FA maggio/giugno 2019

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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. Direttore Responsabile: Giovanni Cioria - Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco 27 - Tel. 0541 643884 Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio - Grafica: Composet Riccione

Anno XXXVII - n° 3 -

MAGGIO/GIUGNO 2019

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di Adriano Prioli

Un sottopasso pieno di amarezza! La mia “battaglia” per ottenere che il sottopasso ciclopedonale Viale Maria Ceccarini- Ferrovia avesse i giusti requisiti di circolazione, fruizione ed estetica è cominciata nel 2008 col sindaco Daniele Imola. Al tempo ero consigliere indipendente nei DS, partito di maggioranza, e riuscii a far cambiare il progetto del TRC che prevedeva l’attraversamento IN SUPERFICIE da parte di pedoni e ciclisti, con possibilità di incidenti facilmente immaginabili, ma da altri non valutati preventivamente. Poi mi sono scontrato con altri progetti non ottimali, in ultimo con quello dell’attuale amministrazione condotta dal sindaco Renata Tosi che, contrariamente a quanto fanno tutti, cioè abbattere il vecchio per ampliare gli spazi, qui ha fatto il contrario. Nel disegno sotto riprodotto, sono evidenti le notevoli STORTURE che creano disagi alla circolazione col restringimento della sede stradale e ostacolano la visuale. In sintesi: 1) Demolizione di 30 metri di marciapiede per costruire una rampa, mentre si potevano salvare (insieme a tante piante) facendola nel parco. 2) Restringimento di Viale delle Magnolie che da 12.00 metri passa a 7.00, diventando un budello strozzato tra un muretto e una ringhiera. 3) Riduzione della visuale CeccariniMagnolie- Ferrovia con la costruzione del muretto della rampa di entratauscita così in avanti. 4) NON C’E’ LA ROTATORIA, unico valido sistema per la fluida distribuzione del traffico. Storture che nel mio progetto non esistono. Mi rimane quindi una grande AMAREZZA nel vedere una parte vitale della nostra Riccione orribilmente DETURPATA. Amarezza accresciuta dal ”SILENZIO” di TANTI (Forze politiche di maggioranza e opposizione, categorie economiche, associazioni) che DOVREBBERO rappresentare la città e adoperarsi con tutte le forze nella difesa dell’ambiente e nel miglioramento delle opere pubbliche.

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viale ceccarini-ferrovia

PROGETTO AMMINISTRAZIONE TOSI

PROGETTO GEOMETRA ADRIANO PRIOLI

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libri ritrovati

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di Davide Bagnaresi

Un piacevole rinvenimento del progetto “Riccione identità di spiaggia”: Lembi d’Anime, un romanzo del 1918 dedicato alla spiaggia di Riccione. Sfogliando vecchi giornali capita talvolta di essere incuriositi da notizie all’apparenza prive d’interesse, ma che in realtà celano qualcosa di dimenticato da tempo. È il caso di un articolo che, apparso in una rivista balneare locale del 1919, comunicava ai suoi lettori la recente pubblicazione di un romanzo ambientato a Riccione dal titolo Lembi d’Anime. L’opera non fu un best seller né, probabilmente, la lettura più in voga della stagione estiva riccionese 1920… tuttavia gli ingredienti tipici dell’epoca c’erano tutti: un amore platonico nato in riva al mare, la vita di spiaggia sotto le tende, una mareggiata, il bagnino, il ritrovo al caffè Zanarini e le feste all’Hotel Amati. Protagonisti sono Renato Verni, scrittore in vacanza a Riccione e Lucilla Daniente, figlia di un imprenditore comasco caduto in disgrazia. Lei, contessa, è però sposa e madre di due figli. La profonda amarezza della partenza da Riccione verrà solo in parte colmata da entrambi per mezzo di una fitta corrispondenza. Il caso li farà incontrare nuovamente ma morale e senso del pudore d’inizio secolo manterranno l’amore – come si è accennato – soltanto a un livello platonico. Dettagli nel testo e la descrizione di alcuni tratti di vita mondana lasciano supporre che l’autore sia stato un membro della sempre crescente comunità di bagnanti che si era affezionata al piccolo borgo sul mare. Il suo nome è Mario Crugnasca, scrittore oggi poco noto ma in passato romanziere poliedrico, capace di spaziare dalla commedia alla letteratura sino alla composizione di guide turistiche dal sapore goliardico. Lembi d’anime ebbe una seconda ristampa nel 1922, ma di questa o di successive promozioni non si trova traccia nella stampa locale. Il romanzo, forse perché specchio di una società e di una cultura che andava scomparendo, si perse così dalla memoria. Rinvenuto a oramai un secolo di distanza dalla sua pubblicazione, lo studio di Lembi d’Anime si rivelerà tuttavia

assai utile al progetto “Riccione identità di spiaggia”: progetto – cofinanziato dal Comitato promotore “Identità di spiaggia” (che racchiude tutti i bagnini riccionesi) e dall’Amministrazione comunale – che prevede la stesura di un dossier di candidatura da presentare all’Unesco il prossimo anno, finalizzato al riconoscimento delle conoscenze, degli usi e delle pratiche di spiaggia riccionesi come patrimonio culturale intangibile.

REDAZIONE Direttore Responsabile: Giovanni Cioria • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Francesco Cesarini • Hanno collaborato: Dante Tosi (archivio), Lorenzo Scola, Adriano Prioli, Roberto Betti, Augusto Bacchiani, Gianni Magrin, Eraldo Baldini Alessandra Prioli, Edmo Vandi, Fabrizio Serafini, Marco Travaglini, Cinzia Pecci, Davide Bagnaresi • Foto: Pico e Gianni Zangheri • Pubblicità: Tel. 339 5019846 • Grafica e impaginazione: Studio Grafico Composet Riccione: 339 5019846• Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio S.r.l.

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La redazione di F.A. ultimamente ha ricevuto alcune richieste di spiegazioni in merito alla circolazione dei veicoli nella nostra città. Certe situazioni risultano incomprensibili... E’ di pochi giorni fa una inversione di circolazione assai discutibile. Andando verso Cattolica da Viale Lazio per entrare in Corso F.lli Cervi si poteva girare nel vialetto che fiancheggia Piazza Igino Righetti. Ora non più. Bisogna andare in Via Anzio e giungere ad un incrocio già trafficato e oltretutto con visibilità limitata causa il Centro Arti figurative da un lato e l’edificio con attività commerciale dall’altra che hanno solo un minimo marciapiede fruibile dai pedoni. Mi sembra che così si crei pericolo, lunghe code e, a quel che vedo passandoci, nessuno transita da Corso F.lli Cervi a Via Lazio attraverso il vialetto. Si complicherebbe la vita per andare sulla Circonvallazione, raggiungibile più facilmente prendendo Via Cassino. Distinti saluti. Paolo Fabbrucci Dovendomi recare al Liceo Scientifico Volta, da Viale Castrocaro mi sono immesso in Via Piacenza che in fondo ha un bel divieto di accesso e l’obbligo di girare a sinistra in Via Ferrara. Al primo incrocio – Via Riolo Bagni - pensavo di poter voltare e raggiungere l’ingresso della scuola. Non è possibile, anche lì c’è un divieto di accesso e così ho proseguito sino a Via Cattolica. Due volte a destra e poi, percorsa tutta Via Salsomaggiore, eccomi arrivato. Mi è sorta spontanea una domanda: “Perchè allungare di duecento metri il tragitto verso il Liceo? Perchè il divieto in Via Riolo Bagni? C’è una valida motivazione o è stato sistemato senza un minimo di riflessione?” Grazie, Francesco Di Luigi Il signor Alfredo Mazzoni invece segnala una sparizione degna del mago Casanova. Secondo la mappa della Città di Riccione, edizione 2018, in zona Marano dovrebbero esserci Piazzale Ada Negri e i Giardini Andersen; racchiusi tra la Ferrovia e i viali Albertazzi, Panzini, Angeloni. Al loro posto c’è un modernissino albergo.

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la nostra storia - 90 anni fa

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di Giuseppe Lo Magro

Estate 1929. Già si pensava ad una Z.T.L. L’estate 1929 a Riccione viene annunciata con entusiasmo ai quotidiani. Il direttore del Comitato di Soggiorno e Cura Valfredo Montanari, il primo di Giugno, sottolinea la cospicua presenza di turisti stranieri provenienti da Austria, Cecoslovacchia e Ungheria, alloggiati negli alberghi e nelle pensioni affacciate sul mare. In spiaggia le tende sono ben allineate e gli sdrai strategicamente posizionati per offrire relax; in riva le barche dalle vele colorate sono pronte per gite al largo e propongono sole caldo e sane nuotate in acque limpide e fresche; nei viali ombrosi ricchi di aiuole olezzanti si gode la frizzante aria marina; i ritrovi affollati espongono listini ricchi di goloserie e locandine che illustrano spettacoli di ogni genere. E tra poco arriveranno anche gli italiani a incrementare presenze in costante lievitazione. Per accogliere al meglio tanti apportatori di

benessere l’Amministrazione comunale e l’Ente turistico hanno approntato regolamenti di spiaggia (tariffe, servizi, sorveglianza, pulizie); di cura del verde pubblico e privato coinvolgendo proprietari di ville ed esercizi; di decoro

Il ritrovo per eccellenza della colonia dei villeggianti e della Riccione più in vista fu il Zanarini. Impiantato sul viale principale della Marina per seguire la clientela bolognese in vacanza fu il primo locale non stop della riviera: a mezzanotte si cambiavano velocemente le tovaglie colorate con le bianche da ristorante e si iniziava a servire tortellini e lasagne. Al mattino ritornava bar e poi sala polivalente per gli amanti della musica e del ballo.

in case da affittare ( da imbiancare e arredare); di igiene in ville, pensioni e alberghi (sostituzione dei pozzi neri con vasche biologiche). Poi Riccione affronta anche il problema del traffico dei veicoli, sempre più numerosi, apportatori di rumori e scarichi maleodoranti. Viene emanata un’ordinanza municipale (Riccione è tra le prime stazioni balneari d’Italia a farlo) per disciplinare tanto movimento che sta divenendo caotico e “anarchico”. Sono istituiti vari sensi unici e divieti e i veicoli pesanti (oltre i sei quintali) non possono transitare per Viale Maria Ceccarini (tratto tra ferrovia e spiaggia) e neppure nel primo tratto di Viale Dante e in Viale Roma (ora Gramsci) nel tratto Ceccarini – Martinelli. Come si può notare, i viali interessati sono quelli del passeggio e del divertimento. E’ un dato di fatto che il turista deve ammirare le vetrine, godersi una bibita o un gelato, entrare e uscire dai ritrovi senza intralci e pericoli. La vacanza tranquilla e serena è sacra!


Amarcord i giugh a mareina... Tratto da: Burdel d’Arcioun di Giuseppe Lo Magro

Giochi, passatempi, birichinate, sport, racconti. Dai primi del ‘900 al boom economico Ed. Famija Arciunesa 2017 - pag. 128 Carriole in legno per trasporti “eccezionali”.

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Lezioni di “Smèinacul”.

Sognando grandi impre

se sportive.

Pesca collettiva con lo “Spuntello”.


eventi in arrivo

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di Nives Concolino

Un’estate tra cinema, danza e musica Con una schiera di attori e registi di primo piano, anche quest’anno Riccione accende i riflettori su Cinè, giornate estive del cinema. La nona edizione, che richiamerà almeno duemila addetti del settore, si terrà dal 2 al 5 luglio al palacongressi. In programma prime visioni dei film in uscita tra autunno e inverno, happening e presentazioni dei trailer con la presenza dei produttori cinematografici, protagonisti e registi dei quali a breve sarà svelato il nome. Grande attesa per il CinèCiak d’oro, premi riservati a film e protagonisti che si sono contraddistinti durante l’anno. Nell’ultima edizione, l’Absolute comedian è stato assegnato a Vincenzo Salemme, la direttrice Piera Detassis ha poi consegnato i Ciak d’oro agli attori Maurizio Nichetti, Sabrina Impacciatore, Lucia Ocone, Diana Del Bufalo e alla coppia Maria Pia Calzone e Massimiliano Gallo. Tra gli altri appuntamenti collaterali di Cinè, patrocinato dal Comune, spiccano Ciné Max, serate di cinema gratuito all’aperto e il CinéCamp organizzato con il Giffoni Film Festival per gli under 16. In previsione, come annuncia il patròn Remigio Truocchio, quattro giorni di proiezioni dei migliori film, introdotti dai facilitator del festival, incontri con attori e registi, laboratori sull’uso di Instagram per promuovere un film attività, sul funzionamento della telecamera e regia televisiva, poi attività ludiche in spiaggia, visite ai parchi tematici e set cinematografici, nonché eventi guidati da facilitator e supervisor del Festival (dettagli su www.cinegiornate.it ). Dal 15 al 19 luglio al Palazzo del Turismo e al Palacongressi torna anche Riccione estate danza. In arrivo centinaia di ballerini che, con una quarantina di docenti e coreografi di fama internazionale, seguiranno 90 lezioni di danza classica, modern, contemporary, hip hop, laboratori e contest. Tra i momenti di spettacolo pubblico, il 17 alle 21 in Piazzale Ceccarini, la sfida hip hop nel battle freestyle dei giovani streedancers e il 18 il Dancexperience.

LA FOTO PIU “CLICCATA”

Dal lunedì al venerdì campus Cruisin’ per under 14 weedance e Riccione estate danza per over 14. Dopo questa edizione la Cruisin annuncia che abbandonerà Riccione. La richiesta avanzata dal patròn, Ennio Tricomi al Comune per avere il palacongressi gratis per l’appuntamento estivo e per quello invernale, non ha avuto riscontro. Per l’estate viene offerto il Playhall, che per le attività da svolgere, come rimarca l’organizzazione, “non è affatto idoneo”. Musica. La colonna sonora dell’estate riccionese anche quest’anno sarà affidata a Radio Deejay che con il Solleone sarà presente in Piazzale Roma. Il cartellone delle esibizioni live, a cura del direttore Linus, prevede le dirette radiofoniche dal Summer Studio ed eventi musicali intervallati al contest Deejay on stage, talent dedicato alle band e ai cantanti. In definizione le serate con band e singoli cantanti. Tra i numerosi appuntamenti estivi c’è anche la, che si terrà dal 20 e 21 luglio al porto canale.

Lettere al Direttore

Pico in compagnia di Pelé e Haller.

Famija Arciunesa Se Ami Riccione visita la nostra pagina. Foto, notizie, aneddoti e curiosità!

