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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Giovanni Cioria Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643 884 Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio - Grafica: Composet Riccione - Anno XXXII- N°5 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2013 CN/RN0665/2010
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© 2013 McDonald’s. Immagini puramente dimostrative. The following trademarks are owned by McDonald’s Corporation and its affiliates: McDonald’s, Happy Meal and The Golden Arches Logo.
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Bolle di sapone a Riccione 88 anni di progetti svaniti nel nulla
Nella genesi della Riviera Adriatica di Romagna, ai primi del ‘900, si è distinta una “perla” insofferente alla costrizione del filo della collana, desiderosa di splendere di luce propria in virtù della sua vocazione turistica originale. Quella “perla” è Riccione; ai tempi un piccolo borgo, frazione di Rimini, che quasi insorge per staccarsi, emanciparsi, novella Eva costola di Adamo, impudicamente trasgressiva (coi bagni di mare promiscui), alla ricerca di quel qualcosa in più, della novità, senza reticolati, ostacoli, imposizioni. Sempre convinta che la scelta migliore sia quella di decidere del proprio destino. Dalla sua raggiunta autonomia (19 Ottobre 1922) Riccione è stata un fermento di idee moderne, all’avanguardia nel lanciare le mode, lasciando agli altri la sola possibilità di imitarla accodandosi. E si è distinta anche nell’inventarsi i luoghi, sognando e progettando senza sosta. Dai tanti sogni e progetti sono nati il Parco della Resistenza; il Centro Sportivo, col fiore all’occhiello dello Stadio del Nuoto con due splendide piscine olimpioniche (coperta e scoperta); il Lungomare pedonale, che coi suoi due chilometri ricchi di fontane, piante, fiori e panchine è tra i più belli (e invidiati) d’Italia. E ci sono stati anche annunci di opere clamorose, di modernizzazioni ultravveniristiche, di investimenti miliardari (ieri) e milionari (oggi), di progetti strombazzati ai quattro venti e svaniti nel nulla... come bolle di sapone. Da qui l’idea di attingere a piene mani dalle pagine di “Una rotta nel vento “ di Dante Tosi e nel serbatoio del nostro bimestrale “Famija Arciunesa” pullulante delle “cronache” di Nives Concolino, delle “visioni” di Adriano Prioli e delle “riflessioni” di Carlo Andrea Barnabè. Un viaggio di 88 anni (1925-2012) traboccante di estrosità e fantasia, per rinverdire la memoria o per solleticare la curiosità, a seconda delle conoscenze.
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ASSOCIAZIONE CULTURALE PER RICCIONE
3ª Festa di Fine Estate! - 8 settembre 2013 DELFINI, VOLO RAPACI, HAPPY FARM, STORIE DI SABBIA, SHOW UCCELLI TROPICALI, L’ISOLA “CHENONCERA”
Uno spettacolo per le famiglie riccionesi Organizzata dal Parco Oltremare e da Famija Arciunesa si è svolta al termine della stagione una suggestiva manifestazione che ha portato sulla collina riccionese oltre 6.000 persone, equamente divise tra locali e turisti. Parco aperto domenica 08 settembre dalle 10,00 del mattino sino alle 18,30 per una ininterrotta sequela di spettacoli. Il finale poi non poteva che essere nella splendida laguna dei Delfini, stracolma di grandi e piccini, per ammirare le evoluzioni di quei mammiferi marini tanto amici dell’uomo. Il ringraziamento del pubblico è stato sorprendente: invitato ad esprimersi in una ”OLA” ha dato mostra di capacità rilevabili unicamente negli stadi dei mondiali di calcio. Tanto che hanno concesso pure il Tris: prima da destra, poi da sinistra e infine da destra e da sinistra verso il centro: fantastico! La giornata ha avuto il suo epilogo con l’attesa estrazione dei numeri della sottoscrizione coi premi offerti dai gioiellieri di Riccione. I bimbi chiamati al sorteggio, unitamente ai relativi vincitori hanno aggiunto una ulteriore dose di gioia per una giornata veramente straordinaria.
Le meravigliose evoluzioni dei delfini!
L’estrazione dei numeri vincenti della sottoscizione.
I vincitori della sottoscrizione a premi Lorenzina Martino, Cristiana Mazzacchera, Tamara Maria Massalini, Daniela Pozzi, Maria Migani, Moreno Mancini, Luigi Tinti, Erika Bernacci, Lucia Casadei, Maria Parini, Alberto Paperi, Gerardo Pierro, Giovanni Ciccone, Alessandro Formilli, Barbara Poldrini, Emanuela Maresi.
Sottoscrizione a premi offerti dai gioiellieri di Riccione. Montepremi 5.000 euro Orafo Vagnini, Viale Veneto • Gioielleria Tamburini, Viale Ceccarini • Oro moda Oreficeria, Viale S. Martino • Bartorelli Maison, Viale Dante Baleani Alta Gioielleria, Viale Ceccarini • Gioielleria Filipucci Nello, Viale Gramsci • Gioielleria Mengucci V., Viale Dante • Gioielleria Cenciarini, Viale Ceccarini Le gioie di Erika, Viale Gramsci • L'Argento di Carla Piccioni, Via Virgilio • Gioielleria Tonini, Viale Dante • Gazza Ladra Gioielli, Viale Emilia Iris Bijoux, Viale Dante • Gioielleria Mengucci G., Corso F.lli Cervi • Spadarella Gioielli, Via Virgilio • Gioielleria Torsani, Viale S.Martino
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La famiglia Savioli “abbraccia” la stele.
Il “babbo” Giuseppe Lo Magro, il sindaco Massimo Pironi e il Pres. del Consiglio comunale Ilenia Morganti.
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Dedicato a
BEPI SAVIOLI
Il gruppo dei Cittadini Meritevoli premiati con Spilla d’Argento. Da sin.: Giovanni Olivieri e Giuseppe Lo Magro (F.A.), Raffaele “Tino” Maestri (collezionista cartoline di Riccione), Giancarlo Mantellato (studioso storia di Riccione), Maria Cristina Codicè con i suoi ragazzi del Centro 21, Barbara Bonfiglioli (IOR Riccione), Simone Sabbioni (nuoto), il signor Michelotti per la figlia Cristina (ciclismo), il sindaco Massimo Pironi.
Dall’alto: gli “spumantieri”, le “ tortaiole” e Glauco Bianchi, artefice della torta, I gruppo dei volontari di F.A. Senza di loro... bocca asciutta e gola secca!
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Strettamente personale Il futuro si affronta con lo spirito della casa colonica La paura del futuro attraversa come una faglia sismica il presente della gente. Sembra che la comunità abbia perso la bussola della vita. Quando ci si scambia opinioni, spesso, il pessimismo è la base di ogni ragionamento. La mente è paralizzata dalle difficoltà del presente. Il contagio ha raggiunto anche persone che potenzialmente dovrebbero vedere l’orizzonte non proprio scuro. Sono i primi a non sapere più come muoversi. C’è un idraulico di 65 anni che grazie al lavoro ha risparmiato investendo nei mattoni e in due figli. Non sa più dove andare. Al contrario, c’è un babbo di due ragazzotti poco oltre la quarantina ed un lavoro sicuro che è entrato in un’associazione di volontariato per non farsi dire un giorno dai figli: “Ma tu dove eri, quando il Paese affondava?”. Insomma, quale bussola usare per ritornare a creare ricchezza sociale? Una certezza: abbandonare la strada dell’ultimo ventennio, solo per il fatto che ci ha fatto smarrire l’umiltà. “Negli ultimi decenni - racconta l’economista di fama mondiale Stefano Zamagni (un intellettuale da 2000 euro a conferenza che ci va gratis) - abbiamo costruito una società individualista; un tarlo che fa credere alla persona di non potersi fidare di nessuno, che deve farcela da solo e che è in grado di riuscirci”. Zamagni dice anche che da noi non mancano le competenze tecniche, ce ne sono anche troppe, difettano quelle che fanno comunità. Per ritrovarle è sufficiente ritornare alle origini: alle relazioni umane della casa colonica, dove si trovavano: “tensione psichica, cultura, lavoro duro, regole ferme”. E il piacere delle cose semplici. Giovanni Cioria
Riccione è il set del tuo personale remake! Ormai alla sua seconda edizione, Riccione Stream è il photo and video contest che vede come protagonista assoluto la nostra città. Dopo il successo del Photocontest del 14 settembre con una caccia al tesoro in 30 obiettivi che ha collezionato oltre 1.000 nuove prospettive e nuovi sguardi sulle location più suggestive della Perla, è ora il turno del video contest. Dal 14 settembre fino al 7 dicembre infatti è aperta la gara per realizzare il migliore “remake” in chiave Riccionese di una scena o di un film della storia del cinema. La partecipazione è gratuita, basterà iscriversi sul sito www.riccionestream.it . Occorre essere iscritti al sito ed avere almeno quattordici anni. Ogni autore può partecipare con un massimo di 5 opere. I video dovranno essere caricati dai partecipanti sulla piattaforma denominata RICCIONE STREAM www.riccionestream.it ed essere regolarmente iscritti tramite la compilazione dell’apposita scheda di iscrizione. Ad iscrizione avvenuta sarà inviata una mail di conferma all’indirizzo di posta elettronica indicato nella scheda stessa. Ciascun video può essere realizzato con fotocamera o smartphone e può avere una
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durata massima di 100 secondi. Una giuria di qualità composta da Emiliano Pepe, La Pina, Lia Celi, Matteo Curti, Pier Pierucci, Samuele Sbrighi, Zuth Venanzoni valuterà i tre vincitori e in caso di parità sarà determinante il gradimento social di ciascun corto perché saranno valutati i “mi piace” collezionati da ogni creatività. Si vincono uno smart-phone, un tablet e un prestigioso corso di video editing. Il concorso è organizzato dall’Associazione cinematografica Toby Dammit in collaborazione con l’Istituzione Riccione per la Cultura del Comune di Riccione.
EVENTI MUSICALI
Concerto degli Auguri 2013
Domenica 29 dicembre 2013 - ore 21.00 - SALA CONCORDIA PALACONGRESSI Si rinnova l’appuntamento con il “CONCERTO DEGLI AUGURI”, l’amatissimo evento musicale di fine anno. Un concerto esclusivo, prodotto per la speciale occasione riccionese, con un programma pensato per soddisfare le esigenze musicali di un pubblico eterogeneo. Dopo la straordinaria edizione del 2012, in cui si è condensato il Concerto con il Capodanno, in occasione della ricorrenza del 90° dell’autonomia comunale, sul palco di Piazzale Roma, la serata del 2013 torna negli spazi degli anni precedenti.Sul palco un imponente gruppo di oltre 50 elementi, l’Orchestra Sinfonica “G.Rossini” di Pesaro, diretta come da tradizione dal M° giorgio leardini, due musicisti di straordinario talento, i solisti Mario Marzi al saxofono e Simone Zanchini alla fisarmonica. Due virtuosi dello strumento riconosciuti a livello internazionale, membri dei Solisti dell’Orchestra Filarmonica della Scala, un programma musicale di grande atmosfera,
brillante e sobrio, con brani di Jerry Mulligan, Astor Piazzolla, Pedro Iturralde. A fianco dell’Istituzione comunale Riccione per la cultura, ancora una volta, in veste di principale sponsor, Banca Popolare
Dell’emilia Romagna, che sin dalle prime edizioni ha supportato l’iniziativa, Il Consorzio D’area Viale Ceccarini e Famija Arciunesa per il tradizionale brindisi augurale a conclusione della serata.
A dicembre musica live al Teatro del Mare Giovedì 19 (ore 21,15): Unlimited Praise Gospel Singers. Una delle corali più prestigiose degli Stati Uniti d’America, propongono un tipico concerto di Natale a stelle e strisce, durante il quale ogni spettatore trascorrerà due ore in un’atmosfera musicale che richiama alla mente il Canto di Natale di Charles Dickens. Grazie ad eccezionali voci black maschili e femminili, saranno intonati, tra gli altri, O Come All Ye Faithful (Adeste fideles), White Christmas, Jingle Bells, O Chrismas Tree e Joy To The Wolrld. Lo spettacolo - che si propone pieno di vigore, emozione, religiosità e spessore musicale - ha come protagoniste voci melodiose, forti, uniche, capaci di trasmettere nobili sentimenti come amore, gioia, pace, dolore e speranza. In questo modo, lo spirito del Natale giungerà al cuore di ognuno con il tipico tocco della dolcezza e della nostalgia, appartenente a tutti coloro che, da bambini, hanno trascorso le feste natalizie avvolti nel calore dei genitori e dei familiari. Una serata da non perdere. Sabato 21 (ore 21,15): Andrea Amati & Band “La Felicità non è uno scherzo”. Negli ultimi anni Andrea Amati (Classe 1984) è diventato uno dei principali protagonisti della scena musicale non solo riminese: in questo 2013, ad esempio, è stato finalista al Premio Fabrizio De André - Parlare in Musica, al Concorso Voci
Nuove di Castrocaro Terme e secondo classificato al Concorso In... Canto Morciano. A giugno, inoltre, ha inaugurato la prima Movida de Pais all’Arboreto Cicchetti con lo spettacolo “Io sono Uno” - Ricordando Luigi Tenco, con cui ha regalato una rivisitazione attualissima del grande cantautore. In occasione dei suoi live a Bologna, Ravenna, Rimini e San Marino (solo per citarne alcuni), è stato scritto di aver saputo creare con la sua voce un ponte tra musica e serenità interiore del pubblico, tra canto ed i paesaggi bellissimi che hanno fatto da scenografie alle sue
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esibizioni, tra le sette note e la storia dei nostri paesi e città. State sicuri che Andrea Amati & Band trascinerà il pubblico in un allegro vortice musicale che non lascerà seduto nessuno sulle poltrone: probabilmente, oltre ai suoi brani, regalerà qualche autentico gioiello di Dalla, De Andrè, Jannacci, Pravo o Tenco, che in altre occasioni hanno fatto esplodere di energia positiva pure i teatri piccoli e grandi della nostra provincia. La Band di Andrea è formata da: Federico Mecozzi (Classe 1992 - violini e tastiere), definito dalla stampa nazionale un bambino prodigio, co-direttore dell’Orchestra dell’Istituto musicale “G. Lettimi” di Rimini, è primo violino nell’Orchestra di Ludovico Einaudi; Massimo Marches (Classe 1977 chitarra), autore e chitarrista delle Officine Pan, ha inciso insieme a Gionata Costa (come Miscellanea Beat), Within the Beatles, in cui ha reinterpretato le più belle canzoni di Paul McCartney e di John Lennon; Marco Montebelli (Classe 1984 - batteria) ha partecipato a diverse clinics con artisti internazionali, collabora con diversi musicisti, gruppi ed insegna nella classe di batteria della Scuola di Musica della Banda Città di Rimini; Francesco Peziosi (Classe 1981 - basso) insegna basso elettrico, teoria, solfeggio, tiene lezioni presso l’Università di Bologna e nelle Orchestre “Bruno Maderna” e “Giovanile Città di Cervia”. Alessandro Formilli
una una favola favola di di Natale Natale Riccione da favola con suggestioni e visioni da vivere nelle feste natalizie. Un lungo articolato esaustivo cartellone di appuntamenti e proposte coordinato dall’A.C. per offrire una città vivace, animata, gradevole, accogliente in cui ogni giornata sia occasione di cultura, divertimento, esplorazione. Nei giardini Montanari, l’ampio suggestivo luminescente VILLAGGIO DI NATALE con la PISTA COPERTA per il PATTINAGGIO SU GHIACCIO, le casette con i prodotti tipici delle feste, le giostre, i tappeti elastici, e uno spazio speciale per incontrare Babbo Natale. Natale anche a TEATRO con le rappresentazioni dedicate a bambini e famiglie, racconti e spettacoli da gustare nei pomeriggi di vacanza al Teatro del Mare, con la novità del CAPODANNO di musica e cabaret in compagnia dello spettacolo comico di Gene Gnocchi. Immancabili i PRESEPI, da quello vivente rappresentato il 21 dicembre per le vie del centro città alle sorprendenti statuine in movimento all’Arboreto Cicchetti, esposizione ogni anno arricchita di nuove figure e scene. Riconfermata anche la CAMMINATA delle migliaia di Babbi Natale, con i costumi indossati da grandi e piccini che il 26 dicembre coloreranno di un rosso serpentone tre chilometri di viali cittadini. A concludere la FIABA RICCIONESE un’altra classica figura delle feste, la BEFANA, che atterrerà a sorpresa su Riccione Paese per distribuire doni e carbone.
