Dermatologia
HERPES DEFINIZIONE
L’
LABIALIS
ED EZIOLOGIA
herpes labialis è una lesione molto comune, ubiquitaria ed estremamente contagiosa, che normalmente si presenta sulle labbra o attorno alla bocca del paziente, con carattere tipicamente recidivante. La dizione comune di questa patologia è “febbre delle labbra”. Questa infezione è causata dal virus herpes simplex (HSV), virus neurotropo ed epidermotropo appartenente alla sottofamiglia degli alfa herpes virinae, di cui fa parte anche il virus varicella-zoster, di cui ne esistono due tipi: • Il virus dell’herpes simplex di tipo 1 (HSV-1) è il più diffuso; causa l’herpes labiale, oltre che la stomatite erpetica e la cheratite erpetica. • Il virus dell’herpes simplex di tipo 2 (HSV-2): provoca l’herpes genitale e si trasmette soprattutto per contatto diretto (di solito sessuale). Nella tabella 1 viene riportata la correlazione tra alcune alterazioni cliniche e il tipo di herpes simplex coinvolto. L’herpes simplex è un virus a DNA a doppia elica, del diametro di circa 100-200 nanometri, estremamente diffuso in natura. La sua forma è sferica, con doppia membrana lipoproteica esterna, dotata di diverse glicoproteine superficiali virali, che riveste uno strato proteico amorfo (detto tegumento) e il capside icosaedrico, in cui è racchiuso il DNA (figura 1). Dopo il primo contatto con l’organismo (infezione primaria), il virus tende a migrare, in senso centripeto, seguendo gli assoni nervosi che risalgono dalla periferia verso il midollo spinale. Una volta giunto ai gangli dorsali sensitivi, si stabilisce al loro interno e rimane in forma latente senza dare alcun segno della sua presenza e senza poter essere riconosciuto dagli anticorpi che cir-
Figura 1
colano nel sangue. In alcune circostanze, il virus si slatentizza e si riattiva, seguendo il percorso inverso a quello di arrivo e raggiungendo nuovamente la superficie muco-cutanea, dove si moltiplica causando una nuova lesione erpetica. Una volta terminata questa fase di replicazione, il virus tende nuovamente a fare il percorso retrogrado verso i gangli nervosi, mantenendo così il ciclo che sta alla base della persistenza dell’infezione. In rari casi, il virus può intraprendere un percorso retrogrado verso il sistema nervoso centrale, provocando una forma molto grave di encefalite, specialmente in età neonatale. La quasi totalità dei casi herpes labialis sono causati dall’HSV-1, sebbene siano state riportate infezioni da virus di tipo 2 (HSV-2).
EPIDEMIOLOGIA
La maggior parte della popolazione (circa l’80-90%) viene a contatto con il virus dell’herpes simplex: molte infezioni vengono contratte in età precoce, e gran parte dei soggetti adulti presenta anticorpi specifici diretti contro questo virus. Circa il 20-30% della popolazione presenterà nel corso della vita lesioni erpetiche vescicolari localizzate al labbro o alla zona periorale. La frequenza di Tabella 1. Principali patologie e tipo di herpes queste lesioni è estremamente variabile: nella simplex coinvolto (mod. da Braun-Falco 2002) maggior parte degli individui si manifestano rari Sede Patologia Tipo HSV episodi, a scadenza di 5-10 anni, mentre in un Cute Herpes simplex ricorrente (vescicola fredda, febbre) 1 piccolo gruppo possono avere una frequenza Patereccio erpetico Solitamente 1 mensile o addirittura più ravvicinata. Herpes simplex ricorrente genitale e dei glutei 2 Si stima che negli USA sui verifichino mediaEczema erpetico 1 mente 70-100 milioni di casi di recidiva ogni anMucosa Gengivostomatite erpetica 1 no, e in Italia il numero di casi di “riacutizzazioAftoide di Pospischill-Feyrter 1 Vulvovaginite erpetica 2 ne” si aggira intorno ai 10-12 milioni. Occhi
Cheratocongiuntivite erpetica
1e2
SNC
Meningoencefalite erpetica
1e2
Sepsi
Sepsi erpetica neonatale
Herpes labialis
2, raramente 1
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TRASMISSIONE L’herpes labialis è una malattia estremamente contagiosa nella fase di slatentizzazione.
