalente a 7 mila anni fa, ha permesso di individuare il tempo della domesticazione del cane in un range tra i 20.000 e i 40.000 anni fa. L’analisi del genoma appartenente al cane più recente, che risale a circa 5 mila anni fa, ha invece dimostrato l’avvenuto incrocio tra cani di origine europea con altri soggetti che sembrano condividere caratteristiche degli attuali cani del centro Asia e dell’India. Questa scoperta pare dimostrare che all’inizio dell’età del bronzo si siano verificati spostamenti di popolazioni umane con i propri animali al seguito dalle steppe asiatiche verso l’Europa. A questo proposito il dottor Veeramah ha commentato: “Nel corso del nostro studio abbiamo riesaminato il genoma del cane irlandese (oggetto dello studio britannico del 2016, n.d.r.) confrontandolo con i genomi dei cani tedeschi e crediamo di aver trovato un certo numero di imprecisioni nella tecnica dell’analisi precedente che probabilmente hanno portato alla conclusione errata della doppia domesticazione”. La nuova analisi genomica dei cani di epoca preistorica aiuterà a comprendere meglio le tappe attraverso cui si è svolto il processo di evoluzione del cane, ma l’origine geografica precisa della prima domesticazione rimarrà probabilmente un mistero salvo che la questione non riesca a essere risolta dall’esame genomico di altri cani euroasiatici. Fonte: https://www.nature.com/articles/ncomms16082 Autori: Laura R. Botigué, Shiya Song, Amelie Scheu, Shyamalika Gopalan, Amanda L. Pendleton, Matthew Oetjens, Angela M. Taravella, Timo Seregély, Andrea Zeeb-Lanz, Rose-Marie Arbogast, Dean Bobo, Kevin Daly, Martina Unterländer, Joachim Burger, Jeffrey M. Kidd, Krishna R. Veeramah. Ancient European dog genomes reveal continuity since the Early Neolithic. Nature Communications, 2017; 8: 16082 DOI: 10.1038/ncomms16082

L’autore ringrazia Pexels free stock photos per le immagini. ●


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Veterinaria VERMI GASTROINTESTINALI CONOSCERLI PER PREVENIRE

Benessere animale

Alessio Arbuatti Medico veterinario Professore di Zoologia, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Teramo SERVIZIO

FOTOGRAFICO DELL’AUTORE

I

vermi gastrointestinali sono tra i più comuni parassiti interni (endoparassiti) del cane e del gatto. Cosmopoliti e con cicli vitali legati agli ambienti aperti, possono venire a contatto con i pet, durante le periodiche passeggiate quotidiane. È dunque fondamentale che ogni proprietario conosca le principali caratteristiche di questi organismi affinché possa mettere in atto semplici comportamenti finalizzati alla prevenzione di possibili infestazioni. Infatti, a differenza di quanto avviene con zecche e pulci (ectoparassiti), l’individuazione di questi ospiti è spesso impossibile a occhio nudo. Questi invertebrati possono ritrovarsi nell’intestino di cani e gatti, sia fluttuanti nel lume sia infissi alla mucosa intestinale attraverso la quale si nutrono. In questo ambiente possono svolgere diverse azioni, la più semplice e intuitiva delle quali è quella ostruttiva, ossia l’occupazione fisica del lume dell’organo da parte di un numero variabile di individui che, nei casi più massivi, può arrivare all’occlusione parziale o completa. La sottrazione dei principi alimentari, che in condizioni naturali verrebbero assorbiti, livello intestinale, è invece l’attività più frequente e può portare alla perdita di peso o, nei cuccioli, a una diminuzione dell’accrescimento pur persistendo un consumo di alimento corretto. Altre azioni ben note sono quelle irritativa e traumatica. Cicli biologici e diffusione ambientale Gli spazi pubblici in comune come aiuole, parchi, aree cani e spiagge sono territori che meritano attenzione poiché sono spesso ad accesso libero ed esemplari non trattati potrebbero diffondere

