2015-2016 Portfolio

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FEDERICO FALASCHI illustration and graphics




DATI PERSONALI Nome: Federico Cognome: Falaschi Data di nascita: 17 Febbraio 1992 Luogo di nascita: Pontedera, Pisa Indirizzo: Via Falorni 4/c Cellulare: +39 340 64 93 966 Telefono: +39 0587 09 20 08 Mail: federico.falaschi.pi@gmail.com P.IVA: 02191290507

Instagram: Falaskovic Facebook: Falaskovic Issuu: Fegato Magazine Noun Project: Federico Falaschi

FORMAZIONE

Biennio (in corso): Iscritto presso l’Accademia di Belle arti di Bologna, nel biennio di Illustrazione per l’editoria, corso formativo che prepara gli studenti ad affacciarsi sul mondo professionale delle pubblicazioni editoriali. Qui è stato possibile apprendere ogni fase della produzione di un libro: dal progetto, alla grafica, illustrazioni, editing, rilegatura e pubblicazione sul mercato. Tra tanti corsi di diversa natura e l’apprendimento specifico di varie tecniche del disegno, in particolare è da sottolineare l’esperienza serigrafica. Triennio: Diplomato all’ISIA di Firenze (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) con voto finale di 105/110. La tesi riguarda il progetto e la realizzazione di una webzine che ha fatto uscire diversi numeri e riscosso un dscreto successo sui media (circa 1500 followers). Si Tratta della rivista Fegato Magazine. Le pagine si possono sfogliare su Issuu, portale online di riviste sul web. Scuola Media Superiore: Diploma liceale linguistico con indirizzo in ambito turistico, conseguito con votazione di 76/centesimi, presso il Liceo Linguistico “E. Montale”. Lingue straniere: Certi cazione di lingua inglese “Pet” of Cambridge University; Certi cazione di lingua spagnola di livello B2; Discreta conoscenza della lingua tedesca.


CONOSCENZA SOFTWARES

Illustrator Photoshop InDesign Rhinoceros Final Cut

ESPERIENZE LAVORATIVE

- Cartellonistica del tour 2015 della band Venus In Furs - Progettazione del brand Hostel Villa Giulia Pisa - Progettazione logo per la palestra Fusco’s Boxe Family - Stage di 200 ore presso lo studio Dainelli “Reverso” - Caporedattore della rivista Fegato Magazine - Colaborazione attiva con Mallet Studio - Progettazione icone per Noun Project - Progettazione immagine coordinata HUB s.r.l. - Progettazione logo per Ex- Sense - Progettazione logo per Koré - Stampe serigrafiche - Progettazione brochure per Pol. Bellaria Pontedera - Illustrazione per HUB s.r.l. - Progettazione visual Identity per Backstage Academy

INTERESSI PERSONALI

Appassionato di illustrazione e fumetti. Ho pubblicato già molti disegni e fumetti in giornali locali. Nel tempo libero disegno e sperimento dalle tecniche più classiche alla tavoletta grafica. Nell’ultimo periodo sto mettendo su un laboratorio serigrafico con cui riesco a sperimentare nuovi linguaggi e, tramite alcuni lavori, coprire le spese. La serigrafia molto probabilmente avrà uno sviluppo importante, almeno nella mia crescita artistica, spero anche professionale!



OLD SKULL Venice Beach

Nell’uso moderno, il termine viene spesso utilizzato, da radio e TV, a comprendere l’hip hop fino ai primi anni 1990, poiché in questo periodo tale genere salì alla ribalta del mainstream musicale. Il termine non ha un’accezione negativa nei confronti della produzione musica propria del periodo, infatti il vocabolo Old School viene spesso utilizzato per riferirsi ad un periodo, percepito come di alto valore, quindi implicitamente di difficile riproposizione con i medesimi standard qualitativi e, in questo caso, musicali. Le prime registrazioni che si possono ascrivere alla old school sono state King Tim III della Fatback Band, e Rapper’s Delight della Sugarhill Gang. L’old school hip hop utilizzava prevalentemente tracce di musica jazz, soul e funk. Nel caso della Sugarhill Gang, una live band veniva usata per essere campionata. Comunque, il suono old school divenne presto basato principalmente sulle drum machine e sui break più popolari. La vecchia scuola era relativamente semplice nei suoi ritmi e nelle cadenze.


