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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. Direttore Responsabile: Giovanni Cioria - Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco 27 - Tel. 0541 643884 Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio - Grafica: Composet Riccione
Anno XXXVI - n°4 -
SETTEMBRE/OTTOBRE 2018
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REDAZIONE Direttore Responsabile: Giovanni Cioria • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi • Hanno collaborato a questo numero: Moreno Leardini, Giuseppina Chierici, Lorenzo Scola, Fosco Rocchetta, Maurizio Montanari, Riccione Corre,
Aldo Bagli (archivio), Ferdinando Montebelli, Edmo Vandi,
Gabriella Mazzoli. • Foto: Pico e Gianni Zangheri • Pubblicità: Tel. 338 4304667 • Grafica e impaginazione: Studio Grafico Composet Riccione: 339 5019846• Stampa: La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio S.r.l.
omissione. nel n° 3/2018 a pagina 5 nell’ articolo sul lungomare, non abbiamo indicato l’autore della quarta foto che è di Daniele marzocchi. ce ne scusiamo.
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amministrazione comunale
di G.L.M.
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Che le casse del Comune di Riccione siano a secco? Non ha 1.000 euro da restituire a Famija Arciunesa! Vi racconto una breve storia sul comportamento del Comune di Riccione guidato dal sindaco Renata Tosi nei riguardi di F.A. Anno 2005 Famija Arciunesa ha l'idea di collocare il Presepe animato di Maurizio Veterani in una delle serre non più in uso dell'Arboreto Cicchetti. La struttura non è che uno scheletro metallico appoggiato sulla terra ...nient'altro. La convenzione relativa all'uso in comodato stipulata col Comune di Riccione prevede che F.A. si accolli tutte le spese per farne una struttura idonea ad accogliere il Presepe, con tutte le garanzie di sicurezza per l'accesso del pubblico, che ne curi il buono stato per i dieci della durata, che non cambi destinazione d'uso. E così è stato! In dieci anni mai un problema e nessun appunto negativo. Anno 2015 Famija Arciunesa al termine del periodo restituisce, con apposita lettera protocollata, la struttura (compreso il Presepe animato perfettamente funzionante) e chiede in base all'art. 7 della convenzione la restituzione dei 1.000 euro di cauzione versati nel 2005. Quì sotto la fotocopia di parte della convenzione relativa. Passano i mesi e NESSUNA risposta perviene a F.A.
ANNO 2016 F.A. inoltra una seconda richiesta (protocollata il 3 Maggio) diretta al Sindaco, all'Assessorato al Patrimonio e all' Ufficio Contratti richiedendo la restituzione della caparra. Ancora NESSUNA risposta. ANNO 2017 Tramite lo studio legale dell’Avv. Athos Valori, Famija Arciunesa invia la TERZA richiesta (01 Febbraio) che subisce il medesimo “trattamento”. Silenzio assoluto!
ANNO 2018 – L’Avv. Valori, telefonicamente, chiede un incontro per chiarire la situazione. Non viene concesso! A questo punto lo studio legale ha inviato lettera avvertendo il Sindaco che, in mancanza di risposta nel termine di 30 giorni dalla ricezione o il rifiuto alla stipula della convenzione di negoziazione assistita potrà essere valutato dal GIUDICE ai fini delle spese di giudizio e di quanto previsto dal codice di procedura civile. IN PAROLE POVERE... SI DOVRA’ PROCEDERE PER VIE GIUDIZIARIE!
ospedale giovanni ceccarini
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di Nives Concolino
Andrea Mercanti nuovo primario dell’Oculistica E’ lo scopritore di una particolare patologia oculare, la maculopatia trazionale miopica, Andrea Mercanti, veronese, 49 anni, autore di prestigiose pubblicazioni, è il nuovo dirigente dell’Unità operativa di Oculistica dell’ospedale di Riccione. Il suo arrivo al Ceccarini è stato ufficializzato il primo giugno dal direttore generale dell’Ausl, Marcello Tonini e dal direttore dell’ospedale, Romeo Giannei, in seguito alla nomina del 16 febbraio. Un’occasione per annunciare anche l’arrivo di due nuovi apparecchi diagnostici altamente innovativi: un “Angio Oct” per valutare in modo molto preciso, ma poco invasivo la cornea e i relativi vasi sanguigni, e l’“Rtx1”, frutto d’ingegneria e tecnologia aerospaziale. Sposato e con due figli, Mercanti si è laureato nel 1994 all’Università di Verona con una tesi basata su uno studio clinico che ha coinvolto oltre mille pazienti. La sua carriera è passata attraverso diverse strutture pubbliche e private del Veneto e della Lombardia, finchè nel 2011 è diventato dirigente medico nella Clinica Oculistica dell’Università di Udine, nel 2014 è poi diventato primario nella struttura complessa di Oftamologia dell’ospedale di Treviglio – Caravaggio (Azienda Sanitaria Bergamo Ovest), dove ha creato un nuovo percorso diagnostico terapeutico per i pazienti affetti da retinopatia diabetica. Già docente presso la scuola di specializzazione di Udine in Oftamologia, Mercanti al suo attivo ha 12mila interventi oftamologici e oltre 4.600 iniezioni intravitreali. Un prestigioso bagaglio di esperienza, che ora arricchisce anche l’Unità operativa di Riccione, a servizio dell’intera provincia, dove, oltre al Reparto di degenza di Riccione, si trovano gli ambulatori e le sedute chirurgiche degli ospedali di Rimini, Novafeltria e Cattolica. “Punto forte - spiega Mercanti - è il trattamento delle maculopatie, curate con farmaci molto costosi, che si iniettano all’interno dell’occhio. Si tratta di una patologia che, o viene curata molto presto, oppure porta dei danni alla vista, difficili da recuperare. ll nostro impegno è ridurre i tempi di attesa. Vuol dire che bisogna stare entro un mese, perché un giorno o due di differenza possono incidere sulla vista”. Proprio per gestire queste patologie, che ora possono essere affrontate con metologie e apparecchiature molto innovative”.
Da sin.: marcello tonini, direttore generale dell’Ausl; rome Giannei, direttore ospedale ceccarini e il neo primario Andrea mercanti.
i nUmeri Dell’ocUlisticA “L’attività chirurgica – rimarca il neodirigente Mercanti - si svolge in prevalenza a Riccione, dove in una settimana si fanno nove sedute, altre due a Cattolica e una a Novafeltria”. Attività che come specifica Giannei “equivale a 70/80 interventi settimanali”. Fiore all’occhiello del reparto, che lavora in stretta collaborazione anche con l’Unione italiana ciechi, come specificano i medici, è la chirurgia vetroretinica, ma anche l’ambulatorio di ipovisione che registra più di mille prestazioni all’anno, senza abbandonare il paziente che qui ha pure la possibilità di fare una riabilitazione visivisa, vale a dire una ginnastica dell’occhio. Altro punto di forza è la collaborazione con l’Irst di Meldola che “consente di effettuare una diagnostica molecolare sul linfoma primitivo dell’occhio, patologia rara (circa dieci casi all’anno nell’ Ausl Romagna) ma che finora per la diagnostica dovevano rivolgersi ad altre Ausl. Un particolare: nel 2017 sono stati effettuati 3.651 interventi chirurgici, 7.500 visite di Pronto soccorso oculistico e oltre 48mila prestazioni di diagnostica ambulatoriale tra le quali circa 12mila esami strumentali. Quasi duemila all’anno gli interventi di cataratta.
I pinnacoli dell’ospedale al restauro Da oltre 120 anni decoravano la storica facciata dell’ospedale Ceccarini. Danneggiati dalle scosse telluriche del 2016, i pinnacoli in cotto che svettavano ai lati dell’orologio ora sono in restauro e verranno sostituiti da due copie. A chiedersi dove fossero finiti i due elementi decorativi sono stati soprattutto commercianti e residenti della zona, che l’anno scorso hanno visto sparire il primo, quello a sud, e a inizio anno, quello a nord. “Sono crollati, qualcuno li ha portati via? “ si sono chiesti. Come conferma l’Ausl: “In occasione degli eventi sismici dell’ottobre 2016 questi elementi architettonici si sono “deteriorati” in modo significativo. Trattandosi di un bene soggetto a vincolo della Sopraintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio (la prima pietra dell’ospedale risale al 1892), l’Ausl
di ni.co.
ha presentato e approvato un progetto di restauro. I pinnacoli sono stati affidati a un restauratore, che li ha smontati e risistemati”. L’intervento, a quanto pare, è stato apprezzato anche dall’ingegnere Simona Boschetti dell’Ufficio tecnico dell’Ausl e dall’architetto De Nicola della Sopraintendenza nel corso del sopralluogo svoltosi lo scorso 4 aprile. A parere dei tecnici però non è opportuno ricollocare le “pigne” originali sulla facciata, perché essendo in laterizio e particolarmente pesanti, con le intemperie e le vibrazioni del traffico rischierebbero di crollare, per cui si creerebbe pure una situazione di pericolo. Da qui la scelta di “esporre” i pinnacoli originali all’interno del Ceccarini e di collocare all’esterno le copie fedeli più leggere. Chiaramente il tutto va concordato con la Sopraintendenza.
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di Nives Concolino
Stazione ferroviaria: nuovo look e più tecnologia
Nuovo look e sistemi tecnologici avanzati per la stazione ferroviaria di Riccione. Si tratta di un intervento radicale che ha richiesto due anni di lavoro e 8 milioni di euro, sborsati per intero da Rfi (Rete ferroviaria italiana). L’intervento ha interessato sia lo storico ingresso (lato monte), su Piazzale Cadorna, riqualificato per intero, compreso il sottopassaggio, la biglietteria e la sala d’aspetto, ora climatizzata, sia l’accesso a mare, sul Piazzale Vittorio Veneto, dov’è stata costruita ex novo un’avvenieristica struttura in vetro e acciaio, corredata di due ascensori telecontrollati e videosorvegliati. Come previsto dal progetto sono stati rifatti pure i marciapiedi dei due binari, ampliati e rialzati per favorire il passaggio dei treni ad alta velocità, mentre il terzo binario, dove più volte sostavano i treni in attesa del passaggio di altri convogli, è stato eliminato. Inaugurata a metà giugno da Giulio Del Vasto, direttore territoriale Produzione Rfi, affiancato dal sindaco Renata Tosi e da autorità civili e militari, la nuova stazione è ora dotata di nuove linee elettriche, pensiline in acciaio, rampe e percorsi tattili per eliminare le barriere architettoniche, nonché gli impianti d’illuminazione con tecnologia a led per risparmiare energia. Potenziato infine il sistema di informazioni al pubblico. Si tratta
dell’intervento più importante effettuato dal 1862, quando in seguito alla storica lotta del tenace don Carlo Tonini, per la prima volta il treno fece tappa a Riccione. Ora la svolta non casuale: “Il complesso intervento – rimarca Del Vasto _ é nato nell’ambito dei lavori di velocizzazione della direttrice Adriatica Bologna - Bari/Lecce, ed è stato eseguito in circa due anni senza mai interrompere la circolazione dei treni. Riconsegnamo a Riccione una stazione completamente riqualificata, questo è un ulteriore tassello del progetto, in corso, infrastrutturale e tecnologico, della linea Adriatica della quale Riccione è tappa importante. La stazione di Riccione, per la sua vocazione turistica ma anche come punto di riferimento quotidiano dei pendolari, non poteva che essere tra le prime a rispondere ai nuovi requisiti di Rfi”. Soddisfazione da parte del sindaco Renata Tosi RIPARATORE AUTORIZZATO OPEL GM “La riqualificazione della Via stazione - ha consentito di Assistenza: Emilia -11rimarca - Riccione Vendita esposizione: ridare una nuova vesteead uno snodo viario fondamentale. RapVia Emilia 24 - Tel/Fax 0541per 643527 presenta un ottimo biglietto da visita i turisti e per tutti i bettiriccardo@libero.it suoi fruitori”. e-mail: Quest’estate intanto il Frecciarossa per la prima volta si è fermato a Riccione. Le sue corse si sono aggiunte a quelle dei Frecciabianca. Nel frattempo, in collaborazione con gli albergatori, è andato avantie il progetto ‘Riccione in treno”. Installazione assistenza
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il noto imprenditore Oscar maggioli ha ben deciso di investire in un settore che si è rivelato vero e proprio rifugio commerciale per l’estate 2018. we Weed è una start-up che basa il suo successo sulla commercializzazione di prodotti derivati dalla canapa, un’attivita’ innovativa recentemente regolamentata dallo stato italiano. l’ispirazione viene dai suoi lunghi viaggi all’estero: i colori di formentera i profumi di Saint Tropez, il divertimento di ibiza. nel pieno rispetto della legalita’ we weed di Oscar maggioli ha inaugurato solo tre mesi fa i suoi primi due punti vendita di prodotti derivati dalla canapa, tanti altri sono in apertura. QUANTO prima , il direttore, vuole aprire altri negozi, in gestione diretta ed in franchising su tutto il territorio nazionale nei prossimi mesi: entro la fine di quest’anno puntiamo all’apertura di 20/25 esercizi commerciali puntualizza Oscar maggioli, che aggiunge: “il nostro marchio si distingue per l'offerta di prodotti di altissima qualità a prezzi democratici rispetto a quelli dei nostri principali concorrenti, la nostra distribuzione rimane selettiva e viene eseguita al ritmo giusto. abbiamo un buon potenziale d’espansione”. Oltre 200 prodotti saranno disponibili per gli utenti nel nuovo negozio, non solo inflorescenze, ma anche: gadget, essenze per la casa, birre, energy drink, pasta , piadine, olio, tutto a base di canapa.
