Architecture Graduation Final Exam | BOOK

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FABIO DELL’ARCIPRETE · PORTFOLIO

S PA ZI O P U B B LICO IL PROGETTO DELLA VITA COLLETTIVA



Politecnico di Milano Facoltà di Architettura (sede di Bovisa) Scuola di Architettura Civile C.d.L. in Architettura delle Costruzioni

SPAZIO PUBBLICO, IL PROGETTO DELLA VITA COLLETTIVA Portfolio di Laurea Triennale in Architettura delle Costruzioni Fabio Dell’Arciprete 794176


CONTENUTI bilancio del processo formativo Spazio pubblico, il progetto della vita collettiva

2

raccolta dei progetti accademici Edificio per sette appartamenti

6

laboratorio di progettazione dell’architettura I

Bloko

12

laboratorio di progettazione dell’architettura II

Dharavi Cultural Center

20

laboratorio di progettazione dell’architettura III

Fragments Reconnection

30

laboratorio di progettazione urbanistica

sintesi delle esperienze extracurriculari The Cave, una spa per il borgo

40

corso di formazione permanente ASMeD

Chinese Cultural and Historical Heritage workshop

46


«ARCHITECTURE IS NOT ABOUT FORM. IT’S ABOUT CREATING EMOTIONAL SPACE» Peter Zumthor Royal Gold Medal lecture at the RIBA London, 2013


Spazio pubblico il progetto della vita collettiva

L’idea che la città sia sempre stata nei millenni qualcosa di più e di diverso dal puro manufatto, dal suo accumulo edilizio e dai suoi confini cartografici è stato il principio che ha guidato il mio percorso nel mondo dell’architettura e nella creazione di una personale cultura del progetto. Il tema dello spazio pubblico, inteso come lo spazio tra le cose costruite, come spazio collettivo di relazione, è - prima con intuito (e un certo grado di incertezza) progettuale, ora con un più consapevole sguardo retrospettivo - una traccia che accomuna e arricchisce di significato i progetti selezionati e proposti nella successiva sezione di questo fascicolo. Esso si articola in accezioni ampie e di interesse multidisciplinare: intuitivamente, lo spazio pubblico può essere concepito come l’insieme degli spazi aperti urbani come le piazze, le strade, i giardini, i parchi; da un punto di vista spaziale può essere inoltre quello contenuto da spazi urbani semi-chiusi (gallerie, porticati, …) o da veri propri edifici (edifici per l’istruzione, per lo sport, per lo spettacolo, per il culto, …). Sono spazi che coinvolgono in ogni caso forti relazioni con scale più ampie dell’individualità, luoghi di relazione e di valore identitario, spazi sociali, luoghi di appartenenza e di rappresentazione dei vari soggetti che abitano la città.

[1] in Architettura e postmetropoli, V. Gregotti, Einaudi 2011

«Il principio della prossimità dell’urbano come interno collettivo, nei luoghi deputati all’incontro grandi e piccoli, dal mercato all’androne, dal caffè alla piazza e alla strada, luoghi deputati o provvisori tra quattro mura (o tre aperte su un paesaggio vasto), frammenti di luoghi o grandi spazi della cultura, tutto questo resta un desiderio ineliminabile dei cittadini: anche dei city users. Nella città come nella campagna si vive negli spazi definiti dall’architettura anche senza vederli, si vivono le distanze, le memorie, gli spessori, i margini, i vuoti, le case, i cortili retrostanti.» [1] Il mio approccio all’attività di progettazione è stato fin dai primi passi nella facoltà indirizzato verso questo tema, invitandomi in tal modo a ripensare alla relazione che intercorre tra manufatto e paesaggio, tra edificio e contesto, nonché, in altri termini, al concetto di abitare un luogo e all’idea di progetto architettonico in sé e alle sue implicazioni. Senza sottomettere i principi di natura compositiva, formale e funzionale di un progetto, sono stato “allenato”, piuttosto, a subordinarli, a renderli parte integrante di un disegno (inteso prima di tutto come costruzione mentale di un processo progettuale) più ampio, che ricerchi relazioni con ciò che non è propriamente costruito, che non abbia come punto di partenza né come meta finale la costruzione come fatto a sé stante, governata da logiche tutte interne all’edificio, fini a loro stesse. La valenza di questa logica è duplice: oltre ad essere l’approccio fondante della Scuola, il fil rouge che ha unito la maggior parte delle mie esperienze e attività nei laboratori di progettazione architettonica e urbanistica, garante di un percorso coerente, sempre più consapevole e forte delle esperienze fatte di anno in anno, sintetizza anche - non a caso - una problematica centrale nel panorama architettonico e sociale attuale, concretizzandosi così come un tema che implica un cambiamento radicale del punto di vista dei progettisti e richiede nuove prospettive di ricerca ed esplorazione progettuale.

