Famija Arciunesa www.famijarciunesa.org redazione@famijarciunesa.org
IL GIORNALE DI RICCIONE Associazione Culturale per Riccione
PERCHE’ LA TUA PUBBLICITA’ SULLA
FAMIJA ARCIUNESA?
E’ il mezzo ideale per presentare la tua attività alla città. E’ un giornale bimestrale che parla di Riccione con tanti argomenti diversi: attualità, dialetto, tradizioni, manifestazioni, storia locale, personaggi, libri, ricette, sport, foto di ieri. A differenza di un quotidiano non viene gettato il giorno dopo, ma conservato e letto a più riprese e le inserzioni pubblicitarie sono viste più volte. Con 17.000 copie raggiunge gratuitamente tutte le famiglie di Riccione (cinque volte l’anno) con la garanzia della incellofanatura. L’utile del giornale va in beneficenza a favore dei progetti dei quali l’Associazione Famija Arciunesa si occupa da oltre 30 anni.
Info: Giuseppe 338 4304667 • Paolo 0541 606680
CERCHIAMO VENDITORI DI SPAZI PUBBLICITARI WWW.FAMIJARCIUNESA.ORG IL GIORNALE LO SFOGLI ANCHE SU INTERNET
Famija Arciunesa
Make Up permanente La micropigmentazione fa parte di uno dei settori più in crescita nel campo dell'estetica. Sia gli uomini che le donne possono beneficiare dei vantaggi della micropigmentazione al fine di migliorare la propria bellezza naturale: SOPRACCIGLIA, LABBRA, NEI, EYLEINER, INFRACIGLIARE, AREOLA MAMMARIA, CICATRICI, ALOPECIA, VITILIGINE. Bisogna aggiungere che il trucco permanente può essere preso in considerazione anche per motivi pratici, soluzione unica per coloro che soffrono di allergie attraverso l'uso dei regolari cosmetici, hanno una sensibilità maggiore per l'utilizzo di lenti a contatto, sono affetti da un deficit visivo o da mani che tremano. Vuoi che il cliente soffra di alopecia, evidenzi cicatrici importanti, abbia subito operazioni al seno, soffra di depigmentazione, perdita di capelli o sia stato sottoposto a chemioterapia, attraverso la micropigmentazione può ritrovare il proprio stato di benessere e completezza. Il micropigmentiista è in grado di ultimare il lavoro svolto dal chirurgo (es.: cicatrici areola mammaria) e collaborare quindi con studi medici professionali.
Riccione - Via Vittorio Veneto, 43 • Tel. 327 7188525 katy.life@yahoo.it
Permanent Make Up Riccione
permanent_make_up_riccione
SPECIALE CASA *Promozione valida fino al 30/04/2016. Scopri i dettagli in negozio.
SCONTI FINO AL 40%* - Scegli il tuo stile e arreda casa con le tue foto!
FOTOQUADRI
A partire da € 8,90
FOTOLIBRI
FOTOBIGLIETTI
A partire da € 8,50
A partire da € 0,90
RITAGLIA QUESTO COUPON E PORTALO IN NEGOZIO INSIEME ALLE TUE FOTO.
5
VALE EURO DI SCONTO SU UN PRODOTTO A TUA SCELTA.
COVER
A partire da € 19,90
MEMORY BOX A soli € 15,90
PhotoSì Riccione Store
Via Carpegna 22 (zona Artigianale) tel. 0541 609191 - www.store.photosi.com Lun. 15,30 - 19,00 - Dal Mar. al Ven. 9,00 - 13,00 | 15,30 - 19,00 - Sab. 9,00 - 13,00
Promozione valida su un ordine minimo di 10 euro fino al 30/04/2016
PUNTI TESSERAMENTO
TESSERAMENTO 2016 2016 Gianni Zangheri Fotografo Free Lance 339 42 93 686
Giorgio Batarra Merceria Intimo Via S. Lorenzo 1 0541 64 04 02
Mirco Protti Consulente Ammin. Via Ruffini 11 0541 69 18 65
Co gn om e No me Via/P.zza Città e-mail
Vi a Mo nt eb ian co 27 “n el Pa rco ” Te l. 05 41 64 3 88 4 • 4783 8 Ric cio ne (R n)
www.famijarciunes
a.org / info@fam ijarciu
Paolo Ciotti 328 8116991
Giancarlo Bergnesi Nonsololuce Via Adriatica 20 0541 69 13 10
Giuseppe Speranza Edicolè Via Romagna 52 0541 64 44 62
Ordinario
nesa.org
Sostenitore
€ 25.00 € 50.00 Puoi aderire con un versamento tramite
C.C. POSTALE N° 11354479
IT47L0 5387 24100 0000 0075 6192
Erika Guidotti Edicola Cervino Via Cervino 11 0541 64 67 22
Roberto Mainardi Macelleria Via Puglia 34 0541 69 13 56
• Bonifico: • Recarti in sede: Via Montebianco 27 - Riccione Martedi, Giovedi, Sabato dalle 16.30 alle 19.00 • Telefonare allo 0541/643884 o inviare una mail a info@famijarciunesa.org Il nostro incaricato verrà da voi. • Recarti in uno dei punti tesseramento
Rita Berardi Cartoleria Adua Via Lazio 0541 60 02 69
SPECIALE PER I NOSTRI SOCI! VOLUME 1
Per il Socio Ordinario in omaggio il libro “La Perla verde” di Albo Casadei. 1964
2014
MUOVERSI OGGI PENSANDO AL DOMANI
RIMINI - VIA FLAMINIA 341
Per il Socio Sostenitore 2 libri omaggio “La Perla verde” di Albo Casadei che così potrà fare un regalo ad un amico.
RICCIONE - LA PERLA VERDE
A tutti soci i 5 numeri del bimestrale “Famija Arciunesa” direttamente a casa tramite spedizione postale.
IL GIORNALE DI RICCIONE Associazione Culturale per Riccione
PERCHE’ LA TUA PUBBLICITA’ SULLA
FAMIJA ARCIUNESA?
E’ il mezzo ideale per presentare la tua attività alla città. E’ un giornale bimestrale che parla di Riccione con tanti argomenti diversi: attualità, dialetto, tradizioni, manifestazioni, storia locale, personaggi, libri, ricette, sport, foto di ieri. A differenza di un quotidiano non viene gettato il giorno dopo, ma conservato e letto a più riprese e le inserzioni pubblicitarie sono viste più volte. Con 17.000 copie raggiunge gratuitamente tutte le famiglie di Riccione (cinque volte l’anno) con la garanzia della incellofanatura. L’utile del giornale va in beneficenza a favore dei progetti dei quali l’Associazione Famija Arciunesa si occupa da oltre 30 anni.
Info: Giuseppe 338 4304667 • Paolo 0541 606680
CERCHIAMO VENDITORI DI SPAZI PUBBLICITARI WWW.FAMIJARCIUNESA.ORG IL GIORNALE LO SFOGLI ANCHE SU INTERNET
Famija Arciunesa
Make Up permanente La micropigmentazione fa parte di uno dei settori più in crescita nel campo dell'estetica. Sia gli uomini che le donne possono beneficiare dei vantaggi della micropigmentazione al fine di migliorare la propria bellezza naturale: SOPRACCIGLIA, LABBRA, NEI, EYLEINER, INFRACIGLIARE, AREOLA MAMMARIA, CICATRICI, ALOPECIA, VITILIGINE. Bisogna aggiungere che il trucco permanente può essere preso in considerazione anche per motivi pratici, soluzione unica per coloro che soffrono di allergie attraverso l'uso dei regolari cosmetici, hanno una sensibilità maggiore per l'utilizzo di lenti a contatto, sono affetti da un deficit visivo o da mani che tremano. Vuoi che il cliente soffra di alopecia, evidenzi cicatrici importanti, abbia subito operazioni al seno, soffra di depigmentazione, perdita di capelli o sia stato sottoposto a chemioterapia, attraverso la micropigmentazione può ritrovare il proprio stato di benessere e completezza. Il micropigmentiista è in grado di ultimare il lavoro svolto dal chirurgo (es.: cicatrici areola mammaria) e collaborare quindi con studi medici professionali.
Riccione - Via Vittorio Veneto, 43 • Tel. 327 7188525 katy.life@yahoo.it
Permanent Make Up Riccione
permanent_make_up_riccione
stazione ferroviaria
4
di Nives Concolino
Lavori per renderla più sicura e accessibile Smantellato per sempre il terzo binario, la stazione ferroviaria di Riccione viene ridisegnata per diventare più sicura e accessibile ai disabili e ai viaggiatori con mobilità ridotta.
Questo anche in funzione dell’alta velocità che richiede determinate misure di sicurezza. Da febbraio, dunque, cantiere aperto, mentre il sindaco Renata Tosi annuncia che il Comune “sta lavorando per potenziare i collegamenti veloci con le Frecce di Trenitalia: per la prima volta quest’estate la Frecciabianca farà tappa a Riccione tutti i giorni, anziché solo nei fine settimana come l’anno scorso”. Una buona notizia, dopo anni in cui si registravano solo tagli di corse, tante, che
non sono state più rimpiazzate. Aveva suscitato indignazione, soprattutto tra gli operatori turistici, la fermata del Frecciarossa, cancellata alla vigilia della prima tappa con oltre 6.000 prenotazioni per Riccione. Un trend in netto contrasto con la politica dell’Associazione albergatori, che già allora si adoperava per incentivare l’uso del treno con speciali promozioni per i turisti che scelgono questo mezzo di trasporto. Ora si tenta di riprendere quota, mentre la stazione si adegua con il progetto di ristrutturazione che Rfi, Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) ha previsto in 70 stazioni italiane, alle quali a breve se ne aggiungeranno altre 500. La cifra investita per Riccione ammonta a 3 milioni di euro. I lavori, avviati in gennaio, saranno ultimati a fine settembre. Il progetto esecutivo delle Ferrovie, comparto di Ancona dal quale dipende la stazione ferroviaria di Riccione, prevede il rifacimento dei marciapiedi, alti 55 e non più 25 centimetri come ora, e delle pensiline, nonché lo spostamento più a mare dei due binari esistenti, che occuperanno gli spazi di quello eliminato. In programma pure l’abbattimento delle
barriere architettoniche e l’installazione di due ascensori. Tutto questo ha comportato anche la demolizione dell’ingresso su piazzale Vittorio Veneto. Per il resto, il marciapiede e la pensilina dell’edificio in cui si trovano tutti i servizi compreso la biglietteria, si allargano, mentre il marciapiede tra il primo e il secondo binario viene eliminato. Se ne costruisce uno nuovo, a mare del secondo binario, al quale si accederà attraverso la struttura in acciaio e cristallo, che sostituisce quella in mattoni di vetro colorato. Per l’occasione si rifà anche l’arredo con nuove fioriere, panchine e cestini.
AVVISO IMPORTANTE PER I NOSTRI LETTORI
In caso non riceviate la rivista Famija Arciunesa a casa vostra potete ritirarne una copia presso la BIBLIOTECA COMUNALE di Via Lazio dal primo giorno dei mesi: Feb-Apr-Giu-Ott-Dic
REDAZIONE Direttore Responsabile: Giovanni Cioria • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives • Hanno collaborato a questo numero: Adriano Prioli, Gilberto Cevoli, Paolo Cortesi, Roberto Pesaresi, Fabrizio Serafini, Giorgio Casadei, Albo Casadei (archivio), Claudio Villa, Lorenzo Vandi, Novella Zammarchi, Arnaldo Grossi • Foto: Pico e Gianni Zangheri • Pubblicità: Tel. impaginazione: Studio Grafico Composet Riccione: 0541 606680 • Stampa: La Pieve Poligrafica
Betti Riccardo RIPARATORE AUTORIZZATO OPEL GM Assistenza: Via Emilia 11 - Riccione Vendita e esposizione: Via Emilia 24 - Tel/Fax 0541 643527 e-mail: bettiriccardo@libero.it
CENTRO REVISIONI AUTO e MOTO
Concolino, Maria Grazia Tosi Betti, Renzo Bagli, William Scola, Bruno Bezzi, Edmo 338 4304667 • Grafica e Editore Villa Verucchio S.r.l.
RISTORANTE PIZZERIA CRISTALLO
Installazione e assistenza
impianti GPL e Metano LANDI RENZO
Riccione (RN) - viale Dante, 36 Tel. 0541605404 - Fax 0541606663 www.ristorantecristallo.it info@ristorantecristallo.it
CA RT OL ER IA
dal 1966
ADUA
SCUOLA • CASA • UFFICIO
Arriva la bella stagione! GENTE di MARE siete pronti? Da noi trovate tutto quello che vi serve. Compresa la consegna a domicilio.
RICCIONE PAESE Via Adua 2 (ang. Via Lazio 28) Tel. 0541 600 269 info@cartoadua.com
il personaggio in primo piano
6
di Maria Grazia Tosi
Ivan Pinzon, comandante della Capitaneria di Porto Da più di quattro anni è il Comandante Capo 1° classe Ivan Pinzon, veneziano e sposato dall’estate scorsa con la riccionese Avv. Morena Ripa anche Consigliera comunale, che sovraintende all’Ufficio Marittimo di Riccione, avvicendatosi al Comandante Saverio Trani restato in carica per diciassette mandati. Un ruolo prezioso ed imprescindibile per una località marina. Il porto può assolvere le funzioni richieste o necessiterebbe di un incremento infrastrutturale? “In questo momento il porto è di giusta capienza, anche perché la crisi ha colpito tanto la nautica da diporto, con relativa diminuzione della categoria di diportisti. Una volta i posti barca erano tutti esauriti, ora ce ne sono anche di vuoti, e da natanti di 12 metri si è passati alla misura classica del 6 metri. Contiamo in una ripresa futura, e nel caso si valuteranno i progetti da portare a termine; ne sono stati proposti tanti dalle diverse Amministrazioni, e che riguardano la zona a nord della ferrovia.” La pesca si profila come un’attività proficua oppure è solo una cornice ad effetto? “E’ una bella cornice proficua… perché c’è: nonostante che si tratti di ‘piccola pesca’ ogni mattina alle 8 tanta gente va ad acquistare il pescato sulla banchina del porto. Purtroppo però il lavoro del pescatore sta scomparendo, non c’è un adeguato ricambio generazionale. Infatti in altre realtà, gli equipaggi delle imbarcazioni da pesca d’altura sono composti principalmente da extracomunitari: sfido chiunque a fare quella vita… è un lavoro molto duro e comunque si protrae solo dalla primavera a fine estate.” Le collaborazioni con le Istituzioni rivestono una funzione necessaria? “Esiste qui un’eccellente collaborazione tra tutte le Forze dell’Ordine ed anche con le Istituzioni comunali. Del resto se non si collaborasse non si andrebbe avanti bene come si sta andando. Ho anche notato che chi viene a lavorare a Riccione non può che amarla e questo spinge a dare il massimo. E’ una città accogliente e coinvolgente, ed i riccionesi sono dei gran lavoratori.” Abusivismo commerciale: un fenomeno che sta aumentando o diminuendo? “Riccione in questi anni non ha mai mollato in fatto di controllo, e rappresenta un punto di riferimento positivo per le tante riviere. Quotidianamente in stagione ci sono 6 incaricati, uno nostro e cinque della Polizia Municipale che attraversano in lunghezza tutto il litorale per controllare eventuali episodi di abusivismo commerciale. Ogni tanto si effettua un blitz, come quello del luglio scorso, dove una ventina tra agenti nostri e loro sono intervenuti in modo più ampio e deciso, sequestrando notevoli quantità di merce abusiva.
E non s’intende con questo attivare azioni ‘discriminanti’ rispetto ai venditori solitamente stranieri, ma azioni che impediscono attività commerciali non regolari.” Gli abusi edilizi in spiaggia, invece, obbligano i vostri uffici ad un superlavoro? “Direi che ormai gli operatori di spiaggia non rischiano più, perché maggiore è adesso la severità in caso di infrazione. In passato, con le sanatorie e le oblazioni, si poteva osare di più. Ora per realizzare qualsivoglia cambiamento si deve presentare un progetto che deve essere approvato, e la sua concretizzazione va poi continuamente controllata in corso d’opera.” Nel febbraio 2015 è stato recuperato un peschereccio affondato nel porto: ha causato danni? “Quel tremendo fortunale ha causato gravissimi danni a tutta la costa e anche al nostro porto. Il livello dell’acqua si era alzato a filo banchina e la barca “I due fratelli” si è agganciata ad una bitta danneggiando la chiglia con il conseguente affondamento. Ci è voluta anche la collaborazione dei Vigili del Fuoco per tirarla fuori; abbiamo provveduto a contenere la fuoriuscita di idrocarburi, ed entro una settimana la zona è stata bonificata. Questi eventi causano un danno economico… ma anche umano, a chi ha dedicato una vita alla propria amata barca e alla propria attività peschereccia.” Spiaggiamenti di tartarughe o delfini morti: atti dolosi o naturali? “Il ciclo vitale del mare è continuo, e quando capita una mareggiata tutto quello che si porta con se lo riversa sulla riva. Quando sono spiaggiate tartarughe morte abbiamo indagato con la Fondazione Cetacea: non facile identificare le cause: il freddo, una rete da pesca, l’ingoio di un amo o di un sacchetto di plastica scambiato per medusa.