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mattoni che si sgretolano
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E vin da piègn a veda lasè infraidè totnicò... e l’è tota roba nosta! Hotel Smart – Via Nazario Sauro Dém una bèla radanèda... che la gènta la ha bsègn d’un alog! L’Hotel Smart, ubicato in Via Nazario Sauro, una snella e moderna struttura di 7 piani, fu affittato e gestito per molti anni da una famiglia di riccionesi caratterizzata dall’avere sane qualità di albergatori. Quando la famiglia si ritirò dall’attività subentrò la proprietà e poi vicende poco chiare portarono alla chiusura. Nel 2011 il bene fu confiscato in quanto divenuto PROPRIETA’ DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA e rimase nell’abbandono più assoluto. Divenne così regno incontrastato di vegetazione incolta, accumulò rifiuti e l’esterno si deteriorò. Nel
2014 il sindaco di Riccione Renata Tosi emanò un’ordinanza sindacale per la pulizia, la disinfezione, la derattizzazione, l’eliminazione dei rifiuti, la messa in sicurezza. Poi il Comune adottò un atto di indirizzo per l’acquisizione del bene. Nel 2016 l’ex Hotel Smart è diventato patrimonio comunale per essere DESTINATO A FINI SOCIALI. Le dichiarazioni del sindaco espressero la volontà di destinare la struttura “a beneficio dei più deboli, dei giovani, degli anziani, delle persone disagiate” ipotizzando di utilizzare una parte della costruzione per edilizia popolare.
Così si presentava l’ex Hotel Smart nell’Agosto 2018.
Ex sede
Uffici ENEL
Viale Diaz e Viale XIX Ottobre I sta ilé... in da dan ma nisoun In passato sono state numerose le idee per trasformare questa grande struttura, oltretutto dotata di un vasto piazzale, e adattarla alle esigenze della città: Scuola, Biblioteca, Museo... L'unica cosa certa è che dopo una ripulita nel 2011, è caduta nel disinteresse generale... essendo un po' defilata non da fastidio alla vista... ed è lì... con le sue erbacce... con le finestre spalancate... forse generoso rifugio per chi non ha nulla.
mattoni che si sgretolano
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Ex Camera del Lavoro – Viale Maria Ceccarini La Camera del Lavoro di Riccione di Riccione, costruita su area comunale, é stata inaugurata nel 1975. Grazie alle donazioni e all’offerta di mano d’opera di tanti lavoratori, orgogliosi di partecipare ad un progetto diretto a creare un futuro migliore, fu data in uso alla C.G.I.L. per quarant’anni. Il futuro ha però riservato una brutta sorpresa: la nuova Amministrazione del Comune guidata dal Sindaco Renata Tosi, alla scadenza del contratto, non ha voluto rinnovare ma ha ripreso l’immobile con l’intenzione di venderlo. Allora la C.G.I.L. offrì 1.300.000 euro (indicazioni di mercato). Proposta che si frantumò di fronte ad una richiesta di 3.000.000, decisamente fuori mercato. Così andò all’asta una prima volta...deserta! Riproposta a 1.800.000... stessa sorte... Altri tentativi e trattative... poi la vendita nell’estate scorsa! Sembra alla “bella” cifra di 800.000 euro! Tra i tanti commenti del giorno dopo ne abbiamo scelto uno che li condensa tutti: “I ha fat come Patachin, che per fè un dispèt ma la su mèj, us è dè quatre martlède sora i quajoun!”.
Villino Pater - “La Cacetta” – Via Latini “E guadagn de castagnèr” A due passi da Villa Mussolini e a tre da Viale Maria Ceccarini, questo immobile, di proprietà del Comune, non ne vuole sapere di essere venduto. Con la Giunta Pironi fu messo all’asta a 1.200.000 euro, poi scesi a 900.000. Con la Giunta Tosi nessuna offerta a 750.000 e neppure a 712.500. Ora sembra che ci provi con 600.000. Offerta da far impallidire anche Poltrone Sofà! E pensare che nel 2016 il Villino Pater (a fianco la sintesi della sua storia) era stato inserito, per una iniziativa dell’Istituzione alla Cultura del Comune di Riccione tra i 12 luoghi storici meritevoli di essere visitati. All’uopo vennero distribuite migliaia di mappe indicanti le posizioni delle targhe a leggio che permettevano di conoscerne la storia. Però... però ne vennero collocate solo 11... l’escluso era proprio il Villino Pater. Niente niente che si sia incavolato?
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C’era una volta un paese che non aveva più il Re... Mi sa che sono andato troppo indietro nel tempo. Diciamo che quasi tre quarti di secolo fa cominciò una euforica fase di rinascita per l’Italia. Era appena finita la IIª Guerra mondiale e donne e uomini avevano grande voglia di ricostruire, di dimenticare lutti ed orrori e ricominciare a “fare l’amore” con amore, sognando un futuro roseo per i figli che sarebbero arrivati. E i nuovi nati si possono senz’altro considerare “molto” più fortunati di quelli arrivati in tempi in cui si paventava l’inizio di una immane catastrofe o durante il conflitto che si rivelò il più terribile e sconvolgente di sempre, perchè si trovarono a crescere non certo “sguazzando” nel benessere ma nel desiderio di ricreare, nell’entusiasmo di inventare cose nuove, nello scoprire possibilità di miglioramento sino ad allora precluse... e arrivò il “Boom economico”. Riccione vide il turismo esplodere... invasa da turisti di tutta Europa... e da tante ragazze che volevano vivere le novità gioiosamente, libere di agire, pensare, esprimersi. Ragazze che giunte sulla Riviera si trovarono “ubriache” di sole, di buon mangiare e buon bere, di giornate divertenti ventiquattrore su ventiquattro e, soprattutto, corteggiate come mai lo erano state, trattate e vezzeggiate come principesse. Scandinave, teutoniche, albioniche, transalpine, asburgiche o tulipane erano attrazione, miele per “orsetti” golosi e insaziabili... erano calamita. Nuovi dancing nacquero dall’oggi al domani, proliferarono gruppi musicali, i juke-box diedero vita ai bar, i mangiadischi erano complici perfetti per serate in spiaggia in riva al mare. Ovunque si poteva amoreggiare al chiarore della Luna.
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mondo donna
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di ni.co.
Addio Luciana, madre coraggio Con tenacia e determinazione ha lottato fino all’ultimo istante della sua vita per far emergere la verità sull’uccisione della sua unica figlia, Ilaria Alpi, giornalista del Tg 3 uccisa a Mogadiscio nel 1994 col suo operatore Miran Hrovatin. Luciana Riccardi, se n’è andata lo scorsa primavera tra il dolore di quanti l’hanno conosciuta anche nella nostra città. Non a caso, a lei e al marito Giorgio Alpi, scomparso nel 2010, il sindaco Daniele Imola aveva conferito la cittadinanza onoraria il primo settembre 2006. Da allora la mamma coraggio e il suo consorte, scomparso in precedenza, sono stati considerati riccionesi a tutti gli effetti. La loro presenza al premio giornalistico televisivo, dedicato alla figlia per vent’anni, è stata assidua e continua, sicché nel tempo diverse persone avevano stretto legami amichevoli con loro. Nato in seno a Comunità Aperta, non solo per tenere alta l’attenzione sul duplice omicidio, ma anche per incentivare il giornalismo d’inchiesta, il premio è stato anche un’occasione per fare ogni anno il punto sulle indagini del duplice omicidio, rese difficili e complesse per i continui depistaggi e mezogne. Mamma Luciana, ferma e determinata, anche per tanti riccionesi era diventata simbolo di un’esemplare lotta, ferrea e caparbia, tesa alla ricerca di quella verità e di quella giustizia, rincorsa fino all’ultimo respiro. Tra i tanti messaggi di cordo-
glio quelli degli ultimi quattro sindaci di Riccione, da Massimo Masini, che su richiesta di Comunità Aperta allora presieduta da Francesco Cavalli, diede il via al noto premio, fino al sindaco Renata Tosi, che a inizio legislatura, dopo lo stop al Premio Alpi, decretato da mamma Luciana, con altro format ha dato vita al Dig (Documentari, inchieste, giornalismi).
Veronica Villa, laurea in musica barocca
Ha amato la musica fin da bambina, Veronica Villa, 25 anni riccionese, vanta ora un primato, quello di essere la prima laureata in Canto Rinascimentale e Barocco al Conservatorio Rossini di
Pesaro. A formarla negli anni, fino a conseguire l’inconsueto titolo di studio, sono state tre docenti che si esibiscono anche all’estero, dalla Svezia alla Lituania, dalla Spagna al Giappone: “Si tratta di Gemma Bertagnolli, Monica Piccinini e Romina Basso. “La mia iscrizione al Conservatorio è stata quasi casuale – racconta Veronica - ma io la musica l’ho sempre amata, tant’è che da piccola mi sono dedicata al musical. Ora desidero specializzarmi a Vicenza per poi cantare anche all’estero, come fanno le mie docenti. Voglio essere un’artista a 360 gradi”. D’altra parte Veronica è una ragazza poliedrica “Prima di stuidiare musica – racconta - ho conseguito una prima laurea a Rimini in Tecnica e Cultura della moda, mi diletto anche nel disegno, ma adesso il mio cuore pulsa per la musica. Avevo scelto di studiare moda, perché mi consentiva di approfondire la storia dell’arte, nel frattempo mi sono iscritta al consevatorio, dove ho imparato ad amare tanto questo tipo di canto, che è molto di nicchia, ma regala forti emozioni”. Dopo anni di intenso studio è arrivata alla tesi finale sulla contaminazione di brani della compositrice seicentesca Barbara Strozzi e Monteverdi, che ha presentato con una performance accompagnata da un ensable di liuto, clavicembalo, arpa, violoncello e percussioni. Veronica spiega: “Si tratta di una tesi imperniata sui lamenti di donne straziate d’amore o comunque abbandonate. Quella musica mi è entrata dentro, adesso sogno solo di terminare gli studi con il biennio magistrale a Vicenza”.
