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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. Direttore Responsabile: Giovanni Cioria - Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco 27 - Tel. 0541 643884 Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio - Grafica: Composet Riccione
Anno XXXV - n°5 -
NOVEMBRE/DICEMBRE 2017
Famija Arciunesa www.famijarciunesa.org redazione@famijarciunesa.org
La grande “forza” di Emilio!
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IL NUOVO LIBRO PER I SOCI Alla cortese attenzione dei nostri lettori
In quasi quarant’anni Famija Arciunesa ha raccolto nelle pagine dell’omonima rivista migliaia di foto e di ricordi che i riccionesi hanno affidato alla nostra redazione per vederli pubblicati e condividerli con la città. Una bella “fetta” di queste immagini e di questi scritti riguardano l’infanzia e l’adolescenza delle bambine e dei bambini riccionesi per cui permettetemi di favoleggiare un pò. Ecco, a me piace immaginare che queste foto e questi ricordi siano altrettante stelle, ognuna con uno splendore proprio, che vanno a formare l’universo “I burdèl d’Arcioun”, le cui costellazioni si chiamano: “Giochi al mare”, “Estate al mare”, “Birichinate”, “Sul moscone”, “Le cerimonie”, “Le storie”, “In posa”, “I giugh d’una volta” e tutti gli altri capitoli di questa splendida carrellata. E allora saliamo a bordo della navicella spaziale e affacciamoci agli oblò... c’è da meravigliarsi... da intenerirsi... da stupirsi... da riconoscersi... perchè questo, è un viaggio a ritroso nell’evoluzione di Riccione attraverso i suoi giovani abitanti. Giuseppe Lo Magro
E PER I NOSTRI ASSOCIATI UNA INIZIATIVA SPECIALE Dal prossimo anno tutti i soci di Famija Arciunesa riceveranno la rivista in busta chiusa al loro indirizzo.
Diamo qui alcune informazioni sulla distribuzione di F.A. per spiegarne le modalità di consegna e cercare di eliminare i disguidi e le manchevolezze Famija arciunesa è una rivista bimestrale (con pausa estiva), quindi 5 -cinque- uscite annuali. La distribuzione, gratuita, parte il giorno 20 dei mesi di Gennaio, Marzo, Maggio, Settembre, Novembre, e visto che le copie sono 17.000 -diciasettemila- gli incaricati impiegano normalmente 3 -tre- settimane a completarla. A seconda delle zone, più o meno abitate, ne vengono consegnate da 800 a 1.200. E ciò significa che a qualcuno arriva subito e ad altri dopo 20 giorni. Per bilanciare la consegna cerchiamo di ruotare le zone. Il nostro desiderio è che tutti i riccionesi ricevano il giornale e ci impegnamo per questo risultato. A volte, però, ci sono situazioni che ne contrastano la consegna. Capita che in qualche condominio gli addetti/e alle pulizie invitino a non consegnarlo... e in qualche caso lo gettano nei bidoni. Capita che le buche per la corrispondenza siano già intasate di pubblicità. Capita che le buche stesse abbiano capienza ridotta (un condominio dell’Alba ha una buca standard per lettere con sopra 10 -dieci- nominativi). Capita che il vicino birichino “si sbaglia” e prende due copie. Capita che c’è il dispettoso che raccoglie tutto e se ne va! Allora in questi casi, cari lettori, telefonateci e vi recapiteremo la copia mancante. L’ufficio di F.A. è aperto Martedi, Giovedi e Sabato dalle 16.00 alle 18.30 - Tel 0541/643884 oppure 338 4304667.
REDAZIONE Direttore Responsabile: Giovanni Cioria • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi • Hanno collaborato a questo numero: Alessandra Prioli, Adriano Prioli, Alessandro Formilli, Daniele Brunetti, Dea Zeppi, B.V. Amici del Parco, Lorenzo Scola, Fabrizio Serafini, Roberto Betti, Edmo Vandi • Foto: Pico e Gianni Zangheri • Pubblicità: Tel. 338 4304667 • Grafica e impaginazione: Studio Grafico Composet Riccione: 0541 606680 • Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio S.r.l.
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Reportage...
Festa di Fine Estate!
Domenica 1 ottobre 2017 Parco oltremare Riccione
Bissando l’affluenza dello scorso anno millequattrocento adulti più un nugolo di bambini hanno fatto da emozionata cornice ai Delfini Spettacolo della Natura, ai Rapaci della falconeria, al Volo dell’Arcobaleno, alle Nuove Amicizie, conosci il tuo cane, in una giornata all’insegna della Natura per la Festa di Fine Estate che Famija Arciunesa ha organizzato, grazie alla ospitalità di Costa Endutainment, nel Parco Oltremare sulle colline di Riccione, Domenica 1 Ottobre u.s. Nel pomeriggio dopo “Conoscere i Delfini” è stato effettuato il sorteggio dei biglietti vincenti della Sottoscrizione a premi “Splendore in laguna”a scopo benefico, grazie alla generosità di 15 orefici-gioiellieri riccionesi sempre tangibilmente vicini alle proposte di F.A. L’utile della giornata verrà impiegato nel 2018 nei progetti-dono in via di definizione. La folla dei millequattrocento.
I gioiellieri che hanno donato i magnifici premi per una splendida sottoscrizione!
Una parte dei fortunati vincitori.
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1.000 euro per l’ A.I.S.M. di Riccione “Im ha squizì un ov ad bèca!” - Mi hanno schizzato un uovo in bocca. Questo era il modo di dire di una volta quando si voleva rimarcare la felicità derivata da un fatto positivo (e inaspettato) che risolveva una situazione precaria. Così hanno pensato all’A.I.S.M. nell’ottobre scorso, quando hanno ricevuto la visita di F.A. per la consegna di un assegno da 1.000 euro che serviva per sovvenzionare il corso di Ginnastica Dolce, rivolto a persone con Sclerosi Multipla. Corso che era già iniziato, data l’impellente necessità, senza copertura economica...sperando in un aiuto dal cielo. E l’aiuto è arrivato...con somma gioia! Ma serve ancora tanto... le persone affette da Sclerosi Multipla hanno bisogno di cure continue... e allora cerchiamo di dare loro sollievo favorendone le attività vitali con aiuti “tangibili”. in posa alla consegna dell’assegno: la segretaria, i presidenti di F.A. e A.i.S.M., alcuni partecipanti al corso e l’istruttore.
inviate le vostre DonaZioni all’a.i.s.m. - via aBruZZi 46 - riccione tel. 0541 690940 coorDinate Bancarie: it 89s 07090 24100 0110 1011 5760 - c.c. Postale n. 12500401 vi ricorDiamo che le DonaZioni aD una onlus Danno Diritto a DetraZioni Fiscali nella DichiaraZione Dei reDDiti (inFo Presso la seGreteria)
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centro di ipovisione
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di Nives Concolino
Anche gli occhi possono essere riabilitati Sempre più alto il numero di pazienti che ricorre al Centro di ipovisione della Provincia di Rimini Ausl Romagna. Il servizio riconosciuto come C.E.R.V.I. (Centro per la consulenza, l’educazione e la riabilitazione visiva per Ipovedenti) è attivo anche all’ospedale di Riccione che dal 2008 opera all’interno del reparto di Oculistica, che fa capo al responsabile Gianpiero Police e con successo. In dieci anni, come riportato dalle statistiche ambulatoriali, sia i colloqui con lo psicologo, sia le valutazioni ocustiche, che la riabilitazione visiva, passata da 93 a 1.148 prestazioni, sono costantemente aumentate. Come conferma il responsabile del centro, Stefano Valenti, le prestazioni totali vanno dalle 206 del 2012 alle 1.609 del 2016. Volanti, a chi si rivolge il Centro? “A pazienti ipovedenti con visus <3/10 e campo visivo <60 per cento e non vedenti con visus <1/20 e campo visivo <10%) senza limiti di età”. Come si procede? “Si valuta la funzionalità visiva del soggetto, indagando ed accertando non solo la quantità visiva, ma anche come vede la persona e quali strategie mette in atto per utilizzare il residuo visivo. A proposito si dispone di una équipe multi-professionale composta da un medico oftalmologo, uno psicologo, un ortottista-riabilitatore e un infermiere”. Si parte con il controllo dell’oftalmologo? “Certo, è lui a verificare lo stato di salute degli occhi. In collaborazione con l’ortottista approfondisce gli aspetti legati alla qualità della visione, ossia sensibilità al contrasto, abbagliamento, senso cromatico, capacità di fissazione, oculo-motricità e altro, prescrivendo se necessario ulteriori indagini”. Definito il quadro clinico con l’equipe che succede? “Con l’interessato e i familiari che lo assistono si quantificano le necessità visive attuali, cercando di stabilire un ordine di priorità e si stila un programma riabilitativo” in sintesi il Centro di ipovisione cosa garantisce? “La presa in carico del paziente ipovedente/non vedente/vista fragile (visus da 3/10 a 7/10 nell'occhio migliore), l’accertamento della natura, profondità e caratteristiche del danno della funzionalità visiva, la riabilitazione con uso di sussidi ottici ed elettronici e software per ipovisione e anche il supporto psicologico individuale, di coppia e familiare, ed informazioni assistenziali, poi l’adddestramento al corretto uso degli ausili ottici/elettronici, la prescrizione e collaudo degli ausili ed infine la consulenza ai Servizi territoriali e ad altre Istituzioni del territorio in materia di ipovisione”. Quando rivolgersi al Centro ipovisione? “Quando con i requisiti visivi si rientra nella fascia ipovisione, cecità e/o, possono beneficiare di questa assistenza, ossia delle tecniche del’ipovisione, anche
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Da destra il dott. Stefano Volanti (Oculista), la dott.ssa Katia Bigini (Psicologa), il dott. Davide Cacciatore (riabilitatore), l’inferm. Donatella Forlani, l’inferm. Simona Marcolini (Caposala).
i pazienti di vista fragile con visus tra e 7 e i 4 decimi”. Dopo gli interventi farmacologici e chirurgici il paziente a volte esclama: “non c’è più niente da fare”. Cosa rispondono i medici? “E’ necessario valutare se effettuare un percorso riabilitativo per sfruttare al meglio il residuo visivo a disposizione!. E’ importante sapere che anche la vista può essere riabilitata”. La vostra équipe si occupa pure di specifici studi e dello sviluppo di nuovi metodi riabilitativi? “Si. Si tratta di studi che divulghiamo in Italia e all’estero. Sul fronte della riabilitazione della fissazione eccentrica abbiamo presentato gli ultimi lavori al congresso internazione Floretina 2017, a Firenze, e Vision 2017 all’Aia in Olanda, congresso internazionale per la riabilitazione in ipovisione organizzato dall’ International Society for Low Vision Research and Rehabilitation e dalla European Society for Low Vision Research and Rehabilitation”. Vantate anche particolari collaborazioni? “Si con la sezione riminese dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, presieduta da Pier Domenico Mini. E’ la prima associazione che raduna le persone con questo problema e che ci da degli input, attraverso confronti quotidiani. Serve anche a verificare l’efficacia del nostro lavoro su questa categoria di pazienti, anche con risvolto sociale. L’Unione italiana ciechi fin da quando abbiamo formato il Centro ci ha supportato e indicato il percorso amministrativo per avere il riconoscinento provinciale e regionale”. il centro gode di finanziamenti? “Si, nel 2012 ha ricevuto i primi fondi regionali con i quali è stata completata l’equipe riabilitativa e implementata la strumentazione necessaria alla riabilitazione. Dal 2014 il team è al completo e può rispondere in modo efficace alle varie esigenze cliniche. Ora il centro è supportato dall’Ausl”.
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Che compleanni!
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40 anni per “I Arciunis” Era il 1978 quando il sottoscritto diede vita alla Compagnia dialettale “I Arciunis” che esordì al Cinema Teatro Africa con la commedia “Pidriul e i su fiul”. Da allora sono trascorsi 40 anni e 14 commedie rappresentate più volte, via via con nuovi interpreti in edizioni rivedute e corrette. Sarà che invecchiando si diventa sentimentali... così mi è saltato in testa lo “schiribizzo” di festeggiare questo 40° compleanno tornando al luogo natio... il Cinema Teatro Africa. L’appuntamento è fissato, con la rinata e rinnovata Compagnia dialettale “I Arciunis” nell’interpretazione di “Un chèlc t’un stinch”, per venerdì 26 Gennaio 2018, alle ore 21.00. Seguiranno le repliche: sabato 27 Gennaio e in Febbraio, venerdì 2, sabato 3, venerdì 9, sabato 10. Trama di “Un chèlc t’un stinch” 2 atti di Giuseppe Lo Magro Cosa ci si può aspettare da una famiglia che vive in continuo contatto, 24 ore su 24, sotto lo stesso tetto? Discussioni, bisticci, critiche, rimproveri...in un incalzare senza tregua, sono “lo sport” di Claretta, Biagio, Checca, Razulèin, Tugnin...nell’ordine moglie e mamma, marito e babbo, figlia, figlio, nonno. L’arzdora, amante delle chiacchiere e fanatica delle pulizie, si contrappone all’arzdor che, da pensionato, ama il quieto vivere, ed è in lotta con la figlia zitella che segue le orme paterne. Il figlio maschio sposato con l’Ofelia, donna frivola e modaiola, si appoggia ai genitori per rimediare
pranzo e cena mentre il nonno, affetto da fame perenne, ha come unico trastullo le visite dell’infermiera Glicerina. In questo contesto si inseriscono Amelia, prosperosa vicina di casa assai “vispa” e il pesarese Giacomino, aspirante moroso di Checca vantando un mestiere che “non conosce crisi”: il beccamorto. Quando Amelia annuncia la sua imminente maternità, senza dichiarare chi è il padre, le donne di casa si scatenano per scoprirlo. Viene scomodato anche un famoso dottore-scienziato, il professor Perini, inventore della macchina della verità. L’apparecchio avrà il merito di “comporre” coppie con le giuste affinità lasciando spaiata la Checca. Per for-
tuna capita in casa il tecnico tv Fabio Valvola, scapolo, subito “circuito” da Biagio e Claretta che cercano di appiopparlo alla figlia disperata. E’ il mistero del padre del figlio di Amelia? Per scoprirlo venite ad assistere alla commedia! Personaggi ed interpreti. Claretta: Liliana Galli, Biagio: Ferdinando Gabellini, Checca: Mary Tanzarella, Razulèin: Gianni Piccioni, Tugnin: Alberto Malaguti, Amelia: Noemi D’Erasmo, Ofelia: Daniela Sapone, Giacomino: Paolo Manenti, Glicerina: Iglis Serafini, Prof. Perini: Ettore Conti, Fabio Valvola: Mirco Vernocchi. Suggeritrice e costumista: Miriam Bacchini. Regia dell’autore.
30 anni per “Quei dal Funtanèle” La compagnia teatrale “Quei dal Funtanèle” quest’anno compie 30 anni di attività. Un anniversario speciale che
sarà festeggiato in occasione dei quattro spettacoli in calendario il 13, 20 e 27 Gennaio, nonché il 3 Febbraio
Della compagnia fanno parte: Nadia Gessaroli, Gigliola Montebelli, Marina Zoffoli, Chiara Gobbi, Sandra Polverelli, Adele Fronzoni, Lucia Maioli, Lionella Tenti, Dino Polverelli, Mirco Berardi, Giancarlo Bergnesi, Walter Zannoni, Vincenzo Tonti, Giancarlo Gobbi.
di ni.co.
