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White Circus Issue # 02 anno 2

Magazine of Sinetica Industries - Aprile/April 2011

DESIGN ARCHITECTURE LIFESTYLE TREND FASHION HI-TECH

Trend: Natural - Pastel - R&R - Nomad Un ufficio che “respira”

An office that “breathes”

Pranzo tra colleghi si festeggia l’Italia

Lunch with colleagues to celebrate Italy

Renzo Piano:

Maestro del nostro tempo

A master of our time

FOOD TRAVEL ART


FRAME + design Sinetica

Sinetica Industries Srl via Plinio Fabrizio, 20 31046 Oderzo TV, Italy T +39 0422 501611 F +39 0422 501679 info@sinetica.com www.sinetica.com


Editorial

Signori e signore si parte Ladies and Gentlemen, we are departing Benvenuti nel luogo dove le idee prendono forma. Vietato gettare le idee dal finestrino. Le teniamo vicine per far pulsare nuovi prodotti, nuove iniziative di comunicazione e di marketing. Senza nuove idee l’atmosfera del viaggio sarebbe noiosa ed arida. Facciamo loro spazio nello scompartimento, mettendole comode in un luogo di socialità e creatività dove possano comunicarsi liberamente. Non importa che siano idee di prima o seconda classe. Non è il nostro controllore ad affermare o meno la validità del loro viaggio. Non è il valore o l’ispirazione che le hanno generate a far sì che determinino l’originalità di un progetto ma è il confronto con tutti i nostri compagni. Un’idea non ha bagagli a mano. Glieli fornisce il nostro gruppo di professionisti ed apprendisti che l’accolgono, mettendoci ognuno ciò che è nella sua specificità: Marketing, Comunicazione e Design. Ci sediamo al posto finestrino per guardare gli altri treni passare, il paesaggio esterno o le particolarità dello scompartimento. Leggiamo riviste di settore, di moda, di viaggi, ci perdiamo amabilmente nel web, andiamo a fiere e mercati, e possediamo biglietti non ancora scaduti per ciò che abbiamo già visto e vissuto. Ad ogni stazione accogliamo nuovi passeggeri, nuovi colleghi di altre città, nuovi professionisti specializzati. Con loro discutiamo in diverse lingue e ci raccontiamo delle infinite possibilità del nostro viaggio con un biglietto «aperto» a qualsiasi destinazione nazionale ed internazionale. Lasciamo che le idee fumino all’interno dello scompartimento. La loro ispirazione passiva giova felicemente alla salute di fotografi, grafici, web designer, giornalisti, pubblicitari, standisti, che collaborano alla promozione del brand e dell’immagine dell’azienda. Non tutte le idee hanno il biglietto giusto per la meta del nostro viaggio. Spesso non sono adeguate al momento o alla situazione. Le facciamo scendere alla successiva stazione e le sostituiamo, con la leggerezza del sorriso, con il prossimo ritardo del treno.

Sinetica Station

It is forbidden to throw ideas out of the window. We keep them close, to let new products and new communication and marketing initiatives throb with them. Without new ideas, the atmosphere of the journey would be boring and dull. We clear space for them in the compartment, putting them in a comfortable place for social relations and creativity, where they can freely convey their meaning. It does not matter whether they are first-class or secondclass ideas. Our ticket inspector is not the one who declares the validity or nullity of their journey. The value or inspiration that gave birth to them does not determine the originality of the project. On the contrary, its peculiarity is brought about by the discussion with our travel mates. An idea carries no hand luggage. Our team of professionals and apprentices provides it with one. A crew that welcomes them. Each member of the staff puts his/ her specific knowledge into this: the experience in the fields of Marketing, Communication and Design. We take a seat next to the window, to watch other trains pass by, to observe the landscape outside and the peculiar features of the compartment. We read trade, fashion and travelling magazines, and we lose ourselves in the internet. At each station, we welcome new passengers, new colleagues from other towns and new specialized professionals. Together with them, we discuss in many different languages and narrate one another the endless possibilities of our journey. We travel with an “open” ticket, to any destination in our country or abroad. We let the ideas smoke in the compartment. Photographers, web designers, advertisers and stand assistants – who all contribute to the promotion of the brand and image of our company – are passively exposed to this inspiration. And their health benefits from this. Not all ideas have the right ticket for the destination of our journey. They are often not suitable for the moment or the situation. We let them step out of the carriage at the next station and replace them, smiling a light smile, with the next delay of a train.

Sinetica Station Nel 2005 Sinetica ha creato «White Station», un reparto, interno all’azienda, che si occupa di Marketing, Comunicazione e Design. Da qui le idee partono per il loro viaggio e prendono forma al susseguirsi delle stazioni nelle quali accogliamo i nostri compagni di viaggio, professionisti, collaboratori e fornitori specializzati che contribuiscono alla definizione di un progetto, di un prodotto o di un’iniziativa marchiata Sinetica. Un viaggio di idee dalla lontana destinazione, un viaggio che incrocerà nuovi paesaggi, nuove suggestioni, nuove riflessioni e si nutrirà, lui stesso, di altre ed innovative idee. // In 2005, Sinetica created «White Station», an internal department of the company , which deals with Marketing, Communication and Design issues. From here ideas start their journey and take shape, one station after another. These are the stops where we welcome our travel mates: specialized professionals, collaborators and suppliers who contribute to defining either a project, or a product, or an initiative by Sinetica. A journey of ideas, to a far destination. A journey where new landscapes, suggestions and considerations will meet. And the journey itself will feed on further, innovative, ideas.

Sinetica Station WHITE CIRCUS 1


Contributors

Francesco Guazzoni affaticato copywriter pordenonese. Ritiene che non ci siano più le mezze ragioni e che il caffè sia un sentimento. Crede nel valore dell’epico, del grottesco e dello struggente. Considera «La sventurata rispose» il miglior slogan letterario della storia. È pigro, reduce di un dubbio e triscaidecafobico. // a weary copywriter from Pordenone. He thinks there are no more half-rights and that coffee is a feeling. He believes in the value of epic, grotesque and torment. He considers «Misfortune replied » as the best literary slogan in history. He is lazy, a doubt survivor and a triskaidekaphobic.

Mauro Iannizzi

Simona Consolandi Animata da passione e determinazione, si è laureata in psicologia del marketing e collabora nella sua attività giornalistica e di comunicazione con Edimotion. // Spurred on by passion and determination, she graduated in marketing psychology and now collaborates with Edimotion, as a journalist and communicator.

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Mauro Iannizzi, Client Director in H-art, interactive digital agency, ha unito la formazione tecnica alla passione per la comunicazione. In particolare segue le aziende in progetti di strategia e comunicazione digitale, dal web alle applicazioni per dispositivi mobili passando per e-commmerce e presenza su social media. Ecco qui qualche info in più su di lui: http://about.me/mauroiannizzi // Mauro Iannizzi, Client Director at H-art, an interactive digital agency, has combined technical training with a passion for communication. He specifically assists companies with strategy and digital communication projects, from the Web to applications for mobile devices through to e-commerce and presence in the social media. Here is further information about him: http://about.me/mauroiannizzi

Emilia Prevosti

Bruno Lardera romano di nascita e brianzolo di adozione, ha sempre prediletto l’ambito commerciale e si è specializzato nel marketing e nell’organizzazione aziendale. Per 25 anni ha lavorato nel settore dei pneumatici; dal 1986 si occupadi mobili per ufficio e inizia l’attività in Sedus Italia, di cui sarà Consigliere Delegato per 18 anni. Dal 30 luglio 2004 Bruno Lardera va in pensione e comincia una nuova vita, coltivando le sue passioni… // Bruno Lardera, Roman by birth and “Brianzolo” by adoption, was always attracted to the commercial sector and thus specialized in Marketing and Business Management. He worked for 25 years in the tyre sector. In 1986, he started working at the office furniture company Sedus Italia, where he held the position of Managing Director for 18 years. On 30th July 2004, Bruno Lardera retired and started a new life, cultivating his passions… brunolardera@katamail.com

Norma Poletto cuoca per passione ed abilità, autodidatta per gioco. Dall’esperienza culinaria casalinga attinge la base per i suoi piatti reinterpretandoli con estro personale e nobile arte gastronomica. Al gustoso tributo per la sua terra friulana concede incursioni e contaminazioni con le ricette della tradizione italiana. // chef for passion and skill, self-taught for play. From her home cooking experience she draws the basis for her dishes and reinterprets them with personal inspiration and noble gastronomic art. Her delicious tribute to her Friulian homeland is allowed incursions and contaminations by traditional Italian recipes.

architetto e giornalista, è partner e AD di Edimotion. Si occupa da tempo di strategie di comunicazione per le aziende che operano nell’ambito dell’arredamento e dell’architettura, sviluppando servizi integrati di marketing, web e graphic design, editoria, PR, iniziative promozionali e ricerche di mercato. Tra gli altri collabora con Ottagono, Architonic e Koelnmesse. // architect and journalist, she is partner and Managing Director of Edimotion. She has long been dealing in corporate communication strategies for companies working in furniture and architecture, developing integrated marketing services, web and graphic design, publishing, PR, promotional activities and market research. She collaborates, among others, with Ottagono, Architonic and Koelnmesse.

Beppe Raso dall’ 87 professionista, nel ‘90 comincia a lavorare nel mondo dell’arredo e dell’architettura, fotografando alcune importanti location in Asia, Europa e Canada. Entusiasta ogni volta che si deve racchiudere in un frame, qualcosa che sta già in una sua sintesi architettonica. Il piacere di rispettare le forme e valorizzarle. Il colore della luce è il suo colore. Si tratti di un’aeroporto o di una piccola casa, la luce comanda. Chiedetegli cose impossibili, vedrà cosa si può fare. // he has been a professional since 1987, and in 1990 he starts working seriously in furniture and architecture, taking pictures of some important locations in Asia, Europe and Canada. His career thus walks a path where he is still excited every time he frames anything that is already in an architectonic synthesis. The pleasure of respecting and valorising shapes. The colour of light is his colour. Whether it is an airport or a small house, light commands. Ask him to perform impossible things, he will see to it.

Carin Scheve olandese, è stylist e direttore artistico di progetti di interior design. La sua carriera inizia a Parigi, in collaborazione con Li Edelkoort, il guru dei trends di moda e design. Adesso lavora per riviste e cataloghi internazionali, con fotografi e architetti. Il suo lavoro la porta in tante case e città in tutto il mondo, e la sua vita l’ha portata da Amsterdam a Parigi, New York e adesso Milano. // dutch, is a stylist and art director in interior design projects. Her career started in Paris, in collaboration with Li Edelkoort, the fashion and design trend guru. She currently works for international magazines and catalogues, with photographers and architects. Her job takes her to many homes and cities all over the world and her life has led her from Amsterdam to Paris, New York and now Milan.

Fabrizio Todeschini architetto e giornalista, vanta una lunga esperienza nel settore dell’editoria, dell’organizzazione fieristica e della promozione all’estero di aziende italiane del settore arredamento. Partner di Edimotion Srl, è direttore della rivista Habitat Ufficio e sales & marketing manager di Koelnmesse Srl. È specializzato in comunicazione mirata nel settore del design. // architect and journalist, boasting a long-standing experience in publishing, organisation of fairs and promotion of Italian furniture companies abroad. Partner of Edimotion Srl, he is director of the magazine Habitat Ufficio and sales & marketing manager of Koelnmesse Srl. He is specialised in design-targeted communication.


Index

4 Trend Styling Carin Scheve

12 Interview Il punto di vista di Vicente Garcia Jimenéz The point of view of Vicente Garcia Jimenéz Emilia Prevosti

Sabrina Zannier

14 Wellness I benefici del lavoro di gruppo Benefits to be gained from work groups Simona Consolandi

18 Eco Un ufficio che “respira” An office that “breathes” Simona Consolandi

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22 Case History Uffici Innowatio al Kilometro Rosso The offices of Innowatio at the Kilometro Rosso Emilia Prevosti

28 Food Pranzo tra colleghi si festeggia l’Italia Lunch with colleagues to celebrate Italy Norma Poletto

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How it’s made

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Come nasce un’idea? Titolo in lingua inglese Francesco Guazzoni

Fabio Zoratti lavora professionalmente come freelance per aziende private, case editrici ed enti pubblici, curando ogni aspetto della comunicazione: web design e grafica, art direction e fotografia. È docente di computer graphic presso Diskos (Scuola di comunicazione e pubblicità) di Schio. // works professionally as a freelancer for private companies, publishers and public bodies, taking care of every aspect of communication: web design and graphics, art direction and photography. He is a computer graphics trainer at Diskos (Communication and advertising school) in Schio.

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Post Orgatec Sinetica protagonista di Orgatec 2010 Sinetica protagonist at Orgatec 2010 Fabrizio Todeschini

40 Travel La collina del Nuraghe di Barumini The Nuraghe hill in Barumini Bruno Lardera

44 People ...c’è un ufficio pieno di creatività …here is an office full of creativity Emilia Prevosti

52 Events Simona Consolandi

55 Book 56 Hi-Tech

Colophon Art Direction Sinetica Concept e coordinamento editoriale: Publishing concept and coordination: Edimotion Progetto Grafico e impaginazione: Graphic design and DTP: Fabio Zoratti Comitato scientifico: Scientific Committee: Adriano Baldanzi, Mauro Iannizzi, Emilia Prevosti, Beppe Raso, Fabrizio Todeschini, Sabrina Zannier, Carin Scheve, Team Sinetica Traduzioni: Translations: Linguae Mundi Stampa: Printing: GFP White Circus è una pubblicazione di: White Circus is a publication by Sinetica Industries S.r.l.

Perchè tutti vogliono sapere dove siamo? Why does everyone want to know where we are? Mauro Iannizzi

58 Art Maestro del nostro tempo A master of our time Sabrina Zannier

60 Architecture architonic.com

quaranta

è giornalista, critico e curatore indipendente nel campo dell’arte contemporanea. Con il suo team di lavoro cura mostre, cataloghi ed eventi per musei, gallerie, Enti pubblici e aziende. Dal 2002 è direttore artistico della rassegna Maravee, di arte, design, moda e teatro, che si svolge in castelli e ville storiche del Friuli Venezia Giulia. // is an independent journalist, critic and curator in the field of contemporary art. Together with her team she oversees exhibitions, catalogues and events for museums, galleries, public bodies and companies. Since 2002 she has been art director for the art, design, fashion and theatre festival Maravee, which unfolds in castles and historical villas in Friuli Venezia Giulia.

62 Ethics Una storia da Yiriol, sud Sudan An history from Yiriol, sud Sudan Rinaldo Bonadio

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photo Beppe Raso styling Carin Scheve

Trend

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Trend

NATURAL Stile, semplicità e funzionalità sempre. I colori tenui e naturali concorrono a creare un’atmosfera calda ed emozionale; una semplicità mai anonima. Style, simplicity and functionality are always present. Soft and natural colours compete to create a warm atmosphere with emotive appeal, providing simplicity that is never anonymous.

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Trend

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Trend

PASTELLO L’eleganza dei toni pastello; un palette di colori che creano facilmente combinazioni uniche e sofisticate. Elegant pastel colours; a palette of colours easily offers unique and sophisticated combinations.

