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IN QUESTO NUMERO: INTERVISTA: CHEMI-VIT GLI ALIMENTI PER GATTI STERILIZZATI I PRINCIPI PSICOLOGICI DELLA VENDITA UNA NUOVA SICUREZZA DEL LAVORO ANNO 9 • N° 6 • LUGLIO/AGOSTO 2020

Rivista mensile inviata gratuitamente tramite Poste Italiane S.p.A - ISSN 2279-5790


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PUBBLIREDAZIONALE

info@dietapars.it www.dietapars.it

I CROC PER I GATTI PIÙ ESIGENTI

I

gatti sono animali prevalentemente carnivori che oggi vivono in compagnia dell’uomo e ne acquisiscono le abitudini. La nuova linea I CROC è formulata con una alta percentuale di carne fresca e proteine animali disidratate e sgrassate, con una modesta quantità di cereali integrali con nullo o basso contenuto in glutine. I prodotti I CROC riescono così ad avere un ottimo rapporto tra nutrienti ed appetibilità. Tutti gli alimenti I CROC sono prodotti con la tecnologia di estrusione bivite “twin screw” che preservano le materie prime dagli stress di produzione. KITTEN formula specifica per la fase di crescita nei primi 12 mesi di vita. Crocchette di dimensioni adatte, ricche di energia con proteine selezionate altamente digeribili.

ADULT REGULAR contiene fibre specifiche per la riduzione del rischio dei boli di pelo. Il cloruro di ammonio acidificante dell’urina contribuisce al buon funzionamento del sistema urinario ADULT SENSIBLE oltre alle fibre per la riduzione dei boli di pelo, grazie all’idrolizzato di tonno, è particolarmente adatto ai gatti dall’appetito difficile. Contiene proteine selezionate per la loro elevata digeribilità e ingredienti nutraceutici che possono favorire la flora intestinale benefica. STERILIZZATI grazie al ridotto apporto di grassi per il mantenimento del peso forma e al maggior apporto proteico per il mantenimento della massa muscolare, è adatto anche per i gatti anziani. ●

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EDITORIALE

TANTE INFORMAZIONI A PORTATA DI MANO

N MARCO MORESCO

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el momento in cui scrivo la situazione epidemiologica generata dal Covid-19 è in fase di costante miglioramento, anche se i dati quotidiani a volte mostrano una lieve controtendenza e in altre parti del mondo, come Stati Uniti e Brasile, il contagio rappresenta ancora una realtà molto seria. Le notizie di nuovi focolai in Cina e in Germania si aggiungono poi a confermare che il problema pandemico non può dirsi risolto. Nonostante le prospettive per l’Europa e l’Italia appaiano comunque positive, in attesa di quando finalmente si potrà tornare alla vita pre-coronavirus, dobbiamo quindi continuare a osservare le normative e le limitazioni dettate dall’emergenza. L’uso delle mascherine, il rispetto delle distanze di sicurezza e il divieto di assembramento riguardano tutte le persone, ma per piccoli e grandi imprenditori la situazione è più complessa. Dall’inizio della Fase 2 è nata la specifica esigenza di adeguarsi a una “nuova” sicurezza che deve tener conto della necessità di tutelare i dipendenti anche dal pericolo di contrarre il Coronavirus negli ambienti lavorativi. Su questo tema, che non ha mancato di suscitare allarme per le ipotesi di responsabilità da contagio sul posto di lavoro, l’avvocato Andrea Ferrario svolge un interessante approfondimento che fa chiarezza sui punti fondamentali della questione (pag. 58). Sempre al “passo coi tempi” anche l’articolo di Alessio Arbuatti che illustra i risultati raggiunti da uno studio scientifico sull’interpretazione della mimica facciale umana da parte del cane. Un tema molto interessante e particolarmente attuale, in quanto l’uso della mascherina imposto dal Coronavirus limita in modo significativo la possibilità per il cane di leggere i messaggi provenienti dalle espressioni degli esseri umani: vale la pena saperne di più (pag. 65). Da non perdere anche gli altri articoli di questo numero. A iniziare dall’intervista di Stefania Colasuono a Daniele Pecorella, Sales Manager di Chemi-Vit: tre pagine ricche di spunti e informazioni grazie alle quali conosceremo meglio la filosofia imprenditoriale che ha portato al successo questa dinamica realtà emiliana (pag. 9). Stefania Colasuono ci accompagna anche alla scoperta del mercato degli alimenti per gatti sterilizzati, un comparto che nel tempo è andato a segmentarsi in modo sempre più articolato e profondo (pag. 22). Nell’analisi del Rapporto Assalco- Zoomark 2020, Fabrizio Vallari traduce in un resoconto ampio e dettagliato i numeri che hanno fatto registrare l’anno scorso un andamento positivo del settore pet food: la XIII edizione del documento di riferimento per il settore in Italia ha infatti confermato un mercato degli alimenti cane e gatto in crescita tanto a valore quanto a volume (pag. 13). Sempre lo stesso autore, nella rubrica dedicata al Marketing Emozionale, ci introduce ai principi psicologici che sono alla base di un approccio proficuo e fruttuoso con la clientela (pag. 29). Ancora Marketing, ma questa volta digitale, con l’articolo di Silvia Bosio che svela tutti i segreti per produrre un contenuto di successo; grazie a una serie di tappe logiche scandite da esemplificative infografiche, scopriamo come proporre testi, foto e video agli utenti del Web in modo da ottenere l’effetto voluto con la nostra comunicazione (pag. 54). Per chiudere, un’analisi di mercato di Idealo, una panoramica sulle performance dei singoli segmenti di prodotto registrate dal commercio on-line nei mesi scorsi (pag. 62). E poi: razze canine e feline, piccoli mammiferi, ornitologia, acquariologia, e altro ancora. Buona lettura! ●


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In questo numero 13

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Cerere-PARS I CROC PER I GATTI PIÙ ESIGENTI

29 13

Rapporto Assalco - Zoomark 2020

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PET FOOD: PROSEGUE IL TREND POSITIVO

Monge MONGE NATURAL SUPERPREMIUM IL PET FOOD CHE PARLA CHIARO

Editoriale TANTE INFORMAZIONI A PORTATA DI MANO

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Alimentazione

Intervista

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Original Legno Italia

INNOVAZIONE, NATURALITÀ ED ECOSOSTENIBILITÀ

Innovet REDODERM®: IL PIACERE DI PRENDERSI CURA DELLA SUA PELLE

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QUANDO IL CANE CRESCE

PASSIONE PER IL LEGNO E AMORE PER LA NATURA

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Mercato STERILIZZATO: UN COMPARTO SEMPRE PIÙ AMPIO

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Marketing emozionale I PRINCIPI PSICOLOGICI DELLA VENDITA

Vitakraft ARRIVA L’ESTATE. FUORI DIVERTIMENTO E RELAX, IN CASA MASSIMA IGIENE

Cani di razza IL LABRADOR RETRIEVER


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MSD ONE HEALTH: LA SALUTE DI TUTTA LA FAMIGLIA

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Comportamento IL CANE CHE SALTA ADDOSSO

42

On Site ARRIVA PIRIPÙ PLUS: LA LETTIERA VEGETALE, NATURALE E CERTIFICATA

44 48

Razze feline IL SAVANNAH

Speciale A OGNI GATTO LA SUA LETTIERA

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Oasy

39

OASY GRAIN FREE FORMULA

54

Digital marketing IL VERO RE DELLA COMUNICAZIONE

58

Studi scientifici

68

Psicologia

Questioni legali

CHE COSA GUARDANO DI NOI

UNA NUOVA SICUREZZA DEL LAVORO

62

65

Analisi di mercato IL BOOM DELL’ONLINE IN

COME VIVERE L’ULTIMO SALUTO

71

Piccoli mammiferi TUTTI I SEGRETI DEI RODITORI

74

IL DIMORFISMO SESSUALE

77

I CONGRIDI ORNAMENTALI

Ornitologia Aquariologia

In questo numero

NUMERI

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68 PetTrend • Luglio/Agosto 2020


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INTERVISTA

ATTIVITÀ PRODUTTIVE ALL’AVANGUARDIA, FORMULAZIONI NATURALI E DALL’ELEVATO STANDARD QUALITATIVO, NONCHÉ METODOLOGIE AVANZATE ED ECOFRIENDLY. QUESTI I PUNTI FONDAMENTALI DELLA FILOSOFIA IMPRENDITORIALE CHE HA PORTATO CHEMI-VIT AL SUCCESSO

INNOVAZIONE, NATURALITÀ ED ECOSOSTENIBILITÀ

N

ata nel 1972 e inizialmente attiva nel settore zootecnico, Chemi-Vit si è poi dedicata al mercato pet a partire dal 1980, riscuotendo subito un rilevante successo. Oggi l’azienda, che ha sede nella provincia di Reggio Emilia, occupa un posto di primo piano nella produzione e nella commercializzazione di prodotti - sia petfood che petcare - per cani, gatti, piccoli mammiferi, roditori, uccelli, pesci e rettili. Gli impianti tecnologicamente avanzati, che assicurano una grande capacità produttiva e un alto standard qualitativo, fanno di Chemi-Vit una realtà conosciuta e apprezzata sia in Italia che all’estero. Abbiamo chiesto a Daniele Pecorella, Sales Manager, quali sono i punti di forza dell’azienda e i plus che la contraddistinguono dai competitor.

Daniele Pecorella, Sales Manager di Chemi-Vit.

Stefania Colasuono: Il 2020 ci ha messo davanti a una dura prova, Chemi-Vit come ha affrontato i primi mesi di emergenza? Daniele Pecorella: Credo, come tutti, con grandi difficoltà. Abbiamo riorganizzato completamente la produzione, rimodulando le postazioni di lavoro in modo da assicurare agli operatori una distanza di almeno tre metri e fornendo tutti i dispositivi di protezione individuale. Abbiamo fatto, inoltre, ampio ricorso allo smart working. Tutto ciò ha richiesto un grande impegno, ma ci ha consentito di continuare il nostro lavoro in sicurezza. SC: Avete previsto iniziative o servizi appositamente dedicati ai proprietari dei pet o ai negozianti? DP: Sì, certamente. Vista l’impossibilità di muoversi, abbiamo organizzato vari webinar che si sono rivelati essere uno strumento flessibile, efficiente e pratico, per dare la possibilità a tutti i nostri clienti e ai collaboratori di fare formazione comodamente da casa, dall’ufficio o da un qualsiasi pc con accesso a internet. Stiamo completando inoltre il nuovo sito web che offrirà ai nostri partner, e in generale a tutti gli operatori del settore, la possibilità di usufruire di numerosissimi vantaggi e una serie di servizi di grande utilità. SC: Da quali prodotti è composto il vostro ampio assortimento? DP: Chemi-Vit è nata e si è fatta

Stefania Colasuono Redazione Distribuzione Moderna

conoscere, sia in Italia che all’estero, con i prodotti per l’ornitologia e i piccoli mammiferi, ma negli ultimi anni ha esteso il suo raggio d’azione a cani e gatti, con la produzione interna di una vasta gamma di biscotti e snack semiumidi. Più recentemente ha lanciato una linea di alimenti secchi, veramente innovativa, studiata in collaborazione con i maggiori esperti in nutrizione animale e con diverse Università italiane.

Pro Hypoallergenic è la linea di snack semiumidi pensati specificamente per i cani con intolleranze a particolari ingredienti e sostanze nutritive. Disponibile nelle ricette al salmone, all’agnello o vegetale, è realizzata con materie prime italiane di qualità.

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INTERVISTA

La linea Buon Formaggio è composta da snack completamente naturali, realizzati con formaggio 100% italiano, senza glutine e senza lattosio. Fonte di calcio, fosforo e proteine, è anche priva di conservanti, coloranti e aromi

per tutti i piccoli animali da compagnia, come conigli, piccoli mammiferi, uccelli, pesci e rettili.

Lo stabilimento dell’azienda, in provincia di Reggio Emilia, è dotato di impianti tecnologicamente avanzati che consentono una grande capacità produttiva dagli elevati standard qualitativi.

SC: In cosa si differenziano rispetto all’offerta dei competitor? DP: Credo di poter riassumere i nostri principali punti di forza in tre concetti. Innanzitutto, la costante attenzione alle esigenze degli animali e alle richieste dei loro proprietari, che ci permette di lanciare prodotti sempre nuovi e soprattutto innovativi. Dental Cleaners, la prima salviettina usa e getta per l’igiene dentale di cani e gatti, ne è un esempio; come anche Nature Bakery, la linea di biscotti 100% naturale che coniuga l’utilizzo di farine integrali provenienti da grani inconsueti con ingredienti dalle specifiche funzionalità, il tutto eliminando l’uso di olio di palma, coloranti, aromi e conservanti artificiali. Pensiamo, poi, alla linea degli snack semiumidi Pro, ognuno dei quali è dotato di una specifica

Dental Cleaners è la prima salviettina usa e getta creata per l’igiene orale di cani e gatti. Efficaci e delicate, aiutano a rimuovere placca e tartaro e a lasciare un alito fresco.

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funzionalità grazie a componenti che interagiscono più o meno selettivamente con una o più funzioni fisiologiche dell’organismo; allo snack Buon Formaggio, completamente naturale, fatto solo di buon formaggio 100% italiano, senza glutine e senza lattosio; alla linea superpremium di alimenti secchi per cani e gatti Uno di Famiglia, formulata dal nostro team di veterinari ed esperti in nutrizione animale in modo da essere senza cereali e con un alto contenuto di carne fresca e di ingredienti naturali (anche se ciò che la contraddistingue è la presenza di ingredienti utili al benessere del microbiota dei cani e dei gatti). Non dimentichiamo, infine, le linee di alimenti

SC: Quali sono, invece, gli altri vostri punti di forza? DP: Sicuramente la produzione diretta di ciò che viene commercializzato che, oltre alla garanzia di una costante qualità del prodotto, consente una notevole adattabilità alle nuove esigenze di mercato, nonché la possibilità di poter offrire sempre un ottimale rapporto qualità-prezzo. Fondamentale, poi, la cura degli aspetti legati alla comunicazione, dal packaging alla divulgazione anche attraverso i canali social, che permettono una forte interazione fra l’azienda e il grande pubblico, con lo scambio costante di informazioni e risorse. Rivestono un ruolo di primo piano, infine, la sponsorizzazione e la partecipazione a eventi veterinari e a fiere nazionali e internazionali, così come l’offerta ricca e diversificata che siamo in grado di proporre: un catalogo che spazia in tutti i settori del pet con tante linee di prodotti, indirizzate tanto agli allevatori professionisti che agli hobbisti,

Nature Bakery è la linea di biscotti 100% naturale, realizzata con farine integrali (di farro, avena e segale) e ingredienti funzionali. Priva di olio di palma, coloranti, aromi e conservanti artificiali, è disponibile nelle varianti Agnello e Zenzero, Dental, Mela e Cannella, Relax e Training.


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sia ai pet shop specializzati che alla produzione di private label. SC: Avete un team di Ricerca&Sviluppo interno per la realizzazione dei prodotti? DP: Riteniamo che il team di Ricerca&Sviluppo sia uno dei punti di forza della nostra azienda, che può disporre internamente di due veterinari e di un nutrizionista. Queste nostre figure, in collaborazione con veterinari specialisti delle università di Parma, Bologna e Teramo, oltre che con il contributo di valenti allevatori, studiano, formulano e testano sul campo tutti i nuovi prodotti, prima della loro introduzione sul mercato. SC: “360° di innovazione e qualità” è uno dei vostri claim principali: attraverso quali elementi innovativi e tecnologici riuscite a garantire alti standard qualitativi? DP: Puntiamo sulla costante evoluzione, sia sul piano delle formulazioni (progettando, implementando e sviluppando nuovi prodotti, per raggiungere sempre il top dei più alti standard qualitativi), sia su quello produttivo e logistico, operando sempre con strumenti all’avanguardia e metodologie avanzate che si basano su consolidate competenze (frutto di decenni di esperienza) e sulla costante innovazione. Un’innovazione che non riguarda solo gli strumenti, ma si concretizza anche con lo sviluppo di nuovi concetti commerciali, nuovi mezzi di distribuzione e di commercializzazione, o in cambiamenti organizzativi e d’immagine. Un esempio su tanti: dal 2003, l’azienda è in possesso della Certificazione di qualità ai sensi della normativa UNI EN ISO 9001. SC: Quanto conta per voi l’ecosostenibilità? DP: Vi poniamo particolare attenzione perché la riteniamo, insieme alla produzione di alimenti naturali e

rivolti al benessere degli animali, uno degli argomenti più importanti dei prossimi anni. Abbiamo da tempo iniziato a ridurre gli imballaggi e a utilizzare materiali completamente riciclabili. Stiamo seguendo con attenzione, inoltre, gli sviluppi nel campo degli imballaggi altamente biodegradabili, che possono essere smaltiti come rifiuti organici insieme agli scarti alimentari, con l’obiettivo di ottenere un packaging compostabile. Sempre nell’ottica della riduzione dell’impatto ambientale abbiamo anche cercato di adeguare le nostre strutture realizzando un sito logistico all’avanguardia, che dispone di tutte le caratteristiche richieste dalla classe A, in quanto fa ricorso principalmente a fonti energetiche rinnovabili, naturali e non inquinanti. SC: Avete recentemente lanciato qualche novità di prodotto, o prevedete ulteriori nuovi lanci? DP: Sta per uscire sul mercato un nuovo prodotto della linea Uno di Famiglia Microbiota, con storione fresco come primo ingrediente, salmone e trota, formulato solamente con proteine animali derivate dal pesce e senza cereali. Apporta acidi grassi Omega 3 e Omega 6 ed è privo di coloranti e conservanti artificiali aggiunti. Come tutti i prodotti della gamma, focalizza il ruolo centrale del microbiota intestinale quale interfaccia tra l’alimento e la salute dell’organismo: contiene, infatti, nutrimicro, uno speciale mix di ingredienti studiato dai nostri tecnici per nutrire e salvaguardare il microbiota intestinale che, come appurato dalla ricerca scientifica, è determinante nello sviluppo del sistema immunitario e, quindi, della buona salute. Abbiamo progettato e sono in cantiere, diversi nuovi prodotti, ma abbiamo ritenuto opportuno ritardarne la produzione e il lancio a causa dei problemi legati al Corona-

Gli snack semiumidi Pro sono caratterizzati da una specifica funzionalità, grazie a particolari componenti che interagiscono con una o più funzioni fisiologiche dell’organismo. Adatti nelle diverse fasi di vita del pet, sono disponibili in diverse varietà di gusti e formulazioni.

Uno di Famiglia Microbiota è la linea superpremium composta da alimenti privi di cereali e contenenti ingredienti naturali. È adatta ai cani di tutte le taglie e di tutte le età, anche con problemi di sovrappeso o sensibilità digestiva.

La linea Uno di Famiglia Microbiota per gatti è caratterizzata da prodotti diversi a seconda delle loro esigenze (sensibilità a particolari ingredienti o sterilizzati, per esempio). Le ricette, rigorosamente grain free, sono altamente digeribili e naturali.

virus, che hanno notevolmente ridotto la recettività del mercato. SC: Sul piano della formazione, invece, organizzate incontri o corsi rivolti al personale del canale specializzato per informarli sui vostri prodotti? DP: Sì, certamente: utilizzando soprattutto la metodologia formativa e-learning, mettiamo a disposizione di tutti i nostri collaboratori l’accesso alle risorse e ai servizi, così come anche agli scambi in remoto e alla collaborazione a distanza. SC: Quali sono i vostri principali obiettivi per quest’anno e il prossimo futuro? DP: Il nostro obiettivo per il 2020 è un aumento del fatturato del 20%, che già nei primi tre mesi dell’anno avevamo raggiunto; a oggi non siamo in grado di prevedere gli effetti della pandemia sull’economia in generale e sul nostro fatturato in particolare. Una cosa è certa: siamo ottimisti su una rapida ripresa economica. ● PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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PUBBLIREDAZIONALE

REDODERM®: IL PIACERE DI PRENDERSI CURA DELLA SUA PELLE Dalla Ricerca Innovet in Dermatologia Veterinaria nasce Redoderm®: uno shampoo specifico in grado di prendersi cura delicatamente della cute e del mantello di cani e gatti A cura di CeDIS (Centro di Documentazione e Informazione Scientifica) Innovet Italia Srl, Saccolongo (PD) cedis@innovet.it

La cura della sua pelle parte dal bagno Chi possiede un cane (ma anche un gatto) sa quanto importante sia provvedere all’igiene e alla salute della pelle e del mantello dell’amico a 4 zampe. Garantirgli, cioè, la piacevole sensazione di un mantello pulito, morbido, profumato e con la giusta tessitura e corposità. E, in aggiunta, aiutarlo a tenere la cute correttamente idratata e il più possibile “pulita” da agenti irritanti, polveri e pollini. Un gesto semplice, ma importante, quello di lavare periodicamente il proprio amico peloso con uno shampoo a lui dedicato, in grado cioè di detergere a fondo, nel completo rispetto della naturale composizione lipidica e delle caratteristiche chimico-fisiche (es. pH) della pelle.

Redoderm®: uno shampoo… “da cani”. E da gatti! Dalla Ricerca Innovet in Dermatologia Veterinaria è nato Redoderm®: un’associazione di sostanze, tra loro sinergiche, per la detersione delicata della cute e del mantello di cani e gatti. La base lavante è detta “normodermica”, perché deterge a fondo, riduce la carica allergenica e favorisce l’allontanamento di lieviti e batteri, rispettando però la normale composizione lipidica cutanea. Redoderm® è anche in grado di normalizzare la struttura dell’epidermide e la sua funzione di barriera. Contiene infatti ceramidi: una frazione qualificata di lipidi che, assieme al Titalin-Zinco (una sostanza originale brevettata da Innovet), mantengono la corretta idratazione ed elasticità cutanea, e garantiscono compattezza e coesione allo strato corneo grazie all’azione favorente la convergenza dei cheratinociti. Infine, Redoderm® concorre al controllo della flora microbica superficiale grazie alla presenza di acido undecilenico e octopirox: due sostanze capaci di controllare la proliferazione dei microrganismi, funghi in particolare. L’estratto vegetale di Echinacea rinforza invece l’azione igienizzante dello shampoo e potenzia le difese naturali dell’organismo contro l’aggressione microbica. Questi effetti, tra loro sinergici, garantiscono igiene e pulizia di cute e mantello a cani e gatti sani. E concorrono al riequilibrio delle alterazioni strutturali e funzionali della barriera epidermica in corso di dermatiti allergiche (es.

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atopia). In funzione della sua composizione, Redoderm® contribuisce anche a ridurre secchezza e seborrea e a migliorare la qualità del mantello. Redoderm® è disponibile in flacone da 250 ml e tanica da 2000 ml. Va applicato in modica quantità sul mantello bagnato, massaggiando in modo delicato fino a ottenere una schiuma uniformemente distribuita su tutto il corpo. Dopo aver lasciato agire per almeno un minuto, si risciacqua con abbondante acqua tiepida e si procede ad asciugare immediatamente. Al bisogno, Redoderm® può essere utilizzato con frequenza settimanale. Redoderm® è un prodotto della linea dermatologica a base di Aliamidi, formulata da Innovet per la salute e il benessere della cute di cani e gatti. Redoderm®. Prendersi cura della sua pelle con gesti semplici! Maggiori informazioni nella pagina “Prodotti” di www.innovet.it ●


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RAPPORTO ASSALCO - ZOOMARK 2020

Daniela Jakob - Pixabay

LA XIII EDIZIONE DEL RAPPORTO ASSALCO-ZOOMARK 2020 CONFERMA UN MERCATO DEGLI ALIMENTI CANE E GATTO IN CRESCITA A VALORE E ANCHE A VOLUME

FOOD: PROSEGUE IL TREND POSITIVO PET

G Fabrizio Vallari Giornalista e docente di Fondamenti di marketing e cultura d’impresa

li animali d’affezione in Italia sono circa 60 milioni e 300 mila, con un rapporto di 1 a 1 con la popolazione residente nel nostro Paese. Di questo ampio universo fanno parte; 7 milioni di cani; 7,3 milioni di gatti; 12,9 milioni di uccelli; 29,9 milioni di pesci; 1,4 milioni di rettili; 1,8 milioni di piccoli mammiferi.