BARBER

Il rasoio di Ockham l principio logico del Rasoio di Occam è stato un segnale opportuno nel momento opportuno: infatti il procedere delle teorie filosofiche e scientifiche, con l’uso eccessivo di varianti e di possibili diramazioni nella complicazione dimostrativa, faceva in passato perdere il senso della dimostrazione stessa, soprattutto quando questo accadeva per il desiderio da parte dell’autore di evidenziare una certa sua originalità. Il rasoio logico evita la postulazione di entità inutili, implicitamente favorisce la partenza da principi dimostrati e quindi semplici, e con solide e semplici deduzioni fa in modo che si arrivi alla conclusione. Il rasoio logico non pone una condizione assoluta nel procedere della conoscenza: attribuisce sì valore alla semplicità ed alla solidità ma mette alla prova la validità delle conclusioni in base al principio stesso del rasoio, nel senso che una teoria che progressivamente si appoggiasse alla elaborazione troppo semplice e parziale di termini o a principi sempre più evanescenti alla fine sarebbe da rigettare per la sua stessa inconsistenza.




MUSTANG

How to be stoner Lo stoner rock si sviluppò soprattutto nell’area di Palm Desert, in California. I Kyuss, principali portavoce del genere, divennero, con il passare degli anni, il gruppo simbolo del genere stesso: il loro terzo album, Blues for the Red Sun (1992), è considerato il manifesto del genere. L’album rappresenta un caposaldo per le band successive, nonostante lo scarso successo commerciale all’uscita NME definisce l’album dei Kyuss affermando che “è una tonnellata di sabbia bollente nel deserto del metal”. In seguito allo scioglimento dei Kyuss, gli ex componenti della band si sono dedicati a svariati progetti musicali, in band come Unida, Slo Burn, Hermano, Fu Manchu, e Queens of the Stone Age; questi ultimi in particolare hanno ereditato le caratteristiche del sound dei Kyuss. Il principale collettore delle esperienze post-Kyuss sono state senz’altro le Desert Sessions, sorta di jam session registrate al Rancho De La Luna da diversi esponenti della scena come Josh Homme, Pete Stahl, Dave Catching, Chris Goss, Brant Bjork e Fred Drake.


NON SI ESCE VIVI La festa più bella di Pisa

Oggigiorno, le festività che ricordano date di avvenimenti ben precisi (per esempio il Natale, 1º maggio, 25 aprile) sono definite fisse; altre, che possono variare il proprio giorno di celebrazione, in corrispondenza di esigenze astronomiche o climatiche o lavorative, sono chiamate mobili (per esempio la Pasqua). Nel giorno della celebrazione, la maggior parte delle attività lavorative vengono interrotte. Esistono festività anche a carattere regionale o cittadino (come per esempio le feste del patrono); e in questo caso l’astensione dal lavoro vale solamente per quella determinata località o zona territoriale. Dal latino festum e dall’aggettivo sostantivo dies festus (giorno di festa), il termine indica “gioia pubblica, giubilo, baldoria”. Con la stessa valenza veniva utilizzato feri-ae come “astinenza dal lavoro in onore degli dèi”. Le feste erano giorni destinati alla celebrazione di ricorrenze di carattere religioso in cui si manifestava la separazione tra «tempo sacro» e «tempo profano».