2018 nella storica sede del Centro di quartiere Fontanelle, in Via Sicilia a Riccione. La compagnia, fin dall’esordio solita a devolvere i ricavati in beneficenza, porterà in scena la commedia in tre atti di Guido Lucchini, intitolata “La sunambla”. Per l’occasione a ogni rappresentazione si taglierà una torta e si brinderà con un prosecco. Lo spettacolo è ambientato durante la seconda guerra mondiale, quando i bombardamenti su Rimini e le famiglie sfollate si riparavano in campagna chiedendo ospitalità alle famiglie contadine. I Polenta nobile famiglia riminese si ritira chiedendo asilo alla famiglia Fabbri e così si intrecciano esilaranti situazioni, innamoramento dei figli, tragici avvenimenti tipo una breve deportazione del signor Stoppa e del signor Polenta, e infine la moglie del signore di Rimini, nelle manifestazioni di sonnanbulismo, ricerca il suo idolo Garibaldi. Il finale è scoppiettante e rivela dinamiche gogliardiche e affascinanti.
handicap
di Nives Concolino
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“Camminare” dopo 15 anni di sedia a rotelle! Ha ricominciato a camminare, dopo essere stato inchiodato su una carrozzina per 15 sfibranti e interminabili anni. Il riccionese Emilio Brioli, 45 anni, la scorsa estate ha mosso 178 passi con l’ausilio di un esoscheletro, apparecchio cibernetico, paragonabile a una muscolatura artificiale, che potenzia le capacità fisiche, in particolare la forza di chi lo “indossa”. Un miracolo della tecnica che gli ha fatto scoppiare il cuore di gioia, dopo un lungo “Calvario”, cominciato quel 10 settembre 2002, quando tornando a casa, nei pressi di Casalecchio di Rimini, è stato investito da un’auto pirata. Violento l’impatto che ha provocato una lesione alla nona vertebra, paralizzando le gambe. La diagnosi, paraplegia, non ha lasciato scampo. Ora Brioli non aspetta altro che il prezioso apparecchio, sperimentato con successo anche da altre persone, venga acquisito da un ente sanitario per riportare per sempre sollievo a chi diversamente non riesce più a rimettersi in piedi. L’ausilio è costoso, servirà poi addestrare il personale, non resta che aspettare un gesto di grande generosità. Brioli, in che modo e dove ha sperimentato l’esoscheletro? “Ho fatto una camminata di sette minuti e mezzo nel Reparto riabilitativo Luci sul mare, all’ospedale di Santarcangelo, sotto la guida del primario Elvira Morrone”. Non si alzava in piedi da 15 anni, l’emozione è stata forte? “Fortissima, in quei pochi minuti ho avvertito tantissime e indescrivibili sensazioni, in parte dimenticate: suoni meno ovattati e più chiari, profumi più intensi, una luce diversa. Oltretutto dopo tanto tempo ho finalmente riguardato negli occhi le persone all’altezza giusta. Per una volta, sono stati gli altri a guardare all’insù, visto che sono alto un metro e ottantantacinque centimetri! Comunque sia, il mio sogno si è realizzato”. Tecnicamente come si è rimesso in piedi? “Applicatomi questo ausilio, mi sono alzato pian piano, finché mantenendomi in equilibrio, ho cominciato a muovere il bacino, spostando il peso del corpo a destra e a sinistra, così con l’impulso dell’esoscheletro ho cominciato a muovere i primi passi”.
Per dare seguito a questa straordinaria esperienza una struttura sanitaria dovrà dotarsi di questo ausilio? “Certo. Quello che ho usato era stato messo a disposizione per un open day. Mi risulta che alla Riabilitazione di Santarcangelo ne vorrebbero prendere uno in dotazione, ma è molto costoso ( si parla di circa 140mila euro), io però non smetto di sperare”. Speranza, ottimismo e tenacia sono suoi inseparabili compagni, come vede la vita? “Ogni giorno per me è un regalo. Nonostante tutto vivo pienamente. La vita è bellissima e credo che mi abbia dato tanto, compreso la forza di affrontare i problemi, guardandoli sotto un altro punto di vista. Quello che mi è capitato, mi ha fatto capire che non bisogna avere paura di vivere, ma di morire”. C’è poi un altro aspetto positivo, la vera solidarietà delle persone care… “Vero, in particolare nei momenti più duri, sono stato supportato non solo dalla mia compagna e dai miei familiari, compreso mia sorella Laura (mezzosoprano di fama internazionale ndr.), ma da tanti amici”. Quel tremendo incidente è ancora impresso nei suoi occhi, com’è accaduto? “Di ritorno a casa con la mia moto, una Yamaha R6, mi sono trovato di fronte un’auto che ha preso la curva larga e mi è piombata addosso, facendomi fare un volo di 20 metri. Quell’automobilista è scappato via e di lui non ho saputo più niente. Mi hanno trovato tre ore dopo vicino alla recinzione che avevo buttato giù cadendo, quella dell’aeroporto. Ho riportato una frattura completa alla nona vertebra dorsale, ho subito una lesione midollare che ha causato la paraplegia. In un primo momento non muovevo neppure le braccia, solo la testa. Tanti interventi chirurgici, ma non si è mai arreso? “I problemi fisici non sono stati pochi, così ho dovuto subire 19 operazioni alla schiena, all’osso sacro, al malleolo…, nel corpo ho 7.000 punti, nonostante questo non mi sono mai arreso. Ho continuato a dedicarmi allo sport, perché aiuta a superare i limiti che crediamo di avere, anche perché sulla sedia io non sopravvivo, ci vivo con tutto quello che ne consegue, vita sociale e familiare. Mi sono lanciato con il paracadute e tuttora pratico vela. Faccio anche parte dell’associazione Marinando sulla darsena di Rimini, dove organizzo manifestazioni. Anni fa ho pure fatto parte di un equipaggio che ha partecipato al Campionato italiano di vela “classe Dream” in Sardegna!”.
teatro
di Maria Grazia Tosi
La bella stagione Anche quest’anno La bella stagione è arrivata ad allietare gli appassionati di teatro e musica di qualità. Il laboriosissimo Spazio Tondelli si è riproposto come piccola ma preziosa cornice di un ricco ed originale cartellone da far invidia a grandi teatri. Novità della stagione 2017-2018 è stata l’apertura agli abbonamenti; già a metà ottobre quasi 200 sono stati quelli venduti, numero eccezionale rispetto alla capienza della platea. A un anno dalla morte di Dario Fo, per omaggiarlo è stato messo in scena un insieme di tanti monologhi sulla condizione della donna scritti dallo stesso Fo e Franca Rame, e interpretati dall’attrice Valentina Lodovini che con Tutto casa, letto e chiesa il 28 ottobre ha aperto con una prima nazionale una ‘calda’ stagione che si protrarrà sino al 3 aprile. Stagione della quale è molto orgoglioso il direttore artistico Simone Bruscia: “La sua vera forza consiste non solo nel valore d’altissimo livello della programmazione che abbiamo nei mesi imbastito e pensato per il nostro Spazio Tondelli, ma altresì in quello dei bravissimi nostri ragazzi di Riccione Teatro e del Tassello Mancante che anche quest’anno collaborano con loro, e che insieme sanno assicurare un’ottima organizzazione e la giusta accoglienza, vivendo con grande entusiasmo un progetto culturale proposto con spirito giovane alla comunità di Riccione.”
Per mantenere sempre vivo lo sguardo sul futuro, La bella stagione anche quest’anno ha ridato vita a La bellina, originale cartellone teatrale di Riccione Teatro rivolto a famiglie, ragazzi e studenti, a cura di Alex Gabellini. Un cartellone fatto di laboratori, performance e spettacoli messi in scena da tanti protagonisti, tra i quali: Francesco Niccolini, Luigi D’Elia, César Brie, Giacomo Verde, Ferruccio Filipazzi, Andrea Brunetto, Max Pederzoli, Alessio Pollutri.
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PrOGrAMMA Sabato 28/10 (21.00): Valentina Lodovini, Tutta casa, letto e chiesa Venerdì 24/11 (21.00): Alice Conti, Michele Di Giacomo, Ritratto di donna araba che guarda il mare Giovedì 7/12 (21.30): Soundtracks, Cinema misterioso Venerdì 15/12 (21.30): Giuseppe Palumbo, Dany Greggio, Amycanbe, Escobar. El patrón Martedì 16/1 (21.00): Luca Zingaretti, La sirena Sabato 27/1 (21.00): Michele Placido, Anna Bonaiuto, Piccoli crimini coniugali Sabato 3/2 (21.30): Peter Broderick in concerto Sabato 10/2 (21.00): Rezzamastrella, Pitecus Venerdì 16/2 e Sabato 17/2 (21.00): Elio Germano, Italia agli italiani Sabato 17/3 (21.00): Simone Montedoro, Finché giudice non ci separi Martedì 3/4 (21.00): Sergio Rubini, Luigi Lo Cascio, Delitto/Castigo info: tel. 320 0168171 (lunedì-venerdì, ore 10-13) e-mail: stagione@riccioneteatro.it
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bilancio estivo
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di Maria Grazia Tosi
Una bella stagione? Una straordinaria stagione, meteorologicamente parlando! Sole, niente pioggia e temperature (anche troppo) altissime. Ma lo è stata anche dal punto divista economico? Per quanto riguarda l’andamento turistico esclusivamente alberghiero, ad ottobre l’Osservatorio Turistico Luigino Montanari, attraverso i dati elaborati dall’Associazione Albergatori di Riccione, ne ha presentato l’annuale fotografia. Su 399 strutture in 115 (68 di proprietà e le restanti in affitto), hanno risposto al questionario inviato via mail a fine stagione. Come previsto per il 61% degli albergatori la valutazione è risultata discreta, e praticamente per quasi tutti i restanti è oscillata tra molto positiva e sufficientemente positiva. I turisti arrivati da gennaio a settembre sono stati 703.834 di cui 84.443 stranieri, rispettivamente un 6,5% ed un 1,5% in più dell’anno prima. Luoghi di provenienza? Lombardia ed Emilia Romagna per l’Italia, Germania e Svizzera per l’estero. La fascia dai 46 ai 64 anni di età con una percentuale del 26,8% è stata quella che ha visto più presenze, per seguire quella dai 36 ai 45 con il 19,3%, quella dal 26 ai 35 col 13,2% e ‘a pari merito’ quella dai 18 ai 35 e quella dai 65. I giovani, dunque, hanno sempre confermato la simpatia per Riccione: “Ci sono stati, sì, come sempre – ribadisce Rodolfo Albicocco Presidente dell’Associazione Albergatori -. Anzi, la fascia 18-25 ha vantato un leggero aumento rispetto il 2016… tenuto poi conto che quest’anno abbiamo avuto un campeggio chiuso, che da solo ha tolto parecchie presenze”. Presenze che hanno raggiunto il picco massimo nel ponte del 2 giugno (80%) e nella settimana di ferragosto (95%). “Anche Natale sta diventando un prodotto turistico interessante: dal 2013 al 2016 la crescita è stata costante ed è quasi raddoppiata; lo scorso anno sono stati 120 gli hotel aperti, con un tasso d’occupazione molto alto e con un prezzo medio di 121 euro a camera”. Molto bene: e i bagnini sono d’accordo sul ragionevole entusiasmo dei loro colleghi albergatori? “A grandi linee devo dire che è stata una bella stagione – risponde Diego Casadei presidente della Cooperativa Bagnini. Il tempo è stato molto bello e così anche l’acqua del mare, sempre limpida per la mancanza di piogge. Naturalmente non tutti hanno ottenuto lo stesso risultato, perché dal Marano all’inizio di Misano ci sono zone differenti, e con più o meno alberghi alle spalle. Comunque bene: l’unico dato negativo è la continua tendenza della stagione a stringersi: giugno stenta
Betti Riccardo RIPARATORE AUTORIZZATO OPEL GM Assistenza: Via Emilia 11 - Riccione Vendita e esposizione: Via Emilia 24 - Tel/Fax 0541 643527 e-mail: bettiriccardo@libero.it
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sempre un po’ a partire, molto bene luglio e agosto, e settembre è finito subito”. Alberghi e bagnini, quindi, sostengono che sì, è vero, la bella stagione ha attirato, in linea di massima, un gran numero di turisti negli alberghi e così nelle spiagge… ma non è detto che questi fossero interessati a comprare. “Il tempo particolarmente favorevole ha migliorato la situazione almeno per le attività sul mare, a differenza di quelle più in periferia che hanno avuto meno occasioni per essere visitate – dice Stefano Giovanetti della Confcommercio -; il piccolo aumento in numero di presenze di quest’anno ha compensato a fatica la maggiore attenzione alla spesa dei nostri ospiti”. E così Fabrizio Vagnini della Confesercenti: “Dobbiamo creare le condizioni per riportare un turismo con capacità di spesa più alta… cioè quello del nord Europa. La città va ripensata, più zone pedonali, piste ciclabili collegate tra di loro, investimenti nelle strutture sportive, campeggi rinnovati e magari aperti tutto l’anno”. “E bisogna rendere sempre più gradevoli i nostri ‘centri commerciali naturali’, aggiunge Lanfranco Francolini della CNA, quali di fatto sono il viale Ceccarini, il viale Dante, il viale San Martino, San Lorenzo, il Paese, come ad esempio aumentando ombre e panchine. Siamo comunque felici se gli albergatori e i bagnini non ne hanno sofferto come noi commercianti, anche perché poi contiamo che questo si ripercuota comunque positivamente sull’economia locale, aumentando la loro capacità di spesa nei mesi invernali!” Ma l’Amministrazione cosa ne pensa? “Riccione si conferma senza dubbio uno dei protagonisti principali dell’estate – afferma convinto il neo Assessore al Turismo Stefano Caldari -. Nonostante per ben noti motivi non abbiamo potuto lavorare per tempo alla programmazione, siamo riusciti a proporre un palinsesto di appuntamenti di altissima qualità, che hanno portato qui decine di migliaia di persone e target molto differenti, segno RIPARATORE AUTORIZZATO OPEL GM che la città è in grado di offrire proposte su misura di ospitalità Assistenza: Via Emilia 11 - Riccione e divertimentoVendita per ognie fascia di età”. E a proposito di qualità, esposizione: ritornando al Via questionario, gli obiettivi che gli albergatori si Emilia 24 - Tel/Fax 0541 643527 auspicano pere-mail: il 2018 sono dei nuovi marciapiedi, un mare bettiriccardo@libero.it da vivere, nuove aree verdi, e parcheggi fuori dal centro. Ma anche, a grande richiesta dei loro clienti, aree gioco per bambini e ragazzi, discoteche sulla spiaggia, e locali over 40. E’, Installazione e assistenza si o no, Riccione una località specializzata nel divertimento!?
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riccione domani
di Alessandra Prioli
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Una visione sul “futuro” Quando si vive in una città da tempo, si pensa che non possa essere diversa da come la si è sempre vissuta, vale a dire ogni struttura, soprattutto di servizio pubblico, sembra essere collocata la’ dove la si vede e non possa invece trovarsi in nessun altro luogo. Studiando geografia politica all’università è stato molto interessante vedere come la topografia di una città influenzasse e fosse a sua volta influenzata dalle abitudini della gente. Si è quindi sviluppata in me la convinzione che collocando strutture focali in zone limitrofe e poco sviluppate della città, si potessero raggiugere importanti risultati di crescita e sviluppo per tutta l’area; la stessa operazione risulta utile al fine di caratterizzare il territorio in ogni sua parte, questo per migliorare la fruibilità dei servizi e dare garanzie di eccellenza. Solo un’amministrazione comunale forte e cosciente di queste dinamiche importantissime puo’, in sinergia con altri enti pubblici e privati, agire in modo efficace su dinamiche cristallizzatesi nel tempo e ritenute da tutti erroneamente valide.
