PetTrend Febbraio 2020

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Trend

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IN QUESTO NUMERO: VITAKRAFT: INNOVAZIONE E QUALITÀ IL PETFOOD PER RODITORI E LAGOMORFI LO STAFFORDSHIRE BULL TERRIER IL NEVA MASQUERADE ANNO 9 • N° 1 • FEBBRAIO 2020

Rivista mensile inviata gratuitamente tramite Poste Italiane S.p.A - ISSN 2279-5790


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EDITORIALE

FACILE RESTARE PRIMI NON È

Q Antonio Manfredi Direttore editoriale PetTrend

uando il nostro progetto è stato avviato, circa 8 anni fa, il mondo era molto differente ma soprattutto era diverso il nostro settore e tutto era più semplice e facile da gestire. Realizzare allora un mensile rivolto ai titolari di petshop era un’idea che poteva trovare subito spazio, interesse ed attenzione, e così è stato, visto che erano ancora ampi gli spazi editoriali liberi e l’interesse da parte degli operatori era veramente importante. Il progetto PetTrend è stato così accolto da tutti con grande disponibilità ed abbiamo trovato subito sostegno convinto. Un’indagine realizzata dopo soli quattro mesi su mille titolari di petshop evidenziava che l’84% leggeva regolarmente il mensile e lo giudicava molto positivamente come strumento informativo e formativo necessario per la propria crescita professionale. Pochi mesi fa abbiamo ripetuto l’indagine e, nonostante l’evoluzione che questo settore editoriale ha espresso in questi anni, anche con l’arrivo di nuove pubblicazioni professionali, PetTrend è risultata ancora la prima in assoluto come diffusione, lettura ed apprezzamento con valori tutti superiori all’80/85%. Fra l’altro PetTrend è l’unico periodico del settore che certifica la tiratura e la diffusione con circa 12mila copie cartacee e 15mila online. Questo ci ha permesso di ottenere un forte riconoscimento da parte di tutti gli operatori del settore ma vi assicuro che mantenere sempre il primo posto e poter sostenere che siamo sempre stati i migliori non è stato semplice e facile. In questi anni abbiamo dovuto intervenire più volte nei contenuti, nell’impaginazione, nella grafica, trovando nuovi autori in grado di sviluppare temi di attualità e di aggiornamento di interesse per i nostri lettori. Questo primo numero del 2020 esprime ed evidenzia alcuni interventi che riteniamo importanti per continuare lo sviluppo di PetTrend. Su richiesta dei lettori è stato dato più spazio ad articoli tecnici e professionali che riportino dati di mercato, previsioni, tendenze, ecc. Certamente la notizia importante è che da questo numero Marco Moresco (non ha bisogno di presentazioni) sostituirà nel ruolo di Coordinatore Editoriale Luisa Quattrina che ci ha chiesto di ridurre il suo impegno mantenendo solo collaborazioni su temi di particolare interesse, a lei dobbiamo anche esprimere un enorme ringraziamento avendo impostato il nostro progetto mantenendolo primo in classifica tutti questi anni. Un grazie anche a Francesca Conforti che nel suo ruolo di Editor ha vivacizzato la rivista dandole un’impaginazione accattivante e di facile lettura molto apprezzata dai lettori. Grazie quindi a tutti quanti hanno collaborato con noi in questi anni e tanti auguri a Marco che non ha certamente un compito facile da gestire. Dobbiamo aggiungere numerosi altri ringraziament incominciando dai lettori che ci hanno sempre sostenuto con i loro apprezzamenti, consigli, suggerimenti. Un grazie inoltre a tutte le aziende del settore che ci hanno supportato economicamente con i loro contributi pubblicitari. Infine, non possiamo dimenticare tutte le associazioni di categoria che hanno collaborato con noi su diversi progetti. Permetteteci di ricordarle: Atav, Enci, Anfi, Apt.● PetTrend • Febbraio 2020

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In questo numero

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EDITORIALE NON È FACILE RESTARE PRIMI

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PARS

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Intervista

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Vitakraft

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Zoodiaco

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Rapporto Assalco - Zoomark 2019 I FORMATI E LE CONFEZIONI NEL CANALE GDO

PERCHÉ MULTIPROTEICO

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PAROLA D’ORDINE: INNOVAZIONE E QUALITÀ

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DA VITAKRAFT TRE NUOVI SNACK PER GATTI

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Monge MONGE BWILD: LA NATURA CHIAMA, SEGUI L’ISTINTO

Alimentazione IL PET FOOD INDUSTRIALE PER L’ALIMENTAZIONE DEL CANE

Chemi-Vit L’IGIENE ORALE DEI CANI E DEI GATTI, RISOLTA CON UN SEMPLICE GESTO


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info@dietapars.it www.dietapars.it

PUBBLIREDAZIONALE

PERCHÉ MULTIPROTEICO Negli ultimi anni si è fatto credere che alimentare gli animali con un’unica fonte proteica animale fosse più salutare e migliore anche nel caso di soggetti sani

N

iente di più sbagliato, in quanto un apporto diversificato di proteine animali riesce a soddisfare pienamente i fabbisogni di amminoacidi essenziali nei soggetti sani e non, come provato da tempo da tutte le conoscenze scientifiche. L’organismo non riesce a sintetizzare gli amminoacidi essenziali (lisina, metionina, valina, leucina, isoleucina, triptofano, arginina, treonina etc.) e quindi, per evitare carenze, deve assumerli obbligatoriamente attraverso gli alimenti. È proprio per questo motivo che nella nuova linea PARS IL MULTIPROTEICO, proponiamo tre prodotti secchi per tutti gli animali da compagnia con ben 5 fonti proteiche diversificate: POLLO, MANZO, AGNELLO, SUINO, PESCE. In conclusione possiamo affermare che, per animali normali e in buono stato di salute, l’apporto di diversi tipi di carni si profila come la soluzione ottimale, sia per assicurare un apporto di aminoacidi essenziali in grado di coprire i fabbisogni che per la presenza di altri importanti nutrienti, quali gli acidi grassi essenziali, gli oligoelementi e le vitamine, anch’essi variabili a seconda della specie di provenienza. La carne bovina, ad esempio, è più ricca di lisina e di metionina di quella di pollo o di suino, ma è povera di acidi grassi essenziali, di cui invece queste ultime sono più dotate; come noto questi acidi grassi svolgono, assieme a metionina e cistina, un’azione importantissima sulla cute e sul pelo.

PARS “IL MULTIPROTEICO” è formulato SENZA CEREALI La fonte necessaria di carboidrati che ha la funzione di legare i componenti durante il processo di estrusione è apportata dal pisello, ad alto contenuto di fibre solubili e molte vitamine e minerali essenziali, in particolare potassio, fosforo, tiamina e vitamina E. Il pisello contiene anche luteina e zeaxantina, due potenti antiossidanti naturali. La gamma si presenta in tre formati: • SMALL SIZE da 500 grammi • MEDIUM SIZE da 2 kg • MAXI SIZE da 8 kg ●

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Purina PURINA® PRO PLAN® FORTIFLORA®: UN PROBIOTICO PER MILLE VANTAGGI

Marketing gestionale LE CAMPAGNE DRIVE TO STORE

Studi internazionali CHI È IL PROPRIETARIO DI PET?

Innovet GLUPACUR®, FINALMENTE ANCHE IN COMPRESSE!

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Studi internazionali

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Toelettatura

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Attualità

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Acquariologia

E-commerce

ANCHE IL GATTO SI STRESSA

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Ornitologia LE AMAZZONI, MITI MA NON PER TUTTI

L’E-COMMERCE ECOLOGICO

Cani di razza STAFFORDSHIRE BULL TERRIER

Comportamento

SONO METICCIA E VADO A FARMI BELLA

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Erpetologia L’IGUANA VERDE

ELENCO INSERZIONISTI

I GATTI DELLE NEVI

SE MORDE COSA FACCIO?

Razze feline IL NEVA MASQUERADE

In questo numero

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Mercato RODITORI E LAGOMORFI: LA NUOVA CONCEZIONE DEL PET FOOD

IL PESCE ROSSO, AMATO MA POCO CONOSCIUTO

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Annunci PROLIFE – CANALE ALLEVATORI Per potenziamento della rete commerciale, canale allevatori, ricerchiamo per le zone Toscana-Umbria e MarcheAbruzzo due figure commerciali dotate di attitudine alla vendita e alle relazioni interpersonali. Completano il profilo conoscenza del settore e del territorio, capacità di lavorare per il perseguimento degli obiettivi concordati. Offriamo assunzione dopo periodo di prova, se superato con profitto, retribuzione fissa e auto aziendale. Inviare candidatura all’indirizzo mail: zoodiaco@zoodiaco.com

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INTERVISTA

Stefania Colasuono Redazione Distribuzione Moderna

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n un settore in pieno fermento e che continua a registrare ottime performance, Vitakraft Italia si conferma tra le aziende leader del comparto. I costanti investimenti in ricerca e sviluppo, il ricco assortimento di prodotti innovativi e di elevata qualità nonché la capacità di intercettare e soddisfare le esigenze dei consumatori sono i punti di forza di questa realtà, che ha chiuso il 2019 con risultati brillanti. Ne abbiamo parlato con Claudio Sciurpa, Amministratore Delegato Vitakraft Italia.

Come si è concluso il 2019 per il mercato del pet e per Vitakraft? Il comparto gode di ottima salute. Il fatturato di settore, infatti, già dal 2017 ha superato i 2 miliardi di euro e gli ultimi dati disponibili danno una crescita a valore del 2,5%. Si tratta di un trend inarrestabile che conferma l’importanza degli animali da compagnia nella vita delle persone e nell’economia dell’Italia. Crescono bene

UN ANNO DI GRANDI CONFERME PER VITAKRAFT ITALIA, L’AZIENDA DI CASTIGLIONE DEL LAGO CHE RACCOGLIE RISULTATI IMPORTANTI ANCHE NEL 2019 GRAZIE A UN COSTANTE IMPEGNO NELLA REALIZZAZIONE DI PRODOTTI SEMPRE ALL’ALTEZZA DELLE RICHIESTE DEL MERCATO

PAROLA D’ORDINE:

INNOVAZIONE E QUALITÀ i segmenti principali, ma il vero traino del settore è dato dallo snack & treat, con quasi un +6% rispetto al 2018 (dati IRI Unionpet Servizi Assalco, AT Agosto 2019, Grocery+Pet Shop+Catene). Cane e gatto (ma non solo) sono veri e propri compagni di vita per tanti italiani: il legame è sempre più stretto e i padroni cercano per loro gli alimenti migliori, gli snack

più golosi e funzionali, i giochi sicuri e tanti prodotti per la cura e l’igiene. In questo contesto, vivace ma anche sempre più concorrenziale, Vitakraft spicca il volo e si conferma una delle aziende più importanti per competenza e innovazione. Un marchio di qualità e di fiducia premiato dai consumatori, come dimostra la crescita di fatturato a due cifre del 2018 che è stata riconfermata anche nel 2019.

Quali sono state le linee di prodotti più performanti? E a livello di canali distributivi?

Da destra: Thomas, Claudio e Michela Sciurpa in magazzino

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Il canale grocery, per la nostra azienda, ha il maggior peso con un fatturato distribuito per il 75% in Gdo e il 25% tra Pet shop e catene specializzate. Per quanto riguarda i prodotti, invece, gli snack cani e gatti vanno sempre a gonfie vele, ma nell’ultimo anno la linea più performante è stata quella dei prodotti igienici e antiparassitari (sia per cani che per gatti), che ha visto l’ingresso di tante novità esclusive. Il nostro best seller assoluto si conferma il Beef Stick, il bastoncino alla carne inventato da Vitakraft e disponibile in oltre 20 varianti: la sola versione al manzo, immancabile in ogni negozio che tratta prodotti per animali, viene venduta in Italia in circa 2 milioni di pezzi l’anno.


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delle uova da allevamento a terra e del pesce certificato MSC.

come restate al passo con la crescente richiesta di alimenti sempre più salutari per i propri pet?

Qual è il peso strategico del nuovo magazzino ampliato nel 2018 in occasione del ventennale di Vitakraft Italia? Il raddoppiamento del centro logistico di Castiglione del Lago ci consente di svolgere al meglio il nuovo incarico di polo distributivo per i mercati del Mediterraneo del Sud (assunto a partire dall’inizio dell’anno scorso), gestendo direttamente lo sviluppo commerciale dell’azienda in Grecia, Cipro e Malta. Abbiamo realizzato un nuovo magazzino di circa 5.000 mq, puntando anche all’ottimizzazione della supply chain e dell’efficienza energetica, attraverso un impianto fotovoltaico: una struttura altamente moderna e funzionale che ci permette di mantenere la leadership del mercato e di portare avanti a ritmo serrato il nostro sviluppo, sia sul territorio nazionale che fuori dai confini italiani.

compresi uccellini, roditori, pesci e rettili. Vitakraft, inoltre, s’impegna a operare in modo sostenibile nei confronti dell’uomo e della natura: lo conferma il fatto che ogni anno, dal 2006, ottiene la certificazione IFS Food che attesta lo standard più elevato per la produzione sicura di petfood. L’obiettivo è proseguire sulla strada dell’innovazione e della qualità dei prodotti attraverso una produzione sempre più “Made in Germany”, con ingredienti selezionati e di provenienza sostenibile, come nel caso delle referenze bio,

Anche nel petfood uno dei trend principali è l’attenzione verso i prodotti naturali, realizzati con ingredienti sani e con ricette specifiche in base alle caratteristiche, all’età e agli stili di vita dell’animale. Oggi il consumatore è orientato verso i cosiddetti “Superfood”, caratterizzati da nutrienti salutari per il cane e il gatto, come ad esempio le bacche di aronia, le bacche di goji, il mirtillo rosso e i semi di chia. Noi di Vitakraft abbiamo intercettato questa tendenza lanciando sul mercato una serie di snack per cani e gatti che contengono un’elevata quantità di questi ingredienti, ricchi di antiossidanti e acidi grassi (tra cui gli omega 3). Abbiamo allargato, in particolare, la famosa gamma di snack per cani Beef Stick con due varianti “Superfood” e abbiamo ampliato anche le linee di snack per gatti: i croccanti Crispy Cruch e i golosi Cat Yums.

Quali sono state le principali novità food lanciate nel corso del 2019? Le novità sono state numerose. Nel segmento cane abbiamo arricchito il nostro assortimento con la linea Super Chomp - le cotolette e gli stick

Innovazione ed ecosostenibilità: quanto contano per Vitakraft e come si traducono a livello produttivo? Vitakraft è un marchio performante con alle spalle un’azienda internazionale orientata alla sostenibilità e allo sviluppo commerciale: esporta, infatti, in 50 Stati nel mondo ed è presente in 20 Paesi con società commerciali e unità produttive di proprietà. L’azienda coniuga una tradizione centenaria con costanti investimenti in ricerca e sviluppo: un’esperienza che si traduce in un assortimento di altissima qualità, che copre non solo i segmenti cane e gatto ma tutti gli animali da compagnia, PetTrend • Febbraio 2020

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INTERVISTA

da masticare a lungo - i Meat Me, gli snack di carne fresca, e i Noshies, morbidi bocconcini cotti al forno. Per i gatti, invece, abbiamo lanciato i Triggles, snack cotti al forno da dividere in tre bocconcini.

Nel settore degli accessori quali sono invece le vostre ultime proposte? In questo caso le novità hanno riguardato sia gli accessori per la stagione calda - come ciotole da viaggio, panno rinfrescante e spazzola shampoo & massaggio - che per quella fredda, come la cuccia tunnel 2in1 e il tappetino autoriscaldante. Un’altra novità introdotta nel mercato italiano è stata Natural Clean, una lettiera “Made in Italy” totalmente vegetale. Si tratta di un prodotto fortemente innovativo, perché realizzato con chicchi di mais bianco, una materia prima naturale e rinnovabile che, grazie alla sua elevata percentuale di amido e umidità, ha un grandissimo potere assorbente. Essendo 100% ecologica, la lettiera può essere smaltita anche nella compostiera dei rifiuti organici ed è ideale per chi soffre di allergie, perché non fa polvere. Inoltre non si attacca alle zampe del gatto ed elimina immediatamente l’odore di urina. Confezionata in sacchi da 2,4 kg, ha una durata garantita di 4 settimane e, per questo, è molto conveniente per il consumatore.

Quali sono le principali caratteristiche dell'ultima importante novità nel vostro assortimento pet food? Vita Nature è la nostra nuova linea di alimenti secchi per cani, con la quale puntiamo a crescere ulteriormente nel segmen-

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to dei prodotti naturali: un comparto molto competitivo ma al tempo stesso, per noi di Vitakraft, una nuova e appassionante sfida. Si tratta di un alimento completo di altissima qualità, composto da ingredienti naturali che favoriscono la vitalità dei pet: l’elevato tenore di proteine animali della carne, abbinato alle sostanze benefiche contenute in ortaggi, frutta ed erbe (tra cui vitamine, antiossidanti e fibre), assicurano ai nostri amici a quattro zampe un’alimentazione specifica e un pieno di energia indispensabili per una vita sana. Oltre ad avere un gusto delizioso, Vita Nature favorisce in modo naturale il sistema immunitario e la digestione, promuove la protezione delle cellule e rinforza la struttura ossea. È una ricetta equilibrata e realizzata con pochi ingredienti: conservanti, coloranti, aromatizzanti artificiali, zuccheri e grano sono, infatti, volutamente assenti. Alimento secco “Made in Germany” per cani adulti, Vita Nature è disponibile in due varianti: una al pollo con barbabietole rosse e amaranto, l’altra al vitello con carote e mirtilli.

Vitakraft investe da sempre nelle attività di marketing. Come si articola il vostro piano di comunicazione? La nostra strategia di marketing coinvolge tutti i principali media per dare il massimo sostegno al brand e arrivare in maniera efficace al consumatore finale. Per il

lancio di Vita Nature, in particolare, abbiamo previsto diversi strumenti di supporto ai rivenditori, come originali materiali P.O.P., nonché una grande campagna pubblicitaria multicanale rivolta ai clienti. Focus della comunicazione è il concetto del “sano e naturale”, veicolato con un’immagine chiara e accattivante per garantire visibilità e favorire l’acquisto d’impulso. La strategia prevede la presenza di strisce da ripiano, wobbler oscillanti e dispenser con opuscoli sugli scaffali dei punti vendita e, oltre ai classici display da ¼ pallet, anche decorazioni instore per isole promo dal grande impatto visivo. Per i consumatori, inoltre, è attivo il sito web dedicato “www.vitakraft.com/vitanature” e abbiamo avviato una grande operazione di sampling in occasione delle più importanti fiere e degli eventi dedicati agli animali da compagnia. La distribuzione dei campioni omaggio proseguirà per tutto il 2020 anche all’interno dei negozi, nei parchi cittadini e attraverso un Camper tour estivo. All’inizio di quest’anno, infine, è partita la campagna pubblicitaria declinata attraverso spot televisivi, annunci stampa sulle principali testate specializzate rivolte agli amanti dei cani e numerose attività sul web e sui canali social.●


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Vitakraft - Italia S.p.a. Tel.: 075 965601 E-mail: info@vitakraft.it - www.vitakraft.it

PUBBLIREDAZIONALE

DA VITAKRAFT TRE NUOVI SNACK PER GATTI In un segmento di mercato come quello degli snack per gatti che va a gonfie vele, come dimostra il recente Rapporto Assalco uscito in occasione di Zoomark, Vitakraft non smette mai di innovare e presenta tre linee esclusive e trendy

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itakraft, da sempre all’avanguardia negli snack per animali da compagnia, presenta quattro esclusivi fuoripasto per cani: Beef Stick Superfood, Noshies, Super Chomp e Meat Me!

La linea trendy con Superfood I BEEF STICK® SUPERFOOD sono gustosi snack arricchiti con nutrienti benefici per la salute del cane. La famosa linea Beef Stick® di Vitakraft si allarga così con due varianti con Superfood: una arricchita con piselli ad alto contenuto proteico e mirtillo rosso naturalmente ricco di antiossidanti che favoriscono la protezione delle cellule e l’altra prodotta con un delizioso ripieno di carote, ricche di carotene, e semi di chia ricchi di acidi grassi Omega 3 che favoriscono la salute della pelle e la bellezza del pelo.

Gusto unico in forme divertenti Snack di qualità premium, sano e divertente. Sono queste le premesse dei NOSHIES®, il mix di snack lanciato da poco nel mercato da Vitakraft. I gustosi bocconcini sono prodotti in tre forme allegre e divertenti, contengono tanta carne di tacchino e un contenuto extra di vitamine del gruppo B per una pelle sana e un pelo lucido. La delicata cottura al forno conferisce allo snack la particolare consistenza morbida tanto amata dai cani. I Noshies sono prodotti con ricette senza zucchero e confezionati in pouch richiudibile salva freschezza.

accaniti! Entrambe le varianti hanno un’appetibilità elevata di oltre il 94% grazie al profumo appetitoso e al gusto deciso. Lo speciale processo di produzione conferisce allo snack da masticare una consistenza particolare che consente di consumare il prodotto senza sporcare. Il nuovo snack da masticare viene prodotto in Germania, senza zucchero e senza l’aggiunta di coloranti ed esaltatori di sapidità artificiali.

