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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. Direttore Responsabile: Giovanni Cioria - Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco 27 - Tel. 0541 643884 Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio - Grafica: Composet Riccione
Anno XXXVI - n°1 -
Famija Arciunesa www.famijarciunesa.org
GENNAIO/FEBBRAIO 2018
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Ridere ridere ridere... con “I Arciunis”
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1997
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L’INVERNO I vèc e la niva
I vecchi e la neve
La niva... la casca la s'adagia la sfiora la tèra la cròv i culur la imbiènca i pensier.
La neve... cade si adagia sfiora la terra copre i colori imbianca i pensieri.
I vèc drèint la chèsa mudèrna s'i termo la televisioun i s'arcorda...
I vecchi nella casa moderna coi termo la televisione si ricordano...
...la stala la paja la trida e camèin la fasèina e pèt-rès tra'l rème dla siva... la saba tla niva.
...la stalla la paglia il pastone il camino la fascina il pettirosso tra i rami della siepe... il mosto passito nella neve.
Drèint l'èra i maza e baghin che l'urla che strid. e fòm d'aqua sbiounta e scanèin la torta i grasul un burdèl s'una piva... e sangue tla niva.
Nell'aia uccidono il maiale che urla che stride. Il fumo dell'acqua bollente lo scannino la torta i ciccioli un bimbo con la piva... il sangue nella neve.
La pièda già dura la lòma a canfèin la nota già scura e vènt te canéd la schèla ch'la scréca la camera g-lèda e prit drèint e lèt. Silenzie ilà'd fura la tèra cla dorma al bès-ce al riposa la strega cl'ariva... al pidède tla niva.
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La piada già dura il lume a petrolio la notte già scura il vento nel canneto la scala che scricchiola la camera gelata il “prete” nel letto.
Foto gianni zangheri
Silenzio là fuori... la terra che dorme le bestie riposano la strega che arriva... le orme nella neve.
ASSOCIAZIONE CULTURALE PER RICCIONE
Donazioni di Famija arciunesa
Super donazione di 2.800 euro all’ Allegria e generosità sono stati i temi della cena benefica del 24 Novembre 2017 al Ristorante Cavalluccio marino sul Porto canale di Riccione. Centotrenta gli intervenuti per raccogliere fondi a favore dell’A.I. L. (Ass.Ital. Lotta alle Leucemie) sezione di Pesaro e gustarsi il pesce nostrano che l’ottima cucina tradizionale ha proposto e uno stuolo di camerieri inappuntabili ha servito ai tavoli. Era la 20ª edizione di questo ritrovarsi nel bellissimo locale di Michela e Stefano, consapevoli di dare un grande contributo per combattere le malattie del sangue. Avendo raggiunto un numero importante, che non si riscontra in altre organizzazioni di cene benefiche, la promotrice Liliana Galli ha ideato di offrire ai commensali una squisita fetta di torta della pasticceria Bianchi e un portachiavi ricordo. Tanto impegno è stato ripagato dall’aver raggiunto e superato, grazie ai 2.800 euro raccolti nella 20ª ed., il traguardo sperato di 50.000. Per la precisione la bella cifra di 51.630. Quindi grazie a: Liliana e ai volontari di F.A. sempre pimpanti e attivi, a Michela e Stefano per la squisita ospitalità, all’assidua partecipazione di tanti riccionesi, alcuni dei quali vantano, con orgoglio, 20 presenze.
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(un calcio in uno stinco) 2 atti di giuseppe Lo Magro
CINeMa TeaTRo aFRICa - VIaLe gRaMSCI - RICCIoNe
Da sin. in piedi: Ferdinando gabellini, Miriam Bacchini, ettore Conti, alberto Malaguti, giuseppe Lo Magro, gianni Piccioni, Daniela Sapone, Paolo Manenti. Seduti: Mirco Vernocchi, Noemi D’erasmo, Liliana galli, Mary Tanzarella, Iglis Serafini.
Nati nel 1978, quei mattacchioni de “I Arciunis” dopo 40 anni hanno ancora voglia di far ridere e ci proveranno interpretando la commedia in due atti di Giuseppe Lo Magro “Un chèlc t'un stinch”. Volendo festeggiare il fantastico traguardo di otto lustri di attività amatoriale, la scelta del copione doveva avere due imprescindibili requisiti: in primo piano la comicità e subito a ruota l'ambiente. Cioè una storia semplice che si avvale di battute fulminanti capaci di suscitare l'ilarità giocando sui nostri vizietti quotidiani, enfatizzando le nostre manie, rimarcando i nostri valori di fondo. E la commedia “Un chèlc t'un stinch” soddisfa tutte queste aspettative perchè ci parla di una famiglia come tante...che potrebbe essere anche la nostra...o quella di nostri parenti o amici...una commedia che ci fa guardare nello specchio... che ci farà riflettere. In fondo in fondo... “la gente” siamo noi. PeRSoNaggI e TRaMa. Biagio, pensionato pantofolaio, è costretto a rintuzzare, con appropriate ripicche, le esortazioni di sua moglie che lo vorrebbe più attivo. Claretta è una casalinga che ha il lamento nel Dna e i famigliari non sono sicuramente collaborativi. La figlia Checca, zitella alla soglia dei quarant’anni, è indolente e scansafatiche. Non aiuta nelle incombenze domestiche e si trascina dal letto al divano e dal divano al letto. Tugnin, padre di Biagio, stravaccato in poltrona, non crea insormontabili problemi a parte l’insaziabile fame che lo balzare in piedi armato di forchetta e coltello non appena ode un sostantivo commestibile. Si calma soltanto quando l’infermiera Glicerina viene in visita per praticare qualche iniezione ricostituente. Razulèin, il figlio maggiore, appassionato cacciatore, pur sposato, è sempre in visita per pranzare o cenare a scrocco. D’altra parte la moglie Ofelia è interessata alle novità della moda e il cucinare è l’ultimo dei suoi pensieri. A creare scompiglio ci pensa la vicina di casa Amelia, donna libera di un certo fascino che veste in modo provocante e con le scuse più banali chiede piccoli favori e lancia occhiate vogliose e maliziose agli uomini suscitando le rimostranze di Claretta. Quando poi Giacomino, beccamorto di
Pesaro, da tempo aspirante moroso di Checca, alla notizia che l’Amelia è incinta e non ne dichiara la paternità, dimostra un interesse troppo evidente, la situazione precipita. L’intervento del Professor Perini inventore della “Macchina della verità” non chiarisce i dubbi cosicchè c’è la definitiva rottura con disappunto di Biagio e Claretta che vedono svanire la speranza di “sistemare” la Checca. Speranza che si riaccende immediatamente all’entrata in casa del tecnico TV che Tugnin aveva chiamato per riparare il televisore. Tutti in ebollizione a offrire da bere e a decantare le qualità di una figlia bravissima... spirand ch’u la spòsa.
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addio ad un grande amico
di G.L.M.
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Ruberto, il pittore del colore, ci ha lasciato Lunedì 21 Novembre 2017, Giuseppe Ruberto, il pittore del colore, ha preso la strada per altri lidi. Se ne è andato in punta di piedi, in un sussurro, alla stessa maniera del suo vissuto che era fatto di toni pacati e di lievi sorrisi. Non ha voluto manifesti, cerimonie, accompagnamenti. Sue volontà: “Non sono andato ai funerali degli altri e gli altri non devono venire al mio”, “Crematemi”. Sicuramente ora se ne sta in un mondo affacciato su due orizzonti... quello marino con le barche allegre, le vele multicolori, i gabbiani plananti, le onde increspate, i cieli azzurri venati di candore... e quello collinare con i dorati campi di grano, i placidi buoi al giogo, le arzdore nell'aia gioiosa di galline razzolanti. Se ne è andato ma è sempre con noi, perchè i suoi quadri sono dappertutto: nelle case, nelle ville, nei ristoranti, negli uffici... e i suoi colori ci trasmetteranno sempre la voglia di vivere. Ciao Giuseppe.
PROPOSTA DI F.A.
dedichiamo il sottopasso delle rotonde saviolina e flavio gioia (viali dei mille-catullo-parini) a giuseppe ruberto abbellendolo coi suoi dipinti. sarebbe un ingresso colorato per il porto canale di riccione.
riccione domani
di Adriano Prioli
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Viale Ceccarini e dintorni... Il viale Ceccarini da sempre diviso dalla ferrovia in due settori, nel corso del prossimo anno con la realizzazione del prolungamento del sottopasso ferroviario che raggiungerà il marciapiede sul lato monte, avrà completato la sua entità fisica, anche se in forma precaria, dal corso Fratelli Cervi (ospedale) al mare. Nel settore a monte della ferrovia saranno costruite due rotatorie, l’una in corrispondenza dell’ innesto con il viale Vittorio Emanuele II (comune) l’altra sul terminale verso la ferrovia nel punto di incontro dei viali delle Magnolie, dei Mille e Ceccarini in modo da distribuire il traffico in maniera più razionale e sicuro. Questo tratto di viale allorquando c’era il passaggio a livello sulla ferrovia era la porta di ingresso al traffico locale e turistico che proveniva dalle strade laterali, dalla statale e dall’ autostrada diretto verso la zona mare, la più nota meta di tutti i turisti che giungono a Riccione. Ed è su questa parte, punto di riferimento e di ritrovo della colonia turistica e non solo, che le ultime amministrazioni succedutesi al governo della città si sono impegnate nel programmare un nuovo intervento di ristrutturazione per ringiovanire l’aspetto ormai vecchio e poco presentabile del viale (il primo intervento risale agli anni 1980). Durante la legislazione del sindaco Imola è stato indotto “un concorso europeo di idee” per un nuovo arredo al quale hanno partecipato noti professionisti ma il risultato, per mancanza di finanziamento, non ha avuto seguito. Ora viste le condizioni in cui si trova, è giunta l’improrogabile necessità di intervenire con un progetto che riscuota l’interesse e la curiosità dei cittadini e dei numerosi turisti che lo frequentano. Un intervento strutturale con un progetto innovativo per recuperare la notorietà ed il prestigio che un tempo valicava i confini nazionali, mentre oggi il turista che per la prima volta lo vede cosi povero e rabberciato rimane deluso e fa fatica a credere a quanto aveva appreso sul suo passato. Purtroppo intervenire IN GRANDE su questo tratto di viale compreso fra la ferrovia e il mare, causa la sua limitata superficie in ragione della percorrenza delle persone che durante la stagione estiva ed i giorni di festa calpestano ogni centimetro di pavimentazione, NON è FACILE e quindi per mancanza di spazio non si può creare NULLA, nessuna forma d’ arredo se non la sostituzione della pavimentazione ed allora avremmo LE SCARPE NUOVE ED IL VESTITO VECCHIO. Da vecchio riccionese, da sempre innamorato della mia città, vista la grave situazione in cui si presenta il viale per quanto mi consente la mia esperienza unitamente alla capacità e fantasia, desidero dare un contributo di idee per un nuovo arredo con delle proposte che ritengo innovative rispetto
l’attualità, proposte che saranno anche motivo di scherno ed ilarità da parte di tante persone forse solo capaci di criticare ma mai di proporre. Per prima cosa bisogna decidere se la nuova pavimentazione dovrà mantenere al centro l’andamento trasversale concavo o convesso per la salvaguardia dei pini (gravissimo sostituirli con altre essenze). Una volta fatta la scelta la pavimentazione dovrà essere interessata da raffigurazioni di opere d’arte: vedi la statua della Libertà, la Basilica di san Pietro, Firenze, il Colosseo, il Duomo di Milano; paesaggi montani (le alpi), marini, ecc... da piccole zone dove installare delle sedute in pietra e dei tavoli, così che le persone stanche di camminare possano sedersi per una tranquilla chiacchierata (un salotto) ecc.. i materiali impiegati dovranno avere colori vivi e scintillanti in modo da attrarre l’attenzione anche del passante più distratto. Ed ancora e forse le opere più significative due fontane artistiche da collocare al centro della strada una di fronte il viale Virgilio una di fronte il viale
Ippolito Nievo dove lo spazio lo consente arricchendo inoltre il percorso con ulteriori piccole zone verdi e d’acqua. A completare gli interventi e per evitare la frattura del viale in corrispondenza del viale Milano ed per eliminare il pericolo dell’ attraversamento in superificie è necessario costruire un gradinata molto adagiata in modo da ottenere un collegamento facile tra mare e monte. Autorizzando l’attraversamento in superficie solo all’handicap le attività non vengono minimamente danneggiate. Ed infine sul terminale del viale nel tratto che va dall’ uscita a mare della gradinata al lungomare, sulla pavimentazione realizzare un’ immagine della SAVIOLINA che a grandi vele naviga sul mare. Una rappresentazione di mosaico o in vernici indelebili di difficile rimozione ricca di colori sgargianti. Qualcuno nel leggere fin qui il contenuto si renderà conto dell’ esistente contraddizione e si chiederà come è possibile che prima scrivo che per mancanza di spazio non è possibile nessun arredo e poi propongo un intervento cosi corposo che di spazio ne richiede tanto. Presto detto: nel diluire l’affluenza delle persone lungo il viale tramite la costruzione di un pontile panoramico che da piazzale Roma sul prolungamento di viale Ceccarini si protende in mare per circa 200 metri “UNA STRADA SOSPESA SULL’ACQUA PER UNA INDIMENTICABILE PASSEGGIATA” che sarà percorsa (vedi le analoghe strutture della Versilia) da centinaia di persone. Dalla punta si potrà osservare il litorale che va da Rimini a Gabicce, la spiaggia e le sue attrezzature, le colline che circondano la città, ed anche la tranquillità che il viale non è in grado di offrire. Magari osservando il sorgere ed il tramontare del Sole e della Luna. A concludere solo questa struttura cosi ricca di peculiarità può creare gli spazi necessari per un progetto innovativo in grado che il viale possa riconquistare quell’ ormai scomparsa notorietà del tempo.