Ancylostoma bocca

Nematodi

Cestodi

tramite le feci i parassiti i quali hanno sempre una fase di sviluppo del proprio ciclo (larvale), nell’ambiente esterno. Proprio le aree comuni sono oggetto di diversi studi scientifici tra i quali quelli provenienti da una ricerca condotta da Claudio Genchi, ordinario di Parassitologia presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano. I ricercatori, analizzando numerosi campioni di terreno provenienti da 48 aree canine a Milano e Provincia, hanno evidenziato che 36 di queste sono interessate dalla presenza di parassiti gastroenterici canini. È dunque chiaro che la prevenzione passa obbligatoriamen-

te attraverso l’educazione civica e la formazione del proprietario fin dal momento dell’entrata del cucciolo in casa e delle prime uscite quotidiane con il proprio pet. Informare ed educare il proprietario è la chiave di volta per prevenire la diffusione delle endoparassitosi mediante una serie di semplici comportamenti. In questa fase entrano in campo quelle figure professionali di riferimento quali i veterinari, i pet shopper, i toelettatori e gli allevatori, ognuna con le proprie competenze, al fine di creare una formazione virtuosa. Il proprietario deve agire dunque a un duplice livello: diretto, ossia con analisi periodiche delle feci presso il proprio medico veterinario, e indiretto, ossia osservando un giusto codice igienico nelle aree pubbliche, sia per il benessere del proprio pet sia per quello dei suoi compagni di gioco. La semplice raccolta delle feci è un’azione fondamentale per prevenire una potenziale diffusione delle verminosi, diventando così una vera e propria forma di medicina preventiva. ●

NEI PETSHOP PRODOTTI PER TUTTI La raccolta delle feci è un obbligo legislativo come ricordato già da una Ordinanza del Ministero della Salute del 6 agosto 2013 nel quale si precisa che “...è fatto obbligo a chiunque conduca il cane in ambito urbano raccoglierne le feci e avere con sé strumenti idonei alla raccolta delle stesse”. Di conseguenza il petshop può offrire alla propria clientela una vasta gamma di prodotti igienici che uniscano la praticità a un tocco fashion e ironico.

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Viale Colleoni, 15 20864 Agrate Brianza (MB) www.ceva-italia.it

Via San Marciano, 46/56 0865904373 86079 Venafro (IS) fax 0865909356 numero verde 800 090 716 www.dogshowerpoint.it www.italiaservicesrl.it

Italsystem S.a.s.

Chemi-Vit S.r.l.

0522887959 fax 0522888200

Via Don Milani, 5/C 42020 Quattro Castella (RE) www.chemivit.com info@chemivit.com

Via Corciano, 14 47900 Rimini www.1allsystems.com

0541731428 fax 0541731395 info@1allsystems.com

La Ticinese Farmaceutici S.n.c. 0382573789

Chifa S.r.l.

0331932014 fax 0331932510

Via Verdi, 84 21021 Angera (VA) www.chifa.it chifasrl@tiscali.it

Via Vigentina, 102 27100 Pavia www.laticinese.it

fax 0382575576 info@laticinese.it

Laviosa Chimica Mineraria S.p.a. Via L. Da Vinci, 21 57123 Livorno www.laviosa.it

Ciam S.r.l.

0736250484 fax 0736257854

Via Piemonte, 4 63100 Ascoli Piceno www.ciamanimali.it ciam@ciamanimali.it

Cosmetica Veneta S.r.l. tel. e fax 0444719637

0586434000 fax 0586434210 info@laviosa.it

Liquind Wellness Company S.r.l. 0306150398 Via delle Rose, 9 fax 0306187972 25015 Desenzano del Garda (BS) www.petformance.eu info@petformance.eu

Macropet S.r.l. Via Rive delle Seriole, 4 47893 Borgo Maggiore (RSM) www.macropet.com

0549907399 fax 0549906629 info@macropet.com

info@cosmeticaveneta.it

Mantovani Pet Diffusion S.r.l.

Croci S.p.a.

0332870860 fax 0332462439 info@crocitrading.com

PetTrend • Febbraio 2018

Mondial Pet Distribution S.p.a.

N.P. Industries

Via Giulio Pastore, 31 40056 Crespellano (BO) www.mantovanipetdiffusion.com mantovani@mantovanipetdiffusion.com

051969413 fax 051969348

0432699322 fax 0432691008

Via Valcellina, 37 33097 Spilimbergo (PN) www.professionalpets.it

info@professionalpets.it

Pets Fitness

Via Fossombrone, 26 48100 Ravenna www.petvillage.it

marketing@gimborn.it

tel. e fax 0661560728

Via Torino, 89 12045 Fossano (CN) www.mondialpetdistribution.com

05225452 fax 0522943047

Intervet Italia S.r.l. (sede amm.) 02516861

Camon S.p.a.