2 | Spazio pubblico, il progetto della vita collettiva


[2] ibidem

[3] in questo paragrafo si sottolineano le principali caratteristiche delle esperienze progettuali scelte: non sono da intendersi come circoscritte a ognuna di esse (peraltro poi approfondite nella successiva sezione del fascicolo), quanto piuttosto come componenti esplicitate di un discorso più generico, valido per ogni progetto.

«Si può dire che la costruzione dello spazio urbano, del suo tessuto, delle sue gerarchie e dei suoi monumenti, il suo disegno, abbia perduto nella città dei nostri anni molto della sua capacità di mediazione nei confronti della società. […] Peraltro da quarant’anni gli sforzi anche di molti progettisti si sono, sia pure deduttivamente, concentrati sui flussi, cioè sui tempi e sulla loro rappresentazione simbolica. È proprio il teorema della fluidità in continua mutazione, che propone l’impero dei tempi su quello degli spazi, il motivo per il quale, a molti architetti, sembra necessario concentrarsi sull’ossessione identitaria dell’oggetto isolato. La sua morfologia si costruisce deduttivamente come unica forma possibile del flusso, capace di sommergere ogni ragione della costruzione e dell'uso, con un radicale ribaltamento dei principi di costituzione dei luoghi di relazione della vita urbana.» [2] A rendere le cose più complicate, è cambiata anche la relazione dell’architettura con il suo referente, sempre più liquido (disperso o confuso) e socialmente indecifrabile, poco interessato o consapevole delle scelte spaziali, meno fiducioso di poter avere un ruolo all’interno di processi decisionali che lo riguardano, sotto il costante pericolo che lo spazio tra le cose costruite come spazio collettivo di relazione venga inesorabilmente sostituito da parte della rete di flussi immateriali di comunicazione. Le esperienze condotte nei tre laboratori di progettazione dell’architettura e nel laboratorio di progettazione urbanistica sono quelle più significative sotto questo punto di vista e quelle che, messe a confronto in questo elaborato finale, meglio si configurano come bilancio critico della mia personale formazione da architetto. Dalla possibilità di creare nuove atmosfere e suscitare emozioni e comportamenti collettivi nell’ambito periurbano (lab. di progettazione dell’architettura I) alla definizione di una nuova identità e valore culturale nella risoluzione architettonica di un vuoto urbano (lab. di progettazione dell’architettura II), fino all’organizzazione dei servizi e dei percorsi, degli spazi per la cultura e per il tempo libero, delle possibilità di relazioni e accessibilità e delle problematiche affini (lab. di progettazione dell’architettura III e lab. di progettazione urbanistica): tutto ciò ha concorso e concorre, in maniera fondante e via via concrescente alla mia attività di progettazione. [3] Spazio pubblico, dunque, come esigenza progettuale: è in quest’ottica che ho selezionato alcuni tra i progetti elaborati nel triennio, con l’intenzione di fornire una duplice possibilità di lettura: una prima, verticale, analitica di ogni progetto singolarmente considerato, mostra la declinazione del tema presentato, le possibilità progettuali esplorate e gli accenti posti di volta in volta sulle diverse sfaccettature del problema; un’altra, invece, trasversale, chiarifica l’evoluzione del mio percorso nello studio dell’architettura, la consapevolezza acquisita passo dopo passo nell’attività di progettazione e, nondimeno, gli errori commessi e le difficoltà superate.

