Trend
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Rivista mensile inviata gratuitamente tramite Poste Italiane S.p.A - ISSN 2279-5790
IN QUESTO NUMERO: INDAGINI DI MERCATO IL RICCIO BIRD GARDENING ANNO 8 • N° 2 • MARZO 2019
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EDITORIALE
IN FIERA NON BASTA LO STAND
A Antonio Manfredi Direttore editoriale PetTrend
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bbiamo sempre sostenuto la validità delle fiere che certamente hanno avuto una crisi di identità con la diffusione di Internet, crisi che è stata poi superata brillantemente soprattutto per la capacità degli organizzatori di cogliere le esigenze degli espositori individuate grazie anche ad indagini specifiche fra i titolari delle aziende del settore. Diciamo subito che è molto diverso proporsi attraverso un sito (anche ben fatto) o con uno spazio fisico che permette incontri reali con risultati assolutamente migliori. Nel momento del boom della comunicazione in Internet ho avuto la possibilità di vedere diversi progetti di siti virtuali che proponevano una struttura con le caratteristiche di uno stand. Alcuni devo ammettere che erano veramente ben fatti. Mi era piaciuto soprattutto quello di un gruppo di aziende che simulavano la struttura di una piccola fiera con una decina di stand. Il percorso era libero e scelto dal visitatore sulla base dei suoi interessi. Gli ambienti, fatti molto bene, erano accattivanti ed invogliavano alla visita, a guardare con attenzione tutti i prodotti proposti sugli scaffali e gli espositori. Ben pochi di questi progetti credo che abbiano poi visto la luce. I motivi, certamente i più diversi, ma di sicuro quello principale deriva dal fatto che velocemente ci si è resi conto che il rapporto personale e diretto con il cliente era più produttivo di quello virtuale. Da qui il grande rilancio delle fiere, sia in Italia che all’estero (Zoomark International a Bologna nel 2017 e Interzoo a Norimberga nel 2018 che hanno visto un forte incremento di espositori). Sullo slancio degli ottimi risultati di questi ultimi anni, l’edizione di Zoomark del 2019 prevede un incremento importante di mq venduti (espositori e stand) e di visitatori sia italiani che stranieri. In previsione di questo incremento per il 2019, la Fiera di Bologna ha aumentato considerevolmente i mq disponibili per il prossimo Zoomark International destinando a questa rassegna più padiglioni. Le prenotazioni di spazi per Zoomark International 2019, iniziate subito dopo Interzoo, stanno arrivando sempre più numerose confermando le previsioni. In particolare sono in netta crescita le richieste dall’estero, soprattutto dai paesi dell’estremo oriente. Con queste previsioni basterà quindi essere al prossimo Zoomark International per essere visti da migliaia di operatori italiani e stranieri e concludere ottimi contratti? Decisamente no. Intanto è essenziale, sulla base degli obiettivi che ci poniamo e delle informazioni che abbiamo raccolto sul mercato e sulla concorrenza, valutare le dimensioni dello spazio espositivo (quanti mq?), le caratteristiche dello stand (chiuso, aperto?), il progetto architettonico della struttura, la disposizione dei marchi, l’impostazione grafica e la scelta dei colori, cosa che potrebbe sembrare banale ma che, al contrario, è essenziale sulla base dell’immagine che vogliamo comunicare ai visitatori. Se decidiamo di andare ad esporre in una fiera senza preoccuparci di tutto quanto va valutato e deciso, non possiamo certo poi lamentarci con gli organizzatori se i risultati ottenuti sono stati inferiori a quelli programmati o sperati. Un’altra attività molto importante è utilizzare, prima e dopo la fiera, in sinergia con gli organizzatori, tutte le risorse mediatiche messe in campo (sito, newsletter, comunicati stampa). Complementare a quanto realizzato nello stand è lo sviluppo di contatti con i propri clienti e quelli che vorremmo acquisire invitandoli a venire in fiera a trovarci presso il nostro spazio espositivo. L’invito deve essere fatto creando interesse, segnalando le novità che saranno presentate e proposte e, d’altra parte, offrendo al massimo ospitalità o servizi che possano invogliarli a venire. Terminata la fiera non si parte subito per le Maldive per riprendersi dalla fatica, ma ci si deve muovere subito riprendendo tutti i contatti avuti e sviluppati per definire offerte, proposte e consolidare i rapporti in contratti ed ordini definiti. Ci troviamo a Zoomark e sono certo di vedere molta soddisfazione e sorrisi. ●
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In questo numero
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EDITORIALE
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SOMMARIO
IN FIERA NON BASTA LO STAND
ANNUNCI INDAGINI DI MERCATO ALIMENTI CANE E GATTO: CONFRONTI TRA PETSHOP E GDO NELLE DIVERSE REGIONI ITALIANE
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ALIMENTAZIONE
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E-COMMERCE
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PARS
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VITA ASSIEME
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PURINA PRO PLAN
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STUDI SUL COMPORTAMENTO
LA SOSTENIBILITÀ NELL’INDUSTRIA DEL PETFOOD
WHATSAPP BUSINESS E IL COMMERCIO CONVERSAZIONALE
SONO ARRIVATI I NUOVI MONOPROTEICI NATURALI DA 70 GRAMMI
STORIE DI ANIMALI CHE EMOZIONANO
PURINA® PRO PLAN® FORTIFLORA® UN PROBIOTICO PER MILLE VANTAGGI
PERCHÉ I CANI CI SALTANO ADDOSSO?
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ZOODIACO
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FELINI DI RAZZA
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PICCOLI MAMMIFERI
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UCCELLI
BIODIVERSITÀ LE RAZZE, UN PATRIMONIO DA VALORIZZARE
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ACQUARIOLOGIA
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TOELETTATURA
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PICCOLI EROI
OASY SCOPRI TUTTE LE NUOVE SPECIALITÀ NATURALI
HILL’S PET NUTRITION NUOVI IRRESISTIBILI SPEZZATINI HILL’S PRESCRIPTION DIET
ORIGINAL LEGNO
IL TOYGER: UNA RAZZA RECENTE E SOFISTICATA
ORIGINAL LEGNO ITALIA
RINALDO FRANCO QUANDO LA CUCCIA FA ARREDAMENTO
IL RICCIO DALLE QUATTRO DITA
BIRD GARDENING
IL FASCINO DEI PESCI PALLA
VITAKRAFT IN ARRIVO DA VITAKRAFT DUE SNACK ESCLUSIVI: FAGOTTINI CON SUPERFOOD E “TRIGGLES”!
MONGE “SOLO” E “FRUIT” PATÈ MONGE MONOPROTEIN
In questo numero
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GATTO SENSIBILE E/O STERILIZZATO? IL PROGRAMMA NUTRIZIONALE PROLIFE A MISURA DELLE SUE ESIGENZE
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COSA CI RACCONTA L’EDUCATORE CINOFILO ALDO LA SPINA
LA STORIA DI SMOKY, UNA GRANDE EROINA… IN MINIATURA
Elenco inserzionisti
54 Annunci Azienda di livello internazionale, leader nella produzione di petfood, nel quadro del suo sviluppo commerciale e al fine di consolidare una NUOVISSIMA E INNOVATIVA linea di ALIMENTI SUPERPREMIUM per cani e gatti con caratteristiche UNICHE, non comparabili con altri prodotti cerca AGENTI COMMERCIALI PLURIMANDATARI su tutto il territorio nazionale Si offre: - Pacchetto di prodotti innovativi dall’alto profilo tecnico-scientifico supportati da ricerche scientifiche documentabili e da numerose e originali iniziative commerciali - Ottime opportunità di crescita professionale - Reali possibilità di sviluppo e di guadagno - Provvigioni di sicuro interesse - Formazione costante sui prodotti in vendita - Importanti supporti commerciali e di marketing (sell-in e sell-out). Si richiede: - Esperienza pregressa nel settore - Massima serietà - Forte motivazione al raggiungimento degli obiettivi - Autonomia organizzativa in linea con le strategie aziendali - Ottime capacità di comunicazione e relazionali - Utilizzo dei principali strumenti di comunicazione informatica. Inviare curriculum vitae a info@chemivit.com
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INDAGINI DI MERCATO
RAPPORTO ASSALCO - ZOOMARK 2018
ALIMENTI CANE E GATTO: CONFRONTI TRA PETSHOP E GDO NELLE DIVERSE REGIONI ITALIANE fabrizio vallari
Foto di Lottie. CC2.0
Giornalista e docente di Fondamenti di marketing e cultura d’impresa
L
’ultimo rapporto Assalco-Zoomark 2018 analizza il trend delle vendite di alimenti cane e gatto nei Petshop tradizionali e nel canale GDO con riferimento alle diverse aree geografiche del Paese. Secondo i dati riportati nell’ultima edizione del Rapporto Assalco Zoomark, il mercato totale del Petfood su base nazionale ha sviluppato nel 2017 una crescita pari al +2,4% in termini di volumi (573.940 tonnellate commercializzate) e del +3,8% in termini di fatturato, per un giro d’affari complessivo di 2.051 milioni di euro. Con riferimento alle diverse aree geografiche del Paese (*1), il contributo alla crescita è arrivato in particolare dalle regioni del Sud Italia che hanno messo a segno una crescita del +3,9% in termini di volumi (Tab. 1), seguite dal Centro e Sardegna (+1%) e dal
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Nord Ovest (+0,8%). Confrontando Petshop tradizionali e punti vendita della GDO (ovvero Ipermercati, Supermercati e LSP Libero Servizio Piccolo), si osserva che la ripartizione delle vendite per aree geografiche evidenzia una maggiore concentrazione al Nord per la GDO e al Centro Sud per i Petshop. Il trend è comunque positivo per entrambi i canali distributivi; in misura maggiore per la GDO che nel 2017 segna una crescita del mercato a volume del +3% con trend positivi in tutte le aree del Paese (Tab. 2) e in particolare nel Sud Italia (+6,4% in termini di volumi), mentre le vendite nei Petshop tradizionali sono cresciute del +0,5%. Anche in questo caso il contributo alla crescita arriva da tutte le aree geografiche d’Italia a eccezione del Nord Est (Tab. 3).
Alimenti umidi gatto Si riscontra una ripresa del segmento umido gatto nella GDO (+0,5% dei volumi), legata alla crescita delle vendite nel Centro e Sardegna (+1,8%) e nel Sud (+1,5%) che sviluppano rispettivamente il 26% e il 12,2% dei volumi; il Nord Ovest, l’area di maggiore canalizzazione (38% dei volumi) mostra una lieve flessione (-0,2%), mentre il Nord Est, con il 23,8% dei volumi, è sostanzialmente stabile. Positivo il trend dell’umido gatto anche nei Petshop (+4,0%), guidato dal Nord Ovest (38,3% dei volumi; +3,2% rispetto all’anno precedente), dal Nord Est (20,3% dei volumi, +4,7%) e dal Centro e Sardegna (26,9% dei volumi; +7,7%). Negativo invece il Sud (14,4% dei volumi), che segna una riduzione dei volumi del -1,5% rispetto all’anno precedente.
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INDAGINI DI MERCATO
Tabella 1 - Ripartizione delle vendite di Petfood per aree geografiche
Centro + Sardegna 28,4%
1,3
Sud 19,2%
Totale Italia
una flessione del -0,8% e il Sud, che canalizza il 19% dei volumi e ha visto una riduzione dei volumi del -0,4%. Il Nord Ovest infine (30,1% dei volumi) ha sviluppato un modesto incremento del +0,9%
Nord Ovest
0,8
Umido cane: in crescita i Petshop Nord Est
-0,0 Nord Ovest 32,2%
Nord Est 20,2%
Centro + Sardegna
1,0 3,9
Sud
Fonte: IRI - 52 settimane al 31 dicembre 2017
Secco gatto positivo in GDO Nella GDO il segmento del secco gatto chiude positivamente il 2017 (+4,7%), con una crescita diffusa su tutto il territorio nazionale. Il Nord Ovest (30,8% dei volumi) ha sviluppato un aumento del +2,6%, il Nord Est (24% dei volumi) del +3,3%, il Centro e Sardegna (29,2% dei volumi) ha registrato un incremento dei volumi del
+6,4% e il Sud (16% dei volumi) del +7,8%. Lo scenario non è così positivo nel canale dei Petshop tradizionali: il secco gatto ha chiuso il 2017 con una flessione dei volumi del -1,7%. Le aree più critiche sono state il Nord Est con il 22,2% dei volumi canalizzati e una perdita dei volumi del -6,9%, il Centro e Sardegna (28,7% dei volumi), con
Il segmento dell’umido cane in GDO mostra una situazione di sostanziale stabilità, mentre nei Petshop Tradizionali si registra una crescita dei volumi del +3,2%. In GDO, l’area più importante, il Nord Ovest (37,6% dei volumi), ha segnato una riduzione dei volumi del -1,3%, il Nord Est (21,6% dei volumi) è in lieve calo del - 0,6%. Un contributo positivo arriva dal Centro e Sardegna (25,3% dei volumi) e dal Sud (15,5% dei volumi) che crescono rispettivamente di +0,5% e +3,3%. Nei Petshop Tradizionali il contributo alla crescita arriva da tutte le aree geografiche: il Nord Ovest (41% dei volumi) ha sviluppato una crescita del +4,1%, il Nord Est (21,7% dei volumi) del +3,3%, il Centro e Sardegna (22,7% dei volumi) del +1,5% e infine il Sud, con il 14,6% dei volumi, del +3,1%.
Tabella 2 - Le vendite di Petfood nel canale GDO Alimenti secchi cane
Centro + Sardegna 26,7%
3,0
Sud 15,4%
Totale Italia Nord Ovest
1,3 2,0 Nord Ovest 35,7%
Nord Est 22,1%
Nord Est 4,1
Centro + Sardegna 6,4 Sud
Fonte: IRI - 52 settimane al 31 dicembre 2017
Tabella 3 - Le vendite dei Petshop nelle diverse regioni italiane
Centro + Sardegna 27,2%
Sud 18,1%
0,5
Totale Italia
0,6
Nord Ovest
-2,2 Nord Est 20,4%
Nord Ovest 34,3%
Nord Est Centro + Sardegna
1,1 2,4
Fonte: IRI - 52 settimane al 31 dicembre 2017
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Sud
Il segmento del secco cane ha ottenuto in GDO una performance del +7,3%. Tutte le aree geografiche hanno contribuito al trend positivo: il Nord Ovest (34,4% dei volumi) con il +4,6%, il Centro e Sardegna (27,6% dei volumi) è cresciuto del +7,9% a volume, il Nord Est (18,7% dei volumi) ha incrementato i volumi del +6,5%; infine il Sud, con il 19,4% dei volumi, ha messo a segno una crescita del +12,6% dei volumi. Nei Petshop Tradizionali, lo scenario per il segmento secco cane è invece meno brillante, con una leggera flessione dei volumi del -0,7%. L’area più importante, il Nord Ovest (con il 32,3% dei volumi) mostra un calo dei volumi del -1,3%; la seconda area, quella del Centro e Sardegna (28,2% dei volumi), è in diminuzione del 0,4%; il Nord Est, con il 19,4% dei volumi, riporta una contrazione del 4,7%. L’unico segnale positivo arriva dal Sud (20,1% dei volumi), che ha sviluppato un incremento dei volumi del +3,9%. (*1) Nel rapporto Assalco Zoomark 2018, l’analisi della distribuzione geografica delle vendite prende in considerazione i canali Grocery e Petshop Tradizionali, ad esclusione delle catene specializzate. ●
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ALIMENTAZIONE
QUANDO LA SALUTE DI CANI E GATTI PASSA ATTRAVERSO UN’ALIMENTAZIONE CORRETTA FRUTTO, ANCHE, DI UNA CATENA A BASSO IMPATTO AMBIENTALE
LA
SOSTENIBILITÀ NELL’INDUSTRIA DEL PETFOOD
Monica Grandi Ricercatrice a tempo determinato Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università di Bologna
I
l ruolo fondamentale che gli animali da compagnia assolvono ormai da tempo nelle nostre vite si accompagna a un’elevata attenzione nei riguardi della loro salute e del loro benessere, fino all’espressione del ben noto fenomeno della loro umanizzazione. Negli ultimi
anni tutto ciò si è concretizzato in un’accresciuta disponibilità economica nei confronti della loro cura e, in particolare, della loro alimentazione. A tale proposito, la qualità degli ingredienti e la presenza, tra questi ultimi, di fonti proteiche di origine animale, che rispettino la nota natura carnivora di cani e gatti, risultano spesso tra i criteri di scelta su cui si basano i moderni proprietari, i quali si trovano, oggi più che mai, a doversi orientare in un mercato sempre più variegato di prodotti. Alla luce di tali aspetti, la comunità scientifica internazionale, nell’ambito delle tematiche relative alla tutela dell’ambiente e all’“eco-sostenibilità”, negli ultimi anni ha espresso un certo interesse anche a riguardo degli animali da compagnia, con particolare riferimento agli aspetti nutrizionali.