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di Nives Concolino
Al timone Eleonora Bergamaschi anche con quelli del Liceo artistico che potrebbero dare un’anima ai muri bianchi e proporre sfilate e altro”. Se potesse stravolgere il palacongressi cosa farebbe? “Innanzitutto per una diversa accoglienza porterei gli uffici dal quinto piano al pianterreno e venderei diversamente quegli spazi che così sono sprecati. C’è poi da fare un intervento strutturale con le nostre forze economiche, perché i cittadini hanno pagato a sufficienza, riguarda il collegamento tra il terzo e il quarto piano che al momento non si possono vendere singolarmente”. Lei alle spalle ha una bella carriera! “Ho diretto per lungo tempo l’Hotel Belvedere, da tre anni sono general manager di The One Hotel. Sono pure membro del comitato Il nostro Palas non è da grandi numeri… tecnico dell’Its per il turismo e del comi“No, però è una “chicca”, è un palasboutato dell’Alberghiero Savioli, dove tengo tique nel cuore di Riccione, ha una posicorsi e lezioni dinamiche, e sono impezione strategica che incide sulle vendite, gnata nell’Associazione Albergatori”. Fa non ci sono altre situazioni del genere vispecie che un sindaco di centro destra cino al mare. Quindi fatta l’analisi dei coabbia scelto lei, che ha pure avuto la sti, voglio aprire le porte anche agli eventessera del Pd… “Dal punto di vista poti cittadini di carattere culturale, artistico litico non ho mai rivestito alcun incarico, e musicale, che non permetteranno mai anche se non sono mancate le propodi trarre degli utili, ma copriranno i costi ste. Di recente il segretario provinciale fissi. L’utile si fa con i grandi eventi come del Pd, Stefano Giannini mi ha proposto Cinè, l’Hip Hop Contest e i meeting. Si di entrare nella segreteria riccionese, ma deve alzare l’asticella, catturando i piccoho declinato per essere libera. Alle prili eventi di grande qualità. Anche la termarie del 2014 ho scelto di candidarrazza è da sfruttare al meglio. Il palaconmi in una lista civica di sinistra, “Io per gressi deve diventare luogo di attrazione Riccione”, per supportare l’ex sindaco cittadina assieme ai grandi congressi”. Pironi, per due voti non sono diventata C’è un messaggio che intende lanciare? consigliera”. In quell’occasione ha cono“Si. Il palas, che ha un grande potenziasciuto la Tosi? “Si, mi ha detto: peccato, le, deve diventare il luogo di tutti, anche mi sarebbe piaciuto un confronto con te. delle imprese locali, perché è un volano Ci siano ritrovate poi a lavorare insieme economico importante. Con questo spiall’Aia sui “Pet Hotel. Non mi sono mai rito ho incontrato tutte le attività econoposta il problema di dire: davanti a me miche. Guardo con interesse anche agli c’è il nemico, perché io ho votato Pd, per studenti, perché sono il nostro futuro. me questa è antipolitica. Serve un conCon questo spirito, col trenino, ho porfronto con tutti i gruppi politici, cercando tato al Palas gli alunni dell’Alberghiero. le soluzioni migliori per la collettività”. Ci potrebbe essere una collaborazione RIPARATORE AUTORIZZATO OPEL GM Assistenza: Via Emilia 11 - Riccione Vendita e esposizione: Via Emilia 24 - Tel/Fax 0541 643527 Direttore Responsabile: Giovanni Cioria • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi e-mail: bettiriccardo@libero.it • Hanno collaborato a questo numero: Adriano Prioli, Donato Saini, G. Cesarini, Arnaldo Grossi, Novella Zanmarchi, Lorenzo
Eleonora Bergamaschi, 37 anni, consulente aziendale ed esperta in formazione con esperienza pluridecennale nella gestione alberghiera, è la nuova presidente della New PalaRiccione srl. Scelta dal sindaco Renata Tosi per professionalità e capacità, è la prima donna al timone della struttura congressuale. Oltre alla presidenza, avrà la funzione di amministratore delegato, incarichi che fino alla vigilia delle scorse elezioni amministrative erano rivestiti da Stefano Caldari, ora assessore al Turismo. Il lavoro sarà molto impegnativo e non è un caso che altri papabili di area vicina agli uomini di governo abbiano rinunciato, d’altronde, come previsto dall’amministrazione comunale, le quote di questa e altre partecipate saranno messe sul mercato entro il 2018. Il suo mandato sarà triennale? “Si. Anche se di fatto io sono entrata in corsa, perché il primo anno terminerà in aprile 2018 (4 mesi erano stati coperti da Caldari e altri erano rimasti scoperti). Restano gli altri due, poi vedremo cosa succederà”. Qual è il suo programma? “Capito il funzionamento della macchina del palacongressi, da gennaio per sei mesi mi occuperò della parte commerciale per la quale prevedo un piano triennale, per poi orientarmi nell’altra parte dell’anno alla vendita”. Cosa le preme maggiormente in questo momento? “Sto verificando il costo fisso delle singole sale, perché al di là della pianificazione, gli eventi che portano redditività agli hotel, oltre a essere confermati, possono essere moltiplicati, anche se c’è il grosso handicap degli stranieri per i collegamenti. Gli aeroporti di Milano, Roma e Bologna sono competitor troppo grossi per metterci su quel mercato. Se però dall’autunno alla primavera ci fossero delle fermate di treni, questo ci potrebbe agevolare, anche con l’apertura di Fico a Bologna”.
Betti Riccardo
REDAZIONE
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la nostra storia... 90 anni fa
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di G.L.M.
La Biblioteca circolante del “Minerva”
Virginia, titolare del Minerva. Con l’inizio della stagione estiva 1928, il Minerva di Viale Ceccarini, un emporio che offriva una smisurata gamma di prodotti e servizi, istituì la Biblioteca circolante. Fu un successo sia presso i turisti che presso i nativi. I primi, sempre desiderosi di cultura, apprezzarono la possibilità di avere un buon libro da leggere sotto la tenda, nella pace della spiaggia aperta sull’orizzonte marino. I secondi apprezzarono la semplicità di avere un sussidio culturale disponibile, elemento essenziale alla emancipazione e alla elevazione sociale. Le sorelle Angelini, Virginia titolare e Dolores collaboratrice, furono sollecite al nuovo servizio e preparate a consigliare le letture, da quelle classiche alle novità. Alla Biblioteca circolante si poteva accedere sottoscrivendo un abbonamento, proposto sia in forma permanente che meramente estiva, così si aveva diritto al prestito senza limiti di quantità. Era una offerta vantaggiosa per i clienti che si sentirono invogliati. Così Riccione, dinamica località balneare, ebbe la sua fonte culturale popolare.
L’esterno del Minerva.
Dolores davanti al Minerva.
il personaggio del momento
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di Maria Grazia Tosi
Aldo Drudi: fantasia che viaggia a 300 all’ora “La fantasia é il primo concetto di libertà, e la musica, i colori e le arti in generale ne rappresentano elementi fondamentali”. Una considerazione che la dice lunga sulla poliedrica e comunicativa personalità del designer Aldo Drudi. Orgoglioso di essere nato e cresciuto a Cattolica e residente qui a Riccione da più di 15 anni, oltre a lavorare al suo Air Garage sul tetto del Museo della Città di Rimini cuore di un ingegnoso team creativo, possiede proprio qui un bellissimo studio dove appena si entra si comprende subito bene quale sia la sua passione primaria: la motocicletta. Coloratissime e bizzarre grafiche di caschi che tappezzano le pareti, ma anche carene, tute e loghi arredano il luminoso spazio dove una grossa moto impera all’ingresso. Perché la Drudi Performance è principalmente di questo che si occupa, creare immagini coordinate dei team che partecipano al moto mondiale, con la massima attenzione nell’accordare le esigenze delle case produttive, degli sponsor e dei piloti. Valentino Rossi è il mitico pilota che corre a più di 300 all’ora con i caschi di Drudi, caschi a lui espressamente dedicati, sempre stravaganti e divertenti. Quale il rapporto con Valentino e come vengono concepiti i suoi caschi? “Valentino l’ho visto nascere, perché collaboravo con suo babbo. E stato quindi un caro amico da sempre… anche se a volte non nego che il grande carisma del personaggio riesca anche a mettermi un po’ in soggezione. Praticamente, tranne uno o due, ho sempre disegnato io i suoi caschi. Passiamo del tempo assieme, o a cena o sulla pista, e forti di una grande sintonia chi ha l’idea migliore se la gioca. La grafica che scegliamo solitamente vuole sottolineare il suo stato d’animo in quel preciso momento e raccontare l’atteggiamento che avrà nella gara per la quale il nuovo casco viene concepito”. Come sviluppa il suo lavoro grafico, in generale? “Il mio lavoro parte sempre da una matita e un foglio, secondo me un esercizio ottimo, anche per non spostare la propria memoria sulla memoria del computer, che naturalmente in un secondo tempo serve per definire al meglio. Anche ai miei collaboratori richiedo per prima cosa una bozza su carta. Una volta passati al computer in 2D poi ci si applica sui volumi, in 3D. Tecnologie interessantissime ed utili, anche se alla base del lavoro ci deve sempre essere una visione antica… come minimo artigianale”. Qual è uno degli eventi importanti che la vede come creativo ma anche organizzatore? “Durante il Moto GP, a settembre, assieme al Comune di Rimini organizziamo presso il foyer del Teatro Galli le Factory Bikes delle squadre ufficiali partecipanti al Moto mondiale. L’esposizione è divenuta un appuntamento tradizionale del calendario di eventi collaterali al Gran Premio ed è uno dei più attesi dal pubblico, che in
quei giorni può ammirare le show bikes ufficiali dei maggiori team della Motogp, dei caschi e delle tute dei campioni, di Ducati, Honda, Yamaha, Suzuki, Aprilia. Quest’anno il mio studio ha anche realizzato tutte le decorazioni della pista di Santa Monica e tutta la comunicazione”. Con le sue creazioni ha ricevuto anche premi importanti? “Nel 2001 vinsi il Compasso d’oro, un importante riconoscimento che viene assegnato ogni triennio dall’Associazione Disegno Industriale con l’obiettivo di premiare e mettere in valore la qualità del design italiano. E’ il più antico e prestigioso premio al mondo di questo tipo per il quale vengono omaggiati beni ritenuti di assoluta eccellenza. Anche ora sono in lizza per la nuova edizione, ma questa volta partecipando con una barca, la “Anvera 55” costruita da LG, gli uomini forti della ex Ferretti , e ideata dall’Air Garage, un collettore di idee ed attività incentrato sulla competenza di persone diverse che messe in squadra riescono a produrre tante cose.” Ma che cos’è “Burasca”? “E’ una moto realizzata sempre dall’Air Garage di Rimini sulla base di un’Honda che abbiamo presentato due estati fa in piazza Cavour a Rimini. Questo dopo un mio viaggio in Giappone dove mi hanno chiesto di sperimentare sul design di telaio e motore di un nuovo esemplare; l’azienda giapponese ne desiderava uno con lo stile più europeo. Una moto completamente ridisegnata, quindi, che ha mantenuto comunque telaio, motore e trasmissione cardanica originale, ottenendo un concept bike da strada per guida sportiva e touring, e che si avvale di componentistica di altissimo livello e materiali nobili (carbonio, ergal, titanio). Il risultato finale è stata un’Honda che pesa 30 chili in meno di quella originale, quindi più maneggevole e con una posizione di guida più ergonomica”. Per quale motivo lei sostiene la forte im-
portanza della musica? “Credo che della nostra riviera la musica abbia scandito i momenti migliori, che si alternavano a momenti di buio. Negli anni 60-70 avevamo i più bei locali, dove le più grandi star della musica si esibivano per tutta la stagione; momento di buio, ed ecco la bellissima Baia degli Angeli di Gabicce, che anche se non è più Romagna sarebbe bello lo diventasse considerata la panoramica e romantica visione che da lì si ha su tutto il litorale; meraviglioso locale che nel bene e nel male segnò un momento d’oro. Poi ancora buio ed ecco le discoteche che hanno contraddistinto la storia del divertimento rivierasco, un attimo di penombra e poi i locali in spiaggia e un attimo di rallentamento. Ora secondo me si sta ripartendo, e non mi spiacerebbe che magari per la prossima estate venissero sollecitati da un’Amministrazione degli autori per creare una sorta di Romagna mia aggiornata ai tempi: non potrebbe che unire e rafforzare e quindi promuovere tutta la riviera. La musica, ancora una volta, potrebbe diventare elemento di rilancio.” Da cosa e da chi è partito l’incarico di vestire il Natale a Riccione? “In realtà per anni mi sono confrontato con diversi sindaci, Imola, Pierani… ma solo questa volta sono arrivato a concretizzare un mio progetto con la sindaca Tosi. La mia intenzione è stata quella di ridare eleganza al viale Ceccarini, considerando la città come un oggetto di design da riprogettare su canoni più sofisticati. Sotto il nome di Ice Carpet, oltre alla pista di pattinaggio questa volta posizionata all’imbocco del viale Dante accanto al Ceccarini, su quest’ultimo abbiamo steso un lunghissimo tappeto bianco dalla ferrovia al mare, controsoffittato con fasce bianche che si intersecano tra loro, posizionato grandi vasi con palme addobbate sempre di bianco. Dall’incrocio col Ceccarini il viale Gramsci, quale suo estroso alter eco, é diventato Black Carpet : zona più ‘laica’, arricchita da dj set ed aperitivi”. Come vede il futuro di Riccione e della Riviera? “Indipendentemente dalle varie posizioni politiche ritengo che in questo momento si stia attivando una rinascita delle località della riviera romagnola. Esistono infatti un sacco di condizioni favorevoli che si stanno allineando alla ricerca di una nuova onda, o anche “rinascimento romagnolo”; mi pare che stia girando tutto in maniera positiva. Personalmente auspicherei ad un’autentica collaborazione tra tutti i comuni della riviera stessa, convinto che ognuno vanti individualità differenti e che assieme potrebbero proporre un’offerta turistica incredibile. Abbiamo tutto: cultura, spettacolo, cibo, wellness, tecnologie. Credo sia un momento di grande fervore: lo percepisco perché il mio lavoro è trasversale rispetto a tutti questi temi: sono un ‘sensore’ privilegiato!”.
