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Analisi

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Cantare insieme: una passione!

50 anni di AERCO

DI PUCCIO PUCCI

Prosegue la storia dell’Aerco raccontata da Puccio Pucci. Entrato, giovane studente universitario, nel Coro Stelutis (era il 1961) ne è stato Segretario e poi Presidente. Segretario dell’AERCIPAERCO dal 1971 al 2015, ha vissuto in questo ruolo gran parte del cinquantennio che quest’anno celebriamo. Ha ricoperto anche l’incarico di delegato nell’Assemblea Nazionale di Feniarco e dal 2002 al 2015 è stato redattore della rivista di Feniarco, Choraliter.

2. Il CAMMINO DELL’AERCO

Dall’osservatorio privilegiato in cui ero stato designato sin dal 1971, l’Ufficio di Segreteria, ho potuto assistere e anche partecipare attivamente a gran parte del processo evolutivo dell’AERCIP-AERCO. Si tratta di un vissuto di cui ho il “dovere” di ricordare oggi le fasi del suo sviluppo tecnico, amministrativo ed organizzativo, sperando di non dimenticare nulla di importante. Ho ancora nel cuore ben presenti i volti di tutti coloro che mi hanno accompagnato e sostenuto nell’incarico. Tutto ciò non deve essere dimenticato da nessuno dei tanti amici che si onorano di essere stati gli artefici importanti e determinanti di questa evoluzione: Presidenti innanzi tutto e quanti hanno ricoperto cariche nel Direttivo e nella Commissione Artistica, nelle Delegazioni provinciali oltre a tantissimi Maestri dei Cori. Ritengo che sia giusto, a cinquanta anni dalla fondazione, far riemergere a chi già c’era ed evidenziare a chi è sopravvenuto, le sensazioni più vive e l’entità del grande lavoro che l’AERCO ha compiuto. “Nihil sine magno labore Natura dedit mortalibus” diceva un poeta antico e la frase ben si comprende, anche se qualcuno forse poco si ricorda del parlar latino. Si tratta di eventi che ho osservato dal mio tavolo di lavoro, nelle varie sedi cittadine in cui ha trovato casa l’Associazione. All’inizio solo di fronte a una macchina da scrivere e a un ciclostile trovato in Parrocchia; poi con un telefono, un computer e una stampante che ci consentì il trapasso all’era informatica, anche grazie all’impegno a cui si dedicò più avanti il nostro webmaster, il piacentino m°. Edo Mazzoni. Il tutto, per quarantaquattro anni. Ora, prima di entrare nel percorso delle attività che si sono susseguite, dovremmo tutti soffermarci un attimo per ricordare con affetto e molta gratitudine una grande amica: Antonietta Crovetti. Lei che per tantissimi anni è stata la voce che vi rispondeva al telefono, puntuale e attenta

