Il femminile n. 0 - 2015

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FANZINE DI LETTERATURA SOCIALE & CULTURALE

N. 0 > ANNO I

GENNAIO 2015


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EDITORIALE

Desy

Benvenuti tra le pagine del numero di prova 0 della fanzine “il femminile”. Desidero classificare questa fanzine all’interno della categoria “letteratura”, perché il mio intento è proprio quello di racchiudere in questo numero alcuni appunti letterari. Avrete l’opportunità di leggere racconti, poesie e confrontarvi con immagini particolarmente suggestive. Perché “il femminile”? La scelta di questo tema rispecchia un mio modo di essere e di sentire il mondo che mi circonda, oltre alla voglia di condividerli con chi leggerà queste pagine. Chiedo ai lettori di essere aperti mentalmente, in quanto le considerazioni che seguiranno potranno risultare in certi casi bizzarre. Ma ricordate che “femminile” non è assolutamente “femminismo”! Il “femminile” è una parte di noi, tutti noi, uomini e donne. Non è tangibile e concreto, non lo si può vedere, ma lo si può sentire, se ci rendiamo disponibili all’ascolto del nostro Io, del nostro corpo, del nostro essere. È proprio a questa spiritualità che voglio stimolarvi. Innanzitutto desidero presentare e ringraziare di cuore i collaboratori di questa fanzine: Manu De Carli per la realizzazione della copertina, Eugenia Trotta, la quale ha avuto modo di venire a contatto con l’essenza del femminile, e chi meglio di lei avrebbe potuto collaborare al progetto? Lo scrittore Marco Benazzi, il fumettista Massimiliano Bandini e il saggio stravagante (:D) Bastian Contrario. Spero che questa fanzine possa essere l’inizio di un percorso in grado di coinvolgere tutti voi e che possa avere la capacità di immergervi in un’esperienza diversa e anche un po’ spirituale. Vi auguro una buona lettura

FANZINE DI LETTERATURA SOCIALE & CULTURALE

N. 0 > ANNO I

GENNAIO 2015


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SOMMARIO Editoriale

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Il Richiamo Racconto di Desiree Comandini

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Strega e Dea Poesia di Desiree Comandini

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Il Grido Racconto di Desiree Comandini

Confine Racconto di Marco Benazzi

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Femminilità Fumetto di Massimiliano Bandini

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Lilith Illustrazione

Tesy di Desy Concetto di Desiree Comandini

Quinto Elemanto: Femminilità Testo 13 12 di Bastian Contrario

Immagine Tempo 14

Parità, se non ora, quando? 16 Infografica

Immagine Femminilità Simbolo Prossimo numero

Femminilità Illustrazione di Eugenia Trotta

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Sommario

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Femminicidio 17 Infografica

il femminile \ n. 0 - Anno I Gennaio 2015 Direttore Editoriale: Desiree Comandini Redazione: Desiree Comandini, GianLuca Umiliacchi Sede - Longiano FC \ desy.comandini@gmail.com Hanno collaborato a questo numero: Manu De Carli, Eugenia Trotta, Marco Benazzi, Massimiliano Bandini, Bastian Contrario \ Grafica e Impaginazione: Staff Fanzinoteca d'Italia \ Copertina: Manu De Carli Distribuzione manuale e Web: www.fanzinoteca.it + vari spazi in Rete Supplemento a: Il Resto del Volontariato - Testata Registrata al Tribunale di Forlì n. 29/07 del 29/10/2007 Direttore Responsabile: Gianluca Umiliacchi \ Testata e produzione supportata da Fanzinoteca d’Italia Le immagini pubblicate al solo scopo documentaristico sono © Copyright degli aventi diritto, dove non specificato © degli autori. Ogni collaborazione è ben accettata. Il materiale inviato, pubblicato ad insindacabile giudizio della Redazione, non verrà restituito.