TEATRO AMATORIALE
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Gli “Attori per caso” in: L’eredità Commedia dialettale comico-musicale di Luciano Luzzi Musiche originali del M° Franco Morri
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Trama e personaggi: Gianina Casotti vedova Fanti, madre di due gemelli che con poca fantasia ha chiamato Adelmo e Adelma, ha tirato su una famiglia che non si può definire irreprensibile. Tutti i componenti campano occupandosi di affari poco puliti. Adelmo e Adelma, sposi rispettivamente di Gemma e Gaetano non sono esemplari neppure nei rapporti familiari avendo entrambi l’amante: Sara per lui e Guido per lei. I Fanti hanno altri cugini che vivono nei paraggi di casa loro e “razzolano” alla stessa maniera. Quando arriva la notizia della scomparsa di un lontano cugino assai ricco, che ha lasciato i suoi averi a tutti i cugini, Adelmo si premura di avvisarli. Non è però una eredità che si otterrà facilmente. La religiosità del morto era direttamente proporzionale alla sua ricchezza, non si era mai sposato ed aveva vissuto spartanamente e senza vizi assieme ad un altro cugino vescovo e alla di lui sorella Immacolata, sposata con Gervaso. E sarà proprio questo trio che verrà in visita a Riccione, per conoscere tutti gli altri cugini Fanti e appurare se hanno le qualità per meritarsi l’eredità che, volontà del defunto, devono condurre una vita cristiana e integerrima. Adelmo si mette di buzzo buono perchè tutti rientrino nei vincoli “ereditari” comportandosi in maniera “opposta” alle malsane abituditi quotidiane. Riusciranno i “nostri bricconi” nel loro scopo? Presenziate allo spettacolo e lo saprete. Ci sarà da divertirsi, parola di Luciano Luzzi. Rappresentazioni:
Marzo 2018 alle ore 21,00
Sabato 3 - Domenica 4 - Domenica 11 - Domenica 18 Spazio Tondelli - Via Don Minzoni - Riccione
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Amici che se ne vanno
Ivano Balduini, sceneggiatore e autore di trasmissioni Rai E’ stato un noto, conduttore e scrittore, ma soprattutto autore e sceneggiatore di importanti trasmissioni radiofoniche e televisive d’intrattenimento come Sanremo, Raiuno mattina, Fantastico, La vita in diretta, Numero 1 e Novecento, solo per citarne alcune. Ivano Balduini, nato l’11maggio 1955 a Pesaro, ma trasferitosi a Riccione da bambino con la famiglia, se n’è andato per sempre lo scorso 8 dicembre, giorno dell’Immacolata, dopo aver lottato contro un male che non perdona. Il suo nome è legato anche alla musica e al teatro. Per anni, infatti, Balduini ha fatto parte del complesso degli Zafra, formatosi a Rimini su iniziativa della cantautrice Marina Valmaggi. Furono anni d’oro che portarono il complesso musicale anche in tournè in Svizzera e ai mondiali di calcio del 1978 come accompagnatore ufficiale della squadra nazionale. Balduini a Riccione fece parte anche degli Arfaz (anagramma di Zafra), ex gruppo cabarettistico. Poi nel 1980 l’ingresso in Rai con l’esordio radiofonico a “Chiama Roma 31 31” all’epoca condotto dal Corrado Guerzoni (giornalista e stretto collaboratore di Aldo Moro), che avrebbe segnato la sua carriera, sempre con Riccione nel cuore e quella voglia di comunicare che non l’abbandonava neppure in vacanza. Proprio durante le ferie riccionesi Balduini improvvisava fantasiosi programmi in diretta a Radio Riviera. Già studente del Liceo Scientifico Volta, si è laureato in Lingue e Letturature straniere a Urbino, a lui si deve pure la traduzione in italiano dei cantautori Chico Buarque de Hollanda, Victor Jara, Silvio Rodriguez e Nicomedes Santa Cruz. In Rai Balduini si è fatto presto strada. Lo ricorda l’amico Romeo Zammarchi, che assieme a Lilly Pasini e ad altri amici riccionesi è andato a Roma per le esequie, tenutesi nella chiesa di San Gabriele Arcangelo alla presenza di numerosi artisti, dirigenti e personaggi della Rai, come l’amico Tullio Solenghi, Michele Mirabella, Antonella Clerici e Monica Leofreddi. “Ivano – ricorda Zammarchi - ha scritto per dieci edizioni di Sanremo, di cui sei
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come capoautore, lavorando con personaggi di punta come Pippo Baudo, Paolo Bonolis, Antonella Clerici e Raffaella Carrà. E’ stato poi autore per quattro/cinque anni de La Vita in diretta. Si è occupato anche delle trasmissioni su San Padre Pio da Pietralcina e ha curato tutte le più importanti trasmissioni sul Giubileo. Ha lasciato una grande impronta, una bella testimonianza. Ma forse la cosa più bella che ha realizzato, in questo caso come regista, è stato il docu-fiction: “I passi del silenzio”, girato nei monasteri di clausura e trasmesso da Tv 2000. Sono una “chicca”, la testimonianza più bella del suo genio, estro, creatività (suo fiore all’occhiello) e intelligenza”. Di recente Balduini aveva scritto il libro “Ti ho dato i miei anni migliori”, che oltre alla critica sagace sulla Rai, lascia trapelare il suo autentico profilo umano di grande comunicatore. La moglie Filomena e i riccionesi gli hanno dato l’ultimo saluto nella chiesa della Pentecoste, a Riccione, sulle note dell’Amarcanto diretto da Laura Amati, altra amica di vecchia data che con lui ha condiviso l’esperienza degli Zafra. Tra gli amici riccionesi anche Paolo Pasini, Daniele Marzocchi e Angelo Casali, che con Zammarchi facevano parte degli “Arfaz”.
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Vittorio e Tina insieme da 72 anni Hanno più di novant’anni, ma il loro amore è ancora vigoroso e genuino, come il giorno in cui convolarono a nozze. Così Vittorio Pazzaglia, classe 1924, e Tina Pagliardini, classe 1926, durante la festa di San Martino, patrono di Riccione, hanno celebrato il loro 72° anniversario di nozze, ripromettendosi amore eterno davanti al parroco don Antonio Moro. Al loro fianco il figlio Luigi e la moglie Rita Fantini, sposi da 40 anni (nozze di smeraldo). La cerimonia che ha coinvolto altre 64 coppie è stata motivo di una duplice gioia. Per l’occasione infatti, la parrocchia ha celebrato il suo ottocentesimo anniversario. Risale infatti al 1217 la prima notizia della “Cappella di San Martino in Arzune” che si trovava sulla collina di Ca’ Cavret d’Arvura”. Vittoria e Tina, visibilmente emozionati, raccontano la loro love story, sbocciata in un borgo marchigiano, loro terra d’origine, ma vissuta in gran parte a Riccione, dove vivono da oltre mezzo secolo. “Ci siamo conosciuti da ragazzini – ricordano -, abbiamo cominciato a volerci bene, finchè nel 1945 ci siamo sposati all’Orsaiola, parrocchia di campagna nel comune di Urbania”. Ma qual’è il segreto di un matrimonio così granitico? “ A tenerci uniti oltre all’amore é la comprensione avuta anche nei momenti più duri e critici che sono stati tanti - svela la coppia - . Abbiamo lottato una vita intera, perché la nostra esistenza è stata durissima, in passato siamo stati molto poveri, ma nonostante le avversità, siamo stati sempre insieme, abbiamo cercato di non dividerci mai. Ognuno di noi diceva le proprie ragioni e finiva lì. Non facevamo quello che altri fanno ora. Adesso è un altro mondo!”. E a proposito di avversità raccontano anche alcuni episodi dolorosi accaduti in famiglia come la perdita di due neonati. Dalla loro unione infatti sono nati tre figli, ma un maschietto e una femminuccia purtroppo sono morti poco dopo essere nati. “Era dura, c’era tanta miseria! – esclama Tina con il cuore ancora affranto -. Ci è rimasto Luigi, che con Rita, e che ci ha dato la gioia
FOTO KINO CASALBONI
di avere due nipoti meravigliosi, Marco e Laura”. Tina riprende: “Mia suocera e sua figlia Teresa sono morte sotto le bombe, durante la seconda Guerra mondiale. E’ successo a Urbania, all’uscita della messa, celebrata nel duomo. I loro corpi sono stati recuperati da mio marito dopo giorni a 15 metri di profondità”. Il trasferimento a Riccione non ha fatto dimenticare gli orrori della guerra, ma ha portato un po’ di serenità e statibilità economica. Come racconta l’anziana signora, arrivata in riviera ha lavorato per 32 anni dalla professoressa Scaranello. Seguiva i suoi tre figli e si occupava della casa e della spesa. E’ stata sempre un’instancabile lavoratrice, nonostante la precaretà della salute, che l’ha costretta a subire diversi interventi chirurgici. Pure Vittorio, un tempo contadino, nel frattempo lavorava sodo, prima come camionista, poi, per diversi anni alle dipendenze dell’Hotel Vienna. “La vita lavorativa era così intensa - esclamano i Pazzaglia – che ci si vedeva di sera, sempre di corsa, senza mai concederci un divertimento. Nonostante questo e gli acciacchi non ci lamentiamo, anzi, ringraziamo il Signore per la famiglia che ci ha donato. La vita è stata inclemente, ma Dio ci ha dato tanto coraggio di andare avanti e di questo siamo molto contenti”.
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Sono 64 le coppie che si sono ripromesse amore eterno nella chiesa di San Martino. Oltre Vittorio Pazzaglia e Tina Pagliardini, sposi da 72 anni, hanno festeggiato 65 anni di matrimonio Oreste Casadei e Maria Del Bianco, Tonino Schiavo e Carmen Martinelli, Bruno Tasini e Nerina Giavolucci, Nozze di diamante (60 anni) per Attilio Maggiolini e Giuseppina Livi, Domenico Albani e Maria Teresa Rodriguez, Adelmo Bertozzi e Carmela Nice, Luigi Vorabbi e Iolanda Tognacci. Nozze d’oro (50 anni) per Mario Mei e Idilia Borghesi, Giovanni Balzi e Maria Annunziata Pecci, Oreste Bartolini e Mirella De Luca, Cesare Casoni e Wilma Terenzi, Adriano Fabbri e Leda Pasini, Guido Fabbri e Clara Righini, Ermanno Loberti e Annunziata Bartolini, Ernesto Righetti e Luigina Magnani, Enzio Righini e Daniela Baldin, Antonio Signorini e Gabriella Zavaglia, Tonino Tamburini e Maria Pozzi, Giacomo Zaghini e Carmela Proietti, Cristofaro Tonti e Luciana Aramini, Goffredo Guidi e Marina Conti, Giuseppe Capelli e Norma Baldacci, Guglielmo Guiducci e Vera Paolini, Secondo Migani e Rosanna Gambuti, Giancarlo Santini e Giuseppina Mazza.
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amici che se ne vanno
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di Edmo Vandi
Gualtiero Masi: Onestà e correttezza Con Gualtiero Masi viene meno una delle personalità più rappresentative della nostra comunità. Mi è stato maestro nei primi anni della nostra attività all'interno dell'Amministrazione Comunale. Nella sua qualità di Dirigente Responsabile in molti settori del Comune di Riccione, è stato prezioso e insostituibile protagonista della vita pubblica dagli anni '50 fino ad oltre gli anni '80 del secolo scorso. Persona di inimitabile onestà e corretteza, ha svolto il suo lavoro, i suoi compiti, con grande disponibilità e affabilità nei confronti di tutti indistintamente. Affrontava i problemi della sua città con encomiabile obiettività, con la calma e la tranquillità, ma anche con l'ironia, che gli erano innate. Ricordo che durante la crisi di loculi del vecchio cimitero, mi disse: “Mettiti alla macchina da scrivere che mandiamo questa lettera al Sindaco (allora Biagio Cenni): "Egregio Signor Sindaco, i loculi del cimitero da tempo sono esauriti. Abbiamo avvertito la cittadinanza, ma la gente fa finta di niente e muore lo stesso". Ma Gualtiero è stato molto, moltissimo più di questo e la città farà bene a non dimenticarlo.
Nel 2012 durante i festeggiamenti del 90° Compleanno di Riccione, il consigliere Teresio Spadoni premiò, con Spilla d’argento di F.A., Gualtiero Masi per l’impegno quarantennale profuso volontariamente presso la Croce rossa locale.
Anna Melucci: Esempio di ospitalità
di ni.co.
Severo Savioli, come pure il marito Tino. Ironia della sorte la scuola all’epoca era ospitata a Villa Franceschi confinante con l’hotel dei Maestri. Originaria di Rimini, era fiera di essere nipote di Giuseppe Melucci, il “turco” (così nominato per la guerra combattuta in Turchia) che ha dato il nome all’omonimo ghetto di Rivazzurra. Tante le soddisfazioni della sua vita. Unico cruccio, sorto nell’ultimo periodo della sua vita, è stato la scomparsa prematura della sorella Paola, albergatrice dell’Arizona. Non se ne faceva una ragione che fosse rimasta vittima di un incidente in bicicletta, dopo aver ricevuto in dono da lei una crostata, sua specialità dolciaria. Infaticabile lavoratrice d’inverno, quando l’hotel rimaneva chiuso, si dedicava al negozio di bomboniere attiguo alla tipografia del marito che le ha dato tre figli, Gabriele, Sabrina e Roberta, dai quali sono nati sei nipoti. Per l’ultimo saluto amici e conoscenti si sono stretti insieme a loro e ai fratelli Luciano e Bibino Melucci nella Mater Admirabilis, dove Anna era convolata a nozze col suo Tino.