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un un Natale Natale da da favola! favola! APPUNTAMENTI 2013/2014 23 novembre - ore 15 Apertura villaggio natalizio e pista ghiaccio Giardini Montanari 14 dicembre – ore 10,30 Inaugurazione presepe animato Arboreto Cicchetti Fino al 6 gennaio
19 dicembre - ore 21,15 Concerto gospel Teatro del Mare
31 dicembre - ore 21,30 GENE GNOCCHI Spettacolo con musica dal vivo e brindisi di capodanno Teatro del Mare
21 dicembre - ore 21,15 Andrea Amati e band Cncerto cantautoriale Teatro del Mare 21 dicembre - ore 15 Presepe vivente Karis Piazzale Ceccarini e vie cittadine
7 dicembre - ore 17,30 La traviata - Opera lirica dal Teatro alla Scala Cinepalace
21 dicembre - ore 12 Inaugurazione mostra pittorico/fotografica Palazzo del turismo Fino al 6 gennaio
8 dicembre - ore 16 DO, RE, SI, FA …MUSICA Spettacolo musicale della Banda Città di Riccione Teatro del Mare
26 dicembre - ore 15 5ª Camminata dei Babbi Natale Piazzale Ceccarini e vie cittadine
12 dicembre - ore 20,15 Lo schiaccianoci Balletto dal Royal Opera House Cinepalace
27 dicembre - ore 16 Gran varietà dei ciarlatani Spettacolo teatrale per famiglie Teatro del Mare
14 dicembre - ore 16 Presentazione del libro “Pico fotografo a Riccione” Palazzo del Turismo
28 dicembre - ore 16 Mirtillo pizzico e le polpette Spettacolo teatrale per famiglie Teatro del Mare
15 dicembre - ore 16 Mostra d’arte di Leonardo Pivi “Terra bruciata” Villa Mussolini 18 dicembre - ore 17,45 Parsifal – Opera lirica dal Royal Opera House Cinepalace 15 dicembre - ore 16 Alice Spettacolo teatrale per famiglie Teatro del Mare
31 dicembre - ore 22 Spettacolo musicale e pirotecnico di fine anno Ple Roma 3 gennaio - ore 16 Cario bibliotecario Spettacolo teatrale per famiglie Teatro del Mare 3 gennaio - ore 20,30 Riccione stream Premiazione del videocontest Cinepalace 4 gennaio - ore 16 Machemare! Fiabe di acqua salata Spettacolo teatrale per famiglie Teatro del Mare
29 dicembre - ore 16 Il sogno di tartaruga Spettacolo teatrale per famiglie Teatro del Mare
5 gennaio - ore 16 L’avventura di Nino Spettacolo teatrale per famiglie Teatro del Mare
29 dicembre - ore 21 Concerto degli auguri Palacongressi
6 gennaio - ore 15 La befana – festa animata Riccione Paese
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Nuovo sottopasso al vecchio cimitero PROPOSTA DI SPOSTAMENTO VERSO LA ROTATORIA - DAL PUNTO “A” AL “B”
AUSL COOP Arboreto Cicchetti
B A
VECCH IO
PARCO DEI CILIEGI
CIM
ITERO
MARE L’Amministrazione comunale, con alla guida il sindaco Pironi, ha in programma di dare in autunno l’inizio dei lavori del sottopasso ciclo pedonale ubicato di fronte all’ingresso del vecchio cimitero, malgrado il NO espresso da mesi, con numerose istanze ed anche con una petizione da coloro (tecnici, ex sindaci e gente comune) che sono venuti a conoscenza della proposta fatta dal geometra Adriano Prioli, ex dipendente comunale, che chiede di spostare l’ubicazione del sottopasso vicino alla rotatoria posta all’innesto dei viali Berlinguer e Statale. Li convergono tutte le piste ciclabili esistenti e future ‑ e da lì si possono raggiungere in forma diretta, evitando giri viziosi, tutte le località desiderate. Il voler mantenere da parte dell’amministrazione il sottopasso all’altezza del cimitero (A) (l’ingresso‑uscita dalla rampa sul lato mare della statale si troverebbe a
RIMINI circa 65 metri oltre l’ingresso del cimitero, verso il fiume) è una decisione che si ritiene sbagliata in quanto il percorso, ovvero la distanza che intercorre fra il centro studi a nord, gli impianti sportivi di viale Romagna e la zona alta (Riccione 2, il Villaggio ecc..) che si passi vicino al cimitero o alla rotatoria (B), è la stessa. Quello che invece fa differenza ed è il motivo della richiesta di spostamento è il collegamento della zona a monte della statale (dove c’è l’AsI, il Centro Commerciale, i parchi divertimento, i 3 Villaggi ecc..) con la zona a mare e viceversa (dove c’è il Municipio, il paese, viale Ceccarini, Centro Studi, il nuovo parco “Fornace”, il porto ecc..), località che si raggiungono attraverso il tunnel della rotatoria (B), in forma diretta, e non in maniera decentrata come nel caso si decidesse di passare di fronte al cimitero. Per questo intervento di sposta-
mento non occorre nessun provvedimento se non quello di deliberare l’intervento in Consiglio Comunale dal momento che si è dimostrato che non ci sono ostacoli né per la costruzione e neppure nei finanziamenti. Il costo dell’opera che si aggira sul milione di euro viene finanziato dallo Stato per 180mila euro (finanziamento che non si perde in quanto l’opera per la quale è stato concesso è la stessa) e per il resto (circa 750 mila euro) dal Comune. Una somma enorme che deve essere spesa per un’opera pubblica che rimanga perenne sul territorio, ritenuta la migliore fra le soluzioni che si sono confrontate. Questo è un appello che rivolgo ai lettori, anche se penso che chi ha deciso non sia disposto a tornare indietro perché la politica non ammette sia possibile sbagliare. Grazie di avermi letto, chi ci crede si adoperi in tal senso! Adriano Prioli 339 5404039.
Quelli... delle caldarroste! Eccoli i caldarrostai di F.A. che ogni sabato e domenica di Ottobre nel gazebo posizionato in Viale Ceccarini, castrano, cuociono e propongono il delizioso frutto autunnale caldo e invitante a turisti e indigeni che affollano il centro della Perla verde. L’appuntamento con la caldarrosta si ripete da tanti anni con immutato gradimento e il contributo offerto quest’anno consente di aggiungere fondi per i PROGETTI DONO 2014. Da sin.: Antonio C., G. Carlo, Paolo, Marco, Teresio, Antonio B., Liliana, Romano, Bruno, Aldo, Remo, Natale e Giuseppe.
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ILLUMINAZIONE PUBBLICA
Scatta l’austerity per le luci notturne Per risparmiare soldi, Riccione ha riattivato il “programma di spegnimento” dei lampioni pubblici. Scattato il primo ottobre sarà in vigore fino al 31 maggio. Il provvedimento riguarda alcune strade, ma soprattutto giardini, parchi e piste ciclopedonali. Un’austerity che, come garantiscono a Palazzo, porterà a un risparmio di circa 242 MWh, corrispondenti a 116 tonnellate in meno di CO2 nell’aria e circa 50mila euro solo per il 2013. Rispetto l’esperimento effettuato in primavera, la mappa dei punti oscurati si è allargata, non senza i mugugni di diversi riccionesi che in alcune zone vorrebbero più luce, anche per tenere alla larga i ladri che con la crisi si sono moltiplicati. Scorriamo insieme parte del lungo elenco delle linee oscurate, a partire dal lato monte di viale Ceccarini, dov’è stata spenta tutta la fila dei lampioni che illuminano marciapiede e ciclabile. Rimane accesa quella che illumina la strada. Spente metà delle lampade anche sulla passeggiata dietro le cabine, da piazzale Kennedy a piazzale San Martino, lungo le ciclabili da piazzale San Martino al porto, dall’Azzarita al Neruda (ponte Marano), in viale Ceccarini (lato mare), in viale Dante, dal Palazzo del Turismo a viale Fogazzaro, fino al gazebo dello stesso viale Ceccarini. In viale Dante, invece, restano spenti tutti gli oblò dei pali in ghisa. Austerity anche sul lungomare della Libertà e della Repubblica. Il blackout interessa la fila centrale di lampioni, restano invece accese la fila a mare e
quella della pista ciclabile. In ombra giardini e parchi, segnaliamo quelli della Resistenza, delle Magnolie, Caduti della Polizia e Olmeda. Un particolare: i lampioni restano spenti dalle 21 nelle aree verdi delimitate da recinzioni e cancelli, e dalle 23 tutti gli altri. Al buio, infine le piste ciclabili lungo i viali Vercelli, Piemonte, Berlinguer, Monte Bianco, Vittorio Emanuele II, Rio Melo, Parchi della Resistenza, delle Rose, Croce, Alessandrini e Salvo d’Acquisto. Nives Concolino
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LIBRI
Tino Maestri: “La mia Riccione” Una ‘dichiarazione d’amore’ attraverso 100 anni di cartoline
Un riccionese autentico: Raffaele (Tino) Maestri. Così si definisce e così vuole che il resto del mondo lo definisca, tanto grande è l’amore e l’orgoglio che prova per la propria città. Nobili ed entusiasti sentimenti che l’hanno portato ad aggiungere un’altra ancora alle sue variegate esperienze di vita e di lavoro: la realizzazione di un volume totalmente dedicato a Riccione, presentato l’11 ottobre scorso al Palazzo del Turismo davanti ad una gremita ed empatica platea. Prima delle sue parole, quelle del figlio Gabriele e quelle dei responsabili della Banca Popolare Valconca che hanno voluto ed editato il fascinoso lavoro, è stato proiettato un piacevolissimo filmato, dove Tino a passeggio con la nipotina Asia ha lambito i punti più emblematici della sua adorata città, nell’accurata ricerca di valorizzarne ogni singola bellezza.
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Tale percorso dell’anima è stato riportato, tornando indietro nel tempo, dalle 78 pagine dell‘album, così lui lo ha definito, “La mia Riccione”, attraverso le magnifiche cartoline della sua preziosa collezione. Suggestiva la varietà di scorci, visivi e concettuali, della nostra città e di realtà che in cent’anni l’hanno caratterizzata; il Paese, la Viola (Ceccarini, successivamente), i viali, la stazione, le colonie, i villini, il porto, la spiaggia, il mare, il lungomare, il panorama, il Duce, i passatempi… sono state le tappe emblematiche di un percorso emozionale che ha affrescato una Riccione magari non vissuta, ma già un pochino conosciuta anche grazie ad altri volenterosi cittadini che ne hanno conservato con cura memorie e immagini. Nato nel maggio del 1940, ovviamente a Riccione, Tino è cresciuto con l’affetto della madre Ellede Ebe Cesarini e il padre Giulio Maestri, entrambi imprenditori e persone conosciute e rispettabili che si sono cimentati in diverse attività, dal commercio della frutta a quello delle stoffe e merceria per poi approdare nel ’55 al settore alberghiero con la pensione Speranza Ebe, divenuta poi Hotel Maestri. Si è sposato nel ’64 con Anna Maria Melucci che oltre a donargli tre figli, Gabriele, Sabrina e Roberta, è stata anche valida compagna di lavoro a fianco di un uomo creativo ed intraprendente. Oltre al fruttivendolo, il tipografo, l’albergatore, infatti, Tino ha organizzato gare motociclistiche, ha fondato la CNA di Riccione, è stato il sostenitore di opere importanti come il Centro Servizi dedicato a Jimmy Monaco, suo amico e grande collezionista lui stesso. Un altro pezzo di storia riccionese ha quindi preso forma, delineando la fisionomia di una città di mare non antica ma allo stesso tempo ricca di storia e di storie, che il forte senso di appartenenza del riccionese Maestri ha colto nelle sue più interessanti, e anche divertenti, sfaccettature. Maria Grazia Tosi
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amici che se ne vanno
Addio a Gennari “sarto” del PD Era l’uomo del dialogo, capace di ricucire anche gli strappi che sembravano irrimediabili. Giancarlo Gennari (64 anni), già assessore ai Lavori pubblici, capogruppo del Pds, nonché presidente dell’Amnu (ora Geat), se n’è andato per sempre il 5 ottobre, colpito in breve tempo da un male che non perdona. Nato a Montefiore, dov’era iscritto al Pci, Gennari si è trasferito a Riccione, dov’è stato uno dei militanti più assidui e attivi. Con tanti altri compagni di partito è stato coprotagonista di quella metamorfosi che ha trasformato il Pci in Pds, poi in Ds e in Pd, impegnandosi in grandi battaglie, come quella contro la marginalità degli hotel. Convinto delle sue idee, non si lasciava trascinare a compromessi. A richiamarlo in segreteria nel 2008 era stato Sauro Tonti, ma un anno dopo, nel febbraio 2009, dopo le primarie, si è dimesso. Ha segnato una tappa fondamentale del suo impegno in politica la presenza in giunta (1999 -2004). A volerlo al suo fianco era stato il sindaco Daniele Imola che ricorda: “A chiedermi di fare il sindaco era stato lui con Riziero Santi. All’inizio non l’avevo preso in considerazione, pensavo che mi facessero fare la “lepre” per arrivare ad altro, ma non era così. Dopo averne parlato bene, la scelta fu ufficializzata”. Da qui la sua riconoscenza nei confronti di Gennari. “Mi ha fatto fare un’esperienza unica! -esclama Imola- . Giancarlo vendeva le scarpe, era un commerciante, ma sapeva “cucire” bene come un buon sarto: aveva una grande capacità di riunire le persone. Era amabile nelle conversazioni, solare, diretto e di buon senso. Andava subito al nocciolo delle questioni e cercava di risolvere i problemi con semplicità”. “Gennari nel partito ha fatto scuola con grande spirito di servizio -conferma l’allora segretario Riziero Santi, ora sindaco a Gemmano-. E’ stato maestro di umiltà. Aveva un rapporto umano straordinario. Oltre al passaggio tra Masini e Imola, abbiamo condiviso tante battaglie, come la trasformazione degli hotel in appartamenti, alla quale ci siamo fortemente opposti”. Era l’epoca del sindaco Massimo Masini che di Gennari dice: “Ha manifestato il suo impegno pubblico con solidità molto forte nei principi etico-morali, prima ancora che politici,
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RANCH SALOON e la grande flessibilità nell’azione concreta, soprattutto negli anni in cui nel partito ci furono scontri. Lui portava mansuetudine con autoironia. Era il periodo in cui la battaglia politica ha travolto anche i rapporti personali, ma Giancarlo è stato uomo di grande equilibrio. Tra gli errori che feci ci fu l’approccio sbagliato con lui in un consiglio comunale sulla marginalità. Mi feci prendere da quell’eccesso della battaglia politico-amministrativa che rischia di portare a rapporti non positivi tra le persone. Il suo atteggiamento di risposta per me fu una grande lezione”. “Con Giancarlo era difficile litigare, assicura il sindaco Massimo Pironi, lui ha sempre dato alla città tutto quello che poteva con lealtà. Era un uomo ironico, mite e coerente”. Lo dipinge così anche don Giorgio Dell’Ospedale che ha celebrato le esequie nella chiesa dei Ss. Angeli Custodi, gremita di gente. “Giancarlo non ha voluto far pesare la sua malattia a nessuno, l’ha vissuta con quell’umiltà e quella riservatezza che ha caratterizzato tutta la sua vita. Quando ha potuto ha cercato di fare del bene alla famiglia e alla sua città e di questo gli siamo grati tutti. Era una persona buona, umile, molto umana. Questo ricordo deve stimolare anche noi a fare del bene, carità e solidarietà”. Nives Concolino
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Jacob Cohen è uno dei marchi più blasonati del made in Italy. Significa blue jeans da 300 euro a capo. Il riccionese Oscar Fabbri ne è il direttore generale. A chi gli chiede come si fa a vendere una pezza di cotone a queste cifre e con questo successo, racconta: “I nostri pantaloni, sono delle opere d’arte. Sono più belli dentro che fuori. Curiamo ogni dettaglio. Ad esempio, le cuciture interne sono irrobustite da un filetto di stoffa; il bottone è d’argento e l’etichetta posteriore di cavallino. E per raccontare la bontà del manufatto ci sono una dozzina di etichette che ne certificano la filiera. C’è anche quella del tessitore giapponese che utilizza il telaio a mano per le stoffe. Poi naturalmente, oltre alla qualità che genera il prestigio del marchio, ci vuole anche un pizzico di fortuna”. Il brand ha fatto discutere e riflettere perché non mette sui suoi capi la semplice dicitura made in Italy ma “Made in Veneto, a small region in the cost side of Italy”, per sottolineare che non è un capo con quel falso made in Italy, un capo su cui basta cucire un solo bottone per fregiarsi di quelle emozioni della storia, della magia del Rinascimento e della preziosa manifattura che ha reso il nostro Paese celebre in tutto il mondo. Jacob Cohen ha sede in Veneto, ad Adria, Oscar Fabbri ne è il direttore generale dall’aprile 2011. L’estero pesa e moltissimo sui ricavi. I mercati più importanti: Giappone, Germania, Olanda, Spagna. Chimico, sposato, due figlie, Oscar Fabbri ha alle spalle, come si dice in gergo, un curriculum di tutto rispetto. Nei tanti posti in cui ha lavorato vi ha sostato quelli considerati gli anni giusti, 4-5, ovvero il periodo necessario per dare il meglio di sé, fare esperienza e poi via altrove per una nuova avventura. Dopo il tanto girovagare per tanti settori, la grande passione resta quella del tessile-abbigliamento, che in Italia si coniuga anche con la parola moda. Il suo percorso potrebbe anche essere un modello per i giovani, un misto di studio, tenacia, lavoro e coraggio nel buttarsi in una nuova sfida. Lui ama dire che viene dalla strada, dalla vendita porta a porta, esperienza che gli ha insegnato a saper entrare in sintonia con le persone. Mentre frequenta l’Università di Bologna, d’estate, fa il marinaio di salvataggio a Riccione. “Un divertimento, più che un valore”. Per racimolare qualche soldo, d’inverno, vende detersivi, monta antenne tv sui tetti. Dopo gli studi, per alcuni anni, il primo impiego è consigliare fondi pensionistici per la Dival, gruppo Ras Assicurazioni, a Rimini. In questo settore conosce un vulcano di idee, il veneto Ennio Doris, il fondatore di Medionalum. Al magnate della finanza il riccionese dà del tu. Racconta: “Da lui ho imparato la vita e fin dove ti puoi spingere nei rapporti umani”. Lascia il settore degli investimenti finanziari nell’81 ed entra in una lavanderia industriale di Coriano che si occupa di blue jeans ed ef-
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fettua finissaggi speciali sui capi di abbigliamento. Poi passa alla Ball di Aldo Ciavatta; in quegli anni una nave col vento in poppa del tessile-abbigliamento. Ci resta fino all’88. Nello stesso anno, entra in Aprilia come responsabile del controllo di gestione del gruppo. Dopo i quattro anni veneti, approda alla Saitt, azienda di San Marino, leader europea nella produzione di camicie. Ne producono alcuni milioni l’anno, sia per i grandi marchi, sia per la grande distribuzione.Tra i brand di proprietà: Mastai Ferretti e Truzzi di Milano (i camiciai di Casa Savoia). Truzzi fu anche la famosa camicia di Clark Gable nel film “Via col vento”. Nel ’96, lascia il settore del cuore ed entra in Daicom, azienda sammarinese che si occupa di apparecchiature che aiutano a migliorare la qualità della vita a livello domestico e industriale: deumidificazione, geo-termico, fotovoltaico, solare, sterilizzazione, potabilizzazione dell’acqua. Nel 2002 rientra nell’abbigliamento, come a.d. della Iac di Chieti (marchio Rodrigo); vi soggiorna fino al 2008. Dall’alto dell’esperienza, argomenta come si fa a far andare bene un’impresa: “Non sedersi mai, anche quando le cose vanno benissimo. Tutte le mattine ti devi svegliare e dirti che c’è un modo migliore di produrre, di vendere, di comunicare. Tutto questo per consolidare di più l’impresa e continuare ad investirci. Gli aggiornamenti devono essere continui. Bisogna sempre avere la forza e l’umiltà per partire alle cinque del mattino per un convegno. Se ti siedi, inizia la morte dell’azienda. Gli imprenditori veri sono coloro i quali sono lontani dalla rendita. Insomma, bisogna sempre pensare che c’è un modo migliore di fare: dal centralino fino ai ruoli di responsabilità. E se arriva un camion e manca il magazziniere, ti rimbocchi le maniche e lo scarichi. Direi che ci vuole sempre la fame di sapere e di imparare, altrimenti nelle decisioni si è penalizzati”. Come affrontare l’oggi? “Molti imprenditori, a torto, pensano ancora di poter guadagnare come 5-6 anni fa. La globalizzazione farà sì che chi resta nel mercato, è colui che fa ricerca e investimenti. Se non ti aggiorni, la tua azienda la chiudi. Non ha più futuro”. G.C.
lutto per gli arciunis
L’ultimo applauso per Bianca Candiotti Ghigi Ci ha lasciato nell’ottobre scorso l’amica Bianca. Era nata a San Giovanni in M. 76 anni fa ed ora, dopo tanti mestieri, viveva vicino a Saludecio col suo amato Tommaso, i figli e i nipoti. Era entrata nella Compagnia Dialettale “I Arciunis” nel 1983; esordio indossando i panni di Amelia nella commedia “Un chèlc t’un stinch”. E da lì una collana di interpretazioni smaglianti con l’acquisizione della padronanza del palcoscenico, perchè Bianca lo sapeva “riempire”. Il suo fisico gaudente, da opulenta donna romagnola, accompagnato da una immedesimazione naturale nei personaggi ne facevano una interprete insostituibile. Svampita “antiga o spusèda”; sensibile alle attenzioni dei “mosconi” che, inesorabilmente e maldestramente, le ronzavano attorno; “oca” in caduta dalle nuvole o donna matura aggressivamente esplosiva; le sue Mafalda, Maddalena, Olimpia, Ester, Annamaria Botticelli, Fedora, Partugala, Cassandra, sono stati personaggi
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originali, mai banali. Ha cessato la collaborazione artistica nel 2008 (dopo ben 25 anni) con l’esilarante Olimpia di “E diavle e fa al pgnate”. Distacco maturato non senza una profonda amarezza perchè, pur sorretta da una passione incredibile, si era resa conto che il fardello dei chilometri da sorbire tra prove e recite, con serate di pioggia o, peggio con nebbia o neve, aveva un peso eccessivo. Tanto è vero che in una cena di fine stagione teatrale l’avevamo premiata con una targa attestante la sua abnegazione. Ciao Bianca, tutti “I Arciunis”, in piedi, ti dedicano un caloroso, lungo applauso. Giuseppe Lo Magro
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Mancini ora disegnerà le vie del cielo Altro lutto per l’Assessorato ai Lavori pubblici di Riccione. Lo scorso 6 ottobre è scomparso lo storico ingegnere capo del Comune, Enzo Mancini (classe 1926), che lascia la moglie Leda Pozzi e le figlie Laura e Lucia. Oltre a progettare tante opere, aveva posto le basi per un Piano regolatore generale, lavorando per mesi, giorno e notte. Tra i progetti di Mancini ricordiamo le strade mediane di scorrimento, a monte e a mare della ferrovia, per ricongiungere le Fontanelle al Marano e viceversa. Un intervento che, se realizzato, avrebbe risolto tanti problemi di viabilità che si sono acuiti nel tempo. Mancini, infatti, con le sue idee, volte al bene comune, era sempre un passo avanti. Un lungimirante, stregato dall’amore per la sua città. Tante le brillanti idee, anche sul porto e sulla spiaggia, che ora ha portato via con sè. A ricordare il noto ingegnere è la nipote Licia Reali. “Lo zio Enzo, così amabile e amoroso, è stato un punto di riferimento per me e mia sorella Grazia. Mi ha sempre accompagnato a scuola e anche davanti all’altare. Era un tipo allegro. Ricordo ancora quella volta che per farci divertire, si travestì da Befana con un calco di cera in viso che lo rendeva irriconoscibile!”. ni.co.