Nel 2014 in estate è arrivato a riva un delfino morto: tanta era la curiosità, ed è stato difficile tenere lontane le persone che lo volevano toccare. E non si poteva, perché comunque essendo una carcassa in decomposizione rappresentava una vera “bomba” chimica.” L’erosione marina locale è un fenomeno allarmante o sotto controllo? “Il mare dà, il mare prende. Con i ripascimenti si può tamponare, anche se l’erosione è un fenomeno naturale. Tra poco verranno posizionate delle barriere artificiali soffolte, in collaborazione con l’Università di Salerno e la “Federico II” di Napoli: 6 campane di calcestruzzo permeabili ed ecosostenibili con il sistema della Reff Ball Italia, da impiantare al largo delle ex Colonia Bertazzoni. Uno studio che durerà 18 mesi e che valuterà la loro potenzialità sia per il ripopolamento ittico che per un’ eventuale difesa della costa.” Poca sabbia sul litorale ma spesso troppa all’imboccatura del porto? “Quello della poca profondità del porto canale, dovuto anche alla propria particolare morfologia, è un problema che si ripresenta puntualmente in caso di mareggiate. Anche in agosto può risultare necessario l’utilizzo di dragaggio della sabbia che permetta l’ingresso e l’uscita in mare. Un fondale idoneo per le imbarcazioni che lo attraversano deve essere almeno di 170-180 centimetri; sempre nella grossa burrasca del febbraio 2015 era addirittura diventato di 50.” La sicurezza in mare e sull’arenile ha visto in questi ultimi anni fatto gravi? “E’ tanto che non accadono decessi per sindrome da sommersione (annegamento). Quando capita, la morte non è dovuta a quello ma è precedente, ovvero quando qualcuno si sente male, per collasso, per una bevanda troppo fredda o altre patologie, la morte avviene prima di toccare l acqua. Questo è stato rilevato, nei casi accaduti, dall’assenza di liquidi nei polmoni delle vittime. Fondamentale è la funzione dei bagnini di salvataggio: se non ci fossero, nelle giornata con il mare ‘a cavalloni’ potrebbero succedere episodi veramente pericolosi.” Il porto e la spiaggia quali scenari per eventi andrebbero potenziati… o liberati? “A mio parere la spiaggia andrebbe utilizzata anche di più, ed anche in inverno… naturalmente con i dovuti limiti e controlli. I concerti all’alba, gli eventi sportivi e tante altre interessanti iniziative diventano infatti una bellissima promozione per Riccione; occorre però garantire il rispetto di tutti, sia di coloro che si vogliono divertire che di coloro che vogliono stare più tranquilli. Riccione è una città al passo coi tempi e che sa dare tanto: forte di questo ambisce costantemente ad evolversi.”
Serramenti Certificati ad alte prestazioni Portoni blindati Porte da interni Pavimenti e boiseries in legno
VISITA IL NUOVO SHOWROOM A RIMINI
rivenditore ufficiale
SEDE E PRODUZIONE: Riccione Via del Progresso 15/17. 0541 601428
SHOW ROOM: Rimini Via Flaminia 142, (zona Le Befane). ALU&WOOD Serramenti
www.aluewood.serramenti.com
9
la nostra storia - 70 anni fa
di Giuseppe Lo Magro
10
1° maggio 1946: inaugurazione del Ponte del Popolo Autunno 1944. La Seconda Guerra mondiale è agli sgoccioli. Riccione sta subendo le ultime violenze, tra un esercito che avanza e uno che si ritira: bombardamenti degli Alleati e “terra bruciata” dei tedeschi. Il 4 settembre inglesi e canadesi sono bloccati nel Centro di Riccione. Non possono avanzare e superare il Rio Melo difeso dai tedeschi. Le famigerate SS hanno fatto saltare i quattro ponti in cemento armato e quello in ferro che collegano la città. Il 30 agosto due mine fanno saltare il ponte sulla Via Emilia. Il 3 settembre è la volta di quello ferroviario assieme a quello di Viale Virgilio. Il 5 è distrutto il ponte su viale Dante con seri danni alla “Trattoria del Porto” e all’Albergo “Al Cavallino bianco”. Il 10 è in pezzi anche quello su Viale Milano. Solo il 23 le forze militari alleate oltrepassano il piccolo rio su un ponte in ferro che hanno gettato tra Viale D’Annunzio e Viale Milano. Il Comune nel frattempo ha fatto la sua parte costruendo una passerella pedonale in legno con quel poco materiale ancora reperibile, fissandola alle macerie del ponticello di Viale Virgilio. I “liberatori” accampati nelle case, peraltro già spogliate dagli sciacalli, per cuocere il cibo o riscaldarsi, avevano usato mobili, infissi e alberi da giardino. Riccione non ha più illuminazione elettrica e l’acquedotto è una gruviera, metà delle abitazioni sono devastate, non ci sono servizi pubblici. Ed è spaccata in due: da una parte l’Abissinia-Centro, dall’altra l’Alba. Occorre ripristinare il Ponte su Viale Dante. Allora emerge la forza laboriosa dei riccionesi dietro la spinta del loro spirito volitivo. Operai, impiegati, professionisti, donne e ragazzi si ritrovano in Giugno per portare via le macerie e smantellare i ruderi.
1
1) 2) 3) 4)
Sgombero delle macerie. Secondo da sinistra Adelmo Vivarelli. Squadra degli iscritti al P.C.I. di Riccione. Gianni Quondammatteo il primo a destra. Il ponte, collaudato con esito positivo.
3 Tutti lavorarono gratuitamente trainati dall’esempio di due personaggi del calibro di Adelmo Vivarelli (Sindaco dal 18.10 al 18.12 del 1944) e di Gianni Quondamatteo (Sindaco dal 19.12.44 al 27.03.49). C’era carenza di mazze, picconi e scalpelli così si andò in prestito ovunque, si chiesero collaborazioni tecniche, si organizzarono feste e concerti per reperimento fondi. A dirigere i lavori fu il geniale “pontiere” di fama internazionale, ing. Ernesto Strassera di Bologna. Ammirato dall’alacre volontà dei tanti volontari rifiutò ogni compenso per le sue prestazioni e in più, essendo un tenore di ottimo livello, si esibì al Teatro Dante in alcuni concerti con l’unico riconoscimento di meritati, scroscianti applausi. Il 1° Maggio 1946, in concomitanza con l’internazionale Festa del lavoro, il ponte fu inaugurato. Essendo stato realizzato senza contributi governativi, senza approvazione di delibere prefettizie, ma solo con offerte di giornate lavorative e spontanee donazioni fu chiamato “Il Ponte del Popolo”. Quaranta giorni dopo l’ingegnere capo del genio civile di Rimini collaudava la struttura dando il via libera ufficiale al transito di mezzi e persone.
2
3
una gran bella idea
di Adriano Prioli
11
Rotonda V.le Ceccarini e V.le V. Emanuele II
L’innesto dei viali Vittorio Emanuele II - Ceccarini è uno dei più percorsi dal traffico cittadino, dove s’incontra quello proveniente dall’autostrada e dalla zona nord (Vittorio Emanuele) e quello da mare a monte e viceversa del viale Ceccarini. II più delle volte il traffico di viale V. Emanuele, condizionato dalla precedenza del viale Ceccarini, forma una lunga fila in attesa che arriva fino ad oltre il Municipio, creando oltre ai notevoli disagi all’utente dell’automezzo, una zona alquanto maleodorante per le esalazioni degli scarichi dei mezzi. Questa situazione, unicamente al pericolo della svolta a sinistra sul viale Ceccarini, può essere risolta con la costruzione della sotto indicata rotatoria, se l’Ammi-
nistrazione Comunale, dopo il controllo da parte dei competenti uffici ritiene nel breve di realizzarla. Caratteristiche: diametro ml. 20,00 - corsie di transito ml. 7,50 - nucleo centrale ml. 5,00. Questa realizzazione è possibile sopprimendo una piccola porzione del parco ove è collocato il monumento ai caduti, senza danneggiarne l’immagine e la funzionalità. Per migliorare ulteriormente la svolta da Viale V. Emanuele verso Viale Ceccarini alta e consentire ai pulman una agevole manovra, l’Amministrazione comunale dovrebbe chiedere alla proprietà privata la cessione di un piccolo frustolo e arrotondare l’angolo. Nel contempo si migliorerebbe anche la visibilità e il transito ciclo-pedonale.
obiettivi riccionesi
Bar Ristorante Pizzeria
RANCH SALOON
a cura di M.G.Tosi
12
Viera Vodrazkova, e la fantasia naturalistica dello scatto Originaria di Praga ma naturalizzata riccionese (è sposata con Franco Sacripanti da ben 27 anni), Viera è una giovane signora che oltre a collaborare da tanto alla stazione di benzina del marito in via Veneto, oltre alla coltivazione del suo orto, oltre alla cura dei sui due figli, è particolarmente appassionata di fotografia. Ma non propriamente di una fotografia classica, fatta di paesaggi e ritratti, ma di forme più insolite di un’arte che nel suo caso mette in gioco non solo lo sguardo ma anche e soprattutto una fantasia molto personale. Fantasia che la porta spesso a ‘costruire’ un’immagine, che lei chiama con simpatia ‘Toy-fotografy”, magari lavorando in un angolino del tavolo della cucina, munita di paziente meticolosità ed utilizzando sfondi con sacchetti di plastica che sembrano cieli azzurri, piccoli elementi naturali e non che una volta assemblati e ben immortalati producono un’immagine giocosamente comunicativa . Tanto appassionata da gestire un proprio blog, dove la fotografia e l’amore per la natura ben chiaramente lo definiscono. Amore e rispetto che ha trasferito anche nell’alimentazione diventando vegana convinta (“mangiando sano ho curato tutti i miei problemi di salute!”, e gestendone uno spazio dedicato sul noto sito Giallo Zafferano con proprie ricette e relative loro immagini.
LUNGOMARE DELLA REPUBBLICA TEL. 0541 605 211 RICCIONE
Quando hai incominciato a dedicarti alla fotografia? “Mi sono avvicinata alla fotografia nel 2001 grazie alla mia prima vera macchina fotografica, una Nikon Coolpix 880. Nel 2006 ho ricevuto come regalo di compleanno una meravigliosa reflex Nikon D50… e da lì mi si è aperto un mondo nuovo, decisamente più creativo e divertente. Ho così iniziato a praticare la fotografia a 360°, con la preferenza per i generi come Still life… le nature morte. E poi la Macro: fotografare insetti, fiori, funghi e cose piccolissime che l’occhio da solo non riesce neanche vedere è stata una delle mie più grandi e sperimentate passioni, supportata dall’utilizzo di uno speciale obiettivo Primoplan, che sa creare anche effetti speciali sullo sfondo: con un anello adattabile lo monto alla digitale.” Chi sono stati i tuoi maestri? “Sono stata sempre un’autodidatta… ho appreso provando da sola piano piano, leggendo libri e riviste specializzate. Ho fatto poi parte del Club “Spazio fotografico” di Coriano, col quale ho partecipato a diverse mostre e vinto alcuni concorsi con immagini Still-life ma anche con elaborazioni fotografiche, quelle che più di tutti preferisco, perché penso che dalla realtà siamo quotidianamente circondati… anche troppo, e utilizzando la mia macchina fotografica invece posso inventare le cose che mi piacciono, in una continua sfida con me stessa. Vado matta anche per il Boket, lo sfocato, ricercando un risultato immediato e autentico, e non ottenuto con filtri o programmi specifici.” Qualche fotografia classica alla città dove vivi la scatti? “Sì certo… mi piace anche fare qualche fotografia a Riccione. Soprattutto la Riccione invernale, magari andando in riva al mare o al parco, per cercare di cogliere, oltre alla magia di scorci magicamente naturali, un piccolo pezzo di invisibile. Una conchiglia, una foglia, un ragnetto possono catturare il mio pieno interesse e diventare gratificante motivo ispirante. Importantissimo è scegliere l’ora giusta per la luce, un elemento fondamentale: amo quella al tramonto ma la più bella in assoluto è quella dell’alba. Spesso alle 6 di mattina parto con la mia macchina in spalla per immergermi, rilassandomi, nelle forme e nei colori della natura.”
riccione nel destino
di G.L.M.
13
Dal baule di Filippo Nicolò Tino Valenti “l’è oun cla bivù l’aqua de Beat’Alès”, nel senso che giunto a Riccione dalla lontana Sicilia, ha piantato le radici e non si è più mosso. Nato a Mazara del Vallo nel 1949, a 21 anni si è imbarcato sulle navi da pesca che solcavano il Mediterraneo. Nel 1971 incappò nello scontro tra Italia e Tunisia sui limiti delle acque territoriali e la nave su cui lavorava fu sequestrata dai tunisini e bloccata in mare per 32 giorni. Una vera e propria prigionia. Quando poi l’armatore intervenne (forse pagando un riscatto) Tino pensò bene di cercare fortuna in altri lidi e la scelta cadde dapprima su Ancona con mansioni da motorista navale poi a Rimini.
Nelle ore libere gli capitò di passeggiare a Riccione e lì, galeotta fu la spiaggia... perchè conobbe Mattea. E, come nelle fiabe che si rispettano, fu colpo di fulmine ...in quattro e quattr’otto si sposarono ...ed ebbero tre figli (due femmine e un maschio). Tino è sempre stato un gran lavoratore, non si è mai tirato indietro quando c’era da faticare per il bene della famiglia...farsi una casa... dare una buona istruzione alla sua prole... qualche soddisfazione per l’amata sposa. Pescatore, addetto alla griglia nei ristoranti di pesce e quant’altro capitava nella stagione estiva...si è sempre rimboccato le maniche. In tutti questi anni si è innamorato anche di Riccione... e, a buon diritto, si sente cittadino della Perla verde... anche se non ha perso la sua cadenza sicula che emerge prepotente quando la sua loquacità lo infervora . E veniamo al fatto. Tempo fa, riordinando in casa con l’intenzione di fare un po’ di
Incrociatore Alberto di Giusssano
F.lli Calli e Savini s.n.c.
pulizia, incappa in un vecchio baule... apre... fruga... e scopre un vecchio quaderno. I fogli, trattenuti tra due copertine realizzate in masonite, forate al bordo sinistro affinchè una cordicella potesse fungere da cerniera, sono fitti fitti di annotazioni, in bella calligrafia, ordinatissimi. Apparteneva a suo padre Filippo (1913-1991), che lo aveva compilato nel periodo 1935/38, quando marinaio, era imbarcato sull’Alberto di Giussano, un incrociatore che pattugliava i mari italiani. Quelle note raccoglievano appunti di lezioni scolastiche (a bordo insegnavano un ventaglio di materie; italiano, francese, aritmetica, scienze, geometria, storia, poemi omerici e una seconda parte era dedicata ad un sintetico diario di bordo con l’elenco delle soste nei porti e i giorni di navigazione. Scorrendo quelle righe Tino ha avuto un sussulto quando ha letto la parola “Riccione”. Ebbene sì...suo padre aveva scoperto questa spiaggia oltre 35 anni prima di lui. L’incrociatore Alberto di Giussano era partito da Pola il 5 agosto 1936, per raggiungere Riccione. Lì, il Capo del Governo, Benito Mussolini, stava trascorrendo una breve vacanza nella sua villa, prima di partire via mare con la nave personale Aurora sotto la scorta dell’Alberto di Giussano. Il giorno 7 l’incrociatore getta l’ancora al largo di Riccione e i marinai scendono a terra per un po’ di libera uscita. Sul tardi il mare si agita a tal punto che è impossibile tornare a bordo dell’incrociatore e così tutti quanti sono ospiti di Mussolini sull’Aurora alla fonda molto più vicina alla riva dato il pescaggio inferiore. Per Tino un ricordo inatteso e, sicuramente, emozionante.
Riccione (zona art.) Via Montefeltro 18/20 Tel./Fax 0541 601 007
TESSUTI PER ARREDO C.so F.lli Cervi 109 (ang. Ruffini) Tel/Fax 0541 600 030 RICCIONE
Via Adriatica 20 Riccione (RN)
d a ri a p m La re d o r A ’ d i t l e m e n e g al o p m o C li d a r o c i t r A Originalità
Tel./Fax 0541 691310 www.nonsololuce.it
amici che se ne vanno
14
di Nives Concolino
Luciano, una vita per la sua amata spiaggia Fin da ragazzino è stato un protagonista del turismo balneare, una colonna della spiaggia riccionese, che ha vissuto in tutte le sue fasi, dal periodo prebellico al dopoguerra, dal boom degli anni Sessanta ai nostri giorni. Ora l’addio. Luciano Casadei, storico bagnino, è scomparso lo scorso 10 febbraio, dopo aver lottato inutilmente contro il male che lo affliggeva da qualche tempo.
scorso settembre al Bagno 53, ora condotto dal nipote Diego Casadei, presidente della Cooperativa Bagnini. Cofondatore e consigliere della stessa associazione, Luciano aveva dato anima e cuore al suo mestiere. Nato il 9 settembre 1926 in una casetta di viale Gramsci, allora affacciata sull’arenile, Casadei è cresciuto nella spiaggia del nonno Primo e degli zii Leurini. A 12 anni con una cassettina di legno appesa al collo, girava tra le tende per vendere le cartoline di Riccione ai bagnanti. Sempre in quegli anni, ha conosciuto anche il Duce, che con la sua famiglia trascorreva le vacanze nella villa a poche centinaia di metri. Suo zio, Franco Angelini, era il cameriere di fidu-
Cordialità e ospitalità sono stati il leitmotiv della sua vita, ricca di amicizie, imbastite nel tempo con i suoi bagnanti, che ha continuato ad accogliere fino allo
cia di Donna Rachele, che lo volle con se anche a Roma. E’ poi arrivata la guerra, suo malgrado Luciano è stato costretto a lavorare con i tedeschi, che costruivano le fortificazioni per difendersi dal nemico. In quegli anni ha fatto il cameriere all’Hotel Vienna e all’Hotel Domus Mea, a servizio degli Alleati.