Merini Maurizio Via Baveno, 7/A 00166 Roma www.merinioverline.it maurizio.merini@libero.it

Via Soderini, 8 www.petsfitness.com

Via Einaudi, 13 35030 Saccolongo (PD) www.innovet.it

Beaphar Italia S.r.l.

Merial Italia S.p.a. 02577661 Milano Fiori, Strada 6, Palazzo E/5 fax 0257766305 20090 Assago (MI) www.merial.com merial.italia@merial.com

024345891 fax 0243458922 www.formevet.com

Gimborn Italia S.r.l.

0239781 fax 0239784660

V.le Certosa, 130 20156 Milano www.vetclub.it www.petclub.it info@petclub.it

74

marketing@drnsrl.it tel. e fax 050803275

Via Pavoncella, 8 56010 Migliarino Pisano (PI) www.eagleitalia.it

Formevet S.r.l.

Zona PIP Frazione Penna 52028 Terranuova Bracciolini (AR) www.baldecchi.it infotech@baldecchi.it

Via S. Alessandro, 8 21040 Castronno (VA) www.crocitrading.com

Eagle S.r.l.

0373938345 fax 0373982427

Via Antighe, 48 31041 Cornuda (TV)

Baldecchi S.n.c.

Via Meucci, 50/52 36057 Arcugnano (VI) www.cosmeticaveneta.it

DRN S.r.l. Via Bellisario, 23/25 26020 Palazzo Pignano (CR) www.drnsrl.it

Pet Village S.r.l.

tel. e fax 07131935 60027 Osimo (AN) info@petsfitness.com 054464418 - 0544471768 fax 0544479252 info@petvillage.it

Porrini Pet S.r.l.

0302791814 fax 0302793319 info@porrinipet.it

Via Einaudi, 1 25086 Rezzato (BS)

Rinaldo Franco S.p.a.

0248376157 fax 0241291840

Via Kuliscioff, 26/28 20152 Milano www.recordit.com

record@recordit.com

Sementi Dom Dotto S.p.a. Via Lavariano, 41 33050 Mortegliano (UD) www.sementidotto.it

0432760442 fax 0432761665 info@sementidotto.it

Sepiolsa S.a.

023319855 fax 02316560 20155 Milano info@sepiolsaitalia.com

Ufficio Italia Via General Govone, 56 www.sepiolsaitalia.com

Solvay Chimica Italia S.p.a. V.le Lombardia, 20 20021 Bollate (MI) www.solvcat.com

0229092921 fax 0229092576

lettiere.vendite@solvay.com

Stefanplast S.p.a. Via Piazza, 47 36020 Castegnero (VI) www.stefanplast.it

0444639011 fax 0444638315 stefanplast@stefanplast.it

Tolsa Italia S.r.l.

0458780364 Viale del Lavoro, 43 fax 0458780374 37036 San Martino Buon Albergo (VR) www.tolsa.com info@tolsa.com

Trixie Italia S.p.a. Via E. Fermi, 6 36045 Alonte (VE) www.trixie.de

Tucano Internazionale Via Asiago, 25 22100 Como www.tucanoint.it

Verdesativa S.r.l. Via Anchise, 8 www.verdesativa.com

Virbac Via Ettore Bugatti, 15 20142 Milano www.virbac.it

0444835329 fax 0444833352 info@trixie.it 031513082 fax 0313347491 info@tucanoint.it 0691251087 00071 Pomezia (RM) info@verdesativa.com 024092471 fax 0240924777 virbac@virbac.it

Vétoquinol Italia S.r.l. 0543462411 Via Piana, 265 fax 0543448644 47032 Bertinoro (FC) www.vetoquinol.it vetoquinol.italia@vetoquinol.com


PET TREND FEBBRAIO 2018_ok 02/02/18 14:22 Pagina 75

AZIENDEinGIALLO Vitakraft Italia S.p.a. Via Piana, 4 06061 Castiglione del Lago (PG) www.vitakraft.it info@vitakraft.it

Wonderfood S.p.a. Strada Dei Censiti, 2 47891 Repubblica di San Marino www.wonderfood.com info@wonderfood.com

Zoodiaco

075965601 fax 0759656020

0131950063 fax 0131952944 info@myfamilyspets.com

Euroitalia Pet S.r.l. 0549943311 fax 0549943312

069032657 fax 0690375201 info@euroitaliapet.it

Via Italia, 2 - 00060 Capena (RM) www.euroitaliapet.it

Farmafit Italia S.n.c. 0425474645 fax 0425474647

V.le Della Cooperazione, 16 45100 Borsea (RO) www.zoodiaco.com zodiaco@zodiaco.com

Estella S.r.l. Via Vittorio Veneto, 12 15048 Valenza (AL) www.myfamilyspets.com

SS 423 Urbinate, 98 61029 Urbino (PU) www.farmafit.com

0722350102 fax 0722350182 farmafit@farmafit.com

015511310 fax 0158129259 info@farmcompany.it

Fantoni S.r.l.