Fonti consultate e supporti bibliografici: V. Gregotti, Architettura e postmetropoli, Einaudi 2011 D. Scott Brown, R. Venturi, Learning from Las Vegas, Quodlibet 2010 B. Secchi, Prima lezione di urbanistica, Laterza 2012 F. Maroldi, (S)punti, frammenti testuali, III ed. (Ottobre 2014) N. Di Battista, La città come bene comune, in Domus 986 (Dicembre 2014) Spazio pubblico, il progetto della vita collettiva | 3



raccolta dei progetti accademici

selezione di progetti elaborati tra l’a.a. 2012|13 e l’a.a. 2014|15 in questa sezione del Portfolio si presentano in successione quattro progetti selezionati tra quelli svolti nel Triennio, accomunati dal tema dello spazio pubblico. Per ragioni di spazio a disposizione e chiarezza espositiva si è compiuta - per ogni progetto - una selezione tra gli elaborati e si presentano, nelle prossime pagine, quelli ritenuti più significativi e importanti ai fini della comunicazione dei lavori svolti. Per alcuni di essi, non è stato possibile esplorare compiutamente tutti gli aspetti approfonditi durante l’attività di laboratorio e ci si è quindi limitati a riportarne l’essenziale, per fornire una lettura il più possibile chiara ed efficace.


Edificio per sette appartamenti

Chiaravalle Milanese, Milano

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura I Proff. Arch. E. Colonna, A. Gavazzi a.a.: 2012 | 13 Prestando specifica attenzione agli spazi aperti, ancor prima che alla costruzione in sè, l’obiettivo del progetto è stato quello di ri-formare l’identità di Chiaravalle, in quanto polo periurbano caratterizato storicamente e culturalmente dalla presenza dell’Abbazia cistercense di orignine medievale, nonchè plasmato dalla vocazione e dalla tradizione agricola, all’interno del magnifico paesaggio naturale del Parco Agricolo Sud Milano. Il disegno dello spazio aperto è stato quindi volto alla ricerca di atmosfere compatibili con la storia e la tradizione di questo luogo, prendendo in considerazione e riproponendo in chiave moderna alcuni elementi tipici dell’azione umana sul territorio (i canali, i filari di alberi, i sitemi di irrigazione, i punti di osservazione). Solo in un secondo momento si è passati alla progettazione di un edificio per sette appartamenti: considerando anch’esso come parte integrante del paesaggio e del territorio, si è ricercato un principio che lo mettesse in simbiosi con lo spazio aperto (sul modello di una sciostra). La relazione interni-esterni è stata elaborata seguendo il principio loosiano del raumplan, cioè la modulazione tridimensionale della pianta nello spazio, che consente di avere gli ambienti collettivi più ampi e alti, comprimendo di rimando quelli più privati e di non-permanenza. I sette appartamenti, distribuiti su quattro piani, sono articolati intorno ad ampi spazi comuni non solo di passaggio, ma anche “dello stare”, ricercando rapporti con l’esterno con viste evocative e scorci di paesaggio, esattamente alla stregua degli spazi privati. 6 | Edificio per sette appartamenti


a sinistra, in alto cartografia storica

carta idrografica dell’Alto e del Basso Milanese

a sinistra, in basso cartografia storica il sistema delle marcite

sopra planimetria scala 1:2000

Edificio per sette appartamenti | 7



in questa pagina vista dello spazio aperto pubblico

a pagina precedente rappresentazione planivolumetrica del progetto e fotografie del modello