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TURISMO
Alberghi: anno di lacrime In calo presenze e fatturato
La stagione balneare è andata male: calano presenze e fatturato, tant’è che numerosi albergatori meditano di cessare l’attività. Non solo. Il processo di riqualificazione delle strutture subisce un brusco arresto e i prezzi delle camere scivolano in basso. Lo dice l’Aia, che a conferma di questo snocciola i dati dell’indagine svolta al termine dell’estate tra 102 albergatori dall’Osservatorio turistico “Montanari” in collaborazione con l’Ufficio statistica della provincia di Rimini. A Riccione calano gli arrivi, 584.897 in tutto, dei quali 505.247 italiani e 79.650 stranieri (-1,90%), e le presenze in hotel e residenze turistico alberghiere, 2.758.124, delle quali 2.273.875 italiane e 484.249 straniere (-3,9%). Crollone del 22 % in aprile, anche per la congiuntura della Pasqua troppo bassa, e in giugno, complice il maltempo, con una flessione del 7,10 % di arrivi e 11,50% di presenze. Il contraccolpo è stato avvertito soprattutto dagli hotel con una stella (-6,5) e da quelli con 4 stelle (5,9). Più contenuta la flessione nelle strutture a tre stelle (-2,7), e in quelle con due stelle (-4,1). Più negativo di questi numeri è la diminuzione del fatturato (in media -9%), già in picchiata nel 2012 (-12,60%), dopo anni di costante ed entusiasmante crescita, 20 punti in meno in un biennio non è cosa da poco! Soprattutto se si considera anche l’ inquietante contrazione dei prezzi di vendita delle camere, dal 2010 ridotti del 20%. In questo sconfortante quadro, il 38 % degli interpellati alla domanda “stai valutando di vendere o lasciare l’affitto della tua attività?” risponde con un secco si. Un’alta percentuale che, come osserva Claudio Montanari, responsabile dell’Osservatorio, fino al 2008 avrebbe appena raggiunto il 5%. Ma a impensierire è pure un altro dato: il 31% degli albergatori nei prossimi tre anni non intende fare alcun investimento sul proprio hotel,
mentre il 49% spenderà al massimo 50mila euro per normali manutenzioni. Nel prossimo triennio solo il 6% intende investire tra i 50mila e i 100mila euro, l’11% tra i 100mila e i 300mila e, appena, un 3% somme superiori a quest’ultima cifra. Questo significa dire addio a grandi riqualificazioni in una città che fa della famiglia con bambini il suo mercato di riferimento (oltre il 30% di presenze). Tutto questo si ripercuote anche sull’andamento delle assunzioni di personale. Il 21% degli interpellati dichiara che diminuirà il numero dei dipendenti, mentre solo il 3% lo aumenterà. Gli altri (76%) lasceranno la pianta organica invariata. Montanari che a fine ottobre ha presentato l’indagine, affiancato da Rossella Salvi dell’Ufficio Statistica della Provincia e dai vertici dell’Aia, Bruno Bianchini e Luca Cevoli, avverte: “L’intero sistema, non solo alberghiero, deve reagire in blocco per creare un mercato più competitivo, occorre agevolare le pratiche, mettere gli albergatori in condizione di fare ciò che serve e anche, defiscalizzare i passaggi di proprietà tra padre e figlio. E’ necessario operare sulla qualità, senza inseguire la logica del ribasso che distrugge il fatturato col rischio di portare le attività alla bancarotta”. Ma, purtroppo, c’è sfiducia nelle istituzioni. Quasi unanimi gli albergatori bocciano l’impegno dell’amministrazione locale, definito “pessimo” dal 44% degli intervistati e “negativo” dal 45%. Tornano i giudizi negativi sulla Notte Rosa (44%) e sulla tassa di soggiorno che ha provocato effetti negativi per il 4 %, molto negativi per il 13%. E’ buona e ottima solo per il 10%. Nella lista nera finisce anche l’ordine pubblico, lo stato di abbandono dei marciapiedi e delle periferia e il caro parcheggi. Nives Concolino
REDAZIONE Direttore Responsabile: Giovanni Cioria • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi • Collaboratori di questo numero: Alessandro Formilli, Adriano Prioli, Monica Fornari, Isidoro Lanari, Edmo Vandi, Tina Calari, Giovanni Mattoni, Lorenzo Scola, Piero Serafini, Thomas Arcangeli, Niki Banci, Luca Biagini, Paolo Assirelli • Foto: Pico e Gianni Zangheri • Pubblicità: Tel. 338 4304667 • Grafica e impaginazione: Studio Grafico Composet Riccione: 0541 606680 • Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio S.r.l.
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TURISMO
Avanzano i russi, crollano i tedeschi Sempre più numerosi a Riccione i turisti dell’Est. Dal primo gennaio al 31 agosto, Solo i russi hanno fatto registrare 77.733 pernottamenti (+ 16,1%), equivalenti a 11.462 arrivi (+16.4%) con permanenza media di 6,6 giorni. Un dato confortante, controbilanciato in negativo, però, dal calo dei tedeschi (- 6,4%), cha nella classifica degli ospiti stranieri guadagnano ancora il primo posto con 18.236 arrivi, per un totale di 115.640 pernottamenti (7,3%). Lo scivolone sembra inarrestabile, tanto da far prevedere che in poche stagioni gli ospiti d’Oltralpe, cederanno il passo ai russi com’è già successo a Rimini. Del fatto che non si parla quasi più tedesco e che tra i tavolini di bar e pub non scorrono i leggendari fiumi di birra tra le allegre risate dei “tugnini”, ci si è accorti da un pezzo. Evidentissimo il trend per la Pentecoste che i tedeschi non festeggiano più in riviera. Loro stessi, intervistati per l’occasione, hanno affermato di preferire Turchia, Asia, Bulgaria e anche a Marrakech in Marocco. Destinazioni che, a differenza della nostra riviera, offrono voli diretti e pacchetti tutti incluso. “Quella del 2013 ha commentato poco tempo fa Cesare Ciavatta, presidente di Promhotels - è stata l’ultima mandata dei tedeschi, arrivata per la Pentecoste”. Agli operatori riccionesi, sperando che il “Fellini” non naufraghi, si orientano sulle fiere dell’Est. D’altra parte i dati della Provincia, relativi ai primi otto mesi dell’anno, sono inequivocabili. Segnali positivi giungono anche dalla Svizzera con 11.724 arrivi (+4%) e da diversi Paesi dell’Est, soprattutto dalla Repubblica Ceca con 4.787 turisti (+8.4%). Al contrario si contraggono gli arrivi dalla Francia 5.598 (-10,6%), Belgio 4.537 (-6,5), Austria 2.587 (-11,9%), Paesi Bassi 2681 ( -16,6%), Regno Unito 1.772 (-28,6%), Lussemburgo 1.095 (-11%), Finlandia 1.082 (-34%) e Svezia 1.008 (-17%). Scorrendo il lungo elenco dei dati della Provincia (anche se le percentuali riguardano piccoli numeri) non passa inosservata la caduta rovinosa
di altri Paesi, come Danimarca 375 (-63%), Grecia 496 (-32%) e Islanda, fanalino di coda con 29 presenze (-62%). Si parte quindi per fare promozione a Mosca. Riccione Turismo con un suo stand ha partecipato alla Luxury Leisure, dove ha avuto 183 contatti con altrettanti tour operator e agenzie di viaggio, pronti a lavorare con gli operatori riccionesi. La conferma arriva da Stefano Giuliodori, presidente di Riccione Turismo, che commenta: “I russi nella nostra città hanno compensato il calo di fatturato italiano. A Mosca, nel distribuire 400 cataloghi, abbiamo riscontrato un grandissimo interesse e tanta voglia di vedere la nostra città, tant’è che ci hanno chiesto di avere materiale fotografico, listini dei prezzi e offerte per fare i contratti per l’estate 2014. A breve distribuiremo un Dvd, mentre la promozione viaggerà on line su Yandex. Bisogna pubblicizzare la città che, purtroppo, a differenza di Rimini, è poco conosciuta, anche se considerata di maggior qualità per servizi, strutture e shopping. L’interesse è tanto anche per il wellness, per l’entroterra e l’enogastronomia. Un’ultima novità: di recente tra Riccione e dintorni hanno fatto capolino alcune decine di turisti israeliani. Ad accompagnarli anche a Rimini, nell’entroterra e perfino in Emilia, a caccia delle eccellenze enogastronomiche, è stato un noto tour operator israeliano della Moltoben viaggi boutique, Mr. Benny Ben Israel, noto protagonista dello Masterchef israeliano. Affidati a Costa Hotels - Consorzio Food Hotels, i circa cinquanta turisti, prima hanno fatto shopping a Riccione, poi sono andati a Sant’Agata Feltria a caccia di tartufi e a Mondaino per conoscere il formaggio di fossa, tra i versi danteschi di Chiaretti. Come testimonia Bruno Bernabei, direttore di Costa Hotel, gli ospiti, esplorato il territorio, erano entusiasti e hanno invitato i riccionesi a essere presenti alla fiera turistica di Tel Aviv. Nives Concolino
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ANNIVERSARI
80 volte “Buon compleanno” Ediltutto!
un breve periodo in “Ediltutto Scn” con l’avvento in società della giovane moglie Milena Bagli. Erano anni di “boom” economico e, sulla spinta dell’afflusso di crescenti domande turistiche, esplose la necessità di creare nuove palazzine e moderni hotel, ampliando così l’offerta immobiliare. Non avendo sbocchi nel Paese vecchio, la Ediltutto in piena espansione, si trasferì nella nascente Zona Artigianale riccionese realizzando nel contempo una succursale per la lavorazione e la posa di ferro per edilizia. Nel tempo forze fresche apportano nuovi entusiasmi: prima la figlia maggiore Silvia e il fratello Arrigo, con l’instancabile “storico” ragionier G. Carlo Scarponi, ancora presente ad affiancare il figlio Fabrizio (resp. comm.), la figlia Licia (resp. amm.) e il giovane geometra Davide Pianiri (resp. tecn.) e Maria Radice (Rag.). Espansione che prosegue tuttora negli spazi, nel bacino d’utenza, nel numero dei dipendenti (ora sono 15), per stare al passo delle nuove esigenze e di un mercato prevalentemente strutturale, con una gestione più tecnica e di ristrutturazione, così come l’edilizia moderna richiede.
Eggià sono proprio 80 le candeline sulle quali hanno soffiato quest’anno proprietari, impiegati e operai della Ediltutto, la primaria attività riccionese di commercio materiali per l’edilizia. Il primo vagito è infatti datato 1933 e all’origine l’insegna recitava “Fabbri Gaetano- Materiali edili”, ubicata all’intersezione tra C.so F.lli Cervi (lato Rimini) e la S.S. 16 a fianco del distributore per carburanti del Paese vecchio. Il grande capannone per i materiali e il corpo uffici erano sul lato mare, mentre a monte era il deposito esterno con le fosse per la produzione “a spento” dei leganti idraulici tipo calce. Nei primi anni ‘60 entra in società il giovane Giuseppe Angelini, del ceppo “Finèin dla Pulonia “, una delle famiglie più benvolute di Riccione Marina. L’estroso Giuseppe affiancò la nuova attività a quella di valente giornalista di “Stadio”, quotidiano sportivo tra i più diffusi. Qualche anno dopo, il buon Fabbri Gaetano, senza eredi, fu ben lieto di godersi un meritato riposo lasciando le redini dell’azienda a quel giovane “ Ch’l’eva un mòc ad qualità”. Nacque così nel 1971 la “Ediltutto Sas”, trasformata dopo
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culti religiosi
Aperta la raccolta fondi per la cappellina dell’ospedale Nei primi mesi di quest’anno, assieme a Don Angelo Rubaconti, parrocco di Misano Monte e cappellano dell’Ospedale Ceccarini, si è costituito il Comitato Amici di Maria Bambina nato dal desiderio condiviso di rendere la cappellina dedicata a Maria Bambina ancor più segno della bellezza che Cristo porta alla nostra vita, anche nei momenti più difficili e apparentemente bui. L’idea di ristrutturare questo importante luogo di preghiera per i tanti, malati e non, che giornalmente la frequentano, è nata dall’esperienza di Dina M. che ha coinvolto attorno a sè, per questo scopo, numerosi amici. “Pensare alla ristrutturazione della cappellina dell’Ospedale è aver dato credito ad un mio desiderio nato dalla passione per la bellezza, la cura per la mia città e per le persone che vi abitano” ha sempre raccontato Dina nella descrizione degli inizi di questa realizzazione e prosegue “la cappella è sempre stata un segno di conforto e vicinanza per chi soffre. Chi transita per l’Ospedale, di passaggio o in ricovero, trova qui una presenza amica, materna, icona di una domanda ineliminabile sul senso del dolore; domanda
che chiede compagnia, vicinanza, cura, bellezza. “Ho coinvolto così alcuni amici. Per primo l’architetto Andrea M. poi Don Angelo e infine il direttore sanitario dell’ospedale dott. Giannei che ringrazio tantissimo per la grande disponibilità dimostrata”. Il comitato Amici di Maria Bambina è cresciuto col desiderio di rendere bello e accogliente questo luogo di preghiera, di raccogliere risorse economiche e incrementare le ricerche sulla storia del culto ed i miracoli qui avvenuti durante la seconda guerra. L’intento principale è che questa opera sia il frutto della partecipazione di tutti i cittadini di Riccione, come è stato nel tempo per la costruzione delle grandi cattedrali o dei luoghi della sanità (le chiese e gli ospedali sono sempre stati costruiti dal popolo). Tutti possono contribuire, chi con la propria professionalità, chi con manodopera specializzata gratuita, chi con un contributo economico o iniziative di raccolta fondi, chi con una preghiera, perché la cappellina dell’ospedale Ceccarini è un bene di tutti e per tutti. Monica Fornari
Per contribuire alla raccolta di fondi o di materiale il comitato amici di Maria Bambina ha messo a disposizione i seguenti canali: C/C presso Banca di Gradara – filiale di Riccione IBAN IT08S0857824101000200100100 intestato a Don Angelo Rubaconti. Donazioni presso la cassetta posta nelle vicinanze del bar dell’Ospedale Ceccarini o direttamente a Don Angelo Rubaconti cell. 3333749821. Altre informazioni sul sito www.mariabambinariccione.net o chiamare Dina al 348 2442577.
LA STORIA DI MARIA BAMBINA Le origini storiche del culto della natività di Maria non sono molto conosciute; le prime tracce appartengono alla liturgia orientale. La prima grande festa dell’anno nuovo dell’oriente cristiano è infatti l’8 settembre nascita di Maria. In Italia il culto si diffonde da Roma nell’VIII secolo per approdare a Milano dove attualmente, non lontano dal duomo, nella casa generalizia delle Suore di Carità in via santa Sofia, in una culla di bronzo dorato, è custodita l’immagine miracolosa di Maria Bambina da cui deriva la copia presente a Riccione. La statua milanese, in cera, sembra risalire ai primi del ‘700 e attraverso varie vicissitudini storiche questo simulacro ha avuto, come suo penultimo porto, un luogo di sofferenza: l’ospedale Ciceri di Milano. Lì fu affidata a suor Teresa Bosio la cui congregazione, che sarà chiamata dal popolo “di Maria Bambina” dal 1842 curò l’assistenza ai malati dell’ospedale e qui suore e malati si rivolgono subito a Maria Bambina per ottenere forza, speranza e protezione. La statuetta viene poi posta direttamente presso il convento. Siamo nel 1884, nella cronaca dell’anno si legge: “Erano le ore sette, la madre superiora si reca nell’infermeria e, preso il santo simulacro, va di letto in letto porgendolo alle suore ammalate perché lo bacino. Giunge alla postulante Giulia Macario, da più giorni aggravatissima. Questa si sforza di avvicinarsi alla Celeste Bambina, con parole affettuose chiede la guarigione. Subito si sente per tutto il corpo un fremito misterioso. ’Sono guarita!’, esclama. Si alza e cammina”. Da allora, il 9 settembre di ogni anno, si festeggia il ‘giorno del miracolo’. Dal 16 gennaio, poi, dell’anno successivo si nota un fatto straordinario: l’immagine di cera, scolorita e ingiallita, comincia a diventare così bella da sembrare “una bambina vera”. Numerose le grazie ottenute e la storia di amore, di preghiera e di fiducia giunge fino ai nostri giorni: Maria Bambina continua ad essere nella Chiesa “speranza e aurora di salvezza”. La sua effige è poi giunta a Riccione nell’attuale ospedale che, inizialmente ente morale per volere di Maria Ceccarini, ha avuto da subito la devota assistenza, fino a qualche anno fa, delle “suore di Maria Bambina” ora presenti a Rimini.