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Trend

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Trend

NOMADE Ideale per persone senza itinerario, nomadi di nuova generazione che si muovono velocemente da un posto ad un altro. Ideal for people without an itinerary, new generation nomads who quickly move from one place to another.

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Trend

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Trend

R&R Il nuovo bianco e nero. Il direzionale perfetto per le nuove generazioni. The new black and white. The ideal executive solution for new generations.

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Interview Bizzare, lampada a sospensione per Fambuena Bizzare, hanging lamp for Fambuena Fields, lampada da tavolo per Foscarini Fields, table lamp for Foscarini Plaza, tavolo per Tacchini Plaza, table lamp for Tacchini

Il punto di vista di Vicente Garcia Jimenéz Vicente Garcia Jimenéz - his point of view intervista di / interview by Emilia Prevosti Cosa si racchiude nei prodotti che progetti? Un prodotto deve svolgere una funzione e rispondere a determinate normative; qualsiasi prodotto: un tavolo come una lampada. Oltre a questo però, io credo che il prodotto sia un’espressione del sé. Nei miei prodotti c’è una parte di me stesso: le mie esperienze personali, la mia infanzia, i rapporti che ho sviluppato con le persone che ho incontrato, i miei dialoghi interiori si riflettono in ciò che progetto. Ma anche la mia personalità e la mia continua curiosità nei confronti del mondo e della vita. Qualità e funzione devono essere prerogative scontate per un buon prodotto; oltre a questo però di un oggetto ti devi innamorare, ti deve stregare; deve comunicare con te. Anzi, attraverso il progetto stesso io imparo continuamente. Ogni progetto è diverso; impari sempre cose nuove e incontri persone nuove con le quali puoi confrontarti e metterti in discussione. Tutto ciò è fantastico. Svolgere questa professione è per me una gioia e un divertimento continuo. Sono certamente un privilegiato. I miei primi stipendi guadagnati, fin dal primo lavoro a Barcellona, gli ho spesi per realizzare i prototipi dei miei progetti. Quale significato attribuisci alla parola “design”? E qual è il tuo modo di intenderlo? 12 WHITE CIRCUS

La parola design è certamente abusata oggi. Ognuno di noi la interpreta in modo diverso. La prima definizione che ho sentito di questa parola arriva dagli anni dell’università; all’epoca mi era stato insegnato che design significa trovare soluzione ad un problema. Poi, per anni è stata sinonimo di bello: non aveva alcuna importanza che un oggetto funzionasse o meno, la priorità era estetica. E tanto più bello era considerato un prodotto quanto meno ne comprendevi la funzione. Per me tutto ciò che scaturisce da un progetto è design e quindi tutto ciò che ci circonda lo è. Anche gli oggetti più rustici o classici, gli oggetti che trovi nelle soffitte lo sono. Design è tutto ciò che viene progettato e pensato: un viaggio, un pensiero, una famiglia. La mia definizione si è costruita negli anni in cui mi sono chiesto se ciò che stavo facendo avesse o meno un senso; per me ciò che faccio ha un senso solo se da qualche cosa di più al mondo. Il lavoro è anche una questione etica. Cosa ne pensi? Anni fa mi è capitato che ben 3 aziende mi chiedessero contemporaneamente il progetto di una lampada da terra. Io ho rifiutato di svolgere lo stesso tema per tutte e tre le industrie, ho scelto. Avrei potuto accettare ma si sarebbe mal accordato con la mia

professionalità. Prima mi chiedevi cos’è il design. Per me design è anche etica e relazioni umane; il prodotto nasce anche dalla relazione tra designer e azienda. Quanto incide uno stretto rapporto di collaborazione tra te e l’azienda nel successo di un prodotto? Molto. Io non sono interessato a lavorare per 1000 aziende e a produrre 1000 prodotti l’anno. Io voglio lavorare per poche e selezionate aziende che credono ancora in quello che fanno, capaci di collaborare con un designer anche attraverso il rapporto umano, il dialogo. È importante scegliere aziende ancora animate da persone con le quali sia una gioia collaborare. Persone che hanno fiducia nelle cose che fanno. Con aziende come Foscarini o Fambuena è davvero un piacere lavorare. Sono aziende capaci di comunicare il prodotto e, attraverso i canali di distribuzione, di venderlo. Anche questo è importante. Il prodotto deve vivere, deve essere utilizzato. Ciò vale anche per gli allestimenti che ho fatto per Foscarini o Tacchini, che sono un altro modo di comunicare. Non si tratta di pubblicità o di un’esposizione commerciale precisa e dichiarata, bensì di un luogo in cui esprimi dei concetti legati anche alla filosofia stessa dell’azienda.


Interview Le Soleil, lampada a sospensione per Foscarini Le Soleil, hanging lamp for Foscarini

VICENTE GARCIA JIMENÉZ Vicente Garcia Jimenéz è nato a Valencia nel 1978. Laureato in ingegneria tecnica / disegno industriale, ha iniziato la sua carriera presso lo studio di Santa & Cole a Barcellona dove ha sviluppato sistemi di illuminazione e arredi. Si trasferisce prima a Milano e poi a Udine dove nel 2005 apre il suo studio professionale in cui si occupa di product design, exhibition design e art direction. Collabora con importanti aziende, tra cui Cesar Cucine, Emmebi, Fambuena, Foscarini, Mido, Pallucco Italia e Tacchini. VICENTE GARCIA JIMENÉZ Vicente Garcia Jimenéz was born in Valencia in 1978. With a degree in technical engineering / industrial design, he started his career at the Santa & Cole studio in Barcelona, where he developed lighting systems and furnishings. He transferred first to Milan and then to Udine where in 2005 he opened his professional studio, where he does product designing, exhibition designing and art direction. He works with important firms, among which Cesar Cucine, Emmebi, Fambuena, Foscarini, Mido, Pallucco Italia and Tacchini.

What do the products you design enclose? A product must perform a function and satisfy specific sets of rules; any product: a table or even a table lamp. Apart from this, however, I think that the product is an expression of oneself. My products include a part of my very self: my personal experiences, my childhood, the relationships I developed with other people I have met. The conversations I hold with my interior self are reflected in my designs. But to these are added my personality and the continuous curiosity I nurture towards the world at large and life itself. For a good product, the prerogatives of quality and functionality should be taken for granted; apart from this however, you must become enamoured of an object, it must bewitch you, it must speak to you. In fact, through the design itself, I’m continuously learning. Each design is different: you are always learning something new and meeting new persons with whom you can relate and measure yourself. All this is really fantastic. This profession is a delight and an ongoing enjoyment for me. I certainly feel privileged. My very first earnings, starting with my first work in Barcelona, I have spent on implementing prototypes of my designs. What meaning do you attribute to the word “design”? And exactly how do you mean it? Nowadays, the word “design” has certainly been rather misused. Everyone interprets it differently. The first definition I ever heard of this word dates back to my university years: at the time, I was taught that design meant finding a solution to a problem. Then, for years, it became synonymous with beauty: whether the object worked or not was of little or no consequence; appearance was the priority. And the more beautiful the product was considered to be, the less were the chances for understanding its purpose. As far as I’m concerned, everything that originates from a project is design, everything surrounding us is equally so. Even the most rustic or classical objects, things you might find in an

attic, are design. Design is everything that could get planned and thought of: a trip, a reflection, a family. This definition of mine has been consolidating itself through the years; years during which I asked myself whether what I was doing had a meaning or not; for me, what I do makes sense only if the world gains something further from it. Work is also a question of ethics. What are you views on this? Some years ago it happened that at the same time, 3 firms all asked me to design a standard lamp for them. I refused to work on the same theme for all three firms, I made a choice. I could have accepted but this would have been at odds with my professionalism. Earlier you asked me what design means. For me, design is also made of ethics and human relations; the product is also generated by the relationship between designer and firm. How much does a close relationship between you and the firm affect the success of a product? Greatly. Working for 1000 firms and producing 1000 products a year doesn’t interest me. I would like to work just for a few selected companies that still believe in what they do and are also able to collaborate with a designer through a human relationship, communication. It is extremely important to choose firms that are still person-driven and with which collaboration would be a pleasure. Persons that believe in what they do. Working with companies such as Foscarini or Fambuena is a real pleasure. These are firms that know how to give the product the right exposure and, through their distribution channels, sell it. This is also important. The product must live, it must be put to use. This also hold true for the fitting out I did for Foscarini or Tacchini, which is yet another way of communicating. This is not advertising or a precise and declared commercial exhibition but, rather, a place in which you express concepts linked to the very philosophy of the company. WHITE CIRCUS 13


Wellness

I BENEFICI DEL LAVORO DI GRUPPO Benefits to be gained from work groups Simona Consolandi 14 WHITE CIRCUS


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Parlare di gruppo significa parlare di una parte fondamentale della nostra vita; fin dalla nascita infatti siamo cresciuti in gruppo, abbiamo imparato in gruppo, abbiamo giocato in gruppo. Con esso soddisfiamo bisogni biologici o psicologici che come singoli individui sarebbe impossibile appagare. Stando insieme ad altri si creano intense trame relazionali, si cresce interiormente, si scoprono e si condividono nuovi sentimenti, valori, pensieri. Ciascuno di noi sperimenta la vita in gruppo, nelle più svariate tipologie di organizzazioni sociali, ma spesso quella sperimentata nell’ambito lavorativo è la più difficile da comprendere; è la forma di aggregazione che si sente meno nostra. Troppo spesso infatti lavorare insieme ad altri viene vissuto dall’individuo con un certo distacco, preferendo mantenere una prospettiva individualistica e dimenticando cosa significa appartenenza, condivisione, partecipazione. Il gruppo è uno strumento che ogni organizzazione ha a disposizione, per realizzare risultati concreti e per produrre valori condivisi. Soprattutto oggi in questi periodi di transizione e all’interno di contesti sempre mutevoli è una risorsa costruttiva, il punto di forza e di connessione tra l’individuo e l’organizzazione. All’interno di uno scenario poco definito come quello in cui ci troviamo a vivere diventa fondamentale tutelare la qualità della vita lavorativa. Il lavoro è per noi un fattore di alta centralità, ognuno investe in esso molteplici risorse, fatiche, attese. Essere lavoratori oggi, significa essere sottoposti a condizioni lavorative precarie, carichi di lavoro gravosi, ritmi lavorativi incalzanti. Preferiamo agire come singoli nelle situazioni lavorative e nella gestione degli impegni quotidiani, non rendendoci conto che questo ci porta a essere maggiormente stressati. Vivere serenamente nel luogo di lavoro è possibile. Come è possibile diminuire il verificarsi di episodi di malattia, esaurimento, stress. Dobbiamo renderci conto che questi fattori danneggiano non

solo la produttività e l’efficacia del lavoratore e dell’organizzazione ma anche la nostra salute e in generale il nostro vivere quotidiano. L’ambiente lavorativo può provocare, ma anche alleviare stati di disagio e forte pressione. L’azienda deve essere per il soggetto una struttura che oltre a fornire lavoro e stipendio presta attenzione al soddisfacimento dei bisogni e al benessere dei lavoratori. Se consideriamo che ogni luogo di lavoro è accumunato dalla presenza costante di relazioni sociali attorno a cui si sviluppa la vita lavorativa delle persone possiamo utilizzare questi rapporti. E il modo migliore per prevenire e affrontare le più svariate situazioni critiche sarebbe incentivare una cultura basata sulla collaborazione tra con colleghi. I rapporti tra colleghi, se gestiti nel modo corretto, possono essere un ottimo rimedio per alleviare lo stress, ridurre carichi di lavoro, distribuire le responsabilità. Partendo dalle relazioni interpersonali l’azienda può incentivare la coesione tra lavoratori per apportare benessere ai singoli e migliorarsi nella struttura interna. È dai vertici aziendali che si deve incentivare una cultura collettiva dove non sia rara la partecipazione in gruppi di lavoro. Lavorare con altri è salutare perché rinforza le spinte costruttive, i sentimenti di indipendenza e autostima, la fiducia verso di sé e verso il prossimo. Per diventare un gruppo di lavoro vero e proprio non basta stare insieme, ma si deve fare insieme. Il fare insieme implica l’individuazione di metodologie, strategie, risorse da investire, funzionali alla produzione e al raggiungimento di un obiettivo, ma anche prestare molta attenzione alle relazioni interne. È importante il raggiungimento degli obiettivi produttivi e operativi dell’azienda, ma lo è ancor più prestare attenzione al come si è giunti ai risultati finali che saranno ancora più soddisfacenti se frutto della reciproca collaborazione tra soggetti.

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When you speak of groups, it means that you’re speaking of an essential part of our life; since birth, in fact, we were brought up in a group, we learned in a group, we played together in a group. With this, we satisfy the biological or psychological needs that, as single individuals would be impossible to fulfil. Togetherness creates intense relational webs, you experience inner, personal growth, discovering and sharing new feelings, values and thoughts. Each of us experiments with group life, in the most varied of social organisation typologies but, very often, the one experienced in the work environment is the most difficult to understand: this is the type of union we feel least akin with. All too often, in fact, a certain detachment is common to the individual when working with others, preferring to keep an individualistic perspective, forgetting the real meaning of belonging, sharing and participation. The group is an instrument that every organisation has at its disposal to attain positive results and to generate shared values. Especially nowadays, in these transitional periods and within contexts that are constantly changing, this is a very constructive resource, the strong and connective point between individual and organisation. Within a scenario as scarcely defined as the one in which we are living, protecting the quality of our working life becomes a fundamental element. For us, work occupies an extremely central position, everyone invests numerous resources, efforts and expectations in it. To be a worker nowadays, means being subjected to precarious working conditions, onerous workloads and pressing work rhythms. We prefer to act individually in work situations and in handling our daily commitments, without realising that this leads to even greater stress. Existing serenely in the work place can be done. Just as instances of illness, exhaustion and stress can be reduced. We must realise that these factors are detrimental not only to productivity and worker efficiency, but also to our health and our daily living in general. The working environment can be the cause of discomfort and strong pressure, but it can also help to alleviate them. For each person, the firm should be a structure which, besides providing work and remuneration, also ensures that the needs and wellness of employees are satisfied. If we take into consideration the fact that a common denominator of each work place is the constant presence

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of social relations around which the persons’ working life develops, we can well maximise these relationships. And the best way to prevent and confront the most varied critical situations would be to stimulate a culture based on collaboration between, and with, colleagues. If managed correctly, relationships between colleagues can be an optimal remedy for alleviating stress, with workloads being reduced and responsibilities shared. Starting from interpersonal relations, the company can promote cohesion among the workers to bring wellbeing to the single individuals and to improve its own in-house structure. It is from top management that the drive towards a collective culture must come, in which the participation in work in groups should be the rule and not the exception. Working with others is good for one, because it strengthens constructive dives, feelings of independence and self-esteem, confidence in oneself and towards others. Merely being together is not enough to become a real work group, you have to actually “do” things together. Doing things together implies that methods, strategies, resources to be invested, essential for production and the attainment of a goal, must be pinpointed, but that great attention must also be paid to in-house relationships. Attainment of the company’s productive and operative goals is important but, even more important is the attention that should be paid to how the final results were arrived at, even more satisfactory if these were the result of a reciprocal collaboration.