HERPES
È estremamente difficile che l’herpes simplex possa sopravvivere a lungo nell’ambiente esterno, e pertanto la trasmissione avviene quasi esclusivamente da persona a persona tramite contatto fisico diretto e stretto. ➤ Trasmissione trasversale
La trasmissione da uomo a uomo avviene generalmente attraverso contatto diretto, ma affinché questo possa avvenire è necessario che siano presenti contemporaneamente due fattori ambientali. In primo luogo il virus stesso deve venire attivamente “diffuso” dall’ospite attraverso le secrezioni, e ciò si verifica in fase di infezione attiva. Sfortunatamente, la trasmissione non si limita ai periodi in cui il paziente presenta i sintomi dell’infezione, ma il virus si può diffondere senza che l’ospite avverta alcun sintomo (fase prodromica). Il secondo requisito è che il nuovo ospite deve presentare una zona in cui il virus possa accedere al sottoderma: una piccola lesione cutanea o una mucosa permeabile e umida, come per esempio la mucosa orale umidificata dalla saliva. ➤ Trasmissione neonatale
L’infezione primaria acquisita nel corso del passaggio attraverso il canale del parto può estendersi a zone mucocutanee multiple e disseminarsi per via ematogena a vari organi. Se raggiunge il sistema nervoso centrale, si può verificare una grave encefalite. ➤ Trasmissione attraverso altre superfici
È stato dimostrato che l’HSV è in grado di sopravvivere diverse ore in fluidi o su determinate superfici in presenza di condizioni esterne a esso favorevoli (temperatura 37 °C, ambiente relativamente umido, assenza di soluzioni tossiche). Pertanto l’HSV può essere trasmesso bevendo dagli stessi bicchieri, tazze o bottiglie di persone infette; i mezzi più comuni di contagio dell’herpes labialis sono i prodotti cosmetici per labbra condivisi tra due o più persone. ➤ Auto-contaminazione
Talvolta un paziente può auto-contaminare zone del corpo precedentemente non infette, mediante trasporto diretto (tramite mani) dalla sede infetta a una zona sana. Inoltre, i soggetti affetti da HSV che portano lenti a contatto devono prestare particolare attenzione e lavarsi bene le mani prima di rimuovere o riposizionare le lenti. L’infezione dell’occhio con herpes simplex (cheratite erpetica) può essere estremamente dolorosa e comportare danni permanenti della cornea: è una delle maggiori cause di cecità di natura infettiva diffusa nei paesi occidentali.
LABIALIS
STADI
DELL’INFEZIONE E FASI DELL’ERUZIONE
Infezione primaria nell’infanzia
L’infezione primaria rappresenta il primo contatto dell’HSV con l’organismo; si manifesta generalmente in età infantile (dopo la scomparsa della protezione immunitaria causata dagli anticorpi materni trasmessi passivamente) e per lo più per trasmissione, tramite secrezioni infette, da genitori o altri adulti infetti. Nella maggior parte dei casi, l’infezione rimane asintomatica o non viene riconosciuta come herpes. Qualora il decorso fosse sintomatico, si presenta di norma sotto forma di gengivostomatite erpetica (stomatite), i cui sintomi tipici sono dolore in bocca e in gola, occasionalmente con formazione di piccole vescicole che si rompono rapidamente formando ulcere, gengiviti locali (gengive gonfie), edema ed eritema faringeo, febbre e gonfiore dei linfonodi locali. Il bambino avverte una spiacevole sensazione di malessere, ma i sintomi vengono spesso confusi dai genitori con problemi di dentizione o con manifestazioni di altre malattie infettive (come le afte volgari o l’herpangina). Si ha guarigione spontanea in 8-15 giorni. Infezione primaria in età adulta