Il sapore autentico della carne Per chi ama offrire al proprio cane uno snack sano e gustoso, Vitakraft lancia sul mercato i nuovi MeatMe!® Strisce alla carne, essiccate al forno, dal gusto intenso e appetitoso. Uno snack naturale totalmente “Made in Germany”, prodotto utilizzando solo carne magra, senza coloranti né esaltatori di sapidità artificiali. Confezionato in pouch bag richiudibile per mantenere a lungo tutta la freschezza. La versione classica è disponibile nella variante pollo o manzo mentre quella “mini”, ideale anche per cani di piccola taglia, nelle versioni con pollo o tacchino. ●

La nuova esperienza da masticare SUPER CHOMP® è il nuovo e goloso snack-masticativo per gli amici a quattro zampe. È disponibile nella versione stick da 3 pezzi, per veri intenditori e nella versione cotoletta da 2 pezzi per masticatori PetTrend • Febbraio 2020

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PUBBLIREDAZIONALE

Zoodiaco - Via della Cooperazione, 16 - 45100 Rovigo Tel. area Nord 0425474645 - Fax 0425474647 Tel. area Centro-Sud 0744943287 - Fax 074494464 www.zoodiaco.com - zoodiaco@zoodiaco.com

PROLIFE SENSITIVE, LA SOLUZIONE IDEALE PER IL CANE SENSIBILE

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rolife si rinnova integralmente e si arricchisce di preziosi contenuti tecnici e scientifici, frutto delle più avanzate ricerche condotte nell’ambito della nutrizione dei pet per individuare il miglior programma nutrizionale per ciascun cane e gatto. La natura originaria di carnivori rende necessaria, per loro, una dieta ricca di proteine di origine animale, le migliori in termini di valore biologico in quanto più simili alla struttura dell’organismo che le riceve come nutrimento. I soggetti sensibili necessitano, però, di un regime alimentare specifico che includa una sola fonte proteica di origine animale, per limitare il rischio di reazioni avverse. Prolife Sensitive è la risposta nutrizionale alle esigenze di ogni soggetto sensibile, dal cucciolo al cane adulto. È una gamma di alimenti ricchi in carne fresca: agnello, maiale e coniglio. Ma perché? Migliore digeribilità Un alimento ha il coefficiente di digeribilità massimo quando, dopo essere stato digerito, diventa completamente assimilabile dall’organismo. La carne fresca inclusa negli alimenti della linea Prolife Sensitive ha un elevato coefficiente di digeribilità poiché è stata sottoposta al solo trattamento di refrigerazione, per mantenerne intatte caratteristiche nutrizionali e qualità, ed è lavorata a bassa temperatura per non alterarne la struttura amminoacidica. Il valore biologico Le proteine apportate dalle carni incluse negli alimenti Prolife Sensitive hanno un elevato valore biologico in quanto contengono tutti gli aminoacidi essenziali in quantità e proporzione adeguata all’organismo del cane. In generale il valore biologico delle proteine animali è superiore a quello delle proteine vegetali e ciò perché sono più simili a quelle che costituiscono l’organismo animale. Carne disossata, ecco perché Le ossa vengono separate dalla carcassa dell’animale senza surriscaldamento per mantenere inalterate le caratteristiche, essendo sottoposte a un solo trattamento termico. La carni così ottenute presentano caratteristiche uniche e distintive,

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come una percentuale proteica più elevata in rapporto alla massa della carne e una ridotta percentuale di ceneri. In origine destinate al consumo umano Le carni usate per gli alimenti Prolife Sensitive sono in origine destinate al consumo umano ma per motivi commerciali sono state impiegate nel pet food. Si tratta di parti che, per diverse ragioni, prevalentemente le tendenze dettate dal mercato, rimangono fuori dalla catena alimentare umana pur possedendo ottime caratteristiche qualitative.

Cosa non abbiamo messo Abbiamo deciso di escludere qualsiasi materia prima che apporti glutine, per rispettare la natura del cane e limitare così possibili sensibilità verso questi componenti. Non sono inoltre stati inclusi mais, frumento e prodotti caseari, per prevenire qualsiasi possibile reazione avversa.

OriginE, tracciabilità e trasparenza E proprio dalla Natura Prolife attinge le materie prime di cui ora è possibile conoscere l’origine, in un atto di assoluta e totale trasparenza, in un sistema di informazioni tracciabili e rintracciabili. Il 90% circa delle materie prime impiegate è di Origine Italiana; ove possibile, infatti, e a parità di condizioni qualitative, sono stati privilegiati fornitori provenienti dal nostro paese, che gode di favorevoli condizioni climatiche e ambientali, di una radicata cultura della qualità e del buon cibo oltre che di saperi antichi e di tradizioni tramandate, una terra fertile unica per l’incommensurabile bellezza paesaggistica ma anche per le numerose eccellenze produttive di cui è costellata. Collegandosi al sito www.prolife-pet/origine o tramite il QR code presente su ciascuna confezione, da oggi è possibile conoscere l’origine di tutti gli ingredienti presenti in ogni prodotto.

La gamma Prolife Sensitive per il cane 6 soluzioni nutrizionali in base alla taglia e alla fase biologica, dal cucciolo al cane adulto, con una sola fonte proteica di origine animale: agnello, maiale o coniglio, tutte fresche e disossate. ●


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RAPPORTO ASSALCO - ZOOMARK 2019

LA XII EDIZIONE DEL RAPPORTO ASSALCO ZOOMARK ANALIZZA L'ANDAMENTO DEL MERCATO DEL PET FOOD PER CANE E GATTO NEL CANALE GROCERY, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE PERFORMANCE DI SACCHI, LATTINE, BUSTINE E VASCHETTE

Fabrizio Vallari Giornalista e docente di Fondamenti di marketing e cultura d’impresa

I FORMATI E LE

CONFEZIONI NEL CANALE GDO

S

econdo i dati dell’ultima edizione del Rapporto Assalco Zoomark, nel 2018 il mercato degli alimenti per cane e gatto nella GDO (Ipermercati + Supermercati + Libero Piccolo Servizio) ha sviluppato un fatturato in linea con lo scorso anno, a fronte di una riduzione dei volumi pari al -3,1% (Tabella 1). In GDO il pet food ha un andamento migliore rispetto al totale

comparto del largo consumo confezionato che ha visto una contrazione delle vendite in valore dell’1%. In GDO gli alimenti gatto realizzano 570 milioni di euro e coprono il 62,3% del fatturato, gli alimenti cane 344 milioni di euro e realizzano il rimanente 37,7%. In termini di volumi, gli alimenti gatto raggiungono il 51,5% del mercato mentre gli alimenti cane il 48,5%. Gli

alimenti umidi, che rappresentano la parte più consistente del fatturato, mostrano la flessione più rilevante: l’umido gatto -1,6% a valore e -4,2% a volume; l’umido cane -1,9% a valore e -6,2% a volume; più contenuta la flessione a volume degli alimenti secchi che a valore mostrano una crescita intorno al +1,5%; si conferma inoltre il trend positivo degli snack. PetTrend • Febbraio 2020

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RAPPORTO ASSALCO - ZOOMARK 2019

Tabella 1 - La GDO - sintesi performance canale

I formati negli alimenti per cani

VOLUME 1,3

2,8

VALORE -3,1

1,5

293,1 281,3

2015

285,1

2016

284,0

2017

2018

2,4

-0,1

914,7

914,2

2017

2018

892,9 879,3

2015

2016

Vend Vol (milioni kg)

Vend Vol (milioni euro)

Fonte: Rapporto Assalco - Zoomark 2019. Dati IRI - 52 settimane al 30 dicembre 2018

Maggiore equilibrio tra lattina e sacco rispetto agli altri canali Anche nella GDO, analogamente a quanto osservato nei Petshop, il sacco e la lattina si confermano le confezioni più vendute, seguite dalla bustina e dalla vaschetta. In GDO il rapporto tra i due tipi di confezionamento in sacco e in lattina risulta molto più equilibrato rispetto al Petshop, a fronte di un differente peso delle tipologie degli alimenti (secchi e umidi) tra i due canali. Nel Petshop, infatti, alla maggiore incidenza degli alimenti secchi corrisponde una maggiore diffusione e rilevanza del sacco. In GDO, il sacco rimane il primo formato per vendite con il 37,9% di quota a valore e 43,9% di quota a volume (Tabella 2) ma, a fronte della prevalenza degli alimenti umidi, la lattina sviluppa una quota maggiore rispetto ai Petshop, veicolando il 22,5% del fatturato e il 27,4% dei volumi.

Anche la bustina e la vaschetta sviluppano in GDO una quota superiore a quella espressa nei Petshop, rispettivamente con un dato a valore del 22,1% e del 13%. Trattandosi di confezioni tipiche delle referenze di fascia premium, si confermano per questi ultimi formati livelli di quota a valore maggiore rispetto a quelli delle quote a volume. Anche la scatola ha una discreta presenza in GDO, a differenza del Petshop in cui è decisamente residuale. Il salsicciotto per cane, infine, conserva una minuscola quota. Per quanto riguarda i trend, prosegue la flessione a valore e a volume della lattina (-4,1% e -8,7% rispettivamente) mentre il sacco cresce a valore del +3,2% a fronte di una contrazione dei volumi pari al -0,4%. Continua la crescita della bustina (+0,9% a valore, +0,5% a volume). In flessione invece la vaschetta: -1,8% a valore e -2,7% a volume.

Tabella 2 - Peso e variazione % 2018/17 dei vari confezionamenti nel canale GDO Tot Petfood

Scatola Scatola

Sacco

Sacco

Salsicciotto Lattina

Salsicciotto

Bustine Lattina

Vaschetta

Bustina Vaschetta Quota Volume

Quota Valore

Fonte: Rapporto Assalco - Zoomark 2019. Dati IRI - 52 settimane al 30 dicembre 2018

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Gli alimenti secchi prevedono esclusivamente il confezionamento in sacco. Il formato da 2 a 4 kg (38,6% del fatturato) si conferma essere il principale, con una crescita in valore di +1,4% e una flessione in volume di -1,9%; il secondo formato del mercato è quello da 801 gr a 1,5 kg (26,7% del valore) che ha sviluppato un incremento delle vendite di +1,7% a valore e +4% a volume (Tabella 3). Il terzo formato 9 kg-15 kg (15,9% del fatturato del segmento), mostra una lieve crescita a valore del +0,6% e una flessione dei volumi del -1,5%. Il formato 601-800 gr (11,6% del fatturato) mostra tassi di crescita superiori alla media del segmento: +9,4% in valore e +10,8% in volume. Continua la flessione, infine, dei formati da 1,5 kg-2 kg (-9,2% in valore e -17,3% in volume) e da 4 kg-9 kg (-7,3% in valore e -6,7% in volume). Per quanto riguarda gli alimenti umidi, il formato dominante a valore è la vaschetta <300 gr (49,7% del fatturato) che ha sviluppato una flessione pari al -0,9% a valore e -2,1% a volume. La bustina <300 gr continua a sviluppare tassi di crescita importanti con +8,1% a valore e +10,8% a volume. Crescita contenuta per la lattina >1060 gr - il terzo formato a valore (11,3% di quota) ma primo a volume - che segna un -13% circa sia a volume che a valore.

I formati negli alimenti per gatti Come nel Petshop Tradizionale, per quanto riguarda gli alimenti secchi la quota più importante è rappresentata dal sacco nel formato da 1 a 2,5 kg (35% a valore, +0,2% rispetto al 2017). Il secondo formato è rappresentato dal sacco da 500 gr a 1 kg che pesa il 32,6% del valore (+10,8% vs lo scorso anno), a differenza dei Petshop Tradizionali dove sviluppa solo l’1,1% di quota. Il terzo formato per vendite è il sacco da 200 a 500 gr (23,7% del fatturato, -1,7% a valore vs lo scorso anno). La scatola 201-500 gr sviluppa il 7,5% del fatturato del mercato con un trend in forte flessione (-14,3% a valore e -12,5% a volume). Anche per quanto riguarda il segmento degli alimenti umidi, si evidenzia una certa differenza rispetto al Petshop Tradizionale. La lattina rimane la confezione principale a volume con il 43,4% ma a valore la prima tipologia è la bustina (49,6% di quota a valore),


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RAPPORTO ASSALCO - ZOOMARK 2019

Tabella 3 - Peso dei vari confezionamenti negli alimenti secchi per cane (quote a volume e valore)

Tabella 4 - Peso dei formati negli alimenti secchi gatto (quote a volume e valore)

> 15000g Sacco 201-500g 9001-15000g Sacco 501-1000g

4001-9000g 2001-4000g

Sacco 1001-2500g

1501-2000g

Sacco > 2500g

800-1500g Sacco 201-500g 601-800g < 600g Quota Volume

Quota Valore

Fonte: Rapporto Assalco - Zoomark 2019. Dati IRI - 52 settimane al 30 dicembre 2018.

seguita dalla lattina (39,2%) e dalla vaschetta (11,2% di quota a valore). La lattina segna nel 2018 la contrazione delle vendite maggiore: -8,1% a volume e -3,4% a valore; la bustina ha sviluppato una lieve flessione in volume, -0,4%, a fronte di un leggero incremento di fatturato (+0,3%); le vaschette sono in flessione sia a valore (-3,4%) sia in volume (-4%). Relativamente ai formati, il segmento <120 gr. sviluppa oltre il 90% del fatturato del mercato con una sostanziale stabilità del fatturato e una lieve flessione dei volumi (-0,6%): la vaschetta è la confezione con una criticità maggiore in termini di flessione (-3,4% in valore e -4% in volume). Lievi segnali di crescita (soprattutto a valore) per lattina e bustina.

Le Private Label nella GDO e Catene Nel mercato del pet food - canale GDO (Ipermercati + Supermercati + LSP) - le Private Label hanno sviluppato nel 2018 una quota a valore del 21,5% in flessione di -0,2 punti rispetto all’anno precedente. In questo canale l’Industria di Marca continua a sviluppare una performance superiore a quella della Marca del Distributore. Per quanto riguarda invece le Catene, le Private Label hanno raggiunto una quota sul fatturato sviluppato dal mercato pet food nel canale pari al 24,8%, con una crescita di +0,2 punti rispetto al 2017. A differenza di quanto accade nella GDO, nelle Catene la Private Label continua a contribuire alla crescita del 14

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Quota Volume

Quota Valore

Fonte: Rapporto Assalco - Zoomark 2019. Dati IRI - 52 settimane al 30 dicembre 2018.

mercato con un tasso di sviluppo superiore a quello dell’industria di marca. L’ampliamento del numero medio di referenze, che implica una sempre più elevata visibilità a scaffale, continua a essere un importante driver di crescita per la Private Label nelle catene che si affianca alla fidelizzazione legata a un buon rapporto prezzo/qualità.

La leva promozionale In GDO, la pressione promozionale a valore di prezzo del mercato pet food è stata pari al 26,9% del fatturato del mercato (-0,1 punti rispetto al 2017) con una profondità di sconto medio, 23,8%, in lieve riduzione di circa 1,3 punti rispetto all’anno precedente. Si conferma per gli alimenti per gatti un’incidenza promozionale a valore (29,3%) superiore a quella degli alimenti per cani (23%). Nelle Catene Petshop la pressione promozionale a valore di prezzo nel 2018 è stata del 18% (-1,2 punti rispetto al 2017). Anche nelle Catene Petshop, gli alimenti per gatti mostrano un’incidenza superiore rispetto a quelli per cane (20% contro il 16%). Nel 2018 si conferma un aumento dell’utilizzo del volantino come veicolo della leva promozionale per la categoria petcare (pet food, accessori, prodotti per l’igiene e lettiere): tra il 2017 e il 2018 le campagne (titoli dei volantini) negli specialisti pet sono aumentate del +8,2%, passando da 7.835 a ben 8.481. A fronte di un aumento della frequenza

e quantità dei volantini, si riscontra anche un aumento delle referenze per pagina e per volantino. Per quanto riguarda Ipermercati, Supermercati e Superette, si riscontra un aumento delle campagne che trattano prodotti petcare del +8,2% (9.739 nel 2018 contro 8.997 dell’anno precedente) e un aumento del numero medio di referenze a volantino (sempre +8,2%, 251 rispetto alle 230 referenze del 2017). Dall’analisi dell’andamento della numerica dei volantini, in entrambi i canali si conferma che l’utilizzo della promozione a volantino diventa sempre più rilevante nel petcare. ●

ASSALCO - Associazione Nazionale tra le Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia riunisce le principali aziende dei settori pet food & care che operano in Italia. Le aziende che ne fanno parte rappresentano oggi la quasi totalità del mercato nazionale degli alimenti per animali da compagnia. A livello europeo, ASSALCO aderisce a FEDIAF, the European Pet Food Industry Federation. Zoomark International è la fiera professionale più importante in Europa negli anni dispari ed è organizzata da BolognaFiere. Ulteriori informazioni su www.zoomark.it.


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PUBBLIREDAZIONALE

Monge www.monge.it

MONGE BWILD: LA NATURA CHIAMA, SEGUI L’ISTINTO

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cani e i gatti possiedono un desiderio innato di correre, vagare e stare all’aria aperta. Questi impulsi naturali ci hanno portato a sviluppare una linea di alimenti in grado di fornire l’energia e i nutrienti essenziali per permettere ai nostri animali di vivere seguendo il loro istinto naturale. Nella linea innovativa Monge BWILD “Feed the Instinct” puoi ritrovare il naturale benessere del tuo animale. L’elevata inclusione di ingredienti di origine animale maggiore del 65%, supporta la vitalità e l’appetibilità ottimale in ogni ricetta, oltre all’alta digeribilità proteica grazie all’inclusione di carne fresca. Il risultato della ricerca 100% Made in Italy ha permesso lo sviluppo di una nutrizione avanzata e più consapevole, mediante l’utilizzo di ingredienti comunemente definiti come “funzionali”, ingredienti appartenenti alla categoria “superfood” e mix di frutta e verdura selezionati per le loro proprietà nutrizionali. Nella linea Bwild Grain Free è possibile trovare ingredienti come gli Xilo-Oligosaccaridi per il supporto del benessere intestinale, i Mannano-oligosaccaridi per la regolarizzazione del tratto intestinale, la Spirulina una micro alga con descritte proprietà antiossidanti per neutralizzare i radicali liberi, Yucca Schidigera per limitare gli odori sgradevoli, la Glucosamina per il supporto della cartilagine e il solfato di Condroitina per il favorire l’elasticità articolare. I superfood sono ingredienti descritti come ricchi di nutrienti in grado di supportare il benessere fisiologico dell’animale. Ne citiamo alcuni come i semi di lino per la morbidezza e la lucentezza del pelo e l’avena ricca in fibre insolubili per un regolare assorbimento intestinale. Nel pieno rispetto della sua filosofia nutrizionale, Monge Bwild è formulata senza coloranti e conservanti artificiali. La conservazione è garantita dall’utilizzo di estratti di tocoferolo da oli vegetali. Una linea di prodotti completa e bilanciata studiata sia per cani che per gatti, differenziata per taglia, età e stile di vita in modo da garantire a ciascuno un’alimentazione dedicata e bilanciata.

Monge Bwild si suddivide in Low Grain e Grain Free. Monge Bwild Low Grain sono formulazioni senza patate e con un ridotto contenuto di cereali*, con fonti proteiche animali alternative come Cervo, Oca e Cinghiale per il cane e Lepre, Acciughe e Oca per il gatto. Monge Bwild Grain Free sono ricette formulate senza cereali, con fonti di carboidrati alternative come le patate, i piselli e la tapioca. Da oggi disponibili due nuove referenze per il cane nei gusti Agnello e Salmone e quattro nuovi gusti per il gatto con le proteine animali: Merluzzo, Bufalo, Tonno e Salmone. Sempre grande novità sono gli umidi Grain Free per cane in lattina da 400g in cinque varietà tutte con zucca e zucchine (Puppy & Junior Anatra, Adult Agnello, Adult Salmone, Adult Tacchino, Mini Adult Anatra) e per gatto in buste monodose da 85g e vaschette da 100g, entrambi ai gusti Bufalo per gattini, Acciughe, Merluzzo, Salmone, Tonno e Cinghiale. Monge Bwild è garantita Made in Italy e No Cruelty test. Disponibile esclusivamente nei pet shop e negozi specializzati. ●

*Rispetto prodotto standard di mantenimento adulto (Special Dog Excellence Medium Adult Pollo - Special Cat Excellence Adult Pollo)

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ALIMENTAZIONE

IL PET FOOD INDUSTRIALE PER L’ALIMENTAZIONE DEL CANE ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLE CARATTERISTICHE E I NUTRIENTI DI BASE PER UNA MODERNA E CORRETTA ALIMENTAZIONE DEL CANE. PRIMA PARTE

Giuliano Zaghini

FOTO: CLAUDIA PETERS DA PIXABAY

Past Ordinario Zootecnia Speciale Dipartimento Scienze Mediche Veterinarie Alma Mater Studiorum

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Il mercato offre una grande scelta Chiunque possegga e/o allevi un cane può ricorrere a diverse opzioni proposte dalle industrie di settore per alimentare i propri pet. Tante sono le filosofie alimentari, le soluzioni formulistiche possibili e le opportunità di scelta, nell’ambito del vastissimo numero di referenze messe a disposizione nelle diverse tipologie (alimenti secchi e umidi, alimenti standard, premium e super-premium, alimenti funzionali e/o destinati a particolari fini nutrizionali). Se da un lato una tale ricchezza di offerta non può che essere vista positivamente, è altrettanto vero che si abbia una maggiore difficoltà nel fare la scelta più corretta per il proprio cane.

FOTO: VIOLA DA PIXABAY

I

l pet food industriale per il cane è un tema ampio e complesso, per questo iniziamo a trattarne una prima parte rinviando al prossimo numero per la seconda. Per comprendere l’importanza dell’alimentazione, partiamo con una citazione illuminante: “Chiunque sia stato il padre di una malattia, un’alimentazione non corretta ne è stata la madre” (George Herbert). Il proprietario e l’allevatore, sono oggi pienamente consapevoli del fatto che, con la somministrazione al cane di una dieta appropriata, siamo in grado di supportarne il corretto sviluppo durante l’accrescimento e, una volta raggiunta l’età adulta, di mantenerlo in condizioni di forma ottimali. Se, inoltre una dieta sbagliata può favorire l’insorgenza di diverse condizioni patologiche, una dieta dotata di specifiche proprietà funzionali è, al contrario, in grado di ridurre l’incidenza di alcune patologie. Quale dieta dovremmo dunque somministrare al nostro cane? E quali caratteristiche dovrebbe avere per sostenere lo stato di salute e di benessere dell’animale.