Questi i primi dati contenuti nell’ultima edizione del Rapporto realizzato da Assalco, l’Associazione Nazionale tra le Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia in collaborazione con Zoomark International ed il contributo di Anmvi (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) e PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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RAPPORTO ASSALCO - ZOOMARK 2020

Tabella 1 - Il mercato dei prodotti per l’alimentazione di cani e gatti in Italia

Fonte: Rapporto Assalco - Zoomark 2020. Dati IRI - 52 settimane al 30 Dicembre 2019.

della società di ricerche di mercato IRI Information Resources.

L’alta qualità guida la crescita a valore

Pexels - Pixabay

Il mercato degli alimenti cane e gatto ha sviluppato nel 2019 un giro d’affari di 2.078 milioni di euro in Italia per un totale di 556.424 tonnellate vendute con riferimento ai canali distributivi Grocery, Petshop tradizio-

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nali e Catene di Petshop rilevati nel Panel IRI Information Resources. Il mercato prosegue nel suo trend positivo a valore con un incremento del fatturato del +2,8% rispetto all’anno precedente. Il Pet food si conferma quindi un mercato in crescita a valore, con un tasso di sviluppo superiore a quello del Largo Consumo Confezionato che è stato pari al +1,7% nel 2019. Anche a volume, il mercato

del Pet Food è cresciuto dello 0,9% rispetto al 2018 (Tabella 1). Nel periodo 2016-2019, il mercato si è sviluppato con un tasso di crescita annuo composto CAGR (Compounded Annual Growth Rate) pari al +2,3% a valore (+1,5% a valore il tasso del Largo Consumo Confezionato) e +0,4% a volume. L’incremento del mercato a valore superiore di quello a volume è spiegato dall’orientamento da parte dell’acquirente alla composizione di un carrello di spesa di maggior valore attraverso la scelta di prodotti premium, di alta qualità, formati più piccoli con un rapporto €/kg più alto, alimenti dietetici a supporto di patologie specifiche nel canale specializzato e prodotti che cavalcano i trend emergenti (es. biologici, ancestrali, olistici, vegetariani/vegani, senza glutine, grain free, con un’unica fonte proteica, formulati con materie prime selezionate, ecc).

I canali distributivi Il fatturato del mercato dei prodotti per l’alimentazione di cani e gatti è sviluppato da tre piattaforme distributive - Grocery, Petshop tradizionali e Catene Petshop - che


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RAPPORTO ASSALCO - ZOOMARK 2020

Tabella 2 - Gli alimenti per cane e gatto nei canali Grocery, Petshop tradizionali e Catene Petshop Tot Petfood

2018

Grocery 2019

Vend Vol (milioni kg)

416,4

420,7

Vend Val (Mio Euro)

1.151,1

1.180,8

Petshop Tradizionale 2018 2019 Var % 2019/2018

2018

1,0

98,2

95,8

-2,5

36,8

39,9

8,5

0,9

2,6

643,2

648,5

0,8

226,6

248,9

9,8

2,8

Var % 2019/2018

Petshop Catene 2019 Var % 2019/2018

Tot Var % 2019/2018

Fonte: Rapporto Assalco - Zoomark 2020. Dati IRI - 52 settimane al 30 Dicembre 2019.

mostrano dinamiche differenti (Tabella 2). Il Grocery canalizza il 55,9% del fatturato complessivo del mercato Pet food (1.181 milioni di euro) e il 74,7% dei volumi (420.734 tonnellate). Le Catene Petshop (7,1% dei volumi e 11,8% dei valori) hanno continuato a crescere con dinamiche del +9,8% a valore e del +8,5% a volume rispetto all’anno precedente. I Petshop tradizionali (4.857 punti vendita, secondo l’ultimo dato disponibile riferito al giugno 2019) rappresentano il principale canale del trade non grocery in cui sono distribuiti i prodotti per animali da compagnia in Italia. In termini di incidenza sviluppano solo il 17% dei volumi (che corrispondono a 95.784 tonnellate circa), ma generano il 30,7% dei valori (648,5 milioni di euro di fatturato).

I Petshop GDO Con l’ultima edizione del Rapporto Assalco Zoomark è iniziato anche il monitoraggio dei dati di ven-

dita di due canali emergenti: i Petshop GDO e i Generalisti On Line. Volendo sommare i risultati dei due nuovi format a quanto realizzato dai canali tradizionali del mercato italiano degli alimenti per cani e gatti (Grocery, Petshop tradizionali e Catene Petshop), la simulazione porta a un totale mercato italiano di 2.112 milioni di euro e 563.097 tonnellate vendute (Tabella 3). Alcuni retailer della GDO (come Conad, Coop, Iper, Selex, ecc.) hanno dato vita recentemente a un nuovo format distributivo: i Petshop GDO. Si tratta di punti vendita specializzati che puntano sull’assortimento (ampio e con la presenza di prodotti premium, funzionali e dietetici) e sul servizio al consumatore (personale qualificato, servizi di toelettatura e, a volte, veterinari) per contrastare la crescente competizione delle Catene Petshop. I Petshop GDO, con un fatturato pari a 20,7 milioni di euro nel 2019, hanno raggiunto un’incidenza sul mercato pari all’1% sul totale fatturato

Tabella 3 - Alimenti cane e gatto: quote a volume ed a valore suddivisi per canale

Fonte: Rapporto Assalco - Zoomark 2020. Dati IRI - 52 settimane al 30 Dicembre 2019.

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simulato del Pet food comprendente sia i canali fisici che on-line. (I dati contenuti nel rapporto sono relativi a un leader panel di 49 punti vendita con insegna Amici di Casa Coop, Petstore Conad, Animali Che Passione, Joe Zampetti e Pet Elite - Selex).

I Generalisti On Line Con riferimento al format dei Generalisti On Line, l’e-commerce si conferma il comparto più dinamico del dettaglio italiano per acquisto di beni e servizi con una crescita che continua a essere a doppia cifra. Accanto agli operatori specializzati nella vendita di prodotti per animali (vertical e-commerce - dato non disponibile), si assiste allo sviluppo delle vendite on-line degli operatori generalisti dei gruppi della GDO e Amazon (il tracking delle vendite online rilevato da IRI si riferisce agli operatori della GDO - Esselunga, Carrefour, Pam/Panorama, Coop, Selex, Bennet, Unes, Auchan, Finiper, Supermercato 24 - e Amazon). Il fatturato sviluppato nel 2019 attraverso le vendite on-line di alimenti per cani e gatti dagli operatori generalisti (come sopra definiti) è stato di 13,1 milioni di euro: nonostante rappresentino ancora una quota minoritaria rispetto al valore complessivo delle vendite sviluppate dai negozi fisici della GDO, il tasso di crescita registrato (+57% del fatturato rispetto al 2018), rende interessante il monitoraggio di questo canale che ha raggiunto un peso pari allo 0,6% sul simulato totale fatturato del Pet food (canali fisici ed On line). Nel 2019 il fatturato sviluppato dalle vendite on-line degli operatori generalisti (GDO e Amazon) presenta la seguente ripartizione: 55,3% alimenti per gatto e 44,7% alimenti per cane. ●


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ALIMENTAZIONE

L’ACCRESCIMENTO DI UN CUCCIOLO È ESTREMAMENTE RAPIDO E CIÒ RENDE L’ADEGUATEZZA DELL’ALIMENTO SCELTO DI ENORME IMPORTANZA. ECCO COME SOSTENERE A LIVELLO NUTRIZIONALE UN CORRETTO SVILUPPO SCHELETRICO

QUANDO IL

Dave Francis - Pixabay

CANE CRESCE

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l corretto sviluppo scheletrico di un cucciolo dipende da numerosi fattori, sia genetici sia ambientali, e tra questi ultimi l’alimentazione gioca senza dubbio un ruolo fondamentale. In particolare, una eventuale errata gestione alimentare potrebbe inficiare il corretto sviluppo dell’apparato scheletrico del cucciolo, con possibili ripercussioni su qualità di vita e salute dell’animale in età adulta.

Una solida impalcatura

Giacomo Biagi Professore Associato Dip. Scienze Mediche Veterinarie Alma Mater Studiorum Università di Bologna

L’accrescimento di un cucciolo rispetto, per esempio, a quello di un bambino, è estremamente rapido e ciò rende l’adeguatezza dell’alimento scelto di enorme importanza. Se infatti un essere umano completa il proprio accrescimento nel corso di diversi anni, il cane raggiunge il proprio peso adulto in un periodo estremamente breve, a un’età compresa tra 10 e 18 mesi, in funzione della taglia del soggetto (solo poche razze giganti arrivano a completare il proprio accrescimento intorno ai 24 mesi). Lo scheletro di un animale rappresenta la struttura di sostegno PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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JacLou DL - Pixabay

ALIMENTAZIONE

dell’apparato locomotore, che è completato dal sistema muscolare, ed è principalmente formato dalle ossa e, secondariamente, dalle superfici cartilaginee che si trovano nelle articolazioni. Il corretto sviluppo dell’apparato scheletrico richiede energia e specifici

nutrienti, tra i quali, in primo luogo, i minerali, oltre a proteine e vitamine.

La carenza di nutrienti Storicamente, tanto in medicina umana quanto in ambito veterinario, la tipica alterazione dello sviluppo

LE FONTI DI ENERGIA Per quanto riguarda le fonti di energia, il cucciolo può ottenere calorie dai grassi, dalle proteine e dai carboidrati digeribili che trova nell’alimento. La quantità di energia somministrata dovrebbe essere commisurata alle reali esigenze caloriche del cucciolo, le quali dipendono dal suo peso corporeo e dalla sua età, senza carenze e senza eccessi. • I minerali. Per quanto concerne la componente minerale, essa è percentualmente il principale costituente delle ossa (per circa il 70%) ed è rappresentata soprattutto da calcio e fosforo, con una piccola componente rappresentata da magnesio, sodio, potassio e fluoro. È dunque indispensabile che la dieta apporti le quantità necessarie di questi elementi minerali e, anche in questo caso, vanno evitati tanto le carenze quanto gli eccessi, per i motivi che vedremo più avanti. • Le proteine. Il 30% di un osso è inoltre rappresentato da componente organica, principalmente costituita dalle proteine che formano il tessuto collagene delle ossa, indispensabile per conferire alle stesse robustezza ed elasticità. • Le vitamine. Infine, il corretto accrescimento del cucciolo richiede anche grassi e vitamine. Proprio tra le vitamine, la vitamina D gioca un ruolo molto importante nell’assorbimento intestinale del calcio e nella regolazione del metabolismo di calcio e fosforo, con ricadute sullo sviluppo e sulla salute dell’apparato scheletrico.

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scheletrico da carenza nutrizionale è rappresentata dal rachitismo. Il rachitismo è una malattia tipica dell’accrescimento, caratterizzata da un difetto di ossificazione del tessuto osseo e provocata dalla carenza di calcio e/o vitamina D. La malattia si manifesta con dolore alle ossa e zoppia, con la possibile comparsa di deformazione delle ossa e, nei casi più gravi, fratture spontanee. Nell’uomo, la vitamina D può essere prodotta a seguito dell’esposizione ai raggi del sole (in particolare, a quelli ultravioletti UVB), ma questa via metabolica è praticamente assente nel cane (e nel gatto) per cui la vitamina D deve essere presente nella dieta dell’animale. Per la verità, durante i primi 5 o 6 mesi di vita, il cucciolo è dotato di un meccanismo passivo di assorbimento intestinale del calcio molto efficiente e non dipendente dalla vitamina D. Successivamente, invece, l’assorbimento passivo si riduce e diventa indispensabile la presenza della vitamina D per sostenere l’assorbimento intestinale attivo del calcio. A prescindere dai meccanismi di assorbimento intestinale del calcio, però, la vitamina D gioca un ruolo fondamentale nella regolazione del metabolismo di calcio e fosforo e nello sviluppo delle ossa per cui la sua presenza nell’alimento è di vitale importanza. L’eventuale carenza di calcio e vi-


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tamina D in un cucciolo è quasi sempre la conseguenza di scelte alimentari sbagliate. Un esempio: il ricorso ad alimenti complementari, non contenenti adeguate quantità di calcio e/o vitamina D, come principale o addirittura unica fonte di nutrimento può essere causa di una situazione carenziale. In misura meno grave, anche l’impiego di alimenti completi formulati per cani adulti può causare una carenza di calcio (e di altri nutrienti, tra cui le proteine) nel cucciolo.

Evitare il fai da te Similmente, la carenza di questi nutrienti può dipendere dal ricorso all’uso di diete casalinghe mal formulate e nutrizionalmente incomplete. A questo proposito, si pensi che nella maggior parte degli ingredienti che troviamo sulle nostre tavole la presenza di calcio e vitamina D è molto limitata. Il calcio è presente in con-

centrazioni discrete nei latticini ma non in quantità tali da sostenere lo sviluppo scheletrico di un cucciolo, nemmeno se l’animale ne ricevesse grandi quantità. Tipicamente, in natura, i cuccioli degli animali carnivori ricavano il calcio dalle ossa delle prede ma il ricorso alle ossa come fonte di calcio, in una realtà domestica, non è consigliabile per alcuni rischi connessi al loro impiego, fra cui quello di sovradosaggio del calcio, come vedremo più avanti. Altrettanto limitata è la presenza di vitamina D negli alimenti, con i soli pesci a rappresentarne una buona fonte.

L’eccesso di calcio nella dieta Si è già accennato al fatto che nei primi mesi di vita nei cuccioli è presente un meccanismo passivo di assorbimento intestinale del calcio per cui l’animale assorbe praticamente tutto il calcio presente nella dieta. Se

I CASI PIÙ COMUNI DI ECCESSO DI NUTRIENTI I livelli di calcio possono essere facilmente superati nelle diete casalinghe, con empiriche integrazioni di nutrienti, per esempio quando al cucciolo vengono somministrate grandi quantità di ossa, o qualora si usino in maniera impropria alimenti complementari ricchi di calcio (come la farina d’ossa o alcune miscele di sali minerali formulate appositamente per apportare calcio e fosforo). • La somministrazione di eccessive quantità di ossa ci porta subito a pensare alla filosofia delle diete a crudo, a cui spesso si fa riferimento con l’acronimo Barf, che contengono tipicamente grandi quantità di ossa e nelle quali non è raro trovare livelli di calcio che arrivano al 3-4% della sostanza secca, ovvero a livelli doppi o tripli rispetto a quelli che Fediaf consiglia di non superare. • L’uso di diete complementari ricche di calcio, invece, è di solito legato all’idea che i cuccioli di grande taglia, sviluppando molto rapidamente uno scheletro di grandi dimensioni, abbiano bisogno di ricevere diete molto ricche di calcio, fosforo e vitamina D. Ci si dimentica però che, a sostegno del proprio accrescimento, il cucciolo di grande taglia deve assumere notevoli quantità di alimento e quindi, di conseguenza, ingerisce anche elevate quantità di calcio, fosforo e vitamina D, senza che sia necessario aumentare la concentrazione di questi nutrienti nella dieta. Anzi, un errore purtroppo ancora diffuso consiste proprio nell’aggiungere a un alimento completo per cuccioli un alimento complementare a base di calcio, fosforo e vitamina D. Come si è già detto, questi errori possono rappresentare un fattore di rischio per la comparsa di patologie a carico dell’apparato locomotore. Come ben sappiamo, le osteocondrosi che affliggono il cane, si pensi alle displasie di anca e gomito, sono patologie multifattoriali, che riconoscono sia cause genetiche sia cause ambientali, fra cui, in primo luogo, proprio la dieta. E, a questo proposito, è possibile che l’eccesso di calcio sia un fattore predisponente alla comparsa di queste problematiche.

da un lato questo meccanismo è funzionale a evitare carenze di calcio, si può anche ben capire come esso esponga il cucciolo al rischio di assorbire quantità di calcio eccessive se l’animale viene alimentato in maniera scorretta. Esistono alcuni studi, condotti perlopiù in cuccioli di razza Alano, che sembrano dimostrare come la somministrazione di diete contenenti grandi quantità di calcio possa predisporre l’animale a sviluppare problematiche nell’accrescimento scheletrico. Le stesse conseguenze negative non sono state osservate in cuccioli appartenenti ad altre razze ma, il buon senso, consiglia di evitare di somministrare grandi quantità di calcio a cuccioli nei primi 5-6 mesi della loro esistenza. Non a caso, Fediaf non si limita a stabilire i fabbisogni minimi di calcio nei cuccioli (pari a 1% della sostanza secca) ma prevede anche che gli alimenti a loro destinati non superino l’1,6% di calcio nelle prime 14 settimane e l’1,8% nel restante periodo di accrescimento.

Se l’energia è in eccesso Oltre all’elevata somministrazione di calcio (e vitamina D), è stato anche osservato che l’eccessiva somministrazione di calorie, favorendo un accrescimento particolarmente rapido del cucciolo, può a sua volta rappresentare un fattore di rischio per le patologie dell’apparato scheletrico, soprattutto nei cuccioli di taglia grande e gigante. Ecco perché i cuccioli di razze di grande taglia non dovrebbero mai essere alimentati a volontà ma, al contrario, dovrebbero ricevere quantità di alimento (e, quindi, di calorie) tali da permetterne un accrescimento non troppo rapido, che eviti di sollecitare eccessivamente l’apparato scheletrico che si sta sviluppando. In conclusione, la corretta gestione alimentare rappresenta, insieme alla selezione genetica dei riproduttori, uno strumento imprescindibile per garantire il corretto sviluppo scheletrico del cucciolo. L’attenzione alla qualità e alla quantità della dieta che viene somministrata dovrebbe essere particolarmente elevata nel caso dei cuccioli appartenenti a razze di taglia grande e gigante, per loro natura maggiormente predisposte a sviluppare fenomeni patologici a carico dell’apparato scheletrico. ● PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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gettato e presentato il nuovo modello di Cuccia in legno. La novità consiste, rispetto al classico modello Alpi consolidato da anni, il tetto semipiano. Questo è dotato di un pratico gancio per facilitarne l’apertura. Colori Tetto: Rosso Tegola o Verde Prato. L’ingresso, dotato di bordatura in alluminio antimorso, è stato posizionato per soddisfare l’esigenze dei nostri amici a 4 zampe. Oltretutto è stata realizzata con un robusto legno massello spessore 15 mm di prima qualità, adatto per l’esterno. Poggiano su piedoni in materiale plastico che proteggono dall’umidità tutta la struttura. Le cucce sono altamente resistenti, adatte per l’esterno ed alle basse temperature e soddisfano tutte le taglie dei cani.


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presenza di ospiti, perché deve allontanarsi da casa per un po’ e non vuole correre il rischio di lasciare il cane a casa o libero in giardino, con la possibilità che metta tutto a soqquadro. Può essere utilizzato per dividere ambienti come scale, balconi e ingressi. Tutti i nostri prodotti sono verniciati con vernice atossica, ecologica, antimuffa, antisettica e repellente all’acqua. ●


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MERCATO

L’OFFERTA DI ALIMENTI PER GATTI STERILIZZATI SI È EVOLUTA PER RISPONDERE ALLE RICHIESTE DI PROPRIETARI SEMPRE PIÙ ESIGENTI E AGLI SPECIFICI BISOGNI NUTRIZIONALI DEI FELINI

STERILIZZATO: UN COMPARTO SEMPRE PIÙ AMPIO

Stefania Colasuono Redazione Distribuzione Moderna

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SHUTTERSTOCK

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l settore degli alimenti per gatti sterilizzati continua a registrare un trend soddisfacente, all’interno del più ampio mercato del pet food gatto che - secondo quanto riportato dall’ultima edizione del Rapporto Assalco-Zoomark 2020 - lo scorso anno è cresciuto a valore del 3,1% rispetto al 2018, con un giro d’affari di 1.093 milioni di euro e una quota del 52,6% del mercato totale Grocery+Petshop tradizionale + catene. Una crescita che deriva, del resto, anche dalla pratica sempre più diffusa della sterilizzazione e che comporta, di conseguenza, un’alimentazione specifica: «in Italia - sottolinea infatti Giuliano Rombolà, Direttore Generale di Morando - si stima che 7 gatti su 10 siano sterilizzati e che circa il 65% dei proprietari acquisti per loro prodotti specifici. La sterilizzazione sta diventando una pratica sempre più frequente e raccomandata dai medici professionisti e la domanda di alimenti dedicati è

cresciuta di conseguenza». Un trend rilevato anche da Matteo Mascella, Senior Marketing Manager di Agras Delic: «negli anni, il segmento è andato sempre in crescendo. Quelli che inizialmente erano considerati prodotti per un bisogno specifico, infatti, sono diventati prodotti fisiologici di mantenimento: quella che diversi anni fa, quindi, poteva essere ritenuta una nicchia adesso è una tendenza di mercato consolidata».

Il ruolo chiave dei veterinari L’evoluzione del comparto, dunque, è stata resa possibile anche dai veterinari, che consigliano - da un lato - la sterilizzazione dei pet e, dall’altro, il ricorso all’alimentazione industriale, considerata nutrizionalmente più sicura, bilanciata e completa rispetto a quella casalinga. «Essi - afferma Massimo Casaburi, Medico Veterinario Prolife (Zoodiaco) - hanno acquisito sempre di più un ruolo


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Migliorgatto Sterilized è la linea firmata Morando interamente dedicata ai gatti sterilizzati. Caratterizzata da 25 ricette, tra alimenti secchi e umidi (disponibili in diverse textures: mousse, bocconcini e paté), è formulata per rispondere alle esigenze specifiche di ogni pet, sia dal punto di vista nutrizionale che del gusto.

zioni specifiche per rispondere a esigenze diverse, legate all’età o alla razza del gatto ma anche alle sue abitudini o a determinate intolleranze alimentari. Per questo l’offerta a scaffale è segmentata e diversificata sia per la composizione delle formule che per i gusti, i formati e la fascia di prezzo: «noi di Prolife parliamo di veri e propri alimenti su misura. - dichiara Massimo Casaburi -. Come qualsiasi altro soggetto, infatti, il gatto sterilizzato può sviluppare sensibilità nei confronti di componenti alimentari specifiche, proteine o cereali e glutine, e bisogna quindi proporre una soluzione che ne rispetti le necessità e limiti il rischio di reazioni avverse. Lo stesso vale per soggetti sterilizzati anziani o in sovrappeso, che necessitano di un apporto contenuto di grassi».

Un’offerta per tutti i palati da influencer nella scelta di acquisto da parte del proprietario del pet: un proprietario attento ed evoluto, che accoglie il consiglio e le indicazioni terapeutiche ricevuti dal professionista». E proprio grazie all’incontro tra la domanda del mercato e la ricerca scientifica (le richieste degli acquirenti e le raccomandazioni dei veterinari) questo segmento ha potuto perfezionarsi e profilarsi ulteriormente: «oggi, gli alimenti per i gatti sterilizzati sono in grado di offrire la sicurezza di una copertura completa dei fabbisogni nutrizionali, contribuendo a ridurre l’insorgenza di patologie correlate a questa particolare condizione, quali calcoli delle basse vie urinarie, sovrappeso od obesità» continua Massimo Casaburi.

Alimenti per ogni esigenza La formulazione dei prodotti è realizzata tenendo conto, infatti, delle possibili conseguenze e degli squilibri fisiologici legati alla sterilizzazione: indispensabili, ad esempio, referenze con un ridotto contenuto di grassi e che favoriscano il mantenimento di un pH equilibrato dell’apparato urinario. Per garantire la massima efficacia, le aziende continuano a investire in Ricerca & Sviluppo, come Giuntini che collabora costantemente anche con le Università «per formulare alimenti idonei a uno stile di vita spesso sedentario e che, al contempo, forniscano il corretto apporto nutrizionale senza mai appesantire» spiega il Responsabile Marketing, Mauro Landini. Il comparto è caratterizzato da solu-

La segmentazione del mercato riguarda, ovviamente, anche i gusti. I gatti, sono particolarmente esigenti in fatto di alimentazione e - come fa notare Mauro Landini - «alla fine sono sempre loro a scegliere. Per questo è importante che il proprietario offra un alimento gustoso ed equilibrato per il loro benessere, che li aiuti a mantenere il peso forma». Proprio perché consapevole di questo aspetto, Giuntini propone prodotti diversi, che soddisfino tutti i palati: dalle ricette con carne fresca a quelle con pesce, dalle formule grain free a quelle con i superfood, senza dimenticare gli snack. Ampia varietà di gusti e ingredienti anche per Morando, che è stato tra i primi player del settore a lanciare una linea interamente dedicata ai gatti sterilizzati, Migliorgatto Sterilized, che include complessivamente 25 ricette: 5 secche e 20 umide. Queste ultime, disponibili in diverse textures (mousse, bocconcini o patè), contengono una

Crancy Puffy Cat è lo snack per gatti sterilizzati di Giuntini, realizzato con pollo croccante e un morbido ripieno. La sua formulazione, con 12 vitamine, Carnitina, Taurina e Metionina, contribuisce al controllo del peso e al buon funzionamento sia del sistema urinario che del cuore.