A proposito di edifici abbandonati e di incerta destinazione futura (Giornale della Famija Arciunesa n° 4 di Sett./Ott. 2018), vorrei proporre l’idea di utilizzare l’edificio degli ex Uffici Enel (e relativo ampio piazzale) quale Stazione d’autobus per il servizio alla città e all’entroterra. La sua vicinanza alla stazione ferroviaria e al capolinea della nuova metropolitana di costa e la soppressione della linea filoviaria sulla litoranea, ne fanno un’area preziosa per lo scopo. Cordiali saluti. Augusto Bacchiani


sondaggio

di Nives Concolino

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Viale Ceccarini: auto sì, auto no... Bocciato il ritorno delle auto in viale Ceccarini. Il sondaggio di Famija Arciunesa, svolto lo scorso aprile sulla pagina ufficiale di Faceebook, cassa il ritorno delle auto nel “Salotto” di Riccione. Alla domanda: “Sei favorevole o contrario?”, su 297 partecipanti, il 77 per cento ha espresso una netta contrarietà al ritorno del traffico, con la convinzione che Viale Ceccarini e le vie limitrofe del centro debbano rimanere zona pedonale. Dice invece si il restante 23 per cento.

ad estendere l’isola pedonale a tutto il quadrilatero compreso tra il porto, Viale Cesare Battisti, ferrovia e spiaggia. Riattivare la viabilità per molti significherebbe anche minor sicurezza per le attività spesso nel mirino dei malviventi. Al di là degli operatori della zona, esprimono il loro dissenso gli ambientalisti certi del fatto che: “Far tornare le auto sia una scelta antiecologica e antistorica, contraria alla salute umana, nonché dannosa per l’immagine di Riccione. Decreterebbe la morte del viale sotto il profilo ambientale, diminuendo anche l’appetibilità commerciale”.

Foto di Rosita Fabbri Nicoletti da “La Mia Riccione”

Le ragioni del no In larga parte i negozianti bocciano il ritorno dei veicoli perché convinti che questa scelta non porti alcun giovamento al commercio e perché certi che turisti e riccionesi cerchino sempre più la tranquillità in luoghi salutari non compromessi dallo smog, soprattutto quando si fa shopping o si sorseggia un caffè al bar. Così c’è chi come il presidente del consorzio d’area di Viale Ceccarini, Maurizio Metto sarebbe piuttosto propenso

t

I motivi del sì Chi assume questa posizione ritiene che le auto potrebbero circolare nella zona a traffico limitato soprattutto d’inverno nei giorni infrasettimanali, vale a dire dal lunedì al giovedì/venerdì, quando il centro diventa deserto e le attività non battono chiodo. Nei mesi freddi si ritiene che l’isola faccia soffrire il viale. Come osserva Elio Tononi del Victor, riattivare il traffico sarebbe fantastico e contribuirebbe a far tornare in auge il “Salotto”. Quando passavano le auto, ricorda “Viale Ceccarini era una passerella per gli uomini che facevano la spola per mostrare le loro belle auto e per le donne che sfilavano in pelliccia. Ecco perché il viale dev’essere multifunzioni”.

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amici che se ne vanno

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di Nives Concolino

Ciao Elza, mamma di Annyka Brandi Elza Massari, 89 anni, è scomparsa a fine marzo. Con il dolore nel cuore, ma con tanta fede e speranza, se n’è andata in cielo ad abbracciare la sua unica e prediletta figlia, Annyka Brandi, la studentessa universitaria rimasta uccisa nella galleria di San Benedetto Val di Sambro (la più lunga d’Italia), il 23 dicembre 1984, nell’attentato dinamitardo al rapido 904 Napoli-Milano. Il 9 maggio 2011, aveva perso anche l’inseparabile marito Renato, 83 anni, deceduto all’indomani di quella messa che aveva chiesto di dedicare ogni anno, nella chiesa della Pentecoste di Riccione, in suffragio dei ragazzi scomparsi per malattie, incidenti e disgrazie, come la sua Annyka. I Brandi erano infatti molto credenti e praticanti, non mancavano mai alla messa domenicale. E’ stata proprio la grande fede in Dio a dar loro la forza e il coraggio necessari per continuare a vivere dopo quell’immane tragedia che ne ha segnato la vita fino alla fine con Annyka sempre presente in ogni pensiero. Un amore forte e indistruttibi-

le, custodito nel cuore e in quella sua stanzetta, con foto e quadri dipinti da lei, dove tutto è rimasto come prima della strage di Natale, che causò 17 morti

e 267 feriti. Strage che replica un altro attentato criminale, quello dell’Italicus, e che apre la sanguinosa scia di attentati degli anni Novanta. Elsa e Renato hanno finanziato borse di studio e premi per i giovani, con l’intenzione di “promuovere la cultura dell’amore e della pace contro l’odio cieco della mafia e del terrorismo”. Non era casuale il sostegno al Premio nazionale di poesia “Riccione Satyagraha” che la Cooperativa culturale giovanile Comunità aperta di Riccione, ispirandosi al Mahatma Gandhi, per anni ha dedicato alla non violenza e alla stessa Annyka. A lei il Comune ha poi dedicato la scuola elementare di viale IV Novembre. Anche se con il cuore affranto, Elza con il suo caro Renato ha incoraggiato tanti genitori, è stata un autentico esempio di fede cristiana, onestà rettitudine e bontà. Le sue spoglie, dopo le esequie celebrate nella chiesa della Pentecoste da don Giorgio Dell’Ospedale il primo aprile, sono state trasferite nel nuovo camposanto di Riccione.

Addio al cardiologo Enea Delbianco, il bagnino ragioniere Pietro Bevilacqua

Lutto nel mondo della medicina. Lo scorso 5 aprile, a 77 anni, è scomparso il cardiologo Pietro Bevilacqua per circa trent’anni in forze all’ospedale di Riccione. Nato a Lunano (Pesaro-Urbino) il 26 giugno 1941, era arrivato al “Ceccarini come aiuto medico a tempo pieno e determinato in Medicina generale, il 12 luglio del 1971 era poi diventato aiuto corresponsabile ospedaliero in Medicina interna, finché dal 1994 è stato dirigente di primo e di secondo livello. Una carriera quasi trentennale, ultimata all’inizio di gennaio del 1999 con il suo pensionamento. Bevilacqua, che lascia la moglie Laura, come ricordano alcuni colleghi era di carattere allegro, molto socievole e appassionato al suo lavoro.

Con la proverbiale ospitalità romagnola, per una vita ha accolto in spiaggia migliaia di turisti, semplici villeggianti, ma anche personaggi della musica e dello sport. Enea Delbianco, concessionario del Bagno Vittorio, zona 67 sul Lungomare della Repubblica, se n’è andato per sempre lo scorso 7 aprile, giorno del compleanno della moglie, Ilse Kinderman, conosciuta in piscina a Vienna 60 anni fa. Nato a Riccione il 3 Febbraio 1934, pur avendo un lavoro garantito sull’arenile, aveva studiato fino a diventare ragioniere. Ma la spiaggia è rimasta nel suo Dna, ereditata dal padre Vittorio, che aveva aperto il bagno nel 1943, ed Enea non l’ha mai lasciata. Figlio unico, colto ed eclettico, trascorreva sempre l’inverno all’estero e per due volte, agevolato dalle lingue che ben conosceva come il francese, l’inglese, il tedesco e lo spagnolo, ha fatto il giro del mondo. Così lo ricorda il figlio Francesco: “Era un uomo di mondo, una persona pacata, un po’ all’antica, un signore di altri tempi. I viaggi erano la sua grande passione, amava la buona cucina e la sua squadra del cuore, la Riccione Calcio. Lo conoscevano tutti, anche perché con la sua bicicletta passava ogni giorno dai bagnini per chiacchierare. Era infatti amico di tutti, una persona che si era fatta volere bene. Amava la spiaggia in maniera morbosa, tant’è che ci veniva ancora per accogliere i clienti e rastrellare

la sabbia, non vedeva l’ora che venisse l’estate per dormire nella casetta”. Proprio nel suo bagno Enea, che oltre a Francesco lascia pure la figlia Cristina, ha accolto volti famosi, che soggiornavano all’Hotel Promenade di Gabriele Fabbri, come Sergio Endrigo, Maria Teresa De Filippis la prima donna pilota che ha corso in Formula uno, campioni di superbike, di motociclismo e calciatori come Vieri e Inzaghi. Teneva tanto ai suoi bagnanti, alla loro comodità, non è un caso che nel secolo scorso il suo bagno (66 e 67), assieme al 17-18 sia stato il primo ad adottare i lettini con il tettuccio per ripararsi dal Sole. Allora si affittava per cento lire.


novità in spiaggia

di ni.co.

Musica, orari e chiringuiti

Cambiano gli orari della musica in spiaggia e l’apertura mattutina di bar e stabilimenti balneari. Nuovo regolamento per i chioschi e posticipo di una settimana per lo smontaggio delle attrezzature. Sono le novità della stagione balneare 2019, tutte da collaudare. Musica Le integrazioni all’apposito regolamento, che fanno seguito alle rimostranze degli ultimi anni, quest’estate nei weekend consentiranno di diffondere la musica fino alle 2,30 al Marano e all’Abissinia. In sintesi: per gli stabilimenti balneari le serate d’intrattenimento musicale concesse, passano da una a settimana a dieci al mese. Vengono inoltre uniformati gli orari di diffusione musicale tra gli esercizi pubblici della zona mare e il resto della città. Con apparecchi elettroacustici o live la musica è concessa dalle 20,30 alle 00,30 nei giorni feriali, e fino all’una di notte il venerdì, sabato, domenica e nei giorni prefestivi e festivi. Al Marano e nella zona sud nel tratto compreso tra i bagni 23 e 50, l’orario della musica è fissato dalle 17 all’1,30 di notte dei giorni feriali e fino alle 2,30 dal venerdì alla domenica. Apertura mattutina di stabilimenti balneari, bar, chioschi e ristoranti L’ordinanza anticipa l’apertura, ai concessionari si chiede di essere operativi “almeno alle 7,30”. Di fatto a quell’ora i bagnini in genere sono già tutti sul posto, al contrario finora c’era il problema di alcuni pubblici esercizi, soprattutto quelli che chiudono a notte fonda e rialzano le

serrande a sole alto, tra i mugugni di chi vuole fare colazione in spiaggia. Smontaggio attrezzature La modifica apportata all’ordinanza balneare del 2019 posticipa di una settimana la rimozione di tende, ombrelloni, gazebo e altro, fissando una nuova data: l’8 settembre. Da questo giorno lo smontaggio potrà essere graduale, ma prima non si toglie niente. La decisione è stata assunta in base all’ordinanza regionale che consente ai Comuni di incrementare la qualità dell’offerta turistica con una propria ordinanza integrativa. Chiringuiti L’apposito regolamento comunale prevede che nel caso di gestione in forma societaria o di accordi contrattuali, ossia nel caso in cui gli operatori siano titolari della concessione di un bar-ristorante e dello stabilimento balneare, questi ultimi possano chiedere la concessione di piccoli chioschi a monte della passeggiata. Per costituire una società tra bagno e pubblico esercizio, ogni bagnino deve proporsi in via preliminare al barista/ristoratore più vicino. Il diritto di prelazione prevede che nella comunicazione inviata tramite posta certificata, siano indicate le condizioni alle quali la società di gestione deve essere costituita. Ogni pubblico esercizio presente sull’arenile può costituire società di gestione o fare accordi contrattuali con un massimo di quattro stabilimenti balneari. Lo stesso diritto di iniziativa contrattuale è riconosciuto al titolare di pubblico esercizio presente sull’arenile.

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Spiagge libere per Fido Anche Riccione apre alcune spiagge libere ai bagnanti accompagnati da Fido, ma solo nelle ore consentite per il bagnetto. Oltre alla fascia serale già sperimentata, dalle 19 al tramonto, se ne prevede un’altra dalle 6 alle 7,30. Gli arenili prescelti, che all’inizio si pensava di dedicare ai cani per l’intera giornata, sono quelli prospicienti ai piazzali Roma (in centro), San Martino (all’Abissinia), e Allende (al Marano). Anche gli stabilimenti balneari con un’area attrezzata per quattro zampe possono chiedere al Comune la balneazione per gli animali.

Il bagnino dovrà identificare il percorso per raggiungere il mare e l’area riservata al bagno degli animali, che dovranno essere sempre accompagnati dal proprietario. L’ordinanza balneare comunale, rivista dall’assessorato al Demanio, anticipa le leggi nazionali sollecitate dagli animalisti. Obiettivo: far fronte alla crescente esigenza dei turisti in vacanza con i propri amici a quattro zampe. Non a caso su idea dell’Aia, con Hospitality Mood e l’associazione “E l’uomo incontrò il cane K.Lorenz”, è nato Riccione Pet, consorzio di hotel, ristoranti, spiagge e negozi, che tra gli operatori annovera pure singoli bagnini, tra i quali Fausto Ravaglia, attrezzati di particolari servizi, come l’idromassaggio per cani. ni.co.