operatrice nell’Ufficio e ogni giorno il preciso e sicuro riferimento per quanti si mettevano in contatto con la Segreteria dell’Associazione. Una assistente di segreteria perfetta, garbata, ma benignamente inflessibile nel farti ricordare un appuntamento; insomma, una grande e insostituibile collaboratrice. L’Associazione divenne grande anche per il suo lavoro, al quale si dedicò come si trattasse di un suo secondo Coro. Fu Gian Marco Grimandi a succederle; poco più tardi Antonietta venne a mancare, nel più assoluto rimpianto. Ricordiamo ora insieme il percorso della nostra Associazione. Un momento di ulteriore novità nella struttura dell’AERCO si determinò a Castelfranco Emilia il 19 aprile 1980 dove Giorgio Vacchi, dopo il grande lavoro compiuto, decise che fosse giunto il momento di dare nuove opportunità di crescita all’Associazione, coinvolgendo nelle cariche sociali musicisti di diversa estrazione corale, che avrebbero fornito nuove idee e contenuti. Fu così eletto Presidente il prof. Giovanni Torre, direttore del Coro Tomas Luis De Victoria. In quella Assemblea furono introdotte e programmate nello Statuto alcune importanti innovazioni: il Segretario non sarebbe stato più di nomina presidenziale, ma elettiva da parte della Assemblea; quindi fu definita l’istituzione di una Commissione Artistica che si occupasse delle problematiche strettamente musicali dell’Associazione. Per ottenere poi una migliore ripartizione delle attività e dei progetti nei territori, fu avanzata la proposta di creare le Delegazioni AERCO in ogni Provincia della Regione. La norma divenne operativa nel 1986. Le attività sociali vennero spesso adattate al numero dei Cori che era in continua crescita. Per offrire loro una gamma di servizi sempre più efficace, vennero studiati e messi in opera dall’Ufficio di Segreteria nel 1981 due interventi che in seguito furono ampliati e per così dire, istituzionalizzati ufficialmente per tutte le Associazioni regionali da FENIARCO. Fu concordato un contratto tra AERCO e SIAE di supporto alle problematiche fiscali dei concerti e delle esibizioni. La convenzione raggiunta consentiva l’applicazione di tariffe agevolate per tutti i concerti in pubblico dei cori associati. Nel settore servizi sociali e non fu cosa facile, riuscimmo ad accendere una polizza assicurativa con l’INA-ASSITALIA che, a fronte di premi assai ragionevoli, prevedeva per tutti i coristi dei cori AERCO rimborsi interessanti per danni di responsabilità civile e infortuni riportati da singoli coristi nel corso dell’attività corale, ivi compreso il rischio in itinere. Un valido collegamento con i cori più lontani fu la pubblicazione di “AERCO notizie”, un giornale di duequattro facciate, curato dalla Segreteria in cui, oltre alla descrizione degli eventi organizzati, si rendevano pubbliche le opportunità aggregative e le nuove iniziative proposte. Il Notiziario veniva pubblicato con frequenza mensile ed era spedito a mezzo posta agli associati, fornendo un contatto diretto molto gradito alla base corale. Incrementammo ulteriormente la intensa fascia di relazioni con le Istituzioni al fine di sensibilizzare i responsabili degli Assessorati alla Cultura preposti alle tematiche dell’associazionismo corale. Attraverso numerosi incontri che si tennero in Regione, mostrammo la nostra capacità di essere un collante strategico e operativo per organizzare le attività dei cori, grazie alla