La linea superpremium ItalianWay di Giuntini è caratterizzata anche da due alimenti per gatti sterilizzati: Trota&Mirtillli e Salmone&Aringhe. Grain free, privi di OGM e coloranti, contengono oltre il 30% di pesce e contribuiscono al benessere del pet.

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MERCATO

La linea Schesir Sterilized&Light include tre alimenti secchi, caratterizzati da un ridotto apporto di grassi. Facilmente digeribili, sono formulati con una sola proteina animale e ingredienti naturali, senza conservanti né coloranti aggiunti. I prodotti - con Prosciutto cotto, Ricco in pollo e Ricco in pesce - sono disponibili nei formati da 400 g, 1,5 kg e 10 kg.

maggiore quantità di acqua, importante per ridurre il rischio di formazione di calcoli e cristalli. Un’offerta ricca, dunque, per garantire un’elevata appetibilità.

Secco o umido? La dieta per i gatti sterilizzati prevede, del resto, sia alimenti dry che wet - che sono sinergici tra loro - e sono sempre più numerosi i proprietari che optano per il cosiddetto mix feeding, in grado di rendere ancora più appetibile ed equilibrato il pasto del pet. «La logica della loro formulazione - spiega Grazia Franco, Medico Veterinario di Royal Canin - è del tutto sovrapponibile: gli alimenti sterilized secchi e umidi vantano gli stessi benefici e per questo ne consigliamo fortemente l’abbinamento; ciò che ovviamente li contraddistingue, invece, sono le diverse consistenze e il tenore di umidità». Le due tipologie di prodotti differiscono anche per la concentrazione energetica: «l’umido, avendo un’elevata percentuale d’acqua, è caratterizzato da una minor consistenza di nutrienti a parità di peso rispetto al secco - evidenzia Mauro Landini -. Quest’ultimo, inoltre, favorisce una maggiore pulizia meccanica sui denti. Il punto, però, non è tanto scegliere un alimento dry rispetto a quello wet, non di rado infatti l’acquirente li associa, ma scegliere un alimento bilanciato e adeguato alle esigenze del proprio gatto, in base al suo stile di vita e alla sua salute in generale».

Ampia scelta a scaffale Il comparto offre ancora interessanti opportunità di sviluppo, che le aziende colgono arricchendo costantemente il proprio assortimento per 24

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soddisfare richieste in costante evoluzione. Esigenze alle quali, ad esempio, Agras risponde con la linea Schesir Dry e le sue tre varietà specifiche Sterilized&Light - Prosciutto cotto, Ricco in pollo e Ricco in pesce - disponibili nei tre formati da 400 g, 1,5 kg e 10 kg. Particolarmente articolata la proposta di Morando che, oltre alla già citata linea Migliorgatto Sterilized, presenta a catalogo ricette specifiche anche nelle linee superpremium per il canale specializzato Miogatto e Morando SuperPetFood; la gamma Morando Professional, inoltre, è stata recentemente ampliata con prodotti secchi e umidi dedicati ai gatti sterilizzati: tre diversi gusti di croccantini e quattro tipi di mousse. Da sempre attenta al fabbisogno di questi pet, Giuntini prevede in ciascuna delle proprie linee

di alimenti secchi almeno una referenza specifica dedicata a loro: Crancy FreshCat, Kekè Ricetta Leggera, Pro e Vitaday. All’interno della linea superpremium ItalianWay, invece, si trovano le due varietà Trota&Mirtilli e Salmone&Aringhe, senza dimenticare lo snack specifico Crancy Puffy Cat Sterilizzati. La proposta nutrizionale per gatti sterilized di Royal Canin, infine, si contraddistingue per alimenti adatti alle diverse fasi di vita dei pet: «la nostra offerta - spiega Grazia Franco - ha inizio con Kitten Sterilised, alimento completo per i gattini a partire dai sei mesi di età; dai dodici mesi, invece, consigliamo Sterilised 37 - per gli adulti - disponibile sia nella versione secca che umida (bocconcini in salsa, in gelatina e morbido patè). A partire dai sette anni proponiamo, poi, Steri-

PAROLA CHIAVE: COMUNICARE Considerata l’importanza che questi alimenti rivestono nel favorire il benessere del proprio gatto sterilizzato, i proprietari s’informano attentamente prima dell’acquisto. I consigli del veterinario di fiducia sono fondamentali, ma altrettanto importante è la comunicazione proveniente dalle aziende, che investono costantemente in campagne pubblicitarie su tutti i media. Una strategia adottata, ad esempio, da Agras: «come dimostra il restyling del packaging della linea Dry avvenuto lo scorso anno e varrà anche per le prossime novità, Schesir intende comunicare sulle confezioni in modo chiaro i plus dei propri prodotti. I canali digital, inoltre, sono sempre più uno strumento chiave di comunicazione diretta con l’acquirente» sottolinea Matteo Mascella. Vicini ai pet owner e disponibili a rispondere a ogni loro dubbio sull’alimentazione dei gatti sterilizzati sono anche gli esperti di Prolife, che per questo propongono materiali di comunicazione dai contenuti fruibili da più target, con consigli pratici ma anche fondamenti di nutrizione, oltre a dirette Facebook che assicurano la giusta interazione e risposte tempestive.


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Prolife Sterilised è la nuova linea di Zoodiaco, caratterizzata da alimenti a base di carne disossata e pesce diliscato freschi, pensati per rispondere alle specifiche esigenze dei gatti sterilizzati. Ne fanno parte, ad esempio, le versioni Light - con manzo, oca e riso - per i soggetti in sovrappeso e Sensitive, nelle varianti al pesce bianco e patate e al maiale e riso.

lised 7+ e oltre i dodici anni Ageing Sterilised 12+. Tutti i prodotti aiutano il mantenimento del peso forma grazie a un apporto calorico adattato, a un elevato contenuto di proteine altamente digeribili e di L-Carnitina nonché a un adeguato contenuto di fibra. Gli alimenti 7+ e 12+, inoltre, sono arricchiti di nutrienti specifici per favorire un sano invecchiamento».

Novità gustose e innovative Il fermento del settore è confermato dall’arrivo nei punti vendita di numerose novità, sempre più specifiche, funzionali e appetibili. Nuova, ad esempio, la linea Prolife Sterilised, «pensata per proporre un “abito nutrizionale su misura”, partendo da materie prime di qualità: carne disossata e pesce diliscato, entrambi freschi e in origine

destinati al consumo umano. - racconta Massimo Casaburi -. Si tratta di una gamma completa, a copertura del fabbisogno nutrizionale di ogni gatto sterilizzato: l’insorgenza di sensibilità a componenti alimentari specifiche presuppone la formulazione di alimenti ad hoc come Sterilised Sensitive, nelle varianti al pesce bianco fresco e patate o al maiale fresco e riso, o Grain Free (sogliola fresca e patate o quaglia fresca e patate). Per soggetti sterilizzati in sovrappeso, invece, abbiamo Light Beef, Goose & Rice con manzo e oca. Per il gatto anziano, infine, è stato formulato l’alimento Mature Beef & Rice». Assortimento ampliato anche in casa Royal Canin, con la presentazione di nuovi prodotti completi nel segmento umido: si tratta di alimenti dalla consistenza innovativa (gli strac-

cetti) dedicati a gatti che vivono prevalentemente in casa, gli Indoor Sterilised. La linea comprende straccetti in salsa e in gelatina per gatti adulti fino ai sette anni di età e straccetti in salsa per i pet maturi (Indoor Sterilised 7+). Lo scorso anno, infine, ha visto l’arrivo sugli scaffali di alcune novità firmate Morando: «oltre al rinnovamento della gamma Migliorgatto Sterilized, con una ricetta ancora più gustosa ma sempre attenta ai bisogni nutrizionali dei pet, recentemente ha fatto il suo debutto la linea superpremium Morando SuperPetFood, che comprende anche ricette per i gatti sterilizzati, a ridotto contenuto di grassi e arricchite con ananas, mela e bacche di goji, oltre a due formule specifiche per gatti senior» dichiara Giuliano Rombolà. ●

Royal Canin Sterilised 37 è l’alimento completo per gatti sterilizzati adulti (a partire da dodici mesi di età), formulato per favorire il mantenimento del peso e il buono stato di salute del pet. La linea presenta sia alimenti secchi che umidi (con bocconcini in salsa, in gelatina e un morbido paté). Royal Canin dedica ai gatti sterilizzati, dai sette ai dodici anni di età, Sterilised 7+, alimento secco completo arricchito di vitamine, minerali e nutrienti specifici che aiutano il pet ad affrontare i primi segni dell’invecchiamento e a mantenersi attivo. Per i gatti anziani sterilizzati con oltre 12 anni di età, Royal Canin ha formulato Ageing Sterilised 12+, l’alimento completo ed equilibrato con un moderato contenuto di grassi e arricchito con L-carnitina. I nutrienti specifici presenti, inoltre, contribuiscono a limitare le conseguenze dell’invecchiamento sulla mobilità, sullo stress ossidativo e sulla funzione cognitiva del pet. Indoor Sterilised è la nuova linea di alimenti umidi completi firmata Royal Canin, pensata per i gatti che vivono prevalentemente in casa. Sono due i prodotti disponibili: straccetti in salsa e in gelatina per i gatti adulti fino ai sette anni di età e straccetti in salsa per i pet maturi (Indoor Sterilised 7+).

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Tra le caratteristiche delle ricette • X.O.S.: gli Xilo-oligosaccaridi (XOS) sono prebiotici di ultima generazione, cioè carboidrati non digeribili in grado di raggiungere il colon, dove possono favorire la crescita e l’attività della flora microbica intestinale benefica. Gli XOS resistono all’acidità gastrica e agli enzimi del tratto gastrointestinale. Gli XOS non vengono assorbiti ma fermentati dai microrganismi intestinali e inducono una crescita selettiva della flora intestinale a supporto del sistema immunitario. • ORIGANO: mediante le sue proprietà antiossidanti favorisce il contrasto dei radicali liberi a supporto del metabolismo epatico. • CARCIOFO: supporta i processi digestivi e metabolici del fegato, oltre ad essere una fonte naturale di fibre vegetali. • CASTAGNA: con effetto simil-astringente e nutritivo delle mucose gastro-intestinali. • ECHINACEA: con componenti antiossidanti per poter neutralizzare i radicali liberi rilasciati con lo stress. • SPIRULINA: a supporto del sistema immunitario. • CON CONSERVANTI NATURALI: ANTIOSSIDANTI estratto di tocoferoli da oli vegetali • YUCCA SCHIDIGERA: per il controllo degli odori intestinali. • ROSA CANINA: con componenti antiossidanti per poter neutralizzare i radicali liberi rilasciati con lo stress. Le confezioni sono disponibili in vari formati, da 400 g fino a 12 kg, per andare incontro a tutte le esigenze dei clienti.

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La linea cane si suddivide in: • DOG DAILY LINE: alimenti completi ricchi in pollo per il mantenimento quotidiano dell’animale di ogni taglia. Con le ricette per i cani di taglia extra small, mini, medium e maxi che si adattano alle diverse fasi della loro vita. In particolare, ai prodotti Puppy e Adult sono stati affiancati gli Starter (per le femmine gestanti e allattanti e per il cucciolo appena nato fino a un mese di vita) e i Senior (per i cani in età avanzata). • DOG MONOPROTEIN LINE: ricette monoprotein, formulate con una singola fonte proteica animale, per cani con esigenze alimentari specifiche. Una gamma unica per vastità di monoproteine a disposizione, come Manzo, Maiale, Anatra, Coniglio, Salmone, Agnello e Pollo, • DOG SPECIALITY LINE: specialità rivolte a tutti gli animali che hanno esigenze fisiologiche specifiche di nutrizione, come i cani sportivi o che vogliono mantenere un peso corporeo ideale. Come ad esempio il Light Salmone con riso e l’Hypo con Salmone e Tonno altamente digeribile. Oppure l’Active per cani attivi e dinamici. Nelle taglie la segmentazione è completa XS, small, mini, medium e maxi/giant, con l’aggiunta di molte referenze all breeds.

La linea GATTO si suddivide in: • CAT DAILY LINE: alimenti completi ricchi in pollo per il mantenimento quotidiano dell’animale. Con ricette segmentate per le diverse fasce di età e condizioni fisiologiche del gatto: come Kitten, Adult, Senior, Hairball, Indoor, Urinary, Sterilised, caratterizzate da formulazioni studiate per offire un’appetibilità ottimale. • CAT MONOPROTEIN LINE: la gamma si amplia con nuove ricette monoproteiche, formulate con una singola fonte proteica animale, adatte ai gatti che hanno particolari esigenze nutrizionali, come ADULT CONIGLIO, STERILISED ANATRA, KITTEN TROTA e STERILISED TROTA. Tutte le ricette sono senza coloranti e conservanti artificiali aggiunti, Made in Italy, No Cruelty test, prodotte nello stabilimento in Monasterolo di Savigliano, Cuneo-Piemonte, come sempre con la cura del fondatore Baldassarre Monge e dalla sua famiglia. La linea Monge Natural Superpremium è disponibile nei pet shop, catene pet e nei più importanti garden di ogni città. ●


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MARKETING EMOZIONALE

SE CI RIVOLGIAMO AL CLIENTE RISPETTANDO ALCUNI PRINCIPI BASE DELLA PSICOLOGIA, POSSIAMO FAVORIRE IL NOSTRO SUCCESSO. VEDIAMO ALCUNI ESEMPI PRATICI DI PERSUASIONE E INFLUENZA

I PRINCIPI

Gerd Altmann - Pixabay

PSICOLOGICI DELLA VENDITA

A Fabrizio Vallari Giornalista e docente di Fondamenti di marketing e cultura d’impresa

volte basta rifarsi a delle semplici regole di buona educazione per trovare risposte sensate su come rapportarsi con il cliente. Considerarlo in primis come una persona e non come una “fonte di guadagno” è il primo passo per conquistare la sua fiducia. Uno dei primi ostacoli alla vendita si chiama infatti sfiducia. Nessuno di noi acquisterebbe qualcosa da una persona che non ispiri fiducia. E a volte non sono solo le persone a ispirare diffidenza, ma l’ambiente circo-

stante, come ricorda il formatore Diego Lifonti nel suo volume “Più vendite in negozio” (Franco Angeli, 1998). “Siete mai entrati in negozi disordinati, con pareti in cattivo stato e segnalazioni che vietano di toccare la merce?” E avete sicuramente notato cartelli del tipo “non si accettano pagamenti con carta di credito, a meno che non venga esibito un documento d’identità”. Il messaggio tra le righe è: “potresti essere un truffatore, ma io sono più furbo di te”. PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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MARKETING EMOZIONALE

eventuali disservizi. SqualoMail LCC ha realizzato un White Paper con alcuni esempi interessanti e utili di buone prassi. Analizzando diverse campagne, la società americana specializzata in servizi di e-mail marketing ha individuato i migliori esempi di messaggi promozionali che utilizzano i principi piscologici di persuasione e influenza. Tattiche di Human Centric Marketing semplici da implementare per raggiungere migliori risultati di vendita e aumentare la fedeltà dei clienti.

Robin Higgins - Pixabay

Il principio di reciprocità

La stima da parte del cliente Tra i principi psicologici della vendita, è stato dimostrato che è la stima - ottenuta dal cliente dimostrando di essere interessati alla sua persona e al suo benessere - l’elemento determinante nel processo di acquisto. La fiducia è in grado di far superare al

cliente anche l’ostacolo di un prezzo alto e persino di un modesto livello qualitativo del prodotto/servizio. Se i clienti percepiscono che il commerciante è dalla loro parte, che non cerca di manipolarli, saranno ben disposti ad ascoltare le sue argomentazioni di vendita e anche a perdonargli

Meno beni sono a disposizione, più le persone li desiderano. Il principio della scarsità è ovvio: se qualcosa scarseggia (o se riusciamo a dare l’impressione che non sia disponibile in abbondanza), sarà più ricercata dai clienti. Questo principio viene usato con efficacia da numerosi marchi in forma di offerte a tempo limitato (“solo per oggi…”, “mancano 12 ore alla scadenza dell’offerta”), o promozioni con scorte limitate (“a disposizione solamente 13 prodotti, chiama subito”). Se si riesce a generare nei clienti la sensazione d’urgenza, ci saranno più probabilità che essi effettuino un acquisto. Un bell’esempio è quello della Coca-Cola che negli anni ’80 del secolo scorso decise di cambiare la propria bevanda. Non si trattava di grandi cambiamenti, il gusto sarebbe stato solo più dolce. L’azienda pubblicò la notizia che di lì a poco avrebbe venduto la bevanda con un gusto diverso e le sue scorte andarono letteralmente a ruba. I consumatori comprarono tutte le lattine ancora in circolazione, mentre sul mercato nero venivano addirittura vendute a prezzi esorbitanti. Ciò dimostra quanto la scarsità di un prodotto/servizio influisca sulla decisione d’acquisto.

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PetTrend • Luglio/Agosto 2020

Gerd Altmann - Pixabay

IL VALORE DELLA SCARSITÀ

Quando qualcuno fa qualcosa per noi di buono o utile, siamo più inclini a restituirgli il favore, se ciò è possibile. È un principio che piace molto al marketing: è per questo motivo che ci regalano prodotti, servizi o altro, confidando che noi “restituiremo il favore”. Accetando il regalo si avrà la sensazione di essere in debito e presto si deciderà di effettuare l’acquisto, che sicuramente avrà un valore superiore all’omaggio ricevuto. HubSpot, per esempio, offre tramite l’invio di una newsletter ai potenziali clienti, l’accesso a uno strumento che valuta lo stato attuale del marketing del loro sito web. Questa valutazione è gratuita; tutto ciò che bisogna fare è fornire gli indirizzi del sito web ed email. Si ottiene poi una valutazione che va da un minimo di 1 a un massimo di 1000 e che comprende diverse aree nelle quali il sito web si è distinto, ma anche quelle che non hanno ottenuto un punteggio elevato. Insieme al report, la società offre un accesso gratuito a tempo limitato alla piattaforma con l’aiuto della quale si possono risolvere efficacemente i problemi e migliorare il web marketing. Molti decidono di usufruire di questa possibilità e, al termine del periodo di prova, alcuni di essi continuano a utilizzare la piattaforma sottoscrivendo un piano a pagamento.

Impegno e coerenza Le persone solitamente seguono le decisioni che hanno già preso in passato - anche se non sono necessariamente la scelta migliore. Il fatto è che si cerca sempre di rimanere fedeli al proprio comportamento e questa abitudine è utile anche al marketing. “Se riesci a convincere i tuoi potenziali clienti a impegnarsi in qualcosa, anche


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se piccola, sei sulla strada giusta per poterli convincere a fare anche qualcos’altro - sottolineano i consulenti di SqualoMail. È importante però che loro facciano il primo passo; tutti gli altri, anche se più grandi, saranno di gran lunga più facili”. Kissmetrics per esempio, tramite la sua newsletter, invita i destinatari a iscriversi al loro webinar. Ovviamente è gratuito e contiene informazioni interessanti, diventando così attraente per i potenziali clienti. Ciò che devono fare è soltanto di aggiungere il webinar sul loro calendario. Si tratta di una richiesta semplice, che richiede solo un click e non comporta alcun impe-

gno. Ma questo piccolo passo è sufficiente per farli sentire coinvolti e li stimola a fare, in modo più facile e con meno esitazione, un passo seguente. L’iscrizione a un webinar, il download di un contenuto gratuito magari un e-book - o l’iscrizione alla newsletter possono essere quei primi passi che con il tempo porteranno ad altri risultati.

La riprova sociale Il principio della riprova sociale sostiene che è meglio se a farci i complimenti sono gli altri. Certo possiamo anche lodarci da soli, ma se un’opinione positiva viene da un cliente

soddisfatto avrà un maggiore impatto sugli altri. Alla maggior parte degli individui piace seguire la massa: ciò significa che se qualcosa va bene per gli altri quasi sicuramente andrà bene anche per noi. Quindi, se la nostra attività ha molti clienti soddisfatti, ci sarà una buona ragione. Ma come servirsi di ciò nel marketing? Semplicemente riportando nella comunicazione, tra le altre cose, anche le informazioni su quanto siano soddisfatti i clienti. L’azienda colombiana Daflores, per esempio, vende fiori e piante anche attraverso il suo negozio on-line, occupandosi poi della consegna a domicilio. Con una sola modifica del messaggio sul sito web ha aumentato le vendite di quasi il 50%, semplicemente inserendo che su Facebook ha più di 600 mila follower. Molte persone conoscevano l’azienda ma, evidentemente, non si fidavano abbastanza per effettuare l’acquisto. Il fatto però che l’azienda fosse seguita da così tante persone, è diventata la riprova sociale che il marchio era degno anche della loro fiducia.

Gustavo Fring - Pexels

Autorevolezza e simpatia Tutti noi abbiamo molta più fiducia in chi è considerato un esperto nel suo campo, il che in effetti è logico. A nessuno però piace l’esperto autoproclamato, perciò è importante sostenere le conoscenze, esperienze e capacità con determinate prove. Allo stesso modo si è molto più attratti da marchi leader nel loro settore, che continuano a sperimentare e presentare delle novità. Ciò vale anche per i commmercianti: chi conosce bene il suo mestiere e sa consigliare e aiutare il cliente a trovare la soluzione giusta, venderà sicuramente di più. Anche il principio di simpatia è molto semplice: più il marchio ci piace, maggiori sono le probabilità di acquistarlo. Molti brand utilizzano questo principio nelle loro campagne di marketing, includendo simpatici animali o graziosi bambini, oppure sostenendo determinate cause di impegno sociale. L’obiettivo è di risvegliare sentimenti positivi e di simpatia nei loro confronti da parte dei clienti. E spesso ci riescono: i clienti infatti acquistano un determinato prodotto perché hanno semplicemente una buona opinione del marchio, che suscita in loro sentimenti piacevoli. ● PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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Vitakraft - Italia S.p.a. Tel.: 075 965601 E-mail: info@vitakraft.it - www.vitakraft.it

PUBBLIREDAZIONALE

ARRIVA L’ESTATE. FUORI DIVERTIMENTO E RELAX, IN CASA MASSIMA IGIENE La linea “Enjoy Your Summer” di Vitakraft propone tanti accessori, giochi, prodotti per il comfort e l’igiene dei nostri animali, per divertirsi all’aperto e rientrare a casa in tutta sicurezza una palla ed è quindi adatto per il lancio e il riporto in acqua ma può essere anche usato per rendere più piacevole il semplice bagnetto del cane nella vasca. Se gli spazi a disposizione sono ampi, allora il bazooka è il gioco ideale. Spara palline ad oltre 20 metri garantiti! È divertente per cane e padrone e allo stesso tempo stimola i riflessi del cane e il suo istinto di riporto.

FRESCO RELAX

I

cani hanno sempre tanta voglia di uscire all’aria aperta, di correre e giocare con il loro padrone. Con l’arrivo della bella stagione, specie dopo le limitazioni imposte dal coronavirus, questa smania sarà ancora più forte. È per questo che Vitakraft propone un’ampia gamma di prodotti specifici per la stagione calda, pensati per le passeggiate al parco o in campagna con i nostri amici animali ma anche per il loro divertimento o il relax in giardino. Tutto questo senza dimenticare l’igiene del manto e la pulizia delle zampe, molto importanti al rientro in casa.

DIVERTIMENTO ALL’APERTO Tra le centinaia di giochi dell’assortimento Vitakraft, realizzati in vari materiali, forme e colori e tutti certificati CE, ne segnaliamo alcuni davvero adatti da utilizzare all’aria aperta. Se gli spazi sono limitati i giochi in gomma con corda sono perfetti per il divertimento, l’interazione e rafforzamento dei muscoli masticatori. Di questa linea fa parte anche la palla denta fun con corda che, grazie ai suoi dentini in gomma, contribuisce anche alla pulizia dei denti. Se si è al lago o al mare consigliamo il pesce galleggiante. Contiene 32

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Durante le calde giornate estive cani e gatti cercano sempre un refrigerio. Un posto all’ombra e dell’acqua fresca sempre a disposizione sono accorgimenti indispensabili per il loro benessere, ma per rendere piacevoli anche le giornate più torride Vitakraft vi propone degli accessori specifici. C’è la brandina pieghevole con rete traspirante, leggera, robusta e facile anche da trasportare nel bagagliaio dell’auto. C’è poi il tappetino refresh che, grazie alla superficie fresca e allo speciale gel che immagazzina il freddo e lo rilascia gradualmente, dà sollievo e refrigerio all’animale che si sdraia sopra. Ma se si vuole abbinare igiene, refrigerio e divertimento allora una bella piscina per cani è quello che ci vuole. È realizzata in pvc con pareti rinforzate ed è già premontata. Basta allargarla e riempirla ed è adatta sia all’interno che all’esterno.


