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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Giovanni Cioria Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643 884 Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio - Grafica: Composet Riccione - Anno XXXII- N°4 - SETTEMBRE/OTTOBRE 2013

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STORIA DI F.A.

25 anni fa (14 ottobre 1988) la scomparsa di Alver Colombari, primo “Babbo” A guardarsi indietro ci si accorge che il tempo vola e ci si ritrova a dire: “Mo un è sucès te dòmeladò (2002)?”. “Mo va là... l’era e novcentnuvèntòt (1998)! Amarcord bèn... e mi anvòd l’è ‘ndè in prima media!” “Patarlacca, cum e pasa e tèmp”. Bè, in Famija non dobbiamo ricorrere ad abbinamenti con fatti accaduti in contemporanea per ricordare che Alver Colombari, il nostro primo “Babbo”, ci ha lasciato 25 anni fa. Ed è un ricordo assai nitido perchè quel suo entusiasmo nell’inventare momenti di aggregazione, quella sua forza nell’aiutare i più deboli e quella sua voglia di mantenere le tradizioni, capaci allora di trascinare tantissimi volontari in una collaborazione illimitata, anche oggi ci coinvolgono positivamente. Alver ebbe a dire durante un incontro: “ La Famija non è una Associazione... è una Idea!”

1974. Marta e Alver nel giorno del 25° anniversario di matrimonio.

Un’idea da trasferire in ogni riccionese, un’idea ricca di particolari valori, quei valori che nascono qui da noi, stuzzicati dalla “speciale” aria che sale dal mare o scende dalle colline. Il sogno che coltivava era vedere i suoi concittadini meno distratti, più coinvolti, più uniti. Al di sopra delle parti, delle baruffe stupide e di tutto ciò che avviene al di fuori del proprio portafoglio. Noi crediamo nel suo sogno. E ci stiamo provando con rinnovate manifestazioni di solidarietà, con innumerevoli proposte culturali, con un giornale sempre attento agli avvenimenti che giunga gratuitamente in ogni casa. E speriamo che sempre più riccionesi ci credano. G.L.M.

REDAZIONE Direttore Responsabile: Giovanni Cioria • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi • Collaboratori di questo numero: Paola Montebelli, Isidoro Lanari, Teresio Spadoni, Mirella Vandi, Lorenzo Galavotti (archivio), Mirna Ricci, Lorenzo Scola, Giovanni Mattoni, Roberto Betti, Gold Academy, Piero Serafini, Edmo Vandi, Paolo Arcangeli • Foto: Pico e Gianni Zangheri • Pubblicità: Tel. 338 4304667 • Grafica e impaginazione: Studio Grafico Composet Riccione: 0541 606680 • Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio S.r.l.

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NUOVO DIRETTORE DI F.A.

Il nostro giornale ha cambiato “autista” Cari lettori, ben trovati. Si va ad incominciare. 'Dovrei presentarmi ma la mia biografia offre pochi argomenti'. Attaccava sempre così, col primo articolo da direttore, quel grande giornalista che risponde al nome di Enzo Biagi. Chi scrive ha iniziato, imbrattando le pagine del 'Ponte'. Poi della 'Gazzetta di Rimini' (quello che oggi si chiama 'Corriere di Rimini'). Passaggio al 'Messaggero', quando usciva come quotidiano della Romagna. Approdo alla 'Valle'. Da 17 anni, infine, si scarabocchiano le pagine della Piazza, mensile della provincia di Rimini e di un pezzo di Pesarese. Ogni tanto, si verga qualcosa anche su 'Affari & Finanza' di Repubblica. Un filo con gli orizzonti adolescenziali. Come si conviene, ognuno ha anche un programma. Quello di queste pagine è già segnato. Vuole raccontare il genius loci riccionese (le intelligenze e le storie di questa comunità), tenendo lontano la noia, direbbe lo scrittore Dan Brown. Riccione fa porre una domanda: come ha fatto un paesone di contadini e piccoli pescatori a creare una delle maggiori mète turistiche europee? Con la più grande gelateria d'Italia (e forse la più

blasonata), il Nuovo Fiore, con una gioielleria, Bartorelli, da esportazione, con negozi che fanno tendenza e richiamano.... Le pagine di F. A., e i suoi libri, vogliono gettare un po' di luce nel retrobottega, dove le cose si fanno e si pensano. Per volare alto e dare un senso alla vita, per lo scriba, 'la verità non ha casacche'. Se uno è un farabutto è tale anche se veste i colori che ti stanno simpatici. Il vero padrone di ogni testata è il lettore. I giornali sopravvivono di copie e di pubblicità. Per ritornare a quel gigante di Biagi, il giornale è un servizio pubblico, come i trasporti e l'acqua. 'E nell'acquedotto non si immette acqua inquinata'. Chi scrive pensa anche che la libertà politica non può essere disgiunta dalla giustizia sociale, come afferma papa Francesco. E se c'è qualcosa che non funziona non si può incolpare Roma, ma partire da se stessi. E che se le cose non si fanno, e non funzionano, le colpe non sono di chi è venuto prima. E' meglio rimboccarsi le maniche e iniziare. Un abbraccio Giovanni Cioria

Ad Andrea un caldo saluto e un ringraziamento di cuore Per un "autista" che arriva, necessariamente uno parte. Chi ci saluta è il dott. Carlo Andrea Barnabè che è stato con noi ben 24 anni. Entrato in Famija nell'ottobre 1989 in qualità di caporedattore, mentre alla "guida" c'era il compianto Marzio Cesanni, lo ha poi sostituito tre anni più tardi assumendosi l'onere e l'onore di essere il nostro Direttore responsabile. Il percorso ha sempre avuto il pregio dell'armonia nel rispetto di una imprescindibile libertà di espressione. Ora, che le strade si dividono, la Redazione e il Consiglio di Amministrazione di F.A., assieme ad un caldo saluto e ad un ringraziamento di cuore, augurano ad Andrea i migliori successi professionali e le soddisfazioni che le sue qualità di giornalista ampiamente meritano.

IL NOSTRO GIORNALE NELLE VOSTRE CASE Nel giugno scorso si è rafforzata l’intesa tra postini e Famija Arciunesa. Intesa professionale volta ad effettuare un servizio impeccabile ed accontentare i 15.600 lettori del bimestrale locale. E, visto che “A tavola prese moglie un frate”, ci siamo ritrovati – postini e consiglieri- al Ristorante Ranch Saloon per un’allegra chiacchierata davanti a crostini e pizze di ogni genere. L’impegno è stato sottolineato coscientemente e i “distributori” invitano i cittadini ad avvisarli direttamente in caso di mancato recapito.

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regolamento urbanistico ed edilizio

Variante al Rue, nuove norme Novità per chi deve ristrutturare le case, trasformare pubblici esercizi in negozi e aprire attività di ampie dimensioni. Lo prevede la nuova Variante al Rue (Regolamento urbanistico ed edilizio), che tra l’altro pone la parola fine alla querelle sui palloni pressostatici, che saranno concessi in via provvisoria agli impianti sportivi privati d’ uso pubblico. Non solo. Il documento dà un giro di vite anche alle Vlt (video lottery), apparecchi per il gioco elettronico (regolarmente approvati dalla Questura e dal Ministero delle finanze) confinati nella zona artigianale di viale Empoli. Dove, comunque, dovranno rispettare i 300 metri di distanza dai luoghi sensibili, ossia scuole, asili, chiese e campetti da gioco per ragazzi. Un provvedimento importante se si considera che, in città dovrebbero aprire altre attività del genere e che le persone con dipendenze da gioco seguite dall’Ausl di Rimini, sono in forte espansione. In primo piano le case costruite prima del 1998. In caso di ristrutturazione i proprietari potranno ricavare degli appartamenti più piccoli e, comunque, non più di quattro. Il classico caso è quello dei fabbricati che si sviluppano su due piani, quindi bifamiliari, dove al massimo venivano previsti due appartamenti di 120 metri quadri. Con la variante, adottata quest’estate a maggioranza dal consiglio comunale di Riccione (Valter Ciabochi gruppo Misto si è astenuto, Lista Civica, Pdl e Psi hanno votato contro) se ne potranno ricavare in media due da 60 metri quadri per piano. Anni fa era stato consentito un limite minimo medio di 70 metri quadri, ridotti di recente a 65. Le metrature cambiano ma, come assicura il sindaco Massimo Pironi “non è prevista alcuna variazione di superfici, perché questa scelta vuol essere

un’opportunità e non una speculazione. S’intende, infatti, andare incontro alle esigenze di diverse famiglie che oggi, con le tante spese da sostenere, come la Tarsu, hanno bisogno di alloggi di dimensioni più piccole”. E’ però previsto un incentivo in volume del 5 per cento per chi ristruttura in accordo con l’ultima normativa sul risparmio energetico, come contemplato dalla legge regionale. Altro capitolo i negozi. Con l’approvazione del Rue che, come promette l’assessore all’Edilizia privata Maurizio Pruccoli, “è prevista entro la fine dell’anno”, i locali si potranno allargare su tutto il territorio comunale per fare spazio ad attività importanti e grandi griffe. Il Comune consentirà di accorpare quattro licenze, purché non alimentari, fino a raggiungere un massimo di 1.500 metri quadri. Verrà permesso d’inglobare anche bar e altri pubblici esercizi. Altra novità sul cambio di destinazione d’uso. I pubblici esercizi potranno trasformarsi in

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negozi, purché si trovino nel quadrilatero compreso tra spiaggia e ferrovia, porto e viale Cesare Battisti. Non è tutto. Come annuncia Pruccoli, affiancato dal suo dirigente Gilberto Facondini, nel Rue è stata inserita una nuova scheda dell’Hotel Savioli Spiaggia, da anni in attesa di ristrutturazione. “La variante prevede un bonus del 20 per cento (e non più di 30) sulle volumetrie esistenti, come concesso ad altri immobili su lotti che hanno le stesse caratteristiche. In soldoni si tratta di due piani in meno rispetto il progetto iniziale”. Sull’immobile, tuttora al centro di un contenzioso legale, occorrerà, dunque, presentare un nuovo progetto. Il Rue, infine, darà anche un giro di vite alla selva di verande che a Riccione si sono moltiplicate all’infinito. Con la nuova variante non si potranno installare più con un semplice Dia (dichiarazione inizio attività). Nives Concolino


destagionalizzazione

Parte la spiaggia d’inverno Riccione apre le porte alla spiaggia d’inverno con eventi sportivi e d’intrattenimento, giochi gonfiabili e laboratori, percorsi vita e tattili, zone fitness, piscine e vasche idromassaggio riscaldate. Un “universo” pronto a catturare i turisti al riparo dalle intemperie. Anche se di fatto la quarta Variante al Piano spiaggia, che punta sulla destagionalizzazione dell’arenile, concede in tutto solo 300 metri quadrati di copertura per progetti speciali. Metratura che farebbe la gioia di uno o, al massimo, due operatori. Ma la Sovrintendenza di Ravenna, per ora concede questo. L’idea d’installare più cupole, simili a quelle sperimentate una quindicina di anni fa al Marano, piramidi trasparenti o delle maxibolle, come quelle cosmiche, progettate dai tecnici Elvio Montanari, Giuseppe Francesco Bossi e Luca Corcelli, dovrà attendere ancora un po’. Da qui l’appello delle cooperative dei bagnini e dei singoli concessionari, di riaprire il tavolo con la Sovrintendenza, per consentire a più operatori di attuare progetti innovativi e intercettare un numero più elevato di turisti, senza creare disparità tra concessionari. La variante, intanto prevede l’affidamento a società di sport legate al mare, di cinque spiagge libere (due in viale Torino, una davanti alla Mater Dei e una tra le zone 23 e 25, e tre in viale D’Annunzio, nei pressi della colonia Reggiana), tratti di arenile che da tempo ospitano attività ludiche sportive di pubblico interesse. Questa operazione servirà pure a regolamentare alcune situazioni critiche, come quella del Circolo velico di Fontanelle che, dopo quattordici anni

di attività, si era visto recapitare un’ordinanza di demolizione delle strutture ritenute abusive. L’assegnazione delle spiagge, da effettuare tramite bando, prevede che l’associazione vincitrice attrezzi l’intero tratto di arenile (non solo quello usato per la propria attività) con docce e toilette per associati e semplici bagnanti. A spese dell’aggiudicataria, come spiega il dirigente Gilberto Facondini, affiancato dall’architetto Mirna Bertuccini, sarà pure la pulizia della spiaggia, ora affidata a Hera, e il servizio di salvataggio, fino adesso coperto dalle cooperative dei bagnini e da singoli operatori di spiaggia che a loro volta vengono rimborsati dal Comune con alcune decine di

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migliaia di euro. A chi gestirà l’area in cambio sarà permesso di installare in via temporanea una casetta in legno di 30 metri quadrati per la propria sede. La variante con “Mare d’inverno” e il “Parco del mare”, adottato in giunta lo scorso agosto, dovrebbe tornare in giunta per l’approvazione entro l’anno. Nel frattempo il sindaco Massimo Pironi e l’assessore Maurizio Pruccoli lanciano l’appello alle associazioni di categoria e singoli operatori, affinché si presentino idee per eventi da inserire nel calendario invernale. “Noi gli offriamo lo strumento e il contenitore – sottolineano -, loro dovranno riempirlo”. Nives Concolino


VIAbilita’ e STORIA

Nuova rotonda dell’Ospedale intitolata al dottor Gino Moro Se ne parlava da tempo: eliminare il semaforo nell’incrocio Corso F.lli CerviViale Maria Ceccarini, notevole intralcio ad una circolazione scorrevole, creando una rotonda che fosse in armonia col luogo e rendesse omaggio ad un “mito” di Riccione, il dottor Gino Moro. L’Amministrazione comunale ci è riuscita. Realizzata in tempi brevi, ripristinando l’originario progetto (riportata alla luce anche la vecchia scalinata in pietra che conduceva all’ingresso) grazie alla visione di cartoline d’epoca, è stata inaugurata nel dicembre 2012, rientrando così nella serie di manifestazioni ideate per festeggiare i 90 anni della Autonomia comunale. Senza dubbio un’opera tra le più “indovinate” in quanto ci riporta un

pezzettino della Riccione di fine ‘800, così come “indovinata” è stata l’idea di intitolarla alla memoria del dottor Gino Moro il medico che fu Primario Chirurgo del “Ceccarini” per circa 30 anni. Scomparso nel 1972 all’età di 80 anni è ancora oggi ricordato con particolare affetto da chi lo conobbe o per averci lavorato assieme o per essere stato sotto le sue cure. La cerimonia di intitolazione – 20 Luglio u.s.- oltre al sindaco Massimo Pironi e alle autorità cittadine civili, militari e religiose, alle due figlie Maria Teresa e Anna Maria, al dottor Giovanni Olivieri e al professor Pietro Pasini, entrambi allievi di Moro, ha visto la partecipazione di un folto gruppo di riccionesi, che 40 anni dopo ha voluto

dimostrare un sentimento di “riconoscenza” ad un uomo che nella piccola storia della Perla verde è diventato un “mito”. C’è chi lo ha fatto con una presenza discreta e chi prendendo la parola, riportando alla luce episodi che ne hanno illuminato la personalità sempre vivace e la capacità di trarsi d’impaccio anche in tempi difficili quali quelli della 2ª Guerra mondiale. G.L.M.

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Tra le testimonianze riportate per l’occasione, quella di Salvatore (Rino) Gambuti, bagnino della zona 104. “Sono nato il 4 settembre del 1944 – ha raccontato -. Quel giorno era in corso un bombardamento e l’ospedale era in mezzo alla macerie. Il dottor Moro mi aiutò a nascere in quel disastro. Poi chiese ai miei genitori di chiamami Salvatore, perché in quella giornata non c’erano stati morti e la mia nascita era un segno di speranza per il futuro”. Con questa dedica il Comune ha inteso evidenziare la figura del noto camice bianco, passato alla storia per la sua straordinaria dedizione e grande umanità. ni.co.

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biblioteca comunale

Spirano venti di novità... D'alessio Pasquale è il nuovo responsabile della biblioteca di Riccione. Ricopre il ruolo da un anno. Orgine napoletana, è a Riccione dagli anni Settanta. Vi giunse casualmente e senza la valigia di cartone. Tutta colpa dell'allora sindaco di Napoli, Valenzi e di quella strana organizzazione che era il Pci (Partito comunista italiano, il capostipide del Pd) di quei tempi. Non si sa per quale ragionevole ragione (accordi diretti tra Bologna e Napoli), ma da Napoli vengono in colonia a Riccione (alla mitica Bertazzoni) bambini napoletani. A far loro da tutore c'è un giovane D'Alessio, appena uscito dall'Istituto d'arte con sessanta, il massimo dei voti. D'alessio aveva anche un lavoro nel pubblico impiego in Campania. Dunque, un tranquillo futuro davanti, tra le mura domestiche e nel proprio mare. Data l'età, quella che doveva essere un'estate di lavoro/vacanza diventa la svolta della sua vita. Si innamora di due occhi irracontabili e resta a Riccione. Per sempre. E' anche nonno. Da allora, un crescendo di carriera, di impegni, di scrittura (poesie e saggi), di teatro (autore e regista), di eventi. Dentro e fuori dal Comune. Ha sempre intrecciato il lavoro nel pubblico, con la sua grande passione: scrittura e teatro. D'Alessio è un signore poliedrico, non privo di battute fulminanti, alla Ennio Flaiano. Non si sa se è vero, ma si racconta di un fraseggio tra lui ed un riccionese, tra i suoi amici migliori. Il coetaneo, lo canzona: 'Voi terroni, con poca voglia di lavorare e qualche tara. Anzi molte tare...'. D'Alessio, senza scomporsi, con un sorriso intelligente, sotto quella capigliatura corvina e riccia di allora: 'Devi sapere che quando voi eravate barbari,

noi conoscevamo già l'altro sesso'. Il suo impiego nel Comune di Riccione affonda in quegli anni Settanta. Per alcune estati fa lo stagionale alla colonia Bertazzoni. Nel 1981, si cimenta con un concorso dell'Usl (Unità sanitaria locale) come educatore e animatore. Lo vince. L'anno successivo, 1982, si cimenta con un altro concorso, ma per il Comune di Riccione: insegnante di sostegno per l'handicap, per asili nido e scuole materne. Vince anche quello. Poi, per il Comune di Riccione si occupa di servizi sociali. Da 6-7 anni è funzionario. Da un anno, l'amata biblioteca. D'Alessio ha subito portato la sua impronta: concerti, conferenze, mostre. Ha cercato di legare gli eventi alla storia riccionese. Ad esempio, ha organizzato due concerti in onore di 'Osvaldo Berni', l'uomo al qua-

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le è intitolata la biblioteca. Ha chiamato la nipote, Alice Berni, una musicista di valore che fa composizione e pianoforte. In settembre, ha fatto partire un ciclo di incontri sulla parola, prendendo spunto dall'attacco di un articolo di giornale: chi, cosa, dove, quando e perché. In parallelo al lavoro, D'Alessio inizia a scrivere e a cimentarsi col teatro. Prima per se stesso con racconti brevi e riflessioni a 360 gradi. Circa 25 anni fa, chiede ad un amico: 'Hai voglia di leggere le mie cose?'. Dopo averle lette, gli dice: 'Complimenti, hai una scrittura viva, asciutta, piacevole. Talento puro'. 'Dai, mi stai prendendo in giro! Dici sul serio'. Quel 'dici sul serio' è un marchio di casa D'Alessio; lo infila in ogni dove. Giungono applausi e riconoscimenti. Una decina di anni fa diventa presidente dell'Ilaria Alpi (il premio ricorda l'uccisione in un agguato di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin a Mogadiscio nel 2004); ruolo che ha lasciato dopo la responsabilità della biblioteca. Oltre, a far teatro, D'Alessio, sulla cui vita è giunta una grande ombra, si è cimentato con la poesia. Ha dato alle stampe libri di poesie: 'Settembre' (2009), Giocatori di bocce' (2010), 'Odore d'Italia'. E 'Occhi scritti – Orazione civile sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin'. Quest'ultimo reca la presentazione della famosa giornalista Concita De Gregorio. Che scrive: 'I versi di Pasquale D'Alessio, la sua orazione, sono le parole più nitide e lucenti che si siano lette da diciasette anni a questa parte sulla morte di Ilaria e Miran...'. Quel 'Settembre' racconta la lunga ombra della sua vita. Giovanni Cioria

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LIONS CLUB RICCIONE

Giorgio Mignani è il nuovo Presidente Lo scorso 14 giugno al Grand Hotel Des Bains si è svolta la cerimonia ufficiale di insediamento del nuovo presidente del Lions Club Riccione succeduto a quello uscente Marina Giannini che ha espresso la sua gratitudine a tutti i soci, ricordando visivamente i momenti trascorsi insieme nelle belle immagini riprodotte , sulle note di My Way. “In questo anno di mandato - ha detto Marina - ho cercato di restituire impegno e amicizia a chi mi ha dato fiducia e responsabilità”. Dopo il messaggio di saluto per l’anno sociale 2012-2013, nel discorso di insediamento, il neo presidente Giorgio Mignani ha ribadito la massima collaborazione di tutti per portare avanti, con passione e partecipazione gli scopi del Lions. “Il programma dei prossimi 9 mesi di presidenza potrebbe definirsi

Passaggio delle consegne da Marina Giannini a Giorgio Mignani

in due parole: “Condivisione solidale”. Infatti le nostre buone azioni nascono all’interno del club quando esso è la casa dell’amicizia e quando noi siamo amici della solidarietà che è lo scopo essenziale della nostra associazione. Ritengo, infatti, assolutamente importante, che il nostro club colga l’opportunità di dare una significativa testimonianza della nostra presenza nella comunità che ci circonda”. Affiancheranno Giorgio Mignani il past presidente Marina Giannini, il 1° vice presidente Fiorenzo Brighi, il secondo vice presidente Paolo Arcangeli, il segretario Leonardo Fabbri, il cerimoniere Cristina Berlini, il censore Francesco Procopio e i consiglieri Marco Scaini, Maurizio Damerini, Graziella Cianini, Angelo Bruno Berni e officer telematico Claudio Villa.