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Ecco qualche pillola… Here are some pills of wisdom …

to con Condividendo un proget lavoro altri e facendo il nostro liora il in modo corretto si mig riesce a rendimento di tutti e si tempi completare il lavoro nei o almeno ano evit si , giusti. Inoltre si riducono gli errori. others Sharing a project with rectly, and doing our work cor e anc form per ’s ody everyb s is improved and work get thermore, Fur e. tim on ted ple com least, errors are avoided or, at reduced.

Interagire co ntin membri di un uamente con i vari gruppo per un’intera giornata, m angiando in sieme, gioc insieme o co ando ndividendo gioie e disp aiuta a raffo iaceri, rzare i legam i tra le person e. Continuous ly interactin g w ith the differe members of nt a group thro ughout the having mea day, ls together, playing toge or sharing jo ther ys and sorrow s, helps in strengthenin g ties amon g people.

Bisogna distribuire i carichi di lavoro in modo corretto; è bene che soprattutto i meno esperti si concentrino su una attività alla volta finché non si acquisisce dimestichezza ed esperienza su quel compito per ridurre stress e pressione emotiva. Work loads must be shared correctly; it would especially be better for the less expert to concentrate on one job at a time, until familiarity and experience with

the specific task are gained, in this way reducing stress and emotional pressure.

I nostri colleghi non devono essere considerati come rivali ma come un valido supporto che ci permette di affrontare al meglio difficoltà e problemi. Non è necessario tenere per sé tutte le responsabilità, le criticità e i meriti ponendosi cioè in un’ottica di competizione ma condividere rende tutti più sereni. Our colleagues should not be considered as rivals, but as a valid support that will help us face difficulties and problems in the best possible way. Full responsibility, critical aspects as well as merits should not need to be kept to oneself, in this way encouraging competitiveness: sharing, instead, makes us all more relaxed.

Lavorando in gruppo si met tono a disposizione un a gamma di ab ilità che un’unica pers ona non può possedere e al termine de i diversi compi ti è possibile conf rontarsi in man iera parallela, anzic hé seriale. Inol tre, lavorando in qu esto modo l’a ssenza di un membro del gruppo pe r cause esterne, può es sere affrontata con serenità perché pu da un altro mem ò essere sostituita bro al corrente del suo operato. Nel gruppo si impara più ve locemente. Le esperienze e le conoscen ze altrui ci aiutano ad ap prendere nuov i concetti oltre a essere un ottimo spun to per generare nuov e idee e stimol are la creatività. By working in a group, a who le series of capabilities is made availab le, to which a single persona could never aspire, and on completion of the various tasks, comparisons can be made in a para llel, instead of serial way. Furtherm ore, by workin g in this fashion, the ab sence of a mem ber of the group for personal reas ons can be calmly tackled , since anothe r member just as proficie nt in the same work can take over. Within a group one learns qu icker. The experie

nce and know -how of others help us to understa nd new concepts , besides bein ga launching pad to generate ne w ideas and to st imulate creativ ity.

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Eco

Un ufficio che “respira” An office that “breathes”

Simona Consolandi 18 WHITE CIRCUS


Chamadorea

Eco

della maggior parte delle piante, anche durante la notte continua a svolgere una leggera attività di sintesi, producendo quindi ossigeno e assorbendo anidride carbonica. Adattissima perciò per ossigenare ambienti affollati o spesso chiusi, così come l’Areca che lavora per pulire l’aria di giorno: il trucco è averne in un ufficio piuttosto grande almeno quattro ben cresciute. La Dracaena marginata (un tronchetto molto elegante con ottime capacità di depurazione) è invece ghiotta di tricloroetilene, presente soprattutto nelle stampanti laser e nelle fotocopiatrici, e messa accanto al pc attenua le radiazioni emesse dallo schermo. La Felce di Boston, poi, è in assoluto la pianta in grado di rimuovere più di qualunque altra la formaldeide dall’ambiente, addirittura con un tasso di 20 microgrammi per ora. Così come il classico Ficus Benjamina, un “buon consumatore” di formaldeide che arriva da vernici, adesivi e monitor, e il Photosche è un vero e proprio “filtro dell’aria”. Ma anche la semplice Edera variegata, dalle foglie ricadenti bianco-crema, che può stare in una ciotola accanto al computer, è capace di assorbire fino a 12 microgrammi/ ora di formaldeide. Resistenti ad ogni “maltrattamento” e a ambienti poco illuminati, sono la Chamaedoreaelegans, una palmetta nana, che assorbe 6 microgrammi/ora di ammoniaca e la Aglaonema crispum, in grado di incrementare nel tempo la sua capacità di assorbimento di tossine se esposta per tempi lunghi ad ambienti inquinati.

Scindapsus Aurea

Molti di noi passano in ufficio gran parte della propria giornata e quindi è normale volerlo rendere un luogo confortevole e non solo un posto di lavoro: cosa c’è meglio delle piante per personalizzare un ambiente che sprizza formalità da tutti i pori? Ma non solo: scegliere di completare l’arredo di un ufficio con un tocco di verde, oltre a rendere il nostro spazio più personale e meno anonimo, ha altri importanti vantaggi: le piante infatti regalano benessere psicofisico (e quindi maggiore resistenza allo stress) e soprattutto purificano l’aria che respiriamo.Gli ambienti di lavoro, per lo più ermetici e condizionati, troppo caldi e secchi, spesso esalano silenziosamente inquinanti come formaldeide, ammoniaca, benzene, che provengono da vernici, toner, pareti, materiali plastici, tanto che si parla di “sindrome da ufficio malato”. Uno dei modi per combatterla, secondo gli esperti, è appunto costellare gli uffici con le cosiddette “piante filtro” che depurano l’aria negli ambienti chiusi (abitazioni comprese), e che, con sollievo dei più, necessitano di poche cure, un po’ d’acqua ogni tanto. Sono molto resistenti, in grado di sopportare la presenza costante di luci artificiali, pc, fotocopiatrici e stampanti sempre accesi. Fra le specie che hanno un’azione depuratrice, una delle più diffuse, e efficaci, è la Sansevieria (conosciuta come “lingua di suocera”). Questa pianta di semplicissima cura (ci si può quasi dimenticare che esista) ha una caratteristica anomala: al contrario

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Sanseveria Laurenth Edera Variegata Felce di Boston

continues to carry out slight synthesis even during the night, producing oxygen and absorbing carbon dioxide. Thus, it is ideal for oxygenating crowded or often closed environments, just like the Areca plant, which works to clean the air by day: the trick is to have at least four full-sized plants in a rather spacious office. Alternatively, the Dracaena marginata plant (with a very elegant trunk and excellent purifying properties) is rather fond of trichloroethylene, which is largely present in laser printers and photocopiers. This plant can be positioned next to a computer to minimise radiation emitted from the screen. Then there is the Boston Fern, which is by far the best plant to remove formaldehyde from the environment, even at a rate of 20 micrograms per hour. Just like the classic Ficus benjamina (Ficus Tree), a “good consumer” of formaldehyde from varnishes, adhesives and computer screens, while the Photosche plant is a real “air filter”. But even the simple Variegated Ivy plant with its deciduous creamy-white leaves, which can be placed in a plant pot next to your computer, can absorb up to 12 micrograms per hour of formaldehyde. Chamaedorea elegans, a dwarf palm tree, resistant to any “ill-treatment” and to poorly lit environments, can absorb 6 micrograms per hour of ammonia while Aglaonema crispum (Painted Drop-Tongue) can increase its ability over time to absorb toxins when exposed to polluted environments for long periods.

Spathiphyllum

Many of us spend most of our day in an office and therefore it is only natural to want to make it comfortable, and not just a workplace: what is better than plants to customize an environment that oozes formality? But this in not all: choosing to complete office furnishings with a touch of greenery, not only makes our space more personal and less anonymous but also offers other major advantages: plants produce psychophysical wellbeing (and therefore greater resistance to stress) and, above all, they purify the air we breathe. Work environments, mainly airtight and air-conditioned, as well as too hot and dry, often silently emit polluting substances such as formaldehyde, ammonia and benzene from varnishes, toners, walls and plastic materials. Hence, we can talk about “sick office syndrome”. According to experts, one way to deal with this is to fill offices with so-called “filtering plants” which purify the air in closed environments (including homes), and, to the relief of many, require little care, just a little water every now and again. They are highly resistant, and can withstand the continuous presence of artificial lights, computers, photocopiers and printers that are always on. Among the species that have a purifying action, one of the most popular and effective is Sansevieria (also known as “Mother-in-Law’s Tongue”). This plant, which is extremely easy to look after (you can almost forget that it exists) has an unusual feature: unlike most plants, it

Chamadorea

Ficus Benjamina

Eco

La scoperta di Meattle A Kamal Meattle, famoso ambientalista indiano, i medici, una ventina di anni fa, dissero che l’aria inquinata nella sua casa di Nuova Dehli lo stava uccidendo. Fu così che Meattle decise di condurre studi e ricerche su alcune piante che grazie alle loro capacità depuratrici avrebbero potuto migliorare la qualità dell’aria negli ambienti casalinghi e di lavoro. Nella sede della sua società di Nuova Dehli, il Paharpur Business Centre & Software Technology Incubator Park, dove lavoravano 300 persone, fece mettere 1.200 esemplari di queste piante sparse nei 1.200 mq dell’edificio. Risultato? Nel giro di qualche mese, l’aria negli uffici di Meattle è risultata tra le più pulite al mondo, tanto che il governo indiano ha potuto valutare l’edificio tra le più salutari costruzioni di Nuova Delhi. Gli studi hanno dimostrato che dopo 10 ore trascorse in ambienti come questo, il nostro corpo può tornare a casa più rinvigorito di quando è entrato al mattino. Meattle’s discovery About twenty years ago, doctors told Kamal Meattle, a well-known Indian environmentalist, that the polluted air in his home in New Delhi was killing him. Meattle therefore decided to conduct studies and research on certain plants that, due to their purifying properties, could improve the air quality in home and work environments. At his company headquarters in New Delhi, the Paharpur Business Centre & Software Technology Incubator Park, where 300 people worked, he had 1,200 of these plants arranged over an area covering 1,200 sq. m of the building. What was the outcome? Within a few months, the air in Meattle’s offices was among the cleanest in the world and the Indian government was able to name the building as one of the healthiest in New Delhi. Studies have shown that after spending 10 hours in such environments, our body can return home more refreshed than when it entered in the morning.


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HOME AND SPA DESIGN

SUPERSTUDIO PIÙ VIA TORTONA 27 - UN MUSEO TEMPORANEO DI GRANDI NOMI E SICURI TALENTI. Espositori: &tradition • Alcantara® • Ama Design • Ames • Aqua Creations • Brand van Egmond • Bysteel • Canon • Comforty • Cristalplant® • Daniel Rohr • De Ponte Studio | DPSA+D • Diesel Home Collection • Domodinamica • Floor to Heaven • Flora • Flux • Foscarini • Golran • Inax • INCHfurniture • Kabiljo Inc. • Kaneka • Lammhults • Mabeo • Magnetti • molo • Punkalive • Ronda design • Samsung Electronics • Seletti • Svensk Form • Tagina Ceramiche d’Arte • progetto speciale Prosciutteria King’s

FACE TO SUPERSTUDIO PIÙ (SPAZIO A) VIA TORTONA 54 - CROSSING DI LINGUAGGI, TRASVERSALI E INTERNAZIONALI. Espositori: Alê Jordão • birds design • Creative Space Serbia • David Trubridge Design • editoriale Made • ENKO creatio • Functionals • Gruppo Mash G&T/DDN • Henzel & matteocasalegno • Infiniti • Karman • Kenneth Cobonpue • Lagos Design Studios • LG Hausys • MBT • Neroacciaio® • NgispeN • PEGA Design & Engineering • Slide • Thailand-Department of Export Promotion

SUPERSTUDIO 13 VIA FORCELLA 13 - 12 AMBIENTI DI WELLNESS DESIGN. Progetti di: Alberto Apostoli Architecture & Design • Studio Bizzarro & Partners, • Verde Architettura • Dada Architecture & Design • DPSA+D De Ponte Studio Architecture + Design • Kingsize Architects • N.O.W. Architecture & Design • Granese Architecture & Design Studio • Lucchese Design • Studio di Architettura Luca Scacchetti • Silvia Stanzani Design • Studio D73 graphic design StudioB16

Adv_Sinetica.pdf

Temporary Museum for New Design - organized by Superstudio Group www.superstudiogroup.com Innovation / Imagination - organized by Slide Events www.slidevents.it Home and Spa Design - organized by My Exhibition www.spa-design.it

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Case History Emilia Prevosti photo Beppe Raso

Uffici Innowatio al Kilometro Rosso The offices of Innowatio at the Kilometro Rosso Il Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso si trova lungo l’autostrada A4 alle porte di Bergamo; è un luogo organizzato che ospita aziende, centri di ricerca, laboratori, attività di produzione high-tech e servizi all’innovazione. La società Innowatio Spa occupa due unità contigue all’interno di questa struttura. L’arch. Giovanni Rizzi è stato incaricato di progettare i nuovi uffici caratterizzati da una zona direzionale completa di sala del consiglio e segreteria ed una operativa composta da uffici singoli, varie sale riunioni, una caffetteria, spazi di archivio e per IT e un grande open space che contenesse circa una cinquantina di postazioni. Oltre a rispondere alle esigenze di suddivisione dello spazio e di organizzazione dei flussi di lavoro, il progetto doveva garantire il massimo risparmio energetico ai fini dei consumi elettrici destinati all’illuminazione e assicurare il miglior comfort acustico possibile all’interno dell’openspace. Secondo la volontà del cliente, lo spazio sarebbe dovuto restare il più possibile semplice e privo di soluzioni superflue per comunicare anche attraverso i propri uffici una filosofia basata su di un approccio al

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Giovanni Rizzi si è laureato con lode in architettura al Politecnico di Milano nel 1992. Nel 1997 ha aperto il proprio studio dove si occupa di progettazione, interior design, direzione lavori, sicurezza cantieri per residenze, uffici e show-room in Italia e all’estero. Ha lavorato tra gli altri per UBS Italia, Commerzbank, EuroHypo, New World Consulting Group. Giovanni Rizzi graduated with honors in architecture, at the Politecnico di Milano, in 1992. In 1997, he opened his own studio, where he works on design, interior design and on the management of safety works on building sites for dwellings, offices and showrooms in Italy and abroad. He has worked for, among others, UBS Italia, Commerzbank, EuroHypo and New World Consulting Group.


Case History

mercato trasparente, funzionale e concreto. Le risposte architettoniche e tecniche si sono rivelate vincenti sia sotto il profilo estetico che sotto il profilo prestazionale. L’openspace è in grado di ospitare 48 postazioni, con una riserva di altre 10, organizzato con ampie superfici fonoassorbenti che, oltre a garantire il confort acustico, “ammorbidiscono” l’ambiente e lo rendono accattivante e distensivo al tempo stesso. L’impianto di illuminazione è dotato di sensori che rilevano l’intensità luminosa proveniente dall’esterno e regolano automaticamente quella interna per raggiungere i valori previsti per legge sul piano di lavoro.

