O AI .1 N 10 BBR 0 2 O-FE AI NN GE Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì. - Contiene I.P. - Direttore Responsabile Carlo Andrea Barnabè - Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 (tel. 643884) - Stampa: Litografia La.Ser. Coriano - Grafica: Composet Riccione - Anno XXIX- N° 1 - GENNAIO / FEBBRAIO 2010 - Euro 0,20 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02-2004 n° 46 ) art. 1 comma 1 - DCB Rimini valida dal 19/01/98
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Una allegra valanga rossa... “Riccione Xmas... inseguiamo Babbo Natale” è un evento da replicare. Ne sono convinti i riccionesi, semplici cittadini, categorie economiche, comitati e associazioni, ma soprattutto il sindaco Massimo Pironi per il Natale 2010, pronto a riproporre una nuova edizione, capace di traghettare la città nel Guinnes dei primati. Obiettivo dell’edizione zero che sarebbe stato raggiunto se Adelaide, città australiana affacciata sull’Oceano indiano, tre giorni prima della camminata riccionese, con un’analoga iniziativa, non avesse superato i seimila partecipanti. Il risultato di Riccione è stato, comunque, lusinghiero. Il giudice con il comitato organizzatore Riccione Xmas, sotto l’arco in piazzale Ceccarini, ha registrato 4005 Babbi Natale, di cui 2.300 adulti. Ma in effetti la partecipazione è stata più ampia. Alcune centinaia di persone in costume rosso si sono, infatti, aggregate lungo il tragitto e non sono state contate. C’è chi si è presentato con il proprio Fido agghindato in rosso, chi con l’asinello col berretto di Babbo Natale e calesse al seguito, chi con il surf e chi con la moto, come Luca Pasini, padre di Mattia, il campione di Motogp. Come ribadisce il sindaco Pironi che ha aperto il corteo al fianco di Martina Colombari, arrivata con il marito Billy Costacurta e il figlio Achille, “Riccione Xmas” “è stato un successo. Per la prima volta, all’insegna della solidarietà e del divertimento, la città si è riunita come un’unica grande famiglia, al di là di ogni età, colore, ideologia e politica”. Il primo cittadino esulta: “ E’ stata una grande manifestazione. Uno spettacolo! La camminata nel 2010 si rifarà per battere il record. Un grazie a Riccione che ha risposto positivamente”. La camminata (a costo zero per il Comune di Riccione) servita a raccogliere fondi per acquistare un Tac da donare al “Ceccarini” tramite Famija Arciunesa, ha ottenuto riscontro anche su Rai, Mediaset, La 8 e altre tv. Ne hanno parlato anche Enzo Iachetti e Ezio Greggio a Striscia la notizia, su Canale 5, e Studio Aperto tg di Italia 1, che ha tra l’altro registrato due spot di massa, uno a Oltremare con i 2.500 riccionesi che il 26, vigilia dell’evento, hanno assistito gratis allo spettacolo dei delfini e all’esibizione del mezzosoprano Laura Brioli e di Delilah Gutman, il secondo, durante la camminata in viale Ceccarini. I commenti dei
ALCUNI DEGLI ORGANIZZATORI DELL’EVENTO: IL COMITATO “RICCIONE XMAS”
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Il bis? Certo. E sarĂ record! riccionesi, vip e semplici cittadini: “E’ un’iniziativa molto bella - commenta la Colombari -. “Riccione Xmasâ€? è un regalo alla cittĂ , sia per il fatto di ritrovarsi insieme, sia perchĂŠ serve ad acquistare una Tac. L’ospedale “Ceccariniâ€? per noi è un’istituzione. Continuiamo a supportare il posto dove siamo nati. Sono molto legata alle mie origini, quindi quando c’è da fare qualcosa per Riccione, ci sono sempreâ€?. “E’ stata un’esperienza bellissima _ fa eco Marina Gambetti, primario del Pronto soccorso - , la cittĂ si è stretta insieme al suo ospedaleâ€?. “Al di lĂ della solidarietĂ _ riprende Massimo Masini, presidente di Aeradria - Natale è un’occasione per dimostrare che questa è una bella comunitĂ che sta insiemeâ€?. “Ho partecipato per solidarietĂ e piacere. E’ bello esserci stati!â€?, esclama il bagnino Fausto Ravagliaâ€?. “Tutti insieme per la Tac del “Ceccariniâ€? e per la prevenzioneâ€?, è lo slogan di Roberta Bagli, responsabile al Parco Le Navi. Tra i nonni Giacomo Zaghini, classe 1931. “Ho partecipato per divertimi e stare i mezzo a tutti i riccionesiâ€?, fa sapere. Sulla stessa onda Elso Tentoni ex titolare dell’Hotel Edda. “Ho aderito per stare con tutti i miei concittadiniâ€?. “E’ stata la festa di Riccioneâ€?, commenta l’imprenditrice di centro destra Franca Mulazzaniâ€?. “Essere vicini alla cittĂ anche in questa occasione ha fatto sentire la Cna vicina alla societĂ civileâ€?, assicura Antonio Franceschini, responsabile della nota associazioneâ€?, divertente, un modo per stare insiemeâ€?, conclude Vania Arcangeli. Il plauso dell’evento, che ha viaggiato anche su Facebook, va al comitato organizzatore, formato dal presidente Paolo Massarente, Barbara Buldrini, Gabriele Maestri, Stefano Maestri, Claudio Berardi “Spadinoâ€?, Fernanda Renzi, Eleonora Barni, Chiara Falconi, Gianluca Spadoni, Roberto Corbelli, Elena Benigni, Giuseppe Lo Magro, Moreno Villa, Giovanni Mattoni. Supportati da altri amici come Francesca Gussoni, Francesco Savino, Federica Tranelli, Simone Laurenti, la “Bandâ€? di Enzo Romagna, i ragazzi della Polisportiva, le aziende che hanno contribuito e i tanti volontari che si sono prodigati. Il Comitato sul prossimo numero di FA comunicherĂ il bilancio definitivo (spese e ricavi) relativi alla camminata. Nives Concolino
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CONGRESSI
Scoppia la guerra dei Palas  E’ guerra senza confini. Anzi, sul confine. Una battaglia dagli esiti imprevedibili,  che   si gioca sul futuro del palacongressi,  tra Riccione da una  parte, i riminesi dall’altra. Alla vigilia di Natale sono stati gli operatori della Perla verde a far scattare l’allarme, impauriti dalla possibilità che la gestione delle sale del Palas venga affidata a una società -prevedibilmente Convention Bureau- controllata da Rimini Fiera. Gli albergatori hanno avanzato allora una proposta di affitto degli spazi congressuali, per evitare di venire schiacciati dai colleghi riminesi. Immediate le reazioni del capoluogo. Il presidente della Provincia Stefano Vitali e il vicesindaco di Rimini Melucci hanno  attivato le contromisure, alzando il tiro sui debiti accumulati dalla PalaRiccione. Perchè sta tutto lÏ, nel buco milionario, il cuore della verterza. Il sindaco Massimo Pironi è messo all’angolo da chi (gli operatori e non solo) spinge per una gestione autoctona della struttura e chi, sull’altro versante del Marano, tiene il mano i cordoni della borsa e immagina un futuro comune per i due palacongressi. Quello di Rimini, infatti, aprirà i battenti a marzo e una guerra all’ultimo sangue è uno scenario che la Fiera vuole scongiurare a tutti i costi. Fino al punto di impegnarsi direttamente nella risoluzione del forte indebitamento del Palas. Soldi e aiuti in cambio di una
gestione unitaria. Altrimenti, ha piÚ volte dichiarato il presidente  Lorenzo Cagnoni, ognuno andrà per la sua strada e voleranno gli stracci. Si cerca un’intesa, ma il sindaco Pironi sa bene  che la strada è tutta in salita e le resistenze dei riccionesi sono forti. Il braccio di ferro proseguirà anche nei primi mesi del 2010, almeno fino a   quando una delle due parti sarà disposta a cedere. Difficilmente però il fronte riccionese riuscirà a spuntarla, soprattutto di fronte alla compattezza del mondo politico riminese. Riccione congressi, per bocca del
suo presidente Ivan Neri, ha ripetutamente invitato la Fiera a stringere accordi che riguardano soltanto la promozione dei due impianti, non certo la gestione. Cagnoni ha ribattuto che solo uniti i palas potranno vincere le sfide del mercato nazionale e internazionale. I primi temono che le sale riccionesi vengano di fatto messe in un angolo dal piÚ imponente  impianto riminese, gli altri rispondono che questo non accadrà . Ma i tempi stringono. L’apertura del palacongressi negli spazi dell’ex Fiera è il limite massimo per trattare.
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OCCHI SULLA CITTA’
Il “grande fratelloâ€? ci sorveglia Piazze, incroci e tutti i punti piĂš nevralgici di Riccione ora sono controllati da una rete di telecamere, collegate con i terminali della Polizia municipale e dei carabinieri (comando e stazione). Come sperimentato i mesi scorsi, attraverso quelle giĂ installate al Curiel, in piazzale Cadorna, all’incrocio tra i viali Ceccarini e Dante e al parcheggio del Marano, in tempo reale il nuovo sistema consente di monitorare anche l’intensitĂ del traffico, modificando la viabilitĂ , secondo le emergenze. Gli “occhiâ€? telematici hanno tutte le carte in regola per diventare come il Siryus di Bologna, ma amministratori comunali e divise hanno escluso questo utilizzo sin dall’installazione della prima telecamera. Anche perchĂŠ nel capoluogo emiliano quel sistema “ha fruttato piĂš beghe che beneficiâ€?. Capaci di ruotare a 360 gradi, producendo immagini ad alta fedeltĂ per un raggio di mezzo chilometro, gli obiettivi fungeranno come deterrente anche per i malviventi. Le riprese, buone anche di notte, vengono infatti registrate e conservate per una settimana. Poi si cancellano, a meno che le forze dell’ordine e le autoritĂ giudiziarie non le richiedano per loro indagini. Questa la mappa dei punti di controllo: partendo da nord le prime che s’incontrano sono quelle dei piazzale Neruda, al Marano, davanti al Mojito, e Vittorini, davanti al Beach CafĂŠ. All’Alba seguono quelle all’incrocio tra i viali D’Annunzio e Verdi e
tra i viali Dante e Cilea. Al porto altre telecamere tra i viali D’Annunzio e Parini e i viali Dante e Bellini, dove ce ne sono due. Avvicinandosi al centro, ci s’imbatte con quelle attivate in viale D’Annunzio (davanti a piazzale Curiel) e all’incrocio tra i viali Dante e Ceccarini. Al di sopra della ferrovia sono state installate tra i viali Piacenza e Ferrara (davanti al polo scolastico), altre tre agli incroci tra la Flaminia e viale Emilia (alla rotatoria delle vele), viale Berlinguer e viale Giovanni Da
Verazzano (dove s’immette anche viale Santorre di Santarosa). Gli ultimi due “occhiâ€? si trovano alla stazione, in piazzale Cadorna e in Corso Fratelli Cervi all’incrocio di viale Ruffini. Come annunciato dal sindaco Massimo Pironi, affiancato dall’assessore alla Polizia municipale Lanfranco Francolini e dal comandante Fabio Franchini, il terminale delle telecamere, da 2.500 euro ciascuna, è stato affidato a un ristretto gruppo di agenti. Nives Concolino
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Parcheggi pubblici: ecco le novità
Strisce blu in altre due strade di Riccione, parcometri a prezzi inchiodati tra i 50 centesimi e un euro e mezzo all’ora, abbonamenti agevolati per pescatori e artigiani. Sono alcune novità sui parcheggi per il 2010. Anno in cui, dopo l’estate, saranno aperti altri cantieri che nella zona turistica contribuiranno a portare a 1.800 i nuovi posti auto. Si troveranno negli interrati del Lungomare della Costituzione, dove sarà scavato un terzo tunnel, sotto il piazzale Vittorio Veneto, Lungomare della Repubblica, piazzale San Martino, Viale Tasso e, in un secondo momento, I° Maggio (davanti al comando della Polizia municipale). Nota dolente: i posti auto saranno tutti a pagamento. Scelta che di recente ha fatto insorgere l’opposizione in consiglio comunale, dove è riemerso il problema delle vie trasversali del Lungomare della Repubblica, d’estate interdette al posteggio, così come richiesto dai costruttori dell’interrato a ridosso delle cabine. Il sindaco Massimo Pironi a proposito annuncia: “per chi abita nelle case dell’Abissinia prive di posti auto, vale a dire ventiquattro su sessantaquattro, per la stagione balneare mettiamo a punto una soluzione che interessa il parcheggio Diego Fabbri, accanto al ristorante Trampolines. Agli interessati concederemo delle condizioni agevolate”. Questo solo da maggio a ottobre, mesi in cui nelle stesse vie si potrà solo sostare per qualche attimo. D’inverno, invece, sarà consentito parcheggiare sulle strisce bianche”. A proposito di queste ultime l’assessore alla Polizia municipale Lanfranco Francolini, assicura che Riccione non ne è carente, perché “tra viale Ceccarini e viale Giovanni Da Verazzano si conta il 40 per cento di posti gratuiti”.Passiamo alle nuove strisce blu. Arriveranno sul lato a monte del viale dei Mille e in viale Emilia, nel tratto compreso tra la ferrovia e viale Portofino. In entrambi i casi sostituiranno il disco orario. Altro capitolo gli abbonamenti per pescatori e artigiani. I primi vengono concessi a prezzo stracciato, 50 euro all’anno, ma l’uso è limitato all’area portuale e fino a mezzogiorno. Per i secondi il costo è di circa 350/390 euro. In questo caso per un abbonamento annuale si spende quello che di solito si paga per uno stagionale. Sarà consentito parcheggiare lungo qualsiasi strada con posti blu, dalle 8 alle 20 con il cartellino ben in vista al posto del ticket o del grattino. Nives Concolino
REDAZIONE Direttore Responsabile: Carlo Andrea Barnabè • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi • Collaboratori di questo numero: Adriano Prioli, Paolo Santovito, Emanuela Cicchetti, Marina Giannini, Giorgio Galavotti, Lorella Barlaam, Andrea Usai, Giovanni Mattoni, Lorenzo Scola, Piero Serafini, Abdrea Bezzi, Gilberto Galuzzi, Enzo Travaglini, Maurizio Prioli • Disegni: Luciano Luzzi • Foto: Foto Riccione • Pubblicità: Tel./Fax 0541 643 884 • Impaginazione e Grafica: Composet Riccione: 0541 606680 • Stampa: Litografia La.Ser. Coriano
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Blitz della Finanza. Zaffagnini lascia
Del caso si è parlato per settimane. Di nuovo c’è l’epilogo, ovvero la decisione assunta dal Comune di Riccione di chiudere l’era Zaffagnini. Un nome, quello dell’ingegnere che per anni ha guidato i settori Edilizia privata e Urbanistica, al centro di un’inchiesta legata all’hotel Sixty, l’albergo a pochi passi da viale Ceccarini sequestrato lo scorso autunno dalla Guardia di Finanza. Guglielmo Zaffagnini è finito sotto accusa, alcuni suoi beni sono stati ‘congelati’ dalla magistratura, intanto il procedimento va avanti. Nel frattempo la vicenda ha travolto anche il Palazzo. Il sindaco Pironi ha espresso «solidarietà umana» al dirigente, molti partiti — anche nella maggioranza — sono partiti lance in resta per chiederne la testa. Dopo settimane di tensioni, il primo cittadino ha preso la decisione di chiudere la partita, e ai primi di dicembre ha annunciato la sostituzione di Zaffagnini e di conseguenza la sua uscita di scena. Al suo posto è stato nominato un «interno», Baldino Gaddi, che dovrà ora — sono le parole del sindaco — ridare serenità e portare nuova fiducia a un settore sottoposto a forti pressioni e turbolenze. A sollevare polemiche era stata anche la decisione di un nutrito gruppo di dipendenti di scrivere una lettera di saluto al dirigente, lettera non firmata da tutti. A dimostrazione che Edilizia e Urbanistica sono terreni minati. Zaffagnini, legato al Comune da un contratto a tempo determinato, era arrivato ai tempi in cui era sindaco Massimo Masini. Il successore, Daniele Imola, lo aveva riconfermato per entrambe le legislature, Massimo Pironi aveva inizialmente deciso di prorogare l’incarico fino al 31 dicembre per poi andare a un’eventuale cambio della guardia a metà legislatura. L’inchiesta avviata dalla Finanza ha cambiato i piani, anticipando la fine dell’era Zaffagnini.
A cena con la 9ª Ediz
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Una serata d’altri tempi: si cena con la poveraccia, si gioca col dialetto!
Venerdì 19 febbraio 2010 - ore 20.30
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Il babbo di F.A. si coccola i finalisti: da sin.: Galiano Rossi (2°), Maria Frisoni (Arzdora 2009), Daniele Gusella (Arzdor 2009), Carla Fabbri (2ª)
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Sottopasso statale-cimitero
La prima opera pubblica che l’amministrazione comunale intende realizzare in questa legislatura è il sottopasso della statale in corrispondenza del vecchio cimitero, e come ho fatto più volte in passato sia in consiglio comunale che trami-
te la stampa locale desidero ancora una volta esternare il mio dissenso su questa realizzazione e per i motivi sotto elencati. L’opera di cui dovrei essere fiero, in quanto un mio intervento in consiglio comunale ha sconfessato il primo progetto e
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quello che verrà realizzato, elaborato dall’ufficio tecnico comunale segue un mio suggerimento, ma non lo sono, in quanto quest’opera dal costo molto elevato non la ritengo prioritaria su altre, anche in rapporto alla disponibilità finanziaria. La necessità di questa struttura è alquanto discutibile, lo dimostra il fatto, escluso il mattino di buona ora e all’uscita dalle scuole, orari che non mi hanno mai trovato sul posto, l’attraversamento che è regolamentato da un semaforo, avviene raramente da persone a piedi ma di tanto in tanto da ciclisti e motociclisti che potrebbero benissimo, dal momento che provengono dalla parte alta dell’edificato, passare lungo Viale Fiesole. Il fatto che ci siano stati degli incidenti mortali non ne giustifica la costruzione, altri incidenti sono avvenuti in più punti della città ed anche sulla statale, ma non si è ricorso a questo tipo di intervento. Comprendo che la strada che viene attraversata è di importanza capitale e così anche il traffico che vi si svolge, ma prima di intervenire sarebbe opportuno costruire la rotatoria dell’incrocio Berlinguer-Statale lasciando il semaforo in funzione, dopo di che vista la situazione che vi si presenterà decidere il da farsi. Il semaforo oltre tutto da un pò di respiro a coloro che percorrendo la statale da nord a sud devono immettersi sulla Via Romagna e da questa inserirsi per proseguire verso nord. L’esempio di quanto asserisco è riscontrabile sulla statale dove il semaforo di fronte al Mulino Grossi, funzionando e fermando di conseguenza il traffico, consente a quello provenente dalla Via G. Verazzano e da Via S. Santarosa di inserirsi nell’esistente rotatoria. Se sottopasso si deve fare, la sua ubicazione potrebbe essere un’altra, eventualmente da valutare e precisamente sotto la rotatoria Berlinguer-Statale in modo da poter mettere in comunicazione tutte le direzioni mare-paese-riccione2nuovo centro commerciale. Questo è il mio pensiero volto a cercare e proporre le soluzioni che ritengo più congeniali per risolvere i problemi della città. Adriano Prioli
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E per voi una delle “milleâ€? ricette del brodetto E Brudèt Per 4 persone kg 2 di pesce misto: seppie, mazzole, sugarelli, sgomberi, bobe, triglie, cefali, canocchie (dipende dal periodo), granchi, rombetto 1 spicchio d’aglio 2 cucchiai di conserva dl 1 di olio sale, pepe, prezzemolo, acqua q.b. a scelta qualche goccia d’aceto o mezzo bicchiere di vino. Pulire e lavare con cura il pesce, tagliare a pezzi quello piĂš grosso, lasciare interi i pesci piĂš piccoli. In un tegame soffriggere, in un po’ d’olio, prezzemolo e aglio tritati e la cipolla tagliata sottile; quindi aggiungere il vino, farlo evaporare ed infine la conserva diluita in un po’ d’acqua, il sale e il pepe. Quando il sugo bolle disporre il pesce nel tegame: sul fondo si adagiano prima le seppie; trascorsi 10 minuti si aggiungono i vari pezzi di pesce e per ultimi i pesci pĂš piccoli.