Accessori Alpi Service S.n.c.

011975941 fax 011974453

Via dell’Artigianato, 5 12033 Faule (CN) www.alpiservice.com

info@alpiservice.com

Ameliapet - Jewels for dogs Via prov.le Collepasso, 7B 73042 Casarano (LE) www.ameliapet.it

Ballatore Pietro Via Gasperina, 96 www.ballatoreroma.com

3884829264 ameliapet1@gmail.com tel. e fax 067236701 00118 Roma info@ballatoreroma.com

Bruma S.r.l.

0733549333 fax 0733549054

Contrada Vaglie, 23/B 62010 Pollenza (MC) www.bruma.it

bruma@bruma.it

Camon S.p.a.

0456608511 fax 0456608512

Via Lucio Cosentino, 1 37041 Albaredo d’Adige (VR) www.camon.it camon@camon.it

Charlotte’s Dress

01311850809

0815260121 0815240312 ciacri@ciacri.it

Coltellerie Milanesi S.a.s.

024222291 fax 024224695

info@coltelleriemilanesi.it

Coltelleria Polla tel. e fax 0131264774 Via Vochieri, 69 - 15100 Alessandria www.polladino.com lipolla@libero.com

DM LAB - Lilliboo Ripa di Porta Ticinese, 13 www.lilliboo.com

Dog Line S.n.c. Via della Tecnica, 28 36043 Camisano Vicentino (VI) www.dogline.it

Eco & Biofood S.r.l. Via Agnoletti, 6 42100 Reggio Emilia www.n1bio.com

Ferplast S.p.a.

0445429111 fax 0445429115

Via I Maggio, 5 - Z. l. 36070 Castelgomberto (VI) www.ferplast.com

info@ferplast.com

Ferribiella S.p.a.

0152558103 fax 0152558083

Strada Trossi, 33 13871 Verrone (BI) www.ferribiella.it

info@ferribiella.it

Flair Pet S.r.l.

0424383101 fax 0424390792

Via Valle S. Felicita, 5/B 36060 Romano d’Ezzelino (VI) www.flairpet.com

info@flairpet.com

Carl Benz Weg, 13 Bargteheide (Germania) www.flexi.de info@fiexi.de

0332870860 fax 0332462439

tel. e fax 0236550758 20143 Milano dm.lab@libero.it 0444240653 fax 0444532511

+49/453240440 +49/4532404466 fax +49/4532404442

0163826661 fax 0163850442

Via Martiri, 12/14 28078 Romagnano Sesia (NO) www.inamorada.com

info@inamorada.com

Interpet S.r.l.

058394480 fax 0583403381

Via San Pieretto, 42 55060 Badia Contignano (LU) www.interpetmarket.com

interpet@libero-it 0934467339 94012 Barrafranca (EN)

Contrada Abate S/N info@gruppomonte.com

Karlie Heimtierbedarf GmbH +49/2957770 Graf Zeppelin Strasse 13 fax +49/295777399 33181 Bad Wuennenberg, Haaren (Germany) www.karlie.de info@karlie.de

Larius Pet S.n.c.

031920676 fax 0313541299

Via Gorizia, 10 22073 Fino Mornasco (CO) www.lariuspet.com

info@lariuspet.com

Lidy Factori S.r.l.

tel. e fax 0445/520430 36015 Schio (VI)

Via del Redentore, 3

Macropet S.r.l.

0549907399 fax 0549906629

Via Rive delle Seriole, 4 47893 Borgo Maggiore (RSM) www.macropet.com

info@macropet.com

Mantovani Pet Diffusion S.r.l.