Dopo quegli anni bui, rieccolo in pista con i vecchi amici, tra i quali Bubi Barilari e Astro Bologna con il quale partecipava alle gimcane riccionesesi, come coopilota. Casadei, infatti, oltre a essere uomo di mare era uno sportivo. Amava pattinare ed era appassionato di ciclismo, è stata così una grande gioia per lui conoscere proprio a Riccione il suo beniamino Fausto Coppi. Essendo single, non si era mai sposato, aveva tempo di coltivare anche degli hobby, in particolare la caccia che purtroppo gli costò l’occhio destro per via di un colpo partito accidentalmente dal fucile di un amico, durante una battuta, ma lui si abituò a usare il sinistro, tanto da vincere una gara al piattello. “Spinto dall’intraprendenza - racconta il nipote Diego - zio Luciano nel dopoguerra ha pure gestito la tabaccheria dello storico Bar Italia, in Viale Gramsci, e negli anni Sessanta in spiaggia, assieme ai miei genitori Renzo e Anna, ha portato avanti il Bar Renzo. Nel 1971, infine, con mio babbo ha realizzato il sogno della sua vita, che era quello di avere uno stabilimento balneare tutto suo.Acquistò il Bagno 53, che non ha mai abbandonato fino alla scorsa estate. Arrivava di buon mattino per poi andarsene di sera”. E a proposito, suonano come una sorta di testamento le parole pronunciate poche ore prima della sua scomparsa, quando a un giovane riccionese Luciano ha confidato: “Ricordati non c’è cosa più bella della spiaggia, in particolare a sera, quando finisci di lavorare e con la famiglia ti raduni in riva al mare”.
amici che se ne vanno
di Nives Concolino
Campanella: il medico con la passione del tennis Era uno dei medici di base più popolari di Riccione, ma anche un bravo tennista, una “colonna” del Tennis Club di viale Forlimpopoli del quale era stato anche vicepresidente. Giuseppe (Mimmo) Campanella, se n’è andato per sempre lo scorso 31 gennaio a soli 76 anni. Nato il 14 novembre 1939, è vissuto per diversi anni a Roma, dove si è laureto in Medicina. Negli anni Sessanta ha cominciato a venire in vacanza a Riccione, dove ha conosciuto la sua futura moglie, Maria Grazia Belloni, dalla quale ha avuto una figlia, Sabrina.
giornarsi sulle ultime frontiere, a partire dall’agopuntura. A Riccione è stato uno dei primi medici a praticarla già negli anni Ottanta”. Convinto dell’importanza di tessere e mantenere buoni rapporti con tutti, insegnava ad avere moralità e spirito di sacrificio. Non a caso, finché non è subentrata la guardia medica, non tentennava a intervenire fuori orario, anche di notte”. Tante le testimonianze a suo favore. Sempre attento anche all’alimentazione e alla sana forma fisica, che consigliava anche ai suoi pazienti, Campanella dedicava il suo tempo libero al tennis.
"da Tonino"
Piazzale De Gasperi 3 Tel. 0541-693128 RICCIONE
GARAGE MUCCIOLI Nel 1971 è seguito il trasferimento definitivo a Riccione, dove all’inizio ha affiancato il suocero Armando Belloni, altro noto medico di base scomparso nel 2009, finché poi ha aperto il suo ambulatorio, prima in viale Dante, poi in viale Ceccarini e infine nel centro di Medicina di gruppo nella piazzetta di viale San Martino. Come ricorda la figlia Sabrina, il noto camice bianco “ha sempre nutrito interesse per le novità nel settore medico, sempre pronto a informarsi e ad ag-
BOTTEGA IMBIANCHINO S.r.l
MAIOLI
Era un assiduo frequentatore del Tennis Club e proprio in virtù della sua forma fisica in relazione alla sua età, bonariamente alcuni soci avevano fondato il “Mimmo Fan”, perché volevano invecchiare come lui. A questo sport si è dedicato ancor di più dopo il suo pensionamento (avvenuto quattro anni fa) fino allo scorso agosto. Amore per lo sport, ma anche per gli animali, che ha sempre avuto con se a casa, ultimamente aveva due gatti e un cane, fedeli amici.
TUTTO PER TINTEGGIATURE E VERNICIATURE INTERNE ED ESTERNE PRODOTTI NATURALI ECO COMPATIBILI Viale ROMAGNA 1 Tel. 0541 64 36 68 RICCIONE RN
CENTRO REVISIONI
AUTO&MOTO Conc. Motorizzazione n° 0025 del 16/10/03
RICCIONE Via Adriatica, 179 Tel/Fax 0541 610764 garagemuccioli@gmail.com
green park 2ª edizione
di Nives Concolino
16
Si moltiplicano le attrazioni sul tappeto verde Il Green Park fa il bis e si allarga di circa 7/8mila metri quadri.L’immerso tappeto verde, che fino al 5 giugno ospiterà anche una serie di attrazioni, quest’anno si estende su circa 40/41mila metri quadri, dall’Alba a viale Gramsci, da viale Ceccarini alle banchine della stazione ferroviaria, proponendo anche delle novità come il Mulino della pasta, l’Urban golf, la spiaggia sotto cupola e sculture verdi. Punti d’intrattenimento, adesioni, sponsor e cifre sono in fase di definizione, mentre il nostro periodico va in stampa. Il conto del green comunque è di 270mila euro, Iva inclusa. Cifra che il Comune vuole alleggerire con il contributo dei comitati, in particolare di quelli della zona a mare della ferrovia. Sono così stati chiesti 65 mila euro, per tutta la Ztl, al Consorzio d’area di viale Ceccarini, 23mila al comitato di viale Dante - Promo Alba, 7mila all’associazione Riccione Alba, 9mila all’associazione Abissinia e 12mila al Comitato di viale Gramsci. Da capire se poi tutti questi soldi rientreranno in cassa. I presidenti dei comitati bussano alla porta dei singoli associati, che secondo le zone e il tipo di attività, sborseranno dai 150/200 euro fino a 500 euro. La cifra restante, almeno secondo le prime revisioni spetterebbe al comune. Per il resto si fa fede sugli sponsor che dovrebbero coprire gran parte delle spese delle attrazioni. Tra le novità progettate
dal Gruppo Orfei, che organizza con suo rischio d’impresa, ci sono le sculture verdi dell’arte topiaria, elefanti e coccodrilli, formati da edere e arbusti, la spiaggia con chiringuito sotto la cupola in piazzale Roma e il mulino ad acqua con la macina del grano, che in viale Ceccarini darà spazio ai laboratori della pasta e agli show cooking con rinomati chef. Sempre nel “Salotto” spazio al biobar con alberi da frutto e all’ “Area cereali” con coltivazione di orzo e frumento. A fianco ci saranno pure il laghetto dei cigni, la
fontana con pesca, la Casa delle farfalle, il ponte tibetano e la foresta magica. Per la gioia degli sportivi è previsto anche l’Urban golf vip master, torneo da tenersi in un campo pratica nei giardini del centro con le federazioni Street Golf (Weg) e Beach Golf. Sarà riservato a professionisti e dilettanti che potranno seguire anche delle lezioni tenute dagli istruttori. Sponsor permettendo, nella piazzetta di viale Corridoni è atteso pure un piccolo “dog village” per gli amici a quattro zampe con esibizioni e mostre a tema.
Allarme! In arrivo a Raibano i rifiuti del Titano
All’inceneritore di Raibano presto arriveranno anche i rifiuti della Repubblica di San Marino. Si parla di circa 10mila tonnellate annue, ma le associazione ambientaliste del circondario, a partire da Riccione Ambiente & Salute, insorgono. Non vogliono che l’inceneritore al confine tra Coriano e la nostra cittadina rivierasca diventi la pattumiera del Titano. A proposito protestano pure gli ambientalisti san-
marinenesi attraverso Movimento Rete. Chiedono al Governo di incentivare la raccolta differenziata, da loro inspiegabilmente ferma al 31,86 per cento, contro il 62 circa per cento di Riccione e provincia. La notizia è stata diffusa a fine Gennaio dal comitato riccionese Ambiente & Salute, in base a quanto stabilito dal Piano regionale Rifiuti 2020 (adottato dalla Giunta Bonaccini con delibera 1/2016,
ma non ancora approvato dall’Assemblea Legislativa). E’ indicato nella tabella flussi (cap.9, pag 226) che i rifiuti di San marino da ora in poi verranno smaltiti all’inceneritore di Coriano. Da qui è partito un braccio di ferro, tra un’interminabile sequela di incontri, botta e risposta, tra gli ambientalisti e il comune di Coriano e, in seconda battuta con quello di Misano. A loro chiedono che si faccia in modo “di non sforare le 125mila tonnellate annue tra rifiuti urbani e speciali e che di questi ultimi si contengano i limiti di tonnellaggio (ora 45mila). Il comitato riccionese, assieme a quello di Sant’Andrea Besanigo e Wwf Rimini, critica apertamente la scelta della Regione “che procede con il “silenzio-assenso” di Coriano”. Si smarca da questa decisione il sindaco Renata Tosi, che con una nota diffusa in Febbraio, dichiara che “la raccolta differenziata va incentivata” e che “l’inceneritore di Raibano va chiuso”. Gli attivisti sono fortemente preoccupati per il Decreto Sblocca Italia che, a loro parere “potrebbe aprire le porte dell’inceneritore di Raibano anche ai rifiuti marchigiani, nello specifico a quelli dell’Urbinate”. Gli stessi ambientalisti stanno conducendo un altra battaglia contro le trivelle in Adriatico.
ASSOCIAZIONE CULTURALE PER RICCIONE
Tel. 0541 643884 (pom. di Mar/Giov/Sab - dalle 16.30 alle 19.00)
Compi 18 anni nel 2016? F.A. ti fa un regalo! Famija Arciunesa nell’ambito del Progetto “Conoscere Riccione” donerà ad ogni ragazza/o che diverrà maggiorenne nel 2016, purchè residente a Riccione, una confezione di libri sulla storia della Perla verde. E’ sufficiente presentarsi, muniti di carta di identità, presso la sede sociale dell’Associazione in Viale Montebianco 27- Casa colonica della Micia, all’interno del Parco della Resistenza, nei giorni di martedì, giovedì e sabato dalle 16,30 alle 18,30, per ricevere il dono. Per coloro che avessero difficoltà di orario ci si può accordare con Giuseppe 338 4304667.
Conte Felice Carlo Pullè “Il medico dei poveri”
viabilitÀ
18
di Nives Concolino
Viale XIX Ottobre, verso l’accordo con le Ferrovie Come disse il grande Nino Manfredi: “Fusse che fusse la volta bbona”
Riprese le trattative per lo sfondamento di viale XIX Ottobre, atteso da tanti anni. L’opera da 2.900.000 euro di recente è stata oggetto di un incontro tra Comune e Rfi (Rete ferroviaria italiana) che deve concedere parte del suo possedimento nella sottostazione, ormai in disuso. Nel frattempo la Giunta comunale ha approvato il progetto preliminare, che spera di mettere in cantiere nel 2016. L’arteria, che scorre parallela alla strada ferrata, dando seguito ai viali Rimini e delle Magnolie, dovrebbe procedere verso sud, fino ad allacciarsi al viale Giovanni da Verazzano, che collega la Flaminia al mare. Una rivoluzione per il traffico. Il XIX Ottobre, infatti, ora si arresta contro un cancello, costringendo gli automobilisti a voltare in viale Derna per poi procedere zigzagando in altre strade del Paese, non senza difficoltà, soprattutto per i turisti. Il nuovo tratto sarà lungo 650 metri, dei quali 250 attraversano l’area di Rfi. La fascia d’intervento, larga 13 metri, comprenderà una carreggiata a doppio senso di circolazione (8 metri) per consentire anche il transito dei mezzi pubblici, una pista ciclabile sul lato mare a doppio senso e un marciapiede a monte. Durante i lavori il XIX Ottobre, tra i viali Derna e Cirene, sarà pure risagomato. Il progetto prevede anche la costruzione di due rotatorie, una all’incrocio tra il XIX Ottobre e il Giovanni da Verazzano, l’altra tra i viali San Martino e Limentani. Per il resto, la Direzione Compartimentale Infrastruttura di Ancona s’interesserà della fase progettuale che riguarda gli spostamenti di alcuni binari di servizio e la realizzazione di
Riccione Paese
un nuovo spazio, necessario per custodire il carrello per la manutenzione della ferrovia. In programma anche lo spostamento di tutti i sottoservizi di competenza di Rfi, che si trovano sotto la nuova strada. “Per la viabilità riccionese quest’opera è strategica, soprattutto d’estate, quando il traffico, ormai chiuso sul lungomare e spesso interrotto nel tratto centrale dei viali Milano e D’Annunzio, costringe i veicoli a percorrere le vie interne o la vecchia circonvallazione - osserva il sindaco Renata Tosi -. Il prolungamento di viale XIX Ottobre migliorerà la viabilità cittadina. Permetterà di far sfogare molto traffico, che altrimenti si concentra nei viali D’Annunzio e Torino, gravando sulla zona turistica”.
Spazio assiamica
GARANZIE PER IL VIVERE DINAMICO
Viale Lazio 25 Tel 0541 69 06 02 Fax 0541 69 11 72 www.assiamica.com assiamica@gmail.com AssiChat 3929519209
VERIFICA IL NOSTRO SERVIZIO DI COMPARAZIONE SICURA RCA POLIZZA CICLOMOTORE SOSPENDIBILE PER I NOSTRI ASSICURATI
ufficio anagrafe
19
di ni.co.
Riccionesi in calo, in crescita chi vive solo Famiglie sempre più mononucleari a Riccione. Al 31 dicembre 2015 all’Ufficio Anagrafico se ne contavano 6.306, su un totale di 16.172 nuclei e 35.487 residenti. Un trend in costante crescita, basti pensare che solo nel 2007 le famiglie costituite da una solo persona erano 5.642 su 15.478 plurinucleari e 35.233 abitanti. A cosa si deve questo fenomeno? Le concause sono diverse, c’è infatti un numero crescente di giovani che preferiscono vivere da soli, di separati e divorziati sempre più numerosi e di anziani, i più casi seguiti dalle badanti. Dopo tanti anni di crescita e stabilità (eccetto il 2012), a Riccione si registra, intanto, una significativa flessione dei residenti (162 in meno), più morti che nati e più emigrati che immigrati, nonché un consistente elenco di anziani (circa un quarto della popolazione). Hanno varcato la soglia dei 65 anni 8.365 (il 23,5 % dei residenti), una percentuale lievemente superiore alla media nazionale, che secondo l’Istat ne conta 13.219.074 (21,7%) su 60.795.612 italiani. Tra i nonni spiccano 15 ultracentenari, compreso la supernonna 105enne, Augusta (Stella) Savoretti, nata il 29 agosto 1911 a Coriano, ma da decenni residente a Riccione. Si allungano, dunque, le prospettive di vita, mentre i residenti calano.
Al 31 dicembre 2015 i riccionesi erano 35.487 (18.784 femmine e 16.865 maschi). Tranne il 2012, quando erano state censite 233 persone in meno, l’aumento di residenti era stato costante, nel 2010 (+270), nel 2009 (+310), nel 2008 (+136), nel 2004 (+164) e nel 2002 (+217), solo per fare alcuni esempi. Le cause del calo demografico si possono intravedere, osservando il saldo dei flussi migratori, nascite e decessi. Diminuiscono gli immigrati, che nel 2015 sono stati 1.161 (166 in meno rispetto al 2014), e crescono gli emigrati: 1.204 (1.164 l’anno precedente).
Non solo. L’anno scorso le cicogne hanno portato 249 bebè (129 fiocchi rosa e 120 azzurri), quattro in meno del 2014, mentre i morti sono stati 368 (201 femmine – 167 maschi), contro i 387 del 2014 (199 femmine – 188 maschi). In quanto ai nomi, Andrea e Maria restano in cima alla classifica, come Fabbri per i cognomi. La città, intanto, si presenta sempre più multietnica con 3.539 stranieri (2.143 femmine e 1.396 uomini). Al vertice della scaletta gli albanesi, 689, seguiti da ucraini e sudamericani e africani.