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Seabin il progetto volvo

Salviamo il mare dalla plastica Dopo che lo scorso anno la filiale italiana di Volvo aveva sposato la causa del progetto LifeGate PlasticLess per la riduzione delle plastiche nel mare ed effettuato la posa di tre dispositivi Seabin (nei porti di Marina di Varazze, Marina di Cattolica e Venezia Certosa Marina), nel 2019 il progetto si amplia quest’anno coinvolgendo anche Riccione. E’ stato installato infatti nel porto della Perla verde Seabin, il dispositivo utilizzato nell’ambito del progetto LifeGate PlasticLess per la raccolta dei rifiuti galleggianti e particolarmente efficace in aree come i porti, all’interno dei quali convergono i rifiuti scaricati in mare. Un dispositivo è in grado di catturare dalla superficie dell’acqua circa 1,5 chilogrammi di detriti al giorno, ovvero oltre mezza tonnellata di rifiuti all’anno comprese le microplastiche fino a 2 millimetri di diametro e le microfibre fino a 0,3 mm, sempre più diffuse e pericolose. Trovandosi nel sale marino e venendo ingerite dai pesci, le microplastiche entrano nella nostra catena alimentare. Il dispositivo è stato installato grazie al sostegno della concessionaria Volvo Mothor – la prima a dare la propria adesione all’estensione del progetto LifeGate PlasticLess – è la sensibilità alle tematiche ambientali propria del titolare Marco Ciavatta, esempio virtuoso di imprenditore attivo sul proprio territorio. Proveniente da una famiglia che opera nel settore dell’auto fin dal 1964, Marco Ciavatta è entrato a far parte della rete ufficiale Volvo nel febbraio 2018, ottenendo immediatamente risultati in linea con i migliori trend espressi dal marchio e continuando una tradizione che vede Volvo presente a Rimini sin dal 1985. “Quando Volvo Car Italia mi ha proposto di aderire al progetto dei Seabin, ho accettato con orgoglio ed entusiasmo”, dichiara Marco Ciavatta, titolare della concessionaria Volvo Mothor di Ri-

Amor di patria

mini. “Sono nato e vivo a Riccione, amo la mia spiaggia e il mio mare ed il tema dell’inquinamento mi sta particolarmente a cuore. Come imprenditore sono particolarmente vicino alle tematiche etiche di Volvo, da sempre attenta all’ambiente e alla sicurezza. Apprezzo il fatto che i valori del marchio che rappresento si tramutano sempre in azioni concrete. E sono particolarmente riconoscente che Volvo abbia guardato anche al nostro mare Adriatico per questa iniziativa.” “Il nostro company purpose è ben definito: Freedom to Move in a Personal, Sustainable and Safe way,” afferma Chiara Angeli, Direttore Sales & Marketing Volvo Car Italia. “La sostenibilità, ancora una volta è ribadita elemento fondamentale della filosofia di Volvo ed è condivisa da tutti gli elementi della filiera, dalla Casa madre alle filiali nazionali fino ai concessionari della rete Volvo. Per questo motivo, proprio insieme ad alcuni concessionari abbiamo deciso di contribuire concretamente al progetto di pulizia dei mari, rafforzando il nostro im-

di Giuseppe Lo Magro

Il Tricolore e la bandiera dell’Europa sventolano davanti alle scuole E’ bello vedere, davanti alle nostre scuole, i colori della bandiera italiana e di quella europea accarezzare l’aria dietro la spinta del vento. Di certo l’occhio degli studenti, pur distratto da mille stimoli, percepirà quel movimento e lo farà suo, dapprima inconsciamente e poi, ce lo auguriamo, patriotticamente. In tempi cosi “strani” come quelli attuali credo sia un bene “riscoprire” un poco di amore per la bandiera, i cui valori non sta a me sottolineare. Ecco perchè abbiamo dedicato spazio nella nostra rivista alla condizione delle bandiere esposte davanti alle scuole cittadine. Non tutte le sedi del sapere sono ancora in ordine (due scuole elementari hanno in corso lavori di manutenzione) ma qualche miglioramento si è già visto, come si può ben vedere dalle foto pubblicate. Ci auguriamo che col nuovo anno scolastico le bandiere garriscano davanti a tutti gli edifici! E magari che sia loro dedicata una lezione per spiegarne l’uso corretto e il rispetto che meritano.

pegno nell’iniziativa LifeGate Plasticless. È uno dei modi con i quali Volvo contribuisce a migliorare la qualità della vita nell’ambiente che ci circonda, nel territorio nel quale viviamo e operiamo, coerentemente con l’attenzione alle persone che è propria del nostro Brand.” “Abbiamo aderito e accolto con grande favore questo progetto propostoci da Volvo,” dichiara da parte sua il Sindaco di Riccione Renata Tosi, “per la sua connotazione ambientale legata ai temi della sostenibilità, del contrasto all’inquinamento e della sensibilizzazione a stili di vita improntati al rispetto della qualità dell’acqua e dell’aria. Un’azione che stiamo portando avanti su più fronti. Educare al rispetto del mare è una priorità specie se legata a tematiche di grande importanza come il contrasto alla plastica in mare. Ben vengano iniziative concrete in questa direzione, il Comune di Riccione è estremamente attento alla salvaguardia delle acque in stretto connubio con iniziative private come quella promossa da Volvo e LifeGate.”


club nautico

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di Nives Concolino

Iscrizioni da record e nasce la squadra agonistica E’ l’agonistica la nuova sfida del Club Nautico di Riccione che con la scuola vela ha registrato un boom di tesserati. In cattedra Stefano Giuliodori consigliere e responsabile, che intanto snocciola i lusinghieri numeri registrati lo scorso anno con questa disciplina. Vele al vento, dunque? “Il 2018 è stato un anno straordinario e inaspettato per la scuola vela. I 182 tesserati Fiv (il 15 per cento in più dell’anno precedente) fanno gioire, ma ancor più esaltante è il fatto che il 55 per cento, contro un 17 dell’anno precedente, sia riccionese”. E’ quindi ora di formare una squadra agonistica? “Formeremo la prima squadra classe Optimist Città di Riccione. D’altra parte il numero dei ragazzi riccionesi che frequentano i corsi, dai 6 ai 14 anni è quadruplicato. Gli sforzi per sviluppare questa disciplina sportiva sono stati tanti. Gli investimenti sull’aumento della flotta, la realizzazione di nuovi spogliatoi, la collaborazione con le scuole, con tutte le categorie economiche della città sono stati ampiamente ripagati. In luglio e agosto le richieste di iscrizione hanno superato la capacità della flotta a disposizione, abbiamo raggiunto il 100 cento di occupazione grazie anche alla riduzione media delle tariffe”.

Un successo replicato con il Giocavela? “Con i camp estivi di scuola vela abbiamo registrato un aumento di adesioni. Così tante famiglie hanno potuto far trascorrere l’estate ai propri figli, facendo attività motoria in un ambiente naturale ideale: il mare. Un successo al quale hanno contribuito il ritorno della Saviolina e le imbarcazioni messe a disposizione da alcuni soci armatori”. Obiettivo raggiunto? “Sviluppare l’amore per il mare e la passione per la vela sono gli obiettivi dell’articolo 2 dello statuto del Club Nautico, fondato nel 1933, condiviso con tutte le scuole vela della città: il Circolo Velico Città di Riccione e la 151 H2O-

Sport con le quali abbiamo intrapreso una proficua collaborazione per avvicinare sempre più ragazzi alla vela”. Ci anticipa i progetti che realizzerete insieme ai partner? “Tra i tanti c’è quello di un video promozionale per la città da divulgare sui social media, poi un progetto di comunicazione con manifesti per le strade della città e locandine per le scuole, nonchè una veleggiata comune (classe Optimist) il 27 luglio con pizzata finale sulla terrazza del club. Per la prima volta organizzeremo insieme una regata classe Laser il 3 e 4 agosto, saremo poi tutti presenti alla regata della Saraghina organizzata dal Cvrc il 10 e l’11 agosto”. In campo un pool di istruttori! “Sono dieci, diretti dal professore Marco Maggiore. L’obiettivo principale di quest’anno è avviare una squadra agonistica classe Optimist, per poi portare a competere in settembre una decina di ragazzi al trofeo Panzavolta di Ravenna, riservato a tutte le scuole vela della costa. Una meta non semplice per la carenza di spazi a disposizione per le imbarcazioni sull’area demaniale del porto”. A proposito c’è una novità? “Per perseguire questo obiettivo per la prima volta entrerà a far parte del nostro staff un allenatore sportivo Fiv di decennale esperienza: Fabrizio Marzocchi. Ex agonista nelle classi Optimist, 420, 470 e altura, ha portato tanti ragazzi del lago di Garda a competere a livello nazionale e mondiale”. In previsione anche lezioni per adulti? “Si, avvieremo corsi di vela d’altura diretti dell’istruttore Walter Antonelli. Quelli di Scuola vela e Giocavela inizieranno il 10 di giugno e termineranno il 6 di settembre, gli allenamenti della squadra agonistica proseguiranno fino al 15 di dicembre”.

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di Francesco Cesarini

A Correggio successo con NNchalance Il gruppo danza Centro 21 - Accademia Bartolacci 1° al “Festival Internazionale delle Abilità Differenti” Successo di prestigio, lo scorso 2 maggio, per i ragazzi del Centro 21 di Riccione che al “Correggio Festival Internazionale delle Abilità Differenti” hanno vinto il primo premio nella categoria danza. Un Festival di caratura internazionale con in programma pure una tappa riccionese, il 22 maggio al Palacongressi. A Correggio apprezzatissima la performance “Mix-me” con i nostri ragazzi della compagnia NNChalance, per nulla intimoriti dal palco, fantastici nel conquistare pubblico e giuria. Grande soddisfazione per la Cooperativa Cuore 21 che gestisce le attività di Centro21 e ripagate così le mille fatiche, la grande passione e la professionalità di Eleonora Gennari e Valeria Fiorini (coreografe e responsabili dell’attività di danza e teatro) capaci di coordinare al meglio e unire il gruppo misto formato da danzatori provenienti da Centro21 e dall’Accademia di danza Bartolacci dando vita alla compagnia NNChalance.

Coro Zavalloni, a Faenza un successo sorprendente! Successo inaspettato per i bambini del coro dell’Istituto Comprensivo Zavalloni di Riccione che il 12 aprile a Faenza si sono aggiudicati il concorso di canto corale “Città di Faenza”. “La trasferta faentina” ha dichiarato soddisfatto il Maestro Fabio Pecci “era alla vigilia vissuta come un’occasione per mettersi alla prova e fare esperienza ma i bambini sono stati fantastici e alla fine abbiamo vinto!” Complimenti a tutti! E che sia solo l’inizio di una grande passione.

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Nuovi riccionesi

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di Francesco Cesarini

L’ha bivù l’aqua de Beat alès - HA BEVUTO L’ACQUA DEL BEATO ALESSIO Chi, per circostanze della vita, si è ritrovato a Riccione per poi mai lasciarla e viverci

Pietro Cavallaro: “Le cose belle prima si fanno e poi si pensano” Provi a fare una chiacchierata leggera con Pietro Cavallaro su Riccione e lui, con la sua risata contagiosa e con una forza invisibile, pari alla vigoria della sua stretta di mano, ti solleva e ti assesta un montante su fede e preghiera per poi rilanciare sul senso della vita e l’attenzione per gli ultimi. Pietro è così, la vita di Piero è così. Un omone generoso di 79 anni che a dispetto dei suoi profondi occhi azzurri arriva dalla Sicilia a Riccione nel 1961, con la voglia di chi a casa non ha trovato occasioni, cercandone lontano. Casa per Pietro è stata all’inizio Aci San Filippo, paese di mille anime del catanese, da più di cinquant’anni è Riccione. “Amo profondamente Riccione, mi piace però sottolineare il mio essere siciliano”. In che cosa? “Nel valore e nel senso che noi siciliani diamo alla parola accoglienza, gente che ti butta giu’ casa per metterti a tuo agio, l’importante è non essere scorretti”. Un po’ come in Romagna? ”Si, anche se all’inizio non è stato facile”. In che senso? “Eravamo nei primi anni ’60 e mi è capitato anche di sentirmi negare un contratto d’affitto per casa perché ero un “marocchino”. Stessa cosa sul lavoro quando dovevo fare “la stagione” in un istituto di credito locale ma non ero un impiegato a km zero. Ma poi la vita ti insegna che il bene c’è, basta avere fiducia”. Cioè? “Nel senso che poi le persone in gamba ci sono, nella fattispecie Vezio Amati dell’Ufficio Collocamento di allora, capace di riportare alla lucidità chi mi chiedeva il pedigree invece che competenze”. E quindi la stagione in banca l’hai fatta? “Assolutamente sì, avevo poco piu’ di vent’anni e con quei soldi aiutavo anche a casa”. Ma Pietro Cavallaro a Riccione è soprattutto colui che ha lavorato una vita presso il notaio Leziroli prima, i Pelliccioni e Colucci poi... “Un’esperienza professionale che mi ha dato tante soddisfazioni ed amicizie. Spesso mi sono trovato nella posizione di poter aiutare persone in difficoltà: evitare protesti, cambiali o altre disavventure, attraverso una collaborazione fatta di fiducia e condivisione”. A Riccione come ci sei arrivato? “In cerca di lavoro. Il mio primo impiego in verità è stato a Torre Pedrera in una ditta ortofrutticola, ero il ragioniere tuttofare. Per capirci, scaricavo anche le casse di verdura e di frutta”. E com’è stato il primo impatto? “Positivo. Ricordo le sessanta donne al banco, lavorando i prodotti conversavano in dialetto: tutta la mattina a parlare di bordelli, non potevo crederci! Poi ho capito, “burdel” era il bambino”.

Il lavoro ti ha portato da queste parti, l’amore poi ti ha fatto mettere le radici. “Per andare a Torre Pedrera prendevo l’11 e poi il 4 e dopo mesi di sguardi e timidi saluti ho finalmente trovato il coraggio di avvicinare la ragazza che incrociavo ogni giorno (la moglie Mariella), venendo da Gatteo prendeva pure lei il 4”. 4 un numero magico, verrebbe da dire: come il numero dei vostri figli... “Proprio così, Davide, Amanda, Sara e poi Gennaro bambino avuto in affido a 7 anni”. Una scelta di vita importante... “Era il 1977, avevamo costituito un gruppo di preghiera con altre famiglie e ci interrogavamo su cosa facessimo per essere dei buoni cristiani; frequentando Don Oreste Benzi venimmo a conoscenza di come in Emilia Romagna ci fosse il problema della deistituzionalizzazione dei minori: 10 mila bambini chiusi in orfanotrofi, conventi e istituti. In poche settimane, confrontandoci in famiglia, facemmo la nostra scelta e arrivò Gennaro. Fu la scelta giusta. Solo negli anni ’90 l’affidamento educativo temporaneo ha poi trovato una sua collocazione normativa ed è stata una lunga battaglia”.

A proposito di impegno civile, in molti ricordano la tua esperienza di difensore civico. E’ vero che vincesti pure delle “primarie?”. “Non so se si possano definire così. Di certo a pochi mesi dalla fine del suo mandato il Sindaco Terzo Pierani volle nominare la figura di Difensore Civico e per questo vennero consegnati nelle case dei riccionesi dei moduli dove inserire cinque preferenze”. E vinse il “marocchino?”. “Si fui nominato io, poi confermato dalla seguente giunta Masini”. Che esperienza è stata? “Esaltante. Ho scoperto di poter essere fattivamente utile per i cittadini nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, risolvendo piccoli problemi quotidiani ma anche grandi questioni”. Tipo? “Una volta una signora di 83 anni era disperata perché il lampione stradale che le faceva compagnia davanti al tinello di casa fosse fuori uso, da settimane veniva rimbalzata da un ufficio all’altro. Con una telefonata riuscimmo a risolvere la questione, ancora ricordo la felicità di quell’anziana signora. Un’altra volta sono riuscito a sbloccare un rimborso economico per un cittadino che aveva la “colpa” per un impiegato degli uffici di “essere facoltoso e troppo fascista”. Per questo la sua pratica slittava. Assurdo”. Dopo cinque anni il regolamento prevedeva le tue dimissioni... “Esatto, ma all’unanimità tutto il Consiglio Comunale cambiò il regolamento e mi chiese di continuare per altri cinque anni. Fu per me un attestato di stima importantissimo dei riccionesi, ne vado fiero”. Se ti dico Riccione, quali sono i primi tre nomi che ti vengono in mente? “Terzo Pierani, Don Oreste Benzi e Don Giuseppe Celli”. E il tuo sogno per Riccione? “La nostra è una città ricca, vorrei che una parte di questa ricchezza fosse utilizzata per i piu’ poveri, i deboli, gli emarginati. Ma senza tanti fronzoli e cerimonie”. Pietro vola alto ma sembra rendere tutto piu’ semplice un po’ come quando Don Oreste diceva “Le cose belle prima si fanno e poi si pensano”.


domande da porsi...