Anche un’infezione primaria in età adulta è generalmente asintomatica ma, proprio come nei bambini, qualora l’infezione si presentasse in modo sintomatico, può risultare piuttosto diffusa e grave e perdurare anche per tre settimane. La gravità delle infezioni primarie è conseguenza del fatto che il sistema immunitario dell’ospite non conosce il nuovo virus, pertanto l’evoluzione della malattia è più generalizzata e non coincide con la classica sindrome da herpes simplex. Infezione latente
Dopo l’infezione primaria, il virus HSV penetra nelle terminazioni nervose dell’epidermide e raggiunge direttamente (tramite un percorso neuronale retrogrado lungo l’assone nervoso) il ganglio nervoso sensitivo associato. In alcuni casi, il ganglio viene raggiunto anche dopo una fase di viremia. Il virus si moltiplica nel ganglio e inizia la fase di latenza, dove rimane inespresso per lunghi periodi di tempo. Attraverso questa forma nucleata, il virus è in grado di celare i propri anticorpi distintivi al sistema immunitario e non essere individuato mai; questo è il motivo per cui non è possibile ottenere la piena risoluzione dell’infezione. Infezione secondaria (Herpes labialis)
Lo stato di latenza può essere interrotto da episodi di riattivazione, durante il quale il virus riprende la repli-
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Herpes labialis
HERPES
cazione e, attraverso un percorso centrifugo lungo le fibre assonali nervose, raggiunge la sede cutanea (di solito quella della lesione primaria) causando l’infezione delle cellule locali e la comparsa della lesione secondaria. La sede più frequente di lesione secondaria cefalica da HSV di tipo 1 è la zona periorale e le labbra. La riattivazione del virus è accompagnata dalla disseminazione del virus nell’ambiente, che è in grado di trasmettere il processo infettivo ad altri individui tramite contatto diretto, specialmente se le lesioni non sono bene evidenti. La riattivazione del virus latente è abbastanza frequente in tutte le età con variazioni individuali, senza una particolare incidenza stagionale. Si ritiene che sia causata da una serie di fattori, quali ad esempio situazioni di stress psicofisico, esposizione ai raggi ultravioletti, episodi di febbre, co-infezione con un comune virus dell’influenza, stati di immunosoppressione. Nella tabella 2 sono riportati i principali fattori che scatenano l’herpes labialis. Tabella 2. Principali fattori scatenanti dell’herpes labialis ◆ Malattie febbrili ◆ Altre infezioni, soprattutto virali (ad esempio influenza) ◆ Esposizione ai raggi ultravioletti (ad esempio, sui campi da sci e bagni di sole) ◆ Stress fisico o mentale ◆ Stanchezza ◆ Mestruazioni ◆ Gravidanza
Figura 2. Fasi dell’infezione secondaria dell’herpes labialis (adattato da Spruance 1977)
Alcuni soggetti possono non sviluppare tutti gli stadi (le vesciche possono rompersi e passare direttamente alla fase di ulcera senza formare pustole). 1. Fase prodromica (Fase di formicolio) – 1° giorno Un herpes labialis ricorrente è generalmente preceduto da sintomi specifici quali sensazione di pizzicore, prurito, bruciore e formicolio nel sito di infezione. L’area coinvolta può risultare insensibile o, al contrario, estremamente sensibile e provocare un dolore sordo. Questi sintomi prodromici compaiono quando le particelle virali raggiungono la cute dopo lo spostamento assonale. La fase prodromica dura generalmente da poche ore ad un giorno. Chi soffre frequentemente di herpes labialis avverte e riconosce i sintomi della fase prodromica e può porre efficacemente rimedio tramite un trattamento precoce. 2. Fase dell’eritema Il primo segno visibile della lesione imminente è l’arrossamento della pelle, denominato eritema. Questo stadio di sviluppo dell’herpes dura solo qualche ora. Circa un episodio su quattro di herpes labialis termina a questo stadio di sviluppo, perché il sistema immunitario dell’organismo è in grado di contrastare l’infezione.