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eventi estivi
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di Nives Concolino
Riccione come Cannes. Con Cinè fa il pieno Bilancio positivo con migliaia di spettatori per l’ottava edizione di Ciné, che per il 2019 annuncia altre importanti novità. A infuocare il red carpet tra Piazzale Ceccarini e il palacongressi, dove sono giunti anche 2.000 operatori del settore, sono stati attori e registi di primo piano, come Pierfrancesco Favino, Luca Argentero Riccardo Scamarcio, Fabio De Luigi, Pietro Sermonti e, tra le donne Lucia Ocone, Vittoria Puccini e Valentina Lodovini, solo per citarne alcuni. Per tre giorni, tra continue ovazioni, si sono alternati sul palco per presentare trailer e anteprime assolute dei film in uscita i prossimi mesi. Tra questi Cosa fai a Capodanno? con Argentero e Moschettieri del Re (nelle sale il 27 dicembre) con il protagonista Favino, nelle vesti di D’Artagnan. Amato soprattutto dalle donne, il bel Pierfrancesco a sorpresa ha fatto pure un’incursione al CinèArena, davanti al Palazzo del Turismo. L’apice delle Giornate estive del cinema, ormai trasformatesi in festival, è stato raggiunto con i CineCiak D’Oro, premi conferiti a film e protagonisti che si sono contraddistinti durante l’anno. A conquistare, il riconoscimento più ambito, l’Absolute Comedian, è stato il regista e attore Vincenzo Salemme , altri Ciak d’oro sono andati a Maurizio Nichetti, Sabrina Impacciatore, Lucia Ocone, Diana Del Bufalo, nonché alla coppia Maria Pia Calzone e Massimiliano Gallo e al produttore cinematografico Giampaolo Letta, vicepresidente e amministratore delegato di Medusa Film. Riconoscimento Best Comedian anche alla fiction televisiva, Sirene. Sul palco Gallo e Calzone, due grandi protagonisti della nuova creatività napoletana che hanno spopolato anche con le voci del brillante cartoon Gatta
Cenerentola. A fare gli onori di casa sono stati Remigio Truocchio, patròn di Cinè, e Piera Detassis, direttrice di Ciak, il più autorevole mensile di cinema che organizza il premio da sette anni, affiancata dalla redattrice Alessandra De Luca. La passerella di Ciné doveva concludersi con la presenza di Marco Giallini, nell’arena CineMax, ma l’attore che doveva essere a Riccione per la presentazione della fiction Rocco Schiavone, ha dovuto rinunciare per un’infortunio al piede. In diretta da casa sua ha rivolto un saluto alla platea riccionese, ricordando i giorni trascorsi nella Perla da ragazzo. Tra le chicche dell’evento festivaliero anche gli amarcord di “Riccione Techeté”, storiche immagini dagli anni Sessanta in poi, che la Rai Emilia – Romagna ha rinvenuto nel suo prezioso archivio. Si tratta di pillole di storia che mostrano la
Perla verde invasa dai turisti tedeschi, le colonie strapiene di bimbi, i templi della musica, balere e discoteche, nonché i servizi giornalistici e gli eventi, come l’arrivo della splendida Gina Lollobrigida. Le clip sono state proiettate nell’arena per una settimana, prima dei musical che hanno fatto storia. Un’ultimo particolare. Cinè, che quest’anno in collaborazione con il prestigioso Festival di Giffoni ha coinvolto anche i ragazzini con Cinécamp, si è arricchita con le dirette radiofoniche di Radio Rai in tour, che aveva il suo quartier generale al Bagno 71 dei fratelli Conti. A fungere da overture alla settimana del cinema è stata la Giometti Cinema Eventi con la rassegna Ciné@Donna, che tra le madrine ha annoverato tre splendide attrici: Cristiana Capotondi, Valentina Lodovini e Marina Rocco.
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benEssere e salute
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Apre MEDICINA RICCIONE il nuovo Poliambulatorio riccionese tutto al femminile Sono tutte donne, due delle quali giovanissime, le socie che hanno dato vita in questi giorni a MEDICINA RICCIONE, il poliambulatorio ad alta specializzazione in Via dei Mille a Riccione. Una compagine tutta femminile per dare alla città una nuova offerta in campo sanitario e di prevenzione della salute. Qual è il progetto di Medicina Riccione? “L’idea è fornire un servizio sanitario di qualità soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e la gestione nel tempo del processo patologico” risponde Maria Elena Magi uno delle fondatrici “in particolare oltre alle visite specialistiche più richieste quali oculistica, ortopedia, dermatologia, otorinolaringoiatria, cardiologia e tutte le altre previste, eseguite da medici di qualificata professionalità e notorietà, ci siamo orientati all’universo donna dato che siamo tutte donne a gestirlo. Prime in provincia di Rimini, ad esempio, possiamo offrire visite preventive oncologiche alle donne grazie all’uso di ecografi di ultima generazione equipaggiati con la sonda di Teboul che permette di individuare noduli al seno che potrebbero trasformarsi in maligni ancora prima che questo possa accadere oltre ad utilizzare un sistema ad ultrasuoni, una tecnologia brevettata da Mindray, che è finalizzata ad aumentare la larghezza di banda dell’immagine e l’efficacia della trasmissione”.
“Abbiamo inserito tanti servizi per la persona” riprende Simona Mancini Monteiro, legale rappresentante della società, ”relativi alla nutrizione, alla medicina estetica, alla psicoterapia ed in particolare alla podologia, un settore a volte trascurato che permette una vita più sana ed un benessere dell’organismo di notevole qualità”. Un’ultima battuta: “Ci riteniamo un’alternativa all’attuale offerta del territorio. Più attenzione alla persona, più accoglienza, alta professionalità dei medici, molti nomi illustri hanno aderito alla nostra proposta, e tecnologia innovativa degli strumenti, abbiamo fatto nostro il motto di Santa Madre Teresa di Calcutta “La vita è vita, difendila” e con questo obiettivo vogliamo dare qualità e serietà a tutto il nostro operato”.
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riccionesi che si fanno onore
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di Maria Grazia Tosi
Stefano Tentoni, un medico a 10.000 metri E’ un medico di famiglia riccionese molto considerato e amato dai suoi 1700 mutuati; entusiasta, comunicativo ed intraprendente Stefano Tentoni, che per l’intervista arriva in tenuta da ciclista (“l’abito non fa il dottore”), sostiene che un abbigliamento più sportivo e casual faccia stare a proprio agio i pazienti… e parlando con lui si comprende bene di quanto ci tenga; così tanto che nei confronti di quelli più anziani parla loro in dialetto, proprio per comprendersi meglio. Recentemente è stato però il suo comportamento a 10.000 metri di quota che ha destato l’interesse della cronaca. Il maggio scorso stava andando in vacanza a Las Palmas quando sull’aereo un signore anziano è stato colto da collasso cardio respiratorio, ma grazie alla sua prontezza è riuscito a riprendersi. L’avviso al microfono del Comandante
ha conferito esperienze più specifiche? Sicuramente mi hanno formato. Per lavorare in un Pronto Soccorso serve la capacità di comprendere tempestivamente la tipologia e l’entità del malessere del paziente, e trovare velocemente il giusto modo di intervenire in suo aiuto. Una volta non era come adesso che facilmente si può richiedere il consulto di un supporto specialistico specifico come un urologo, un cardiologo o un oculista… bisognava impegnarsi di prima persona su tutti i fronti. Considerato il numero di voli che affollano i nostri cieli com’è possibile che non esista un efficace piano d’emergenza? Eppure è così. Mi sto impegnando nel cercare un modo per sollecitare una proposta di legge. Le compagnie si vantano di aumentare ogni anno il numero dei
“C’è un medico a bordo?” gli risultava comunque familiare perché sentito anche lo scorso anno quando una bambina sulla tratta Bologna-Lanzarote con paralisi respiratoria aveva persino richiesto un atterraggio d’emergenza. E anche alcuni anni fa, con un uomo di 75 anni con embolia polmonare su un volo per le Maldive. Passeggeri in gravissime difficoltà che necessitavano urgentemente di un dottore, capacità d’analisi e pronte decisioni: e per fortuna Tentoni era lì, e che con spirito umanitario e corretto comportamento deontologico è intervenuto nonostante le enormi responsabilità che si sarebbe accollato, non esistendo per i voli continentali e anche tanti intercontinentali, adeguato piano d’emergenza. Aver lavorato per una decina d’anni presso il Pronto Soccorso di Riccione le
passeggeri ma non danno un giusto aiuto se questi si sentono male. Per prima cosa occorre adottare un’assicurazione che copra ogni possibile rischio nel quale l’intervento di un medico-turista possa incorrere; è indispensabile disporre di un interfono che lo possa far collegare direttamente col comandante, in quanto a seguito delle leggi contro il terrorismo il dialogo tra i due è tutt’ora mediato da un’hostess; ci vogliono assolutamente alcuni strumenti indispensabili, quali un semplice fonendoscopio, l’apparecchio per la pressione, una bombola d’ossigeno con ambu (pallone di ventilazione), un saturimetro. Gli aerei hanno praticamente solo un defibrillatore, che con i suoi 350 volt per usarlo in sicurezza richiede un ampio spazio d’azione che in un aereo non c’é; occorrono poi dei farmaci, almeno quelli salvavita come il cortiso-
ne, l’adrenalina, l’antistaminico, prodotti antiasmatici e corono-dilatatori. Questo perché anche se si fosse obbligati ad effettuare un inevitabile atterraggio d’emergenza il tempo impiegato di discesa potrebbe essere comunque troppo lungo. Ma torniamo con i piedi per terra: crede che la dedizione a curare le persone, e non solo in extremis, sia rimasta ancora una missione? Credo che per noi medici di famiglia sia fondamentale mantenere un rapporto continuo e diretto con i nostri pazienti. Ho avuto un grande esempio rispetto a questo: un mio zio medico di Misano, Claudio Tentoni (il “dottorone” lo chiamavano). Quando col suo calesse si recava nei casolari dei contadini si sedeva sul letto a fianco dell’ammalato… e curiosamente quest’ultimo, dopo un po’, non si ricordava neanche più quale malanno accusasse, tanta era l’umanità del suo dottore che entrava in stretto contatto con lui trasmettendo sicurezza e positività. Toglieva denti, aggiustava le ossa, faceva partorire: un dottore di famiglia una volta più di oggi ne sapeva un po’ di tutto e rappresentava una figura di grande sostegno emotivo e fisico. Per il benessere del paziente quanto è importante ISAL, fondazione che la vede da 10 anni suo attivo e stimato Ambasciatore? Una fondazione che si occupa della ricerca per la prevenzione e la cura del dolore cronico assume un ruolo imprescindibile in un contesto sanitario. Se oggi quando ad un paziente, dopo un ricovero o un intervento, viene chiesto come è stato trattato il suo dolore è grazie a lei. Ora si sta lavorando su come trovare il sistema per fare rientrare in Italia i nostri cervelli impegnati all’estero, tenuto conto che al contrario di qui altri paesi, come ad esempio l’America, dispongono di maggiori stipendi, comodi alloggi, grandi strutture e sinergie con esperti di tanti altri settori. Istituiamo per loro borse di studio, e per raccogliere fondi organizziamo anche cene, commedie, concerti. Proprio a Luglio i volontari della Sede Territoriale di Rimini dell’Associazione Amici di ISAL erano al Beat Village in supporto della ricerca, durante la tappa del tour nazionale della PFM capitanata da Franz Di Cioccio, anche ambasciatore di ISAL. Detto questo, ritengo che i medici italiani già ora abbiano comunque una buona preparazione rispetto la cura del dolore: e anche se molti sono ancora in fase di ricerca e sviluppo a tutt’oggi disponiamo di strumenti formidabili.