Per gli ambienti di lavoro operativi e in openspace è stato scelto Diamond di Sinetica, un sistema leggero, dinamico ed estremamente flessibile che ha infatti consentito una decisa customizzazione per rispondere puntualmente alle necessità espresse del cliente. Gli screen divisori sono stati infatti attrezzati con panelli fonoassorbenti ed è stata garantita un’illuminazione uniforme su tutti i piani di lavoro attraverso l’innesto nella struttura di apparecchi a doppia emissione su piantana ogni due postazioni. Diamond è stato utilizzato anche per uffici operativi singoli e sale riunione. La fornitura di tutti gli elementi di arredo è stata curata da Area 35 Bergamo.

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Case History The Scientific Technological Park “Kilometro Rosso” (Red Kilometre) is located alongside the A4 motorway, just outside the city of Bergamo. It is a well-organized place, hosting companies, research centers, laboratories, hitech manufacturing activities and services for innovation. The company Innowatio Spa occupies two adjoining units inside this structure. The architect Giovanni Rizzi was charged with the duty of designing the new offices, to be characterized by an executive area (complete with a meeting room for the board and a secretary’s office) and by an operational area (consisting of single offices, several meeting rooms, a cafeteria, archive and IT rooms and a wide open space containing approximately fifty workstations). The project was meant not only to meet the needs of subdividing space and organizing the workflows, but also to allow the maximum possible energy saving in the consumption of electricity for illumination. It was also meant to ensure the best possible acoustic comfort inside the open space. According to the will of the client, the space should have been the simplest possible, without superfluous solutions. The client wanted to convey, also through his own offices, a philosophy based on a transparent, functional and concrete approach to the market. The architectural and technical answers to these needs have proven to be successful, both from the point of view of aesthetics and from the point of view of the performances. The open space can host 48 workstations, with 10 more in reserve. They are all organized with wide sound absorption surfaces that not only ensure the acoustic comfort, but also “soften” the environment and render it attractive and, at the same time, relaxing. The illumination system is provided with sensors able to detect the intensity of the light coming from outside and to automatically adjust that of the internal light. The aim is that of reaching the values provided for by the law on the work plan. For the operational work areas and for the work areas in the open space, Diamond by Sinetica was chosen. It is a light, dynamic and extremely flexible system. As a matter of fact, it allowed a strong customization, to precisely meet the demands of the client. The partition screens are, in fact, equipped with sound absorption panels. A uniform illumination on all worktops was ensured, thanks to the integration of doubleemission appliances, on pedestals, into the structure, every two workstations. Diamond was also used for single operational offices and for meeting rooms. All furnishing items were supplied by Area 35. 26 WHITE CIRCUS


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Food

Pranzo tra colleghi si festeggia l’Italia Lunch with colleagues to celebrate Italy Eccoci qui, la comunicazione ora è ufficiale, il 17 marzo è vacanza! Si festeggiano i 150 dell’Unità d’Italia. Un motivo in più per essere contenti di essere italiani! ...ma che fare? Partono subito le e-mail tra colleghi con le idee più disparate: gita al mare? passeggiata a cavallo? giornata stesi sul divano a poltrire? Tra un “e se” e l’altro ecco la soluzione a cui aderire per votazione: Mangiamo! Siamo o non siamo italiani, la patria della miglior cucina al mondo? Tutti insieme tutto il giorno, dalla cucina per i preparativi con i primi bicchieri di vino, alla tavola!...e se c’è il sole si magia fuori…e se piove, si mangia in casa l’importante è stare insieme e godere della nostra italianità! I piatti per un giorno così? Semplici e, rigorosamente, all’insegna del tricolore!

Here we are, it is now official that the 17th March is a holiday! We are to celebrate the 150th anniversary of Italian Unification. It is another reason why we should be happy to be Italian! ...but what can we do? E-mails immediately start circulating among colleagues with the widest variety of ideas: a trip to the beach? Horse-riding? A day to spend lounging on the couch? Between one “and if” and another, here is the solution we can vote for: Let’s eat! Are we, or are we not in Italy, the home of the best cuisine in the world? Let’s stay together all day, from preparations in the kitchen and the first glasses of wine to the meal table!...and if it is a sunny day, we can eat outdoors … and if it rains, we can eat indoors. The important thing is to be together and enjoy the fact that we are Italian! Which dishes can we prepare on this day? Simple ones that strictly feature the colours of the Italian flag!

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food Norma Poletto Photo Fabio Zoratti


Food Pomodori imbottiti con mozzarella

Tomatoes filled with mozzarella cheese Ingredienti: / Ingredients: 6 pomodori ramati / tomatoes in a bunch 1 mozzarella di bufala / buffalo mozzarella basilico fresco / fresh basil lattuga / lettuce olio extravergine, sale, pepe / extravirgin olive oil, salt, pepper

Preparazione: Lavate i pomodori e tagliateli orizzontalmente ricavando da ogniuno 4 ruote. Tagliate a fettine la mozzarella e ricomponente i pomodori partendo dal basso con le fettine di mozzarella. Chiudeteli con il loro cappellino, infilate ogni pomodoro con uno stecchino lungo di legno. Appogiare i pomodori su un piatto ricoperto con delle foglie di lattuga e condire con sale, pepe, un filo d’olio e qualche foglia di basilico.

Procedure: Wash the tomatoes and horizontally cut each one of them into four “wheels”. Cut the mozzarella cheese into slices. Reassemble the tomatoes, starting from the bottom and alternating the “tomato wheels” with the mozzarella slices. Cover the tomatoes with their top, and insert a toothpick into each one of them. Place the tomatoes on a dish, covered in advance with some lettuce leaves. Dress with little oil and spice with salt and pepper. Complete the dish with some basil leaves.

Farfalle Tricolore Red, White and Green Pasta Bows Ingredienti: / Ingredients: 300 gr. Pasta a forma di farfalle / pasta bows 200 gr. di piselli / peas 200 gr. di pomodoro datterini / plum tomatoes 80 gr. di ricotta affumicata / smoked ricotta cheese 50 gr. di pesto / pesto sauce basilico / basil olio extravergine - sale / extravirgin olive oil - salt

Preparazione: Cuocete la pasta in abbondante acqua salata. Nel frattempo tagliare a dadini il pomodoro. In una padella fate saltare i piselli con un filo d’olio, aggiungete il pomodoro a dadini e cuocete per 10 minuti. Scolate la pasta e fatela saltare in padella con i piselli e i pomodorini, completate con il pesto la ricotta e il basilico.

Procedure: Boil the pasta in abundant salty water. In the meantime, chop the tomatoes into cubes. Pan fry the peas in little oil, add the tomato cubes and cook for ten minutes. Drain the pasta and pan fry it, together with the peas and tomatoes. Complete the dish with the pesto sauce, the ricotta cheese and the basil.

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How it’s made

Come nasce un’idea? Come nasce un’idea? «Il treno regionale delle 8.22 per Venezia Santa Lucia viaggia con 15 minuti di ritardo...» «The 8:22 regional train to Venice S. Lucia is fifteen minutes behind schedule...»

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Francesco Guazzoni


How it’s made An idea arises from the announcement of the delay of a train.

Un’idea nasce da un treno annunciato in ritardo. Ti ritrovi lì, attento a non oltrepassare quell’hic sunt leones rappresentato dalla linea gialla che separa la terra ferma del marciapiedi ferroviario dall’abisso inesplorato dei binari. Sei pronto a salire con il tuo bagaglio, a pensare dove accomodarti, a sperare di conquistare un posto finestrino con un vicino che non sia ammorbato dal fuoco sacro della conversazione, ma quella voce metallica e gracchiante infrange il tuo piano. La mente leggera per quel progetto poco impegnativo e consueto scopre l’improvvida pesantezza dell’occupazione di un tempo di attesa non previsto. È un lampo di noia non programmato. Ecco da dove nasce un’idea. «La noia ha poteri ancora più occulti della paura – avrebbe scritto Witold Gombrowicz– Dio solo sa cosa sei capace di immaginare quando ti annoi». Ti ritrovi di colpo nudo. Metaforicamente parlando, intendiamoci.Non sei pronto a quel momento, tu non sei lì per occupare quel tempo con pensieri diversi da quelli previsti per un dondolante viaggio in treno. Non sei lì per guardarti intorno, per sentire il pianto di un bambino come l’estasi di un gatto in amore, per guardare la golosità delle nuvole quasi fossero panna montata, per scorgere la buffa sovrapposizione collosa del manifesto strappato di un circo con quello elettorale di un politico. Tu sei lì per essere seduto su un treno, non per osservare un graffito su un vagone, la cravatta a fiori di un ragioniere, per origliare la conversazione algebrica di due studenti di Ingegneria, scrutare le linee curve delle obliteratrici gialle, i mozziconi spenti di licenziosi tabagisti, le vite di passaggio sul treno in partenza dall’altro binario. Tu sei lì per qualcosa di ordinario come uno stupido e passivo viaggio in treno, per qualcosa che culla l’unico senso concesso al tuo corpo e alla tua mente: avanzare in maniera lineare e parallela. Come i binari. E invece ti ritrovi in questa misticanza sensoriale, disarticolata, con concessioni perpendicolari e frammentate, nutrita di piccoli flash che incastri, prendendoci sempre più gusto, in un sudoku immaginario e variabile secondo le combinazioni e la grandezza del tuo schema, ovvero lo spazio della tua attesa. Ed il gioco diventa estenuante ed eccitante. Il treno finalmente arriva al tuo binario. Sei felice delle nuove immagini che porti con te. Sali e il tuo vicino di posto è un designer postmoderno. Ha voglia di parlare. E ti ruba l’idea.

You find yourself there and pay attention not to go beyond that yellow line – a metaphor for the Latin phrase “hic sunt leones” – which separates the dry land of the platform from the unexplored depths of the rails. You are ready to get onto the train with your luggage, to think where best to sit, hoping to conquer a seat next to the window and next to a person who is not in the grip of the burning desire for conversation. But that metallic and squawking voice shatters the plan you had set. Your mind, relieved by that usual and not very demanding plan, discovers the sudden dullness of having to fill up the unexpected waiting time. It is an unplanned flash of boredom. And this is where an idea arises from. “Boredom holds powers more secret than those of fear,” Witold Gombrowicz would have written “only God knows what you can imagine when you are bored”. You suddenly find yourself naked. Metaphorically speaking, obviously. You are not ready for the moment, you are not there to fill up that time with thoughts different from those required by travelling on a swaying train. You are not there to have a look around, to listen to the crying of a child, as if you were a cat caught up in the rapture of love; to look at the tempting clouds, as if they were made of whipped cream. To notice the funny overlapping of the sticky poster of a circus onto the election poster of some politician. You are there to sit on a train. You are not there to gaze at graffiti on a carriage, nor at the flowery tie of an accountant. Nor to eavesdrop the conversation about algebra between two Engineering students. Nor to peer at the curved lines of the yellow ticket validation machines, nor at the extinguished cigarette butts of uncivilized smokers. Nor at the lives transiting through the station, on the train which is leaving from the next platform. You are there for something ordinary, such as to take a stupid and passive trip on a train, for something to cradle the only sensation granted to your body and mind: that of moving forward in a linear and parallel way. As the rails do. But you find yourself immersed in this disjointed admixture of sensations, where concessions are granted to perpendicularity and fragmentation. An admixture that feeds on small flashes you fit – increasingly enjoying this – into an imaginary and changeable sudoku, according to the combinations and the width of your scheme, that is the room where you are waiting. And the game becomes exhausting and exciting. The train arrives at your platform at last. You are satisfied with the new images you are carrying with you. You get on the train and the person who sits next to you is a postmodern designer. He feels like talking to you. And steals your idea. To this aim, we invented Sinetica Station

Per questo abbiamo inventato Sinetica Station WHITE CIRCUS 31


How it’s made

Signore e signore si parte. Benvenuti nel luogo dove le idee prendono forma. Vietato gettare le idee dal finestrino. Le teniamo vicine per far pulsare nuovi prodotti, nuove iniziative di comunicazione e di marketing. Senza nuove idee l'atmosfera del viaggio sarebbe noiosa ed arida. Ladies and Gentlemen, we are departing. Welcome to the place where ideas take shape. It is forbidden to throw ideas out of the window. We keep them close, to let new products and new communication and marketing initiatives throb with them. Without new ideas, the atmosphere of the journey would be boring and dull.

Leggiamo riviste di settore, di moda, di viaggi, ci perdiamo amabilmente nel web, andiamo a fiere e mercati, e possediamo biglietti non ancora scaduti per ciò che abbiamo già visto e vissuto. We read trade, fashion and travelling magazines, and we lose ourselves in the internet.

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How it’s made

Ad ogni stazione accogliamo nuovi passeggeri, nuovi colleghi di altre cittĂ , nuovi professionisti specializzati. Fotografi, grafici, web designer, giornalisti, pubblicitari, standisti, collaborano alla promozione del brand e dell'immagine dell'azienda. At each station, we welcome new passengers, new colleagues from other towns and new specialized professionals. Photographers, web designers, advertisers and stand assistants all contribute to the promotion of the brand and image of our company.

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Orgatec

Sinetica protagonista di Orgatec 2010 Sinetica protagonist at Orgatec 2010 Fabrizio Todeschini photo Beppe Raso

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Orgatec

L’area accoglienza è stata allestita con i tavolini bar Enjoy e le sedute Nice. Nell’area relax sono state utilizzate le chaise lounge Luise. / The reception area was fitted out with the Enjoy bar tables and the Nice seats. In the relax area, the Luise chaises longues were used

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Post Orgatec

Spirito di squadra: non solo tecnici specializzati hanno allestito lo stand ma tutto il team aziendale è stato coinvolto in prima persona mettendo in scena competenze molto diverse. / Team spirit: not only skilled technicians worked on the outfitting of the stand, but the whole company’s team was involved in first person in the preparation. All of them brought many different competences ‘on the stage’.

L’edizione 2010 della fiera Orgatec si è conclusa con grande entusiasmo da parte sia dei 61 mila visitatori provenienti da tutto il mondo che delle 608 tra le migliori aziende del panorama internazionale del settore ufficio. La soddisfazione trapela anche dalle parole di Giampaolo Vizzotto, amministratore unico di Sinetica: “nonostante la difficile situazione di mercato e i dubbi della vigilia, possiamo senz’altro affermare che l’evento è stato positivo e ricco di soddisfazioni. Oltre ai nostri partner abituali abbiamo avuto infatti la presenza di visitatori provenienti da ogni parte del mondo e tutti si sono dimostrati molto interessati ai prodotti esposti, coordinati in modo tale da offrire la possibilità di creare un completo progetto d’arredo organico e funzionale per tutti gli scenari dello spazio ufficio.” Dallo stesso allestimento proposto da Sinetica traspare la voglia di dare risposte concrete a esigenze reali, di arredare gli ambienti lavorativi con estrema qualità e organicità, di comunicare a chi vive l’ufficio un profondo senso di appartenenza. È stato fondamentale riappropriarsi dei valori che si stavano smarrendo come la semplicità, elemento cruciale sia nell’estetica che nella funzione. Per comunicare questa rinnovata identità, Francesco Caramella e Carin Sheve hanno messo in scena, in un luminosissimo open space, un progetto d’arredo in cui poter ammirare tutte le soluzioni possibili per i diversi ambienti ufficio. Sono state presentate più di 60 novità come pareti divisorie, scrivanie 36 WHITE CIRCUS

Passione, entusiasmo, sinergia, voglia di fare, essere e comunicare. / Passion, enthusiasm, synergy, the desire to work, be and communicate.