Edificio per sette appartamenti | 9




Bloko

Via Conchetta, Milano Laboratorio di Progettazione dell’Architettura II Prof. Arch. M. Landsberger a.a.: 2013 | 14 La risoluzione di un vuoto urbano di piccole dimensioni nel centro di Milano introduce il tema della relazione con la complessità del contesto urbano. É quello del Naviglio Pavese, nell’area denominata Conchetta: qui il tessuto urbano, caratterizzato dai tipici edifici a corte con distribuzione a ballatoio, lascia spazio, al vertice di un isolato trapezoidale, a un’area verde incolta e trascurata. Grazie alla presenza di molteplici attività commerciali e ricreative alla base dei circostanti edifici residenziali, il lotto si configura come conclusione di un isolato a livello locale e come polo di collettività di un intero brano di città: una doppia valenza progettuale. Anche in questo caso l’edificio in sè viene subordinato e integrato con la progettazione di spazio pubblico, per giungere così a una risoluzione complessa ma unitaria dell’area di progetto. “Rompendo i muri” della bidimensionalità del lotto, il progetto è pensato come una enorme e tridimensionale cava scultorea: ogni sua parte risulta frutto di uno scavo o di un accumulo del medesimo materiale. L’edificio e lo spazio aperto si fondono matericamente dentro un unico confine, conferendo unità formale al progetto e mettendo a disposizione dell’intera collettività lo spazio aperto sottoforma di parco fortemente antropizzato. Due volumi emergenti, di dimensioni e orientamento differenti, ospitano appartamenti di varie dimensioni e disposizioni (simplex e duplex); mentre a livello del suolo, con un piccolo salto di quota rispetto al piano della strada, il medesimo volume, stavolta scavato e plasmato fino a ritrovare in alcuni punti il terreno sottostante, realizza lo spazio aperto pubblico, offrendo un luogo di svago, al riparo dalla strada, a tutta la collettività. L’unità materica è ottenuta attraverso il rivestimento, verticale e orizzontale, uniforme, esteso a ogni metro quadrato del progetto, realizzato con lastre in pietra rossa di Vicenza.

0 12 | Bloko

10M



0 14 | Bloko

10M


sotto sezione prospettica scala 1:200

a pagina preceente planimetria di progetto

Bloko | 15


in questa pagina pianta del piano terra

0 16 | Bloko

10M


a sinistra pianta del primo piano a sinstra, in basso sezione longitudinale FF’ a destra, in basso sezione longitudinale CC’

0

10M Bloko | 17


in questa pagina fotografie del modello scala 1:100

18 | Bloko


a sinistra sezione tecnologica dell’edificio sopra dettaglio tecnologico dei serramenti sotto assonometrie della struttura

0

1M

Bloko | 19


1.1

m2 per persona

Dharavi Cultural Center

Mumbai, India

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura III Proff. Arch. M. De Carli, A. Floris a.a.: 2014 | 15 L’intervento sul maggiore slum dell’India, a Mumbai, è di natura duplice: inizialmente si è previsto un piano urbanistico di risanamento e di riallacciamento del Dharavi alla città, operando sull’urbanizzazione primaria, sulla rete delle infrastrutture, sullo spazio aperto verde e sulla sostituzione progressiva delle costruzioni e delle abitazioni, prevedendone di nuove sul modello della casa a ballatoio, compatibile con lo stile di vita del luogo. Successivamente alla redazione di un masterplan e all’intero ridisegno di un quartiere, l’attività di progettazione si è focalizzata sul disegno di un centro culturale, formato da una biblioteca, da un auditorium e da una scuola media superiorie, posizionato in un punto strategico dello slum, con valenza locale e urbana. I volumi sono uniti da una piastra in quota, che diventa snodo di passaggio e centro della vita pubblica, atrio a cielo aperto degli ingressi alle funzioni principali, nonchè punto di osservazione privilegiato. Dal punto di vista morfologico, il piano terra a vocazione commerciale garantisce continuità sul piano della città, mentre al livello piastra, un piano di uffici e di attività terziarie permette di avere gli ingressi delle funzioni pubbliche al di sopra, disposti intorno al cuore del progetto, aumentando allo stesso tempo la superficie in quota di spazio collettivo. La dimensione pubblica predomina in ogni punto del complesso, presevando ed enfatizzando la natura originaria della vita collettiva dello slum. open spaces

Acciaio e cotto, materiali di produzione locale, sottolineano l’appartenenza dell’edificio al luogo. 20 | Dharavi Cultural Center

existing 1 needed 15

1 x 8-10 alleys

existing 1 needed 24

existing 1mq/pers. needed 10mq/pers.