La cottura deve avvenire a tegame coperto. Alzare il bollore per 10 minuti circa, poi far bollire piano piano (ancora circa 20 minuti). Negli ultimi dieci minuti togliere il coperchio perchÊ il sugo si addensi. Alcuni marinai aggiungevano al brodetto, a metà cottura, un goccio d’aceto, della cipolla tagliata sottile e sistemata nel tegame a strati sopra il pesce; ciò rendeva il gusto piÚ dolce. Secondo la quantità di pesce, varia il tempo di cottura: il minimo è circa 40 minuti, se bolle piano risulta piÚ saporito e buono (si accompagna a fette di pane o polenta). IL BRODETTO DEI POVERI Una volta si faceva molto spesso e BrudÊt: si grÊnch, al purace, al schÊle (piccoli gamberetti che si raccoglievano sulla spiaggia). Il sugo non veniva denso perchÊ l’olio era poco, rimaneva molto acquoso: era il cosiddetto acquaròn e vi si intingeva la piada. il brodetto veniva cotto in un tegame di terracotta sulla rola. Da: La cucina dell’Arzdora di Grazia Bravetti Magnoni
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PRONTO SOCCORSO
Numeri record, siate pazienti Alla fine di quest'anno verrà sfiorata la cifra record di 39mila accessi. Sono i numeri del Pronto soccorso di Riccione, che dopo l'inaugurazione della nuova sede all'interno del Ceccarini, ha visto crescere esponenzialmente il tetto dei pazienti. <Un incremento del 6 per cento rispetto al 2008 - spiega il primario Marina Gambetti - che rispecchia il trend nazionale, anche se ci piace pensare sia dovuto anche al confort della nuova struttura, al potenziamento del personale sanitario, alla maggiore presenza di medici nelle 24 ore>. A un anno e mezzo dal taglio del nastro, il Pronto soccorso fa un primo bilancio. Positivo. <L'aspetto più qualificante è la presenza della radiologia d'urgenza - aggiunge la dottoressa Gambetti - e la funzione dell'osservazione breve, che permette di dimettere il paziente dopo un'attenta valutazione clinica, senza la necessità del ricovero ospedaliero. Camere monitorizzate dove viene trattenuto dalle 6 alle 24 ore, prima della dimissione che avviene in sicurezza per il malato e il medico>. E con i tempi di attesa, come la mettiamo dottoressa? <Indubbialmente possono essere migliorati, ma purtroppo sono imprevedibili. Se confrontati con la media nazionale i tempi del Ps di Riccione sono decisamente buoni, tuttavia va tenuto conto del sempre più frequente ricorso della popolazione alle strutture d'emergenza e un
dato - se volete tecnico - che riguarda la gravità dei casi. Noi li chiamiamo codici rossi, e sono solo il 2 per cento del totale dei casi trattati. Significa due al giorno, e quando succede il reparto viene assorbito dall'emergenza in maniera estensiva e per lungo tempo. A farne le spese sono quei pazienti che mostrano patologie meno serie>. Alcune settimane fa lei ha denunciato un dato sorprendente che riguarda il numero delle donne che ricorrono al Pronto soccorso perchè vittime di violenze. <Purtroppo il fenomeno mostra dati allarmanti: nel 2008 ho verificato che su 580 accessi dovuti a <opera terzi>, ovvero quei casi in cui il paziente è vittima di una violenza, ben 190 riguardano donne>. D'accordo, ma come fa a parlare di percosse? <Nella mia pluridecennale esperienza al Pronto soccorso risponde il primario Gambetti - ho potu-
to verificare che l'80 per cento dei casi è causato da violenze subite dalle donne. Un fenomeno in crescita, anche perché attualmente c'è una maggiore propensione a denunciarle. Quello che deve far riflettere è la percentuale di donne italiane picchiate, parliamo del 65 per cento del totale, un numero che smentisce pregiudizi e sbagliate convinzioni; non sono soltanto le donne straniere a venir maltrattate dai compagni>. E in questi casi come vi comportate? <Cerchiamo di offrire un supporto, oltre alle cure. Non possiamo ovviamente intervenire, ma nei casi in cui esiste un pericolo per la loro incolumità provvediano a segnalare la cosa ai Servizi sociali. Solo nell'ultimo anno due pazienti vittime di violenza sono state prevelate e poi ospitate in case protette per evitare che finissero nelle mani di chi aveva loro fatto del male>.
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Rassegna 2010
“In dialèt l’è mej” Teatro del Mare - Via Don Minzoni - Riccione - ore 21,00 Continua il momento particolarmente felice per le recite vernacolari Nel circondario c’è una vera e propria esplosione di rassegne per ospitare le compagnie dialettali che desiderano proporre i loro lavori dopo le estenuanti prove invernali. Riccione si mette in luce grazie ad un cartellone con fiocchi e controfiocchi. Calcheranno il palcoscenico del teatro del Mare le compagnie più blasonate del riminese, quelle che vantano esperienze pluridecennali e interpretano i testi di vecchi marpioni del dialetto quali Pier Paolo Gabrielli, Guido Lucchini e Giovanni Spagnoli. Aprirà “La carovana” del simpaticissimo Pier Paolo Gabrielli, autore che elebora i suoi scritti nelle calde notti estive e trova, grazie anche all’aiuto degli altri elementi della famiglia, lo spunto originale. LA CAROVANA
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Secondo appuntamento con “J’armidièd” forte della passione di Maurizio Antolini, instancabile tuttofare, e di un gruppo di donne con gli “attributi” organizzativi e recitativi. Seguirà “E teatre rimnes” diretto dal decano degli autori: Guido Lucchini. Decine e decine le sue commedie con centinaia di rappresentazioni, interpretate da compagnie anche fuori regione e vincitrici di innumerevoli concorsi. Una garanzia!
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di Guido Lu
QUEI DAL FUNTANELE A chiudere il gruppo “Quei dal Funtanèle“ trainato dalla vulcanica Nadia Gessaroli, attrice dalla recitazione straripante e dalla comicità innata. Un vero “animale” da palcoscenico. Quindi non potete mancare a questi appuntamenti, anche perchè: “In dialèt l’è mej”.
PRENOTAZIONE POSTI NUMERATI
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“Quei dal Funtanèle”
“La Perpetua inamur in: eda” di Guido Lucchini
L’utile della rassegna sarà devoluto all’
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IL SITO DI F.A.
Internet? Adesso ci siamo anche noi! È vero, ci è voluto un po di tempo prima che la Famija Arciunesa avesse il proprio sito internet... dove prima vi era una pagina con solo la possibilità di inviarci delle “mail” finalmente ora è possibile “navigare” nelle pagine di un sito vero. D’altronde noi siamo come le formichine, piano piano, un passetto alla volta ma ci arriviamo. Grazie alla collaborazione di Sara Molari, della Guest di Riccione www.guest.it, con i suoi preziosi suggerimenti, siamo riusciti a dar vita alla “creatura” che potete osservare qui di lato. Abbiamo cercato di creare una piattaforma soprattutto semplice ed intuitiva in modo tale da non doversi “imbrigliare” nel sito. Nella parte superiore c’è la testata con il logo dell’Associazione al centro, sotto e di lato a creare una ipotetica onda alcune foto della nostra bella Riccione, gentilmente concesse dall’amico Gianni di Foto Riccione. L’idea è quella di vedere la nostra città attraverso le immagini di oggi e di ieri; un mix tra presente e passato. Non dimentichiamo che l’Associazione Famija Arciunesa è stata ed è sempre promotrice di iniziative per la salvaguardia delle nostre tradizioni: la storia, il dialetto, i personaggi. Sotto la testata troviamo la “barra di navigazione”, partendo da sinistra c’è la parte istituzionale: la storia, le donazioni, il consiglio, etc., a seguire diciamo così la parte “cartacea” dell’Associazione: il calendario, i libri, il giornale e via a seguire... A proposito della “voce giornale”, che ricordiamo raggiunge ogni bimestre tutte le famiglie di Riccione, stiamo lavorando per dare la possibilità di sfogliare la rivista anche su internet. Vorremmo dirvi già da questo numero... Però, chissà... sarà una sorpresa! Arrivati al pulsante “attività” si apre un menù a scomparsa (potete vedere lo spaccato nella foto) al cui interno trovate le voci inerenti a tutte le iniziative dell’Associazione. Nella sezione a sinistra del sito denominata “articoli recenti” troviamo inseriti gli articoli principali provenienti dall’ultimo numero del giornale. Articoli che ritroviamo memorizzati anche nella voce “categorie”e suddivisi per argomentazione. Ancora piu in basso è presente la sezione dedicata ai “link”: quì potete collegarci ad altri siti amici della Famija. E per gli amanti della meteorologia rapida trovate una piccola guida sulle condizioni climatiche di casa nostra. Inutile sottolineare che nella pagina iniziale compariranno le news sulle attività più importanti della Famija e non solo. Ora ai nostri lettori non resta che cliccare su www.famijarciunesa.org e farsi una bella... navigata!. E come dice Jannacci: “vedere l’effetto che fa!”. Paolosà
o 1° Concors
!” o t o f la a p p “Mi sca In
occasione del nuovo sito internet cogliamo al volo
“trasmettiamo” a tutti i nostri lettori indicendo un concorso fotografico! Che ne dite di scattare una foto della nostra Riccione che più vi piace e inviarcela a info@famijarciunesa.org. La redazione della Famija insieme all’occhio esperto di Gianni (Foto Riccione) sceglieranno le 5 più suggestive che verrano pubblicate sul prossimo numero del giornale. Per i “pubblicati” bellissimi premi offerti da Famija Arciunesa. il nostro entusiasmo e lo
Allora forza ragazzi fatevi scappare una bella foto! 12
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La Palariccione ha venduto il cinema a Giometti
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Dopo il contenzioso giudiziario con la Millennium di Roma e mesi di trattative col nuovo titolare, la PalaRiccione Spa ha venduto le sei sale cinematografiche del Palas. A comprare il Planet, per 4.200.000 di euro, al netto di Iva, è stato lâ&#x20AC;&#x2122;imprenditore marchigiano Giovanni Giometti, che ha in mano anche la multisala de â&#x20AC;&#x153;Le Befaneâ&#x20AC;? di Rimini. In base allâ&#x20AC;&#x2122;accordo sottoscritto tra le parti, se entro il 2012 le sei sale non riusciranno a raggiungere i 250.000 spettatori allâ&#x20AC;&#x2122;anno, lâ&#x20AC;&#x2122;imprenditore â&#x20AC;&#x153;potrĂ retrocedere la proprietĂ della multisala, senza oneri e senza penali per la questâ&#x20AC;&#x2122;ultimaâ&#x20AC;?. Secondo la Spa., considerando che il numero di biglietti venduti nellâ&#x20AC;&#x2122;ultimo anno dagli ex affittuari, con la galleria commerciale ancora vuota, sono circa 170mila, la soglia indicata nel contratto dovrebbe essere facilmente raggiunta. Gongola il sindaco Massimo Pironi che commenta: â&#x20AC;&#x153;Sono molto soddisfatto dellâ&#x20AC;&#x2122;accordo raggiunto con Giometti. Con questa scelta abbiamo deciso di
non rinunciare alle sale cinematografiche e di dare prioritĂ alla domanda culturale dei cittadini, piuttosto che alle necessitĂ economiche di bilancio. A questo punto mi auguro che la risposta dei riccionesi sia conseguente e che la multisala del Palas diventi il principale punto di riferimento per chi decide di passare qualche ora al cinemaâ&#x20AC;?. E ancora: â&#x20AC;&#x153;Do atto al management di Palariccione, al presidente Lucio Berardi, e allâ&#x20AC;&#x2122;amministratore delegato, Matteo Bartolini, di aver centrato un obiettivo importantissimo per lâ&#x20AC;&#x2122;azienda e per la nostra cittĂ , per nulla scontato. Questo accordo ci ha consentito di non interrompere lâ&#x20AC;&#x2122;attivitĂ â&#x20AC;?. Il 15 dicembre, ma questa volta davanti al giudice, la Spa riccionese ha trovato lâ&#x20AC;&#x2122;accordo anche con la Millennium di Roma che in Italia gestisce una ventina di cinema. La societĂ romana, al Planet di Riccione sin dallâ&#x20AC;&#x2122;apertura avvenuta a fine giugno del 2008, si è impegnata a pagare 175mila euro alla PalaRiccione. Circa la metĂ di quanto doveva sborsare per lâ&#x20AC;&#x2122;affitto di questi mesi di attivitĂ , ossia 330mila euro. Proprio perchĂŠ inadempiente, lo scorso 14 novembre, la Spa aveva deciso di liquidare il vecchio gestore con uno sfratto esecutivo. In risposta la Millennium aveva chiesto alla stessa Spa un risarcimento di tre milioni di euro, addebitando i mancati incassi al fatto che allâ&#x20AC;&#x2122;apertura del cinema, a differenza di quanto era stato promesso, il cantiere del palacongressi era ancora aperto, la piazza di collegamento con viale Ceccarini non è stata mai stata realizzata e i negozi della galleria sono rimasti invenduti. Il cinema, insomma, era rimasto tagliato fuori, come una cattedrale nel deserto. La Millennium che per completare le sale cinematografiche aveva speso due milioni e 200mila euro, nel primo anno di gestione ha cosĂŹ registrato una perdita di 90mila euro, canone dâ&#x20AC;&#x2122;affitto escluso. ni.co.
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Petizioni anche su Facebook per non smantellare il Planet
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E’ stata una vera e propria rivolta popolare quella esplosa nei mesi scorsi per scongiurare il taglio di quattro sale cinematografiche su sei. La battaglia che per numero di adesioni a Riccione trova solo un precedente nel metrò, ha fruttato 2.700 firme, consegnate al sindaco Massimo Pironi che nel frattempo, il 18 dicembre, ha annunciato l’acquisto del Planet da parte dell’imprenditore marchigiano Giometti. Questa volta la protesta per il mantenimento delle sale ha viaggiato anche sul web, in particolare su Facebook, il social network più famoso del momento, dove è nato il gruppo: “Salviamo la multisala di Riccione”, fondato il 31 ottobre da Enrica Tosi Brandi e altri fans del Planet. In due mesi ha registrato circa 1.600 membri, semplici cittadini, ma anche operatori, negozianti, artigiani, bagnini e albergatori, ai quali si sono affiancati esponenti di maggioranza e di opposizione. Un movimento trasversale, unito da un comune denominatore: la passione per il cinema e per la cultura in generale. Motivazione che ha fatto scattare un secco no alla conversione di quattro sale in uffici e studi professionali. Operazione messa in campo dalla PalaRiccione per appianare parte del debito del Palas che ammontava a 45 milioni di euro. La mobilitazione è stata generale. Basti pensare che per raccogliere le firme, si sono impegnati persino gli studenti delle scuole
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medie, capitanati da Elia, appena dodicenne, e nonna Alba, che ha varcato la soglia degli ottant’anni. D’altra parte a Riccione, città che contava tre cinema (Turismo, Odeon e Africa), nonché sei/sette arene estive, sono in tanti a credere che il Planet deve continuare a vivere, se non altro per dare spazio a rassegne cinematografiche con pellicole d’autore. Quelle promosse dal Comune, continuano a registrare il tutto esaurito. Forse perché la gente è davvero stanca di cinepanettoni, cinecomeri e americanate da spazzatura. A proposito, su Facebook, decine di persone hanno lasciato commenti sul cinema, sulla sua struttura, sull’arredo e persino sul Palas. “Alla fine ha vinto la città che si è mobilitata con gli strumenti democratici a disposizione - commenta la Tosi Brandi _. Siamo stati i propulsori di un’istanza presentata da tanti cittadini, su un tema sociale che ha coinvolto tutti noi con grande spontaneità e convinzione al di fuori di organismi di potere ed economici. Ha vinto Riccione. Ringraziamo il nuovo gestore, nonché gli amministratori comunali e del Palas. ”. E infine: “Basterebbe solo che i sottoscrittori della petizione e i loro familiari anziché alle Befane, come succede ora, andassero al cinema a Riccione una volta ogni due settimane per rendere economica la gestione del Planet! Aggiungiamo questo ai buoni propositi per il 2010”
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Spiragli di luce per la ristrutturazione del Grand Hotel di Riccione e per tutti i fabbricati annessi, che in buona parte si affacciano su viale Gramsci. Per il quattro stelle, ormai chiuso da cinque anni, la società Marebello Spa, seppure in Comune non sia stato presentato alcun progetto, annuncia una riqualificazione a stralci. Nel frattempo si rimetteranno in sesto i “satelliti”. I lavori, affidati alla Silas Costruzioni di Rimini che è stata prescelta tra sei concorrenti, partirà con i lavori in gennaio. La precedenza è stata data alle dependance del Gran Hotel, ossia a Villa Bianca, alla Torretta Novecento, ai magazzini e agli uffici. Come preannunciato dalla stessa Silas, in una seconda fase, ossia a inizio estate “partiranno i lavori veri e propri del Grand Hotel, intervento molto significante che darà importanza anche alla città”. Per lo storico albergo, però, non è stata definita la data di fine lavori. Lo conferma la stessa ditta. L’intenzione pare sia quella di procedere piano per piano, partendo dall’ultimo livello. La Marebello per la ristrutturazione degli edifici, a partire dalla Torre, accanto alla chiesa Mater Admirabilis, e l’ex pub Equinoxe investirà 4/5milioni di euro. A ristrutturazione ultimata i magazzini con galleria saranno affittati ad attività commerciali. Tra tutti i fabbricati si disporrà di ventinove appartamenti, dei quali due nel fabbricato della torretta che
ora ospita un’edicola. Intanto sul sito www.grandhotelriccione.it, che in modo dettagliato illustra la storia del glorioso hotel anche attraverso una preziosa documentazione fotografica e video, ora si legge: “Stiamo lavorando per poter offrire alla nostra gentile Clientela ed alla città di Riccione un Grand Hotel riportato al suo pieno splendore”. L’excursus storico parte con il progetto del 1929, commissionato dal commendatore Gaetano Ceschina. Continua quindi con la scansione di decine e decine di foto d’epoca e cartoline. Il “viaggio” on line si sofferma sulla seconda guerra mondiale, quando Benito Mussolini, usò l’albergo per gli incontri con Capi di Stato stranieri, e anche sui grandi eventi, come il Capodanno 1965 che tra i protagonisti ebbe Mina e un altro veglione di San Silvestro, durante il quale Giorgio Strehler recitò “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello. Tra gli altri link quello dei filmati dell’Istituto Luce. Un servizio riguarda il terzo Congresso nazionale della stampa al quale, nel 1949, partecipò il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Se ne può poi visionare un secondo sulla finalissima del concorso delle Lady Italia, Europa e Universo. Una mappa satellitare aiuta a individuare la struttura ricettiva, mentre una mail info@grandhotelriccione.it è a disposizione per chi vuol saperne di più. Nives Concolino
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Piazza Fontanelle: é fatta! Alla presenza di numerosi residenti, domenica 20 dicembre, è stata inaugurata la prima piazza di Riccione Fontanelle. Accanto al sindaco Massimo Pironi che ha tagliato il nastro,
solo dall’hinterland, soprattutto dai comuni della Valconca, ma anche da altre regioni d’Italia e dall’estero. Proprio per fungere da vera “agorà” dodici mesi all’anno, la piazza circolare,
"da Tonino"
il parroco della Stella Maris don Concetto Reveruzzi che ha impartito la sua benedizione. La cerimonia, che si è tenuta nel primo pomeriggio, ha coinciso con la conclusione della settimana missionaria, terminata con il pranzo per i poveri e per i missionari di Villaregia (Chioggia). L’ opera, realizzata in Via Sicilia, accanto al centro parrocchiale, com’è stato sottolineato per l’occasione vuol essere “teatro” per manifestazioni culturali, feste e spettacoli, ma anche punto di aggregazione per tutto il quartiere che negli ultimi decenni ha accolto centinaia e centinaia di famiglie, giunte non
con diametro di 45 metri, è stata predisposta in modo tale da permettere l’installazione di una tensostruttura. Realizzata dallo staff dei Lavori pubblici sull’ex campo sportivo parrocchiale, l’opera ha richiesto un investimento di 1.106.000 euro, compreso l’arredo urbano e la sistemazione della viabilità del quartiere. Vicino alla piazza sono stati ricavati anche due parcheggi per un totale di 50 posti auto. Nello stesso pomeriggio sulla Flaminia è stata inaugurata la nuova rotatoria che, con le sue quattro fontane, riporta all’origine del toponimo Fontanelle. ni.co.