Il petfood: sostenibile fin dall’origine
AdobeStock
Il concetto di sostenibilità applicata al petfood si può esprimere, secondo una definizione di proposta recente da alcuni ricercatori ameri-
cani, come “la capacità di fornire alimenti capaci di garantire, oggi e nel futuro, le necessarie quantità di energia e nutrienti essenziali a tutela della salute dei pet, con il minimo impatto sull’ambiente” (Meeker and Meising, 2015). In generale, è evidente come le scelte alimentari influenzino enormemente la sostenibilità ambientale. Tra tutti i nutrienti, le proteine, in particolare, rappresentano indubbiamente quello più costoso, sia da un punto di vista ecologico (necessitando di maggiori risorse naturali in termini di energia, terra e acqua) sia economico. Se da un lato, quindi, la produzione di carni e di altri prodotti di origine animale presenta generalmente un impatto importante in termini di sostenibilità, facendo specificamen-
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Foto da Pixabay
ALIMENTAZIONE
te riferimento al petfood, tuttavia, è necessario sottolineare come tale settore, sin dalle sue origini e anche, tuttora, continui a rappresentare un evidente modello da questo punto di vista, dal momento che si basa ampiamente sull’impiego di prodotti secondari (i cosiddetti by-products), derivanti in gran parte dalla produzione degli alimenti per l’uomo. Tali sottoprodotti, che solitamente non competono con l’alimentazione umana, rappresentano ingredienti salubri e nutrizionalmente adeguati che, se non utilizzati, incrementerebbero enormemente gli sprechi e l’impatto ambientale (per esempio a causa del loro smaltimento). Essi possono essere: a) di origine vegetale, derivanti per esempio dalla lavorazione dei cereali e dei prodotti ortofrutticoli, o di origine animale - principalmente provenienti dall’industria della macellazione; b) di natura lipidica - oli derivanti da colture di oleaginose oppure sego, olio di pesce, ecc…; c) di natura proteica - farina di soia, frattaglie, farine di carne, di pesce, di sangue, di ossa, di piume idrolizzate, ecc… Facendo particolare riferimento a questi ultimi sottoprodotti, per quanto a volte vengano erroneamente demonizzati, essi rappresentano generalmente ingredienti ricchi di proteine di buona qualità, dall’elevata digeribilità (soprattutto rispetto al passato) e contraddistinti da un buon bilanciamento amminoacidico. Inoltre, le farine di carne e di ossa contengono più alte concentrazioni di minerali come calcio e fosforo rispetto alle matrici carnee tal quali. Il 12
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loro impiego nelle formulazioni, quindi, consentendo di ridurre il ricorso a integrazioni minerali per la produzione di alimenti completi e bilanciati, porta a un conseguente minore sfruttamento del suolo, contribuendo quindi a limitare l’impatto sull’ambiente. Se da un lato l’ampio utilizzo dei sottoprodotti nella produzione del petfood rende tale settore sostenibile per definizione, dall’altro è giusto ricordare come l’estrema umanizzazione dei nostri amici a quattro zampe si stia esprimendo, in campo alimentare, anche con l’offerta di prodotti che utilizzano ingredienti “human-grade” (come ad esempio le ricette casalinghe o talvolta le raw diets), stabilendo di fatto una diretta competizione con il settore alimentare dell’uomo, benché in maniera piuttosto limitata.
Fonti proteiche “sostenibili” Ai fini di un adeguato soddisfacimento dei fabbisogni dei pet, è bene ricordare che quello che conta realmente è fornire loro “nutrienti”, non tanto “ingredienti”. Cani e gatti, benché con specificità nutrizionali differenti, sono carnivori e necessitano di una dieta che contenga proteine e lipidi. Tali fabbisogni, definiti appunto “nutrizionali”, risultano pienamente soddisfatti da una varietà numerosissima di ingredienti la cui qualità e valore nutrizionale non dipende necessariamente dal fatto di essere “primari” o “secondari”. A tale proposito, in riferimento a uno dei nutrienti chiave nelle specie da compagnia, le proteine, accanto ad alcuni esempi virtuosi di utilizzo di ingredienti derivanti da sistemi di coltura sostenibile (ad esempio nel campo del settore ittico), si colloca la recente e intensa attività di ricerca finalizzata a individuarne fonti “alternative” (di origine animale e vegetale) quali, ad esempio, legumi, alghe, piume di pollo e, non da ultimo, insetti. Questi ultimi, in particolare, per quanto a tutt’oggi riscuotano nel mondo Occidentale numerose perplessità e una certa diffidenza, rappresentano indubbiamente un tipo di fonte proteica la cui produzione vanta un bassissimo impatto ambientale rispetto ai classici esempi della zootecnia più tradizionale. Larve di mosca & co., ad esempio, non producono emissioni di metano, richiedono quantità limitate di acqua e poco spazio (basti pensare
che per una tonnellata di insetti risulta sufficiente uno spazio di 20 m²), possono essere alimentati con scarti di natura vegetale e presentano un’elevatissima efficienza alimentare, soprattutto in riferimento alla componente proteica, dal momento che al termine del processo produttivo viene utilizzata la larva in toto, senza produrre nessuno scarto.
Il contenimento degli sprechi Non bisogna tuttavia dimenticare che la produzione di petfood “sostenibile” non si limita all’adozione di interventi riferiti alla sola componente proteica (soprattutto a quella di origine animale). Molti ricercatori, ad esempio, insistono sempre più sul fatto che, a contribuire all’impatto ambientale dei nostri amici pet, non è solo quello che si offre dentro alla ciotola, ma anche in quali quantità. A tale riguardo, le aziende di petfood hanno negli anni rivolto una crescente attenzione al rispetto per l’ambiente, concretizzatasi attraverso l’adozione di strategie di marketing mirate tra cui l’offerta delle mono-porzioni o, comunque, di formati ridotti (soprattutto nella gamma “umido”), materiali riciclabili, impiego di energie rinnovabili e campagne di sensibilizzazione verso il problema dell’obesità (così preoccupantemente diffuso fra gli animali da compagnia), il tutto finalizzato a contenere l’overfeeding da un lato e gli sprechi, dall’altro.
Prospettive future In epoca recente sta aumentando la consapevolezza da parte dei consumatori di tutto il mondo dell’importanza della tutela del nostro pianeta. Di conseguenza si sta registrando anche nel settore del petfood un crescente interesse (e una conseguente maggiore disponibilità economica) nei confronti di prodotti eco-friendly ed eco-sostenibili, soprattutto tra le nuove generazioni di pet-owner. Alla luce di tutto questo, si prospetta che in futuro tale settore conoscerà senza alcun dubbio un ampio e florido sviluppo anche in questa direzione. Fonte Meeker DL, Meisinger JL. Companion Animals Symposium: Rendered ingredients significantly influence sustainability, quality, and safety of pet food. J Anim Sci. 2015, 93(3): 835-47. ●
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E-COMMERCE
EVOLUZIONE DELLE APPLICAZIONI DI MESSAGGISTICA VALIDISSIME PER LE PICCOLE E PICCOLISSIME IMPRESE SILVIA BOSIO
WHATSAPP BUSINESS E IL
E-commerce specialist e divulgatrice
COMMERCIO
CONVERSAZIONALE
L
a più famosa (in occidente) app di messaggistica istantanea apre al mondo business dando una bella opportunità alle aziende per comunicare con la propria audience, ma attenzione al sovraccarico di messaggi.
Il commercio del futuro conversa con i clienti tramite chatbot Il commercio conversazionale rende possibile gli acquisti online attraverso il dialogo con un chatbot (software progettato per simulare una conversazione con un essere umano). La naturale evoluzione a cui tutti i gestori dei sistemi di messaggistica guardano è proprio qui, ovvero la possibilità di interagire con un’intelligenza artificiale a cui chiedere informazioni e arrivare a concludere un acquisto direttamente all’interno dell’app. Il tutto ovviamente gestito nelle prime fasi da un chatbot a cui si inserisce un operatore umano nelle fasi di chiusura dell’ordine.
Prima c’erano gli sms … Le app di messaggistica istantanea, WhatsApp su tutte, rischiano di mandare in pensione in pochi anni gli sms, che avendo un seppur minimo costo di invio, restano poco utilizzati dalle aziende. Invece, “a onor del merito”, gli sms vengono aperti da chi li riceve con un tasso decisamente più alto rispetto a tutte le altre forme di comunicazione e sono quindi ancora un efficace strumento di marketing per comunicazioni promozionali semplici, dal momento che presentano funzionalità piuttosto basiche e non gestiscono agevolmente l’invio di file multimediali.
… ancora da considerare un valido strumento I numeri del sms marketing sono comunque ancora di tutto rispetto e alcune proiezioni li danno in ripresa. Le ultime ricerche evidenziano che il 96% degli sms inviati viene aperto e che il 90% delle letture avviene nei primi 3 minuti dalla ricezione (Fonte
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MDirector.com). Se si considera poi che il 25% dei proprietari di smartphone con età compresa tra i 18 e i 44 anni non sono in grado di ricordare l’ultima volta in cui non hanno avuto un telefono a portata di mano e che il 44% degli utenti di smartphone assicura di coricarsi con lo smartphone accanto, per evitare di perdere chiamate, messaggi o aggiornamenti, è facile evincere che, se il tuo pubblico target ha il telefono a portata di mano, significa che è altissima la possibilità di raggiungerlo.
Un accadimento prossimo Ciò sembrerebbe un traguardo lontano che potrà essere raggiunto solo dai colossi del retail ma la realtà è ben diversa e alla portata di tutti. La possibilità di attivare un chatbot per il proprio negozio sia fisico che online è già realtà ed è molto più semplice di quanto sembri. Sul mercato ci sono valide soluzioni gratuite, come quella offerta dallo stesso Messenger o soluzioni leggermente più complesse come la piattaforma a pagamento ManyChat.
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A prescindere da quale sia la piattaforma, lo strumento resta estremamente interessante e ancora relativamente poco diffuso. Nei prossimi anni assisteremo all’esplosione di questi sistemi e, in un futuro non troppo lontano, probabilmente si potrà fare a meno del proprio sito web.
Panorama delle app di messaggistica istantanea Si contendono la leadership mondiale della messaggistica istantanea come estensione territoriale e numero di utenti: Facebook Messenger e WhatsApp (anche se si tratta della stessa proprietà), mentre una partita a sé la gioca WeChat che è usata solo in Cina, ma che ha funzionalità molto evolute, come ad esempio quella dello shopping integrato. Segue Telegram, che inizia ad avere una discreta diffusione e offre uno strumento interessante per le aziende, ovvero la possibilità di comunicare ai propri utenti tramite un canale appunto, con la formula one-to-all dove gli iscritti possono solo “stare in ascolto”.
Lo strumento valido per le aziende di piccole e piccolissime dimensioni A gennaio 2018 WhatsApp ha annunciato il lancio di WhatsApp Business (WB), una nuova applicazione ideata apposta per le piccole attività, sia online che offline. WhatsApp Business, dichiara l’azienda stessa, è stata pensata per assicurare un’esperienza migliore anche alle aziende e alle piccole attività sul territorio, rendendo più semplice, ad esempio, rispondere ai propri clienti, separare i messaggi personali da quelli di lavoro e avere una presenza ufficiale sulla
piattaforma. Unico neo, la novità è al momento disponibile solo per Android, ovvero potrà essere scaricata solo da dispositivi con sistema operativo Android ma potrà a breve ovviamente interagire anche con il mondo ios, quindi iphone e ipad. La nuova applicazione renderà più semplice per le attività comunicare
LE PRINCIPALI NOVITÀ IN E OUT DI WHATSAPP BUSINESS SONO LE SEGUENTI Profilo dell’attività: permetterà ai clienti di trovare facilmente informazioni utili quali descrizione dell’attività, indirizzo fisico, email, e sito web. Strumenti di messaggistica: si potranno impostare le domande frequenti e si potranno usare sotto forma di risposte rapide, così come si possono impostare i messaggi di benvenuto per presentare la tua attività o i messaggi di stato per i giorni di chiusura. Statistiche sui messaggi: consultando semplici dati statistici, come il numero di messaggi letti, si potranno individuare le comunicazioni che funzionano meglio.
con i propri clienti e, allo stesso tempo, semplificherà il modo di comunicare degli utenti.
WhatsApp Business più nel dettaglio Gli account sono identificati in maniera chiara con un messaggio iniziale che avvisa appunto della natura dell’account. In questo modo è intuibile che a rispondere alle prime domande del ricevente potrebbero essere dei messaggi preimpostati. Le funzionalità per chi riceve restano invariate, continueranno ad avere pieno controllo dei messaggi che ricevono, inclusa la possibilità di bloccare qualsiasi numero (compresi i numeri delle attività), e di segnalare messaggi di spam. Se impostato con una corretta strategia, questo strumento è in grado di portare i clienti all’interno del negozio fisico, dove il personale potrà continuare il dialogo e indirizzare le scelte di acquisto verso i prodotti migliori per ciascun singolo cliente. ● Marzo 2019 • PetTrend
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LE CARNI E IL PESCE Proposte nei quattro gusti classici (Le Carni Bianche, Le Carni Rosse, Le Carni Suine e I Pesci Oceanici). Sono presentati nei formati da 85 - 200 - 400 grammi, per un più facile dosaggio. Gli ingredienti vengono proposti “integrali” per apportare tutti i nutrienti essenziali e naturali quali: proteine (nel muscolo); vitamine e minerali (negli organi); calcio e fosforo (nelle ossa e nelle cartilagini). La cottura a vapore preserva i principali nutrienti naturali e le più importanti caratteristiche nutrizionali.
IL RISO INTEGRALE Il Riso Integrale, fonte di fibre e carboidrati altamente digeribili, è proposto al naturale e allo stato secco. Il riso è l’unico cereale rimasto simile alla sua forma ancestrale e, per sua natura, è privo di glutine. 16
Oggi disponibile anche crudo nella nuova confezione sottovuoto da 850 g.