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IGIENE DI CUTE E PELO L’igiene degli animali è molto importante per la loro salute e il loro benessere e Vitakraft offre a tutti i rivenditori una linea completa di prodotti per la detersione dell’animale, l’igienizzazione degli ambienti e tanti utili accessori adatti soprattutto d’estate. Per detergere l’animale sono disponibili tantissimi shampoo e balsamo della “Linea Professional”, specifici per le varie esigenze dei cani ed ogni tipo di pelo. Tutti formulati senza PEG, SLS, SLES, parabeni e coloranti. Una gamma di alta qualità recentemente rinnovata e disponibile in flaconi da 250 e da 400 ml. Di recente uscita nel segmento accessori igienici, Vitakraft propone dei prodotti davvero esclusivi: spazzola 2in1 shampoo e massaggio, un accessorio composto da un dispenser che contiene lo shampoo e delle setole in silicone, perfetto per detergere il cane e per un rilassante massaggio alla cute dell’animale; panno rinfrescante in microfibra, ideale per allontanare il calore durante le giornate calde dopo una corsa o una passeggiata e adatto anche per asciugare cani e gatti dopo il bagno; guanto cattura peli perfetto per rimuovere il pelo di cani e gatti. Grazie alle setole in silicone con la speciale punta a stella, i peli si attaccano al guanto come una calamita per poi essere facilmente rimossi in un

unico gesto. L’interno è realizzato in morbido silicone che non irrita la cute, l’esterno in tessuto traspirante. La forma a 5 dita, inoltre simula il massaggio creando un momento di relax e piacevoli coccole per l’animale.

ZAMPETTE SEMPRE PULITE Indispensabili in tutte le case dove vivono i nostri amici a 4 zampe e, a maggior ragione in questo periodo dove l’emergenza covid-19 non è ancora terminata, sono le salviette. Ve ne sono di tanti tipi, grandezze, profumi, asciutte o imbevute di speciali lozioni. Le più vendute in questo momento sono le “Salviette milleusi con antibatterico” perfette per detergere le zampe al rientro dalle passeggiate. Operazione questa raccomandata anche dal Ministero della Salute per l’igiene quotidiana e per ridurre il rischio di introdurre agenti patogeni in casa. La speciale formulazione con Didecyldimonium chloride consente la rimozione di germi, odori e impurità in soli 15 secondi mentre pantenolo e glicerina svolgono un’azione nutriente ed emolliente. La gamma “Enjoy Your Summer” comprende anche prodotti per trasporto, accessori per viaggi, display dedicati e tanto altro. Per scoprire tutta la linea estiva visitate il sito www.vitakraft.it o chiedete a Vitakraft l’invio via email del catalogo specifico. ●

PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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CANI DI RAZZA

HA RAGGIUNTO UNA POPOLARITÀ SENZA PRECEDENTI E CONTINUA A PIACERE A UN PUBBLICO DAVVERO TRASVERSALE GRAZIE ALLE SUE DOTI FISICHE E CARATTERIALI. PER MOLTI È “IL CANE”

LABRADOR RETRIEVER

IL

D

i una cosa siamo certi: le origini del Labrador Retriever sono strettamente legate all’acqua. Se infatti rimane tuttora un po’ di mistero sulla fase iniziale dello sviluppo di questa popolarissima razza, con Canada e Inghilterra che si contendono il primato, è ormai certo che gli antenati del Labrador erano cani “pescatori”, ovvero soggetti che venivano utilizzati dai pescatori dell’isola canadese di Terranova come aiuto nelle attività quotidiane. È dunque vero che gli antenati del Labrador si gettavano nelle gelide acque oceaniche per recuperare i pesci sfuggiti alle reti da pesca e anche per tirare le reti stesse durante le operazioni di posizionamento; ciò che ancora attende conferma è il percorso che i primi antenati della razza hanno seguito: dal Canada all’Inghilterra o dall’Inghilterra al Canada?

ANNA POZZI Fotografa e giornalista Servizio fotografico dell’autore

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La storia Esistono due diverse teorie sulle origini del Labrador Retriever: una vuole che alcuni disertori della marina inglese introdussero


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dei cani da riporto sull’isola di Terranova, cani da cui si originò il Cane di St. John, progenitore ufficiale del moderno Labrador; l’altra sostiene invece che il Cane di St. John si sviluppò a partire da alcuni soggetti locali, tra cui l’antenato dell’odierno Terranova. Ciò che è certo è che nel corso del 1800 esemplari di St. John furono introdotti in Inghilterra, proprio in virtù delle loro straordinarie doti come cani da lavoro, dove furono allevati in purezza da alcuni duchi inglesi (Malmesbury e Buccleuch, tra gli altri: nomi noti tra gli estimatori della razza); i discendenti dei primi incroci tra questi

esemplari importati dal Canada diedero vita alla razza Labrador sul suolo inglese. Il Cane di St. John era un cane dal fisico snello, mesomorfo, con il mantello di colore nero con macchie bianche su petto, muso e piedi. Gran nuotatore e grandissimo lavoratore, era a suo agio sulle barche dei pescatori e passava gran parte della sua giornata nelle gelide acque dell’Oceano Atlantico; era apprezzato in particolare per il suo infiaccabile desiderio di compiacere l’amico umano, caratteristica distintiva del Labrador moderno (il will to please).

Dal Cane di St. John alla razza moderna

LO STANDARD Testa: cranio largo e ben modellato, asciutto senza guance carnose, muso potente e tartufo ampio con narici ben sviluppate Orecchi: non grandi né pesanti, attaccati piuttosto indietro ricadono contro la testa Occhi: di media grandezza, marrone o nocciola, con espressione intelligente e mite Corpo: linea dorsale orizzontale, rene corto, largo e forte, torace largo e disceso con costole cerchiate a botte Coda: è un tratto distintivo della razza, molto spessa alla radice si assottiglia verso la punta, è priva di frange ma ricoperta di pelo corto e spesso che le dona il tipico aspetto rotondeggiante di “coda di lontra” Arti anteriori: dritti e di buona ossatura, con piedi rotondi e compatti Arti posteriori: ben sviluppati con garretti ben discesi Andatura: libera con movimento dritto e regolare sia degli arti anteriori che dei posteriori Pelo: corto e denso, senza ondulazioni o frange, piuttosto ruvido al tatto e con sottopelo impermeabile Colore: completamente nero, giallo o marrone, il giallo va dal crema chiaro al rossiccio. Ammessa una piccola macchia bianca sul petto Altezza: maschi 56-57 cm, femmine 54-56 cm

Con non poca fatica, a causa delle leggi canadesi e della stretta quarantena imposta dall’Inghilterra ai cani provenienti dall’estero a causa del propagarsi della rabbia, alcuni gentiluomini inglesi incominciarono a importare Cani di St. John dall’isola di Terranova e a usarli per la caccia agli uccelli acquatici e per altre attività sportive. Nel corso del 1800 riuscirono a fissare le caratteristiche di quello che a fine secolo fu battezzato Labrador Retriever: risale al 1903 il riconoscimento ufficiale della razza da parte del Kennel Club inglese. Il Labrador a quel tempo era principalmente nero e caratterizzato da un fisico piuttosto longilineo; durante la fissazione dei caratteri della razza si dice che siano stati usati altri esemplari di razze Retriever negli incroci, ciò che è certo è che le caratteristiche del Cane di St. John risultarono comunque predominanti. Si data al 1899 la nascita del primo esemplare di colore giallo, e sempre in quegli anni fu riportata la nascita di alcuni cuccioli color fegato, anche se per il riconoscimento ufficiale del Labrador cioccolato bisognerà aspettare il 1940.

Un ideale compagno di vita La popolarità del Labrador in Inghilterra crebbe molto velocemente. Il suo successo era legato principalmente alla caccia, dove eccelleva come riportatore di selvaggina nelle battute di caccia “all’inglese”. Parallelamente all’impiego venatorio crebbe il suo PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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CANI DI RAZZA

utilizzo come “semplice” cane da compagnia, del resto le sue doti di piacevolezza e socialità lo caratterizzavano sin dal tempo della sua prima importazione in terra inglese: il Cane di St. John, suo progenitore, era anch’esso un apprezzato cane da famiglia e a fine giornata, smessi i panni del cane da lavoro, si dedicava con gentilezza e pazienza ai bambini di casa. Dall’Inghilterra la fama del Labrador Retriever arrivò ben presto in America e la razza nei primi decenni del Novecento iniziò la lenta conquista del territorio americano: fu infatti solo dopo la seconda guerra mondiale che la popolarità del Labrador esplose negli Stati Uniti. Da un lato i cacciatori americani capirono di avere per le mani un soggetto in grado di sostituire in un sol colpo cani da cerca e cani da ferma, dall’altro la tendenza crescente ad avere animali da compagnia trovò in questa socievole razza un modello esemplare.

Un cane attivo e polivalente Ciò che ha reso famoso il Labrador Retriever dalla fine dell’Ottocento a oggi è la sua straordinaria versatilità. Non a caso, infatti, la razza è salda36

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mente in testa alle classifiche delle razze più registrate all’anagrafe canina di mezzo mondo: nel 2019 era al primo posto, tra gli altri, in Inghilterra (35000 esemplari circa) e negli Stati Uniti (poco meno di 90000 esemplari), dove è saldamente al primo posto dal 1991. In Italia nel 2018, ultimo anno per cui sono disponibili i dati, sono stati registrati 9300 esemplari. Perfetto compagno di caccia, il Labrador ha saputo però imporsi anche come cane guida, cane da soccorso, cane da salvataggio in acqua e cane da ricerca, grazie alle sue straordinarie doti di addestrabilità e al suo potente olfatto; non è nemmeno da negare il fatto che molte famiglie scelgano il Labrador come compagno per la vita di tutti i giorni, non legando la sua presenza a una particolare attività o disciplina sportiva.

Desideroso di compiacere Proprio sull’addestrabilità e la vita in famiglia occorre fare qualche precisazione. Il Labrador è davvero un cane facile da educare ed addestrare? In un certo senso sì, perché la sua naturale predisposizione all’obbedienza

e al soddisfacimento delle richieste dell’amico umano lo rendono predisposto all’apprendimento. Ma il Labrador è anche un cane molto energico ed attivo, esuberante in giovane età, che deve quindi trovarsi di fronte a chiare regole e limiti da rispettare, per poter maturare buone abitudini e un comportamento adatto al contesto in cui è inserito. La sua esuberante socialità è l’ostacolo con il quale si trovano ad avere a che fare molti proprietari: il cane va educato sin da cucciolo a rapportarsi con persone e cani nella maniera adeguata. Altrettanto fondamentale è soddisfare la sua voglia di movimento e attività fisica e mentale: il Labrador è un fantastico atleta e le sue energie sono davvero tante, per esaurirle ci vuole costanza e impegno quotidiano, il rischio, in caso contrario, è di trovarsi con un cane frustrato. E un Labrador frustrato è molto probabile che diventi distruttivo: sono cani che utilizzano molto la bocca, strumento principale per effettuare quell’attività di riporto che amano tanto; meglio soddisfare le sue voglie giocando al riporto che trovarsi scarpe o altri oggetti distrutti. ●


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PUBBLIREDAZIONALE

MSD Animal Health srl - Centro Direzionale Milano Due Palazzo Canova - 20090 Segrate (Milano) www.msd-animal-health.it

ONE HEALTH: LA SALUTE DI TUTTA LA FAMIGLIA essere responsabili di zoonosi, ovvero di malattie trasmissibili all’uomo.

SOS Parassiti: come riconoscerli

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uando nella nostra famiglia arriva un amico a quattro zampe, la prima cosa che facciamo per accoglierlo è assicurarci che abbia tutto ciò di cui necessita: cuccia, giochi, cibo, spazio e tutto il nostro amore. Ma proprio come ogni altro membro della famiglia, dobbiamo assicurarci che la sua salute e il suo benessere siano sempre garantiti e mai dati per scontati. Un animale ben accudito migliora il benessere del proprietario e della famiglia, e inoltre riduce notevolmente il rischio di diffusione di malattie diventando parte integrante di un ecosistema in salute. Per MSD Animal Health tutto questo significa #OneHealth: la salute di animali, umani e ambiente è strettamente correlata e ognuno di noi ha la responsabilità di garantirla a tutti gli esseri viventi. È nostro compito assicurarci che i nostri pet godano sempre di buona salute. Una migliore attenzione alla cura e al benessere per i nostri pet passa attraverso la consapevolezza del valore della prevenzione.

Parola d’ordine: prevenzione Cosa si intende con prevenzione? Prevenire significa agire d’anticipo e adottare buone abitudini che limitino o evitino del tutto i potenziali rischi e malattie che possono colpire i nostri pet. Molte patologie spesso, se ignorate o non trattate, possono provocare gravi danni alla salute del nostro pet, e talvolta portare alla sua morte. Diventa quindi fondamentale essere informati sui corretti comportamenti da adottare per difendere i propri animali dal rischio di infestazioni da parassiti. I parassiti possono infestare non solo il peloso di casa, ma anche noi “umani” e possono 38

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Pidocchi, pulci, zanzare, zecche e flebotomi, sono i principali nemici dei nostri pet. Questi parassiti esterni rappresentano per loro un duplice rischio: si nutrono del loro sangue e possono anche trasmettere gravi malattie. In particolare, zecche e flebotomi sono minacce estremamente pericolose, perché vettori di diverse malattie che possono colpire sia il cane che l’uomo. I flebotomi, meglio conosciuti come pappataci, sono piccoli e silenziosi parassiti vettori di Leishmaniosi, una grave malattia cronica che può anche risultare letale per il nostro cane. La Leishmaniosi non si trasmette da cane a cane, o da cane a uomo, ma tramite il flebotomo infetto. Quando il pappatacio punge un cane affetto da Leishmaniosi diventa vettore dell’infezione, cioè trasporta con sé la Leishmania. Nel momento in cui il pappatacio infetto punge un altro cane sarà in grado di trasmettergli la Leishmaniosi. I segnali più comuni di presenza della malattia sono: affaticamento, dimagrimento, perdita di pelo e comparsa di forfora, crescita consistente delle unghie, ferite ed erosioni cutanee che non guariscono, ingrossamento dei linfonodi e/o perdita di sangue. Le zecche, invece, possono essere vettori di patologie come la Malattia di Lyme, che, se non diagnosticata e curata tempestivamente, può generare complicazioni gravi anche nell’uomo. La zecca, agganciandosi profondamente e saldamente alla pelle dell’animale grazie al suo rostro, può alimentarsi anche per 10-15 giorni di fila, dopodiché torna sul terreno dove depone le uova, dalle quali nasceranno altre zecche. La zecca è un parassita molto resistente che riesce tranquillamente a sopravvivere nelle nostre case, nascosta negli infissi, crepe, battiscopa, fessure delle porte e nelle cucce degli animali. La prevenzione delle infestazioni di questi parassiti esterni, è fondamentale per proteggere l’animale e impedire così la trasmissione di agenti patogeni. È quindi fondamentale utilizzare un prodotto antiparassitario adeguato in modo che l’animale sia protetto al 100%. Per la prevenzione di tutti questi ospiti indesiderati è indispensabile quindi affidarsi al proprio Medico Veterinario, che saprà indicare la migliore strategia difensiva. Solo adottando la giusta prevenzione antiparassitaria, possiamo ridurre il rischio di puntura e di trasmissione delle malattie. Ricorda: proteggere la salute del tuo amico a quattro zampe significa proteggere anche la tua salute e quella della tua famiglia, in piena regola One Health. A cura di MSD Animal Health www.weare-family.com ●


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COMPORTAMENTO

UN ATTEGGIAMENTO CHE PUÒ ESSERE APPREZZATO NEI MOMENTI DI GIOCO, MA CHE PUÒ CREARE PROBLEMI IN ALTRE SITUAZIONI. VEDIAMO COME AFFRONTARLO E RISOLVERLO

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IL CANE CHE SALTA ADDOSSO

Franco Fassola Medico Veterinario Esperto in Comportamento Presidente SISCA Direttore SIACr Responsabile del Servizio di Medicina Comportamentale Istituto Veterinario di Novara

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l cane ha un’indole sociale, ama interagire con i propri simili, con l’uomo e con gli altri animali con cui vive. Ma non sempre le forme di interazione che mette in atto per esprimere la propria socialità sono apprezzate dalle persone. O meglio, sono apprezzate in certi momenti, quando si gioca o si è in cerca di coccole, ma non sono accettate volentieri in altre situazioni, come per esempio quando il proprietario esce di casa per andare al lavoro,

oppure quando rientra, ovvero ancora quando ci sono ospiti.

Perché si comporta così? Se si guarda una cucciolata salta subito all’occhio la frequenza con cui i cuccioli cercano il contatto reciproco e con gli adulti del gruppo. Si avvicinano, si strusciano, si alzano con gli anteriori per appoggiarli sulla groppa dell’altro, lottano in un corpo a corpo frenetico, si inseguono e si atterrano, PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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COMPORTAMENTO

COSA FARE SE È UN CUCCIOLO

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• Non assecondare il comportamento, bloccarsi e non accarezzarlo • Allontanarsi dal cucciolo aspettando che si calmi • Invitarlo ad avvicinarsi stando in ginocchio o comunque tenendo una posizione del corpo abbassata • Iniziare sempre il gioco stando seduti o anche coricati a terra

sempre in modo giocoso, ma apprendendo comportamenti che diverranno il corredo di informazioni da usare quando saranno adulti. Il cane adulto salta meno addosso ai consimili e se lo fa è per cercare di controllare o sovrastare durante una fase di lotta. Il cucciolo che cerca il contatto con il proprietario si alza sul posteriore e appoggia l’anteriore al corpo della persona. In questa fase dell’educazione del cucciolo l’essere umano compie due errori comunicativi. Il primo è quello di rimanere in piedi quando il cucciolo interagisce con lui, obbligando l’animale a reggersi solo sulle zampe posteriori. Il secondo errore è quello di accarezzare il cucciolo, parlandogli dolcemente nel tentativo di convincerlo ad abbandonare questa posizione. Cosa capisce il piccolo un po’ spaventato dal mondo e bisognoso di coccole? Quando l’amico umano è in piedi, mettergli le zampe anteriori sulle sue gambe, scodinzolare e ansimare festosamente, fa ottenere attenzione e carezze: agli occhi del cucciolo si

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tratta quindi di un comportamento da ripetere. Il fatto di essere invitato con dolcezza a scendere e di suscitare urla e rimproveri in caso di insistenza passa del tutto inosservato al cucciolo che comunque ha ottenuto la tanto agognata attenzione. Se il cane apprende il comportamento di saltare addosso da cucciolo lo ripeterà anche da adulto, con conseguenze variabili in relazione alle dimensioni, all’irruenza e alla disponibilità degli uomini a cui si rivolge.

Quando è una patologia comportamentale Saltare addosso potrebbe essere il sintomo di una patologia comportamentale, per esempio una Sindrome di Ipersensibilità-Iperattività (S.Is-Ia), ossia quel comportamento in cui i soggetti giocano sempre o sono in perenne attività, saltando anche addosso alle persone. Questi cani manifestano le loro emozioni in modo ipertrofico: saltano addosso, vengono respinti, corrono per casa, ri-saltano addosso, spiccano

un salto, e un altro ancora se sono respinti, più si eccitano e più saltano, arrivando anche fare male. È un crescendo senza sosta, senza interruzione, solo se si riesce a chiuderli fuori dalla stanza si riesce a interrompere questa furia incontenibile. Anche il cane affetto dalla Sindrome Competitiva di Relazione (S.C.diR.) - o Sociopatia intraspecifica - salta addosso alle persone. In questo caso la dinamica non presenta l’aspetto giocoso visto riguardo alla S.Is-Ia: la postura del cane qui è rigida, spesso l’atto del saltare è preceduto da un ringhio, oppure il cane rizza il pelo, fissa la “vittima” e salta appoggiando le zampe sul petto della persona o, se questa è seduta, sulle gambe. Il muso del cane è all’altezza del viso dell’uomo, il cane può ringhiare e controlla i movimenti dell’aggredito. Naturalmente è una situazione molto rischiosa, mantenere la calma è fondamentale, bisogna dare segnali di pacificazione: abbassare lo sguardo, girare, con movimenti lenti il viso, ri-


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manere immobili e sperare che arrivi il proprietario del cane che, avendone il controllo, lo prenda, sempre facendo movimenti lenti e precisi e lo allontani. In questa situazione il rischio di essere morsicati è elevatissimo. Ma, prima di arrivare a questa condizione il cane dà segnali che, se recepiti e compresi, devono indurre il proprietario a cercare l’aiuto di un medico veterinario esperto in comportamento animale per considerare la relazione cane-proprietario al fine di evitare il rischio di morsi più o meno gravi.

Il cane ha una mente e apprende molte cose nell’arco della vita. Si crea un archivio di conoscenze, relativamente all’ambiente in cui vive, alla relazione con l’uomo e con i consimili che gli consente di affrontare le situazioni della vita quotidiana. Se salta addosso al proprietario, o a un estraneo che incontra e questi gli fanno tante coccole, o lo allontanano gentilmente facendolo divertire, lui apprende che saltare addosso è piacevole e gratificante, quindi lo ripeterà. Per apprendere sono importanti le emozioni. Un’azione segnata da un’emozione positiva sarà ripetuta: salto addosso, ricevo una carezza, mi piace, lo rifaccio. Un’azione connotata da un’emozione negativa non sarà invece ripetuta: salto addosso, la persona si scosta, cado a terra, questo gioco non mi piace, non lo ripeto; se poi subito dopo il proprietario propone un’attività che gratifica il cucciolo, lui avrà un’alternativa, potrà scegliere e imparare quello che l’uomo gradisce fargli fare. Naturalmente per compiere un’azione il cane deve essere motivato,

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Le azioni sono guidate dalle emozioni

la motivazione induce a fare un’attività, a raggiungere un obiettivo e a ricevere la giusta gratificazione che poi fa ripetere la medesima azione. Tra le motivazioni del cane che sono alla base del comportamento di saltare addosso ci potrebbero essere: la cinestesica (fare movimento), la collaborativa, la competitiva (nel caso della S.C.diR.), la comunicativa (esprimere uno stato d’animo), l’esplorativa (analizzare un oggetto).

COSA FARE SE È UN CANE ADULTO • Quando salta festoso addosso alle persone, a volte anche mordicchiando, ma senza aggressività, allontanarsi, aspettare che si calmi, poi proporre un approccio con una modalità diversa; si consiglia di contattare un MVEC. • Quando appoggia le zampe anteriori al petto di una persona, con una postura rigida e, nei casi più gravi, ringhia, dare segnali di pacificazione; si consiglia di contattare immediatamente un MVEC. Il comportamento di saltare addosso richiede sempre la valutazione di un esperto prima di un qualsiasi intervento per stabilire se sussista una patologia comportamentale, oppure se si tratta di un apprendimento avvenuto da cucciolo.

Come intervenire in modo corretto Il cucciolo può essere educato a non saltare addosso chiamandolo e assumendo una posizione accucciata, in questo modo, anche se piccolo, non deve sollevare le zampe da terra per ricevere le coccole o essere spazzolato o pulito. Se si desidera giocare con il cane, consigliamo di sedersi o sdraiarsi a terra e interagire con il cucciolo in questa posizione. Quando il piccolo cerca di saltare addosso si interrompe l’attività che si fa insieme, ci si allontana di alcuni passi, poi abbassandosi lo si richiama e gli si propone un’attività diversa da farsi stando in una posizione bassa e premiando il cucciolo che asseconda la vostra proposta. Quando un cane adulto salta addosso consigliamo un consulto presso un medico veterinario esperto in comportamento animale per stabilire se è un sintomo di una patologia comportamentale, oppure un comportamento appreso, nel qual caso si potrà impostare la relazione in modo diverso per evitare di farlo saltare addosso, tenendo conto delle capacità cognitive del cane. ● PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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ARRIVA PIRIPÙ PLUS: LA LETTIERA VEGETALE, NATURALE E CERTIFICATA

S

empre più proprietari di animali da compagnia sono sensibili a tematiche ambientaliste e green, consapevoli del fatto che anche i nostri pet (proprio come noi umani) lasciano un’impronta ecologica. Per ridurre questo impatto sull’ambiente è quindi importante scegliere i prodotti giusti, a partire dalla lettiera.