◆ Trauma locale (ad esempio interventi odontoiatrici, rasatura) ◆ Calore o freddo troppo intensi ◆ Farmaci immunosoppressori (chemioterapici, corticosteroidi orali) ◆ Patologie che indeboliscono la risposta immunitaria (ad esempio, AIDS, cancro) ◆ Interventi chirurgici a carico della sede neurologica della latenza
Nelle infezioni secondarie da HSV, il sistema immunitario già attivato in precedenza è in grado di fornire una risposta più rapida ed efficace, che tipicamente limita l’infezione a un’area localizzata attorno all’estremità del nervo coinvolto, con sintomatologia di lieve entità. Le fasi dell’infezione secondaria – herpes labialis
Le fasi chiave di sviluppo di un herpes labialis ricorrente sono quattro, ma complessivamente se ne possono annoverare ben nove diverse (figura 2). Herpes labialis
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3. Fase delle papule L’area arrossata si gonfia e compaiono delle protuberanze rosse, piccole e dolenti. Questa lesione visibile e percepibile al tatto viene chiamata papula. Mentre la lesione progredisce, in poche ore le piccole papule attigue si raggruppano e diventano dolenti. 4. Fase delle vescicole – 2° giorno Per alcuni dei pazienti la comparsa delle piccole vescicole dolenti e piene di liquido è il primo segno dello sviluppo di un’infezione da herpes labialis. Le papule si ingrandiscono fino a formare un gruppo di bollicine piccole e dolenti ripiene di liquido, meglio note come ve-
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scicole, che di solito compaiono nel corso del secondo giorno dell’infezione erpetica. Le vescicole hanno dimensioni comprese tra 2 e 5 mm di diametro. 5. Fase delle pustole Se sono presenti globuli bianchi nell’area infetta per risolvere l’infezione, le vescicole si riempiono di pus e prendono il nome di pustole. Le pustole sono altamente contagiose (perché il liquido infetto contiene milioni di particelle virali) e dolorose. 6. Fase dell’ulcera – 3° giorno Alla fine, le vescicole o le pustole si rompono liberando il liquido infetto e lasciando il posto ad una zona scura, dolente ed essudante, l’ulcera. L’ulcera ha un aspetto tipicamente grigio, circondato da una zona eritematosa dovuta all’infiammazione. Anche il liquido che trasuda dall’ulcera contiene innumerevoli particelle virali ed è quindi fortemente contagioso. In questa fase, i linfonodi del collo potrebbero aumentare di volume. 7. Fase della crosta molle La parte liquida al centro dell’ulcera si secca formando una crosta giallastra analoga a quella dell’impetigine. 8. Fase della crosta dura – 4°-9° giorno Le croste molli si seccano completamente e formano una crosta dura. A questo punto il dolore è meno intenso, ma si può avvertire un forte prurito. Seccandosi, la crosta si ritira formando screpolature dolorose che possono sanguinare, rendendo molto fastidioso il mangiare ed il bere – in particolare cibi salati e piccanti. La crosta si asciuga assumendo un colore scuro (rosso nerastro). La continua umidificazione può ammorbidire la crosta fino al distacco, che può avvenire anche semplicemente mordendosi il labbro o mangiando. Le croste possono essere multiple nel corso del processo di guarigione, ognuna delle quali ha dimensioni leggermente più piccole rispetto alla precedente. 9. Fase di guarigione La maggior parte degli episodi di herpes labialis guarisce nell’arco di 8 -12 giorni, anche se alcune alterazioni minime residue (zona eritematosa più marcata, gonfiore, desquamazione cutanea) possono permanere ancora per qualche giorno, per poi scomparire lentamente nell’arco dei giorni a seguire. Se la vescicola si forma sul punto di congiunzione tra labbra e pelle, può lasciare una leggera cicatrice. Una cicatrice o una atrofia cutanea si formano specialmente nel caso in cui all’herpes labialis si sovrappone un’infezione batterica secondaria, o in caso di lesioni ricorrenti multiple nello stesso luogo. In questa fase il virus ritorna nel suo stato latente, che conserva finché non viene riattivato in un momento successivo da uno dei fattori scatenanti.
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DIAGNOSI La diagnosi delle infezioni da HSV è solitamente clinica, sulla base delle manifestazioni sintomatologiche caratteristiche, e non richiede indagini di laboratorio. In alcuni casi, come nei soggetti immunodepressi, è possibile ricorrere alla diagnosi di laboratorio. La diagnosi viene confermata dall’isolamento del virus in colture cellulari (identificazione tramite anticorpi monoclonali specifici e tecnica di immunofluorescenza), dalla sieroconversione e da un incremento progressivo degli anticorpi sierici al sierotipo appropriato (nelle infezioni primarie), oltre che dai reperti bioptici. L’esame citologico di Tzanck della base della lesione evidenzia spesso cellule giganti multinucleate derivate dalla fusione delle cellule epiteliali causate dal virus. La microscopia elettronica del materiale infetto (liquido delle vescicole) può evidenziare i corpuscoli virali. Le nuove tecniche quali gli studi del liquor cerebro rachidiano tramite la reazione a catena della polimerasi possono permettere una diagnosi precoce non invasiva dell’encefalite da herpes simplex. Una diagnosi differenziale va posta con altre patologie virali e no (herpes zoster, che recidiva soltanto di rado e provoca spesso dolore più intenso e gruppi di lesioni distribuite lungo un dermatomero; varicella; gengivostomatiti dovute ad altre cause; dermatosi vescicolari; dermatite erpetiforme; eruzioni da farmaci), che possono interessare la zona periorale o labiale.