Le caratteristiche imprescindibili della dieta Cominciamo innanzitutto con il sottolineare come la dieta debba essere completa e bilanciata. Questo significa che essa deve contenere tutti i nutrienti di cui l’animale ha bisogno e che questi devono essere presenti nel giusto rapporto tra loro. La dieta dovrà, inoltre, essere ben digeribile e assunta spontaneamente dal cane e, quindi, di buona appetibilità. Infine, anche se può sembrare ovvio, è bene ricordare che la dieta, oltre ad essere completa, bilanciata, ben digeribile, appetibile e quindi assunta in quantità adeguata dal cane, dovrà essere sicura, sia dal punto di vista microbiologico che dei componenti potenzialmente tossici o comunque pericolosi. Ma vediamo meglio questi singoli aspetti.

La digeribilità La digeribilità rappresenta, infatti, un parametro di estrema importanza perché fa riferimento all’effettiva quota di principi nutritivi assorbibili a livello

intestinale e, quindi, concretamente disponibili per la copertura dei propri fabbisogni. In presenza di un alimento scarsamente digeribile, non solo l’animale non è in grado di utilizzare al meglio i nutrienti in esso contenuti, ma rischia che i processi fermentativi che avvengono a livello di grosso intestino a carico della frazione indigerita, portino alla comparsa di fenomeni indesiderati quali flatulenza, feci poco formate o addirittura diarrea, con evidenti ripercussioni negative sul suo stato di salute. Un alimento, tuttavia, per quanto bilanciato, correttamente formulato e altamente digeribile, se non è in grado di soddisfare in primo luogo le necessità più propriamente “edonistiche” del cane, si potrà rivelare di scarsa utilità.

L’appetibilità L’appetibilità è quindi da considerarsi a tutti gli effetti come un vero e proprio pre-requisito, in grado di influenzare non solo il consumo di un alimento e, di conseguenza tutti i potenziali effetti benefici apportati da

I NUTRACEUTICI: LE COMPONENTI FUNZIONALI DELLA DIETA MODERNA Da tempo molti ricercatori hanno indagato le proprietà di alcune particolari componenti della dieta che, indipendentemente dal loro ruolo nutrizionale, sembrano poter influenzare positivamente la salute e il benessere degli animali, tanto che per esse è stato coniato il termine nutraceutici. Tra essi: alcuni principi antiossidanti (come le vitamine E e C, selenio, le antocianine, i polifenoli, etc...) potenzialmente antitumorali; acidi grassi omega-3 dotati di effetti antinfiammatori, anticoagulanti e vasodilatatori; glucosamina e condroitinsolfato per il benessere delle cartilagini; molecole ad azione prebiotica (di norma Substrati solubili di natura fibrosa) e microrganismi probiotici capaci di migliorare, separatamente o insieme (simbiotici), la composizione della flora batterica intestinale e, in ultima analisi, la salute intestinale.

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ALIMENTAZIONE

La composizione del secco Nella tabella possiamo vedere la composizione nutrizionale indicativa di alimenti secchi premium/superpremium* (% sul t.q.) Tipologia di animale

Proteine

Lipidi

Fibra

Minerali

Calcio

Fosforo

+

+

=

+

+

+

22-34

13-20

1-3

6-9

0,7-1,4

0,6-1,1

+

+

=

+

+

+

Cucciolo** Adulto Cani da lavoro***

* A eccezione dei prodotti utilizzati in dietetica clinica, di quelli no-grain e dei monoproteici. ** Con differenze in base alla taglia/razza del cane. *** Con differenze in base all’entità e tipo di lavoro svolto.

esso, ma anche il suo successo commerciale; in ogni caso ne viene coinvolto il rapporto cane-proprietario con tutte le implicazioni e gli aspetti di tipo emozionale. Ma da cosa dipende l’appetibilità? I principali fattori in grado di influenzare l’appetibilità sono rappresentati dalle intrinseche proprietà sensoriali dell’alimento stesso: l’odore, il sapore, la consistenza, la texture, la tipologia e qualità degli ingredienti di cui la dieta si compone, le tecnologie adottate nell’ambito del processo produttivo.

La salubrità e la naturalità Salubrità e naturalità sono elementi oggi molto considerati nella gestione alimentare di lungo periodo come quella dei nostri “carnivori di casa”. Secondo Fediaf, The European pet food industry, sono “naturali” gli alimenti “contenenti materie prime a cui non è stato aggiunto nulla e che sono state sottoposte solo a processi fisici per renderle idonee alla produzione del pet food e conservarne la composizione naturale”. Molteplici ed efficaci sono, in tema di sicurezza dei mangimi, gli interventi messi in atto per la prevenzione e il controllo delle contaminazioni dai vari agenti fisici (per esempio plastica, metalli), chimici (ad esempio pesticidi, micotossine) e biologici (uno per tutti la Salmonella), sulla traccia di quanto messo in atto nel campo della tecnologia applicata agli alimenti per l’uomo.

Le componenti nutrizionali di una dieta completa I nutrienti, che ogni cane deve trovare nella dieta, sono in definitiva gli stessi di cui ha bisogno l’uomo. Questo non significa però che il cane possa essere alimentato come una persona, perché i suoi fabbisogni, nonché le sue abitudini e preferenze alimentari, sono diversi. Il primo motivo della ri-

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potremo impiegare comprendono sia grassi animali (in genere i più appetibili) che oli vegetali, ricordando che il pesce rappresenta la fonte migliore di acidi grassi omega-3.

cerca dell’alimento consiste nella necessità di assumere energia, così da sostenere il funzionamento di tutte le attività vitali. Del resto, la stessa sensazione di fame altro non è che una richiesta di energia da parte dell’organismo. I nutrienti da cui un animale la può ricavare sono i carboidrati, le proteine, ma soprattutto i grassi, che sono certamente la migliore fonte energetica per il cane. È quindi estremamente importante accertarsi che il cane mantenga il proprio peso forma. Perché ciò accada si deve evitare di somministrare quantità eccessive di alimento o alimenti a concentrazione calorica particolarmente elevata (per esempio quelli per cani al lavoro o che vivono in climi molto freddi), o, al contrario, razioni troppo carenti per il soddisfacimento dei fabbisogni energetici. Nel primo caso si rischia l’obesità o condizioni di sovrappeso, nel secondo il deperimento dell’animale, con ripercussioni comunque negative sul suo stato di salute.

I carboidrati non rappresentano una componente essenziale della dieta, ma il loro impiego negli alimenti è molto comune ed ha funzioni importanti. Tra i carboidrati digeribili, l’amido - a patto che venga proposto all’animale ben cotto - presente nei cereali, nelle patate e in alcuni legumi (es. piselli). La fibra è, invece, una componente non digeribile della dieta, che comunque esercita effetti positivi sul benessere intestinale, migliorando la peristalsi - i movimenti che fanno procedere l’alimento nell’intestino e - se abbinata ad altri principi funzionali (es: prebiotici), il microbiota intestinale. Come fonti di fibra possono essere impiegati verdure, legumi e, con moderazione, perché più ricca di zuccheri, frutta.

Le proteine e i grassi

I minerali e le vitamine

Le proteine, siano esse di origine animale che vegetale, sono componenti essenziali della dieta di ogni animale e lo sono, a maggior ragione, nel cane, animale tendenzialmente onnivoro. Oltre al rispetto dei fabbisogni dell’animale diversi per età, stato fisiologico, utilizzazione e stile di vita, è da tenere nella massima considerazione l’aspetto qualitativo delle fonti proteiche utilizzate, che deriva principalmente dal loro valore biologico (composizione in aminoacidi). Dal momento che essi rappresentano la componente più calorica della dieta, la loro quantità nell’alimento deve essere commisurata ai reali fabbisogni energetici dell’animale, che saranno diversi tra cuccioli, adulti, fattrici in allattamento, impiego dell’animale (cani da lavoro). Le fonti lipidiche che

I minerali e le vitamine, che unitamente agli additivi rientrano nella voce integrazione, svolgono un ruolo biologico importantissimo nell’economia alimentare, anche se presenti in quantità molto piccole (mg/kg o U:I. come nel caso delle vitamine). Tra i primi ricordiamo come esempio calcio, fosforo e magnesio (macroelementi); ferro, zinco, rame, selenio (microelementi). Le vitamine che devono essere presenti nella dieta (considerando il totale della quota presente nelle materie prime e di quella apportata nell’integrazione) sono quelle liposolubili (A, D, E, K); le vitamine idrosolubili (gruppo B) sono invece nell’animale in salute - sintetizzate dalla sua microflora intestinale e pertanto devono essere considerate in modo differente riguardo alla loro eventuale presenza e livello di introduzione. ●

I carboidrati digeribili e la fibra


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PUBBLIREDAZIONALE

L’IGIENE ORALE DEI CANI E DEI GATTI, RISOLTA CON UN SEMPLICE GESTO

N

iente più spazzolini o strumenti vari che, se impropriamente utilizzati, possono causare lesioni traumatiche alle gengive e allo smalto dei denti. Pochi minuti dedicati all’igiene orale, possono incidere in modo determinante sulla salute e il benessere di cani e gatti. Un’adeguata igiene orale non è un fatto estetico, ma un concreto impegno per mantenere un adeguato stato di salute LOCALE e SISTEMICO dei nostri amici. Come sempre, quando si parla di salute, la prima regola è la prevenzione e un’accurata e costante igiene orale rappresenta una pratica davvero vantaggiosa per la loro salute. I veterinari raccomandano ai proprietari di dedicare ai denti del loro

animale la stessa cura che dedicano ai propri, per evitare di dover ricorrere ad un intervento di detartrasi, che viene eseguito in anestesia generale. Da oggi sul mercato esiste una soluzione per l’igiene dentale veramente efficace, pratica e veloce: le salviettine DENTAL CLEANERS by CLIFFI, le salviettine pronte all’uso che risolvono il problema dell’igiene dentale di cani e gatti in modo semplice, igienico e veloce, aiutando a prevenire la formazione di placca e tartaro. Il loro utilizzo regolare consente la CORRETTA PULIZIA di denti e gengive in pochi minuti. Sono morbide, efficaci, consentono di provvedere all’igiene dentale, sia in casa che fuori, in modo semplice, igienico e veloce, evitando anche il rischio di lesioni traumatiche alle gengive e allo smalto dei denti, spesso causate dall’uso di strumenti più invasivi. Le salviettine DENTAL CLEANERS, clinicamente testate, utilizzano un tessuto speciale con fibre naturali, appositamente studiato per rimuovere eventuali residui di cibo e pulire in modo adeguato denti e gengive, senza rilasciare peluzzi in bocca. Contengono BISABOLOLO derivato dalla camomilla con effetto lenitivo e calmante, ZENZERO che vanta proprietà protettive e rinfrescanti e GLICERINA, umettante naturale ed emolliente; rinfrescano l’alito e non richiedono il risciacquo dopo l’uso. Gli ingredienti utilizzati sono dermo-compatibili, ad elevata tollerabilità cutanea, di origine naturale (99,3%) e con pH fisiologico. Visto che la qualità della vita di cani e gatti potrebbe di-

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pendere proprio dalla loro igiene orale, vale la pena di dedicare qualche minuto a questa pratica da svolgere con costanza, nella consapevolezza della sua grandissima importanza, che oggi può essere eseguita nella massima semplicità con DENTAL CLEANERS. L’utilizzo delle salviettine pronte all’uso DENTAL CLEANERS offre tanti vantaggi in pochi minuti: • PULIZIA ACCURATA DEL CAVO ORALE: il tessuto speciale è stato studiato appositamente per la pulizia dei denti e delle gengive e non lascia residui. • INGREDIENTI NATURALI: 99,3% ingredienti di origine naturale. • ALITO FRESCO: il loro gradevole e naturale aroma rende l’alito profumato. • PRONTE ALL’USO: pratiche e sempre disponibili a casa e fuori in pochi minuti. • SENZA RISCIACQUO: non richiedono il risciacquo dopo l’uso. • USA E GETTA = MASSIMA IGIENE: una volta utilizzata, la salvietta viene gettata, evitando possibili contaminazioni batteriche.

• EFFICACIA E DELICATEZZA : morbide e delicate puliscono senza creare traumi. • pH FISIOLOGICO.

ISTRUZIONI PER L’USO Estrarre una salviettina dalla confezione. Avvolgere la salviettina sul dito indice e passarla sui denti e sulle gengive dell’animale. Sostituire la salvietta più volte nel corso della pulizia. Richiudere accuratamente la confezione.

CONSIGLI • Abituare l’animale alla pulizia dei denti quando è ancora cucciolo; così questa operazione diventerà per lui un fatto assolutamente normale e non avrà problemi da adulto. • È bene iniziare a “mano libera” massaggiandogli delicatamente il muso e le labbra, come se fosse un gioco… una coccola, passando poi a massaggiargli le gengive e i denti con un dito, magari insaporito con qualche alimento gustoso (brodo, paté di carne ecc.). • A questo punto si può iniziare ad utilizzare le salviettine DENTAL CLEANERS passandole sui denti e sulle gengive. • Gratificarlo sempre alla fine della procedura, con tante coccole. DENTAL CLEANERS, le salviettine pronte all’uso che risolvono efficacemente il problema dell’igiene dentale di cani e gatti in modo semplice, igienico e veloce, aiutando a prevenire la formazione di placca e tartaro. ●

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MERCATO

LE NOVITÀ CON CUI LE AZIENDE DEL SETTORE ARRICCHISCONO L’OFFERTA DI ALIMENTI PER QUESTI PICCOLI PET PUNTANO PRINCIPALMENTE SU PRODOTTI DAGLI ELEVATI STANDARD QUALITATIVI, REALIZZATI CON INGREDIENTI E MATERIE PRIME SALUTARI

RODITORI E LAGOMORFI: LA NUOVA CONCEZIONE DEL PET FOOD

I Stefania Colasuono Redazione Distribuzione Moderna

l comparto degli alimenti per piccoli mammiferi - tra cui per esempio i roditori e i lagomorfi - mostra vivacità nel creare una maggiore gamma di prodotti e i player del settore arricchiscono costantemente la propria offerta puntando soprattutto su proposte di qualità, con proprietà benefiche per la vita dei pet. A questo proposito i fieni, arricchiti di erbe e infiorescenze benefiche, e gli snack o i superpremium dalle mille essenze fanno da traino invertendo la tendenza degli anni passati in cui tutto ruotava attorno al pellettato e il fieno era fornito semplice tal quale.

FOTO: SHUTTERSTOCK

La visione in generale Il mercato del pet food continua a registrare performance soddisfacenti, trainato in particolare dal segmento alimenti per cane e gatto, che mostra un giro

d’affari complessivo di oltre 2 miliardi di euro, in aumento dell’1,5% nel 2018 (dati IRI, Rapporto Assalco-Zoomark 2019, canale Grocery + Petshop tradizionali + Catene). La categoria “alimenti per altri animali da compagnia”, invece, nel canale Gdo registra un fatturato di 13,4 milioni di euro: di questi, il 29,8% è rappresentato dal comparto degli alimenti per roditori, che copre il 41,2% dei volumi.

Membri della famiglia Le famiglie italiane sono sempre più propense a prendersi cura dei pet: i dati rilevati da Euromonitor parlano di oltre 60,2 milioni di animali d’affezione nel 2018, tra i quali rientrano 1,8 milioni di piccoli mammiferi. «Come accade per i cani e i gatti - dichiara Claudio Sciurpa, amministratore delegato Vitakraft - anche i proprietari di questi piccoli animali tendono ormai a considerarli sempre più parte della famiglia, scelti soprattutto per una passione specifica, perché portano allegria, ma anche perché sono di più facile ge-

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MERCATO

La qualità del fieno…

Vita Verde Fieno dei pascoli alpini Vitakraft, ideale per tutti i roditori, è realizzato con erbe ricche di vitamine e minerali essenziali che favoriscono la digestione e il regolare consumo dei denti.

Il Menu per conigli nani Vital di Vitakraft è un alimento completo, ricco di vitamine, minerali e fibre e privo di coloranti, conservanti e zuccheri aggiunti.

A rilevare questo andamento è, ad esempio, Rita Giglioli, direttore marketing Gimborn Italia: «All’interno del vasto assortimento Gimbi di prodotti per piccoli mammiferi, i più performanti nell’ultimo anno sono stati i Fieni (l’alimento base per i mammiferi erbivori), di cui offriamo cinque varietà: Naturale, di Montagna, di Fleolo, alla Camomilla e con Petali di rosa e Menta aromatica». Un successo confermato, del resto, anche da Vitakraft: «Continuiamo a innovare questo segmento dichiara Claudio Sciurpa - attraverso una specializzazione della gamma, un ampliamento dell’assortimento e l’inserimento di varianti arricchite con fiori ed erbe profumate. Tra i nostri top sellers evidenziamo il Fieno dei pascoli alpini, che è la base alimentare per tanti coniglietti».

… e degli snack stione rispetto a pet di taglie più grandi. L’acquirente, oggi, è più informato e consapevole in merito alla nutrizione e alla cura del proprio “beniamino”, mostrando perciò una maggiore propensione all’acquisto di prodotti premium e superpremium, meglio se con caratteristiche funzionali e specifiche per specie e fasce di età, che possono garantire agli animali una vita sana e attiva».

Gli alimenti più performanti Analizzando il comparto degli alimenti per piccoli mammiferi - nonostante qualche segno di difficoltà mostrato, in particolare, dal segmento roditori - si riscontra, in effetti, un trend positivo soprattutto per le referenze più innovative e specializzate sia per quanto riguarda i prodotti completi - come i fieni - che quelli complementari, primi fra tutti gli snack.

Trend positivo anche per il comparto degli snack destinati ai piccoli mammiferi, che arricchiscono la loro alimentazione con proposte gustose. «Durante l’ultimo anno sono state particolarmente soddisfacenti le vendite della nostra nuova linea Gimbi Snack Plus - dedicata a conigli, cavie, cincillà, degu del Cile e gerbilli - e dei prodotti più classici, come la gamma Natural Delight (adatta a tutti i conigli e roditori), ricca di fibre grezze» sottolinea Rita Giglioli. Performance positive, inoltre, per gli snack Little One di Rinaldo Franco, «Sticks cotti al forno e disponibili in sette formulazioni: frutti di bosco, frutta e noci, riso soffiato e noci, verdure, frutta, fiori ed erbe e, infine, erbe di campo (che è la versione più alto vendente)» spiega il presidente Dan Franco.

Lo scaffale si arricchisce

La linea Snack Plus Gimbi è composta da sette referenze - a forma di dischetti, palline o cubetti - prive di cereali, conservanti artificiali, OGM, coloranti aromatizzanti e zuccheri aggiunti.

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Il Fieno di Montagna Gimbi, 100% naturale, è sottoposto a un processo di essiccazione ad aria calda per mantenerne inalterate vitamine e sostanze nutritive.

I player del settore sono costantemente impegnati nell’ampliare il proprio assortimento di alimenti completi e complementari, per rispondere efficacemente alle esigenze degli acquirenti. Numerose, per esempio, le novità lanciate negli ultimo anno da Gimborn, realizzate con ingredienti 100% naturali e vegetali: il Fieno di Montagna - ricco di erbe raccolte a mano provenienti dai pascoli della Foresta Nera tedesca e sottoposto a un processo di essiccazione ad aria calda, che consente di mantenerne inalterate vitamine e so-


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benefiche». Nuovo look anche per la linea Little One di Rinaldo Franco, «Alimento bilanciato realizzato con oltre 550 tipi di materie prime naturali accuratamente selezionate, interessato da una profonda revisione del packaging, che consente oggi un approccio più emozionale verso il consumatore grazie allo storytelling. Sulla confezione, inoltre, sono state aggiunte numerose informazioni utili e finalizzate a incentivare l’acquisto» racconta Dan Franco. Nei prossimi mesi, l’azienda ha in programma anche la presentazione di nuove

La linea 100% Bio di Croci, composta da mangimi naturali realizzati con materie prime provenienti esclusivamente da coltivazioni biologiche, soddisfa tutti i fabbisogni nutrizionali dei roditori.

stanze nutritive - e gli Snack Plus, una linea composta da sette referenze a base di ortaggi, frutta, fiori e senza cereali. A forma di dischetti, palline e cubetti, sono privi di OGM, conservanti artificiali, coloranti, aromatizzanti e zuccheri aggiunti. A partire da quest’anno, invece, saranno disponibili nei punti vendita alcune novità firmate Croci: «Il 2019 - dichiara Aurora Fantini, category junior home&small animals - è stato un anno di assestamento volto allo studio e alla ricerca di nuovi prodotti che verranno presentati nel

corso del 2020. Un’offerta diversificata rispetto a quella attualmente disponibile nel nostro catalogo».

Il pet food si rifà il look Non solo nuovi lanci. Durante il 2019, infatti, alcune aziende si sono concentrate sul rinnovamento di immagine delle proprie linee storiche: è il caso del Menu per conigli nani di Vitakraft che - spiega Claudio Sciurpa - «Ha visto il suo totale restyling grafico e la sua rinnovata formula con l’aggiunta di erbe

LA PAROLA ALLA DISTRIBUZIONE Anche analizzando il comparto dal punto di vista della distribuzione, il segmento degli alimenti per lagomorfi e roditori che risulta maggiormente in crescita è quello dei prodotti naturali e premium. Un andamento rilevato da Claudia Zanaboni, category manager specialty di Maxi Zoo: «Nel segmento food per piccoli mammiferi si punta al benessere animale, ponendo sempre più attenzione al trend del naturale. Un obiettivo che noi perseguiamo con nostri marchi esclusivi, dedicati a ogni esigenza dei piccoli pet: tra questi spicca il superpremium Real Nature (nel quale rientrano il Fieno Naturale e l’alimento pellettato per conigli e roditori in genere)». Oltre a puntare su un assortimento ampio e di qualità, i negozi specializzati continuano a migliorare la propria offerta relativa ai servizi messi a disposizione della clientela. «All’interno degli store Maxi Zoo - conclude Claudia Zanaboni - ci si può avvalere dell’assistenza degli addetti alla vendita formati dalla nostra Academy interna. Nel format XXL, in particolare, prevediamo anche la presenza di personale dedicato al reparto degli animali vivi, attento alla loro cura e al loro benessere, anche grazie al supporto di veterinari associati e collegati ai singoli store. Un altro servizio è la garanzia “Dalle migliori mani in mani migliori”, che impone severi standard di qualità sin dalla scelta dei fornitori».

