RICCIONE XMAS
17.376,32 pro TAC. Grazie Riccione GRAZIE A: Provincia Di Rimini - Comune di Riccione - Famija Arciunesa - Geat - Oltremare - Rossi Oleodinamica - Firma Tour - Francesco Morichetti - Ospedale Ceccarini - Sporty - Comitato Abissinia - Accademia Antonella Bartolacci - Alessandro Costacurta - Aquafan - Assicurazioni Liguria - Associazione Quei De Vilag - Coop. Bagnini - Bar Angelini - Bar Athena - Bar Il Buco - Bianchi Forno - Bieffe Studio - Blue Bar - Blue Line Palestra - Bricolegno - Carifano - Cartoleria Adua - Cna Federmoda - Cocoricò - Comitati D’area: Ceccarini, Dante e Paese - I Conad di Riccione - Consulta della Solidarieta - Coro Citta’ di Riccione - Coka Club - Croce Rossa Comitato Riccione - De.Fra.Gio Nuova Rotoflex - Delilah Gutman - Digital Print - Dream Studio - Edilcontract/Baschetti - Eurocom - Eurodiffusione - Fom Serigrafia - Foto Casalboni - Foto Riccione - Grp Communication - H3o Bike - Hotel Arizona - Hotel Poker - Idradivisionecreativa - Il Corriere di Rimini - Il Resto del Carlino - La8 - La9 - Laura Brioli - La Voce di Romagna - Just Hotels - Karate Riccione - Maestri Tipografi - Maison Baleani - Makkaroni - Marco Muccioli - Martellini Vignettista - Martina Colombari - Massimo Pironi - Mauro Forbicini D.J. - Moto Club Riccione - Omega - Palariccione - Parrocchie di Riccione - Parrucchieri B.Line - Pascucci Caffè - Patty Hair Fashion - Pepper - Peter Pan - Polisportiva Riccione - Polizia Municipale - Protezione Civile Sez. Riccione - Purity Acqua - Radio Sabbia Radio Gamma - Radio Veronica - Rete 8 &Vga Telerimini - Righetti Strumenti Musicali - Riccione Calcio - Riccione Terme - Scarpato - Secondo Casadei & Massimo Antonioli (Asso) - Serigrafia Venerandi Signorini Silver Cross - Spadino Service - Striscia La Notizia - Tabaccheria del Porto - Tabaccheria Ugolini - Teleromagna Titanka - Tittiblù - Ufficio Traffico - Vanity Fair - Victor Pub - Virginia Secret - Vespa Club e tutte le Associazioni Sportive, Culturali, di Categoria. Ristoranti: Amarcord - Canasta - Alba - Il Guscio - Il Pentolino - Il Pescatore... e tutti i Babbi Natale!
Il Comitato Riccione Xmas in posa con l’assegno per l’Associazione Gnazzi.
BILANCIO EVENTO “INSEGUENDO BABBO NATALE” 27/12/2009
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RICCIONE HAITI
9.981,00 pro Haiti con il cuore La freccia di Cupido per San Valentino ha colpito il cuore dei riccionesi che solidali, con una catena di baci in piazzale Ceccarini, hanno offerto il loro contributo per i terremotati dell’isola caraibia. “Innamorati... della vita! Riccione- Haitiâ€? il 14 febbraio sono state circa 1.500 persone tra le quali Martina Colombari, volontaria e testimonial della fondazione “Francesca Ravaâ€? alla quale sono stati devoluti gli incassi dell’evento. Inedita la “cartolinaâ€? dello scambio di baci tra i partecipanti che per l’occasione hanno indossato un poncho rosso, con centinaia di palloncini liberati in cielo con la mente rivolta ad Haiti. Lo ha ricordato per l’occasione la Colombari che il 22 febbraio è tornata per la quinta volta nell’isola caraibica, come volontaria. Ai presenti all’evento ha promesso “Porterò i vostri cuori, questo vostro amore fino ad Haiti con quel calore romagnolo che ci contraddistingue sempreâ€?. Alla festa hanno partecipato numerosi artisti, tra i quali il mago Az, Steve e Scintilla dei Turbolenti, Francesco Rolleri campione di trialbike, Fratelli di Taglia, Alessia Canducci, truccatori, caricaturisti e cantastorie che hanno animato l’interno del Palazzo del Turismo, dove sono stati allestiti vari stand, con articoli donati in beneficenza da negozianti ditte e note griffe di Riccione e dintorni. Tanta la merce venduta, ma sono rimasti anche degli articoli che, come preannunciato dal comitato organizzatore Riccione Xmas, saranno usati per un altro evento di beneficenza, questa volta a favore delle famiglie bisognose di Riccione. “La nostra cittĂ ha un gran cuore -commenta il sindaco Massimo Pironi-. Martina Colombari ha dimostrato che si può essere famosi e avere successo nel mondo dello spettacolo, senza mai perdere di vista le proprie sensibilitĂ e il necessario rapporto con la societĂ â€?. Il suo messaggio di solidarietĂ ha toccato il cuore di diverse realtĂ del posto, tant’è che al di lĂ delle offerte dei comitati d’area e delle associazioni, alcuni locali, come lo Zenzero di Portoverde, continueranno a raccogliere soldi pro Haiti. Importante per chi volesse contribuire ancora per Haiti sono a disposizione i ponchi rossi a 5 euro cadauno. Info: Comitato Riccione Xmas Tel. 339 72 20 499 - info@riccionexmas.it Nives Concolino
Il Comitato Riccione Xmas con Martina Colombari.
BILANCIO EVENTO “INNAMORATI DELLA VITA� 14/02/2009
UN GRAZIE DI CUORE A: Accademia Antonella Bartolacci, Acquario di Cattolica, Alessia Canducci, Allestimenti Andreini, Antonella e Monica della Fondazione Rava, Alterecho, Altro e Tabacco, Alver Accessori, Angelini Alimentari, Anna Steiner, Arcobaleno, Are-GRP, Arena, Assicurazione Liguria, Ass. Albergatori, Ass. Burraco, Azienda Agricola Massari, Babette, Baleani, Bartorelli, Barbara Maestri, Baxter & Benson, Benetton, Blue Bar, Bollicine Bimbi, Borbonese, Boutique Kookai, Boutique Rosy, Brico Legno, Budriel Boutique, Buffetti, Burattini di Erios Ass. Amore per gli altri, Byblos, Camicie Follie, Carabinieri, Cartoleria Adua, Cartoleria Giocattoli Magnani, Castellani, Catfri, Cenciarini Gioielleria, Chiara Mussoni, Christine Joan, Cocoricò, Comitato Ceccarini, Comitato Riccione Paese, Compagnia Fuoco e Affini, Comune di Riccione, Consorzio Marano DOC, Coop Bagnini Riccione, Corriere di Rimini, Cose Di Casa Vicky, Coveri, Deha Danza, Diesel, Dimensione Danza, Doctor B Social Club, Douglas Profumerie, Dreamstudio Bologna, Echoes, Eligio' Bimbi, Emporio Minardi, Eurobijoux, Eurodiffusione, Famija Arciunesa, Ferramenta Barosi, Follie di Rita, Fom Design, Foto Riccione, Francesco Cesarini, Francesco Morichetti shoes, Francesco Rolleri, Fratelli di Taglia, Fruscio, Galleria Rosini, Giochilibri, Giorni, Giorgia Galanti, Giuseppe Migani, Grabo Ballons, I Ragazzi Volontari della Biblioteca, I Turbolenti, IdraDivisioneCreativa, Il Resto del Carlino, Iris, Istituto d’Arte Riccione, Italia in Miniatura, Ivan Piraccini Cioccolata & Caffè, Jamit Music, Kookai, La 8, La 9, La, Compagnia del Serraglio, L'Argento, Laura Bubani e Marco Cavina,La Shock, Leopard, Le Rose Intimo, Le Stoffe di Mulazzani, Levante Abbigliamento, Libreria Mondadori, Lo Specchio di Narciso, Lucia Falanga, Luigi Perone, Ma Mouse Bimbi, Maestri Tipografi, Mago di Az, Maison Baleani, Manaura, Manila Grace, Marco Martellini, Maria Grazia Tosi, Martina Colombari, Masetti Gioielli, Massimo Rebecchi, Marzia Corbelli Merceria v.le Dante, Murphy Nyne Store, Nautilus, Nives Concolino, Nobraino, Nunzia, Oltremare, Ottica Boni & Boni, Palazzo del Turismo, Palestra Pilates "Corpo e Mente In Equilibrio", Panificio Bianchi, Panificio il Pane di Villa, Panificio Zanni, Pascucci Caffè, Pasticceria Del Corso, Pescheria Sapori di Mare, Peter Pan, Piu' Boutique, Pizzeria Tutto Tondo, Poker's, Polisportiva Com. Riccione, Polizia di Stato, Polizia Municipale di Riccione, Prima Beauty Store, Protezione Civile Riccione, Purity Acqua, Radio Sabbia, Radio Veronica, Rda, Ricami Veronica, Riccione Piadina, Riccione Turismo, Riccione Volley, Romans, Romina Raggi, Sabbiarosa, Scuola di ballo le “Sirene Danzantiâ€?, Secondo Casadei & Massimo Antonioli (Asso), Sisley, Silvano Fabbri (e il suo camion), Skeellkle, Slide Romagna, Spadino Service, Spendibene, Swan Cerruti, Tabaccheria Amadori, Tabaccheria Ugolini, Tamburini Gioielleria, Terry, TittiblĂš, Tony Calzature, Valleverde, Vania Arcangeli, Vicky Cose Di Casa, Vintex, Virginia Secret's, Week End, Yamamay, VGA Telerimini, Zenzero, 99 Cent. Gli Hotels: Belvedere, Sans Souci, Poker, Trevi, Luna, Lungomare, Strand, Dory, Rex, Mediterraneo, Promenade, Corallo. I Ristoranti: Minestraio, Baffo, Alba, Sol Y Mar, Frankly, Fino, Tanimodi, Amarcord, Al Pescatore, Gambero Rosso. ...e tutti quelli che hanno partecipato e aiutato, scusateci se abbiamo dimenticato qualcuno!
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DIVERTIMENTO
2010 - 4 grandi vasche e 2 “vasche tattiliâ€? NovitĂ straordinarie del Parco Oltremare! Tra le novitĂ 2010 del Parco Oltremare: nuove strutture all’interno dell’area Pianeta Mare per uno spettacolare viaggio sottomarino; sarĂ possibile osservare il pasto degli squali a pochi centimetri. Due esclusive mostre su delicati temi di valore ambientale, una mostra di fotografia internazionale di “Image sans frontiereâ€?. Ed ancora I matrimoni subacquei di di Mares Diving with Love e Wild Ocean il nuovo documentario in tre D proiettato in IMax il teatro con alta tecnologia. Oltremare, il parco tematico scientifico-tecnologico di Riccione, dove ogni esperienza è unica ed emozionante, apre il 27 marzo la stagione 2010 con grandi novitĂ . Ulisse il delfino piĂš curioso e famoso d’Italia è la guida alla scoperta di un universo anche quest’anno sempre nuovo, affascinante e ancora piĂš vicino a tutti i visitatori del Parco, che potranno vivere “esperienze tattiliâ€? nelle profonditĂ di Pianeta Mare. La grande novitĂ della stagione è nell’area di Pianeta Mare, uno spazio completamente dedicato all’Adriatico dove quest’anno 4 nuove grandi vasche e 2 “vasche tattiliâ€? condurranno il visitatore a toccare con mano le ricchezze del Mediterraneo. Un’innovazione che consente un contatto ancora piĂš diretto e vivo con le meraviglie della natura sommersa. Il percorso inizia con la touch pool da 15000 lt denominata “baiaâ€? popolata da saraghi cefali, salpe, rombi, scorfani e prosegue negli ambienti sabbiosi costieri della spettacolare vasca tattile da 30000 lt che ospita squali gattucci e gattopardi, ricciole e le rare cernie alessandrine. Nelle touch pool sarĂ possibile assistere alla cibatura degli squali e degli altri pesci in orari prestabiliti con il commento del personale specializzato: squali gattucci e gattopardi stupiranno per la loro delicata interazione con la mano amica dell’uomo che li nutre e cura ogni giorno. Il percorso continua verso gli abissi e il mare aperto con 4 vasche da 12000 lt ciascuna. Dalla vasca molo, che ricrea ambienti di luminose acque superficiali, popolata dalle principali specie di pesci costieri – dalle castagnole, alle variopinte donzelle, le bavose, re di triglie, diverse specie di tordi, pesci pettine, ricci e stelle – alla vasca scogliera, che ricostruisce gli ambienti rocciosi e ospita cernie, scorfani e le affascinanti murene che simili a serpenti "fiutano" l'acqua con la bocca aperta alla ricerca delle prede.
E ancora un viaggio nella vasca abissi insieme a pesci tamburo, pesci civetta, scorfani abissali e razze, fino alla vasca mare aperto per vedere volteggiare i trigoni e stupirsi di fronte alle grandi cernie di fondale. Il percorso si conclude a tu per tu con i delfini con la suggestiva visione subacquea di questi splendidi mammiferi marini. Lo sviluppo di Pianeta Mare, nel pieno rispetto della Mission del Parco, è il frutto di un investimento che prosegue la politica di Oltremare volta a creare l’unicitĂ dell’esperienza e sarĂ arricchito ulteriormente dai reperti storici dell'esplorazione subacquea, forniti da HDS Italia (Historical Diving Society). Altre novitĂ 2010 sono le mostre “La Finestra sul Fiumeâ€?, “Energeticamenteâ€? e “Image sans frontiereâ€?. La prima, realizzata in collaborazione con il “Club amici della fotografiaâ€?, affronta il tema della perdita di biodiversitĂ che flagella i nostri fiumi, dovuta ai cambiamenti climatici, all’inquinamento e alla comparsa di "alieni" normalmente estranei agli ecosistemi. "Energeticamente", realizzata in sinergia con il Laboratorio Regionale di Educazione Ambientale dell'ARPA del Friuli Venezia Giulia, consente, attraverso exhibit interattivi, di apprendere soluzioni concrete in materia di energie rinnovabili ed efficienza energetica. “Image sans frontiereâ€?, infine, è l’esposizione mondiale dell’omonima associazione parigina, in esclusiva al Parco nel periodo estivo che mostrerĂ ai visitatori di Oltremare scatti realizzati da donne provenienti da 25 diverse nazioni.
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RITAGLIA E CONSEGNA ALLE CASSE DI OLTREMARE
L’acqua sarĂ ancora l’elemento conduttore di un evento straordinario, “Mares Diving with Loveâ€?, un tour nazionale che approderĂ a Oltremare il 21 maggio: un vero matrimonio subacqueo sarĂ celebrato nella Laguna dei Delfini con la partecipazione di Antonella Elia, esperta subacquea, che fungerĂ da madrina. Un momento speciale in compagnia di Ulisse e dei suoi simpatici amici. Importanti novitĂ anche per IMAX, il teatro ad altissima tecnologia di Oltremare, dove vengono proiettati filmati in 3D con immagini mozzafiato, vedrĂ nel 2010 il nuovo Wild Ocean, un documentario che descrive con straordinarie immagini una spettacolare migrazione oceanica. Miliardi di piccoli pesci che cercano un luogo dove riprodursi, offrendo nel contempo un abbondante quantitĂ di cibo ai predatori che vivono sulle coste del Sudafrica: una sfida tra la vita e la morte all’insegna della sopravvivenza.
Nel pieno della stagione estiva sarĂ in scena il Musical “Matrimoni in Fattoriaâ€?, ambientato nella Fattoria del Parco Oltremare: 14 artisti di prim’ordine tra ballerini, acrobati ed interpreti professionisti mettono in scena uno spettacolo coinvolgente liberamente tratto da “Sette spose per sette fratelliâ€?. Oltremare by Night: 6 serate con spettacoli imperdibili all’insegna della comicitĂ con i piĂš famosi e divertenti comici dei palinsesti TV. Il magico mondo di Oltremare, infine, entra nel 2010 nell’universo del Web 2.0, con un importante spazio dedicato alla community: il nuovo sito – www.oltremare.org - rinnovato nella grafica e nei contenuti dedicherĂ una pagina interattiva al racconto dei visitatori del Parco, per condividere esperienze vissute insieme ad Ulisse.
Via Ascoli Piceno, 6 Riccione (RN) www.oltremare.org UFFICIO STAMPA – BINARIO COMUNICAZIONE V.le Fratti, 14 - Parma – tel. 0521 1910211 ELENA SBARUFATTI - Cell. +39 348 9986186 esbarufatti@binariocomunicazione.it
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COME ERAVAMO
I nostri ricordi finiscono in mostra Come eravamo... Immagini, storie, volti del passato. Il nostro passato. Famija Arciunesa in questo è stata precursore di un genere, quello di andare a pescare in fondo ai cassetti la storia minore. La rubrica, ancora oggi una delle più seguite di questo giornale, è nata nell'ottobre del 1992, da un'idea di Roberto Mignani, una paginetta dove ospitare le immagini vecchie di almeno quarant'anni. Da allora l'immenso album dei ricordi si è irrobustito, quelle pagine hanno assunto il valore di un archivio del costume. Oltre a raccontare le vecchie famiglie riccionesi segnano il rapido susseguirsi di mode, gusti, tendenze. Documenti del nostro vivere quotidiano, per i lettori lo specchio dove ritrovarsi attraverso le facce del nostro passato. Inizitiva analoga è legata ai 125 anni del quotidiano il Resto del Carlino che, in accordo con il Comune di Riccione, dedicherà al “come eravamo” l'estate ormai alle porte. Tema saranno le vacanze a Riccione. “Riccione nel cuore. La spiaggia nel cassetto in oltre cent’anni di vacanza balneare”. Saranno le foto a fare da protagoniste in un viaggio attraverso il passato che permetterà ai lettori del Carlino di apprezzare la storia e le tradizioni. Si parte con i primi decenni del secolo, dagli anni’10 fino al periodo fascista, per arrivare agli anni ’50, ’60 e ’70. Ultimi, ma solo cronologicamente, gli anni ’80 fino ai giorni nostri quando Riccione, al turismo balneare e familiare, ha affiancato il divertimento dei parchi acquatici e delle discoteche. Partecipare è molto semplice: tutti i lettori potranno inviare immagini e altri materiali che ritraggono loro o le loro famiglie in vacanza a Riccione. Romantici scatti per due, momenti divertenti insieme agli amici, ricordi di un passato lontano o recente, di famiglie con bambini sulla spiaggia o di amici e coppie nei locali notturni.
Tutto il materiale sarà visionato e valutato da una commissione composta da 6 esperti che avranno l’incarico di individuare quelli più meritevoli. Ai migliori tre verranno assegnati i premi che consisteranno in esclusivi soggiorni a Riccione. Gli scatti più belli diventeranno protagonisti di una mostra fotografica che il Comune di Riccione allestirà in autunno. Dal 18 febbraio chi ha compiuto 18 anni ed è in possesso di fotografie o filmini familiari (in qualsiasi formato purché anteriori al 1980) di vacanze a Riccione, possono inviare i propri materiali. Immagini di qualsiasi situazione di vita familiare sulla spiaggia, in hotel, in case private o in qualsiasi altro luogo pubblico della città di Riccione. I materiali devono essere inviati entro il 31 maggio alla Poligrafici Editoriale s.p.a o per posta (via E. Mattei 106, 40138 Bologna Ufficio Relazioni Esterne 1° piano) o per mail all’indirizzo riccionenelcuore@ilrestodelcarlino.it. Ogni fotografia o filmino deve essere corredato dei dati anagrafici, riportare i nomi delle persone ritratte o riprese, il luogo dello scatto o della ripresa (nome o numero dello stabilimento balneare, del viale o del locale), l’anno di realizzazione (mese e giorno qualora conosciuti) e qualsiasi altra indicazione per contestualizzare l’immagine o la ripresa. Una commissione composta dal Direttore del Resto del Carlino Pierluigi Visci, dal vice direttore Pierluigi Masini, dal fotografo Nino Migliori e da Daniela Grossi, responsabile Museo del Territorio e Archivio Storico Comune di Riccione; Giorgio Galavotti, presidente Premio Riccione per il Teatro e Armando Semprini, studioso di storia locale, si riunirà per vagliare tutti i materiali e individuare quelli più pregevoli. Entro il 30 giugno saranno comunicati i nomi dei primi cinque classificati che si aggiudicheranno 5 buoni vacanza weekend.