Ed ecco che arriviamo alla visione... Esistono a Riccione come in tutte le altre città strutture caratterizzanti, alcune di queste sono l’Ospedale cittadino, biblioteca comunale, scuole, centri commerciali. Ognuna di queste strutture rivolte a target diversi determina uno specifico flusso di persone con risvolti differenti a livello di viabilità. L’area in cui l’Ospedale Ceccarini è collocato dovrebbe diventare una vera e propria isola di servizi sanitari, una struttura abbracciata dal verde. La pineta ed il giardino attorno all’Ospedale, che ora
vengono in parte adibiti a parcheggio ed in gran parte dedicati allo storico asilo Ceccarini, dovrebbero divenire il giardino dei pazienti, fornito di panchine e percorsi. Un’area aperta anche al pubblico percorribile da lato a lato. La parte frontale dell’Ospedale, attuale centro Avis potrebbe essere spostato nella struttura dell’asilo. L’ospedale Ceccarini che negli ultimi 15 anni è stato oggetto di ristrutturazioni ed ammodernamenti importanti, ma che ancora vive la necessità di ampliare i propri spazi, vivrebbe un altro momento di fortuna di cui tutti noi cittadini beneficeremmo, garantendo migliorie e cura a tutta la zona verde circostante. Grazie a questa manovra, gli ambulatori libero professionali, che ora sono disseminati all’interno dei corridoi dell’ospedale e che spesso sono gremiti di gente, troverebbero spazio, nella vecchia ala dell’Ospedale e gli utenti godrebbero di migliori garanzie di privacy. E qualcuno a questo punto potrebbe obiettare... e l’asilo Ceccarini, il mitico asilo storico? E’ comodo per i tanti impiegati della struttura ospedaliera avere la possibilità di averlo cosi’ vicino, e vicino deve infatti rimanere. L’asilo troverebbe una sua migliore collocazione all’interno dell’attuale biblioteca comunale. Servizi piu’ moderni e spazi piu’ ampi e luminosi nonché un bel giardino da rinverdire ed arricchire di giochi. Le scuole dell’infanzia e quelle primarie sono spesso collocate all’interno di strutture vecchie e poco sicure che non sono in possesso di tutte quelle caratteristiche che le nuove metodologie educative richiedono. Al riguardo ricordo la celebrazione per
i 100 anni della vecchia scuola del Paese. In quell’occasione un membro dell’attuale amministrazione espresse pubblicamente l’intenzione di ristrutturare la Scuola, cosa che avvenne in seguito, durante la cerimonia furono anche letti documenti dell’epoca in cui uno dei nostri concittadini che sottolineava l’inadeguatezza della struttura, collocata fra molte, troppe vie trafficate e povera quindi di spazi e silenzio. Nonostante questo fu costruita, nonostante que-
sto ed altro fu ristrutturata e nuovamente adibita a scuola 100 anni dopo. A volte certe nostalgie andrebbero messe da parte. Ed ora in questa curiosa partita a scacchi c’è da chiedersi: e la biblioteca comunale? Anche per essa esiste un luogo migliore e questo si trova all’interno della città, nel Centro di Riccione, nel tanto discusso Palazzo dei Congressi, una struttura che dovremmo smettere di vedere come un mostro sociale e che se sfruttata adeguatamente puo’ portare risultati economici di rilievo. Con il trasferimento della biblioteca all’interno del Palazzo dei Congressi ed in particolare all’ultimo piano che risulta ancora completamente vuoto, avremmo ottenuto un risultato di eccellenza. Biblioteca pubblica cittadina, al centro della città, con vista panoramica ed illuminazione perfetta e poi giovani, giovani, giovani e non solo. Un luogo di formazione e cultura al Centro della città, in mezzo ai turisti, a simboleggiare come Riccione tenga alla cultura e di come e quanto ne abbiamo bisogno!
il personaggio del giorno
di Maria Grazia Tosi
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Francesco Gabellini e la valorizzazione del dialetto “Quella italiana è una lingua coltivata nel tempo, con regole grammaticali precise; il dialetto è un po’ una lingua selvatica, nata e cresciuta da sola e la vita attuale diventa un antiparassitario per le erbe spontanee”. Questa un’interessante metafora di Francesco Gabellini a significare la difficoltà sempre maggiore di far crescere e mantenere un idioma da lui molto amato e culturalmente rispettato. Nato 55 anni fa nel ‘ghetto del Rio’, la zona che va dal vecchio cimitero a via Romagna, educatore, poeta con numerosi riconoscimenti in campo nazionale e autore teatrale, Francesco è un uomo che adora la tranquillità di posti silenziosi e lontani dalla folla e per questo da 15 anni è andato a vivere assieme alla sua famiglia nell’entroterra nei pressi di Monte Colombo, (“Essere poeta non è una mia ambizione. E’ la mia maniera di stare solo” cita Fernando Pessoa sorridendo) e dove meglio riesce a concentrarsi ed ispirarsi per buttar giù le sue poesie e i suoi testi. In dialetto. Come è nata questa tua passione per la scrittura e perché dialettale? “Ho iniziato scrivendo in italiano. Quando poi, grazie alla conoscenza del realismo magico di Tonino Guerra che mi aiutò a capire che si può fare grande poesia anche parlando di cose e persone semplici, e grazie anche all’arte di Raffaello Baldini, i cui personaggi assomigliavano tanto a quelli raccontati da mio nonno, Mario Vandi detto Mario ad Tmasòun, un’altra persona che molto ha inciso nel mio percorso artistico, ho incontrato il dialetto: è stata come una folgorazione, perché ho da subito capito che era una lingua attraverso la quale mi riusciva più facile esprimermi. Il mio scrivere in italiano parte più dalla mente, dal conscio; mentre il dialetto per me è più legato all’inconscio, sta lì dai tempi della mia infanzia… e la mia infanzia parlava, appunto, in dialetto. ” Oltre alle cinque raccolte di poesie pubblicate, quando il teatro? “Nel 2005 ho iniziato a scrivere un testo dialettale per il teatro, L’ultimo sarto, col quale sono entrato nei finalisti del Premio Riccione, uno se non l’unico riccionese di tutte le edizioni del Premio. Ho scritto lo spettacolo Detector anche portato in scena da Ivano Marescotti e La custode interpretato dalla riccionese Francesca Airaudo, con la quale ho più volte collaborato anche assieme agli altri attori
della Compagnia del Serraglio e ora di Città teatro. La scena teatrale romagnola è molto vivace, ma per quanto riguarda il dialetto non sono tanti gli autori, anche se sempre vivo resta comunque l’interesse non solo loro ma anche del pubblico. Lo scorso agosto sono stato felice nell’essere premiato nell’ambito del tredicesimo Premio nazionale per la drammaturgia Franco Enriquez Città di Sirolo, col mio Iper, un monologo che ha colpito la giuria “per la sua originalità e attualità, sia per l’utilizzo del dialetto che dà al tutto un sapore espressivo di godibile divertimento demistificatorio “, questa la motivazione da loro addotta.” Ma il tuo dialetto è un dialetto puramente riccionese? “Si ma non solo. Quando scrivo sento di esprimermi in una lingua che appartiene ad una comunità più estesa di quella riccionese e che individuo nella Romagna. Nel mio dialetto ci sono state di certo contaminazioni di altri dialetti romagnoli, e credo sia questo solo un arricchimento; studiando grandi autori di Santarcangelo, Ravenna, Cervia mi sono lasciato contaminare volentieri. I testi sui quali ho studiato si sono dati sì delle regole e anche una grammatica… con la variante che il dialetto di fatto cambia ad ogni chilometro. E comunque non mi interessa più di tanto se alcune parole o espressioni non si attengono al mio dialetto, perché neppure io so qual è veramente il mio dialetto, e che cosa stia diventando. Se un termine mi piace lo faccio mio, che sia riccionese o no.”
Presepe vivente, un cammino che continua
Credi che insegnarlo ai ragazzi delle scuole sia importante? “Non sono d’accordo che il dialetto venga insegnato ai ragazzi nelle scuole, perché essendo appunto un idioma nato spontaneamente in contesti come quello agricolo e marittimo dove rappresentava un modo più comprensivo e veloce di comunicare, ha bisogno di un ambiente a lui consono. La scuola e i ragazzi di oggi scelgono un diverso modo di farlo, modo in cui è impossibile che un dialetto possa vivere. Può invece farlo nelle forme artistiche, quali la letteratura e il teatro. In realtà lo scorso anno ho portato avanti un progetto scolastico ma coi bambini delle elementari: “Nonna Terra e Nonno Mare”, incontro tra alunni e nonni fatto di racconti di vita legati alla campagna e al lavoro sul mare, le due facce che compongono l’identità riccionese. Si parlava di cibo e di cucina, della famiglia di un tempo, di come ci si divertiva con poco o nulla, della natura, dei luoghi, dei proverbi, delle filastrocche e di tanto altro ancora.” Pensi allora che in futuro nessuno parlerà più in dialetto? “Ai miei figli non lo insegno: lo assorbono quando leggono le mie cose, vengono a vedere i miei spettacoli, o quando dico qualche battuta. La mia è la generazione di confine linguistico: ormai le persone della mia età, tranne spiritosi intercalari dialettali che spesso utilizzando tre parole, riescono a esprimere considerazioni che in italiano ne richiederebbero molte di più, non lo parlano, perlomeno nelle zone più costiere. Nell’entroterra ancora qualcuno lo utilizza, ma sempre più sporadicamente. I miei genitori, addirittura, mi dicono di non discorrere più anche tra loro in quel modo. Il dialetto, qui a Riccione è ormai agonizzante, per una cultura marinara e contadina ormai scomparsa. Io stesso, avendo una famiglia che parla solo italiano e così anche i miei colleghi coi quali lavoro della Cooperativa Ca’ Santino che si occupa di ragazzi disabili psichici nei pressi di Montefiore, lo parlo sempre meno, tanto che mi è tornata la voglia di scrivere anche in italiano, cosa che sto già facendo. Ma credo che, comunque sia, valorizzarlo nella poesie e nella rappresentazione teatrale o anche solo nelle letture o melologhi, sia il modo più efficace e piacevole per salvaguardarlo.”
Anche quest’anno le vie del centro ddi Riccione si animeranno con il Presepe Vivente organizzato dalle scuole della Fondazione Karis Foundation. L’appuntamento è per il pomeriggio di sabato 16 dicembre. Protagonisti saranno 300 bambini, accompagnati dalle loro insegnanti e dai loro genitori, insieme, tra botteghe artigianali con vasai, panettieri e lavandaie, faranno un percorso itinerante con diverse tappe, vivacizzate da particolari scenografie, musiche e canti. ll Presepe Vivente fa ormai parte della tradizione delle scuole della Karis. “Abbiamo iniziato 19 anni fa e nel tempo ci siamo resi conto di quanto sia stato importante riproporre a noi e a tutta la città la memoria della nascita di Gesù! Ogni anno i genitori collaborano alla sacra rappresentazione, offrendo capacità e tempo. Una collaborazione educativa che vale più di mille parole”. Così la scuola si trasforma in un laboratorio nel quale le mamme dipingono, creano scenografie e cuciono i costumi; i bambini escono spesso dalle aule per andare a vedere i propri genitori all’opera nella scuola. Attraverso questa iniziativa si avvia anche il progetto di continuità tra scuola dell’infanzia e primaria. n.c.
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E’ un giovane promettente. Riccionese, pieno di entusiasmo e grinta, Gianluca Vannucci 36 anni, dopo essersi cimentato in tre fiction di successo e film, ha debuttato come regista con “Famosi in 7 giorni”. Per tre settimane in settembre ha girato la black comedy a Riccione con la sceneggiatura di Marco Pecci & Germano Tarricone e l’aiuto regia di Michele Abbondanza. Nel cast di giovani attori anche due artisti di fama: Max Giusti, nel ruolo di un trafficone romano e Andrea Roncato nelle vesti del regista. Il film, che sarà montato entro gennaio ha un duplice merito: quello di denunciare le truffe in cui rischiano d’incorrere i giovani intenzionati a intraprendere l’attività cinematografica e quello di essere stato prodotto con un autofinanziamento, nessun contributo pubblico. Diventato popolare anche per la pubblicità del cerotto Brexidol, in onda su tutte le reti nazionali, Vannucci annuncia che il film sui martiri Rasi e Spinelli a cui ha preso parte due anni fa, è in concorso al Festival di Barcellona. Con “Famosi in 7 giorni” Riccione torna sul grande schermo? “Vero, non succedeva da quando nel 2002 Luciano Ligabue ha girato “Da zero a dieci”. Riccione è la mia città, così ho pensato bene di cimentarmi qui come regista, girando una sequenza di scene tra lo Spazio Tondelli, Villa Lodi Fè, gli hotel Select ed Edelweiss e la cartolibreria Pulici. E’ una pellicola di denuncia tratta da una storia vera… “Ho preso spunto da un episodio reale, che ruota attorno a quattro ragazzi di belle speranze, decisi a iscriversi a un corso di recitazione, che potrebbe garantire loro un ruolo nel film di un importante regista. Ma il corso si rivela una truffa, così i quattro attori, ritrovato l’autore del raggiro non esitano a usare le cattive maniere per riavere indietro il danaro. Intascati i soldi vengono consigliati da un noto attore di usarli per avere un ruolo nel film dell’importante regista, ma si tratta dell’ennesimo imbroglio. I quattro fanno quindi scattare la vendetta che li renderà davvero famosi”. A quanto ammonta l’investimento del film e quando uscirà nelle sale?
“Il costo si aggira intorno ai 40mila euro, coperti da sponsor. L’uscita è prevista dopo l’estate, perché prima intendo presentarlo in una serie di festival”. Roncato di lei ha detto: “Studia e si applica seriamente. “Con lui c’è stato un bellissimo scambio di idee, ha girato otto scene. Sono rimasto colpito dalla sua professionalità e umanità. E’ venuto pure a mangiare con il cestino assieme a noi, scherzando, mentre poteva andare al ristorante. Ha dato un bell’esempio. Mi ha colpito molto, come pure l’ospitalità e l’aiuto dato dai riccionesi”. E’ la sua prima volta da regista, ma l’abbiamo già visto come attore. “Ho girato Questo nostro amore 80 con Neri Marcoré e Anna Valle. E’ la terza stagione di questa serie, dedicata agli anni Sessanta e poi ai Settanta, io interpreto un brigadiere molto severo. Ho poi preso parte a Scomparsa con Vanessa Incontrada. In questo caso interpreto l’avvocato che difende il cattivo acciuffato. Ritorno poi in Tutto può succedere 2, remake di “Parenthood”, incentrata sulle vicende della famiglia Ferraro di Roma. Poi sarò attore nella “ La banda Grossi”, una storia vera quasi dimenticata di Claudio Ripalti girato nell’Urbinate, è un imponente progetto cinematografico, imperniato sulla storia di Terenzio Grossi e della sua banda di briganti.