Aumentano i matrimoni e le coppie scoppiate Più fiori d’arancio nel 2015 a Riccione, ma purtroppo anche più separazioni e divorzi, che l’anno scorso erano invece calati. Le coppie convolate a nozze sono state 112 (105 nel 2014) delle quali 80 con il rito civile e 32 con quello religioso, di nuovo in flessione. Secondo i dati dello Stato civile, infatti, nel 2014 i matrimoni religiosi, che avevano ripreso quota, erano stati 48 contro i 41 del 2013 (59 nel 2012 e 45 nel 2011). I civili, invece, nel 2014 erano stati 57 contro i 78 del 2013 (56 nel 2012 e 53 nel 2011). Picco, quello di tre anni fa, attribuito a una ventina di coppie tedesche, austriache e italiane, che avevano voluto celebrare il matrimonio a Riccione, città dove si erano conosciute o possedevano la seconda casa. Un particolare. Serve a capire il perché le coppie civili siano di gran lunga superiori alle altre, il fatto che 22, tra le 80 sposate in municipio, sono miste (ossia un coniuge è straniero) e 8 del tutto straniere, mentre tra i religiosi si contano solo tre miste. Tra gli altri dati forniti dall’ufficio dello Stato civile, che fa riferimento a Leila Baratti, spicca il numero delle coppie in
frantumi: 118 delle quali 64 si sono separate e 54 hanno divorziato. Nel 2014, invece, le separazioni erano state 35 e i divorzi 26 (61 pratiche in tutto), circa un terzo in meno rispetto al 2013, quando le coppie così dette scoppiate erano 97. Questo trend, come confermano gli uffici comunali, sarebbe dovuta al fatto che diversi coniugi nel 2015 non erano andati avanti con le pratiche in attesa dell’entrata in vigore delle nuove normative sul divorzio breve. Nel frattempo per i matrimoni civili a Riccione si annunciano novità. Da questa primavera , come conferma l’assessore Susanna Vicarelli, ci si potrà sposare non solo in municipio (gratis in orario ufficio), a Villa Lodi Fe, Castello degli Agolanti e Villa Mussolini, dove nel 2015 hanno pronunciato il loro fatidico si una ventina di coppie, ma anche in spiaggia. A proposito il Bagno 7 vicino l’ex colonia Mater Dei, è stato completamente ristrutturato. I matrimoni celebrati su questo arenile saranno validi a tutti gli effetti, la casetta del bagnino, infatti, per l’occasione si trasformerà in succursale del Comune.
CURIO ITÀ senzaeta’ di Maria Grazia Tosi
La loro storia è già stata raccontata dai quotidiani locali ed è rimbalzata anche sulle reti Rai nelle trasmissioni “ La vita in diretta” e “Sconosciuti”. Protagoniste la riccionese Giada Buldrini, 29 anni, titolare di un’edicola-cartolibreria a Miramare e la compagna Serena Galassi 32 anni di Cesena, infermiera all’Ospedale Infermi di Rimini. Un consapevole esempio di Famiglia Arcobaleno, essendo entrambe madri (la prima genetica, la seconda biologica) di due bellissimi gemelli, Leonardo e Thomas, che ora hanno due anni e mezzo. Alcune domande a Giada e Serena che rispondono alternandosi. Perché avete scelto di comunicare al mondo la vostra storia? “Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi e soprattutto per dare sostegno a tutti coloro che non hanno il coraggio di venire fuori allo scoperto, per timore di deludere i genitori facendo conoscere loro la propria condizione emotiva e facendo comprendere il desiderio di una relazione con una persona dello stesso sesso, e per timore di affrontare la gente. Ma anche per informare sulla delicata procedura che abbiamo fatto noi per avere i figli che desideravamo. E abbiamo parlato volentieri perché vogliamo far capire che siamo una famiglia vera e due mamme come tutte le altre.” Informare i genitori quindi non è stata cosa semplice? “Il coming out mio e di Giada è avvenuto prima che ci conoscessimo. Quando poi ci siamo conosciute e da subito non ci siamo più lasciate li abbiamo informati. I nostri genitori sono cattolici praticanti e pensavamo che fosse ancora più difficile accettare un’unione che usciva dal canoni classici. Ma di fatto non è stato poi così difficile. Certo la scelta di avere dei bambini li ha lasciati in un primo momento un po’ perplessi… ma davanti alla nostra determinazione hanno accettato di buon cuore la situazione. Quando poi li hanno visti tutti i dubbi sono scomparsi: li hanno amati follemente da subito e assieme a noi ci aiutano a crescerli.” Come siete arrivati ad individuare il percorso per concepire e far nascere i vostri bambini? “Ci siamo impegnate moltissimo perché ci siamo trovate di fronte alla disinformazione più totale. Poi abbiamo individuato un prestigioso Centro internazionale a Barcellona specializzato in fecondazione assistita per coppie etero e non. Ci hanno dato fiducia da subito e ci hanno seguito passo a passo in un percorso non semplice, sia fisicamente che psicologicamente. Abbiamo optato per una “Fivet”, tecnica di riproduzione assistita con l’ovodonazione interna alla coppia e un seme di
Giada, Serena e i loro due bambini
donatore anonimo. Siamo state a Barcellona in 2 tempi; la prima volta 3 giorni, per le varie visite, analisi, spiegazione di tutto il procedimento e scelta del donatore con l’andrologo. La seconda volta 9 giorni, insieme ai miei genitori, dove abbiamo eseguito il pic-up (estrazione degli ovuli maturi di Giada), inseminazione in vitro degli ovuli sani e dopo 3 giorni l’impianto di 2 ovociti nel mio utero. Dopo 14 giorni ho fatto gli esami del sangue ed è venuto positivo con un valore raddoppiato rispetto la norma… perché i bambini erano due!”
L’Ausl locale come si è comportata rispetto la vostra esperienza? “Non abbiamo avuto alcun problema, e anche quando c’è stato il momento del parto medici ed infermieri si sono comportati normalmente, con tranquillità e senza dimostrare pregiudizi o giudizi critici di alcun genere. Dopo la nascita i bimbi sono stati messi letteralmente addosso a Giada con una pratica che si chiama “marsupio terapia” che consiste nel tenerli a contatto pelle a pelle con il genitore disponibile.” La comunità ha avuto reazioni ‘violente’ rispetto alla scelta di fare famiglia? “Violente no assolutamente. All’inizio quando Serena aspettava ho avuto tante occasioni di raccontare la nostra esperienza con le persone con le quali avevo a che fare anche per lavoro. Qualcuno restava un po’ sbigottito, perché è un po’ difficile sia spiegare un rapporto che è considerato diverso, ma soprattutto spiegare il desiderio e la procedura seguita per arrivare alla maternità concreta; ma dobbiamo dire che quando li hanno poi visti ogni loro esitazione è svanita, e son stati tutti partecipi alla nostra felicità. C’è stato anche qualche momento buffo… quando chi non conoscendo la nostra
20
storia vedeva un passeggino doppio, con due bambini, con due donne, e ci chiedeva chi fosse la mamma. Noi dicevamo che eravamo tutte e due le mamme e loro i nostri bambini (“ma se sono gemelli… come è possibile?!”).” Presumete ci saranno problemi al momento dell’inserimento nell’istituzione scolastica? “A settembre inizieranno in una scuola materna di Riccione. Credo che i bambini non avranno alcun problema a relazionarsi, perché sono molto socievoli e allegri. Sono stati battezzati e quindi inseriti nella comunità parrocchiale, e li stiamo educando con tanto affetto ma non severità, solo dandogli regole ben precise e insegnandogli il rispetto per ogni diversità, sia essa fisica, religiosa, sociale o sessuale senza distinzione. All’Open Day abbiamo parlato con una di quelle che saranno le loro maestre, e ci ha detto che feste della mamma, del papà o dei nonni non se ne fanno più, per evitare di creare problemi o turbamenti visto che ci sono innumerevoli tipi di famiglie composte in modi diversi, e non necessariamente omogenitoriali. Gli altri bambini non dovrebbero dimostrare atteggiamenti di negazione, e per quanto riguarda quello dei genitori dipenderà dalla loro intelligenza. Se ne parlerà comunque assieme e verranno messe a disposizione idonee pubblicazioni che parlano di altre tipologie di famiglia.” Cosa pensate della legge appena approvata sulle Unioni Civili? “E’ andata purtroppo come prospettavamo: è stata fatta la classica ‘mezza roba’ all’italiana che non soddisfa nessuno. Hanno stralciato l’articolo 5 del ddl Cirinnà, quello che riguarda la Stepchild Adoption che era il cuore di tutto: la possibilità cioè di adottare il figlio biologico di un partner da parte dell’altro, ed avere per questo i diritti ma soprattutto i doveri rispetto alla sua crescita serena e protetta. E come noi anche i conviventi etero avranno le stesse problematiche; mentre in tutti gli altri paesi civilizzati all’approvazione di tali diritti civili milioni di persone hanno affollato le piazze urlanti di gioia, in Italia regna il cupo silenzio della rabbia perché la sola cosa sancita è che ora per legge gay e conviventi sono cittadini di serie B.” Cosa vorreste per il futuro di Leonardo e Thomas? “Quello di non dovere mai incappare in persone estremiste che impediscano loro di ottenere i propri diritti, e che debbano affrontare meno battaglie di quelle che dobbiamo affrontare noi… E come tutti i bravi genitori, vorremmo che i nostri figli crescessero sani, belli e spensierati!”
erosione in spiaggia
di Nives Concolino
21
Megaripascimento e sperimentazione di nuova barriera Per fronteggiare l’erosione a Riccione in primavera si ripeterà il megaripascimento con mezzi in arrivo anche dall’estero. A Portoverde, intanto, sono state stoccate le campane in calcestruzzo, che serviranno a sperimentare un nuova barriera soffolta, nonché i sacchi di sabbia per sistemare la protezione esistente, danneggiata anche dalle vongolare. Cantiere aperto al porto, dove si stanno effettuando lavori di escavazione dei fondali per agevolare l’ingresso e l’uscita dei natanti. In primo piano la sperimentazione delle campane traforate della Reff Ball Italia. Si tratta di otto manufatti che stanno per essere collocati nello specchio d’acqua davanti alla Bertazzoni. Un punto non casuale. Nell’ex colonia hanno sede Blennius e Fondazione Cetacea che con i loro esperti monitoreranno costantemente l’intervento. L’operazione, come spiega l’assessore al Demanio Carlo Conti: “Nasce da una convenzione tra il Comune di Riccione e le Università di Salerno e la “Federico II” di Napoli. Entrambi gli atenei svolgono, infatti, un dottorato di ricerca su queste strutture”. Si offre così la possibilità di effettuare una prova in mare con il coinvolgimento del professore Mariano Buccino “padre” dello studio. Le aspettative sono diverse, anche perché il sistema della Reef Ball Italia, oltre a far fronte all’erosione, favorisce il ripopolamento della fauna marina. I manufatti saranno sistemati sul fondale dopo il megaripascimento per evitare che vengano danneggiati. Nello stesso tempo sarà riprofilata la barriera in sacchi di sabbia sommersa che scorre dal confine con Misano verso nord per circa due chilometri e mezzo. Grande attesa per il megaripascimento, simile a quello effettuato nella primavera
del 2007 sul litorale sud. Per velocizzare i lavori, che verranno eseguiti senza sosta anche nei giorni festivi, questa volta s’interverrà con due draghe, capaci di prelevare 25mila metri cubi di sabbia al giorno. All’opera la Nuova Coedmar di Chioggia e la Jan De Nuil (Belgio). Per quest’operazione che interessa non solo Riccione, ma tutti i comuni costieri, sono stati stanziati 20 milioni di euro, dei quali un milione e mezzo finanziati dalla Regione e il resto dal Ministero dell’Ambiente. Al di là di questo per l’arenile riccionese si prevede anche l’ordinario ripascimento. Se ne occuperà la ditta Ctr (Consorzio trasporti riviera) di Misano, che vaglierà e trasporterà la sabbia estratta nei cantieri edili. Il finanziamento è di 39.500 euro. A disposizione 5.700 metri cubi di sabbia da usare per emergenze in primavera o in estate. Di rilievo anche la pulizia dei fondali della darsena e del Rio Melo in programma tra marzo e aprile con draga e sabbiodotto in gestione alla E.Co.Tec. srl di Rimini. Occorre ripristinare il canale lungo il tratto del rio Melo compreso tra il ponte della Ferrovia e viale Castrocaro, dove la scarsità di piogge quest’inverno ha contribuito ad accentuare il problema dell’insabbiamento. In aprile si continuerà a lavorare con la draga per liberare da sabbia e fanghi la darsena di ponente. Il costo delle escavazioni è di 214mila euro. Un particolare: nell’ultimo anno all’ingresso del porto sono stati prelevati 16mila metri cubi di fanghi, dei quali 14mila d’inverno. “Per la prima volta abbiamo affidato la gestione dei servizi portuali a una ditta esterna specializzata – sottolinea l’assessore al Demanio Carlo Conti _, intendiamo infatti assicurare flessibilità di prestazioni e orari, ogniqualvolta sia necessario intervenire sui fondali con la draga e con il sabbiodotto”.
libri nostrani
22
a cura di Giuseppe Lo Magro
La Romagna dei nomi
(5ª parte)
di Tino Dalla Valle
COME ERAVAMO
Dallo schermo alla vita Ombretta era un nome preesistente, ma deve la sua diffusione al romanzo Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzo, e soprattutto al bel film che ne trasse Mario Soldati nel 1941. Invece un nome inventato per l’occasione è quello del riccionese Obrien che viene certamente da George O’Brien, un attore molto ammirato dal padre o dalla madre, che ha lavorato lungamente ad Hollywood, ma diede le migliori prove di sè negli anni a cavallo del 1930. Ma c’è anche una Obriana che, evidentemente, è figlia di un’ammiratrice dello stesso attore. La forlivese Sirie nata nella seconda metà degli anni ’30 deve il proprio nome all’attrice Shirley Temple che fu famosa in tutto il mondo per le sue interpretazioni cinematografiche di quando era ancora bambina. La signora avrebbe dovuto chiamarsi Shirley ma in periodo fascista i nomi stranieri erano proibiti, quindi i genitori, tifosi irriducibili della piccola attrice, adattarono il nome in Sirle. Valesca deve il nome a Maria Walewska, la nobile polacca che fu amante di Napoleone, immortalata in un famoso film interpretato da Greta Garbo nel 1937. Molte Lara vengono piuttosto dal film “II dottor Zivago” che dall’omonimo romanzo di Boris Pasternak che ne fu all’origine. Sempre al cinema si rifanno i nomi di alcune Greta e Ingrid (dalla Bergman), una Gretagarbo; qualche Valentino, da Rodolfo; un Tarzan, a Savignano; una Loren nata a Rimini nel 1956 e il padre, che era un grande ammiratore della Sofia nazionale, ha voluto così celebrarla. Dalida e Dalide ricordano una cantante francese che fu molto popolare anche da noi negli anni ’60. Otera sembrerebbe un nome ispirato dalla «bella Otero»; invece l’origine di questo nome e piu semplice e piu complessa insieme. Infatti la donna che lo porta si chiama cosi per ricordare uno zio, figlio di anticlericali, che si chiamava Lutero. E poichè questo nome in
chiesa ovviamente non fu accettato, per la nipote si è ricorsi a quel travisamento. Un’altra Otera, una ravennate nata nel 1913, deve il nome proprio alia bella Otero attrice e cantante spagnola che in quel tempo furoreggiava in tutta Europa, ed era nota non solo per la sua bellezza e le sue stravaganze. Nemmeno potremo sapere quanti Amedeo debbono il loro nome ad Amedeo Nazzari che fu popolarissimo dalla metà degli anni trenta sino quasi alia fine degli anni sessanta. E’ piu facile contare i pochissimi Alan, dall’americano Ladd (il famoso «Cavaliere della valle solitaria») ed i piu recenti Alain, dal francese Delon. Vanessa, poi, venuto di moda con l’attrice Vanessa Redgrave e con le eroine di molti fotoromanzi, è il nome di una farfalla. Del resto il cinema ha sempre influenzato i genitori, soprattutto le mamme che dovevano mettere nomi ai figli. Basterà ricordare qualche Jennifer dalla Jones; Loretta (dalla Young) Assia, dalla Noris (che in verità era Anastasia von Gerzfeld), dalla Valli (che in realtà si chiama Anna Maria Altenburger), e soprattutto molti nomi ricavati dai personaggi dei films. A Cesena ci sono due fratelli che devono il loro nome al famoso film “La voce nella tempesta” ricavato come è noto, dal romanzo “Cime tempestose” di Emily Bronte. La madre di questi due fratelli aveva tanto ammirato il film che decise di chiamare i figli come i protagonisti della pellicola. Nel 1951, infatti, ebbe una bimba e la chiamo Ketty, così come lo sentiva pronunciare (il vero nome della protagonista e Cathy, da Catherine). Due anni dopo ebbe un maschietto e lo avrebbe voluto chiamare Heathcliff, come nella magistrale interpretazione di Laurence Olivier. Ma in Comune non lo accettarono perchè straniero. Dopo molte insistenze si accontentarono di registrarlo come Iglis, giudicato abbastanza italiano. Un altro Iglis, forse con le stesse origini, si trova a Riccione, mentre a Rimini c’e uno Ighli.
Anni ‘60. Giardini pubblici di fronte Palazzo del Turismo. I fratelli Rodolfo (Rudy) e Patrizia Bacchini. PAROLE PAROLE PAROLE PAROLE
Perchè diciamo. “Salute!”
LO STARNUTO Dal latino sternutare, “starnutire”. In positivo, la fortuna. In negativo, il sintomo della possessione.