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AMARE IL MARE
Fondazione Cetacea: Ospedale e cultura Tremila ragazzi delle scuole in visita. Trentottomila appassionati a curiosare da giugno a settembre. Cinquanta tartarughe salvate in media ogni anno (nell’eccezionale 2009 furono oltre cento). Un laboratorio con vasca per la cura delle tartarughe, un piccolo museo, una sala video ed una sala conferenze. Soprattutto comunicare che il creato va salvaguardato: l’uomo senza una natura sana è destinato se non a scomparire a mutare, direbbe Charles Darwin, il padre dell’evoluzione delle specie: il suo libro dovrebbe essere regalato ad ogni adolescente. Questo nei numeri è la Fondazione Cetacea di Riccione. Ha sede nella colonia Bertazzoni, a pochi passi da piazzale Caduti del Mare, lato Misano; è un monumento di edificio direttamente sul mare, con la grande scalinata in marmo di Verona da osservare non solo per la bellezza, ma anche per via dei fossili eredità del mistero del tempo.Venne fondata nel 2008 dai proprietari del Delphinarium di Riccione. Una visione lungimirante per i tempi. La riflessione: dalla natura riceviamo, bisogna assolutamente restituire una parte dei proventi. La presiede da cinque anni Sauro Pari; non si va molto lontano dal dire che Sauro è una delle persone di cui esser fieri di aver conosciuto. A chi gli chiede qual è la cosa più bella fatta dalla Fondazione negli ultimi tempi, non ha dubbi: “La creazione della Caletta della Tartarughe a Numana, all’inizio del parco naturale del Conero, Ancona. Abbiamo costruito in mare una grande recinzione di circa mille metri quadrati, dove teniamo in osservazione le tartarughe prima di liberarle. Se prima del rilascio sostano da noi 2-3 mesi; alcune, causa le ferite, le teniamo anche un
paio di anni. è stato inaugurato lo scorso 12 giugno alla presenza di autorità e del sindaco di Numana. Nell’occasione abbiamo ridato al mare anche tre tartarughe. Su iniziativa della Regione Marche, Numana, grazie alla Caletta, diventerà la città delle tartarughe”. Si ipotizza che il Mare Adriatico sia abitato da circa 50mila esemplari. Ogni anno ne muoiono per causa naturali e accidentali circa 2.500. Riccione ne ha in cura cinque; tre nelle grandi vasche della Bertazzoni e due nella clinica universitaria di Modena. Pari: “Spesso vengono ferite durante le battute di pesca: causa eliche, reti a strascico e d’imbrocco e per l’improvviso freddo. I pescatori, le capitanerie di porto, le guardie forestali ci avvertono e ci consegnano gli animali. Noi li curiamo e stabilito che riescono ad affrontare la vita del mare le liberiamo. Il momento del rilascio per noi non è meno importante della cura. Anzi. Nella divulgazione si coinvolge la comunità e si educa. Voglio sottolineare però che la Fondazione Cetacea è l’unica struttura per 280
STUDIO DENTISTICO
chilometri di costa. Abbiamo costruito due reti regionali, in Emilia Romagna, e nelle Marche. Nella nostra regione ci sono le capitanerie, le guardie forestali e le province; nelle Marche invece i raggi comprendono capitanerie, forestale e i tre parchi regionali (San Bartolo, Conero e Riserva del Sentino)”. L’attività della Fondazione Cetacea, almeno potenzialmente, può avere ancora risvolti enormi, essere un punto di riferimento culturale (e anche economico) per tutto l’Adriatico. D’estate ruotano una quarantina di volontari (a maggioranza studenti); d’inverno scendono ad una quindicina. Attraverso la Fondazione, con costi inferiori, si può tenere monitorato il mare. E’ appena stato concluso un accordo con i pescatori di Cesenatico; costoro vanno in mare ed effettuano prelievi. Li dovesse fare la Regione Emilia Romagna con i propri mezzi, i costi lieviterebbero. Pari: “A me piace dire che l’Adriatico è un brutto mare, ma una ricchezza così ce l’ha solo lui. Anzi, solo noi. E’ uno dei luoghi più abitati dalle tartarughe e dai pesci e questo grazie ai detriti portati dai fiumi. Nell’acqua torbida ci sono tantissimi elementi nutrienti, che danno inizio alla catena alimentare. Gli scarichi delle porcilaie danno fastidio agli occhi, ma aiutano flora e fauna marina”. La Fondazione Cetacea è un piccolo centro culturale marino a 360 gradi. Nel percorso del mini-museo si possono ammirare anche coralli, un’anfora romana, gigantesche conchiglie... Dello stesso valore la sala video e la sala conferenze. Nei corsi gratuiti per bambini, con bicchieri e sacchetti di plastica si insegna a costruire animaletti: polipi, meduse, tartarughe. g.c.
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CENA DI BENEFICENZA PROGETTO CASA FAMIGLIA
Dal Buon Vicinato 500 euro per il Centro 21 Il buon vicinato Amici del Parco di Riccione è nato il 15 gennaio 2009 ed ha la sede nella casa colonica situata all'interno del Parco della Resistenza su via Monte Bianco. Conta oltre un centinaio di soci. Il centro si pone come obiettivo sviluppare forme nuove di partecipazione alla cosa pubblica coinvolgendo la cittadinanza, in maniera volontaria e gratuita ispirandosi al principio della sussidiarietà e della coesione sociale. Svolge iniziative a sostegno di attività promosse dai singoli cittadini gruppi e associazioni finalizzate a migliorare la qualità della vita e il benessere della comunità. Il centro è anche un luogo di ritrovo per gli associati per praticare attività ludico/ ricreative. Il Centro svolge anche attività lavorative rivolte al decoro urbano, nello specifico si impegna a mantenere pulita l'area del Parco della Resistenza circostante la casa colonica e l'ingresso al parco. Ogni anno il centro di buon vicinato devolve un contributo a favore di un ente o Associazione che svolge attività sociali sul territorio e quest'anno ha donato euro 500,00 all'associazione centro 21 di Riccione, impegnata sul fronte dell' assistenza alle persone con difficoltà mentali e ragazzi affetti dalla sindrome di down. La cerimonia della donazione al presidente signora Maria Cristina Codicè si è svolta il 30 ottobre 2013 alla presenza del sindaco di Riccione Massimo Pironi e del dirigente del settore servizi alla persona Valter Chiani.
Tre anelli separati diventano un gioiello unico! Viale Veneto 27/a (zona San Lorenzo) Tel./Fax 0541 647 748 - Riccione www.vagniniorafo.it 25
AMORE MONACO-RICCIONE
Bikini che non tramontano mai
Nel 2.000 il quotidiano tedesco SÜddeutsche Zeitung (3 milioni di copie) dedicò a Riccione un corposo inserto di 8 paginoni. La testata qui sopra recita: Storie di spiaggia. Dossier di celebrazione dei 50 anni di rapporti Monaco-Riccione. In copertina una grande foto con 19 ballerine della Scala di Milano che, a mò di raggi, disegnano una ruota pulsante di gioia sulla sabbia della spiaggia di Riccione e all’interno varie rubriche: Via e Vai, Luci e Ombre, Pesce e Carne, Dolce e Vita, Wurstel e Krauti. I vari giornalisti si sbizzarriscono a narrare delle evoluzioni dei tursiopi al Delfinario, del Duce e dei suoi bagni di mare e di folla, dell’aiuto degli ospiti tedeschi ai bagnini dopo il fortunale del 1964, del Viale Ceccarini e di Maria Boorman, dell’intraprendente sindaco Daniele Imola, di Rosita Nicoletti romantica fotografa paesaggista, dei ristoratori Antonio e Carlo Serafini inventori dello spiedino da passeggio e... delle ragazze in Bikini. Con soddisfatto voyeurismo esibiscono i modelli più “maliziosi” come quelli indossati dalle due avvenenti giovani di Monaco (classicamente una bionda e una mora) negli anni ‘70.La notizia curiosa però non è questa... ma quella che il bikini della mora è tornato nel 2013 (cambiato solo nel disegno–non nel modello). Dopo quarant’anni eccolo su di un manichino esposto in un negozio di Riccione... le mode non tramontano mai, magari si nascondono un po’ ma poi ritornano. G.L.M.
La ricetta di mare: POLENTA COL SUGO DI VONGOLE “Pulènta e Purace”
(Per 4 persone)
1 kg di vongole, 1/2 cipolla, 1/2 bicchiere di vino bianco, 2 cucchiai di conserva di pomodoro, dl 1 di olio, prezzemolo, sale, pepe nero q.b. Per la polenta: gr 800 di farina gialla, It 2 e 1/2 di acqua. Lavare le poveracce e metterle in una padella con un po’ d’acqua, facendole aprire a fuoco alto. Tenere l’acqua di cottura e filtrare con un tovagliolo se c’è della sabbia oppure lasciarla decantare. Fare un soffritto con olio e cipolla. Aggiungere le vongole sgusciate e bagnare con mezzo bicchiere di vino bianco, che verrà fatto evaporare. Aggiungere il prezzemolo e la conserva diluita nell’acqua di cottura delle vongole e cuocere per circa 15 minuti. Nel frattempo cuocere la polenta, stenderla sul tagliere e versarvi sopra il sugo.
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NELLE DOMENICHE
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dicembre dalle ore 16.30
Allestimento natalizio a cura di Emporium Arte Artigianato - Riccione
Il Centro Commerciale Perlaverde, ha deciso di celebrare il Natale 2013 con le aziende del territorio e in collaborazione con coop che aprirà la rassegna enogastronomica. L’8 dicembre inoltre, festeggeremo il terzo com-
pleanno del centro. In questi incontri avremo modo di degustare una serie di cibi di alta qualità e a Km zero. Dietro ad ogni prodotto c’è la pazienza, la cura di un produttore che trova un continuo dialogo con la nostra terra.
8/
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1862–1932: SETTANT’ANNI AD OCCHI APERTI In un lungo viaggio attraverso stralci di manifesti pubblici, avvisi istituzionali e messaggi pubblicitari, un pezzo di storia di Riccione si snoda a partire dalla comunicazione della prima fermata del treno nel 1862, al 1932, quando anche grazie a forti sconti sui biglietti ferroviari si configura quale esuberante località turistica di massa. (Tratto liberamente da “I Pionieri” e “Una rotta nel vento” di Dante Tosi)
CURIO ITà senzaetà di Maria Grazia Tosi
1862 AVVISO
1898 RICCIONE – SALA TROMBI
I Riccionesi hanno ottenuta una fermata del Treno della ferrovia presso il loro abitato col giorno primo gennaio 1862. Essi si fanno un pregio di portarlo a cognizione delle popolazioni dei vicini paesi, perché possano giovarsi della graziosa concessione. Dal canto loro offrono le migliori premure, e si ripromettono che non mancheranno quelle opportune comodità che sono richieste dalla esigenza dei viaggiatori.
Grande Concerto di beneficienza, a profitto della Società di Mutuo Soccorso e del Patronato dei fanciulli poveri di Riccione. Sotto la direzione e col gentile concorso dell’illustre maestro Ruggero Leoncavallo. PROGRAMMA: Prologo dell’opera “I pagliacci” - Rispetto di Simonetta nell’opera “ I Medici” - Duetto dall’opera “La Bohème” di Leoncavallo - Accompagnerà al piano il maestro Leoncavallo Prezzo del biglietto Lire 3”.
La città vive con trepidazione e timori la consacrazione di una fermata lungo la nuova ferrovia Rimini-Ancona, inaugurata poche settimane prima dal Re Vittorio Emanuele II.
Annuncio pubblicitario allegato all’opuscolo “Cenni sul Paese di Riccione e i suoi bagni marittimi” di Don Tonini parroco di Riccione.
1871 MUNICIPIO DI RIMINI
NOTIFICAZIONE
Sulle norme degli articoli 87 e 99 della legge di Pubblica Sicurezza e dell’analogo regolamento promulgati ai 20 marzo e 18 maggio 1865, rimane prescritto ed ordinato: 1. Le persone che si bagnano sulla spiaggia marittima lungo la borgata di Riccione, zona di questo municipio, dovranno conservare la separazione dei due sessi, contenendosi entro le dette linee che per ogni sesso si sono demarcate con appositi segnali. - 2. Tutti i bagnanti indistintamente, tanto entro le dette linee quanto al di fuori, dovranno vestire mutande o camicia - 3. Eguale obbligo avranno coloro che vogliono bagnarsi nelle acque dolci - 4. I contravventori incorreranno nelle conseguenze previste dal vigente Codice Penale e dalla stessa legge di Pubblica sicurezza. Gli agenti della pubblica forza veglieranno con ogni accuratezza a che il tutto sia scrupolosamente osservato. Il sindaco Pietro Fagnani.
Il 17 ottobre il Comune dev’essere vostro. Con energia e con fede scacciate dalla casa comunale i partiti della guerra, dello sfruttamento e di tutte le camorre. Il Comune socialista è il Soviet, è il consiglio dei lavoratori! - Lavoratori, alle urne tutti a votare la lista del Partito Socialista SCHEDA DEI CANDIDATI PER IL CONSIGLIO COMUNALE… (del Comune di Rimini) Di Riccione candidati ed eletti Mancini Silvio meccanico, Saponi Emilio Aldo falegname.
1921 SOCIETA’ STADIUM
1868 ANNUNCIO PUBBLICITARIO Chi amasse, nella stagione dei bagni marittimi, ville con scuderie, appartamenti, camere con pensione o senza, con vetture a prezzi discretissimi, e con omnibus a centesimi quindici, dirigersi allo speziale di Riccione Gaetano Pozzi con lettera affrancata, Rimini per Riccione.
1920 OPERAI, ARTIGIANI, GENTE TUTTA DEL LAVORO!
1906 LEONARDO MAZZOCCHI Costruttore di ville in materiale laterizio e in cemento armato – s’incarica per l’affitto e la vendita di fabbricati d’ogni genere. Si pregia far pubblicamente noto che è in grado di fornire, anche a domicilio, tutti i seguenti articoli a prezzi di assoluta convenienza: zucchero – caffè – olio – riso – burro – formaggio – paste alimentari toscane – candele steariche – saponi – cotoni filati – pizzi e merletti – nastri – busti etc – vetri – terraglie e articoli affini – chincaglieria – bigiotteria.
1915 LAVORO IN ZONE DI GUERRA
COMITATO DI ASSISTENZA CIVILE RIMINI
Si avvertono gli operai, braccianti, carpentieri, falegnami, muratori, manuali ecc, che nelle zone di operazioni di guerra è richiesta l’opera loro. Le condizioni sono le seguenti: 1° viaggio gratuito - 2° salario nella misura di Lire 0,30 all’ora con diritto di rancio militare, oppure di Lire 0,40 all’ora senza rancio - 3° alloggio gratuito nei baraccamenti - Coloro che intendono offrire la loro opera alle condizioni suesposte, dovranno farne domanda a questo Comitato. Il pres. Sebastiano Amati.
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Il 28 aprile è costituita a Riccione la Società Anonima STADIUM di Riccione, avrà durata 9 anni e ha per oggetto la costruzione e l’esercizio di uno Stadium per le corse dei cavalli, gare ciclistiche, gare di football, tiro al volo e altre gare e giochi sportivi. Il capitale sociale è di Lire 300.000, in azioni da lire 500. Presidente Ceschina Comm. Gaetano. Per difficoltà di gestione i signori Papini Dario e Amati Sebastiano ne vennero nominati liquidatori.
1922 FASCISTI!! Per qualunque articolo relativo al Fascio di combattimento rivolgersi alla ditta OLD ENGLAND , via Indipendenza Bologna: maglioni Robespierre in lana nera – Fez neri in panno – camicie nere in sating con distintivo ordinario o ricamato o con distintivo capo squadra – cravatte seta Lavalliere nera – cintura sating nero con teschio panno – pantaloni neri Gabardine alla bersagliera – fiamme in smalto con stemma Fascio – cordoni per squadristi in tutte le tinte - distintivi Balilla ricamato a mano – bastoni parpignano ricoperti cuoio – bandierine smalto per occhiello.
1925 PONTE CECCARINI La memoria della mugnifica e pia Maria Ceccarini scolpita nel cuore del popolo riccionese la civica rappresentanza volle eternare con quest’opera che rivive del suo amore per la classe marinara. Questa la targa per l’inaugurazione del ponte di vale Dante che unisce i viali Al Porto e Milano, avviando così più celermente lo sviluppo della vasta zona costiera che va dal Rio Melo al Rio Marano, e consentendo il completamento della linea ferroviaria Rimini-Riccione.
1923 VITTORIO EMANUELE III Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell’Interno Presidente del Consiglio dei Ministri, visto il precedente decreto 19 ottobre 1922, col quale la frazione di Riccione venne distaccata dal Comune di Rimini e costituita in Comune autonomo, ABBIAMO DECRETATO la delimitazione territoriale tra i due Comuni di Rimini e Riccione è stabilita in conformità della pianta topografica redatta il 13 dicembre dal Genio Civile di Forlì… Firmato Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini.
1923 MUNICIPIO DI RICCIONE ISTITUTO TECNICO INFERIORE Sotto gli auspici e col contributo di questo Municipio, un gruppo di padri di famiglia ha costituito a Riccione un Istituto privato di istruzione che per quest’anno funzionerà con la 1° e la 2° classe dell’Istituto Tecnico inferiore. Si invitano i padri di famiglia appartenenti anche ai Comuni limitrofi, di inserire i loro figli avvertendo che la spesa in nessun caso supererà le 1200 Lire annue. Il Comitato. Presieduto dal sottoscritto Marani Augusto è composto dal Prof. Comm. Camillo Manfroni, dal revedendo Don Montali Giovanni parroco di San Lorenzino, dal signor Crescentini Cassio capo stazione aggiunto e dal Signor Lazzaro Sorci direttore della succursale del Credito Romagnolo.
1925 CONSORZIO LUNGO MARE DI ROMAGNA Ill.mo signor sindaco di Riccione, pregiomi parteciparle che la s.v.Ill.ma nella qualità di Sindaco del Comune di Riccione è stata chiamata dall’Assemblea tenutasi presso la Prefettura di Forlì a far parte del Comitato esecutivo del Consorzio per il Lungo mare di Romagna con l’incarico di affrettare le pratiche necessarie per l’espletamento e l’esecuzione del progetto dei lavori. Il Comitato è costituito dai Sindaci dei Comuni di Rimini, Cattolica, Riccione, Cesenatico e Cervia.
1929 MUNICIPIO DI RICCIONE NORME PER L’IMPIANTO DEI CAPANNI ALLA SPIAGGIA Vista la decisione della Commissione di Sorveglianza della spiaggia e il Regolamento per l’esercizio balneare, l’impianto dei casotti balneari sulla spiaggia compresa nei limiti del Comune di Riccione è subordinato alle seguenti norme: 1° aver ottenuto la concessione dalla Commissione. 2° collocamento dei capanni sotto la direzione del personale tecnico comunale. 3° versamento nella Cassa Comunale della tassa relativa in base a tariffe che tengono conto della zona e delle dimensioni, la sistemazione dei pali delle tende, la pulizia da parte dei bagnini della linea demaniale al battente del mare, l’obbligo ad indossare una maglia azzurra, il collocamento delle passerelle.
Secondo la prima bozza il lungomare avrà un tracciato ininterrotto da Cervia a Gabicce, per una lunghezza di 55 chilometri; costo dell’opera previsto 150 milioni di Lire.
1926 RICCIONE GEMMA DELL’ADRIATICO - RICCIONE PERLA DELL’ADRIATICO RICCIONE LA PERLA VERDE DELL’ADRIATICO Proposte di slogan che vanno a regalare una configurazione ben precisa, da spendere per promuoverne l’immagine. Nel 1927 è costituito il Comitato di Amministrazione dell’Azienda Autonoma di Cura di Soggiorno, con l’ex podestà Silvio Lombardini quale Presidente. Nascono così i servizi turistici per la pubblicità, le statistiche, la riscossione dell’imposta di soggiorno, la disciplina della spiaggia, il controllo degli esercizi ricettivi, i rapporti con gli ospiti, l’organizzazione di manifestazioni, la cura dei giardini pubblici.