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Vanessa reporter di Donnavventura Vanessa Villa, 24 anni, fotomodella riccionese, nonchè campionessa di karate e insegnante di yoga, è una delle nuove reporter di Donnavventura, trasmissione che da gennaio tornerà su Retequattro ogni domenica nel primo pomeriggio. Solare, tenace e intraprendente, i mesi scorsi è stata prescelta tra un centinaio di concorrenti come reporter, assieme ad altre cinque coetanee. In autunno, pronta a esplorare nuovi orizzonti è partita con la troupe di Mediaset per il Kenya, dove sono state girate le prime riprese della nota trasmissione. L’avventuroso viaggio è continuato attraverso altri ciak che l’hanno portata in Etiopia, Mozambico, Tanzania, Maldive e Sri Lanka. Nel cuore tanta gioia, come lei stessa testimonia, il desiderio di farsi strada e l’amore per la sua famiglia e la sua Riccione, che la scorsa estate l’ha riscoperta come attrice del videoclip che accompagna il brano dei Thegiornalisti, tormentone dell’estate dedicato a Riccione. Nel frattempo Vanessa, affiancata da Alessia, Arianna, Chiara Francesca, Felicitas e Marianna, coordinate dalle veterane Ana e Valentina, fino al 10 dicembre continua la sua avventura con la troupe di Mediaset in totale isolamento. Alle reporter è infatti vietato usare il cellulare. Ma come ha fatto Vanessa, tra l’altro laureata in Cultura e tecniche della moda, ad approdare in questa trasmissione? “E’ partito tutto da mia cugina che mi aveva convinto a fare un provino per Donnavventura Experience (format ridotto di Donnavventura) alle Maldive. Ho accettato, perché non mi sembrava impegnativo e poi si teneva vicino, a Bologna. Ho partecipato e pochi giorni dopo, con mia grande sorpresa, mi è arrivata una mail nella quale si diceva che rientravo piuttosto nei canoni dell’altra trasmissione, ossia di Donnavventura con un centinaio di altre finaliste”. Ancora incredula, ma davvero felice, nel weekend ha preso parte alle prove e quindi alla settimana di addestramenti in Val d’’Aosta, dove ha sfoderato tutte le sue forze, capacità e virtù, in prove fisiche, mentali e di coraggio, come ha mostrato in alcuni video che Retequattro ha trasmesso in attesa della messa in onda della trasmissione”. Vanessa prosegue: “Durante il provino, alla presenza del direttore della tv e agli sponsor, ho improvvisato un monologo su Riccione, parlando di spiaggia, mare, piadina e discoteche”. Vanessa con quel sorriso che rincuora, portando ovunque il buonumore, si è lanciata anche su altri fronti. “Come attrice – ricorda - ho partecipato al film The little hours di Jeff Baena e allo spot Nutella B-Ready con Luca Argentero e la regia di Alessandro Genovesi. In quanto allo sport, con il karate ho conquistato diverse medaglie, sono stata sei volte campionessa d’Italia a squadre e una volta individuale, nonché “Campionessa europea dei piccoli Stati” con San Marino.
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Sottopasso Viale Ceccarini
Lettera di Adriano Prioli inviata (e protocollata) all’Amministrazione Comunale di Riccione il 10 Ottobre 2017 Sono DIECI anni (vedi verbali) che attendo la realizzazione del sottopasso Ceccarini, da quando in Consiglio Comunale sono riuscito, con l’esperienza acquisita in tanti anni da tecnico comunale, ad annullare il progetto dell’ Agenzia Mobilità, accettato dal Comune, che prevedeva la ricostruzione dell’esistente attraversamento ferroviario dopo aver costruito la corsia del TRC. Nell’ occasione ho presentato un progetto con la soluzione dello spostamento dei sottoservizi posti all’incrocio stradale che impedivano il prolungamento del tunnel fino a raggiungere il lato monte del marciapiede degli esistenti viali. Già dalla precedente legi-
slatura poi interrotta ho inviato all’amminitrazione alcune soluzioni di progetto per il prolungamento del sottopasso senza ottenere alcuna risposta. Malgrado ciò nel mese di luglio 2017 ho presentato lo schema di progetto SOPRA RIPORTATO che oltre ad aver le scale su ambo i lati del viale Ceccarini è dotato anche di una rampa per l’handicap ubicata in vicinanza della pedonalizzazione del viale Ceccarini e delle sue attività commerciali e dove convergono le piste ciclabili, e questo a differenza di quella del TRC che sfocia lungo Viale delle Magnolie che per la sua posizione decentrata, rispetto al Viale Ceccarini, è motivo di numero-
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se lamentele da parte degli utenti. Nel progetto è prevista anche la realizzazione di una rotatoria che ha il compito di distribuire con facilità e sicurezza il traffico che proviene dalla percorrenza dei tre viali.Questa soluzione che ritengo semplice e di facile realizzazione, sostituisce quella che ho presentato all’Agenzia Mobilità ed al Comune alcuni anni fa ed accettata in un primo tempo anche da questa Amministrazione, poi rinunciata perchè a giudizio del settore tecnico comunale la rampa per l’handicap posta sul lato Rimini del viale Ceccarini, lungo Viale Dei Mille potrebbe nell’esecuzione danneggiare l’esistente fabbricato.
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di Maria Grazia Tosi
Maria Papini: cent’anni lunghi un giorno Storia affascinante e un po’ curiosa come la sua protagonista, la riccionese Maria Papini (“la figlia del fattore”) che il 2 ottobre scorso ha compiuto ben 100 anni. Una donna signorile ed intelligente che si racconta a testimonianza di un secolo di vita personale, e che indirettamente regala brevi accenni della storia riccionese. Quella di Maria è molto legata, nell’età della sua infanzia e prima giovinezza, alle campagne del nostro territorio, perché il babbo, Giuseppe Papini sposato ad Ada Bologna, lavorava per conto della signora Maria Boorman Wheleer coniugata al DR. Giovanni Ceccarini quando questi risiedeva in America esercitando la professione di medico; un’indimenticabile benefattrice di Riccione che innamoratasi di questa terra e della sua gente non solo fece realizzare dal 1891 al 1895 opere fondamentali come il porto, l’asilo e l’ospedale ma investì anche nella realtà agricola. “Erano una ventina i contadini a mezzadria che portavano avanti le sue terre – racconta la signora Papini -, vi lavoravano dentro tenendosi per loro la metà del raccolto e la metà restava a lei.
Sull’entrata delle abitazioni di ciascun contadino, sparse per le campagne di Rimini, Coriano, Morciano… c’era una scritta OPMC, Opera Pia Maria Ceccarini”. Frutta, verdura, granoturco, fave, fagioli, uva venivano immagazzinate nella grande tenuta a San Lorenzo dove abitava la famiglia Papini, e venivano poi vendute all’ingrosso, sempre per conto della Boorman, in tante città d’Italia, e una parte anche indirizzate alle mense dell’ospedale e asilo Ceccarini. “Maria Boorman Ceccarini frequentava la nostra famiglia e veniva spesso da noi bambini offrendoci cioccolata (“Ho portato un po’ di ciccolata a quelli bambini!”) Ci voleva un gran bene e ci portava anche vestitini e giocattoli!
Era una signora molto gentile e generosa: ad ogni bimbo che nasceva nelle tante famiglie che gestivano i suoi poderi, lei donava un bel regalo”. Maria Papini, nata a Rimini del 1917 (ancora Riccione non era Comune), era una dei quattro figli di Giuseppe: oltre a lei Lucia, la primogenita, Emma e il piccolo Luciano. Era una bambina e poi una ragazzina particolarmente sveglia: “la fa tut lia, l’é una sberra” le dicevano scherzando i vari contadini che lei conosceva bene perché seguiva con interesse e competenza ogni azione del padre. Era intraprendente e molto carina ma un po’ ‘maschiaccio’ per quei tempi: si buttava in tutto, guidava il trattore, seguiva con attenzione l’andamento dell’attività paterna diventando per lui una figura insostituibile. Soprattutto per un padre che amava molto il proprio lavoro e che a fine giornata ritornava a casa in buona compagnia. “Quando il babbo tornava col calesse dal lavoro noi figli salivamo in cima sulle scale di fuori per fare le vedette, perché portava spessissimo ospiti a cena… ma naturalmente non essendoci adeguati mezzi di comunicazione come adesso non riusciva ad avvertire la mamma che doveva così sempre avere le pentole in bollore, e noi bambini facevamo a gara per indovinare per quanti apparecchiare”. Il padre Giovanni era poi fermamente convinto che la cultura fosse importante e dai figli pretendeva il massimo impegno, tant’é che li crebbe al suono di versi Danteschi: ogni giorno quando si sedevano tutti a tavola per desinare chiedeva ad ognuno di loro alcuni passi della Divina Commedia. “Credo di averla studiata per tutta la vita, perché mio babbo ne era veramente appassionato pretendendo da noi un adeguato grado di cultura. Anche se avevo fatto solo la quinta elementare studiai l’inglese il francese e il
tedesco. Sono sempre stata desiderosa di sapere le cose, appassionandomi a libri, a giornali e a tutto quello che era leggibile. Ho avuto poi, una volta cresciuta, la grande fortuna di incontrate un uomo molto colto, quello che poi divenne mio marito, Orazio Guarnieri. Lui era di Milano e apparteneva ad una famiglia nobile, con la quale in estate veniva per lunghi periodi in vacanza a Riccione, alloggiando in un albergo della zona Alba… di cui purtroppo non ricordo il nome. Quando l’ho conosciuto avevo 16 anni e lui qualcuno di più, e dopo alcuni anni quando ci fidanzammo lui si era già laureato in ingegneria… e nel 39 ci sposammo, qui a Riccione”. Poi, dopo alcuni anni durante la guerra nei quali Orazio si spostava da un posto all’altro, vissero tanti anni a Milano, dove nacque l’amata figlia Natalia, che purtroppo poco più che ventenne se ne andò per una grave malattia. A Milano anche Maria lavorava, come impiegata nella Casa Editrice Motta… e comunque in estate un mesetto o due qui da noi lo
trascorrevamo sempre. “Negl’anni in cui lui stava andando in pensione tornammo stabilmente a viver qui. Io sono nata a Riccione, sposata a Riccione e da parecchi anni risiedo fissa qui a Riccione. Le voglio molto bene perché per me è una località piena di meravigliosi ricordi giovinezza, e qui ho avuto tante carissime amiche, le Amati, le Mancini, la moglie del Professor Montanari”. Per chiudere la chiacchierata con Maria, una piccola domanda per un grande compleanno: ma dopo 100 anni di vita vissuta… e vissuta intensamente, quale potrebbe essere per lei un desiderio da esprimere? “I desideri che ho non si realizzeranno mai…!” – risponde sorridendo.
il personaggio dell’estate
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di Alessandro Formilli
Vittorio Costa: un grande amico di Riccione Nel mese di luglio scorso ho avuto modo di conoscere ed apprezzare dal vivo Vittorio Costa, di cui avevo già letto alcuni romanzi. Nato a Bologna, dove è stato per decenni uno stimato cardiologo, frequenta le nostre spiagge sin dal settembre 1946. Proprio sulla sabbia della zona balneare n° 67 è stato il protagonista di uno degli eventi della III Edizione del Festival delle Storie e delle Arti nella Perla verde, durante il quale ha entusiasmato il numerosissimo pubblico grazie ad un insieme di immagini, racconti, ricordi e canzoni. Disponendo di un archivio di oltre mille fotografie scattate a Riccione in ogni epoca e periodo, ne ha commentate alcune alternando quelle relative alle cronache mondane del boom turistico (i cui luoghi si chiamavano Savioli, Vallechiara, Florida, Villa Alta, Pariolino, Bat Caverna, Stalla, ecc.) a quelle (le pensioni a gestione familiare, il latin lover, le pubblicità dei locali da ballo) legate ai suoi romanzi. Ovviamente i momenti più emozionanti sono stati quando ha intonato con voce calda ed intensa i brani musicali più famosi degli anni 60: da “Guarda che Luna” a “Roberta”, da “Stessa spiaggia, stesso mare” a “Legata ad un granello di sabbia”, da
Sono un devoto fan di quel mondo della nostra memoria incantata che racconta Vittorio Costa. I suoi straordinari personaggi romagnoli - Cicciaz, Cagarèla, Bumbèrda, Totabrèga, il professor Gar- giulo e tutta la compagnia degli strampalati eroi anni Sessanta che popolano i suoi romanzi - sono un inno alla gioia e al divertimento puro. Questa volta partono addirittura per gli States, alla ricerca di Elvis... Enrico Vanzina
“Il cielo in una stanza” a “Pinne, fucile ed occhiali”, passando anche attraverso Frank Sinatra ed Elvis Presley. Non a caso, infatti, diverse coppie si sono alzate per ballare l’alligalli ed il twist, offrendo a tutti l’impressione di essere tornati indietro nel tempo. Vittorio Costa ha senza dubbio una personalità poliedrica e la Professione Medica non gli ha mai impedito di coltivare doti artistiche di tutto rispetto. Autore di quattro romanzi comici ambientati nella nostra Città (“Dancing Verde Luna” 2002, “Pensione Sorriso” 2008, “Quando Elvis cantò Romagna mia” 2013, “Una vita madorna-
Vittorio Costa è nato e vive a Bologna, dove di mestiere fa il cardiologo; ma è anche cantante e pittore. Dancing Verdeluna, Riccione (2002), è stato il suo esordio narrativo, seguito da Pensione sorriso (2008) e quando Elvis cantò Romagna Mia (2013) e Una Vita Madornale (2014).
le” 2016), è riuscito a raccontare con humor ed ironia la storia di Riccione, capitale estiva non solo degli Italiani per oltre un trentennio. Egli ha, inoltre, allestito numerose mostre personali di pittura ed ha sempre portato avanti l’attività di cantante semi-professionista. Pensate che nel 1963 ha fondato, insieme ad altri ragazzi bolognesi, il complesso de I Jaguars: poco prima del lancio sul mercato da parte della Vedette Records - la stessa casa discografica degli Equipe 84 - ha, però, preferito non firmare il contratto e dedicarsi agli studi universitari. L’anno successivo quei ragazzi sono diventati i Pooh! Ancora oggi si diverte a cantare insieme agli amici che, essendo coetanei, ha scherzosamente denominato Amnesy International; per ben tre volte hanno partecipato al prestigioso Porretta Soul Festival. In luglio l’entusiasmo, l’apprezzamento ed i complimenti da parte degli spettatori sono stati così intensi da spingerlo a replicare l’evento nel mese di agosto, questa volta sulla spiaggia della zona n° 81. Anche qui i numerosi applausi lo hanno portato a promettere un nuovo evento per la prossima stagione estiva 2018; io ci sarò e vi consiglio di segnarlo sin d’ora in agenda. In Costa Azzurra c’era il playboy, elegante, abbronzato, con macchina sportiva. A Roma il latin lover, intrigante, nottaiolo, ombroso, in Romagna c’era il vitellone, simpatico, generoso, ignorante. Anzi con la GN maiuscola. I suoi locali che frequentava erano i dancing e le sue conquiste principali le “forestiere” o le turiste italiane. Però di fuori. Dietro una scorza ruvida come la carta vetrata del 14, nel vitellone si celava un cuore grande, un cuore animale. Ché difatti il vitellone si innamorava di tutte le donne. Tutte. Poi magari non si ricordava neanche il suo nome di lei. Immaginiamo poi quando arrivavano quei nebbioni di novembre che si confondevano con i fumaroni delle sigarette del bar. «Questa estate sono andato con una...! Mora. Una roba esagerata. Era di... mi sembra vicino a Milano. Bella. Si chiamava... O forse di Torino. Una animala da letto. Comunque del Nord Italia. Mi sa che era bionda. Non mi ricordo bene. Ma che maiala... Barista, dammi un Montenegro». Fanno la tutela dei vini, dei formaggi e dei prodotti tipici. Forse bisognerebbe fare anche la certificazione del protocollo del Vitellone Romagnolo DOC. Paolo Cevoli
il mondo delle favole
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La maga Folia
Ogni cucuzzolo in Italia ha la sua fola da raccontare e la provincia di Rimini non fa certo eccezione. Seguendo questa trentina di racconti si disegna quasi una storia parallela del territorio, attraverso luoghi misteriosi e in compagnia di una varia e mostruosa umanità: una sorta di bestiario medievale in cui gli esseri fuori dalla norma sono eroi e santi, maghi e streghe, criminali e fantasmi, fate e orchi, demoni, creature fantastiche e antiche divinità decadute. Secondo Umberto Eco ogni libro dovrebbe giustificare la propria esistenza; la motivazione per la pubblicazione di questo testo è quasi banale: non esisteva una simile raccolta prima d’ora, e buona parte di queste storie rischiava davvero di scomparire per sempre, perché tramandate solo oralmente. Il recupero dei relitti -scritti e no- e la ricomposizione letteraria si sono protratti per un quarto di secolo. Come si sa il materiale folclorico non nasce spontaneamente da un fantomatico “popolo”, ma è sempre opera di un qualche creativo che lo ha elaborato la prima volta, anche se rimane poi sconosciuto ai posteri. L’autore si è quindi sentito libero di dare alla materia trattata la sua personale impronta.