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IL RICHIAMO

Desiree Comandini

C’è una tale confusione di pensieri, immagini, sentimenti… Pare che il mondo abbia perso sé stesso, i suoi punti di riferimento, i cardini su cui poggia la sua esistenza. Forte risuona il grido di dolore di una terra che ha bisogno della propria madre e delle sue cure. Una madre che è stata allontanata dai suoi compiti sacri e che è essa stessa l’espressione della sacralità. L’elemento in sintonia con ogni elemento, lo spirito in simbiosi col ciclo della vita, la sfera che possiede l’introspezione e la capacità di vedere oltre. Ma il tempo di oggi, quello che domina la nostra quotidianità, è il tempo del fare, quello del dominio, del calcolo e della conoscenza razionale: il tempo maschile, il tempo che ha sepolto la verità antica. Il richiamo di un’eco lontanissima che incessante risuona e si tramanda, vibra fra sentimenti repressi e che ardentemente tentano di riaffiorare. È quel senso di sacralità riconosciuto dagli antichi e crollato in una cupa e profonda voragine. Non sepolto, ma vivo di un flebile, immortale respiro, riemerge e rispondendo al lontano richiamo si carica di forza propria e si espande travolgendo l’anima smarrita e sopita di chi nasconde in sé l’enorme potere di originare il tutto appartenendo ad un tutto. E di questo rivive, onora il proprio corpo di luce e bellezza, riprende possesso delle proprie energie e avanza sul sentiero tracciato dagli avi. Un sentiero che induce al viaggio interiore e alla profondità, all’intuizione e alla creatività, che percorrendo la sua via incontra quello della dimensione logica e non la evita, ma ne diventa parte integrante per trovare l’armonioso equilibrio.


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FEMMINILITÀ

Eugenia Trotta

Il termine "femminilità" è stato da sempre scontato e scontrato con molti aspetti della mia vita. Ho scoperto solo da poco tempo cosa voglia dire, rendendomi conto che non è affatto relazionabile al concetto di "maschile"... (Termine, fra l'altro, molto misterioso ma intriso di popolari preconcetti). Il femminile è una qualità nella presenza. In ogni essere umano coesiste insieme ad infinite versioni camuffate di esso.. alle sue manifestazioni più o meno superficiali. Esso (ma solo il termine) si confonde spesso con inutili arricchimenti o peggio, comuni esibizioni. In realtà il femminile va sentito e respirato, percorso e portato in superficie con la più alta stima del suo involucro e del suo fluire all'esterno. Ogni danzatrice armonizza il suo femminile distruggendo ogni idea fasulla di esso e ricostruendolo di luce ed energia.


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Desiree Comandini

Nessuno è come Lei Ella conosce il potere La chiamano "la saggia” Mormora alla luna con delicatezza Poiché essa Le è consigliera Padrona della Sua femminilità Strega della pioggia Dell'acqua che scorre Della rugiada mattutina Delle erbe che coglie Strega del vento Del fuoco che riscalda l’anima Interroga la coppa E intravede il suo destino Custode della Luce Divina La Dea Madre illumina il mondo Mentre Magia e Natura si sposano