La linea superpremium Real Nature di Maxi Zoo - di cui fanno parte anche il Fieno Naturale e il Mangime pellettato - è realizzata con ingredienti 100% naturali e altamente digeribili.

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MERCATO

La linea Little One di Rinaldo Franco è composta da mangimi, snack, stick e biscotti realizzati con ingredienti naturali. Tra le novità, l’offerta premium Green Valley, che comprende tre formule contenenti 60 varietà di erbe di campo.

linee per il food roditori.

L’innovazione al servizio dei pet Il lancio di referenze e il perfezionamento di formule già esistenti dimostrano come le aziende produttrici di pet food continuino a maturare un’esperienza sempre maggiore nell’ambito della nutrizione, ampliando la propria offerta di alimenti equilibrati e realizzati con ingredienti che forniscano tutti i nutrienti necessari agli animali. Per questo aumentano gli investimenti nell’innovazione, così come in ricerca e sviluppo. «Il mercato - conferma Aurora Fantini - è in continua evoluzione, gli acquirenti sono sempre più consapevoli delle loro scelte e il processo decisionale è sempre più complesso, ma anche focalizzato su prodotti con determinate caratteristiche. È, dunque, fondamentale per noi di Croci offrire un prodotto premium, il più possibile naturale». Stessa filosofia per Gimborn, le cui innovazioni si basano su una profonda comprensione delle specifiche esigenze degli animali e dei loro proprietari: «Nel comparto lagomorfi e roditori - afferma Rita Giglioli - questo si concretizza nella scelta di Gimbi di studiare a fondo le differenze di ogni specie. I nostri piccoli amici hanno carattere, abitudini ed esigenze a volte simili e a volte molto diverse: abbiamo, quindi, scelto di proporre sempre la massima qualità degli ingredienti, individuando quelli più adatti a ciascuna specie». Innovare, infine, è la parola chiave di Rinaldo 24

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Franco, che ha arricchito il proprio assortimento pet food per conigli e roditori con la linea premium Little One Green Valley, caratterizzata da tre formule con 60 erbe di campo, realizzate con un processo di estrusione a freddo per una migliore conservazione delle proprietà nutritive degli alimenti.

tendo la massima sicurezza e freschezza» commenta Dan Franco. Per soddisfare l’esigenza di un’alimentazione più salutare, infine, Gimbi si avvale di un rigoroso sistema di gestione del processo produttivo e ha deciso da tempo di percorrere la strada del grain free: tutti i nuovi snack, infatti, sono totalmente privi di cereali.

Una scelta consapevole e salutare L’attenzione all’alimentazione da parte dei proprietari denota un maggiore senso di responsabilità e dedizione nei confronti dei propri animali d’affezione, che si traduce nell’essere più esigenti sulla qualità degli alimenti scegliendo sempre più spesso prodotti salutari e biologici. «In risposta a questa tendenza - sottolinea Aurora Fantini - noi di Croci abbiamo introdotto già nel 2017 la linea 100% Bio, composta da alimenti naturali per conigli, porcellini d’India e cincillà, che soddisfano tutti i loro fabbisogni nutrizionali grazie a materie prime provenienti esclusivamente da coltivazioni biologiche». Rinaldo Franco risponde, invece, a tale esigenza con la linea funzionale Little One, le cui referenze sono adatte anche ai piccoli mammiferi erbivori che soffrono di sovrappeso o che hanno particolari esigenze alimentari, perché formulate con un basso livello di grassi. «Tutti gli ingredienti e le materie prime di questa linea sono accuratamente selezionati e controllati da un reparto qualità nonché conservati sottovuoto, garan-

Una produzione ecofriendly Se, da un lato, l’attenzione delle aziende del comparto è fortemente rivolta al benessere animale, dall’altro continua a essere sempre più rilevante anche l’impegno nei confronti dell’ambiente. Cresce, infatti, l’attenzione verso la sostenibilità in tutte le sue accezioni, all’interno di un settore che attribuisce alla Responsabilità Sociale d’Impresa un valore fondamentale. Sono molteplici, in particolare, gli investimenti in attività produttive ecosostenibili, che garantiscano il minor impatto possibile sul territorio e mirino alla conservazione delle risorse naturali: è il caso di Gimborn che dichiara Rita Giglioli - «Implementa costantemente misure volte al risparmio energetico e ha introdotto, a partire dal 2015, un sistema di gestione dell’energia certificato dalla Dekra Certification GmbH». Sensibilità green anche per Rinaldo Franco, impegnata nel miglioramento dell’ecosostenibilità dei propri prodotti, in un’ottica di riduzione di impiego delle plastiche e di proposta di referenze a minor impatto ambientale. ●


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FOTO: STEVE BUISSINNE - PIXABAY

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MARKETING GESTIONALE

CONSIGLI PER MISURARE IL NUMERO DI VISITE CHE LE CAMPAGNE ON-LINE GENERANO A FAVORE DEL NEGOZIO FISICO Fabrizio Vallari Giornalista e docente di Fondamenti di marketing e cultura d’impresa

O

ggigiorno i consumatori sono i principali player del mondo on-line. “Essere connesso” non significa semplicemente avere l’accesso a Internet dal proprio telefono cellulare, bensì una rivoluzione del vivere quotidiano che passa soprattutto attraverso l’uso dello smartphone in numerose situazioni sia nella sfera privata sia sociale e lavorativa. In questo scenario, le forme di acquisto sono cambiate: si cercano prima informazioni on-line sui motori di ricerca, si leggono opinioni e recensioni di altri consumatori e si passano in rassegna le migliori offerte sui principali siti di e-commerce italiani e internazionali. La customer journey combina oggi in modo naturale le visite ai negozi fisici tradizionali con le indagini on-line. Secondo Google, infatti, l’80% dei compratori che visitano un negozio hanno effettuato prima ricerche on-line per raccogliere informazioni al riguardo. Come ha sintetizzato David Meerman Scott, economista statunitense, specializzato in marketing e strategie di vendita: “Il web marketing permette di fornire

LE CAMPAGNE DRIVE TO

STORE

contenuti utili nel preciso momento in cui la persona li sta cercando”.

Chi acquista integra canali fisici e digitali La recente ricerca “Osservatorio Multicanalità”, realizzata dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Nielsen, evidenzia come otto italiani su dieci siano oggi consumatori multi-canale e il 53% di essi utilizzi servizi di shopping on-line. Nel 2019, sono 43,9 milioni gli individui che usufruiscono di servizi di e-commerce o per i quali il digitale ha un ruolo nel proprio percorso di acquisto, pari all’83% della popolazione italiana sopra i 14 anni. Fra i consumatori multicanale, quasi due terzi (27,8 milioni di individui) sono e-shopper ovvero persone che

utilizzano la rete in tutte le fasi del processo di acquisto mentre gli infoshopper, coloro che utilizzano il web soltanto per informarsi o nella fase successiva alla vendita ma non per concludere l’acquisto, sono 16,1 milioni, pari al 30% della popolazione italiana. Entrambi i gruppi navigano abitualmente nel web per cercare informazioni, confrontare prezzi, scegliere i punti vendita, condividere commenti positivi o negativi. Gli infoshopper tuttavia sono molto più cauti quando si tratta di acquistare prodotti che richiedono un pagamento anticipato (78% del campione), che non si possono vedere o toccare (80%) o senza avere un contatto diretto con il venditore (71%). “Ci troviamo di fronte a consumatori che vivono la multicanalità come PetTrend • Febbraio 2020

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FOTO: THOMAS ULRICH - PIXABAY

MARKETING GESTIONALE

tatto fondamentale e che l’interazione con essi avviene ovunque, a qualunque ora della giornata e da qualsiasi dispositivo. Per approfittare di queste evoluzioni, occorre affrontare la sfida della multicanalità nell’interazione con i consumatori rinnovando funzione e ruolo dei punti fisici di vendita integrandoli con i canali digitali”.

Indice delle visite incrementali

Strategie drive-to-store La nuova tendenza delle campagne di marketing del commercio al dettaglio

FOTO: PIXABAY

uno spazio integrato tra off-line e online. Gli individui ormai seguono percorsi di acquisto differenziati - sottolinea Giuliano Noci, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Multicanalità in relazione alle loro attitudini e ai prodotti di interesse e, nel contempo, cambiano comportamento in virtù del contesto in cui si svolge il percorso di acquisto. Dai risultati della ricerca emerge inoltre che anche per gli utenti più affezionati al negozio fisico i canali digitali sono diventati un punto di con-

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è quella di stabilire strategie drive-tostore il cui obiettivo è attirare traffico al negozio fisico attraverso i canali digitali come le piattaforme di social network (Facebook, Linkedin, YouTube, Instagram, Twitter), i motori di ricerca e i siti di e-commerce. Questo tipo di strategia omnicanale presuppone però un nuovo obiettivo: misurare correttamente le visite al negozio fisico generate dalle campagne on-line. È importante considerare che ci sono alcuni errori in cui si può cadere. Per esempio, non sempre il numero di click e/o impressions sono sinonimo di visita/acquisto in negozio. Inoltre bisogna saper distinguere tra visite naturali e incrementali. Tiendeo.it società leader in soluzioni drive-tostore per il settore retail - ritiene che una buona misurazione del traffico non sia un compito facile, però tenendo in considerazione alcuni parametri e grazie alle nuove tecnologie è possibile ottimizzare una campagna drive-tostore e realizzare a posteriori una corretta valutazione del rapporto costi/benefici.

È importante tener presente la differenza tra visite naturali e visite incrementali al negozio prima di cominciare a misurare i risultati di una campagna drive-to-store. Il cliente che visita quotidianamente un negozio non è lo stesso che lo visita come risultato di una campagna di digital marketing. Queste ultime visite implicano un costo e saperlo calcolare è una conditio sine qua non. L’indice di visite incrementali è uno degli indicatori più importanti da considerare quando si realizza un’analisi dei risultati di una campagna. Uno dei metodi più efficienti per farlo è applicare la metodologia di uplift. Tale metodologia - proposta dalla società S4M Italia con la sua piattaforma Fusio - si basa sulla comparazione del comportamento degli utenti esposti alla campagna con quelli non esposti. Il punto vendita deve in primis individuare un “gruppo di controllo” formato da clienti abituali non esposti alla campagna di digital marketing, selezionati in modo casuale. Questi clienti dovranno avere lo stesso profilo psicografico (età, sesso, zona di residenza, livello di reddito, stili di vita) di quelli che si vedranno impattati dalla campagna di digital marketing. Questo in-


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Ci sono molti dati che si possono ottenere e analizzare per misurare i risultati delle campagne di digital marketing e calcolare il Roi (return on investment). Una campagna drive-to-store deve essere in grado di fornire i seguenti Kpi (key performance indicator) che danno informazioni molto importanti sull’efficacia della stessa. • Visite naturali e incrementali al negozio • Cpv (costo per visita) e Cpivp (costo per visita incrementale) • Frequenza di visite al negozio durante la settimana o in giorni specifici • Tempo medio di permanenza nel negozio dei clienti • Distanza percorsa per raggiungere il negozio e ora e giorno con maggiore affluenza • Numero di contatti attraverso i canali digitali prima di effettuare una visita in negozio Queste informazioni aiutano a comprendere l’efficacia della campagna, scoprire i punti deboli della ubicazione dei negozi e la possibilità di reindirizzare il traffico - nel caso delle catene di petshop - dai negozi con maggiore rendimento a quelli con minore attrattiva da parte dei clienti. Un’analisi dettagliata e il più reale possibile permetterà di stabilire nuove priorità, rettificare obiettivi e moltiplicare il ritorno dell’investimento nel digital marketing per ottenere migliori risultati nelle campagne future.

Conclusioni In definitiva, una campagna drive-to-store che funziona, deve essere correttamente analizzata a posteriori. Solo così è possibile ottimizzare i risultati delle nuove campagne e incrementare il Roi. Per questo è fondamentale una revisione di tutti i parametri necessari per un funzionamento efficiente della campagna on-line, avere una base storica di comparazione, comprendere le differenze tra i principali termini del digital marketing e configurare i Kpi che si andranno ad analizzare a fine campagna. ●

FOTO: PIXABAY

QUALI DATI SI POSSONO ANALIZZARE?

dicatore mostrerà quindi la percentuale di incremento delle vendite dovuta alla “conversione” degli utenti esposti alla campagna di digital marketing (che passano così da clienti potenziali a clienti effettivi), rispetto al normale andamento delle vendite dei clienti abituali. Il tasso di incremento è il dato chiave che rappresenta il maggiore afflusso di visitatori in un punto vendita fisico, dimostrando così l’impatto reale della campagna e rassicurando il gestore del punto vendita sull’efficacia della stessa.

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FOTO: SVEN LACHMANN - PIXABAY

STUDI INTERNAZIONALI

UNA RICERCA CONDOTTA IN CALIFORNIA SPIEGA LE DIFFERENZE, IN TERMINI SOCIO-DEMOGRAFICI, FRA PROPRIETARI DI ANIMALI DA COMPAGNIA E NON-PROPRIETARI

CHI È IL

PROPRIETARIO DI PET?

D Marco Gorieri Divulgatore e semiologo

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ove vivono i proprietari degli animali di compagnia? Sono sposati? Passano più tempo in casa o al lavoro? Di che origine sono? Sono più donne o uomini? Queste e molte altre domande si sono posti i ricercatori di Rand Corporation, un organismo non-profit di analisi delle politiche pubbliche, e Ucla (University of California, Los Angeles), esplorando il campo delle differenze fra chi ha in casa uno o più

animali da compagnia e chi invece non ne possieda.

Una grande mole di informazioni La ricerca, dal titolo Exploring the differences between pet and nonpet owners: Implications for humananimal interaction research and policy (Analisi delle differenze fra proprietari e non-proprietari di animali di compagnia: implicazioni sulla ricerca e la politica delle interazioni uomo-anima-


FOTO: ALATYREN DA PIXABAY

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specifico dei cani e dei gatti, la ricerca rivelava inoltre che i caucasici ne possedevano rispettivamente tre e cinque volte di più rispetto a tutti gli altri gruppi etnici. All’opposto gli ispanici, gli asiatici e gli afro-americani che dichiararono di possedere un cane risultarono essere rispettivamente il 68%, 71% e 61% meno dei proprietari di etnia caucasica; sul fronte felino poi il rapporto fra questi tre gruppi e quello caucasico scendeva a oltre un terzo.

Composizione delle famiglie zoofile

le), condotta da Jessica Saunders, Layla Parast, Susan H. Babey e Jeremy V. Miles e pubblicata nel 2017 sulla rivista PLOS One, si è servita dei dati raccolti da un’enorme indagine tutt’ora in corso, il California Health Interview Survey o CHIS (Sondaggio sulla Salute Californiana). Iniziato nel 2001, si tratta del più grande e completo rilevamento sulla salute condotto su scala statale. L’inchiesta consiste di una serie di interviste telefoniche condotte in cinque lingue diverse, inglese, spagnolo, cinese, vietnamita e coreano, a cittadini californiani selezionati a caso (RDD, Random-digit dial, rilevamento telefonico casuale), ottenendo un campione che si è rivelato estremamente rappresentativo della popolazione dello stato in termini di genere, etnia, composizione familiare e reddito.

I pet sono importanti in tante famiglie

caso dei gatti; un dato che non sembrerebbe essere un fattore determinante di differenza fra proprietari e non-proprietari, visto che fra questi ultimi risultarono essere coniugati circa il 60%. Quanto al genere, dal sondaggio emerse che le donne erano poco più degli uomini, 51% contro 49%, ma in particolare le proprietarie di gatti superavano i proprietari del 16% e quelle di cani dell’8%. L’età media dei pet owners infine si rivelò essere di 44,4 anni, anche qui un dato che non si discostava molto da quello dei non-proprietari.

Diversità fra gruppi etnici Quanto alla composizione etnica, la differenza si dimostrava notevole: i cittadini di etnia caucasica proprietari di animali erano il 52% contro un 26% di ispanici, 12% di asiatici, 6% di afroamericani e un 4% di altra etnia. Nello

Se entriamo nelle case dei californiani proprietari di pet che hanno risposto al sondaggio sappiamo già che il 62% degli intervistati sono sposati, e scopriamo anche che il nucleo familiare si compone di una media di 3,3 individui, e va da un minimo di 1 (sic) a un massimo di 18. Poi apprendiamo che il 56% di chi possiede animali di compagnia ha una casa di proprietà, contro il 47% di chi non ne possiede e che vive in casa il 66% dei primi a fronte del 57% dei secondi. Inoltre, chi possiede una casa di proprietà sarà anche più facilmente proprietario di un cane, quasi tre volte di più di chi non ce l’abbia, mentre i proprietari di casa con gatti saranno circa il 60% in più rispetto a chi vive in affitto.

I sobborghi sono più popolati di pet Dall’indagine risulta che la percentuale di chi lavora a tempo pieno è circa del 57% nella prima categoria mentre per l’altra il numero scende al 54%. Ancora, fra i proprietari di pet un 32% degli intervistati ha un coniuge con un impegno lavorativo full time, mentre tale percentuale si ferma al

FOTO: STOCKSNAP - PIXABAY

Possiede un cane o un gatto? Ecco una delle domande che gli intervistati si sono sentiti porre fra le molte altre di ordine più specificamente demografico e socioeconomico o legate al tema della salute. Dalle risposte risultava che circa la metà delle persone viveva con un animale familiare, che per il 26% di questi era un cane, per il 22% un gatto, mentre il 9% li possedeva entrambi. Le indagini rivelavano inoltre che fra i proprietari di animali di compagnia vi erano più persone sposate che single, attorno al 62% per la precisione, nella fattispecie un buon 34% in più nel caso di cani e un 8% nel PetTrend • Febbraio 2020

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FOTO: PEXELS - PIXABAY

STUDI INTERNAZIONALI

Un altro fattore degno di attenzione sembra essere quello anagrafico: infatti dall’indagine si scopre che la possibilità di possedere un gatto diminuisce al crescere dell’età. Infine, e l’abbiamo visto poc’anzi, fra gli intervistati i proprietari di felini appartenenti al gruppo etnico caucasico risultarono essere cinque volte tanto quelli facenti parte di altri gruppi.

Conclusioni

29% nel caso degli altri. Restando in ambito lavorativo, il sondaggio rivelava poi che gli occupati a tempo pieno in possesso di un cane o di un gatto lavoravano una media di circa 26 ore alla settimana, contro le 24 dei nonproprietari e che tutti i componenti della famiglia erano occupati full time nel 40% dei nuclei familiari dei primi a fronte del 38% dei secondi. Quanto alla distribuzione demografica sul territorio, le aree urbane sembrerebbero maggiormente popolate di non-proprietari, mentre le famiglie di pet owner preferirebbero risiedere in periferia o in un contesto rurale, come è soprattutto il caso di chi possieda sia cani che gatti. Un dato infine colpiva particolarmente l’attenzione: le famiglie in possesso di animali risultavano avere un reddito annuale superiore alle altre, e tale differenza cresceva ancor più nel caso dei proprietari di cani.

A proposito dei proprietari di cani Dallo studio appariva evidente un’ulteriore distinzione, quella fra dog owners (proprietari di cani) e nondog owners, e conseguentemente si è potuto tracciare un profilo tipico, per non dire ideale, dei proprietari di cani. Si tratta per lo più di persone sposate, e in genere, anche qualora non lo siano, di donne, di etnia caucasica, età più giovane rispetto agli altri, che vivono preferibilmente fuori città in una casa di loro proprietà, godono di buona salute, comunque migliore della media e percepiscono un miglior reddito annuale rispetto a chi non possegga un cane. Nel nucleo familiare

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del nostro dog owner medio tutti lavorano full time e più ore alla settimana rispetto alle altre famiglie, e possibilmente i proprietari di cani avranno anche un coniuge impiegato a tempo pieno.

Le signore preferiscono i gatti Dall’approfondimento dei dati statistici si evidenzia infine che, benché il profilo del tipico proprietario di gatti si avvicini a quello di chi abbia un cane, vi sono alcune eccezioni. Per prima cosa lo studio rivela che è più probabile che un gatto si accasi presso una donna single, precisamente il 25% in più degli altri, mentre gli uomini non coniugati tendono ad accompagnarsi meno a felini rispetto a quelli sposati.