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I nuovi progetti di Alessandro Casadei Da assessore ai Lavori pubblici e Sport a presidente della Geat. Alessandro Casadei, dalla scorsa estate subentrato a Valeriano Fantini, mette in campo una serie di progetti che interessano più settori, dall’energia alternativa rinnovabile a nuovi arredi verdi, dai parcheggi ai servizi cimiteriali. Intanto mira a fare della Spa un punto di riferimento per tutta la provincia. Le premesse sono favorevoli. La società, infatti, ha chiuso il bilancio del 2009 con un utile di 118mila euro anteimposte. Per sfruttare l’energia alternativa Geat cosa farà? “Entro il 2010 partiremo con l’installa-zione di nove impianti fotovoltaici nelle scuole. Cominceremo dall’“Annika Brandi”, dove prevediamo d’investire 100mila euro. Con altri 500mila interverremo nelle otto restanti scuole. Stiamo valutando di applicare lo stesso sistema anche su altri edifici pubblici. Di questa operazione dovrebbe essere compartecipe Antea, nostra “gemella” che opera a Nord di Rimini”. Anche la piscina comunale sarà alimentata dal fotovoltaico? “Stiamo valutando se conviene farlo. Oltre all’aspetto ambientale, bisogna valutare quello economico. Intanto si sfrutta l’impianto di coogenerazione e il termico solare”. Novità per i parcheggi? “Sì. Stiamo acquisendo tutti quelli a pagamento e con le strisce blu. Li ge-
stiremo direttamente noi”. La Geat può pure costruirne dei nuovi, si parte con il 1° Maggio? “Dipende dalle scelte che farà il Comune (in ballo, infatti, c’è pure la costruzione di un’eventuale nuova sede della Polizia municipale che potrebbe trovare spazio nello stesso parcheggio ndr). Di certo ancora non c’è niente. Per quanto ci riguarda faremo delle valutazioni in base al nostro business plan”. Quali progetti ci sono per il verde? “In collaborazione con gli organizzatori di “Giardini d’autore” proporremo un concorso di idee sia in marzo,
sia in settembre. Individueremo delle zone, per esempio al porto e agli ingressi di Riccione, sulle quali lasceremo spazio alla fantasia di giovani progettisti”. Servizi cimiteriali. Quali novità? “Con altre quattro società di Fano e di Pesaro, tra le quali la capofila Aspes, che ha rilevato le nostre farmacie comunali, costruiremo un impianto crematorio a Fano in una struttura con camino preesistente. Finora Riccione era convenzionato con Faenza e Bologna, ma la prima è al limite, la seconda ha problemi di autorizzazioni. Costituiremo una società. L’investimento ammonta a un milione di euro”. Le basi della Geat sono solide? “Abbiamo un utile di 118mila euro anteimposte. Aver chiuso l’anno senza debiti con i tempi che corrono non è cosa da poco. Tanto più che a causa del Patto di stabilità i Comuni ritardano i pagamenti”. Nives Concolino
MODI DI DIRE! L’è casch te scatarèl E’ caduto in trappola L’ingenuo raggirato Uj s’è g-lè i tub Gli si sono gelati i tubi E’ rimasto al verde Sa lò tan fè una pata Con lui non fai una patta Tipo che vuol sempre ragione
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CENTRO S. MARTINO
Abissinia? Nà, basta! Zona sud? Pèg che pèg! Riccione Terme? Isé la và mej! Non siamo sui toni dell’insurrezione – tipo quella che negli anni ‘20 portò all’autonomia comunale col distacco da Rimini padrona- ma è certo che il malumore tra gli abitanti della zona riccionese che per prima è baciata dal sole che nasce, è in costante lievitazione e non si perde occasione per rimproverare il “Palazzo” di via Vittorio Emanuele II di trascurare quella parte di territorio.Le note più dolenti? Intanto “Abissinia o zona sud” fanno storcere il naso perchè nomi associati ad arretratezza economica e culturale e si propone il rinnovamento con il moderno “Riccione Terme” che per di più infonde idea di benessere. Poi si evidenzia che gli interventi su viabilità e arredo sono praticamente inesistenti. Viale San Martino è divenuto un percorso ad ostacoli, con un manto stradale così “bitorzoluto” che una passeggiata diventa un’impresa; il parcheggio auto è spesso“selvaggio” per carenza di spazi adatti; l’arredo cade a pezzi per manutenzione assente; i sensi di circolazione dei veicoli sono considerati controproducenti per il commercio e il turismo. Eppure in tale catastrofico contesto qualcosa si muove, anzi, diremmo che tanto si muove. Gli spazi che si affacciano sul mare vedono stagliarsi in cielo innumerevoli gru in movimento e in terra un brulicare di frementi operai. Il Lun-
gomare della Repubblica e Piazzale San Martino avranno presto panchine, fontane, siepi, luci, per rilassanti passeggiate e, grazie ai parcheggi sotterranei, comodi accessi alla spiaggia. I viali perpendicolari al mare, da Via N. Sauro a Via N. Bixio hanno i loro marciapiedi e le ristrutturazioni alberghiere aggiungono “stelle” di qualità... dal favoleggiante Hotel Corallo all’attesa per le nuove vesti dell’Ambasciatori e per le suites del Trampolines. Verso la ferrovia è stato eliminato un pericoloso incrocio con la rotonda di Via G. Da Verazzano-Vespucci che a breve sarà abbellita di aiuole colorate e prato verde e, ciliegina sulla torta, presumibilmente a fine marzo, verrà inaugurato il Centro Commerciale San Martino all’angolo di via Trento e Trieste con la nuova sede del supermercato Abissinia. Arricchito da una graziosa piazzetta che, ci si augura, sarà dedicata all’indimenticato maresciallo Gianni Adamo , disporrà dei servizi necessari ad una comunità che vuole progredire e migliorare. Nasce spontaneo l’invito a chi di dovere: non lasciamo le cose a metà... sistemiamo Viale San Martino... invertiamo la circolazione... e Riccione Terme fiorirà di vita! G.L.M 19
RICORRENZE
Festa delle Forze Armate
Questâ&#x20AC;&#x2122;anno, per la prima volta, si è svolta a Riccione Paese una manifestazione storica per festeggiare la ricorrenza del 4 Novembre, â&#x20AC;&#x153;FESTA delle FORZE ARMATEâ&#x20AC;?. La celebrazione ha avuto lâ&#x20AC;&#x2122;intento di onorare i caduti di tutte le guerre e di rimarcare che â&#x20AC;&#x153;i nostri soldatiâ&#x20AC;?, che rappresentano lâ&#x20AC;&#x2122;Italia nel mondo, operando in circa venti Paesi, dallâ&#x20AC;&#x2122;Africa allâ&#x20AC;&#x2122;Afghanistan, dal Medio allâ&#x20AC;&#x2122;Estremo Oriente, sono portatori di pace. Impegnati in missioni che, spesso, mettono a repentaglio la loro vita, non sono impiegati in azioni di guerra ma di aiuto e soccorso umano alle inermi popolazioni, coinvolte in conflitti devastanti, ed operatori di ricostruzione civile e morale. Lâ&#x20AC;&#x2122;idea dellâ&#x20AC;&#x2122;iniziativa ed il suo coordinamento sono stati del Presidente della Sezione di Riccione Fin. Cav. Uff. Pier Luigi De Siena, sollecitato dal Comitato Riccione Paese e, per il Comune, dal Vice Sindaco Lanfranco Francolini. Ha avuto lâ&#x20AC;&#x2122;intendimento, condiviso dai Riccionesi, di dare rilievo e spessore alla Festa delle Forse Armate con un interessante e significativo addobbo storico-militare del Corso F.lli Cervi, curato dal Comitato Riccione Paese col supporto della Presidente signora Lucia Baleani, del Maggiore Giovanni Ragni e del Comune di Riccione. Eâ&#x20AC;&#x2122; stato richiesto lâ&#x20AC;&#x2122;intervento delle Associazioni dâ&#x20AC;&#x2122;Arma, dei Reparti Militari di Rimini, della C.R.I., rappresentata dal Presidente dott. Antonio Manzo, del Museo dellâ&#x20AC;&#x2122;Aviazione, della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, per lâ&#x20AC;&#x2122;allestimento delle vetrine con materiale illustrativo, rappresentato da: cimeli storici, bandiere, labari, crest, divise militari, modellini e da alcune biciclette della Prima Guerra Mondiale. Sedici esercenti del Paese hanno messo a disposizione le loro vetrine per le Associazioni nazionali dei Carabinieri, Finanzieri, Paracadutisti, Bersaglieri, Marinai dâ&#x20AC;&#x2122;Italia, U.N.U.C.I. (Associazione Nazionale Ufficiali in Congedo), Polizia, Artiglieri, Avieri del Settimo Reggimento Vega, Vigili del Fuoco, C.R.I. e Protezione Civile, trasformando, dallâ&#x20AC;&#x2122;1 al 4 Novembre, Corso F.lli Cervi in un museo storico allâ&#x20AC;&#x2122;aria aperta. I Riccionesi hanno potuto ammirare reperti di valore delle due Guerre Mondiali, tra cui una divisa da paracadutista della gloriosa ma sfortunata battaglia di El Alamein del 1942, una radio ricetrasmittente
inglese, lanciata dagli aerei alle formazioni partigiane in Jugoslavia e successivamente arrivata a Riccione in barca a remi. La cerimonia dellâ&#x20AC;&#x2122;1 Novembre è iniziata con lâ&#x20AC;&#x2122;alzabandiera in piazza Matteotti, accompagnata dallâ&#x20AC;&#x2122;inno nazionale di Mameli. Ha portato il Tricolore, attorno al quale tutti i presenti si sono stretti con commozione, un bambino con le stampelle che indossava il cappello militare degli Alpini. Si è voluto ricordare don Carlo Gnocchi che, cappellano militare, si è prodigato, fino allâ&#x20AC;&#x2122;estremo delle sue forze, per salvare Alpini nella tragica ritirata dalla Russia. Il Vice Sindaco Lanfranco Francolini ha sottolineato il significato pacifico della cerimonia, ha ricordato â&#x20AC;&#x153;i nostri ragazziâ&#x20AC;?, che hanno perso la vita nelle missioni di pace, e la figura don Gnocchi, recentemente beatificato dal Santo Padre. Durante la giornata sono sfilati automezzi di proprietĂ , molto apprezzati quelli del dottor Fabio Temeroli e del signor Gabriele Fabbri, moto militari dâ&#x20AC;&#x2122;epoca e un carro armato della Prima e Seconda Guerra Mondiale con a bordo persone in divise storiche dellâ&#x20AC;&#x2122;epoca. Lâ&#x20AC;&#x2122;attenzione è stata attirata dallâ&#x20AC;&#x2122;arrivo dei sosia di Winston Churchill, Bernard Law Montgomery, dei Generali Harold Alexander, Mark Wayne Clark e di Italo Balbo. La manifestazione è poi proseguita con una Santa Messa celebrata, nella chiesa vecchia di San Martino da don Andrea Ripa, per tutti i militari caduti in Italia e allâ&#x20AC;&#x2122;estero nellâ&#x20AC;&#x2122;adempimento del loro dovere. Al termine della funzione religiosa, è stata letta dal Presidente dellâ&#x20AC;&#x2122;AS-
SOARMA Col. Enzo Felicione la preghiera del soldato, seguita dallâ&#x20AC;&#x2122;esecuzione di un commovente â&#x20AC;&#x153;silenzioâ&#x20AC;? fuori ordinanza. Allâ&#x20AC;&#x2122;ora di pranzo, allestita allâ&#x20AC;&#x2122;inizio del viale Diaz una cucina da campo, è stato preparato, per tutti gli intervenuti alla Festa, un gustoso rancio militare offerto dalla Banca Popolare Valconca, dalla Latteria del Sole e dallâ&#x20AC;&#x2122;Hotel Promenade. La manifestazione, cha ha avuto successo per la massiccia partecipazione dei Riccionesi, per la collaborazione degli esercenti, dei collezionisti e dei rappresentanti di tutte le Associazioni dâ&#x20AC;&#x2122;Arma, ha tutte le caratteristiche per divenire in futuro un tradizionale appuntamento degno delle migliori tradizioni patriottiche. Emanuela Cicchetti
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PARI... O DISPARI? A cura di Maria Grazia Tosi, con Cosima Avantaggiato, Cinzia Bernardini, Ulrike Bonfini, Sara Bordoni, Catia Loprete, Oriana Nicosia, Maurizia Petrucci, Valeria Pizzolante, Annalisa Sanchi, Assunta Sorvino, Emanuela Tonini, Anna Maria Viviano. Presentazione: Rubrica gestita da una realtà istituzionale di Riccione che annovera al suo interno rappresentanti donne di tutti i partiti, le quali si occupano del tema dell’uguaglianza di diritti tra uomo-donna ma anche delle discriminazioni in assoluto. Una pagina che intende offrire agli attenti e curiosi lettori di Famjia Arciunesa una nuova …opportunità di lettura, alternando impegno a leggerezza, nuove tendenze a tradizione.
Evento: UNA LEGGERA SERATA IMPEGNATA La serata del 25 novembre, “A FUOCO” LA VIOLENZA, è stata importante occasione di esordio della nostra Commissione. Una serata impegnata, vista la drammaticità del tema affrontato, ma alla quale non sono mancate sfumature di leggerezza: non solo per i gustosi assaggi a chiusura delle serata o per la drammatizzazione sul tema interpretata da cinque delle consigliere che con piglio da vere teatranti hanno letto titoli di quotidiani riguardanti casi violenti, per gettarli poi ‘a fuoco’ in un grande braciere… ma anche per il modo col quale sono stati suddivisi i tempi e articolati i molteplici stimoli a tema proposti ad una ricca ed incantata platea, non solo di donne, per fortuna. La serata è stata avviata da due filmati, uno sulla violenza in strada e uno su quella domestica, gentilmente prestati dal Premio Giornalistico Ilaria Alpi di Riccione. Un’intensa poesia letta dalla conduttrice Isabella Leardini ha preceduto il forum LE QUOTIDIANITA’ DI BARBABLU’. Quattro le competenti relatrici. La Dott.ssa Marina Gambetti, primario del Pronto Soccorso di Riccione, che ha portato un allarmante quadro dei casi di donne che hanno subito maltrattamenti pesanti nella nostra città, 170 nel 2008 e il 64,3% italiane; la Dott.ssa Elisabetta Pillai, operatrice del Progetto Dafne di Rimini che dal 2004 si occupa dell’accoglienza delle donne maltrattate per accompagnarle nel loro percorso di autonomia, grazie alla collaborazione in rete con Pronto Soccorso, sportelli sociali, forze dell’ordine, avvocati; la dott.ssa Valentina Baroni, portavoce dell’Associazione “Rompi il silenzio”, unico centro antiviolenza di Rimini, luogo di accoglienza gestito da volontarie con formazione legale, e sanitaria; la Dott.ssa Lucia Mantuano della Questura di Rimini, che ha portato la sua testimonianza dei casi sempre in crescita nella Provincia. Un concetto è scaturito ‘violento’ dalla serata: la violenza si può combattere, ma bisogna avere il coraggio di denunciarla. Ritratto: UNA DONNA MODERNA DEL 1860 Era praticamente un secolo e mezzo fa quando nacque una riccionese ‘dei nostri tempi’, Leonilde Conti , che resta emblematico esempio di emancipazione femmi-
Una difficile opportunità seduttiva... alla pari.
nile in un mondo che era allora a misura maschile. Sposata con Giuseppe Bologna e madre di ben otto figli, Leonilde riuscì a gestire la loro rinomata locanda nella piazzetta di Riccione paese, punto focale di transito e ritrovo della comunità. Nel 1885, quando iniziarono i primi movimenti turistici, aprì assieme al marito il Ristorante Bologna in fondo all’attuale viale Ceccarini (ex Viola). Essendo probabilmente il primo ristorante a mare, ebbe un enorme successo, e i turisti che in estate lì si ritrovavano venivano da lei seguiti con grande professionalità ed eleganza. Leonilde può essere definita portabandiera di un piccolo esercito di donne che da quel momento in poi ricoprirà un ruolo insostituibile nell’evoluzione economica della nostra realtà balneare. Servizio: SPORTELLO DONNA Uno sportello dedicato alle donne, quello che da un decennio le Pari Opportunità di Riccione mettono a disposizione gratuitamente. Un momento di ascolto importante per tutte coloro che necessitino di una migliore informazione ed un corretto orientamento su come muoversi per risolvere questioni in materia di famiglia, lavoro e tutela dei diritti. Sempre maggiore sarà dal 2010 la collaborazione ‘in rete’ dello sportello riccionese con quelli della Provincia, che offrono una serie di consulenze mirate a specifici problemi (violenza, stalking, immigrazione, mobbing…). Il servizio dello Sportello Donna è seguito da un’avvocata che riceve ogni martedì, dietro appuntamento, presso il Comune di Riccione o il Centro d’Impiego di Riccione.
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Costume: L’ANTIGA Tradotto in italiano: zitella. Il ruolo della ragazza in una famiglia riccionese che già a 25 anni se ‘non era andata su’ si trovava a rischio, a 35 anni compiuti era definitivamente “antiga”, è certamente stato discriminante e scomodo. Diventata così, la maggior parte delle volte non per scelta, ma per una sfortuna nell’aver incontrato uomini inadatti o per piccole imperfezioni fisiche, l’antiga se rappresentava un ingombro per la famiglia che si era regolarmente diramata allargandosi, diventando una sorta di giudiziosa e a volte un po’ scorbutica pecora… bianca, a lungo andare la sua posizione pareva diventare fondamentale. Perché era lei che restava con i vecchi genitori, occupandosi delle faccende di casa, era lei la zia a cui i fratelli lasciavano i nipotini per andare a ballare e magari era ancora lei che si doveva buttare in un’attività familiare rimasta sguarnita, anche se non le interessava affatto. “Era considerata un po’ meno degli altri – racconta una matura riccionese -, lavorava più degli altri ma restava un po’ sempre nell’ombra, perché lei non aveva compiuto il percorso che le ragazze allora dovevano compiere: moroso, matrimonio, figli. Era un po’ una ‘schiavetta’, sicuramente anche amata, ma che disponendo di molto più ore vuote degli altri… ” Incredibile come i tempi che cambiano abbiano trasformato l’antiga in single… una donna libera! Per info o suggerimenti: pariopportunita@comune.riccione.rn.it Commissione Pari Opportunità: Comune di Riccione Viale V. Emanuele II SPORTELLO DONNA: tel. 0541-473140
PERSONAGGIO STORICO
Trebbo de La Piè in onore del Prof. Pullè Riccione 1960
Nel numero di Famija Arciunesa del dicembre 2008, traendo spunto dal centenario del terremoto di Messina e Reggio Calabria, descrissi lâ&#x20AC;&#x2122;encomiabile impegno del Prof. Felice Carlo Pullè (1866-1962), in favore delle popolazioni colpite da quel terrificante sisma, che causò la morte di oltre 130.000 persone. Medico, scienziato, amministratore pubblico, Pullè è stato, fra lâ&#x20AC;&#x2122;altro, uno dei principali artefici dellâ&#x20AC;&#x2122;autonomia comunale di Riccione. Tra le numerose onorificenze, che il benemerito medico ottenne, nel corso dâ&#x20AC;&#x2122;una lunga vita, si annovera il trebbo a lui dedicato, che ebbe luogo il 14 febbraio 1960, presso lâ&#x20AC;&#x2122;Albergo Ristorante â&#x20AC;&#x153;Al Pesce dâ&#x20AC;&#x2122;Oroâ&#x20AC;?. I â&#x20AC;&#x153;Trebbiâ&#x20AC;?, erano incontri di poeti, letterati, cultori di storia locale che, piĂš volte, annualmente, convenivano in localitĂ diverse della Romagna, con lâ&#x20AC;&#x2122;intento di mantener viva la parlata romagnola, nonchĂŠ la conoscenza della storia, della letteratura, dellâ&#x20AC;&#x2122;arte, delle tradizioni della nostra terra. Detti raduni, erano promossi dagli â&#x20AC;&#x153;Amici de La Pièâ&#x20AC;? (La Piada ), prestigiosa rivista fondata nel 1920 da Aldo Spallicci (Bertinoro 1886-Premilcuore 1973), in omaggio a quello che, da Giovanni Pascoli venne definito il â&#x20AC;&#x153;cibo nazionale dei romagnoliâ&#x20AC;?. Questo periodico, ancor oggi attivo, è un punto di riferimento importante per la vita culturale della Romagna. Medico anchâ&#x20AC;&#x2122;egli, poeta, scrittore, combattente, promotore dellâ&#x20AC;&#x2122;identitĂ e delle tradizioni popolari romagnole, parlamentare repubblicano, Spallicci, che fu un sincero estimatore del Prof. Pullè, rappresenta, di certo, una delle figure piĂš belle e autorevoli della Romagna di questâ&#x20AC;&#x2122;ultimo secolo. Lâ&#x20AC;&#x2122;amore per la sua â&#x20AC;&#x153;Piccola Patria Romagnolaâ&#x20AC;?, indusse infatti â&#x20AC;&#x153;Spaldoâ&#x20AC;?, comâ&#x20AC;&#x2122;era affettuosamente chiamato dagli amici, a battersi, nellâ&#x20AC;&#x2122;Assemblea Costituente (1946-1948), per lâ&#x20AC;&#x2122;istituzione della Regione Romagna, definendone anche i confini storici. Una questione, quella dellâ&#x20AC;&#x2122;autonomia romagnola, assai viva e sentita da tanti romagnoli, da risultare tuttora, fortemente, al centro del dibattito politico locale e nazionale. Con â&#x20AC;&#x153;Sta fort
Lâ&#x20AC;&#x2122;On. Aldo Spallicci si congratula con il Prof. Pullè.
Pullèâ&#x20AC;?, avviò la sua prolusione lâ&#x20AC;&#x2122;On. Spallicci, sottolineando che quellâ&#x20AC;&#x2122; appuntamento voleva rappresentare un ulteriore attestato di stima, ammirazione ed affetto, nei riguardi del â&#x20AC;&#x153;medico, dello scienziato, dellâ&#x20AC;&#x2122;uomo sensibilissimo alle sventure, accorso a prodigare cure sapienti ai Sammarinesi durante una epidemia di tifo, a Messina e ad Avezzano per i terremotati, a Napoli per il colera, sui campi di battaglia, piĂš volte decorato al valore, sempre e ovunque pronto a rischiare la vita per salvare lâ&#x20AC;&#x2122;altruiâ&#x20AC;?. Tra i versi recitati, nelle diverse espressioni dialettali romagnole, durante quel gioioso incontro conviviale, cui parteciparono valenti studiosi, se ne riportano alcuni, di Virginio Gaddoni, riminese, pluridecorato al valore, mutilato di guerra, compagno di Gabriele Dâ&#x20AC;&#x2122;Annunzio nella Beffa di Buccari, che costituiscono un generoso omaggio a Pullè e alla nostra cittĂ : â&#x20AC;&#x153;Un Salut ma Arzun, alla Romagna e a Pullèâ&#x20AC;?: La tòra dov aglâ&#x20AC;&#x2122; è nèdi, è su gren biond, /I bei grĂ pul chi dĂ lâ&#x20AC;&#x2122;albèna e sanzves, / du vein, che se i foss cnusĂšd in tott e mond/ tott i digiria: â&#x20AC;&#x2DC;Oh Rumagna, dòlz paes!â&#x20AC;&#x2122; / Se, bèla Arzun, oz a sem avnĂš iquè/ cun al nostri puesĂŹi de prem â&#x20AC;&#x2DC;trebbâ&#x20AC;&#x2122; dlâ&#x20AC;&#x2122;ann/ par fè festa a è nost amigh, e cont Pullè.â&#x20AC;? Parenti del Professore, ricordano ancora, con una certa commozione, come quel trebbo in suo onore, svoltosi in un ambiente semplice e genuino, avesse significato per il loro illustre e vegliardo congiunto, un riconoscimento molto gradito : un dono, di valore ancor maggiore, degli attestati, delle medaglie al merito, delle tante onorificenze, che Pullè aveva ricevuto nel corso della sua lunga, fervida esistenza.
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TEATRO
Viva la gioventù! Commedia comico musicale dialettale di Luciano Luzzi Musiche originali del Maestro Franco Benedetto Morri Aiuto Regia Maria Romussi
La Compagnia “Attori per caso” in una pausa delle prove.
Negli anni ‘50 un gruppo di amici riccionesi lasciano la città natale per fare carriera nel mondo dello spettacolo, e stranamente tutti ci riescono, diventando personaggi famosi come attori di teatro, uno di loro come cantante lirico e la bella del paese diventa la soubrette della Compagnia di Wanda Osiris. A causa del loro lavoro le occasioni di vedersi si diradano ma restano sempre in contatto da buoni amici, tanto che, ritiratisi dalle scene per limiti di età... e altro, decidono di tornare a Riccione e stabilirsi in ville di loro proprietà costruite in collina, una vicino all’altra, in modo da potersi frequentare ogni giorno. Oggi li ritroviamo in età avanzata con tutti i problemi che questo comporta. Una coppia di questi convive con figlio, nipoti e nuora. E non è semplice per nessuno, tanto più con personaggi che essendo stati famosi vivono in un mondo tutto loro, fatto di ricordi e gelosie. La memoria vacilla, e il lato comico dell’età viene vissuto giornalmente dai nostri amici e anche i giovani nipoti trovano divertenti le situazioni che si creano tra loro, che per primi sanno divertirsi e divertire, ma soprattutto sono persone rimaste giovani dentro. La Compagnia “ Attori per Caso” augura buon divertimento. Appuntamento al Teatro del Mare, via Don Minzoni - Riccione Domenica 7-21-28 Febbraio e 14 Marzo. Inizio ore 21,00.