Biodegradabile e Compostabile In ogni casa dove vive un gatto non può certo mancare la lettiera. Ma per un proprietario responsabile e attento all’ambiente è importante che anche la lettiera sia “eco-friendly”.

Dimostrando ancora una volta di essere in grado di rispondere prontamente alle esigenze dei consumatori, On Site presenta la nuova lettiera vegetale Piripù Plus, di cui ha l’esclusiva per la distribuzione nel canale specializzato. Composta al 100% da legno di abete, e quindi completamente naturale e priva di sostanze chimiche potenzialmente nocive per i pet, Piripù Plus è biodegradabile e compostabile e può essere gettata nei rifiuti organici di casa oppure nel WC.

Sicurezza e rispetto per l’ambiente certificati Piripù Plus è la prima lettiera naturale al mondo ad avere ricevuto la certificazione ENAMA. Sono inoltre certificati anche la filiera di approvvigionamento delle materie prime e il rispetto delle caratteristiche fisiche e chimiche indicate in analisi.

La Piripù Magia: igiene assicurata e niente cattivi odori! La particolare lavorazione di Piripù Plus rende questa lettiera igienica particolarmente efficace nell’assorbire liquidi e cattivi odori (con una capacità di assorbimento totale pari al 400%) e consente, oltretutto, di potenziare le sue caratteristiche antibatteriche naturali. Pulire la toilette del gatto sarà estremamente semplice e veloce. Basterà infatti rimuovere solo i rifiuti solidi in quanto, a contatto con i liquidi, Piripù Plus si trasforma rapidamente in segatura che si deposita sul fondo della lettiera, restando asciutta e mantenendo uno strato sempre pulito in superficie. Inoltre Piripù Plus non è polverosa e non si attacca al pelo, garantendo zampe e pelo sempre puliti, niente “tracce” sul pavimento di casa e, soprattutto, massima sicurezza per le vie respiratorie del gatto.

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Non solo per gatti Piripù Plus non è adatta solo ai nostri felini domestici ma anche a tanti altri piccoli amici: può infatti essere usata anche come fondo di gabbie di uccelli e roditori e per le teche dei rettili.

Un servizio in più per il pet shop Nel segno dell’elevata qualità di servizio, che da sempre la contraddistingue, On Site permette ai gestori di pet shop di ordinare anche solo la lettiera e nelle quantità desiderate. Un ulteriore supporto al cliente, che dimostra ancora una volta come On Site sia il partner ideale per il punto vendita specializzato. ●


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RAZZE FELINE

CON UN PATRIMONIO GENETICO VICINO AL MONDO SELVATICO, QUESTO GATTO È IL RISULTATO DI INCROCI CON IL SERVAL AFRICANO. UN’IBRIDAZIONE CHE NON NE COMPROMETTE IL TEMPERAMENTO, CHE È AFFETTUOSO ED ESTROVERSO

IL Francesca Serena Medico veterinario Medicina comportamentale e consigliere Anfi

I

l Savannah è un gatto ibrido, cioè frutto di un incrocio fra un gatto domestico e un felino selvatico originario dell’Africa. È una razza che ricorda da vicino la sua fonte ancestrale, il Serval, pur essendo di statura più piccola. È affettuoso ed estroverso, con collo, zampe e orecchie eccezionalmente lunghi, e un mantello assolutamente “selvaggio”.

La storia Il primo esemplare di Savannah è storia abbastanza recente: nacque il 7 aprile 1986 grazie al lavoro di Judee Frank, un’allevatrice americana interessata ai gatti dall’aspetto selvatico. Desiderosa di dar vita a una razza affine nell’aspetto ai felini africani, si mise all’opera e ottenne un primo esemplare ascrivibile alla nuova razza: una femmina nata dall’incrocio di una micia siamese con un Serval africano maschio. Questo F1 (incrocio ibrido di prima generazione) è stato il primo in assoluto della stirpe e presentava i tratti sia selvatici sia domestici. La gattina fu chiamata "Savannah" e fu deciso che questo sarebbe stato anche il nome di questa nuova razza. Qualche anno più tardi, nel 1989, Patrick Kelly venne a conoscenza del progetto e decise di volersi cimentare in questa avventura, convincendo anche altri allevatori a unirsi a lui. Insieme fondarono un club di razza e scrissero 44

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SAVANNAH


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l’originale Tica Breed Standard, cioè l’elenco dei requisiti che la razza avrebbe dovuto avere. Tica (the International Cat Association) riconobbe e accettò la razza Savannah per la registrazione nel 2001.

Aspetto generale Soprattutto nelle prime generazioni, il Savannah è un gatto imponente,

potendo arrivare anche ai 15 chilogrammi. La taglia poi si dimezza alla generazione F3. Nonostante la sua mole, ha un aspetto slanciato e aggraziato, con orecchie molto pronunciate. Ricorda un po’ il progenitore selvatico, sia come aspetto, sia come indole e agilità. l Savannah hanno diversi tratti che li distinguono, tra cui forse i più tipici sono le orecchie grandi e alte,

GRADO DI SELVATICITÀ E DIVIETO DI DETENZIONE

oltre agli occhi a mandorla evidenziati da una linea scura che solca la fronte e arriva fino ai baffi, lunghi e folti. Altre particolarità di questo gatto che ricordano il Serval sono il caratteristico vocalizzo e i sibili, propri della sua ancestrale natura selvaggia.

Il mantello Il pelo del Savannah è corto, di buona sostanza e leggermente ruvido al tatto, in quanto i peli di guardia più lunghi e grossolani coprono un sottopelo più morbido. Si presenta nei seguenti colori: nero, brown spotted tab-

ph. © Silvia Pampallona

In Italia la legge vieta la detenzione di esemplari frutto di incroci e ibridazione con animali selvatici, a meno che il soggetto non sia di quarta generazione o successiva. Per poter detenere un Savannah di prima, seconda o terza generazione, servono autorizzazioni speciali e, in più, tali esemplari non possono essere destinati all’allevamento. Nel Savannah le diverse generazioni vengono indicate con la lettera F seguita da un numero. In questo modo si indica il grado di selvaticità del soggetto, facendo riferimento alla quantità di genoma servalo presente in quel dato Savannah. Il maschio Savannah è sterile fino alla quinta generazione, con la conseguenza che si tratta di razza difficile da allevare. • F1: prima generazione, un genitore servalo (servalo per il 50%) • F2: seconda generazione, un nonno servalo (servalo per il 25%) • F3: terza generazione, un bisnonno servalo (servalo per il 12.5%) • F4: quarta generazione (servalo per il 6,25%) • F5: quinta generazione (servalo per il 3,12%)

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RAZZE FELINE

by (marrone con disegno di ocelli chiaro), black/silver spotted tabby (nero argentato con disegno a macchie più chiare) o nero smoke (nero fumo). Il manto è maculato, le macchie sono spesse e piene e possono essere marrone scuro o nere, ovali o allungate. Una serie di strisce parallele si propagano sul dorso a partire dalle spalle sino alla fine del corpo, lo schema delle macchie segue la linea delle strisce. Macchie più piccole ricoprono il viso e le zampe. Sono penalizzati i mantelli che portano: le rosette, come nel mantello del leopardo; i colori diversi dal marrone scuro al nero; qualunque medaglione (grossa area bianca) o macchia bianca distinta sul collo, sul torace, sull’addome o in qualsiasi altra area dove non sia espressamente prevista dallo standard.

LO STANDARD Dimensioni. Medio-grandi, è un gatto alto e slanciato, con corpo lungo e muscoloso, dall’ossatura robusta; può raggiungere e a volte superare i 120 cm di lunghezza e il peso di 18 kg; la femmina generalmente è più piccola del maschio. Testa. Piccola e triangolare se paragonata al corpo. Orecchie. Grandi, più larghe alla base e dalla punta arrotondata; sul dorso delle orecchie sono presenti i tipici ocelli, macchie tondeggianti caratterizzate da una fascia chiara centrale delimitata da tratti neri, grigi o marroni che formano una figura simile a un occhio. Occhi. Hanno forma ovale allungata e una linea scura che ne delimita l’arco superiore scendendo lateralmente al naso fino ai baffi; il colore degli occhi può variare dal verde al marrone, dall’oro all’ambra. Zampe. Lunghe, sottili, muscolose e potenti. Piedi. Piccoli ma con dita lunghe. Coda. Corta, mediamente spessa, si affusola in una punta di colore nero.

Il carattere Uno dei tratti più sorprendenti del Savannah è la sua personalità. Molto curioso, è un gatto piuttosto attivo che ha bisogno di molta interazione, sia con la famiglia umana sia con altri gatti o animali da compagnia. È affettuoso, si lega ai componenti del nucleo umano che ama seguire per casa dando frequenti testatine alle gambe. Possono essere facilmente addestrati a camminare al guinzaglio con un’imbracatura e la maggior parte di loro adora giocare al riporto. I Savannah sono gatti attivi, curiosi e giocosi. Tendono ad annoiarsi facilmente, quindi è consigliato prevedere routine di intrattenimento sotto forma di giochi, passeggiate al guinzaglio o altre forme di arricchimento ambientale (tiragraffi, palestre da gatti). Amano passare il tempo in posti elevati, come porte, frigoriferi e armadi.

Salute e cura Lo screening sanitario raccomandato per i Savannah comprende il test per PK DEF (la carenza di un enzima chiamato piruvato-chinasi, coinvolto nella produzione di energia nei globuli rossi. Una carenza di questo enzima

PRO • Aspetto selvaggio, ma abituato alla vita domestica come un gatto parzialmente addomesticato • Affettuoso e socievole con altri animali domestici e bambini rispettosi • Altamente intelligente e addestrabile a giochi ed esercizi • Ama l’acqua

CONTRO • Alcuni Stati vietano la proprietà dei gatti Savannah • La razza è rara, difficile da adottare o acquistare • Possibilità di patologie genetiche

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riduce notevolmente la vita media dei globuli rossi, portando ad anemia) e l’atrofia progressiva della retina (Progressive Retinal Atrophy o PRA). Può anche essere preso in considerazione un esame ecocardiografico per la cardiomiopatia ipertrofica (HCM). I Savannah hanno un mantello corto e sottopelo pesante, che richiede pochissima cura, basta spazzolarli di tanto in tanto con una spazzola o un pettine in acciaio inossidabile e toelettarli più frequentemente in primavera e autunno, stagioni della muta. Come per tutti i gatti, è bene tagliare la punta delle unghie, tenere le orecchie pulite e far controllare regolarmente i denti dal veterinario. Un importante aiuto per tenere gli artigli regolati è fornire al gatto un bel tiragraffi alto che gli consenta di esprimere un comportamento naturale come graffiare. ●


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SPECIALE

MINERALI, VEGETALI O SILICA GEL? ECCO COME AIUTARE IL CLIENTE NELLA SCELTA DEL PRODOTTO PIÙ ADATTO ALLE ESIGENZE SPECIFICHE DEL PROPRIO FELINO

Ocdp by Wikipedia

A OGNI GATTO LA SUA LETTIERA

I

l mercato delle lettiere è piuttosto complesso. Da un lato ne vengono continuamente proposte nuove tipologie, dall’altro il cliente diventa sempre più esigente e smaliziato. Per non parlare poi della battaglia sui prezzi. Stiamo parlando di un segmento che non può assolutamente essere trascurato o sottovalutato.

Un focus sul mercato

Maria Luisa Quattrina Editorialista Medico Veterinario

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Con riferimento alle caratteristiche socio-demografiche dei possessori di gatti, in base al Rapporto Assalco 2020, accanto al dato prevedibile dell’utilizzo di lettiere da parte del 97%

dei proprietari che abita in appartamento, è interessante notare come anche l’80% di chi abita in una casa indipendente ne faccia uso. E questo dato si riflette anche a livello di ampiezza dei centri urbani: chi abita nei medi-grandi centri le utilizza nella quasi totalità rispetto all’88% di chi abita in piccoli centri urbani. Il focus sulle lettiere per gatti evidenzia come il 31% utilizzi in prevalenza lettiere minerali agglomeranti, in particolare i residenti al nord est (40%) e chi ha avuto altri animali in passato (32%). Il 19% del campione dichiara di usare le lettiere vegetali


Bentonite agglomerante

Lettiere minerali agglomeranti (bentonite, argilla...)

31%

Lettiere vegetali agglomeranti

19%

Lettiere minerali non agglomeranti (sepiolite...)

15%

Lettiere al silicio

15%

Lettiere vegetali non agglomeranti

Il gatto non usa lettiere / abita all’aperto

8%

11%

Care gatti

Rapporto Assalco - Zoomark 2020 - Fonte: Indagine IRI

agglomeranti. Al sud si arriva al 23%, così come tra i giovani fino a 34 anni (23%), gli over 55 anni (23%). Complessivamente le lettiere agglomeranti prevalgono (50% delle preferenze minerali e vegetali) nell’utilizzo rispetto alle non agglomeranti che ottengono il 23% delle citazioni (minerali e vegetali).

considerazione: 1) le esigenze del gatto; 2) la pulizia della casa; 3) i costi del prodotto; 4) la sua durata; 5) la facilità d’impiego. In questo articolo trovate un box con alcuni suggerimenti su come impostare un colloquio con il cliente, un aspetto da non sottovalutare se vogliamo creare soddisfazione e fidelizzazione.

Indagare le specificità del cliente

Stagionalità e costo del prodotto

Dato che i consigli corretti su prodotti di prima necessità generano fiducia duratura nel tempo, per prima cosa è bene “intervistare” il cliente con la dovuta precisione. Soprattutto se non ha esperienza nella gestione dei gatti, il proprietario non ha probabilmente idea di quanto sia importante scegliere la lettiera in modo accurato. Ecco i fattori da tenere in

La stagione è una variabile significativa rispetto al volume di lettiera utilizzata e quindi venduta. In primavera/estate, se ne ha la possibilità, il gatto esce all’aperto dove può soddisfare le sue esigenze fisiologiche in un ambiente naturale, abitudine che comporta inevitabilemente un calo delle vendite. Nei mesi più freddi il numero delle confezioni vendute in-

Sepiolite

chatchawarn loetsupan - Pexels

4ina

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vece sale, in ragione della maggiore propensione dei gatti a restarsene in casa. Un fenomeno ben noto ai garden center che in inverno aumentano le forniture e gli assortimenti di lettiere per gatti compensando così il calo nella vendita delle piante. È importante anche fare una riflessione sul rapporto qualità/prezzo. Se facciamo bene i calcoli, un certo tipo di lettiera potrebbe costare meno e durare poco. Pertanto, vendendone più pacchi, consentirebbe di arrivare a un valore assoluto maggiore rispetto a un singolo prodotto di fascia elevata e miglior resa. La presenza in assortimento di confezioni economiche va inoltre sempre considerata anche per una sua specifica destinazione d’uso. Un esempio per tutti: una casa con giardino dove un’ampia e ben collocata vaschetta per lettiera eviterà che i gatti lascino le loro deiezioni in luoghi che si desidera mantenere puliti.

Tante classificazioni possibili Per semplificare la descrizione, suddivideremo le tante offerte del mercato partendo dalle caratteristiche che ogni lettiera presenta, così da

I MATERIALI IN COMMERCIO In commercio esistono varie tipologie di lettiere che, con riguardo alle feci, non presentano fra loro sostanziali differenze. Altro va detto invece per quanto riguarda l’assorbimento delle urine. Se illustrate in base alla loro composizione, le lettiere si possono suddividere in: • minerali (assorbenti e adsorbenti) • organiche (o vegetali) • silicagel

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Tom Thai by Wikipedia

SPECIALE

gravità sia per lateralità o contiguità. Le lettiere adsorbenti operano come tante piccole spugne trattenendo nel loro trabecolato l’urina e “conglutinandosi” fino a formare una palla. Gli esempi più tipici sono le due lettiere minerali, sepiolite e bentonite. Assorbenti sono anche granuli di silicio e una parte delle lettiere biologiche a base di carta riciclata o prodotti vegetali: in genere scarti della lavorazione del legno o vegetali (segatura, trucioli o anche paglia).

b) Granulometria e polverosità

poter abbinare un determinato prodotto a una o più esigenze del cliente (inteso sia come gatto, sia come proprietario).

a) Modalità di assorbimento dei liquidi

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Le lettiere si dividono a seconda

della differente attitudine ad assorbire in: assorbenti o “non agglomeranti” e adsorbenti o “agglomeranti”. Nelle lettiere assorbenti i granuli trattengono i liquidi a partire dal fondo della cassetta e in maniera concentrica dal punto di minzione alla periferia: i granuli si imbibiscono di urina sia per

Silicagel

COME RISPONDERE ALLE OBIEZIONI DEL CLIENTE Conoscere a fondo le caratteristiche di ogni lettiera permette di rispondere prontamente a eventuali obiezioni del cliente nel postvendita. Se un cliente viene a lamentarsi riguardo a un prodotto, per prima cosa occorre sincerarsi sull’uso che ne è stato fatto. Tra i principali errori ricordiamo: • una pulizia sommaria o rara della cassetta • un cambio totale non effettuato con costante periodicità • una collocazione della cassettina igienica in luogo non idoneo. Diversamente, se l’uso del prodotto è stato corretto, valutiamo se vi sono prodotti più performanti e con uguale prezzo di listino.

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Il diametro piccolo dei granelli è preferito dai gatti che, per le loro deiezioni, al ciottolo preferiscono la rena. La sabbia infatti facilita di molto la copertura degli escrementi solidi e liquidi rispetto al sassolino. E se il gatto è a pelo lungo? In questi soggetti i granelli molto piccoli finiscono per attaccarsi facilmente al mantello (lettiera polverosa). Se il granulo è minerale, tanto più è piccolo tanto più è polveroso: per il gatto a pelo lungo sarà quindi opportuno un granello piccolo ma non troppo. Le lettiere sintetiche in silicagel sono invece a polverosità quasi nulla.

c) Smaltimento A seconda del tipo di materiale le lettiere possono essere smaltite nella pattumiera (secco o indifferenziato), nel vaso sanitario o nel verde, come le lettiere organiche biodegradabili. Quelle minerali, nella maggior parte dei casi, vanno smaltite come rifiuto indifferenziato. Le lettiere organiche, diversamente, possono essere eliminate nel WC (sulla confezione è specificato come e in che quantità per ogni scarica di acqua), o se sono con la dicitura “biologiche compostabili”, possono essere smaltite nel bidone del verde.

d) Pesantezza e ingombro Nelle lettiere la capacità di assorbenza viene espressa in litri: ve ne sono da dieci litri, molto ingombranti (in genere minerali e vegetali), oppure molto pesanti (minerali). Le lettiere, a parità di litri di assorbenza con peso e volumi contenuti, le si trovano nei lavorati in silicagel.

e) Trattamenti I trattamenti possono essere molteplici. Sbiancanti, con aggiunta di sostanze battericide, in grado di eli-


4ina

4ina

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Mais

Riso a differente granulometria

minare gli odori o profumate. Le lettiere trattate con battericidi sono pensate per il cliente che vede germi ovunque; mentre quelle profumate sono ideali per chi ha in casa un maschio non sterilizzato. Entrambe dovrebbero costare un po’ di più, ma a volte è utile offrire al cliente la possibilità di placare alcune ansie, fermo restando che le sostanze aggiunte potrebbero avere un odore non gradito al gatto.

mette di soddisfare sempre i gatti e i loro amici umani. I gatti sono diversi tra loro, sia per lunghezza del pelo sia per schizzinosità. Avere più gatti impone quindi un approccio che tenga presente le necessità di tutti i soggetti.

Le variabili soggettive dei piccoli felini e degli umani

Legno

Tofu assorbente (sopra) e agglomerante (sotto)

4ina

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Avere ben presente quanti e quali tipi di lettiera sono disponibili, per-

Queste variabili sono correlate, oltre che alla soggettività, alla granulometria, agli additivi battericidi o profumanti (vedi sopra). Un proprietario che non riesce a pulire spesso la cassettina igienica preferisce la lettiera che fa la palla, rispetto a chi può occuparsi della vaschetta (con sabbia, gel o altro materiale assorbente) e asportare il fondo bagnato anche diverse volte al giorno. Anche il colore della lettiera può avere un peso per il proprietario. Un anziano preferisce in genere una lettiera scura su pavimento chiaro (e viceversa), in modo da vedere meglio i granuli sparsi fuori dalla cassettina. Un giovane, invece, preferisce disolito la lettiera di un colore simile al pavimento: in questo modo i granuli caduti fuori dalla cassetta igienica si noteranno meno. Tra le variabili soggettive va tenuto presente anche il prezzo. Ma tanto più il negozio è piccolo, tanto più deve caratterizzarsi in servizi (consegna a casa) e prodotti di nicchia. Un esempio? I prodotti eco-biologici per una clientela che ama differenziarsi senza badare troppo al prezzo. ● PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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Grain Free Formula per il Gatto La Linea dedicata al Gatto è disponibile con la variante Pesce, sia per gattini che per gatti adulti nei formati da 300 gr, 1,5 kg e 7,5 kg. Prodotta senza cereali, contiene 52

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Pesce come unica fonte di proteine animali - comunicata sul packaging attraverso l’icona One Animal Protein per offrire la massima digeribilità ed un gusto eccezionale che piacerà anche ai palati dei mici più esigenti. Il contenuto di Pesce del 60% è evidenziato per comunicare al consumatore l’importante quantitativo. Questa altissima percentuale è data dall’insieme delle fonti animali fresche, disidratate e idrolizzate per garantire un profilo nutrizionale completo e rispettare al meglio la natura carnivora del gatto. La carne fresca rimane sempre il primo ingrediente di ogni ricetta Grain Free Formula. Anche per la linea Gatto, Oasy utilizza l’innovativa tecnologia Fresh Meat Injection System per l’inclusione della carne fresca all’interno del processo produttivo affinché tutti i nutrienti inclusi nella carne fresca mantengano le loro proprietà. Infine, la Mela come fonte alternativa di fibra, fornisce il giusto apporto di fibre e supporta una corretta digestione. L’esclusivo Vegetal Complex contenuto negli alimenti Grain Free Formula è un mix di frutta, verdura ed erbe aromatiche che fornisce preziosi antiossidanti, vitamine e minerali per supportare il benessere generale di ogni micio. Il pack è resistente e pratico e, grazie alla comoda chiusura a strappo, il prodotto si mantiene fresco più a lungo e si posiziona in modo facile e stabile sui vari ripiani. Nel formato volume il fondo e il lato sono “parlanti” per una veloce individuazione del prodotto sia a scaffale che su fuori banco. ●


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DIGITAL MARKETING

LA CELEBRE FRASE “CONTENT IS KING”, TITOLO DI UN ARTICOLO A FIRMA BILL GATES PUBBLICATO NEL 1996 SUL SITO DI MICROSOFT, FA DA BUSSOLA A CHI PREPARA I CONTENUTI TESTUALI E VISIVI PER IL WEB. DA ALLORA PERÒ MOLTO È CAMBIATO, VEDIAMO COME MUOVERCI OGGI

IL

VERO RE

DELLA COMUNICAZIONE

SILVIA BOSIO E-commerce specialist e divulgatrice silvia.bosio@me.com

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PetTrend • Luglio/Agosto 2020

Suomy Nona - Pixabay

C

on il passare degli anni la quantità di contenuti sulla rete è diventata tale da innescare una vera competizione per accaparrarsi il tempo e l’attenzione che le persone sono disposte a dare per la loro fruizione. Basta fermarsi un attimo a pensare quante notifiche, mail, approfondimenti, immagini e post riceviamo ogni giorno. Ci sono molti più contenuti disponibili che tempo per consumarli. In un quadro così creare contenuti capaci di attrarre l’attenzione del pubblico è diventato un investimento sempre più oneroso poiché un buon lavoro richiede molto più tempo e maggior competenza. Pubblicare post veloci e leggeri, fatti magari solo da un commento a un link non basta più per ottenere qualche minuto di attenzione. Ma se, come abbiamo visto, dobbiamo aumentare l’investimento con risultati peggiori in termini di visibilità, interesse e coinvolgimento del nostro pubblico, la domanda da farsi è: fino a che punto vale la pena continuare? La domanda però non è per noi stessi ma per il nostro pubblico. Dobbiamo lavorare affinché le persone a cui la rivolgiamo possano dare una risposta affermativa alla domanda “vale la pena

darti attenzione?”, e questo accade solo se il contenuto che gli proponiamo genera un qualche valore significativo per loro, in quel preciso momento. Vince chi ha la capacità di creare contenuti allo stesso tempo utili e interessanti, versatili e fruibili, precisi e scorrevoli, il tutto sfruttando i pochi secondi messi a disposizione da ciascuno di noi per ottenere il proprio clic.