Riccione Paese. Il mercatino dei bimbi Un pizzico di buona volontà, un pugno di entusiasmo e un sacco di collaborazione. Questa la semplice ricetta per quella torta eccezionale che è stato “Il mercatino dei bambini” in onda tutti i venerdì sera di Giugno, Luglio e Agosto dell’estate scorsa in Corso Fratelli Cervi. Passeggiando tra quei mini banchetti si percepiva una atmosfera di gioia contenuta e consapevole e così, domandare qua e là per svelare il piccolo “mistero”, è stato spontaneo. Due pimpanti signore, Laura e Roberta con l’aiuto di alcuni abitanti del Paese vecchio si sono messe

di “buzzo buono”e hanno organizzato la manifestazione stabilendo che i bambini dovevano essere i protagonisti. Il loro piccolo commercio ed eventuali baratti dovevano riguardare solo oggetti da bambini e tutti i par-

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tecipanti dovevano essere coinvolti nella gara a premi della piada. Tanti i negozianti che hanno contribuito alle serate-party con pane e nutella, pop corn, caramelle, granite. Un valido aiuto è giunto anche da Paola e Michele, perfetti nell’offrire un impeccabile servizio. La numerosa e inaspettata partecipazione ha caricato di soddisfazione le organizzatrici a tal punto che già le loro menti elaborano novità per l’anno a venire mentre lanciano un grazie a quelli che hanno condiviso il progetto dando modo ai bambini di sentirsi importanti. G.L.M.


riflessioni sull’estate

Stagione sull’orlo di una crisi di nervi PESSIMISTICO REALISMO? Alcune brevi domande sulla situazione turismo al presidente dell’Associazione Albergatori di Riccione Bruno Bianchini. Come è andato il mese di giugno? “I dati della Provincia usciti ai primi di luglio che riguardavano il mese di giugno e che collimavano con le nostre rilevazioni, davano un riempimento medio del 50%. Ma questo però grazie alla quarta settimana del mese che è andata meno male delle altre tre, mentre le tre precedenti segnavano un riempimento del 43%.” E luglio è risultato migliore? “Facendo queste riflessioni ai primi giorni di agosto, quando i dati del mese prima non sono ancora stati accertati definitivamente, possiamo dire ‘a sensazione’ che luglio è stato un mese in chiaro-scuro. Se la sono cavata gli hotel a due e tre stelle, perché la gente ha ricercato il prezzo basso. Hanno molto sofferto invece i tre stelle superior e i quattro stelle; tutto questo ci porterà verosimilmente ad un segno meno anche per il mese di luglio, un -7/10% rispetto al 2012.” La crisi è stata percepita da tutte le categorie? “Se è stata e ancora sarà difficile per gli albergatori e anche per i bagnini, che viaggiano a stretta sinergia con loro, risulterà catastrofica per tutte le attività economiche collaterali, dai bar ai ristoranti, dai negozi ai bazar, molte delle quali faranno fatica a salvarsi; perché se il turista cerca offerte convenienti e comunque solitamente prenota anche la spiaggia, non spende nel variegato indotto che rappresenta invece un elemento importantissimo per la nostra economia cittadina.” Non sono considerazioni troppo pessimistiche? “Considerazioni pessimiste?! Affatto, la realtà è questa. Con la storia che gli albergatori si lamentano sempre, i nostri amministratori ci hanno creduto e quindi siamo di fatto arrivati quest’anno assolutamente impreparati ad un’estate che darà risultati disastrosi. Per la prossima stagione contiamo che qualcosa cambi, e che si attivino amministratori che meglio conoscendo le dinamiche del mercato turistico, le possano riattivare.”

ALLA FACCIA DEI ‘BAMBOCCIONI’ Consistente nella Provincia di Rimini il calo dei lavoratori under 25, poiché gli avviati con età compresa fra 15 e 24 anni risultano quasi 1.900 in meno rispetto al 2012. All’interno del gruppo più giovane si riscontra però una notevole differenza in peggio, dal momento che mentre i 25-29enni scendono del 3,1%, il numero di ragazzi fra i 15 e 19 anni assunti alle dipendenze si riduce, a distanza di un anno, di un terzo (-33,9%). Questo autentico ‘crollo’ delle assunzioni tra i giovanissimi è in buona parte riconducibile alla nuova normativa sull’apprendistato che ha praticamente impedito l’assunzione di ragazzi minorenni nel secondo trimestre dell’anno, vale a dire nel periodo in cui alberghi, ristoranti e pubblici esercizi definiscono la maggior parte dei contratti stagionali. Grandi difficoltà quindi per i nostri giovanissimi, volenterosi di farsi tre mesi di stagione estiva per rendersi un pochino indipendenti dalla famiglia. “I giovani con 17 anni compiuti – spiega l’impiegato di un ufficio si consulenza del lavoro - hanno potuto però essere assunti come apprendisti, sempreché avessero concluso il terzo anno di una scuola professionale specifica, che avesse rilasciato loro un attestato di qualifica, permettendo così di essere assunti in un’azienda strettamente correlata ad essa. Ad esempio un ragazzo che avesse conseguito il diploma di cuoco del terzo anno presso un istituto alberghiero ha potuto essere assunto come apprendista cucina oppure una ragazza che avesse conseguito un diploma di estetica in una scuola professionale ha potuto essere assunta, ma solo da un centro estetico.” Questo naturalmente ha significato anche che tutti i ragazzi che studiano, ad esempio, nei licei o comunque scuole che prevedono solo i 5 anni, sono dovuti restare a casa, tanto da passare per ‘fannulloni’. Oppure hanno potuto sì essere assunti… ma non come apprendisti, condizione che prevede un determinate sgravio contributivo al datore di lavoro , ma come normali lavoratori, e quindi spesso ‘non convenienti’ in quanto, a parità di spesa, è più accattivante un lavoratore con maggior esperienza.

UN PIANO CAMERE VUOTO AGUZZA L’INGEGNO Innegabile la fantasia del Consorzio Riccione Turismo nell’inventarsi progetti accattivanti: addirittura quello di trasformate una tassa odiata in un’opportunità di vacanza… e quindi di gioia. Trasformare l’IMU pagata nel 2012 in buoni vacanza è la ‘bizzarra’ idea condivisa da alcuni alberghi aderenti al Consorzio che hanno deciso di attirare così una nuova clientela… alla faccia del momento economico. L’operazione è valida per tutti i turisti che prenotano un soggiorno di vacanza minimo di 7 giorni per almeno 2 persone fino al 4 agosto e dall’1 al 30 settembre. Consegnando all’arrivo in hotel copia del proprio F24, la struttura rilascia un buono vacanza del valore dell’IMU pagata nel 2012 per la prima casa. E’ stata forse la più eclatante e curiosa iniziativa di questa stagione estiva, perlomeno nella sua prima parte: trasformare cioè l’angoscia di una quota di tassa pari a 200 euro per gli hotel a 1 e 2 stelle, 250 euro per gli hotel a 3 stelle, 300 euro per gli hotel a 4 e 5 stelle in un piacevole soggiorno a Riccione. Entro fine luglio il Consorzio ha ricevuto oltre 15 mila visite alla pagina del portale in cui presentava tale iniziativa. A questo si sono aggiunte le circa 2 mila richieste di informazione per telefono e mail a seguito della campagna stampa su testate e televisioni. Le vacanze prenotate grazie all’iniziativa IMU (sempre sino a tutto luglio) sono state oltre 150, la formula preferita dalla clientela è stata il prolungamento del soggiorno, trasformando il corrispondente importo IMU del 2012 in giorni gratis. RegaliAMO Riccione è l’altra iniziativa del Consorzio, che ha deciso di regalare ai suoi ospiti un ‘kit vacanze’ contenente voucher regalo e buoni sconto, utilizzabili presso le 40 attività commerciali che hanno aderito all’iniziativa, per un valore complessivo di oltre 200 euro dai bar ai ristoranti, dai negozi di abbigliamento a quelli di oggettistica, dai fotografi ai parrucchieri, dai parchi alle spiagge. Al momento del check-in viene offerto al cliente un carnet contenente i 40 voucher… nella mirata intenzione di attivare una concreta collaborazione sinergica tra realtà alberghiere ed extra alberghiere.

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Provincia di Rimini

riflessioni sull’estate

TASSA DI SOGGIORNO= ANSIA DI RECEPTION Kurtaxe, Taxe de séjour, Visitor’s tax o come all’occorrenza si traduca, la tassa di soggiorno è entrata nella categoria Comune di Riccione dei ‘nuovi mostri’. Dopo Tripadvisor, il Provincia di Rimini Middle-Week e il Meteo.it, per gli albergatori nuove fauci da affrontare e dalle quali cercare di non farsi sbranare. QueProvincia di Rimini IMPOSTA DI SOGGIORNO sto non tanto per l’entità dell’imposta, che solitamente si aggira sui 21 euro (struttura a 3 stelle – 2 persone – 7 giorni), ma per l’imbarazzo che una segreteria attenta a non infastidire il cliente, dopo aver ‘arrotondato’ il conto… con la voce lievemente tentennante ne deve L’imposta è prevista dal D.Lgs n.23 del 14.03.2011 ed è stata adottata dal Comune di Riccione richiedere un’aggiunta. La reazione? con Delibera di Consiglio Comunale n.13 del 11.04.2013 con decorrenza dal 01.06.2013 Sul volto del cliente il sorriso si spegne ed è stata adottata dalCHI ComunePAGA di Riccione L’IMPOSTA? con Delibera di Consiglio Comunale n.13 del 11.04.2013 con decorrenza dal 01.06.2013 a4.03.2011 è prevista dal D.Lgs n.23 del ed èricettiva stata adottata dal Comune di Riccione con Delibera n.13 del 11.04.2013all’improvviso, con decorrenza dal 01.06.2013 rimane qualche secondo Chi pernotta in14.03.2011 una struttura del territorio comunale, versando l’impostadialConsiglio gestore,Comunale che rilascia ricevuta. perplesso tra l’indignarsi e l’abbozzare, territorio comunale, versando l’imposta al gestore, che rilascia ricevuta. QUANTO SI PAGA? GA L’IMPOSTA? L’imposta è dovuta per persona e per ogni pernottamento, fino ad un massimo di 7 pernottamenti consecutivi. ma per educazione e per far credere di gni pernottamento, fino ad un massimo di 7 pernottamenti consecutivi (ad eccezione dei campeggi dove è prevista fino ad un massimo di 7 pernottamenti non otta in una struttura ricettiva del territorio comunale, versando l’imposta al gestore, che rilascia ricevuta. essere un cittadino ben informato risponde: “Già… lo sapevo!”. Perché in realtà POLOGIA STRUTTURA CLASSIFICAZIONE IMPOSTA (euro) O SI PAGA? CONTRATTI A TRATTI1 stella giornata lavorata, programmando quindi l’applicazione della tassa di soggiorno, 0,50 a è dovuta per Sempre persona e per pernottamento, fino ad un massimo di 7 pernottamenti consecutivi (ad eccezione dei campeggi dove è prevista fino ad di 7 pernottamenti i turni delle persone assunte in modo più piùogni complicato gestire le assunanche seunèmassimo entrata in vigore non il primo 2 stelle 0,70 tivi). zioni del personale,3 stelle/3 specialmente negli1,50 controllato… e controllabile, impedendo giugno e per questo in sostanza non è hiere (RTA o residence), classificate secondo i parametri stelle superior possibili irregolari strumentalizzazioni. hotel, la Comunale prima della stata comunicata nei tempi ai clienti che Comune di Riccionealmeno con Delibera diper Consiglio n.13parte del 11.04.2013 con2,50decorrenza dal 01.06.2013 R.adottata 1017/09 e n.dal 1301/09 4 stelle/4 stelle superior Quindi grande lavoro in più per gli alberstagione estiva 2013. Tolta l’assunzione hanno prenotato nei mesi precedenti, è 3 5 stelle TIPOLOGIA STRUTTURA IMPOSTA (euro) gatori e massima attenzione CLASSIFICAZIONE nel non farsi a tempo determinato di figure che ricostata dai media sufficientemente pubbliversando l’imposta al gestore, chemodificata rilascia ricevuta. metri stabiliti dalla delibera G.R. 2150/2004, 0,2 trovare, in caso di controllo, un1 lavoratoprivano ruoli indispensabili per l’andacizzata, oltre al fatto che l’Associazione stella 0,50 re del quale non si fosse comunicata in mento della gestione (cuoco, segretaria, Albergatori e l’Amministrazione si sono 2 soli 0,50 no 7 pernottamenti portiere consecutivi (ad eccezione dei campeggi dove è prevista fino adtempo un massimola di 7chiamata. pernottamenti non Un’ulteriore gestitiadin un massimo di piccola caposala, di notte…) il contratindustriati nell’ inviare 2 stelle 0,70 una dettagliata 3 soli rparametri e albestabiliti rghdalla ierdelibera e: toG.R. an. 2186/2005, chiamata ha fatto da padrone qua-0,70 difficoltà è poi sopraggiunta in corso comunicazione tradotta in più lingue 4 soli 1,50 ghi e residenzeleturistico-alberghiere o residence), classificate secondod’opera: i parametri non poter più inviare 3 stelle/3lestelle superior che i gestori hanno esposto 1,50 assunpredominante(RTA modalità, proprio per in giro per URA CLASSIFICAZIONE IMPOSTA (euro) roomdalla and breakfast, locande): ai sensi della n.speciale peculiarità delibera G.R.sua il modulo on-line predisposto quella che per-0,50 zioni con l’hotel. “Sinceramente ho ricevuto molCategoria unica a dalla delibera n. 803/2007 07, modificata dalle delibere G.R. 1017/09 e n. 1301/09 ma inviarlo0,50in un modo un po’ più mette la modulazione dell’incarico, che proteste di quelle 1 stella 4 stelle/4 stellecomsuperior te ma molte meno 2,50 a classificazione: libera G.R. plicato. Che gran sollievo quindi verso la può così procedere ‘a tratti’ e a seconda che temevo – racconta un’albergatrice 2 stelle 0,70 on aperte al pubblico, aree ovviamente attrezzate di sosta delle necessità del momendella zona -, qualche piccolo brontolare 0,50 fine di giugno: basta con cervellotiche G.R. n. 3 5 stelle ence), secondo i parametri 3 stelle/3 stellemodalità superior elibera classificate n. operazioni1,50 pressoché giornaliere, e via to. Ma se lo scorso anno tale c’è stato, anche se la stragrande magristico e riaicsensi ettivdellae delibera all’arG.R. ia an.p2186/2005, erta : richiedeva una più approssimativa pre- 0,50 ad un’assunzione normale. E grande sodgioranza ammetteva che in altre città 1/09 4 stelle/4 stelle superior ggi classificati cisione, secondo i perché parametri stabiliti dalla delibera G.R. 2150/2004, modificata 2,50 disfazione del gestore per due motivi: le giornate lavorate si ed anche all’estero, 0,2 in altre occasioni, elibera n. 803/2007 da una parte perché ha potuto rilassarsi potevano annotare anche ‘a5 stelle giochi fatti’ l’avevano già pagata: se non altro per 3 e dedicarsi ad altro… dall’altra, decisa(a fine mese cioè), da quest’anno la legfar la figura di aver girato il mondo…!” 2 soli mente più 0,2 importante, perché ha voluto che fosse molto più serio rdelibera e ricettG.R. ive extr2150/2004, age albeha rghmodificata ipensato ere: 0,50 certificazione medica e il loro accompagnatore; dire che finalmente la struttura lavorava! comunicare anticipatamente all’INPS la Maria Grazia Tosi eori turistici appartamenti per vacanza gestiti in (uno ogni 25 componenti del gruppo);

IMPOSTA DI SOGGIORNO

Comune di Riccione

IMPOSTA DI SOGGIORNO

l Corpo Nazionale Vigili del Fuoco in servizio; d’impresa, classificate secondo i parametri stabiliti dalla2delibera G.R. n. 2186/2005, rati presso strutture sanitarie site nel Territorio comunale, in ragione di un accompagnatore per paziente; soli a struttura ricettiva che ivi svolge attività lavorativa; ata delibera pubblicidalla (c.d. turismo sociale) di etàn.non803/2007 inferiore a 65 anni, che soggiornano in strutture alberghiere di 1, 2 e 3 stelle.

lla delibera G.R. n. 2186/2005,

3 soli

tituzione e l’applicazione dell’Imposta di Soggiorno approvato con deliberazione del C.C. n. 13 del 11.04.2013 sono previste le seguenti sanzioni: ento dell’imposta, si applica la sanzione amministrativa pari al 30 per cento dell’importo non versato, ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. 471/1997.

re ricettive extra alberghiere: 4 soli er ferie, ostelli, affittacamere ( room and breakfast, locande): ccione – RN ast, G.R. n. 2186/2005, dalla delibera n. 803/2007 locande): ai sensi modificata della

ccione.rn.it 03/2007

3 soli

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Categoria unica

1,50

1,50

ai sensi della

pologie ricettive non soggette a classificazione: & Breakfast” ai sensi della delibera G.R. 004 Garnì co, aree attrezzate di sostaaperta non aperte al pubblico, aree attrezzate di sosta ure ricettive all’aria ranea, ai sensi della delibera G.R. n. 004, modificata dalla delibera n. 07; delibera G.R. n. 2186/2005, amenti ammobiliati ad uso turistico ai sensi della delibera G.R. n. 2186/2005, ata dalla delibera n. 803/2007

4 soli

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Categoria unica

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O E’ IN VIGORE L’IMPOSTA? a è in vigore dal 01.06.2013.

aSENTE? e il loro accompagnatore; 25 componenti del gruppo); enti nel Comune di Riccione; gili del Fuoco in servizio; isanitarie di 14 anni; site nel Territorio comunale, in ragione di un accompagnatore per paziente; li non autosufficienti con idonea certificazione medica e il loro accompagnatore; he ivi svolge attività lavorativa; o sociale) di età non a 65 anni, che soggiornano in strutture di 1, 2 del e 3 stelle. sti di pullman e gliinferiore accompagnatori turistici (uno ogni 25alberghiere componenti gruppo); artenenti alle Forze di Polizia e al Corpo Nazionale Vigili del Fuoco in servizio; 11 etti assistono i degenti ricoverati presso strutture site nel Territorio comunale, in ragione di un accompagnatore per paziente; oneche dell’Imposta di Soggiorno approvato con deliberazione del C.C.sanitarie n. 13 del 11.04.2013 sono previste le seguenti sanzioni: onale del gestoreparidella svolge attività lavorativa; applicadipendente la sanzione amministrativa al 30struttura per centoricettiva dell’importoche nonivi versato, ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. 471/1997.