4/24 h


0

500M

a sinistra masterplan per Dharavi

centro lineare

a destra layers del piano di sviluppo sotto sezione urbana sul centro lineare

spazi aperti

scala 1:200

trasporto pubblico

verde urbano

nuove abitazioni

Dharavi Cultural Center | 21



a pagina precedente rappresentazione planivolumetrica del progetto

SISTEMA 3, 4, 5 edifici pubblici: auditorium, biblioteca, istituto di istruzione superiore a sinistra concept del progetto

sotto vista dal centro lineare

sopra vista dalla piastra

SISTEMA 2 piastra di collegamento “in quota”, costituita da galleria commerciale e attività terziarie e servizi

SISTEMA 1 base di casa-bottega e attività commerciali in continità con il tessuto urbano Dharavi Cultural Center | 23


in questa pagina pianta dell’edificio quota +7,50m

0

20M

24 | Dharavi Cultural Center


in questa pagina pianta dell’edificio

B

quota +13,50m

A

C

C

B

A

0

20M Dharavi Cultural Center | 25


distribuzione verticale lettura collettiva atrio lettura individuale

conferece hall torre scenica teatro distribuzione verticale

distribuzione verticale

sopra, a sinistra schema distributivo interno

biblioteca

sopra, a destra schema distributivo interno auditorium

sotto sezione trasversale AA’ biblioteca e autidorium

0

20M

26 | Dharavi Cultural Center

foyer


distribuzione verticale ingresso atrio centrale

mensa

aule

palestra secondaria

laboratori

aula magna

distribuzione verticale

palestra principale

sopra, a sinistra schema distributivo interno scuola: aule e laboratori

sopra, a destra schema distributivo interno scuola: locali collettivi

sotto sezione trasversale BB’ scuola superiore

Dharavi Cultural Center | 27


0

sotto prospetto sud

vista

28 | Dharavi Cultural Center

a destra, in alto sezione prospettica della zona lettura

2,5M

a sinistra, in alto studio della sezione della zona lettura


0

0

5M

1M

A

B.1

B

1. pavimentazione 2. massetto livellante in cls alleggerito 3. tappetino anticalpestio 4. getto in cls con rete elettrosaldata 5. lamiera grecata 6. profilo strutturale in acciaio 7. controsoffitto in cartongesso

C

B.2

a sinistra sezione tecnologica e dettaglio del prospetto della biblioteca a destra dettaglio costruttivo B della biblioteca Dharavi Cultural Center | 29


Fragments Reconnection Milano

Laboratorio di Progettazione Urbanistica Proff. Arch. F. Infussi, P. Bozzuto a.a.: 2014 | 15 Partendo dal confronto tra tre aree periurbane, il lavoro di progettazione urbanistica si concentra sul restituire alla collettività un brano di città segnato dalle trasformazioni tipiche di un’area ex-industriale. L’area sottostante lo scalo di Porta Romana presenta le caratteristiche e le potenzalità per assumere un ruolo di cerniera tra la città compatta e il Parco Agricolo Sud.

30 | Fragments Reconnection

in questa pagina planimetria di raffronto tra le aree evidenziate sotto schemi di interpretazione della relazione urbana dell’area scelta


A

C

B

A

B

C

a sinistra, in alto sistema delle infrastrutture

0

1KM

INTERPRETAZIONE

sopra confronto tra stato di fatto e ipotesi di progetto

sotto schemi di interpretazione e strategia di progetto

STRATEGIA

L’attività progettuale sull’area dello scalo parte dall’individuazione di alcuni tracciati stradali di cui si ipotizza un cambio d’uso e di morfoglogia. Il disegno dello spazio pubblico è quindi l’azione primaria e fondante di tutto il progetto, criterio che viene mantenuto anche nel ripristino e nella riconfigurazione del paesaggio della produzione, oggi in via di quasi totale dismissione. L’obiettivo è quello di preservare una certa natura del luogo pur restituendo alla collettività spazio e opportunità per vivere ed abitare anche questa porzione di città, le cui relazioni di interscambio tra “centro” e “periferia” ne fanno uno snodo fondamentale.