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1932 RICCIONE DALL’1 GIUGNO AL 31 AGOSTO RIDUZIONI FERROVIARIE 70%. Dalle principali città cominciarono a partire i ‘treni popolari’ con la sola 3° classe, e facevano la spola con le più rinomate città di villeggiatura. C’era anche Riccione, naturalmente, e l’iniziativa, che durò sino al 1939, contribuì al sorgere e allo sviluppo del turismo di massa.
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Riccione perla cultura
Riflessioni di un ottuagenario(6)
I cosiddetti “beni culturali”
Si fa un gran dire che i beni culturali sono la nostra vera ricchezza, li abbandoniamo però al degrado e non sappiamo farli fruttare. E dire che esiste una laurea dedicata proprio alla loro conservazione! A prima vista, sembra che tutto questo non ci riguardi: l’opinione più diffusa è che a Riccione beni culturali, come intesi comunemente, non ce ne siano. Eppure, a due passi c’è Rimini, che straripa di beni propri, talvolta misconosciuti agli stessi cittadini, talaltra trascurati, tuttavia molto noti ai cultori ed ai turisti. Ma guardiamo invece la situazione di casa nostra. Anzitutto: che cosa si intende per “beni culturali”? Tutti sappiamo, ad esempio, che Pompei e la Gioconda di Leonardo lo sono. Beati chi li ha. Normalmente per beni culturali si intendono reperti storici e artistici capaci di aumentare la nostra conoscenza, educare il nostro gusto e, soprattutto, di farci riflettere. E se sono capaci anche solo di questo, meritano davvero di essere tutelati. In una precedente puntata, ho cercato di definire il concetto di “cultura”, identificandolo proprio nella riflessione. Ovvero, quando riflettiamo sulle nostre idee, facciamo cultura. Ebbene, se troviamo sul nostro cammino elementi e testimonianze capaci di farci riflettere, quelli sono beni culturali. I libri, per esempio. Il fatto è che siamo poco abituati all’esercizio della riflessione: è più comodo lasciarci condurre dalle abitudini, dalle mode, dai messaggi più o meno occulti della pubblicità, dai facili consumi, dai godimenti esteriori e dalla pigrizia intellettuale. Eppure, attorno a noi stazionano beni culturali che, come tali, non teniamo nella dovuta considerazione. La nostra biblioteca, per esempio, è un autentico scrigno. Altrettanto dicasi per il Museo del Territorio e la Galleria d’Arte moderna.
Basta fare pochi passi sul Lungomare per incontrare Villa Mussolini, l’hotel Ritz, il Grand Hotel, il “grattacielo di Riccione” (bruttino ma significante), la Villa Liberty, Ma si può anche scoprire altro, se il buon senso ci aiuta. Ad esempio: tutti sanno che il globo terrestre è idealmente diviso in spicchi, come le arance, e in fette orizzontali, come una torta farcita (meridiani e paralleli). Ebbene, proprio davanti al Bagno 64, poco prima della Villa Liberty, potete toccare con piede il 44° parallelo, che taglia obliquamente il lungomare. Non è una cosuccia che fa pensare? Se non altro per ricordarci che il sole nasce a Gabicce e tramonta a San Marino. E ancora: se entrate nella chiesa Mater Admirabilis, in viale Gramsci, vedete subito un grande affresco che abbraccia tutto l’abside. Si tratta dell’assemblea di Ognissanti, opera di un frate pittore negli anni ‘70 del secolo scorso. Ai fedeli piace molto, anche se distrae un po’ dalle funzioni per la istintiva ricerca delle identità. Pur nel piacevole aspetto, si tratta di un’opera di modesto rilievo artistico. Ma la sua originalità è un’altra. Si può notare che non tutti i personaggi sono dotati di aureola (pur nel periodico aggiornamento dovuto alle continue beatificazioni): sbirciando nella galleria, si possono riconoscere personalità
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artistiche come Leonardo, Raffaello e Manzoni. Ossia, grandi artisti mescolati tra patriarchi, apostoli e santi. Cioè, il fraticello pittore ha fatto una considerazione degna della massima riflessione: la sacralità dell’arte. Ovvero, anche l’artista, se veramente tale, può stare vicino a Dio, accanto ad Abramo e a san Francesco. Ma voglio fare un’altra considerazione sui beni culturali a costo di una civica scomunica. Il fascismo è stato, nel bene e ancor più nel male, un momento storico che ha toccato anche Riccione, lasciandoci una testimonianza: Villa Mussolini. La storia è quella che è. La città potrebbe approfittarne decisamente sfruttando quel che resta della residenza estiva del Duce non solo per mostre e incontri culturali generici, ma per farne anche un Centro di Studi sul fascismo. Ma guai a parlarne. Perché allora sull’Olocausto si ragiona continuamente per non dimenticare e sul fascismo no? Parlarne e studiarlo non significa mica farne apologia. E non c’e ormai più pericolo di feticismo: i nostalgici sono ormai tutti più di là che di qua. Il silenzio, poi, stuzzica la curiosità e la voglia di trasgressione nei giovani. Insomma, la nostra materia grigia è sensibile agli stimoli ancor più del resto del corpo. Sta a noi trovare gli argomenti giusti. Isidoro
L’Acchiappasuoni, dedicata a Cenci
Nel ricordo del professore Geo Cenci, del quale quest’anno ricorre il ventennale della scomparsa, a Riccione è partito “L’Acchiappasuoni”, scuola di musica corale ed espressione corporea, diretta dal Maestro Enrico Cenci. L’iniziativa in corso al Centro Elisabetta Renzi, in viale Cesare Battisti, 3, dove ha sede l’associazione promotrice, prevede corsi di canto corale per bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, canto individuale per adolescenti e adulti, pianoforte per bambini dai sei anni in su. In programma pure lezioni di musica per bimbi dai 3 ai 5 anni. Oltre a essere un servizio educativoculturale per tante famiglie, “L’Acchiappasuoni” é un modo concreto per tenere viva la memoria del preside Cenci, scomparso a 60 anni nel giorno (25 settembre) del suo compleanno. Laureato in Pedagogia nel 1961, è diventato dirigente nell’anno scolastico 1972/1973, coprendo questo ruolo prima alle medie di Verucchio, poi in quelle di Cattolica, San Clemente e Riccione, fino al congedo dallo Stato nel 1982. L’anno successivo segue l’incarico come preside al San Pellegrino di Misano, e poco dopo, alla media dello stesso istituto, dov’è rimasto fino al 1993, quand’è scomparso. La sua vita si è divisa tra l’impegno per famiglia (in particolare per la moglie, Carla Casicci, insegnante, e i figli Alberto, Enrico e Giovanni) e altri impegni istituzionali e sociali. Cenci è stato consigliere comunale della Dc per alcune legislature, nonché l’ultimo presidente (dal 1970 al 1974) dell’azienda di soggiorno. Già consigliere della Carim, ha rivestito anche il ruolo di presidente del Lions di Rimini. Il suo nome ora è legato al cineforum riccionese, alle medie che portano il suo nome, e all’associazione che ha lanciato “L’Acchiappasuoni, voluta dal figlio Enrico e presieduta dalla nipote Giulia Cenci, nata il 27 settembre 1993, giorno del funerale di suo nonno. Nives Concolino
LA PAGINA di edmo vandi
Le vertigini di Francesco Andreotti Si chiamava Francesco Andreotti, era il fratello del più celebre Giulio, Giulio Andreotti. Presidente dell’Associazione Nazionale Comandanti di Polizia Locale e di Stato, assicurava ogni anno la sua prestigiosa presenza al Convegno delle Polizie Municipali e di Stato che da anni si tiene a Riccione. Si concedeva con estrema disponibilità e gentilezza alle mie interviste che realizzavo per le televisioni locali. Come il più noto fratello, era dotato di fine arguzia e di innata simpatia. Il primo incontro diede luogo all’aneddoto che voglio raccontare. Mi predisponevo a fargli la prima domanda quando mi disse:”Purtroppo sono un pò pericolante in quanto in questi giorni soffro di vertigini e tendo a pendere a destra”. “Il caso vuole - risposi - che anch’io attualmente abbia lo stesso problema (era vero) ma io pendo a sinistra”. “Ottimo - realizzò prontamente Francesco - così ci appoggiamo l’uno all’altro ed evitiamo il pericolo di crolli, a riprova che due opposte tendenze possono essere utili e felicemente convivere !” (Lo strano “accoppiamento” si spiega in quanto, agendo da solo, posizionavo la telecamera sul cavalletto, la facevo partire e poi correvo a fianco dell’intervistato). Si stabilì così un simpatico contatto che tornò a ripetersi ogni anno in occasione di questo importante Convegno nazionale che per tanti anni venne ottimamente organizzato dal Comandante locale Giuseppe De Carlo e che si ripete puntualmente e con grande successo ancora oggi.
I Rasunamènt per capì la vita I stranièr i dis: “L’italièn e zchèr s’al mene. s’al parole un’s capès gnìnt !” Se tvò ès un pulétich impurtènt fa sempra arspènd me telefan che tsì in riuniòun. Se portafoj svuid t’an si un om lèbre. La bèrca te port la è me sicùr, ma la bèrca l’an è stè fata per e port. Al storie d’amor al fnès quand lìa la dmanda. “Du tsì stè jirsèra ?”. “A divorzie! An supòrt d’avè un marìd curnùd!”
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Ecco l’esercito dei centenari
100 anni e oltre Sono una dozzina (quattro uomini e otto donne) i centenari riccionesi. La più longeva tra le femmine è Clelia Lazzaro (classe 1908), 105 anni compiuti in settembre, mentre tra i maschi il primato spetta a Lucio Savorgnan (1910) che lo scorso 10 agosto ha varcato la soglia dei 103. In ordine cronologico seguono Filomena Cerri (1910), Augusta Savoretti (1911), Lavinia Galavotti (1911), Giuseppe Fabrizioli (1912), Anna Conti (1912), Serafino Bologna (1913), Almina Galli, Ligia Gualerzi e Bruna Tommasini, tutte tre nate nel luglio 1913, e Alfredo Ceccarini (1913). E’ sulla soglia del secolo Giovanni Freducci, domiciliato a Villa Quik, dove per lungo tempo hanno vissuto altre due “querce”: Berta Bavieri di origine bolo-
gnese, scomparsa la scorsa estate (aveva compiuto 107 anni il 22 giugno) e Lucia Marescotti (Cotignola 1896), volata in cielo dopo aver festeggiato 108 primavere. Ha varcato il secolo lo scorso 24 gennaio Virginia Gaggini (Misano 1913), ospite della Nuova Primavera di Riccione, dove vive pure il riccionese Enrico Torcolacci (Urbania 1914) che spegnerà 100 candeline a breve. Da osservare che di riccionesi doc ne risultano solo quattro, registrati a Rimini. In quegli anni, infatti, Riccione e San Lorenzo erano ancora due frazioni del capoluogo. Tra i puro sangue della nostra città per il momento vanta il record della longevità Giselda Corbucci, scomparsa a 108 anni.
100 anni e oltre
100 anni e
Clelia Lazzaro: 105 anni e non sentirli! Se non fosse l’anagrafe a tradirla, nessuno direbbe che ha raggiunto i 105 anni. Eppure, Clelia Lazzaro, a Riccione molto conosciuta, perché per decenni è stata impiegata alle poste centrali di viale Ceccarini, dove suo padre era direttore, alle spalle ha un secolo e un lustro. Un invidiabile traguardo, tanto più se si considera che l’inossidabile signora alla sua veneranda età vive ancora da sola e va a fare la spesa con il trolley, senza alcun aiuto. Un fenomeno della natura! I suoi anni Clelia li porta davvero bene, anche se, come lei stessa racconta, ha dovuto rinunciare ad alcuni lavori. “Tre anni fa, mentre salivo su un marciapiede -racconta- sono stata investita da un’auto che usciva dal parcheggio. Nel fare la manovra, l’automobilista anziché andare avanti, per sbaglio ha messo la marcia indietro e mi ha investita. Per la caduta sono rimasta in coma diversi giorni. Purtroppo ora non posso fare tutto come prima. Non lavoro più neanche all’uncinetto, perché mi dolgono mani e occhi”. Un peccato perché la Lazzaro nel lavorare ai ferri e all’uncinetto era davvero brava. Creava tappeti e anche centrini che spesso donava in beneficenza. Come trascorre ora le sue giornate? “Cucino e, dopo aver mangiato, faccio un pisolino, poi mi metto le cuffie e guardo la tv: seguo diversi canali religiosi, compreso quello di Padre Pio e la Rai, perché mi piace vedere Carlo Conti. Alle 20 mi sintonizzo su Retequattro, che seguo anche di domenica per la messa delle 10. In chiesa, infatti, vado a fare solo qualche visitina, perché non sento più il prete”. La signora Clelia è uno scrigno di ricordi. Nata a Vasto il 29 settembre del 1908, da Teresa e Vincenzo Lazzaro che, dopo di lei hanno dato alla luce altri otto figli, dei quali due viventi (la più piccola Anna Maria e Lina 95enne), era approdata a Riccione nell’immediato dopoguerra. “Arrivai qui nel 1946, dopo aver lavorato come direttrice nell’Ufficio postale di Genga - ricorda -. Per un paio di anni fui in servizio a Tavullia e poi a Saludecio. Con il trasferimento persi il
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ruolo, ma ormai tutta la famiglia si era stabilita in riviera e non potevo tornare indietro. All’inizio non fu facile: l’Ufficio postale di viale Ceccarini era ancora senza vetri e porte e si tremava di freddo. Per giunta l’anno che arrivai, nevicava di continuo. Io ero addetta alle raccomandate. Il segreto di tanta longevità? “C’è chi mi dice che potrebbe essere il peperoncino piccante che uso fin da quand’ero piccola. Per il resto mangio di tutto: pesce, carne, verdura…, ma senza abbuffarmi. Sono stata sempre magrolina e ho goduto di buona salute, tant’è che il mio medico dice sempre che se non mi rompo qualche osso, ho buone probabilità di raggiungere i 110 anni”.Merito anche della sua tranquillità il cuore generoso. “Non mi arrabbio mai e ho sempre aiutato gli altri, confessa Clelia, anche perché così non si pensa a tante altre cose”. Una bella lezione di vita! Anche quest’anno la nostra ultracentenaria ha festeggiato il compleanno attorniata da un nugolo di parenti, arrivati anche da Bologna, Vasto e Pescara. A tavola erano in venticinque. Alla vigilia della festa cin cin e applausi da decine di persone che per farle gli auguri l’hanno attesa in massa davanti al supermercato Angelini. “Ad multos annos”, Clelia, anche da Famija Arciunesa.
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Bianca Taddei, 103 anni, la turista più longeva di Riccione Ha trascorso la sua prima vacanza a Riccione, dividendosi tra spiaggia, passeggiate, shopping e chiacchiere in salottino con le amiche. Momenti vissuti con gran disinvoltura, come un’ottantenne in piena forma, ma Bianca Taddei, che si aggiudica il primato di
turista più longeva di Riccione, tra tre mesi compirà 103 anni. E’ nata, infatti a Roccacasale, nell’Aquilano, il 15 febbraio del 1912. “Sono sempre andata in vacanza a Rimini, non ero mai venuta a Riccione - confessa con rammarico -. E’ una bellissima città, voglio tornarci anche la prossima estate”. Ospite con la figlia Carla Silla di Tina e Gabriele Maestri dell’omonimo hotel,
l’ultracentenaria ci svela le sue passioni: “ballo, canto e gioco delle carte. Leggo anche i giornali e guardo la tv. Conosco tutti i giornalisti, così durante la vacanza mi son fatta accompagnare al premio “Ilaria Alpi” al “Palazzo dei congressi”. Già, perché la granitica nonna, che un tempo faceva la sarta, non si accontenta di starsene tranquilla al bagno 70. Bianca, che porta ancora i tacchi (ciabatte solo al mare) e un-
ghie smaltate, a Riccione ha ricevuto in omaggio un mazzo di fiori dal sindaco Massimo Pironi. Dopo il brindisi il saluto augurale: “Ci vediamo il prossimo anno”. Della Taddei si è interessato anche il primo cittadino di Roccacasale, Domenico Spagnuolo, che ha telefonato in hotel. Voleva sapere come stava la sua concittadina in vacanza sociale. E lei: “Sto come una regina!”.
E loro stanno arrivando!
Di Bruna Tomassini-Papini abbiamo parlato nello scorso numero ma cogliamo l’occasione per rinnovarle ancora i nostri auguri!
Pozzi Quinto (96 anni) e Bianchi Faustina (94 anni), il 17 ottobre hanno festeggiato 70 anni di matrimonio circondati dai figli, nuore, nipoti e pronipoti. Siamo esterrefatti e l’augurio più sentito è: “Vediamoci per i vostri 100 anni!”.
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di Nives concolino Gli anni sono 102 e brilla come una Stella
Augusta Savoretti chiamata Stella è nata nel 1911 e nell’agosto scorso ha festeggiato 102 anni. A farle amorevole contorno le quattro figlie, Rosa, Pasquina, Rita, Rachele, più un nugolo di nipoti e uno stuolo di allegri chiassosi pronipoti. Rimasta vedova all’età di 50 anni si è dedicata alle figlie ed ora vive con Rachele a Raibano, nella campagna sempre amata, lamentandosi per qualche fabbrichetta troppo vicina. Possiamo sicuramente inserirla in “Razza Piave”, donne e uomini con una salute di ferro, che ne hanno passate di cotte e di crude, comprese due guerre mondiali, ma che grazie ad un tenore di vita senza eccessi e una sana alimentazione scavalcano il secolo. Pensate: Stella ha avuto il primo e unico intervento chirurgico, calcoli alla cistifellea, due mesi fa!
IL personaggio
Antonella Bartolacci: trent’anni dedicati alla danza Tra piroette e grand jeté, la scuola di Antonella Bartolacci ha segnato, a passi di Danza, la storia dell’espressività artistica e culturale della nostra città. Come è iniziata la sua passione, o meglio… vocazione per la danza? “La mia storia era già scritta ancora prima che nascessi: mia madre Marisa era stata allieva del Teatro La Fenice di Venezia, ma fu costretta ad interrompere gli studi. Il dolore fu tale che decise che se mai avesse avuto una figlia l’avrebbe fatta studiare Danza Classica e sarebbe diventata insegnante. E così fu: ho iniziato ad insegnare a 18 anni, nella mia cameretta a Milano dove mia madre aveva sistemato una sbarra e uno specchio… la mia prima sede. Avevo 9 bambine, e quando sono aumentate mi sono trasferita nella palestra del Liceo dietro casa. In 2 anni sono diventate più di 100. Contemporaneamente insegnavo anche nella scuola dove studiavo, non solo Classico ma anche Neoclassico e Contemporaneo. E mi preparavo per il professionismo… anche se il mio destino era un altro.” Da cosa è dipeso il suo trasferimento nella nostra città? “Pur giovanissimi io ed Ermanno, il mio ragazzo di allora e attuale compagno di vita, stavamo insieme già da parecchi anni, e mi veniva a trovare tutti i weekend; ma un giorno si è stancato e mi ha chiesto di sposarlo. Così è stato, e dopo pochi mesi ho aperto la mia scuola in viale Emilia. Da lì ho iniziato ad educare Riccione alla meravigliosa arte che è la danza. Alle mie lezioni hanno partecipato praticamente quasi tutte le fanciulle riccionesi e non solo, fanciulle che sono cresciute con me nella tecnica e nella dedizione.” Tra le tante allieve che ha formato c’è qualcuna che ricorda particolarmente? “Prima di ogni altra Eleonora Gennari, una delle mie prime 35 piccole allieve riccionesi e ora mia insegnante di Modern. Sua amica del cuore era Martina Colombari, che ha studiato da me sino a che è diventata Miss Italia, dando così spazio ad una carriera diversa. E poi ci sono state Ennia, Nada, Roberta, Raffaella, Annalisa, Lara, Daniela, Angela, Martina, Alessandra e Carolina, che tutti i giorni arrivava col treno da Ravenna. Hanno incominciato da piccole e sino alla Maturità, talune hanno smesso per l’università, altre sono riuscite a portarle avanti entrambe. Qualcuna ha perseverato ballando in giro per il mondo, qualcuna è ritornata ad affiancarmi nella scuola come Cristina Bugli, o ha aperto una propria come Lara e Lisetta… o come Natascia che insegna in Australia.”