0,50


amici che se ne vanno

Mario Masi: “un duro dal cuore grande” Era uno degli uomini più stimati e apprezzati della Polisportiva comunale di Riccione, dove per trentatre anni ha lavorato con passione per coltivare nuovi talenti. Mario Masi, storico presidente della sezione basket, nonché vecchia “quercia “ del Pci, che l’aveva eletto segretario del partito, se n’è andato per sempre nella notte tra il 29 e il 30 giugno tra la commozione generale di quanti l’hanno conosciuto. Aveva compiuto 73 anni lo scorso 7 dicembre. Nonostante il male che lo affliggeva da tempo, anche se con minore frequenza e visibile sofferenza, ha continuato a seguire i suoi ragazzi

data in nazionale, mentre tra gli allenatori che lo hanno affiancato, spicca il nome di Giampiero Ticchi in campo con i Crabs Rimini tra Al e LegaDue. Un tripudio, finché nel 2011 per la crisi che aveva ridotto gli sponsor, Masi ha deciso di retrocedere in D. La popolarità del noto dirigente, però, era ancor prima dovuta all’impegno nel partito. Gli anni della sua militanza e

che lo facevano apprezzare da tutti. La sua avventura, come presidente, era cominciata nel 1980 per poi finire un mese prima della sua scomparsa, quando, in ragione delle sue condizioni di salute, si era tirato indietro per lasciare spazio al nuovo timoniere, Stefano Barosi, che da lui aveva tratto insegnamento. E’ stato così fin dai tempi in cui Masi ha portato la squadra dalla Promozione in C1. E’ stata giocata perfino una partita in B. Era il 2004. Sua allieva è stata anche Angela Arcangeli, approin palestra con tenacia fino agli ultimi giorni. Chi l’ha conosciuto lo ricorda come uomo schietto, leale, dalle idee chiare, determinato, pronto ad andare al dunque, senza tanti giri di parole. Era un “duro” dal cuore grande, capace di assumere decisioni per il bene della società, senza guardare alle proprie ambizioni personali, con grande spirito di servizio e lungimiranza. Doti

lavoro come segretario del Pci, sono stati quelli che hanno visto alternarsi gli storici sindaci riccionesi, come Biagio Cenni e Terzo Pierani. Masi è stato pure consigliere comunale del Pds dal 1995 al 1999. Nives Concolino

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Fantasie gitaiole:

VIABILITA’

Strade e rotatorie l’elenco si allunga

Questa è la storia di Marco, un ragazzino di dieci anni, che vive coi genitori agricoltori e la sorellina in un paesino dell’alta Valconca. Bravo a scuola, sfegatato di auto e moto, non ha mai visto il mare.CosĂŹ un bel giorno va dal babbo e dice: “Oh BĂ , stan sò stèt prumos e non ho vut manco un rigalin. Me piacereb da fè un girèt a veda el mèr e po’ gĂŹ a fè dò tre curvon tel circuit de Santamonica che ho vĂŠst tla television. Co dic?â€? Il babbo ci pensa su, poi risponde: “Dmènga c’è la festa dla parocia e la tu MĂ e la tu surèla al dĂ una mèna mal pret...us po’ fè... a dmand mal Non su m’impresta la Cincènt Abarth, sa quela ce giva a Tugnine giò in Riviera. Gim via la matèina prest prest e turnam can è ancora scurâ€?. “Oh BĂ , gim Arciun che su Gugol ce sta scrit chi ha inauguret un stradon che dl’autostrèda e fnisc tal portâ€?. “Alora te fac fè ènca l’autostrèda che la Cincent la vò e su sfogh... me sa che l’è incadnacèda dla ròg-naâ€?. E cosĂŹ fanno. Scendono dal monte e poi otto chilometri a tavoletta da Cattolica a Riccione ed escono rombando dall’autostrada.

Per rendere piĂš snella e sicura la viabilitĂ , a Riccione si tracciano nuove strade e si costruiscono altre rotatorie. Entro settembre verrĂ aperta al traffico la nuova “bretellaâ€? parallela a viale Massaua, che contribuirĂ a decongestionare viale Ceccarini. In contemporanea partiranno i lavori del nuovo sottopassaggio ciclopedonale, davanti al vecchio camposanto. Intervento che renderĂ piĂš fluida la circolazione dei mezzi sulla Flaminia, dove scomparirĂ il semaforo a chiamata. In programma anche l’ampliamento di viale Venezia, ma in questo caso i tempi si profilano piĂš lunghi. Tra le nuove rotatorie spiccano le due agli estremi di viale Bondeno, davanti all’ex sede della Polizia Municipale. Nel-

“Guèrda fiulèin ad fata rutonda granda (1) e ma lĂ c’è l’Aquafan, do ce fan i sguilli. Un’ènta volta te ce portâ€?. “Va bèn BĂ , ma ades dĂ una sgasadina e gim al mèrâ€?. Il babbo non si fa pregare, visto che alle sei del mattino non c’è nessuno in giro. “Guèrda che bèla questa (2)... sal su vantajâ€?. Broom, broom. “ Oh BĂ , e iquĂ ? L’è tòta pina de cavalâ€?. (3) “SarĂ la reclam d’una stala!â€?. Broom, broom. “Questa inveci la è svuida (4), perchè en ce piantan un po’ de furmantoun?â€? Broom, broom. “Madunèina quant la è granda questa (5), e cian mès un albre sultènt, damla mu mè...ce mèt pumidor, mlanzène e cidurnèlâ€?. Broom, broom. “Oh BĂ , ma quant rutonde c’è ma qua Arciun?â€?. “C’nè un scatafascie, questa la è la quinta! A la facia del stradonâ€?.

la rotatoria realizzata all’incrocio tra i viali Castrocaro e Morciano verrĂ collocata l’onda, scultura metallica ideata e realizzata a proprie spese dal geometra Filippo Urbinati. Viale Bondeno, intanto, è stato ridisegnato e reso sinuoso per non prestarsi alle accelerate dei veicoli che lo rendevano pericoloso. Sempre in settembre, in via provvisoria, sarĂ realizzata una nuova rotatoria all’incrocio tra la Flaminia e i viali Formia e Cagliari. A breve, intanto, sarĂ arredata la rotatoria all’incrocio tra la Flaminia e viale Berlinguer, intervento a carico della Coop Adriatica, che in quest’ultima via ha giĂ realizzato lo stesso sottopassaggio pedonale e, in viale Bondeno, una rotatoria. Il 16 settembre, infine, ripartiranno i lavori di arredo urbano sul lungomare della Costituzione dal porto all’Alba. Nives Concolino

“Ades però c’è un bèl curvon (5 bis), me pèr el Curvon Veloc de Santamonica. Dai BĂ punza te gas, am divartès da matâ€?. Broom, broom. “E quest l’è el Curvon del Carro...â€?. “Oh BĂ , al rode al strid com un bagh-nin che s’arughla tal stabieâ€?. â€?Perchè me a so veloc come Vilnev... e ma qua c’è nantra rutundetta (6)... sla Curva del Rio... è propria lĂŹ sotta! Es vèd el mèr!â€?. “Oh BĂ , el mèr l’è lĂ ...perchè andam iqua?â€? Broom, broom. “Ce sarĂ una streda. Va lĂ c’è un’ènta rutènda. (7) che la piga dingiòâ€? Broom, broom. “Oh BĂ , dĂ una bèla sgasadèina, iquĂ c’è un curvon sla esse giò ma la costa! (7 bis)... Quest però me pèr el “Cavatappiâ€? de Laguna Seca. Che fata guduria ! “ “Oh, una rutonda sal palme (8), l’è l’utèva...chisĂ duvèl el mèr... a prov a destraâ€?. Broom, broom.

“Oh BĂ , c’è na vela dla bèrca... ce sarà ènca el mèr!â€?. Broom, broom. “Va lĂ , è un’ènta rutonda (9)...prò ma lĂŹ c’è el canèlâ€?. “Dai BĂ , passa sota al pont, che c-la famâ€?. Broom, broom. “A sĂŠm turnè indreda..c’è ancora la rutonda sla velaâ€?. (10) No BĂ , l’è una vela scumpagna.. s’an sbaj l’è la decima! Che figata! Dai torna indreda ma l’autostrèdaâ€?. “Tvò turnè ma chesa senza veda el mèr?â€?. “Na BĂ ..a voj turnè indreda per cmanzè darnov. L’è un divertimènt via ad testa. El circuit dal diec rutonde. Quand al racuntarò mi mi cumpagn i schioparĂ dl’invidia!â€?. Broom, broom.

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Alfredo Montebelli “Bilina” UNA VITA COL SORRISO

Alfredo Montebelli, più conosciuto tra i veterani della riviera come Bilina, è stato un uomo che con tenacia, impegno e perseveranza è entrato a far parte della storia della nostra amata Riccione. Da ragazzo scelse di scendere da Cà Rastelli per iniziare a lavorare come garzone nella bottega di Bubi Barilari con cui, fin da subito, strinse un

simpatia e la gentilezza dei suoi nuovi clienti. Durante l’inverno, non potendo stare con le mani in mano, si trasferiva in Svizzera per lavorare e così, iniziando a racimolare qualche soldo, iniziò a costruire mattone dopo mattone una casa a Riccione, in via Armellini. Desideroso di creare per la sua famiglia un futuro migliore ebbe l’idea di aprire

rapporto quasi paterno. Quando mio padre Alfredo decise di sposarsi Bubi gli diede a mò di dote due reti del letto ed un baule, mentre i suoi genitori gli diedero un sacchetto di fagioli, un sacco di farina, un litro di olio e una bici senza copertoni. Senza farsi spaventare dai pochi averi che possedeva, andò avanti facendo innumerevoli sacrifici. Poi un giorno ebbe l’idea che in poco tempo si trasformò nella sua fortuna: decise di iniziare a fare i canditi, per la prima volta nell’Abissinia, e iniziò a venderli al mare incontrando la

un ristorante rustico a Miramare e poi, con gli anni iniziò a costruire quello che ancora oggi è considerato l’hotel di Bilina. Questa fu la realizzazione di tutti i suoi desideri più intimi, anche se purtroppo poi non riuscì a godersi ciò che aveva raggiunto per il tempo che avrebbe meritato. “Tutti si ricordano di Bilina come un uomo onesto, buono, simpatico e dedito al lavoro, ed è proprio tutto questo che rende me, tua figlia, orgogliosa di te.”

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VITA DELLE PARROCCHIE

Preti che vanno e che arrivano L’anno pastorale 2013/2014 a Riccione si apre con il turnover di nuovi parroci. Don Tarcisio Giungi (classe 1954), da 19 anni parroco di San Lorenzo, il 10 agosto ha salutato i fedeli per trasferirsi nella zona pastorale di Mondaino-Montegridolfo, dove saranno in forze anche don Daniele Missiroli, da due anni cappellano della zona pastorale di Riccione Marina e Don Alberto Pronti. Alla Mater Admirabikis, nel frattempo, è arrvato Don Valerio Celli (classe 1964), finora in servizio a Savignano. Sempre nella Comunità pastorale Riccione marina darà una mano Don Marco Casadei, che intanto completa gli studi di dottorato a Vienna. A sostituire don Tarcisio, sarà suo fratello don Agostino Giungi (classe 1952) già in forze a San Lorenzo per altri 19 anni, dal 1971 al 1990, prima come

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Da sin.: Don Agostino e Don Tarcisio.

Da sin:. Don Tarcisio, tra Don Daniele e Don Davide.

studente di teologia, poi come diacono e prete. In parrocchia si affianca a don Davide Arcangeli (1979). Perché questo inaspettato trasferimento? “Si è trattato di un progetto condiviso, di una scelta su proposta - spiega don Tarcisio -. Ho deciso di andarmene per due motivi: il primo è di carattere personale e spirituale. Credo che cambiare faccia bene, è un colpo di “frusta” per noi e per le comunità. In secondo luogo c’è l’idea del tutto nuova di formare un’unità pastorale. Un modo innovativo, bello e stimolante di essere prete del quale abbiamo fatto la scelta come Diocesi (dove per tre anni è stato direttore dell’Ufficio catechistico e dell’Ufficio liturgico e ora vicario per la pastorale ndr.). Dopo tanto tempo assieme, avverto la lacerazione del distacco,

ma le strade si dividono. Anche se non più come parroco, io per i sanlorenzini ci sarò sempre”. A proposito degli spostamenti, inequivocabili sono state le parole del vescovo Francesco Lambiasi, durante la messa che ha ufficializzato il ritorno di don Agostino: “Non costringete i preti a fare i sedentari, i burocrati della fede, come li chiamerebbe Papa Francesco. Non chiudeteli nell’ovile. Permetteteci di essere missionari, come Gesù che se ne andava in giro per i villaggi. Se oggi lui ritornasse direbbe che novantanove pecore si sono smarrite e che solo una è rimasta nell’ovile. E se il Pastore resta con quella, chi cercherà le altre?”. E ancora: “La tentazione dei fedeli, si sa, è quella di tenersi stretto il proprio parroco, ma questo con le difficoltà del momento non è più possibile. La storia delle zone pastorali non ce la siamo inventata noi. E’ una necessità di oggi, perché oggi la parrocchia autosufficiente è morta. Solo insieme è possibile portare avanti la nuova evangelizzazione. Per questo cerchiamo missionari”. Nives Concolino

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amici che se ne vanno

Fulvio Conti “Scucèra” una cartolina per il cielo

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Con la sua cassettina appesa al collo per anni ha venduto cartoline in spiaggia a migliaia di turisti. Fulvio Conti soprannominato “Scucèra”, noto per essere stato uno dei primi venditori ambulanti di cartoline e noleggiatore di auto e Vespe, se n’è andato per sempre lo scorso 17 luglio, colpito da un infarto. Aveva compiuto 92 anni il 22 maggio e, se non fosse stato per l’anagrafe che lo tradiva, nessuno gli avrebbe dato più di 70 anni. Aveva un’impressionante lucidità mentale, guidava ancora l’auto e coltivava la sua passione per i motori. Conti, che lascia la moglie, Rina Giovagnoli, due figli, Paola e Mirko, e quattro nipoti (Camilla, Andrea, Beatrice e Federico) é sempre stato un uomo superattivo e con molteplici interessi, tanto da fare anche il meccanico.

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Ma sua fama è stata sempre legata all’attività svolta in spiaggia, soprattutto negli anni Trenta, quando il Duce, come tanti facoltosi gerarchi e signori dell’alta e media borghesia trascorreva le vacanze a Riccione con la sua famiglia. Assieme al fratello Gastone, come venditore ambulante, faceva la spola da un capo all’altro dell’arenile, già a otto anni. Ai turisti vendeva quelle cartoline di Riccione in bianco e nero che hanno fatto il giro del mondo.

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E’ emblematica, a proposito, la foto del 3 luglio 1935 che lo ritrae in spiaggia con la sua cassettina appesa al collo, calzoncini corti e cappellino bianco. Erano gli albori di quel grande turismo, esploso nel periodo postbellico. Come raccontano i figli “scoppiò poi la seconda Guerra mondiale e Fulvio fu reclutato in Marina. Lo attendeva un amaro destino: tre anni di prigionia in Germania, durante i quali fu costretto a lavorare nelle miniere di carbone. Tornò a Riccione debilitato, ma con la voglia di rimettersi subito in carreggiata. Forte dell’esperienza fatta nei periodi invernali nell’officina di Bidola, in Paese, cominciò a lavorare al garage Diana di Fino Mancini, in viale Milano e poi dagli Antonelli. Finché negli anni ‘50/’60 con il socio Aldo Manaresi si mise a noleggiare auto, moto e Vespe, acquistate a Milano, provvedevano anche alle riparazioni”. Conti si è anche occupato di commercio. Per il negozio della moglie, Bazar dello sport, ora in mano a Mirko, comprava le borse di paglia ad Argenta e a Treviso, per poi decorarle e confezionarle. Era pure il rifornitore di articoli sportivi, tra i clienti i maestri Piero Serafini, Doge Galavotti e Palmieri. Tanti ricordi impressi tuttora nella memoria di amici e parenti che gli hanno dato l’estremo saluto nella chiesa Mater Admirabilis. Nives Concolino


amici che se ne vanno

Andrea Montebelli

Ristoratore dal pennello d’oro Riccione ha salutato per sempre il 49enne Andrea Montebelli, apprezzato ristoratore, abile artista e infaticabile atleta. Il suo cuore ha cessato di battere per sempre il 7 luglio, dopo aver lottato inutilmente contro il male che lo affliggeva da alcuni mesi. Andrea, che lascia la moglie Gennj e le figlie Giorgia e Lisa, era molto conosciuto nel mondo della ristorazione. Oltre a essere membro dell’Associazione bar ristoranti di spiaggia, da 25 anni era titolare del Bar Ristorante Nancy sul Lungomare della Libertà, dove lavorava assieme alla sua Gennj. A questa attività Montebelli alternava la pittura, sua grande passione che cercava di trasmettere con amore alle nuove generazioni. Mentre d’estate partecipava ai “I giovedì dell’Arte in viale Ceccarini” , d’inverno insegnava pittura ai bambini del Centro Arti figurative. Ma la poliedricità di Andrea andava oltre. Per passatempo giocava a biliardo, andava in bicicletta con il gruppo della Free Bike (si definiva l’uomo ragno) e, da incallito interista, frequentava il club dei neroazzurri. “Andrea era come un ragazzo di altri tempi, dice la moglie Gennj. Amava osservare la natura, tant’è che era capace di farci fermare tutti per ammirare un tramonto. Gli piaceva andare oltre le

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Maria Casadei: lavoro e solidarietà Il 27 maggio 2013 dopo lunga malattia, all’Ospedale civile di Riccione si è spenta la signora Casadei Maria, consorte di Franco Baratti componente del nostro Consiglio di Amministrazione, nonché Presidente del Centro Sociale Nautilus di Riccione paese. La signora Maria, oltre che ottima ed insostituibile organizzatrice nella gestione della propria famiglia, prima di contrarre la malattia, ha svolto l’attività di parrucchiera nella zona Alba di Riccione, assai apprezzata e stimata dalle sue affezionate clienti. Molto attiva nell’organizzazione della cucina del Centro Sociale Nautilus e collaboratrice con la nostra Associazione durante il tradizionale Compleanno della città di Riccione. A Franco Baratti vanno le sentite condoglianze della Famija Arciunesa e di tutti i cittadini che lo conoscono e lo apprezzano per il suo operato in campo sociale nell’ambito cittadino.

