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INTERVISTA/ANDREA ADAMO
from FASHION N 1 2022
INTERVISTA
Andrea Adamo
Artefice di Andreadamo
«Vestirsi? È mettersi a nudo per rivelare se stessi»
Le esperienze presso Elisabetta Franchi, Roberto Cavalli, Zuhair Murad e Dolce&Gabbana, dove è stato head designer Celebrities & Special Projects, e nel 2020 la decisione di lanciare il suo marchio. Prima ancora, gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ma per lo stilista artefice della “estetica del nudo” tutto è cominciato nel laboratorio della nonna sarta
DI ALESSANDRA BIGOTTA
La Calabria, Bologna, Milano e Parigi sono i luoghi che hanno scandito la sua evoluzione: cosa le hanno dato?
Sono nato a Crotone, in Calabria, ed è in questa terra difficile, ma meravigliosa, che è cresciuto in me il sogno di diventare fashion designer. A Bologna ho condotto i miei studi e attraverso le prime esperienze lavorative da fashion designer ho imparato quanto sia importante la determinazione. A Parigi ho trovato un contesto internazionale, lavorando nell’haute couture ed entrando a stretto contatto con le celebrity. A Milano è nato il mio progetto personale, con la volontà di far parte di una nuova generazione di talenti italiani che rappresenti un rinascimento della creatività italiana nella moda.
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A chi deve dire grazie?
Innanzitutto a mia nonna sarta: in un contesto come quello di Crotone, dove può risultare difficile essere se stessi, mi ha insegnato a camminare a testa alta, seguendo e nutrendo le mie inclinazioni. E a mia madre, donna anticonvenzionale e fuori dagli schemi.
Le sue creazioni vengono associate a una “estetica del nudo”: cosa significa?
Il nudo è sinonimo di verità e la mia estetica è fatta di nudità, che si plasma sul corpo di chi indossa i miei capi. La mia palette colori nude non ha nomi, ma codici: il color carne, il color pelle, il colore nudo cambiano di persona in persona. Ad esempio, quello che altri brand chiamano “brown chocolate” per me è il “Nudo 03”. Ognuno deve essere orgoglioso del proprio corpo, esternando in libertà le proprie forme e il colore della pelle.
Ha lanciato il suo brand nel momento più duro della pandemia…
Ci è voluto coraggio e forse un po’ di incoscienza, ma da subito il progetto ha convinto i partner che volevo mi supportassero.
Cosa rappresenta per lei la maglieria?
Mi permette di esprimere appieno il mio messaggio estetico, includendo di volta in volta delle novità: nella FW 22/23, per esempio, ho sperimentato il punto velluto e il mohair ed è un inedito per me il jersey fluido di viscosa nei capi drappeggiati. Per la prima volta ho inoltre proposto capispalla, come i piumini in montone e i modelli in pelle.
Lei si rivolge sia alla donna che all’uomo. Ha ancora senso distinguere tra maschile e femminile?
No: i miei modelli nascono privi di genere e sono pensati per chiunque voglia esprimere la sua unicità.
Come viene distribuita la sua collezione? E a quando l’e-commerce?
Sono rappresentato dalla showroom 247, che segue l’aspetto commerciale e lo sviluppo wholesale del marchio: il titolare Giacomo Piazza ha creduto in me ancora prima che la collezione esistesse fisicamente. Già dalla prima stagione ho avuto ottimi riscontri presso retailer come Selfridges, Net-a-porter, LuisaViaRoma, Antonia, Ssense, Tzum e Basemnt e player importanti anche in Asia. Con alcuni abbiamo sviluppato capsule in esclusiva. L’e-commerce sarà uno dei prossimi step.
Qual è la sua ambizione più grande?
Voglio proseguire nella crescita organica del mio brand. Il sogno è quello di contribuire a portare il made in Italy nel mondo e diventare uno dei giovani nomi riconosciuti a livello internazionale, rendendo orgogliosa la mia famiglia e chi ha creduto in me dal primo momento.
Oggi però non è facile essere un designer indipendente…
Vero, ma significa avere libertà di espressione. Certo, l’autonomia implica il peso di fare tutto da sé. È fondamentale, ma non sempre semplice, fare incontrare la creatività con aspetti più manageriali e organizzativi, preservando la matrice estetica del brand.
ASSISTENTE DI DIREZIONE / UFFICIO TRAFFICO Valentina Capra (v.capra@fashionmagazine.it) AMMINISTRAZIONE Cristina Damiano (c.damiano@fashionmagazine.it)
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