Book laurea fabio dante

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“OLTRE IL CAPANNONE” Metamorfosi dei paesaggi della piccola e media industria Caso studio: Zona Industriale di SACCOLONGO (PD)



“o l t r e i l c a p a n n o n e”

Da ormai un decennio si parla della crisi della piccola-media industria italiana. Un modello produttivo che appariva ancora vincente all’alba del nuovo millennio, ma che in seguito alla recessione non è stato del tutto capace di rispondere alle sollecitazioni di un mercato globale. Negli anni d’oro di questo modello produttivo, alla crescita economica è corrisposto dal punto di vista fisico lo sviluppo di un’urbanizzazione dispersa che ha cementificato il territorio secondo atti poco o mal governati. Il risultato più direttamente percepibile di questo fenomeno è stato il proliferare dei capannoni: strutture edilizie quasi sempre anonime, povere concettualmente e architettonicamente banali, incapaci quindi di interpretare le specificità dei diversi contesti territoriali e di proporre assetti tipologici innovativi.

Questa tesi mira a sviluppare un potenziale modello di intervento in queste zone spesso dimenticate per disinteresse o per timore nell’affrontare un problema verificatosi per mancanza di diligenza. Immaginare la riconversione, la trasformazione o la demolizione delle strutture non più necessarie, e anche il ripensamento di quelle ancora attive che non annullano i loro problemi solo in virtù della loro sopravvivenza. Una situazione che per essere compresa e affrontata deve necessariamente tenere conto della metamorfosi che la piccola-media industria sta affrontando per sopravvivere, sfruttando i temi offerti dalle nuove forme di lavoro, dalla cronica mancanza di servizi delle città italiane, dalle esigenze di recupero del paesaggio, dalle nuove tecnologie energetiche e di riciclo dei materiali. Si tratta anche di una grande opportunità per ridisegnare, secondo parametri realmente innovativi, parti dimensionalmente rilevanti dei nostri territori. Un’occasione non più rimandabile se crediamo che il futuro del Paese passi anche per la qualità delle sue città e del suo paesaggio.



indice degli elaborati

A

Analisi del territorio

6 - 17

B

Strategie di intervento

18 - 27

C

Masterplan di progetto

28 - 30

D

Edifici di progetto

32 - 47

E

Approfondimento tecnico

48 - 53

F

Riproduzione del progetto

54 - 67

5


A

analisi del territorio

il problema l’ area di studio

La crisi del modello produttivo, la crisi degli spazi della produzione Nei decenni appena trascorsi, nel pieno del boom economico, si verificò uno sviluppo insediativo ed urbano talvolta invasivo e dispersivo. La conseguenza fu la proliferazione di strutture edilizie atte alla produzione: i capannoni. Queste strutture si innestarono, come corpi totalmente estranei e decontestualizzati nelle aree industriali di ogni singolo comune occupando talvolta anche le zone marginali e sotto-industrializzate. Il fenomeno riguardò, di fatto, l’intero territorio italiano, manifestandosi in modo ancor più eclatante nelle province centrali del Triveneto: basti pensare che in provincia di Padova risultano al 2012 più di 74 kmq adibiti ad attività produttive (20% dell’area totale urbanizzata). Oggi, quella che fu l’urbanizzazione compulsiva, viene in parte giustificata da quelle che un tempo erano state le prospettive di ascesa economica del nostro paese, in particolare nel territorio del nordest. Tuttavia ora, nel pieno della crisi economica e sociale, ci si trova ad affrontare le conseguenze derivanti dall’errata previsione di sviluppo che ha portato alla luce numerose problematiche insediative, funzionali, infrastrutturali, sociali e soprattutto ambientali. A seguito della grande recessione, in molti casi, i fabbricati che compongono queste aree sono rimasti incompiuti, sfitti e nei peggiori casi 6 | OLTRE IL CAPANNONE

abbandonati. Quelli ancora “attivi” risultano sovradimensionati rispetto all’attuale necessità di spazi per la produzione, che interessano cicli produttivi sempre più leggeri e immateriali. Il problema di tutto ciò risulta essere lo svuotamento delle aree industriali, non più virtuose come un tempo, ma che però ne mantengono le caratteristiche negative dal punto di vista paesaggistico: spreco di suolo, cementificazione, scarsa qualità architettonica ed urbana.