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attenzione alla salute

Inceneritore: urgono analisi sui terreni

Che ricaduta hanno i fumi dell’inceneritore di Raibano sui terreni circostanti mai controllati, dove intanto si coltivano frutta, frumento e ortaggi destinati alle nostre tavole? La domanda è insorta di nuovo con prepotenza all’indomani della misteriosa e inquietante nube rosa, che il 15 maggio è uscita per oltre mezzora dai camini dell’impianto d’incenerimento. Da qui l’appello del presidente del Wwf Antonio Cianciosi che chiede di “Vietare qualsiasi attività di produzione agricola per alimentazione umana e

animale in tutta l’area prospiciente l’inceneritore per un raggio di almeno seicento metri dai camini. E’ la precauzione da prendere nei confronti dei cittadini, fino a quando sarà attivo l’impianto”. La richiesta, a distanza di quattro mesi, non ha avuto risposta dagli enti pubblici, né ha trovato sponda da parte di chi ha il dovere di tutelare la salute pubblica. Ma il grido d’allarme degli ambientalisti, che invano avevano chiesto anche di “fermare l’impianto fino all’individuazione del materiale bruciato per l’occasione”, resta vivo. Con una nota pubblicata poco dopo l’incidente, Hera ha fatto sapere che a colorare di rosa intenso, il fumo sprigionato dall’inceneritore sarebbe stato lo iodio. Si usa il condizionale, dunque nessuna certezza. Sta di fatto che per due giorni i tecnici della multi utility hanno effettuato tutti gli accertamenti necessari. “Da quanto rilevato –si legge nero su bianco-, pare che la temporanea colorazione dei fumi possa essere stata causata da un modesto, ma comunque scorretto, conferimento in un contenitore stradale di rifiuti urbani contenenti iodio”. Poi il tentativo di rassicurare: “nelle emissioni non sono emerse anomalie di alcun tipo, per cui dall’evento non è derivata alcuna pericolosità”. Cianciosi insiste: “tutta l’area attorno all’inceneritore diventi un cuscinetto ecologico con piantumazioni di alberi ad alto fusto a spese del gestore (Hera)”. L’esponente del Wwf sollecita pure il “monitoraggio” di tutto il territorio circostante con prelievi sui terreni e vegetali” e, visto che è in ballo la salute dei cittadini, preme sull’ “assoluta trasparenza dei dati”. “Quanto è accaduto – denuncia - evidenzia i rischi ai quali si espone la popolazione. I pro-

blemi degli inceneritori sono legati all’incontrollabilità di quello che si brucia. I rifiuti che arrivano ai forni il più delle volte non provengono da un impianto di preselezione, che recupera quello che si può riciclare, ma dall’indifferenziata raccolta nei cassonetti”. A proposito tutti si chiedono perché un episodio del genere si sia verificato in un impianto all’avanguardia con filtri, definiti “altamente sofisticati”dalla stessa multi utility. “La densa nube rosa -conclude Margherita Bologna, rappresentante di “Riccione per l’energia pulita”- si sarebbe potuta evitare se nell’Aia (autorizzazione integrata ambientale), prima dell’ingresso dei rifiuti nell’inceneritore, fossero state previste le tecnologie di selezione che fanno parte delle B.A.T. (Best Available Tecnologies). Nives Concolino

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Riccione perla cultura

Riflessioni di un ottuagenario(5)

Ricognizione sull’attività passata Tempus fugit. Questa volta volevo fare un piccolo compendio di quel che si fa a Riccione in campo culturale, ma sono passati alcuni mesi e gli eventi mi precedono. Si riparte da capo: è stata progettata una nuova istituzione cittadina, che si chiama appunto Riccione per la Cultura, che ha il compito di ridisegnare le attività culturali ormai cristallizzate nelle abitudini del vecchio assessorato. Bene, vedremo. Intanto, però, farò ugualmente una ricognizione superficiale sul passato per poter poi apprezzare meglio le novità. Sicuramente, se si cambia, è per fare qualcosa di meglio. Non è vero che a Riccione si facesse poco, oltre alle normali attività istituzionali, come sentenziano certi esemplari di popolo sapientone, per lo più estranei al discorso culturale: si facevano tante cose, ma in maniera un po’ scoordinata. Inoltre, non era sempre chiaro se un evento era rivolto più alla cittadinanza o ai turisti. Più che un vero e proprio “piano culturale”, si potevano rilevare iniziative provementi dai singoli uffici, programmate quasi sempre dalla buona volontà dei funzionari, sulla spinta di insegnanti o di associazioni e spesso ripetute per abitudine. Così, per ragazzi delle scuole materne e dell’obbligo, si registrano valide esperienze di letture, laboratori e mostre. Per i giovani non c’è molto: le scuole superiori prendono talvolta iniziative in proprio, ma non sempre seguite dalla cittadinanza e anche le poche associazioni giovanili sembrano agire su un altro pianeta. Per gli anziani si registrano buone attività ludiche in un centro appropriato, ma di cultura si parla poco. L’“Università per la Terza età”, attiva anche in piccoli centri, a Riccione non è mai esistita. Per la cittadinanza, comunque, gli eventi culturali a volte scarseggiano e altre volte si sovrappongono. Poche le conferenze, i dibattiti e le mostre. I “Premi” cittadini offrono qualche occasione eccezionale, ma per lo più sono per gli “addetti ai lavori” e passano sopra le teste dei riccionesi, anche se restano motivo di orgoglio cittadino. Gli appuntamenti teatrali sono vari e in proporzione alle modeste capacità dell’unico locale. Le occasioni cinematografiche sono programmate in modo un po’ casuale ma seguite con interesse, come pure alcuni cinecollegamenti musicali e di danza dal vivo. Ma il cinema “d’essai” è solo l’anticamera della cultura ed è finalizzato al “consumo” culturale. Il benemerito Cineforum cittadino, uno dei più longevi del paese, è costretto a un ritorno alle catacombe. Ma è ancora vivo. I concerti a livello cittadino, a parte i cori, sono rari. Le scuole di musica e di danza fanno i loro bravi saggi annuali e l’editoria nazionale e locale offre piacevoli occasioni di incontri letterari. Infine, negli ultimi tempi abbiamo goduto di eccezionali mostre di pittura molto ben curate ed allestite da meritare un plauso. Come si vede, le occasioni per esercitare il gusto e le meningi non sono mancate. L’impressione però è che sia tutto casuale o ripetitivo, senza una vera originalità propositiva. Quello di cui si sente il bisogno è un riconoscibile progetto culturale, ovvero iniziative selezionate per tempo e indirizzate ad ogni categoria di pubblico con strategie appropriate per aprire la mente delle persone. Nell’augurare alla nuova Istituzione un buon lavoro anche in periodo di vacche magre, mi permetto qualche suggerimento. Anzitutto, si dovrebbe distinguere la progettazione culturale per la cittadinanza da quella per i turisti, spesso contagiata di effimero, partendo da apposi-

Grande successo (e qualche intoppo) della mostra tenuta a Villa Mussolini. (Ne parleremo in seguito)

te risorse e motivazioni anche se, alla fine, possono fruirne tutti proficuamente. Ma grandi eventi e mostri sacri d’èlite auspicati richiedono grandi capitali. E’ facile far bella figura spendendo molti soldi e ancor più facile usare prodotti di lusso preconfezionati anziché creati dall’intelligenza locale. Per impressionare chi, alla fine? I riminesi? Sai quanto glie ne cale. Gli ospiti? Quelli, al tocco elitario preferirebbero le turgide grazie della simpatica Belen. Poi ci vuole un efficiente servizio di informazione. Per gli eventi culturali servono punti fissi di riferimento cittadini e collocamenti sistematici e funzionali. Apposite bacheche protette in punti strategici e anche una sorta di taze‑bao per le associazioni. La stampa e la rete devono offrire il loro supporto preciso e puntuale, ma anche l’occhio vuole la sua parte. Spesso l’esibizione grafica perde di vista un’efficiente informazione e anche la visione di manifesti e striscioni scaduti da tempo è deprimente. Ad maiora, dunque, e affidiamoci al conforto dei beni culturali esistenti. Ma esistono, poi? Ne parleremo la prossima volta. Isidoro

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SCULTURA

Leonardo Lucchi: artista della leggerenza LE SUE OPERE ESPOSTE ALL’hOTEL CORALLO DAL 4 LUGLIO ALL’8 SETTEMBRE

“Non c’è angoscia nelle sue opere, ma la rappresentazione di una serenità di chi è in piena armonia con se stesso”. Ecco, questo credo sia il pensiero che viene a chi guarda le opere di Leonardo Lucchi. A trentadue anni dalla sua prima personale, l’artista è tornato a Riccione in una mostra organizzata da Famija Arciunésa ospitata dall’Hotel Corallo dal 4 luglio al 8 settembre. Raccontare Lucchi non è cosa da poco, perché la sua insegna di grande artista internazionale è ben fissata sul pennone di una gentilezza d’animo che si conferma nella leggerezza delle sue figure. Impressione, questa, condivisa da Federico Spadini, proprietario dell’albergo: “Bellissima mostra, bellissime opere; siamo stati orgogliosi di averla ospitata. Lucchi è un artista straordinario; fa stare in piedi quelle figure con una leggerezza che paiono sospese in aria. I nostri clienti sono stati molto contenti e i commenti tutti favorevoli; ne cito uno per tutti postato sul nostro sito: Hotel Corallo: l’ospitalità che si fonde con l’arte! … Stupendo. Di artisti capita di vederne, ma l’armonia e il romanticismo delle sue opere, non li ho trovati da nessuna parte.” Parole quelle di Spadini che sostanziano quanto disse il giorno dell’inaugurazione: “Maestro adesso abbiamo un problema… quando ve ne andrete, ci ritroveremo con l’albergo vuoto!”.

che, mentre per i pastori dannunziani finita la stagione era tempo di lasciare gli stazzi di montagna per tornare al piano, a coloro che, dopo la concitazione delle giornate estive, andranno cercando un po’ di tranquillità nei borghi delle colline di Romagna, insieme ai panorami e alla cucina, suggerisco di organizzarsi un bel giro nella splendida città dei Malatesta per ammirare le numerose opere monumentali, che ne impreziosiscono le vie, le piazze, le chiese. Teresio Spadoni

in tutta Europa e finanche a Singapore, ma a chi intenda restare con i piedi per terra regalandosi comunque una piacevole giornata, spingendosi fino a Bagno di Romagna per ammirare il bellissimo gruppo monumentale “Acqua, fonte di bellezza” posto all’ingresso della zona termale, suggerisco di fermarsi a Cesena dove (il mattino dei giorni feriali e, su appuntamento, i prefestivi e i festivi; telefono 0547-29560, per assicurarsi la presenza dell’artista) può visitare lo studio/laboratorio in Piazza del Popolo 27. “Settembre. Andiamo è tempo di migrare”, si potrebbe dire con la differenza

Da sin.: l’Artista Leonardo Lucchi, il Presidente di F.A. Giuseppe Lo Magro e il segretario di F.A. Teresio Spadoni curatore della Mostra.

L’ESORDIO DI LUCChI NEL RICORDO DI ORIO ROSSETTI

Anche il direttore, Silvano Turci, si è espresso con parole chiare: “La mostra di Lucchi ha rappresentato un tocco di classe; e aggiungerei un tocco di classe in un albergo di classe. In una città come Riccione, così blasonata, queste perle di cultura sono importanti, perché per una città che si differenzia dalle altre proprio per lo stile, queste iniziative non fanno altro che impreziosirla. Non è mai troppo lo spazio che si dà al bello!” Le opere di Leonardo Lucchi sono disseminate

L’incontro di Leonardo Lucchi con Riccione vive nel ricordo del dottor Orio Rossetti, già capo ufficio Cultura del Comune di Riccione (sindaco, Terzo Pierani). “Avevo conosciuto Romano Pieri, critico d’arte - racconta Rossetti -, per dei concorsi di poesia, e lo contattai perché come Comune volevamo organizzare una mostra di uno scultore giovane, ma che avesse del talento. 'Tu che sei critico affermato in Romagna - gli chiesi - me ne sapresti indicare uno valido?'. Mi disse: 'Io ho due ragazzi molto validi agli opposti, però in gamba… entrambi; uno si chiama Leonardo Lucchi, è di Cesena. L’altro, è Daniele Masacci. Il primo è un figurativo; il secondo un informale, un pop. Falli conoscere: ne vale la pena.”Allestimmo la mostra, per tutt'e due, in via Bergamo, al Centro di Quartiere. Lucchi nella saletta al piano terra, Masacci al primo piano; fu una cosa un po’ così, abbastanza semplice, senza tanto risalto. Sai, Lucchi era alla sua prima personale… se non vado errato… ma già allora per me era bravissimo! Lo ricordo con affetto, per il valore dell’artista che è notevole, e anche un po’ con dispiacere, perché già allora meritava una vetrina ben più importante di una stanza in una struttura in mezzo alla campagna; ma non aveva credito e, sai, quando si cerca di proporre il nuovo di ostacoli se ne trovano sempre!”

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ANNIVErsari storici

I cento anni della Bruna pimpante signora di stirpe riccionese Bruna Tomassini-Papini ha festeggiato nel luglio scorso i suoi “primi” 100 anni senza i classici ingredienti: torta con le candeline, via-vai di parenti e amici, felicitazioni scontate. Ha preferito un po’ di tranquillità, visto che il suo secolo di vita è stato assai “movimentato”. Tanto per cominciare, in quanto nipote di un “Pirulèin”, ebbe l’onore di dare il proprio nome alla barca varata nel 1922 (lei aveva 9 anni) che i Tomassini -grande famiglia di pescatori- vollero per la loro attività. Era una imbarcazione molto bella e divenne il vanto della marineria da pesca locale. Purtroppo le sue qualità non le consentirono di scampare al terribile fortunale che la investì il 17 gennaio 1929 al largo di Rimini. Affondò col suo equipaggio composto da Secondo Tomassini, Roberto Pronti, Giulio Gennari, Paolo Ceccarelli e Ubaldo Righetti. Appena superata la maggiore età Bruna conosce Ruggero Papini ed è “colpo di fulmine”. Matrimonio “lampo” il cui frutto è Mimma, una femminuccia che, viste le premesse, non poteva non avere un carattere “turbolento” (che dimostrò nel corso degli anni). I Papini, col capostipite Memmo alla guida, gestivano già dagli anni ‘30 il garage della FIAT, col capannone in Viale Corridoni, e successivamente si trasferirono nell’area con fronte sul porto canale. I Papini formavano una famiglia numerosa, tutti allegri e buone forchette, così Bruna si rimboccò le maniche e si occupò della casa e della cucina. Era una giovane donna temeraria e nulla la spaventava. Donna emanci-

Una esuberante Bruna si gode lo splendido mazzo di rose e girasoli offertole dalle amiche Adriana e Liliana.

pata, fu una delle prime a conseguire la patente di guida nella Perla verde; era curiosa e amava viaggiare. E il suo Ruggero non mancò di accontentarla...viaggi in tutto il mondo in compagnia delle altre storiche famiglie di Riccione: Barilari, Santini, Pozzi, Venturini. Quando i Papini lasciarono la Fiat, Bruna affrontò anche l’esperienza di gestire una Pensione estiva, con la collaborazione della figlia Mimma e di quello che divenne

suo genero: Umberto Ceconi. E diventò nonna due volte di Carlo ed Elisabetta. Ora si gode i suoi meritati 100 anni nella villetta di Via Virgilio in compagnia di Mimma ( 80 anni) ed Umberto, una convivenza piccante perchè mamma e figlia non hanno smarrito temerarietà e turbolenza anzi... hanno acquisito maggiore grinta e guai a chi molla per prima. Auguroni! G.L.M.

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Con la sistemazione, accanto alla statua, di una targa bilingue (italiano Boorman Ceccarini si è completato il progetto di Famija Arciunesa. Tut saldate permettendo così di avviare la pratica burocratica per la donaz

La Targa per Maria Boorman Ceccarini, benefattrice Maria Boorman Wheeler nasce a New York nel Giugno 1840 da famiglia benestante. Nel 1860 conosce Giovanni Ceccarini (Torrice -Fr, Ottobre 1823) giovane e valente medico trasferitosi negli Stati Uniti perchè condannato all’esilio avendo preso parte con Garibaldi alla difesa della Repubblica Romana. Si fidanzano e si sposano in Hyde Park il 15 Ottobre 1863 con rito protestante episcopale. Nel Novembre 1875 Giovanni ottiene il passaporto e, finalmente, possono partire per l’Italia. Si stabiliscono a Roma dove lui riprende la professione. Giovanni, che prima dell’esilio aveva esercitato anche all’Ospedale di Rimini e si era innamorato delle colline ricche di cacciagione che sovrastano Riccione, fa costruire in località Scacciano la villa Torre Rossa, così da alternare la vita con Maria tra gli affari nella capitale e gli svaghi sull’Adriatico. La villa verrà rasa al suolo dai tedeschi durante la loro ritirata nella 2ª guerra mondiale. Non avendo figli adottano la giovane orfana Ersilia Tonsini, nominata poi erede nel 1902. Giovanni Ceccarini muore a Roma il 3 dicembre 1888 e viene tumulato nel cimitero acattolico. Maria Boorman Ceccarini si dimostra vicina alla popolazione riccionese con infinite forme di aiuto. Sostiene l’appena nata Sociètà di Mutuo Soccorso (1889) e finanzia la Biblioteca Popolare Circolante. Fa distribuire 300 pasti al giorno nel periodo

invernale. Dona il Giardino d’Infanzia, a Lei dedicato, con annessa biblioteca (1891). Nel 1892 il Ministero della Pubblica Istruzione le conferisce la Medaglia d’oro e il Comune di Rimini le attribuisce la cittadinanza onoraria. Nel 1893 dona l’Ospedale intitolandolo al marito scomparso. Consente l’allaccio al generatore elettrico dell’ospedale per illuminare le strade Viola e Flaminia. Presta denaro senza interessi per la costruzione del porto canale e ne paga la strada di accesso. Maria Ceccarini muore il 31 agosto 1903 nella villa di Scacciano ricevendo un im-

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ponente tributo di affetto da Autorità e Cittadini. Viene poi tumulata a Roma accanto al marito. Nel 1912 con la modernizzazione della toponomastica Viale Viola diviene Viale Maria Ceccarini. Nel centenario di questo riconoscimento, l’11 Ottobre 2012, l’Associazione Famija Arciunesa, grazie ai contributi del Comune di Riccione, I.P.A.B. Ceccarini, Rotary Club Riccione-Cattolica, Cooperativa Casa del Popolo, Consorzio d’area Viale Ceccarini, con solenne cerimonia, pone la statua in bronzo che la raffigura. L’opera è dello scultore Leonardo Lucchi.


rini è ora patrimonio della Città di Riccione

ano e inglese) sulla quale sono sintetizzate la vita e le opere di Maria Tutte le spese hanno avuto la relativa copertura economica e sono state nazione ufficiale alla Città. Ripercorriamo la cronaca di questo progetto.

Sul posizionamento della statua tanti sono stati i suggerimenti C’era chi la voleva nel Paese vecchio (dove si svolgeva la vita a quei tempi) e chi nella nuova rotonda di fronte l’ospedale (asserendo, erroneamente, che doveva stare davanti all’ospedale a Lei dedicato). Ma una targa per Maria c’è all’Asilo e ai lati dell’entrata dell’ospedale ci sono i busti in marmo di Lei e di Giovanni. E nell’aiuola della rotonda, ora intitolata giustamente al dottor Gino Moro, sarebbe stato un “peccato mortale”. Una scultura in cui sono stati curati i particolari, basti pensare al pizzo nel decoltè, merita di essere osservata con attenzione e non con uno sguardo veloce mentre si gira in

automobile (è anche pericoloso). Lungo il Viale poi ci sono già due statue: quella che i Carabinieri hanno dedicato a Salvo D’Acquisto e quella che le Parrocchie hanno voluto per commemorare un Papa speciale come è stato Giovanni Paolo II. Il posto ideale era quindi nel tratto di Viale Ceccarini tra la ferrovia e il mare. E tra le tre aiuole esistenti, in maniera da non occupare altri spazi ed evitare costosi lavori, la scelta è caduta su quella di fronte l’Hotel Colombo. Un buon punto d’osservazione anche per i tanti turisti che così potranno conoscere la storia del Viale che, non di rado, è la mèta delle loro vacanze.