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DONNE DI UNA VOLTA
Ivonne. Ostetrica speciale Ha aiutato a nascere centinaia di riccionesi, tra i quali una decina di nipoti. Una “missione” davvero importante quella di Ivonne Berardi, nata a Riccione il 5 marzo 1929. Il nostro periodico, assieme alla sua famiglia, ricorda la nota ostetrica a un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 28 gennaio 2009. Figlia di Esperia Lugaresi (1894 –1954), altra nota levatrice, l’unica di Riccione nella prima metà del secolo scorso. Ivonne è passata alla storia, come donna di grande coraggio e umanità. Sin da giovane, quando ha
iniziato a praticare il suo mestiere, il suo obiettivo è sempre stato quello di far venire alla luce i bimbi, cercando di alleviare il più possibile doglie e ansie delle mamme. “Mia madre - racconta la figlia Margherita – all’inizio del suo lavoro faceva nascere i bambini nelle case. Poi è stata assunta a Villa Contarini a Rimini. Faceva andare lì le signore prossime al parto, quando erano già pronte, non voleva che facessero lunghe attese. Oltretutto non le lasciava mai sole con le proprie doglie e sofferenze. Le aiutava anche manualmente, evitando l’agitazione”. Tecniche che ha adottato anche
in casa sua, quando Margherita il 7 febbraio 2001, ha deciso di far nascere la sua terzogenita Emily Tosi, in casa e non in ospedale. Un evento esclusivo. Della bravura di Ivonne erano a conoscenza anche le turiste. Così negli anni Settanta una signora bolognese sul punto di dare alla luce a Riccione la sua creatura la volle al suo fianco. “La mamma era molto altruista - riprende Margherita - una volta per aiutare in ospedale una parente che non stava bene, rimase fuori casa per due mesi. Era una donna forte, infondeva tanto coraggio. Fin da piccola è stata abituata ad affrontare le avversità della vita. Ha perso il padre, due sorelline ed un fratello di 19 anni, quand’era ancora bambina”. Così Ivonne è stata costretta a crescere in fretta, ma senza mai perdere la sua spensieratezza. Nel settembre del 1948 convolò a nozze con Antonio Tonini, stimato imprenditore edile. Ivonne, intanto, si dedicava con amore alla sua professione. Al tempo trascorso tra cicogne, mamme e bebé, Ivonne intrecciava il suo menage familiare. Il marito Antonio, che aveva conosciuto quando ancora andavano a scuola, le aveva dato quattro figli, Ionner, Vanes, Esperia e Margherita, dai quali sono poi nati dieci nipoti e sei pronipoti, tutti riuniti per festeggiare le Nozze di diamante: sessant’anni di matrimonio. I riccionesi ancora adesso ricordano Ivonne come donna semplice, coraggiosa, allegra e altruista. La chiamavano “Ticozzi” per via della sua corporatura minuta, che contrastava con il suo carattere davvero forte. C’era pure chi amichevolmente la definiva “arzdora”. Non a caso. La nota ostetrica teneva sempre le porte di casa aperte agli amici di famiglia che spesso intratteneva con le sue gustose cenette. Come ricordano i suoi figli “Ivonne è stata anche una mamma molto affettuosa e comprensiva. Amici e conoscenti per lei hanno solo belle parole. Dal giorno della sua scomparsa c’è un grande vuoto, ma lei è rimasta in tutti i nostri cuori”. Nives Concolino
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Un grande obiettivo da realizzare insieme Il nuovo Day Hospital oncologico di Rimini. Dal 1990 ad oggi il reparto ha avuto in cura 12 mila persone
E’ partita la maratona solidale in tutto il territorio di raccolta fondi per portare un aiuto concreto alla speranza. A vent’anni dall’inaugurazione dell’oncologia presso l’ospedale Infermi di Rimini, ora il reparto vuole fare un salto di qualità e realizzare un nuovo day hospital. “Si tratta di una struttura vicina al paziente, studiata per il trattamento della malattia nel modo più professionale e sereno possibile”, ha affermato il dottor Alberto Ravaioli in occasione della conferenza stampa di presentazione del progetto, da lui fortemente voluto, per offrire un ambiente dignitoso e sereno ai pazienti, per migliorare i servizi e la qualità della cura. Il nuovo day hospital permetterà un sistema di prevenzione che si articola nella cura del seno, dell’utero e del colon retto. Aziende, enti privati e pubblici, cittadini, tutti possono partecipare con un proprio libero contributo. Ciascuno potrà fare la sua parte. Il day hospital non sarà pagato solo con i soldi dell’Ausl ma anche con i soldi dei cittadini. Dal 1990 ad oggi il reparto ha avuto in cura 12 mila persone e si è registrato un incremento di 1.000 casi in più all’anno. I numeri dei pazienti inseriti nei protocolli di ricerca mostrano lo sviluppo dell’innovazione della cura: sono 1.400 i pazienti trattati con terapie sperimentali; 57 i tipi di terapie differenti. Il reparto ha eseguito finora 122 trapianti di midollo. Testimonal del progetto day hospital è stato il presidente della Provincia di Rimini Stefano Vitali in rappresentanza di tutta una comunità di cittadini che opera fattivamente per il bene della collettività. Il presidente, in occasione della conferenza stampa per la presentazione del progetto ha parlato, svestendosi del suo ruolo istituzionale, identificandosi fra i 12 mila pazienti seguiti dal reparto di oncologia all’Infermi di Rimini. Diversi gli interventi anche
dal pubblico che ha voluto sottolineare il ruolo importantissimo dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Oggi tanti pazienti guariscono e tanti possono combattere la loro battaglia rimanendo nelle loro famiglie e spesso nel luogo di lavoro. La “qualità della vita” è stato uno dei risultati più importanti, ottenuto grazie all’impegno dei medici, dei ricercatori, degli operatori che ogni giorno hanno combattuto a fianco dei loro pazienti con professionalità e con grande umanità. Marina Giannini
La caritas interparrocchiale Associazione Madonna del Mare ringrazia pubblicamente tutti coloro che hanno contribuito nel corso dell’anno 2009 e per questo Santo Natale con donazioni e lavoro alla raccolta Natalizia di alimenti destinati alla mensa e agli indigenti residenti nel Comune di Riccione. Un ringraziamento particolare alle Parrocchie e ai bambini della Parrocchia di San Martino ai bambini a Scuola Materna “ Il Floreale” per le loro donazioni e alle loro catechiste e maestre per l’idea Ringraziamo infine l’Accademia di Danza per aver coinvoltogli allievi e le loro famiglie in una raccolta di alimenti.e la preparazione del pranzo del 31 dicembre 2009. Ricordiamo che la Caritas si sostiene con l’aiuto di tutti e tutti possono aiutarci incarnando la provvidenza e i bisogni permangono tutto l’anno. La nostra sede è ubicata in via Flaminia 153, Tel. 0541 643213. Buon Anno a tutti! Il presidente Giorgio Galavotti ALCUNE NOSTRE PROPOSTE: Prenota SUBITO Sconto 5%
31/3 - 06/4 GRECIA CLASSICA E METEORE (Pasqua) 01/4 - 05/4 MADRID (Pasqua) 01/4 - 06/4 ISTANBUL E CAPPADOCIA (Pasqua) 01/4 - 05/4 PRAGA E DRESDA (Pasqua e 28/4-2/5) 03/4 - 05/4 LAGO MAGGIORE (Pasqua e 30/4-2/5) 13/4 - 18/4 BERLINO - NORIMBERGA - DRESDA - RATISBONA (28/5-2/6) 15/4 - 21/4 AMSTERDAM - BRUXELLES - LUSSEMBURGO 20/4 - 28/4 Crociera Costa: DUBAI - OMAN - EMIRATI ARABI - BAHREIN 02/4 - 25/4 COSTIERA AMALFITANA - CAPRI - NAPOLI - CASERTA - POMPEI (e 30/5-2/6) 23/4 - 25/4 TORINO: Sacra Sindone, Reggia di Venaria, Museo Egizio (e 7-9/5) 24/4 - 26/4 TRENINO DEL BERNINA - ST.MORITZ - LAGO DI COMO (e 30/4-2/5) 24/4 - 02/5 PARIGI - Normandia e Bretagna (e 10-18/7) 28/4 - 02/5 BUDAPEST - LAGO BALATON - ANSA DEL DANUBIO (30/5-2/6) 29/4 - 02/5 SALENTO: Lecce, Alberobello e Matera (e 30/5-2/6) 29/4 - 02/5 SLOVENIA - CROAZIA - LAGHI PLITVICE (e 30/5-2/6) 01/5 - 05/5 PROVENZA - CAMARGUE - COSTA AZZURRA 09/5 - 16/5 SICILIA Tour 09/5 - 16/5 ANDALUSIA GRAN TOUR (e 12-19/9) 12/5 - 19/5 Crociera Costa MEDITERRANEO: Montecarlo, Capri, Minorca, Barcellona 22/5 - 29/5 MOSCA - SAN PIETROBURGO 14/6 - 26/6 ISLANDA: Terra di Vulcani e Ghiacciai 19/6 - 26/6 PORTOGALLO Tour 25/6 - 04/7 HURTIGRUTEN: Capo Nord - Fiordi Norvegesi - Oslo 01/7 - 08/7 NEW YORK Cultura e Shopping Marzo/Agosto LONDRA - VIENNA - MONACO - BERLINO - STOCCOLMA Volo da Rimini
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ATTIVITA’ DELLA FAMIJA
Quelli dell’87° Compleanno
ERRATA CORRIGE Nell’ultimo volume da noi pubblicato “Come eravamo 2 “- I riccionesi aprono il cassetto dei ricordi- siamo incorsi in diversi errori. Alcuni dovuti probabilmente alla somiglianza dei cognomi o per scambio di una vocale, altri per segnalazioni e testimonianze che, in fiducia, abbiamo preso alla lettera e che, invece, avremmo dovuto controllare una volta in più. Ce ne scusiamo, di cuore, con gli interessati.
Eccoli qua, in bella vista i collaboratori dell’87° Compleanno di Riccione, svoltosi nell’ottobre 2009 nella splendida cornice della Laguna dei Delfini ad Oltremare grazie alla disponibilità della dirigenza e all’aiuto dei dipendenti. La fatica è stata tanta: convogliare e sistemare per lo spettacolo e poi servire torta e spumante ai tremila partecipanti alla festa ha richiesto occhio, tatto e capacità. Doti affinate e consolidate con le esperienze acquisite nelle attività – spiccatamente da volontari- a favore della Famija. Meritata ampiamente la gustosa pizza presso il Ristorante Ranch
Saloon sul Lungomare di Riccione (novembre u.s.), in realtà occasione per una serata in allegria a raccontare i più curiosi “aneddoti” di cui sono stati testimoni durante la manifestazione. Da sin. in piedi: Fernanda, Glauco e signora, Adriana, Gusto, Bruno, Alberto, Luisa, Marisa, Paola S., Laila, Liliana, Riccardo, Giovanni M., Paola B., Fabio V., Ernesto, Daniela, Guglielmo, Monica, Giuliano. Accosciati. Maria, Giuseppe, Rino, Giovanni O., Fabio B. Assenti al click per altri impegni o motivi familiari: Franco B., Paolo, Paola, Franco S., Antonio, Silvano, Edmo.
Pag. 9 – Invece di Tontini Secondo leggi Tentoni Secondo Pag. 62 - Invece di Tonti Gilberto leggi Tentoni Gilberto Pag. 63 - Invece di Mazzoli Bice leggi Busilacchi Ida Un altro errore ci è stato segnalato anche nel “Come eravamo 1” Pag. 94 – Invece di Muccioli Aldo leggi Piccioni Galeazzo
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CURIO ITà senzaetà di Maria Grazia Tosi
“E le stelle stanno a guardare” LA NOTTE DELLE STELLE
STELLE COL TEMPORALE
Una mostra fascinosa quella che dal 6 dicembre al 17 gennaio, organizzata dal Premio Riccione per il Teatro in collaborazione con il Massimo & Sonia Cirulli Archive, ha tappezzato di bellezza e classe le mura di Villa Mussolini. Meravigliosi e coloratissimi manifesti di film dell’epoca , con i loro titoli altisonanti e le drammatiche o languide immagini, hanno riportato il pubblico indietro nel tempo. E poi le foto: ritratti di Dive del cinema ed immagini scattate dai fotografi riccionesi negli anni ruggenti, due incredibili ed enormi macchine da presa posizionate in bella mostra al centro delle sale, e le tante documentazioni scritte, tratte dal libro di Dante Tosi “Una rotta nel vento” che puntualizzano il percorso . La mostra è giunta a conclusione del progetto “Riccione 1939. Danzando sull’abisso”, che ha visto la scorsa estate la presentazione del libro “Vittorio Mussolini e il Premio Riccione”. Presentazione arricchita da spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche ed incontri sempre a ciò ricollegabili. Ha ben settant’anni di vita il prestigioso Premio riccionese, più conosciuto dal mondo che dalla città. Nel ’39 Vittorio Mussolini, secondogenito del Duce, direttore di un importante periodico “Cinema” ed anche produttore, era stato uno dei promotori dell’ iniziativa. A conclusione della prima edizione di quel lontano luglio ci fu il Raduno delle Stelle, uno dei pezzi forti del programma “Estate d’oro 1939” che conferì lustro e notorietà alla nostra città, che si vide citata nei cinegiornali Luce e radiotrasmessa dall’EIAR. Momento promozionale straordinario di una grande vocazione turistica, quella riccionese, ancora agli arbori… un ‘trailer’ del bellissimo film che pochi anni dopo sarebbe andato in scena con un notevole successo di pubblico e critica.
Il “Raduno delle stelle” del luglio 1939, fu un’anteprima della nostra movida balneare. Attori di cinema e teatro sbarcarono all’aeroporto di Miramare per alloggiare al Grand Hotel di Riccione, illuminando di ‘charme’ la nostra città. L’allestimento del Gran Gala, allietato dalla Compagnia Orchestrale del maestro Max Springher anche coordinatore dell’evento, venne allestita nel giardino del Palazzo del Turismo. Tanti i Divi e Divine presenti, tanti i riccionesi e turisti, tanti i camerieri al lavoro… ma tante anche le nuvole minacciose che incombevano su quel pezzo di mondanità. Nel bel mezzo della festa un terribile temporale si scatenò impetuoso… ed impietoso, su abiti ricoperti di strass, impeccabili smoking, tovaglie ricamate e cristallerie. Un fuggi fuggi generale, che catapultò l’elegante compagnia nella più protette sale del Grand Hotel che vide sotto il suo cielo decorato di stucchi dorati brillare stelle per tutta la notte.
VALENTINA: UNA STELLA TUTTA NOSTRA Pippo Baudo, Renzo Arbore, Mariangela Melato, sono state alcune delle star italiane che sabato 2 dicembre al Teatro Sistina di Roma hanno presenziato al debutto ufficiale del Musical di Garinei e Giovannini “Aggiungi un posto a tavola”, con la regia di Gino Landi e la supervisione di Johnny Dorelli. Per i suoi sessant’anni il teatro ha riproposto uno spettacolo che dal 1974 ha fatto il giro del mondo, e che ha messo in scena ancora una volta la divertente e surreale storia di un sacerdote, don Silvestro, e della piccola comunità del suo paese, al quale viene comunicato direttamente da Dio l’arrivo di un nuovo diluvio universale. Oltre alla sciantosa verve di Marisa Laurito, la presenza ormai storica di Enzo Garinei, la simpatia di Marco Simeoli, ed un corpo di ballo con bravi e spiritosi elementi, il primo attore che questa volta ha indossato le
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nere vesti da sacerdote è stato Gianluca Guidi, figlio di Dorelli, che con la medesima bellissima voce ed uguale piglio ironico ha incarnato il cuore della storia. Cuore che sulla scena è stato messo a dura prova dalla seducente e sfacciata giovane Clementina: ruolo brillante affidato alla riccionese Valentina Cenni, che per la prima volta si è cimentata in una performance completa. Diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, Valentina oltre a recitare ha anche ballato e cantato. Il ballo non è stato per lei un esordio in realtà, avendo studiato danza dall’età di quattro anni presso l’Accademia Danza e Musica di Riccione; assoluta novità è stato invece il canto. Richiedendo un Musical una buona preparazione canora, la giovane attrice, scelta dalla produzione che ha scommesso sul risultato complessivo della sua prestazione, si è buttata a capo fitto in una sequenza ravvicinata di lezioni di canto, riuscendo a trasformare una normalissima capacità di cantare in un’interessante musicalità interpretativa. Purtroppo questa volta Valentina , a differenza dello scorso gennaio quando è venuta al Novelli di Rimini con la pièce teatrale “Il laureato”, non potrà esprimersi nella sua terra, ma ‘navigare sull’arca’, imponente presenza scenografica del Musical, in cerca di altri mari… e consensi.
STELLE POETICHE Una curiosità: le stelle sono state insostituibili ‘soubrette’ delle più belle storie di romantica vita reale, delle più magiche notti cinematografiche e dei più suggestivi versi letterari. Di questi ultimi, le più famose sono quelle di Dante, che alla fine di ogni cantica della sua Divina Commedia, si sono ritrovate prime attrici: “E quindi uscimmo a riveder le stelle” a conclusione dell’Inferno, “L’amor che move il sole e l’altre stelle” alla fine del Paradiso, e quella che chiude il Purgatorio: “Puro e disposto a salire alle stelle.”
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LA PAGINA DEL DIALETTO a cura di Giuseppe Lo Magro
La guèra de quéng e de zdòt - La guerra del quindici-diciotto L’ha na tégna ch’la va sò mi grép. Ha una tigna che va su ai greppi. Vale come cocciutaggine, testardaggine. La tigna è anche malattia della pelle e i vecchi narravano un episodio della “Grande guerra”.
L’ha fat piò bataje la su sutèna che la fanteria sòra e Col ‘d Lèna. Ha fatto più battaglie la sua sottana che la fanteria sul Col di Lana. Donnina “allegra”. Il Col di Lana fu teatro di scontri nella Guerra tra italiani e austriaci.
Un giovane riformato viene richiamato a nuova visita a seguito della sconfitta di Caporetto. “A ho ancora la tégna” dice al capitano medico sicuro di scamparla. Ma anch’esso era romagnolo e rispose: “L’è quèl ch’ui vò contra i tedésch!”.
I iè arvat te taj! Le sono arrivati nel taglio (nella fessura!). Si sono uniti carnalmente. Così una madre affannata e disperata disse, in piena Prima guerra mondiale, al parroco Don Montali, mostrandole la giovane figlia (che, dissero le malelingue, aveva un aspetto più soddisfatto che disperato).
I GIUGH - I GIOCHI Tóta roba de ghés. Tutta roba del ghisso . Far piazza pulita, arraffare. (Ghés= sasso triangolare in un gioco da bambini che segnala monete o figurine. I giocatori a turno lanciano una piastrella per farlo cadere e aggiudicarsi il premio in palio gridando la frase “tóta roba de ghés”).
E giugh l’è bèl quand l’è curt. Il gioco è bello quando è corto. Dilungarsi porta alla noia. Prit o sora? Prete o suora? Gioco di bambini che soffiavano sul fiore del tarassaco e se tutti i piumini finissimi volavano via, nasceva una suora.
Angolo della poesia
IL RICORDO DELLA BELLEZZA Come una goccia che t’assomiglia sei dentro l’acqua, ed io la bottiglia: questo contatto dona quiete ma la nostra sete ci attraversa. Qual’è la mano che ci versa? Qual’è la mano che vuota e riempie
ed alla fine tutto si compie mentre un fanciullo beve alla fontana brivido dentro che s’allontana... Lo ritroverai ancora una volta: un silenzio lucente di neve disciolta ed il cuore in tumulto
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ha un sussulto di vita. Inseguendo il respiro dei mari aperti le carovane nei deserti portano doni nella tristezza, un pugno di sabbia ed una certezza il ricordo della bellezza. Enzo Travaglini
LA PAGINA DEL DIALETTO a cura di Giuseppe Lo Magro
Attenti alle parole I significati cambiano con una “o” aperta=ò; oppure una “o” chiusa=ó con un finale morbido= “c” oppure duro= “ch” Cióc=
Ciuccio, tettarella di gomma. Per irridere chi piagnucola o si comporta da bambino “Purèin t’vò e cióc? - Poverino vuoi il ciuccio?
