FiorentinaUno Magazine Speciale Batistuta

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Batistuta cittadino di Firenze.

Gli amici e gli ex compagni ne raccontano virtù ed aneddoti Dalla calda estate del 1991 ai giorni nostri. La parentesi viola di Gabriel Omar Batistuta prosegue. E’ il caso di dire in maniera inesorabile. Le gesta in campo ieri. I riconoscimenti cittadini oggi. In città sono tutti d’accordo. La Cittadinanza Onoraria al Re Leone è più che meritata. Il Consiglio Comunale l’ha votata all’unanimità nella sontuosa cornice del Salone de’ Cinquecento. Onore riservato a pochissimi nella storia di Firenze. ESEMPIO – Un esempio. In campo e fuori. La parola che domina la città, in questi giorni, è proprio questa. L’ex attaccante argentino sta tornando a casa in queste ore, ma il saluto a Firenze è solo temporaneo. Tornerà presto, nei primi mesi del nuovo anno. E la settimana che ha vissuto in riva all’Arno, contornato dagli amici di sempre, ha rinforzato una volta di più

il suo legame con i fiorentini. Indissolubile. Indistruttibile dal tempo che passa. Per chi ha frequentato il Franchi negli anni ’90 l’emozione è ancora forte. Non è raro imbattersi in lacrime di commozione. L’imbarazzo è tangibile in certi tifosi che se lo ritrovano davanti. Come lui nessuno mai. NUMERI – Già, perché i numeri nel calcio dicono quasi sempre tutto. Nel caso specifico il ‘quasi’ è proprio da togliere. Nove stagioni con la maglia viola addosso. Il nove cucito sulla pelle. 332 volte in campo a rappresentare una città intera, che ben presto si è


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Dati: “Per Firenze ha dato anche le caviglie” innamorata di quel ragazzone ‘sgraziato’ dopo un inizio titubante. I gol sono lì a testimoniare la forza devastante di un calciatore e di un atleta. 207 gol totali in maglia viola, 152 in Serie A. Numeri non facilmente replicabili. Anzi, probabilmente impossibili da ripetere. L’uomo delle grandissime imprese. Dei gol spettacolari e potenti. L’uomo che, se avesse giocato in una squadra più blasonata, avrebbe certamente messo in bacheca un Pallone d’Oro. E l’avrebbe meritato. Ma, come detto, i riconoscimenti da Firenze continuano ad arrivare. Adesso è ‘uno di noi’ davvero. Non è più solo uno slogan da stadio. Adesso Gabriel Omar Batistuta è un cittadino di Firenze a tutti gli effetti. Qualche giorno dopo la festa, la Redazione di FiorentinaUno.com ha deciso di rendere omaggio una volta di più al campione argentino. In questa edizione speciale del nostro Magazine abbiamo intervistato in esclusiva tanti suoi ex compagni di squadra alla Fiorentina,

oltre al suo fidatissimo massaggiatore ed amico Luciano Dati. All’interno della nostra pubblicazione troverete dunque le parole di Luis Oliveira, Ciccio Baiano, Anselmo Robbiati, Sandro Cois, Giulio Falcone, Andrea Tarozzi e Gianmatteo Mareggini. “Per Firenze ha dato tutto, comprese le caviglie”. L’inconfondibile accento toscano di Luciano Dati apre il nostro Magazine: “Lunedì l’ho visto commosso, sia in Palazzo Vecchio che in campo per la partita. Anche per me, devo essere sincero, è stata un’emozione grande quella di tornare sul campo del Franchi. Sono stato in panchina, ho fatto il massaggiatore… E’ stata una serata che mi ha fatto tornare indietro con la memoria. Alle notti magiche della Champions League. Mi è dispiaciuto solo che non abbiano accennato l’Inno della Fiorentina. Ecco, con quello la festa sarebbe stata completa davvero”. Aneddoti a bizzeffe, con Luciano Dati è quasi impossibile raccontarli tutti: “Ma ve ne racconto uno che non sa nessuno.