rievocazione storica
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di Moreno Leardini
“Assalto” al Castello degli Agolanti Nei giorni 26 e 27 Maggio 2018 si è svolta presso il Castello degli Agolanti di RICCIONE la prima manifestazione di rievocazione storica in questa città, ARZUNE 1443 -TEMPORA BELLICA. L’evento, organizzato dall’Associazione Riccionese COMPAGNIA LUPI DEL MALATESTA, con il Patrocinio del Comune, ha visto la partecipazione di importanti gruppi storici. Il pubblico davvero numeroso, risalendo la collina, si è ritrovato immerso nel XV secolo tra accampamenti militari con cavalieri, fanti e schioppettieri, artigiani con riproduzioni fedeli di tessitura, produzione e lavorazione di canapa e seta, macinatura granaglie e cottura del pane, il liquorista, l’antica arte della pittura con pigmenti e tecniche medievali, il conio della moneta, musica itinerante con arpa e una cucina da campo funzionante. All’interno del salone principale del castello, la Compagnia dei Lupi del Malatesta in collaborazione con Ars Balistarum, ha ideato e sviluppato un allestimento espositivo con reperti del periodo, un percorso iconografico, una videoproiezione ed alcuni elaborati della scuola di San Giovanni in Marignano da un progetto portato avanti con l’associazione organizzatrice durante l’inverno scorso. Il riscontro durante ed anche nel periodo successivo all’evento, è stato assolutamente positivo, anche grazie alla BATTAGLIA AL TRAMONTO che ha coinvolto il numeroso pubblico ed all’offerta dell’angolo Food& Beverage che ha permesso alle persone di cenare, presso i
food trucks e birrifici artigianali, immersi nella storia osservando dalla collina il mare! La Compagnia Lupi del Malatesta si occupa di rievocazione storica partecipando ed organizzando eventi, propone percorsi didattici con le scuole, conferenze e simposi. Fb: compagnia lupi del malatesta tel: Agolante d’Arcione- 3398111179 tel. Artemisia degli estensi- 3332357975
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CURIO ITÀ senzaeta’ di Maria Grazia Tosi
Un grande Amore Da 56 anni felicemente sposati, e da 61 amanti… di Riccione. Dal lontano 1957 infatti il milanese Luigi Condò e la bolognese Maria Muzzi si erano conosciuti qui e si sono sposati nel ‘62. Lei alloggiava con la famiglia nell’Hotel St.Moritz e alla Pensione Arena lui; stessa spiaggia (la 58) stesso mare, però. Una bellissima coppia, socievole e raffinata, che il 24 luglio scorso è stata omaggiata dall’Assessore al Turismo Stefano Caldari e conferito loro l’attestato di Ambasciatori di Riccione, per l’incondizionato e tenace amore verso la città che hanno dimostrato nel tempo e che con vivacità hanno raccontato nell’incontro al quale hanno partecipato anche la figlia Carla, il genero Paolo e il nipote Gianluca. luigi – Da ragazzino andavo sempre in Liguria con i miei; poi un anno ci siamo detti “perché non proviamo ad andare a Riccione?!” Abbiamo trovato sul Corriere della Sera un’inserzione promozionale della Pensione Arena e siamo venuti. Ma secondo me io me lo sentivo che avrei incontrato proprio qui la donna della mia vita…! maria - Io invece venivo con la famiglia su questa riviera già dal 1955 e dopo aver provato Miramare siamo diventati fedeli ospiti di Riccione e del Saint Moritz, un albergo in zona Abissinia dove si mangiava benissimo. Erano lì solo tre gli alberghi: il Saint Moritz, l’Arena e il Milleluci. Facevamo compagnia con gli altri ragazzi e alla sera andavamo a ballare sulla terrazze del ristorante Cavalluccio Marino, al Florida e al Vallechiara. luigi - Il Savioli per noi ragazzi era troppo ‘tirato’ e non avevamo di certo voglia di metterci in giacca a cravatta, come l’elegante locale richiedeva. Quando ci si ritrovava alla 58 e Maria ed io ci appartavamo un po’ più vicino alle cabine, una sera il bagnino Gigi ci aprì due sdrai vicini vicini e ci disse di guardare anche il cielo perché si aspettava il passaggio dello Sputnik, il primo satellite artificiale lanciato dalla base missilistica sovietica e mandato in orbita intorno alla Terra. La nostra cara spiaggia che ci ha fatto innamorare nel corso dei decenni è stata poi sostituita con la 132 verso il Marano quando c’erano ancora Enzo e Ornella, poi ci siamo spostati in quelle della zona Alba perché avevamo preso un’abitazione lì vicino. maria – Sì, infatti dopo tanti anni di soggiorno in hotel abbiamo affittato e poi comprato, nell’88, un appartamento, nell’area vicina alla piscina comunale. Ne abbiamo presi anche due piccolissimi per nostra figlia Carla (“31 metri di felicità”
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aggiunge lei) e per mia figlia Cinzia. Anche loro come noi adorano la vostra città, tant’è che mia figlia Carla nel ‘95 ha voluto sposarsi qui, nella parrocchia di Don Giorgio e organizzare una bellissima festa presso l’Hotel Lungomare; e già dice che quando andrà in pensione si sposterà definitivamente. Anche mio nipote, universitario alla Cattolica di Milano, Riccione ce l’ha nel cuore e non può rinunciarci. Avendo la casa ci veniamo parecchie volte tutti, in estate ma anche a Natale, Capodanno, a Pasqua, e ogni qualvolta troviamo il tempo per tornare nel nostro posto preferito. luigi - Secondo me un posto che in tanto tempo non è cambiato poi tanto. Certo la città è migliorata per le tante trasformazioni effettuate, ampliandosi e modernizzandosi… ma restando sempre lei. I riccionesi sono nati col pallino dell’imprenditoria e tanto è stato costruito, e bene. Adatto per tutte le età, è un posto dove la cordiale accoglienza è rimasta immutata e rappresenta, assieme al buon cibo, il mare, la spiaggia e i divertimenti, la sua più dirompente prerogativa. Anche nello shopping qui si trova tutto e si compra bene, anche meglio di Milano dove abitiamo, ma dove non si riesce quasi mai ad instaurare un contatto col negoziante cosa che invece qui è semplice ed immediato; il Block 60 è un felice esempio di come si possano acquistare cose altamente innovative, mantenendo una comunicazione amichevole. maria – E Pensi che se da ragazzini andavamo a mangiare le pizzette da Reddy… lo facciamo ancora, tutti i giorni, per una piccola merenda. Devo dire che soprattutto da alcuni anni anche fuori stagione la città prende vita , ogni anno di più, e come noi affascina tanti turisti che anche in inverno vengono qui certi di trovarsi come a casa propria. E sa una cosa?! Da vent’anni siamo anche abbonati a Famija Arciunesa che ci arriva a casa, e ci tiene aggiornati sulle vicende che interessano la nostra amata Riccione”.
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il teatro è donna
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di Maria Grazia Tosi
Francesca and Giorgia in New York Olga e Manolita, o meglio Francesca Airaudo e Giorgia Penzo, sono sbarcate in America, portandosi dietro tanto entusiasmo, romagnolità e una performance teatrale che grazie alla regia di Davide Schinaia e il simpatico apporto del musicista polistrumentale Tiziano Paganelli dal 2013 mettono in scena con successo. Medesimo riscontro ritrovato il 17 e 18 maggio scorso sul palco del Bernie Wohl Center di Manhattan e del The Brick Theatre di Brooklyn, i due momenti a loro dedicati nell’ambito dell’ Italian Theatre Festival, evento nato per celebrare il teatro italiano negli Stati Uniti. Quella de “Le Gemelle Mejerchold” è stata una testimonianza della produzione teatrale del nostro territorio (nello specifico di Città Teatro di Riccione, associazione artistica che assieme a loro due vede anche il bravissimo Mirco Gennari); produzione che ha portato ol-
vertente come tutte le nuove sfide: dal superamento delle selezioni previste dal Bando (InScena-Italian Theatre Festival ogni anno seleziona compagnie Italiane tramite un bando il cui superamento prevede varie fasi) alle pratiche per la richiesta di permessi e i visti, dall’accordarsi con l’organizzazione americana circa teatri, alloggi, spostamenti, schede tecniche, all’attivare la giusta comunicazione sui media, dal trasporto del baule (al quale teniamo molto!), che alla partenza si era perso e che al ritorno si è in parte rotto, a quello della fisarmonica di Tiziano, perché tra i bagagli non si poteva lasciare nè avremmo potuto pagare un posto in più… alla decisione di portare uno strumento più piccolo in cappelleria, sperando di trovarne una grande là… impresa risultata impossibile; e questo ha quasi dell’incredibile, considerato che ci si trova a New York!
tremare il buffo duo clownesco perfetto nel loro ‘affiatamento conflittuale’ che le vede muoversi dal varietà alla rivista, dalla pantomima al canto, e nell’intenzione di recuperare quella dimensione surreale ed infantile che vive ancora proprio tra teatro e circo. Francesca e Giorgia hanno voluto raccontare questa loro avventura americana in una bella serata all’Hakuna Matata, il 18 Luglio scorso, attraverso brevi video che documentavano il loro rocambolesco viaggio e tutti i suoi divertenti retroscena, stralci canori dello spettacolo, e naturalmente il loro incalzante e divertente battibeccare. E’ stata un’impresa facile esportare lo spettacolo nella Grande Mela? “E’ stato veramente impegnativo dal punto di vista organizzativo e logistico – sostiene Francesca - ma anche di-
Infine, ma forse l’aspetto più importante, reperire i fondi necessari per la trasferta: questo è stato possibile grazie ad alcuni sponsor privati, il sostegno della Regione Emilia Romagna ma e soprattutto all’appoggio e contributo in crowdfunding di tanti amici e simpatizzanti, con i quali abbiamo allestito una specie di asta di oggetti significativi delle Gemelle e altre iniziative fra cui questa ultima all’’Hakuna Matata. Un lavoro durato mesi, senza lasciare niente al caso”. In che modo si è svolto il Festival e come vi ha messo in luce? Giorgia: “Si è svolto in tutti i 5 distretti di New York col patrocinio anche dell’Istituto italiano di Cultura diretto da KiT Italia e Kairos, due associazioni italoamericane che lavorano sulla promozione del teatro italiano negli USA. Sono
stati 12 gli spettacoli del Festival in due settimane, di teatro d’attore e d’autore, testi originali e tematiche le più svariate, anche drammatiche. Il nostro è stato scelto perché adatto ad ogni pubblico; a Manhattan c’erano anche dei bambini… e abbiamo incontrato tanti amici romagnoli che vivono là. Il nostro genere si chiama “visual comedy”, per il quale servono poche parole e molta espressione del viso e del corpo, e per questo la lingua differente non risulta in ogni caso così determinante. Credo che ironia ed auto-ironia facciano delle gemelle Mejerchold non solo uno spettacolo di teatro all’italiana che sa far divertire gli addetti ai lavori che vi riconoscono le tecniche e i virtuosismi del teatro d’arte, ma anche il pubblico puro, compresi i bambini appunto, che gioiscono di fronte a dispetti e ripicche delle due capricciose protagoniste e si inteneriscono ai loro fiaschi”. Giorgia e Francesca battibeccano nella vita reale come Manolita e Olga? Giorgia: “Siamo due donne diverse e complementari, sia nel palco (dove una è rapida l’altra è lenta, una bassa l’altra è alta, una è precisina l’altra è goffa) che nelle vita reale: il rapporto lavorativo fra noi due fa sì che l’una supporti (e tenga a bada!) l’altra. Siccome siamo così diverse i litigi sono all’ordine del giorno, ma mai sui principi, che sono comuni e ci vedono molto complici. Il canto è stata una chiave di volta nel nostro rapporto: cantare, si sa, ha un enorme potere armonizzatore, e fare musica insieme aiuta a superare i conflitti. Abbiamo iniziato a duettare ad orecchio, per poi andare ad affinare l’esecuzione con l’inserimento della fisarmonica di Tiziano”. Cosa ha rappresentato per la vostra carriera questa performance americana? Francesca: “Una grande sfida, che ci ha regalato tanta soddisfazione e un’ulteriore opportunità di crescita, sia dal punto di vista organizzativo che artistico. Eravamo molto curiose di vedere come rispondeva un pubblico internazionale rispetto ad un pubblico italiano, perseguendo la ricerca di un linguaggio teatrale universale. La tipologia del nostro spettacolo, infatti, dove il parlato è ridotto al minimo e dove tante sono le canzoni, riesce a comunicare in modo para-verbale e nonverbale; e questo ci permetterebbe si portarlo anche in altri paesi del mondo. A fine estate intanto incominciamo dalla Svizzera… anche se a solo 7 chilometri dal confine italiano… conclude Francesca con l’ironia buffa che sempre la contraddistingue”.
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Tommasini affianca Cracco a San Patrignano Ha solo 26 anni, ma a Riccione e dintorni é diventato il sovrano della pasticceria francese. Con le sue specialità Francesco Tommasini ha catturato l’attenzione anche dello chef stellato Carlo Cracco, noto gastronomo e ristoratore, nonché personaggio televisivo. Il giovane pasticcere ha ricevuto i suoi apprezzamenti durante la charity dinner “Gusta, Ama, Dona”, che si è tenuta lo scorso 20 luglio nella grande sala da pranzo della comunità di San Patrignano. In quell’occasione, infatti, Tommasini è stato invitato a preparare il dolce per 500 ospiti. Con la professionalità di sempre, buon gusto e fantasia ha creato Enigma, pensato ad hoc per questa speciale serata. “Dietro c’è stato tanto lavoro, ma alla fine sono stato ripagato dagli apprezzamenti dei commensali e dello stesso Cracco - commenta il pasticcere -. Enigna è un dolce monoporzione con biscotto al limone, crema all’arachide salato e mousse alla vaniglia. Sono stato onorato di aver preso parte a questo evento”. Tommasini continua a quotidianamente a perfezionare la sua arte nel laboratorio dell’omonima pasticceria
in Viale Ceccarini. “La mia passione per questa attività è cresciuta e cresce di giorno in giorno – racconta -. Dopo il Liceo Scientifico, ho studiato all’Alma di Parma. In seguito ho fatto diverse esperienze lavorative e ho seguito corsi formativi,
finchè mi sono specializzato nella pasticceria francese, più ricercata nel gusto e nei dettagli di presentazione. Creo di tutto, dai mignon alle monoporzioni fino ai macaron e alle torte classiche rivisitate, mantenendo l’originalità della ricetta”.