Grande successo per il primo numero di White Circus, che ha da subito catturato l’attenzione di migliaia di visitatori. / A great success for the first number of White Circus, which immediately gained the attention of thousands of visitors.


Post Orgatec Anche in cucina traspare lo stile e l’ospitalità di Sinetica: un grande chef italiano e cibi genuini e ottimi vini per soddisfare i gusti e ritemprare al meglio i nostri clienti. / Also the kitchen reveals the style and hospitality of Sinetica: a renowned Italian chef, genuine dishes and excellent wines to satisfy the tastes of our clients and let them restore themselves in the best possible way.

Lo stand, un piacevole luogo di incontro con vecchi e nuovi amici, trattative e scambi di idee. / The stand, a pleasant place to meet with old and new friends, to negotiate and exchange ideas.

direzionali e operative, contenitori e numerosi accessori: inedite collezioni di lampade, tappeti, orologi, realizzati appositamente per integrare in modo completo i vari programmi e le varie soluzioni di arredo. Il tutto in una location che ha riproposto fedelmente tutti gli ambienti di lavoro: dalla reception, agli spazi operativi, semi direzionali e direzionali, alla sala riunioni, fino agli ambienti living. Uno spazio di circa 540 mq in cui Sinetica è riuscita rappresentare al meglio la sua internazionalità, ma al tempo stesso esprimere il proprio orgoglio di ispirarsi e portare l’italianità all’estero.

Provare, toccare con mano la qualità dei prodotti, soffermarsi sulle pregiate finiture, le forme esclusive, i ricercati materiali, e ragionare sulle nuove proposte di Sinetica. / Testing the products, having a proof of their quality. Lingering over the valuable finishes, the exclusive shapes, the refined materials, and thinking through Sinetica’s new offers

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Post Orgatec

Koelnmesse.

The 2010 edition of the Orgatec trade fair ended with enthusiasm, both from the 61 thousand visitors from all around the world - and from 608 of the best companies, on an international level, in the office sector. Also the words of Giampaolo Vizzotto, sole director of Sinetica, reveal satisfaction: “despite the difficult situation on the market and the uncertainties we had in the days before the fair, we can certainly affirm that this event has been positive and full of satisfactions. We saw not only the presence of our usual partners, but also that of visitors from all over the world. All of them have shown a strong interest in the products we displayed. The items were

Lo stand di Sinetica. 540 mq di ambientazioni “live” che riproducono reali postazioni di lavoro. / Sinetica’s stand. 540 sq m of “live” settings, rendering the real workstations.

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coordinated to create a complete furnishing project. It was meant to be an organic and functional whole for all the sceneries of the office space.” The outfitting presented by Sinetica shows the will to give concrete answers to real demands. These are the needs to furnish work environments with extreme quality and functionality and to convey a deep sense of belonging to those who ‘experience’ the office. Regaining the values that were going lost was of a fundamental importance. Principles such as simplicity, a crucial element in both aesthetics and function. To convey this new identity, Francesco Caramella and Carin Sheve organized, in an open space full of

Colonia / Cologne.


Post Orgatec

Il banco reception Factory. /The Factory reception desk

Il tavolo riunioni Glamour e le sedute Queen. / The Glamour meeting desk and the Queen seats.

Tavolo direzionale Frame + con seduta direzionale Captain e contenitore Dado Open. / Frame+ desk for managers, with Captain seat for managers and Dado Open container.

Postazione Operativo Diamond abbinata alla seduta Blue / Diamond workstation for operational personnel, combined with a Blue seat

Contenitori Open Space Use me / Use Me Open Space containers

Area relax con sedute Luise, ottomani Peg w Vasi Etria. Alla parete la collezione Orologi e la lampada Sonus. / Relax area with Luise seats, Peg w ottomans, Etria vases. On the wall: the collection of Watches and the Sonus lamp.

Postazione Operativo Ten Up Plus abbinata alla seduta Blue / Ten Up Plus workstation for operational personnel, combined with a Blue seat

Le postazioni operative Frame abbinate alle sedute Blue. / The Frame operational workstations, combined with the Blue seats.

Il tavolo direzionali Frame con le sedute visitatore Captain /The Frame tables for executives with the Captain seats for visitors.

light, a furnishing project where all the possible solutions for the various office environments could be admired. More than 60 novelties were presented, such as partitions, desks for executives and for the operational personnel, containers and several accessories: new collections of lamps, carpets and watches. They were all specifically designed to realize a complete integration of the various programs and furnishing solutions. All this in a location that faithfully rendered all work environments: reception, operational, semi-executive and executive areas, meeting room and living areas. An area stretching out for nearly 540 sq m, where Sinetica managed to show its internationality in the best possible way. But, at the same time, the company managed to convey the pride in drawing its inspiration from the Italian spirit and to bring it to foreign countries. Dietro la libreria Wire si intrave l’area lounge con divani e poltrone della collezione Alloure. / Behind the Wire bookcase, the lounge area can be glimpsed, with sofas and armchairs of the Alloure collection.

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Travel

Bruncu su Nuraxi La collina del Nuraghe di Barumini The Nuraghe hill in Barumini

Che scoperta gente, che scoperta!

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Sulla cima di una collina nel cuore della bella Sardegna, tra la pianura del medio Campidano, i versanti meridionali del Gennargentu e il bastione naturale della Giara dei Cavallini, sorge il sito preistorico Su Nuraxi, il più importante fra gli insediamenti nuragici, la culla dell’antica civiltà Sarda. Correva l’anno 1950 quando l’attenzione degli archeologi si focalizzò su alcuni ruderi di questo nuraghe megalitico che

affiorava dal terreno. Lo scavo si protrasse per cinque anni e poi, finalmente, la collina restituì al mondo una delle scoperte archeologiche più affascinanti della cultura mediterranea, iniziata appunto con la costruzione del gran nuraghe nei primi anni del 14° secolo avanti Cristo. Ma che cos’è un nuraghe? Una costruzione a torre circolare, formata da grossi blocchi di pietra posti ad incastro

Text and Photos Bruno Lardera

l’uno sopra l’altro “a secco”, rigorosamente rotonda a forma troncoconica e che, come nel caso di Barumini, può superare i 20 metri d’altezza. In sostanza, un gigante di pietra. Solitamente costruito a monotorrre, a Barumini presenta invece ben quattro torri disposte ai lati, e una quinta, più alta delle altre, posta centralmente come in un castello medioevale: un vero capolavoro d’armonica architettura. Intorno al nuraghe


Travel

un insediamento abitativo, molto ben conservato, dove viveva una comunità numerosa, un grande villaggio con oltre 200 capanne tra viuzze che s’incrociano, quasi un labirinto di costruzioni sovrapposte. Tra tutti questi edifici il più importante è la Capanna delle Riunioni, una costruzione circolare con cinque nicchie interne, ricavate tra le pietre del muro e sedili posti alla base lungo tutto il perimetro.

Facile immaginarla come luogo di riunione di un’assemblea civica per il governo della comunità e, forse, destinata anche alla celebrazione di funzioni religiose. Immaginate gli anziani, i capi dei villaggi, i saggi che qui si riunivano giurando fedeltà al Capo e ai Padri celesti portando doni e abbondanti libagioni mentre il popolo, accalcato all’esterno, attendeva in rispettoso silenzio la fine dell’assemblea, e che il

Capo indicasse loro il cammino da seguire per il futuro della comunità. Oggi, di questi protagonisti del megalitismo, delle possenti torri di pietra proiettate verso il cielo, del volto più antico della civiltà sarda Su Nuraxu ci racconta la storia.

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Travel

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Travel What a discovery folks, what a discovery!

At the top of a hill in the heart of beautiful Sardinia, between the Medio Campidano plain, the southern slopes of Gennargentu and the natural bastion of Giara dei Cavallini, stands the prehistoric site of Su Nuraxi, the most important Nuragic settlement and the cradle of ancient Sardinian civilization. In 1950, the attention of archaeologists focused on some remains of this megalithic “nuraghe” that emerged from the ground. Excavations continued for five years and then, finally, the hill gave the world back one of the most fascinating archaeological discoveries of Mediterranean culture, which had begun with the building of a large “nuraghe” in the early 14th century BC. But what is a “nuraghe”? It is a round tower-shaped building, which was dry-stone built with large stone blocks slotting into position one on top of the other. It is strictly round and truncated cone-shaped, and, as in the case of the “nuraghe” of Barumini, it may be over 20 metres high. Essentially, it is a gigantic stone construction. Although usually built as a single tower, the Barumini “nuraghe” has four towers positioned at its sides, and a fifth and much higher one in a central position, just like a medieval castle: a true masterpiece of harmonious architecture. The “nuraghe” is surrounded by a very well preserved settlement, where a numerous community lived. It was a large village with over 200 huts in a network of narrow streets, almost a maze

of superimposed buildings. The most important of all these buildings is the Capanna delle Riunioni (meeting hut), a circular building with five internal alcoves carved out of the stone wall, with seats positioned at the base all along the perimeter. It is easy to imagine it as a meeting place of public assembly for the government of the community or, perhaps, for celebrating religious ceremonies. Imagine the elders, village chiefs and wise men who met there,

swearing allegiance to the Chief and the Heavenly Fathers, bringing gifts and much food while the people were crowded outside, waiting in respectful silence for the end of the meeting and for the Chief to show them the way ahead for the future of the community. Today, these protagonists of megalithism, these impressive stone towers soaring up to the sky, and evidence of the most ancient Sardinian Su Nuraxu civilizations, recount history. WHITE CIRCUS 43


People

La zona direzionale è stata arredata con Frame + con piano in vetro bianco e contenitori libreria Dado Open. La seduta direzionale scelta è Captain rivestita in tessuto grigio chiaro. conferiscono all’ufficio direzionale un tono di semplice eleganza. The management area was furnished with Frame + desks, with white glass top and Dado Open bookcase containers. The seat chosen for managers is Captain, covered with light grey fabric. They both give a tone of simple elegance to the office of the manager.

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People

…c’è un ufficio pieno di creatività

…here is an office full of creativity

Emilia Prevosti Photo Beppe Raso

Creatività ovvero l’arte di inventare ciò che ancora non c’è o di interpretare in chiave moderna il passato, la tradizione. Un percorso difficile da razionalizzare e raccontare. Punti d’incontro tra immagini e situazioni che ti hanno colpito, suoni e racconti che miscelati alla sensibilità individuale diventano culla del nuovo. In percorsi, spesso tortuosi, tra mente, anima e corpo, i grandi ambienti che compongono lo studio di Umberto Spolverato si riempiono di note e di emozioni. Ambienti in cui tradizione e modernità si incontrano, in cui le grandi pareti di mattoni e i listoni di legno

che rivestono il pavimento si incrociano con la modernità degli arredi Sinetica; volumi bianchi ed essenziali che non interrompono lo spazio ma lo amalgamano e lo riconfigurano. E così l’essenziale diventa stimolante. Luce e ombra, vecchio e nuovo, linearità e ricchezza tutto convive e trova spazio senza prevaricazione, in assenza di giudizio in un ambiente in cui differenze e diversità tornano ad essere valori. Ampi tavoli, grandi contenitori a giorno; nulla è nascosto o chiuso tutto concorre a delineare lo spazio a creare l’atmosfera.

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People Creativity is the art of inventing what does not yet exist, or of giving a modern interpretation to the past and tradition. Rationalizing and narrating such a path is difficult. Meeting points for images and situations which have impressed you. Sounds and tales, combined with an individual sensibility, become the cradle of new creations. The wide rooms of Umberto Spolverato’s studio are filled with notes and emotions, on often winding paths that go through mind, body and soul. Rooms where tradition meets modernity. Here, the huge brick walls and the wooden planks covering the floor combine with the modernity of Sinetica’s furnishings. Their white and essential volumes do not interrupt space but, on the contrary, blend it and fit it out. And thus the essential also becomes stimulating. Light and shadow, the old and the new, linearity and abundance live together and find their place, without imposing themselves on one another. No judgement is delivered in this place, where difference and diversity become values once again. Wide tables, broad open containers: nothing is concealed nor closed. Everything contributes to shape space and create atmosphere.

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People

Nella zona riunioni, illuminata puntualmente dall’alto dalla lampada Tula cylinder sospesa al soffitto a doppia altezza, il tavolo Frame con struttura in alluminio e piano in noce è corredato con le sedute visitatore della serie Captain. The meeting area is punctually lit from above by the Tula cylinder lamp, hanging from the ceiling. The Frame + desk, with chromium structure and walnut wood top, is here combined with the seats for visitors of the Captain series.

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People

Ma chi è Umberto Spolverato? Un’entusiasta! Quando vide per la prima volta questo spazio se ne innamorò! Questo ambiente gli calza, gli calza come un guanto! Modesto, raffinato, allegro e socievole, amante della musica e di tutto il mondo. Contento di confrontarsi con il mondo giovanile, ha scelto questo ambiente per gestire la sua attività, ovvero: l’Esse Music Store, 5 mila metri quadrati di strumenti e attrezzature musicali. Qui incontra giovani musicisti e produttori, organizza eventi ricercati e concerti che richiamano a Montebelluna appassionati e professionisti del settore da tutta Italia. Un quotidiano fatto di impegni ma soprattutto di passioni; una professione fatta con il cuore e un pizzico di follia. 48 WHITE CIRCUS

But who is this Umberto Spolverato? An enthusiast! When he first saw this space, he fell in love with it! This environment fits him, like a glove! He is a modest, refined, cheerful and sociable person who loves music and the whole world. He is glad to connect with young people and their world and this is the setting he chose for his activity: Esse Music Store, with its 5 thousand square metres full of instruments and musical equipment. Here he meets young musicians and producers, organizes refined events and concerts that drive fans and music sector professionals - from all parts of Italy - to Montebelluna. His daily routine consists of duties but, above all, of passions. His profession entails heart and a sprinkle of folly.


People

Per il secondo ufficio direzionale è stato scelto Frame + nella versione Black con struttura cromata e piano in vetro nero. All’interno dell’ufficio c’è anche una zona relax e concentrazione con chaise lounge Luise con l’ottomano Peg. For the second management office, Frame + was chosen, in its Black version with chromium-plated structure and black glass top. Inside the office, you can find an area to relax and to listen to music, with Luise chaises longues with Peg ottomans.

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People Completamente in bianco anche le postazioni operative, attrezzate con il sistema Frame + e le sedute operative Blu. Lo spazio viene diviso con contenitori Open Space Use Me. Nell’area operativa è stato ricreata una Thinking area con sgabelli a dondolo Wavy.

And also the workstations for the operational personnel are totally white, equipped with the Frame + system and with the Blu seats for operational personnel. The space between the various workstations is divided through the use of Use Me Open Space containers. In the operational area, a Thinking room was created, with Wavy rocking stools and musical instruments, available for everybody.

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People

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Events Sinetica quest’anno è presente al Fuori Salone all’interno di due location d’eccellenza selezionate dall’azienda per presentare e distribuire in anteprima il secondo numero di White Circus. Un magazine ideato per essere “un piccolo circo delle attrazioni, l’occhietto bianco del suo marchio che scruta curioso il mondo esterno, le passioni, la ricerca, la creatività”. E allora quale luogo meglio de La Fabbrica del Vapore e Superstudio Più in cui il popolo internazionale del design si affolla, si incontra e si confronta durante la settimana milanese del mobile …?