Il primo riminese tramandato ai posteri col suo nome personale è... una strega. Si tratta di Folia, citata da Orazio negli Epodi assieme ad un terzetto di colleghe intente alla fabbricazione di un filtro d’amore. Non defuisse masculae libidinis ariminensem Foliam et otiosa credidit Neapolis et omne vicinum oppidum, quae sidera excantata voce Thessala lunamque caelo deripit.* Possiamo immaginare che la sua memoria sia perpetuata nel toponimo di Fogliano Marina, alle foci del Marano, luogo ancora in anni recenti frequentato da signore di pessima reputazione. Ma a me personalmente questa pi-erre da discoteca ante litteram, che deve aver rifilato un bel due di picche al nostro Quinto Orazio Fiacco, non sta poi così antipatica. *“Non mancava la riminese Folia, dalla maschia libidine / come è creduto dai fannulloni a Napoli e in ogni borgo vicino / che con l’incanto della (sua) magica voce strappa dal cielo le stelle e la luna”.
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San Fabiano Era Fabiano un baldo giovane di famiglia gentilizia, fin dalla più tenera età promesso sposo a Chiara degli Agolanti, figlia prediletta del potente signore di Riccione. Un giorno questi disse alla sua fidanzata: «Madamigella, avanti di sposarvi voglio partecipare alla Crociata, per dimostrare al mondo di essere un valente guerriero ed un vero cavaliere». E partì. Per sette anni la giovane nobildonna attese scrutando l’orizzonte dalla finestra più alta del palazzo, sperando di scorgere la vela che riportava il suo amato, tanto che quei gomiti delicati - così si racconta - lasciarono due impronte nella pietra del davanzale. Contemporaneamente però si dedicava a pie opere, ed i suoi appartamenti erano divenuti asilo dei più poveri. Un giorno si presentò alla sua porta un uomo lacero, emaciato, barba e capelli incolti. Ella lo accolse fraternamente, come era ormai usa fare con tutti i derelitti, e ordinò alla fantesca di servirgli un pasto e procurargli un giaciglio. La serva, d’indole più pratica se non proprio d’animo meno tenero che la sua padrona, bofonchiò che non c’era più posto, se non in un angusto sottoscala dove accompagnò tosto il pezzente, allungandogli un tozzo di pane che era tutto quanto rimaneva in dispensa, disse. Il mattino seguente l’uomo fu trovato morto. Stringeva ancora in pugno una sudicia carta arrotolata, che quando fu possibile svolgere palesò questo scritto: «Nobile Signora, mi accorgo che la mia lontananza ha giovato alla vostra anima più di quanto la mia presenza avrebbe mai potuto fare. Questa notte ho pregato per Voi ed anche per quella brava donna che stava ramazzando la scala, dimentica del pellegrino che c’era di sotto. Che il Signore vi accompagni sempre. Fabiano».
famiglie legate a riccione
Nel ricordo di Daniele Brunetti
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Frammenti di storia delle famiglie Levi e Brunetti parte materna Alberto Levi sposa Lucia Levy e da loro nasce Aldo che in prime nozze ha una figlia: Lucia. In seconde nozze, con Maria Carpani, ne ha tre: Silvia, Gigliola, Sara. I miei bisnonni si chiamavano entrambi Levi (Levy), ricca famiglia ebrea fiorentina proprietari del palazzo dove c’è il famoso Caffè Paskowski e di quello che ora è il Castello della Sala Antinori. Entrambi proprietari di una casa estiva a Riccione, una è l’ex Conte Rosso, conosciuto ancora come Villino Levi, l`altra praticamente di fronte credo l`abbiano avuta fino agli anni ‘60 e poi si sono trasferiti in Via Isonzo in appartamento. Quando i bisnonni arrivavano a Riccione in genere affittavano l’intero Tennis Club per amici e parenti. In gioventù mio nonno Aldo conosceva mio nonno Nerio e sono stati fra gli organizzatori della prima festa veneziana al Savioli (nelal foto sono i due vestiti da nobili veneziani), la replica del Ponte dei Sospiri sullo sfondo è stata costruita da Bruno Brunetti. In quella festa mio nonno Aldo aveva anche inventato un particolare gioco, ripreso poi per alcuni anni, per il quale in premio c’era una bambola in panno lenci, nella foto infatti si vede una bambola in mano ad una ragazza. Da ragazzo mio nonno Aldo si divertiva con gli amici a scambiare nottetempo le insegne dei negozi che allora erano dipinti creando un po’ di confusione al risveglio. Al tempo la fermata del treno a Riccione era ‘’a richiesta’’ una fermata fissa sarebbe stata fatta solo se ci fosse stato un grosso flusso. I Levi ed altre famiglie fra cui i Brunetti, escogitarono un trucco per aumentarlo: ogni giorno mandavano più volte la servitù ed i bambini a Rimini e ritorno in modo che dato l’aumento del flusso fu possibile richiedere una fermata fissa. Proprio a Riccione la famiglia Levi venne presa dai tedeschi in quanto ebrei, Alberto fu ucciso ed è ancora sepolto al cimitero di Riccione, Lucia deportata (http://moked.it/blog/2015/05/13/firenze-il-ritrattodella-memoria/).
Aldo riesce a fuggire ed in futuro si unirà ai partigiani contribuendo alla liberazione di Riccione proprio alla ricerca di tracce che lo potessero condurre al ritrovamento della madre.
Grande “Festa Veneziana” all’Hotel Savioli.
Nonno Aldo voleva essere sepolto a Riccione accanto a suo padre ma quando, anziano, è morto a Firenze è stato deciso di seppellirlo lì (fra l’altro nell’unico cimitero in cui non voleva assolutamente) credo per questione di costi di trasporto salma.
parte paterna Alessandro Brunetti sposa Francesca Richieri e hanno due figli: Nerio e Bruno. Nerio in prime nozze ha una figlia, Alexandra e in seconde, con Ernestina Boano, ha Brunetto. Brunetto a Riccione conosce Silva Levi che sposerà. Dall’unione nascono Daniele e David. La casa di Via Tasso 18, tuttora di nostra proprietà, è stata costruita tra la fine dell’800 e i primi del 900 da Alessandro Brunetti che fu poi Commissario Prefettizio al Comune di Riccione dal 15.01.1944 al 14.03.1944. La costruzione è stata tra le prime erette nel lato nord di Riccione, oltre il porto canale (il titolo di “prima” è conteso con altre). Allora per portare i materiali necessari fu steso un ponte di barche. Il ponte di legno ebbe vita solo nel 1907 grazie a Secondo Savioli. Bruno Brunetti è stato una sorta di leggenda popolare. Morto giovane, di ritorno da un viaggio in moto sotto l`acqua non si è cambiato di vestiti e si è preso una polmonite, per paura delle punture ha evitato la pennicillina e quando si è deciso era troppo tardi. I nati nei primi anni ‘60 si ricorderanno dei propri nonni che usavano lo spauracchio di ‘’quello che non si era voluto fare le punture’’. Nerio Brunetti è stato Addetto Aeronautico presso l’ambasciata italiana in Giappone dal 1938 al 1941 e di ritorno portò in dono alla chiesa dell’Alba due enormi conchiglie per essere usate come fonti battesimali, ad oggi sono acquasantiere e la targa in memoria è stata rimossa anni fa (notizie di Nerio si possono trovare nel libro ‘’Nel Sole’’ disponibile sul sito dell’editore Youcanprint, sui maggiori store online e ordinabile in libreria). Nerio Brunetti poi brevettò la bevanda ‘’Canasta’’ che i più anzani forse ricorderanno distribuita ai bar della riviera negli anni ‘50. Alexandra Brunetti giocava spesso con le figlie del duce a tennis (e le lasciavano spesso i campo da pagare). Mio papà faceva il ‘’vitellone’’ a Riccione e proprio lì ha incontrato mia mamma. Vi lascio immaginare la sorpresa di Aldo Levi il giorno che si è visto arrivare a chiedere la mano della figlia da uno che assomigliava tanto al suo amico di gioventù Nerio Brunetti.. La tomba di famiglia Brunetti è al cimitero di Riccione e tutti sono sepolti lì. Per quanto riguarda me e mio fratello... non abbiamo fatto niente di memorabile se non spendere il 90% delle nostre estati a Riccione, talvolta in vacanza, talvolta lavorando da stagionali, giocando nelle sale giochi da bambini, andando sul gommone tirati da Pelé al delfinario quando era sul mare, tirando gavettoni nelle battaglie di Ferragosto (quando non si esagerava), vedendo il mare che piano piano mangia le spiagge, rimanendo a bocca aperta all’apertura dell’Aquafan... insomma vivendo i tanti cambiamenti nel corso degli anni. Ora insieme alle nostre famiglie.
a cura di Dea Zeppi
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In base all’esito della valutazione, se esistono queste difficoltà, propongo alcune Sedute individuali di Potenziamento della Mente in generale e della memoria o dell’attenzione in particolare, con lo scopo di rinforzare le facoltà indebolite e mantenerle in allenamento. Associato a questo intervento o anche in alternativa, secondo i casi, molto efficaci sono i Corsi di Gruppo di Allenamento della Memoria, incontri che conduco con persone della stessa età e con le medesime difficoltà: sono momenti di confronto e apprendimento in cui insegno le principali strategie di memoria per riuscire a ricordare meglio senza affaticare troppo la mente e propongo molti esercizi che aiutino a fissare quello che è stato appreso durante ogni incontro. I Corsi di Gruppo sono sempre molto apprezzati dai partecipanti, sia perché forniscono ottimi suggerimenti su come rinforzare la memoria nella vita di tutti i giorni ma anche perché offrono la possibilità di un ricco scambio di esperienze, difficoltà, suggerimenti e opportunità tra i partecipanti, proprio in virtù del fatto che vivono tutti più o meno la stessa situazione. La partecipazione ai Corsi di Gruppo di Allenamento della Memoria migliora anche il tono dell’umore, aspetto non meno importante dei primi due, perché aumenta il senso di auto-efficacia, rende ognuno più consapevole dell’esistenza di altre persone con le sue stesse difficoltà, infonde fiducia nel fatto che si possa migliorare e che non si è soli; tutti questi aspetti hanno ricadute positive sul Miglioramento della Qualità di Vita. Inoltre molti studi scientifici dimostrano che l’Allenamento della Mente gioca un ruolo fondamentale nella Prevenzione delle patologie del cervello, in particolare del deterioramento cognitivo, promuovendo invece un invecchiamento cerebrale Sano.
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“è domenica mattina, Giuliana è intenta a preparare il pranzo, e chiede al marito Mario di scendere in cantina a prenderle un barattolo di passata di pomodoro per il sugo, alcune patate da cuocere insieme al coniglio e una scatola di stuzzicadenti. Mario scende in cantina, prende il barattolo di salsa al pomodoro, poi si domanda - Cos’è che dovevo prendere ancora?? Non è possibile, me lo ha appena detto!-. Incredulo e sconfortato torna da Giuliana”. “Mirella vive sola ed è soddisfatta dell’autonomia che ancora possiede nella cura di se stessa e della casa. Ieri mattina la figlia Paola entra in casa e la trova intenta a stirare: - Mamma, cosa fai ancora così?! Dobbiamo andare a fare il vaccino dell’influenza, ho anche preso un permesso dal lavoro per accompagnarti. Come hai fatto a dimenticartelo? Te l’ho detto ieri!!-. Solo in quel momento Mirella si ricorda dell’appuntamento, si sente abbattuta e spaventata perché non le è mai capitato di dimenticare qualcosa in così poco tempo. Cosa le sta accadendo?” Questi due esempi (nomi e fatti narrati sono di fantasia) potrebbero riguardare ognuno di noi: a chi non è mai capitato di dimenticare un appuntamento oppure la strada giusta da percorrere o ancora dove abbiamo riposto gli oggetti, cosa ci ha detto il nostro amico proprio questa mattina? La memoria ci aiuta in tutte le attività della vita quotidiana ma accade, specialmente da una certa età in avanti, di avvertire dimenticanze sempre più frequenti, difficoltà di concentrazione, minore lucidità e rallentamento nel prendere decisioni. Entro certi limiti questi episodi possono essere normali, dovuti all’età che avanza e alla mente che invecchia, esattamente come il fisico. In altre situazioni però dietro le difficoltà di memoria si nascondono diverse cause: può esserci una qualche patologia sottostante, possiamo vivere un periodo molto indaffarato in cui abbiamo mille cose a cui pensare e che ci procura stress oppure stiamo vivendo un momento triste della vita che ci porta ad essere giù di morale. è possibile affrontare questo problema? C’è una soluzione? Mi occupo da diversi anni di difficoltà legate alla Memoria, all’Attenzione, al ragionamento, al Pianificare le azioni, tutte facoltà che per tanti motivi possono diminuire con l’età. La prima cosa che faccio quando una persona si rivolge a me per queste problematiche è un piccolo esame chiamato Valutazione neuropsicologica, composta di test cartacei e domande, il cui scopo è proprio quello di rilevare l’eventuale presenza di difficoltà della memoria e delle altre funzioni.
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Quando la memoria fa “Cilecca”
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PSiCOLOGA E PSiCOTErAPEUTA
solidarietà
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“Amici del Parco” inarrestabili nelle donazioni!
Il CEnTrO Di BUOn ViCinATO “AMiCi DEL PArCO” è ancora una volta, l'ennesima, artefice di una donazione importante. Un bell'assegno da 1.000 euro è stato consegnato all' A.i.L. rimini tramite le mani del consigliere Baldazzi, alla presenza degli assessori comunali Galli e Battarra, dal presidente Cevoli affiancato dal direttivo al completo e da numerosi soci. La semplice cerimonia della donazione è avvenuta sotto il porticato della Casa della Micia nel Parco della Resistenza su via Montebianco dove ha sede il Centro. Il tutto è stato possibile grazie all'organizzazione di un Torneo di Burraco -con la collaborazione dell'Associazione Burraco di Riccionesvoltosi il 15 Ottobre u.s. presso il Centro commerciale Perla verde con la partecipazione di giocatori ben felici di contribuire a tali forme di solidarietà. Quindi un Centro di Buon vicinato assai attivo e che... nell'immediato futuro ci regalerà altre “sorprese solidali”. Bravi!”.
libri - musica - club
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Doppio disco di platino per i “Thegiornalisti”. Tormentone dell’estate
Il Nirigua e le origini del divertimentificio
Ha spopolato su tutte le radio italiane, fino a diventare il tormentone dell’estate, un fenomeno mediatico che ha varcato i confini nazionali. Un successo inquantificabile sotto l’aspetto pubblicitario. “Riccione”, brano che il gruppo musicale Thegiornalisti ha dedicato alla nostra città, in pochi giorni ha scalato i vertici delle hit parade, conquista l’airplay radiofonico, l’Olimpo, fino ad aggiudicarsi il primo posto. Attraverso le sonorità vintage degli anni Ottanta e parimenti contemporanee racconta immagini e sensazioni di un’estate senza tempo. Riccione ha così fatto il giro del mondo su disco, cosa che non succedeva dal 1975, quando Dino Sarti incise Viale Ceccarini Riccione.