assistenza medica domiciliare
di Nives Concolino
Diabete Romagna: “Portiamo il sorriso in casa” “Quando circa due anni fa ho conosciuto i ragazzi di Diabete Romagna sono stata subito colpita dall’entusiasmo e dalla dedizione che ciascuno di loro stava mettendo al servizio dell’Associazione e ho detto: “Ditemi come posso mettere a vostra disposizione la mia esperienza di medico diabetologo, mi piacerebbe insieme a voi dare un servizio nuovo che possa andare incontro ad esigenze non ancora ascoltate”. E, cosa ancora più sorprendente, questi ragazzi avevano già le idee molto chiare! La proposta di un servizio di assistenza domiciliare per persone con diabete non autosufficienti. Mi è parso molto ambizioso, ma perfettamente adatto ad incontrare chi ha grandi bisogni e, attualmente, poche risposte. Siamo partiti nell’autunno del 2016 e piano piano con molta perseveranza, ad oggi abbiamo in carico circa 100 persone seguite al domicilio o in casa protetta (tra questi anche pazienti di Riccione e Rimini) e che per diversi motivi non possono recarsi ai centri di Diabetologia per le cure necessarie. Ad un anno dall’avvio del progetto, al di là dell’esperienza professionale sicuramente interessante, mi sento di condividere su questo spazio il senso di grande umanità che questo lavoro mi sta regalando. Ho lavorato per oltre 20 anni in ospedale visitando nel centro di Diabetologia decine e decine di persone ogni giorno ma il contesto in cui sto lavorando ora è davvero unico: avere il permesso di entrare nel privato, nell’intimità dello spazio personale di una persona che, nella sofferenza, chiede aiuto e mostra la propria vulnerabilità e nello stesso tempo grande sensibilità e voglia di stare meglio. Non è infrequente che il mio intervento si traduca, sì in una prescrizione di terapia, ma soprattutto in una parola, in un gesto o un’attenzione che permettono ai pazienti e alle loro famiglie un sollievo che il farmaco da solo non può soddisfare; di diabete non si guarisce, lo sanno tutti, ma la qualità della cura, soprattutto in una condizione fisica o psicologica di disagio e sofferenza fa davvero la differenza. Poter vedere sorridere e sperare chi sa perfettamente, anche se non lo rivela, che la propria situazione è complessa, ma ce la mette tutta per stare meglio comunque e avere un po’ di serenità è un grande regalo. La consulenza di un medico nel proporre un percorso di cura in situazioni complicate è uno strumento potentissimo per migliorare la qualità di vita delle persone; che poi si tratti di prescrizioni o sospensioni di farmaci, indicazioni per prevenire complicanze acute, quando sono accom-
pagnate da un sorriso, un consiglio o una chiacchierata che ti fa indugiare 5 minuti in compagnia della persona, tutto questo crea fiducia, collaborazione, elementi che migliorano la qualità di vita, e di tanto. Spesso quando mi sento dire: “Dottoressa, non mi lasci solo”, oppure: “Torni a trovarmi perché mi fa stare meglio...”. Penso di avere trovato la risposta che un progetto come questo si propone di dare alle persone.”
Ines Ronci, 104 anni! 25
Nonostante la veneranda età, ricama con precisione, come avesse mani di fata. Ines Ronci, 104 anni compiuti lo scorso quattro luglio, con orgoglio mostra i suoi capolavori, come i centrotavola a smerlo, arte coltivata fin da ragazza. Se non fosse l’anagrafe a tradirla, nessuno direbbe che ha varcato il secolo di vita, la nostra ultracentenaria, infatti, mantiene una vista da lince, ottima memoria, straordinaria lucidità e buona gamba, qualità che hanno fatto di lei la donna vivente più longeva tra le riccionesi, Il primato maschile, con 105 anni e mezzo spetta a Serafino Bologna. Tanti anni, ma anche una grande grinta? “Sono stata sempre una grande lavoratrice, un tempo facevo tante cose, che ora non ora posso più fare per cui mi sembra di essere in ozio, comunque riesco ancora a ricamare. Negli anni ho creato tante coperte, tovaglie e centri, ne ho un cassetto pieno per i miei familiari che li terranno in mio ricordo!”.
Dott.ssa Giuseppina Chierici Medico Diabetologo Diabete Romagna Onlus
Diabete Romagna supporta con i suoi servizi bambini, adulti e persone con diabete non autosufficienti con l’obiettivo di realizzare il sogno di un mondo in cui il diabete non abbia il potere di decidere della vita di nessuno. Finanzia strumentazione e professionisti sanitari, come psicologi, dietisti e podologi all’interno dei reparti di diabetologia e pediatria degli ospedali di Rimini, Cesena e Forlì in supporto al personale ospedaliero e ha realizzato il primo progetto in Italia di assistenza medica domiciliare per la persona con diabete non autosufficiente. Tutto è reso possibile solo grazie alla generosità dei suoi sostenitori, aziende, fondazioni e migliaia di cittadini. Per conoscere i progetti dell’associazione: www.diabeteromagna.it Tel. 388 1613262
E’ vero che sta ancora ai fornelli? “Il sugo per tutta la famiglia lo faccio io!”. Lei è una buongustaia, nel cibo c’è il segreto della sua longevità? “Chissa! Io mangio un po’ di tutto, perché la cucina romagnola è semplice, ma buona. Mi piacciono le tagliatelle, i ravioli, le lasagne e l’arroosto alla cacciatora”. Si diletta anche nella lettura? “Certo, perché voglio essere informata di quello che mi succede intorno. Così ogni mattina mio figlio Aldo mi porta il Resto del Carlino. Leggo, guardo anche la televisione”. La sua vita non è stata sempre semplice! “Sono venuta ad abitare a Riccione nel 1920, da Santa Maria in Cerreto. Nel 1935 mi sono sposata, ma sono rimasta vedova nel ‘52, con mio figlio Aldo appena quindicenne. Abbiamo vissuto i duri anni della guerra sfollati a San Marino”. Lei è una donna di fede, socievole e molto attenta, è così? “Fino a oggi non ho vissuto per i miei capricci, ma per l’amore della mia famiglia, dei miei nipoti, Renata, Stefano e Paolo e pronipoti, Davide Andrea, Alessia, Lorenzo e Anita”. Nives Concolino
pubblica assistenza
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Croce Blu: 3.000 servizi in un anno! Pubblica Assistenza Croce Blu Onlus è un’Associazione di Volontariato che opera nella Provincia di Rimini dal 2004, dal 2010 ha una sede operativa a Riccione ed è l’unica organizzazione del territorio ad aderire ad ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze). Croce Blu si occupa, attraverso i suoi circa 100 soci attivi, di trasporti sanitari con ambulanza, di servizio di trasporto diversamente abili con mezzi attrezzati e di primo soccorso nelle manifestazioni sportive e culturali. Ogni anno effettuiamo complessivamente circa 3000 servizi di questo tipo; numeri importanti che fanno capire quanto il Volontariato possa essere determinante per rispondere alle necessità sociali del territorio. Altro ambito in cui l’Associazione è attiva è la Protezione Civile, infatti essendo accreditata presso il Coordinamento Protezione Civile della Provincia di Rimini vengono inviati Volontari e mezzi di Croce Blu nei luoghi dove si è verificato un terremoto, calamità naturali ed eventi avversi in genere. A tal proposito ricordiamo le missioni per il Sisma Centro Italia nel 2016-2017, Sisma dell’Emilia nel 2012
e Sisma dell’Aquila nel 2009. L’Associazione opera anche per la prevenzione delle morti per arresto cardiaco, formando ogni anno centinaia di persone alle manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare, uso del Defibrillatore e Disostruzione Pediatrica coinvolgendo, attraverso corsi appositi, studenti, insegnanti e semplici cittadini del territorio. Proprio quest’anno Croce
Blu ha formato gli agenti della Compagnia Carabinieri Riccione e della Polizia Municipale di Riccione alle tecniche di primo soccorso e defibrillazione precoce, donando poi ai Carabinieri anche un Defibrillatore che è stato posto, a disposizione della collettività, presso il centralissimo ufficio in Viale Ceccarini. Per far fronte a tutte queste attività Croce Blu ha sempre bisogno di nuovi Volontari e per questo ogni anno organizza nel mese di Ottobre a Riccione un corso per Aspiranti Volontari del Soccorso che si sviluppa in varie serate, di cui le prime 4 consistono in un corso di primo soccorso aperto a tutta la cittadinanza. Per diventare Volontari non sono richieste competenze specifiche, ma il contributo di tutti è importante per aiutare chi manifesta un bisogno. Sarà poi l’Associazione a formare in modo completo ed adeguato le persone per le diverse tipologie di servizio. Per informazioni: formazione@croceblu.rimini.it Tel. 0541 333222 - 346 0618729
Ass. Naz. Carabinieri: ecco il nuovo Consiglio Direttivo Nel maggio u.s. è stato eletto il nuovo Consiglio Direttivo dell’Associazione nazionale Carabinieri in congedo Sezione di Riccione per il quinquennio 2018/2023. Le votazioni, svoltesi presso la sede di Viale Montebianco (Casa della Micia, a fianco di F.A.), hanno dato luogo alle seguenti cariche : Presidente Donnino Pio- Vice Presidente Ferrigno Michele – Segretario Maurizi Tiziano- Consiglieri Tanfani Romano, De Angelis Giancarlo, Casali Serafino, Zanchetti Giuliano, Sgrilletti Ventuta, Lobuono Nicola- Sindaci revisori Piccolo Salvatore, Gismundi Rocco e Baiocco Umberto. Da sin.: Ferrigno Michele, Sgrilletti Ventura, Tanfani Romano, Maurizi Tiziano, Donnino Pio, Casali Serafino, De Angelis Giancarlo, Piccolo Salvatore. Assenti al clik: Zanchetti Giuliano, Lobuono Nicola, Baiocco Umberto, Gismundi Rocco.
Passeggiando... a cura di Giuseppe Lo Magro
SPORCIZIA, malcostume e menefreghismo
In alto due brutte “cartoline”, una in Viale Fabio Filzi (a pochi metri dalla nuova Stazione ferroviaria) e l’altra in P.le Amendola-Viale Lazio (a pochi metri dalla Biblioteca comunale. Cittadini sporcaccioni e istituzioni poco attente ci offrono questo “spettacolo” INCIVILE.
Viale Torino, vicino al Piazzale Marinai d’Italia. Da anni questa bilancia “consola” chi è alla ricerca del peso forma. E’ assolutamente gratuita e, con la “giusta lettura” di screpolature e macchie di ruggine... ti fa sentire magro!
Qua invece, siamo alla rotonda della Saviolina (Viale Catullo- Via Parini) e sul molo centrale del Porto canale (sotto la statua della Madonna del Mare). Due bacheche recanti la storia della Saviolina, la barca per eccellenza della marineria riccionese, ridotte in uno stato pietoso. Sporche, arrugginite, illeggibili, da tempo immemore, nel disinteresse generale.
Eppure in Luglio, con tanto di cerimonia in Piazzetta Dante Tosi, alla presenza dell’Amministrazione comunale e delle autorità, sono stati festeggiati i 90 anni di vita di un natante riconosciuto BENE CULTURALE dal Ministero dei beni culturali.
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nuova associazione
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di Nives Concolino
“Scultura”: ovvero scultori sotto l’ombrellone!