Schiocco, il rumore secco del colpo della frusta nell’aria. Barrocciai e vetturali usano far schioccare la frusta per lanciare il cavallo a gran carriera Per indicare cose di breve durata, di poco valore,buon prezzo: E dura/ conta/ val come un Ciòch ad fròsta Dura/ conta/ vale/ come uno schiocco di frusta A l’ho vù per un Ciòch ad fròsta L’ho avuto per uno schiocco di frusta
Suono del vuoto percuotendo un oggetto E sona ciòch= Suona vuoto A so mèz ciòch= Sono mezzo vuoto, sono indisposto Una dona ciòca= una donna sterile Un ov ciòch= un uovo andato a male
Ciòch=
Ciòch=
Cióch=
Ubriaco
Don Ciòch= Don Ciocco Fè la cariera ad Don Ciòch che da caplèn l’è dvènt ciarghìn Fare la carriera di Don Ciocco che da cappellano è diventato chierichetto Andare indietro. Còc= Coccio. Frammento di vetro, di ceramica. Pezzo di vaso Colpo per incidente, urto, di auto o altro. L’ha fat un bèl còc= Ha fatto una bella botta Còch=
Il cocco, il prediletto
Cóc=
Il covo, di canne, frasche, rami, che mimetizza il cacciatore A só stè tre ore t’é cóc e un è pasa ‘na pèna
Cóch=
Cuculo e quindi anche cucco, stupidotto L’è vèc com e cóch= E’ vecchio come il cucco Di cosa risaputa La niva de cóch= La neve del cuculo L’ultima neve. Di fine febbraio o marzo
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SOLIDARIETA’
Cena A.I.L. al Cavalluccio marino Abbiamo fatto DODICI! Nell'accogliente ambiente del Ristorante Cavalluccio marino, sul porto canale di Riccione, si è svolta giovedi 12 novembre 2009 la DODICESIMA edizione della cena benefica a favore dell'A.I.L. ( Ass. Ital. Lotta alle Leucemie) sede di Pesaro, con un risultato ultra soddisfacente: raccolti 3.000 euro di donazione. Hanno aderito all'appello dell'ideatrice Liliana Galli, dei gestori Michela e Stefano Tosi e della Famija Arciunesa, 150 riccionesi e non; tutti consapevoli dell'impronta benefica della serata e attentissimi alle parole del primario di Ematologia dell'ospedale Muraglia di Pesaro dott. Giuseppe Visani che, accompagnato dal segretario AIL Ezio Trebbi, ha ringraziato della generosità e plaudendo tali iniziative ha rimarcato che tanto ancora c'è da fare e non bisogna smettere di lottare per debellare l'infida malattia. In finale di serata, “satolli e allegri” per i deliziosi piatti di pesce e il buon vino i presenti hanno tributato a Michela e Stefano, ancora una volta impareggiabili padroni di casa, e allo staff della cucina e del servizio ai tavoli (veramente professionali) un convintissimo applauso accompagnato dalla promessa di esserci anche nel 2010! Liliana Galli sulla destra, consegna l’assegno di 3.000 euro alla Presidente A.I.L. di Pesaro Signora Giorgioni e al dott. Isidori del reparto Oncologico dell’Ospedale Muraglia di Pesaro.
MACELLERIA ROBERTO & SEVERIA
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CLUB SERVICE
Per il Lions una serata di... mare Gli appuntamenti del Lions Club prevedono, oltre agli incontri necessari allo svolgimento dei programmi istituzionali, due serate conviviali al mese con menĂš a tema e invito di personaggi con esperienze inusuali disposti alla narrazione. A fine novembre scorso, le eleganti sale del Gran Hotel Des Baines per â&#x20AC;&#x153;Una serata di...mareâ&#x20AC;? hanno cosĂŹ ospitato due riccionesi d.o.c. che sulle onde dellâ&#x20AC;&#x2122;Adriatico, da protagonisti, hanno trascorso la loro esistenza. Li ha presentati, illustrando brevemente il loro â&#x20AC;&#x153;curriculumâ&#x20AC;?, il presidente di Famija Arciunesa Giuseppe Lo Magro, loro amico da lunga data. Severo Pronti e Marino Pronti (parenti nel senso che il primo era cugino del babbo del secondo), figli e nipoti di pescatori, lâ&#x20AC;&#x2122;uno nato dopo la Prima guerra mondiale e lâ&#x20AC;&#x2122;altro dopo la Seconda, rappresentanti di due generazioni di uomini che hanno sofferto e gioito sul mare e per il mare, hanno risposto alle domande che â&#x20AC;&#x153;piovevanoâ&#x20AC;?da ogni parte, dapprima curiose e poi sempre piĂš affascinate. Severo rimase orfano del padre Roberto, uno dei cinque marinai imbarcati sulla â&#x20AC;&#x153;Brunaâ&#x20AC;?, scafo che era il vanto della piccola flotta locale e che naufragò la tragica notte del 17 gennaio 1929 senza lasciare superstiti. Con voce rotta dallâ&#x20AC;&#x2122;emozione, ha ripercorso le tappe del suo ingegnarsi per sopravvivere in tempi che dire tempestosi è usare un eufemismo. Da â&#x20AC;&#x153;murèâ&#x20AC;?, per imparare il mestiere, sino a â&#x20AC;&#x153;padroneâ&#x20AC;?di barca ; da pescatore per altri a pescatore in proprio; dalle notti invernali gelide sulle barche a salpare reti che spezzavano le braccia, alle calde giornate estive sul cutter a portare per un bagno al largo turisti e... turiste (qui un sorriso malizioso
Gli artefici della serata: da sin. Giorgio Mignani (coodinatore Lions), Flavio Rondina (pres. Lions), Marino Pronti, Severo Pronti, Giuseppe Lo Magro (pres. F.A.).
ha lasciato ipotizzare...di tutto!). E poi il perchè dei tanti soprannomi: â&#x20AC;&#x153;Ialòâ&#x20AC;?- per il suo storpiare il tedesco hallò. â&#x20AC;&#x153;Grènzâ&#x20AC;?per le sue gambe poco robuste e leggermente arcuate come il granchio. â&#x20AC;&#x153;Lupoâ&#x20AC;?- un segno di rispetto per la sua anzianitĂ .Marino, un poâ&#x20AC;&#x2122; piĂš fortunato, essendo nato trentâ&#x20AC;&#x2122;anni dopo in tempi meno â&#x20AC;&#x153;crudiâ&#x20AC;?, ha fatto tutta la trafila necessaria ad accumulare conoscenze ed affinare le intrinseche qualitĂ . Imbarchi a Rimini, Cesenatico, Pesaro; costante rincorsa alle evoluzioni della tecnica (passaggio dalla vela al motore) ed acquisizione della patente dâ&#x20AC;&#x2122;altura; sino alla piĂš amata situazione attuale: pesca costiera con lo snello catamarano a catturare sogliole, ombrine, branzini, seppie, lumachini, sardoncini, sarde... che poi porta
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direttamente sulle tavole...a cottura di â&#x20AC;&#x153;gradellaâ&#x20AC;?. Si, perchè Marino è diventato il Re del catering di mare. Ditegli quanti siete e viene a casa vostra con un menĂš ad hoc per ogni tipo di ricorrenza. Anche per lui tante richieste di raccontare fatti e aneddoti: sui delfini e sul pesce luna, sulle poveracce e sui concinelli, sullâ&#x20AC;&#x2122;erosione e sul turismo, sul pontile e sullâ&#x20AC;&#x2122;atollo ipotizzati... Finchè, vista ormai lâ&#x20AC;&#x2122;ora piĂš adatta ai vampiri che ai comuni mortali, il simpatico presidente del Lions Club, dottor Flavio Rondina ha espresso nel suo simpaticissimo ed originalissimo idioma italromagnolmarchigiano una frase che gli astanti hanno tradotto nel perentorio invito: â&#x20AC;&#x153;Ciò burdèl, andĂŠm a durmĂŹ che lor iĂ sèn?â&#x20AC;&#x153;. G.L.M.
CI HANNO LASCIATO
Saluto a Scarponi: una vita spesa per il prossimo Per oltre mezzo secolo ha servito la parrocchia Gesù Redentore con forte passione e dedizione. Maria Brivio, perpetua e suora laica, nonché memoria storica di Riccione Alba, si è spenta il 26 novembre con quel sorriso sulle labbra che l’aveva sempre contraddistinta. Nel suo testamento ha lasciato un pensiero breve, ma incisivo, a quei riccionesi che tanto aveva amato: “A tutti i parrocchiani dell’Alba ha scritto - chiedo perdono se ho mancato in qualcosa. Dal cielo mi sarete tutti presenti: amore e carità viva. Vi voglio bene e vi aspetto tutti in cielo”. Le esequie si sono svolte nel comune d’origine, ossia a Dolzago, dove Maria era tornata per via di un ictus che l’aveva colpita sei mesi prima della sua scomparsa. All’ultimo saluto non ha voluto mancare né il parroco don Franco Mastrolonardo, né decine di fedeli che in pullman sono andati insieme nel paesino del Comasco. “Il suo servizio non è stato solo una volontà, Maria aveva sposato la comunità. Non aveva donato tempo limitato, ma tutta se stessa”, sottolinea don Franco. In sua presenza, nella chiesa gremita di fedeli, nel settembre 2008 la Brivio aveva rinnovato la propria consacrazione, come suora laica, con i voti di castità, povertà e obbedienza. Aveva pure promesso fedeltà al Papa, come richiede la regola dell’Istituto apostole del Sacro cuore al quale apparteneva. Il suo impe-
gno è stato notevole. Basti pensare che per trentasette anni ha fatto pure catechismo ai bimbi dell’Alba. E’ stata punto di riferimento per migliaia di turisti, mamma per alcuni, sorella per altri, consigliera per tutti e “custode” della chiesa che ogni giorno tirava a lucido. Nata a Dolzago (Como) il 17 gennaio 1914, stesso mese in cui sono venuti alla luce don Alberto Torroni e don Tonino Brigliadori, primi due parroci che ha affiancato all’Alba, Maria proveniva da una famiglia povera. Sua ma-
dre aveva avuto undici figli, dei quali tre ancora viventi. A vent’anni, tutti le davano vita breve per la sua salute cagionevole! Voleva fare l’infermiera, ma al “Niguarda” non glielo permisero. Proprio per la salute malferma, fu pure costretta a rinunciare al suo sogno: fare la missionaria. Il medico le impose delle cure al mare. Così i titolari dell’azienda di seta per la quale lavorava, la portarono a Villa Trebeschi, a Miramare. “Qui – ci ha raccontato alcuni mesi prima della sua scomparsa - conobbi don Alberto che per trentotto anni ha segnato la mia vita. Gli sono stata accanto fino all’ultimo respiro. Cercava una perpetua e così sono rimasta in parrocchia. Sono stati gli anni più belli. La chiesa era ancora in costruzione c’erano i muri, tanta muffa e solo trenta sedie”. Maria se n’è andata con tutti i suoi ricordi e aneddoti, come quello del giorno in cui si trovò a tavola con Tino Casalboni, l’allora sindaco Terzo Pierani e don Torroni che al primo cittadino disse: “Io e te potremmo mandare avanti la città, da soli. Ma tu devi cambiare barca, la tua sta affondando”. Erano i tempi in cui di domenica all’Alba si celebravano undici messe. Tanti i fedeli tanti tedeschi. Così Maria impastava fino a 5.000 particole a settimana, tant’è che in una sola estate Don Alberto ne contò 70mila. Nives Concolino
Addio Maria, mezzo secolo a servizio dell’Alba Riccione ha dato l’addio al ragioniere Palmiro Scarponi, 78 anni, già presidente della Casa Famiglia di San Lorenzo, nonché socio fondatore della Cooperativa culturale Comunità Aperta, che ha pure presieduto. Il suo cuore, reso fragile da un male che non perdona, ha cessato di battere il 24 novembre, dopo un’ intensa vita divisa tra famiglia, lavoro e volontariato. Impegni che ha sempre portato avanti con estrema dedizione, grande discrezione e un’immancabile sorriso sulle labbra. Così pure all’interno dell’associazione Agimi Caritas pro Albania, dove ha lavorato al fianco di Jimmy Monaco e di altri riccionesi, nel gruppo famiglie di Riccione e nel consiglio pastorale di San Lorenzo, dove faceva catechesi alle coppie, prossime al battesimo dei figli. Iglis Selvagno, suo amico, già presidente delle Farmacie comunali di Riccione, ricorda la costante disponibilità di Scarponi e di sua moglie Novella, a tal punto che in casa loro sono stati accolti pure ex carcerati e un profugo albanese. “Quando la Commissione Justitia e Pax diocesana, di cui il nostro gruppo facevano parte, sollevò il problema della casa nel Riminese, sollecitando anche Riccione a mobilitarsi - racconta Selvagno -, Palmiro fu il trascinatore di quel lavoro
che portò al censimento delle case malsane e alla risoluzione dei casi più gravi. Per riconoscenza una persona gli portò un prosciutto, ma lui con rettitudine disarmante lo rifiutò e lo fece portare alla Casa famiglia di don Oreste Benzi. Da Palmiro nacque allora la proposta di ospitare per l’estate le famiglie con ragazzi portatori di handicap”. Il fascino e la condivisione degli ideali del parroco dalla tonaca lisa
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nel tempo ha contagiato tre dei cinque figli di Scarponi, entrati nella comunità Papa Giovanni XIII con le rispettive famiglie. Non è tutto. Nel 1981, quando l’uso della droga, interessò anche la zona di San Lorenzo, Palmiro con altri genitori e alcuni giovani, il parroco don Piergiorgio Terenzi e don Giovanni Tonelli, ora direttore del settimanale Il Ponte, s’impegnò a combattere la grande “piaga” attraverso la costituzione della Cooperativa culturale Comunità Aperta che, oltre a svariate iniziative, per dar voce ai ragazzi, aprì Radio Icaro. Tanti impegni ai quali Scarponi ha sempre affiancato la preghiera assieme al gruppo famiglie del quale fa parte anche l’ex difensore civico Pietro Cavallaro. L’appuntamento era sempre nell’eremo di San Giovanni in Auditore, sulle orme di Fratel Carlo Carretto. Palmiro, che ha lasciato la moglie Novella e i figli Paolo, Marco, Lucia, Sandra e Luca, nonché i fratelli Edda e Orfeo, titolare del ristorante Trampolines, ora riposa nel vecchio campo santo di Riccione. Le esequie sono state officiate nella chiesa di San Lorenzo da sei sacerdoti, tra cui il parroco don Tarcisio Giungi, che lo ha definito “cittadino del mondo”. Nives Concolino
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Mater Admirabilis. Cent’anni di Fede In occasione de! centenario delta costruzione della chiesa di Mater Admirabiiis di Riccione, si è ritenuto di raccogliere i ricordi delle persone legate a questa parrocchia e ciò per poter offrire ai fedeli, a tutti i riccionesi ed ai numerosi turisti una sintesi della storia di questi cento anni. Ripercorrere i tratti salienti della vita di una comunità cristiana non ha soltanto una valenza storica, ma comporta anche un approfondimento delle radici della fede cristiana vissuta in un determinato territorio. A questo proposito sono significative le parole che papa Giovanni Paolo II pronunciò in occasione della consacrazione del Santuario di Krzeptòwki (Polonia), il 7 giugno 1997: “La Chiesa non è soltanto un edificio sacro. Il Signore Gesù dice che la Chiesa è costruita sulla pietra, e la pietra è la fede di Pietro. La Chiesa è una comunità di uomini credenti, che professano il Dio vivo ed attestano come Pietro che Cristo è il Figlio di Dio, il Redentore de! mondo”. E’ in tal senso che i parrocchiani di Mater Admirabilis in occasione del centenario, sono chiamati a rinnovare la propria fede
in Cristo morto e risorto che vive nella Chiesa e che si è fatto presente nei momenti fondamentali della vita di tanti. L’evento del centenario è sicuramente un’occasione significativa per tutta Riccione, per fare memoria della propria storia, per andare alle radici di quel patrimonio culturale e di
valori che caratterizzano la nostra città, quali l’accoglienza, la disponibilità, l’operosità, la creatività. Tutto questo è un patrimonio per credenti e non credenti di cui siamo debitori alle generazioni passate. E’ con questi intenti che è stata realizzata la presente pubblicazione. Essa è divisa in tre parti: nella prima è riportata la storia della costruzione della chiesa; la seconda riguarda l’attività della parrocchia dagli inizi e. per tutto il periodo “comboniano”. La terza parte descrive la vita parrocchiale dal 1961, anno in cui la parrocchia è affidata al clero diocesano, ai nostri giorni. Per rendere ancora più viva la descrizione si è preferito riportare una serie di interviste con i parroci che si sono succeduti. In primis don Mario Molari, che essendo stato il primo parroco, ha fornito ed esteso le notizie più importanti sulla Chiesa e la vita di parrocchia; a seguire don Romano Nicolini, che ha tracciato un ricordo di don Carlo Bianchi (deceduto nel 1990) e che lo ha sostituito sulla guida della parrocchia fino al 2007. Don Matteo Donati
AMARCORD
At salut Pier Luigi T’as e las prèima ad Nadèl senza aspitè e Gesù Burdèl mo nu pensa che tzì ilà sò e che’t posa fè quel che’t vò
E t’racuntarè dla tu bèla Arcioun s’un amor che un e bat nisoun urgujos da ès nèd te cor de Paes crisud a pièda e po’ a sang-vés.
perchè ma noun ogni matèina us basta fè na telefonadèina e a savém se tè cmènz a fè casèin trameza al novle ad che giardein.
“Bigio”, “Pierre”, ènca Pirone i’era na mòcia i tu soprannome s’un risultèd sempra cumpagn t’evte un cor grand com’un capan.
T’avrè incontre un sach d’amigh da quei piò bròt a quei piò figh a sarì drì a fè una gran baldoria sa ognoun che conta la su storia.
E cor bon che e tu Non e e tu Bà it ha las, mej dla piò bèla eredità e a fè de bèin sla Famija Arciunesa stè drì ma Té l’era un’impresa.
foto di Giulio Galassi.
G.L.M.
Mi ricordo Pierluigi Galassi
Ci hai lasciato prima di Natale/senza aspettare Gesù Bambino/ma non pensare che lassù/tu possa fare quel che ti pare/perchè a noi ogni mattina/ ci basta fare una telefonatina/e sappiamo se hai cominciato fare confusione/nel mezzo delle nuvole di quel giardino./Avrai incontrato molti amici/ da quelli più brutti a quelli più belli/e sarai impegnato a fare allegria/con ognuno che racconta la sua storia./E tu racconterai della tua bella Riccione/ con un amore che non lo batte nessuno/orgoglioso di essere nato nel cuore del Paese/cresciuto a piada e poi a sangiovese./“Bigio”, “Pierre”, anche “Pirone”/erano tanti i tuoi soprannome/con un risultato sempre uguale/avevi un cuore grande come un capanno./Il cuore buono che tuo Nonno e tuo Babbo/ti hanno lasciato, meglio della più bella eredità/e a far del bene con la Famiglia Riccionese/stare al tuo passo era un'impresa./Ti saluto, Luigi.