Il suo impegno è più rivolto a formare insegnanti o ballerini professionisti? “Nei primi anni mi sono dedicata di più a formare insegnanti, forse perché inconsciamente così aveva voluto mia madre per me, e come mia madre mi sono comportata con le mie allieve che ho sempre considerato come “figlie”. Da tempo il mio maggior interesse è invece formare ballerini e portarli al professionismo: una dimostrazione sono il successo ottenuto da Emanuele Corsini, arrivato da me a 11 anni poi diplomato alla Scala di Milano e in seguito ingaggiato a Dresda come ballerino professionista. O come Francesca Bianchi, che ha danzato in importanti compagnie in prestigiosi teatri oltreoceano. E mi hanno resa molto orgogliosa del lavoro fatto anche Elena, Giulia, Monique, Marita, Isotta…” Crescono negli anni gli allievi… ma è anche cresciuta la scuola e non solo per numero iscritti. “E’ stata inaugurata nel febbraio 2012 la sede come avevo sognata per tanti anni… e mio marito Ermanno me l’ha regalata. Più di 1000 mq quadri immersi nel verde del parco di Riccione, quattro grandi sale per la danza attrezzate con pavimenti e tappeti speciali, una quinta sala per il Pilates, ambienti insonorizzati con aria condizionata e ricambio dell’aria continuo. A detta dei tanti ballerini importanti e coreografi che in questi mesi sono passati nella mia Accademia, è la realtà più bella che abbiano mai visto. Grande mia soddisfazione quindi, come quella che attualmente mi donano le giovani Nicole, Sofia e Ele-
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onora, allieve di talento che stanno per ‘spiccare il volo’. E se da una parte mi dispiace perderle… dall’altra sono felice di averle formate valorizzandone attitudine e impegno”. Quanto è stata importane la collaborazione di suo marito Ermanno? “Ho potuto sempre dare il cento per cento perché ho avuto accanto un uomo come lui. Intelligente da comprendere l’ infinita dedizione ad una professione che assorbe un’enorme parte del mio tempo e delle mie energie. Ma anche tanto creativo: i balletti dell’Accademia senza le sue scenografie non sarebbero gli spettacoli che sono.” Quali progetti intende mettere in scena per l’immediato futuro? “Sto preparando tutte le mie allieve, dalle più grandi alle piccolissime, per far sì che vengano ammesse in futuro al mio programma Professione Danza, un progetto che impegna quotidianamente e la cui finalità è trovarsi pronte per importanti audizioni. Il futuro sarà anche portare l’Accademia a livelli internazionali, organizzare sempre più stage con i grandi Maestri e, perché no, creare una Residenza per ospitare compagnie e grandi scuole, e dare l’opportunità ad allievi di fuori di studiare nella nostra città.” Crede che a Riccione si potrebbe fare ancora di più per sostenere attività artistiche come la danza? “Se avesse un vero teatro, il tempio dell’arte, sono sicura che Riccione acquisterebbe ancora più prestigio di quello che ha.” Maria Grazia Tosi
storia di... una villa
La famiglia Calari e l’amore per Riccione nostra famiglia; la scelta poteva essere una sola: Riccione. Acquistammo la nostra casa nel 1954 dalla Sindachessa Bernabei che era la proprietaria di questa e di quella che era diventata Villa Mussolini. Per ragioni di lavoro di mio marito ho viaggiato molto, ma sempre il mio pensiero tornava regolarmente alla mia Riccione, poiché quelle terre lontane non sapevano raccontarmi nulla e non riuscivano a trasmettermi il sapore di casa. Le mie sorelle e mio fratello hanno anche loro continuato a trascorrere le loro estati a Riccione trasferendo il loro attaccamento ai figli e ai nipoti. Attualmente ogni estate ci rincontriamo, sempre qui, sempre sulla stessa spiaggia, bagnata dallo stesso mare. E qui rincontriamo anche un nipote che vive a Washington. La famiglia Calari, in tanti anni si è ingrandita coesa da quella stessa passione per questa meravigliosa terra. Qui non solo il mare allieta le giornate di chi vuole riposarsi al sole, ma anche l’entroterra nasconde tesori fatti di sapori veri, di profumi e consuetudini antiche. Mi auguro che questa passione per Riccione continui ad essere trasmessa in tutta la famiglia per tanti anni ancora. Si, perchè Riccione in questi anni è diventata la capitale del turismo che tutti conoscono, ma conserva tuttora quell’animo semplice, gioioso, autenticamente romagnolo che l’ha vista nascere e che l’ha fatta crescere tanto. Tina Calari
Era l’estate del 1923 quando mia mamma, Lina Calari, decise di venire a trascorrere un periodo di vacanza a Riccione, a quei tempi un paese ancora lontano dalla scoperta del turismo. Era da poco mancato suo padre che le aveva lasciato un’eredità di 100.000 lire. Lei pensò bene di utilizzare questo denaro per l’acquisto di una villetta per i suoi bambini che erano tre: Arianna, Vittoria, Gino. Contattò il signor Copioli, un noto capomastro, che costruì la più parte delle case di allora. In quei giorni la famiglia Calari alloggiò all’hotel Savioli in viale Dante, vicino al famoso “ Night”. L’Hotel non aveva un lettino per bambini piccoli, per cui fu messa mia sorellina Vittoria in un cassetto del comò a mò di culla. Da allora questa famiglia di Bologna, la mia famiglia, è venuta puntualmente ogni estate a Riccione. Nel frattempo sono nata anch’io e ancora oggi tutta la famiglia Calari, figli e nipoti, continua a soggiornare a Riccione per l’intera estate. Ho trascorso, durante la mia infanzia, gli alterni periodi di serenità e preoccupazione che si sono susseguiti durante la guerra. Infatti sono stata sfollata nel periodo del passaggio del fronte (1944-45) nella casa che era di proprietà della mamma. In questi anni ho frequentato la Scuola media “Camillo Manfroni” e ho ricevuto la Prima comunione nella chiesa Mater Admirabilis e la Santa Cresima nel Duomo di Rimini. A Riccione, negli stessi posti che mi hanno vista bambina, ho conosciuto Giorgio, colui che sarebbe diventato mio marito e che soggiornava allora all’Hotel Vienna. Dopo esserci sposati decidemmo di acquistare una casa per la
ogni giorno il Pescatore porta in tavola la ricchezza del mare nel rispetto della tradizione romagnola
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PARI... O DISPARI? A cura dellA COMMISSIONE Pari Opportunità del Comune di Riccione
Una piazza contro la violenza Dallo scorso maggio la Rete Antiviolenza della Provincia di Rimini ha pensato di impiegare ogni ultimo mercoledì del mese con un presidio silenzioso gestito dai vari comuni. Il 30 ottobre scorso è toccato a Riccione dove in piazza Piazza Matteotti la nostra Commissione ha allestito uno speciale ‘palco’ per rappresentare la determinazione delle donne e non solo loro, nell’utilizzare tutte le strategie possibili per combattere il femminicidio, un neologismo che rappresenta la distruzione fisica, psicologica, economica e istituzionale delle donne in quanto tali; un problema culturale, figlio di una mentalità che vede la donna come proprietà di cui disporre e di cui disfarsi a proprio piacimento. In Italia, solo nel 2012, ne sono state uccise 122, e solo nei primi sei mesi del 2013 già 81; è questa la prima causa di morte per le donne dai 16 ai 44 anni. La piazza ha visto la partecipazione del Sindaco Pironi, del Capitano De Lise per l’Arma dei Carabinieri, della Comandante Cianini per la Polizia Municipale, e di tante persone che hanno così dimostrato un grande senso civico rispetto ad un terribile fenomeno. Il Comitato di Riccione Paese ha collaborato all’iniziativa.
Toponomastica femminile: le vie delle donne A Riccione è quasi impossibile trovare una strada, rotonda, piazza o giardino che porti il nome di una donna famosa che ne avesse meritata l’assegnazione; non ci si fa neanche caso, spesso sovrappensiero, tante cose da fare, tanti posti da raggiungere... Nel cercare di capire meglio il perché, abbiamo contato una per una le titolazioni utilizzando il censimento degli odonimi (ogni spazio del suolo pubblico o aperto al pubblico destinato alla viabilità) ed è stato constatato nero su bianco che: 358 sono i nomi di città, 21 di fiumi, 20 di monti o territori, 17 di regioni, 4 di quartieri e strade, 2 di mari; 9 quelli di vini, 7 le date importanti, 6 di Santi (che in alcuni casi corrispondono anche a città), 2 di famiglie importanti; 117 sono le vie con nomi generici, 229 con nomi di uomini… 5 con nomi di donne. Esatto: su 797 solo 5 sono dedicate a importanti figure femminili, che con il
loro valore hanno lasciato un segno indelebile nella storia della nostra città e nel resto del mondo. Quali? La signora Maria Boorman Wheleer (moglie del Dottor Giovanni Ceccarini), il cui spiccato spirito filantropo contribuì allo sviluppo culturale ed economico di Riccione; la giovane concittadina Annika Brandi, vittima della strage terroristica sul treno Napoli – Milano nel 1984; Madre Teresa di Calcutta, la missionaria di fede cattolica che nel 1979 ottenne il Premio Nobel per la Pace e fu proclamata Beata nel 2003; Ada Negri, poetessa e scrittrice nonché prima donna ammessa tra gli Accademici d’Italia; Grazia Deledda, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1926. E poi basta. Solo cinque vie su 797: decisamente poche. Mancanza di considerazione del ruolo delle donne… o semplice “dimenticanza”? Sarebbe bene per questo sollecitare la
Polizia municipale in prima linea Il progetto di un corso di formazione per operatori della Polizia Municipale, organizzato il 19-25 novembre presso il Palazzo del Turismo, e che nasce dalla sollecitazione della nostra Commissione in collaborazione con il Comando di Riccione-Coriano e la Rete Antiviolenza Provinciale, si propone,
attraverso lezioni e testimonianze di docenti qualificati, di conferire una conoscenza approfondita della normativa vigente e delle strategie di contrasto più efficaci, rispetto al tema della violenza domestica sulle donne e sui minori. Nel prossimo numero del giornale tutti i dettagli.
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Commissione Toponomastica del nostro Comune nel prendere in considerazione possibili proposte a riguardo, e la Giunta Comunale di approvarle con entusiasmo. Chiediamo quindi alla cittadinanza di suggerirci nomi di significative figure femminili del passato e del recente (bastano infatti che siamo trascorsi una decina d’anni dal decesso), da inviare al nostro indirizzo di posta elettronica entro la fine di gennaio; provvederemo noi a presentarli all’ufficio di competenza. Intenzione sostenuta anche dall’Ass. Ilia Varo: “Sono onorata che nella Commissione Toponomastica che presiedo finalmente si potrà assegnare titolazioni che riconosceranno il valore di donne che con il loro operato hanno svolto o svolgono un ruolo importante per la società”.
Informazioni: Nuova sede Sportello Donna presso CPO al piano seminterrato del Comune di Riccione. Il Legale riceve il martedì dalle 15.30 alle 18.00. Tel. 0541 608317 SPORTELLO DONNA On-LINE: sportellodonna@comune.riccione.rn.it Per appuntamento: Tel. 0541 426033 Tel. 0541 608111 pariopportunita@comune.riccione.rn.it
DIALETTO
E sghĂŠtle (il solletico) a cura di Giuseppe Lo Magro
Piccola rubrica di battute surreali, barzellette seminuove, fantasie oniriche, filosofia popolare. Da leggere in relax e magari “degnareâ€? di un sorriso come quando si è sottilmente sollecitati
Un imbecÊl un s’anoia. Us guèrda te spèc. CunsÊglie per al done imbiziose
Nu bÊ dla canòcia se nès per nu guastè e rusèt nov.
E mi chèn l’è sempre strach. Un còr mai drÏ mal machine. E sta sora e marciapid e e tira giò e nomre dla targa.
A eva un amigh sempre strach. E fèva dò pas sora un madoun. Pensa che l’era isÊ strach ch’l’ha spusè ouna già incinta.
COME ERAVAMO
Chi trova un amigh e dmanda un prestit.
Nu camèina sora al mène per nu spurchè al schèrpe nove!
Riccione 1959 Mariangela e Lanfranco
La bambina e la sua famiglia, provenienti da Como, sono stati ospiti per diversi anni nella pensione gestita dai miei genitori. Poi da circa 40 anni avevamo perso i contatti. Questa foto, di cui non conoscevo l'esistenza, mi è stata recapitata questa estate da un comune amico riccionese residente a Como.
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Riscaldamento e condizionamento:
Sicurezza, prevenzione e risparmio a cura di Michelotti Roberto
Scarico a tetto e a parete: novità dal 1° settembre 2013 9-ter. Nei casi di cui al comma 9-bis è obbligatorio installare generatori di calore a gas che, per valori di prestazione energetica e di emissioni, appartengono alle classi 4 e 5 previste dalle norme UNI EN 297, UNI EN 483 e UNI EN 15502, e posizionare i terminali di tiraggio in conformità alla vigente norma tecnica UNI 7129, e successive integrazioni. 9-quater. I comuni adeguano i propri regolamenti alle disposizioni di cui ai commi 9, 9-bis e 9-ter". In sintesi, rispetto alla precedente norma (per la Legge n. 221/2012) vanno rilevate le seguenti modifiche: l'obbligo di scaricare a tetto, in via generale, ora è esteso a tutte le tipologie di edifici, anche, ad esempio, a villette unifamiliari (non solo più quindi agli "edifici costituiti da più unità immobiliari"); prima, si poteva scaricare a parete se s'installava una caldaia a condensazione; ora, sono indicati tre casi specifici in cui è possibile scaricare a parete, rispettivamente: se si va a sostituire l'impianto con uno già esistente prima del 1 settembre 2013 che già scaricasse a parete o fosse allacciato a canna collettiva ramificata; se lo scarico a tetto risulta incompatibile con norme di tutela degli edifici; se si dimostra, con un'asseverazione del progettista, che è impossibile tecnicamente realizzare uno sbocco a tetto; lo scarico a parete, ammesso solo per i casi in deroga, è previsto purché gli impianti siano di classe 4 e 5 stelle (caldaie a basso tenore di NOX o a condensazione) nel rispetto delle norme UNI EN 297, UNI EN 483 e UNI EN 15502 e delle prescrizioni della UNI 7129:2008 (posizionamento dei terminali di tiraggio, distanze da balconi e finestre, aperture di aerazione/ventilazione). Non compare più l'obbligo, come invece veniva riportato nella precedente normativa, di ricorrere esclusivamente alla specifica tipologia di caldaia a condensazione.
Per impianti termici installati ex novo a partire dal 1 settembre 2013 - in tutte le tipologie di immobili - vige l'obbligo di scaricare a tetto. Deroghe previste solo per: sostituzioni di impianti aventi scarico a parete (o in canna ramificata) già esistenti prima del 1 settembre; nel caso di case storiche/stabili vincolati; di fronte all'impossibilità tecnica di sbocco a tetto, asseverata da un progettista. In tali casi, è ammesso lo scarico a parete, purché s'installino generatori di calore a gas (secondo norme UNI) ad alta prestazione energetica e basse emissioni. La Legge n. 90/2013 entrata in vigore il 4 agosto 2013, ha stabilito nuove disposizioni riguardanti l'evacuazione dei prodotti della combustione degli impianti termici. In particolare, l'art. 17-bis "Requisiti degli impianti termici", al comma 9 stabilisce che: "Gli impianti termici installati successivamente al 31 agosto 2013 devono essere collegati ad appositi camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione, con sbocco sopra il tetto dell'edificio alla quota prescritta dalla regolamentazione tecnica vigente. 9-bis. E' possibile derogare a quanto stabilito dal comma 9 nei casi in cui: a) si procede, anche nell'ambito di una riqualificazione energetica dell'impianto termico, alla sostituzione di generatori di calore individuali che risultano installati in data antecedente a quella di cui al comma 9, con scarico a parete o in canna collettiva ramificata; b) l'adempimento dell'obbligo di cui al comma 9 risulta incompatibile con norme di tutela degli edifici oggetto dell'intervento, adottate a livello nazionale, regionale o comunale; c) il progettista attesta e assevera l'impossibilità tecnica a realizzare lo sbocco sopra il colmo del tetto.
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CALORIE GRASSE E CALORIE MAGRE?
Se la fisica non distingue una caloria dall’altra, in fisiologia non è così. Una caloria proveniente da un gelato al cioccolato non differisce da una caloria proveniente da una mela e tutte le calorie in eccesso vengono trasformate in grasso in base alla qualità dei cibi e alla tempistica di assunzione. Alcuni esempi: Carboidrati Una volta assorbiti e ridotti a glucosio, vengono gestiti dall’insulina, che trasforma il surplus di zuccheri in grasso. Alcuni carboidrati evocano una risposta insulinica più spiccata di altri. Attenzione agli zuccheri aggiunti alle bibite o alle merendine energetiche perché inducono produzioni massicce di insulina più dello zucchero da cucina. Eppure gli zuccheri forniscono tutti le stesse calorie. Carboidrati e muscoli Anche un modesto apporto di carboidrati può rivelarsi svantaggioso per la linea e la salute se avete poca massa muscolare( rilevabile con la valutazione della composizione corporea) in cui stipare gli zuccheri. Proteine e digestione Un pasto proteico aumenta le calorie spese per la loro digestione. Purtroppo questa proprietà termogenica delle proteine non è significativa da aiutarci a dimagrire. Proteine e insulina Anche le proteine sono un richiamo per l’insulina,soprattutto quelle dei latticini. Meno “insuliniche”sono le proteine della carne o del pesce. “Eppure le proteine forniscono tutte le stesse calorie.” Grassi e insulina Anche i grassi entrano nel circolo vizioso dell’insulina, in particolare i famigerati grassi idrogenati (merendine,patatine,cioccolate solubili da macchinette...) La tempistica Mangiare 100 gr di carboidrati la mattina o la sera ha un impatto diverso sulla linea. Le calorie restano le stesse, ma assumere carboidrati la sera accende la riposta dell’in-
sulina (ormone ingrassante) e spegne quella glucagone (ormone dimagrante), attivo soprattutto durante la notte. Inoltre, la risposta insulinica ingrassante sarà ancora più pronunciata se il carico glicemico del carboidrato assunto è alto. Ancora una volta il numero delle calorie passa in secondo piano rispetto al loro impatto biologico e alla tempistica di assunzione. Verdura, fibre e assorbimento Forniscono poche calorie, ma,soprattutto, contengono le fibre, veri spazzini di grassi e di zuccheri. Verdura, frutta ed equilibrio acido base Questi alimenti esercitano anche un’importante azione tampone sull’azione acidificante di carboidrati e proteine, salvaguardando l’equilibrio acido base e impedendo un pericoloso stato cronico di acidità , causa di malesseri generici ( sintomi vaghi ed aspecifici – vedi precedente articolo), cellulite e sovrappeso. L’acidità è amica del cortisolo, un ormone indispensabile alla vita se prodotto per brevi periodi ma nemico della salute e della linea se prodotto per tutta la giornata (cattiva alimentazione in qualità, quantità e tempistica, stress, sedentarietà o esagerata attività fisica, soprattutto la sera...) CONCLUSIONI Se la linea fosse solo frutto di un somma algebrica di calorie, ad un consumo giornaliero di 2000 Kcal potrei far fronte assumendo 1 kg di bistecca di manzo, oppure 500 gr di zucchero da cucina o 650 gr di patatine. Bisogna mangiare un po’ di tutto, con un occhio personalizzato alla loro distribuzione nel corso della giornata,al controllo serale dell’insulina,al contenimento della produzione giornaliera di cortisolo e al mantenimento della fisiologica produzione degli altri ormoni (testosterone, Gh e glucagone), all’equilibrio acido base, all’intensità dell’attività fisica praticata e al momento della giornata in cui si fa sport. Alcol, fumo e sedentarietà sono le uniche cose da bandire.