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Nel suggestivo scenario dell’area “Fi.co Fellas” del Bagno Novaro, zona 35b, domenica primo luglio è stata presentata al pubblico l’associazione culturale artistica “Scultura”, la prima a Riccione dedicata al mondo della scultura e delle arti visive per cittadini e turisti. In mostra per l’occasione una miriade di opere realizzate dagli allievi del noto maestro Anselmo Giardini, che a Riccione ha firmato importanti opere, in primis le maxi cartoline della rotatoria di viale Vercelli e la statua della Punta dell’Est in viale Emilia. Plaude all’iniziativa il professore e critico d’arte misanese Riccardo Gresta, autore di diverse pubblicazioni, tra le quali quella sul Cinquecento riminese, di prossima uscita. Rivolto agli amici riccionesi dice: “Consiglio di andare avanti nella loro ricerca artistica, fate in modo che questa iniziativa, quest’unione dell’arte abbia un futuro, anche perché per la scultura qui non abbiamo niente. Ci siano per questo fine più luoghi, più spazi da gestire culturalmente, anche per ospitare con acume le opere di altri artisti. Il tutto
si può arricchire anche con conferenze. Tra gli espositori della mostra, i soci Roberta Bagli, Monica Bianchi, Consuelo Casadei, Luisa Canessa, Silvana Collina, Cristiana Guidi, Cecilia Ibba, Claudia Lazzaretti, Maddalena Fano Medas, Eufemia Rampi, Milva Terenzo e Orazio Vitaliti oltre ad artisti e artigiani già soci e sostenitori. L’associazione degli scultori per l’occasione ha presentato il suo
Gli enzimi digestivi
programma. In previsione corsi di modellazione della creta per ogni fascia d’età, decorazione, mosaico, ceramica, tornio, coinvolgendo e integrando anche persone diversamente abili. Tra le attività collaterali c’è l’organizzazione di conferenze a tema ed eventi ludico/culturali mirati al mondo dell’Arte. La sede provvisoria di Scultura è la bottega artistica del M° Giardini, in via dell’Artigianato 23 a Riccione.
di Lorenzo Scola
La frase "noi siamo quel che mangiamo", che spesso si legge o ci si sente dire ormai é diventata un luogo comune dall'importanza dogmatica. Per correttezza scientifica però dobbiamo dire che noi siamo "quello che digeriamo", perché se digeriamo in maniera efficace avremo un corretto assorbimento dei nutrienti. E qui allora potremmo aprire a vari argomenti, quali intolleranze e disturbi gastrointestinali vari e parlare di malassorbimento. Oggi disturbi di questo tipo sono in crescita, e spesso viene chiamato in causa la mancanza di enzimi digestivi, il quale ruolo é chiave per una corretta digestione e un efficiente assorbimento. Cosa sono gli enzimi digestivi? Il ruolo degli enzimi digestivi é principalmente di agire come catalizzatori di specifiche reazioni fondamentali per l'organismo. Essenzialmente aiutano a demolire molecole di grandi dimensioni in porzioni di più piccole per essere meglio assorbite e permettere all'organismo di sopravvivere. Il duodeno é un'area piuttosto "trafficata" ,dallo stomaco arrivano gli "estratti " dai primi processi digestivi e troviamo amminoacidi ricavati dalle proteine, acidi grassi e colesterolo dai grassi e zuccheri semplici dai carboidrati. Tutti i macronutrienti sono ridotti a molecole più piccole perché possano essere trasportate nel torrente sanguigno e dar fuoco al metabolismo. Gli enzimi sono molecole proteiche che operano combinandosi con una sostanza specifica per trasformarla in una sostanza diversa.
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Li troviamo in vari distretti dell'apparato gastrointestinale, dalla saliva, allo stomaco, nel pancreas e nell'intestino tenue. Il pancreas,è il luogo di produzione di tanti enzimi digestivi. Ognuno ha il proprio compito, e la sua mancanza crea disturbi. Aminopeptidasi: degrada i peptidi in amminoacidi; Lattasi: converte il lattosio in glucosio; Colecistochinina: aiuta la digestione di grassi e proteine; Saccarasi: converte il saccarosio in disaccaridi e monosaccaridi; Maltasi: converte maltosio in glucosio; Isomaltasi: converte isomaltosio. Altri importanti enzimi sono quelli pancreatici, che lavorano in particolare su grassi e amminoacidi: Lipasi: converte trigliceridi in acidi grassi e glicerofosfati; Amilasi: converte carboidrati in zuccheri semplici; Elastasi: degrada l'elastina; Tripsina: converte proteine in amminoacidi; Chimitripsina: converte proteine in amminoacidi; Nucleasi: converte gli acidi nucleici in nucleotidi e nucleosidi; Fosfolilasi: converte fosfolipidi in acidi grassi. Gli enzimi digestivi, sono essenziali! Essi digeriscono il cibo per ottenere amminoacidi, acidi grassi e colesterolo, zuccheri semplici e acidi nucleici che aiutano nella formazione del DNA. Chi dovrebbe assumere enzimi digestivi? Con quel che troviamo spesso al giorno d'oggi nelle nostre tavole, un aiuto "extra" non sarebbe da sconsigliare, soprattutto per chi ha problemi tipo, reflussi acidi, gas, meteorismo,colon irritabile, diarrea, costipazione, diverticoli, chi soffre di ipocloridria (bassa acididità dei succhi gastrici,) che non riesce a bloccare invasioni microbiche favorendo candide ed helicobacter pylori. Quindi una assunzione di enzimi digestivi ci dà un enorme supporto contro gli stress del sistema gastrointenstinale, ed un netto miglioramento del l'assorbimento dei nutrienti. Parlatene col vostro Farmacista/Erborista di fiducia, saprà consigliarvi al meglio.
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la pagina dell’arte
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di Fosco Rocchetta
L’insigne artista Marcello Dudovich a Riccione Viene stimato il più geniale cartellonista e disegnatore pubblicitario del ‘900 Molti resoconti giornalistici e cronache del tempo, tra gli anni ’20 e‘60 del ‘900, ed in primo luogo una rilevante quantità di lavori realizzati (manifesti, cartelloni, locandine, cartoline, copertine ed illustrazioni di periodici, ecc.), insieme ad una certa tradizione orale, ancor presente nel ricordo di pochi anziani, palesano il rapporto che unì Marcello Dudovich (Trieste, 1878 - Milano, 1962),- ritenuto il principale cartellonista e disegnatore pubblicitario del Novecento-, alla Romagna. Questo stretto legame si manifesterà nel corso di tutta la sua intensa e vulcanica vita, che lo vide attivo e straordinariamente produttivo per più di cinquant’anni. Festaiolo, godereccio, amante del bel vivere e dei salotti mondani, a partire dagli anni Dieci, ostenta un’indubbia predilezione per la Riviera di Romagna e le sue spiagge, che già allora erano tra le mete preferite delle vacanze estive, e vivace luogo d’incontro d’eminenti personalità della cultura, delle arti e della politica europea. Occorre, a tal proposito, sottolineare il ruolo importante svolto dalla Romagna nella formazione di Dudovich, che entrò in contatto con ambienti all’avanguardia sotto il profilo artistico e culturale, ed in particolare a Faenza conoscerà la sua fidanzata e futura moglie, Elisa Bucchi. Il giovane pittore, nei primi anni della sua frequentazione riccionese, suole affittare un’umile casetta nel vecchio paese, ed in seguito, negli anni Trenta, una villa in viale Dante, che diverrà per lo più la residenza estiva della moglie
tonomia comunale della cittadina romagnola. Il cartellone del Nirigua proponeva il meglio degli spettacoli cinematografici, teatrali e sportivi che il panorama italiano poteva in quel tempo offrire. Ed il Guarini, un imprenditore fantasioso e stravagante, che non badava alle spese pur di sfoggiare agli ospiti del centro balneare ed ai riccionesi un programma d’eccezionale spessore qualitativo, non poteva che affidare l’esecuzione dei manifesti e del materiale pubblicitario a Dudovich, già affermato e rino-
(scomparsa a Riccione nel 1945) e della figlia Adriana. Nel secondo dopoguerra, ne acquisterà una in una zona denominata “Abissinia”. La presenza a Riccione dell’artista nel 1921, può essere presunta dalla realizzazione d’un manifesto che ritrae la celebre attrice Emma Gramatica, in scena per più serate, nel giugno di quell’anno, sul palcoscenico del Politeama Nirigua, un grandioso impianto per spettacoli, posto a breve distanza dal mare, che poteva accogliere ben oltre mille persone, ideato e realizzato dal conte romagnolo Luigi Guarini, già ufficiale di cavalleria, ricordato per aver preso parte attivamente ai moti per l’au-
mato artista, per di più anch’egli bagnante assiduo del lido di Riccione. Nella “Perla Verde dell’Adriatico” Dudovich frequenta il salotto di “Gea della Garisenda”-, nome d’arte conferitole da D’Annunzio-, della cantante romagnola Alessandra Drudi, nota interprete del brano musicale patriottico ‘Tripoli bel suol d’amore’, e consorte dell’imprenditore sen. Teresio Borsalino, famoso per la sua fabbrica di cappelli. In seguito, i suoi rapporti d’amicizia e consuetudine con Gea, ne fanno un habitué di “Villa Amalia” a Verucchio, ove la cantante s’era definitivamente trasferita al termine della sua carriera artistica. L’illustre pittore
triestino, nel 1946-47 decorerà, con paesaggi locali, scene di caccia e temi cavallereschi il salotto di questa residenza signorile di campagna. “Perle”, una fortunata e diffusa rivista mondano-turistica degli anni ‘20 e ‘30, lo ritrae nell’estate del 1928, con una modella sulla spiaggia riccionese, ove l’artista era di casa, e non disdegnava di far parte di giurie, in occasione dei tanti concorsi di moda e bellezza, che la riviera di sovente indiceva, al fine di intrattenere i suoi ospiti internazionali. La stampa locale narra la presenza di Dudovich con la moglie e la figlia, il 20 agosto 1929 “nelle ampie e superbe stanze del Grand Hotel di Riccione”. Questa importante struttura, di proprietà dell’imprenditore milanese Gaetano Ceschina, era stata inaugurata con grande sfarzo nei primi giorni dello stesso mese, e permetteva alla cittadina, da alcuni anni praticata da Mussolini e dalla sua famiglia, d’entrare a pieno titolo nel novero delle stazioni balneari più eleganti e ben frequentate d’Europa. L’evento, di ’”eccezionale rilevanza”, ed ampiamente al centro dell’attenzione dei media, era rappresentato dal “Gran Ballo della Stampa”, organizzato dal Circolo della Stampa di Bologna. A quella serata di gala presero parte alcune centinaia d’invitati, ed oltre alle firme più qualificate del giornalismo nazionale, anche noti personaggi della cultura, dell’arte e del mondo politico, provenienti da ogni parte d’Italia. A rappresentare le arti figurative, c’era, tra gli altri, l’artista triestino. “A mezzanotte fu iniziata la distribuzione di lussuosi ‘cotillons’ che caratterizzarono con nuova grazia le danze. Alle dame furono poi offerti vari doni presentati con fine distinzione. Dopo mezzanotte seguì un sontuoso banchetto al quale presero parte gli intervenuti”. Lo stesso quotidiano infine concludeva che il “Ballo della Stampa superò le più rosee speranze. L’avvenimento elegante e non comparabile agli altri che si verificarono in questa spiaggia lo giudicammo come il più grandioso dei trattenimenti estivi mondani avutosi in tutto il litorale”. Pochi giorni dopo, la stampa locale ne descrive ancora l’impegno e l’apporto artistico verso iniziative a carattere benefico e filantropico, svoltesi sempre al Grand Hotel, come in occasione del “Ballo di Gala”, pro Opera Pia Ceccarini, che nei primi di settembre realizza ben 1000 lire. Per quanto la presenza di Dudovich a Riccione sia stata ben visibile e percettibile, per diversi anni, considerato il suo temperamento forte ed effervescente, non si comprende come l’Azienda Autonoma di Soggiorno, che allora curava la promozione e l’immagine di Riccione in Italia ed all’estero, gli abbia commissionato un solo lavoro: un disegno che ritrae una “Bagnante in spiaggia”, comparso in una rivista locale, edita nell’estate del 1941.