Edizioni la Piazza
Il libro espone documenti ed immagini di Riccione, per lo più sconosciute, a partire dal “Nirigua” (anagramma di Guarini) un vasto complesso per spettacoli teatrali, sportivi e d’intrattenimento, eretto sul lungomare dal conte Luigi Guarini nel 1921. Una struttura incomparabile ed unica, che dalla riva dell’Adriatico proponeva le biciclette del mare, tennis, pattinaggio, slitte russe, un teatro all’aperto per oltre mille spettatori, ed ancora bar, gelateria, giochi per bambini e negozi. Un vero e proprio parco divertimenti, simbolo della rinascita e della ripresa del turismo riccionese, dopo le devastazioni del primo conflitto mondiale, archetipo di quell’industria del divertimento che caratterizzerà, sessant’anni dopo, la Riviera di Romagna, ed in particolare Riccione (Parchi acquatici e tematici, locali notturni, bar, caffè concerto, ecc.). Il volume, ricco d’immagini, offre una panoramica su quegli “Anni Ruggenti”
in cui, spinta anche dalla conquistata autonomia comunale, la ‘‘Perla verde dell’Adriatico” seppe attirare grandi investimenti privati che, insieme alla promozione derivante dalla preferenza di Mussolini, che l’aveva scelta per il soggiorno estivo della sua famiglia, renderanno Riccione un centro turistico noto ed apprezzato a livello internazionale.
Lions Club Riccione:
Procopio nuovo presidente Intensificare le iniziative sul versante sociale, sanitario, culturale e dell’istruzione a livello locale e sostenere le attività che aiutano a crescere la comunità riccionese. E’ l’impegno assunto dal nuovo consiglio del Lions Club di Riccione, che ha aperto il suo nuovo anno sociale il 27 ottobre al Grand Hotel Des Bains con una serata dedicata alla Saviolina, tornata in porto. Il neo-presidente del Lions è Francesco Procopio, subentrato a Graziella Cianini, ora past president. Con loro nel direttivo il vicepresidente Paolo Del Bello, i soci Cristina Berlini segretaria, Alessia Bruno cerimoniere e Claudio Villa tesoriere. Quinto Salucci è presidente del Comitato soci e Paolo Frulla, censore, con loro i consiglieri Sabrina Angelini, Mauro Manzi, Alberto Serafini e Maurizio Fabbri. Organizzato in collaborazione con il Club Nautico, l’incontro sulla Saviolina è stato presieduto da Stefano Medas, archeologo subacqueo e navale, presidente dell’Istituto Italiano di Archeologia ed Etnologia Navale a Venezia, affiancato dal neo presidente Sebastiano Masetti.
A sinistra Prof. S. Medas e a destra di Procopio il presidente del Club nautico S. Masetti.
Un vero e proprio successo che, dal 21 Giugno 2017, giorno in cui la Carosello Records l’ha pubblicato, ha fatto cantare giovani e meno giovani, turisti e riccionesi. Tommaso Paradiso leader e voce del gruppo, definito “l’ultimo dei romantici”, l’ha cantata anche in piazzale Roma con un coro da record di fan. Che legame c’è tra voi e la nostra riviera? “Siamo un gruppo di adozione romagnola, i nostri due primi dischi li abbiamo incisi in Emilia – Romagna e tutti i cantautori che continuano a ispirarci sono di qua”. Com’è nata la canzone “riccione”? “E’ nata tra amici che stavano a casa e che avevano in mente di fare una canzone che riportasse un po’ tutto quello che abbiamo in testa quando pensiamo all’estate”. Cooprotagonista del videoclip è la riccionese Vanessa Villa, una bella scelta? “Si. La scelta è stata fatta dai registi, sia lei che le altre ragazze che appaiono nel video sono bellissime”. A ogni concerto registrate un invidiabile sold-out, vi aspettavate tanto successo? “E’ vero la partecipazione del pubblico è globale, ma noi non ci aspettavamo tanto successo, anche perché non ci aspettiamo mai niente, quindi figuriamoci il successo!” Ultimato il tour estivo, cosa farete? “Ci concederemo una vacanza”. Cosa vi aspettate per il futuro? “Siamo come una macchina non programmata, io comunque dopo tanto lavoro desidero solo tanta serenità, relax, famiglia, amici e amore”. ni.co.
News
P O L I S P O R T I V A
R I C C I O N E
Lo Stadio del Nuoto Riccione è un mondo a misura di bambino!
Ecco le attività per bimbi e ragazzi…
ORARI PISCINA
da 0 a 17 anni! MAMMA & BIMBO MASSAGGIO BABY 0-6 mesi
Il massaggio neonatale crea un forte legame tra madre e bambino e permette di creare dei momenti dedicati solo alla percezione istruttiva del bambino nutrendolo non solo a livello fisico, ma anche emozionale. Il corso con l’istruttrice Antonella si tiene su prenotazione la domenica dalle ore 9 alle ore 10. Materiale occorrente: telo, olio per massaggio, cambio per il bimbo. Insieme all’istruttrice si valuta poi l’entrata in acqua nella vasca didattica a 29,5°. Abbonamento 10 lezioni: 85 Euro.
LUNEDì E VENERDì dalle 8:30 alle 21:00
e manterrà l’apnea fino ad acquisire acquaticità. I corsi, tenuti dalle istruttrici FIN Antonella, Maria, Sara e Stefania, si tiene la domenica dalle 10 alle 11 su prenotazione. Corso in vasca didattica a 29,5° Abbonamento a 10 lezioni: prezzo promozionale! 40 Euro (invece di 85€)
PRIME BOLLE 12-36 mesi
In acqua con un genitore ed un istruttore. L’acqua fin dalla tenera età comporta molteplici benefici. Il bambino imparerà a muoversi con armonia, ricorderà e manterrà l’apnea fino ad acquisire acquaticità. I corsi, tenuti dalle istruttrici FIN Antonella, Maria, Sara e Stefania, si tiene su prenotazione il martedì dalle 10:30 alle 11:20 e il sabato dalle 11:40 alle 12:20. Corso in vasca didattica a 29,5° Abbonamento 10 lezioni: 85 Euro.
PRIME BOLLE
NUOTO AMBIENTAMENTO
In acqua con un genitore ed un istruttore. L’acqua fin dalla tenera età comporta molteplici benefici. Il bambino imparerà a muoversi con armonia, ricorderà
Si impara giocando in acqua con un istruttore. Al bambino verrà insegnato a galleggiare da solo, a battere le gambe e a scivolare sull’acqua in posizione prona
6-12 mesi
apertura anticipata! dalle 7:00 alle 21:00 SABATO dalle 9:00 alle 18:30 DOMENICA dalle 9:00 alle 12:30
Ingresso giornaliero: per i soci 6,30 € - per i non soci 6,90 Ingresso serale (dalle ore 20 alle ore 21): per i soci 3,30 € - per i non soci 3,60 e supina. Partenza a siluro, tuffi ed apnee senza paura!!! Nuotare e socializzare!
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Il corso prevede l’acquisizione delle forme di propulsione elementari e di un buon equilibrio, di autonomia in acqua e della conoscenza degli stili natatori.
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LE PROSSIME GARE ALLO STADIO DEL NUOTO 30 novembre, 1-2 dicembre Campionati Assoluti Invernali FIN. Piscine chiuse al pubblico nelle tre giornate.
17 dicembre Finali Regionali Esordienti Sprint. Piscine aperte al pubblico dalle ore 9 alle ore 12,30.
3 dicembre e 8 dicembre Campionati regionali FIN. Piscine aperte al pubblico dalle ore 9 alle ore 12,30.
23 dicembre Campionato italiano a squadre FIN “Coppa Brema” (fase regionale). Piscine chiuse al pubblico.
9 e 10 dicembre 15° Trofeo di Nuoto Master “Città di Riccione”. Piscine chiuse al pubblico.
MARTEDì - MERCOLEDì - GIOVEDì
28 gennaio Campionati regionali FIN. Piscine aperte al pubblico dalle ore 9 alle ore 12,30.
INFO: 0541 644410 w w w . p o l c o m r i c c i o n e . c o m
La Polisportiva Riccione è Scuola Nuoto Federale FIN e tutti gli istruttori sono in possesso di brevetto federale. La Scuola Nuoto Federale è un progetto di “Total Quality”. Soltanto la Federazione Italiana Nuoto, provvedendo alla formazione, all’aggiornamento e alla specializzazione dei tecnici, può garantire un servizio efficiente ed efficace che, dalla preparazione dell’istruttore, all’adeguatezza dei contenuti, all’organizzazione dei singoli corsi, soddisfi le esigenze più varie. Paolo Barelli – Presidente F.I.N.
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di ni.co.
Antonio Marinelli al comando dell’Ufficio Marittimo
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Cambio di guardia ai vertici dell’Ufficio Marittimo – Guardia Costiera di Riccione. Il 25 agosto il comandante Antonio Marinelli, Capo prima classe, è subentrato al collega Ivan Pinzon che, arrivato da Ravenna, si era insediato sei anni fa, per l’esattezza il 24 settembre del 2011 in sostituzione del luogotenente Saverio Trani. Giunto da Monopoli, città delle cento contrade in provincia di Bari, Marinelli aveva già prestato servizio ad Ancona. Alla vigilia del nuovo insediamento i due comandanti sono stati ricevuti in municipio dal sindaco Renata Tosi, assieme al Capitano di fregata di Rimini Fabio Di Cecco. Pinzon è rimasto in zona , è stato infatti destinato alla Capitaneria di porto di Rimini, dove si è portato dietro un importante bagaglio di esperienza fatta a Riccione attraverso una serie di rilevanti interventi. Primo tra tutti quello per arginare l’annoso problema delle vongolare che operavano sotto costa. Alta l’attenzione anche sul versante dell’operazione “Mare sicuro” che ha fruttato diverse sanzioni a natanti (anche moto d’acqua e surf), sorpresi mentre sfrecciavano nella fascia riservata alla balneazione. Ha destato clamore la lotta contro la ruspa selvaggia, che dopo una serie di segnalazioni di bagnanti sfiorati e impauriti, ha portato alla sanzione del mezzo pesante che raccoglieva il materiale spiaggiato, marciando a velocità sostenuta tra i bagnanti. In prima fila durante le grandi mareggiate, come quelle dell’11 novembre 2013 e del febbraio 2015, quando nella darsena sono affondate diverse imbarcazioni. Pinzon a Riccione ha dato una virata anche alla sua vita personale. Proprio qui, durante la Festa della Madonna del Mare, ha incontrato la consigliera comunale Morena Ripa (candidata a sindaco alle scorse amministrative), con la quale, dopo nove mesi è convolato a nozze davanti all’altare.
La cistite, nemica delle donne La cistite è un’infezione urinaria, causata da diversi microorganismi, porta bruciore e dolore durante la minzione, stimolo frequente a urinare, e in alcuni casi, sangue nelle urine. La causa più comune della cistite è l'origine batterica che si manifesta quando la vescica si infiamma, in maniera acuta o cronica, a causa di germi intestinali che colonizzano la vagina. Microrganismi come l’Escherichia coli, Proteus, o l’Enterococcus, giungono alla vescica risalendo dall’uretra, condotto da cui fuoriesce l’urina. La principale indicazione nutrizionale nella cistite è quella di evitare gli zuccheri raffinati: quando la cistite è di natura batterica, la proliferazione dei batteri è favorita dallo zucchero. Fra la cause della cistite c’è un’alterazione della permeabilità intestinale con il passaggio di batteri in altri distretti come quello uro-genitale. Per mantenere un buon equilibrio intestinale e una flora batterica adeguata è necessario ridurre gli alimenti industrializzati come bevande zuccherate e succhi di frutta confezionati, alcool, caffè, formaggi e insaccati. Da preferire un’alimentazione ricca di fibre e cereali integrali, frutta e verdura fresca di stagione, preferibilmente diuretica: finocchi, verdure a foglia verde, cetrioli, indivia belga, ananas, mandarini, fragole, melone, anguria. Un alimento particolarmente utile in questo caso è il mirtillo, il cui succo mostra attività diuretiche e depurative delle vie urinarie e impedisce l’adesione dei batteri alle pareti della vescica. Rimedi fitoterapici I rimedi fitoterapici per la cura della cistite sono piante che da un lato esercitano azione antisettica e antinfiammatoria delle vie
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urinarie; mentre dall’altro facilitano la rimozioni dei batteri che ristagnano nelle vie urinarie, attraverso la stimolazione della diuresi. • Cranberry: (Vaccinium macrocarpon, mirtillo rosso), le sue bacche hanno effetto antibiotico sulla cistite ricorrente ed altre infezioni urinarie provocate il più delle volte da dell’Escherichia coli. L’attività batteriostatica è dovuta al fatto che la pianta ostacola l’aderenza dei batteri alla vescica ed il loro proliferare nell’organismo, modificando la composizione chimica dell’urina. • Pompelmo: (Citrus maxima o grandis) l’efficacia antibiotica ad ampissimo spettro dell’estratto dei semi è stata ormai riconosciuta da numerose ricerche scientifiche. In fitoterapia è considerato uno dei rimedi elettivi nella cura dei disturbi del tratto urogenitale, sostengono il sistema immunitario e la flora batterica, nella lotta agli attacchi infettivi. • Uva ursina: (Arctostaphylos uva-ursi) può essere considerata un antisettico assai attivo da utilizzare ogni qualvolta vi sia un’infiammazione o infezione a livello delle vie urinarie, in quanto ricca di arbutina è in grado di determinare un’azione antibatterica, antinfiammatoria e calmante lo stimolo continuo della minzione o il dolore. • Mais (Zea mays) gli stigmi esercitano un’azione diuretica, antinfiammatoria e analgesica, utili nel trattamento della sintomatologia dolorosa nelle affezioni delle vie urinarie. Anche il gemmoderivato del Mirtillo nero (Vaccinoum myrtillus) e di Mirtillo rosso (Vaccinium vitis idaea) in associazione a quello dell’erica (Calluna vulgaris), sono impiegati nel trattamento della cistite acuta e recidivante contro cistopieliti acute e croniche, colibacillosi, uretriti, prostatiti. Non dimentichiamo di utilizzare i fermenti di lactobacillus acidophilus, che per la loro peculiarità di aderire alle pareti dell'intestino, contrastano efficacemente la proliferazione della cistite e candida, aiutando a ripristinare il fisiologico equilibrio intestinale. Sì a tutti gli esercizi che favoriscono il rilassamento della muscolatura pelvica, che appartengano tanto allo yoga (ottimo in quanto unisce anche respirazione e meditazione) quanto alla ginnastica dolce. Ottime le passeggiate. Scola dr Lorenzo
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di Nives Concolino
Le Farmacie comunali hanno mezzo secolo Aperte cinquant’anni fa con l’intento di consentire l’accesso ai farmaci alle fasce più disagiate, le Farmacie comunali di Riccione, sin dal nascere strategiche per l’importante ruolo sociale tuttora svolto sul fronte della prevenzione, quest’anno festeggiano mezzo secolo di attività. Il culmine delle celebrazioni è stato Domenica 24 Settembre in Piazza San Lorenzo, dove tra musica, balli, delizie del palato e tanta allegria, hanno brindato oltre mille persone. Un’occasione per ripercorrere le tappe principali delle farmacie comunali, a partire da quella di Viale Gramsci, poi trasferita in viale San Martino aperta nel 1967. A distanza di pochi mesi nello stesso anno, è stata avviata quella di San Lorenzo. Nel 1971 è stata poi la volta della farmacia di Viale Dante e nel 1975 quella di Fontanelle, prima attiva in viale Sicilia e poi trasferita a pochi passi sulla Flaminia. In concomitanza con i festeggiamenti i vertici della società partecipata, che sul piano economico ha il vanto di essere stata sempre in attivo, hanno annunciato che
dal primo novembre assumeranno anche la gestione di due importanti farmacie di Cattolica: la centralissima di Via Del Prete e quella che si trova nel centro commerciale Il Diamante. Non è l’unica novità. In settembre l’amministrazione comunale ha annunciato che nell’ambito della razionalizzazione delle società partecipate, prevede l’alienazione delle ultime quote delle Farmacie comunali delle quali detiene circa il 18%. In caso di vendita il Comune resterà comunque titolare delle licenze. La prima trasformazione della società risale al 2002, quando è entrata l’Aspes di Pesaro, acquisendo la maggioranza delle azioni. Al di là delle previsioni riportate nero su bianco, durante la festa di compleanno il sindaco Renata Tosi nel porgere il suo saluto ha definito le quattro farmacie “fiore all’occhiello della città”, riconoscendone il ruolo fondamentale, che si auspica possa continuare. Sul palco anche i dirigenti della società partecipata, compreso l’amministratore delegato Luca Pieri e il presidente Donato Mariotti
che ha tracciato la storia delle quattro farmacie “nate- ha ribadito - con la volontà di favorire l’accesso ai farmaci per le categorie svantaggiate. Col passare del tempo l’interesse è cresciuto sempre più in qualità e in prestazioni, garantendo un servizio di eccellenza in termini di informazione e di assistenza, il tutto in un’ottica di appartenenza alla comunità locale”. Ha quindi lanciato un appello: “Le Farmacie comunali devono essere utilizzate come presidi sul territorio, come strutture di prevenzione che assieme ai medici di base e al Pronto soccorso, costituiscono la maggiore rete preventiva e il miglior sistema di sicurezza sanitario del nostro Paese”. Per tutto il personale della società partecipata il 24 settembre è stato anche giorno di una piacevolissima reunion, che ha visto la presenza di tutti i dipendenti delle quattro attività, in primis il direttore amministrativo Prisco Minichiello, i precedenti direttori Iglis Selvagno ed Enrico Zanchi, l’ex presidente Attilio Cenni e gli ex sindaci Massimo Pironi e Daniele Imola.