This year, Sinetica will be present at Fuori Salone, at two excellent locations selected by the company to present and distribute, for the first time, the second issue of White Circus. This magazine was created as “a small circus of attractions, the “white eye” of the brand that curiously scrutinizes the external world, passions, research and creativity”. What better place is there than La Fabbrica del Vapore and Superstudio Più, for the international design world to gather, meet and exchange ideas during the week in Milan dedicated to furniture?

Posti di vista > design sensibile La Fabbrica del Vapore è uno spazio creativo e laboratorio di esperienze che per il Fuori Salone ospita Posti di vista > design sensibile, l’evento ideato da FDVLAB – Associazione Laboratori Fabbrica del Vapore - in collaborazione con la rivista Ottagono e il Comune di Milano. Promuove un’articolata proposta degli spazi dell’abitare per offrire una visione creativa sugli stili di vita responsabili e sul rapporto dell’uomo con la natura attraverso il verde urbano, l’agricoltura, l’alimentazione e l’energia. Oltre 70 iniziative tra esposizioni, eventi, performance, workshop, incontri, proiezioni, concerti, architetture temporanee, insieme alla presentazione di prodotti e progetti legati da un unico filo conduttore: la sensibilità espressa attraverso il design. Gli organizzatori puntano l’attenzione sulla città e sui mutamenti sociali in corso e attraverso i temi della progettazione rileggono alcuni aspetti al centro del dibattito culturale ed economico. White Circus sarà in distribuzione presso la reception di Ottagono. Visible spaces > sensitive design The Fabbrica del Vapore is a creative space and workshop of experiences at Fuori Salone, which hosts Posti di vista > design sensibile, the event devised by FDVLAB – Associazione Laboratori Fabbrica del Vapore (Steam Factory Association of Laboratories) - in collaboration with the magazine Ottagono and the Municipal Council of Milan. It promotes a wide range of living spaces to give a creative perspective of responsible lifestyles and man’s relationship with nature via urban green spaces, agriculture, food and energy. Over 70 projects are involved, including exhibitions, events, performances, workshops, meetings, videos, concerts, temporary architecture, as well as the presentation of products and projects which share the same underlying theme: sensitivity expressed through design. The organizers focus on cities and current social changes, reintroducing, via design concepts, certain aspects at the heart of cultural and economic issues. White Circus will be in distributed at the Ottagono reception area.

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Events Temporary Museum for New Design

Superstudio Più è un’area moderna, polifunzionale e trasversale, situata nel cuore di via Tortona. White Circus è in distribuzione all’interno di questo vasto spazio presso il Temporary Museum for New Design: l’esclusivo polo del design internazionale costruito come un museo dell’eccellenza, per dare spazio ai migliori progetti di marchi e design significativi, seguendo il concept “meno fiera e più museo”. I bianchi edifici e i 10 mila mq di Superstudio Più sono suddivisi in ampie “gallery” costruite come gallerie d’arte e ospitano le varie espressione del nuovo design. Giulio Cappellini, in collaborazione con Gisella Borioli, ha curato nel dettaglio il concept e l’immagine della storica location simbolo della cultura e della qualità, grazie a lay-out espositivi di forte impatto. Superstudio presenta anche Innovation-Imagination, organizzata da Slide Events, all’interno di Spazio A – Ex Ansaldo, in cui si mette in luce la creatività in tutte le sue forme, con particolare attenzione ai giovani artisti, artigiani e creativi; e ospita Home and Spa Design presso Superstudio 13, un’offerta espositiva ampliata a tutto l’ambiente privato, che fornisce una panoramica dell’home wellness design.

Superstudio Più is a modern, multi-purpose and across-the-board venue situated in the centre of Via Tortona. White Circus is distributed in this enormous space at the Temporary Museum for New Design: the exclusive international design centre built as a museum of excellence to give scope to the best projects of leading brands and design, in line with the “less of a fair and more of a museum” concept. The white buildings and the 10,000 sq. metres of Superstudio Più are divided into spacious galleries, built as art galleries to host different interpretations of new design. In collaboration with Gisella Borioli, Giulio Cappellini has paid the utmost attention to the concept and image of this historic location and symbol of culture and quality, providing a highly appealing exhibition layout. Superstudio also presents InnovationImagination at Spazio A – Ex Ansaldo, which focuses on all kinds of creativity, with special attention given to young artists, artisans and creative talent. In addition hosts Home and Spa Design at Superstudio 13, is an exhibition extended to all private environments, giving an overview of home spa design.

Simona Consolandi

Temporary Museum for New Design

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SITO + MAGAZINE = WHITE SPACE

White Circus whitespace.com

Per il secondo numero White Circus sbarca nel web. Un sito che combinerà i contenuti del sito e del magazine cartaceo, più articolo, più immagini,

video e audio. E non solo: a contribuire potrai essere anche tu scrivendo articoli per WHITE CIRCUS o segnalandoci i temi che vorresti sul giornale. With its second number, White Circus lands on the Internet. A webpage where the contents of the website will be combined with those of the paper magazine and with images, sounds and videos. And this is not all. You will be able to contribute to its creation, by writing articles for WHITE CIRCUS or indicating us the themes you would like to find in the magazine.

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Book Le ricette dei designer 2

130 nuovi progetti in punta di forchetta. Con introduzione a cura di Davide Rampello. Dopo il successo del primo volume “Le ricette dei designer. 70 progetti in punta di forchetta”, Premio Selezione Bancarella della Cucina 2010, 130 designer si mettono nuovamente in gioco, svelandosi nelle loro ricette preferite e raccontandole graficamente. Dallo street food alle ricette più elaborate, passando attraverso soluzioni improvvisate e nate

Trentannidisegno

Una raccolta di realizzazioni, raggruppate per aree di attività, che danno forma a storie di imprese, istituzioni, prodotti, servizi, architetture, eventi, pubblicazioni. Trentannidisegno racconta, attraverso una selezione di progetti, marchi di impresa, “linguaggi” di marca, architetture, prodotti veri e propri, caratteri tipografici, pubblicazioni, proposti tutti nella loro veste di opere di design. La farfalla della Rai con le sue declinazioni e i tanti marchi delle grandi aziende italiane: Acea, Aci, Borsa Italiana, Capitalia, Edison, Enel, Pirelli Real Estate, Tim, Trenitalia, Eni. E inoltre le identità territoriali del Land dell’Hessen in Germania e della Provincia di Siena (Terre di Siena) o quelle urbane per Milano e Roma, ultima delle quali quella di Roma Capitale. I marchi di istituzioni come La Biennale di Venezia, Confindustria, la

Donne oggi

Riflessioni tra conquiste e conflitti. Jole Baldaro Verde, Roberto Todella Quante donne tra loro diverse vivono fianco a fianco nella nostra società? Molteplici. Non più un profilo di donna, quindi, ma modi differenti di affermare e realizzare la propria femminilità. Questa realtà è il frutto di tante conquiste che hanno aperto tuttavia la porta a nuovi conflitti. Eros e lavoro sono diventati per molte una ricchezza alla quale non è più possibile

per caso, il libro svela i segreti dei grandi progettisti attraverso il loro rapporto con il cibo e la cucina, nuovo e costante territorio di esplorazione. Per scoprire che piatti e prodotti di design hanno una radice comune, non solo nella mente di chi li progetta.

Recipes of the designers 2

After the success of the first volume “Le ricette dei designer. 70 progetti in punta di forchetta” (“Recipes of the designers. 70 projects on the

Nazionale olimpica italiana e il Coni, Sapienza Università di Roma, sindacati come Cgil, Cisl e la Ces (Confederazione Europea dei Sindacati). Uno spazio di rilievo è destinato alle realizzazioni in ambito architettonico e a quelle di industrial design, come ad esempio la torcia olimpica di Atene 2004 o il rebranding delle nuove stazioni di servizio Eni.

Thirty years of design

A collection of creations, divided according to business sectors, shaping the history of companies, institutions, products, services, pieces of architecture, events, publications. Trentannidisegno (Thirty years of design) develops its narration through a selection of projects, company brands, “languages” of trademarks, pieces of architecture, real products, printing types and publications, all of them pre-

rinunciare, ma come ridurne il prezzo che viene richiesto? Nel vivere le loro nuove identità le donne infatti rischiano di adeguarsi ai modelli tradizionali maschili, nel lavoro come nella sessualità, mettendo in pericolo parte di una autentica femminilità. Anche dalla maternità, scelta e non più subita, nascono ulteriori conflitti.

Women today

Considerations: between achievements and conflicts. Jole Baldaro Verde, Roberto

fork’s edge”), which was awarded with the Prize “Selezione Bancarella della Cucina 2010” (“Selection by the Cooking Stall 2010”), 130 designers put themselves to the test once again. They disclose their personalities by describing their favourite recipes and by graphically narrating them. The book starts from street food, continues through improvised solutions, casually born, and comes to the most elaborate recipes. It reveals the secrets of great designers through the portrait of the way they relate

to food and cooking, seen as a territory for new and constant exploration. To discover that dishes and designed products have a common root not only in the mind of the person who plans them.

Anno/ Year of release: 2010 Pagine/ Number of pages: 304 ISBN: 978-88-7794-716-1 Formato/ Format: 17x24 Euro/ Price in Euros: 19,00

sented as works of design. Among them are the Rai-butterfly – in all its forms – and several brands of renowned Italian companies, such as Acea, Aci, Borsa Italiana, Capitalia, Edison, Enel, Pirelli Real Estate, Tim, Trenitalia and Eni. And there is more: the territorial identities of the Land of Hessen in Germany and of the Province of Siena (Lands of Siena). Or the urban identities of Milan and Rome, the last one of which is the identity of Rome as a Capital City. There are the marks of institutions such as the Biennale di Venezia, Confindustria (general confederation of Italian industry), the Italian National Team at the Olympic Games, Coni (Italian National Olympic Games Committee) and the Sapienza University in Rome. And also the marks of craft unions, such as Cgil and Cisl (confederations of Italian trade unions) and Ces (European Confederation of Trade Unions).

A prominent position was given to the creations in the fields of architecture and industrial design, such as the Olympic Torch of Athens 2004 or the rebranding of the new Eni service stations.

Todella. How many different kinds of women live side by side in our society? Several. Therefore, there no longer is only one woman’s profile. On the contrary, there are different ways for one’s womanhood to be asserted and fulfilled. This situation is the result of many achievements that nonetheless opened the door to new conflicts. To many women eros and work have become wealth that cannot be renounced. But how is the price paid for them to be reduced? As a matter of

fact, in living their new identities, women are likely to adapt to the traditional male models, for both work and sexuality. They thus endanger a part of the true womanhood. Even motherhood, now chosen and no longer suffered, gives rise to further conflicts.

Antonio Romano Anno/ Year of release: 2010 Pagine/ Number of pages: 432 ISBN: 978-88-7794-729-1 Formato/Format: 24x29 Euro/ Price in Euros: 48,00

Anno: 2010 Pagine: 272 ISBN: 978-88-7794-698-0 Formato: 15x21 Collana: Quadrifogli Euro: 15,00

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Hi-Tech

Perchè tutti vogliono sapere dove siamo? Breve introduzione ai servizi basati sulla localizzazione. “L’applicazione vuole conoscere la tua posizione, acconsenti?” E’ la domanda che sempre più frequentemente vediamo apparire sullo schermo del nostro smartphone. Questo perchè molte applicazioni, grazie alla conoscenza della nostra posizione geografica, sono in grado di arricchire i contenuti che propongono con informazioni rilevanti rispetto al posto dove siamo in quel momento. La ricerca di informazioni su un film come un trailer o la trama può, per esempio, essere arricchita con l’elenco dei cinema che lo proiettano più vicini a me. Posso avere istantaneamente notizie sul traffico in zona così come conoscere il negozio Facebook.com/Places/ più vicino dove trovare un determinato paio di scarpe. Le possibilità di utilizzo sono infinite: i “Location Based Services - LBS” ( Servizi basati sulla localizzazione dell’utente) diventano così nuovo strumento di marketing e, conseguentemente, nuova opportunità per le imprese. La piazza dove una volta lo strillone cercava di attirare l’attenzione dei passanti si trasforma in luogo virtuale dove le aziende possono sedurre nuovi clienti o meglio possibili clienti che si trovano sul posto. Un negozio può offrirmi sconti solo

per il fatto che mi trovo vicino oppure se passo spesso in quella zona. Una delle prime esperienze è quella della catena di retail Coin che tramite il social Network Foursquare regala vantaggi e tessere ai Major, così si definiscono gli utenti che più volte fanno check-in, ovvero dichiarano il loro ingresso in un determinato luogo (in questo caso Coin). Sono diversi i social network e le applicazioni che danno alle aziende questo tipo di possibilità. Abbiamo già citato uno dei pionieri del campo, Foursquare (www.foursquare.com) disponibile per i principali sistemi operativi per smartphone. Gowalla (www. gowalla.com) è stato scelto dalla Disney come social network geolocalizzato di riferimento all’interno dei suoi parchi tematici come DisneyLand o DisneyWorld. Anche il re dei social network Facebook ha fiutato da tempo le potenzialità dei LBS ed ha aperto il suo Facebook Places che segue le stesse logiche. Ne vedremo delle belle; speriamo che le aziende sappiano davvero trasformare questa opportunità in vantaggi concreti per il cliente

Why does everyone want to know where we are? A brief introduction to Location Based Services. “The application wants to know your location, do you give your consent?” This is the question we increasingly see appear on our smartphone screen. The reason behind this is that when applications know our geographical position, many of them are able to enrich the contents they offer with information related to where we are at a specific moment. Searching for information about a film, such as a trailer or a plot, may, for example, be enriched with a list of the nearest cinemas where it is being shown. I can obtain instant traffic reports for the local area, and discover where the nearest store is to find a specific pair of shoes.

There is a vast potential of uses: Location Based Services or LBS www.foursquare.com (services based on the location of the user) have become a new marketing tool, and consequently, a new opportunity for businesses. The square where the newspaper seller once tried to attract the attention of passers-by has turned into a virtual location, where companies can entice new clients or, even better, prospective clients who are on the spot. A store may offer discounts because I am in the vicinity or if I am often in that area. The retail chain Coin is one of the first to experiment. Through the Foursquare social network, it offers advantages and cards to “Mayors”, namely, the users who check-in the most and declare their entry to a particular place (in www.gowalla.com this case Coin). Several social networks and applications offer companies this type of opportunity. We have mentioned one of the pioneers in this field, Foursquare (www.foursquare.com), which is available for major operating systems for smartphones. Gowalla (www. gowalla.com) has been chosen by Disney as a leading geolocated social network at its theme parks, such as Disneyland or Disneyworld. Even Facebook, the king of social networks, has longed sensed the potential of LBS and has opened its Facebook Places, which follows the same logic. The future has great things in store! We hope that companies really know how to turn this opportunity into tangible benefits for their clients.