Ottobre - Mese dei Ceccarini Giorno 11 del 1912 Giorno 15 del 1863 Giorno 17 del 1823 Giorno 23 del 1893

– Il Comune di Rimini cambia Viale Viola in Viale Maria Ceccarini – Maria e Giovanni si sposano in Hyde Park – New York – Nasce a Torrice Fr Giovanni da Pietro e Margherita Ciampeletti – Viene inaugurato l’Ospedale “Giovanni Ceccarini”, dono di Maria

COSTI 1a rata 2a rata Acconto 3a rata Saldo 3a rata Blocco marmo Polimeri Targhe Sostegno targa info

CONTRIBUTI € 14.872,00 € 14.872,00 € 5.720,00 € 9.152,00 € 1.201,00 € 1.081,00 € 2.057,00 € 945,00

Costo complessivo € 49.900,00

Comitato d’Area Ceccarini Rotary Club Riccione-Cattolica Cooperativa Casa del Popolo Istituto Pubblico Assistenza e Beneficienza IPAB Ceccarini Dalle attività di Famija Arciunesa Totale contributi sponsor Comune di Riccione

€ 2.500,00 € 3.000,00 € 3.000,00

Totale contributi

€ 49.900,00

29

€ 10.000,00 € 11.400,00 € 29.900,00 € 20.000,00


STORIE RICCIONESI

I Trozzolini, una grande famiglia

A monte della ferrovia, nel centro di Riccione Paese, tra i viali Ceccarini e Diaz si estendeva un appezzamento di terreno che arrivava, in corrispondenza di via Ruffini, fino al corso fratelli Cervi. Qui si trovava l’ingresso principale della tenuta, alla quale si accedeva attraversando un cancello di ferro retto da due grosse colonne di mattoni. Proprietaria di questo terreno era la famiglia Trozzolini, composta da tre fratelli, Giuseppe, Maria e Oddo (nati tra il 1867 e il 1872), figli della nobildonna riminese Beatrice Fagnani e di Laerte Trozzolini, originario di Recanati, funzionario delle Ferrovie dello Stato. La famiglia era domiciliata nel centro di Rimini, ma, trascorso l’inverno, preferiva soggiornare in “villa”, nella borgata di Riccione. Immergendoci con la fantasia nell’atmosfera degli anni ’20 possiamo immaginare la loro carrozza che, entrando dal grande cancello, arrivava fino allo spiazzo dove si trovava l’abitazione, depositando a terra valigie, cappelliere, ombrelli da pioggia e l’ombrellino da sole della signorina Maria, infatti, come si racconta, lei era solita usare nelle passeggiate per proteggersi dal sole estivo. I Trozzolini prendevano possesso della casa che costituiva la zona signorile, distinta dall’altra che era adibita a casa colonica, e vi soggiornavano per circa sei mesi l’anno. Per questo possono essere considerati per metà, cittadini riccionesi. Sul fronte della loro abitazione si arrampicava un grande glicine che faceva da cornice ad un giardino che si apriva sul viale Diaz e qui essi ricevevano spesso persone amiche, quali i signori Pullé e

Lodifè. I due fratelli maschi erano laureati in medicina: il primo, Giuseppe (che in famiglia chiamavano Peppino) aveva un incarico nelle ferrovie, il secondo, Oddo, forse esercitava la libera professione; la signorina Maria si dedicava al governo della casa guidando il lavoro dei domestici. Era una signorina distinta, elegante e negli anni della sua maturità, quelli che noi ricordiamo,portava al collo un nastrino di velluto nero, molto usato a quei tempi nelle abitudini delle signore “bene”. La persona più rappresentativa della famiglia era certamente il dott. Oddo il quale, sia a Rimini sia a Riccione faceva vita di società. Che amasse la musica e il teatro è dimostrato dal fatto che nel 1898 insieme ad altri, tra cui il conte Felice Pullè e la contessa Trombi (che metteva a disposizione la sala della sua villa) sottoscrisse una lettera indirizzata al compositore Ruggero Leoncavallo per invitarlo a far parte di una commissione che avrebbe organizzato feste e concerti di beneficenza. Quella stessa estate, il 12 agosto 1898 si ha notizia che nella sala Trombi ebbe luogo un concerto di Leoncavallo. La famiglia Trozzolini è legata pure a quel grande avvenimento che fu,nel 1939, la stagione lirica riccionese, che vide la rappresentazione di alcune opere, come “Mefistofele” e “Andrea Chenier”, con la partecipazione di famosi artisti dell’epoca come Beniamino Gigli. Furono i Trozzolini ad offrire la loro terra per l’allestimento di quella grandiosa opera che fu il teatro estivo con 8000 posti per gli spettatori. (I camerini per gli artisti furono allestiti nel piano terra

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della casa colonica annessa alla villa). I Trozzolini furono anche favorevoli all’autonomia di Riccione dal comune di Rimini se è vero che la loro villa fu la sede provvisoria degli uffici comunali di Riccione. Questa famiglia si estinse nel 1945 con la scomparsa della signorina Maria, che sopravvisse ai fratelli deceduti nei 1938. Quando la proprietà, non essendoci eredi diretti, passò ai parenti più prossimi, la casa fu demolita e fra le cose ritrovate, ci fu una fotografia che ritraeva i tre fratelli in un momento di tranquillità familiare, in compagnia del cagnolino della signorina e del vecchio Tom, il cane guardiano della casa. Il nome di questa famiglia sembra dimenticato, eppure la signorina Maria nel testamento destinò una grande area della sua proprietà alla costruzione della nuova chiesa di San Martino (poche persone ne erano al corrente) tra queste una è mia cugina Paola Vandi, rappresentante della famiglia di mio nonno Cesare, che lavorò quella terra e visse fianco a fianco con loro nella stessa casa; l’altra è la signora Maria Gabriella Tamburini, meglio conosciuta come Milvia, che con sua madre, visse i primi anni di vita nella casa della signorina Maria, ricevendo asilo e protezione, mentre il padre era prigioniero in Russia, durante l’ultima guerra. Paola e Milvia sono riconoscenti per aver ricevuto in eredità i lotti di terra dove hanno potuto costruire la loro casa e la ricordano con affetto. Ad esse mi unisco io col medesimo sentimento nei confronti del dott. Oddo, che salvò la vita di mio padre con un intervento tempestivo. Qualche anno fa, in occasione del quarantesimo della posa della prima pietra, la prof. Emanuela Cicchetti, tratteggiando la storia della nuova chiesa di San Martino, parlò della donazione fatta dai fratelli Trozzolini, mentre quest’anno, in occasione del cinquantesimo, nessuno se ne è ricordato. Noi cercheremo di tenere in vita il loro ricordo e il loro atto di generosità e dire in qualche modo “grazie“ a coloro che, per primi, vollero portare alla realizzazione quel sogno che, per più di vent’anni, fu rincorso dal parroco di allora, don Alfredo Montebelli. Intanto raccontiamo ai più giovani che sotto i marmi della nuova chiesa di San Martino si stendeva un terreno, di proprietà dei signori Peppino, Maria e Oddo Trozzolini, che ne fecero dono per la sua costruzione e, con una nota di tenera nostalgia, diciamo anche che questo terreno veniva annualmente solcato da un aratro trainato da un paio di buoi e reso fertile da concimi naturali, dall’acqua della pioggia e dalla luce del sole, produceva grano, uva, papaveri e margherite. Mirella Vandi


PARI... O DISPARI? A cura di Maria Grazia Tosi, con Avantaggiato Cosima, Bernardini Cinzia, Bonfini Ulrike, Bordoni Livia Agnese, Bordoni Sara, Fabbri Manuela, Marinozzi Alessandra, Petrucci Maurizia, Sanchi Annalisa, Sorvino Assunta, Tonini Emanuela, Viviano Anna Maria

Uno sportello per la città Anche quest’anno è stato presentato alla stampa e quindi alla città il bilancio dello Sportello Donna, un servizio che si occupa della consulenza prelegale in materia di famiglia, lavoro e tutela dei diritti, e dedicato specificatamente alle donne. Un servizio gratuito che apre al pubblico ogni martedì dalle 15,30 alle 18,00, presso la sede della Commissione al piano interrato del palazzo del Comune di Riccione. La legale che lo gestisce è l’Avv. Carla Lunedei, e questo il sunto della relazione da lei redatta: “Quest’anno i colloqui tenuti sono stati 76; come al solito le persone incontrate hanno costituito un numero leggermente inferiore, dato che alcune hanno usufruito più volte del servizio . In tre occasioni sono stati uomini a presentarsi. Quanto ai temi affrontati, hanno riguardato nella stragrandissima parte quelli relativi al diritto di famiglia: l’illustrazione di cosa fare quando il matrimonio è in crisi e quindi quale sia la procedura da intraprendere, le differenze tra separazione consensuale e giudiziale, così come tra un divorzio congiunto ed uno contenzioso. Sono state rappresentate “solo“ 3 situazioni di violenza, come al solito perpetuate da parte dei partner. Al di fuori dei temi familiari le consulenze prestate hanno ruotato sul problema degli sfratti, del lavoro, la contrattualistica, l’istituto dell’amministratore di sostegno etc, ma il tutto in una percentuale veramente esigua (10%), dato che lo sportello viene percepito appunto come uno sportello di ascolto e di consulenza specializzato in materia familiare. Anche quest’anno nel maggior nu-

mero dei casi le utenti erano residenti a Riccione, e sempre significativa è stata l’affluenza dalle località limitrofe quali soprattutto Misano Adriatico, ma anche Pesaro, Gradara, Montefiore, San Clemente, Cattolica, Miramare e Rimini. Numerose quelle di origine non italiana, donne che hanno anch’esse esposto tematiche di tipo familiare comuni a quelle di tutte le altre, con l’aggravante costituita dal dovere affrontare una situazione di crisi personale e spesso anche lavorativa senza il supporto della propria famiglia di origine; la percentuale è stata pari al 22,3%, in aumento a confronto con l’anno precedente (18%). Per quanto concerne l’età delle donne, è spaziata da quelle più che ventenni, a quelle più mature fino ad un’età compresa tra i sessanta e i settanta anni, anche se la fascia più numerosa è stata delle quarantenni. Si è trattato

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nel gran numero di casi di donne impegnate nel mondo del lavoro (poche le casalinghe “pure“), non sempre però indipendenti dal punto di vista economico, circostanza quest’ultima che spesso incide in maniera notevole sulle decisioni personali da prendere. Sempre rilevante, e non potrebbe essere diversamente dati i tempi, la distribuzione dei moduli da presentare al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Rimini per l’ammissione al Gratuito Patrocinio. Detto questo, è infine da sottolineare quanto in tempi problematici come quelli che stiamo vivendo, il poter accedere in maniera completamente gratuita ad un servizio qualificato come quello dello Sportello Donna venga apprezzato dalle utenti, le quali in più di un’occasione ne hanno espresso sincera soddisfazione. Da qui l’importanza di consolidarlo ed arricchirlo con possibili altre iniziative ad esso congiunte.”

INFORMAZIONI: Nuova sede Sportello Donna presso CPO al piano seminterrato del Comune di Riccione. Il Legale riceve il martedì dalle 15.30 alle 18.00. Tel. 0541 608317 SPORTELLO DONNA ON-LINE: sportellodonna@comune.riccione.rn.it PER APPUNTAMENTO: Tel. 0541 426033 Tel. 0541 608111 pariopportunita@comune.riccione.rn.it


CURIO ITà senzaetà di Maria Grazia Tosi

LA GRANDE BELLEZZA del cinema riccionese Quella cinematografica rappresenta per la nostra città un’interessante opportunità culturale, che nonostante i ‘tempi bui’ che si è lasciata alle spalle, nei quali incespicava nel trovare i giusti spazi e le più variegate modalità di esplicitazione, si è riconquistata un proprio, prestigioso palcoscenico. Questo grazie anche all’impegno dell’assessorato alla Cultura, l’entusiasmo di tanti cittadini amanti del buon cinema e qualche imprenditore competente e sensibile.

CINEMA D’AUTORE

A partire dalla lunga rassegna di pellicole che da ottobre a giugno, con il Cinema d’Autore, ha registrato più di 3500 spettatori nei 28 film proposti, due domande a Cristina Baldolini, responsabile per l’Ufficio Cultura e sempre in prima fila quando si parla di cinema. Da quanti anni si organizzano le rassegne d’autore e come queste si sono sviluppate? “Sono una ventina d’anni che il cinema d’autore viene proposto alla cittadinanza, utilizzando prima la sala del Cinema Odeon, poi quella del Cinema Africa ed ora del Cinepalace. La partecipazione è aumentata nel corso del tempo; il pubblico è cresciuto con noi, affinandosi ed appassionandosi a prodotti insoliti e nuovi, curioso di conoscere cinematografie le più diverse”. Quale pensi sia il bilancio attuale di un progetto rivolto ad un’arte ad alto impatto empatico? “Dopo la chiusura dello Snaporaz di Cattolica, dell’Astra di Misano, Riccione resta il baluardo del cinema d’autore, anche grazie alla concessione della sala da parte di Giometti , che ha creduto nell’efficacia del nostro progetto, diventato un significativo momento d’incontro e confronto, spontaneo o guidato, avendo avuto più volte in sala anche esperti o autori. Hanno collaborato con noi altre attività amiche nella qualità, che ogni mese hanno offerto buffet e situazioni conviviali, proprio nello spirito di ‘fare comunità’. Ogni sera viene consegnata ai presenti una scheda con tracce critiche riferite al film in visione, al fine di aumentare la conoscenza di ciò che si va a vedere nonché la capacità di cogliere anche gli aspetti meno superficiali della pellicola, soffermandosi sulla fotografia, la musica, i rimandi. Perché io credo che cinefili non si nasca… ma si diventi!”

CINEMA IN GIARDINO

Da giovedì 11 luglio in poi presso l’arena allestita nel giardino adiacente al Centro della Pesa di viale Lazio, nel Paese vecchio, anche quest’anno è andato in scena il Cinema in giardino (precedentemente Cinema in piazza perché partorito dalla piazza dell’Unità…); una rassegna di bellissimi film goduti all’aria aperta e sotto le stelle, in un’oasi di natura e silenzi, lontani mille miglia dai frastuoni della zona mare.

CINÈ

Alla sua terza edizione, promosso e sostenuto dall’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) e in collaborazione con gli esercenti dell’ANEC e dell’ANEM, dall’1 al 4 luglio il progetto Cinè, svoltosi presso le sale del Palas, si è presentato quale importante occasione di raffronto per i professionisti dell’industria cinematografica, distributori, esercenti, agenzie ed aziende legate al mondo della filmografia. Fin dalla prima edizione Cinè ha scelto di aprirsi al grande pubblico offrendo eventi spettacolari e speciali presentazioni, nonché appuntamenti decisamente glamour. Ben cinque i film in anteprima: Samsara, The lone ranger, In trance, I maghi del criminie, Starbuck; ma anche workhop imperniati sulle nuove tecnologie e filosofie cinematografiche e ancora premiazioni e interviste a famose star del cinema italiano, da attori a registi a produttori. Sono stati assegnati diversi Cineciak, il riconoscimento creato dalla rivista specializzata Ciak per premiare titoli e protagonisti che si sono contraddistinti nel corso dell’anno. E’ stata “Una famiglia perfetta” di Paolo Genovese a conquistare il Cineciak d’oro, e hanno ritirato il premio anche le attrici Anna Foglietta, Carolina Crescentini, Monica Guerritore e Claudia Gerini.

SALA AFRICA “Il Cinema in giardino – ha sostenuto il sindaco Pironi – è la naturale prosecuzione della rassegna invernale Riccione Cinema d’Autore, una delle più longeve a apprezzate rassegne di cinema di qualità della riviera, nella ritrovata forte collaborazione con il Comitato d’area di Riccione Paese, che ci consente di arricchire la proposta turistica della città con una grande opportunità”. E anche in questo caso la Giometti cinema è il partner virtuoso di una mission non squisitamente commerciale, che ha proposto un ‘consumo consapevole’ di cinema.

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“Da sempre l’arte ha generato nell’uomo un desiderio di bellezza: non possiamo quindi non tener conto oggi dell’arte cinematografica per parlare di Dio. Se Dio è bellezza, ogni forma artistica quando è ben fatta parla di Dio. Questo è stato il presupposto per riaprire la Sala Africa affinché non fossimo privati di una opportunità del genere”. Queste le parole di Don Franco della parrocchia Mater Admirabilis che ha voluto con tutte le forze riaprire un cinema parrocchiale tanto amato dal pubblico riccionese, ma alcuni anni fa chiuso per difficoltà varie. “Riaprire la Sala Africa – continua - ha significato un dispendio di forze, energie e denaro non da poco, ma è stata una scommessa a cui


abbiamo creduto”. Un ringraziamento del parroco va alle associazioni Ancci e Anspi, ma anche ai tanti riccionesi volonterosi che sono stati indispensabili per avviare una macchina impegnativa come è un cinema. Un cinema che proietta in alcuni giorni della settimana pellicole di grande valore, ma che si dedica anche all’educazione di un pubblico di bambini ed adolescenti. Il mercoledì offre anche la possibilità di restare in sala per avviare una discussione, in una sorta di cineforum, così come il Cineforum Riccionese, che proprio nella primavera scorsa ha ripreso il proprio posto tra le quattro mura del piccolo ma prezioso cinema.

CINEFORUM

Grazie al più di mezzo secolo di età, il Cineforun Riccionese Geo Cenci ha acquisito una sua precisa e consapevole maturità. Questo comporta non solo la temerarietà di tornare, come ha fatto da marzo, nella sua ‘sede spirituale’ quale è da sempre il Cinema Africa, ma anche quella di cimentarsi in percorsi spesso più complessi, ma che palesano inconfondibilmente la spinta culturale ed alternativa che da decenni lo contraddistingue. “La linea da perseguire – spiega il presidente Alberto

Cenci - sarà sempre più quella di pubblicizzare ancor di più la formula cineforum, ovvero visione più discussione. Abbiamo toccato con mano quest’anno quanto interesse ci sia ancora nel confrontarsi , non mi stancherò mai di ripeterlo, in maniera semplice sui contenuti di ciascun film. Per quanto riguarda la programmazione, come Cineforum riccionese stiamo valutando per il prossi-

mo autunno la possibilità di valorizzare grandi capolavori cinematografici ‘poco o affatto visti’ soprattutto per ragioni generazionali: un ventenne di oggi ha visto ad esempio “Roma città aperta”?! Oppure si potrebbe procedere su affinità tematiche, utilizzando cioè pellicole che affrontano uno specifico argomento, indipendentemente dalla loro collocazione nel tempo e nello spazio.”

cinema

Un pieno di vip con le anteprime dei film

foto Casalboni

Non solo ugole d’oro come Max Gazzé, Malika Ayane, Marco Mengoni e Cristiano De Andrè, ingaggiati da Linus, direttore di Radio Deejeay, l’estate riccionese si è infuocata con il red carpet di Ciné, che nel cuore di Riccione ha catapultato le “colonne” della cinematografia italiana. In passerella tra sponde di fan il bel Raoul Bova e l’intrigante Claudia Gerini, che deposti gli indumenti neri di Tulpa, film presentato i giorni precedenti a Riccione assieme al compagno Federico Zampaglione, regista della pellicola, ha sfoggiato un abito celeste. Con Diego

Abatantuono e il regista Fausto Brizzi, i due artisti hanno dato un assaggio del cinepanettone “Indovina chi viene a Natale”. Assalite da clic e telecamere anche Nancy Brilli, Martina Stella, Serena Autieri e altri attori del cast di “Sapore di te”, nuovo film di Carlo Vanzina. Tra stelle e stelline del mondo cinematografico anche Anna Foglietta e Marco Giallini con il regista Polo Genovese che, per il film “Tutta colpa di Froid” ha scritturato pure la Gerini. Unico grande assente Alessandro Gassman. Non hanno mancato, invece, all’appello Rocco Papaleo e l’attraente Riccardo Scamarcio presi d’assalto dalle tv nazionali, come pure l’inossidabile Carlo Verdone e tutto il cast del nuovo film “Colpi di fortuna” di Neri Parenti con Luca e Paolo, Lillo e Greg e Francesco Mandelli. A concludere Ciné, Giornate estive del cinema, che a inizio luglio hanno alimentato il gossip sotto l’ombrellone, è stato il CinéCiak d’Oro, premio che Piera Detassis, direttrice di Ciak ha riservato a quegli attori protagonisti che hanno lasciato il segno nella commedia. Quest’anno, in sintonia con la Notte Rosa sono state premiate Anna Foglietta, Carolina Crescentini, Lucia Mascini, Francesca Cima, Ilaria Occhini, Monica Guerritore e la Gerini, reduce da una stagione straordinaria, nonché i registi Ivan Cotroneo e Paolo Genovese. Attori, ma anche scrittori, o meglio artisti

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La platea dei Vip a Cinè 2013. A sin.: Federico Zampaglione e Claudia Gerini.

e presentatori che hanno preso la penna in mano per raccontare qualcosa, come hanno fatto Gino Paoli, Catena Fiorello, Benedetta Parodi e Serena Grandi, presenti alla rassegna “Parole tra noi” del Block60. Dalla politica al cinema. L’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, è tornata a Riccione per la presentazioni a “Cinema in Giardino” (organizzata da Massimiliano Giometti con Comune e commercianti del Paese), di tre cortometraggi d’Identità Film Festival, rassegna cinematografica internazionale di cinema, promosso dall’ “A.P.S. Learn To Be Free Onlus” della quale è presidente. Nives Concolino


STADIO DEL NUOTO: I GRANDI APPUNTAMENTI 2013/2014 Lo Stadio del Nuoto di Riccione è ormai da anni il principale punto di riferimento italiano per l’attività natatoria al coperto. Nel corso degli ultimi anni la Federazione italiana ha affidato alla struttura gestita dalla Polisportiva l’organizzazione degli eventi nazionali più importanti, fidando nelle capacità organizzative del nostro gruppo di lavoro e nelle possibilità dell’impianto. L’annata 2013/2014 conferma queste prerogative: lo Stadio del Nuoto di Riccione sarà ancora al centro dell’attività agonistica nazionale, catapultando sulla città i maggiori talenti del nuoto italiano e, conseguentemente, l’attenzione dei media. Diversi sono gli appuntamenti già definiti e altri andranno a concretizzarsi nel corso delle prossime settimane. Si comincia a dicembre, il 7 e l’8, con uno dei rendez-vous ormai tradizionali per i nuotatori master italiani: il trofeo “Città di Riccione”. Organizzato direttamente dalla Polisportiva, l’anno scorso ha portato in città 1236 atleti dai 25 anni in su, spesso accompagnati da familiari e amici, oltre che da tecnici e allenatori. L’altro importante appuntamento di dicembre, previsto nel corso della terza settimana, è il Campionato italiano assoluto invernale di nuoto. Primo impegno agonistico per la maggior parte dei nuotatori d’elite italiani, serve a testare la bontà del lavoro svolto fino a quel momento e il grado di forma in vista degli impegni internazionali. Il top del nuoto italiano sarà ancora ospite dello Stadio del Nuoto a primavera quando, nella seconda settimana d’Aprile, si terranno i Campionati italiani assoluti primaverili di nuoto. E’ questa l’occasione nella quale, solitamente, chi punta a una stagione ad alto livello, cerca il record o il tempo d’accesso alle manifestazioni mondiali. Grande spettacolo garantito, dunque, per il pubblico che deciderà di affollare i gradoni dello Stadio del Nuoto. A primavera, però, i “grandi” del nuoto italiano saranno preceduti dai talenti in erba. Nella terza settimana di marzo, infatti, si terranno i Campionati italiani giovanili primaverili. E’ una manifestazione imponente per i numeri che presenta: nel marzo 2013 sono stati più di 1900 gli atleti in competizione per sei giorni di gare. Un’allegra “invasione” della città di Riccione che, di fatto, apre la stagione turistica primaverile. E per finire, l’altro grande avvenimento natatorio organizzato direttamente dalla Polisportiva: il trofeo Italo Nicoletti. L’edizione del 2014, prevista nell’ultimo week-end di maggio, sarà la numero 18. Diventa dunque maggiorenne la competizione dedicata alla memoria dell’indimenticato e storico presidente della polisportiva. A maggio 2013 furono circa 1800 gli agonisti in gara, con tanti bei nomi del nuoto italiano al top della forma. Confidiamo che anche nel maggio del prossimo anno sia così.

