Nel 1946 nasco sardo e cresco genovese. Nei primi anni ’60 mio padre,che era marinaio, mi porta da uno dei suoi viaggi una maschera africana, ne rimango affascinato e nel 1963 il mio primo lavoro in legno ne sarà influenzato. Seguirà un periodo dedicato alla pittura ad olio e solo alla metà degli anni ’80 riprenderò a lavorare il legno inventando giochi per mio figlio. Non mi prendo mai troppo sul serio e più che uno scultore mi considero un antropomorfizzatore di travi di legno. Anarcoartista rifuggo da scuole ed etichette, ma non nego che oltre all’Africa anche Mario Ceroli e Allen Jones sono stati determinanti. Prediligo come soggetto la figura femminile che cerco di interpretare con un po’ di ironia,mai come donna oggetto,ma destinataria di un immenso rispetto ed ammirazione. Mi piace dedicare ad ogni mio lavoro poche righe che ne racconto la storia .Uso legni di varia essenza, che mi piace contaminare con metalli o altro materiale.