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Attraverso il suo obiettivo, da una sessantina di anni, continua a raccontare la storia di Riccione, eventi, fatti e personaggi, che nel tempo hanno imbastito un prezioso “puzzle” fotografico. Epimaco Zangheri, meglio conosciuto come Pico, il primo febbraio ha compiuto ottant’anni. Un bel traguardo che Famija Arciunesa vuole rimarcare con un breve profilo e alcuni scatti del suo indispensabile collaboratore, che nonostante l’età, di appendere al chiodo la sua inseparabile macchina fotografica non ne vuol sapere. Nel suo negozio Foto Riccione, in viale Gramsci, Pico arriva puntuale ogni mattina con la stessa passione che lo ha sempre indotto a documentare ogni giorno tutto ciò che accade in città, sempre sull’onda della notizia. Pronto a consegnare lo scatto giusto non solo al nostro periodico, ma manche al Resto del Carlino e al settimanale Il Ponte, testate con le quali collabora da decenni.
COMPLEANNO SPECIALE
Auguri al nostro “Pico” la Lollo, la Carrà, Mina, Sordi, Fiorello, Zero, Celentano e Morandi, solo per citarne alcuni. Poi i politici a partire dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, illustri sportivi, come Pelé e Rivera. Tra i click dei quali va più orgoglioso ci sono anche quelli di Giovanni Paolo II, e tanti uomini di fede come il cardinale Ersilio Tonini e don Oreste Benzi. Materiale prezioso, in parte riportato in diversi suoi cataloghi e mostre come I Cavalieri del vento e Riccione - Woodstock con Red Ronnie, la scorsa estate a Villa Mussolini. Una vita intensa quella di Pico, sostenuta dalla sua granitica famiglia, la moglie Augusta Galli, sposata nel 1956 a San Lorenzo davanti al parroco don Giovanni Montali, i tre figli, Gianni, Riccardo e Maria Teresa, e i nipoti, Lorenzo, Filippo, Cecilia e Camilla. Nives Concolino Con discrezione e professionalità immortala personaggi, cerimonie e scorci della sua Riccione che ha sempre amato, quanto la sua professione. Pico comincia a lavorare da ragazzino come apprendista. Nel dopoguerra viene assunto come “scattino” nello stesso negozio di Alfredo Ricci, finché nel 1974 ne acquista la licenza e si mette in proprio. Nel frattempo ha già collezionato decine di migliaia di scatti esclusivi tra spiaggia, eventi e locali notturni. Attraverso il suo obiettivo sono passati i volti più noti del jet set. Personaggi illustri che nel periodo della Belle époque riccionese affollavano i locali modaioli, come il Savioli e il Florida. Nell’archivio ordinato dal figlio Gianni che lo affianca nel lavoro, sono documentate le memorabili serate con Totò,
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1° CONCORSO
“Mi scappa la foto!” La
“ardua” l’abbiamo
scelta è stata
ma alla fine ce fatta!
Sì
perchè scegliere
1ª
tra le numerose foto arrivate non è stato semplice e ringraziamo fin da ora tutti i lettori che hanno partecipato. la neve caduta copiosa è stato un tema ricorrente, ma non solo. la sensibilità dei fotografi è stata solleticata anche da altri angoli della nostra riccione e le immagini
“vincitrici”lo testimoniano. Quindi “THE WINNER IS...”
Viera Vodrazkova con “Alba sul Porto”
2°
3ª
Matteo Corazza “Albero di Ghiaccio”
Giorgio Sapucci “Barche”
4ª
5ª
Francesca Alessandrino “Sole nascente”
Cristina Morri “Neve”
Invitiamo i vincitori a ritirare il premio presso la sede di F.A. telefonando a Giuseppe 338 4304667. “Mi scappa la foto” vi da appuntamento per il 2° Concorso con tema: “PRIMAVERA A RICCIONE”. Fate i vostri scatti e inviateli entro il 30 aprile a info@famijarciunesa.org. 8
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UN UOMO DI QUALITA’
Il Preside Giuseppe Ortalli In un’epoca in cui sono esaltati protagonisti televisivi di piccoli e grandi “fratelli”, in cui non sempre sono apprezzati lo spirito di abnegazione, il senso del dovere e la dedizione alla propria professione, generazioni di studenti, ora rinomati artigiani, imprenditori, professionisti, ricordano con nostalgia la figura del Professor Giuseppe Ortalli, Preside, per trentadue anni, dal 1938 al 1970, della Scuola Media “Camillo Manfroni” di Riccione. Nato a Cagliari nel 1900, da una famiglia di origine parmense, trasferitasi in Sardegna per motivi di lavoro, il padre era impiegato al Genio Civile, compie gli studi e si laurea in Scienze Matematiche nella città di nascita. Appena laureato, insegna negli Istituti Tecnici, così si chiamava allora la Scuola Media, di Atri, in provincia di Teramo, di Cagliari e di Macomer, in provincia di Nuoro. Vinto il Concorso da Preside, viene assegnato all’Istituto Tecnico di Riccione per due anni di prova, previsti dal regolamento. Al termine è sua intenzione tornare a Cagliari per ricongiungersi alla Famiglia paterna, ma l’inizio, nel giugno del 1940, della guerra lo blocca a Riccione, dove continua a far funzionare la Scuola anche nel periodo bellico. Sposato alla signora Giovanna Zedda (Nina), insegnante elementare, di origine sarda, ha sette figli, di cui due morti per malattia in età infantile. Padre affettuoso, dedito alla famiglia, con il suo esempio e il suo insegnamento trasmette agli studenti gli ideali di libertà, giustizia, onestà, a cui ha educato i figli Piero, Maria, Gabriella, Luisella ed Enrico. Dietro alle decisioni, intuizioni, atti e comportamenti del Dirigente scolastico, ci sono quelle qualità morali, intellettuali, quei tratti di umanità che delineano lo spessore dell’uomo. Era molto attaccato alla Scuola, alla quale dedicava l’intera giornata, ritenendola il suo dovere primario.La sentiva una grande famiglia, dove faceva valere l’autorevolezza del “pater familias”, capace di mettere a proprio agio, di ascoltare, di incoraggiare e di dare consigli. Conosceva tutti i ragazzi che, al mattino, al suono della campanella, accoglieva all’entrata e aspettava, salutandoli, all’uscita; sempre impeccabilmente vestito con “giacca e cravatta” e scarpe perfettamente lucide. Era severo, ma di quella severità che viene esercitata per il bene del ragazzo, al quale è necessario saper dire di “no”, quando viene meno ai propri doveri. Al termine di ogni trimestre consegnava personalmente le pagelle agli studenti, lodando quelli che avevano conseguito buoni risultati, incoraggiando e dando consigli a quelli che avevano avuto valutazioni insufficienti. Teneva contatti continui con le Famiglie, seguiva tutti gli studenti, i loro progressi, con grande serietà ed impegno, sempre disposto ad aiutare quelli in difficoltà e a schierarsi dalla loro parte
in sede di scrutinio finale. Si spendeva affinchè diventassero uomini adulti e cittadini capaci di assumersi le loro responsabilità, come ricorda la figlia Gabriella. Era un interlocutore prezioso e cordiale per il Corpo Insegnante non solo sul piano didattico, ma anche su quello personale. Cercava sempre il dialogo, il punto d’incontro e di mediazione alla ricerca del bene della comunità scolastica, organizzata con ordine, disciplina e con mezzi, come gli altoparlanti nelle classi, per quei tempi, all’avanguardia. Conduceva una vita sobria, senza presunzione per le responsabilità ricoperte. Alla fine dell’anno scolastico faceva preparare ai Docenti saggi ginnici, supportati da sottofondo musicale, tenuti nel giardino della Scuola, e mostre di lavori scolastici, eventi cittadini per la Riccione degli anni Cinquanta. Provato dalla perdita improvvisa dell’amata moglie, colpita da un male incurabile, andato in pensione nel ’70, dopo quarant’anni di servizio, curò la sua passione per la fotografia e realizzò documentari curandone personalmente il montaggio e la sonorizzazione. Trascorse gli ultimi anni della sua vita assistito amorevolmente dalla figlia Gabriella, spegnendosi nel 1984 con la serenità di essere stato un importante punto di riferimento per i Riccionesi, un vero servitore dello Stato, consapevole che la società, per avere futuro, ha bisogno di giovani preparati. Emanuela Cicchetti
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EDILIZIA
Grand Hotel Il Ranch Saloon lascia spazio come il Titanic a un lussuoso quattro stelle
E' tutta un'altra storia. Che non ha nulla a che vedere con quella gloriosa di cui resta fragilissima traccia nei saloni stuccati, depredati dal tempo e dalla sciatteria. Chiuso. Il Grand Hotel è sigillato da anni. Una ferita in mezzo al cuore, tra gli hotel che si rinnovano, i palazzi 'svecchiati', le palme infreddolite che fanno da sentinella al portone arrugginito, un vecchio lucchetto a contenere una storia straordinaria, fino al suo epilogo. Cade a pezzi il decrepito hotel. La muffa corrode le pareti, il tetto fa acqua, le vetrate sono ridotte in briciole, le sale spettrali, i mobili danneggiati per sempre, gli impianti ormai inservibili. Un castello dell'orrore, ma bellissimo, il più bello di Riccione. Ecco, il Grand Hotel di Riccione ricorda un po' il Titanic: sepolto sotto un mare di carte bollate e promesse mai mantenute, di annunci e di frettolose smentite, di stelle mai nate; stelle cadenti, come l'intonaco dell'albergo, l'insegna che svanisce, i progetti che scivolano via. Adesso, dicono, che ripartiranno i lavori. Prima le palazzine e la torretta, poi chissà anche l'albergo. Dicono anche che si sono fatti vivi sceicchi e speculatori, qualcuno giura di aver visto aggirarsi attorno al Grand Hotel gli emissari di Berlusconi. Vero? Falso? Probabile, ma non basta. Avrebbero anche fissato il prezzo: 130 milioni di euro per l'intero complesso. Cifra spaziale, soprattutto di questi tempi. Bui per gli affari, incerti per il turismo. Intanto la salsedine, il gelo e l'incuria fanno il loro lavoro. Purtroppo.
Ultima estate per lo storico ristorante-pizzeria Ranch Saloon sul lungomare della Repubblica. A novembre sarà demolito per lasciare spazio a una moderna struttura alberghiera a quattro stelle, munita di ogni confort, centro benessere, suite e piscina. L’hotel, che si affaccerà sul nuovo boulevard, prevede comunque spazio anche per un nuovo ristorante che dovrebbe dare seguito alla vecchia attività. E’ questa l’intenzione del titolare Stefano Conti, che ha ereditato l’esperienza acquisita nel settore dalla sua famiglia sin dal giugno 1964, quando lo zio Gino Eugenio Vandi e il papà Renato Conti aprirono il Ranch Saloon. Seguirono anni d’oro, segnati da un’affezionata clientela che negli anni Settanta annoverò anche artisti di riguardo come Corrado, Gianni Morandi, i Pooh e i Platters. “La struttura si è invecchiata e non è più redditizia, così abbiamo colto questa nuova opportunità, anche per adeguarci ai clienti degli hotel di questa zona (quasi tutti in ristrutturazione ndr.) _ - commenta Conti - . Abbiamo così fatto anche un investimento per i nostri figli Francesco e Alessandro”. Quindi sottolinea “Condurremo anche il ristorante, ma punteremo soprattutto sull’albergo” Avveniristico il fabbricato, da costruire in gran parte con vetro e acciaio. Il progetto, firmato dal geometra Stefano Tomassini e dall’ingegnere Loris Rinaldi, prevede due piani interrati e cinque a vista. Il primo interrato in buona parte sarà riservato al welness, per cui darà spazio a un centro benessere. Accanto saranno ricavate due sale, una per la tv, l’altra per le riunioni. Un angolo dello stesso piano, come pure il secondo interrato, sarà adibito a garage, dotato di elevatori per evitare le rampe. Rinunciato al terzo piano interrato, troppo costoso, i proprietari hanno acquistato una quindicina di posti auto nel tunnel sotto il lungomare. Salendo al pianterreno s’incontra la sala - ristorante e, all’esterno, la piscina. Quindi, ai piani superiori, una quarantina di camere, ampie fino a 29/30 metri quadri. Di queste, due per piano, sono riservate ai portatori di handicap. Previste anche le suite che saranno esposte ad est, dove la parete seguirà l’inclinazione del sole. Pannelli solari e sistema fotovoltaico garantiranno l’autonomia energetica. Nives Concolino
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MARE ADRIATICO
Il freddo ha ucciso le alaccie
Assieme al riscaldamento globale è responsabile della moria di pesci Chi, nei freddissimi giorni di fine febbraio, si fosse avventurato per una passeggiata sulle nostre spiagge, si sarà certamente imbattuto in una scena certamente sbalorditiva. Il bagnasciuga, a Riccione, così come a Rimini, a Viserba e su fino a Cesenatico, era letteralmente ricoperto di pesci morti. Tutti animali di discrete dimensioni, attorno 15-20 centimetri e anche di più, i pesci morti formavano in qualche punto un vero e proprio tappeto. Uno spettacolo macabro che ha lasciato non poche persone prima sgomente e poi vogliose di sapere cosa era successo. Superato lo sbigottimento per la triste visione, una cosa saltava subito agli occhi: tutti i pesci erano uguali. Cioè non si era di fronte a una generale moria di pesce, ma un’unica specie era stata colpita dal fenomeno. Era già questo, un primo e fondamentale indizio. I pesci erano evidentemente sardine o sarde, ma gli esperti che si sono occupati di spiegare il fenomeno, in particolare i biologi della Daphne di Cesenatico (ARPA Emilia-Romagna) li hanno ben presto identificati come appartenenti alla specie Sardinella aurita, detta comunemente Alaccia. L’alaccia, come altre specie della sua stessa famiglia, appartiene alla categoria di pesce comunemente definito “pesce azzurro”. Assomiglia molto alla più comune sardina (Sardina pilchardus), ma da questa si distingue per una riga mediana dorata che separa il dorso blu-verdastro dai fianchi argentati. Cosa dunque aveva ucciso le alaccie in quei freddi giorni di fine gennaio? Le cause sono in effetti legate
proprio alle temperature e anche al… riscaldamento globale. Questo pesce si trova in tutto il Mediterraneo e predilige acque calde, per cui è più facile trovarla nei bacini meridionali. Negli ultimi anni però, proprio a causa dell’aumento generalizzato delle temperature, si è spostata anche in bacini nei quali una volta era molto rara, come il mar Ligure e ovviamente l’Adriatico.Abbiamo dunque un pesce che è comune in Mediterraneo, che predilige acque calde, e che negli ultimi anni ha potuto spostarsi anche in nord Adriatico. Ma a fine gennaio, quest’anno, le temperature del nostro mare sono state molto,
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molto fredde, parliamo di 5–5,3° C. E a queste acque gelide, un pesce avvezzo a mari un po’ più gradevoli, non può resistere. Da qui, improvvisa ed inevitabile, la strage. Tra l’altro la cosa si era già verificata, ma in misura minore, anche nell’inverno del 2002. La moria ha fatto la sua comparsa, i primi giorni di febbraio, anche nelle acque marchigiane, per poi esaurirsi gradualmente. Smentite dunque le comprensibili, ma affrettate ipotesi di avvelenamenti o inquinamenti vari. Marco Affronte Responsabile Scientifico Fondazione Cetacea
effetti MALTEMPO
Strade “gruviera” e pini “menomati” Gelo e neve hanno fatto precipitare la situazione di numerose strade di Riccione, da tempo in attesa di un restyling. Basta pensare che, appena in una settimana, dall’8 al 15 febbraio gli operai della Geat sono intervenuti per rattoppare 1.200 buche, delle quali 56 solo in via Massaua. Tra le più piccole e quelle più grandi, dall’inizio dell’anno alla penultima settimana di febbraio la Spa ne ha registrate addirittura 4.600. In media ne sono state chiuse 600 a settimana, vale a dire un centinaio al giorno. Per sistemare le strade, ridotte a colabrodo, è stato necessario comprare materiale per 10mila euro, mentre per manodopera e mezzi sono serviti 45mila. A conti fatti ogni rattoppo dal più insignificante in su è costato 13 euro. A questo punto partono i bandi la sistemazione delle arterie più disastrate. Tra quelle maggiormente compromesse, oltre a viale Massaua, risultano i viali Berlinguer, Castrocaro, Emilia, Empoli, Montebianco, Romagna Limentani, Udine, Venezia, Dell’Ecologia, Dei Mille e Flaminia, in particolare il tratto che a San
Lorenzo fiancheggia la pineta. Tra i viali più precari del centro spicca viale Oberdan, in “pessime condizioni”, ma in questa arteria servirà un intervento più consistente, in quanto occorre rifare marciapiedi e sottoservizi, in particolare le fogne bianche. Problema che riguarda diverse strade della zona turistica, dove le condutture risalgono a oltre sessanta anni. Sono precarie, perché erano state pensate per un carico urbanistico di gran lunga inferiore all’esistente. Comunque sia, come annuncia il presidente della Geat, Alessandro Casadei “l’indirizzo di massima è quello di sistemare il maggior numero di strade, per cui s’interverrà facendo solo il “tappetino”, ossia l’asfalto”. Al di là dei danni alle strade c’è quello incalcolabile causato al verde pubblico. Mai, come i mesi scorsi, i pini sono il peso della neve, hanno fatto registrare un strage di grossi rami che, sbrancati, sono finiti a terra, richiedendo l’intervento di altre squadre di operai. Nives Concolino