nostra professionalità nel saper realizzare importanti progetti culturali ed apprezzati momenti di spettacolo musicale. Proprio per offrire agli associati occasioni di significativa presenza musicale, per più anni, in tutto il territorio regionale furono organizzate le rassegne Itinerari di Musica corale. Per molti complessi associati si trattò di un insperato e importante palcoscenico di esibizione. In tal modo avevamo concretizzato una delle finalità che l’Associazione si era proposta. Nel 1983 dall’Assessorato alla Cultura della Regione ci fu richiesta una indagine che determinasse, con precisione, la effettiva presenza di attività musicali svolte da Cori sul territorio. Il risultato fu davvero rilevante: il numero emerso di organismi corali in attività fu di ottantacinque Cori, ben distribuiti su tutto il territorio regionale. Di essi quarantaquattro erano già gruppi associati all’AERCO. A seguito di questo risultato ottenemmo, tramite l’allora Assessore alla Cultura Pier Luigi Bersani, un rimborso spese per il lavoro eseguito e l’ambito riconoscimento che decretava l’AERCO rappresentante ufficiale dell’Associazionismo della coralità amatoriale dell’EmiliaRomagna. In conseguenza ci fu data la possibilità di accedere ai finanziamenti previsti dalle disposizioni per la Promozione della Cultura di tipo Bandistico e Corale. Questo il primo passo consentì poi nel 1999 di ricevere un importante contributo annuale dalla nuova L.R. 13/99 Norme in Materia di spettacolo. L’erogazione avveniva a seguito della presentazione di progetti musicali, didattici e di spettacolo, dopo la documentazione della loro realizzazione. L’AERCO ebbe così la possibilità di ottenere un sicuro supporto economico annuo, che permise la programmazione di progetti sempre più impegnativi ed efficaci. La parola Associazionismo è stata sempre il vero DNA che ha indirizzato molte iniziative dell’AERCO. Ed è giusto ricordare che tutti i Presidenti che si sono succeduti hanno mantenuto ben salda nelle loro mani la bacchetta, che fu pronta anche a dirigere in quella grande orchestra di Associazioni corali che divenne poi FENIARCO. Dobbiamo ricordare con orgoglio che, dopo una serie di incontri propedeutici, ai quali l’AERCO non mancò di partecipare attivamente con il presidente Torre e il segretario Pucci, fu costituita la Consulta permanente tra Presidenti di Associazioni Corali Regionali. Fu il preludio alla fondazione di una Federazione italiana, che riunì le realtà associative corali nazionali. L’Atto Costitutivo fu sottoscritto ad Arezzo il 21 gennaio 1984. La prima Assemblea della neonata Federazione Nazionale si svolse il 13-14 febbraio a Bologna, nella sede di Coro Stelutis-AERCO in via Zamboni, 51. Giorgio Cogoli, Presidente della Federazione dei Cori del Trentino, ne fu il primo Presidente eletto. Non mancò poi la nostra collaborazione attiva alla definitiva costituzione della FENIARCO, che per un certo periodo vide come Vicepresidente proprio Giovanni Torre. Con un articolo di Giorgio Vacchi, ricco di contenuti, venne pubblicato nel gennaio del 1986 il primo numero di quello che divenne l’organo ufficiale della Associazione: FarCoro. Si trattava allora di una pubblicazione in formato A5 a stampa, realizzato in copisteria. Vacchi si chiedeva: “Perché ancora un giornale?” Ne spiegò succintamente la ragione, che era poi quella che ancora vive nelle pagine di questa rivista, divenuta simbolo e bandiera della Associazione per la qualità dei concetti espressi e la lucidità scientifica di quanto viene costantemente pubblicato. Il primo numero conteneva articoli di Vacchi, Bonaguri, Scattolin, Pucci, Torre. Un grande merito va dato al m° Piombini, che dal 1998 ne è stato, a lungo, l’appassionato Direttore Editoriale e attivissimo sostenitore dell’AERCO. Tra l’altro fu proprio il m° Piombini che, esperto quale era come responsabile dell’Archivio Musicale del Conservatorio Martini di Bologna, estrasse da un antico testo una simpatica incisione che rappresentava un coro settecentesco in piena attività di canto. L’immagine fu scelta come logo dell’AERCO ed è stata ancora utilizzata nel logo del cinquantesimo. In seguito, la rivista fu diretta con abilità e intelligenza da altri amici: il m° Pier Paolo Scattolin, il Delegato della Provincia di Rimini, il prof. Andrea Angelini e il Delegato