051969413 Via Giulio Pastore, 31 fax 051969348 40056 Crespellano (BO) www.mantovanipetdiffusion.com mantovani@mantovanipetdiffusion.com 0444901700 fax 0444901710

Via Croce, 60 36030 Castelnovo (VI) www.marchioro.it

info@marchioro.it

Melcos S.n.c. 0444436491 fax 0444436509

Via E. Majorana, 10/12 36045 Lonigo (VI) www.fop.it

fop@fop.it 05225452 fax 0522943047 marketing@gimborn.it

Giolo Giorgio

042659305 fax 042659306

Via Marconi, 76/78 30010 Pegolotte di Cona (VE) www.giorgiogiolo.it info@giorgiogiolo.it

0459584077 fax 0459584078

Via Roma, 52 37060 Castel D’Azzano (VR) www.guendy.com

info@guendy.com

Mondial Pet Distribution S.p.a. Via Torino, 89 12045 Fossano (CN) www.mondialpetdistribution.com

Mon Mar Enjoy S.r.l. tel. e fax 0823851722 Viale Arturo Bacio Terracina, 4/6 cell. 3397598046 81030 Castel Volturno - Caserta (CE) www.monmar.it mon.mar@hotmail.it MPS S.n.c.

Giolo Guido

042659197 fax 0426509030

Via Roma, 22/24/26 30010 Pegolotte di Cona (VE) www.giorgiogiolo.it/guidogiolo

info@guidogiolo.it

Giò Pet di Patrizia Giovannetti

255571962 50137 Firenze info@giopet.com

Viale Augusto Righi, 89 www.giopet.com

0444572190 fax 0444370902

Via Zambon, 69 36051 Creazzo (VI) www.mpsitalia.it

info@mpsitalia.it

Nestlé Purina Petcare S.p.a. Via Del Mulino, 6 20090 Assago (MI)

On Site S.r.l. Via Nazionale, 6 23012 Castione Andevenno (SO) www.onsitesrl.it

Haf Italia S.a.s. 0432746150 Via della Stazione, 54/6 fax 0432604739 33048 San Giovanni al Natisone (UD) www.hafitalia.com info@hafitalia.com

Original Legno Italia S.a.s.

Happy Pet Italy by CM 0429888850 Via dell’Artigianato, 13 - Z.A. fax 0429888860 35040 Megliadino San Vitale (PD) www.happypetitaly.com info@happypetitaly.com

P.A.C. Dog Italia S.r.l.

HalloDog

0287168087 fax 0245503838 info@hallodog.com

dogline@dogline.it

www.hallodog.com

0522792968 fax 0522562897

I Desideri di ogni cane S.r.l.

info@n1bio.com

info@imac.it

Inamorada

Marchioro S.p.a.

Flexi-Bogdahn Int. Gmbh & Co

Via Giorgio De Chirico, 3 42124 Reggio Emilia www.gimborn.it

Via della Libertà, 473 80010 Villaricca (NA) www.ciacri.it

Via S. Alessandro, 8 21040 Castronno (VA) info@crocitrading.com

info@fantonisrl.net

Gimborn Italia S.r.l.

CI.A.CRI. S.a.s.

Croci S.p.a.

Via F.lli Rosselli, 57 27058 Voghera (PV) www.fantonisrl.net

FOP S.p.a.

Via Dania, 8 15079 Ovada (AL) www.charlottesdress.com info@charlottesdress.com

Via Solari, 56 20144 Milano www.coltelleriemilanesi.it

038383059 fax 0383809752

0444482301 fax 0444482500

Via Ghisa, 24 36070 Tezze di Arzignano (VI) www.imac.it

Italdog

Farm Company Pet Products S.r.l. Via Amendola, 532 Regione Spolina 13876 Cossato (BI) www.farmcompany.it

Imac S.r.l.

Via Filogaso,10 - 00173 Roma www.idesideridiognicane.com info@idesideridiognicane.com

0672672140 cell. 3296467686

800-525505 fax 028181713 www.purina.it

0342200070 fax 0342211855 info@onsitepet.it

0924514511 fax 0924515292 91013 Calatafimi Segesta (TP) info@original-legno.it

di Maltese & C. ZI C. da Fegotto www.original-legno.it Via Carignani, 120 55100 San Filippo (LU) www.pacdogitalia.com

0583952945 fax 0583953162 info@pacdogitalia.com

Pampered S.r.l.

tel. e fax 0239400659 20149 Milano commerciale@pampered.it

Viale Berengario, 9 www.pampered.it

Pet’s creation di Valentino Sante Zona industriale lotto 13 70042 Mola di Bari (BA)

0804735719 Info@pets-creation.com

PetTrend • Febbraio 2018

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PET TREND FEBBRAIO 2018_ok 02/02/18 14:22 Pagina 76

AZIENDEinGIALLO Pet Village S.r.l. Via Fossombrone, 26 48100 Ravenna www.petvillage.it

054464418 - 0544471768 fax 0544479252 info@petvillage.it

Porrini Pet S.r.l.