E’ stata un autentico esempio della proverbiale accoglienza romagnola, una donna austera, ma sempre sorridente, discreta e gentile, pronta a coccolare i suoi ospiti, come fossero familiari. Anna Maria Melucci una delle albergatrici di punta di Riccione, se n’è andata per sempre lo scorso 21 novembre, a tre anni esatti dalla scomparsa del marito, Tino Maestri, noto tipografo e albergatore, sposato nel 1964. Nata il giorno di Sant’Anna nel luglio 1942, la Melucci ha diviso la sua vita tra famiglia e lavoro, forte di quel senso di ospitalità ereditato dai genitori, titolari dell’Hotel Anna, in viale Trento Trieste all’Abissinia. E’ qui che ha cominciato a svolgere il mestiere che l’ha accompagnata fino alla soglia dei settant’anni. In un secondo momento è andata a condurre l’Hotel Maestri, in viale Gorizia. Era lei a occuparsi del ricevimento, sempre col sorriso sulle labbra, cordialità e cortesia, fino a catturare gli ospiti e a instaurare con loro rapporti di amicizia. La Melucci è stata al timone del Maestri, assieme al suocero Giulio e alla cognata Tina, fino a qualche anno fa, quando una malattia degenerativa ha iniziato a toglierle il sapore della vita. Un particolare: “Anna è stata una delle prime alunne dell’Istituito Alberghiero
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CURIO ITÀ senzaeta’ di Maria Grazia Tosi
SToP: NoN SoLo STeP Lo stress e la vita frenetica spingono parecchi amanti dell’attività fisica non solo verso le discipline aerobiche, ma anche verso quelle che ristabiliscono il giusto equilibrio tra corpo e mente. Per questo il Pilates e lo Yoga conquistano sempre più amanti del movimento salutare, anche qui a Riccione. Tanti sono i centri specializzati, e numerose anche le palestre nel cui elenco di attività sempre più spesso, a grande richiesta, entrambe vengono proposte. Sarebbe riduttivo ed irriverente definire le due discipline una moda, meglio… una scoperta. Molto superficialmente possono sembrare simili, ma se si approfondisce poco di più già si scopre che poche sono le cose in comune e tante le differenze. Pilates e Yoga infatti sono ottimi metodi per migliorare la flessibilità e ridurre la tensione nervosa, anche se le origini, i modi di praticare e gli obbiettivi sono totalmente diversi. MeDITaRe SuLLo Yoga Lo yoga è molto di più che un semplice allungamento muscolare ed esercizio corporeo. E’ una perfetta disciplina tra l’arte e la scienza: nata in India circa 5000 anni fa, si esprime in maniera creativa attraverso pratiche fisiche e mentali, meditazione, filosofia, tecniche di respirazione e principi di comportamento che vanno ben oltre gli esercizi che si fanno sopra il tappetino. Nel corso degli ultimi anni si è diffusa incredibilmente anche in occidente e attualmente ci sono milioni di praticanti in tutto il mondo che fanno yoga regolarmente. Tale diffusione ha fatto si che nascessero numerosi nuovi stili, alcuni più dinamici, più statici, più meditativi. Per tanti può sembrare una disciplina molto più spirituale che fisica, ma non è così: basta praticare una lezione per cambiare immediatamente idea e rendersi conto che il lavoro sul corpo che viene fatto è notevole. Un aspetto peculiare dello yoga è la meditazione: anche qui possiamo trovarne varie tipologie, ma tutte perseguono lo stesso scopo, quello di ottenere il risveglio, la liberazione, l’illuminazione. Lo yoga, nel suo complesso, può essere considerato un vero e proprio stile di vita, e per raggiungerne i più alti livelli c’è bisogno assolutamente di condurre uno modo di vivere sano, ed in linea con i suoi precisi e profondi principi. IL PILaTeS aL CeNTRo Il Pilates è una pratica atletica nata nella prima metà del ‘900 grazie al tedesco Joseph Pilates, che scontento del classico sport occidentale basato principalmente sulla forza e resistenza fisica, si mise a studiare molte discipline orientali, in particolare lo Yoga, al fine di trovare una soluzione per i ballerini infortunati e per non far perdere loro la forma. Ideò una sorta di ‘fisioterapia’ che unisce il meglio dei due approcci: la forza e la resistenza di quello occidentale e la calma e rilassatezza di quello orientale. E’ così che nacque il Pilates. Una grande differenza dallo Yoga è il focus: mentre per quest’ultimo è importante soprattutto l’equilibrio di tutte le varie parti del corpo, il Pilates si focalizza sul rafforzamento del centro del corpo, col riarmonizzare i muscoli addominali, la zona della bassa schiena e la muscolatura coinvolta nel mantenimento di una colonna vertebrale in salute. Se in molti esercizi necessita solo di un tappetino, in molti altri anche di attrezzi: elastici, palle morbide, cerchi resistenti, roller e anche grossi macchinari. Uno dei suoi principali obiettivi è la riabilitazione, soprattutto rivolta a chi soffre di mal di schiena o dolori cervicali, la coordinazione fisica e il miglioramento della postura.
uN SaLuTaRe DeCeNNaLe Compie ben 10 anni di assidua attività il Centro Corpo e Mente in Equilibrio di cui Deborah Pierro ne è la fondatrice, molto nota a Riccione per la sua competenza e meticolosità, inizialmente nell’ambito del Pilates e poi successivamente anche in quello dello Yoga. “Il nostro è stato il primo centro strutturato della Provincia, nel settembre del 2007. Devo dire che ha funzionato bene da subito, anche perché i riccionesi sono molto avanti rispetto alle novità che riguardano il benessere di corpo e mente e il fitness in generale. Da quando poi due anni fa abbiamo aperto la nuova sede in Centro abbiamo integrato il nostro studio anche con la collaborazione di un esperto di osteopatia e di terapia ayurvedica, che si sono aggiunti a quello di naturopatia col quale collaboriamo già dai primi anni di attività. Una fusione di tante tecniche ritengo sia molto importante per un sempre miglior raggiungimento del benessere psico-fisico”. ReLaX geSTazIoNaLe Una finalità più specifica dello yoga è quella dedicata alle donne in gravidanza, mirata a prevenire ed alleviare i disturbi che spesso comporta: stanchezza, dolori lombari e dorsali, nausea, mal di testa. Aiutando la madre a migliorare le relazioni con il proprio bambino, esercizi studiati appositamente preparano al parto, rendendo le gambe più forti, il bacino mobile, la colonna flessibile ed il respiro consapevole. “Le mamme sono molto soddisfatte – sostiene l’ostetrica Francesca Gotti che da due anni insegna questa disciplina anche qui a Riccione presso lo Spazio bambini Albatroccolo -, perché si sentono meglio, dedicando del tempo per sé e per il proprio bambino, affrontando esercizi per loro possibili e sicuri. Quelle che hanno già partorito hanno poi confermato l’utilità degli esercizi sul respiro al momento del travaglio”.
19 CORSI E RICORSI Il Centro Elisabetta Renzi importante realtà associativa riccionese dal ’95 si occupa della formazione del singolo, della coppia, degli educatori, degli operatori sociali e degli insegnanti, offrendo supporto con seminari, sportelli e corsi. Dal ricamo alla conoscenza delle piante medicinali, dalla lingua giapponese alla pittura, dalla musica… allo yoga. Oltre alla tecnica del Raja yoga himalayano e a quello per le mamme in attesa, propone lo Yoga Insieme, gioco e disciplina portato avanti in una coinvolgente complicità dei bambini con i genitori e i nonni. DISTENDERSI IN SPIAGGIA Cosa di più rilassante ed equilibrante che impegnare fisico e mente su una terrazza davanti al mare?! Le Spiagge del Benessere di Riccione diventano in stagione delle piacevolissime opportunità di praticare tante attività. “Lo Yoga e il Pilates da alcuni anni sono apprezzatissimi – spiega la titolare de La spiaggia del Cuore zona 110, che come quelle 49-50 e 120 fan parte di questa interessante proposta balneare-; ai nostri clienti offriamo lezioni quotidianamente, al mattino presto quando ancora il mare è calmo e si respira già così una sensazione di serenità, e tramite insegnanti molto competenti. Un servizio che ci costa tanto, ma che diamo volentieri perché da quando nel 2010 abbiamo ristrutturato la nostra zona spiaggia, organizzare corsi così non ha potuto che produrre riscontri molto positivi”. PIROUETTES IN EQUILIBRIO La danza è una disciplina che può essere felicemente connessa sia con il Pilates che con lo Yoga, in quanto i ballerini trovano in esse tecniche attraverso le quali possono approfondire una maggior consapevolezza rispetto ai movimenti della danza classica, jazz, contemporanea. L’esperienza maturata in anni ed anni di contiguità ha prodotto protocolli applicativi fatti proprio per loro. Da quando l’Accademia Danza di Antonella Bartolacci ha aperto la nuova sede, nelle sue eleganti sale entrambe le discipline vengono insegnate, dedicate non solo alla preparazione delle ballerine, ma aperte a tutti coloro che lo desiderino. “Ogni nostro corso è dedicato a poche persone - sostiene Antonella Bartolacci maestra di danza e titolare della scuola - perché crediamo che solo così si possa seguire ogni persona nel modo migliore. Per le nostre allieve in particolare, abbiamo improntato un corso di Pilates ancora più speciale, importantissimo soprattutto per le danzatrici professioniste, che ne traggono grande beneficio”.
ANTICHE POSTURE “Bisogna fare attenzione alla banalizzazione di una disciplina pura che non va bene subisca un processo di commercializzazione”. Parole interessanti quelle di Lorenzo Valentini, ex ballerino professionista e ora titolare dello Studio Pilates di Riccione paese, unico centro nella provincia di Rimini a far parte del circuito internazionale Romana’s Pilates di Romana Kryzanowska per quasi 30 anni collaboratrice del geniale fondatore tedesco. “Inserendolo sempre di più tra i vari corsi che le palestre propongono penso si corra il rischio di snaturarne la vera e profonda essenza, ed interpretarlo come una moda”. Oltre ad insegnare a gruppi di massimo cinque persone per l’80% lo fa individualmente dietro appuntamento e lavorando principalmente con ausilio delle macchine, pochi attrezzi come elastici e palle, che ritiene appartengono ad un approccio più fitness. WEBENESSERE Dal web di può leggere che dalla fusione di Yoga e Pilates nasce il Piloga. Lo Yoga da una parte avrebbe il compito di migliorare il benessere creando fusione tra corpo e mente essenzialmente attraverso la respirazione e il Pilates, dall’altra, svolgerebbe un lavoro in apparenza simile, ma concentrando gli sforzi soprattutto nel migliorare la condizione degli addominali e della colonna vertebrale. Come questa, tante sono e saranno forse ancora le ‘contaminazioni’ e comunque evoluzioni delle due amatissime discipline. Ma perché sono così tanto amate? Forse semplicemente perché sanno distrarre dalla vita di tutti i giorni, producendo preziosi benefici fisici ed emotivi . Fondamentalmente discipline che ci aiutano a ‘ridisciplinarci’, e promuovere i nostri valori personali e, perché no, magari distrarci un po’ dal web.
storia di riccione
di G.L.M.
Dalle ceneri del Nirigua Park nacque il dancing Florida Nel 1921 il Conte Luigi Guarini eresse a Riccione il Nirigua Park e Politeama. Il vasto complesso che fu creato per ospitare spettacoli teatrali, sportivi e di intrattenimento, occupava l’area che dall’attuale Viale Gramsci arriva al Lungomare della Repubblica fiancheggiando Viale Cesare Battisti. Il nome NIRIGUA non era altro che l’anagramma di GUARINI. Era una struttura avanti nei tempi e proponeva pattinaggio, tennis, slitte russe, biciclette del mare, giochi per bimbi, bersaglio, giostre, arricchita da servizi quali bar, gelateria e negozi di vario genere. E poi aveva una arena da 1.800 posti (con gli spalti rivolti verso il mare) che ospitò compagnie di prosa, operetta e varietà, incontri di boxe, concerti lirici, proiezione di films muti. Andò avanti sino al 1925, anche se si ha notizia di una affollatissima riunione pugilistica svoltasi nell’Agosto 1927. Chiuse i battenti a causa di insormontabili difficoltà finanziarie dovute probabilmente ad una gestione poco oculata. Restò abbandonato per un certo periodo e riaprì a metà degli anni ‘30 grazie ad alcuni imprenditori che diedero vita al Dancing Florida (occupava lo spazio tra l’attuale Via Milano e Viale Gramsci). Tra essi vi era il valente attore Corrado Racca, che al Nirigua aveva recitato nella compagnia di Emma Gramatica e si era “innamorato” di Riccione. Si può presumere che fu tra gli azionisti maggiori, tant’è che per alcune stagioni il locale da ballo ebbe un inequivocabile nome doppio: Florida Racca. Esiste inoltre la curiosa immagine che lo ritrae al mare, in equilibrio su altissimi trampoli, che al megafono, immaginiamo con voce stentorea, magnifica la bellezza del dancing e la bravura dell’orchestra. Nel dopoguerra la gestione passò ai fratelli Barilari: Bisio (Bixio) Dante e Walter che lo diressero dal 1946 al 1976. Lo spazio tra gli attuali via Milano e Lungomare della Repubblica fu regno di sabbia e flora marittima sino al 1962 quando gli imprenditori Patrignani, Della Rosa, Tomassini e Bologna costruirono il Delphinarium per ospitare gli spettacoli degli splendidi tursiopi del mare. L’attività cessò nel 2003 poiché i delfini, l’anno successivo, andarono a Oltremare nella splendida laguna appositamente creata.
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Notizie tratte da: “Nirigua Park” di Fosco Rocchetta e Riccione: “La Perla verde” di Albo Casadei.
storia di riccione
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Anni ‘30 – Il Florida aveva anche una “succursale”.
Corrado Racca (Bologna 1889-Roma 1950). Attore e doppiatore italiano.
Esterno ed interno del Florida.
Anni ‘60-’70. Lungomare di Riccione. Ebo Bezzi “Bafiti”, straordinario uomo-pubblicità per il dancing Florida. La vettura che guidava era di sua proprietà: Fiat Topolino con motore bicilindrico a catena Benelli, carrozzeria “Ebo”.
arma dei carabinieri
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di Donato Saini
L’Associazione Nazionale Carabinieri ha celebrato la Virgo Fidelis Come da tradizione consolidata, l’ANC di Riccione ha celebrato la protettrice dell’Arma dei Carabinieri. Le celebrazioni condotte da don Giorgio ed alla presenza del Comandante della Compagnia CC Cap. Califano e del Comandante di Stazione Luogotenente Cacace e di numerosissimi Soci, familiari e simpatizzanti della Sezione di Riccione presieduta dal nuovo Presidente Donato Saini. In particolare quest’anno per l’occasione c’è stata anche la partecipazione dei rappresentanti delle sezioni ANC di San Marino e Fermignano, nonchè di ex carabinieri che in passato hanno svolto servizio a Riccione. Sono venuti da Gubbio, Ascoli Piceno, Urbino, Cesenatico, Rimini, Civitanova Marche, Bologna e New York. Entusiasmo e commozione tra gli ex commilitoni che si sono ritrovati dopo tanti anni. Come sempre il pranzo sociale in un noto ristorante della città che ha visto una adesione straordinaria di soci e familiari. Ricordiamo che l’ANC di Riccione ha un elevato numero di iscritti e che lo scorso anno ha superato le 160 unità e riunisce coloro che sono stati e sono Carabi-
nieri, i loro familiari e coloro che non hanno familiari nell’Arma, ma condividono i Valori dell’Arma (soci simpatizzanti), per vivere insieme momenti di aggregazione, di festa, ma anche di solidarietà e servizio.