della Provincia di Parma, il m° Niccolò Paganini. Tutti i presidenti hanno continuato ad arricchire la rivista di grandi contenuti e FarCoro oggi occupa un posto rilevante in Italia, tra le molte pubblicazioni che trattano di coralità. In seguito alla istituzione del decentramento organizzativo e della nomina delle Delegazioni Provinciali furono organizzati, in sequenza, corsi e momenti di spettacolo in ogni Provincia. Fu anche affrontato il problema di una più sistematica alfabetizzazione musicale, già sperimentata dal Maestro Vacchi nei primi anni dopo la fondazione. Quando nel maggio 1987 il m° Pier Paolo Scattolin, direttore del Coro Euridice a Bologna, divenne Presidente AERCO nel corso dell’Assemblea che si svolse a Forlì, egli si propose di incrementare anche l’attività della ricerca che aveva avuto già un grosso impulso nel popolare, ma in pratica era ferma a testi dell’800 nel polifonico. Nel settore della corsistica, già in atto da qualche anno, si ritenne di mirare alla formazione di maestri e direttori di coro che, nell’insegnamento, avessero un più completo panorama di repertori da eseguire e proporre ai propri cori: dalla musica popolare, alla polifonia classica. Le iniziative didattiche vedevano sempre come docenti illustri maestri dell’AERCO, con interventi anche di noti musicisti ed esperti del mondo della coralità. Molte le città in cui si tennero, con frequenze pluriennali, queste iniziative corsuali, alle quali veniva dato un indirizzo ed un percorso sempre originale. A Bologna ebbe molto rilievo il progetto “CHORUS”, che fu ripetuto per vari anni; era composto di due sezioni; una integrativa ai corsi di Conservatorio, l’altra di perfezionamento su temi quali repertorio, analisi del testo, vocalità ed era curata da Pier Paolo Scattolin; a Parma furono realizzati corsi di orientamento musicale finalizzati alla alfabetizzazione, curati da Giacomo Monica; a Ravenna corsi corali per alunni delle Scuole Medie, coordinati da Matteo Unich. A Rimini si tenne un Corso di musica corale, che assunse anche una vocazione internazionale; diretto da Andrea Angelini, vide infatti le presenze di docenti di grande valore quali Peter Phillips, Ghislaine Morgan e Marco Gemmani. Uno dei corsi a carattere biennale e che si tenne in settimane successive a Bologna vide docenti prestigiosi: il dott. Fussi per i problemi della fonazione, Ugo Rolli per il Canto Gregoriano, Mauro Pedrotti per il popolare, Giorgio Lacher per la polifonia, Mario Mora per le voci bianche, Pier Paolo Scattolin e Giacomo Monica, in quel momento Vicepresidente, per il corso “Coro e Orchestra”. Anche Fidenza, Crevalcore, Cesena, Forlì e Ferrara furono sedi di Corsi musicali, a dimostrazione che le attività programmate dalla Associazione percorrevano con successo l’intero territorio. Anche con l’avvento del nuovo secolo, nell’anno 2000, l’attività dell’AERCO, che tra il 1987 e il 2006 fu sempre guidata da Pier Paolo Scattolin, continuò ad attivarsi con piena energia, seguendo i percorsi e gli indirizzi progettuali già proposti nel passato, ma costantemente arricchiti di nuove significative esperienze. Ad esempio, l’attività editoriale dell’AERCO non si fermò alla sola rivista. Con la finalità di aggiornare i repertori e fornire nuove opportunità esecutive per i Cori, non solo per quelli associati, fu creata una collana di volumi denominata: I QUADERNI DI FARCORO, che come prima pubblicazione presentò una Antologia con elaborazioni di canti popolari di tre compositori regionali: Fantuzzi, Sacchi e Vacchi; quindi venne alle stampe una duplice pubblicazione a cura di Pier Paolo Scattolin per presentare l’edizione moderna di alcune Messe e delle Letanie della Beata Vergine a 5-8 Voci, dell’autore bolognese Camillo Cortellini, stampate nel 1615. Grande prestigio ebbe anche il Manuale di Propedeutica alla Direzione, una vera lectio magistralis di Pier Paolo Scattolin che fu poi anche riprodotta e distribuita a tutti i Cori italiani da FENIARCO. Infine, venne alla luce il Canzoniere, che presentava un arcobaleno di 23 brani di dodici musicisti di varia estrazione musicale: dal Per non dimenticare di Pier Paolo Scattolin a Venezia tu sei bella di Fedele Fantuzzi, da La canapa di Giorgio Vacchi, a Ed è subito sera di Cristiana Ganzerla, da O nata Lux di Andrea Angelini, al Magnificat popolare di Daniele Venturi. I rappresentanti dei cori hanno continuato annualmente a essere chiamati in Assemblea a discutere i progetti, a proporre idee e iniziative ed a convalidare con il loro voto i bilanci. Le dialettiche, che con il procedere degli anni ci avevano mostrato la presenza di alcune carenze operative e strutturali, condussero a organizzare incontri per risolvere le criticità. Quando fu richiesto dalle Istituzioni un nuovo regime di fiscalità, provvedemmo ad organizzare alcuni dibattiti con esperti per illustrare le nuove disposizioni