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RICCIONESI NEL MONDO
Chiara nel terremoto di Haiti
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Una situazione apocalittica come quella del terremoto di Haiti ha visto anche una riccionese coinvolta sul posto, e che lĂŹ è restata per circa un mese prima di ritornarsene al sicuro a Riccione, il 10 febbraio. Si tratta di Maria Chiara Mussoni (Mantellato da parte materna), una giovane 33enne, raffinatamente bella, impegnata â&#x20AC;Śe soprattutto coraggiosa. Racconta con compostezza e luciditĂ . Come ti senti dopo unâ&#x20AC;&#x2122;esperienza cosĂŹ terribile? â&#x20AC;&#x153;Quando sono tornata a casa ho avuto certamente momenti di sconforto per le emozioni accumulate durante lâ&#x20AC;&#x2122;ultimo mese, per le cose brutte che ho visto e sentito. Ora mi sto riprendendo, anche se ancora faccio un poâ&#x20AC;&#x2122; fatica a parlarne. Sono comunque pronta il primo marzo a ritornare al mio lavoro; non potrei non farlo, voglio essere lĂŹ per prestare il mio contributo, ora piĂš di prima.â&#x20AC;? Come sei arrivata a lavorare ad Haiti? â&#x20AC;&#x153;Mi sono laureata in Legge, e dopo aver lavorato a Milano in studi legali internazionali per circa quattro anni, ho inviato il mio curriculum online alle Organizzazione delle Nazioni Unite; dopo soli due mesi mi hanno proposto di trasferirmi ad Haiti, a Port-au-Prince, dove per circa tre anni e mezzo ho lavorato nellâ&#x20AC;&#x2122;ufficio del Programma Alimentare Mondiale.â&#x20AC;? Come è stato percepito il terremoto? â&#x20AC;&#x153;Sentivamo le cose cadere attorno a noi; siamo stati fatti uscire nel cortile che si trova al centro di tutti gli edifici del quartier generale dellâ&#x20AC;&#x2122;ONU; e lĂŹ abbiamo trascorso la notte. Il nostro, a differenza di altri accanto, ha retto abbastanza bene; lâ&#x20AC;&#x2122;entitĂ del terremoto si è percepita poi dai terribili nuvoloni di polvere che salivano da dietro le mura attorno gli stabili e dalle strazianti urla della gente. Il cancello ad un certo punto è stato aperto e una parte di persone ferite sono state fatte entrate e soccorse dai medici che erano presenti. Guardando fuori ci siamo resi conto dellâ&#x20AC;&#x2122;entitĂ di un disastro indescrivibile.â&#x20AC;? Come si è comportata la popolazione del posto? â&#x20AC;&#x153;La popolazione ha dimostrato un atteggiamento dignitosamente positivo, riscontrato anche nei miei colleghi haitiani; ferma determinazione ad aiutare gli altri associata ad una grande religiositĂ , sicuramente fortificata dalle tante calamitĂ naturali e la povertĂ estrema che lâ&#x20AC;&#x2122;affliggevano anche prima.â&#x20AC;? Come avete ricominciato a darvi da fare? â&#x20AC;&#x153;Il giorno dopo ci hanno tutti trasferiti in edifici piĂš bassi e sicuri e da lĂŹ abbiamo ripreso. La prima distribuzione è stata quella di biscotti, facili da mangiare ed energetici, per soddisfare lâ&#x20AC;&#x2122;impellente bisogno alimentare. Poi siamo passati alla distribuzione massiva di riso, sacchi da 25 Kg. Il mio lavoro consisteva nel recarmi sul posto dove assieme ai miei colleghi, e con lâ&#x20AC;&#x2122;aiuto del militari, dovevamo individuare le famiglie alle quali consegnarli, provvedendo ad avvisarle prima e controllare poi lâ&#x20AC;&#x2122;avvenuta consegna.â&#x20AC;? Come sei riuscita ad avvisare i tuoi che stavi bene? â&#x20AC;&#x153;Per fortuna giĂ la stessa sera sono stati predisposti dei cavi che arrivavano nel cortile tramite i quali abbiamo potuto collegarci con i nostri computer e comunicare via e.mail con i nostri parenti. Ho continuato a chiamarli anche tre volte al giorno, da una parte per rassicurarli ma anche
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RICCIONESI NEL MONDO perché per me era fondamentale sentirmi vicine le persone care, per poter acquisire un sostegno affettivo indispensabile. Ora te la senti di ritornare in una situazione così impegnativa? “Mi sento di ritornare sì, anche se richiede convinzione e forza d’animo. Ma io ci voglio essere, non riuscirei neanche a pormi la domanda se andare o no. E’ una sensazione bellissima poter prestare il proprio aiuto, per quanto faticoso sia. Paura? No, perché quando devi affrontare dei momenti così ti si forma addosso una corazza particolare; e anche se ciò che vedi ti può commuovere ed angosciare, devi farti coraggio ed andare avanti. E comunque quando sono andata ad Haiti sapevo che non sarebbe stato un incarico facile.” Vuoi dire qualcosa in più ai cittadini riccionesi? “Chiunque si senta di dare il proprio aiuto alla popolazione haitiana lo faccia, nelle modalità che più ritiene opportune. Nei giorni che sono stata qui a Riccione ho avuto il piacere di partecipare alla giornata del 14 febbraio in cui sono stati raccolti fondi che Martina Colombari, testimonial della Fondazione Francesca Rava, ha detto porterà personalmente sul posto. Spero di avere l’occasione di incontrarla là.” Maria Grazia Tosi
Amico Taxi=tariffe ridotte Viaggiare in taxi da ora in poi costerà meno. Comune, associazioni di categoria e gruppo Taxi Riccione, di recente hanno sottoscritto un accordo che prevede sconto del venti per cento. Come spiega l’assessore alla Polizia municipale Lanfranco Francolini, sono tre le soluzioni previste: Amico, Sociale e Collettivo. Quanto spenderanno gli utenti con la prima formula, ossia a corsa a tariffa fissa 24 ore su 24? Serviranno 5 euro dalla stazione all’ospedale “Ceccarini”, 6 per arrivare sia al vecchio camposanto, sia al palacongressi, 7 per le terme, 9 per la piscina e il centro sportivo, 12 per il nuovo cimitero e 15 per raggiungere l’aeroporto di Miramare. La corsa a tariffa sociale prevede una riduzione del 20 per cento dal costo della corsa a tassametro per tutti gli over 70, da e per ogni destinazione. La corsa a tariffa collettiva senza chiamata per almeno quattro passeggeri, infine, è di quattro euro per persona. Servono, invece, 5 euro nel caso di corsa con chiamata, sempre per un minimo di quattro passeggeri. L’accordo, sottoscritto con il placet di Confartigianato e Cna, come spiega l’assessore “è stato voluto dall’amministrazione comunale
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I Missionari di Villaregia L’ultima settimana del mese di Gennaio, Don Maurizio e Don Alessio, parroci di San Martino, hanno organizzato una settimana di animazione missionaria, condotta dalla Comunità di Villaregia, un piccolo paese di poche case a ridosso dell’argine del Po, in provincia di Rovigo. Fondata nel 1981 da Padre Luigi Prandin e da Maria Luigia Corona, riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa durante il Pontificato di Giovanni Paolo II, si è estesa prima in Italia con varie sedi, poi in Africa e in America Latina, per mettersi al servizio dei “fratelli” più bisognosi di aiuto spirituale e materiale. Dal 25 al 31 Gennaio scorso, cinque Missionari, guidati da Padre Luca, sono stati gli animatori di una “settimana speciale”, in cui sono entrati nel tessuto parrocchiale, rivolgendosi ad adulti, giovani, famiglie, ammalati, Centri di Ascolto al Vangelo, studenti e bambini del catechismo. Sono stati ospitati con gioia dalle Famiglie, con le quali hanno condiviso il pranzo, la cena, la casa, momenti di scambio su esperienze personali, illuminati dalla Parola di Dio. Sono andati a trovare gli ammalati a cui hanno portato una Parola di speranza e di conforto. Al mattino, per tutta la settimana, nonostante in quei giorni sia fioccata un’abbondante neve, hanno incontrato diciotto classi delle Scuole Elementari e ventotto delle Medie, grazie al consenso dei Dirigenti scolastici, Ing. Antonio Montemaggi, Dott. Carmelo Vita, Suor Domenica dell’Istituto Maestre Pie e alla sensibilità di tanti Docenti, che hanno aperto loro le porte della Scuola.Attraverso un program-
ma di “educazione alla mondialità”, hanno mostrato ai ragazzi come operano, con una condivisione di vita, nelle periferie estremamente povere e densamente popolate di sette grandi città del Brasile, Messico, Perù, Portorico, Costa d’Avorio e Mozambico. Hanno raccontato ai ragazzi come vive una parte dei loro coetanei più poveri, costretti a condurre un’esistenza sotto i ponti, sulla strada, sui marciapiedi delle città, completamente abbandonati a se stessi, per sfuggire alla violenza e alla miseria delle famiglie; o nelle “favelas” (baraccopoli), prive di corrente elettrica, acquedotti e fognature. Quando vivono in famiglia, per aiutare i genitori, sono costretti ad abbandonare la scuola dell’obbligo per entrare nel mondo del lavoro, dove spesso sono sfruttati e costretti ad uno stato di schiavitù. Gli studenti, colpiti dalle argomentazioni, hanno seguito con vivo interesse i Missionari, che hanno arricchito la programmazione didattica, lasciando intravedere la possibilità di costruire un mondo “più bello” e migliore per tutti. Per i Parrocchiani di San Martino è risultata significativa la testimonianza di quale sia la gioia e la bellezza di vivere la Parola e l’annuncio del Vangelo. La presenza dei Missionari, impegnati tutta la giornata, fino a tarda sera, è stata un tempo cristiano di speranza, di grazia, di contemplazione del “Bello” per la Comunità parrocchiale, sollecitata ad approfondire la coscienza comunitaria, mettendosi in ascolto, aprendosi all’”altro” e alla realtà di un’umanità povera che, nonostante viva in Paesi potenzialmente ricchi, soffre per le discriminazioni e l’ingiusta distribuzione dei beni. Emanuela Cicchetti
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AVIS RICCIONE
Bilancio O.K. e riconoscimenti ai donatori Ma serve una campagna di promozione più efficace
"da Tonino"
Il Centro della Pesa di Via Lazio ha ospitato, martedi 16 Febbraio u.s., l'Assemblea annuale dei soci dell'AVIS sezione di Riccione. Per il direttivo erano presenti Nanni Enrica, Casadei Luigi e Renzi Mauro ( presidente) che hanno illustrato il bilancio 2009; per le donazioni la dott.sa Piccioni Paola che ha parlato dei problemi a livello locale; il dott. Malavasi Claudio (anche lui donatore) che invece ha trattato delle difficoltà in ambito provinciale; il dott. Ponziani Lorenzo ( primario di ortopedia) e il dir.san. Dott. Giannei Romeo dell'ospedale Ceccarini che hanno rimarcato l'importanza delle donazioni per favorire la programmazione degli interventi chirurgici ; infine il v.sindaco Lanfranco Francolini ha elogiato i volontari dell'AVIS rimarcandone la necessità assoluta e l'impegno futuro dell'Amministrazione per facilitarne l'opera. Tra i volontari è emersa qualche preoccupazione
perchè nel corso dell'anno appena concluso ci sono stati momenti di emergenza. Tanti sono stati contattati all'ultimo istante e invitati alla donazione a seguito di richieste impellenti. Sarebbe opportuno lanciare una campagna di promozione più efficace per cercare di aumentare il numero dei donatori ( nella provincia il rapporto abitanti/volontari - 5%-non è di quelli che fanno prevedere una raccolta rassicurante). A fine serata i riconoscimenti ai donatori più assidui hanno “strappato” applausi e sorrisi. Nell'ordine, per 25-50 e 75 donazioni hanno ricevuto, dalle mani di medici e amministratori, i meritati diplomi e le medaglie: Arruda Maria, Valenti Francesca, Renzi Mauro, Andreini Maio, Righetti Emiliano, Tirincanti Guerrino, Baiocchi Raul, Paganelli Andrea, Bianchini Roberto, Busca Marcello, Giavolucci Ortensio, Lo Magro Giuseppe.
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REDAZIONE Direttore Responsabile: Carlo Andrea Barnabè • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi • Collaboratori di questo numero: Piero Serafini, Edmo Vandi, Emanuela Cicchetti, Marco Affronte,
di Manuel e Fausto Galli
Irriverde Staff, Rodolfo Francesconi, Fosco Rocchetta, Vilma Tosi, Franco Ruinetti, Monica Bernabè, Giovanni Mattoni, Lorenzo Scola, Emilio Bracconi. • Foto: Foto
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Hobby-collezionismo
Chitarra.. amore della vita Oscar Rossi, imprenditore riccionese poco più che cinquantenne (col fratello Galiano dirige l’omonima Oleodinamica), è un amante “sfegatato” della chitarra e del suono che ne nasce. Sin dall’adolescenza lo strumento che più d’ogni altro rappresenta il corpo della donna, lo ha ammaliato, sedotto, quasi “stregato”. Come tutti i ragazzini dotati di fervida fantasia, e senza alcuna scuola musicale, sognava di trarne vibrazioni magiche, originali, irripetibili. Dalla cucina, l’ambiente più vissuto nelle case degli anni ‘60, decollavano i suoi voli verso l’Olimpo delle note,impugnando una scopa/chitarra alla maniera della star musicale del momento e alternandola con un cucchiaio/microfono. Erano anni di fermento giovanile, la musica rock lanciava messaggi nuovi, i cantautori stuzzicavano la voglia di cambiare e c’era solo l’imbarazzo della scelta sulle strade da seguire. E Oscar sognava... sognava... E trascorreva ore ed ore davanti alla mostra di strumenti musicali di Enzo Righetti, col viso spiaccicato sul vetro, quasi volesse trapassarlo ed entrare in contatto con l’oggetto dei suoi sogni: la chitarra. Perchè sola una chitarra poteva tramutare i suoi sogni in realtà. Erano però tempi duri per quanto riguardava le finanze di un dodicenne...e solo immani sacrifici e rinunce quotidiane con risparmi sulla “paghetta” che serviva per la merenda... gli consentirono di raggranellare la “stratosferica” cifra di 17.000 lire, il necessario per varcare la soglia del negozio e dire: “ Voglio quella lì” e poi correre a casa a pizzicare le corde da estasiato autodidatta, giorno e notte, instancabilmente. Già a 14 anni i primi risultati confortarono
Una formazione della band “ I ragazzi del 2000” - Anno 1969 in quel di Mondaino. Da sin: Giancarlo Del Bianco, Carletto Bronzetti, Oscar Rossi, Marino Muscioni. Altri elementi furono Duilio Leardini, Giorgio Taddei e Novella Pascoli. Una curiosità: il gruppo debuttò al Top Ten e tenne l’ultima esibizione prima dello scioglimento, nello stesso locale (1972), dopo aver suonato in molti locali di moda dei dintorni.
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Oscar, tanto da indurlo con altri “patiti” a fondare la band “I ragazzi del 2.000” (esordio nel 1969) e ad acquistare per lo scopo la mitica “Gibson Diavoletto” (tanto per intenderci era lo strumento prediletto da Santana vedi foto a lato). Era il coronamento dei desideri di tutto quel periodo e quando la portò a casa ci dormì assieme senza chiudere occhio per tutta la notte tanta era l’emozione. La band ebbe vita breve in quanto dissapori vari ne decretarono la fine nel 1972. Il fatto fu così traumatico che Oscar dalla delusione vendette tutto quanto. La pausa musicale durò alcuni anni e nell’80 cercò disperatamente di tornare in possesso della sua Gibson quasi come avesse perso una “morosa”. La ricerca lo portò a trovarne una identica, ”isé spudida-cumpagna cla pareva lia”. Da quel primo esemplare, quasi a compensazione del tempo trascorso senza contatti con le corde, partì una collezione che conta ora 27 esemplari delle marche più prestigiose (tanto per intenderci come avere in garage Ferrari, Lamborghini, Aston Martin, Maserati ecct.). Ora per Oscar lo “sfogo” si attua con serate/nottate musicali assieme agli amici e, una volta l’anno, uno SPECIAL nel capannone dell’azienda di famiglia (con invito anche per i tanti clienti) dove tra parsòt, strachin, insalèda, pièda, fasul, cudghin e sangvés da la damigèna, tutti suonano e cantano circondati dalle 27 chitarre in bella esposizione. Oscar è il re della serata e ama duettare- negli anni questo lo ha fatto incontrare anche gente di successo. La serata che ricorda con vibrante emozione, perchè “ ui è mnù la chèrna pulastrèina”, è quella di una cena della Famija Arciunesa nell’aia di Remo, dopo ha cantato con Paolo Simoncioni , in arte “Paolo dei Crazy Boys”. Un onore per lui nel ricordo di quello che la musica di Paolo ha rappresentato per i riccionesi negli anni felici della gioventù. G.L.M.
PARI... O DISPARI? A cura di Maria Grazia Tosi, con Cosima Avantaggiato, Cinzia Bernardini, Ulrike Bonfini, Sara Bordoni, Catia Loprete, Oriana Nicosia, Maurizia Petrucci, Valeria Pizzolante, Annalisa Sanchi, Assunta Sorvino, Emanuela Tonini, Anna Maria Viviano.