STREGA E DEA


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CONFINE

Marco Benazzi

Una giovane1 avvocatessa in carriera (Sara) riceve nel suo studio una telefonata da uno sconosciuto che la invita a raggiungerlo (1ª Campana a martello). Dopo qualche istante di esitazione, Sara accetta di recarsi sul luogo dell’incontro. Uscita dal suo studio in centro città, procede lentamente con aria estasiata verso l’auto e parte per raggiungere la meta. Dopo un breve viaggio lungo una strada che si srotola tra le colline, parcheggia il mezzo sul lato destro della carreggiata e si inoltra nella folta boscaglia. Un vecchio2 (Angelo) la attende all’imbocco del sentiero. La giovane penalista, con l’ausilio della vecchia guida, inforca la mulattiera circondata da un bosco desiderosa di scoprire il motivo della sua venuta e con sul viso una maschera di sensazioni sempre più piacevoli. Presto, percorrendo quel sentiero interminabile, avverte la fatica e chiede a l’anziano compagno di potersi sedere sotto un vecchio albero3 curvo i cui scheletrici rami avevano rimasto un'unica foglia. Questa immagine intristisce il suo animo al punto da fargli esclamare: "Quegli scansafatiche della Forestale… in questi casi basta una motosega e in mezza giornata ti togli il pensiero". Il vecchio (Angelo) saluta l'albero accarezzandolo e prosegue il suo cammino verso la cima della collina. La camminata continua lungo impervi sentieri verso la destinazione finale e Sara, dal passo sempre più ieraticamente cadenzato, giunge finalmente a destinazione. Un piccolo cimitero. La quiete del luogo, fra tombe ordinate e odori di bosso4, rafforza il fascino di un panorama indimenticabile. Senza più chiedere spiegazioni all’anziano compagno di strada, Sara varca il cancelletto del cimitero (che si apre cigolando) e lui la accompagna nell'angolo più lontano, dove è piantata una croce un po' storta, di legno consumato dalle intemperie e bruciato dal sole. Tra i due bracci, una targhetta arrugginita, con un nome, un cognome, due lettere dell’alfabeto greco (alfa e omega, a sottintendere la nascita e la morte) mentre in lontananza una campana (per la 2ª volta) suona a martello. Mentre sentiamo distintamente la voce di Sara lanciare un gemito da orgasmo plurimo, dal vecchio albero oramai privo di linfa vitale, si stacca l’ultima foglia che accarezzata dal vento si deposita ai piedi della croce. Un’ultima raffica chiude il cancello e mostra sulla terra cosparsa di ghiaia due palline5 di colore giallo legate a un filo. 1 Trentenne, bella e sensuale, con un corpo che sprizza sensualità da tutti i pori, seno venereo piacevole alla vista, un viso giovanile incline al sorriso e due occhi chiari e brillanti come due biglie lucidate. Insomma un’amante ideale, anche se come molte della sua generazione, affetta da sindrome da acquisto compulsivo 2 Settantenne, altezza media, magro, indossa un paio di vecchi pantaloni senza forma, stivaletti da pescatore e una camicia a scacchi aperta su un petto glabro dalla pelle abbronzata come quella del viso. 3 È la storia di un Albero della vita (quella di Sara), ma è la storia di tutti gli alberi, (ognuno di noi ha il proprio albero) dovunque essi siano, che cedono di fronte agli imperativi della cementificazione e all’avanzata dei capannoni industriali. Una vicenda paradigmatica, narrata in chiave di favola ecologica da un testimone diretto (l’albero di Sara) con accenti altamente poetici, della natura e della memoria, del «tramonto di una territorialità premoderna» e dell’inevitabile «morte del paesaggio». 4 Il Buxus sempervirens, noto volgarmente col nome di bosso comune, mortella o bossolo, spontaneo in Italia in zone aride, rocciose, prevalentemente calcaree, fino ad altitudini elevate. 5 Palline cinesi - Due palline in plastica contenenti una sfera di metallo che muovendosi produce una vibrazione. Una va infilata in vagina vicino al collo dell’utero e l’altra si colloca sempre in vagina sotto la prima. Ogni movimento fa sì che la seconda palla colpisca quella situata più in profondità, diffondendo vibrazioni in tutta la zona genitale. Sono un antico strumento per l’autoerotismo femminile. Sicuramente meno imbarazzanti da comprare e da utilizzare rispetto ai più ingombranti sex toys, costituiscono un giochino straordinariamente piacevole. Il modello classico di palline cinesi, o geisha balls, è costituito da due sfere (di metallo o di plastica) delle dimensioni di palline da ping-pong. Le palline sono collegate tra di loro con un filo e, come dei tampax, si introducono nella vagina mantenendo il cordoncino fuori. Ogni sfera contiene un'altra sfera più piccola e pesante che si muove all’interno provocando incredibili sensazioni. La cosa interessante delle palline cinesi, rispetto ad altri strumenti per l’autoerotismo femminile, è che la donna può tenersele dentro per ore, magari mentre va a fare la spesa o in ufficio, ed essere continuamente sollecitata ed eccitata. E’ proprio il movimento del corpo che mette in funzione il meccanismo delle palline cinesi.


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ano e si scontrano Idee che si incontr no ono e che scompaio immagini che appai iono. ig le catturo e le impr , io a. sc la e l , o rr fe f a le l sogno e dell'attes de , no n a f f a ll' de o, bi È il tempo del dub ento! om m o iostro. È questo il su a e si colora d'inch rm fo de en pr te en Lentam e vivo. Ma domani? o tid ni , ro ia ch è ra O oblio offuscato... Svanirá forse in un

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TESY DI DESY


09 Desiree Comandini


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QUINTO ELEMENTO: FEMMINILITÀ