intensità di utilizzo

scarso intenso

tipo di utilizzo ciclopedonale carrabile Fragments Reconnection | 31


in questa pagina sistemi di progetto

1

ATTRAVERSAMENTO DELLO SCALO FERROVIARIO

realizzazione di ponti di abbattimento puntuale del recinto ferroviario 2

COMPLETAMENTO DELLE AREE IN TRASFORMAZIONE diversificazione del costruito e dello spazio aperto sui diversi fronti

3

RICONNESSIONE DEL SISTEMA VERDE

ricongiungimento di porzioni sconnesse per ottenere un’unica spina verde a livello urbano 4

DEFINIZIONE DELLO SPAZIO APERTO PUBBLICO

definizione di una “cuore” lineare unitario e di piccoli frammenti all’interno delle differenti situazioni di progetto 5

RICONFIGURAZIONE E COMPLETAMENTO DEL PAESAGGIO DELLA PRODUZIONE

individuazione di tasselli e situazione diverse da mettere a sistema 6

DEFINIZIONE DEL CONFINE TRA EDIFICATO E PARCO

modalità di attestamento del fronte edificato sul confine col parco Sud

2

3

1

4 5

6

32 | Fragments Reconnection




sopra vista assonometrica dell’area produttiva riconfigurata sotto abaco degli interventi sui materiali della produzione

SOSTITUZIONE

DEMOLIZIONE

INSEDIAMENTO

TRASFERIMENTO

RIATTIVAZIONE Fragments Reconnection | 35





progetto extracurriculare

corso di formazione permanente ASMeD settembre 2015 | giugno 2015 [1]

in questa sezione del Portfolio si presenta un progetto elaborato durante il corso di formazione permanente. Anch’esso presenta un forte legame col tema dello spazio collettivo. Il corso ASMeD (Architectural and Structure MetaDesign) offre una visione a tutto tondo del campo dela progettazione, con un approccio che parte dal tema dell’antropologia dell’azione relativa e i suoi riscontri sul modo di vivere e di abitare un luogo da parte dell’uomo. Gli insegnamenti sono di natura diversa e articolati in maniera complementare durante il corso delle lezioni. Dalla psicologia della percezione alle strutture e costruzioni in legno, dal racconto di un progetto all’illuminotecnica: tutto collabora a creare una consapevolezza e una cultura del progetto il più possibile articolate e complete. Il corso prevede, nella seconda metà dell’anno, un’applicazione pratica degli insegnamenti attraverso un tema di progetto. Nelle successive pagine se ne presenta sinteticamente l’esito finale. [1] docenti e insegnamenti: F. Maroldi (referente, antropologia dell’azione relativa) M. Pozzo (attività di progettazione) A. Anzani (materiale, immateriale, immaginato) A. Bindellini (illuminotecnica) S. Ferrarese (psicologia della percezione) F. Vanerio (strutture e costruzioni in legno)



in questa pagina planimetria dell’intervento con viste dei percorsi interni al borgo scala 1:500

a pagina precedente fotografie dell’area di progetto schema di riattivazione del borgo

The Cave, una spa per il borgo | 41


PERCOSO SEMIPUBBLICO al piano superiore si aprono due rami di un percorso pensato anche per chi non è diretto alla spa, ma preferisce ragiungere i terrazzi con vista sulla valle e sui monti. Tale percorso è pensato come un matroneo: permette una vista filtrata tra il passaggio pubblico e la vasca sottostante, modulando la luce nel passaggio dalla reception agli spazi esterni. 1 reception 2 spogliatoi 3 bar/tisaneria 4 massaggi

2

1

3

FONTI DI LUCE la luce naturale è la guida nel percorso principale, collegando la successione di vasche con scorci e viste progressive. Lucernari di idverse dimensioni di aprono nella copetura, illuminando zenitalmente alcuni ambienti in cui si intende sottolineare la dimensione della verticalità; mentre altri altri spazi prendono luce da bucature effettuate sui muri perimetrali, che esternamente appaiono come terrazzamenti, integrandosi così con i prospetti esistenti delle case del borgo.