Eventi: PROTAGONISTE SEMPRE (8 marzo) La Giornata Internazionale della Donna intende simboleggiare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche acquisite che le discriminazioni e soprusi cui tuttora essa è soggetta in molte parti del mondo. Nel corso degli anni la ricorrenza ha perduto in parte l’originario significato di lotta e di protesta per assumere una connotazione anche di carattere ludicocommerciale: c’è un modo infatti di interpretare l’8 marzo che va dalla cena con amiche al locale&spogliarello… oppure ci sono tante opportunità più impegnate, seppur conviviali e godibilissime. Quest’anno la nostra Commissione ha elaborato un progetto su tre giorni, Protagoniste Sempre, che ha visto l’esplorazione di alcune delle potenzialità espressive delle donne esplicitate in riferimento a precise modalità culturali, ed artistiche nello specifico; la pittura, la fotografia, la musica, il cinema sono diventati momenti differenti ma complementari nel valorizzarne il ruolo, sia come protagoniste indirette che consapevolmente propositive. Abbiamo aperto con Il Bacio, al Centro della Pesa col docente di Storia dell’Arte Prof. Riccardo Gresta . Nel secondo giorno al Teatro del Mare, oltre ad una mostra fotografica della riccionese Beatrice Imperato, il concerto Da Maddalena a Biancaneve della cantautrice Francesca Romana, prima vincitrice donna del Premio De Andrè 2009. L’ultimo giorno, con il Cineforum Riccionese al Cinema Planet, il film Lo spazio bianco di Francesca Comencini. Curiosità: PICCOLE DONNE CRESCONO “Ritenete giusto che uomini e donne abbiano gli stessi diritti?” Qualche significativa e buffa risposta da alcuni alunni di una seconda elementare di Riccione. “Non devono essere solo gli uomini a decidere, anche le donne devono fare quello che gli piace” esordisce fiera la piccola
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Emma. È concreto Lorenzo: ”Se le donne non lavorassero ci sarebbero meno soldi per mangiare”. Aggiunge Giulia decisa: “Le donne sono più forti di certi uomini”. “E’ vero - conferma Giulio -, a ricreazione le femmine mi vengono addosso e mi assalgono!” Replica lei magnanima: “E’ perché certi uomini non si sanno difendere…” Decisamente più drastica Elisa: “Senza le donne che partoriscono non ci sarebbero neanche gli uomini!” Progetto: LO STALKING. UN REATO CONTRO LA LIBERTÀ Abbiamo recentemente prodotto un pieghevole informativo che verrà distribuito in ogni occasione d’incontro o potrà essere ritirato presso il Comune. Lo stalking è un termine inglese che indica una serie di atteggiamenti ossessivi tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, perseguitandola ed ingenerando stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità. Questo tramite l’invio di lettere, biglietti, e-mail, sms e oggetti non richiesti, oppure producendo scritte sui muri o atti vandalici con il danneggiamento di beni. Lo stalker (il persecutore) può essere un estraneo, ma il più delle volte è un conoscente, un collega, o un ex-partner che agisce spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto
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o per vendicarsi di qualche torto subito. In altri casi ci si trova invece davanti a persone con problemi di disagio sociale, che agiscono in questo modo con l’intento di stabilire una relazione imponendo la propria presenza, ed insistendo anche nei casi in cui si sia ricevuta chiara risposta negativa. Meno frequente il caso di individui affetti da disturbi mentali, per i quali l’atteggiamento persecutorio ha origine dalla convinzione di avere effettivamente una relazione con l’altra persona. Il reato di stalking è stato introdotto in Italia con il D.L. 23 febbraio 2009 promosso dalla Ministra delle Pari Opportunità Mara Carfagna e convertito in legge il 23 aprile 2009. Storia locale: STRALCI D’EMANCIPAZIONE AGRESTE L’Esterina non solo era la moglie di Cicòn (Francesco Tosi), ma l’arzdora della numerosa famiglia riccionese dei Martlòn . Come secondo la tradizione contadina del tempo lei era una figura femminile imperiosa, perché sovraintendeva alla casa, all’orto, agli animaletti dell’aia, a nuore, figlie e bambini. Era una donna che si faceva rispettare e la sua parola era legge. Quando la sua famiglia era ancora tutta unita vantava ben ventisette persone, tra grandi e piccoli: e su tutti dominava lei, l’Esterina. A lei spettavano l’amministrazione dei ricavati della vendita delle uova, di galline e conigli o del latte, ed era solo lei che aveva il potere di decidere chi avesse necessità di un vestito nuovo o di un paio di scarpe. Tutte le sere, dopo aver consumato la modesta cena con la numerosa famiglia, diceva a voce alta il Rosario, in latino, con in mano la grande corona fatta con gli ossi delle olive, che passate una ad una ricevevano le litanie di risposta sempre dagli altri ventisei familiari che le stavano attorno. Ogni sera, per restare lei la protagonista indiscussa, la tirava per le lunghe… tanto da far scalpitare i più giovani che non vedevano l’ora di scappar via per andare a far la veglia dalle belle ragazze che abitavano nelle altre case della tenuta Mattioli. (tratto liberamente da un libro di Gian Carlo D’Orazio) Contatti utili Commissione Pari Opportunità presso Comune di Riccione via V. Emanuele II pariopportunita@comune.riccione.rn.it SPORTELLO DONNA Tel 0541 473140 - Sportello Provinciale perleiservizidonne@provincia.rimini.it Tel 0541 363988
PAGINA DEL VERDE
Parassiti delle piante: come riconoscerli e trattarli I parassiti delle piante ornamentali e non solo possono essere suddivisi in due grandi classi: animali e vegetali. Il primo gruppo fa parte di alcune migliaia, o forse più, di insetti che popolano i nostri giardini; insieme ai parassiti ci sono insetti utili, sia perché aiutano la pianta (es. l'ape che favorisce l'impollinazione) oppure perché combattono gli insetti nocivi (es. il ragno che con la sua tela cattura insetti, o la coccinella che fa strage di afidi). I parassiti vegetali sono essenzialmente rappresentati da funghi che si depositano sulla pianta e ne sottraggono la linfa. I parassiti vegetali ed animali se non trattati possono portare anche alla morte della pianta. Da ciò si capisce che la lotta ai parassiti, qualunque sia la loro origine, dovrà essere tempestiva e soprattutto efficace. Le malattie da parassiti vegetali (o crittogamiche) più comuni nei giardini casalinghi sono: Mal bianco (oidio) che attacca la rosa ed altre ornamentali. E’ riconoscibile come patina bianco-grigiastra che si sviluppa in presenza di primavere ed estati molto umide e calde nonché poco ventilate. Ruggine: attacca numerose specie, si presenta con macchie color ruggine a piccoli punti. Anche questa malattia si sviluppa con il caldo stabile (maggiogiugno). Fumaggini: gruppo di infezioni fungine che si sviluppano su essudato di insetti che colonizzano la pianta. appaiono come ammassi fuligginosi di colore nerastro. I parassiti animali sono anch'essi molto pericolosi, ma a differenza di quelli vegetali, se l'esemplare non e' molto attaccato possono essere con successo rimossi a mano, aiutando rapidamente pianta malata ed ambiente (gli insetticidi sono molto tossici). Tra questi ricordiamo: la Cocciniglia con scudetto biancastro (cocciniglia cotonosa) o a forma di
mezzo grano di pepe nero che attacca prevalentemente gli agrumi ma non disdegna altre piante ornamentali. Gli Afidi (quelli verdi hanno una predilezione per le rose) che attaccano preferibilmente i giovani e teneri getti da cui sottraggono la linfa. I Bruchi e le Larve, che possono scavare gallerie all'interno di rami e tronco, oppure colpire il fogliame, i fiori o i frutti. Come trattarli: Insetticida per i parassiti animali, prodotti antifungini per distruggere le crittogame infestanti (aggiunta di olio minerale per mal bianco e Rame per ruggine). Si raccomanda un'attenzione particolare nel maneggiare i prodotti antiparassitari. Si dividono in 4 classi tossicologiche a seconda del grado di pericolosità; la prima e la seconda, essendo velenose, sono in vendita solo agli addetti del settore agrario muniti di apposito patentino; la classe terza e quarta è di libera vendita. Sebbene in alcuni casi
sia necessario usare prodotti di III classe, è sempre meglio utilizzare antiparassitari di IV classe o addirittura prodotti non tossici, come la lavanda il rosmarino, il timo, la menta e altre piante aromatiche. Le regole per effettuare un trattamento efficace e non pericoloso sono: irrorare in giornate poco ventose e sempre sottovento. Evitare le ore più calde del giorno e il sole diretto sulle parti trattate. Tenere alla larga bambini ed animali dalla zona di irrorazione anche i giorni successivi. Coprire occhi e bocca con prodotti idonei (occhiali, mascherina). Effettuare una doccia accurata dopo i trattamenti per evitare l’assorbimento cutaneo. Rispettare le dosi indicate sulle confezioni per non arrecare danni a persone o all’ambiente. Prima di mescolare più prodotti controllare che non sia controindicato. Lo Staff di IRRIVERDE
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MenÚ di pesce nostrano Antipasti Sardoni marinati, gamberi profumati, insalata di mare, vongole alla marinara. Primo piatto Strozzapreti alle cannocchie Secondo piatto Grigliata con sardoni, sogliola, sgombro. Fritto, Spiedini di gamberi e calamari Piada, insalata Acqua e vino, Caffè e ammazzacaffè
Zuppetta dâ&#x20AC;&#x2122;Orzo con Gamberetti e Carciofi Strozzapreti Vodka Gamberi Rucola Ravioli Neri di Pesce Guancette di Rana Pescatrice in Guazzetto Fritto Misto con Gamberi Calamaretti e Zucchine Cozze Gratinate Crema Fredda al Limone
L'appuntamento è liberamente aperto a tutti, previa comunicazione di ospiti ed amici ai riferimenti delle due associazioni sottoindicate entro e non oltre MercoledÏ 5 Maggio c.a.
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AMICI CHE SE NE VANNO
Ciao Valter â&#x20AC;&#x153;orafo del pesceâ&#x20AC;? Era uno dei ristoratori piĂš quotati di Riccione, apprezzato e stimato a tal punto da essere definito lâ&#x20AC;&#x2122; â&#x20AC;&#x153;orafo del pesceâ&#x20AC;?. A 76 anni, dopo aver lottato per mesi contro un male che non perdona, Valter Amati, giĂ titolare del ristorante Al Pescatore, il 18 febbraio se nâ&#x20AC;&#x2122;è andato per sempre. Tantissimi gli amici, i colleghi e gli operatori turistici che nella chiesa Mater Admirabilis si sono stretti nel dolore con la moglie Monica, la figlia Nice, il genero Armando e la sorella Bianca con la quale per anni in piazzale Curiel ha condotto la sua attivitĂ . Ad avviare lâ&#x20AC;&#x2122;attivitĂ , da alcuni anni rilevata da Fausto Tonti, presidente della Fipe-Confcommercio, era stato il padre Oreste che apparteneva alla famiglia dei â&#x20AC;&#x153;Cavret dâ&#x20AC;&#x2122;arvuraâ&#x20AC;?. Forte della sua esperienza di marinaio, ormeggiato il peschereccio in porto, si dedicò alla ristorazione con la moglie Leonilde Pacassoni. Fu cosĂŹ che sin dagli anni Cinquanta Valter e Bianca, ancora giovanissimi cominciarono a lavorare con i genitori, sempre alla ricerca
di nuove ricette. Tra le specialitĂ della casa non mancavano mai la triglia alla livornese, il brodetto nostrano, la coda di rospo trapassata a tutti gli odori e gli sgombri ripieni. Come ricorda in una pubblicazione
dâ&#x20AC;&#x2122;epoca Albo Casadei, Valter andava di persona a comprare il pesce dai marinai, che lo scaricavano ancora vivo, poi con Bianca ne decideva la preparazione. Le specialitĂ venivano presentate in tavola con rametti di sedano, aragoste e variopinti cocktail di scampi, riposti in una grande conchiglia, come fosse una composizione floreale. Prelibatezze che al pioniere della ristorazione riccionese hanno fatto meritatare il premio â&#x20AC;&#x153;Timone dâ&#x20AC;&#x2122;oro Co.ro vinâ&#x20AC;?, organizzato da â&#x20AC;&#x153;Riviera 7â&#x20AC;?. Era lâ&#x20AC;&#x2122;epoca in cui il piazzale era unâ&#x20AC;&#x2122;oasi di verde che si fondeva con gli ombrosi giardini del centro. Un â&#x20AC;&#x153;polmoneâ&#x20AC;? distrutto dal cemento con la costruzione del parcheggio multipiano. Lâ&#x20AC;&#x2122;immagine che resta di Valter, che riposerĂ per sempre nel vecchio campo santo, come testimoniano le persone che lâ&#x20AC;&#x2122;hanno conosciuto, è quella di un uomo amabile, mite e buono, molto modesto. Un riccionese superlativo. Nives Concolino
Addio a Duilio, papĂ dellâ&#x20AC;&#x2122;ex sindaco Daniele Imolaâ&#x20AC;Żâ&#x20AC;Ż Per una vita intera ha fatto lâ&#x20AC;&#x2122;elettricista, sempre disponibile, notte e giorno, a intervenire nelle case dei riccionesi per qualsiasi urgenza. DisponibilitĂ che lâ&#x20AC;&#x2122;ha reso popolare. Duilio Imola, padre dellâ&#x20AC;&#x2122;ex primo cittadino di Riccione se nâ&#x20AC;&#x2122;è andato per sempre lo scorso 5 gennaio, dopo aver lottato contro un male che non perdona. RiposerĂ per sempre nel nuovo camposanto di Riccione. Lascia la moglie Novella Moratti e i figli Daniele e Davide, che a Roma è un importante esponente della Cgil. Nato a Riccione in via Murano il 5 marzo 1932, con i genitori Giovanni Imola e Adalgisa, meglio conosciuta come Cesira, al passaggio del fronte Duilio sfollò a San Marino. Durante il viaggio rimase scioccato dalla morte di una sua mucca, uccisa da una pioggia di bombe. Ma presto la guerra finĂŹ, la sua famiglia tornò a Riccione per poi trasferirsi in una nuova casa, sempre a San Lorenzo, dove ha continuato a vivere con la moglie, sposata il 21 ottobre 1956. â&#x20AC;&#x153;Mio padre - ricorda Daniele Imola, nato lâ&#x20AC;&#x2122;anno dopo
â&#x20AC;&#x201C; era un uomo buonissimo. Da lui ho preso solo uno schiaffo meritato, perchĂŠ una volta lâ&#x20AC;&#x2122;avevo combinata troppo grossa. Eâ&#x20AC;&#x2122; stato molto presente, dolcissimo e affettuoso. Ci ha sempre aiutato. Ha lavorato una vita per noi, senza mai concedersi una vacanza, se non gli ultimi due tre anni
con altri pensionati. Lâ&#x20AC;&#x2122;unico svago che si concedeva era la caccia, con alcuni viaggi in Puglia e in Calabriaâ&#x20AC;?.â&#x20AC;ŻI ricordi sâ&#x20AC;&#x2122;intrecciano con gli anni. â&#x20AC;&#x153;Di mestiere mio â&#x20AC;&#x153;babboâ&#x20AC;? era elettricista - continua Imola -. Per una trentina di anni ha lavorato pure per lâ&#x20AC;&#x2122;aeroporto di Rimini come stagionale. Non ha mai mollato il lavoro che lâ&#x20AC;&#x2122;ha portato a conoscere tantissimi riccionesi. Lo chiamavano giorno e notte e lui per accontentare tutti, usciva di casa a qualsiasi ora. Gli piaceva ingegnarsi in tutto, cosa che ha trasmesso anche a noi figli, faceva anche il fabbro e il muratore. Risolveva tutto. Amava la campagna, gli piaceva tanto coltivare pomodori zucchine, ma ultimamente gli era rimasto solo un orticello. Da quandâ&#x20AC;&#x2122;era in pensione ogni giorno andava al bar e portava a casa il giornale. Commentava con mia mamma le notizie, tanto da farne una tribuna politica. Il suo supporto per me è stato sempre importante, mi ha aiutato a capire il pensiero delle personeâ&#x20AC;?. Nives Concolino
ogni giorno il Pescatore porta in tavola la ricchezza del mare nel rispetto della tradizione romagnola
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DONAZIONI
Carnevale per la T.A.C. Un successone! 9.000 (novemila) euro raccolti per lâ&#x20AC;&#x2122;Ospedale Ceccarini
I Centri di Buon Vicinato, coordinati da Famija Arciunesa, hanno organizzato una giornata dalle mille valenze domenica pomeriggio 24 gennaio u.s. presso il Palaterme di Riccione con lo scopo di raccogliere fondi per lâ&#x20AC;&#x2122;acquisto di una T.A.C. di ultima generazione per lâ&#x20AC;&#x2122;ospedale cittadino. Oltre 500 persone, rispondendo allâ&#x20AC;&#x2122;invito loro rivolto, hanno affollato la sala e portato le loro offerte che si sono aggiunte alle generose donazioni dei giorni precedenti di chi era giĂ impegnato altrove. Sulle note della Stefano Giannini band tanti si sono scatenati in balli allegri e movimentati, rallegrati dalla gioia contagiosa dei moltissimi bambini in maschera. Con lâ&#x20AC;&#x2122;esibizione del Carioca Ballet, quattro ballerine e due ballerini in coloratissimi costumi ricchi di paillettes, il coinvolgimento è stato totale con danze esotiche fino al â&#x20AC;?treninoâ&#x20AC;&#x153; finale.Il tutto condito da bibite offerte dal supermercato Abissinia e dolci tradizionali che le infaticabili arzdore dei vari Centri hanno messo a disposizione. Per il â&#x20AC;&#x153;Ceccariniâ&#x20AC;? erano presenti il dott. Fabio de Nicolò, primario di radiologia e il dott. Gianluca Garulli, primario di chirurgia, che hanno illustrato la necessitĂ dellâ&#x20AC;&#x2122;apparecchiatura e i vantaggi che ne deriveranno per gli utenti. Il loro ringraziamento per lâ&#x20AC;&#x2122;iniziativa è stato molto sentito. Gli onori di casa li hanno fatti il vicesindaco Lanfranco Francolini e lâ&#x20AC;&#x2122;assessore Giuseppe Savoretti che si sono poi complimentati con i rappresentanti dei Centri di Buon Vicinato per lâ&#x20AC;&#x2122;impegno e la perfetta organizzazione. Alla fine il conteggio di quanto raccolto ha superato le piĂš rosee previsioni: 9.000 euro. Non câ&#x20AC;&#x2122;è che dire, i riccionesi hanno il cuore dâ&#x20AC;&#x2122;oro!
I discorsi â&#x20AC;&#x153;necessariâ&#x20AC;?. Da sin: Giuseppe Lo Magro presidente di F.A., dott. Gianluca Garulli primario di chirurgia, dott. Fabio de Nicolò primario di radiologia, assessore Giuseppe Savoretti, vicesindaco Lanfranco Francolini.
Musici, ballerine/i, politici e organizzatori, piĂš che soddisfatti, posano per la foto ricordo.
Sede comunale. Il momento della consegna dellâ&#x20AC;&#x2122;assegno di 9.000 euro. Il dott. Walter Zucconi, delegato allâ&#x20AC;&#x2122;acquisto della T.A.C., simpaticamente circondato dai rappresentanti del â&#x20AC;&#x153;Buon vicinatoâ&#x20AC;? organizzatori del Carnevale.
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UN PO’ DI STORIA
Il toponimo di Riccione
La prima menzione scritta di Riccione, tratto da “Tracce di Storia”
La storia del toponimo di Riccione è, in fondo, istruttiva perché la sua interpretazione ha dato luogo (e lo dà ancora) a diverse ipotesi, alcune del tutto fantasiose, altre invece volte alla ricerca quasi esasperata di una “nobilitazione”, come se l’origine botanica fatta propria dai più accreditati specialisti non fosse ritenuta accettabile rispetto all’importanza assunta oggi dalla città. Giulia Maestrelli Anzilotti fa risalire il nome all’epoca romana, mentre Adamo Vaselli nella sua tesi di laurea lo inserisce fra quelli originati da “luoghi incolti e selvaggi”. Lo studio più completo del toponimo si deve a Otello Pasolini, il quale fra l’altro racconta che: “la prima ipotesi sul nome di Riccione risale a Domenico Paolucci, un raccoglitore di memorie romagnole vissuto nella prima metà del secolo scorso, il quale riporta l’opinione di alcuni che facevano riferire il nome del luogo ad una grande rocca (Arcion come accrescitivo del latino arx, arcis) che Nicolò Piccinino, Gonfaloniere di S. Chiesa, avrebbe fatto costruire ivi ‘per porvi soldatesche’ nel 1443. Il Paolucci continua riproponendo una sua ipotesi e cioè che il nome di Arcione sia stato dato al luogo dalla natura del terreno, il quale, essendo depresso tra il rio Melo e la frazione Fontanelle, presenta proprio la figura dell’arcione della sella del cavaliere. Il nome compare in due documenti del ‘Codice Bavaro’, nel n. 9 (territorio Ariminensi in loco qui vocatur Arcionis) e nel n. 67 (in loco qui dicitur Arcioni). Il primo sospetto che si tratti di una denominazione di carattere botanico viene spontaneo se si considera che numerosi sono i toponimi di questo genere. Basterà ricordare i vari Albereto, Meleto, Laureto, Cerreto, Cerasolo, ecc., così diffusi in Romagna (...). Questa ipotesi era già stata suggerita nel 1831 da Basilio Amati che, oltre al toponimo Arcione, faceva derivare da voce greca di erba foglie larghe (da Plinio, I, 2, 9, detta persolata perché similis personae), anche i nomi del Castello Arcion nell’antico Lazio. Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia” ricorda un’erba molto comune anche nelle nostre terre
“Graeci arcion vocant”. Altri scrittori latini parlano poi di questa erba come di pianta largamente usata in medicina. Si tratta quasi sicuramente di quella pianta spontanea che P. A. Mattioli classifica col nome di Lappa Major e Linneo invece chiama, con nome più vicino al greco, Arctium Lappa. Essa ha foglie larghe e ruvide. Produce frutti di forma ovale, grossi come olive, e ricoperti di piccoli aculei coi quali si attaccano facilmente alle vesti e al vello degli animali. L’importanza della lappa è dovuta alle sue proprietà che la rendono una delle piante più usate in medicina contro la tosse, il male degli arti, l’ulcera, anche oggi [l’autore scrive nel 1949], in certe campagne qualcuno ne usa il decotto come sedativo contro la tosse. Questa pianta, che cresce spontanea ed abbondante sulle nostre spiagge e dovunque trovi un poco di umidità, certo dovette un tempo ricoprire gran parte dell’agro riccionese al quale diede senza dubbio il nome, durante l’occupazione bizantina del secolo VI d.C. L’origine del nome di Riccione, veduta in questo modo, corrisponde bene a ciò che sappiamo della storia del centro, che in età più antica si trovava sul luogo dell’odierna frazione Fontanelle,
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lungo la depressione scavata dal rio omonimo (ambiente assai idoneo alla formazione di campi di lappa); solo dopo il terremoto del 1706, che rovinò la chiesa di San Martino in Arcione, si spostò in posizione alquanto più elevata, cioè sull’emergenza che forma una lieve dorsale tra i rii Melo e Fontanelle. Qui, accanto a un antico fortilizio, si era già formato un piccolo centro chiamato, nel secolo XVII, Le Casette, che poi con la chiesa ricevette il nome di Riccione”. Le varie modalità con le quali il nome di Riccione ci è stato tramandato sono esaurientemente riportate nelle schede in calce al contributo di Oreste Delucca, “Il territorio delle Fontanelle nel Medioevo”, riferentesi ad atti notarili. Vale la pena di elecarle: dal 1177 al 1708 Arzonis, Arzune, Arzono, Arzunis, Arzuni, Arcione, Arcioni, Arcionis, Arzone, Orzane, Aretiono, Arzon, Arzoni Arezzoni. Il toponimo Casette (che appare per la prima volta nel 1654) afferma correttamente Fosco Rocchetta in “Tragedie del mare nei secoli XVIII‑XX”, “si riferisce ad un primo raggruppamento di abitazioni sorte lungo la strada consolare Flaminia, che diede vita verso la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700 alla borgata di Riccione.