Una gara del trofeo Italo Nicoletti 2013.

Una gara del trofeo Città di Riccione di nuoto master.

Federica Pellegrini si allena nello Stadio del Nuoto.

Sport Information:

tutto quel che c’è da sapere Anche quest’anno la Polisportiva ha pubblicato lo Sport Information, un libretto con tutte le informazioni utili sui corsi in piscina e in palestra, organizzati direttamente dalla Polisportiva, o dalle sezioni e società che ne fanno parte. Vi invitiamo a consultarlo e prendere spunto, vagliando tutte le proposte che il nostro mondo sportivo mette a disposizione di grandi e piccini. Chi non ne fosse in possesso, lo può ritirare presso la reception e il punto informativo all’interno dello Stadio del Nuoto (tel. 0541 644410), oppure alla segreteria della Polisportiva in via Forlimpopoli 15 (tel. 0541 643559). 34



SEDE DI Famija Arciunesa

Un po’ di storia della Casa della “Micia”

Anni ‘50. Mondaini Domenica detta “Micia” e il marito Tosi Attilio davanti la loro abitazione, ora sede della Famija Arciunesa.

1988. La futura nuova sede della Famija Arciunesa in fase di ristrutturazione.

1975. Nasce 1989. Ecco la sede della Famija il Parco Il 30 Giugno del 1966, il Conte Mattioli Belmonte Cima ing. Guido, dopo aver lottizzato buona parte della terra compresa tra Via Romagna e Via Castrocaro, con l'idea di costruire delle case, si decise a vendere al Comune di Riccione tutta la terra in questione, per la somma di circa quattrocentomila lire. Le intenzioni della giunta comunale di Riccione erano chiare, quel terreno era destinato alla costruzione di nuove case. Ma il Sindaco di allora, Biagio Cenni, decise che i centomila metri quadrati della lottizzazione venissero destinati a Parco Pubblico. Il Comune investì nella realizzazione di questo polmone verde posto al centro della città, la somma di duecentonovantamilioni. La delibera che approvò la destinazione del terreno a parco pubblico è del 20 Febbraio 1973 e nell'ottobre iniziarono i lavori. L'area da trasformare in parco era molto grande e quasi tutta coltivata a vigneto. Nella zona destinata a diventare Parco Pubblico vi erano due case coloniche. Una, quella vicina al laghetto, troppo diroccata per poter essere ristrutturata venne demolita e con le tavole e i coppi del tetto recuperati, fu costruito il ponte e la diga che attraversa il laghetto, l'altra è stata ristrutturata ed è diventata sede della Famija Arciunesa. Per la realizzazione ci volle circa un anno e mezzo e nel 1975. precisamente il 18 Luglio, il Parco era pronto per essere consegnato alla città.

Gran folla e, soprattutto, entusiasmo alla cerimonia d’inaugurazione della nuova sede della Famija Arciunesa che ha avuto luogo nella mattinata del 5 marzo scorso... ovviamente presso la sede stessa, in via Montebianco 27. Una magnifica giornata ha salutato il raggiungimento di un obiettivo fortemente voluto dall’associazione e legato alla crescita che negli ultimi anni ha interessato l’intero corpo di attività del sodalizio. Tanti i soci intervenuti, tanti i «personaggi», tanti i riccionesi. Sirio Saponi, presidente uscente, ha salutato i presenti ricordando l’impegno e le iniziative della Famija, e - prima ancora - si è soffermato con toni commossi sulla figura di Alver Colombari, la cui opera e umanità è ancora ben viva dentro noi tutti. Il saluto è andato anche a Marta, la vedova di Alver che non ha vo-

luto mancare all’appuntamento che per tanti anni il marito aveva sognato. Anche il sindaco Terzo Pierani ha ricordato la figura di Alver, e ha avuto parole di elogio per tutta l’attività e il movimento culturale che intorno alla Famija in questi anni è riuscito ad esprimersi. Pierani ha sottolineato come Famija Arciunesa sia l’associazione più adatta ad occupare uno spazio, quello della casa del Parco della Resistenza (detta della «Micia»), che finora si è purtroppo distinto in senso negativo, come punto di aggregazione e nascondiglio di persone socialmente emarginate. Tornando alla cerimonia, dobbiamo dire che tutti hanno avuto parole di apprezzamento per l’opera di restauro e riorganizzazione degli ambienti che l’associazione, interamente a sue spese, ha compiuto.

La Signora Maria Migani, coadiuvata dal Sindaco Terzo Pierani e dal Presidente Sirio Saponi, taglia ila nastro “ufficializzando” la sede.

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LA SEDE DI Famija Arciunesa

Spese di F. A. 2008. La nuova “Micia” Dal 15.07.88 al 27.04.89 Il totale delle fatture somma 42.435.279 lire. Se consideriamo che tutte le ditte hanno praticato prezzi di estremo favore e che i lavori sono stati eseguiti, con la supervisione dell’allora consigliere Orfeo Scarponi, da decine di volontari che hanno offerto la loro mano d’opera gratuita si può ipotizzare che alla fine la spesa sarebbe stata di 100.000.000 di lire. E i contributi sono giunti da tantissimi che avevano sposato l’idea del primo “babbo” Alver Colombari.

I lavori di consolidamento e rifinitura, nel periodo primavera-estate, eseguiti alla casa colonica detta della “ Micia”, situata all’interno del Parco della Resistenza, hanno riconsegnato alla città una struttura sobria e funzionale. All’esterno sono state cancellate le brutture delle scritte, riparati i danni dei vandali notturni, trasferiti i bagni sul fianco così da non offrire più una vista indecente in caso di porte lasciate aperte. E’ stata sistemata sul fronte una grata in ferro completata da due

cancelli, riportata in piano e allargata la pavimentazione in mattoni, sono stati sostituiti i portoni. All’interno, al piano terra, oltre ai bagni, sono stati ricavati tre magazzini-deposito e una sala per riunioni. Il primo piano, dapprima riservato a Famija Arciunesa, è stato diviso in tre parti con una metà alla stessa mentre nello spazio rimanente sono stati ricavati due uffici: per i carabinieri in congedo e per i dipendenti comunali in pensione. Ora conserviamola con amore.

mondo pittura

Le sorprese di Ruberto Giuseppe Ruberto universalmente conosciuto come il “pittore del colore” non finisce di stupire. Il ragazzino che, estasiato, ha ammirato i madonnari all’opera sui marciapiedi di viale Maria Ceccarini e ne ha “rubato “ l’estro, sommato all’uomo maturo che ha vissuto in Africa e a quella natura selvaggia ha “rubato” i colori, ne hanno fatto un artista che può permettersi “divagazioni espressive” precluse a tanti altri. Ma mentre il geniale Archimede Pitagorico di disneyana memoria, una ne faceva e cento ne pensava, il nostro “pennello magico” cento ne fa e una nuova ne pensa. Barche con vele splendenti, in mare calmo, increspato, agitato o a riposo nel porto; raccoglitori di poveracce a scrutare tra rivoli di spuma che si allungano sulla sabbia; girasoli pavoneggianti a impreziosire morbide colline; dorati campi di grano “vigilati” da spartane case coloniche; romantici visi di giovani donne incorniciati da cappelli di paglia; tutto questo non gli basta più! Dategli uno spunto, un’idea, un suggerimento... e Giuseppe ve lo metterà su tela. La foto qui

a fianco ne è esempio. Tre cartoline degli anni ‘30... e dal mix rubertiano esce uno spaccato di vita di spiaggia con gli ingredienti classici: in mare barche a vela, sulla riva un moscone pronto ad uscire, la battana da rigovernare dopo la pesca e sulla spiaggia deliziose fanciulle in rigoroso costume intero e ombrellino anti-abbronzatura. Come fare? Semplice! Giuseppe ha lo studio in Via Marche oppure espone, nelle feste comandate, in Viale Dante incrocio Viale Ceccarini. G.L.M.

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il racconto in dialetto

La Cuntésa ad Bulègna Na volta la gènta ch’l’amniva me mèr lan si ciamèva “ I turésta”...i era “ I S-gnur”. Na masa ad quist S-gnur i era nobil, se su bèl sangue blò. Un bèl esemplèr l’era una Cuntésa ad Bulègna, ch’lan s’era mai spusè. La eva una vilèta tl’Abisinia, s’un giardèin isé radanèd che e fèva voja, si su buschét ad ligòstre, al stradèine ad lapél biènch e, in fènd, ui era la stala. Perchè la Cuntésa la eva una cavala biènca per trì e su bèl calisèin maruncin sempre lòcid come l’or. A guvernè cavala, calisèin, giardèin e tòt e rèst ui era “Spranghin” che in realtà us ciamèva Utèvie, mo dato che d’inverne e cumdèva padèle, piat, còc e umbrèle, us strasniva drì che soranom. La cuntésa la era una muliga spirlimpèina e e capitèva spès cla partés ad scaranèda per i su incontre misterios. Isé Spranghin e tachèva la cavala e mitiva sò al valise e la caplira e e cumpagnèva la Cuntésa ma la stazioun. Ilè e pasèva i bagaj me fachin, po’ l’ascultèva al solite rach-mandazioun per l’andamènt dla chèsa. Apèina us santiva e fés-ce de treno in ariv la Cuntésa la slunghèva, tal mène pìne ad cal ad Spranghin, la mència. Lò e sbarlucèva senza fès véda, us tuleva e brèt da la testa e e giva: “Bon viag s-gnora Cuntèsa, bon viag finènta a Bulègna”. E la Cuntèsa la partiva cuntènta. Un bèl dé, dèp la solita manfrèina, Spranghin e saluta la Cuntèsa isé: “Bon viag sgnora Cuntèsa, bon viag finènta a Furlé”. Al chè la Cuntèsa, arsantida, la dmanda spiegazioun e e brèv om l’arspènd:“ Sgnora Cuntèsa, ad solit am dè dis sèld al mència per andè a Bulègna...og am avì dè cinq sèld...finènta a Furlé e basta e l’arvènza”. Po’ us’è sistemè e brèt tla testa, l’ha prilì sora i tach e l’è rtorne ma chèsa. Lorenzo Galavotti (archivio)

La Contessa di Bologna Una volta la gente che veniva al mare non si chiamava “I turisti”...erano “I Signori”. Molti di questi Signori erano nobili, col loro bel sangue blù. Un bel esemplare era una Contessa di Bologna, che non si era mai sposata. Possedeva una villetta all’Abissinia, con un giardino così ordinato che faceva voglia, con le sue siepi di ligustro, le stradine di sassolini bianchi e, in fondo, c’era la stalla. Perchè la Contessa aveva una cavalla bianca per trainare il suo bel calessino marroncino sempre lucido come l’oro. A governare cavalla, calessino, giardino e tutto il resto era “Spranghino” che in realtà si chiamava Ottavio, ma dato che in inverno aggiustava padelle, piatti, terrine e ombrelli, si trascinava dietro quel soprannome. La Contessa era un pò “vivace” e capitava spesso che partisse all’improvviso per i suoi incontri misteriosi. Così Spranghino attaccava la cavalla, metteva sopra la valige e la cappelliera e

CIAO JIMMY Jimmy, ci ha lasciato nel maggio scorso. Uomo eccentrico e stravagante, non si poteva non notarlo per le vie di Riccione, in quanto con il suo modo di vestire ti faceva sognare. Sempre di bianco, con il cilindro in testa e grandi foulard al collo, anch’essi rigorosamente bianchi. Quando lo salutavi non mancava mai di ricambiarti con un sorriso che ti coinvolgeva, un uomo di altri tempi, sembrava di averlo sempre conosciuto... Un giorno dell’ultima primavera lo vidi al porto canale di Riccione, mi aveva tanto colpito che gli chiesi se potevo scattargli una foto, non ha rifiutato la mia offerta, anzi più che disponibile. Poi non ho resistito di fargli un ritratto con i colori ad olio come amo fare io. Ecco perchè l’ho chiamato “CIAO JIMMY”. Te lo dedico Jimmy con tutto il cuore perchè con la tua aurea hai contribuito a darmi quell’input per dipingere e andare avanti. Perchè felice di essere ritratto da me... grazie. Mirna Ricci

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accompagnava la Contessa alla stazione. Lì passava i bagagli al facchino, poi ascoltava le solite raccomandazioni per l’andamento della casa. Appena si sentiva il fischio del treno in arrivo la Contessa allungava, nelle mani piene di calli di Spranghino, la mancia. Lui buttava l’occhio senza farsi vedere, toglieva il berretto dalla testa e diceva: “Buon viaggio Signora Contessa, buon viaggio fino a Bologna”. E la Contessa partiva contenta. Un bel giorno, dopo la solita noiosa ripetizione, Spranghino saluta la Contessa così: “Buon viaggio Signora Contessa, buon viaggio fino a Forlì”. Al chè la Contessa, risentita, domanda spiegazioni e il brav’uomo risponde: “Signora Contessa, di solito mi date dieci soldi di mancia per andare a Bologna... oggi mi avete dato cinque soldi... fino a Forlì basta e avanza”. Poi si è sistemato il berretto in testa e dopo una giravolta sui tacchi è tornato a casa.


ONORiFICENZE

Alessandro Vettori nuovo cittadino onorario di Riccione Dallo scorso maggio Riccione ha un nuovo cittadino onorario. Si tratta dell’imprenditore fioretino Alessandro Vettori, patròn del mitico locale Punta de l’Est, abbattuto per lasciare spazio a un palazzo. Nato a Castel San Niccolò (Arezzo) il 3 agosto 1930, ma residente a Poppi, dove tuttora vive, il noto imprenditore alterna i soggiorni nell’aretino a quelli bolognesi. L’onorificenza gli è stata conferita dal sindaco Massimo Pironi, davanti a una folta platea di personaggi, arrivati da Toscana, Emilia e perfino dalla Svizzera. In primo piano anche le famiglie riccionesi che hanno segnato la storia della città, come i conti Pullè, i conti Mattioli, i Savioli e gli Zanarini del mitico caffè in viale Ceccarini. Poi Francesca Fellini, nipote del grande Maestro Federico che fu amico e ospite del noto imprenditore, i sindaci di Poppi, Graziano Agostini, e di San Niccolò, Paolo Renzetti, e il noto ginecologo Sergio Alessandri. Vettori, per l’occasione affiancato dalla moglie Elves Teodorani, ha ricevuto la cittadinanza onoraria “per l’importante contributo dato a Riccione, come imprenditore e uomo di cultura. Ha fatto costruire il mitico dancing ristorante La Punta dell’Est, meta di Bongusto, Mina e altri vip, ha dato l’impronta urbanistica alla parte del Colle dei Pini, caratterizzata da lussuose

Il Sindaco Massimo Pironi consegna consegna l’onorificenza a Alessandro Vettori accompagnato dalla moglie Elves Teodorani.

ville, ha acquistato e ristrutturato l’Hotel de la Ville, scongiurandone la demolizione già programmata per lasciare spazio a condominio, e ha contribuito alla nascita del Centro Europeo di Cultura, inaugurato a Riccione nel 1981 da Sergio Zavoli, allora presidente Rai”. Quanto basta per ottenere un meritato riconoscimento. Proveniente da una nobile famiglia toscana, che per meriti ha ottenuto il patriziato (sua nonna era una nobildonna romagnola), Vettori è approdato a Riccione per la prima volta nel 1956 con il suocero Antonio Teodorani di Savignano sul Rubicone. In quell’occasione conobbe Guido Mattioli, allora proprietario dei terreni della Punta de l’Est, che si estendevano fino l’attuale Parco della Resistenza. Fu così che ideò il mitico dancing con ristorante e campi da tennis tra siepi ricche di essenze. Aperto nel 1958 il complesso fu gestito da Elio Montebelli, noto campione di boxe. Nives Concolino

ogni giorno il Pescatore porta in tavola la ricchezza del mare nel rispetto della tradizione romagnola

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associazioni

La “Consulta della Solidarietà” Forse non tutti i cittadini riccionesi sanno che, a Riccione, esiste da anni una “Consulta della Solidarietà”...dunque quale miglior veicolo della nostra ormai famosa “Famija” per raggiungere il maggior numero di persone e colmare questa lacuna? Bene... e allora che cos’è e cosa rappresenta la “CONSULTA della SOLIDARIETA’” di Riccione? Nasce nel 1989, come “costola” dell’Amministrazione Comunale che vuole misurarsi in modo più incisivo con il mondo del volontariato locale, sempre più attivo e

presente nel mettere in campo le proprie energie in vari settori del “Sociale”. Non si può certo dire che il suo cammino, negli anni, sia stato facile: riuscire a mettere d’accordo tante “diversità”, sebbene ci fosse un comune obiettivo di solidarietà, ha richiesto impegno e forti motivazioni. L’appoggio del Comune, pur con l’avvicendarsi dei suoi rappresentanti, è sempre stato assiduo e fondamentale sia dal punto di vista della ricerca di stimoli sia nella disponibilità di fornire supporto economico. Il budget messo a disposizione ha consentito alle Associazioni non solo di poter svolgere la loro attività di base con assoluta dignità, ma anche di portare a termine

piccoli e grandi progetti di aiuto che hanno coinvolto tutto il tessuto solidale della nostra città. Nel 2005, anche su invito dell’Amministrazione stessa, la Consulta si è resa autonoma dotandosi di un proprio Statuto, iscrivendosi al Registro Provinciale del Volontariato ed acquisendo la qualifica di ONLUS. Nel mese di gennaio 2013 è diventato operativo il nuovo Consiglio, eletto dall’Assemblea dei Soci in novembre 2012, formato da: Frisoni Maria (Presidente); Casadei Luigi (Vicepresidente); Crestani Annalisa (Tesoriere); Cocco Giorgia (Segretaria); Galavotti Giorgio; Vannoni Sandra; Mainardi Elio (Consiglieri). Sindaci Revisori: Silvagni Enrico; Pierigè Stefania (Presidente uscente); Frisoni Maurizio. Le Associazioni presenti nella Consulta sono: AGESCI (scout), ANNI D’ARGENTO (anziani), AISM (sclerosi multipla), AMICI DELLO IOR (sostegno malati oncologici) ARCIONE (volontari di protezione civile), ASSOCIAZIONE RICCIONESE AMICI dell’ALBANIA (gemellaggio con Albania), ARCOBALENO (immigrati), AVIS (donatori di sangue), CENTRO AIUTO ALLA VITA (sostegno famiglie con minori), Centro E. RENZI (Formazione per famiglie e giovani), CENTRO 21 (Sindrome di Down), COMBONI (centro missionario), MADONNA DEL MARE (Caritas cittadina), MOVIMENTO PER LA VITA, (sostegno alla vita), PANTOS (associazione culturale/cattolica), PROGETTO FAMIGLIA (Sostegno alle famiglie), SICOMORO (educare per accogliere), V.A.P.S. (Volontari Assistenza Pronto Soccorso e corsie). Il nuovo Consiglio è intenzionato a dare una svolta al modo di procedere della Consulta, partendo dalla totale adesione delle Associazioni che ne fanno parte, alla rinuncia del contributo annuale, con l’impegno

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di adottare e sostenere, ognuna di esse, una famiglia in difficoltà in stretta collaborazione con i Servizi Sociali del Comune. In questo modo la “Consulta della solidarietà” diventa importante punto di riferimento in un momento di grave crisi economica in cui anche la nostra Città si trova coinvolta, e, forte di questa consapevolezza, si rivolge a tutte le Associazioni di categoria ed ai cittadini, per chiedere contributi economici per portare a buon fine questo generoso, ma oneroso progetto – IBAN IT 15 S 06010 24101 074000002562- Presso Cassa Risparmio Forlì e della Romagna ag. Riccione Paese. Il C.D. dunque, con il totale appoggio dei Soci, si propone di valutare progetti che siano allineati a questo percorso: non più priorità a progetti singoli atti a portare beneficio alla propria associazione, ma progetti unitari che abbiano le caratteristiche idonee a farci lavorare insieme coniugando nel modo migliore il senso della solidarietà.. Ci proviamo? Siete con Noi?