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Si possono definire complete, o nobili, quelle proteine che contengono tutti gli amminoacidi essenziali in quantità e rapporti equilibrati; in generale le proteine animali sono tra quelle. È proprio per questo che nei nuovi prodotti PARS IL MULTIPROTEICO, proponiamo tre prodotti secchi complementari per tutti gli animali da compagnia con ben 5 fonti proteiche diversificate: POLLO, MANZO, AGNELLO, SUINO, PESCE. PARS “IL MULTIPROTEICO” è formulato senza cereali. La fonte necessaria di carboidrati che ha la funzione di legare i componenti durante il processo di estrusione è apportata dal pisello, ad alto contenuto di fibre solubili e molte vitamine e minerali essenziali, in particolare potassio, fosforo, tiamina e vitamina E. Con DIETA PARS potrai preparare in modo facile la più idonea e naturale alimentazione per i tuoi animali da compagnia, unendo tra di loro i vari componenti proprio come le tessere di un mosaico che, unite tra di loro, diventano un disegno finito e perfetto. info@dietapars.it - www.dietapars.it ●
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VITA ASSIEME
GLI ANIMALI NON SMETTONO MAI DI SORPRENDERCI. SANNO DARE AMORE SENZA PORRE CONDIZIONI E FAR COMMUOVERE ANCHE I PIÙ “DURI” Lorena Bassis Giornalista pubblicista
A
STORIE DI ANIMALI CHE
EMOZIONANO
ccade spesso che gli animali siano, loro malgrado, protagonisti di fatti tali da toccare l’anima. Per la loro capacità di compiere gesti di grande coraggio e di vivere insieme all’uomo storie di grande amicizia. Come l’avventura di Dylan, il labrador che a causa di un tumore alle ossa delle zampe posteriori non poteva più camminare, ma che grazie a un carrellino, realizzato artigianalmente dal suo proprietario, riusciva ugualmente a mettere il muso fuori di casa. Una storia che ha commosso moltissime persone tanto da essere ripresa dai network e da colpire la sensibilità di un imprenditore che ha donato un carrellino professionale per consentire a Dylan una corretta deambulazione. Episodi come questo ce ne sono molti. Tra i tanti capaci di scuotere i cuori, ne abbiamo scelti alcuni.
Cani, capitani coraggiosi Esperanza è il nome della puerpera meticcia che viveva come randagia nel cuore del Messico la cui storia ha commosso il mondo. Trovata da un gruppo di volontari denutrita e senza cuccioli, e portata in un rifugio per animali abbandonati, la cagnetta era inconsolabile. Il caso ha voluto, però, che nello stesso rifugio fossero arrivati tre micetti rimasti senza mamma. Messi nello stesso box di Esperanza, hanno incontrato l’istinto materno della cagnolina che ha deciso di allattarli e curarli come fossero stati i suoi cuccioli. Haus, il pastore tedesco di una famiglia di Tampa, in Florida, ha salvato la vita a una bambina di sette anni, dall’attacco di un serpente a sonagli.
Un attacco che sarebbe stato letale perché il crotalo diamantino orientale è il più grosso e velenoso serpente del Nord America. Tutto merito del pastore tedesco che si è messo di mezzo, rimanendo ferito, ma scongiurando il pericolo per la giovane amica. Haus è stato subito portato in una clinica veterinaria e curato, ma il costo degli antidoti e delle flebo necessarie a ripristinare la funzione renale erano molto alti. I genitori della bambina non si sono persi d’animo e hanno lanciato una raccolta fondi via Web che, in un solo giorno, ha superato più di quanto fosse necessario per le cure. Un’altra storia di salvataggio, questa volta tutta italiana, è quella di Caterina una bambina di otto anni che stava nuotando nel mare di Palinuro quando un’onda più forte delle altre la trascinava lontano dalla riva. Assistono alla scena Lux, un labrador che fa parte dell’unità cinofila operativa della Scuola
Italiana cani di salvataggio, e la sua conduttrice, che subito sfidano il mare per raggiungere la bambina e assicurarla alle maniglie della speciale imbragatura indossata dal cane. Caterina, dopo aver ritrovato il sorriso, esprime subito il desiderio di abbracciare il suo salvatore superando la paura che fino a quel giorno aveva dei cani.
Piccolo grande cuore felino I gatti, a differenza dei cani, sono autonomi e indipendenti eppure spesso sono protagonisti di storie di grande pathos. Iniziamo con quella di Pooh, un micio che è tornato a camminare grazie alle zampette bioniche. Aveva perso le sue in un incidente stradale. Una signora che passava di lì, vedendolo ferito e in fin di vita, lo soccorre e lo porta alla Central Vet Clinic di Sofia. Qui gli vengono impiantati gli arti in titanio che oggi gli permettono di saltare, scorazzare e dimenticare quella triste avventura. Marzo 2019 • PetTrend
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è stata ritrovata da un operatore di un’associazione animalista spagnola e ha fatto il suo ritorno a casa.
Storie fuori dal comune È sbagliato pensare che solo le vicende di cani o gatti possano spingerci a tirare fuori il fazzoletto dalla tasca. Basti pensare per esempio a Penka, la mucca da latte che ha attraversato il confine con la Serbia uscendo dall’Unione europea in cerca di pascoli freschi. Quando l’allevatore si presentò per riprendersi l’animale scoprì che l’operazione non era così facile. Le complicazioni sorsero alla frontiera in quanto mancava il documento necessario per l’espatrio di bestiame da un paese all’altro. L’animale fu messo in quarantena rischiando di finire al macello. La vicenda scatenò subito un incredibile caos mediatico. Gli animalisti si mobilitarono sulla Rete e
Foto di Demis Gallisto CC 2.0
Pareva impossibile che all’età di 26 anni Thomas, rimasto senza proprietario trovasse ancora qualcuno che lo volesse adottare. Invece, dopo essere stato affidato alle cure del Baltimore County Animal Services di Baldwin, i volontari del centro hanno condiviso la sua storia sui social nella speranza di riuscire ad accasarlo di nuovo. Inaspettatamente, il micione ha fatto breccia nel cuore di Laura che ha deciso di prendersene cura consapevole dei problemi di salute che un gatto di quell’età porta con sé. È durata 50 giorni l’odissea di Sole, partita da Torino con la sua proprietaria e smarrita allo scalo di Madrid. Probabilmente un colpo ha fatto aprire il trasportino al quale non erano state poste le fascette di sicurezza permettendo al gatto di fuggire. Dopo tanto vagare da sola tra tunnel sotterranei e spazi molto ampi e pericolosi, Sole
QUANDO L'AMORE TRIONFA Ricorda un po’ la storia d'amore raccontata nel celebre cartone animato di Walt Disney - Gli Aristogatti - quella tra Sophie e Scottie. Lei da trovatella diventa una piccola principessa quando viene adottata da una famiglia pronta a darle cure e coccole. Quando esce di casa per esplorare il mondo attira subito le attenzioni del randagione di quartiere. Lei inizialmente non lo degna di uno sguardo, ma lui non molla. Un passo alla volta e ogni giorno va un po' più vicino finché finalmente trova il coraggio di approcciarla. Dopo la prima passeggiata insieme oggi sono inseparabili. Appena Sophie esce di casa trova Scottie ad attenderla. Se lui fa una cosa, lei lo imita. Se lei è in ritardo, lui la va a cercare. Sono così carini insieme che la proprietaria di Sophie ha aperto una pagina Instagram seguita da quasi 130mila persone! Se non commuove questo amore...
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Foto di Demis Gallisto CC 2.0
VITA ASSIEME
lanciarono l’hashtag #savePenka e una petizione che in pochissimo tempo raggiunse oltre 30mila firme. Ciò bastò per smuovere le acque e l’Agenzia bulgara per la sicurezza alimentare dichiarò che Penka poteva finalmente tornare dal suo contadino. Un maestoso esemplare maschio di tartaruga marina Caretta caretta tra le ultime presenti nel nostro territorio e a rischio di estinzione - fu avvistato dagli uomini della Capitaneria di Porto di Messina: era tra la vita e la morte perché, oltre che ferita, aveva ingerito talmente tanta plastica che non riusciva più a immergersi e a nutrirsi. In pochissimo tempo è scattata l’operazione di recupero, l’animale è stato affidato alle cure del Centro Recupero Tartarughe Marine Brancaleone, uno dei più attrezzati al mondo per affrontare simili emergenze. Fu un caso veterinario complesso ma soprattutto significativo di quanto i nostri ambienti siano insidiosi per la natura e i suoi abitanti. Alla grande tartaruga del peso di 90 kg è stato dato il nome di Nazzareno, lo stesso del comandante che l’ha avvistata. Passiamo ora a una storia di grande fiducia, che vede protagonista una vigile del fuoco. La donna, mentre era impegnata nelle operazioni di contenimento di un incendio a Monroe County (Florida), trovò in un cespuglio un cerbiatto. L’animale era terrorizzato e sarebbe morto se non si fosse fidato dell’agente che lo ha preso in braccio e portato in salvo prima che le fiamme potessero raggiungerlo. Sistematolo sul camion antincendio, l’ha aiutato a respirare grazie alla mascherina dell’ossigeno, quindi medicato e rifocillato. L’intervento dei vigili del fuoco è stato provvidenziale e l’animale ha subito percepito che si poteva fidare della donna che l’ha aiutato a sopravvivere. ●
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PURINA® PRO PLAN® FORTIFLORA® UN PROBIOTICO PER MILLE VANTAGGI Cos’è un probiotico? I probiotici veterinari sono batteri benefici vivi che contribuiscono alla salute intestinale ed al rinforzo del sistema immunitario nei cani e nei gatti. Il tratto intestinale del gatto o del cane in normali condizioni ospita migliaia di specie batteriche differenti, sia benefiche che potenzialmente patogene. Nell’intestino in salute i batteri “buoni” e “cattivi” sono in una situazione di equilibrio, che può essere alterata da eventi stressanti o malattie che potrebbero implicare una terapia antibiotica. Abbinare un probiotico alla razione alimentare può contribuire al mantenimento o al ripristino dell’equilibrio intestinale.
I probiotici non sono tutti uguali Ogni ceppo di probiotici conferisce differenti benefici all’organismo ospitante. Non tutti possono essere efficaci per gli animali ed essere in grado di resistere alla loro forte acidità gastrica o ad altre sostanze presenti nello stomaco. Per questi motivi PURINA® ha sviluppato PRO PLAN® FORTIFLORA®: un alimento complementare per cani adulti e cuccioli e per gatti adulti e gattini per aiutare a supportare il benessere e l’equilibrio intestinali. Fortiflora®, la cui efficacia è comprovata da studi clinici, contiene un livello garantito di un ceppo batterico vivo di Enterococcus faecium
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STUDI SUL COMPORTAMENTO
Marco Moresco Editorialista
I
l cane riveste tanti ruoli nella nostra società, ruoli che lo portano a sviluppare con l’essere umano rapporti profondi dove il contatto fisico è una componente fondamentale. Questa necessità di contatto con gli amici umani è talmente forte da arrivare a mettere in atto comportamenti che spesso appaiono del tutto inappropriati. A questo proposito più della metà dei proprietari riferisce che il proprio cane tiene spesso un comportamento disturbante: si alza sulle zampe posteriori per appoggiare quelle anteriori addosso alle persone (d’ora in avanti diremo “saltare addosso”), familiari o estranei che siano. Un comportamento che vuole manifestare affetto ma che, in specifiche circostanze, può spaventare e addirittura divenire pericoloso per persone più deboli fisicamente, come portatori di handicap, anziani e bambini.
Quali fattori spingono il cane a questo comportamento? Fino a oggi gli studi si sono concentrati sulla frequenza con cui l’animale mette in atto questo comportamento confrontandola con altri comportamenti poco desiderabili tenuti dal cane. Nulla è stato fatto invece per comprendere i fattori che lo determinano e influenzano. Per questo lo studio sperimentale condotto dal team del Dr. Rezak (Dipartimento di morfologia, fisiologia e genetica animale dell’Università Mendel di Brno in Repubblica Ceca) risulta decisamente innovativo. La ricerca ha infatti voluto valutare in quali fasi della vita e in quali differenti contesti si può osservare una maggior frequenza statistica di questo comportamento, sia verso persone della famiglia sia verso gli estranei.
Tipologia di soggetti esaminati Per compiere lo studio si è innanzitutto selezionato un gruppo di proprietari i cui cani vivono in ambito familiare grazie ai quali svolgere l’in-
PERCHÉ I CANI CI SALTANO ADDOSSO? UNO STUDIO SPERIMENTALE CONDOTTO NELLA REPUBBLICA CECA CI SPIEGA QUANDO E PERCHÉ I CANI SENTONO IL BISOGNO DI ALZARSI SULLE ZAMPE POSTERIORI PER APPOGGIARSI ALLE PERSONE dagine. I cani prescelti non dovevano aver mai cambiato proprietario ed essere stati adottati dopo aver trascorso i primi due mesi di vita con la madre; nessun cane doveva inoltre avere meno di un anno d’età. Ai 380 proprietari selezionati sono stati consegnati dei questionari e ne sono stati restituiti compilati 294.
Tipo di questionario Nel questionario sono state poste domande riguardanti sesso, razza, taglia, sterilizzazione, frequenza delle uscite giornaliere, origine del cane (allevamento o altro), numero di persone adulte e bambini presenti in
casa. È stato infine chiesto di precisare in quali circostanze il cane salta addosso alle persone: quando si rientra in casa, quando persone estranee entrano in casa, se saltano addosso a chi lo porta a spasso, se salta addosso agli sconosciuti durante le passeggiate e infine se, in attesa di una visita veterinaria, salta addosso ai proprietari. Fra tutti i proprietari che hanno compilato e consegnato il questionario, 42 di essi hanno accettato di partecipare allo studio per contribuire alla ricerca sperimentale.
Tre momenti tipici Per realizzare lo studio sono stati Marzo 2019 • PetTrend
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STUDI SUL COMPORTAMENTO
I CANI E I PROPRIETARI SELEZIONATI PER LA RICERCA selezionati dei cani che comunemente saltano addosso ai proprietari al momento del loro ritorno a casa. I luoghi prescelti per eseguire l’esperimento sono stati quindi i vari ingressi di casa, dove i cani incontrano i loro proprietari. Per ogni prova sono stati poi definiti “tre momenti sperimentali”: ogni momento inizia con il proprietario che esce di casa per farvi ritorno dopo cinque ore. • Nell’episodio 1 (durata tre minuti) il proprietario rientra e si pone di fronte al cane; • nell’episodio 2 (tre minuti) il proprietario rientra e si accovaccia davanti al cane; • nell’episodio 3 (tre minuti) il proprietario rientra e si pone di spalle rispetto al cane. Nel corso dell’esperimento sono stati osservati i seguenti comportamenti tenuti dai cani: saltare addosso al proprietario, avvicinamento con una postura sottomessa, orecchie tenute indietro, scondinzolio, movimento dei fianchi e corsa eccitata intorno al proprietario; nell’episodio 3 è stato osservato il saltare addosso al proprietario frontalmente solo dopo che il cane gli ha girato attorno.
servato soprattutto il caso del cane che tiene questo comportamento al rientro a casa del proprietario, mentre la casistica è decisamente minore per quanto riguarda il saltare addosso agli sconosciuti in passeggiata. Per quanto riguarda il contesto domestico, i cani saltano con una frequenza di 8.1 volte superiore addosso ai proprietari rispetto che agli sconosciuti. Nel contesto delle passeggiate la tendenza in parte cambia e, in particolare, i cani di sesso femminile tendono a saltare addosso agli sconosciuti con una frequenza due volte superiore rispetto agli esemplari di sesso maschile. Dallo studio emerge che i cani, sia in casa sia fuori, saltano più addosso ai membri della famiglia rispetto agli estranei, fatto che dimostra come i cani discriminino nettamente fra gli estranei e le persone che vivono molto tempo con loro. Inoltre, mostrano una maggiore tendenza a saltare in ambiente domestico piuttosto che in passeggiata. Il saltare addosso ai proprietari non è stato inoltre registrato nell’attesa della visita veterinaria, circostanza che pare dimostrare come questo comportamento sia legato a un determinato luogo.