L’area di studio La zona industriale in esame si trova a Saccolongo, comune “satellite” della città di Padova. L’area comunale si trova a sud del fiume Bacchiglione ed ha una forte vocazione rurale, al suo interno l’area industriale occupa circa 40 ettari (15% della totale superfice). Nel corso degli anni l’espansione della suddetta area ha invaso il territorio circostante, occupando smodatamente la campagna e rompendo la trama agricola che costituiva l’elemento caratteristico del paesaggio. Quest’ area è una placca solida e cementificata la cui presenza deve essere mitigata e i cui confini devono essere resi labili in modo da stabilire un dialogo tra i diversi elementi del territorio e ritrovando l’identità di cui è stato in privato.



A.01

Analisi del territorio

Sistema industriale Provincia di Padova

Sistema stradale

8 | OLTRE IL CAPANNONE

Zone Industriali

Sistema ferroviario

Urbanizzato


Rapporto tra la superficie industriale e la restante area urbanizzata nei comuni limitrofi a Saccolongo

dati ricavati dalla Banca dati “carta della copertura del suolo 2012� Infrastruttura dei Dati Territoriali Regione Veneto

totale superficie urbanizzata superficie industrializzata

superficie residenziale e altre destinazioni

853,8

ha

%

21 ha 3135.1

PADOVA

%

ha

64

%

9 ha 672,3

Abano Terme

%

ha

91

127,3

18

%

ha 569,7

Albignasego

%

ha

82

82,2

%

20 ha 325,1

Mestrino

%

ha

80

55,8

%

23 ha 345,8

Rubano

%

ha

77

40,5

%

15 ha 231,9

SACCOLONGO

%

ha

85

93,3

%

Selvazzano Dentro

79

14 ha 5243,6 %

85

9


Analisi del territorio

Confine comunale 10 | OLTRE IL CAPANNONE

ViabilitĂ stradale

Linea ferroviaria


A.02

Zona Industiale

Costruito

Principali corsi d’acqua 11


A.03

Analisi del territorio

Sistema ecologico Provincia di Padova

Verde boschivo

12 | OLTRE IL CAPANNONE

Alveo fluviale

Verde urbano

Rurale


Rapporto tra il sistema ecologico e l’area urbanizzata nei comuni lilmitrofi a Saccolongo

dati ricavati dalla Banca dati “carta della copertura del suolo 2012� Infrastruttura dei Dati Territoriali Regione Veneto

totale superficie comunale verde urbano

colture agricole

ha

%

industriale + residenziale

626,4 %

ha 3087,5

PADOVA

superficie urbanizzata

8 ha 3988.9

40

%

ha

Abano Terme

%

98,7 %

ha 1174,8

5

58

ha 736,3 %

ha

Albignasego

3 ha 697,1

61

%

%

ha

%

36

47,7 %

ha 1379,6

Mestrino

37

57,1 %

ha 1181,6

3 ha 408,2

75

%

ha

Rubano

%

%

4 ha 447,7

62

%

ha

SACCOLONGO

35

43,8 %

ha 996,7 %

3 ha 271,9

76

%

ha ha 1041,5 %

60

22

46,8

ha 793,2

Selvazzano Dentro

52

21

71,4 %

4 ha 617,9 %

36

13


Analisi del territorio

Isoipse

14 | OLTRE IL CAPANNONE

Sistema delle acque

Alveo fluviale


A.04

Colture agricole

Verde boschivo

Verde urbano

15


lo stato di fatto

evoluzione dell’area industriale

http://mapserver.iuav.it/website/foto_aeree

http://mapserver.iuav.it/website/foto_aeree

1990

1981 51.040 m2

78.730 m2

http://www.pcn.minambiente.it

https://www.google.it/maps 380.560 m

1997

2016 85.787 m2

16 | OLTRE IL CAPANNONE

104.392,1 m2

2



B

lo stato di progetto

le quattro fasce verdi rompono il confine

Obiettivo Ripensare e ridisegnare i volumi e gli spazi aperti dell’area industriale di Saccolongo, in primo luogo tentando di ridurre il consumo di suolo e, in secondo luogo, di recuperare con un approccio paesaggistico il tessuto rurale. Proponendo quattro grandi fasce verdi, che attraversano la “placca cementificata”, rendendo il confine tra il sistema naturale e quello produttivo più labile.