relative alla attività amministrativa dei cori. Con la presidenza di Fedele Fantuzzi, direttore del Coro La Baita di Scandiano, nell’anno 2006, coadiuvato dal Vicepresidente Giacomo Monica, fu posta particolare attenzione verso musiche tratte dalla ricerca e verso forme di coralità con l’uso dell’orchestra. Ci fu grande considerazione per nuove realtà corali che stavano prendendo vita, quali i cori a voci bianche e i complessi spiritual. Fu importante il supporto dato a queste nuove realtà dall’AERCO per sostenere e ampliare alcune loro iniziative di spettacolo e corsuali. Costante fu sempre la nostra attività in FENIARCO, con l’assidua presenza del presidente Fantuzzi e del segretario Pucci alle riunioni ed alle attività che venivano programmate. Ricorderemo che dopo il m° Torre, Puccio Pucci a lungo fu il Delegato dell’AERCO in FENIARCO e per anni anche membro del Comitato di Redazione di Choraliter, la rivista della Federazione Nazionale. Anche Il m° Scattolin per alcuni anni operò tra i componenti della Commissione Artistica Nazionale. Con il procedere degli anni, l’AERCO trovò una assai più consona collocazione per la propria sede in un appartamento di Via Capo di Lucca, al n. 23, in cui furono posti gli uffici ed il pluriennale archivio. Avevamo anche a disposizione un ampio locale che fu utilizzato per riunioni e, arricchito da un pianoforte elettronico, fu anche utilizzato come sede di corsi musicali, oltre a quello delle riunioni del Direttivo e della Commissione Artistica che, sempre coordinata dal Presidente Fantuzzi, poteva contare su un gruppo di musicisti e studiosi di grande spessore che si alternarono nei vari incarichi: Cristian Gentilini, Mino Monica, Daniele Venturi, Matteo Unich, Giovanni Poletti, Niccolò Paganini, Edo Mazzoni, Matteo Giuliani, per citarne alcuni. Ricordo che questo grande ambiente meravigliò gli amici che lo frequentarono per la presenza, in tre delle quattro pareti, di grandi specchi, messi in continuità. In tal modo trovammo arredata questa sala: infatti i locali erano stati utilizzati prima del nostro arrivo da una scuola per parrucchieri! Poi applicammo agli specchi i manifesti con i quali avevamo pubblicizzato le nostre Rassegne corali perché non era possibile estrarli: erano stati letteralmente murati alle pareti. È in questa sede che giunse, forse senza che noi ce ne rendessimo conto, il quarantesimo di fondazione della Associazione. Celebrammo il 22 maggio 2011 a Bologna i quarant’anni di amatorialità e di passione musicale profusa da tantissimi coristi componenti i complessi musicali corali dell’Emilia-Romagna, con una grande evento nello splendido Auditorium di S. Cristina della Fondazza. Il Convegno celebrativo vide la partecipazione di un gran numero di rappresentanti dei 181 complessi Corali allora associati. Al dibattito intervennero con loro contributi la dott.ssa Paola Marani, consigliera regionale e responsabile delle attività rivolte al Terzo Settore, il presidente della FENIARCO, Sante Fornasier, Giovanni Torre, Pier Paolo Scattolin, Puccio Pucci e il presidente Fantuzzi. Alla grande attenzione riservata dai presenti ai lavori del convegno, seguì l’emozione per l’esibizione musicale che fu riservata ai cori fondatori ancora in attività. Risuonarono quindi i canti e le melodie della Corale Giuseppe Verdi di Argenta, diretta da Andrea Bandi, del Coro Monte Toccacielo di Porretta Terme, diretto da Walter Chiappelli, dei cori bolognesi Leone, diretto da Pierluigi Piazzi e Stelutis, diretto da Silvia Vacchi, figlia di colui che fu tra i fondatori e che ci aveva lasciato amaramente nel 2008. Per concludere questo lungo excursus, ricorderò insieme, i musicisti Direttori di Coro che si sono succeduti alla Presidenza dell’Associazione. Dopo il m° Giorgio Vacchi, uno dei fondatori nel 1971, sono sopravvenuti nel 1980 il professor Giovanni Torre, direttore del Coro T. L. de Victoria di Castelfranco Emilia; poi nel 1985 per due anni ancora il Maestro Vacchi. Nel 1987 fu il prof. Pier Paolo Scattolin, direttore del Coro Euridice di Bologna, ad essere eletto Presidente. La sua fu una lunga presidenza che si concluse nell’anno 2006, quando l’Assemblea di Scandiano elesse il m° Fedele Fantuzzi, direttore del Coro La Baita. In tutti questi momenti statutari, Pucci era sempre stato confermato all’Ufficio di Segreteria col voto assembleare. Il 20 aprile 2015 l’Assemblea che si svolse a Bologna, aveva all’O.d.G. anche il rinnovo delle cariche sociali. Fu eletto alla Presidenza il prof. Andrea Angelini, direttore del Coro Carla Amori di Rimini, che da molti anni aveva dato la sua attiva partecipazione alla vita ed alle attività in AERCO. All’Ufficio di Segretaria fu eletta Costantina Saba, che ricoprì l’incarico per un breve tempo. L’AERCO, dunque, nel 2015 si è aperta ad una nuova dirigenza che è stata, anche recentemente, confermata in Assemblea. Ed è a questa data che concludo il mio impegno. Pertanto, interrompo la narrazione per mancanza di esperienze dirette del percorso successivo. Col termine della mia partecipazione attiva a questa Associazione, che ho l’orgoglio di aver contribuito a costituire e a far crescere e da cui tanto ho ricavato in entusiasmo, nel dedicarmi alla mia idealità sociale, rivolgo un grazie per avermi dato l’opportunità di “rileggermi dentro” e ricordare il percorso di questa importante realtà associazionistica regionale che è l’AERCO. Chiedo ora al presidente Angelini, di disegnare, lui direttamente, l’attività degli ultimi anni della Associazione e le prospettive del futuro nell’intervento che, ad integrazione del mio lavoro, ho ritenuto doveroso proporre a tutti i già Presidenti AERCO, ai quali va il mio ricordo sincero e un cordiale saluto.