BAD RELIGION

Dio perdona, io anche Il termine rabbino ovvero “maestro”, letteralmente significa “grande”, “distinto”, e viene inteso come “maestro” nell’ebraico post-biblico. Nella cultura ebraica il titolo indica uno studioso che si è distinto per i suoi studi ed è un autorevole insegnante della Torah e della legge mosaica (Torat Mosheh), considerato la guida spirituale della propria comunità ebraica. Il rabbino, per svolgere i suoi compiti, deve inoltre aver ricevuto l’ordinazione (semikhah) ed è autorizzato, secondo la tradizione ebraica, a decidere su necessità comunitarie ed Halakhiche, particolari come quelle legate alle regole alimentari o rituali e generali come nel confronto religioso, interreligioso, etico e morale. n molti luoghi oggi e nel corso della storia, i rabbini e gli studiosi della Torah hanno avuto e ancora hanno il potere di scomunicare le persone che li insultano. Spesso alcune città hanno il proprio rabbino capo e in Italia le città con una comunità ebraica hanno un rabbino capo; l’ebraismo italiano ha una organizzazione anche di tipo comunitario-territoriale.


BUSCAGLIONE Eri piccola così

Fred Buscaglione, nome d’arte di Ferdinando Buscaglione (Torino, 23 novembre 1921 – Roma, 3 febbraio 1960), è stato un cantautore, polistrumentista e attore italiano. Ha scritto alla sua morte Leo Chiosso, amico e collaboratore: «Tutto è fermo nel giorno / l’archetto si è sfrangiato nel cantare / troppo acuto di urgenze non espresse ancora / dal tuo fragile violino / nell’urlo di una Thunderbird ferita. / Canteremo da soli il tuo ricordo». A Torino dal 1946, Fred aveva ricominciato a frequentare assiduamente l’amico Leo Chiosso, con il quale iniziò a comporre canzoni. Il rapporto tra i due era praticamente simbiotico, al punto che si trasferirono nello stesso palazzo, in due appartamenti dirimpetto l’uno all’altro, in Via Eusebio Bava 26 bis, in zona Vanchiglia . Trascorrevano giorni e notti intere insieme a chiacchierare a scambiarsi idee, battute e frasi musicali che Leo annotava e Fred accennava sulla tastiera del pianoforte.




MONKEY Radical Chic

Radical chic è un’espressione idiomatica mutuata dall’inglese per definire gli appartenenti alla borghesia che per vari motivi (seguire la moda, esibizionismo o per inconfessati interessi personali) ostentano idee e tendenze politiche affini alla sinistra radicale o comunque opposte al loro vero ceto di appartenenza. Per estensione, la definizione di radical chic comprende anche uno stile di vita e un modo di vestirsi e comportarsi. Un atteggiamento frequente è l’ostentato disprezzo del denaro, o il non volersene occupare in prima persona quasi fosse tabù, quando in realtà si sfoggia uno stile di vita che indica un’abbondante disponibilità finanziaria o improntato al procacciamento dello stesso con attività che, quando osservate in altri, un radical chic non esiterebbe a definire in modo sprezzante, come volgarmente lucrative. Inoltre tale atteggiamento sovente si identifica con una certa convinzione di superiorità culturale, nonché per l’ostinata esibizione di tale cultura “alta”.


AMERICAN DREAM Bukowski’s dream

Henry Charles Bukowski Jr. nacque ad Andernach, in Germania, con il nome di Heinrich Karl Bukowski da padre statunitense di origini polacche e tedesche, sergente della Third United States Army, Henry Bukowski, e da madre tedesca, Katharina Fett[4]. Il nonno paterno Leonard emigrò negli Stati Uniti dalla Germania negli anni ottanta del XIX secolo. A Cleveland, Leonard conobbe Emilie Krausse emigrante da Danzica, all’epoca parte della Prussia. Si sposarono a Pasadena. Leonard lavorò come carpentiere, fondando più tardi una sua azienda. La coppia ebbe quattro figli, compreso Henry, il padre di Charles Bukowski[4]. I genitori di Bukowski si conobbero in Germania, dove il padre svolgeva il servizio militare, dopo la fine della Prima guerra mondiale. Ma l’economia tedesca era al collasso, a causa della guerra persa, e così la famiglia si trasferì negli Stati Uniti nel 1923, stabilendosi a Baltimora, nel Maryland. Per sembrare più americani, i genitori cominciarono a chiamarlo Henry.





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