L’interpretazione dei dati raccolti dal sondaggio del CHIS da parte dei nostri ricercatori di Ucla porta a concludere che fra i proprietari di animali da compagnia circa un quarto possiede un cane, un quarto un gatto e quasi il 9% vive con entrambi. Che i pet owners differiscono dai non-proprietari quando si prendano in considerazioni variabili socio-demografiche come l’età, il genere, l’etnia, il reddito, il nucleo familiare, lo stato matrimoniale, l’occupazione e la residenza. Si è dunque tratta la conclusione che in linea generale i proprietari di animali tendono a essere donne single o persone sposate, d’età più giovane della media, di etnia caucasica, con un reddito superiore, residenti in case di proprietà situate preferibilmente in periferia o fuori città e appartenenti a famiglie in cui ognuno ha un impiego a tempo pieno. In particolare si è scoperto che chi possiede un cane più probabilmente avrà una casa in proprietà e un reddito annuale maggiore, e che i proprietari di cani e gatti tendono a vivere in nuclei familiari più numerosi. ●

LE FONTI Exploring the differences between pet and non-pet owners: Implications for human-animal interaction research and policy, Jessica Saunders, Layla Parast, Susan H. Babey, Jeremy V. Miles, PLOS ONE, Edited by Meghan Byrne, vol. 12, issue 6, p. e0179494 Results of the 2006 AVMA survey of companion animal ownership in US petowning households, Shepherd AJ, Journal of the American Veterinary Medical Association. 2008; 232 (5): 695-6. pmid: 18312174 California Health Interview Survey. Technical Paper No. 1: The CHIS 2001 Sample: Response Rate and Representativeness, Los Angeles, CA: UCLA Center for Health Policy Research, 2003. California Health Interview Survey CHIS 2003 Methodology Series, Los Angeles: UCLA Center for Health Policy Research, 2005. The California Health Interview Survey 2001: translation of a major survey for California’s multiethnic population, Ponce NA, Lavarreda SA, Yen W, Brown ER, DiSogra C, Satter DE. Public Health Reports. 2004; 119 (4): 388. pmid: 15219795 Exploring nonresponse bias in a health survey using neighborhood characteristics, Lee S, Brown ER, Grant D, Belin TR, Brick JM. Am J Public Health. 2009; 99 (10): 1811. pmid: 19696379


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GLUPACUR®, FINALMENTE ANCHE IN COMPRESSE! Pratiche compresse di Glupacur® affiancano da oggi gli stick orali, per rispondere al meglio alle particolari necessità dei cani di taglia media, grande e gigante in caso di osteoartrite

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a oggi Glupacur® è disponibile anche in pratiche compresse appetibili e divisibili in quattro parti. Questa nuova forma, che si affianca agli stick orali, viene incontro alle particolari necessità dei cani di taglia da media a gigante. Assicura infatti una maggior precisione della quantità giornaliera da somministrare ai cani ad elevato peso corporeo, abbinata alla semplicità di somministrazione e all’elevata appetibilità delle compresse. Glupacur® è l’alimento dietetico complementare, indicato per il supporto del metabolismo articolare di cani e gatti in caso di osteoartrite. È l’unico prodotto contenente PGA-cur: una sostanza innovativa, frutto della più avanzata ricerca scientifica nel settore di aliamidi ed endocannabinoidi. Si tratta di un composito in cui la PGA (palmitoilglucosamina), aliamide analoga alla PEA (palmitoiletanolamide), viene sottoposta ad un processo di micronizzazione con la curcumina, in rapporto 2:1 e dimensione particellare compresa tra 0,6 e 10 micron. Caratteristiche esclusive e brevettate a livello internazionale, che migliorano l’assorbimento e la biodisponibilità delle due sostanze, e ne aumentano in maniera sinergica l’attività contro le principali alterazioni del metabolismo articolare in corso di osteoartrite. Studi pubblicati sulle migliori riviste scientifiche referate hanno dimostrato che PGA-cur è in grado di svolgere da solo tre azioni fondamentali per il supporto del metabolismo articolare in corso di osteoartrite: 1) riduce la perdita di 36

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glicosaminoglicani nella cartilagine (condroprotezione); 2) riduce i metaboliti pro-infiammatori e i radicali liberi (effetto antiossidante); 3) mantiene la soglia del dolore a livelli fisiologici. Un recentissimo studio clinico multicentrico, condotto su ben 181 cani affetti da osteoartrite, ha dimostrato che la supplementazione dietetica di Glupacur® per due mesi migliora: 1) l’attività motoria, valutata in base alla capacità del cane di eseguire movimenti quotidiani, tra cui camminare, correre, saltare, sdraiarsi o alzarsi da seduto e dopo riposo; 2) i segni comportamentali di sofferenza, rilevati dal proprietario in base alle alterazioni di comportamento legate al dolore cronico del cane, tra cui livello di attività generale, appetito e voglia di giocare; 3) la qualità di vita, basata sul grado di soddisfazione del proprietario nei confronti del trattamento ricevuto. I risultati dello studio verranno presentati in anteprima al prossimo Milano VetExpo 2020. Glupacur® Compresse è disponibile in confezioni da 30 cpr e 200 cpr, e va ad affiancarsi a Glupacur® Stick indicato per gatti e cani fino agli 8-10 kg di peso corporeo (taglia medio-piccola). Info dettagliate nella sezione “Prodotti” di www.innovet.it ●


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E-COMMERCE

SOSTENIBILITÀ E ULTIMO MIGLIO DELLA LOGISTICA: LA BATTAGLIA DELLE VENDITE ONLINE SI GIOCA QUI

L’E-COMMERCE

FOTO: PIXABAY

ECOLOGICO

E-commerce specialist e divulgatrice Si ringrazia l’autore per le infografiche fornite

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tando alla ricerca E-commerce Packaging Survey promossa dalla Dotcom Distribution già nel 2013, il 60% dei consumatori ritiene che sia importante, o molto importante, che l’imballaggio di un prodotto sia “sostenibile”. Il fattore ecologico diventa un incentivo per la maggior parte dei consumatori nel fare un acquisto da un rivenditore rispetto a un altro. Cinque anni dopo, da una ricerca Netcomm del 2018 sul tema packaging nell’e-commerce emerge che il

90% delle aziende intervistate è convinta che l’intera filiera del packaging avrà molta più attenzione nei confronti della sostenibilità ambientale.

L’ambiente è un must È quindi del tutto evidente che in pochi anni il tema ambientale sia diventato di primario interesse sia per gli acquirenti che per i venditori, complice l’informazione sempre più approfondita sui rischi di un immobilismo nei confronti del problema. Se da un lato il fatto di non esporre su uno scaffale di negozio i prodotti venduti online può rendere più funzionale alla spedizione il packaging, evitando così l’imballaggio secondario, ovvero il doppio imballo, dall’altro l’enorme nu-

mero di pacchi spediti ogni giorno solo in Italia rischia di mettere al collasso il sistema distributivo aumentando di molto l’inquinamento derivante dalla circolazione di mezzi commerciali pesanti non sempre ecologici.

DATI NETCOMM 2018

SILVIA BOSIO

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FOTO: MOHAMED HASSAN DA PIXABAY

E-COMMERCE

Consegne più precise Non solo imballaggi ridotti al minimo, riciclati e riciclabili aiutano l’ambiente. Uno dei driver che da sempre guida le strategie di chi si occupa di e-commerce è la facilità di consegna. Consegne riuscite al primo tentativo significano costi di gestione più bassi per le aziende e clienti più soddisfatti che saranno quindi più propensi al riacquisto. Oggi, a questo si aggiunge il tema sempre più sentito della sostenibilità ambientale: più che in passato impegnarsi per evitare sprechi dovuti alla necessità di effettuare più tentativi di consegna è un dovere sia del merchant che dei clienti.

Più attenzione alla qualità dell’imballaggio Qualità e varietà dei servizi di consegna sono centrali nelle scelte di

UN ESEMPIO VIRTUOSO TerraCycle è una società inglese che si occupa del recupero di rifiuti tipicamente difficili da riciclare. Tra questi ci sono gli imballi dell’alimentazione per gli animali. Sacchetti per le crocchette, bustine per l’umido e lattine spesso non sono facili da riciclare in quanto composte da vari strati di materiali uniti insieme che ne rendono difficile il riconoscimento e quindi la scelta giusta per il conferimento come rifiuto. La conseguenza è che questi rifiuti vanno ad aumentare la quantità di non riciclabile, finendo negli inceneritori o peggio ancora in mare. L’innovazione di TerraCycle, che opera da circa 20 anni nel Regno Unito, è quella di offrire programmi di riciclaggio gratuiti finanziati dalle marche, dai produttori e dai rivenditori. Grazie a questo innovativo modello di business che rende virtuose le aziende partner agli occhi dei consumatori, TerraCycle sta eliminando l’idea di rifiuti non recuperabili. L’azienda collabora con singole persone o famiglie attente alla sostenibilità, nonché con le principali società di prodotti di consumo, i rivenditori, i produttori, i comuni e le piccole imprese in 20 diversi paesi (purtroppo non ancora in Italia). Grazie a queste partnership TerraCycle è in grado di dirottare tonnellate di rifiuti dalle discariche ai propri stabilimenti di riciclaggio.

acquisto per il 75% dei consumatori. Nonostante restino sempre molto importanti l’esperienza di acquisto online semplice e veloce (80,9% degli intervistati) e i prezzi migliori dei prodotti (79,2% degli intervistati), seguiti dalla conoscenza e dall’affidabilità di chi offre il prodotto (77,6%), dalla qualità e dall’ampiezza dei servizi di consegna (72,1%), e dalla facilità del reso (69,9%), cresce l’attenzione rivolta alla qualità dell’imballaggio e in particolare la sua sostenibilità ambientale.

Aumenta la circolazione dei veicoli commercali Nel 2018 sono state 230 milioni le

consegne effettuate in Italia per gli acquisti online. Se da un lato per effettuare un acquisto online non serve uscire di casa e salire in macchina, dall’altro si contribuisce a un aumento incontrollato dei mezzi circolanti per le consegne che, come abbiamo visto, spesso falliscono al primo tentativo e devono quindi essere riprogrammate. Un veicolo commerciale pesante inquina dieci volte di più di un’auto, non è quindi difficile capire l’impatto ambientale di questo modello di distribuzione.

Alcune soluzioni possibili Cosa fare allora se da un lato le vendite online aumentano e dall’altro è necessario difendere l’ambiente? Ecco tre suggerimenti utili: 1) ripensare i modelli distributivi prevedendo dei punti di raccolta condominiali che permettano una sola consegna cumulativa; 2) investire in veicoli elettrici per le consegne nelle grandi città; 3) facilitare la restituzione dei resi, offrendo la possibilità di riconsegnare i prodotti in un punto vendita e completare lì la procedura di reso. ●

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CANI DI RAZZA

MUSCOLI, ARMONIA E COMPATTEZZA SI UNISCONO A CORAGGIO, DOLCEZZA E DEVOZIONE VERSO LA FAMIGLIA

STAFFORDSHIRE BULL TERRIER

N

ella seconda metà dell’Ottocento, gli allevatori inglesi iniziarono a incrociare i possenti bulldog con alcune razze di terrier, con l’obiettivo di snellire il proprio cane da lavoro, renderlo più agile e potenzialmente più offensivo. In particolare, scelsero quelli che, all’epoca, venivano chiamati white terrier: cani decisamente più leggeri e veloci rispetto ai “bull”, ma agili e utili sia per la difesa sia per la caccia. Si cercava un cane forte, resistente e massiccio come un bulldog, ma reattivo, scattante e rapido nell’esecuzione. La nuova razza era destinata al combattimento tra cani e con altri animali allo scopo di alimentare le scommesse e lo spettacolo nelle arene. I primi staffordshire vennero impiegati anche per la caccia ai ratti che infestavano le città. Grazie ad aggressività e spiccate doti atletiche, i risultati degli incroci si diffusero in tutto il Regno Unito e in particolare nella contea dello Staffordshire, zona ricca di miniere infestata dai ratti.

Nicolas Patrini Psicologo, educatore cinofilo Servizio fotografico di Tommaso Urciuolo

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CANI DI RAZZA

La definizione dello standard Il primo sommario standard di razza venne redatto in Inghilterra nel 1904 a opera di Jack Bernard, ma è solo nel 1935 che fu fondato il primo Club ufficiale. Fatto quest’ultimo rivelatosi fondamentale per dare inizio a un allevamento più serio e a una selezione di soggetti non solo potenti e aggressivi ma anche equilibrati e caratterialmente stabili. La stesura di un nuovo standard chiarì le linee guida che ogni allevatore era tenuto a seguire, portando alla creazione del Challenge Certificate, un documento richiesto per partecipare alle esposizioni e competere nelle gare. Da quel momento in poi, lo “staffy” ebbe un incremento di popolarità, fino ad arrivare a oltre 5.000 iscrizioni sul libro genealogico del Regno Unito.

GIOCO E INTERAZIONE È bene pensare a un momento della giornata da dedicare al cane per permettergli di scaricare le energie accumulate: lunghe passeggiate, corse, momenti di gioco e attenzioni sono un buon modo per far sentire appagato lo staffordshire. In linea teorica è un cane che predilige il lavoro sinergico più che l’essere subordinato senza motivo. Un’altra cosa importante riguarda la socializzazione. Ogni cane, fin da cucciolo, necessita di entrare in contatto con i propri simili. In questo caso è bene scegliere con cura gli amici di gioco per fare in modo che la socializzazione proceda a escludere ogni tipo di aggressività tra conspecifici. Dal punto di vista dell’addestramento, si tratta di una razza estremamente rapida e intelligente. Queste caratteristiche possono però essere un’arma a doppio taglio e ben presto ci si accorge di come la perdita di attenzione verso il lavoro da svolgere sia repentina. Il miglior consiglio è quello di intervallare i momenti di educazione e di esercizio con quelli di svago e gioco. Anche il più duro dei lavori, se preso dal lato giusto, diviene un’occasione di scambio e divertimento, sia per il conduttore che per l’amico a quattro zampe.

Crisi e rinascita dello “staffy” Una battuta d’arresto nella diffusione della razza avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la popolazione degli staffordshire venne drasticamente ridimensionata. I pochi soggetti diedero il via al rilancio della razza dopo il conflitto, ma ci vollero anni prima che si riuscisse a continuare nella direzione scelta dalla selezione. Il lavoro fu affidato a pochi appassionati, che riuscirono a superare le difficoltà incontrate nelle riproduzioni. In Italia lo staffordshire conquistò po-

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polarità a partire dagli anni Settanta del secolo scorso e il numero delle iscrizioni nei libri genealogici crebbe di continuo. La razza ha avuto successo nel nostro Paese soprattutto come cane da compagnia. Infatti, difficilmente lo si vede al “lavoro”.

tratta di un cane di taglia media, ben proporzionato, muscoloso e agile. L’altezza al garrese varia dai 35,5 ai 40,5 cm; il peso, nei maschi, va dai 12,5 ai 17 kg, le femmine sono invece più contenute e si attestano tra 11 e 15,5 kg.

La morfologia

Il carattere

Se guardato nel suo complesso, lo staffordshire è un cane che, prima di tutto, esprime forza e potenza malgrado una mole decisamente contenuta. Si

Non si tratta di un cane aggressivo. Tuttavia, essendo stato selezionato a lungo per la guardia, la caccia e il combattimento, lo staffordshire bull


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terrier ha una serie di caratteristiche che lo rendono tanto un compagno fedele e affettuoso, quanto un “brutto cliente” se ci si rapporta con lui non tenendo conto del carattere e delle sue peculiarità. Oggi la razza è scelta per la compagnia, ruolo nel quale si rivela dolce e paziente, mai mordace e aggressiva. Con i membri della famiglia lo staffordshire è un cane leale,

fedele e paziente, anche se necessita di una buona educazione di base e di un conduttore che sappia dimostrarsi un punto di riferimento. Tendenzialmente instaura un rapporto di profondo affetto con tutti, è un gran giocherellone e tollera con grande pazienza i più piccoli, ma si relaziona in particolare con colui che individua come umano di riferimento. Se ben educato

LO STANDARD DI RAZZA Testa: cranio profondo e con stop marcato; la regione del muso è caratterizzata da un tartufo nero e, sotto a una canna nasale corta, ci sono mascelle forti, denti larghi e con regolare chiusura a forbice, ovvero con i denti superiori che si sovrappongono, a stretto contatto, agli inferiori e sono impiantati perpendicolarmente alle mascelle; le labbra dello staffy sono aderenti e tenute da muscoli delle guance pronunciati. Occhi: preferibilmente di colore scuro, ma possono in alcuni casi essere in armonia con la tinta del mantello. Orecchie: a rosa o semierette, ma mai grandi o pesanti. Groppa: collo piuttosto corto e muscoloso, dal profilo netto che va gradatamente allargandosi man mano che si procede verso le spalle; il corpo, nel suo complesso, è compatto; la linea superiore è orizzontale. Torace: largo e con sterno profondo, costole ben cerchiate. Busto: definito dalla massa muscolare, sempre ben visibile. Coda: di lunghezza media, attaccata bassa; si assottiglia verso la punta e non dovrebbe essere portata arrotolata. Arti: dritti, piuttosto distanziati a causa di un corpo tozzo; le quattro zampe hanno anch’esse una muscolatura ben visibile; i piedi sono forti, di media grandezza e con buoni cuscinetti. Movimento: l’andatura è libera, potente e agile; nel movimento non dà alcuna impressione di sforzo; gli arti si muovono paralleli, se visti da davanti o dietro. Mantello: il pelo è liscio, corto e fitto; i colori possono essere rosso, fulvo, bianco, nero, tigrato o blu; ciascuno di questi può essere combinato con il bianco; i colori nerofocato o fegato sono indesiderati dallo standard di razza.

e non istigato all’uso della forza, è un cane capace di mettere la propria tempra al servizio delle persone amiche. Doti quali coraggio, determinazione e potenza atletica non devono mai essere canalizzate verso attività che stimolino l’aggressività, poiché il livello di attivazione di questo terrier è elevato, così come notevole è la sua testardaggine. Il conduttore ideale è quello che, con pazienza e mai con la forza, insegna al proprio staffy a canalizzare l’esuberante energia di cui dispone.

Non ama la solitudine Lo staffy non ama stare per troppe ore da solo; ama invece le attività all’aria aperta e si dimostra uno straordinario atleta, pronto a seguire il proprietario ovunque e senza particolare sforzo. Da questo punto di vista gioca un ruolo fondamentale la tendenza della razza all’essere morbosamente attaccata a chi si prende cura di lui. Una parte fondamentale dell’educazione dovrà favorire la capacità di passare del tempo soli, senza manifestare comportamenti che hanno più a che fare con l’ansia che con la solitudine. Tra le necessità dello staffordshire c’è senza dubbio quella di avere uno spazio proprio, dove sentirsi al sicuro e senza alcuna tensione. Per questo motivo è bene non posizionare la cuccia davanti alla porta di ingresso o in punti strategici della casa dove il cane sentirà la responsabilità di vigilare sull’ambiente. ● PetTrend • Febbraio 2020

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FOTO: MELI1670I - PIXABAY

COMPORTAMENTO

È CATTIVO, HA PAURA, È TROPPO AGITATO? ECCO TRE CASI REALI PER CAPIRE COSA SI NASCONDE DIETRO IL COMPORTAMENTO MORDACE DEL CANE

SE

MORDE COSA

FACCIO? Franco Fassola Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale Medico Veterinario Esperto in IAA Master in Counseling Sistemico Relazionale Past President SISCA Presidente AIRS Direttore SIACr Responsabile del Servizio di Medicina Comportamentale Istituto Veterinario di Novara fassola@medicinacomportamentale.com www.medicinacomportamentale.com

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P

er il cane l’atto mordere rientra nel bagaglio naturale delle possibili e necessarie azioni da compiere per affrontare l’ambiente circostante. Oltre a essere fondamentali per nutrirsi, spesso i denti vengono usati come strumento di indagine per capire meglio con che cosa si ha a che fare e a volte il cane li impiega anche per difendersi. Il tema che vogliamo affrontare è proprio questo: perché a volte,

nonostante per noi umani non vi sia alcun motivo per sentirsi in pericolo e difendersi, il cane morde? Va subito detto che, anche se a volte questo comportamento può apparirci ingiustificato, il cane non morde mai senza una ragione per lui significativa. Il problema va quindi affrontato con attenzione e competenza per essere risolto con adeguato percorso terapeutico a opera di un Medico Veterinario


FOTO: FREEGR - PIXABAY

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suto in campagna, senza molti contatti con le persone, a eccezione dei proprietari e degli altri animali. La famiglia è composta da padre, madre e due figli adolescenti; molti ospiti frequentano la casa. Il giardino, sebbene a disposizione di Camilla, è frequentato dai ragazzi e dai loro gli amici che coprono la cagnolina di attenzioni: Camilla però non è abituata alle persone e avrebbe bisogno di tempi lunghi per fare conoscenza e accettare le coccole. Nei primi tempi la cagnolina fuggiva e cercava un luogo appartato, poi ha scoperto che ringhiando o mordendo le mani degli ospiti viene lasciata sola e così si comporta. Quando un estraneo si avvicina a Camilla, lei ringhia e arretra e poi si avventa e morde la mano di chi cerca di accarezzarla.

Aggressività come mezzo, emozioni come messaggio Esperto in Comportamento Animale. Al fine di rendere più fruibile questo scritto partiremo da tre casi realmente accaduti. Parleremo di Tato, Pippo e Camilla e di ciò che è accaduto a causa della loro mordacità e di come è stato affrontato il problema.

Quando morde un membro della famiglia Tato è un cane di tre anni, di grossa taglia, adottato a cinquanta giorni e proveniente da una cucciolata nata in casa. Nella famiglia adottiva ha creato un rapporto stretto con la figlia. Il problema è che ringhia e morde il padre della ragazza, ma solo quando lei è in casa. Il cane ha tutto l’appartamento e il giardino a disposizione, ha cucce dove dormire, sale sul letto e sul divano, mangia due volte al giorno. Solitamente Tato resta con il padre al mattino senza essere aggressivo e anche fuori casa è affettuoso e giocherellone. Quando però la figlia è a casa il cane sta sempre vicino a lei e, se il padre si avvicina, Tato ringhia e lo morde, a volte anche in modo severo. I primi episodi di aggressività compaiono verso l’anno di età e poi diventano quotidiani ripetendosi in varie situazioni, solo l’intervento della figlia consente al padre di muoversi per casa. Di notte Tato dorme in cucina con l’ambiente chiuso a chiave, per evitare che aggredisca il padre se si sveglia di notte.