4

4

2

SUCCESSIONE DELLE VASCHE dalla vsca centale, cuore del progetto ipogeo, il percorso prevede una successione di impianto romano: frigidarium, con affaccio caldo a sud, tepidarium, con affaccio frontale sulla valle antistante, calidarium, con affaccio verso la cima innevata a nord. Ogni apertura è disegnata in funzione della vista esterna, quasi a formare una cornice intorno al paesaggio naturale circostante.

6

5

AMBIENTI DI RACCOGLIMENTO a lato del percorso principale che unisce le vasche, si aprono stanze che ospitano funzioni diverse, principalmente all’asciutto, il cui carattere è quello di introversione e raccoglimento. 5 bagno turco 6 sauna 7 idromassaggio 8 cromoterapia, aromaterapia

7 8 8 8

42 | The Cave, una spa per il borgo

sotto sezione trasversale prospettica

scala 1:100

a sinistra esploso assonometrico con le funzioni principali




esperienza di workshop Chinese Cultural and Historical Heritage febbraio | marzo 2015

[1]

in questa sezione del Portfolio si propone una sintesi dell’esperienza vissuta tramite il workshop, ovvero un viaggio-studio a Pechino con l’obiettivo di osservare e studiare dal vivo non solo le architetture del luogo, ma anche e soprattutto di confrontare il modus vivendi occidentale con quello locale. CHCH ha permesso a un gruppo di studenti, accompagnati dal professor Maroldi, di visitare per due settimane la città di Pechino (con escursione alla Grande Muraglia). Il viaggio studio è stato preceduto da due lezioni introduttive e preparatorie, e seguito da un incontro in cui si sono elaborate e sintetizzate le esperienze vissute. Il viaggio prevedeva che ogni giorno fosse dedicato alla spiegazione, alla visita e allo studio in loco di una architettura appartenente alla tradizione cinese e di una del periodo contemporaneo, mettendo così a confronto vari temi di discussione.

[1] docenti: F. Maroldi (referente)



Linked Hybrid

Steven Holl Architects, Li Hu 2003 | 2006: realizzazione 220.000mq: 750 appartamenti, spazio verde pubblico, gallerie commerciali, albergo, cineteca, parco giochi, scuola Montessori Il legame tra differenti livelli spaziali è uno degli obiettivi del Linked Hybrid, complesso residenziale prossimo alle mura della città antica di Pechino. Con questo progetto, il committente intese concretizzare il concetto moderno di abitazione urbana ed ecologica del XXI secolo. Oggigiorno, lo sviluppo urbano di Pechino è quasi interamente basato sul disegno di “edifici-oggetto”, principalmente caratterizzati da anonimi grattacieli; viceversa, Linked Hybrid è una “città dentro la città”, focalizzata sullo spazio aperto e le attività collettive, scandendo la vita quotidiana di quasi 2500 residenti. Bar, negozi, lavanderie, zone relax completano i principali percorsi pubblici. Le otto torri sono collegate tra di loro al ventesimo piano attraverso un anello che ospita in quota ristoranti, centri benessere e servizi vari.

sotto sezione del complesso

a destra fotografie della corte

Chinese Historical and Cultural Heritage | 47


in questa pagina schizzo della cittĂ proibita

48 | Chinese Historical and Cultural Heritage



POLITECNICO DI MILANO FACOLTÀ DI ARCHITETTURA | SCUOLA DI ARCHITETTURA CIVILE | CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN ARCHITETTURA DELLE COSTRUZIONI SPAZIO PUBBLICO, IL PROGETTO DELLA VITA COLLETTIVA FABO DELL’ARCIPRETE 794176


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