Sul piano simbolico, lo starnuto è investito di un potere positivo o negativo a seconda delle culture. Nelle credenze popolari, starnutire, a condizione che non sia a causa del raffreddore, è un buon presagio, un atto che porta fortuna. Il simbolismo è più sfumato a seconda del momento e della direzione verso la quale la testa si volge. Così, secondo i criteri della superstizione: • l’effetto è positivo, se è al mattino o verso destra; • l’effetto è negativo, se è di sera o verso sinistra. Esprimere un desiderio al momento dello starnuto è una pratica che ha origine nell’Antichità. “Molte persone ritengono ancora oggi che dire ‘salute’ a qualcuno che ha appena starnutito è un’abitudine superstiziosa. Ma pensarlo è un errore. I Romani dicevano ‘Dio vi benedica’ perché a quell’epoca in cui la peste faceva strage, lo starnuto era, in effetti, uno dei primi sintomi della malattia. Chiedere a Dio di benedire quella persona esprimeva dunque la compassione e la disperazione di quanti fuggivano la vittima”.
un parroco da ricordare
23
di Paolo Cortesi
Il vulcanico don Melchiorre Baroni Succeduto all’indimenticabile ed austero don Alfredo Montebelli, parroco per ventinove anni, edificatore della nuova funzionale chiesa di San Martino in viale Diaz a Riccione, don Melchiorre Baroni è stato parroco per ‘’soli’’ sette anni, dal 1966 al 1973, con l’aiuto del cappellano don Giuseppe Celli, prima di tornare nella sua Savignano, ma ha lasciato ugualmente un segno indelebile. Di carattere estroverso, dalla facile comunicativa, sempre sorridente, molto dinamico, benvoluto da tutti, egli ha promosso notevoli iniziative di carattere sociale. Gianni Ragni, che allora teneva la contabilità della parrocchia, ricorda che ad un certo punto, sanati tutti i debiti, il vulcanico don Melchiorre, informato della vendita di un terreno a lato della chiesa, decise di acquistarlo immediatamente, indebitandosi così di nuovo. Qui in seguito verrà costruito un campetto di calcio, molto utilizzato negli anni successivi, e sostituito ora da una funzionale tensostruttura per riunioni, conferenze, spettacoli, cene di solidarietà, eccetera. Attilio Battarra e Maria Vandi ricordano che don Melchiorre organizzò per alcuni anni e con grande successo, presso il cinema Turismo, il “Calimero d’oro”, competizione canora per bambini e ragazzi, presentata dal famoso mago Zurlì. Negli spazi adiacenti alla Chiesa vecchia di corso Cervi, don Melchiorre fece allestire campi per il gioco delle bocce, molto frequentati, con un ampio locale provvisto di bar, e, per abbreviare i lavori, arrivò perfino a vendere due mucche appartenenti a suo padre! Ricordo ancora una piacevole gita sulla neve in Carpegna, dove don Melchiorre, pur non essendo attrezzato adeguatamente, osava lanciarsi con una slitta, affondando nella neve con innumerevoli ruzzoloni! Eravamo un numeroso e affiatato gruppo maschile e femminile di universitari e liceali dell’Azione Cattolica parrocchiale, appassionati di canti di montagna, eseguiti a più voci, nonostante pochissimi conoscessero le note e gli spartiti. Don Melchiorre, profondo cultore di musica classica, affrontò poi un’impresa ritenuta inizialmente da noi impossibile: costituire un coro polifonico per preparare ‘’Missa Secunda Pontificalis’’ a quattro voci (soprano, contralto, tenore e basso) di don Lorenzo Perosi, uno dei più importanti compositori del primo ‘900.Dopo impegnativi mesi di prove, questa composizione fu eseguita durante una solenne Messa Festiva. Al coro parrocchiale si aggiunse anche Pippo, il cognato di don Melchiorre, dalla bella voce tenorile. Il coro fu brillantemente accompagnato dall’organista Berto Colombari, noto orchestrale da ‘’dancing’’. Don Melchiorre, solitamente tranquillo e sorridente, diresse con grande maestria, ma apparve molto teso e quasi trasfigurato, per mantenere il ritmo giusto del
Via Veneto, 58 Riccione (Rn) Tel. e Fax 0541 640154 www.cd-arredamenti.com info@cd-arredamenti.com
coro, e coordinarlo con l’organista. Il povero Colombari ebbe una pazienza infinita, perchè ogni tanto don Melchiorre per l’agitazione lo smanacciava durante l’esecuzione! Per noi emozionatissimi, fu una grande soddisfazione a causa dei molti complimenti dei fedeli. Non contento di questo successo, don Melchiorre portò poi il nostro coro addirittura in tournèe, per eseguire la messa cantata nella sua Savignano, ricevendo una calorosa accoglienza. Due anni fa, in occasione della novembrina festa di San Martino, venne organizzato un simpatico rientro di parroci e cappellani del passato, e in questa occasione l’anziano sacerdote apparve ancora in ottima forma. Da ultimo, un commovente ricordo personale. Il diciannove Gennaio telefonai a don Melchiorre, per fargli gli auguri di buon anno. Purtroppo mi rispose con una voce flebilissima ed estremamente affaticata. Dopo due giorni venne a mancare a ottantotto anni, colpito da un infarto.
Riccione - Viale D’Annunzio, 133 Tel. 0541 646006 - Bus Stop n. 41 otticabacchini@libero.it
A.S.M.I. - G.M. AUGUSTO Belloni
24
di Gilberto Cevoli
Navi alla fonda antistante al porto di Riccione Serata rievocativa coi filmati e il commento di Edmo Vandi e Secondo Casadei. Martedì 26 Gennaio 2016, nella sala del Buon Vicinato “AMICI DEL PARCO” Via Montebianco i soci dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia Gruppo di Riccione e dell’Associazione ex Dipendenti Pubblici hanno partecipato ad una piacevole serata rievocativa sulle Navi della Marina Militare alla fonda davanti al porto di Riccione, dal 1982 al 1996, con proiezione di filmati d’archivio di Edmo Vandi e Secondo Casadei. Al termine della proiezione dei filmati si è svolto un dibattito inerente alle attività della M.M. e della Guardia Costiera costantemente impegnate sul Mediterraneo nel vegliare e soccorrere i profughi afroasiatici. Con particolare interesse ed apprezzamento sono interventi nel dibattito il Sindaco di Riccione Renata Tosi, il C.te dell’Ufficio Locale Marittimo Capo 1° cl. (NP) Ivan Pinzon, il Delegato Regionale A.N.M.I. Amm. Angelo Mainardi, il Presidente Lega Navale di Rimini-Riccione Amm. Aleardo Maria Cingolani e il C.te C.V. Maurizio Bonora. Nell’occasione, il Presidente A.N.M.I. Gilberto Cevoli, ha consegnato al Concittadino C.V. Maurizio Bonora già Comandante di Nave Vespucci, la Tessera di Socio del Gruppo ed una riproduzione del quadro raffigurante il Monumento dei Caduti del Mare di Riccione con Nave Vespucci in navigazione.
STUDIO DENTISTICO
OTTAVIANI INFISSI LAVORAZIONE FERRO E ALLUMINIO
Romagnoli Dr. Edmondo
Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia Impianto e dente in ceramica da 1.200 euro Igiene 50 euro - Otturazione 50 euro Sbiancamento 250 euro
RICCIONE - VIA ADRIATICA 77 info: 0541 600 171 - 392 954 4992 SI RICEVE SU APPUNTAMENTO
VIA CARPEGNA 12 / Tel. e Fax 0541 605 827 RICCIONE
musica romagnola
25
di Paolo Cortesi
“Le cante”: vere tradizioni popolari “Le cante” rispecchiano fedelmente l’ambiente rurale romagnolo, vanno cantate “a squarciagola” per il carattere rude dei contadini che le intonavano nei campi, anche lontani tra loro. Sono cori a voci miste (maschili e femminili), senza accompagnamento musicale. I principali e quasi unici divulgatori di questa autentica tradizione popolare musicale, sono i bravissimi canterini romagnoli “F. Balilla Pratella” di Lugo, che hanno festeggiato recentemente il novantaduesimo anniversario della loro fondazione, ed i “canterini “Turibbio Baruzzi” di Imola. “Le cante” risalenti ai secoli passati sono state riprese, armonizzate o composte ex novo da due prestigiosi musicisti e da un poeta nel ‘900. Cesare Martuzzi (Alfonsine 1885-Forlì 1960), musicista allievo di Mascagni, di salda fede fascista, ideatore della Musicotipia, un metodo di apprendimento adatto per chi non conosce la musica, oggi alla base di vari metodi didattici. Francesco Balilla Pratella (Lugo1880-Ravenna 1995), futurista, ha collaborato col fondatore Marinetti, musicista autore dell’opera lirica “L’aviatore Drò”, recentemente ripresa con successo al Teatro storico di Lugo con l’orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Aldo Spallicci (Bertinoro 1886-Premilcuore 1973), laureato in Medicina, repubblicano antifascista e per questo perseguitato dal regime, finito “esule” a Milano, poeta, si è battuto per l’autonomia della Romagna e per questo fu chiamato “E bà dla Rumagna”, ideatore del “trebbo” che raccoglieva cantastorie e favolisti, fondatore della preziosa rivista “La piè” sulle tradizioni artistiche e popolari romagnole, iniziata nel 1920 assieme a Martuzzi e Pratella, soppressa perché avversa al regime nel 1933, rinata nel 1945 e tuttora pubblicata. Spallicci ha la convinzione che il dialetto romagnolo venga considerato la lingua dei poveri e degli ignoranti, incapace di esprimere sentimenti e finezze letterarie. Celebre una sua frase: ”ho deciso di cantare nel mio dialetto-madre perché in esso mi trovo più vicino all’anima delle cose, al cuore dell’uomo, a Dio”. Si possono qui citare alcune tra “le cante” più note che mostrano una vasta gamma di sentimenti: dal romantico al dileggio, dal nostalgico all’amore filiale fino ad alcune tradizioni di lavoro campagnolo. “A gramadora” si riferisce all’usanza di “maciullare”, in autunno, la canapa, è un inno alla bella romagnola pronta a menar le mani al moroso troppo intraprendente: “Bèla burdèla fresca e campagnola / da jocc e da i cavél come è carbon / da la bocca piò rossa d’na zarsola / te t’si la mi passion”. “La fasulera” descrive la beffarda usanza di spargere di notte fagioli e semi di grano sulla soglia di casa di una zitella: “Scicarlèma spintacèda / balarèna sgangarèda / ven avder int’la calèra
/ chi t’a fat la fasulèra”. “La piè” canta di nostalgia, nel grande tovagliolo di bucato arriva la piadina ad un soldato appostato in trincea sulle colline di Podgora sulla costa croata nella prima guerra mondiale: “Oh Dio la piè / udor da ca / che riva iquà / e è’sent chi ch’magna / èria d’Rumagna / oh Dio la piè”. “Gli scariolanti” ricorda i braccianti di fine ‘800 addetti ai duri lavori di bonifica delle paludi costiere romagnole e più tardi dell’agro romano-pontino: “A mezzanotte in punto / si sente un grande rumor / sono gli scariolanti lerì lerà / che vengono al lavor”. “Ninna nanna” è una nenia che racconta del babbo muratore che porta la conca su una spalla per fare una muraglia: “Fa la nana, fa la donca / e’ tu bab porta la conca / u la porta in s’una spala / che vo’fer una muraja / u la porta in sun galon / che vo’fer un murajon”. “Al fugarèn” ricorda l’usanza tuttora in voga di salutare la primavera accendendo fuochi notturni nelle campagne: “Vent marzulèn scadnè da la muntagna / de ‘ prem amandul t’è purtè l’udor / e d’una fugarèna a la campagna / che bel splindor”. “La majè” racconta la tradizione romagnola di adornare di rami di betulla in maggio i davanzali delle case per impedire alle formiche di entrare nelle case per mangiare il grano: “Dop un sonn ch’u n’ fneva mai / la campagna la j’è d’festa / e mi gal alzend la cresta l’a cantè chirichichi!”. Se si celebra in pompa magna il sessantesimo dell’attività musicale di Secondo Casadei, ideatore del “liscio”, perché le città della riviera non fanno nulla per ricordare il novantaduesimo anniversario dei “Canterini Romagnoli” di Lugo, organizzando per loro concerti, meritevolissimi divulgatori delle vere e più antiche tradizioni musicali popolari della nostra terra?
La guèra de quéng e de zdòt L’ha na tégna ch’la va sò mi grép. Ha una tigna che va su ai greppi. Vale come cocciutaggine, testardaggine. La tigna è anche malattia della pelle e i vecchi narravano un episodio della “Grande guerra”. Un giovane riformato viene richiamato a nuova visita a seguito della sconfitta di Caporetto. “A ho ancora la tégna” dice al capitano medico sicuro di scamparla. Ma anch’esso era romagnolo e rispose: “L’è quèl ch’ui vò contra i tedésch!”
(La guerra del quindici-diciotto) L’ha fat piò bataje la su sutèna che la fanteria sòra e Col ‘d Lèna. Ha fatto più battaglie la sua sottana che la fanteria sul Col di Lana. Donnina di facili costumi Il Col di Lana fu teatro di scontri nella Guerra tra italiani e austriaci. I iè arvat te taj! Le sono arrivati nel taglio (nella fessura!) Si sono uniti carnalmente. Così una madre affannata e disperata, in piena Prima guerra mondiale, al parroco Don Montali, mostrandole la giovane figlia (che, dissero le malelingue, aveva un aspetto più soddisfatto che disperato).
www.taekwondoriccione.com
28
since 1978
Stagione 2016. Inizio col botto! Torneo di Faenza 31-01-2016 Il Taekwondo Riccione ha partecipato al Trofeo Città di Faenza. Per la sezione combattimento Riccione ha mandato sul campo di gara quattro ragazze di diverse categorie di età e peso, ma tutte capaci di salire sul gradino più alto del podio conquistando la medaglia d’oro: si tratta di Luna Uguccioni, Alice Betti, Doralice Marzialetti e Federica Migani. La preparazione per gli Internazionali del Belgio in programma nel mese di marzo sta dunque funzionando alla grande e i risultati sui campi di gara italiani lo dimostrano. Per la sezione poomsae (tecnica) erano invece presenti a Faenza sette atleti tra adulti e ragazzi. Anche questo gruppo ha portato a casa una serie di podi. Medaglia d’oro per Alessandro Nicoletti e Aurora Sanchi, argento per Filippo Barbari e Maurizio Sanchi, chiudono con il bronzo Marcello Bernardi e Robert Gennari mentre Andrea Comandini rimane ai piedi del podio con un 4° posto. Torneo Nazionale CSEN - Roma Erano 9 gli atleti del Taekwondo Riccione presenti sui campi di gara di Fiano
Romano (Rm) per il Campionato Nazionale Csen nel weekend del 20 e 21 febbraio, accompagnati dagli ufficiali di gara Giuseppe Uguccioni, Linda Sacripanti e Luna Uguccioni, tutti sotto la guida del maestro Roberto Betti. Il settore tecnica (Poomsae), in gara nella giornata di sabato 20, ha dato il via a questo campionato e Riccione ha subito ottenuto due ottime medaglie d’argento con Maurizio Sanchi e Marcello Bernardi, mentre hanno chiuso al 4° posto gli altri due atleti riccionesi Andrea Comandini e Alessan-
dro Nicoletti. La giornata più bollente però è stata domenica 21 per il settore combattimento, giornata nella quale i nostri nuovi ragazzi selezionati per partecipare a trasferte nazionali ed estere hanno saputo dare il meglio di se stessi, conquistando 5 medaglie su 5 atleti. Grandissima performance per Doralice Marzialetti che, alla prima gara in categoria Junior, ha conquistato l’oro tenendo testa e battendo in finale la favorita atleta campana da anni vincitrice nei tornei Csen. Altri ori per Federica Migani e Paolo Giovanardi, che hanno vinto brillantemente nella loro categoria. Ottimo argento per Martina Bagli ritornata in gran forma dopo un grosso infortunio. Argento per Tobia Celli, ormai veterano del Taekwondo della Polisportiva Riccione. “Questa gara a Roma ha concluso la preparazione in vista degli Open del Belgio” hanno spiegato il maestro Roberto Betti e il direttore tecnico, Geo Ottaviani -. “Siamo soddisfatti per quello che stanno dimostrando tutti i nostri atleti e siamo altrettanto fiduciosi che sapranno farsi valere anche in competizioni internazionali”.
Tutti i pregi della tavola nel rispetto della tradizione romagnola
prenotazioni_0541 692 306_fax 0541 692868_info@canastariccione.com cucina sempre aperta menù in all languages
NOVITÀ ASSOLUTA: Pizze al kamut, 10 cereali e integrale Una manna per gli sportivi!
A BIROUN
Angoli di Riccione
ASSOCIAZIONE CULTURALE PER RICCIONE
È UNA PAGINA APERTA A TUTTI I FOTOGRAFI PER PASSIONE NON È UN CONCORSO, NON CI SONO PREMI ED È GRATUITA! C’È SOLO LA POSSIBILITÀ DI CONDIVIDERE L’AMORE PER LA PERLA VERDE ATTRAVERSO LE IMMAGINI. INVIA I TUOI SCATTI, RIGOROSAMENTE SU RICCIONE, CON ANNO, LUOGO, TITOLO, NOME E COGNOME A: FAMIJA ARCIUNESA, VIALE MONTEBIANCO 27 O ALLA MAIL: REDAZIONE@FAMIJARCIUNESA.ORG.