Il comportamento tenuto in casa e in passeggiata
L’obiettivo: leccare il viso del proprietario
Consideriamo quattro situazioni possibili: 1) saltare addosso ai familiari in casa; 2) saltare addosso a persone estranee in casa; 3) saltare addosso ai proprietari fuori casa; 4) saltare addosso a degli sconosciuti fuori casa. Fra queste quattro possibilità, si è os-
Particolarmente interessante è stato osservare quello che pare essere il vero obiettivo del cane che tiene questo comportamento. Se al momento del rientro a casa il proprietario si accuccia, il cane tende a leccargli la faccia per un tempo più prolungato rispetto a quando l’umano rimane in piedi. Secondo gli autori dello studio, questo comportamento indica che lo slancio del cane mira a raggiungere il viso del proprietario. Il gesto di leccare il muso di un conspecifico è un comportamento ereditato dai lupi e viene tenuto per richiedere l’alimento soprattutto da parte dei cuccioli. A sostenere questa ipotesi che vede nel saltare addosso un comportamento da gregario, vengono incontro altre osservazioni. Quando il proprietario entra in casa, si è anche osservato spesso nei cani il movimento della coda e dei fianchi, oltre al tenere indietro le orecchie, tutti comportamenti tipici da soggetti non dominanti osservati anche nei lupi e nei cani randagi.
COMPORTAMENTI PARTICOLARI Tra i cani che hanno partecipato: • il 38% salta verso il proprietario quando se lo trova di fronte, • i 2/3 mantengono le orecchie verso l’indietro, • 3/4 scodinzolano e la metà mantiene una postura bassa (inizialmente prima di mettersi a due zampe). Ben 3/4 dei cani va a leccare la faccia del proprietario che trovano accucciato: in questo caso leccano la faccia ben 10,3 volte di più rispetto a quando l’essere umano resta in piedi.
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Per realizzare lo studio si sono impiegati 294 cani (50% maschi, 50% femmine). Il 69% di questi vive in casa con due persone adulte. Il 78% dei proprietari che hanno accettato di partecipare sono di sesso femminile. Il 91% dei cani sono stati presi da cuccioli dall’attuale proprietario, il 9% è stato donato al proprietario da altre persone. Per l’11%, i cani maschi sono castrati le femmine sterilizzate per il 22%. Solo il 22% degli esemplari sono meticci, il 78% di razza pura. Il 74% sono cani da compagnia, il 21% da guardia e il 5% da lavoro.
Eredità ancestrale e socialità acquisita Il fatto che i cani di grande taglia saltino meno verso i proprietari rispetto a quelli di piccola taglia potrebbe essere spiegato dal fatto che il “muso” del proprietario è per loro più vicino. I ricercatori, come abbiamo visto, ritengono che il cane non sia tanto interessato al salto quanto al volto del proprietario: infatti, se si voltano le spalle al cane, questo non salta sulle spalle della persona ma vi gira attorno. Sul fatto che, in passeggiata, le femmine saltino di più addosso tanto ai membri della famiglia quanto agli sconosciuti potrebbe essere dovuto al fatto che hanno ancestralmente maggior necessità di dipendere per l’alimento da altri membri del branco: quando i lupi tornano nelle tane rigurgitano infatti il cibo sia per i cuccioli sia per le femmine che sono rimaste a controllarli. Queste conclusioni che tengono conto in modo importante del retaggio comportamentale ereditato dai lupi non devono tuttavia far dimenticare il lungo processo di addomesticamento che ha aumentato nel cane la socialità e dunque la ricerca del contatto. Il lavoro del team dell’Università di Brno, rilevando la maggior frequenza del saltare addosso ai membri della famiglia/branco rispetto agli estranei, conferma il forte attaccamento che si crea fra cane e proprietario. Fonte Rezac, Petr, Koru, Eva, Havlicek, Zdenek, Pospisilova, Dagmar, Factors affecting dog jumping on people. Applied Animal Behaviour Science December 2017 Volume 197, Pages 40-44 http://dx.doi.org/10. 1016/j. applanim.2017.09.008 ●
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CUCCIA MODELLO ITALY Original Legno, in base alle richieste del mercato, ha pro-
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gettato e presentato il nuovo modello di Cuccia in legno. La novità consiste, rispetto al classico modello Alpi consolidato da anni, il tetto semipiano. Questo è dotato di un pratico gancio per facilitarne l’apertura. Colori Tetto: Rosso Tegola o Verde Prato. L’ingresso, dotato di bordatura in alluminio antimorso, è stato posizionato per soddisfare l’esigenze dei nostri amici a 4 zampe. Oltretutto è stata realizzata con un robusto legno massello spessore 15 mm di prima qualità, adatto per l’esterno. Poggiano su piedoni in materiale plastico che proteggono dall’umidità tutta la struttura. Le cucce sono altamente resistenti, adatte per l’esterno ed alle basse temperature e soddisfano tutte le taglie dei cani.
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presenza di ospiti, perché deve allontanarsi da casa per un po’ e non vuole correre il rischio di lasciare il cane a casa o libero in giardino, con la possibilità che metta tutto a soqquadro. Può essere utilizzato per dividere ambienti come scale, balconi e ingressi. Tutti i nostri prodotti sono verniciati con vernice atossica, ecologica, antimuffa, antisettica e repellente all’acqua. ●
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QUANDO LA CUCCIA FA ARREDAMENTO Scopri il nuovo catalogo HOME DESIGN di Record con le fantastiche linee di cuscineria
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om’è cambiata la concezione della cuccia in casa? Il team Record è partito da questa domanda per sviluppare nuovi modelli di cuccette e cuscini. In primis, come è giusto, ci deve sempre essere la comodità e il comfort del nostro amico a 4 zampe. Appurato questo, bisogna però pensare che la cuccia è un oggetto che farà parte dell’arredamento di casa nostra e dovrà adattarsi il più possibile al nostro stile. Per questo Record ha creato il nuovo catalogo HOME DESIGN con ben 9 linee pensate per accontentare i gusti più differenti: dal sobrio Mediterraneo, con stampe che riprendono le famose piastrelle colorate, al più aggressivo Adios, con immagini di teschi fiorati, passando per lo stile Jungle, Polinesia e Cactus. Per i gusti più classici sono perfette invece le linee Edera, Mandala e Ricamo. All’interno del catalogo spicca la linea BYECTERIA, bellissime cuccette e cuscini realizzati con uno speciale tessuto che contiene una molecola per eliminare batteri e odori. Il sistema utilizzato da Byecteria è una vera e propria innovazione nell’ambito della sanificazione di numerosi materiali (plastica, tessuti, ecc). Permette di creare superfici igienicamente sicure che garantiscono una protezione dai batteri continua e costante per gli animali e per tutta la fa-
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miglia: è il primo e unico sistema di sanificazione attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Nel tessuto viene inserita una molecola di biossido di titanio che, grazie all’azione della luce, è in grado di eliminare più del 99% di virus, muffe, batteri e odori presenti nell’ambiente in cui viene utilizzato. Di questa linea sono disponibili 4 modelli: Londra, in tinta unita grigio; Parigi, blu a pois bianchi; Hollywood Violet e Hollywood Pink con simpatici motivi a stelle e strisce. Scopri tutti i nuovi modelli di cuscineria Record richiedendo il catalogo al tuo agente di zona o scaricandolo dal sito www.recordit.com ●
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IL SOSTEGNO DELL’ENCI A FAVORE DELLE RAZZE CANINE RARE PER SALVARLE DALL’OBLIO
RAZZE, UN PATRIMONIO DA VALORIZZARE LE
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vete mai pensato a cosa rende profondamente diversi un setter inglese e un bracco italiano? Oltre a tutto ciò che si vede, la loro origine: ogni razza è espressione dell’ambiente in cui è nata e si è sviluppata. Un precipitato culturale, per così dire, del territorio e delle persone che l’hanno “forgiata”. Ecco perché è di fondamentale importanza salvare le razze rare dall’imminente oblio.
Biodiversità e razze In un mondo come quello di oggi, tanto attento alla salvaguardia della biodiversità in tutti i suoi aspetti, e in un Paese come il nostro così ricco di diversità, da Nord a Sud, uno “stivale” bellissimo che si estende dalle Alpi fin quasi a toccare l’Africa, si potrebbe rimanere un po’ stupiti dall’esiguo numero di razze canine italiane ufficialmente riconosciute: sedici. Su un totale di 342 razze riconosciute a livello mondiale dalla FCI, significa poco più del 4%. Questo a fronte dell’esistenza di molte razze diverse e varietà regionali, a volte locali, di ovini, bovini, equini. La cosa stupisce tanto più che le razze di cani, in Italia, non sono mai mancate e non mancano. Il loro riconoscimento ufficiale è tuttavia un processo lento e articolato perché poter contare su una popolazione omogenea minima, indispensabile per essere definita razza, non è così semplice come può sembrare.
L’impegno dell’ENCI
a cura DI ENCI
Per l’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana naturalmente la questione è di primaria importanza, e la Commissione Tecnica Centrale (CTC) se ne sta occupando con impegno analizzando attentamente le varie richieste. Se qualche razza è più debole (dal punto di vista demografico) rispetto ad altre, questo si deve principalmente alle mode e a un profondamente mutato stile di vita che la rende meno popolare e diffusa rispetto ad altre. L’abbandono di tutte quelle attività legate alla ruralità, infatti, ha fatto sì che molte razze di cani allevate per uno scopo specifico (la caccia alla lepre per sostentamento, la conduzione di greggi, la guardia agli armenti...) smettessero o quasi di essere selezionate dai loro utilizzatori, e il Marzo 2019 • PetTrend
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loro destino finisse così per essere caricato tutto sulle spalle degli appassionati. È il caso di tanti cani da pastore, di cui solo due, negli anni, hanno ottenuto il riconoscimento della cinofilia ufficiale: il Pastore Maremmano Abruzzese e il Pastore Bergamasco.
Poi ci sono le lentezze amministrative La burocrazia, infine, ci ha messo il cosiddetto carico da undici, rendendo più difficili le buone azioni di quegli appassionati che, in anni recenti, cercavano di far riconoscere gli esemplari di alcune di queste razze quasi scomparse: le procedure richieste a livello nazionale dall’ENCI e a livello internazionale dalla FCI (Federazione Cinofila Italiana) erano particolarmente complicate per le razze “non ufficiali” che chiedevano un riconoscimento.
Verso il cambiamento La Commissione Tecnica Centrale dell’ENCI ha pertanto deciso che qualcosa andava fatto per salvaguardare questo prezioso patrimonio cinofilo e culturale italiano, e aiutare gli appassionati che in più regioni d’Italia si sono prodigati per tutelare e cercare di dare nuova vita a queste razze di origine antica. È nato così, con la revisione delle norme tecniche del libro genealogico avvenuta nel 2005, il Registro Supplementare Aperto (RSA) che si è affiancato al Registro Supplementare Riconosciuti (RSR). Negli ultimi anni l’RSA ha permesso di poter registrare i soggetti riscontrati tipici e
la loro progenie di alcune interessanti popolazioni canine.
Cosa è il RSA? Il Registro Supplementare Aperto è un libro genealogico che viene attivato dall’ENCI, sentito il parere della Commissione Tecnica Centrale, a fronte della richiesta da parte di un’associazione deputata alla tutela di una certa popolazione. Questa popolazione deve essere, appunto, “certa”: devono esserci riscontri storici e iconografici della sua esistenza nel passato, deve avere una certa consistenza (numero di soggetti), devono essere stati fatti dei rilievi biometrici e ci deve essere un profilo comportamentale che permettano la stesura di una bozza di standard di razza. L’attivazione del RSA è il primo passo importante per dare avvio alle procedure di riconoscimento della razza: i soggetti appartenenti alla stessa vengono esaminati nell’ambito di più raduni specifici e vengono effettuati rilievi anche sulla popolazione rurale e sul suo impiego. Quando il numero dei soggetti sarà ritenuto congruo, così come il numero delle linee di sangue - la FCI ne chiede almeno otto per riconoscere una nuova razza - si potrà prevedere il passaggio al Registro Supplementare Riconosciuti (RSR) e, dopo opportune verifiche, presentare la domanda di riconoscimento provvisorio della razza alla FCI. Le razze italiane più recentemente riconosciute sono il Lagotto Romagnolo, il Cane Corso e successivamente il Segugio Maremmano e quello dell’Appennino.
Le “nuove” razze italiane Stanno seguendo questo iter, ovvero hanno ottenuto l’apertura del RSA, sette nuove popolazioni in via di riconoscimento quali: il Cane di Fonni (originario della Sardegna), il Cane di Mànnara e lo Spino degli Iblei (Sicilia), il Pastore Calabrese (Calabria), il Cane d’Oropa (Piemonte). È attualmente in fase di apertura il RSA per il pastore della Lessinia e del Lagorai (Veneto e Trentino Alto Adige) e per il pastore delle Alpi Apuane (originario del comprensorio delle Alpi Apuane). Sono popolazioni ancora oggi utilizzate in ambito rurale per il lavoro e selezionate non tanto per la loro morfologia, ma per la loro attitudine. L’omogeneità non è quella che siamo abituati a vedere nei ring delle esposizioni di bellezza con l’occhio, a volte esasperato, del cinofilo, pur tuttavia è evidenziabile un tipo che raffigura la razza.
L’appassionato è determinante Il lavoro di tutela degli appassionati, importantissimo, viene seguito e affiancato da ENCI, che offre il supporto tecnico necessario ad approfondire dal punto di vista genetico le caratteristiche di una data popolazione (tramite test del DNA), così come non è da sottovalutare il grande impulso determinato dalla consulenza degli esperti giudici che mettono a disposizione la propria competenza per supportare le rilevazioni biometriche e morfologiche finalizzate alla proposta di uno standard da adottare ufficialmente per la razza.
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Il registro dei “riconosciuti” Il Registro Supplementare Riconosciuti (RSR) è l’altro strumento nelle mani dell’ENCI per tutelare la biodiversità e scongiurare il rischio di un eccesso di inbreeding in popolazioni numericamente esigue. Anche questo registro viene aperto solo su richiesta (da parte dei club di razza), ed è attivo nell’ambito di razze già riconosciute ma che hanno la necessità di introdurre nuovi soggetti e nuovo sangue. Con l’immissione di nuovo sangue, infatti, si hanno maggiori possibilità di evitare i problemi connessi alle popolazioni cosiddette “chiuse”, tra cui una minor incidenza di patologie ereditarie. 32
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Perché questo registro?
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Il funzionamento del RSR è piuttosto semplice: cani che appartengono a una data razza, per la quale il registro è aperto, pur non possedendo pedigree, ma essendo invece in possesso dei caratteri di tipicità, possono venire giudicati nell’ambito di un’esposizione, e per molte razze solo nell’ambito di mostre speciali e raduni, e ottenere un pedigree ufficiale, seppur diverso da quello dei soggetti iscritti al ROI. I figli di questi soggetti potranno essere iscritti al ROI a partire dalla quarta generazione. Il RSR è una importante opportunità per le razze dove è ancora presente una popolazione rurale, quindi dove sono presenti cucciolate che non sono state iscritte al libro genealogico dell’ENCI: si possono recuperare capostipiti in grado di portare nuova linfa alla razza.
Il futuro passa per la tutela del nostro passato Labradoodle, Sprocker, Rotterman... chi ne ha mai sentito parlare? In alcuni Paesi, Stati Uniti in testa, è in voga la pratica di realizzare “prodotti” derivati da incroci. Come il Labradoodle, appunto, un incrocio tra Labrador Retriever e Barbone (‘poodle’ in inglese). Questi prodotti diventano noti e richiesti soprattutto grazie a internet, dove gli “allevatori” possono crearsi la loro personale vetrina e venderli alle persone incuriosite dalla novità e dalla promozione mediatica.