Bastian Contrario

Il sistema dei quattro elementi primari, fiamma (il fuoco è l'insieme di questo elemento), aria, acqua e terra, sono concetti nati ed espressi tramite l'uso di terminologie prettamente femminili. Osservando attentamente la totalità espressa dai quattro elementi, si forma e prende corpo una concezione che abbraccia la filosofia greca, essendo loro convinti che la vita stessa dipende da una combinazione dei quattro elementi. L'evidenza mostra un "concepimento" per il quinto elemento, il più consistente e formato, grazie alla aggregazione e fusione dei primi quattro. Il quinto elemento che prende forma dai primi quattro è la “Femminilità”. La femminilità, in questo specifico caso, è intesa come interiorità dell'umanità, non è l'aspetto del femminile, che a sua volta è l'insieme di questo elemento, ma tutto ciò che in ogni presenza alberga come principale composto di una dualità, principale essenza vitale. Gli stessi quattro elementi sono la summa di un preciso dualismo, concezione dell'insieme totalitario fondato su un'essenziale dualità di principi, che ne rende la completezza quando a sua volta ha un proprio dualismo, generatore, al fine, di un unico composto esistenziale!


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LILITH


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GRIDO ALLA LUCE

Desiree Comandini

Sentivo i colpi sul mio corpo, forti, ma non percepivo il dolore di un fisico violato. Sentivo il dolore dell’anima, della mente, di un amore donato e profondamente ferito. Negli occhi freddi, gelidi, cercavo l’ultima traccia del sentimento puro. Ma quel sentimento, travolto dall’ira, rimaneva imprigionato. E volevo liberarlo dalle catene dell’odio, della gelosia e della rabbia. Volevo svestire i panni della belva, volevo trovare il senso di quei gesti assurdi, volevo che tutto finisse! E rinchiusa nel mio corpo martoriato mi ritraevo, proteggevo la mia intimità, la mia dignità, la mia essenza… oltrepassavo il confine del dolore e lì mi rifugiavo. Non mi sporcavo di tale schifosa meschinità! Non lamentavo i lividi di un amore infangato! Lui, accecato, non vedeva, ma la mia forza era enorme! Lasciavo tutto e diventavo energia, avvolgevo il mio corpo e lo consolavo, trovavo la luce e la inseguivo. Riemergevo e mi rinnovavo in quel dolcissimo, travolgente, richiamo della potenza femminile.


13

Massimiliano Bandini

FEMMINILITÀ & FANZINE


14

TEMPO...


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FEMMINILITÀ SIMBOLO


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PARITÀ, SE NON ORA, QUANDO?


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FEMMINICIDIO

Sono gli uomini quelli che uccidono. Che ci uccidono. Sono le persone con cui pensiamo di poter costruire una vita, un futuro. I peggiori carnefici, quelli che ti tolgono la luce dagli occhi per immergerti in un mondo fatto di paura e di buio, di occhiali scuri e fondotinta per nascondere i lividi, di bugie, di "sì, me lo sono meritata, l'ho fatto arrabbiare". Perché è questo che fanno i violenti. Ti tolgono la dignità, l'anima e ti trapiantano l'idea di essere sbagliata, che la colpa sia tua, che te lo sei cercato quello stupro perché avevi la gonna troppo corta o eri un po' brilla… o che le botte erano giuste perché lo avevi contrariato. Così come la bambina che pensa che papà, o il compagno della mamma, o il nonno, o lo zio gli fa quelle cose perché… perché è giusto. Ci sono dieci, cento, mille perché. Nessuno giustificabile. Una donna, sia essa un'adolescente o una signora avanti negli anni, sia essa italiana o extracomunitaria, madre o prostituta non è un oggetto. Non è un possesso. La follia non è un alibi. Il rifiuto non è un alibi. La passione non è un alibi. Partiamo da qui. Dal fatto che la violenza sulle donne è sfaccettata, sì, ma che è altrettanto vero che esiste un solo comun denominatore: la mancata percezione della donna come persona. O a modelli culturali che fanno di tutto per spogliarci della dignità e del coraggio che abbiamo cercato di ottenere, strappandoli con i denti a una società ancor oggi fortemente maschilista. Sei mia stai con me e mi appartieni. Sei mia figlia. Mia sorella. La mia compagna. E io sono il maschio di casa. Non hai rispetto per me. Ti punisco. Zitta. Non ti muovere. Non protestare. Non fiatare nemmeno.


è il tempo dell'anima che governa il mondo e i suoi cicli vitali... è il tempo del FEMMINILE NEL PROSSIMO NUMERO: la Redazione e i collaboratori proseguiranno il loro percorso di proposte già offerte in questo n. 0, vi presenteranno i notevoli aspetti legati all’universo femminile con tutti i suoi derivati...

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