Baiano: “Tra me e Gabriel amicizia e stima sincera” Io e Gabriel facevano sempre qualche scenetta fuori dal campo. Una volta siamo andati a giocare a Bistrita, a casa di Dracula. Senza pensarci mi sono travestito da Dracula e quella volta si prese paura anche lui. C’erano diversi tifosi in albergo, la luce era soffusa e quando spuntai fuori vestito in quel modo rimasero sorpresi in tanti”. Ed in campo, una notte su tutte rimane scolpita nel cuore: “Indubbiamente la notte di Wembley. Indimenticabile. Fece un gol che sfondò la porta”. Dal passato al futuro: “Unruolo in società? Sarebbe un bellissimo uomo immagine, per un ruolo da dirigente vedo più adatto Antognoni. Non mi dimentico che quando andavamo in giro per gli aeroporti tutti chiedevano l’autografo a lui. Poi quando esplose il talento di Batistuta… Diciamo che se la giocavano…”. Da un amico all’altro. Di quelli veri. Solo che lui ci ha diviso l’at-

tacco per anni. Ciccio Baiano ricorda a memoria serate e momenti: “Io e lui non eravamo solo compagni di squadra. Avevamo un’intesa non comune anche fuori dal campo e sono convinto che la nostra intesa in partita derivasse proprio dalla nostra amicizia. Merita la Cittadinanza Onoraria di Firenze, ha dato tanto alla Fiorentina”. Aneddoti da raccontare ce ne sarebbero un’infinità, difficile quindi sceglierne uno: “Non dico niente in particolare, perché eravamo continuamente fuori insieme e vivevamo la nostra amicizia in modo molto intimo. Non ci sono mai stati titoloni sui giornali o dichiarazioni roboanti fra di noi, ma una grande stima ed una grande amicizia”. I tifosi sognano anche un suo ingresso in società: “Lo meriterebbe, ma credo che la Fiorentina abbia piani diversi. Vedo che tutte le squadre importanti hanno messo in società una ban-

Simone Golia



Oliveira: “L’intesa non si è persa nemmeno dopo sedici anni” diera, ma la Fiorentina non è mai stata avrebbe questa possibilità. Anzi, vi dico di di questa idea. Vediamo, magari ci sarà più, io gli stenderei direttamente il tappeto un’apertura nei confronti di Antognoni”. rosso per farlo entrare nel club”. Aneddoti, anche qui, a palate: “Ma vi racconto Sedici anni dopo, in campo si sono solo una cosa per farvi capire che persotrovati a meraviglia. Abitudini e mona è Gabriel. Un mese fa gli ho chiesto vimenti che non si dimenticano. Lulù per messaggio un video d’auguri per un Oliveira largo sulla fascia e Batistuta al mio amico che si è sposato e lui appena centro dell’area. Il primo uomo assist, è tornato a casa me lo ha fatto avere. Per il secondo meraviglioso finalizzatore: ringraziarlo gli ho mandato una nostra “Ragazzi, l’intesa non si perde nemfoto dopo una vittoria a Lecce. Entrambi meno a distanza di tanti anni. Ricordo in maglia viola, lui mi sta baciando per benissimo i palloni che voleva e che l’assist e la conservo gelosamente. Anche vuole lui. Il nostro rapporto è bellissia lui ha fatto piacere averla”. mo ancora oggi. Quando sono arrivato nello spogliatoio, lunedì sera, è corso ad Un altro che di assist ne ha regalati paabbracciarmi come se ci fossimo visti recchi a Batistuta è senza dubbio Anselpoco tempo prima. E’ stata un’emozione mo Robbiati: “Sei anni bellissimi con enorme. Abbiamo giocato tre anni insie- Gabriel, abbiamo fatto cose importanti. me, è normale volersi bene. E lunedì ci In quegli anni lui era il leader, il punto di è riuscito anche qualcosa di quello che riferimento di tutti noi. Mi ricordo ancora provavamo in allenamento”. Dal pasoggi la voglia di migliorarsi che aveva. La sato al presente, tutto d’un fiato: “Bati forza di volontà che trasmetteva. E’ stato potrebbe lavorare tranquillamente per semplicemente un esempio”. Si, ma qualla Fiorentina. Lui vuole bene a Firenze che assist glielo ha fatto davvero anche ed i fiorentini lo adorano. Fosse per me lei: “Beh, qualcuno si. Me ne ricordo uno