Dedicato al PINO e al suo habitat naturale: la pineta Se oggi noi li vediamo cosi’ allineati sui marciapiedi fornendo una volta naturale alla strada sottostante, è certo il risultato di uno sviluppo topografico che non ha tenuto conto delle peculiarità di questa pianta lenta nella crescita, forte nell’impatto e prodiga di frescura ed ombra grazie alla sua chioma che fa scudo alla terra sottostante nelle calde giornate di canicola estiva e può proteggere il viandante dalla pioggia. Come sarebbe importante e bello rivestire il nostro territorio di un manto verde perenne e restituire al pino il suo ruolo di RE estendendolo a macchie piu’ o meno vaste ovunque possibile, non tanto in prossimità’ dei marciapiedi, ma in aree libere anche vicino alle spiagge, aree ora spesso destinate a biotopo, ma che risultano anonime e tutt’altro che ornamentali e vere perche’ persino recintate. Largo ad un nuovo progetto quindi! Riccione “Perla verde” quindi non per palme o ibiscus, ma grazie a te Signor Pino! Il frutto di questa pianta come tutto ciò che fa parte della tradizione del luogo è entrato a far parte di ricette ricche e prelibate di dolci e salse. Il genere Pinus ha diverse specie. Pare che le gemme più pregiate siano quelle del Pino di Scozia (P. silvestris L.). Il Pino da pinoli (P. Pinea L.) è il più noto e caratteristico per l’alto fusto e la grande chioma a forma di ombrella. Il Pino marittimo tanto diffuso sui nostri litorali è il P. maritima Lamk, è la pianta più tipica e rappresentativa della nostra città.
Pinus sylvestris Descrizione: genere di albero gioioso che, con i suoi aghi sempreverdi evoca immagini di perennità ed immortalità; è un albero grande con tronco dritto e chioma ramificata. La corteccia prima è liscia e grigia, poi diviene rossiccia e fessurata, squamosa. Le foglie sono aghiformi di colore verde-grigio. I coni femminili sono rosa e globosi, dopo la fecondazione diventano verdi. Quando hanno 3 anni producono semi alati. I coni maschili sono piccoli, globosi, giallini e si presentano alle estremità dei germogli. Droga: gemme, aghi e resina. La resina fuoriesce dalle screpolature della corteccia è può essere raccolta in qualsiasi periodo dell’anno. La si ottiene facilmente perché trasuda dal legno con
di Alessandra Brioli
(2ª e ultima parte) una piccola incisione alla base del tronco. Sostanze contenute e principi attivi: Vitamine A,B,C, Olio Essenziale, Vitamine, Zucchero, Apiolo, Bergaptene. Proprietà ed utilizzo: DIGESTIVO, DIURETICO, SUDORIFERO. Si usa in decotto, infuso e sciroppo per curare TOSSE, INFEZIONI dell’apparato urinario, GOTTA. La resina ha una marcata azione ESPETTORANTE e viene utilizzata per la cura di malattie bronchiali. Bagni e lavaggi vengono effettuati per i DOLORI REUMATICI e per disinfettare la pelle. In cucina si consuma la grappa di pino che ha proprietà digestive. In Germania si usano ancora oggi gli aghi di pino bolliti in acqua alcalina per imbottire i materassi dei reumatici.
amici che se ne vanno
di Nives Concolino
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Rino Cevoli, il barbiere poeta Era un decano dei barbieri del circondario, un artigiano d’altri tempi, cordiale, generoso e genuino, pronto a sfoderare con tutti, riccionesi e turisti, la sua cortesia e il suo immancabile sorriso. Rino Cevoli, 79 anni, se n’è andato per sempre il 7 settembre, dopo mesi di malattia, sempre accanto all’inseparabile moglie, la parrucchiera Giovanna.
Cevoli a Riccione era molto conosciuto non solo per la sua attività, ma anche per la vita sociale, era stato infatti coofondatore del centro di Buon Vicinato di Viale Cantù. Sempre presente alle assemblee di quartiere era portavoce di problemi e necessità della sua San Lorenzo. Quando in zona nasceva un bimbo provvedeva sempre a fare un pensierino, mentre per la scomparsa di amici e conoscenti scri-
veva lettere da leggere sull’altare. Amante del dialetto, ha composto diverse poesie come quella dedicata alla vicina di casa Annetta (Stella) Fortunati per i suoi 102 anni. Proprio la sua vena poetica aveva fatto di lui un assiduo concorrente del premio di poesia dialettale Zirudela Romagnola “Giustiniano Villa”. Nato a San Clemente il 23 marzo 1938, da Vittoria e Armando Cevoli, trascorse la sua infanzia a Ca’ Bacchino. Essendo sveglio e intelligente, la madre desiderava che il suo unico figlio Rinèin studiasse. Aveva così conservato i soldi sotto al materasso, ma Rino non ne voleva sapere di allontanarsi dal suo luogo natio, si fermò alla terza media, poi continuò a studiare come autodidatta. Divorava i libri di storia e di geografia, per lui tutto ciò che costituiva cultura era motivo d’interesse. Nel 1955 andò a fare l’apprendista da Palèin, popolare barbiere di Morciano, dove scoprì le sue abilità nel rasare barbe e baffi e nel tagliare i capelli con forbici e pettine. Poi il colpo di fulmine, l’innamoramento e nel 1963, il matrimonio con la sua Giovanna Leardini, riccionese doc, parrucchiera all’Abissinia, e il suo definitivo trasferimento a San Lorenzo, per poi aprire bottega al Ghetto di Germano. Come racconta la figlia Stefania “Erano gli anni Sessanta , gli anni del boom economico, così il babbo decise di affrontare la sfida, aprendo un negozio in una via trasversale di Viale Dante, accanto alla chiesa dell’Alba, quindi d’esta-
te lavorava al mare e d’inverno in viale Veneto, dove lui e mamma, uniti due negozi diedero vita a un salone unisex”. La loro attività era una sorta di piazza, dove i clienti, compreso l’ex sindaco Daniele Imola, si ritrovavano anche a chiacchierare, scambiando le proprie opinioni. Cevoli intanto coltivava le sue passioni: il motociclismo (era un tifoso di Renzo Pasolini) il calcio (era un grande interista), poi il biliardo e il ciclismo. Sempre con l’occhio rivolto al sociale e alla sua San Lorenzo, tanto da diventarne un punto di riferimento. Nel parco del Buon vicinato di viale Cantù organizzava serate di musica, tornei di bocce e carte. Fu per lui un trauma quando, con i compagni di quest’avventura, in lacrime fu costretto a smantellare la struttura, svuotandola di quelle povere, ma importanti cose, che fungevano da collante per tutto il vicinato.
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di Nives Concolino
Isidoro Lanari, una vita per la cultura Ha dedicato tutta la sua vita alla cultura e, da grande estimatore di cinema, è stato protagonista di numerose iniziative, come il Cineforum riminese e il cineforum riccionese, condotto in tandem con il compianto Geo Cenci, ma ha avuto un ruolo primario anche nella Rassegna internazionale dei film di animazione, proposti a Rimini, e di Cartoon Club, questa volta insieme a Paolo Scarponi. Isidoro Lanari, uomo di rilevante spessore culturale e soprattutto, come lui stesso amava definirsi un “raccoglitore di testimonianze storiche” è scomparso all’improvviso sabato 16 settembre a 87 anni, proprio mentre si trovava nel suo studio, pieno di collezioni, documenti e testimonianze storiche. Un piccolo grande regno, dove spesso scriveva recensioni e articoli da pubblicare sui giornali, a partire dal settimanale Il Ponte, del quale per lungo tempo è stato collaboratore. Schivo e molto riservato, firmava i suoi pezzi semplicemente Isi. Proprio tra il suo studio e la Biblioteca comunale svolgeva ricerche meticolosissime, soprattutto quando si trattava di film girati in zona. Già chimico dell’Ausl di Rimini, si è de-
dicato totalmente alle sue ricerche e ai suoi studi dopo il pensionamento, dando sempre più corpo alle sue numerose collezioni che andavano dalle cartoline ai francobolli, dai fumetti ai libri, fino a
particolari documenti che interessavano anche la storia locale. Non si trattava di semplici hobby, questa sua smania di conoscere, scoprire e sapere scaturiva dalla sua grande e innata passione per la cultura. Trascorreva così ogni giorno ore e ore nella Biblioteca Comunale, diventata la sua seconda casa, tant’è che se un giorno mancava, il personale telefonava a casa per sapere come mai non si fosse visto. Alla biblioteca comunale nel 2006 Lanari ha donato un inestimabile patrimonio del suo materiale, che include anche manifesti, un’emeroteca storica, documenti e film, che hanno consentito di allestire diverse mostre come le “Riccione di Carta” nella galleria del Centro della Pesa. Dotato di grande umanità, sempre sorridente e fare da gentiluomo di altri tempi, Isidoro lascia la moglie Anna, vissuta sempre al suo fianco amorevolmente. A lei e ai suoi cari è giunto il messaggio di cordoglio dell’amministrazione comunale, che lo ricorda come “studioso, persona di grande cultura, dolce e riservata: “è stato negli anni un animatore della vita culturale della città, in modo puro e spontaneo”.
Luciano Signorini, pioniere dei supermercati Era uno dei pionieri del settore alimentare di Riccione, un imprenditore lungimirante e tenace, che si è adoperato anche nella vita pubblica. Luciano Signorini (82 anni). ex presidente della Confcommercio, è scomparso il 21 agosto 2017. Amante della vita cittadina, affabile, gentile e cordiale, deve la sua popolarità soprattutto al Supermercato Abissinia, che aprì sotto casa con altri nove soci il 20 febbraio 1978, giorno del suo compleanno. Se la malattia non l’avesse stroncato quache mese prima, a breve e avrebbe soffiato sulle 40 candeline della sua attività, che ha dato ossigeno all’intera zona dell’Abissinia, offrendo un servizio primario per i residenti e per i turisti che nei decenni hanno fatto la spesa prima in viale Trento Trieste e, dal 15 maggio 2010 nel vicino centro commerciale di Viale San Martino (costruito da Marina Ceschina), dove il supermarket ha poi traslocato. Signorini è stato uno dei grandi sostenitori di quest’opera, forte della convinzione che potesse dare una boccata di ossigeno non solo al supermercato, ma all’intera Abissinia, partendo dall’area termale. Si è così battuto su questo fronte, ha seguito l’iter burocratico, fino al brindisi dell’inaugurazione, quando affiancato dal sindaco Massimo Pironi e il suo predecessore Daniele Imola, ha esclamato: “L’Abissinia ha finalmente il suo “gioiello”. Ci auguriamo che la nostra zona con questo complesso riceva un impulso de-
finitivo per tutto l’anno”. Come riportano le figlie Monica e Michela, Signorini fino alla fine non ha mai distolto l’attenzione dalla sua attività per il quale curava soprattutto le etichette dei vini. “Sotto casa -racconta- aveva ricavato una cantina, dove tuttora si trovano bottiglie di vino, anche pregiate e perfino di mezzo secolo. Oltre quarant’anni fa al Grand Hotel di Rimini mio padre era stato pre-
miato con una targa che lo ricorda come primo sommelier romagnolo. Negli anni Settanta era l’unico ad avere il Brunello”. Maturava intanto l’idea che a breve avrebbe dato una svolta all’attività, nata proprio là dove c’era la casetta nella quale era nato, al posto della macelleria del supermercato. Oltre a questa c’era il minimarket del padre Vincenzo scomparso nel 1955, una panetteria e una fruttivendoleria. “Fu mia mamma Milena, riminese, che andò a lavorare da lui a 17 anni come commessa -riprende Monica-, a spronarlo a fare il supermarket. Mio padre temeva di fare questo passo, poi con otto persone, andò avanti, inglobando i negozietti che aveva dato in gestione”. Uomo di fede, cattolico praticante, con il suo camicione bianco, sigaretta e cartellina in mano si divideva tra casa, famiglia e supermercato. Con lui c’erano anche Poldo Delbianco, Frangiotto Fabbri e i dipendenti Ennio Torquati e Pino Curzi”. Convinto che la pubblicità fosse l’anima del commercio, si servì anche delle tv. In particolare su Telerimini nella trasmissione di Raffaele Pisu si pubblicizzava il Supermercato Abissinia attraverso la parola d’ordine “Siamo dieci soci” per ottenere uno sconto per la spesa. Per due anni è stato Conad, poi Corial e quindi A & O. Cambiava il logo, ma anche dopo il pensionamento Signorini non ha mai mollato la sua attività, alla quale faceva visita ogni giorno.