0302791814 fax 0302793319

Via Einaudi, 1 25086 Rezzato (BS) info@porrinipet.it

Prima S.r.l.

0429783975 fax 0429789768

Via Negrelli, 21 34043 Monselice (PD) www.prima-srl.com prima.srl@tin.it

Promogreen. Com S.r.l.

038345143 fax 0383214617

Via Emilia, 27 27058 Voghera (PV) www.promogreen.com info@promogreen.com

Slow Global

Stefanplast S.p.a.

0248376157 fax 0241291840

Via Kuliscioff, 26/28 20152 Milano www.recordit.com record@recordit.com

0444639011 fax 0444638315

Via Piazza, 47 36020 Castegnero (VI) www.stefanplast.it stefanplast@stefanplast.it

Telcom S.p.a.

0831348111 fax 0831304510

Via dell’Industria, 1 72017 Ostuni (BR) www.telcomitalia.it telcom@telcomitalia.it

Tria-De S.r.l. Via Marconi, 29 20090 Rozzano (MI) www.tria-de.it

Rinaldo Franco S.p.a.

0161219438 fax 0161220542

Cascina Malcotta 13010 Stroppiana (VC) slowglobal@gmail.com

0245712422 - 0257511907 fax 0245704560

Trixie Italia S.p.a. Via E. Fermi, 6 36045 Alonte (VE) www.trixie.de info@trixie.it

triade@tria-de.it 0444835329 fax 0444833352

United Pets S.r.l.

023927041 fax 0239219774

V.le Certosa, 46 20155 Milano www.unitedpets.it

info@unitedpets.it

Valla

0108391440 fax 0108391440

Via N. Costa, 42/R 16139 Genova www.vallaitaly.com

sales@vallaitaly.com

Venturi Giuseppe

0543945316 Via S.F. D’Assisi, 31 fax 0543945184 47016 S. Savino di Predappio (FC) www.venturionline.it info@venturionline.it

Vitakraft Italia S.p.a.

075965601 fax 0759656020

Via Piana, 4 06061 Castiglione del Lago (PG) www.vitakraft.it

info@vitakraft.it

Zoodiaco V.le della Cooperazione, 16 45100 Rovigo www.zoodiaco.com

0425474645 fax 0425474647 zodiaco@zodiaco.com

■ MAMMIFERI ■ Alimenti All Pet S.r.l.

Mondial Pet Distribution S.p.a. 0296450470 fax 0296450464

Via Trieste, 603 21042 Caronno Pertusella (VA) www.allpet.it

info@allpet.it

Boccacci S.r.l.

0620433565 fax 0620433512

Via Casilina, 1670 00133 Roma www.boccaccisrl.it

info@boccaccisrl.it

Calcio Mare S.n.c. di Corrizzato P. & C. 0423724073 Via per Salvatronda Z.I. Esp. 48 fax 0423742252 31033 Castelfranco V.to (TV) www.calciomare.com - www.aqualine.it info@calciomare.com

Cargill S.r.l.

02890441 fax 0289044820

Via Giuseppe Ripamonti, 89 20141 Milano www.cargill.it

Chemi-Vit S.r.l.

0522887959 fax 0522888200

Via Don Milani, 5/C 42020 Quattro Castella (RE) www.chemivit.com

info@chemivit.com

Fantoni S.r.l.