Le fasce Queste fasce sono orientate in senso Nord-Sud, secondo la direzione dei campi. Esse diventano i luoghi di sperimentazione progettuale dove le operazioni di demolizione, riconversione o trasformazione dei capannoni permettono sia il recupero paesaggistico che l’arricchimento di servizi, tecnologie e funzioni dell’area, ad uso dei lavoratori e degli abitanti del comune.

Il parco del Bacchiglione La fascia centrale parte a Nord dall’alveo del fiume Bacchiglione come una ideale prosecuzione del sistema naturale dell’alveo, con un tono più urbano e una successione regolare di filari alberati di essenze arboree tipiche del territorio. Gli edifici riqualificati sono connessi in senso NordSud da un sistema di percorsi ciclopedonali che si muovono all’interno del parco e talvolta “svuotano” gli edifici stessi lasciando la sola maglia strutturale 18 | OLTRE IL CAPANNONE

a rapportarsi con i tronchi degli arbusti. Essi costituiscono il principale punto di connessione tra l’ambito naturale e quello industriale della fascia; dotandosi inoltre di playgrounds diventano un efficace oppurtunità di gioco e aggregazione. A nord un fronte urbano unifica le volumetrie dei capannoni esistenti andando a creare un rapporto con il bosco antistante e ospita ai piani superiori degli spazi per il coworking. Al centro della fascia i capannoni, riconvertiti ospitano servizi: una mesa e bar, un centro congressi, degli spazi espositivi per aziende locali, altri spazi per il coworking e dei fab-lab. A Sud, le attrezzature sportive sono inserite nella struttura di un capannone, liberata dai tamponamenti e dal tetto per lasciare spazio al bosco.

Le serre A Ovest due fasce ospitano un sistema di serre e orti urbani di cui il rinnovato uso agricolo è l’ideale funzione per costituire un “ponte” tra le coltivazioni e l’ambito produttivo esistente.

La zona fieristica A Est un sistema di pensiline fotovoltaiche e piazzali tra i quali trovano posto dei container, riutilizzati e trasformati per ospitare piccole attività commerciali temporanee ed eventi fieristici, avendo come fondale la Villa Emo Capodilista e i Colli Euganei.



B.01

strategie di intervento

Variazione della mobilità all’interno della zona industriale

Viabilità principale

20 | OLTRE IL CAPANNONE

Viabilità secondaria

Mobilità dolce


B.02

strategie di intervento

Modalità di intervento nell’area di progetto e differenziazione delle destinazioni d’uso

Demolizioni

Nuove costruzioni

Trasformazioni

uffici spazi commerciali coltivazione intensiva

zona fieristica / mercato servizi

21


strategie di intervento

B.03

Essenze arboree di progetto

12-14 m

ACERO CAMPESTRE (Acer Campestre) Chioma: ovoidale, espansa Habitus: foglia decidua Fioritura: primaverile, di colore giallo Crescita: lenta

20-30 m

20-30 m

OLMO CAMPESTRE (Ulmus Minor)

BETULLA BIANCA (Betula Pendula Roth)

Chioma: leggera Habitus: foglia decidua Fioritura: primaverile, di colore rosso Crescita: molto rapida

Chioma: rada e leggera Habitus: foglia decidua Fioritura: primaverile, di colore giallo vesdastro Crescita: veloce

30-35 m

30-40 m

PLATANO (Platanus Hybrida)

FRASSINO MAGGIORE (Fraxinus Excelsior)

Chioma: ampia e imponente Habitus: foglia decidua Fioritura: primaverile, poco significativa Crescita: veloce

Chioma: ampia, ovoidale Habitus: foglia decidua Fioritura: primaverile, verdastra, poco significativa Crescita veloce