Che bella laurea!

Complimenti al giovane consigliere comunale Tommaso Pazzaglini, che con una tesi sul finanziamento di opere pubbliche attraverso lo strumento del project financing, ha portato all’attenzione della commissione di Laurea anche la sua applicazione nel Comune di Riccione, in data 18 Luglio 2013 si è brillantemente laureato all’Università di Bologna, Facoltà di Economia presso la sede di Bologna, conseguendo il titolo di Dottore in Management e Marketing, con il massimo dei voti 110/110 con Lode. La passione e l’impegno nello studio, nella politica e nel sociale contraddistinguono questo ragazzo di 22 anni che continuerà il suo percorso di studi per ottenere la laurea specialistica. A lui le congratulazioni e gli auguri per un futuro di successi.


Riscaldamento e condizionamento:

Sicurezza, prevenzione e risparmio a cura di Michelotti Roberto

Manutenzione annuale: il parere della Provincia Manutenzione Per gli impianti inferiori a 35 kW la manutenzione (pulizia) deve essere effettuata ogni anno, la prova di combustione ogni due anni e il rapporto di controllo inviato ogni due anni. Per gli impianti tra 35 e 350 kW la manutenzione (pulizia) deve essere effettuata ogni anno, la prova di combustione ogni anno e il rapporto di controllo inviato ogni due anni. Per gli impianti oltre 350 kW la manutenzione (pulizia) deve essere effettuata ogni anno, la prova di combustione due volte l’anno e il rapporto di controllo inviato ogni due anni.

Spesso ci si interroga sulla periodicità della manutenzione annuale della nostra caldaia. A chiarimento di questi dubbi vi mettiamo a conoscenza di quanto riportato dalla Provincia di Rimini nella campagna di comunicazione denominata “Calore sicuro e pulito”: Calore sicuro e pulito Calore sicuro e pulito è il nome della campagna di comunicazione predisposta dalla Provincia di Rimini per informare i cittadini sull’importanza dei controlli che, periodicamente, devono essere fatti sugli impianti termici. La manutenzione regolare e i controlli, infatti, consentono di: - garantire sicurezza e tranquillità tra le mura domestiche; - tutelare l’ambiente; - risparmiare energia.

Controlli La campagna di controlli a domicilio organizzata dalla Provincia in collaborazione con l’Azienda Usl di Rimini coinvolge i Comuni con meno di 40 mila abitanti, su cui l’Amministrazione Provinciale ha competenza. Il Comune di Rimini provvede autonomamente ai controlli sul proprio territorio.

Responsabile dell’impianto termico Il responsabile dell’impianto termico è colui che gestisce la conduzione della caldaia, che deve fare eseguire gli interventi previsti per la manutenzione ordinaria e i controlli previsti dalla legge. A seconda della tipologia di impianto, il responsabile può essere l’occupante (proprietario, inquilino o altro) dell’immobile dove si trova la caldaia, l’amministratore di condominio oppure un’impresa abilitata. Il responsabile dell’impianto termico ha inoltre l’obbligo di conservare la documentazione relativa all’impianto: - il libretto di impianto; - la dichiarazione di conformità; - le copie delle dichiarazioni attestanti i controlli tecnici.

Tutti gli interventi di controllo e manutenzione devono essere eseguiti da imprese in possesso dei requisiti previsti dalla legge 46/1990. Informazioni più approfondite si possono trovare sul portale web energia della Provincia di Rimini all’indirizzo www.ambiente.provincia.rimini.it/energia.

Per maggiori informazioni vi consigliamo di contattare i nostri uffici allo 0541/602044 oppure di mandare un’e-mail a info@michelottisantini.it

Per un inverno senza sorprese ricodati di effettuare la manutenzione annuale della tua caldaia!

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LINE P alestra in Riccione Palestra Etica Blue Line BLUE Giovanni MAttoni

Sintomi vaghi: a volte se trascurati, possono essere spia di patologie nascoste

Come combattere i sintomi E’ necessario sottoporsi a valutazioni della composizione corporea avanzata per intervenire sulle cause del sintomo. L’allenamento, il comportamento alimentare e lo stile di vita sono come farmaci che dovranno essere somministrati da chi li conosce perché se in piccola quantità non servono, in grande quantità sono tossici.

La maggior parte delle persone ha sofferto o soffre di questi sintomi. Sono disturbi che non hanno una precisa diagnosi, hanno dei quadri clinici alterati ma non al punto da apparire patologici. Sintomi • Stanchezza cronica • Cambi di umore • Insonnia • Apatie, ansia, panico • Fame notturna • Gonfiori e nausea • Stitichezza • Piedi e mani fredde • Percezione a riposo del battito cardiaco • Difficoltà a provare piacere nelle cose positive

Etica Così come nessun medico coscienzioso prescriverebbe dopo un’ accurata visita e approfonditi accertamenti una cura senza diagnosi, è altrettanto da condannare chi sottopone un soggetto ad una generica attività fisica senza prima verificarne lo stato funzionale e gli obiettivi da raggiungere.

La causa più evidente è lo stress che attiva il nostro sistema immunitario, un campanello che ci avverte dei primi sintomi di malattia, ci cambia l’umore e il comportamento.

STAR BENE

Il Goji ...Cos’è?

cinale” è stato già utilizzato nel corso dei secoli dai medici nelle cliniche tradizionali dell’Himalaya, soprattutto seguendo i criteri della medicina tradizionale tibetana. E in Tibet, come anche estesamente in Cina, le bacche sono tradizionalmente ritenute una fonte naturale di salute e giovinezza da tempi remoti. Ecco quindi una le proprietà del Goji: Il test ORAC (Oxigen Radical Absorbancy Capacity) le indica come l’alimento naturale a maggior contenuto di antiossidanti in assoluto. Questa presenza straordinaria per varietà e concentrazione di sostanze le rende un alimento salutare dai molteplici benefici per l’organismo. Contengono la più alta percentuale di antiossidanti; più delle arance. Ciò costiutusice una protezione aggiuntiva al Dna prevenendone danni e lesioni il più alto contenuto di vitamina B di qualsiasi altro alimento, 15 g di bacche al giorno coprono il fabbisogno giornaliero di vit A, B, C, aminoacidi e sali minerali. Oltre le vitamine, infatti, sono un concentrato di sali minerali, aminoacidi essenziali, polifenoli e polisaccaridi unici in natura, fibre, carotenoidi ed elementi come ferro, zinco, manganese ed altre sostanze bioattive. Quindi ottima influenza sul sistema immunitario. • Il frutto incorpora un’ottima miscela antiossidante, ad ampio spettro. • Costituisce un efficace aiuto per il buon funzionamento del sistema immunitario. • Ha proprietà protettive per la pelle. • Svolge un’azione tonica e energizzante sull’organismo. • Aiuta a migliorare la vista e a proteggerne la funzionalità. • Con il suo contenuto di antiossidanti fornisce una protezione aggiuntiva al Dna prevenendone danni e lesioni. • Con il suo contenuto naturale in zinco, sostiene la normale produzione di testosterone, che è collegato alla produzione di sperma e alla libido. • Il contenuto di specifici nutrienti che il Goji contiene, rappresenta un’opportunità per aiutare il nostro benessere e la nostra salute in modo naturale e sicuro. Provare per credere!

Il Goji (Lycium barbarum L.) è un arbusto sempreverde che cresce verticalmente, anche fino ai 3 metri di altezza. I suoi ambienti di crescita naturali sono il Tibet, la Cina del Nord, e la Mongolia. Ciò su cui è interessante porre l’attenzione sono i suoi frutti: le bacche di Goji. La bacca è caratteristica, di un colore rosso acceso e assomiglia ad una ciliegia rimpicciolita e allungata, con un gradevole gusto dolce. È proprio qui, nel frutto, che sono racchiuse tutte le interessanti proprietà benefiche del Goji, in commercio si trova sotto forma di frutto essiccato o succo. Nella cultura occidentale il Goji ha riscosso successo solo da pochi anni, ma le sue bacche sono diventate una vera e propria moda e promettono di estendere la loro fama in tutto il mondo! …certamente anche perchè questa fama è in parte supportata da interessanti dati scientifici. Comunque, questo frutto “medi-

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Associazione Riminese Stomizzati Nel presidio ospedaliero di Riccione è attivo, dall’ Aprile 2011, l’ ambulatorio di stomaterapia A.R.I.STOM, istituito grazie al lavoro d’ equipe che ha visto impegnati i professionisti dell’ U.O di Chirurgia Generale Toracica, diretta dal Dottor Garulli, coordinata dalla Capo Sala Bernardi e dalla collaborazione del personale volontario dell’ associazione A.R.I.STOM, nello specifico la Presidente Stomaterapista Sig Luisa Ridolfi. L’ambulatorio, dedicato ai pazienti che a causa di patologie intestinali o urinarie sono stati sottoposti ad intervento chirurgico con confezionamento di stomia, è stato istituito per soddisfare un’ esigenza del personale dell’ U.O di Chirurgia: “ESSERE PIU’ VICINI AL PAZIENTE STOMIZZATO, MANTENENDO E FORTIFICANDO QUEL RAPPORTO DI FIDUCIA CHE SI INSTAURA IN REPARTO DURANTE LA DEGENZA”. L’ambulatorio... il luogo adatto dove l’ infermiere stomaterapista, il paziente ed il Care Giver (il famigliare che è di supporto e aiuto al paziente) mettono in atto un piano assistenziale personalizzato di cura, educazione, riabilitazione, che aiuterà il paziente a raggiungere l’ autonomia gestionale, l’autostima, il reinserimento nella vita sociale. L’ambulatorio è al servizio dell’ Ospedale e del territorio “Rimini Sud”, è attivo il Mercoledì dalle ore 14.00 alle ore 18.00 (Segr. 0541 608811 - Ambul. 0541 608818), l’accesso è diretto non è necessario prenotare la visita. Le stomaterapiste dell’ ambulatorio, ma anche infermiere del reparto, sono Manfredda Silvia e Crescentini Sara, il medico chirurgo referente è il Dottor Magnani Costantino, è prevista inoltre la collaborazione con altri specialisti quando necessita il loro intervento: dietista, urologo... Nell’ambulatorio vengono eseguite: prime visite, visite di controllo e follow up, educazione alla gestione della stomia, informazioni sull’alimentazione, medicazioni, insegnamento per l’ effettuazione dell’ irrigazione, informazione sull’ uso e sulla scelta dei presidi ed ausili, pianificazione del fabbisogno protesico e prescrizione dello stesso. Nella sede di Riccione c’è la costante presenza della Presidente Stomaterapista Luisa Ridolfi e di Fiorella Del Bianco, che si occupano di servizi legati a: Assistenza nelle pratiche per il riconoscimento dell’invalidità civile; Assistenza per la prescrizione del fabbisogno protesico: placche, sacche, dispositivi etc; Assistenza per rinnovo piano tera-

peutico; Assistenza per pratiche collaudo ausili e protesi; Tutela diritti stomizzati; Informazione sui diritti sanitari, previdenziali ed assistenziali. L’ associazione inoltre si occupa di: organizzare eventi scientifici; redarre, stampare, divulgare il giornalino “Mai piu’ soli” che contiene informazioni generali, notizie sulle attività del centro ed una finestra adibita alla conoscenza specifica delle problematiche mediche, che accompagnano il paziente stomizzato; aggiornamento sito internet Associazione Riminese Stomizzati. Sostenere l’A.R.I.STOM, con la quota minima di tesseramento annuale, vuol dire aiutare il centro a crescere ulteriormente, per potersi dedicare con piu’ capillarità alla persona stomizzata. Le stomaterapiste Silvia e Sara cercano giornalmente di “Migliorarsi” per accrescere l’efficienza e l’efficacia del servizio, attraverso corsi di aggiornamento e specializzazione, perchè non si finisce mai di imparare, ma sottolineamo che nell’ ambulatorio non si respira solo “capacità tecnica”. Quando si lavora accanto a chi vive una condizione di forte destabilizzazione, di disabilità, accanto a chi vede la sua vita spezzarsi, non serve solo un bravo tecnico, ma devono emergere le capacità relazionali, bisogna sapere... sentire... ascoltare...osservare. Silvia e Sara diventano, per i pazienti, le figure di riferimento, di supporto. Con professionalità entrano, in punta dei piedi in stretto contatto con loro, con la loro parte piu’ intima, piu’ nascosta e con funzione quasi genitoriale li aiutiano ad entrare nella “nuova vita”. Creano con loro un’alleanza “si siedono insieme nella sedia che scotta” per poi rialzarsi insieme per intraprendere un nuovo cammino. Vivono le loro emozioni ed a volte è difficile non farsi coinvolgere, ma il coinvolgimento non è sbagliato se non si dimentica la professionalità e la responsabilità professionale. D’altronde le emozioni colorano la vita... Silvia e Sara hanno ridipinto la loro, a volte con colori sgargianti, a volte tenui, a volte cupi, ma pur sempre colori. Speriamo che, in questo periodo di risparmi l’ ambulatorio possa rimanere in essere cosi’ com’è e che non ci riservino soprese amare.

NOZZE D’ORO

Giuseppe Pasquini e Giuseppina Buono erano convolati a nozze il 23 giugno 1963 nella chiesa di San Lorenzo, a Riccione, dove ora si sono ripromessi amore eterno davanti al parroco don Tarcisio Giungi. Al fianco degli sposi un nugolo di parenti e amici a partire dai figli Luca e Rosy.

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Il Taekwondo insieme alla Polisportiva Dopo tanti anni di attività (dal 1978) anche il Taekwondo è stato accettato a far parte del grande gruppo sportivo della Polisportiva Riccione. Cogliamo l’occasione per ringraziare il presidente e il direttivo per l’ospitalità e l’accoglienza con cui ci hanno accolto, apprezzando l’importanza di una attività sportiva presente da anni nel territorio. Il nostro obiettivo è quello di integrarci e di renderci utili nel far crescere lo sport “sano”nei principi e nella pratica a Riccione, offrendo la possibilità di provare un’arte marziale capace di dare grandi soddisfazioni personali sia sotto l’aspetto fisico che in quello agonistico. Il Taekwondo è una disciplina completa per tutti; aiuta a socializzare e divenire parte integrante di un gruppo. Educa il bambino, formando un equilibrio caratteriale che è il vero principio dell’arte marziale. L’attività del TKD è in grado di aumentare le capacità motorie e condizionali, migliorando la coordinazione del proprio corpo e la cognizione della propria forza. Nel settore gare i nostri atleti hanno chiuso la stagione con una competizione nazionale CSEN a Napoli (Pozzuoli) il 26 maggio con un risultato eccellente, 2 partecipanti 2 medaglie d’oro! Uguccioni Luna e Celli Tobia. Il nostro ragazzo ha vinto la sua categoria con superiorità di punteggio e una buona tecnica di combattimento, sicuramente con tanta esperienza sarà un ottimo atleta nel settore maschile del Taekwondo di Riccione. Uguccioni è stata fantastica con una padronanza e con una superiorità eclatante. Nel primo incontro ha vinto per superiorità di punteggio passando il turno con molta facilità e controllo mentre nella finale si è “sciolta” e ha messo in pratica una padronanza di calci specialmente al viso tanto che il coach dell’avversaria ha gettato l’asciugamano

sul tatami per abbandono e non rischiare un brutto KO sfiorato in molte occasioni. Per Luna una gara da incorniciare. A settembre iniziano i nuovi corsi con grandi novità e molte aspettative, non ci troverete più alla palestra GOLD ma saremo nella PALESTRA BLUE LINE, un gruppo fantastico increscita anche quest’anno; i nuovi iscritti potranno informarsi direttamente in palestra o alla segreteria della Polisportiva Riccione. Nel periodo di maggio e giugno il Taekwondo ha partecipato al progetto “Ti vengo a trovare” della Polisportiva per bambini fino a 14 anni, prove di attività sportive miste nei vari parchi; per coloro che hanno partecipato a questa iniziativa è riservato uno sconto del 50% sull’ abbonamento. Da sin.: Celli Tobia, Roberto Betti, Uguccioni Luna.

Maestro: BETTI ROBERTO - 6° DAN Istruttore: UGUCCIONI LUNA - 3° DAN Istruttore: SACRIPANTI LINDA - 3° DAN D.T. Ottaviani Geo - 7° DAN (diplomati Kukkiwon Corea)

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Allenamenti 3 volte per settimana MARTEDì - GIOVEDì E VENERDì INFO CORSI: Betti Roberto: cel. 335 5337789 Blue Line: 0541 6433248 Polisportiva 0541 643559 info@polcomriccione.com) www.taekwondoriccione.com facebook: TAEKWONDO RICCIONE

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TENNIS CLUB RICCIONE a cura di Piero Serafini

51mi Campionati sociali e risultati agonistici giovanili Causa disguidi e contrattempi vari, dovuti ad indisposizione di numerosi partecipanti, questi campionati si sono protratti di alcuni mesi, dall’autunno scorso alla primavera dell’anno in corso. Comunque il successo non è mancato, con la partecipazione di circa 150 atleti d’ambo i sessi, di buon livello tecnico. Questa edizione ha offerto varie sorprese, evidenziate dagli “score”, tra le undici categorie in gara. Tra tutti spicca nella categoria femminile la tredicenne Mazzola Alessandra, , che ha prevalso nel singolare e nel doppio con Borsetti Bianca ed è stata premiata quale “atleta dell’anno” 2012, assieme a Spimi Nicolas, Serafini Marcello e Sforza Andrea. “Premi speciali a Sforza Gianluca e Valentini Alberto per la tenacia dimostrata dopo l’infortunio”. Bentornati! Premio macro-area 2013 a Pecci Alessandro.

www.tennisclubriccione.com Per iscrizioni: briz63@alice.it Tel. 333 79 95 583 Tennis Club Riccione Tel. 0541 64 36 84 Da circa 2 anni, all’interno del Tennis Club Riccione, si è dato spazio alla scuola di beach tennis “Pura Vida”. Il m.o Massimiliano Sforza ed il suo staff sono presenti nella struttura tutta la settimana. Tel. 348 559637 Campioni regionali U12 maschili: da sx Federica Cerri, Alessandro Pecci, Andrea Sforza , Fabrizio Serafini.

Risultati agonistici a livello prov., reg. e naz. Alessandro Pecci ed Andrea Sforza hanno vinto in camp. reg. a squadre cat. U12 e qualificati ai camp. it. individuali U12. Serafini Marcello e Spimi Nicolas qualificati ai camp. it. U11. Marconi Luca, Migani Letizia, Sforza Federica 9ni camp. it.