STAR BENE
Questi fantastici Omega 3
Gli Omega 3 ad elevato contenuto di EPA e DHA sono altamente indicati per la prevenzione di infarto del miocardio ed ictus, sia primari che secondari. Questo non solo grazie all’azione antiaterosclerotica dovuta alla riduzione dei livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue, ma anche ad altre funzioni benefiche a carico dell’apparato cardiovascolare e cerebrovascolare: Riduce il rischio di trombosi grazie all’azione anticoagulante • Riduce la suscettibilità alle aritmie ventricolari; • Svolge un’azione antipertensiva. La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato l’uso degli Omega 3 per la riduzione del rischio di sviluppare una cardiopatia coronarica (CHD), e nella prevenzione dell’infarto. Allo stesso modo le linee guida nazionali raccomandano l’assunzione giornaliera di almeno 250 mg EPA+DHA, al fine di ridurre la mortalità cardiaca improvvisa, le aritmie ventricolari, la fibrillazione atriale e l’ictus ischemico. Gli acidi grassi insaturi EPA e DHA contribuiscono al mantenimento della normale funzione cerebrale. Il DHA è indispensabile per il corretto sviluppo cerebrale del bambino già a partire dalla prima infanzia, in quanto si concentra nelle cellule nervose, dove è componente essenziale. L’effetto benefico si ottiene con l’assunzione giornaliera di 250 mg di DHA. Evidenze sperimentali hanno dimostrato che i bambini con difficoltà nello sviluppo cognitivo e motorio presentano generalmente una carenza di acidi grassi polinsaturi EPA e DHA. Riepiloghiamo: Obiettivi degli Omega 3: migliorare la salute generale dell’individuo • Alzheimer, ADD disordini dell’attenzione; Artrite, Disturbo bipolare; Capelli fragili, Benessere cellulare, Depressione, Diabete, Affaticamento, Salute del cuore, Ipertensione, Infiammazione, Depressione, Inibizione della crescita delle cellule tumorali, Dolori articolari, Metabolismo, Obesità, Osteoporosi. dott. Lorenzo Scola
L’associazione tra acidi grassi omega 3 e benessere dell’organismo è ormai nota a tutti: trasmissioni televisive, articoli giornalistici, spot pubblicitari e la distribuzione sempre maggiore di alimenti naturalmente ricchi o arricchiti in questi acidi grassi hanno contribuito a diffondere la consapevolezza che gli acidi grassi omega 3 “fanno bene”. Gli acidi grassi insaturi Omega 3 sono essenziali per noi perché non possono essere prodotti dall’ organismo e vanno integrati con l’alimentazione mangiando più pesce e altri alimenti oppure con integratori alimentari ad alto contenuto di acidi grassi insaturi. Gli effetti benefici sono quasi esclusivamente attribuiti all’acido eicosapentaenoico (EPA) e all’acido docosaesaenoico (DHA), i principali costituenti degli Omega 3. • Riduzione dei meccanismi dell’infiammazione • Mantenimento di una corretta funzionalità cardiaca • Aumento dello sviluppo cognitivo e cerebrale già a partire dalla prima infanzia • Soddisfano l’aumentato fabbisogno di acidi grassi durante la gravidanza e l’allattamento • Aumento del tono dell’umore grazie alla stimolazione del rilascio di dopamina e serotonina.
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Attori per caso in: “I dò pataca!” Rudy e Arsenio (I dò pataca) sono fratelli e gestiscono un bar ristorante a conduzione familiare. Mentre loro si occupano del servizio, le mogli Malvina e Rosa sono addette alla cucina con l’aiuto di Diana, figlia di Malvina. Specialità del locale: tajadèle “fate se s-ciadur” e con sughi da leccarsi i gomiti... quindi rinomato e frequentatissimo. Rudy, vanitoso, risplovera di continuo il suo esser stato un bel ragazzo e da ex direttore del Savioli dancing a contatto di belle donne. Il povero Arsenio invece può ricordare solo prese in giro per il suo aspetto poco attraente. In gioventù Rudy ha avuto un flirt con Gilda che era considerata la ragazza più bella di Riccione anche se “oca “ che più non si può. Voleva fare l’attrice, così Rudy, per liberarsene, la presentò ad un regista che, ammaliato, la portò a Roma. Poi lei sposò un tecnico-luci ed ora da pensionati vivono a Riccione col loro figlio. Le fatiche del ristorante cominciano a pesare sulle braccia di Malvina e Rosa e per la prima c’è l’aggravante di continue visite di ex-fiamme di Rudy tra le quali la vecchia ubriacona che rinfaccia il suo vizio all’essere stata abbandonata dal bel viveur e accusa l’incolpevole cuoca di averle rubato l’amore della vita. Diana è ragazza madre, ha avuto Marty, ora ventenne, dal moroso che è fuggito. Ha un corteggiatore in un medico stagionato che vorrebbe sposarla. Marty è invaghi-
ta di Jhonny, figlio di Gilda, e con gli amici Bertino e Francy si fanno scherzi a non finire. Bertino e Jhonny sono nelle mire perchè corteggiano signore avanti con gli anni. Il finale avrà la sua esilarante sorpresa e siamo certi che a fine spettacolo il pubblico dirà “Che peccato!... è già finito!”. Come sempre le musiche del M° Franco Benedetto Morri, appositamente create per la commedia, apporteranno brio e vivacità. Luciano Luzzi e gli “Attori per caso” Interpreti: Patrizia Fabbri, Maria Romussi, Katia Cremona, Laura Luzzi, Martina Cinti, Francesca La Macchia, M. Pia Del Vecchio, Clara Stefanini,
Francesca Fabbri, Valeria Bernardi, Luciano Luzzi, Beppe Protti, Renzo Stefanini, Luca Fratini, Iglis Serafini, Valerio Tullio, Giorgio Casadei, Guido Fabioli, Franco Benedetto Morri.
Teatro del Mare Riccione. Debutto Domenica 2 febbraio. Repliche il 6-16-23-27Prenotazione posti numerati: Spadarella Gioielli, Via Virgilio 11, Riccione- Tel. 0541 606144 A favore di: S.S. Angeli Custodi, U.I.L.D.M., C.R.I., Centro 21, Rimini Autismo.
La rufianèda con “Quei dal Funtanèle” Quei dal Funtanèle hanno appena festeggiato i 25 anni di attività (2012) ma si sentono più che mai pimpanti. Quest’anno presentano “La rufianèda”, tre atti di Guido Lucchini. Lo svolgimento dell’azione avviene nei turbolenti anni ‘50, appena lenite le ferite della 2ª Guerra Mondiale, le idee hanno fermenti nuovi e si accentuano i contrasti tra innovatori e conservatori. Insomma, grandi attriti tra comunismo e chiesa, tra chi vuole migliorare la sua esistenza e rivendica i sacrosanti diritti di lavoratore e chi si affida alla fede, riparandosi sotto l’ala del clero. Quando gli scontri avvengono nell’ambiente famigliare con Gisto (marito) sfegatato comunista e Italia (moglie) fervente cattolica, le scintille promettono fuoco e fiamme. Italia è spalleggiata dal parroco Don Giacinto e la lotta si inasprisce. Un Don Camillo e Peppone in salsa romagnola con tanto pepe riccionese, per una serata condita da prorompenti risate.
Interpreti: Nadia Gessaroli, Lucia Maioli, Marina Villa, Lionella Tenti, Adele Fronzoni, Giancarlo Gobbi, Vincenzo Tonti, Giancarlo Bergnesi, Mirco Berardi, Sandra Polverelli. Suggeritori: Giliola Montebelli, Walter Zannoni.
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Esordio: 9 Gennaio - Teatro del Mare poi 11- 18 - 25 Gennaio e 1 Febbraio centro di Quartiere Fontanelle e 1 Marzo – San Lorenzo
TRADIZIONI NATALIZIE
TE
Il Presepe di Via Abruzzi Coordinati (e pungolati) da Edoardo Copponi e Stefano Tonti un gruppetto di amici allestisce, ormai da svariati anni, un bel Presepe nel giardino della palestra comunale di Via Abruzzi. Impegnandosi con passione e mettendo in opera le loro capacità meccaniche, elettroniche, idrauliche e di falegnameria hanno ricreato il paesaggio di due millenni fa ricco di 150 personaggi in movimento su di una superficie di 35 mq. Sarà funzionante dal 20 Dicembre al 10 gennaio quindi una visita è d’obbligo. E poi, sottolineando che Natale significa anche solidarietà, non dimenticate che le offerte raccolte nella panciuta damigiana, andranno a favore dell’A.I.S.M. Associazione Italiana Sclerosi Multipla che ha la sua sede proprio a fianco. Non mancate! G.L.M.
RM
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DR
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LIC
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di Benelli
AUGURA A TUTTA LA SUA CLIENTELA E A TUTTI I LETTORI
via Cirene, 8 Riccione (Rn) tel. 0541-60.51.99
...e quello di Bertino
Grondaie e Coperture
Da quando aveva cinque anni per Natale non ha mai smesso di allestire il presepe. Tradizione che per Bertino Benzi, 58enne impiegato di banca, non è più una semplice tradizione, ma una vera e propria passione. Tant’è che quella piccola Betlemme negli anni è cresciuta in dimensioni e tecnologia, tanto da diventare un’opera d’arte. Il suo presepe, che si estende su sei metri quadrati, pur presentando tutti gli elementi classici, è ambientato nei nostri borghi, animati da una miriade di artigiani: fabbri, vasai, falegnami e calzolai in buona parte animati da sistemi meccanici. A questi si aggiungono decine figuranti, pastori, contadini e massaie…. Una serie di statuine che seguono movimenti lineari e circolari, anche attorno alla grotta, dove i Re Magi arrivano dal bambinello con i loro doni. Una scenografia che trova compimento, tra fontane, fuochi e lumi, mentre lo spettatore viene attratto da una serie di effetti, luminosi e acustici, come le fasi della giornata e gli eventi atmosferici (temporali, piogge e neve) che creano l’atmosfera ancor più natalizia. Anche quest’anno il presepe si potrà visitare dall’otto dicembre al 6 gennaio, in via Lavello, 5. Per le visite guidate, previste di mattina nei giorni festivi, e dopo le 18 nei feriali, si potrà telefonare allo 0541.604445. ni.co.
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ACQUA E SALUTE
In riferimento all’acqua de bere sorgono sempre tanti dubbi: quella del rubinetto si o no? e l’acqua imbottigliata nel PET quali rischi può portare alla nostra salute? e l’acqua microfiltrata? o ad osmosi? Una vera giungla. Cerchiamo da fare chiarezza? Intanto esaminiamo le differenze: ci sono tanti tipi di acqua imbottigliata, alcune minerali, altre oligominerali altre solo filtrate, per cui occorre leggere attentamente le etichette per capire cosa si compera. Ma anche l’acqua del rubinetto ha diverse caratteristiche importanti per la salute, ad esempio il bicarbonato contenuto è indicato nell’acidità di stomaco e nelle patologie renali, utile per chi pratica sport, in quanto questa sostanza è in grado di tamponare l’acido lattico; se l’acqua è solfata è lievemente lassativa; calcica agisce a livello dello stomaco e del fegato, è indicata nella crescita, in gravidanza, in menopausa, nella prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione; magnesiaca svolge prevalentemente un’azione purgativa, ma indicata anche nella prevenzione dell’arteriosclerosi, poiché favorisce la dilatazione delle arterie, può essere utile anche per prevenire i crampi; ferruginosa o contenente ferro indicata nelle anemie da carenza di ferro, adatta ai vegetariani e soggetti con un fabbisogno elevato di ferro: lattanti, adolescenti, sportivi e donne in gravidanza… Insomma ogni elemento dell’acqua comporta dei benefici per l’organismo. Ecco perché un sistema ad osmosi spesso non
è indicato, poiché gli elementi disciolti nell’acqua sono necessari al nostro organismo E’ invece opportuna per quelle patologie renali per le quali l’apporto di calcio è sconsigliato. L’acqua imbottigliata nel PET deve essere sempre conservata ad una temperatura tra -3 a 30° e deve rimanere lontana dalla luce del sole, per cui occorre fare massima attenzione durante il trasporto e nello stoccaggio, dove purtroppo le temperature possono raggiungere anche i 65° gradi centigradi, in questo caso il PET rilascia delle sostanze tossiche a danno del fegato e del sistema endocrino. Un nostro brutto vizio è di lasciare la bottiglia in macchina magari nella stagione calda: MAI BERE DALLA BOTTIGLIA DI PLASTICA RIMASTA IN MACCHINA!
Oggi i comuni mettono a disposizione del cittadino le Case dell’Acqua dove ci si approvvigiona di acqua microfiltrata. Sarebbe importante sapere quale sono i filtri impiegati e con quale periodicità vengono sostituiti; se tutto viene fatto nel rispetto delle regole, l’acqua microfiltrata è il miglior compromesso, in quanto lascia praticamente inalterate le qualità ma toglie l’odore/sapore sgradevole che spesso l’accompagna ed in più l’alleggerisce dal calcare. Per controllare la nostra acqua basta andare sul sito della nostra Azienda Sanitaria (http://www.ausl.rn.it/doceboCms/index.php?mn=docs&op=docs& pi=938_3205&folder=10294) o su quello dell’ARPA o dei Gestori della Rete Idrica, dove sono riportati tutti i dati e il dove si evince che la qualità dell’acqua del nostro acquedotto è qualitativamente buona. Anche l’utilizzo delle Case dell’Acqua è importante: purtroppo, a volte accade che la mancanza di civiltà da parte degli utenti, induce a dei comportamenti anti-igenici nel prelevamento ed in più si asporta l’acqua, non per il fabbisogno della giornata, ma anche per un mese intero usando bottiglie di plastica riciclate, rendendo questa abitudine veramente pericolosa per la salute. Per questo Miapura ha prodotto un sistema micro-filtrante economico ma garantito per avere a casa propria ottima acqua filtrata. Il filtro impiegato ha l’approvazione del Ministero della Sanità ed il piccolo impianto è installabile in tutte le cucine, affidabile e duraturo. Si tratta di un kit che comprende il filtro, il rubinetto ed i raccordi, facilissimo da installare anche senza l’intervento del tecnico. Diversamente Miapura propone anche impianti per i condomini, efficienti ed economici. Richiedi un intervento senza alcun impegno. Ora ne sai di più! Miapura a Riccione via Giulio Cesare 44 Tel. 054 1903455 info@miapura.it – www.miapura.it
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TENNIS CLUB RICCIONE a cura di Piero Serafini
“La storia dei primi 50 anni”
3ª puntata
Durante l’ultimo turno estivo del centro federale di fine anni ‘60, la nostra scuola ebbe l’onore di ricevere la visita del m.° italo-francese Simon Giordano, ideatore dei corsi collettivi, che ha elogiato vivamente l’organizzazione della nostra scuola, la tecnica e, bontà sua, il sottoscritto. L’insegna marmorea all’ingresso della club house ricorda l’evento. Terminato il ciclo federale, la totale autonomia permise l’uso di 6 campi a disposizione e tutte le infrastrutture, per tutto l’anno. Così il flusso degli allievi aumentò a dismisura e vennero selezionati per età, livello e tecnica. Ai più giovani vennero riservate le ore pomeridiane, a seguire il gruppo agonistico e in tarda serata gli adulti. Lo staff tecnico era composto dai due tra i primi miei allievi, Franco Geminiani e Giancarlo Luigi, che in breve tempo furono affiancati da altri colleghi usciti dalla stessa scuola. All’inizio degli anni ‘80 vennero realizzate le prime coperture dei due campi 5 e 6 a campata unica. Dopo alcuni anni il materiale ferroso risultò inadatto, causa la ruggine e venne sostituito dal legno marino. Di lì a poco vennero coperti anche i campi 3 e 4, anche questi a campata unica, successivamente l’1 e il 2. Recentemente si sono uniti ai sei precedenti i due campi
Gruppo centro estivo federale
GLI EVENTI DAL 1960 In quei tempi i tornei di tennis a livello mondiale, solitamente non venivano disputati a distanze e frequenze pressoché impossibili come oggi. Nel periodo estivo buona parte dei team erano ingaggiati da organizzatori che li “scaglionavano” in vari circoli dove si esibivano in match spettacolari per la gioia degli spettatori che spendevano volentieri il prezzo del ticket. Uno di questi gruppi si è esibito, unico in Romagna, nel nostro circolo. Per l’occasione le gradinate del campo centrale furono ampliate da 2500 ai 5500 posti. Questi campioni, già numeri uno al mondo, che hanno deliziato il pubblico, erano: Sedgman-Rosewall (denominato il miglior rovescio al mondo), Laver (il più forte di tutti i tempi), Emerson-Drobny. Proseguendo con le citazioni riguardanti le manifestazioni ospitate, ricordiamo: la nazionale italiana ha scelto i nostri campi nel 1976, in preparazione della semifinale di Coppa Davis, da disputare contro l’Inghilterra che venne superata dai nostri campioni: Panatta, Bartolucci, Zugarelli, Barazzutti, che andarono a vincere la finale in Cile,
conquistando la prestigiosa “insalatiera”, equivalente al titolo mondiale, per la prima ed unica volta, per ora - coppa “De galea”, (campionato maschile mondiale under 21) - i campionati individuali maschili under 16 - campionati nazionali dei medici - campionati nazionali dipen-
Simon Giordano e il sottoscritto.
da “beach tennis”. Grazie alla magnanimità del Comune ed il costante impegno dei dirigenti del sodalizio che si sono succeduti nel corso di mezzo secolo, si può vantare un impianto funzionale e frequentatissimo. Meritevole di elogio Gustavo Righetti, primo ed impareggiabile manutentore del club per 30 anni.
Zugarelli e il sottoscritto.
denti Rai - champion day, ogni anno con campione di fama internazionale - torneo internazionale di cat. B - la tradizionale maratona “24h”, con la partecipazione di oltre 200 iscritti che a fine gara si trasformano in commensali.