A partire dal prossimo Febbraio Chiunque avverta qualche Difficoltà di Memoria e abbia un’età dai 65 anni in su, potrà partecipare ai
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Legalità e cultura sportiva di Fabrizio Serafini A Riccione nasce un originale progetto, dall'unione d'intenti fra il comandante dei carabinieri Marco Califano, il dirigente scolastico del Liceo "Volta Fellini" Paride Principi e il dt del Tennis Club Riccione Fabrizio Serafini. L'idea è di avvicinare i giovani, sensibilizzandoli ai valori ed ai principi di una sana e civile convivenza, trasmettendo loro l'importanza della legalità e della cultura sportiva. L'attivita' di competenza del Comandante Califano , si inquadra nel consueto progetto "cultura della legalità" che
quotidiane di memoria, attraverso esercizi, partecipazione e divertimento! Ogni corso sarà attivato al raggiungimento di minimo 6 partecipanti. Sarà possibile organizzare corsi anche in orario serale.
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l'arma dei Carabinieri mette in campo ogni anno all'interno degli istituti di formazione su tutto il territorio nazionale. L'incontro all'interno dell'auditorium del liceo "Volta Fellini", cerca un confronto con i ragazzi, con l'augurio e la speranza che il presente e il futuro possano essere vissuti senza mai tralasciare un'etica ed una morale che accompagni le nuove generazioni in tutte le situazioni. Nella foto da sin: Marco Califano, Paride Principi, Fabrizio Serafini.
storie di casa nostra
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di G.C.
Famiglia Cesarina detti i “Canarèl” Cesarini Giovanni detto “Gvan ad Canarèl” nacque a Rimini nel 1881 e si trasferì a Riccione a metà degli anni 20 in Via Adriatica 124 (ora c’è il Patronato Acli). Negli anni 30 Giovanni ha lavorò come giardiniere per l’Azienda di Soggiorno di Riccione fino allo scoccare della seconda guerra mondiale. Sposato con Agostina ebbe 6 figli: Maria (1908), Barbara (1911), Natalina (1914), Carlo (1915), Pasquina (1922) e Gino (1926). Maria ved. di Signorini Gregorio ebbe 2 figli Rosanna e Arnaldo; Barbara ved. Vandi Secondo, la secondogenita ebbe una figlia Natalina; Carlo sposato con Vanucci Agostina ebbe Giuliano e Armando; Pasquina ved. di Tonini Carlo “Budrièl” ebbe Guido, Ezio e Massimo. Gino sposò Ada Biagini. Carlo si occupava di trasporti con un motofurgone. Durante il periodo dei soggiorni del duce a Riccione, venne chiamato molte volte per andare a Predappio a prendere merce da portare in villa. Passata la guerra acquistò con altri soci un Camion e Rimorchio (LANCIA 3RO) e si occupò di trasporti tra Milano e Napoli. Parliamo del 1947 con mancanza assoluta di autostrade, da Riccione a Milano ci volevano 8 ore. Il tratto Riccione Napoli era una vera avventura, poiché per attraversare gli Appennini si doveva passare per il valico della Forca Caruso con il mezzo che procedeva a passo d’uomo e per evitare assalti al carico, c’era a bordo un uomo armato. Gino, già dall’età di 14 anni lavorò come cameriere al Bar del Bianco, l’attuale Blue Bar e vi rimase fino al 1952. Allora convinse il fratello Carlo ad abbandonare il lavoro del camionista per aprire il “Ristorante Cesarini” sulla nuova Circonvallazione appena inaugurata, tra lo stupore generale, poiché nessuno a Riccione pensava che quel ristorante in piena campagna potesse avere un futuro. Carlo però sapeva bene che i camionisti in quella zona non avevano un ristorante con piazzale dove mangiare e poter lasciare il loro mezzo al sicuro. Fece da passavoce tra i suoi ex colleghi e nel giro di breve tempo il successo arrivò e durò fino al 1959, quando i due fratelli decisero di cedere l’attività. Gino rilevò un Bar sulla spiaggia che chiamò Bar Gino ed ebbe un grande successo. Divenne il ritrovo della Bologna bene di quei tempi. Carlo acquistò nel 59 all’ asta dal Comune un lotto di terreno in zona Alba sul mare e vi costruì l’Hotel Brig che terminò in varie riprese e vi abitò con i due figli. Carlo morì nel 1981 e il Brig fu gestito dai due figli con le consorti Anna e Paola e l’aiuto in cucina di mamma Agostina. Nel ‘89 Agostina fu colpita da un ictus e finì su
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Agosto 1956. I due Canarèl nel loro ristorante aperto dal ‘53 al ‘59. Carlo dietro al banco serve il fratello Gino.
una sedia a rotelle, nello stesso anno in cui Riccione fu colpita dal flagello delle mucillagini e così Giuliano e Armando cedettero l’albergo alla famiglia Ciavatta. Armando rilevò una zona al mare a Rimini poi si trasferì a San Marino con la moglie Paola ed i figli Matteo e Marco per gestire con successo un negozio in pieno centro storico. Giuliano dal ‘94 al ‘97 collaborò alla gestione di una yogurteria/gelateria con la moglie Anna e le figlie Cristiana e Raffaella per poi godersi una meritata pensione.
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passeggiando
di G.L.M.
Si meritano i fiori solo a Novembre?
Nell’angolo Viale Maria Ceccarini-Viale Vittorio Emanuele II, confinante con la Residenza municipale, c’è il Giardino dedicato alla memoria dei riccionesi caduti in tutte le guerre. L’altare ha struttura semplice e colore chiaro quale forma di rispetto per chi ha dato la sua vita per la pace degli altri. Rispetto che non sembra essere nei pensieri
Via Portovenere...
POVERI PINI!
dei responsabili del decoro cittadino. Ai suoi lati ci sono due vasi, bassi e circolari... desolatamente spogli... neanche un fiore o una piantina. Chi volesse avvicinarsi per un saluto si trova a sinistra un muretto spaccato e a destra una panchina screpolata e sporca... non è un bel vedere! E’ chiedere troppo dare a quell’angolo di città il decoro che merita?
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Barbara Bassan torna alle Pari Opportunità
Con la destituzione del sindaco e della sua giunta, era decaduta lo scorso febbraio, ma Barbara Bassan, nata a Rovigo 47 anni fa, alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, è stata ripescata come presidente della Commissione per le Pari opportunità tra uomo e donna. Le motivazioni? Come riporta la delibera, è stata riconfermata in quanto si ritiene che sia “in possesso dei requisiti soggettivi e professionali per ricoprire la carica.” Ora, come sollecitano soprattutto le donne impegnate su questo versante, non resta che ingranare la marcia sul serio per mettere in campo quelle iniziative sollecitate, anche in occasione del femminicidio di Olga Matei, caduto nel silenzio, con la speranza che si lavori veramente per le persone che hanno bisogno, senza posporre il bene comune alla politica e investendo sempre il danaro per iniziative concrete, utili, ed esclusivamente pubbliche, evitando così di inciampare in noiose polemiche. Quello che viene richiesto è anche una significativa presenza della commissione in eventi che rimarcano la lotta contro la violenza di genere, come la presentazione del calendario dell’Alberghiero Savioli, che ha visto presenti le Pari opportunità della Regione, ma non quelle locali. In commissione la presidente è affiancata da quattordici consigliere in rappresentanza di tutti i gruppi di maggioranza e opposizione, si tratta di Donatella Berardi e Angela Filippini per il gruppo consiliare Lista Renata Tosi, Ada Giovannini e Stella Franchini per Noi Riccionesi, Giulia Cecchini ed Elena Maria Testa per la Lega Nord, Maria Pia Dell’Orefice e Giampaola Semprini per Forza Italia, Jessica Delbianco e Lorella Maria Veschi per il Partito democratico Daniela Marchetti e Alessandra Prioli per il Patto civico, Paola Stanchieri e Stefania Fedeli per il Movimento 5 Stelle. di ni.co.
storia locale
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A.A.A. CERCASI CORISTI!
Il 1900 decretò l’avvio di una serie di progressi sociali, economici, culturali e politici che si diffusero a macchia d’olio in Italia. Fu così anche per Rimini, dove nel primo quindicennio del Novecento nacquero imprese innovative, l’elettricità sostituì il gas, fu fatta la prima telefonata, circolarono le prime automobili e, con esse, si verificarono i primi incidenti. La città, in continuo sviluppo, stava ridefinendo una sua nuova identità, crescevano le occasioni per il tempo libero e il turismo, sorgevano nuovi lussuosi alberghi... Fu dunque un’epoca bella... ma non per tutti. A fronte dei citati progressi non cessarono le emergenze sanitarie, le esondazioni del Marecchia furono periodiche, così come scioperi e agitazioni. Questo libro ricostruisce la quotidianità riminese durante la Belle Époque. Interessante il capitolo da pag. 51 a pag. 57. una frazione “irrequieta”: Riccione Davide Bagnaresi (Dottore di ricerca in Storia dei partiti e dei movimenti politici) è assegnista di ricerca presso il Centro di Studi Avanzati sul Turismo dell’Università di Bologna.
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amici che se ne vanno
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di Nives Concolino
Mengucci, una vita tra progetti e sport Per decenni ha firmato importanti progetti della città. Il geometra Giuseppe Mingucci, noto in città anche per le sue attività sportive, se n’è andato per sempre lo scorso 25 agosto a 79 anni. Come racconta la moglie, Anna Maria Fabbri “E’ stato costante il suo impegno come geometra nell’impresa edile, avviata nel secolo scorso dal nonno, Giuseppe Mingucci, e poi portata avanti dal padre Dante e dagli zii, Silvio, Gianni e Orfeo. Nel tempo si è occupato della costruzione di tantissimi fabbricati, anche importanti, come la nuova chiesa di Viale San Martino, il grande condominio della sala giochi di viale Corridoni e la Casa del Parco, altro imponente condominio, in Viale Dante. Giuseppe nel lavoro si affiancava all’ingegnere Elios Speroni e al geometra Attilio Battarra, anche loro impegnati nella progettazione dei lavori eseguiti dall’impresa dei Migucci”. Lavoro a parte, Giuseppe, che lascia i figli Michele e Matteo, era un grande sportivo, amava giocare a tennis e a pallavolo, attività che svolgeva nei campi attigui a Villa Mussolini, ma era soprattutto un bravo calciatore. Come commenta la moglie: “Avreb-
be di certo fatto carriera, se il padre non gli avesse imposto di impegnarsi nella loro impresa edile”. Ha comunque continuato a giocare anche per la Virtus e a livello dilettantistico con i calciatori che poi hanno fatto carriera. Il non aver potuto svolgere questa pro-
fessione è stato comunque sempre il suo cruccio”. Mingucci, persona buona, schiva, soprattutto mite, umile e generosa, per cinque anni ha pure lavorato come direttore di acquisti a Promozione Alberghiera di Rimini, sotto la direzione del suo amico Nicola Sanese.