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SCRIVERE, SCRIVERE, SCRIVERE
Antonella Dello Stritto. Penna “fatata” Una scrittura sofisticata e convincente quella della riccionese Antonella Dello Stritto, anche insegnante di Lettere presso la Scuola Media “Geo Cenci” di Riccione. Trentasei anni: un’età giovane che l’ha già vista autrice di due pubblicazioni che non sono passate inosservate. La prima è “Il viaggiatore” del 1996, vincitrice della sezione Narrativa Edita del premio letterario Atheste, e tra le righe della quale la nostra Riccione agli arbori del turismo ne è divenuta fascinosa coprotagonista; più surreale la seconda, “Il cerchio delle fate” del 2006/2007, fatalmente immersa nelle atmosfere tipiche dei romanzi gotici, e premio letterario nazionale Città d’Este 2008. Ma non solo: le suddette opere sono state inserite nella Nuova Antologia di Letteratura contemporanea edita da Bastogi, che ha conferito loro maggior pregio. Quando, e da cosa è scaturita questa sua spiccata espressività artistica? “Da che ricordo sono sempre stata incuriosita dalla scrittura, fin da piccolissima. I miei genitori mi dicono che ho iniziato a leggere e scrivere prestissimo, verso i tre-quattro anni, imparando da sola attraverso i libri e mille domande insistenti. Trascorrevo molto tempo ad osservare rapita il mio nonno che leggeva; quell’immagine era per me un mistero grandioso: volevo prenderne parte. Ho iniziato a scrivere e a leggere e non
mi sono più fermata. L’arte, in qualsiasi sua manifestazione, è per me un fuoco inesauribile, attraversa i secoli sulle sue gambe di luce e, sopra ogni cosa, non teme il tempo.” Riccione oltre a dare spunto al suo primo lavoro, diventa giusta location creativa? “Riccione è per me un luogo speciale e magico, è la città dove sono nata e dove resterà sempre il mio cuore. Vi sono posti incantati, sconosciuti ai turisti, sospesi nei miei sogni di bambina, avvolti nel silenzio e nella dolcezza; sono le stradine secon-
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darie all’ombra dei pini di mare che percorrevo per mano al mio nonno, i piccoli parchi profumati d’autunno e soprattutto lo spettacolo misterioso e potente del mare d’inverno… Basta saper ascoltare e guardare…” Da un Viaggiatore alle Fate. Come si è snodato l’articolato ed evolutivo cammino? “In realtà non esiste una vera e propria evoluzione, i miei romanzi sono semplici risposte ai moti dell’animo. E’ come aprire una finestra sul mondo, lasciare che l’aria fresca entri e seguirne le evoluzioni capricciose ed impreviste; esse possono condurre ovunque, anche in luoghi che non avrei mai pensato di esplorare.” Ci può anticipare l’anima del nuovo libro al quale sta attualmente lavorando? “La prossima storia è già terminata ed ha un titolo provvisorio (almeno fino alla pubblicazione). Lo strano caso di Lithium Barnaby: l’uomo in cammino che raccontava storie. Lithium è un professore che, dopo aver coltivato la carriera al King’s College di Fort William ed una quieta passione per le storie fantastiche, viene sconvolto da un misterioso sogno ad occhi aperti, una sortita onirica nei Regni Sovrastanti, laddove s’affastellano e prendono vita i sogni dimenticati, le speranze smarrite ed i Talenti dissipati degli uomini…” Maria Grazia Tosi
FONdazione cetacea
Centro Adria: finestra sull’Adriatico Fondazione Cetacea onlus è una associazione scientifica e un centro di educazione ambientale che opera al fine di promuovere la tutela degli ecosistemi, attuando iniziative per il soccorso, la cura e la riabilitazione di animali marini in difficoltà, soprattutto Cetacei e Tartarughe marine. Cetacea ha sede a Riccione fin dal 1988 e dall’estate 2009 ha aperto al pubblico, grazie alla concessione da parte del Comune di Riccione di spazi nell’ex colonia Bertazzoni, il Centro ADRIA, dove è stato realizzato l’Ospedale delle Tartarughe marine e allestite sale mostre, un’aula video, una biblioteca, un’aula didattica, una sala conferenze e gli uffici della Fondazione. ADRIA è luogo aperto a tutti, (in estate tutti i giorni, in inverno su prenotazione) dove poter osservare le tartarughe marine in cura e avere l’occasione di conoscere le ricchezze del nostro mare Adriatico e le tradizioni locali ad esso legate. Grazie alla sua posizione sul mare, all’ingresso libero e alle iniziative promosse, nel suo primo anno di vita, il Centro ADRIA ha avuto circa 30.000 visitatori; la speranza è quella di poter sviluppare le potenzialità del luogo e poter ampliare i contenuti educativi e culturali per permettere a sem-
pre più persone di apprezzare le bellezze dell’Adriatico e incentivare così, la responsabilità collettiva nel tutelarle per il benessere di tutti. A partire dal 2010 l’Ospedale delle Tartarughe di Riccione sarà il centro di riferimento della rete di salvaguardia delle tartarughe marine operativa nelle regioni Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Un presidio di grande rilevanza nazionale e internazionale, un ulteriore motivo di vanto per la nostra città. Fondazione opera grazie al sostegno dei suoi soci, dei devolutori privati, dei contributi di enti pubblici su progetti di ricerca ed educazione e dei volontari; organizza, inoltre progetti didattici per le scuole, seminari e mostre. E’possibile sostenere le nostre attività non solo destinando il 5 x mille ma anche aderendo all’iniziativa “adotta una tartaruga marina” al sito www.adottatartaruga.org. Fondazione Cetacea Viale Torino 7/A, 47838 Riccione Tel.0541-691557 fax. 0541-475830 e-mail: informazione@fondazionecetacea.org www.fondazionecetacea.org
VOLONTARIATO
Un Preside riccionese in Africa
Nel mese di Ottobre 2009 il Preside Raschi Franco, riccionese dalla nascita, emigrato a Morciano, dove dirige l’ISISS Gobetti-De Gasperi, è volato in Madagascar a capo di una delegazione di cinque persone per portare aiuti umanitari alle popolazioni locali. Il viaggio è nato a seguito di un progetto dell’Istituto “ Voci per l’Africa”, che ha portato alla raccolta di fondi per finanziare due scuole a Nosy Be, nel nord del paese. Tutto ciò a seguito di un’esperienza di volontariato di un’insegnante della scuola, Sanchi Elena, che ha conosciuto una persona eccezionale “Manina Consiglio”. Costei docente napoletana in pensione, da dieci anni lavora in quel paese, dove ha costruito una rete di 200 scuole che fanno capo ad una Onlus denominata “i bambini di Manina”. Le due scuole finanziate sono state titolate all’Istituto Gobetti-
De Gasperi ed al compianto collega Preside di Cattolica Giovanni Pini. Per saperne di più visita il sito: www.bambinidimanina.org 40
DONNE di una volta
“La Pulici”, una donna dolcemente forte Le mancavano due anni per compiere un secolo. Il 22 ottobre scorso si è spenta la grande energia vitale di Ricci Marcellina, conosciuta da tutti come Mercede, la signora Pulici. E’ morta di vecchiaia e nel suo letto, quello che forse si auspicherebbero tutti: “Era stanca – racconta Ilio, uno dei figli – e diceva che dopo aver dato tanto era adesso disponibile a staccare la spina dalla vita”. Una vita per la quale il lavoro ha costantemente assorbito buona parte del suo tempo, che non ha precluso un percorso familiare articolato ed intenso. Dopo aver avuto in giovanissima età una figlia, Gioia ‘Nini’ dal suo primo marito, si sposò poi con Giuseppe Pulici dal quale ebbe quattro figli, Michele e Sonia (purtroppo scomparsi entrambi), Maurizio ed Ilio. Una donna molto forte e schiva Mercede, che parlava pochissimo di sé, almeno sino agli ultimi anni, e che anche coi suoi ragazzi non lasciava trapelare alcuna sdolcinata emotività, mantenendo sempre un affettuoso distacco (forse perché faceva parte di una generazione in cui i figli davano ‘del voi’…). “Noi fratelli chiamavamo mia madre ‘la tedesca’, perché non era solita esprimere i propri sentimenti; però noi ci siamo sempre sentiti molto amati; i fatti per lei andavano a sostituire le parole non dette.” Una donna emancipata, visto che dal 1939, assieme al marito Giuseppe, che aveva conosciuto qui a Riccione quando in estate la-
vorava nella scorta di Mussolini, aprì una cartoleria in centro, diventata poi, quando collaborò con lei anche Michele, libreria. “Mia mamma ha venduto libri scolastici a tutti i riccionesi, ed è restata a lavorate lì per quasi settant’anni, mentre mio padre si staccò presto per aprire una gelateria-pasticceria poco lontano e, nell’angolo Ceccarini-Gramsci, la prima pizzeria estiva: il “Vomero”. Mercede era nata nell’11, all’inizio della prima guerra mondiale, e raccontava che a Riccione questa non aveva lasciato segni tangibili, a parte l’angoscia di veder partire i suoi cittadini per il fronte: come suo fratello Gioia “Nini” (un ‘Bichina’) che faceva parte di quell’improvvisato esercito di soldati ‘ancora col vestito della comunione’. “La seconda invece la visse sulla sua pelle, quando il
fronte si fermò qui in città e la sua cartoleria ci si trovava nel bel mezzo: una volta venne anche gravemente devastata da una bomba. Ma quello che la scioccò più di tutto, anche della guerra, fu il terremoto del ’16, nel vedere la terra aprirsi sotto i piedi.” Un contesto comunque sia molto difficoltoso, nel quale lei riuscì a gestire attività e quattro figli piccoli (la grande si sposò molto presto col riccionese Silvio Gasparini). “Eravamo scatenati e, anche se sembra un controsenso, nonostante passassimo la maggior parte del nostro tempo nelle scuole delle Maestre Pie e nel cortile della Chiesa Mater Admirabilis, vicinanza importante per la nostra formazione, ci sentivamo da mia madre molto seguiti. Apparentemente ‘chiusa’… era molto aperta al mondo, tant’è che la nostra casa fu sempre un porto di mare, piena di gente ed affetti.” Maria Grazia Tosi
MODI DI DIRE! Far l’amor ad chèsa Far l’amore i casa Fidanzarsi ufficialmente Un e bon gnènca a stè da véda Non è capace neppure a stare a guardare L’icapace assoluto E piò pulid l’ha la règna Il più pulito ha la rogna Compagnia poco raccomandabile
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100 anni fa
Banchetto inaugurale per l’Hotel Lido Domenica scorsa ebbe luogo a Riccione, con un banchetto e l’intervento della Banda di S. Marino, l’inaugurazione dell’Hotel Lido, opera coraggiosa del Sig. Domenico Galavotti, che s’erge a pochi metri dal mare sulla ridente spiaggia riccionese. Al banchetto, servito con buon gusto e precisione inappuntabile e rallegrato dalle scelte ed applaudite armonie dei bravi musicisti di S. Marino, erano stati inviati l’on. Gattorno, elette personalità della colonia balneare riccionese , i rappresentanti della stampa locale e parecchi cittadini di Rimini e dintorni. Era rappresentato il nostro periodico e la Riscossa. In sul finire del banchetto il comm. Tamburini disse brevi ed applaudite parole di ringraziamento pel Galavotti, di elogio per la sua ardita iniziativa, di augurio perchè essa sia coronata dal successo. Identici concetti espressero l’avv. Fronzoni. Presidente del Pro‑Riccione, il prof. Cocci direttore del Collegio Nolfi di Fano, il Sig. Goldini che giustificò l’assenza dell’on. Gattorno trattenuto a Roma da imperiosi doveri. A tutti rispose commosso e ringraziando il Galavotti e noi pure ci associamo sinceramente agli auguri rivoltigli al banchetto perchè la sua operosità e la sua iniziativa abbiano il meritato successo. (da: Il Momento, 27 Luglio 1910)
Dalla Locanda, temerariamente costruita, «dove lambisce il mare», è cresciuta l’ambizione di Domenico Galavotti di farsi un nuovo locale che meglio corrisponda alle esigenze della colonia dei villeggianti che cresce ogni anno di qualità e quantità. Così è sorto questo moderno Hotel nel luogo più centrale, di fronte al mare, di Riccione.
Riccione oltre porto Questo lembo di colonia balnearia, che sorge oltre il porto di Riccione, in breve tempo ha preso uno sviluppo veramente eccezionale. Numerose ed eleganti ville sorgono ben ordinate sul punto più elevato della linea litoranea e perciò vi si respira aria balsamica e non resa insalubre per l’umidità prodotta dalla fitta boscaglia opprimente e tetra e dall’esistenza, nel cuore della colonia, di quei cosidetti sanatori, ove sono immagazzinati centinaia di poveri fanciulli malaticci, che portano disgraziatamente fra la gente sana i germi di tante perniciose infezioni. E questo fatto doloroso, che si riscontra purtroppo in diverse stazioni balneari dell’Adriatico, non commuove punto gli speculatori della beneficenza, che alla sanità pubblica, antepongono i lauti guadagni. Ma fortunatamente non esiste tale sgradevole inconveniente in questa amena località, ancora non molto nota, dove i bagnanti possono godere una grande libertà e la delizia di una spiaggia vellutata e nitida rallegrata da aria e da luce vivificatrice e benefica. Il giorno 15, la scelta e numerosa colonia bagnante, qui convenuta, ha voluto festeggiare il Ferragosto. La festa è riuscita splendida, tanto per il numeroso concorso come per l’esecuzione dell’attraente programma. Illuminazione delle vie
L’Hotel Savioli (si chiamò anche Villa Rosa) fu costruito, nei 1907‑1910, sul viale Milano (attuale via Dante), angolo via Galli.
principali, fiaccolata, innalzamento di globi aereostatici, illuminazione delle barche e del porto con palloncini e bengala, fuochi artificiali. La brava musica di S. Giovanni in Marignano ha rallegrato la festa con scelto programma. Alla sera, la fìu fleur, della colonia bagnante riccionese, convenne nelle sale dell’Albergo Savioli ove si ballò allegramente fino ad ora tarda. Senza elencare il numero considerevole delle signore e signorine partecipanti alla geniale festa, nella tema 42
di fare spiacevoli omissioni, tengo a dichiarare che tutte erano belle e elegantemente vestite. Va fatto meritato encomio ai Signori Angeli e Gino Bellabarba che in vero furono gl’instancabili organizzatori deil’indimenticabile festa. Una parola di lode va pure attribuita ai Signori Calabresi Arturo, Ing. Brunetti, Pavanelli e Giovannini, che cooperarono gli organizzatori nel disbrigo dell’improbo lavoro. (da Il Momento, 17 Agosto 1910)
BENESSERE
Incontro con Théreèse Bertherat la creatrice dell’antiginnastica®
Un lavoro sul corpo che fa bene anche all’anima “L’antiginnastica® è materia vivente” Articolo pubblicato su “Chiamami Città” del 2 dicembre 2009 Nella foto Thérèse Bertherat fotografata da Isabelle Levy-Lehmann
Incontrare Thérèse Bertherat, a Rimini per uno stage di formazione, è un’emozione grande. Per quello che l’antiginnastica®, da lei messa a punto a Parigi - dove vive e lavora - negli anni ’70, significa per tantissime persone in tutto il mondo: una vera e propria rivoluzione nella percezione del proprio corpo. Thérèse Bertherat ha creato questo metodo attraverso l’incontro con il sistema di cura della chinesiterapeuta Françoise Mezières e l’analisi di diverse terapie del corpo, integrate da una profonda conoscenza dei grandi della psicanalisi, da Jung a Reich, e dal continuo lavoro su di sé e con i suoi pazienti. Thérèse, che è autrice di cinque libri, racconta: «Talvolta vedo delle persone giovanissime, appassionate, che mi dicono: “Questo tuo libro l’ho trovato nella biblioteca del nonno!” e io ne sorrido con loro.» Ti aspetti una sacerdotessa e incontri una ragazza, dalla pelle liscia, gli occhi luminosi, con un delizioso senso dell’umorismo. Chi è Thérèse Bertherat? «E tu chi sei? Se ti guardo, io sono te.
L’empatia è fondamentale nel lavoro che facciamo. Non ho l’impressione di far del bene all’umanità. Semplicemente, sono una che ascolta, e guarda come cammina una persona, come si mette.» L’antiginnastica, cos’è? «E’ una sorta di secrezione di me stessa, che va verso gli altri esseri viventi. Non lo so come è nata… ma si è sempre detto che per poter far bene l’antiginnastica bisogna avere tre caratteristiche, e la prima è l’umorismo, la seconda l’umiltà e la terza l’umanità, ma “umanità” è forse un concetto troppo pomposo, pretenzioso. Stamattina guardavo una giovane coppia camminare lungo la spiaggia: lui tendeva il torace in avanti, lei camminava con il bacino tutto sbilanciato. Erano anche carini, ma il loro corpo parlava, esprimeva disagio. Basta guardare le persone di profilo e si capisce tutto. L’antiginnastica® non sostituisce una consulenza medica ma di fatto vediamo che, praticandola, sciogliendo le rigidità, i blocchi, la cura si fa da sé. Noi riusciamo a essere d’aiuto con piccoli movimenti e mezzi semplici, che però riportano la vita.» Su quali principi si basa? «Al cuore della questione ci sono le catene muscolari posteriori, “la tigre” che fa inarcare la nuca e “tira” il davanti del corpo che è più debole. Io con queste catene mi prendo la mia libertà: non mi fanno più paura. La rigidità forse ha una radice ancestrale, una repulsione a lasciarsi andare, simile alla paura della morte. E poi il nostro corpo è sottoposto a una continua censura, e il lavoro dell’antiginnastica® aiuta a liberarlo ac-
cordandolo con il cervello.» Come si è evoluta nel tempo? «Pensando diversamente. E’ una storia lunga: l’antiginnastica® è materia vivente, che cambia di continuo. Forse con il tempo c’è più libertà. E sono sempre più convinta che non bisogna sottoporsi a interventi chirurgici demolitivi. Ci possono essere muscoli rigidi, ma quasi prendendoli di sorpresa si possono far lavorare, allungarli. Si dice che il corpo non mente mai, ma è uno sbaglio. Il corpo mente sempre, ti raggira in mille modi, in maniera sottile, ironica. Mentre sei lì che massaggi un punto, il dolore il blocco si spostano, in alto, in basso.» Perché a Rimini è così diffusa? «C’è stato un grande lavoro da parte degli esperti locali, che ha creato un buon ascolto. Conosco i film di Fellini, la vostra è una città aperta, dove le cose nuove attecchiscono.» www.antigymnastique.com Lorella Barlaam DOVE PRATICARLA A RICCIONE Presso il Centro di Anti-ginnastica® Via Pascoli, 3 (la seconda traversa a sin. di Viale Dante, dopo il Porto Canale) Per informazioni, telefonare a: Emanuela Brigliadori Tel. 339 8969309 o 0541 370005 Sabrina Ciurluini Tel. 349 3104785 o 0541 657086 www.antiginnastica.com
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PROFESSIONI
Dott. Daniele Barnabè psicotraumatologo Sovente i nostri discorsi sono infarciti di una certa dose di qualunquismo, di frasi fatte che ci permettono di concludere una esternazione quando siamo a corto di argomenti. “Non ci sono più le mezze stagioni“, “La frutta non ha più il sapore d’una volta”, “Gli amministratori sono tutti ladri “, salvo poi essere contraddetti quando gli argomenti ci sono e hanno i giusti riscontri. Tempo fa si parlava, tra sessantenni, dei giovani d’oggi e il quadro che ne risultava era fosco e con colori assenti. Vagabondi e nottambuli, approfittatori e mammoni, ubriaconi e insoddisfatti, irrispettosi e senza valori, “vogliono la pappa fatta”, “ non si sanno più divertire”, insomma... “non ci sono più i giovani d’una volta!”. Al che sono intervenuto, perchè avevo l’argomento e il giusto riscontro. E ho portato l’esempio di Daniele Barnabè, riccionese d.o.c. delle Fontanelle, a metà strada tra i trenta e i quaranta, già laureato da quasi dieci (a fianco una fetta del suo curriculum - da far invidia ad un professionista vicino alla pensione), con studio avviato e numerosi incarichi di prestigio, tra l’altro è nell’elite degli esperti in Psicotraumatologia, animato dall’irrefrenabile curiosità di conoscere il mondo, gli esseri umani, la vita. Ma non è stata una manna dal cielo. Daniele, da buon romagnolo rivierasco, si è pagato gli studi col lavoro estivo - dai 12 ai 24 anni ha fatto il cameriere/barman all’Hotel Maddalena- mettendo a profitto gli insegnamenti e gli esempi di casa. A partire dal bisnonno Giovanni, “fort com un’arvura”, morto a 105 anni dopo aver ricevuto il diploma di longevità dal sindaco di Riccione, e proseguendo coi nonni paterni (Guido e Maria Durelli) e materni (Arcangelo De Paoli e Adalgisa Ugolini), sino ai genitori Bruno e Alda De Paoli che gestiscono un grazioso negozio di souvenir in Piazzetta Dante Tosi sul molo di Ponente. Da loro ha assorbito tanti valori: l’amore per la sua città e per la patria, il rispetto delle regole, il senso profondo
Curriculum Dott. Daniele Barnabè Laurea in Psicologia presso la facoltà di Magistero di Urbino nell’anno accademico 2000/2001. Formazione Avanzata in Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR). Specializzazione Quadriennale in Psicoterapia Breve. Formazione in Training Autogeno Inferiore e Superiore. Specializzazione in Ipnosi Terapia e Psicotraumatologia. Attività principali negli anni 2003/2009 Svolge regolare attività Libero Professionale nel proprio studio privato di Riccione e attività di consulenza per Enti e Associazioni per i casi di Disturbo Post–Traumatico da Stress in caso di Incidente ed Abuso Sessuale (Psicotraumatologia).
di aiutare i più deboli e soccorrere chi si trova in difficoltà. Valori che, sommati alla passione per il volo, lo avrebbero portato a diventare Pilota di aerei se un problema alla schiena non gli avesse impedito di concorrere per la carriera in Aeronautica. Ora vola in tutto il mondo per seguire gli intensi impegni professionali, ma il cuore è nella “sua” Riccione, il quel piccolo porto che lo ha visto gironzolare da bambino ad osservare il via vai di gente multietnica, il fremere delle vele al vento, la frenesia all’arrivo dei pescatori col lucente pescato e la pazienza certosina a liberarlo dalle maglie, cernirlo e metterlo sul mercato. E ogni ritorno lo vede immancabilmente sul molo ad osservare estasiato l’orizzonte, al tavolo del bar per un caffè nella beatitudine del “dolcefarniente”, a pranzo per assaporare pesce nostrano. Contatti imprescindibili per riappropriarsi della sua “riccionesità” che non rinnegherebbe neppure per tutto l’oro dell’universo. G.L.M.
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di Battarra Vittorio e Luca s.n.c.
Riccione - Via Piemonte, 56/G Tel 0541 640578 - Tel e Fax 0541 664 035 46
E’ Psicologo-Psicoterapeuta riconosciuto dalla Associazione EMDR International. E’ attualmente Coordinatore e Responsabile Interno di intervento Post-traumatico presso l’83° Gruppo S.A.R. “Ricerca e Soccorso” della spett.le Aeronautica Militare Italiana. E’ Curatore Scientifico delle linee guida e strutturali per la riqualificazione dei “Centri di Animazione Sociale” all’interno del progetto del Comune di Riccione in collaborazione con l’Associazione Auser di Rimini e Responsabile Interno per la fase Tecnico–Operativa e la Formazione del Personale Interno. E’ stato Responsabile Interno per il Progetto di intervento di Psicologia delle emergenze a Bordo della Saipem 7000 della flotta Eni. E’ stato Vice Coordinatore del Corpo Italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta per intervento di Psicologia dell’Emergenza terremoto a L’Aquila nel periodo 29 Maggio/07 Giugno 2009 presso il Primo Campo di Accoglienza di Piazza D’Armi. E’ stato Responsabile dei Progetti Terapeutici all’interno dell’incarico a progetto presso il Reparto dei Disturbi Alimentari di Villa Maria a Rimini. E’ stato Docente di Psicologia e Antropologia presso l’Università Aperta di Rimini.
libri
Dall’Internazionale a Giovinezza Riccione prima di diventare comune autonomo era una borgata di Rimini che si caratterizzava dal capoluogo e dalle altre frazioni vicine per arretratezza socioeconomica e temperamento passionale degli abitanti, tutti politicamente schierati con il partito socialista. Nella primavera del 1915 una solenne manifestazione, organizzata in paese per commemorare Andrea Costa a cinque anni dalla morte, si tramutava in una imponente dimostrazione di popolo contro la guerra che insanguinava lo scacchiere europeo. In quel raduno pacifista fu suonato per la prima volta dalla fanfara del partito del “Sole dell’avvenire” l’Internazionale. Le quattromila persone, in gran parte riccionesi, che sfilarono per le strade nel ricordo dell’”Apostolo del proletariato” e contro l’imminente ingresso dell’Italia nel conflitto, ascoltarono quelle note, tanto inedite quanto suggestive, in un religioso silenzio e con i volti contratti e assorti dall’emozione. Dopo la guerra, l’Internazionale, intrecciato con l’Inno dei lavoratori e poi anche con Bandiera rossa, continuò ad essere eseguito in ogni corteo e comizio politico scandendo le fasi più avvincenti della lotta elettorale riccionese dal 1919 al 1921. Dall’estate del 1922 un altro inno fa capolino nei viali ombrosi della marina: Giovinezza. Canticchiato inizialmente da pittoreschi gruppi
di bagnanti in camicia nera, con il passare dei mesi il motivo diviene familiare a tutta la popolazione, che a partire dalla costituzione del municipio lo canterà a squarciagola in ogni ricorrenza della propria storia civica. “Dall’Internazionale a Giovinezza» racconta il cambiamento del “gusto musicale» di Riccione, dall’immediato primo dopoguerra al plebiscito del 1929. Dieci anni di cronaca spicciola recuperata attraverso una puntigliosa lettura di giornali e documenti d’epoca e rievocata senza reticenze o pregiudizi. Uno spaccato di storia radiografato nei suoi frammenti di quotidianità,
info@termoidrosistem.it 48
rispettoso degli entusiasmi e dello spirito del tempo in uno scenario che mette allo scoperto, e senza imbarazzo, i protagonisti della vita pubblica: tutti coloro che hanno avuto un ruolo, piccolo o grande, nel fascinoso cammino della Perla verde dell’Adriatico e che proprio per questo meritano un posto nella memoria della città. Un posto, va detto, che fino ad oggi non hanno avuto, perché il giudizio politico sul regime fascista li ha oscurati relegandoli nel dimenticatoio o rispolverandoli di volta in volta alla stregua di comparse da avanspettacolo o di ridicoli ras di periferia. E ciò nonostante fossero persone colte, preparate e soprattutto oneste, che seppero conferire alla borgata la dignità della stazione balneare e alla comunità l’orgoglio della propria intraprendenza.