I 50 anni dell’AERCO

Gli esordi e la presidenza di Giorgio Vacchi

DI SILVIA VACCHI

Direttrice del Coro Stelutis di Bologna

Buon compleanno AERCO!

L’amico Puccio Pucci, per tanti anni segretario e anima organizzativa dell’associazione, mi ha chiesto di rievocare tramite i miei ricordi familiari i primi anni di presidenza di Giorgio Vacchi. Compito arduo, se non impossibile, quantomeno per motivi anagrafici. Tenterò, comunque, di sintetizzare le principali idee di mio padre sull’argomento servendomi, oltre che dei ricordi personali, dei pochi ma incisivi scritti da lui lasciati. Gli anni ‘70 della mia infanzia sono disseminati di concerti, rassegne e festival corali che, per noi bambini al seguito del coro Stelutis, erano anche un’occasione per far festa e partecipare a epici rinfreschi. Sono ricordi bellissimi di una coralità piena di energia e di voglia di condividere. Come capii molti anni dopo, mio padre era stato tra i primi a spendersi personalmente nella ricerca e nel rinnovamento del repertorio di ispirazione popolare e di questo suo percorso artistico e umano aveva voluto far partecipi tantissimi cori. Come ebbe modo di dire in molte occasioni, era importante promuovere la ricerca sul campo perché ognuno capisse che nessuna tradizione era da considerarsi valida o scadente a priori. Ciò che importava era che fosse autentica. Il dialetto trentino non era per forza di cose sempre meglio di quello emiliano. I canti tradizionali certamente esistevano anche nelle nostre campagne e montagne ma dovevano essere cercati. Ma come? Non fu facile convincere il mondo corale a occuparsi delle proprie tradizioni contadine. Non era raro che quasi ci si vergognasse delle proprie radici, spesso legate ad un passato di povertà o, in qualche caso, di vera e propria miseria. Era sicuramente più comodo e rassicurante riproporre i classici del repertorio corale della SAT già così diffusi e amati dal pubblico. Papà capì che era necessario un apripista che mostrasse alla coralità una nuova direzione. Nuovi brani tratti dalle tradizioni a noi più vicine, certo, ma proposti in una efficace elaborazione per coro. Per coinvolgere attivamente il mondo corale ideò quello che egli stesso definì un “amichevole ricatto”: in cambio dell’impegno a far ricerca che si chiedeva agli associati si ‘offriva la disponibilità ad impegnarsi nel realizzare armonizzazioni di qualche canto ritrovato e di dedicarle al coro che aveva fatto ricerca’1 . Questo semplice meccanismo, potenziato dall’autorevolezza che Giorgio Vacchi e il coro Stelutis si erano già guadagnati nei lustri precedenti, fu determinante per la costituzione dell’Aercip e servì da valido collante tra i primi cori membri che, in tal modo, si sentirono attivamente coinvolti in un progetto culturale di ampio respiro. Gli anni di presidenza di mio padre furono caratterizzati da frequenti contatti con i cori membri: egli riteneva doveroso, in qualità di presidente, andare regolarmente e di persona presso i singoli cori, privilegiando spesso quelli in difficoltà ai quali dava consigli e sostegno tecnico. Questa attività di “soccorso cori”, come la chiamava scherzosamente lui, è durata anni e credo che sia stata la miglior dimostrazione pratica di quello che egli intendeva come associazionismo. Si trattava, innanzitutto, di ribadirne le ragioni fondanti: l’elemento artistico costituiva la ragion d’essere principale e le conoscenze tecniche dovevano essere messe a disposizione di tutti lasciando da parte, una volta tanto, il campanilismo a favore dell’aiuto ai più giovani ed inesperti tra i cori membri. Applicando queste convinzioni diversi anni dopo vennero istituiti i primi corsi AERCO per maestri di coro presso la sede del coro Stelutis. Erano caratterizzati dalla presenza fissa di un coro laboratorio che permetteva agli aspiranti maestri di fare esercitazioni pratiche. Una

1. Dall’AERCIP all’AERCO, p. 93. In: Giorgio Vacchi, Scritti ed elaborazioni per coro. Quaderni della rivista FarCoro. n. 8.

formula ancor oggi assai diffusa ma innovativa per l’epoca. Insomma, quello che sembrava essere più importante nella visione associativa di Giorgio Vacchi era senza dubbio l’aspetto artistico, lo scambio culturale tra gli associati. Al contrario era assai chiaro come la nascente associazione corale (e mio padre in particolare) volesse prendere le distanze da un modello associativo quasi esclusivamente concentrato sulla riscossione e gestione di fondi pubblici. Alcune precedenti esperienze associative italiane avevano rappresentato un termine di paragone fin troppo evidente da cui Aercip voleva prendere le distanze. Credo proprio che oggi, nel bel mezzo di una pandemia che sta mettendo in discussione le basi stesse del far coro, sia importante ricordare da quali principi nacque, nel 1971, la nostra associazione. Solo confrontarsi ed agire in modo comunitario ci farà superare questa difficilissima congiuntura.