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Archivio Dante Tosi

Vi raccontiamo la triste storia di Mario... Nel corso della Seconda Guerra Mondiale (1940 - 1945) ci sono stati momenti, fatti e avvenimenti che possono essere non ben conosciuti e il giudizio su di loro può essere parziale o manchevole di verità. Voglio quindi dire alcune cose sulla vicenda che ha funestato la vita del giovane che per un breve periodo fu inquadrato nell’esercito della Repubblica Sociale, i cosiddetti “repubblichini”. Un caso emblematico ma non unico che ha travagliato quel periodo della nostra esistenza di uomini e della vita della comunità civile. Mario Tentoni, meglio conosciuto nel Paese come “Mario dla Rosa”, abitava a nolo nella casa del ciabattino Epimaco Montanari, detto “Buschin”, in Paese; e praticava il mestiere di barbiere a “bottega”. Un giorno ebbe la curiosità di fermarsi a leggere un manifesto, che Aldo, l’attacchino comunale, stava affiggendo. Il manifesto riportava la notizia della uccisione, per mano partigiana, di un gerarca fascista della provincia. Il giovane Mario, commentando con Epimaco (che spingendo la carrozzina di invalido si era avvicinato per leggere il manifesto) si lasciò andare incautamente a commentare la notizia, dicendo in dialetto: “Enca quest l’ha batù al znoce”, come dire: anche questo é caduto in ginocchio, l’hanno ammazzato. L’attacchino Aldo, notoriamente legato al fascio locale, si voltò e squadrò colui che aveva parlato. E la cosa sembrò finire lì. L’anziano Epimaco, ben più esperto delle cose della vita, disse a Mario: “Vedrai che avrai delle noie”. Senza fallo, il giorno dopo Mario Tentoni, di anni 21, fu convocato nella sede del Fascio dove gli venne contestata la frase detta

Epimaco Montanari “Buschin” fu testimone del tragico fatto.

e puntualmente riferita. A questo punto occorre aprire una parentesi per essere soccorsi da un fondamentale provvedimento storico. “Il 18 aprile 1944, fu emanato un Decreto del Governo, che prese il nome di “Decreto del Duce”, il quale, in termini perentori ed ultimativi, invitava disertori, sbandati, renitenti, ribelli e partigiani, a presentarsi ai Comandi militari entro il termine ultimo del 25 maggio 1944, per poter godere di un atto di clemenza e salvarsi dalla pena di morte, la quale automaticamente veniva commutata, senza processo, in una condanna da 1O a 24 anni di prigione. E in più: qualora però coloro che si presentano facciano domanda di entrare in

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reparti operanti, anche questa seconda condanna verrà sospesa. Cioè, in pratica tutto si poteva rimediare se si chiedeva di entrare a far parte dei reparti delle “brigate nere” impiegati nei rastrellamenti e nella azioni di guerra contro i partigiani. I dirigenti del Fascio, avvalendosi del “Decreto del Duce”, posero Mario di fronte all’alternativa di essere sottoposto a processo col codice della leggi di guerra o di collaborare entrando nei reparti operanti della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana). Mario, dei due mali scelse quello che gli pareva il minore. Cosi, fu inquadrato nei reparti ed inviato sulle montagne di Cagli, nelle Marche, per effettuare azioni di guerra contro i partigiani, operanti in quella zona. Da una di quelle spedizioni, Mario non é più tornato: non si ebbero più sue notizie, ed il suo corpo mai più fu ritrovato. Nel libro della storia, forse per comodità di classificazione, ogni evento viene incasellato nei grandi schemi e ogni singolo fatto segue la sorte -buona o cattiva, giusta o ingiusta che sia- della “casella” in cui é stato burocraticamente inserito. Nella realtà delle cose non sempre tale modalità rende giustizia ai singoli casi: non dà il giusto giudizio cui ogni persona ha diritto. Il giovane Mario Tentoni, “e fiul dla Rosa”, in quale casella deve essere inserito? Nella casella degli antifascisti? Oppure, nella casella dei brigatisti della Repubblica Sociale? O non nella casella delle vittime? Una casella, quest’ultima, che deve essere pur considerata per rendere meno perentorie le sentenze morali e meno sommarie le classificazioni che con ogni probabilità (e con grave ingiustizia) in non poche casi si é fatto ricorso.

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Viale Ceccarini quale futuro? Come lo immaginano i negozianti? Elegante, esclusivo e originale. Ma come si trasformano i centri urbani e quali sono le tendenze? Come cambiano i centri urbani e con loro il commercio, questo il tema dell’incontro organizzato da CNA e Consorzio Viale Ceccarini che ha visto la partecipazione di un centinaio di addetti ai lavori alla ricerca di spunti per il potenziamento del tessuto commerciale cittadino riccionese. Gli imprenditori di Viale Ceccarini, dai risultati raccolti con il questionario dedicato, hanno le idee piuttosto chiare. Per chi opera nell’area commerciale di Riccione centro si deve ambire ad un luogo “elegante, intrigante e con un’offerta capace di distinguersi, quindi originale ed unica”. L’altro aspetto che emerge dalle risposte degli operatori è come si ambisca ad un tessuto commerciale di “negozi esclusivi ed originali, lontani da una replica dei centri commerciali con allestimenti ed arredi che consentano una piacevole passeggiata con la capacità di attrarre anche i turisti stranieri”. Per questo servirebbe incentivare la ristorazione con prodotti a km zero e bio con locali che sappiano recuperare e valorizzare la dimensione umana delle relazioni, magari attraverso circoli letterari, evitando prodotti stranieri. Sul versante degli eventi si chiede di stupire chi vi partecipa e di far parlare di Riccione anche fuori città. Queste le idee dei negozianti e i relatori della serata? Molto chiaro l’appello rivolto da Bruno Vettore e Alberto Zanni ai proprietari di immobili: “Guardate avanti, non cedete a

facili ed immediate rendite, affittando a gestori di tipologie merceologiche di bassa qualità, la prima conseguenza è la svalutazione del valore dell’immobile. Serve valutare con attenzione la domanda di brand qualificati che al contrario mantengono, se non innalzano, il loro valore”. Stimolanti le proposte di Andrea Storoni rispetto gli strumenti per intervenire in maniera sinergica, mettendo in rete Pubblico e Privato: Amministrazione comunale, proprietari di immobili SeiSei sicuro di avere già tutto quello sicuro di avere già tutto quello e gestori commerciali, sulla falsa riga di come vengono gestiti cheche serve lavoro? serveper peril iltuo lavoro? ituo centri commerciali. “Servirebbe un disciplinare, con modalità chiare per tutti coloro che intendono insediarsi; un ruolo importante spetta all’Amministrazione Comunale, le cui scelte politiche possono essere di volano alla riqualificazione privata, un esempio su tutti la realizzazione dei lungomari cittadini”. Fabio De Ponti sul Retail (commercio di vicinato) ha sottolineato le tendenze del settore e gli scenari possibili. “La capacità di coniugare le innovazioni tecnologiche con il contatto e la fisicità delle relazioni commerciali è fondamentale come lo è l’importanza Contatta la CNAladella Romagna più vicina a te:di Contatta CNA della Romagna più vicina a te: valorizzare l’identità del territorio, per Riccione il punto di Apri la tua con noicon noi Aprinuova la tua attività nuova attività CNA Forlì-Cesena Ci sono strumenti e per il primo Ci sono strumenti e per ilanno primoavrai annogratuitamente: avrai gratuitamente: 0543 770111 - www.cnafc.it forza è la capacità di essere ospitali e far vivere emozioni”. ChiuKit digitale card, fatturazione elettronica...) • Kit digitale• (PEC, smart(PEC, card,smart fatturazione elettronica...) CNA Ravenna • Pacchetto Privacy • Pacchetto Privacy indispensabili indispensabili 0544 298511 - www.ra.cna.it Consulenza • Consulenza• di settore di settore sura di De Ponti con alcune domande provocatorie: “In questa • Finanziamenti: progetto zero interessi CNA Rimini • Finanziamenti: progetto zero interessi • Networking con altre imprese 0541 760211 - www.cnarimini.it che non si vedono. • Networking con altre imprese che non si vedono. situazione un’area commerciale di una destinazione turistica come Riccione come si posiziona? Si adegua alla mediocrità o Per informazioni contatta CNA Riccione - Viale Ceccarini 163 - tel. 0541 601273 - www.cnarimini.it vuole diventare attrattiva con alcuni punti di forza condivisi?” CNA Forlì-Cesena 0543 770111 - www.cnafc.it

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Agosto 1940

di Giuseppe Lo Magro

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Nasce il “Villaggio Donna Rachele Mussolini”

Alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso Riccione aveva bisogno di nuove abitazioni. Fu così deciso di costruire degli alloggi nella zona, allora deserta, a monte dell’Ospedale “Giovanni Ceccarini”. Il nome da dare al nuovo insediamento era “Villaggio operaio” in quanto gli alloggi sarebbero andati a famiglie di operai che vivevano in affitto. Il progetto prevedeva 32 villette bifamiliari, dotate di “comodità necessarie e ingentilite da simpatica architettura”. Ogni alloggio avrebbe goduto di 500 mq. di scoperto in modo tale che l’operaio, durante la stagione morta (la maggior parte aveva solo un lavoro estivo legato al turismo), potesse impiegare il forzato ozio coltivando la terra e ricavando un utile per la famiglia. Nel progetto erano previsti scuola, botteghe e i servizi necessari per renderlo funzionale... un vero e proprio modello. Novità assoluta furono i materiali sperimentali impiegati per la realizzazione. Le pareti esterne erano pannelli prefabbricati costituiti da cemento e legno truciolato (Populit) mentre l’interno dell’edificio era rinforzato da traforati con camera d’aria così da avere buona climatizzazione: fresco d’estate e caldo d’inverno. Questi materiali, ideati dall’architetto Pater, tra l’altro progettista del rialzo di Villa Margherita poi Villa Mussolini, si rivelarono però di breve durata. In pochi anni si deteriorarono costringendo a interventi riparatori e poi all’abbattimento per lasciare spazio a case moderne. Fu il duro prezzo da pagare alla tanto “strombazzata autarchia” mussoliniana. Per la cronaca ecco le fasi di questa realizzazione.

Il pomposissimo manifesto che annunciava l’inizio lavori del “Villaggio operaio”. Nonostante un sanguinosa guerra in atto il regime fascista cerca di dare parvenza di tranquillità, enfatizzando opere di pace per il benessere morale e materiale.

L’arrivo di Donna Rachele, accolta dalle autorità civili e militari e dai “balilla”.

8 Agosto 1940 - Posa della prima pietra per mano di Donna Rachele Guidi Mussolini, alla presenza del Podestà Pullè. Giocoforza il villaggio fu battezzato col suo nome. Ottobre 1941 - Donna Rachele consegna le abitazioni alla presenza di autorità civili e militari. 2 Aprile 1942 - Le due vie su cui si affacciano le villette furono intitolate con affollatissima e allegra festa alle isole di Malta e Corsica (nome che conservano tuttora).

Panorama dello spazio che ospiterà il “Villaggio operaio”, pavesato di bandiere.


la nostra storia

Donna Rachele posa la prima pietra con la supervisione dell’architetto Pater.

Mazzi di fiori omaggiano Donna Rachele in occasione della consegna delle case.

MACELLERIA POLLERIA

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L’architetto Pater illustra le qualità del Populit ad una curiosa Donna Rachele.

La benedizione del parroco Don Alfredo Montebelli, l’indimenticato “Don Zaloun”.

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Puro e Bio, la prima e unica #GIOCOLATERIA di Riccione Il 18 Aprile 2019 Puro e Bio ha festeggiato il suo 5° compleanno di attività nella nostra comunità, una giornata di festa in cui è stata presentata la prima e unica #GIOCOLATERIA di Riccione. Ma cos'è la giocolateria? Tutto parte da un sogno che Angela conservava nel suo cuore fin da bambina. Un sogno come tanti forse, un sogno che non sapeva se si sarebbe mai realizzato o se sarebbe rimasto chiuso nel cassetto che solo l'immaginazione di un bambino è in grado di riempire. Il gelato è uno dei ricordi più pieni di gioia e felicità che si porta dietro fin da piccola quando usciva a fare una passeggiata con i nonni e a giocare con gli altri bambini, o quando

si preparava a una festa in famiglia. Il gelato, un simbolo che ancora oggi le fa rivivere un sacco di ricordi semplici e autentici. Il gelato, un piccolo gesto che all'epoca costava mille lire, ma che portava con sé un valore inestimabile. Quanto valore in una sola parola “Gelato”: una passeggiata, un sorriso, una carezza, un gioco. I nonni, la famiglia, gli amici, i bambini. Crescendo la vita ti porta in altri percorsi, a cambiare sentiero, ad esplorare nuovi orizzonti, ma nonostante tutto questo, quel sogno in quel cassetto è così puro e legato a dei ricordi così autentici, che non puoi far finta di niente. Quel cassetto è destinato ad essere aperto... Quel sogno è destinato ad essere ascoltato... Quel sogno è destinato ad essere vissuto...