MODI DI DIRE! E baghin l’insògna la gianda Il maiale sogna la ghianda L’uomo sogn ciò che più desidera E giugh l’è bèl quand l’è curt Il gioco è bello quando è corto Dilungarsi porta alla noia Fès prit t’un cunvènt ad sore Farsi prete in un convento di suore Chi non ha intezione di fare una cosa
riccionesi DI IERI
Il cittadino Almieri: eroe da ricordare 1798: “Intanto la Repubblica francese, mentre il Generale Bonaparte era passato con poderosi eserciti per mare in Egitto a far la guerra al Turco, destinava di conquistare il Regno di Napoli, e di cacciarne il re Ferdinando IV. A questo effetto fece marciare a quella volta numerose schiere, le quali cominciarono a passare per Rimini il primo novembre con tre battaglioni di Infanteria di due mila uomini, che furono alloggiati nelle caserme del vecchio Duomo, di S. Domenico e di S. Marino. Altre genti passarono poi ne’ giorni seguenti, e tutte dopo breve posa proseguivano il cammino alla volta di Pesaro. Gravissimi danni recarono queste genti nel nostro territorio: e fra i villaggi, che corsero maggiore pericolo, fu quello di Riccione, che per poco non fu messo a sacco, e fu salvato pricipalmente dal cittadino Almieri, a cui dovette tutta la sua riconoscenza” (106). Il “Giornale” redatto da Zanoiti (manoscritto, voi IX‑segg. Scms‑316‑BOB. 44, presso la Biblioteca Gambalunghiana), riporta testualmente: “E...] Nello stesso tempo si costruirono sulla nostra spiaggia al di là della Torre detta del Fanale del Porto diverse fortificazioni con terrapieni, appostandovi alcuni pezzi di
Cannone per impedire qualunque sbarco ostile. Sul mattino del I° corrente Dicembre marciarono alla volta di Riccione, piccolo e povero villaggio lungo la via Consolare, sette miglia circa distanti dalla Città, duecento francesi armati con cinquanta Dragoni a cavallo disposti a darvi il sacco per vendicare un loro militare colà ucciso da Persone del luogo. Vi si trovava nel suo Casino il nostro ex‑nobile Michel’Angelo Almieri soggetto a tutti noto per l’onestà del carattere e per la generosità dell’animo. Saputosi l’incidente da un Ufficiale Francese alloggiato nella sua Casa di Rimino, corse tosto al minacciato villaggio ad avvertirne il suo albergatore e a difenderlo. Ben a tempo vi giunse, giacché a momenti stavasi per dare il fatal segnale del saccheggio. Tanto si adoprò allora il Cittadino Almieri avvalorato dall’Ufficiale, che trattava di abbondante rinfresco la Truppa nella stessa di lui Casa, ed anche regalava di denaro, gli riuscì di calmare la furia francese, e di far retrocedere contenti i soldati alla Città. I miseri abitanti, che fughi si erano, e nascosti nelle vicine Selve cosiddette di Fagnano per lo spavento, fecero ritorno a loro focolari, riconoscendo la loro salvezza dalla magnanimità prati-
“Fantassins françaises et autrichiens”; litographie éditée par Remondini 18201840; da Achille Bertarelli, “L’imagerle populaire italienne”, Paris, 1929.
NUOVI ARRIVI
APERTO TUTTO L’ANNO ATTREZZATURA NAUTICA - PESCA - ABBIGLIAMENTO - OGETTISTICA
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cata in sì terribile emergenza dall’egregio Gentiluomo Riminese loro Benefattore. Il giorno appresso arrivarono [a Rimini} duecento francesi di Cavalleria, che si alloggiarono ne’ quartieri. Costoro però nella notte commisero insolenze incredibili. Si sparsero per le Contrade della Città, e clamorosamente, ed a forza entrando ne’ Caffè, e in altre Botteghe le derubarono a loro piacimento, di più atterrando le porte di alcune piccole case situate in vie non frequentate vi costrinsero le Donne a cose turpi, spogliandole poscia degli órnamenti più cari. Inveirono ancora contro chi incontravano, maltrattandoli nella persona, e togliendole dal dosso quanto avevano di valsente. Le nostre Guardie civiche comandate dal Ex‑Conte Carlo Sotta timorose d’impegnarsi con simili armati a difesa degli oppressi cittadini si stettero chiuse nel loro quartiere. I Francesi partirono impunemente il giorno dopo verso Pesaro, lasciando di loro una trista rimembranza alla Città”. In quello stesso anno (1798) la popolazione riccionese comprendeva: uomini nelle Casette 135, uomini fuori 169, donne nelle Casette 132, donne fuori 132, totale uomini 304, totale donne 282, totale abitanti 586.
COMpleanno speciale
Jenny sarai sempre nei nostri cuori Una serata per ricordare Jenny non basta. Il 15 novembre ci siamo ritrovati tutti al Palaterme per festeggiare quello che avrebbe dovuto essere il suo diciottesimo compleanno. Ho già scritto più e più volte quello che provavo per Jenny, la mia cara amica, che se ne è andata da ormai un anno. Forse sono la persona meno indicata per scrivere di lei, per raccontare in maniera oggettiva quella serata di Novembre, il giorno della sua festa, di come mi sono emozionato davanti ad Andrea Tosi e Massimo Montanari che hanno cantato per Jenny, che sono miei amici, che sono stati suoi amici. Forse sono la persona meno indicata per scrivere di lei anche perché sono molto amico dei suoi genitori, di Mirco e Roby, cui voglio molto bene, che mi hanno e mi vogliono bene come degli zii. E, infine, non sono la persona più adatta a parlare di quella sera perché il “giornalismo” di tendenza, quello che piace ai giornali, alla cronaca di internet, è quello sterile e oggettivo, quello che non permette emozioni, che non tollera che non si rispetti la regola delle cinque W (e cioè la prima regola del giornalismo, ossia raccontare Chi ha fatto Cosa, Dove e Quando e Perché), questo tipo di giornalismo classico, non mi è mai piaciuto. Io, nelle cose che faccio, nelle persone che incontro, nei rapporti di amicizia, ci lascio brandelli d’anima. Non posso essere oggettivo, non ci riesco. Ecco perché voglio tralasciare il fatto che in quella serata c’erano, lì apposta per ricordare Jenny, tutte le autorità possibili e immaginabili: dal Sindaco a tanti altri. Certo, la loro presenza è stata importante. Ma quella sera, se posso permettermi di dire, è stata molto di più di una serata “in ricordo” di Jenny. Almeno, è stato così per tutti quelli che Jenny l’hanno conosciuta bene, che con lei hanno vissuto, cantato, scherzato. Devo confessare una cosa: ogni volta che mi affeziono a qualcuno, ho l’abitudine, man mano che il tempo passa, a cercare di ricordare il momento esatto in cui ho incontrato
quella determinata persona, sia esso un amico, un’amica, un professore. Un po’ come per cercare di mettere a fuoco il momento esatto, quell’istante particolare che ha permesso scoccasse tra noi una scintilla particolare, che si creasse una magia, un qualcosa di unico e irripetibile. In fondo, quando nasce un’amicizia par-
ticolare, funziona un po’ come per l’innamoramento: c’è un qualcosa, un gesto, uno sguardo, una frase, delle circostanze particolari che fanno sì che con quella determinata persona si sviluppi un qualcosa destinato a durare per sempre. Ricordo come fosse ieri il momento preciso in cui io e Jenny ci siamo accorti l’uno
dell’altro. Era una calda giornata di sole, nel campetto della chiesa degli Angeli Custodi, a Riccione. Stavamo mettendo in piedi i preparativi per il campeggio di settembre, poco prima che Jenny si ammalasse. Lei era seduta sul tavolo esterno, io in piedi davanti a lei e alle sue amiche. Rideva tanto Jenny, rideva come una matta mentre io le facevo le imitazioni dei prof. del Liceo. E più io imitavo più rideva, più io facevo il verso ai prof che avevamo in comune, imitandone la voce, il modo di fare, la camminata, più lei si divertiva. Ci sono due occasioni in cui due esseri umani raggiungono uno stato di simbiosi quasi perfetta: quando si ride insieme e quando si mangia insieme. A me e Jenny era capitato di mangiare spesso insieme, a casa sua. Durante un pranzo in cui c’eravamo io e i suoi genitori e il mio migliore amico di sempre, mi ha persino dato l’ispirazione per uno dei
miei articoli, che poi ho scritto, e su cui poi il don ci ha fatto un’ora di catechismo ai giovani. Ironizzavamo sull’uso dei cellulari. E quando si mangiava insieme, a pranzo, o la sera, giù in cortile, con i bomboloni caldi della pasticceria, io, lei e i nostri amici, accadeva sempre la stessa cosa: ridevamo le ore, e giù con le imitazioni, le prese in giro dei trailer dei film più strani che ci inventavamo lì sul momento. E quella sera di novembre, al Palaterme, quando tutte quelle persone si sono strette attorno ai genitori di Jenny, ascoltando Andrea e Massimo suonare e cantare le canzoni che a lei piacevano di più, insieme al coro del mitico Fabio Pecci, non ho potuto non commuovermi, perché mi sembrava di vederla lassù, con quei suoi occhietti da Birba, oltre la mascherina, che portava quando stava male in ospedale. Un bacio cara Je. Grazie a te sono diventato anche io un po’ più grande. Andrea Usai
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CLUB SERVICE
22° Premio Rotary Scuola
Il 7 novembre 2009. alla presenza del presidente del Rotary Club RiccioneCattolica dr.R.Galassi, del Governatore Distrettuale prof. M.Baraldi e delle Autorità Civili, Militari e Scolastiche si è svolta nella Sala Scala Reale dell’Hotel Corallo di Riccione la cerimonia pubblica di consegna delle borse di studio del 22° Premio Rotary Scuola relativo all’anno scolastico 2008-2009. Hanno vinto la borsa di studio di 1000 euro i giovani: 1) GASPERONI SAMUELE 100/100 e lode Liceo Scientifico Statale “A.Volta” di Riccione 2) FANTINI FABIO Istituto Alberghiero “Savioli” di Riccione
3) DE CANAL MARCO Istituto Statale “Gobetti-De-Gasperi” di Morciano. Mentre è stata consegnata una targapremio agli studenti: Liceo Scientifico Statale “A.Volta” di Riccione Ercoles Federico e Mancini Federica 100/100 e lode, Gaudenzi Eleonora, Mordenti Matteo, Angelini Andrea, Gramolini Manuel, Pagliarani Andrea, Pierleoni Alice, Marcaccini Lucia, Morri Sara, Santucci Giulia, Tagliaferri Mirko. Istituto Alberghiero “Savioli” di Riccione D’alò Antonietta Istituto Statale “Gobetti-De-Gasperi” di Morciano Bartolomei Davide, Rosa Ilaria, Bendinel-
li Simona, Mazzanti Arianna, Banci Elisa, Lamponi Chiara, Memoli Giuliana, Pasini Federico, Jaho Esmeralda, Righi Emanuele, Gioia Sylvana. Nell’occasione è stata consegnata una targa al merito al prof Luigi D’Amato che ha di recente lasciato la presidenza del Liceo Scientifico A.Volta di Riccione. Infine a tutte le Scuole Medie Superiori del territorio del club sono state donate per la biblioteca scolastica dieci copie del volume “Energia per l’astronave terra” che è stata l’oggetto della prolusione tenuta dall’Autore prof. Vincenzo Balzani, insigne scienzato della Università degli Studi di Bologna. Organizzatore della manifestazione l’infaticabile Giovanni Olivieri.
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IL FAMILY COACH Natale è passato, i regali sono finiti e i festeggiamenti di carnevale sono lontani. Dopo le dietetiche abbuffate, sarebbe bene attuare strategicamente un severo semidigiuno, ma non è il momento più adatto. Abbandonati dalle festività, il sacrificio della tavola deve essere accompagnato dal movimento perché la camminata di babbo natale non basta per smaltire le calorie in eccesso. Da una ricerca sulla salute emerge un dato: le persone dopo le feste corrono ai ripari mettendosi a dieta e aumentando l’attività fisica. Partono con buone intenzioni ma poi si perdono per strada. Questo fenomeno non ha stagione, in ogni periodo dell’anno un individuo motivato ha buone probabilità di arrivare in forma solo a queste condizioni: tempo libero, condivisione familiare, organizzazione della spesa, organizzazione della dispensa, ambiente lavorativo ecc. I buoni propositi non bastano, dobbiamo trovare nell’ambiente familiare condivisione e partecipazione. I problemi sono diversi: gli orari, l’organizzazione della spesa e il cibo da scegliere, non possiamo metter-
ci a dieta mangiando l’insalata mentre a tavola qualcuno sbrana un trancio di porchetta. Se riusciamo a far condividere alla comunità familiare il progetto, tutti ne beneficeranno: il nonno con i suoi mali e la pillola per la pressione, il figlio perché in sovrappeso, la moglie perché ha problemi di linea, il marito perché ha la pancia prominente e tante altre esigenze.
Ecco allora una proposta: il FAMILY COACH, un esperto che vi guiderà a strutturare il vostro piano di salute in modo da portare a termine gli obiettivi decisi insieme. IL FAMILY COACH è un tecnico esperto sui programmi della salute e lavorerà costantemente con altri professionisti come nutrizionisti, psicologi, esperti di moda, architetti per realizzare la vostra aspettativa. Il compito del Family coach è aiutare il soggetto motivato a portare avanti il suo obiettivo di salute, coinvolgendo tutta la famiglia. La sana competizione tra i componenti della famiglia sarà un collante per la gratificazione collettiva. In pratica, dopo un sopralluogo e un analisi del nucleo familiare (abitudini, orari, comportamenti alimentari, attività fisica, abitudini di un extracomunitario in famiglia), si procede ad una proposta. Se la proposta sarà accettata, si decidono i tempi e gli interventi da fare. Sono consapevole che non sarà facile attuare un nuovo progetto, le resistenze sono troppe, però sono convinto di essere sulla buona strada e questo mi basta per non perdere l’entusiasmo, al massimo sarò famoso dopo... Io credo molto a babbo Natale! Buon anno Giovanni Mattoni
STAR BENE
Dolori articolari
o pomate per uso esterno e come compresse o granuli omeopatici per uso interno. Ha proprietà antinfiammatoria e antiedemigena (contro gli ematomi). Dalla medicina indiana una pianta molto utilizzata, in caso di artrite reumatoide, reumatismo infiammatorio cronico, reumatismo periarticolare, tendiniti e borsiti: è la BOSWELLIA. Visto che i dolori osteoarticolari possono essere dovuti anche ad un deficit di mineralizzazione ossea, come nel caso dell'osteoporosi, esistono piante che possiedono azione rimineralizzante e che devono essere assunte con continuità e per periodi prolungati, anche associate alle piante con azione antinfiammatoria e analgesica che abbiamo visto prima o a farmaci di medicina convenzionale. Queste sono il BAMBOO, l' EQUISETO e la CARTILAGINE DI SQUALO. Quest'ultimo, come dice il suo nome, se il problema è dovuto ad una riduzione dei livelli di cartilagine. Associate all'uso di piante, l’idroterapia migliora molto la sintomatologia dolorosa, si fa in stabilimenti termali con acque ricche di zolfo e magnesio e aiuta a lenire i dolori articolari e l'infiammazione dei tessuti circostanti. Noi possiamo comunque fare qualcosa per combattere i tutto ciò: esercizi fisici che aiutino ad allungare i muscoli e migliorare la flessibilità delle articolazioni, passeggiate quotidiane di almeno 30 minuti, e naturalmente alimentazione più mirata ,riducendo carni rosse, insaccati e aumentando formaggi e vegetali che ci garantiscono l’apporto dei preziosi sali minerali. Scola dr Lorenzo
Le articolazioni possono essere colpite da molteplici disturbi che tendono a ridurre in maniera più o meno marcata la mobilità e la flessibilità delle articolazioni, causando dolore e spesso compromettendo lo svolgimento delle normali attività quotidiane, anche le più semplici. Sembra che un italiano su dieci soffra di disturbi osteoarticolari; di solito i soggetti hanno più di 60 anni ma sempre più spesso si riscontrano casi anche in soggetti più giovani. I fattori che accomunano tutte le patologie articolari sono DOLORE, INFIAMMAZIONE, LIMITAZIONI FUNZIONALI. Vi possono essere dei fattori che determinano un aumento della percezione del dolore quali: cambiamenti climatici: vento, umidità, sbalzi termici. Intensa e prolungata attività sportiva: si può determinare un'usura precoce delle strutture osteoarticolari. Obesità e sovrappeso: si ha sollecitazione eccessiva a livello di anca, ginocchio e colonna vertebrale. Sedentarietà: si verifica dolore anche al minimo movimento poiché le articolazioni sono troppo poco sollecitate. Stress: la tensione porta alla rigidità muscolare. Squilibri ormonali: la menopausa, con carenza di estrogeni, può determinare nella donna l'insorgere di artrosi e osteoporosi. Rimedi naturali contro i dolori articolari Premesso che le malattie reumatiche necessitano di un intervento medico e di un trattamento farmacologico, vi son diverse situazioni in cui i rimedi naturali possono rappresentare una soluzione complementare o alternativa per tenere sotto controllo i disturbi osteoarticolari. Una pianta che mostra una notevole azione lenitiva è L’ARTIGLIO DEL DIAVOLO (harpagophytum procumbens), pianta originaria dell' Africa, così come il RIBES NERO. Utilizzato come estratto secco o come macerato glicerinato 1 DH, é adatto nelle manifestazioni sia acute che croniche. La SPIREA OLMARIA è la classica "aspirina vegetale" utilizzata popolarmente nelle manifestazioni dolorose di varia natura, stati febbrili e influenzali e cefalea. Anche la corteccia del fusto e delle radici di UNCARIA, sotto forma di estratto secco standardizzato è molto utilizzata per le sue proprietà lenitive oltre a presentare una notevole efficacia come immunostimolante, cicatrizzante e antivirale. Vi è anche un rimedio in caso di traumi dell'apparato osteoarticolare e muscolare:è l' ARNICA. Nota fin dall'antichità si utilizza sotto forma di gel, creme
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Il T.K.D. Riccione fa incetta di medaglie Straripanti gli atleti riccionesi al “Memorial Paolo Palazzi di Pesaro- 3° Torneo FIST di Tkd -12/13 dicembre 2009- che hanno sbaragliato il campo con 8 ori, 4 argenti e 7 bronzi, spaziando in tutte le età e ottenendo l’ammirazione degli avversari e l’applauso del pubblico sia durante la competizione che al momento delle premiazioni. Due giornate da incorniciare con bacheche sempre più ricche di gloria sportiva.
I medagliati Combattimento (tra parentesi età e peso) 7 primi posti, 2 secondi e 4 terzi Categorie senior, junior, cadetti, esordienti, speranze Femmine 1ª cl. Alice Betti (12-38); Dafne Martini (12-33); Erika Bernardi (14-55); Luna Uguccioni (18-58,5) 2ª cl. Aurora Sanchi (12-33,5); 3ª cl. Giada Di Fraia (7-29,5) Maschi 1° cl. Dylan Martini (9-28); Edoardo Caldari (9-32,5); Iacopo Rossi (9-32) 2° cl. Thomas Pesaresi (10-33,5) 3° cl. Filippo Migani (11-34,5); Enea Pesaresi (7-23); Luca Luppi (14-75) Poomse (tra parentesi età e dan) 1 primo posto, 2 secondi e 3 terzi Categorie senior e junior Femmine 1ª cl. Linda Sacripanti (18-2°) 2ª cl. Luna Uguccioni (18-2°) Maschi 2° cl. Eros Matteini (46-1°) 3° cl. Roberto Caldari (41- 1°); Gianluca Lotti (39-4°); Luca Mainardi (26-2°)
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TENNIS CLUB RICCIONE
Tutto sui 48mi Campionati Sociali
NELLE FOTO: Dirigenti, Tecnici, Premiati giovani ed adulti.
E così, anche il più importante evento dell’anno,riservato ai soli Soci, finendo in archivio a memoria dei posteri,ha riservato alcuni spunti interessanti. Iniziamo con qualche “goccia” di statistica: 170 i partecipanti alle 6 gare in programma – 60 giorni la durata- 251 i sets giocati, per un totale di circa 2300 games. Numerosi gli incontri terminati al 3°, a riprova di un sostanziale equilibrio, anche se il Campione Sociale è risultato per la seconda volta Samuele Tonini.Con questo “bis”, Sammy ha iniziato la rincorsa verso i 7 titoli di M. Bartolini e del “pari merito” D. Arcangeli. Sulle probabilità di raggiungere questo traguardo: ”no-comment ed in bocca al lupo!”. Degno finalista M. Pozzi, seguito sul podio dai semifinalisti B. Galvani e M. Torri. Riflessione del Campione: “Vincere il “Sociale” del T.C. Riccione è sempre un’impresa, tanto più bissare la vittoria contro un forte M. Pozzi. Il tutto mi ha reso pienamente soddisfatto”. Spano nel Singolare Femminile ha avuto la meglio in finale su E. Marchetti (sempre ad un passo dalla vittoria). La neo campionessa, ancora “teen-ager,”risulta tra le più giovani nella storia del Circolo. Ex equo sul 3° podio M. Mancini e A. Conti. Riflessione: “Orgogliosa di aver vinto il Sociale, ringrazio Federica Cerri che mi ha aiutato a crescere tennisticamente, controllando il mio temperamento, a volte sopra le righe e supportandomi in questi ultimi anni”.