Nella foto: Giorgio Vacchi

Polifonia a quattro voci

50 anni di AERCO nel ricordo dei presidenti

INTERVISTE A CURA DI PUCCIO PUCCI

In mezzo secolo l’AERCO ha conosciuto cinque diversi presidenti, ciascuno portatore di una propria visione della coralità e dell’associazionismo corale, chiamato a rispondere a situazioni ogni volta nuove, sollecitato da una coralità in continua evoluzione. Dopo il ricordo di Giorgio Vacchi, trasmessoci da Silvia, gli altri quattro presidenti, rispondendo alle domande di Puccio Pucci, tracciano un profilo a più voci di una storia avvincente.

Quando e come sei entrato in contatto con l’AERCO?

Giovanni Torre: Sono entrato in contatto con l’AERCO nel settembre del 1973, quando, appena fondato a Castelfranco Emilia il mio coro “Tomas Luis de Victoria”, ho sentito il bisogno di farlo appartenere ad una associazione corale formata da altri complessi a noi vicini, con cui potere attivare momenti di scambi culturali e di amicizia.

Pier Paolo Scattolin In provincia di Modena, in quegli anni, erano già attive due Associazioni: la Associazione Nazionale ENAL USCI, e la Associazione Emiliano Romagnola Cori di Ispirazione Popolare (AERCIP). Ad ambedue queste associazioni erano iscritti ancora pochi cori. In particolare, alla prima figuravano iscritte le Associazioni Corali a voci miste Rossini, fondata nel 1887, e Gazzotti, attiva dal 1923. Ambedue queste Associazioni operavano secondo i dettami associativi e culturali propri del movimento orfeonico ottocentesco. Alla seconda, che era stata fondata nel 1971 da Giorgio Vacchi e da alcuni cori della Regione emiliana, appartenevano gruppi che rivolgevano il loro interesse a repertori più popolari e più legati alle tradizioni orali della propria regione. Ed è a questa seconda Associazione che io, come detto nel 1973, ho fatto domanda di iscrizione del mio coro. I motivi di questa scelta sono stati due: (a) Prima di tutto, perché conoscevo già Giorgio Vacchi, da quando, anni prima avevo seguito il suo corso di canti di montagna, tenuto a una scuola per Aspiranti Capi della Azione Cattolica Romagnola, al passo del Falzarego, sulle Dolomiti. (b) In secondo luogo, perché negli anni 60, durante i miei studi all’Università di Bologna, ero stato uno dei tenori del suo coro “Stelutis”.

Pier Paolo Scattolin: La curiosità di conoscere ed entrare in contatto con l’AERCO nacque con l’ascolto del coro Stelutis: quando lavoravo come critico musicale per Il Resto del Carlino fui mandato a recensire un concerto, mi pare nel 1978, del coro bolognese. Questa circostanza mi consentì di allargare lo sguardo sulla coralità, essendo la mia cultura musicale prevalentemente orchestrale e ancora novizio nell’attività direttoriale del coro Euridice, e in particolare di conoscere il percorso associativo di cui

il Presidente Giorgio Vacchi era promotore portandone testimonianza anche durante la presentazione dei concerti del coro Stelutis e durante le rassegne organizzate dall’AERCO. Fu l’occasione per scoprire quali potenzialità umane e musicali si sviluppassero nell’idea di associare i cori e i direttori attorno ad obiettivi comuni come la riflessione sul significato del concerto di un coro amatoriale, la conoscenza del repertorio secondo le caratteristiche e possibilità di ciascun coro, la ricerca delle fonti, l’approfondimento tecnico e la dimensione sociale di essere compagni di viaggio fra direttori. Alla decisione di entrare nell’Associazione contribuì il fatto che proprio in quel momento stava avvenendo la trasformazione da associazione rivolta ai cori di repertorio popolare AERCIP ad AERCO, in cui i cori polifonici potevano finalmente trovare una casa. Fu una trasformazione fondamentale e assai importante per il futuro dell’Associazione AERCO.