Questo mese le foto sulla nostra bella Riccione le ha inviate... GIORGIO SAPUCCI A sinistra: Alto: Beato Alessio Centro: Vele al Porto Basso: Cippo di Coppi e la tamerice di Bagli A destra: Alto: Il Ponte Romano Basso: Le fontanelle
donazioni
30
di Nives Concolino
Il cuore d’oro dei “Sette nani”
In sedici anni di attività hanno organizzato una miriade di iniziative, anche dal risvolto solidale. Protagonisti i nonni, e a volte anche mamme e papà, del centro di Buon Vicinato dei Sette Nani che finora hanno devoluto 7.650 euro in beneficienza a varie associazioni (Aism, Ior , Alzheimer, Arop, Uildim e Centro21), e ai Comuni di Sant’Angelo e di Crevalcore pro terremotati. “La nostra avventura - racconta il presidente Dino Arcangeli - é cominciata tra il 2000 e il 2001 nel Parco della Sila in viale Crotone, dove con alcuni residenti abbiamo costruito la casetta, tuttora nostra sede, usando materiale riciclato e in parte reperito pure nel magazzino comunale e al Monte degli stracci di Montalbano. L’entusiasmo ha fatto crescere la nostra realtà di giorno in giorno, così abbiamo iniziato a organizzare diverse feste, compreso quelle per i compleanni, coinvolgendo sempre più i residenti”. Attività fondamentale per un quartiere periferico, come Fontanelle, che ha bisogno di più luoghi di aggregazione. Tanto più se si considera che una grande percentuale di persone si è trasferita qui negli ultimi de-
cenni, senza punti di riferimento. “Il 2006/2007, con il Comune che ha consentito di edificare la casetta in muratura prefabbricata, ha segnato la nostra svolta _ continua Arcangeli _. Così le iniziative, come la Sagra del fagiolo, si sono moltiplicate, come pure i nostri associati, quasi un centinaio. Con loro intanto abbiamo cominciato a fare anche dei pranzi sociali nella casetta e al ristorante, pensando pure a chi sta peggio di noi. Fin dal 2007 abbiamo cominciato a raccogliere delle somme, sempre più consistenti, devolvendole a varie associazioni e per diverse necessità, ricerca, cure, assistenza e così via. Le ultime donazioni sono state fatte lo scorso 12 gennaio nel corso di una preziosa serata che ci ha consentito di conoscere maggiormente queste onlus e di stringere ulteriori relazioni. Sono piccole somme, ma il nostro motto è “Tante piccole gocce formano il mare”. Anch’io, per quanto ho potuto, mi sono impegnato in questa realtà, dando il possibile di me stesso. Voglio sperare che questo centro abbia un proseguo con chi verrà dopo di me”.
Spett.le Presidenza Ipab Ceccarini Riccione. Vorrei sottolineare lo stato di abbandono di una donazione di Maria Boorman Ceccarini: casa Tramontana 2, via Piemonte 20. La recinzione dell'area, sul lato mare, è caduta. Persone incivili lasciano rifiuti e altro all'interno dell'area. Un intervento sarebbe doveroso. La Signora Ceccarini se lo merita... Cordiali saluti Renzo Bagli
CONOSCERE LE PAROLE Baby-doll. camicia da notte femminile corta, come quella indossata dall’attrice americana Carroll Baker, protagonista del film Baby Doll di Elia Kazan (1956). Baby Doll significa tanto “piccola Do-rothy” quanto “bambolina” e nel film è il vezzeggiativo della Baker, che impersona la moglie minorenne e illibata di Archie (Karl Malden), la quale, insidiata da un vicino di casa (Eli Wallach), cede alla corte di questi facendo impazzire il marito. Il film, sceneggiato da Tennessee Williams, ebbe grande impatto sul pubblico americano per la forte carica erotica di alcune scene e venne messo all’indice da associazioni conservatrici. La moda, più pragmatica, ereditò il termine baby-doll per indicare il modello di camicia da notte corta indossato dalla protagonista.
CENTRO REVISIONI AUTO E MOTO
Marmanelli & C.
s.n.c.
OFFICINA - GOMMISTA - ELETTRAUTO Via Veneto, 115 Tel. 0541 640 450 - 660 554 Fax 0541 663 875 RICCIONE
Assistenza tecnica. Impianti elettrici elettronici iniezione diesel iniezione benzina freni ABS. Banco prova. Freni sospensioni.
ciclismo giovanile
31
di William Pesaresi
2016... il Bicifestival raddoppia l’attività Chiuso il quindicesimo anno di attività lo scorso 13 dicembre con la festa sociale al Taca Banda di Riccione, la società giallo grigia si è subito messa in moto per la nuova stagione che partirà il primo week end di aprile. Come sempre il fiore all’occhiello sarà l’attività dei giovanissimi “ 6/12 anni” che in questi anni hanno dato tante soddisfazioni. Oltre 500 bambini hanno provato l’attività ciclistica giovanile allenandosi in tutta sicurezza nel circuito protetto allestito nei pressi della sede della società in Via Berlinguer a fianco del casello autostradale di Riccione. All’attività su strada, i bambini possono alternare l’attività fuoristrada nel circuito MTB nella zona artigianale di Riccione a fianco della chiesa di Raibano. Quindi attività su due ruote “a tutto tondo” per i bambini che vogliono provare l’emozione di questo antico ed affascinate sport. I giovani atleti sono seguiti dai tecnici abilitati dalla Federciclismo, Mario Giorgio, Martina Giorgio, Matteo Squadrani e dai collaboratori Lorenzo Giorgio e Marco Leardini coordinati dal direttore tecnico Fabio Polverelli. Come anticipato nel titolo quest’anno il Bicifestival raddoppia gli impegni, infatti la novità del 2016 sarà una squadra femminile esordienti “13/14 anni” ed allieve “15/16 anni” che gareggeranno nel calendario rosa di categoria a livello nazionale. Sette sono le ragazzine, provenienti da tutta la provincia Riminese, due del-
le quali cresciute da giovanissime nelle fila del Bicifestival. Le ragazze che sono già state presentate lo scorso dicembre in occasione della festa sociale hanno avuto come madrina la campionessa Italiana a cronometro a squadre Juniores Martina Michelotti, riccionese, che proprio con la società giallo grigia della Perla Verde ha mosso le prime pedalate fino alla categoria esordienti. Le atlete sono seguite dalla più volte campionessa Italiana di MTB Daniela Veronesi per quanto riguarda la parte di preparazione in palestra ed avranno come direttore sportivo Fabio Polverelli. Ecco allora i loro
Osservatorio sociologico sportivo di Riccione
nomi, esordienti: Mia Bianchi, Marianna Del Prete, Giulia Giorgio e Margherita Morelli. Allieve: Giulia Bianchi, Eleonora Giacchetti e Clara Giordano. Per quanto riguarda il reclutamento dei giovanissimi l’invito è rivolto a tutti i bambini dai 5 ai 12 anni. Le porte del Bicifestival sono SEMPRE APERTE per farvi provare l’attività ciclistica. La Bici e l’abbigliamento tecnico… VE LO DIAMO NOI! Info: www.bicifestival.org bicifestival@alice.it Mario: 328 4811798 William: 347 1257963
di Fabrizio Serafini
Alla ricerca di una sana cultura sportiva Nasce a Riccione un progetto innovativo rivolto alle scuole superiori, grazie alla sensibilità di Principi Paride responsabile dell’Istituto Comprensivo n° 1. La proposta fatta da Fabrizio Serafini responsabile dell’Osservatorio Sociologico Sportivo Riccione, “Alla ricerca di una sana cultura sportiva “, ha visto la fattiva collaborazione degli insegnanti di educazione fisica Gandini Roberta, Rinaldi Angelo, Ardini Cristina, Genga Giuliano. Il progetto ha coinvolto le classi che hanno aderito, frequentanti il Liceo Scientifico e il Liceo Artistico Volta/Fellini. Gli argomenti svolti in aula, riguardano i veri motivi per il quale una persona dovrebbe praticare un’attività sportiva. Lo sport come metafora della vita, viene trattato da Serafini nelle varie sfaccettature, coinvolgendo gli studenti in un vero e proprio dibattito: un forum in cui gli allievi partecipano fattivamente, dando la loro interpretazione dell’attività sportiva, portando testimonianze importanti per la crescita individuale. Il progetto, partito nel gennaio 2016, ha l’obbiettivo di coinvolgere il maggior numero di studenti, per migliorare l’approccio allo sport e sottolinearne le straordinarie potenzialità. Da sinistra Fabrizio Serafini e Paride Principi. A dx alcuni alunni che partecipano al progetto.
amarcord e mi non
di Giorgio Casadei
Casadei Luigi detto “BIGIAK” Mio fratello Albo era affascinato dalla personalità del nonno paterno Luigi, al punto che ne adottò il soprannome quale pseudonimo di molti scritti dedicati alla città di Riccione e ai riccionesi. Ciò è facilmente rilevabile nelle pubblicazioni de “La Perla Verde” dei primi anni settanta del secolo scorso. Di lui ha riferito alcuni aneddoti, ma non tutti. Io che il nonno Bigiak ho fatto appena in tempo a conoscere (morì infatti che avevo solo tre anni) conservo ben pochi ricordi: un vecchio canuto e magro che mi baciava sulla testa; il primo cadavere che abbia mai visto; l'imponente carro funebre così sorprendente per un bambino della mia età, trainato dai cavalli bardati e pavesati a lutto e accompagnato da persone con ceri accesi in mano. Però dall'ambito familiare e da fuori mi sono giunti episodi che mi piace raccontare. OGNI PROMESSA E' DEBITO Nel 1910 mio padre Angelo Casadei aveva undici anni. Allora Riccione, ancora frazione di Rimini, al di sopra della ferrovia era un borgo prevalentemente agricolo e artigianale; al di sotto, ortolani, pescatori e le ville dei forestieri nella marina. Per i bambini non c'erano molte occasioni di svago, l'infanzia durava poco e i giochi erano semplici per lo più fatti insieme ad altri nelle aie e sulla strada. La fantasia suppliva alla scarsità dei mezzi, così in ogni combriccola prima o poi qualcuno proponeva una qualche prova di coraggio o di ardimento: saltare fossi, camminare in equilibrio, fare dispetti alle persone e agli animali, fare la lotta o a sassate. Una cosa però dava forte emozione ed insieme piacere: prendere la frutta dalle piante degli altri. Si sa che gli agricoltori sono sempre stati giustamente gelosi dei loro prodotti e penso che ancora di più lo fossero in quei tempi grami. Per chi veniva sorpreso sulla pianta o nell'orto la punizione poteva anche essere molto dolorosa ed è per questo motivo che chi si avventurava in tali spedizioni lo faceva a mò di orda barbarica, ma in silenzio. L'azione era rapida ma dannosa perchè insieme ai frutti venivano spezzati rami e calpestate coltivazioni.
I Bufoun
Fu così che un giorno d'estate di tanti anni fa mio nonno Bigiak, mentre si trovava in piazza con amici e conoscenti, venne aggredito verbalmente da un agricoltore adirato che gli riferiva i danni che quel delinquente di suo figlio gli aveva arrecato insieme ai suoi degni compari. Bigiak ascoltò serio tutta la lamentela, poi disse: “Tu sai che ho solo quel figlio (mia nonna Adele in seguito ad un incidente aveva perso la possibilità di procreare) e non vorrei gli fosse torto un capello. Spero che tu sia sicuro di quello che dici perchè io adesso vado a casa e a mio figlio lo ammazzo di botte. Se però ti sbagli io ti sparo!”. L'agricoltore ribadì l'accusa e Bigiak si avviò verso casa. Quì giunto afferrò l'ignaro figliolo e lo sottopose ad una lunga serie di ceffoni rimproverandolo nel contempo per la malefatta. Angelo però negava e questo fatto indispettiva ancor di più Bigiak che seguitava a picchiarlo. Per lo strepito accorsero gli altri bambini della casa e fra questi Primo, il cugino coetaneo di Angelo. Rivolto allo zio confermò che la birichinata era stata fatta ma che Angelo non vi aveva partecipato. Fermato il braccio castigatore Bigiak disse al figlio che la lezione impartita andava riferita a tutte le marachelle passate di cui non aveva notizia.
32 Poi, preso il fucile dall'armadio, lo caricò a pallini e si diresse verso la casa dell'agricoltore. Fortuna volle che il luogo dove si incontrarono fosse un viale alberato. Bigiak godeva fama di uomo risoluto e quando quel tale se lo vide sbucare a 50 metri armato nell'atto di imbracciare il fucile non ebbe dubbi sulle sue intenzioni e d'un balzo andò ad appiattirsi dietro l'albero più vicino. Seguì lo sparo e la rosa dei pallini che si infrangeva nel tronco. La pianta era grande ma non al punto da fornire il completo riparo allo sventurato. Lo si capì dal modo con cui si allontanò; dolente reggendosi le terga. “Te l'avevo promesso ed io sono uomo di parola”. Così disse Bigiak che, acceso il toscano, tornò tranquillo a casa. REFERENDUM ISTITUZIONALE Questo episodio mi è stato raccontato alcuni anni fa dal concittadino Bologna (mi scuso per il nome che non ricordo) in occasione di una gita di quelle che Famija Arciunesa organizzava ogni anno. Eravamo seduti vicini alla tavola di un ristorante e così discorrendo del più e del meno gli dissi chi ero e poiché conosceva la mia famiglia volle raccontarmi di Bigiak. All'indomani del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 c'era aria di festa nel paese: aveva vinto la Repubblica e il giovane Bologna insieme alla moglie si sentiva partecipe di quel grande evento. Notato l'anziano Bigiak che se ne stava seduto in disparte lo avvicinò e gli disse:” Bigiak non fate festa? Ha vinto la Repubblica! Non siete contento?” “Che i ava mand via e Re, un mi dispis; ma me a stagh pansand a dop. E Re é bsèva sora al noste spale, ma e magnèva per oun. Adés tòt quei chi verrà sla Repòblica t'pèns chi n'ava fèma? (Che abbiano mandato via il Re non mi dispiace; ma io penso al dopo. Il Re pesava sulle nostre spalle ma mangiava per uno. Adesso quelli che verranno con la Repubblica pensi che non avranno fame?). Al momento non ci fu molto chiara l'affermazione ma in questi ultimi anni, con tutti gli scandali che hanno interessato il mondo politico, corruzione, malversazione e abusi d'ogni genere, il senso di quanto detto assume un valore profetico. Al punto che ogni volta che alla televisione ci danno notizia di un nuovo scandalo io e mia moglie non possiamo che ripeterci: “Ti ricordi Bigiak?”
Antonio venne al mondo nei primi anni del secolo scorso, quando - allora come sempre - alle persone per bene e no, piaceva fare all’amore. Con la differenza che nelle povere case coloniche nasceva un figlio legìttimo ogni undici mesi, mentre gli illegittimi, frutti di amori proibiti d’alto rango, venivano abbandonati negli ospedali con la stessa indifferenza con cui “le bistes” del mio acquario depositano i loro avannotti. Fu cosi che dall’accoppiamento di un nobiluomo con una nobildonna, creature dal sangue blu e dalla coscienza nera, nacque Antonio figlio di nessuno. Affidato - com’era nella prassi comune a tutti i rinnegati del suo tempo e luogo all’ospedale di Rimini che allora dava il nome di CASADEI, (Casa di Dio], il piccolo diseredato, colpevole dell’altrui voglie, crebbe sano, intelligente, operoso, timorato di Dio, mostrando per certi aspetti atavici i caratteri del suo lignaggio: eleganza nel portamento, fierezza nei modi seppure volgarizzati dall’analfabetismo, condizione «sine qua non» per essere destinati al lavoro dei campi... Raggiunta l’età legale, il fiero ragazzo venne affidato - quale garzone - alla famiglia BUFFONI, (agricoltori di Ripa Massana in quel di Tavoleto), che, non avendo figli, lo amò come figlio proprio. Ma quando, diversi anni dopo, arrivò il legittimo erede, Antonio - divenuto nel frattempo - Tugnoun ad Bufoun» (Tugnoun perchè era di alta statura) - capì che presto o tardi sarebbe stato un intruso, e se ne andò. Sposata Polverelli Rosa di Trarivi, divenne mezzadro a Coriano su una terra poco redditizia, perchè sassoso avanzo di fiume, di Padrone Guglielmo Righetti, uomo che per la sua umanità e generosità si differenziava da tutti i feudatari del suo tempo. Tugnoun, nonostante il buon uso del matrimonio, ebbe tre figli soltanto: Salvatore «Tor»; Luigi «Big»; Anselmo «Simèin» tutti «ad Bufoun». Luigi da ragazzo era piuttosto vivace... Direi, per quanto ne so, più del consentito, per cui da «Big» divenne «Bigiak» in senso peggiorativo. Mentre io, suo nipote, ebbi tale soprannome, dagli amici, nel periodo clandestino, sicché rinnovo, nello pseudonimo, il simpatico avo Bigiak ad Bufoun...
censimento associazioni
33
di Claudio Villa
Quante realtĂ culturali e di volontariato! Sicuramente molti di noi talvolta questa domanda se la sono fatta, ma nell’ambito del nostro territorio cittadino quante associazioni ci sono e soprattutto cosa fanno, di che cosa si occupano concretamente e magari, mi potrebbe interessare farne parte o contribuire in qualche modo alle loro attivitĂ ? Il mondo del volontariato e dell’associazionismo del cosiddetto terzo settore, è molto sviluppato nella nostra CittĂ ed il piĂš delle volte di valido supporto alle istituzioni pubbliche nell’attuazione di quel principio di sussidiarietĂ riconosciuto anche dalla nostra Costituzione, come valido strumento per arrivare talvolta dove il pubblico fatica a trovare delle valide e concrete soluzioni. In allegato a questa rivista, troverete un opuscoletto al momento per quanto ci risulta unico nel suo genere, dove si è cercato di individuare queste associazioni che operano per la gran parte con varie finalitĂ solidaristiche, sicuramente incompleto ma certamente un primo passo per una “mappaturaâ€? di questa realtĂ . I soci del Lions Club di Riccione quest’anno festeggiano il loro trentesimo compleanno e tramite questa iniziativa intendono idealmente abbracciare tutte le altre associazioni che operano con finalitĂ a vantaggio della collettivitĂ nelle loro varie espressioni, anche se di semplice socialitĂ , nella condivisione di valori etici e morali, dei quali soprattutto in questo periodo c’è un gran bisogno. Un grazie particolare alla Famija Arciunesa che tramite la sua validissima rivista ha permesso di far giungere questa pubblicazione in tutte le case dei cittadini riccionesi. E’ possibile visionarla e stamparla anche accedendo al sito web www.lionsriccione.it.