Stefano Pivi, giocatore mai domo si è imposto, unico tra i partecipanti, in due gare. Nel Singolare O/45 ha prevalso in finale su E. Caleri, ritiratosi al 2° set per infortunio. Pari merito al 3° posto M. Vannoni - R. Botticelli. Sempre il “nostro” ha bissato nel sing. “B” contro il tosto L.Zangheri, mentre sul podio si sono ripetuti R.Botticelli M. Vannoni, sempre in attesa del salto di qualità. Riflessione: Grazie anche ad un pizzico di fortuna sono felice dei due successi conseguiti, che dedico a Leonardo, con l’augurio che anche lui, un giorno …C. Berardi-M. Marchi hanno fatto loro il titolo del Doppio “A” sui pur bravi fratelli B.N. Galvani; sul 3° podio i giovani M.-S. Grossi e D. Amati – S. Ridolfi . Riflessione: “Alzare la Coppa da Campioni Sociali è un’ emozione unica soprattutto tra tanti amici. Complimenti a tutti gli avversari ed all’ottima organizzazione dei Campionati”. SA. MARCONI – F.LAGHI hanno prevalso nel doppio “B” in una lotta …fratricida su ST.MARCONI – G.GASPERINI . Semifinalisti i fratelli R.S. BOTTICELLI – e G.L.SANTINI – A .COFRANCESCO Riflessione: Abbiamo disputato un buon campionato e la determinazione dei nostri avversari di ogni età danno alla nostra vittoria un valore maggiore. Ora, non ponendoci limiti, abbiamo fissato la prossima meta al Torneo di Wimbledon… da spettatori!? N.B:. Alcune riflessioni sono state modificate o ri55
dotte per esigenze di spazio, senza modificarne il contenuto. G.G.A.A.F.F. dei Campionati,due giovani efficienti dirigenti del Sodalizio:Max Marchi e Stefano Marconi, ai quali vanno le congratulazioni di tutti. Impeccabile come sempre Alexandra, Direttrice di gara ed un grazie a Vincenzo per la preziosa collaborazione.Durante la cena Sociale il C.D.A., presente al completo,ha effettuato le premiazioni dei “Sociali” e dei giovani agonisti e “pre”. Congratulazioni a tutti i premiati U/10 Mista – D’Erasmo Andrea – Galeazzi Federico – Ghinelli Gabriele – Gregoroni Sara – Palma Nicolò – Pecci Alessandro – Sforza Andrea – Vanucci Giovanni / U/12 M. “A” – Conti Pietro – Sforza Gianluca / U/12 M. “B” – Alberigi Niccolò – Conti Nicola – Lucchetti Enrico – Morotti Tommaso – Valentini Alberto / U/14 “F” – Pratelli Agnese – Ricci Giulia – Sacchetti M.Emilia / U/16 M. – Botticcelli Massimiliano – Masi Giacomo / Atleta dell’anno 2009 – Botticelli Massimiliano – Gregoroni Sara – Sforza Andrea – Sforza Gianluca. Il M° Nazionale Fabrizio Serafini quale D. T. e Responsabile della Scuola del T. C. Riccione, è stato invitato per la seconda volta alla serata conviviale del “Phanatlon Club di Rimini” per trattare il tema “Dalla parte dei giovani”. Apprezzato ed applaudito il suo intervento. Piero Serafini
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POLISPORTIVA COMUNALE RICCIONE
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A proposito dell’utilità del nuoto Ecco perché in tanti frequentano la piscina
Fabio è un impiegato di 40 anni: due sere a settimana arriva in piscina per il suo corso di nuoto. Ci viene per divertirsi, scherzare…e perché no? Per la pizzata post nuotata. Lucia ha 52 anni, nuota per mantenersi in forma e chiacchierare con le amiche sulle cose varie della vita. Matteo è un fanatico dello sport: golf la domenica, bicicletta il sabato, mercoledì calcetto e lunedì e giovedì nuoto. Vorrebbe fare di più in vasca, aumentare la quantità e la qualità del lavoro durante le lezioni in piscina, penserebbe ad un personal trainer. Chiara ha 24 anni. E’ bella, ma vorrebbe piacersi di più. Le hanno detto che il nuoto tonifica i glutei e le gambe ed aiuta a mantenere il peso sotto controllo. Stefano e Giuliana sono marito e moglie, hanno fatto una vacanza con amici in barca… non sapevano nuotare ed hanno capito cosa si sono persi! Hanno deciso di iscriversi per imparare a nuotare. I personaggi descritti, penso appartengano a gran parte dei copioni che si recitano quotidianamente in piscina. Già oggi l’offerta di corsi ed opportunità che la Polisportiva offre nel nostro impianto natatorio è ricca. Però, sappiamo che solo attraverso una diversa e il più possibile personalizzata offerta di servizi, riusciremo a dare una risposta davvero esauriente alle varie esigenze della clientela. Un corso di nuoto si può frequentare
semplicemente per imparare a nuotare; oppure per perfezionare uno o più stili, per mantenersi in forma, per prevenire o combattere piccole problematiche osteo-articolari o anche perché si aspira a praticare il nuoto in forma agonistica. Il nuoto nei suoi vari stili è un’attività che non richiede particolari doti fisiche e che può essere praticato da tutti, a qualsiasi età, anche avanzata. Sempre con la sicurezza d’avere
scelta di orari nei vari giorni della settimana, ad una flessibilità nella loro scelta. Inoltre, la frequenza può essere bisettimanale o monosettimanale. Oppure, scegliendo la formula “Open” (consigliata però solo a nuotatori esperti), il cliente può organizzare le sue nuotate fra tutti gli orari a disposizione, all’interno dei quali sarà inserito in un gruppo di pari livello. Queste sono le nuove proposte della Po-
bravi istruttori, quale che sia il “progetto” che ha in testa chi vuole nuotare. Proprio per assicurare ciò, la Polisportiva Comunale Riccione aderisce al progetto nazionale “Scuola Nuoto Federale”, garantendo l’impiego di istruttori ed allenatori federali ed attuando una programmazione didattica compatibile con i modelli federali. Offre, con i propri corsi di nuoto, tutta una serie di possibilità: da una vasta
lisportiva Comunale Riccione per rendere sempre accessibile, utile e divertente il nuoto in piscina. Oggi, infine, sia per chi nuota sia per chi pratica l’aquawellness, è possibile iscriversi a costi contenutissimi anche alla palestra LifeStyleGym per completare ulteriormente il proprio lavoro. Marco Squadrani
Aquawellness: continua il grande successo sentono ai nostri corsisti di effettuare un gran lavoro cardiocircolatorio con un condizionamento muscolare meno evidente; con l’aquabike abbiamo un mix perfetto fra lavoro cardiovascolare e muscolare; la bicicletta ellittica, accanto ad un buon condizionamento cardio-circolatorio, permette un maggior impatto su cosce, glutei e addominali, zone particolarmente importanti per la forma fisica (come molte donne sanno).
Fanno il pieno i corsi di Aquawellness organizzati dalla Polisportiva nello Stadio del Nuoto. Il lavoro cardiocircolatorio e muscolare ottenuto in acqua, meno stressante per il fisico ma di grande efficacia proprio grazie alla resistenza provocata dall’acqua, sembra piacere molto alle riccionesi ed ai riccionesi. L’offerta del settore aquawellness della Polcom Riccione può dirsi completo al 100%. I tapis roulant con-
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La Polcom dà i numeri (in senso buono) Sempre più spesso ci viene chiesto dai mezzi di comunicazione e dagli stessi riccionesi di “spiegare” come funziona e com’è strutturata la Polisportiva comunale Riccione. Ad essere sinceri, spesso anche chi vive un solo aspetto della Pol-
com (diciamo, ad esempio, un riccionese che gioca a volley o un altro iscritto ad un corso di nuoto), pensa che la Polisportiva sia tutta lì, nel nuoto o nel volley. Non è così. La Polisportiva Comunale Riccione che, ricordiamolo, è nata nel 1962 ha al suo interno 13 sezioni o società: ginnastica, subacquea, atletica, podismo, basket, volley, nuoto, pattinaggio artistico, pugilato, pallanuoto, hockey in line, tuffi. Tutte queste discipline contano su 1100 atleti agonisti, mentre gli iscritti totali alla Polisportiva sono, attualmente, 8600. Tutte queste persone sono seguite da 118 fra istruttori e allenatori e da 96 dirigenti. Gli impianti in gestione diretta sono 3: il Tennis Marano, la Pista di pattinaggio ai Giardini e, naturalmente, lo Stadio del Nuoto. Sono numeri importanti, da città molto più grande della nostra: 8600 iscritti significa che un riccionese su 4 sfrutta una delle opportunità che la polisportiva gli offre.
Oltre a questi numeri, notevoli, va rilevata anche l’importanza turistico/sportiva che la Polisportiva ha: nel 2009, sono state 110mila le presenze che ha garantito sul territorio provinciale, oltre che riccionese, grazie alle varie manifestazioni che ha ospitato od organizzato. Ma l’aspetto del nostro lavoro al quale tutti noi della Polcom teniamo di più è quello sociale. Con il nostro impegno cerchiamo di creare una cultura sportiva dedita non al “campioniamo”, ma ad una pratica diffusa fra tutte le fasce d’età e per tutte le esigenze. Questo si esplica in numerosi progetti che vedono impegnate le nostre società. Ne citiamo tre per tutti: il progetto sulla terza età che oggi coinvolge numerosi “over” sia negli sport d’acqua che in altre disciplina; le
iniziative all’interno della scuola in accordo con l’ente pubblico; il lavoro con i ragazzi diversamente abili che oggi hanno spazi sia in piscina che nel basket. Naturalmente tutto questo lavoro con gli agonisti, i sem plici corsisti, gli amatori, le famiglie, gli anziani, i bambini, i diversamente abili, le puerpere e le neomamme non sarebbe possibile se i nostri dirigenti, tecnici e istruttori non fossero costantemente al top della professionalità.
Campionati italiani giovanili di nuoto
A Riccione, il futuro del nuoto italiano Dal 23 al 28 marzo lo Stadio del Nuoto di Riccione ospita i Campionati giovanili italiani di nuoto. Si tratta di un appuntamento importantissimo sia per i partecipanti (gareggeranno più di 4000 nuotatori), sia per la Polisportiva che è chiamata ad organizzare un evento così impegnativo, sia per la città e la ricettività alberghiera di Riccione, dato che si pensa a circa 30mila presenze sparse sui sei giorni di gare. Diversi i giovani nuotatori della Polisportiva Comunale Riccione che puntano a fare bene nella piscina di casa. Gianlorenzo Parmigiani e Stefano Sartini faranno le “distanze lunghe” dello stile libero; Andrea Molari nel delfino delfino; Beatrice Cavalli sulle distanze della rana e ancora altri che oggi, nel momento in cui scriviamo, non sappiamo se saranno presenti o meno. Aspettiamoci belle prestazioni sportive. Forse non dei record ma certo gare interessanti fra quelli che saranno gli eredi di Rosolino, Filippi & Co.
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POLISPORTIVA COMUNALE RICCIONE
Ma la Polisportiva… cos’è? Com’è?
KARTING
Roberto Mazzotti, chi la dura la vince! Roberto Mazzotti ha 42 anni ed ha condotto in passato un’attività in proprio vendendo e riparando macchine per cucire.La sua carriera di pilota kart ha radicalmente cambiato i suoi orizzonti convincendolo che il mondo dei motori era quello in cui voleva vivere e lavorare.Di qui, dopo varie esperienze lavorative condotte parallelamente all’attività di meccanico freelance sui campi di gara, decide di andare a fare il meccanico in una officina Yamaha. Qualche tempo dopo supera una dura selezione per l’assunzione alla Bimota di Rimini (azienda di fama mondiale nella costruzione di moto special e da competizione) con l’incarico di riorganizzare il magazzino dopo il secondo fallimento della storica azienda.Tre anni dopo, Roberto conosce Robert Shwartzman e suo padre che lo convincono a seguirli nella carriera kartistica del piccolo pilota, abbandonando tutto.Il primo anno è nella 60baby con la Top Comer: alcune vittorie e un difficile approccio con una categoria complicata. Poi la Easykart: l’unica serie in grado di far correre il bambino in una categoria simile alla 60mini con un anno di anticipo. La successiva nascita della MazzottiCorse Srl sanciva il definitivo decollo del team e l’esplosione agonistica di Shwartzman che, nel 2008, si concretizzavano in uno score fatto di 7 vittorie (il fiore all’occhiello è la vittoria alle Easykart World Finals di Jesolo) su 13 gare disputate, un secondo e due terzi posti. In questi due anni di attività altri piloti russi hanno corso per la MazzottiCorse vincendo diversi titoli e ottenendo prestazioni di tutto rispetto; come la vittoria nella classe 60 di Nikita Sitnikov alle Finali Europee in Polonia nel 2008, la vittoria di Andrej Deltsov nella classe 125Heavy (sempre nello stesso
evento) o la pole nella classe 100 di Nikita Godovanjiuk. Nel 2009, dopo un avvio fortissimo con le vittorie di Shwartzman e Travisanutto nella classe 60, il team si sfalda (alla base, divergenze con il padre di Robert su decisioni future). Mazzotti riesce comunque a tenere unito quel che resta del team vincendo le finali Europee 2009 in Polonia nella classe 125Heavy con Evgeny Smelov e dominando, fino alla rottura a pochi giri dalla fine, la 125Light con Kramarsky che aveva ottenuto pole e giro più veloce in gara.Le finali di Siena hanno rappresentato la fase più sofferta del team ormai in chiusura definitiva. I piloti, sostenuti da una struttura tecnica allestita appositamente per l’evento, hanno conseguito tutti la qualificazione per la finale
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A nella classe 60, mentre nella 125Heavy il campione Europeo Smelov si è classificato 5° dopo avere disputato qualifiche con scontri di alto livello (vincendone uno).L’evento clou della giornata e della stagione si è risolto nel tardo pomeriggio dove, nella classe 125Light, il Russo Kramarsky vince una gara partendo dalla 8ª posizione in griglia e recuperando negli ultimi giri un distacco che a metà gara sembrava incolmabile.Questo risultato, unito alla prova di forza dei meccanici che hanno risposto alla “chiamata alle armi” per l’ultima gara della stagione, fanno si che ci si possa riorganizzare per il prossimo anno con rinnovata forza e affrontare nuovi scenari del karting sia Nazionale che Internazionale.
RICCIOne calcio
Tra esoneri e squalifiche qualche sprazzo di sole Per la Valleverde Riccione il 2009 si chiude come era cominciato, ovvero con il ritorno in panchina di Mr. Onorato, colui che aveva traghettato la squadra alla conquista della serie D nel mese di giugno. L’allenatore di Chiaravalle si riprende dunque la ‘sua’ panchina dopo 11 giornate di assenza, periodo in cui la guida tecnica era stata affidata a Giampaolo Mazza, che a conti fatti non è riuscito a cambiare marcia ed è stato pertanto costretto a sua volta a lasciare il posto al predecessore. Mazza ha pagato in particolar modo il molle atteggiamento mostrato dalla squadra nella pesante sconfitta di Mezzolara (0-5), cioè nell’ultima partita del suo breve mandato, in cui il ruolino di marcia non è stato peraltro così disastroso come dimostrano le cifre (12 punti in 11 gare). Al rientro Onorato ha centrato subito il successo, avvenuto nella gara interna contro il Ponsacco il 13 dicembre (4-1 lo score), complice pure la direzione dell’arbitro Gosti di Perugia che definire severa è eufemistico. Nella gara in questione, infatti, il fischietto umbro ha letteralmente decimato la formazione ospite, riducendola ad otto unità con ancora più di 20 minuti da giocare. Un ‘aiutino’ che ad ogni modo compensa i torti subiti dal Riccione nella gara casalinga di un mese prima, quella persa 4-1 contro il Boca Pietri, quando fu la Valleverde a terminare l’incontro con tre uomini in meno. Il match contro la formazione carpigiana è stata indubbiamente una delle pagine più nere della Riccione calcistica, che ha lasciato strascichi anche in seguito con le conseguenti squalifiche di alcuni giocatori importanti e con l’obbligo di disputare a porte chiuse i quattro successivi incontri casalinghi, che sono stati successivamente ridotti a tre in seconda istanza dalla Corte Federale di Giustizia Sportiva. Un verdetto, quest’ultimo, particolarmente gradito dalla dirigenza, dato che nella quarta gara in questione del 17 gennaio saranno gli ex professionisti del Pisa a fare capolino al ‘Nicoletti’, con tutti i vantaggi mediatici ed economici che ne conseguono. Contro i nerazzurri toscani, infatti, si ipotizza un afflusso allo stadio di almeno 2000 spettatori, che contribuiranno a rimpinguare in maniera massiccia le casse della società. Una ‘buona mano’, dunque, ad un gruppo dirigenziale che a fine stagione non potrà però più esimersi dal risolvere definitivamente la contesa creatasi nell’ultimo biennio tra il proprietario del titolo sportivo Paolo Croatti e i presidenti attuali Ivano Batani e Italo Castellani. Per quanto riguarda invece i fatti più meramente sportivi, l’augurio per il 2010 è quello di una progressiva risalita in campionato da parte della squadra, il cui obiettivo primario resta la permanenza in serie D. Andrea Bezzi
La bici È domenica mattina non so più cosa fare
Ora tutto solo al mio rientro penso,
e via con gli amici in bici a pedalare.
e senza più l’affanno, pedalo all’aria e al sole.
Son sempre dietro a loro pedalo su in collina
La strada si fa piana in mezzo a campi verdi
e lento più di loro di più non posso fare.
e dopo quella curva ci vedi pure il mare.
L’orgoglio mi colpisce ad essere assieme a loro
Ed ora a mezzogiorno la tavola imbandita
ma dopo quello strappo la curva la vicina
e stanco come un cane mi passa pur la fame.
e proprio senza fiato la corsa ho lasciato.
59
Gilberto Galuzzi
Come eravamo
dall’album di famiglia di Mario Prioli
Quelli dei “Cutter” Si solleva un’onda di emozione ogni volta che guardiamo le vecchie foto di una Riccione che non c’è più. Le immagini di una spiaggia piena di barche con le vele al vento, come fosse la parata di una festa nazionale. Aggiungo le immagini di mio babbo Mario Prioli, come a voler mettere un altro tassello a quel mosaico di ricordi che affiora pensando agli anni dell’avvio del turismo internazionale. Mario già da “burdèl” noleggiava i dinghy al porto. Da ragazzo oltre che “murè” sulle barche del padre Luigi, marinaio con grande esperienza di pesca pelagica, portava i turisti a “fè i viag” con la bella lancia da pesca ‑Italia‑ che Luigi comprò in sostituzione del ‑Nuovo Mario‑ e di altre ancora prima. Dopo questa bella barca pensò di usare un tipo imbarcazione che fino a quel momento era sempre stata usata per diporto. Nei primi anni ‘50 comprò un cutter da un privato, lungo 7,50 metri. Appena acquistato , durante l’inverno, ne modificò la larghezza, allargando le ordinate, la coperta e l’altezza del bordo libero. Questa barca, che chiamò ‑Falco‑, divenne parametro di riferimento per le proporzioni dei nuovi modelli. A buon ragione Mario si sente uno dei pionieri di una attività che, assieme agli altri cutteristi, ha fatto meravigliare del nostro litorale migliaia e migliaia di turisti soprattutto stranieri. Ancora oggi quando racconta, carico d’entusiasmo, le sue numerose esperienze, sembra che abbia in una mano la scotta di randa e nell’altra la rigora. Maurizio Prioli
1934 Gita al largo con la barca “Rachele” per giovani e allegrissimi bagnanti. Si riconoscono: a sin. un giovanissimo Luigi Prioli in canottiera e calzoni bianchi, un sorridente Ivo Savoretti a mollo in acqua e, di schiena a dx, il vecchio lupo di mare Mario Prioli che controlla la partenza.
8.9.1953 Il cutter “Falco” stracolmo di turisti incappellati e con “castigati” costumi che si godono sole e mare. Al timone Prioli.
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Come eravamo
dall’album di famiglia di Mario Prioli
Anni ‘30. Barca Italia.
Fine anni ‘50. Il “Falco” con la nuova vela in un giro di propaganda. Bella sirena a prua e Prioli al timone con tanto di megafono per decantare le gioie di una gita in mare.
1942 Viale Dante all’altezza del ponte sul portocanale. Quattro giovani di belle speranze. Sicuramente in un giorno festivo “a caccia” di ragazze da far innamorare. Da sin.: Nello Stefanini, Nino Manzi, Vincenzo Bianchini, Mario Prioli.
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Come eravamo
dall’album di famiglia di Agostino Corazza
1965 – Riccione. Viale Dante ang. Via Palestrina. Agostino col suo banchetto per la vendita di anguria fresca. Le fette posate sulla stecca del ghiaccio erano una vera leccornia, anche perchè “Agl’angurie ad Curaza un ni sbaja ouna“.
Agostino con Righetti nel viale principale.
A spalare la neve, il trio degli impavidi: Bertuccioli, Righetti, Corazza.
(BMMFSJB
“IZZUL” Luciano Luzzi “Izzul” nasce artisticamente a Urbino, i suoi paesaggi infatti ricordano la bella città marchigiana; vive e lavora a Riccione, città balneare, ben lontana dai paesaggi che ritrae. Osservando le opere di “Izzul” si avverte immediatamente un senso di pace e di serenità tipica dei personaggi raffigurati, le monachine ed i fratini che popolano il paesaggio sono gioiosi, nonostante il grigiore dell’inverno, il tutto infonde un senso di pace e di gioia. Izzul dipinge dal 1955, queste le sue mostre: Bologna, Firenze, Roma, Rimini, Milazzo, Vienna.
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