Fedele Fantuzzi: Ho conosciuto AERCO nel lontano 1973, quando incominciai la bellissima avventura con il coro La Baita di Scandiano-RE. Avevo 17 anni e l’associazione allora si chiamava AERCIP. Essendo così giovane il presidente Onelio Mattioli, che faceva parte del direttivo, decise di portarmi con sé alle riunioni nella mitica sede dello Stelutis, in via Zamboni, 51, se non sbaglio: e fu così che conobbi il grande m° Giorgio Vacchi e tutto il meraviglioso mondo dell’associazionismo.

Andrea Angelini: Ricordo che la prima volta che seppi di AERCO fu dall’allora Delegato per la Provincia di Rimini, Paolo Righini. Credo fosse il 1991 o il ’92. Rimasi subito affascinato da questa organizzazione che cercava di

Giovanni Torre aggregare i cori della regione in nome di obbiettivi comuni. Ho sempre creduto nel volontariato e nel fatto che le azioni delle persone, specialmente quando fanno qualcosa senza nulla chiedere in cambio, sono portatrici di buoni e cospicui frutti. Così iniziò la mia avventura in AERCO che mi portò, dopo essere stato Delegato Provinciale, membro della Commissione Artistica e direttore di FarCoro, ad assumerne, nel 2015, la presidenza.

Che influenza o positività ha avuto nel tuo Coro associarsi all’AERCO?

Giovanni Torre: L’iscrizione del mio coro all’AERCO ha avuto, per tutti i suoi componenti, una influenza certamente positiva. Con essa, infatti, entravamo a far parte di una più ampia famiglia di amanti del canto d’assieme; famiglia che operava in regione e che aveva come scopi prioritari quelli che soddisfacevano le nostre esigenze, sia sociali che culturali, mediante la promozione di incontri, concerti e rassegne corali, e la attivazione di corsi musicali rivolti a migliorare la preparazione tecnica dei direttori e la cultura vocale e musicale dei coristi.

Pier Paolo Scattolin: In quel periodo dunque il coro Euridice divenne socio perché intravvide la possibilità di inserirsi in un movimento corale basato su una grande forza partecipativa, dove lo spirito di aggregazione avveniva perché si vedeva nell’associazione un punto di riferimento etico, un laboratorio di idee, un fervore nell’approfondimento e nella crescita di cori e direttori uniti nel processo dell’attività corale, cioè nel farcoro; lo studio del repertorio, della tecnica corale, la possibilità e il rispetto dell’incontro creativo con l’alterità di diverse visioni corali, la sobrietà nella comunicazione, la cura con

cui si preparava l’incontro con il pubblico erano valori che hanno influenzato tantissimo l’ambiente del Coro Euridice e che ancora oggi nel momento in cui festeggia i suoi 140 di attività, molti dei quali sviluppati appunto nell’Associazionismo, rimangono un tesoretto di idee cui fare costantemente riferimento e proiettabili nel futuro.

Fedele Fantuzzi: Beh, il coro La Baita è stato uno dei primissimi ad associarsi. Non c’è dubbio che sia stata una decisione molto positiva e lungimirante per tanti aspetti: per esempio, ha influenzato la scelta mia e del coro di intraprendere un cammino di ricerca etnomusicologica “sul campo” del nostro patrimonio popolare e la mia conseguente proposta armonizzativa che dura tutt’ora e ci caratterizza nel panorama corale nazionale.

Andrea Angelini: Come ho ricordato poc’anzi il mio impegno in AERCO è andato, e continua tuttora ad andare, al di là delle positività che l’esserne associati possa comportare per il mio coro. Sinceramente vantaggi e ricadute per il mio gruppo corale sono sempre stati in fondo ai miei pensieri. Ho sempre cercato che i benefici fossero per gli altri. Chi mi conosce sa che sono ‘monastico’ in questo. Dirò di più: da quando sono presidente ho cercato di tenere un profilo artistico personale bassissimo e le partecipazioni del mio coro alle attività AERCO si possono contare sulle dita di una mano. Questa visione di ‘estremo servizio’ ho cercato di infonderla anche ai miei collaboratori e sono stato particolarmente contento di osservare che, dopo alcune normali resistenze, tutti hanno capito che non c’è miglior soddisfazione che impegnarsi per i cori, in senso generale. Ovviamente sono felice di stimolare e recepire le creatività personali dei collaboratori, ma lo scopo finale deve essere sempre quello di ‘fare per gli altri’.

(continua)

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