Mondo musica
di Maria Grazia Tosi
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In un coro di applausi... Fabio Pecci! Dalle corde di una chitarra che ha cominciato a suonare a 8 anni a quelle di un violoncello: proprio questo lo strumento musicale che ha permesso a Fabio Pecci, studiando al Conservatorio, di perfezionare un’arte che l’ha visto protagonista di oltre 600 concerti in Europa, suonando con ensemble cameristici e rinomate orchestre sinfoniche e da camera. Ha inciso per Tactus, Bongiovanni, Malleus, Videoradio records e vinto diversi premi in concorsi nazionali ed internazionali. Un percorso ricco e variegato che si è affiancato ad un altro altrettanto importante, sviluppato ‘ad ampio spartito’, dove il canto corale ne è diventato primo protagonista. Da 18 anni lo vede al lavoro con bambini e ragazzi, sostenuto da una straordinaria energia catalizzatrice, dedizione e passione. Solo a Riccione prepara e dirige i due cori dell’associazione Le allegre note, che contano ben 156 allievi: 42 sono i giovani che formano le Note in crescendo, mentre i restanti, più piccoli, formano quello delle voci bianche. Un consistente esercito di coristi con più di 500 concerti all’attivo in Italia e trasferte in Germania, Francia, Polonia, Svizzera e Repubblica Ceca. Ci sono poi i 60 ragazzi del coro di Morciano, i trenta del coro di Rimini, senza dimenticare i 20 dell’Accademia vocale riccionese Very Young Vocal Academy che si occupa della formazione dei solisti. Pecci organizza corsi e master-class nazionali ed internazionali, è direttore artistico del concorso corale Città di Riccione e spesso membro di Giuria in vari concorsi internazionali; collabora con riviste sulle quali pubblica regolarmente articoli su musica e Musicoterapia. I progetti per le scuole e la Musicoterapia: da quando ha iniziato e come si sono sviluppati? “Praticamente dall’anno scolastico 1993 ho incominciato a seguire alcune classi della primaria; ora porto avanti una marea di progetti musicali in tutte le classi delle scuole di Riccione, qualcuna anche di Morciano, San Giovanni e Rimini. Progetti di educazione musicale, attraverso attività pratiche sia di canto che di musica strumentale, con flauti, percussioni, xilofoni. La musicoterapia, invece, è una modalità di approccio alla persona che utilizza la musica o il suono come strumento di comunicazione non-verbale, per intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico; modalità che ho applicato, dopo aver frequentato scuole di specializzazione, a bambini con problemi di linguaggio, di udito, lesioni cerebrali, autismo. Ora seguo ancora inserimenti nel gruppo classe, anche se preso tanto dai cori mi resta poco tempo”. L’attività corale quando è diventata così prepotentemente importante per lei? “Sono arrivato al coro per caso. Erano già 4-5 anni che seguivo i laboratori musicali nelle scuole, e un anno mi sono capitati in una di queste tantissimi bambini particolarmente intonati. Ho parlato con la direttrice didattica Pelliccioni e lei mi ha detto: “Proviamo!”. Ora seguo 6 cori nella provincia di Rimini. Questo per forza di cose ha limitato la mia attività di musicista. E non è solo il dirigere cori che mi toglie tempo, ma anche l’essere entrato nella Commissione Artistica dell’Associazione Regionale Cori nel distaccamento dell’Emilia Romagna, e collaborare, per le voci bianche, per la Federazione Nazionale”. Ma come è riuscito ad esprimersi come musicista e fare tutto il resto? “Ho dovuto rallentare un po’ la mia attività di musicista, e qualche rimorso l’ho provato per essermi lasciato dietro opportunità molto interessanti; ma il livello artistico dei cori è cresciuto così tanto, soprattutto quello delle Note in crescendo, da spingermi a portarli ad un livello ancora superiore. Un coro sempre impegnatissimo ed apprezzato; otre ad essere invitato in tante occasioni di valore sia in Italia che all’Estero, ha cantato con Abbado, i Carmina Burana in decine di repliche in tutta Italia anche con i
solisti di Santa Cecilia, è stato invitato ad Expo a rappresentare l’Emilia Romagna, in programmi televisivi RAI e in un’infinità di occasioni culturalmente ed artisticamente prestigiose. Ci sono compositori molto importanti che stanno scrivendo brani per lui”. Crede che Riccione ami la musica e la supporti? “Devo dire che nonostante abbiamo attraversato più Giunte, noi siamo sempre stati supportati; anche perché è evidente che la nostra laboriosa attività corale porti il nome di Riccione ovunque. Entrando poi in circuiti internazionale abbiamo convogliato proprio qui cori storici ed alcune delle maggiori formazioni mondiali. Più in generale penso che rassegne musicali, concorsi nazionali e internazionali siano tutte iniziative assolutamente necessarie. Il concorso che ormai da quattro anni anima Riccione nel mese di maggio riunisce tutti i cori di voci bianche: in questi anni sono stati portati a Riccione 54 cori, creando un notevole indotto alla città. Per quanto riguarda poi i genitori dei tanti coristi devo dire che sono fantastici: seguono il lavoro dei ragazzi investendoci tempo, energia e denaro… e sviluppando loro stessi competenze in merito. Quando i cori si esibiscono qui in zona il pubblico non manca mai, naturalmente: con 156 ragazzi che cantano bastano genitori e nonni per riempire i teatri!”. Recentissimi e prossimi successi? “Lo scorso settembre abbiamo organizzato per la settima volta il Vincincoro International 2017 presso la chiesa del centro Mater Admirabilis, curiosamente l’unico e perfetto ‘teatro’ per il canto corale perché vanta una potenzialità acustica che non si ritrova in nessun altro spazio riccionese. Nostri ospiti tre cori da Lettonia, Svezia e Spagna: un’occasione d’incontro ad alto livello con la certezza che il canto sia anche un fondamentale momento di scambio, di crescita reciproca e di pace. A tale proposito, nel 2018 i nostri ragazzi delle Note In Crescendo saranno attesi in Croazia e in Svezia e nel 2019 in Lettonia e Lituania. Anche i piccoli delle Allegre Note che hanno avuto un autunno 2017 incredibilmente attivo con 10 spettacoli in 10 settimane, saranno protagonisti come coro laboratorio delle Masterclass internazionali A.E.R.CO . Personalmente avrò l’onore di far parte delle commissioni di 4 prestigiosi concorsi in Italia (tra cui il famoso Rimini International Choral Competition), Istria Cantat a Pola e al Siauliai Cantat in Lituania. Credo di potermi definire molto fortunato perché lavoro in due settori meravigliosi: i ragazzi e la musica!”.
entale. m a d n fo è re ta o u Imparare a n imento, rt e iv d il ta iu a a u Essere abili in acq tranquilli iÚ p re a st i d ri o it n permette ai ge sperienze, e e v o u n re fa i d o e al bambin vi stimoli. o u n o d n e iv v e ti n ambie esplorando nuovi lino Massimiliano Roso
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Parti col tuffo giusto! giusto A Riccione, nella tua città, c’è l’impianto natatorio più importante d’Italia, secondo solo al Centro Federale di Roma! Vieni a godertelo, anche d’inverno! Una vasca olimpionica che si trasforma in due ampie vasche da 25 metri e una seconda piscina ad altezza graduale che arriva da 0 a 5 metri di profondità, permettono di praticare tutte le discipline natatorie e per il benessere in acqua. Allo Stadio del Nuoto gli istruttori della Polisportiva Riccione sono tutti in possesso di Brevetto della Federazione Italiana Nuoto e sono in continuo aggiornamento! Cosa aspetti? Vieni ad imparare a nuotare, ad affinare il tuo stile, a provare immersioni, i tuffi, la pallanuoto, tutte le discipline dell’Aquawellness con e senza attrezzi. Allo Stadio del Nuoto trovi attività per soddisfare ogni gusto e attitudine!
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Cena venerdì 17 novembre 2017. Da sin.: Paci Anna, Piccioni Carla, Maioli Milena, Caravaggi Emanuela, Patrignani Alessandra, Giuliani Loredana, Fiscarelli Fiammetta, Ceccarini Achille, Zangheri Gianluca, Rossi Valter; dietro: Cantoni Francesca, Bucci Anna, Saponi Maria Novella, Villa Moreno, Carnemolla Monica, Franco Alessandro; sedute: Cecchini Alba Elisa, Brigidi Raffaella.
1ªC - Scuola Media Manfroni. Anno scolastico 1975/76. Da sin. in alto: prof. Cosmi, Brigidi Raffaella, Cantoni Francesca, Patrignani Alessandra, Villa Moreno, Franco Alessandro, Mammarella Sergio, Zangheri Gianluca, Mazzoli Gianni, Leardini Luca; al centro: Bucci Anna, Rossi Monica, Caravaggi Emanuela, Giuliani Loredana, dietro: Maioli Milena, Paci Anna, davanti: Ceccarini Achille, Montoya Antony, Saponi Maria Novella, Piccioni Carla; prima fila: Moretti Cinzia, Carnemolla Monica, Cadegiani Monica, Fiscarelli Fiammetta, Cecchini Alba Elisa, Montanari Massimo, Bonini Ivan.
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Gli integratori per sportivi Gli integratori li troviamo sotto forma di capsule, polvere, tavolette o liquido, ma essi sono i normali nutrienti di cui il nostro corpo ha giornalmente bisogno, come vitamine, zuccheri, proteine, amminoacidi, sali minerali, creatina ed altri.. Gli atleti hanno un metabolismo molto veloce rispetto ad una persona non attiva sportivamente, perciò spesso e volentieri ricorrono all’utilizzo degli integratori per coprire quotidianamente la quantità di nutrienti necessaria. La scelta del tipo di integratore da utilizzare deve essere fatta in base all’attività fisica svolta, infatti ci sono integratori maggiormente idonei per persone che praticano un’attività cardio, per chi pratica attività di massa e per chi pratica attività di resistenza. Le proteine sono presenti in ogni cellula del nostro corpo e sono importanti per costruire e riparare tessuti. Vengono utilizzate per creare enzimi, ormoni, una vasta gamma di sostanze chimiche corporee e per formare blocchi di costruzione di ossa, muscoli, cartilagine, pelle e sangue. Proteine a lento rilascio: Queste proteine sono fondamentali per coprire il fabbisogno proteico durante tutte le fasi della giornata, anche durante le ore notturne, in modo da prevenire il catabolismo e conservare intatto il tessuto muscolare. La principale proteina a lento rilascio conosciuta è la caseina. Proteine a rilascio veloce: Queste proteine sono utilizzate maggiormente nell’immediato dopo l’allenamento per aiutare la crescita muscolare. Le proteine a rapido assorbimento maggiormente conosciute sono le Whey, le proteine del siero del latte, proteine dell’uovo, proteine isolate di soia. Le proteine sono idonee per atleti che vogliono aumentare la massa muscolare. Gli amminoacidi sono i mattoncini che costituiscono le proteine. Leucina, Isoleucina e Valina sono un gruppo di amminoacidi essenziali che vengono chiamati amminoacidi ramificati (BCAA).
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Essi vengono utilizzati dai muscoli come risorsa di energia, per questo motivo sono assunti in fase di allenamento e visto che non vengono sintetizzati naturalmente dal corpo devono essere introdotti attraverso l’alimentazione preferendo alimenti come carni, pesce, legumi, farinacei e formaggi oppure optare per integratori. Gli AA durante la fase digestiva passano direttamente dall’intestino tenue dove vengono assorbiti dai muscoli; ciò favorisce la digestione e l’aumento di energia muscolare. Sono utilizzati per ridurre la sensazione di stanchezza muscolare, per limitare i danni muscolari dopo un allenamento intenso (utili per contrastare l’acido lattico), per diminuire i tempi di recupero. La creatina è un amminoacido che si trova naturalmente nel nostro corpo essendo combinazione di tre amminoacidi: arginina, metionina e glicina. Questo composto è prodotto naturalmente da fegato, reni e pancreas.Tali organi la inviano direttamente ai muscoli compreso cuore e cervello. Ci consente di avere energia durante sforzi intensi, essa infatti ha la proprietà di aumentare la forza muscolare quindi particolarmente amata dagli sportivi, è infatti valida per aumentare energia nell'organismo, rafforzare la muscolatura ed ottimizzare le prestazioni sportive. La glutammina è un amminoacido “ non essenziale” definito in questo modo perché il corpo può produrla da solo, è l’amminoacido presente in maggiori quantità nei muscoli, ecco perché per gli sportivi è fondamentale. E’ infatti utile per ristabilire i normali livelli di PH in caso di acidificazione, per fortificare il sistema immunitario, per aumentare massa muscolare, per disintossicarsi da ammoniaca e per proteggere le fibre muscolari dal catabolismo. L'arginina è necessaria per l’esecuzione di molti processi fisiologici come l’aumento dell’ormone della crescita, rimozione di prodotti di scarto e difesa del sistema immunitario. Potente vasodilatatore, favorisce la resistenza. Gli integratori possono essere un ottimo alleato per atleti che vogliono raggiungere determinati obiettivi, ma bisogna fare molta attenzione a non rischiare di assumerne dosi troppo alte. A tutti gli sportivi raccomandiamo di optare per una dieta equilibrata che dia il giusto apporto di proteine, carboidrati e vitamine necessarie. Comunque (visto che siamo tutti diversi) è bene farsi seguire da un serio professionista del settore, medico/ farmacista/personal trainer. Scola dr Lorenzo
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di Giuseppe Lo Magro
Sabbioni 1 Sulla cresta dell’onda agli Italiani Ci voleva l’aria di mare della Perla verde per riportare Simone Sabbioni ai livelli che gli competono, nell’Olimpo dei nuotatori. Gettato alle spalle un anno “terribile” per problemi di salute, il nostro super-dorsista ha fatto vedere di che pasta è fatto. E’ ripartito dal Centro Federale di Verona, allenandosi con Federica Pellegrini, con caparbietà inusuale e una immensa voglia di tornare a primeggiare. E lo ha fatto! Vincere quattro gare, impreziosite da due record italiani, non è cosa di tutti i giorni; ma lui ci è riuscito, allo Stadio del Nuoto di Riccione, nella “sua” piscina, nella “sua” città, in occasione dei Campionati Italiani Invernali Assoluti l’1 e 2 Dicembre scorsi. E’ stato il più veloce a toccare il muro nei 50, 100, 200 dorso e come primo frazionista (dorso) della 4x50 mista dell’Esercito; meritandosi così 4 ori da favola. I record sono arrivati nei 100 dorso con un formidabile 49”96 (abbattendo il muro dei 50”) e nei 50 dorso della staffetta con 23”06 che è stato il trampolino di lancio per conquistare anche il record di società. Una giornata da ricordare, con vittorie e record che sono nuovi stimoli per fare sempre meglio, per gioire in uno sport faticoso, che richiede grandi sacrifici ma che sa anche ripagarti con palpitanti emozioni. Vai Simone... e facci ancora scattare in piedi per applaudirti!
Sabbioni 2 “Sbanca” ai Campionati Europei che investono nello sport giovanile risorse inimmaginabili per l'Italia; qui Simone ha “sbancato” veramente conquistanto tre medaglie - due individuali e una in staffetta - Oro nei 50 dorso, Argento nei 100, Oro nella 4x50 mista Uomini, e le perle dei record italiani nei 50 e 100 dorso. In un precedente articolo del 2014, col resoconto delle sue imprese da juniores, avevo “scomodato” il vocabolario alla ricerca di aggettivi che iniziavano con la esse, così come vale per i suoi nome e cognome: dallo Scontatissimo Super... ai Superbo, Sorprendente, Sensazionale, Stratosferico, Stupefacente, Sbalorditivo, Spaziale, Splendido, Superlativo,
Solitamente quando si scrive di qualcuno che ha fatto due imprese ravvicinate nel tempo, lo si fa in un articolo unico. Questa volta con le “meraviglie” natatorie di Simone Sabbioni, rompo la regola e li tengo separati, perchè ognuna delle due ha un suo intrensico valore. Dei Campionati Italiani avete appena letto qui sopra, ora veniamo ai Campionati Europei svoltisi a Copenhagen dal 13 al 17 dicembre 2017. Qui Simone si confrontava con una concorrenza agguerritissima, coi talenti espressi dalle “scuole” di nazioni
Straordinario e chiudevo con l'irriverente Sfacciato. Allora potevano sembrare aggettivi esagerati...per chi non credeva nelle doti di questo ragazzone e non ne conosceva determinazione e spirito di sacrificio..ora non più, Simone se li è meritati con le sue “meravigliose” imprese. Il sottoscritto, che un po' di nuoto lo “mastica”, è stato buon profeta e già nel 2013, in occasione dei festeggiamenti del 91° Compleanno di Riccione, lo ha premiato tra i Riccionesi Meritevoli, consegnandogli la Spilla d'Argento col logo di F.A. Quindi caro Simone continua così, perchè in F.A. stiamo ideando un riconoscimento speciale... la Spilla d'Oro!