Se morde nell’eccitazione del gioco Pippo è un meticcio maschio di circa dieci mesi, adottato all’età di un mese. Rimasto in famiglia per circa un mese e mezzo, Pippo passava la maggior parte del tempo chiuso in una gabbia, stuzzicato perdipiù da dei bambini che lo coinvolgevano anche in giochi di lotta a cui il cane reagiva saltando addosso e mordicchiando, non riuscendo a calmarsi quando i bimbi volevano smettere. Per questo motivo è stato portato in canile dove, dopo un breve soggiorno, è stato adottato da una famiglia di due persone adulte. Pippo però ripete il comportamento appreso, riuscendo a rilassarsi solo quando è chiuso in un box con una cuccia e con una zona ampia a sua disposizione. Pippo viene portato spesso a passeggio in campagna, ma quando incrocia un altro cane si agita, abbaia e cerca di andare verso l’altro cane, anche con atteggiamento aggressivo. Al momento della visita Pippo ha quasi dieci mesi e quando gioca con la proprietaria mordicchia, salta addosso e ringhia se trattenuto. A volte morde senza fare male ma la signora teme che Pippo possa diventare mordace.

A volte non ama essere accarezzato troppo Camilla è una femmina di circa un anno, nata in famiglia e adottata all’età di cinque mesi. Ha sempre vis-

I tre cani di cui abbiamo parlato hanno tutti ringhiato e morsicato una o più persone: Tato ringhia e non lascia che il padre si avvicini alla figlia; Pippo è un giocherellone ma, se si eccita troppo, pizzica le mani; Camilla, cagnolina timida e schiva, ama i suoi proprietari e le persone in genere ma ha troppa paura e, se viene invaso il suo spazio o si cerca di toccarla, morde. Le situazioni descritte sono diverse, ma con un denominatore comune: l’aggressività come forma per comunicare un’emozione. Le emozioni prevalenti sono: rabbia, tristezza, gioia, sorpresa, attesa, disgusto e accettazione. Tato prova rabbia per la presenza dell’uomo quando è con la sua proprietaria. Pippo vuole giocare, correre, saltare addosso, non si contiene e si eccita, e si sorprende: non capisce perché la persona con cui gioca cerca di trattenerlo, lo invita a restare calmo, lo schiaccia a terra quando lui vorrebbe saltare, lui sa solo comunicare con la bocca, mordicchia e alla fine pianta i denti. Camilla ha paura. È contenta di vivere in una famiglia che la ama, ma non è abituata a tutte queste attenzioni, non sa se la mano che si allunga le darà una carezza o una percossa perché non è in grado di leggere il comportamento delle persone non avendo famigliarità con gli umani.

Cosa vuol dire questo ringhio? Il ringhiare del cane è un avvertimento, infatti ci sta dicendo: non graPetTrend • Febbraio 2020

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COMPORTAMENTO

vamente il Mveca o l’IR interagiscono con il cane e chiedono alle persone di relazionarsi anch’esse col pet compiendo dei semplici esercizi. Il Mveca, al termine dell’intervista con i proprietari e dopo aver osservato il comportamento del cane e delle persone che vivono con lui, illustra: 1) il tipo di terapia; 2) momenti in cui si articola il percorso terapeutico; 3) i tempi per il miglioramento.

La terapia La terapia comportamentale, in un caso in cui il cane ha un compor-

tamento aggressivo vede, sempre, la prescrizione di misure di sicurezza (vedi Box) e la terapia cognitivo-relazionale, ovvero le indicazioni per variare la relazione all’interno del gruppo e la spiegazione della comunicazione tra uomo e cane. A seconda della gravità del caso e della valutazione del rischio, il Mveca prescrive farmaci psicotropi, feromoni, nutraceutici, terapie naturali (fiori Australiani, oli essenziali, fitoterapici) e omeopatici. Questi prodotti possono essere prescritti singolarmente o in associazione, a giudizio del terapeuta. ● FOTO: SKEEZE - PIXABAY

disco questa situazione, fermati e io non ti mordo. Il cane che ringhia, drizza il pelo lungo la colonna vertebrale tiene la coda dritta e le orecchie dritte, cercando di apparire più grande di quello che è per trasmette sicurezza e forza. Se ringhia e poi morde per paura assume una postura bassa, tira indietro le orecchie, tiene la coda tra le gambe, cerca una via di fuga ma, se chiuso in un angolo, aggredisce. Il cane che morde per eccitazione può essere descritto come un folletto che è in continuo movimento, apre e chiude la bocca, mordicchia e, involontariamente, stringe e morde facendo male.

Come comportarsi Il comportamento del cane non va sottovalutato, perché il ringhio e il morso sono espressioni di un disagio. Il pauroso che ringhia ci dice di fermarci e non andare verso di lui perché il suo intento è di aumentare la distanza tra lui e noi. In questo caso è coretto distogliere lo sguardo girando il viso lateralmente e allontanarsi. Il cane molto eccitato non va trattenuto perché più lo si trattiene più lo si carica: è come cercare di comprimere una molla in una scatola. In tale situazione occorre muoversi lentamente, non gesticolare, allontanarsi e dirigere l’attenzione del cane su un oggetto: per esempio un gioco di plastica dura, da mordicchiare e se possibile spostarsi in uno spazio largo recintato dove lasciarlo correre e sfogare.

L’intervento del Medico Veterinario Trovandosi di fronte a questi comportamenti va contattato il Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale (Mveca), perché alla base di ogni comportamento c’è un’emozione che influenza e scatena una reazione. La soluzione dei casi avviene lavorando su queste emozioni. Il percorso terapeutico si articola su una serie di incontri, che variano in relazione al tipo di patologia e alla gravità, intervallati da un periodo nel quale il proprietario lavora con il cane, da solo o con l’ausilio di un IR (Istruttore Riabilitatore). La visita comportamentale è un colloquio dove, presente il cane e i famigliari, si indaga la vita del gruppo famigliare, le relazioni che intercorrono tra le persone e l’animale e il suo passato, se conosciuto. Successi44

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LE MISURE DI SICUREZZA • Non punire il cane nel momento dell’aggressione e neppure dopo. • Ignorare le minacce e le provocazioni del cane: allontanarsi, non guardare intensamente il cane negli occhi. • Evitare i giochi di eccitazione (tira e molla, lancio di oggetti, lotta): se il cane si eccita troppo e comincia a mordicchiare o saltare addosso. • Quando il cane si impossessa di un oggetto, non toglierlo con la forza, ma intraprendere lo scambio o, se non è un oggetto di valore, allontanarsi per togliere importanza all’oggetto. • Se il cane non gradisce essere toccato lasciargli la possibilità di allontanarsi. • Toccare il cane sul fianco o sulla groppa, o sotto il collo, queste zone del corpo sono definite “calde”, mai sulla testa, sulla bocca (zone fredde), non tirargli la coda, evitare il contatto con gli arti se si irrigidisce. • Non chiudere il cane in una stanza ma lasciargli uno spazio suo delimitato da un cancelletto che gli consente di vedere cosa succede nel resto della casa, dove può ritirarsi quando vuole restare in disparte dal resto del gruppo.


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RAZZE FELINE

LE COSE DA SAPERE PER ASSICURARE UN’ESPERIENZA GRATIFICANTE CON QUESTA RAZZA

IL NEVA

MASQUERADE

I

l Neva Masquerade altro non è che un gatto siberiano, che presenta la colorazione point tipica dei gatti siamesi, colorazione non naturale e quindi assolutamente non rinvenibile nei puri siberiani con colorazioni selvatiche.

FRANCESCA SERENA Medico veterinario Medicina comportamentale e consigliere Anfi Fotografie di Silvia Pampallona

Le origini Nel 1930 furono scoperti in Russia dei gatti “siberiani” randagi che vivevano per le strade di Novosibirsk e piccole città vicine, tutti esemplari chiaramente ibridati con gatti portatori di colourpoint. Questi gatti furono portati a Leningrado (oggi San Pietroburgo) e annunciati come una nuova razza: il neva masquerade. Questo nome deriva dal fiume Neva, e dalle ricche feste in maschera tipiche delle popolazioni che vivono lungo il fiume. Caratteristiche del neva sono gli occhi azzurri, la presenza di molto pelo bianco e la colorazione diversa (scura) su zampe, muso, coda e orecchie.

La distribuzione nel mondo Il primo “neva masquerade” fu importato nel 1996 negli Stati Uniti,

ove rimane un gatto raro. La Cat Fancy Association (CFA) fu la prima associazione catofila a riconoscere, nel 2000, la variante neva mentre la FIFe (Federazione Internazionale Felina Europea), attende sino al 2009. Nel mondo, tutte le norme che si applicano al gatto siberiano si applicano al neva masquerade.

Un grande orgoglio russo I gatti siberiani rimasero confinati entro l’URSS sino al disgelo. La presenza in Russia è documentata da centinaia di anni dove sono citati anche nelle fiabe e nei libri per bambini. La razza appare anche nel libro di Harrison Wier “Our Cats and All About Them”, pubblicato nel 1889. Le famiglie russe ne hanno sempre apprezzato il carattere affettuoso, ma questi gatti sono anche stati impiegati per contrastare i roditori. Una volta finita la guerra fredda, i primi siberiani arrivarono negli Stati Uniti nel giugno del 1990 e vennero registrati dalla CFA nel febbraio del 2000. Quando il neva masquerade arrivò negli USA e in Europa le Associazioni gli riconobbero gli stessi standard del gatto siberiano dai colori tradizionali: corpo muscoloso, occhi obliqui e una bella coda spessa e arrotondata. L’unica differenza è appunto la colorazione. Il

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RAZZE FELINE

suo carattere e il suo istinto naturale sono in tutto e per tutto uguali a quelli del siberiano classico.

Il mantello Il mantello del neva masquerade riflette il clima in cui il gatto si è sviluppato, con un triplo strato di pelo molto denso, medio-lungo, idrorepellente. Questo mantello è accentuato da un collare di pelo intorno al collo e una coda folta, normalmente portata alta ma anche utile da avvolgere intorno al muso e alle zampe per scaldarsi. Il pelo è più lungo in inverno e molto più corto in estate. Il sottopelo nei gatti adulti col freddo è più folto, mentre si dirada nelle stagioni calde; è più lungo sotto il ventre, nel collare, sul petto e sulla coda.

I colori Sono ammesse le colorazioni point: Seal (marrone scuro), blue, rosso, crema, Seal blu/tortie (rispettivamente nero e rosso e blu e crema, tipici delle femmine per questioni genetiche), smoke (grigio fumo), tabby (tigrato), e/o Silver/Golden (argentato o dorato). Queste varietà colourpoint sono ammesse anche con bianco in qualsiasi quantità (es. fiamma bianca, medaglione bianco, torace bianco, ventre 46

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bianco, piedi bianchi, etc.). Non sono ammesse le seguenti varietà colourpoint: chocolate (cioccolato), lilac (malva), fawn (camoscio) e cinnamon (cannella).

Il gene reccessivo point Il colore particolare del neva ma-

squerade, detto colourpoint per la distribuzione del colore solo sulle punte del corpo, deriva da un particolare gene chiamato “cs”, questo gene è recessivo e indipendente. Per questo motivo un cucciolo, per essere neva dovrà ricevere il gene point da entrambi i genitori, se lo ricevesse da un

LO STANDARD Aspetto generale: gatto da medio a grande con eccellenti condizioni fisiche, forza, equilibrio, potenza e prontezza, caratterizzato da una dolce espressione facciale. Testa: ben proporzionata rispetto al corpo, un po’ arrotondata, larga e piatta nella parte alta, la fronte è leggermente curvata; il muso è moderatamente lungo e dai contorni tondeggianti; gli zigomi profondi sono accentuati da robuste guance ornate da vibrisse lunghe e forti; il mento ben sviluppato non deve essere sporgente; il naso, largo fra gli occhi che si restringe verso la sua estremità, mostra una leggera curvatura. Orecchie: di media grandezza e ben distanziate, larghe alla base con punte arrotondate, presentano peli corti sul retro e lunghi all’interno. Occhi: grandi, leggermente ovali e arrotondati sul lato inferiore, situati leggermente in obliquo e piazzati lontani uno dall’altro, di colore azzurro profondo con variabili: dal celeste pallido al blu intenso. Collo: massiccio e ben muscoloso. Torace: arrotondato, con fasci di muscoli vigorosi che si sviluppano con l’età. Zampe: rotonde, massicce e molto potenti, le posteriori quando sono tenute stese, sono leggermente più lunghe delle anteriori. Piedi: grandi e rotondi, con abbondanti ciuffi di pelo tra le dita per non sprofondare nella neve. Coda: deve arrivare in lunghezza circa fino alla scapola, deve essere larga alla base per poi divenire affusolata e arrotondata verso la punta.


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solo genitore sarebbe un portatore del gene point ma quest’ultimo non si manifesterebbe per cui non sarebbe esteticamente un neva masquerade. Questo gene è influenzato nella sua manifestazione dalla temperatura, avremo infatti più colorazione solo nelle parti del corpo più fredde come orecchie, muso, coda e zampe. Per lo stesso motivo i cuccioli, arrivando dalla calda pancia della mamma, nascono bianchi colorandosi poi gradualmente con il passare dei giorni. Il gene point influenza anche la colorazione degli occhi che nei neva dovrà sempre essere nei toni dell’azzurro.

I difetti che escludono dalle competizioni Sono difetti il corpo troppo piccolo o troppo esile di costituzione, la testa lunga e stretta con profilo dritto, la testa troppo rotonda (di tipo persiano), le orecchie troppo grandi o piazzate troppo alte, gli occhi rotondi e le zampe troppo lunghe o troppo sottili. Anche la coda troppo corta, il mantello

CURIOSITÀ Il gatto produce otto proteine differenti in grado di indurre allergia nell’uomo. Nel 1979 fu isolato l’allergene maggiore, detto “Fel d1” (Felis domesticus) capace di provocare reazione allergica nell’85% dei pazienti sensibili. Questa glicoproteina è costituita da due sottounità di trentacinque aminoacidi ciascuna; è molto volatile perché nel 75% dei casi ha un diametro di 10 micron e nel resto fino a 5 micron. Il tasso di produzione della proteina Fel d1 è controllato dal testosterone, in particolare viene emesso dalle ghiandole sebacee, salivari e anali; il muso ne è particolarmente ricco. Nel gatto sterilizzato la percentuale decresce. Non è ancora stato stabilito se l’allergia sia scaturita dalla sensibilizzazione all’allergene dovuto all’esposizione oppure se si è geneticamente predisposti. Una volta che l’allergico ha sviluppato la sua malattia ogni esposizione all’allergene ne provoca i sintomi. L’allergene resta nei luoghi in cui ha vissuto un gatto per molto tempo anche per più anni. Sebbene non sia stato provato scientificamente, sembra che il siberiano e quindi il cugino neva siano ipoallergenici, in quanto minori produttori di Fel d1 con variazioni soggettive da gatto a gatto.

troppo fine o serico e piatto o la pelliccia quasi inesistente (eccetto in estate) sono penalità che escludono il neva dalle competizioni catofile.

Il carattere I neva masquerade sono molto affettuosi e vogliono stare vicino ai loro proprietari. Godono della compagnia di bambini, cani e altri animali.

Stare con loro è rilassante in quanto si tratta di una razza tranquilla che si esprime attraverso dolci miagolii, trilli, cinguettii e molte fusa. Acrobatico per natura, il neva si produce in capriole di presa-lancio-ricerca e ama tanto giocare che alcuni imparano addirittura a fare anche il riporto. Chi vive con un neva masquerade non sarà mai solo, guarderà la TV insieme al suo gatto, sarà accompagnato in bagno e a letto, mentre leggere un giornale, un libro o una rivista sarà quasi impossibile.

La cura del mantello

LA SALUTE I siberiani appaiono molto sani con pochi o nessun problema di salute o problemi genetici. In un buon programma allevatoriale tuttavia sono necessari comunque test per: • la miocardiopatia ipertrofica (HCM), • la malattia Policistica Renale (PKD) causa di cisti all’interno del rene che compromettono con il tempo il funzionamento dello stesso. PK-DEF è una malattia ereditaria che impedisce all’organismo la sintesi di un enzina (Piruvato Chinasi) e che causa un’anemia intermittente con esiti spesso infausti.

Il mantello è molto resistente e, contrariamente a quanto si possa pensare, non ha bisogno di cure particolari. Ogni singolo pelo è avvolto da una naturale pellicola oleosa, che lo protegge rendendolo impermeabile ma nello stesso tempo non unto, una naturale protezione che impedisce al pelo di annodarsi. Inoltre, questo gatto cura molto il suo pelo riuscendo a mantenerlo relativamente privo di grovigli, anche se nei maschi non pettinati quotidianamente tendono a formarsi nodi in primavera. Durante il periodo della muta (due volte all’anno con durata di circa 10 giorni) è necessaria una spazzolatura quotidiana per accelerare il processo e per evitare che la pelliccia si opacizzi. La maggior parte dei neva ama l’acqua e tollera bene i bagni. ● PetTrend • Febbraio 2020

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FOTO: LON - DOT - PICS - ARCHIVIO PEXELS

STUDI INTERNAZIONALI

COME E QUANDO CI SI ACCORGE DEL MALESSERE PSICOLOGICO NEI PICCOLI FELINI

ANCHE IL GATTO SI STRESSA

I Marco Moresco

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l gatto di casa conduce un’esistenza che, secondo i parametri umani, può sembrare ideale: nessun problema per il procacciamento dell’alimento e un ambiente sempre sicuro e protetto. In realtà il piccolo felino porta con sé l’eredità dei suoi progenitori selvatici che vivevano in condizioni ben diverse da quelle che si possono trovare in un moderno appartamento (etogramma). Questo fa sì che il gatto di casa, seppur apparentemente appagato in ogni sua

esigenza, sia comunque sottoposto a numerosi agenti stressanti (stressors) in grado di minarne il benessere psicofisico. Una recente ricerca ha approfondito come gli italiani percepiscono lo stress del proprio gatto.

Un pet chiamato gatto Fino a oggi la maggior parte delle ricerche svolte sui gatti sono state condotte nei gattili, mentre pochi sono


FOTO: BUENOSIA - CAROL - ARCHIVIO PEXELS

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stati gli studi sul benessere dei felini da compagnia. È interessante quindi approfondire questo tema così poco esplorato tenendo conto quanto gli esseri umani, essendo coinvolti in prima persona nella gestione dei loro animali, svolgano un ruolo fondamentale per il benessere dei propri gatti.

Gatti e famiglia Lo studio “The perception of cat stress by Italian owners”, pubblicato nel 2017 sul Journal of Veterinary Behavior, ha voluto in particolare mettere a fuoco come e quanto i proprietari italiani di gatti riescono a percepire lo stress dei loro piccoli felini. Per realizzare la ricerca sono stati coinvolti 194 proprietari (145 donne e 49 uomini), con un range d’età compreso tra i 30 e i 50 anni. Il 49% del panel aveva un’istruzione media, mentre il 34% disponeva di un titolo di studio superiore (minimo una laurea). Sono state considerate anche le varie tipologie di famiglie coinvolte. Si è rilevato che l’8,2% dei gatti esaminati (16) vive in nuclei familiari formati solo da una persona, il 79,9% (155), si trova in famiglie formate almeno da 2-4 membri, mentre il restante 20,6% (40 gatti) convive in case dove sono presenti bambini tra 0-12 anni.

Caratteristiche dei felini osservati Non trascurabile poi la percentuale di gatti, 121 (62,3%), che condividono l’ambiente domestico con almeno un cane e altri gatti. Venendo alle caratteristiche proprie dei gatti oggetto dello studio, sono tutti adulti e per l’86,3% appartenenti a razze a pelo corto o lungo. Il 45,9% (89) sono femmine delle quali 41,8% (81) sterilizzate e il 4,1% (8) intere, mentre il 54,1% (105) sono soggetti di sesso maschile. Quanto agli “stili di vita” dei gatti, il 45,4% (88) vive in casa, il 50,5% (98) ha accesso anche allo spazio esterno all’abitazione e una piccola percentuale di essi, il 4,1% (8), vive esclusivamente all’esterno. Il 90,2% dei gatti ha accesso ai piani superiori, ma solo il 40,2% (78) ha a disposizione un proprio spazio specifico. Naturalmente non poteva essere trascurata nello studio la modalità di alimentazione dei vari gatti esaminati: il 68% (132) ha la possibilità di accedere sempre agli alimenti, il 4,2% (8) è invece alimentato due volte al giorno e il 19,9% (37) tre volte al giorno; un’ultima percentuale pari all’8,8% (17) viene alimentata per più di tre volte al giorno. Infine è stato considerato come è

stato risolto nelle varie famiglie il problema delle deiezioni dei gatti ed è risultato che solo il 52,6% (101) degli soggetti ha a disposizione una propria lettiera.

Il questionario Per realizzare lo studio è stato impiegato un questionario appositamente formulato con 42 domande a risposta multipla. Attraverso le domande sono state raccolte le informazioni su proprietari, gatti, ambiente domestico e modalità di gestione degli animali, comportamenti del gatto (gioco, utilizzo della lettiera, autogrooming) e percezione dello stress del gatto da parte dei proprietari. Dalle risposte fornite dai partecipanti, è emerso che quasi la metà dei gatti 45,5% (88) ha avuto manifestazioni di aggressività, tra i quali una percentuale pari al 19% (29) è arrivata a mordere. A questo proposito le risposte al questionario hanno permesso di approfondire anche la variabilità dei soggetti passivi di questi episodi di aggressività: cani/gatti per il 15% (29 gatti) dei casi e membri della famiglia nel 24,1% (47). Sempre stando a quanto risposto dai proprietari, il 28,4% dei gatti (55) gioca poco e il 7,7% (15) PetTrend • Febbraio 2020

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FOTO: TRANMAUTRITAN - ARCHIVIO PEXELS

STUDI INTERNAZIONALI

se il proprietario riconoscesse lo stress sotto una forma piuttosto che un’altra. Questo studio rappresenta un primo tentativo in tal senso: il numero dei partecipanti è limitato e il territorio dal quale provengono i gatti oggetto della ricerca circoscritto. Queste considerazioni impongono di interpretare i risultati dello studio con particolare attenzione dal punto di vista statistico. Va però anche considerato che i parametri utilizzati per selezionare i proprietari intervistati (adulti, cultura, donne) riflettono un profilo comune tra i proprietari di gatti e che i risultati ottenuti dal campione esaminato possano portare a conclusioni significative se correttamente analizzati.