L’ultimo saluto a Elis Duranti
Commozione e dolore per la prematura scomparsa di Elis Duranti, 64 anni, giĂ dipendente comunale e per due legislature dirigente degli assessorati alla Cultura, Pace e Politiche giovanili del Comune di Riccione. Il suo cuore ha cessato di battere per sempre il primo marzo, nella clinica “Montanariâ€? di Morciano. Nativa di Urbino, dove si era laureata in Giurisprudenza, ha incontrato e sposato Rodolfo Parmeggiani, dal quale ha avuto la figlia Stefania. A Riccione ha trovato impiego in municipio come responsabile dell’Ufficio Contratti. In un secondo momento il sindaco Daniele Imola le ha affidato la dirigenza, affiancandola all’assessore Francesco Cavalli. Nel’ultimo decennio di lavoro dirigenziale ha seguito il rilancio delle ville storiche (Lodi Fè, Franceschi e Mussolini), importanti mostre, pubblicazioni di libri, conferenze di filosofia, l’Ora di mezzo con spettacoli in spiaggia, i concerti all’Alba. Progetti nuovi e impegnativi, portati avanti con passione e pro-
fessionalità , al punto che voleva sempre seguire di persona ogni iniziativa per verificarne la partecipazione e l’indice di gradimento. Chi ha lavorato al suo fianco in
di ni.co.
municipio, la ricorda come “donna dotata di grande senso del dovere e di servizio pubblico, che ha basato sempre la sua attivitĂ sull’etica e una profonda conoscenza giuridico-amministrativa, una persona imparziale, nonostante la sua connotazione di sinistra laicaâ€?. “La Duranti era generosa - testimoniano alcuni dipendenti comunali-. Si è sempre spesa nei nostri confronti per migliorare la nostra posizione professionale. Ci teneva che venissimo gratificati. Dopo 20 anni era riuscita a far indire un concorso che ci ha consentito di andare avanti con la carriera. Il rapporto personale con lei era talmente ottimo, che a Natale ci riuniva per un momento festoso, per l’occasione donava a tutti un suo presente. Anche a Carnevale portava da casa pasticcini e altri dolci, questo per rendere la squadra sempre piĂš unita e socializzare. La Duranti, che i riccionesi hanno salutato nella nuova chiesa di San Martino, riposerĂ per sempre nel vecchio camposanto di Riccione.
Grondaie e Coperture
Prova gratuita dell’efficenza visiva Occhiali progressivi con garanzia adattamento Occhiali da sole graduati Contattologia
Riccione Corso F.lli Cervi, 62 - 0541.697629 otticafrancolini@libero.it
Misano Adriatico - Tel./Fax 0541 61 57 77 via Larga 38 - zona artigianale
geografia popolare
34
di G.L.M.
Emilia-Romagna... una regione o due? Il dualismo è sempre vivo
STAR BENE STAR BENE STAR BENE STAR BENE
STAR BENE
La regione deve il suo nome alla via Aemilia, l’arteria romana aperta nel 187 a.C. dal console M. Emilio Lepido, che collegava le città di Placentia (Piacenza) e di Ariminum (Rimini) -270 km. Il nome Emilia cadde in disuso nell’età medievale e fu ripreso solo nel XIX secolo, mentre il termine Romagna, da Romania o Romaniola e Romandiola, risale all’invasione longobarda (VI secolo) e stava a indicare tutto il territorio del domino romano d’Oriente in Italia. Fu aggiunto ufficialmente alla denominazione Emilia solo nel 1947 in ossequio alla sua individualità storica. Province dell’Emilia: Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia. Province della Romagna: Forli-Cesena, Ravenna, Rimini. E il popolo spiega la loro diversità... Come faceva il viandante di una volta (ma anche il turista di oggi sprovvi-
sto di mappe o internet) che scendeva dal nord a sapere quando usciva dall’Emilia e si trovava in Romagna? Facile! Se, assetato, bussa ad una porta e chiede da bere in Emilia gli offriranno dell’acqua... in Romagna lo fa-
Ansia e stress... cosa fare? L'ansia è uno stato caratterizzato da una sensazione di paura non connessa ad alcuno stimolo specifico. E' una complessa combinazione di emozioni negative che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno, conseguenza soprattutto (ma non solo) dell'aumento dei livelli plasmatici di corticosteroidi e adrenalina. In generale, si classifica in due grandi gruppi: A) Uno caratterizzato da ansie a sé stanti, come ad esempio attacchi di panico, fobie, disturbi di tipo ossessivo compulsivo (tensioni ed ossessioni che assediano i pensieri, divenendo insopportabili), ansia da stress; B) L'altro comprende diverse tipologie generalizzate di sindrome ansiosa, come ad esempio ansie situazionali, ansie da prestazione, ansie da separazione ecc. Prima di rivolgerci a farmaci potenti (come le benzodiazepine che hanno anche numerosi effetti collaterali), la fitoterapia ci viene in aiuto nelle sindromi ansiose moderate o medie. La fitoterapia non è innocua, infatti, anche le droghe vegetali, i tranquillanti ed i sedativi cosiddetti naturali, possono essere responsabili di effetti spiacevoli, determinati per lo più dal sinergismo con altre sostanze. Ecco perché, in caso di sindrome ansiosa, un utilizzo moderato di tali sostanze naturali è auspicato seguendo comunque con attenzione le indicazioni del medico o del farmacista.
Parafarmacia
Esperienza, Competenza e Professionalità
Riccione Punta De L’Est - Via Emilia 35 - Tel. 0541 660190 e-mail: algavalo@alice.it
ranno entrare, sedere in cucina e gli metteranno davanti un bel bicchiere di Sangiovese appena versato dal fiasco.
di Scola dr Lorenzo Come rimedi naturali il manuale (P.Campagna) consiglia di assumere oligoelementi come manganese e cobalto una volta al di, per tre settimane, associando il magnesio. Inoltre si può assumere Tilia tormentosa, gemmo-derivato in grado anch'esso di esplicare un'azione positiva contro la sindrome ansiosa. Tra le droghe ansiolitiche per eccellenza non possono mancare la valeriana, la passiflora, il biancospino e la melissa; in caso di sindrome ansiosa accompagnata anche da forme depressive, l'iperico rappresenta sicuramente un ottimo rimedio naturale di elevata efficacia, oltre a rodiola e griffonia. Combattere lo stress non è facile, ha spesso origine nell’ambiente lavorativo o in situazioni quotidiane. La soluzione allo stress non è il riposo nè tantomeno la fuga, ma la "giusta attività". Se ci si sente stressati, non bisogna commettere l'errore di fermarsi: il sonno e l'inattività sono solo degli anestetici che finiscono col radicare stress dentro di noi. Cerchiamo di scioglire le tensioni. L'alimentazione gioca un ruolo importante, ridurre drasticamente alcolici, caffè e fumo; ridurre anche alimenti e bevande con zuccheri aggiunti, mentre decisamente bene accette sono frutta, carote, lattuga, centrifughe con verdura e ovviamente quei cibi associati al mangiare sano come broccoli, spinaci e gli altri “super-alimenti”. Attenzione ai livelli di potassio, di cui sono ricche banane, patate e pomodori crudi, come di magnesio (mandorle, grano, tofu, miglio). Utile in questi casi può mostrarsi anche un’integrazione di vitamina B6. Affidiamoci ad alcune pratiche di rilassamento orientali, trovare il proprio equilibrio interiore è uno metodi più validi nel difendersi dallo stress, così come il praticare regolarmente yoga o ginnastica dolce cinese senza dimenticare inoltre l’importanza di una leggera, ma quotidiana, attività fisica. In ogni caso, facciamoci sempre consigliare da un professionista erborista/farmacista di fiducia.
V
TRO SE IZI O
40
RV
AL
OS
1976 -2016
CONTROLLA REGOLARMENTE LA TUA CALDAIA! PIÙ SICUREZZA, MAGGIOR CONFORT E MINORE INQUINAMENTO AMBIENTALE. Sopralluoghi per preventivi gratuiti e possibilità di usufruire delle detrazioni fiscali in corso.
0541 602044 c/o Centro Servizi Jimmy Monaco
Via Empoli 31 - Riccione (RN) Tel. 0541 602044 - Fax 0541 691182 info@michelottisantini.it
pagina dei ricordi
di Bruno Bezzi
36
L’infanzia rubata 2ª parte D’inverno mio babbo non sempre poteva andare a pescare, per cui la miseria si faceva sentire ancora di più. Come tutti i bambini mi sarebbe piaciuto mangiare qualche volta un dolcetto. Quando passavo davanti alla Venchi Unica, schiacciavo il naso su vetro della vetrina ad ammirare i castelli di cioccolate avvolte nelle loro carte colorate. Ma quelle erano “luvirie” che i miei genitori non potevano permettersi. L’unica “luviria” che mi fosse concessa era quella che mia mamma preparava ogni sera prima di andare a letto. Essa consisteva in una fetta di pane con sopra la panna del latte, che diventava burro col freddo della notte. Sulla panna, poi, si spargeva un cucchiaino di zucchero, cosi, la notte, quando la fame si faceva maggiormente sentire, divoravo la “luviria” dei poveri. Naturalmente anch’io adoravo i giocattoli, ma quelli costavano e così la mamma mi faceva delle bambole di pezza con cui giocare. Poi qualcuno ci regalò un Sant’Antonio di marmo. La mamma lo mise sul comodino accanto al letto. Alla sera io non mi coricavo senza tenermi tra le braccia quella fredda statua. Il mio primo amore infantile fu una bimbetta della mia stessa età con la quale trascorrevo ore e ore di gioco; l’altro un po’ più maturo fu quello per la mia maestra d’asilo. Quando la conobbi nella villa dove le Maestre Pie insegnavano, avevo, forse quattro anni. A cinque anni, allorquando frequentavo anticipatamente la prima elementare, la mia maestra, di cui non ricordo il nome, ma nitidamente il visino incorniciato dalla cuffietta e la figura snella nell’elegante abito monacale, mi venne a far visita a casa. Avevo contratto il morbillo e il mio corpo era cosparso di numerosissimi puntini rossi. Mi vergognavo, ma la sua visita mi colpì a tal punto che, quando andò via, dissi a mia mamma che da grande l’avrei sposata. Alla fine dell’anno scolastico, lasciai le Maestre Pie per andare a frequentare la seconda elementare nella scuola pubblica, in tal modo, ebbe fine il mio grande amore.
tra quella siepe umana per vedere. Era un delirio. Specialmente le donne con le loro isteriche grida di “Duce, Duce” lo accompagnavano lungo tutto il percorso. Non era facile non rimanere contagiati da tanto entusiasmo. Il fascino che emanava Benito Mussolini in quei tempi, non era paragonabile a nessuno. Un giorno di agosto del 1941, mia mamma con me in piedi sulla bicicletta, acquistata nuova di zecca pochi giorni prima da “Saraca”3 mi portò a fare una passeggiata in centro in compagnia delle sue amiche. Era una tipica giornata estiva, il piazzale Lido (oggi piazzale Roma) era pieno di gente. Ad un tratto un sommesso vociare si diffuse tra i villeggianti: “Arriva il Duce, arriva Duce”. Effettivamente di lì a poco Mussolini comparve pedalando sulla bici. Vedendo il nostro gruppo che faceva capannello al centro del piazzale, si fermò per scambiare quattro chiacchiere con le donne del popolo. Lo fece un po’ per cogliere gli umori della gente. Ricordo che mia zia Sina, il cui figlio era marinaio imbarcato sulla nave ospedale Arno, rivolgendosi al potente Capo del Governo gli chiese: “Duce quando finirà questa guerra”? Mussolini rispose:” Signora, siamo solo agli inizi”! Poi volgendo lo sguardo verso di me, accarezzandomi la testa rasata “all’umberta”4 mi chiese come mi chiamavo, quanti anni avevo, se ero stato promosso. Timidamente e con atteggiamento “vergognoso” risposi alle domande di quel “signore”. Egli allora, con tono stentoreo, mi disse “Bruno, quando andrai a casa, farai un saggio: “Ho visto il Duce in bicicletta”. Naturalmente non ricordo se ottemperai all’ordine del “signor maestro”. 1. Il termine Littorina sembra sia stato coniato da Mussolini a seguito di una sua visita a Littoria (attuale Latina) ai primi anni Trenta.
Il 10 giugno del 1940, l’Italia entrò in guerra contro la Francia e l’Inghilterra. Benito Mussolini, grande estimatore di Riccione, a causa degli impegni di stato, dovette diradare le visite alla sua spiaggia preferita. La famiglia, tuttavia, nel periodo estivo, nonostante fosse in atto la guerra, continuò a soggiornare a Riccione. Ricordo la “littorina”1 che quasi tutti i sabati, arrivava nella Perla verde con a bordo il Duce. Come tutti i bambini anch’io ero attratto dai treni, ma la littorina era un treno speciale. Partiva da Roma e senza fermarsi in alcuna stazione, arrivava dritta dritta a Riccione dove veniva ricoverata, sotto stretta sorveglianza, su un binario morto dentro un hangar appositamente costruito. Quando Mussolini era a Riccione, la Cittadina aveva il privilegio di diventare la capitale d’Italia. Quando il Duce, all’ora di pranzo, faceva rientro in bicicletta con la famiglia al seguito, dalla spiaggia riservata che si trovava nella zona denominata: i còc2 i bagnanti si assiepavano lungo la strada litoranea e, plaudenti, facevano ala al Capo del Governo. Anch’io bimbetto, m’infilavo
2. La parola cucci etimologicamente deriva da cuccia. Una sorta di buca scavata nella sabbia sulla spiaggia, coperta di canne e frasche, dove i cacciatori si accucciavano, nascondendosi alla vista degli uccelli che venivano dal mare. 3. A Riccione Paese Vittorio Fabbri proprietario di rivendita di biciclette e armeria era detto “Saraca”. Soprannome aggiunto al nome per meglio identificare una persona. Di solito è un appellativo scherzoso. Saraca= Tipo di sardina. In alcune zone della Romagna significa anche coltello a serramanico e in maniera scherzosa spada. Nel parlare corrente abbiamo: “At dagh una saraca= Ti do un colpo, e “At fata saraca”= Che razza di botta! Boato assordante tipo il cadere di una saetta. 4. Tipo di acconciatura usata da Umberto I di Savoia.
