Elementi di Economia Politica- Cap 2

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Le scelte del consumatore. In questo capitolo impareremo a seguire il ragionamento dell’ homo oeconomicus nelle sue scelte da consumatore di beni e servizi. Le ipotesi di base del nostro ragionamento sono: -

informazione completa; il consumatore conosce perfettamente le caratteristiche di tutti i beni che è possibile ottenere, ed è in grado di procurarsi le informazioni senza sostenere costi;

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numerosità dei consumatori; il gran numero dei consumatori sul mercato impedisce al singolo di influenzare, con le sue scelte di acquisto, i comportamenti di chi offre. In altri termini per il singolo consumatore il prezzo e le caratteristiche dei beni sono un dato non modificabile. Vediamo quindi di individuare, prima di tutto, il beneficio che si ottiene dal consumo.

Si ritiene che il beneficio sia strettamente legato alla soddisfazione dei bisogni dell’individuo. Tali bisogni possono essere primari, legati cioè al soddisfacimento delle necessità di base dell’individuo, come nutrirsi, coprirsi e così via. I beni e i servizi che soddisfano questa tipologia di bisogni sono detti di prima necessità. Soddisfatti i bisogni primari, vi è una miriade di bisogni secondari: la cultura e l’informazione, lo svago ecc., che possono anche essere indotti nell’individuo da modelli di comportamento sociali. In particolare alcuni beni, i cosidetti beni posizionali, possono essere domandati non per la loro utilità intrinseca ma in quanto conferiscono un preciso status sociale. I beni di lusso sono quei tipi di beni che soddisfano bisogni secondari, e la cui domanda cresce rapidamente quando il livello del reddito diviene elevato. Per misurare il beneficio derivante dal consumo di beni o dalla fruizione dei servizi si ricorre al concetto di utilità, che possiamo intendere come sinonimo di “beneficio”. Una prima regola relativa all’utilità è che questa non si riduce all’aumentare del bene posseduto o consumato (postulato di non sazietà del consumatore). Maggiore è la quantità di un bene di cui posso disporre, maggiore - o al limite uguale - sarà la soddisfazione che ne posso trarre, in particolare se posso disfarmi senza costi di quantità eccessive del bene stesso. La relazione tra beneficio del consumatore e quantità di bene posseduto è quindi non negativa (figura 2.1). Una seconda ipotesi che lega la quantità di bene posseduta al beneficio del consumatore afferma che l’utilità che si ricava dal consumo di una unità aggiuntiva di un bene - l’utilità marginale - è tanto maggiore quanto minore è la quantità consumata del bene stesso. La prima fetta di pizza che consumo in un ristorante mi procura un forte beneficio: dopo aver 5


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