Conclusioni

per nulla, mentre i casi di pulizia eccessiva (overgrooming) riguarda l’8,8% (17) dei soggetti esaminati. Per quanto riguarda le deiezioni prodotte fuori dalla lettiera si è registrato un 8,2% (6 gatti) per l’urina e un 9,8% (19) per le feci, mentre un 10,3% (20 gatti) ha manifestato il problema per deiezioni sia solide sia liquide.

La percezione dello stress Quando si è trattato di rispondere sullo stress manifestato dai gatti, una quota maggioritaria dei proprietari, il 71,1% (138 persone), ha correttamente considerato questo fattore sotto l’aspetto sia psicologico che fisico, mentre il 15,5% (30 proprietari) lo ha valutato esclusivamente come una condizione psicologica e il 3,6% (7) solo come una problematica fisica. Il 9,8% dei proprietari (19) pensa infine che lo stress non provochi alcuna conseguenza nel gatto. Per approfondire questo tema, si sono poi presi in considerazione soltanto i proprietari che hanno dichiarato di avere gatti che giocano poco o addirittura per nulla: tra questi, il 90,0% (175) ritiene che i propri piccoli felini abbiano un alto livello di stress e il 33,2% (64) percepisce lo stress come medio o basso. Allo stesso modo lo studio si è anche focalizzato sui proprietari di gatti che fanno un’auto-pulizia eccessiva 50

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(overgrooming): tra questi il 30% (58) ha dichiarato che il livello di stress del proprio gatto è alto, mentre per il 7,6% (15) è medio o basso. Sempre considerando solo una parte degli intervistati, il (70%) di quanti hanno notato aggressività e marcature (house soiling) non ha associato tali fenomeni a un eventuale stress del proprio gatto. Tornando alla totalità dei proprietari intervistati, di questi il 76,6% (149) è consapevole che alcune situazioni causano stress nel gatto e l’11,7% (23) afferma che i propri gatti non sono mai stressati, mentre l’11,7% (23) non ha saputo dare una risposta. Nonostante ciò, una volta mostrata la lista di potenziali stressor, tanto i proprietari di gatti considerati non stressati (42 su 44) quanto quelli che non hanno saputo dare una risposta hanno riconosciuto nella lista almeno una delle situazioni che possono causare stress nel gatto.

La valutazione dei dati raccolti Va ricordato che questo studio non aveva l’obiettivo di valutare lo stress nei gatti, bensì quello di accertare se i proprietari sanno riconoscere i segnali di tale stress. Pertanto il questionario si è concentrato su comportamenti di facile individuazione anche da parte di un occhio non esperto e la medesima domanda è stata posta sotto profili diversi proprio per comprendere

Il termine stress viene comunemente utilizzato solo in accezione negativa. In realtà esiste uno stress “buono” (eustress) che corrisponde alla reazione psico-fisica che si instaura nelle situazioni di lotta e fuga. Lo stress diventa tuttavia negativo se si protrae a lungo e se si manifesta con eccessiva intensità tanto da non consentire all’organismo un adeguato adattamento. La maggior parte dei proprietari dei gatti conosce il significato del termine stress, ma non sa come riconoscere quando il proprio gatto è stressato e tende a dare troppo peso ad alcuni segni/comportamenti. La capacità di comprendere potenziali segni e comportamenti riferibili allo stress pare che possa parzialmente dipendere da alcuni preconcetti che i proprietari hanno sulla normale etologia (etogramma) del gatto. Confrontando la capacità dei proprietari di cani e gatti di comprendere i segnali di stress del proprio pet emergono delle differenze interessanti: i segnali che passano più spesso inosservati nei cani sono i comportamenti effettivamente meno facilmente riconoscibili, mentre nei gatti i segnali di stress che non vengono riconosciuti come tali sono molto comuni, ma considerati fisiologici. Fonte Mariti, C., Guerrini, F., Vallini, V., Bowen, J., Fatjò, J., Diverio, S., Sighieri, C., Gazzano, A., The perception of cat stress by Italian owners, Journal of Veterinary Behavior (2017), doi: 10.1016/j.jveb. 2017.04.002 ●


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TOELETTATURA

LA TOELETTA COMMERCIALE DI UNA RAZZA ASSIMILABILE AL JACK RUSSEL A PELO RUVIDO

SONO METICCIA E VADO A FARMI BELLA In principio Dio creò l’uomo, ma vedendolo così debole, gli donò il cane. Milan Kundera (scrittore) Sara Cavarero Traduttrice e dog writer Toelettatrice: Marzia Scarciglia presso Zoogarden Servizio fotografico: Elena Alianelli

M

i giro e mi rigiro, a pancia in su, contro la cuccia, per terra, tra le foglie e questo fastidio che non se ne va. Pelucchi inutili, se almeno avessi qualche rovo, una tana, qualcosa contro cui strofinarmi per tirarli via. Insomma, in natura i cani come me fanno così. E l’odore, parbleu, è troppo forte persino per me che amo spalmarmi su profumazioni diciamo non troppo convenzionali.

È l’ora della toelettatura Ma oggi, finalmente, ho sentito la frase magica: “Linda ti porto a farti bella”. Questo significa raggiungere il negozio di Paola, – a Condove, dove abito io – superare il corridoio (che, detto tra di noi, è fantastico, pieno zeppo di scatole di prelibati snack) e raggiungere finalmente quella porta. La porta che dà sulla toelettatura di Marzia. E quella donna ha un debole per me, niente da fare, non riesce a nasconderlo. Oggi però c’è un’aria diversa, Marzia mi ha appena detto che, quando avrà finito, dovrò farmi vedere da non so chi, una tizia che viene a farle delle domande su di me, su di noi, sul lavaggio, sulla cura del pelo. Tanto sarò perfetta come sempre, non ho dubbi. La mia toelettatrice ormai mi conosce, ci diamo i nostri bacetti

di rito (chissà perché è una delle poche che apprezza i miei baci, non me ne capacito), e poi mi fa salire sul tavolo.

1, 2, 3… si inizia Siamo lì, in mezzo alla stanza, io sul tavolo e lei davanti a me con una cosa in mano. Una cosa nera, se non sbaglio la chiama pietra pomice, dice che è il suo strumento preferito per queste lavorazioni. Io non lo so, ma devo dire che quando inizia a tirarmi via il pelo morto altro che tane o rovi, è una vera goduria. A volte usa anche delle forbici dentate; soprattutto in alcuni punti in cui, mi dice, sono diversa dai Jack Russel puri e la sforbiciata mi rende più simile. Ma pura o non pura, a me sembra proprio che Marzia mi tratti come tratta loro: da principessa. È un po’ fissata, meticolosa, a volte mi guarda PetTrend • Febbraio 2020

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TOELETTATURA

e mi riguarda e vede quel piccolo pelucco che spunta in controluce, disordinato, e che proprio le dà fastidio e allora mi dice di avere pazienza ma che vuole darmi “una linea consona alla mia morfologia, alla tipologia del mio pelo”.

Somiglianze e differenze: meticcio di Jack Russel Mentre mi fa bella, mi continua a parlare e così ho imparato che c’è tutta un’arte dietro al suo lavoro. Ho scoperto che fa la “toelettatrice” e che la fa da undici anni. È appassionata della sua professione e, a giudicare dalle voci che sento in giro (e da come mi guardano quando esco dal suo laboratorio), pare essere anche molto brava. Anche lei, come me, arriva dalla Sardegna, anche se è una piemontese doc. Dice che, quando mi ha conosciuta, il mio pelo non era per niente consono al tipo di razza da cui sembro derivare, il Jack Russel. Era un pelo molto morbido di

un cane che non era mai stato strippato e altrettanto maleodorante. Certo, nessuno mi aveva mai toelettata e l’unica acqua che conoscevo era quella della pioggia. Poi, quando sono stata adottata, hanno iniziato a portarmi da lei. Anche se non avevo pedigree e non ero di razza, era giusto avere delle accortezze per migliorare il mio stile di vita (e quello dei miei coinquilini che non si sarebbero dovuti più tappare il naso quando mi sdraiavo vicino a loro). D’accordissimo io e d’accordissimo la mia famiglia, cosa che Marzia apprezza perché dice che, anche se negli ultimi dieci anni la coscienza cinofila è in generale migliorata, continuano a esserci persone che, quando adottano un meticcio, non sono così pronte ad affrontare una specifica toelettatura. Pare sia più naturale farlo con gli altri, sì, quelli con cui, a detta di Marzia, bisogna “rispettare dei parametri e degli standard stabiliti”.

consigli di Marzia Scarciglia Toelettatura di un cane meticcio con pelo assimilabile al: Jack Russel a pelo ruvido. Tempo di lavorazione totale: circa un’ora e mezza. Tipo di lavorazione: stripping con pietra pomice su pelo sporco. In zona tempie e in alcuni stacchi della zampa posteriore, per sfumare un po’, adopero un coltellino Hauptner. Il coltellino va usato con cautela perché, se utilizzato con inclinazione errata su un pelo troppo maturo, tende a tagliarlo, a differenza della pietra pomice che non danneggia il pelo nuovo. Lavaggio: durante l’asciugatura uso di spazzola a setola morbida sul dorso per stendere bene il balsamo e per lenire e lucidare il pelo. Cardatore a dente medio per spazzolare i peli delle zampe dove viene lasciata un po’ più di frangia e il pelo un po’ più lungo e che va spazzolato per renderlo più voluminoso. Rifiniture: utilizzo di un fissatore e di un pettine di metallo che permette di dividere i peli della frangia e dare un po’ di volume a quelli delle zampe, per poterli pareggiare e renderli armoniosi. Nel caso del cane in oggetto, il pettine viene passato anche sulla barba. Se necessario, altre rifiniture con forbice dentata. Ritocchi: successivo trimming dopo un mese, un mese e mezzo. Prodotti utilizzati: shampoo neutro delicato agli estratti di miele per la reidratazione e l’elasticità della pelle. Balsamo abbinato. Obiettivo: assecondare le caratteristiche morfologiche e naturali del cane prendendo a riferimento la razza di derivazione.

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Toelettare e amare. La toelettatura creativa Mi piace starla ad ascoltare, perché vedo che ama davvero la sua professione. Si sente nell’aria, è amore verso tutti noi, anche verso quelli che non sono felici come me quando si trovano davanti alla vasca da bagno e quelli che magari le mostrano un canino. E mentre penso e rifletto su tutto questo è passato parecchio tempo e ormai con me ha quasi finito. Ora sono bella profumata (ma vi avviso che durerà poco perché l’aiuola pestilente mi aspetta!) e me ne sto qui ad ascoltare quello che racconta alla signora che è venuta a intervistarla. Parlano della toelettatura creativa, o meglio, la signora le chiede se ci possa essere una toelettatura creativa. “Eccome”, le risponde Marzia. “Ed è la più divertente. Nei meticci assimilabili a una qualche razza, lo standard non è così rigido, non devo seguire una scheda tecnica di toelettatura. Con un meticcio devi un po’ improvvisare basandoti sul tuo background di esperienze. E quindi sì, è un lavoro più creativo, che lascia molto spazio alla fantasia”.

Ogni cane è unico Per lei “ogni cane è unico”. Sì, io sono unica, lo so. Degli altri me ne infischio. E siccome me ne infischio, non appena la mia toelettatrice mi rimette la pettorina e il guinzaglio e mi riconsegna al mittente saluto scodinzolando ma poi torno da lei, per un’ultima leccatina. E questo, lo so, è la parte del lavoro che più le piace. Gliel’ho sentito dire poco fa: “La cosa più bella è quando un cane mi riconosce per strada, quando torna indietro per salutarmi, quando si lancia letteralmente nel laboratorio. Certo, le soddisfazioni devi saperle prendere dai cani”. E già, perché con gli umani è tutto un altro paio di maniche. Si ringrazia Zoogarden di Paola Giuliano. ●


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ATTUALITÀ

NUMEROSE TESTIMONIANZE RACCONTANO LA GRANDE DUTTILITÀ NELL’ADATTAMENTO DEI FELINI DOMESTICI. VEDIAMO ALCUNE INCREDIBILI STORIE CHE CI ARRIVANO DALLE MONTAGNE

I GATTI DELLE NEVI Bill Buster Indagatore del Web

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uando si parla di montagna e animali da compagnia vengono in mente subito i grandi San Bernardo o i pastori abruzzesi, razze canine nate e tempratesi ad alta quota dove svolgono ancora lavori fondamentali per l’uomo, dal salvataggio alla protezione delle greggi. Non viene di certo in mente il gatto, o meglio, magari, lo si immagina sornione vicino al caldo fuoco di un camino. Indagando nel web emergono però alcune incredibili storie poco conosciute, alcune delle quali entrate persino nella leggenda dell’alpinismo mondiale che vedono proprio i felini di casa come protagonisti.

Una volta giunti nei pressi della croce che segnala la vetta insieme ai turisti in cordata, sentono questa volta in maniera distinta il miagolio. Lo stupore coglie i due fratelli e Jean inizia a cercare il felino che viene trovato in breve tempo. Un gatto nero e bianco va incontro agli alpinisti e viene ben presto accolto e messo al sicuro. Stanco e affamato viene (figura a fianco) portato al rifugio Oriondè che diverrà in seguito la sua casa. In poco tempo la storia fa il giro della valle e man mano si diffonde a macchia d’olio in tutta Italia tanto da guadagnarsi persino la storia di copertina della Tribuna Illustrata, testata tra le più apprezzate dell’epoca.

Le guide misteriose Gimmelwald è una località montana svizzera nota per gli impianti da sci e per i numerosi percorsi da trekking.

Qui nel 2013 un gatto ha fornito un importante e inaspettato aiuto a un turista ungherese che ha documentato tutto con alcuni video sul proprio canale reddit (sc4s2cg). L’escursionista, durante una passeggiata lungo i sentieri, ha perso l’orientamento: la strada di ritorno era stata chiusa e, come se non bastasse, un piede messo in malo modo, gli aveva causato una distorsione. Durante una pausa compare il vero protagonista della storia, un gatto bianco e nero che gli ha fatto strada fino al rifugio. Altri utenti hanno confermato che il felino è solito accompagnare i turisti in passeggiata e, senza saperlo, ha aiutato uno sfortunato turista a ritrovare la via di casa. Gatti e passeggiate in montagna sembrano un binomio anche a pizzo Sella, in provincia di Sondrio, da dove viene la storia di Davide Mezzera che nel 2016, assieme a degli amici, è

Sulle vette del Cervino Vetta della Gran Becca sul Cervino, 25 giugno 1950, quota 3680 metri sul livello del mare, i fratelli e guide alpine locali Jean e Daniele Pellissier stanno percorrendo il tratto verso la cima accompagnando un gruppo di turisti appassionati d’alpinismo quando, a un certo punto, sentono un miagolio. La “voce” della montagna, l’alta quota o il vento potrebbero trarre in inganno e infatti i fratelli non approfondiscono l’origine del richiamo. Dopo aver riaccompagnato il gruppo verso il rifugio, si preparano per l’escursione del giorno successivo la cui partenza è fissata per le prime ore della mattina. PetTrend • Febbraio 2020

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Mira Mechtley - flickr - CC BY-SA 2.0

ATTUALITÀ

Gimmelwald

partito dal rifugio Capanna Chiavenna alla volta della cima, all’Alpe Angeloga. Qui alla compagnia si unisce anche il gatto del centro, Orione. Un’ascesa di 1100 metri condotta in compagnia del felino per cinque ore fino a quota 3163 metri. Lungo il ritorno il gatto ha chiesto solo un breve passaggio sullo zaino di uno dei componenti del gruppo, pochi minuti per poi scendere a terra e tornare fino al rifugio con tutta la compagnia stupefatta.

Protagonista sui social Burma è una star di Istagram (@burmaadventurecat) con ben 74000 follower ma la sua caratteristica non è il manto particolare o il colore degli occhi bensì la sua vita avventurosa al seguito del proprietario, Stephen Simmons, ex marines di 49 anni che pur

vivendo in Oregon viaggia sempre in sua compagnia. In cinque anni ha scalato infatti alcuni dei picchi più alti degli U.S.A. dal Colorado al Nevada, dallo Utah alla California. La storia di questo gatto è ancora più significativa se si pensa che è stato adottato in condizioni precarie nel 2013 a pochi mesi di vita. Secondo Simmons, Burma non conosce la differenza tra “il livello del mare e i 14000 piedi”. L’abitudine di compiere lunghe 54

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passeggiate con il proprio gatto si sta diffondendo in molte nazioni e può essere un buon modo, se tenuto comunque sempre sotto l’attento controllo del proprietario, per combattere la sedentarietà di molti felini di casa. L’autore ringrazia Niccolò Benetton, Fiammetta Benetton e Cervinia Icons per la concessione dell’utilizzo delle immagini sull’avventura del gatto sul Cervino. ●


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Mira Mechtley flickr CC BY SA 2.0

ACQUARIOLOGIA

TRA SELEZIONE GENETICA E BENESSERE ANIMALE, TUTTO QUELLO CHE È BENE SAPERE SU UNO DEI PROTAGONISTI ASSOLUTI DEL MONDO PET

IL

PESCE ROSSO, AMATO MA POCO CONOSCIUTO Alessio Arbuatti

Medico Veterinario accreditato FNOVI in “medicina dei pesci e gestione degli acquari”, Professore di Zoologia ed Ecologia, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Teramo Foto di Alessio Arbuatti

A

l pari del cane e del gatto, il pesce rosso è uno dei primi animali ai quali si pensa quando si parla di pet, soprattutto se si pensa ai bambini. Tutti ne hanno avuto almeno un esemplare e questa specie è ancora spesso consigliata come “primo pesce”, ma è veramente la scelta giusta? 1

Tra corti imperiali, arte e laboratori In pochi conoscono la millenaria storia e il processo di selezione del Carassius auratus (Linnaeus, 1758) che affondano le radici nelle corti cinesi. Attraverso lettura dei testi antichi e lo studio del DNA in laboratorio, è stato possibile ricostruire questo percorso. Alcune pergamene narrano di esemplari colorati che fecero la loro comparsa a partire dalla dominazione della dinastia cinese Tsin (265-419 d.C.) e in seguito pesci dalla livrea rossa o dorata sono presenti nella tradizione della dinastia Song (920-1279 d.C.). La casata elevò questi animali

a veri e propri status symbol. I primi esemplari d’esportazione comparvero in Giappone già dal 1500 e in seguito in Europa nel 1700, grazie alla passione dei regnanti portoghesi. Oggi esistono circa 240 linee di selezione, dalla forma ancestrale a quelle più inusuali, ognuna differente per morfologia ed esigenze.

Benessere animale È facile associare l’immagine del pesce rosso a quello della classica “boccia” - recentemente però questa

sta scomparendo dagli scaffali dei petshop, in quanto esistono soluzioni più congeniali al benessere dell’animale. Questo piccolo invaso non possiede infatti un sufficiente volume d’acqua che deve essere di almeno 60-80 litri per ogni giovane esemplare. Manca inoltre di un corretto sistema di filtrazione meccanico-biologico dell’acqua e le pareti tondeggianti deformano la percezione che il pesce ha dello spazio circostante. I pesci soffrono lo stress e il dolore, sono capaci di ragionamenti e possiedono una memoPetTrend • Febbraio 2020

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ACQUARIOLOGIA

4). Dal momento della nascita, questi iniziano a ruotare raggiungendo la posizione definitiva (da qui il nome celestiale in quanto guardano verso il cielo) entro i sei mesi d’età. Alla conformazione oculare sia affianca una progressiva degenerazione retinica di gravità variabile tra gli esemplari. Questa varietà necessita di una bassa illuminazione in acquario e di un meticoloso controllo della somministrazione di alimento poiché, a differenza dei comuni pesci rossi, mostra una scarsa capacità di ricerca sul fondale.

Curiosi rigonfiamenti 2

ria ben superiore alla ben nota “memoria dei 5 secondi”. Una riflessione ancora più attenta sull’etica e sul benessere animale, la meritano le forme di selezione. Alcune di queste, a causa di specifiche caratteristiche morfologiche, devono essere riservate solo ad acquaristi esperti; non essendoci però norme legislative che ne vietino il commercio, la scelta della vendita di alcuni esemplari è solo del pet shopper.

Code doppie e fluttuanti La pinna caudale doppia è una caratteristica di numerose varietà tra le quali oranda (Fig. 1) fantail, teste di leone, pompom, chicco di riso (Fig. 2). Da uno studio del 2014, basato sull’analisi del DNA e di antichi scritti, è emerso come questo tratto anatomico di elevato interesse ornamentale sia comparso nei primi 600 anni di selezione della specie durante l’impero Ming (1596) a seguito a una mutazione genetica spontanea che ha modificato un gene che regola lo sviluppo scheletrico. Le successive riproduzioni di tali esemplari hanno stabilizzato la mutazione nelle generazioni successive. Queste varietà, seppur dotate di corpo compatto, sono buone nuotatrici che possono essere allevate indoor o stagionalmente outdoor purché protette dai possibili predatori.

agile tanto da consigliarne l’allevamento esclusivamente in acquario.