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Hi-Tech Dall’ufficio, internet arriva in macchina. Prima in ufficio, poi a casa, da pochi anni la connessione internet è arrivata sul nostro telefono cellulare e, più recentemente, anche nella Televisione. Nel prossimo futuro toccherà alla nostra auto essere connessa alla rete. Ma quali utilizzi e abitudini potrebbero derivare da un’innovazione del genere? Immaginate una fredda sera d’inverno, grazie a un’applicazione sul vostro smartphone, potrete accendere il motore e scaldare l’abitacolo della vostra auto in remoto. Avvicinandovi all’auto poi le portiere si apriranno e si accenderà la radio. Radio che, essendo collegata ad internet, avrà accesso a un immenso catalogo di canzoni ascoltabili in streaming senza averle quindi preregistrate in un cd.

The Internet moves from the office to the car First the office, and then the home. A few years ago the Internet arrived on our mobile phone and, more recently it has also come to the television. In the near future, our car will be connected to the Web. But what uses and habits might such an innovation bring with it? Just imagine that on a cold winter evening you will be able to switch on your car engine and heat the interior by remote control, thanks to an application on your smartphone. As you approach your car, the doors will open and the radio will turn on. Since the radio is connected to the Internet, it will be able to access a huge list of songs to stream. You will no longer need a pre-recorded CD.

Sempre più numerosi i lettori per gli e-book Senza dubbio alcuno l’ebook, il libro elettronico, è stata la più grande innovazione dell’industria dell’editoria degli ultimi decenni. Tutti i grandi editori internazionali e italiani hanno ormai a catalogo i principali titoli anche in formato elettronico. Per gli utenti significa possibilità di fruizioni diverse e costi ridotti. Sono in commercio molti e sempre più raffinati dispositivi che ci permettono di leggere i libri in digitale, a partire dal famoso iPad (uscito da pochissimi giorni nella sua versione 2, con velocità raddoppiata e videocamera) www. apple.it, oppure il Kindle 3 di Amazon www.amazon.com, e ancora il mini lettore Bebook .

The number of e-book readers is increasing Without doubt, the e-book has been the greatest innovation of the publishing industry in recent decades. All major international and Italian publishers now also have main titles catalogued in electronic format. For users, this means different opportunities and reduced costs. Many increasingly sophisticated devices are available on the market, which allow us to read books in digital format, starting with the well-known iPad www.apple.it, or Kindle 3 from Amazon www.amazon. com, and the Bebook Mini e-reader www. mybebook.com.

Kinect: “Guarda mamma, senza mani!”

Kinect: “Look Mum, no hands!”

Microsoft Kinect è un’accessorio per Xbox 360 www.xbox. com/kinect che rende possibile l’interazione del giocatore con la console senza l’uso di joystick o altri strumenti. Grazie a una telecamera, a sensori di profondità e a 4 microfoni orientati in direzioni diverse kinect riesce a leggere i movimenti del nostro corpo e a tradurli in interazioni con i diversi giochi. Ma le applicazioni di questa tecnologia non si fermano alle console di gioco. Kinect potrebbe tra poco essere utilizzato nei nostri pc di casa mandando in pensione la tastiera e il mouse. Ancora più spettacolare l’utilizzo di questa tecnologia in una vetrina di un negozio www. youtube.com

Microsoft Kinect is an accessory for Xbox 360 www.xbox. com/kinect, which allows the player to interact with the console without using a joystick or other instruments. With a depthsensing camera and with 4 microphones pointing in different directions, Kinect can read our body movements and translate them into interaction with different games. But the applications of this technology are not limited to game consoles. Kinect might soon be used in our computers at home, making the keyboard and mouse redundant. This technology is even more spectacular when used in a shop window www.youtube.com

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Art

MAESTRO DEL NOSTRO TEMPO

Sabrina Zannier

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lavorano con lui 150 persone nelle sedi di Parigi, Genova e New York. Distintasi nel solco di un’anima artigianale tipicamente italiana, capace di unire funzionalità ad una solida esperienza della materia, tutta l’opera di Piano è contrassegnata dai fili conduttori della leggerezza, della trasparenza e della permeabilità, in una sorta di messa in scena costruttiva di quei principi per il futuro individuati da Italo Calvino nelle sue Lezioni americane. Non è un caso se la grande mostra dedicatagli dalla Triennale di Milano nel 2007 s’intitolava Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili, dove il sottotitolo è chiaramente ispirato dall’opera calviniana, con un ribaltamento delle sue Città invisibili. La “permeabilità” di Piano ammicca al principio della “visibilità”, circa la quale Calvino ha scritto “la fantasia è un posto dove ci piove dentro”; la “trasparenza” del primo sembra coincidere con “l’esattezza” del secondo, che afferma: “come Hoffmannsthal ha detto che la profondità va nascosta alla superficie, Wittgenstein va oltre dicendo che ciò che è nascosto non ci interessa”. Mi piace aggiungere che a Renzo Piano interessa ciò che può venire alla luce da un percorso avventuroso, se pensiamo alle sue parole scritte nel volume Giornale di bordo (Passigli Editore, 2005): “ Quello dell’architetto è un mestiere di avventura: un mestiere di frontiera, in bilico tra arte e scienza. Al confine tra invenzione e memoria, sospeso tra il coraggio della modernità e la prudenza della tradizione. L’architetto fa il mestiere più bello del mondo perché su un piccolo pianeta dove tutto è già stato scoperto, progettare è ancora una delle più grandi avventure possibili”. Un’avventura che nel connubio tradizione/ innovazione sviluppa il dialogo fra natura e cultura puntando l’attenzione anche sui valori ambientali, che hanno portato Piano, insieme a Herzog, Foster e Rogers, a promuovere, già nel 1996, una carta europea per l’architettura eco e a condividere il progetto di Solar City, un quartiere ecologico a Linz. In tal senso va citata, tra le opere di Piano, la California Academy of Science di San Francisco, dove l’ondulazione del tetto, ricoperto di vegetazione come fosse un grande prato sospeso sulla città, ricorda le curve dolci delle colline.

copyright Nic Lehoux

Maestro è colui che fa della propria vita testimonianza esemplare. Con questo intendimento dal 1990 è stato affiancato al già prestigioso Premio Nonino di Letteratura (istituito nel 1977) il Premio a “un Maestro del nostro tempo”, che la giuria 2011 ha assegnato a Renzo Piano, definito come colui che “oltre il concetto del bello estetico, ha fatto dell’architettura l’ambito della sua missione sociale, morale e civile”. Un riconoscimento che tra le righe di questa motivazione condensa il sapore forte di un personaggio pregno di cultura umanistica - attivo anche come scrittore e saggista - radicato nella tradizione, nella storia dell’architettura e della filosofia, ma al contempo proteso verso le più innovative competenze tecnologiche e la sperimentazione di materiali inediti. Architetto italiano, internazionalmente riconosciuto tra i più grandi progettisti contemporanei, Renzo Piano nasce a Genova nel 1937 da una famiglia di imprenditori edili, che da subito gli permette di conoscere la vita di cantiere coniugando l’esperienza sul campo con gli studi accademici. Laureatosi al Politecnico di Milano nel 1964, dopo le esperienze presso architetti affermati dell’epoca, come Franco Albini, Marco Zanuso e Louis Kahn, inizia in proprio un lavoro di sperimentazione che lo porterà ad esiti del tutto originali. In particolare si dedica allo sviluppo di strutture spaziali a guscio, realizzate con innovativi sistemi costruttivi che, insieme all’importante commissione del padiglione per la XIV Triennale del 1966, conferisce al suo nome una risonanza internazionale. Nel 1971 fonda a Londra lo studio “Piano & Rogers” in collaborazione con Richard Rogers, con cui vince il concorso per il Centre Pompidou di Parigi (città nella quale si trasferisce e tuttora vive): costruzione dall’impianto architettonico ardito, realizzata con materiali inusuali, che pone l’arte contemporanea nel cuore della capitale francese e resta ancora oggi uno dei progetti più discussi della sua carriera punteggiata da premi. Dai primi anni ‘70 agli anni ’90 collabora con Peter Rice, creando l’“Atelier Piano & Rice”, attivo dal 1977 al 1981, quando costituisce il “Renzo Piano Building Workshop”, dove oggi

copyright RPBW - photo by Stefano Goldberg - Publifoto

A master of our time


The Art Institute Chigago - photo Beppe Raso

Masters always make of their lives exemplary models. In accordance with this aim, since 1990 the already prestigious Nonino Literary Prize (founded in 1977) has been associated with the Prize “A Master of our times”. In 2011, the jury awarded it to Renzo Piano, defined as he who “has gone beyond the concept of aesthetical beauty and made architecture the field of his social, moral and civil mission”. In the lines describing the reason for the awarding, the strong essence of a charismatic personality, endowed with humanistic culture, is summarized and acknowledged. A figure who plays an active role also as a writer and essayist. A man who is rooted in tradition, in the history of architecture and philosophy, but at the same time has leanings to the most innovative technological knowledge and the experimentation with new materials. Renzo Piano is an Italian architect, internationally acknowledged as one of the greatest designers of our times. He was born in 1937 in Genoa, into a family of building contractors. Thanks to them, he could get a taste of the routine of a building site from the very start of his life. He was also able to combine on-field experience with academic studies. In 1964, he graduated at the Politecnico di Milano. After working for the most renowned architects of the time, such as Franco Albini, Marco Zanuso and Louis Kahn, he began to work on experimentation on his own. He obtained thoroughly original results. He especially focused on the development of shell spatial structures, created with innovative building methods. These systems, together with the important commission for the XIV Triennale in 1966, gave

international fame to his name. In 1971, he founded in London the studio “Piano & Rogers”, in collaboration with Richard Rogers. And together they won the contest for the Pompidou Centre in Paris. He moved to this city and still lives there. The building had a daring architectural structure and was realized with unusual materials. It brought contemporary art to the centre of the French capital. Even nowadays, it remains one of the most discussed projects in his career full of prizes. From the beginning of the 70s to the end of the 90s, he cooperated with Peter Rice. They established the “Atelier Piano & Rice”, active from 1977 to 1981. In that year he created the “Renzo Piano Building Workshop”. Nowadays, 150 people work with him in its offices in Paris, Genoa and New York. Piano’s whole work can be associated with the traditional spirit of the typical Italian craftsmanship, able to combine functionality with a solid grounding in the field of materials. And thanks to this spirit it his work stood out from the rest. All creations by Piano are marked by the themes of lightness, transparency and permeability. They originate a kind of constructive mise-en-scène of the core values for the future, set forth by Italo Calvino in his Lezioni Americane (American Lessons). The great show dedicated to him in 2007 by the Triennale di Milano was not casually named Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili (Renzo Piano Building Workshop. Visible cities). The subtitle is clearly inspired by the work of Calvino Città invisibili (Invisible Cities). Piano’s “permeability” recalls the principle of “visibility”, about which Calvino wrote the following words: “fantasy is a place where

rain can enter”. The “transparency” of the former seems to coincide with the “exactness” of the latter. Calvino’s principle states the following: “Hoffmansthal said that depth is to be concealed to the surface, whereas Wittgenstein goes beyond this concept, asserting that what is concealed is of no interest for us”. It’s a pleasure for me to hereby add that Renzo Piano is interested in what may arise from an adventurous path. Let us recall his words, written in the volume Giornale di bordo (Ship’s log, released in 2005, publisher: Passigli): “The profession of the architect is an adventurous one. A profession ‘on the borderline’, hovering between art and science. It is on the borderline between invention and memory, suspended between the courage of modernity and the prudence of tradition. The profession of the architect is the most beautiful one in the world, as designing still is one of the greatest possible adventures on a small planet where everything has already been discovered”. An adventure that, combining tradition with innovation, develops the dialogue between nature and culture and focuses on environmental values. Already in 1966, these principles led Piano, together with Foster and Rogers, to promote the project of an European Charter for eco-architecture. They also shared the project for Solar City, an ecological quarter in the town of Linz. Among Piano’s works, the California Academy of Science in San Francisco is to be mentioned, since it pursues that aim. In this creation, the undulation of the roof recalls the soft curves of the hills. It is covered with vegetation, as if it were a wide meadow suspended above the city. WHITE CIRCUS 59


Architecture Hotel Finca el Retorno Progettato dallo studio G Ateliers Architecture a Guatapé in Colombia, l’Hotel Finca el Ritorno è un rifugio ecologico in una regione caratterizzata da eccezionali condizioni per lo sviluppo dell’eco-turismo. Il progetto consiste in una serie di abitazioni immerse in un’area verde di circa 16 mila mq caratterizzata da prati aperti e boschi di pino, che offrono ai visitatori un’eccezionale possibilità di svago dalla confusione della vita cittadina. Il complesso comprende anche una cappella e un edificio principale con ristorante, lounge e altre attrezzature alberghiere. Tutti gli edifici sono connessi tra loro da un percorso ecologico. Ogni abitazione è concepita come una piccola struttura indipendente di circa 100 mq parzialmente interrata, che sembra emergere dal terreno consentendo all’erba della collina di diventare il tetto della casa stessa. Ogni stanza si apre verso il panorama e incorpora elementi della tradizione coloniale come i corridoi perimetrali che sono reinterpretati alla maniera di terrazze a sbalzo sul pendio e determinano il confine tra interno ed esterno. Hotel Finca el Retorno Designed by the G Ateliers Architecture studio Hotel Finca el Retorno by G Ateliers Architecture in Guatapé, Colombia, the Hotel Finca el photo by Gustavo Valencia Retorno is an ecological refuge in a region with www.gateliers.com exceptional conditions for the development of ecotourism. The project consists in a series of dwellings, immersed in a green area stretching out for nearly 16,000 sq m, characterized by open meadows and pine woods, offering to the visitors an extraordinary possibility to take their mind off the chaos of city life. The complex also includes a chapel and a main building with a restaurant, a lounge and other hotel facilities. All buildings are connected with each other by an ecological route. Each dwelling is designed to be a small independent structure with an extension of approximately 100 sq m, partially underground. Each one seems to arise from the ground, thus allowing the grass of the hill to become the roof of the house itself. Each room opens on the landscape and integrates elements of the colonial tradition, such as the perimetral corridors, reinterpreted as cantilever terraces looking onto the hill side. These elements define the border between interior and exterior spaces.

Mestia airport building Lo studio di architettura berlinese Jürgen Mayer H. ha progettato il nuovo edificio dell’aeroporto di Mestia in Georgia. Questa piccola cittadina, che si trova a 1500 metri di altitudine sulle montagne del Caucaso, fa parte del patrimonio culturale mondiale dell’Unesco grazie alla bellezza del suo centro medioevale caratterizzato dalle torri di difesa in pietra, oltre ad essere una nota località sciistica. La costruzione del suo nuovo aeroporto è parte di un grande progetto volto a favorire lo sviluppo del turismo nella regione. L’edificio è caratterizzato da 2 corpi di fabbrica che si piegano verso il cielo come le antiche torri cittadine e si collegano allo ski-resort. L’intervento è stato progettato e costruito in soli 3 mesi. Mestia airport building The Berlin architectural firm Jürgen Mayer H. designed the new building of the Mestia airport in Georgia. This small town is located at an altitude of 1,500 meters on the Caucasus mountains. It belongs to the Unesco world cultural heritage thanks to the beauty of its medieval centre, characterized by stone defense towers. Moreover, it is a well-known ski resort. The construction of its new airport is part of a great project, with the aim of favoring the development of tourism in this region. The building is characterized by 2 cores, arching over towards the sky, as the ancient towers of the town did, and connected to the ski resort. The intervention has been planned and built in only 3 months.