DECORSO
E PROGNOSI
Le lesioni erpetiche labiali guariscono spontaneamente nell’arco di 8 -12 giorni; esse sono nella maggior parte dei casi di grado lieve, anche se la malattia può essere fastidiosa e deturpante. Inoltre, l’impatto psicologico di una lesione facciale ben visibile, specialmente in pazienti giovani con episodi ricorrenti, non deve essere sottovalutato. Nei pazienti immunocompromessi, con patologie immunitarie concomitanti, le lesioni hanno una durata maggiore e possono estendersi fino a provocare patologie più gravi, tra cui polmonite, esofagite, epatite, colite e malattia cutanea disseminata. Le complicanze osservate in pazienti con herpes labialis sono rappresentate da eritema multiforme, cheratite erpetica ed encefalite erpetica; queste ultime due complicanze sono rare ma gravi.
TERAPIA Nel corso degli ultimi anni sono stati fatti notevoli progressi nello studio delle infezioni da HSV e nelle sviluppo di farmaci antivirali efficaci e sicuri. Il trattamen-
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Herpes labialis
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to più efficace per l’infezione da herpes labialis è costituito da un agente antivirale in grado di inibire la moltiplicazione del virus, contribuendo così ad abbreviare i tempi di guarigione. I farmaci antivirali possono essere somministrati attraverso due vie: topica e sistemica. Il prototipo dei farmaci antivirali topici è l’aciclovir, un nucleoside analogo della purina aciclica che, dopo fosforilazione, interferisce con la sintesi del DNA virale ed inibisce la replicazione dell’HSV. Aciclovir, disponibile in formulazione crema o gel, è in grado di contrastare l’avanzata del virus e di ridurre il tempo alla guarigione solo se viene applicato durante la fase prodromica, cioè prima che il virus abbia concluso il suo processo di duplicazione e provocato la lesione. Gli studi clinici sull’uso topico di aciclovir hanno però fornito risultati non univoci, anche se il farmaco ha dimostrato alcuni vantaggi clinici rispetto al placebo. In corso di terapie prolungate con aciclovir è stata segnalata l’emergenza di mutanti resistenti, ma questi sono dotati di ridotta patogenicità per i soggetti immunocompetenti. Ancora non è stato valutato l’impatto e la diffusione di questi mutanti nei soggetti immunocompromessi, nei quali anche virus con ridotta aggressività potrebbero determinare infezioni gravi. La terapia topica di aciclovir prevede applicazioni multiple giornaliere (5 volte ad intervalli di circa 4 ore); il trattamento deve continuare per almeno 5 giorni e fino ad un massimo di 10 se non si è avuta guarigione. Un altro farmaco antivirale per il trattamento topico dell’herpes labialis è il penciclovir (Vectavir). Il penciclovir è un analogo nucleosidico della guanina aciclica, dotato di azione altamente specifica e selettiva sulle cellule infettate dall’herpes, che determina il blocco della replicazione del virus. Pur avvalendosi dei medesimi mezzi di attivazione, il penciclovir viene fosforilato in modo molto più efficiente dell’aciclovir: ciò consente di ottenere un metabolita attivo più stabile. Questi dati clinici si traducono in un duplice vantaggio per il paziente: penciclovir ha infatti un’efficacia dimostrata sulla riduzione dei sintomi anche se l’applicazione avviene in fase tardiva, a patologia già manifesta (fase vescicolo-bollosa), e consente un tempo complessivo di trattamento più breve (4 giorni) rispetto ad aciclovir. Dal punto di vista clinico, alcuni studi clinici, eseguiti su un elevato numero di pazienti, hanno dimostrato un’efficacia significativamente superiore di penciclovir rispetto al placebo nel ridurre la sintomatologia (dolore, prurito, bruciore e ipersensibilità), l’estensione della lesione, la diffusione del virus nell’ambiente ed il tempo di guarigione della lesione. Altri studi di confronto con aciclovir hanno mostrato una superiorità significativa di penciclovir nel ridurre il tempo di guarigione delle leHerpes labialis
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sioni, l’area della lesione e la sintomatologia. Entrambi i farmaci sono stati molto ben tollerati. Pertanto, penciclovir in formulazione crema è il primo antivirale topico a dimostrare chiaramente un beneficio clinico sul decorso dell’herpes labialis ricorrente in pazienti immunocompetenti, sia nei pazienti che hanno applicato la crema nella fase prodromica o di eritema sia in quelli che hanno iniziato più tardivamente (lesioni papulari o vescicolari). Il penciclovir è disponibile nella formulazione crema e viene applicato giornalmente (ad intervalli di circa 2 ore durante il giorno) per 4 giorni: può essere ritenuto attualmente l’antivirale topico più efficace nel trattamento delle infezioni ricorrenti