19 Ottobre 2013. 91° Compleanno di Riccione al Palacongressi. Premiazione cittadini meritevoli, Simone Sabbioni è il 3° da destra.
gente di casa nostra
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di G.L.M.
Copioli Giuseppe detto Pinati, uomo dalle mille attività Giuseppe Copioli nacque negli anni ‘20 e fu veramente un personaggio del dopoguerra. Non di quelli che riempivano le cronache mondane...fu personaggio tra la gente semplice, tra chi faticava a sbarcare il lunario, tra coloro che erano consci dell’importanza del sacrificio nel lavoro e della cura da riservare agli affetti familiari. Perchè Giuseppe, da tutti chiamato “Pinati”, fu l’esempio vivente di questi valori. Riguardoso e paziente con la moglie Teresa, vera arzdora romagnola, con le tre figlie – Franca, Renata, e Anna Maria- era calmo e dolce e le coinvolgeva nelle sue attività - lavorative ed hobbistiche. Voleva che conoscessero il bene e il male della vita. Un insegnamento profondo che diede loro, fu quello di aiutare i più deboli e i meno fortunati. Non lo fece a parole... ma con l’esempio “quasi quotidiano” visto che lui, già povero, viveva tra gente povera e se realizzava un lavoretto per un vicino di casa non voleva essere pagato. L’attività principale era quella dell’imbianchino e quando la stagione non lo permetteva si adattava a tutte le opportunità che gli venivano offerte, purchè oneste. Dotato di un discreto estro nel dipingere scritte e figure, fu autore di insegne per vetrine ed esterni di negozi. La vita all’aria aperta però lo rendeva felice e così si dedicò alla cura dei giardini, creando aiuole, sfoltendo siepi, potando alberi, liberando i pini dalle “gate plose”, le processionarie. Le sue eccellenti capacità acrobatiche ne fecero un insuperabile raccoglitore di pigne da cui ricavava i pinoli che poi vendeva a chi preparava dolci. Con le nevicate diveniva spalatore e con incosciente spigliatezza saliva sui tetti per sgravarli dalla coltre nevosa, prima che si tramutasse in pericolo per uomini e cose. Nel periodo natalizio tagliava sapientemente rami di abeti per farne alberi di Natale che distribuiva tra le famiglie per una minima ricompensa.
1981 -Teatro Africa – Pinati declama.
nella banda municipale e mandolino nelle feste da ballo. Avendo una memoria di ferro e amando il dialetto romagnolo imparò numerose composizioni poetiche che recitava, con una mimica tutta sua, alle serate “In dialèt l’è mej” presso il Teatro parrocchiale Africa (quello dei frati) negli anni ‘80. E poi c’era l’albero della cuccagna. Quando Piazza Unità ospitava la Festa del Beato Alessio e si riempiva di giostre e bancarelle, tra i tanti intrattenimenti particolare interesse suscitava
Sapeva anche selezionare i semi di alberi e siepi che vendeva ad un vivaista di Bologna. Era anche un esperto “raccoglitore” di cannelli che catturava con le dita dei piedi e poi passava alla piccola Anna Maria affinchè li ponesse nel secchio. In estate diventava “sorvegliante” dei bimbi delle colonie nell’ora del bagno in mare. Dopo tutto ciò pensate che Pinati non avesse più tempo per coltivare le sue passioni? Sbagliato! Amava la musica e si esibiva con due strumenti: trombone
1950 – Festa degli Sposi. Da sin. Antonio e Maria Berni, Teresa e Giuseppe Copioli.
1943 – Piazzale Roma. Pinati con Anna Maria (sin) e Franca (dx).
l’Albero della Cuccagna. In molti si affannavano per raggiungere i premi messi in palio lassù in alto, industriandosi a neutralizzare la viscosità del palo per poterli agguantare. Quando anche i giovani più baldi e atletici desistevano, sudati e sfiniti, arrivava Pinati. Col suo “carico” di anni e la sua esperienza saliva agile e leggero... e non c’era scampo: salami, prosciutti e formaggi venivano staccati dai ganci e “volavano” tra le braccia delle sue figlie festanti per il bendidio in arrivo, fiere ed orgogliose del loro amato “babbo”.
Teresa e Giuseppe.
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la pagina di edmo vandi
La “Balera” Casa del Popolo
Art: De Grandis
Negli anni ‘60-’70 del secolo scorso, la “Balera” di Riccione era per antonomasia la “Casa del Popolo” (oggi Spazio Tondelli). Si ballava solo la domenica dalle ore 20 alle 23,30. Le ragazze venivano accompagnate (o meglio scortate) dalle nonne. Non le madri in quanto i mariti si erano accorti che queste ballavano più delle figlie (e spesso cuccavano!). Le nonne presentavano un vantaggio per le nipoti in quanto prima si riunivano in gruppo unendo i tavoli, si confidavano tutti gli accadimenti della settimana riguardanti le loro famiglie, i loro ghetti, con elencazione accurata di fidanzamenti, matrimoni ma, sopratutto malattie, poi verso le 22 e 15, le 22 e 20, dopo una serie di “bonanòte”, chinavano il capo fasciato dal fazzoletto nero alla araba, sul tavolo
Signor, fam veda sparì (finalmènt) l’erosioun da la Zona Sud dal Funtanèle... ...e dèp arcoimè pò azchènt ad ch’l’Alma Benedèta.
e si addormentavano lasciando così campo libero alle loro ragazzotte di limonare fino all’orario di chiusura. Nei periodi di Carnevale si eleggevano le miss dell’anno (titolo più ambìto: “Miss Casa del Popolo”) mentre il clou dell’inverno era il “Grande Veglione di Capodanno”, quando si potevano portare da casa ciambella, biscotti e torte varie. L’orchestra era di gran lusso. Per anni è stato di scena con tutto il suo fascino e il suo prestigio, il vero e originale complesso “Secondo Casadei e la sua Grande Orchestra”, allora ai primi squilli di “Romagna mia”. Ma ai giovani maschietti più intraprendenti il “coprifuoco” delle 23,30 andava stretto, per cui i più scapestrati prendevano il filobus e raggiungevano Rimini per lanciarsi nelle bolgie di formicai quali il “Floreal” (Via Marecchiese) e “Da Pagnòch” (vicino la Caserma Giulio Cesare) dove, pensate!, non solo si ballava fino alla mezzanotte, ma le ragazze (spesso ultratrentenni) arrivavano da sole e si trattenevano fino alla chiusura. Molte si lasciavano addirittura accompagnare
a casa con quel che ne seguiva. Questo significava perdere l’ultimo filobus delle 0 e 30 e tornare a piedi fino a Riccione, cosa che accadeva spesso ai volonterosi giovanotti nati negli anni ‘30-40 i quali, oggi ultrasettantenni (quei ancora vìv!) nelle notti insonni tipiche della vecchiaia, vanno col pensiero a quei tempi, nonostante tutto, felici e spensierati.
I rasunamènt per capì la vita L'è vintan ch'a sò spusèd e l'è vintan ch’à sò inamurèd dla stèsa dona. S’la l'ariva a savè la mi mej a sò arvinèd. Un rapinatòr l'è eun che un' ha e capitèl suficiènt per arvì una Bènca. Una volta eun che zcurèva da per lò ma la strèda l'era un vèc bacòch. Adès l'è tòt quej de "telefonino". Canè dè m'un pulétich al cève dla Cità... L'è mej cambiè la seratura. A sò pigre, an ho mai fat sport, l'ònica pasigèda a la fac mi funerèl di mi amigh ch'i feva sport. La maleducazioun. E "Galatèo" l'ha scrèt: "...evitarsi di molto sbadigliare con urla come asino".
www.taekwondoriccione.com
since 1978
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Tante medaglie per il Taekwondo Polisportiva Riccione I ragazzi del Taekwondo Riccione della Polisportiva del M. Roberto Betti hanno iniziato alla grande la nuova stagione 20172018 con la prima competizione il 16-17 dicembre a Pesaro alla Baia Flaminia, campionato regionale Marche CSEN di Taekwondo "Torneo di Natale". Erano presenti anche società dell'Emilia Romagna e Lazio con circa 400 iscritti a numero chiuso. Riccione portava tra adulti e bambini 33 iscritti. I risultati sono stati eccezionali tant'è che nella giornata di Domenica nello sparring (combattimento) si è aggiudicata la coppa come 2° società classificata per risultati ottenuti. Nella giornata di sabato, nelle poomsae, nella categoria bambini cintura colore podio per Simone Schiaratura, Allegra Marziali, Carlotta Rofrano, Milena Barbera e Stella Lishchynska e nei master cintura nera un ottimo bronzo di Maurizio Sanchi. Ma la vera sorpresa è stata domenica nel combattimento su 21 atleti in gara 14 ORI, 1 ARGENTO e 2 BRONZI, risultato veramente strabiliante! ORI per: Uguccioni Luna ,Betti Alice, Migani Federica, Bagli Martina, Barbari Filippo,Dionigi Alice, Montebelli Matteo, Magnani Alessandro, Barbera Milena, Lishchynska Stella, Neri Violanda, Comandini Rebecca, Cavalli Pietro, Nagy Riccardo. ARGENTI per: Gambuti Alessandro. BRONZI per: Noera Achille, Gambuti Giulia.
cimentarsi tutti i martedì sera dalle 20 alle 22 al corso di difesa personale da strada. Semplice da imparare intuitivo ed efficace con una parte di preparazione fisica adeguata per ogni evenienza, anche qui la possibilità di fare la prova gratuita.
Corpetto rosso Riccardo Nagy.
Il M. Roberto Betti si ritiene molto soddisfatto del risultato ottenuto e dell'impegno di tutti gli atleti, ringraziando anche il proprio D.T. Ottaviani Geo per sostenere sempre i nostri ragazzi in tutte le competizioni. il Taekwondo Riccione della Polisportiva vuole rammentare che i nostri corsi sono sempre aperti tutto l'anno ed è possibile fare prove gratuite e anche
Scuola EX Fornace corso TAEKWONDO Lunedì 16:50 (bambini 5-8 anni) - 17:45 (bambini 9-13 anni) 18:45 (ragazzi 14-17 anni) - 19:35 (agonisti-adulti) - 20:35 (adulti) Mercoledì 17:45 (bambini 9-13 anni) - 18:45 (ragazzi 14-17 anni) 19:35 (agonisti-adulti) Venerdì 16:50 (bambini 5-8 anni) - 17:45 (bambini 9-13 anni) 18:45 (ragazzi 14-17 anni) - 19:35 (agonisti-adulti) - 20:35 (adulti) Giovedì 20:00 (corso agonisti) Scuola via Martinelli Scuola via Martinelli corso DIFESA DA STRADA Martedì 20:00 (ragazzi 15 anni-adulti)
Insegnanti D.T. Ottaviani Geo 7° Dan M. Betti Roberto 6° Dan Istr. Uguccioni Luna 4° Dan Istr. Sacripanti Linda 4° Dan
Il mondo dei numeri
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Concorso: I Quadrati magici! I quadrati magici sono stati scoperti da Pitagora. Hanno valore esoterico e stabiliscono legami sacri tra i numeri, rivelandone la misteriosa alchimia. Il quadrato magico presenta varie combinazioni. Il totale di ogni colonna orizzontale, verticale e di ogni diagonale deve essere lo stesso. Portati come talismani, cuciti nei vestiti o incisi all’interno di un anello, servono a proteggere. Il più famoso è il Q. di Saturno, quello 3x3 con 9 unità che serve a dare oracoli. Si disegna il quadrato su un foglio oppure a terra e si lancia una moneta o un sassolino o un gettone. a seconda del numero che viene coperto chi fa la consultazione fornirà il presagio.
4
9
2
Per invogliarvi diamo qui una soluzione del Quadrato 9 (3x3).
3
5
7
Provate a risolvere il Q.16 (4x4) e il Q.25 (5x5)
8
1
6
mite posta, e-mail (redazione@famijarciune-
Soluzione= Totale di ogni linea, colonna e diagonale Quadrato
Pianeta
Soluzione Metallo
9
3x3
Saturno
15
Piombo
16
4x4
Giove
34
Stagno
25
5x5
Marte
65
Ferro
fonico (fisso o cellulare) entro il 15 febbraio 2018. I primi 50 solutori
36
6x6
Sole
111
Oro
di ogni quadrato riceveranno un libro sulla storia di Riccione ( tota-
49
7x7
Venere
175
Rame
64
8x8
Mercurio
260
Argento (lega)
81
9x9
Luna
369
Argento
e inviate la soluzione a Famija arciunesa trasa.org), pagina Facebook (Famija arciunesa)
oppure direttamente in sede, con nome cognome indirizzo e n° tele-
le 100 libri) che vi verranno recapitati al vostro indirizzo o potrete ritirare in sede: Via Montebianco 27, Casa colonica della Micia nel Parco della Resistenza - martedì, giovedì, sabato, dalle 16,00 alle 18,30. Per i quadrati 36, 49, 64, 81... rivolgersi ad un calcolatore.
Q.16 e Q. 25 in concorso
Q. 36
Esiste anche un quadrato magico con le parole. L'esemplare più antico è stato trovato a Pompei. E' composto dalla frase Q. 49
latina: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS = Il seminatore sul suo carro dirige con cura
Q. 64
le ruote. Gli occultisti ritengono che la parola TENET -tradotta con “regge”- sia il simbolo della croce che regge il mondo.
Q. 81
elenco premiati e soluzioni di tutti i quadrati nel prossimo numero.
famiglie Riccionesi
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di G.L.M.