Testi, immagini, video e audio Ma cosa sono i contenuti? In parte lo abbiamo detto sopra, un contenuto per il web è, per definizione, “un contenuto informativo composto da testi, immagini, video e audio, ossia tutto ciò che può essere caricato sul web e grazie a questo veicolato”. Sono con-

tenuti gli articoli dei quotidiani online, le discussioni sui forum, i post sui blog, le pagine prodotto degli ecommerce, le foto, le immagini, le infografiche, le animazioni, i video e i podcast. I principali restano sicuramente tutti i contenuti di testo per siti web, per i blog, per i post: tutto ciò, insomma, dove il testo scritto è l’elemento caratterizzante. Una volta prodotto il contenuto, i fattori che lo portano nelle prime posizioni sui motori di ricerca, o ad apparire nella timeline della nostra bacheca social, sono vari e complessi, per questo è fondamentale scegliere i giusti canali di distribuzione. Un contenuto che viene condiviso aumenta la sua importanza sulla rete


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e di conseguenza la possibilità di essere inserito nelle prime posizioni per le ricerche pertinenti, siano esse fatte sui motori di ricerca o sui social. Un’altra tipologia di contenuto sempre più diffusa per obiettivi di marketing sono i video, strumento ormai imprescindibile per portare a risultati in termini di credibilità. Grazie alle immagini si possono raccontare delle vere e proprie storie per coinvolgere il pubblico e condividere i valori aziendali.

Le quattro regole per avere successo

1 - Scegli l’obiettivo del contenuto

2 - Calcola tempo a disposizione

Una volta chiarito cosa sono i contenuti per il web, proviamo a definire quali sono le regole per creare un contenuto di successo. La prima regola è la definizione chiara degli obiettivi da raggiungere, che possono essere per esempio obiettivi di vendita, il lancio di un prodotto, l’acquisizione di nuovi potenziali clienti. Ognuno di questi obiettivi presuppone che il messaggio e il tono di voce con cui comunichiamo siano differenti. Se per esempio l’obiettivo è di rafforzare la comunicazione dei valori aziendali, il contenuto punterà sull’empatia e sui sentimenti; se invece è il lancio di un nuovo prodotto, il contenuto sarà più pratico e punterà sulle sue caratteristiche. La regola numero due da tenere a mente è il tempo (poco, anzi pochissimo) che gli utenti impiegano per decidere. Come abbiamo detto, i contenuti sono un mezzo efficace se non si perde di vista il fatto che il tempo a disposizione e il livello di attenzione del nostro pubblico sono sempre più bassi. Terza regola: non parlare di te ma parla di loro. Affronta le questioni insieme al tuo pubblico, offri delle soluzioni, parla di ciò che gli interessa davvero. Questa è la regola più difficile da applicare perché cambia completamente la prospettiva con cui vanno creati i contenuti. Non più storie di successo della propria azienda o elogi ai propri prodotti, ma soluzioni vere a problemi veri da risolvere. Solo così cattureremo l’attenzione e saremo ricordati. Come quarta e ultima regola, teniamo a mente che per contenuti interessanti non servono più le “pillole”, PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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DIGITAL MARKETING

LE TIPOLOGIE DI CONTENUTI

3 - Affronta le questioni con il tuo pubblico ma occorre la competenza necessaria per padroneggiare, saper argomentare e approfondire un determinato tema. Parliamo di ciò che conosciamo, facciamo valere la nostra esperienza specifica, distinguiamoci dai contenuti creati meramente per scopi pubblicitari.

Come destare interesse sul web Se il contenuto è il re, la sua regina si chiama distribuzione. Fino a pochi anni fa tradizionalmente il grosso della distribuzione dei contenuti avveniva attraverso Google. Oggi lo scenario della distribuzione è cambiato completamente per via dell’enorme quantità di contenuti che vengono riversati sul web.

Oggi non è più certo che, se pubblichiamo un contenuto, questo automaticamente verrà trovato dalle persone a cui l’abbiamo indirizzato. Per tale motivo la progettazione dei contenuti deve includere anche le modalità di distribuzione, ovvero come farli arrivare alle persone. Rispetto a 10 o 15 anni fa, quando era sufficiente mettere online dei buoni contenuti per essere trovati quasi automaticamente, oggi la questione è molto più complessa. La maggior parte delle aziende che decidono di produrre contenuti per la loro strategia di marketing si troveranno in un contesto in cui, quasi sicuramente, c’è già qualcuno che produce contenuti di qualità sullo stesso argomento. Il ri-

4 - Approfondisci sempre di più! 56

PetTrend • Luglio/Agosto 2020

• Articoli per siti, blog e post sui social network: dove il testo scritto l’elemento dominante. • Infografiche, animazioni e GIFs: quando l’immagine l’elemento portante anche se, come per le infografiche, brevi testi contribuiscono a fornire informazioni. • Video: strumento sempre più utilizzato per la sua capacità di attrarre gli utenti e per raccontare aziende o prodotti seguendo le regole dello storytelling. • Podcast: contenuti audio utili per essere fruiti in qualunque momento dall’utente.

sultato? La competizione è fortissima. La riflessione da fare è forse se ha senso produrre tanti contenuti, o se piuttosto non è meglio, in termini di ritorno dell’investimento, concentrarsi su pochi contenuti pregiati e investire nella loro distribuzione. In altre parole, non ha più tanto significato all’interno di una strategia di marketing puntare sulla quantità di contenuti erogati con il rischio che l’enorme sforzo produttivo non venga ripagato in termini di fruizione. Una cattedrale nel deserto. Sicuramente è meglio un’oasi nel deserto, dove l’oasi sarà un contenuto serio, efficace e valido, distribuito tramite tutti i canali, istituzionali e a pagamento. Il consiglio è quindi quello di spostare tempo e risorse dalla quantità produttiva per lettori distratti alla qualità sartoriale per lettori interessati. Newsletter, blog, social, motori di ricerca, pubblicità, possono essere tutti canali di distribuzione validi se mettono il cliente e i suoi bisogni al centro, solo così riusciranno a catturare la sua attenzione e di conseguenza il suo tempo, il bene più prezioso. ●


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QUESTIONI LEGALI

ANDREA FERRARIO Avvocato civilista del foro di Milano, esperto in materia di diritto del lavoro e di responsabilità professionale andrea.ferrario@studiolegaleferrario.com

L

’obbligo di indossare le mascherine, le distanze di sicurezza e il divieto di assembramento sono alcuni dei comportamenti a cui l’emergenza Coronavirus ci ha abituato e che dobbiamo rispettare non solo per le strade dei centri abitati ma anche sui luoghi di lavoro. E, in effetti, uno dei terreni più importanti su cui si giocherà la partita per garantire salute e sicurezza sarà sicuramente quello della convivenza lavorativa. Come sappiamo, laddove possibile, si estenderà il processo verso un progressivo passaggio al telelavoro o allo smart-working. Resteranno però ancora numerosissime le attività economiche e produttive che richiedono la presenza degli operatori sul posto di lavoro. E qui, tanto i titolari di un piccolo negozio o laboratorio con uno o due addetti, oppure i responsabili di una piccola o media impresa, quanto i dirigenti di una grande multinazionale con migliaia di risorse, tutti in egual modo, dovranno confrontarsi con una “nuova” sicurezza che dovrà d’ora in avanti essere garantita, ancora prima che al pubblico e ai clienti, ai propri addetti e collaboratori.

I GIORNI PIÙ BUI DELLA PANDEMIA SONO ALLE SPALLE, MA DOBBIAMO ANCORA FARE I CONTI CON REGOLE ANTI-CORONAVIRUS DA RISPETTARE. VEDIAMO COME ADEGUARCI ALLA VARIE NORMATIVE SUI LUOGHI DI LAVORO

NUOVA SICUREZZA UNA

DEL

LAVORO

Prima di dedicarci allo scenario post-pandemia, facciamo però un piccolo passo indietro e cerchiamo di inquadrare brevemente e più da vicino la posizione del datore rispetto agli obblighi di garantire ai propri dipendenti sicurezza e salute sul lavoro. La norma base in materia è un importantissimo articolo del codice civile, il 2087, inserito tra le disposizioni in tema di impresa: “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale 58

PetTrend • Luglio/Agosto 2020

Anna Shvets - Pexels

I doveri di sicurezza dei datori di lavoro

dei prestatori di lavoro”. Questa disposizione, pur nella sua essenzialità, riflette fondamentali principi costituzionali come il diritto alla salute (art. 32), la necessità che l’iniziativa economica privata preservi la sicurezza, la libertà e la dignità della persona umana (art. 41) e in particolare delle donne e dei minori (art. 37), e ha effetti molto ampi. Essa enuncia in

primo luogo un principio generale, che si articola poi in concreto nell’ambito della complessa disciplina speciale antinfortunistica, di cui oggi rappresenta uno dei principali capisaldi il D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (Testo Unico sulla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro). Ma soprattutto l’art. 2087 cod. civ. svolge, al tempo stesso, una fondamentale


Yerson Retamal - Pixabay

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funzione di “sigillatura” del sistema di sicurezza e prevenzione. Questa norma impone infatti il rispetto, non soltanto delle misure espressamente imposte dall’affollato sistema di leggi, leggine e regolamenti in tema di sicurezza sul lavoro, ma anche di quelle dettate dalle buone prassi, dall’esperienza e dalla tecnica nonché dalla comune prudenza. O, ancora più in generale, di quelle cautele e azioni attive e passive che si rendono “necessarie” in vista dei rischi potenziali o in atto nell’ambito dello specifico contesto lavorativo. Uno sforzo molto significativo quello che si chiede al datore di lavoro che va di pari passo con una grande responsabilità.

Rischio lavorativo: copertura pubblica e responsabilità private

DA TENERE PRESENTE • Accordo tra le principali organizzazioni datoriali e sindacali, inteso a regolare in concreto le “misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, nell’ultima versione del 24 aprile 2020 (disponibile sul sito www.lavoro.gov.it), allegata al DPCM (26 aprile 2020). • Tutte le regole di sicurezza, tra cui quelle disciplinate all’interno di specifiche categorie e settori professionali, come le “Raccomandazioni igienico-sanitarie per le toelettature” messe a punto dalla Fnt (Federazione Nazionale Toelettatori). • Concreto adempimento delle regole conservando prova del loro diligente rispetto, per esempio, grazie a ricevute o fatture degli interventi di sanificazione e dei dispositivi di protezione. • Condivisione con collaboratori e dipendenti delle regole previste dal (o dai) protocolli di sicurezza, sollecitando un’attiva collaborazione per il controllo e l’attuazione delle relative misure. • Circolare Inail n. 22 del 20 maggio 2020 che ha chiarito come una responsabilità del datore di lavoro può aversi solo in presenza di un’effettiva colpa per disattenzione, negligenza o imprudenza.

È opportuno ricordare che il costo degli eventuali infortuni dei dipendenti (e tra questi la legge ha fatto espressamente rientrare il contagio Covid in occasione di lavoro) non grava interamente e sempre sulle spalle degli imprenditori. Come è noto, tutti i lavoratori dipendenti e parasubordinati, nonché talune figure di collaboratori autonomi sono infatti assicurati per legge con Inail, dietro il versamento di un modesto premio. In caso di eventi avversi avvenuti per qualunque causa in occasione di lavoro (o di malattie professionali), l’istituto assicurativo pubblico liquida dunque all’infortunato un’indennità forfettaria o, nei casi più gravi, una rendita. Il problema si pone allorché l’infortunio avviene, non a causa di un evento accidentale, ma per responsabilità dirette del datore di lavoro. Il caso - appunto - di violazione di quelle norme di sicurezza prima ricordate: quelle dettate esplicitamente dalla legge, ma anche quelle suggerite dall’esperienza, da eventuali linee guida, dalla prassi del settore e anche semplicemente dal buon senso. Qui la cosa si complica. Il malcapitato datore infatti, oltre a incorrere in possibili responsabilità penali, non solo potrà vedersi richiedere dal lavoratore il cosiddetto danno differenziale (la differenza tra la modesta indennità forfettaria riconosciuta da Inail e il risarcimento vero e proprio), ma potrà trovarsi anche esposto alla pretesa dell’assicuratore pubblico alla restituzione delle somme indennitarie da questo versate allo stesso lavoratore. Vengono in soccorso in PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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QUESTIONI LEGALI

lazioni di lavoro. Si va dall’informazione alla riorganizzazione di spazi, tempi e modalità del lavoro, alla gestione dei rapporti con fornitori e clienti, al trattamento degli eventuali casi di positività, ai contatti con le autorità sanitarie. Nell’attesa che la vicenda della pandemia sia consegnata al passato, l’imprenditore può dunque affidarsi a questa prima fondamentale guida. Si affiancano naturalmente al vademecum nazionale anche tutte le altre regole di sicurezza, tra le quali ovviamente

La sicurezza è nei protocolli Una prima, fondamentale, risposta a questi interrogativi del mondo del lavoro è stata data dal collaudato meccanismo della concertazione tra le Parti Sociali. Affiancandosi a numerose disposizioni “generaliste” già disseminate nella normativa previgente (si veda, per esempio, in tema di dispositivi di protezione individuale, l’art. 18, comma 1, lett. d del citato D.Lgs. 81/2008) e a quelle di dettaglio emanate dal governo centrale e dalle amministrazioni locali e decentrate nel periodo dell’emergenza, è stato varato fin dal 14 marzo 2020 un documento condiviso tra le principali organizzazioni datoriali e sindacali e inteso a regolare in concreto le “misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”. Questo primo accordo, in una nuova versione rivista e integrata il 24 aprile successivo (disponibile sul sito www.lavoro.gov.it), alla vigilia della c.d. Fase 2, è stato poi allegato a uno dei vari DPCM (26 aprile 2020) che hanno scandito i tempi della pandemia e dunque ufficialmente “promosso” al rango di legge vera e propria, con la previsione di severe sanzioni per la sua inosservanza. Il Protocollo consta di un dettagliato decalogo di misure pratiche dirette a individuare un livello minimo, universale e standardizzato, di sicurezza dell’ambiente e delle re60

PetTrend • Luglio/Agosto 2020

tuirà peraltro un’ulteriore garanzia di sicurezza anche a beneficio degli addetti. Di pari passo con l’osservanza di questi documenti settoriali, il rispetto integrale del protocollo nazionale fornirà al datore di lavoro (e ai suoi collaboratori) una solida garanzia per governare la “nuova” sicurezza e scongiurare così la diffusione o il riemergere dell’epidemia. E rappresenterà, allo stesso tempo, un efficace antidoto per allontanare eventuali noie giudiziarie: la possibilità di dimostrare l’effettiva osservanza delle misure, generali e di settore, terrà infatti tendenzialmente al riparo l’imprenditore da ogni censura. In questa prospettiva sarà opportuno curare, oltre che - si intende - il concreto adempimento delle regole, anche la possibilità di fornire la dimostrazione del loro diligente rispetto. Dovranno dunque, per esempio, essere conservate con cura ricevute o fatture degli interventi di sanificazione e dei dispositivi di protezione, di cui poi sarà utile documentare la effettiva consegna ai lavoratori. Sarà, più in generale, opportuno condividere con questi ultimi le stesse regole del (o dei) protocolli, consegnando loro una copia del documento e sollecitando la loro attiva collaborazione per il controllo e l’attuazione delle relative misure. Più di così, difficilmente si potrà pretendere. E non a caso, consapevole della complessità della situazione degli imprenditori-datori di lavoro, Inail si è sentita in dovere di chiarire con una propria circolare (la n. 22 del 20 maggio 2020) che una responsabilità del datore di lavoro potrà darsi - come nel passato - solo in presenza di una sua effettiva colpa, per disattenzione, negligenza o imprudenza. L’imperativo, lo abbiamo detto, è certamente quello della sicurezza massima per tutti, clienti e lavoratori. Ma senza stravolgere le regole e senza porre a carico delle categorie produttive il peso dell’emergenza. L’auspicio è che, Inail a parte, lo chiarisca presto e senza possibilità di equivoco anche il legislatore. ● Anna Shvets - Pexels

questo caso le c.d. polizze r.c.o., vale a dire coperture assicurative private che tengono in parte indenne l’imprenditore dalle conseguenze economiche di una richiesta risarcitoria. Restano però, evidentemente, le possibili ricadute penali. Il datore di lavoro diligente e scrupoloso questi rischi li conosce benissimo e dunque li ha sempre evitati e li contrasta quotidianamente applicando e facendo rispettare con rigore le norme aziendali di sicurezza. Ma che dire oggi, di fronte allo scenario insidioso di quel rischio pervasivo che abbiamo prima descritto? Che sfide dovrà affrontare l’imprenditore per fronteggiare il quadro di una “nuova” sicurezza?

quelle disciplinate all’interno di specifiche categorie e settori professionali. Per i lettori di Pet Trend ricordiamo in particolare a tale riguardo le fondamentali “Raccomandazioni igienico-sanitarie per le toelettature”, messe a punto dalla Fnt (Fderazione Nazionale Toelettatori). Parimenti rilevanti sono anche le misure previste per gli esercizi commerciali al dettaglio (rinvenibili nell’allegato 11 del DPCM del 17 maggio 2020). Si tratta in questi casi di norme poste prioritariamente a tutela del pubblico degli utenti e dei clienti; il loro rigoroso rispetto costi-


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ANALISI DI MERCATO

L’E-COMMERCE È IN GRANDE ESPANSIONE ANCHE PER IL SETTORE DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA. LO CONFERMA UN’INDAGINE DI IDEALO CHE DURANTE LA CRISI COVID-19 HA REGISTRATO UN AUMENTO DELLE RICERCHE PER PRODOTTI PET DEL +108,4%1 RISPETTO AL PERIODO PRECEDENTE

BOOM DELL’ONLINE IN NUMERI IL

Marco Moresco

D

urante l’emergenza da Coronavirus gli italiani hanno utilizzato i servizi di e-commerce con una percentuale del +80%2 rispetto al periodo precedente, e non solo per ordinare beni di prima necessità, ma anche per comprare cibo e articoli per i propri animali da compagnia. idealo - portale internazionale di comparazione prezzi leader in Europa - ha voluto analizzare l’intero comparto con una particolare attenzione nei confronti del periodo di lockdown, scoprendo, per esempio, che le categorie maggiormente cresciute nel periodo sono state quelle relative ai prodotti per uccelli (+235,6%), seguite poi dai prodotti di acquariologia (+171,2%), per cani (+145,7%) e infine per gatti (+115,6%).

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Analizzando complessivamente le dieci categorie merceologiche maggiormente cercate nell’ultimo anno3 dai consumatori italiani è possibile vedere come queste siano state: cibo per cani, cibo per gatti, farmaci veterinari, acquari, gabbie per uccelli e voliere, trasportini, lettiere per gatti, filtri e pompe per acquari, cucce per cani e gatti, tiragraffi4.

La fluttuazione dei prezzi durante il lockdown Interessante notare l’andamento dei prezzi. Confrontando la fase di lockdown con il periodo precedente è possibile vedere come i prezzi dei 21 articoli maggiormente cercati5 siano aumentati mediamente del +2,9%. Si tratta, tuttavia, di una percentuale media che comprende tutte le categorie sommate tra loro in termini di costi mensili; presa individualmente ogni

singola tipologia di prodotto è stata oggetto di fluttuazioni molto maggiori. Nel dettaglio, tra gli articoli il cui prezzo è diminuito troviamo: cibo per gatti (-18,4%), tiragraffi (-14,0%), accessori per acquari (-10,0%), cibo per cani (-9,6%), ciotole per animali (7,8%), mangime per pesci (-6,6%), filtri e pompe per acquari (-4,6%), gabbie per uccelli e voliere (-3,1%). Viceversa, tra i prodotti il cui prezzo è aumentato vi sono: acquari (+0,4%), guinzagli e collari per cani (+0,6%), accessori per cani (+3,6%), mangime per uccelli (+5,6%), toelettatura (+5,8%), abbi-

gliamento per cani (+7,5%), farmaci veterinari (+8,3%), lettiere per gatti (+13,7%), giochi per cani (+14,2%), cucce per cani e gatti (+17,1%), trasportini (+20,3%), casette per uccelli (+24,1%) e infine accessori per uccelli (+28,1%).

La fluttuazione dei prezzi nella Fase 2 Allo stesso modo, è possibile confrontare l’andamento dei prezzi tra la prima Fase 2 (dal 4 al 12 Maggio) con il periodo di lockdown. In questo caso, sono molti di più i prodotti il cui prezzo è diminuito, con una media

I PRINCIPALI DATI EMERSI DALL’INDAGINE • Le categorie maggiormente cresciute sono state quelle relative ai prodotti per uccelli (+235,6%), seguite dai prodotti di acquariologia (+171,2%), per cani (+145,7%) e infine per gatti (+115,6%). • Tra i prodotti più cercati online, nello specifico, ci sono stati cibo per cani e cibo per gatti. Ancora, tra gli ulteriori prodotti in lista: farmaci veterinari, acquari, gabbie per uccelli e voliere, trasportini, lettiere per gatti, filtri e pompe per acquari, cucce per cani e gatti e tiragraffi. • A partire dalla fase 2, i prezzi legati agli articoli per animali tendono a diminuire: cucce per cani e gatti (-19,4% rispetto al periodo di lockdown), giochi per cani (-16,6%), acquari (-15,4%), articoli di toelettatura (-13,6%), filtri per acquari (-11,8%), gabbie per uccelli e voliere (-11,5%), trasportini (-9,4%) e casette per uccelli (-6,9%)

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ANALISI DI MERCATO

A PROPOSITO DI IDEALO • Fondata a Berlino nel 2000, idealo è un’azienda che opera come comparatore prezzi con oltre 145 milioni di offerte di oltre 30.000 negozi online. • Dal 2006 entra a far parte del gruppo editoriale Axel Springer SE (editore anche di Bild Zeitung) e attualmente è presente in Germania, Austria, Regno Unito, Francia, Italia, Spagna, con sei portali nazionali. • Nel 2014 ha ottenuto dall’ente di certificazione tedesco TÜV Saarland il marchio di «comparatore certificato» per la qualità delle informazioni reperibili sul portale e le misure a protezione dei dati degli utenti. www.idealo.it

del -7,7%: cucce per cani e gatti (19,4%), giochi per cani (-16,6%), acquari (-15,4%), articoli di toelettatura (-13,6%), filtri e pompe per acquari (11,8%), gabbie per uccelli e voliere (11,5%), trasportini (-9,4%), casette per uccelli (-6,9%), accessori per uccelli (-6,5%), mangime per uccelli (-5,0%), accessori per acquari (-4,0%), ciotole per animali (-2,2%), mangime per pesci (-0,3%), guinzagli e collari per cani (0,1%). Anche in questo caso vi sono però prodotti il cui prezzo è considerevolmente aumentato; si tratta di: abbigliamento per cani (+2,1%), cibo per cani (+4,0%), cibo per gatti (+10,8%), lettiere per gatti (+13,2%), tiragraffi (+13,4%) e infine accessori per cani (+23,0%). ● 1 In base alle intenzioni di acquisto online per la categoria Prodotti per animali sul portale italiano di idealo. Periodo: dal 24 Febbraio al 3 Maggio 2020, messo a confronto con quello compreso tra il 16 Dicembre 2019 al 23 Febbraio 2020. 2 www.corrierecomunicazioni.it 3 In base alle intenzioni di acquisto sul portale italiano di idealo per la categoria Prodotti per animali. Periodo: dal 1° Gennaio 2019 al 12 Maggio 2020. 4 La classifica prosegue con: mangime per pesci, guinzagli e collari per cani, abbigliamento per cani, toelettatura, casette per uccelli, accessori per cani, mangime per uccelli, accessori per acquari, ciotole per animali, accessori per uccelli, antiparassitari, giochi per cani. 5 Su idealo.it.

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VisionPic.net - Pexels

STUDI SCIENTIFICI

I CANI CI GUARDANO E RACCOLGONO DALLA MIMICA FACCIALE MOLTE INFORMAZIONI SUL NOSTRO UMORE E LE NOSTRE INTENZIONI. VEDIAMO A CHE RISULTATI È GIUNTA UNA RECENTE RICERCA

CHE

GUARDANO

L

a comunicazione intra e interspecifica passa attraverso uno sviluppo di milioni di anni di evoluzione con differenze ma anche aspetti comuni tra specie e specie. Neurobiologia ed etologia si incontrano nelle moderne ricerche scientifiche svelando aspetti rilevanti che possono fornire informazioni utili per il corretto rapporto tra proprietari e cani.