orolabiali da HSV-1, indipendentemente dalla fase di sviluppo dell’eruzione erpetica. Il trattamento sistemico con farmaci antivirali come aciclovir, valaciclovir (profarmaco dell’aciclovir convertito in principio attivo nel tratto gastrointestinale e nel fegato) e famciclovir (profarmaco del penciclovir) viene utilizzato nelle gravi infezioni erpetiche, come nella malattia disseminata del neonato o nell’encefalite da herpes simplex, nei pazienti immunocompromessi o per la soppressione di eruzioni ricorrenti. Il foscarnet per via endovenosa è impiegato nei casi di HSV (muco-cutaneo) resistente all’aciclovir in pazienti immunocompromessi. La profilassi delle infezioni ricorrenti, effettuata con farmaci somministrabili per via orale, potrebbe essere considerata per alcuni gruppi di pazienti a rischio: pazienti con ≥ 6 episodi per anno; soggetti con storia di eritema multiforme associato all’herpes; soggetti sottoposti a lunghi periodi di stress o ad interventi chirurgici sui gangli nervosi; pazienti immunocompromessi; operatori sanitari a rischio di trasmissione. Le infezioni secondarie di origine batterica vengono trattate con antibiotici topici o, se gravi, con antibiotici sistemici.
IL CONSIGLIO DEL FARMACISTA Il farmacista può dare al paziente alcuni consigli utili sia sulla gestione della malattia sia sul corretto utilizzo delle terapie topiche con farmaci antivirali. Gestione della malattia (misure preventive) ■
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Evitare di toccare o grattare le vescicole, poiché il virus può infettare tramite le mani altre parti del corpo; attenti a non toccare gli occhi!
NOTE
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Herpes labialis
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Lavarsi bene le mani e il viso e rispettare severe regole d’igiene.
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Evitare il contatto diretto con i bambini piccoli, particolarmente durante la fase di eruzione.
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Evitare di baciare altre persone, soprattutto nel periodo prodromico o nelle prime fasi dell’herpes, perché la contaminazione è massimale.
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BIBLIOGRAFIA
DI RIFERIMENTO
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Evitare alimenti troppo caldi o troppo freddi che possono provocare fastidio alle aree lesionate.
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Evitare di scambiarsi i lucidalabbra, i rossetti o altri prodotti cosmetici per le labbra.
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L’applicazione di ghiaccio sulle lesioni potrebbe diminuire il dolore e ridurre lo sviluppo del virus.
Braun-Falco O. et al. Dermatologia. Springer-Verlag Italia Editore. 2002.
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Se l’eruzione delle vescicole erpetiche si ripete ad ogni esposizione prolungata al sole, occorre proteggere le labbra con un prodotto ad elevato livello protettivo contro il sole.
Burns T. et al. Rook’s Textbook of Dermatology. Blackwell Science Editore. Settima Edizione. 2004.
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Quando le croste scompaiono, è consigliato applicare una crema disinfettante più volte al giorno. Prestare attenzione alle lenti a contatto: non umidificarle con la saliva, poiché c’è rischio di contaminazione dell’occhio (cheratite erpetica).
Applicazione topica del farmaco ■
Il paziente deve imparare a riconoscere le condizioni scatenanti dell’herpes, in modo da imparare anche a riconoscere i primi segnali per poter intervenire tempestivamente (periodo prodromico).
■ Applicare
le creme antivirali appena appaiono i primi sintomi.
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Il prodotto va applicato con la frequenza e per la durata consigliata, secondo quanto riportato sul foglio illustrativo.
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Lavarsi bene le mani prima di applicare la crema, onde evitare il rischio di sovrainfezioni batteriche.
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Non utilizzate sull’herpes creme contenenti sostanze di tipo cortisonico.
Spruance S.L., Kriesel J.D. Treatment of herpes simplex labialis. Herpes. 2002 Dec.; 9 (3): 64-9. Dianzani F. et al. Manuale di virologia medica. McGraw-Hill Editore. Seconda Edizione, 2000.
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Infine, occorre consigliare il paziente di rivolgersi al proprio medico se avverte un insolito fastidio agli occhi o segni di infiammazione in bocca, se compaiono segni di infezione generalizzata (febbre, malessere generale) o se si osserva la presenza di pus sulle lesioni (possibile sovrainfezione batterica).
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