PAllanuoto
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di Maurizio Montanari
Un anno ricchissimo di emozioni! Anche questa stagione sportiva della pallanuoto si è conclusa. E’ stato un anno impegnativo, interessante. Abbiamo faticato, ci siamo divertiti, sofferto, gioito, scontrati e ci siamo anche arrabbiati e sopportati, poi abbiamo capito, compreso e siamo cresciuti con tutte queste emozioni tutti insieme perché è questo ciò che dobbiamo fare, migliorare e migliorarci. Piace pensare che abbiamo afferrato come questa pratica sportiva sia un potente strumento per far crescere tutti gli attori che vi partecipano, genitori, tecnici, dirigenti e soprattutto gli atleti, i nostri ragazzi, la nostra speranza per un futuro migliore. Il faticoso anno agonistico si è concluso col botto, come sempre con la partecipazione ai Campionati italiani giovanili Uisp, dove la nostra Under 15 ha sbaragliato tutte le avversarie conquistando il titolo, e la Under 13 è arrivata seconda incassando agli ultimi 3 secondi (purtroppo il bello della pallanuoto è anche questo) il goal che ha portato ai rigori dove poi si è perso; ma il solo pensare di fare la finale con una squadra ligure (i maestri della pallanuoto in Italia) e giocarcela ai rigori non era un sogno ma solo immaginazione. Mettiamo in evidenza il new team: un gruppo che rappresenta un livello intermedio, in evoluzione, composto da una base di ragazzi con grande voglia di impegnarsi e che il prossimo anno giocheranno il campionato regionale. Un sorriso e un grande in bocca al lupo al team Pink Riccione, la pallanuoto coniugata al femminile. Altra scommessa-sfida che non
podismo
vediamo l’ora di vincere partecipando ad un primo campionato femminile. Dovremmo parlare anche di Prima squadra. Acquagoal, Under 12, cosa che faremo la prossima volta, per finire come sempre un pensiero ai genitori. In questa società dove il messaggio che passa è che tutto deve essere facile, che bisogna godere di tutto, dove l’oggetto è la nuova religione e che alla fine lascia sempre insoddisfatti e omologa i nostri ragazzi a una vita vuota e a un commercio delle cose e dei sentimenti, noi della pallanuoto abbiamo una ambizione: fare una promessa in maniera silente, che attraverso il lavoro, la fatica, la passione e il divertimento, si può vivere con slancio una vita diversa molto piu soddisfacente. I corsi iniziano a metà settembre. Info: Montanari Maurizio: Tel. 333 6769374 Luca Bellavista: Tel. 335 8395385
di C.O. Riccione Corre
Riccione Corre: 37ª Classica d’autunno L’appuntamento è di quelli irrinunciabili: domenica 28 ottobre alle ore 9,30 si darà il via alla 37ª Classica d’autunno, manifestazione ludico motoria organizzata dal Gruppo Podistico Riccione Corre, in collaborazione con la Società Calcistica 3V e l’Associazione “I Villaggi”, sotto il patrocinio del Comune di Riccione. Il ritrovo è fissato presso il Campo da Calcio 3V, in via Arezzo n. 28. La gara non competitiva si disputerà su percorsi di diversa lunghezza: è possibile scegliere tra la mezza maratona (km 21,100) e le distanze intermedie (km 13,500 - 9,100 - 5,00), aperta anche agli amanti del Nordic Walking, mentre i meno allenati potranno optare per la camminata di km 2. La manifestazione prevede anche una gara competitiva riservata alla categoria “Pulcini” valida per il calendario “Le Migliori Giovani Promesse”. Dopo la pausa estiva quale migliore opportunità, dunque, per rimanere attivi e in forma? Per questo gli amici della Riccione Corre invitano tutti coloro che amano pratica-
re una sana attività sportiva all’aperto ad unirsi a loro in occasione degli appuntamenti domenicali nelle varie località del circondario. Un’ottima occasione per stare piacevolmente insieme e apprezzare le bellezze del territorio, con indiscutibili benefici per corpo e mente. Per ulteriori informazioni sulla 37ª Classica d’Autunno e sulle modalità di iscrizione al Grup-
po consultare il sito www.riccionecorre. it, oppure contattare: Walter Tosi (cell. 3287661697), Domenica Pietropaolo (e-mail: domidomi1@alice.it). Si ricorda che è possibile anche unirsi al Gruppo Ciclistico della Riccione Corre referente: Remo Ubaldi tel. 0541730316. Il motto è uno solo: “Camminare, correre o pedalare insieme è meglio”.
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since 1978
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Tutto pronto, manchi solo tu! Pronti a partire, siamo carichissimi! L’asd Taekwondo Riccione Polisportiva del M. Roberto Betti apre le porte alla nuova stagione! Riaprono i corsi di Taekwondo alla scuola media Geo Cenci (Ex Fornace) con un settembre tutto gratuito e, di consueto ormai, nella sede di Via Martinelli continua il corso di autodifesa (difesa personale) e il corso per agonisti sul combattimento e tecnica con l’uso anche di attrezzature elettroniche Daedo. Il nostro continuo impegno sta a significare che crediamo tanto in quello che facciamo e la soddisfazione dei nostri allievi ci da la motivazione per continuare a sviluppare le nostre idee e divulgare il più possibile l’arte del Taekwondo a Riccione che dal 1978 è stata portata sul territorio riccionese dal M. Geo Ottaviani 7° Dan tutt’ora D.T. del asd T.R.(Taekwondo Riccione) poi proseguita fino ad oggi con il M. Roberto Betti 6° Dan, ora affiancato costantemente anche da Luna Uguccioni 4° Dan. E’ un’arte marziale di origine coreana e orgogliosi di nominarlo, uno dei pionieri che ha portato direttamente il taekwondo in Italia è stato il nostro attuale maestro Chung Kwang Soo 9° Dan maestro professionista riconosciuto in tutto il mondo tutt’ora praticante anche a livello agonistico. Il Taekwondo è un’arte marziale molto dinamica con un cospicuo uso di tecniche di calci inoltre, essendo una disciplina, in quanto tale dona autocontrollo e forza caratteriale nel divertimento del nostro magnifico gruppo di Riccione di bambini e adulti. Nel Taekwondo non esiste età, peso, uomo o donna... ognuno trova il suo percorso, tante sfumature di questa arte marziale la fanno completa e adatta ad ogni obiettivo individuale. Tanti nostri ragazzi (dal bimbo al ragazzo all’adulto) trovano soddisfazione nell’allenamento in palestra, altri non vedono l’ora di salire sui campi di gara e provare l’adrenalina e altri ancora si impegnano nelle tecniche di rottura o i master (+40 anni) si allenano e/o gareggiano nelle competizioni tecniche! Sta solo a te fare ciò che piace di più! Il corso di “Difesa da Strada”, procede con grande impeto e forte richiesta. E’ un metodo efficace e semplice (ma ce n’è anche per gli esperti) dove si fondono diverse discipline per arrivare a un risultato concreto. Il corso è adatto dai ragazzi di 13 anni fino agli adulti di qualsiasi età, uomini e donne, dove si imparerà non un arte marziale tradizionale ma un vero e proprio meccanismo di autodifesa istintivo e spontaneo, da utilizzare nella necessità di doversi difendere in strada. Facile e adatto ai principianti e più “accattivante” ai più esperti e persone motivate. Durante l’attività ci sarà anche una buona preparazione fisica/dinamica e potenziamento per rendere il corso ancora più armonico e piacevole e fondamentale per completare un buon esercizio.
Noi iniziamo lunedi 24 settembre, ma tu puoi iniziare quando vuoi! Non c’è calendario, stagione sportiva, il tuo inizio è la cintura bianca e puoi indossarla quando vuoi in qualsiasi periodo dell’anno! Corsi di Taekwondo (corsi ufficiali) da Lunedì 24 Settembre dalle ore 16:50 per i bambini dai 5-8 anni, 17:45 ragazzini da 9-13 anni, 18:45 ragazzi 14-17 anni, 19:30 agonisti/ adulti. Corso di difesa personale inizierà Martedì 2 Ottobre alle 20,00. Comincerai con la cintura bianca, ma per la prova potrai indossare la tua tuta! 2 prove gratuite per tutto l’anno e settembre gratis! Si ringrazia ufficialmente la disponibilità del M. Geo Ottaviani e un particolare ringraziamento alla Polispotiva di Riccione la quale ci affianca e ci coordina dando la possibilità di divulgare il Taekwondo a Riccione. Per informazioni più dettagliate sui corsi e orari contattate la Polisportiva di Riccione 0541 644410, oppure Roberto Betti 335 5337789. Scuola EX Fornace corso TAEKWONDO Lunedì 16:50 (bambini 5-8 anni) - 17:45 (bambini 9-13 anni) 18:45 (ragazzi 14-17 anni) - 19:35 (agonisti-adulti) - 20:35 (adulti) Mercoledì 17:45 (bambini 9-13 anni) - 18:45 (ragazzi 14-17 anni) 19:35 (agonisti-adulti) Venerdì 16:50 (bambini 5-8 anni) - 17:45 (bambini 9-13 anni) 18:45 (ragazzi 14-17 anni) - 19:35 (agonisti-adulti) - 20:35 (adulti) Giovedì 20:00 (corso agonisti) Scuola via Martinelli Scuola via Martinelli corso DIFESA DA STRADA Martedì 20:00 (ragazzi 13 anni-adulti)
Insegnanti D.T. Ottaviani Geo 7° Dan M. Betti Roberto 6° Dan Istr. Uguccioni Luna 4° Dan Istr. Sacripanti Linda 4° Dan
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I SCRIV IN DIALET
Il tamarisco di “Nasin” (...e cla mèna screanzèda!) Riccione non può certo onorarsi di aver dato i natali a persone tipo Alighieri Dante o Pascoli Giovanni, ma può essere fiera di aver avuto nella sua storia geniali e multiformi cittadini come, ad esempio il non dimenticato poeta dialettale Aldo Bagli (Nasìn) cantore delle realtà del suo paese ed esempio di sobria cultura dedicata alla sua città. Per questi motivi una ventina di anni fa venne posata in località Fontanelle-Mare, una targa alla base di un tamarisco protagonista di una sua poesia. Ebbene vorremmo segnalare alla pubblica attenzione e, soprattutto, a chi di competenza, lo stato di vergognoso abbandono che con la foto a fianco segnaliamo.Qualcuno provvederà al doveroso ripristino? Edmo Vandi
Umag Me Tamaris
L'è bèl ès Non
E' bello essere nonni
Tòt al volte ca pas al salut e al riverés che pori tamaris poch dlèngh dia fosa* dò che lavèva i pan la mi zi Rosa.
La vita la è fata isé, ad èlt e bas tòt quèl ch'us po' nisoun l'ha las. Is è cuntantè at tòt quèl ch'u i'è e is lamènta se tòt quèst un gnè.
La vita è fatta di alti e bassi quello che si può nessuno ha lasciato. Si sono accontentati di quello che c'è e si lamentano se tutto questo non c'è.
Cus'è ch'un gnè te nost mond? Ut e dis Lò, se su bèl git tond; tra tènte robe ui è dal frighède tat'n'incòrg, sfujènd al su schede.
Cos'è che non c'è nel nostro mondo? Te lo dice Lui, col suo bel giro tondo, fra tante cose ci sono delle fregature te ne accorgi sfogliando le sue schede.
La vita la è bèla, quant che t'nas t'magn e t'bé e po' it porta a spas, dop ut vin da dì, l'è na parola! Che adés l'è ora d'andè la scola.
La vita è bella, quando tu nasci mangi e bevi e ti portano a spasso, dopo ti vien da dire, è una parola! Adesso che è ora di andare a scuola.
Fnid la scola ui è d'obligh e lavor s'na gran fadiga, cumprés e sudor, tèmp fa ui era da fè ènca e suldè, og i va bèn che la lege i l'ha cavè.
Finita la scuola c'è obbligo di lavoro con grande fatica compreso il sudore, anni fa c'era da fare anche il militare, oggi va bene che hanno tolto la legge.
Quand us è Non, us va in pensioun e dop, us cmènza camnì se bastoun, tl'elènch ui e nomara, da fè la piga intorna ma te, in vria fè tènta fadiga.
Ma quando si è Nonno, si va in pensione poi dopo, cominci ad andare col bastone, nell'elenco c'è il numero, da fare la piega attorno a te, non vorrebbero fare fatica.
Perchè ormai tzì riv in chèva se bròc e at stè chès, is sént da ciud un òc perchè i an i cmènza a ès na masa e i malan madòs ui n'è una cadasa.
Perchè ora sei giunto in capo al birroccio in questo caso possono chiudere un occhio perchè gli anni cominciano a essere molti e di malanni addosso ce n'è una quantità.
Ma la cuntantèza vèrs i anvudèin l'è l'istès se iè grand o che iè znèin. Punzì e pasigin, o tnij per la mèna ch'un gni sia da gòd snè una stmèna.
Ma la contentezza che c'è per i nipotini, non importa se sono grandi o piccolini. Spingere il passeggino o tenerli per mano e che non resti davanti solo una settimana.
I l’ha sbrandlè i tedésch durènt la guèra e canadis, americhèn, inglis dl’utèva armèda. L’ha piò ad stènt’an l’è ancora ilé te mèz di dò campég che resést ma tót i vènt se una ména scrianzèda la ne rèmp. Aldo Bagli * Fossa= E rì dla Pedrosa OMAGGIO AL TAMARISCO Tutte le volte che passo lo saluto e lo riverisco quel povero tamarisco poco lontano dalla fossa dove lavava i panni mia zia Rosa. Lo hanno quasi distrutto i tedeschi durante la guerra e canadesi, americani, inglesi dell’ottava armata. Ha più di settantanni è ancora lì nel mezzo dei due campeggi che resiste a tutti i venti se una mano violenta non lo rompe.