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Quale garanzia possono avere se non sappiamo cosa c’è dietro? È innegabile, infatti, che in alcuni casi questi soggetti possano avere una marcia in più, sia dal punto di vista sanitario sia da quello del lavoro; il problema, non da poco, è che non sono riproducibili. Gli incroci o meglio gli ibridi commerciali, sono largamente utilizzati negli animali da reddito (polli, suini, conigli), ma solo gli F1, gli individui di prima generazione, al fine di non perdere l’omogeneità e le caratteristiche tipiche di quell’incrocio che segue degli schemi ben precisi convalidati da rilievi produttivi ponderabili. La selezione può essere fatta a partire da soggetti di razza pura, non da incroci, a maggior ragione se alle spalle non c’è, come in questi casi, la tutela di un Ente ufficiale, che può certificare i soggetti riproduttori, la 34
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1) Cane di Maria Alice Ferigo, razza lessina lagorai 2) Foto di Emanuele Barbieri, razza fonnese 3) Cane della fattoria Venturi, razza lessina lagorai 4) Foto di Emanuele Barbieri, razza fonnese 5) Foto di Emanuele Barbieri, razza fonnese 6) Cane della fattoria Venturi, razza lessina lagorai 7) Cane della fattoria Venturi, razza lessina lagorai 8) Cane di di Alessio Sverzut fattoria Venturi, razza lessina lagorai 9) Foto Luigi Liotta, razza mannara 10) Foto Luigi Liotta, razza mannara
loro esenzione da malattie genetiche e via dicendo.
La strada per avere maggiore biodiversità non passa per la... sperimentazione! La via da percorrere, semmai, è quella che ha individuato l’ENCI in Italia, ovvero la riscoperta e salvaguardia di popolazioni antiche, radicate sul territorio, con un chiaro e conoscibile background storico. Queste po-
polazioni, destinate a diventare in futuro razze a pieno titolo, sono il risultato di un percorso di vita e collaborazione uomo-cane durato centinaia, migliaia di anni. Un pezzo della nostra storia, identità e cultura che merita assolutamente di essere salvaguardato, ma con tutta la serietà e le garanzie che il nostro ente è in grado di fornire, essendoci di mezzo non un semplice prodotto IGP, ma un essere vivente: il cane. ●
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Vitakraft - Italia S.p.a. Tel.: 075 965601 E-mail: info@vitakraft.it www.vitakraft.it
IN ARRIVO DA VITAKRAFT DUE SNACK ESCLUSIVI: FAGOTTINI CON SUPERFOOD E “TRIGGLES”! In un mercato come quello degli snack che non conosce rallentamenti Vitakraft, tra le aziende leader del settore, non smette mai di innovare e lancia ora due linee esclusive e trendy di prodotti fuori pasto per gatti
Nuovi Crispy Crunch con SUPERFOOD Vitakraft segue il grande trend del superfood in ambito umano e amplia la linea Crispy Crunch con due nuove varianti ripiene con superfood. La gamma di croccanti fagottini con cremoso ripieno tanto amata dai gatti è ora disponibile in sei deliziosi gusti, tutti realizzati con ricette senza zucchero. Le due nuove varianti “Superfood” sono entrambe senza cereali e sono prodotte con anatra & aronia e tacchino & chia e sono particolarmente indicate per animali con sensibilità alimentari. Le bacche di aronia sono naturalmente ricche di antiossidanti che favoriscono la protezione delle cellule, mentre i semi di chia contengono preziosi acidi grassi Omega 3 per una pelle sana ed un bel pelo. La linea Crispy Crunch è confezionata nel pratico doypack salvafreschezza e comprende anche due gusti “Classic” con delizioso salmone o tenero pollo e due gusti “Healthy”, uno con malto, contro la formazione dei boli di pelo e l’altro con olio di menta piperita, contro tartaro e alitosi.
Triggles: lo snack da dividere e condividere È in arrivo da Vitakraft una novità esclusiva tra gli snack per gatti: si chiama Triggles ed è una leccornia saporita, morbida e da spezzare in 3! Due sono le varianti: una con gustoso tacchino e l’altra con merluzzo nero proveniente da fonti sostenibili. Grazie alla speciale forma, lo snack è porzionabile in tre piccoli bocconi. La ricetta è senza zucchero e la delicata cottura al forno nei forni Vitakraft conferisce ai gustosi Triggles la loro particolare consistenza morbida. La confezione in pouch richiudibile mantiene a lungo tutta la freschezza. Offerto intero o a pezzetti, i Triggles sono l’ideale per coccolare i gatti. ●
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Monge www.monge.it
PUBBLIREDAZIONALE
“SOLO” E “FRUIT” PATÈ MONGE MONOPROTEIN I benefici di un’alimentazione formulata con una singola fonte proteica animale per ogni ricetta
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li alimenti MONGE MONOPROTEIN sono formulati con singole fonti proteiche animali e nascono dalla sempre più elevata prevalenza di cani con reazioni avverse agli alimenti (allergie o intolleranze alimentari). Gli animali non nascono allergici, ma lo diventano alle fonti proteiche a cui più frequentemente sono esposti nel tratto gastroenterico. Al fine di limitare l’insorgenza di tali fenomeni, si rende sempre più frequente la somministrazione di alimenti con singole fonti proteiche animali con cui il pet non sia mai entrato in contatto in precedenza e per un periodo di tempo prolungato. Le nostre ricette MONGE MONOPROTEIN sono anche prive di cereali, quindi GRAIN FREE. Patate, piselli e tapioca rappresentano nelle nuove ricette una valida alternativa nutrizionale ai comuni cereali. I piselli sono infatti una preziosa fonte di proteine e carboidrati altamente digeribili e la patata è fonte di carboidrati priva di glutine. Solo gli ingredienti migliori sono presenti nelle ricette di MONGE MONOPROTEIN: carni fresche di alta qualità, altamente digeribili e, in alcuni casi, a chilometro zero. La linea paté MONGE MONOPROTEIN “SOLO” si rinnova e si amplia con nuove referenze: Solo Manzo, Solo Maiale e Solo Anatra. L’ampia variabilità di singole fonti proteiche animali permette di garantire un’alimentazione equilibrata ai piccoli animali domestici, che sempre più frequentemente richiedono, oltre alla somministrazione di un alimento secco, anche una quotidiana integrazione con alimenti umidi. Tutti i prodotti della linea MONGE MONOPROTEIN sono 100% italiani. Monge Monoprotein è presente in 2 formati: la pratica vaschetta 150 g per cani di piccola taglia (oggi i più diffusi) e la lattina 400 g. Ecco le ricette esclusive: Monge Solo Pollo 150 e 400 g; Monge Solo Tacchino 150 e 400 g; Monge Solo Agnello 150 e 400 g; Monge Solo Tonno 150 e 400 g; Monge Solo Anatra 150 g e 400 g; 38
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Monge Solo Maiale 150 g e 400 g; Monge Solo Coniglio 150 g; Monge Solo Manzo 150 g; Monge Solo Cervo 150 g. MONGE MONOPROTEIN è anche con frutta. La linea FRUIT è composta da 6 ricette nella vaschetta 150 g e 2 in lattina da 400 g. MONGE MONOPROTEIN FRUITS è disponibile nelle seguenti varianti: Pollo con Ananas, Pollo con Mela Junior, Coniglio con Mela, Anatra con Lamponi, Agnello con Mirtilli e Tacchino con Agrumi. Le ricette sono caratterizzate dall’aggiunta di: • Mela, un vero concentrato di nutrienti, quali vitamine in particolare C e del gruppo B, e sali minerali, come potassio, fosforo, calcio, magnesio e ferro. La mela è inoltre ricca di fibra per la salute e l’equilibrio intestinale, pur mantenendo un’elevata digeribilità. • Agrumi, fonte di vitamina C e antocianine, con proprietà antiinfiammatorie ed antiossidanti. • Ananas, ricca in vitamine, nel particolare Vitamina A e C, e minerali, come calcio, fosforo e potassio, per il corretto apporto di tutti i nutrienti. • Lamponi, che contengono elevate quantità di vitamine (particolarmente di vitamina C), oltre che di sostanze ad elevata attività antiossidante. • Mirtilli, ricchi in vitamine (vitamina C, K e E), fibre e pectine per la regolarizzazione dell’intestino. Tutte le ricette sono Made in Italy, garantite senza coloranti, conservanti e con assoluta assenza di materie prime essiccate. Come tutti i brands di Monge, anche Monge Monoprotein è garantito No OGM, No Cruelty test, quindi non viene testato in modo forzato sugli animali, ma solo attraverso prove di somministrazione libera per individuare le ricette più idonee in termini di appetibilità. È disponibile in esclusiva solo nei migliori pet shop e negozi specializzati. ●
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Zoodiaco - Via della Cooperazione 16 - 45100 Rovigo Tel. area Nord 0425474645 - Fax 0425474647 Tel. area Centro-Sud 0744943287 - Fax 074494464 www.zoodiaco.com - zoodiaco@zoodiaco.com
GATTO SENSIBILE E/O STERILIZZATO? IL PROGRAMMA NUTRIZIONALE PROLIFE A MISURA DELLE SUE ESIGENZE
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na reazione avversa al cibo è una qualsiasi risposta anomala dell’organismo all’ingestione di alcune sostanze alimentari: nella maggior parte dei casi l’esclusione dalla dieta delle componenti “incriminate” porta a una remissione dei sintomi e al ritorno a una condizione fisiologica di benessere. L’insorgenza di sensibilità può tuttavia compromettere il benessere del gatto; in questi casi è necessario adottare un programma nutrizionale specifico che escluda componenti potenzialmente contenenti allergeni o sostanze verso cui l’animale può sviluppare reazioni avverse. Prolife propone una linea dedicata ai gatti sensibili con formulazioni specifiche in relazione alle esigenze dell’animale, tutte ricche in carni fresche di elevata qualità, lavorate a partire da porzioni di macellazione, per apportare proteine senza appesantire e riducendo il rischio di eccessivo incremento ponderale frequente in soggetti che conducono una vita prevalentemente domestica e sedentaria. Tutti gli alimenti della linea sono inoltre privi di conservanti, coloranti e aromatizzanti aggiunti, per mantenere la naturalità e rispettano le indicazioni di FEDIAF, massimo organo europeo in materia di nutrizione del cane e del gatto. Il pesce fresco con cui è stato formulato Prolife Sensitive Fish & Potato è leggero e digeribile e lo rende un alimento ideale anche per i soggetti più delicati. La ridotta concentrazione di magnesio (0,07%) aiuta a prevenire l’insorgenza dei calcoli mentre l’azione sinergica e antiossidante delle vitamine E e C aiuta a contrastare l’azione dei radicali liberi. La yucca schidigera aiuta invece a controllare l’odore di feci, flatulenze e urine, riducendo la concentrazione dei composti volatili che generano cattivo odore. Se il gatto è sensibile e/o sterilizzato l’alimento giusto è Prolife Sterilised Sensitive Pork & Rice; il maiale fresco, in elevata percentuale (25%) è leggero e digeribile, ideale per gatti con sensibilità. Gli adeguati livelli di magnesio e fosforo aiutano a prevenire la formazione dei calcoli e a mantenere il corretto pH urinario: i gatti sterilizzati, infatti, presentano una maggiore predisposizione verso le malattie delle basse vie urinarie che può essere modulata grazie all’assunzione di alimenti che includano proteine da fonti altamente digeribili. L’apporto di L-carnitina aiuta a controllare il peso corporeo mentre il ridotto contenuto di grassi aiuta a limitare il rischio di eccessivo incremento ponderale e quindi il sovrappeso. Prolife Indoor è ideale invece per gatti che vivono in casa e/o sterilizzati. Il salmone fresco lo rende un alimento leggero e digeribile, per limitare la tendenza del gatto seden-
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tario ad acquisire peso corporeo. Il ridotto apporto di magnesio aiuta a prevenire la formazione dei calcoli. La cellulosa ArbocelR favorisce invece l’eliminazione dei boli di pelo, frequente soprattutto in soggetti a pelo lungo: il gatto domestico, infatti, dedica gran parte del proprio tempo alla pulizia del pelo con la conseguente ingestione. In versione wet, Prolife Sensitive Renna & Patate è un alimento completo monoproteico e monocarboidrato ricco in carne fresca di renna (75%), facilmente tollerata dal gatto poiché non famigliare. Bio-MosR migliora la salute del colon, importante per soggetti sensibili. Ricco in carne fresca di maiale (75%), digeribile e appetibile, fonte di proteine a elevata biodisponibilità, Prolife Sensitive Pork & Potato è un alimento completo ideale per soggetti sensibili. L’integrazione con NuProR, fonte di Nucleotidi, rafforza le difese immunitarie dell’intestino contro le infezioni. Al gatto sterilizzato Prolife ha dedicato una linea specifica di alimenti in versione wet in diverse varianti di gusto, per soddisfare anche i palati più esigenti. Tutti gli alimenti sono privi di conservanti, coloranti e aromatizzanti aggiunti, per la massima naturalità Prolife Sterilised Pork & Rice è ricco in carne fresca di maiale, digeribile e appetibile, apporta proteine a elevata biodisponibilità. L’adeguato livello di magnesio (0,03%) aiuta a scongiurare la formazione dei calcoli, frequente insidia per i gatti sterilizzati. Ricco in agnello fresco, Prolife Sterilised Lamb & Rice è particolarmente digeribile e appetibile. L’apporto di NuProR rafforza le difese immunitarie dell’intestino contro le infezioni. Prolife Sterilised Chicken & Rice include invece un’elevata percentuale di carne fresca di pollo, facilmente digeribile. Prolife Sterilised Beef & Rice è un alimento ricco in carne fresca di manzo, fonte di proteine a elevata biodisponibilità. Grazie agli adeguati livelli di magnesio, è ideale per gatti sterilizzati. Per conoscere le caratteristiche e le confezioni disponibili visita il sito www.prolife-pet.it ●
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Foto: Sylvia Pampallona-OnlyforPets
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UNA PICCOLA TIGRE CAPACE DI FAR INNAMORARE AL PRIMO SGUARDO
IL TOYGER: UNA RAZZA RECENTE E
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toyger sono stati selezionati per assomigliare ai loro cugini grandi felini in una versione in miniatura - il nome toyger, infatti, è una combinazione di toy: giocattolo e tiger: tigre. Una tigre in miniatura, con un bel mantello che luccica di peli dalla punta dorata, una lunga coda che viene tenuta bassa come le tigri vere e piccoli occhi rotondi che sbucano da un viso a forma di cuore. Una piccola tigre capace di far innamorare al primo sguardo.
La storia comprende molti gatti comuni
FRANCESCA SERENA Medico veterinario Medicina comportamentale e consigliere Anfi
Alla fine degli anni ’80, Judy Sugden, un’amante dei gatti tabby, cioè con il mantello a strisce o tigrato, cercava un modo per rendere le strisce sul gatto della stessa colorazione e forma di quelle della tigre. Osservando uno dei suoi gatti, Milwood Sharp Shooter, Judy notò che questi aveva delle striature particolari. Queste piccole macchie che si trovavano sulle tempie del gatto (un’area normalmente priva di motivi distintivi) provavano geneticamente che le striature circolari tipiche della tigre potevano essere presenti anche in un gatto di casa; poteva dunque Sharp Shooter avere la chiave per dare vita a una linea di gatti tigrati che sembrassero davvero delle tigri? Oltre a Milwood Sharp Shooter, i gatti fondatori della razza comprendevano un gatto di casa tabby chiamato Scrapmetal e un bengala chiamato Milwood Rumpled Spotskin. Nei primi anni ’90, Mrs Sugden importò dall’India anche Jammu Blu, un gatto di strada che aveva delle striature circolari sulla testa invece delle normali file di macchie tipiche del disegno tabby. Mrs Sugden in seguito fu affiancata da altri due allevatori, Anthony Hutcherson e Alice McKee, e insieme svilupparono il Progetto Toyger, il gatto tigre. Circa quaranta gatti di casa, provenienti da diversi Paesi, furono selezionati scrupolosamente negli anni come fondatori, ognuno dei quali portava con sé i Marzo 2019 • PetTrend
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FELINI DI RAZZA
rudimenti di uno specifico e desiderabile tratto che poteva poi essere passato alle generazioni future attraverso un allevamento selettivo. Il risultato è stato un perfezionamento dell’aspetto simil-tigre del gatto toyger, che ha apportato alla razza fama internazionale.