Che occhi grandi che hai… Alcune varietà si caratterizzano per gli occhi telescopici (demekin in giapponese), tra le più comuni negli stock list vi è il black moor. Il corpo si presenta piuttosto compatto, la doppia coda e la persistenza della pinna dorsale garantiscono un buon movimento in acqua. Una particolare attenzione deve essere dedicata all’allestimento della vasca poiché gli occhi sporgenti potrebbero esporli a lesioni traumatiche. I più inusuali sono rappresentati dalla varietà celestiale (in giapponese Choten gan), caratterizzata da una pinna caudale doppia, dalla mancanza della pinna dorsale e soprattutto dai globi oculari rivolti verSo l’alto (Fig.

Leoni senza una pinna Lionhead e ranchu possiedono un aspetto massiccio (Fig. 3) e numerose colorazioni. Entrambe le varietà sono caratterizzate dalla mancanza completa di pinna dorsale, di conseguenza il nuoto si presenta più lento e meno 56

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Alcune selezioni si caratterizzano per la presenza di escrescenze carnose o sacche rotondeggianti a carico della testa. La struttura più diffusa è il wen o cappuccio, apprezzabile negli oranda, nei ranchu, nei lionhead e in alcune varietà chicco di riso. Questa struttura pigmentata è formata da cellule epiteliali al di sotto delle quali è presente una maggior quantità di lipidi. Nel 40% degli esemplari inizia a comparire a sei mesi di vita, fino a ritrovarsi nel 60,7% dei pesci a 14 mesi di vita. Secondo alcuni ricercatori che hanno analizzato istologicamente la struttura, questa è una delle poche forme di iperplasia epiteliale benigna il cui sviluppo è stato incentivato dalla millenaria selezione ornamentale. La crescita del wen è continua e può arrivare a coprire parzialmente (Fig. 5) o totalmente gli occhi; in tal caso è consigliato un intervento veterinario per rimodellare il cappuccio evitando così il potenziale


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contatto con la cornea oculare. Ancora più inusuali sono le sacche che si possono osservare nei bubble eye al di sotto degli occhi e in alcune selezioni chicco di riso. Queste sono rivestite da un sottile strato cutaneo e contengono all’interno un liquido di derivazione fisiologica che può contribuire al 30% dell’intero peso dell’esemplare. I bubble eye richiedono vasche specifiche studiate per evitare traumatismi ed eccessivi ostacoli a causa degli occhi il cui campo visivo è in parte coperto, della conformazione a doppia coda e della mancanza della pinna dorsale che non rendono particolarmente agile nel nuoto questa varietà.

d’acqua dolce. Poiché il pesce rosso è una specie d’acqua fredda, non è obbligatorio l’utilizzo del termostato. La scelta della gestione outdoor, consigliata solo per alcune varietà, pur comportando una spesa maggiore in termini di componentistica, garantirà senza dubbio una maggior naturalità ed è consigliata ad acquariofili adulti

che potranno man mano così avvicinarsi anche al mondo del laghetto ornamentale. Il benessere animale deve divenire un tutt’uno con la fidelizzazione del cliente per il bene dell’intero movimento acquariofilo affinché anche le nuove generazioni possano avvicinarsi e intraprendere un’acquariofilia consapevole. ●

Dove accoglierli Il pesce rosso è dunque il pesce ideale per avvicinarsi all’acquariofilia come si è sempre pensato? Dipende; per questo motivo diviene importante la figura del pet shopper che deve sapere se consigliarlo, specie ai bambini, quale varietà è adatta agli acquariofili più grandi e quali selezioni, nel caso, non commercializzare. Il benessere animale deve essere garantito almeno da una vasca che rispetti i parametri già descritti, da un potente filtro meccanico-biologico capace di filtrare la grande quantità di escrementi prodotta dalla specie e da un buon management di base (controllo dei parametri chimico-fisici, alimentare e cambi d’acqua), così come per qualsiasi acquario

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ORNITOLOGIA

ORIGINARIE DI UN VASTO AREALE CHE SI ESTENDE DAL CENTRO AL SUDAMERICA, SONO SOCIEVOLI MA DI NON FACILE GESTIONE

LE

AMAZZONI, MITI MA NON PER TUTTI

L Diego Cattarossi Medico Veterinario. DVM, PhD, GPCert (ExAP), Accreditato Fnovi animali esotici. Professore Facoltà Med. Veterinaria Parma Master Universitario di II° livello animali esotici. Direttore sanitario Clinica Veterinaria Casale sul Sile Foto di Diego Cattarossi

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e Amazzoni sono psittacidi di medie dimensioni appartenenti al genere Amazona, di cui fanno parte una trentina di specie non tutte ugualmente note e diffuse. Originarie del continente americano, occupano un areale che si estende dal Messico al Sudamerica (Venezuela, Brasile, Uruguay, Colombia, Perù, Ecuador) alle isole caraibiche, dove alcune specie abitano le foreste pluviali, a clima caldo umido, mentre altre preferiscono le savane, caratterizzate da brevi periodi di sic-

cità. Amano vivere in gruppo, passando il tempo di giorno volando alla ricerca di semi, germogli e frutti di cui nutrirsi, facendo volentieri il bagno nei corsi d’acqua, mentre di notte riposano sui rami degli alberi.

Belle e protette Diventate popolari come uccelli da compagnia per la loro bellezza, socievolezza, l’abilità nell’imitare la voce umana e le dimensioni relativamente ridotte, che consentono il volo libero


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tra le mura domestiche, hanno subito un intenso sfruttamento commerciale, con dissennata cattura di esemplari selvatici, che ha portato alcune specie al rischio d’estinzione. Per questo rientrano nella lista delle specie protette, sotto la tutela della Convenzione di Washington e tutti i soggetti legalmente commercializzati in Europa devono essere nati in cattività e accompagnati da apposito certificato CITES, che ne attesti la provenienza.

La morfologia Le dimensioni delle amazzoni variano a seconda della specie, dalla A. fronte bianca, che con i suoi 25 centimetri di lunghezza è la più piccola, alla A. farinosa che ne misura 40 ed è considerata la più grande; ma in generale tutte mostrano corpo robusto e compatto, colorazione prevalentemente verde brillante, coda corta e robusto becco adunco. In natura si conoscono circa 30 specie, che si caratterizzano per la presenza di macchie di colore rosso, giallo, azzurro o viola, su specifiche aree del corpo, quali

testa, collo, ali e coda, da cui di solito deriva la loro denominazione. Il becco e le zampe sono invece sempre grigi e l’occhio è marrone circondato di bianco.

Amano esplorare gli oggetti col becco e farli a pezzi. Per evitare quindi danni all’arredamento di casa e per la loro stessa incolumità, devono essere controllati a vista quando sono liberi di muoversi fuori dalla gabbia.

Il carattere Sono animali solitamente miti e affettuosi, socievoli e intelligenti, ma la loro gestione non è semplice e conviverci serenamente non è da tutti. Hanno infatti una personalità complessa e un temperamento vivace: amano stare al centro dell’attenzione e pretendono coccole e cure costanti, soffrono se trascurati. Tendono a legarsi morbosamente a un componente della famiglia, diventandone gelosi a tal punto da assumere atteggiamenti aggressivi verso chiunque altro. Un buon addestramento e una corretta socializzazione sono essenziali al fine di evitare l’insorgere di problemi comportamentali spesso difficili da risolvere una volta instauratisi. Sono anche rumorosi, iperattivi, curiosi e distruttivi!

L’alloggiamento A proposito di voliera, è impensabile costringere un’amazzone a trascorre la maggior parte della sua giornata recluso. Curioso, attivo e vivace, deve poter esprimere le sue naturali inclinazioni, pena l’insorgere di frustrazione, insoddisfazione e stress. La voliera tuttavia è necessaria a fornire un riparo sicuro, rappresenta un rifugio tranquillo dove riposare, mangiare: è lì che vanno alloggiati i contenitori per gli alimenti e i beverini per l’acqua. Per offrire al suo ospite un ambiente confortevole, deve avare le giuste dimensioni: almeno 100 x 60 x 150 cm di h, con trespolo centrale in legno naturale e apertura superiore. Anche i posatoi devono essere di legno, possibilmente di diametri differenti,

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ORNITOLOGIA

così da favorire l’esercizio fisico dei piedi, grandi abbastanza da poter essere circondati con le dita, senza che le opposte si tocchino. Sul fondo si possono mettere fogli di giornale o carta assorbente, pratici da sostituire quotidianamente, permettono di controllare l’aspetto delle deiezioni, utile per monitorare lo stato di salute del volatile. All’interno, per rendere l’ambiente stimolante, non devono mancare accessori e giochi di diverso tipo, come oggetti di legno da sbriciolare, funi, giocattoli di plastica, che devono rispondere al requisito di essere privi di minute parti staccabili, privi di zinco o vernici tossiche.

L’alimentazione Per questa specie un’alimentazione a base esclusiva di miscele di semi è da sconsigliare. Sicuramente più sana una dieta appositamente formulata per essere bilanciata, a base di estrusi, una miscela di semi povera di girasole, da integrare giornalmente con frutta e verdura cruda o cotta, per renderla più varia e interessante. Complementi alimentari sono rappresentati da: cereali, piccole quantità di formaggio fresco, pastoncino all’uovo, uova cotte. L’importante è la varietà! L’acqua, sempre a disposizione, deve essere cambiata spesso, perché i pappagalli amano immergerci l’ali-

COME FORMARE UNA COPPIA In cattività, per formare le coppie, data l’assenza di dimorfismo sessuale, per distinguere i maschi dalle femmine è necessario procedere al sessaggio degli esemplari, che consiste nell’esame del DNA, da campioni di sangue o di penne o nell’individuare le gonadi, mediante endoscopia da eseguirsi in anestesia generale. Le sole specie in cui le caratteristiche morfologiche sono utili a riconoscere i due sessi sono l’Amazzone fronte bianca, dove le femmine sono prive del colore rosso presente sul margine delle ali del maschio e l’Amazzone redini gialle, non presente in commercio.

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mento, favorendo la crescita batterica. Le amazzoni soffrono di obesità più di altri pappagalli e quindi la loro dieta deve essere povera di calorie.

La riproduzione Le amazzoni sono specie monogame, le coppie che si formano restano insieme per la vita. Il periodo riproduttivo coincide con la primavera: le femmine depongono due - quattro uova che covano da sole per 25-30 giorni, mentre il maschio fa la guardia al nido, ricavato nei tronchi cavi degli alberi, imbottito di trucioli e penne per renderlo morbido e accogliente. I piccoli nascono nudi e ciechi, iniziano a volare a circa un mese e mezzo, ma restano dipendenti dai genitori fino ai tre mesi.

Una lunga vita felice Le amazzoni sono uccelli piuttosto longevi, con aspettative di vita anche superiori a 50 anni. Se ben accuditi e alimentati, rispettando le loro esigenze fisiologiche ed etologiche, avendo cura di sottoporli a regolari visite presso veterinari specializzati in medicina aviare, possono dare a chi le ha scelte come animali da compagnia molte soddisfazioni. ●


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ERPETOLOGIA

IL CLIENTE DEVE ESSERE BENE INFORMATO SULLA GESTIONE DI QUESTO RETTILE, GLI ERRORI PORTANO SPESSO A PROBLEMI COMPORTAMENTALI

FOTO: SCOTTSLM - PIXABAY

L’IGUANA VERDE

Il terrario e gli accessori

Serena Sola Medico Veterinario GPCert ExAP Responsabile Società Italiana Animali Esotici - Regione Veneto

L

’iguana dai tubercoli (Iguana iguana), detta anche iguana verde o iguana comune, è un sauro erbivoro e arboricolo che vive, ancor oggi, nelle foreste pluviali del centro e del Sud America caratterizzate da un clima caldo e molto umido.

“Baby” iguane. Le dimensioni delle iguane in pochi anni vanno dai 20 cm alla nascita a circa due metri al completo sviluppo: sarà quindi necessario modificare nel tempo il terrario e i suoi accessori per adattarsi all’elevata rapidità di crescita di questo pet. La sistemazione iniziale, se si acquista un esemplare cucciolo, può essere un terrario in vetro, relativamente facile da pulire e da allestire. Più grande è il terrario, e quindi maggior spazio ha a disposizione il rettile, migliori saranno le sue condizioni di vita. Poiché le iguane sono arboricole, il terrario deve essere sviluppato in senso verticale, oltre che orizzontale. Le dimensioni ideali sono di 2 metri di larghezza per

2 metri di altezza: dovrebbe essere alto almeno quanto la lunghezza totale dell’iguana, ampio 1,5-2 volte la sua lunghezza e profondo 2/3. Esemplari adulti. Una volta adulta, richiederà degli spazi molto più grandi: bisognerà adibire parte di una stanza o una stanza a terrario per permetterle di vivere al meglio senza sviluppare problemi comportamentali o patologie metaboliche. Questo comporterà sicuramente un maggior dispendio per illuminare e riscaldare in modo adeguato l’ambiente. L’accessorio che non può mancare è un tronco o una tavola inclinata, con dimensioni sufficienti a sostenere adeguatamente il corpo, per permettere all’iguana di arrampicarsi. PetTrend • Febbraio 2020

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ERPETOLOGIA

Il substrato Come substrato è preferibile utilizzare un foglio di giornale o un tappetino di erba sintetica. Meglio evitare sabbia o frammenti di corteccia che potrebbero causare problemi di ostruzione intestinale se ingeriti e favorire patologie cutanee. È fondamentale predisporre dei sistemi di aerazione adeguati. Una ventilazione insufficiente, vista l’elevata umidità, può favorire le infezioni batteriche e fungine.

Il riscaldamento

FOTO: ULRIKE MAI - PIXABAY

Nel terrario si deve creare un gradiente di temperatura. Ciò significa che la temperatura non deve essere costante ovunque ma presentare un massimo e un minimo. I soggetti devono poter scegliere a che temperatura esporsi. La temperatura minima deve essere di 30°C e quella massima di 36-39°C, durante il giorno. Durante la notte la temperatura può scendere a 23-26°C. Il gradiente deve essere tanto orizzontale (da un’estremità all’altra del terrario) che verticale (dall’alto al basso). Le lampade riscaldanti sono in grado di provocare gravi ustioni, quindi è necessario che siano collocate a una distanza adeguata, impedendo

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al rettile di venirvi a contatto diretto. L’utilizzo di termostati automatici è un’ottima soluzione perché regolano la temperatura interna in modo autonomo evitando il surriscaldamento o l’eccessivo raffreddamento. Il negozio specializzato dovrebbe poter suggerire la migliore soluzione per l’animale.

L’illuminazione Provenendo da climi tropicali, le iguane hanno bisogno di essere esposte alla luce per circa 14 ore al giorno, e necessitano di poter riposare nell’oscurità per le restanti ore, in modo da mimare il fotoperiodo naturale. All’interno del terrario è necessaria l’irradiazione di raggi UVB e radiazioni UVA. I raggi UVB sono i più importanti, perché la loro azione a livello cutaneo permette l’attivazione della Vit. D, indispensabile per l’assorbimento del calcio a livello intestinale. La mancata assunzione del calcio crea dei gravi problemi scheletrici e nel giro di poco tempo determina l’istaurarsi di patologie con esiti infausti come la malattia ossea metabolica. Esistono due possibili fonti di raggi UVB. La prima è la luce solare diretta, la fonte migliore e più efficace: esporre le iguane alla luce

solare diretta apporta grandissimi benefici alla loro salute. La luce solare filtrata dal vetro non esercita la stessa funzione. In mancanza di sole, l’alternativa consiste nell’impiego di lampade a emissione di raggi UVB. La distanza della lampada UVB dal rettile non deve essere superiore a 30-40 cm, perché la potenza d’irradiazione decresce progressivamente all’aumentare della distanza. Le lampade ultraviolette vanno cambiate ogni 6 mesi, perché dopo questo periodo non emettono più raggi UVB ma solamente luce visibile. Considerata la varietà di modelli presenti sul mercato, è bene che il venditore sia esperto per fornire consigli attendibili. Le radiazioni UVA, il cui spettro non è per noi visibile, al contrario delle UVB, non producono un’azione fisiologica diretta ma “psicologica” determinando uno stato di benessere e stimolando l’appetito.

L’umidità Nel loro habitat naturale l’umidità relativa è dell’85-95%, quindi molto elevata. È difficile in cattività replicare valori così alti, oppure mantenerli senza causare problemi di crescita di batteri e funghi nel terrario. Mantenere le


FOTO: DIANA TERZO

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TASSONOMIA Classe: Reptilia Ordine: Squamata Famiglia: Iguanidae Genere: Iguana Specie: Iguana iguana Legislazione: L’iguana è elencata nell’Appendice II del CITES

iguane a livelli di umidità troppo bassi nel lungo periodo crea seri problemi di salute legati alla disidratazione cronica, con conseguenti danni renali e quindi insufficienza renale. Nel breve periodo, un ambiente troppo asciutto causa problemi di muta con ritenzione della pelle. il tasso di umidità va verificato con precisione con l’uso di un igrometro. Per mantenere un’elevata umidità ambientale vi sono diversi sistemi, secondo il tipo di terrario e le sue dimensioni. Si può porre la vasca dell’acqua in corrispondenza di un cavetto riscaldante o sotto la lampada riscaldante, in modo che l’acqua evapori, o si può nebulizzare spesso dell’acqua con uno spruzzino. Nei terrari di grandi dimensioni si può utilizzare un umidificatore.

Ama stare al sole Le iguane traggono grandissimi benefici dall’esposizione alla luce solare diretta; pertanto, se il clima è adeguato, è possibile allestire una gabbia all’aperto, in rete metallica, in cui lasciare i rettili durante le ore più calde nella bella stagione. Le iguane possono morire rapidamente se esposte a tem-

perature eccessive, pertanto si deve aver cura che una parte del recinto resti sempre ombreggiata. L’umidità può essere mantenuta elevata nebulizzando spesso l’ambiente e il pet stesso. Una fonte di acqua per il refrigerio non può mancare, l’iguana deve avere la possibilità di immergersi completamente per soddisfare a pieno le sue esigenze etologiche.

L’alimentazione L’alimentazione dell’iguana verde in natura si basa prevalentemente sul consumo di foglie e in parte di fiori e frutti. Pur essendo vegetariana, non è per niente semplice fornirle una dieta completa e bilanciata. La soluzione migliore è quella di preferire una combinazione tra alimenti vegetali appositamente formulati dall’industria per questi animali e un misto di verdure casalingo preparato fresco ogni giorno. Ed è fondamentale rimuovere l’alimento residuo prima di fornire la razione successiva. La dieta deve essere integrata con l’aggiunta di carbonato di calcio. L’acqua deve essere sempre a disposizione in abbondanza. Per la

dieta più corretta sarebbe bene che il negoziante indirizzi il cliente al veterinario esperto in animali non convenzionali. La dieta e la frequenza dei pasti varia nelle fasi della vita in funzione dello stato fisiologico.

Longevità e cause di mortalità In cattività, l’iguana verde, se accudita in modo appropriato, può arrivare a vivere 20 anni. La stragrande maggioranza delle giovani iguane muore entro il primo anno di vita per problemi di gestione. Compito del pet shopper è di guidare verso una scelta consapevole e fornire tutte le informazioni necessarie per una corretta gestione.

I controlli veterinari Almeno due volte l’anno è importante portarla dal veterinario: i rettili tendono a manifestare i segni della malattia quando questa è già in uno stato avanzato. Un occhio più esperto può accorgersi precocemente se qualcosa non va. Scoprire una patologia in fase iniziale ci consente di intervenire con più efficacia e avere una prognosi migliore. ● PetTrend • Febbraio 2020

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ELENCO INSERZIONISTI

I Copertina Cerere Pars

II Copertina Zoodiaco Prolife

III Copertina Vitakraft Gli irresistibili snack

5 Master Toelettatori

13 Ceva Adaptil Junior

25 Purina Pro Plan Fortiflora

IV Copertina Interzoo 2020

32 Monge BWild

35 Innovet Osteoartrite

Trend

Sono presenti con pubbliredazionali, in ordine di apparizione: Cerere, Vitakraft, Zoodiaco, Monge, Chemi-Vit, Purina Pro Plan, Innovet

Febbraio 2020 N° 1 - ANNO 9 Edizioni EV SOC. CONS. a R.L. via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Direttore editoriale: ANTONIO MANFREDI Direttore responsabile: ANTONIO MANFREDI antonio.manfredi@pettrend.it Coordinamento editoriale: MARCO MORESCO marco.moresco@pettrend,it

Segreteria di redazione: ILARIA COSTA via Trecchi, 20 - 26100 Cremona ilaria.costa@pettrend.it Consulente scientifico LUISA QUATTRINA luisa.quattrina@pettrend.it Grafica e impaginazione: PRESS POINT Srl Ufficio Stampa: ILARIA COSTA Pubblicità: ILARIA COSTA ilaria.costa@pettrend.it Hanno collaborato a questo numero Antonio Manfredi; Stefania Colasuono; Fabrizio Vallari; Giuliano Zaghini;

Marco Gorieri; Silvia Bosio; Nicolas Patrini; Franco Fassola; Francesca Serena; Sara Cavarero; Bill Buster; Alessio Arbuatti; Diego Cattarossi; Serena Sola

Stampa PRESS POINT Srl Via Luigi Cagnola, 35 20081 Abbiategrasso (Mi)

Foto da agenzie: Tommaso Urciolo, Silvia Pampallona, Elena Alianelli, Alessio Arbuatti, Diego Cattarossi

Iscrizione al registro del tribunale di Vigevano N. 1/2012. Iscrizione nel registro operatori di comunicazione n° ROC 9606. Tutti i diritti riservati. È vietata ogni riproduzione se non autorizzata dall’editore.

Ringraziamenti motori di ricerca Pixabay Flickr Creative Commons Public License diWikimedia Commons Servizio abbonamenti: ILARIA COSTA ilaria.costa@pettrend.it

Rivista di riferimento di


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