038383059 fax 0383809752

Via F.lli Rosselli, 57 27058 Voghera (PV) www.fantonisrl.net

info@fantonisrl.net

Fioretta Rag. Gianni S.a.s. Via Provinciale, 89 23811 Ballabio (LC) www.fiory.com

Formevet S.r.l. Via Savona, 97 20144 Milano

Gimborn Italia S.r.l. Via Giorgio De Chirico, 3 42124 Reggio Emilia www.gimborn.it

Macropet S.r.l. Via Rive delle Seriale, 4 47893 Borgo Maggiore (RSM) www.macropet.com

Mec Ingross snc

0341530138 fax 0341530392 info@fiory.com 024345891 fax 0243458922 www.formevet.com 05225452 fax 0522943047

marketing@gimborn.it 0549907399 fax 0549906629 info@macropet.com

0434997640 Via la Croce, 18 fax 0434997576 33074 Vigonovo di Fontanafredda (PN) www.mecingross.it info@mecingross.it

76

PetTrend • Febbraio 2018

Via Torino, 89 12045 Fossano (CN) www.mondialpetdistribution.com

MP Group S.r.l. Via dell’Industria, 7/1 42025 Cavriago - Corte Tegge (RE) www.versele-laga.com

0522942788 0522942755 fax 0522946191 mp@versele.it

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Laviosa Chimica Mineraria S.p.a. 017367271 fax 017367180

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Macropet S.r.l.

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Via Rive delle Seriole, 4 47893 Borgo Maggiore (RSM) www.macropet.com

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051969413 Via Giulio Pastore, 31 fax 051969348 40056 Crespellano (BO) www.mantovanipetdiffusion.com mantovani@mantovanipetdiffusion.com

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Rinaldo Franco S.p.a.

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Igiene e cura Chemi-Vit S.r.l.

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Valpet S.r.l.

Via Don Milani, 5/C 42020 Quattro Castella (RE) www.chemivit.com info@chemivit.com

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Via Verdi, 84 21021 Angera (VA) www.chifa.it

Via Cartiera, 1 23883 Brivio (LC) www.valpet.it

Vitakraft Italia S.p.a.

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Acquario di Bologna S.r.l.

0266011497 fax 0266011498

Via Telemaco Signorini, 9 20092 Cinisello Balsamo (MI) www.acquariodibologna.it info@acquariodibologna.it

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0392459689 tel. e fax 039482534

All Pet S.r.l.

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0113112967 fax 0113147463

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Aquaristica S.r.l.

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Via A. Labriola, 10/12 40010 Sala Bolognese (BO) www.aquaristica.it

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0997771064 fax 0997771242 aquasnc@tin.it

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051780868 fax 051780849 rocco@fishfan.it

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Giumar S.r.l. Via Tamburiello, 34 80040 Volla (NA) www.giumarsrl.it

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Globus International S.r.l. Via Burrone, 4 17031 Albenga (SV) www. beachworld.it

0182559495 fax 0182559482 ceo@beachworld.it

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askoll@askoll.it

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Via Italia, 135 09134 Pirri (CA) www.avifaunasnc.it

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0399241247 fax 0399201971

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Calcio Mare S.n.c. di Corrizzato P. & C. Via per Salvatronda Z.I. Esp. 48 31033 Castelfranco V.to (TV) www.calciomare.com info@calciomare.com

Cargill S.r.l. Via Giuseppe Ripamonti, 89 20141 Milano www.cargill.it

Carmar S.a.s.

Carmar New S.r.l. 0817529205 Via Repubbliche Marinare, 126/128 80147 Napoli fax 0817529262 www.carmarnew.com carmar.pr@tin.it

0423724073 fax 0423742252 www.aqualine.it 02890441 fax 0289044820

0815743501 - 0815743459 Via Aldo Moro, 28 fax 0815743496 80046 San Giorgio a Cremano (NA) www.carmarsas.it info@carmarsas.it

Via Consiglio dei Sessanta, 24 47891 Dogana Repubblica di San Marino www.sottacqua.net

info@sottacqua.net

Kuda Tropical Fish S.r.l.

0373234461 fax 0373236714

Via delle Industrie, 34 26010 Bagnolo Cremasco (CR) www.kudafish.it

info@kudafish.it

Macropet S.r.l. Via Rive delle Seriole, 4 47893 Borgo Maggiore (RSM) www.macropet.com

0549909942 fax 0541489924

0549907399 fax 0549906629 info@macropet.com

Mantovani Pet Diffusion S.r.l. Via Giulio Pastore, 31 40056 Crespellano (BO) www.mantovanipetdiffusion.com mantovani@mantovanipetdiffusion.com

051969413 fax 051969348

Porsa Italy S.r.l.