22 | OLTRE IL CAPANNONE



24 | OLTRE IL CAPANNONE


25


B.05

strategie di intervento

ModalitĂ di intervento

Nuova costruzione 26 | OLTRE IL CAPANNONE

Esistente

Demolito


B.06

strategie di intervento

Assetto funzionale

Distributivo

Showroom

Produttivo

AttivitĂ commerciali

Spazi di servizio aziendali

Uffici aziendali

Bar / Ristorante

Attrezzature sportive

Centro congressi 27


C.01

masterplan di progetto

Pianta piano terra

Pianta piano terra

Nuova costruzione

28 | OLTRE IL CAPANNONE

Esistente


masterplan di progetto

Pianta primo piano

29 | OLTRE IL CAPANNONE

C.02


masterplan di progetto

Vista dall’alto

30 | OLTRE IL CAPANNONE

C.03


31


D. 01

edifici di progetto

il nuovo fronte industriale

Lungo la via di ingresso all’area industriale i capannoni si trovano disallineati rispetto alla direttrice principale, inoltre lo spazio interstiziale tra di essi è inutilizzato e talvolta in stato di abbandono. Per tenere uniti i differenti capannoni in questa fascia e per rimediare alla problematica dello spreco di suolo, si prevedono alcune densificazioni che andranno quindi a riempire gli spazi vuoti. L’elemento principale di unione tra i diversi corpi di fabbrica è costituito da un fronte, che per dimensione ed importanza, acquista carattere urbano. Questo ospita al pian terreno attività commerciali a servizio della cittadinanza, mentre ai piani superiori i locali sono dedicati al co-working. All’interno dei capannoni gli spazi sono stati ripensati disponendo una zona di showroom sul fronte principale e un blocco di servizi aziendali che divide la zona espositiva dallo spazio produttivo posteriore. L’intervento mira a depotenziare la via di accesso, per lasciare spazio al parco del Bacchiglione, in questo modo si crea un dialogo tra lo spazio verde e il rinnovato fronte. 32 | OLTRE IL CAPANNONE



edifici di progetto

Prospetto longitudinale lungo l’asse della strada

Sezione prospettica

34 | OLTRE IL CAPANNONE

D.02


Prospetto longitudinale lungo l’asse del parco urbano

35


D. 03

edifici di progetto

centro congressi e mensa

36 | OLTRE IL CAPANNONE



edifici di progetto

Prospetto longitudinale lungo l’asse della strada

Sezione prospettica

38 | OLTRE IL CAPANNONE

D.04


Sezione longitudinale lungo l’asse del parco urbano

39


D. 05

edifici di progetto

SHOWR OOM E CO -WORKING

40 | OLTRE IL CAPANNONE



edifici di progetto

Prospetto longitudinale lungo l’asse della strada

Sezione prospettica

42 | OLTRE IL CAPANNONE

D.06


Sezione longitudinale lungo l’asse del parco urbano

43


D. 06

edifici di progetto

orti urbani

44 | OLTRE IL CAPANNONE



D. 07

edifici di progetto

serre indoor

46 | OLTRE IL CAPANNONE



E

approfondimento tecnico

il parco energetico fotovoltaico

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E.01

approfondimento tecnico

Diagrammi solari

Diagramma solare ortografico

Diagramma solare stereografico

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E.02

approfondimento tecnico

Studio solare

N

Nuovo fronte urbano Superfice captante: 492 m2 Inclinazione

N

Tecnologia: film sottile 45 °

Potenza nominale modulo:

110 kWp

Azimut 30 °

Potenza totale:

37’840 kW

Irradiaz. solare annua:

Energia totale annua:

1’468,25 kWh / m2

Pensiline solari: fiera e mercato Superfice captante: 4’366 m2 Inclinazione

N

41’664 kWh

Tecnologia: monocristallino 31 °

Potenza nominale modulo:

210 kWp

Azimut 25 °

Potenza totale:

Irradiaz. solare annua:

Energia totale annua:

1’508,48 kWh / m2

737’100 kW

833’497 kWh

Serre Superfice captante: 3’100 m2 Inclinazione

Tecnologia: film sottile 42 °

Potenza nominale modulo:

110 kWp

Azimut 22 °

Potenza totale:

Irradiaz. solare annua:

Energia totale annua:

1’497,15 kWh / m2

Irradiazione giornaliera media mensile sul piano orizzontale

238’480 kW

267’705 kWh

Energia mensile prodotta dall’impianto 51


approfondimento tecnico

Studio delle ombre

Solstizio d’inverno Intervallo orario: 7:49 - 18:22

Solstizio d’estate Intervallo orario: 5:24 - 21:05

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E.03


53


F

riproduzione del progetto

il M O D E L LO A R C H I T E T TO N I CO

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