Robbiati: “Bati era il nostro leader. Quell’assist a Parma... ” bello a Parma. Era stanco, era tornato il giovedì dal Sudamerica ma andò in campo lo stesso. Ad un certo punto gli misi una bella palla alle spalle della difesa e lui la buttò dentro. Vincemmo una partita importante”. Dai compagni di reparto ad un difensore, che quando Batistuta imperversava sui campi d’Italia e d’Europa era giovane, ma molto stimato dal Re Leone: “Mi colpì tanto ed ancora oggi ne vado fiero. Fece un’intervista sul giornale – dice Giulio Falcone - e ad un certo punto, con mio stupore, lessi che aveva detto che meritavo la convocazione in Nazionale. Il giorno dopo andai nello spogliatoio per ringraziarlo. Lui mi fermò e mi disse: “Giulio, se non lo pensassi veramente non lo avrei mai detto”. Sono cose importanti per un giovane come ero io. Quelle parole di un campione contribuirono ad accrescere la mia autostima. Oggi mi piacerebbe vederlo coinvolto nella Fiorentina. Non tanto con un ruolo

societario, ma lo vedrei bene vicino alla squadra. Nessuno come lui può far capire ai giocatori, soprattutto i giovani, i valori di forza e sacrificio. Quotidianamente, con il suo impegno, lui ce li dimostrava ogni giorno. E quelle persone certi valori non li perdono mai. Li hanno dentro”. Chi lo ha visto dalla porta è Gianmatteo Mareggini. Ruoli opposti, ma trionfi condivisi: “Ci ho giocato insieme quasi dieci anni. Ci ha fatto vincere la Coppa Italia e la Supercoppa. Lui ha fatto tutto da protagonista, io un po’ meno di lui. Ma la sua forza è sempre stata quella di esaltare il gruppo”. Cursore di fascia, attento soldatino in una squadra dal grande talento. Andrea Tarozzi ha condiviso partite e battaglie con Batistuta: “Sono davvero contento che sia diventato cittadino onorario di Firenze, ha fatto cose straordinarie per la squadra viola e per tutti i fiorentini. Un aneddoto lo racconto anche io. Giocavamo con il Lecce e feci il primo gol in Serie A su un



Cois “ Ero sempre il primo ad abbracciarlo. A Udine...” cross di Chiesa. Anticipai tutti di testa, difensori e pure… Gabriel. Lui venne a festeggiarmi, ma ridendo mi fece notare che gli avevo rubato il gol. Fu una grande emozione, le sue parole me le ricordo ancora oggi”. Ed ecco, infine, Sandro Cois. Per otto anni compagno di squadra di Batistuta. Un onore ed un privilegio: “Abbiamo fatto cose bellissime insieme, merita un posto d’onore nella storia di Firenze e della Fiorentina. Siamo arrivati a disputare la Champions League, abbiamo vinto la Coppa italia e la Supercoppa Italiana. Quando è diventato capitano ha assunto una leadership incredibile, ci trascinava in campo ed era amato da tutti”. Aneddoti, anche Cois, ne ha da vendere: “Con Ranieri il venerdì andavamo sempre a cena da Latini. Ricordo grandi serate tutti insieme, eravamo un gran gruppo. Con Gabriel, in modo specifico, ricordo un bel momento a Udine, nella prima partita di Malesani in panchina. Vincemmo 3-2, segnò tre

gol e l’ultimo lo fece in rovesciata. Ero sempre uno dei primi ad andare ad abbracciarlo ed anche quella volta fu così. Quel momento è indelebile, ho anche la foto che me lo ricorda spesso”. Un ruolo nella Fiorentina sugellerebbe un rapporto straordinario: “Ne sono convinto, farebbe molto comodo alla società. Il Milan sta richiamando Maldini, la Juventus ha Nedved, l’Inter ha Zanetti… L’immagine della società ne gioverebbe molto”. Redazione


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