New Airport Building by Jürgen Mayer H. photo by Jürgen Mayer H. www.jmayerh.de

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Amagerforbraending Situato in un’area industriale vicino al centro di Copenhagen, il nuovo impianto termoutilizzatore progettato dallo studio BIG sarà un modello esemplare nel settore del recupero dei rifiuti e della produzione di energia, così come un punto di riferimento architettonico nel panorama cittadino. La copertura dello Amagerforbraending verrà utilizzata come impianto sciistico artificiale di 31 mila mq con piste di ogni livello di difficoltà. L’accesso alle piste sarà possibile attraverso un ascensore panoramico che sale lungo la ciminiera garantendo una vista sulla città, ma anche all’interno dell’impianto. La ciminiera emetterà anelli di fumo di 30 metri di diametro, secondo l’invenzione dello studio d’arte tedesco realities:united. L’edificio sarà rivestito da pareti verdi e da lontano apparirà come una montagna. L’area attorno all’impianto sarà allestita a parco destinato agli sport sia estivi che invernali.

Waste-to-Energy plant by BIG architects www.big.dk

Architecture

Amagerforbraending Located in an industrial area near the centre of Copenagen, the new waste incineration plant designed by the BIG studio will set an exemplary model in the field of waste recovery and energy production, as well as an architectural benchmark in the city landscape. The cover of the Amagerforbraending is going to be used as an artificial skiing plant, with an extension of 31,000 sq m and ski slopes for every level of difficulty. It will be possible to access the ski slopes by means of a panoramic elevator, going up the chimney and ensuring a view on the city, but also on the interior of the plant. The chimney will emit smoke rings with a diameter of 30 meters, as foreseen by the invention of the German art studio realities:united. The building will be covered with green walls. From a distance it will look like a mountain. The area around the plant will be fitted out with a park, designed for both winter and summer sports.

‘Watervilla de Omval’ by +31ARCHITECTS photo by Colin Morsch www.plus31architects.com

Watervilla de Omval Considerando che il 25% del territorio olandese è al di sotto del livello del mare, non ci si stupisce della presenza di così tante case galleggianti. Lo studio +31 Architects ne ha progettato una versione lussuosa che ora galleggia sul fiume Amstel. Caratterizzata da un design decisamente contemporaneo, non perde comunque le sue caratteristiche tipiche di house boat. Vivere su una barca sta diventando sempre più popolare in Olanda, ma i clienti non desiderano più stare in una casa che assomigli ad un caravan. Per cui è stata ideata una struttura dal design accattivante, con un piano interamente aperto da cui godere al massima la vista dell’acqua e le attività all’aperto. La zona del soggiorno e la cucina aperta sono affacciate verso l’acqua; da qui si può avere una vista panoramica dell’Amstel e accedere alla terrazza galleggiante. La camera da letto è situata ad un livello intermedio da cui si accede al piano inferiore dell’imbarcazione dove si trovano bagni, locale tecnico e camera per gli ospiti. Il dislivello offre l’opportunità di creare una terrazza sulla copertura della camera senza eccedere l’altezza massima di 3 metri sul livello dell’acqua.

Watervilla de Omval Considering that 25% of the territory of Netherlands is under sea level, the presence of so many floating houses comes not as a surprise. The +31 Architects studio has developed a luxury version of this kind of house, now floating on the Amstel river. It is marked by a strong contemporary design, but it does not lose the typical characteristics of being a house boat. Living on a boat is becoming increasingly popular in the Netherlands, but the clients don’t want to stay in a house that looks like a caravan any more. Therefore, a structure with an attractive design has been conceived. It is provided with a fully open floor plan from which the view on the water and the outdoor activities can be enjoyed at their best. The living room area and the open kitchen look onto the water; from there it is possible to have a panoramic view on the Amstel river and to access the floating terrace. The bedroom is located at an intermediate level, from which the lower floor of the boat is entered. The bathrooms, the technical room and the bedrooms for the guests are located on this by Architonic lower floor. The difference in altitude offers the opportunity to create a terrace on the cover of the room, without exceeding the maximum height of 3 meters above water level. www.architonic.com WHITE CIRCUS 61


Ethics

UNA STORIA DA YIROL, SUD SUDAN A story from Yirol, South Sudan Rinaldo Bonadio,

chirurgo di Medici con l’Africa Cuamm in Sud Sudan / a surgeon at Doctors with Africa CUAMM in South Sudan

L

’avventura di Medici con l’Africa Cuamm per il diritto alla salute dei più vulnerabili passa attraverso i volti e le esperienze dei 1.330 operatori che in sessant’anni di storia hanno lavorato sul campo, in media tre anni e quattro mesi ciascuno, per un periodo lungo 4.350 anni. Dal 1950 Medici con l’Africa Cuamm si spende per rendere l’accesso ai servizi sanitari disponibile a tutti, anche ai gruppi di popolazione che vivono nelle aree più isolate e marginali. Oggi Medici con l’Africa Cuamm è presente in sette paesi (Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, Tanzania, Sud Sudan e Uganda), con 80 operatori sul campo e circa 40 progetti principali. Da sempre una particolare attenzione viene data alle donne e ai bambini: in Africa sub-Sahariana, ogni anno, 265mila mamme perdono la vita per complicazioni legate alla gravidanza e al parto e 1,2 milioni di bambini muoiono nel primo mese di vita, perché non sono curati in modo adeguato. Concretamente significa che in Africa muore 1 mamma ogni 16 parti (in Italia, una ogni 3.000). Sono le cifre di uno sterminio di massa. Eppure gran parte di queste morti sono legate alla gravidanza e al parto e potrebbero essere evitate. La possibilità di un futuro per loro è anche quella che Medici con l’Africa Cuamm si impegna ad assicurare a tutte le mamme e a tutti i bambini delle aree in cui opera. Per questo il Cuamm propone, proprio in concomitanza dei suoi sessant’anni, una grande campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi. L’obiettivo, ambizioso ma realizzabile con l’aiuto di tutti, è di assicurare gratuitamente parti assistiti in condizioni normali, ma anche complicate, garantendo 62 WHITE CIRCUS

tutti i servizi sanitari di base legati alla sopravvivenza della mamma e del bambino, compreso il parto cesareo, se necessario. Rinaldo Bonadio, medico Cuamm in Sud Sudan ci racconta che portare speranza e futuro è possibile. Perché nascere, e dare la vita, siano una gioia, anche in Africa. Yirol, Sud Sudan – E’ notte fonda quando Mariangela, la nostra infermiera, bussa alla porta. Hanno chiamato via radio dall’ospedale: in maternità c’è una donna che non riesce a partorire. Ci siamo, pensiamo entrambi in cuor nostro. Infatti è stata una vera e propria corsa contro il tempo riuscire ad allestire una sala operatoria, con un minimo di condizioni per poter operare, prima che l’urgenza più frequente in Africa, quella ostetrica, si facesse viva. Yirol cittadina nello Stato dei Laghi. Qui un tempo fu costruito un ospedale che poi a causa della guerra venne abbandonato. A circa venticinque anni di distanza la situazione che si è presentata dinanzi a Massimo, il primo medico ad arrivare qui, deve essere stata desolante. Si è trovato a dover fronteggiare numerosi casi di meningite e anche per lui, allora, ci fu una corsa contro il tempo per impedire la diffusione dell’epidemia. Quando abbiamo ultimato l’allestimento il Commissioner, venuto in visita, ci esprime la soddisfazione della gente perché, dice, adesso possiamo sicuramente affermare che l’ospedale, dopo tanti anni di guerra, è stato riaperto. A dire il vero non c’è ancora tutto, ci sono alcuni aspetti da perfezionare, ma siamo in grado di garantire le urgenze, e l’urgenza non si è fatta attendere.

La donna è appena arrivata, portata, come il solito, su una barella di fortuna, da un villaggio lontano. Si chiama Nyabiliny Marial, e ha 22 anni, le labbra carnose socchiuse in un lieve gemito di dolore, due occhi stanchi, incavati, nel bel viso adornato da graziose cicatrici rituali. Le sta vicino, visibilmente preoccupata, l’ostetrica di villaggio che non parla una parola di inglese, ma a forza di sentirlo dire sa che “bleeding” significa una cosa grave. E infatti, la prima valutazione, anche alla luce della lanterna, è sufficiente per farci capire che bisogna agire rapidamente perché il bambino comincia a dar segni di sofferenza. Accendiamo il generatore, la macchina si mette in moto e tutto procede regolarmente senza grossi intoppi. Alla fine dell’intervento, nel registro operatorio, annoto: bambino maschio, di Kg 4.4 (alla faccia di coloro che pensano che le donne africane partoriscono bambini piccoli!). Andrea Mawut, lo strumentista, mi dice che sicuramente gli metteranno nome “Renaldo” perché l’ho fatto nascere io. Non è la prima volta che mi capita, però, quest’usanza, ti mette addosso sempre una certa emozione. A proposito di nomi mi viene in mente che, come è loro costume, mi hanno già dato un nome locale. I Dinka sono un popolo seminomade di allevatori e vivono quasi in simbiosi con le loro mucche: le conoscono una ad una e a tutte danno un nome a seconda delle caratteristiche del colore del pelo. Ogni bambino che nasce viene gemellato affettivamente ad uno di questi animali e così, a ciascuno, oltre al proprio nome cristiano, viene imposto anche il nome di una delle loro bestie. E come numerose sono le varietà cromatiche


Ethics

altrettanto fantasiosi e variopinti sono i nomi delle persone. È così che ho scoperto che anche a me hanno dato un nome tradizionale: per loro io sono “dr. Renaldo Majok da Yirol”. Majok significa “bianconero” dal colore brizzolato dei capelli di uno che, inutile nasconderlo, non è più giovanissimo … Ed eccoci qua: l’intervento è finito e tutto è stato predisposto per la prossima urgenza. Albeggia. Un tenue colore rosato comincia ad apparire timidamente verso oriente mentre in alto, nel cielo ancora cupo, brillano più forte del solito due pianeti in congiunzione. Ripasso in maternità per un ultimo controllo alla mia giovane paziente e al suo piccolo nato. Adesso nel volto dell’anziana ostetrica due piccoli occhi luccicano di gioia e nel suo sguardo sembra leggervi un rassicurante pensiero: a Yirol ora le donne non muoiono più di parto!

T

he work of Doctors with Africa CUAMM (University College for Aspiring Missionary Doctors) is to allow the most vulnerable the right to health care. It involves the faces and experiences of 1,330 operators, who, over the last sixty years, have worked in this field for three years and four months each on average, for a total period of 4,350 years. Since 1950, Doctors with Africa CUAMM has been committed to making health services available to everyone, including populations who live in the most isolated and remote areas. Today, Doctors with Africa CUAMM is present in seven countries (Angola, Ethiopia, Kenya, Mozambique, Tanzania, South Sudan and Uganda) with 80 field operators and about 40 main projects. Special attention has always been given to women and children: in sub-Saharan Africa, 265,000 mothers die every year from complications related to pregnancy and childbirth while 1.2 million children die within the first month of life because they do not receive sufficient medical care. In practical terms, this means that in Africa maternal death is 1 in 16 at childbirth (in Italy, it is 1 in 3,000). These figures are the equivalent of mass murder. Yet most of these deaths are related to pregnancy and childbirth, and could be avoided. Doctors with Africa CUAMM is also committed to ensuring that all mothers and children in the areas where it operates have the chance of a future. Consequently, CUAMM proposes a wide-ranging campaign of awareness and fundraising to celebrate its sixtieth anniversary. The ambitious goal, which

we can guarantee emergencies, and emergencies cannot wait.

can be achieved with everyone’s help, is to ensure that childbirth is assisted free of charge under normal, or even complicated, conditions, guaranteeing all basic health services for the survival of both mother and child, including caesarean section, if required. Rinaldo Bonadio, a CUAMM doctor in South Sudan, tells us that hope and a future are possible because it is also a joy to be born and give life in Africa. Yirol, Sud Sudan – It was late at night when our nurse Mariangela knocked on the door. They called from the hospital via the radio: on the maternity ward, there is a woman who is unable to give birth. Here we go, we both thought in our hearts. In fact, it had been a real race against time to set up an operating theatre with the minimum conditions necessary to operate, in order to deal with childbirth, the most pressing issue in Africa. Yirol, a town in the Lakes State. A hospital was once built here but then it was abandoned because of the war. About twenty-five years later, Massimo, the first doctor to arrive here, must have found the situation in a sorry state. He had to deal with many cases of meningitis and also for him it had been a race against time, in this case to prevent an epidemic. When we had finished setting it all up, the Commissioner, who was paying us a visit, expressed the people’s satisfaction because he said we could now safely say that the hospital has re-opened after many years of war. Actually, it is not yet completed, some aspects need to be perfected but

The woman has just arrived, carried on a makeshift stretcher as usual from a distant village. Her name is Nyabiliny Marial, and she is 22 years old. She has full half-open lips that express slight pain and two tired eyes sunken into a handsome face adorned with attractive ritual scars. The village midwife, who is attending to her, is clearly worried and does not speak a word of English, but after hearing the word “bleeding” so often she knows that it means something serious. In fact, the initial examination, even if in the light of the lantern, is enough to tell us that we need to take action quickly because the child is beginning to show signs of suffering. We turn on the generator, the machine starts up and everything goes smoothly without any major hitches. When the operation is over, I write in the operation register: a boy, weight 4.4kg (so much for those who think that African women give birth to small babies!). Andrea Mawut, the surgical instrument technician, tells me that surely they will call him “Renaldo” because I assisted with his birth. It would not be the first time this has happened, however, this custom always stirs emotions. Speaking of names, it springs to mind that they have already given me a local name, as is their custom. The Dinka are semi-nomadic herdsmen and almost live in harmony with their cows: they know each one by name according to the colour of their hide. Every child who is born is linked to one of these animals. In addition to their first name, each child is given the name of one of the cows, and since they vary so much in colour, the names given to children are just as colourful and fanciful. I discovered that they had also given me a traditional name: to them I am “Dr. Renaldo Majok da Yirol”. Majok means “black and white” for one who has grizzled hair, needless to hide it, and is no longer so young … So here we are: the childbirth is over and everything has been prepared for the next emergency. The day is dawning. A faint pink colour gradually begins to appear in the east while high up in the still dark sky, two planets in conjunction shine brighter than usual. I go back to my young patient and her newborn child in the maternity ward for a final check. Now the elderly midwife’s two small eyes sparkle with joy and appear to reveal a reassuring thought: now women no longer die in childbirth in Yirol! WHITE CIRCUS 63


Input

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Arrivederci! Vi abbiamo dato qualche suggerimento interessante? Vi abbiamo suggerito qualche spunto per un nuovo progetto?...o per rinnovare il vostro ufficio? Noi ci auguriamo proprio di si! Aiutateci a rendere questo magazine sempre più interessante! Inviateci suggerimenti, progetti, foto, idee….collaboriamo insieme a questo nuovo progetto! Goodbye! Have we given you some interesting suggestions? Have we suggested some ideas for a new design project?...or for restyling your office? We really hope so! Help us to make this magazine always interesting! Send us your suggestions, design projects, CVs, photos and ideas….we will work on this new project together! Scrivi a: / Write to:

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