la pagina di edmo vandi
37
Sono stato un “figlio della lupa” Sono le 11,30 di un principio d’estate 1938. Due inservienti dell’Ospedale Ceccarini attraversano il giardino che conduce all’annesso Asilo Infantile portando a fatica un pentolone contenente il “rancio” per noi 50 ospiti dell’Istituzione gestita dalle Suore con a capo una robusta e solenne Suor Virginia. Il “mastellone” contiene una minestra che fa parte del menù ospedaliero che ci viene servita in tazze bianche di coccio. Il secondo ce lo portiamo da casa in una borsina di panno confezionata da nostra madre e contenente un frutto e piada secca della sera precedente. (I più ricchi, come i Pullè figli del Podestà e quello del Segretario Comunale, esibiscono invidiatissimi panini con salumi e formaggio). Dopo il “pranzo” preceduto da una lunga preghiera, ci apprestiamo a sciamare verso le brandine per l’odiato sonnellino pomeridiano, ma prima, Suor Virginia ci avverte che domani mattina verso le 9 andremo tutti incolonnati alla Villa Mussolini poichè i quei giorni c’è il Duce e noi lo andremo a svegliare cantando sotto il suo balcone “O tu sole che sorgi” faticosamente imparato nei giorni precedenti. Nella notte è piovuto e il giardino della Villa è pieno di pozzanghere. Stonatissimi cantiamo segnando il passo, cioè battendo i piedi da fermi. Quello davanti a me (lo chiamavamo Bombolo) è capitato in un laghetto che prosciuga pestando imperterrito i piedi innaffiando tutto il gruppo. Non abbiamo ancora finito l’esibizione canora che la porta del balcone si apre e appare un sorridente Benito. Ci saluta con le mani occupate da violino e archetto. Le
suore danno il via all’applauso e il Duce, finito il nostro canto, inizia a suonare. (Noi abbiamo cantato veramente male ma lui con lo strumento non è da meno, direi quasi una rappresaglia!). Dall’interno arrivano pasticcini e caramelle per tutti. Mussolini scende amabilmente fra di noi e organizza una foto di gruppo che l’indomani apparirà sui giornali. Alla fine chiediamo in coro alle Suore quando potremo tornarci. Il tempo passa e arriva l’età scolare. Noi tutti provenienti dall’Asilo Ceccarini ci apprestiamo a frequentare la Scuola Elementare di Riccione Paese con il maestro Cenci, i coniugi Capelli, la severa Magrini e l’imponente bidello Martino dal bastone sempre pronto. Abbiamo l’età per venire chiamati ai corsi di una specie di “Premilitare” per giovanissimi onde diventare degni di vestire la divisa di “Figli della Lupa”. Le esercitazioni si svolgono di pomeriggio nel cortile della Casa del Fascio (l’attuale sede della Polizia Stradale). Riceviamo i calzoni corti d’orbace, una camicetta nera, un fez con la nappa, un fucilino di legno con bandoliera bianca portaproiettili che ci attraversa i petto (stesi per terra facevamo “pum !”). Veniamo edotti sulle tecniche di guerra, sulla fedeltà alla Patria, sui sacrifici che da grandi dovremo affrontare. In casa i miei genitori erano divisi. Mio padre non voleva vedermi vestito con quella divisa (bòta via clà roba), mia madre cercava invece di comprendere la situazione e la necessità di adeguarci a quel momento.Erano
anni nei quali Riccione traeva non pochi vantaggi dalla simpatia apertamente dimostrata da Mussolini nei confronti della Perla verde. Incremento dei turismo di lusso, popolarità di Riccione nelle cronache politiche e mondane, senza dimenticare l’opera meritoria della moglie Rachele che fece costruire l’omonimo Villaggio dove sistemò più di settanta famiglie di “chesanòl” e senzatetto. A parte qualche impenitente anarchico che veniva tenuto ai domiciliari quando il Duce era a Riccione, direi a tutti, o quasi, non dispiaceva affatto la presenza del Mussolini “prima maniera”. Quando però vennero i giorni neri tutti furono altrettanto pronti a rinnegare una fede che sincera e disinteressata non era mai stata. Ci si rimproverò in seguito di non aver approfittato maggiormente dei vantaggi che l’uomo di Predappio era sempre pronto ad elargire nei confronti di Riccione e dei suoi abitanti. La guerra, i patti con Hitler, non contribuirono certamente a mantenere gli antichi rapporti e le primarie simpatie. Comunque in noi bambini di allora, vestiti da “Figli della Lupa” o da “Balilla”, dimenticati i pasticcini e le canzoncine, resta il ricordo di una Riccione che si preparava a combattere per salvare la Patria mentre i nostri fratelli maggiori finivano al fronte in Russia o nei campi di concentramento in Germania e Polonia e i nostri padri erano costretti a nascondersi per non venire rastrellati e deportati dagli occupanti tedeschi. (Mio padre dormiva insieme con l’amico Bajòch, nella camera mortuaria dell’Ospedale Ceccarini). Con la Liberazione tornò il sole ma qualche rimpianto per la Riccione di “Mussolini prima maniera” è rimasto nei riccionesi che, come me, l’hanno vissuta personalmente.
I rasunamènt per capì la vita L’è mej anujès da per sé che in cumpagnìa ...emènch t’pò sbdajè quant ut pèr! Fè l’amor slà dona giòsta l’è cumè ès un Paganini che sona un “Stradivari”. Un gnè gnint che mèt insèn “utile e piacevole” cumè la biciclèta. L’om l’è un pachèt che la levatrice la spidès me becamòrt. Se t’carèz un gat us cènd sòbte e mutòr... rrrrrr. I vèc ch’is vistès da giovne i resta sempra vèc... (e i fà enca un pò rid).
PERSONAGGI DI IERI
Sfogliando “La Perla Verde” di Albo Casadei
n. 7 Articolo di Giugno 1974
38
Eugenio Piani, un commerciante poeta Nato a Forlì nel 1890 venne a Riccione come commesso dei coniugi Giulia e Armando Bernabei anch’essi di Forlì, che nell’Immediato dopoguerra gestivano un grande emporio di abbigliamento annesso all’Hotel Lido. Siccome quelle erano stagioni tutte d’oro, dopo un paio d’anni di lavoro dipendente, prelevò per proprio conto, con il parere favorevole e un parziale aiuto economico dell’amico Irmo, il negozio di un certo Latilla, situato accanto al negozio Minerva della compianta Virginia Angelini, pioniera fra i commercianti, della quale diremo a suo tempo. Poi si trasferì nell’angolo di Viale Cec- carini-Roma (Gramsci) dov’è ora la Croce del Sud. Ero ancora in età prescolastica, ma ricordo bene quando la domenica sera il babbo mi portava «t’Ia Colonia», (ossia in centro) a vedere le vetrine di Piani. Luci fantasmagoriche davano un aspetto di Angeli del paradiso alle famose bambole Lenci, attrazione irresistibile per i grandi e i piccini. Piani era, se così si può dire, il poeta della vetrina. La sua sensibilità (non per nulla avrebbe dovuto essere attore cinematografico) per l’addobbo era eccezionale. La sua arte, una volta entrato quel potenziale cliente, era quella di riuscire a vendergli una valigia che nessuno voleva, tutta piena di capi di biancheria intima, fuori... corso. Integratosi rapidamente nel sistema riccionese, diede alla nostra cultura di romagnoli di confine il contributo e il folklore del Romagnolo di razza, sì da risultare elemento prezioso per la filodrammatica locale la quale si andava formando proprio in quei primi anni 1920. Nelle sue vetrine, in simpatica varietà di articoli diversi, si potevano notare gruppi di saponette, profumi, dentifrici, creme ecc. disposti in maniera da dare l’idea della «Svendita» in qualsiasi momento, anche a ferragosto. In ogni gruppo c’erano un paio di «pezzi di gran marca» al cui prezzo men che dimezzato faceva riscontro il pieno prezzo di altri insignificanti prodotti, sì da rendere nulla ogni parvenza di perdita, mentre un cartellino da lui scritto a mano, indicava che... «da Piani si liquida». Il gran parrucchiere «Flavio» letto il cartello, entrò nel suo negozio, raggruppò alcuni profumi francesi, li mise in vetrina su di un velluto rosso e scrisse a sua volta: «Se Piani liquida, Flavio regala»... Ma Flavio chiuse il negozio e Piani rimase lì per ancora vent’anni e più. Amico di Barilari e del Dr. Passerini, sono passati alla storia gli scherzi che lui e il farmacista si facevano, senza che ne andasse di mezzo la buona amicizia, con una certa dose di comica cattiveria sopportata con cristiana rassegnazione. Eccone alcuni
esempi: Il Dr. Passerini, silenzioso, invisibile come un’ombra, mentre Piani nel retro del negozio con un occhio riposava e con l’altro guardava il paesaggio, depositava una fialetta di gas puzzolente nel bel mezzo di una delle cinque vetrine. Dopo un po’, notando una specie di passo del gambero nell’incedere dei passanti, Piani intuiva lo scherzo e correva ai ripari versando una bottiglietta di estratto di profumo, quindi passava alla controffensiva... Ed ecco che il dottor Passerini, guardando da sopra la montatura degli occhiali, vedeva la gente fermarsi, ridere e andarsene. La mimica gli faceva subito pensare a Piani. Infatti in un cartello appoggiato al vetro si poteva leggere: «Avvertiamo i signori clienti che per la durata della settimana in corso le nostre medicine sono tutte scadute perciò, nel loro interesse, non ce le vengano a chiedere»... Ma il lato comico di quella partita di «andata e ritorno», era quando i due si incontravano. Passerini arrossiva leggermente e abbozzando un sorriso sotto i baffi passava liscio... voltando una spalla. Piani con quella faccia da luna piena lo guardava immobile e sorrideva a singhiozzo. Onesto, innamorato del proprio lavoro, poco aiutato dalla fortuna, (aveva acquistato opere d’arte di ingente valore, che furono requisite dai tedeschi) lasciò, alla fine, quello che trovò all’inizio: nulla! Una notte si sentì male e silenziosamente morì. Erano le prime ore dell’uno di ottobre 1951. Era tanto buono, - si legge nella sua lapide, lassù nel vecchio cimitero - che neppure alla morte voleva male. Perciò la seguì «umile e rispettoso», come soleva dire ai clienti quand’era in vita...
Quarant’anni di attività, esperienza e professionalità Installazione • Manutenzione • Assistenza Tecnica
PIATTAFORME ELEVATRICI MINI ASCENSORI PER CASE PRIVATE (NON OCCORRE COLLAUDO)
Rappresentanza e concessione
ASCENSORI • MONTACARICHI MONTAUTO • SERVOSCALA SPAGNOLI ASCENSORI di Spagnoli Domenico e C. s.n.c.
Via Barolo, 7 - 47838 RICCIONE (Rn) - Tel. 0541 60 30 14 - Fax 0541 60 49 66 info@spagnoliascensori.com
la zirudèla
39
di Giuseppe Lo Magro
Sgrignarèla e l'Adalgisa
Ridarello e l’Adalgisa
Sgrignarèla l'era un om che e biviva fort e un capiva che ma la su mej e fèva tort. Po' ui era e problema d'arpurtèl ma chèsa per butil sora e lèt e spirè t'un po' ad pèsa.
Ridarello era un uomo che beveva forte e non capiva che a sua moglie faceva torto. Poi era un problema riportarlo a casa per gettarlo sul letto e avere un po’ di pace.
La eva sempre vù gran pacinza l'Adalgisa ènca sl'an era ouna spès d'in'znòc tla cisa. La andèva tl'usteria e l'arcujèva e su spòs al brace me col e che fiadac cativ madòs.
Aveva sempre avuto pazienza l’Adalgisa pur non essendo spesso in ginocchio in chiesa. Andava all’osteria e raccoglieva il suo sposo, le braccia al collo e quel fiato cattivo addosso.
Una volta che ma lò ui si vruciva i pì e un stèva propria da rét, pensa camnì, la ha rubì ma Geo, e murador, la cariòla quèl che te post d'un oc l'ha una vidriola.
Una volta che a lui si attorcigliavano i piedi e non stava proprio ritto, pensa camminare, ha rubato a Geo, il muratore, la carriola quello che al posto di un occhio ha una biglia.
Finènta che la purèta la s'è propria straca a veda Sgrignarèla ogni nota fé giuvaca. E l'ha jà dèt:” Da adès ut tèca fè da par te perchè me ho dicis da pansè snè per me.
Fintanto che la poveretta si è proprio stancata a vedere Ridarello ogni notte fare bisboccia. E gli ha detto:” Da adesso ti tocca fare da solo perchè ho deciso di pensare solo per me stessa.
Vést che e tu amor l'è bé e vèin tl'usteria e mi e sarà quèl ca cmanzarò a dèla via. Sa smòv e cul tla strèda a fèrm e trafich e sta po' sigur ca trov pèn e cumpanatich”.
Visto che il tuo amore è bere il vino all’osteria il mio sarà quello che comincerò a darla via. Se smuovo il sedere per strada fermo il traffico e sta pur certo che troverò pane e companatico”.
“ Iiihh lasa 'ndè, adés tzì chèrna da brud iiihh tla pgnata a sbarbutlè e tu cul nud s'un pèz d'os, carota, sellare e pardansul iiihh e trucì sangvés a stòf senza pidriul”.
“Iihh, lascia perdere, adesso sei carne da brodo iihh nella pentola a gorgogliare il tuo culo nudo con un pezzo d’osso, carota, sedano e prezzemolo iihh e tracannare sangiovese a stufo senza imbuto”.
“Rid, rid, arcorda bèn ch'an avrò pudor at farò tènte ad cal corne, d'ogni culor, sa ogni om che a tir ad brace e capitarà la tu testa un crèin ad lumèghe la sarà”.
“Ridi, ridi, ricorda bene che non avrò ritegno ti farò tante di quelle corna, di ogni colore, con ogni uomo che a distanza di braccia sarà e la tua testa un cesto di lumache sembrerà”.
Sgrignarèla un giva ch'la fasés dabon ma l'Adalgisa la s'è bòta t'un buliroun. La è dvènta sempre piò na gran sfacèda dreinta ma chèsa ogni sera na carghèda.
Ridarello non credeva che facesse davvero ma l’Adalgisa si è buttata nella mischia. E’ diventata sempre più una gran disinibita e dentro casa ogni sera un accoppiamento.
Isè quand Sgrignarèla, còt com'un sardoun us fa cumpagnè da Tridèl, un pori quaioun sla prumèsa da trucì insèn qualche biciarot i sint tla camera da lèt e rumor de taramot.
Così quando Ridarello, cotto come un sardone, rientra con Cinciangolo, un povero minchione, con la promessa di bere qualche bicchierozzo sentono in camera da letto rumore di terremoto.
Tridèl e bòta l'oc e po' e còr da Sgrignarèla “Un om l'è sora l'Adalgisa, i ha la tremarèla”. “Zét, nu fat santì, ho snè un fiasch ad vèin un basta per quatre. Vin a bé.. nu fa casèin”.
Cinciangolo guarda e poi corre da Ridarello “Un uomo è sull’Adalgisa, hanno la tremarella”. “Zitto non farti udire, ho solo un fiasco di vino non basta per quattro. Vieni a bere...senza casino”.
RISCALDAMENTO ARREDO BAGNO CONDIZIONAMENTO
RICCIONE
Via del Progresso 8 Tel. 0541 602 701 Fax 0541 604253
www.fratellirighetti.it
La pagina del dialetto Amarcord dialettali
La mela ingarnèda di G.L.M.
La famija
La gentile Novella Zammarchi, nostra fedele associata, ha da sempre la passione per il dialetto di casa. Ogni tanto ci fa qualche regalino inviandoci i suoi ricordi. Scopriamo così parole nuove che inseriamo nel nostro archivio.
Tzì pina ad sugh com, la mela ingarnèda. Bèla isé te mènd intér l’an è mai nèda.
Quand dò persoune l’is vò bèn biènch, nir, zal, o quèl che sia al decid da metze insèn per furmè una famija.
Ecco le ultime arrivate: Slécia= Minuta, gracile. Sinèzga= Furba, scaltra. Sgiovre= Riordino della cucina Ciuflaria= Cosa da poco, prezzo esiguo
Sa mitém drèinta t’un gran frulador i culor ad ciel, Louna, mèr e Sol d’or sta po’ sigur cla creatura cla vèn fura la bat tòt e mèj cla po’ fè la Natura. Una burdèla cla t’inpinés i tu insògn e al giur... snè ad lia me ho bsògn.
Andè travèrs cuncòle= Andare attraverso i solchi di terra. Passare da un discorso ad un altro.
Sa che dirét tpò critichè se la scelta ad qualchidoun la è chi preferés campè at un modi divèrs da noun?
Tè voja a cantè Rosina= Hai voglia a cantare Rosina. Quando l’attesa si prevede lunga.
At dagh me la fiola de Re= Te la do io la figlia del Re. Rimprovero per chi ha troppe pretese. Iché us fa nota e e Bà un mòr= Qui si fa notte e il babbo non muore. Figli ingrati che attendono impazienti l’eredità.
Ma og dé, fors l’è per sfizie, tènta gènta la va in piaza per avé un spusalizie fra dò tip dla stesa raza. Me a sò d’acord, i ha rasoun i ha dirét da fè una scelta, a l’ém fata po’ ènca noun avém capè ouna o ch’l’èlta.
Tvrè fè piov!= Vorrai far piovere! Quando uno l’ha combinata grossa.
Adés a mèt e vél nir m’l’urinèl= Adesso metto la veletta all’orinale. Per stimolare chi se ne infischia di un avvenimento.
Nurmalmènt stal cerimonie s’un gran lòs o piò a la bona lis conclud s’un matrimonie fra un om e una dona.
La melagranata Sei succosa come una mela granata. Bella così nel mondo non è mai nata. Se mettiamo dentro un gran frullatore i colori di cielo, Luna, mare e Sole d’oro stai pure sicuro che la creatura che esce batte il meglio che può fare la Natura. Una ragazza che riempie i tuoi sogni e lo giuro... solo di lei io ho bisogno.
Strafalcioni
La pièda di G.L.M. Sla pièda fata se s-ciadur ta i magn tòt, sta bèn sigur. Insalèda, sardèla, parsòt, strachin, sunsécia, furmai, fasul e cudghin, ròsle, scarpégn, nunèin, lumbardoun, c-vulèina, cavle, rènga e sardoun. E tl’utme ta i po’ bé un bon Sang-vés ch’l’è un gran giujèl de nost Paes.
Liquirizia Rigorizia Cioccolata Ciculata Telefono Talefono Laura Lavra Vieni avanti Vieni oltre Là dietro Là spesso Influenza Infiulenza Prosopopea Prusupopea Sigaretta Zigarèta Camomilla Capuméla
E po’ parland sinceramènt ènca dò persoune de stès sès al putrà viv felicemènt e fè la pèrta de prugrès. Me av dégh sa tòt e còr finchè la gènta las vò bèn i pènsa snè a fè l’amor l’an va in gir a fè casèin. Però atenti a nu cunfond quèl ch’l’è la sola verità che se og a sém te mond l’è ch’avém vù Mà e Bà! di Arnaldo Grossi
Concessionaria Opel Rimini - Via Flaminia 341 - Rimini - tel 0541- 374312 - www.marcar.it