E 5 anni fa è diventato realtà: prima l'incontro con Luca e poi l'arrivo del piccolo Alessandro. La voglia di dare voce a quel sogno di bambina che oggi è diventata donna, moglie e mamma di una famiglia che è cresciuta con l'arrivo del piccolo Filippo e che poi si è allargata con Enrico. Il 18 Aprile 2014 l’apertura della gelateria Puro e Bio di Riccione, che oggi ha compiuto i suoi primi 5 anni, diventando la prima e unica #GIOCOLATERIA. Giocolateria è più che una gelateria: è un luogo tranquillo, rilassante e giocoso dove bambini e adulti possono assaporare il vero gelato di produzione quotidiana e artigianale. Leggero, naturale con ingredienti sempre freschi e stagionali. Un ambiente decorato con amore dalle mani di Luca, dove i bambini possono liberamente divertirsi sia nel corner interno che nell'ampio giardinetto privato esterno con tanti giochi, libri, storie e colori. La super novità 2019 è la “sfida-rimbalzina” al mitico #WALLY: per ogni cono baby viene data ai bambini una pallina rimbalzina e la possibilità di vincere un cono baby omaggio. Siamo come ci vedete #NATURALMENTE #GIOCOLATERIA

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mondo mare

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di Nives Concolino

Fondazione Cetacea, circa 700 le tartarughe soccorse! In prima fila nella difesa dell’ecosistema marino, da sempre nutre un innato amore per delfini e tartarughe. Sauro Pari, classe 1949, giornalista ed editore, continua a svolgere la sua missione attraverso la Fondazione Cetacea Onlus, che presiede, prescelta dal Consorzio d’area di viale Ceccarini per il Premio Baleani, attribuito a personaggi e operatori riccionesi meritevoli. A consegnare la medaglia, lo scorso 14 aprile è stato il presidente, Maurizio Metto, affiancato dal sindaco Renata Tosi e da Rita, consorte di Enzo Baleani, il gioielliere che ventun anni fa istituì il premio. Pari, in trent’anni Cetacea ha fatto passi da gigante? “Siamo nati a Riccione nel 1988 e pian piano abbiamo assunto una dimensione internazionale, tant’è che tuttora siamo impegnati in progetti europei. Per la cura delle tartarughe all’inizio avevamo appena sei vasche, ora ne usiamo ventotto, questo ci consente di curare quarantadue tartarughe contemporaneamente”. Grande intuizione è stata l’apertura dell’ospedale delle tartarughe. Quanti esemplari avete ricoverato? “In questi anni gli esemplari curati e rilasciati in mare sono stati 640, una trentina quelli che restano in vasca”.

la nostra storia - 90 anni fa

Intanto tre tartarughe “Caretta caretta” già curate, hanno ripreso il largo! “Il 22 aprile per l’“Earth Day 2019”, Giornata Mondiale della Terra, davanti all’ex colonia Bertazzoni in collaborazione con la Lega Navale di Riccione abbiamo rimesso in libertà Sandra. Si tratta di un esemplare di 43 chili, che in gennaio era finita nella reti del motopeschereccio Rimas di Cesenatico. A segnalarcela è stato il comandante Massimo Rossi, noto per

altri simili avvertimenti, l’animale era infatti ferito superficialmente al naso e al carapace. Un’altra tartaruga, Enzo, è stata rilasciata il 25 aprile a Miramare di Rimini e una terza, Matilde, il primo maggio vicino al porto di Rimini”. In cura c’è pure Carolina, una tartaruga cieca? “Si. Se rilasciata in mare morirebbe, pensiamo quindi di creare un’area recintata in mare, dove anche i bagnanti possano vederla”. Le vostre finalità sono diverse, in primis la lotta ai materiali plastici? “Uno dei nostri obiettivi è salvaguardare il mare dalle plastiche, problema che dipende dalla volontà di ognuno di noi, impegnandoci in comportamenti più civili. In questa battaglia abbiamo incontrato i pescatori che hanno cominciato a portare a riva le plastiche impigliate nelle reti. Su questo abbiamo lanciato un appello al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e abbiamo raccolto 205mila firme online. Tutto questo è partito da Riccione”. Cetacea, opera anche a Numana, e presto anche a Rimini, vero? “Per noi si apre la possibilità di animare l’ex delphinarium riminese attraverso la cura degli animali e attività ludico-sportiva, ma senza abbandonare per Riccione, tutto è condizionato al bando che dovrà fare il Comune di Rimini”.

Da: “Una rotta nel vento” di Dante Tosi

Grand Hotel Riccione al passo coi tempi Il giorno di ferragosto del 1929, Riccione ha vissuto un momento importante per il suo sviluppo di centro turistico balneare. L’inaugurazione del Grand Hotel Riccione, con le sue caratteristiche di alta qualità ricettiva, segna il punto di svolta, é una chiave strategica. Apriva nuovi orizzonti al modo di fare turismo, recependo nella maniera più alta, le esigenze di una classe di villeggianti più sofisticata ormai troppo ristretta negli ambiti delle ville private. Veniva inoltre a dotare Riccione di un luogo di soggiorno e di incontro prestigioso, necessario per ospitare importanti personaggi della Diplomazia, della Politica e di Governo, italiani ed esteri che la presenza del Capo del Governo richiamava. L’iniziativa è stata del comm. Gaetano Ceschina, noto industriale lombardo, ricco (e straripante) proprietario immobiliare della nostra costa. E trovava i grandi spazi disponibili nella zona del centro marina, in origine a stabilimento dell’Ospizio Amati-Martinelli, il primo manufatto ricettivo per i bambini costruito nell’anno 1877 sulla spiaggia di Riccione. Il progetto redatto dall’architetto prof. Rutilio Ceccolini la cui mano felice ne fece un maestoso

edificio, arricchito di arredi e di servizi di alta qualità. L’opera è costata oltre 4.000.000 di lire. È probabile che la voglia a Ceschina gli sia venuta anche per la discreta sollecitazione del Duce, ormai ospite estivo permanente di Riccione.


viaggio nei quartieri

di Alessandra Prioli

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La mia Abissinia “Ricordo le dune di sabbia sulla spiaggia ancora selvaggia, i boschi di tamerici ed i numerosi pini marini, le piccole case dei pescatori e le villette piu’ eleganti dei turisti, la maggior parte dei quali Bolognesi e Modenesi che trascorrevano qui i mesi estivi. Ed ancora...”. Viale San Martino, impercorribile per i pedoni e pericoloso per i ciclisti causa lo stato pietoso dei marciapiedi e delle carreggiate, un Viale decapitato del suo innesto naturale con la statale, è un luogo che ha gradualmente perso la sua vitalità; tramontati gli anni 70 ed 80, anni in cui la zona godeva della ricchezza generata da decine di pensioncine a gestione familiare, che creavano un tessuto sociale ricco di colore locale e vivacità, il destino ha decretato una pagina d’ombra su questa parte della nostra città. Siamo cresciuti... ci siamo ingolositi di situazioni e standard di vita che non erano nostri e pensando di dovercelo meritare, grazie ai sacrifici dei padri, abbiamo cominciato ad avere pretese ed esigenze fuori dalla nostra portata. Le pensioni, non sufficientemente redditizie, sono state trasformate in mini appartamenti, generando una metamorfosi strutturale che avrebbe nel giro di pochi anni spento la vitalità della zona. In pochi abbiamo ragionato sul fatto che lavorare 4 o 5 mesi all’anno in nessuna parte del mondo può garantire la sopravvivenza di una famiglia. Oggi Viale San Martino e viali limitrofi, continuano a godere una certa vitalità grazie anche all’iniziativa del Comitato di zona “Abissinia”; commercianti storici e cittadini che si impegnano per creare occasioni d’intrattenimento imperdibili, proponendo spettacoli ed attività duran-

te tutta la stagione estiva, non facendo mancare nulla neanche ai turisti della bassa stagione così spesso trascurati dalle politiche del commercio. I negozi, però, continuano a chiudere e le attività vengono rimpiazzate da cineserie ed articoli di basso livello, mancano investitori seri, che credano in questa zona, dove abbondano negozi della frutta, bar, ma purtroppo anche poca fiducia nel futuro. Se si investe lo si fa in centro, eppure anche qui esistono amanti del luogo, che anche se non appare piu’ agli occhi del turista come un tempo, mantiene la sua chioma verdeggiante ed un tocco di quella Romagna del passato che piace agli stranieri ed ai villeggianti nostalgici. Tutta la zona merita di venire riconsiderata sotto molteplici profili; i cittadini lamentano, l’inadeguatezza dei parcheggi, il declino delle strutture pubbliche: strade, marciapiedi. Si evidenzia la mancanza di una vera pista ciclabile, la necessità di panchine lungo tutto il Viale. La piazzetta di Viale San Martino è uno dei punti piu’ apprezzati da cittadini e turisti; con il bel tempo è gradevole consumare al bar e vivere il piacere del passeggio, l’arredamento del Viale ha però fatto il suo tempo ed il tappeto prima verde e poi glicine delle ultime primavere non ha sopperito ad un adeguato e necessario restyling. “Abbiamo bisogno di aree di parcheggio organizzate e custodite, molte strutture alberghiere ne sono sprovviste; ci sono luoghi dove sarebbe meglio non consentire il parcheggio, perché privano i viali di visibilità e generano inquinamento e rumore” argomentano gli albergatori. “Abbiamo sperato in ogni amministrazione” dicono i commercianti della zona, “nulla di veramente efficace a livello di investimenti e di progetti è stato fatto negli ultimi 20 anni”.

Anche la gestione del verde pubblico, lascia a desiderare, ci si ricorda dei decennali pini, quando cade la neve o tira forte il vento; i rami ormai vecchi si abbattono al suolo pericolosamente. La zona un tempo era estremamente verdeggiante, arbusti e siepi, e grandi alberature: cipressi, pini, tamerici, olmi. “…Ti ho sempre avuta nel cuore, ricordo quando percorrevo i viali bianchi di ghiaia e racchiusi fra le alte siepi di sempreverde, dove primeggiavano l’Evonimus, il Pitosforo, ma in particolare il Ligustro che in primavera, quando fioriva, spandeva tutt’intorno un delicato profumo che attirava farfalle variopinte e sciami di operose api….. colori e ronzii di un tempo amato e perduto …”

Ora dobbiamo gestire e valorizzare quello che ne è rimasto, e magari adeguare ai tempi ed alle necessità di una società che cambia le aree verdi esistenti. A monte del Supermercato Abissinia per esempio c’è un piccolo parco al lato del parcheggio, è un luogo gradevole, ma purtroppo durante l’estate diventa zona di “libero” passeggio con cani; il cattivo odore soprattutto dopo giorni di pioggia è veramente pesante. I giochi andrebbero ripristinati ed aggiornati e la vegetazione meglio curata. Molti cittadini hanno espresso il desiderio di avere piu’ illuminazione e sorveglianza in tutta l’area, che spesso di notte, si popola di situazioni e persone a dir poco dubbie.


viaggio nei quartieri

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Viale Vespucci Proseguendo lungo il Viale Vespucci, in direzione del Viale Michelangelo, il degrado e lo stato di abbandono aumentano progressivamente. Il Luna Park è “terra di nessuno”; immutata da secoli è ormai da sempre una zona in attesa di grandi progetti. Il Viale Vespucci andrebbe rivisto nei marciapiedi ed andrebbe aggiunta un’adeguata segnalazione della pista ciclabile, che per non essere confusa con l’inevitabile via vai generato dai frequentatori delle giostre, dovrebbe essere posizionata a monte del Viale; anche l’illuminazione è insufficiente. Tutta la zona necessita di bagni pubblici, a Riccione mancano ovunque. Tali strutture se ben accudite potrebbero essere anche a pagamento. Viale Colombo Tornando verso la zona Abissinia e passando per Viale Colombo è una tristezza. Nessuna o scarsa illuminazione, disordine ed abbandono ovunque e soprattutto durante l’estate il parcheggio è selvaggio. Le Terme giocano un ruolo fondamentale: il residence Colonia Bertazzoni con il bel parco (di un tempo) è zona abbandonata. Quest’area dovrebbe essere rivista alla luce di un concetto chiaro, l’idea del benessere nella sua interezza, spazio termale, area della

ricreazione e dello sport, zona adibita a strutture di alto livello per la terza età e non solo. Tutto questo manca a Riccione e dobbiamo costruirlo. Non vi è zona migliore. La Direzione delle Terme ed il Comune dovrebbero salvaguardare la città da operazioni speculative e garantire soluzioni che mettano le necessità del cittadino in primo piano. Gli anziani non vanno allontanati dal loro tessuto sociale, dall’ambiente dove hanno vissuto, ma è necessario dare loro alternative valide alla cura delle badanti o all’internamento in strutture vetuste, inadeguate ed anguste. Dovremmo puntare a realizzare luoghi dove alla cura del corpo si unisca quella dell’animo in tutte le stagioni della vita, luoghi ed ambienti che ci permettano di vivere con piacere e soddisfazione gli ultimi anni della nostra vita, accompagnati nelle nostre necessità, ma liberi. E’ necessario creare un polo del benessere, non solo SPA, un emblema di filosofia di vita, un modello visibile nei parchi, nell’ampiezza e nell’ordine delle strade,

nei percorsi naturalistici, negli scorci di una città che non vuole e non può essere solo parco divertimento. Solo in questo modo, riusciremo a riportare vitalità, benessere e buon gusto insieme ad una rinnovata fortuna a tutta la Zona Abissinia. E cosi la storia continua... “Ancora vedo le mattine di primavera accese di luce, le barche dei pescatori ormeggiate a riva con le vele tutte colorate, in attesa di un vento che generosamente si unisce allo sforzo delle braccia di uomini semplici e lavoratori, uomini avvezzi al mare ed alle sue avversità... Le donne aiutano nella vendita delle poveracce, c’è l’Elvira, moglie di Virgilio ad Brancoun (Zangheri) che con un sacco pieno, sul manubrio della bicicletta, passa di casa in casa per racimolare qualche lira, e poi... e poi...”. Erano altri tempi, quelli che ricorda uno degli storici abitanti della zona Abissinia, Adriano Prioli, sin da piccolo amante di questo luogo. Sono tempi nuovi questi che ci permettono di credere in un futuro migliore e realizzare i nostri ideali.

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Giulio Ciotti e la “Sana cultura sportiva” Prosegue con molto interesse il progetto nelle scuole sulla “Sana cultura sportiva”. Giulio Ciotti fratello di Nicola, i riccionesi gemelli volanti del salto in alto internazionale, ha raccontato la sua esperienza da atleta presso l’auditorium dell’Istituto G. Zavalloni, davanti alle terze medie, con la presenza di professori e genitori. Il tema “Persone prima che atleti”, è stato esposto da Ciotti e dal sottoscritto sottolineando il lato umano dello sportivo, la formazione della persona. Il campione di salto in alto, ha ripercorso con una vena romantica la sua storia di gemello, sottolinendo l’importanza del fratello al suo fianco e soprattutto della famiglia che ha saputo dare il giusto peso a quelle gare che inevitabilmente hanno avuto esiti inferiori alle aspettative, per poi ripartire con slancio senza drammi, ma capendo che si era all’interno di un percorso. Ha colpito quando Giulio ha affermato: “C’è stato un momento in cui mi sono detto no Excuse”, avevo preso consapevolezza che dovevo smetterla di prendere scuse, accettare le sfide ed essere responsabile. I risultati gli hanno dato ragione”. Ha saltato 2,31 indoor e outdoor; è stato 15 volte in nazionale; oro Mondiali militari; argento coppa Europa; argento Giochi del Mediterraneo; sei titoli italiani assoluti; 7° ai Mondiali indoor 2006; finalista ai Mondiali 2009; finalista Europei 2006; top 10 Ranking mondiale nel 2006-2009.