Angelini Giuseppe “e Biènch” (1854) FIGLIO DI FELICE E VITTORIA BALDACCI EBBE 3 FIGLI:
Cesare (1881), Vittoria (1883), Agostino (1893) Giuseppe (1920) Massimo (1947) Nicola (1973) Perchè fu soprannominato “E Biènch” - Il Bianco Ai tempi di Giuseppe Angelini il mare infrangeva le sue onde sulla sabbia che arriva dove adesso c'è Viale Milano. Lì era stato eretto il muro di cinta della casa del suo piccolo giardino. Non era raro che con le mareggiate gli spruzzi più audaci bagnassero mura e finestre. Il buon Giuseppe, dopo vari mestieri divenne marinaio e cogollante. Al ritorno
na in un quadratino di sabbia nell’Abissinia (delimitato attualmente dai viali Milano, Gramsci, Ronchi e Bixio), ambiente ricco di dune punteggiate da rovi, pini e tamerici. Per potersela pagare dovette ricorrere al sistema di allora, andare a Roma a cercare lavoro. Partì con le scarpe a cavallo di una spalla (per non consumarne le suole) e la
Zona Centrale di Riccione nel 1884.
dalla pesca era solito ormeggiare di fronte a casa e legare la cima della barca ad una colonna del cancello. Poiché la vela era di un bel colore bianco, ben visibile, gli abitanti della zona notavano partenze e arrivi della barca e del suo marinaio e presero a dire: “L'è partì e Biènch...!”. “L'è ‘rtorne e Biènch...!” E' partito il Bianco...! E' tornato il Bianco...! E quello fu il soprannome per distinguerlo. Per sbarcare il lunario il buon Giuseppe si impegnò alacremente in vari mestieri prima di divenire “bagnino” con regolare concessione demaniale. Fu infatti, nel corso degli anni, bracciante, ortolano, coltivatore, manovale, cogollante, poveracciaro, pescatore di costa. Nel 1873 si costruì una camera e cuci-
bisaccia sull’altra. Dentro aveva i pochi averi personali compresi il cappello e l’abito per la messa. Tornava in primavera coi risparmi accumulati per saldare il conto delle botteghe e scalare il debito della casa. Qualche inverno cambiò luogo di lavoro, attratto da migliori prospettive di guadagno, spingendosi alle Tremiti e anche in Calabria. Da lì tornò con alcune arance, da donare ai figli, che mai le avevano assaporate. Una volta saldato il debito della casa, sospese le migrazioni invernali e si dedicò alla marina. Per ripulire la spiaggia ebbe in dono dall’amico “Paladèin” Silvagni un paio di stivaloni di cuoio alti alla coscia, adattissimi per muoversi tra rovi e spini. Vista la grande utilità
di quelle calzature le battezzò “Squènsamat”. Ossia “scansa ogni inciampo”. E venne anche il gran momento: il 16 Ottobre 1895, l’ottenimento della regolare concessione per condurre una zona di bagni al mare, rilasciata dalla Capitaneria di Porto di Rimini. Consisteva in 40 metri di allineamento baraccamenti, divisi in zona A (dove sistemò capanni di tela) e zona B per tende e pavimentazioni. Il documento originale è stampato su tela e mostra chiaramente che la spiaggia di Angelini segue, a partire da Viale Viola (ora Viale Maria Ceccarini), quelle di Del Bianco (con chiosco bar) e Manzi.
La famiglia di Cesare Angelini con ai lati due agenti della Presidenziale.
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libri
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Portami a Riccione La passione dei bolognesi per Riccione è cosa nota. Ma il periodo di massima esplosione di questo amore sono stati gli anni Sessanta e Settanta quando, sulle ali del boom economico, tutta la Bologna upper-class si spostava nella Perla verde dell’Adriatico per vivere avventure ancor oggi memorabili. Feste, gite, scherzi, giochi, discoteche: Riccione era uno stile di vita. Storie incredibili ma vere - illustrate da ottanta fotografie inedite - che ci catapultano in quei giorni intensamente vissuti dall’autore e dal suo gruppo di amici: un’epoca spensierata la cui unica dimensione era un magico, eterno presente. Franco Alfredo Sangiovanni (Camugnano, Bologna, 1942), ha lavorato alla Vimder film, società bolognese che produceva i Caroselli televisivi. È stato aiutoscenografo nel film Flashback di Raffaele Andreassi, presentato in concorso al XXII Festival di Cannes e aiuto regista di Pupi Avati nei suoi primi film. Nel 1970 lo ha assunto il Comune di Bologna, dove ha lavorato alla Galleria d’Arte moderna e alla Biblioteca dell’Archiginnasio. Per Pendragon ha già pubblicato nel 2016 il volume Andavamo da Zanarini, che ha costituito il suo esordio letterario. Le tradizioni, gli usi e i costumi che oggi conserviamo sono i prestiti dal passato di popoli che hanno travalicato i confini delle terre d’origine qualche millennio fa. Nonostante la prolificazione delle genti e la vastità dei territori abitati, il seme primigenio ha continuato a germogliare e a trasmettersi nei discendenti della stirpe indoeuropea. Per quanto ogni popolazione abbia conservato le tradizioni adattandole ai luoghi d’insediamento, resta il fatto che il mito o la leggenda da cui hanno preso corpo le consuetudini provengono dallo stesso seme. Noi siamo i continuatori di quella trasmissione. Dello stesso autore Roma - Impariamo a conoscere Roma antica - I ed. 2011 - II ed. 2012 Roma - I Cimiteri sotterranei - Le Catacombe - ed. 2014 Miti - Leggende - Storia dei popoli sul suolo italico nella Roma repubblicana - ed. 2015
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i scriv in dialet
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aRCIouN di Arnaldo Grossi
RICCIoNe
MoDI DI DIRe di Novella Zammarchi
Mi furis-cir quand chi ariva in Rumagna tènt chi vènga da e mèr o dla muntagna tat present come per inchènt, oh Arcioun bèla e acugliènta in tòte al stasoun.
Ai forestieri che arrivano in Romagna che vengano dal mare o dalla montagna ti presenti come d'incanto, oh Riccione sei bella e accogliente in ogni stagione.
us ha da vistì la spòsa? Si deve vestire la sposa? Spazientirsi aspettando una persona
In primavera quand i pèrch e i giardèin iè pin ad burdèl, fiur e chènt ad razulèin us respira t'l'èria un'atmosfera cuntènta che lat fa stè bèn e in pèsa sla gènta.
In primavera quando parchi e giardini son pieni di bimbi, fiori, canti di uccelli si respira nell'aria atmosfera contenta che fa star bene e in pace con la gente.
Sa che cul t'pò dmandè se Roma la è da vènd. Con quel culo puoi chiedere se Roma è da vendere. Si dice alla persona fortunata.
Po' e vin l'instèda e albèrgh e pensioun iè pin ad cliint chi vin da ogni nazioun ad dé tl'aqua de mèr a sguazè mèz nud o is stug-la sla spiagia ad sabia ad vlud
Poi viene l'estate e alberghi e pensioni si riempiono di clienti di tutto il mondo e di giorno sono nel mare mezzi nudi o si adagiano sulla spiaggia di velluto
e la sera te Centre l'è sempre una festa per tòt cal persoune che i vièl i calpesta tì sempre da ufrì sal mène e un gran còr pézza, gelato, quatre bal e tènt amor.
quand'è sera in Centro è sempre festa e per tutti quelli che i viali calpestano hai sempre qualcosa da offrire di cuore pizza o gelato o quattro balli e amore.
Po' e vin Sitembre s'un po' ad nustalgia te't salut j'utme ospit, adés is ni va via. Al foje al casca e tòte al piènte lis spoja te Arcioun tzì sempre bèla, te tzì gioia.
Poi ecco Settembre, un po' di nostalgia tu saluti gli ultimi ospiti che vanno via. Le foglie che cadono e le piante spoglie tu Riccione sei sempre bella, sei gioia.
E po' d'invérne quand tat indurmènt fra biènch pandalèt chi svulaza te vènt imbiènca la spiagia come fòs tota pana tpìs ad piò, agl'ènde lit da la nina-nana.
E anche d'inverno quando t'addormenti fra quei candidi fiocchi che svolazzano imbianca la spiaggia come fosse panna piaci di più, le onde fanno ninna nanna.
enzo Travaglini debutta con una raccolta di liriche molto interessanti che vengono ad arricchire il panorama riccionese, e non solo, di una voce importante. Il poeta viaggia sicuro, senza ricorrere ad alcun schema che appartenga al passato anche recente. E questa libertà si traduce in una vivacità creativa fremente. Una poesia chiara, senza fronzoli, dove le parole trovano lo spazio giusto e la misura giusta. La Romagna, specie nella seconda meta del secolo scorso, vanta
Isé tfè al budile stile. Così fai le budella fini. A chi risparmia a tavola e mangia poco assai. e tira a fè legna. Tira ad ammucchiare legna. Chi guarda solo ai suoi affari e non si preoccupa degli altri.
personalità poetiche di grande rilievo, da Tonino Guerra a Walter Galli, da Nino Pedretti a Tolmino Baldassarri, da Raffaello Baldini a Nevio Spadoni, da Gianni Fucci a Gianni Nadiani, da Gianfranco Miro Gori a Leo Maltoni. Enzo Travaglini, come ho gia avuto modo di dire, fa parte di quel manipolo di giovani realtà che si vanno distinguendo per qualità di scrittura e fedeltà al dialetto. Sicuramente, di loro, si sentira molto parlare in futuro (dalla nota di Gianni Fucci).
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La pagina del dialetto
40 di Giuseppe Lo Magro
Matrimonio e dintorni Marid= Marito, sposo - Tò marid/ Maridès= Prendere marito A) E mi marid, e mi spòs, e mi òm= Mio marito, il mio sposo, il mio uomo. Un strac ad marid= Uno straccetto di marito ( meglio che niente). Un marid sgrazid= Un marito sciagurato, fannullone. Che pori marid un sa dòv sbat al còrne per mantnila= Quel povero marito non sa come fare per mantenere i vizi della moglie. Maridès una volta, pacinza. Ma dò l'è da mat= Maritarsi una volta, pazienza. Ma due è da matti. Davanti ad un acquisto problematico per il prezzo troppo alto. Un gnè vèrs da maridès= Non c'è modo di maritarsi. A) Tachè sò e brèt= Appendere il berretto. Sposare una donna ricca e farsi mantenere. In cucina Ho maridè cla mnèstra sa dò fasul= Ho mescolato quella minestra con due fagioli. Ho maridè cla muliga ad chèrna sa dò gòb= Ho aggiunto a quel po' di carne due cardi. Mèj= Moglie, sposa - Tò mèj= Prendere moglie A) Il marito che non sopporta il nome “moglie” così si esprime (poco rispettosamente) Quèla ca ho ad chèsa= Quella che ho in casa. Cla dona ch'la vìn a durmì sa me= Quella donna che viene a dormire con me. La mà di mi fiul= La madre dei miei figli. Ma ci sono anche i riconoscenti S'an avés la mi mèj a chèmparia ti bdèc= Se non avessi mia moglie vivrei tra i pidocchi. La bona mèj la fa e bon marid= La brava moglie fa il marito bravo. Consigli degli amici al bar La mej e las-ciopa in s’impresta mai= La moglie e il fucile non si prestano mai. Tè tòlt mèj, ta'tzì tòlt de mènd= Hai preso moglie, sei uscito dal mondo. Ma chèsa tua l'è la tu mèj a purtè i calzoun= A casa tua è la moglie a indossare i calzoni. Us è tajè i maroun per fè dispèt ma la su mej= Si è tagliato i testicoli per far dispetto a sua moglie Spòs-te, che dèp as divartém= Sposati che dopo ci divertiamo (noi, amici, con la sposina). La mèj la è come la siva. Fat e bus tòt i pasa= La moglie è come la siepe. Fatto il buco tutti passano In campagna A j'ho la mèj tla paja= Ho la moglie nella paglia. (Il marito con la puerpera in casa) B) A j'ho la mèj sl'arola= Ho la moglie sotto il camino. (Ho la moglie con le prime doglie) Spusalize= Sposalizio, matrimonio, nozzE - Spusès= Sposare, sposarsi L'ha spusè un marescial, un carabignir= Ha sposato un maresciallo, un carabiniere. B) Purèin, l'ha tòlt marid= Poverino, ha preso marito. (All'uomo che sposa una donna in carriera e quindi lui non potrà “comandare”. L'ha spusè vaca e vidèl= Ha sposato vacca e vitello (Chi sposa una vedova con figlio. Oggi può essere anche una divorziata con figlio....o una ragazza madre). St'an ti spòs tan cnès e bèn, s'tat spòs tè fnì da stè bèn= Se non ti sposi non conosci il bene, se ti sposi hai finito di stare bene! (Come si fa, si sbaglia!). I s'è spusè te scur= Si sono sposati a notte fonda, all'alba. Di nascosto da tutti, probabilmente con lei incinta. Una volta era una vergogna. I s'è spusè sèta e figh= Si sono sposati sotto il fico. Chi vive “more uxorio”, senza matrimonio civile o religioso. Se litighi con qualcuno e non concludi un affare, puoi sempre dire: C) Ciò, an t'ho mènga spusè!= Oh, non ti ho mica sposato. Non ho obblighi! Saggezza femminile La ragaza quand l'ariva mi zdòt, la ha da smèt ad sugnè, las ha da maridè= La ragazza quando arriva ai diciottanni deve smettere di sognare, si deve maritare Disèt, zdòt. znòv, vint, che sia bèl o gnint= Diciassette, diciotto, diciannove, venti, che sia bello o niente. A quell'età si può “pretendere”. Vintoun, vintidò,vintitrè, vintiquatre, ciapa quel ch'ui iè= Ventuno, ventidue, ventitre, ventiquattro, prendi quello c'è. Intènt che al bèle agl'iè guardède, al bròte agl'iè spusède= Intanto che le belle sono guardate, le brutte sono sposate. (Se aspetti troppo...perdi il tram) Andè a fè e lèt ma la spòsa= Andare a fare il letto alla neo-sposa Una volta erano le amiche nubili o vergini a prepararlo. (...forse per buon auspicio!) Un gnè badilac ch'un trova e su mangac= Non c'è badile vecchio che non trova il suo manico (Anche la donna brutta trova il suo pari....per fortuna dell'una e dell'altro!) La prèima roba che i ha da fè dò spus... l'è da mèt un pèz ad chèrna t'un bus= La prima cosa che devono fare due sposi.. è mettere un pezzo di carne in un buco. (Cioè...il dito nella fede nuziale.....cosa stavate pensando...maliziosi!) Spòsa bagnèda, spòsa furtunèda= Sposa bagnata, sposa fortunata. (Chissà chi l'avrà inventata?) C)
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