0302650248 Via Romolo Gessi, 210 0302150016-0302650211 25135 Sant’Eufemia (BS) fax 0302151221-0302158315 www.porsaitaly.com info@porsaitaly.com

Pro.D.Ac. International S.r.l. Via Padre Nicolini, 22 35013 Cittadella (PD) www.prodac.it

Mondial Pet Distribution S.p.a. Via Torino, 89 12045 Fossano (CN) www.mondialpetdistribution.com

+33/2/32377137 Saint Denis, Route Betreuil fax +33/2/32377136 27130 Verneuil Sur Avre - Francia www.redseaeurope.com info@redseaeurope.com

Reef International S.a.s.

reefint@tin.it

Rinaldo Franco S.p.a.

0248376157 fax 0241291840

Via Kuliscioff, 26/28 20152 Milano www.recordit.com

record@recordit.com

Saima Pet International Via San Gennariello, 8 80040 Cercola (NA)

tel. e fax 0815550699 saimapet@libero.it

Sera Italia S.r.l. 0516661301 Via Gamberini, 110 - Gavaseto 0516661333 40018 San Pietro in Casale (BO) fax 0516669133 www.sera.it info.seraitalia@sera.biz Sicce Italia S.r.l.

0444462826 fax 0444462812

Via Vittorio Emanuele, 115 36050 Pozzoleone (VI) www.sicce.com

info@sicce.com

TAF Trans Aquarium Fish

0119866465 fax 0119866143

Via Casale, 27 10060 Scalenghe (TO) www.tafsrl.to

info@tafsrl.to

Teco S.r.l.

0544408333 fax 0544280084

Via A. Sansovino, 35 48100 Ravenna www.tecoonline.com

teco@tecoonline.com

Tetra Italia S.r.l.

0290448368 fax 0290756096

Via Ludovico il Moro, 6 20080 Basiglio (MI) www.tetraitalia.it

italia@tetra.net

Trixie Italia S.p.a.

0444835329 fax 0444833352

Via E. Fermi, 6 36045 Alonte (VE) www.trixie.de

info@trixie.it

Tucano Internazionale S.r.l. Via Asiago, 25 22100 Como www.tucanoint.it

031513082 fax 0313347491 info@tucanoint.it

Valpet S.r.l.

0395321255 fax 0395321433

Via Cartiera, 1 23883 Brivio (LC) www.valpet.it

servizio.clienti@valpet.it

Valverde Aquarium S.r.l. Via dei Ronchi, 15 26813 Graffignana (LO)

037188127 fax 037188614 valverde.aquarium@libero.it

Vitakraft Italia S.p.a. Via Piana, 4 06061 Castiglione del Lago (PG) www.vitakraft.it Prov. Limidi-Ravarino, 62 41010 Limidi (MO) www.vitrea.it

Zanolli Mario

info@vitakraft.it 059565688 fax 059859183 info@vitrea.it

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Zolux S.a.s.

Piranha Tropical Life

Zolux Italia Via Caduti d’Amola 17 40132 Bologna www.zolux.com

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III Traversa Corso del Mezzogiorno 71100 Foggia fax 0881339154 www.piranhatropicalife.it info@piranhatropicalife.it

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Via Arconti, 11 21013 Gallarate (VA) www.reef-international.com

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PetTrend • Febbraio 2018

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Borgovit S.r.l. Via Roma, 48 22046 Merone (CO) www.borgovit.it

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muacor@tiscali.it 0620433565 fax 0620433512 info@boccaccisrl.it 031650344 fax 031651419 info@borgovit.i

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PetTrend • Febbraio 2018

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Via Kuliscioff, 26/28 20152 Milano www.recordit.com

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Formevet S.r.l.

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0522942788 0522942755 fax 0522946191 mp@versele.it

Nestlé Purina Petcare S.p.a.

0281811 fax 0281817133 www.purina.it

Via Del Mulino, 6 20090 Assago (MI)

Rinaldo Franco S.p.a. Via Kuliscioff, 26/28 20152 Milano www.recordit.com

0248376157 fax 0241291840 record@recordit.com

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Zoo Varese

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Editor e progetto editoriale FRANCESCA CONFORTI

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Direttore editoriale: ANTONIO MANFREDI

Ufficio Stampa: ILARIA COSTA

Direttore responsabile: ANTONIO MANFREDI antonio.manfredi@pettrend.it Coordinamento editoriale: MARIA LUISA QUATTRINA luisa.quattrina@pettrend.it

Pubblicità: ILARIA COSTA pubblicita@pettrend.it Hanno collaborato a questo numero Antonio Manfredi; Carla Giuditta Vecchiato; Fabrizio Vallari; Franco Fassola; Luisa Quattrina;

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