Ferdinando Montebelli
La pagina di Edmo Vandi
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Con Raffaello Mantani alla scoperta delle Grotte di Frasassi
Art: De Grandis
Si era verso la fine degli anni '60 quando il compianto Raffaello Mantani mi contattò in Comune (dove esercitavo la funzione di Capo Ufficio Stampa) per dirmi che delle persone del Comune di Genga, in Provincia di Ancona, lo avevano invitato per chiedergli un parere su una possibile attrazione turistica, definita "eccezionale", scoperta di recente in quei luoghi. La cosa ci incuriosisce e decidiamo di partire per questa località situata in una valle del tutto sconosciuta sia a me che al più esperto Mantani. Ci attendono il Sindaco della cittadina e alcuni appartenenti al Gruppo Speleologico di Ancona. Dopo le presentazioni di rito ci conducono su una collina non lontano dal piccolo paese. E' una zona incolta con scarsa vegetazione. Gli speleologhi ci indicano un buco nel terreno di una sessantina di centimetri di diametro. Dicono di aver scoperto da alcune settimane un misterioso, straordinario sottosuolo e ci invitano ad infilarci nell'angusto pertugio, non prima di averci munito del classico elmetto con il faretto frontale già acceso. Lello, purtroppo, è piuttosto "robusto" e non ci passa così io sono il solo a scendere con loro una scaletta di corda dondolante paurosamente nel vuoto e srotolata nel buio più assoluto. Una discesa che non finiva mai (sicuramente 60/80 metri). Tocchiamo finalmente un suolo umido ma compatto. Alla luce di potenti torce ci guardiamo attorno. Il mio primo pensiero và immediatamente all'Inferno di Dante. Un antro immenso, praticamente senza fine, dal quale pendono o si ergono stalattili o stalagmiti enormi e di stravagante struttura. Formano immagini fantastiche che emozionano. Siamo sfiorati da un'aria frizzante che si incanala dalle numerose grotte che si intravvedono lontane nel chiarore delle torce. Rigagnoli d'acqua limpida scorrono (provenienti dai misteri del buio) dove nuotano animaletti somiglianti a lucertoline grigie con occhi coperti da membrane in quanto, mi spiegano, non hanno mai visto la luce. I miei accompagnatori mi dicono di aver già battezzato quest'antro senza fine: "La grotta del vento" e che da una sommaria misurazione potrebbe contenere il Duomo di Milano. Tornato alla luce, con gli occhi spalancati dall'incredultà e dalla meraviglia, racconto tutto a Mantani che subito condivide con me il parere che confidiamo agli amici marchigiani. Reso "un pochino più
Signor, fam arturnè a magnè i “bomboloni caldi” me “Bombo” de Vièl Ceccarini.. ...dep arcojme po’ azchènt ad cl’Alma Benedèta!
agevole l'ingresso" abbiamo detto che il tutto può diventare una grandissima attrazione turistica non solo per la Riviera Marchigiano-Romagnola ma anche per l'Italia intera e, in particolar modo, per la popolazione turistica straniera in quegli anni molto numerosa sulle nostre spiagge. In seguito fu formato in loco un apposito Comitato (con un direttore che, ricordo, si chiamava Coriolano e una Segretaria: Fernanda Ribichini) il quale diede subito vita (con pareri sicuramente più autorevoli dei nostri) al progetto che poi venne chiamato: "GROTTE DI FRASASSI". Dopo alcuni mesi iniziarono i lavori per rendere possibili le visite turistiche, ai quali fummo invitati di tanto in tanto per assistere al progredire dell'immenso cantiere. Non furono impiegati mezzi meccanici per non alterare il microclima che si era formato da secoli, per cui solo lavori manuali e trasporto dei materiali a mezzo di asini muniti di grandi ceste laterali appese ai basti. Successivamente fu creata la suggestiva scenografia interna con luci discrete e soffuse posizionate nei molti anfratti, curata dal celebre Cesarini da Senigallia, già noto per le sue collaborazioni cinematografiche. Il resto è cronaca di oggi, e il grande successo e la sempre crescente notorietà, confermano la consistenza e il fascino che le "Grotte" esercitano su di una platea turistica, ma anche scientifica, che questo fenomeno della natura propone a chiunque voglia immergersi in un mistero che dura da secoli.
La pagina di Edmo Vandi
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In Amburgo con Salvatore Quasimodo Correva l’anno 1959. Mi trovavo in Amburgo dove frequentavo la locale Università nella mia qualità di studente-lavoratore. Avevo conosciuto Don Quattrocchi, un Sacerdote italiano titolare di una chiesa cattolica che si trovava nella Rothenbaumchaussee, con il quale collaboravo alla redazione di una rivista in italiano-tedesco intitolata “La campanella”. Il religioso un giorno mi disse se mi interessava conoscere di persona il Poeta Salvatore Quasimodo con il quale era stato fissato un incontro con gli studenti universitari nell’Aula Magna dell’Ateneo. Il Poeta siciliano era nel viaggio di ritorno da Stoccolma dove aveva ritirato il Premio Nobel per la Letteratura. La cosa naturalmente mi entusiasmò al punto che accettai pure l’incarico di recitare in italiano e tedesco, lì sul palco davanti a migliaia di studenti, la sua più famosa quartina, cioè:
I rasunamènt per capì la vita
Ognuno sta solo nel cuor della terra trafitto da un raggio di sole ed è subito sera che in tedesco fa: Jedermann steht allein auf das Herz der Erde durchgebohrt von einen Sonnenstrahl und gleich ist es Abend L’intera serata fu poi condotta da un Docente tedesco che conosceva alla perfezione la lingua italiana nonché vita e miracoli di Quasimodo. Alla fine ebbi l’onore di stringere la mano al fresco Premio Nobel e quando affermai che ero romagnolo, mi disse che l’Emilia-Romagna l’aveva nel cuore in quanto la sua prima moglie, scomparsa da alcuni anni, era emiliana e si chiamava Bice.
Quand un automobilésta e va ai 50, e mèt la frècia e e lacia la cintura... e vò dì che un’ora prima i jha fat la multa.
La galèina l’è una creatura che la stà tra un ov e un’èlt ov. Da vèc tat pantès ad tòt i pchè che t’an e fat da giovne. Scusa ma tè tsì spusèd? Na, a sò avilìd per natura.
Storie vere di guerra: “Toc Toc” Un toc- toc, prodotto piano, in modo un po’ soffocato. Toc-toc. Mi bussa alla mente una vicenda di cui ho sentito parlare poche volte e sempre con tratti essenziali. La vicenda ha qualcosa di eroico. In tempo di guerra, mio padre fornaio, Giovanni chiamato da tutti Giannetto, si era visto sigillare dai tedeschi, asserragliati sulla linea gotica, un enorme quantitativo di farina immagazzinata. Farina posta sotto sequestro perché potessero servirsene solo i militari occupanti, mentre la gente del paese faceva la fame. Non ero ancora nata ma lo vedo bene questo mio babbo alzarsi nottetempo nel buio più assoluto e, alla sola luce di una candela, prelevare una manciata di bianca polvere dall’uno e dall’altro dei sacchi affinché non si potesse notare. Si metteva poi a impastare con acqua, sale e un po’ di strutto piadine a non finire per tutte le famiglie bisognose del paese. Furtivi, intabarrati, nascosti nel buio, singoli individui da una porticina laterale del forno, ritiravano il “malloppo” con quegli sguardi - li ho sempre immaginati cosìche rendono umana l‘umanità, che fanno capire che siamo una sola cosa al mondo.
T’cumprarés un Rolex per 50 Euro? ...e alora perché t’chèmpre un litre ad “Olio extra-vergine di oliva” per 2 Euro e 99?
di Gabriella Mazzoli che si è spezzato la schiena e ha rischiato la vita per aiutare i suoi compaesani con assoluta naturalezza e gratuità, con gioia, con impeto. So anche che non lavorava a caso nonostante la fretta, sono certa che le piadine fossero perfettamente tonde e del giusto spessore: che decoro e che dignità! Ho detto che mio padre rischiava la vita. Certo, se fosse stato scoperto sarebbe stato fucilato Però mi è sempre piaciuto immaginare che un piantone o un ufficiale tedesco, scoprendo mio padre al lavoro, invece che sparargli si sarebbe messo a mangiare la piadina con lui. Perché gli odi, i rancori, i dolori e la disperazione qualche volta, si dissolvono come spirali di fumo, al cospetto della spirale... del profumo del pane.
Sguardi pieni di gratitudine quasi pudica, gente magari abituata al benessere e al comando, ed ora lì, a prelevare quel tanto di cibo che potesse supplire alle indigenze della famiglia. Conoscendo mio padre, so che non ha fatto mai pesare niente,
N.B.: I miei fratelli. Riccardo ed Euro, precisano che la distribuzione delle piade aveva come sede l’hotel Perla e che avveniva così: alla persona che bussava alla porta veniva chiesto quanti fossero in famiglia: la consegna avveniva in proporzione (una piada a testa). Ecco così onorata anche la verità “storica”, il che non cambia la sostanza della narrazione.
...come eravamo!
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dall’album di Famiglia di Luigino “Lopez” Protti
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1956 – Vª classe elementare. M° Cappelli
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1) x Troni, 2) x Bartolini, 3) x Grossi, 4) x Biagini, 5) n.i., 6) n.i., 7) n.i., 8) Maestro Cappelli, 9) Augusto Zaghini, 10)x Giorgi ?, 11) x Villa, 12) x Ummarino, 13) Cesare Tonini “Budrièl”, 14) n.i., 15) n.i., 16) x Varani, 17) Giorgio Cicchetti, 18) Silvano Gaia, 19) n.i., 20) Sauro Morri, 21) n.i., 22) Otello Tontini, 23) n.i., 24) Giorgio Grossi “Babani”, 25) x Lazzari, 26) n.i., 27) n.i., 28) Luigi Protti “Baraclèin”, 29) n.i., 30) Franco Zaghini, 31) Natalino Mancini, 32) x Del Bianco, 33) William Battarra, 34) Renato Ceccarelli “Gagèt”, 35) Ernesto Righetti, 36) Donato Righetti “Cerrol”, 37) x Rollo. Tra i non identificati dovrebbero esserci Banci Marusco e Palazzi.
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dall’album di Famiglia di Luigino “Lopez” Protti
1945 - Riccione. Pausa “bucolica” per i giovanotti del Paese. In piedi: Alessio Palazzi “Isaia”. Seduti: Angelo Protti “Baraclèin”, Luciano Palazzi “Baragot”, Vincenzo Galassi “Lurancin” e Giuseppe Garattoni “Pelini”.
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1958 - Gioventù riccionese in Gita sul Lago di Garda. Da sin. in piedi: Bruno Tonti, Luciano Terenzi, Corrado Tura, Paolo Battarra, Ignazio Canducci, Luigi Protti. Accosciati: Carlo Troni, Luigi Berni, Augusto Zaghini, Bruno Pasquini.
dall’album di Famiglia di Luigi Berni
1953. Spiaggia di Riccione. Pista di sabbia con galleria e “parabolica”. Da sin.: Silvano Gaia, Corrado Tura, Luigi Berni e Antonello Spano. L’abbigliamento suggerisce primavera o fine stagione”. La foto è stata scattata da un turista tedesco.
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Ritrovarsi
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Amarcord degli Anni '60 Si sono ritrovati davanti ad una tavolata imbandita, per una serata di amarcord (Aprile scorso), 23 pimpanti signore e maturi signori che negli Anni'60 hanno vissuto la gioventù all'Abissinia. L'incontro, ideato da Giorgio Biagini, è stato “ravvivato” dalla proiezione di “struggenti” immagini di quel periodo accompagnate da musiche indimenticabili. Una miriade di aneddoti, strappati alla memoria, sono stati il tema della serata che si è dipanata allegramente sino alle ore piccole quando qualcuno ha detto: “Andém a durmì, che lor i ha sèn! Da sin. In alto: Franco Faina, Giorgio Zuccardi, Lele Galavotti, Giorgio Casadei, Massimo Angelini, Mario Angelini, Mimma Bezzi, Graziella Tentoni, Liliana Galli, Giorgio Biagini, Athos Bezzi, Renzo Torelli. Seduti: Loretta Giunta, Silvia Silvi, Liviana Bazzotti, Anna Giannini, Stefania Falcioni, Anna Ricci, Paola Tudor, Marna Pesaresi, Giuseppe Lo Magro, Alberto Neri. Davanti: Franco Ricci. Chi li riconosce? Veglione di Carnevale - Febbraio 1970Dancing “Il Colle” di Misano Monte. Conosciamo solo alcuni nomi dei partecipanti. Aiutateci nell'identificazione. N.B. Dare la posizione della persona riconosciuta partendo da sinistra... 1ª fila in alto... 2ª fila al centro... 3ª fila seduti. Grazie della collaborazione!
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