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Un decreto che lascia molto perplessi
L’Associazione italiana piccoli animali critica alcuni aspetti del provvedimento relativo alle specie selvatiche ed esotiche considerate animali da compagnia e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il testo si baserebbe su dati di dubbia scientificità.
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di Di Marco Alvise Pan, segretario Aipa - Associazione Italiana Piccoli Animali
Il 27 ottobre, rispettate le scadenze previste, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto dell’11 ottobre 2022 recante materia di individuazione degli animali di specie selvatiche ed esotiche prelevate dal loro ambiente naturale come animali da compagnia; provvedimento che è in deroga al divieto di cui all’art. 3, comma 1, del decreto legislativo 5 agosto 2022, n. 135. Il testo, emanato dal Ministero della Salute di concerto con il Ministero della Transizione Ecologica, a firma degli ex ministri Roberto Speranza e Roberto Cingolani, definisce la cosiddetta “lista positiva” ossia l’elenco degli animali che, sentito l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), potranno continuare a essere tenuti, importati e commercializzati.
LE SPECIE AMMESSE / Di seguito l’elenco delle sei specie ammesse: Yellow Tail Tang (nome scientifico Zebrasoma Xanthurum), Western Tubenose Goby (Proterorhinus Semilunaris), Nudibranchio Pigiama (Chromodoris Quadricolor), Doctor Fish (Acanthurus Chirurgus), Blue Tan Surgeon Fish (Acanthurus Coeruleus), Yellowbar Angel Fish (Pomacanthus Moculosus). Questo elenco è stato predisposto secondo le attuali conoscenze scientifiche, in base al rischio sanitario, al rischio per la biodiversità e alla compatibilità con la detenzione in cattività per ragioni comportamentali, fisiche, biologiche ed etologiche. L’elenco delle specie animali sarà aggiornato con cadenza almeno quinquennale.
LA PREOCCUPAZIONE DI AIPA / Il decreto pubblicato a fine ottobre lascia perplessa l’associazione perché si basa su dati di dubbia veridicità scientifica. Nel fatto specifico, il Tubenose Goby, presente nella lista ‘positiva’ e nativo del Mar Nero, è considerato invasivo. In particolare, il Proterorhinus Semilunaris abita una varietà di acque a flusso lento dall’estuario ai piccoli torrenti montani che scorrono nella fitta vegetazione o nelle rocce grossolane. Si trova in abbondanza negli stagni e nei laghi; nidifica in bacini artificiali e canali. Il Tubenose Goby depone le uova per la prima volta a 1-2 anni, di solito solo per 1-2 stagioni, da aprile ad agosto. Larve e giovani sono bentonici, cioè vivono a stretto contatto con il fondo marino o acquatico. Questa specie è invasiva nel Danubio e nel Reno dove, secondo quanto riferito, la diffusione era dovuta alla canalizzazione del fiume principale e dei bacini idrici o alle acque a flusso lento create dalle centrali idroelettriche. Il Proterorhinus Semilunaris consuma un gran numero di invertebrati bentonici, come Chironomidae, crostacei, copepodi e ostracodi; si nutre anche di larve di pesce, azione che può avere un impatto negativo sull’ecosistema dei fiumi e dei laghi. Per queste ragioni stiamo seguendo continuamente gli sviluppi della legge, confrontandoci con i referenti istituzionali, per poter rappresentare al meglio le esigenze del settore.