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2017…. e voi ci avete visto? Al Ciocopaese? Eravamo noi! L’Asd Taekwondo Riccione della Polisportiva Riccione per la prima volta è stata invitata al Ciocopaese 2017 coinvolgendo il pubblico numeroso ed entusiasta con una serie di esibizioni durante tutto il pomeriggio di domenica. Spettacolari calci in volo, simulazioni di attacchi praticando difesa personale, tecniche di rottura e tanta musica hanno reso una giornata piacevole e un Ciocopaese diverso e frizzante. Cosa avete visto? Taekwondo. Un’arte marziale coreana con un largo uso di tecniche di calcio che la rende dinamica e spettacolare nelle sue forme. Una disciplina adatta a tutte le età, dal bimbo all’adulto, senza discriminazione di sesso, peso o altezza. Con un po’ di pa-
335 5337789 o recarsi presso la Polisportiva di Riccione (Stadio del nuoto). I nostri corsi sono aperti tutto l’anno in qualsiasi momento; per il taekwondo il vero inizio è la cintura bianca; per le difese partirai semplicemente dal tuo livello fisico e di conoscenza! Vi aspettiamo! Un sentito riconoscimento a tutto il comitato di Riccione Paese per averci onorato di esser parte al loro evento. Molto contento il maestro Roberto Betti che ringrazia personalmente dell’invito. Ringraziamo inoltre anche la Polisportiva di Riccione per il suo supporto e l’aiuto logistico. zienza e voglia di imparare quest’arte marziale dona forza in sé, sia fisica che caratteriale, divertendosi allo stesso tempo nel nostro splendido gruppo del M° Betti di bambini e adulti. Difesa da strada. Un’altra sezione della nostra associazione che avete visto è stata la difesa personale. Una combinazione di diverse discipline marziali volte a un risultato concreto ed efficace adatto a uomini e donne dove si imparerà non un’arte marziale tradizionale ma un vero e proprio meccanismo di autodifesa istintivo e spontaneo, facile e adatto ai principianti e più "accattivante" per i più esperti. Durante il corso ci sarà anche una buona preparazione fisica/dinamica per rendere il corso ancora più armonico e piacevole e fondamentale per completare un buon esercizio. Il corso è adatto a partire dai ragazzi di 15 anni fino agli adulti di qualsiasi età. Per tutte le info relative ai nostri corsi (orari, luogo, approfondimenti) si prega di contattare il
Scuola EX Fornace corso TAEKWONDO Lunedì 16:50 (bambini 5-8 anni) - 17:45 (bambini 9-13 anni) 18:45 (ragazzi 14-17 anni) - 19:35 (agonisti-adulti) - 20:35 (adulti) Mercoledì 17:45 (bambini 9-13 anni) - 18:45 (ragazzi 14-17 anni) 19:35 (agonisti-adulti) Venerdì 16:50 (bambini 5-8 anni) - 17:45 (bambini 9-13 anni) 18:45 (ragazzi 14-17 anni) - 19:35 (agonisti-adulti) - 20:35 (adulti) Giovedì 20:00 (corso agonisti) Scuola via Martinelli Scuola via Martinelli corso DIFESA DA STRADA Martedì 20:00 (ragazzi 15 anni-adulti)
Insegnanti D.T. Ottaviani Geo 7° Dan M. Betti Roberto 6° Dan Istr. Uguccioni Luna 4° Dan Istr. Sacripanti Linda 4° Dan
LIBRI sportivi
di Fabrizio Serafini
Una... “Sana cultura sportiva” movimento o praticare questo o quello sport, senza dover competere. Sarebbe meglio ricordare ai giovani che prima di chiedere bisognerebbe dimostrare e lo sport aiuta anche in questo, con regole ben precise uguali per tutti. Non si vince sempre e non si perde sempre. Ben vengano le vittorie, ma non a tutti i costi vivendo quel fair play di cui si parla spesso, ma che non sempre viene praticato. Il sogno di diventare un campione o una campionessa va custodito dagli adulti di riferimento: genitori, parenti, dirigenti, tecnici, ma sempre con grandissimo equilibrio e saggezza. Uniti con l’intento di fare bene per i giovani, potremmo dire di aver provato a costruire una società che dallo sport trae il maggiore beneficio.
È in edicola e in libreria il frutto del progetto nelle scuole “ Alla ricerca di una sana cultura sportiva “ scritto dal sottoscritto con la prefazione di Eraldo Pecci. La riflessione apre un dibattito sulla fortuna di praticare sport, sul vero motivo per il quale giovanissimi, giovani e adulti praticano sport, sul ruolo preventivo dello stesso e su quante possibilità regala all’individuo per potersi esprimere, socializzare, purchè sia ben gestito, ben educato, ben informato. La grande differenza tra passione e fanatismo, il buon senso e la buona educazione, le scelte consapevoli, l’educare non a vincere, ma allo sport per creare una coscienza sportiva utile nella vita, sono questi alcuni argomenti su cui riflettere. Lo sport non è solo agonismo, non è solo vittoria, anche perché non a tutti piace gareggiare, ma può piacere fare
Aiuti ai terremotati
La Regione premia la Polizia municipale Hanno dato un importante contributo sul fronte della sicurezza e del sostegno, anche morale. Il comandante della Polizia intercomunale di Riccione, Pierpaolo Marullo assieme a un gruppo di agenti, lo scorso settembre ha ottenuto un particolare attestato per il lavoro svolto durante l’emegenza terremoto che ha colpito il centro Italia. A conferirlo è stata la Regione Emilia – Romagna che, in occasione di questa calamità ha organizzato una propria colonna di soccorso. In prima linea tra dicembre e gennaio tra le macerie del terremoto gli ispettori Isotta Macini e Stefano Silvagni con gli agenti Vin-
cenzo Giuliani, Nadir Migani, Stefano Renzicchi, Laura Ferri e Valentino Petrarca, impegnati a Caldarola, paesino marchigiano con duemila anime (in provincia di Macerata), dove hanno deciso di trascorrere anche lo scorso Natale. Sempre in dicembre si era svolta la prima missione degli agenti riccionesi e misanesi che per l’occasione hanno svolto controlli anche nella zona rossa e servizio di antisciacallaggio. Si sono anche prodigati nel sostenere i terremotati in più situazioni, anche dal punto di vista psicologico. ni.co.
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la pagina di edmo vandi
L’autografo con l’audio
E fa l’invurnid per no paghé e dezie Fa il tonto per non pagare il dazio
Non ero un frequentatore del Dancing Florida, ma in quell’estate degli anni ‘50 avevo una ragazza che spasimava per l’orchestra del momento, Franco e i G 5, un complesso allegro, vivace, innovativo che sfoggiava un colorito programma alla Carosone (“..e la barca tornò sola.. e a noi che ce ne importa..”) l’assillante tormentone di quell’estate. La mia ragazza (mia per modo di dire, le bergamasche erano di buon cuore) si era fissata di ottenere l’autografo del bassista, l’uomo di punta della Band, alto, elegante, spiritoso, sui 35 anni. Decidemmo di aspettarlo alla fine della serata all’uscita del locale di Bisio Barilari. Era l’una di notte. Ci piazzammo pazienti sul marciapiede di fronte, lei con la foto del complesso in mano. Il nostro uomo uscì per primo vestito completamente di bianco, immacolato, angelico. Aveva in mano una bicicletta che gli serviva evidentemente per raggiungere la camera d’affitto che di solito avevano in Viale San Martino. La “mia” ragazza era raggiante. Stava per esaudire un sogno, ottenere un trofeo della vacanza da mostrare alle amiche. La foto stretta in mano con la biro, pronta ad attraversare la strada per abbordare l’artista quando questi, nell’alzare la gamba per salire sulla bici, mollò una scorreggia roboan-
Già, il dazio! Era una gabella che esisteva da secoli e che è stata eliminata molti anni fa. Era una tassa sul movimento delle merci sia fuori che dentro il territorio comunale. Si pagava praticamente su tutto: vino, cereali, carni macellate, formaggi e cosi via. Il detto “E fa l’invurnid per no paghè e dezie” non è stato sicuramente inventato a Riccione, ma si può ben applicare alle vicende che negli anni ‘50 videro protagonisti un Macellaio Scaltro e un Vigile Segugio. Un giorno il Vigile Segugio entrò nella macelleria del Macellaio Scaltro dove due “pacche” (due parti) dell’unico maiale denunciato facevano bella mostra di sé appese ai rispettivi ganci. Il Vigile Segugio estrasse dalla borsa che portava sempre con sé il timbro e il tampone con l’inchiostro rosso e iniziò a marcare le pacche partendo dal basso e con sorpresa constatò che ognuna delle due parti aveva la coda. Lo fece notare al Macellaio Scaltro che prontamente e con la più bella faccia tosta disse: “L’è un baghin che vèn da la Tuschèna, i là i baghin j’ha tòt dò code!” (E’ un maiale che viene dalla Toscana, là i maiali hanno tutti due code!). Il Vigile Segugio aveva capito tutto ma iniziò il suo rapporto scrivendo: “Trattasi di animale di una nuova razza toscana...”.In un’altra occasione, sempre nella stessa macelleria, il Vigile Segugio chiese al Macellaio Scaltro: “Oggi hai macellato un solo maiale?” “Certo -fu la risposta- è tutto qui”. “Ma allora perché - osservò il Vigile Segugio - vedo appesi cinque prosciutti?”. E ancora una risposta pronta del Macellaio Scaltro: “E ved sgnora guèrdia, se baghin dla stména pasèda a eva fat tòt salèm, sa quest ho fat tòt parsòt”. (Vede signora guardia, con il maiale della settimana scorsa ho fatto tutti salami, con questo ho fatto tutti prosciutti).
te, sonora, prolungata in grado di svegliare tutto il vicinato. La bergamasca si fermò impietrita, immobile con la foto in mano. Intanto l’esperto in sonorità si era avviato e pedalava tranquillo verso l’Abissinia. Le dissi: ”Hai perso un’occasione, poteva essere un autografo con l’audio”. Non rispose. Muta infilò la foto nel raccoglitore delle immondizie.
I rasunamènt per capì la vita Se al maledizioun lis'atacàs, te mènd arvanzarésme in tre o quatre. L'età l'an counta, e counta quand dicìd da ès giovne. La natura la sa fat agl'urèce sinè cum a famie a purtè j'ucèl ?
Art: De Grandis
L'Arca di Noè la è stè custruida da un diletènt... e Titanic da una squèdra d'Ingegnèr. Vèst e risultèd!
Signor fam veda dvantè “Le Conchiglie” (cum jeva prumès) un Centro Congressi adeguèd me “prestigio” d’Arcioun... ....e dep arcojme pò azchènt ad c’l’Alma Benedeta.
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La pagina del dialetto
38 di Giuseppe Lo Magro
Una parola più significati Macaròun= 1) Maccherone - 2) Minchione, stupidotto - 3) Fè i macaròun: Gioco da bambini (due) che consiste nel sovrapporre, ad altezza ombelico, uno sull'altro i pugni chiusi più volte con la conclusione mimica di portare qualcosa alla bocca. Una variante è: Fè al tajadèle. In questo caso le mani sono aperte col resto uguale. A)
Macia= 1) Macchia di sporco o altro- 2) Boscaglia. Magagna= 1) Difetto, ferita, danno- 2) Fenditura. Magoun= 1) Stomaco- 2) Angustia, tormento. Manga= 1) Manica- 2) Sacco di rete da pesca. Maroun= 1) Castagna- 2) Testicolo. Mat= 1) Matto – 2) Cosa di scarto, es. e salèm mat. Mèj= 1) Meglio- 2) Moglie. Méj= Miglio. Mèl= Male – Mél= Melo. Mòrs= 1) Morso (da mordere) - 2) Boccone. A)
B)
Muliga= 1) Mollica - 2) Piccola quantità di qualcosa. Mèna= 1) Mano - 2) Pescata, calata di rete - 3) Giro di carte. B) Pènna= 1) Penna, piuma - 2) Cannetta per scrivere con pennino e inchiostro- 3) Plettro. Materièl= 1) Materiale- 2) Persona grossolana. Anche chi scherza troppo con le mani. Murèl= 1) Morale - 2) Rocchio di salsiccia- 3) Lungo travicello di legno a sezione quadrata. Nod= 1) Nodo, groppo – 2) Io nuoto. “Me a nod”. Oc= 1) Occhio - 2) Attento! - 3) Foro per passaggio di cavi o catene nelle barche. Os-cia= 1) Ostia- 2) Esclamazione. Paca= 1) Percossa- 2) Metà di un tutto.
C)
Padèla= 1) Padella - 2) Recipiente ospedaliero per i bisogni degli ammalati. Papèt= 1) Scappellotto - 2) Antica moneta d'argento dello Stato Pontificio. Pèpa= Pontefice, Papa. Pépa= 1) Pipa - 2) Irrumazione- 3) Tan mi fè gnènca una pépa (nemmeno per sogno). Pès= Pesce. Pés= Urina. Pes= Peso, misura. Pèst= 1) Livido - 2) Pesto, battuto (di erbe). Plòs= 1) Peloso - 2) Sogliola pelosa. Péc= 1) Picchio - 2) Lavoretto - 3) A stagh com un péc (stare bene)- 4 Fè un péc (fare una “sveltina”). Prit= 1) Prete - 2) Struttura in legno per scaldare il letto (con aiuto della “suora”, contenitore di terracotta per le braci). Ha due semiarchi a forma di barchetta con parte interna centrale rivestita di lamiera). C)
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Il Presepe di Viale Abruzzi per l’A.I.S.M. Siamo un gruppo di amici con la passione del presepe. Dedichiamo il nostro tempo libero alla realizzazione di questa tradizione che affonda nella notte dei tempi. Per noi tutto è iniziato quando il Parroco di San Martino di Riccione lanciò la proposta di allestire nella ricorrenza del Natale dei presepi nelle varie zone del Paese. Raccogliemmo subito l’idea mettendosi all’opera e allestendo un nostro Presepe Animato che col passare del tempo è diventato più ampio, meccanizzato ed elettronico. Innumerevoli i mestieri e gli artigiani in movimento con figure assai più vicine alla realtà, un fiume che scorre con acque limpide, luci che tratteggiano le varie fasi del giorno e della notte. Tutto costruito con materiale riciclato. Dopo vari posizionamenti in giardini privati, prima in Via Abruzzi poi in Via Campania (che veniva montato e smontato ogni anno) il Comune ha messo a disposizione un’area nel recinto della Palestra Comunale di Via Abruzzi 46 (zona Villa Alta). La visita è libera e aperta al pubblico che è sempre molto numeroso! Le offerte raccolte sono versate in beneficenza alla vicina Associazione AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). Il gruppo è formato da: Edoardo Copponi, Stefano Tonti, Rino Boschetti, Adriano Ciavatta, Arnaldo Grossi, Giorgio Tonti, Stefano Marconi.
Amarcord Era il Natale 1995 e dalla passione (e il genio) di Andrea detto Scintilla e Mauro Lo Conte nacque il bell’allestimento di un presepe sulla tolda della Saviolina, ancorata nel Porto canale di Riccione per essere visitato da turisti e indigeni. Fu un gran successo! Da sin. Adriano xx, Norma Andreini, Andrea Lo Conte, Bepi Savioli e Massimo Franchini.
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