Aggiornamenti cognitivi Alessio Arbuatti Medico Veterinario

Un complesso e interessante lavoro scientifico dal titolo: “Perception of

COSA DI NOI dynamic facial expressions of emotion between dogs and humans”, da poco pubblicato sull’eminente rivista scientifica Animal Cognition, ha posto l’attenzione sull’espressività facciale e su come questa venga percepita, sia in ambito intraspecifico sia interspecifico, da cani e uomini. La ricerca si è basata sull’“eye tracking”, ossia sull’analisi di quei punti facciali che uomini e cani utilizzano per cercare di comprendere le intenzioni del soggetto che si trovano davanti. Il fine prefissato è quello di comparare come due specie PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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STUDI SCIENTIFICI

che dividono la medesima nicchia sociale (animale d’affezione-proprietario) percepiscano le espressioni facciali e le emozioni a esse correlate. Una tematica che mostra importanti implicazioni nell’ambito del benessere animale e della salute pubblica.

Liberi partecipanti di specie diverse Lo studio è stato condotto presso l’Università di Lincoln e ha visto la partecipazione di 26 persone (tra i 19 e i 57 anni) e 28 cani di proprietà (tra i 2 e i 12 anni). A ogni soggetto, rispettando le variabili scientifiche del caso, sono stati mostrati 20 video di persone e cani con espressioni facciali che ricadevano all’interno di cinque categorie: paura, felicità, antici-

pazione positiva (aspettativa di qualcosa di piacevole), frustrazione e neutralità. Durante ogni proiezione uno specifico strumento scientifico gestito da remoto ha consentito di tracciare lo sguardo dei partecipanti segnalando quelle porzioni anatomiche facciali sulle quali questo ricadeva. Queste “aree target” sono state definite AOI (aree di interesse) e comprendono: fronte, glabella (porzione inferiore dell’osso frontale, posta tra le arcate sopraccigliari), orecchie, occhi, guance, naso, bocca e mento. A differenza di altri studi, inoltre, i cani erano liberi di muoversi e non erano stati sottoposti ad alcun training formativo.

LA Percezione umana delle espressioni facciali Dal lavoro sono emerse numerose differenze in relazione all’osservatore e al soggetto osservato. Gli uomini, per esempio, concentrano la propria attenzione soprattutto verso occhi, naso e bocca, quando osservano volti felici di altre persone; mentre in presenza di espressioni riconducibili a frustrazione e anticipazione positiva, l’attenzione si rivolge soprattutto verso gli occhi, la bocca e in minima parte verso la glabella e il mento dell’interlocutore. Se l’espressione dell’interlocutore è neutrale, allora lo sguardo torna a concentrarsi maggiormente sugli occhi rispetto a naso e bocca. Quando un uomo osserva un cane nei diversi atteggiamenti, i punti d’attenzione sono soprattutto gli occhi e la bocca, mentre la glabella è la terza regione in ordine di riferimento e le orecchie rappresentano il target meno guardato dall’uomo. Nel complesso, seppur con differenti percentuali anche in termini di tempo dedicato all’osservazione, tutte le porzioni anatomiche canine vengono quasi sempre osservate dall’uomo, anche se alcune come mento, guance e orecchie lo sono in minima percentuale.

Il punto di vista canino

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Quando un cane osserva un volto umano, i target visivi più registrati durante lo studio sono le guance, soprattutto se la persona ha un’espressione felice, frustrata e in caso di anticipazione positiva. In presenza di quest’ultima le orecchie sono un ulteriore catalizzatore dell’attenzione canina. Gli occhi umani sono importanti target per i cani in presenza frustrazione e anticipazione positiva. La fronte dell’interlocutore è oggetto dell’attenzione in presenza di felicità, frustrazione, nell’anticipazione positiva e nell’espressione neutrale. Infine, la bocca umana è attentamente seguita in presenza di paura sul volto e in caso di espressione neutrale. Il fatto che vi siano dei distretti facciali che catalizzano principalmente l’attenzione del cane non vuol dire che siano però gli unici poiché dallo studio emerge che, in relazione alla mimica umana, l’attenzione è comunque rivolta verso tutte le aree d’interesse seppur con percentuali differenti. A

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tal proposito, in linea generale, il mento, la glabella e le orecchie sono tra i distretti umani meno osservati dal cane. Il fulcro dell’attenzione cambia quando un cane osserva il volto di un conspecifico. Dallo studio emerge infatti come le orecchie degli altri cani siano sempre il primo obiettivo dello sguardo tranne che in presenza di un soggetto impaurito. In tal caso l’attenzione si concentra in misura simile anche su bocca e occhi. Il mento, al contrario, è raramente oggetto dell’attenzione se non in parte in presenza di un’espressione neutra, mentre le guance lo sono nell’anticipazione positiva, nella paura e nella felicità ma sempre con percentuali minoritarie.

PANDEMIA e mimica facciale

COME ABITUARE IL CANE ALLA NOSTRA MASCHERINA Di seguito riportiamo delle linee guida, a cura del Medico Veterinario comportamentalista, Franco Fassola, Past Presidente Sisca (Società Italiana Scienze del Comportamento Animale), che vanno tenute presente esclusivamente per quei cani che non hanno patologie comportamentali. Questi ultimi potrebbero infatti reagire con comportamenti anche aggressivi alla novità rappresentata dalla mascherina. In questo periodo divengono dunque ancora più importanti la consulenza specialistica del Medico Veterinario esperto in comportamento e la figura dell’istruttore riabilitatore. • Bisogna consentire al cane di esplorare e acquisire familiarità con la mascherina permettendogli di annusarla, guardarla e toccarla. • Il pet deve abituarsi a vedere il proprietario con indosso la mascherina, a tal proposito si possono organizzare piccole sessioni domestiche durante le quali il cane possa osservare tutte le manualità, da quando si ha il viso scoperto fin quando il dispositivo di protezione viene indossato. • La mascherina sul viso deve essere dunque associata a emozioni positive ed è importante che anche gli altri familiari e amici che indossano la mascherina, si avvicinino al cane, nel rispetto del distanziamento sociale, in maniera corretta ossia con calma, un tono di voce suadente e passo lento. • È bene organizzare con persone conosciute l’avvicinamento al cane, piccoli esercizi durante i quali la persona si toglie in maniera corretta la mascherina una volta nei pressi del pet. In tal modo questo comprenderà man mano che sotto il dispositivo c’è una faccia conosciuta. Durante questo esercizio il proprietario rimarrà vicino al cane supportandolo con parole dolci e carezze. • Le uscite dovranno iniziare preferendo i luoghi frequentati da poche persone per poi passare a quelli più popolati quando il cane si dimostrerà a suo agio con le persone che indossano la mascherina.

Vediamo ora un’applicazione pratica di quanto emerso dallo studio sull’interpretazione della mimica facciale umana da parte del cane. Nella fase due dell’emergenza da Covid19, con la riapertura dei parchi e degli spazi pubblici, i proprietari di cani sono tornati nei luoghi frequentati da altre persone a passeggio da sole, o a spasso col proprio pet. In questa situazione i cani devono confrontarsi con esseri umani i cui tratti del volto sono in parte coperti dalle mascherine imposte dalle misure antipandemiche. Come abbiamo visto, guance, fronte, bocca e anche il naso, seppur in minore misura, sono tra i distretti facciali umani più spesso selezionati dai cani per comprendere le intenzioni delle persone. La domanda che a questo punto sorge spontanea è: può un cane essere influenzato nelle sue reazioni quando incontra una persona che indossa una mascherina? La risposta richiede una riflessione importante per valutare attentamente potenziali ripercussioni nelle risposte del cane, per esempio nei confronti di estranei che si incontrano in passeggiata. Per fornire i consigli più corretti da seguire in una situazione tanto delicata, siamo ricorsi a una serie di suggerimenti forniti al riguardo da Franco Fassola, Medico Veterinario comportamentalista, Past Presidente Sisca (Società Italiana Scienze del Comportamento Animale), che possiamo trovare elencati nel box a fianco. ● PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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Engin Akyurt - Pixabay

PSICOLOGIA

SUBIRE LA PERDITA DI UN ANIMALE DA COMPAGNIA PORTA CON SÉ SOFFERENZA E SPESSO INCOMPRENSIONE. SAPERE COME COMPORTARSI ED ESSERE DI CONFORTO CON CHI STA VIVENDO QUESTO MOMENTO PUÒ ESSERE UN AIUTO DAVVERO IMPORTANTE

VIVERE L’ULTIMO SALUTO COME

C BARBARA ALESSIO Psicologa, Psicoterapeuta

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hi condivide la propria esistenza con un animale da compagnia, al momento della sua perdita vive un momento di grande sofferenza. Capita per i cani e per i gatti, ma anche per pappagalli, furetti, conigli e criceti, tutti compagni di una vita per cui si prova un affetto autentico e profondo che crea un legame speciale. I sentimenti che seguono alla perdita dell'amato pet sono difficili da condividere perché si teme di non essere compresi, se non addirittura de-

risi o biasimati. Come affrontare allora questo momento? La risposta non è immediata. Infatti, mentre sono stati ampiamente studiati e documentati i benefici che la compagnia dei pet assicura, poco si è fatto per analizzare i momenti critici di questa relazione. Perché questa mancanza da parte degli studiosi? Innanzi tutto perché nella nostra cultura la morte è l’ultimo vero tabù, il grande rimosso di un’epoca che investe tutto in produttività, per-


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LE COSE DA EVITARE • In generale è bene evitare di raccontare a chi ha subito la perdita le proprie esperienze al riguardo: meglio limitarsi a dire che sappiamo come ci si sente senza “rubare la scena” parlando dei nostri lutti. • Non va dato il consiglio di buttare tutto quello che riguarda l’animale scomparso per favorire la dimenticanza. • Molte persone consigliano di adottare immediatamente un altro animale, per evitare di sentire la perdita. In realtà è una decisione sconsigliabile: si rischia infatti la creazione di un “animale sostituto”, ovvero la scelta di un pet molto simile, cui si chiede in pratica di essere il precedente. Questo comporta il rischio di non conoscere e godersi il “nuovo” arrivato, con le sue peculiarità e caratteristiche uniche e singolari, vivendo invece la frustrazione costante che non sia “come l’altro”. Meglio attendere che la perdita sia elaborata e che lentamente si faccia strada dentro il proprietario il desiderio di vivere un nuovo legame. • Va sconsigliata l’adozione di un esemplare della stessa razza o molto somigliante e l’attribuzione del medesimo nome del compianto. • È importante saper comunicare chiaramente il lutto anche ai bambini. Non bisogna mentire, sostituendo il pet con un altro senza dire nulla (se ne accorgeranno, sperimentando una menzogna da parte dei genitori), ma nemmeno usare espressioni consolatorie, come “è andato lontano ma tornerà”, “è andato a dormire”, altrimenti il bambino continuerà ad aspettare e si sentirà tradito oppure comincerà a strutturare la paura del dormire. La comunicazione della morte deve essere onesta e chiara, adeguata all’età: e il bambino a qualunque età può partecipare (anzi, deve! È un bene per lui come per tutti!) al rito funebre.

formance e potenza. Si parla poco di come prepararsi alla perdita dei nostri cari. La morte di un animale d’affezione risente di questo spirito ma patisce anche il pregiudizio che vede l’animale inferiore all’essere umano, portatore di minore dignità e “importanza”. In qualche modo gli animali nella nostra società valgono meno degli umani e il rapporto con loro è ancora guardato alla luce di questo stereotipo. L’amore per loro è considerato, insomma, di serie B.

Non è facile esprimere quello che si prova Ma è davvero così strano soffrire per la perdita di un animale da compagnia? Ovviamente no. Gli studi confermano che il lutto riguardante un pet può essere avvertito addirittura in maniera più profonda di quello per un famigliare. Non si è malati o sbagliati a provare un dolore così grande: è segno della perdita di un legame talmente importante da giustificare la reazione psicologica del lutto. Chi non si rende conto di questo ignora il valore del rapporto che si instaura con gli animali da compagnia. Questo lutto è un momento molto delicato anche perché può far PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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PSICOLOGIA

emergere, come un’eco, il dolore patito per la perdita di nostri cari richiamando angosce passate e in qualche modo sommandole. Alcune persone hanno più confidenza con le emozioni e riescono a manifestarle apertamente: con il pianto, il lamento e con rituali adatti alle circostanze. In qualche modo per loro è più facile ottenere consolazione da chi sta intorno. Ma altri, invece, non riescono a confidare quello che provano, rinchiudono tutto nella loro interiorità, non ne fanno cenno a nessuno. Il dolore, in questi casi, non è certo meno intenso e rimane ancora più difficile trovare sostegno in famigliari e amici. Chi vive con un animale da compagnia può più facilmente comprendere e sostenere chi sta patendo questo momento delicato, proprio perché sa che in genere si è isolati e non si viene capiti. Tutti coloro che hanno a cuore gli animali saranno quindi i consiglieri più fidati e i migliori alleati di chi sta soffrendo questa perdita.

I riti sono importanti

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Parlare con chi soffre non è mai semplice: men che meno quando di mezzo c’è la morte, che rimane un evento privato che ognuno vive alla luce della propria storia. Si perde un “altro” molto significativo, un amico, un compagno che con noi divide tutto e che di noi conosce tutto. Si avverte

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un vuoto incolmabile, che nel caso dei pet è enorme perché privato di due elementi che sono invece fondamentali nella gestione psicologica della perdita: i riti di sepoltura e la narrazione. Sono questi gli strumenti di cui la psiche ha bisogno per compiere il lavoro di elaborazione del lutto. I riti funebri sono stati inventati fin dagli albori della nostra vita sociale proprio per contenere le forti emozioni, per dare ordine alle azioni e favorire l’elaborazione del lutto. Per fortuna oggi ci sono molti servizi cui ricorrere in questi momenti, che offrono moltissime possibilità per ricordare nel modo a noi più congeniale e per dare dignità alla situazione. Chi sceglie di cremare e conservare in un’urna o di seppellire il proprio animale defunto in una bara o in un cimitero apposito, sta mettendo in atto quei rituali e comportamenti propri della nostra cultura associati alla perdita di un caro amico o di un familiare. Gesti pertanto assolutamente pertinenti, che vanno incoraggiati senza pregiudizi. Perché è il momento del commiato, in cui ci si saluta. E ci si deve salutare bene, con amore.

Per aiutare si deve saper ascoltare Come stare vicino ai proprietari? Che cosa dire per aiutarli? In questo caso, più che mai, l’aiuto è ascolto e com-passione, ovvero la capacità di

comunicare che comprendiamo quel dolore che non ci scandalizza e non ci stupisce. Il solo fatto di sentirsi ascoltati calmerà più di qualunque parola: il silenzio nell’ascolto darà dignità a un momento e a un’emozione che è normale provare. Riconoscere che soffrire è lecito e che si può fare senza vergogna, perché è una reazione normale alla perdita, farà sentire i proprietari accolti e capiti. E sarà di grande sostegno. Dire che sappiamo come ci si sente permette all’altro di aprirsi senza paura del giudizio. Esprimere ciò che si prova è già una cura della sofferenza: i proprietari vanno incoraggiati a confidare ciò che sentono, a non tenersi tutto dentro. È importante in qualche modo “spiegare” il dolore: ovvero ricordare che stiamo così male proprio perché li amiamo, perché è stata una relazione importante, dove abbiamo scambiato molto amore, che niente e nessuno, nemmeno la morte, ci potrà togliere. Molte persone trovano sollievo nello scrivere messaggi ai beniamini che non ci sono più, post sulle bacheche di Facebook, foto e scritte sui vari social. È un modo per onorare ma anche per lenire il dolore. È bene affermare che il proprietario ha il diritto di fare tutto quello che lo fa stare meglio, pensando solo a se stesso: scrivere lettere, preparare una tomba, mettere la foto in cornice, far confezionare dei ricordini. Le ricerche sul lutto sono concordi nel segnalare che non comunicare ad altri l’esperienza emotiva provochi poi maggiori ripercussioni sullo stato di salute di chi invece è riuscito ad aprirsi e a condividere. Dunque, tutte le figure che stanno intorno al proprietario e lo seguono nella quotidianità possono essere di aiuto. Negli Stati Uniti, per esempio, esiste una rete di diversi specialisti per offrire un supporto interdisciplinare e integrato, una equipe in cui è presente anche lo psicoterapeuta. Perché qualche volta è bene ritagliarsi uno spazio intimo ove elaborare con calma la propria perdita, per mettere ordine nelle emozioni e nei pensieri. Per individuare strategie utili a ritrovare un nuovo equilibrio. Per salutare nel modo adeguato chi abbiamo amato e lentamente preparare il cuore ad amare ancora. ●


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PICCOLI MAMMIFERI

QUESTE SPECIE RAPPRESENTANO SPESSO IL PRIMO APPROCCIO AL MONDO DEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA. È FONDAMENTALE CONOSCERE E TRASMETTERE AI CLIENTI I RUDIMENTI PER UNA LORO CORRETTA GESTIONE E MANIPOLAZIONE

SEGRETI DEI RODITORI

TUTTI I

I Serena Sola Medico Veterinario, GPCert ExAP, Delegato Regione Veneto Sivae, Società italiana veterinari animali esotici

piccoli roditori rappresentano, quasi sempre, il primo approccio che si ha nell’infanzia con il mondo animale. All’atto della vendita di questi animali è iportante fornire al cliente delle chiare informazioni sulla gestione quotidiana e sulle più frequenti problematiche sanitarie che possono insorgere nell’arco della loro esisitenza, a iniziare da una corretta manipolazione. Tutti rudimenti, questi, che andranno trasmessi ai clienti, soprattutto agli appassionati in erba.

Due grandi categorie Per piccoli roditori intendiamo le varie specie di criceto (dorato, russo, roborovsky), i gerbilli, i topi, i ratti, le cavie, i degu e i cincillà. Queste specie, grazie alle loro dimensioni contenute, alla parziale indipendenza e alla facile gestione, sono particolarmente indicate per avvicinare i bambini al mondo degli animali da compagnia. I piccoli roditori sanno essere molto socievoli e affettuosi e non richiedono un eccessivo dispendio di energie, tempo e PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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PICCOLI MAMMIFERI

spazio. È importante conoscere bene la loro gestione e le loro caratteristiche in condizioni ottimali, in negozio come a casa del cliente, in modo da rendersi subito conto quando c’è qualcosa che non va e bisogna correre ai ripari. I piccoli roditori possono essere suddivisi in due grandi categorie con esigenze lievemente differenti: cavia, degu e

cincilla (detti anche roditori istricomorfi) e criceti, topi, ratti e gerbilli (detti anche roditori miomorfi).

Le funzioni fisiologiche Un’importante caratteristica da tenere sempre sotto controllo sia nei petshop che a casa sono le funzioni fisiologiche principali: l’assunzione di

acqua e di alimenti, la minzione e l’evacuazione delle feci. È importante, soprattutto negli istricomorfi, che l’alimento sia consumato quotidianamente (quindi la razione giornaliera deve essere misurata in modo da rendersi subito conto se c’è una riduzione del consumo) così come l’acqua; nel caso in cui ci siano più soggetti conviventi bisogna fare attenzione che ciascuno assuma la sua dose di alimento e, nel caso di dubbi, è opportuno dividere gli animali e tenerli sotto controllo. I roditori miomorfi possono essere più difficili da controllare, visto che il loro comportamento naturale prevede l’immagazzinamento dell’alimento per creare delle riserve, come si può osservare in particolare nei criceti. In questo caso è bene non somministrare alimento in eccesso e rimuovere le riserve dalle tane per evitare il deterioramento degli alimenti freschi che potrebbe creare delle infezioni intestinali. Le feci devono sempre essere formate e di consistenza dura; la presenza di muco non è mai normale. In lettiera non deve essere presente diarrea. Prima di introdurre i nuovi esemplari

LA MANIPOLAZIONE • Cavia. È un animale docile che di rado morde; è facile maneggiarla, ma si spaventa facilmente per cui occorre avvicinarla in modo tranquillo e usare maniere gentili. Per sollevarla è sufficiente circondare con una mano il torace e sostenere il posteriore con l’altra mano. • Cincillà. Può dare problemi di contenzione perché si spaventa facilmente. Va afferrato per la base della coda, sostenendo il corpo con una mano. Funziona meglio un approccio delicato, carezzandolo delicatamente. Occorre fare molta attenzione a non tirare o afferrare il pelo, perché rimangono facilmente delle chiazze di pelle nuda. • Degu. Non deve mai essere afferrato per la coda perché la pelle può staccarsi lasciando scoperte le vertebre. Se questa evenienza si verifica la pelle non ricrescerà più e il roditore si staccherà il moncone di coda denudato. Per afferrare e sollevare un degu docile basta circondargli il torace con una mano, mentre l’altra sostiene le zampe posteriori. Le uniche precauzioni consistono nel non stringere troppo il torace e nel fare attenzione a non lasciarlo cadere a terra. Un animale molto giovane può essere tenuto tra le mani a coppa, sempre avendo la precauzione di evitare che cada a terra. • Criceto. Il carattere può variare molto da individuo a individuo: da docile e tranquillo a nervoso e

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mordace. Un criceto maneggiato con delicatezza fin da piccolo in genere è tranquillo, mentre è timido o aggressivo quello non abituato alla mano dell’uomo. I soggetti docili possono essere afferrati senza difficoltà, tenendoli tra le mani a coppa. Poiché i criceti facilmente sfuggono di mano e cadono, non vanno mai sollevati molto in alto: l’ideale è maneggiarli stando seduti in terra, o sopra un tavolo. È consigliabile prenderli in mano tutti i giorni perché restino docili, ma sempre per brevi periodi. I criceti aggressivi, che non si lasciano afferrare, possono essere spostati facendoli entrare in un barattolo di vetro che consenta di osservarne sia la parte superiore che il ventre senza conseguenze indesiderate. • Topo. Se è abituato al contatto umano lo si può raccogliere con le mani a coppa; alcuni soggetti salgono spontaneamente sulla mano che viene loro tesa. Un altro sistema consiste nell’afferrarlo per la base della coda, sollevandolo leggermente, e facendo scivolare l’altra mano al di sotto del roditore. • Ratto. Va afferrato con una presa sicura ma delicata, circondando con una mano il torace mentre l’altra sostiene le zampe posteriori. Questi roditori, contrariamente all’opinione diffisa, raramente mordono, e vanno abituati a essere manipolati regolarmente, offrendo un bocconcino perché associno le nostre mani a un’esperienza piacevole.


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nel petshop o a casa è sempre bene far effettuare un esame delle feci in modo da escludere la presenza di parassiti che potrebbero essere difficili da debellare. Le urine non devono mai avere tracce di sangue. Le cavie peruviane sono particolarmente predisposte alla formazione di calcoli, sia a livello di vescica che di ureteri; i primi sintomi sono la presenza di sangue nelle urine, l’assunzione di posizioni particolari indotte dal dolore e l’emissione di gemiti durante la minzione: in presenza di queste manifestazioni occorre rivolgersi a un veterinario esperto il più presto possibile.