STARE BENE STARE BENE STARE BENE STARE BENE STARE BENE

IL COLLAGENE

Credo che Giulio e Nicola Ciotti siano due esempi di sana cultura sportiva, credo che abbiano capito e riescano a comunicare il senso dello sport, la fortuna di praticarlo, la meraviglia che dietro il sacrificio in realtà ci sia la soddisfazione, non solo per le vittorie. Il grande insegnamento delle sconfitte, ma soprattutto quanto la famiglia e gli affetti siano sempre al primo posto, per poter portare avanti il sogno di una vita.

a cura di Lorenzo Scola

Il collagene, nelle sue forme idrolizzate, viene impiegato in diversi campi di applicazione, che vanno dall'alimentazione, alla medicina e alla cosmesi. Meglio conosciuto come gelatina, è la proteina più abbondante dell'organismo, dove si concentra in particolare a livello di ossa, tendini, cartilagini, pelle, membrane e vasi sanguigni. Nel dettaglio, il collagene è uno dei componenti principali del tessuto connettivo. A livello cutaneo, il collagene contribuisce a mantenere la compattezza, la tonicità ed il turgore della pelle, minimizzando la presenza delle rughe. Esso, infatti, è presente a livello del derma dove - insieme a fibre elastiche e glicosamminoglicani - dà origine a quella struttura tridimensionale che sorregge e sostiene la cute, conferendole resistenza ed elasticità. Purtroppo, la sintesi di collagene diminuisce con l'invecchiamento, mentre aumenta la sua degradazione e con essa la rugosità della cute, che diviene meno compatta e più sottile. Per questo motivo gli integratori di collagene trovano largo spazio nella nutraceutica anti età; l'ingrediente è piuttosto comune anche nei prodotti cosmetici. Naturalmente, la degradazione del collagene a causa dei fenomeni di invecchiamento avviene nella cute tanto quanto negli altri distretti in cui vi è la presenza di tessuto connettivo, quali, ad esempio, tendini e cartilagini. Infatti c’è grande varietà d'integratori di collagene appositamente formulati per contribuire al benessere del sistema osteoarticola-

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re. Il collagene viene sintetizzato dall'organismo a partire dai singoli amminoacidi che lo compongono. Dal punto di vista nutrizionale, è particolarmente ricco di glicina, prolina ed idrossiprolina. Questa preziosa proteina (collagene), essendo di grandi dimensioni, è difficilmente digeribile, viene pertanto utilizzata in forma idrolizzata (collagene idrolizzato) - quindi parzialmente digerita - in modo tale da favorirne l'assorbimento intestinale. Di solito deriva da origine animale (bovini/suini) anche se oggi si ricorre sempre piu’ spesso all'impiego di collagene marino, di origine ittica. Il collagene in associazione a glucosamina e/o condroitina solfato, vitamina C, rientra nella composizione di integratori destinati a promuovere il benessere articolare, prevenendo i processi artrosici (degradazione della cartilagine articolare) e sostenendo il recupero da eventi traumatici. Viene inoltre spesso abbinato all'acido ialuronico, una sostanza ad alto peso molecolare che trattiene ingenti quantità di acqua a livello della pelle e del liquido articolare, proteggendo cute ed articolazioni dai danni legati ai processi di invecchiamento. La combinazione collagene-acido ialuronico, pertanto, può essere molto utile sia all'interno di prodotti anti età, sia all'interno d'integratori per il benessere di ossa e articolazioni. In virtù della sua capacità di accumularsi nella pelle dopo l'assunzione per via orale, il collagene idrolizzato puo’ svolgere un ruolo importante anche nel migliorare le condizioni della cute, rallentando i processi di invecchiamento precoce e preservandola dai danni fotoindotti. Esistono prodotti veramente efficaci che ci aiutano in queste problematiche. Parlatene col Vostro Farmacista/Erborista di fiducia.


hobbies

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di Nives Concolino

Un prezioso scrigno di soldatini e giocattoli La sua casa è un piccolo museo dove, oltre a un imponente esercito di soldatini, hanno trovato spazio giocattoli di latta, macchinine, bambole, ma anche dischi in vinile e libri, che raccontano la nostra storia. A raccogliere questo prezioso materiale è Giorgio Galavotti, avvocato e volontario della Caritas cittadina con la passione per la politica e soprattutto per il collezionismo. Costante la sua ricerca nei mercatini di antiquariato e scambio. Il suo sogno è mettere a disposizione del pubblico, parte di quelle rarità che custodisce in scaffali e teche. I soldatini fanno la parte del leone, quanti me possiede? “Un migliaio di vari tipi, in plastica, gomma e trecento in pasta con anima in filo di ferro. Questi ultimi risalgono agli anni Cinquanta/Sessanta, alcuni riportano il marchio Nardi, come tante statuine del presepe d’epoca, altre sono di Rovello Porro. Ne ho poi diversi in plastica e alcuni prodotti anche da ditte francesi che li regalavano a chi acquistava il caffè”. E’ vero che s’improvvisa anche restauratore? “Mi è capitato di aggiustare alcuni soldatini di pasta della mia collezione con l’impasto composto da Vinavil, gesso e segatura sottilissima”. Colleziona pure navi in miniatura? “Ne possiedo alcune di latta come la Fleishman del 1935, che mi è stata regalata, e un esemplare del 1910 con particolare

meccanismo e vernice Marten traslucida. Tra i mezzi di trasporto particolari ho pure una littorina Ingap e auto con piste”. C’è poi una serie di giochi dell’oca... “Ne ho un centinaio, tra cui un esemplare dell’Ottocento che ho appeso al muro. Al di là di tutto, quando vedo qualcosa che mi piace, e che ha il prezzo contenuto, lo compro. A casa conservo per esempio dei pinocchi, come quello della Giunti, che veniva regalato a chi acquistava il libro di Collodi, diverse bambole tra le quali una degli anni Trenta con i suoi sci originali e altri giocattoli di latta dell’ Augusto Marchesini di Bologna, che ha prodotto una serie di automobiline numerate, tra le quali la pubblicitaria della pasta Ghigi. Ne ho poi altre delle Calze Lola, della Ferrero Alba targata Cuneo, della Brioschi e della Coca Cola, una cinquantina in tutto”.

Ma c’è dell’altro! “Ho collezionato un centinaio di cucine di latta per bambole con tanto di tegamini, poi, cagnolini di plastica che si trovavano nelle uova di Pasqua, uccellini della Coler, le caprette regalate da ditte di burro, giochi e gadget di ditte di detersivi e formaggini Locatelli”. Non solo giocattoli! “Negli scaffali ho 4.000 libri, li acquisto per leggere (tra questi l’originale volume del Borghi su Riccione). Sono anche un appassionato di musica, ho così collezionato pure 500 dischi in vinile”. Ha mai pensato di esporre al pubblico almeno parte dei suoi esemplari? “Si, mi piacerebbe davvero. Soprattutto desidererei esporre i giochi dell’oca, nella galleria della biblioteca comunale, in occasione della mostra che si allestisce ogni anno in dicembre” Come e quando è nata questa passione? “Ho cominciato nel 1985 alla fiera di San Gregorio di Morciano, comprando dei giocattoli cinesi, mi sono appassionato e da allora sono andato per mercatini”. In questo momento cosa cerca? “Giocattoli in generale, compreso quelli di carta del Corriere dei piccoli, come i soldatini da ritagliare, foto di bimbi con giocattoli in mano, giochi dell’oca e tutto ciò che è inerente all’infanzia”.

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I bala, i magna e i fa de bèn ...is cèma “Bèla fadiga”

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Dopo un anno di pausa per vicissitudini varie, nel Marzo scorso, al centro “I Villaggi” di Riccione, il Gruppo “Bèla fadiga” ha organizzato una splendida serata con cena, balli e raccolta fondi a favore della U.I.L.D.M. (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). In tanti si sono dati da fare: chi offrendo il proprio impegno o prodotti, chi sponsorizzando. Risultato eccellente con prelibatezze in tavola, buona musica per dar modo a tutti di scatenarsi e donazione di rilievo per chi soffre. Il tutto grazie alla grande forza di Tiziano Martini, uomo dal cuore d’oro. Continuate così!

Tramonto in Viale Montebianco Un ultimo raggio di sole …ed è subito sera

Un’onda “Kyma” per il Triathlon

Gli è appena arrivata la nuova bolletta del gas! Edmo da Cristian

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Per il secondo anno consecutivo dell’evento legato al mondo del triathlon Challenge, Riccione ha scelto l’Onda “Kyma” come simbolo identificativo della città e di tutta la manifestazione sportiva svoltasi ai primi di maggio scorso. L’Onda del designer riccionese Filippo Urbinati ben si è prestata, per la dinamicità e per il valore artistico che la contraddistinguono, come logo della manifestazione e come premio sotto forma di medaglia offerto a tutti i triathleti che sono riusciti ad affrontare ore di condizioni meteo impervie pur di portare a casa l’ambito traguardo: varcare la soglia della Finish Line, linea conquistata dallo stesso Urbinati, triathleta nei ritagli di tempo libero e assiduo partecipante di percorsi Challenge da anni.


Mondo scuola

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di Cinzia Pecci

“Riccione... il nostro villaggio per crescere” Il bel libro della 3ª Elementare Riccione Ovest Il 13 aprile scorso, presso la Biblioteca comunale si è inaugurata la mostra del “Progetto lettura”, fiore all’occhiello dell’Istituto comprensivo Zavalloni di Riccione, che ques’anno e’ giunto al suo ventiduesimo anno! La mostra prevede l’esposizione dei libri che insegnanti e alunni creano nel corso dell’anno seguendo come filo conduttore l’argomento che ogni volta viene deciso collegialmente. Quest’anno era un vecchio proverbio africano che dice: “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”. Per quel che riguarda la mia esperienza di insegnante ho sempre cercato di trovare collegamenti trasversali tra le materie umanistiche e quest’anno mi sono sentita proprio accompagnata nel percorso didattico da proporre ai miei alunni di classe terza (plesso “Riccione ovest”). Infatti in questa classe e’ sempre stata mia abitudine affrontare uno studio storico geografico della nostra città ...Riccione... Come docente ritengo particolarmente importante mettere a conoscenza degli alunni la storia della città dove sono nati, o comunque dove vivono. Questo è un elemento d’integrazione anche per i bambini stranieri che, studiando insieme ai compagni, sicuramente troveranno curiosità e soddisfazione nella scoperta di momenti di vita e di storia del paese in cui ora si trovano a

vivere. Il libro che ne è scaturito si intitola “Riccione ...il nostro villaggio per crescere” ed è nato dalla lettura di numerosi testi, dalla raccolta di notizie ricercate ed ascoltate nonché da numerosi e divertenti momenti di “studio” sul campo. Per questo, molto spesso, nelle nostre giornate scolastiche siamo partiti a piedi, alla scoperta di tutto ciò che il nostro villaggio poteva offrirci. Tra le vie del vecchio Paese, viale Ceccarini, il mare, il porto... abbiamo potuto osservare da vicino tanti di quei particolari precedentemente letti o ascoltati dalla narrazione di sole parole che poi si sono tramutati in palazzi, monumenti, strutture concrete che ancora di più hanno saputo raggiungere la nostra curiosità, la nostra attenzione e... i nostri cuori. Con il pulmino ci siamo spinti un po’ più lontano fino ai confini geografici di Riccione ed infine ci siamo fermati al museo e... un po’ stanchi, abbiamo trascorso “Una notte al museo”. Finalmente è arrivato il giorno dell’inaugurazione della mostra. Il nostro libro era terminato... realizzato tutto da noi con i disegni e i racconti su questo piccolo ma grande villaggio che ogni giorno ci aiuta a crescere... RICCIONE...

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giochi senza frontiere

di Francesco Cesarini

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(parte 2)

Finalmente si gioca in casa! Ma quanto erano avanti i “Giochi senza frontiere”? A guardarli oggi rimangono l’unico programma europeo che abbia messo insieme giovani di nazioni diverse per giocare, conoscersi e divertirsi. Una sorta di Erasmus televisivo con ascolti da capogiro. I Giochi iniziarono nel 1965, negli anni ‘70 ogni puntata costava in media non meno di un miliardo e 350 milioni. 1971 Riccione Riccione dovette attendere il 1971 per tornare in gara e lo fece alla grande ospitando la trasmissione “Giochi senza Frontiere”. Il format televisivo era diventato un vero e proprio evento, era una delle rare occasioni in cui anche i bambini la sera potevano stare davanti alla Tv e la puntata riccionese incollò al teleschermo 16 milioni di italiani con uno share che oscillava tra il 78-83%, insomma come una finale dei mondiali. Lo scenario del campo di gara era maestoso, con la puntata dedicata ai cubi ed una marea di gente italiana e straniera sulle tribune. Quel 24 Giugno i viali erano deserti ed il catino di Piazzale Roma da 5 mila posti pieno e chi non aveva rimediato il biglietto era incollato davanti alla Tv, c’era Riccione che gareggiava in casa. Per tutta la giornata sfilate, bande musicali e majorette fecero da prologo alla serata presentata da Giulio Marchetti, attore cinematografico popolarissimo tra i ragazzi perché interprete con Pietro Di Vico di una serie tv per ragazzi “La Nonna del corsaro nero” e dalla debuttante Rosanna Vaudetti. Riccione partecipava per l’Italia ed in squadra c’era ancora Franco Geminiani che racconta: “La prima squadra che partecipò era composta da giovani da tutta Italia, io facevo parte della squadra locale d’atletica ed ero stato selezionato per le gare di abilità.

Come si è posizionata Riccione negli anni? Riccione 24-06 1971 Tema: I cubi Riccione 1° posto Finalissima 15-09-1971 Essen Tema: La festa Riccione 4° posto Riccione 17-6-1975 Tema: Festa sulla spiaggia Riccione 1° posto Finalissima 28-8-1975 Ypres Tema: Vita da sposi Riccione 2° posto

1971. La squadra di Riccione che rappresentò l’Italia a Essen in Germania alla finalissima. In basso da sin.: l'Allenatore Eugenio Pagnini, Antonietta Bologna, Patrizia Bombardieri, Graziella Minuzzoli, Lidia Tonti, Gabriella Moretto (con «trombone» e cappellaccio» da Passatore). Minea Giavolucci, Maria Mancinelli, Margherita Gasparini. In alto da sin.: Tiziano Mulazzani, Franco Geminiani, Giorgio Gentili, Davide Casadei, Gianluigi Sciboni, Santo Rossi, Leopoldo Carlini, Olinto Di Mario, Paolo Fabbri, e Maurizio Sorci.