Il riconoscimento Il toyger è stato accettato per la registrazione dalla TICA (The International Cat Association) nel 1993 e ha ottenuto il riconoscimento completo nel 2007. Al momento il toyger è una delle razze di gatti più nuove. Cattura l’aspetto selvaggio, pur essendo un gatto addomesticato. Il toyger è una razza di design, selezionata interamente dall’uomo e molto simile al bengala, al savannah e al california spangled, obiettivo finale di un progetto ambizioso quanto di successo.
abbia creato il toyger nella speranza di attirare l’attenzione sulla difficile situazione delle tigri e sulla necessità di una conservazione attiva di quella specie. Il motivo tipico del toyger con strisce spezzate e ramificate è unico tra i gatti. Il toyger è ancora una razza molto rara: ci sono solo circa 20 allevatori negli Stati Uniti e altri 15 nel resto del mondo. Il toyger è un gatto medio-grande e molto muscoloso con una pelliccia spessa e morbida, con strisce scure che si ramificano e si allungano, contrapposte con un colore di sfondo arancione o marrone chiaro con quello che alcuni allevatori descrivono come una “spolverata” d’oro. Il suo corpo lungo e le spalle alte danno al toyger un’andatura molto simile ai gatti selvatici più grandi. I toyger maschi pesano tra i 10 e i 15 chili e le femmine tra i 7 e i 10 chili.
Standard Aspetto generale
Foto: Sylvia Pampallona-OnlyforPets
Si dice che l’allevatore Judy Sugden
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Ha la testa ovale di medie dimensioni, con un muso importante, pro-
fondo, inclinato e cilindrico, orecchie piccole e tonde, larghe alla base e attaccate sulla parte posteriore della testa e orientate su una linea di 45 gradi in direzione del centro degli occhi. Sono preferite con pelo corto ma fitto. Le orecchie con i linxs tuft (ciuffetti di pelo in cima a mo’ di lince) sono da evitare. Occhi, medi, circolari con le palpebre leggermente arrotondate nella parte superiore che rendono lo sguardo sornione e profondo come quello della tigre. Distanti l’uno dall’altro, incavati nella testa, e con una leggera inclinazione verso la base delle orecchie. È preferito un colore ricco e profondo, in tono con il mantello. La vista del muso da davanti ricorda la forma di un cuore rovesciato. La linea frontale del muso è inclinata in avanti, la canna nasale è ampia, lunga e arrotondata. Si allarga verso la fine almeno quanto è largo lo spazio tra gli occhi. Il corpo è di media grandezza, lungo e muscoloso con contorni tondi,
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FELINI DI RAZZA
forte e robusto; zampe di media lunghezza così che lo spazio tra il suolo e il corpo sia grossomodo uguale alla profondità del torace. Coda molto lunga e non larga, si assottiglia leggermente verso la punta che è tonda. Muscolatura scattante che conferisce l’aspetto atletico, specialmente nei giovani maschi.
Foto: Sylvia Pampallona-OnlyforPets
Foto: Sylvia Pampallona-OnlyforPets
Il mantello Il pelo è uniformemente corto. Può essere più lungo su tempie, guance e collo, spesso, denso e morbidissimo ma resistente alle intemperie e agli agenti atmosferici. Il colore preferito è sfondo zucca brillante con striature molto scure. Le striature devono andare dal nero al marrone (talvolta anche chiaro). La base bianca della pancia deve essere più uniforme possibile. Il contrasto tra le striature e il colore di sfondo deve essere netto, estremamente distinto, che doni un motivo pulito e nitidamente delimitato. Le striature del corpo devono essere allineate verticalmente con le striature circolari su collo, gambe e coda. Si preferiscono le strisce larghe, intrecciate e non uniformi. La pancia e l’interno delle gambe devono essere striate. I cuscinetti delle zampe e la punta della coda devono essere neri. Le strisce facciali devono essere allineate a circolo attorno alla faccia. Le striature tipiche dei tabby che si allontanano radialmente attorno alla faccia sono indesiderate. Dei segni a forma di pollice di colore variabile da marrone a bianco sono particolarmente apprezzati. Il make-up naturale è importante: gli occhi devono avere “mascara” nero e occhiali bianchi. Molto desiderata è la bocca con contorno nero. Il glitter, cioè la presenza di una sfumatura dorata data dalle estremità del pelo più chiare, è molto richiesto e conferisce al mantello del toyger delle sfumature di una bellezza irresistibile.
Difetti rispetto allo standard di razza Strisce allineate nel classico disegno mackerel (come la livrea dello sgombro) invece che circolari come quelle della tigre, disegni molto glitter, naso stretto. Dimensioni eccessive. Medaglioni bianchi sul petto. 46
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I toyger sono gatti tranquilli che vanno d’accordo praticamente con tutti, stanno bene con cani e bambini, e adorano giocare. Sono gatti molto intelligenti, quindi hanno bisogno di un sacco di stimoli intellettuali per evitare la noia e l’eventuale tendenza a combinare “pasticci” casalinghi qualora le forze fisiche e mentali non siano adeguatamente indirizzate. Quando il proprietario è in casa, dovrà assolutamente trovare il tempo per giocare, il suo toyger apprezzerà ogni singolo istante che può condividere con il suo umano, non solo perché potrà sfogare le sue energie e la sua voglia di giocare, ma anche perché apprezzerà il legame creato. La personalità rilassata e allo stesso tempo estroversa e amichevole fa di loro i compagni ideali per l’intera famiglia. Dato che i toyger sono molto intelligenti, è facile insegnare loro svariati giochini e trucchi e anche a camminare al guinzaglio; in America ci sono veri e propri corsi di “agility cat” per questi straordinari gatti!
gliare la parte rosa dell’unghia: agendo solo sulla parte bianca.
Salute Il toyger è una razza generalmente sana con una vita media di 13 anni o più. Poiché è ancora una razza nuova e rara, ci vorrà del tempo prima che il numero sia abbastanza significativo per produrre statistiche di valore sulla propensione a malattie o problemi ge-
netici. Per ora si può affermare che la loro salute è eccellente e la longevità è importante e desiderabile e deve essere considerata parte integrante del profilo della razza. Un toyger ben selezionato e sottoposto a regolari vaccinazioni e check up sarà un compagno di vita per molti anni. I toyger non hanno particolari esigenze dietetiche rispetto ai normali gatti di casa. ●
Foto: Sylvia Pampallona-OnlyforPets
Personalità
Cura I toyger dovrebbero essere spazzolati settimanalmente e avere le unghie tagliate regolarmente. Come per tutti i gatti, è necessario tenere le orecchie pulite e curare l’igiene dentale per evitare problemi. La spazzolatura del pelo è molto importante, anche se sono gatti a pelo corto, infatti essa stimola la secrezione sebacea che assicura l’impermeabilità del mantello, svolge un’azione tonificante, evita che il gatto possa ingerire quantità eccessive di pelo con conseguenti problemi digestivi. Gli occhi devono sempre essere puliti: basta utilizzare un batuffolo di cotone imbevuto in apposite soluzioni per la detersione oculare. Per le orecchie è preferibile non usare bastoncini, ma soluzioni detergenti apposite, consigliate dal veterinario e dal petshopper, che determinino la rimozione del sebo dalle orecchie in maniera pratica ed efficace. I denti devono essere tenuti puliti dalla placca che può essere rimossa con l’uso di particolari dentifrici e snack appositi. Infine le unghie, se necessario, possono essere regolate in lunghezza tagliandole con un tronchesino. È importante evitare accuratamente di taMarzo 2019 • PetTrend
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PICCOLI MAMMIFERI
SERENA SOLA Medico Veterinario GPCert ExAP Responsabile Società Italiana Animali Esotici Regione Veneto
P
er il suo aspetto e le sue caratteristiche comportamentali il riccio è da sempre associato a leggende e credenze popolari sia con accezione positiva che negativa.
Un simbolo per molti popoli
Per molto tempo il riccio è stato l’emblema della madre babilonese Ishtar, dea dell’amore, della fertilità, dell’erotismo e anche della guerra. In Oriente è simbolo di ricchezza, in Asia Centrale viene considerato un animale energico e solare (forse perché in posizione rannicchiata con gli aculei in vista può essere associato all’immagine del sole stesso) e simboleggia l’abbondanza del raccolto. In ambiti cristiani rappresenta l’avidità, la rabbia e l’ingordigia. Per i nativi americani i ricci simboleggiano la calma, che li caratterizza nei loro spostamenti, fondamentale risorsa per affrontare in modo equilibrato i viaggi interiori. Per loro rappresentano anche la vittoria sul male, vista la loro leggendaria capacità di resistere al veleno dei serpenti.
UNA PALLA PUNGENTE DAL MUSETTO TENERO: SEMBRA UN ANIMALE DOCILE E AFFETTUOSO ANCHE SE IN REALTÀ È SCHIVO E SOLITARIO. NONOSTANTE I MOLTI VIDEO SUL WEB, VA SPECIFICATO CHE È DIFFICILE DA DOMESTICARE
Il riccio e l’evoluzione Il riccio è il più antico mammifero insettivoro e la sua comparsa precede anche quella dei mammut. Il suo aspetto è rimasto relativamente primitivo, presenta infatti caratteristiche morfologiche arcaiche (come la formula dentaria e la conformazione del cranio) che lo accomunano ai primi esemplari comparsi sulla Terra circa 60 milioni di anni fa, rispetto ai quali non si è differenziato di molto: nel corso di milioni di anni ha solamente evoluto il rivestimento degli aculei.
Il riccio Africano Il riccio africano, Atelerix albiventris o riccio dalle quattro dita, è un mammifero appartenente alla famiglia Erinaceidae, la stessa del nostro riccio 48
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IL
RICCIO DALLE
QUATTRO DITA
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europeo. Origina dalle savane e dalle zone aride dell’Africa centrale. Il suo allevamento si è diffuso anche in Italia, in Inghilterra, America e Spagna e da anni viene considerato un animale esotico da compagnia a tutti gli effetti. È un animale di libera vendita, non è quindi incluso nelle liste CITES. È un animale notturno e durante il giorno riposa in tane sotterranee o nei cespugli per poi attivarsi durante il crepuscolo. Non va in letargo. Se ben curato in cattività può vivere anche 8 anni. Va distinto dal riccio europeo (Erinaceus europeus) presente in Italia, di cui è vietata la detenzione essendo una specie selvatica e, di conseguenza, patrimonio dello stato.
Caratteristiche fisiche Il riccio africano ha un corpo ovale lungo tra i 15 e i 25 centimetri; il suo peso varia tra i 350 e i 700 grammi e le femmine sono solitamente più grandi dei maschi (le femmine, inoltre, hanno due/cinque paia di mammelle). Hanno zampette corte, con cinque dita su quelle anteriori e quattro nelle posteriori. L’andatura del riccio africano è normalmente lenta, ma, se serve, può compiere scatti improvvisi. Il colore può essere vario, anche se quello tipico è marrone o grigio con spine di colore bianco o crema. Le centinaia di aculei che ricoprono la loro schiena sono lisci e sono composti da cheratina, il che conferisce loro leggerezza ed elasticità. In media le spine sono lunghe 0,5-1 centimetro. Sotto le spine c’è uno strato adiposo e sotto ancora un muscolo che, contraendosi, gli permette di appallottolarsi esponendole come difesa e protezione. Le spine sono assenti in una piccola area longitudinale sopra la testa, lunga 2 cm e larga 0,5 cm. La parte ventrale del corpo è ricoperta di peli bianchi.
Il frutto della selezione Gli allevatori nel corso del tempo hanno selezionato diverse linee. Queste si differenziano sulla base delle dimensioni, in particolare esistono 3 tipologie di taglie: Linea small (peso in età adulta intorno ai 300 g), linea medium (ricci di peso di circa 350-500 g) e linea Jumbo (peso superiore ai 500 g), e sulla base della colorazione, ne esistono infinite varietà e vengono considerati il colore della pelle, degli aculei, della mascherina e del ventre con infinite combinazioni.
I genitali esterni sono facilmente differenziabili tra maschi e femmine. Il prepuzio è visibile a metà dell’addome, mentre i testicoli possono essere retratti internamente. In molti maschi adulti si possono osservare delle spine allungate completamente bianche, che sono più rare o assenti nelle femmine; questa caratteristica permette di differenziare i due sessi anche quando gli animali sono appallottolati.
Un luogo consono Considerando la provenienza, è facile capire che questo pet mal sopporta le basse temperature e l’umidità elevata. L’ambiente ideale prevede una temperatura che oscilla tra i 25 e i 30 gradi con un’umidità non troppo elevata. Se la temperatura scende sotto questi range il rischio è quello dell’insorgenza di gravi patologie respiratorie che possono essere anche mortali. In estate, a seconda delle temperature, può essere tenuto anche all’esterno, mentre in inverno la gestione diventa più complicata per la necessità di mantenere una temperatura elevata: saranno necessarie lampade e tappetini riscaldati. Durante il giorno può essere tenuto in un terrario sufficientemente grande; la sera (momento in cui è più attivo) deve avere la possibilità di muoversi e il consiglio è quello di dedicargli una stanza: i ricci sono grandi camminatori.
L’arredo Il terrario dovrebbe avere preferibilmente il fondo e le pareti lisce, per evitare lesioni alle zampe. Non è necessario il coperchio se le pareti sono lisce e alte a sufficienza, dal momento che l’animale non è in grado di arrampicarsi o di saltare. Lo spazio a disposizione deve essere più ampio possibile, per permettere di fare esercizio. Per il fondo si può utilizzare segatura o pellet di carta riciclata o di tutolo, e deve essere tenuto particolarmente pulito per evitare problemi di dermatiti da contaminazione fecale e da urina. Gli stracci sono da evitare per il pericolo di ingestione di fibre. È necessario porre nella gabbia un nascondiglio le cui dimensioni devono essere di poco superiori a quelle del riccio stesso.
da solo. Si possono tenere anche in piccoli gruppi, purché sia presente un solo maschio e lo spazio a disposizione sia molto ampio. In natura hanno a disposizione uno spazio infinito, rinchiuderli in un piccolo terrario è sicuramente una limitazione.
Alimentazione Il riccio è un insettivoro. Durante l’estate, se alloggiato all’esterno, può essere lasciato predare in autonomia, e questo è utile anche per soddisfare i suoi istinti naturali. Da porre in vendita nel petshop esistono preparati dell’industria per questi piccoli mammiferi e come alimenti vivi le camole e i grilli del commercio. Occasionalmente, possono anche essere utilizzati carne cotta, uova sode, frutta e verdura. L’acqua deve sempre essere lasciata a disposizione, meglio se da abbeveratoi a goccia, in quanto spesso rovesciano tutto. L’animale tende all’obesità per questo occorre non eccedere nell’alimentazione per evitare patologie legate al sovrappeso e malattie metaboliche.
Curiosità L’Anting è un particolare comportamento che il riccio mette in atto quando entra in contatto con sostanze strane e per lui nuove e consiste in un’iperproduzione di saliva schiumosa con la quale si cosparge tutto il corpo. Nell’antica Roma, nel quarto secolo d.C., il riccio veniva allevato per la sua carne, mentre i suoi aculei venivano utilizzati per cardare la lana e come componente dei frustini per i cavalli. La sua copertura fitta ha fatto sì che sia stato accostato ai capelli; un tempo le ceneri di questo animale, mischiate alla resina e applicate sulla testa, erano ritenute un rimedio sicuro contro la calvizie.
Cure veterinarie Il riccio non necessita di vaccinazioni. Periodicamente va portato in visita da veterinari esperti per esami delle feci di routine (specie in caso di alimentazione non industriale e pertanto passibile di contaminazione) e per prevenire le principali patologie spesso legate a uno scorretto management dell’animale stesso.