UN PO’ DI STORIA
Antecedentemente la gente viveva sulle alture. Al fine di trovare scampo in occasione degli sbarchi pirateschi”. Un altro toponimo Casette è tuttora esistente in territorio di Misano Adriatico. Abbiamo quindi per il nome una derivazione romana, una derivazione bizantina, mentre Augusto Vasina lo classifica come “toponimo latino medioevale”. Fosco Rocchetta con il saggio “Sul nome di Riccione” in “Tracce di Storia” riprende le due ipotesi del Paolucci e aggiunge, “a testimonianza della varietà e la molteplicità delle fonti”, l’esistenza a Roma di vari toponimi riferibili ad Arcione, come il vicolo in Arcione, la chiesa di San Nicola in Arcione e quella di San Lorenzo degli Arcioni, e che “il toponimo si fa risalire alternativamente all’antica famiglia degli Arcioni oppure agli archones dell’acquedotto romano, oppure all’archemonio, mercato greco che si trovava nelle vicinanze”. Per la derivazione di Riccione da arx, si può notare che mentre la prima menzione di Riccione risale, come abbiamo più volte visto, all’ 810, il Castello degli Agolanti (l’unico costruito nella nostra zona) risale, secondo Currado Curradi al 1324; anche se Rosita Copioli ne documenta l’esistenza fin dal 1256. Nevio Matteini riporta ancora l’ipotesi dell’arcione, questa volta però non legata alla natura del luogo, ma al fatto che i pellegrini provenienti a cavallo dal nord e diretti a Roma, una volta ristorati (a Riccione), rimontavano “in arcione” per affrontare la salita dei colli marchigiani. Del resto Giuseppe Borghi : “Non lontano dal luogo ove sorge la borgata di Riccione era in antico una località chiamata Ter-
zo (ad Tertium), probabilmente una stazione di cavalli fra Rimini e Pesaro collocata al terzo miglio romano da Rimini sulla Via Flaminia. Nella località il Terzo vi era un fondo che si chiamava Arcione (in loco qui dicitur Arcioni) donde per trapasso filologicamente assai spiegabile, si ebbe in dialetto Arzon, A’rzon e poi Rzon”. Il gruppo ‘ar’ è diventato in italiano ‘ri’; quindi Arciòun uguale a Riciòun. Veniamo ora al suono ‘ou’; in italiano diviene ‘o’; quindi Riciòun uguale a Ricion. Da Riciòn a Ricione e quindi Riccione il passo è facile. Ora il problema si pone per l’etimo: da Arciòn o da parola latina più antica? Si propende per una parola latina: Hericiones o Ericiones, accrescitivi popolari di Hericius o Ericius, riccio e si danno due significati: 1) riccio, animale marino o terrestre irto di aculei; 2) macchina militare; Non v’è dubbio che l’etimo di Riccione è Hericius. Il gruppo aspirato he è caduto subito; la parte restante, Ricius, ha subito la celtizzazione in Arcius, ricevendo poi la forma dell’accrescitivo popolare: Arcion, Riccione, quindi, significa ‘Tronco armato di aculei di ferro lunghi e per estensione, ‘Grande accampamento militare trincerato’. Quando la nascita del nome? Qual è l’origine storica? Si può avanzare un’ipotesi. La colonia latina di Ariminum viene fondata nel 268 a.C. con confine al fiume Rubicone, La pianura fino a Rimini doveva essere in parte paludosa: la città o l’area di Rimini erano poco idonee alla difesa: vi poteva forse essere una postazione avanzata, un centro di osservazione, una
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piccola avanguardia. Il grosso dell’esercito (la colonia costituiva il confine settentrionale d’Italia) doveva trovarsi in un luogo sicuro e strategico: Riccione. A Riccione la Pianura Padana termina ed inizia la collina, passaggio obbligato nord‑sud. A Riccione c’era la base delle truppe romane a difesa dell’Italia, baluardo contro i Celti e contro i Cartaginesi. Rimini verrà fortificata solo in età augustea e l’Arco d’Augusto ne è una porta. E se Riccione dovesse il suo nome all’accrescitivo della parola latina arx, rocca o cittadella o altura fortificata? Non sarebbe altro che la conferma di quanto detto sopra”. Un’ulteriore diffidenza verso l’ipotesi botanica viene avanzata da Loris Bagli nel saggio “Tra mare e collina: ambiente e natura di un’area urbana”: “Negli stessi ambienti (sabbiosi) troviamo la Nappola italiana (Xanthium italicum), conosciuta per gli abbondanti frutti spinosi. Questa pianta comune anche presso i torrenti e gli incolti aridi, ha dato luogo in passato ad alcune disquisizioni circa l’origine del nome di Riccione. Secondo due autori (Dante Tosi e Otello Pasolini) il nome di Riccione trova la sua origine nel fitonimo Arctium, divenuto poi Arcione e Riccione.
Abbiamo quindi: la derivazione da un castello (che ancora non esisteva), quella dall’arcione come forma topografica del terreno, quella dell’arcione del destriero sul quale risalivano i pellegrini, un ulteriore arcione attribuito a San Martino quando (si dice) scese da cavallo per donare metà del suo mantello al pellegrino, quella di una fabbrica di orci (non essendovi in luogo gli archones dell’acquedotto), quella originata da una (nobile, senz’altro) famiglia Arcioni e quella molto più gratificante di essere stato un grande accampamento militare trincerato ed infine la sottile distinzione fra l’Arctium tappa e lo Xantium italicum. Sintesi da: L’intelligenza del luogo di Rodolfo Fracesconi
STORIA O LEGGENDA?
A proposito di toponimi. Arcioun Nella copia un po’ consunta di una vecchia pergamena, il cui originale è andato perduto, vi si riporta la storia della nascita di Riccione. Ho ricostruito il contenuto di tale documento attraverso ricerche opportune ed alcune informazioni fornitemi oralmente. “In Anno Domini... (illeggibile) Messer dei Malatesta, Signore di Rimino e del Contado, mentre equitava lungo lo Lito, giunto a nove leghe a meridione della Cittade, cadeva ruinosamente dallo cavallo senza riportare nocumento alcuno. Per celebrare la fortunata condicione fu deciso che quello loco fusse nominato Arcione per rimenbrare lo disarcionamento, non molesto, del Messer dei Malatesta.” A dimostrazione di quanto sopra, ricordo che nel dialetto “marchignolo” dei riccionesi, Riccione viene detto Arcioun. Per cui mi sono assai divertito ad esporre in rima la notizia soprariportata. La vera storia delle origini di Riccione, la “Perla verde dell’Adriatico”.
di Emilio Bracconi
Nel castel dei Malatesta c’era un lieto conviviar sul finir di quella festa fu proposto un galoppar.
Nove leghe fu del resto il percorso dei Cavalier finchè un tronco ben molesto cascar fece quel destrièr
“Una gran caduta è questa”disse provvido il buffon“che il Signor dei Malatesta è caduto dall’arcioun..
Fu così che un dì di festa a cavallo dei caval i Signor dei Malatesta percorrean il litoral.
e il Signor dei Malatesta di possanza eccezional battè il culo e poi la testa senza farsi troppo mal.
Questo loco assai modesto che ha nuociuto al mio Padron sia nomato tosto e presto con il nome di ARCIOUN “.
Un di Lor, forse il più lesto diede corsa al suo caval ed un altro tosto e presto diede sprone al suo animal.
Al buffon di corte in testa venne idea quasi genial; diè al Messer dei Malatesta questa frase capital.
Fu così che da una festa, finita al trotto nel final con caduta “cavalleresca” fu nomato il litoral.
Uno ad uno è manifesto lanciò forte il suo destrièr e la corsa presto presto fu furiosa in riva al mar.
“Per la grazia manifesta per il poco subìto mal oh, Signor dei Malatesta, battezziamo il litoral. “
Oggi ognoun può dir sicuro che Riccione nacque un dì da una gran “botta di culo” ed ancor oggi resta lì.
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9ª CENA DAL PURACE
Tradizione e dialetto: matrimonio indovinato!
Eletti l’Arzdora e l’Arzdor 2010 Puracia, poveraccia, vongola, venus galina, alzi la mano chi non le ha mai mangiate... e gustate! E chi non ricorda che, in tempi neppure tanto lontani, nella piazzetta delle Poveracce a Rimini il prelibato mollusco bivalve (quello pescato tra le sabbie riccionesi) era venduto con tanto di cartello che ne indicava la provenienza e quindi l’indiscussa bontà e il conseguente maggior prezzo? Ebbene, la Perla verde , città che può ancora vantare l’essere la “capitale delle poveracce“, ha avuto la sua “serata di gala “ venerdì 19 febbraio al ristorante Ranch Saloon di Riccione con la 9ª edizione di – Purace, guazèt e giugh in dialèt – serata organizzata da Famija Arciunesa che ha portato a tavola i fanatici del gustoso mollusco bivalve, ne ha precettati 16 (8 signore e 8 signori) facendoli giocare col dialetto tra un piatto e l’altro, ha raccolto fondi per aiutare le famiglie bisognose di Riccione. Negli intervalli mangerecci si è effettuato il torneo per eleggere l’Arzdora e l’Arzdor 2010. Hanno lanciato la sfida ai campioni uscenti: per il gentil sesso Frisoni Maria, Codovilli Gina, Morri Marisa, Buldrini Anna, Pirini Adriana, Montanari Angela, Fraternali Elsa, Montebelli Angela. Per il sesso forte: Rossi Galiano, Bernabè Silvano, Gusella Daniele, Rossi Oscar, Montanari
I vincitori del 2010. Da sin.: Galiano Rossi (2°), Silvano Barnabè “Arzdor”, il babbo di F.A. Giuseppe Lo Magro, Maria Frisoni “Arzdora” e Gina Codovilli (2ª).
Lele, Pronti Marino, Guagnelli Silvano e Piccioni Franco. Col sistema del tabellone tennistico si è giunti alle finali . Erano ammessi tifo da stadio e suggerimenti ai propri beniamini, cosicché dall’accalorarsi delle eliminatorie alla bolgia dantesca per le ultime domande il passo è stato breve. In finale l’hanno spuntata Maria Frisoni su Gina Codovilli e Silva-
I rappresentanti del “sesso forte”, cioè gli aspiranti “Arzdori”. Da sin: Galiano Rossi, Marino Pronti, Oscar Rossi, Lele Montanari, Daniele Gusella, Silvano Guagnelli, Silvano Bernabè, Franco Piccioni.
no Barnabè su Galiano Rossi, non senza fatica mnemonica in quanto la giuria proponeva anche termini desueti o specifici di attività lavorative del vernacolo locale. A tutti libri di dialetto; all’Arzdora e all’Arzdor corona e “zinaloun” decorato (e offerto) da Ricami Veronica di Silvano Bernabè più coppa da affettare e salame da mordere!
Le rappresentanti del “sesso debole”, cioè le aspiranti “Arzdore”. Da sin: Angela Montebelli, Angela Montanari, Elsa Fraternali, Marisa Morri, Gina Codovilli, Maria Frisoni, Adriana Pirini, Anna Buldrini.
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CURIO ITĂ SolidarietĂ senzaetĂ & golositĂ di Maria Grazia Tosi
Ma quanto si mangia per far star bene il prossimo! GiĂ , quale miglior occasione infatti per racimolare piĂš o meno consistenti somme da devolvere a chi ne abbisogni, che starsene tutti assieme gustando prelibate pietanze?! La cena di beneficenza diventa cosĂŹ un insostituibile momento dâ&#x20AC;&#x2122;aggregazione trasversale, che non risente di discriminanti politiche o sociali, ma che viaggia con un obiettivo comune. Che sia lâ&#x20AC;&#x2122;acquisto di un macchinario per lâ&#x20AC;&#x2122;ospedale, lâ&#x20AC;&#x2122;invio di fondi per popolazioni in difficoltĂ , il sostegno per un singolo cittadino, poco importa. Il bene, si sa, fa star beneâ&#x20AC;Ś e a volte anche un buon cibo. Nellâ&#x20AC;&#x2122;anno appena trascorso si sono susseguite a Riccione una miriade di appuntamenti dove il binomio mangiare-donare pare soluzione imprescindibile. â&#x20AC;˘ Ci sono le cene â&#x20AC;&#x2DC;della Gerriâ&#x20AC;&#x2122;, organizzate da Gerardina Dâ&#x20AC;&#x2122;Innocenzio assieme a Grazia Arcari, un appuntamento assolutamente imperdibile, dove il pesce fresco cotto dai pescatori sulla â&#x20AC;&#x153;gradèlaâ&#x20AC;? che non manca mai, regala la profumata consapevolezza delle nostre radici marinare. â&#x20AC;˘ Quelle di Famija Arciunesa oltre che appetitose sono fantasiose: la cena Di purĂŠt, la cena classica di pesce per lâ&#x20AC;&#x2122;A.I.L., quella dal Purace, de Brudèt e Tot pès senza spèine. â&#x20AC;&#x153;Cerchiamo di riscoprire e valorizzare i sapori antichi
della nostra terra e cosĂŹ anche la nostra cultura del dialetto â&#x20AC;&#x201C; dice Giuseppe Lo Magro - proponendo giochi , letture di poesie o, perchĂŠ no, lâ&#x20AC;&#x2122;elezione della miglior Arzdora.â&#x20AC;? â&#x20AC;˘ La serata dello IOR è diventata unâ&#x20AC;&#x2122;istituzione. â&#x20AC;&#x153;I romagnoli amano la buona cucina â&#x20AC;&#x201C; sostiene Barbara Bonfiglioli responsabile del punto di Riccione -. Noi ne organizziamo una ai primi di febbraio, ma tra quelle delle altre 7 sedi dislocate nel circondario è facile ritrovarci il riccionese che partecipa entusiasta. â&#x20AC;? â&#x20AC;˘ Altra istituzione è quella della Croce Rossa, questâ&#x20AC;&#x2122;anno allestita sulla panoramica terrazza del Palas dove, contornati da abiti eleganti e musiche raffinate, il Presidente Antonio Manzo ha fatto gli onori di casa ad un folto gruppo di commensali e AutoritĂ . â&#x20AC;˘ Câ&#x20AC;&#x2122;è stata poi quella dellâ&#x20AC;&#x2122;Associazione Albergatori per il suo 60esimo compleanno, andata in scena a San Patrignano: 450 invitati a tavola e non solo gestori dâ&#x20AC;&#x2122;hotel , piĂš momenti spettacolari. â&#x20AC;˘ Ed ancora unâ&#x20AC;&#x2122;altra cena, per il decennale della Caritas, il cui ricavato è stato recapitato ai servizi dedicati ai bisognosi e ai senzatetto. â&#x20AC;˘ Anche le parrocchie, spinte da ovvia vocazione umanitaria, si cimentano a loro volta; un esempio la cena di don Tarcisio nella tensostruttura accanto alla chiesa di San Lorenzo, per sostenere la
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popolazione Haitiana. â&#x20AC;˘ Ci sono anche le feste nei Centri di Buon Vicinato, come quello dei Tre Villaggi : â&#x20AC;&#x153;Ne abbiamo organizzate almeno tre di cene, e sono sempre risultati un successo â&#x20AC;&#x201C; dice il presidente Enzo Romagna â&#x20AC;&#x153;. â&#x20AC;˘ Oltre alle serate culinarie coordinate anche dai singoli cittadini e dalle varie altre associazioni, ci sono iniziative collegate allo sport, come quella che prevede un banchetto sotto le stelle gestito dalla Polisportiva Comunale durante la Notte Rosa, o quella del Velo-club, che sempre in estate organizza non una cena ma una cicloturistica che coinvolgere 500 appassionati delle due ruote, e che regala parte dellâ&#x20AC;&#x2122; introitoâ&#x20AC;Ś â&#x20AC;&#x2DC;per portareâ&#x20AC;&#x2122; a cena gli anziani di Casa Serena. La sequenza dei filantropici convivi è senzâ&#x20AC;&#x2122;altro molto piĂš lunga della sopraelencata, e va ad ingigantire il contributo umanitario, e cosĂŹ anche la linea, dei riccionesi. Per fortuna che ogni tanto si dona senza mangiare: la manifestazione a scopo benefico dei Babbi Natale del 27 dicembre portata avanti dal Comitato Riccione Xmas, per una volta tanto ha permesso di smaltire gli etti di troppo dei generosi e golosi cittadini, grazie ad una camminata di 5 chilometri per le strade della cittĂ . Non sarebbe male riproporne la modalitĂ â&#x20AC;Ś magari portandosi il pranzo al sacco!
INSIEME PIU’ GRANDI!
p.massarente@idradivisionecreativa.com
Le due scuole (Centro Professionale Danza Antonella Bartolacci e Accademia Danza e Musica di Riccione) si uniscono accrescendo l’esperienza, la professionalità e la tradizione dando vita all’ ACCADEMIA ANTONELLA BARTOLACCI. La grande realtà di Riccione per la Danza Classica, Moderna, Hip Hop, Break Dance, Contemporaneo, Pilates, Scuola di Canto e di Musica.
L’ACCADEMIA ABBRACCIA HAITI Un aiuto concreto per i bimbi di Haiti.
