Elementi di Economia Politica- Cap10

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Dimensione dell’impresa e curve dei costi di lungo periodo. Abbiamo analizzato il comportamento dell’impresa nel breve periodo, quando alcuni fattori della produzione - ed in particolare il capitale - sono tenuti fissi. Nel lungo periodo, invece, le imprese possono modificare la quantità utilizzata di tutti i fattori, e scegliere la dimensione ottimale. Inoltre, nel lungo periodo le imprese possono entrare o uscire da un mercato: analizzeremo ora come le imprese possano prendere scelte ottimali in risposta a questi due problemi. Secondo gli economisti marginalisti, l’andamento della produzione al variare della dimensione di impresa può essere analizzato ricorrendo agli isoquanti della produzione, in cui si analizza la variazione dell’output al variare dello stock di capitale da un lato, e dei fattori variabili, come il lavoro, dall’altro. Il “prezzo” del capitale è di solito misurato dal tasso di interesse: questo perché nel decidere un investimento, ossia un aumento dello stock di capitale, possiamo considerare come utilizzo alternativo delle risorse l’acquisto di titoli che rendono un certo tasso di interesse1. Avremo quindi delle rette di isocosto date, per le combinazioni di capitale (K) e lavoro (L) da un costo totale (C) pari a C = K· r + L· w dove w è il salario per unità di lavoro impiegato ed r il tasso di interesse. Se il saggio marginale di sostituzione tecnica è decrescente, come nell’analisi di breve periodo, gli isoquanti della produzione avranno il consueto andamento decrescente, con la concavità rivolta verso il basso, e avremo che SMST = PMGL/PMGK dove PMGK indica la produttività marginale del capitale2. La combinazione ottimale di lavoro e capitale si ottiene dall’incontro tra la retta di isocosto e l’isoquanto più elevato tra quelli che incontrano tale retta, ossia l’isoquanto tangente alla retta. Come varia la quantità prodotta all’aumentare dell’utilizzo dei fattori utilizzati? Nel lungo periodo tutti i fattori sono variabili, quindi non vale più l’ipotesi di rendimenti marginali decrescenti, e si introduce il concetto di rendimenti di scala. I rendimenti di scala misurano di quanto aumenta la produzione all’aumentare di tutti i fattori produttivi impiegati.

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O, in alternativa, possiamo immaginare che l’imprenditore prenda a prestito la somma necessaria all’investimento, e paghi un tasso di interesse sul credito ottenuto. 2 Sulla possibilità di calcolare la produttività marginale del capitale si sono concentrate importanti critiche alla teoria dei marginalisti qui esposta, per le quali si rimanda a …. 81


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