Coppa P.I.A. prov. Rimini

Cena sociale con la premiazione dei campionati sociali. Presenti: il Sindaco Massimo Pironi, l’assessore Maurizio Pruccoli , il neo Presidente del T.C. Mauro Ciapparelli, dirigenti del circolo, tecnici e premiati, accosciato il d.t. Fabrizio Serafini.

Conclusi i corsi estivi collettivi e privati, rivolti ai bimbi dai 5 anni di età fino agli adulti. Le lezioni di tennis sono dirette dal m.o nazionale Fabrizio Serafini coadiuvato dalla referente dell’agonistica Federica Cerri e da uno staff di istruttori federali Ermete ed Emanuela e dal preparatore fisico FIT Marco Corbelli. La struttura garantisce la qualità a tutti i livelli di gioco, dal principiante all’agonista di interesse nazionale. Giorni orari e frequenza personalizzabili.

Elenco risultati di categoria dei campionati sociali Sing. masch. ass.: 1° Vanucci Umberto, neo campione - 2° Pozzi Marco - 3° Botticelli Massimiliano e Galvani Boris, sing. masch.: “A” 1° Galvani Boris - 2° Conti Ettore - 3° Cofrancesco Alberto e Casali Andrea, sing. masch. “B”: 1° Botticelli Roberto - 2° Laghi Filippo - 3° Marconi Sandro e Franco Stefano, sing. masch. “C”: 1° Pecci Moreno - 2° Santini Gianluca - 3° Valentini Alberto e Bonaccorsi Michele, sing. masch. “nc”: 1° Rattini Libero - 2° Matassini Sersel - 3° Leardini Stefano e Iaccheo Massimo, sing. masch. “over 45”: 1° Conti Stefano - 2° Vannoni Massimo - 3° Galvani Nando e Righetti Moreno, sing. masch. “over60”: 1° Fabbri Cesare - 2° Casadei Novaro - 3° Capelli Giancarlo e Fabbri Renzo, sing. femm. 1° Mazzola Alessandra - 2° Mancini Mirella - 3° Bartolini Federica e Berardi Cristina, doppio masch. “A”: 1° Botticelli Massimiliano/Pozzi Marco - 2° Dell’Ospedale Roberto/Magnani Davide - 3° Laghi Filippo/Marconi Sandro e Gianmattei Diego/Vannoni Massimo, doppio masch. “B”: 1° Galvani Boris/Galvani Nando - 2° Dell’Ospedale Roberto/Magnani Davide - 3° Conti Ettore/Pivi Stefano e Laghi Filippo/Marconi Sandro, doppio femm.: 1° Borsetti Bianca/Mazzola Alessandra - 2° Bartolini Federica/De Paulis Annalisa - 3° D’Erasmo Adis/Schiano Annalisa e Berardi Cristina/Cesarini Cristina.

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Allenarsi con costanza e determinazione Esistono tanti fattori fondamentali riguardanti l’allenamento, fra questi, tra i più importanti, ci sono la COSTANZA e, non da meno, la DETERMINAZIONE.La strada del successo nell’allenamento comincia dalla determinazione nell’allenarsi regolarmente. Perché una routine produca dei risultati l’atleta deve allenarsi con costanza. Allenarsi a caso non funziona. Spesso un programma progettato in modo scadente però usato con perseveranza produce senz’altro guadagni maggiori rispetto a un programma perfetto però usato a caso. E questo perché il RISULTATO è il prodotto del METODO utilizzato per la COSTANZA impiegata. Il metodo può avere un valore che va da 0 a 100%, mentre la costanza è binaria, o c’è, o non c’è. Non si può essere costanti ogni tanto... Bisogna avere costanza nell’allenarsi. Anche quando sembra che non si riesca a perdere un solo grammo, a riacquistare la forza persa, a ritornare a correre come una volta, ecc. Essere costanti non significa strafare, significa avere coscienza dei propri limiti e amore per se stessi. Spiegata molto semplicemente questa regola ci dice che: ogni volta che ci alleniamo aggiungiamo due mattoncini al nostro castello. Dobbiamo dare il tempo al nostro corpo di abituarsi e di cominciare ad avvertire in modo piacevole la comparsa dei primi cambiamenti, la perdita di qualche Kg, la diminuzione del senso di affaticamento durante il lavoro, il forte indolenzimento nei giorni successivi. La strada migliore che può portarci davvero verso obiettivi ambiziosi, come per ogni cosa, passa attraverso la dedizione e la costanza, meglio ancora se riusciamo a fare tutto con piacere! Se ci iscriviamo in palestra pensando: “inizio a muovermi, poi i risultati arriveranno da sè”, sicuramente non ve-

drete il benché minimo risultato per molto tempo. Perché è indispensabile progettare bene il proprio percorso di allenamento, è indispensabile sapere bene cosa fare per raggiungere i nostri obiettivi e per saperlo è necessario affidarsi a team preparati. Se ci divertiamo sarà tutto più semplice, tutto più raggiungibile! Tendenzialmente la salute è una cosa a cui i ventenni e i trentenni pensano raramente. Non rientra tra i loro interessi principali e la danno per scontata. Ovviamente, andando avanti con l’età e accumulando acciacchi, cominciano

a pensare seriamente a dei provvedimenti per mantenersi in salute. Importante quanto l’allenamento che si esegue in palestra è l’atteggiamento mentale positivo che si acquisisce essendo costanti. La consapevolezza di aver fatto fronte a un impegno preso con sé stessi è appagante e automotivante. Uno dei problemi che notiamo essere molto diffuso, invece, è quello di rimandare e non trovare il tempo per allenarsi. Facciamo un esempio. Dopo due mesi di allenamento casuale, in cui non si è fatto praticamente alcun progresso, si decide di rimandare l’allenamento a un

momento di maggiore tranquillità. Cosa triste, quel momento non arriva mai, perché, come tutti ben sappiamo, nel corso della vita le cose si fanno sempre più frenetiche, e non più tranquille. Se non si è abbastanza dediti all’allenamento, ci sarà sempre qualche scusa per non allenarsi. Il punto è quanto conta per voi l’allenamento. Se è molto importante, infatti, un modo per farlo lo troverete sempre. L’allenamento regolare rende fisicamente e mentalmente più forti. La forza è la base di ogni movimento. Movimento significa non dover dipendere dagli altri e ciò è sufficientemente motivante. In un corpo in forma la mente lavora con più efficienza. Allenarsi su base regolare fa bene ai sistemi circolatorio, respiratorio, digestivo e nervoso. Si dorme meglio, si ha più appetito, si può tenere sotto controllo il peso corporeo, e si ha una vita sessuale più attiva. Si è più energici, e siccome si appare in forma, l’autostima aumenta e la visione della vita diventa più positiva. MOTIVAZIONE, TENACIA e PAZIENZA – Quando ci iscriviamo in palestra abbiamo tutti i più fantastici propositi per farlo, siamo pieni di energia, pieni di voglia di fare, di entusiasmo e di fretta!! La fretta è la nostra peggiore consigliera, non possiamo pensare di andare veloce, di poter raggiungere gli obiettivi in poco tempo, non funziona così. Il primo consiglio che vi diamo è proprio quello di non affrettare i tempi e non scoraggiarvi se dopo il primo mese di allenamento massacrante non vedete risultati. I risultati visibili arriveranno con il tempo, quelli invisibili sono già in atto dopo il primo minuto di corsa, quelli psicologici li avrete già raggiunti dopo la fine del primo esercizio! Salute e sport GOLD WELLNESS ACADEMY

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passeggiando...

...e le chiamano stradeee...!!!!

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Via tre baci

V.le settembrini

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Ricordate, un po’ di anni fa, quando Bruno Martino ci emozionava con la dolce e struggentemelodia di “E la chiamano estate...?”. Ci accompagnò nei nostri percorsi di avventure estive e, non di rado, fu nostra complice positiva. Oggi mi viene da parafrasarne il titolo quando percorro le vie dell’amata Perla verde. In modo negativo, purtroppo, con”...e le chiamano stradeee!”. Eggià, in quanto a manto stradale, non siamo messi proprio bene. Abbiamo un poco invidiabile assortimento di gobbette, scanalature, crepe, buche e breccioline che mettono a dura prova gli pneumatici e la validità delle frenate e sono un costante pericolo per moto, scooter e biciclette. Le due ruote sono sottoposte a continue vibrazioni e i piloti spesso si vedono obbligati a “scartare” improvvisamente. Un breve tour fotografico e c’è solo l’imbarazzo della scelta... Siamo certi che tante situazioni avranno il loro bel rattoppo appena si avrà una minima disponibilità finanziaria e ci auguriamo che ciò che accade in Via Arezzo sia un caso limite (ma proprio al limite...). Da oltre un anno e mezzo parte dell’incrocio con via Volterra è impraticabile e tre cartelli hanno “invitato a girare al largo” supportati da un cartello di pericolo per strada sconnessa. Ora sono stati sostituiti dai moduli in plastica bianco-rossi: incredibile! E ora buttiamo un occhio a via Caprera! L’antica strada dei pellegrini sta “slamando”; la carreggiata nella tratto ad “esse” è a due livelli (c’è un gradino con qualche centimetro di differenza) e il lato monte ha una bella conca che in caso di pioggia diventa una minipiscina. Aspettiamo che qualche malcapitato finisca a gambe all’aria nella ciclabile sottostante? G.L.M.

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V.le oberdan

V.le tasso

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i racconti di edmo VANDI

Amarcord l’Inzgnèr Di soprannome la famiglia si chiamava “Bac-lèin” (con la c morbida) ma lui era stato ribattezzato “l’Inzgnèr” (l’Ingegnere). Negli anni Cinquanta L’”Inzgnèr” era ospite fisso del Circolo Arci di Piazza Matteotti in Paese dove apprezzava moltissimo il Verdicchio che Arvedo, Cigabès, Manghìn e compagni andavano a prendere a Jesi con il camioncino di Brusòr, (sette damigiane alla volta - una la bevevano subito sul posto). L’”Inzgnèr” aveva una mente lucidissima e le idee chiare, soprattutto quando era “bevuto”. Sua l’idea (poi ripresa da altri ma senza la stessa simpatia) che lo aveva fatto soprannominare appunto l’”Inzgnèr”. Questi i fatti che ricordo personalmente. Si era dotato di una fetuccia metrica di 20 metri e di uno di quei treppiedi usati dai geometri per le misurazioni di spazi e distanze all’aperto. Si recava quindi, verso le 11,30 del mattino, insieme ad alcuni complici, nelle aie dei contadini dell’entroterra riccionese e lì, senza profferir parola, si metteva a misurare e piantar paletti davanti più o meno gli usci dei casolari. I contadini erano nei campi a lavorare e quindi erano le “Arzdore” ad uscire di corsa tutte affannate: “ ma cus ch’a fè? che intenzioun avì? a sì dvènt mat?. L’”Inzgnèr” le tranquillizzava: “Niente signora, stiamo soltanto prendendo le misure perchè quì deve passare una strada, ma la vostra casa rimane, tutt’al più

dovremo abbattere la parte della stalla ma tutto il resto resta salvo”. C’è da immaginare le reazioni delle “Arzdore” che correvano nei campi a chiamare i loro uomini ai quali l’”Inzgnèr” ripeteva gli scopi delle misurazioni. “Mnì dreinta - diceva il contadino - a bivèm qualcosa insèn, ho un vein specièl che tona, e pò a ho furmaj, parsòt, salèm che l’ è una luvarìa”. Il contadino non doveva insistere molto: “Solo per accettare” diceva l’”Inzgnèr”. Va da sè che poi ci si metteva d’accordo che la strada( sosteneva con forza l’”Arzdòr”) sarebbe passata meglio vicino la casa dell’altro contadino, che veniva così a risultare la prossima vittima. La truffa andò avanti per alcuni mesi ma il soprannome “Inzgnèr” a “Bac-lèin” rimase per tutta la vita. Edmo Vandi

I rasunamènt per capì la vita La busìa piò grosa d’una dona: “Tra dis minùt a sò preunta” Un è e fiòr che counta, l’è la mena ch’u te dà. La murosa circa ad lasèla un dè prima ch’lat lasa lia. In amòr l’om e vria sempra ès e prim. La dona l’ultma. Nisoun l’è cunvìn da es inteligènt cumè i sumàr. J’emne dèp ch’i ha fat l’amòr: E 5% us volta a dlà e us’indurmènta. E 5% e cènd la zigarèta. E 90% us vistés e l’artorna da la su mej.

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LA PAGINA DEL DIALETTo di Giuseppe Lo Magro

Malattie e dintorni

2ª PARTE

parti del corpo Abre= labbra Argnoun= reni Babòsa= mento sporgente Barbacèl= mento Bligh dla pènza= ombelico Canauce= trachea Capèla= glande Curadèla= fegato Custécia= costola Ganasa= ganascia Ghèz-Garnaghèz= gola-gargarozzo Grupoun=schiena Maghèt-Magoun= stomaco Malèta= scroto Maroun= testicolo Murèla= midollo Muroidi= emorroidi Nusèla= malleolo Ongia= unghia Prostica-Prospera= prostata Psiga= vescica Pulmoun= polmone Ramansrigh-le= intestino Tafanerie= sedere Tèta= mammella Tétul= capezzolo Znoc= ginocchio

Sulla pelle Bargnòcla= bernoccolo Bògn= bugno-foruncolo Bògn cigh= bugno sottopelle Brasola= scottatura con carne viva Bròfle = piccolo foruncolo Brugh-la= crosta di sangue raffermo e anche pustola Burgag-na= sfogo cutaneo- morbillo e anche rosolia Castroun= cicatrice Gnocla= durone-gonfiore Macadura= pestone Materia= pus Pèst= livido Pizcadéc-Pizgor-Scador= prurito Pumèda-unt= unguento Sbrènch= ferita-taglio Varicèla= varicella Varul= vaiolo Vuladghe= volatiche

Alla fine Acumpagn= corteo funebre, funerale Arbaltoun= peggioramento repentino e collasso Becamort= becchino Caratoun= carro funebre Colp sèch-Prél da sèch= colpo apoplettico

Bocca Ascès= ascesso Fièz= alito-respiro Guast – Fraid= cariato Sdantèd= sdentato

Difetti del corpo umano Balòsch- Stralòc= strabico Ciancighè= biascicare ( per pochi denti) Cigh= cieco Gnaf= naso schiacciato Gòb= gobbo Sgalunèd= sciancato Tartajoun= balbuziente Zòp= zoppo

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letture riccionesi

In un libro la vita di Jenny Il dolore, sempre vivo per quella vita spezzata da una terribile malattia, il quaderno bianco con l’enigmatica frase che ne ha suggerito il titolo e, soprattutto la voglia di trasmettere alla gente, quel sorriso e quello spiccato senso di umanità che ha sempre contraddistinto l’indimenticabile Jenny, hanno spinto Roberta Cecchini a raccontare la vita della sua amatissima figlia nel libro “Non kiederti mai dove sono”, Edizioni Politeia di Torino. Il volumetto, con la prefazione di Alessandro Meluzzi, sarà presentato al pubblico il 16 novembre, giorno in cui Jenny avrebbe compiuto 22 anni. Com’è cominciata la sua “avventura” letteraria? “Dopo la scomparsa della mia Jè, ho iniziato a riportare su carta alcune sue idee, finché nel febbraio 2012, al centro del suo stesso quaderno bianco, dove stavo scrivendo, ho trovato questa frase scritta da lei: “Non kiederti mai dove sono”. L’ho colta come un segno, che mi ha dato la spinta per proseguire”. Perché ha voluto raccontare questa storia in un libro? “Soprattutto perché avverto ancora il bisogno di sentire mia figlia viva. Ho poi pensato che in questo modo avrei potuto fare regalo di speranza alle persone che non hanno avuto l’occasione di conoscerla. Il libro è un’iniezione di quel coraggio e di quella forza che aveva lei. Doti che vorrei trovassero anche altre persone, perché in certe si-

tuazioni non bisogna mai arrendersi o mollare”. Qual è in sintesi il contenuto del libro? “Ho riportato tutta la storia di Jenny, dal concepimento all’ultimo giorno, usando qua e là anche toni ironici. Ci sono poi una quindicina di foto, aneddoti che raccontano la sensibilità che Jè aveva per gli altri. Fin da bambina, quando andava all’asilo, è stata sempre la paladina dei bisognosi. Si parla della sua voglia di andare in Africa, sempre protesa verso il prossimo, della vicinanza al coro “Le allegre

note” e dell’accoglienza del liceo. Riporto pure frasi scritte dai suoi insegnanti, amici e altre persone, una raccolta di pensieri e infine quello che lei ha scritto sulla sua malattia”. Momenti forti? “Si, soprattutto quando racconto le emozioni e i sentimenti dei ragazzi che le sono stati accanto durante la malattia, l’ultimo giorno della sua vita e le esequie che di fatto si sono trasformate in una “festosa celebrazione” alla presenza di una marea di persone con testimonianze e canti”. Come e dove si può acquistare il libro? “Dal 16 novembre in occasione della serata “Il sorriso di Jenny”, che si terrà per il suo compleanno, ma anche in altri momenti. Sarà poi disponibile nel negozio Fortevento (in viale Giulio Cesare, vicino la chiesa di San Lorenzo) e in altre attività che comunicheremo a breve”. Il ricavato andrà in beneficienza? “Si. Sarà devoluto all’Arop (Associazione riminese oncomatologica) che ha acquistato una casetta, di fianco all’ospedale civile di Rimini per ospitare i genitori dei ragazzi ricoverati”. La stesura del libro ha richiesto sofferenza? “Sofferenza e forza di volontà. Non avrei mai pensato di arrivare fino in fondo, ma ho fatto parlare il cuore e alla fine ce l’ho fatta”. Nives Concolino

Un’infanzia tribolata Naturalmente è la mia storia, la mia testimonianza, nello scrivere ho pensato ai tanti bambini che ci hanno abitato dal 51 al 1955. Spero qualcuno della M.D. possa un giorno, leggere la mia storia e si possa riconoscere. Questa storia è stata scritta appositamente a ricordo della nostra infanzia. Una testimonianza di un mondo sempre più lontano e diverso dal nostro tempo che non vuol essere un atto di accusa contro nessuno. Quando saranno cadute le mura del collegio, il ricordo non andrà più perso perché il frutto di una fatica immane che mi è costato anni di fatica esiste ... è qua sotto i nostri occhi. Ricordo ancora la rabbia e l’astio che avevo dentro di me quando uscì da quel posto, che non ce la facevo a dimenticare, che avrei voluto bruciare e coprire sotto uno spruzzo di calce viva quei pidocchi mentali, quella vergogna, quella cicatrice. La Mater Dei fu il turbamento della mia gioventù e mi era stata addosso insopportabile come un marchio. Non sono mai riuscito a liberarmene. I miei pensieri tornano sempre fuori immutabili e indelebili. Quando guardo quelle mura tornano sempre avanti i volti e mi sembra di udire le voci e le parole di quel tempo

dove per anni ho vissuto e sofferto in silenzio la mia adolescenza senza l’affetto dei miei genitori. Da un cassettone impiallicciato mezzo fradicio della soffitta che sembra cadermi addosso, quando tiro verso di

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me il cassetto, c’è qualcosa che mi appare subito importante: è il vecchio vestito a righe che indossava Pap quando mi veniva a trovare in collegio, c’è pure il suo cappello. L’abito è mezzo ammuffito. Si è fermato il tempo. Alzo la manica della giacca e mi accorgo che sotto c’è una cartella di pelle nera, mentre l’apro, penso alle sorprese ammuffite che non finiscono mai. Dentro c’è una busta gialla e al suo interno diverse fotografie. Pap le deve aver messe via tanti anni fa prima che andassero perdute definitivamente. L’ha fatto per me. Sapeva che avevo una storia da raccontare. Le guardo, ci sono alcune foto della M.D., quella della prima comunione. Sono insieme ai bambini del 1955. Sono cose vecchie, carte ingiallite, ricordi lontani. Le fotografie che rispuntano fuori, sento che non appartengono più al passato rivivono al presente, appartengono alla mia storia. Se qualcuno dei ragazzi della Mater Dei di quegli anni trovasse interessante parlare con me, può chiamare il mio numero di telefono di Misano allo 0541 614513. Sarò sempre felice e disponibile a far quattro chiacchiere. Paolo Arcangeli


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