Misano Adriatico giugno 1988 Tema: Giochi sull'acqua Rimini and Co. 2° posto Tomar Azzorre 1989 Tema: Folklore di Tomar Riccione 2° posto


giochi senza frontiere In squadra c’era anche Franco Neri, figlio del campione olimpico agli anelli Romano, Santo Rossi uno dei primi cestisti italiani sopra i due metri ma poi c’erano i nostri big: Leopoldo Carlini e Tiziano Mulazzani. Ci allenammo diverse settimane in piscina e nella zona vicina alle Scuole Pascoli e al Campo Sportivo”. La sera della gara c’era un tifo incredibile con campanacci e trombe e tanto agonismo, lo stesso Tiziano Mulazzani un giorno ebbe a ricordare come nel secondo gioco si doveva entrare in una gabbia e far scoppiare dei palloncini e di come alcuni concorrenti nascosero degli spilli tra le unghie o nelle scarpe. Ma Riccione risultò troppo forte. Italo Nicoletti era come sempre il regista di una squadra che aveva infiammato Riccione e l’Italia davanti ai teleschermi. Fu un trionfo della Perla Verde davanti a Germania e Olanda. Ancora oggi in città si ricorda la festa di fine trasmissione della grande famiglia dei Giochi Senza Frontiere al Grand Hotel. Riccione con la vittoria staccò il biglietto per la finalissima di Essen dove si piazzò al quarto posto. 1975 Riccione La trasmissione tornò poi nel 1975 sempre in Piazzale Roma dove venne allestita una tribuna da oltre 5000 posti ed una piscina. La scenografia era sempre piu’ televisiva e rappresentava un hotel stile

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Belle époque, con uno strumento associato ad ogni gioco. La locandina firmata dalla riccionese Maddalena Fano strizzava l’occhio alla spiaggia e al mare mentre l’eleganza della Perla Verde era rappresentata in pieno dalla figura di Bepi Savioli, Presidente del Comitato dei Giochi di Riccione. Le prove come sempre erano spassose per quanto difficili: la corsa spericolata su una pertica per poi suonare il gong, i “suonatori d’orchestra” su un piano inclinato con

tuffo finale, i barman che giravano su dei tricicli uniti con un solo manubrio, il divertente fil rouge nel quale delle canterine con suoni acutissimi dovevano rallentare il tapis roulant dei compagni di squadra, a lor volta impegnati a timbrare delle cambiali. “Ci eravamo allenati tanto e sentivamo la pressione” ricorda Geminiani “c’era veramente tanto entusiasmo attorno a noi e tutti speravano nella vittoria”. A ricordo di quella serata è rimasta sulla spiaggia antistante la piastra di cemento divisa in sei spicchi dove i concorrenti legati ai bordi con degli elastici si lanciavano una fetta di emmenthal che poi esplodeva eliminando la squadra in quel momento con il pezzo di formaggio nel proprio segmento. Nell’ organizzazione della tappa riccionese Italo Nicoletti si confermò regista dell’operazione mentre nella preparazione della squadra importante fu anche l’attività del professor Sebastiano Sciara sempre in prima linea nell’allenare i nostri concorrenti. Tra questi anche un giovanissimo Armando Masini “Fu un’esperienza bellissima, il rammarico è che avendo diciassette anni non potei gareggiare nella puntata televisiva”. Alla fine Riccione riuscì a bissare il trionfo del 1971 e la vittoria casalinga permise ai riccionesi di partecipare alla finalissima di Ypres nelle fiandre. 1975 Finalissima Ypres (Belgio) In Belgio l’accoglienza fu calorosa, ogni viale della cittadina era addobbato per accogliere una nazionale, una banda locale accolse i riccionesi sulle note di Romagna mia. Tiziano Mulazzani, soprannominato il collezionista di jolly per quanti ne portava a casa vincenti, era il piu’ anziano del gruppo e si presentò in squadra con il figlio appena sedicenne ed impegnato nei giochi con la bicicletta. E Riccione andò alla grande sfiorando il successo finale, piazzandosi seconda dietro ai francesi di Nancy. Fu il miglior piazzamento in assoluto della nostra città. I Giochi Senza Frontiere andarono poi in soffitta nel 1982 per poi essere riproposti dal 1988. Per quell’anno la Riviera si unì sotto il marchio Rimini and Co. Ed ospitò la puntata all’autodromo di Misano Adriatico. L’ultima partecipazione solitaria di Riccione invece è del 1989 con la trasferta nelle Azzorre ed un onorevole secondo posto nella puntata.

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Seconda società classificata all’Open di Fano Risultato ottimo all’Open Fano Csen del 13 e 14 aprile: gli allievi del Maestro Roberto Betti sono stati eccezionali e convincenti in entrambe le giornate di gara, tecnica e combattimento. Ben 36 gli atleti dell’Asd Taekwondo Riccione affiliata alla Polisportiva Riccione, tra bambini e adulti, e la lista del medagliere è impressionante. Con la preparazione atletica del M° Roberto Betti, nella giornata di sabato nella specialità Tecnica, medaglia d’oro per Elisa Romagnuolo, Lara Bagli, Alice Tonti, Maria Sole Ovelli, Aurora Ovelli, Anastasia Klyvchuk e Stella Lishchynka e anche per i team, uno formato da Ovelli-Rossetti-Allegretta e l’altro da Tonti-Marziali-Rofrano. Argento invece per Marcello Bernardi, Giulia Gambuti e Giulia Allegretta; bronzo per Maurizio Sanchi e Giada Rossetti. In una competizione che vedeva tante società provenienti da tutta Italia, i ragazzi hanno saputo fare la differenza, specialmente nella giornata di domenica nel Combattimento, che si è rivelato un vero trionfo per gli atleti del Taekwondo Polisportiva Riccione, che tiene a ringraziare la Polisportiva di Riccione e il M° Geo Ottaviani per il sostegno. Oro con Filippo Migani, Doralice Marzialetti, Federica Migani, Luca Anastasio, Alessandro Magnani, Stella Maria Lishchynka, Barbera Milena, Lorenzo Orsini, Giulia Cerri, Violanda Neri, Riccardo Nagy e Arianna Arcangeli; argento per Martina Bagli, Anna Casadei, Giovanni Giulietti, Alessandro Gambuti, Shaina Martini e Leonidas Miglis; bronzo per Mathias Messina ed Ettore Achilli. Questi risultati hanno permesso al Taekwondo Polisportiva Riccione di salire al secondo posto della classifica per società.

In occasione del Pink-Nic organizzato dal Comitato parco Sport Village in collaborazione con il Comune di Riccione anche l'Asd Taekwondo Riccione Polisportiva insieme al maestro Roberto Betti ha avuto il piacere di essere presente a questa bellissima iniziativa con tante attività all'aria aperta, tra giochi e divertimento. Grazie tutti gli organizzatori, speriamo di poter ripetere anche nel 2020!

Questa estate da fine giugno a fine luglio: Corso estivo per bambini “Gioca con il Taekwondo” Info: Tel. 335 5337789 (Roberto) - 0541 644410 Scuola EX Fornace corso TAEKWONDO - ORARI Lunedì 16:50 (bambini 5-8 anni) - 17:45 (ragazzini 9-13 anni) 18:45 (ragazzi 14-17 anni) - 19:35 (agonisti-adulti) - 20:35 (adulti) Mercoledì 17:45 (bambini 9-13 anni) - 18:45 (ragazzi 14-17 anni) 19:35 (agonisti-adulti) Giovedì 20:00 (corso agonisti) Scuola Martinelli Venerdì 16:50 (bambini 5-8 anni) - 17:45 (bambini 9-13 anni) 18:45 (ragazzi 14-17 anni) - 19:35 (agonisti-adulti) - 20:35 (adulti) Scuola via Martinelli corso DIFESA DA STRADA Martedì 20:00 Difesa personale da strada (ragazzi 13 anni-adulti)

Insegnanti D.T. Ottaviani Geo 7° Dan M. Betti Roberto 6° Dan Istr. Uguccioni Luna 4° Dan Istr. Sacripanti Linda 4° Dan


P O L I S P O R T I V A

NEWS!

STADIO DEL NUOTO…

R I C C I O N E


LIBRI

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Dora, giovane giornalista di New York, è incaricata di svolgere un'inchiesta su uno sconosciuto artista di nome Alberto Spadolini (Ancona 1907 - Parigi 1972). Entusiasta, accetta la sfida e attraversa l'Atlantico per mettersi sulle tracce dell'enigmatico personaggio. Giorno dopo giorno affiorano nuovi indizi, ma il quadro rimane sempre incompleto. Solo la tenacia e l’animo risoluto della ragazza alla fine si rivelano in grado di metter luce su uno dei più multiformi ingegni del secolo scorso. Partendo da un'Italia provinciale, passando attraverso i lussuosi salotti di Gabriele d'Annunzio e gli interni rivestiti di povera juta del Teatro degli Indipendenti diretto da Anton Giulio Bragaglia, Spadolini approda nella Parigi degli Anni Trenta. Alberto Spadolini è pittore ammirato da Jean Cocteau, danzatore con Serge Lifar, attore con Jean Marais, regista di documentari con Django Reinhardt, cantante con Mistinguett... conteso da Josephine Baker e da Marlene

Dietrich, amico di Roberto Rossellini e di Walter Chiari. Il vento soffia impetuoso e consegna al mondo la terribile esperienza della IIª guerra mondiale. Così Spadolini diventa agente per i Servizi di spionaggio occidentali e adotta il significativo nome di Ermes, messaggero degli Dei. L’anello dannunziano con la spada invitta è ancora con lui e lo rende invincibile nella lotta contro il male, come un moderno Cavaliere della Tavola Rotonda. Una storia che stava per essere dimenticata e che riaffiorando cambierà la vita della giornalista. Tratto da una storia vera, il romanzo di 184 pagine, ambientato fra New York, Parigi e Riccione,
è in vendita presso la Mondadori, viale Dante 46 a Riccione. Marco Travaglini ha diretto dal 1981 al 2001 il Centro Studi Carl Gustav Jung. Responsabile dell’Atelier Alberto Spadolini, è autore di “BoleroSpadò, una vita di tutti i colori” (2007), “Spadolini, nei Balletti Russi” (2009) e “Spadò, il danzatore nudo” (2012).

Da bambino avevo un sogno: partecipare a Giochi senza frontiere, per giocare, conoscere, incontrare giovani di tutta Europa. Sono passati 25 anni, pieni di vita, sono cresciuto, ho tatto scelte impegnative, sto camminando, e la passione per i Giochi non è mai tramontata. Chi l’avrebbe detto? Non ho mai gareggiato, ma ho vissuto lo stesso le emozioni delle gare. Ho conosciuto produttori, preparatori atletici, concorrenti, ho girato città e Paesi. Con alcuni di loro abbiamo legato subito, condividendo passione ed entusiasmo, stima e amicizia. Il libro su Giochi senza frontiere è dedicato soprattutto a loro, i quali sono riusciti a cogliere nei Giochi, e poi a trasmettermi una costellazione di valori come la fratellanza, il rispetto per le culture e per le tradizioni di Paesi diversi, l’amore per il proprio Paese e per la propria gente.

Giochi senza frontiere, rimane, purtroppo, l’unico programma europeo che abbia messo insieme giovani di nazionalità diversa solo -se solo di questo si tratta- per giocare e divertirsi gratuitamente. L’impegno, la fatica e la costanza negli allenamenti, la determinazione e l’unità di squadra nella gara, l’affetto, l’affiatamento, l’amicizia nei dopo partita sono stati il punto forza dei Giochi. In chi ha partecipato, organizzato la manifestazione si è creata una sorta di identità europea e i giovani di ieri sono diventati amici per la vita. Molti atleti si frequentano regolarmente, alcuni si riuniscono negli anniversari della loro partecipazione, mentre c’è chi mantiene da anni un contatto epistolare. Molti hanno trovato l’anima gemella. Il libro, molto bello, parla tanto anche di Riccione e ci mostra le foto dei Giochi scattate dal sempre presente “Pico”.

Non si conoscono molti elementi relativi alla cultura marinara e portolotta della Romagna, perché essa è sempre stata considerata minoritaria e marginale, all’intemo di un contesto regionale caratterizzato da prevalenti attività e culture contadine. Il mare rappresentava, per la mentalità, l’immaginario e la cultura del passato, un «altrove» non solo materiale e naturale, ma anche mitico, sacro, enigmatico; una dimensione dalle infinite e arcane potenzialità e connotazioni, travalicanti le geografie del prosaico e del conosciuto. È dal mare che nei miti, nelle storie e leggende, nella religiosità delle genti costiere, comprese le nostre, si raccontava fossero giunti a riva segni e prodigi, colonizzatori e fondatori, santi e reliquie, elementi del soprannaturale e del sacro, che poi entravano a far parte della specificità e del vanto delle comunità litoranee, della loro

storia, del loro tessuto devozionale, del loro blasone sia sacro che profano. Non è raro trovare, nelle storie di fondazione di città marinare o di costruzione di edifici sacri, il ricorso a temi leggendari legati a scampati pericoli in caso di tempeste e di voti fatti in proposito, o inerenti l’approdo - dovuto al destino o a un volere “alto” - di qualcosa o qualcuno di molto particolare. Allo stesso tempo, fra realtà e narrazione, è frequente imbattersi in storie riguardanti terribili burrasche, vascelli fantasma, mostri marini e pesci straordinari, visioni ed esperienze inconsuete, pericoli veri e terrori fantastici. Né mancano tradizioni e ritualità che hanno il mare come scenario o come principale protagonista. Un universo poco conosciuto e affascinante che in questo libro viene per la prima volta, relativamente alla Romagna, indagato e raccontato nel suo insieme.