Il numero dei soggetti Il riccio africano è un animale solitario, e va alloggiato preferibilmente
L’autrice ringrazia l’allevamento “Il ratto ballerino” per le foto. ● Marzo 2019 • PetTrend
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UCCELLLI
IN ITALIA COME ALL’ESTERO PIÙ COSCIENZA ECOLOGICA E POTENZIALITÀ COMMERCIALI PER IL PET SHOPPER Alessio Arbuatti Medico veterinario, docente di Zoologia ed ecologia, facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Teramo
BIRD GARDENING
S
aper intercettare le nuove tendenze analizzando i dati di mercato e creando un rapporto proficuo con altre professionalità è uno dei segreti del successo del moderno pet shopper. Il cliente del nuovo millennio è sempre più indirizzato verso lo sviluppo di una coscienza ecologica grazie a una rinnovata sensibilità ambientale, all’aumento del verde pubblico e persino ai nuovi concept come i giardini verticali (Fig. 1). Da questa giusta presa di coscienza naturalistica nascono nuove opportunità di mercato per il petshop, l’esempio più evidente è il bird gardening e più in generale il wildlife gardening, molto diffusi nel centro e nord Europa, meno nel nostro paese.
Giardini, verande e terrazze o anche un semplice balcone sono i luoghi per creare un bird garden. In negozio è possibile esporre diverse tipologie di mangiatoie adattabili in base agli spazi a disposizione. Tutte sono dotate di ganci e devono essere appese in un punto che sia, nel contempo, facilmente raggiungibile dagli uccelli e protetto dal vento. All’aperto l’attrezzatura deve essere a prova di gatto e magari inaccessibile anche a qualche furbo scoiattolo. I modelli più semplici possono essere fissati su paletti o specifici supporti (Fig. 2), molto diffusi sono i sistemi cilindrici (Fig. 3) o basculanti che offrono un ampio ripiano sul quale porre l’alimento (Fig. 4). I modelli più elaborati sono in metallo, decorati, con una copertura per riparare dall’eventuale pioggia e provvisti di scompartimenti nei quali porre alimenti diversi in relazione alle necessità degli uccelli (Fig. 5). Nei punti più discreti, protetti da cespugli rampicanti
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Fig. 1 - Foto di Irene Grassi - CC BY-SA 2.0
Mangiatoie e nidi per qualsiasi ambiente
Fig. 5 - Foto di Arbuatti
Fig. 6 - Foto di Arbuatti
Fig. 4 - Foto di Ineke Huizing. CC BY 2.0
Fig. 2 - Foto di Keith Ellwood. CC BY 2.0
Fig.3 - Foto di Tracie Hall. CC BY-SA 2.0
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è possibile istallare piccoli nidi, con ingressi di dimensioni variabili in base alla specie che vi può nidificare (Fig. 6), generalmente prodotti in legno d’abete o okumè, molto resistente agli
agenti atmosferici.
Cooperazione tra figure professionali Creare una rete professionale di
competenze per incrementare la soddisfazione è la chiave per la fidelizzazione di quei clienti che possiedono giardini di dimensioni medio grandi. Il petshopper può stabilire accordi Marzo 2019 • PetTrend
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Fig. 8 - Foto di Arbuatti
con le serre di giardinaggio che si occuperanno della piantumazione di specie floreali e arbusti locali capaci di attirare stagionalmente insetti e uccelli o creare nicchie nelle quali porre mangiatoie e nidi. Per spazi di dimensioni maggiori può essere utile anche collaborare con esperti garden designer in maniera da creare una sinergia proficua. Non dimenticate che il bird gardening può divenire anche un primo approccio verso altri servizi spesso forniti dal pet center, tra i quali la creazione di laghetti da giardino o invasi ornamentali low cost dei quali abbiamo trattato nel numero di PetTrend aprile 2018 a pagina 72.
Il giusto alimento I dati presentati a Interzoo 2018 hanno mostrato un mercato annuale pari a 100 milioni euro relativo alla sola vendita degli alimenti studiati per gli uccelli selvatici, dunque l’offerta deve quanto meno prevedere la di52
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Fig. 11 - Foto di Arbuatti
Fig.10 - Foto di Mike’s Birds CC BY-SA 2.0
Fig. 9 - Foto di Arbuatti
Fig. 7 - Foto di Arbuatti
UCCELLLI
poiché il ricircolo dell’acqua è basato su una pompa a basso consumo come quelle per acquari o laghetti (Fig. 9). Sarà uno spettacolo vedere, durante la stagione calda, gli uccelli fare la fila per un bagno rinfrescante (Fig. 10).
sponibilità delle principali tipologie in relazione alle abitudini alimentari delle specie più frequenti (Tab.1) e alla stagionalità. Infatti, il bird garden è vivo, con ospiti diversi, tutti i giorni dell’anno, dalle calde giornate estive ai freddi inverni innevati. Mangimi completi per uccelli granivori e insettivori sono disponibili in pratiche miscele preconfezionate in atmosfera protettiva o sottovuoto. Le spighe di panico naturali e gli ossi di seppia saranno un’ulteriore integrazione naturale alla dieta. Poiché gli uccelli che popolano le mangiatoie e le casette sono esemplari selvatici, sarà importante consigliare alimenti completi in miscela preferendoli a pastoncini e snack per uccelli da gabbia ricordando inoltre all’acquirente di non somministrare pane o rimasugli domestici. È altresì importante sotto dosare l’alimento, specialmente nella bella stagione, in maniera tale che gli esemplari, pur sempre selvatici, possano mantenere la capacità di ricerca dell’alimento in natura.
La cultura del wild gardening non vede come protagonisti solo gli uccelli ma anche i piccoli mammiferi come ricci e scoiattoli per i quali è possibile fornire allo stesso modo rifugi (Fig. 11) e alimenti bilanciati. Esiste poi un’intera classe di organismi, gli insetti, che rivestono un ruolo fondamentale grazie alla capacità d’impollinare molte piante da frutto o specie semplicemente ornamentali. Per questo motivo nel nord Europa molti appassionati hanno deciso di ospitare nei loro giardini un frutteto o particolari casette per gli insetti noti come insect hotel (Fig. 12) caratterizzate da cellette con diametro, forme e dimensioni variabili per favorire la colonizzazione da parte di diverse specie, utili alla lotta biologica o per l’impollinazione come i bombi (Fig. 13). Poste in una zona protetta dal vento, queste casette saranno colonizzate in breve tempo, specie se nei pressi verranno posizionate una piccola fonte d’acqua e pezzetti di frutta (Fig. 14). ● Fig.13 - Foto di Karen Roe CC BY 2.0
Fig. 14. Foto di Karen Roe. CC BY 2.0
Per gli appassionati di fiori e frutti
Un completamento estetico e pratico Poter fornire anche una fonte d’acqua è importante nel successo di un bird garden. È dunque opportuno proporre ai clienti che hanno a disposizione un giardino, la possibilità di integrare nel contesto floreale una fontana da giardino. Se quelle in muratura richiedono una competenza costruttiva, quindi possono essere più impegnative anche se adattabili “su misura” (Fig. 7), il mercato offre numerosi modelli diversi per forma e dimensione (Fig. 8) integrabili in un contesto floreale. L’unica richiesta tecnica è la necessità di una presa elettrica esterna
Fig. 12 - Foto di Arbuatti
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Tabella 1 - Alcune tra le specie aviarie più diffuse nei giardini italiani e le relative principali tendenze alimentari Specie
Alimentazione
Stagionalità
Pettirosso
Insettivora
Stanziale
Peppola
Granivora
Svernante
Passero italiano
Granivora
Stanziale
Cinciallegra
Onnivora
Stanziale
Cinciarella
Onnivora
Stanziale
Cardellino
Onnivora
Stanziale
Verdone
Onnivora
Stanziale
Fringuello
Onnivora
Stanziale
Merlo
Onnivora
Stanziale
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ACQUARIOLOGIA
ALESSIO ARBUATTI
Foto di Arbuatti
Medico veterinario accreditato FNOVI Professore di Zoologia ed Ecologia, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Teramo
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SPIGOLOSI, MA SOLO IN APPARENZA, I TETRAODONTIFORMI SANNO RICONOSCERE CHI SI PRENDE CURA DI LORO
FASCINO DEI PESCI PALLA
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ai pesci palla fino al grande pesce luna, Mola mola (Linnaeus, 1758) (Fig. 1), questi organismi hanno affascinato per secoli gli scienziati, come dimostrato da numerose incisioni sugli antichi libri tassonomici (Fig. 2) fino a divenire oggi tra i preferiti dai moderni acquariofili. Il pet shopper rappresenta dunque un crocevia fondamentale all’interno del mercato poiché deve saper consigliare le specie più appropriate da destinarsi solamente ad acquariofili esperti con vasche idonee per questi pesci, tra i più longevi (fino a 20 anni) e “di carattere” in ambito hobbistico.
Un’evoluzione di successo L’ordine dei Tetraodontiformes comprende alcuni dei pesci più curiosi in natura, con caratteristiche anatomiche e fisiologiche uniche frutto di un’evoluzione iniziata nel Cretaceo (95 milioni di anni fa) e che ha portato oggi a più di 350 specie diffuse per lo più negli ambienti marini. I Tetraodontiformi disponibili negli stock list dei grossisti comprendono pesci appartenenti alle famiglie Diodontidae (pesci istrice) (Fig. 3), Tetraodontidae (genere Canthigaster, pesci cofano) (Fig. 4) e Ostraciidae (pesci scatola) (Fig. 5). Non bisogna inoltre dimenticare la famiglia dei Balistidae alla quale PetTrend ha già dedicato un articolo speciale (PetTrend anno 3, N. 10). In commercio sono disponibili diverse specie di Tetraodontiformi che possono raggiungere dimensioni differenti variabili, dai 12 cm del pesce cofano C. valentini, ai 40 cm in media nel comune pesce istrice D. hystrix o dei pesci scatola L. cornuta che rende gli adulti idonei solo alla vita in vasche sopra i 1000 litri o negli acquari pubblici.
Foto di asands - CC BY - SA 2.0
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ma senza dimenticare che tutti i soggetti, se ben curati, raggiungeranno le taglie massime di specie.
Le caratteristiche comuni Alcune peculiarità accomunano la maggior parte di questi pesci, a partire dalla capacità di aumentare il proprio volume corporeo ingerendo acqua (da qui il nome generico di “pesce palla”) e alla disposizione orizzontale delle fibre collagene sotto la cute che diviene così facilmente distensibile. Questo comportamento è un segnale difensivo causato da diversi stress tra i quali la manipolazione e le situazioni di pericolo. La cute è tanto elastica quanto delicata e si rende dunque necessaria una particolare attenzione durante ogni eventuale spostamento tra vasche anche per quelle specie dotate di specifiche strutture cornee che conferiscono il caratteristico aspetto spinoso. Vista la delicatezza cutanea e la provenienza selvatica di tutti gli esemplari presenti in commercio, è fondamentale che il pet shopper si rifornisca da grossisti attenti all’intera filiera
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Fin dal momento dell’ordine, i pet shopper devono valutare bene le disponibilità presenti negli stock list dei grossisti; nei cataloghi non sono specificate le dimensioni degli esemplari, è possibile scegliere tra tre o quattro diverse categorie di grandezza in genere definite XS, S, M e L, con una lunghezza media di 5 cm circa per le “size S”. È dunque sempre importante avere un grossista di fiducia da contattare personalmente per selezionare gli esemplari delle taglie più idonee
Foto di asands - CC BY - SA 2.0
Quali dimensioni hanno le specie in commercio?
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Foto di asands - CC BY - SA 2.0
Foto di zsispeo - CC BY - SA 2.0
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Foto di Arbuatti
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commerciale, a partire dai metodi di cattura, al fine di garantire esemplari sani all’acquirente finale.
L’acquario
I compagni di vasca ideali La maggior parte delle specie appartenenti a questo ordine ha comportamenti ed esigenze particolari tali da non renderle compatibili con diverse specie ornamentali. Infatti, con l’accrescimento, i singoli esemplari iniziano a presentare un vero e proprio carattere spesso territoriale e a sviluppare comportamenti tra i quali il “nipping”, ossia la tendenza a mordere le pinne degli altri pesci. Ciò non vuol dire che i Tetradontidi debbano essere mantenuti da soli, ma diventa importante la scelta dei possibili compagni di vasca con specie di medie dimensioni come i pesci chirurgo o i labridi. La ricerca di alimento e la presenza di un imponente apparato buccale li rende spesso poco compatibili con i coralli molli e duri che potrebbero subire danni. Una particolare attenzione va posta anche se in vasca dovessero essere già presenti lumache e crostacei ornamentali tipo quelli del genere Lysmata (Fig. 9) o più piccoli perché potrebbero trasformarsi in gustose prede. Altre specie, come quelle appartenenti al genere Arothron (Fig. 10), sono invece di dimensioni ragguardevoli e difficilmente idonee per gli acquari domestici e de-
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stinate, da adulti, solo ai grandi acquari pubblici.
al fine di fornire molti stimoli all’esemplare ospitato.
Si sanno relazionare
Alimentazione
I responsabili di pet shop e gli acquaristi concordano all’unanimità su un aspetto estremamente interessante di queste specie, ossia del rapporto che instaurano con chi si prende cura della vasca, riuscendo persino a riconoscere anche i diversi membri dello staff o famiglia che li ha in vasca. Pesci con una propria personalità paragonabile a quella dei grandi ciclidi. Spesso i Tetraodontidi cercano il contatto visivo e persino fisico con l’acquariofilo (Fig. 11) salendo in superficie e seguendone i movimenti nella stanza e sono descritti episodi in cui arrivano a spruzzare l’acqua fuori dalla vasca quando sono arrabbiati o affamati. Sarà dunque ancora più importante una corretta strutturazione e arricchimento ambientale
Un’attenta e accurata alimentazione è alla base del successo nell’allevamento di questi pesci; è infatti
Foto di Arbuatti
Il particolare nuoto dei Tetraodontiformi, diretta conseguenza della particolare conformazione fisica (Fig. 6), e la complessa etologia di questi pesci rendono necessarie alcune accuratezze in vasca. Questa deve essere di almeno 450-500 l per le specie più piccole e non deve presentare all’interno alcuna componentistica elettronica poiché gli esemplari più grandi potrebbero ferirsi o mordere la strumentazione. La movimentazione dell’acqua è fondamentale per il benessere dall’acquario ma deve essere ben proporzionata e indirizzata, specialmente in presenza di scarsi nuotatori come i pesci scatola (Fig. 7) che eviteranno il flusso diretto proveniente dalle pompe. L’arricchimento ambientale è altresì fondamentale, sarà importante optare per l’utilizzo di molta roccia viva disposta a formare un complesso reef dove gli individui possano riposarsi (Fig. 8) e svolgere attività di ricerca.
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MI GONFIO MA NON MI AMMAZZO Una leggenda metropolitana vuole i Tetraodontiformi capaci di gonfiarsi solo per un numero limitato di volte (4 o 7) prima di perire. Ciò è puro frutto di fantasia, ma questo comportamento naturale deve essere sempre tenuto sotto osservazione da parte dell’acquariofilo perché è un segno di stress e dunque un indicatore che deve essere correlato a un fattore interno alla vasca o che agisce dall’esterno su questa e che crea un disturbo all’esemplare. Uno studio condotto alla James Cook University in Queensland, in Australia, ha mostrato come il pesce scatola C. valentini, utilizzi una quantità di ossigeno cinque volte superiore alla norma quando è rigonfio, segno di un maggior sforzo metabolico, e possa aver bisogno anche di cinque ore per tornare a un normale metabolismo basale.
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ACQUARIOLOGIA
o telline con guscio) e crostacei. Al contrario, per gli individui più piccoli molti appassionati utilizzano le lumache acquatiche non ornamentali provenienti da altri acquari d’acqua dolce (Fig. 13) o marini.