Sabato 13 e Domenica 14 Febbraio 2010, presso il teatro del Mare di Riccione, si sono esibiti in spettacoli di Danza e Canto gli allievi della ACCADEMIA ANTONELLA BARTOLACCI. La Direzione della scuola subito dopo il terribile terremoto di Haiti, ha deciso di contribuire subito in favore di questa sfortunata popolazione e parte dell’incasso è stato devoluto alla Fondazione Francesca Rava. A ritirare l’assegno di 1500,00 euro è stata MARTINA COLOMBARI, volontaria da anni dell’Associazione Rava, e allieva di Antonella Bartolacci per molti anni. ACCADEMIA di DANZA, MUSICA e CANTO RICCIONE - via Forlimpopoli, 14 - 339.1224476 - via Berlinguer, 70 - 339.1866795
CORO LE ALLEGRE NOTE
2000 Dieci anni di â&#x20AC;&#x153;Allegriaâ&#x20AC;? 2010 Le allegre note compiono 10 anni; dieci anni di lavoro, di musica, di sacrifici, di soddisfazioni, di 240 spettacoli, di sogni ancora da realizzare. Il 2009 si è chiuso con il debutto nel mondo della lirica per il giovane coro riccionese. Il 19 Dicembre 2009 infattiâ&#x20AC;Ż LE ALLEGRE NOTE sono state tra gli interpreti della Bohème di G. Puccini, che ha debuttato con successo al Teatro Regina di Cattolica, in una sala gremita in ogni ordine di posti. La rappresentazione è poi stata replicata al teatro â&#x20AC;&#x153;Borgattiâ&#x20AC;? di Cento (FE) e sono in via di definizione le repliche sul territorio nazionale. Ma lâ&#x20AC;&#x2122;anno del decennale si è aperto con unâ&#x20AC;&#x2122;altra opera: la TOSCA del CAPODANNO DI RIMINI 2010. Alla presenza di 1700 persone a serata (1 e 3 Gennaio) LE ALLEGRE NOTE, hannoâ&#x20AC;Ż preso parte ad uno spettacolo grandioso, con eco sulla stampa nazionale e un successo notevole. Anche il nostro Sindaco Massimo Pironi era tra le autoritĂ presenti e come vedete non ha rinunciato ad una foto ricordo con tutti i 27 della â&#x20AC;&#x153;cantoriaâ&#x20AC;? e con il â&#x20AC;&#x153;vescovo Fabioâ&#x20AC;? che per lâ&#x20AC;&#x2122;occasione debuttava â&#x20AC;Żnelle file dei Bassi del coro Galli. Due coriste, dopo aver superato lâ&#x20AC;&#x2122;audizione, â&#x20AC;Żhanno perfino sostenuto una parte da comprimari: quella del PASTORELLO che col suo canto allâ&#x20AC;&#x2122;alba sveglia le guardie che tengono Cavaradossi in prigione fino allâ&#x20AC;&#x2122;ora della sua fucilazione. Grazie a queste due produzioni allâ&#x20AC;&#x2122;orizzonte si preannunciano collaborazioni con vari importanti enti lirici e teatri sul territorio nazionale, per Carmen, Carmina Burana e altri allestimenti pucciniani. Ma il 2010 sarĂ soprattutto lâ&#x20AC;&#x2122;anno del decennale;â&#x20AC;Ż insieme a 11 ragazzi che câ&#x20AC;&#x2122;erano giĂ nel 2000 e che ora sono tutti confluiti in
â&#x20AC;&#x153;NOTE IN CRESCENDOâ&#x20AC;?,â&#x20AC;Ż insieme a tutti quelli che sono venuti dopoâ&#x20AC;Ż e a quelli che sono arrivati da pochi mesi, si festeggerĂ a lungo. Il 26 Marzo alle 21 un concerto alla Chiesa GesĂš Redentore dellâ&#x20AC;&#x2122;Alba, con protagonisti le Note in Crescendo, Il Coro Galli di Rimini e personaggi del mondo della lirica. Il 27 Marzo sempre alle 21 al Palaterme, una serata â&#x20AC;&#x153;in famiglilaâ&#x20AC;?: con il contributo di Famija Arciunesa salirianno insieme sul palco LE ALLEGRE NOTE, LE DOLENTI NOTE (genitori e insegnanti) e NOTE IN CRESCENDO. Domenica 28 marzo, sempre al Palater-
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me, alle 17 le â&#x20AC;&#x153;allegreâ&#x20AC;? e le â&#x20AC;&#x153;N.I.C.â&#x20AC;?â&#x20AC;Ż accoglieranno alcuni dei cori con cui in questi anni si è stretta unâ&#x20AC;&#x2122;amicizia particolare. La cittĂ riceverĂ â&#x20AC;ŻAmici da Perugia, Aosta, Parma, Bologna e Rovigo. Una soddisfazione â&#x20AC;Żdifficilmente descrivibile. Durare ininterrottamente dieci anni con unâ&#x20AC;&#x2122;attivitĂ culturale a Riccione non è facile; farlo arrivando a livelli professionali con dei bambini è veramente unâ&#x20AC;&#x2122;impresa. E di questâ&#x20AC;&#x2122;impresa Antonella, Marina e Fabio, insieme a tutto il 3^ Circolo Didattico di Riccione e insieme a tutta la cittĂ , sono veramente fieri! Per lâ&#x20AC;&#x2122;occasione uscirĂ un libro proprio dal titolo â&#x20AC;&#x153;Tutta qui la cantoriaâ&#x20AC;? (una citazione da TOSCA â&#x20AC;Żin onore alla grande parentesi Pucciniana che ha visto il coro protagonista) e in allegato un DVD con alcuni frammenti della storia â&#x20AC;&#x153;in palcoâ&#x20AC;? delle Allegre Note. Ma come sempre, non câ&#x20AC;&#x2122;è tempo per dormire sugli allori. Subito dopo il decennale fino a giugno altri 12 spettacoliâ&#x20AC;Ż (anche al Teatro Rossini di Pesaro) e poi la grande estate delle â&#x20AC;&#x153;allegreâ&#x20AC;? (leggerete in futuro) e il primo CD delle NOTE IN CRESCENDO. Buona musica a tutti! Fabio Pecci
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a... presto! ” cantori
ANNI DEL CORO “LE ALLEGRE NOTE”
Ebbene… “la Cantoria “ delle ALLEGRE NOTE ha raggiunto il suo primo traguardo: 10 anni!!! Nei prossimi 26-27 e 28 marzo sono in programma tre serate di grande musica che vedranno il nostro coro, oltre alle Note in Crescendo… in una “tre giorni” di festa… la festa della musica corale. Con noi ci saranno anche le “Dolenti Note” (per chi non lo ricorda sono i genitori e gli insegnanti dei nostri bambini!) a rendere ancora più grande e coinvolgente questa ricorrenza, insieme ad altri cori ospiti e artisti importanti che ci onorano della loro presenza. Ebbene sì, lo possiamo dire… che questa festa è proprio unica… visto che in tutta la provincia… anzi la regione… anzi la nazione…non esiste un’esperienza tale che da ben 10 anni coinvolge il 3° Circolo Didattico ed anche la città intera. Tre cori… di cui la colonna portante ha raggiunto quota “TEN” !!!... ed è” inTENzionata” a non fermarsi qui! Infatti tanti sono i progetti e numerose già le proposte, dopo gli ultimi clamorosi successi. E pensare che quando questa esperienza è partita dall’idea del nostro maestro Fabio Pecci, insieme all’allora dirigente del Circolo, Maria Iole Pelliccioni (attuale Assessore alla Cultura nella Giunta del nostro sindaco Massimo Pironi) nessuno avrebbe mai ipotizzato che sarebbe diventata una così trascinante esperienza, che in questi anni ha coinvolto ben 687 bambini
in più di 200 esibizioni. Che spettacolo! Il nostro coro non si ferma mai… né in estate, né in inverno,né durante le vacanze pasquali o natalizie… si prova e si canta in giro per il territorio locale e non; abbiamo calcato i teatri di ben 46 città diverse, di 16 province in 9 regioni italiane e in 3 stati esteri! Ma queste curiosità insieme a tante altre, a spontanee testimonianze e numerose foto… alcune veramente inedite… le potrete scoprire sul libro che per l’occasione è stato realizzato con l’aiuto di genitori, amici e dei nostri stessi coristi che hanno scartabellato tra album e ricordi per ricostruire questo straordinario percorso. Ed ecco che sarà possibile leggere: “TUTTA QUI LA CANTORIA… PRESTO!”, titolo che vuole essere un omaggio alla Tosca di Giacomo Puccini, che è stata la prima opera cantata dai nostri bambini in quest’anno così importante per tutti noi. Questa frase usata per “chiamare a raccolta “e con entusiasmo i coristi, vuole essere espressione dell’amore per il canto che Fabio cerca in ogni momento ed occasione di trasferire ai suoi “ragazzi” a cui è affezionato come fossero dei figli. Tutto questo si è realizzato… prova dopo prova, concerto dopo concerto , trasferta dopo trasferta… racchiudendo la magia della collaborazione dei genitori, la volontà delle istituzioni ed il credere di tutti noi che lo seguiamo da tempo. Per questo invito tutti a festeggiare con noi l’evento ed a leggere le pagine che narrano di questa nostra DECENNALE AVVENTURA! Colgo l’occasione per dire”Grazie“ a coloro che in qualsiasi occasione ed in ogni maniera, sicuramente spontanee e amichevoli, hanno contribuito a questo successo , perché come dice Kahlil Gibran: ”Il segreto del canto risiede tra la vibrazione della voce di chi canta ed il battito del cuore di chi ascolta”. Ed il battito di ogni cuore che ci sta vicino, che ci sostiene, che ci applaude, ci riempie sempre di gioia profonda. Maria Antonella Colangelo Presidente Associazione Coro “Le Allegre Note”
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CENTO ANNI FA
Teatro Pietro Sghedoni... Kursaal... Dante a cura di Giuseppe Lo Magro
Primi ‘900. Villa Sghedoni.
1910. Teatro Sghedoni.
Nel 1910 a Riccione viene inaugurato nel centro di Riccione il Teatro Sghedoni. Luogo di divertimento e cultura fu costruito, in muratura e legno, per volontà del Marchese Pietro Sghedoni che possedeva assieme alla moglie, Principessa Caterina Manankbey, una bella villa su Viale Viola (ora Viale Maria Ceccarini) nell’area dell’attuale Ristorante Diana. La villa nel tempo si trasformò in Albergo Diana ora sostituita da un residence. Il Marchese, per realizzare il suo progetto, acquistò l’intera piazzetta Vannucci, ricca di fabbricati ad uso commerciale che era adiacente alla villa e faceva angolo con Via del Porto (ora Viale Dante). Successivamente il teatro prese il nome di Kursaal sino a quando, acquistato dal commendatore Gaetano Ceschina e rimodernato prese il nome di Teatro Dante. Era luogo di balli e manifestazioni varie; furono rappresentate operette, commedie, avanspettacolo, opere liriche; proiettati films; organizzate feste sociali e incontri pubblici. Fu, insomma, il centro culturale e sociale di Riccione per lungo tempo. Nel dopoguerra fu demolito e sostituito dall’attuale struttura che al piano stradale ospita il ristorante Canasta, alcuni negozi e una banca.
1930. Teatro Dante.
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CULTURA
“Archeologia” teatrale Gualtiero Tumiati al Select Park, Agosto 1923
Se si esclude il trentennio, che va dalla seconda metà degli anni Venti a quelli Cinquanta del Novecento, Riccione non ha mai potuto disporre di un vero teatro, con ripercussioni negative sulla città, secondo un’ opinione ampiamente condivisa da quanti ritengono che lo sviluppo di una comunità, non sia unicamente legato alla crescita economica, ma anche a quella culturale e civile. Com’è risaputo, l’inopinata , stolta decisione di abbattere il Teatro Dante (già Teatro Schedoni), nel 1956-57, per sostituirlo con un anonimo condominio, all’incrocio fra i viali Dante e Ceccarini, ha rappresentato un fatto devastante, miope, destinato nel volgere di pochi anni, ad affievolire una tradizione che, per quanto non eccelsa, Riccione, pur tuttavia, possedeva in campo teatrale. Conseguentemente, si è dilapidato e gettato al vento, quanto di buono v’era delle esperienze passate. Quel teatro aveva significato, infatti, un importante luogo di cultura e di aggregazione per la città, come ancora tanti riccionesi tuttora ricordano. Oltre a commedie, messe in scena da compagnie di fama nazionale, il palcoscenico del Dante ha visto esibirsi numerosi gruppi amatoriali. Molti di questi, erano composti da attori locali, la cui attività ha certamente assolto un positivo ruolo di “memoria storica” ed anche “linguistica”, tramite la conservazione e valorizzazione del dialetto riccionese. Preservato, ammodernato e convenientemente ristrutturato, il Teatro Dante avrebbe potuto essere, ancor oggi, un biglietto da visita, un fiore all’occhiello nel centro di Riccione, la testimonianza viva, di una città sensibile e rispettosa delle proprie tradizioni culturali. Nello stesso tempo, è accertato che avesse tutte le potenzialità, per non “sfigurare”, tra i teatri di medie dimensioni, che tante cittadine e paesi, meno ricchi e famosi di Riccione, possono vantare. La locandina che accompagna il presente scritto, pubblicizza la rappresentazione di una celebre tragedia di Sam Benelli: La cena delle beffe, una pièce ambientata nella Firenze medicea di Lorenzo il Magnifico, che ebbe un successo strepitoso, tale da consegnare il nome del drammaturgo pratese alla storia della letteratura mondiale. Da questo dramma, verrà successivamente tratto, nel 1941, l’omonimo celebre film con Amedeo Nazzari e Clara Calamai, da parte del regista Alessandro Blasetti. La recita, risalente all’agosto 1923, ebbe luogo presso il Select Park, denominazione quasi sicuramente temporanea, di un’area all’aperto, adibita a spazio teatrale, finora mai citata in articoli e pubblicazioni sulla storia riccionese, stando almeno alle ricerche di chi scrive. Poteva forse trattarsi, di un cortile adiacente uno dei principali hotel dell’epoca, quali l’Albergo Al Lido di Galavotti, il Savioli o l’Amati, in cui durante la stagione estiva, i gestori organizzavano spettacoli teatrali, concerti, con lo scopo di intrattenere la propria clientela. In quel manifesto, nel quale risulta illeggibile il prezzo dei biglietti d’ingresso e testualmente delle ”poltrone numerate, poltroncine, distinti, platea”, ben chiaro e nitido appare il giudizio espresso da Sem Benelli: “Ho visto Gualtiero Tumiati nella parte di Giannetto. Egli ha saputo finalmente rivelare tutta l’anima
tragica di questo mio personaggio. Bisogna che ringrazi pubblicamente questo attore”. Si riesce inoltre a leggere, con grande difficoltà: “La leggenda di Liliom”, un testo teatrale dell’ungherese Ference Molnar, che dovette essere rappresentato dopo la tragedia di Sam Benelli. Gualtiero Tumiati (Ferrara 1876-Roma 1971), nella foto, con una giovane Alida Valli nel film Eugenia Grandet, viene descritto come un attore “estroverso, impetuoso, irruente, celebre per la sua voce calda e profonda che molto lo favorì nella carriera”. L’attore, tra l’altro membro di una ben nota famiglia ferrarese di intellettuali, fu uno splendido interprete delle tragedie greche, dei drammi di Shakespeare, del Cyrano di Bergerac, calcò i palcoscenici di tutti i maggiori teatri italiani, come “capocomico” di diverse “compagnie di giro”. Tumiati ha inoltre interpretato numerosi film di successo, prima e dopo il secondo conflitto mondiale, con la regia di prestigiosi registi tra cui Giovacchino Forzano, Mario Soldati, Mario Camerini, Luigi Zampa ed altri. Nel 1940 diresse l’Accademia dei Filodrammatici di Milano, avendo come allievi Giorgio Strehler e Paolo Grassi. Si ritirerà dalle scene nel 1958, salvo ritornarvi ancora una volta ben undici anni dopo, per interpretare, a novantatrè anni, l’indovino Tiresia, cieco come era oramai anche lui, nell’Edipo Re di Sofocle, diretto da Giorgio De Lullo al Teatro La Scala di Milano. Concludendo, anche quella locandina consunta, di cui è stato possibile recuperare solamente una immagine attraverso la rete, che reclamizzava quella “Terza Recita straordinaria della Compagnia Gualtiero Tumiati”, risalente all’agosto 1923, rappresenta una traccia, di come Riccione, a pochi mesi dall’acquisita autonomia comunale, ed ancor prima del decollo turistico degli anni Trenta del Novecento, rappresentasse una “piazza” appetibile, anche per compagnie teatrali di importanza nazionale. Fosco Rocchetta
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Crostini alle 4.000 euro per l’A.I.L. erbe aromatiche Polispotiva Spontricciolo
Nella foto, davanti alle casette in costruzione, da parte dell’ A.I.L. di Pesaro adibite alla permanenza temporanea dei famigliari delle persone ricoverate nell’adiacente struttura ospedaliera, il momento della consegna della somma di 4.000 euro, da parte del Presidente della Polisportiva Spontricciolo al Presidente A.I.L. di Pesaro raccolta nell’ultima iniziativa svoltasi nella piazza di Spontricciolo nel settembre 2009. Parafrasando la famosa fase di Totò, “è la somma che fa il totale” infatti 20.000 euro è la cifra che la Polisportiva Spontricciolo ha raccolto in questi anni e devoluti in beneficienza all’Associazione A.I.L. di Pesaro nel ricordo dell’amico Nazzareno Pandolfini scomparso proprio 20 anni fa, dopo una stremante battaglia contro la leucemia.
Ho sempre avuto un’alta considerazione per il pane, perché mia nonna Rosa mi raccontava, quando ero piccola (erano gli anni del dopoguerra) che il Signore, una volta nell’aldilà, ci avrebbe fatto raccogliere le briciole del pane sprecate, con una forchetta con due soli rebbi. Perciò questa ricettina gustosa è frutto di questa idea di parsimonia ed è molto pratica per poter utilizzare il pane raffermo. Le amiche alle quali l’ho consigliata ne sono rimaste entusiaste. Tagliate a tocchetti di circa 2-3 centimetri del pane raffermo, (preferibilmente del pane toscano o viennese). In una padella antiaderente mettete una manciata di erbe aromatiche miste tritate finemente (prezzemolo, aglio, rosmarino, salvia, origano, basilico, maggiorana, finocchio selvatico) insomma le erbe aromatiche che si possono trovare anche sul balcone di casa. A questo trito di erbe aggiungete dell’olio di oliva quanto basta per creare una specie di salsina. Mettete la padella sul fuoco e coprite il fondo della medesima con questo olio alle erbe. Appena incomincia a scaldarsi versare nella padella i tocchetti di pane, un po’ di sale, pepe, (a piacere peperoncino) e incominciare, con una paletta, a rigirare il pane mentre si abbrustolisce e assorbe tutto l’olio con le erbe. Mantenere il fuoco basso in modo che non si bruci e faccia una leggera crosticina dorata. Dopo qualche minuto i crostini saranno pronti. Mangiati caldi questi crostini sono ideali con una zuppetta di cozze e vongole alla marinara oppure con una zuppa di funghi alla toscana (della quale scriveremo prossimamente) o anche con semplici uova strapazzate. Buon appetito. Da “La Cucina dei Ricordi“ di Vilma Tosi
Da sin.: Giuliano Monaldini, Ivo Sperindio (Presidente della Polisportiva), Ezio Trebbi e Franca Giorgioni (Segretario e Presidente A.I.L.). Enio Olivieri, Gianetto Salvatori (Consiglieri Polisportiva).