L’aspetto generale

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Il pelo di questi pet deve sempre essere lucido e pulito. La presenza di scaglie e croste può essere sintomo di ectoparassiti1 (per esempio acari e pidocchi). Nei roditori istricomorfi l’ipersalivazione può nascondere problemi ai denti: in questi roditori, infatti, tutti i denti sia incisivi che molari sono a crescita continua, mentre nei miomorfi solamente gli incisivi conti-

nuano a crescere per tutta la vita, mentre i molariformi hanno radici chiuse quindi terminano di crescere subito dopo l’eruzione. Anche un’eccessiva lacrimazione deve sempre essere guardata con sospetto. I roditori miomorfi possono essere soggetti a un fenomeno chiamato porfiria, caratterizzato da una lacrimazione rossa/rosata e dalla presenza di una secrezione nasale dello stesso colore. La porfiria2 generalmente è legata a una condizione di stress, sia ambientale che fisico; nel caso in cui si noti, il pet va controllato e portato da un veterinario per accertare il suo stato di salute. Tutti i piccoli roditori sono soggetti all’insorgenza di neoformazioni cutanee; alcune possono essere assolutamente benigne (semplici cisti cheratiniche o ascessi), ma in alcuni casi possono nascondere delle forme più gravi e vanno assolutamente fatte con-

trollare: a volte la tempestività è fondamentale per evitare drammatiche conseguenze. Un’importante perdita di pelo può essere riconducibile, soprattutto nelle femmine, a problemi ormonali: anche in questo caso, prima di utilizzare dei prodotti antiparassitari, è bene rivolgersi a un veterinario esperto. I roditori miomorfi hanno delle ghiandole (ombelicali o nei fianchi, come nel criceto dorato) che possono infettarsi: la presenza di un eccessivo impaccamento in quelle regioni va sempre controllata. Per riuscire a controllare bene questi pet è importante poi sapere esattamente come vanno manipolati in modo da riuscire a visualizzare agevolmente tutto il corpo e spostarli per procedere nelle pulizie più radicali delle loro abitazioni. Se si conosce un roditore nelle sue funzioni fisiologiche, ovvero nel normale espletamento del mangiare, defecare, urinare, tenersi pulito, è possibile individuare con tempestività variazioni di comportamento, malessere o segnali di malattia; mentre saper prendere con cura un piccolo roditore in mano ne permette un’osservazione più accurata e stabilisce un rapporto fatto di interazione positiva tra il giovane cliente e il piccolo pet. ●

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Gli ectoparassiti sono i parassiti esterni della cute e delle mucose, quindi visibili. Essi si differenziano dagli endoparassiti che popolano gli organi interni dell’animale. 2 La porfiria si riferisce a un gruppo di malattie che provocano un accumulo di sostanze chimiche chiamate porfirine nel corpo.

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ORNITOLOGIA

NEL MONDO DEI VOLATILI LE DIFFERENZE NELLA TAGLIA E NEI COLORI DEL PIUMAGGIO SONO LE CARATTERISTICHE PIÙ EVIDENTI PER INDIVIDUARE IL SESSO DEI SOGGETTI DELLA MEDESIMA SPECIE

IL

DIMORFISMO SESSUALE

C Diego Cattarossi Medico veterinario accreditato Fnovi per la cura degli animali esotici

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on dimorfismo sessuale ci si riferisce alla differenza morfologica fra individui della medesima specie, ma di sesso differente. In specie dimorfiche il maschio e la femmina sono facilmente distinguibili, in specie monomorfiche la distinzione non è immediata. La differenziazione dimorfica negli uccelli ha una spiegazione evoluzionistica. In natura infatti il maschio e la femmina hanno compiti diversi e l’evoluzione ha selezionato i due generi per svolgere i loro compiti al meglio in termini di fenotipo, attitudine e mimetica. Il momento della vita in cui i compiti del maschio e della femmina si discostano di più è rappresentato dal periodo della riproduzione, ed è proprio in questa fase che le differenze intergeneriche si accentuano.

L’importanza dei compiti nel periodo riproduttivo Nelle specie in cui non si osserva una chiara distinzione dei compiti durante il periodo riproduttivo spesso manca un chiaro dimorfismo (es. i Pappagalli condividono la cova e l’allevamento della prole in nidi chiusi). Nelle specie con netta distinzione dei compiti le differenze dimorfiche si accentuano e sono più evidenti. Le femmine devono covare e allevare la prole passando inosservate ai possibili predatori. Il loro piumaggio deve essere mimetico e di colori simili all’ambiente che le circonda, in quanto devono potersi muovere confidando sul massimo mimetismo per procacciare il cibo con cui imbeccare non viste la prole. I maschi invece non solo devono farsi


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notare dalle femmine nel corteggiamento, ma devono anche attirare l’attenzione dei predatori per distoglierli dal nido. In queto caso l’obbiettivo è raggiungibile solo con un piumaggio ben visibile in grado di attirare l’attenzione. La differenza nella struttura e nel piumaggio permette agli uccelli di riconoscere agevolmente i partner per svolgere al meglio i compiti legati alla riproduzione. Nelle diverse specie di uccelli il dimorfismo interessa caratteri diversi, nei Rapaci per esempio riguarda principalmente la taglia e la struttura corporea, con delle variazioni cromatiche solo in rari casi. Al contrario nei Passeriformi il dimorfismo è tipicamente legato a variazioni cromatiche più o meno evidenti.

molto più brillanti e appariscenti: la livrea ha una maggior percentuale di colori caldi (giallo, rosso, arancio, ecc.) e le penne hanno iridescenze e brillantezza superiore. Anche nelle specie a livrea monomorfica, dove non si colgono differenze di colorazione, spesso la rifrazione a lampade particolari (es. a raggi ultravioletti) evidenzia differenze apprezzabili. Vediamo le differenze nelle specie di pappagalli più comuni. Nella Calopsitta (Nymphicus hollandicus), in colorazione ancestrale (quella presenta in natura), il maschio presenta il ciuffetto di penne erettili della fronte giallo carico e le guance di colore arancio intenso. La femmina invece ha le penne gialle «sporcate»

di grigio, la guancia di colore più spento e delle barrature di colore giallo all’interno delle ali sulle penne remiganti. Nelle mutazioni di colore (es. bianca, lutino, perlata, ecc.) queste differenze diventano difficili da valutare. Il maschio solitamente presenta una taglia leggermente maggiore e una testa di diametro più grande. Negli Inseparabili (gen. Agapornis) maschio e femmina sono molto simili, quasi indistinguibili. Nel maschio tuttavia il diametro della testa è maggiore, il portamento più eretto e fiero sul posatoio e la conformazione più forte. Nelle Cocorite, o Parrocchetto ondulato (Melopsittacus undulatus), i sessi sono facilmente distinguibili per la colorazione caratteristica della cera del becco. La cera (il naso, l’apertura degli orifizi nasali) è blu nel maschio e color carnicino marrone nella femmina. Fanno eccezione a questa regola i giovani ancora sessualmente immaturi e soggetti con patologia della sfera riproduttiva.

I Rapaci: differenze di taglia Negli Accipitriformi (rapaci diurni) è la femmina a occuparsi della cova e della cura della prole, il maschio procaccia il cibo. Questi uccelli hanno la peculiarità di nidificare in luoghi molto alti e ben visibili, basando la difesa del nido sulla inaccessibilità del sito e

I Pappagalli: colori differenti

Diego Cattarossi

I CANARINI: I COLORI E IL CANTO Alcuni canarini, come i mosaico, hanno una distribuzione del colore diversa tra maschio e femmina. Negli Estrildidi («diamantini») le differenze sono spesso evidenti. Nei Diamanti mandarino (Taeniopygia guttata) il maschio con colorazione ancestrale presenta una guancia color arancione che è assente nella femmina. Nei Padda (Padda oryzivora) il becco del maschio in periodo riproduttivo è rosso carico mentre nella femmina è aranciato. Nei Diamanti di Gould (Erythrura gouldiae) il maschio ha i colori della livrea distribuiti ugualmente alla femmina, ma molto più accessi e brillanti. Nei canarini, negli estrildidi mutati o monomorfici, negli insettivori e in molti generi della classe dei passeriformi il metodo più antico e ancora valido per differenziare il maschio dalla femmina è ascoltarli mentre cantano. Il canto, che è caratteristico del maschio, è molto diverso dal cinguettio della femmina. Angeles Balaguer - Pixabay

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Nei pappagalli in generale il piumaggio dei maschi presenta colorazioni

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sulla protezione operata dalle femmine che sono infatti più grandi e più massicce rispetto ai maschi. I maschi, per rifornire di alimenti la compagna e la prole, si sono evoluti in fisici più leggeri per essere agili e scattanti cacciatori. Questo criterio generale vale per molte specie, le più famose sono: Aquila reale (Aquila chrysaetos), Falco pellegrino (Falco peregrinus), Astore (Accipiter gentilis) e Sparviero (Accipiter nisus). Il Gheppio (Falco tinnunculus) rappresenta una particolarità negli Accipitriformi in quanto ha un dimorfismo cromatico (colori diversi tra maschio e femmina, ma taglie simili). Similmente a quanto accade negli Accipitriformi, negli Strigiformi (rapaci notturni) la difesa del nido è affidata alle femmine generalmente più grandi e forti dei maschi. I rappresentanti degli Strigiformi più noti sono la Civetta (Athene noctua), l’Allocco (Strix aluco) e il Gufo reale (Bubo bubo). Gli Avvoltoi hanno taglia simile in entrambi i sessi perché le dimensioni del loro pasto (carogne di grossi animali morti) non consentono di portarlo fino al nido così i genitori si alternano: un soggetto cova, l’altro va a mangiare.

I Passeriformi: dimorfismo poco evidente

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I Turdidi e le Alaudidi, specie tipicamente nidificanti e svernanti in Italia, sono caratterizzate da una assenza di dimorfismo sessuale evidente (con la sola eccezione di Merlo e Ce-

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sena), il dimorfismo è deducibile dalla rilevazione di parametri biometrici (rapporti tra misure corporee) la cui identificazione è applicabile però solo ai soggetti che vivono in natura. I maschi di tutte queste specie hanno un ruolo importante nell’alimentazione della prole e per tale motivo presentano un piumaggio mimetico uguale a quello delle femmine. Nei passeriformi granivori, come per esempio il Cardellino (Carduelis carduelis), maschio e femmina collaborano per la nidificazione e i loro colori sono simili. Il maschio ha l’estensione della maschera che solitamente supera il profilo dell’occhio mentre nella femmina è meno estesa e non supera il profilo posteriore degli occhi. In molti passeriformi il maschio durante il periodo riproduttivo, presenta una colorazione brillante senza un cambio del piumaggio. Gli studiosi hanno dimostrato che questo avviene perché nel periodo riproduttivo i soggetti secernono a livello cutaneo e distribuiscono sulle penne un particolare film di lipidi (grassi) che rendono le penne lucenti. In questi volatili la penna si può colorare durante la produzione ed eruzione: in natura attraverso i pigmenti presenti nella loro dieta e, nei soggetti allevati, attraverso l’utilizzo di specifiche sostanze coloranti (es. cantaxantina e carophyl per i canarini rossi).

I Columbiformi: speciE monomorfiche Il colombo non ha un forte dimor-

fismo sessuale. La femmina si distingue appena per il profilo della testa più dolce, il becco più sottile, la silhouette del corpo più snella e le zampe un po’ più corte. Le forcelle (distanza tra le ossa del bacino) nella femmina sono un po’ più larghe rispetto al maschio. Aprendo l’ala nel maschio si può osservare uno «stacco» tra le remiganti primarie e le secondarie, fenomeno non presente nelle femmine. Solo il sessaggio molecolare o endoscopico permette la precoce e certa conoscenza del sesso. La stagione degli amori semplifica la distinzione per i diversi pattern comportamentali e per la parata nuziale del maschio. Una eccezione alla regola si ha nel Texan pioneer (Texano), una razza di colombo da carne “auto-sessabile”. Le femmine adulte infatti hanno la livrea colorata mentre i maschi sono bianchi con picchiettature colorate sul collo. I nidiacei hanno becco bianco e piumino corto i maschi, mentre le femmine hanno un piumino lungo e fitto e un anello nero sulla parte superiore del becco. Altre eccezioni alla regola sono date da alcune specie di colombi tropicali e frugivori, come il maschio di Tortora dal capo (Oena capensis), che ha una maschera nera che arriva fino al petto, o il maschio di Tortora tamburina (Turtur tympanistria), che ha testa, collo e petto completamente bianchi, o ancora il maschio del genere Claravis, che è di colore grigio mentre la femmina è nocciola. ●

I GALLIFORMI E GLI ANATIDI: BARGIGLI, CRESTE E SPERONI Al gruppo dei Galliformi appartengono molti uccelli ornamentali di comune riscontro nei garden, negozi di animali e allevamenti amatoriali. Il maschio è solitamente di taglia maggiore con prominenze carnose (bargigli, cresta, ecc.) e cornee (speroni e unghie) molto più sviluppati rispetto alle femmine. Il maschio canta mentre la femmina no. Negli Anatidi spesso i maschi presentano un colore iridescente del piumaggio. In alcune anatre come il Germano reale (Anas platyrhynchos) il maschio presenta una piuma a forma di ricciolo sul dorso.

Diego Cattarossi

Alex Vostretsov - Pixabay

ORNITOLOGIA


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ACQUARIOLOGIA

NOTI ANCHE COME ANGUILLE GIARDINO, PER VIA DEL LORO FARE CAPOLINO DAL SUBSTRATO, SONO TRA I PESCI TROPICALI MARINI PIÙ INUSUALI E AFFASCINANTI. SONO SOLO PER ACQUARIOFILI ESPERTI

Spotted garden eel (Heteroconger hassi) - Creator krokodiver e Rickard Zerpe

I CONGRIDI ORNAMENTALI Alessio Arbuatti Medico veterinario, accreditato FNOVI in “Medicina dei pesci e gestione degli acquari”, Professore di Zoologia ed Ecologia, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Teramo

N

el mondo esistono ben 28 specie di anguille da giardino (garden eels, in inglese), tutte appartenenti alla sottofamiglia Heterocongrinae. Questa comprende solo i generi Heteroconger e Gorgasia che ospitano le due specie più diffuse in acquariologia: Heteroconger hassi (Klausewitz & Eibl-Eibesfeldt, 1959) e Gorgasia preclara (Böhlke & Randall, 1981). H. hassi (Fig. 1), nota come anguilla maculata, può raggiungere i 40 cm di lunghezza e un diametro massimo di 1,5 cm. Il corpo si presenta liscio, bianco maculato con tre macchie nere principali; la prima nei pressi delle branchie e le altre sull’addome e intorno all’ano. In natura popola un ampio areale esteso dal Mar Rosso alla Polinesia a est e al Giappone a nord. Vive in colonie solo nei fondali sabbiosi fino a 40 metri di profondità. G. preclara ha le stesse dimensioni e un’etologia molto simile a H. hassi ma è meno diffusa nell’hobby. Popola i fondali sabbiosi, a partire da 18 metri di profondità, dalle Maldive fino alle Filippine e si caratterizza per la particolare livrea costituita da un’alternanza

di bande arancioni e bianche (Fig. 2) che le ha valso il nomignolo anglosassone di “splendid garden eel”.

Sociali ma necessitano di spazio vitale Questi pesci popolano esclusivamente i fondali sabbiosi corallini dove si riuniscono in colonie che possono arrivare a contare centinaia di individui (Fig. 3). Ognuno di questi possiede una propria tana scavata nella sabbia nella quale, quando è necessario, può ritrarsi completamente. Si potrebbe pensare che una struttura tubulare costruita nella sabbia possa essere soggetta a smottamenti o crolli, uno studio ha dimostrato invece che la cute di questi pesci secerne uno specifico composto che agisce da collante e stabilizza le pareti della tana rendedole più rigide. Il rifugio è fondamentale

per il benessere di queste specie in natura e in ambiente controllato poiché rappresenta l’unica difesa dai pericoli e non viene mai abbandonata se non in casi estremi.

L’acquario ideale Questi pesci non sono adatti per le vasche reef di comunità, si consiglia una vasca dedicata da progettare con cura nel rispetto delle specifiche esigenze. Per questo motivo il loro allevamento è da consigliare solo ad acquariofili esperti. L’acquario deve essere innanzitutto dotato di un sistema di chiusura superiore poiché, nonostante questi pesci siano legati alla tana, se spaventati possono salire in superficie e fare balzi fuori dall’acqua. Possono essere utilizzati cubi o, meglio ancora, acquari rettangolari per migliorare il flusso dell’acqua ma, al moPetTrend • Luglio/Agosto 2020

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ACQUARIOLOGIA

tuati all’alimentazione commerciale.

L’arricchimento ambientale L’ambiente ricreato dovrà essere sabbioso; è comunque possibile aggiungere qualche piccolo elemento di roccia viva con coralligeno. Nonostante alcuni grandi acquari pubblici ospitino nelle medesime vasche delle garden eels, i pesci coltello del genere Aeoliscus, si sconsiglia l’inserimento di Alessio Arbuatti

all’inizio un piccolo numero per vedere come viene occupato lo spazio ed eventualmente in seguito aggiungerne altri. Poiché a oggi non sono disponibili garden eels riprodotte in allevamento, considerando la delicatezza e il valore degli esemplari, è fondamentale che i soggetti provengano solo da una filiera ecocompatibile e che siano già stati preventivamente quarantenati e abi-

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2 Gorgasia taiwanensis - Autore: Ryo Sato

mento della pianificazione, particolare attenzione deve essere sempre posta sull’altezza del vetro che dovrà essere di almeno 65-70 cm, poiché parte di questa sarà occupata dallo spesso substrato. Le medesime dimensioni sono consigliate anche per la profondità della vasca poiché le future tane dovranno rimanere tra loro distanziate. Il substrato ideale deve avere uno spessore di almeno 25-30 cm ed essere costituito da sabbia coralligena naturale fine lasciando in superficie un sottile strato di materiale più grossolano. Ne consegue che questo ambiente si traduce, dal punto di vista gestionale dell’acquario, in un imponente sistema DSB (Deep Sand Bed) (Fig. 4) da arricchire con specifici microrganismi e fauna bentonica. Il sistema dovrà essere supportato anche da uno schiumatoio posto in un’apposita sump sottostante.

Il popolamento della vasca

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Questi pesci vivono in colonia, perciò non bisognerà mai ospitare solo individui singoli pur rispettando lo spazio vitale di ognuno intorno alla tana per evitare di assistere a degli scontri tra le anguille. Per questo motivo la vasca, rettangolare o cubica, deve essere ampia e in preferenza strutturata con molte zone libere e poca porzione di roccia rispetto alle vasche di barriera. Ogni esemplare dovrà avere a disposizione almeno 60 litri d’acqua e il numero non deve mai essere inferiore a tre. In presenza di volumi che consentono di ospitare più individui, si consiglia di immetterne

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altri pesci nella vasca domestica. Diverse tra le specie ittiche disponibili in commercio sono infatti potenzialmente pericolose per le anguille, al contrario l’introduzione di molluschi appartenenti ai generi Nassarius o Cerithium è possibile a supporto della pulizia del fondale.

L’alimentazione La vita di questi pesci ha come vero e proprio perno la tana e dunque anche durante la fase di alimentazione e l’attività predatoria gravitano intorno

al rifugio sicuro. Durante le ore di luce, in natura e in acquario, i congridi fuoriescono con parte del corpo dal proprio tunnel, seppur mai completamente, per posizionarsi controcorrente. Questa strategia ha il fine pratico di intercettare con maggiore facilità il flusso dell’acqua e dunque gli organismi planctonici che sono trasportati all’interno. La bocca è ampia se relazionata al corpo e consente loro di afferrare al volo le prede che in natura sono costituite da zooplancton, uova di pesci e di crostacei. In ambiente controllato è possibile soddisfare le esigenze nutrizionali con diversi prodotti commerciali come Plancton, Artemia salina, Mysis, Cyclops e copepodi, congelati o liofilizzati. Diversi hobbisti riportano come, dopo una prima fase di adattamento, diversi esemplari ospitati si siano abituati a consumare persino agli alimenti granulari a lenta precipitazione destinati ai pesci marini di piccole dimensioni.

L’acquario di Sumida, in Giappone, ospita una delle vasche più grandi al mondo dedicate a questi pesci. Un grande acquario lungo 550 cm, con una colonna d’acqua di 55 cm e una larghezza di 80 cm. Sul fondo è presente un substrato in sabbia alto 20 cm ed è popolato da 220 7 esemplari di H. hassi e 84 individui di G. preclara (Fig. 7). Nella notte del 14 aprile 2014 è stato possibile osservare per la prima volta al mondo la presenza di uova fertilizzate sulla superficie dell’acqua. Il fenomeno si è poi ripetuto più volte ed è stato possibile comprendere il comportamento riproduttivo di questi pesci e studiare lo sviluppo degli embrioni. La femmina rilascia in acqua uova dal diametro di 2-3 mm che il maschio più vicino, seguito da quelli nelle vicinanze, provvede a fecondare rilasciando lo sperma in acqua. Questi pesci dunque riescono a riprodursi senza mai abbandonare la propria tana e la propria colonia. In natura le uova sono trasportate dalle correnti e subito dopo la schiusa, le forme larvali, chiamate leptocefali, sempre seguento le correnti, giungono a colonizzare nuovi substrati sabbiosi. A oggi non è stato ancora possibile riprodurre questi pesci in acquario ma, grazie ai continui progressi della zootecnica ornamentale marina, di certo in futuro sarà possibile disporre di esemplari nati e cresciuti solo in ambiente controllato.

Acquario di Sumida - Autore: Kouki Kuriyama

IL COMPORTAMENTO RIPRODUTTIVO

Alessio Arbuatti

Alessio Arbuatti

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Come creare un corretto flusso d’acqua In natura le tane sono costruite su fondali percorsi da correnti spesso persistenti. In vasca lo spazio disponibile è inferiore ed è importante ricreare il giusto flusso attraverso l’utilizzo di pompe di movimento (Fig. 5). Queste consentono di creare un flusso d’acqua direzionabile che permette di convogliare l’alimento verso i congridi. Poiché parte dell’alimento non sarà comunque consumato al primo passaggio, studiando il flusso è possibile creare una corrente di ritorno permettendo così ai pesci di avere più opportunità di caccia evitando che l’alimento non consumato possa prendere subito la direzione della sezione di filtraggio. Molte delle moderne pompe di movimento sono anche programmabili (Fig. 6) e gestibili persino tramite lo smartphone. È dunque possibile scegliere uno specifico flusso durante l’arco della giornata abbinandolo alla programmazione dei dispenser automatici di alimento, un’opzione senza dubbio interessante quando ci si deve assentare da casa. In natura i congridi fluttuano controcorrente tutta la giornata e non si hanno dati precisi su quanto consumino in termini energetici. Molti acquari pubblici e appassionati consigliano fino a 5 somministrazioni di alimento giornaliere, dosando però ogni volta piccole quantità per evitare lo spreco dell’alimento che comporterebbe un aumento del carico organico nel sistema acquario. ● PetTrend • Luglio/Agosto 2020

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ELENCO INSERZIONISTI

I Copertina Rinaldo Franco Cat&Rina

II Copertina Cerere - Pralzoo I Croc

III Copertina Zoomark 2022

IV Copertina Boehringer Frontline Combo gatti

3 Vitakraft Gli irresistibili snack

5 Royal Canin Crescere sani

7 Bama Pet Giocando si impara

15 Innovet Condrogen

21 Original Legno

27 Monge Monoprotein

28 PetAcademy Aspetti gestionali di un Petshop

37 Msd - Scalibor

43 Onsite Piripù

47 Morando - Super pet Food

Sono presenti con pubbliredazionali, in ordine di apparizione: Cerere, Boehringer, Original Legno, Monge, Vitakraft, Onsite, Wonderfood

57 Corso di formazione per Tecnico Veterinario

Trend

53 Wonderfood Oasy

Luglio/Agosto 2020 N° 6 - ANNO 9 Edizioni EV SOC. CONS. a R.L. via Trecchi, 20 - 26100 Cremona Direttore editoriale: ANTONIO MANFREDI Direttore responsabile: ANTONIO MANFREDI antonio.manfredi@pettrend.it Coordinamento editoriale: MARCO MORESCO marco.moresco@pettrend.it

61 Itinerario ATAV accreditato ISVPS

Segreteria di redazione: ILARIA COSTA via Trecchi, 20 - 26100 Cremona marketing@pettrend.it Consulente scientifico LUISA QUATTRINA luisa.quattrina@pettrend.it Grafica e impaginazione: PRESS POINT Srl Ufficio Stampa: ILARIA COSTA Pubblicità: ILARIA COSTA marketing@pettrend.it Hanno collaborato a questo numero Barbara Alessio, Alessio Arbuatti, Giacomo Biagi,

Silvia Bosio, Diego Cattarossi, Stefania Colasuono, Franco Fassola, Andrea Ferrario, Anna Pozzi, Maria Luisa Quattrina, Francesca Serena, Serena Sola, Fabrizio Vallari Foto da agenzie: Silvia Pampallona, Tommaso Urciolo Ringraziamenti motori di ricerca Flickr, Pixabay Shutterstock Creative Commons Public License di Wikimedia Commons Servizio abbonamenti: ILARIA COSTA ilaria.costa@pettrend.it

Stampa PRESS POINT Srl Via Luigi Cagnola, 35 20081 Abbiategrasso (Mi)

Iscrizione al registro del tribunale di Vigevano N. 1/2012. Iscrizione nel registro operatori di comunicazione n° ROC 9606. Tutti i diritti riservati. È vietata ogni riproduzione se non autorizzata dall’editore. Rivista di riferimento di


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