Targa federale
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Sedentarietà: un fenomeno sottovalutato Al contrario dell’attività fisica, che contribuisce a migliorare la qualità della vita, la sedentarietà contribuisce allo sviluppo di malattie croniche. Non vogliamo spaventare nessuno, ma i dati raccolti negli ultimi anni in merito a questo problema sono realmente preoccupanti perché la vita sedentaria è diventata un’abitudine che spesso si associa a cattive consuetudini alimentari, a fumo di tabacco e ad assunzione di alcol. Tutto questo facilita lo sviluppo di malattie come: sovrappeso, obesità, disturbi cardiocircolatori, osteoporosi, tumori (come cancro al colon e alla mammella) ed altri ancora. Tutti i medici lo ripetono e tutti i media lo ribadiscono che il movimento “forzato” è necessario nei tempi moderni dove 9,3 ore al giorno vengono mediamente trascorse seduti. E’ vero che rispetto al passato viviamo qualche anno in più, ma è anche certo che questo non lo dobbiamo al nostro stile di vita, bensì alle più avanzate tecnologie mediche. Inoltre, sempre più spesso gli anni in più li viviamo trascinandoci dietro un
bagaglio di malattie e disfunzioni. Per questo dobbiamo ricordare che l’uomo non è nato nè strutturato per stare seduto ma è la società moderna ad averlo reso pigro. Può sembrare assurdo, ma rimanere seduti per più di 6 ore al giorno non riposa il corpo, al contrario lo sottopone ad uno stile di vita improprio che lo porta ad aumentare del 40%
SEDENTARIETà
DIMINUZIONE ATTIVITà FISICA, VERGOGNA, AFFANNO ECC.
IL CIRCOLO VIZIOSO DELLA SEDENTARIETà
il rischio di morte rispetto ad uno stile di vita attivo. Bisogna tenere presente che quando sediamo troppo a lungo, le nostre gambe (pensate per sostenere il peso corporeo per diverse ore al giorno), non lavorando si indeboliscono; gli enzimi che combattono il grasso scendono del 90%, il colesterolo “buono” scende del 20% in poche ore ed i rischi di diabete salgono per carenza di insulina. Per concludere, tutti sappiamo che la sedentarietà non va bene, ma non ci rendiamo conto di quanto effettivamente possa essere negativa, tanto da sottovalutarne il fenomeno. Inutile quindi dire che praticare attività sportiva sia un toccasana e che lo sport sia la chiave per permettere di sfruttare appieno i nostri muscoli ed il nostro corpo prevenendo così l’insorgenza di svariate patologie. Salute e sport Gold Wellness Academy
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Inno a squarciagola
Il Gruppo Sportivo-Ricreativo Polizia Municipale di Riccione, sotto l’egida dell’ASPMI (Associazione Sportiva Polizie Municipali d’Italia) e con il patrocinio del Comune di Riccione ha organizzato nella Perla verde dall’11 al 16 ottobre 2013 il XIV Campionato Nazionale di pallavolo mista riservato agli appartenenti ai corpi della Polizia Municipale, Locale e Provinciale. La manifestazione ha coinvolto oltre 100 persone tra atleti e loro accompagnatori, durante cinque giorni caratterizzati da un susseguirsi di eventi sportivi, culturali e ricreativi. Alla competizione si sono aggiunte visite nelle località del nostro entroterra e serate ricreative, con giochi e degustazioni delle specialità romagnole, sotto la regia dell’organizzazione dei soci del Gruppo Sportivo. L’alloggio, comune per tutte le squadre, individuato nell’Hotel Edelweiss, ha contibuito a cementare i rapporti personali, coltivati già sul campo con grande fair play. Un ringraziamento speciale va alla cordialità e alla coinvolgente giovialità dei gestori Franco e Anna, albergatori di quelli storici, che da oltre 30 anni rendono lustro alla nostra riviera. E’ stata sottolineata dai partecipanti proprio la caratteristica impronta romagnola conferita alla manifestazione, capace di renderla più “accogliente”, “schietta” e briosa, caratteristiche da sempre intrinsecamente attribuite all’ospitalità riccionese. A prevalere, sotto il profilo sportivo, per la prima volta nella storia dei campionati, è stata la squadra di Roma, trascinata dal collega Renzo Buratti. La squadra di Riccione ha conquistato il quarto posto. Davvero un peccato, per chi partiva con i favori del pronostico. Pazienza ragazzi, il GS locale si è ampiamente consolato con i numerosi attestati di merito e stima ricevuti per l’organizzazione del torneo dai partecipanti e dal delegato ASPMI. La nostra ospitalità ha prevalso su tutto, anche sull’agonismo... come Romagna comanda. Niki Banci
“Essere il capitano dei Dolphins Basket Riccione è sicuramente motivo d’orgoglio,ma esserlo anche della Nazionale Italiana di Basket delle Polizie, è un qualcosa difficile da definire. Dal 30 Settembre al 7 Ottobre scorso si sono disputati nello splendido scenario del PalaRuffini di Torino, le fasi finali della settima edizione dei Campionati Europei di Basket riservati alle Polizie; l’Italia ha partecipato alla manifestazione come paese ospitante al cospetto di Nazioni ben più blasonate come Grecia, Lituania, Belgio, Olanda, Ungheria, Francia e Lussemburgo. Tralasciando i risultati sportivi, dove purtroppo ci siamo classificati all’ultimo posto, rimane sicuramente viva e indelebile nella mia mente un’esperienza unica e probabilmente irripetibile; indossare la divisa dell’Italia e cantare a squarcia gola l’inno di Mameli all’inizio di ogni partita è un qualcosa che sicuramente racconterò ai miei nipotini con tanto orgoglio. Ho avuto anche la possibilità di allenarmi con Hugo Sconochini ex giocatore professionista italo-argentino vincitore di medaglia d’oro alle Olimpiadi, campionati italiani e coppe dei campioni; beh che dire, per una settimana mi sono sentito un giocatore di basket professionista anche io, purtroppo con scarsi risultati sportivi ma con tanta voglia di riprovarci e migliorare tra quattro anni, quando sarà la Grecia ad ospitare i giochi. Dedico questa splendida esperienza (mi dispiace non potergli dedicare un piazzamento più prestigioso) al mio primo tifoso che purtroppo se n’è andato lo scorso 30 Giugno, il grande Presidente Masi Mario”. Luca Biagini
Torneo di Calcio a 6
Dal 19 al 22 Settembre si è disputato a Porec sulle coste croate l’annuale torneo di calcio a 6. Presenti 32 squadre provenienti da mezza Europa. La squadra del Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Riccione ben si è comportata mancando per un pelo la qualificazione alla fase finale. Il Presidente del G.S.P.M. Stefano Silvagni, soddisfatto per la promozione che ha riguardato non solo Riccione, ma anche la Coppa dell’Amicizia, organizzata proprio dal GSPM a Maggio 2014. La squadra è stata invitata ad aprile prossimo per un torneo in Romania.
In piedi da Sin.: Moreno Righetti , Raffaele Di Silvestro, Cosimo “Mino” Sangiorgio, Karim Marcello Ahmed, Gilberto Gobbi, Luca Petitti, Paolo Massarente (All.). Seduti: Tullio Andrea Candido, Stefano Silvagni (Pres. GSPM), Vincenzo Taccogna, Antonio Trocchia, Nicola Freschi, Andrea Antico, Graziano Ceresa
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chi passeggiando... fa tanta strada
Maratoneti Riccione ...C’è chi in spiaggia va a prendere il sole, chi a portare a spasso il cane, chi a dar da dire alle ragazze, chi a raccogliere conchiglie, chi a guardare il mare quando fa rumore....insomma, un milione di buoni motivi. Poi, c’è chi in un ventoso pomeriggio di maggio in spiaggia ci va, vestito con maglietta azzurra e scarpe d’ordinanza e si ritrova con altri fratelli di corse, come lui vestiti e sorridenti....proprio come ragazzi che hanno appena marinato la scuola. Attenzione però, il ritrovo non è casuale : se osservate con cura, sul davanti della loro maglietta azzurra c’è una scritta, per tutti uguale, per tutti importante : MARATONETI RICCIONE. La foto che li ritrae è la foto di un gruppo che non si arrende ad acciacchi ed intoppi, che probabilmente non vincerà a New York o a Rio 2016 ( beh, mai dire mai...), ma che continua a camminare e a correre tra campagne e città e dovunque un pezzetto di strada libero dalle macchine lo permetta!
Nella foto: D. Della Chiara, F. Betti, M. Rosa, C. Semprini, S. Campolattano, M. Volpe, G. Tontini, S. Ugolini, A. Righetti, S. Vandi, L. Borgognoni, G. Borghi, L. Crescentini (figlio), D. Crescentini (padre), O. Salvatori, M. Lisi, A. Casadei (padre), E. Casadei (figlia), D. Malpassi, F. Mariani, P. Ciavatta, G. Martini (promotore del Gruppo Maratoneti Riccione), G.Stefanuto (unica donna), M. Di Paoli, G. Muccini, P. Assirelli, A. Polidori, M. Merli, W. Marcelli, e G. Govoni. E’ il loro passo che sta muovendo la sabbia vicino alla battigia...magari non sarà proprio lieve come quello delle gazzelle africane, o elegante come le movenze di una ballerina...magari esteticamente non sarà proprio il massimo...Però, che devo dire : a me sembrano proprio belli! Paolo Assirelli
Marino Macina e la sua lambretta: i “giraEuropa”!
Ormai con regolarità impressionante ospitiamo le imprese del più simpatico ricciosanmarinese di sempre. Marino Macina ogni inverno apre la sua bella cartina dell’Eu ropa... chiude gli occhi... punta il dito... e dice, rivolto alla sua adorata lambretta,: “Quest’anno andiamo qui”. E l’estate vanno! Almeno finchè la motoretta avrà sospensioni buone a sopportarne il peso... perchè di chilometri ne può digerire altri centomila. Quindi dal 9 al 28 Luglio 2013 la iper-maratona partita da R.S.M. ha attraversato: Italia, Svizzera, Austria, Germania, Liechtenstein, Lussemburgo, Belgio, Francia. Tante soste, compresi i luoghi di storiche battaglie (Bastogne, Waterloo, Dunkerque), tanti incontri bizzarri con personaggi inimmaginabili (da scriverci un libro-Marino pensaci!), tanto sole, tanta polvere, tanta pioggia, tanto fango. Una gioia cosmica al ritorno... per raccontare una esperienza fantastica agli amici tutti a occhi sgranati e bocca a fornace... e per ascoltare la domanda casalinga più importante:” Quando riparti?”. G.L.M.
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LA zirudela di Giuseppe Lo Magro
L’incidènt te parchèg Vendre andèva tranquèl me marchè. Una muliga ad robe bone da cumprè
A tir un gran respir, per artornè me mènd sla certèza che sia arvat dabon e finimènd.
Ai arspènd :“A si stè vò a fè ste disastre? Al savì duv’è ch’av mand?... te cadastre!”
il sa tòt che “chilometro zero” l’è mej dal primizie dl’ort ... finènta mi cunej.
Inveci un’ènta machina l’am eva ciantrè, propria te mèz di spurtèl la s’era scartucè.
E lia:” Uv tèca avé pacinza, e mi belom, a dmand scusa, a sò fiola d’un galantom,
Da sora la machina in gir a sbarlucèva mo un post da parchegèla an truvèva.
Me finistrèin las avsèina una sgnora ch’la pèr scapèda dla festa dla candlora.
un gnè bsègn da trì giò bambèin e jesucrést mo te rinculè dindrì an vò propria vést!”
Tòt un mumènt a sint un strid e un bòt e a sbat ad qua e ad là come un gagiòt.
Un caplèin si nastre, i bèch-le tagl’urece vistid si fiur ch’in e mèt gnènca cal vèce.
“Alora ho vù un gran cul ch’an vidì cèr e a dila s-cèta, senza ufesa, fèm tuchè fèr,
In testa e sbangiulèva e batòch dla campèna j’ec tòt un prél, “chèlcincul” che vurtichèva.
E lam dmanda s’una vusèina da raganèla “ A stè bèn? O ca cèm sòbte una barèla?”
se da stralocia am avì bichè giòst te mèz sl’òc fèin d’un raz a saria ardòt un scartèz*!”
*Licenza poetica. Il termine esatto è “scartòz”.
L’incidente nel parcheggio Venerdì andavo tranquillo al mercato. Un po’ di cose buone da comperare è risaputo che “chilometro zero” è meglio dalle primizie dell’orto...fino ai conigli. Dall’automobile in giro occhieggiavo un posto per parcheggiarla non trovavo. Tutto a un tratto sento uno stridio e un colpo e sbatto qua e là come un uccellino da nido.
Al finestrino si avvicina una signora che sembrava uscita dalla festa della candelora.
E lei: “ Vi tocca avere pazienza, il mio belluomo, chiedo scusa, sono figlia di un galantuomo,
In testa ondeggiava il batocchio della campana gli occhi tutto un giro, “calcinculo” che vorticava.
Un cappellino coi nastri... orecchini ai lobi vestito a fiori che non lo mettono le anzianotte.
non serve tirar giù bambini e gesùcristi ma nel rinculare indietro non vi ho visto!”
Tiro un gran respiro, per ritornare al mondo certo che sia giunta davvero la fine del mondo.
E mi domanda con una vocina da raganella: “State bene? O devo chiamare subito la barella?”
“Allora ho avuto culo che non vedete chiaro a dirla schietta, senza offesa, tocco ferro,
Invece un’altra automobile mi aveva centrato proprio tra i due gli sportelli si era accartocciata.
Le rispondo: ”Voi avete fatto questo disastro? Lo sapete dove vi mando?.... a quel paese !”
se da stralocchia mi avete centrato nel mezzo con la vista di un uccello sarei un cartoccio!”
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La pèlvra de pèlch-scènich 35 anni di teatro ruspante a Riccione
GIUSEPPE LO MAGRO
GIUSEPPE LO MAGRO
L
a pèlvra de pèlch-scènich
35
anni di teatro ruspante a Riccione
LA PèLvRA dE PALch-ScènIch
Ho conosciuto il teatro dialettale che avevo quasi trent’anni... ed è stato amore a prima vista. Ero andato ad assistere alla recita che la compagnia “I Sgrazid” rappresentava al cinema Africa, nel minuscolo spazio del retro schermo (1974). Era un libero rifacimento de “I promessi sposi” che aveva subìto necessaria titolazione dialettale, per catturare l’attenzione del pubblico locale: “Che fadiga spu“Ho conosciuto il teatro dialettale sès quand i cmandacheiavevo lazaroun”. quasi trent'anni... Lo spetstato amore a prima vista”caloroso tacolo mi piacqueed èmolto e al applauso finale mi dissi che avrei voluto partecipare... dovevo provare l’esperienza di calcare il palcoscenico e “respirarne la polvere”. Senza tergiversare contattai i componenti del gruppo... e cominciai la mia “gavetta” teatrale. L’anno dopo collaborai al montaggio delle scene ed ebbi il compito di “siparista”. Due anni dopo oltre al montaggio delle scene divenni suggeritore e poi...alla terza esperienza ebbi la mia prima piccola parte da attore. Tutte queste rappresentazioni erano adattamenti da testi classici o da commedie napoletane e pur trovando consenso tra il pubblico si avvertiva la mancanza dell’ambientazione, dei personaggi, dei modi di dire vicini a noi. Così capitò che una sera di primavera, ad una cena tra amici in cui si parlava di questa mancanza, forse per un calice di vino di
ASSOCIAZIONE CULTRALE PER RICCIONE
troppo, mi scappò detto: “La scrivo io una commedia ambientata a Riccione, coi personaggi e i soprannomi del nostro dialetto”. La mattina dopo ero già pentito delle mie “esternazioni notturne”, ma ciò che è detto è detto! Lessi alcuni copioni di collaudate commedie per farmi l’idea di quale fosse la struttura...e nell’arco dell’estate completai la promessa esibendo i tre atti di “Pidriul e i
su fiul”, evidenziando orgogliosamente sulla copertina “autore Giuseppe Lo Magro”. E cominciarono i guai perchè per rappresentarla occorrevano gli interpreti (la vecchia compagnia nel frattempo si era sciolta), un teatro con gli spazi giusti, un fondo cassa per scenografie e quanto necessario. Così mi rivolsi al parroco Don Mario Molari, perorando quanto sopra. Guardandomi negli occhi mi consegnò copia delle chiavi del cinema Africa e disse: “Non ti vedo spesso alla messa, ma sei un bravo ragazzo...fa le cose per bene e ricorda che qui non c’è una lira”. In contemporanea partì la caccia ai soldi e al reclutamento. Era la fine del 1977. In tanti ci fecero credito dietro la promessa di saldare con gli incassi delle recite programmate e la lista degli aspiranti attori in breve raggiunse la copertura dei ruoli. Era nata ufficialmente la Compagnia Dialettale “I Arciunis”. L’esordio avvenne il 13 marzo 1978 e con varie repliche “raggranellò” oltre duemila soddisfattissimi spettatori. Famosa l’esclamazione di una signora all’uscita col fazzoletto umido a detergere il viso : ”Burdèl, ho ridù tènt da piègn!”. E con questo successo sorse per me l’obbligo di scrivere altre novità; il pubblico lo reclamava. Giuseppe Lo Magro
Là, dove c’era l’erba… Polverelli e le sue storie dELLE Fontanelle
“Là, dove c’era l’erba… Le Fontanelle di Riccione. Storia della mia terra e della mia gente” è il libro che Dino Polverelli, per Pazzini Editore, ha scritto in occasione del 50esimo anniversario della parrocchia Stella Maris. In 200 pagine, l’autore, nato proprio a Fontanelle, rispolvera aneddoti, storie, luoghi e personaggi del posto, come l’Elvira Piccioni (l’Alvèra ad Tirinchenti) e la Maria, storica bidella ritratta con il marito Fafin, mentre si concede un po’ di relax nei campi di Fontanelle, prima che arrivassero le colate di cemento. Si tracciano anche i profili e si raccontano episodi legati a don Tommaso (Tmas) Carloni, al centenario Giuan ad Gargurètt, al pony express Rosalino, a Giuan de Guc (Giovanni l’infermiere), a Giovanni Barnabè, e ad Agostino Berardi (Nandoun), svecchiatore di grano. Pagine di semplici storie che agli oriundi aiutano a riscoprire le proprie radici e ai nuovi arrivati il contesto in cui si sono inseriti. Avvincenti le storielle, a tratti condite
con la giusta dose di humor, come quella della “magnéda ad macaroun dreinta tj’iurinèl”, ossia la mangiata
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di maccheroni nei vasi da notte, ideata da quel burlone di Armando ad Paladèin o l’ancor più esilarante episodio dei quattro amici che, dopo una serata danzante in casa di conoscenti, attraversata l’aia al buio sono finiti con il loro grammofono in una pozza di raccolta delle acqua dove sguazzavano le anatre. “Tutto quello che ho scritto, racconta Polverelli, l’ho pescato nella memoria di un ragazzo di 73 anni, quale io sono. Alcune situazioni e fatti li ho vissuti di persona, altri li ho sentiti raccontare nelle veglie invernali della mia infanzia. Piccoli avvenimenti di questo fazzoletto di terra, allora tutto verde e ora brulicante di case”. A corredo del libro, che riserva l’ultima parte alla storia della chiesa, c’è pure una serie di fotografie col Bianchieri e i sacerdoti che si sono avvicendati in parrocchia: don Gino Mordini, don Paolo Donati, don Mauro Angelini e don Concetto Reveruzzi. Nives Concolino
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