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AMARCORD
Lo chiamavano Rusein Diceva che “Rusein” era il suo nome, cognome, paternità. Ha passato l’ultima dogana poco più di un anno fa stroncato, lui che era un uomo forte, dall’accanimento vigliacco del diabete. Quando qualche lettera gli ricordava di chiamarsi Bruno Polverelli, sapeva, già prima di aprirla, che portava grandine anche a ciel sereno. Era carica di tasse e bollette. Ricordava quella volta all’orizzonte del tempo, nel bel mezzo della giovinezza, quando gli portò la cartolina precetto, che lo spedì a far la guerra nei Balcani strappandolo dalla Gina e da Riccione. Era nato un passo prima della marcia su Roma, nel ‘21. Da ragazzo, dopo le ore della scuola, fece svariati mestieri: cameriere, imbianchino, verniciatore, decoratore, rappresentante di commercio. Nel contempo riusciva a frequentare le lezioni di musica e di disegno. Poi venne il tempo del militare, durante il quale ha avuto la fortuna di continuare a coltivare la sua passione, la pittura Però non aveva niente e doveva arrangiarsi. Così le pezze da piedi furono tele, un po’ di setole e peli tagliati ai muli furono pennelli. Ma la fortuna più grossa, alla fine, fu quella di tornare a casa sua che non c’era più. Bruno non si perse d’animo, anzi si fece animo, per cui, con il lavoro e l’ingegno riuscì a raggiungere una certa sicurezza economica. Il suo laboratorio d’arte, che era anche officina, fabbrica di collan-
ti, falegnameria, in mezzo alla campagna, veniva frequentato da molti amici. Rusein, come pittore, ha ottenuto soddisfazioni, premi e consensi. Era personaggio noto a Riccione e oltre. Ondate di gente visitavano le sue mostre personali. Si ricordino, al proposito, quelle allestite al Palazzo del Turismo, al Centro Arti Figurative, quelle dell’8 marzo con le mimose per le signore. E’ stato il cantore della campagna, della nostalgia, degli stupori che balenano improvvisi nella fanciullezza, indelebili nella memoria. Le opere parlano con il linguaggio della natura, ma in armonia con essa si affermano i contributi dell’immaginazione, trame cromatiche e tracciati che sorpassano il figurativo per andare verso l’astrazione. La creatività fervida gli ha regalato la compagnia di quei bambolotti, che compaiono quasi fanciulli e hanno negli occhi la sorpresa di sembrare vivi. Nello stesso quadro, talvolta, come in una giornata di primavera, si vedono i celesti teneri perdersi nell’aria e i rimbalzi della luce come dopo un acquazzone. La giovinezza ha accompagnato l’artista fino alla tarda età. Essa sorride anche nei dipinti di fiori e pannocchie, raccolti nei capi e lungo i fossi. Non sono quelli grassi delle serre. I colori delle foglie e dei petali s’accendono come note della tavolozza. Raccontano le emozioni di Rusein. Franco Ruinetti
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STORIE DI CASA NOSTRA
La casetta del parco
La “casetta del parco”(questa è la definizione adottata per riconoscerla nel corso del racconto), ora sede di Famija Arciunesa ed anche punto di Buon Vicinato, non era altro che un piccolo casolare facente parte di una vasta tenuta agricola di proprietà dei Conti Mattioli, che si estendeva da via Romagna a via Genova e dalla ferrovia alla Statale, e che già dai primi del novecento apparteneva alla nobile famiglia riminese. Nella vasta area c’era anche un Castello, che il Conte Giovanni e la sua famiglia utilizzavano come residenza estiva, e che imperava al centro delle abitazioni dei mezzadri che lavoravano per lui. Della decina di famiglie di contadini che vivevano lì la più conosciuta era quella dei Tosi (i Martlòn); fu la prima che in quella zona si stabilì dopo essere scesa a mare dalle colline di Rimini. Era il 1931, e il numeroso nucleo familiare, 27 persone, abitava in una grande dimora precedentemente convento di frati, e che si trovava dove ora c’è la tabaccheria di Morena Tosi (figlia di Bruno, che ha contribuito a comporre questo pezzo di storia locale). Decise di dividersi un po’, e nella casetta del parco ci andò a vivere Attilio Tosi con moglie e quattro figli. Attilio (Tilio) era il primo figlio del patriarca Francesco (Cicòn), e dell’Esterina . Un giorno alla Messa di Don Montali, Tilio era rimasto folgorato dalla bellezza di Domizia Mondaini (Micia); dopo un serrato corteggiamento si sposarono ed organizzarono una grande festa nella tenuta. E’ stato raccontato come un matrimonio ben riuscito, e la casetta del parco è stata il loro nido d’amore. “Spesso diventava anche un piacevole punto di incontro – racconta Bruno - dove Tilio che era molto simpatico si divertiva con gli amici, ridevano e si bevevano un bicchiere di vino.” Ai tempi della seconda guerra, quando le granate nemiche, oltre a danneggiare rovinosamente i tanti casolari dei contadini, provocarono gravi deterioramenti al Castello, questi venne abbattuto. Successivamente il figlio del Conte Giovanni , Guido, che non aveva amato la tenuta come il padre, cedette al Comune di Riccione buona parte dei propri terreni, quelli sui quali venne poi realizzato il parco della Resistenza e i vari impianti sportivi, ricevendo in cambio la possibilità di frazionare la parte restante in tanti piccoli lotti;
1938. La foto fu scattata dal Conte Guido Mattioli alla guida dell’idrovolante del Duce. Si vede il Castello e in alto a sinistra la casa colonica di Tilio ad Martlon sede attuale della Famija Arciunesa.
preoccupandosi inoltre che ogni mezzadro ne avesse tre in dono. “Fu un grande dispiacere per noi Riccionesi per i quali il castello era una maestosa costruzione che sicuramente arricchiva il paesaggio architettonico e che sarebbe stato bello poter salvaguardare” – continua Bruno. Quella che invece rimase a suo posto fu la casetta, dove vissero sino ai primi anni ‘70 Tilio e la Micia. Venne espropriata dal Comune che stava realizzando il parco, anche se poi restò lì per diversi anni inutilizzata. “Si allontanarono a malincuore – conclude Bruno Tosi -, per andare a vivere in un appartamento poco lontano da lì. Ma loro due erano veri figli della terra e soffrirono molto nel lasciarla: Tilio se ne stava sempre alla finestra a guardar fuori… Morirono alla fine del ’77 a pochi mesi di distanza l’uno dall’altra.” La Casetta del parco resta la testimonianza di un mondo agreste che rappresenta, assieme a quello marinaro, la doppia identità delle nostre radici. E curiosamente, ‘dentro’ la casetta, Famija Arciunesa continua ad occuparsi dell’approfondimento delle medesime. Maria Grazia Tosi
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BOXE E THAI BOXE
Fight Club Riccione avanti tutta! Il Fight Club Riccione prosegue senza soste l'attività agonistica, partecipando sul territorio nazionale alle manifestazioni del Calendario Federativo KL. Protagonisti quasi ovunque, data la loro vitalità e una mentalità incentrata sul non mollare mai, i nostri fighters dopo essersi distinti a Pordenone, Civita di Catellana, Cornaredo (campionati interregionali Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna) hanno ben figurato al Galà di Thai Boxing di Rosà (VI) nel Gennaio scorso. In un meritato applauso li raggruppiamo tutti, conoscendo i sacrifici cui si sottopongono per mantenere posizioni di vertice: De Domenico Giuseppe, Vintonovich Serhiv, Muccioli Boris, Conti Alessandro, Degan Mario, Prestandrea Santo, Notaro Francesco, Chiancarella Davide. Intanto lo staff tecnico si arricchisce di un personaggio di prestigio: Giorgio Campanella è entrato a far parte del club per portare la sua immensa esperienza e chissà che non riesca a sco-
prire qualche nuovo talento. Per i non addetti ricordiamo sinteticamente il suo curriculum di pugile: Campione Europeo Dilettanti - Campione Olimpico in Corea
- Campione Italiano Professionisti. Ha disputato tre incontri per il campionato mondiale Pro. Entusiasmo per i tecnici della boxe Muratori Marco, Iobbi Ettore, Michelangeli Emanuele, e per quelli della thai-boxe, Simoncioni Stefano, Misuri Alessandro, Mercuri Cristiano, Valli Cristian e Zara Giovanni che si potranno giovare di tanti insegnamenti. Per Campanella è un gradito ritorno nella “Perla verde”, in quanto nell'occasione della preparazione di una sfida mondiale si allenò nella Palestra Comunale di via Forlimpopoli conoscendo tra gli altri Napoletano Antonio, allora atleta di spicco ed ora presidente del Fight Club Riccione. Come si può vedere l'ambiente è in continuo fermento, alimentato dalla passione per il ring, passione che tutti quanti i tecnici desiderano poter trasmettere al maggior numero di giovani. Forza ragazzi, il “quadrato” vi attende.
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LO SPORT E’ DONNA
Il calendario del Riccione volley Sono trecentosessantacinque giorni di bellezza, amicizia, eleganza e... sono dodici mesi di amore per lo sport E’ il calendario 2010 del Riccione Volley femminile serie D regionale quello che Monica Bernabè ha realizzato fotografando le bellissime atlete della squadra di pallavolo. Location del servizio fotografico il bellissimo mare riccionese che a fine ottobre ha regalato colori spettacolari e un mare pulito ed incantevole dove, grazie alla collaborazione di Novaro e Patrizia Casadei del Bagno 35 B di Riccione , si sono svolte a più riprese le fotografie alle ragazze e ad alcuni dirigenti della squadra. “Sono 24 scatti che raccontano come dietro un’esperienza sportiva, la pallavolo, si racchiudano sentimenti forti quali l’amicizia, il piacere di stare insieme, di lottare per obiettivi comuni, l’allegria di condividere le gioie ma anche le amarezze e le delusioni. Lo sport come metafora della vita” (di Massimo Ugolini). La realizzazione del calendario ha avuto un importante scopo benefico. Il ricavato della vendita dei calendari ha permesso alla società riccionese di raccogliere fondi per proseguire l’adozione a distanza di un bimbo etiope Abel K.A. Il calendario è stato presentato ufficialmente il 19 dicembre 2009 presso il Palasport “I. Nicoletti”. Monica Bernabè ringrazia per la collaborazione e l’aiuto Novaro e Patrizia Casadei, il mitico fotografo Gianni Zangheri, Chiara Barnabè e soprattutto un ringraziamento grandissimo per l’occasione offerta al Presidente del Riccione Volley Giuseppe Tontini, ai dirigenti e all’allenatore della squadra, alle splendide ragazze protagoniste del calendario e un grande e affettuoso abbraccio a Massimo e Patrizia Ugolini. Monica B.
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PALESTRA SICURA
Il miglior modo di mandar via le mosche dalla camera, è fare la cacca nel salotto... Come dire, potevo chiudere la finestra, ma ho trovato una soluzione migliore, ho usato un integratore. Tengo a precisare che non ho niente contro gli integratori, ma sono degni di nota alcuni comportamenti comuni... Se vai a correre sotto il sole di ferragosto a mezzogiorno con la fascia di gomma sugli addominali coperto di cellophane non devi integrare i sali minerali ma potrebbero servirti i farmaci salva vita. Prova quando è fresco di sera, vedrai che ti basta la frutta e verdura per reintegrare quello che hai sudato. Se sei un atleta ad alto livello, dovrai mangiare come un atleta di alto livello, mangerai di più e mangerai meglio e quindi non ti servono gli integratori. Se prendi gli integratori per stare leggero a pranzo perché sei un camionista, allora devi prenderli anche a cena per stare leggero, mangerai solo il 29 febbraio, quest’anno no!
Se non ti muovi, perché sei un sedentario in sovrappeso e vuoi prendere gli integratori per dimagrire, allora non hai capito, non devi prendere niente, al massimo devi togliere qualcosa. Se prendi gli integratori perché ti fanno stare bene dopo l’assunzione, ricordati il
detto: gli integratori non fanno niente, se fanno non sono integratori. CON TRE RAZIONI DI FRUTTA FRESCA AL GIORNO (500 g.) E DUE RAZIONI DI VERDURA ( 400g. ) RIGOROSAMENTE DI STAGIONE, HAI TUTTO QUELLO CHE TI SERVE PER REINTEGRARE SALI E VITAMINE. UN INTEGRATORE IMPORTANTE E’ L’ACQUA CHE VA BEVUTA PERCHE’ QUELLA CONTENUTA DAI CIBI NON BASTA! Conclusione: cercare a tutti i costi un integratore per stare bene o per aiutarsi nella performance, può essere rischioso soprattutto nei giovani perché abitua alla dipendenza. Uno scalino intermedio per accedere a sostanze dopanti. Si legge, che sulla pianta del giardino di Adamo ed Eva c’era una bella mela mica un tubetto di Supradyn! Giovanni Mattoni
STAR BENE
L'Açaì e le sue proprietà L'açaì è stata "scoperta" recentemente quando la ricerca etnobotanica ha riscontrato essere uno tra i frutti più nutrienti della foresta amazzonica. Da allora l'açaì è passata dall'essere un segreto dell'Amazzonia ad essere la base della dieta dei top team atletici Brasiliani e poi di tutto il mondo. Analisi in laboratorio hanno rivelato che l'açaì contiene: Una forte concentrazione di antiossidanti, che combattono l'invecchiamento prematuro, con approssimativamente un valore pari a circa 30 volte le proprietà antiossidanti del vino rosso. Una rara sinergia tra omega e fitosteroli, per abbattimento dei grassi monoinsaturi del colesterolo apportando una protezione radicale del cuore ed un potenziale anti-carcinogenico. Un completo complesso di vitamine, amino acidi e con un'importante presenza di minerali, proprietà vitali per rigenerare l'organismo ed i muscoli. L'açaì è una risorsa incredibile di antociani (pigmento della pianta rosso porpora con potente proprietà antiossidanti). Gli antociani sono un gruppo di fitochimici presenti nel vino rosso. Il "paradosso Francese", dice che la Francia ha il tasso più basso di malattie cardiache di qualsiasi paese occidentale, nonostante un'alta prevalenza di fumatori e di una dieta ad alti contenuti di grassi saturi e di colesterolo. L'açaì contiene 33 volte gli antociani presenti nel vino rosso e tre volte quelli del mirtillo nero. L'Açaì è ricca di validi steroli: gli steroli sono componenti delle membrane delle cellule delle piante, che portano numerosi benefici per il corpo umano, riducendo il colesterolo nel plasma sanguigno. Gli steroli colpiscono il metabolismo di prostaglanine, componente biologica attiva trovata nel corpo, che riduce i dolori e le infiammazioni. Gli steroli oggi vengono utilizzati per il trattamento dei sintomi associati al BPH (benign prostate hyperplasia = iperplasia benigna della prostata). Da alcuni anni, gli scienziati hanno studiato la foresta pluviale amazzonica per i suoi fitochimici ed i frutti. Uno dei frutti che la popolazione indigena ha assunto per secoli
è l'Euterpe Oleracea, o più semplicemente: "Açaì" (pronunciata assaì). Le bacche di questa specie di palma contiene eccezionali concentrazioni di: proteine, essenziali acidi grassi, vitamine e minerali in aggiunta ad alcuni veramente forti fitochimici. L'açaì è ricca di acidi oleici monoinstauri, che sappiamo avere effetti benefici nel combattere le cellule cancerogene, prevenzione dell'arteriosclerosi, aumentare le lipo-proteine del metabolismo e velocizzare l'integrità del sistema immunitario. La nuova ondata comunicativa inerente l'effetto dimagrante è in parte vero, considerando però che l'açaì nutre e quindi reintegra le proprietà metabolizzate dal corpo umano quindi svanite, riducendo così la sensazione di fame con pochissime calorie, ma con una concentrazione altissima di nutrienti. L'Açaì contiene anche aminoacidi essenziali, che aiutano ad aumentare il metabolismo e quindi a bruciare più rapidamente i grassi in eccesso. L'Açaì contiene anche fitosteroli che aiutano l'organismo ad eliminare i grassi in eccesso. E' bene ricordare che comunque l'Açaì è un frutto e che quindi non agisce sull'organismo in maniera violenta, bensì in tempi più naturali. Scola dr Lorenzo
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ARTI MARZIALI
T.K.D. Riccione Stavolta hanno “sbancato” 1° Memorial Claudio Somai (CSEN) 13/14 febbraio 2010 – Tivoli (Roma) Oro Primo posto Betti Roberto c.n. 5° dan (Poomse) Betti Alice 1° poom (Poomse) Uguccioni Luna 2° dan (Poomse) Betti Alice 1° poom (combattimento) Uguccioni Luna 2° dan (combattimento) Argento Secondo posto
Al primo Memorial di Tivoli un T.K.D. Riccione “esagerato” ha fatto man bassa di podi. In una gara a livello nazionale con quasi tutte le regioni italiane rappresentate e con la nazionale della Grecia a dare il crisma dell'internazionalità ( per un totale di 400 atleti), la squadra della palestra Sparta del M° Betti Roberto (5° dan) e del Presidente Ottaviani Geo (6° dan) con soli 9 rappresentanti è salita agli onori delle premiazioni ben 8 volte. Cinque primi posti, un secondo e due terzi per gli agonisti nostrani che hanno espresso ottime qualità tecniche e una grinta da manuale. Ecco il dettaglio che rende l'idea dei loro meriti sportivi.
Sacripanti Linda 2° dan (Poomse) Bronzo Terzo posto Luppi Luca 4° kup (combattimento) Sacripanti Linda e Mainardi Luca 2° dan (Poomse coppia)
Tutti i pregi della tavola nel rispetto della tradizione romagnola
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TENNIS CLUB RICCIONE
I “Senatori” del nostro Circolo Alla proposta di aderire all’idea di un breve “ritratto” scritto, un gruppo di Soci del nostro Sodalizio, ha dato il l’OK. Questi simpatici 15 “evergreen” accettando di partecipare al ..gioco, hanno dimostrato uno spiccato spirito goliardico, al contrario di alcuni che hanno declinato l’invito,paventando conseguenze funeste, suggerite forse da un retaggio medievale, quando la superstizione imperava. Purtroppo altri personaggi importanti non sono risultati reperibili in tempo utile per far parte del “Clan”. Nonostante le non poche primavere sulle spalle, che vanno dai terzi ai quinti “anta”, i nostri eroi posseggono una verve da fare invidia a qualcuno meno carico di lustri. Buona parte di loro pratica ancora uno o più sport, offerti dalle nostre infrastrutture. Legenda: I personaggi vengono citati in riferimento alla loro posizione nel fotomontaggio, da sx a dx. Dopo cognome,nome e professione seguono il patronimico o il soprannome. Come è noto, il primo , pur essendo in parte sinonimo del secondo,è un nomignolo che, per svariati motivi, in tempi remoti venne affibbiato ad una famiglia che l’ha trasmesso alle successive. Mentre il soprannome, non trasmissibile, è riservato ad una singola persona. I Protagonisti: Barbieri G.Paolo. Chimico nel settore ambientale, bolognese, come altri figli della “Dotta” si è trasferito nella Perla verde, dove dimostra di trovarsi a suo agio. Ancora attivo nel lavoro e nello sport (tennis), ha mantenuto il suo proverbiale dinamismo. Barbieri Francesco. Bancario, proveniente da Roma, è un altro riccionese acquisito. Con la simpatica flemma romanesca, tipica dei capitolini, è persona di spirito, lega con tutti, purchè non si abusi della sua bonomia. Buon tennista, pare abbia rallentato la sua attività sui campi rossi. Marzi Ennio. prof. di Lettere, “Aspro”. A dispetto del patronimico è di carattere pacato, buon ascoltatore e di poche parole. I suoi interventi non sono frequenti ma, a ragion veduta. Ex tennista, causa un’avaria al braccio, gli è rimasto il secondo amore: il ciclismo. Tomei Giorgio. Imprenditore turistico montano, “Ziroin” (stecchino).Dalla Romagna è salito in Val di Fassa, conquistandola, nonostante i valligiani l’abbiano osteggiato per anni. Simpatia da vendere , grintoso con il suo tennis personalissimo, eccellente scalatore nonché maestro, in questa disciplina, di Alberto Fabbri . Fabbri Tino. Imprenditore calzaturiero, “Cantoun”. E’ considerato il patriarca del gruppo essendo l’unico appartenente ai “quinti anta”, portati alla grande con un fisico roccioso. Ha abbandonato da anni lo sport dedicandosi saltuariamente alle carte, dove se la cava bene, ma come spettatore, causa le sue critiche feroci,
non è gradito da chi le riceve. Migani Athos, commerciante, “Mighèn,” filosofo sui generis, il suo motto potrebbe essere :"Vivi e lascia vivere". Raccattapalle di chi scrive, dal 1948 al 1952,è uno dei pochi tra i 58 suoi “colleghi” precedenti e successivi, ad essere promosso capogruppo. Ancora oggi apprezzabile tennista, appena può si presenta al circolo con la Ferrari, mentre il suo datore”di lavoro “viaggia su una vecchia Fiat Punto. Arcangeli Cesare, guida ciclistica sportiva internazionale ,“Barbec”. Fisico asciutto e dinamico ha dovuto arrendersi ad un infortunio sciistico che gli ha stoppato l’attività che più amava, costringendolo a rifugiarsi nel gioco delle carte, dove può essere considerato un “top ten”. Menni Pietro, funzionario scolastico,“Pier”. Anche lui riccionese di adozione, proviene dall’alta Romagna si è ben inserito nel gruppo, specialmente in campo ciclistico partecipando, stagione permettendo, ad impegnativi raid sulle colline preappenniniche. Nel tennis può considerarsi un buon doppista, così come nel gioco delle carte.Fabbri Alberto, prof. di Scienze Motorie, “Andriin”. Considerato il bello del gruppo, si può definire un”polisportivo” tecnicamente molto dotato.Purtroppo non si può dire altrettanto per quanto riguarda lo spirito agonistico. Alpinismo, sci, nuoto, tennis e ciclismo sono gli sport che l’hanno divertito,ma senza regalargli allori,tanto meno il “tressette” dov’è meno dotato. Fabbri “Beby” Cesare prof. di Lettere “Utevie”. La famiglia più …satura di titoli accademici. Dal capo famiglia alla consorte Giuseppina prof di Scienze Motorie, i figli Livio ing.telecomuncazioni e Giulio ing. chimico. Uomo parsimonioso e ponderato, il “nostro” non lascia nulla al caso. Buon doppista nel nostro sport, eccelle nel gioco delle carte, dove è più spesso spettatore che giocatore.Buonpadre Orfeo,prof. di Educazione Artistica, “Bompi-Orfi”. Vanta
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un’attività giovanile sportiva in varie discipline, particolarmente nell’atletica.Persona mite, le sue frequentazioni al circolo si limitano alle letture dei giornali ed a brevi conversazioni. La sua “trentenne” Fiat Regata, che sembra appena uscita dalla catena di montaggio, denota un notevole senso di perfezionismo.Fabbri Renzo, ingegnere elettrotecnico, “Cadnac” . E’ stato impegnato per anni a Teheran (Iran) nella progettazione di numerosi oleodotti. Al ritorno in Italia si è dedicato all’imprenditoria turistica. Tennis e nuoto i suoi sport preferiti che pratica tuttora con frequenza e buon rendimento. Silvagni “Checco” Enrico. Direttore di banca, “Paladèin”.E’stato Presidente del nostro Circolo nel quadriennio 1978\82. Molto apprezzato il suo impegno nel sociale. Il tennis, una delle sue passioni lo vede più volte alla settimana sui “rossi”sfoggiare ancora un’apprezzabile tecnica.Bianchi Ottavio, ristoratore, “Utevie”. Da giovane ha diretto vari locali notturni per passare poi a gestire ristoranti divenuti per suo merito una gustosissima moda. Le sue passioni sportive il podismo ed il tennis, che ha abbandonato per impegni di lavoro e …. qualche kg di troppo. Parmeggiani Enzo, agente di commercio, “Il Conte”, “Last but not least”(Ultimo, ma non meno importante) per esigenze di fotomontaggio. Personaggio già ospite di questa rubrica, elegante nell’incedere anche se un’”inciampo fisico” lo ha costretto ad usare la “zanetta” (bastone) molto in voga nel secolo scorso. Purtroppo questo inconveniente gli ha precluso la sua amata attività tennistica. E’di pochi giorni la sua decisione di abbandonare il “supporto”che fungeva da terza gamba e camminare speditamente e autonomamente.Complimenti “ParmEnzo”. SALUTE, LUNGA VITA E BUONA PASQUA”RAGAZZI”! Piero Serafini
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Nuove idee in campo
Organizzo per te. Che cos’è?