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Il ciclismo in Romagna secondo Casadei Una Mostra bellissima con un titolo geniale Grande successo di visitatori alla Mostra allestita nei locali della Villa Mussolini con il titolo: “Il ciclismo in Romagna secondo Casadei”. La ricca rassegna è costituita da foto e filmati provenienti dall’Archivio dell’amico Secondo con immagini inedite di Campioni e fasi ciclistiche sia del passato che del presente. A tagliare il nastro dell’inaugurazione l’Assessore allo Sport Stefano Caldari, alla presenza, tra gli altri, di Davide Cassani C.T. della Nazionale Azzurra di Ciclismo nonché Presidente dell’APT Regionale e dell’ex Campione Mondiale Maurizio Fondriest. Nell’occasione è intervenuto Edmo Vandi il quale ha auspicato l’istituzione, da parte della Città, di un Archivio Video-Fotografico contenente la storia per immagini di oltre un secolo di vita riccionese, mettendo insieme l’enorme patrimonio di materiali in possesso di Pico e Gianni Zangheri, Secondo Casadei, Tino Casalboni, Edmo Vandi, ecc. Ciò permetterebbe per il futuro una preziosa e ricchissima

In ordine d’importanza (per noi): Secondo Casadei Vice Presidente Associazione Ex Dipendenti Enti Pubblici Riccione e Davide Cassani C.T. Nazionale Azzurri di Ciclismo nonché Presidente APT Regione Emilia-Romagna.

documentazione per studi e conoscenze che potrebbero essere fondamentali per non dimenticare in soffitta immagini e

filmati che hanno disegnato e caratterizzato la storia recente (ma non tanto) di Riccione nei suoi molteplici aspetti.

Il nonno e il cellulare
di “ultima generazione” Il nonno aveva un cellulare (volgarmente chiamato telefonino) vecchio di tre anni che, dopo qualche screzio iniziale, era diventato amico, confidente, un aiuto nei momenti più delicati, un soccorritore sempre in tasca. Recentemente ha ricevuto in regalo un oggetto diabolico, una tavoletta detta di “ultima generazione” con la quale il nonno è entrato subito in guerra. Una lotta impari, con un nemico che tende imboscate ad ogni “icona”e agisce con subdole manovre e strane reazioni ad ogni pur fievole tocco di mano. Chi come il nonno ha vissuto un infanzia nella quale era risaputo che a Riccione il telefono (fisso), l’avevano solo in quattro o cinque, l’Ospedale, il Comune, il Podestà e Villa Mussolini; che ha comprato con i primi guadagni un apparecchio radio “Geloso” di bachelite color ocra dal quale uscivano le prime esecuzioni dell’Orchestra di Cinico Angelini con i cantanti Achille Togliani, Carla Boni e Gino Latilla, con nel display, illuminato da una debole luce gialla, indicate le stazioni fasulle di Bucarest, Praga, Londra, ecc. con le quali ha tentato per giorni inutilmente di collegarsi; che ha assistito ai primi vagiti della televisione postata nella vetrina del negozio del claudicante Gramellini in Viale Diaz ( oggi c’è una pescheria), dove una folla si assiepava

disegno di Roberto De Grandis

per vedere su un piccolo schermo una fitta nebbia grigia con qualche ombra che a stento lasciava indovinare figure umane; quando in seguito ci si accalcava nel Bar Saponi o al Cinema Odeon per vedere “Lascia o raddoppia” o le prime trasmissioni con Nicolò Carosio su un mastodonte di almeno due quintali che troneggiava imponente in fondo alla sala come fosse su un altare. Avere oggi la consapevolezza (e l’incredulità) di dete-

nere in tasca una tavoletta con la quale parlare con il mondo intero, far di conto, fotografare, avere notizie di ogni genere aggiornate minuto per minuto e tantissimo altro ancora, ebbene per il nonno rappresenta un mostro tecnologico nei confronti del quale il proprio cervello si dimostra refrattario con evidente difficoltà (se non impossibilità) di assimilazione. Per fortuna c’è sempre un nipotino di 8 anni che si impossessa della tavoletta e in pochi minuti la ammaestra, la doma, la decifra, la mette in riga per poi consegnarla al nonno con saccente compatimento e qualche accenno di chiarimento. Con il risultato che il nonno ha una sola certezza: di non aver capito niente.

I rasunamènt per capì la vita La crisi la era i isé forta che i Picioun i purtèva al mulìghe mi Pensiunèd!


La pagina di Edmo Vandi

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Aneddoti da stadio

La squadra promossa in “C”. In piedia sin.: Schiano, Castronovo, Mariotti, Patrignani A., Alberti, Ravaglia. Accosciati: Buldrini, Ragazzi, Menghini, Malavasi, Ferrini. Allenatore: Attilio Santarelli. (Da: “90 anni di Calcio a Riccione” di Rodolfo “Rudy” Bacchini. Ph: Pico)

II° MEMORIAL GINO CEVOLI Una “Taca Banda” superaffollato per la “Seconda edizione del Memorial dedicato a Gino Cevoli”, il barbiere poeta dialettale di San Lorenzino ricordato dalla famiglia e dai tanti riccionesi che lo hanno conosciuto ed apprezzato. Alla serata, condotta da Edmo Vandi, hanno partecipato i Cantori del Gruppo “Al Mariete e Mingoun” diretto dal M° Valentino e il fantasista del dialetto Alberto Carlini. Nella foto il figlio Renzo mentre legge alcune poesie del padre Gino. Ha fatto gli onori di casa con la consueta gentilezza e professionalità “l’Oste” Daniele Imola.

Art: De Grandis

Al termine del Campionato di Serie D 1972/73, finito con due capoliste a pari punti (50), fra Bellaria e Riccione si disputò lo spareggio per la promozione nell’agognata Serie C sul campo neutro di Cesena. Più che una partita fu una guerra, terminata con la vittoria del Riccione per 1 a 0. Al triplice fischio finale un’orda inferocita di tifosi bellariesi si riversò sul campo armata di aste di bandiere (veri bastoni) assalendo giocatori e dirigenti biancazzurri, menando botte da orbi in un caos indescrivibile. Ero in tribuna con mio figlio di 7 anni portato con me per la prima volta. “Presto –dissi– svignamocela, qui la situazione si fa pericolosa”, ma lui: “No babbo, voglio vedere la fine, se queste sono le finali delle partite veniamo a vederle tutte!”.

Signore, fammi vedere l’Alboreto Cicchetti ornare la suggestiva “Oasi verde del Viale Ceccarini” e dopo raccoglimi pure accanto a quell’Anima Benedetta...


La pagina del dialetto

di Giuseppe Lo Magro

Viaggio all’interno dei ...polli - Viag drèinta i ...pòl Pollo= Pòl - Gallo e gallina giovani allevati per ricavarne carne e uova Gallo= Gal - Maschio adulto del pollo, con cresta rossa e barbigli, piumaggio vivace e zampe fornite di speroni Gallina= Galèina - Femmina adulta del pollo, piumaggio meno vivace, cresta piccola o mancante, speroni e barbigli assenti Galletto= Galèt, Gallinaccio = Galnac, Gallinella= Galnèla, Gallinaccia = Galnacia

Galèina

Gal

Rigaglie= Ragujoun o Argaj - Parti commestibili delle interiora dei volatili Ragujoun + collo e testa servivano per fare un ottimo ragù per tagliatelle (e c’era chi metteva anche le zampe) Rene – Rognone= Argnoun o Rugnoun. Corata= Curèda. Visceri di animali macellati Coratella= Curadèla. Viscere di piccoli animali (da noi indica cuore = còr, polmoni = pulmoun e fegato = fegata o fegat) Barbigli= Barboj. Appendici rosse e carnose. Stomaco – Ventriglio= Maghèt o Stemaga Stomaco di Gallina= Magoun. Testicolo di pollo= Maghèt o Fasul Mangiare la coratella dei moscerini= Magnè la curadèla di musèin. Si dice ha chi ha aspetto gracile per poco mangiare

Galletto castrato= Capoun – Ripulito sotto il sedere, subiva una netta sforbiciata e la mano prelevava i due “fagiolini”. Ricucito veloce con filo, cenere per disinfettare e fermare il sangue. Poi taglio della cresta. Il tutto senza anestesia. I due “fagiolini” erano dati da mangiare ai ragazzini per rafforzarne la virilità (mai alle ragazze) Chi trovava, mangiandolo, il filo del cappone, lo conservava perchè portava fortuna al gioco I giocatori più superstiziosi lo cucivano nel bavero della giacca Cappone mal castrato= Galaroun. Riconoscibile dalla voce di gola e per qualche fioco chicchirichi Gallina senza ovaie= Capunèsa. Ingrassa meglio Codrione o codione= Cudroun - Parte terminale della colonna vertebrale degli uccelli che sostiene la coda (osso sacro - coccige nell’uomo) Il sottocoda è assai prelibato sin dal Medio Evo quando i poveri contadini donavano il pollame per accativarsi le attenzioni e la benevolenza di Clero e Aristocrazia. Da qui il detto: “Bocconcino del prete”. Dialogo fra l’agricoltore Pietro col Sig. Nicola suo padrone in occasione delle feste natalizie Zirudèla di Giustiniano Villa, poeta dialettale – Qui adattata al dialetto riccionese Servo sua sor Padroun, a sò mnù a purtè i capoun, Lò e sta bèn e sta cuntènt, per noun la vòlta malamènt! Un ha piovù pe’l furmantoun, un gnè piò bièva te cantoun. Servo suo signor Padrone, sono venuto a portare i capponi, Lei sta bene e sta contento, per noi gira malamente! Non ha piovuto per il formentone, non c’è più biada nel cantone.

Cori Riccionesi in concerto “Stella alpina” e “Lirico Perla verde” per il Campanile

Venerdì 3 Maggio u.s., nella chiesetta di San Martino (1789 - la più antica di Riccione) in C.so F.lli Cervi, si è svolto un evento benefico per contribuire al restauro del vecchio campanile. Il coro “Stella alpina” e il coro lirico “Perla verde” di Riccionesi si sono uniti nella realizzazione di un concerto che ha visto esibirsi il primo con struggenti canti di guerra e di montagna e il secondo in brani lirici e sacri dei più famosi compositori. La parte più emozionamte della serata è stato il finale, a “cori uniti”, quando si sono levate le note di “Signore delle cime” e “Va pensiero”, i brani più significativi e famosi dei due reportori corali. La direzione dei due gruppi è stata opera dei Maestri: Anna Tedaldi e Brabara Amaduz-

zi. Il concerto ha realizzato una raccolta di 475 euro con grande soddisfazione dei coristi e dei parroci che si è andata a sommare all’entusiasmo derivato da una serata speciale con la chiesa gremita di partecipanti interessati e calorosi.


nel mondo dei numeri

39

di Giuseppe Lo Magro

Il numero 7. Ecco un elenco che ne dimostra l’universalità Dal latino Septem, la perfezione, la compiutezza. E’ sacro in tutte le tradizioni: esprime globalità, equilibrio, compimento. I testi religiosi più importanti gli danno ampio spazio. E’ il numero magico di maggiore popolarità Nell’Antico testamento il 7 è citato 77 volte. Giorni della Creazione - Giorni della settimana - Candelabro a sette bracci - Colori dell’Arcobaleno (Viola, Indaco, Blu, Verde, Giallo, Arancione, Rosso) Note musicali (Do, re, mi, fa, sol, la, si) – Stivali delle 7 leghe di Pollicino. Arti liberali (Grammatica, Dialettica, Retorica, Aritmetica, Geometria, Musica, Astronomia) - I saggi (Talete di Mileto, Pittaco, Biante, Clebolo, Chilone, Periandro, Solone). Le meraviglie del mondo in antichità (Piramidi Egitto, Giardini pensili Babilonia, Statua Zeus Olimpia, Tempio Artemide a Efeso, Mausoleo Alicarnasso, Colosso Rodi, Faro Alessandria) - Nani di Biancaneve (Dotto, Gongolo, Eolo, Brontolo, Mammolo, Pisolo, Cucciolo) - Peccati capitali (Orgoglio, Invidia, Ira, Accidia, Avarizia, Gola, Lussuria) - Le virtù (Fede, Speranza, Carità, Prudenza, Giustizia, Forza, Temperanza). Sacramenti (Battesimo, Confermazione, Eucarestia, Penitenza, Unzione degli Infermi, Ordine, Matrimonio) - Prurito e crisi del settimo anno nel matrimonio – La guerra dei 7 anni - Shabbat (settimo giorno), anno sabbatico (settimo anno) - Settennato presidenziale - Sette anni di guai - Re di Roma (Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marcio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo) Fratelli Cervi (Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore) -

Colli di Roma (Aventino, Campidoglio, Celio, Esquilino, Palatino, Quirinale, Viminale) - Le sorelle petrolifere (Standard Oil New Jersey, Royal Dutch Shell, Anglo Persian Oil Company, Standard Oil New York, Texaco, Standard Oil California, Gulf Oil) - Le vite del gatto. Al cinema: I magnifici sette - I sette samurai - Sette spose per sette fratelliSettimo cavalleggeri- Agente 007- Pasqualino settebellezze - Musical di Fred Astaire e Ginger Rogers. Boeing 707, 747, 767, 777 - I viaggi di Sinbad - Affluenti del fiume San Lorenzo - Gli alberi d’oro di Dante - Anni di Ulisse con Calipso - Punti della coccinella.

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Stelle delle Pleiadi (Asterope, Merope, Elettra, Maia, Taigete, Celaeno, Alcyon - sono i nomi delle Ninfe Oreadi) - Stelle della bandiera Cherokee - Raggi della corona della Statua della Libertà. I figli di Bach (ultimo di 7 figli) dalla prima moglie (Catherina, Wilhelm, Johann Cristoph, Maria, Carl, Johann Gottfried, Leopold); dalla seconda moglie ne ebbe altri 13. Corde della lira di Apollo. Tagli banconote dell’Euro (5, 10, 20, 50, 100, 200, 500) La casa dei 7 abbaini (N. Hawthorne). Vocali alfabeto greco (Alfa, Epsilon, Eta, Iota, Omicron, Omega, Upsilon) Danza dei sette veli - I pilastri della saggezza (T. E. Lawrence diede tale nome alla Roccia nel deserto Wadi Rum in Giordania) – Paesi di lingua portoghese (Portogallo, Brasile, Guinea-Bissau, Angola, Capo Verde, Mozambico, Sao Tomè-Principe-Timor Est). Bestie di ogni specie pura imbarcate sull’Arca di Noè - Il settimo giorno del settimo mese l’Arca si arresta sul monte Ararat - La colomba inviata da Noè porta ramoscello di ulivo dopo sette giorni - Sogni del faraone interpretati da Giuseppe - Anni di vacche grasse e anni di vacche magre - Spighe colme e spighe vuote - Anni di abbondanza e anni di carestia - Il settimo figlio è benedetto da Dio - Il settimo bambino del settimo figlio ha poteri straordinari.

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