Pesci palla d’acqua dolce?
necessario soddisfare tutte le esigenze nutrizionali rispettando la natura onnivora delle specie. In natura i pesci palla pattugliano le rocce della barriera e il fondale sabbioso delle lagune alla ricerca costante d’invertebrati spesso rivestiti da esoscheletri e tessuti coriacei. Grazie al potente becco formato dai denti a crescita continua, questi pesci riescono a spezzare carapaci e conchiglie. Lo stesso termine Tetradontidae deriva dal greco ‘quattro denti’. In acquario è dunque fondamentale riuscire a controllare la crescita continua di questa imponente dentatura (Fig. 12) fornendo alimenti compatti
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che consentano una costante limatura, un po’ come si usa per i conigli da compagnia somministrando fieno e vegetali fibrosi. Non esistono alimenti commerciali studiati appositamente per questi pesci e in genere fiocchi e granuli non ne attirano l’attenzione. Un buon compromesso, in base alla specie e alle dimensioni, è rappresentato dalla somministrazione di alimento congelato d’origine industriale come daphnie, Artemia salina e altri invertebrati coriacei, oltre a molluschi interi. Gli esemplari di dimensioni maggiori possono essere alimentati con molluschi bivalvi (cozze, vongole
Gli studi paleontologici e molecolari hanno permesso di stabilire che i progenitori dei moderni pesci palla abbiano colonizzato le acque dolci in diverse fasi a partire da 48-78 milioni di anni fa (Asia), fino a 0-10 milioni di anni fa (Sudamerica). Numerose specie colonizzano ancora gli ambienti con acqua salmastra come le foci dei fiumi e i mangrovieti tropicali, altre sono ormai completamente adattate alla vita in acqua dolce. Negli stock list è possibile trovare alcune di queste che richiedono acquaristi esperti e coscienziosi. Infatti, ad esempio Dichotomyctere nigroviridis (Marion de Procé, 1822) noto anche come Tetraodon nigroviridis, un piccolo pesce palla che raggiunge i 17 cm comunemente disponibile, non è una specie d’acqua dolce, bensì salmastra, dunque la vendita deve essere limitata solo ad acquariofili esperti.
Fate molta attenzione! Inserire un pesce in un ambiente non idoneo semplicemente perché può sopravvivere in natura per periodi più o meno lunghi in acqua dolce, non è eticamente corretto, è contrario al benessere, alla salute animale e, non da ultimo, bisogna ricordare che la specie porta con sé in vasca tutti i comportamenti sociali che, come visto per molti Tetradontidi, non sono spesso compatibili con la maggior parte degli ospiti dell’acquario. I pesci palla d’acqua dolce, tranne poche eccezioni, hanno spesso dimensioni ragguardevoli come in Tetraodon lineatus (Linnaeus, 1758) (Fig. 13) o persino eccezionali nel Tetraodon mbu (Boulenger, 1899), da destinarsi solo su ordinazione a reali appassionati della specie, che può raggiungere i 70 cm di lunghezza e che necessita di vasche di almeno 3 metri di lunghezza. I pesci sono veramente straordinari e stabiliscono con il proprietario un legame molto forte paragonabile a quello di un cane o gatto. L’autore ringrazia Flickr per alcune delle immagini. ●
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TOELETTATURA
ACCOGLIERE IL CANE IN TOELETTATURA
COSA CI RACCONTA L’EDUCATORE CINOFILO
ALDO LA SPINA a cura della redazione
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ccoci qua, pronti per la seconda intervista. In questo caso risponderà alle domande della redazione di PetTrend, Aldo La Spina, educatore cinofilo, direttore del Centro cinofilo europeo, autore di libri apprezzati e docente alla scuola di Acad Milano e Lombardia (Associazione commercianti animali domestici e toelettatori della Lombardia). Aldo La Spina ha focalizzato alcune delle problematiche messe in campo: la comunicazione, le caratteristiche caratteriali del pet e le competenze pratiche sulla gestione del cane, non solo riferite alla toelettatura.
Aldo la Spina: L’azione del prendere in mano il guinzaglio e portare via il cane dal suo conduttore è molto forte. Pensiamo alla puericultrice della scuola materna quando alla mattina prende in consegna un bambino. In quel momento lei deve adottare determinate modalità di accoglienza e non afferrare immediatamente la mano del bambino e portarlo via dalla sua mamma. Analogamente il cane deve comprendere nel tempo quale ruolo rappresenta per lui questa nuova figura. Il toelettatore,
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Foto di U.S. Air Force photo Yokota Air Base
PetTrend: come si accoglie un cane in toelettatura?
Foto da Pixabay
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quindi, si deve presentare nel migliore dei modi (l’artista dell’approccio) con una tempistica proporzionata al cane e alla relazione che il cane ha con il suo conduttore. Ogni razza, ogni soggetto, ogni binomio ha caratteristiche differenti. Il professionista “ideale” è colui che si è formato per avere le conoscenze e le competenze per affrontare queste situazioni: in pratica deve aver fatto dei corsi.
PT: è possibile per un occhio esperto comprendere l’indole del cane o valgono alcune regole per testarne la “confidenzialità”? ALS: Certo che ciò è possibile, soprattutto se il toelettatore ha seguito un corso specifico. Vanno approfondite da un lato le conoscenze etologiche (etogramma) e di comportamento del cane: la comunicazione, l’emissione di quei segnali che ci possono indicare alcune sue doti caratteriali (docilità, possessività, curiosità..); dall’altro vanno sviluppate le competenze pratiche sulla gestione del cane, cioè competenze complessive e non solo riferite alla toelettatura. Per fare un piccolo esempio ecco come procedere quando un cane entra in tolettatura. Il cane si può presentare con tre differenti atteggiamenti: cane assertivo, cane timoroso e cane “normale”.
Cane assertivo: occorre ignorarlo nella prima fase per avere anche il tempo di conoscere il suo livello di assertività. Mentre si parla con il conduttore, vale incuriosire il cane senza guardarlo per esempio prendendo un treats premio senza però darglielo subito. A seconda della sua reazione bisogna lavorare sull’aumentarne il desiderio e la curiosità sino ad avere un segnale - docile - di attesa e richiesta del premio. Quindi portarlo nel laboratorio al guinzaglio senza il suo conduttore. All’interno elargire la ricompensa. Cane timoroso: nei casi più difficili si può anche approcciare il soggetto all’esterno del petshop per creare un minimo di relazione e confidenza. Quando si è riusciti a prendere il guinzaglio in mano, con tutte le precauzioni del caso, si fa entrare per primo il conduttore, si procede con molta cautela e pazienza nello stimolare, con la compliance del conduttore, l’iniziativa del cane a entrare senza forzature o coercizioni. Si suggerisce di dare uno o più appuntamenti al binomio prima del lavoro in toeletta vero e proprio. Queste pre-accoglienze sono finalizzate a stabilire un rapporto confidenziale con il luogo, il personale e il toelettatore. Il conduttore e tanto meno il professionista non devono mai rinforzare atteggiamenti di timore.
Cane sereno: l’obiettivo in questo caso è di aumentare il suo piacere a entrare e addirittura di andare in autonomia nel laboratorio, creando un distacco e disinteresse dal conduttore. Anche in questo caso i premi devono essere dati non all’accoglienza, ma nella sala di lavaggio e toelettatura, lontano dal conduttore che verrà quasi ignorato, con un saluto veloce.
PT: assistere, sì o no, alla toeletta e perché? ALS: In genere un professionista non permette al proprietario di poter assistere alla toelettatura. Il motivo principale è la maggiore difficoltà che ne deriva nella gestione del cane che continua a vedere il suo conduttore. Il proprietario, nella mente del cane, impersona colui che lo può portare via da una situazione usualmente poco gradita. È preferibile, se proprio necessario o richiesto dal conduttore, farlo aspettare fuori dalla sua vista in silenzio. Sarebbe meglio che il toelettatore si dotasse nel laboratorio di una web cam, alla pari delle pensioni o degli asili per cani, per poter ovviare alla richiesta e rispettare le esigenze di tutti. In alternativa si può optare per un vetro a specchio che permette all’affezionato proprietario di vedere senza essere visto. ● Marzo 2019 • PetTrend
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PICCOLI EROI
ADOTTATA DALL’ESERCITO AMERICANO DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE, SALVA MOLTI UOMINI E MEZZI
STORIA DI SMOKY, UNA GRANDE EROINA…
ALESSIO ARBUATTI
Medico veterinario
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IN MINIATURA
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uova Guinea, marzo del 1944, in piena seconda guerra mondiale le forze giapponesi collidono con quelle americane che stanno iniziando la lenta riconquista degli arcipelaghi del Pacifico. In uno scenario critico e violento, un giorno, all’interno di una trincea nei pressi di una base americana, viene trovata una minuscola yorkshire, sola e denutrita. Nessuno sa come mai sia lì, ma un soldato la raccoglie e la porta nel proprio accampamento.
Bill Wynne - foto di Studio A-Films-LLC-2018
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Un angelo chiamato Bill Wynne Non appena arrivato alla base della U.S. Army Air Corps a Nadzab, il milite in cerca di qualche dollaro da utilizzare durante il poker serale, cede il cane per 6,44 dollari a un collega di 22 anni, Bill Wynne, oggi ultranovantenne (Fig. 1). Il cane chiamato Smoky, in apparenza è inadatto alle battaglie nelle fitte giungle delle isole del Pacifico ma si lega al suo nuovo compagno umano instaurando un forte legame che gli fa superare ogni ostacolo. Bill riesce in questo compito perché conosce cosa vuol dire essere soli avendo passato alcuni anni in orfanotrofio e perché aveva seguito, prima di partire, nel 1942 un corso di addestramento per cani.
Le giornate al campo militare Ben presto la piccola Smoky impara i comandi base e persino alcuni piccoli giochi e scherzi: sa fingersi morta dopo un “bang” di Bill che mima la pistola, camminargli tra le gambe o 62
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camminare sospesa su una passerella. In un primo momento il piccolo cane è tenuto nascosto per evitare un possibile allontanamento, in seguito, l’affetto di tutti i commilitoni cresce a tal punto da coprirla di regali e attenzioni. La fama aumenta a tal punto che la rivista bellica Yank Down Under la elegge mascotte dell’esercito del 1944 e ben presto la cagnetta si troverà davvero nel bel mezzo della guerra. Nel successivo anno e mezzo Wynne e Smoky sopravvivono a tifoni, a 12 missioni di combattimento, ai bombardamenti dei giapponesi e persino al morso di una scolopendra tropicale. Durante la giornata la yorkshire viene trasportata in un elmetto (Fig. 2), trasformato all’evenienza anche in una
vaschetta da bagno che le permette di trarre sollievo nelle calde giornate tropicali.
Eroe nei campi di battaglia… La sorte attende Smoky all’angolo: da mascotte sta per diventare eroe di guerra. Wynne svolge il compito di scattare fotografie delle prime linee nemiche durante le ricognizioni aeree. Per questo motivo è trasferito a Luzon, nel nord delle Filippine, dove le truppe hanno conquistato una base aeronautica giapponese da riutilizzare. A causa dei continui bombardamenti i sistemi di comunicazione sono distrutti; è dunque fondamentale ripristinare i cavi telegrafici, posti in una tubatura a 20 metri di profondità, così da riat-
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tivare le comunicazioni con la base. La costruzione di una trincea allo scopo di proteggere chi lavora richiede troppo tempo e molti uomini esposti alle batterie giapponesi. È a questo punto che entrano in campo Smoky e il suo conduttore. Un cordino viene collegato al collare, Bill corre dalla parte opposta della conduttura e inizia a chiamare il piccolo yorkshire che, dopo alcune esitazioni, entra nel tubo del diametro di 20 cm e raggiunge il proprietario attraversando tutta la tubatura. Al cordino sono quindi fissate le nuove linee telegrafiche e in pochi minuti e senza pericoli per le truppe la linea di comunicazione è di nuovo efficiente. Grazie a ciò, è stato possibile salvare circa 250 soldati e 40 aeroplani. E Smoky è diventata un vero eroe di guerra (Fig. 3).
…e negli ospedali Nel 1944, pochi mesi dopo aver adottato Smoky, Bill contrae la febbre Dengue e viene ricoverato nella 233esima stazione ospedaliera da campo. Le infermiere, informate della storia, chiedono di poter mostrare il piccolo cane anche agli altri soldati ricoverati (Fig. 4). Il gesto, seppur semplice, ha
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un grande successo. I feriti si divertono e ridono assistendo ai piccoli giochi del cane. Esilarante è vedere un cane così piccolo mentre insegue le grandi farfalle della Regina Alessandra Ornithoptera alexandrae (Rothschild, 1776) (Fig. 5), le più grandi al mondo con un’apertura alare di quasi 36 centimetri, ben più grandi dello stesso yorkshire. L’esperienza di Smoky diventa uno dei primi esempi di pet therapy della storia. Il successo induce la coppia a intraprendere una vera tournee ovunque vi siano feriti: dagli ospedali ai campi di battaglia. Bill dichiara infatti: quando entriamo nelle stanze i feriti cambiano e tutti sorridono e la amano.
Il successo dopo la guerra Al termine della guerra Bill torna negli U.S.A. con Smoky e, se da un lato prova senza successo l’avventura a Hollywood, dall’altro spopola per lungo tempo in trasmissioni televisive e prosegue l’attività benefica negli ospedali. Nasce così nel 1947 un movimento di privati cittadini i quali, con i propri cani, si dedicano alle attività di supporto di feriti e reduci.
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Un libro e un film La fama di Smoky è ormai globale. Ci sono ben sei statue (Fig. 6) dedicate a questo piccolo eroe nei musei di storia militare degli States e una persino in Australia. Il libro Smoky the War Dog: How a tiny Yorkshire Terrier became a hero on the frontline è divenuto ben presto molto richiesto e nel 2018 è partito un nuovo ambizioso progetto: la creazione di un film biografico per ripercorrere le gesta della piccola eroina affinché la sua storia possa continuare a diffondersi come esempio di fedeltà e coraggio. Ulteriori informazioni www. https://smokywardog.com/ L’autore ringrazia il Sig. Dave Tabar Studio A Films LLC, per parte del supporto fotografico. ●
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ELENCO INSERZIONISTI
I Copertina
II Copertina
III Copertina
IV Copertina
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Purina - Gamma gatti sterilizzati
Trainer - Natural
Boehringer Ingelheim - Frontline Tri Act
Bayer - Seresto
Laviosa - Arya
Wonderfood - Oasy
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Cerere - Pars
Valman - Wellness
Zoomark International 2019
Rebo srl
Focus on a Zoomark International 2019
Hill’s - Prescription Diet
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Original Legno Italia
Record - Byecteria
Boehringer Ingelheim - Frontline Tri Act
Allevamento la Pioppa
Vitakraft - Snack
Monge - Natural Superpremium
Sono presenti con pubbliredazionali, in ordine di apparizione: Pars; Purina Pro Plan; Oasy; Hill’s Pet Nutrition; Original Legno; Rinaldo Franco; Vitakraft; Monge; Zoodiaco
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Ceva - Feliway Friends
Seminario di Gestione Animali da Terrario
Trend
41 Zoodiaco - Prolife Grain Free
Segreteria di redazione: ILARIA COSTA via Trecchi, 20 - 26100 Cremona ilaria.costa@pettrend.it
Marzo 2019 N° 2 - ANNO 8
Editor e progetto editoriale FRANCESCA CONFORTI
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Pubblicità: ILARIA COSTA pubblicita@pettrend.it Hanno collaborato a questo numero Antonio Manfredi; Fabrizio Vallari; Monica Grandi; Silvia Bosio;
Lorena Bassis; Marco Moresco; Francesca Serena; Serena Sola; Alessio Arbuatti; Maria Luisa Quattrina.
Stampa PRESS POINT Srl Via Luigi Cagnola, 35 20081 Abbiategrasso (Mi)
Foto da agenzie: OnlyForPets di Silvia Pampallona; Tommaso Urciuolo.
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Rivista di riferimento di
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