Una nuova iniziativa della Polisportiva Comunale Riccione. Si chiama “Organizzo per Te” ed è rivolta a società sportive che scelgano Riccione, i suoi alberghi ed i suoi impianti per svolgere dei periodi d’allenamento estivo o stage nella nostra città. In pratica, le società e le sezioni della Polisportiva che aderiranno all’iniziativa metteranno a disposizione delle squadre ospiti un “tutor” che avrà il compito di agevolare la loro presenza sia negli impianti sportivi, sia nelle pause di svago e divertimento che vorranno prendersi in città. Ad occuparsi dell’ospitalità negli alberghi saranno, ovviamente, le agenzie di incoming turistico che aderiscono all’iniziativa. L’obiettivo è perlomeno duplice: far conoscere le potenzialità e la professionalità sia della Polcom, sia delle società coinvolte; far conoscere al mondo sportivo (non solo nazionale ma perlomeno europeo) la città di Riccione.
Campionati italiani assoluti primaverili di nuoto
Pellegrini, Filippi & Co. di nuovo fra noi
Dal 14 al 18 aprile, lo Stadio del Nuoto sarà nuovamente e felicemente “occupato” da tutti i nuotatori italiani di maggior prestigio che verranno a giocarsi nella nostra piscina le possibilità di diventare campioni d’Italia. Tra questi, gli appassionati riccionesi potranno ammirare atleti entrati ormai entrati nell’immaginario collettivo degli appassionati di questo sport. A cominciare dai due grandi talenti femminili di Federica Pellegrini e Alessia Filippi. E, poi, i tanti campioni e le promesse del nuoto italiano: da Marco Orsi, Cristian Galenda, Marco Belotti e Filippo Magnani nella velocità stile a Federico Colbertaldo e Max Rosolino per le distanze più lunghe. Da Mirco di Tora e Damiano Lestingi nel dorso a Alesando Terrin e Fabio Scozzoli nella rana, fino a Luca Marin nei misti. Fra le ragazze, a parte di due mostri sacri di Pellegrini e Filippi, il talento affermato di Elena Gemo nel dorso e quello appena sbocciato di Ilaria Scarcella nella rana. La Polisportiva Comunale giocherà le sue due carte. Fra gli uomini, nelle distanze lunghe dello stile libero Gianlorenzo Parmigiani che sui 1500 ha chiuso il 2009 col 13esimo tempo in Italia con un 15’40”84 che può essere senz’altro migliorato. E sui 200 rana Elisa Celli che l’anno scorso vantava un 2’29”74 sulla distanza (nono tempo assoluto). Nella foto: la grinta di Max Rosolino
Torna la Strariccione
Domenica 11 aprile torna una classica del podismo romagnolo: la “Strariccione”, l’ormai storica corsa della Perla Verde giunta alla 32esima edizione, inserita nel calendario Mare Verde Monti e nel circuito ViviCittà (tutte le gare competitive partono alle 10.30 in tante città italiane ed europee). Organizzata dalla Riccione Podismo e dalla Polisportiva Comunale, la competizione è aperta a tutti i tesserati Fidal, Uisp e d’altri enti sportivi ed è dedicata alla memoria di Walter Magi, presidente del Podismo Riccione prematuramente scomparso nel 2003. Tante le gare in programma, tutte in partenza dallo Stadio di via Forlimpopoli. La più importante è la competitiva di 12 chilometri in circuito che partirà alle 10.30 e che prevede premi in denaro (rimborsi spese) per i migliori delle classifiche, sia femminile sia maschile. Premi anche alle società partecipanti. Oltre a questa, due non competitive di 11 e 2,5 chilometri per le vie di Riccione e delle competitive per ragazzi (dai 400 metri fino ai 2 chilometri). Ritrovo alle 8 davanti allo Stadio di via Forlimpopoli e termine ultimo per l’iscrizione alla competitiva fissato per le 10.15 della mattina stessa. Per ulteriori info, si può telefonare al 3356071353 (Antonio). L’anno scorso i partecipanti furono 1300. Alla fine della fatica, grigliata di sardoncini per tutti.
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E’ ora di… Calcetto Marano Una delle strutture più belle della Polisportiva Comunale da godere con la bella stagione è senz’altro il Calcetto Marano. Un’area sportiva con campi da calcio a 5 e tennis vicina alla spiaggia e attrezzata di tutto punto. Uno spazio che è da tempo un riferimento per le persone che vogliono fare una partita fra amici. Ma anche per realtà nazionali ed internazionali che qui vengono a giocare i loro tornei. E’ il caso del’ormai classico torneo DELL’AMICIZIA, che si tiene dal 24 al 30 maggio e coinvolge forze di polizia e di sicurezza provenienti da tutta Europa per un totale di circa mille partecipanti. Ma anche del torneo VALPOLICELLA VERONA che ritiene due giorni prima (22 e 23 maggio) e che vede coinvolti 300 giocatori. Mentre a giugno si giocano i tornei OPES BOLOGNA (700 persone) e OPES UMBRIA (altre 700 persone). Per il Calcetto Marano, si prepara una grande estate.
Novità in palestra
Partono i corsi di Pilates e Power Pump Due belle iniziative in casa della Polisportiva. Partono due nuove attività: il Power Pump ed il Pilates. Il Power Pump è un’attività che si svolge a corpo libero, con l’ausilio di un bilanciere e della musica. Sotto la guida di un istruttore si eseguono allenamenti di tonificazione. Un modo divertente e dinamico per scolpire il proprio corpo. Il Pilates è una ginnastica posturale, utile sia per i sedentari, sia per chi è costretto a stare in piedi tutto il giorno. Ideato nel rispetto delle caratteristiche fisiche individuali, evita lo stress
La Polisportiva in Tv per il terzo anno Chi vuole sapere tutto, ma proprio tutto sul variegato mondo della Polisportiva Comunale Riccione, può farlo accendendo il televisore il giovedì sera alle 19. Su La8, infatti, va in onda, per il terzo anno
fisico e rinforza i muscoli del tronco e addominali. Questi gli orari in cui si possono praticare il Power Pump e il Pilates in Sala Ginnastica (al primo piano dello stadio del nuoto). Power Pump: - Lunedì dalle 13 alle 14; dalle 14 alle 15; dalle 20.30 alle 21.30 - Mercoledì dalle 11 alle 12; dalle 20.30 alle 21.30 - Giovedì dalle 9.30 alle 10.30; dalle 13 alle 14; dalle 14 alle 15; dalle 20.30 alle 21.30 - Venerdì dalle 10.30 alle 11.30; dalle 20.30 alle 21.30 Pilates: - Lunedì dalle 10.30 alle 11.30; dalle 15.45 alle 16.45 - Martedì dalle 16.15 alle 17.15 - Giovedì dalle 10.30 alle 11.30; dalle 15.45 alle 16.45 - Venerdì dalle 13 alle 14; dalle 14 alle 15; dalle 16.15 alle 17.15 - Sabato dalle 14.50 alle 15.50 Ma ATTENZIONE! Sia per il Power Pump che per il Pilates, occorre prenotarsi telefonando allo Stadio del Nuoto (tel. 0541644410) oppure rivolgendosi alla reception o all’info point dello Stadio del Nuoto. Infatti, per ogni lezione, sono disponibili 10 posti per il Power Pump ed 8 per il Pilates.
consecutivo, POLISPORTIVA COMUNALE RICCIONE CHANNEL, il format di mezz’ora dedicato alle società, alle sezioni e alle iniziative appartenenti alla nostra associazione. Atletica, basket, calcetto Marano, pattinaggio, volley, nuoto, tuffi, pallanuoto, subacquea, hockey in line, podismo, ginnastica, ginnastica evolutiva, karate, diversabilità e boxe alternandosi in studio e attraverso servizi filmati, raccontano la propria attività, gli impegni, i corsi che promuovono e, naturalmente, le vittorie. Oltre a ciò, trovano spazio le iniziative e le manifestazioni che la Polisportiva cura od ospita: dai campionati italiani di nuoto, alle manifestazioni internazionali. Chi fosse interessato, dunque, non deve far altro che schiacciare il tasto giusto del telecomando e sintonizzarsi ogni giovedì alle 19 su La8.
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5 x mille per la Polcom? Perché no!
In sede di dichiarazione dei redditi, è possibile destinare il 5 x mille della propria dichiarazione a favore della Polisportiva Comunale Riccione. Il contributo sarà utilizzato per qualificare progetti di giocomotricità per l’infanzia, d’educazione attraverso lo sport, per diversamente abili e per la diffusione della cultura sportiva sul territorio. Come si fa? Basta apporre la propria firma nel riquadro “Sostegno alle organizzazioni sportive dilettantistiche” che si trova sui modelli di dichiarazione dei redditi. Nello spazio sottostante va indicato il codice fiscale della Polisportiva Comunale Riccione: 82008250407. Non costa niente ed aiuta la Polisportiva nella sua missione sociale.
POLISPORTIVA COMUNALE RICCIONE
Torna la bella stagione
RICCIONE IERI
Dalla collezione Mussoni Enzo angolature “quasi” inedite!
1928 La fontana sul piazzale a mare
LIBRI... in corso!
I rasunamént per capì la vita
a cura di Edmo Vandi
AI busìe d’ogni dè... Tan sì cambiè per gnint A t’avrìa telefanè fra un minùt A t’ho sempra ti mi pensièr At giur an savèva gnint An gni guadàgn un French L’ironia l’è aizè qualchdoun fina e cièl, ciapandle per e cul
1930 Il porto con il faro
L’esistenza d’I’om la è fata ad tre manchènze: Us sposa per manchènza ad esperienza E divorzia per manchènza ad pacinza Us arsposa per manchènza ad memoria A sèm tòt fradèl (cumè Caino e Abele)
1938 Il nuovo lungomare
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Un’importa se tzi stè brèv, se te fat de bén e quant’amìgh t’è vù. La quantità dlà genta me tu funerèl la dipènd sempra s’e piòv o s’un piòv. Se tvò fè carièra fa sempra finta d’es pìò pataca de tu Capo.
RITROVARSI
Le elementari non si dimenticano
Dopo ventisette anni dall’ultimo giorno di scuola, il 29 gennaio 2010 ci siamo quasi tutti alla cena di classe della scuola elementare “Maestre Pie” dell’Abissinia per la “classe 72 di Suor Luciana. Ventisette anni in cui ognuno si è costruito una vita, come desiderata o magari diversa da quella sognata. Ma ventisette anni in cui è cresciuta anche l’emozione di reincontrarsi e per una sera ritornare bambini. Per sfogliare foto ingiallite e spolverare i ricordi tra i banchi di scuola, le gite e i saggi di fine anno. Per ridere di un pianto di allora o confessare un segreto taciuto dentro il grembiule… In molti oggi non ci conosciamo più, ma guardarsi negli occhi e riconoscere le immagini sbiadite dal tempo ci ha riportato a momenti
che ancora adesso, e forse per sempre, legheranno le nostre vite lontane. Nella foto 2010, tranne pochi, mancano solo i grembiuli… ma siamo davvero FANTASTICI! Un abbraccio a tutti noi. Dall’alto verso destra: I fila: Francesco Ara, Elisabetta Giorgi, Caterina Muccioli, Silvia Winter, Gianluca Tentoni, Silvana Girolomini; II fila: Francesca Del Bianco, Barbara Ronci, Gessica Mazzoli, Alessia Bonacini, Umberto Marconi; II fila: Matteo Bacchini, Lucia Bacchiani, Anna Villa; IV fila: Alberto Marzi, Michele Angelini, Alexandre Casadei, Suor Luciana, Alessandra Battarra, Silvia Venturini, Mauro Bernabé, Sonia Luzi. La Classe ‘72
Amarcord la budghina sèta chèsa Gabriella ed Elio sorridenti dietro il bancone della botteguccia di Via Verdi all’Alba. L’hanno gestita dal 1981 per 25 anni, vincendo la concorrenza di supermercati e centri commerciali col sorriso, la gentilezza e prodotti di qualità. Poi la vita riserva “brutte sorprese” e con la scomparsa di Gabriella è cessata anche l’attività della botteguccia. Quel sorriso però è rimasto negli occhi di tutti i clienti.
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Come eravamo
dall’album di famiglia di Paola Savioli
1941 – Linda Savioli si crogiola al sole nella zona centrale ( attuale piazzale Roma).
1940 – Linda sul nuovo lungomare, sfoggia le “moderne” zeppe.
1942 – Linda e l’amica Rina verso il largo per un bagno di mare.
1941- Linda sorridente “mosconara”.
1940 – Linda e mamma Lina.
1943 – Ferruccio e Linda “morosi” in spiaggia.
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Come eravamo CLASSI ELEMENTARI 1954-55 La IVª del M° Salvaterra Da sin. In alto : Tontini, xx, Castagna, Saponi, Bagli, Zangheri, xx, Frisoni, xx, Nicolini, Del Vecchio. In mezzo: D’Ercoli, Sammarini, Torri, Bompani Casali, Ronci, Clementoni, Grassi, Siliquini, Pritelli, Bellettini. In basso: Verlicchi, Menghi, Valgimigli, Mingucci, Mazzotti, Zaghini, Masini, Sullo, Conti, Canducci, Gnoli. Ringraziamo sin d’ora chi ci fornirà lumi per identificare le xx.
GRUPPI FAMILIARI
Anni '80 – I cugini Bezzi Da sin. : Angelica, Amanda, Leo, Dea, Seconda.
Anni '70 – Famiglia Angelini - Da sin.: Iolanda, Lina, Mafalda, Milia Tomassini (nonna), Gina, Bruna.
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AUGURI ADRIANO
II mio fratello maggiore si chiama Adriano, Adriano Vandi. In questi giorni compie 87 anni. E’ arzillo e vegeto nonostante abbia avuto una vita tutt’altro che tranquilla. Ha iniziato a lavorare a 12 anni come verniciatore nella fabbrica di letti “Calza‑Manzi e Castracani” (nella zona dell’attuale Centro Arti Figurative). Verniciava a spruzzo (alla nitro) senza mascherina (non si usava). Per lenire le incrostazioni delle vie respiratorie doveva bere molto latte. Per questo chiese per anni un piccolo aumento sulla modesta paga da eterno apprendista. Quando finalmente gli fu concessa per pochi spiccioli il suo capo reparto gli disse: “Ti auguro tu li debba spendere tutti in farmacia”. Adriano prese il barattolo della vernice e glielo tirò addosso. Fu licenziato in tronco, appena in tempo per ricevere la Cartolina Precetto e venire aggregato al
Battaglione San Marco di stanza a Pola. Il fatidico 8 settembre del ‘43 lo trovò col suo reparto a Tolone in Fancia. I tedeschi posero il noto aut‑aut: “..o con noi o contro di noi”. Adriano scelse “contro di noi” e così fu deportato nei campi dì concentramento prima in Germania poi in Polonia dove per due anni soffrì fame, freddo e patimenti di ogni genere. Si salvò dai forni crematori in quanto si inventò “calzolaio”. Infatti quando il Kapò chiese se c’era qualcuno che faceva il “Schumaker” Adriano alzò la mano e disse: io! Lui il calzolaio non l’aveva mai fatto, ma aveva visto lavorare di lesina “Bandloun” il ciabattino del nostro rione (dove oggi c’è il Centro Sociale Tre Villaggi). Per oltre due anni non ricevemmo nessuna notizia,ma mia madre spediva ogni mese un pacco contenente indumenti di lana, qualche pezzo di pane e la piada all’indirizzo: per Adriano Vandi ‑ Lager Birkenau/Germania. Diceva alla Posta:”Spero che lo riceva mio figlio ma a qualcuno sicuramente farà del bene”. I medici delle truppe alleate che lo liberarono, lo visitarono e pesarono: 43 chili contro gli 80 originari. Il ritorno fu alquanto avventuroso. Camion militari, qualche tratto in treno, molti a piedi, in tutto 27 giorni. Un furgone carico di frutta lo scaricò a Coriano da dove raggiunse a piedi, attraverso i campi, l’inizio di Via Malta dove abitavamo. Noi della famiglia lo aspettavamo in mezzo alla strada avvertiti dai vicini. “Adriano l’è arvàt, u j’è Adriano !”. Lo vedemmo là in fondo, lato Piada d’Oro. Magro, barba lunga, capelli a ciuffi e una valigia di cartone legata con uno spago. Impiegò almeno mezz’ora per arrivare da noi poichè veniva abbracciato e baciato dai vicini di quel tratto di strada. I miei
genitori lo accolsero piangendo. Entrò in casa guardandosi attorno incredulo, con gli occhi spiritati. Aprì la valigia; conteneva panni sporchi e un paio di scarponi lucidi e perfetti. Non ho mai dimenticato l’odore di quel contenitore, l’odore della fame e del dolore, l’odore dei luoghi di morte. Adriano si riprese alla svelta (le tagliatelle di mia madre fecero miracoli). Divenne poi Vigile Urbano, discreto e silenzioso in servizio, quanto loquace e spiritoso in famiglia e con gli amici, fino alla vita ritirata di oggi, con la memoria lucida e viva riguardo gli eventi terribili vissuti negli anni più importanti della sua gioventù, assistito con l’amore e affetto di sempre dalla moglie Giuseppina. Una vita che va raccontata e sottolineata per non dimenticare un passato che ci auguriamo non ritorni mai più. Edmo Vandi
(BMMFSJB
“IZZUL” Luciano Luzzi “Izzul” nasce artisticamente a Urbino, i suoi paesaggi infatti ricordano la bella città marchigiana; vive e lavora a Riccione, città balneare, ben lontana dai paesaggi che ritrae. Osservando le opere di “Izzul” si avverte immediatamente un senso di pace e di serenità tipica dei personaggi raffigurati, le monachine ed i fratini che popolano il paesaggio sono gioiosi, nonostante il grigiore dell’inverno, il tutto infonde un senso di pace e di gioia. Izzul dipinge dal 1955, queste le sue mostre: Bologna, Firenze, Roma, Rimini, Milazzo, Vienna.
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